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MERCOLEDÌ 29 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
VENETO ECONOMIA
la crisi del gruppo dell’occhiale
Safilo, un piano B per Martignacco «Ma per Longarone subito la solidarietà» Il gruppo: «Stabilimento friulano da chiudere, ma disponibili a trovare soluzioni per uno sviluppo futuro fuori dall’azienda» Roberta Paolini PADOVA. Safilo prova a tendere
una mano ai sindacati per riuscire a sbloccare l’impasse sui 700 esuberi dichiarati. Le misure alternative sono state ufficializzate ieri in serata dall’azienda tramite un comunicato in cui si conferma la «necessità di chiudere lo stabilimento di Martignacco», ma mettendo sul piatto anche l’impegno «a contribuire a uno sviluppo futuro del sito, indipendentemente da Safilo, dando il massimo supporto per individuare potenziali acquirenti, senza alcuna preclusione anche nei confronti di eventuali produttori di occhiali».
AMMINISTRATORE DELEGATO ANGELO TROCCHIA, AL TIMONE DEL GRUPPO SAFILO
Insomma Safilo è disponibile a non “mollare” i 250 dipendenti del sito friulano e ha messo per iscritto, dopo averlo detto durante il confronto al Mise, la volontà di nominare un advisor per trovare una via d’uscita dello stabilimento. Il consulente, l’incarico ufficiale non è stato ancora conferito, che si dovrà trovare un acquirente anche per una eventuale ricollocazione degli impianti e delle competenze delle maestranze sarebbe Sernet, che si è occupato anche dello stabilimento Pernigotti. Ma questa non è l’unica mano tesa verso i sindacati, Safilo dice di essere disponibile al «dialogo per modalità di utilizzo della CIGS» per quanto ri-
Manifestazione delle maestranze della Safilo a Longarone
guarda il sito in chiusura. Ma il contraltare a questa apertura è che a Longarone venga rapidamente applicato lo strumento della solidarietà e ridotto, di conseguenza, l’eccesso di capacità produttiva attuale. L’ad di Safilo Angelo Trocchia, lunedì a Roma, è tornato a ripetere che con la perdita di Fendi e Dior non c’è la possibilità di ricostituire i volumi produttivi di prima. Un’affermazione che, a dirla tutta, è confermata anche dall’assenza sul mercato, in questo momento, di licenze disponibili ad essere acquisite nella fascia lusso e
dente del Gruppo Confcommercio Veneto Auto e Moto -. Nel 2019 abbiamo confermato il trend del 2018, segnale di una profonda crisi del settore causata dalla congiuntura economica di incertezza e instabilità alla quale si aggiunge il disorientamento nel consumatore sul modello di alimentazione del veicolo da prediligere». Circa il 45% dei veicoli in Veneto ha più di 10 anni di vita. E questo significa mezzi più inquinanti. «Le preoccupazioni per una riduzione delle emissioni e per il miglioramento della qualità dell'aria - aggiunge Sina - dovrebbero essere un incentivo per la sostituzione delle auto vecchie con modelli più innovativi». «Non siamo ancora pronti per l'elettrico - spiega Sina sia in termini di mentalità che di infrastrutture e di auto-
nomia delle batterie. Più promettente nell'immediato futuro potrebbe essere, invece, il mercato dell'ibrido. Tre sono le possibilità: ibrido tradizionale, ibrido “plug-in” e “mild-hybrid”. Le auto e i fuoristrada con alimentazione elettrica registrate in Veneto nel 2019 sono state 825 (+194,6% sul 2018). Le ibride immatricolate hanno raggiunto quota 11.046 (+34,6% sul 2018) e rappresentano attualmente il 7,3% del totale. Considerando l' andamento delle immatricolazioni delle singole province del Veneto, si vede che quella che è cresciuta maggiormente è Verona (+7,29%), seguita da Padova (+6,04%) e Treviso (+1,44%). Segno negativo per Rovigo (-0,92%), Vicenza (-1,39%), Venezia (-3%) e Belluno (-8,8%). —
Stamattina a Verona l’inaugurazione con la ministra Teresa Bellanova Un’edizione focalizzata sull’innovazione e le sfide ambientali
cardine nella sicurezza alimentare, nella qualità del cibo che riesce a spuntare prezzi del 10% superiori alla Spagna e Germania, nel biologico, nelle buone pratiche a basso impatto ambientale. Tuttavia c'è ancora molto da fare sulla gestione delle acque, presenza nitrati e consumo del suolo, le nostre tre note dolenti». Le buone notizie arrivano anche sul fronte degli sprechi: i rifiuti alimentari pro-capite (126 kg annui) in Italia sono del 16% inferiori alla media europea e in forte calo nell'ultimo decennio. Lo Stivale detiene inoltre il record Ue di superficie e incidenza bio per seminativi e colture permanenti con 1,5 milioni di ettari, davanti a Francia, Spagna e Germania, mentre calano anche le
confcommercio
Mercato veneto dell’auto con il freno a mano tirato «Rebus motori elettrici» VENEZIA. Il 2019 il mercato
dell'auto in Veneto si è chiuso con vendite cresciute dell’1,58% per un totale di 150.795 immatricolazioni rispetto alle 148.451 registrate nel 2018. Raffrontando, però, solo il dato del mese di dicembre dei due anni, il segno è negativo per un punto percentuale (11.312 contro 11.439). Quanto alle province, molto bene Verona, fanalino di coda Belluno. «È un mercato non florido osserva Giorgio Sina, presi-
Giorgio Sina
Fieragricola in versione “green” spazio a sostenibilità e clima LA MANIFESTAZIONE
Nicola Brillo ostenibilità, clima, ambiente, energia, sicurezza alimentare. Sono le cinque leve competitive del sistema Italia, protago-
S
niste alla 114esima edizione di Fieragricola. L’appuntamento fieristico biennale riservato agli operatori è in programma a Verona da oggi fino a sabato 1. febbraio. L'edizione evidenzia le sfide dell'agricoltura contemporanea: dal Green Deal dell'Unione europea, dove l'agricoltura italiana può giocare da protagonista grazie a diver-
si primati, all'agribusiness in Africa laddove sia la Ue che l'Italia devono entrare in gioco per non lasciare il campo solo alla Cina e ai big del land grabbing (acquisizione di terreni agricoli su scala globale). «L'Italia è in pole position - sottolinea uno studio realizzato dall'Osservatorio Fieragricola-Nomisma - grazie a punti
quindi in grado di poter motivare il costo di un prodotto made in Italy. Trocchia ha voluto ricordare quanto fatto fino al piano industriale, le nuove licenze, il rinnovo dell’accordo con Kering Eyewear, il rinnovo con Hugo Boss e con Marc Jacobs, le varie acquisizioni tra cui quella di Blenders Eyewear, marchio californiano digitally-native. Tutti elementi che però non riescono a saturare la capacità produttiva degli stabilimenti italiani. Inoltre il posizionamento in fascia premium previsto dalla strategia industriale di Safilo
non permette di rendere finanziariamente sostenibile la produzione di occhiali, in quella fascia di prezzo, in Italia. Il sindacato per parte sua ha contestato duramente questa visione respingendo la linea e «criticando quanto contenuto nel Piano che giudica debole e privo di sostenibilità industriale» si legge in una nota. Due sordi che si parlano e che riproveranno a capire se è possibile trovare una soluzione il 5 febbraio, in modo da arrivare poi al Mise con un’idea condivisa sul futuro dei lavoratori di Safilo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN BREVE Export La guerra dei dazi Usa spiegata da Castagnoli
Fisco Isa, sì alla versione slow artigiani soddisfatti
La guerra dei dazi ribadita da Trump a Davos costringe gli imprenditori veneti, e non solo, a riformulare le loro strategie dell’export. Per fare il quadro della situazione, Intesa Sanpaolo con il Dipartimento di Scienze Economiche e Assindustria Veneto Centro ha invitato Adriana Castagnoli autrice del libro «Il lungo addio. La fine dell’alleanza tra Europa e Stati Uniti». Appuntamento il 5 febbraio alle 17.30, ISP Via Trieste 57/59 Padova. Ingresso libero fino esaurimento posti previa mail a ctps-eventi@intesasanpaolo.com
Fisco, in tema di Isa le richieste di Confartigianato Imprese Veneto danno i primi frutti. Un emendamento al Decreto Milleproroghe obbligherà Guardia di Finanza e Agenzia Entrate a valutare le imprese ed il loro “voto” in un biennio prima di formare le liste dei soggetti da controllare. «Ha finalmente visto la luce - annuncia soddisfatto Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Venetol’emendamento al cosiddetto decreto “Milleproroghe” con cui il Governo ha dato corpo alle nostre ripetute richieste di intervento».
emissioni di gas serra (-12,3% negli ultimi vent'anni secondo Eurostat), che incidono per il 7% sul totale delle emissioni contro il 10% della media europea. «Emergono gli enormi sforzi fatti negli anni dagli agricoltori italiani - commenta il responsabile agroalimentare di Nomisma e curatore dello studio, Denis Pantini - per rendere la propria attività più rispettosa dell'ambiente». Al convegno di apertura è annunciata la presenza della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova e la ministra dell’Agricoltura della Croazia Marija Vuckovic. Nel quartiere fieristico di Verona (ore 10) il governatore veneto Luca Zaia parteciperà alla manifestazione indetta da Coldiretti su cimice asiatica e danni alle colture. —
la manifestazione
Ferrara, 1500 agricoltori per chiedere al governo fondi anti cimice asiatica Domattina agricoltori del Nord in piazza a Ferrara, per richiamare l’attenzione sulla crisi del settore e sul flagello cimice asiatica oltre che sottolineare il valore strategico del sistema agroalimentare. Alla manifestazione, promossa da Agrinsieme, il coordinamento composto da Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle cooperative italiane, sono attesi oltre 1.500 agricoltori. Dal canto suo Confagricoltura Veneto porterà a Ferrara alcune centinaia di agricoltori che partiranno principalmente da Padova e Rovigo.
