Periodico di informazione trimestrale - Anno VI - n. 2 Aprile/Giugno 2016 - E 5,00 (presso l’editore)
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F R A N C H I S I N G R E TA I L I M P R E N D I T O R I A - A N N O 2 0 1 6 - N . 2 - E 5 , 0 0
ESCLUSIVA
PENÉLOPE CRUZ E CARPISA, 'NA COSA GRANDE ■■■■■■■■■■■■■■
SPECIALE
QUANDO LE IDEE PEDALANO RISTORANTI E BIKE CAFÈ, CICLOFFICINE DOC...
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INNOVATION
START UP DAI SERVIZI LEGATI AL MONDO DEL FOOD E DEL TOURISM ... ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
FOCUS BIMBO NUOVI BUSINESS CRESCONO
...news, personaggi, interviste, eventi, saloni, premi, libri e tanto altro ancora...
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EDITORIALE
Beesness e ‘na cosa grande! ■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■
Periodico di informazione trimestrale - Anno VI - n. 2 Aprile/Giugno 2016 - E 5,00 (presso l’editore)
di Giuseppe Bonani
F R A N C H I S I N G R E TA I L I M P R E N D I T O R I A - A N N O 2 0 1 6 - N . 2 - E 5 , 0 0
ESCLUSIVA
PENÉLOPE CRUZ E CARPISA, 'NA COSA GRANDE ■■■■■■■■■■■■■■
SPECIALE
QUANDO LE IDEE PEDALANO RISTORANTI E BIKE CAFÈ, CICLOFFICINE DOC...
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INNOVATION
START UP DAI SERVIZI LEGATI AL MONDO DEL FOOD E DEL TOURISM ...
Intervista: a Gianluigi Cimmino
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In questo numero presentiamo un’intervista a Gianluigi Cimmino, AD di Carpisa, per approfondire la storia del conosciutissimo brand napoletano. Perché il titolo “Penelope Cruz e Carpisa, ‘na cosa grande”? Questo anticipa ed evidenzia la collaborazione nata tra Carpisa e lʼattrice spagnola. La Cruz è nota al grande pubblico per essere stata candidata al premio Oscar tre volte e lʼultimo lʼha vinto come migliore attrice non protagonista in un film diretto da Woody Allen. Forse non tutti sanno che Penelope e sua sorella Monica, in veste di designer, hanno creato una linea di modelli, di materiali e di colori per Carpisa. I dolci e il cioccolato sono argomenti di sicuro interesse nel mondo d’oggi, e … non solo per i bambini. Due esempi: il pasticciere Ernst Knam di Milano e Silvia Weinstock di New York. In questo numero i lettori troveranno due “speciali”: uno sulla bicicletta e uno sul mondo del bambino. Se da una parte, il comparto della bici in Italia ha un peso produttivo importante in Europa, dallʼaltro, il numero delle persone che utilizzano la bici come mezzo di trasporto è da noi abbastanza limitato. Comunque, il mondo della bici in Italia si sta evolvendo positivamente: molti bici club, bici caffè, bici ristoranti, servizi gestiti in bici, ecc. Uno dei settori più dinamici in Italia – e nel mondo – è anche quello del “bambino”. Oltre alla tradizionale offerta per i bambini di abbigliamento, di calzature, di oggettistica, di pasticceria e cioccolato, più recentemente si è diffuso lʼofferta di servizi, quali asili, ludoteche e videogiochi.
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Suggeriamo la lettura di due sfide (storie) imprenditoriali: Crazy Cat Cafè e Donna Fügassa bistrot. La prima è stata lanciata in Italia da Alba e Marco, un bistrot molto rilassante per la presenza di gatti. La seconda è il risultato di unʼiniziativa di Alessia e di Maria: il bistrot della focaccia aperto a Londra. Come già nei numeri precedenti, uno spazio importante è dedicato alle start up, alle idee innovative e al co-working. Un caso interessante è quello di due fratelli milanesi che, con la produzione di musica elettronica, hanno raggiunto un grande successo e, ora, sono sempre più richiesti in tutto il mondo. Per il settore “franchising”, chi volesse lanciare un progetto troverà un articolo che presenta le tappe che un imprenditore dovrà seguire e un esperto è a disposizione dei lettori per ottenere chiarimenti e consigli. Due gli appuntamenti del settore segnalati: i saloni del franchising di Bologna, dal 28 al 30 aprile e quello di Milano, dal 3 al 5 novembre. DallʼEuropa ci giungono segnali positivi di sviluppo del franchising. In Gran Bretagna, lʼannuale ricerca dellʼAssociazione Britannica del Franchising mostra che il settore “è in piena espansione”, con un contributo allʼeconomia di 15 miliardi di sterline, con lʼimpiego di 621mila persone e con oltre 44mila franchisee operativi. In Italia e allʼestero, nei prossimi mesi, sono previsti molti eventi che riguardano l’imprenditoria e il retail. Segnatevi quelli di vostro interesse. Buona lettura
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SOMMARIO
EDITORIALE
[ 3 Beesness e ʻna casa grande!
Beesness 2_Anno2016
CHOCO-ART
Knam, il pasticcere tedesco [ 6 Ernst che ha conquistato Milano (e lʼItalia)
06
[8
CAKE ART
Sylvia Weinstock: come trasformare lʼalta pasticceria in opera dʼarte
SPECIALE BICICLETTA
le idee [ 10 Quando pedalano
ESCLUSIVA
CHOCO-ART - Ernst Knam
cosa grande [ 15 'na Lʼintervista a Gianluigi Cimmino Penélope Cruz e Carpisa,
10
NEWS
SHOPPING CENTER, [ 21 ARESE il mall più grande dʼitalia
NEWS
Gatti [ 22 Tutti per Crazy Cat Cafè
musica
di Mind Against [ 24 Lʼavventura Produttori di musica elettronica a Berlino
SPECIALE - Quando le idee pedalano
EVENTI
15
FIERA CHE MANCAVA [ 28 LA a Bologna dal 28 al 30 aprile
FRANCHISING&RETAIL EXPO:
31>
ESCLUSIVA - Penélope Cruz e Carpisa
24
A Milano la terza edizione del “Positive Business Award”
33>
Authenticity: differentiating retail
35>
Slow Brand festival Quando le aziende rallentano
36>
Intervista a Nathalie Depetro Direttrice di MAPIC
MERCATO
Segnali di ripresa per il comparto della distribuzione automatica
[ 40 SUPERBRANDS IL VALORE DI ESSERE SUPERBRANDS [ 42 SALONI 31° Salone Franchising Milano
MUSICA - L’avventura di Mind Against
4 Beesness
HOSPITALITY
“VERA” FAMIGLIA [ 44 UNA NELLʼ ARTE DELLʼ OSPITALITAʼ
2_Beesness 2016_JG_Layout 1 06/04/16 07.54 Pagina 5
[ 46 47> 48> 49> 50> 52> 53>
SOMMARIO
FOCUS
Beesness 2_Anno2016
NUOVI BUSINESS CRESCONO Più proposte per uso quotidiano Tre domande a... Carola Prevosti, Direttore Generale di Preca Brummel S.p.A. Le nostre strategie per rimanere leader Tre domande a Gabriele Ferretti Imac S.p.A.
46
Happy Child, come un sesto figlio Intervista a Rita Loner Zecchel di Happy, Network di Asili Nido La Scandinavia ispira Naturgiocando I siti e le app per il mondo dellʼinfanzia
FOCUS - Nuovi Business crescono
MʼAMI la Start Up di due mamme pensata per le mamme
55
The Milk Bar
[ 55
La pazienza di far lievitare unʼidea
[58
APP da vendere
[ 60 [64 66>
[68 [70
STORIE
E-COMMERCE
INNOVATION
STORIE - Donna Fügassa bistrot
Start Up Dai servizi legati al mondo del Food e del Tourism ...
START UP
iLoby Innovazione, futuro ed un vero e proprio “contagio” virale
66
ATOMO Un nuovo metodo di vivere lʼoutdoor
CO-WORKING
Il segreto del successo è fallire
NETWORKING
COPERNICO MILANO “WHERE THINGS HAPPEN” LʼEVOLUZIONE DEL LAVORO PARTE DAL LUOGO
[72
Tendenze chiave dellʼinnovazione
[74
4-4-2 La tattica per fare di un business una FRANCHISE
[79
BeTheBoss: 14 brand in vetrina
START UP - Atomo
70
RETAIL
FRANCHISING
OPPORTUNITà
NETWORKING - Copernico
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CHOCO ART di I.R.
Ernst Knam, il pasticcere tedesco che ha conquistato Milano (e l’Italia) edesco di nascita e milanese d’adozione, lo Chef Ernst Knam è conosciuto per i suoi dolci non solo a Milano, dove nel 1992 ha aperto i battenti la sua pasticceria in via Anfossi 10, ma ormai anche su tutto il territorio nazionale, grazie al successo ottenuto sul piccolo schermo. Programmi come “Il Re del Cioccolato” e “Bake Off Italia”, andati in onda su Real Time, l’hanno reso famoso al grande pubblico: nel primo lo Chef metteva in campo le sue abilità di scultore di cioccolato, mentre nel secondo si è affermato come giudice implacabile di pasticceri amatoriali insieme a Benedetta Parodi e Clelia D’Onofrio.
T
E proprio “Bake Off Italia” ritornerà a partire da settembre per la sua quarta stagione, dopo essere stato il programma più seguito sul digitale terrestre nel 2015, con un picco di circa un milione di telespettatori durante la finale, trasmessa a novembre. Dati che confermano il grande seguito dei tv show dedicati al mondo della cucina, di cui Masterchef è solo uno dei tanti esempi. Un successo che però non ha cambiato lʼessenza della pasticceria in via Anfossi 10, lʼindirizzo presso cui nel 1992 Knam ha aperto il suo primo (e ora unico) punto vendita. La Pasticceria di Ernst Knam, che si trova a Milano vicino a Piazza Cinque Giornate, è diventata quasi un luogo di pellegrinaggio per i tantissimi fan, che da tutta Italia richiedono di gustare le creazioni del Maestro pasticcere, che però per ora ha deciso di non considerare lʼapertura di altri punti vendita. Una scelta ponderata dello Chef, il quale preferisce concentrarsi sullʼartigianalità delle proprie creazioni invece che cedere alle numerose richieste di “bissare” la propria attività.
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Unʼaltra scelta, fortemente voluta fin dallʼinizio, è stata quella di non comprendere anche uno spazio bar/caffetteria: il rinnovo del negozio, che si è svolto nel 2015 con il supporto dellʼarchitetto Lorenzo Palmeri, ha portato ad un cambiamento di design e organizzazione degli spazi (con la progettazione, insieme a ISA, di banchi refrigeranti appositi, che migliorano lʼesposizione e la visibilità dei prodotti), ma non del concept, che è rimasto quello di un negozio adibito alla vendita e allʼesposizione. Una decisione controcorrente rispetto a molti grandi nomi della pasticceria milanese (Martesana e Cova solo per citare alcuni esempi), dettata dalla volontà di concentrarsi sulla produzione e la sperimentazione, di cui la nuova linea di torte Extreme, inaugurata a ottobre in contemporanea al punto vendita ristrutturato, ne è forse il massimo rappresentante. Tutta la produzione, dʼaltronde, è in costante evoluzione, anche a seconda delle esigenze dei clienti e della stagionalità degli ingredienti, oltre che in relazione alle ricorrenze. Oltre alle praline e alle sculture in cioccolato, la “firma” di Knam prende la forma della mousse ai tre cioccolati: la “Tris” con cioccolato bianco, al latte e fondente è senza dubbio uno dei prodotti più venduti in via Anfossi 10, insieme alla Mokaccina (con caffè) e allʼAntica, dedicata al primo nome della pasticceria, “LʼAntica Arte del Dolce di Ernst Knam”.
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CHOCO ART Estreme nella forma e nel gusto. È questo lo slogan che ha contraddistinto l’ultima linea di creazioni, che lo Chef Ernst Knam ha lanciato a metà ottobre per celebrare la riapertura del rinnovato negozio in via Anfossi 10 a Milano. Con una decorazione “minimal”, rappresentata dalla sola glassa, che ricopre le torte di dieci colori e gusti differenti, gli ingredienti classici della pasticceria (come l’immancabile cioccolato) vengono abbinati a un ingrediente “insolito”. La versione BIANCA, ad esempio, unisce cocco, cioccolato bianco e…capperi. Quella ROSSA, invece, vede protagonisti lamponi, pomodori e parmigiano reggiano di vacche rosse.“A molti possono sem-
brare abbinamenti azzardati, quasi impossibili. Quando sentono aglio (presente nella Extreme NERA, con cioccolato fondente 80% e crue di cacao, ndr.) molti già si rifiutano di provare e non si rendono conto che si tratta di aglio nero fermentato, che si sposa benissimo con il cioccolato. Io oltre a pasticciere sono anche Chef, per cui sono in grado di bilanciare questi ingredienti per renderli armoniosi tra di loro, addirittura perfetti in un dolce”. Un’idea originale, di certo insolita nata “a cena con Gualtiero Marchesi”.
Photo: Ernst Knam
Praline per tutti i gusti Il cioccolato, ingrediente distintivo dello Chef Knam, trova una delle massime espressioni proprio nelle praline. Tutte e quattro le linee di questi cioccolatini a forma di “gessetto” sono sempre in assortimento in pasticceria: si va dai gusti usuali della linea “CLASSICI”, ai colori sgargianti dei KROMATICI, fino agli abbinamenti insoliti della collezione OLTRE. La particolarità? La serie ITALIAN TRAVEL, pensata per i tantissimi fan del pasticciere che fanno visita al negozio da tutta Italia, le quali hanno una durata più ampia e vengono offerta in apposite confezioni, adatte ai lunghi viaggi.
www.eknam.com
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CAKE ART
Sylvia Weinstock:
come trasformare l’alta pasticceria in opera d’arte www.sylviaweinstock.com
C
ome una passione può trasformarsi in un’attività imprenditoriale di successo. Si potrebbe così sintetizzare la storia di Sylvia Weinstock, artefice di dolci creazioni celebrate in tutto il mondo.
Moglie e madre di tre figlie, inizia a cuocere torte nella cucina di casa e determinante per la sua carriera risulta lʼincontro con il pasticcere in pensione George Keller, che la arruola come apprendista. Molto presto inizia a vendere dessert ai ristoranti locali. I suoi dolci non mancano di attirare lʼattenzione dellʼélite della città di New York: le si spalancano, in prima battuta, le porte dellʼhotel The Carlyle a Manhattan, di molti altri alberghi di lusso e, nel contempo, vede crescere le richieste del servizio di catering. Lʼelenco dei suoi clienti vanta i nomi di Oprah Winfrey, Robert De Niro, Martha Stewart, Ralph Lauren, Michael Douglas, Jennifer Lopez e Kim Kardashian, oltre a famiglie come i Kennedy, i Rockfeller e i Clinton. A oggi, le torte di Sylvia Weinstock sono richieste e consegnate in tutto il mondo, da Londra a Milano, da Parigi a Dubai, dalla Germania alla Turchia e perfino in India. Il segreto del suo successo risiede nellʼavere sviluppato un metodo originale per realizzare le torte in 24 ore, frutto di unʼattenta scelta degli ingredienti più freschi e assemblati sotto forma di vere e proprie creazioni artistiche, sulla base delle richieste dei clienti e delle ricorrenze da celebrare, come ad esempio feste di matrimonio, di laurea, battesimi e anche festività ebraiche. Lʼanno 2013 segna la nascita della divisione Sylvia Weinstock Licensing, LCC, per ricercare partner globali intenti a portare avanti la tradizione di arte e di eccellenza della SWC (Sylvia Weinstock Cakes). Il primo negozio di marca, con lʼinsegna Lily by Sylvia Weinstock, è stato inaugurato in Kuwait nel dicembre 2015, per servire i clienti dellʼEstremo Oriente. La prossima apertura è prevista in Asia. L.B. Photo: Sylvia Weinstock e alcune sue creazioni
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SPECIALE
Bianchi Cafè & Cycles (CREDIT Fabian Wester)
di Laura Almirante
Bici&Radici Urban Bike Messangers
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MovimentoCentrale Upcycle Cafè
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BICICLETTA
Quando le idee pedalano Ristoranti e bike cafè, ciclofficine doc o con il pollice verde, consegne a domicilio a emissioni zero. Il mondo della bicicletta mostra il lato fruttuoso delle due ruote. Un business che viaggia con la marcia in più di chi vuole trasmettere una passione. Le idee che vanno in bicicletta hanno qualcosa di originario ancor prima che di originale. Basta fare una ricerca per scoprire che la nascita di format e storie imprenditoriali che ruotano attorno a questo mondo affonda le proprie radici in un sottobosco attivo per la diffusione della cultura della bicicletta. In Europa il giro d’affari del settore vale 220 miliardi (dati ECF). Nella classifica della European Cycling Foundation l’Italia si piazza al 17posto per l’uso ancora poco rilevante del mezzo – il 5% della popolazione contro i Paesi Bassi, capolista con il 40% -, e fortemente penalizzata da una mancanza di sicurezza sulle strade. Eppure qualcosa si muove. La vendita di biciclette cresce del 6,6% e siamo il maggior produttore europeo, con un ruolo di rilevanza nel comparto bambino (dati CONEBI). Il primato italiano – con il 30% della popolazione che sceglie di pedalare quotidianamente- lo conquista Bolzano premiata, nel 2015, per la qualità della vita. Mentre i sistemi di condivisione, come il Bike sharing, contano almeno 120 stazioni (dati Bikesharing Map) su tutto il territorio nazionale. Da noi, chi fa leva sul legame con il mondo della bici per idee e progetti dʼimpresa, lo fa sapendo di essere - almeno numericamente- diverso. Guardando a format più ampiamente ambientati allʼestero, lʼItalia avanza con storie di grande identità, dal Bianchi Cafè & Cycles dello storico marchio fondato nel 1885 da Edoardo Bianchi “che esalta la cultura made in Italy e quella bike fatta di innovazione e tecnologia” riporta Claudio Masnata, responsabile marketing. A MovimentoCentrale, nato un anno fa nella cornice storica di Siracusa per iniziativa di due appassionati che si fanno imprenditori “per dare un contributo alla diffusione del cicloturismo in Italia”.
