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REGIONE
MERCOLEDÌ 5 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
la polemiCa sulla svolta sovranista
«Finozzi e Goisis, la Lega vi ha fatti ricchi...» Marcato all’attacco dei dissidenti che hanno abbandonato il Carroccio: «Noi li abbiamo eletti e vivono da nababbi con i vitalizi» Albino Salmaso PADOVA. Le critiche di Bossi a Salvini sono come il sale nella ferita che sanguina e fanno discutere i leghisti, orfani del Nord e con la secessione della Padania abolita per statuto. Chi grida al tradimento, viene però zittito con due numeri: 34% alle europee 2019. La svolta sovranista piace e convince il centrodestra, fine di ogni dibattito. Eppure la nostalgia porta a galla vecchi aneddoti. Negli armadi a palazzo Ferro Fini, il capogruppo Nicola Finco conserva come reliquie lo stock di t-shirt con la scritta “Indipendenza della Catalogna” indos-
sate per uno show in aula nei giorni caldi della rivolta a Barcellona. Siamo a ottobre 2017. In Veneto nelle stesse ore infuriava la campagna del referendum sull’autonomia e i “colonnelli” leghisti non hanno mai indossato le magliette con “W l’indipendenza del Veneto”. Lo slogan proclamato da Bossi nelle marce in riva al Po e sul palco di riva degli Schiavoni a Venezia è finito nel cassetto, perché Salvini ha cambiato il dna del Carroccio e i “soldati” veneti hanno obbedito. Chi non era d’accordo se n’è andato, come Marino Finozzi e Paola Goisis, mentre Stefano Stefani e Manuela Dal Lago oggi evitano di comparire a fianco di Salvini.
Che peso può avere nelle urne l’ala “indipendentista” di Morosin, Rocchetta e Guadagnini attorno al “Partito dei Veneti” che ha in Paola Goisis una delle sue leader? «Non sono affatto preoccupato, il Veneto è sempre stato un laboratorio e la Lega alle regionali di maggio trionferà con un risultato che passerà agli annali della politica. Non abbiamo paura di nessuno», dice Roberto Marcato, assessore regionale e componente della segreteria federale della Lega Salvini premier a Milano. «Capisco la reazione umana di Bossi, che ha visto la sua creatura cambiare pelle, ma la Lega ha gli stessi dirigenti di 20-30 anni fa. Siamo sempre noi». Ma
Franco Rocchetta, fondatore della Liga Veneta ed ex sottosegretario «Ho la casa pignorata per una fidejussione con Veneto Banca»
cosa ne pensa Marcato di Finozzi, che si è dimesso dal consiglio regionale e non ha preso la tessera del nuovo partito di Salvini? «Rispetto le opinioni di tutti, anche quelle di Marino Finozzi, ma trovo sbagliato criticare un partito dopo averlo abbandonato. Con il rancore e la vendetta si fa poca strada», dice l’assessore. Nella Lega “leninista” c’è quindi diritto al dissenso? «Certo, ma ci vuole coraggio, Io sono l’esempio vivente di un dirigente che aveva tutti contro e alla fine l’ha spuntata. Ero in minoranza nella mia sezione di Piombino Dese, nella federazione padovana, in quella regionale e nella federale a Milano. Avevo tutti contro: Fla-
Roberto Marcato (Lega)
vio Tosi a Venezia e Bobo Maroni in via Bellerio. Mi sono messo di traverso, senza salvagenti e ho rischiato grosso. Tosi voleva un partito nazionale con il movimento il “Faro” e Finozzi lo appoggiava. Avete visto che fine hanno fatto? Extra ecclesiam nulla salus...» E la Goisis? «Gode di un vitalizio importante grazie alla Lega: se n’è andata quando è rimasta senza poltrona e non l’ho mai sentita criticare Bossi. Eppure Umberto ha tentato di aprire sezioni in Campania, in Sicilia c’è stato l’accordo con il governatore Lombardo e a Roma il patto della pajata con Alemanno. La storia non si cambia e ci vuole coerenza» conclude Marcato. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
i fondi per il veneto e la pianura padana
D’Incà: contro lo smog «Bossi, un dittatore sui soldi 180 milioni da spendere Salvini va troppo a destra Zaia? Cavalca l’autonomia» IL PERSONAGGIO
ranco Rocchetta è uno dei fondatori della Liga Veneta, la madre di tutte le leghe che ora Salvini sta esportando al Sud con il suo nome. Quel 16 gennaio 1980 dal notaio Todeschini lui non c’era ma in breve tempo ne è diventato il leader con Achille Tramarin, Marilena Marin e Gian Paolo Gobbo, a lungo sindaco di Treviso. Rocchetta, qualche giorno fa a Venezia, ha raccontato che la sua casa è ipotecata per aver firmato una fidejussione a un amico che ha acceso un mutuo con Veneto Banca, poi travolta dal crac. «Io da loro non ho mai avuto un solo euro, trovo questa vicenda di una gravità assoluta e chiedo giustizia». Cosa ne pensa di Bossi che ha fatto fortuna dopo aver sottomesso i veneti ai lumbard? Salvini a Milano ha decretato la fine della Lega Nord, fondata proprio da lei... «Bossi e Salvini? È un gioco degli specchi. Anche la Liga Veneta fin dagli albori aveva cercato alleanze con le altre forze autonomiste. Eravamo un movimento culturale e in Sardegna abbiamo sfidato il partito Sardo d’Azione per creare sinergie nelle forme di autogoverno. Fin dal 1979 ci siamo presentati in tutt’Italia. Bossi? Non è stato il genio del male ma lo strumento di forze istituzionali che lo hanno sovrastato. Ha guidato la Lega in maniera dittatoriale, chi non era d’accordo
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Franco Rocchetta
con lui veniva espulso e io me ne sono andato 25 anni fa. Era una Lega guidata da una banda di dittatori, che puntava solo a fare cassa con i contributi elettorali e sui soldi nessuno poteva metter bocca. A Roma e a Napoli candidavano dirigenti di Varese». Questo è Bossi, ma di Salvini lei cosa pensa? «Sta nella Lega fin da ragazzo, quando aveva i calzoni corti. Il tradimento non è legato alla dimensione nazionale del partito, ma alla linea politica estranea alla storia del nostro movimento. Salvini ha trasformato la Lega in un partito di destra, come il Front National di Marine Le Pen in Francia. La Liga Veneta è nata in difesa di valori culturali e sociali assoluti e non è vero che odiavamo il Sud e i meridionali». Le scritte sul “leon che ma-
gna el teron” sono ancora sui cavalcavia però... «Lo Stato di Roma è la tirannia della burocrazia, il vero potere sta a Milano e a Torino. Zaia ha ottenuto le olimpiadi a Cortina grazie a Sala che ha scelto Milano come palcoscenico assoluto dei giochi 2026, mentre vent’anni fa toccò a Torino il ruolo di protagonista. Sul logo non c’è il simbolo delle Dolomiti come nel 1956 a Cortina, ma del duomo di Milano, più forte che mai». Tra Bossi e Salvini chi sceglie? «Nessuno dei due. Bossi si è venduto prima a Berlusconi e poi a Cuccia, Buttiglione e D’Alema. Salvini invece sta portando la Lega a destra mentre il federalismo è nato in Veneto con Silvio Trentin, antifascista. Cattaneo è marginale». Che ne pensa Rocchetta della battaglia referendaria sull’autonomia di Zaia? «Ne fa un uso strumentale. Zaia cavalca da bravo politico il desiderio innato di libertà del popolo veneto. Fa il suo mestiere. È un mostro della politica che brucia le tappe con grande tempismo. Nessuno lo conosceva, è partito da Treviso e vuole arrivare a Palazzo Chigi. Solo Galan ha sbagliato tutto con il Mose, eppure i veneti lo hanno rieletto tre volte. Vergogna. Ecco, Zaia è molto più abile di Galan. Ma sia chiaro: è la società veneta che continua a produrre miracoli da sola: chi la governa è baciato dalla fortuna». — Albino Salmaso © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il M5S va all’attacco: «Pm10, la Regione non fa nulla» Bottacin replica: «Roma continua a non ascoltarci» PADOVA. Smog: 180 milioni
«subito disponibili» per le regioni del bacino padano soffocate dal Pm10. È stato notificato il decreto del 27 dicembre scorso del ministero dell’Ambiente, poi registrato alla Corte dei Conti. La notizia è stata rilanciata dai ministri 5S Federico D’Incà e Sergio Costa che ha la delega all’Ambiente. «Ora le Regioni presentino i progetti. Da noi fatti, non polemiche sterili. Sono risorse subito disponibili». Il decreto istituisce finanziamenti per migliorare il trasporto pubblico locale e quindi la qualità dell'aria nel bacino padano, con i valori di Pm10 oltre ogni limite di sicurezza, Al programma sono destinati 180 milioni di euro, fino al 2022. Le risorse sono assegnate sulla base di una ripartizione concordata dagli assessori all'Ambiente delle regioni interessate, e che considera la popolazione residente e la ricorrenza dei superamenti dei valori limite del biossido di azoto e Pm10. In particolare, all'Emilia Romagna arrivano 39,3 milioni; alla Lombardia 60,5; oltre 39 milioni al Piemonte e oltre 41 al Veneto. Entro 120 giorni dalla registrazione del decreto, le regioni del Bacino Padano dovranno presentare al ministero dell'Ambiente i progetti che illustrino gli interventi da attuare, che verranno poi sottoposti entro 45 giorni ad approvazione per la successiva ripartizione dei fondi. E qui si apre la polemica. Con il ministro D’InCà e il gruppo 5 S in consiglio regionale all’attacco della giunta veneta.
Una protesta degli ambientalisti a Venezia contro il Pm10 e lo smog
«In questi 5 anni la politica di Zaia ha portato il Veneto ad essere la regione più inquinata d'Italia. Stiamo letteralmente soffocando, a Padova da 10 giorni si supera la soglia di allarme dei Pm 10, a Treviso le scuole non fanno uscire in giardino i bambini per evitare che si avvelenino. Questo disastro ha una sola causa: l'assenza totale di una seria politica ambientale della Regione, specializzata nel voltarsi dall'altra parte quando qualcuno avvelena il territorio e l'ambiente». Così i consiglieri regionali del M5S Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel. «Ma oltre al danno - aggiungono - c'è la beffa: il solito assessore Bottacin non riesce a far altro che incolpare lo Stato di non aprire abbastanza i cordoni della borsa. E dimentica che il suo piano aria
votato in Consiglio regionale da 3 anni è in attesa dei decreti attuativi da parte della Giunta. Caro Zaia, è questa la tua autonomia»? dicono i grillini. La replica di Bottacin è tagliente: «Ben vengano questi fondi, ma il Governo tenga alta l'attenzione sul Green Deal, affinché le nostre Regioni, che sono in condizioni strutturali di maggiore difficoltà, abbiano un fondo ad hoc che favorisca gli interventi necessari per migliorare la qualità dell'aria. Il ministro, che ha annunciato fondi destinati al trasporto ma non dimentichi che esistono altri settori, come ad esempio agricoltura e riscaldamento domestico. La prima fonte di Pm 10 infatti non è il trasporto bensì il riscaldamento domestico, in particolare quello a biomassa legnosa». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ATTUALITÀ
MERCOLEDÌ 5 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Lo scontro politico giustizia
Prescrizione, scontro sul rinvio Prime critiche M5S a Bonafede Il ministro della Giustizia attende dal premier la convocazione del vertice Smentita la voce di un compromesso raggiunto sul rinvio di 6 mesi della riforma
Carlo Bertini Ilario Lombardo ROMA. «Nessun accordo». Una riga di comunicato informale, lapidario, arriva poco prima delle otto di sera dagli uffici del ministero della Giustizia per smentire una voce che circola da ore: si sarebbe trovato un compromesso sulla riforma della prescrizione, sei mesi di rinvio. Non è vero, confermano dallo staff di Alfonso Bonafede che fa sapere di attendere da Giuseppe Conte la convocazione del vertice, inizialmente previsto per oggi e che il premier potrebbe rinviare di qualche giorno. Ma quella voce era più di una voce. Nel pomeriggio sia alla Camera sia al Senato, tra M5S, Pd e Italia Viva di Matteo Renzi si dava quasi per certo un compromesso. I
Il Guardasigilli Alfonso Bonafede
sei mesi sarebbero il punto di caduta tra la posizione irremovibile del ministro grillino e il rinvio di un anno dell’entrata in vigore della riforma che blocca la prescrizione (in real-
tà già attiva dal 1° gennaio) previsto dall’emendamento che la renziana Lucia Annibali ha fatto inserire nel decreto Milleproroghe. Si voterà venerdì in commissione alla Ca-
mera. L’orizzonte del governo sulla prescrizione si fa sempre più cupo. Prova ne sia la preoccupazione del ministro e capodelegazione dem Dario Franceschini. Ma anche il messaggio consegnato dagli emissari del Pd a Bonafede. In sintesi: si intesti lui una soluzione per uscire dall’impasse. Il ministro è accerchiato, convinto che sia meglio lasciar decidere il Parlamento, salvare la faccia al M5S ed evitare così di trascinare il governo nella crisi. Ma se cederà o meno molto dipenderà dal suo partito. Nel M5S c’è chi fatica a nascondere la preoccupazione per le conseguenze potenziali dello stallo, e chi si scaglia contro l’irrigidimento del ministro. Esplicito Giorgio Trizzino, alla testa di una fronda che spinge per l’alleanza con il centrosinistra: «No alle impuntature, bisogna sape-
intervento pubblico al trenta per cento
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la visita dell'altoforno due dello stabilimento ex Ilva di Taranto del novembre scorso
Ex Ilva, Conte vede Mittal Restano aperti i nodi esuberi e quota statale Alessandro Barbera ROMA. Tu guarda gli scherzi del destino. Giuseppe Conte è a Londra per la presentazione della prossima conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Appuntamento al bellissimo Science Museum, con lui Boris Johnson e Sir David Attenborough, il più grande divulgatore di tutti i tempi, lucido nonostante i novantratré anni.
