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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
natura e politica
Dal parco della Lessinia al Sile è battaglia Lega-ambientalisti La Regione vuole cambiare confini all’oasi veronese e aprire la caccia ai cinghiali Sì dei sindaci, ecologisti e Pd-5 Stelle contrari: oggi la resa dei conti al Ferro-Fini
Filippo Tosatto VERONA. Verdi di rabbia. Il de-
stino dei parchi naturali del Veneto infiamma lo scontro tra gli amministratori della Lega e il circuito ecologista, con l’opposizione Pd-5 Stelle lesta ad accusare la Regione di attentato all’integrità dei polmoni ambientali, autentiche oasi in una regione soffocata da cemento, traffico e smog. In prima linea, il parco della Lessinia, diecimila ettari spalmati tra le Piccole Dolomiti, la città di Verona e il Monte Baldo, lupi e marmotte, volpi e camosci, aquile reali e tritoni in un paradiso floreale e arboreo che alterna i giacimenti fossili alle vestigia dell’antica civiltà cimbra.
Uno scorcio del Parco della Lessinia; in basso i consiglieri regionali Stefano Valdegamberi e Andrea Zanoni
Zanoni: «Autorizzate cinque “retate” di lepri nel territorio trevigiano protetto, è gravissimo» pi l’anno. «La protezione del patrimonio naturalistico resterà inalterata», giurano i proponenti con Valdegamberi, lo “sponsor politico” degli allevatori, che oppone «la legittima volontà degli amministratori locali» alla protesta scatenata dai «fanatici che trasformano l’ambiente in uno specchietto delle allodole per
rastrellare voti». Ben diversa la lettura degli ecologisti, che in una lettera all’assemblea regionale –sottoscritta da 72 associazioni attive sul territorio – bocciano sonoramente il progetto, definito «una mossa in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei che si ripercuoterebbe negativamente sull’immagine promozionale, turistica e ricettiva della Lessinia»; «La motivazione addotta», sostengono «è pretestuosa perché la normativa vigente consente già il prelievo venatorio del cinghiale». Oggi le parti incroceranno le lame a Palazzo Ferro-Fini, nella
urbanistica
Crediti edilizi Cna applaude «Scelta utile al territorio»
QUEL PATRIMONIO VERDE
Sul versante politico, a dare battaglia è il dem Andrea Zanoni che, spalleggiato dalla collega Anna Maria Bigon, tuona contro il partito di Luca Zaia – «La Lega è una calamità per le aree naturali del Veneto, ci opporremo in ogni modo allo smembramento del patrimonio verde della Lessinia» – e allarga il tiro alla Marca di Treviso e al Padovano: «Il nuovo presidente dell’ente Parco del Sile ha autorizzato cinque “retate” di lepri, tra il 19 gennaio e il 2 febbraio, a Piombino Dese, Vedelago, Istrana, Treviso e Roncade», rivela «in queste aree la fauna selvatica dovrebbe essere protetta, non catturata per poi liberarla in territori gestiti dai cacciatori: è un fatto gravissimo e illegittimo». BERLATO: FUOCO SUI LUPI
FLORA E FAUNA IN BALLO
Tant’è. Sul futuro del parco lessinese incombe una proposta legislativa firmata dai consiglieri veronesi Alessandro Montagnoli, Enrico Corsi e Stefano Valdegamberi. Mira a modificarne la planimetria protetta, distinguendo la «riserva speciale» (intoccabile) dalle nuove «aree contigue agro-silvo-pastorali» a vincoli decrescenti – stimate intorno al 20% della superficie complessiva – nell’obiettivo di «supportare le imprese agricole» e contrastare «l’accresciuta presenza di specie selvatiche, perlopiù cinghiali» colpevoli di causare seri danni alle attività produttive e all’habitat. Via libera alla caccia, insomma, sulle orme di quanto già avviene nei boschi dei Colli Euganei, dove l’abbattimento procede al ritmo di 1500 ca-
seconda commissione convocata in seduta fiume dal presidente Francesco Calzavara per l’audizione dei 22 sindaci coinvolti (sostanzialmente favorevoli alla proposta di legge) nonché dei rappresentanti del combattivo arcipelago green.
L’esponente del Pd posta su Facebook la cruda immagine di una lepre intrappolata in una rete: «Che tale pratica sia dannosa, soprattutto in questo periodo dell’anno, mi è stato segnalato addirittura da alcuni cacciatori indignati. Le lepri già da gennaio si accoppiano e pertanto nelle reti finirebbero delle femmine gravide, con tutti i rischi che ogni persona di buonsenso può facilmente immaginare. Che bisogno c’è di una crudeltà simile?». È tutto? Quasi. Come poteva mancare a riguardo la schioppettata di Sergio Berlato? In attesa di volare a Bruxelles, il capogruppo di Fratelli d’Italia dà voce al popolo delle doppiette sollecitando, una volta ancora, libertà di fuoco sui lupi «in crescita incontrollata sulle aree montane e pedemontane, tanto da riversarsti in pianura e nei centri urbani, creando seri problemi alla circolazione stradale e notevoli danni alle colture agricole». Si salvi chi può. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA. «La Regione continua la striscia positiva di provvedimenti per la riqualificazione e la rigenerazione urbana emanati nei tempi dichiarati», commenta il presidente di Cna Veneto Alessandro Conte «e di ciò non possiamo che essere soddisfatti. Dopo la legge sul consumo di suolo e la legge sul piano casa, si discute ora la questione dei crediti edilizi che completa e fa da cerniera alle due norme». Alla vigilia del via libera definitivo atteso oggi, gli artigiani promuovono così il nuovo strumento che incentiva l’abbattimento di edifici in degrado (e la bonifica delle relative superfici) consentendo ai proprietari di costruire altrove o di cedere sul mercato il credito volumetrico acquisito». Secondo Cna, tuttavia, nel testo in dirittura d’arrivo resta ancora da sciogliere il nodo della gestione dei crediti da parte dei Comuni: «In base al provvedimento spetterà ai Comuni l’intera valutazione dei crediti edilizi», fa notare Conte «il che significa che ogni amministrazione dovrà valutare il mercato edilizio del proprio territorio, calcolare i crediti da attribuire in base ai diversi manufatti e alle diverse zone di ubicazione, valutare le possibili zone dove utilizzare i crediti, le modalità e aspetti fiscali connessi. Un lavoro per il quale servirebbe personale specializzato e dedicato di cui buona parte dei Comuni non dispone. A questo proposito tornerebbe utile la proposta di fondere i piccoli comuni che uniti potrebbero disporre di maggiori risorse, essendo dunque capaci di far fronte anche a questo tipo di incombenze». —
i 50 anni delle regioni celabrati a palazzo chigi
Boccia esalta l’autonomia ma il Carroccio è scettico «Referendum insabbiati» Il ministro:«Il nostro Paese è un mosaico straordinario ripartiamo dal primato dei territori». Gelida la replica del governatore Fontana ROMA. Alte uniformi e drappi
tricolori a Palazzo Chigi dove il premier Giuseppe Conte ha presenziato alla Conferenza Stato-Regioni riunita in seduta straordinaria per celebrare i cinquant’anni dall’avvio delle amministrazioni regionali, primo (e unico ad oggi) esempio concreto di decentramento legislativo e delega dei poteri. Così, il ministro Francesco Boccia, ha colto la palla al bal-
zo per ribadire la volontà di proseguire sulla strada del regionalismo differenziato. «Il nostro Paese è uno straordinario mosaico, composto da realtà e specificità diverse», l’esordio «ripartiamo dal primato dei territori perché è nostro dovere rafforzare al massimo la fiducia istituzionale tra i diversi livelli istituzionali». Poi l’accenno al tema più atteso, quello della maggiore autonomia perseguita – fin qui senza successo – dal Veneto (ieri rappresentato dal vicepresidente zaiano Gianluca Forcolin), la Lombardia e l’Emilia Romagna: «Quando affrontiamo la riforma autonomista, intesa
come attuazione del principio di sussidiarietà, dobbiamo essere tutti consapevoli che è la strada moderna e più corretta per rafforzare l’unità nazionale nel solco tracciato dal presidente Mattarella. Abbiamo il dovere di attuare tutti gli articoli della Costituzione collegati al 116, per evitare sfiducia, incomprensioni istituzionali e per esaltare il primato delle regioni»; «I princìpi di specialità e fdifferenziazione scolpiti nella Costituzione», ha concluso «non sono in contraddizione, vanno entrambi applicati, seguiti e rispettati». Parole promettenti, quelle di Boccia, a fronte però della
I rappresentanti delle Regioni a Palazzo Chigi con il premier Luigi Conte ed il ministro Francesco Boccia
persistente resistenza che in seno alla maggioranza 5 Stelle e renziani oppongono all’iter di riforma. «È giusto festeggiare ma sarei stato più contento se si fosse ragionato e operato a favore dell’autonomia», il commento del governatore leghista lombardo Attilio Fontana, spalleggiato dall’assessore Stefano Bruno
Galli (molto vicino a Matteo Salvini) che lamenta il sostanziale tradimento della volontà popolare da parte dell’esecutivo giallorosso: «I referendum dove 5 milioni e mezzo di cittadini hanno votato a favore dell’autonomia sono stati insabbiati da questo Governo che traccheggia ogni giorno» e la stessa legge quadro propo-
sta dal ministro Boccia «è fatta per rallentare il processo anziché favorirlo. Piuttosto che inoltrarsi in questo percorso impervio sarebbe bastato portare a regime la legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale, quello sì sarebbe stato un metodo serio per giungere all’autonomia». — Filippo Tosatto
