RASSEGNA STAMPA DEL 19 FEBBRAIO 2020

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MERCOLEDÌ 19 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

Verso le eleZioni regionali

L’ombra referendaria sul voto «Sventare i pieni poteri a Zaia» Mossa di 5 Stelle e Veneto 2020: servono 11 firme, ne abbiamo 7, il Pd aderisca Frecciata grillina ai dem, Fracasso: deciderà il partito ma non accettiamo lezioni

Filippo Tosatto VENEZIA. C’è una mina vagan-

te nella rotta elettorale di maggio. Il gruppo a 5 Stelle e la triade Veneto 2020 vogliono sottoporre a referendum le modifiche allo Statuto regionale, volute dalla maggioranza di Lega e centrodestra, che prevedono la nomina di dieci assessori esterni all’assemblea elettiva. «L’obiettivo è a portata di mano, ci mancano soltanto 4 firme perciò in-

vitiamo il Pd a sottoscrivere la richiesta di consultazione per consentire ai veneti di bloccare una riforma antidemocratica, che distorce la volontà popolare», è il messaggio congiunto di Piero Ruzzante, Patrizia Bartelle, Cristina Guarda, Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel. DA RUZZANTE A BERTI

La questione investe questioni di metodo («Le regole si cambiano insieme, non a col-

consiglio regionale straordinario

Esemplare di cimice asiatica, insetto-killer per la produzione agricola

Crisi cimice asiatica Bocciata la richiesta di maggiori aiuti

pi di maggioranza) e di merito: «Hanno aumentato le poltrone, riportandole a 61, come ai tempi di Galan e le dieci in più vanno tutte alla maggioranza», è il ritornello «al candidato presidente più votato basterà il 40% per sbloccare il maxipremio di maggioranza, 30 seggi in consiglio pari al 60%; a questi vanno aggiunti i dieci assessori esterni, nominati direttamente dal governatore che con il 40% dei voti otterrà così 40 seggi su 61, pari al 66%. Siamo di fron-

euro a livello nazionale e 160 milioni in Veneto». Un quadro allarmante che ha spinto Pd, 5 Stelle e Leu a definire «insufficienti i fondi fin qui stanziati dalla Giunta a fronte dei danni stimati dalle organizzazioni agricole». A riguardo, l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan, ha rivendicato la bontà dell’azione svolta: «Abbiamo già messo a bilancio 4,5 milioni di euro di spesa per sostenere non solo l’azione risarcitoria nei confronti dei produttori, con bandi per 3 milioni, ma soprattutto un piano di ricerca scientifica per prevenire e contrastare i danni causati dalle specie aliene. Dal ministero per l’Ambiente, invece, siamo ancora in attesa dei decreti autorizzativi al rilascio delle specie antagoniste come la “vespa samurai”». Parole che non hanno affatto soddisfatto i gruppi d’opposizione: «Era urgente erogare ulteriori risorse non solo per indennizzare gli agricoltori danneggiati, ma anche per occuparci delle cause profonde che hanno permesso la diffusione di questo e altri insetti nocivi», il commento di Cristina Guarda «la Lega e Zaia però si sono mostrati solidali solo a parole, respingendo tutte le nostre proposte», la critica. Si è giunti così al voto che ha visto la bocciatura della mozione. —

VENEZIA. Respinta, con 29 votii contrari e 16 favorevoli, la mozione dell’opposizione che sollecitava il consiglio regionale ad avviare uno studio sulle implicazioni dei cambiamenti climatici nel comparto agricolo e a stanziare, con la massima ur-

genza, ulteriori risorse in grado di concorrere al riconoscimento di maggiori e adeguati indennizzi agli agricoltori danneggiati dalla cimice asiatica. È l’epilogo della seduta straordinaria dell’assemblea di Palazzo Ferro-Fini, che ha ripercorso gli effetti rovinosi provocati dalla diffusione dell’«insetto killer giunto dall’Asia» capace di «devastare i campi e i frutteti di 48 mila aziende in Italia, di cui 7685 venete, con un danno che supera i 740 milioni di

codice crisi imprese

Fratelli d’italia/1

Fratelli d’italia/2

Marcato: così Bonafede condanna a morte le pmi

Al Ferro-Fini Joe Formaggio è subentrato a Berlato

«Una strada ad Anna Frank in ogni nuova lottizzazione»

VENEZIA. «L’obbligo per le

VENEZIA. In apertura di se-

VENEZIA. «La Regione si at-

L’assessore Pan: «Previsti 4,5 milioni per i risarcimenti ora si muova il ministero» L’opposizione: fondi insufficienti e manca uno studio climatico

srl di nominare un organismo di controllo, ovvero un revisore che denunci l’amministratore dell’azienda, è una condanna a morte per le piccole imprese». Così l’assessore allo sviluppo Roberto Marcato definisce la riforma del codice sulla crisi delle impresa firmata dal ministro della Giustizia, Bonafede. —

duta, l’assemblea del Veneto ha proceduto alla surroga del consigliere Sergio Berlato di Fratelli d’Italia (eletto e insediato al Parlamento Europeo a seguito dell’uscita della Gran Bretagna dall’Europa) con Joe Formaggio, ingegnere e sindaco di Albettone, primo dei non eletti nel colleggio vicentino. —

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tivi per sensibilizzare le amministrazioni affinchè nelle nuove lottizzazioni intitolino una strada ad Anna Frank»: è la mozione presentata dai consiglieri di Fratelli d’Italia -Stefano Casali, Andrea Bassi e Joe Formaggio nel 75° anniversario della morte della ragazza ebrea assassinata dai nazisti.

In ballo c’è la modifica dello Statuto che prevede la nomina di 10 assessori esterni te a una plateale distorsione della volontà popolare, con un costo supplementare di 7 milioni pescati dalle tasche dei contribuenti». L’onere del referendum,, en passant, è stimato in 13 milioni, circostanza che spinge i leghisti al com-

mento beffardo - «Vogliono spendere il doppio di quanto promettono di risparmiare, bell’affare per i contribuenti» - ma che succederebbe in caso di indizione referendum? In attesa dell’esito (ipotizzabile non prima dell’autunno), le modifiche statutarie contestate resterebbero congelate e il voto di primavera si svolgerebbe secondo la “vecchia” legge elettorale, che di assessori esterni ne prevede al massimo cinque, con dubbi di legittimità (e prevedibile girandola di ricorsi) sull’intera operazione elettorale. LE CIFRE A CONFRONTO

Decisiva, allora, la scelta del Pd, al quale i partner dell’opposizione si rivolgono con toni assai diversi: «Confidiamo nella loro adesione a questa battaglia di democrazia, il Veneto non ha bisogno di un doge Zaia dotato dei pieni poteri di salviniana memoria», le parole di Ruzzante. «Finora dal gruppo democratico non è giunto alcun segnale, vedremo se vogliono cominciare davvero a fare l’opposizione

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o se, come al solito, si limitano alle parole salvo tendere la manina per raccogliere qualche briciola di nomine e appalti», la frecciata di Berti. OPPOSIZIONE DIVISA

Evocati, i dem replicano per voce del capogruppo: «Abbiamo denunciato in aula quanto fosse sbagliata la modifica dello Statuto che rompe una sorta di patto costituzionale», afferma Stefano Fracasso «sul referendum il nostro gruppo assumerà una decisione di concerto con la segreteria regionale, non accetto però che ci vengano date lezioni, vorrei ricordare ai colleghi 5 Stelle che è grazie al Pd se l’assemblea ha respinto il voto di fiducia e il premio di maggioranza ben oltre il 60%, proposti da Zaia. Purtroppo in quell’occasione non abbiamo sentito una voce particolarmente forte da parte dei pentastellati. L’opposizione alla Lega, però, si costruisce giorno per giorno e anno per anno, non nei tre mesi che precedono le elezioni». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

l’accordo tra regione e terna

C’è un Grande Fratello lungo la rete elettrica Sensori e stazioni meteo su 26 linee in zone di montagna Governatore: monitoraggio completo per evitare black out VENEZIA. «Un Grande Fratel-

lo che vigila sulla rete elettrica del territorio, un modello unico a livello internazionale, perché già realizzato, che ci permette di avere a disposizione, in tempo reale, dati e informazioni utili, soprattutto in emergenze del livello di Vaia. Non vogliamo succeda mai più quanto accaduto in occasione del black out di Cortina del dicembre 2013: con questo sistema progettato da Terna siamo certi di avere a disposizione uno strumento utile e unico per la sicurezza, in particolare dei nostri territori montani del Veneto». Con queste parole il governatore Luca Zaia ha introdotto la firma dell’accordo fra la Regione e l’ente gestore delle rete elettrica (6 mila km ad alta e altissima tensione in ambito veneto, 73 mila in Italia) che prevede l’istallazione di 291 sensori, 51 stazioni meteo, 51 accelerometri e 85 dispositivi capaci di rilevare situazioni di rischio sulle infrastrutture. Sul progetto, denominato “IoT for the Grid: rete elettriche smart per il Veneto”, Terna ha investito 3 milioni di euro; riguarda soprattutto le zone montuose di Belluno – in particolare Agordino, Feltrino, Cadore, Comelico – Vicenza e Verona, e rappresenta un’esperienza del tutto innovativa: «Collocate sui tralicci, queste applicazioni ci consentiranno di ricevere, ogni 15 minuti, informazioni real time su variazione delle temperature e dell’umidi-

Traliccio spezzato nel Bellunese durante l’inverno 2013-2014

tà, ventosità, segnali di smottamento, vibrazioni anomale», afferma l’amministratore delegato Luigi Ferraris, lesto a sottolineare, oltre ai vantaggi in materia di sicurezza dell’erogazione energetica, il prevedibile contributo sul versante del controllo della qualità dell’aria. «Per noi si tratta di qualcosa di straordinario, perché non si tratta di semplici annunci o di obiettivi futuribili, questa nuova frontiera tecnologica è già realtà», riprende Zaia «da oggi è possibile il monitoraggio di tutto il territorio, stiamo par-

lando di un network di device installati nelle zone più remote del Veneto, che forniscono dati in tempo reale e dialogano fra loro, introducendo informazioni in una grande rete della quale fanno parte l’Arpav, la nostra Protezione Civile e tutti i soggetti che si occupano di monitoraggio ambientale. Notizie utilissime per noi dato che potremo apprendere in anticipo le eventuali criticità. Previsione e prevenzione sono fondamentali e su questi aspetti noi continueremo ad investire». — Filippo Tosatto


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MERCOLEDÌ 19 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

le grandi opere in veneto

Pedemontana, in aprile si corre dal casello di Breganze a Malo La Sis di Dogliani scrive ai gestori delle autostrade per aggiornare i pedaggi Pellegrini: «Pesa sempre l’incognita maltempo. Avviato il raccordo con la A4» nunciato a Regione e agli enti pubblici e che dall’8 aprile si può aggiornare il meccanismo di incasso dei pedaggi. La Sis di Dogliani ha informato con largo anticipo i concessionari di Aiscat che entrano in funzione altri due caselli: quello di Breganze e quello di Malo, con gli incassi che restano a Pedemontana. Con la Brescia-Pado-

Albino Salmaso PADOVA. La Pedemontana corre verso l’apertura del secondo tratto, da Breganze a Malo. Altri 11 chilometri che, ad aprile, si sommano al raccordo con la A31 Valdastico in funzione dal giugno 2019. Allora, sulle ali del trionfo alle europee, arrivò il vicepremier Matteo Salvini ospite d’onore sul pullman messo a disposizione da Matterino Dogliani per il “collaudo”dell’asfalto. Per il bis invece Luca Zaia tira il freno. Non ha fretta di strafare. Vuole che i lavori siano perfetti. A settembre, all’assemblea di Confindustria Vicenza alla Marzotto, ha spiegato nei minimi dettagli il cronoprogramma della Pedemontana. Il vero incubo è la galleria Malo-Castelgomberto che sarà conclusa tra un paio d’anni. A spingere per aprire l’8 aprile il secondo tratto è invece il direttore tecnico di Sis, Giovanni Salvatore D’Agostino, che con una lettera ha an-

«La Regione non ha fretta, le asfaltature sono perfette con le temperature elevate»

L’ingegner Eisabetta Pellegrini nel cantiere della Spv a Trissino

va che gestisce la Valdastico bisognerà dividere invece gli incassi della connessione tra le due reti. «Spero proprio che l’8 aprile possa essere rispettato, ma come sempre i conti si fanno alla fine. E se a marzo iniziano le piogge, sarà difficile asfaltare a regola d’arte il nuovo tratto fi-

no a Malo. Una settimana in più o in meno non fa differenza», spiega l’ingegner Elisabetta Pellegrini, che guida la struttura di progetto della Pedemontana per conto della Regione. «Asfaltare con le temperature elevate è l’ideale e dopo il disastro delle piogge a novembre speriamo di non perdere settimane preziose in primavera congli imprevisti meteo». L’altro fronte vicentino rovente riguarda il nuovo casello di Montecchio Maggiore tra la Serenissima e la Pedemontana. I lavori sono iniziati una decina di giorni fa, con A4-Holding e Abertis che hanno garantito una soluzione tecnica compatibile con le esigenze dell’alta velocità di Rfi. Cosa significa? Che verrà realizzato un mega svincolo sopraelevato per il raccordo tra le due autostrade, mentre i 4 binari dell’alta velocità dei treni saranno posati a terra. «Appena sono state consegnate le opere noi abbiamo chiesto l’aggiornamento del cronoprogramma con il taglio dei tempi di realizzazione. Ci sono tutte le condizioni per risolvere uno dei nodi più complicati della viabilità del Veneto», conclude la Pellegrini. Tutto a posto? Pare di no. perché a Cornedo c’è una famiglia che se ne deve andare, visto che a pochi passi dalla casa in cui vivono si è aperto un cratere largo come la bocca di un vulcano per lo scavo della galleria di Malo. Si tratta attorno a 750 mila-1 milione di euro. Ma la firma sulla tregua non arriva. —

VENEZIA. Infortuni mortali in calo in Veneto: il trend rilevato dagli Spisal evidenzia una flessione dalle 52 morti sul lavoro del 2015 alle 21 del 2019. «In 20 mesi è stato fatto un grande lavoro per potenziare gli organici degli Spisal» ha detto il presidente della Regione, Luca Zaia nell’incontro con i sindacati, «sono stati assunti 32 nuovi tecnici della prevenzione e avviati i concorsi per assumerne altri 51, nonché 18 medici del lavoro per la piena operatività degli Spisal». Chi non canta vittoria è invece la Cgil: «Davvero fuori luogo il trionfalismo del presidente Zaia, su dati falsi: gli incidenti mortali sul lavoro in Veneto sono quasi il triplo di quelli forniti dalla Regione», afferma il segretario Christian Ferrari. «Le vittime sono state 57 nel 2019, 98 con quelle in itinere, in base ai dati ufficiali dell’Inail. Per quanto riguarda gli infortuni complessivi denunciati, nel 2019 si registra un ulteriore aumento, passando dai 76.435 del 2018 ai 77.124 del 2019». —

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statistiche opposte

Morti bianche sul lavoro Lite tra Zaia e la Cgil

COMUNICATO PREVENTIVO PER LA DIFFUSIONE DEI MESSAGGI POLITICI REFERENDARI REFERENDUM POPOLARE CONFERMATIVO RELATIVO AL TESTO DELLA LEGGE COSTITUZIONALE RECANTE “MODIFICHE DEGLI ARTICOLI 56, 57 E 59 DELLA COSTITUZIONE IN MATERIA DI RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI”, INDETTO PER IL GIORNO 29 MARZO 2020 Ai sensi e per gli efetti della Delibera n. 52/20/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, in attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica referendaria e parità di accesso ai mezzi di informazione GEDI NEWS NETWORK S.P.A. Div. Operativa Nord Est dichiara di aver depositato il documento analitico, a disposizione di chiunque abbia interesse a prenderne visione, presso gli uici della propria redazione siti in Piazza dei Martiri 26/B - 32100 Belluno - tel 0437 957711 e presso gli uici competenti della A. MANZONI & C. S.p.A. Concessionaria di Pubblicità Sede Legale: MILANO, Via Nervesa, 21- Tel. 02-574941 Per la pubblicità a difusione nazionale: BARI, Corso Vittorio Emanuele II, 52- Tel. 080-5046082 / BOLOGNA, Viale Silvani, 2/2 - Tel. 051-5283811 / FIRENZE, Via Lamarmora, 45 – Tel. 055-553911/ GENOVA, Piazza Piccapietra, 21 - Tel. 010-537311/ NAPOLI, Via dei Mille, 16 - Tel. 081-4975811 / PADOVA Via Tommaseo, 65/b - Tel. 049-8285611 / PALERMO, Via Principe di Belmonte, 103/c - Tel. 091-6027111 / ROMA, Via C. Colombo, 90 – Tel. 06- 514625838/ TORINO, Via Lugaro, 15 - Tel. 011-6565111.