Giusto il tempo di ribadire in favor di telecamere della necessità di «agire con coraggio e visione» contro il climate change e al premier tocca affrontare temi più ostici. All’Ambasciata italiana, nel cuore elegante di Mayfair, è atteso dal numero uno del gigante indiano dell’acciaio, Lakshmi Mittal. La trattativa sul destino dell’ex Ilva di Taranto è per aria, e nonostante manchino tre giorni all’udienza del
Tribunale di Milano che dovrà discutere i ricorsi incrociati di azienda e governo. Il primo chiede la rescissione del contratto di affitto degli stabilimenti tarantini, il secondo l’esatto contrario: un provvedimento urgente contro quella richiesta. Conte mette le mani avanti: «C’è la volontà di un’intesa». L’appuntamento climatico lo costringe a dire che Taranto dovrà diventare «uno degli stabilimenti più
innovativi al mondo per la transizione energetica», ma le questioni sul tavolo al momento sono molto più prosaiche. Da settimane i tecnici del governo e gli avvocati dei Mittal si scambiano una bozza. I nodi sono essenzialmente due. Il primo: governo e sindacati non sono disposti ad accettare più di duemila esuberi, l’azienda ne chiede tremilacinquecento. Il secondo: manca l’accordo sulla quota per l’ingresso dello Stato nel capitale della società. Tutto dipende dal valore attribuito all’azienda, al quale sottrarre ciò che lo Stato sconterà ai Mittal sul costo di affitto degli stabilimenti. La forchetta dell’intervento pubblico è comunque decisa: sarà fra il trenta e il quarantanove per cento del capitale, o direttamente attraverso il Te-
re ascoltare con umiltà le ragioni degli alleati politici. Sono certo che Bonafede saprà accogliere il ragionevole e misurato invito del Pd a intervenire in modo organico sulla struttura del processo penale». Anche secondo Eugenio Saitta, «bisogna spostare il centro del dibattito sull’inaccettabile durata dei processi». Ed è quello che tenterà di fare Conte, cercando per quanto possibile di tenere in piedi l’ipotesi rinvio. Per adesso in mano ha le due proposte dell’omonimo deputato di Leu Federico Conte. La chiamano «la soluzione scaletta»: blocco della prescrizione solo per i condannati in primo grado e non per gli assolti, più il ricalcolo della prescrizione retrodatandola alla condanna di primo grado per chi viene assolto in appello. Conte ha poco tempo. Perché se da un lato, vede che i 5 Stelle stanno tentando di rianimarsi sulle battaglie identitarie come prescrizione e vitalizi, dall’altra deve tenere in considerazione il pressing del Pd, che vuole una sterzata sull’agenda, e Renzi che minaccia di votare il 24 febbraio il ddl di Enrico Costa che annulla la riforma Bonafede. Ed è proprio il deputato di Forza Italia a proporre con un emendamento al Milleproroghe di legare l’entrata in vigore della nuova prescrizione ai decreti attuativi della riforma che il ministro avrebbe pronta. —
per le mail con conte
Open Arms Salvini di nuovo sott’accusa Francesco Grignetti ROMA. Ennesima tegola giu-
vo, ma vogliamo un bilancio ambizioso e la proposta della presidenza finlandese è modesta». La Commissione ha proposto un tetto di spesa dell’1,11 per cento del reddito nazionale dei ventisette, in tutto 1,135 miliardi in sette anni. Il parlamento di Strasburgo ha indicato l’1,3 per cento, mentre la Finlandia chiede di fermarsi all’1,07, al cambio 1.087 miliardi. Quale che sia l’argomento, in Europa la disfida si consuma sempre sugli zero virgola.—
diziaria sul capo di Matteo Salvini: è arrivata al Senato la richiesta di autorizzazione a procedere da parte del tribunale dei ministri di Palermo. La storia è del Ferragosto 2019, quando alla nave umanitaria Open Arms fu negato lo sbarco dei migranti. Per l’ex ministro dell’Interno c’è nuovamente l’accusa di sequestro di persona e di abuso di potere. E se nel caso della nave Gregoretti c’è il rebus se il diniego allo sbarco fu una decisione del solo Salvini oppure una determinazione del governo, per la Open Arms non c’è dubbio: agli atti ci sono le mail del premier Giuseppe Conte che chiede a Salvini di autorizzare lo sbarco e i rifiuti dell’altro. Tra il 1 e il 10 agosto, l’Ong catalana salvò 162 persone in mare. Chiesero di sbarcare a Malta, che si oppose, e poi si rivolsero all’Italia. Per Salvini a quel punto fu immediato il muro contro muro. Negli stessi giorni, però, il governo iniziava a pencolare clamorosamente. Il 7 agosto, si registrò il voto sulla Tav che spaccò la maggioranza. Il 9, la Lega presentò una mozione di sfiducia contro Giuseppe Conte. Il 14, cancellato dal Tar del Lazio il divieto di ingresso nelle acque territoriali, un secondo decreto non fu controfirmato da Elisabetta Trenta. Tra Salvini e il presidente Conte, che non si parlavano più, intanto, c’era uno scambio furente di mail. Conte invitava il suo ministro «ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti sull’imbarcazione». Salvini rispondeva di no. Il 16 agosto, il premier tornava alla carica. Considerando che nel frattempo la nave era arrivata a Lampedusa per ripararsi da una bufera, ribadiva «con forza - scrivono i giudici - la necessità di autorizzare lo sbarco immediato dei minori, potendo configurare l’eventuale rifiuto un’ipotesi di illegittimo respingimento». Dato che c’era una disponibilità europea, Conte invitava anche Salvini ad attivare le procedure per la redistribuzione. Il 17, Salvini replicava che non condivideva e che avrebbe ammesso esclusivamente lo sbarco dei «sedicenti minori». Il 20 agosto ci avrebbe pensato il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ad ordinare lo sbarco. Lo stesso giorno Conte andò al Senato e dichiarò concluso il governo giallo-verde. —
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soro, o una controllata, che in quel caso dovrebbe essere Invitalia. Per rendere meno oneroso il pacchetto di salvataggio dell’ex Ilva il governo sta pensando anche all’utilizzo del cosiddetto fondo europeo per la transizione verde. «Occorre facilitare quel tipo di investimenti», dice Conte. Nel pomeriggio il premier ne ha parlato a Bruxelles con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Il momento è in qualche modo propizio: a Bruxelles è appena iniziata la consultazione pubblica sul prossimo bilancio europeo (2021-2027) e la discussione sulla (complicata) riforma del patto di stabilità. «Non mi piace ragionare di diritto di veto, perché è una minaccia e siamo in una fase di dialogo costrutti-
Il premier incontra la Von der Leyen: facilitare l’utilizzo dei fondi “green”
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MERCOLEDÌ 5 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
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verso le olimpiadi 2026
Svincolo di Venas, il cantiere già in aprile e lavori che saranno ultimati entro l’anno “Veneto strade” ha posto come unica condizione al via che ci siano effettivamente quei soldi appena assicurati da Zaia Francesco Dal Mas CIBIANA. La Macchietto-Ve-
nas? Eccola: la provinciale 347, la bretella alternativa alla statale 51 di Alemagna, tra Venas, Cibiana, Val di Zoldo e Longarone, in caso di emergenza. Ma dev’essere progressivamente ristrutturata, in vista delle Olimpiadi. Ieri si è compiuto il primo passo. Nella sede di “Veneto strade”, a Sedico, è stato illustrato il progetto di svincolo, a Venas, con il cantiere che partirà in aprile e che si concluderà entro l’anno. Non solo, si è pure incominciato a trattare del nuovo ponte, quello previsto tra Venas e Cibiana. Un’opera da una dozzina, forse una quindicina di milioni. Al vertice erano presenti l’ingegner Michele Artusato e i suoi collaboratori, per “Veneto strade”, e i sindaci Mattia Gosetti, di Cibiana, e Marianna Hofer, di Valle, con i loro tecnici. Per quanto riguarda lo svincolo tra la Statale di Alemagna e la Strada 347, il progetto prevede il raddoppio dell’area attuale con l’ampliamento che finisce sopra la pista ciclabile di Venas. Pista che verrà fatta correre in galleria. La strada verso Cibiana, invece, transiterà per un tratto quasi in parallelo con la 51 e poi progressivamente scenderà fino ad intercettare l’attuale sede. «Ho manifestato sinceri complimenti all’ingegner Artusato per la soluzione architettonica individuata», afferma il sindaco Gosetti,
Il rendering di quello che dovrebbe essere il nuovo svincolo previsto a Venas e il cui cantiere dovrebbe partire in aprile
«in quanto il muro esterno che dà sulla valle, e quindi verso Cibiana, non è per nulla impattante. Anzi presenta delle finestre a semicerchio che, guarda caso, ricordano quelle che si possono vedere lungo altri tratti della Statale». L’altro ieri, il presidente della Regione, Luca Zaia, in veste di commissario per i lavori post tempesta Vaia, aveva assicurato che nei 45 milioni previsti quest’anno per le opere stradali, la priorità è già stata riconosciuta allo svincolo di Venas. Dunque – ha confermato Artusato – i soldi ci sono, non resta che avviare il cantiere. Artusato ha assicura-
chiuso ieri il prestigioso appuntamento
Progettisti e costruttori di yacht extralusso a confronto a Cortina CORTINA. A Cortina è andato in
scena fino a ieri il “Superyacht design festival” 2020, prestigioso appuntamento della nautica organizzato da Boat International. A Cortina sono arrivati 400 tra i più iconici designer, amministratori delegati di cantieri navali, professionisti del settore e leader del mondo del lusso per celebrare il futuro del design degli yacht, ma anche per visitare Cor-
tina, sciare sulle sue piste e godere dell’ospitalità dei ristoranti locali. Ieri il gruppo avrebbe dovuto terminare la permanenza con una gara di sci in Faloria, ma il forte vento ha costretto la società a chiudere gli impianti per motivi id sicurezza. Domenica, all’Alexander Girardi, la giornata clou dell’evento: sono state premiate le barche più innovative in termini di design e tec-
to, sia a Gosetti e sia alla sindaca di Valle, che non ci saranno interruzioni del traffico sulla Statale di Alemagna, se non qualche disagio momentaneo per eventuali
lavori che interesseranno direttamente l’arteria dell’Anas. Lo svincolo è stato voluto dalla Regione proprio in chiave olimpica, nel senso cioè di procurare un’alter-
nativa all’eventuale chiusura della Statale di Alemagna tra Valle e Longarone. «Ho spiegato ai vertici di “Veneto strade”, con il pieno sostegno della collega Hofer», dice Gosetti, «che la 347 sarà una vera soluzione alternativa se verrà realizzato il nuovo ponte tra Venas e Cibiana e se si effettueranno degli adeguamenti lungo la strada, specie in Val Zoldana, dove il tracciato presenta dei tratti molto stretti. Ho trovato la piena disponibilità di “Veneto strade” ad una condizione: che ci siano i soldi. Ho quindi informato che ci siamo già messi al lavoro per recuperarli all’interno del Piano
nologia. Riva con M/Y Race si è aggiudicato il prestigioso premio “Outstanding exterior design” nella categoria motoryacht tra i 24 e i 49, 9 metri. La giuria ha apprezzato l’architettura navale della nuova ammiraglia della flotta Riva, lo stile navale, i dettagli di progettazione, il design degli esterni firmato Officina italiana design e le soluzioni tecnologiche. Primo premio nella sezione “Outstanding exterior design” per Feadship Lady S, un motor yacht lungo oltre i 50 metri, che porta la firma di Michael Leach design. Premio speciale “Encomio dei giudici – design olistico” per Hakvoort “Scout”, il 63 metri progettato da H2 Yacht design su architettura navale Dian yacht design. Si aggiudi-
ca il premio come migliore architettura navale nella categoria sailing yacht Baltic tachts Canova, un veliero di 43 metri. La serata di premiazione ha anche riconosciuto il talento emergente degli studenti, che hanno gareggiato per il titolo di “Young designer of the year: ha vinto Valentin Weigand, eccellente in ogni aspetto con il suo concept incentrato sul benessere. «È un privilegio», ha detto Marilyn Mower, redattore generale della Boat International, «essere circondati da una tale immaginazione e determinazione a innovare; tutto ciò solleva l’intero mondo dei superyacht. Tutti i progettisti di quest’anno meritano di essere applauditi». — A.S.
E si è iniziato a parlare anche del nuovo ponte da 12/15 milioni tra Venas e Cibiana
infrastrutturale per le Olimpiadi. Sono certo», ha sottolineato ancora Gosetti, «che il presidente della Regione Luca Zaia converrà su questa necessità» .