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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
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Verso le olimpiadi 2026
“Rete Dolomiti” finanzierà la nuova cabinovia in centro Gli impiantisti fanno squadra, danno vita a una società e portano avanti il progetto Ghedina: «Il nostro obiettivo è eliminare gli intasamenti verso le ski aree»
L’assessore milanese Roberta Guaineri «Sempre più donne nelle stanze dei bottoni»
«Olimpiadi, premiata la nostra scelta sulla parità di genere» L’INTERVISTA
Alessandra Segafreddo
Alessandro Michielli
CORTINA. I privati fanno squa-
a “parità di genere” è stato uno dei temi analizzati dal Comitato Olimpico Internazionale prima di decretare il trionfo del dossier Milano-Cortina 2026. Un argomento affrontato a 360° durante il convegno “L’importante è pareggiare: diritto del lavoro e parità di genere nello sport”, svoltosi a Milano. A traslare il dibattito sulle Olimpiadi è stata Roberta Guaineri, assessore a turismo, sport e tempo libero del Comune di Milano. All’interno del dossier olimpico presentato dalla delegazione italiana al Cio era infatti presente un importante passaggio dedicato alla “Gender Equality”, la “parità di genere”, utile a misurare la situazione italiana sul piano del diritto delle donne: «La Gender Equality è stata istituita dal Cio come commissione», afferma Roberta Guaineri, «quindi una delle valutazioni fatta prima di incoronare il dossier Milano-Cortina è legata alla situazione italiana della parità di genere, sia per quanto riguarda la pratica sportiva da parte delle donne atlete, sia per quanto riguarda la rappresentanza delle donne a livello federale e istituzionale. È emerso che, a fronte del 30% di donne che praticano sport, in media il 12/15% di loro rappresen-
dra e danno vita a Rete Dolomiti, con l’obiettivo di realizzare in tempi relativamente brevi una cabinovia che, partendo dal centro di Cortina, porti gli sciatori alle piste ai piedi delle Tofane. «Stiamo lavorando in maniera piuttosto intensa per la realizzazione di questo nuovo impianto di risalita», rivela il sindaco Gianpietro Ghedina, «che dovrebbe partire dall’area dei campi da tennis Apollonio e arrivare a Socrepes». L’opera rientra nel quarto livello del Piano di infrastrutture per i Mondiali di sci del 2021, un livello che non doveva essere realizzato, ma approntato a livello progettuale. Ora, però, in vista delle Olimpiadi c’è una nuova accelerazione. «Gli impiantisti locali», spiega Ghedina, «si sono riuniti in un gruppo denominato Rete Dolomiti e hanno presentato al Comune e al commissario di Governo Luigi Valerio Sant’Andrea di realizzare a loro spese l’impianto, che costerà dai 12 ai 13 milioni di euro. Noi abbiamo sposato la proposta e abbiamo lavorato in sinergia affinché l’iter possa procedere con i dettami della legge 50/2017 varata per i Mondiali. Una legge che agevola gli iter, in quanto il commissario, pur rispettando il codice degli appalti, può utilizzare una procedura accelerata circa le tempistiche di pubblicizzazione dei vari atti».
L
Sciatori sulle piste di Socrepes con vista su Cortina d’Ampezzo
«Il progetto», prosegue Ghedina, «si inserisce in maniera armoniosa nel Piano infrastrutturale previsto per la rassegna iridata. Parliamo di un’opera importantissima per la diminuzione del traffico che, soprattutto du-
«Costerà 13 milioni Costruirla entro il 2021 non sarà semplice ma non è fantascienza» rante la stagione invernale, intasa le strade che portano alle ski aree di Tofana, Cinque Torri e passo Falzarego. L’impianto porterebbe gli sciatori direttamente in pista e da lì, considerando che
sarà costruita anche una cabinovia che collegherà Pocol con le Cinque Torri, negli altri comprensori». L’obiettivo è realizzare la nuova cabinovia ben prima dei Giochi olimpici invernali del 2026. «Rete Dolomiti», prosegue il sindaco, «ha l’obiettivo del 2021, ambizioso ma non irrealizzabile, vista la sinergia con Sant’Andrea e la Regione Veneto che guarda con attenzione a tutte le iniziative legate alla mobilità sostenibile. Sono contento che, dopo anni di divisioni, la maggior parte degli impiantisti abbia deciso di collaborare, dando vita alla società Rete Dolomiti, che guarda al futuro di Cortina». Il tutto con un approccio legato alla sostenibilità: «Un
concetto», chiosa Ghedina, «che sembrava solo una parola che va di moda, ma che noi stiamo rendendo concreto. Stiamo creando un sistema “ecologico” per vivere e godere della montagna. Per i cortinesi e gli ampezzani porre al centro la natura e il nostro ambiente è da sempre un imperativo: lo vediamo con le Regole, che hanno gestito e tutelato il territorio al meglio, ma lo vediamo anche in municipio dal lontano 1979, quando amministratori lungimiranti bloccarono il Piano regolatore, consentendo di edificare solo alberghi o case in diritto di superficie. L’obiettivo finale è rendere Cortina una città più moderna e più sostenibile, con interventi condivisi». —
milano-cortina 2026
Sarà operativa a marzo la nuova “Legge Olimpica” CORTINA. Una prima versione dell’attesa “Legge Olimpica’’ è stata illustrata ieri pomeriggio a Roma dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. A marzo sarà operativa, insieme alla Fondazione e all’Agenzia. «Sono contento del clima di collaborazione e condivisione dimostrato da tutti. L’obiettivo», ha osservato il ministro, «è sottoporre la legge al Consiglio dei Ministri al più presto, in modo da sviluppare i seguiti
necessari in armonia con i prossimi appuntamenti del Cio. Nel frattempo anche la Fondazione entrerà nella piena operatività». Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha precisato, al riguardo, che «è stato assunto un impegno comune e condiviso per arrivare entro marzo a raggiungere gli obiettivi della Legge olimpica e dell’operatività della Fondazione e dell’Agenzia».
Ecco perché Luca Zaia, presidente della Regione, si è detto fiducioso. «Ancora un passo avanti. Ancora una bella notizia. Le Olimpiadi invernali del 2026 stanno seguendo il cammino prestabilito. Le Olimpiadi sono il successo di una squadra, e la squadra sta marciando compatta», ha dichiarato ieri sera. «L’interlocuzione con il ministro Spadafora», ha aggiunto Zaia, «è in una fase positiva. Ci eravamo sentiti anche
Giovanni Malagò e Vincenzo Spadafora
tano lo sport a livello istituzionale. Questi risultati non sono soddisfacenti e ci devono fare riflettere», continua Guaineri, «Io sono ottimista, oggi c’è parecchia sensibilità a riguardo e questo cammino andrà avanti in maniera virtuosa». Come valuta la polemica per l’assegnazione delle gare femminili a Cortina e di quelle maschili a Bormio? Molti speravano di avere i “maschi” a Cortina. «Noi abbiamo dovuto redigere un dossier molto ampio sotto il profilo del territorio e giustificare le nostre scelte. La cosa più naturale è stata rappresen-
«Sciatrici a Cortina e uomini a Bormio: innaturale fare diversamente» tare al Cio il fatto che lo sci femminile è riconosciuto come lo sci che viene svolto a Cortina e lo sci maschile come lo sci che viene svolto a Bormio. Questo ha portato due vantaggi: innanzitutto questi paesi e le loro piste sono riconosciuti a livello mondiale per la loro organizzazione nei due settori dello sci alpino e poi hanno già strutture efficienti per accogliere da un lato lo sci femminile e dell’altro lo sci maschile. Secondo noi questo è stato un valore aggiunto. Sarebbe stato innaturale fare in modo diverso». —
martedì sera. Se la legge olimpica vedrà la luce così come è stata impostata, anche in virtù del fatto che è l’esito di un lavoro preparatorio di mesi, significa che le Olimpiadi 2026 sono definitivamente varate e si comincia il cammino organizzativo sul terreno». Al vertice di Roma hanno preso parte, fra gli altri, i componenti del Comitato di Indirizzo di Milano Cortina 2026, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il vice sindaco di Cortina, Luigi Alverà, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il dirigente della Regione Veneto, Maurizio Gasparin. — F.D.M.
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Belluno
Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Anas gestirà 3 strade: risparmiati 4 milioni `Benefici
in provincia dopo la revisione della rete viaria regionale VIABILITÀ BELLUNO Potrebbe aggirarsi in-
EMERGENZA anziani anche in provincia di Belluno: i sindacati Cgil, Cisl e Uil lanciano l’allarme per le carenze dell’assistenza pubblica
torno ai 4 milioni di euro all’anno il tesoretto che la Provincia maturerà grazie al passaggio della gestione di tre grosse arterie del nostro territorio da Veneto Strade ad Anas. È la conseguenza sul piano locale del provvedimento del Governo che trasferisce 21 milioni di euro di costi di gestione all’ente nazionale per le strade. Dei 700 chilometri veneti, alcune centinaia si trovano nella nostra provincia: sono la Provinciale 1 della sinistra Piave, la 203 Agordina e la strada della Val Cellina nel tratto settentrionale che attraversa la val di Zoldo.
puntualità ed efficacia nei suoi interventi lungo la rete stradale di sua competenza, un modello di gestione che non deve essere dissipato».