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REGIONE

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Il business del vino

Prosecco, 3 mila ettari di glera da estirpare «Vanno riconvertiti in altre varietà d’uva» Zaia: «Bisogna puntare anche sui rossi». La Doc: «Stop ai nuovi vigneti». E i grandi industriali si sono già mossi Francesco Dal Mas GODEGA. «Basta glera, vi fate

male: sul mercato serve anche differenziazione, anche vini rossi. E questa è la nuova sfida». Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, lo ha detto chiaro e tondo l’altra sera ai 1.500 della Fiera di Godega. E Stefano Zanette, presidente del Consorzio Doc, è andato ancora più in là: «Basta piantare viti in Veneto, anzi in Triveneto. Siamo saturi. Non ha senso autorizzare un migliaio di ettari ogni anno, 1.300 circa compreso il Fvg ci facciamo male da soli». Quindi? Eventualmente – rilancia Zaia – si cominci a spiantare una quota di glera che non sarà mai autorizzato come Prosecco e si pianti dell’altro, insomma si diversifichi. Il glera non “prosecchizzabile” impegna 5.759 ettari in Veneto, altri 2.300 in Fvg. In provincia di Treviso sono 3.457 ettari. Ci sono industriali del vino che in giro per il Veneto stanno già spiantando i vigneti messi a dimora solo 3 anni fa. Il motivo è semplice: «Un chilo di uva glera della vendemmia 2018 (l’ultima ad essere liquidata) è stato pagato intorno ai 20 centesimi, in alcuni casi perfino 10. Prezzi da fame, insomma» riferisce Zanette. Un chilo di cabernet, merlot, chardonnay, pinot bianco? Mediamente tra i 45 e i 60 centesimi. E le bollicine? Intorno a un euro e 20, mentre la vendemmia 2017 un chilo di uve Prosecco valeva un euro e 40 centesimi, 10 o al massimo 20 cent in più il Docg 2018. A questo punto l’invito di Zaia a diversificare è stato esplicito, diretto: «Se uno di voi mi domanda “Se pianto glera, faccio una bella cosa?”, io gli rispondo: “No, ti fai male”. E lo dice anche il mercato. Il Prosecco è calato, stando alle statistiche di Alberto Zannol, dirigen-

Superficie vitata per le principali varietà anno 2019 Varietà Glera Pinot Grigio G. Garganega B. Merlot N. Chardonnay B. Cabernet Sauvignon N. Cabernet Franc N.

BL 61 12 4 30 0 ‘0

VR 4.472 7.835 958 983 446 41

2017/ 2018/ 2017 Totale 2016 35.678 14,27% 9,51% 15.907 8,30% 4,24% 9.036 -1,93% -1,84% 5.639 -4,85% -4,15% 4.612 4,44% 4,39% 1.970 -8,47% -7,51% 1.660 -6,04% -5,58%

2019/ 2018 4,46% 5,69% -2,28% 8,07% -1,16% -5,32% -2,63%

Una veduta delle colline del Valdobbiadene Docg e i dati sulle superfici destinate alle principali varietà in Veneto nel 2019

te regionale, rispetto al massimale che era possibile rivendicare in base al disciplinare, di oltre l’11% tra le vendemmie 2018 e 2017. Il Prosecco Docg addirittura del 19,3%. Il “delle Venezie” di più ancora: -23,4%. L’Asolo Prosecco, invece, ha registrato un valore positivo: più 1,6%. Attenti, dunque, alla programmazione: c’è da capire quanto mandare sul mercato, quanto rivendicare di glera a terra che c’è già e quanto mettere in riserva. Programma è la parola d’ordine. L’ha ribadita a Godega anche l’assessore regionale Giuseppe Pan. Bene, ha precisato, la decisione del Consorzio Prosecco di prorogare il blocco di aumento del potenziale produttivo per la Doc per altri tre anni. Quanto al Piano nazionale di sostegno al setto-

re vitivinicolo, i bandi favoriranno il posizionamento nei mercati esteri e punteranno di più su promozione e investimenti. Quanto al tema della chimica, Zaia ha chiuso ogni porta: «Per il glifosate, il mio è un secco no: dobbiamo tutelare tutta la nostra redditività. Ma non posso accettare che i produttori siano sempre messi sul banco degli imputati. Quella del vino è un’industria da miliardi di euro, frutto del lavoro di molta gente. E gente seria». Immediato il commento di Andrea Zanoni, del Pd: «La campagna elettorale fa miracoli: Zaia diventa ambientalista e a favore dell’agricoltura biologica. Bene, aspettiamo allora che dalle parole passi ai fatti: ancora non c’è alcun progetto di legge depositato che preveda lo stop a nuovi vigneti». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Masi si allea con S. Margherita per conquistare il mercato Usa da alla società Usa della veneziana Santa Margherita per distribuire in esclusiva (dal prossimo 1° aprile) i vini a marchio Masi, Cantina Privata Boscaini e i vini argentini biologici Masi Tupungato. Ieri è stato ufficializzato l’accordo tra il noto produttore di Amarone e la controllata americana di Santa Margherita Gruppo Vinicolo. Masi si affida dunque a una rete col-

VI 1.929 1.355 1.086 878 560 478 211

Fonte: la Regione Veneto

strategie commerciali

VERONA. Masi Agricola si affi-

Provincia PD RO TV VE - 26.878 3.481 3.329 5.800 3.017 1..153 97 0 0 0 114 861 1.794 1.050 96 510 2.310 2 215 201 544 299 2 430 736 229 736

laudata con oltre mezzo secolo di storia. Gaetano Marzotto intuì per primo le qualità del “suo” Pinot Grigio e sbarcò negli Usa negli anni 60, facendo innamorare i consumatori statunitensi, e facendolo diventare il principale mercato di sbocco del vino bianco prodotto in Veneto, Friuli e Alto Adige. «Il contesto in cui nasce l’accordo è quello di aziende familiari

italiane e venete di vini premium, di antico lignaggio imprenditoriale, dai tratti tradizionali e al contempo contemporanei, gestite managerialmente» commenta Sandro Boscaini, presidente di Masi «I portafogli sono complementari e Santa Margherita Usa dispone di organizzazione e competenze distintive, non solo nella distribuzione, ma anche nella cultura italiana di comunicare e fa-

a valdobbiadene

Inaugurazione l’8 marzo della sede Colline Unesco VALDOBBIADENE. Una donna

presidente della Associazione Colline Unesco – Marina Montedoro – e la sede non può che essere inaugurato nella festa delle donne, l’8 marzo. L’annuncio è stato dato ieri dal presidente della Regione, Luca Zaia, alla prima seduta del cda svoltasi all’istituto Cerletti di Conegliano, che sarà invece la sede operativa. L’8 marzo, per la verità, è anche la festa diSan Gregorio, patrono di Valdobbiadene. Una tre gior-

re marketing. Tutto questo garantisce quella cura e quel focus di cui Masi ha bisogno negli Stati Uniti». Santa Margherita Usa è stata fondata a Miami nel 2014, un investimento diretto da parte del gruppo vinicolo di Fossalta di Portogruaro volto a confermare la proiezione internazionale. La società di proprietà di un ramo della famiglia Marzotto raggruppa dieci diverse tenute con i brand: Santa Margherita, Torresella, Kettmeir, Ca’ del Bosco, Ca’ Maiol, Lamole di Lamole, Vistarenni, Sassoregale, Terrelíade e Cantina Mesa. Il gruppo distribuisce annualmente oltre 22 milioni di bottiglie in 94 Paesi del mondo. L’accordo è significativo

ni d’invasione popolare che quest’anno avrà per tema proprio l’Unesco. «Abbiamo offerto alla Regione e, quindi, all’Associazione le sale nobili di Villa dei Cedri» anticipa il sindaco di Valdobbiadene, Luciano Fregonese, «si trovano al primo piano. Ce ne sono ben quattro. Se poi hanno bisogno di altri spazi, ben volentieri cerchiamo altre soluzioni». Le stanze sono rimesse a nuovo, in parte anche arredate, quindi l’Associazione

per il mercato italiano, il settore vinicolo nazionale è infatti estremamente frazionato. «I nostri valori comuni, la produzione di vini premium, la specializzazione regionale e il profondo rispetto per il territorio rendono Masi una scelta perfetta e sinergica per il portafoglio di

Il noto marchio dell’Amarone si affida alla società veneziana per l’export Santa Margherita negli Stati Uniti» ha ribadito Vincent Chiaramonte, presidente e ceo di Santa Margherita Usa. Entrambi i partner sono

non avrà quasi nulla da spendere. Nell’ala est della villa c’è pure un auditorium per le conferenze. E presto verrà inaugurato il Museo del Paesaggio. «Non nascondo che mi piacerebbe molto l’idea che questo fosse il primo museo delle Colline Unesco, quindi del patrimonio dell’umanità, i famosi ciglioni della biodiversità». Ovvero il museo della sostenibilità, perché proprio questa – a sentire Fregonese – sarà la grande sfida che Valdobbiadene sosterrà a fianco della Montedoro e dei suoi collaboratori. «Sostenibilità non a parole ma nei fatti» aggiunge il sindaco, dicendo di condividere le conclusioni dell’happening sul Prosecco a Godega. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

pronti a investire significative risorse, mirate alla crescita del brand Masi negli Stati Uniti. «Negli Usa il marchio Masi è molto conosciuto e ben posizionato, ma certamente riteniamo di disporre di un rilevante potenziale inespresso e siamo determinati a svilupparlo» conclude Federico Girotto, Amministratore Delegato di Masi «Abbiamo affidato i nostri brand alla subsidiary americana di un’azienda italiana, e non a un importatore in senso classico. È proprio questa non convenzionalità che ci ha fatto intravedere l’opportunità di realizzare questa relazione dinamica negli Stati Uniti». — Nicola Brillo © RIPRODUZIONE RISERVATA


MERCOLEDÌ 19 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

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La sicurezza sanitaria

Vaccini, nel 2019 la copertura salita al 95% Per la prima volta l’Usl 1 Dolomiti ha raggiunto l’obiettivo imposto dalla Regione Veneto per ottenere l’effetto “gregge” Paola Dall’Anese BELLUNO. Boom di vaccina-

zioni di età pediatrica nel 2019 in provincia di Belluno. Per la prima volta l’anno scorso, infatti, l’Usl 1 Dolomiti ha raggiunto una copertura vaccinale sui bambini pari al 95%, quella necessaria per conseguire il cosiddetto effetto “gregge”. Il direttore del Dipartimento di Prevenzione di Belluno, Fabio Soppelsa, in vista del suo imminente pensionamento, fa il punto dell’attività dell’unità operativa, parlando su temi molto scottanti come quelli della vaccinazione. Un tema caldo, visto che da quando è stata ripristinata in Veneto l’obbligatorierà delle immunizzazioni ci sono state polemiche; la Procura di Belluno ha avviato anche una un’indagine al termine della quale si è parlato di una trentina di dirigenti scolastici indagati.

LE VACCINAZIONI PEDIATRICHE

«Il dato che abbiamo considerato», spiega Soppelsa, «è quello relativo alla terza dose del vaccino esavalente e quello del morbillo-parotite-rosolia, vaccini che vengono eseguiti nei primi 24 mesi di vita di un bambino», dice il direttore della Prevenzione il quale evidenzia come «ogni anno la Regione Veneto ci affida degli obiettivi da raggiungere sul campo dei vaccini e per il 2019 lo standard da raggiungere era il 95% di immunizzati». Un dato in aumento rispetto al 93,5% del 2018. «Questo risultato così positivo», spiega ancora Soppelsa, «è stato ottenuto con tanta fatica, sia per la carenza di personale dovuta a dimissioni e pensionamenti, sia per il fatto che questa campagna ha coinciso con la campagna antinfluenzale e della Tbe». Le chiamate all’immunizzazione hanno

riguardato la coorte dei bambini nati nel 2017, «visto che si ragiona su un arco temporale di 24 mesi», spiega il referente prossimo alla pensione. Ora, però, dopo l’entusiasmo del risultato ottenuto, si guarda subito al lavoro che gli ambulatori dovranno svolgere per mantenere questo traguardo anche nel 2020. E la cosa non è così

Fabio Soppelsa, a capo della Prevenzione «Ora dobbiamo mantenere i numeri» semplice visto che manca personale all’Usl e c’è da sconfiggere anche la resistenza di alcuni genitori. «Una copertura così elevata è il frutto non solo dell’obbligatorietà della vaccinazione in età pediatrica, ma anche della grande attenzione che sia l’Usl che i pediatri di libera scelta stanno mettendo sull’importanza di questa pratica sanitaria utile per la sicurezza di tutti». VACCINAZIONI ANTINFLUENZALI

Importante balzo in avanti anche delle immunizzazioni contro l’influenza stagionale. L’Usl ha acquistato per la campagna antinfluenzale 36.800 dosi di vaccino e quasi il 100% sono stati utilizzati. «Quest’anno è andata meglio della campagna precedente, abbiamo registrato un trend in crescita che conferma l’andamento degli ultimi anni», dice il capo della Prevenzione. «La gente è molto più sensibile a questi temi. Abbiamo ottenuto questo numero anche grazie alla collaborazione dei medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che hanno fatto un gran lavoro di informazione. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

il pensionamento

Dal 1° marzo Soppelsa lascia Il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 1 Dolomiti, Fabio Soppelsa, dopo oltre 40 anni di attività all’interno dell’azienda sanitaria lascerà il suo incarico per andare in pensione. L’Usl ha già pubblicato il bando per sostituirlo.

contro il morso di zecca

Tbe, in otto mesi distribuite oltre 14 mila dosi gratuite Ad oggi gli ambulatori stanno lavorando ogni giorno per riuscire a far fronte alle lunghe liste di attesa e alle tantissime richieste BELLUNO. Dal primo giugno 2019 al 17 febbraio 2020 l’Usl 1 Dolomiti ha somministrato ben 14.083 dosi gratuite di vaccino contro la meningoencefalite da morso da zecca o Tbe. Un numero elevato che evidenzia come l’immunizzazione gratuita decisa dalla Regione per i residenti del Bellunese abbia generato un aumento delle richieste.