Soddisfatto il sindaco Mattia Gosetti «Ho fatto i complimenti all’ingegner Artusato» Già ieri è stato studiato un possibile progetto, predisposto ancora nel 2008 da “Veneto strade”, che prevede appunto la costruzione di un nuovo manufatto a circa 100 metri d’altezza ri-
spetto al Boite. Durante l’incontro si è parlato anche della possibilità di ristrutturare il ponte esistente: costerebbe meno e i tempi di realizzazione sarebbero più rapidi. Ma i sindaci hanno obiettato (siamo in territorio di Valle) che l’isolamento per qualche tempo di Cibiana sarebbe improponibile, considerando tra l’altro il fatto che in paese opera una storica fabbrica di chiavi, la Errebi. « Ci siamo ridati appuntamento al riguardo nelle prossime settimane», conclude Gosetti, «nella certezza che recupereremo i fondi necessari» . — © RIPRODUZIONE RISERVATA
organizza la consulta della proprietàcollettiva
Compravendita legname Il 7 un focus sui contratti PIEVE DI CADORE. “Contratti
di compravendita del legname”: questo il titolo dell’incontro organizzato dalla Consulta veneta della proprietà collettiva venerdì alle 17 in Magnifica, a Pieve di Cadore. I lavori, condotti dall’avvocato Elisa Tomasella e dal dottor Giulio Case (del Foro di Belluno), si propongono di illustrare e aggiornare gli operatori del settore sulle casistiche e sulle problematiche connesse
alla vendita del legname, sulle tutele degli acquirenti e, soprattutto, dei produttori, anche alla luce delle esperienze recenti collegate al ciclone Vaia: dopo tale fenomeno eccezionale, si sono infatti accentuate le criticità connesse ad un disequilibrio nei rapporti economici correlati all’esbosco e alla vendita di lotti schiantati. L’appuntamento è ad ingresso gratuito. — A.S.
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MERCOLEDÌ 5 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
commercio
il corso appia e spisal
Triplicati i contributi per i “distretti” «Ma qui a soffrire sono i piccoli negozi»
Stranieri a scuola di lingua e di sicurezza BELLUNO. Stranieri a lezio-
I soldi andranno soprattutto ai comuni della Valbelluna Ascom: «Via tasse e burocrazia per chi opera in montagna» Francesco Dal Mas BELLUNO. Dal 2009, nel pieno della crisi, alla fine dell’anno scorso, in provincia di Belluno c’è stata un’ecatombe di negozi: in seicento hanno deciso di chiudere i battenti. E altri potrebbero chiudere quest’anno. Ecco perché torna utile il finanziamento della Regione a sostegno dei progetti presentati dai “Distretti del Commercio”. Sostegno che sale da 5 a 14 milioni di euro. Nell’operazione sono coinvolti 111 Comuni in tutto il Veneto. Una manciata anche in provincia di Belluno. «Questa è la nostra risposta al dramma dei negozi che chiudono nei centri», sottolinea l’assessore allo
sviluppo economico del Veneto, Roberto Marcato, «grazie a ulteriori 9 milioni di euro, stanziati con la recente legge di bilancio, finanziamo tutti i progetti presentati da 57 distretti del commercio, destinati a sostenere il rilancio del nostro commercio nei centri urbani, contribuendo in questo modo a combattere il fenomeno della desertificazione delle città». I progetti finanziati, della durata di 18 mesi, coordinati da un manager per ogni distretto, prevedono, in particolare, interventi finalizzati a riqualificare gli immobili pubblici e degli spazi destinati al commercio (ad es. realizzazione di aree attrezzate per lo svolgimento di mercati) e ad adottare misure urbanistiche finalizzate a migliorare l’accessibilità,
borgo piave
Svegliato dalle grida salva il vicino di casa BELLUNO. Svegliato nel cuore
della notte dalle grida del vicino, chiama le forze dell’ordine e l’uomo viene salvato e portato in ospedale. Erano le 3.30 della notte fra lunedì e ieri quando Ugi Rapezzi, che vive a Borgo Piave, ha sentito delle urla. Un uomo chiedeva aiuto. L’uomo ha inizialmente pensato che si trattasse di un ubriaco per strada, oppure
che fosse successo un incidente. Si è vestito ed è andato a controllare. «Sono uscito a vedere, ma non c’era nulla», racconta. «Quando sono rientrato in casa ho risentito le stessa grida e ho capito che provenivano dall’appartamento sotto a quello in cui vivo». Ci abita un uomo anziano con difficoltà motorie. Rapezzi non ci ha pensato un attimo: ha chiamato le forze
la fruibilità commerciale e turistica dei luoghi e lo sviluppo di mobilità sostenibi- Luca Dal Poz, a sinistra, agli Stati generali della montagna le. Tutto ok, reagiscono alla che», confida Luca Dal Poz, “aiuti di stato”’, anche se liConfcommercio di Bellu- direttore della Confcom- mitati ad azioni quasi di sono. Ma come è stato denun- mercio, «sono così numero- pravvivenza. Quindi», conciato la scorsa settimana, se che occupano una pagi- clude Dal Poz, «bisognerà agli Stati Generali della na intera. È stata reintrodot- darsi una mossa per provaMontagna, il problema è ta un’autorizzazione riguar- re a individuare i giusti cache a morire, sulle terre al- dante l’alcol, la cui abolizio- nali di finanziamento. Ma te, sono anzitutto i bar e gli ne è di appena due anni fa. subito, prima che chiudano esercizi di periferia, quelli Proprio agli Stati generali altri negozi, desertificando in quota e quelli delle valli della montagna la nutrita e territori ancora più ampi più lontane, dove il proprie- qualificata delegazione Bel- della nostra povera montatario o il gestore non riesce lunese ha sollecitato», co- gna». a portare a casa nemmeno me ricorda Dal Poz, «drastiDel provvedimento regioil reddito per se stesso, im- che misure di alleggerimen- nale, invece, potranno bemaginarsi quello per mante- to fiscale, anzitutto appun- neficiare soprattutto le citnere una famiglia con figli a to per i piccoli commercian- tà come Belluno e Feltre, docarico. A Gosaldo, ad esem- ti, oltre, ben s’intende, a ve pure tanti negozi chiudopio, ci si sta adoperando, da contribuzioni di carattere no, per l’assalto dall’esterparte anzitutto di Confcom- economico per gli impian- no portato da supermercati mercio, per la riapertura di ti». e centri commerciali. In conun esercizio. Uno soltanto, «È stato obiettato, a Ro- trotendenza, invece, i bar. ma quanta fatica. ma, che le norme europee — «Le pratiche burocrati- non consento i cosiddetti © RIPRODUZIONE RISERVATA
dell’ordine e a Borgo Piave sono arrivati i carabinieri. Anche loro hanno sentito le grida disperate dell’anziano. Sono quindi stati chiamati i vigili del fuoco, che hanno aperto la porta d’ingresso dell’appartamento: l’uomo era a terra, accanto al letto, dal quale era caduto senza più riuscire ad alzarsi. Le sue grida hanno attirato l’attenzione del vicino di casa, che con il suo intervento ha consentito ai soccorritori di aiutarlo. L’anziano è stato portato al Pronto soccorso dell’ospedale San Martino, le sue condizioni non sono gravi. — Alessia Forzin © RIPRODUZIONE RISERVATA
ne di italiano grazie al progetto “L’italiano in sicurezza”, organizzato da Appia e finanziato dallo Spisal. Questo intervento, della durata di 125 ore, ha come obiettivo la formazione sulla lingua italiana e sulla sicurezza erogata a lavoratori stranieri, dipendenti o titolari di impresa, e porterà gli allievi al conseguimento di un certificato, che rappresenta anche un titolo per il conseguimento del Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Oltre alle conoscenze linguistiche, con i corsi verrà trasmesso un glossario tecnico, in un quadro di scenari e procedure della sicurezza, che li porterà a redigere individualmente un semplice testo in lingua italiana sulle tematiche della sicurezza nella propria realtà di lavoro, utilizzabile come tesina di approfondimento nell’esame di certificazione della lingua italiana. I partecipanti di questa edizione del corso, tutti provenienti dai paesi dell’Africa, hanno espresso soddisfazione per questo percorso, inedito per la nostra provincia, che li porterà a conseguire un traguardo linguistico importante nel loro progetto di vita e professionale. —
RINGRAZIAMENTO Il nostro caro
MORENO BEGGIO non c'è più. Ci è stata di grande conforto la solidarietà dimostrataci da tutti voi, che ci avete circondato in tantissimi con grande affetto e calore umano.
Nell'impossibilità di poterlo fare singolarmente, vi ringraziamo tutti di vero cuore per aver condiviso il nostro immenso e profondo dolore. Il figlio Tommaso con la mamma Patrizia, il papà Franco e il fratello Morris.
Villa di Villa - Borgo Valbelluna - 5 febbraio 2019 FABRIZIO GELISIO - MEL - Belluno - Longarone - Ponte nelle Alpi - tel. 0437/752275 Condoglianze online: www.gelisio.it
Ci ha lasciati con un caro ricordo nel cuore
Venerdì 31 gennaio è mancata all'affetto dei suoi cari
GIUSEPPE DE MARTIN "BEPI"
IDA PIA MELAME ved. DE BARBA
di anni 74
di anni 78
Ne danno il triste annuncio la moglie Fernanda, le figlie Federica e Claudia con Matteo, gli adorati nipoti Christian e Alessandro, il fratello Bruno, la sorella Dina, la cognata, il cognato, i nipoti e parenti tutti. I funerali saranno celebrati nella chiesa parrocchiale di Orzes, giovedì 6 febbraio alle ore 15.15. Dopo le esequie si proseguirà per il cimitero di Orzes.
Per espressa volontà lo annunciano a tumulazione avvenuta i figli Martino e Dimitri con Marzia, i nipoti Delia, Emma, Damiano e Tommaso, i parenti tutti. La famiglia porge un sentito ringraziamento al personale tutto della Casa di riposo di Limana per le professionali cure prestate.
Il Santo Rosario verrà recitato oggi, mercoledì 5 febbraio alle ore 18.30 nella chiesa di Orzes.
