RASSEGNA STAMPA DEL 12 FEBBRAIO 2020

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MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

le coltivazioni in valbelluna

«Nel Bellunese vigneti senza pesticidi» Piazza: il nostro prosecco è particolare Le viti stanno diventando una produzione diffusa da Belluno al Feltrino. Nenz: «La qualità deve vincere sulla quantità» Francesco Dal Mas BELLUNO. Via gli erbicidi, il glifosato in particolare, dalle coltivazioni agricole in provincia di Belluno. Lo ribadiscono un po’ tutti in Valbelluna. Dal direttore della Coldiretti, Michele Nenz, dall’assessore regionale all’ambiente, Gianpaolo Bottacin al vignaiolo Bernardo Piazza, al presidente del Consorzio Doc, Stefano Zanette, con vitigni anche ai piedi delle Prealpi bellunesi, e, più su ancora, al presidente della Regione, Luca Zaia. È accaduto, nei giorni scorsi, che la United States Environmental Protection Agency (Epa) abbia stabilito che il glifosato, la sostanza chimica utilizzata come erbicida e finita sotto accusa per i possibili effetti sulla salute dell’uomo, non è cancerogeno. La rassicurazione è arrivata a due anni di distanza da un report dell’Epa che già nel 2017 aveva escluso l’insorgenza di tumori a causa dell’utilizzo del prodotto. Confagricoltura del Veneto ne ha preso atto con soddisfazione, aggiungendo che l’evidenza scientifica va rispettata e che, di conseguenza, è il caso di riprendere l’uso del glifosato. «Mai e poi mai – ha reagito il governatore Zaia -. Noi, anzi, vogliamo un’agricoltura a chimica zero». Il terrore di tantissimi vignaioli è che la sostanza possa ricomparire tra i vigneti, in particolare quelli di Prosecco, come una mina vagante contro la sostenibilità. Bernando Piazza, che si trova a Parigi per partecipare a fiere dove promuo-

Vigneti a Trichiana nella zona di Casteldardo

ve i suoi vini bellunesi, sbotta di brutto: «Il glifosato fa bene? Che se lo tengano gli americani. Noi certamente non lo adopereremo. Mai». Piazza coltiva 15 ettari di prosecco a Limana, mentre a Trichiana coltiva 30 ettari di altri vitigni (Igt Dolomiti) e 10 ettari anche a Cesiomaggiore. Il biologico è la sua scommessa. «Non oso dire che il prosecco delle Dolomiti sia migliore di quello delle Colline Unesco o della pianura, però è altrettanto pregiato per la sua diversità. Non avrà un sapore fruttato, ma sicuramente floreale. Avverti distinta-

terza generazione della falegnameria

De Biasi eletto al vertice dei Serramentisti di Confartigianato BELLUNO. È Andrea De Biasi il nuovo presidente del mestiere Serramentisti di Confartigianato Belluno. Lo ha eletto l’assemblea riunita in questi giorni. Subentra a Gianluigi Collazuol, che ha guidato il mestiere e la Federazione del Legno per oltre vent’anni. Andrea De Biasi rappresenta la terza generazione della storica falegnameria alle porte di Belluno avviata dal nonno, punto di riferimento per la clientela privata della zona, nonché dei professionisti bellunesi del comparto. Sono già chiari i punti su cui il neo presidente De Biasi si impegnerà a favore del mestiere. «Abbiamo bisogno di recu-

Andrea De Biasi

perare un gap di informazione, che sta interessando il nostro mestiere. Ma anche di monitorare le bozze di nuove normative attualmente in fase di esame parlamentare, che potrebbero condizionare il futuro di

mente che profuma dei fiori e dell’aria della Valbelluna. E manca dell’acidità data dalla mineralità delle terre trevigiane». Quindi? «Quindi è un’eccellenza di quella biodiversità che ci fa onore e dalla quale vogliamo tener bandita la chimica». L’assessore regionale all’ambiente, Bottacin, è perfettamente d’accordo con Piazza e con gli altri produttori che non ricorrono alla chimica neppure in altre coltivazioni, ad esempio il mais. «Da quando la regione ha esteso l’area doc anche alla Valbelluna non c’è dubbio

molte delle nostre piccole imprese, come ad esempio l’obbligo di un patentino europeo per la posa in opera di serramenti perché la spesa possa essere detraibile ai fini fiscali. Altro tema non meno pressante sono le complesse modalità di fatturazione degli infissi ai sensi della normativa sui beni significativi. Poi ci sono gli aspetti tecnici di aggiornamento professionale. Proprio su questi argomenti dovremo indirizzare il nostro lavoro di tutela della categoria». De Basi pensa anche di coinvolgere il più possibile i colleghi, facendoli partecipare alla definizione dell’attività di sindacato del mestiere. «Vorrei raggiungere tutti gli associati per raccogliere la loro attenzione verso il programma di lavoro della categoria, capendo quindi il loro interessamento a un argomento anziché a un altro e per individuare la miglior modalità per la loro più ampia partecipazione». —

che si siano aperte anche nuove opportunità per l’agricoltura bellunese con la produzione del Prosecco. Per anni infatti il tormentone era che i trevigiani facevano i soldi col prosecco e i bellunesi non potevano fare altrettanto. Già da tempo è possibile e quindi disponiamo di una nuova opportunità che però va gestita nel migliore dei modi. La produzione del prosecco e del vino in generale non può prescindere dagli aspetti ambientali e, dunque, è necessario un approccio il più conservativo possibile senza l’utilizzo di prodotti pericolosi come il glifosato

e spingendo verso le nicchie bio». I comuni, da Belluno a Borgo Valbelluna, a Limana si stanno adoperando per la definizione dei regolamenti di utilizzo di queste sostanze anche considerando le distanze dalle abitazioni e credo che questa sia la strada giusta. «Sì alle produzioni che possono creare sviluppo economico ma no all’utilizzo di sostanze potenzialmente pericolose per la popolazione» rilancia Bottacin. In prima linea il Comitato Belluno Ambiente e Salute, con Fabio Guglielmi che ripetutamente è intervenuto con-

solidarietà

Va al Comitato Pollicino il ricavato dei mercatini di Deutsches Haus

La consegna del mega assegno BELLUNO. Anche quest’anno i mercatini di Natale organizzati in piazza dei Martiri a Belluno hanno avuto un risvolto benefico a favore dell’Associazione Pollicino. Come da consuetudine infatti, gli organizzatori delle

Deutsches Haus, specializzata in prodotti tipici bavaresi, hanno devoluto l’intero ricavato a favore della gestione della Casa Alloggio Pollicino di Petrosani in Romania, dove sono ospitati ed accuditi 90 bambini diversamente abi-

tro il proliferare dei pesticidi. Il direttore della Coldiretti, Nenz, ricorda che la sua associazione si è sempre schierata per la sostenibilità e, quindi, la biodioversità. «I nostri produttori sanno bene che la sensibilità dei consumatori si è affinata e che oggi pretende produzioni a km zero, garantite anche dal punto di vista dei trattamenti». Per Nenz non ci sono dubbi: la qualità deve vincere sulla quantità. E da questo punto di vista il presidente del Consorzio Doc, Zanette, conferma che sta lavorando per una direttiva che renda obbligatoria, per i suoi associati, l’esclusione dei fitofarmaci e degli erbicidi in particolare. «In merito all’opportunità di reintrodurre l’uso del glifosato nei vigneti prosecco – interviene Paolo Casagrande, con azienda a Chies; è il presidente del sindacato Anpa -, mi pare assurdo tornare indietro rilevato che già da due anni non si usa questo erbicida e i viticoltori hanno ormai intrapreso tecniche di lotta alle malerbe con mezzi meccanici dotandosi di attrezzature specifiche o fisici». Per Casagrande, non ha senso quindi riusare la chimica dove si sono trovate gia’altre soluzioni. «Ormai tutte le aziende hanno comprato gli apripiante per lavorare il terreno sulla fila, attrezzo che costa intorno ai 15mila euro, o lo fanno fare da conterzisti. È una pratica agronomica sempre usata in passato, poi dismessa dal diserbo glifosate, ma ora reintrodotta, quindi facciamo buttar via gli apripiante?». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

li o in grave disagio economico e familiare. La somma raccolta è stata di 9.400 euro ed è stata consegnata nelle mani di Morena Pavei ed Enrico Collarin durante una cena conviviale con la partecipazione di tutte le anime ed i sostenitori dell’iniziativa. «L’impegno è stato sicuramente tanto» afferma Claudio Sovilla anima della Deutsches Haus «ma il risultato finale ripaga di tutti gli sforzi ed il freddo patito durante i quaranta giorni di apertura della casetta». «Tutto ciò è reso possibile dall’impegno di tante persone Nicola, Andrea, Domenico, Livio e tanti altri che si alternano dietro il banco in legno a preparare bratwurst, currywurst, gulasch e tante altre specialità montane e bavaresi» «Quest’anno inoltre va fatto un plauso al Consorzio BellunoCentro ed alla amministrazione comunale per l’eccellente organizzazione degli spazi e le molte iniziative a corollario dei mercatini». —


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REGIONE

MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

verso le elezioni regionali

L’ultimatum di Salvini irrita il centrodestra «Alleati, non satelliti» De Carlo (Fdi): «L’autonomia al palo? Al governo c’era lui... » Zuin (Fi): «Senza la nostra legge né referendum né riforma»

REAZIONI PUNGENTI

Filippo Tosatto VENEZIA. Matteo Salvini fa la

voce grossa e detta le regole ai potenziali partner del centrodestra: «La Lega stringerà alleanze elettorali solo con chi, prima del voto, sottoscriva la proposta sull’autonomia di Luca Zaia, e ciò vale sia per le regionali del Veneto che in vista del governo nazionale». LE CONDIZIONI DETTATE

Il diktat, pronunciato lunedì davanti alle migliaia di militanti che gremivano il Gran Teatro Geox a Padova, scalda il cuore della base (notoriamente allergica ai compagni di cordata) e ancor più dei colonnelli, per nulla entusiasti alla prospettiva di spartire le poltrone assicurate dal prevedibile successo.E i destinatari dell’ultima-

noi siamo all’opposizione dall’inizio della legislatura, Salvini non incolpi noi se il regionalismo differenziato è al palo. Detto ciò, con Sergio Berlato abbiamo sostenuto a suo tempo il referendum popolare e ribadiamo la nostra posizione: maggiore autonomia abbinata al presidenzialismo per garantire la tenuta complessiva del Paese. Come finirà? Mi auguro prevalga il buonsenso, certo in Veneto i leghisti sono forti ma ricordino che in Lombardia noi votammo Maroni presidente quando superavano a fatica il 4%. Alleati sì, satelliti mai».