Se una città come Milano oggi è ricca di eventi e riferimenti di questo ambiente - la critical mass del giovedì, le ciclofficine popolari - lo si deve, soprattutto, alle iniziative spontanee di appassionati e associazioni di settore. E di chi da anni, concretamente, realizza una cultura di tendenza. Nasceva nel 2012 Bici&Radici una bottega dove convivono il mondo bike e quello botanico. Qui trovate tutto sulla bicicletta - con un incursione nel mondo nostalgico dellʼEroica -, la ciclofficina, corsi di ciclomeccanica “abbiamo avuto iscritti anche dalla Puglia”- racconta Stefania Tussi, titolare assieme a Marco Fantasia - e poi piante, fiori e accessori. Photo in alto: Bici&Radici in zona Pasteur a Milano
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SPECIALE In Italia dal 2011 al 2014 l’uso della bicicletta è passato dal 3,1% al 4,2% (Fonte Istat, 2015)
Upcycle Cafè
Interessante poi lʼincursione del mondo dei servizi in questo mercato. Come Urban Bike Messangers, consegne a domicilio in bicicletta. La società milanese è stata rilevata nel 2008 da tre soci, Matteo Castronuovo, Rita e Gianni Fiammengo, che lʼhanno portata a una crescita costante “il 2015 ha registrato un incremento del 67% rispetto allʼanno precedente”. Oggi la flotta conta circa 25 corrieri “dodici dei quali assunti a tempo indeterminato e uno stipendio di 1.200 euro per 14 mensilità” ci racconta Castronuovo. A Milano UBM realizza circa 500 prese al giorno “compreso il food delivery per ristoranti, sushi bar e quello di aziende agricole bio che stoccano nei nostri magazzini, lasciando a noi la consegna ai clienti in modo totalmente non inquinante”. Inoltre nel capoluogo lombardo è attiva una partnership con DHL “un progetto per ridurre la presenza di automezzi a partire dal centro storico, noi copriamo il quadrilatero della moda”. UBM, dal 2012, è presente anche a Bologna, ma avverte Castronuovo “Sono state fondamentali le ottime referenze del nostro affiliato. Preferiamo uno sviluppo controllato. Meglio pochi ma buoni”.
Lʼanno successivo, 2013, è stata la volta di Upcycle Cafè in zona Piola che, rifacendosi agli urban bike cafè del nord Europa, ha aperto le porte di uno spazio di incontro, scambio, co-working, riparazione biciclette, facendo leva sulla ristorazione “senza lʼansia della consumazione”. Più giovane il progetto avviato in zona Porta Genova che offre una sosta con un calice di vino. Ciclosfuso è negozio di bici e ciclofficina, ma anche vineria con bistrot, dove si organizzano mostre ed eventi. Non da meno le iniziative di Torino, con Pai Bikery e il Bike Cafè di Pinerolo o quelle di Bologna che, nel 2015, ha inaugurato Dynamo, la Velostazione dallʼidea dei fondatori di dare ai ciclisti urbani “una casa” per ritrovarsi.
La bici? Una scelta conveniente I mezzi con cui in Europa ci si sposta quotidianamente (Quality of Transport, 2014): automobile 54%, trasporto pubblico 19%, a piedi 14%, bicicletta 8%, motocicli 2%, treno 2%. L’uso dell’automobile passa dal 38% al 64% a seconda che ci si trovi in grandi città o in aree rurali. La bici varia tra il 7 e l’8%. Chi sceglie la bici lo fa per due ragioni tra: convenienza 49%, velocità 27%, accessibilità 18%, prezzo 24%, e rispetto ambientale 22%.
Urban Bike Messangers
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BICICLETTA INTERVISTA
MOVIMENTOCENTRALE: Volevamo aprire un ostello per ciclisti perché da cicloturisti che siamo - se ne sente la mancanza in Italia - raccontano Chiara Pota e Alfonso Peralta che nel 2015 hanno inaugurato il primo bike cafè nel centro storico di Siracusa -, abbiamo dovuto rivedere i nostri piani per via dell’investimento. Ora ci definiamo un punto di ritrovo e di ristoro per ciclisti e non solo, abbiamo la ciclofficina e realizziamo gli stessi servizi che avevamo in mente nel progetto originario grazie alla creazione di un network collaborativo”. Dal noleggio “in partnership con un negozio di bici locale che ha acquistato i mezzi, noi li abbiamo brandizzati, i ricavi sono divisi a metà”. Ai tour in bicicletta “che organizziamo, ma facciamo anche da raccordo tra i parchi e l’offerta ricettiva”. MovimentoCentrale, che compie proprio ora un anno, si presenta negli arredi come uno spazio modulare “l’architetto ha tradotto la nostra esigenza di versatilità con un progetto che utilizza cubi modulari che, a seconda delle esigenze, vengono ricollocati”. Quello in cui vi imbatterete in questo angolo di Ortigia è stato interamente realizzato dai suoi fondatori “la cura per l’immagine ci viene dal nostro background professionale - specifica Chiara - a Milano Alfonso ha lavorato molti anni come grafico, io nel settore della comunicazione”. La scelta di essere imprenditori ha a che fare con il desiderio di lasciare una traccia sul territorio per le generazioni future: “il mestiere più difficile è imparare a fare gli imprenditori, ciò che ci dà soddisfazione è scoprire che, oggi, è una parte di mondo a venire a trovarci, non solo turisti italiani ma anche tedeschi, inglesi, francesi, australiani e canadesi.
“
MovimentoCentrale a Ortigia
“
bicitalia.org è il sito per la promozione della ciclabilità
BIANCHI CAFÈ & CYCLES Punta sullʼeleganza questo spazio che traduce una storia più che centenaria in un modernissimo tempio della bicicletta. Qui celebrerete i riti quotidiani della ristorazione o acquisterete una due ruote esclusiva, con lʼassistenza di un rilevatore di pedalata che vi dirà la struttura di telaio adatta. Il Bianchi Cafè & Cycles del capoluogo lombardo è stato voluto da Salvatore Grimaldi, patron del gruppo svedese proprietario di Bianchi dal 1996. “È unʼoperazione a cui lʼazienda tiene molto - racconta il responsabile marketing Claudio Masnata - il primo store con questa concezione è stato aperto a Stoccolma nel 2010. Quello di Milano è unʼevoluzione che punta sullʼalto standard qualitativo nellʼofferta ristorativa, oltreché essere vetrina della più moderna tecnologia applicata in ambito ciclistico”. Una mossa che vuole impressionare il contesto urbano in cui si colloca. “In uno spazio di oltre 600mq lavorano 16 persone, a cui si aggiunge il personale della sede di Treviglio che collabora quotidianamente per la buona riuscita del progetto interviene Fabrizio Casellato, CFO Bianchi -. Siamo
Bianchi Cafè & Cycles in Via Cavallotti 8 a Milano
un punto di riferimento nel mercato e con questo format apriamo le porte per confermarci sinonimo di eccellenza. Il nostro target è trasversale e lo vogliamo coinvolgere in modo diverso, come con collaborazioni per bike tour di alto livello”. Quello che Bianchi sta facendo, sotto la guida di Grimaldi, è di portare, gradualmente, questo format in tutto il mondo “In Italia ci arrivano richieste da Roma o dalla Riviera Romagnola. E poi Londra, San Francisco, Santiago del Cile. Valuteremo con molta attenzione ogni fase di possibile sviluppo. Questi sono mercati dove il nostro marchio è già presente prosegue Casellato - si tratta di dare qualcosa in più valorizzando anche lʼitalianità di origine del brand grazie allʼofferta ristorativa”. Per capire la rilevanza che questa esperienza ha per il marchio, si aggiunga un elemento sulla strategia “quando nel 2010 abbiamo aperto uno store a Bergamo per le nostre biciclette, temevamo una disaffezione da parte dei dealer, invece abbiamo notato che la penetrazione del marchio è cresciuta” conclude Casellato.
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ESCLUSIVA di Elena Delfino
Penélope Cruz e Carpisa, 'na cosa grande I retroscena della collaborazione tra l'attrice premio Oscar e il brand italiano di borse e accessori enélope Cruz è una attrice famosa per essere attrice. Non un volto pubblicitario o televisivo prestato al cinema, ma una che a poco più di quarant'anni è già stata candidata agli Oscar per tre volte, e l'ultima l'ha vinto come miglior attrice non protagonista in "Vicky Cristina Barcelona", diretta da Woody Allen. Una che ha recitato in cinque film di Almodóvar e che per il film di Sergio Castellitto "Non ti muovere" ha avuto il coraggio di tagliarsi i capelli a zero e diventare brutta, o quasi. Una che non ha paura di interpretare uno dei capolavori di Domenico Modugno, come fa nello spot per Carpisa dove si cimenta con Tu si 'na cosa grande per me. Una che, per questa freschezza con cui si misura con sfide sempre diverse, quando te la trovi davanti riesce a sembrarti anche umana. E che, in fondo, non ti sorprende incontrare anche nella versione di fashion designer. Insieme alla sorella Monica, infatti, Penélope Cruz ha firmato una collezione esclusiva di borse per Carpisa, il brand di cui è anche testimonial. La capsule collection comprende sei linee declinate in diversi modelli e colori. Della collaborazione con l'attrice spagnola, e di come questo si inserisca nelle strategie di posizionamento e comunicazione future dell'insegna di borse, accessori e valigeria, abbiamo parlato con Gianluigi Cimmino, amministratore delegato Carpisa.
P
La tela di Penélope Penélope Cruz, classe 1974, è un'attrice spagnola. Comincia la sua carriera artistica in televisione. Il debutto cinematografico avviene con il film Prosciutto prosciutto, di Bigas Luna, nel 1992. Nella sua carriera è stata candidata per tre volte ai Premi Oscar: come miglior attrice protagonista in Volver e come miglior attrice non protagonista in Nine e Vicky Cristina Barcelona, vincendolo con questʼultimo. Ha inoltre vinto un Premio BAFTA, tre Premi Goya e un Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes. Ha recitato in cinque film di Pedro Almodóvar: Carne tremula, Tutto su mia madre, Volver, Gli abbracci spezzati e Gli amanti passeggeri. Nel 2011 riceve la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame. È sposata con l'attore Javier Bardem, da cui ha avuto due figli. Alcune immagini del making off di Penélope Cruz per lo spot di Carpisa in cui interpreta ‘Tu si 'na cosa grande per me’
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ESCLUSIVA L'intervista a Gianluigi Cimmino, amministratore delegato di Carpisa
Quanto conta la comunicazione per raggiungere il successo e quali sono gli altri ingredienti per affermarsi sul mercato oggi, specialmente nel vostro settore di riferimento? La comunicazione è importantissima, il prodotto è sempre supportato da una strategia comunicativa attuale e gli strumenti di comunicazione utilizzati dallʼazienda sono molteplici e variegati, proprio per raggiungere tutti i target. Stampa e pianificazione televisiva, web e canali social (che costituiscono unʼimportante risorsa per scoprire tutte le novità e le attività in programmazione), maxi impianti pubblicitari nei maggiori aeroporti italiani e nei maggiori centri italiani. Sicuramente in questo contesto si inseriscono le collaborazioni con testimonial di spicco. Con l'affermazione del digitale e dell'ecommerce sono cambiate le vostre strategie di penetrazione del mercato? Se sì, come? Le strategie di penetrazione del mercato, con lʼavvento del digitale, si sono chiaramente trasformate. Sono entrati in gioco nuovi canali e tecnologie che hanno consentito un grado di targetizzazione del mercato sempre più profondo. Questo ha avuto un impatto positivo nel rapporto sempre più diretto con il cliente (pensiamo allʼemail marketing o alle campagne di re-marketing), nella capacità di generare risultati misurabili, che aiutano lʼazienda ad individuare facilmente i bisogni delle domanda. Carpisa è sul mercato da diversi anni, il logo della tartaruga si è imposto in brevissimo tempo. Come si fa ad andare lenti e allo stesso tempo veloci? Come è cambiato il mercato in questi anni? Oggi vince la moda che incontra le persone vere, è questa la filosofia del nostro marchio che ci ha reso vincenti.
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ESCLUSIVA Ascoltiamo quotidianamente la domanda reale attraverso gli oltre 650 punti vendita Carpisa, di cui il 20% si trova allʼestero. La crisi ha cambiato il mercato. La crisi non è nei consumi ma nel cambiamento dei consumatori. Il nostro segreto è produrre collezioni dal prezzo accessibile ma di ottima qualità con un alto contenuto moda. Perchè avete scelto di collaborare con Penélope e Monica Cruz? La scelta non è stata certo per caso: Le Cruz rappresentano unʼaltra importante tappa per accrescere la notorietà del brand allʼestero dopo lʼaffermazione in Italia e per valorizzare sempre più il prodotto. Penélope è una musa accattivante, un volto pieno di fascino, icona del mondo cinematografico, interpreta in chiave del tutto nuova le collezioni Carpisa. Sintesi perfetta dello charme internazionale e della sensualità spagnola. Come hanno reagito alla vostra proposta? Con molto entusiasmo, soprattutto quando si è parlato della capsule collection Penélope e Monica Cruz. Come hanno dichiarato, da piccole Penélope e Monica giocavano a disegnare abiti e ritagliare foto dalle riviste di moda. Si sono divertite ma allo stesso tempo hanno preso molto seriamente il loro ruolo di designer, hanno curato tutto nei minimi dettagli e scelto modelli, materiali e i colori delle collezioni. Linee in perfetta sintonia con lo charme e lʼeleganza delle sorelle Cruz. Qual è stato il valore aggiunto di Penélope a Carpisa? Eleganza, semplicità, bellezza. Le campagne che la vedono protagonista ma anche le borse, gli accessori e le linee valigeria della capsule riflettono il gusto di Penélope anche nella vita privata. Photo: Interno Punto vendita Carpisa
I numeri di
Oltre 650 punti vendita, dei quali 166 all’estero, in 40 paesi diversi Making off di Penélope Cruz per lo spot di Carpisa
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ESCLUSIVA Ci potete raccontare un dettaglio inedito della vostra collaborazione? Sicuramente ci ha colpito il suo essere eclettica, la capacità di Penélope di passare da testimonial a stilista e poi a cantante: una voce calda e suadente, con una “S” scandita che tradisce lʼaccento spagnolo, rendendo lʼinterpretazione ancora più originale. Tutto svolto con totale disinvoltura e naturalezza. Un clima disteso sul set che non ti fa pensare di essere accanto ad un premio Oscar. In che cosa Penélope Cruz rispecchia Carpisa? I nostri prodotti sono pensati per essere belli, si, ma alla portata di tutte. In linea con la bellezza “umana” di Penélope: una donna vera, la più sexy e interessante al mondo, una bellezza pura che è fatta di eleganza e semplicità. Penélope Cruz è una donna eclettica, elegante, dai tratti estremamente mediterranei, che ben rappresenta il brand Carpisa Quali sono gli obiettivi di crescita di Carpisa nel futuro prossimo? 166 negozi in 40 Paesi differenti. Lʼobiettivo per il piano triennale è quello di arrivare a 380 stores. Lʼespansione partirà dalla Francia e dalla Germania, dove abbiamo trovato dei partner molto forti, con i quali contiamo di aprire entro fine anno 42 store.
Photo: Interno Punto vendita Carpisa Making off di Penélope Cruz per lo spot di Carpisa
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NEWS
la Redazione
Alcuni render di Arese Shopping Center
ARESE SHOPPING CENTER, il mall più grande d’italia previsto per il prossimo aprile lʼopening di Arese Shopping Center, che con i suoi 92.000 mq di GLA vanta il primato del più grande shopping center mai realizzato in Italia in una sola fase e in soli due anni; 200 negozi, ristoranti e caffè, oltre a un polo sportivo sia indoor che outdoor che si colloca in una delle aree più strategiche di Europa: alle porte di Milano e vicinissimo agli importanti flussi provenienti dalla Svizzera, sulla direttrice dei laghi e dellʼaeroporto internazionale di Milano Malpensa. Il progetto è stato realizzato dagli architetti di fama mondiale: Davide Padoa, CEO Design International, Michele De Lucchi e Arnaldo Zappa. Lo studio Design International, convocato in una seconda fase grazie alla comprovata expertise nel mondo Retail, ha caratterizzato il progetto realizzando un building unico e iconico, con lʼimprinting dei grandi mall internazionali, creando una “storia” e un “percorso” che si accompagnano al design di De Lucchi con il progetto delle due aree Fashion Court e Ipermercato. Davide Padoa, CEO di Design International che annovera decine di progetti internazionali del calibro di “Morocco Mall” e ha firmato alcune delle pietre miliari della “retail architecture” degli ultimi anni, ha commentato: “Arese Shopping Centre è una nuova esperienza di shopping & dining che trova le sue radici 500 anni fa, quando la strada diventò un luogo di incontro. Infatti, non ha negozi lungo una galleria commerciale ma veri e propri palazzi e piazze lungo una strada." La Fashion Court, ispirata a Covent Garden, è strutturata secondo lʼinnovativa tecnica del “sistema di piazze” per creare punti di aggrega-
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zione, sulle quali si affacciano importanti brand, tra cui Primark, il noto brand inglese, per la prima volta in assoluto in Italia. Anche allʼIpermercato è stata data una particolare connotazione: lʼarchitetto Davide Padoa ha realizzato una sorta di estensione dellʼipermercato anche allʼesterno con unʼarea dedicata ai prodotti “al fresco” allʼinterno della Food Court offrendo ai visitatori lʼopportunità di acquistare i prodotti da consumare anche in loco. Il concept architettonico si contraddistingue per il sistema di piazze, ognuna con una propria identità, e per la rampa interna che ricorda inequivocabilmente il Museo Guggenheim di New York. Lʼintero complesso è stato progettato secondo rigidi criteri di risparmio energetico e bio-sostenibilità. Continua lʼarchitetto Padoa: "Arese SC ha trasformato la vecchia sede dell'Alfa Romeo da una fabbrica di macchine a una fabbrica di esperienze, con il più grande numero di insegne mai realizzato in Italia. Disegnarlo è stato come dipingere una città, con in mente le abitudini e i gusti dei suoi cittadini e turisti ". Arese Shopping Center nasce nellʼarea dellʼex fabbrica Alfa Romeo, grazie alla volontà di riqualificare il territorio da parte di Marco Brunelli, patron di Finiper. Itinera SpA è il General Contract, Moretti S.p.A. è subcontractor.
Fonte: NIC nuove idee di comunicazione - Ufficio stampa Design International Italia
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NEWS
di Laura Almirante
Tutti Gatti per Crazy Cat Cafè Fonte: Xx
Un’idea nata poco meno di 20 anni fa a Taiwan che sta conquistando l’Occidente. anche Milano, ora, ha il suo primo Neko Bar, uno spazio dove degustare una tazza di caffè in compagnia di uno dei sei felini di casa. Durante il nostro viaggio in Oriente, a Osaka, siamo stati in un Neko Bar neko è gatto in giapponese, per l’appunto racconta Alba -, ci è piaciuta soprattutto l’idea di ospitalità che si respira in questi spazi. Marco è rimasto folgorato, io ho sempre avuto gatti, quando siamo tornati ci siamo subito mossi per capire come aprirne uno nostro.