La famiglia rivolge un ringraziamento particolare a tutti coloro che lo hanno curato negli anni e a quanti vorranno onorarne la memoria. Belluno, via Coloer - 5 febbraio 2020 GANZ - Servizi Funebri in tutta la Provincia di Belluno - tel. 0437/852088
Belluno, via Paissa 60 - 5 febbraio 2020
CALDART di Antonio e Walter - Belluno - Ponte nelle Alpi - Tel. 0437/944754 Condoglianze online - www.caldartbelluno.it
MERCOLEDÌ 5 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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l’appello di dem, leu e m5s
la lega cambia lo statuto della regione
«Seduta straordinaria sulla cimice asiatica» VENEZIA. Un consiglio regio-
nale straordinario e una mozione per chiedere alla Giunta Zaia un impegno concreto contro i danni devastanti provocati all’agricoltura dalla cimice asiatica. È la richiesta congiunta avanzata al Ferro-Fini da Stefano Fracasso (Pd), Piero Ruzzante (Leu), e Simone Scarabel (M5S). «La anche dalla manifestazione di Coldiretti a Verona», dice Fracasso «la Regione deve stanziare risorse adeguate
per gli indennizzi e avviare uno studio sulle conseguenze dei cambiamenti climatici sul settore primario. In Veneto le stime dei danni ammontano a 160 milioni, con quasi 8mila produttori coinvolti». «La cimice è un dramma ma finora in aula abbiamo parlato più del lupo», polemizza Ruzzante; «Stiamo perdendo insetti utili, che creano un valore aggiunto, mentre siamo infestati da insetti parassiti alieni», rincara Scarabel. —
bassi il nuovo capogruppo
In senso orario: un intervento del governatore Luca Zaia all’assemblea regionale; il leghista Luciano Sandonà e Orietta Salemi uscita dal Pd
Tutto il potere a Zaia e 10 fedelissimi in più Gli assessori cederanno i seggi consiliari ai primi dei non eletti L’opposizione: è un colpo di mano e costerà 7 milioni ai veneti
Filippo Tosatto VENEZIA. Quel diavolaccio di
Lenin rivendicava tutto il potere ai soviet, i leghisti veneti l’hanno preso in parola assicurando al loro totem Luca Zaia un’egemonia fin qui sconosciuta. Succede che l’assemblea di Palazzo Ferro-Fini modifichi, a maggioranza e fra vibranti proteste, lo Statuto della Regione stabilendo che qualora gli eletti diventino assessori (la Giunta ne conta 10) si dimettano dal consiglio, cedendo la poltrona ai primi tra i non eletti. Corollario dell’operazione? A fronte della ressa di candidati che aspirano al “tridente” zaiano (Lega, lista presidenziale, cartello di sindaci e amministratori) la nuova regola consentirà di ripescare una schiera di esclusi accrescendo i fedelissimi del governatore. La proposta (che inclu-
de la “detrazione” dei consiglieri in missione dal calcolo del numero legale e consente agli eletti di autenticare le firme dei cittadini per la presentazione delle liste) è stata illustrata in aula dall’emergente Luciano Sandonà: «Questa riforma è stata concepita perché, abitualmente, gli incarichi di assessore impediscono di seguire i lavori consiliari in modo produttivo. Le polemiche a riguardo, quindi, non hanno ragione di esistere». SCAMBIO DI ACCUSE
Strappo nel Pd, Salemi lascia il gruppo: «Non capisco più le scelte e l’identità del partito»
Di tutt’altro avviso l’opposizione. «È una forzatura istituzionale che rompe la cornice condivisa realizzata con fatica nella precedente legislatura», la critica del capogruppo dem Stefano Fracasso. «La Lega cambia unilateralmente le regole, così, a partire da quest’anno, ai 51 consiglieri bisognerà sommare i 10 assessori,
Guarda e Patrizia Bartelle (Veneto 2020) che già ventilano un referendum abrogativo della norma. «Zaia, non pago del terzo mandato, vuole chiudere il secondo prefigurando una Regione totalmente asservita a lui e alla Lega. La sua maggioranza gli ubbidisce e
incontro al ministero con la sanità veneta
Gli aumenti di stipendio ai medici: parti concordi «A breve una soluzione» VENEZIA. Fumata bianca (o
quasi) sul versante degli aumenti perequativi agli stipendi dei medici dell’Azienda ospedaliera di Padova, previsti e finanziati da una legge del Veneto che il Governo ha impugnato per dubbi di costituzionalità. Su iniziativa del ministro agli Affari regionali Francesco Boccia, ieri le parti si sono ritrovate a Roma per un confronto tecnico-giu-
scelti direttamente dal governatore. Risultato: 61 poltrone, come ai tempi di Galan. Si torna al 1995 con la novità, peggiorativa, che dieci di questi 61 non saranno eletti dal popolo ma nominati da una persona sola con un costo aggiuntivo di 7 milioni», l’attacco di Piero Ruzzante, Cristina
ridico volto a superare gli ostacoli di natura legislativa. La riunione, si apprende, ha avuto esito positivo: gli esperti ministeriali e la delegazione regionale guidata dal direttore della sanità Domenico Manton hanno convenuto sull’opportunità di introdurre una norma, di respiro nazionale, che attui quanto previsto dal Patto della salute, ovvero la possibilità per le re-
gioni virtuose (in regola con i conti e l’erogazione dei Lea) di utilizzare fino al 2% del monte salariale per “trattamenti accessori” in favore dei camici bianchi penalizzati rispetto alla media dei colleghi. Lo strumento sarebbe quello di un articolo ad hoc inserito nel “decreto milleproroghe”, già all’esame del Parlamento, e i tempi potrebbero rivelarsi assai brevi. A riguardo, il sindacato dei medici ospedalieri Cimo esprime soddisfazione: «Apprezziamo la disponibilità del ministro Boccia al fine di risolvere, insieme alla Regione, il problema delle importanti difformità di stipendio nel servizio pubblico», commenta il segretario Giovanni
fa così passare 10 lauti stipendi da distribuire ad amici, 10 eventuali premi di consolazione per chi non fosse stato eletto», rincarano i 5 Stelle Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel. Quest’ultimo ha criticato duramente la linea «restrittiva» della maggioranza in tema di referendum e quorum: «Invocare un maggiore ricorso ai referendum suona come una presa in giro da parte del M5S che al Governo ha negato l’autonomia richiesta dal voto popolare di 2 milioni e 273. 985 veneti», la replica pungente di Sandonà. DUELLO SUI REFERENDUM
Infine, il gruppo dem registra l’addio di Orietta Salemi, la veronese di simpatie renziane approdata alla Civica per il Veneto di Franco Ferrari. «È una scelta che riguarda me, la mia coscienza e il mio rapporto con il Pd. Lascio con dispiacere una squadra di colleghi e amici, ma non posso restare dentro un partito che non sento più come la mia casa, di cui faccio fatica a capire scelte e incertezze a livello nazionale e locale, che ha perso matrice identitaria e slancio della spinta innovativa e riformista». «Siamo dispiaciuti per la decisione della collega Salemi e rispettiamo le sue motivazioni, anche se non le condividiamo», è la pacata replica a distanza di Fracasso. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Leoni «è sicuramente necessaria una soluzione condivisa che rispetti il dettato costituzionale e la legislazione nazionale» sanando le «importanti disparità retributive a fronte di carichi di lavoro omogenei con alcuni picchi di impegno e note eccellenze»; «Appare ben strano», conclude «che i colleghi di Padova, la città universitaria sede della Scuola di medicina che ha fornito da sempre la grande maggioranza dei professionisti veneti e da cui deriva anche l’università di Verona, siano penalizzati a fronte di un impegno costante, di una qualità scientificaclassificata ai piani alti della comunità mondiale». — Filippo Tosatto
Berlato vola a Bruxelles e lascia il timone di Fdi VENEZIA. È Andrea Bassi a sostituire alla guida del gruppo di Fratelli d’Italia Sergio Berlato, migrato all’Europarlamento dopo la Brexit L’elezione di Bassi, con vice Stefano Casali che assumerà la presidenza lasciante vacante della terza commissione, è stata comunicata dall’eurodeoutato che, nel corso del commiato da Venezia, ha auspicato la riunificazione sotto un solo simbolo delle varie componenti – leggi il gruppo di Massimo Giorget-
ti ed Elena Donazzan – che fanno capo a Fdi. Non è tutto. Berlato ha scritto a Giorgia Meloni sollecitando una stagione congressuale in Veneto («Entro l’anno saranno gli iscritti ad eleggere il gruppo dirigente») e ha rimesso il mandato di coordinatore regionale. In aula, a prendere il suo posto, dovrebbe essere Joe Formaggio, il sindaco di Albettone, che tuttavia dovrebbe dimettersi dal municipio e non ha ancora sciolto le riserve a riguardo. —
detraZioni sanitarie, la proposta
Barison: stop all’obbligo di pagamenti tracciabili VENEZIA. «Sono primo firma-
tario di una proposta di legge Statale, sottoscritta anche dai colleghi Pietro dalla Libera e Nicola Finco, per l’abolizione dell’obbligo dei pagamenti tracciabili ai fini della detrazione di tutta una serie di spese, a iniziare da quelle sanitarie effettuate presso le strutture private non accreditate». Parole del consiglier regionale Massimiliano Barison che aggiunge: «Riteniamo che l’imposizione dell’obbligo del pagamento, con carte di credito e di debito, o co-
munque con versamento bancario, bancomat, bonifico bancario, bonifico postale, assegno, di tutta una serie di prestazioni detraibili, penalizzi fortemente le persone più deboli, in primis gli anziani, che non hanno dimestichezza con siffatti strumenti di pagamento»; «L’obbligo dei pagamenti tracciabili, conclude rischia di risultare veramente poco incisivo nella lotta all’evasione fiscale, che si porta avanti soprattutto imponendo il rilascio dello scontrino fiscale». —
l’assessore marcato
Distretti del commercio fondi saliti a 14 milioni VENEZIA. Salgono da 5 a 14
milioni di euro i finanziamenti erogati a sostegno dei progetti presentati dai Distretti del commercio, che coinvolgono 111 comuni in Veneto. Lo ha deliberato la Giunta regionale, su proposta dell’assessore r allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato («Un passo avanti importante»). L’aumento della dotazione finanziaria permette l’esauri-
mento della graduatoria, già approvata, dei progetti presentati dai comuni nell’ambito di un bando destinato ai 58 che hanno già ottenuto il riconoscimento di distretti del commercio. Ne sono coinvolte complessivamente 111, riunite nei Distretti in forma singola o associata. I progetti finanziati, della durata di 18 mesi, vengono coordinati da un manager per ogni distretto.
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Padova
Mercoledì 5 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Apparecchi e macchine speciali in arrivo negli ospedali padovani Le dotazioni sono inserite nella maxi delibera `Saranno acquistati mammografi, acceleratori approvata dalla giunta regionale: 130 milioni lineari, Tac, angiografi e sistemi analitici `
LA MANOVRA PADOVA Promette di essere la più grande manovra di investimento sanitario regionale l’operazione da 130 milioni varata ieri dalla giunta veneta. Benefici che ricadranno su tutte le Ullss e le aziende sanitarie sia dal punto di vista ospedaliero che da quello territoriale e della prevenzione con l’approvvigionamento di attrezzature, macchinari e progetti in campo edilizio, informatico e impiantistico. Una manovra accolta dal governatore Zaia, pronto a farne un fiore all’occhiello per l’autonomia. Gli investimenti, dell’importo totale di 129 milioni e 718mila euro, sono stati proposti dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e approvati dalla giunta con l’accoglimento delle proposte della Commissione regio-
nale per l’investimento in tecnologia ed edilizia (Crite) che ha valutato nel 2019 investimenti per 36 milioni. Vi si aggiungono i finanziamenti per soddisfare il fabbisogno di grandi macchinari per i prossimi tre anni con una spesa di poco meno di 70 milioni e ulteriori investimenti riguarderanno l’acquisto di apparecchiature speciali e mammografi per 23milioni e 779mila euro. Tra i numerosi strumenti figurano 12 Tac, 13 apparecchi per risonanze magnetiche, 20 angiografi e sette acceleratori lineari.
LE FORNITURE A beneficiare dei fondi saranno anche le strutture padovane. Allo Iov la commissione ha riconosciuto l’acquisto di una piattaforma analitica per acidi nucleici del costo di 240mila euro. La Ulss 6 parteciperà alla gara
per l’affidamento di sistemi analitici per esami di emogasanalisi (258mila euro) ed è autorizzata a investimenti informatici per 2,57 milioni oltre all’acquisto di mammografi per 351mila euro. Agli ospedali di Camposampiero e Piove di Sacco nel 2023 andranno due Tac a 64 strati (350mila euro ciascuna), mentre l’Azienda ospedaliera ne avrà tre a 128 strati per i reparti di pediatria, neuroradiologia e radiologia (570mila euro cadauna). Ancora pediatria e radiologia riceveranno due macchinari
IL PRESIDENTE ZAIA: «OPERAZIONE RESA POSSIBILE DAL LAVORO DEI SANITARI E DEI MANAGER»
per risonanza magnetica (750mila euro ciascuno) nel 2021 e nel 2022. Due le macchine analoghe destinate a Camposampiero: una da 750mila euro arriverà nel 2023 mentre il prossimo anno ci sarà quella articolare da 200mila euro. Un’altra uguale a quella per pediatria andrà anche allo Iov. Due angiografi cardiologici (575mila euro) andranno a Cittadella e Schiavonia, mentre uno biplano da un milione di euro dal 2023 sarà per l’Azienda ospedaliera. Sarà infine ancora lo Iov a beneficiare del costoso acceleratore lineare da 2,5 milioni dall’anno prossimo e nuovi mammografi per 203mila euro. Merito, secondo Zaia, del grande lavoro di squadra: «Grazie a questi investimenti abbiamo già formalmente disposto i fondi necessari al fabbisogno di grandi macchinari dei prossimi
due o tre anni. Tutto ciò è stato possibile grazie al lavoro congiunto dei sanitari sul campo, dei manager negli uffici e della Regione nel ruolo di regia. Abbiamo saputo sfruttare le risorse derivate da una gestione virtuosa, sapendo risparmiare dove possibile e investendo ove necessario». Gli fa eco l’assessore Lanzarin: «Non un euro dei 129 milioni è stato disposto a caso. I progetti di investimento sono stati proposti dalle aziende sanitarie sulla base delle necessità che emergono dai cittadini». Immancabile la stoccata sulla tanto agognata autonomia: «É una buona pratica che mettiamo a disposizione di tutte le regioni e che sarà preziosa per usare al meglio il denaro per la salute, una volta che ognuno avrà ottenuto l’autonomia che chiede e merita» ha chiosato Zaia. Serena De Salvador
CALZATURIERO LA VISITA ALLE AZIENDE Oggi doppio appuntamento per la campagna “Open your mind” della Commissione europea in città. Si parte con una visita al calzaturificio De Robert, dalle 9, nella quale ci sarà la possibilità di conoscere l’organizzazione di un’azienda calzaturiera e la gestione dei diversi reparti e processi produttivi. I partecipanti sperimenteranno dal vivo tutti i processi manifatturieri, dalla progettazione alla realizzazione del prodotto. A seguire, dalle 11, è prevista la visita al Politecnico Calzaturiero che presenterà i programmi di formazione e le attività di ricerca svolte dall’istituto fin dalla sua fondazione. All’evento parteciperanno il presidente del Politecnico Calzaturiero, Franco Ballin e il presidente Assocalzaturifici Italiani, Siro Badon. L’iniziativa “Open your mind” è nata per promuovere l’occupazione dei giovani di età compresa tra i 14 e i 30 anni nei settori tessile, abbigliamento, calzaturiero e conciario.