REGIONE
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politica e sanitÀ
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la tutela dell’ambiente
La Regione stanzia dieci milioni per i medici ospedalieri oberati Fondo annuale destinato a chi opera in pronto soccorso o copre le notti ed i festivi Regione: niente soldi a pioggia. Sindacati: nel contratto non rientra il rischio clinico nuela Lanzarin e il direttore dell’area sanità e sociale Domenico Mantoan hanno concordato una proposta che, si apprende da fonti sindacali, sarà illustrata nel corso di una riunione convocata la prossima settimana a Venezia, estesa anche al cronoprogramma concordato tra le parti. Si tratterà di un confronto prevalentemente tecnico-contrattuale; da una parte Mantoan, il manager-bifronte che al timone decennale della sanità regionale abbina la fresca presidenza dell’Agenzia italiana del farmacI; dall’altra l’ampio ventaglio delle sigle di categoria: Anaao Assomed e Cimo, Cgil-Cisl-Uil, e primari riuniti nell’Anpo; quindi Aaroi (anestesia, rianimazione, 118, pronto soccorso), Fvm, Fassid (sono i medici del territorio) e Fesmed. UN CONFRONTO DELICATO
Operatori di pronto soccorso: i medici tra i destinatari del “fondo del disagio” previsto dalla sanità veneta
Filippo Tosatto VENEZIA. La salute non ha prezzo ma l’impegno a tutelarla va premiato, almeno nelle situazioni più gravose. Perciò la sanità regionale ha istituito un fondo annuale di dieci milioni di euro destinato ai medici ospedalieri che operano nella “linea del disagio”: attività di pronto soccorso, turni di notte, servizio in corsia nei giorni festivi. Un po’ compenso, un po’ incentivo, l’iniziativa mira ad un obiettivo duplice: riconoscere concretamente gli sforzi dei professionisti che lavorano in situazioni difficili,
stretti tra l’incudine della scarsità di personale e il martello di una domanda di assistenza in rapido aumento; inviare un segnale positivo al circuito dei camici bianchi, dove stanchezza e insoddisfazione alimentano - soprattutto in alcune specialità, dai pediatri ai radiologi - un esodo costante verso la medicina privata, più remunerativa e assai meno esigente sul piano dell’orario. IL BUDGET DISPONIBILE
Tant’è. Una volta racimolato il budget (attinto dai fondi erogati al Veneto dal Patto per la salute 2019) il governatore Luca Zaia, l’assessore Ma-
sÌ unanime alla proposta del leghista villanova
Per non dimenticare È veneta la prima legge dedicata alla Shoah VENEZIA. Seduta nel segno
della memoria della Shoah, quella dell’assemblea del Veneto che, prima in Italia, ha approvato la legge regionale proposta dal leghista Alberto Villanova e articolata in più iniziative: seduta speciale con storici e testimoni dello sterminio nazista degli ebrei, l’indizione di un concorso destinato ai giovani delle scuole superiori per l’assegnazio-
ne di borse di studio e la pubblicazione degli elaborati a carattere letterario, fotografico, musicale o teatrale sul sito del Consiglio; l’organizzazione di un viaggio della memoria ad Auschwitz o in un altro luogo campo di concentramento e sterminio per consiglieri e ragazzi. «La consapevolezza di quanto è stato è la base della comprensione del valore della vita umana e
palaZZo balbi
Un Piano performance per i manager regionali Una “filosofia produttiva” che assegna obiettivi triennali ai dirigenti della Regione, valutati in base agli esiti raggiunti e alla soddisfazione dell’utente-cittadino. È il Piano performance 2020-22 messo a punto dall’assessore al bilancio Gianluca Forcolin: «A fronte di 540 progetti, abbiamo avviati 270 gruppi di lavoro, focalizzato sulla digitalizzazione, sullo snellimento delle procedure, sull’efficacia della comunicazione interna ed esterna», fa sapere.
del rispetto dell’altro. È l’unica via da intraprendere perché gli orrori del passato non si ripetano», le parole di Villanova, che ha raccolto l’adesione unanime dell’aula – Luciano Sandonà, Piero Ruzzante, Orietta Salemi, Erika Baldin, Massimo Giorgetti, Pietro Dalla Libera, tra gli altri intervenuti – e l’apprezzamento istituzionale del governatore Zaia e dell’assessore alla cultura Corazzari. Sul medesimo versante muove l’iniziativa della consigliere Patrizia Bartelle: la sua proposta di adesione del Veneto alla mozione parlamentare della senatrice a vita Liliana Segre – per l’istituzione di una commissione straordinaria per il contrasto
Facile prevedere dissensi sul riparto delle risorse. A fronte dei circa ottomila medici del servizio pubblico, la Regione intende evitare un sistema di «benefici a pioggia» che si tradurrebbe in somme individuali piuttosto esigue, privilegiando invece le integrazioni economiche «meritocratiche» capaci di assicurare 4-500 euro supplementari a quanti, di volta in volta, svolgono mansioni disagevoli ma essenziali nell’erogazione delle prestazioni al paziente. Diversa la lettura delle organizzazioni sindacali che, in attesa del fatidico incontro (previsto inizialmente ieri, è stato posticipato al 4 febbraio) fanno sapere che si atterranno al rispetto rigoroso della normativa: «Mentre è sacrosanto porre rimedio alle disparità retributive tra i medici di Aziende e Ulss venete, faccio notare che il contratto non prevede la remunerazione del rischio clinico», anticipa Giampiero Avruscio, leader dell’associazione primari nel Padovano. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza – è stata approvata con voto unanime dall’assemblea. A riguardo, l’eco di un fatto di cronaca nel Vicentino ha confermato la triste attualità del fenomeno: «Mentre parlavamo di Shoah e Giorno dela Memoria, da Torrebelvicino è arrivata la notizia della comparsa di un cartello con una scritta razzista e antisemita», fa sapere il capogruppo dem Stefano Fracasso «che sia stato appeso nella bacheca della sede del Pd o di qualsiasi altra formazione politica, è il contenuto di quel cartello a lasciare senza parole: becero, stupido e fuori dal tempo». —
Parco della Lessinia Zaia ordina alla Lega di ritirare il piano-tagli VENEZIA. Retromarcia della maggioranza regionale sul versante “sensibile” del Parco della Lessinia. La proposta legislativa che riduce i confini protetti dell’oasi naturale, con declassamento di duemila ettari (il 20% della superficie totale) ad “area contigua” aperta alle doppiette, sarà modificata o, più probabilmente, ritirata tout court. È l’effetto congiunto dell’ondata di proteste – culminate, domenica, nella “camminata” tra le nevi della Conca dei Pàrpari (nella foto) che ha raccolto oltre settemila persone – e dell’altolà (ufficioso ma inequivocabile) opposto dal governatore Luca Zaia, convinto che il sacrificio dei vincoli ambientali in nome della caccia al cinghiale rappresenti un assist elettorale agli avversari – Pd, 5 Stelle, Leu – lesti a denunciare l’ulteriore erosione del patrimonio naturale in un Veneto sommerso dal cemento. Ma cosa accadrà nel concreto? La prima mossa l’ha compiuta il leghista Francesco Calzavara: incaricato di escogitare una “ritirata strategica”, l’esperto di urbanistica che presiede la seconda commissione di Palazzo Ferro-Fini ha trasmesso il testo della proposta di legge e la cartografia aggiornata dell’oasi lessinese alla Comunità del Parco – l’organismo allargato che compone la catena decisionale insieme a consiglio e direttivo – sollecitando un parere a riguardo fin dall’assemblea convocata
venerdì. Facile prevedere che la valutazione sarà discorde: favorevoli i 15 sindaci coinvolti e così le associazioni agricole e venatorie; contrario l’intero arcipelago ecologista. Uno schieramento già delineatosi nel corso delle audizioni, con gli artefici del progetto – i consiglieri veronesi Alessandro Montagnoli, Stefano Valdegamberi, Enrico Corsi – protagonisti di un acceso confronto in commissione. Il passo successivo, si apprende, sarà quello di formalizzare la nuova “georeferenziazione” del Parco – ovvero la rilevazione satellitare delle aree che ha sancito un incremento “green” di circa 50 ettari – rinviando la decisione finale alla definizione del Piano ambientale della Lessinia che l’authority dovrà concordare con la Regione. Nel frattempo il via libera in commissione – atteso domani – è congelato, anzi, il punto sarebbe già sparito dall’ordine del giorno. A indispettireZaia, si vocifera, sarebbe la condotta del terzetto che avrebbe agito a sua insaputa (ma l’opposizione, con Brusco e Bigon, esprime forti dubbi a riguardo) senza concordare alcunché con i capigruppo. «Fake news, inganni, bugìe per rastrellare voti, tutti coloro che vivono e operano nel parco condividono la nostra visione», grida Valdegamberi. Ma il suo disegno si allontana.— 'JMJQQP5PTBUUP © RIPRODUZIONE RISERVATA
torrebelvicino
Sdegno per cartello choc «Vanno riaperti i forni» VICENZA. «27 gennaio gior-
nata della memoria, ricordiamoci di riaprire i forni: ebrei, rom, sinti, froci, negri, comunisti. Ingresso libero». È questo il contenuto choc del manifesto, firmato con una svastica, esposto la notte tra lunedì e martedì da ignoti sulla bacheca del Partito Democratico, vicino alle sedi locali dell’Anpi e dell’Arci, della sezione di Torrebelvicino,vicino a Schio. Sul fatto
gli esponenti locali del partito hanno inoltrato una denuncia, al punto che i carabinieri della locale Compagnia hanno già avviato le indagini per risalire gli autori del gesto. Per questo vaglieranno anche le immagini della videosorveglianza registrate nella zona. Il volantino è stato lasciato sul posto la notte successiva alla giornata dedicata alla memoria dell’Olocausto. —
II
Primo Piano
Mercoledì 29 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Gli industriali a confronto
«I Giochi Olimpici da soli non bastano a evitare il declino» La presidente Lorraine Berton dal palco: `«Questa può essere la Innovation Valley» «Senza collegamenti il destino è segnato» Vincenzo Boccia: «Opere creano lavoro» `
LA RELAZIONE BELLUNO «Senza collegamenti adeguati, il declino sarà inevitabile, anche sotto la stella dei Giochi Olimpici. Dobbiamo superare quei luoghi comuni sulla montagna come “parco giochi” o “riserva indiana” che purtroppo condizionano le decisioni di politici e burocrati, spesso con il sostegno di ambientalisti da salotto e contro la volontà delle comunità locali». Lorraine Berton mette a fuoco i termini della questione scandendo le singole parole. All’appuntamento del 2026 la provincia di Belluno, il Veneto, e addirittura il Paese, ci devono arrivare pronti. Altrimenti il destino di questo territorio è comunque segnato. Le infrastrutture sono state al centro del dibattito nel giorno in cui Belluno si è trasformata nella Capitale di industria e sport.
L’ANALISI Al teatro comunale Confindustria Belluno Dolomiti ha chiamato a raccolta le stelle dello sport, il presidente della Regione Luca Zaia, il numero uno del Coni Giovanni Malagò, il presidente della Fondazione Cortina 2021, Alessandro Benetton, il sottosegretario della regione Lombardia, Antonio Rossi, Luigi Abete, presidente Luiss Business School oltre a tutti i volti più noti dell’imprenditoria veneta. «Un momento
IL DIBATTITO BELLUNO Tutti d’accordo. Le opere non sono una possibilità ma sono l’unica possibilità, per arrivare all’obiettivo. Un faccia a faccia quello tra Giovanni Malagò, numero uno del Coni, Luca Zaia, Antonio Rossi (sottosegretario della Regione Lombardia), il sindaco di Cortina Giampietro Ghedina e Alessandro Benetton (Fondazione Cortina 2021) che non ha registrato sussulti. Ma durante il quale il presidente della Regione ha raccontato come è nata l’idea di una candidatura Olimpica di Cortina. Un’idea che non è partita dall’alto. Ma neppure dal basso.
importante per riflettere insieme sul futuro economico e sociale della nostra provincia, anche in vista delle finali di Coppa del Mondo, dei Mondiali di Sci Alpino e dei Giochi Olimpici Invernali Milano – Cortina del 2026». Una serie di appuntamenti a cui bisogna arrivare pronti. E gli industriali oltre a puntare il dito contro quello che non funziona hanno anche provato a mirare verso gli obiettivi.
