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GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
la riforma delle regioni
Boccia: la legge sull’autonomia martedì entra a Palazzo Chigi Il ministro annuncia di essere pronto a tagliare il traguardo dopo 6 mesi di lavoro Dura polemica con Renzi: «Basta con i veti su tutto, il testo andrà in Parlamento» regioni senza alcuna contestazione, è stata riscritta per accogliere le proposte dei partiti di maggioranza. «La mia pazienza sta per finire», aveva detto 10 giorni fa a Padova il ministro delle Regioni, «se il governo non darà il via libera, sarà il Pd a inviare la legge al Parlamento». Ipotesi rientrata in fretta. Italia
Albino Salmaso PADOVA. Segnate la data sul calendario: martedì 25 febbraio 2020 il consiglio dei ministri esaminerà la legge quadro di Francesco Boccia sull’autonomia differenziata. Poi la invierà al Parlamento. Le ultime resistenze sono cadute dopo il vertice di maggioranza dell’altra sera, che ha visto il governo Conte2 ricompattare la maggioranza dopo l’attacco frontale di Renzi al ministro della Giustizia Bonafede sulla riforma del processo e lo stop alla prescrizione. Siamo dunque alla svolta tanto attesa e invocata dai governatori di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna? Pare di sì, almeno a giudicare dalle affermazioni del ministro Boccia ad Agorà, ieri mattina, riprese da tutte le agenzie e confermate dal suo staff. La legge quadro che ha già ottenuto il via libera della conferenza delle
«Al mio amico Matteo dico una cosa molto semplice: sei stato eletto con i voti del Pd»
Il ministro Francesco Boccia a Padova al forum sul volontariato
molti i contratti part-time
Pulizie nelle scuole presentate 348 domande 140 perderanno il posto VENEZIA. Sono 348 le doman-
de presentate in tutto il Veneto per svolgere i servizi di pulizia nelle scuole, dopo la norma che prevede - dal primo maggio - l’internalizzazione del servizio, che sino a fine febbraio sarà svolto, parallelamente, da “bidelli” scolastici e dipendenti delle società in appalto (in Veneto, la Rekeep). A fare domanda sono stati tutti i lavoratori in possesso dei requisiti previsti dalla legge: un’anzianità di almeno
dieci anni, il diploma di terza media e l’assenza di condanne penali. Tutti gli altri saranno esclusi: si parla di circa 140 lavoratori, la maggior parte a Venezia (58) e Treviso (40). Ma neanche i 348 che hanno fatto domanda hanno la certezza dell’assunzione. In provincia di Venezia sono disponibili 230 posti, ma i contratti firmati saranno tutti part time, a fronte delle 153 richieste inoltrate; nel Trevigiano le domande sono state 92 e i posti disponibili so-
utilizzato il generatore shu
Azienda in Cina sanificata dal rischio Coronavirus PADOVA. Idrobase ha potuto riaprire la sua unità produttiva in Cina, a Ningbo, dopo alcuni giorni di chiusura per precauzione, a causa del diffondersi del Coronavirus. Lo stabilimento nell’Estremo Oriente, con 30 dipendenti cinesi, ha riaperto grazie a una innovazione italiana (validata dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie) che, applicando la tecnologia “state-of-the-art” utilizzata nel-
L’unità di sanificazione SHU
no 102 (59 full time e 86 part time); in provincia di Padova i posti sono 25 (9 full time e 32 part time) per 26 domande, nessuna richiesta è stata fatta nel Bellunese. I sindacati lamentano l’assenza di chiarezza e la lentezza della comunicazione delle graduatorie. «Non sappiamo quante domande saranno accettate, se i contratti saranno full-time o part-time. Il Ministero dell’istruzione latita» accusa Margherita Grigolato, segretaria di Filcams Cgil Veneto. Ed è sulla stessa lunghezza d’onda Daniele Zennaro, segretario di Uil trasporti regionale. «Siamo preoccupati, gli esuberi sono rimasti e avremo un serio problema occupazionale». Il tempo stringe: la soluzione deve arrivare entro il primo marzo. — Laura Berlinghieri © RIPRODUZIONE RISERVATA
le stazioni aerospaziali statunitensi della Nasa, ha creato un’unita di sanificazione di superfici, capace di eliminare virus presenti nell’ambiente. Il merito di questa applicazione scientifica è dell’azienda padovana PureAiron, che grazie alla ricerca, prendendo spunto dal fenomeno naturale della fotolisi, è riuscita a sviluppare un generatore di elettroni per la sanificazione delle superfici e degli ambienti, capace in poche ore di eliminare il 95% dei batteri, muffe e virus, denominato SHU (acronimo di Sanitari Habitat Unit). Il prodotto è venduto oramai su diversi mercati internazionali, tra cui la Cina e il Medio Oriente. —
Viva ha firmato la tregua, alla pari del M5S, che aveva fatto saltare la proposta del ministro Erika Stefani nell’alleanza gialloverde di Conte1. Francesco Boccia in otto mesi ha invece convinto tutti, tranne Matteo Renzi che ha tentato di mettergli i ba-
stoni tra le ruote fino all’ultimo. Tanto che ieri è nata una polemica molta dura: «Glielo voglio dire con grande amicizia e franchezza a Renzi: anche basta. Ci aiuti a lavorare per il bene del Paese e sui singoli dossier, ed è quello che stiamo facendo dalla mattina alla sera tutti noi». Poi un passaggio sui “transfughi”. «Oggi deputati e senatori eletti nel Pd, con i voti del Pd, ma passati a Italia viva mi criticano dicendo che senza Renzi io non sarei in Parlamento e che questo governo l’ha fatto nascere proprio lui... Al mio amico Matteo voglio dire una cosa semplicissima: anche da come tratti i tuoi deputati facendogli fare dichiarazioni in batteria si vede che non hai mai capito cos’è la comunità del Pd. Noi siamo contro la cultura del capo-proprietario; noi non siamo candidati da un capo, ma da un partito e eletti da una comunità. La stessa comunità, straordinariamente generosa con te, che ti pregherei di rispettare almeno fino al termine della legislatura, visto che siedi in Senato esclusivamente grazie al PD e ai suoi elettori» scrive Boccia su Facebook. E la “legge quadro”? Prevede un Commissario per l’autonomia per convince in tempi rapidi i ministri a determinare i Lep. Poi è previsto il fondo di perequazione pari a 36 miliardi in 10 anni per annullare i gap Nord- Sud e metropoli-periferia. Martedì avrà il via libera? — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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safilo di martignacco
Via libera con 224 sì a Cig e incentivi alle dimissioni Con 224 voti a favore e 2 astensioni su di un totale di 226 votanti l'assemblea dei lavoratori dello stabilimento Safilo di Martignacco (Udine) ha approvato il pre-accordo siglato dai sindacati con l’azienda, che prevede lo slittamento al 1 luglio dell’avvio della cassa integrazione. Poi anche un sistema di incentivi (da 8 a 12 mensilità) per favorire l’esodo volontario dei lavoratori che vorranno uscire prima e durante la cassa integrazione e un advisor per la re-industrializzazione del sito. Lo ha reso noto Pasquale Lombardo, rappresentante sindacale Femca Cisl Udine, che ha illustrato l’accordo ai lavoratori in assemblea con Franco Rizzo (Femca Cisl Fvg), Andrea Modotto per Filctem Cgil e Antonino Mauro e Nello Cum per Uiltec Uil. «I lavoratori ci hanno dato un ampio mandato» ha detto Lombardo « a ratificare l'accordo che poi dovremo portare in ambito nazionale, con l'obiettivo di fare un accordo quadro insieme con il resto degli stabilimenti in Italia, da presentare poi al Mise per la ratifica definitiva». Lombardo ha precisato che il prossimo 21 febbraio è in programma un coordinamento a Mestre con gli stabilimenti di Longarone e Padova». —
il libro
Banche, banchieri e sbancati «Un modello ancora attivo» Lorenzoni alla presentazione dell’inchiesta di Renzo Mazzaro sulle banche popolari venete «Perplesso da ciò che vedo e dal disinteresse dei veneti» PADOVA. «Sono preoccupato
che il modello delle Popolari Venete non sia scomparso con il drammatico crack di Popolare di Vicenza e VenetoBanca. A lasciarmi perplesso sono le modalità della finanziarizzazione delle multiutility che estromettono il controllo dei soci pubblici, la crescita forzata dei punti vendita della Gdo e soprattutto l’approccio dei veneti, il loro disinteresse, la poca volontà di fare sistema e pretendere controllo». Ha esordito così il candidato governatore del Veneto Arturo Lorenzoni tra i relatori, assieme a Romolo Bugaro e Renzo Mazzaro della presentazione del libro “Banche Banchieri e Sbancati” l’ultima fatica del giornalista del gruppo Gedi e della Repubblica, avvenuta ieri sera a Palazzo Moroni a Padova con la conduzione del giornalista Enrico Ferri. Oltre 200 mila soci, circa 17 miliardi di euro bruciati, una lunga lista di suicidi tra i risparmiatori truffati e uno strascico di vicende giudiziarie complesse e a tratti inquietanti. È il tema di un sistema che ha premiato le relazioni amicali, i clan d’affari, la dirigenza più spregiudicata, sempre nel se-
Da sinistra Romolo Bugaro, Enrico Ferri e Renzo Mazzaro
gno degli “schei”, fatti dai pochi a scapito dei tanti, uno leitmotiv di un libro frutto di mesi di ricerche, di interviste inedite e della consultazione di documentazioni riservate. «Una storia tutta veneta» hanno raccontato Romolo Bugaro e Renzo Mazzaro, uno autore della piéce “Una Banca Popolare” e del libro “Effetto Domino, l’altro voce de “Banche, Banchieri e Sbancati” «che è l’espressione di un rapporto distorto tra gli amministratori dei due istituti, gli imprenditori del territorio, i professionisti, i controllori e, infine i piccoli risparmiatori, vitti-
me di un sistema di porte girevoli, degli interessi di piccoli ma ricchi clan, di stipendi gonfiati fino ad essere imbarazzanti e così via. Una storia l’ungi dall’essere quella, più volte raccontata a torto, del complotto esterno contro la finanza veneta. Una vicenda dolorosa per le vittime, ancora incerta dal punto di vista giudiziario, e in cui la Regione si dimostra evanescente anche solo per via della mancata costituzione di parte civile nel processo in corso per Popolare di Vicenza». — Riccardo Sandre © RIPRODUZIONE RISERVATA
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BELLUNO
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La salute in provincia
L’ospedale San Martino di Belluno
Screening oncologici Cresce l’adesione qualche resistenza per il sangue occulto L’Usl vuole uniformare le procedure di cura per i casi positivi A breve l’app per gli appuntamenti e l’utilizzo delle farmacie
Paola Dall’Anese BELLUNO. Obiettivo è uniformare le procedure che una persona deve compiere nel caso in cui venga trovata positiva agli screening oncologici. «Stiamo lavorando», anticipa il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl, Fabio Soppelsa che dal primo marzo sarà in pensione, «per avere uno screening oncologico unico per tutta l’azienda. Si tratta di uniformare sia lo
screening di primo livello composto di inviti, solleciti, gestione degli spostamenti degli appuntamenti, che quello di secondo, che scatta in caso di positività. Qui si tratta di inviare i pazienti alle unità operative di riferimento sia a Belluno che a Feltre per gli accertamenti più accurati e per definire gli interventi da mettere in campo per la cura. Un percorso che contiamo di chiudere entro l’anno così da indirizzare subito il cittadino ai reparti di pertinenza», prose-
gue Soppelsa. Il direttore fa presente, inoltre, che «abbiamo messo in piedi anche un progetto di certificazione Iso 9001 per coinvolgere le due centrali di screening attualmente allocate in posti diversi». Ma le novità non finiscono qui. Infatti, con la Regione Veneto l’Usl sta lavorando per ottenere una app per avviare un cambio appuntamento on line per l’analisi citologica e mammografica così da svincolare le donne dagli orari di se-
greteria. Entro l’estate dovrebbe essere realtà. Infine, «per lo screening del colon retto si sta lavorando per coinvolgere non solo nella consegna dei campioni ma anche nell’informazione e sensibilizzazione le farmacie, che diventeranno così fulcro importante del territorio, soprattutto nelle parti alte della provincia. Questa sarà una soluzione importante di fronte alla carenza di personale medico a carico dell’Usl», conclude Soppelsa. INDAGINE CITOLOGICA
Nel 2018 l’Usl Dolomiti ha ottenuto i risultati tra i più performanti in tutti gli screening. Per quanto riguarda quello citologico, che prevede il pap-test per le donne dai 25 ai 29 anni e il test dell’Hpv cioè del Papilloma virus per quelle dai 30 ai 64 anni. «Nel 2018 sono state invitate 15.552 donne e hanno aderito 10.653 pari al 73,4% (quella regionale è del 62%). Gli esami per l’Hpv sono stati 9.119 e di questi l’8% è risultato positivo, mentre per il pap test la positività ha riguardato il 38% delle aderenti. Si tratta di lesioni molto piccole che quindi non necessitano il più delle volte di interventi invasivi», precisa Flavia Campigotto segretaria organizzativa degli screening. «Questo risultato
lavoro
Malattie professionali patronati e Inail fanno squadra Sarà avviata presto anche in provincia questa indagine soprattutto tra i dipendenti part time per comprendere i problemi fisici di cui soffrono BELLUNO. Affrontare le criticità legate alla gestione delle domande di riconoscimento delle malattie professionali, favorendo l’uniformità delle valutazioni delle patologie su tutto il territo-
rio per migliorare il livello della tutela garantita ai lavoratori. È questa la premessa che ha spinto l’Inail e i patronati del CePa (Acli, Inas, Inca e Ital) a promuovere una serie di appuntamenti interregionali con esperti e medici legali, rilanciando anche a livello locale i principi della loro collaborazione. Un programma che presto approderà anche nella provincia di Belluno e che
interesserà i lavoratori di vari comparti, soprattutto quelli part time. A loro sarà somministrato un questionario per comprendere i problemi fisici a cui vanno incontro. Da qui poi sarà cura dei patronati far presente all’istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro quali sono le nuove malattie che emergono per ottenere maggiori tutele nei confronti dei lavoratori.