Centrodestra veneto:Luca De Carlo (Fdi) e Michele Zuin (Forza Italia)

tum? «Mi sorprendono questi toni», replica Luca De Carlo, deputato-sindaco di Calalzo e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia «noi abbiamo sempre creduto che l’unità del centrodestra rappresenti la formula vincente,

quella premiata dal nostro elettorato, e ci comportiamo con coerenza. L’autonomia? A differenza della Lega, che per 14 mesi ha condiviso il governo con il M5S e ha condotto la trattativa Stato-Regioni con il ministro Stefani,

Dai toni spicci del cadorino quelli felpati (ma incisivi) del veneziano Michele Zuin, parlamentare e assessore in laguna: «Nessun problema sull’autonomia e mi stupisce che gli amici leghisti la sollevino in termini divisivi», le parole di Michele Zuin, il coordinatore dei forzisti veneti «faccio notare che la legge regionale promossa dal Corte costituzionale, e poi sottoposta a referendum, reca la firma di Forza Italia: altri all’epoca inseguivano la secessione ma senza la nostra iniziativa non saremo qui a discutere di materie e competenze. Detto ciò, esiste un’intesa nazionale tra i leader del centrodestra e sono convinto che a maggio, anche in Veneto, correremo uniti a sostegno dell’ottimo governatore Zaia». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sanitÀ, l’incontro in regione

Dieci milioni di premio ai medici in prima linea C’è il sì dei sindacati VENEZIA. I sindacati dei camici bianchi accolgono con sostanziale favore la mossa della Regione che ha stanziato 10 milioni di fondi aggiuntivi per compensare i medici ospedalieri del Veneto che operano nella “linea del disagio” rappresentata da pronto soccorso, emergenza-urgenza, reperibilità, guardie festive e notturne. Nell’atteso incontro tra le parti svoltosi a Venezia, il direttore dell’area sanità e sociale Domenico Mantoan - affiancato per l’occasione dal responsabile personale Claudio Costa - ha illustrato al ventaglio dei rappresentanti sindacali lo spirito del provvedimento (che si tradurrà in un fondo annuale permanente alimentato dal Patto della salute) raccogliendo gran parte delle osservazioni e delle richieste emerse dal tavolo. A cominciare dall’esigenza di linee guida da parte dell’amministrazione, cosi da evitare confusione e disparità applicative: la legge al momento non consente contrattazioni su base regionale (è una delle principali richieste del “pacchetto autonomia” di Luca Zaia) perciò la definizione dei compensi

avverrà su base aziendale ed è essenziale che manager delle Ulss e organizzazioni sindacali agiscano secondo criteri omogenei; a riguardo, Mantoan ha promesso che al prossimo incontro, fissato per il 3 marzo, presenterà un protocollo dettagliato. Di che parliamo nel concreto? Di riconoscere il valore di prestazioni fin qui compensate con cifre irrisorie: dalla reperibilità - i 20 euro oggi “elargiti” dovrebbero diventare 200 - all’indennità domenicale e notturna che dai 20-30 euro attuali balzerebbe a 250; prima tappa di un’azione perequativa a vasto raggio. «A tutt’oggi siamo in concorrenza con le elemosine», il commento sarcastico di Giovanni Leoni, segretario regionale del Cimo, che saluta con soddisfazione l’inizio di un«percorso comune per correggere le disuguaglianze di retribuzione, a parità di attività svolta, per i colleghi di tutte le aziende del Veneto» dove la “forbice stipendiale” raggiunge i «500-600 euro netti al mese in più o in meno per singolo medico». — Filippo Tosatto © RIPRODUZIONE RISERVATA

nuovo centro logistico

Amazon apre nel Rodigino e assume 900 dipendenti CASTELGUGLIELMO

(ROVIGO).

Amazon bis in Veneto, è ufficiale: il centro di distribuzione di Castelguglielmo, nel Rodigino, entrerà in funzione entro il prossimo autunno e impiegherà fino a 900 dipendenti a tempo indeterminato. A partire da ieri sono aperte anche le candidature per le posizioni manageriali, tecniche e per le funzioni di supporto. Ieri mattina Amazon ha ufficialmente annunciato l’apertura dei due nuovi centri di distribuzione in Italia che saranno operativi entro la fine del 2020: uno a Colleferro, nella città metropolitana di Roma, e l’altro tra Castelguglielmo e San Bellino, in provincia di Rovigo. Concretizzato in numeri, si tratta di un doppio investimento che vale 140 milioni di euro e 1.400 posti di lavoro, che si sommano ai 4 miliardi già investiti nel nostro Paese dal 2010 e ai 6.900 dipendenti attualmente impiegati da Amazon in Italia (fra questi ci sono gli addetti in servizio a Vigonza, nel Padovano). «Nel 2020 celebriamo i dieci anni dal nostro arrivo in Italia, periodo in cui abbiamo destinato considerevoli investimenti a questo Paese e dato lavoro a migliaia di persone qualificate, che ricevono una retribuzione competitiva e benefit sin dal primo giorno» commenta Roy Perticucci, vicepresidente di Ama-

Un magazzino Amazon

zon Operations in Europa «Questo nuovo investimento rappresenta un’ulteriore dimostrazione del nostro impegno nei confronti della comunità locale: ci consentirà infatti di creare oltre 1.400 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato e di potenziare la nostra rete di consegna per raggiungere sempre più persone in tutto il Paese». Rimanendo in Veneto, il centro di distribuzione polesano – si trova a 25 chilometri da Rovigo – impiegherà fino a 900 dipendenti a tempo indeterminato entro tre anni dall’inizio delle attività. Il si-

to, i cui lavori di costruzione sono stati affidati a P3 Logistic Parks, sarà equipaggiato con la più avanzata tecnologia di Amazon Robotics per migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro dei dipendenti, riducendo ad esempio i loro spostamenti grazie a speciali scaffali di stoccaggio dei prodotti che si muovono in modo automatizzato verso la postazione degli operatori. Amazon promette massima attenzione anche nella realizzazione di strutture sostenibili, capaci di integrare sistemi per il risparmio energetico riducendo l’impronta ambientale grazie a ridotti livelli di emissioni. Attraverso il link www. amazon. jobs/en/locations/castelguglielmo è possibile candidarsi per una posizione manageriale, tecnica e per le funzioni di supporto. Le selezioni per operatori di magazzino saranno invece aperte in estate. Per queste figure professionali è previsto un inquadramento al quinto livello del Ccnl della Logistica e dei Trasporti, con salario d’ingresso pari a 1.550 euro lordi e un pacchetto di benefit che include gli sconti su Amazon.it e l’assicurazione sanitaria privata contro gli infortuni, oltre a un serio percorso formativo. — Nicola Cesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


ATTUALITÀ

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Lo scontro politico La numero uno di FdI: «Se la Lega vuole una Regione chieda la Campania a Berlusconi» Monta la rivalità. Ma Giorgia tiene il punto: «La Puglia non si tocca e non voglio la Toscana»

Leader contro nel centrodestra Meloni: «Salvini ci fa la guerra» IL RETROSCENA

Amedeo La Mattina atteo onori i patti e non sia aggressivo nei nostri confronti. Se vuole una regione del Sud si rivolga a Berlusconi e gli chieda la Campania». Giorgia Meloni è stata perfino la più la pacata durante la riunione dell’esecutivo di Fratelli d’Italia. Una parte del partito ha attaccato a testa bassa l’alleato leghista: non sopporta le continue «provocazioni» che vengono, a tutti i livelli, dal Carroccio. Una vera e propria «guerra» a bassa tensione. Dalla pretesa di avere un candidato governatore in Puglia all’esclusione di Fdi dalla giunta umbra di Donatella Tesei. I leghisti veneti accusano i meloniani di non sostenere con convinzione l’autonomia regionale. I leghisti campani mettono in difficoltà il sindaco Fdi a Castel Volturno. Il partito di Meloni si sente snobbato. Insomma Salvini deve mettersi il cuore in pace: nel centrodestra è nata una stella che conquista voti nelle urne, non solo nei sondaggi. Fdi è il solo partito che cresce ovunque in maniera omogenea, al Nord come al Sud, mentre Forza Italia crolla e la stessa Lega ha risultati altalenanti: se in Emilia avesse tenuto le percentuali delle europee, dicono in Fdi, Lucia Borgonzoni avrebbe vinto. Da qui lo sfogatoio

«M

Il ministro della Giustizia, il grillino Alfonso Bonafede, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione lo scorso 31 gennaio: il Guardasigilli nel mirino da settimane per il nodo della riforma relativa alla prescrizione dei processi

dell’esecutivo, con Meloni che ha dovuto persino fare da «pompiere», spiega uno dei presenti alla riunione. Fino a un certo punto, però, perché sulla candidatura di Fitto in Puglia non retrocede di un millimetro. E vuole che Salvini indichi al più presto il candidato leghista in Toscana per non dare un vantaggio agli avversari, ma soprattutto «per sgombrare il campo dalle voci», a cui lei non vuole credere o finge di non credere, di una mano tesa sottobanco a Renzi. «Io, comunque, non faccio governi con Renzi, e non faccio governi creati nel Palazzo senza il consenso dei cittadini. Se il governo cade si va a votare», ha detto Meloni. «Noi – precisa il capogruppo Fdi alla Camera Francesco Lollobrigida – abbiamo voglia di vincere con tutto il centrodestra e Giorgia è stata l’unica che è sempre stata fedele al centrodestra anche quando gli altri si sono concessi scappatelle o con Renzi o con Di Maio». Meloni ha frenato chi vorrebbe un atteggiamento più ruvido verso Salvini, che però va difeso sulla vicenda Gregoretti in quanto ex ministro dell’Interno al servizio degli interessi del Paese. «Detto questo però – dicono in Fdi – nessuno deve mettere i piedi in testa a Giorgia. È giusto che Salvini voglia una regione del Sud, ma lo chieda a Berlusconi: il Cavaliere rinunci a Caldoro». Anche perché, fanno notare i più anti-leghisti, in fondo Caldoro non sta bene a Mara Carfagna e allo stesso Salvini: va bene solo a due

I leader di Lega e Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni

persone che hanno una certa influenza sul Cavaliere ovvero la fidanzata Francesca Pascale e la senatrice Licia Ronzulli, l’assistente personale. La pentola di Fdi ribolle. I meloniani e la stessa Meloni sostengono che il problema è tra Salvini e Berlusconi, perché Forza Italia è sovrastimata anche in Campania. Nella divisione dei pani e dei pesci Fdi deve avere un posto al sole. La Puglia non si tocca: i Fratelli non hanno intenzione di mollare. E non importa se Salvini debba accontentare i suoi leghisti pugliesi, tutti ex «fittiani» (facevano parte di FI quando in Regione regnava Fitto), che vivono come un incubo dover fare la campa-

gna elettorale per l’ex leader che hanno abbandonato. Gira la voce che Salvini voglia “regalare” la difficile Toscana a Meloni in cambio della Puglia, ma lei non ci sta e cerca di vederci chiaro anche sulle voci su un’intesa tra i due Mattei su una legge elettorale favorevole a Italia viva e gradita alla Lega. Anche su questo punto Meloni ha tirato una bordata richiamando il Carroccio agli accordi di coalizione. «La Lega sulla legge elettorale tende a isolarsi. Proponiamo invece come centrodestra una nostra proposta». A questo punto urge per il centrodestra un vertice per chiarire molte cose. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA NUOVA SINISTRA Parla Mattia Santori, leader delle Sardine