L’OBIETTIVO «Questo territorio deve diventare la Innovation Valley. Ricordo l’idea di creare, dentro il sistema confindustriale, quella rete che abbiamo chiamato “Confindustria per la Montagna”, lanciata nel marzo del 2018 – con lungimiranza - proprio a Cortina d’Ampezzo. Per la prima volta l’Associazione, a livello nazionale, è scesa ufficialmente in campo per sostenere le Terre Alte, con la convinzione che questo sia un tema strategico per lo sviluppo del Paese. A seguito di questa iniziativa, il Governo ha convo-
«ABBIAMO DAVANTI ANNI INTENSI: C’È UNA PROMOZIONE INTEGRATA DA CREARE, LO SCATTO AVANTI DEL SISTEMA TURISMO»
DETERMINATA Lorraine Berton tira le somme di un anno di lavoroa Palazzo Doglioni Dalmas. Ha parlato dei risultati raggiunti e dei prossimi obiettivi per Confindustria Belluno Dolomiti
cato gli “Stati Generali della Montagna”, riunendo tutti gli attori e cercando di condividere politiche concrete da attuare a favore di questi territori, che non possono essere lasciati ai margini dello sviluppo».
FORMAZIONE E poi la formazione con l’inaugurazione ieri dell’Hub della Luiss che mette Belluno sullo stesso livello di Roma e Milano. «L’Hub Veneto delle Dolomiti sarà un punto di riferimento per i nostri giovani,
per le nostre imprese e per l’intero Nord Est. E ci permetterà di entrare in una rete di eccellenza internazionale dell’alta formazione, come confermato anche dalla recente acquisizione dell’Amsterdam Fashion Accademy».
del 2026 sono un altro sogno bellissimo che è diventato realtà. Per il Bellunese sono un’occasione unica per rendere il territorio più competitivo, attrattivo, accessibile, bello e facile da vivere. Abbiamo davanti anni intensi: c’è una promozione in-
TUTTI ATTENTI Al gran completo il teatro comunale di Belluno. Occupati tutti i posti in platea, la galleria e anche il loggione. Nelle prime file gli imprenditori e le autorità.
GLI EVENTI La visione deve essere di lungo periodo ha lasciato intendere Berton. Le stesse olimpiadi sono un mezzo non un fine. «Dopo i Mondiali di Sci Alpino del 2021, le Olimpiadi Invernali
Zaia: «Così è nata l’idea» Benetton: «Cortina era una Bella Addormentata»
LA GENESI
quando è stato il momento di farlo. Dal territorio non ho avuto nessuna spinta». «Zaia lo ha fatto perché sapeva che a Cortina non trovava la Appendino o la Raggi» replica poi Gianpietro Ghedina che rimedia un pollice alzato dal governatore. A raccontare di quei giorni frenetici anche Malagò: «Quando ho visto un messaggio di Zaia sul cellulare - racconta - ho detto, oddio che succede. Il giorno dopo ho chiamato per capire se potevamo candidarci con il doppio nome di Cortina e Mila-
«Ventiquattro ore prima che scadessero i termini abbiamo depositato la richiesta. Avevo visto che volevano concorrere Torino e Milano e mi sono detto, qui nasce un casino. Così ho detto agli uffici di lavorarci e siamo partiti. Al sindaco di Cortina, Ghedina (seduto ad un paio di poltrone di distanza sullo stesso palco ndr) ne ho parlato
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE: «CI SIAMO CANDIDATI 24 ORE PRIMA CHE SCADESSERO I TERMINI»
no».
BELLA ADDORMENTATA
GOVERNATORE Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia
Una sfida a cui il territorio inizialmente ha faticato a reagire. Lo ha raccontato anche Alessandro Benetton, Fondazione Cortina 2021: «Cortina sembrava la Bella Addormentata. Sembrava non crederci, si dava per sconfitta, quasi non voleva partecipare. La sfida più grande è stata quella di vincere la diffidenza della comunità locale. C’è stata poi confusione sulle priorità. Il primo passaggio è stato prendere esempio da quello che è stato expo. Così arriveremo con la pista Vertigine per i mondiali di sci». Ma quando il comitato Olimpico è arrivato a Cortina per vedere lo stato dell’arte il lavoro preparatorio per i Mondiali del 2021 si è rivelato determinante. «Si è visto il potenziale, l’energia che faceva rotolare la palla di neve
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IL MAXI CAROSELLO: «DIVENTEREBBE IL PIÙ GRANDE AL MONDO FAREBBE TREMARE TUTTI QUANTI»
verso valle». Ha spiegato dal palco Benetton che si è anche soffermato sull’idea del maxi Carosello sciistico che metterebbe in rete tutti gli impianti della provincia. «All’estero - ha spiegato Zaia - immagino che questa possibilità faccia paura da quanto competitivo divente-
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«Belli i successi individuali ma qui ha vinto il territorio» Il campione Kristian Ghedina: «In tutti i campi bisogna unire la teoria alla pratica anche nella scuola per riuscire servono le doti e l’estro, poi l’impegno e il lavoro» `
LE TUTE AZZURRE
tegrata da creare, lo scatto in avanti del sistema turismo, lo studio di una mobilità efficace che ci colleghi ai grandi aeroporti e alle principali direttrici europee. C’è un futuro da pensare e costruire insieme, avendo ben presente il tema della so-
stenibilità».
SGUARDO AMPIO «La questione economica ha incalzato il numero uno degli industriali Vincenzo Boccia nella relazione finale - è una grande priorità del Paese a partire dal rilancio delle infrastrutture in chiave italiana ed europea. Le infrastrutture sono la vera sfida. Perché creano opportunità, collegamenti e lavoro. Il problema sono i tempi e le risorse»». Andrea Zambenedetti
noi è una priorità. Non pensiamo al consenso per le opere perché se ci avessimo pensato probabilmente qualcuno non le avrebbe neppure presentate. Certo è che oggi abbiamo un comitato contro qualsiasi cosa. Ci manca solo un comitato contro il vicino di casa che innaffia il giardino. Bisogna pensare a un paese che deve crescere. Qualcuno deve fare qualcosa per la crescita di questo paese, altrimenti questo Paese non cresce più. Io rimango convinto che serva un commissario ma in Italia abbiamo un partito convinto che dietro una carriola di malta ci debba essere un ladro. Noi abbiamo in mente il più grande complesso sciistico del mondo. Io capisco i comitati, capisco tutti, ma per me è un mantra: le opere bisogna farle». rebbe il territorio». Il presidente della Regione si è poi soffermato sulla questione opere pubbliche scandagliando a fondo la via per raggiungere gli obiettivi.
PRIORITÀ LONGARONE «Il nodo di Longarone per
SERVE UN COMMISSARIO Per il presidente della Regione la soluzione è una strada già percorsa. «Scegliete un magistrato, qualcuno di indubbia moralità ma diamo pieni poteri a qualcuno altrimenti questo Paese ha perso». A.Z.
BELLUNO Lo sport al fianco dell’imprenditoria. Al Teatro Comunale una fila è occupata dagli Azzurri d’Italia, guidati dal loro presidente Stefano Mei, mezzofondista, olimpionico a Los Angeles e campione europeo dei 10mila metri a Stoccarda nel 1986: «Ho accolto l’invito anche solo per il piacere di essere presente – afferma Mei, lanciando una regola che vale per il mondo imprenditoriale – a Cortina abbiamo una invidiabile batteria di azzurri ed è importante che ci si ricordi di chi ha dato perché va sfruttata l’esperienza di chi è stato campione». Con Mei si parla di vittorie, le sue: «Bello quando si vince, ma i ricordi sono anche altri». Quasi si schiva, poi va sul futuro, al 2026: «Per tutti è una vittoria anche il fatto che questo territorio sia riuscito ad aggiudicarsi le Olimpiadi». Manca la signora del salto in lungo, Fiona May, due volte campionessa mondiale e vice di Stefano Mei: «Un imprevisto, non è riuscita a venire a Belluno» spiega l’ex mezzofondista. Alcuni Azzurri “nostrani” sono seduti sulle poltroncine rosa. I bobisti Sergio e Gildo Siorpaes, vincitori del bronzo olimpico nel 1964 a Innsbruck insieme ad Eugenio Monti. Seduto davanti a loro c’è Roberto Zandonella, campione olimpico nel bob nel 1968 a Grenoble, anche lui con Eugenio Monti. Ecco Oscar De Pellegrin, campione paralimpico nel tiro con l’arco a Lon-
STEFANO MEI: «HO ACCOLTO L’INVITO PER IL PIACERE DI ESSERCI: QUI ABBIAMO UNA INVIDIABILE BATTERIA DI AZZURRI»
L’ALTERNATIVA BELLUNO In assenza di strade bisognerà pensare ad aerei e elicotteri. Ma anche se le arterie ci fossero, arrivare a Cortina dalle nuvole è un’esigenza che i turisti manifestano sempre più spesso. Non avere una pista potrebbe rappresentare un limite rispetto alla concorrenza altre località turistiche che ne sono dotate. Così il sindaco di Cortina affronta il tema, immaginando possibili soluzioni e anticipando “le strade” che si potranno valutare.
SPORTIVI Oscar De Pellegrin, oro paralimpico a Londra, guida la rappresentativa bellunese
dra 2012, e il fondista Silvio Fauner. Uno che di medaglie ne ha in saccoccia: un oro in staffetta a Lillehammer nel 1994, con Maurilio De Zolt, Marco Albarello e Giorgio Vanzetta, due argenti, sempre in staffetta, ad Albertville, nel 1992 e a Nagano nel 1998, due bronzi nell’inseguimento a Lillehammer e a Nagano. Un po’ defilati chiacchierano, in attesa che inizi la tavola rotonda dove si parlerà soprattutto di sport invernali ed Olimpiadi, il novantanovenne generale
«Serve l’aeroporto ma non a Fiames meglio Dobbiaco» IL CONFRONTO A partecipare alla tavola rotonda anche il sindaco, di Cortina Gianpietro Ghedina. A destra Alessandro Benetton Fondazione 2021
SUL PALCO La domanda di Sebastiano Barisoni, voce di Radio 24, alla tavola rotonda è precisa. «Ma l’aeroporto a Cortina?». Risponde il sindaco Gianpietro Ghedina: «Sull’ipotesi di Fiames l’amministrazione è contraria come contraria è la popolazione. Utilizzare la pista di Fiames implicherebbe il sorvolo di Cortina. Piuttosto dobbiamo pensare a una soluzione a sud, o alla Pusteria». Capitolo chiuso. Tanto che Luca Zaia
Lorenzo Cappello «Ho portato la fiaccola, nelle Olimpiadi del 1956, passandola a Zeno Colò» e Carlo Calzà il panettiere-atleta, ora novantenne «Facevo pattinaggio di velocità, sul lago di Misurina». Ogni tanto qualcuno va a stringere loro una mano. Bello solo il fatto di essere riconosciuti. Chi è in tuta azzurra, chi in giacca e cravatta. Ad accogliere gli sportivi e gli ex sportivi è Giovanni Viel, giornalista, commentatore di eventi sportivi. Il Teatro, intanto, si riempie.
