RASSEGNA STAMPA DEL 23 FEBBRAIO 2020

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DOMENICA 23 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

domani l’esame preliminare a palazzo chigi

Martedì Conte approva la legge sull’autonomia con la riforma Boccia Il sottosegretario Fraccaro convoca lo staff legislativo Il ministro: «Testo condiviso e scolpito dalla Costituzione» PADOVA. L’autonomia martedì approda in consiglio dei ministri. La legge quadro del ministro Boccia taglia il traguardo, dopo due mesi persi in verifiche tra i partiti di maggioranza, con Renzi che ha tentato di mettere i bastoni tra le ruote fino all’ultimo minuto. A far cadere il veto di Italia Viva, più che la forza di Conte e Zingaretti, sono state le parole del presidente Mattarella che ha definito l’autonomia una riforma che rafforza l’unità del Paese. E Boccia? Evita ogni tono trionfalistico, almeno fino a martedì perché con l’aria che tira le sorprese sono sempre in agguato, ma il sottosegretario Riccardo Fraccaro ieri ha diffuso la nota ufficiale con cui annuncia di aver incardinato l’autonomia nel pre-consiglio di domani a palazzo Chigi. Lo staff di consiglieri giuridici dei vari ministeri sarà impegnato

Francesco Boccia, ministro delle Regioni

nella verifica legislativa dei testi, per capire se ci sono osservazioni, integrazioni e ulteriori rilievi al provvedimento che martedì sarà all’esame del Consiglio dei ministri. Tutto a a posto? La riforma delle autonomie «è diventata e sarà la riforma di tutti perché nasce scolpita nella Costituzione, nel pieno rispetto non solo dell’articolo 116 , ma anche del 117 e 119, che fissano i termini della perequazione», dice Boccia. Due sono i cardini della sua legge quadro: i Lep per gli asili nido, le materne, l’assistenza sociale, il trasporto pubblico e la sanità che saranno calcolati nel giro di un anno dal sì definitivo in Parlamento. Nel frattempo verrà nominato un commissario ad acta nella figura del Ragioniere Generale dello Stato per coordinare l’attività dei ministeri. L’altro caposaldo è il fondo di perequazione fissato in 36 miliardi da spendere in 10 anni per annullare il gap tra Nord e Sud. Questi soldi andranno non solo alle infrastrutture, ma anche ai servizi sociali di base perché ci sono intere regioni senza nidi e materne con la sola Emilia Romagna in linea con i parametri Ue. Ce la farà Boccia a tagliare il traguardo? Pare di sì. Da quando l’autonomia non è più la “madre di tutte le battaglie” della Lega di Zaia, il Sud ha placato la rivolta sociale contro il ricco Nord che pensa alla secessione. Un miracolo di strategia politica costruito in sei mesi, dopo due anni di furore ideologico . — Albino Salmaso © RIPRODUZIONE RISERVATA

il tour di azione in veneto

Calenda apre la porta al patto con Lorezoni e scarica Iv di Renzi VERONA. Calenda tiene la

porta aperta al patto con Arturo Lorenzoni e scarica Matteo Renzi, alleato inaffidabile, che cambia idea ogni 15 minuti. Nel suo tour in Veneto, l’eurodeputato e fondatore di Azione incontra il vicesindaco di Padova e matura l’idea che il candidato civico scelto anche dal Pd per sfidare Zaia sia tutt’altro che un estremista. «Me lo avevano dipinto come un comunista, in realtà è più liberaldemocratico di noi. Fortemente legato al mondo cattolico», dice Federico Vantini, coordinatore di Azione in Veneto. Quando si deciderà l’alleanza? Calenda dopo aver inaugurato la sede del partito che ha 2000 iscritti, ieri a Verona ha ribadito di voler costruire un movimento fortemente ancorato all’Europa, ma decisamente antagonista di Italia Viva. «Noi con il mondo renziano non abbiamo rapporti a livello di politica nazionale per due motivi: il primo è che Renzi sostiene questo governo, il secondo che non condivido il modo di procedere: il fatto di sostenere un governo, farlo nascere e poi contestarlo la mattina, il po-

welfare regionale

Primo tavolo operativo sull’assistenza familiare VENEZIA. Primo tavolo operativo in Regione per mettere in dialogo istituzioni, imprese, famiglie e servizi sull’assistenza familiare, e monitorare l’applicazione della legge regionale 38 del 2017, che ha istituito il “registro badanti” e gli sportelli di assistenza familiare. Lo ha costituito la consigliera regionale di Parità, Sandra Miotto, d’intesa con gli assessorati regionali al Lavoro e alla Sanità e al Sociale per affrontare, nell’ambito delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro, uno dei temi emergenti: quello del supporto alle famiglie e dell’integrazione tra servizi pubblici e privati, in una società dove ogni 10 abitanti ci sono almeno 4 ultrasessantacinquenni. «Denatalità, allungamento della vita media e fragilità delle famiglie» sottolinea Miotto «stanno modificando profondamente stili di vita e reti familiari, con pesanti riflessi sulla compatibilità tra sfera lavorativa e sfera familiare. È compito delle istituzioni interrogarsi su nuovi modelli di welfare e offrire ai cittadini, donne e uomini, nuovi servizi e nuovi strumenti per affrontare i problemi dell’assistenza ad anziani, disabili, minori». —

Agenti di polizia locale di Villorba premiati nel 2016 per un intervento di soccorso in occasione di un incendio, durante il quale erano rimasti feriti

È finita la scorta di decorazioni acquistata in passato dalla Regione Neppure un nastrino per gli insigniti dell’Onorificenza per Meriti Speciali

Basta medaglie per gli agenti della polizia locale «Un attestato può bastare» LA CURIOSITÀ

genti di polizia “valorosi”? Basta l’attestato, medaglie e nastrini costano troppo. La giunta regionale, con la delibera 1374 in cui interviene l’assessore regionale Cristiano Corazzari, applica una particolare quanto curiosa “spending review”: di fatto dice stop a medaglie e nastrini per il persona-

A

le di polizia locale meritevole della cosiddetta Onorificenza per Meriti Speciali. Si tratta di un particolare riconoscimento, introdotto nell’agosto 2004, destinato al personale di polizia locale «che abbia compiuto azioni meritorie, intervenendo prontamente in casi di emergenza o pericolo e il cui operato sia stato decisivo per salvare vite umane, per contrastare efficacemente il compimento di

azioni criminose anche molto gravi o per interventi di particolare valore civile in occasione di eventi connessi a calamità naturali». L’onorificenza è rappresentata da una medaglia e da un nastrino decorativo per giacca. All’agente premiato, inoltre, viene conferito un particolare attestato. Fin qui tutto regolare, non fosse che – come espressamente disposto da alcune deliberazioni della giunta e da singoli

provvedimenti adottati dal presidente Luca Zaia – l’attribuzione della Onorificenza per Meriti Speciali non prevede l’assunzione di oneri finanziari a carico dell’amministrazione regionale. Insomma, tante strette di mano ma guai a spendere un euro per pure ha fatto più del suo dovere. «Anche perché la legge regionale che istituisce l’onorificenza non è stata finanziata attraverso le varie leggi di bilancio che si sono susseguite», puntualizza la Regione. Fino al 2019 la Regione è andata oltre questo scoglio: medaglie e nastrini sono stati pagati «grazie a scorte di dotazioni acquisite in passato con fondi economali, ma che a fronte delle mutate disposizioni normative in materia di finanza e contabilità pubblica e della indisponibilità di fondi dedicati in bilancio, nel prossimo futuro non risulta più possibile garantire». Lo scoglio è divenuto insormontabile.

meriggio, la sera non è un modo serio. Azione nasce da un atto di serietà e coerenza, e fa della serietà e della coerenza la sua ragione d'essere. Quindi noi non possiamo trovarci in sintonia con Italia Viva», ha spiegato Calenda a Verona. Poi l’attacco frontale al governo Conte2. «L’economia sta andando molto male, un calo dello 0,1% del Pil probabilmente è la previsione più ottimistica. L’ Italia potrà chiudere l'anno anche a -1%, se il quadro generale continuerà a peggiorare . E devo dire che sono molto deluso dall'azione del governo che ha smontato Impresa 4.0, che invece serviva a dare uno stimolo agli investimenti, e che sul fronte della crescita non sta facendo davvero nulla, tranne che complicare le crisi aziendali fino a renderle impossibili. Oggi» ha spiegato il leader di Azione, « leggiamo l'assurdo: ci sarebbe un nuovo accordo, Mittal che doveva dare 4,2 miliardi tra investimenti e prezzo, cui invece dovremo dare un miliardo. Siamo alla follia». — Al. Sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ma quanti saranno mai questi agenti da premiare? Dal 2013 al 2018 sono stati 9, nel 2019 sono stati ben 29. Un trend in evidente crescita, che rischia di far traballare i bilanci regionali? A quanto pare sì. Lo dice chiaramente la Regione: l’ente veneto, con la delibera in questione, dispone che a partire dal 2020 «il distintivo di riconoscimento dell’Onorificenza per Meriti Speciali venga rappresentato esclusivamente dall’attestato». Niente più medaglie e nastrini, dunque, a meno che non ci siano casi di merito speciale, che però dovranno essere limitati e valutati direttamente da Zaia o dall’assessore competente. E non se ne faccia una dramma, aggiungono dalla Regione: la scelta di consegnare solamente l’attestato appare congrua anche al confronto con un altro riconoscimento attribuito dalla Regione agli operatori della sicurezza, ovvero il Premio Legalità e Sicurezza che viene assegnato a chi opera nel contrasto alle mafie, all’usura, alle truffe agli anziani e alla tutela del “made in Italy”. La delibera si chiude comunque con una “pacca sulle spalle” e un incitamento della Regione, giusto per non minimizzare il valore di queste onorificenze: «Risulta importante che venga comunque data idonea menzione e riconoscimento al maggior numero di azioni meritevoli di segnalazione da parte di operatori delle polizia locali, al fine di evidenziare all’opinione pubblica il livello di lotta alla criminalità e di tutela della sicurezza esistente sul territorio regionale». Senza medaglia sul petto. — Nicola Cesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


PONTE NELLE ALPI - LONGARONE - ALPAGO - ZOLDO

DOMENICA 23 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

uno sguardo al futuro

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incontro a soverzene

Ponte nelle Alpi, il volto nuovo piace agli investitori privati Il sindaco soddisfatto per il recupero dell’ex Comedil e per i lavori alla stazione «Il paese è più appetibile, ci sono aziende interessate ad altre aree degradate»

In alto lo stato di avanzamento dei lavori, sotto la nuova rotatoria di Polpet

Enrico De Col PONTE NELLE ALPI. Procedo-

no spediti i lavori di riqualificazione del centro del paese tra la zona ex Comedil e la stazione di Polpet, che presto daranno un volto nuovo e funzionale all’area in questione, permettendo nuove opportunità commerciali ma anche di collegamento. Ma c’è di più: «Ci sono altri privati», anticipa il sindaco Vendramini, «interessati al recupero di altre aree degradate del comune».

Entro una settimana dovrebbe essere completata la rotonda che gli automobilisti stanno giù utilizzando in parte. Entro il mese di marzo sarà la volta della piazza antistante alla biblioteca con i relativi marciapiedi, poi, a stretto giro, i lavori si concentreranno sui due grandi edifici che saranno realizzati. Questo, almeno, sono i piani del gruppo privato Unicomm. «Entro marzo dovrebbe terminare la gran parte dei lavori», il sindaco Paolo Vendramini, «rilanciando così

una zona che troppo a lungo è rimasta ferma, con opere pubbliche e opere private. Precisiamo che i nuovi edifici non saranno centri commerciali, ma due strutture da 2500 metri l’una. Poi arriveranno verde pubblico, piazza e marciapiedi». Il sindaco si sofferma, poi, sulla viabilità: «In queste settimane non abbiamo registrato particolari disagi alla circolazione, anzi sembra che la nascente rotatoria stia già deviando meglio il traffico. Ma ciò che balza

all’occhio è la grande differenza tra la vecchia area degradata e il nuovo volto di Ponte nelle Alpi». Altro capitolo importante è quello della stazione ferroviaria. «Anche qui i lavori sono a buon punto», continua il sindaco, «come è noto, si tratta non solo di sistemare la struttura della stazione, ma di creare anche ampi parcheggi per corriere e automobili nell’ottica dello scambio gomma rotaia. Tutto questo dovrebbe vedere la luce nel periodo estivo. A questo va aggiunto l’arrivo imminente dell’elettrificazione della linea, che farà diventare Polpet uno snodo strategico della viabilità regionale in ottica anche dei grandi eventi sportivi a Cortina fino al 2026. Questo vuol dire che arriveranno anche i treni ad alta velocità come la Freccia Argento. Ci sarà quindi uno slancio di turismo e ricettività anche in sinergia con gli altri lavori della zona che aumenteranno i servizi offerti». Con la fine di tutti questi cantieri, il comune sta diventando appetibile per nuovi investimenti. «Sono arrivate molte richieste di utenze», conclude Vendramini, «che si vogliono insediare nei punti di passaggio tra viale Cadore, viale Dolomiti e viale Roma, asse di grande interesse per l’alto flusso di veicoli. Con questo miglioramento urbanistico potrebbero quindi nascere nuove attività commerciali e di servizio, ma non è tutto. Alcuni privati e professionisti, infatti, vorrebbero rifare lo stesso progetto di Unicomm e riqualificare altre zone del nostro territorio, anche se più limitate. Per adesso non posso dire di più, ma non è escluso che in futuro la sistemazione di altre zone del territorio possa continuare con benefici per tutti». —

Lotta agli incendi: la Protezione civile studia i boschi post Vaia SOVERZENE. Le squadre di

volontariato della Protezione civile a lezione sul tema della lotta agli incendi boschivi. Obiettivo: essere pronti alle sfide del bosco modificato dopo Vaia. A Soverzene si sono ritrovati diversi gruppi Aib di varie zone della provincia per un primo incontro formativo sul tema. Relatrice Emanuela Ramon, già direttrice della sezione protezione civile e antincendio boschivo della Regione Veneto, che ha presentato il nuovo protocollo operativo in materia che si avvale anche della collaborazione dei vigili del fuoco. «Gli ultimi interventi in provincia», spiega Rudy Tramontin della squadra di Soverzene e del coordinamento del Longaronese, «hanno evidenziato alcuni rischi che non si erano mai manifestati prima. Durante le operazioni in Comelico a Presenaio e sul Col Melon a Pedavena, i nostri volontari si sono imbattuti negli schianti di Vaia, con le operazioni che si sono rivelate più difficoltose del normale. Possiamo dire con tranquillità che i rischi sono decuplicati. È necessario, quindi, informare tutti i volontari e condividere le esperienze per essere preparati a scenari inediti anche per i più espert. Per questo motivo sono in programma numerosi incontri infor-

mativi». Spazio, poi, all’intervento della dottoressa Ramon: «A volte si sottovaluta il bosco, che è un ambiente complesso. Un incendio può infatti compromettere un intero ecosistema e causare anche conseguenze idrogeologiche. È bene specificare che dietro a quasi tutti gli incendi c’è spesso la mano umana, in montagna è davvero raro che le cause siano naturali come i fulmini o la caduta di piante su tralicci. Quest’ultimo è il caso delle pale di San Lucano a Taibon, nel 2018, l’ultimo grande episodio registrato con 632 ettari bruciati e un danno, solo stimato, di 4 milioni di euro». «La Regione», prosegue l’esperta, «è l’unità preposta a gestire il fenomeno, l’ente che fa partire i mezzi aerei. Altro luogo comune da sfatare è che la stagione degli incendi sia solo quella estiva, visto che molti di questi nell’arco Alpino si verificano anche in inverno. Per fortuna negli ultimi 15 anni gli incendi boschivi e la superficie bruciata, nel Bellunese e in tutto il Veneto è in diminuzione. È necessario che il cittadino sia tempestivo nel segnalare ogni principio di fuoco per far partire la filiera degli interventi, il volontariato infatti ha i suoi tempi e quindi la tempestività è tutto». — E.D.C.