confartigianato

Arianna Piazza eletta a capo della categoria degli orafi BELLUNO. Giovane, dinamica, con tante idee al passo coi tempi come la vendita on line. È Arianna Piazza la neo presidente degli Orafi orologiai di Confartigianato Belluno, eletta in occasione dell’assemblea della categoria, tenutasi alla presenza della presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella. La neo presidente, titolare dell’omonima gioielleria

ad Auronzo dopo che i suoi genitori hanno lasciato a lei le redini, subentra a Giordano Boni, titolare dell’omonima gioielleria a Belluno, che ha scelto di lasciare l’incarico dopo oltre vent’anni di presidenza, al quale sono andati i ringraziamenti di tutti i presenti e che non ha mancato di portare stimolanti contributi all’assemblea. L’assemblea ha offerto l’occasione per dibattere

sulle problematiche che stanno investendo il comparto, prima fra tutte la necessità di rivolgersi a enti certificatori, e non più agli Uffici metrici delle Camere di commercio, per le verifiche periodiche delle bilance con costi aumentati di dieci volte rispetto all’accesso all’Ente camerale. Altro tema di attualità emerso nel dibattito assembleare è lo smaltimento del-

«Ci sono ancora chiamate che arrivano al numero istituito dall’Usl appositamente per prenotare queste dosi e c’è ancora molta gente in lista per essere vaccinata», precisa Fabio Soppelsa, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria provinciale. I mesi clou sono stati da giugno a ottobre, mesi che coincidono anche con il periodo di maggiore attività all’aperto e quindi con l’attività delle zecche. «Le liste di attesa sono lunghe soprattutto a Belluno e Feltre. Nel distretto di Belluno stiamo chiamando oggi

le pile e dei liquidi per la pulizia degli orologi, che malgrado di esiguo quantitativo sono considerati rifiuti speciali e quindi da effettuarsi secondo modalità stringenti e con costi elevati. La neo presidente Piazza ha fatto sue le indicazioni dei colleghi, impegnandosi a lavorare per trovare una soluzione e, laddove possibile, con modalità di gruppo. «Oltre alle problematiche già individuate», ha dichiarato la presidente Piazza, «il mio impegno andrà verso lo sviluppo di un lavoro di squadra in collaborazione con i colleghi delle varee province del Veneto e con le altre associazioni pre-

quelli che si erano prenotati a settembre-ottobre, mentre a Feltre sono circa 150 quelli in lista di attesa», spiega Soppelsa, che aggiunge: «Ad Agordo, entro fine marzo azzereremo le domande giunte a gennaio, mentre a Cortina, ad Auronzo e a Santo Stefano siamo ormai in pari. Stiamo vaccinando tutti i giorni su due ambulatori per evadere alle attese, per fare in modo che all’inizio della primavera non solo i vaccinati abbiano già due dosi e quindi la copertura contro le zecche, ma per riuscire ad azzerare le liste quando ricominceranno le richie-

Arianna Piazza

senti in città per trovare una soluzione ai problemi esposti in assemblea. Nel nostro settore in provincia di Belluno operano una cinquantina di aziende, di cui circa la metà è artigiana: il

ste di immunizzazioni». I casi di Tbe registrati dal 1994 al 2019 in provincia sono stati 240 (di cui 15 l’estate scorsa), vale a dire il 40% dell’intera casistica nazionale. Altro discorso, invece, riguarda la malattia di Lyme i casi notificati in provincia sono stati 1.540, anche se per questa patologia non esistono vaccini. «Quello che abbiamo messo in atto dall’estate scorsa», ribadisce concludendo Soppelsa, «è stato un lavoro non da poco, dovendo fare i conti con la carenza di personale. Le sedute per la Tbe, infatti, sono state eseguite in concomitanza con le campagne antinfluenzali e vaccinali normali. Se siamo riusciti ad ottenere questi risultati, dando risposta alle moltissime richieste, è grazie al grande sforzo che ha fatto il nostro personale». — P.D.A.

bisogno di aggregarsi è dunque palese». Ad Arianna Piazza non mancano neanche nuove idee sull’organizzazione del lavoro. «Operando dal 2003 attraverso il commercio elettronico e più di recente anche con i social», afferma, «vorrei promuovere l’uso di queste modalità, alla luce degli effetti positivi che ho riscontrato nella mia azienda di montagna. Grazie ad essi riesco a superare i limiti di un mercato di riferimento che altrimenti sarebbe solo locale». Un grazie a Piazza dalla presidente Claudia Scarzanella «per la sua disponibilità a mettersi in gioco per il rilancio e la valorizzazione di questo mestiere». —


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Primo Piano I numeri

97.000 Gli ettari occupati dai vigneti in Veneto Il vigneto veneto è cresciuto del 36% negli ultimi 10 anni. Dei 97mila ettari oltre un terzo è piantumato a glera, al secondo posto il Pinot grigio con quasi 6mila

600 Milioni di bottiglie vendute nel mondo In dieci anni è triplicata la vendita di bottiglie di prosecco su scala mondiale, superando quella del più prezioso champagne francese

9.700 Gli ettari dell’area collinare sotto tutela L’area più preziosa sotto il profilo ambientale, tra le colline di Conegliano e Valdobbiadene ora riconosciute dall’Unesco, dove si trovano produzioni di alta qualità

580 Milioni di euro: gli aiuti della Regione I contributi della Regione Veneto al settore vitivinicolo tra fondi del programma nazionale (399) e del programma regionale di sviluppo (181)

Mercoledì 19 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

«Siamo un sito dell’Unesco ora nessun passo indietro» La presidente Montedoro: «Sul glifosate `Conegliano, via ai lavori dell’associazione vale quanto detto chiaramente da Zaia» La questione ambientale resta sullo sfondo

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IL NUOVO ORGANISMO CONEGLIANO (TREVISO) Al via ieri all’istituto enologico Cerletti di Conegliano i lavori ufficiali dell’Associazione Unesco: tra le prime novità la costituzione del comitato scientifico e l’apertura agli stakeholders, con una quota associativa annuale di circa 3000 euro. Non si è parlato di glifosate né di blocco degli impianti, ma di protocolli e di comunicazione coordinata e strategie turistiche. Anche se, a margine, la presidente dell’associazione Marina Montedoro ha precisato che «sul glifosate nessun passo indietro. Abbiamo impostato le linee operative: turismo, urbanistica e sostenibilità. Non abbiamo affrontato direttamente il tema ma su questo si è espresso chiaramente Zaia. Non faremo un passo indietro. Tanto più come associazione Unesco». Un incontro durato circa due ore, che ha confermato che sarà proprio la scuola enologica la sede operativa dell’associazione. I lavori sono stati aperti da un saluto del governatore Luca Zaia che, dopo l’augurio di rito, ha fissato le linee di intervento del nuovo soggetto chiamato a valorizzare e tutelare l’ottavo sito Unesco del Veneto. Poi la parola è stata affidata ad Amerigo Restucci che ha inquadrato i dieci anni di lavoro per ottenere l’iscrizione a World Heritage e che sarà uno dei membri del comitato scientifico insieme al rappresentante del ministero dei Beni Culturali, ad un altro nome indicato dal dicastero all’Agricoltura e a professionisti con esperienza riconosciuta sul campo. L’immagine coordinata, già pronta, diventerà presto il brand Unesco. Il governatore ha chiesto di accelerare su questo punto per rendere riconoscibili tutte le azioni dell’Associazione.

l’insediamento dunque, salutato dall’ospitalità del Cerletti e della sua dirigente Mariagrazia Morgan. Il consiglio di amministrazione del nuovo ente è formato, insieme alla presidente Montedoro, da Silvia Mion, imprenditrice digitale della fucina di H-Farm, dal sindaco di Tarzo Vincenzo Sacchet, dal sindaco di San Fior Bepi Maset, da Lodovico Giustiniani, Ad di Borgoluce per il consorzio Docg e Ivo Nardi, Ad di Perlage per la Camera di commercio. Turismo e regolamentazione urbanistica le prime voci per iniziare compiutamente a gestire il nuovo sito Unesco del paesaggio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Si suppo-

SINDACI Nella foto d’archivio la firma dell’intesa tra i Comuni

I RUOLI I sindaci al momento sono i più impegnati: devono dare risposte al territorio in termini di urbanistica e per questo hanno costituito, in sede regionale, un tavolo che mette insieme urbanistica, attività produttive e agricoltura. A un mese dalla costituzione formale dell’associazione incaricata di gestire il nuovo sito Unesco, avvenuta il 22 gennaio scorso, ecco

a cura di Elena Filini

Quale tutela? Il Consorzio Docg ha vietato l’erbicida erché il Consorzio Docg ha vietato l’uso del glifosate? Dall’aprile 2019 il consorzio di tutela del prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg ha detto no all’utilizzo del glifosate nel territorio di produzione vietandolo nel protocollo viticolo. Con questa decisione, il Conegliano Valdobbiadene diventa la più estesa zona omogenea in Europa ad aver vietato l’uso della sostanza chimica, tuttavia utilizzabile ancora in agricoltura in Europa. A decidere di vietare questa sostanza erano state nel 2018 le amministrazioni locali dei 15 Comuni del Conegliano-Valdobbiadene mettendolo al bando nei regolamenti di polizia rurale. E il Consorzio di tutela si è allineato inserendo il divieto nel protocollo, un documento tecnico redatto da una commissione di esperti con lo scopo di razionalizzare l’utilizzo di fitofarmaci e proporre anche tutte le buone pratiche agronomiche che possano aiutare la sostenibilità. Per chi transige ora potrebbero scattare le sanzioni.

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neva che già in prima battuta sarebbe stato affrontato un tema chiave per Unesco, quale la sostenibilità anche alla luce delle polemiche sull’uso del glifosate, che pare poco siano piaciute agli uffici di Parigi. La scorsa settimana, infatti, Confagricoltura aveva portato all’attenzione uno studio americano che ribadiva come l’uso dell’erbicida non avesse effetti cancerogeni. Da qui l’invito del presidente veneto Lodovico Giustiniani, rappresentante del consorzio della Docg in seno all’associazione Unesco, a riconsiderarne l’uso anche in viticoltura senza demonizzazioni. Poi però Zaia ha escluso qualsiasi passo indietro del consorzio del Prosecco Superiore. Comunque sia l’argomento ieri non è stato toccato. La presidente Montedoro ha sbrigato quindi le prime formalità burocratiche: i veri temi si affronteranno l’8 marzo, quando è prevista la nuova riunione dell’Associazione. In quel caso però il Cda si sposterà a Valdobbiadene dove, all’interno della festa di San Gregorio, verrà presentata ufficialmente la sede di rappresentanza a Villa dei Cedri. Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano PROPOSTA FORZA ITALIA

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Competenze unificate

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Zona logistica semplificata

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Le competenze del Magistrato alle acque passano alla Città Metropolitana che programma e realizza tutti gli interventi di salvaguardia della laguna.

Viene istituita la zona logistica semplificata di Porto Marghera e dell’area del Polesine per favorire occupazione e sviluppo.

Incentivi per la tecnologia Incentivi per l’internazionalizzazione di Venezia. favorendo l’insediamento di attività ad alto contenuto tecnologico e scientifico.

Le risorse disponibili Per finanziare la legge le risorse provengono dalla revisione della spesa pubblica o delle agevolazioni fiscali, oltre che dalle accise sul gas adriatico.

Barche con motori ibridi Via libera ai natanti con motori elettrici o ibridi in laguna, mentre anche la competenza su canali e rii di Venezia passa alla Città Metropolitana.

Mercoledì 19 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Laguna e salvaguardia

Brunetta e Zuin: «Poteri alla Città Metropolitana»

VENEZIA Il prossimo evento sarà

quello del 5 aprile. Comitato No Grandi Navi e Fridays for Future insieme per lanciare una marcia climatica a Venezia. Un corteo che coinvolgerà anche comitati regionali e delegazioni di movimenti climatici dall’estero per ribadire la propria contrarietà a Mose, navi e inceneritore di Fusina. «Uniremo istanze locali e cambiamento climatico – ha detto ieri Marco Baravalle, del Comitato No Grandi Navi, nella nuova sede di campo S. Maria Formosa – per far sì che questa città diventi il luogo simbolo di una rivoluzione climatica». Ma prima, in vista del prossimo Comitatone del 3 marzo, ci sarà spazio per una manifestazione definita «vera e propria. Non come quella del porto che si è rivelata un flop». Tra le denunce presentate ieri, quella di una piena infiltrazione di interessi privati nel sistema portuale. Riferendosi al progetto di un

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Ripristino del Magistrato

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Agenzia pubblica per il Mose

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Federalismo fiscale: un piano

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Ripopolamento e manutenzioni

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Zona logistica potenziata

Forza Italia presenta la propria proposta `Forte sostegno alla richiesta del sindaco di Legge speciale. Comitatone il 3 marzo per 150 milioni alla città. Audizione rinviata tralità della Città Metropolitana, che diventerebbe la protagonista della salvaguardia, e la ricerca di risorse anche attraverso agevolazioni fiscali.

LEGGE SPECIALE VENEZIA Ha presentato la sua nuova proposta di Legge speciale per Venezia, ma chiedendo che nel frattempo venga rifinanziata quella vecchia, così come vorrebbero Regione e Comune: con 150 milioni all’anno, per dieci anni, per il bacino scolante e altrettanti per la laguna. «Sono totalmente d’accordo con le richieste fatte dal governatore Luca Zaia e dal sindaco Luigi Brugnaro - ha spiegato Renato Brunetta - e ora mi aspetto che vengano accolte dal prossimo Comitatone del 3 o 4 marzo». L’onorevole veneziano di Forza Italia, che di legge speciale si è occupato per tanti anni, in più vesti, anche di ministro delegato, lo ha ripetuto più volte ieri, a Montecitorio, dove ha voluto presentare ai giornalisti la sua ultima proposta di legge, che mette al centro la Città Metropolitana, sottoscritta dagli altri deputati di Forza Italia in commissione Ambiente. Al suo fianco, in conferenza stampa, anche il coordinatore veneto di FI e assessore veneziano al bilancio, Michele Zuin.