«LA VECCHIA PISTA IMPLICHEREBBE IL SORVOLO DELLA CITTÀ PIUTTOSTO PENSIAMO A UNA SOLUZIONE A SUD O IN PUSTERIA»
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scuote la testa ma non replica. Giù dal palco Ghedina affronta i taccuini e spiega che in assenza di un treno veloce, da Cortina a Venezia, bisogna pensare a un piano B. Ma chiarisce che l’ipotesi di sfruttare l’aeroporto, chiuso dopo il disastro aereo, non è una possibilità. La
A Kristian Ghedina chiediamo, in relazione all’inaugurazione della Luiss Businss School, cosa sia nello sport l’alta formazione: «L’unione della teoria alla pratica, un sistema che applicabile in ogni campo, anche nella scuola - sono parole del campione di sci – per riuscire serve la dote e l’estro, poi il lavoro e l’impegno. Che conta, alla fine, è la combinazione della tecnica e della capacità di saperla applicare». Daniela De Donà
soluzione è guardare a sud. «Pian da Lago, Acquabona. Ci stiamo pensando, ne abbiamo parlato con le Regole - spiega Ghedina - stiamo valutando se ci sia un’area che potrebbe prestarsi. Abbiamo calcolato che molti dei nostri clienti viaggiano in elicottero e anche per le Olimpiadi potrebbe esserci una crescita importante di questo segmento. Anche i droni oggi possono sembrare un’ipotesi campata in aria ma è molto concreta e nei prossimi dieci anni ci sarà una crescita ulteriore». Insomma se bisogna pensare più in là del breve periodo. Tanto vale avere un orizzonte visuale lunghissimo.
L’IPOTESI PUSTERIA L’altra possibilità è quella rappresentata dalla Pusteria, ha spiegato dal palco il primo cittadino di Cortina che poi analizza più nel dettaglio l’ipotesi. «È una buona idea anche quella di Dobbiaco - prosegue ma è chiaro che ogni territorio deve fare le proprie valutazioni». Insomma, eventualmente, spetta a Dobbiaco valutare e sfruttare l’opportunità. A.Z.
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Laguna e salvaguardia
Mose, ultimatum delle imprese al Cvn «Ci paghi in fretta o blocchiamo i test» Lettera a Cvn, Provveditorato, sindaci e al premier Conte Pagamenti fermi, a rischio un migliaio di posti di lavoro `
LA GRANDE OPERA VENEZIA L’ultimatum è stato inviato al Consorzio Venezia Nuova, al Provveditorato alle Opere pubbliche, al commissario straordinario per il Mose, Elisabetta Spitz, ma il messaggio è soprattutto per il premier Giuseppe Conte e per gli altri ministri interessati. Il contenuto suona come una bomba: se non saranno pagate entro febbraio, le imprese che lavorano alle bocche di porto, si fermeranno. Un migliaio di posti di lavoro saranno a rischio. Ma a quel punto anche le prove di sollevamento delle paratoie, senza uomini a sufficienza, non si potranno più fare. Addio conclusione dell’opera entro il 2021. Addio accelerata dei lavori con la possibilità di alzare le dighe, in caso di emergenza, già nel prossimo autunno.
che giorno di riflessione, di scrivere una lettera-ultimatum. Tre pagine di fuoco inviate ieri anche ai prefetti di Venezia e Roma, ai sindaci di Venezia, Chioggia e Cavallino, ma soprattutto al premier Conte e ai ministri delle Infrastrutture, dell’Interno, dell’Economia. Le firmano i membri del comitato consultivo: Devis Rizzo di Kostruttiva, Massimo Paganelli di Clodia, Renzo Rossi, Giovanni Salmistrari (che è anche il presidente di Ance Venezia), Giacomo Calzolari, Luigi Chiappini. Pare che alla riunione della set-
SENZA SOLDI Il problema è sempre lo stesso. I soldi per finire l’opera ci sono a parole. Ma gli amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova, in crisi di liquidità, ormai avrebbero i soldi solo per pagare la loro struttura. E il neo commissario Spitz non avrebbe i poteri per garantire uno sblocco dei fondi, di fatto intrappolati in un complesso meccanismo di problemi contabili. Le imprese che siedono nel comitato consultivo del Cvn hanno scoperto la gravità della situazione la settima scorsa, in una riunione con gli amministratori Francesco Ossola e Vincenzo Nunziata, di ritorno a loro volta da un incontro a Roma con il commissario Spitz e il provveditore Cinzia Zincone. Un’ulteriore stangata per imprese che già avanzano milioni dal Cvn. Ed ecco la scelta, dopo qual-
COSTRUTTORI Giovanni Salmistrari
A ROMA SONO TORNATI 138 MILIONI CHE NON ERANO STATI SPESI NEL 2019 PER RIAVERLI BISOGNA RIAVVIARE L’ITER
timana scorsa in Cvn siano emersi particolari che hanno gettato nello sconforto i rappresentanti delle imprese. Il fatto, ad esempio, che sono appena “tornati” a Roma 138 milioni di fondi per il Mose perché non erano stati spesi entro il 2019, in assenza di cantieri a sufficienza. E visti i meccanismi contabili, farli tornare a Venezia ora sarà lungo e laborioso. O il fatto che il commissario Spitz avrebbe suggerito al Cvn di ricorrere al prestito bancario. Ma ormai da anni nessuna banca è disposta a finanziare il Consorzio.
LA LETTERA Ora le imprese vedono a rischio il loro stesso futuro. «L’assenza dei necessari finanziamenti, nonché la mancata certezza degli effettivi termini di liquidazione delle attività ad oggi eseguite scrivono nella lettera -, si ripercuoterebbero in maniera assolutamente negativa sulla prosecuzione dei lavori, mettendo a repentaglio la continuità aziendale delle imprese coinvolte e, conseguentemente, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali che ad oggi, val bene sottolineare, consistono all’incirca in un migliaio di posti di lavoro». La lettera si chiude con la richiesta di una «concreta ed urgente risoluzione dei problemi mediante la messa a disposizione, senza indugio alcuno, sia delle somme per i servizi già resi e non ancora liquidati, sia delle somme necessarie al proseguimento ed alla conclusione dei lavori riguardanti il sistema Mose. In mancanza di ciò, con la fine del prossimo mese di febbraio, verranno sospese tutte le attività operative in essere, garantendo esclusivamente le condizioni di minimo presidio». Roberta Brunetti © RIPRODUZIONE RISERVATA
TESTA E CANTIERI Le prove del Mose alla bocca di porto di Chioggia la scorsa settimana
Nell’area di Punta Sabbioni partirà la riqualificazione CAVALLINO-TREPORTI Il waterfront di Punta Sabbioni riqualificato con le opere di mitigazione del Mose. E’ la promessa ottenuta dall’Amministrazione comunale dal Provveditorato alle opere pubbliche che ha già avviato la progettazione. Prima il Comune otterrà le aree attualmente legate ai cantieri del Mose e poi saranno avviati gli interventi di compensazione per la presenza degli stessi cantieri. In questo modo il territorio potrà riappropriarsi degli accessi sull’acqua, ad oggi bloccati dagli stessi cantieri. Il tutto avviando una serie di opere pubbliche dal valore stimato in almeno 12 milioni di euro. «L’obiettivo – annuncia il vicesindaco Francesco Monica, alle prese da giorni con una serie di riunioni fiume con lo stesso Provveditorato alle opere pubbliche, Autorità portuale e responsabili del Mose – è quello di riqualificare tutta la zona affacciata sull’acqua di Punta Sabbioni, quindi la fascia com-
presa tra il faro Pagoda e il Forte Vecchio. Abbiamo ricevuto la conferma che tra le opere di compensazione per la presenza del Mose, è stato inserito anche l’intero intervento di riqualificazione del waterfront. Ad oggi i tecnici del Provveditorato stanno disegnando il progetto che per ora non abbiamo ancora visto e sul quale poi ci confronteremo». Di certo, come da indicazione del Comune, verranno realizzate delle piste ciclabili, degli accesi verso l’acqua, dei nuovi spazi verdi e dei punti panoramici. «L’obiettivo – aggiunge il vicesindaco – è quello di rilanciare questa zona che per molti anni ha avuto il peso della presenza dei cantieri del Mose. Vogliamo fare diventare questa parte di territorio
AL POSTO DEI CANTIERI SI FARANNO PISTE CICLABILI Il vicesindaco Monica
un punto di forte attrazione turistica». Da registrare che a fine febbraio partiranno, proprio a Punta Sabbioni, una serie di lavori di manutenzione. Prima di tutto con la realizzazione di nuove asfaltature, anche della pista ciclabile. E poi con l’avvio di un primo restyling del piazzale con l’identificazione dei percorsi pedonali e carrabili mediante l’utilizzo del colore, l’abbellimento con arredo urbano del piazzale e una riqualificazione esterna del fabbricato che ospita i bagni. Rispetto al progetto precedente saranno stati utilizzati colori più tenui, la segnaletica a terra è stata definita con linee più pulite e l’arrendo urbano sarà dalle forme essenziali. «Questo rappresenta solo un primo intervento – conclude il vicesindaco – che punta soprattutto a migliorare la sicurezza. Siamo sempre in attesa di avviare, con tutti i soggetti interessati, la complessiva riorganizzazione del terminal». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Acqua alta a San Marco, arriva il milione dalla Regione SALVAGUARDIA VENEZIA Ora c’è anche la certezza data dalla pubblicazione sul Bur, il Bollettino della Regione Veneto. La Regione verserà nelle casse della Procuratoria di San Marco il milione di euro promesso subito dopo la visita dell’intero Consiglio nella cattedrale cittadina, quando ancora l’acqua alta del 12 novembre non voleva saperne di andarsene dai marmi della Basilica che ospita le spoglie mortali dell’evangelista. “Contributo per interventi urgenti di riparazione di danni subiti dalla Basilica di San Marco”, il titolo del decreto con il quale si dà il via libera al versamento della quota. Un passaggio scontato, ma atteso dalla Procuratoria che ieri
ha esultato di fronte alla notizia. «Bene a sapersi» ha esordito Pierpoalo Campostrini, Procuratore di San Marco dopo aver saputo della pubblicazione sul Bur del via libera al bonifico. Immenso il lavoro da fare in San Marco, che verrà in parte finanziato dai soldi della Regione: «C’è da capire da un punto di vista tecnico cosa possiamo inserire nella rendicontazione sotto quella voce - ha continuato
CAMPOSTRINI «VALUTEREMO CHE TIPO DI INTERVENTI FARE SARANNO RESTAURI E LAVORI LEGATI AL 12 NOVEMBRE»
DANNI PERMANENTI Il pavimento in marmo della Basilica di San Marco: il 60% è tutto da rifare per via delle acque alte
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Campostrini - Dobbiamo capire quali tipi di interventi di restauri fare, ovviamente quelli legati all’acqua alta e agli eventi metereologici di quei giorni di novembre 2019 e non di altri tipi. Servirà poi capire e quanto e cosa poter spendere in salvaguardia e prevenzione della Basilica. Pensiamo comunque di utilizzare questo milione di euro per le necessità più urgenti, magari anche per pagare alcuni piccoli interventi già fatti e che ricadono sotto l’ombrello della rendicontazione messa a disposizione dalla Regione» nel bilancio di previsione 2019-2021. «È un’ottima notizia - gli fa eco il Primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin Abbiamo come detto il 60% del pavimento da rifare perché danneggiato dalle continue acque
alte di questi anni. Poi c’è da pensare alla salvaguardia della Basilica che è la nostra principale preoccupazione in vista del futuro e del Mose: se funziona, ci salveremo dalle acque alte fino al dicembre prossimo e se invece non va, dobbiamo pensare a un sistema che protegga l’interno della cattedrale fino a due metri sopra il livello del medio mare di Punta della Dogana». Il progetto, già sul tavolo della Soprintendenza e del Provveditorato alle Opere pubbliche, parla di una cerniera di 150 metri in vetro industriale trasparente da installare attorno alla Basilica, dal palazzo del Patriarcato fino a Palazzo Ducale in modo da impermeabilizzare l’ingresso. N. Mun. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Conte offre lo stop dopo 2 condanne E accelera: domani al via la verifica Prescrizione, si cerca una nuova mediazione `Il premier convoca il tavolo per «la fase due» Franceschini: «Subito il rilancio del governo» I continui rinvii preoccupano anche il Colle
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ROMA Per evitare lo strappo di Matteo Renzi e non disperdere quella boccata d’ossigeno regalata ai rosso-gialli dalla vittoria in Emilia, l’altra sera Giuseppe Conte ha chiamato Ettore Rosato. Al coordinatore di Italia Viva, in base a ciò che filtra da palazzo Chigi, il premier ha chiesto di non andare allo scontro: «Stiamo cercando una soluzione e vi chiedo perciò di non votare contro la richiesta che domani verrà presentatadalla maggioranza»per rinviareinCommissione ildisegno dileggeCosta. Rosato ha ascoltato, ma non ha offerto garanzie. Tant’è, che fino a un’ora prima del voto decisivo nell’aula di Montecitorio - dove sono accorsi i ministri dem Dario Franceschini, Lorenzo Guerini, Francesco Boccia, oltre a Luigi Di Maio e a una manciata di sottosegretari «per dimostrare la gravità del momento» - Italia Viva faceva sapere di essere pronta a votare conleopposizionischierate contro il rinvio in Commissione del provvedimento Costa che in un colpo solo cancellerebbe la riforma Bonafede e lo stop alla prescrizione dopoil primogradodigiudizio.Poi però, a sentire i renziani, Conte e i ministri dem hanno offerto la garanzia di essere pronti a discutere della proposta di Lucia Annibali: stop di un anno alla riforma Bonafede con un emendamento al decreto Milleproroghe da votare la settimana prossima. «Così abbiamo deciso di non partecipare alla votazione», spiega un esponente renziano di alto rango, «ma se tra sette giorni non rispettano il patto, nonglifaremo altriregali...».