alpago

Bonus bebè consegnato a trenta famiglie: 600 euro a ogni nato ALPAGO. Bonus bebè per trenta

nuclei familiari in Alpago. E ben venti di questi si sono presentati nella sala “Placido Fabris” per la cerimonia di consegna degli attestati ai bimbi nati nel corso 2019. Per il Comune di Alpago sono intervenuti il sindaco, l’assessore alle Politiche sociali Luigina Guolla e altri amministratori. Il “bonus bebè” consiste in un buono-farmacia del valore

di 200 euro (da destinare alle prime necessità del neonato), che viene consegnato al momento della registrazione del bebè all’ufficio anagrafe; altri 400 euro vengono invece bonificati sul conto corrente dei genitori. «L’iniziativa rappresenta un importante contributo al sostegno della natalità», sottolinea l’assessore alle politiche sociali. «Abbiamo a cuore il futuro

La foto di gruppo al termine della consegna del bonus bebè ai trenta nuovi nati nel comune di Alpago

del nostro territorio, che passa anche e soprattutto per l’aiuto concreto alle famiglie che qui vivono e decidono di ampliare il proprio nucleo. L’amministrazione cerca di fare il possibile per aiutarle con tutti gli strumenti a disposizione: ol-

tre al “bonus bebè” abbiamo favorito una serie di altre misure che vanno dal trasporto scolastico gratuito al doposcuola, con la mensa scolastica a prezzo calmierato (3,45 euro a pasto), alle tariffe ridotte per l’asilo nido comunale per i bimbi

residenti in Alpago. Sono interventi che da soli non possono certo risolvere il problema della scarsa natalità, peraltro diffuso in tutto il territorio provinciale e nazionale, ma che rappresentano comunque un segno di vicinanza e un sostegno

concreto alle famiglie», conclude l’assessore. A tale riguardo le cifre sono quanto mai significative: dal 2016 l’amministrazione di Alpago ha erogato per il “bonus bebè” oltre 80 mila euro. — E.F.


PRIMO PIANO

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L’allarme globale

M5S va all’attacco «Zaia e Mantoan non hanno protetto i veneti» La replica del direttore generale della sanità è caustica «Il pentastellato Berti non capisce nulla di questa materia» Claudio Malfitano PADOVA. «L’uomo che gover-

na la sanità in Veneto per conto di Zaia ostacolava la prevenzione. La Regione ha impedito screening fondamentali». È pesantissima l’accusa che il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Jacopo Berti rivolge al direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan. Un accusa che arriva dalle parole del virologo Andrea Crisanti e che arriva a chiedere la rimozione del super-manager della sanità. Che risponde per le rime: «Polemica miserabile: Berti non ha mai capito nulla di sanità». In serata una nota della direzione generale della sanità chiarisce: «Nessun atto del governo né raccomandazione internazionale indicava la necessità di effettuare test diagnostici su soggetti asintomatici». L’ACCUSA A CINQUE STELLE

«L’Azienda sanitaria di Padova, preoccupata per i numerosi rientri di cittadini dalla Cina, aveva espresso all’inizio di febbraio l’intenzione di tenere la guardia il più possibile alta, effettuando il test anche su soggetti che non mostravano alcun sintomo. Uno scrupolo in più – racconta Jacopo Berti – Ma l’intoccabile capo della sanità veneta, braccio destro di Zaia, Domenico Mantoan, invece di raccogliere l’allarme invia una

lettera dai toni minacciosi con la quale vietava all’Usl patavina di procedere con i controlli. Il resto purtroppo lo sappiamo bene: proprio a Padova è esploso il focolaio veneto di Coronavirus». Da qui le considerazioni politiche: «E pensare che mentre l’uomo di fiducia di Zaia impediva un gesto di prevenzione che forse avrebbe potuto salvare delle vite,

Una nota ufficiale contesta Crisanti «Si basava su un articolo risultato poi mendace» Zaia stesso affermava che la sanità veneta era pronta ad affrontare qualsiasi situazione e che era stato predisposto tutto il necessario. Per non parlare del suo capo Salvini, che riempiva i TPDJBM di attacchi al governo, sosteneva che non si stava facendo abbastanza e che qualcuno avrebbe dovuto risponderne di fronte ai cittadini: esattamente quello che stava accadendo del “suo” Veneto – prosegue il consigliere pentastellato – Ora Zaia risponda di quanto è accaduto, iniziando col rimuovere Mantoan e l’assessore Lanzarin». L’M5S respinge anche qualsiasi accusa di strumentalizzazione di fronte all’emergenza: «Parliamo di fatti dei quali abbiamo ed esibiamo subito le prove – conclu-

de Berti – La propaganda, semmai, la fa chi mentre i veneti si ammalano e muoiono, continua a dire di aver fatto tutto quanto era necessario mentre invece ostacolava proprio chi voleva proteggere più possibile i cittadini». MANTOAN CAUSTICO

«Berti sta cercando una miserabile polemica in questo momento di estrema tensione. Non ha mai capito nulla di sanità: in due anni che è stato in commissione sanità regionale non ha mai aperto bocca su nulla», è la considerazione che fa lo stesso Mantoan di fronte alle contestazioni del consigliere regionale pentastellato. Per poi precisare il senso di quella sua lettera di risposta alla richiesta di Crisanti: «La lettera diceva che le iniziative dovevano essere concordate con l’unità di crisi del Ministero. E che non erano ammesse iniziative autonome». Insomma un normale richiamo al coordinamento e al rispetto dei protocolli stabiliti a livello centrale.

Il laboratorio di Padova dove vengono fatti i test sul coronavirus e sotto jacopo Berti dei Cinque Stelle

è indicata da alcuna circolare del governo italiano né da raccomandazioni internazionali – si legge – Richiesto dal direttore generale della Sanità del Veneto al professor Crisanti di fornire chiarimenti su quanto dichiarato dallo stesso ad organi di stampa, Crisanti ha tenuto a precisare, in una nota del 12 febbraio, che le sue dichiarazioni erano state in parte fraintese, volendo egli puntualizzare unicamente la sua preoccupazione di identificare precocemente i soggetti portatori del virus, alla luce anche di una recente pubblicazione

LA NOTA DELLA DIREZIONE

È proprio sul rispetto dei protocolli e delle indicazioni che si basa la nota inviata come risposta dalla direzione regionale della sanità in Veneto, cioè la struttura diretta da Mantoan. «L’effettuazione di esami per ricerca di SARS-CoV-2 in soggetti asintomatici rientranti dalla Cina negli ultimi 14 giorni, non

le polemiche su schiavonia

«Nessun controllo sui primi contagiati» Codacons presenta un esposto in Procura L’associazione dei consumatori chiede sia aperta un’indagine «Bisogna capire se vi sono state negligenze o ritardi che hanno aiutato la diffusione del virus» PADOVA. Sui casi di Coronavirus, e sul mancato test in dieci giorni di ricovero dei primi due contagiati, il Codacons ha presentato un esposto alla Procura di Padova chiedendo di aprire un’indagine a tutela della salute pubblica.

«Crediamo sia doveroso accertare l’operato dell’ospedale di Schiavonia – spiega l’associazione dei consumatori in una nota – In particolare chiediamo alla magistratura di verificare se il test sul coronavirus sia stato eseguito tempestivamente sul paziente ricoverato e poi deceduto, o se al contrario vi siano stati ritardi negli accertamenti che abbiano in qualche modo agevolato la diffusione del virus in regio-

ne. Con tale esposto non intendiamo colpevolizzare la struttura o i medici, ma esclusivamente chiedere chiarezza nell’interesse della collettività, giustamente spaventata per i numerosi casi di contagio che si stanno susseguendo in queste ore». Il Codacons lo scorso 31 gennaio aveva già chiesto di sospendere in tutta Italia eventi pubblici e manifestazioni che producono assembramenti di

persone: «Provvedimenti che ora appaiono tardivi alla luce dei tanti contagi che si stanno registrando in Italia», scrive l’associazione. Anche la deputata del Movimento Cinque Stelle Francesca Businarolo chiede di vederci chiaro e potrebbe portare il caso in Parlamento: «Non possiamo non guardare con preoccupazione al fatto che due pazienti affetti dal virus sono stati tenuti in un ospedale di

provincia per svariati giorni, senza che fosse stata nemmeno ipotizzata la possibilità del contagio – osserva la deputata pentastellata – Mi auguro che episodi del genere non si ripetano e invito la Regione a essere quanto più chiara e puntuale nell’aggiornare i cittadini su ogni rischio connesso alla diffusione del virus». «Sono vicina alle comunità di Vo’, di Monselice, di Este e degli altri centri della provincia di Padova che dovranno affrontare tutte le precauzioni del caso. Confido nella capacità dei professionisti della sanità veneta, dai medici di base fino ai responsabili dei dipartimenti di malattie infettive, affinché venga data risposta adeguata a questa emergenza», conclude Businarolo. —

scientifica del “New England Journal of Medicine”». Insomma un fraintendimento con alla base una ricerca contestata: «Si evidenzia che lo stesso articolo del “New England” è stato successivamente posto in discussione dalla stessa comunità scientifica, poiché sono emersi nuovi elementi che hanno portato a ridiscutere il caso presentato, in quanto è stato messo in dubbio che si trattasse realmente di trasmissione di virus in soggetto asintomatico», conclude la nota della direzione regionale. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

l’idea dello stabile

«Informazione in scena» Nei teatri del Veneto il video con i consigli utili L’informazione contro il Coronavirus si fa anche a teatro. Il Teatro Stabile del Veneto, infatti, in collaborazione con la Regione, ha deciso che già a partire da ieri sera nei teatri Verdi di Padova, Goldoni di Venezia e Mario Del Monaco di Treviso sarà trasmesso prima dell’inizio di ogni spettacolo il video informativo sulla “task force” regionale per la gestione dei casi di Coronavirus e le relative misure di prevenzione. Un video che informa gli spettatori sui principali consigli per prevenire i contagi e lo svilupparsi dell’epidemia.


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DOMENICA 23 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

domani l’esame preliminare a palazzo chigi

Martedì Conte approva la legge sull’autonomia con la riforma Boccia Il sottosegretario Fraccaro convoca lo staff legislativo Il ministro: «Testo condiviso e scolpito dalla Costituzione» PADOVA. L’autonomia martedì approda in consiglio dei ministri. La legge quadro del ministro Boccia taglia il traguardo, dopo due mesi persi in verifiche tra i partiti di maggioranza, con Renzi che ha tentato di mettere i bastoni tra le ruote fino all’ultimo minuto. A far cadere il veto di Italia Viva, più che la forza di Conte e Zingaretti, sono state le parole del presidente Mattarella che ha definito l’autonomia una riforma che rafforza l’unità del Paese. E Boccia? Evita ogni tono trionfalistico, almeno fino a martedì perché con l’aria che tira le sorprese sono sempre in agguato, ma il sottosegretario Riccardo Fraccaro ieri ha diffuso la nota ufficiale con cui annuncia di aver incardinato l’autonomia nel pre-consiglio di domani a palazzo Chigi. Lo staff di consiglieri giuridici dei vari ministeri sarà impegnato

Francesco Boccia, ministro delle Regioni

nella verifica legislativa dei testi, per capire se ci sono osservazioni, integrazioni e ulteriori rilievi al provvedimento che martedì sarà all’esame del Consiglio dei ministri. Tutto a a posto? La riforma delle autonomie «è diventata e sarà la riforma di tutti perché nasce scolpita nella Costituzione, nel pieno rispetto non solo dell’articolo 116 , ma anche del 117 e 119, che fissano i termini della perequazione», dice Boccia. Due sono i cardini della sua legge quadro: i Lep per gli asili nido, le materne, l’assistenza sociale, il trasporto pubblico e la sanità che saranno calcolati nel giro di un anno dal sì definitivo in Parlamento. Nel frattempo verrà nominato un commissario ad acta nella figura del Ragioniere Generale dello Stato per coordinare l’attività dei ministeri. L’altro caposaldo è il fondo di perequazione fissato in 36 miliardi da spendere in 10 anni per annullare il gap tra Nord e Sud. Questi soldi andranno non solo alle infrastrutture, ma anche ai servizi sociali di base perché ci sono intere regioni senza nidi e materne con la sola Emilia Romagna in linea con i parametri Ue. Ce la farà Boccia a tagliare il traguardo? Pare di sì. Da quando l’autonomia non è più la “madre di tutte le battaglie” della Lega di Zaia, il Sud ha placato la rivolta sociale contro il ricco Nord che pensa alla secessione. Un miracolo di strategia politica costruito in sei mesi, dopo due anni di furore ideologico . — Albino Salmaso © RIPRODUZIONE RISERVATA

il tour di azione in veneto

Calenda apre la porta al patto con Lorezoni e scarica Iv di Renzi VERONA. Calenda tiene la

porta aperta al patto con Arturo Lorenzoni e scarica Matteo Renzi, alleato inaffidabile, che cambia idea ogni 15 minuti. Nel suo tour in Veneto, l’eurodeputato e fondatore di Azione incontra il vicesindaco di Padova e matura l’idea che il candidato civico scelto anche dal Pd per sfidare Zaia sia tutt’altro che un estremista. «Me lo avevano dipinto come un comunista, in realtà è più liberaldemocratico di noi. Fortemente legato al mondo cattolico», dice Federico Vantini, coordinatore di Azione in Veneto. Quando si deciderà l’alleanza? Calenda dopo aver inaugurato la sede del partito che ha 2000 iscritti, ieri a Verona ha ribadito di voler costruire un movimento fortemente ancorato all’Europa, ma decisamente antagonista di Italia Viva. «Noi con il mondo renziano non abbiamo rapporti a livello di politica nazionale per due motivi: il primo è che Renzi sostiene questo governo, il secondo che non condivido il modo di procedere: il fatto di sostenere un governo, farlo nascere e poi contestarlo la mattina, il po-

welfare regionale

Primo tavolo operativo sull’assistenza familiare VENEZIA. Primo tavolo operativo in Regione per mettere in dialogo istituzioni, imprese, famiglie e servizi sull’assistenza familiare, e monitorare l’applicazione della legge regionale 38 del 2017, che ha istituito il “registro badanti” e gli sportelli di assistenza familiare. Lo ha costituito la consigliera regionale di Parità, Sandra Miotto, d’intesa con gli assessorati regionali al Lavoro e alla Sanità e al Sociale per affrontare, nell’ambito delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro, uno dei temi emergenti: quello del supporto alle famiglie e dell’integrazione tra servizi pubblici e privati, in una società dove ogni 10 abitanti ci sono almeno 4 ultrasessantacinquenni. «Denatalità, allungamento della vita media e fragilità delle famiglie» sottolinea Miotto «stanno modificando profondamente stili di vita e reti familiari, con pesanti riflessi sulla compatibilità tra sfera lavorativa e sfera familiare. È compito delle istituzioni interrogarsi su nuovi modelli di welfare e offrire ai cittadini, donne e uomini, nuovi servizi e nuovi strumenti per affrontare i problemi dell’assistenza ad anziani, disabili, minori». —