L’OBIETTIVO Vantaggi in vista anche sul piano economico: «Con questa riclassificazione -spiega Padrin- si completa il percorso che ci porterà a ridurre i costi di gestione della nostra viabilità Un percorso che abbiamo condiviso fin dall’inizio con la Regione Veneto e funzionale a quelle che sono attualmente le dotazioni finanziarie della Provincia. Negli ultimi anni i trasferimenti statali per la viabilità sono passati da 15 a zero milioni di euro, con immaginabili difficoltà per le nostre casse». Dopo questo primo passaggio, all’orizzonte si profila la riformulazione della convenzione con Veneto Strade: «Poter contare su Anas è indispensabile», conclude Padrin. GL
IL COSTO
Anziani: allarme dei sindacati `«Famiglie abbandonate a se stesse: Cgil, Cils e Uil denunciano la distanza tra ultra65enni e strutture di accoglienza ora è urgente la riforma delle Ipab» `
LO STUDIO BELLUNO Sempre più anziani e
sempre più soli. In una regione che continua ad invecchiare, dove gli ultra 65enni sono 1.122.005 e gli ultra 80enni 347.165, la provincia di Belluno fa la parte del leone meritandosi la palma della più vecchia del Veneto. Nel Bellunese nel 2018 gli over 65 rappresentavano il 26,1% della popolazione, nel 2008 erano il 22,4%. In questo quadro emergono le piaghe della solitudine e della non autosufficienza, di famiglie stremata nella gestione dell’anziano, mentre le leggi si dimostrano inadeguate al cambiare dei tempi. Per questo i sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil del Veneto lanciano l’allarme, perché la sfida del futuro per la tenuta dei servizi socio sanitari può essere vinta solo applicando la riforma delle Ipab, (istituto pubblico di assistenza e beneficenza) come previsto dalla legge. Ma mentre la vita si allunga e le case di riposo si riempiono, a livello locale sembra che le istituzioni facciano orecchie da mercante.
I DATI Un quarto degli ultra 80enni non è in grado di badare a sé stesso e, anche se il numero in provincia di Belluno è diminuito ri-
spetto ad anni fa, in controtendenza rispetto al resto del Veneto, i dati pongono davanti ad un problema che, prima o poi, va affrontato. «La non autosufficienza non è uno scherzo – commentano i sindacati -, se non cambia in fretta l’offerta dei servizi sociosanitari, ma anche una certa
mentalità che vede nell’anziano solo un peso, il futuro di questa fascia della popolazione sarà una vera e propria sfida da affrontare in solitudine, soprattutto per le donne». La situazione si fa sempre più emergenziale perché legata a doppio filo all’invecchiamento della popolazione. In
Il confronto
LA SOLITUDINE
Alle prese con la non autosufficienza: a chi rivolgersi per avere assistenza A chi rivolgersi quando in casa un anziano diventa non più autosufficiente? Su quali servizi contare? Come gestire la questione eredità quando il proprio caro viene colpito da Alzheimer? A queste e ad altre domande l’Associazione Mazziniana Italiana Sezione “Doveri dell’uomo” di Belluno si propone di dare risposta martedì alle 18 in sala Bianchi. Alla conferenza dibattito dal titolo “L’anziano non autosufficiente – aspetti etici, giuridici, assistenziali” interverranno Romano Cavagna, Laura Vittoria De Biasi e Maria Chiara Santin. «È necessaria l’attenzione
provincia si è passati da una popolazione dove gli anziani over 65 rappresentavano il 22,4% nel 2008 al 26,1% del 2018. Belluno mette a segno il dato più alto di tutta la regione staccando nettamente le altre province. La più vicina, per anzianità, è Rovigo dove gli anziani sono il 25,6%, seguita da Venezia dove rappresentano il 24,3%.
all’anziano in una società che invecchia – le parole di Cavagna - questo significa distribuire le giuste risorse per i servizi dedicati e assicurare il diritto all’assistenza». «Ci sono tanti servizi sul nostro territorio poco conosciuti – commenta Santin -, a partire dal Centro Diurno. Spesso le famiglie di persone con demenza si rivolgono ai servizi socio sanitari quando ormai sono stremati dalle cure rivolte al famigliare, perché non sapevano di tante possibilità. Per questo è importante diffondere la conoscenza dell’assistenza e dei servizi a disposizione in provincia». (AT)
L’invecchiamento della popolazione porta con sé solitudine e non autosufficienza. Nel decennio 2009-2018, le persone sole con più di 60 anni in Veneto sono aumentate del 18%, da 269mila a 314mila: di queste ultime 226mila sono donne. Gli ultra 80enni soli sono invece 208.277 (per il 74% donne). Gli over 80 soli nel Bellunese sono 10.585, il 66,4% del totale degli over 80 e, di questi, il 75,4% sono donne. In quanto alla non autosufficienza, nel 2015 in provincia di Belluno il problema coinvolgeva 4763 over 65, oggi 4649: una diminuzione del 2,39%. Nel resto della regione, invece, il numero è salito con aumenti addirittura del 5,61% a Treviso e del 6,68% a Verona. Gli over 80% non autosufficienti invece sono di più, il 21,03% in provincia, ma comunque meno rispetto al 2015. Alessia Trentin
Auser, Comuni e Polizia alleati contro le truffe `Quattro incontri
per mettere in guardia le vittime dei raggiri IL CICLO BELLUNO Auser e polizia guarda-
no le spalle agli anziani: in partenza un ciclo di incontri per difenderli dalle truffe. Quattro appuntamenti tra gennaio e marzo favoriranno la diffusione tra la popolazione dei rischi legati alle truffe e ai raggiri che, spesso, sono proprio ai danni degli over 65. La proposta arriva da Auser e, per ora, ha incontrato l’appoggio e la collaborazione dei Comuni di Sospirolo, Domegge,
Borgo Valbelluna e Pedavena interpellati dai Circoli locali. L’iniziativa si chiama “Progetto sicurezza” e richiama un rischio, quello delle truffe telefoniche, online e anche porta a porta, su cui negli ultimi anni si sta ponendo particolare attenzione in provincia. Le amministrazioni coinvolte hanno dato il loro patrocinio e, alcune, anche i locali per organizzare le serate ed è stata raccolta piena collaborazione anche dalla Polizia di Stato tanto che agenti saranno presenti agli incontri per fornire ai cittadini tutte le indicazioni su come comportarsi e quali indizi guardare per scoprire l’inganno, così da difendersi da futuri tranelli. Si parte il 21 gennaio, alle 15 nella sede del Circolo Auser “Monte Sperone” di Gron di So-
spirolo. Seguiranno quelli del 31 gennaio alle 16 nella Sala consiliare del municipio di Domegge, quindi del 4 febbraio alle 15.30 a Lentiai in via Galilei 8, nella sede del Circolo e del 10 marzo alle 15 nella Biblioteca comunale di Pedavena in via Roma 24. Gli incontri sono aperti a tutta la cittadinanza. «In questo modo - spiega la presidente provinciale Auser Verena Dall’Omo - si interviene in anticipo su una problematica purtroppo diffusa e che attacca gli anelli più deboli della nostra società. È l’ennesima dimostrazione che fare rete tra i vari soggetti coinvolti può essere un valido aiuto per la comunità. Un ringraziamento ai Circoli che finora hanno aderito ed organizzato gli incontri, ai Comuni ospitanti e, in particolare, alla
Polizia di Stato che con entusiasmo ha dato la propria disponibilità. L’auspicio è che la popolazione, quella anziana in particolare, risponda in maniera numerosa a questa proposta». Più di altri, infatti, sono proprio gli over 65 le vittime di chi si presenta con telefonate, mail o suonando al campanello di casa per proporre l’acquisto di beni, la sottoscrizione di contratti per servizi di società inesistenti o per estorcere soldi attraverso ricatti. I numeri raccolti dalla Prefettura di Belluno, che qualche anno fa ha lanciato l’allarme relativamente al dilagare del fenomeno e ha diffuso opuscoli informativi, lascia intendere come oggi più che ai topi d’appartamento ci si debba difendere dai truffatori. (A.T.)
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Per mantenerle in efficienza palazzo Piloni sborsava a Veneto Strade circa 4 milioni di euro ogni anno, che ora potranno essere diluiti sul resto della rete viaria del territorio che rimane nelle competenze della stessa Veneto Strade: le esigenze di manutenzione stradale in zone montane come le nostre hanno sempre dovuto fare i conti con una coperta troppo corta e con toppe da rabberciare un po’ ovunque in tutti i mesi dell’anno. Ora questa piccola boccata di ossigeno che consente almeno una riprogrammazione degli interventi. «Quello che conta -commenta il presidente della Provincia, Roberto Padrin- è che venga mantenuto anche con la gestione Anas lo stesso standard qualitativo che aveva Veneto Strade che in questi anni ha sempre assicurato
SODDISFATTO il presidente della Provincia Roberto Padrin
SINISTRA PIAVE, AGORDINA E VAL DI ZOLDO ESCONO DA VENETO STRADE, PADRIN: «MANTENERE GLI STESSI STANDARD»
Occhialeria e Brexit: tutti i nuovi scenari IL DIBATTITO BELLUNO Come cambierà la di-
sciplina dei dati personali con la Brexit? Quali sono gli scenari geoeconomici all’orizzonte? Quali le prospettive per l’occhialeria che vede nella Gran Bretagna uno dei suoi mercati più importanti? Sono alcune delle domande a cui risponderà il Workshop che Reviviscar organizza per il 31 gennaio in sala Caldart dalle 14,30 alle 17,30 all’interno del Protocollo Regione-Anfao per l’occhialeria e rivolto ai lavoratori del comparto. L’intervento infatti è realizzato con risorse del Programma Operativo Regionale cofinanziato con il Fondo Sociale Europeo 2014–2020 di Regione del Veneto. «La Gran Bretagna è tra i principali mercati per il settore dell’occhiale spiega Lara Franzoia, presidente di Sipao- ma quello britannico è un mercato che ha subito una progressiva contrazione nei primi tre trimestri del 2019, con un -8,4% delle esportazioni italiane, rispetto al periodo gennaio-ottobre 2018. Le incertezze della Brexit si sono fatte sentire anche perché la grande maggioranza dei Paesi europei è cresciuto, segnando comunque un trend Ue complessivo positivo». «Dobbiamo stare attenti a tutti gli aspetti, anche burocratici, che andranno a porsi una
volta compiuta la Brexit -afferma Franzoia- Nessun allarme, ma l’attenzione deve rimanere altissima». «Di fronte a scenari così complessi, gli imprenditori non possono fare altro che usare l’”arma” della conoscenza». Il focus del workshop sarà incentrato sui nuovi adempimenti e possibili conseguenze nei rapporti commerciali e nel trattamento di dati personali: principi per il trasferimento dei dati al di fuori della UE; decisioni di adeguatezza, clausole standard e Bcr (Binding Corporate Rules); il ruolo del Titolare e del Responsabile del trattamento; deroghe specifiche. Per informazioni e adesioni telefonare a 0437 951228 – 0437 951284 oppure mandare una mail a Francesca Napolitano (fnapolitano@confindustria.bl.it) o Martina Pampanin (mpampanin@confindustria.bl.it).