RICERCA LE DONNE NELLA SCIENZA L’Università e la Fondazione Ricerca biomedica avanzata-Vimm organizzano per martedì prossimo 11 febbraio (ore 17) nell’aula Magna del Bo l’evento “Donne nella scienza”, in occasione della giornata internazionale su questo tema. Alla tavola rotonda coordinata da Rossella Panarese, autrice e conduttrice di Radio3Scienza, prenderanno parte numerose personalità di spicco della scienza al femminile tra cui Marcella Bonchio (nella foto), prorettrice alla Ricerca
INVESTIMENTI La giunta regionale ha stanziato 130 milioni per l’acquisto di apparecchiature e macchinari destinati agli ospedali
Scoperti 884 tumori grazie alla prevenzione LA CAMPAGNA PADOVA Una scoperta che cambia la vita, al primo impatto spesso devastante, ma che se tempestiva la vita la può davvero salvare. É l’opera di prevenzione offerta dalle campagne di screening dell’Ulss 6 Euganea, che negli ultimi due anni hanno fatto scoprire a 884 padovani di avere un cancro senza essersene mai accorti, ma hanno anche permesso di intervenire sul male a uno stadio precoce, con percentuali di guarigione e recupero ottime. In occasione della giornata mondiale contro il cancro, celebrata ieri, il direttore generale Domenico Scibetta ha reso noti i dati relativi ai test mammografici, citologici e del colon-retto per
invitare tutti i pazienti a dire “sì” agli esami, per giocare d’anticipo e battere la neoplasia sul tempo. L’Ulss 6 su direttiva della Regione promuove ogni anno delle campagne con visite gratuite per le quali vengono spediti degli inviti ai cittadini, selezionati in base alle fasce di popolazione più a rischio per determinate patologie. Tra 2018 e 2019 sono stati 270.667 gli screening eseguiti (76.846 mammografici, 58.839 citologici, 134.982 colon-retto), che hanno permesso di diagnosticare un totale di 844 tumori. I più diffusi si confermano quelli alla mammella (475), seguiti da quelli alla cervice uterina (229) e da quelli al colon-retto (140). Numeri importanti, ma che in tutti i campi segnalano come una dia-
gnosi precoce porti a interventi tempestivi e buoni tassi di guarigione. «La maggior parte dei tumori al seno - sottolinea la direttrice del Dipartimento di prevenzione Ivana Simoncello - sono stati trattati a uno stadio precoce, come pure le neoplasie della cervice e al colon». «Offriamo percorsi diagnostici gratuiti a cui è importantissimo aderire - aggiun-
TRA IL 2018 E IL 2019 L’ULSS 6 EUGANEA HA ESEGUITO OLTRE 270MILA SCREENING SU PAZIENTI DI FASCE D’ETÁ A RISCHIO
ULSS 6 EUGANEA Il direttore generale Domenico Scibetta
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ge il direttore Scibetta - giocando di prevenzione si vince». Il paziente deve solo munirsi dell’invito che riceve a casa. Un esempio è quello di Giovanni che, dopo aver ricevuto l’avviso per lo screening si è visto diagnosticare un polipo intestinale. Due settimane dopo è stato operato e ha ricevuto i risultati dell’esame oncologico: «Per fortuna era negativo. Devo tutto a quella visita, anche perché io non ho dovuto fare nulla se non presentarmi. Non so cosa potessi chiedere di più» racconta in una commossa lettera che ha inviato alla Ulss. «Questo è l’emblema di un sistema sanitario che funziona senza strepiti e lavora senza sosta per la salute di quasi un milione di persone» conclude Scibetta. S.D.S.
scientifica dell’Università di Padova, Onelia Gagliano, ricercatrice dell’Istituto veneto di Medicina molecolare (VIMM), Monica Montopoli, ricercatrice dell’Istituto veneto di Medicina Molecolare, Gaya Spolverato, Chirurga oncologica, presidente associazione Women in surgery, vincitrice Premio Cornaro 2019 e Daunia Verdi, Chirurga generale, vincitrice Premio Cornaro 2019.
TUBERCOLOSI CONSORZIO INTERNAZIONALE L’Università di Padova testerà l’efficacia di varie molecole in vitro ed ex vivo. É il progetto European Regimen Accelerator for Tuberculosis (ERA4TB), che si dedicherà allo sviluppo di un nuovo e più potente trattamento contro la tubercolosi. Vi prendono parte oltre 30 partner da 13 Paesi diversi con un budget di più di 200 milioni di euro per lo sviluppo di farmaci contro questa malattia. Condivideranno le loro competenze, conoscenze e risorse per far procedere rapidamente i nuovi farmaci verso trial clinici. La tuberculosi resta la prima causa di morte da parte di un singolo agente infettivo.
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Primo Piano
Mercoledì 5 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
L’allarme virus Falsa la notizia della sassaiola: colpa di Google, prof indagato
E l’Istituto Cinese di Padova mette gli allievi in quarantena In accordo con i genitori, due studenti `Papà e mamma di altri due sono stati ritornati da un viaggio resteranno a casa in Patria: i figli rimarranno in convitto `
IL CASO ROMA Nessuna sassaiola contro studenti cinesi a Frosinone. È quanto venuto fuori dalle indagini della polizia. Erano scattate dopo che un prof dell’Accademia aveva riferito di aver sentito di un lancio di pietre contro giovani cinesi. Una notizia, poi risultata «priva di fondamento» ricostruisce la Digos e arrivata al prof tramite un passaparola, che ha scatenato una serie di reazioni politiche. Ora, però, la polizia ha denunciato il professore: procurato allarme è quanto gli viene contestato. Ma come è nata quella che si è rivelata una fake news? A fare chiarezza sono stati gli investigatori, anche dopo aver ascoltato il professore. Da quanto emerso non era venuto direttamente a conoscenza dei fatti narrati, ma aveva riferito informazioni raccolte da un’altra professoressa. Quest’ultima aveva appreso, da un generico racconto di una studentessa cinese dell’Accademia, che, su una chat seguita da connazionali, un altro giovane cinese aveva fatto riferimento a episodi di intolleranza verso cinesi che sarebbero accaduti a Roma. Il contenuto della conversazione in chat si sarebbe poi trasformato nella sassaiola a Frosinone per un errato utilizzo del traduttore di Google da parte della studentessa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
i ho visti da lontano. Avevo la mascherina e il cappello, ho cercato di stare più radente al muro possibile. Ma, puntuali, sono arrivati i commenti: “Vattene via, maledetta cinese. Ci infetti tutti”. Mi sono sentita morire». Lika Bi ha 27 anni e viene dallo Hubei. Vive a Venezia da 4 anni e tra poche settimane realizzerà il suo sogno: debuttare al Teatro Malibran in una produzione della Fenice. Ha vinto un’audizione importante, è stata la più brava. Da una settimana quasi però non può uscire di casa a causa della psicosi da Coronavirus e se lo fa indossa la mascherina anche se sta benissimo. Nonostante questo ieri pomeriggio, sul ponte dei Pugni, è stata oggetto di un atto di discriminazione.
IL CASO PADOVA Due studenti non andranno a scuola, altri due saranno regolarmente dietro ai banchi, ma alla fine delle lezioni non torneranno a casa. Per due settimane. Sono quattro gli alunni della Scuola internazionale italo-cinese di Padova che, per espressa volontà dei loro familiari, hanno dovuto modificare le abitudini quotidiane a causa del Coronavirus. Una scelta ponderata e libera, che non è legata ad alcun sintomo conclamato. La decisione è stata presa lunedì, dopo che i genitori dei ragazzini si sono confrontati con i vertici dell’istituto, unico in Italia, la sede nel multietnico quartiere Arcella, classi dall’asilo al liceo, un centinaio di alunni provenienti anche da fuori regione, molti di origine cinese. Le famiglie di quattro di loro nelle ultime settimane si sono recate in Cina per far visita ai parenti e per partecipare alle grandiose celebrazioni del Capodanno lunare che ha appena segnato l’entrata nell’anno del topo. E proprio mentre si trovavano lì, è esploso a Wuhan l’allarme Coronavirus. Oltre dodicimila persone contagiate, più di duecento decessi con numeri in continuo aumento, per una malattia a causa della quale anche nel Padovano vengono adottate misure preventive per evitare il contagio. Un problema che si sono posti anche i genitori degli alunni della Scuola italo-cinese. In particolare le quattro coppie che re-
CONVITTO La scuola internazionale italo-cinese di Padova ospita un centinaio di studenti italiani e stranieri
I VERTICI DELL’UNICA SCUOLA DI QUESTO TIPO IN ITALIA, DOVE STUDIANO UN CENTINAIO DI ALLIEVI, SPOSANO LA LINEA DELLA PRUDENZA
centemente sono state in Cina. E che, quando sono rientrate a Padova, deciso di adottare una misura drastica: una vera a propria quarantena volontaria «per tutelare tutti gli alunni dell’istituto» anche se né durante la vacanza in Oriente, né una volta rientrati in Italia, hanno accusato sintomi febbrili di sorta. La scelta più forte è stata presa dalle coppie di genitori di due alunni maschi, uno della scuola media e uno iscritto alla primaria. Le due famiglie al completo nelle scorse settimane erano salite su un volo per Shanghai, dove avevano trascorso alcuni giorni. Poi, come da programma, sono rientrate in Veneto e, nonostante non avessero alcun sintomo, hanno deciso di tenere a casa i figli per due settimane: insomma, niente scuola, nono-
stante i ragazzi risultino in perfetta salute. Se i primi due studenti dovranno dunque rinunciare alla scuola per qualche giorno, gli altri due compagni di studio, i cui genitori erano andati da soli in Cina, non torneranno invece a casa. Il motivo è lo stesso: evitiamo contatti e potenziali rischi. Ospiti durante l’anno scolastico del convitto della scuola, tornavano a casa il sabato e la domenica. Per due settimane con-
IL VICEPRESIDE: «NESSUN ALLARME NÈ CONTAGIO, PREFERIAMO SOLO EVITARE INUTILI SPECULAZIONI»
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CANTANTE LIRICA A sinistra Lika Bi, da sei anni in Italia: a Venezia è stata insultata solo perché cinese. Sopra, l’ingresso della scuola cinese di Padova che ha scelto la linea precauzionale
L’intervista Lika Bi
«Gridavano “Vai via, infetta” Così rovinano il mio sogno»
poi insulti. Io non torno in Cina Cosa è successo? da un anno, questa è una cosa «Stavo attraversando il Campo veramente assurda. Ma come per andare verso il Conservato- faccio a spiegarmi con persone rio e il Teatro per le prove. In- così aggressive?». dossavo la mascherina anche se non ne ho alcun bisogno, cerco Qualcuno ha cercato di difendi mimetizzarmi e di non dare derla? nell’occhio perché, fondamen- «Purtroppo no. C’era molto flustalmente, ho paura. Un gruppo so in quel momento ma in effetti di ragazzi sui vent’anni ha ini- nessuno si è fermato». ziato ad insultarmi. Frasi irripetibili». Cosa è successo poi? «Io ho accelerato il passo e sono Cosa le hanno detto? sparita dietro l’angolo. Poi sono «“Venite qui a impestarci, torna- arrivata in Conservatorio e mi tevene da dove siete venuti”. E sono sentita meglio».
LA CANTANTE LIRICA DA 4 ANNI IN ITALIA INSULTATA A VENEZIA DOVE STA PER DEBUTTARE AL TEATRO MALIBRAN
bile. In autobus la gente si sposta, nei negozi i commenti sono ricorrenti, per strada veniamo trattati come appestati. C’è molta paura ma anche molta disinformazione».
La sua famiglia dove si trova ora? «Si erano spostati nello Hunan per il Capodanno cinese. Ora sono bloccati perché la regione è impenetrabile: dallo Hubei non si entra e non si esce. Il probleA Venezia ci sono molti canma è che nel resto della Cina chi tanti di origine cinese, come viproviene da Wuhan è guardato vete l’emergenza Coronavicon sospetto». rus? «Male perché quello di ieri purtroppo non è un caso isolato. Da Com’è ora la situazione in Ciuna settimana ci guardano co- na? me se fossimo degli untori. Io in «Molto problematica, ma il Goparticolare, perché vengo da Hu- verno sta reagendo e si sta riorbei, la provincia focolaio del vi- ganizzando con nuovi ospedali gestiti da personale militare. I rus». miei genitori non possono però Come avete modificato la vo- al momento rientrare in casa stra quotidianità nelle ultime per il pericolo del contagio. Li sento ogni giorno, cercano di settimane? «Usciamo il minimo indispensa- tranquillizzarmi».