Agenti di polizia locale di Villorba premiati nel 2016 per un intervento di soccorso in occasione di un incendio, durante il quale erano rimasti feriti

È finita la scorta di decorazioni acquistata in passato dalla Regione Neppure un nastrino per gli insigniti dell’Onorificenza per Meriti Speciali

Basta medaglie per gli agenti della polizia locale «Un attestato può bastare» LA CURIOSITÀ

genti di polizia “valorosi”? Basta l’attestato, medaglie e nastrini costano troppo. La giunta regionale, con la delibera 1374 in cui interviene l’assessore regionale Cristiano Corazzari, applica una particolare quanto curiosa “spending review”: di fatto dice stop a medaglie e nastrini per il persona-

A

le di polizia locale meritevole della cosiddetta Onorificenza per Meriti Speciali. Si tratta di un particolare riconoscimento, introdotto nell’agosto 2004, destinato al personale di polizia locale «che abbia compiuto azioni meritorie, intervenendo prontamente in casi di emergenza o pericolo e il cui operato sia stato decisivo per salvare vite umane, per contrastare efficacemente il compimento di

azioni criminose anche molto gravi o per interventi di particolare valore civile in occasione di eventi connessi a calamità naturali». L’onorificenza è rappresentata da una medaglia e da un nastrino decorativo per giacca. All’agente premiato, inoltre, viene conferito un particolare attestato. Fin qui tutto regolare, non fosse che – come espressamente disposto da alcune deliberazioni della giunta e da singoli

provvedimenti adottati dal presidente Luca Zaia – l’attribuzione della Onorificenza per Meriti Speciali non prevede l’assunzione di oneri finanziari a carico dell’amministrazione regionale. Insomma, tante strette di mano ma guai a spendere un euro per pure ha fatto più del suo dovere. «Anche perché la legge regionale che istituisce l’onorificenza non è stata finanziata attraverso le varie leggi di bilancio che si sono susseguite», puntualizza la Regione. Fino al 2019 la Regione è andata oltre questo scoglio: medaglie e nastrini sono stati pagati «grazie a scorte di dotazioni acquisite in passato con fondi economali, ma che a fronte delle mutate disposizioni normative in materia di finanza e contabilità pubblica e della indisponibilità di fondi dedicati in bilancio, nel prossimo futuro non risulta più possibile garantire». Lo scoglio è divenuto insormontabile.

meriggio, la sera non è un modo serio. Azione nasce da un atto di serietà e coerenza, e fa della serietà e della coerenza la sua ragione d'essere. Quindi noi non possiamo trovarci in sintonia con Italia Viva», ha spiegato Calenda a Verona. Poi l’attacco frontale al governo Conte2. «L’economia sta andando molto male, un calo dello 0,1% del Pil probabilmente è la previsione più ottimistica. L’ Italia potrà chiudere l'anno anche a -1%, se il quadro generale continuerà a peggiorare . E devo dire che sono molto deluso dall'azione del governo che ha smontato Impresa 4.0, che invece serviva a dare uno stimolo agli investimenti, e che sul fronte della crescita non sta facendo davvero nulla, tranne che complicare le crisi aziendali fino a renderle impossibili. Oggi» ha spiegato il leader di Azione, « leggiamo l'assurdo: ci sarebbe un nuovo accordo, Mittal che doveva dare 4,2 miliardi tra investimenti e prezzo, cui invece dovremo dare un miliardo. Siamo alla follia». — Al. Sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ma quanti saranno mai questi agenti da premiare? Dal 2013 al 2018 sono stati 9, nel 2019 sono stati ben 29. Un trend in evidente crescita, che rischia di far traballare i bilanci regionali? A quanto pare sì. Lo dice chiaramente la Regione: l’ente veneto, con la delibera in questione, dispone che a partire dal 2020 «il distintivo di riconoscimento dell’Onorificenza per Meriti Speciali venga rappresentato esclusivamente dall’attestato». Niente più medaglie e nastrini, dunque, a meno che non ci siano casi di merito speciale, che però dovranno essere limitati e valutati direttamente da Zaia o dall’assessore competente. E non se ne faccia una dramma, aggiungono dalla Regione: la scelta di consegnare solamente l’attestato appare congrua anche al confronto con un altro riconoscimento attribuito dalla Regione agli operatori della sicurezza, ovvero il Premio Legalità e Sicurezza che viene assegnato a chi opera nel contrasto alle mafie, all’usura, alle truffe agli anziani e alla tutela del “made in Italy”. La delibera si chiude comunque con una “pacca sulle spalle” e un incitamento della Regione, giusto per non minimizzare il valore di queste onorificenze: «Risulta importante che venga comunque data idonea menzione e riconoscimento al maggior numero di azioni meritevoli di segnalazione da parte di operatori delle polizia locali, al fine di evidenziare all’opinione pubblica il livello di lotta alla criminalità e di tutela della sicurezza esistente sul territorio regionale». Senza medaglia sul petto. — Nicola Cesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

«BONUS FACCIATE, SERVE UNA TASK-FORCE» Alessandro Conte, numero uno della Cna: «Per sfruttare davvero questa opportunità occorre un impegno pubblico-privato coinvolgendo amministrazioni e imprese». Domenica 23 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Piano Casa, legittimo l’aumento del 40% Per la Consulta è inammissibile la questione di costituzionalità `Il caso della torre trevigiana: il calcolo va effettuato sull’edificio sulla norma che consente la deroga in altezza nelle ricostruzioni interessato dai lavori e non su quello più elevato nella zona

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LA SENTENZA VENEZIA Sono inammissibili le questioni di legittimità costituzionale sollevate sul Piano Casa, in riferimento alla norma che consente la deroga del 40% in altezza. L’ha stabilito la Consulta, con una sentenza depositata venerdì, relativa ad una peculiare vicenda trevigiana ma molto attesa anche nel resto del Veneto, per le sue possibili ripercussioni nel settore edilizio: sotto la lente era infatti finita la presunta invasione, da parte della Regione, delle prerogative statali nella materia concorrente del governo del territorio. Dunque la legge, approvata nel 2009 e corretta nel 2013, potrà continuare a disciplinare gli interventi per i quali è stata presentata entro il 31 marzo 2019 la segnalazione certificata di inizio lavori o la richiesta del permesso di costruire.

LA CONTESA Al centro della contesa c’era il caso della torre di via Romanina a Castelfranco Veneto. Si tratta di un immobile residenziale degli anni ‘50, di cui la società Antares aveva progettatola demolizione e la riedificazione,

LA DECISIONE ERA ATTESA IN TUTTO IL VENETO PER I SUOI EFFETTI SUL SETTORE EDILIZIO E RIGUARDA I CANTIERI APERTI ENTRO MARZO 2019

per ricavarne un condominio di quattro piani. Nel frangente il committente aveva fruito della disposizione del Piano Casa che ammette «gli ampliamenti e le ricostruzioni di edifici esistenti», anche in deroga alla legislazione vigente, «sino ad un massimo del 40 per cento dell’altezza dell’edificio esistente». In origine il fabbricato era alto 7,14 metri, ma dopo i lavori era arrivato a quota 13,75, determinando il ricorso di Veronica Pavan, comproprietaria di una palazzina confinante. Com’era stato possibile? Il bonus del 40% avrebbe permesso un aumento di 2,86 metri, così da portare l’altezza complessiva a 10. Secondo l’interpretazione fornita dal Comune, però, non era stato preso in considerazione l’edificio interessato dal cantiere, bensì quello più elevato della zona. Questo metodo di calcolo era stato censurato dal Tribunale amministrativo regionale, che nel 2017 aveva ordinato al municipio di «adottare i necessari provvedimenti di ripristino riguardo il rispetto dell’altezza dell’edificio».

I DUBBI Quel pronunciamento era tuttavia stato impugnato in secondo grado. Così nel 2019 il Consiglio di Stato aveva sospeso il giudizio, davanti ai dubbi di costituzionalità portati all’attenzione della Consulta. I giudici amministrativi di appello avevano osservato che «gli spazi di derogabilità appaiono ammissibili, in capo al legislatore regionale, nei limiti dettati dal legislatore statale, dotato di competenza in tema appunto di principi fonda-

mentali in materia di governo del territorio», mentre nel caso specifico «il legislatore regionale appare aver oltrepassato detti limiti, nella parte in cui consente le indicate deroghe al di fuori dell’ammesso ambito di “definizione o revisione di strumenti urbanistici comunque funzionali a un assetto complessivo e unitario o di specifiche aree territoriali”», arrivando a consentire «anche interventi diretti a singoli edifici».

IL DILEMMA

stato escluso dall’elettorato politico attivo, di non essere stato destituito o dispensato dall’impiego presso una pubblica amministrazione e di non avere condanne penali. I vincitori della selezione in Veneto non sono sufficienti a coprire tutti i posti disponibili nelle scuole del territorio regionale.

Dopo aver dichiarato inammissibili gli interventi di Anci (Comuni) e Ance (costruttori) del Veneto, «in quanto soggetti estranei al giudizio principale e privi di un interesse qualificato», la Corte Costituzionale ha rilevato che la questione è stata mal posta. Al di là degli aspetti formali, comunque, ciò che probabilmente interessa di più agli addetti ai lavori è quanto scrive la Consulta a proposito del calcolo del 40%. Cosa deve intendersi per “edificio esistente”: quello interessato dai lavori o quello più grande in zona? Il dilemma «ha trovato una soluzione» nella sentenza del Tar, secondo cui «la percentuale di aumento dell’altezza doveva calcolarsi sullo stesso edificio oggetto di ampliamento, e non sull’edificio circostante più alto, come invece ritenuto dal Comune che aveva autorizzato l’intervento». Quindi è su questo verdetto che dovrà focalizzarsi il Consiglio di Stato, senza più dubitare della costituzionalità del Piano Casa. Angela Pederiva

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stione gravemente democratica e non, come qualcuno pensa, meramente economica”. L’eurodeputato altoatesino ha inquadrato la situazione delle minoranze linguistiche a livello europeo segnalando la similarità della Ladini dolomitica con altre zone a rischio estinzione della piccola lingua. “La situazione del mondo ladino deriva da una politica del “divide et impera”, che ha suddiviso le vallate ladine in tre diverse province – ha sottolineato Dorfmann – e che ha portato a una scarsa collaborazione tra queste realtà, collaborazione

che sarebbe invece fondamentale per una minoranza così piccola». L’urgenza della salvaguardia della minoranza ladina è vista anche in prospettiva dei grandi eventi sportivi di Cortina dei prossimi anni. “Lo Stato e la Regione - sostiene il Bard - non possono ignorare il popolo che da oltre un millennio vive e produce cultura in queste valli. S’è sempre parlato di Cortina come luogo ideale per lo sport invernale ma non s’è mai nominata la minoranza ladina che ci abita”. Lucio Eicher Clere

A CASTELFRANCO La torre di via Romanina al centro della disputa giudiziaria arrivata alla Consulta

In Veneto

Pulizia nelle scuole, posti liberi dopo la selezione VENEZIA Sono uscite le graduatorie del personale Ata addetto alla pulizia delle scuole. Un servizio che dal primo marzo sarà assegnato a personale dipendente della pubblica amministrazione e non più a cooperative esterne attraverso appalto. Le graduatorie, suddivise per province e pubblicate nel sito dell’Ufficio scolastico

regionale del Veneto, sono state stilate sulla base dei vincitori del concorso. I requisiti per poter accedere alla selezione per l’internalizzazione del servizio prevedevano di aver lavorato per almeno 10 anni, anche non continuativi, che includano comunque il 2018 e il 2019, di aver il titolo di studio di terza media, di non essere

«Ladini a rischio di estinzione» Rapporto all’Europarlamento po il fascismo, lo scarso interesse della Regione Veneto dagli anni Settanta in poi, fino all’attuale dimezzamento dei fondi per la Federazione tra i Ladini del Veneto per il sostegno della cultura ladina.

L’ALLARME BELLUNO La minoranza ladina delle Dolomiti venete è a rischio estinzione. Il grido d’allarme viene alzato dal movimento autonomista Bard, che sul rapporto stretto tra autonomia della provincia di Belluno e minoranza linguistica ladina ha rivendicato la specificità di un territorio che è uguale alla provincia di Trento con i ladini della Val di Fassa e a quella di Bolzano con i ladini di Badia e Gardena. In uno studio intitolato “Rapporto sulle cause della progressiva estinzione delle minoranze linguistiche ladine della provincia di Belluno, in conseguenza delle politiche attuate dallo Stato italiano”, vengono analizzati il percorso storico delle vallate a nord della provincia bellunese, la loro progressiva perdita di autonomia dopo la fine della Repubblica di Venezia, una mancata politica di sostegno della minoranza ladina da parte della Repubblica nata do-

LA DENUNCIA

IL MOVIMENTO BARD PER L’AUTONOMIA DENUNCIA SPOPOLAMENTO L’ASSENZA DI SOSTEGNO E LA MANCANZA DI FINANZIAMENTI

Il rapporto riferisce con crudo realismo lo spopolamento, la fragilità territoriale, la speculazione esterne per interessi sportivi internazionali, la concorrenza delle autonomie speciali dell’area dolomitica confinante con il Trentino Alto Adige. Il rapporto è stato consegnato all’europarlamentere Herbert Dorfmann in una riunione del Bard a Belluno, affinché l’esponente della Svp lo consegni all’Ocse, auspicando un intervento di richiamo su questa mancanza da parte dell’ente europeo nei confronti dello Stato italiano. “«Da sempre, e in particolar modo in questi anni, le popolazioni ladine del Bellunese non vedono riconosciuti i loro diritti di minoranza

LADINI A sinistra l’europarlamentare Herbert Dorfmann (Svp). A destra una sfilata dei ladini di Livinallongo

linguistica. - ha sottolineato il presidente del Bard, Andrea Bona - e visto che i nostri ripetuti appelli a livello nazionale continuano a cadere nel vuoto, abbiamo deciso di mobilitare i livelli superiori, ricorrendo, tramite Herbert Dorfmann all’Ocse. Questo report, così come quello presentato al Consiglio d’Europa che aveva prodotto come risultato un richiamo ufficiale per l’Italia, intende portare oltre i confini provinciali la questione del Bellunese e della sua necessità di autonomia, che come da anni andiamo ripetendo è ormai que-

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Primo Piano

Domenica 23 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

TUTE BIANCHE Le protezioni indossate da infermieri e autisti del 118, che insieme ai volontari della Croce Rossa e della Croce Verde trasportano i pazienti all’Azienda Ospedaliera di Padova. Nell’unità operativa di Malattie Infettive i casi sospetti vengono sottoposti al tampone per accertare il contagio del Coronavirus

dale di San Bortolo, Vicenza.