«Sbagliata la piazza 5Stelle E noi dobbiamo innovare» L’INTERVISTA /1

on è facile trovare il vestito giusto per un ponte». Mattia Santori, il volto più noto delle Sardine, definisce così il movimento nato tre mesi fa a Bologna: «Un ponte tra la politica e i cittadini», che ancora cerca la sua struttura. Ieri, con altre 4 sardine ha incontrato il ministro per il Sud, Provenzano. La vostra “prima” istituzionale: come si cambia dalle piazze al ministero? «Fa parte di un doppio approccio: lunedì eravamo in piazza a Padova, oggi (ieri, OES) al ministero. Serve una componen-

«N

Mattia Santori, leader Sardine

te territoriale e una nazionale, che permette di avere maggior peso specifico». Di cosa avete parlato con il ministro Provenzano? «Ci ha parlato del piano per il Sud a cui sta lavorando: è bel-

lo tornare a riconoscere la complessità della politica, e non soluzioni prêt-à-porter». Gli avete fatto proposte? «Un summit tra esperti internazionali a Taranto, che coinvolga l’Ue, sul rapporto ambiente-salute-lavoro. E poi l’idea di un Erasmus fra Nord e Sud». Ultimamente avete avuto qualche inciampo, dalla foto con Benetton all’addio polemico del romano Ogongo… Avete perso il tocco magico? «Come dice Caparezza, il secondo album è sempre il più difficile... Dobbiamo innovare, ma non credo si tratti di aver perso smalto: girando per strada, la gente continua a darci fiducia ed energia». Anche il M5S torna in piazza sabato, contro i vitalizi… «Mi pare sbagliato il tempismo perché fa ridere che una forza di governo scenda in piazza, e il tema: mentre mezza Italia chiede di abolire i decreti sicurezza, parlano di vitalizi». — FRA. SCHI. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Schlein: «Emilia laboratorio per l’ambiente»

«Tocca a noi colmare il gap tra la città e la campagna» L’INTERVISTA/2

E

lly Schlein, neo vicepresidente dell’Emilia Romagna, è già al lavoro su ambiente e welfare? Ride. «La giunta s’insedierà a marzo ma io non ho più smesso di lavorare dal voto. Sono onorata dalla proposta di Bonaccini, di deleghe si parlerà più avanti ma la direzione è netta: vogliamo provare a costruire un’innovazione che tenga insieme la transizione ecologica e la lotta alle diseguaglianze. Si parte dal Patto per il Clima lanciato in campagna elettorale sulla falsariga del Patto per il Lavoro del 2015, quel primo Patto

Schlein, vicepresidente Emilia

inaugurò un metodo che rilanciamo per la nuova sfida, sedersi con le realtà del territorio e definire insieme la strategia. Dobbiamo trovare soluzioni concertate con la componente sociale che vive e paga

in prima persona gli effetti del cambiamento climatico». L’ambiente come soluzione: ma è anche una delle cause del divario sociale? «Ci sono diseguaglianze sociali, economiche, salariali. E ci sono diseguaglianze territoriali. Dall’Emilia Romagna è arrivato anche il grido delle aree interne e montane, quelle che hanno manifestato il loro disagio col voto e vanno recuperate. È un fenomeno evidente anche in altri Paesi d’Europa, dove ci sono territori che più di altri sentono di aver perso il controllo sul futuro». Significa che colmare la distanza tra città e campagne? «È uno sforzo necessario. L’Emilia Romagna ha una tradizionale capacità di condividere le buone pratiche con altre realtà. Se non iniziamo noi, chi? Avanti tutta. Anche l’Ue pare finalmente decisa ad investire, pubblico e privato, sul green new deal». — FRA. PA © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

MANOVRE VENEZIA Un uomo in Regione Veneto, una donna in Comune di Venezia. Né l’uno né l’altra con la tessera del Partito Democratico in tasca. Civico il primo, un po’ più avvezza ai partiti la seconda. Innegabilmente entrambi sullacarta perdenti perché a Venezia Luigi Brugnaro ha il vento in poppa e in Regione Luca Zaia resta sempre il governatore più amato d’Italia. Tra l’altro l’uno e l’altra non potranno neanche presentarsi come l’unica alternativa perché l’opposizione - di qua e di là rischia di frammentarsi. Eppure, se non altro per le 2.500 sardine riunite a Padova in contemporanea alla kermesse con Matteo Salvini, la partita di Arturo Lorenzoni e Gabriella Chiellino potrebbe farsi interessante.

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Regione, Padova e Venezia a sinistra un difficile risiko Pd e alleati e il nodo candidature: verso ` Anche se M5s non farà alleanze coi dem, la scelta di 2 civici contro Zaia e Brugnaro Renzi e Calenda orientati ad andare da soli `

Autonomia la bicamerale in trasferta a Venezia

CHI SONO Le candidature di Lorenzoni e di Chiellino circolano sui tavoli della politica - quello di lui ormai da mesi, quello di lei da una manciata di giorni - ma dai rumors tutto lascia presagire che otterranno il via libera. Lui è noto: docente universitario, leader di Coalizione Civica a Padova dove è il vicesindaco di Sergio Giordani. I detrattori lo definiscono un catto-comunista, vicino al mondo della Chiesa, sensibile ai temi della sostenibilità ambientale. Gli è riconosciuta la capacità di essere riuscito ad aggregare in Coalizione Civica vecchi e giovani. Compirà 54 anni il prossimo settembre. Lei è una mestrina di adozione, imprenditrice della green economy. Vanta il primato di essere stata la prima laureata in Scienze Ambientali a Ca’ Foscari. Cattolica, fa parte del consiglio di amministrazione del Duomo di Mestre. Dall’inizio del 2017 è la delegata veneziana della Fondazione Bellisario, che punta a costruire un paese a misura di donne e di crescita. Da giovanissima è stata consigliera comunale per la Margherita a Conegliano, dove nel 2002 è

MARCO CARRAI: «L’ASSEMBLEA A VICENZA PER L’AVVIO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE NON DEL CANDIDATO»

LA SEDUTA

IN PISTA Arturo Lorenzoni e Gabriella Chiellino: sono i papabli sfidanti di Luca Zaia e Luigi Brugnaro. A lato Marco Carrai del coordinamento Il Veneto che Vogliamo

Anci Veneto

Nuove assunzioni, riparte la battaglia dei Comuni VENEZIA Riparte la battaglia di Anci Veneto per il turnover dei dipendenti municipali. «I Comuni del Veneto sono virtuosi e lo dicono i numeri – dice il presidente regionale Mario Conte – infatti il rapporto tra popolazione e personale nelle nostre amministrazioni è tra i più bassi d’Italia, con 5,07 dipendenti ogni mille abitanti. Ci sono Regioni in cui si sforano gli 11 dipendenti ogni mille abitanti. È evidente che i criteri del personale non possono penalizzare i Comuni

del Veneto e i sindaci che hanno bisogno di assumere». Dal 2010, per effetto della spending review, si calcola che i municipi abbiano perso circa ottantamila dipendenti, pari al 20% del totale, andati in pensione e non rimpiazzati. Lo scorso 11 dicembre è stato dato il via libera in Conferenza Stato-Città al decreto attuativo sulla nuova disciplina delle assunzioni a tempo indeterminato, da considerare in aggiunta alla sostituzione del personale che va in pensione. Ma secondo

l’associazione quella bozza contiene delle criticità, al punto che in alcuni casi i sindaci sarebbero costretti paradossalmente a ridurre la dotazione organica e non ad assumere. «Se non saranno modificati i criteri – promette il leghista – siamo pronti a battere i pugni sul tavolo come fatto con il Fondo di Solidarietà per trovare una soluzione condivisa che non penalizzi chi ha i conti in ordine ed amministra in modo corretto senza sprecare un euro».

VENEZIA Per capire cosa vuole il Veneto con la sua richiesta di autonomia differenziata, deputati e senatori arriveranno a Venezia. Accadrà martedì 18 febbraio, con la seduta in esterna della commissione bicamerale per le Questioni Regionali, attorno a cui prevedibilmente sarà imperniato l’iter parlamentare della riforma. La presidente pentastellata Emanuela Corda ha accolto l’invito del governatore Luca Zaia a svolgere una missione sul territorio interessato. In questi giorni è in corso di definizione il programma dei lavori, che potrebbero vedere l’audizione della delegazione trattante della Regione e forse anche dei capigruppo consiliari. L’idea era maturata lo scorso 30 gennaio, quando lo stesso Zaia era intervenuto a Roma, per fare il punto sul negoziato. In quella stessa sede stamattina sarà sentito il ministro dem Francesco Boccia, che ieri ha dichiarato: «L’autonomia è a buon punto: il mio lavoro l’ho completato e ora penso sia utile, giusto e corretto dare la parola al Parlamento». Sempre a proposito della riforma, ieri è stato pubblicato sul Bur il decreto con cui Zaia ha nominato il direttore dell’Osservatorio regionale sull’autonomia differenziata. Si tratta dell’avvocato Mario Caramel, attuale segretario della Giunta regionale. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

stata anche candidata sindaco. Ha 50 anni. Saranno incoronati Arturo e Gabriella? A Venezia, come dice il sociologo ed esponente dei Verdi Gianfranco Bettin, «è un mix tra una corte di Bisanzio e un’assemblea al Petrolchimico dei bei tempi». Tutto può succedere. Senza contare che in laguna ha fatto più vittime il toto-candidati che il coronavirus: esempio illustre il rettore Michele Bugliesi. Il tavolo del centrosinistra veneziano è convocato per oggi. Resta poi da capire - e vale sia per il capoluogo che per la Regione - quanto peserà la forza interna del Pd che spinge per le primarie visto che l’orientamento è di non farle.

IL VERTICE DEI CIVICI Capitolo regionali, la settimana in corso prevede due appuntamenti: venerdì a Padova la direzione del Pd, sabato a Vicenza l’assemblea del Veneto che vogliamo (Vcv), cioè il ressemblement che ha messo assieme associazioni e movimenti a partire da Coalizione Civica. Ma non per ufficializzare la candidatura di Lorenzoni, com’era parso nei giorni scorsi: «Con l’assemblea di Vicenza - dice Marco Carrai del coordinamento regionale del Vcv - continueremo i gruppi di lavoro e si ufficializzerà l’inizio della campagna elettorale, non la candidatura di Arturo Lorenzoni. Arturo è un soggetto importante per Vcv, ma intendiamo ragionare con le altre forze politiche, in primis con il Pd, con il quale si sta facendo un approfondito ragionamento per individuare la candidatura più idonea a contrastare il centrodestra. Lorenzoni si messo a disposizione di questo progetto, ma da parte nostra non ci sarà nessuna fuga in avanti».