LE DUE PROPOSTE Brunetta ha ricordato come il 12 novembre, mettendo in ginocchio la città, abbia aperto una nuova riflessione sulla salvaguardia, accelerando anche la necessità di una nuova Legge speciale, che ormai ha 36 anni. Così «si è deciso di aprire un dos-

PRESSING SUL COMITATONE

FORSA ITALIA Brunetta con Zuin, assessore e coordinatore veneto

sier Venezia in commissione Ambiente per iniziativa del collega Nicola Pellicani e mia» ha sottolineato. Il deputato dem, come noto, ha presentato una sua proposta di nuova Legge speciale, a

IL TESTO AFFIANCA QUELLO PRESENTATO DA NICOLA PELLICANI (PD) L’ESAME SPETTA ALLA COMMISSIONE

No Navi, manifestazione in vista del vertice istituzionale a Roma GLI AMBIENTALISTI

PROPOSTA PD

terminal definitivo nel canale nord, nell’area ex Vetrocoke: 103mila metri quadri privati, trattati come appartenessero al demanio marittimo. «Un progetto che l’Autorità portuale ha già presentato alla ministra De Micheli – ha detto Andreina Zitelli, del Comitato – intestandoselo sul frontespizio come fosse proprio». E che il prefetto Zappalorto avrebbe individuato come valido. Altro punto di discussione, i fanghi di scavo che, dicono gli ambientalisti, si vorrebbe far passare per meno inquinati di quello che sono attraverso un’azione di declassiamento. «Si vogliono spargere sulla laguna fanghi inquinati da pre-

IL COMITATO “NO NAVI” ATTACCA IL PORTO E LA SOLUZIONE DELLO SCAVO DEI FANGHI

gresse attività industriali. E il paradosso è che si vorrebbe far prima il decreto e poi condurre una verifica sui luoghi dello scavo. Il nuovo protocollo è uno strumento sbagliato, con l’esito certo di guastare le qualità ambientali della laguna. Come cittadini chiediamo trasparenza ma soprattutto di poter avere voce in capitolo». E attraverso un dibattito pubblico permanente – previsto dalla legge – sui problemi della città. Non ultimo, tra quelli trattati, il tema Mose. Per il quale, a detta del Comitato, a Roma manca un’istruttoria tecnica firmata da qualcuno che se ne assuma appieno la responsabilità. «Non abbiamo un solo documento firmato da tecnici che ci parlino per esempio della risonanza delle paratoie in condizioni di mari e venti sostenuti. Non c’è un esperto del Mit che ci dica che la risonanza non rappresenti un problema». Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA

cui ora si aggiunge quella di Forza Italia. «Ora i due testi saranno abbinati, poi sarà la commissione a se decidere se unificarli, o sceglierne uno base da emendare» ha aggiunto Brunetta che non ha voluto commentare il testo del collega. «So che anche altri partiti presenteranno delle proposte, ad esempio la Lega. Io sono per un atteggiamento costruttivo. Più testi ci sono, meglio è: c’è più ricchezza di proposte». Sui contenuti della sua proposta Brunetta si è limitato a sottolineare un paio passaggi: la cen-

Ipotesi da studiare, ma all’interno di un’«operazione staffetta tra passato, presente, futuro», come l’ha chiamata Brunetta. Quindi, completare il Mose e approvare la nuova Legge speciale, ma finanziando da subito e «in modo congruo» la vecchia legge per recuperare quel «gap manutentivo», creatosi dal 2004 in poi, quando i fondi per Venezia sono stati dirottati solo sulla grande opera. «Ma il Mose servirebbe a poco in un sistema ambientale e antropico degradato» ha ammonito Brunetta. Zuin ha spiegato a cosa servirebbero i 150 milioni l’anno chiesti dal Comune: dal completamento della rete anti incendio, alla creazione di quella fognaria, agli incentivi ai privati per i restauri. «La cifra non è a caso: é la media di quanto veniva assegnato prima del 2004 - ha precisato l’assessore dal 2004 al 2024, poi, i 150 milioni sono diventati 16-20». Se ne riparlerà in commissione ambiente, dove l’audizione di Brugnaro in programma per oggi è slittata. «Solo un rinvio, il sindaco non stava molto bene - ha spiegato Brunetta - Noi intanto lavoreremo perché il Comitatone risponda alle richieste di Comune e Regione, da subito». Roberta Brunetti

Ripristino del Magistrato alle acque per la gestione della laguna, mentre alla Città Metropolitana passano le competenze sul traffico acqueo.

Creazione di un’Agenzia pubblica per gli interventi di salvaguardia e la gestione, manutenzione del Mose e del centro maree.

Piani di interventi triennali per un valore di due miliardi, ma in un’ottica di federalismo fiscale per finanziare gli interventi di salvaguardia.

Interventi per favorire il ripopolamento, con contributi per disinquinamento, manutenzione, restauro, nonché regole sulle destinazioni d’uso.

Bonifiche a Porto Marghera con l’istituzionalizzazione delle cabina di regia. Rilancio del Porto e Zona logistica semplificata potenziata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mose, il test notturno a Malamocco «Una palestra per i nuovi tecnici» IL TEST VENEZIA «Ogni prova va sempre meglio» è soddisfatto l’ingegner Davide Sernaglia, dopo il test di lunedì notte, quando le 19 barriere della schiera di Malamocco si sono alzate a abbassate senza intoppi. Con una doppia laurea, oltre che in ingegneria, anche in fisica, Sernaglia è il responsabile delle operazioni di sollevamento del Mose. L’uomo che ha cominciato a testare la macchina e che ora deve formare anche le quattro squadre necessarie per mettere in funzione l’intero sistema. L’ultimo test è servito anche a questo. Niente spettatori esterni, stavolta, ma un folto gruppo di tecnici di Comar e Thetis, venuti per imparare. «Ci stiamo dedicando alla formazione delle altre squadre - spiega Sernaglia -. Questa è stata anche una prova didattica». Le paratoie hanno cominciato ad alzarsi alle 20.30, alle 23 erano tutte in posizione. E alle 23.30 era già iniziata la fase di abbattimento.

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Meglio che nel precedente test di dicembre, quando l’ultima paratoia, la numero sei, aveva tardato a salire per un problema di settaggio delle valvole. «Stavolta è andata benissimo spiega Sernaglia -. Abbiamo messo a punto le valvole e non

RESPONSABILE Davide Sernaglia

STRUMENTAZIONI SOFISTICATE INSTALLATE A CHIOGGIA PER CONTROLLARE LE VIBRAZIONI

ci sono stati problemi per alcuna paratoia. Migliorando la risposta delle valvole, abbiamo ottimizzato i tempi in salita e discesa». In appena 40 minuti le paratoie sono state riportate in posizione. Anche stavolta, non c’era marea da contrastare. La massima era di appena 40 centimetri e il dislivello tra laguna e mare, con la schiera chiusa, è stato di un paio di centimetri appena. Sotto osservazione anche il fenomeno delle vibrazioni. «In fase di scarico abbiamo operato con diverse aperture per verificare la vibrazione dei tubi. Non c’è stata, con questa procedura. Ma faremo altre verifiche» assicura Sernaglia. Per questo nelle quattro paratoie di Chioggia che saranno utilizzate per i test sotto stress, si stanno installando sofisticate strumentazioni. Misureranno anche la tenuta delle cerniere, durante la movimentazione delle paratoie. Tutte prove necessarie prima di mettere in azione in Mose per fronteggiare davvero le acque alte. R. Br. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Attualità

Mercoledì 19 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

A casa dell’impiegato mitra ed esplosivi Diego Simion, 58 anni, insospettabile dipendente amministrativo `Era stato fermato in auto con un etto di cocaina, le armi scoperte di Veritas nella sua abitazione a Mira nascondeva una santabarbara dopo la perquisizione domiciliare: oggi sarà interrogato dal giudice

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IL RITROVAMENTO MIRA (VENEZIA) Un posto di lavoro da impiegato, una fedina penale (quasi) immacolata, una bella villetta in provincia. Diego Simion, 58 anni, da più di 20 dipendente amministrativo di Veritas, la multiutility che gestisce lo smaltimento di rifiuti a Venezia, era il classico insospettabile. Questo fino a lunedì sera, quando i carabinieri di Mira prima l’hanno fermato con un etto di cocaina in macchina, e poi hanno scoperto che a casa nascondeva un vero e proprio arsenale: pistole, fucili, mitragliatori, esplosivo al plastico e giubbotti anti proiettile. Da un controllo di routine su strada, quindi, è partita un’indagine strutturata, ora, per cercare di ricostruire a che cosa siano servite (o dovessero servire) tutte quelle armi. Simion è stato arrestato ed è finito in carcere: al momento, non ha voluto rilasciare dichiarazioni alle forze dell’ordine. Oggi, assistito dall’avvocato veneziano Andrea Niero, sarà interrogato dal gip.

I carabinieri

UN SEQUESTRO DEL GENERE IN VENETO PROBABILMENTE MANCAVA DAI TEMPI DI FELICE MANIERO

PIÙ CONTINUAVAMO A CERCARE E PIÙ SPUNTAVANO FUORI NUOVE ARMI NASCOSTE IN VANI A SCOMPARSA DOTAZIONI D’ASSALTO Le armi sequestrate dai carabinieri a casa di Diego Simion a Mira

LA DROGA E LE ARMI I carabinieri l’hanno fermato intorno alle 20.30. Non c’è voluto molto per scoprire quel sacchettino di polvere bianca. Cento grammi di cocaina, per un valore di circa 5mila euro di droga, quantità più che sufficiente per far scattare un arresto per detenzione ai fini di spaccio. Una volta in casa, i militari, alla ricerca di altro stupefacente, si sono ritrovati invece con un paio di pistole. A quel punto, si è deciso di procedere con una perquisizione più approfondita, con il supporto dei colleghi del nucleo investigativo di Venezia

IN TOTALE 11 PISTOLE CON MATRICOLA ABRASA 4 FUCILI (1 A POMPA), UNA MITRAGLIETTA, 500 MUNIZIONI E SEI ETTI DI PLASTICO

Aurora, morta a 16 anni dopo le dimissioni Indagato il primario del pronto soccorso IL GIALLO VITERBO «Aurora sta male, non respira le fa male il petto. Che devo fare?». È venerdì 14 febbraio, la mamma della giovane di Montefiascone, morta poi durante la notte, telefona al suo medico. Sua figlia soffre e lei non sa più come aiutarla. La risposta è di chiamare il 118 per un intervento immediato. Aurora Grazini (nella foto) arriva al pronto soccorso di Viterbo, quel pomeriggio, a bordo dell’ambulanza e in serata torna a casa. Il decesso alcune ore dopo, ieri l’autopsia. Le telefonate dispera-

te della mamma sono ora nel fascicolo d’indagine della Procura di Viterbo che, dallo scorso sabato, indaga per omicidio colposo. Prima contro ignoti, da ieri con un primo nome: è il responsabile (facente funzioni)

del pronto soccorso Daniele Angelini. Agli atti ci sarebbero anche i referti medici, le prescrizioni e le testimonianze dei genitori. Elementi probatori che hanno portato la pubblica accusa a indagare il medico che avrebbe preso in carico la 16enne. Per poi, a fine visita, prescriverle le gocce di ansiolitico per una presunta crisi di panico. Ieri è stato eseguito l’esame del corpo della ragazza. La giovane aveva sofferto per una lunga influenza, molto debilitante. A questa era seguita una crisi amorosa, che le aveva portato turbamenti. Aveva perso peso e non era più la ragazza serena e

sorridente di pochi mesi prima. I genitori l’hanno vista disperarsi e stare male, fino a venerdì. Quando oltre a piangere Aurora ha iniziato a lamentare dolori. Aveva il respiro mozzato. Al pronto soccorso i medici non riescono a farla smettere di piangere. La visitano, prendono i valori della saturazione del sangue, le parlano. Poi per calmarla le prescrivono gocce di ansiolitico e fissano un appuntamento per un supporto psicologico, perché tutto fa pensare a un attacco di panico. Su questo diranno molto gli esami autoptici e tossicologici, avviati ieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

e l’unità cinofila degli artificieri antisabotaggio di Torreglia (Padova). «Più continuavamo a cercare, più saltavano fuori nuove armi», commenta sorpreso il maggiore Emanuele Leuzzi, comandante del nucleo investigativo lagunare. Alcuni di quei mitragliatori erano stati stipati in dei vani a scomparsa, assicurati con delle cinghie e richiusi a colpi di trapano con una copertura di pannelli in legno. Un lavoro di estrema precisione, che ha tenuto occupate le unità operative dell’Arma per tutta la notte. Il bilancio finale del sequestro è da record: undici pistole di cui tre con matricola abrasa e due a salve (ma senza tappo rosso, obbligatorio per riconoscere le repliche delle armi), due fucili, di cui uno a pompa, una mitraglietta Scorpion con silenziatore, due fucili ad aria compressa, oltre 500 munizioni di diverso calibro e due panetti di esplosivo al plastico (oltre 6 etti) con miccia e detonatore. Tutto il materiale era detenuto illegalmente. «Un sequestro del genere in Veneto - aggiungono Andrea Miggiano, comandante della compagnia di Mestre, e Massimo Andreozzi, comandante della tenenza di Mira - e in Riviera del Brenta probabilmente mancava dei tempi della banda Maniero».

DOCUMENTI IN BIANCO Nella perquisizione, inoltre, sono state trovate anche 60 carte d’identità in bianco, rubate al Comune di Musile di Piave, e duemila marche da bollo per un valore di 35mila euro. L’inchiesta, ora, dovrà cercare di trovare il filo conduttore. Il sospetto è che quella Santa Barbara potesse essere il kit di una banda specializzata in assalti criminali, dai bancomat ai portavalori, dalle rapine ai grandi furti. Che ruolo potrebbe avere avuto Simion? Basista? Magazziniere di fiducia della banda? Solo ipotesi, per ora. Se l’uomo oggi deciderà di rispondere alle domande del gip, i carabinieri avranno già una prima pista da seguire. Davide Tamiello © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mafia in Veneto, 14 rinvii a giudizio Anche il fratello della vedova Schifani mentre 34 chiedono il rito abbreviato arrestato dalla Dia per le estorsioni Il cognato dell’agente di scorta di Falcone

IL PROCESSO VENEZIA Meno di un anno dopo il blitz che a marzo 2019 aveva portato all’arresto di trentatre persone (54 in tutto gli indagati) e allo smantellamento di un’ organizzazione criminale collegata alla cosca “Grande Aracri” della ’ndrangheta - che tra le province di Venezia, Padova e Vicenza, tra violenze ed estorsioni riciclava il denaro frutto dei reati in Calabria - ieri mattina nell’aula bunker di Mestre, il giudice Francesca Zancan ha chiuso l’udienza preliminare sposando in tutto l’architettura accusatoria delineata dalla procura Antimafia di Venezia.

NIENTE PROSCIOGLIMENTI Nessun proscioglimento, come chiesto dal pm Paola Tonini. E quindi semaforo verde a quattordici rinvii a giudizio, trentaquattro riti abbreviati e quattro patteggiamenti ancora da definire in quello che, quando si aprirà nelle sue varie composizioni, tra marzo e maggio, sarà il secondo grande

processo per mafia a prendere il via a Venezia, dopo l’indagine sul radicamento dei Casalesi a Eraclea e nel Veneto orientale. Il grosso degli imputati ha scelto la strada del giudizio in abbreviato. Il via sarà il 18 maggio di fronte al giudice veneziano Luca Marini che ha già fissato cinque udienze e conta di chiudere il tutto entro l’estate. I nomi principali saranno quelli di Michele Bolognino (considerato il promotore della cosca, dal 2015 in regime di 41bis e condannato a 37 anni nel procedimento Aemilia, la madre di quest’inchiesta) e del fratello Francesco Bolognino. Con loro anche la anche la figlia di Francesco, Noemi Andrea. Abbreviato - e sconto di pena in vista - pure

IN QUATTRO SCELGONO IL PATTEGGIAMENTO: L’INCHIESTA RUOTA ATTORNO AI FRATELLI BOLOGNINO

per Tobia De Antoni, di Fossalta di Portogruaro, accusato di essere il «braccio operativo» e il «picchiatore» di fiducia di Mario Vulcano, uno dei rappresentanti in Emilia della cosca della ‘ndrangheta Grande Aracri legato ai fratelli Bolognino, e a sua volta giudicato in abbreviato. Così come tra gli imprenditori Leonardo Lovo, di Campagna Lupia, Federio Schiavon, di Padova e Adriano Biasion di Piove di Sacco, finiti sotto accusa per l’emissione di un gran numero di false fatture utili a ripulire il denaro della ‘ndrangheta. Scelta processuale abbracciata anche dal commercialista Donato Clausi. Gli abbreviati arriveranno dopo l’apertura del processo davanti al tribunale Collegiale di Padova ma che si celebrerà a Venezia per poter usufruire della videoconferenza - il 23 marzo. Hanno scelto la via del dibattimento in quattordici: Sergio Bolognino (organizzatore del sodalizio); Francesco Agostino; Andrea Biasion, di Padova; Ferdinando Carraro, di Treviso; Antonio Carvelli; Luca De Zanetti di Padova; Antonio Gnesotto di

Treviso; Emanuel Levorato di Padova; Antonio Genesio Mangone (accusato di tre estorsioni), Stefano Marzano; Renata Muzzati di Padova; Leonardo Nardella; Patrizia Orlando e Valter Zangari. Hanno scelto di patteggiare (udienza fissata il 20 maggio) gli impresari veneziani Eros Carraro e Massimo Nalesso, e il padovano Roberto Rizzo che chiuderanno il conto con la giustizia rispettivamente a un anno e mezzo, un anno e sette mesi e un anno e quattro mesi, con pena sospesa. Prima dovranno risarcire l’Agenzia delle Entrate con cifre che vanno da 20 ai 90 mila euro. Il pentito Giuseppe Giglio, che si trova sotto protezione, ha chiesto come patteggiamento la continuazione della pena già inflitta al processo di Reggio Emilia. Stralciata la posizione dell’imprenditore veneziano Federico Semenzato. Tre gli imprenditori parte civile, come la Regione Veneto, la presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Agenzia delle Entrate e il Ministero dell’Interno. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PALERMO C’è anche Giuseppe Costa, fratello di Rosaria Costa, la vedova di Vito Schifani, uno degli agenti di scorta di Giovanni Falcone, tra le otto persone arrestate ieri dalla Dia di Palermo. Secondo il gip del Tribunale che ha firmato la misura cautelare Costa, ufficialmente imbianchino disoccupato di 58 anni, avrebbe «fatto parte della famiglia mafiosa di Vergine Maria, mantenendo rapporti con esponenti mafiosi di altre famiglie (...) nell’interesse primario dell’organizzazione mafiosa». Avrebbe anche «organizzato e coordinato attività estorsive, nonché atti ritorsivi nei confronti di imprenditori e commercianti della zona». Non solo, avrebbe anche «provveduto al mantenimento degli affiliati detenuti e alla corresponsione pro quota dei proventi dell’associazione mafiosa». La sorella di Giuseppe Costa è Rosaria Costa, vedova di Vito Schifani, il poliziotto di 27 anni morto nella strage di Capaci

che lasciò la moglie Rosaria Costa, 22 anni e un figlio di appena 4 mesi. Quando, nella camera ardente allestita a Palazzo di Giustizia a Palermo, il Presidente del Senato Spadolini si avvicinò alla vedova, lei gli disse «Presidente, io voglio sentire una sola parola: lo vendicheremo. Se non puoi dirmela, presidente, non voglio sentire nulla, neanche una parola». Le parole che poi Rosaria pronunciò ai funerali del marito, di Falcone, di Morvillo e del resto della scorta fecero presto il giro dei notiziari per la disperazione ma anche lucidità che ne traspariva: «Io, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani mio, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato..., chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare... Ma loro non cambiano ...loro non vogliono cambiare...».