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TELEFONATA DEL PRESIDENTE A ROSATO: VI CHIEDO DI NON VOTARE CONTRO LO SLITTAMENTO ASSIEME ALLA DESTRA
Giuseppe Conte al lavoro nel suo ufficio a palazzo Chigi (foto ANSA)
Quello di Renzi, a sentire i dem, «è però un bluff»: «Matteo era in difficoltà a votare un provvedimento insieme a Salvini dopo il voto in Emilia e ha cercato un espediente per mettere la retromarcia. In realtà l’emendamento al Milleproroghe non lo voteremo: lavoriamo con Conte a un accordo serio sulla prescrizione e la riforma del processopenale».
L’IPOTESI DI MEDIAZIONE La bozza di mediazione all’esame degli sherpa rosso-gialli parte dal “Lodo Conte”, bocciato da Renzi. Laproposta delpremierprevedeva che la prescrizione si fermasse dopo il primo grado di giudizio solo per chi viene dichiarato colpevole, mentre per gli altri continuasse a decorrere. Ebbene, su iniziativa di Federico Conte di Leu, sta prendendo corpo l’idea di confermare il
proseguimento della prescrizione per chi viene assolto in primo grado, mentre per chi è condannato la prescrizionesi sospenderebbefino al giudizio di appello. Se in questa fase del processo arriva l’assoluzione,la prescrizioneriprenderebbea decorrere. «Ciò permetterebbe di far scattare la riforma Bonafede dopo due sentenze di condanna e si avrebbe la garanzia che nessun procedimento penale cadrebbe in prescrizione tra il primo e il secondo grado», dice un dem che segue latrattativa. Di certo, c’è che la nomina di Bonafede a capodelegazione grillino «non aiuta» secondo i renziani. E dunque Conte ieri ha strappato solo una fragile tregua. La settimana prossima, se non verrà raggiunta un’intesa, sarà di nuovo scontro. «Ma il premier si è impegnato a portare una proposta risolutiva e
noi l’aspettiamo...», avverte Graziano Delrio, capogruppo dem a Montecitorio. Laposizione diDelrio,condivisa dal vicesegretario Andrea Orlando e dal presidente dei senatori dem Andrea Marcucci, non è però quella della pattuglia di ministri guidata da Dario Franceschini. E neppure quella del segretario Nicola Zingaretti, determinato a dare «una mano a Conte, non a mettergli i bastonitra leruote». La stessa ragione che spinge il leader dem a frenare le rivendicazioni da resa dei conti di chi nel Pd, dopo la vittoria in Emilia e l’azzeramento elettorale dei 5Stelle, vuole dettare l’agenda mettendo le dita negli occhi ai grillini. «Dobbiamo comprendere il tormento dei nostri alleati e non dobbiamo cedere alla protervia», predica Zingaretti. Il motivo è semplice e lo spiega un
ministro dem: «Se spingiamo i grillini alle corde la verifica che dovrà portare al rilancio del governo diventeràancorapiù complessa». Ciò non vuol dire il Pd abbia intenzione di concedere tempo ai 5Stelle: «Il dibattito interno al Movimento è una cosa, la verifica è un’altra e non può aspettare», dice Franceschini lasciando Montecitorio dopo lo scampato pericolo e dopo aver parlato a quattr’occhi con il grillino neutralista Stefano Buffagni per garantirgliunapproccio «non arrogante» sui temi dell’”Agenda2023”. Anche per questo Conte, visto che pure il Quirinale è allarmato dal rischio di un governo inerte e inconcludente, non rinvia ulteriormente la verifica. «Al presidente», dicono a palazzo Chigi, «non piace questo termine perché una maggioranza c’è e non bisogna verificarne la solidità. Ma è evidente che già da tempo Conte lavora al rilancio dell’esecutivo. Giovedì, ora che i 5Stelle hanno scelto il loro nuovo capodelegazione,convocherà i rappresentanti dei partiti per stabilire le regole d’ingaggio dellaFase2». Per addolcire la pillola ai grillini, dilaniati tra neutralisti e progressisti, il premier sta lavorando a una “Agenda 2023” dove c’è la difesa dell’ambiente con il lancio del New Green Deal, l’economia sostenibile, l’innovazione digitale, la sburocratizzazione, oltre al taglio delle tassee allalottaall’evasione fiscale. Le mine da disinnescare però non mancano: oltre alla prescrizione, c’è da sciogliere il nodo delle concessioni autostradali e dello scudo penaleperl’ex Ilva. Alberto Gentili © RIPRODUZIONE RISERVATA
A PALAZZO CHIGI SCRIVONO UN’AGENDA «PER RIPARTIRE» FATTA APPOSTA PER FAVORIRE IL CONFRONTO DENTRO I 5STELLE
L’intervista Cesare Mirabelli
me pare che l’intera strategia del progetto Bonafede sia debole. Insistere sull’abolizione della prescrizione senza concentrare l’attenzione sulla riorganizzazione generale della giustizia e sull’efficientamento degli uffici rappresenti un notevole spreco di energie. In fondo l’abolizione della prescrizione questo dimostra: chi la propone non crede nel possibile miglioramento dei tempi dei processi». E’ tranchant il giudizio di Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, sul dibattito in corso sulla prescrizione.
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Lei pensa che si corra il rischio di varare norme incostituzionali? «Obiettivamente il rischio è alto. La ragione per cui c’è la prescrizione dei reati è sia costituzionale che di buon senso e sarebbe opportuno che chi pensa di intervenire su questo tema ne sia ben consapevole». A cosa si riferisce? «Leggo che si sta pensando a distinguere fra il mantenimento
«Sui processi rischio incostituzionalità non si può essere giudicabili per sempre» della prescrizione in alcuni casi di assoluzione e l’imprescrittibilità per chi viene condannato in primo grado. Ovviamente occorrerà esaminare attentamente i testi finali che saranno concordati fra le forze politiche e sottoposti al vaglio parlamentare, ma in questi termini si corre sul filo dell’azzardo. Si corre il rischio che l’intervento sia giudicato incostituzionale. Dunque attenzione a non sprecare tante energie per nulla». Su che cosa potrebbe scattare l’incostituzionalità? «In questa sede non possiamo che enunciare i principi generali. Il primo, in sintesi, è che tutti i cittadini devono essere trattatiti giuridicamente allo stesso modo e che esiste la presunzione d’innocenza fino alla condanna definitiva. Poi c’è un tema di principio della finalità della pena che è afflittiva ma deve tendere alla
Il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli
rieducazione del condannato. Di qui la necessità di una ragionevole durata del processo e di una regola di buon senso: non si può essere permanentemente giudicabili». Chi è favorevole all’eliminazio-
L’EX PRESIDENTE DELLA CONSULTA: QUESTA RIFORMA È DI CHI NON CREDE NELLA POSSIBILITÀ DI VERDETTI PIÙ RAPIDI L’IPOTESI DI FAR SCATTARE LA PRESCRIZIONE A SECONDA DELLA SENTENZA CORRE SUL FILO DELL’AZZARDO
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ne della prescrizione sostiene che in troppi casi questo strumento viene utilizzato come grimaldello per dilazionare i processi. Lei come la vede? «Il problema si può affrontare anzitutto non calcolando nei tempi della prescrizione eventuali attività dilatorie». Esempio? «Ad esempio le dilazioni dei processi per impedimenti dei difensori o per altri stratagemmi che possono essere messi in atto senza giustificazioni approrpiate dagli imputati. Ma il più delle volte la lunghezza dei processi è data dalla cattiva organizzazione della giustizia e dalla cattiva gestione dei processi. E’ giusto non tener conto del tempo che scorre inutilmente ma non è giusto né corretto che il tempo che scorre per inerzia di chi gestisce la giustizia si trasformi in un doppio
danno per l’imputato». Lei cosa suggerirebbe di fare per sveltire i tempi della giustizia? «Come tutti sanno a parità di carichi di lavoro alcune strutture giudiziarie lavorano con tempi accettabili e altre no. Si tratta di un problema complesso perché la parte organizzativa della macchina giudiziaria è di responsabilità del ministero. In passato su questo tema il Consiglio Superiore della magistratura è già intervenuto perché il nodo della capacità di gestione è cruciale. Non è detto che chi possiede grandi competenze giuridiche sia poi un bravo organizzatore, ci possono essere professionalità elevate dal punto di vista giuridico ma non formate per la gestione. Occorrerebbe intervenire su queste leve con interventi anche minori ma azzeccati. La mia sensazione è che sia un’illusione intervenire sulle regole senza incidere sull’organizzazione delle strutture, sul personale e sulla capacità di gestione». Diodato Pirone © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Attualità
IL CASO TREVISO «Era come se fosse stato uno di famiglia, invece di farci andare in banca per parlare veniva lui a casa nostra. Un amico, a pensarci bene, a cui abbiamo dato tanta fiducia. Ma lui ne ha solo approfittato». Parla uno degli imprenditori truffati da Roberto Battagello, l’ex funzionario della filiale Veneto Banca di Riese Pio X che avrebbe truffato decine di clienti “scippandoli” di investimenti per un valore che oscillerebbe, secondo le indagini in corso, tra i 4 e i 7 milioni di euro. Soldi che per quasi 30 anni avrebbe solo finto investire per loro facendoli invece fruttare per stesso. «L’ho conosciuto a metà degli anni ‘90 - racconta l’artigiano di Montebelluna - me lo aveva presentato un amico anche lui imprenditore. Mi era stato detto che era una brava persona, uno con cui si può parlare e che sapeva il fatto suo quando si trattava di fare investimenti. E infatti quando ci siamo incontrati in filiale, la prima volta, mi aveva fatto una ottima impressione». Al cliente Battagello illustra i fondi obbligazionari, misti e azionari, attraverso cui valorizzare e far fruttare i soldi della famiglia.