LA PRESIDENTE Franzoia spiega le conseguenze della Brexit
XIII
PievedelGrappa Possagno Riese
Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Pedemontana Emergenza, avanti tutta Nel vertice in Regione garantito il proseguimento dell’attività ` Il sollievo dei sindaci: «Avevamo sperato in questa soluzione «Ha fatto un grande lavoro, cercheremo di potenziare i servizi» per il nostro territorio la sua presenza è un valore aggiunto» `
PIEVE DEL GRAPPA Il servizio delle ambulanze tra Montebelluna, Castelfranco e la zona del Grappa non verrà tagliato. Anzi, l’associazione Pedemontana Emergenza si prepara a crescere integrandosi in modo definitivo con il settore dell’emergenza dell’Usl della Marca. Non ci saranno più singoli contributi, ma un sistema di rimborsi in base alle attività svolte, a fronte di un nuovo accordo che dovrebbe valere per 5 anni. Ora si attende il via libera della Crite, la commissione regionale per gli investimenti. Ma in vista della scadenza della convenzione attuale, alla fine di febbraio, la rassicurazione più importante è già arrivata proprio dalla Regione.
FUTURO BLINDATO «Pedemontana Emergenza proseguirà la propria attività -annuncia Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanitàanche con un possibile potenziamento dei servizi offerti». Parole che blindano il futuro dell’associazione che gestisce due basi ambulanze a Crespano
e Valdobbiadene. L’assessore regionale le ha pronunciate nel corso del vertice andato in scena ieri in Regione con Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl trevigiana; Paolo Rosi, responsabile dell’emergenza-urgenza regionale; Annalisa Rampin, sindaco di Pieve del Grappa, dove si trova la sede dell’associazione, oltre che presidente del comitato dei sindaci del distretto di Asolo dell’Usl; Marco Turato, primo cittadino di Pederobba; Paolo Mares, presidente dell’Ipa asolana; Silvia Rizzotto, consigliere regionale ed ex sindaco di Altivole. Negli ultimi tempi si erano allungati dei dubbi sulla conferma del servizio a causa delle nuove norme sul terzo settore che riducono drasticamente i margini di manovra delle aziende sanitarie per quanto riguarda l’erogazione di contributi. Per Pedemontana Emergenza, in particolare, il rubinetto era già stato stretto in nome della riduzione dei costi. Il finanziamento era sceso da 100mila a circa 50mila euro. Ora, invece, sono stati spazzati via tutti i dubbi. Benazzi ha già aperto le porte a un aumento. «Vogliamo mantenere la colla-
borazione perché è stato fatto un grande lavoro -ha spiegato il direttore generale- se servirà aumentare il contributo, siamo disposti a procedere». Attraverso la CrIte si potrebbe fare anche di più. Lo stesso discorso vale per la Imet, l’organizzazione no profit composta da medici e infermieri in prima linea sul fronte dell’emergenza territoriale. «Il mantenimento dell’attività svolta da Pedemontana Emergenza e Imet è considerato strategico -scandisce Lanzarin- perché serve un’area complessa, che richiede conoscenze e competenze che possono essere garantite solo da chi ha esperienza specifica sul territorio». Dalla Regione evidenziano anche il buon lavoro svolto fino ad ora: «In molti anni di esperienza sono state risolte con tempestività situa-
IL NUOVO ACCORDO: NON PIU’ SINGOLI CONTRIBUTI MA UN SISTEMA DI RIMBORSI IN BASE ALLE ATTIVITA’ SVOLTE
Caerano Domenica benedizione degli animali in piazza Domenica prima benedizione degli animali a Caerano, manifestazione collegata alla festività di domani di Sant’Antonio Abate, santo protettore. Piazza della Repubblica accoglierà a mezzogiorno i proprietari di stalle e, in generale, di animali domestici che riceveranno la benedizione dal parroco don Paolo Zago. L’evento è patrocinato dal Comune di Caerano e organizzato con la collaborazione di varie realtà locali quali la parrocchia, le associazioni Natura a Cavallo e Noi e Fondazione Villa Benzi Zecchini. Il programma prevede, dopo la messa in chiesa alle 10.30, la sfilata di una trentina di cavalli che partiranno alle 11.30 dagli impianti sportivi per poi raggiungerepiazza della Repubblica dove alle 12 avrà inizio il rito della benedizione. (ff)
zioni molto complesse».
SERVIZI POTENZIATI Musica per le orecchie della Rampin e degli altri amministratori. «Il proseguimento dell’attività è stato sancito davanti a tutti. Come sindaco e presidente del comitato dell’Usl ho sempre sperato che si potesse arrivare a una soluzione del genere -dice il primo cittadino di Pieve del Grappa- la doppia base delle ambulanze gestita da Pedemontana Emergenza rappresenta un valore aggiunto per questo territorio. Non si tratta solamente di un’integrazione, ma di una parte fondamentale del servizio generale di emergenza». Adesso si sta valutando la possibilità di ampliare i servizi erogati dall’associazione. Oggi Pedemontana Emergenza si occupa di soccorso, protezione civile in caso di calamità e di grandi eventi, gestione dei trasporti che ricadono nell’ambito dei cosiddetti taxi-sanitari e organizzazione di corsi di sensibilizzazione ed educazione dei cittadini alla salute e al primo soccorso. Tutti settori che ora potrebbero essere ulteriormente sviluppati. Mauro Favaro
Fondazione Canova: «Direttore entro febbraio» POSSAGNO «Martedì sera si è insediato il comitato scientifico. Sono davvero soddisfatto dello spirito di iniziativa e di servizio dimostrato. Ci prepariamo al 2022 nel migliore dei modi». Rompe il silenzio dopo le ultime scoppiettanti settimane il sindaco Valerio Favero. Il tempo e l’assicurazione che tutto avverrà per unico impulso della presidenza hanno rasserenato Vittorio Sgarbi. Insomma si riparte. «Ma io non sono mai stato preoccupato» risponde Favero. «Il presidente si comporta secondo la sua indole. Oggi mi trovo a ribadire le decisioni prese ieri». Nel dettaglio: un protocollo d’intesa tra Possagno e Bassano, atto ufficiale perchè una Fondazione privata e un Museo civico possano esprimere lo stesso direttore. «Come avete potuto sentire dalle sue stesse parole, Vittorio Sgarbi ha tutte le intenzioni di rispettare le volontà di Giovan Battista Sartori, fratellastro di Canova, e trovare un unico direttore per i due musei. Trovando una soluzione operativa però».
IL TOTO DIRETTORE
SERVIZIO DI EMERGENZA Il personale operativo della Pedemontana interviene in diversi ambiti: dal soccorso a persona, alle calamità naturali
Il paese piange Grazia, pioniera della politica RIESE PIO X Una donna dal cuore grande; una delle prime impegnate direttamente in politica come assessore nella storia del Comune di Riese; allieva del “maestro” Primo Visentin medaglia d’oro ed eroe della resistenza: Graziosa Favaro, vedova Ceriello, da tutti conosciuta come Grazia, è morta all’età di 96 anni. Negli ultimi tempi era ospite della casa di riposo di Vedelago dove è venuta a mancare. Tanta gente ieri al funerale, presente anche il gonfalone del Comune di Riese. «Grazia era una donna molto conosciuta -è il ricordo del sindaco Matteo Guidolin-o ltre ad essere stata una delle prime riesine impegnate in politica co-
me assessore, e in quegli anni per una donna non era così scontato, ha proseguito diventando un punto di riferimento per gli anziani del centro diurno fino a che ha potuto. Ci lascia una grande eredità umana».