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Nordest

IRVV, COSTITUITO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Con decreto del presidente della Regione pubblicato ieri sul Bur è stato costituito il Cda dell’Istituto regionale per le Ville Venete. Presidente è Amerigo Restucci

Mercoledì 19 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Meteo e frane monitorati sui tralicci Il sistema installato da Terna dopo la tempesta Vaia del 2018: `Un progetto unico in Italia: circa 500 i dispositivi presenti una rete di sensori per prevedere gli eventi e intervenire prima sui piloni in zone di montagna fragili e colpite dal maltempo

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IL PIANO VENEZIA Il 26 dicembre 2013 Cortina d’Ampezzo è rimasta al buio per ventiquattr’ore, 54mila utenze senza luce, il che significa senza acqua calda, senza possibilità di caricare i telefonini, senza riscaldamento. Era venuta giù talmente tanta neve che i pini erano piombati sui cavi dell’alta tensione. Cinque anni dopo, ottobre 2018, una tempesta si è abbattuta sulle montagne venete: acqua, vento, case scoperchiate, alberi divelti. La domanda più volte ripetuta è stata: si poteva prevedere? Con quelle dimensioni? Di quella entità? All’epoca no, adesso parzialmente sì. La novità è, dopo la tempesta Vaia, Terna ha avviato in Veneto un progetto unico in Italia che, per un investimento di 3 milioni di euro, prevede l’istallazione su base regionale di 291 sensori, 51 stazioni meteo, 51 accelerometri e 85 dispositivi capaci di rilevare situazioni di rischio sulle infrastrutture dell’ente gestore della linea elettrica. Vento, pioggia, neve, ghiaccio, ma anche movimenti franosi: in tempo reale Terna è in grado di conoscere cosa sta avvenendo. E, quindi, di intervenire per tempo. Occhio: sensori, stazioni e quant’altro non sono sulla carta, sono già stati realizzati e installati. Quindi si è già nella fase dell’operatività.

enti hanno cominciato a lavorarci un anno fa, subito dopo Vaia, e ieri c’è stata la firma del protocollo di intesa. Un protocollo - ha sottolineato Ferraris che valorizza l’innovazione e la digitalizzazione. Particolare non secondario: questo progetto avrà anche applicazioni in campo ambientale e di Protezione civile. E non potrebbe essere diversamente dal momento che l’informazione in tempo reale è essenziale, tanto più se

si è in presenza di eccezionali fenomeni atmosferici dalle conseguenze imprevedibili.

IL FUNZIONAMENTO Ma di cosa si tratta esattamente? «Terna - spiega l’azienda - ha sviluppato e installato per la prima volta in Veneto un sistema integrato che, attraverso l’utilizzo di sensoristica avanzata posta sulle proprie reti, consente la raccolta e l’analisi real-time di informazioni uti-

li alla maggiore sicurezza e flessibilità del sistema elettrico regionale». Vengono utilizzate delle IoT Box - Internet of things, neologismo riferito all’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti - che permettono di aumentare in maniera significativa la capacità di osservazione dello stato della rete elettrica e di garantire efficienza nella gestione e maggiore tempestività di intervento in caso

Sensori di tiro applicati a conduttori e funi di guardia

51 Stazioni meteo per il monitoraggio intensità e direzione del vento, temperatura, umidità e irraggiamento

51 Accelerometri ed inclinometri per il monitoraggio delle vibrazioni e dell’inclinazione del sostegno di linee e stazioni

85 Dispositivi per la raccolta dati della sensoristica

Il progetto è stato presentato ieri, a Palazzo Balbi, dall’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris e dal governatore del Veneto Luca Zaia. I due

IL CASO VENEZIA Dieci assessori esterni che comporteranno l’aumento delle poltrone da 51 a 61 per circa 7 milioni di euro in più? C’è solo un sistema per eliminare quanto previsto dal modificato statuto della Regione del Veneto: indire un referendum e cancellare le modifiche introdotte dalla Lega di Luca Zaia. Solo che per indire un referendum servono 11 firme di consiglieri regionali e, al momento, ce ne sono sette. Sono quelle di Piero Ruzzante (LeU), Patrizia Bartelle (IiC), Cristina Guarda (CpV) del Coordinamento Veneto 2020 e Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel del Movimento 5 Stelle. I sette ieri hanno convocato una conferenza stampa a Palazzo Ferro Fini perché il presi-

I COMMENTI

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GLI OBIETTIVI

ZAIA: «UN GRANDE FRATELLO A DIFESA DEL TERRITORIO NON VOGLIAMO CHE SI RIPETA UN BLACK OUT COME QUELLO DEL 2013»

di necessità. Attualmente sono circa 500 i dispositivi di monitoraggio e raccolta dei dati installati da Terna sulle proprie infrastrutture regionali, che prevalentemente ricadono nei territori delle province di Belluno, Verona, Vicenza, in particolare Agordino, Feltrino, Cadore e Comelico.

I numeri

3 I milioni di euro investiti per il “Progetto Iot for the Grid”

12 I mesi impiegati per la realizzazione di questo sistema integrato di misura, raccolta ed elaborazione dati di Terna BELLUNO Un traliccio piegato, ora Terna installa i sensori. In alto a destra, Luca Zaia e Luigi Ferraris

Aumento di assessori esterni: appello pro-referendum al Pd dente del consiglio regionale o un suo delegato autentichi le loro firme. Un passaggio in sé procedurale, ma dalla valenza politica. E che, soprattutto, lancia un messaggio ai consiglieri dal Partito democratico. Della serie: ma voi firmate o non firmate?

LA POLEMICA «Da parte del Pd c’è stato un silenzio tombale, è evidente che non vogliono firmare», ha detto il capogruppo del M5s Berti. «Dimostrino che vogliono fare opposizione sul serio - ha aggiunto Brusco - E vogliamo anche andare oltre: invitiamo a firmare anche i consiglieri della maggioranza, dimostrino così di non aver

paura del giudizio dei cittadini». «Non accetto che ci vengano date lezioni - ha replicato con una nota il capogruppo del Pd, Stefano Fracasso - Vorrei ricordare ai colleghi Cinque Stelle che è grazie al Partito Democratico se l’aula ha respinto il voto di fiducia e il premio di maggioranza ben oltre

PER LA CONSULTAZIONE SERVONO LE FIRME DI 11 CONSIGLIERI REGIONALI ORA SONO SOLO 7: «I DEM DIMOSTRINO DI VOLER FARE OPPOSIZIONE»

PROMOTORE Piero Ruzzante

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«Un modello unico a livello internazionale e già realizzato che ci permette di avere a disposizione, in tempo reale, dati e informazioni utili, soprattutto in emergenze del livello di Vaia - ha detto il governatore Zaia - Non vogliamo succeda mai più quanto accaduto in occasione del black-out di Cortina del dicembre 2013: con questo sistema progettato da Terna siamo certi di avere a disposizione uno strumento utile e unico per la sicurezza, in particolare dei nostri territori montani del Veneto. Per noi - ha aggiunto - si tratta di qualcosa di straordinario, perché è già realtà: abbiamo a disposizione un Grande Fratello, che ci permette oggi di monitorare tutto il territorio . Dati utilissimi per noi dato che possiamo sapere in anticipo eventuali criticità. Previsione e prevenzione sono fondamentali e su questi aspetti il Veneto continua ad investire». «L’accordo siglato con la Regione del Veneto – ha detto l’ad di Terna Luigi Ferraris – rappresenta una ulteriore occasione per aumentare la sicurezza e la sostenibilità della rete elettrica regionale. La transizione energetica in atto impone nuove sfide e rende la gestione della rete sempre più complessa e articolata. Mettere tali sistemi innovativi a fattore comune con le istituzioni che operano a tutela del territorio, significa creare una nuova consapevolezza tecnologica con enormi vantaggi per il sistema elettrico e le comunità locali». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Regionarie il 60%, proposti dal presidente Zaia. Purtroppo in quell’occasione non abbiamo sentito una voce particolarmente forte da parte dei pentastellati. L’opposizione alla Lega si costruisce giorno per giorno e anno per anno, non nei tre mesi che precedono le elezioni». Ma il Pd firmerà o no la richiesta di referendum? «Come ho già avuto occasione di dire ai colleghi dell’opposizione, il gruppo consiliare del Partito Democratico assumerà una decisione di concerto con la segreteria regionale: insieme valuteremo quali azioni intraprendere». Nel caso in cui venisse indetto, il referendum si terrebbe dopo le elezioni regionali. Difficile che la nuova giunta, priva della copertura statutaria, avesse solo assessori esterni: i ricorsi si sprecherebbero. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli iscritti M5s votano i candidati su Rousseau Domani, dalle 10 alle 19, gli iscritti M5s delle regioni al voto, tra cui il Veneto, sono chiamati a «votare sulla piattaforma Rousseau per decidere la lista dei nomi dei candidati portavoce nei rispettivi Consigli regionali, alle prossime elezioni». Lo ha annunciato il Blog delle Stelle: ogni iscritto abilitato a votare su Rousseau potrà esprimere fino a 3 preferenze.


VII

Rosolina Pettorazza Grimani Villadose

Mercoledì 19 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Incidente mortale con l’auto nell’Adige, tutti assolti `Morì

Daniel Ceccolin Archiviazione per sindaco e tecnico

PETTORAZZA GRIMANI Daniel Ceccolin aveva solo 19 anni quando, nel tardo pomeriggio dell’1 marzo 2018, giorno di neve e gelo, al volante della sua Punto bianca, ha iniziato a sbandare mentre percorreva la strada arginale fra Pettorazza e Beverare, dove viveva, finendo giù lungo l’argine dell’Adige ed inabissandosi nelle acque gelide

del fiume. Una tragedia che ha lasciato cicatrici profonde e per la quale erano stati indagati per omicidio colposo, per le responsabilità relative alla strada in questione, il sindaco di Pettorazza Gianluca Bernardinello, 47 anni, ed il responsabile dell’uffici tecnico comunale e del settore Lavori pubblici e manutenzioni, il geometra Luca Rizzi, 54 anni, di Ceregnano. Secondo l’accusa i due avrebbero avuto, a diverso titolo, una colpa nel non aver provveduto a compiere tutti gli atti a tutela della sicurezza stradale che avrebbero potuto evitare una simile tragedia, dall’installazione di un guar-

drail all’interdizione al traffico della strada viste le condizioni meteorologiche. Anche la segnaletica, con il cartello con il limite di 30 chilometri orari a causa del manto stradale dissestato, non sarebbe stato installato correttamente.

SITUAZIONI ANALOGHE Questioni giuridiche delicate, con tratti di analogia con il caso che aveva visto indagati e poi prosciolti il sindaco di Badia Polesine Giovanni Rossi, in qualità di assessore ai Lavori pubblici, ed il dirigente Ivan Stocchi, per omicidio colposo in relazione all’incidente mortale avvenuto

il giorno di capodanno del 2017 via Scavazza, nel quale perse la vita la 31enne Lisa Pellizzaro di Ceneselli. In realtà, in punta di diritto, le due vicende avevano molte differenze. Una su tutte, il fatto che la strada arginale non sia di proprietà comunale, ma solo affidata in gestione. Pane per i denti dell’avvocato Luigi Migliorini, difensore di Rizzi. Quel giorno le condizioni meteorologiche erano proibitive. In macchina con Daniel, c’era un amico, 17enne, mentre su un’altra auto altri amici della stessa compagnia di Beverare. Che, quando hanno visto la Punto uscire di strada, si sono preci-

INCIDENTE Il recupero della Punto

pitati sulla riva per tentare di salvare i due ragazzi. Il finestrino dal lato passeggero si è rotto sotto i colpi dati con tutte le forze e il 17enne è riuscito ad uscire dalla trappola di lamiera e acqua gelata che invece è risultata fatale a Daniel che, secondo quanto riferito, aveva perso i sensi. Bernardinello era accorso sul luogo dell’incidente insieme ai carabinieri. Ad avviare le indagini era stato il pm Monica Bombana. C’era stata, però, già una prima richiesta di archiviazione, opposta dai familiari di Daniel, che tuttavia non si sono poi costituiti parte civile. Francesco Campi

Morìa di vongole, colpa di un’alga Il responso fornito dagli accertamenti effettuati dagli specialisti dell’Ulss nelle lagune di Marinetta e Caleri `

L’azienda: «Nessun problema per i consumatori» L’assessore regionale Corazzari in visita ai vongolari `

Una mostra sulla bonifica dell’Isola di Ariano

ROSOLINA Con buona probabilità, la moria di vongole nelle lagune di Marinetta e Caleri è dovuta alla presenza di un’alga. A studiare il caso e ad avanzare l‘ipotesi sono i servizi veterinari dell‘Ulss 5 polesana che, attraverso una propria unità specializzata nella tutela igienico sanitaria dei molluschi e dei prodotti ittici destinati al consumo umano e, dall’incrocio dei dati con gli altri Enti coinvolti nell’indagine sanitaria, ha potuto escludere altre possibili cause. «È stata accertata la presenza di un‘alga appartenente alla famiglia delle Diatomee -spiega Antonio Compostella, direttore generale dell‘Ulss 5 polesanaquesta, in particolari situazioni microclimatiche, è responsabile della formazione di un sottile strato di mucillagine aderente al corpo delle vongole e ne impedisce la respirazione. Si tratta dell’ipotesi attualmente più probabile, visto che risponde anche ad una serie di interrogativi diagnostici che finora non avevano trovato soluzione».