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Anzichè il solito souvenir, Alba Galtieri e Marco Centonza, dal Giappone, hanno portato un’idea “per fare qualcosa di concreto nella vita”. Classe 87 lei, 84 lui. A ottobre 2015 hanno inaugurato Crazy Cat Cafè, il primo bar dei gatti di Milano. Antesignana dellʼidea è stata Taiwan che ha visto il primo locale di questo tipo nel 1998 a Taipei. Poi è stato il Giappone a rendere popolare lʼidea, puntando sullʼimportanza del benefico relax che la compagnia di un gatto trasmette a chi gli sta vicino. Un poʼ cafè, un pò salotti dove sostare per ritrovare il tempo perduto, dal 2012 il format è stato di ispirazione a diverse repliche europee, prima Vienna, poi Londra, Parigi, Madrid, Budapest. In Italia sono già presenti in diverse province: Torino, Roma, Alessandria, Milano e Udine.
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Alcune immagini del Crazy Cat Cafè
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Quando abbiamo deciso di provarci, siamo stati a vedere i cafè di Torino e poi quello di Parigi per confrontarci con una realtà internazionale - prosegue Alba - io ai tempi stavo terminando la mia laurea in psicologia, Marco lavorava già da diversi anni come consulente del lavoro - avevamo un’idea chiara di come volevamo il nostro posto, non provenendo dal settore della ristorazione, abbiamo iniziato a informarci in ogni modo per capire come realizzarlo al meglio.
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Ci è voluto un anno circa per aprire quello che oggi potete trovare a questo indirizzo della città. Non essendo unʼattività tipica non esistono al momento normative specifiche se non quelle sulle autorizzazioni per la somministrazione. “Io mi sono occupata del corso presso la camera di commercio - 3 settimane full immersion - specifica Alba -. Ci sono poi le norme sulla tutela degli animali. Cucina e caffetteria sono separate per ovvi motivi di igiene. Il fatto poi che non esista un bancone obbliga la gente a sedersi e a guardarsi intorno”. L'investimento iniziale è stato di 200mila euro, in parte finanziati dalle banche, in parte con il sostegno delle famiglie “abbiamo provato a cercare incentivi allʼimprenditoria, ma siamo rimasti spaventati dalla complessità di questi iter, le richieste che abbiamo inoltrato non hanno mai ricevuto risposta”. Oggi da Crazy Cat Cafè, accanto ai due soci, lavorano sette persone “tutte assunte” specificano Marco e Alba. Per la composizione del gusto la scelta è stata precisa: prediligere qualità alla quantità “quello che si trova in menù viene preparato sul momento dal nostro chef, dalle vellutate di stagione alle torte senza glutine. Una scelta che ci rispecchia. Lʼattenzione per chi sceglie di trascorre il proprio tempo da noi parte dai dettagli, come le tazzine a forma di gatto che realizza in esclusiva per noi un laboratorio di ceramica”.
Così, mentre siete in attesa del vostro piatto, potrete guardarvi intorno e, magari, interagire con uno dei sette gatti di casa: “Qualcuno ogni tanto si lamenta del fatto che i gatti dormono o non si facciano vedere. Questa è la loro casa, bisogna saper creare una relazione con loro, che non deve essere forzata. I bambini sono quelli più eccitati da questa esperienza, è importante che i genitori insegnino rispetto e pazienza, magari così li si potrà vedere giocare con tutti e sei”. La famiglia di gatti di casa si è formata grazie alla collaborazione di associazioni animaliste: “sono stati tutti adottati da piccoli. Li abbiamo fatti conoscere e ambientare gradualmente, qui hanno anche una loro stanza in cui ritirarsi in ogni momento”. Capirete, dunque, perché sul conto, trovate una voce di 1 euro per il servizio di Pet therapy ricevuto: “devolviamo i soldi raccolti alla cura dei felini e alle associazioni che se ne occupano. Stiamo organizzando corsi di recupero comportamentale dei gatti, ci piacerebbe che Crazy Cat Cafè diventasse un luogo di scambio per chi ama gli animali”.
Crazy Cat Cafè è aperto a Milano in via Napo Torriani, 5 dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 21.30
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MUSICA di Marco La Rosa
L’avventura di Mind Against Produttori di musica elettronica a Berlino Immagini tratte da sito di Mind Against
Determinazione, pazienza, creatività ma anche voglia di innovare e di confrontarsi con musicisti di tutto il mondo. Sono questi gli ingredienti alla base del successo dei fratelli Fognini, produttori di musica elettronica nella capitale tedesca. due fratelli milanesi Alessandro e Federico Fognini sono entrambi produttori di musica elettronica di studio a Berlino. Con il loro progetto “Mind Against” hanno realizzato il sogno di molti artisti: “spaccare” allʼestero. Detto meglio, avere successo con una musica “intelligente” e vivere del proprio mestiere, senza cedere a compromessi con un business system musicale da sempre fin troppo vorace e compulsivo. E il settore che Alessandro e Federico si sono scelti non è certo dei più facili. Totalmente realizzata in studio senza cantato, con sintetizzatori e riprocessamento dei “tracks” così ottenuti , la techno underground è una musica melodica intelligente, incentrata su un intimismo e un lirismo che lavora come un mantra sui piani emozionali e percettivi dellʼascoltatore. Questo senza perdere la sua natura di musica da DJ da suonare in luoghi che ordinariamente sarebbero considerate discoteche senza esserlo veramente, e di cui Berlino abbonda come il trasgressivo e imbattuto
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Berghain, dove centinaia di persone sono disposte a stare in paziente attesa di notte per ore a meno dieci gradi per passare la rigidissima selezione di ingresso. Come tutte le avventure, quella dei fratelli Fognini inizia per puro caso, quando un amico dj di Federico gli mostra come mixare due brani musicali una sera in discoteca a Milano. “Siamo andati sempre più in profondità” – racconta Alessandro – “passando prima al mondo dei Dj e poi alla composizione. Da li siamo diventati produttori e nel 2011 abbiamo fondato Mind Against. Poi nel 2012 è arrivato il primo disco e infine il successo”. Trasferirsi a Berlino è stata per i due fratelli sia una conseguenza naturale del loro lavoro – Berlino è la capitale europea di questo tipo di musica - sia una scelta legata a fattori più interiori: “Berlino è una città molto ispirante per un musicista di elettronica, con le sue atmosfere rarefatte fatte di grigi e i suoi silenzi, la neve che attutisce tutto e i suoi spazi sconfinati e desolati, senza lʼaffollamento di una città come Londra. Può essere
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MUSICA deprimente, ma la “depressione” è un terreno fertile per lʼarte. La contraddizione di Berlino è che ti permette sia una vita frenetica che una vita tranquilla, e di concentrarti sul lavoro quando ne hai bisogno.” Certo, la poesia da sola non basta a pagare le bollette. Nella musica bisogna saper sviluppare un concept valido e che piaccia al pubblico, anche se di nicchia, il che richiede impegno e determinazione. “Mind against sviluppa sonorità aggressive techno da club che però vengono affiancate a melodie emotional e in qualche modo progressive e intelligenti” , continua Alessandro. “Una musica che fa uscire i molteplici e diversi stato dʼanimo delle persone nel momento che la ascoltano, al contrario della musica commerciale che comanda a tutti la stessa emozione”. “Sviluppare un prodotto del genere richiede tempo e voglia di innovare. La competizione è fortissima, i musicisti di elettronica sono tanti. Bisogna saper trovare soluzioni originali e nello stesso mantenersi aperti ai nuovi trends, a cosa si muoverà nel futuro prossimo. In un settore tra lʼaltro ad alto impatto tecnologico dove la sperimentazione è un must per tutti”. “Naturalmente ci vuole anche organizzazione e bisogna saper fare lʼimprenditore. Un poʼ come le startup, ci siamo organizzati con un team, un manager, degli assistenti, degli agenti, una etichetta discografica, insomma persone che ruotano intorno al progetto. Il modello di business è quello classico di un produttore musicale. Abbiamo fatto una società io e mio fratello, di cui siamo soci al 50%.” “Almeno un treno giusto passa per tutti prima o poi nella vita, qualunque attività si svolga, bisogna saper aspettare e capire quale direzione prendere, soprattutto se il prodotto è valido.” Dalla Germania, Mind Against ha cominciato a girare il pianeta, al punto che la vita dei fratelli Fognini è diventata intensa e convulsa, essendo continuamente chiamati a eseguire loro musica in tutto il mondo, dal Canada al Belgio, passando per Regno Unito, Olanda, Romania, America del Sud o la stessa Italia, che presenta alcune tra le location più suggestive al mondo, come ad esempio il Clorophilla di Castellaneta Marina, in Puglia. Nellʼimminente futuro, Mind Against approderà per la prima volta nel continente Asiatico, dove – soprattutto in Giappone – il fermento e lʼattesa per questo genere musicale è forte e da dove sono arrivate molte richieste. Questo senza perdere di vista le sfide cruciali che la musica elettronica dovrà affrontare nei prossimi anni: diffusione del format digitale, per cui ormai la musica si compra sempre di piu online e non nei negozi di dischi; un mercato in evoluzione, dove avere successo oggi non vuol dire averlo sempre, dove il bisogno di rinnovarsi, capire il filone e la musica che verrà è continuo, e dove – confessa Alessandro- “noi andiamo ad istinto”. www.facebook.com/mindagainst Mind Against in concerto
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Assofranchising ha deciso di creare un riconoscimento alle eccellenze del franchising. Da qui nasce il premio Asso del Franchising, la prima ricerca di mercato sui consumatori del mondo del franchising in Italia, organizzata per Assofranchising e dai più grandi esperti in questo campo: il gruppo Q&A Research & Consultancy, promotore con SEIC – Studio Orlandini della manifestazione Insegna dell’Anno.
Per Per par partecipare tecipare all all’elezione ’e elezione dell dell’’ ““Asso Asso del FFranchising” ranchising” non è rrichiesta ichiesta alcuna iscr iscrizione izione ne fformale. or o male. Tutti i franchisor franchisor aattivi ttivi in IItalia talia ccon on almeno 15 unità sono iscr itti d ’ufficio e inser Tutti iscritti d’ufficio inseriti iti in una delle 6 categorie, categorie, per ciascuna delle quali è pr previsto evisto un premio: premio: Persona La Persona IIll M Mondo ondo della C Casa asa Ospitalità
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EVENTI
Member of
la Redazione
FRANCHISING&RETAIL EXPO: LA FIERA CHE MANCAVA a Bologna dal 28 al 30 aprile tornano in fiera i grandi marchi del franchising
& Franchising&Retail Expo è la nuova manifestazione fieristica organizzata da BolognaFiere in collaborazione con Assofranchising, interamente dedicata al franchising ed alla distribuzione organizzata, che si terrà a Bologna dal 28 al 30 aprile e che segna il ritorno in fiera, dopo molti anni di assenza, dei grandi marchi del Franchising e del Retail italiano e internazionale.
E il World Franchise Council, l’associazione internazionale che riunisce associazioni nazionali di franchising di tutto il mondo, ha scelto per il suo meeting annuale proprio Franchising&Retail Expo. Sarà Assofranchising a fare da ospite alle associazioni provenienti da svariati paesi quali Australia, Austria, Brasile, Canada, Gran Bretagna, Colombia, Corea del Sud, Croazia, Egitto, Filippine, Francia, Italia, Libano, Messico, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Russia, Singapore, Spagna, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Taiwan, Turchia, Ungheria, U.S.A., ecc.
Con Franchising&Retail Expo BolognaFiere ed Assofranchising hanno voluto lanciare un nuovo evento nel mondo del franchising pensato tanto per coloro che muovono i primi passi nel mondo del franchising, alla ricerca di informazioni e di proposte di affiliazione affidabili per un futuro professionale stabile e gratificante, quanto per gli esperti del settore che possono ritrovare nel mercato italiano un’iniziativa all’altezza degli standard internazionali.
Tutti i marchi presenti a Franchising&Retail Expo in qualità di espositori avranno anche la possibilità di incontrare i membri delle varie delegazioni internazionali per poter sviluppare il proprio brand all’estero. I visitatori potranno invece conoscere le singole associazioni internazionali per valutare meglio le proposte di affiliazione dei marchi esteri presenti. Per maggiori info: Tel. 051 282223 FeRE@bolognafiere.it - www.franchisingretailexpo.com
I numeri dell’evento Più di 170 Brand hanno già confermato la loro presenza con una significativa adesione di marchi esteri: il 28% del settore food e ristorazione, l’abbigliamento con il 15% e quello dei viaggi e turismo con oltre il 7%. Interessante anche il ritorno delle grandi reti immobiliari con il 5%. 50 Sportelli Franchising ConfcommercioAssofranchising per consulenza ed assistenza gratuita ai visitatori, anche dopo la chiusura della manifestazione. 40 Delegazioni Estere per nuove opportunità di investimento nell’area internazionale. Photo: BolognaFiere
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BolognaFiere, 28 - 29 - 30 aprile 2016 F&re è la nuova fiera internazionale B2B che mette in contatto F&re i brand del Franchising e del Retail e i potenziali affiliati e investitori italiani e internazionali. Chi espone a F&re?
FeRE@bolognafiere.it - Tel. +39 051 282111
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INTERNI D’AUTORE SKEMATICA: Progettisti in architettura d’interni
Skematica s.r.l. Viale Svezia, 5 20066 Melzo (Mi) Tel. 02 95731042 info@skematica.it www.skematica.it
Un’azienda giovane, ma di grande respiro, che punta ad un modello di business in grado di associare all’efficacia delle soluzioni proposte il supporto del proprio team di esperti, composto da tecnici e professionisti con una grande esperienza maturata in vari settori. SKEMATICA, specializzata nella progettazione di punti vendita per le reti in franchising e le catene commerciali, è il partner ideale per affrontare in modo sicuro e completo progetti ed allestimenti di negozi e stand fieristici sempre con la formula “chiavi in mano”. Per ogni fase realizzativa, SKEMATICA ha selezionato artigiani e aziende altamente qualificati in importanti settori: illuminazione, lavorazione del vetro, legno, metalli, ricerca dei materiali innovativi, per un perfetto equilibrio tra funzionalità ed estetica in base alle diverse tendenze. Le soluzioni proposte da SKEMATICA garantisco sempre risultati di grande effetto e di sicuro successo. SCEGLI SKEMATICA: GLI INTERNI D’AUTORE!
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EVENTI la Redazione
A MILANO LA TERZA EDIZIONE DEL
“POSITIVE BUSINESS AWARD” er il terzo anno consecutivo Milano ospiterà il “Positive Business Award”, il premio ideato, concepito e realizzato dalla Scuola di Palo Alto – la prima Business School italiana non accademica nonché principale riferimento in Italia per la Positive Education. I riflettori saranno puntati su imprese e organizzazioni che nellʼesercizio del proprio business hanno dato prova di tradurre in fatti, progetti e comportamenti i valori e i principi della Scienza dellʼHappiness. Giovedì 26 maggio, nella suggestiva cornice dello Spazio Gessi di Milano, avrà luogo la serata di gala conclusiva, durante la quale verranno consegnati gli award per ciascuna delle 22 categorie in concorso e il “Positive Business Award 2016” premio assoluto. Le categorie tematiche in concorso spaziano dalla “sustainability” alla “technology”, dal “network” alla “future vision”, dalla “buying experience” alla “location”. Fra le categorie più ambite troviamo la Positive Business Company – lʼazienda che ha saputo fare della positività unʼispirazione per le proprie attività e la propria gestione; la Positive Business People – unʼopportunità per premiare un proprio manager o collaboratore il cui modo di lavorare positivo ha determinato risultati importanti per lʼazienda; e la Positive Business Communication – la campagna pubblicitaria maggiormente in grado di coinvolgere il pubblico con un approccio positivo in termini di strategia, idea creativa e realizzazione.
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Partecipare a questa iniziativa è molto semplice. Possono iscriversi allʼAward aziende, enti e organizzazioni – private e pubbliche – presentando la propria candidatura on-line per una o più categorie entro e non oltre il 26 aprile 2016. Tutte le candidature saranno valutate e selezionate da una giuria autorevole e altamente qualificata, formata da imprenditori, manager, giornalisti, professionisti e sportivi che si sono ispirati alla Scienza dellʼHappiness nel corso della loro carriera. Ogni azienda può prosperare, ma per farlo non deve rinunciare alla felicità e al benessere dei propri collaboratori. Il Positive Business Award è la grande occasione per celebrare la cultura positiva in ogni sua declinazione e nei diversi ambiti di applicazione. Per maggiori informazioni, visitate il sito web dellʼevento: www.positivebusinessaward.it Alcune immagini di “Positive Business Award” 2015
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EUROPEAN
CONFERENCE AUTHENTICITY:
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18-19 April 2016 Milan, Italy
In association with:
David Simon,, CEO, Simon Proper ty Property Group confir med as confirmed Keynote Speaker
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how brands are Discoverr ho adapting to the changing realities in retail whilst retaining their deep rooted authenticity
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EVENTI la Redazione
AUTHENTICITY: DIFFERENTIATING RETAIL Milano 18 e 19 aprile 2016 - ICSC European Conference - MiCo Milano Congressi Photo: www.icsc.org/europe a conferenza, che prevede la partecipazione di oltre 700 professionisti di alto livello del settore provenienti da tutto il mondo, si concentrerà sul tema Authenticity: Differentiating Retail. L'evento di quest'anno si svolgerà in collaborazione con il CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali).
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Il 2016 è un anno che si prevede con il segno + nel settore retail in Italia grazie ad una favorevole congiuntura economica che si coniuga allʼapertura imminente di numerosi centri commerciali prime. Sono segnali di un generale ottimismo in grado di dare unʼulteriore spinta al “Sistema Italia”, che grazie a questa importante manifestazione europea ha lʼopportunità di presentarsi con prestigio al mercato dei player internazionali. Infatti, per lʼICSC e il suo network, lʼ “European Conference” rappresenta lʼavvenimento più significativo dellʼanno, data la grande e qualificata affluenza dei partecipanti e lʼeccellenza delle relazioni e testimonianze che da sempre la caratterizzano. Questʼanno il filo conduttore sarà il concept dellʼAuthenticity, o meglio “Autenticità” versus “Omologazione”. Anche nel mondo retail ciò che è “autentico” è tutto ciò che non può essere virtualmente replicato: un centro commerciale dovrebbe essere connotato da tradizioni, e peculiarità tipiche. In primo piano i modelli di business più interessanti e competitivi provenienti dallʼintero globo che sono diventati “benchmark”, con la testimonianza di case studies unici nel mondo retail. Design, Cultura, Arte, Gourmet Food&Beverage, abilità artigianale, sono queste le keywords dellʼAutenticity nella consapevolezza che il consumatore moderno non compra solo un prodotto, ma unʼesperienza di shopping. Il forte appeal della “destination” è un altro dei principali fattori di successo del retail contemporaneo; costruire un modello di business autentico (non replicabile) in una determinata città e con una selezionata tipologia di marchi, diventa un punto di forza, vincente rispetto ai competitor. Ed è proprio Milano, headquarter della moda internazionale e dei brand principali dello shopping, la prima grande “appeal destination”, motivo per il quale lʼICSC European Conference lʼha fortemente voluta come location. Fra gli Speakers principali della conferenza europea dell'ICSC ci sarà David Simon, Presidente e CEO di Simon Property Group, che spiegherà come l'azienda sia riuscita a rimanere uno dei migliori brand al mondo nel settore degli Shopping Centres.