VITA E OPERE Originaria di Vallà, ha avuto quale maestro elementare il Primo Visentin poi capo partigiano, martire e medaglia d’oro al valor civile. Una cosa di cui andava molto fiera. Poi in seconde nozze ha sposato il dottor Ceriello, papà di Donato, per tanti anni medico a Riese. Iscritta nelle liste della Dc, nelle elezioni del 1970 venne eletta consigliera e poi entrò in giunta come assessore col sindaco Carlo Pellizzari. Vi rimase per 6 anni,
terminando di fatto la sua esperienza amministrativa nel 1976. Se Laura Gaetan è stata la prima donna di Riese a entrare in consiglio comunale nel 1956 e Romilda Bordin la prima donna assessore nel 1960, Graziosa Favaro invece è stata la seconda donna nella storia del Comune di Riese ad essere nominata assessore con la Dc nel 1970. Per avere un’altra donna assessore
MORTA A 96 ANNI LA VEDOVA CERIELLO FU UNA DELLE PRIME DONNE AD ASSUMERE RUOLI AMMINISTRATIVI NEL COMUNE
IL LUTTO Grazia Favaro Ceriello è stata ricordata con affetto
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a Riese, si è dovuto attendere il 1990 con Maria Filena Berno eletta nelle file del Psi. Graziosa Favaro, comunque, lasciata la politica si è poi impegnata nel volontariato creando nel 1995 il centro diurno per anziani di cui è diventata un punto di riferimento. Anche i consiglieri di minoranza di “Prima il tuo Comune” con un post ricordano la figura di Graziosa Favaro: «Una donna che si è sempre impegnata nel comune di Riese. Prima come assessore, poi come presidente del centro diurno per anziani, sostenendo con forza il ruolo delle donne nella vita sociale e politica del Comune. Ciao signora dal maggiolone verde, signora dallo sguardo di ghiaccio ma dal cuore grande». Gabriele Zanchin
La rosa dei candidati è stata espressa: si tratta di Stefano Grandesso, Francesco Leone, Elena Catra e Chiara Casarin. «Da questa rosa sceglieremo il futuro direttore -aveva annunciato Sgarbi ieri- Casarin è in gioco, ovviamente. Temibile Leone che sta curando la monografia dello scultore». Quindi non è per nulla escluso che alla fine ad insediarsi sia proprio la storica dell’arte trevigiana, 44 anni, già direttrice e oggi consulente esterna dei musei di Bassano, che nelle scorse settimane aveva annunciato la nuova carica in avvicendamento con Mario Guderzo, ex direttore della Fondazione andato in pensione con il 1. gennaio 2020. «É tutto da decidere, penso avremo tempi non lunghissimi -assicura il sindaco- il Comitato si ritroverà a metà febbraio a Possagno. Entro quella data dovremo avere il nome». Favero conferma anche i primi passi a livello espositivo. «Il presidente sta gestendo tutto in prima persona. Ieri ha spiegato di aver trovato la quadra con il Cda per importanti progetti tra cui le Terrecotte di Canova alla National Gallery di Washington, al Paul Getty di Los Angeles e all’Art Institute of Chicago per il 2021, la mostra “Canova e il Contemporaneo” al Mart di Rovereto e, in collaborazione con FerraraArte, la mostra Antonio Canova e Leopoldo Cicognara». Sul possibile prestito delle Tre Grazie alla Fondazione Dolce e Gabbana non si sbilancia troppo però. «Ripeto, sono cose che sta gestendo Sgarbi in prima persona. Non sarebbe certo la prima volta che avviene un prestito importante. Le Tre Grazie? La scelta definitiva non è ancora stata fatta. Potrebbe essere. E a seconda dell’opera prestata avremo un finanziamento adeguato». Elena Filini
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Nordest
Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Bandiere e dittatori, le proposte del Ferro Fini
La scheda
Socio unico “Giochi Olimpici 2026 Spa” ha un unico socio: il ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’iter La società sarà istituita con la legge olimpica presentata ieri dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e che dovrà essere approvata dal Governo e poi dalle Camere entro marzo.
LE PROPOSTE
VENEZIA Un progetto di legge regionale per estendere la metodologia dell’estrazione a sorte, già prevista per i revisori dei conti della giunta e del consiglio regionale del Veneto, anche alle nomine effettuate dagli enti strumentali della Regione del Veneto. L’ha presentato ieri in commissione Affari istituzionali Piero Ruzzante (LeU): «La proposta è che ci sia il sorteggio dall’elenco regionale dei revisori. In questo modo sarà maggiormente garantita l’indipendenza dei revisori nell’esercizio delle proprie funzioni».
natore del Veneto, Luca Zaia: «Le Olimpiadi sono il successo di una squadra, e la squadra sta marciando compatta. L’interlocuzione con il ministro Spadafora è in una fase positiva. Se la legge olimpica vedrà la luce così come è stata impostata, anche in virtù del fatto che è l’esito di un lavoro preparatorio di mesi, significa che le Olimpiadi 2026 sono definitivamente varate e si comincia il cammino organizzativo sul terreno. La legge olimpica è una pietra miliare. Farla bene e in modo condiviso ci qualifica ancora di più di fronte al Cio e alla comunità internazionale». A chiedere di accelerare è il deputato Marco Marin (FI): «Non c’è tempo da perdere. Ora mi aspetto che anche il governo faccia la sua parte mettendo risorse economiche per questa grande sfida italiana». Alda Vanzan
VENEZIA Palazzo Ferro Fini continua a sfornare proposte di legge statali di iniziativa regionale, provvedimenti che una volta votati in aula a Venezia vengono spediti a Roma e lì finiscono per giacere in un cassetto. Ieri la Prima commissione del consiglio regionale, presieduta da Alessandro Montagnoli, ha visto l’illustrazione di due nuovi proposte di legge statali. Una l’ha presentata il capogruppo della Lega, Nicola Finco, con cui chiede di modificare l’articolo 292 del Codice penale. Si tratta della norma che disciplina l’istituto del vilipendio o danneggiamento alla bandiera o altro emblema dello Stato e che prevede fino a due anni di galera. Secondo Finco e tutti i leghisti che hanno firmato il testo, l’articolo 292 deve contemplare anche le bandiere regionali: “Come tutti i simboli, anche la bandiera è uno degli elementi identificativi della personalità identitaria di un popolo e costituisce uno dei fattori dell’integrazione sociale che contribuisce ad alimentare quel legame dei cittadini con il territorio. La bandiera, dunque, tiene insieme i valori e la storia di un popolo e per tali motivi con la modifica dell’articolo 292 del Codice penale, si vuole tutelare il valore simbolico anche di tutte le bandiere delle regioni italiane con riguardo alle manifestazioni di denigrazione o di disprezzo dei simboli che rappresentano». Il Pd, con il capogruppo Stefano Fracasso, ha posto un quesito: «Le bandiere regionali hanno un valore fondante come il tricolore tale da essere tutelato dal codice penale?». L’altra proposta di legge statale di iniziativa regionale è quella di Alberto Villanova (Zaia Presidente) per vietare la dedicazione di strade e di revocare onorificenze di Stato a coloro che la storia abbia riconosciuto responsabili di azioni efferate, crimini di guerra e contro l’umanità come il dittatore jugoslavo Josip Broz Tito. La settimana prossima il voto in Prima commissione. (al.va.)
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Gli obiettivi La “Giochi Olimpici 2026 Spa” dovrà realizzare le opere e gli interventi, ma anche fare le gare, che verranno richiesti dalla Fondazione (cioè il Comitato organizzatore dei Giochi) del Ceo Vincenzo Novari.
L’ORGANIZZAZIONE VENEZIA Dopo la Fondazione, ecco la società. Si chiamerà “Giochi Olimpici 2026” la spa che sarà istituita con legge dello Stato. Sarà una società interamente partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, il che significa che il governo metterà i soldi per le Olimpiadi invernali che si disputeranno tra sei anni in Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha assicurato che porterà la legge olimpica in Consiglio dei ministri entro il mese, probabilmente già giovedì prossimo. Un decreto che poi dovrà essere convertito dalle Camere entro 60 giorni e l’auspicio di Spadafora è che ciò avvenga prima del 10 marzo, quando si terrà la sessione del Cio.
LA RIUNIONE Della legge olimpica si è parlato ieri pomeriggio a Roma nel corso di una riunione presieduta dal ministro Spadafora e alla quale hanno preso parte i componenti del comitato di indirizzo di Milano Cortina 2026: il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il vicesindaco di Cortina Luigi Alverà, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, il dirigente della Regione Veneto Maurizio Gasparin, il presidente di Trento Maurizio Fugatti, il presidente di Bolzano Arno Kompatscher. È stato Spadafo-
Milano-Cortina, c’è la spa Il Governo mette i soldi `Spadafora presenta la legge olimpica La società “Giochi Olimpici 2026” partecipata dal ministero delle Finanze Zaia: «Va fatta bene, è una pietra miliare» `
ra a illustrare una prima versione della “legge olimpica”, i cui contenuti - recita una nota diffusa dal dicastero dello Sport - sono stati condivisi con i partecipanti alla riunione. Il testo non è ancora pronto perché ci sono due o tre temi che devono essere ancora “limati”. Quindi da una parte ci sarà il comitato organizzatore dei Giochi, cioè la Fondazione, ente di diritto privato, con 20 componenti, di cui 10 del Cio e gli altri in rappresentanza degli enti territoriali (per il Veneto il professor Andrea Giovanardi e l’avvocato Antonella Lillo), il cui Ceo è Vincenzo Novari (che tra l’altro entro febbraio dovrà convocare la prima riunione). Dall’altra parte ci sarà la spa del Mef che dovrà, su richiesta della Fondazione, realizzare le opere. Il controllo sulla “Giochi Olimpici 2026 Spa” lo eserciteranno il ministero delle Infrastruttu-
re e dei Trasporti, Lombardia, Veneto, Trento e Bolzano.