IL TERZO POLO Mentre a Padova già si parla di rimpasto di giunta per sostituire Lorenzoni a Palazzo Moroni (in pole position l’assessore Francesca Benciolini), i più danno per scontato che calendiani e renziani correranno da soli: avevano messo il veto sui grillini, ora che il M5s nonostante i tentativi del suo ministro Federico D’Incà ha deciso di fare una corsa solitaria nulla osterebbe a far parte della coalizione. Ma Azione e Italia Viva paiono intenzionate a snobbare il Pd. Il ragionamento sarebbe: vincerà comunque Zaia, tanto vale cominciare a farsi conoscere sul territorio. Alda Vanzan

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Olimpiadi 2026, organi e funzioni: presentata la legge né gettoni. La Fondazione Milano-Cortina 2026, costituita il 9 dicembre da Coni, Comitato Paralimpico, Regione Lombardia e Veneto e Comuni di Milano e Cortina, assume le funzioni di Comitato Organizzatore dei Giochi. E cioè le attività di gestione, organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi. Anche questo ente è a costo zero per la finanza pubblica. Poi c’è la spa Infrastrutture Milano-Cortina 2026, con sede a Ro-

IL TESTO VENEZIA La legge olimpica è pronta. Porta la data del 10 febbraio e il premier Giuseppe Conte l’ha trasmessa ai capi dell’Ufficio legislativo in vista della discussione in Consiglio dei ministri previo esame del preconsiglio. In tutto sono 24 articoli, comprendenti anche le Finali Atp Torino 2021-2025. Oltre a stabilire chi fa cosa, la legge individua i capitoli di spesa per il finanziamento dei Giochi: 350mila arriveranno da una minore spesa inizialmente destinata anche a interventi a favore di categorie sociali svantaggiate.

700mila euro e la legge riporta i capitoli di spesa: da una parte il fondo del Mef di cui all’articolo 1 comma 95 della legge 145/2018, dall’altra una riduzione dell’autorizzazione di spesa recata dall’articolo 145, comma 33, della legge 388/2000. In pratica i 350mila euro del Mit vengono presi dal capitolo di spesa per “iniziative relative a studi, ricerche e sperimentazioni in materia di edilizia residenziale e all’anagrafe degli assegnatari di abitazioni” e per “interventi a favore di categorie sociali

Cosa dice il provvedimento

GLI ORGANI La legge definisce i compiti di tre organi: il Consiglio Olimpico Congiunto, il Comitato Organizzatore, la Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 spa. Il Consiglio Olimpico Congiunto è composto da 15 membri (dentro ci sono tutti, dal Cio alle Regioni a Palazzo Chigi) e ha funzioni di indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi. Non sono previsti compensi

ma e così partecipata: ministero dell’Economia e delle Finanze 35%, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 35%, Regione Lombardia 10%, Regione Veneto 10%, Provincia di Trento 5%, Provincia di Bolzano 5%. La vigilanza è in capo al Mit. Lo scopo statutario è la realizzazione, quale centrale di committenza e stazione appaltante, delle opere. La società ha durata fino al 31 dicembre 2026, il capitale sociale è fissato in un milione di euro. I due ministeri mettono complessivamente

PREPARATIVI Pronta la legge olimpica per Milano-Cortina

I 350.000 EURO DEL MINISTERO DEI TRASPORTI PRESI DAL FONDO PER LE CATEGORIE SVANTAGGIATE

Distinzione dei ruoli Un Cda di 5 membri Monete e francobolli tra Consiglio e Comitato per la spa Infrastrutture E sui proventi niente tasse Il Consiglio Olimpico Congiunto ha funzioni di indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi. Il Comitato Organizzatore dei Giochi coincide con la Fondazione Milano-Cortina 2026 costituita il 9 dicembre scorso.

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Infrastrutture Milano-Cortina 2026 è la spa partecipata da Mef (35%), Mit (35%), Lombardia (10%), Veneto (10%), Trento (5%), Bolzano (5%). Il Cda è composto da 5 membri; presidente e amministratore delegato spettano ai due ministeri.

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Per finanziare i Giochi il Comitato Organizzatore potrà far coniare monete celebrative e stampigliare francobolli commemorativi. Sui proventi percepiti anche nell’esercizio di attività commerciali, svolte in conformità agli scopi istituzionali, non pagherà l’Ires.

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svantaggiate”. Il Cda è composto da 5 membri dei quali 3 nominati dal Mit di concerto col Mef (uno presidente e uno ad), gli altri 2 congiuntamenti da Regioni e Province.

GARANZIE Ammonta a un massimo di 58.123.325,71 euro la garanzia dello Stato per rimborsare quanto ricevuto dal Cio a titolo di anticipo sui diritti televisivi «laddove l’evento sportivo dovesse subire limitazioni, spostamenti o venisse cancellato». La legge contempla anche il “diritto di circolazione”, con procedure “rapide e semplificate” quanto ai visti e ai permessi di soggiorno. Al Comitato Organizzatore è consentito, per supportare il finanziamento dei Giochi, un programma di coniazione di monete e stampigliatura di francobolli. Infine i proventi percepiti dal Comitato organizzatore - anche nell’esercizio di attività commerciali svolte in conformità agli scopi istituzionali - non concorreranno a formare reddito imponibile ai fini Ires. Ossia, non pagheranno le tasse. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Cortina

MOBILITÀ Il vertice si è tenuto a Palazzo dei Rettori mettendo a punto le strategie anti-ingorghi

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

belluno@gazzettino.it

Assalto alle Finali di Coppa: c’è un piano smista-traffico Tavolo in prefettura per organizzare `Saranno allestiti parcheggi scambiatori la mobilità durante le gare di sci alpino agli ingressi del paese e lungo l’Alemagna `

CORTINA

L’AREA DI ACQUABONA

OBIETTIVO FLUIDITÀ Obiettivo comune è rendere più fluido possibile il traffico veicolare a Cortina, anche per garantire l’ordinato svolgimento delle manifestazioni e di eventuali servizi di soccorso.

`Ieri primi testi

per il presunto abuso edilizio sul Boite CORTINA

Dai progetti della Fondazione Cortina 2021 passa sul tavolo della Prefettura di Belluno il piano della mobilità nella conca d’Ampezzo, da attuare nel mese di marzo, nella settimana dal 16 al 22, per le Finali di Coppa del mondo di sci alpino 2020, considerate la prova generale dei ben più impegnativi Campionati del mondo 2021. Si tratterà di regolare il flusso degli sportivi, con migliaia di arrivi, lungo le principali strade. Per questo saranno allestiti parcheggi scambiatori agli ingressi del paese, lungo la statale 51 di Alemagna; uno nel piazzale ricavato ad Acquabona, dove erano stati depositati provvisoriamente i grandi cumuli della ghiaia delle frane degli anni passati. Un altro parcheggio sarà a nord, a Fiames, sulla pista del vecchio aeroporto, per intercettare i tifosi che verranno dai paesi di lingua tedesca, tradizionale bacino degli sport invernali: Austria, Svizzera, Germania. Da lì gli spettatori proseguiranno verso le piste da sci della Tofana con le navette dell’organizzazione. Il tavolo di lavoro è stato presieduto dal prefetto Adriana Cogode, con Roberto Padrin presidente della provincia, Gianpietro Ghedina sindaco di Cortina, con i vertici provinciali delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, rappresentanti del comune capoluogo, della Ulss 1 Dolomiti, della Fondazione Cortina 2021, di Anas, Veneto Strade e Dolomitibus.

Spiaggiaverde finisce in aula: due alla sbarra

MOBILITÀ Il piano ha messo a punto le aree dove bloccare il traffico. Sopra, il prefetto Adriana Cogode

Già per le gare di Coppa del mondo del gennaio 2019 si sperimentò la chiusura della regionale 48 delle Dolomiti, dal centro di Cortina in direzione del passo Falzarego, in particolare sino all’incrocio con la strada comunale che sale verso le piste della Tofana, attraverso l’abitato di Gilardon. Anche quest’anno ci

L’EVENTO IN AGENDA DAL 16 AL 22 MARZO PORTERÀ MIGLIAIA DI ATLETI E SPETTATORI SARÀ LA PROVA GENERALE DEI MONDIALI

saranno provvedimenti analoghi di limitazione al transito dei veicoli, in determinate aree del territorio comunale. Per definire tutti gli aspetti ci saranno altri tavoli tecnici, con particolare riguardo all’ordine e alla sicurezza pubblica. Saranno avviati, in primo luogo dall’amministrazione comunale, confronti con tutte le associazioni di categoria, affinché le limitazioni alla circolazione tengano conto anche delle esigenze degli operatori economici e di tutti coloro che, per motivi di lavoro, avranno la necessità di raggiungere Cortina.

ANCHE L’ULSS IN CAMPO Ci sarà una particolare cura

nella comunicazione, coordinata da un’unica cabina di regia, con l’impiego di tutti i mezzi, compresi i pannelli a messaggio variabile, su strade e autostrade. E’ stato esaminato anche il piano sanitario, strettamente connesso a quello per la mobilità, che la Ulss Dolomiti sta definendo con gli organizzatori e con il comune. Infine si guarda alle possibili nevicate, che dovessero verificarsi in quei giorni; fenomeni intensi sono del tutto usuali nel mese di marzo. Ci sarà un piano di emergenza e un’apposita pianificazione per gestire la mobilità, prevedendo il coinvolgimento di tutto il sistema di protezione civile. Marco Dibona

È iniziato ieri in Tribunale a Belluno il processo per il presunto abuso edilizio dello chalet Spiaggiaverde (ex Lido Capo Verde). Alla sbarra due imputati, che si sono opposti al decreto penale di condanna emesso dal giudice, perché vogliono dimostrare la loro innocenza in aula: si tratta di Diego Dal Cin, 44enne di Conegliano, uno dei titolari del bar e il 50enne imprenditore Gianmarco Mattiazzo di Valdobbiadene, che costruì, tramite l’impresa De Rigo di Cortina, il bar finito nel mirino. Un basamento in cemento realizzato su area demaniale sottoposta a vincolo paesaggistico, vicino al Boite, che in realtà doveva essere una struttura provvisoria. Agli imputati viene anche contestato di non aver rispettato l’ordinanza di rimozione del bar, che aveva avuto il via libera dal Comune come installazione provvisoria per 110 giorni mentre si lavorava alla pratica definitiva. «Il 27 aprile del 2017 - ha spiegato ieri in aula Silvia Balzan dell’Ufficio Edilizia del Comune - sono andata a farmi un giro sul territorio e vedo che il manufatto esisteva ancora, a quel punto ho preso provvedimenti e ho avviato il procedimento affinché venisse smontato. In quella zona c’è non solo il vincolo idraulico, ma quello paesaggistico, che con decreto del 1952 riguarda tutta Cortina». La dipendente comunale ha anche spiegato che aveva dato il via libera per i 90 giorni previsti come installazione temporanea, nel 2016, vedendo che c’erano tutti i pareri positivi necessari, a cominciare da quello del Genio Civile. «Dissi prendo atto - ha proseguito -, ma sappiate che è per un tempo limitato: il termine

di 90 giorni iniziava dalla comunicazione ed era precisato che il 22 settembre 2016 avrebbero sgombrato». Così però non fu e scattò l’inchiesta della Procura. I militari forestali andarono in Municipio a Cortina ad acquisire atti sulle pratiche edilizie e posero i sigilli all’area Spiaggiaverde. L’inchiesta venne aperta a carico di 5 indagati, ma il processo pubblico è stato voluto solo dai due imputati. Ieri non erano presenti in aula: per Dal Cin c’era l’avvocato Letizia Parpinel del Foro di Treviso (in sostituzione del collega Giuseppe Antoniazzi), per Mattiazzo l’avvocato Paolo Tabasso, sempre del Foro di Treviso (in sostituzione del collega Fabio Pinelli). Si torna in aula il 14 aprile quando il costruttore Mattiazzo si difenderà di fronte al giudice. La zona Spiaggiaverde rappresenta un punto di ritrovo sia d’estate che di inverno, con area ristoro, nella parte nord di Cortina, dopo Fiames. Nel 2013 i precedenti gestori del punto diedero forfait, arrendendosi ai problemi burocratici che erano insorti. Dopo qualche tempo, a fine agosto del 2016, riaprirono la spiaggetta, con tanto entusiasmo, gli imprenditori coneglianesi Diego Dal Cin e Edoardo Paggiaro, che però finirono nei guai.