La sede Inail di Belluno
lo abbiamo anche nei test mammografici e questo perché con gli screening riusciamo a raggiungere un’ampia platea di persone cogliendo eventuali lesioni allo stadio iniziale, utile per intervenire». MAMMOGRAFIA
Dal febbraio 2019 è stata ampliata la fascia fino ai 74 anni delle donne che gratuitamen-
I test permettono di intercettare lesioni cancerose specie allo stadio iniziale te si sottopongono in via preventiva all’esame. «In questo caso abbiamo riscontrato un aumento di casi positivi soprattutto nella fascia dai 70 ai 74 anni per il fatto che finora questa popolazione non era stata controllata», premette Campigotto. Anche in questo caso l’adesione raggiunta nell’Usl 1 è al di sopra dell’80%, contro un obiettivo veneto del 60%. «Questo è il frutto del grande lavoro di sensibilizzazione che è stato fatto dall’Usl e anche dai colleghi del front office molto attenti verso i cittadini un po’ restii». Nel 2018 sono state invi-
tate 14.907 donne e hanno aderito 11.507 pari all’83%. Di queste il 9% è stato inviato ad un approfondimento, mentre 5,5 donne ogni mille dopo la mammografia si sono viste diagnosticare un tumore. «Il dato positivo, inoltre, è che il 42% delle donne a cui è stato riscontrato un tumore entro 60 giorni viene già operato», prosegue Soppelsa. Nel 2019 gli inviti sono stati inviati 21.309 e le adesioni 15.139. COLON RETTO
È la pigrizia e anche la paura la causa principale per cui i bellunesi non aderiscono massicciamente allo screening del colon retto che consiste, nella prima fase, nella consegna di un campione di feci in cui il laboratorio dovrà trovare eventuali tracce di sangue. Solo in questo caso, il paziente sarà invitato a sottoporsi alla colonscopia. Lo screening interessa le persone dai 50 ai 69 anni. Nel 2018 ad aderire è stato il 64,5% della popolazione invitata, mentre nel 2019 il 63,2%. «Purtroppo la paura e non il pensare di aver bisogno di questo esame qualche volta ci fa trovare casi di tumore avanzati che se fossero stati intercettati prima, grazie allo screening, si sarebbero potuti risolvere positivamente», conclude Soppelsa. —
Infatti, nuovi lavori portano anche nuovi rischi. «Uno dei problemi principali da affrontare deriva dai cambiamenti del mondo del lavoro, che nell’ultimo decennio hanno assunto un ritmo particolarmente accelerato, finendo per modificare i rischi per la salute a cui sono sottoposti i lavoratori e, di conseguenza, anche il quadro delle malattie professionali denunciate e riconosciute», dicono dall’Inail. Parlare delle malattie professionali è parlare del lavoro che cambia. «Nel momento in cui si devono valutare le cause di una patologia, bisogna conoscere bene il percorso professionale del lavoratore», dicono dall’Inail. —
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REGIONE
Verso le regionali in Veneto
Zaia, budget di un milione per la campagna La Lega si autofinanzierà con i contributi dei candidati: da 3 a 15 mila euro per entrare in lista, 20 mila in caso di elezione Filippo Tosatto VENEZIA. Un budget elettorale
a sei zeri. Luca Zaia fissa in un milione di euro il fabbisogno della campagna di primavera e detta ai fedeli le regole dell’autofinanziamento. Il “tariffario”, analogo a quello sperimentato con successo cinque anni fa, prevede contributi distinti e articolati in due fasi: i candidati esordienti saranno chiamati a versare 3 mila euro all’atto di entrare in lista e altri 20 mila in caso di elezione; per i consiglieri uscenti, invece, le somme lievitano rispettivamente a 15 e 20 mila euro. L’esborso riguarderà sia la lista ufficiale leghista che quella presidenziale, escludendo l’invece l’eventuale “terza gamba”, ovvero la civica composta da sindaci e amministratori esterni alla Lega. L’obiettivo non sembra improbo, visto che gli attuali 23 rappresentanti a Palazzo Ferro-Fini verranno ricandidati pressoché in blocco (garantendo così una dote cospicua di partenza) e nel complesso saranno un centinaio a correre sotto la bandiera del governatore. I RAPPORTI CON GLI ALLEATI
Il milioncino in questione non sarà diluito in ogni direzione (cinque anni fa la spesa fu gestita e certificata da un professionista indipendente) ma servirà a finanziare le iniziative di Zaia; certo quest’ultimo farà da traino all’intera squadra ma la campagna regionale non prevede “nominati” come avviene alle politiche e misura invece il consenso sul territorio, perciò i singoli runners a caccia di preferenze dovranno mettere mano nuovamente al portafoglio. Tant’è. A fronte di una ressa di aspiranti candidati, quante sono le poltrone alla portata della corazzata zaiana? La legge elettorale assegna il 60% dei 50 seggi alla coalizione che centra il 40% dei voti con un premio aggiuntivo (calcolato con criteri proporzionali) qualora venga superato il tetto del 60% dei
consensi. Eventualità dubbia, ma possibile. Sonni tranquilli per i candidati leghisti, allora? Non proprio, perché a turbarli c’è la presenza degli alleati, Fi e soprattutto Fratelli d’Italia, accreditati di una forte crescita. La voglia di correre da soli è diffusa e palpabile (se n’è fatto portavoce a muso duro Roberto “bulldog” Marcato ) ma l’impressione è che l’intesa nazionali Salvini-Meloni-Berlusco-
de poli assicura
«Non appoggio il governo»
Una ressa di aspiranti consiglieri, in dubbio la terza lista composta da amministratori civici ni finirà per prevalere e che la Lega, pronosticata vittoriosa, sarà costretta a spartire la preda con i famelici partner. LA MINA DEL REFERENDUM
C’è un’altra incognita, stavolta riguardante lo Statuto, ovvero la “carta costituzionale” che regola l’assemblea legislativa del Veneto: due settimane fa la maggioranza l’ha modificato, prevedendo che tutti gli assessori scelti dal governatore – ovvero 10 anziché i 5 attuali – siano esterni all’aula; nell’assumere l’incarico, costoro dovranno dimettersi dal consiglio (salvo farvi ritorno qualora la delega sia loro revocata, un autentico paracadute... ) cedendo il passo ai primi tra i non eletti. Un’ulteriore chance per i tanti aspiranti consiglieri, ma la riforma è sub judice perché una parte dell’opposizione, 5 Stelle e Veneto 2020, mira a sottoporla a referendum popolare, giudicandola «iniqua e autoritaria». Il regolamento prevede che la consultazione (senza quorum) sia indetta qualora almeno 11 consiglieri la richiedano e ad oggi le firme sono 7. Diventa così decisiva la scelta del Pd: il gruppo, diviso, ha preso tempo riservandosi una decisione “di concerto con la segreteria regionale”. Una mina vagante tra le urne, già. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervento di Luca Zaia in consiglio regionale:intorno al governatore, gli assessori della giunta leghista
le “regionarie” del moVimento 5 stelle
La scelta dei candidati grillini Oggi votazione su Rousseau VENEZIA. Giornata di “regiona-
rie” per gli attivisti grillini del Veneto che oggi, dalle 7 alle 19, voteranno sulla piattaforma Rousseau per scegliere i candidati alle elezioni di primavera. In lista entrerà chi ottiene maggior gradimento, in seguito sarà scelto lo sfidante alla presidenza della Regione. «Il M5S sarà presente in tutte le province del Veneto, i nostri gruppi di lavoro stanno elaborando il programma e presto riuniremo tutti i consiglieri comunali del movimento», fa sapere Antonio Codema, il “facilitatore” designato da Roma per coordinare la
l’appello a calenda e a renzi
«Non dividiamoci»: 40 sindaci si schierano con Lorenzoni PADOVA. Una quarantina di sin-
daci del Veneto in campo con un appello a sostegno di Arturo Lorenzoni. L’appello nato su proposta di Giordani, Gaffeo e Massaro che fin dal primo momento hanno appoggiato il vicesindaco di Padova nella sfida contro Zaia, è un invito a Calenda e Renzi per una lista unitaria in Veneto. Domani l’eurodeputato di Azione sarà a Padova per scegliere con chi allearsi. Nell’appello i sindaci
scrivono di aver «Ben chiaro quanto sia necessario affrontare il passaggio delle elezioni regionali senza incertezze, con forza, determinazione, e soprattutto unità. Di fronte a noi c’è una grande opportunità, quella di poter finalmente offrire ai veneti una proposta concreta e alternativa, un progetto nuovo e popolare. Nel pieno rispetto delle diverse posizioni, crediamo che affrontare le elezioni regionali del Ve-
neto in un clima conflittuale e di contrapposizione, che porti lo scontro direttamente nel campo del centrosinistra sia dannoso e lontano dai bisogni dei veneti, inspiegabile agli occhi della gente. Reputiamo positiva la sintesi fin qui raggiunta, che mette al centro il buon governo e l’esperienza dei territori. Arturo Lorenzoni, e il suo profilo moderato ed innovativo, ben rappresenta il riformismo concreto degli ammini-
campagna. Certo saranno della partita tre dei consiglieri uscenti - ovvero Baldin, Brusco, Scarabel - mentre Jacopo Berti saluterà il Ferro-Fini. Gli aspiranti candidati? Sono un’ottantina e la lista (corredata da curriculum e certificato penale) include, tra gli altri, Giorgio Burlini 51 anni di Padova, Simone Bugin 55 anni di PiombinoDese, Mauro Bisello 50 anni di Lozzo Atestino, Flavio Pinton 56 anni di Villafranca Padovana, Maria Francesca Ormanni 56 anni di Selvazzano Dentro, Simone Borile 44 anni di Padova, Andrea Barbiero 45 anni di
stratori locali e interpreta pienamente quello spirito di apertura e condivisione di cui questo percorso ha bisogno. Lanciamo, dunque, un appello a tutte le forze democratiche, riformiste, progressiste e liberali, a concorrere positivamente alla costruzione di una alleanza vasta per il Veneto, mettendo al centro delle proprie scelte esclusivamente il benessere dei nostri cittadini. Chiediamo a tutti di evitare l’errore grave di trasformare la ricchezza e la pluralità del campo riformista e democratico in debolezza. Dividersi è sempre sbagliato. Siamo di fronte ad una scelta di campo. Ciascuno senta su di se’ la responsabilità di indicare con chiarezza ai veneti da che parte decide di stare». Poi le firme.