I COMMENTI «Sono contento del clima di collaborazione e condivisione dimostrato da tutti. L’obiettivo - ha detto Spadafora - è sottoporla al Consiglio dei ministri al più presto, in modo da sviluppare i seguiti necessari in armonia con i prossimi appuntamenti del Cio previsti a marzo. Nel frattempo anche la Fondazione entrerà nella piena operatività». Soddisfatto il gover-
IL CONTROLLO SARÀ ESERCITATO DA MIT, REGIONI VENETO E LOMBARDIA, PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO
Ruzzante (LeU) «I revisori dei conti siano estratti a sorte»
Comunità montane, ultimatum regionale alle due superstiti CAVILLI Agno-Chiampo LITILeE delibere regionali sulla mae Lessinia non si sono teria sono un interminabile rac- Anniversario I 50 anni delle Regioni conto delle liti fra i municipi vitrasformate in Unioni centini e veronesi associati e dei `Solo
LA LEGGE VENEZIA Qualche giorno fa il quotidiano La Verità le ha ribattezzate ironicamente “Eternità montane”: Comunità immaginate quasi mezzo secolo fa per valorizzare le zone di montagna e teoricamente destinate da un decennio a tramutarsi nelle meno onerose Unioni, ma in realtà sopravvissute a leggi e sentenze in diverse parti d’Italia. Pure in Veneto, seppure in misura sensibilmente inferiori ad altre zone: qui ne sono ancora in vita due, benché commissariate, quelle di Agno-Chiampo e della Lessinia. Ma dopo anni di inutili proroghe, ora la Regione ha perso la pazienza, tanto che martedì l’aula di Palazzo Ferro Fini ha approvato una norma che fissa un perentorio ultimatum: se entro tre mesi non si trasformeranno come devono, i due enti verranno definitivamente cancellati.
cavilli sfruttati per sottrarsi alle prescrizioni della legge regionale 40 del 2012, che sull’onda della normativa statale del 2010 aveva stabilito che le Comunità diventassero Unioni. Un cambio molto più che lessicale, ruvidamente spiegato all’epoca come un passaggio da veri e propri “carrozzoni” al concetto di gestione condivisa delle funzioni amministrative, almeno sei nel caso dei Comuni che contano meno di tremila abitanti e che sono comunque obbligati ad associarsi. Una svolta all’insegna del risparmio, come dimostrano i numeri veneti: le 19 Comunità montane nel 2006 ricevevano 3 milioni di euro, mentre le Unioni montane che vi hanno fatto seguito nel 2019 ne hanno ottenuti 1,2. In questa somma sono ricompresi i 75.000 e i 100.000 euro destinati rispettivamente alle “riottose” di Agno-Chiampo e della Lessinia.
I COMMISSARIAMENTI Lunghe e vane le gestioni
Autonomia, si aspetta il testo «Il nostro Paese è uno straordinario mosaico, composto da realtà diverse, con specificità diverse; ripartiamo dal primato dei territori». Così il ministro Francesco Boccia intervenendo alla prima Conferenza Stato-Regioni del 2020 che segna i 50 anni delle Regioni. Il premier Giuseppe Conte ha detto che entro il mese ci sarà il confronto in maggioranza sull’autonomia. «Li attendiamo ai fatti», ha commentato il vicepresidente del Veneto, Gianluca Forcolin.
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straordinarie a cui sono stati sottoposti i due enti. A quanto pare i Comuni non ne vogliono sapere di adeguarsi alle disposizioni normative, per quanto parecchio datate: basti pensare che i primi provvedimenti di nomina dei commissari furono proposti dall’allora assessore Marino Finozzi, che ha fatto in tempo perfino a dimettersi da consigliere regionale senza ancora vedere conclusi, per ciascuna delle due, gli auspicati «adempimenti conseguenti all’estinzione della Comunità montana». Nel caso di Agno-Chiampo, dal 2013 in poi gli atti hanno narrato dimissioni a raffica, «atteggiamento attendista da parte delle amministrazioni comunali», recesso da parte di diversi municipi: una sfilza di giustificazioni
NORMA APPROVATA ALL’UNANIMITÀ: SE ENTRO TRE MESI NON SI ADEGUERANNO ALLE DISPOSIZIONI SARANNO SCIOLTE
che hanno determinato ripetute proroghe di 180 giorni, al punto che dal 2016 è stato costretto a rimanere in carica come commissario straordinario Stefano Angelini. Lo stesso dirigente regionale, che per inciso non riceve alcun compenso per questo ulteriore incarico al di là del rimborso spese, deve gestire pure il commissariamento della Lessinia, dove dal 2014 le carte hanno documentato «un quadro in cui apparivano convivere, in maniera apparentemente contraddittoria, sia tendenze alla frammentazione e alla destrutturazione del precedente ambito, sia fattori di coesione». Insomma, una confusione tale da portare il Consiglio regionale ad approvare l’altro ieri all’unanimità questa norma: «Le Comunità montane Agno-Chiampo e della Lessinia che, entro tre mesi dalla data dell’entrata in vigore della presente legge, non provvedano a costituirsi in unioni montane, secondo le direttive specifiche adottate dalla Giunta regionale, sono dichiarate sciolte con decreto del Presidente della Giunta regionale». Sarà la volta buona? A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 IL PICCOLO
PRIMO PIANO
Regione IL SENATORE DI FDI
Conferenza su Islam ed Europa con Urso TRIESTE. «È a rischio la no-
tato a far presente che si tratta dell’ennesima norma tampone che fornisce risorse al posto dello Stato. Un tema rimarcato anche da Cristiano Shaurli, Francesco Russo e Chiara Da Giau del Pd, che hanno poi sottolineato come si continui nella propaganda rispetto al tema dell’immigrazione e della sicurezza. «Un tema di cui anche Salvini ha smesso di parlare – ha ironizzato Russo – visto che la curva dell’interessa è oramai calata». A replicare sono stati Antonio Calligaris e Giuseppe Ghersinich della Lega: il primo ha rilevato come «Trieste sia ormai diventata la porta italiana della rotta balcanica» mentre il secondo sulla scelta di San Sabba ha spiegato che «non ci sono problemi aumentando le corse dell’autobus collegato con il centro». A Trieste, a livello di VII Circoscrizione intanto il presidente Stefano Bernobich preferisce non esprimersi prima dell’incontro, nei prossimi giorni, con il questore «al quale ne seguirà uno in Circoscrizione». Daniele Villa, capogruppo del Pd, auspica invece che «una cifra reperita in maniera così rapida e importante venga trovata dalla giunta Fedriga anche per migliorare e riqualificare le zone della VII Circoscrizione». —
stra civiltà fondata sui valori cristiani delle libertà personali, civili e religiose». Così si esprime il senatore Adolfo Urso, presidente della Fondazione Farefuturo e vice presidente del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che insieme al professore Renato Cristin, docente di filosofia teoretica all’Università di Trieste, presenterà il volume sul “Primo rapporto sull’islamizzazione d’Europa”. L’evento si terrà all’hotel Savoia Excelsior, domani alle 18. Prosegue Urso: «Anche i recenti episodi in Libia e nel Mediterraneo Orientale ci devono allarmare, l’espansionismo turco è la punta di iceberg di un processo più profondo e grave, a cui dobbiamo dare subito risposta come Italia e come Europa». Il segretario provinciale triestino di Fratelli d’Italia introduce l’incontro con alcune domande: «Esiste una strategia di penetrazione dell’Islam nel nostro continente? I nostri valori occidentali, basati sulla millenaria tradizione giudaico cristiana, sono messi a rischio? Che peso avranno tra 20, 30 anni, negli equilibri etnici e religiosi europei, i flussi di migranti mussulmani, che anche attraverso la rotta balcanica attraversano il nostro confine?». Per alcuni, prosegue, «il solo porsi queste domande lede la tolleranza»: «Noi pensiamo, invece, che ragionare in maniera seria, analitica e informata su ciò che sta accadendo costituisca più un dovere che una provocazione, rappresenti una necessità oltre che una sfida». Aggiunge l’assessore di Fdi Fabio Scoccimarro: «Ne parleremo rifuggendo retoriche ecumeniste ma anche semplificazioni xenofobe». —
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dro tra i due atenei, rispondendo al diciasettesimo obiettivo fissato dall’agenda 2030, ossia quello di avviare partnership». E ancora. «Una scelta quella della Regione Fvg di collaborare con gli atenei regionali – sottolinea Marangon – che non deve sembrare una cosa scontata, anche perché, e per
to il sito e in particolar modo l’interfaccia del questionario. «Il nostro impegno – evidenzia Scoccimarro – su questi temi è altissimo e costante e non è un caso, che siamo stati i primi e siamo ancora gli unici in Italia ad avere una delega dedicata in modo specifico allo sviluppo sostenibile». Infine l’assessore ha ricordato quanto accadrà nel capoluogo regionale nella seconda parte di quest’anno: «Nella terza settimana di ottobre, dopo la Barcolana, organizzeremo in città gli Stati Generali dell’Ambiente coinvolgendo le regioni e i Paesi dell’Alpe Adria oltre ai restanti membri dell’Ince. Obiettivo sarà la redazione di quella che si chiamerà Carta di Trieste». —
Un gruppetto di migranti intercettati nei giorni scorsi a Trieste, in Strada nuova per Opicina, e arrivati in Italia dopo un lungo ed estenuante viaggio attraverso la rotta balcanica
Scontro sull’immigrazione «Basta con la propaganda» Dopo il tema fototrappole, altre stilettate di Pd e Open Fvg verso la giunta durante la commissione sul nuovo ufficio di Polizia da costruire a Trieste Andrea Pierini TRIESTE. «Continuate a fare propaganda sul tema dell’immigrazione». Questa l’accusa di Open Fvg e Partito democratico alla maggioranza regionale a trazione leghista durante i lavori della Sesta commissione consiliare, chiamata ieri a esprimere un parere sulla legge che consente alla Questura di Trieste di creare un nuovo ufficio immigrazione nella caserma di San Sabba. A spiegare la scelta della giunta è stato l’assessore al Patrimonio Sebastiano Callari: «Non è una questione legata direttamente all’immigrazione, ma a una collaborazione tra istituzioni perché stiamo dando seguito a degli accordi del 2018 tra Regione, Questura e Prefettura». Tutto nasce