GLI OSPEDALI Schiavonia resta blindato e chiuso: niente visite, niente interventi, niente prelievi. Sanitari e pazienti al momento sono risultati negativi, 200 i test effettuati. Per quelli che non vogliono andare a casa c’è la tendopoli della Protezione civile, 100 posti letto a fianco dell’ospedale dove trascorrere la quarantena. All’ospedale di Mirano saranno sterilizzati i reparti dove si è recato l’uomo risultato positivo, Pronto Soccorso e Geriatria.

UN PAESE ISOLATO L’ordinanza Speranza-Zaia emanata in serata conferma l’isolamento di Vo’ Euganeo: tolti farmacia, forno e supermercato tutte le altre attività restano chiuse, vengono sospese tutte le manifestazioni pubbliche, al lavoro fuori del Comune non si può più andare, solo i contadini possono continuare a coltivarsi l’orto. Per quanto questo isolamento? L’unica indicazione temporale è quella dell’incubazione del Covid-19: quattordici giorni. Ma la disposi-

zione non è così chiara. Il consiglio, a tutti, è di lavarsi le mani. La Regione attraverso l’Ulss fornirà dispencer con soluzioni idroalcoliche. I medici di base in tutto il Veneto lavoreranno anche il sabato e la domenica per finire consigli telefonici ai propri pazienti ed evitare di intasare i Pronto soccorso. Per dire: già ieri mattina a Dolo c’era una coda di novanta persone. Per Padova, intanto, è scattato l’appello: servono medici infettivologi, gli specialisti saranno richiamati dagli altri ospedali per far fronte alla mole di esami da eseguire. Fin qui le disposizioni concordate con Roma. Dopodiché sono scattate le decisioni autonome: da domani tutte le università, da Venezia a Padova, chiuse per una settimana, sospesi i campionati di volley minori, stop anche al rugby, mentre a messa si potrà evitare di scambiarsi il segno della pace e nessuno avrà da ridire. In quarantott’ore i veneti hanno scoperto cos’è la paura. Dietro l’angolo il rischio che si debba davvero chiudersi in casa. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA NUOVA QUOTIDIANITÀ 1) Dispenser di gel disinfettante in una pasticceria a Padova: l’invito degli esperti è a detergersi frequentemente le mani 2) Scaffali vuoti in una farmacia di Mestre: in questi giorni è scattata la corsa agli acquisti di medicinali e dispositivi 3) Controlli sanitari in Lombardia: anche lì il personale si protegge adeguatamente 4) Il cartello segnala il temporaneo esaurimento delle mascherine: si attendono nuove forniture per la settimana prossima

«Studenti, state a casa» Chiudono le università A Padova sospese le sessioni di esame `A Venezia niente lezioni a Ca’ Foscari Nelle residenze entra solo chi è registrato Bloccate biblioteche e tutte le aule studio

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LA DECISIONE PADOVA Il Coronavirus inchioda la voglia di studiare. Per evitare agglomerati di giovani e lunghe attese promiscue, l’Università di Padova con i suoi 61mila iscritti va in stand-by e sposta in avanti gli esami di una settimana. Sette giorni di stop, in via preventiva. Congelati gli appelli per il momento, poi si vedrà in rapporto all’andamento dell’emergenza. Così aveva anticipato ieri mattina il governatore del Veneto, Luca Zaia. Università chiuse, esami procrastinati. E non solo: nella città del Santo chiudono, a decorrenza immediata, anche le mense universitarie gestite dall’Esu (Ente per il diritto allo studio) e nelle residenze per fuori sede, sempre dell’Esu, è fatto divieto di entrare a chi non ha un posto letto assegnato e di mobilità tra una residenza e l’altra. L’Esu sbarra i cancelli anche di aule studio e biblioteche.

L’APPELLO

4 qui l’appello di Fontanesi ai produttori di mascherine: «Dare la precedenza nell’approvvigionamento, dopo gli ospedali e gli operatori sanitari, al canale delle farmacie, e in particolare a quelle delle regioni interessate in questo momento dalla circolazione del virus».

FEDERFARMA: «LAVARSI LE MANI NON TOCCARSI OCCHI NASO E BOCCA E DISINFETTARE LE SUPERFICI»

DIETRO IL BANCO Per quello che riguarda invece le necessità di informazioni da parte dei farmacisti su come comportarsi per gestire al meglio la situazione, Fontanesi dice di non aver avuto consiglio: «Per il momento non abbiamo avuto indicazioni da parte delle autorità, se i colleghi in Veneto debbano o meno utilizzare mascherine quando sono dietro al bancone e quale altre misure prendere per proteggersi, oltre a una più frequente disinfezione degli ambienti, che stiamo già attuando. Speriamo arrivino il prima possibile». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

“Care colleghe e cari colleghi docenti e del personale tecnico e amministrativo, care studentesse e cari studenti, abbiamo avuto la notizia di diversi casi di infezione da Coronavirus 19nCoV nella nostra provincia, una evoluzione che richiede grande attenzione e misure appropriate. Invito innanzitutto - ha scritto nelle ore scorse il magnifico rettore Rosario Rizzuto in una comunicazione interna a tutta la grande famiglia del Bo - l’intera comunità accademica è invitata a seguire con grande scrupolo le prescrizioni che l’unità di crisi regionale ha emanato, ed emanerà sulla base della evoluzione del contagio. Invito inoltre a estendere la vigilanza attiva che questo Ateneo ha messo in atto sin dall’esordio della malattia in Cina”. In particolare, resta attivo il numero di cellulare

NELLA CITTÀ DEL SANTO BLOCCATE ANCHE LE MENSE DELL’ESU ISTITUTO UN NUMERO TELEFONICO PER INFORMAZIONI

GIOVANI Studenti all’Università di Padova: da domani lezioni sospese anche negli altri atenei veneti

335/1008877 cui la comunità accademica può rivolgersi per informazioni o per eseguire il test diagnostico di infezione, in presenza di sintomi - febbre e tosse - o nel caso di potenziale contatto con soggetti portatori, non più quindi limitato ai viaggiatori di ritorno dalla Cina.

NUMERO DI TELEFONO Il rettore comunica che negli altri casi si raccomandano le seguenti misure di prevenzione, mutuate dalle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle linea indirizzo ministeriali: lavare spesso le mani con acqua e sapone o gel disinfettanti; quando si tossisce o starnutisce coprire la bocca e il naso con il gomito o fazzoletto usa e getta, lavandosi poi le mani; evitare il contatto con chiunque abbia febbre e tosse. Poi il professor Rizzuto entra nel vivo dell’organizzazione: “Riguardo alle attività accademiche, al fine di ridurre le possibilità di contagio ed agevolare gli studenti che abbiano difficoltà di spostamento, si dispone di rinviare alla settimana successiva gli esami già programmati per la settimana entrante, garantendo che date e scadenze del calendario accademico saranno adeguate di conseguenza. L’Ateneo è in continuo contatto con l’unità di crisi

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La richiesta Bond (Fi) «Controlli agli ambulanti cinesi» VENEZIA Il deputato bellunese Dario Bond (Fi) chiede al ministero della Salute di disporre controlli sanitari sui venditori ambulanti cinesi. «Molti di questi sono tornati dal Capodanno cinese e visto che il sistema dei controlli si è rivelato un colabrodo c’è la necessità di verificare le condizioni di queste persone». La richiesta di Bond è che il Governo invii una informativa ai Comuni perché autorizzino le vendite ambulanti o le fiere da parte di commercianti cinesi «solo dopo aver verificato che i loro test al coronavirus siano negativi». E in caso si rifiutino? «Chi non si sottopone ai controlli non dovrà avere l’autorizzazione alla vendita». © RIPRODUZIONE RISERVATA

e con i ministeri competenti, e provvederà ad aggiornare le misure oggi vigenti sulla base dell’evoluzione del contagio”. I rappresentanti degli studenti assicurano che verranno confermati gli appelli rimandati e che questa misura di prevenzione non inciderà sulle carriere dei singoli.

IN LAGUNA Idem succede nella veneziana Ca’ Foscari. “Al fine di ridurre le possibilità di contagio - osserva il rettore Michele Bugliesi - si dispone, secondo le indicazioni del presidente Luca Zaia e in coordinamento con le università del Veneto, la sospensione delle lezioni e degli esami in tutte le sedi dell’università, a Venezia, Mestre, Treviso e Roncade dal 24 al 29 febbraio compresi”. Biblioteche e aule studio saranno chiuse, a Venezia, da oggi al primo marzo. Il recupero delle lezioni e degli esami verrà comunicato quanto prima sul sito web di Ca’ Foscari e sui canali di comunicazione ufficiali. Per il personale tutto, docente e non docente di entrambi gli Atenei, le attività si svolgeranno regolarmente, fatte salve le ordinanze locali che vincolino la mobilità delle persone. Federica Cappellato © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Domenica 23 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza in Veneto

Assediati dal virus i casi salgono a 16 Grave un veneziano Dodici casi a Vo’, isolato il comune. Quattro `Mattarella telefona a Zaia. Il governatore: infettati nel Miranese, 3 sono operatori sanitari «Serve una gestione perfetta dell’emergenza»

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LA SITUAZIONE MARGHERA Si fa presto a dire: niente panico. È in Veneto che c’è stato il primo morto per coronavirus in Italia. È in un paese di 3400 anime, Vo’ Euganeo, poco distante da Padova, che al momento si registra l’epicentro del contagio con ben 12 contagiati compresa la vittima. Perché il numero dei contagiati in Veneto ieri sera è salito a 16. Gli altri 4 sono stati analizzati all’ospedale di Mirano: uno è un uomo di 67 anni residente a Mira e ora ricoverato in Rianimazione a Padova, gli altri tre sono operatori sanitari. E siamo ancora senza “paziente zero”, nome in codice per definire l’“untore”, la persona che ha portato il virus dalle nostre parti e l’ha fatta diffondere. Il governatore del Veneto ammette: «Sì, sono preoccupato - dice Luca Zaia che in mattinata ha ricevuto la telefonata del capo dello Stato Sergio Mattarella -. Dico anche che dobbiamo avere una gestione perfetta perché la mole delle richieste potrebbe essere tale da mandare in tilt gli ospedali». L’invito delle autorità è di non diffondere il panico. «Non c’è motivo di lanciare allarmismi», tenta di rassicurare il ministro pentastellato Federico D’Incà. Ma la verità è che, ancora, non c’è una cura. E quindi bisogna stare attenti: lavarsi sempre le mani, chiamare il medico di famiglia se si accusano febbre e problemi respiratori, usare fazzoletti usa e getta e nel caso starnutire dove non l’abbiamo mai fatto: nell’incavo del gomito. Intanto l’ospedale di Schiavonia resta blindato, a Vo’ Euganeo non si entra, non si esce e manco si va a messa, a Mira il consiglio è di evitare luoghi affollati e di non toccare occhi naso e bocca con le mani. L’ordinanza diffusa ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza d’intesa con il governatore

Luca Zaia evoca un clima da guerra. O da peste ai tempi della Serenissima. La domanda è: basterà lavarsi le mani ed evitare i luoghi affollati per non venire contagiati?

IL GIALLO DEI 12 GIORNI L’emergenza veneta è scoppiata in un niente. Il pomeriggio di venerdì 21 febbraio si viene a sapere di due casi conclamati a Vo’ Euganeo. Tempo una manciata di ore e il più anziano dei due uomini, Adriano Trevisan, 77 anni, impresario edile, padre dell’ex sindaco del paese Vanessa, muore. I due si conoscevano, frequentavano lo stesso bar di fronte al municipio dove andavano a giocare a carte. E tutti e due erano stati ricoverati all’ospedale di Schiavonia. Appunto, perché hanno aspettato dodici giorni per fare il tampone al signor Trevisan? Francesca Russo, direttore del settore Prevenzione della Regio-

ne Veneto, spiega che le direttive erano chiare: il test del coronavirus andava fatto solo ai pazienti rientrati dalla Cina o che erano state a contatto con viaggiatori provenienti dal paese asiatico. «Abbiamo seguito le indicazioni dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. E comunque non è certo il presiedente della Regione che fa le iniezioni o somministra i farmaci ai malati», puntualizza Zaia, memore della battaglia per far fare la quarantena volontaria anche agli scolari tornati dalla Cina, mentre con il M5s scoppia un’altra polemica sulle persone tornate dalla Cina senza sintomi di influenza alcuna. Tant’è, dopo il ricoverato e il decesso di venerdì, il sabato 22 febbraio si apre con il terzo caso accertato in Veneto, un uomo di Mira ricoverato all’ospedale di Dolo e poi trasferito, in condizioni preoccupanti, a Padova. Nel corso della giornata la lista sarà destinata ad allungarsi.

IL REPORT L’aggiornamento sui numeri e sulle prescrizioni da seguire viene fatto a Marghera, davanti alla sede della Protezione civile che funge da Unità di crisi per il Veneto. Solo che, a differenza di altre emergenze - l’alluvione del 2010, Vaia nel 2018, l’acqua alta nel novembre 2019 - stavolta i giornalisti vengono lasciati fuori. Dalle 9 del mattino alle 15 inoltrate aspettano che qualcuno aggiorni la situazione, mentre in giro per il Veneto ormai è psicosi, con sindaci che autonomamente annullano feste di Carnevale (Vicenza) e parroci che si interrogano se far scambiarsi il segno della pace a Messa. I primi aggiornamenti sono che, oltre ai due di Vo’ e a quello di Mira, ci sono altri 7 casi accertati. Tempo un paio d’ore e il totale sale a 12. Poi, in serata, l’aggiornamento: 16 casi in Veneto, contagiati anche tre operatori sanitari dell’ospedale dei Mirano. L’epicentro è il paese sui Colli Euganei: 12 casi, compresa la vittima. E in quei 12 ci sono la moglie e la figlia del defunto. E c’è un paziente che finisce in ospedale pur non avendo alcun sintomo: nien-

IL GIALLO Perché il virus di Vo’ è stato scoperto tardi? Per protocollo il test andava fatto solo a chi rientrava dalla Cina o a contatto con chi proveniva da lì Francesca Russo, Regione Veneto

La paura Le immagini

te tosse, niente febbre, niente raffreddore. Eppure risulta positivo al Covid-19.