In association with:
Il CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali) è rappresentante unico in Italia dell’ICSC, l’organizzazione mondiale dell’industria dei Centri Commerciali, che raggruppa oltre 65.000 Soci in 100 diversi Paesi.
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EVENTI la Redazione
Quando le aziende rallentano Nascosta a chi percorre in fretta Via S.Vittore a Milano, c’è una location immersa in uno storico giardino del centro cittadino: il posto ideale dove rallentare per la II edizione di Slow Brand Festival (www.slowbrandfestival.it).
Si proseguirà con Slow Brand Talk per parlare di: Slow Factory (organizzazioni che rallentano al loro interno) e Slow Communication (strategie di comunicazione “lenta” on e off line). Interverranno rinomati esponenti aziendali di big brand italiani e internazionali, e PMI.
Lʼevento, ideato nel 2015 da Patrizia Musso (Direttore di Brandforum.it) in collaborazione con LʼArte del Vivere con Lentezza Onlus fondata da Bruno Contigiani, torna mercoledì 8 giugno (15.30 - 20.00) nella prestigiosa cornice dei Villini dellʼUniversità Cattolica (Via San Vittore, 18).
Al termine le premiazioni di grandi e piccoli Slow Brand, e delle figure imprenditoriali che hanno saputo distinguersi per le loro scelte “slow” in azienda e verso i consumatori. A fare da trait dʼunion una rappresentazione teatrale innovativa con gli attori Matilde Dondena e Daniele Giulietti.
Un pomeriggio “lento” che sulla scia dello scorso anno vuole essere un momento di approfondimento e dibattito sulla maturità del fenomeno “Slow” in Italia, secondo il quale nel flusso incondizionato di attività, trend e involuzioni socio-economiche, i brand devono avere il coraggio di innestare “nuovi tempi in nuovi spazi, più a misura dʼuomo”.
Lʼingresso allʼevento è gratuito e aperto alle imprese che vogliono diffondere la “Cultura Slow” e costruire relazioni solide e di lungo periodo con i loro stakeholder; ai giovani che si approcciano al mondo delle imprese, e alla stampa interessata ai trend emergenti.
Lʼevento sarà introdotto da una “Lectio inaugurale” a cura di Maura Franchi, sociologa dell'Università di Parma. Seguirà una Tavola Rotonda (moderata dal giornalista Andrea Di Turi) con Bruno Contigiani, accademici e giornalisti a partire dai risultati di una ricerca di scenario svolta da Brandforum sulla “Slow Life” contemporanea.
Brandforum.it mette a disposizione delle realtà aziendali attente alle dinamiche “Slow” vari pacchetti di sponsorizzazione con lʼobiettivo sia di fornire visibilità e prestigio su un canale fortemente targettizzato sia di offrire fruttuose opportunità di networking con big brand e PMI, già riconosciuti nel panorama “Slow”. Per maggiori informazioni: alessandra.olietti@brandforum.it
www.brandforum.it
www.vivereconlentezza.it
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EVENTI la Redazione
Intervista a
Nathalie Depetro Direttrice di MAPIC
La prima edizione di MAPIC Italy si preannuncia come un successo sia sul fronte del numero di presenze, sia per la qualità dei brand presenti. È un’opportunità unica per far crescere il mercato italiano del Retal Real Estate. Photo: Nathalie Depetro
Photo: Mapic 2015
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Perché unʼedizione italiana di Mapic? Quali obiettivi intendete raggiungere? Abbiamo deciso di creare una versione italiana di Mapic perché oggi lʼItalia, grazie al suo ritrovato dinamismo, è un Paese estremamente attraente per i retailer nazionali e internazionali. Lʼobiettivo principale di Mapic Italy è quello di essere un acceleratore di business in grado di accogliere i key players dellʼindustria interessati a sviluppare la propria attività sul mercato italiano e presentare le diverse opportunità che questo Paese offre. Mapic a Cannes continuerà a essere lʼevento di riferimento per i professioni del settore per il suo posi zionamento internazionale, ma ci sembrava importante creare un evento nazionale dedicato al mercato italiano. Come sarà articolato il Mapic Italy? Mapic Italy si svolgerà il 24 e il 25 maggio, presso i SuperStudio Più di Milano. Il focus centrale dellʼevento sarà la posssibilità per i parteciapanti di concentrare, in un giorno e mezzo, un volume importante di incontri con retailers ed investitori interessati al mercarto italiano. Avremo un programma di conferenze ed eventi che vedranno la partecipazione di importanti esponenti del settore. Il keynote introduttivo sarà tenuto il 24 Maggio al pomeriggio da Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, seguito poi dalla sessione “Why is ITALY magic for retailers – Perché lʼItalia è un paese speciale per i retailers” che vedrà lʼintervento di importanti retailers internazionali, tra i quali Aeropostale, Parfois, Tiger e Tally Weijl.
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EVENTI
Lʼopening cocktail, aperto a tutti i partecipanti, si terrà martedì 24 maggio a partire dalle 18.00 e permetterà di fare networking in un contesto festivo e conviviale. Altre tre sessioni completeranno il programma di conferenze a MAPIC Italy: “Market overview - Panoramica del Mercato Immobiliare Commerciale in Italia” (mercoledì 25 maggio) co-organizzata con il CNCC, analizzerà le caratteristiche e le opportunità che il settore immobiliare italiano offre. La sessione “Meet new retailers” permetterà poi a dieci nuovi retail di presentarsi al pubblico degli operatori del settore. Infine “Investire in Italia: asset dinamici per investitori internazionali” tratterà delle opportunità e possibili strategie di investimento nel paese. Quali sono le differenze rispetto al Mapic di Cannes? Mapic Italy rappresenta un momento di approfondimento e completamento di Mapic Cannes. Le principali differenze sono legate al focus esclusivo sul mercato italiano dellʼevento milanese e il suo approccio estremamente funzionale e business-oriented. Mapic Italy si differenzia pertanto da MAPIC Cannes sotto 3 aspetti principali. 1 Il primo è quello di dare la possibilità a retailer o investitori non ancora presenti in Italia di avere una panoramica completa di tutte le opportunità di business offerte dal mercato italiano e di incontrare facilmente i player di riferimento del mercato, laddove a Cannes devono ripartire la propria agenda su diversi paesi presenti. 2 Una seconda differenza importante è quella di voler permettere a un numero più largo di operatori nazionali di prender parte allʼevento rispetto a quanto avviene a Cannes. Il format estremamente funzionale ed i costi contenuti mirano a coinvolgere i team di commercializazione dei vari gestori o proprietà di siti commerciali, come anche i team di sviluppo dei retailer in senso più allargato. La formula di partecipazione prevede stand che saranno di dimensioni più contenute rispetto a quelli di Mapic Cannes, ready to use, con spazi di lavoro adeguati e pratici. 3 Infine, un ulteriore aspetto differenziante, è la volontà di presentare i retail locali e nuovi sul mercato, ma con forti potenzialità di sviluppo, e che quindi non hanno ancora partecipato a Mapic Cannes. Ad oggi quali insegne hanno confermato la loro presenza? A due mesi dallʼinizio possiamo affermare di essere felici del feedback positivo che il mercato ci ha dato. La zona espositiva risulta sold out: i leader nazionali e i colossi internazionali del Retail Real Estate hanno già confermato la loro presenza, fra i quali Carrefour, Gallerie Commerciali Italia, IGD, Larry Smith, Svicom, Sonae Sierra, CBRE, Cogest, JLL, Eurocommercial, Multi, Mcarthur Glen, Promos, ECE, Generali. Ad oggi si sono già accreditati oltre 70 retailers internazionali come Leroy Merlin, Adidas Group, Yamamay, Carpisa, Dolce & Gabbana, Gap, Bricoman, Uniqlo, Zadig & Voltaire, Original Marines, Mediaworld, Tiger e Parfois. Sono confermati marchi non ancora presenti in Italia come Aeropostale, American Vintage, Kik e retailers più focalizzati sul mercato italiano come Mondadori, Fiorito, Il Wok, Nyo & Co, Vera, Pastificio Rana, Ristò. Photo: Mapic 2015
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MERCATO la Redazione
Segnali di ripresa per il comparto della distribuzione automatica In crescita sia il mercato tradizionale (+3,4%) che quello del caffè porzionato in case e uffici (+1,9%) Il fatturato delle Top 10 Gestioni è pari al 21% del valore complessivo del mercato 2015 onsumi ai distributori automatici sono in linea con la moderata ripresa dellʼeconomia del nostro Paese e con un ritorno della fiducia da parte del consumatore. 30 milioni di italiani utilizzano i distributori automatici e, considerando i consumi sia dai distributori automatici tradizionali che dalle macchine a capsule e cialde sempre più diffuse nelle case e negli uffici, nel 2015 si registra un fatturato di circa 3,4 miliardi di euro (+3,1%) e 10,5 miliardi di consumazioni (+2,6%), rispetto al 2014. Accenture ha realizzato per CONFIDA – Associazione Italiana della Distribuzione Automatica uno studio di mercato sulle tendenze di consumo. Questʼanno per la prima volta si è preso in considerazione nel panel di riferimento dello studio il mercato globale della distribuzione automatica e semi automatica, includendo tutto il segmento del caffè porzionato, a prescindere dal canale di approvvigionamento scelto dal consumatore ed alternativo a quello delle sole gestioni (GDO, Internet, import, torrefattori, ecc.).
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Il mercato del caffè porzionato Il dato globale del consumo del caffè porzionato in Italia nel 2015 segna una crescita delle consumazioni del +1,9%, calcolato tenendo conto non solo del dato proveniente dalle imprese di gestione, che tradizionalmente forniscono la macchina in uso gratuito e il servizio di somministrazione del caffè in capsule o cialde monodose, ma anche di alcune evoluzioni del mercato che ne hanno modificato le caratteristiche e lʼandamento: Diversi clienti (es. uffici) abbandonano la formula del servizio in uso gratuito delle macchine semiautomatiche per avvalersi direttamente delle offerte dei canali retail, GDO e acquisti online, In molti uffici la proprietà non mette più a disposizione il caffè ai dipendenti, che si stanno organizzando tra loro contattando direttamente il gestore per avere una macchina installata,
Le torrefazioni stanno aumentando la produzione e commercializzazione di capsule compatibili, dato confermato anche dallʼaumento della produzione delle capsule vuote (senza caffè) da parte delle aziende specializzate, Piccoli negozi alimentari (non bar) attrezzati per la pausa pranzo (es. salumerie, formaggi freschi) stanno richiedendo sempre di più soluzioni automatiche per offrire caffè ai clienti, non volendo acquistare una macchina da caffè professionale per il locale.
Il mercato della distribuzione automatica Le rilevazioni sul mercato della distribuzione automatica tradizionale evidenziano un lieve incremento dei volumi da imputare al maggior numero di giorni lavorativi del 2015 e alla particolare stagionalità dellʼanno che ha notevolmente influenzato il mix dei consumi. I prodotti alimentari consumati dai distributori automatici sono ancora principalmente gli snack tradizionali, tuttavia si registra una crescita di prodotti freschi e sostituitivi del pasto, in particolare panini (+7,2%) e pasti pronti (+18,8%), anche se continuano a rappresentare una nicchia di mercato. I prodotti prelevati con maggior frequenza sono le bevande sia calde che fredde.
Fonte: CONFIDA – Associazione Italiana Distribuzione Automatica - http://www.confida.com/
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SUPERBRAND la Redazione
IL VALORE DI ESSERE
SUPERBRANDS Rimettere al centro delle strategie aziendali il brand, smettere di inseguire le trovate di un marketing orientato al breve periodo per ridare autenticità alla propria missione e ai propri messaggi: è questa la sfida proposta da Superbrands, la più importante iniziativa di valorizzazione della marca a livello mondiale, che sta raccogliendo le adesioni per il programma 2016 anche nel nostro mercato.
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Contrariamente a quello che si può pensare, la reputazione di brand resta lʼasset fondamentale per gestire con successo il difficile rapporto coi mercati post crisi”, dichiara Sergio Tonfi, Editor Superbrands in Italia. “I consumatori e i clienti hanno già tanto, quasi tutto, e non vogliono più una soddisfazione di tipo razionale. Cercano invece esperienze e gratificazioni di tipo emotivo che passano proprio dal rapporto instaurato con le marche che amano. Un rapporto di fiducia che si crea nel tempo e che si basa sul rispetto e la reciprocità. Ti scelgo, ma ti chiedo di essere fedele alle promesse che fai e ti giudico costantemente per come mi sai trattare da individuo di cui ti vuoi prendere cura”. Il valore di un brand si riconosce attraverso la capacità di gestire in modo eccellente gli “S-factors”, i drivers vincenti identificati dal modello di ricerca per qualificarsi Superbrands: fiducia, leadership, autenticità nel dialogo, responsabilità sociale e innovazione. Superbrands si propone come iniziativa di certificazione dellʼeccellenza delle marche ed entrare nel “Club dei Superbrands” diventa il riconoscimento dellʼefficacia del lavoro fatto ma soprattutto dellʼimpegno a fare ancora di meglio. Un percorso di crescita del valore di marca che permette a ciascun Superbrands di utilizzare i diversi elementi messi a disposizione dal programma per valorizzare ulteriormente la propria reputation: il “certificato di eccellenza Superbrands” da impiegare sulla propria comunicazione interna ed esterna, la pubblicazione della propria storia di successo sul “Libro delle grandi marche” e le numerose occasioni di visibilità garantite dagli eventi organizzati in collaborazione con importanti Università per riflettere sul tema della marca e mettere a fuoco le nuove sfide da affrontare per restare “super”. Il gran finale del programma è la serata di attribuzione dei Superbrands Awards (il prossimo 23 giugno allʼAuditorium di Radio Italia) dove si celebrerà chi avrà saputo conquistare il prestigioso status di Superbrands 2016.
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Photo:Superbrands
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SALONI la Redazione
31° Salone Franchising Milano are impresa non è facile, ma è possibile ed è affascinante. Occorre però essere consapevoli che non esistono sistemi low cost, scorciatoie facili, belle sulla carta ma nei fatti irrealistiche. Anzi, spesso occorre diffidare. Diverse sono le situazioni di fallimento di aziende franchising poco strutturate, che si raccontano come facile strada allʼimprenditorialità e allʼautoimpiego ma che nei fatti svaniscono dopo poco tempo per mancanza di struttura, risorse economiche e competenze manageriali.
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Il 2016 è iniziato meglio degli anni passati come dati macroeconomici: produzione industriale in crescita, fiducia delle famiglie in aumento e alcuni dati sui consumi in controtendenza rispetto agli anni passati. Si riapre quindi, dopo anni bui, un nuovo spazio per attività economiche. E il Franchising è e rimane soprattutto una modalità di fare impresa coerente con un contesto complesso come quello attuale, in cui le attività vengono suddivise per aree di competenza e investimenti tra franchisee e franchisor.
www.salonefranchisingmilano.com
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SALONI Da trentʼanni Salone Franchising è uno spazio che va oltre la fiera: un momento di incontro degli operatori che del franchising ne hanno fatto un business, di chi vuole mettersi in proprio in modo consapevole, o del grande mondo del commercio che vuole trovare nuove modalità di essere commerciante verso il 2020. I numeri, più che le parole, danno ragione al Salone Franchising Milano: lʼunico Salone presente sul mercato da trentʼanni, reputazione di qualità e serietà, servizi e un linguaggio aziendale. Molte nel franchising sono le aziende, le fiere e gli eventi che sono passati e terminati immaginando facili prospettive.
CARTA DI IDENTITÀ DEL SALONE 3 – 5 Novembre 2016 Orari: dalle 9.30 alle 18.30 Fieramilanocity Padiglione 4
Il numero di visitatori parla chiaro: 13.500 visitatori professionisti, paganti nel 2015, oltre 200 i marchi presenti e un network di relazioni aziendali e di business molto forti: centri commerciali, sviluppatori esteri, location, banche e istituti creditizi o istituzioni quali Regione Lombardia. Per lʼedizione di novembre 2016 il Salone del Franchising conferma il suo posizionamento di essere un hub per le aziende sia potenziali franchisee che franchisor. Questʼanno si allarga al retail, allʼe-commerce e avrà spazi di discussione sui nuovi modelli distributivi. Due le sue anime: unʼanima commerciale, di incontro tra franchisee e franchisor, di generazione di leads con il rafforzamento anche della Fiera on line Find Franchisng consentirà contatti continui per 365 giorni allʼanno e unʼanima di informazione e formazione del settore con la scuola franchising, test di consulenza gratuiti per mettersi in proprio, contatti con banche e enti finanziatori.
LE NOVITÀ DEL SALONE 2016 1 Rafforzamento del sistema di matching tra potenziali franchisee e franchisor con generazione di leads per gli espositori per 365 giorni all’anno 2 School: tutti i giorni al Salone e da maggio anche con incontri via web tutto l’anno ogni settimana 3 Regione Lombardia: progetto di finanziamento e sostegno ai franchisee della Regione Lombardia 4 Internazionale: presenza di investitori interessati a master italiani per l’estero 5 Fondi di private equity dedicati al retail 6 Centri commerciali e location: contest di presentazioni espositori e centri commerciali o location primarie in Italia e all’estero
I NUMERI DEL SALONE 30 anni di storia 13.500 visitatori 200 marchi
Photo: SFM 2015
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HOSPITALITY la Redazione
UNA “VERA” FAMIGLIA NELL’ ARTE DELL’ OSPITALITA’ na famiglia solida e numerosa, come tutte le famiglie montanare. Una famiglia che ha nel sangue l'arte dell'ospitalità e dell'accoglienza.