Saccolongo, Daniano Biasiolo 45 anni di Maserà di Padova, Enrico Schiavon 59 anni di Padova; Erika Baldin 31 anni di Chioggia, Simone Augusti 46 anni di Cona, Mauro Basso 60 anni di Noale, Dario Dedi 22 anni di Musile di Piave, Flavio Baldan 52 anni di Marcon, Elena La Rocca 43 anni di Venezia, Andrea Pegoraro 54 anni di Vigonovo, Fabio Rossignoli 53 anni di Caorle, Giuseppe Tindaro Bisazza 51 anni di Scorzé;Daniela Bolzan 56 anni di Pieve di Soligo, Valentina Borin 33 anni di Treviso, Luigi Capoani 28 anni di Treviso, Enrico Cappel-
Alessio Albertini, sindaco di Belfiore, Omar Barbierato (Adria), Riccardo Bernardinello, (Castelbaldo), Alessandro Bisato (Noventa Padovana), Federica Boscaro ( Fossò), Gianni Burigo (Soverzene), Caterina Cacciavillani (Strà) , Alberto Cappelletto, (San Biagio di Callalta ), Andrea Cere-
«Per le regionali pieno appoggio alle proposte di cambiamento per un Veneto migliore» ser ( S. Donà di Piave), Stefano Cesa, ( Borgo Valbelluna) Francesco Corso ( Baone ), Luca Cortesi (Sarcedo ), Mario De bon, (Sospirolo),Stefano
Toni De Poli, senatore eletto a Padova nel centrodestra, pronto ad appoggiare il governo Conte come “responsabile” dopo le bizze di Renzi? No, mai. «Ennesima smentita sull'ennesima fake sugli organi di stampa: come Udc siamo e continueremo ad essere all'opposizione di questo governo. La nostra metà campo è e rimane il centrodestra. Come popolari liberali, ispirandoci ai principi e valori del PPE, il nostro obiettivo è costruire una coalizione di centrodestra plurale ed equilibrata».
letti 52 di Crespano del Grappa, Daniele Facco 48 anni di Resana, Nazario Michele Giuliani 53 anni di Oderzo, Vincenzo Grimaldi 45 anni di Salgareda, Maurizio Mestriner 40 di Ponzano Veneto, Rosa Poloni 61 anni di Montebelluna, Simone Scarabel 37 anni di Maserada sul Piave, Massimo Trento 52 anni di Sovramonte, Barbara Lando 52 anni di Santa Giustina, Daniele Campedel 61 anni di Sedico; Manuel Brusco 33 anni di Bovolone; Alessia Gamba 42 anni di Thiene, Caterina Ivana De Muri 63 anni di Schio, Igor Ferrazzi 43 anni di Cartigliano, Maria Salandra Viale 55 anni di Bassano del Grappa, Giacomo Bortolan 37 anni di Vicenza, Francesca Ferraro 55 anni di Bassano del Grappa, Marco Di Gioia 57 anni di Vicenza, Raffaele Di Guida 48 anni di Schio, Sonia Perenzoni 44 anni di Montecchio. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Deon (Sedico), Sabrina Doni (Rubano), Marco Dori ( Mira), Damiano Fusaro (Granze) Antonio Fusato (Camponogara), Edoardo Gaffeo (Rovigo), Paolo Galeano (Preganziol), Nicola Garbellini (Canaro), Simone Ghirotto (Pontecchio), Davide Gianella, (Piove di Sacco), Sergio Giordani (Padova), Roberto Grison (Negrar), Katia Maccarone, (Camposampiero), Sandro Maculan, (Zugliano), Simone Marzari, (Veggiano) Jacopo Massaro(Belluno) Mauro Migliorini (Asolo), Pierluigi Mosca, (Papozze),Marco Padovani (Lavagno), Alberto Polo, (Dolo), Paolo Perenzin (Feltre) Martino Schiavon (Ponte San Nicolò),Francesco Siviero (Taglio di Po),Paolo Vendramini (Ponte nelle Alpi). — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Giovedì 20 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Vino e territorio
LE STRATEGIE Una bella immagine con i vigneti di prosecco delle colline patrimonio dell’Unesco; e Marina Montedoro, presidente della nuova associazione ieri ha illustrato il piano per il territorio
«Non solo Prosecco: un piano per le colline» ` Al Cerletti il via ai lavori della nuova associazione Marina Montedoro fa chiarezza sul sito Unesco «La Docg rappresenta il 30 % della parte coltivata» «Turismo, urbanistica e sostenibilità: le linee guida»
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L’INTERVISTA «Lo dico subito e cerco di farmi capire. Il Prosecco Superiore è un prodotto che connota il territorio delle colline, ma sito Unesco e Prosecco sono due cose diverse. Capisco l’attenzione che c’è intorno al Prosecco. Però bisogna stare attenti: il sito Unesco comprende 9700 ettari di cui solo il 30% a vigne». Marina Montedoro martedì all’istituto Cerletti ha dato ufficialmente il via ai lavori del Consiglio di amministrazione del nuovo sito Unesco. 44 anni, esperienza accademica specifica nel settore agricolo, direttore generale di Coldiretti Lombardia (ma padovana di Abano) è la Presidente della nuova Associazione. E
come tale, avverte: «Sulla questione Unesco bisogna fare chiarezza da subito». Cosa significa? «Si tende a identificare l’ottavo sito veneto con il Prosecco Superiore. Non è così: non voglio negare il ruolo avuto nel conferimento ma vorrei ricordare che il sito è diventato patrimonio Unesco per il suo paesaggio rurale». Ma le colline ciglionate sono state trasformate dall’uomo per impiantare la viticoltura... «Certo, ma la vigna rappresenta il 30% di tutta l’area. Dirò di più: il territorio della Docg rappresenta solo il 40% della parte coltivata».
Ritiene quindi fuorviante parlare sempre di Prosecco? «Dico che bisogna trovare un equilibrio giusto tra l’economia viticola e tutto ciò che di altro quell’area può rappresentare in termini economici, turistici e produttivi». Com’è andata la riunione? «È stato un bel momento. Il Governatore Zaia ha tenuto ad essere presente all’inizio per un saluto di indirizzo. Poi abbiamo ascoltato il professor Restucci, che ci ha illustrato i dieci anni di lavoro. Eravamo al Cerletti, il tempio del sapere enologico. Un pomeriggio positivo». Quali sono le priorità? «Dobbiamo dotarci subito di
un piano strategico. Perchè questo ci chiede Unesco e perchè nelle indicazioni della Regione dobbiamo diventare un punto di riferimento anche per gli altri siti Unesco del Veneto». Operativamente cosa significa? «Le linee prioritarie sono turismo, urbanistica, sostenibilità: noi abbiamo il compito di in-
«SUBITO UNA MAPPA DEGLI EDIFICI RURALI DOBBIAMO PUNTARE SULL’ACCOGLIENZA DIFFUSA MA STOP A NUOVE COSTRUZIONI»
dicare chiaramente cosa vogliamo fare su questi temi e dare delle linee guida chiare ai diversi stakeholders che lavorano sul territorio». A proposito si sostenibilità. Come giudica le dichiarazioni uscite da Confagricoltura sul glifosate? «I fitofarmaci non sono il focus delle nostre azioni. Tuttavia gli indirizzi impressi da Regione e Unesco sono chiari: acceleratore sulla sostenibilità. Dobbiamo diventare il luogo della sostenibilità a 360 gradi. Sul glifosate si è espresso Zaia molto chiaramente: indietro non si torna». Quale sarà il primo atto pratico?
«La mappatura degli edifici rurali compresi nell’area Unesco. Dobbiamo puntare tutto sull’accoglienza diffusa, ma non costruiremo nulla ex novo. Si valorizzeranno gli edifici rurali esistenti, organizzando intorno ad essi percorsi a piedi e ciclabili». Alla prima riunione tutto il Cda era presente. Ora aprirete ai soci? «Sì. Sono stata molto felice di vedere il Cda al completo, è un segnale di interesse e partecipazione concreta all’avventura Unesco. Ora intendiamo aprire, come da statuto, ai soci esterni. Un altro passo importante perchè fondamentale coinvolgere l’indotto economico e sociale». Quali sono i tempi per la formazione del comitato scientifico? «Minimi. Il comitato sarà formato da 7 membri. Entro al fine di marzo contiamo di presentare anche questo organismo». Come vi regolerete a livello di comunicazione turistica? «Il sito deve partire al più presto perchè è essenziale per il turista che arriva da noi. Sull’immagine la Regione ha già ultimato il lavoro. Stiamo pensando di realizzare al più presto un percorso virtuale dell’area per illustrare grazie alla tecnologia le bellezze del sito». Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Senza convenzione via il vigneto» il Tar dà ragione ai genitori dell’asilo LINEA DURA
VITTORIO VENETO «Finalmente ha vinto la tutela della salute dei bambini, che sono il nostro futuro e la nostra speranza». I genitori dei bimbi che frequentano l’asilo di San Giacomo, a lato del quale un anno fa sono state messe a dimora le barbatelle, accolgono con favore la sentenza emessa martedì dai giudici del Tar del Veneto sul ricorso mosso dai titolari dell’area, la tenuta agricola San Martino, contro i paletti fissati dall’allora amministrazione Tonon. Nell’altro terreno di sua proprietà, che ha una classificazione urbanistica a destinazione agricola, l’impresa potrà invece continuare l’attività e non sarà obbligata a rispettare il “Protocollo viticolo” varato dal Consorzio della Docg.
«Ora confidiamo nel sindaco Miatto perché esegua quanto ordinato dal giudice – affermano i genitori -. Le strade percorribili sono due: o l’amministrazione procede con l’espianto come ordinato dal Tar, o la proprietà firma col Comune una convenzione rigida ed ispirata alla delibera di giunta del gennaio 2019 che prevede il mantenimento del carattere pubblicistico della zona F. Una convenzione blindata, senza
ACCOLTO SOLO IN PARTE IL RICORSO DELLA TENUTA SAN MARTINO: «IL SINDACO AGISCA SUBITO»
sconti né sotterfugi, a tutela dei bambini e a vantaggio della collettività». I genitori promettono di non abbassare la guardia. E se l’azienda impugnerà la sentenza del Tar al Consiglio di Stato, dicono: «Che facciano pure ricorso, basta che siano consapevoli che, mentre aspetteremo che il Consiglio di Stato si pronunci, non accetteremo che entrino nel vigneto per fare delle lavorazioni. E ci aspettiamo che, in tal caso, il sindaco Miatto dia esecuzione alla sentenza del Tar, procedendo all’espianto di tutto il vigneto ricadente nella zona F». Quanto alla convenzione, i genitori rimarcano che dovrà avere una componente pubblicistica, come ad esempio preferire le coop sociali per gli interventi di potatura o vendemmia, «altrimenti si rischia che risulti illegittima».
LA RICHIESTA I genitori chiedono poi alla Regione di «tirare fuori la testa da sotto la sabbia. È necessario che intervenga con una normativa regionale valida per tutti i Comuni, perché è inutile – sottolineano lasciare ampia autonomia ai sindaci se poi questi si trovano le mani legate in quanto i loro provvedimenti possono essere impugnati da chiunque. Solo una legge regionale potrebbe risolvere definitivamente la questione senza che nessuno possa fare ricorso. È inutile – aggiungono - che il presidente Zaia e l’assessore Pan continuino a fare proclami sulla necessità di evitare nuovi impianti di vigneti vicino ad aree sensibili, se poi non fanno nulla di concreto perché ciò avvenga. Le prese di posizione non bastano, servono le leggi». Sulla sentenza del Tar, è intervenuto anche il Pd
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IL CARTELLO Avviso di trattamenti con fitofarmaci nel vigneto
vittoriese. «Riteniamo che il sindaco debba urgentemente invitare l’azienda San Martino a sottoscrivere la convenzione già proposta e rifiutata dai proprietari del terreno – afferma il segretario Silvano Tocchet -. Qualora la sottoscrizione non avvenisse in tre-quattro giorni, il sindaco non potrà far altro che rendere esecutiva l’ordinanza di espianto, che
già esiste, di tutto il vigneto ricadente nella zona F, così come stabilito dall’ordinanza emessa durante il mandato della giunta Tonon e confermato dalla sentenza del Tar. Siamo certi che il sindaco non tarderà ad applicare quanto previsto dalla sentenza: sarebbe gravissimo se ciò non avvenisse». Claudia Borsoi
20-FEB-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
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San Donà
BOTTA E RISPOSTA «Materie legali, ma potrebbero finire a un minorenne». L’azienda produttrice di San Donà: «Articoli che non danno alcuna dipendenza»
di Piave
Giovedì 20 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
«Quelle sostanze vanno vietate» Silvia Susanna, presidente della Conferenza dei `Proporrà una mozione per chiedere lo stop al sindaci, contro la canapa “light” nei distributori Governo. A Musile due tipi di “erbe” in vendita `
IL CASO SAN DONÀ/MUSILE Il tema dei pro-
dotti venduti nei distributori automatici tocca anche Musile e approda in Conferenza dei sindaci del Veneto orientale. Si allarga l’allarme lanciato dal vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin secondo il quale nei distributori automatici andrebbe proibita «la vendita di bilancini e strumenti per tritare erbe, chiamati “grinder”, in quanto strumenti propedeutici al drogarsi». Il vice di Zaia ha anche esortato i sindaci del Basso Piave affinchè si impegnino nella tutela della loro comunità in questo senso. La sindaca di Musile Silvia Susanna ieri, infatti, ha fatto verificare il contenuto del distributore automatico in via Martiri, in centro città. «In effetti nei distributori, accanto a bibite e merendine, ci sono anche alcune bustine che contengono delle erbe – spiega Susanna – : si tratta di sostanze legali ma intendiamo convocare i gestori dell’automatico per capire bene di cosa si tratta. Per accedere a certi prodotti serve una tessera sanitaria ma non credo sia difficile, anche per un minore, procurarsi la tessera di un maggiorenne. Intendo approfondire l’argomento e prima di tutto capire di che tipo di erbe si tratta e cosa prevede la normativa».