GLI 8 CINESI Venerdì si era detto che Vo’ era China free. Ieri si è scoperto che nel paesello sui Colli c’è una comunità di cinesi, otto persone, che saltuariamente frequentavano anche i i bar dove il povero Trevisan giocava a carte. Effettuato il tampone: negativo. Non sono loro ad aver trasmesso l’infezione. Si aspettano gli esiti anche del militare americano che spontaneamente si è presentato all’ospe-

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Psicosi e caccia all’introvabile mascherina «Ma usala solo se pensi di essere malato» LE PROTEZIONI MESTRE L’ordinanza diffusa ieri sera dal ministro della Sanità e dal presidente della Regione del Veneto è chiara: “Usare la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate”. Significa che la mascherina serve per le persone malate che cercano di proteggere gli altri, non se stessi. Eppure la mascherina è l’oggetto più ricercato ormai da settimane. Nelle ultime ore, dopo la morte di un anziano a Vo’ Euganeo e gli altri undici casi di contagio conclamato tra i Colli e il

Veneziano, è scattata la caccia. Lo conferma il presidente di Federfarma Veneto, Alberto Fontanesi: «La corsa all’acquisto di mascherine nelle farmacie venete era stato piuttosto blanda fino a venerdì, ma nelle ultime ore la situazione è precipitata. Da sabato mattina abbiamo vi-

C’È QUELLA SEMPLICE USA E GETTA CON L’ELASTICO OPPURE QUELLA PROFESSIONALE CON LA VALVOLA

sto un’impennata folle delle vendite». Ieri i primi cinque clienti della farmacia di Fontanesi volevano tutti la stessa cosa: una mascherina. E pensare che per proteggersi serve a ben poco.

I MODELLI Esistono due tipi di mascherina. C’è quella semplice, con l’elastico o i laccetti, in tessuto usa e getta, che viene consegnata anche ai pazienti in ospedale e che serve per evitare la diffusione di contagio. Chi indossa la mascherina è infatti malato o presunto malato. Poi c’è la mascherina professionale, quella con la valvola: è

l’unica in grado di proteggere dal contagio e viene indossata infatti dal personale medico o, trovandola, dalla persone sane che vogliono evitare di ammalarsi. Ma da sola, neanche la mascherina con la valvola è sufficiente perché servirebbe anche la visiera per proteggere gli occhi, esattamente come fanno i sanitari dei reparti di Malattie Infettive.

I CONSIGLI Cosa fare, allora, per proteggersi? Se non si hanno sintomi, il consiglio del ministero della Salute è principalmente quello di lavarsi le mani. Le regole sono state ricordate anche nell’or-

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dinanza emanata ieri sera: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone oppure con le soluzioni idroalcoliche. Solo che anche quelle sono andate a ruba, non se ne trovano quasi più. E ancora: evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani, coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce, pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol E infine, qualora non necessario, evitare luoghi chiusi e di aggregazione. L’ordinanza cerca anche di evitare la psicosi.

Ad esempio: prodotti made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi. E può stare tranquillo chi in casa tiene canto o gatti: gli animali da compagnia - hanno specificato ministero e Regione - non diffondono il nuovo coronavirus.

L’APPELLO Tant’è, la convinzione per i più è che la mascherina comunque serva. Davanti all’ospedale di Schiavonia il consiglio della Protezione civile è di averla a prescindere e infatti i carabinieri che già venerdì sera avevano bloccato gli accessi la indossavano tutti. Resta il fatto che l’articolo adesso è introvabile. Di


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TUTE BIANCHE Le protezioni indossate da infermieri e autisti del 118, che insieme ai volontari della Croce Rossa e della Croce Verde trasportano i pazienti all’Azienda Ospedaliera di Padova. Nell’unità operativa di Malattie Infettive i casi sospetti vengono sottoposti al tampone per accertare il contagio del Coronavirus

dale di San Bortolo, Vicenza.

GLI OSPEDALI Schiavonia resta blindato e chiuso: niente visite, niente interventi, niente prelievi. Sanitari e pazienti al momento sono risultati negativi, 200 i test effettuati. Per quelli che non vogliono andare a casa c’è la tendopoli della Protezione civile, 100 posti letto a fianco dell’ospedale dove trascorrere la quarantena. All’ospedale di Mirano saranno sterilizzati i reparti dove si è recato l’uomo risultato positivo, Pronto Soccorso e Geriatria.

UN PAESE ISOLATO L’ordinanza Speranza-Zaia emanata in serata conferma l’isolamento di Vo’ Euganeo: tolti farmacia, forno e supermercato tutte le altre attività restano chiuse, vengono sospese tutte le manifestazioni pubbliche, al lavoro fuori del Comune non si può più andare, solo i contadini possono continuare a coltivarsi l’orto. Per quanto questo isolamento? L’unica indicazione temporale è quella dell’incubazione del Covid-19: quattordici giorni. Ma la disposi-

zione non è così chiara. Il consiglio, a tutti, è di lavarsi le mani. La Regione attraverso l’Ulss fornirà dispencer con soluzioni idroalcoliche. I medici di base in tutto il Veneto lavoreranno anche il sabato e la domenica per finire consigli telefonici ai propri pazienti ed evitare di intasare i Pronto soccorso. Per dire: già ieri mattina a Dolo c’era una coda di novanta persone. Per Padova, intanto, è scattato l’appello: servono medici infettivologi, gli specialisti saranno richiamati dagli altri ospedali per far fronte alla mole di esami da eseguire. Fin qui le disposizioni concordate con Roma. Dopodiché sono scattate le decisioni autonome: da domani tutte le università, da Venezia a Padova, chiuse per una settimana, sospesi i campionati di volley minori, stop anche al rugby, mentre a messa si potrà evitare di scambiarsi il segno della pace e nessuno avrà da ridire. In quarantott’ore i veneti hanno scoperto cos’è la paura. Dietro l’angolo il rischio che si debba davvero chiudersi in casa. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA NUOVA QUOTIDIANITÀ 1) Dispenser di gel disinfettante in una pasticceria a Padova: l’invito degli esperti è a detergersi frequentemente le mani 2) Scaffali vuoti in una farmacia di Mestre: in questi giorni è scattata la corsa agli acquisti di medicinali e dispositivi 3) Controlli sanitari in Lombardia: anche lì il personale si protegge adeguatamente 4) Il cartello segnala il temporaneo esaurimento delle mascherine: si attendono nuove forniture per la settimana prossima

«Studenti, state a casa» Chiudono le università A Padova sospese le sessioni di esame `A Venezia niente lezioni a Ca’ Foscari Nelle residenze entra solo chi è registrato Bloccate biblioteche e tutte le aule studio

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LA DECISIONE PADOVA Il Coronavirus inchioda la voglia di studiare. Per evitare agglomerati di giovani e lunghe attese promiscue, l’Università di Padova con i suoi 61mila iscritti va in stand-by e sposta in avanti gli esami di una settimana. Sette giorni di stop, in via preventiva. Congelati gli appelli per il momento, poi si vedrà in rapporto all’andamento dell’emergenza. Così aveva anticipato ieri mattina il governatore del Veneto, Luca Zaia. Università chiuse, esami procrastinati. E non solo: nella città del Santo chiudono, a decorrenza immediata, anche le mense universitarie gestite dall’Esu (Ente per il diritto allo studio) e nelle residenze per fuori sede, sempre dell’Esu, è fatto divieto di entrare a chi non ha un posto letto assegnato e di mobilità tra una residenza e l’altra. L’Esu sbarra i cancelli anche di aule studio e biblioteche.

L’APPELLO

4 qui l’appello di Fontanesi ai produttori di mascherine: «Dare la precedenza nell’approvvigionamento, dopo gli ospedali e gli operatori sanitari, al canale delle farmacie, e in particolare a quelle delle regioni interessate in questo momento dalla circolazione del virus».

FEDERFARMA: «LAVARSI LE MANI NON TOCCARSI OCCHI NASO E BOCCA E DISINFETTARE LE SUPERFICI»

DIETRO IL BANCO Per quello che riguarda invece le necessità di informazioni da parte dei farmacisti su come comportarsi per gestire al meglio la situazione, Fontanesi dice di non aver avuto consiglio: «Per il momento non abbiamo avuto indicazioni da parte delle autorità, se i colleghi in Veneto debbano o meno utilizzare mascherine quando sono dietro al bancone e quale altre misure prendere per proteggersi, oltre a una più frequente disinfezione degli ambienti, che stiamo già attuando. Speriamo arrivino il prima possibile». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

“Care colleghe e cari colleghi docenti e del personale tecnico e amministrativo, care studentesse e cari studenti, abbiamo avuto la notizia di diversi casi di infezione da Coronavirus 19nCoV nella nostra provincia, una evoluzione che richiede grande attenzione e misure appropriate. Invito innanzitutto - ha scritto nelle ore scorse il magnifico rettore Rosario Rizzuto in una comunicazione interna a tutta la grande famiglia del Bo - l’intera comunità accademica è invitata a seguire con grande scrupolo le prescrizioni che l’unità di crisi regionale ha emanato, ed emanerà sulla base della evoluzione del contagio. Invito inoltre a estendere la vigilanza attiva che questo Ateneo ha messo in atto sin dall’esordio della malattia in Cina”. In particolare, resta attivo il numero di cellulare

NELLA CITTÀ DEL SANTO BLOCCATE ANCHE LE MENSE DELL’ESU ISTITUTO UN NUMERO TELEFONICO PER INFORMAZIONI

GIOVANI Studenti all’Università di Padova: da domani lezioni sospese anche negli altri atenei veneti

335/1008877 cui la comunità accademica può rivolgersi per informazioni o per eseguire il test diagnostico di infezione, in presenza di sintomi - febbre e tosse - o nel caso di potenziale contatto con soggetti portatori, non più quindi limitato ai viaggiatori di ritorno dalla Cina.

NUMERO DI TELEFONO Il rettore comunica che negli altri casi si raccomandano le seguenti misure di prevenzione, mutuate dalle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle linea indirizzo ministeriali: lavare spesso le mani con acqua e sapone o gel disinfettanti; quando si tossisce o starnutisce coprire la bocca e il naso con il gomito o fazzoletto usa e getta, lavandosi poi le mani; evitare il contatto con chiunque abbia febbre e tosse. Poi il professor Rizzuto entra nel vivo dell’organizzazione: “Riguardo alle attività accademiche, al fine di ridurre le possibilità di contagio ed agevolare gli studenti che abbiano difficoltà di spostamento, si dispone di rinviare alla settimana successiva gli esami già programmati per la settimana entrante, garantendo che date e scadenze del calendario accademico saranno adeguate di conseguenza. L’Ateneo è in continuo contatto con l’unità di crisi

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La richiesta Bond (Fi) «Controlli agli ambulanti cinesi» VENEZIA Il deputato bellunese Dario Bond (Fi) chiede al ministero della Salute di disporre controlli sanitari sui venditori ambulanti cinesi. «Molti di questi sono tornati dal Capodanno cinese e visto che il sistema dei controlli si è rivelato un colabrodo c’è la necessità di verificare le condizioni di queste persone». La richiesta di Bond è che il Governo invii una informativa ai Comuni perché autorizzino le vendite ambulanti o le fiere da parte di commercianti cinesi «solo dopo aver verificato che i loro test al coronavirus siano negativi». E in caso si rifiutino? «Chi non si sottopone ai controlli non dovrà avere l’autorizzazione alla vendita». © RIPRODUZIONE RISERVATA

e con i ministeri competenti, e provvederà ad aggiornare le misure oggi vigenti sulla base dell’evoluzione del contagio”. I rappresentanti degli studenti assicurano che verranno confermati gli appelli rimandati e che questa misura di prevenzione non inciderà sulle carriere dei singoli.

IN LAGUNA Idem succede nella veneziana Ca’ Foscari. “Al fine di ridurre le possibilità di contagio - osserva il rettore Michele Bugliesi - si dispone, secondo le indicazioni del presidente Luca Zaia e in coordinamento con le università del Veneto, la sospensione delle lezioni e degli esami in tutte le sedi dell’università, a Venezia, Mestre, Treviso e Roncade dal 24 al 29 febbraio compresi”. Biblioteche e aule studio saranno chiuse, a Venezia, da oggi al primo marzo. Il recupero delle lezioni e degli esami verrà comunicato quanto prima sul sito web di Ca’ Foscari e sui canali di comunicazione ufficiali. Per il personale tutto, docente e non docente di entrambi gli Atenei, le attività si svolgeranno regolarmente, fatte salve le ordinanze locali che vincolino la mobilità delle persone. Federica Cappellato © RIPRODUZIONE RISERVATA


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L’emergenza Covid-19

Il Consiglio dei Ministri straordinario con Conte che si è svolto ieri a Roma negli uffici della Protezione Civile (Foto: LaPresse/Palazzo Chigi)

IL CASO ROMA Il coprifuoco in molti comuni del lombardi è già una realtà, ma ora le transenne, i posti di blocco e il divieto di circolazione indicano quei luoghi come epicentro del coronavirus e gli accessi verranno presidiati da militari e polizia. Nella interminabile riunione del consiglio dei ministri, iniziata di fatto in mattinata con il vertice nella sede della Protezione civile, si è discusso a lungo per individuare la zona ad alto rischio. Un perimetro che con il passare delle ore, si è ristretto, allungato e poi ancora circoscritto, a seconda delle notizie di nuovi contagi e della provenienza dei contagiati. Alla fine si è deciso di individuare l’area del «focolaio» in dieci comuni del lodigiano e nel comune del padovano di Vo Euganeo che verranno isolati e i cittadini sottoposti a tampone. «Misure di contenimento» - spiega Conte - per evitare che possibili contagiati si allontanino, come invece ha fatto una famiglia che ha lasciato Codogno e si è recata a Montefusco (Avellino), dove è stata individuata e sottoposta a quarantena.

LE MISURE Stretto tra l’esigenza di contenere quanto più possibile il contagio, tutelare «il bene della salute» e l’intenzione di non generare ulteriore ansia con le misure da predisporre per ordinanza e decreto, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte prima di riunire i ministri ha più volte parlato con i presidenti di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, e con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli al quale ha dato rassicurazioni sulle caserme individuate in caso di emergenza. Un lavoro di conoscenza e interpello che Conte - in inusuale tenuta operativa senza giacca e cravatta ma con maglioncino - ha fatto coinvolgendo non solo le amministrazioni locali interessate, ma anche i leader dei partiti di opposizione ai quali sono state illustrate le misure che si intende adottare. «Una decisione che è stata presa per avere la massima condivisione possibile su provvedimenti che andranno ad impattare direttamente sulla vita di migliaia di cittadini», si fa sapere da palazzo Chigi e che è in perfetta linea con quanto auspicato dal presidente della Repubblica Sergio Matta-

L’ESECUTIVO ILLUSTRA I PROVVEDIMENTI AI PARTITI D’OPPOSIZIONE: «VOGLIAMO LA MASSIMA CONDIVISIONE»

Decreto contro il Coronavirus vietato uscire dai paesi-focolaio Vertice di governo alla Protezione civile per le misure `Una famiglia viola la quarantena: in fuga verso urgenti. Stanziate risorse per le imprese danneggiate il Sud. Mattarella: «Serve unità e responsabilità»

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La circolare Polizia stradale, nel Varesotto sospeso l’uso dell’etilometro Sospesol’usodell’etilometroin provinciadiVarese.Conuna circolarechehaperoggetto “Emergenzacoronavirus”il vicequestoreaggiuntoMarco Bragazzihadatoindicazionealla poliziastradaledievitarel’uso delleapparecchiature.«Aseguito deirecenticontagiavvenutiin Lombardia-sileggenella circolare-sidisponeconeffetto immediatolasospensioneditutti gliaccertamenticon apparecchiatureetilometrichee persostanzepsicotrope.Si disponealtresìchelepattuglie limitinoilpiùpossibileilcontatto congliutentiechesianodotatedi guantiemascherine».