alcuni anni fa, quando emerge la difficoltà logistica della sede centrale della Polizia a Trieste, dove nel Famedio spesso si formano code di persone che devono rinnovare il permesso di soggiorno o presentare la richiesta di asilo. Una situazione che si è aggravata ulteriormente da quando è stata spostata da Gorizia al capoluogo Fvg la commissione che deve valutare le richieste dei migranti. L’attuale questore, Giuseppe Petronzi, ha quindi confermato la volontà di edificare una struttura dedicata nel comprensorio del Commissariato di San Sabba, progetto in parte già finanziato nel 2018 dalla giunta Serracchiani con 500 mila euro. «Noi non entriamo nel merito della scelta della Questura – ha aggiunto Callari – perché non è di nostra competenza e non
vogliamo entrare in questo tipo di dibattito. Ricordo che non si tratta di un Cpr, ma di un ufficio». Ad accendere la polemica è stato fin da subito il consigliere di Open Fvg, Furio Honsell, che ha sottolineato come questa giunta «prosegua nella promozione del terrore e nella paura relativa al tema dell’immigrazione, parlando anche in maniera agghiacciante di fototrappole. Visto però che quello di oggi è un provvedimento legato al patrimonio segnalo che ci sono richieste ben più pressanti che da tempo non sono considerate, come quella relativa alla riattivazione in area triestina delle Rems (le residenze sorvegliate che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari, OES)». Il consigliere di Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo si è limi-
PRESENTATA DALL’ASSESSORE SCOCCIMARRO
Parte la consultazione pubblica per lo sviluppo sostenibile La Regione interroga i cittadini sugli obiettivi da raggiungere in termini economici e sociali Il questionario elaborato con gli atenei di Trieste e Udine
Luigi Putignano TRIESTE. La sostenibilità non è
solo una questione ambientale, ma anche economica e sociale. E la Regione Friuli Vene-
zia Giulia sta portando avanti una propria strategia per cercare di migliorare le condizioni economiche, sociali e ambientali. La “mission” è quella di raggiungere i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile individuati dall’Onu, parte dell’Agenda 2030. Di questo si è discusso ieri mattina nella sede regionale di piazza Unità a Trieste in occasione della presentazione della consultazione pubblica
per partecipare alla progettazione di quella che si va delineando come una strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, con interventi dell’assessore all’ambiente Fabio Scoccimarro, di Gianluigi Gallenti, docente presso l’Università di Trieste, di Francesco Marangon, dell’Università di Udine, entrambi delegati dei rispettivi rettori per la sostenibilità, di Stellio Vatta, direttore generale dell’Arpa Fvg e di Matteo
SEBASTIANO CALLARI ASSESSORE REGIONALE AL PATRIMONIO
«Sulla struttura da realizzare nel Commissariato di San Sabba diamo seguito ad accordi siglati nel 2018» Mazzolini, direttore dell’Agenzia per l’energia del Fvg. «Ambiente ed energia – dichiara Scoccimarro – sono temi di grandissima attualità. Ecco perché da oggi chiediamo ai cittadini della nostra regione la loro opinione su questi argomenti per delineare insieme la strategia per lo sviluppo sostenibile del Friuli Venezia Giulia». Come? Attraverso un questionario, che si trova online all’indirizzo agenda2030.fvg.it, che può essere compilato in forma assolutamente anonima da tutti in modo semplice. Il tutto dovrebbe terminare nella primavera del 2021. Importante il ruolo di supporto degli atenei regionali. «La collaborazione – spiega Gallenti – è stata formalizzata all’interno di un accordo qua-
«Siamo stati i primi in Italia ad attivare una delega dedicata in modo specifico» qualcuno questa sembrerà una notizia ma non lo è, le due università regionali collaborano e su più fronti”». Mazzolini, infine, ha illustra-
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domenica 19 gennaio 2020
Vigorovea, messa per padre Contran
Diocesi | in parrocchia
Thiene Domenica 19 torna la marcia organizzata dal vicariato insieme con Caltrano
L’Agenda della pace
Associazioni, movimenti e amministrazione si concentrano sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Intervengono Abilmente, Banca Etica, Mamme no Pfas e richiedenti asilo
S
ulla pace il tempo delle parole è terminato. È ora di passare all’azione e di farlo nel mese che la Chiesa dedica a questo enorme tema sulla scia della Giornata mondiale del 1° gennaio, ma anche in tutti gli altri giorni dell’anno. È quanto suggerisce il tema che i vicariati di Thiene e Caltrano hanno scelto per l’edizione 2019 della Marcia della pace: “Mettiamo la pace in agenda”. Il riferimento principale dell’evento che prende il via alle 14 di domenica 19 gennaio dal Patronato San Gaetano di Thiene è all’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile redatta dall’Organizzazione delle nazioni unite alcuni anni fa, che la quasi totalità dei Paesi si è impegnata a realizzare attraverso le politiche dei propri governi. Sono molti i tratti comuni del Messaggio di papa Francesco per la 53a Giornata mondiale della pace, l’enciclica Laudato si’ e i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 e sempre di più appare evidente come lo sviluppo sostenibile passi dall’ecologia integrale capace di mettere al centro la dignità
dei tutti gli uomini. «Fin dai primi anni Duemila il vicariato di Thiene marcia per la pace, iniziativa poi allargata anche a Caltrano – commenta Novella Sacchetto, portavoce di Sentieri di pace, il tavolo che unisce associazioni, movimenti ecclesiali e l’amministrazione comunale di Thiene a capo dell’organizzazione dell’appuntamento – La pace purtroppo è un tema sempre di strettissima attualità e la situazione nel Medioriente e in Libia ci dice che quest’anno lo è più che mai».
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Il corteo, che attraverserà il centro per raggiungere la parrocchia di San Sebastiano, farà tappa a piazza Chilesotti e all’istituto Santa Dorotea. Quattro gli interventi previsti: i ragazzi con disabilità di Abilmente, esperienza di autonomia e inclusione nata in seno all’Engim dei padri Giuseppini, lanceranno il loro messaggio di inclusione; un rappresentante di Banca Etica parlerà di economia sostenibile;
una Mamma no Pfas ricorderà quanto l’interazione industria-ambiente sia centrale per la salute; infine l’integrazione, con alcuni richiedenti asilo ospitati proprio a San Sebastiano. Verranno così messi sotto i riflettori alcuni dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, ripresi anche dal segnalibro che verrà consegnato ai partecipanti come “promemoria” perché vengano sempre più integrati nello stile di vita di ciascuno. «Dallo scorso anno abbiamo cercato di coinvolgere nell’organizzazione della Marca della pace quante più realtà giovanili presenti ne territorio – aggiunge Sacchetto – Sono presenti dunque i giovanissimi di Azione cattolica, il reparto dei gruppi scout Thiene 1 e 2 e il Gruppo missionario Patronato San Gaetano formato da giovani. Da quest’anno collaborano anche il Progetto giovani del comune di Thiene e il presidio Altovicentino di Libera. Organizzazioni che hanno portato nuove idee e soprattutto permettono di interagire su questi argomenti centrali per il nostro futuro anche con le nuove generazioni».
Domenica 26 gennaio alle 11 a Vigorovea verrà celebrata una messa in suffragio di padre Giuseppe Contran, frate minore missionario in Guatemala, per vent’anni direttore dell’Opera sociale Hermano Pedro, a un mese dalla sua morte.
Conca di Thiene
“SmartDon” decolla: due giovani africani si formano Eliana Camporese
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er il terzo anno consecutivo l’iniziativa “SmartDon” nella parrocchia della Conca a Thiene, conclusasi nel dicembre scorso, sostiene gli studi di due giovani ragazzi africani. «Desidero esprimere la mia gratitudine a “SmartDon” per il supporto reso alla mia formazione, sostenendomi in un momento in cui non avevo nessuno ad aiutarmi – scrive Dorothy, 21 anni, che prende lezioni di raccorderia e giunture – Non ci sono parole che riescano ad esprimere la mia gioia, desidererei incontrarvi di persona per ringraziarvi». Diness, 22 anni, studente di elettronica, aggiunge: «Grazie a “SmartDon” per supportarmi, non mi aspettavo poteste aiutarmi visto che non mi conoscete di persona. Avete dato significato alla mia vita, grazie al percorso di formazione posso diventare qualcuno». “SmartDon” sta per donazione intelligente. Si tratta di una raccolta fondi a scopo benefico sostenuta dal commercio thienese che, a sua volta, ne risulta incentivato. In pratica, il parrocchiano è invitato a versare una quota di dieci euro per ottenere la SmartDon, una scatolina contenente un buono sconto di metà importo da spendere per acquisti nei negozi aderenti. Il commerciante, nel momento in cui concede al cliente lo sconto di cinque euro, di fatto co-dona la sua quota assieme a quella del cittadino. Nell’ultima edizione, realizzata durante l’annuale mercatino dell’Immacolata, la quota raccolta è stata di 820 euro che andranno a finanziare le due borse di studio, per il periodo di un anno ciascuna, presso il Comboni Technical College. «Il direttore del college in Malawi, fratel Louis Anyonga, è molto entusiasta e ringrazia tutti di cuore – spiega il team “SmartDon” – anche quest’anno l’iniziativa ha avuto successo. È grazie ai cittadini e negozianti che hanno partecipato all’edizione 2019 se Dorothy e Diness hanno potuto e potranno studiare per garantirsi un futuro migliore. Addirittura nuovi negozianti ci hanno chiesto la possibilità di aderire per la prossima edizione».