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«Mi fidavo di quel bancario così gentile: ho perso tutto» Treviso, parla uno degli imprenditori ` La truffa potrebbe ammontare a 7 milioni vittime del funzionario di Veneto Banca «Era diventato uno di casa, poi è scomparso»
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PUNTO DI RIFERIMENTO
Il sei mancava dal 17 settembre 2019 quando è stato vinto a Montechiarugolo (Pr) un Jackpot da 66,4 milioni di euro, ma risale al 13 agosto 2019 la vincita record di 209.160.442, la più alta nella storia del SuperEnalotto di Sisal. Tra le vincite più alte nella rosa dei baciati dalla sorte anche quella del 30 ottobre 2010, da 177,7 mln di euro, del 27 ottobre 2016 da 163,5 mln di euro, del 22 agosto 2009 da 147,8 mln di euro, del 9 febbraio 2010 da 139 mln di euro, del 17 aprile 2018 da 130 mln di euro e del 23 ottobre 2008 da 100 mln di euro.
«Mi vendette anche delle azioni di Veneto Banca - spiega l’uomo - io credevo nella mia banca e decisi di acquistarne parecchie. A quel punto si era formata una cerchia di ottimi conoscenti: il nostro amico bancario, io e altri imprenditori oltre a un paio di famiglie di pensionati benestanti. Lui era il nostro punto di riferimento per le questioni patrimoniali. Quando iniziò la crisi di Veneto Banca lo vidi onestamente dispiaciuto per quello che stava succedendo, mi disse che era preoccupato perché ci perdeva soldi pure lui». Poi, nell’estate del 2017, la ex popolare Montebellunese fu messa in liquidazione amministrativa coatta. «Gli chiesi cosa sarebbe successo, non tanto delle azioni che sapevo non valere ormai più niente quanto degli altri investimenti. E lui mi rassicurò, dicendo che Banca Intesa era un istituto solido e che comunque la gestione avrebbe continuato a farla lui». Ma quando quelli della “cerchia di amici” battono cassa per incassare ed eventualmente valutare altre opportunità Battagello scompare dai radar. Nei mesi precedenti aveva raccontato di essere stato trasferito alla filiale di Mestre di Intesa ma in realtà, dal primo giorno in cui il personale di Veneto Banca ha cambiato casacca, lui era in pre pensionamento. Ai clienti però continuava a portare prospetti e dettagli degli investimenti, carte false realizzate con un programma di computer grafica con cui era riuscito a riprodurre la carta intestata di Intesa San Paolo. Battagello, che si è affidato all’avvocato Luca Diorella, ieri si è negato per tutta la giornata. Al suo legale, con cui si incontrerà nei prossimi giorni, ha però detto di riferire che presto intende spiegare tutto. Denis Barea
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I RENDIMENTI «Rendimenti alti ma verosimili, io non sono uno che crede alle favole e qualche cosa di finanza ne capisco - spiega il truffato - così, consigliato anche da altri conoscenti che avevano fatto le stesse operazioni, gli ho affidato cifre importanti. Lui era molto preciso, mi telefonava spesso, veniva a trovarmi in azienda portandomi i prospetti degli andamenti. Poi ha iniziato a frequentare casa, eravamo entrati in grande confidenza. Dopo qualche anno decisi di smobilizzare una parte degli investimenti che avevo fatto. Lui all’iniziò provò a convincermi che era meglio tenere i soldi fermi ma alla fine, dietro mia insistenza, mi saldò il dovuto. Tornai a casa di tutto il capitale e di una buona parte degli interessi maturati, an-
PAOLO BATTAGELLO HA RIFERITO AL SUO AVVOCATO CHE NEI PROSSIMI GIORNI INTENDE CHIARIRE TUTTO
SOLDI SCOMPARSI Ex dirigente di Veneto Banca avrebbe fatto sparire tra i 4 e i 7 milioni di euro
Superenalotto, centrato il 6 a La Spezia Schedina di 2 euro vince 67 milioni GIOCHI LA SPEZIA Ben 67.218.272,10 euro vinti ad Arcola (La Spezia) con un sei “centrato” con una schedina da soli due euro. Si tratta della prima vincita con punti sei del 2020, la 123esima con punti “sei” dalla nascita del SuperEnalotto. «Lo abbiamo appena saputo, ci hanno chiamato in tanti. Siamo contenti ma non abbiamo ancora realizzato quello che è successo, non capiamo cosa stiamo vivendo». Daniela e Riccardo Rocchi gestiscono una piccola tabaccheria edicola a Romito Magra, frazione di Arcola (La Spezia) sulla strada provinciale. La tabaccheria si chia-
ma Il Quadrifoglio e questo nome «ha proprio portato fortuna - dicono -. Non abbiamo idea chi sia il fortunato che con una schedina da 2 euro ha vinto questa somma, in tanti giocano piccoli importi. I nostri clienti sono del posto, ma anche persone di passaggio, siamo sulla strada tra Lerici e Sarzana. Domani si-
curamente appenderemo un bel cartello e festeggeremo brindando. Non era mai successo che qualcuno vincesse una somma così importante».
I PRECEDENTI
I TITOLARI DELLA TABACCHERIA: «NON ABBIAMO IDEA CHI POSSA ESSERE, PASSA MOLTA GENTE DI QUI»
L’udienza ritarda, avvocato picchia giudice e carabinieri IL CASO TREVISO Ha varcato le porte del Tribunale indossando una mascherina sanitaria, e dopo aver raggiunto il quinto piano del palazzo, prima ha cercato di aggredire il giudice della Prima Sezione civile Alberto Barbazza, con il quale era fissata l’udienza, prendendolo per il bavero dopo aver tentato di colpirlo, poi ha assestato due ceffoni ai carabinieri intervenuti per bloccarlo, schiaffeggiando infine pure l’infermiera che lo aveva accompagnato in ambulanza per portarlo in ospedale dove l’uomo, un avvocato 50enne del Vicentino, è stato valutato per essere sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio. Si perchè dietro all’episodio, avvenuto ieri mattina al Palazzo di Giustizia di Treviso, ci sono motivi legati al difficile stato di salute del legale. «Mio marito è provato dalla malattia, sia fisicamente che e personalmente - ha spiegato la
che se meno di quanto mi attendessi. Mi spiegò che c’erano dei costi contrattuali, arrivò persino a scusarsi perché, si giustificò, era stato lui che non mi aveva illustrato chiaramente quanto la banca si sarebbe trattenuta per il servizio. E io di fronte a tutta quella onestà gli credetti. E qualche tempo dopo tornai a ridargli altri soldi». Il denaro dell’artigiano fa “dentro e fuori” tra il conto corrente e il conto titoli per anni fino ad arrivare al 2012 quando l’ammontare dell’investimento, complessivamente, raggiunge il milione di euro. Alla fine non ne resterà un centesimo.
BLOCCATO L’avvocato vicentino a terra dopo essere andato in escandescenze: è stato bloccato da carabinieri e polizia giudiziaria
Inquinamento
Pfas anche in Piemonte e Toscana Zaia: «Smentito chi accusava il Veneto» VENEZIA Inquinamento da Pfas, sotto la lente della commissione Ecomafie ci sono anche le situazioni del Piemonte e della Toscana. Ieri, infatti, si è tenuta l’audizione dei rappresentanti delle Agenzie per l’ambiente delle due regioni alla Commissione Ecomafie sulla presenza di inquinanti Pfas. «Ci spiace per i cittadini piemontesi, toscani e per tutti gli altri in giro per l’Italia - ha commentato il governatore del Veneto, Luca Zaia - però queste due notizie sono la prova provata di quello che abbiamo sempre detto, ossia che il Veneto non era l’unica realtà ad aver segnalato questo inquinamento, ma che esistono anche altri territori
colpiti, come hanno dimostrato i prelievi di Arpav nel Po a cavallo fra Occhiobello e Pontelagoscuro che testimoniano la presenza di fonti inquinanti molto più a nord». «Chi ha speculato sul Veneto unica ‘terra dei Pfas’ ha aggiunto il governatore raccontava bugie e non voleva guardare in faccia la realtà per basse speculazioni politiche. Oggi costoro sono stati smentiti, ma non per questo oggi è una bella giornata. Né per noi, né per i toscani, né per i piemontesi». Tra l’altro il ministero dell’Ambiente non ha ancora fissato, al contrario della Regione Veneto, i limiti dei Pfas neglis scarichi dell’acqua. © RIPRODUZIONE RISERVATA
moglie -. Ieri mattina l’ho visto molto nervoso e non volevo che andasse in udienza a Treviso, temevo sarebbe successo qualche cosa». L’uomo, nonostante le valutazioni in corso sul suo stato psicofisico, è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio a magistrato, interruzione di pubblico servizio e lesioni.
IL MOTIVO Ad infastidire l’avvocato sarebbe stato un leggero ritardo dell’inizio dell’udienza. Era fis-
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sata per le 10.45 e sarebbe a breve incominciata, ma l’uomo ha dato in escandescenze urlando a squarciagola il proprio nome, il proprio cognome e il codice fiscale, condendo le sue frasi sconnesse con improperi nei confronti del giudice. «I giudici mi hanno fatto perdere due cause di fila - diceva ad alta voce mi vogliono morto». Magistrati e personale sono usciti dagli uffici per calmarlo, ma l’avvocato si è fatto strada verso l’ufficio del giudice Barbazza e ha tentato di colpirlo. È riuscito solo ad
aggrapparsi al bavero della giacca, bloccato in tempo da un collega e dal successivo intervento degli agenti della polizia giudiziaria e dei carabinieri. Lui a quel punto si è gettato sul pavimento, continuando a urlare prima di essere accompagnato in Procura, dove si è scagliato nuovamente contro le forze dell’ordine colpendo per due volte un carabiniere. Sembrava fosse tutto finito, ma quando su disposizione del magistrato di turno è stata fatta intervenire l’ambulanza, il 50enne ha schiaffeggiato pure un’infermiera. «Quanto accaduto è increscioso - ha commentato il presidente del Tribunale Antonello Fabbro -: esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza al collega. È una vicenda dietro alla quale c’è un caso di sofferenza personale e per questo ogni commento deve essere espresso con senso della misura e in punta di piedi. Preciso però che l’episodio non è stato scatenato da un disservizio. L’udienza si sarebbe svolta di lì a poco». A. Belt.