GLI ACCERTAMENTI Da quando era stata segnalata la moria nelle due lagune, i veterinari dell‘Ulss avevano subito attivato i protocolli d‘indagine clinici e di laboratorio, anche se in prima battuta non erano riusciti a formulare ipotesi convincenti neppure confrontando i dati con gli altri Enti coinvolti nell‘indagine sanitaria. Ulteriori analisi disposte dal dr. Piergiorio Fumelli, specialista del servizio veterinario, hanno indagato altre possibili cause di moria per le vongole e l‘intuizione ha avuto i primi riscontri positivi che, poi, sono stati confermati dagli esiti di campionamenti mirati effettuati nei giorni successivi. L‘alga così individuata viene considerata la più probabile causa della moria, ma per avere la certezza definitiva i medici veterinari dell‘Ulss stanno proseguendo gli accertamenti. Di sicuro, la sua presenza non rappresenta un pericolo per la salute dei consumatori. Per questo, a Compostella e ai dirigenti dell‘unità operativa igiene dei prodotti ittici, i dottori Antonio Crepaldi e Giorgio Fumelli, sono intanto giunti i ringraziamenti del Prefetto di Rovigo, dott.ssa Maddalena De Luca. Dagli operatori del settore, il presidente della cooperativa pescatori Levante esprime «rispetto per l‘indagine svolta e gli esiti a cui è pervenuta, ma la presenza di un‘alga non mi convince del tutto. Che la moria sia

TAGLIO DI PO “1922 - 1987; Dalla grande impresa della bonifica dell’Isola di Ariano al Museo regionale della bonifica di Ca’ Vendramin”. La Fondazione Ca’ Vendramin, presieduta dal rieletto presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po, Adriano Tugnolo, guidata dal direttore Lino Tosini, ha allestito nel Museo in via Veneto 38 un’ interessante mostra sui 65 anni di storia dell’Isola di Ariano, che sarà inaugurata alle 9,30 di sabato.

TAGLIO DEL NASTRO ROSOLINA L’assessore regionale Cristiano Corazzari durante la visita ai vongolari delle lagune di Caleri e Marinetta

frutto di un fenomeno di anossia è pacifico, ma ha colpito i vivai che si trovano più in alto e quasi per nulla quelli che si trovano più in profondità, segno che il fenomeno è legato alla presenza di troppa acqua dolce. E se andiamo a guardare la storia, morie si registrano a febbraio e a novembre, quando cioè coincide il colmo della portata del Po con la minor bassa marea. E ad essere colpiti sono sempre i vivai che vedono completamente sostituire la presenza di acqua salata con quella dolce. L‘auspicio è che da questa esperienza si tragga un insegnamento, che si investano maggiori fondi nella ricerca scientifica sulle vongole perché, nonostante nel Delta ci siano almeno 1500 persone che vivono esclusivamente di questo prodotto, non c‘è ancora un‘adeguata conoscenza di tutti i fattori legati al ciclo vitale».

Illuminata, asfaltata e ben protetta: inaugurata la nuova pista ciclabile VILLADOSE È stata inaugurata la nuova pista ciclabile lungo l’Adigetto in direzione Cambio di Villadose. L’inaugurazione è stata organizzata dal Comune di Villadose insieme al Crg, Fiocco sport, Avis Aido, Anteas e al gruppo dei Camminatori di Villadose. L’opera è stata interamente finanziata dal Comune per un costo di 400mila euro. È stata realizzata sulla parte demaniale della sponda in convenzione con il Consorzio di bonifica che ha impartito le prescrizioni relative al tipo di illuminazione e per lo sgron-

do delle acque piovane nel naviglio. La progettazione è stata curata dallo studio Mbe dell’ingegner Mario Bellesia di Rovigo che ha illustrato il progetto. Le opere sono state eseguite dalla ditta Conenno di Foggia.

NASTRO D’ASFALTO La pista è lunga 650 metri, realizzata con manto in asfalto, l’illuminazione è a led con segnapasso posti sul cordolo di contenimento su cui si innesta il parapetto in finto legno ecologico come quella già installato sulla parte esistente. Grazie al ribasso d’asta e alla parziale destinazione

dell’avanzo per un totale di 37mila euro sarà possibile anche sistemare il manto in asfalto sulla parte esistente fino al ponte di fronte al municipio. Questi ultimi lavori che avranno inizio fra poco saranno eseguiti da parte della ditta Martini. Il taglio del nastro è stato fatto dalla vicesindaco Ilaria Paparella insieme all’assessore regionale Cristiano Corazzari. Dopo i saluti e le presentazioni un folto gruppo di camminatori ha inaugurato la pista ciclopedonale con una bella camminata in compagnia favoriti anche dalla bella giornata. Mirian Pozzato

L’ASSESSORE IN VISITA Anche l’assessore regionale al territorio, cultura e sicurezza, Cristiano Corazzari, ha voluto toccare con mano la gravità della situazione nella quale si trovano i pescatori delle due lagune di Marinetta e Caleri, nei comuni di Rosolina e Porto Viro. L’assessore è salito a bordo di un’ imbarcazione, insieme al vice presidente del Consorzio Delta Nord, Roberto Falconi, e al consigliere Stefano Lazzarin. La delegazione si è recata a visitare alcune delle zone più colpite, dove la morìa ha raggiunto anche il 100 % degli esemplari. Enrico Garbin

VILLADOSE L’attesa inaugurazione della nuova pista ciclabile lungo l’Adigetto verso Cambio

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Questo il programma dell’evento che ha inizio con brevi interventi di saluto del presidente Tugnolo al quale faranno seguito quelli dei tre sindaci dei rispettivi comuni dell’Isola di Ariano: Luisa Beltrame di Ariano nel Polesine, Michele Domeneghetti di Corbola e Francesco Siviero di Taglio di Po; del presidente dell’associazione triveneta dei dirigenti della bonifica Graziano Paulon; del presidente dell’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, Moreno Gasperini; del presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Gilberto Muraro e dell’assessore al territorio, cultura e sicurezza della Regione Veneto, Cristiano Corazzari. Alle 10,30 il direttore della Fondazione, Lino Tosini, già direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po, presenterà la mostra e alle 11, dopo l’inaugurazione vi sarà la visita guida dell’esposizione. Ca’ Vendramin è un Museo del territorio, un’istituzione che non si esaurisce nella semplice esposizione del materiale, ma, in stretta collaborazione con l’Ente Parco Regionale Veneto Delta del Po, è il punto di partenza per la conoscenza integrata delle caratteristiche del Delta, cioè storia, cultura e ambiente. Il Museo Ca’ Vendramin è un’occasione per far conoscere al vasto pubblico gli straordinari eventi che hanno concorso a dare forma all’attuale realtà del Delta e del Polesine, la storia delle acque che hanno conquistato plaghe interne e delle terre che hanno vinto e hanno fatto arretrare il mare. G. Dia.


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Primo Piano

Mercoledì 19 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Agricoltura e ambiente

VENDEMMIA La raccolta in un vigneto di Prosecco: la più ampia coltivazione in Veneto e Friuli Venezia Giulia

IL CASO VENEZIA Ora la Regione dice stop: 35.678 ettari possono bastare. «Non firmerò mai nessun decreto per autorizzare nuove superfici alla produzione di Prosecco, casomai si potranno recuperare piantumazioni di Glera preesistenti e di vecchia data», ha assicurato il governatore Luca Zaia, l’altra sera alla Fiera di Godega di Sant’Urbano, lanciando un chiaro avvertimento a oltre mille produttori delle Doc e Dogc del Veneto. «E tra dieci anni l’uso di prodotti chimici dovrà essere dimezzato», ha aggiunto l’assessore leghista Giuseppe Pan, confermando che da adesso in avanti la linea sarà: meno quantità e più qualità.

IL DIBATTITO Tanto basta per accedere il dibattito. Il consigliere regionale dem Andrea Zanoni grida alla campagna elettorale: «Zaia diventa ambientalista e a favore dell’agricoltura biologica. Bene, aspettiamo allora che dalle parole passi ai fatti: ancora non c’è alcun progetto di legge depositato che preveda lo stop a nuovi vigneti». Il presidente della Regione però tira dritto, rivendicando il merito del decreto ministeriale datato 17 luglio 2009, che ha tutelato l’uso esclusivo del termine Prosecco all’area delle colline di Conegliano e Valdobbiadene, delle cinque province venete di Treviso. Venezia, Padova, Vicenza e Belluno e delle quattro friulgiuliane, dove oggi vengono prodotti 600 milioni di bottiglie contro i 200 di dieci anni fa. «Con l’operazione che ha separato la denominazione del vino (Prosecco) da quello della varietà della vite (Glera) – ha dichiarato Zaia – abbiamo sottratto al resto del mondo l’uso del nome e impedito che si piantino vigneti di Prosecco in altre regioni d’Italia e d’Europa. Ma il boom del Prosecco ora va accompagnato con qualche sforzo in più». No dunque a nuove piantumazioni, ma anche alla chimica. «Non è vero – ha detto il governatore – che non si può coltivare senza glifosate. Non posso accettare che i produttori del Prosecco siano sul banco degli imputati: produrre in modo sostenibile si può. Spetta ai Consorzi di tutela utilizzare bene gli strumenti giuridici della programmazione (riserva, stoccaggio o blocco agli incrementi di potenziale) per go-

CONSORZI D’ACCORDO SUL TETTO ALLA PRODUZIONE L’ASSESSORE PAN: «RISPETTARE I DISCIPLINARI»

Prosecco, stop a nuovi vigneti e pesticidi dimezzati in 10 anni Regione Veneto, i paletti per le colture più pregiate `L’avvertimento ai produttori delle zone Doc e Docg Zaia: «Basta autorizzazioni per aree da piantumare» Ma si potranno recuperare filari di Glera preesistenti `

vernare l’offerta e tutelare il reddito dei viticoltori. Dove ci sono viticoltori non ci sono frane, sono loro il primo presidio del territorio».

IL CONSORZIO Al riguardo Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela della Docg Conegliano Valdobbiadene, annuncia a breve la presentazione di un progetto sulla sostenibilità ambientale praticata sulla dorsale collinare trevigiana. «Nell’attesa – afferma – siamo totalmente d’accordo sul tetto alla produzione. La nostra è una realtà di collina dove la denominazione è matura, tant’è vero che abbiamo bloccato l’iscrizione all’albo del Prosecco Superiore. Oltretutto il riconoscimento Unesco ci impone di valorizzare l’esistente e la nostra strada è di lavo-

rare sula qualità del prodotto anche per il bene della comunità». In linea la valutazione di Stefano Zanette, numero uno del Prosecco Doc: «Siamo in perfetta sintonia su una posizione che avevamo già condiviso e che aspettavamo venisse confermata pubblicamente. L’attuale momento del mercato richiede una profonda riflessione da parte di tutti. I vigneti esistenti sono più che sufficienti, in caso di necessità avremmo comunque gli 8.000 ettari di Glera diffusi tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Avanti dunque su questo fronte e anche su quello della chimica: per noi significa viticoltura gestita con saggezza verso la massima sostenibilità ambientale».

I NUMERI In questo quadro rientrano la

GOVERNATORE Luca Zaia

decisione consortile di prorogare il blocco di aumento del potenziale produttivo della Doc per altri tre anni, ma anche l’indicazione nazionale di utilizzare i fondi europei per il sostegno vitivinicolo a linee di ristrutturazione e riconversione viticola. L’assessore Pan ha snocciolato i numeri: «Il vigneto veneto è cresciuto del 36% negli ultimi dieci anni, arrivando a superare i 97mila ettari, per oltre un terzo piantumati a Glera, mentre al secondo posto c’è il Pinot grigio con quasi 16mila ettari. «Ma oltre non si andrà: nel 2019 sono stati attivati i blocchi degli aumenti del potenziale produttivo del Prosecco e del Pinot grigio, la nuova doc sulla quale pesano fattori di incertezza di mercato», ha sottolineato il titolare dell’Agricoltura, citando pure le cifre del decennale sostegno

della Regione al settore vitivinicolo: 580 milioni di euro, tra fondi del programma nazionale (399) e del programma regionale di sviluppo (poco più di 181). L’assessore ha lanciato un appello ai Consorzi di tutela perché «rispettino i disciplinari, facciano buon uso delle strategie di governo dell’offerta e aderiscano in fretta al Piano di azione nazionale per i prodotti fitosanitari, che impone di dimezzare entro il 2030 l’utilizzo di prodotti chimici nei terreni agricoli». Su questo fronte, ai Comuni è stato prescritto di uniformare i regolamenti di polizia rurale per garantire «il rispetto dei siti sensibili, come scuole, asili, piste ciclabili e campi da gioco, da parte dei trattamenti in agricoltura». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

Domande e risposte

Cos’è la Glera?

Glifosate sì o no?

E i fitofarmaci?

Dall’uva bianca alle bollicine

Quelle strisce rosse contro gli infestanti

Necessari per curare e prevenire infezioni

os’è la Glera e da dove viene il Prosecco? La Glera è un vitigno a bacca bianca, componente base del Prosecco. Ha tralci color nocciola e produce grappoli grandi e lunghi, con acini giallo-dorati. Nella produzione del prosecco la glera costituisce almeno l’85% delle uve utilizzate. Sino al 2009 era comunemente denominata “prosecco”. Con l’istituzione della Docg Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene e della Docg Asolo è stato adottato in via ufficiale il sinonimo “glera” in modo da non confondere fra loro vitigno e vino. In questo modo, inoltre, è venuta meno l’eventualità di definire un vino “prosecco” solo in base alle uve che lo compongono. Quando si dice glera si parla di uva, quando si dice prosecco ci si riferiesce esclusivamente al vino. Che dalle uve Glera si ottenga il vino Prosecco è una regola che vale soltanto all’interno dell’area Doc e Docg; fuori da quest’area e da questa denominazione, il vino prodotto dalle uve Glera non si può chiamare Prosecco.

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he cos’è il glifosate (o glifosato)? Strisce rosse sui campi verdi: ecco la traccia inequivocabile dell’uso di glifosato. Un erbicida introdotto in agricoltura negli anni Settanta del secolo scorso dalla multinazionale Monsanto con il nome commerciale di Roundup. Ha avuto una grande diffusione perché alcune coltivazioni geneticamente modificate sono in grado di resistergli: distribuendo il glifosato sui campi si elimina ogni erbaccia o pianta tranne quella resistente che si desidera coltivare. Si aumenta così la resa per ettaro e si riduce l’impegno per l’agricoltore. Per la sua bassa tossicità rispetto agli erbicidi usati all’epoca è stato da subito molto usato anche in ambienti urbani per mantenere strade e ferrovie libere da erbacce infestanti. Il brevetto della Monsanto è scaduto nel 2001 e da allora il glifosato è prodotto da un gran numero di aziende.

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osa si intende per fitofarmaci? Quali i rischi? I prodotti fitosanitari, detti comunemente fitofarmaci o agrofarmaci, appartengono ad una categoria di composti inorganici, organici naturali e di sintesi utilizzati comunemente in agricoltura per curare o prevenire infezioni sui vegetali causate da organismi nocivi come funghi, batteri, insetti, acari, nematodi, virus, micoplasmi, roditori, ma anche per contrastare o eliminare specie vegetali indesiderate (piante infestanti). Rivestono un ruolo determinante in agricoltura nella difesa delle colture dai parassiti (in particolare insetti e acari), nella difesa delle colture da agenti patogeni, nel controllo dello sviluppo di piante infestanti, nel miglioramento degli standard qualitativi. I rischi dei fitofarmaci sono essenzialmente il bioaccumulo, visto che sono dei prodotti che vengono applicati sugli alimenti e nelle riserve idriche e l’eccessiva esposizione ai prodotti.