I SIGILLI al bar Spiaggiaverde, quando scoppiò il caso nel 2017

Due congressi medici tra screening agli occhi e focus sul Coronavirus CORTINA La prevenzione delle malattie dell’occhio e l’attualità più pressante della medicina mondiale, data dalla diffusione dell’epidemia di Coronavirus, sono fra gli argomenti di maggior interesse di due congressi medici, che Cortina ospita in questi giorni, in concomitanza fra i due eventi, dal 13 al 15 febbraio. La società italiana laser in oftalmologia, in prima linea per la prevenzione delle malattie dell’occhio, durante il suo trentottesimo congresso scientifico, propone incontri con la popolazione locale e due giornate di screening.

PREVENZIONE GLAUCOMA Si comincia giovedì 13 febbraio, dalle 14 alle 16, nel municipio

di Cortina, con la prevenzione del glaucoma, mediante la misurazione gratuita della pressione oculare. Un altro screening gratuito sarà fatto sabato 15 febbraio, dalle 10 alle 12, negli stessi locali del municipio, a lato dell’ingresso, con fotografie del fondo oculare, quale prevenzione della degenerazione maculare. Venerdì 14, dalle 11 alle 12, all’Alexander Girardi, nel corso dei lavori del congresso, ci sarà l’incontro aperto al pubblico, con le relazioni e la discussione sulle patologie più importanti dell’occhio.

la robotica, che si svolgerà all’hotel Miramonti. E’ organizzato dagli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri di Belluno, Rovigo e Trieste, con la partecipazione degli ordini del Triveneto.

PRIVACY E SANITÀ

IL VIRUS CINESE Dell’attualità del Coronavirus cinese si tratterà nel convegno medico triveneto sui temi delle innovazioni in medicina, dell’intelligenza artificiale e del-

SCREENING Domani, dalle 14 alle 16, in municipio, misurazione gratuita della pressione dell’occhio. Il giorno dopo convegno

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E’ un momento importante di approfondimento e confronto su temi rilevanti e ad alto impatto, sia nella vita dei cittadini, sia per i professionisti medici. Nel pomeriggio di giovedì 13 si affronta la tavola rotonda “Informatica – privacy e intelligenza artificiale in sanità: quale equilibrio tra tecnologia e umanità”. Venerdì 14 e sabato 15 saranno affrontati, con interventi di esperti, argomenti di innovazione in sanità, intelligenza artificiale, robotica, il ruolo delle

neuroscienze e la loro applicazione in ambito sanitario, come l’assistenza territoriale ad anziani e soggetti con deficit cognitivo e motorio. Si parlerà del cuore artificiale, in via di sviluppo da parte del professor Gino Gerosa della cardiochirurgia di Padova. Ci si occuperà della relazione fra salute pubblica a comunicazione, tra social e media. Particolare importanza avrà la presenza, alla luce degli ultimi eventi, del professor Roberto Burioni, ordinario di microbiologia e virologia al San Raffaele Milano, che farà il punto sulla preoccupante questione Coronavirus. Manuela Lanzarin, assessore regionale alla sanità, ha confermato la sua presenza nella giornata conclusiva, sabato 15 febbraio. M.Dib.


II

Primo Piano

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Rimpasto a Palazzo Moroni LO SCENARIO PADOVA Il conto alla rovescia è cominciato. A Palazzo Moroni tutti sanno che questa potrebbe essere la settimana in cui il vicesindaco Lorenzoni uscirà allo scoperto annunciando la sua candidatura a governatore del Veneto. Ci vorrà probabilmente un altro mese di attesa, invece, per sapere se anche l’assessore Micalizzi lascerà il municipio correndo per il consiglio regionale. Le trattative tra il Pd e Coalizione Civica non sono ancora entrate nel vivo, ma il rimpasto di giunta è sempre più probabile e le due forze di maggioranza hanno iniziato a studiare le proprie carte ben sapendo che su alcuni nodi ci sarà da battagliare. Un esempio? Il popolo arancione è determinato a non cedere le deleghe all’urbanistica e alla mobilità, ma gli alleati democratici frenano: «Si sceglierà in base alle competenze, non alle casacche politiche».

LA SPARTIZIONE Partiamo proprio dalle deleghe che potrebbe lasciare vacanti Arturo Lorenzoni. «Urbanistica e mobilità sono per noi due settori fondamentali, come ambiente e sociale» ripetono in coro gli esponenti di Coalizione. I democratici, però, temporeggiano. Nessuno si espone ufficialmente, ma a microfoni spenti il ragionamento è unanime: «Quelle deleghe erano state date a Lorenzoni perché aveva le competenze necessarie. Non per forza l’assessore arancione che andrà a sostituirlo dovrà occuparsi degli stessi settori. Potrebbe esserci una redistribuzione più ampia». La matassa potrebbe rivelarsi molto intricata e tra gli ambienti democratici serpeggia una convinzione: «Il sindaco appoggerà e sosterrà la scelta di Lorenzoni, ma vorrà una certa autonomia nelle scelte per il rimpasto».

L’ALTRA PARTENZA L’ufficio di Lorenzoni, ma non solo. In ballo, la prossima primavera, potrebbe esserci anche l’ambita scrivania di Andrea Micalizzi. L’assessore ai Lavori Pubblici guarda con fisiologico interesse alla partita regionale, ma la sua candidatura non è affatto certa. Prima di tutto la direzione regionale del Pd dovrà definire l’accordo per il candidato governatore (Lorenzoni, appunto) e poi si penserà alle liste. I posti padovani non saranno molti: in lizza potrebbero esserci anche l’attuale consigliere regionale Claudio Sinigaglia e il sindaco di Noventa Padovana Alessandro Bisato, segretario regionale del partito. Micalizzi in ogni caso è una figura molto quotata, con un’importante platea elettorale in città. Il sin-

LA GIUNTA GIORDANI Nei prossimi mesi potrebbe subire due rimpasti. Fino ad ora non c’è stata nessuna variazione rispetto alla squadra presentata nell’estate 2017

Mobilità, il Pd frena: ipotesi di un tecnico Lorenzoni verso la Regione. I suoi fedelissimi vorrebbero mantenere le deleghe ma i democratici sono prudenti: «Scelte da prendere in base alle competenze» `

daco Giordani, che non ha mai nascosto l’apprezzamento per il suo assessore, è consapevole che presto potrebbe vederlo partire. A marzo se ne saprà di più.

in consiglio comunale, anche se più di qualcuno ritiene che non sarebbe così facile convincerlo ad accettare un posto in giunta. Poi c’è Davide Tramarin, segretario cittadino del Pd, che ripercorrerebbe così il percorso già fatto dal suo predecessore Bressa. Infine Anna Barzon, consigliera comunale di grande esperienza fin dai tempi dell’amministrazione Zanonato. Ma attenzione: non è affatto escluso che alla fine il sindaco punti su un nome esterno, pescato dalla società civile, con le competenze adeguate a seguire proprio i Lavori pubblici. Padova ha spesso guardato al “modello Milano” dove il sindaco Sala si è già rivolto a figure considerate “tecniche” e non politiche.

LA TRIADE In caso di uscita di Micalizzi che farebbe il Pd per sostituirlo? Ufficialmente nessuno si sbilancia, ma è inevitabile che nella sede di via Beato Pelegrino sia già tempo di riflessioni. Tra i papabili in questo momento troviamo una “triade istituzionale”. Anzitutto Gianni Berno, capogruppo

SE LASCIASSE ANCHE MICALIZZI POTREBBE ESSERE SOSTITUITO DA TRAMARIN, BERNO O BARZON, MA C’È L’IDEA DI UN ESTERNO

ESPERIENZA SEGRETARIO Davide Tramararin guida il circolo cittadino Pd

CAPOGRUPPO Gianni Berno è il capogruppo Pd in Consiglio

ASSESSORE Diego Bonavina ha le deleghe a sport e avvocatura

L’intervista Diego Bonavina

ce sembra ad un passo dalla candidatura a governatore del Veneto. «Per me Arturo in questi anni è stato un punto di riferimento e continua ad esserlo. È una persona che riesce a portare avanti con determinazione le proprie idee, ma sempre nel pieno rispetto delle opinioni degli altri. Questo è un grandissimo pregio che gli riconosco».

«Vice? Lusingato come quando mi chiamò il Brescia in serie A» IL PROTAGONISTA PADOVA «Non sono abituato a queste logiche perché questa è la mia prima esperienza politica. Sento circolare un nome, poi un altro e un altro ancora. Mi sembra di tornare ai tempi in cui giocavo e c’era il calciomercato. Partiva un centrocampista e iniziava il toto-nomi su chi doveva sostituirlo». L’avvocato Diego Bonavina, assessore con un passato da calciatore professionista, assisterà al probabile rimpasto in giunta

da spettatore interessato. Risponde al telefono mentre è in viaggio istituzionale verso Milano, ma non si tira certo indietro.

CONSIGLIERA Anna Barzon ha una lunga esperienza a Palazzo

Chi ha vissuto moltissime situazioni come questa è l’assessore alla Cultura Andrea Colasio. «Sono avvicendamenti fisiologici

Assessore, come vive questo scenario che sta per verificarsi a Palazzo Moroni? «Ciò che sta accadendo è molto lontano da me, ma comprendo che in politica siano situazioni normali. Dico subito che sarei in ogni caso molto dispiaciuto, perché ad Andrea e ad Arturo io mi sono affezionato».

Micalizzi. Quale sarebbe il problema più grande nel rimpiazzarlo? «Ad Andrea io sono davvero molto legato, professionalmente ma anche umanamente, anche perché abbiamo l’ufficio accanto. Spesso ci confrontiamo su questioni di varia natura. Molte volte i nostri settori di riferimento, per me sport e avvocatura e per lui patrimonio e lavori pubblici, si sono intersecati. Lo stimo molto e sarebbe una grande perdita».