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Tutto comincia nel 1962, quando papà Milio e mamma Domenica aprono uno dei primi alberghi di Livigno, l'Hotel Concordia, nella centralissima via Plan. Lʼanno seguente Domenica inaugura un piccolo negozio annesso allʼhotel, Renna Sport che è oggi una fashion boutique cult. A Livigno arrivano i primi turisti tedeschi, lʼalbergo lavora a pieno ritmo. La vita della famiglia è strettamente legata a quella dellʼalbergo. Nel 1972, la famiglia Giacomelli, che nel frattempo arriva a quota sette figli (Maurilio, Graziana, Lelia, Fabio, Andrea, Paolo e Matteo) si trasferisce a vivere ai piani alti dellʼHotel Concordia. Dopo 15 anni nel 1978 i Giacomelli iniziano ad occuparsi anche di Da Giuseppina 1941, lo storico emporio del paese che deve il nome alla sorella di Domenica. È il più antico negozio di Livigno, un tempo si trovava di tutto, dagli strumenti di lavoro agli alimentari, dalla biancheria allo zucchero, garantendo la sopravvivenza nei lunghi inverni isolati. Ora è una fashion boutique, un vero polo del lusso, punto di riferimento di stile e qualità per donne e uomini. In un attimo con la fine degli anni ʼ80 viene inaugurato un nuovo negozio, Connaction, seguito dallʼHotel Lac Salin, una delle strutture alberghiere più grandi del paese, direttamente sulle piste da sci. I vecchi negozi vengono completamente rinnovati diventando boutique con brand sempre più ricercati. LʼHotel Lac Salin viene completamente ricostruito, realizzando un perfetto esempio di architettura alpina contemporanea 4 stelle superior, tra i più belli hotel di Livigno. Apre poi un nuovo punto vendita in via Bondi dedicato agli accessori: Renna Sport Bags, quindi lʼOutlet, imprescindibile in tempi di crisi per garantire qualità a prezzi sostenibili anche per chi ha un budget limitato, proponendo i capi delle collezioni passate di tutti i migliori brand presenti negli altri store. Nellʼautunno 2013 apre infine Da Giuseppina 1941 WOMAN, lʼunione tra un ricercato chalet di montagna ed il minimalismo esaspe-
rato, che accosta il calore del legno al freddo del marmo. Nel 2014 arriva in gestione il Grand Hotel della Posta, un'oasi di tranquillità nel pieno centro di Sondrio. Una struttura ricca non solo di storia, dal 1862 accoglie i suoi ospiti, ma la sua ricca collezione di opere d'arte lo rendono l'art hotel della città. L'impresa di famiglia nel frattempo si trasforma in società, Lungolivigno S.p.A. Lungolivigno non è solo una società che fonda la sua ragion dʼessere sullʼarte dellʼospitalità e sulla tradizione. Lungolivigno è un brand, un marchio per vivere la montagna a 360 gradi. È una way of life, una filosofia di vita che permette di rallentare il ritmo, ricaricare le energie, mettendo al centro di tutte le proposte la persona, i suoi valori, le sue attitudini. Per tutti gli ospiti, è stata istituita la Lungolivigno Club la card che permette d'entrare nel mondo esclusivo di Lungolivigno. Un'unica tessera per scoprire un mondo di fantastici vantaggi. Per lanciare questa iniziativa è nata ART DE VIVRE la prima edizione dell'evento che vuole esaltare e presentare il senso dell'appartenenza a Lungolivigno Club. ART DE VIVRE una filosofia di vita che esalta il piacere dello stare insieme, di gustare la bellezza di paesaggi incantati, di condividere lʼesperienza mozzafiato dellʼoutdoor, il regno del glamour della moda e il tocco magico dellʼarte. Un evento per rendere unico ogni momento condiviso, dal 23 al 25 Aprile a Sondrio al Grand Hotel della Posta, unʼoasi di tranquillità nel pieno centro della città: così dal 1862 lʼHotel Posta accoglie i suoi ospiti.
Per informazioni: Gran Hotel della Posta P.zza Garibaldi, 19 23100 Sondrio (SO) tel: +39 0342 050644 fax: +39 0342 517136 Email: info@grandhoteldellaposta.eu Internet: www.grandhoteldellaposta.eu Photo: Grand Hotel Della Posta
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FOCUS di Elena Delfino
NUOVI BUSINESS CRESCONO In Italia nascono sempre meno bimbi, ma la spesa per prendersene cura non diminuisce, anzi. E mamme e papà si attrezzano, tra app digitali e riciclo, favorendo lo sviluppo di nuovi mercati.
COSÌ CAMBIANO GLI ACQUISTI > Value for money > Comparazione dei prezzi su Internet
> E-commerce > Ecosostenibilità > Riciclo e riuso
Secondo l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori per mantenere un bambino nei primi 12 mesi di vita i genitori investono da un minimo di 6.945,40 a un massimo di 14.905 euro, con un aumento medio del 3% rispetto al 2015.
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Mentre i percorsi di concepimento alternativi a quello naturale si moltiplicano, i recenti dati Istat sulla natalità nel nostro Paese dicono che siamo al minimo storico. Nel 2015, infatti, sono venuti al mondo 488mila bambini e bambine, 15mila in meno rispetto al 2014, che già aveva registrato il record storico negativo di 503mila. Parallelamente invece, la spesa che i genitori devono affrontare per la cura dei bimbi cresce. Secondo l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori per mantenere un bambino nei primi 12 mesi di vita i genitori investono da un minimo di 6.945,40 a un massimo di 14.905 euro, con un aumento medio del 3% rispetto all'anno precedente. Le voci di spesa vanno dall'alimentazione, all'abbigliamento, all'istruzione, ai giocattoli.
MAMME E PAPA' SI ALLEANO. E FANNO MERCATO A questa tendenza i genitori rispondono con un cambiamento di abitudini di acquisto che gli operatori più accorti, come leggerete nelle interviste, hanno saputo intercettare. Le mamme soprattutto, che sono le prime decision maker, hanno sviluppato un occhio più attento alla spesa, innanzitutto, ma senza trascurare la qualità. E da qualche tempo anche l'ecosostenibilità. Ricorrono più spesso a Internet per comparare i prezzi e all'e-commerce, soprattutto per i capi di abbigliamento. Mettono in rete conoscenze ed esperienze, e infatti sono nati diversi gruppi su internet e sui social network dove scambiare oggetti, accessori, o anche semplici consigli all’insegna del risparmio e del riuso. Insomma, se è vero che il bisogno aguzza l'ingegno, in questo settore l'ingegno ha portato a fare fiorire anche nuovi business.
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BIMBO Tre domande a... Carola Prevosti, Direttore Generale di Preca Brummel S.p.A.
Più proposte per uso quotidiano Puntiamo a far crescere l'e-commerce e a integrarlo sempre più con gli altri nostri canali di vendita Foto; Carola Prevosti, DG di Preca Brummel S.p.A.
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I negozi ricevono continue immissioni di prodotto per sorprendere sempre i nostri clienti. Come Preca Brummel con i suoi marchi interpreta l'attuale andamento del mercato e le sue esigenze? Preca Brummel oggi presenta un'offerta di abbigliamento bambino completa in grado di coprire interamente il target 0-16 anni grazie ai tre brand di proprietà (Brums, Bimbus e Mek) e alle due licenze MCS e Santoro's Gorjuss dedicate rispettivamente al maschietto e alla femminuccia. Le collezioni sono il risultato di uno studio continuo, di un'osservazione delle nuove tendenze e di un attento sguardo verso l'innovazione che si mixano con l'esperienza di un'azienda leader nel settore kidswear. Oggi presentiamo sempre più proposte 'fresche' e facili, ideali per un uso più quotidiano. Ci sono novità in termini di prodotto o di concept dei negozi? Per quanto riguarda il prodotto, le collezioni sono sempre più caratterizzate da prodotti ideali per un uso quotidiano, ad un prezzo d'attacco vantaggioso ma dalla qualità e dallo stile inconfondibili che seguono i trend di stagione. Per assecondare maggiormente le richieste del mercato e dei clienti, i negozi ricevono continue immissioni di prodotto al fine di poter esporre tematiche sempre diverse e 'sorprendere' periodicamente il consumatore con nuove proposte. Periodici momenti di formazione e un continuo supporto nella gestione del business dedicato perlopiù ai negozi monomarca sono inoltre due aspetti a cui l'azienda presta particolare attenzione. Come immaginate il futuro del mercato bambino a breve termine, diciamo a 5 anni, compreso anche un eventuale sviluppo dell'ecommerce? Puntiamo a far crescere l'e-commerce e a integrarlo sempre più con gli altri nostri canali di vendita per una maggiore sinergia e, di conseguenza, un incremento del business.
I NUMERI Con tutti i suoi brand Preca Brummel è presente in Italia con oltre 1.600 punti vendita tra DOS, franchising, wholesale e concessions.
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FOCUS Tre domande a Gabriele Ferretti, direttore commerciale IMAC SpA Divisione IGI, a cui fa capo Primigi, storico marchio di calzature e abbigliamento per bambini.
Le nostre strategie per
rimanere leader
Ecosostenibilità, ecommerce, value for money: ecco come cambiano i criteri di acquisto per i propri figli. E dove andrà la distribuzione nei prossimi cinque anni Foto; Gabriele Ferretti, DC di IMAC SpA Divisione IGI
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Il binomio abbigliamento e calzature è vincente perché permette a molti genitori di vestire "dalla testa ai piedi" i propri figli.
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I NUMERI Sul mercato da 40 anni, oggi Primigi conta oltre 300 negozi in Italia e all'estero
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Come interpreta Primigi l'attuale andamento del mercato e le sue esigenze? Il mercato delle calzature e dell'abbigliamento da bambino attraversa un momento di forte evoluzione delle abitudini d'acquisto, ma anche e soprattutto, un cambiamento generazionale, che vede le mamme di oggi molto più informate che in passato, più attente a ciò che comprano e a quanto spendono. La sfida più ardua che Primigi deve affrontare è quella di restare leader di questo mercato in evoluzione, parlando alle neo-mamme nella loro lingua, riuscendo a trasferire loro correttamente le valenze di 40 anni di tradizione calzaturiera e di immutata attenzione al mondo del bambino, che hanno reso celebre il marchio. Per l'abbigliamento e le calzature dei propri figli talvolta la ricerca del prezzo basso supera quella della qualità, che in un prodotto di marca peraltro viene data per scontata. Contestualmente però aumentano i parametri presi in considerazione dalle mamme nella scelta di un prodotto: l'eco-compatibilità e la sostenibilità. Ci sono novità in termini di concept dei negozi? In termini di concept store, continua l'espansione della nostra catena monomarca Primigi Store, che oggi conta oltre 300 negozi in Italia e all'estero. Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti nei nostri punti vendita che consideriamo sempre di più momento di incontro tra le esigenze del mercato e la nostra capacità d'espressione. Il binomio abbigliamento e calzature è vincente perché permette a molti genitori di vestire "dalla testa ai piedi" i propri figli, acquistando in totale sicurezza e convenienza la più ampia rosa di prodotti per bambini da 0 a 14 anni. Come immaginate il futuro del mercato bambino a breve termine, diciamo a cinque anni? Il mercato del bambino, nei prossimi 5 anni, continuerà sulla strada del cambiamento: in termini distributivi i negozi tradizionali lasceranno sempre più spazio alle catene monomarca e di medie-grandi superfici, dove i genitori potranno trovare tutto il necessario per i propri figli, dall'abbigliamento al food, magari a prezzi convenienti. L'e-commerce crescerà, alleata imprescindibile qual'è ormai di tutte le giovani mamme italiane.
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BIMBO Per aprire strutture di 30 bambini servono in media 50/70mila euro
Happy Child, come un sesto figlio La storia del network di asili nido che oggi conta 40 strutture, fondato nel 2002 da Rita Loner Zecchel Foto; Rita Loner Zecchel di Happy Child
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Siamo una istituzione educativa d’avanguardia specializzata nella gestione di asili nido e scuole dell’infanzia aperte sia alle famiglie, sia alle aziende e agli enti pubblici, con una particolare attenzione all'apprendimento della lingua inglese.
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Imprenditrice industriale con cinque figli, milanese di origini trentine, 72 anni. Rita Loner Zecchel nel 2002 ha dato vita a un "sesto figlio": Happy Child, network di asili nido che oggi conta 40 strutture, soprattutto nel Nord Italia."Il tema della conciliazione di lavoro e famiglia mi è sempre stato a cuore, anche per il mio vissuto che non ha mai distinto troppo tra famiglia e lavoro. Nel 2000 Assolombarda mi ha chiamato per lavorare a un progetto pilota per avviare asili nido aziendali", racconta Loner Zecchel. Quel punto pilota subito convenzionato con il Politecnico e con il Comune di Milano, che verrà chiamato Happy Child, diventa il master che darà l'impronta ai successivi centri. I primi affiliati saranno le coordinatrici delle scuole già avviate con la cooperativa Geis, che lei ha fondato ad Arese, in provincia di Milano nei primi anni '90. Oggi Happy Child è una realtà che concilia impegno sociale e sostenibilità economica. Qual è il valore aggiunto di Happy Child? "Siamo una istituzione educativa dʼavanguardia specializzata nella gestione di asili nido e scuole dellʼinfanzia aperte sia alle famiglie, sia alle aziende e agli enti pubblici, con una particolare attenzione al bilinguismo e all'apprendimento della lingua inglese, e prossimamente anche di francese e tedesco. La nostra mission si concretizza in tre principali ambiti: realizzare nidi e scuole per la prima infanzia attraverso un progetto pedagogico innovativo basato sulla scoperta che nei primissimi anni di vita i bambini hanno unʼeccezionale capacità di apprendimento se stimolati opportunamente; mettere a disposizione di aziende, enti e scuole un efficace metodo pedagogico e organizzativo; creare nuove opportunità di lavoro per tante donne e mamme giovani o meno giovani". Come si apre un centro Happy Child? "Servono persone con passione pedagogica e capacità imprenditoriali, che siano flessibili e ricche di valori". Qual è l'investimento iniziale previsto? "Dipende soprattutto dal tipo di lavori di ristrutturazione che richiede il locale, possiamo dire che tendenzialmente si tratta di una cifra intorno ai 50/70mila euro per strutture di 30 bambini".
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FOCUS di Elena Delfino
Il network di venti negozi è nato nel 2011
La Scandinavia ispira NATURGIOCANDO La rete propone giocattoli in legno, creativi e scientifici 0-99 anni
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II nostri plus - spiega Rita Ballocchi, responsabile franchising - sono originalità, esclusiva di alcuni prodotti sul mercato italiano, un programma molto ampio e in continuo aggiornamento,la maggior parte delle proposte sotto i 20 euro
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Nata nel 2011 Naturgiocando è una rete che propone giocattoli in legno, creativi e scientifici 0-99 anni, che oggi conta venti negozi.
L'idea di Naturgiocando è nata grazie a venticinque anni di esperienza commerciale in Scandinavia, dove esistono da tempo tipologie simili di proposte. Chi è il vostro affiliato ideale? "Una persona motivata e intraprendente, capace di relazionarsi con un pubblico di tutte le età, serio, professionale e disponibile. I negozi devono essere posizionati in zone di forte passaggio, centrali o zone residenziali altamente scolarizzate. Il budget spannometrico per aprire un negozio Naturgiocando, con il primo impianto di merce e lʼarredamento, è di circa 25mila euro". Perchè avete scelto proprio il franchising per crescere? "Eʼ la formula più economica ed elastica per fare conoscere velocemente il proprio marchio e il proprio prodotto. Lʼaffiliato ha la possibilità di lavorare in autonomia, beneficiando dellʼesperienza pregressa dellʼaffiliante, di un gruppo di lavoro e di un gruppo di acquisto".
Foto: A sinistra Rita Ballocchi (responsabile franchising) e a destra Aurora Mancinetti (titolare negozio Naturgiocando di Perugia)
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UN NUOVO MONDO DI BENESSERE
Tutto ESCLUSIVAMENTE BI - Nessuna Fee d’ingresso - Nessuna Royalty sul fatturato - Nessun Canone periodico - Progettazione Punto Vendita Gratuita - Eslusività territoriale Il p r im o n e g o z i o B IO de di c a to a bi mbo e mamma i n FRANC HISING
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FOCUS
di Alessia Portelli
I siti e le app per il mondo dell'infanzia MAMMA, COSA PUOI FARE OGGI? TE LO DICONO SITI E APP Parola d’ordine: vietato non sapere! Oggi per le mamme e per tutti quelli vicini al mondo dell’infanzia esistono svariate applicazioni e siti che permettono di sapere, trovare, informarsi, organizzarsi e ispirarsi sulle più svariate attività per bambini nella propria zona. Cercate una Milano family friendly? Potete trovarla su radiomamma.it. La Milano che esiste e quella ancora tutta da inventare. Una Milano da godere con i bambini, quella dei luoghi dove i bambini e le loro famiglie sono considerati un’opportunità di business e una ricchezza. É un sito nato da chi abita e vive Milano e che vuole stanare e raccontarne questo suo lato, darle visibilità. Zona per zona, radiomamma racconta i suoi protagonisti, i suoi appuntamenti e i suoi servizi. Siete genitori impegnati al lavoro? Milanoperbambini.it é per voi genitori che fate acrobazie per conciliare tutto. Nasce dall’esperienza di alcune mamme sul territorio e ha lo scopo di raccogliere in maniera esaustiva tutto ciò che succede nel pianeta dell’infanzia a Milano. Propone e segnala le migliori attività da svolgere nel tempo libero. Mumadvisor strizza l’occhio al noto sito di recensioni di viaggi, si propone di diventare il portale di riferimento di recensioni per le mamme da parte di mamme. Dall’ormai diffusissima propensione di ricerca di opinioni e recensioni sul web, Silvia Esposito l’ha portata nel mondo dell’infanzia. il risultato é sorprendente. Chi di voi prima di iscrivere il proprio bambino a un corso o in una scuola non vorrebbe sapere come si sono trovate le mamme che lo hanno già provato?
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Siete genitori green o verreste esserlo? Babygreen é uno spazio per mamme e famiglie eco-friendly che vogliono vivere in modo più semplice, ecologico ed economico. Da un’idea di Raffaella Caso - mamma che si definisce EpicLeafMums (mamme che si difendono il pianeta) Fornisce informazioni utili, semplici e di rapida consultazione. Troverete ad esempio ricette sane e semplici, idee e spunti d’ispirazione montessoriana da proporre a casa, giochi e libri, proposte di viaggi e molto altro. Ti trovi in un luogo a una certa ora e vuoi trovare cosa fare con i tuoi bimbi? C’é la APP GoBimbo. GoBimbo ti permette di essere sempre aggiornato sulle attività adatte all’età del tuo bambino, presenti intorno a te. Attraverso la sua applicazione puoi scovare iniziative e posti per bambini per passare tempo di qualità insieme a seconda delle attività preferite. É facile e immediata e con la mappa e le icone colorate a seconda delle categorie di attività, trovare qualcosa di diverso e stimolante da fare sarà molto divertente. In un mondo tecnologico non sapere cosa fare con i bimbi diventa una scelta, e alcuni consigliano anche questo: ogni tanto annoiarsi fa bene!