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secutive invece resteranno nel collegio: di mattina e pomeriggio a lezione, la sera a letto lì, senza venire in contatto con i rispettivi genitori reduci dalla Cina. I due ragazzi in Oriente non hanno messo proprio piede ma i loro genitori, anche se non presentano segni di influenza o febbre, hanno scelto di affidarli all’ospitalità della scuola anche nei prossimi due fine settimana. Una lontananza forzata, ma voluta, per garantire ai due studenti la possibilità di non interrompere lo studio ed evitando al contempo l’eventuale rischio di contagio. «Non c’è nessun allarme e nessun segno di contagio - spiega il vicepreside Wang Fusheng - questa sono state decisioni precauzionali adottate dalle famiglie dopo essersi consultate con la scuola. É importante non correre rischi, ma anche non creare allarmismi. Qualche genitore ci ha chiesto rassicurazioni e in questo modo garantiamo la massima sicurezza». La scelta di queste famiglie arriva in concomitanza con la diffusione della lettera indirizzata al ministro della Sanità Roberto Speranza da parte di Luca Zaia e degli altri governatori del nord. Ma su una possibile vicinanza dei diretti interessati alle scelte politiche regionali la posizione è però chiara: «Le scelte dei nostri genitori nulla hanno a che vedere con la politica - hanno tenuto a sottolineare dalla dirigenza della Scuola italo-cinese Si è trattato di una decisione presa dalle coppie di genitori a titolo personale. Hanno agito in pieno accordo con l’istituto, consultandosi con il personale e giungendo alla conclusione che in questa situazione la prudenza fosse il primo criterio da tenere presente. I pronunciamenti politici non avuto decisamente alcun peso in tutto ciò, ci si attiene alle regole emanate dal Ministero della sanità, ma le proposte avanzate da Zaia non hanno avuto peso all’interno dell’iter della scelta. Forse i genitori non ne erano nemmeno ancora a conoscenza». Serena De Salvador
Tutto questo accade in quello che per lei questo dovrebbe essere un momento speciale. «Proprio così, perché dopo tanto studio sono riuscita a vincere l’audizione per il debutto ne La Serva Padrona al teatro Malibran. Per me è una cosa di enorme significato, noi arriviamo dalla Cina con il mito di Venezia e del canto. Dopo anni di studio e di sacrifici mi hanno selezionata per il ruolo di Serpina. Una grande responsabilità per me. Le prove in teatro iniziano oggi e sono molto preoccupata perché questa situazione mi provoca un grandissimo stress, mentre dovrei essere serena per preparami ad una prova così importante». Cosa si sente di dire ai Veneziani che ormai sono suoi concittadini dopo quest’ultimo episodio? «Abito in Italia da 6 anni, a Venezia da 4, sono arrivata qui dalla Cina inseguendo un sogno e finalmente sto per realizzarne una piccola parte. Aiutatemi a vivere questo momento così importante della mia vita rispettandomi. Io non ho fatto nulla e non ho alcuna malattia. Essere nata nello Hubei non può essere una colpa». Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA
XIV
Cadore
Mercoledì 5 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Il sindaco detective smentisce i dati Usl sul caso ambulanze La Pais Becher indaga al pronto soccorso e scopre che i due mezzi sono spesso fuori assieme: «Ecco perché una non basta»
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LA PROTESTA
AURONZO «Secondo le statistiche, capita solo 2 volte all’anno l’uscita contemporanea dei mezzi di Auronzo per emergenza». Il sindaco di Auronzo, Tatiana Pais Becher non si è fermata di fronte a questa affermazione rilasciata domenica, dal direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno. Era arrivata in risposta alle proteste del primo cittadino, dopo le emergenze in contemporanea che si erano verificate sabato. Pais Becher aveva riportato orari e uscite e aveva lanciato il suo appello affinché al Pronto soccorso (Ppi) di Auronzo restassero due ambulanze: un particolare non previsto nel bando di esternalizzazione del servizio che è in corso. Da quel giorno il sindaco va personalmente all’ospedale di Auronzo per verificare di persona se quanto detto dall’Usl, ovvero che l’uscita di due ambulanze è un caso raro, sia effettivamente fondato.
IL SOPRALLUOGO «Lunedì 3 febbraio 2020 - recita il post-diario del sindaco su Facebook -. Apparentemente un normale tranquillo lunedì di febbraio. Decido di recarmi personalmente all’ospedale di Auronzo per verificare la situazione e rendermi conto dello stato delle ambulanze in dotazione. Alle 13,45 arrivo al nosocomio e posso constatare di persona che entrambe le ambulanze sono fuori: c’è un’emergenza a Costalissoio in Comelico e una chiamata dalla locale Casa di Riposo. La paziente della Casa di Riposo deve essere trasportata a Belluno, fortunatamente l’ospedale è dotato della seconda ambulanza e del personale necessario per la seconda uscita: la persona in difficoltà in Comelico ha potuto ricevere soccorso entro i 20 minuti prestabiliti». Ieri il nuovo sopralluogo. «Martedì 4 febbraio 2020 - scrive la Pais Becher -. Vi comunico che anche stamattina è stato necessario far uscire le 2 ambulanze contemporaneamente».
«I fatti parlano da soli - sottolinea il sindaco - : 3 volte in 4 giorni e fuori stagione due ambulanze uscite in contemporanea per altrettante emergenze. Questa è la realtà in un periodo privo di turisti. Vi assicuro che accade frequentemente fuori stagione
IL SINDACO Tatiana Pais Becher
SECONDO IL DIRETTORE RASI CALDOGNO CASI SIMILI CAPITEREBBE SOLO DUE VOLTE L’ANNO DA QUI IL “TAGLIO”
che le due ambulanze siano contemporaneamente in servizio. Non è plausibile accada solo 2 volte all’anno, come afferma il direttore dell’Uls 1. In ogni caso anche se servisse per salvare una sola vita umana dei cittadini di Auronzo, Comelico e Oltrepiave reclamiamo a gran voce la necessità di mantenere le due ambulanze». E conclude: «Vi invito ad immaginare cosa accadrà durante la stagione estiva, quando centinaia di migliaia di turisti da ogni parte del mondo visiteranno le nostre Tre Cime di Lavaredo: un’ambulanza impiega oltre un’ora per raggiungere il rifugio Auronzo, in caso di emergenza il resto del territorio rimarrebbe del tutto scoperto senza la possibilità di una seconda ambulanza a disposizione. Inammissibile».
L’USL Questa volta l’Usl è rimasta in silenzio: domenica il dg Rasi Caldogno aveva risposto dal suo profilo Facebook a stretto giro. «La seconda ambulanza di Auronzo aveva detto - svolge per il 90% dell’attività trasporti secondari cioè non urgenti. Secondo le statistiche, capita solo 2 volte all’anno l’uscita contemporanea dei mezzi di Auronzo per emergenza».
San Vito di Cadore
Ponte Geralba pronto per l’estate Il ponte di Geralba, in quel di San Vito di Cadore, per la prossima estate sarà nuovamente percorribile. I lavori di ripristino del manufatto erano iniziati lo scorso anno a fine estate, ad inizio anno 2020 è stato affidato alla Cadore Asfalti il compito di completare l’opera che vale oltre 400 mila euro. I problemi sono conseguenza della tempesta Vaia dell’ottobre 2018: l’acqua ha eroso le sponde rendendo impraticabile il ponte, sono state rifatte le arginature con
effetto scogliera, ora si tratta di collegare il manufatto con la strada. L’intervento tiene conto della possibilità che fenomeni come quello che ha creato il danno possano ripetersi, “ora è un ponte resiliente” assicura il sindaco Franco De Bon. E’ la risposta alle tante sollecitazioni arrivate al sindaco di San Vito dai tantissimi che usano quel collegamento per camminate e pedalate, ma è anche strategico ai lavori boschivi della vasta area. G.B.
PRONTO SOCCORSO Con la privatizzazione resterebbe a disposizione solo un’ambulanza
Cordoglio per il dottor Fovino il medico che sognava l’Africa PIEVE DI CADORE La direzione generale dell’Usl Dolomiti esprime cordoglio per la scomparsa di Paolo Nai Fovino il medico mancato sabato a seguito di una grave malattia che lo ha colpito l’anno scorso. Il dottor Paolo Nai Fovino era dirigente medico dell’Unità Operativa di Medicina del Giovanni Paolo II di Pieve di Cadore, era responsabile della Lungodegenza. Era nato a Brescia il 31 marzo 1955, si era laureato in Medicina e Chirurgia nel 1982 a Padova, con massimo dei voti e lode e si era successivamente specializzato in Medicina Interna. Nai Fovino ha iniziato la sua carriera nell’ospedale di Pieve di Cadore nel novembre del 1988 dove ha sempre lavorato. Una vita in corsia a disposizione dei pazienti verso i quali ha sempre dimostrato la massima disponibilità. L’Usl Dolomiti esprime grande cordoglio ai familiari per la scomparsa di un professionista
serio, impegnato e capace che ha sempre esercitato il suo ruolo con grande empatia. Così il direttore generale Adriano Rasi Caldogno: «La scomparsa del dottor Nai Fovino, avvenuta ad un passo dalla quiescenza che lo avrebbe portato a realizzare il suo desiderio di continuare a dedicarsi ai pazienti in qualità di volontario in Africa, ci rattri-
sta molto e vorremmo che il suo esempio di medico riservato e particolarmente votato all’ascolto dei bisogni dei pazienti, spesso anziani e fragili, verso i quali era sempre attento e disponibile, fosse di stimolo a quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato». Le esequie nel pomeriggio odierno, alle 15, a Domegge con il corteo funebre che partirà dall’abitazione di via Deppo 33. Il sogno che il dottor Paolo cullava da anni era di andare a fare il medico in Africa una volta raggiunta la pensione. Avrebbe concluso il suo percorso professionale il prossimo 30 aprile ma il male, diagnosticato lo scorso anno, lo ha fermato prima. Chi vorrà onorare la sua memoria e contribuire ad esaudire parte di quel desiderio potrà farlo. “Non fiori ma eventuali offerte a Medici con l’Africa Cuamm” è l’invito riportato anche sull’epigrafe. G.B.
IL LUTTO Paolo Nai Fovino Oggi alle 15 i funerali
Fondi Vaia per lo svincolo di Cibiana: «Zaia è un grande» CIBIANA Quello svincolo è da sempre croce e delizia. Per salire a Cibiana dalla Valle del Boite non c’è altra strada ma così per come è, da sempre, è un punto critico se non nero quando a prendere quella direzione sono i mezzi pesanti, ma anche le auto che scendono da nord per girare devono occupare parte della carreggiata opposta. Ergo i problemi non mancano mai a Venas di Cadore ma entro l’anno dovrebbero essere risolti e salire al Paese dei Murales decisamente più agevole.
SNODO FONDAMENTALE Lo ha annunciato il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia in qualità di Commissario Delegato per i primi interventi urgenti di Protezione Civile in conseguenza della tempesta Va-
ia di fine ottobre 2018, che nel presentare il piano per il 2020 sottolinea che «dei circa 45 milioni di euro destinati a opere relative al ripristino delle strade l’intervento più importante, è lo svincolo per Cibiana. È un’opera fondamentale in vista delle Olimpiadi, che puntiamo possa essere realizzata prima dei Mondiali 2021».
mo un grande presidente che ha individuato nella 347 l’alternativa all’Alemagna. Quando sarà risolto il nodo di Longarone la nostra strada sarà la vera risposta agli ingorghi e alle code chilometriche. Già quest’inverno io stesso ho contato decine e decine di auto di grossa cilindrata che scendendo da Cortina nel rientro di domenica sera hanno preso la via per Cibiana per non restare imbottigliati nelle code».
LODI AL PRESIDENTE A Cibiana la soddisfazione è grande ed è tutta nelle parole del sindaco Mattia Gosetti: «Abbia-
VENETO STRADE La 347 come soluzione ai problemi del traffico da e per la montagna dei grandi eventi. Ed ecco il progetto che Veneto Strade ha curato e che in sei mesi di lavori dovrebbe consegnare uno svincolo a prova di Mondiali ed Olimpiadi. Il sindaco Gosetti l’ha visto proprio ieri e lo definisce «un progetto meraviglioso che estende, ampliandolo, lo svincolo verso la valle, sarà un terrapieno a sostenerlo, per la
IL SINDACO GOSETTI SODDISFATTO PER LA DECISIONE DELLA REGIONE DI REALIZZARE L’ATTESA OPERA 4bccce9f-8657-4a50-976c-997416446073
pista ciclabile che passa sotto verrà realizzata una sorta di galleria con delle aperture ad arco per garantire il panorama, un’opera maestosa che ben si inserisce nell’ambiente».
SAREMO ALTERNATIVI Cibiana vede dunque con favore l’intervento che metterà in sicurezza lo svincolo, certo ci sarà ancora da fare per migliorare il tracciato ma il segnale che l’operazione dà è di grande fiducia che non sia l’unica opera in programma per migliorare i collegamenti. E Gosetti si appella al governatore: «Zaia, che è un presidente saggio e lungimirante, ha individuato la soluzione nell’indicare la nostra strada quale valida alternativa». E resta sempre da percorrere l’ipotesi della Macchietto-Venas rispolverata da Gosetti. Giuditta Bolzonello
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Nordest
LE DETRAZIONI DELLE SPESE MEDICHE Progetto di legge statale per abolire l’obbligo dei pagamenti tracciabili nei centri privati. Massimiliano Barison e Pietro Dalla Libera: «Aiutiamo gli anziani che usano i contanti». Mercoledì 5 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Regionali, legge elettorale in bilico Veneto, cambia lo Statuto: assessori tutti esterni. L’opposizione `Centrosinistra e grillini: «Le poltrone saliranno da 51 a 61, rincaro chiede il referendum. Così la riforma sarà sospesa, rischio ricorsi di 7 milioni nella legislatura». La maggioranza: «Nessuno spreco»
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IL CASO VENEZIA Sulla strada delle Regionali rischia di scoppiare una grossa grana normativa. Ieri l’aula di Palazzo Ferro Fini ha approvato a maggioranza (30 favorevoli, 14 contrari e 1 astenuto), in seconda lettura, alcune modifiche allo Statuto, fra cui quella che prevede che in futuro gli assessori siano tutti esterni. Contraria a questa disposizione, l’opposizione sta però raccogliendo le firme per sottoporre il nuovo testo a referendum, il che sospenderebbe l’efficacia della riforma e renderebbe giuridicamente debole la legge elettorale, approvata quasi due anni fa proprio con l’intento di allinearsi alla “Costituzione” del Veneto: un caso ancora tutto da dirimere, peraltro senza l’ausilio della commissione dei saggi immaginata e mai costituita, ma prevedibilmente foriero di ricorsi.