Ipotizziamo una partenza di

Il vicesindaco Lorenzoni inve-

«SEMBRA DI STARE AL CALCIOMERCATO, MA A DUE COLLEGHI COME ANDREA E ARTURO IO MI SONO AFFEZIONATO»

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L’uscita di Lorenzoni lascerebbe vacante la carica di vicesindaco. Non è mistero che Giordani vedrebbe bene un uomo di fiducia come lei. «L’ipotesi mi lusinga, mi sembra di rivivere il momento della mia carriera da calciatore quando, prima di arrivare al Padova, il Brescia mi chiamò per giocare in serie A. All’epoca rifiutai perché stavo intraprendendo la

strada dell’avvocatura e non volevo rinunciare, ma resta tutt’ora un mio rammarico sportivo». Oggi, invece, alla chiamata del sindaco cosa risponderebbe? «Non ci ho mai pensato perché non ne abbiamo minimamente parlato. Diciamo che è una bella soddisfazione il gradimento personale di Giordani, ancor più che l’ipotesi di una carica politica». Nel centrosinistra molti la indicano anche come possibile futuro candidato sindaco, nel dopo-Giordani. «Per ora non ci penso assolutamente. Ripeto sempre che Padova ha un grandissimo sindaco e spero che rimanga ancora a lungo». G.P.


III

Primo Piano

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Ora Coalizione incalza il professore: «Senza te cosa ne sarà di noi?» Affollata assemblea del popolo arancione. Tanti dubbi sui successori e una certezza: «L’urbanistica va mantenuta» `

L’ATTESA

PALAZZO MORONI Il sindaco Sergio Giordani si prepara ad un rimpasto di giunta. Il vicesindaco Lorenzoni è pronto a correre da governatore del Veneto per un movimento unitario di centrosinistra mentre l’assessore Micalizzi potrebbe essere scelto dal Pd come candidato consigliere regionale

- allarga le braccia - già capitati più volte anche nella giunta Zanonato. Il ruolo di assessore è un ottimo trampolino per il Parlamento o per altre cariche e certe ambizioni personali dei colleghi di giunta sono comprensibili. La macchina comunale assorbirà in fretta gli eventuali cambiamenti. Dico solo che mi dispiacerebbe perché Micalizzi è una “macchina da guerra” sempre sul pezzo e perché Lorenzoni è una persona molto saggia con cui si trova sempre una soluzione». Trovare soluzioni, forse, sarà più difficile per il Pd e per Coalizione. Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA

COLASIO: «SONO AVVICENDAMENTI FISIOLOGICI, CAPISCO LE AMBIZIONI PERSONALI DEI MIEI COLLEGHI»

Le successioni

Tarzia: «Si scelga tra i nomi eletti» «Non so cosa accadrà nell’eventuale rimpasto in giunta, ma ho due desideri». Il consigliere comunale Luigi Tarzia, eletto nella lista Giordani e delegato alla sicurezza, risponde al telefono mentre è sulle piste da sci. Dalla montagna si tiene ovviamente aggiornato sugli scenari futuri di Palazzo Moroni e sa bene che nelle prossime settimane inizieranno manovre decisive per una o due sostituzioni in giunta. «Anzitutto - spiega Tarzia - mi auguro che l’area moderata e centrista di cui faccio parte abbia l’opportunità di ricoprire con un proprio rappresentante un incarico, anche se so bene che nessuno potrà andare a dettare la linea al sindaco Giordani. La seconda condizione che mi auguro si verifichi - chiude Tarzia - è che

si vada a pescare tra gli eletti. Tra chi si è candidato mettendoci la faccia». E se arrivasse una chiamata proprio a lui? «A chi non piacerebbe fare l’assessore ammette Tarzia - ma oggi il tema non è questo. L’importante è che arrivino persone competenti che diano nuovo slancio». (g.p.)

PADOVA Una sala piena, una platea in fibrillazione e un professore con decine di occhi puntati addosso. Sono state due ore molto intense, lunedì sera, quelle che hanno contraddistinto la riunione degli attivisti di Coalizione Civica nella sede arancione di Corso del Popolo. Non è stata la serata degli annunci ufficiali come qualcuno immaginava, ma di fatto è stata la prima volta che Arturo Lorenzoni si è presentato alla propria “base” da candidato governatore in pectore. Fosse per lui ogni riserva sarebbe già sciolta e la corsa regionale verso Palazzo Balbi sarebbe già cominciata. Se la sfida a Zaia non è ancora stata lanciata, è perché la direzione regionale Pd deve ancora sciogliere le ultime riserve. Sabato è in programma a Vicenza un’assemblea del “Veneto che vogliamo”, movimento civico promosso proprio da Lorenzoni, e il diretto interessato auspica che per quel giorno l’accordo sia chiuso.

to un messaggio importante agli alleati democratici: «Qualunque sarà la mia scelta, io rimarrò garante di un accordo elettorale per Padova fatto nel 2017. Gli equilibri non dovranno cambiare». Tradotto: anche senza Lorenzoni, il popolo arancione dovrà continuare a mantenere un peso importante nella giunta Giordani. Da Coalizione trapela l’orgoglio di aver avviato un modello poi replicato in tutto il Veneto («Il movimento regionale che è appena nato è una conseguenza del successo ottenuto a Padova») ma al tempo stesso si respira un’aria di fermento accompagnata da diversi interrogativi.

I SUCCESSORI Per il ruolo di vicesindaco sono circolati negli ultimi mesi

due nomi: Chiara Gallani, assessore all’Ambiente apprezzata dagli attivisti fin dai tempi delle sue battaglie ecologiche a sostegno del movimento civico “Padova 2020”, e Francesca Benciolini, alla quale il sindaco riconosce importanti doti di diplomazia e mediazione. Proprio quest’ultimo appare il nome più quotato, in grado di ottenere il gradimento del Pd. Per il ruolo di nuovo assessore, invece, non c’è ancora stata una vera discussione interna. Restano salde le candidature del capogruppo Nicola Rampazzo (il nome più caldo e ben visto, tra quelli interni a Coalizione) e di Stefania Moschetti, eletta con la Lista Giordani. Dalla stessa area proviene pure Meri Scarso. Una volta che Lorenzoni avrà annunciato la propria candidatura in Regione, la successione non sarà in ogni caso immediata. Passeranno infatti alcune settimane di transizione in cui lo stesso professore si farà garante del passaggio di consegne. G.Pip.

LA PLATEA

OLTRE CINQUANTA ATTIVISTI IN SEDE LUNEDÌ SERA PER IL CONFRONTO CON IL LEADER, MA LUI TEMPOREGGIA

Intanto, però, c’è da fare i conti con la base padovana. Quella che l’ha supportato, votato e sostenuto negli ultimi due anni e mezzo. Il momento è decisivo non solo per Lorenzoni ma per tutta Coalizione. Per questo motivo lunedì sera gli attivisti in sede erano oltre una cinquantina. «Arturo, ti prego, non te ne andare» gli ha detto più di qualcuno. Il vicesindaco ha sorriso, ma ha glissato. Ha spiegato di credere nel percorso regionale indipendentemente da una sua candidatura e non si è sbilanciato oltre. «È prematuro» è la frase ripetuta come un mantra da Lorenzoni. Al di là della scelta del vicesindaco, c’è in ogni caso un’ampia fetta di elettorato che non vuol vedere dispersi i voti decisivi conquistati del giugno 2017. «Che ne sarà di Coalizione? Ci terremo le deleghe all’urbanistica e alla mobilità?». Queste sono le domande-chiave rivolte da molti attivisti. Lorenzoni mantiene un aplomb istituzionale e non prende posizione, ma l’altro ieri ha lancia-

POPOLO ARANCIONE Il vicesindaco Lorenzoni, decisivo per la vittoria

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le opposizioni: «Nomi nuovi, ma stessi litigi interni» `Il centrodestra punge

ancora la maggioranza: «Resteranno i problemi» LA MINORANZA PADOVA La partita sul rimpasto di giunta è ovviamente tutta interna alla maggioranza, ma tra le file dell’opposizione tutti guardano con interesse allo scenario che si sta verificando a Palazzo Moroni. La probabile uscita di scena del vicesindaco Lorenzoni e la possibile contemporanea partenza dell’assessore Micalizzi, infatti, potrebbe cambiare molti tasselli nella composizione della giunta e, di conseguenza, nel proseguimento del

mandato. Anche perché in ballo ci sono deleghe molte pesanti: dall’urbanistica alla mobilità, dai lavori pubblici al patrimonio. L’ex assessore al Commercio Eleonora Mosco (Cambiamo!), commenta la situazione parafrasando il Gattopardo. «Tutto cambia perché nulla cambi. Anche con dei nomi nuovi - punge la consigliera - continueranno le divisioni e le liti in maggioranza. Dalla mobilità ai parcheggi, dalla sicurezza al sociale, Pd e Coalizione hanno e continueranno ad avere delle visioni differenti. Continueranno - insiste l’ex assessore - la decrescita felice che Padova sta subendo. Penso all’assenza di parcheggi e ai numerosi episodi di criminalità, per esempio. In maggioranza i problemi ci sono e continue-

ranno ad esserci».

casa nessun progetto valido se quello legato a via Anelli ma con enormi ritardi». Va detto che le candidature di Lorenzoni e Micalizzi non sono ancora state ufficializzate. Qualora lo fossero, sarà interessante capire se si dimetteranno immediatamente (come invocato dalla Lega) oppure no.

LA STOCCATA È molto duro nel proprio attacco all’amministrazione anche un altro ex assessore della giunta Bitonci, il consigliere comunale leghista Alain Luciani. «Innanzitutto va detto che il sindaco aveva dichiarato che chiunque volesse candidarsi per le regionali lo poteva fare ma doveva dimettersi preventivamente senza aspettare l’esito - è la stilettata di Luciani -. Qualcuno ha scambiato la città di Padova e il voto dei padovani come un autobus con poltrone belle comode, questo fa capire quanto hanno a cuore la città di Padova, ecco che fine fanno i progetti per la città di Lorenzoni: “darsi alla fuga”. Micalizzi, allo stesso modo, non è riuscito a portare a

CAMBIAMO Eleonora Mosco

FRATELLI D’ITALIA Matteo Cavatton

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I VANTAGGI È polemico e sarcastico un altro volto nome della minoranza come Matteo Cavatton, avvocato nelle file di Fratelli d’Italia. «La candidature di Lorenzoni alle elezioni regionali - evidenzia l’esponente del centrodestra padovano - produrrà indubbi e molteplici vantaggi per Padova, che si libererà di un capocorrente che ha tenuto ferma la città per due anni e mezzo, bloccan-

do ogni prospettiva di sviluppo con motivazioni ideologiche e modalità ricattatorie. Ed è un vantaggio anche per il Veneto - è l’ulteriore attacco di Cavatton dal momento che il vicesindaco Lorenzoni sarà sicuramente sconfitto dal governatore Zaia e stando tra i banchi dell’opposizione potrà sicuramente fare meno danni di quelli provocati fino ad ora. Il rimpasto di giunta - conclude - in ogni caso non ci appassiona: siamo solamente sollevati dal fatto che chiunque sostituirà gli uscenti non potrà fare peggio di quanto fatto loro». Una presa di posizione forte, ma la campagna elettorale per le regionali sta entrando nel vico e lo scontro politico si sta accendendo sempre più anche a Padova. G.P.


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Nordest

PFAS, ARRIVANO I FONDI DELLO STATO Il ministero dell’Ambiente liquida 23,5 milioni al commissario regionale Nicola Dell’Acqua per le nuove condotte. I lavori finiranno per primavera 2021.