ORDINE DEL GIORNO
Susanna, in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci, intende presentare un ordine del giorno da proporre alla Conferenza dei sindaci per stimolare il Governo a vietare la vendita di queste sostanze nei distributori automatici, e piuttosto consen-
LA AGROSELECTIVA: «PREPARIAMO ALCUNE VARIETA’ DI CANAPA NEL RISPETTO DELLA LEGGE, DISPIACE CHE CI SIANO PREGIUDIZI»
tirla solo nei negozi autorizzati dove almeno il venditore può vedere in faccia l’acquirente». Da una verifica compiuta dal “Gazzettino” il distributore di Musile contiene due tipi di prodotti con erbe, in alcuni casi visibili. Alcuni pacchetti di colore bianco riportano i nomi delle qualità più famose di marijuana olandese: “Jack Herer”, “Ak47”, “Gorilla”, facilmente riscontrabili in internet. Altre erbe sono contenute in buste gialle che riportano la dicitura: “Uso consentito entro i limiti generali imposti dalla legge. Thc (ossia principio attivo della cannabis) entro i limiti previsti dalla normativa per libera vendita”. A produrre quest’ultima è l’azienda “Agroselectiva” con sede a San Donà, attiva dal 2018.
AZIENDA SANDONATESE
«Si tratta di un’azienda florovivaistica - spiega il titolare – produciamo alcune varietà di canapa appartenenti al catalogo consentito a livello europeo e all’insegna di una cultura della sostenibilità: può essere impiegata per uso alimentare, farmaceutico o industriale. Abbiamo integrato alcuni dei nostri prodotti con olio, farina e produciamo una birra in collaborazione con un birrificio locale. In più siamo in contatto con l’università Ca’ Foscari di Venezia per un progetto di ricerca che riguarda le applicazioni della canapa come elemento depurante e in materia di bioedilizia. Il prodotto nei distributori non dà dipendenza, non supera i limiti del principio attivo stabiliti dalla legge, oltre il quale viene definita una sostanza che produce un effetto psicotropo. Per i prodotti in commercio ci siamo già presentati dalle varie autorità e dalle forze dell’ordine della zona con le relative analisi che certificano la liceità di quanto produciamo. Mi spiace che ci siano pregiudizi in questo ambito, perché operiamo in base a quanto prevede la legge 242 del 2016. Abbiamo tutta la documentazione in materia e siamo pronti a fornirla a chiunque ne faccia richiesta». Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
donato l’anno scorso dagli Amici del Cuore SAN DONÁ «Chi ha compiuto questo gesto, non si rende conto della gravità delle conseguenze. A prescindere dai motivi, denota un alto senso di inciviltà e del comune senso civile». È amareggiata e arrabbiata, la presidente dell’associazione Amici del Cuore, Anna Favaro. L’altra notte (pare tra il 14 ed il 15, anche se la notizia è stata diffusa solo ieri), ignoti hanno rubato il defibrillatore che era stato donato dalla stessa associazio-
ne al Comune poco più di un anno fa, il 3 febbraio 2019, e posizionato in una colonnina di piazza Indipendenza, a disposizione di tutti in caso di emergenza, nell’ambito del progetto “Pampana”. «Non si rendono conto di quello che hanno fatto: una bravata idiota, che avrà una ricaduta su tutta la cittadinanza. Speriamo che il responsabile si ravveda e lo invitiamo a restituire l’apparecchio, anche in forma anonima, magari riponendolo dove si trovava». La presidente mette in relazione due episodi di quella notte. «Abbiamo saputo di un intervento dietro i giardinetti, per una persona che ha avuto un malore, nel quale è anche intervenuta l’ambulanza. Se anche
Seimila persone domenica sera hanno invaso le vie del centro per la tradizionale sfilata inaugurale del Carnevale dei ragazzi. Oltre ai cinque carri allegorici in concorso hanno sfilato il consueto gruppo della scuola materna Caritas Christi e, da quest’anno, anche i genitori della scuola Collodi. La serata è stata completata dall’intervento musicale del gruppo Leave the Memories. I prossimi appuntamenti sono per questa sera, alle 20.30, con lo spettacolo “Nissun va al monte” portato in scena dalla compagnia teatrale Amici di Cesco; poi sabato 22 febbraio al Parco Livenza di San Stino con una festa per i giovani. Le sfilate proseguiranno domenica 23 febbraio e martedì 25 alle 14.30 dove, oltre ai carri allegorici in concorso, saranno presenti numerosi carri mascherati provenienti da tutto il Veneto. (m.mar.)
SAN DONÀ FESTA DELLE SCUOLE SABATO IN PIAZZA
DISTRIBUTORI Il distributore automatico di via Martiri a Musile e, a sinistra, i vari tipi di “erbe” messi in vendita. In alto, Silvia Susanna
La protesta
«Di notte molti sbandati vicino al distributore» «In quel distributore automatico in centro a San Donà passano la notte gli sbandati». La lamentela è di alcuni commercianti che condividono la “crociata” lanciata da Gianluca Forcolin. Alcuni commercianti con attività vicine all’automatico spiegano di trovarsi in difficoltà, e qualcuno sta pensando di lasciare l’attività. «La presenza del negozio automatico di notte attira persone poco raccomandabili
– spiegano - Chi non ha un tetto o non può frequentare altri locali, per svariati motivi, si riversa in quel punto che diventa un luogo di ritrovo dove dormire, specie nel periodo invernale. L’automatico è facilmente accessibile, aperto per 24 ore e per la sua stessa conformazione è in grado di offrire un riparo, quindi si riempie facilmente di sbandati, molti dei quali sono stranieri. Non possiamo dire che commettano reati ma si tratta
di una situazione sgradevole, che non favorisce il commercio». Dal canto suo il sindaco Andrea Cereser ribadisce che serve segnalare quanto accade alle forze dell’ordine, «in orario diurno, fino alle 20, può intervenire la polizia locale, in orario notturno i carabinieri o la Guardia di finanza. Di giorno non c’è una grande frequentazione del distributore automatico. Se ci sono delle situazioni particolari di notte si può intervenire, se però vengono segnalate». (d.deb)
Rubato il defibrillatore di piazza Indipendenza `Il salvavita era stato
CEGGIA IN MIGLIAIA PER IL CARNEVALE
fosse stato preso per quel motivo, lo restituiscano, non lo buttino magari in qualche fossato». Sulla vicenda stanno ora indagando i vigili, anche perché la colonnina è “allarmata” e, una volta prelevato furtivamente, è scattata la segnalazione. Gli agenti stanno visionando le immagini della videosorveglianza, ma non risultereb-
CERESER: «UN GESTO ASSURDO, CHI SA QUALCOSA LO SEGNALI ALLA POLIZIA LOCALE». LA TERGAS OFFRIRÀ UN ALTRO APPARECCHIO
SPARITO La consegna del defibrillatore alla presenza del sindaco Cereser nel febbraio dell’anno scorso
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Festa di Carnevale sabato 22 febbraio, dalle 9 in piazza Indipendenza a cura di “Ortinvista”, il progetto che da cinque anni coinvolge gli istituti Onor, Schiavinato e Nievo. Sono 1.230 gli studenti e 80 gli insegnanti impegnati nella coltivazione degli orti scolastici e assegnatari di spazi negli orti urbani di via Turati. «Oltre alla coltivazione del terreno ci siamo posti l’obiettivo di creare degli eventi nel territorio coinvolgendo la cittadinanza – spiega l’insegnante Patrizia Dalla Libera, responsabile del progetto – anche quello di sabato sarà un momento di festa proponendo bancarelle, dolcetti e laboratori». (d.deb.)
JESOLO OGGI I FUNERALI DELL’ALBERGATRICE Si svolgeranno oggi pomeriggio, alle 14.30 nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice di piazza Trieste, i funerali di Diana Habeler. Storica albergatrice, aveva 85 anni e fino all’ultimo è stata attiva nel suo hotel Capri fondato e gestito per molti anni. (g.bab.)
bero anomalie, il che farebbe pensare ad un furto commesso addirittura prima del 14 febbraio. «L’Amministrazione ringrazia gli Amici del Cuore per il contributo che hanno dato e continuano a dare al territorio, attraverso un’attività continua e lodevole che li fa apprezzare da tanti cittadini – interviene il sindaco Andrea Cereser –. Ci auguriamo che questo gesto venga riscattato restituendo l’apparecchio; invitiamo chiunque avesse informazioni utili a segnalarle a polizia.locale@sandonadipiave.net». La TerGas, azienda che aveva fornito i defibrillatori, si è intanto già resa disponibile a donarne un altro per piazza Indipendenza. Ma l’amarezza resta. Fabrizio Cibin © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL PATRON RAFFAELE FURLANIS
Portogruaro
«Oltre alle migliaia di visitatori che hanno girato tra gli stand, la partecipazione del pubblico professionista è stata straordinaria»
Giovedì 20 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Fiera al top «Arrivati settemila imprenditori»
Dall’accoglienza allo spaccio alla minorenne `Arrestato in centro
mentre cedeva eroina ad una ragazzina PORTOGRUARO
Bilancio record per la 50. edizione dell’Expo del ricettivo e dell’accoglienza
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CAORLE Migliaia di visitatori per la Fiera dell’Alto Adriatico, di cui circa settemila imprenditori. Si chiude con un bilancio più che positivo l’edizione numero 50 della Fiera dell’Alto Adriatico. E il dato che più ha soddisfatto gli organizzatori, Venezia Expomar Caorle ed Associazione Jesolana Albergatori, è la significativa presenza di pubblico “qualificato”: da tutta la costa dell’Alto Adriatico sono arrivati imprenditori del ricettivo e della ristorazione che hanno potuto “toccare con mano” il meglio di attrezzature, gastronomia, software, arredi e servizi pensati per gli operatori dell’accoglienza. «Sono stati quattro giorni più che positivi sia dal punto di vista dell’attività fieristica vera e propria che da quello della memoria e della celebrazione del mezzo secolo della Fiera – commenta Raffaele Furlanis, presidente di Venezia Expomar Caorle ed anima di questa rassegna –. La partecipazione del pubblico professionista è stata straordinaria e conferma l’affetto che gli imprenditori della costa hanno per questa manifestazione». Ottimo anche il riscon-
NELLA GIORNATA CONCLUSIVA PRESENTATO “CAORLE OLTRE”: IN RETE TUTTE LE PROPOSTE DEL TERRITORIO A DISPOSIZIONE DEI TURISTI
tro ottenuto con gli appuntamenti collaterali all’attività fieristica.