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BIMBO
M'AMI
LA STARTUP DI DUE MAMME PENSATA PER LE MAMME
Molto spesso si sente dire a mamme, accomunate da esperienze di quotidiana gestione familiare: " Dai! apriamo un'attivitá insieme!". Sembrano esserci idee e soluzioni, testate nella vita quotidiana, da poter trasformate in veri e propri business. Poche alla fine concretizzano questo desiderio. Noi ne abbiamo intervistate due: Alessia e Doriana della A&D Srl ideatore del marchio M'AMI.Nata nel 2013 propone bijoux pensati per le mamme. Il chiama-angeli e il bracciale M'ami Tag, sono diventati in poco tempo il marchio N 1 nel settore. Come nasce la vostra voglia di fare impresa e quale l'idea che sviluppate? Avviare un’attività imprenditoriale è stata una scelta naturale per entrambe. Abbiamo lavorato per lungo tempo in aziende multinazionali e l’idea di dar vita a un progetto tutto nostro si è rafforzato nel tempo. Galeotto è stato il nostro incontro professionale. Ci è bastato poco per capire che condividevamo le stesse idee, gli obiettivi, i valori. Oggi produciamo una linea di bijoux pensata per le mamme. Abbiamo creato il brand M’AMI che in pochissimo tempo si è
affermato sul mercato italiano. M’AMI esprime la forza di essere mamma. Chi indossa i nostri bijoux apprezza non solo la qualità e il design, ma ha la consapevolezza che quei prodotti sono stati scelti accuratamente per farla sentire bella, affascinante, sofisticata. Mamma si, ma donna. Quale è il vostro target consumatori e quali sono i canali di vendita più adatti a raggiungerlo? I nostril clienti sono mamme, ma con caratteristiche precise. Si tratta di donne moderne, multitasking, cosmopolite che amano la raffinatezza e le linee pulite, con attenzione ai dettagli. Ovviamente chi acquista i nostri prodotti sono anche papà, nonni, amici che desiderano regalare un bijoux di qualità e buon gusto a prezzi competitivi. Oggi vendiamo in catene per l’infanzia, megastore, concept store, negozi indipendenti e siti di e-commerce. Quale consiglio dareste a donne e mamme come voi che vogliono fare business insieme? Il nostro consiglio è buttarsi. La passione è determinante, ma per affermarsi occorrono soprattutto il lavoro, la dedizione, la flessibilità. Non c’è spazio per l’improvvisazione. www.mamioriginal.com
The Milk Bar
Presente sia a Roma che a Milano, The Milk Bar è un negozio, uno studio e un punto di incontro dedicato a gravidanza, allattamento e maternità. Un luogo speciale dove incontrarsi, confrontarsi e supportarsi dalla gravidanza in poi. Offre molti corsi e attività per le diverse fasi della gravidanza, maternità e infanzia All’interno della boutique troverete inoltre una vasta selezioni di prodotti prèmaman e per il vostro bebè fatti il più possibile con materiali sostenibili e biologici. The Milk Bar vi accompagna nella straordinaria avventura di essere genitori. www.themilkbar.it
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IN PARTNERSHIP WITH:
For progressive retailers to keep updated on current trends and changes, there is no better forum. ANDREW JENNINGS | GLOBAL RETAIL ADVISOR
Under the patronage of H.H. Sheikh Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, Vice President and Prime Minister of the UAE and Ruler of Dubai
YOU’RE INVITED TO ATTEND WORLD RETAIL CONGRESS 2016 Join us as the World Retail Congress celebrates its 10th edition at the Madinat Jumeirah in Dubai on 12-14 April, 2016. Annually, the Congress attracts 1,000+ senior retail leaders spanning 60+ countries, operating across all major retail sectors. It’s set to be groundbreaking, with representatives from Levi’s, Marks & Spencer, ALDO, Beckett Simonon, Google and the legendary Tommy Hilfiger and Jo Malone in attendance. Taking as its theme; Attracting and engaging with the modern customer, secure your place with the industry elite for three days of insight and networking as you help shape the direction of retail.
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FIVE STAR SPONSORS *****
PART OF THE
BROUGHT TO YOU BY
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STORIE
Il bistrot Donna Fugassa, aperto a Londra in Dalston Square 7 giorni su 7, dalle 8 am alle 8 pm
La pazienza di far lievitare un’idea Testi e immagini di Laura Almirante
Da gennaio 2016 Londra ha un nuovo indirizzo per la ristorazione. Donna Fügassa è il primo bistrot della focaccia voluto da due imprenditrici italiane che hanno preso molto sul serio una sfida che ha tutti gli ingredienti dell’eccellenza made in Italy Ha inaugurato a Londra, proprio a due passi da Dalston Junction, DONNA FÜGASSA, il primo bistrot della focaccia della città. Qui potrete gustare la vera “fugassa ligure” o un espresso allʼitaliana, trascorrere un pomeriggio sulle note di Mina e aspettare lʼora del tea per un cannolo alla crema chantilly che non scorderete. Lʼimpresa è di Maia Chiara Rossi e Alessia Mastroleo, due imprenditrici italiane che hanno cambiato rotta nella vita mettendo in gioco il proprio patrimonio professionale per costruire qualcosa che desse davvero soddisfazione. “Vivevo a Londra dal 2012, quello che facevo a livello lavorativo non mi bastava, così ho iniziato a pensare a un mio progetto – racconta Maia, una laurea in scienza e tecnologie ambientali con un master in economia alla Bocconi di Milano –. Senza lasciare la mia occupazione, ho costruito giorno dopo giorno la mia idea. Ci sono voluti un anno per lo studio di fattibilità, un corso in business planning a Utrecht e, poi, un socio”. Una telefonata cambia la vita. Così Alessia, consulente al Ministero degli Interni per la gestione dei fondi dellʼUnione Europea, accoglie la sfida lanciata da Maia e si lascia Roma alle spalle: “unʼottima scusa per liberarmi dal tailleur, nel febbraio 2014 ho preso letteralmente il volo”. Alessia Mastroleo e Maia Chiara Rossi
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STORIE Da lì, il periodo che è seguito, è stato una preparazione alla nascita di questo posto che un poʼ deve la sua storia alle origini di famiglia.
PASTICCERA PER AMORE Dopo Parigi, Londra “la città in cui ci ha portato il lavoro di mio marito”, l’esigenza di conciliare vita familiare e professionale e la voglia di non sprecare l’opportunità di confrontarsi con una realtà tanto dinamica. Così Barbara Deponti, architetto, oggi pasticcera di Donna Fügassa titolare di TAKE EAT HOME, racconta il modo in cui ha iniziato la sua attività, a partire dall’amore per la cucina. “Volevo conseguire la certificazione di alta pasticceria francese, ma non potevo perché non ero residente in Francia. Ho seguito lo stesso l’iter di preparazione all’esame. Sfornando centinaia tra croissant e dolci di ogni tipo, mi sono fatta conoscere offrendo ad amici e conoscenti le mie preparazioni. Il consenso mi ha dato coraggio e ho pensato di farne un’attività. Da sola mi sono scelta nome e immagine. Ho registrato il marchio e seguito le procedure – on line - per la preparazione alimentare, che qui può essere casalinga. Oggi la cucina di casa è il mio laboratorio. Mi sono dedicata una stanza per la dispensa, lavoro con Donna Fügassa, altri ristoranti e a eventi privati”. www.takeeathome.com
“Tarte fruits rouges” di Barbara Deponti
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UNʼIDEA A 360 GRADI “I genitori di mia mamma sono liguri – spiega Maia –. Mancava un riferimento per la vera focaccia a Londra. E poi avere a che fare con la cucina significava creare qualcosa a livello collettivo. Le scelte che facciamo ogni giorno sono coerenti con questa concezione, non solo lʼoriginalità dei riti della focaccia - ma anche la scelta dei partner, storie bellissime del made in Italy, dal caffè torinese Costadoro – di cui siamo i primi distributori a Londra-, alla Pasta Grano Armando, che sbarca con noi nel Regno Unito ed è in vendita per i nostri clienti”. E poi quella con Barbara Deponti, milanese di nascita che, dopo dieci anni a Parigi come architetto, a Londra si reinventa pasticcera a domicilio con il marchio Take Eat Home e oggi rifornisce il bistrot con alcune sue creazioni. Donna Fügassa è aperto a Dalston, nel distretto di Hackney. “Il luogo che abbiamo scelto non è casuale – racconta Alessia – questa è una zona multientica che sta vivendo un rapido cambiamento di crescita. Vogliamo evitare che questo si traduca in una spersonalizzazione. Avere una forte identità significa sottolineare il legame con una precisa tradizione culturale dove il cibo e il gusto hanno un significato di condivisione e fusione”. Un approccio che si trova nel dna del progetto. Nellʼanno che ha preceduto lʼapertura, Maia e Alessia hanno studiato e testato il loro prodotto collaborando agli eventi organizzati dalla Libreria Italiana a Londra di Ornella Tarantola: “Le prime sfornate le abbiamo fatte per le iniziative bellissime e importanti rivolte alla comunità italiana” raccontano le socie. 4 BUSINESS PLAN PER 11 INVESTITORI Alla ricerca della ricetta giusta, Maia e Alessia hanno continuato a lavorare al piano da presentare agli investitori di cui avevano bisogno per finalizzare il loro progetto: “Ci sono voluti 4 business plan prima di quello definitivo – prosegue Maia –. Quando ho chiamato Alessia con la mia idea pensavo a un take away. Quello che abbiamo messo in piedi nel frattempo è nato con un altro anno di studio. A luglio 2014 infornavamo le prime focacce, a novembre registravamo il marchio. Paperplane Factory di Milano ha tradotto la nostra identità nel nome e nel logo che oggi ci rappresentano. Per raccogliere i consensi di chi doveva metterci i soldi, dovevamo dare tutti gli elementi e raccontare il nostro carattere”. Con un piano finanziario soddisfacente in mano, Maia e Alessia hanno impiegato 6 mesi per avere il sì dal gruppo di investitori che serviva a raggiungere la somma per partire: “220mila sterline. Abbiamo una partecipazione al 19,9% di una grande azienda italiana e dieci piccoli attori. È una formula di equity crowdfunding, le persone hanno investito in cambio di una quota della società. Siamo state noi a bussare a tutte le porte, il merito della riuscita
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STORIE lo dobbiamo alla rete di persone con cui abbiamo creato legami professionali, e non solo – prosegue Maia –, tra chi ci ha dato fiducia amici, conoscenti ma anche ex colleghi”. Oggi, per tutelare quello che è stato costruito, le due socie di maggioranza hanno sottoscritto un patto parasociale molto severo. “Qualunque cosa accada – racconta Alessia – lʼidentità di Donna Fügassa non deve essere snaturata. Rispetto ai ruoli, solo ora iniziamo a distinguerci, io più dedita allʼattività di back office e amministrativa, Maia a quella produttiva e di legame con la comunità locale e italiana. Abbiamo entrambe una costante supervisione della strategia del format tenendo dʼocchio il nostro obiettivo di cinque bistrot in cinque anni – a partire da Londra – seguendo tutta la linea con uno standard di qualità elevato”. Una crescita importante se si pensa alla giovane età del progetto, eppure, sottolineano le imprenditrici: “Ciò che ci ha reso appetibili agli occhi degli investitori è stata la capacità di guardare le cose in grande”. Photo: L’interno di “Donna Fü gassa”
Se vi trovate a Londra, fate un salto dalle Fugassa. Sulla parete vicino al bancone il fumetto dell’illustratrice Sara Pittaluga dedicato a questa splendida storia… L.A.
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1, 2, 3… Gli step per la nascita dellʼattività si sono susseguiti come nella creazione di una ricetta, bisognava individuare gli ingredienti e trovare il modo di metterli insieme: “Ci serviva un maestro. Abbiamo scoperto i forni OEM del gruppo Ali, unʼeccellenza italiana che poi abbiamo voluto in negozio. Grazie a loro abbiamo seguito un corso con un maestro panificatore di Recco. Intanto a Londra, cominciavamo gli aspetti pratici, lʼavvocato, il commercialista- alcuni ancora ci seguono. 1. La registrazione della società si può fare on line, come il corso per la somministrazione alimentare sul sito food.gov.uk. 2. La parte più complessa ha riguardato la location, siamo state noi a trovare lʼannuncio, dopo la trattativa del Premium – che è il costo per subentrare al precedente contratto di affitto –, è bene avere un buon avvocato per la negoziazione del contratto. 3. Poi lʼarchitetto, il nostro consiglio è di affidarsi a un professionista specializzato nel settore”. Con dedizione assoluta, nel giro di altri sei mesi sono arrivate a quello che qui oggi trovate sette giorni su sette. Ci sono poi gli aspetti fiscali, ad esempio i molti soci di minoranza residenti in UK godono di garanzie sullʼinvestimento. Oggi da Donna Fügassa trovate soprattutto staff italiano “la clientela si divide tra nostri connazionali e inglesi – per questo abbiamo imparato i modi del caffè allʼanglosassone ”. E poi, un angolo dedicato allʼarte e alla creatività del Belpaese, come con “Lʼarte Pinguina” del genovese Massimo Fenati. Infine, lʼentusiasmo di chi ammette: “Londra è una città difficile, ma sa ripagare gli sforzi che, in questo momento, si traducono in moltissime ore di lavoro al giorno”. Con un sorriso che non abbiamo mai visto andare via. www.donnafugassa.co.uk
Il marchio Donna Fugassa è stato disegnato da Paperplane Factory di Milano
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E-COMMERCE
APP da vendere
Photo: Depop
Lo shopping on line conquista sempre più interessanti fette di mercato. Con la crescita più significativa negli acquisti attraverso dispositivi mobile. Dall’abbigliamento alle politiche di genere dei brand, ecco qualche riferimento per capire come fare un buon affare. di Laura Almirante
iace lo shopping on line: i dati di E-commerce Foundation dicono che nel 2015, a livello globale, ci sono state vendite per 2.100 dollari. LʼItalia avrebbe contribuito con 15 miliardi di euro, mettendo a segno un + 15% rispetto al 2014, dove la crescita più interessante – + 68% con un valore triplicato dal 2013 –, è rappresentata dalle operazioni che usano i dispositivi mobile (dati Netcomm). Il linguaggio ne ha preso atto, e-commerce si fa m-commerce per indicare acquisti di quest'ultimo tipo, mentre APPstore – la vetrina Apple delle applicazioni –, da novembre 2015 ha inserito la categoria di ricerca “Shopping”.
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Perché un app funzioni deve “fare una cosa e molto bene, essere semplice da utilizzare e avere un design attuale e minimale” spiega Luciano Baresi, professore di informatica al Politecnico di Milano. Caratteristiche che dovevano essere chiare allʼitalo inglese Simon Beckerman – già imprenditore degli occhiali Super e fondatore di Pig Magazine – quando, nel 2011, ha iniziato a pensare a un progetto mobile per la compravendita di prodotti. Ne è nato Depop, unʼapp Depop, Dote Shopping e Buy App Index, 3 App di m-commerce
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E-COMMERCE
NETCOMM è il Consorzio per la Crescita e la Diffusione del Commercio Elettronico in Italia. Il 18-19 maggio 2016 organizza a Milano ECOMMERCE FORUM.
Alcuni “momenti” di Depop, l’app per condividere, su dispositivi mobile, milioni di oggetti unici di ogni tipo per condividere in ogni momento – come ricorda la sua icona Hello, weʼre open – “milioni di oggetti unici: vintage e alla moda, di lusso e di tendenza, arte, illustrazioni, libri, sport e abbigliamento”. Il meccanismo è semplice: gli utenti si registrano aprendo un profilo – con immagine e nome –, fanno una foto allʼoggetto che vogliono vendere, infine la caricano con tanto di descrizione e prezzo. Le ricerche si fanno tramite parole chiave e si rimane aggiornati seguendo i profili più interessanti. Tra gli utenti di Depop trovate qualche riferimento noto, come la fashion blogger Chiara Ferragni, anche se sono i nomi comuni a riempirne la schiera. I set delle immagini sono spesso molto curati e cʼè un forte elemento di personalizzazione degli annunci. Per la sicurezza nei pagamenti lʼazienda consiglia di scegliere PayPal in modo da tracciare le transazioni. Depop, che è nato in Italia, ora ha sede principale nel quartiere londinese di Shoreditch, ma ha uffici a Milano e New York.
In Italia il 62% della popolazione adulta possiede uno smartphone (dato: We Are Social)
Sembra invece di entrare in un centro commerciale virtuale con la californiana Dote Shopping, lʼapplicazione che, al momento, riunisce oltre 130 brand per garantire la scelta di prodotti selezionando le offerte più vantaggiose. Ciascuno può scegliere di mettere in evidenza marchi e prodotti preferiti, ricevendo notifiche con aggiornamenti costanti. Dote Shopping è ora disponibile in inglese e spagnolo. Se invece quello che vi interessa è lo shopping consapevole, prendete in considerazione Buy App Index, lʼapp americana lanciata nel 2015 per verificare la politica di genere delle aziende da cui provengono i prodotti. In una scala valore da A a C, vengono valutati elementi come la presenza femminile in azienda, la correttezza nei trattamenti, la percentuale rosa nei ruoli decisionali o le settimane di maternità previste. Oggi lʼapp contiene un database di circa 130 aziende, è in continuo aggiornamento e chiede agli utenti di segnalare nomi da aggiungere allʼelenco. Alcuni Brand della Vetrina di Dote Shopping
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INNOVATION di Stefania Priolo
Start Up Cresce sempre più il settore Food e Tourism, DBJ Awards: Geniuschoice e EdoApp premiati fra le start up, Table Top il miglior progetto d’impresa. Successo anche per il mondo degli “oggetti”, da quelli persi a quelli dei vip, miracolosamente ritrovati o venduti all’incanto per beneficienza grazie a due geniali idee trasformate in popolarissime start up Photo: Alcuni momenti di DBJ_Awards
Dai servizi legati al mondo del Food e del Tourism alla scelta di puntare sul “mondo degli oggetti”, quelli smarriti che si danno ormai definitivamente per persi, o quelli appartenuti a vip o rock star, il mondo delle Start Up sembra in continua evoluzione e soprattutto in continua crescita. rima edizione di prestigio quella per i DBJ Awards, istituiti dallo Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani per premiare due start up a contenuto innovativo e un progetto dʼimpresa appartenenti ai settori Food e Turismo. A conquistare la vittoria sono state GeniusChoice, software dedicato allʼetichettatura dei prodotti alimentari, ed EdoApp, unʼapplicazione che grazie ad uno specifico algoritmo permette di identificare il valore nutrizionale dei prodotti. Il progetto dʼimpresa giudicato più interessante è stato invece Table Top, la cyberg guida per cibo, cucina e persino allestimento della tavola. I vincitori dei DBJ Awards sono stati premiati con lʼassegnazione di tre service box, un pacchetto di ore di consulenza, legale e fiscale, e servizi logistici. “Siamo molto soddisfatti dellʼinteresse suscitato da questa prima edizione dei DBJ Awards - ha spiegato Massimiliano Gazzo, partner di De Berti Jacchia Franchini Forlani - Food e Turismo sono due settori fondamentali per lʼeconomia del nostro Paese e in cui ci sono sicuramente concrete opportunità di sinergia e di crescita. In generale tutte le candidature ci hanno positivamente sorpreso per il contenuto innovativo dei loro modelli di business”.