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Belluno

Mercoledì 19 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Arianna Piazza guida orafi e orologiai di Confartigianato `Eletta nell’assemblea

del mestiere sostituisce il presidente Boni VOLTO NUOVO BELLUNO Orafi e orologiai di Con-

fartigianato Belluno si affidano a Arianna Piazza, eletta in occasione dell’assemblea della categoria, tenutasi alla presenza della presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella. La neo presidente subentra a Giordano Boni, titolare dell’omonima gioielleria a Bel-

luno, che ha scelto di lasciare l’incarico dopo oltre vent’anni di presidenza. L’assemblea ha offerto l’occasione per dibattere sulle problematiche che stanno investendo il comparto, prima fra tutte la necessità di rivolgersi a enti certificatori e non più agli Uffici metrici delle Camere di commercio, per le verifiche periodiche delle bilance con costi aumentati di dieci volte rispetto all’accesso all’Ente camerale. Altro tema di attualità emerso nel dibattito è quello relativo allo smaltimento delle pile e dei liquidi per la pulizia degli orologi, che malgrado di esiguo quantitativo so-

Chi è La gemmologa che crea i gioielli Arianna Piazza, gemmologa e creatrice di gioielli, è titolare della D’Arianna Gioielli di Auronzo di Cadore, attività di famiglia di cui ha preso le redini un anno fa. Già nel Direttivo di Donne Impresa Belluno è stata anche nel Direttivo della sua categoria. La sua azienda è stata selezionata nel 2019 tra le migliori 18 aziende femminili italiane.

NEO PRESIDENTE Arianna Piazza

no considerati rifiuti speciali e quindi da effettuarsi secondo modalità stringenti e con costi elevati. La neo presidente Piazza ha fatto sue le indicazioni dei colleghi, impegnandosi a lavorare per trovare una soluzione e, laddove possibile, con modalità di gruppo. «Oltre alle problematiche già individuate - ha dichiarato la presidente Arianna Piazza - il mio impegno andrà verso lo sviluppo di un lavoro di squadra in collaborazione con i colleghi delle varee province del Veneto e con le altre Associazioni presenti in città per trovare una soluzione ai problemi esposti in assemblea.

Nel nostro settore in provincia di Belluno operano una cinquantina di aziende, di cui circa la metà è artigiana: il bisogno di aggregarsi è dunque palese». Ad Arianna Piazza non mancano neanche nuove idee sull’organizzazione del lavoro. «Operando dal 2003 attraverso il commercio elettronico e più di recente anche con i social afferma - vorrei promuovere l’uso di queste modalità, alla luce degli effetti positivi che ho riscontrato nella mia azienda di montagna. Grazie ad essi riesco a superare i limiti di un mercato di riferimento che altrimenti sarebbe solo locale».

Provincia verso il patto di coalizione Nessuno nega la disponibilità a ricevere incarichi di governo `Vendramini punta subito il dito contro la Regione: in discesa l’idea di Padrin per tenere assieme gli schieramenti «Zaia chiede autonomia ma qui potrebbe concederne»

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Volontariato e condivisione all’incontro della Cucchini

L’INCONTRO BELLUNO Sembra il primo giorno di scuola a palazzo Piloni. Il presidente Roberto Padrin prende posto in cattedra. Al suo fianco destro l’ex vicepresidente Serenella Amalia Bogana. Poi trova posto il forzista Dario Scopel, al suo esordio a Palazzo Piloni, la pattuglia leghista con De Toni e Bortoluzzi. Le rimanenti sei sedie vengono monopolizzate dai loro colleghi del centrosinistra. Vale la pena soffermarsi ancora sull’ordine con cui sono stati occupati gli scranni. Agli estremi delle due coalizioni, nel punto di contatto, siedono Franco De Bon per il centrosinistra e Massimo Bortoluzzi per il centrodestra. Al centro dell’ala di centro sinistra c’è il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, una posizione strategica. E’ all’altro capo del tavolo di Padrin. Il clima sembra disteso, le parole vanno tutte nella stessa direzione: «Fare il bene comune», «Guardare nella stessa direzione», «Raggiungere gli obiettivi», «Il piano consegnato al ministro Boccia». Insomma nulla di nuovo. Le scintille non ci sono state e chissà se ci saranno mai in questo consiglio che punta a fare sintesi anche sulla questione autostrada in cui le visioni sono diametralmente opposte tra i due schieramenti: sbocco a nord (per il centrodestra) e nessun prolungamento dell’A27 (per il centrosinistra).

MOTORI CALDI A premere sull’acceleratore è stato il sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini. Nel suo intervento ha messo in fila un paio di concetti che hanno marcato la distanza dalla Regione e la determinazione con cui la coalizione di centrosinistra guarda al futuro dell’ente Provincia. «È una Regione con cui si fa fatica a dialogare. Pensiamo al tema autonomia. Zaia chiede riconoscimento autonomia regionale ma nel frattempo potrebbe concederne di più a questa provincia».

SU UN PUNTO TUTTI CONCORDANO: BISOGNA TORNARE ALL’ELETTIVITÀ SUPERANDO LA LEGGE DELRIO

SENSIBILITÀ

FOTO DI GRUPPO Dopo la conferenza stampa lo scatto ricordo. Assente per impegni di lavoro Fabio Ferdinando Luchetta, sindaco di Vallada

Una sgasata che non sortisce effetto immediato ma che lascia intendere chiaramente che al tavolo non tutti abbiano la stessa sensibilità e qualche turbolenza nel futuro immediato non è da escludere.

Impariamo a tremare: un incontro per essere pronti in caso di terremoto

RAPPRESENTANZA

IL CONVEGNO

Su un punto tutto il consiglio concorda: l’elettività diretta. Smontare la Delrio che ha trasformato palazzo Piloni in un ente Frankestain. In cui tutto viene deciso dentro i municipi, nelle segreterie dei partiti e non con i voti dei cittadini. Bogana ha anche puntato il dito contro la scarsa rappresentanza delle donne. «Una carenza subita anche in campagna elettorale - ha spiegato - in cui sono prevalsi i toni da uomini». «Non abbiamo ancora parlato delle deleghe - ha proseguito Padrin - lo faremo». A domanda specifica nessuno si è detto pronto a rifiutare incarichi (Padrin vuole dare almeno una delega a ciascuno degli eletti, così da tenere tutti in maggioranza). Bortoluzzi ha chiarito che ci sarà un passaggio con il partito ma che da parte sua c’è «disponibilità» a continuare negli incarichi del vecchio mandato. Andrea Zambenedetti

Sensibilizzazione e prevenzione. Agire prima, dopo e durante le calamità. A Ri-Costruire va in scena “Impariamo a tremare”. Un titolo senza troppi giri di parole quello scelto per il convegno dedicato al rischio sismico, ai terremoti e alle ricostruzioni. L’associazione Belluno Tecnologia e l’Ordine dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati della Provincia di Belluno, in collaborazione con gli Ordini dei Geologi della Regione del Veneto, degli Ingegneri e degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Belluno, con il Collegio provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di Belluno e con Longarone Fiere Dolomiti, organizzano nel pomeriggio di sabato 22 (inizio alle ore 14,00 nella Sala Convegni di Longarone Fiere), in occasione della Fiera Ri-Costruire 3.0 2020, un incontro formativo dal titolo: “Impariamo a tremare! Rischio sismi-

BELLUNO

co, terremoti e Ri–costruzioni”. Sarà presente anche Antonio Daniele Barattin, fresco della nomina a segretario del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali che porterà un saluto ed un contributo. L’evento ha come obiettivo quello di aumentare la conoscenza del rischio sismico ai fini della mitigazione dei suoi effetti. La preparazione, la collaborazione e la cooperazione a tutti i livelli possono contribuire a costruire, nel tempo, una realtà resiliente. Iniziando con una panoramica generale sulla natura e gli effetti dei terremoti con riferimenti alla pianificazione territoriale e all’edificato esistente, sarà poi affrontato l’esame

L’APPUNTAMENTO È PER SABATO NEL CONTESTO DELLA FIERA RICOSTRUIRE 3.0 A LONGARONE

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di alcune criticità dell’evento e delle prime azioni, tra le quali la schedatura tecnica degli immobili colpiti. In merito agli aspetti prettamente tecnici saranno considerati gli aspetti della progettazione anche sotto il profilo impiantistico con accenni alle agevolazioni di tipo fiscale. I vari relatori, pur agendo ognuno nel proprio ambito specifico, offriranno uno spaccato complessivo in merito all’analisi dell’evento, delle soluzioni, della prevenzione e della mitigazione. Oltre ai relatori in ambito tecnico, alcuni aspetti saranno trattati con la partecipazione di: Radio Club Belluno Nucleo operativo radio emergenze, Croce Rossa Italiana, comitato di Belluno e Comando provinciale dei vigili del fuoco. Dopo i saluti iniziali alle 14,30, si susseguiranno una serie di interventi, sia di professionisti tecnici, che di esperti delle varie materie trattate, fino al dibattito alle ore 17,00 che chiuderà poi la giornata.

BELLUNO Assistenza ai malati in hospice, elaborazione del lutto e condivisione dei percorsi di volontariato. Sono questi i temi che l’associazione Cucchini affronterà domani sera, nel terzo appuntamento di formazione, dedicato appositamente ai gruppi di auto mutuo aiuto. Lo farà con l’educatore professionale Stefano Bertoldi, tra i principali esperti del tema a livello nazionale. Bertoldi, infatti, è attivissimo da decenni su tutto quello che riguarda il concetto di auto mutuo aiuto. Tanto da aver fondato l’associazione Ama di Trento (con una cinquantina di gruppi attivi in tutto il Trentino) e aver collaborato alla nascita di altre undici associazioni in altrettante regioni italiane. L’idea dei gruppi Ama, compreso quello attivato da tempo dall’associazione Cucchini, è quello di avvicinare persone unite da un’esperienza comune, per condividere il proprio vissuto e confrontarsi in uno spazio di scambio e reciproco sostegno, soprattutto su ambiti che riguardano le attività di assistenza in hospice. Bertoldi, autore del libro “I gruppi di auto mutuo aiuto e la prevenzione del suicidio”, porterà la propria esperienza e condividerà con i bellunesi il percorso portato avanti dall’Ama trentino. Appuntamento aperto a tutti, domani sera alle 20, nella sede della Cucchini a Belluno, all’Hospice Casa Tua Due.

IL RELATORE Stefano Bertoldi


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Nordest

Mercoledì 19 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

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Autonomia, il testo Boccia è pronto Ma i renziani frenano il voto in Cdm `Il passaggio martedì

a Palazzo Chigi. Monito di Iv: va approfondito IL CONFRONTO VENEZIA Dovrebbe arrivare martedì prossimo in Consiglio dei ministri il testo del ministro France-

IL DIBATTITO VENEZIA Il concetto espresso dall’assessore Giuseppe Pan è: come Regione Veneto abbiamo già fatto tanto, ci stiamo anche muovendo per cercare di dilazionare le rate dei mutui, tocca semmai al governo giallorosso mettere più fondi per gli agricoltori e, soprattutto, tocca al ministero dell’Ambiente guidato dal M5s darsi da fare per poter utilizzare la vespa samurai contro la cimice asiatica. Risultato: sulla cimice asiatica che tanti danni sta facendo in Veneto, il consiglio regionale si è spaccato. La mozione presentata dalle opposizioni compatte - Pd, M5s, LeU, Civica per il Veneto - è stata respinta dalla maggioranza di centrodestra con 29 voti contro 16.

LE CIFRE Eppure il tema è sentitissimo. Secondo i dati presentati dalla Coldiretti in occasione dell’apertura della Fieragricola di Verona, la cimice asiatica ha devastato i campi e i frutteti di 48mila aziende in Italia, di cui 7.685 venete, con un danno che supera i 740 milioni di euro a livello nazionale, 160 milioni in Veneto e quasi 8.000 produttori coinvolti. Dati che l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan (Lega) ha corretto al rialzo: i danni in Italia sfiorano gli 800 milioni, in Veneto ammontano a 165 milioni, per la precisione 165.555.887 euro. Ci sono colture che sono quasi scomparse: posto che la cimice asiatica in Veneto ha fatto la sua comparsa nel 2014, nel triennio 2016/2019 le coltivazioni di pere ganno subito danni per il 75%, le pesche nettarini 60%, mele e noci 50%, kiwi 40%. «I danni - ha detto l’assessore - interessano non solo il comparto agricolo ma anche quello della trasformazione agroindustriale e dell’indotto correlati alle produzioni frutticole, che patiscono la mancanza di prodotto lavorabile». Dunque, non poteva essere accolta la richiesta delle minoranze di impegnare la giunta regionale “ad avviare un studio sulle implicazioni dei cambiamenti

sco Boccia sull’autonomia. È quanto emerge a margine del tavolo di programma che si è svolto nel pomeriggio a Palazzo Chigi. Sul testo elaborato con il via libera delle Regioni ed emendato accogliendo alcune osservazioni dei partiti di maggioranza, secondo fonti sia del Pd che di Leu, al tavolo di Chigi ci sarebbe stato un via libera concorde nel merito. Ma Italia viva frena: «Assolu-

tamente no, abbiamo chiesto approfondimenti. E abbiamo chiesto che vada avanti anche il Family act». Il premier Giuseppe Conte si sarebbe limitato a rispondere che la ministra Elena Bonetti sta elaborando il testo e quando pronto sarà esaminato. Anche Stefano Fassina (Leu), al termine del tavolo di lavoro a Palazzo Chigi sul tema dell’autonomia, ha confermato che c’è

stata una «sostanziale condivisione sul testo messo a punto dal ministro, che ha avuto il consenso dei governatori. Credo che si possa arrivare rapidamente al passaggio nel Consiglio dei ministri». Il testo presentato da Boccia, ha detto Fassina, «è un griglia da cui partire, è un testo che avrà bisogno di un lavoro in Parlamento ma è stato migliorato molto rispetto al punto di parten-

IL RINVIO Di autonomia si doveva parlare ieri a Venezia, dove era stata prevista una seduta in esterna della commissione bicamerale per le Questioni Regionali, attorno a cui prevedibilmente sarà imperniato l’iter parlamentare della riforma. La presidente pentastellata Emanuela Corda aveva infatti accolto l’invito del governatore Luca Zaia a svolgere una missione sul territorio interessato, ma la seduta è stata successivamente rinviata. La data prevista per il nuovo incontro è l’11 marzo. A quanto pare con la legge licenziata da Palazzo Chigi. MINISTRO Francesco Boccia

DANNI Pesche e pere tra le colture più danneggiate dalla cimice asiatica (qui sotto)

Morti sul lavoro Scontro Zaia-Cgil LEGA Giuseppe Pan

Europea e Governo, va affermato questo tema come priorità negli interventi di politiche agricole anche a livello regionale». «Di fronte alle aziende in difficoltà ha aggiunto Cristina Guarda del Coordinamento Veneto 2020 - il Consiglio ha deciso di non decidere: quanto costava un sì?». Si preannuncia intanto una stagione difficile. Il monito arriva dalla Coldiretti: «Le alte temperature stanno favorendo la sopravvivenza della cimice asiatica». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Respinta la mozione dell’opposizione che chiedeva più aiuti alle imprese L’assessore Pan contro i 5stelle: «Il vero assente è il vostro ministro Costa» `

contrastare i danni causati dalle specie aliene. Se c’è un grande assente - ha aggiunto rivolgendosi al M5s - è proprio il vostro ministro per l’Ambiente Sergio Costa che ha sul tavolo i decreti auto-

LA COLDIRETTI: LE ALTE TEMPERATURE DI QUESTO INVERNO STANNO FAVORENDO LA SOPRAVVIVENZA DI QUESTO INSETTO

rizzativi al rilascio delle specie antagoniste come la vespa samurai». E ancora: «I frutticoltori della pianura padana si meritano un adeguato piano nazionale per fronteggiare l’emergenza, che mobiliti anche risorse comunitarie, come si è fatto per la Xilella».