IL PROGETTO E ieri, ultima giornata, è stato presentato il progetto “Caorle Oltre” promosso dal Consorzio di promozione turistica Caorle e Venezia Orientale con il fine di consegnare al turista, o potenziale tale, la possibilità di organizzarsi direttamente da casa tutta la vacanza. «Il che significa riuscire a dare al nostro ospite subito un ventaglio di proposte su ciò che trova nel territorio e poterlo inserire nella sua vacanza, direttamente da casa», spiega Furlanis, questa volta in veste di presidente del Consorzio di promozione. Il progetto parte da un presupposto basilare: fare rete tra tutte le realtà presenti nel territorio. «Entrando nel sito di ogni singolo hotel della nostra città – prosegue Furlanis – il turista che vuole prenotare la vacanza a Caorle ha la possibilità di prenotare, oltre alla camera d’albergo, anche tutte le attività che vorrà fare». Quindi i musei, le visite guidate in agriturismi o le proposte enogastronomiche, bike tour guidati, i corsi d’acqua, i parchi giochi. Insomma, tutto quanto è potenzialmente interessante per il turista che sceglie la località veneziana. Già numerose sono le realtà associative ed imprenditoriali che hanno aderito a “Caorle Oltre”, così come le strutture ricettive che hanno deciso di diventare parte di una grande rete tesa a dare al turista un valore aggiunto del fare vacanza a Caorle. Riccardo Coppo © RIPRODUZIONE RISERVATA
SUCCESSO Gli stand della Fiera dell’Alto Adriatico che si è chiusa ieri a Caorle
SAN STINO FESTA PER NONNA PIERINA È LA QUARTA CENTENARIA Nonna Pierina spegne oggi 100 candeline. Pierina Crosariol è nata a San Stino all’indomani della Prima guerra mondiale. Nella sua lunga vita è stata moglie, mamma e nonna premurosa. «Dormire bene e mangiare sano - dice - è stato il segreto della mia vita, senza rinunciare ad un bicchiere di vino a pasto». Oggi, la nonna di San Stino, circondata dall’affetto di parenti ed amici festeggia il suo centesimo compleanno. Per questo evento, a portare a nonna Pierina gli auguri
speciali di tutta San Stino ci sarà anche il sindaco Matteo Cappelletto. Da oggi con Pierina Crosariol diventano addirittura quattro gli abitanti ultracentenari di San Stino di Livenza. (g .pra.)
PORTOGRUARO LEGA, INCONTRO CON I PARLAMENTARI VENETI Domani, venerdi 21 febbraio, alle 20.45, alla biblioteca civica “Nicolò Bettoni”, il gruppo dei parlamentari veneti della Lega organizza una serata informativa e di incontro con la cittadinanza per parlare di istruzione, sport, sanità, sociale e beni culturali. Saranno presenti i parlamentari Fogliani, Colmellere, Racchella, Lazzarini e Fregolent. (t.inf.)
Spaccio di eroina tra i giovanissimi in centro a Portogruaro: arrestato un 22enne nigeriano. Onorogbe Goztime è stato fermato sabato sera mentre stava cedendo dell’eroina ad una ragazzina minorenne e ad un giovane da poco maggiorenne. Il giovane extracomunitario non si era accorto che i carabinieri della Radiomobile lo stavano tenendo d’occhio. Avevano notato che il giovane continuava ad avere dei veloci contatti con dei giovani della zona. Per questo i carabinieri hanno deciso di approfondire. Hanno seguito il 22enne fermandolo nei pressi di via Liguria, non distante dal centro di Portogruaro, proprio mentre stava spacciando. Due gli assuntori, entrambi residenti in città, che si erano rivolti al nigeriano per lo sballo del sabato sera. Il pusher aveva con sé eroina già suddivisa in quattro dosi, pronta per essere ceduta. Tutti sono stati fermati e trasferiti in caserma. Per Goztime si sarebbe trattato solo dell’ultimo affare. Lo spacciatore aveva infatti 150 euro che gli investigatori dell’Arma sospettano fosse il frutto della vendita di una ben più consistente quantità di stupefacente. Nullafacente, solo fino allo scorso ottobre aveva beneficiato del sistema di accoglienza che lo aveva portato nella struttura di via San Giacomo a Portogruaro. Terminati i tre anni di ospitalità, ha dovuto abbandonare la struttura continuando a vagare tra San Donà e Portogruaro.
CONSUMATORI SEGNALATI Il 22enne è stato arrestato per lo spaccio con l’aggravante di aver ceduto droga alla minorenne. Lei e l’amico sono stati
segnalati invece alla Prefettura come assuntori. Per i carabinieri si tratta dell’ennesima operazione antidroga nel Portogruarese. Solo domenica erano infatti finiti in manette anche Charlie Antonio Martinez Martinez, venezuelano, e Daniel Arfilio Pena Guanipa, colombiano. I militari dell’Arma li hanno fermati a Porto Santa Margherita di Caorle dopo un lungo pedinamento che da Mestre li ha portati in riva al mare. Qui, nascosto nel muro di un appartamento di corso Venezia in uso alla coppia, hanno trovato 350 grammi di cocaina purissima. Per i carabinieri si tratta di una partita di stupefacente che avrebbe alimentato lo spaccio nel Veneziano in vista del carnevale permettendo un guadagno da svariate migliaia di euro. Sostanza che è costata a entrambi l’arresto e il carcere al venezuelano. È stato infatti scarcerato ieri dal Gip Rodolfo Piccini del Tribunale di Pordenone il colombiano Guanipa, trovato in possesso di una calcolatrice e di 1020 euro che per gli investigatori sarebbe il prevento della attività illecita. La coppia è difesa dall’avvocato Marco Sparti. M.Cor. © RIPRODUZIONE RISERVATA
FINO ALL’OTTOBRE SCORSO IL 22ENNE NIGERIANO ERA STATO OSPITE DELLA STRUTTURA DI SAN GIACOMO
Allarme Tagliamento, 45 giorni per decidere gli interventi `Accordo tra Veneto,
Friuli e Protezione civile per prevenire le piene SAN MICHELE Un mese e mezzo per decidere gli interventi anti-piene del Tagliamento. È il patto definito tra i rappresentanti della Regione Veneto e del Friuli Venezia Giulia, che hanno partecipato ad un incontro convocato dalla Protezione civile nazionale. Alla riunione, presenziata da Angelo Borrelli, capo della Protezione civile italiana, oltre ai tecnici per il Veneto, ha partecipato l’assessore regionale all’Ambiente e Protezione civile, Gian-
paolo Bottacin. «Ho ribadito e abbiamo concordato che la sicurezza non può attendere ed è necessario agire presto – spiega Bottacin –. Su indicazione della Protezione Civile nazionale e con la supervisione dell’Autorità di Bacino, entro un mese e mezzo arriveremo ad un accordo che preveda tutti gli interventi necessari. Sarà fondamentale in tutto ciò il successivo coinvolgimento dei sindaci». Nel corso dell’incontro è emerso che, dagli studi dell’Autorità di distretto risulta che, il tratto terminale del Tagliamento è insufficiente a contenere la piena centenaria che può causare inondazioni nei territori di San Michele al Tagliamento e Latisana. Da qui la necessità di risolvere il problema delle piene del fiume,
concordando l’avvio di un tavolo tra le due regioni e l’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali per approfondire le tematiche relativa alla situazione del tratto terminale e della capacità di portata del fiume. L’obiettivo della seconda fase più allargata sarà, poi, quello di definire le soluzioni da attivare. «É nostra ferma intenzione coinvolgere il sindaco di San Michele fin da subito – precisa l’assessore Bottacin – e porteremo al tavolo il professor D’Alpaos, che per la Regione Veneto è un punto di riferimento imprescindibile in materia di sicurezza idraulica». «Da anni abbiamo sollecitato l’intervento delle autorità competenti - commenta il sindaco di San Michele, Pasqualino Codognotto -. Se solo nel novembre
RISCHIO ALLAGAMENTI La piena del Tagliamento fra San Michele e Latisana nel novembre scorso
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scorso l’alta marea e la piena del fiume fossero combaciate, la situazione sarebbe stata davvero terrificante. Fin dal mio insediamento ho ribadito che autorevoli studi da quasi 30 anni hanno stabilito che serve intervenire a monte del Tagliamento e che non si può pensare che il canale scolmatore Cavrato possa contenere la piena, perché in questo modo verrebbe allagata Bibione e Terzo Bacino». Entro un mese e mezzo le due regioni dovranno trovare un accordo per gli interventi da realizzare per la messa in sicurezza del fiume. In vista della scadenza saranno programmati ulteriori incontri tecnici fra le due Regioni per arrivare ad un cronoprogramma che permetta di avviare al più presto gli interventi. Marco Corazza
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Nordest
«TREVISO-OSTIGLIA PRONTA PER IL 2022» Impegno di Regione, Veneto Strade e Comuni a completare la ciclabile. L’assessore Elisa De Berti: «L’opera sarà finanziata con altri 6,7 milioni».
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Il Tar: «Il testo anti-pesticidi non è legge» Prosecco, il Consorzio Docg di Conegliano e Valdobbiadene `«Non è un documento scientifico e ufficiale di un’autorità: si era dato regole severe, in linea con le indicazioni regionali il Comune non può imporre il metodo biologico al produttore»
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mento virtuoso in ambito fitosanitario, tramite la selezione delle sostanze attive utilizzabili in viticoltura, secondo princìpi rigorosi ed oggettivi». Osservano i giudici: «Ora, se è vero che il Protocollo fornisce agli operatori del settore le opportune linee guida per una gestione della difesa integrata della vite nell’ambito, a sua volta, delle Linee tecniche di difesa integrata (Ltdi) predisposte dalla Regione Veneto, lo stesso tuttavia è privo del carattere tipico di un documento scientifico ed ufficiale proveniente da un’Autorità sanitaria pubblica, competente in materia di tutela della salute e dell’incolumità pubbliche». Inoltre per il Tar «è fonte di perplessità» l’ordine all’impresa vitivinicola di seguire il metodo biologico certificato, in quanto «la coltivazione “biologica” può avvenire a prescindere dalla certificazione, la quale non ha carattere di ufficialità». Oltretutto l’obbligo del bio per i nuovi vigneti è stato previsto da una deliberazione illegittima, perché «non è consentita una variazione unilaterale di un atto collegiale approvato da una pluralità di soggetti pubblici», qual è il regolamento intercomunale adottato da tutti i 15 municipi dell’area Docg.
LA SENTENZA VENEZIA Meno quantità, più qualità, chimica zero: la linea politica della Regione sulle bollicine è stata ribadita lunedì dal governatore Luca Zaia, richiamando il settore al fatto che «il boom del Prosecco ora va accompagnato con qualche sforzo in più». Ma la sentenza depositata l’indomani dal Tar, a proposito di un vigneto trevigiano che da un anno vede contrapposti un’azienda agricola e un asilo pubblico, smonta il “Protocollo viticolo“ di cui nel 2019 si è dotato il Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Docg, proprio allo scopo di «minimizzare l’impatto ed il rischio dell’uso dei prodotti fitosanitari nei confronti dell’uomo e dell’ambiente», in sintonia con le linee guida emanate da Palazzo Balbi e con il regolamento intercomunale di polizia rurale delle colline Unesco. Secondo i giudici, quel documento «non solo non può assurgere al rango di fonte normativa a contenuto prescrittivo obbligatorio, ma neppure a base di riferimento per un atto ordinatorio di un’amministrazione pubblica».
LA VICENDA Per quanto riguarda il caso specifico, il ricorso della Tenuta Agricola San Martino contro il Comune di Vittorio Veneto è stato accolto parzialmente. In uno dei due terreni di sua proprietà, a destinazione agricola, l’attività potrà continuare. Invece in quello più grande, che ha una diversa classificazione urbanistica e confina con l’asilo di San Giacomo di Veglia (dunque con un sito altamente sensibile), la piantumazione potrà essere effettuata solo dopo un eventuale convenziona-
IL VERDETTO SUL CASO TREVIGIANO DI UN ASILO CHE PROTESTAVA PER UN NUOVO VIGNETO: ACCOLTO PARZIALMENTE IL RICORSO DELLA DITTA
LE PIANTUMAZIONI CONTESTATE Sopra le barbatelle messe a dimora a Vittorio Veneto
mento con l’ente pubblico «che ne disciplini la funzione di interesse generale per la collettività». Inoltre la richiesta di risarcimento dei danni è stata respinta, poiché nulla qualifica «come illecita la condotta dell’amministrazione comunale». Ma c’è un aspetto che va ben oltre i confini locali della vicenda. Si tratta delle prescrizioni contenute in una delle ordinanze impugnate: da un lato che «la coltivazione della vite avvenga con metodo biologico certificato, in adesione allo specifico disciplinare dettato dal Protocollo Viticolo del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg»; dall’altro che «la lavorazione del vigneto e delle pertinenze in esclusive fasce orarie e giorni esterni all’attività della scuola materna avvenga in modo da evitare dispersione di polveri e rumori».