Il paziente zero non si trova più difficile fermare il contagio IL CASO ROMA Ci sono due importanti focolai a Codogno e a Vo’ Euganeo, ma non c’è neanche un paziente zero. In questo modo è impossibile fermare il contagio. E questo ha reso necessarie misure di limitazione della vita quotidiana senza precedenti nelle aree coinvolte. Ma potrebbe non bastare, perché senza un quadro preciso su come il Sars-CoV-2 sia arrivato nelle province di Lodi e di Padova, non è possibile ricostruire tutti i contatti e tutti i potenziali contagiati.

SCENARI Partiamo da Codogno. Quando il trentottenne finito in terapia intensiva con la polmonite è risultato positivo al test sul coronavirus, si è pensato che a contagiarlo fosse stato un amico, un dirigente di un’azienda della vicina provincia di Piacenza, che è tornato il 21 gennaio dalla Cina. Questo scenario avrebbe semplificato il lavoro delle autorità sanitarie: sarebbe stato un punto di partenza, anche se i protagonisti di questa storia hanno entrambi una vita sociale molto intensa (sport, cene, riunioni). Ma il primo test sul manager è stato negativo e dall’isolamento dell’Ospedale Sacco ha spiegato:

ca utilità, sospendere manifestazioni, chiudere scuole, impedire eventi, persino le gite scolastiche. In un successivo decreto verranno previsti aiuti economici alle attività economiche che saranno costrette alla temporanea chiusura, sulla falsariga di quanto già disposto per i comuni terremotati del centro Italia. Ieri nei comuni lombardi di Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano, è stato il primo giorno di “coprifuoco”. I residenti sono stati invitati dai loro sindaci a non uscire di casa. Una disposizione voluta dal Ministero della Salute. Restano aperti solo i negozi con i generi di prima necessità e le farmacie. Marco Conti Giuseppe Scarpa

rella che ha invitato il Paese a rispondere all’emergenza con responsabilità e unità. «Confido che senso di responsabilità e unità di impegno - scrive il Capo dello Stato nella nota diffusa dal Quirinale - assicurino la migliore e più efficace risposta a tutela della salute dei nostri concittadini». Mattarella si dice vicino alle famiglie dei colpiti e alle comunità e ringrazia medici, personale sanitario, ricercatori, «donne e agli uomini della Protezione civile e delle Forze armate». Dopo l’ordinanza del ministero della Salute guidato da Roberto Speranza, che obbliga alla quarantena coloro che hanno avuto contatti con persone infette, il decreto mette a punto una serie di misure speciali atte a contenere il virus e che permettono ai ministri competenti di intervenire d’imperio per chiudere o tenere aperti esercizi di pubbli-

«Dicono che sono il paziente zero, ma non mi trovano niente». Si è pensato: non ci sono più tracce del coronavirus perché è guarito, ma era contagioso quando è andato a cena con il trentottenne di Codogno. Infittisce il mistero anche il fatto che è risultato positivo il cognato del

IL MANAGER DI PIACENZA NON È STATO IL PRIMO A CONTRARRE IL VIRUS: ORA NON SI PUÒ RISALIRE A TUTTI GLI INFETTATI

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Carabinieri del NAS e personale medico prelevano dalla loro casa di Castiglione d’Adda i genitori di uno dei contagiati dal coronavirus

manager tornato dalla Cina. Sono stati chiesti allo Spallanzani esami più sofisticati sugli anticorpi, che aiutano a capire se ci sia stato il passaggio del Sars-CoV-2. Ieri sera è arrivato l’esito, che ha spazzato via ogni certezza. Il viceministro della Salute, Pier Paolo Sileri: «Dai test effettuati è emerso che non ha sviluppato gli anticorpi. Non può essere lui. Ora andrà chiaramente ricercato chi è il paziente zero». L’assessore regionale alla Sanità della Lombardia, Giulio Gallera: «Ci sono altre piste, su cui sono in corso delle verifiche, che puntano su altri tre o quattro pazienti che erano in pronto soccorso quando vi è andato il

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38enne e che poi sono risultati positivi al test sul coronavirus. Forse dovremmo ripartire da loro». Un rompicapo, ma la sintesi è che c’è una quarantina di contagiati, tutti nella Bassa Lodigiana, ma non sappiamo come sia arrivato da quelle parti il coronavirus. E siamo in un territorio che ha contatti quotidiani con Milano, ma anche con la vicina Piacenza, dunque il contagio potrebbe avere preso mille rivoli. Non sta andando meglio l’indagine in provincia di Padova. A Vo’ Euganeo due anziani, che frequentavano lo stesso bar, sono risultati positivi, uno di loro è morto l’altra sera. Chi li ha contagiati? Nessuno dei due è mai

stato in Cina, nessuno dei due ha parenti o amici che abbiano viaggiato nelle aree a rischio. Diversamente da quanto era stato detto a caldo, in paese c’è una piccola comunità cinese, formata da otto persone. Ieri sono stati tutti portati in ospedale per i test sul coronavirus. Ma a Mira, in provincia di Venezia, è stato segnalato un altro caso, il dodicesimo per il Veneto. Il paziente è stato ricoverato in rianimazione, ma apparentemente non ci sono legami con il gruppo di Vo’ Euganeo, il paese che è stato isolato dopo che sono emersi altri casi oltre a quelli iniziali. Due focolai, nessun paziente zero. Così la prevenzione è complicata. E ieri a Roma sono stati posti in isolamento domiciliare due dipendenti della multinazionale in cui lavorava il trentottenne di Codogno. M.Ev. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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La malattia Quanto dura il periodo di incubazione? li esperti ritengono che il periodo di incubazione, quello che intercorre cioè tra il momento in cui si entra in contatto con il virus e i primi sintomi, duri all’incirca quattordici giorni. Da qui, la decisione di far durare la quarantena due settimane. Tuttavia, uno studio condotto da 37 specialisti, tra cui Zhong Nanshan, che è alla guida del team di medici nominati dalla Commissione Sanitaria Nazionale della Cina per occuparsi del nuovo coronavirus, ha suggerito che il virus può durare fino a 24 giorni, cioè 10 giorni in più del previsto.

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La febbre Quali segnali sono i primi a comparire?

Le precauzioni

La guida

Si può contagiare I tre giorni prima che arrivi la febbre

Evitare di toccarsi con le dita naso, occhi e viso

l lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l’infezione. In particolare, le mani dovrebbero essere lavate spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcool (concentrazione di alcool di almeno il 60%). È consigliabile evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute e non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani. È buona norma coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce.

Il paziente può trasmettere il virus anche se non ha ancora la febbre Evitare i contatti ravvicinati con chi è colpito da infezioni respiratorie `

Le informazioni Numero verde con gli esperti del Ministero l numero verde messo a disposizione dal ministero della Salute, 1500 (24 ore su 24)I dati a disposizione sui casi che si sono verificati a Wuhan, la città da dove sarebbe partita l’epidemia, lasciano supporre che i bambini siano meno colpiti dal nuovo coronavirus. Ma un piccolo studio pubblicato sulla rivista Jama, in cui è stata studiata l’evoluzione clinica dell’infezione in nove bambini molto piccoli ricoverati in ospedale, suggerisce che i bambini non sono immuni all’infezione, ma che però per loro l’andamento tende a essere più benigno e senza complicazioni.

sintomi causati dal nuovo coronavirus sono molto simili a quelli della classica influenza stagionale, da qui la difficoltà nel distinguere l’infezione Covid-19 da quest’ultima. I segni clinici più comuni sono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Attenzione a queste ultime. Nei casi più gravi ,stimati intorno al 20-25 per cento, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave e insufficienza renale e anche il decesso. In tutti gli altri casi l’infezione può risolversi senza complicazioni. Da ricordare che la situazione può aggravarsi soprattutto in chi ha altre patologie croniche.

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Le relazioni

I pazienti

Per quanto tempo si trasmette il coronavirus?

È ancora vero che i bambini sono immuni?

u questo abbiamo poche certezze. Gli esperti, tuttavia, ritengono che la contagiosità di una persona infetta inizi 2-3 giorni prima della manifestazione dei sintomi fino a 2-3 giorni dalla loro scomparsa. Si è comunque molto più contagiosi nella fase di “picco” dell’infezione. Man mano che passano i giorni e i sintomi migliorano si abbassa anche il rischio di contagiare altre persone. Inoltre, si ritiene che anche i pazienti asintomatici possano trasmettere l’infezione: le persone che non hanno sintomi possono avere il virus nelle loro secrezioni respiratorie.

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Medici e infermieri protetti da doppi camici e mascherine all’ospedale di Padova

LA PREVENZIONE Dai tempi di incubazione ai sintomi dell’infezione, dalla durata della contagiosità di una persona infetta alle misure di prevenzione da adottare fino ai dubbi su quando avvertire le autorità sanitarie in caso di infezione sospetta e al rischio che sembrerebbe più basso nei bambini. Questi sono alcuni dei

temi divenuti più caldi ora che il nuovo coronavirus ha iniziato a far davvero paura anche al nostro Paese. Molte le informazioni contrastanti che stanno circolando in questi giorni, specie sul web e sui social network. Tante informazioni confuse e non di rado errate su cui invece è oggi possibile fare chiarezza rivolgendoci a fonti ufficiali, come il ministero della Salute, e ai virologi più esperti sull’argomento che stanno seguendo at-

tentamente la situazione già dall’inizio dello scoppio dell’epidemia. Inoltre, molte delle informazioni oggi a nostra disposizione provengono da studi, seppur ancora piccoli in termini di campione e di breve durata, che sono stati di recente pubblicati su riviste scientifiche accreditate. Quasi tutti sono stati condotti in Cina dove è iniziata ed è ancora in corso l’epidemia. Valentina Arcovio © RIPRODUZIONE RISERVATA

li elementi a disposizione sui casi che si sono verificati a Wuhan, la città da dove sarebbe partita l’epidemia, lasciano supporre che i bambini siano meno colpiti dal nuovo coronavirus. Ma un piccolo studio pubblicato sulla rivista Jama, in cui è stata studiata l’evoluzione clinica dell’infezione in nove bambini molto piccoli ricoverati in ospedale, suggerisce che i bambini non sono immuni all’infezione, ma che però per loro l’andamento tende a essere più benigno e senza complicazioni. Dobbiamo, però, aspettare il prossimo sviluppo della patologia per avere certezze.

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L’Oms irritata con l’Italia E mancano i kit per i test IL FOCUS ROMA Non sappiamo come si sia sviluppato il focolaio del contagio del coronavirus nel Lodigiano, non sappiamo come si sia originato quello della provincia di Padova. L’Italia è il paese europeo con più infetti (59), ma ancora non ha completato le schede informative che definiscono la rete della diffusione del virus in due regioni così importanti come Lombardia e Veneto. Per i sistemi sanitari regionali si tratta di una situazione molto delicata, perché senza conoscere il paziente zero ogni forma di prevenzione e limitazione della diffusione del contagio rischia di essere inefficace. Per questo, anche all’Organizzazione mondiale della Sanità sta crescendo l’irritazione: la carenza di certezze su quanto è successo in Lombardia e Veneto rischia di rappresentare il punto debole della battaglia contro la diffusione del contagio in Europa. Anche altre nazioni si sono trovate a dovere affrontare l’arrivo di un “su-

SANITÀ Il ministro Roberto Speranza

L’INCERTEZZA SUI FOCOLAI ALLARMA L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ: DA SCIOGLIERE IL NODO RISORSE

per diffusore”, come il cittadino inglese tornato da Singapore che ha contagiato undici connazionali in Francia e nel Regno Unito. Ma in quel caso, il paziente zero è stato individuato subito e non è stato necessario isolare intere aree. E non ci sono certezze, forse la rete di protezione è ormai bucata. Si tratta di un paradosso, visto che l’Italia è stato il Paese che da subito ha deciso le contromisure più severe, bloccando dall’oggi al domani tutti i voli diretti con la Cina. E proprio nelle due regioni che vantano sistemi sanitari considerati (a ragione) un esempio positivo - Lombardia e Veneto - ora si fatica semplicemente a ricostruire la geografia del contagio, senza la quale ogni risposta rischia di essere insufficiente. Secondo la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, le autorità italiane hanno comunque agito «rapidamente» per contenere la diffusione della Covid 19, comunicando in modo «trasparente», la Commissione Europea è «pronta» a fornire «ogni supporto possibile».

CAUTELA Un’abitante di Codogno acquista farmaci

AFFANNO Un altro tema è quello delle risorse. Economiche e umane. Se l’emergenza dovesse prolungarsi ancora a lungo, il sistema sanitario non reggerà, a partire dal personale in prima linea. Negli ospedali si stanno pagando anche un prezzo salato in questa battaglia, visto che in diversi casi tra i contagiati ci sono medici e infermieri. E poi c’è il nodo degli esami. Non c’è tanto, o non solo, il problema della carenza di kit per eseguire i test del tampone faringeo che rileva la presenza del coronavirus. Certo, c’è anche questo, vi-

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sto che ormai c’è una moltiplicazione delle richieste di svolgere esami in quasi tutta Italia. C’è anche un utilizzo massiccio di risorse umane, perché i tecnici dei laboratori analisi stanno lavorando senza sosta, non solo allo Spallanzani di Roma, ma anche nelle aree del Veneto e della Lombardia dove ci sono i primi due focolai italiani per il Sars-CoV-2. La moltiplicazione degli esami potrebbe far mancare i kit. Per questo la proposta del governatore del Veneto, Stefano Zaia, di sottoporre al test tutti i residenti di Vo’ Euganei, il paese della provincia

di Padova dove abitava Adriano Trevisan, la prima vittima italiana, ha provocato delle divisioni. All’Istituto superiore della Sanità c’è stato chi ha fatto notare che se si applicasse lo stesso principio in tutte le aree interessate dal contagio, il sistema andrebbe in tilt. Le procedure, che fino ad oggi avevano dato buoni risultati con la vicenda dei due turisti di Wuhan ma anche con la famiglia di Taiwan, hanno puntato su una rapida indagine per individuare tutti i contatti delle persone contagiate, non su una applicazione indiscriminata della politica dei test. Il Veneto invece ha deciso: a tutta la popolazione di Vo’, che ha circa 4.000 abitanti, verrà offerta la possibilità di sottoporsi al test per il Covid-19. Ma in questa direzione, dunque verso un ricorso allargato ai test, si stanno muovendo anche altre regioni. Ieri Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, ha spiegato che tutti i pazienti affetti da polmonite ricoverati negli ospedali di quella regione saranno sottoposti al test tampone per il coronavirus. M.Ev. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA SINISTRA

Mestre

Bettin: «Non è una questione di nomi ma chiediamo impegno sui punti fondamentali del programma come, ad esempio, sul welfare»

Domenica 23 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Un tandem per battere Brugnaro Il Pd ha rotto gli indugi: Pier Paolo Baretta sarà `In caso di vittoria il sottosegretario all’Economia candidato sindaco, Monica Sambo capolista nominerà la giovane consigliera comunale sua vice `

POLITICA MESTRE Non “o” ma “e”, non Baretta o Sambo, ma Pier Paolo Baretta e Monica Sambo: il sottosegretario all’Economia candidato sindaco della coalizione di centrosinistra e Monica Sambo capolista del Pd. Se Baretta riuscirà a battere Luigi Brugnaro, Monica Sambo sarà la portavoce dei Dem e potrebbe diventare vicesindaco. Ma questo è tutto da vedere, intanto ciò che conta è che il Pd ha rotto gli indugi, sciolto le riserve e deciso di andare al voto con una coppia: il settantunenne di esperienza che conosce bene ogni anfratto del Governo con i suoi meccanismi ed è stato per anni sindacalista della Cisl dei metalmeccanici approdando anche alla segreteria nazionale del Sindacato, e che ha vissuto i cambiamenti dell’agire politico dagli anni Sessanta ad oggi; e la giovane donna, avvocato, dipendente amministrativo della Regione Veneto, che non ha molta esperienza di funzionamento della macchina pubblica pur conoscendola come capogruppo in Consiglio comunale, è attiva nel Pd da una decina d’anni e da più tempo nei gruppi giovanili, insomma la persona che può rappresentare le pulsioni più movimentiste del centrosinistra, Sardine incluse.