LE NOVITÀ Pensare che il 26 giugno 2018, in prima lettura, questo cambiamento era passato senza intoppi, insieme ad altre novità come il fatto di mantenere in carica l’ufficio di presidenza della vecchia legislatura fino all’insediamento della nuova consiliatura e di far convocare la prima seduta non
LA CONSULTAZIONE POPOLARE DEVE ESSERE CHIESTA DA ALMENO 11 CONSIGLIERI: FINORA I DISPONIBILI SONO 7, IL PD CI STA PENSANDO
più al consigliere anziano bensì al presidente uscente. Piuttosto all’epoca il dibattito si era arroventato sull’idea di inserire nella legge statutaria l’inno del Veneto (poi bocciata perché la maggioranza era andata sotto durante la votazione) e di scomputare i consiglieri in congedo istituzionale dal calcolo del numero legale. Quest’ultima previsione ieri ha fatto nuovamente arrabbiare l’opposizione, in aggiunta però anche e soprattutto all’esternalizzazione degli assessori, che secondo la legge elettorale saranno 10, da sommare ai 51 componenti elettivi dell’assemblea legislativa.
non eletti: 10 lauti stipendi da distribuire ad amici, 10 eventuali premi di consolazione per chi non fosse stato eletto», hanno dichiarato Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel.
ELECTION DAY
contrario, o mente volutamente, o dimentica», ha aggiunto il ministro grillino Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento), puntualizzando che 41 milioni andranno al Veneto. Replica di Bottacin: «Ci è voluta la decisa sollecitazione delle quattro Regioni del Bacino Padano per far sbloccare i 180 milioni del Governo».
La normativa concede un margine di 90 giorni dalla pubblicazione della riforma sul Bur, ma l’intenzione del promotore numero uno Ruzzante sarebbe quella di accelerare i tempi, accorpando questa consultazione regionale a quella nazionale sul taglio dei parlamenti, con un election day il 29 marzo. Bisognerà però attendere la decisione del Partito Democratico, come ha spiegato il capogruppo Stefano Fracasso: «Prima di impegnarci in una mobilitazione referendaria, vogliamo sentire i vertici regionali. Resta comunque la nostra contrarietà politica a una modifica che ha rotto un’intesa costruita con fatica, che aveva portato all’approvazione unanime del nuovo Statuto nella precedente legislatura». Il relatore Luciano Sandonà (Zaia Presidente) ha invece difeso la riforma: «È stata pensata proprio perché normalmente gli incarichi di assessore impediscono di seguire i lavori del Consiglio in modo produttivo. Ricordo alla minoranza che già in questa legislatura il numero dei Consiglieri è sceso da 60 a 50 (più il governatore, ndr.), così come quello degli assessori da 12 a 9, quindi non ha motivo di parlare di spreco di soldi pubblici. Piuttosto un referendum sullo Statuto non farà altro che dissipare i risparmi dei cittadini». Angela Pederiva
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scienza e il mio rapporto con il partito. Lascio con dispiacere un gruppo di colleghi e amici, ma non posso restare dentro un partito che non sento più come la mia casa, di cui faccio fatica a capire scelte e incertezze a livello nazionale e locale». Il suo passaggio al gruppo presieduto da Franco Ferrari, a sua volta indicato come possibile stampella dei renziani in funzione della loro partecipazione alle Regionali senza bisogno di raccogliere le firme, sembrerebbe confermare definitivamente il suo approdo a Iv, anche se per ora la veronese
non ha aggiunto di più: «Porterò a termine il mio lavoro in Consiglio regionale, dentro la lista civica di opposizione che fiancheggia il gruppo regionale Pd, senza far mancare il mio apporto e la mia disponibilità di sempre ad amministrazioni, associazioni e cittadini». Il suo ormai ex capogruppo Stefano Fracasso ha espresso dispiacere a nome di tutti: «Evidentemente le sue valutazioni rispetto alle prospettive del Pd sono diverse dalle nostre: le rispettiamo anche se non le condividiamo». (a.pe.)
LE FIRME «Risultato: 61 poltrone, come ai tempi di Galan – hanno tuonato Piero Ruzzante, Patrizia Bartelle e Cristina Guarda (Veneto 2020) –. Si torna al 1995. Con la novità, peggiorativa, che 10 di questi 61 non saranno eletti dal popolo ma nominati da una persona sola, il prossimo presidente del Veneto. Con un costo aggiuntivo di 7 milioni di euro a legislatura. È assurdo: il Parlamento diminuisce il numero di deputati e senatori, mentre Zaia nel Veneto vuole aumentare i consiglieri». Proprio per questo i tre esponenti della minoranza hanno già depositato le firme per chiedere un referendum sulla riforma. Ne servono almeno 11 e i quattro rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno già annunciato il loro appoggio: «Zaia vuol chiudere la legislatura potendo confidare in una Regione totalmente asservita a lui e alla Lega. La sua maggioranza gli ubbidisce e fa così passare in Consiglio regionale la norma che consente di nominare 10 assessori che possono essere tutti
L’AULA Una seduta a Palazzo Ferro Fini: ora i consiglieri regionali sono 51, più 4 assessori esterni
La polemica
Il ministero dell’Ambiente: «Smog, al Veneto 41 milioni» VENEZIA «Ha la data del 27 dicembre scorso il decreto del ministero dell’Ambiente, registrato poi alla Corte dei Conti e nei giorni scorsi notificato alle Regioni del Bacino Padano, che ripartisce 180 milioni di euro per interventi antismog». Lo ha reso noto ieri lo stesso dicastero guidato dal pentastellato Sergio Costa, all’indomani della
polemica scatenata dall’assessore zaiano Gianpaolo Bottacin, il quale aveva minacciato di mettere in mora il Governo se non avesse adempiuto agli impegni presi nel 2017. «Gli interventi saranno volti a promuovere, tra l’altro, il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico locale», ha precisato il ministero. «Chi sostiene il
Berlato lascia anche la guida di Fdi Salemi, travagli renziani: addio Pd A PALAZZO VENEZIA C’è chi va e c’è chi viene. Ma c’è anche chi si sposta pur restando. Giornata di movimenti ieri a Palazzo Ferro Fini: mentre Sergio Berlato ha ufficialmente ceduto lo scranno di consigliere regionale (e pure la carica di coordinatore veneto di Fratelli d’Italia), Orietta Salemi ha lasciato il Partito Democratico per entrare nel gruppo Civica per il Veneto, in attesa con tutta probabilità di aderire formalmente a Italia Viva.
I FRATELLI Dopo aver rassegnato le dimissioni il 31 gennaio, in modo da accelerare la surroga di Joe Formaggio verosimilmente già il 18 febbraio, il neo-europarlamentare Berlato ha salutato i colleghi con una merenda dolce e già stamattina sarà a Bruxelles. Nell’assemblea legislativa del Veneto il nuovo capogruppo di Fdi sarà Andrea Bassi, mentre
IL NEO-EURODEPUTATO SI È DIMESSO PURE DA COORDINATORE VENETO DEL PARTITO MENTRE LA VERONESE ENTRA NELLA CIVICA
il suo vice Stefano Casali dovrebbe essere eletto oggi presidente della commissione Caccia (ma senza doppietta: «Cacciatore io? No, utilizzatore finale»). A suo modo finisce dunque un’epoca, anche perché ora che non dovrà più vedersela con l’arci-nemica Elena Donazzan, lo stesso Berlato ha auspicato che i suoi eredi raccolgano l’invito del senatore Ignazio La Russa: «Le elezioni in Emilia Romagna e Calabria sono passate, adesso i vari iscritti a Fratelli d’Italia devono riunirsi in un solo gruppo, per dimostrare che condividono lo stesso progetto politico al di là delle convenienze personali». L’eurodeputato ha poi reso nota la lettera inviata alla presidente Giorgia Meloni, con cui ha annunciato l’addio al coordinamento regionale del partito, «per favorire l’avvio della stagione congressuale»: il suo successore, dunque, dovrà essere «votato e non nominato», com’era invece capitato a lui, che da «eletto con le preferenze» per sette mandati fra Veneto ed
ANDIRIVIENI A destra Andrea Bassi, Sergio Berlato e Stefano Casali (Fdi). A sinistra l’ex dem Orietta Salemi (Civica per il Veneto)
Europa aveva per questo vissuto «a volte qualche disagio». In ogni caso il vicentino non ha escluso di candidarsi di nuovo alle Regionali e soprattutto alle Politiche: «Quando il partito chiama, io ci sono sempre».
I DEM Nel frattempo i dem hanno perso la loro vicecapogruppo Salemi, protagonista di un travaglio politico reso evidente già dalla sua partecipazione alla Leopolda. «La mia – ha spiegato – è una scelta intima e personale, che riguarda me, la mia co-
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PADOVA
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La maxi-udienza ’ndrangheta
La Procura chiede il processo per tutti E i Bolognino ribattono punto su punto Mangone si rivolge direttamente a Biasion: «Dì la verità, sai che non ho mai fatto estorsioni». Richiamato dal giudice Cristina Genesin Processo per tutti. Anche se sarà un processo più che dimezzato per il gran numero di riti alternativi già prenotati (30 giudizi abbreviati e 3 patteggiamenti, altre richieste in programma oggi). Sono bastati una decina di minuti e il pm Paola Tonini della Dda di Venezia (Direzione distrettuale antimafia) ha servito il piatto caldo ai 54 imputati della prima inchiesta che fotografa le infiltrazioni della ’ndrangheta calabrese in Veneto, nelle province di Venezia, Treviso, Padova e Vicenza. Imputati che ieri hanno voluto dire la loro, come i fratelli Bolognino, considerati i “capi” del gruppo criminale ma pronti a giurare di non c’entrare nulla.
la linea dei presunti boss
«Tutte accuse infondate Noi innocenti»
LA PUBBLICA ACCUSA
Il quadro è completo: ci sono prove, testimonianze, pentiti che hanno dato la spallata ai vecchi amici, come il superprotetto Giuseppe Pino Giglio, detenuto in località segreta, ex imprenditore considerato la cassaforte di Nicolino Grande Aracri, capo indiscusso dell’omonima cosca. Tanto che l’impianto accusatorio, ha osservato ancora il pm, è ben saldo. Terza udienza preliminare ieri nell’aula bunker di Mestre per i protagonisti dell’inchiesta che ha svelato la presenza nel tessuto economico locale della cosca calabrese legata alla ’ndrina denominata Grande Aracri, clan originario di Cutro nel Crotonese. Un tessuto economico, quello veneto, dove l’organizzazione di stampo mafioso, silente e anonima –nell’organigramma ciascuno con un ruolo, dai cervelli ai tecnici,
L’aula bunker di Mestre e sotto, da sinistra, i due fratelli Bolognino e Antonio Genesio Mangone che ieri sono intervenuti all’udienza preliminare difendendosi in videoconferenza. I Bolognino hanno contestato tutte le accuse della Procura.
agli uomini addetti a esercitare la violenza fisica e intimidatoria – taglieggiava imprenditori, costringendoli a cedere le proprie società o a diventare clienti delle imprese espressione della cosca. Con le buone o con le cattive. E, ancora, usava le ditte “pulite” nordestine per un giro di fatture false con l’obiettivo di evadere l’Iva, spesso coinvolgendo nel riciclaggio, se non nelle estorsioni, imprenditori prima vittime poi incoronati al ruolo di carnefici. Sui rinvii a giudizio il gup Francesca Zancan si pronuncerà il 18
febbraio: il tempo stringe perché il 13 marzo scadranno le misure cautelari che hanno durata massima di un anno. Nella lista non c’è più l’imprenditore Federico Semenzato, 52enne mestrino, titolare dell’hotel Bolognese sul Terraglio, accusato di associazione a delinquere, riciclaggio, false fatture: ha pagato 5 milioni di euro al fisco e la sua posizione è al vaglio della procura. I BOLOGNINO
Una quindicina i detenuti in videoconferenza. Tra loro i fratelli Bolognino che
non sono rimasti zitti. Nessun interrogatorio, per carità. Solo spontanee dichiarazioni. Michele Bolognino, 53 anni e dal 2015 nel carcere dell’Aquila in regime di 41 bis (il carcere duro,) ha negato tutto. E provocatorio ha ribadito: «Al Sud ci dicono che la mafia ha una struttura verticale; al processo Aemilia Valerio (Antonio Valerio, collaboratore di giustizia) dice che ha una struttura orizzontale; e qui vorrei sapere che struttura ha...». Poi ha con testato la ventina di accuse che lo riguardano. E a proposito di
un’estorsione ai danni di Adriano Biasion, imprenditore di Piove passato da vittima a fiancheggiatore del gruppo, pure imputato, ha ironizzato: «Nel 2010 ero in carcere... Significa che Biasion avrà chiesto il permesso per venirmi a trovare. E dal carcere gli ho fatto l’estorsione...». Ha rincarato la dose il fratello Sergio, 52 anni, in carcere a Nuoro, lamentando il divieto di accedere agli atti dell’inchiesta con il sistema digitale. Alla faccia dell’autorizzazione del giudice e del pc che si è spedito sue spese
IN BREVE Forcellini Parapiglia al bar Ricky Arrestato Adelburg
La commemorazione Codotto e Maronese Oggi la cerimonia
Prima ha importunato tutti i presenti, poi se l’è presa anche con i carabinieri. Ancora intemperanze per Loris Adelburg, 55 anni, pluripregiudicato. L’altra sera ha scatenato il caos all’interno del bar Ricky di via Forcellini. È stato richiamato dal gestore cinese che voleva difendere i suoi clienti ma Adelburg ha reagito malamente e ha tentato di aggredirlo. Lo stesso ha fatto con i militari e per questo è stato arrestato.