LE REAZIONI «A fronte di danni ingenti - ha replicato il Pd con Graziano Azzalin - lo stanziamento della Giunta di 4,5 milioni nel prossimo triennio è assolutamente insufficiente. Non basta richiamare a un maggior impegno Unione

DEM Graziano Azzalin

VENETO 2020 Cristina Guarda

I TRE FRATELLI Da sinistra il sindaco di Albettone e da ieri pomeriggio neo consigliere regionale Joe Formaggio, il capogruppo Andrea Bassi e Stefano Casali

Nuovo corso di Fratelli d’Italia «Una strada ad Anna Frank» LA POLITICA VENEZIA Fuori Sergio Berlato, dentro Joe Formaggio. E con il nuovo consigliere regionale di Fratelli d’Italia, entrato ieri a Palazzo Ferro Fini, ma soprattutto con le new entry degli ex tosiani Andrea Bassi e Stefano Casali, il gruppo di Giorgia Meloni sembra cambiare fisionomia. Chi mai si sarebbe aspettato da una formazione politica riconducibile alla destra di sentir proporre l’intitolazione di una strada ad Anna Frank di cui questo mese ricorre il 75° anniversario della morte? Anzi, di più strade perché la mozione presentata ieri dai tre Fratelli è che «la

Regione Veneto si attivi per sensibilizzare le amministrazioni affinché nelle nuove lottizzazioni intitolino una strada ad Anna Frank, la giovane ebrea tedesca divenuta un simbolo della Shoah per il suo diario, scritto nel periodo in cui lei e la sua famiglia si nascondevano dai nazisti e per la sua tragica morte nel campo di Bergen Belsen». Il primo a cogliere l’invito è stato proprio il neo consigliere Joe Formaggio: «Io sono ancora sindaco di Albettone ed entro sera informerò la mia giunta e il mio consiglio comunale per fare in modo di individuare una via da dedicare ad Anna Frank nel più breve possibile». Dunque, sfatato un luogo comu-

ne: non è vero che il partito della Meloni si interessa solo del Giorno del Ricordo e delle foibe, in Veneto - quanto meno per quanto riguarda il gruppo di Bassi, Casali, Formaggio, visto che gli altri due appartenenti al partito Elena Donazzan e Massimo Giorgetti hanno un gruppo a sé - si onora anche il Giorno della Memoria. Bassi si è pure spinto oltre: «Voterei anche a favore di una via intitolata a Palmiro Togliatti e di altre figure politiche della nostra storia repubblicana». «Stiamo vivendo un periodo in cui l’odio e l’antisemitismo e il negazionismo degli eventi della seconda guerra mondiale sono quotidiani per le nostre vite - ha aggiunto Bassi - Esempi come

LA POLEMICA VENEZIA Infortuni mortali in calo in Veneto: il trend rilevato dagli Spisal nell’ultimo quadriennio evidenzia una flessione dalle 52 morti sul lavoro del 2015 alle 21 del 2019. Il dato è emerso ieri al tavolo regionale per la salute e sicurezza del lavoro convocato a Palazzo Balbi, su richiesta dei sindacati. Ma la Cgil contesta i dati: «57 gli incidenti mortali». «In questi venti mesi è stato fatto un grande lavoro per potenziare gli organici degli Spisal - ha detto il presidente della Regione, Luca Zaia, affiancato dagli assessori regionali al Lavoro Elena Donazzan e alla Sanità, Manuela Lazzarin di fronte ai rappresentanti delle organizzazioni di categoria e di Inail, Inps, ispettorato interregionale - Molto resta ancora da fare, ma intanto registriamo con favore che il trend delle morti in azienda o nei cantieri è negativo». Risultano assunti 32 nuovi tecnici della prevenzione (sui 30 previsti) e avviati i concorsi per assumere altri 51 tecnici della prevenzione nonchè 18 medici del lavoro, al fine di garantire il turn-over e la piena operatività degli Spisal; aumentati i controlli degli Spisal nelle imprese (più 400 l’anno). «Scenario in miglioramento, ma non possiamo abbassare la guardia», ha detto il presidente della Cna Alessandro Conte. Di tutt’altro avviso Christian Ferrari, segretario Cgil: «Fuori luogo il trionfalismo del presidente Zaia, i numeri sono quasi il triplo di quelli forniti dalla Regione, gli incidenti mortali sul lavoro in Veneto sono stati 57 nel 2019».

Veneto, cimice asiatica danni per 160 milioni accuse incrociate in aula climatici sul comparto agricolo” e a “stanziare, con la massima urgenza, ulteriori risorse in grado di concorrere al riconoscimento di maggiori e adeguati indennizzi agli agricoltori danneggiati dalla cimice asiatica”? Pan ha respinto le richieste sostenendo che Palazzo Balbi si è già mosso: «La Regione - ha detto - ha già messo a bilancio 4,5 milioni di euro di spesa per sostenere non solo l’azione risarcitoria nei confronti dei produttori (con bandi per 3 milioni di euro), ma soprattutto un piano di ricerca scientifica per prevenire e

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JOE FORMAGGIO AL POSTO DI BERLATO: «COMINCIO IO DA SINDACO NEL MIO COMUNE DI ALBETTONE»

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quello di Anna Frank dovrebbero rappresentare un monito a ricordo di quegli avvenimenti».

L’INSEDIAMENTO Quanto a Joe Formaggio, il nuovo consigliere ha preso possesso ieri pomeriggio dello scranno che fino a pochi giorni fa era

stato di Sergio Berlato, volato ora a Bruxelles. Nel suo saluto, Formaggio ha detto di portare la propria esperienza di amministratore e di uomo di impresa, chiedendo al consiglio regionale di aiutare i sindaci e di dimostrare attenzione verso il mondo produttivo. Essendo però sindaco di Albettone, prima o poi dovrà decidere quale delle due cariche tenere. Stando ai rumors di palazzo, “giocando” sule comunicazioni e sui solleciti, Formaggio potrebbe restare a Venezia un paio di mesi giusto sotto elezioni - prima di scegliere di tenere la fascia tricolore. Si vedrà. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MERCOLEDÌ 19 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO

PIOVE DI SACCO - MONSELICE - ESTE

gli obiettivi per il futuro

«Acqua pulita per tutti» Cento milioni di investimenti È stata eletta la nuova governance del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo Non solo il “tubone anti-Pfas” nel maxi piano per i prossimi cinque anni

Nicola Cesaro

Confermato il presidente Zanato «L’irrigazione in primo piano»

ESTE. Una nuova assemblea,

un presidente riconfermato, cento milioni di investimenti già “sul campo” e altrettanti che si spera di poter far piovere sul territorio nei prossimi cinque anni. Il Consorzio di bonifica Adige Euganeo è pronto a ripartire all’indomani delle elezioni che ne hanno rinnovato la governance.

perare fonti e investire sul territorio», ha sottolineato Zanato. I SINDACI

IL CDA

Il nuovo consiglio d’amministrazione dell’ente, che ha sede a Este e che opera su 120 mila ettari in quattro province e settanta Comuni, ha visto eleggere Mauro Bertin, Stefano Capuzzo, Renzo Marcon e Michele Zanato. La votazione ha registrato solo voti favorevoli con due astensioni, di cui quella dichiarata della lista Futuro per il Consorzio. Quattro, invece, le schede bianche per l’elezione del presidente: è stato riconfermato

La prima fascia è quella degli elettori con un carico di contributo inferiore a 135,11 euro, la seconda fino a 768,44 euro e la terza oltre quest’ultimo contributo. Nella prima fascia non è riuscita a ottenere alcun rappresentante la lista Euganei. «La vera novità di queste elezioni, e sarà la forza per i prossimi cinque anni, è la presentazione di una lista unica con tutte le associazioni di categoria. Abbiamo già dimostrato in questi anni che presentarsi uniti è importante, anche per recu-

Mamme anti-Pfas a San Pietro

per il prossimo quinquennio Michele Zanato, 45 anni, affiancato dal vice Renzo Marcon. L’ASSEMBLEA

Prima del Cda eletto lo scorso 3 febbraio, ovviamente, gli elettori avevano scelto i loro rappresentanti in Consorzio.

Questi i venti eletti nell’assemblea consortile: nella fascia 1 Davide Bertipaglia, Emanuele Bonello, Matteo Rango, Marco Zambon (Coldiretti, Cia, Confragricoltura) e Diego Boscarolo (Cittadini nei Consorzi); nella fascia 2 Fabrizio Bertin, Lorenzo Bertin, Mauro Bertin, Stefano Capuzzo, Renzo

il giallo di stanghella

Marcon, Paolo Zovi (Coldiretti, Cia, Confagricoltura) e Bruno Mori (Futuro per il Consorzio); nella fascia 3 Michele Barbetta, Roberto Ferro, Carlo Gemmo, Onorio Finesso, Marco Menesello, Michele Negretto, Enrico Rossetti e Michele Zanato (Coldiretti, Cia, Confagricoltura).

Qualche maretta è arrivata per l’elezione dei sindaci: la convergenza non è stata immediata ma alla fine ha visto prevalere Michele Danielli (Urbana) come presidente della Consulta dei primi cittadini. Gli altri sindaci che siedono in assemblea sono Paolo Vigato di Vighizzolo d’Este (già ex presidente dell’Adige Euganeo), Giuliano Martini di Vo’ e Federico Curzio di San Pietro Viminario. Roberto Trevisan è il rappresentante della Provincia di Vicenza, mentre dal Vicentino c’è Leonardo De Marzo e dal Veronese Manuel Scalzotto.

CENTO MILIONI

«Continuiamo da dove ci eravamo “fermati”, ossia da quei cento milioni di euro che l’Adige Euganeo è riuscito a trasformare in investimenti per il territorio. È un vero record nazionale», sottolinea Zanato. Cinquanta milioni sono quelli che arrivano dal Ministero per la realizzazione del “tubone anti-Pfas” che dal Leb a Cologna Veneta, per 20 chilometri, porterà acqua pulita per l’agricoltura fino a Castelbaldo e Merlara. Acqua senza Pfas, giusto per essere concreti, visto che il Leb pesca l’acqua dall’Adige. In questo momento si è in fase di espropriazioni e bonifiche: entro febbraio 2021 verrà consegnato il cantiere, mentre i lavori si dovranno chiudere entro il 2024. Il Consorzio è poi impegnato in almeno un milione di euro di progettazioni, che si tradurranno in quaranta milioni di euro di cantieri: garantiranno quelle interconnessioni per scongiurare il rischio idraulico tra Pozzonovo e Piacenza d’Adige. «Il doppio obiettivo dell’acqua pulita e dell’irrigazione a portata di tutti potrebbe tradursi in altri cento milioni di euro di lavori» assicura Zanato «È un nostro obiettivo per questo mandato, che diventa più importante in questo momento in cui i cambiamenti climatici sono evidenti: garantire sicurezza senza penalizzare l’agricoltura. Queste previsioni di investimento si concretizzeranno anche nell’incremento della forza lavorativa». Sono previste almeno altre 4-5 assunzioni. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

piove di sacco

Scarcerazione di Mohamed La Saccisica cerca un logo oggi la decisione del Riesame Al via concorso per under 40 saonara

Patente ritirata per guida in stato di ebbrezza

Mohamed Barbri con la moglie Samira El Attar STANGHELLA. È attesa per oggi la decisione del Tribunale del Riesame di Venezia, che dovrà valutare l’istanza sulla scarcerazione di Mohamed Barbri. A presentarla, ormai una decina di giorni fa, è stato il legale del marocchino, l’avvocato milanese Daniele Pizzi. Mohamed Barbri è l’unico indagato per l’omicidio della moglie Samira El Attar, 43 anni. La donna, come è ormai noto, manca da casa dal 21 ottobre: ogni pista investigativa porta all’ipotesi dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere. Barbri è in carcere a Verona, dopo è stato trasferito da Rovigo. L’avvocato Pizzi ha invocato la scarcerazione del suo assistito o la riduzione del provvedimento cautelare, optando magari per i domiciliari o l’obbligo di firma. Secondo l’avvocato, è irra-

gionevole che la posizione di Barbri si sia aggravata, a tal punto da imporgli il carcere, dopo la fuga in Spagna dell’1 gennaio: «È doveroso sottolineare come Barbri si sia allontanato dall’Italia soltanto perché nessuno gli aveva imposto di rimanere in Italia, né lo aveva sottoposto ad alcuna restrizione: non dimentichiamoci, infatti, che il mio assistito è andato in Spagna grazie a documenti che non gli erano mai stati ritirati. Consentire a Barbri di allontanarsi e poi arrestarlo dopo che lo ha fatto è come dare una caramella ad un bambino e sgridarlo dopo che l’ha mangiata». Barbri ha peraltro ribadito a più riprese di non essere fuggito in Spagna, bensì di aver raggiunto Madrid per cercare la moglie. — N.C.

Patente ritirata e denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza. Un uomo di 36 anni residente a Monselice è stato fermato l’altra sera, nell’ambito dei consueti controlli stradali messi in atto dai carabinieri per garantire la sicurezza lungo le strade soprattutto nei fine settimana, mentre con la sua Ford Fiesta percorreva via Vittorio Emanuele II, la strada che congiunge il paese a Vigonovo. E.M. è stato sottoposto dai militari della stazione di Legnaro, in servizio in quel momento, al controllo dell’alcoltest. L’automobilista aveva decisamente alzato il gomito prima di mettersi al volante. E’ risultato positivo con un tasso di 1,79 g/l, più di tre volte il limite consentito. È l’ennesimo caso riscontrato dai carabinieri a dimostrazione che i controlli sono purtroppo un’attività più che necessaria per tentare di garantire a tutti di viaggiare in sicurezza. AL. CE.

Il marchio dovrà assicurare immediata riconoscibilità al territorio dei 9 comuni raggruppati dall’Ipa e aiuterà la promozione turistica PIOVE DI SACCO. La Saccisica cerca un logo distintivo e si affida alle idee e alla creatività degli under quaranta. L’Intesa programmatica d’area (Ipa) della Saccisica, attraverso il Comune che ne è il capofila, ha indetto un concorso per l’ideazione e la creazione del logo e la progettazione creativa della cosiddetta “visual identity” (i mezzi visivi attraverso i quali un determinato messaggio è veicolato) della Saccisica, il territorio compreso nell’area sud-orientale della provincia padovana. Ciò che si cerca è una proposta che dovrà assicurare immediata riconoscibilità e unicità alle bellezze del territorio e ai siti di interesse religioso, culturale e paesaggistico in esso custoditi. In particolare al futuro logo, che sarà riprodotto su tutta la comunicazione, segnaletica e i canali web, è richiesto di diventare parte integrante dell’identità locale ed essere percepito come identitario dagli abitanti della Saccisica. L’Ipa della Saccisica, creata nel 2011, da alcuni anni ha cambiato marcia e ha come obiettivo la valorizzazio-

Il casone di via Ramei, diffuso nel Piovese e simbolo della Saccisica

ne di un’area di oltre sessanta mila abitanti. Lo scopo e l’anima dell’Ipa, rimasto ormai l’unico strumento di programmazione territoriale, è quello di pensare, progettare e sviluppare iniziative per “fare territorio”, per mettere insieme saperi, esperienze, energie e aree. Al motto di “Welcome Saccisica”, si è finalmente capito che il territorio piovese ha grandi potenzialità turistiche, in particolar modo per quello che è definito come “turismo di un giorno”. La missione, complicata e tutt’altro che scontata, è quindi quella di intercet-

tare questo flusso, creando infrastrutture sostenibili in grado di valorizzare l’offerta territoriale. Al concorso per il logo, riservato a chi ha meno di 40 anni, si potrà partecipare individualmente o in gruppo. Le proposte dovranno essere presentate entro il prossimo 15 marzo. In giuria i 9 sindaci della Saccisica aderenti all’Ipa e rappresentanti delle categorie, due grafici professionisti. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito del Comune e al Polisportello di viale degli Alpini. –– Alessandro Cesarato


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