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Nordest
INCENDI BOSCHIVI, VIA LIBERA AL PIANO Il Consiglio regionale approva all’unanimità il documento di analisi del pericolo di roghi nelle aree interessate dagli schianti dopo la tempesta Vaia del 28 ottobre 2018. Mercoledì 29 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
«Strade, ora serve un commissario» ` Confindustria Belluno: «Senza collegamenti adeguati, declino L’appello di Zaia in vista di Mondiali e Olimpiadi a Cortina: «Troppi sospetti e contrari, occorre qualcuno con pieni poteri» inevitabile pure con i Giochi». Boccia: «Le opere creano lavoro»
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IL DIBATTITO BELLUNO «Qualcuno cita De Gasperi e Mattei ma se loro fossero vissuti ai giorni nostri avrebbero problemi con la giustizia. Noi amministratori siamo chiamati ad applicare le leggi e non abbiamo alternativa a farlo in modo ferreo. Io rimango convinto che per realizzare le opere serva un commissario con pieni poteri ma in Italia abbiamo un partito che pensa che dietro una carriola di malta ci debba essere un ladro. Si faccia qualcosa altrimenti questo Paese ha perso». Il presidente della Regione Luca Zaia taglia corto, anzi cortissimo. Affronta il problema senza giri di parole e punta il dito contro il nemico, neppure troppo invisibile. L’affondo arriva nel corso della tavola rotonda organizzata dagli industriali, ieri pomeriggio, a Belluno. Il tema, la carenza di infrastrutture. Una lacuna che blocca il traffico, ogni domenica, a Longarone. Con code mondiali o addirittura olimpiche. Due sfide che Cortina e il Veneto sono chiamati a ospitare nei prossimi sei anni, indossando il vestito migliore. «Cortina era una Bella Addormentata. Il territorio non ci credeva - ha spiegato Alessandro Benetton, numero uno di Fondazione 2021 - si sentiva già
BENETTON: «LA BELLA ADDORMENTATA SI SENTIVA SCONFITTA, POI INVECE HA VISTO CHE TUTTO SI STAVA METTENDO IN MOTO»
sconfitto. Ma quando la commissione è arrivata qui ha capito che tutto si stava mettendo in moto e ci poteva essere un importante rotolamento dell’energia».
avremmo neanche presentata. Oggi ci troviamo a combattere contro un mare di comitati. Manca solo che nasca il comitato contro il vicino di casa che annaffia il giardino. Qualcuno deve fare qualcosa per la crescita di questo Paese altrimenti questo Paese non cresce più. Si scelga un magistrato, qualcuno di indubbia moralità, ma si faccia qualcosa, altrimenti questo Paese ha perso».
IL PUNTO DI VISTA Lorraine Berton, padrona di casa, numero uno di Confindustria Belluno Dolomiti, lo scandisce a chiare lettere durante la sua relazione: «C’è un futuro da pensare e costruire insieme, avendo ben presente il tema della sostenibilità. È un’idea strategica che condividiamo, ma con una premessa ben chiara: le nostre bellissime montagne non possono e non devono più essere “luoghi che non contano”, dove la nostalgia prevale sulla speranza e il rancore sulla fiducia. In un mondo che corre non possiamo più viaggiare e spostarci come nell’Ottocento. Serve una programmazione seria: dalla sistemazione della viabilità ordinaria, manutenzione del territorio, banda larga e il vitale sbocco a Nord. Senza collegamenti adeguati, il declino sarà inevitabile, anche sotto la stella dei Giochi Olimpici». Insomma il sogno, al risveglio, potrebbe assomigliare a un incubo se non si corre subito ai ripari. «Le infrastrutture sono la vera sfida. Perché creano opportunità, collegamenti e lavoro», ha aggiunto Vincenzo Boccia leader nazionale degli industriali.
I COMITATI «Se alzo la cornetta per dire a qualcuno di sbrigarsi - ha spiegato Zaia - diventa traffico di influenze. La variante di Longarone per noi è prioritaria. Non pensiamo al consenso per le opere perché se ci avessimo pensato probabilmente qualcuna non la
LA VISIONE
e di un sindaco supplente della Fondazione, con decisione assunta a maggioranza. Ogni ente ha provveduto a formulare una terna seguendo le proprie regole. La Lombardia l’ha fatta nominare dal consiglio regionale (Andrea Donnini, Ezio Simonelli e Lorenzo Meroni), mentre il Veneto ha pubblicato un avviso che ha ricevuto 22 domande e tra quelle la giunta ha scelto Andrea Martin, Marco Antonini e Gabriele Bellinato. Ora il Comitato di indirizzo sceglierà tra tutti i nomi i tre componenti del collegio sindacale. (al.va.)
Del resto Zaia ha spiegato come è nata l’idea delle Olimpiadi a Cortina. Una domanda arrivata al Cio 24 ore prima della scadenza. «Ho detto agli uffici di studiare. Dal territorio non c’è stata alcuna spinta. Al sindaco di Cortina ne ho parlato quando è stato il momento di farlo». Poi Cortina ha mostrato tutto il suo potenziale e mettendosi a disposizione. Un’Olimpiade partita dalle stanze di palazzo Balbi, lontano dai riflettori, e sfociata nell’esultanza di Losanna quando il tandem Milano Cortina è stato elevato a sede olimpica. «Quando poco prima di mezzanotte mi è arrivato il messaggio di Zaia non ci credevo - ha spiegato Giovanni Malagò, presidente del Coni - ho subito chiesto se si potesse avanzare una candidatura con due nomi». Nel corso della tavola rotonda si è parlato anche di aeroporto. «Per noi le Olimpiadi sono irrinunciabili ma siamo contrari a un aeroporto a Fiames - ha spiegato il sindaco Gianpietro Ghedina - renderebbe necessario il sorvolo sulla città. Valutiamo piuttosto l’ipotesi di un accordo con la Pusteria». Zaia ha scosso la testa e non ha replicato. Andrea Zambenedetti
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prenditori e professionisti orientati allo sviluppo di competenze funzionali e di leadership, che inizieranno già in marzo. Costo? Dai 3.900 ai 16.000 euro, più Iva. Ia sede è nello storico Palazzo Bembo, già seminario vescovile e ospedale civile, oggi edificio fresco di ristrutturazione. Presente, per sostenere l’iniziativa, anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha giocato, a parole, sul suo legame particolare con la terra bellunese. «Comprerà casa a Belluno?», la domanda postagli, simpaticamente, dal moderatore della
mattinata, il giornalista Sebastiano Barisoni di Radio 24. A margine dell’inaugurazione della Luiss Businss School, il discesista Kristian Ghedina ha offerto un suo parere sul legame tra alta formazione e sport: «L’unione della teoria alla pratica è un sistema applicabile in ogni campo. Per riuscire, come nello sport, serve la dote e l’estro, poi il lavoro e l’impegno. Che conta, alla fine, è la combinazione della tecnica e della capacità di saperla applicare». Daniela De Donà
IL CONFRONTO Da sinistra Alessandro Benetton, Giovanni Malagò e Luca Zaia (GAETANO CABERLOTTO / QUICK SERVICE)
Votazione tra i soci
La Fondazione pronta a nominare i revisori dei conti VENEZIA Olimpiadi invernali, la Fondazione Milano-Cortina ora deve nominare il collegio sindacale. La decisione sarà assunta nei prossimi giorni sulla base di un “listone” che mette assieme le proposte decise da ciascun socio. Lo statuto dispone infatti che gli enti della componente territoriale - e cioè il Comune di Milano, il Comune di Cortina d’Ampezzo, la Regione Lombardia, la Regione del Veneto, la Provincia Autonoma di Trento e la Provincia Autonoma di Bolzano - provvedono alla nomina del presidente del collegio, di un sindaco effettivo
“Veneto delle Dolomiti”, Luiss punta su Belluno per formare i manager no dato risposta reattiva e positiva. Oggi bisogna essere inclusivi, perché è finito, se mai c’è stato, il tempo di Mandrake».
L’INAUGURAZIONE BELLUNO Belluno non è periferia. Un nodo la lega, da ieri, a Roma e Milano. A stringerlo è l’hub “Veneto delle Dolomiti” di Luiss Business School che, all’ombra delle montagne, ha aperto la sua terza sede italiana. Il nuovo polo di alta formazione e ricerca applicata nell’area del business e management, quindi, da Belluno lancia la sfida: diventare per l’intero Nord Est il riferimento dell’imprenditoria che non si siede e crede nella formazione permanente, rendendosi in tal senso “competitor” della forza centripeta di Milano. «L’hub risponde alla logica dell’incontro, tra pubblico e privato, realizzato a tempo di record – ha affermato al taglio del nastro Luigi Abete, presidente di Luiss Business School –. L’hub darà nuovo slancio a questa regione, il grazie va a Belluno, alle sue imprese che ci han-
LA RICADUTA
IL PRESIDENTE ABETE: «L’HUB DARÀ NUOVO SLANCIO ALLA REGIONE GRAZIE ALLE IMPRESE CHE CI HANNO DATO RISPOSTA POSITIVA»
Nessun dubbio sulla ricaduta positiva sul territorio da parte del governatore Luca Zaia: «Perché la Luiss non è marchio da poco, è valore aggiunto nel nostro distretto industriale diffuso». Lorraine Berton, la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti da lui definita «un mastino», ha concordato: «Le nostre terre alte da troppo tempo sono trascurate dalla politica, non possiamo permettercelo più. Le imprese hanno dato. Ora chiedono infrastrutture e banda larga». Soddisfatto dell’operazioone, promossa in collaborazione con il Comune e la Provincia di Belluno, il Comune di Feltre e il Consorzio Bim Piave, anche Vincenzo Boccia, numero uno di Confindustria e di Luiss: «Persone al centro della società, manager al centro dell’econo-
L’APERTURA L’hub di Luiss Business School è stato inaugurato a Palazzo Bembo, già sede dE seminario e dell’ospedale (foto GAETANO CARBERLOTTO)
mia. Ci sono persone che, davanti ad una novità, si chiedono: perché? E ce ne sono altre che, invece, dicono: perchèé no?. È la risposta alle sfide che fa la differenza».