Montagnana Sabato 18 a Castel San Zeno l’incontro vicariale. Presenti le autorità regionali
Si riflette sul futuro della Sr10 Gianluca Salmaso
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a strada regionale 10 Padana inferiore è, da oltre un decennio, una delle grandi incompiute del Veneto e per capirne il futuro si muove anche la Pastorale sociale del vicariato di Montagnana e Merlara. Sono infatti i gruppi attivi nelle parrocchie del Montagnanese a organizzare il convegno "Nuova Sr 10, una speranza per il territorio", ospiti della sala veneziana di Castel San Zeno nella mattina di sabato 18 gennaio a partire dalle 9.30. Una giornata di riflessione con al-
cuni dei principali attori coinvolti nel progetto, a cominciare dalla Regione Veneto rappresentata dall’assessore ai trasporti Elisa De Berti, dal sottosegretario alle infrastrutture Salvatore Margiotta fino al presidente di Veneto Strade, Roberto Turri. Attesa anche la rappresentanza degli amministratori dei territori direttamente interessati dalla strada, primo fra tutti il presidente della provincia di Padova, Fabio Bui, e il sindaco di Montagnana, Loredana Borghesan. «Dal 2017 — spiega don Claudio Bellotto, parroco di Casale di Scodosia — abbiamo costituito il gruppo di pastorale sociale vicariale e nei vari in-
contri settimanali è emersa la necessità di un confronto sul futuro del nostro territorio. La strada potrebbe essere un volano, un pretesto utile a dare una spinta a un territorio dove si percepisce una certa rassegnazione, una depressione anche economica». Storia complicata, quella della strada Padana inferiore che risale al lontano 1928 con l’idea di collegare il Piemonte al Veneto, da Torino a Monselice, attraverso tre regioni e otre 370 chilometri, ma finita per dividersi in una moltitudine di tronconi divisi da confini geografici e competenze amministrative che ne hanno rallentato la realizzazione.
Archivio - La Sr 10 a Carceri, dove si interrompe.
L’Amico del Popolo 16 GENNAIO 2020 - N. 3
Grandi eventi
cortina - Inaugurato il nuovo primo tronco della Freccia nel Cielo
La cabinovia dei Mondiali 2021 Taglio del nastro anche sulla pista Lino Lacedelli alle Cinque Torri
«È un privilegio vivere due inaugurazioni di questa portata in due giorni, di seguito». Il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina ha tagliato il nastro nelle cerimonie di inaugurazione della cabinovia Tofana-Freccia nel Cielo al Col Druscié e della pista da sci Lino Lacedelli, alle Cinque Torri. La comunità ha vissuto con grande partecipazione due momenti di festa, vedendo altre due opere concrete, finite, dei tanti progetti attesi da anni, a recuperare il divario, nell’offerta di infrastrutture e servizi per il turismo. Sabato 11 e domenica 12 dicembre sono state presentate due opere strategiche per i Mondiali di sci 2021, che sono nel contempo un importante lascito per la vita turistica, sportiva e sociale d’Ampezzo. «Stiamo vivendo una nuova stagione per la montagna e per Cortina», ha detto Ghedina, «e i dati sull’andamento turistico dell’inverno ci confortano. C’è molta gente che scia, grazie alla neve abbondante, al bel tempo, al richiamo dei Mondiali di sci 2021 e delle Olimpiadi invernali 2026, che giocano un ruolo importante e stimolano, con positività, gli investimenti del pubblico e del
CORTINA - Mario e Andrea Vascellari. Sotto, il taglio del nastro.
privato. Questo è soltanto l’inizio: sono tanti i progetti che stiamo realizzando, per essere il traino della montagna veneta. Questi risultati si ottengono grazie a una squadra vincente; stiamo facendo sistema, con un “Modello Cortina” esportabile, per uno sviluppo sostenibile. Attorno all’ambiente gira l’opera dell’uomo, che però deve essere rispettosa dell’ambiente. Noi vogliamo continuare a vivere in montagna; pertanto vogliamo rendere Cortina più splendente, offrire servizi, creare
5 infrastrutture. Oggi si inaugura questa stagione». Molte autorità ospiti di Mario Vascellari, presidente della società Tofana, e del nipote Andrea Vascellari direttore degli impianti. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, il bellunese Federico D’Incà, ha sottolineato con orgoglio l’evento. Lo stesso hanno fatto Roger De Menech presidente del Fondo Comuni di confine; Roberto Padrin presidente della Provincia di Belluno, che ha avuto un ruolo importante, come stazione appaltante dei lavori; Alessandro Benetton, di Fondazione Cortina 2021. L’assessore regionale Federico Caner ha precisato: «Il grande sogno della Regione è puntare al collegamento fra i comprensori sciistici, con investimenti importanti, validi per il turismo, ma anche per creare una mobilità alternativa, per limitare il traffico di veicoli sui valichi delle Dolomiti, d’inverno e d’estate». Il tema dei collegamenti verso ovest è stato sottolineato sia sabato sul Col Druscié, sia domenica alle Cinque Torri. Molti degli intervenuti hanno sottolineato che questi sono i primi passi, gli altri verranno presto, con la costruzione della cabinovia da Son dei Prade a Bain de Dones, per unire le aree sciistiche della conca con le Cinque Torri e il passo Falzarego. Con il sogno dichiarato di aprire una finestra verso il Civetta e il Sella Ronda: «Per cominciare, noi guardiamo a Cortina, per renderla più moder-
na, mantenendo al centro dell’interesse il territorio, l’ambiente, la natura, con collegamenti che partano dal centro verso la Tofana, le Cinque Torri, il Falzarego», dice il sindaco Ghedina, «il sogno è certamente quello di rendere sciabile un’intera area, verso il Civetta e il Sella, per poter arrivare con gli sci da Ampezzo alla Val Badia, attraversando la parte alta della provincia di Belluno. Si sono aperti diversi tavoli. Mi auguro ci sia lungimiranza, anche da parte degli altri amministratori, per far sì che si possa veramente lavorare, così da unire questi territori anche per lo sport e il turismo». La pista delle Cinque Torri è stata intitolata a Lino Lacedelli, il grande alpinista che conquistò il K2, il 31 luglio 1954, e che fu un lungimirante imprenditore turistico, pioniere dell’impiantistica sulle Cinque Torri. Sono intervenuti i quattro figli Marco, Alberta, Cristina ed Emanuela: «Siamo davvero orgogliosi di questa intitolazione, del ricordo che ha lasciato papà; si merita questo omaggio. Lui era una persona semplice e anche noi lo siamo, ma è bello che si continui a parlare di Lino Lacedelli, come è stato fatto con la palestra per l’arrampicata sportiva, ora con questa pista per l’agonismo». L’attuale presidente Marco Zardini ha lanciato un appello: «Ora però bisogna lavorare, tutti assieme, per trovare la soluzione al traffico sulle strade della conca». Marco Dibona
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L’Amico del Popolo 16 GENNAIO 2020 - N. 3
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Cadore Comelico cadore-comelico - La Regione ha consegnato 53mila euro all’Ana Cadore
Protezione civile, campionato e soldi Le gare nazionali del volontariato. Bottacin: saranno una sfida importante
Una gran bella lo lo scopo di riunire sorpresa sotto l’altanti volontari e apbero per la Protezioprofondire insieme ne Civile dell’Ana esperienze e progetCadore. La Regione tualità di Protezione Veneto ha infatti Civile, ma anche di stanziato ben oltre far conoscere ancor 53mila euro. più e meglio il CoSi tratta di un melico e l’Ansiei, due importante e notesplendide vallate del vole contributo, che Bellunese. Anche la andrà a potenziare scelta, che ho persole dotazioni per lo nalmente concordato svolgimento delle con il Dipartimento attività dell’associanazionale della Prozione. Nello specifico tezione Civile ancora il sostegno finanzianel 2018, di portare rio sarà destinato PIEVE DI CADORE - L’assessore Bottacin con la Protezione civile dell’Ana. i Campionati 2020 all’acquisto di un zione Civile Gianpaolo Bot- de supporto per la logistica in queste due zone nuovo mezzo fuoristrada, tacin, sono stati Giampaolo insieme anche all’altra real- rientra infatti in un’unica all’implementazione delle De Martin, Silvano Mina tà vivacissima presente sul strategia con cui miriamo attrezzature dei mezzi già Plaito, rispettivamente co- territorio, rappresentata dal a sottolineare l’importanin dotazione al gruppo (tra ordinatore e vicecoordina- gruppo di Protezione Civile za di aree come queste, che cui ganci, traino e prese tore della Protezione Civile di Auronzo, guidato dall’in- non possono essere limitate elettriche), all’acquisto dei della sezione, e Ilvo Stefa- faticabile Adriano Zanella». nelle loro legittime aspettadispositivi di protezione in- ni del gruppo di Comelico I Campionati costituiran- tive di crescita turistica né dividuale dei volontari delle Superiore. «Una presenza no una sfida importante per sottoposte a ulteriori vincodiverse squadre del Centro sempre attiva quella degli l’intero territorio. «La nostra li, che avrebbero quale uniCadore e Comelico e, infi- alpini, che saranno anche Regione ha voluto sostenerli ca conseguenza quella di ne, per la dotazione di un protagonisti del prossimo con l’obiettivo di far crescere portare allo spopolamento impianto radio a beneficio Campionato nazionale di ulteriormente un evento che con un’inevitabile messa a delle trasmissioni in emer- sci della Protezione Civile», ha assunto di anno in an- rischio del territorio anche genza. A ritirare il simbolico sottolinea l’assessore Botta- no sempre maggior rilievo», dal punto di vista della siassegno dalle mani dell’as- cin, «nell’ambito del quale la spiega l’assessore regionale. curezza». Yvonne Toscani sessore regionale alla Prote- sezione Cadore sarà di gran- «Per noi essi non hanno so-
PIEVE DI CADORE - La simbolica consegna dell’assegno regionale da 53mila euro destinato alla Protezione civile dell’Ana Cadore.
L’assessore regionale Gianpaolo Bottacin presenta il Campionato nazionale di sci della Protezione civile con i sindaci di Auronzo di Cadore Tatiana Pais Becher e di Comelico Superiore Marco Staunovo Polacco. Sono i territori che tutta la settimana prossima, dal 20 al 26 gennaio, ospiteranno le gare.
Auronzo - Comelico Superiore 20-26 gennaio 2020 La Regione Veneto, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Comuni di Auronzo di Cadore e Comelico Superiore, organizza il 17° Campionato Italiano di Sci della Protezione Civile.
Assessorato all’Ambiente e Protezione Civile