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INNOVATION Contestualmente sono stati presentati i risultati della ricerca “Food & Turismo: Tempo di Innovare”, un report che ha indagato lo stato dellʼecosistema italiano dellʼinnovazione in ambito “Food & Turism” introducendo un framework che riclassifica le start-up innovative iscritte alla sezione speciale del registro imprese (in data 1° febbraio), in un totale di 5.078 unità. “Allʼinterno di questo quadro ʻstrutturaleʼ emergono due dinamiche molto interessanti, entrambe legate al più ampio filone della sharing economy - ha spiegato Fabio Fraticelli, Postdoctoral Research Fellow presso lʼUniversità Politecnica delle Marche e coordinatore scientifico dellʼosservatorio DBJWatch - Da un lato, per la categoria Food, si analizzano le start-up innovative dedicate ad offrire prodotti o servizi finalizzati a favorire il fenomeno del social-eating; dallʼaltro lato, per la categoria Tourism, si esplorano le principali esperienze relative al peer-topeer travel guiding, ovvero lʼesplorazione di mete turistiche fatta da utenti locali in favore di turisti”.
ha ideato un software in grado di verificare la correttezza dell’etichetta multilingue e che da la possibilità di effettuare analisi di benchmarking e di mercato. Il software permette ai ristoratori di indicare correttamente gli ingredienti dei menù e ai produttori alimentari, oltre a scrivere e verificare le etichette, di creare prodotti che rispondano alle reali esigenze e desideri dei consumatori.
E proprio attorno al tema del Food la crescita delle start up non vede sosta. Sono aziende che sempre più spesso diventano utili alleati di produttori e consumatori e proprio in questo sta la chiave del successo di alcune fortunate idee. Cortilia ad esempio è il primo mercato agricolo online a mettere in contatto consumatori e agricoltori locali, per fare la spesa direttamente come in campagna. Lanciata commercialmente nel 2012, Cortilia nasce da unʼintuizione del suo fondatore, Marco Porcaro, e dallʼunione delle due grandi passioni: da una parte lʼamore per il cibo fresco e genuino, dallʼaltra il suo background professionale che lo ha da sempre visto impegnato nel campo della tecnologia. Parole dʼordine: gusto, artigianalità e sostenibilità. In un click Cortilia porta a domicilio frutta e verdura fresche di stagione, coltivate in modo sostenibile, dalle aziende agricole più vicine agli utenti. Photo: Cortila e EdoApp
è un’app che permette a chiunque di capire quanto sono sani i prodotti alimentari acquistati nei supermercati. La base consiste in un algoritmo che traduce tutti i dati presenti in etichetta (ingredienti, valori nutrizionali, certificazioni) in informazioni di immediata comprensione per il consumatore.
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INNOVATION Photo by Foodscovery and Findmylost Per chi invece vuole rimanere fedele al proprio supermercato preferito la soluzione è rappresentata da Supermercato24, la start up che si occupa di portare al domicilio del consumatore i prodotti di specifici punti vendita. Anche qui pochi semplici click per scegliere il supermercato di fiducia e selezionare i prodotti della marca preferita. Sarà uno shopper a preoccuparsi di tutto il resto e portare i prodotti direttamente a domicilio. Il vantaggio? Avere la spesa nel giro di un ora. E per chi è ancora restio alla tecnologia? Possibilità di effettuare la stessa procedura anche telefonicamente. Cʼè poi chi ci tiene a specificare “non siamo un e-commerce, ma un marketplace”. È il caso di Foodscovery, una start up che mette in relazione il consumatore con i migliori laboratori artigianali italiani. Dalle lavorazioni casearie delle migliori aziende agricole delle diverse regioni italiane alle varietà di pasta con gli ingredienti principe della tradizione gastronomica italiana. E ancora frutta, verdura, spezie, salumi, vini e liquori per arrivare alle origini del gusto ed avere a casa proprio le migliori specialità. E dai prodotti alimentari a beni altrettanto preziosi per il consumatore il mondo delle start up ha sicuramente moltissime novità da offrire. Chi ad esempio non ha mai perso un oggetto durante un viaggio o nel tran tran della vita di tutti i giorni? Sicuramente unʼesperienza comune alla stragrande maggioranza di persone. Ma come ritrovare lʼoggetto prezioso o magari dal valore affettivo inestimabile? La soluzione è Findmylost. Unʼidea geniale della giovane Elena Bellacicca che, in occasione di Expo 2015, decide di organizzare un sito web per tutti gli oggetti che verranno persi durante lʼesposizione universale. Il risultato? 10mila oggetti perduti, il 30% dei quali ritrovato e restituito al legittimo proprietario. La start up prende quota. Sul sito vengono postati oltre 50mila oggetti. Non si tratta più solo di Expo, oltre ai singoli cittadini anche Comune di Milano ed alcuni servizi di car sharing entrano in contatto con la piattaforma. Il fenomeno attira lʼattenzione di una software house che prepara, dalla versione beta della fondatrice, una nuova piattaforma che verrà lanciata proprio i primi di aprile assieme alle app. “Lʼidea è quella di diventare lʼunico competitor mondiale per lo street found coinvolgendo anche altre realtà come società aeroportuali, treni, musei, e puntare allʼinternazionalità – ha spiegato Elena Bellacicca – Pensate di prendere un aereo, atterrare in una capitale europea, prendere un taxi o unʼauto a noleggio e visitare un museo per poi accorgervi di aver perso il cellulare. Con pochi click sulla piattaforma riuscirete a scoprire se il vostro cellulare è stato ritrovato e farvelo restituire”. E per chi invece ritrova un oggetto? Il processo è il medesimo: si mette on line lʼoggetto e lo si restituisce al legittimo proprietario dietro una ricompensa che può essere monetaria o meno. Elena Bellacicca di Findmylost
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INNOVATION E per quegli oggetti che invece abbiamo sempre sognato? La maglia indossata da un calciatore in una partita che è entrata nella storia, la tuta di un pilota di formula 1. Ma anche esperienze dal valore inestimabile, come gli auguri di compleanno fatti direttamente da Fedez, una cena con Luca Argentero, con una top model, una giornata passata con il campione del cuore. Tutto questo oggi non solo è possibile, ma è anche una start up di successo a scopo benefico. Lʼidea è venuta a tre imprenditori under 30, Francesco Nazari Fusetti, Emanuela Ravalli e Domenico Gravagno. Charity Stars è la prima piattaforma digitale che mette allʼincanto oggetti, esperienze ed incontri con personaggi famosi. Il progetto parte con un autofinanziamento nel 2013 ed è subito un successo. Lʼanno seguente lʼuniversità di Barkley in California include Charity Stars tra le 20 start up con maggiore impatto sociale al mondo. Ogni giorno vengono messe allʼasta esperienze od oggetti unicamente dei personaggi famosi. Sono circa 350 le organizzazioni no profit che hanno ricevuto il sostegno della start up che ha già devoluto oltre 3milioni e 300mila euro. “È una realtà in continua crescita” ci ha confermato Francesco Nazari Fusetti ceo e founder della start up. Progetti per il futuro? “Per ora siamo davvero molto indaffarati. Stiamo ampliando la rete, lʼobiettivo è sicuramente targato UK con già dei contatti avviati con numerosi club di football. Punteremo anche allʼinternazionalizzazione”.
è una app che costituisce un cyber manuale, una sorta di guida relativa al cibo, alla cucina ed ai vari correlati, con particolare attenzione alla tavola, al suo allestimento ed alla sua personalizzazione in funzione del luogo, della persona e dell’occasione che si vuole celebrare o festeggiare. Francesco Nazari Fusetti di Charity Stars
Oggetti ed esperienze messe allʼincanto… Tra le aste più curiose degli ultimi tempi? “Un Business Lunch con Riccardo Zacconi, founder di Candy Crush venduto per 25mila euro”.
Photo by Charity Stars
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START UP
iLoby Innovazione, futuro ed un vero e proprio “contagio” virale
ìLoby è la Start Up che rivoluziona i Social ed il concetto di comunicazione, creando una sorta di ponte tra la realtà virtuale e quella reale. ìLoby è una piattaforma interattiva dalla facilità immediata. Diretta sia a privati che ad aziende permette di accedere a tutti i Social utilizzati, Facebook, Twitter, Google+, Skype, Linkedin, Mail, Instangram e Whatsapp. Un vero e proprio luogo virtuale in grado di creare una rete in cui le possibilità sono infinite, dalla semplice conoscenza a vere e proprie opportunità di business. Ma qual è la vera rivoluzione di iLoby? Il contatto con le persone vere. La comunicazione in ìLoby unisce la realtà virtuale a quella reale. Mezzo e strumento di questa straordinaria idea è un semplice braccialetto, inviato al momento dellʼiscrizione che contiene un unico Id. Questo permette da una parte di evitare i cosiddetti “fake” e dallʼaltra di creare, anche nella vita di tutti i giorni, una community che permette un contatto reale. Una geniale intuizione dellʼargentino Christian Gaston che rivoluziona, nellʼera 2.0, il concetto di community e di comunicazione. Nata nel dicembre 2013 ha avuto un successo virale e conta ad oggi oltre 81.700 iscritti.
Christian Gaston
Un semplice braccialetto in silicone divenuto oggi un vero e proprio simbolo… “Eʼ un oggetto semplice che rappresenta però il mezzo tra le realtà virtuale e quella reale. Aiuta le persone a comunicare. Grazie a questo braccialetto anche nella vita reale si sono create relazioni, conoscenze, persino opportunità di business”. Cosʼè il futuro? “Il futuro sono le relazioni sociali tra le persone”. Cosʼè la comunicazione? “Oggi ci sono tanti social network ma la gente non comunica più. Ci si nasconde dietro falsi profili per cercare di attirare lʼattenzione, poi quando ci si presenta dal vivo le persone sono diverse da come si erano presentate. ìLoby nasce dai messaggi positivi delle filosofie del taoismo e del buddismo. Vuole unire le persone e non dividerle, vuole creare una nuova frontiera di comunicazione”. Dove vuole arrivare ìLoby? “A fare comunicare davvero le persone. Oggi è diventata una macchina che si autoalimenta da sola. Le persone si ʻcontagianoʼ e sono orgogliose di fare parte di questa community. ʻInsieme siamo più fortiʼ è questo il nostro slogan”. Puoi anticiparci qualche novità? “I prossimi braccialetti. Punteremo su design e qualità”. Hai un idolo? A che polso vorresti vedere un braccialetto ìLoby? “Eʼ una domanda difficile. Mi sarebbe piaciuto vederlo al polso di Steve Jobs, che per me è stato un grande riferimento, e di cui conservo grandi insegnamenti. Direi Papa Francesco, che ho avuto la possibilità di incontrare ed è stata unʼesperienza straordinaria”.
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START UP di Silvio Zannoni
ATOMO UN NUOVO MODO DI VIVERE L’OUTDOOR A colloquio con Dimitri Gramenzi founder di Eldar Lab e curatore del design e delle caratteristiche tecniche e commerciali dell’innovativa start up Photo: Acune immagini di ATOMO, la fusione moderna e creativa tra casa sull’albero e tenda sospesa Molte idee nascono ma restano sogni nel cassetto: come è nata l’idea e cosa ti ha motivato a portarla avanti? Fin da bambino ho sempre nutrito una strana passione per tutto ciò che non sai convenzionale, tutto ciò che in un certo qual modo va aldilà dagli schemi e sia in grado di stupire ed emozionare. Circa due anni fa, mentre ero in facoltà, navigando in internet ho trovato per caso uno strano bando indetto dalla regione del Veneto per idee innovative con potenziale internazionale per diventare startup di successo. All’epoca non sapevo neppure cosa fosse una Startup , ma ritenendo di avere una chance e volendomi mettere in gioco ho partecipato al concorso. Tra le mille idee che mi frullavano in testa una in particolar modo mi era più a cuore,quella che oggi si chiama Eldar Lab e riempie le mie giornate tra lavoro e studio sogno e realtà. Una Startup formata da un team di ingegneri che progetta applicazioni ed oggetti, caratterizzati da una visione peculiare del rapporto uomo-natura. Ho cercato così di fondere tra loro due passioni che ho da sempre: l’amore ed il rispetto per la natura e la tecnologia applicata a modelli di sviluppo sostenibile. Credo fortemente in questo progetto e ne sono molto appassionato , ho fiducia e rispetto dei mie collaboratori, è grazie a loro se oggi esiste la nostra realtà. Sono questi gli stimoli che mi danno forza e mi spingono ad andare avanti nel superare le mille difficoltà che si incontrano quando si decide di tirare un sogno fuori dal cassetto. Che peso ha avuto il fatto di essere studente di ingegneria? L’università ti ha aiutato nelle prime fasi della start up? Sicuramente per un attività come la nostra, aver affrontato studi tecnici mi ha donato un buon background da cui poter attingere delle risorse per sviluppare un prodotto ed un progetto d’impresa.
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START UP
Dimitri Gramenzi, a destra, e Rinaldo Grifoni, a sinistra, CTO e co-founder di Eldar Lab.
Attualmente Eldar Lab sta installando alcune strutture Atomo in Toscana. Tuttavia creare una realtà imprenditoriale è molto complesso, le sole basi ingegneristiche non sono sufficienti per affrontare tutti gli aspetti legati al mondo dell’impresa. Negli ultimi periodi le università in Italia sono sempre più sensibili sul tema dello sviluppo imprenditoriale, ma siamo ancora agli inizi e c’è molto da fare. Personalmente all’interno della facoltà ho trovato alcuni docenti e ricercatori che mi hanno dato una mano, nonostante si trattasse di attività extra formative. Devo anche ringraziare un mio docente delle scuole superiori che ha creduto nel mio progetto ed oggi è al mio fianco nella gestione della società. Avresti mai pensato di diventare un imprenditore? È sempre stato il tuo sogno in qualche modo? L’idea di fare impresa non mi sfiorava minimamente, se mi avessero chiesto qualche anno fa il mio pensiero al riguardo, avrei risposto di essere lontano anni luce dall’idea di intraprendere tale cammino.Credo che la scintilla sia partita dal desiderio che nutro nel dimostrare di possedere idee valide che possano essere concretizzate. Ho sempre sognato di creare qualcosa, e crescendo ho capito che l’unico modo possibile affinché ciò accada è perseverare, imparare dai propri sbagli, farne tesoro e non arrendersi di fronte agli ostacoli.
Che consiglio ti sentiresti di dare agli studenti di ingegneria nelle università italiane? Il consiglio che mi sento di dare loro è quello di credere nelle proprie capacità. Se sentite dentro di voi il bisogno di esprimervi e di proporre le vostre idee ed i vostri progetti, siate liberi di farlo. In molti saranno scettici, e se potessero scommettere punterebbero sul vostro fallimento. La strada da percorrere sarà tutta in salita, la vostra tenacia sarà l’unico strumento che avrete per scavalcare gli ostacoli che si presenteranno ogni giorno. Alla fine se sarete stati bravi, fortunati, un po’ folli e capaci, la soddisfazione di poter affermare che avevate ragione, sarà tutta vostra.
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CO-WORKING di Laura Almirante
Si chiamano Fuck up Nights le serate in cui si raccontano e si ascoltano storie di imprese e imprenditori che non sempre hanno funzionato. Un’idea che dal Messico, in pochi anni, ha raggiunto tutto il mondo. E che a Milano, in aprile, già celebra il quarto appuntamento.
Sbagliando si impara. Eppure di sbagliare non smettiamo mai e, cosa ancora più importante, non smettiamo mai di imparare dai nostri errori. Da questo punto deve essere partita Leticia Gasca quando nel 2012 ha proposto a un gruppo di amici imprenditori di Città del Messico di incontrarsi e fare outing sulle esperienze di crolli e fallimenti imprenditoriali vissute da ciascuno. A una prima serata sul tema, in Messico, ne sono seguite altre. Molte altre. Hanno preso il nome di Fuck Up Nights e poi il via, sulla strada del mondo. Da ottobre 2015 sono anche in Italia, a Milano, e in scena durante la 55° edizione del Salone del Mobile con un focus sulla creatività.
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HAVE F.U.N. 3 speaker, 3 storie imprenditoriali “fucked up” salgono sul palco. Hanno 15 minuti circa per sviscerare, ciascuna, una radiografia del proprio insuccesso. Un racconto che lega il modo in cui sono nati i progetti- a volte partendo da presupposti e soci sbagliati-, agli sforzi personali che si sono fatti per comprendere le dinamiche e lʼavanzare di qualcosa che non sempre va secondo i piani. In Italia nel 2015 si sono registrate 96mila chiusure aziendali (dati Cerved). Un dato che sostiene lʼesigenza da cui nascono questi incontri. “Pensiamo a quanti sogni abbiamo messo da parte per paura di fallire” racconta Montserrat Fernandez Blanco, event manager di Impact Hub Milano che ha introdotto nel capoluogo lombardo il format e che è sempre alla ricerca di casi da raccontare “Cerco testimonianze di imprese che non hanno funzionato e mi imbatto in storie bellissime. Aver fallito almeno una volta sembra un punto di partenza per i più grandi successi”. San Francisco, Hong Kong, Dubai, Melbourne, Istanbul, Barcellona, Madrid hanno accolto il format anche prima di noi. “Dal Messico Letitia ci ha contatto perché trovava strano che il nostro Paese non avesse ancora accolto lʼiniziativa- prosegue Montserrat-. Io dico sempre che oggi viviamo nella dittatura del successo. Le persone tendono a identificarsi con il raggiungimento degli obiettivi e pensano che non arrivarci equivalga a essere sbagliate. Il fallimento non coincide con lʼessere una persona fallita. Spesso chi deve arrendersi ha puntato a obiettivi troppo alti, il che già è segno di una grande
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CO-WORKING
abilità nella vita di mettersi in gioco. Analizzare i motivi per cui le cose sono implose significa maturare la consapevolezza sui progetti e su se stessi che serve per imprese successive”. Quello che avviene in queste serate ha a che fare con un magico fluire di sinenergie tra gli speaker e la platea che assiste. “Quando si parla degli errori commessi ci si mette a nudo, si accetta la propria vulnerabilità” spiega Montserrat. Questo atteggiamento è un elemento di crescita e costruzione a cui le persone, che prendono parte alla serata, sentono di appartenere. “Alla fine di ciascuna presentazione, il pubblico ha sempre delle domande. È come se si avviasse un processo di identificazione che fa sparire la vergogna. Chi si racconta, rammenta che spesso, nel fare impresa, si prova solitudine. Non per la mancanza di un team, ma per la mancanza del sostegno che la vera condivisione porta”. Qui si ha la sensazione di far parte di una rete, da cui si riceve valore. Non si esce dalla Fuck Up Night con la ricetta vincente. È vero, spesso gli errori si ripetono: “Uno dei temi ricorrenti è il tempismo, cioè capire quando è il momento di voltare pagina”. Non ci si deve precludere di sbagliare, però. “Il fallimento è insito nel tentativo stesso. È lʼatteggiamento a fare la differenza”. Lʼinsegnamento più bello che raccogliamo è che, se non possiamo evitare lo sconforto per un progetto che non si realizza, abbiamo il dovere di imparare a gestire e a ribaltare lo stato emotivo che ne deriva. Un consiglio valido a tutti i livelli professionali: “quando perdiamo un lavoro ci crolla il mondo addosso. Può essere invece che quel lavoro, in quel momento, non fosse adatto a noi. Se capiamo che quello che è accaduto non è casuale ci diamo la possibilità di ritrovare le spinte per ripartire” conclude Montserrat. Guardiamoci dentro e ringraziamo per questa lezione. www.fuckupnights.com
Impact Hub è un network internazionale per il co-working e lʼincubazione di progetti. A Milano si trova in via Paolo Sarpi, 8 Milan.impacthub.net
Montserrat Fernandez Blanco, event manager
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NETWORKING
COPERNICO MILANO ” WHERE THINGS HAPPEN” L’EVOLUZIONE DEL LAVORO PARTE DAL LUOGO Esiste un luogo di coworking a Milano in via Copernico 38, dove al centro c’è la persona. Un elegante CONCEPT WORKSPACE progettato per stimolare creatività e condivisione. Si chiama Copernico Milano Centrale, un business center di 15mila mq dove si stima transitino circa 3000 persone ogni giorno. Un nuovo modo di pensare al lavoro, al suo spazio e a chi lo vive. Se è vero che passiamo gran parte del nostro tempo in ufficio, perché non migliorare qualitativamente questo tempo? Halldis ha introdotto a Milano un nuovo modo di pensare al lavoro e di lavorare. In un contesto elegante ed esclusivo si intrecciano relazioni, si condivide e si arricchisce il proprio network per il piacere di dare e di ricevere.