GLI ULTIMI RITOCCHI Per ora Baretta è candidato sindaco del Pd, per proclamarlo candidato dell’intera coalizione bisogna attendere domani quando è prevista la riunione del tavolo generale durante la quale le varie forze in campo dovranno esprimersi. Nei giorni scorsiUna il fronte dei moderati con Ugo Bergamo con Più Europa, Italia in Comune e Italia Viva, l’aveva giudicata una possibile candidatura autorevole e di spessore. Bisogna capire cosa faranno le civiche come “Un’altra città possibile” che ha proposto un lungo percorso di consultazione dei cittadini quartiere per quartiere, o il Gruppo 25 Aprile che aveva deciso di andare per conto proprio dopo la proposta

di candidare l’imprenditrice Gabriella Chiellino considerata piena di conflitti d’interesse. La sinistra riunita ne “Il nostro impegno per la città” (Articolo 1, Verdi, Possibile, Sinistra italiana e Rifondazione) si ritrova questa mattina per decidere, e ieri ha già anticipato di non aver fino ad ora fatto questione di nomi e di non volerne fare nemmeno ora, ma per ottenere l’appoggio del polo rosso-verde quei nomi dovranno impegnarsi sui punti fondamentali del suo programma: «Tanto per fare un solo esempio, Baretta non potrà limitarsi a dire genericamente che lavorerà per potenziare il welfare cittadino ma dovrà impegnarsi ad aumentare nel Bilancio i fondi per il welfare, tagliati dalla Giunta Brugnaro - spiega Gianfranco Bettin -: c’è stato un morto di overdose anche l’altro ieri a Marghera e gli stanziamenti per i presidi sanitari sono al minimo storico, mentre il Comune non dice nulla per non disturbare il manovratore, ossia la Regione responsabile di quei tagli». Oltre al programma, naturalmente, prima di convergere sulla proposta di Baretta in ticket con la Sambo, i rosso-verdi vorranno verificare quanto ampia sarà la coalizione che sosterrà i candidati ma questo vale per tutti. Non a caso Pier Paolo Baretta nei giorni scorsi, quando ha cominciato a prendere forma la sua possibile candidatura, per prendere in considerazione il suo impegno, e la prospettiva di dover abbandonare gli incarichi romani, ha posto come condizione di non essere lasciato solo a combattere e quindi di avere il supporto dell’intero centrosinistra. Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL FRONTE DEI MODERATI CAPITANATO DA UGO BERGAMO DOVREBBE ACCETTARE RESTA L’INCOGNITA DELLE LISTE CIVICHE

MESTRE Casa Taliercio non chiude ma si rinnova. Il Patriarcato ha acquisito dalla Provincia veneta dei Frati minori conventuali e della “Messaggero servizi” l’immobile di via Aleardi a fianco del teatro Kolbe che ospitava donne straniere in difficoltà - soprattutto badanti senza alloggio o rimaste senza lavoro. Il passaggio di proprietà è avvenuto venerdì scorso, con un esborso da parte del Patriarcato di circa 650mila euro. La volontà da parte della Chiesa veneziana è di proseguire l’esperienza caritativa di Casa Taliercio che si era interrotta a fine luglio per la decisione

da parte della proprietà di vendere l’immobile e per il calo dei volontari dell’associazione “Sant’Antonio” che in questi anni avevano garantito l’apertura di Casa Taliercio per la quale sono passate almeno 7.700 ospiti. Questi ultimi avevano deciso a suo tempo di ispirarsi all’esempio di Giuseppe Taliercio, il direttore del Petrolchimico ucciso dalle Brigate Rosse che come parrocchiano del Sacro Cuore faceva parte della locale associazione San Vincenzo nel sostegno ai poveri. Allo stesso tempo il passaggio di consegne dell’immobile di via Aleardi consentirà di proseguire l’attività dell’asilo nido e della scuola materna paritaria gestiti dalla cooperativa

Il senatore veneziano Andrea Ferrazzi è stato cooptato ieri nella Direzione nazionale del Partito Democratico. «Un ulteriore motivo per dedicarmi con ancor maggior impegno nel compito di rappresentare al meglio il mio territorio e far crescere un riformismo sempre più in grado di rispondere al bisogno delle persone, in particolare di quelle più in difficoltà - ha commentato ieri, durante l’Assemblea nazionale del Partito a Roma, il politico che, a Venezia, è stato anche assessore all’Urbanistica nella giunta Orsoni -. Fiducia nel nostro straordinario Paese, aiuto a chi è ai margini, sostegno a chi

TANDEM Pier Paolo Baretta e Monica Sambo (sotto) sono i nomi proposti dal Pd sui quali ora si dovranno esprimere le altre forze. Sopra la riunione di “Un’altra città è possibile”

lavora e intraprende creando benessere e ricchezza. C’è un cammino pieno di grandi occasioni da compiere».

TANGENZIALE SVINCOLO CHIUSO PER LA MIRANESE

Oggi all’Officina del Gusto

E la sinistra detta l’agenda delle priorità L’INCONTRO In vista della riunione, domani, del tavolo della coalizione, oggi alle 10 all’Officina del Gusto in via Sarpi 18 a Mestre, si incontreranno gli esponenti di “Il nostro impegno per la città” che mette assieme Art. Uno, Europa Verde Venezia,

Possibile, Rifondazione comunista, Sinistra Italiana. Il polo rosso-verde presenterà i punti fondamentali del programma di governo che proporrà agli alleati, partendo da quattro punti fondamentali: comparazione di tutti i progetti più significativi

alternativi alla Marittima per le navi da crociera, una verifica rigorosa e indipendente dello stato del Mose, fermare l’iter autorizzativo del nuovo impianto di incenerimento Veritas di Fusina e ridare centralità alla spesa per il welfare in città.

Il Patriarcato compra, riapre Casa Taliercio VOLONTARIATO

PD NAZIONALE ANDREA FERRAZZI IN DIREZIONE

“Arlecchino”, che offre un servizio prezioso per le famiglie che abitano nella zona. Per gli spazi di “Casa Taliercio” si profila invece una sorta di aggiornamento dell’attività di accoglienza: se negli anni la necessità di fornire ospitalità alle badanti si è fatta meno pressante, come spiegato a suo tempo dai volontari che avevano deciso di conclduere l’esperienza,

L’IMMOBILE DI VIA ALEARDI OSPITERÀ UNA NUOVA COMUNITÀ RESTA L’ASILO NIDO E LA MATERNA

ACQUISIZIONE L’ingresso di Casa Taliercio in via Aleardi

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assistenziale l’immobile sarà ora destinato a ospitare una nuova casa famiglia, sul modello dell’esperienza della comunità della Giudecca gestita dall’”Istituto San Pio X”. Nell’immobile vi saranno poi anche alcuni spazi riservati alla parrocchia del Sacro Cuore e, probabilmente, ad altre realtà diocesane. «La struttura - si legge in una nota del Patriarcato che ha annunciato il passaggio di consegne - conserverà, dunque, la sua vocazione a servizio delle donne che vivono situazioni di fragilità mentre è garantita la continuità dell’attività educativa del nido e dell’asilo a favore dei bambini e delle loro famiglie». (a.fra.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuove chiusure di svincoli lungo la Tangenziale per la periodica ispezione programmata della struttura. Lo annuncia la concessionaria Cav che dalle 22 di domani sera alle 6 di martedì chiuderà lo svincolo di uscita verso la rotatoria Miranese dalla carreggiata Ovest (direzione Milano), con il traffico deviato verso la rotatoria Marghera; dalle 22.30 di martedì alle 6 di mercoledì 26 febbraio sarà chiuso invece il raccordo per Venezia con provenienza dalla rotatoria Marghera, con il traffico deviato verso la rotatoria Miranese.

PROGETTO CON-TATTO DUECENTO STUDENTI IN AUDITORIUM Oltre duecento studenti delle scuole medie e superiori del territorio hanno partecipato venerdì all’auditorium della Città Metropolitana allo spettacolo “Alias-cronache dal pianeta Asperger”, promosso nell’ambito delle collaborazioni del progetto Con-Tatto del Comune. L’evento è stato realizzato mettendo in scena molti episodi autobiografici e romanzati attraverso recitazione, canzoni e video interventi. «Come assessore alla Coesione sociale - ha spiegato l’assessore Simone Venturini - il mio compito è far sì che i cittadini siano coesi, vicini tra loro, che i servizi funzionino, che non ci siano ragazzi di serie A o di serie B, ma persone che hanno potenzialità e attitudini diverse, ma gli stessi diritti e gli stessi doveri».


PIOVESE

DOMENICA 23 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO

pontelongo

Casa di riposo Galvan un milione in arrivo dalla Regione Veneto Il finanziamento permetterà di ottenere altri 30 posti Lovato: «Fondamentale per adeguare l’assistenza» PONTELONGO. Trenta nuovi po-

sti alla casa di riposo “Galvan” grazie ad un contributo della Regione Veneto da oltre un milione di euro. «Ho ricevuto comunicazione dell’assessore regionale alle Politiche sanitarie, Manuela Lanzarin» anticipa il presidente Paolo Lovato «sull’avvenuta approvazione, da parte della Giunta, della deliberazione che ammette il nostro ente tra i beneficiari dei finanziamenti in conto capitale a rimborso graduale. La richiesta di finanziamento, che abbiamo presentato lo scorso settembre, era finalizzata a consentire la realizzazione di un’ulteriore porzione da 30 posti letto per persone non autosufficienti». Con questo finanziamento regionale la storica “Galvan” ( esiste dal 1891) potrà portare a conclusione il progetto

La casa di riposo Galvan a Pontelongo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

AVVISI ECONOMICI

Martedì a sant’UrBano

Cadaveri nascosti nella legnaia Fissati i funerali dopo 9 mesi SANT’URBANO. Sono passati nove mesi ed è arrivato il momento dell’addio solenne. Martedì prossimo, alle 15.30 nella chiesa di Ca’ Morosini a Sant’Urbano, verrà celebrato il funerale di Nerina e del fratello Italo Baratella. Sono i due anziani i cui cadaveri sono stati scoperti, lo scorso 15 maggio, nella legnaia della loro abitazione. A nascondere i due corpi era stato Federico Bernardinello, figlio di Nerina e nipote di Italo. L’una morta a 87 anni il 13 dicembre 2018, l’altro alla stessa età ma il 13 dicembre 2015. Bernardinello, 54 anni, li aveva nascosti con cura nella legnaia di via Argine Superiore per poter percepire la loro pensione, pari a 1.400 euro al mese. Per questo l’uomo era stato denunciato per truffa e occultamento di cadavere, dovendo “scontare” anche un periodo di ricovero in Psichiatria. La truffa era emersa in seguito ad alcuni accertamenti messi in atto dalla banca del paese e poi dall’assistente sociale del Comune, che aveva spedito a casa dei Baratella i carabinieri. Bernardinello, davanti ai militari, aveva confessato spiegando la necessità di incassare mensilmente quelle somme per poter sopravvivere. Si è dovuto attendere me-

generale di riqualificazione della struttura avviato nel 2000 e che aveva già consentito la realizzazione dei primi novanta posti letto per non autosufficienti. Successivamente, dal 2017 al 2019, c’è stata anche la realizzazione del secondo stralcio funzionale che ha consentito di realizzare la nuova cucina e di altri locali accessori in cui ospitare alcuni servizi necessari, quali la nuova lavanderia-guardaroba, i nuovi magazzini e la camera mortuaria. «Il consiglio di amministrazione» continua Lovato «prenderà atto al più presto dell’avvenuta concessione del nuovo finanziamento da un milione e trecento mila euro e provvederà a valutare la sostenibilità finanziaria della nuova opera. Quindi si attiverà per l’avvio dei lavori, consentendo così alla “Galvan” di dotarsi del numero di posti letto adeguato a garantire l’ottimale dimensione di una struttura di servizio a persone in condizione di non autosufficienza, migliorando l’offerta di servizi che l’Ente si propone di erogare sul territorio di competenza. Servizi che già comprendono, oltre a quelli di assistenza domiciliare per i Comuni di Pontelongo e Codevigo e di fornitura di pasti caldi destinati ad altri Comuni e ad alcune scuole e a servizi per l’infanzia, un Nucleo specializzato per malati di Alzheimer e per persone con un bisogno sanitario di media intensità sanitaria». — Alessandro Cesarato

si per poter dare degna sepoltura ai due corpi: una lunga attesa, questa, legata soprattutto ad esigenze giudiziarie. Per entrambi i corpi, infatti, sono stati predisposti dalla Procura di Rovigo dei delicati accertamenti per scongiurare, in particolare, eventuali morti violente. Gli esiti di questo procedimento giudiziario non sono stati resi noti, anche se pare ormai assodato che nessun’altra responsabilità verrà attribuita al 54enne figlio

e nipote delle due vittime. Il funerale dei due anziani sarà pagato dal Comune, che in casi come questi ha l’onere di provvedere alla sepoltura. Oggi Federico Bernardinello vive in una comunità e di lui si occupa anche una cooperativa sociale. In questi mesi un forte aiuto è arrivato anche dal gruppo parrocchiale della Caritas. Allo stesso 54enne è stato riconosciuto il reddito di cittadinanza. N. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La richiesta di necrologie potrà essere effettuata contattando il n. verde, attivo tutti giorni, compresi i festivi, dalle h. 10:00 alle h. 19:30. A. Manzoni & C. S.p.A.