LA BUSINESS SCHOOL Le iscrizioni sono aperte: già una trentina coloro i quali hanno dato adesione ad uno dei corsi proposti. La scelta non manca. Ecco i master universitari di primo livello, full-time, al via da ottobre, ma anche i programmi con frequenza part-time o nel weekend rivolti a manager, im-
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Economia
Mercoledì 29 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Diesel fa chiudere i siti dei falsari L’azienda creata da Renzo Rosso ha scatenato `Solo nel 2019 il gruppo veneto ha individuato 1.244 un’offensiva anti contraffazioni in tutto il mondo indirizzi web che promuovevano articoli taroccati `
MODA BREGANZE (VICENZA) Offensiva decisa e globale di Diesel nel 2019 verso la protezione della sua brand identity, con l’obiettivo specifico di salvaguardare il marchio e i propri prodotti di moda e abbigliamento, richiesti e venduti in tutti in continenti. L’industria con sede a Breganze (Vicenza), ha fatto chiudere nel corso dello scorso anno esattamente 1.244 siti web che promuovevano la vendita di articoli contraffatti, utilizzando il marchio registrato Diesel, anche con la presenza di logo ed immagini. La maggior parte delle azioni legali, indirizzate soprattutto nel mondo digitale, sono state orientate soprattutto verso Taobao (Cina), Mercado Libre (Brasile) ed eBay (nel mondo), per un totale di 2.838 casi accertati di violazione del copyright e trademark. Una decisione, quella dei vertici della Diesel, che arriva assieme alla quella radicale, presa qualche anno fa dal brand, di rivedere e implementare una nuova strategia di distribuzione, tagliando i punti wholesale che non erano più in linea con la strategia imprenditoriale. «L’uso illegale del marchio
ACCERTATI 2838 CASI DI VIOLAZIONE DEL COPYRIGHT. RAID IN ALCUNE FABBRICHE IN CINA, EGITTO E MAROCCO
LA RASSEGNA VERONA Sostenibilità, internazionalizzazione, rilancio di settori storici dell’agricoltura italiana come zootecnia e avicoltura, e soprattutto progetti per portare le imprese agricole italiane al centro dell’“European New Green Deal” lanciato dall’Unione Europea targata Ursula von der Leyen. Sono i temi portanti di questa 114° edizione di Fieragricola, la manifestazione biennale dedicata all’agricoltura, meccanica agricola, zootecnia, energie rinnovabili e servizi, che apre i battenti oggi a VeronaFiere, con l’inaugurazione alle 11 dal parte del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. Che prima però, parteciperà alla mani-
Diesel - afferma Renzo Renzo Rosso, fondatore e presidente di Diesel - per vendere prodotti contraffatti in vari siti web di vendita al dettaglio in tutto il mondo, danneggia i nostri clienti che pensano di acquistare un prodotto di qualità Diesel. Inoltre gli stessi siti web danneggiano la reputazione del marchio, ostacolando il carattere distintivo della qualità e dell’artigianalità dei nostri prodotti». «Queste azioni di controllo fanno inoltre sapere dal quartier generale dell’azienda veneta confermano la volontà e l’intenzione globale nel salvaguardare il marchio e i valori di innovazione e creatività. Per noi è una battaglia che continua, avendo a lungo combattuto attivamente contro i problemi di contraffazione e di distribuzione illegale, attraverso le dogane internazionali e nello spazio digitale. Ad oggi i processi legali hanno generato una diminuzione sostanziale del numero di prodotti Diesel contraffatti sul mercato, a conferma che siamo sulla strada giusta». Lo scorso anno, sui social media, come precisa l’azienda nella nota diffusa ieri, sono stati trovati e rimossi 2.351 “url” che vendevano prodotti Diesel contraffatti, la maggior parte di questi su Instagram. Nel corso del 2019 sono stati eliminati inoltre 4.901 annunci falsi, in particolare su Google e Bing, comparsi in vari Paesi, soprattutto europei, quali Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna e Olanda. Sempre negli ultimi dodici mesi sono stati condotti inoltre numerosi raid in fabbriche in varie città e località della Cina, con il seque-
stro di oltre 4 mila paia di jeans, 3 mila t-shirt e felpe, 5 mila pezzi di cinture e 4.500 etichette con marchio e logo Diesel. Altre importanti azioni, che stanno comportando investimenti rilevanti ma che sono fondamentali per tutelare marchio e griffe, sono state condotte dalla squadra investigativa della stessa azienda, con l’aiuto delle autorità di polizia locale, in Nord Africa, in particolare in Egitto e in Marocco, per scovare molti prodotti illegali, che hanno portato a risultati importanti: in Marocco sono stati individuati e stoppati oltre 5 mila paia di jeans, mentre negli Emirati Arabi Uniti sono stati sequestrati più di 8 mila paia di occhiali pronti ad essere venduti sul mercato. Nella sola Turchia sono stati scoperti 23.704 pezzi contraffatti, nel Regno Unito 5.823 polo shirts, e in Portogallo sono stati trovati 1.796 prodotti Diesel falsi rappresentati soprattutto da cinture, magliette, profumi, jeans ed etichette. Luca Pozza FONDATORE Renzo Rosso, patron della Diesel
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La relazione del Commissario
Tessitura Monti verso l’Amministrazione straordinaria Per la crisi della Tessitura Monti con sede nel trevigiano si apre lo spiraglio dell’amministrazione straordinaria. Il Commissario Giudiziale, Fabio Pettinato, ha depositato presso la cancelleria del Tribunale di Venezia la propria relazione. Secondo
l’azienda il Commissario Giudiziale ha espresso la propria valutazione favorevole sull’ammissione alla procedura di Amministrazione Straordinaria dell’azienda, avendo ravvisato la sussistenza di concrete prospettive di recupero dell’equilibrio
economico delle attività imprenditoriali. La questione passa ora al Ministero dello Sviluppo economico che fornirà il proprio parere e al Tribunale di Venezia che dovrà decidere se sussistono le condizioni per l’apertura della procedura.
fronto sul futuro dell’agricoltura italiana di cui si è già iniziato a discutere nella giornata di presentazione della manifestazione, il 22 gennaio a Roma, con la presentazione della ricerca “L’agricoltura italiana di fronte alla sfida del Green Deal Europeo” a cura dell’Osservatorio Veronafiere-Fieragricola Nomisma. «Fieragricola 2020 accenderà i riflettori sulle grandi sfide alle quali l’agricoltura è chiamata a dare risposte, a partire da economia circolare e ambiente, soprattutto per la grande sensibilità espressa dai cittadini e dai
consumatori europei proprio sugli aspetti legati alla sostenibilità», sottolinea il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. «La ricerca di Nomisma ci dice che l’Italia è il Paese con i cibi più sani e sicuri dell’Europa, il più attento agli sprechi e alle emissioni di gas serra e che negli ultimi 10 anni è riuscito a diminuire l’utilizzo della chimica nei propri campi con punte del 50% spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -. Abbiamo il primato nel biologico, ma tutto questo deve fare i conti con lacune strutturali del
OCCHIALERIA VENEZIA Nella vertenza Safilo il sindacato «ha respinto e respinge» la linea aziendale che giudica «debole e privo di sostenibilità industriale». Lo affermano in una nota le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, all’indomani del nuovo incontro presso il MiSE, al quale ha partecipato anche l’Amministratore delegato Angelo Trocchia. Nel corso dell’incontro «ci sono stati momenti di duro confronto con l’azienda - commentano i sindacati che ha continuato a sostenere le scelte annunciate giustificandole col calo dei volumi che sarà schiacciante nei prossimi mesi, a causa del mancato rinnovo di licenze importanti. Abbiamo ribadito che prima di ogni decisione sul futuro dei lavoratori di Safilo è bene entrare nel merito del Piano Industriale presentato dal Gruppo e costruire sinergie con le due Regioni interessate, Veneto e Friuli Venezia Giulia, per la definizione di strumenti a favore di chi si dimostra interessato a rilevare l’azienda». Il Ministero ha suggerito la data per un nuovo confronto che si ipotizza per mercoledì 5 febbraio. «Quella - concludono le sigle di categoria - sarà un’occasione importante per entrare nel merito del Piano e solo a fronte di modifiche che suggeriremo in tale incontro, potremo entrare nel merito della gestione della crisi valutando gli opportuni strumenti utili da attuare nei vari stabilimenti».
VERONAFIERE Il presidente Maurizio Danese
Verona, apre Fieragricola Al centro il Green deal Ue festazione con tanto di trattori indetta dalla Coldiretti sul problema della cimice asiatica e dei danni che procura alle colture. Una due giorni (29 gennaio-1° febbraio) per quella che si conferma la maggior rassegna del settore nel panorama europeo con 10 padiglioni occupati, 900 espositori (+8,2% sull’edizione 2018), una superficie netta di 67.600 metri quadrati, due aree demo esterne di 9.500 metri quadrati, 800 capi di bestiame in esposizione, oltre 130 convegni, approfondimenti e corsi di formazione in calendario. Un con-
Crisi Safilo, nuovo incontro il 5 febbraio
Paese come la carenza e la gestione di acqua e l’erosione del suolo». Temi a cui dà risposte il progetto “Il Paese che Vogliamo”, il viaggio per l’Italia di Cia-Agricoltori Italiani inziato mesi fa per presentare il suo piano di riforma del settore, che sbarca ora a Fieragricola. Un’iniziativa che richiama l’attenzione sulle azioni ritenute non più rinviabili e ne-
cessarie al Paese. Dagli interventi di manutenzione delle infrastrutture alle politiche di governo del territorio, dallo sviluppo di filiere a vocazione territoriale a nuovi sistemi di gestione della fauna selvatica. E che sono anche al centro dei nuovi dieci bandi del Programma di Sviluppo Rurale, che rappresentano quasi 92 milioni di euro di aiuti, che la Regione Veneto presenterà in fiera. Tra i quali lo stanziamento di 22 milioni per finanziare gli investimenti in strutture e dotazioni delle aziende agricole con lo scopo di migliorare la redditività dell’impresa, nonché la sostenibilità riducendo gli impatti negativi dell’agricoltura sull’ambiente. Massimo Rossignati © RIPRODUZIONE RISERVATA
La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano
Quotaz.
Var.%
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-0,181 -0,075 0,290 0,131 -0,104 -0,040 0,037 0,510 -0,182 -0,309 -0,583
ORO E MONETE Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano
Min. anno
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Quantità trattate
FTSE MIB A2a
1,855
3,52
1,652
1,835
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Atlantia
22,33
6,38
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21,99
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Azimut H.
23,40
2,14
20,75
24,39
182460
Banca Mediolanum
8,515
2,22
8,423
9,060
111167
Banco Bpm
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2,00
1,939
2,076
3108926
Bper Banca
4,522
2,03
4,459
4,627
423846
10,660
4,72
10,195 11,170
92977
Buzzi Unicem
21,74
2,02
21,18
22,57
45375
Brembo
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Campari
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0,69
8,081
8,739
205273
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Cnh Industrial
9,084
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573156
Enel
7,899
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7,183
Eni
13,398
1,53
Exor
71,92
1,64
Fca-fiat Chrysler A
12,014
Ferragamo
17,130
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
Finecobank
10,985
3,83
10,527 11,467
370572
Ubi Banca
2,868
2,87
Generali
18,175
2,57
17,826 18,588
546116
Unicredito
12,642
2,48
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
2,804
2,976
832679
12,440 13,539 1639904
Intesa Sanpaolo
2,305
2,24
2,276
2,375 11286280
Unipol
4,834
2,20
4,744
5,191
135215
Italgas
6,098
4,03
5,474
6,005
544231
Unipolsai
2,472
1,06
2,447
2,594
275575
10,835
0,65
10,515 11,319
267598
NORDEST 3,990
1,27
3,800
3,990
9820
15,040
4,59
13,624 15,145
48081
1,944
3,18
Leonardo Mediaset
2,475
-0,64
2,479
2,703
111429
Ascopiave
Mediobanca
9,580
3,14
9,364
9,969
387059
B. Ifis
Moncler
40,07
3,11
39,18
42,77
142060
Carraro
1,906
2,231
16363
7,082
11,080
4,18
9,920 10,941
640620
Cattolica Ass.
7,320
1,81
7,477
44066
Prysmian
20,70
2,12
20,46
21,75
106791
Danieli
15,720
1,03
15,627 16,923
2290
Recordati
40,29
0,90
37,69
40,47
32032
De’ Longhi
16,080
0,82
16,151 19,112
19779
Poste Italiane
Saipem
4,000
0,25
3,970
4,490
1057991
Eurotech
7,770
2,64
7,489
8,715
43334
7,808
3151306
Snam
4,954
3,12
4,628
4,925
1114095
Geox
1,106
-0,36
1,096
1,193
70544
13,232 14,324
1441261
Stmicroelectr.
27,06
3,48
23,83
27,54
654756
M. Zanetti Beverage
5,860
-1,01
5,804
6,025
971
Telecom Italia
0,5052
1,843
67,68
73,43
46197
2,37 0,4956 0,5621 7499029
Ovs
1,852
0,11
2,025
109731
1,33
11,903 13,339
821771
Tenaris
9,878
1,60
9,756 10,501
445981
Stefanel
0,1100
0,00
0,1103 0,1103
N.R.
2,57
16,836 19,241
53919
Terna
6,460
3,06
5,855
749818
Zignago Vetro
13,560
0,15
12,464 13,617
3069
e2d540b5-5ddd-4aa6-8697-d94567a27785
6,413