Oggi ricorre il 39° anniversario della morte dell’appuntato Enea Codotto e del carabiniere Luigi Maronese, entrambi decorati di Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. L’evento sarà ricordato con una cerimonia presieduta dal comandante della Legione Carabinieri “Veneto”, il generale di brigata Fabrizio Parrulli. Alle 9 cerimonia sul lungargine Codotto e Maronese, alle 9.40 nella caserma con la messa.
Metropark S.p.A. seleziona un associato in partecipazione nell’ambito della gestione della sosta in 19 aree di parcheggio, dislocate nei Comuni di Alessandria, Bergamo, Conegliano, Domodossola, Gallarate, Lodi, Milano (2 aree), Mogliano Veneto, Monza, Novara, Padova, Pavia, Peschiera del Garda, Rho, Treviso, Udine, Varese, Vicenza. L’associato avrà diritto ad una quota non superiore al 21% dei ricavi, il cui ammontare medio annuo è stimato in: € 4.900.000,00 (IVA esclusa). Scadenza del contratto di associazione in partecipazione: 31 dicembre 2021, rinnovabile fino ad un massimo di 2 anni. Termine di presentazione delle offerte: 25 febbraio 2020, alle ore 13:00. Tutte le informazioni sulla selezione sono reperibili sul sito www.metropark.it sezione “Attività negoziali”. L’Amministratore Unico
nel penitenziario sardo. Così il difensore (l’avvocato Roberto Filocamo) ha sostenuto la lesione del diritto alla difesa. Ovvero atti nulli: per lui si deve ricominciare daccapo. Replica del pm: «Il 19 dicembre Sergio Bolognino si è fatto interrogare e ha risposto a ogni domanda». Infine Francesco, 51, in cella a Catanzaro: «Non rinnego il legame con i miei fratelli. Ma io non c’entro, ho sempre fatto lo chef». Il difensore ha chiesto la scarcerazione: da quasi un anno è dietro le sbarre per una (presunta) estorsione che risalirebbe al 2013. Infine è intervenuto Antonio Genesio Mangone, 55enne, ultima residenza a Legnaro (ora in carcere a Civitavecchia), braccio operativo dei Bolognino pronto a pestare a sangue. Si rivolto direttamente a Biasion: «Dì la verità... Tu sai che non ho mai fatto estorsioni... Andavamo insieme a prendere i soldi», ha esordito. Secco il richiamo del giudice: sia mai che, sotto sotto, volesse intimidire qualcuno pronto a smarcarsi e a farla finita con il passato. Oggi parola ancora i difensori. PARTI CIVILI
Intanto la Cgil non molla. Lunedì (con Cisl e Uil) è stata respinta la costituzione di parte civile dei sindacati; ammesse Regione Veneto, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Agenzia delle Entrate. «Rispettiamo la decisione non appellabile, ma percorreremo tutte le strade giuridicamente possibili per ripresentare le nostre istanze al processo» spiega una nota, «Le infiltrazioni della criminalità in un territorio e nel suo tessuto economico e sociale nuocciono al mondo del lavoro». —
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pioVe di saCCo
Tentò di uccidere il figlio, mamma assolta Fermata in tempo, aveva sedato il piccolo di 5 anni per farlo morire: il giudice ritiene che non fosse in grado di intendere
Carlo Bellotto PIOVE DI SACCO. Sedativi al figlio di cinque anni per ucciderlo, assolta la mamma per difetto di imputabilità. Si è chiuso ieri in abbreviato davanti al giudice Domenica Gambardella, pm Giorgio Falcone, il procedimento per la donna, sulla quarantina, che risiede nel Piovese, difesa dall’avvocato Marco Borella. Incapacità totale di intendere e volere all’epoca dei fatti. Così ha deciso il giudice disponendo nel contempo la libertà vigilata in una comunità terapeutica dove tra l’altro si trova già da 5 mesi. Lei è in cura in un Centro di igiene mentale, l’avvocato difensore ha chiesto al giudice che la donna possa andare ospite a casa del compagno, pur continuando a proseguire le cure e il giudice si è riservato la decisione.
Mentre è al volante invia ai familiari alcuni preoccupanti messaggi vocali, con i quali annuncia l’intenzione di uccidere il bambino e di togliersi poi la vita. Vengono avvisati i carabinieri di Piove di Sacco. Si scopre che la macchina sta viaggiando verso Padova e dopo un paio d’ore l’automobile viene intercettata in città tra le vie Gozzi e Trieste. La donna viene fermata appe-
La donna è in cura da cinque mesi in un Centro di igiene mentale na in tempo e appare frastornata, in preda ad una crisi. I soccorritori si preoccupano per lei, ma soprattutto per il figlio che trovano steso sul sedile posteriore in stato di semi incoscienza e avvolto in una coperta.
VOLEVA UCCIDERLO
I fatti risalgono alla notte tra il 29 e 30 aprile dello scorso anno. In tarda serata lei si allontana da casa portando con sé il figlioletto.
BIMBO INCOSCIENTE
Dagli accertamenti medici è risultato come la madre gli avesse somministrato una massiccia dose di far-
MonseliCe
Transito dei pendolari residenti al Carmine Bedin: «Siamo vigili» MONSELICE. «Il signor Davi-
de Ruzzon sa benissimo, anche perchè l’ho coinvolto più volte, delle tre proposte, riferite a Ferrovie dello Stato, per trovare una soluzione al transito dei pedoni dopo la chiusura del passaggio a livello» commenta il sindaco Giorgia Bedin a seguito dell’intervento del cittadino residente al Carmine. Ruzzon aveva fatto presente che, con la chiusura del passaggio a livello limitrofo alla stazione dei treni, il tragit-
to fatto dai pendolari del Carmine per raggiungere i binari si sarebbe allungato di quasi un km, quindi circa 15 minuti a piedi in più. Nel progetto ed accordo iniziale, firmato dal Comune e RFI, non risultava alcuna soluzione al problema, di cui quasi nessuno si era accorto: «Le tre proposte che abbiamo fatto qualche mese fa, tra cui una di Ruzzon, non sono percorribili. Ferrovie dello Stato sta discutendo per proporre altri proget-
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Una mostra fotografica ricorda padre Turoldo PIOVE DI SACCO. Nel santua-
rio della Madonna delle Grazie è ospitata la mostra fotografica “Perché verità sia libera. Autobiografia dell’anima” dedicata al ricordo di padre David Turoldo. Nato nel 1916 in un paesino del Friuli, padre Turoldo, frate dei Servi di Maria, fu poeta, giornalista, predicatore, scrittore, teologo e filosofo. A Milano, dove mancò nel febbraio del 1992, visse nel convento di San Carlo gli an-
ni della Resistenza. Uomo di fede ma anche di coraggioso impegno civile, è ritenuto uno dei più rappresentativi esponenti di un cambiamento del Cattolicesimo nella seconda metà del secolo scorso. La mostra sarà inaugurata domani sera alle 21 con un evento pubblico che combina letture e musica. Nel corso della serata ci saranno gli appassionati interventi di padre Cristiano Ca-
maco a base di benzodiazepine, un ansiolitico appunto, tanto da intossicarlo gravemente. Il bambino è stato ricoverato all’ospedale pediatrico di Padova, dove fortunatamente si è rimesso. Così non sarebbe accaduto se i carabinieri non l’avessero rintracciata in poco tempo. I farmaci fortunatamente non avevano ancora creato danni irreversibili. La donna venne all’epoca arrestata ma poi le sue condizioni di salute ne hanno determinato la liberazione anche per consentire le cure. Non c’erano stati fatti premonitori che potessero giustificare un’azione simile. La donna aveva solo qualche piccolo precedente di polizia per dei reati contro il patrimonio. La decisione del giudice è stata presa dopo aver disposto una perizia sulla donna. Non è stata dichiarata imputabile visto che non era consapevole di quello che stava portando a termine dopo aver avuto una discussione in famiglia. Un fatto che fortunatamente non ha avuto conseguenze per il bambino. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
ti con un occhio di riguardo per la situazione pedonale e ciclabile. Non è una questione in cui l’amministrazione sta dormendo» conclude Bedin. Infatti a fine febbraio ci sarà un nuovo tavolo di lavoro di RFI con il Comune per poter trovare una soluzione definitiva al problema. Intanto i lavori al sottopassaggio di via Valli procedono come da cronoprogramma, quindi il 5 maggio sarà riaperto alla viabilità. Però ci potrebbe essere una bella sorpresa, a marzo ci sarà il montaggio dell’ultima travata, con l’interruzione del traffico ferroviario già programmata da due anni. Poi i tempi potrebbero diventare più celeri, così da consegnare la nuova opera con anticipo ai cittadini rispetto al programma di cantiere. — Giada Zandonà
vedon, rettore del santuario mariano piovese, che di padre Turoldo fu seguace e stretto collaboratore fino all’ultimo giorno. «Si tratta di una mostra» anticipa proprio padre Cavedon «che vuole essere una sintesi della vita di Turoldo, della sua storia, dei suoi messaggi e del suo impegno sociale. L’ho conosciuto quando ero uno studente, sono stato suo collaboratore, fino a diventare anche il suo superiore. Al cardinale Martini fui io a dare la comunicazione della sua morte. L’esposizione ricorderà una figura poliedrica, un uomo dai grandi sogni e passioni, un personaggio che ha segnato la storia del Novecento». — Alessandro Cesarato
Un’aula di tribunale. Una mamma è stata assolta per difetto d’imputabilità
legnaro
Tentato furto aggravato arrestate le ladre al Prix LEGNARO. Due donne sono
state arrestate in concorso per tentato furto aggravato. L’altro mattina Tatiana Untila, 39enne di origine moldava residente a Padova, e Oxana Stratu, connazionale incensurata di 33 anni residen-
te a Brugine dove lavora come badante, sono state fermate e accompagnate in caserma dai carabinieri dopo aver cercato di sottrarre dei generi alimentari per un valore di poco meno di 50 euro dal punto vendita Prix di via
dell’Industria. Gli addetti dell’antitaccheggio le hanno invitate a fermarsi, in attesa dei militari, dopo che alle casse le due donne avevano pagato soltanto pochi euro rispetto alla merce che avevano prelevato dagli scaffali e che in gran parte erano riuscite ad occultare. Scoperte, hanno giocato la carta dell’estrema necessità ma sono risultate titolari di conti correnti postali con liquidità a disposizione. Saranno processate a marzo. — Alessandro Cesarato
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Treno del mare per Chioggia ok allo studio di fattibilità Ottimista il sindaco della città lagunare «La linea potrebbe riservare ottime ricadute all’indotto turistico» PIOVE DI SACCO. Via libera allo
studio di fattibilità per la ferrovia Chioggia-Piove di Sacco che porrebbe fine all’isolamento della città. Ne dà notizia il sindaco Alessandro Ferro che si è confrontato con la deputata Arianna Spessotto (M5S), relatrice in commissione Trasporti sul contratto di programma 2017-2021 di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). «Dalla IX Commissione della Camera arrivano segnali positivi», spiega Ferro, «il ministero delle Infrastrutture e RfI hanno espresso parere positivo per uno studio di fattibilità del collegamento con Piove di Sacco, un tratto che poi ci permetterebbe di arrivare a Padova e Venezia, le due destinazioni più richieste dai nostri pendolari. Alla luce di questo passo in avanti ho già inviato una lettera ai due enti per essere aggiornato sull'iter del procedimento e su tutte le informazioni utili, data la vitale importanza che rivestirebbe la realizzazione di questa nuova linea ferroviaria, immagino elettrificata, fruibile sia dall'utenza civile che da quella commerciale, con tempi però di percorrenza realmen-
Arrivare a Chioggia con il treno: un sogno che potrebbe realizzarsi
te competitivi». Il sindaco immagina un beneficio della nuova tratta soprattutto in termini di indotto turistico. «Penso a un treno del mare», spiega Ferro, «che potrebbe trasportare anche le bici e sgravare quindi la Romea di parte del traffico su gomma, permettendo al contempo ai turisti di evitare il fastidio delle code e risparmiare tempo». Un’altra buona notizia sulla ferrovia, nel tratto esistente verso Rovigo, arriva invece dalla Regione che ha accolto la richiesta del Comitato ferrovia e Romea di Chioggia
di potenziare la linea a sostegno del porto e della ciclovia turistica Ven-To con un approfondimento delle nove osservazioni presentate dal comitato al nuovo Piano regionale dei Trasporti. Ci sono ancora tanti punti interrogativi invece sul cantiere che dovrebbe partire sul ponte translagunare per sistemare i giunti all’altezza del canale delle Trezze, slittato continuamente da fine novembre. Il sindaco sta ancora attendendo di essere convocato da Anas per capire tempi e modi dell’intervento. — E.B.A.