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sant’angelo di piove

Spaccata da Tigotà Colpo da 6.300 euro SANT’ANGELO DI PIOVE. Spaccata notturna al punto vendita della catena Tigotà a Vigorovea. Rubati prodotti cosmetici e per la pulizia della casa per oltre sei mila euro. Il negozio si trova lungo la Statale 516, nel più ampio fabbricato che fino a qualche anno fa ospitava anche la rivendita del marchio di abbigliamento Sorelle Ramonda, poi distrutta a seguito di un’esplosione. I ladri, approfittando del

fatto che il posto durante la notte è isolato e lontano da occhi indiscreti, hanno potuto agire senza essere disturbati. Sono riusciti ad entrare nei locali forzando e danneggiando una delle vetrine. Una volta all’interno hanno fatto incetta di merce. Da una prima stima seguita all’inventario effettuato nella mattinata di ieri il bottino dei malviventi sarebbe di circa 6.300 euro. — AL.CE.

saonara

Guida in stato d’ebbrezza ci sono tre denunciati SAONARA. Sono tre gli auto-

mobilisti denunciati a piede libero dai carabinieri per il reato di guida in stato di ebbrezza a seguito dei controlli stradali a scopo preventivo avvenuti nella notte tra venerdì e sabato. S.Y., una cittadina cinese di 25 anni residente in paese, lungo via Monte Rosa era alla guida della sua Mercedes 180 con un tasso alcolico di 1,77 g/l. Al volante di una Volkswagen Passat dopo ave-

Ufficio Venus tel. 049 2050393 PADOVA 50enne laureato imprenditore sportivo, amante viaggi, arte, musica, motociclismo. Buona dialettica, mi ritengo una persona dinamica e intraprendente, sono riservato con chi non conosco ma socievole con amici e conoscenti. Vorrei conoscere una lei di pari requisiti indiff. nazionalità. Cell. 393 8572663 Ufficio Venus tel. 049 2050393 PADOVA 55enne brizzolato, occhi verdi, vesto casual, non sono tipo da giacca e cravatta. Amante animali mi piacciono le auto d'epoca, sono appassionato di motori. Mi piace molto cucinare. Vorrei conoscere una donna semplice, indifferente la zona di residenza. Giacomo cell. 392 9602430 Ufficio Venus tel. 049 2050393 PADOVA 63enne brizzolato occhi verdi, sono celibe, ho una figlia grande. Libero professionista con la passione per l'arte, viaggio molto per lavoro, sono molto gratificato sotto l'aspetto professionale. Disponibile generoso riservato. Vorrei trovare una compagna di pari requisiti. Dario cell. 349 0893495 Ufficio Venus tel. 049 2050393 PIOMBINO DESE limitrofi imprenditore celibe senza figli 47enne brizzolato occhi celesti. Scio, nuoto, faccio ciclismo. Amo leggere, andare alle terme, visitare città d'arte. Estroverso, esigo molto da me stesso. Vorrei trovare una compagna con la quale formare una famiglia. Lorenzo cell. 393 6941340

re alzato il gomito anche A.B., un quarantaseienne veneziano di Vigonovo, che a seguito dei controlli effettuati in via Granzetta è risultato positivo con 1,17 g/l. In via Vittorio Emanuele II è stato invece sottoposto all’alcoltest F.F., 46enne di Ponte San Nicolò che conduceva un’Audi A4 con un tasso di 1,27 g/l. Tutte le operazioni sono state eseguite dai militari della stazione di Legnaro. — AL.CE.

ufficio Venus tel. 0423 374186 PIOVESE 39enne celibe medico dentista ; non mi piace descrivermi: vorrei che mi conoscessi dal vivo. Non faccio strategie in amore, sono una persona genuina. Leggo molto, amo viaggiare, non sono uno sportivo. Ironico, "leggero", serio se si parla d'amore. Daniele cell. 340 3664773 Ufficio Venus tel. 049 2050393 PIOVESE 55enne cm 185 possente. Amo gli animali, ho un boxer a cui sono molto affezionato, ho sempre avuto la passione per le moto. Nonostante sia stato ferito, sono positivo di poter trovare la persona giusta. Info www.agenziavenus.it Carlo cell. 393 8572663 Ufficio Venus tel. 049 2050393 PIOVESE limitrofi vedova 54enne imprenditrice semplice e gentile, colta e genuina, invece di uscire, preferisco godere della tranquillità della casa, mi piace molto cucinare. Cerco un compagno che mi avvolga col suo sguardo, un uomo alla vecchia maniera. Federica cell. 392 9602430 Ufficio Venus tel. 049 2050393 TOMBOLO 49enne simpatica, sono una persona normalissima che crede nei valori di una volta, soprattutto nell'Amore e nell'amicizia. Penso che oggi si siano persi un pochino questi valori, si dà tutto per scontato. Voglio provare a rimettermi in gioco... Matilde cell. 340 3664773 Ufficio Venus tel. 0423 374186 VIGONZA limitrofi 29enne celibe senza figli. Sono un ragazzo maturo e sentimentale e se sono qui non cerco avventure ma una ragazza con cui credere in un futuro insieme. Ti cerco semplice, max 32enne indifferente nazionalità. Rif. C1943 Mauro cell. 393 8572663 Ufficio Venus tel. 049 2050393 ZONA COLLI 71enne raffinata; so portare per mie primavere con eleganza e positività. Sono indipendente ma sono anche in un momento della vita dove la solitudine si fa sentire di più e quindi ho deciso di rimettermi in gioco. Greta cell. 392 9602430 Ufficio Venus tel. 049 2050393

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Provincia 31

L'ARENA Domenica 23 Febbraio 2020

VALPOLICELLA. Maglie strette perl’utilizzo deifitofarmaci in agricolturasoprattutto nelle zonesensibiliin cuidevono convivere lelavorazioninei campi eil turismo

Regione più severa sui pesticidi? «Era ora» Leamministrazionieiviticoltorisonofavorevoli BussinellodelConsorzio:«Siamoallavorodatempo e proponiamo il protocollo di polizia rurale comune»

Iniziativeditutela

QuattroComuniuniti pergarantireatutti lasicurezzaperlasalute

Camilla Madinelli

La Regione stringe le maglie sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura, a tutela dei cittadini e degli stessi produttori, partendo dalla salvaguardia dei luoghi sensibili? Pare non chiedano di meglio amministrazioni locali e viticoltori della Valpolicella del vino, Classica e allargata, pronti a collaborare tra loro per arrivare a un unico regolamento che detti le linee guida sulla gestione dei pesticidi nel vigneto e ne definisca in modo uniforme l’uso, vigilando sul rispetto delle norme per garantire una serena convivenza. Nel nome della sostenibilità e salubrità di zone anche molto popolate e di prodotti in linea con le richieste dei moderni consumatori, come pure dello sviluppo turistico della zona. LAPROPOSTA. «Siamo al lavo-

ro da tempo sul tema dei fitofarmaci e sul tavolo c’è la proposta di un protocollo di polizia rurale comune che stiamo condividendo con le amministrazioni locali», afferma il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello. «La settimana prossima incontreremo sindaci e amministratori dei 19 Comuni che ricadono nell’area della nostra Denominazione per discutere la proposta, in modo da far incontrare le esigenze di agricoltori e cittadini. I Comuni della zona Classica sono già in rete, su questo, ma c’è buona disponibilità e

Fotodi alcuni annifa: macchinariospande fitofarmaciin Valpolicella

Pesticidisequestrati durante un’inchiesta

apertura anche tra quelli dell’allargata. L’obiettivo», continua Bussinello, «è uniformare una serie di aspetti che agevolino il lavoro dei produttori e portino il territorio ad acquisire una sensibilità sempre maggiore verso eticità della produzione e convivenza con cittadini e turisti». E come raggiungerlo? «Noi siamo pronti a fare informazione e formazione tra i viticoltori, ma anche a mettere il nostro ufficio agronomico a disposizione delle amministrazioni per coinvolgere i comparti agricoli dell’ortofrutta, dalle olive alle ciliegie e pesche, per allargare la condivisione delle buone pratiche», risponde il direttore del Consorzio di tutela. «Inoltre, insieme ai Comuni, si dovrà fare in modo che i cittadini prendano conoscenza e consapevolezza su cosa è peri-

coloso per la salute e cosa non lo è». Basta inutili allarmismi o preoccupazioni ingiustificate, insomma. Basta anche con l’uso indiscriminato di pesticidi, però, come ne deriva dalle linee di indirizzo per il Veneto a cui hanno lavorato la Direzione Agroambiente e la Direzione Sanitaria della Regione, pensando soprattutto alla tutela delle aree frequentate dalla popolazione e in particolare da bambini e ragazzi.

tari, che impone di dimezzare entro il 2030 l’utilizzo di prodotti chimici nei terreni agricoli. «La Regione ha già approvato linee guida per l’utilizzo dei questi prodotti e messo in atto una forte collaborazione con i Comuni», ha sottolineato Pan, «per garantire la sostenibilità della viticoltura e stilare regolamenti omogenei che garantiscano il rispetto dei siti sensibili come scuole, asili, piste ciclabili e campi da gioco».

IL RICHIAMO. Alcune sere fa,

LA RISPOSTA. «Non solo sia-

durante un incontro nel Trevigiano, l’assessore veneto all’agricoltura Giuseppe Pan ha lanciato un appello ai consorzi di tutela perché «rispettino i disciplinari», facciano buon uso delle strategie di governo dell’offerta, aderiscano in fretta al Piano di azione nazionale per i prodotti fitosani-

mo già in linea con il Piano nazionale, ma abbiamo fatto anche di più», dichiara il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella. «Abbiamo eliminato non soltanto tutti i fitofarmaci nocivi, ma anche quei prodotti che possono generare un rischio per la salute umana». Bussinello va fie-

SANT’AMBROGIO. Affondo delconsigliere d’opposizioneToffalori

Nuovoedificio,polemicain Comune Non cessano le polemiche sulla nuova edificazione tra via IV novembre, via Pozzo e la lottizzazione I Cimieri a Sant’Ambrogio di Valpolicella in sostituzione di un precedente fabbricato. Tensioni sono emerse anche nell’ultimo consiglio comunale di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Ad evidenziare la controversa questione è stato il consigliere di Partecipazione Au-

tonomia Pier Luigi Toffalori, rilanciando quanto sollevato, lo scorso autunno, dal consigliere di Sant’Ambrogio Riparte Romina Grigoli con specifiche interrogazioni. Oggetto del contendere è il fatto che «questi lavori non tengono conto della sicurezza dei pedoni, tant’è che il marciapiede della lottizzazione termina all'inizio dell’area in costruzione», aveva spiega-

to Romina Grigoli. «Il nuovo edificio in via IV Novembre», ha affermato il consigliere d’opposizione e già sindaco Pier Luigi Toffalori, «dovrebbe rientrare nella logica di un interesse comune. Quando sono state concesse le autorizzazioni edificatorie, si sarebbe dovuto imporre un arretramento del nuovo immobile. Invece si è creata la situazione opposta nonostan-

ra del progetto RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta), protocollo di certificazione che prevede pratiche sostenibili per far diventare la Valpolicella un’area vitivinicola a basso impatto ambientale, attenta alla biodiversità, alla qualità dell’uva, alla salute dei suoi abitanti, al controllo degli sprechi e delle risorse naturali. Gli ultimi dati indicano 132 aziende certificate RRR e oltre 1.100 ettari, con una crescita dei terreni coltivati in modo sostenibile pari al 31 per cento. Un buon risultato, per il Consorzio, che però rimarca: «C’è bisogno di un lavoro di squadra, dalla Regione alle amministrazioni locali fino ai produttori: insieme dobbiamo essere in grado di garantire sostenibilità sotto tutti i punti di vista, economico, etico e ambientale». • © RIPRODUZIONERISERVATA

IComuni diNegrar di Valpolicella,SanPietroin CarianoeFumane hanno iniziatoa lavorareinsieme sull’usodeifitofarmaci anche nelleamministrazionivotate lo scorsoanno(2019-24). Lo fannoper riprendere le filadel discorsoeproseguire un percorsocongiunto, com’era giàaccaduto nelcorso del mandato2014-19con l’adozionediun unico Regolamento.Il 18 febbraio scorsounaloro rappresentanzaèstata ricevutanellasede della RegioneaVenezia,alla direzionedel settore Agroambiente,dove sono stateillustratele novità scaturitedall’ultima disposizioneregionalein meritoall’utilizzo dei fitofarmaci. «TraNegrar, SanPietroe Fumanec’è unacollaborazione eccellentee lagrandevolontà diprocedereinsieme in un’unicadirezione,nonsolo per ottenereunamaggiortutela dellasalutedioperatori, cittadinieconsumatori,ma anchedisostenereprodottial passocon il mercatoedi preservareunambientecheci consentadivivere meglio e attrarreturisti», sottolinea il vicesindaco diNegrar,Fausto Rossignoli.«Naturalmente l’auspicioèchela collaborazionesi estendail più possibileeben venga l’ideadel Consorziotutela vini

FaustoRossignoli Valpolicelladispingerein questa direzionetutti i19 interessati dallaproduzione delvino Valpolicella.Possodire per Negrarche daremotuttoil nostro apporto,visto cheoltretutto sarebbeuno straordinario bigliettodavisita per lanostra terraei nostri prodotti». Dialogocostantecon il Consorzioditutela eattenzione ai temiambientali anchedaparte degliComuni dellazonaClassica, MaranoeSant’Ambrogio, dove tra l’altrohasedeil Consorzio. «Sull’utilizzodei fitofarmacila condivisionediuna lineaeun regolamentochesiauguale dappertuttoèfondamentale», sottolineail sindaco di Sant’Ambrogio,Roberto Zorzi. «C’èdialogo tra le cinque amministrazionidellaClassica,su questotemacomesualtri», conferma,«estiamo gettando le basiper convergere tuttinella medesimadirezione, insieme ai produttoriealle associazioni di categoria,perchéil percorso versola sostenibilitàsarà efficace solose tuttisono coinvolti». C.M.

DOMEGLIARA. Partenza della sfilataalle 14 dal quartierePoli te l’attuale sindaco Zorzi fosse, nel precedente mandato scaduto lo scorso giugno, assessore all’urbanistica». Andando avanti, il consigliere Toffalori ha rincarato la dose: «È stata l’ennesima occasione mancata per fare valere i diritti della comunità e non solo di un singolo privato». L’amministrazione, ha spiegato il sindaco Zorzi, ha già risposto per iscritto due volte alle interrogazioni del gruppo consiliare Sant’Ambrogio Riparte. • M.U.

Oggiètempo di GranCarnealon Oggi la Valbusa, com’è chiamata la Domegliara carnevalesca, sotto l’egida organizzazione del comitato benefico Gran Carnealon, presieduto da Sergio Quintarelli detto i Baronetto, apre le porte alla 73esima sfilata del Gran Carnealon con partenza alle 14 dal quartiere Poli. Il Duca Bruno Madinelli, detto Manubrio, e la dolce Duchessa Ombretta Leone

col Marchese e la Marchesa del Montindon, Marco Arcali e Lorella Ruffo, Cedrone Senza Fegato, scortato da Dino Laghi, accoglieranno migliaia di forestieri e valbusani. Alle 13 saranno chiuse tassativamente le strade. Attese migliaia di valbusani e forestieri a partire dalle mascherine dei più piccoli. In Valbusa arriverà il 490esimo papa del Gnoco, la corte del Bacanal

di San Zeno, maschere, majorettes, teste coronate da Verona, dalla provincia scaligera e da quelle limitrofe. Sfileranno insieme a ben 18 mastodontici carri allegorici, tra cui i gruppi della Bassa Veronese, Valpolicella, molti gruppi reduci dal Carnevale di Verona. Pronti a stupire, una volta ancora, i Bdd di Domegliara, padroni di casa. • M.U.


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