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Acqua alta, il progetto per San Marco Venezia, presentato il piano per dotare la piazza di un sistema `Costo previsto di 30 milioni, ma c’è incertezza sui tempi di protezione invisibile. Oggi si allaga a metà già a 87 centimetri «Saranno movimentate e classificate 90.000 lastre di pietra» `

SALVAGUARDIA VENEZIA Un sistema di protezione invisibile, che metterà all’asciutto Piazza San Marco senza farsi notare troppo. «Sarà come nel gioco della Settimana enigmistica “Trova le differenza” - ha scherzato l’architetto Raffaele Germetta, presidente della società di progettazione Mate -. Prima e dopo gli interventi che proponiamo, la Piazza dovrà apparire uguale, anzi con qualche piccolo dettaglio migliorativo». L’atteso progetto per la salvaguardia di Piazza San Marco dalle acque alte intermedie - quelle fino ai 110 centimetri, quando dovrà entrare in funzione il Mose - è pronto. Era stato il Provveditorato alle opere pubbliche a rimettere in moto il Consorzio Venezia Nuova, che a sua volta aveva affidato la progettazione a Kostruttiva, con la sua consorziata Mate, e Thetis. Dopo due anni di lavoro che hanno coinvolto anche l’università di Padova e lo Iuav, il progetto definitivo è stato consegnato al Consorzio il 15 gennaio. E ieri è stato presentato alla stampa. Un’iniziativa presa dalle imprese, che hanno organizzato questo incontro, in Marciana, ancora prima dell’avvio dell’iter autorizzativo che coinvolgerà lo stesso Consorzio, ma soprattutto Provveditorato e Soprintendenza. «Non vogliamo sostituirci a nessuno - ha chiarito Devis Rizzo, il presidente di Kostruttiva ma dopo i fatti di novembre, volevamo dare un messaggio di speranza, mostrare che c’è gente che sta lavorando per risolvere i problemi». Insomma la strada è ancora

lunga. Ma il progetto definitivo è un primo passo importante verso la realizzazione di un’opera di difesa indispensabile. Anche con la messa in funzione del Mose, infatti, San Marco è destinata a finire sott’acqua spesso. Un problema qui particolarmente drammatico, visto che già con una marea tra gli 87 e gli 89 centimetri la Piazza è per metà allagata, ma che interessa anche tanti altri luoghi della città che finiscono sott’acqua prima dei 110

centimetri, fissati come soglia per l’innalzamento delle dighe mobili. «Il sistema Mose non è fatto solo dalle opere alle bocche di porto - ha ribadito ieri Rizzo -. E non ci sono dighe mobili che tengano, senza gli altri interventi. Servono opere di difesa diffuse in città per raggiungere l’obiettivo della vera salvaguardia».

UNA SOLUZIONE ARTICOLATA Per la Piazza la soluzione pro-

posta è articolata. Abbandonata la vecchia (e costosissima) idea di impermeabilizzare San Marco con una sorta di guaina, il nuovo progetto punta, da un lato, sulla difesa dei marginamenti con piccole paratoie e barriere mimetizzate, dall’altro, sulla chiusura della rete sotterranea di cunicoli (i cosiddetti “gatoli”) da cui risale l’acqua con un sistema di valvole e pompe da sistemare in un impianto di sollevamento che smaltirà anche le ac-

La marea a San Marco

La scheda

La situazione dell’acqua alta in piazza San Marco a seconda del livello di marea

I lavori L’intervento proposto interesserà i 20mila mq della Piazza, con l’innalzamento dei marginamenti, la sistemazione dei 2mila mt di cunicoli sotterranei e l’inserimento di quattro valvole per bloccare il passaggio dell’acqua. Saranno movimentati 90mila dei 100 mila pezzi che compongono il selciato

110

70 cm 70-80 cm

centimetri: il livello di marea di entrata in funzione del Mose

80-90 cm 90-100 cm

INIZIATIVA DELLE IMPRESE La presentazione di ieri è stata promossa «per dare un messaggio di speranza»

La spesa Il costo previsto è di circa 30 milioni. Dopo due anni di cantiere gli impianti potrebbero già entrare in funzione e mettere all’asciutto la piazza.

L’iter Il progetto definitivo ultimato da Kostruttiva, Mate e Thetis è stato consegnato al Consorzio Venezia Nuova. Ora dovrà essere approvato dallo stesso Cvn, dal Provveditorato e dalla Soprintendenza. Poi si procederà alla stesura di progetto esecutivo. Infine potrà essere cantierato.

(LUIGI COSTANTINI / FOTOATTUALITÀ)

LO STUDIO AFFIDATO A KOSTRUTTIVA, CON LA CONSORZIATA MATE, E THETIS, COINVOLTI PURE LO IUAV E IL BO

acqua, perché qui le onde - è stato calcolato dall’università di Padova - possono raggiungere il mezzo metro. Mentre l’angolo di Palazzo Ducale sarà protetto con un altro tipo di barriera mimetizzata. L’impianto di smaltimento con le pompe sarà inserito in un pontile, per una manutenzione più facile. Invisibili, ma raggiungibili anche le quattro valvole per chiudere la rete dei cunicoli che saranno sistemate in Bacino Orseolo, in calle della Canonica, in rio della Luna e al Molo. Imponente anche lo sforzo immaginato per non alterare nulla dei 20mila metri quadri di superficie della Piazza. «Su circa 100mila lastre di pietra, ne saranno movimentate 90mila - ha spiegato l’architetto Arturo Augelletto - ma con l’obiettivo di non perdersi alcun pezzo. Ognuno sarà classificato».

TEMPI, COSTI & POLEMICHE Un intervento invisibile, ma impegnativo, che costerà circa 30 milioni. «Difficile calcolare i tempi - ha precisato Rizzo - Dipende dal cronoprogramma che dovrà essere concordato con tutti i soggetti interessati. Il cantiere non potrà intercludere in modo eccessivo un luogo come Piazza San Marco, ci sarà un percorso da studiare con tutti». In un paio d’anni dall’inizio dei lavori, però, Rizzo calcola che si potrebbero già vedere gli effetti della protezione con gli «impianti in esercizio provvisorio». I primi complimenti al progetto sono arrivati ieri dalla presidente di Italia Nostra di Venezia, Lidia Fersuoch, e da professor Stefano Boato, figura storica dell’ambientalismo lagunare, entrambi molto critici, invece, verso il nuovo progetto della Procuratoria di San Marco che vorrebbe proteggere la Basilica con dei parapetti in vetro. «Un obbrobrio» per Fersuoch. «Non conosco il progetto della Procuratoria. Non posso valutarlo. Ma anche il nostro progetto metterà al sicuro la Basilica», ha risposto Germetta. Roberta Brunetti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Spitz: «Mose, non abbiamo i soldi necessari per i test»

L’AUDIZIONE VENEZIA Ha raccontato del «grande sforzo organizzativo fatto» per accelerare i lavori del Mose, in modo da poter alzare le dighe mobili, in casi di emergenza, già da giugno. Ma ha ammesso anche che le risorse per i test di sollevamento in corso - costosi, ma fondamentali per la messa in funzione del sistema - «ad oggi, febbraio, non sono del tutto disponibili». Ha sottolineato come «il ruolo del Consorzio Venezia Nuova si concluderà con il 31 dicembre 2021, data di consegna dell’opera». E ha ricordato come in questi diciotto mesi bisognerà «decidere chi farà il clic», chi cioè dovrà stabilire quando e come far entrare in funzione il sistema di paratoie. Ieri, in commissione ambiente

que piovane. «Le chiusura saranno limitate a quando necessario. Il sali e scendi della marea, che ha dato stabilità alla Piazza, non sarà interrotto», ha precisato l’ingegner Lino Pollastri che ha illustrato tanti dettagli del progetto, tutti improntati al minimo impatto. Ed eccole le paratoie in legno e acciaio rimovibili nei punti più bassi del molo, dove sarà creata anche una pedana-barriera in legno, tipo panchina. Sarà rifatto anche il frangiflutti in

IN COMMISSIONE AMBIENTE Elisabetta Spitz, commissaria straordinaria per il Mose, è stata sentita in audizione

della Camera, è stato il giorno della commissaria straordinaria per il Mose, Elisabetta Spitz, che ha parlato a tutto campo. La prima di una serie di audizioni sulla salvaguardia di Venezia e sulla proposta di nuova Legge speciale presentata dal deputato dem Nicola Pellicani.

LE COMPETENZE

LA COMMISSARIA ALLA CAMERA CON LA PROVVEDITRICE ZINCONE: «LAVORI AL 93% MA NON MANCANO COSE SOSTANZIALI»

Prima della commissaria, la commissione ha ascoltato anche la provveditrice vicaria alle Opere pubbliche del Triveneto, Cinzia Zincone, che ha sostenuto la necessità di non dividere le competente su un “unicum” come la laguna e di ricostituire il Magistrato alle acque. Zincone ha riba-

dito che l’opera è al 93% della spesa, che è una percentuale da prendere con le molle. «L’opera è enorme, manca ancora tanto. La gran parte degli impianti sarà terminata ad ottobre, novembre, invece che a giugno». Più ottimista Spitz sulla stessa percentuale: «Ci sono da pagare lavori non ancora conclusi per 500 milioni. Ecco il 93%. Ma l’opera è tutta lì, non mancano cose sostanziali». Ad entrambe Pellicani ha chiesto chiarimenti sui ritardi di pagamenti alle imprese che ora minacciano di bloccare i lavori a fine mese. Spitz ha glissato, Zincone si è limitata a dire che i «ritardi non dipendono dal Provveditorato, che ha concesso anticipazioni

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con generosità. Ci sono regole e meccanismi che l’amministrazione deve rispettare. La nomina della commissaria ci sta aiutando molto, cercheremo di sperimentare altre vie». Spitz ha fatto, invece, il punto sul lavoro fatto in questi mesi per arrivare ad alzare le paratoie in emergenza. Ha spiegato che, non essendo ancora pronta la control room che governerà il sistema, in questa prima fase «le operazioni saranno coordinate da una sorta di ponte radio che sarà allestito nei prossimi due mesi». Ha spiegato che è stato avviato uno studio sulla possibilità di alzare solo parte delle paratoie, per mitigare le acqua alte, senza intralciare

troppo il porto. È stato chiesto quanto costerà la manutenzione. Zincone ha citato i 100 milioni all’anno di cui si parla da tempo. «Più una stima di scuola che effettiva. Faremo studi puntuali» ha precisato Spitz, anche per decidere dove fare queste attività: all’Arsenale o in zona industriale. Intanto la commissaria ha chiesto al Consorzio Venezia Nuova di ridurre le aree di cantiere dove non necessarie, in particolare a Cavallino. «Danno una brutta impressione ai territori». In chiusura di audizione, Pellicani ha chiesto di conoscere l’entità delle consulenze attivate dai commissari del Cvn. Richiesta a cui si è associato anche il deputato di Fi, Renato Brunetta. «Mi impegno ad attivarmi, se è nelle mie competenze» ha assicurato Spitz. R. Br. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO

CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO

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I disoccupati snobbano il lavoro in Comune Al bando pubblicato due volte si presentano solo 9 candidati per 15 posti, il sindaco: «È colpa del reddito di cittadinanza» Silvia Bergamin CITTADELLA. Il Comune pro-

muove progetti di lavoro per persone disoccupate, non sarà il mitico posto fisso pubblico, ma comunque di una opportunità si tratta; il problema è che si sono presentati in pochissimi rispetto agli anni precedenti. E il motivo qual è? «Non ci sono storie, è tutta colpa del reddito di cittadinanza», scandisce il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon, che stigmatizza la negatività della misura simbolo varata dal M5S al governo. A scuotere l’amministrazione e a far scattare il campanello d’allarme sono i dati: per i lavori di “pubblica utilità”, di solito si

presentavano quaranta persone già alla prima chiamata; in questo caso – invece – è stato necessario pubblicare il bando due volte e, alla fine, si sono presentati in nove su quindici posti a disposizione. La misura è stata esposta alla cittadinanza nei mesi scorsi ed è stata finanziata dalla Regione Veneto con un decreto, il numero 739, di inizio ottobre dello scorso anno. Il progetto è “Cittadella per la pubblica utilità” e permette al Comune di assumere 15 persone con contratto a tempo determinato per la durata di 6 mesi; grazie al contributo di Venezia, le persone beneficiarie dell’opportunità verranno impiegate sia nell’area amministrativa sia nell’area tecnica del munici-

Un cittadino chiede una consulenza al centro di assistenza fiscale

pio. Per chi è pensata la politica attiva del lavoro? Essenzialmente per i disoccupati di lunga durata, con più di trent’anni, residenti nel terri-

torio di Cittadella e che non percepiscano ammortizzatori sociali o pensioni ed abbiano un Isee non superiore ai 13 mila euro. La misura è sta-

Ruzzante (Leu) incalza il governatore del Veneto: «La Lega ex-Nord prenda provvedimenti» E sui social continuano a volare insulti e colpi bassi tra gruppi autonomisti e indipendentisti

«Zaia spieghi chi paga il bollo per le targhe Serenissime» LA POLEMICA

Giusy Andreoli auto targata “Serenisima Nasion Veneta dela Venesia” è in regola con il pagamento della tassa automobilistica? Lo chiede il consigliere regionale di Veneto 2020 – Leu, Piero Ruzzante, che ha presentato un’interrogazione a risposta immediata indirizzata alla Giunta regionale. «Zaia e i suoi assessori non dovrebbero limitarsi a prendere atto della situazione» scrive Ruzzante «mi permetto di ricordare loro che, oltre a essere in campagna elettorale permanente, sarebbero anche al governo della nostra regione da venticinque anni». Per Ruzzante, insomma, è doveroso un control-

L’

lo per verificare se il proprietario della Suzuki paghi la quota dovuta alla Regione. Resta, però, da capire, chi deve versare la gabella. Secondo quanto sostenuto da Roberto Fongaro, sedicente funzionario della “motorizzazione” dello Stato Veneto che l’avrebbe immatricolata, la Suzuki con targa venetista è di proprietà dello Stato Veneto. Inutile chiedere al “funzionario” se il veicolo è in regola con il bollo. «Se volete sapere qualsiasi cosa mandate una richiesta via mail al “funsionariovenezia@libero.it” e vi risponderemo» ha tagliato corto Fongaro. Per la mail non c’è ancora il riconoscimento dello Stato veneto... Ovviamente l’incombenza del pagamento del bollo si estende anche alle altre auto venetiste. Chi, invece, non ha problemi a dire che il bollo non lo paga è Gabriele De Pie-

campo san martino

Derubavano gli anziani Stanati i finti tecnici CAMPO SAN MARTINO. Anziani

nel mirino dei ladri senza scrupoli: falsi addetti comunali nei guai. I carabinieri della stazione di Piazzola sul Brenta hanno denunciato in stato di libertà per furto e tentato furto in abitazione D. R., 22 anni, e D. F., di 25, entrambi originari della Romania, pregiudicati per reati della stessa specie e senza fissa dimora. Gli accertamenti, eseguiti

anche attraverso individuazione fotografica, hanno permesso ai militari del luogotenente Pietro Ligorio di stabilire che i denunciati, il 9 gennaio dello scorso anno, a Campo San Martino, si erano spacciati per dipendenti del Comune e con la scusa di verificare alcune perdite d’acqua, si erano introdotti nell’abitazione di una pensionata di 81 anni, rubandole 70 euro in contanti. La malcapitata si era resa

La targa della “Nasion Veneta” al centro delle polemiche

ri, “presidente” dell’autoproclamato “Governo Nasionae Veneto”, nemico giurato di Serenisima Nasion. «Abbiamo cinque auto con targa veneta e il bollo non lo paghiamo» fa sapere De Pieri. E la copertura assicurativa? «Stiamo aspettando che la compagnia ce le assicuri» affer-

ma De Pieri «Quale? Una compagnia straniera». Dopo la targa, la questione del bollo auto si sposta sul piano politico. Ruzzante accusa il Carroccio di tollerare le posizioni dei venetisti. «La Lega ex-Nord continua a strizzare l’occhio agli indipendentisti. Basta, la facciano finita e prendano

conto dell’ammanco troppo tardi, quando ormai i delinquenti erano lontani dalla sua proprietà e pronti a colpire un’altra ignara vittima. Successivi sviluppi investigativi hanno infatti consentito di accertare che la coppia, pochi istanti dopo il primo blitz, aveva tentato – utilizzando lo stesso modus operandi – di mettere a segno un secondo furto nell’appartamento di un’altra 81enne: l’anziana, in questo caso, aveva intuito le cattive intenzioni della coppia, ed era riuscita ad allontanarla senza che le portasse via nulla. Entrambi gli episodi erano stati denunciati alle forze dell’ordine, che in questi mesi hanno chiuso il cerchio. — S. B.

san martino di lupari

ta seguita da un ente di formazione, Attivamente Srl, e dalla società cooperativa consortile Veneto Insieme. «Grazie, si fa per dire, al reddito di cittadinanza», sottolinea il primo cittadino, «si sono presentati solo in nove, ma di solito erano una quarantina i candidati». Quindi ci sarebbero altri sei posti di lavoro a disposizione. «Abbiamo pubblicato il bando due volte», sottolinea l’amministratore. La prima scadenza era in autunno, si è dovuto rilanciare, ed ancora quota 15 non è stata raggiunta. Pierobon non nasconde una certa sorpresa: «Non me lo aspettavo, credevo ci sarebbe stata una risposta immediata da parte della cittadinanza, come avvenuto nel-

le passate edizioni. Considerando poi che questo tipo di percorso porta ad un’occupazione stabile per il 30-40% dei partecipanti. Ed invece probabilmente il sistema di pagare la gente spinge a rimanere a casa, a rinunciare. E questo è un approccio negativo. Con il reddito di cittadinanza tutto rimane fermo, è un approccio da stato assistenzialista», insiste il sindaco, «e chi è abituato a vivere senza fare nulla può continuare a farlo. Riproporremo comunque ancora il bando, anche se dovessimo aiutare una sola persona. È un peccato dovere rinunciare ad un’opportunità di questo tipo per le persone che sono in difficoltà». —

provvedimenti» sbotta Ruzzante «com’è possibile che sia consentito al sedicente “Stato veneto dele Venesie” di utilizzare lo stemma del leone di San Marco?». E chiede al governatore Zaia di adottare gli opportuni provvedimenti, anche in via giudiziale, per tutelare i simboli di rappresentanza della Regione e le forme di autogoverno previste dallo Statuto regionale. Ma c’è un episodio che la dice lunga sulla volontà di osservare le norme in tema di veicoli dello Stato italiano. L’esperienza è stata vissuta dal coordinatore triveneto dell’Unasca (Unione autoscuole e agenzie pratiche automobilistiche) Carlo Rizzardi nella sua veste di consulente sulla sicurezza di mezzi pericolosi. Era andato a fare un contratto a un autonomista, ma quando ha cominciato a elencare leggi e norme si è sentito dire: «Noi siamo del Veneto e mi dai leggi italiane? Non voglio saperne niente e se non fai presto ad andar via tira fuori lo TDJPQP». Intanto rimane d’attualità la contesa della primogenitura della targa venetista, rivendicata da De Pieri che mal sopporta la “pubblicità” ottenuta dall’auto di Fongaro e del suo sodale Enrico Vella, l’ex imprenditore di Cerea al vertice dello Stato Veneto delle Venesie o Serenisima Nasion Vene-

ta Sovrana dela Venesia. Ieri De Pieri ha lanciato una provocazione sulla mancata assicurazione delle auto indigene. «Se trovo per strada il veicolo di Vella mi faccio investire, voglio proprio vedere come andrà a finire, chi mi pagherà i danni?». Una rivalità conclamata. Sul sito del suo Governo nasionae, De Pieri mette in guardia «iscritti e simpatizzanti sulle voci riguardanti una possibile adesione del Governo a progetti o gruppi con altre pseudo realtà fantasiose che compongono la galassia venetista. L’unica autorità riconosciuta a rappresentare il popolo veneto a livello nazionale e internazionale è solamente ed esclusivamente il Governo nasionae veneto del popolo veneto» aggiunge «Pertanto il Governo nasionae proseguirà il suo percorso giuridico per il diritto di “autodeterminazione del popolo veneto” scevra da influenze, affiliazioni o apparentamenti con pseudo indipendentisti da strapazzo». Da parte sua Fongaro aveva già dichiarato che l’ «abusivo» è De Pieri poiché presenta documenti “in lingua italiana”, al contrario della Serenisima Nasion che scrive e parla solo in dialetto. Ma il segretario della Lega di Trebaseleghe Gianni Carraro mette a posto tutti e due: «Sono carnevalate» .—

Precipita per 8 metri È salvo per miracolo SAN MARTINO DI LUPARI. Cade

dal tetto del capannone e si fa un volo di otto metri, ma – miracolosamente – non corre pericolo di vita. Tragedia sul lavoro sfiorata, ieri mattina, a San Martino di Lupari. Vittima dell’incidente un giovane di 22 anni, originario del Marocco e residente a Bondeno, in provincia di Ferrara, che era impegnato in un lavoro di bonifica delle celle frigorifere sistemate sopra il tetto di un

capannone di via Palù, all’interno del quale svolge la propria attività la ditta “Agostini Elio snc”. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di San Martino di Lupari, che hanno svolto i rilievi e si sono occupati di ricostruire la dinamica dell’accaduto. Secondo quanto è emerso finora, l’operaio – che lavora per la Ma Srl di Napoli – era impegnato nello svolgimento delle sue mansioni di

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bonifica delle celle frigorifere quando ha perso l’equilibrio ed è precipitato nel vuoto, schiantandosi a terra dall’altezza di otto metri. Immediatamente è scattato l’allarme e sul posto è intervenuta una ambulanza del pronto soccorso di Cittadella che ha accompagnato il ferito in ospedale, dove ha ricevuto le cure necessarie. Al momento la prognosi è in via di definizione, quello che fortunatamente è però certo è che il malcapitato non corre pericolo di vita. La procedura è seguita ora dai tecnici dello Spisal di Camposampiero, che stanno cercando di appurare cosa sia accaduto nei dettagli. — S. B.


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