IL DECALOGO Per quanto riguarda il primo punto, il Tribunale amministrativo regionale ricorda che il Consorzio di tutela è un «soggetto di natura privata», che ha affidato a una commissione di esperti l’incarico di redigere un decalogo più restrittivo delle vigenti normative italiane ed europee, proponendolo ai produttori come «disciplinare di difesa integrata avanzata di tipo volontario che vuole promuovere un atteggia-
LE LIMITAZIONI
Il presidente Nardi
gestione del territorio. Ora i giuristi faranno le loro considerazioni sulla sentenza, ma noi la riteniamo una dimostrazione del fatto che Conegliano Valdobbiadene è un laboratorio di sostenibilità ambientale veramente avanzato e unico nel suo genere, in grado di sperimentare condotte che non sono ancora disciplinate dalla legge. Ora però sappiamo che la Regione sta prendendo ad esempio il nostro Protocollo, tarandolo su una realtà più grande e variegata, con maglie leggermente più ampie delle nostre». (a.pe.)
Quanto alle limitazioni temporali imposte dal Comune, sempre sulla base della delibera regionale dedicata ai siti altamente sensibili, secondo il Tar risulta «indeterminata la prescrizione a svolgere l’attività in fasce orarie e giorni estranei all’orario ed al calendario scolastico» e «questa indeterminatezza non giova alla chiarezza ed all’estensione precettiva di un atto il cui scopo fondamentale è di tutelare in via precauzionale la salute degli alunni». I magistrati rimarcano infine che non possono essere impedite, in una formulazione tanto generica, lavorazioni prive di impatto sulla salute: «Si pensi, ad esempio, alla potatura, al taglio dell’erba tra i filari, all’ordinaria cura della pianta della vite o alla stessa attività di vendemmia». Angela Pederiva
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«Nessun obbligo, ma i sindaci stanno con noi» VENEZIA «Non abbiamo imposto niente, ma i Comuni vorrebbero che le nostre regole avessero un fondamento giuridico, evidentemente perché le considerano giuste». Innocente Nardi (in foto), presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg , commenta così il verdetto del Tar che ha dichiarato illegittima l’ordinanza che imponeva l’attuazione del “Protocollo vinicolo” emanato nel 2019. «Com’è scritto anche nella premessa – afferma
Nardi – il documento stilato da una commissione di agronomi suggerisce di applicare le migliori tecniche di agricoltura integrata avanzata, cioè tutto ciò che è utile per ridurre l’uso della chimica. Di base è un lavoro secondo noi molto qualificato, ma resta uno strumento volontario, anche se i sindaci lo hanno preso come riferimento». Il numero uno della Docg trevigiana rivendica lo sforzo dei produttori: «Abbiamo voluto autocontrollarci, il che prova la nostra sensibilità nella
Fratelli d’Italia nella bufera: «Via Togliatti? Mai» IL CASO VENEZIA Bufera nel partito veneto di Giorgia Meloni dopo le dichiarazioni del nuovo capogruppo in consiglio regionale, Andrea Bassi. «Mi sembra che i nuovi Fratelli d’Italia abbiano perso la strada», sbotta Massimo Giorgetti, punto di riferimento della destra in Regione, approdato nel partito della Meloni assieme all’assessore Elena Donazzan ben prima dell’arrivo degli ex tosiani Bassi e Stefano Casali. Questi ultimi l’altro giorno hanno convocato una conferenza stampa a palazzo Ferro Fini per presentare una mozione che impegna la Regione a sensibilizzare le amministrazioni comunali affinché nelle nuove lottizzazioni intitolino una strada ad An-
na Frank. Non solo: Bassi ha detto che voterebbe anche a favore di una via intitolata a Palmiro Togliatti e di altre figure politiche della storia repubblicana. E ad insorgere, oltre a Giorgetti, è stato anche il leghista Alberto Villanova, presidente della Sesta commissione: «Impossibile dedicare una via a chi, come Palmiro Togliatti, ha lasciato morire i nostri alpini».
LE DISTANZE In FdI a farsi interprete della “rivolta” nel partito - raccontano di chat ribollenti e commenti inferociti - è Giorgetti: «Credo di interpretare il sentimento di tanti di noi». E qui va fatta una precisazione: adesso in consiglio regionale gli appartenenti a Fratelli d’Italia sono cinque, solo che Bas-
VERONESE Massimo Giorgetti
MOZIONE SU ANNA FRANK MASSIMO GIORGETTI SMENTISCE IL NUOVO CAPOGRUPPO BASSI: «LA DESTRA NON DEVE PIÙ DIMOSTRARE NIENTE»
si, Casali e il subentrato a Berlato Joe Formaggio sono nel gruppo che porta il nome del partito, mentre Giorgetti e Donazzan sono nel gruppo Più Italia! - Amo il Veneto. Giorgetti sbotta: «Bassi voterebbe per l’intitolazione di strade a Togliatti? Cioè a un anti-italiano e filosovietico? Nemmeno la sinistra arriverebbe a tanto. Certo è che il primo atto del nuovo gruppo di Fratelli d’Italia, cioè la mozione per Anna Frank, è stato quello di sentire la necessità di scusarsi di un’accusa che nessuno gli ha rivolto. La destra non deve più dimostrare niente. Giusto una settimana fa abbiamo votato in consiglio all’unanimità una legge sulla Shoah e Bassi sente il bisogno di dire che non siamo razzisti? I Fratelli d’Italia non devono scusarsi di niente». E, rin-
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cara Giorgetti, «non esiste neanche si baratti, io do Togliatti a te e tu dai Almirante a me. Io ritengo assolutamente sbagliato ricorrere all’intitolazione di strade per scusarsi di qualcosa tanto più che non c’è nulla di cui scusarsi». Giorgetti non era presente alla conferenza stampa, dice di aver visto il video su Facebook. E sferza: «Compito della politica è indicare la strada per la soluzione dei problemi, non intitolare le strade».
LA CRITICA Sull’intitolazione di strade a Togliatti è intervenuto anche lo zaiano Alberto Villanova, presidente della Commissione regionale Cultura: «Che Palmiro Togliatti sia stato un politico che ha influenzato in modo netto la sto-
ria della Repubblica italiana, non c’è alcun dubbio: è un fatto incontestabile. Parimenti, tuttavia, va ricordato come alcune sue scelte, in un momento storico come quello della seconda guerra mondiale, ebbero conseguenze pesantissime su migliaia di italiani. La vicenda della lettera, resa nota solo nel 1992, ma da lui firmata nel 1943, sui soldati italiani dell’Armir fatti prigionieri in Unione Sovietica, è una ferita ancora aperta per i familiari di chi ha perso la vita per la Patria, per la nostra memoria storica, per chi ancora oggi, dopo tutto, ogni anno commemora il sacrificio di chi è andato avanti. Per questo una simile ipotesi è quanto mai fuori luogo ed inopportuna». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
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Le infrastrutture del futuro
Maxi Carosello, Bolzano favorevole L’assessore Alfreider: «Nessun preconcetto sul comprensorio `«La mobilità non ha confini, bisogna cambiare strategia. che ci unirebbe a Cortina. Gli impianti a fune utili ai trasporti» Ma serve l’intesa con gli abitanti interessati dalle opere»
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DA FAVOLA Una pista ad Arabba, nelle intenzioni della Regione potrebbe essere collegata agli impianti di Cortina. Una parte del più importante comprensorio sciistico al mondo.
OLTRE CONFINE BELLUNO «Nessun preconcetto su un comprensorio che ci colleghi anche a Cortina. Nessuna rivalità. Anzi». Chi si aspettava che l’Alto Adige chiudesse la porta all’idea di un maxi Carosello che potrebbe collegare tutti gli impianti della provincia di Belluno e quindi anche quelli dell’Alto Adige (Arabba e Corvara sono già collegati attraverso il Sellaronda) deve ricredersi. Il progetto degli imprenditori funiviari e della regione Veneto di collegare piste e impianti di risalita di Zoldano, San Pellegrino e Cortina, permetterebbe di creare un sistema molto più grande visto che da Arabba si possono già raggiungere Val Gardena, Alta Badia e Val di Fassa. Insomma la rete verrebbe estesa alle due province. Al convegno degli industriali il governatore del Veneto Luca Zaia ha spiegato che diventerebbe: «Il più importante comprensorio sciistico al mondo». Un piano davanti al quale i vicini di casa avrebbero quantomeno diritto di veto. Non sarà così. A Bolzano, invece, guardano con grande interesse al piano.
CAMBIO DI STRATEGIA «La mobilità non ha confini, bisogna cambiare strategia. Pensare e agire a livello integrato. Solo così possiamo vincere». È rinchiuso in queste due frasi l’approccio dell’Alto Adige su come sono destinati a cambiare i rapporti con il Veneto. A parlare è Daniel Alfreider, assessore della provincia di Bolzano con delega
SULLA PADOLA SESTO: «MI DISPIACE MOLTO, SONO CONVINTISSIMO CHE QUEL PIANO PORTEREBBE GRANDI BENEFICI»
a infrastrutture e mobilità (oltre a cultura Ladina e formazione). Alfreider vive a Colfosco, il borgo abitato più elevato dell’Alta Badia ed è stato assessore a Corvara. Ma è più per il ruolo, che per il luogo di residenza, che il suo parere ha un peso elevato nel progetto.
LA PREMESSA Alfreider parte però da una premessa: «Quello che è importante è che la volontà nasca anche dal territorio. Il progetto deve essere creato assieme alla gente che ci vive. Spero che i dettagli del progetto possano essere discussi sul posto perché oggi, parlandone in modo generico si fatica a entrare nel dettaglio. Da parte nostra comunque non c’è preclusione a essere collegati con Cortina. Anzi. Però, ripeto, ci deve essere condivisione».
COLLEGAMENTI I rapporti con i vicini di casa dell’Alto Adige nella programmazione in chiave olimpica saranno determinanti, soprattutto
sul fronte della realizzazione delle opere. «Stiamo seguendo lo sviluppo delle infrastrutture anche a Livinallongo con il progetto che riguarda Pieve e con la mobilità per le Olimpiadi - prosegue l’assessore - credo valga lo stesso modello anche per gli impianti a fune che ormai rappresentano parte integrante della mobilità. Noi vediamo che dove è integrata la mobilità con il treno e le zone sciistiche i risultati stanno arrivando e sono importanti».
PADOLA SESTO Un’altra opera a cui l’Alto Adige guarda con grande interesse è la Padola Sesto. Il Carosello del Comelico, bloccato dai vincoli della sovrintendenza e sui cui passi in avanti, nessuno sembra in grado di sbilanciarsi apertamente. «Per la situazione di quel collegamento dispiace molto, so che ci si sta ragionando. Ma sono convintissimo che potrebbe portare grandi benefici. Anche sul fronte della mobilità urbana». Andrea Zambenedetti
Viabilità
Prolungamento Autostrada? «Vediamo i progetti» «Innanzitutto bisogna capire quali sono i progetti, dal momento che ci troviamo in una zona sensibile». Daniel Alfreider, assessore provinciale alla mobilità e alle infrastrutture, della provincia di Bolzano segue con attenzione il dibattito Veneto attorno all’ipotesi di prolungamento dell’Autostrada A27. «Chiariamo subito che il passaggio in superficie è impensabile, attraversare le valli in questo modo non è possibile. Se ci sono idee e proposte per un valico in galleria si può e si deve parlare. Diciamo che non è sbagliato parlarne ma dobbiamo pensare alle soluzioni». L’altro asse, di pari passo allo sbocco a nord
dell’Autostrada A27, è quello ferroviario per il quale nel 2014 venne firmata una convenzione tra il governatore Zaia e l’Alto Adige per un collegamento
su rotaia tra Cortina e Dobbiaco. «Dalle verifiche tecniche, sul fronte Veneto spiega Alfreider - so che emersero dei costi importanti. E quindi questo è rimasto fermo. Nel frattempo però il dialogo con l’assessore Elisa De Berti e con la Regione Veneto è continuato con grande intesa e collaborazione. Così ci sono importanti lavori per la ciclabile e per il fondo per unire Cortina a Dobbiaco. La mobilità sostenibile è importantissima e noi ci crediamo». Insomma i margini per intervenire potrebbero esserci. Spetta al Veneto sfruttarli e forse anche alla Provincia di Belluno dare un segnale. AZ
«No parchi divertimento sulle Dolomiti La febbre olimpica non ha colpito tutti» LIVINALLONGO «Di parchi divertimento sciistici, in giro per le Dolomiti, ce ne sono anche troppi. Preserviamo il territorio del Settsass che è di una bellezza mozzafiato e puntiamo su forme di valorizzazione alternative, come lo sci alpinismo e le ciaspolate in inverno e le passeggiate e le mountain bike in estate. Perché la gente sarà sempre più alla ricerca di una montagna vera. Pura». L’altra sera a Pieve di Livinallongo, all’incontro organizzato dal comitato “Ju le màn da nosta tiera”, non solo critiche al possibile carosello spinto dalla Regione Veneto, con collegamento tra Cortina e Arabba. Ma anche proposte concrete e fattive per investire in un turismo che non sia distruttivo bensì conciliante con la natura.
LA POSIZIONE Il neonato organismo, presieduto da Denni Dorigo, ha pre-
sentato la sottoscrizione aperta non solo ai residenti ma anche a coloro che amano Livinallongo e le sue bellezze. «Totale e convinta opposizione alla realizzazione di nuovi impianti sciistici di collegamento fra il comprensorio di Arabba e quello di Corti-
A LIVINALLONGO C’È STATA LA PRIMA RIUNIONE DEL COMITATO “JU LE MÀN DA NOSTA TIERA” LEGAMBIENTE ANNUNCIA BATTAGLIA: «AL VOSTRO FIANCO IN TUTTO, PARTENDO DAL SUPPORTO GIURIDICO»
na passando per la zona Settsass - è stato sottolineato a più riprese martedì sera - Non è accettabile che un progetto di questa entità, la cui realizzazione ricade pressoché interamente nel Comune di Livinallongo, non sia concertato con la comunità locale. Così come non è credibile che la realizzazione di questo percorso possa combattere lo spopolamento della montagna e migliorare la mobilità sulle strade (anche durante la stagione estiva). Va sottolineato poi che si ipotizza che questi nuovi impianti di risalita potranno non sostenersi dal punto di vista economico, viste le caratteristiche morfologiche dei luoghi e la posizione periferica rispetto ai grandi centri turistici, creando quindi dei problemi». «Siamo contrari - ha ribadito il comitato - a sacrificare un immenso patrimonio paesaggistico/ambientale che crediamo vada mantenuto e preservato anche per le generazioni future. Infine, i luoghi interessati godono di una valen-
za storica impareggiabile: la storia del Castello di Andraz/Schloss Buchenstein e del Col di Lana con il Monte Sief/Spiz de le Selëghe impongono di guardare a questi territori con rispetto e attenzione».
IL DIBATTITO In sala Taulac, l’altra sera, tantissimi fodomi. Vari coloro che hanno detto la propria opinione, tutti allineati al “no” secco al nuovo collegamento. «Sono i luoghi del nostro cuore - ha detto un cittadino - dove possiamo camminare in piena serenità, riconciliandoci con il mondo. Sono i posti dei nostri ricordi da bambini, di quando li frequentavamo con i nostri genitori e nonni. Ma sono anche i boschi e i prati sotto i quali giacciono i resti di chissà quanti caduti della Prima guerra mondiale. Non è accettabile che queste aree vengano violate come vorrebbe il progetto della Regione». «Imponendoci queste idee dall’alto - ha detto un altro resi-
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DETERMINATI I presenti all’incontro di Livinallongo del Col di Lana
dente - fa male vedere come la Lega del presidente Luca Zaia e dell’assessore Federico Caner rinneghi quell’autodeterminazione dei popoli che tanto ha sbandierato». «La zona in questione - ha sottolineato la guida alpina Franz Brunner - ha delle potenzialità naturalistiche e storiche enormi: si perseguano queste». «Sappiate che in questa battaglia ci sono anche molti ampezzani - ha detto Roberta
De Zanna che a Cortina fece parte del movimento che chiese un referendum per la realizzazione delle Olimpiadi - La febbre olimpica, fortunatamente, non ha colpito tutti noi in Ampezzo». «Per quanto ci riguarda - ha evidenziato Legambiente Veneto saremo al vostro fianco in tutto: dal supporto giuridico a quello di protesta». Presenti alla serata anche alcuni esponenti del Cai. Raffaella Gabrieli
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Nordest
VERSO LE ELEZIONI VENEZIA I suoi detrattori dicono che si è voluto “liberare” di Arturo Lorenzoni in vista delle elezioni di Padova nel 2022. Gli amici, al contrario, gli riconoscono il merito di essere riuscito a estendere lo schema padovano alla Regione e quindi di aver gettato le basi per tentare di conquistare, tra un quinquennio, Palazzo Balbi. Comunque la si voglia mettere, dietro l’operazione civica approvata con non poche lacerazioni dal Partito Democratico per le Regionali di maggio, c’è un giovanotto di 34 anni che non è mai stato iscritto ai Ds e neanche alla Margherita e che per quattro anni, dal 2013 al 2017, è stato segretario dei dem in provincia di Padova. Ora siede sia in direzione regionale che nazionale del partito, oltre ad essere il portavoce del sindaco Sergio Giordani. «Io lo stratega? Non è vero», dice Massimo Bettin. Che però difende con vigore la scelta di candidare a governatore Lorenzoni. Anche se il Pd dovesse perdere voti come a Padova nel 2017? «Se il Partito Democratico si apre ai mondi civici, in prospettiva può esserne punto di riferimento. A Padova è successo: non ci sono più i sovranisti a governare la città e il partito è cresciuto sia alle Politiche che alle Europee».
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«Il Pd non è autosufficiente Così proviamo a vincere» Parla Massimo Bettin, lo “stratega” `«A Padova sconfitta la destra sovranista dell’alleanza con i civici di Lorenzoni In Regione decisivo il cambio di gioco» `
I VOLTI A sinistra Massimo Bettin con Sergio Giordani. Sopra Arturo Lorenzoni e Alessandro Bisato. A destra Stefano Fracasso
LA STRATEGIA «Nel Pd non c’è stata una conta su un cognome - dice Bettin - C’è stata una discussione importante su un nuovo schema di gioco in Veneto che può avviare, e non solo a livello regionale, una fase di lungo periodo con elementi nuovi». Il ragionamento di Bettin è che «il Pd in Veneto non è autosufficiente. Lo abbiamo visto anche quando eravamo al 40%, epoca Renzi Europee 2014. E se un partito non è autosufficiente, il suo gruppo dirigente deve interrogarsi sul da farsi. Non fare questo sforzo sarebbe da irresponsabili». Anche nel 2015 il Pd aveva altre liste di supporto, stavolta
«IL PASSO DI LATO DEI DEMOCRATICI NON È SUI CONTENUTI E LA PROSPETTIVA È DI FARE DIECI PASSI IN AVANTI»
Appello dei sindaci a Renzi e Calenda IL DOCUMENTO VENEZIA Da Alessio Albertini di Belfiore a Paolo Vendramini di Ponte nelle Alpi, passando per Sergio Giordani di Padova, Jacopo Massaro di Belluno, Edoardo Gaffeo di Rovigo, ma anche Alessandro Bisato di Noventa Padovana e Andrea Cereser di Noventa di Piave e Mauro Migliorini di Asolo: sono i sindaci, in tutto una quarantina, molti del Pd, altri civici, che hanno sottoscritto un appello per scongiurare le divisioni e costruire invece «un Veneto migliore». Un appello rivolto ai centristi di Renzi e Calenda, ma anche a +Europa e ai socialisti. «Come sindaci - recita il docu-
mento - misuriamo quotidianamente la complessità del periodo storico che stiamo attraversando. Abbiamo ben chiaro quanto sia necessario affrontare il passaggio delle elezioni regionali senza incertezze, con forza e soprattutto unità. Di fronte a noi c’è una grande opportunità, quella di poter finalmente offrire ai veneti una proposta concreta e alternativa, un progetto nuovo e popolare. Per farlo dobbiamo essere uniti e responsabili e dobbiamo compiere scelte leali e generose. Crediamo che affrontare le elezioni regionali del Veneto in un clima conflittuale e di contrapposizione, che porti lo scontro direttamente nel campo del centrosinistra sia dannoso e lontano dai bisogni dei veneti, in-
spiegabile agli occhi della gente». La scelta di convergere sul vicesindaco di Padova: «Reputiamo positiva la sintesi fin qui raggiunta, che mette al centro il buon governo e l’esperienza dei territori. Arturo Lorenzoni, e il suo profilo moderato ed innovativo, ben rappresenta il riformismo concreto degli amministratori locali e interpreta pienamen-
LETTERA DI QUARANTA PRIMI CITTADINI AI CENTRISTI: «DIVIDERSI È SEMPRE SBAGLIATO, SERVE UNA ALLEANZA VASTA»
te quello spirito di apertura e condivisione di cui questo percorso ha bisogno. Lanciamo, dunque, un appello a tutte le forze democratiche, riformiste, progressiste e liberali, a concorrere positivamente alla costruzione di una alleanza vasta per il Veneto, mettendo al centro delle proprie scelte esclusivamente il benessere dei nostri cittadini. Chiediamo a tutti di evitare l’errore grave di trasformare la ricchezza e la pluralità del campo riformista e democratico in debolezza. Dividersi è sempre sbagliato. Siamo di fronte ad una scelta di campo. Ciascuno senta su di sé la responsabilità di indicare con chiarezza ai veneti da che parte decide di stare». © RIPRODUZIONE RISERVATA
“Regionarie” M5s, 54 in pista Due candidature per Cappelletti LA VOTAZIONE VENEZIA È il giorno delle Regionarie. Oggi il popolo del Movimento 5 Stelle potrà votare, a partire dalle 10 e fino alle 19, i 54 aspiranti candidati al consiglio regionale del Veneto in vista delle elezioni regionali di maggio. Le votazioni avverranno su base provinciale, ma stavolta non c’è stata la ressa nel proporsi. Dei quattro consiglieri regionali in carica l’unico a non ripresentarsi è stato l’attuale capogruppo Jacopo Berti. Di nuovo in corsa Erika Baldin, Manuel Brusco, Simone Scarabel. Doppia candidatura per Enrico Cappelletti: l’ex senatore ha dato la disponibilità a correre sia come consigliere regionale che come candidato presidente di Regione (lo fece anche Berti nel 2015), anche se c’è chi sostiene che avrebbe già consumato i suoi due mandati essendo stato in passato consigliere di quartiere a Padova. Tesi che l’interessato contesta. E sta facendo
discutere anche la candidatura di Simone Borile: la regola del M5s dice che non è possibile dimettersi (nel suo caso da consigliere comunale a Padova, incarico lasciato a fine 2018) per correre a una carica superiore.
I CASI DISCUSSI In un lungo post su Facebook, Cappelletti - candidato in provincia di Treviso in quanto residente a Pieve del Grappa - si dice «onorato di prendere parte a una battaglia che vede due “eserciti” schierati, uno dotato di potenti risorse, forte di possedere le leve del comando e di maneggiarle spudoratamente a proprio van-
L’EX SENATORE SI PROPONE ANCHE COME GOVERNATORE A PADOVA IL CASO DELLE DIMISSIONI DI SIMONE BORILE
taggio, da 25 anni. Dall’altra parte di risorse ne abbiamo pochine. Ma abbiamo la forza straordinaria che deriva dalla consapevolezza che siamo noi ad esserci schierati dalla parte giusta della storia». Anche perché, dice, il Veneto non è quel “paradiso” dipinto da Zaia. Ma Cappelletti può candidarsi avendo già fatto due mandati, uno da consigliere di quartiere e uno da parlamentare? «Il mandato da consigliere di quartiere non conta - dice Cappelletti - Valgono solo quelli da consigliere comunale in su. E comunque sono stato eletto in consiglio di quartiere 17 anni prima la nascita del Movimento». Per quanto riguarda Simone Borile, le sue dimissioni da consigliere comunale di Padova risalgono al 21 novembre 2018, poco più di un anno dopo le elezioni comunali: «Impegni di lavoro mi costringono a lasciare», aveva detto. Solo che il regolamento interno esclude candidature per chi si è dimesso o ha rinunciato a una carica elettiva. Tra l’altro Bo-
dov’è la differenza? «La differenza è che ci rivolgiamo a un vasto polmone civico, forse troppo eterogeneo, che se si organizza può rappresentare per il futuro un importantissimo compagno di viaggio. Con l’obiettivo di vincere. A Padova, Belluno, Adria è successo. Perché non dovrebbe succedere anche in Veneto?».
I SEGNALI Bettin dice che i segnali ci sono: le 2.500 Sardine a Padova, la marcia nel parco della Lessinia. «Ma sono meccanismi che non possono consolidarsi in passaggi assembleari, vanno consacrati nelle urne». Il Pd non rischia di rimetterci? Secondo Bettin no: «Vedo più opportunità che rischi per il Partito Democratico. Il passo a lato del Pd non è sui contenuti, ma sul candidato presidente, con la prospettiva però di fare dieci passi in avanti e farli diventare strutturali, non episodici». Certo, dice Bettin appoggiando l’appello dei sindaci ai centristi, in questo nuovo schema di gioco c’è bisogno di tutti. Obiezione: Lorenzoni ha fama di essere troppo di sinistra. «Non è così. Arturo conta sul sostegno decisivo di ambienti cattolici e delle libere professioni, altro che estrema sinistra. Semmai, adesso i mondi civici dovranno dimostrarsi all’altezza di superare alcuni pregiudizi nei confronti dei partiti e avviare percorsi realmente inclusivi. Fino ad ora il Pd ha scelto di giocare nel campo di gioco di Zaia, cioè puntando su un elettorato moderato. Ma, che piaccia o no, Zaia è il leghista più moderato che possa esserci, tanto che il nostro gruppo consiliare non può che essere ringraziato per il lavoro che ha svolto in condizioni direi proibitive. Solo che non è contrapponendo a Zaia una “brutta copia” che si può rompere il gioco di specchi. Questo non significa spostarsi a sinistra. Significa cambiare schema di gioco. Scommettiamo che su certi temi, ambiente, lavoro, salute, potremmo intercettare anche voti di destra?». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
«ZAIA È IL PIÙ MODERATO DEI LEGHISTI CONTRAPPORGLI UNA “BRUTTA COPIA” NON BASTA A ROMPERE IL GIOCO DI SPECCHI»
VOTAZIONI Enrico Cappelletti candidato consigliere e candidato governatore. Oggi il voto sulla piattaforma Rousseau
rile non rientrerebbe neanche nel famoso “articolo 1 lettera H” che consente il terzo mandato. Comunque sia, risultava in lista per le “regionarie”.
ni, ecco i candidati resi noti a ieri. A Belluno Barbara Lando, Daniele Campedel, Massimo Trento. A Rovigo Elena Suman, Achille Astoldi, Federico Rizzi. A Venezia, oltre a Erika Baldin, Elena La I NOMI Rocca, Falvio Baldan, Fabio RosIn attesa dei risultati, attesi signati, Simone Augusti, Mauro per stasera o al massimo doma- Basso, Dario Dedi, Andrea Pego-
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raro. Padova: Giorgio Burlini, Simone Bugin, Mauro Bisello, Flavio Pinton, Maria Francesca Ormanni, Simone Borile, Andrea Barbiero, Daniano Biasiolo, Enrico Schiavon. A Treviso, oltre a Simone Scarabel e Enrico Cappelletti, Maurizio Mestriner, Valentino Borin, Daniele Facco, Luigi Capoani, Vincenzo Grimaldi, Rosa Poloni, Nazario Michele giuliani, Daniela Bolzan. A Vicenza oltre all’ex consigliera comunale di Montecchio, Sonia Perenzoni, in prima linea contro i Pfas, ci sono Alessia Gambia, Caterina Ivana, Igor Ferrazzi, Maria Sandra Viale, Francesca Ferraro, Raffaele Di Guida, Giacomo Bortolan, Marco Di Gioia. A Verona, oltre al consigliere uscente Manuel Brusco, ci sono Gloria Testoni, Stefano Pedrollo, Andrea Torresani, Maurizio Fumaneri, Viktoria Vlasovskaia, Antonio Gallo, Katia Bannò, Fabio Donatelli, Paolo Luparello, Amdrea Pompele, Gennaro Pasquariello. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2020 LA NUOVA
MESTRE
scontro nei cantieri navali
Diverbio con vigilante La Fincantieri sospende un lavoratore La Fiom-Cgil accusa l’azienda: «Così non rispetta la legge» L’azienda replica: «La guardia ha fatto solo il suo dovere»
Gianni Favarato Nuovo “braccio di ferro” tra Cgil e Fincantieri, stavolta sul ruolo delle guardie giurate che circolano nei cantieri di lavoro. «Sono più di una, ormai, le lettere di contestazione giunte ai lavoratori che operano alla Fincantieri, sulla base di presunte segnalazioni, vietate dallo Statuto dei Lavoratori, operate dalle guardie i giurate (Gpg) addette alla tutela del patrimonio aziendale – hanno denunciato ieri Roberto D'Andrea (coordinatore nazionale di Fincantieri per la Fiom-Cgil) e Michele Valentini, segretario generale della Fiom di Venezia – Ultimo episodio a Porto Marghera, dove la direzione aziendale ha comminato un giorno di sospensione a un lavoratore in seguito a quanto dichiarato da una guar-
dia giurata». Per rispettare la privacy del lavoratore sospeso, il segretario della Fiom-Cgil veneziana non ha rilevato la specifica accusa a lui rivolta dalla direzione di Fincantieri e ha detto, invece, «l'utilizzo improprio delle guardie private di Securitalia spa, in servizio nei cantieri veneziani, non sono tollerabili – ha aggiunto Valentini – . Riteniamo molto grave quanto sta avvenendo soprattutto se consideriamo che questa attività di controllo viene svolta all'interno dei luoghi di lavoro addirittura con personale armato». La Fiom ha fatto presente che «la normativa esistente stabilisce chiaramente che il potere gerarchico, di controllo e disciplinare cui i lavoratori dipendenti dell’azienda sono sottoposti va esercitato direttamente e non può essere appaltato a società terze. Eventuali man-
canze da imputare ai lavoratori vanno segnalate da personale diretto di Fincantieri». «Le attività di vigilanza, controllo del perimetro aziendale, difesa dei beni aziendali sono attività importanti e sono una cosa ben diversa dal controllo dei lavoratori» conclude la Fiom annunciando che «se necessario» avvierà «le dovute iniziative a tutela dei diritti dei lavoratori tutti all'interno dei cantieri, invitando nel contempo i lavoratori a segnalare alle Rappresentanza sindacale unitaria quanto da noi denunciato». Secca la replica, arrivata ieri sera, di Fincantieri spa che si è detta «costretta a rilevare, ancora una volta, come questa organizzazione sindacale (la Fiom-Cgil, ndr) continui ad assumere posizioni strumentali e pretestuose, distorcendo completamente la realtà dei fatti». «Come ben noto al segre-
Uno scorcio dei cantieri navali di Porto Marghera dove si costruiscono le navi da crociera
tario, Michele Valentini – spiega una nota dell’azienda –, la contestazione disciplinare che ha condotto a un provvedimento nei confronti di un dipendente dello stabilimento di Marghera risale allo scorso novembre. In tale circostanza Fincantieri ha sanzionato un proprio dipendente in seguito ad un violento alterco sfociato in minaccia nei confronti di una guardia giurata, come confermato da più testimoni». Fincantieri sottolinea che il fatto «non è avvenuto in un reparto produttivo, ma in banchina, in un’area dedicata al transito veicolare, e che la
guardia non ha fatto altro che svolgere il compito di interdire il passaggio in una zona della stessa banchina al fine esclusivo di garantire l’incolumità dei lavoratori». «Tale esigenza – conclude Fincantieri – era stata posta all’attenzione della direzione aziendale anche dai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza dello stabilimento e, d’accordo con i medesimi, era stata condivisa la volontà di interdizione dell’area anche mediante l’utilizzo di una guardia giurata a supporto di altro personale impiegato». Fincantieri chiarisce, inoltre che «ciò che la Fiom ha volu-
la polemica della cgil di le di leu sulla dichiarazione del governatore
Zaia: «Nessun morto sul lavoro» Cgil e Leu: «Non è vero, si scusi» Per il governatore Luca Zaia «grazie al lavoro degli Spisal che abbiamo rafforzato in Veneto gli infortuni mortali sono in calo, in particolare nell’ultimo biennio e in agricoltura», ma per la Cgil del Veneto e il consiglieri regionale di Liberi e Uguali, Piero Ruzzante, è vero il contrario. «Zaia vada a raccontare questa favola ai familiari delle quattro vittime registrate dall'Inail nel veneziano – ha replicato Ruzzante – e chieda scusa alle famiglie colpite dai lutti e a tutte le lavora-
trici e i lavoratori del Veneto, che operano in condizioni di crescente insicurezza. A queste famiglie, a cui si vuole togliere perfino la dignità di poter piangere i propri cari, va tutta la nostra solidarietà». Le dichiarazioni del governatore del Veneto, Luca Zaia al tavolo regionale per la salute e sicurezza del lavoro convocato a palazzo Balbi, su richiesta dei sindacati, per fare il punto sullo stato di attuazione del Piano strategico di prevenzione degli infortuni lavo-
rativi adottato nel maggio 2018 dalla Regione, dalle parti sociali e dagli enti istituzionalmente preposti a formazione, vigilanza e controllo. «In questi venti mesi è stato fatto un grande lavoro per potenziare gli organici degli Spisal – ha sottolineato ieri Zaia, secondo l’agenzia Ask News , affiancato dagli assessori regionali al Lavoro e alla Sanità, di fronte ai rappresentanti sindacali e di Inail, Inps, ispettorato interregionale – per investire in formazione e prevenzione,
coordinare gli interventi locali e promuovere pratiche positive. Molto resta ancora da fare, ma intanto registriamo con favore che il trend delle morti in azienda o nei cantieri è negativo. Il Veneto è anche la regione che maggiormente si è impegnata per ridurre la piaga delle ‘morti bianche’, del lavoro nero e del caporalato». «Il trionfalismo di Zaia sulla sicurezza nel lavoro sa tanto di campagna elettorale – ha replicato il segretario generale della Cgil del Veneto, Christian
Un ispettore dello Spisal
Ferrari – Gli incidenti mortali sul lavoro in Veneto sono stati 57 nel 2019. Se si considerano anche quelli in itinere si arriva alla cifra spaventosa di 98. In leggera flessione rispetto al 2018, ma ben lontani dal con-
con i parlamentari Fogliani e andreuzza
Delegazione Lega al porto «Solidarietà ai lavoratori» Una delegazione della Legaveneziana ha compiuto nei giorni scorsi un sopralluogo e avuto incontri istituzionali con i lavoratori e i sindacati del porto, all’indomani della manifestazione per la difesa del porto. L’incontro si è svolto lunedì 17: la delegazione della Lega di Venezia era composta dai parlamentari Fogliani e Andreuzza, dal Commissario provinciale Tomaello e dal Com-
missario della sezione di Marghera Righetto. Il gruppo si è recato in visita al porto commerciale di Venezia. Sono stati fatti diversi incontri nel corso delle quali si sono affrontati alcuni temi specifici per la vitalità del porto e delle aziende che operano come l’escavo dei canali, dei marginamenti, il tema della scadenza concessioni, il funzionamento del Mose e le grandi
Navi. Ad accompagnare la delegazione c’erano anche Andrea D’Addio, coordinatore porto regionale Veneto Uil trasporti e Andrea Annarelli della Nuova Compagnia Lavoratori Portuali. «Come Lega - spiega il commissario Andrea Tomaello – in tutte le sedi, cercheremo di tenere alta l’attenzione per la tutela, salvaguardia e valorizzazione del porto e dei suoi lavoratori». —
I parlamentari della Lega in visita al porto commerciali
to portare all’attenzione mediatica in maniera parziale e faziosa, è stato oggetto di discussione alla Direzione territoriale del lavoro alla quale il lavoratore, assistito proprio da Valentini, si è rivolto per un tentativo di conciliazione, allo stato non definito dal collegio. Stupisce ancor di più che il coordinatore nazionale Roberto D’Andrea perseveri con plateale superficialità nella sua campagna pubblicitaria senza degnarsi di verificare lo stato dei fatti in totale spregio alle più elementari regole di correttezza e di buon senso». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
sentirci di dichiararci soddisfatti, cosa che per quanto riguarda la Cgil non avverrà finché questa piaga non sarà sradicata dai luoghi di lavoro». «Zaia ha dato i numeri anche rispetto alle assunzioni di nuovi ispettori nello Spisal peri l servizio di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro : ha aggiunto Ruzzante – . Dire che l'aumento degli organici è stato maggiore di quello promesso è offensivo nei confronti degli ispettori Spisal, che continuano ad operare in condizioni di estrema difficoltà e che hanno organizzato una giornata di sciopero e una manifestazione davanti a Palazzo Balbi. Zaia aveva firmato un Patto per l'aumento netto degli organici di 30 unità entro il 2018, dopo due anni ne son ostati assunti solo 8, ne mancano ancora 22». — G.Fav.