Foto: Copernico Milano Centrale e Caffè Copernico
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di Alessia Portelli
Appena entrati potreste pensare di trovarvi in un boutique hotel… del lavoro. Grandi lounge accoglienti, luci riposanti, design moderno. Un posto progettato per far sentire accolti e che pone la persona al centro. Attraverso lʼambiente stimolante si favoriscono infatti lo sviluppo di idee, la concentrazione e la capacità di condivisione. Nei suoi 6 piani convivono in uno stesso edificio diverse esperienze professionali, tutte in contatto fra loro. Vengono infatti favorite sinergie e alleanze attraverso incontri a tema e conferenze. Si ridefinisce il concetto del tempo: lavoro e momenti liberi si intrecciano in modo più fluido e creativo. Progettato per facilitare il networking dei propri professionisti si trovano diverse aree di incontro. Da un lato il Copernico Cafè, curato in ogni dettaglio, elegante e funzionale, serve piatti rigorosamente italiani, come anche
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NETWORKING
“
Un ambiente di persone per bene che hanno la volontà di restituire reciprocamente il loro sapere. Il risultato è una conoscenza potente a beneficio della società” Jacopo Muzina, Business Development & Strategic Partnership at Copernico Holding
“ Foto: Jacopo Muzina il vino, ed è il luogo di ritrovo di tutti i lavoratori che hanno un ufficio in questo nuovo stabile e non solo, mentre entrando a destra si trovano i due spazi pensati per le riunioni lavorative. Due modelli, «Lounge» e «Library». Su tutti gli altri piani si trovano sale meeting, uffici affacciati su corridoi, e ovunque sono state ricavate aree in cui intrattenersi con divani, tavolini e collegamenti. Al piano terra si trova anche un'area verde di 2000 mq che in estate è arredata con tavoli e sdraio, una palestra e sempre dall'ingresso, si accede al «Teatro», luogo di eventi e conferenze, e a StartMiUp, il luogo di coworking che ospita diverse start up. Un ufficio con due postazioni costa circa 1200 euro al mese, comprese scrivanie, bollette e servizi vari. Ogni ufficio è modulabile secondo le esigenze del cliente e un team di esperti potrà illustrare e creare in modo sartoriale la migliore offerta partendo dalle specifiche esigenze. In Copernico il lavoro si evolve con lʼinterazione e la condivisione, ma non solo, qui si respira voglia di fare e la passione per il proprio lavoro quotidiano.
COPERNICO ALZA IL SIPARIO SU CLUBHOUSE BRERA, UN MEMBERSHIP CLUB PER IMPRENDITORI, PROFESSIONISTI E DECISION MAKER.
Ospitato all’interno dell’ex-teatro delle Erbe, nel cuore di Milano, CLUBHOUSE Brera è un nuovo concept di spazio destinato a diventare un collettore di contenuti e di opportunità relazionali. Clubhouse Brera si rivolge a una nicchia di professionisti con esigenze ben precise. Un membership club pensato per lavorare, fare networking e arricchire le proprie conoscenze. Un progetto nato per creare uno spazio di lavoro innovativo, dedicato a lavoratori moderni-imprenditori, professionisti, decision makers e C-Level, italiani e stranieri. Concepita sulla formula di membership Club, sarà accessibile a 500 members di alto profilo (250 uomini e 250 donne), appartenenti a diversi settori: dal finance al design, dal real estate al food con forte attenzione per il mondo della moda, della cultura e dellʼarte. Clubhouse sarà anche il primo club in Italia aperto anche allʼimprenditoria femminile. Clubhose Brera si propone anche come luogo elettivo, in cui organizzare meeting, facilitare lo sviluppo di relazioni professionali e favorire la nascita di nuove sinergie di business. Il club nasce allʼinterno dellʼedificio storico che ospitò le attività del Teatro delle Erbe fino ad un decennio fa, prima di essere convertito a spazio di lavoro. Il progetto, realizzato dallo studio di architettura di Laura Stecich, ne eredita il genius loci e fa rivivere lʼatmosfera di un periodo della storia della città particolarmente ricco di stimoli ed espressioni culturali. Le linee e le atmosfere del design della prima metà de XX secolo sono reinterpretate in chiave fortemente contemporanea, partendo da riferimenti art deco nel disegno del bar e di alcuni elementi di arredo, che dialogano con i segni storici ancora conservati, fino allʼinserimento di icone del design milanese degli anni 40 e 50. Lʼatmosfera sobria ed essenziale è stata ricreata anche nel “giardino segreto” di cui gode la location, composto da un ampio patio che infonde luce naturale a tutta la struttura, rendendo ogni ambiente ideale per lavorare. Speciali office suites, corredate da chaise-longue e bagno con doccia privato, offrono lʼoccasione di alternare le esigenze di lavoro e di relax. Il palco, cuore di ogni teatro, offrirà ancora lʼoccasione di salire in scena agli speakers internazionali che parteciperanno alla vita del Club.
Foto; Clubhouse Brera
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RETAIL
di Fabrizio Valente Partner Fondatore Kiki Lab –Ebeltoft Italy
Tendenze chiave dell’innovazione *
ella nostra attività il concetto di ʻdisruptionʼ è sempre più ricorrente: nelle strategie per i clienti, nei meeting internazionali, nei Congress mondiali che seguiamo costantemente e di cui siamo partner (World Retail Congress, Mapic, NRF) e naturalmente nelle edizioni annuali della nostra ricerca sulle Retail Innovations che da oltre 10 anni individua e analizza casi che riscrivono con successo le regole del settore. Tra le tendenze analizzate in questi anni, alcune si sono consolidate, altre declinano, altre ancora, nuove, si sono affacciate. Ma un tema è rimasto costante e invariato nel tempo: la centralità dei clienti. Capire come stanno cambiando e coinvolgerli per creare insieme innovazioni di successo è alla base del futuro dei retailer.
N
Per la nostra ricerca siamo partiti da un campione di oltre 220 casi, provenienti da oltre 30 Paesi, per arrivare a selezionarne i 45 più significativi, provenienti da 21 Paesi. Da questa analisi siamo poi risaliti alle tendenze che caratterizzano lo scenario globale. Per questa edizione ne abbiamo individuate 17 che fanno riferimento a 5 macro-aree: Experience, Assortimento, Comunicazione, Valori, Tech&Digital. Di seguito analizziamo la prima: Experience Experience. Lʼesperienza retail va molto oltre i prodotti che si acquistano e si declina su piani differenti, che spaziano tra le componenti emotive e quelle razionali, entrambe diventate fondamentali per attirare e fidelizzare tipologie diverse di clienti e anche uno stesso tipo di cliente in ʻsituazioniʼ di visita differenti (approccio ʻsituazionistaʼ). Efficienza per i clienti. Risparmiare tempo e ridurre lo stress sono due fattori sempre più importanti nel processo di raccolta di informazioni e di decisione dei clienti. Grazie a device tecnologici e al mondo digital, oggi questo percorso è più facile, ma lʼefficienza verso i clienti può essere realizzata anche senza mezzi sofisticati. In Polonia, ad esempio, Hi Shine ha aperto, in meno di 2 anni, oltre 140 lockers, proponendo un sistema semplice ed efficiente di servizi di lavanderia
con consegna e ritiro facilitati da un processo automatizzato e un efficiente customer care attivo 7 giorni, 24 ore al giorno. Un servizio flessibile e affidabile, che soddisfa le esigenze di clienti sempre più impegnati nella vita quotidiana, realizzato in partnership da un leader del settore vending e uno delle lavanderie. Coinvolgimento attivo. Un tempo si parlava del retail come teatro: visione superata, che relega i clienti al ruolo di spettatori. Oggi invece i clienti si aspettano di poter essere protagonisti, nella misura e nelle occasioni in cui lo desiderano. Pirch negli USA è una boutique di arredo, design ed elettrodomestici focalizzata su cucina, bagno e outdoor. La retail experience è molto sviluppata e spazia da incontri dimostrativi con chef alla possibilità di provare tutti gli elettrodomestici e persino le docce. Servizi o 360°. Nella nostra economia delle esperienze il servizio sta assumendo un ruolo sempre più strategico, perché facilita in modo immediato la differenziazione e la fidelizzazione. Nel processo degli acquisti ormai i clienti si aspettano livelli di servizio adeguati, anche nei negozi di posizionamento mass-market, dalla politica dei resi a elementi di facilitazione del processo di acquisto che aiutino a scegliere meglio. Nel settore brico, il nuovo concept di Leroy Merlin, aperto in Francia a Dinard, ha moltiplicato le aree test dei prodotti, con una comunicazione in-store che stimola i clienti a interagire, anche per categorie inusuali come i trapani, la cui sperimentazione facilita un acquisto più consapevole e vicino alle proprie esigenze. Multi-sensor. Sia nel retail alimentare che in quello non alimentare la multisensorialità è ormai una tendenza consolidata quando il posizionamento vuole enfatizzare gli aspetti di experience. Starbucks, leader mondiale dei coffee store con oltre 23.000 location, continua a sperimentare ed evolvere. Lʼultima innovazione, lanciata a Seattle, vicino alla propria sede, è un concept premium, che si focalizza sul DNA del brand: il caffè. Il flagship ospita una grande torrefazione integrata, che profuma tutto lʼambiente, uno spazio di degustazione e la selezione delle miscele più esclusive.
(*Dall’introduzione della ricerca internazionale Retail Innovations 11)
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RETAIL
Sogni accessibili. La sorpresa e lʼemozione a portata di mano rispondono alle aspettative di gratificazione accessibile in termini di costo e modalità di fruizione. In Olanda Leapp è un concept con un nome che anagramma Apple e offre, sia online che i negozio, lʼassortimento di prodotti ricondizionati della ʻmelaʼ con prezzi bassi e garanzie a lunga scadenza. Il successo ha fatto crescere la catena, anche allʼestero, ed espandere lʼassortimento a un brand come Sennheiser, di posizionamento simile nella categoria cuffie. Socialtailing. Ovvero il coinvolgimento dei clienti come partner per raccogliere idee, promuovere il business, creare meccanismi virali stimolando lo sviluppo di community vitali e attive. Il successo di Made.com è basato su progetti di designer emergenti, selezionati dalla community e prodotti a prezzi molto più bassi di prodotti simili di aziende affermate. Retail liquido. Nel retail una sfida sempre più attuale è quella di riuscire a segmentare non solo i tipi di clienti, ma anche le diverse ʻsituazioniʼ di visita, riuscendo a proporre fruizioni differenziate. Gourmeet è un concept aperto a Napoli da un socio Conad che ha raggiunto il breakeven già dopo un anno. Focalizzato sulle eccellenze locali, integra il supermercato Conad Sapori&Dintorni con una gastronomia focalizzata sul Km 0, un ristorante e una caffetteria gourmet, consentendo sia spese veloci che occasioni slow, arricchite da specialità stellate, come le bombe di Niko Romito.
TENDENZE DELLE RETAIL INNOVATIONS EXPERIENCE • Efficienza per i clienti • Coinvolgimento attivo • Servizio 360° • Multi-sensor • Sogni accessibili • Socialtailing • Retail liquido ASSORTIMENTO • Scelta2 • Personalizzazione • Glocalism COMUNICAZIONE • Identità visiva • Storytelling VALORI • Greentailing • Negozio etico TECH E DIGITAL • Human tech • Cross-canalità • Nativo digitale
PROSSIMI EVENTI DI/CON KIKI LAB Milano 7 aprile Retail Now 2016 con Paola Gallas Networking Dubai 12-14 aprile World Retail Congress Milano 20 aprile Retail Disruption 2016 con CFMT Bologna 28-30 aprile Franchising&retail Expo con Assofranchising Milano 4 maggio Touch con Promotion Parma 12 maggio Food-Identity nel Risto-Retail @ Cibus presentazione ricerca mondiale con Golagola Milano 24-25 maggio MAPIC Italy Fabrizio Valente modera ‘Why Italy is magic for retailers’ con Oscar Farinetti, Aeropostale, Tiger, Telly Weijl, Parfois
I Retailer possono richiedere una copia della ricerca
Retail Innovations 11 a kiki@kikilab.it
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FRANCHISING di Mara Frigo, Franchising Consultant
4-4-2: la tattica per fare di un business una FRANCHISE Per un’azienda, approcciare il mondo del franchising, non è una mera opportunità, ma una scelta strategica.
Ecco
10 requisiti per fare del vostro business una franchise
Differenziazione
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Perché quando compri un paio di scarpe, compri proprio quel paio, di quella marca, e non un altro? In fin dei conti è sempre una scarpa… oppure no?
In aggiunta alla credibilità, una proposta di franchising deve essere adeguatamente differenziata da quella dei suoi competitor attualmente sul mercato. Non importa per “cosa” si differenzia… importa solo“ quanto” sia differente.
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Trasferimento del know how
Si può sempre insegnare a “fare il detective”… più difficile è insegnare ad “essere un detective”
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Credibilità
Dovendoti sottoporre ad un intervento chirurgico, preferisci essere operato da un chirurgo o da un ingegnere?
Per proporre una franchise, in primo luogo, l’azienda che propone deve essere credibile, o, meglio ancora “attendibile”, ovvero deve dimostrare di sapere quello che sta facendo… e che lo sta facendo nel modo giusto.
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Altro criterio da non sottovalutare è la possibilità di insegnare il sistema ad altri. Questo comporta la valutazione di due aspetti del know how: la standardizzazione e la complessità. Se il sistema non è standardizzato prima o poi qualcuno potrebbe “metterci del suo perché così funziona meglio” e mandare a gambe per aria il risultato finale. Se poi il business è troppo complesso e richiede, ad esempio, più di tre mesi per essere acquisito, il franchisor avrà diverse difficoltà nello sviluppo della sua rete.
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FRANCHISING
Adattabilità
Chi sopravvive? Il più adatto! Si, ma chi è il più adatto? Ovvio, chi sopravvive.
Dovete sempre valutare quanto il vostro sistema sia flessibile a seconda dei mercati. Alcuni, specialmente nel food e nei servizi, non si adattano facilmente a tutte le aree, vuoi per differenze normative regional-comunali, per gusti dei consumatori o per dinamiche relazionali. Altri sistemi invece sono limitati da restrizioni legali, alcuni funzionano perché si basano su anni di relazioni (e di perseveranza) ed altri solo perché forti di una location “unica”.
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Formula sperimentata e di successo
Perché Archimede esclamò “Eureka” solo DOPO essersi fatto il bagno!
La sperimentazione della formula è necessaria per dimostrare che il sistema così come viene proposto funziona ed è, più in generale, una "opportunità” di business. L’unità pilota funge inoltre da “area di test” per nuovi prodotti, servizi, tecniche di marketing, merchandising e, soprattutto, per valutare e perfezionare l’efficienza delle operazioni.
Sistema documentato
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Ricordatevi che leggere il manuale delle istruzioni aiuta… sempre che ce ne sia uno!
Di norma il franchisor dovrà documentare le sue politiche, procedure e sistemi, forme e pratiche commerciali e dovrà comunicarle al franchisee in modo “comprensibile” e non interpretabile. A questo servono i Manuali Operativi.
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Accessibilità Ho capito che ti piace fare le cose “in grande”… ma non tutti possono permettersi una Ferrari!
In questo caso, intendiamo proprio l’accessibilità finanziaria alla franchise e riflette, sulla base del target di affiliati che viene identificato, la possibilità di questi ultimi di pagare per la franchise in questione.
Ritorno sugli investimenti
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C'è chi ride prima, chi ride dopo e poi ci sono io … che rido bene perché so l’ ultima.
Questo è il vero banco di prova. Un franchising deve essere profittevole. Ma attenzione: Il termine profittevole è sempre relativo e non va quindi commisurato solo con i numeri.
Capitali
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Anche se il franchising è un sistema per sviluppare una rete a “basso investimento”, non significa che sia a costo zero!
Il franchisor ha bisogno di capitali e risorse per implementare il suo programma di espansione. Partiamo dagli obiettivi (quanti affiliati in 1 anno), aggiungiamo i costi di struttura, una spolverata ai costi del personale (giusto per citare le due voci più corpose) e TADAAAM! si sale velocemente anche a cifre ragguardevoli.
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Impegno nel rapporto
Tutti che sentono con il cuore, l'anima e la mente. Ma con le orecchie non sente più nessuno?
I franchisor di successo si concentrano nel creare delle relazioni di lungo termine con i propri franchisee che siano mutualmente premianti per entrambe. Sfortunatamente non tutte le aziende che fanno franchising comprendono lo stretto legame tra relazioni e profitto.
Non dovete essere tuttologi Il contributo più grande al successo di una franchise parte proprio dal franchisor e dal suo staff. Molti franchisor, specialmente in fase di start-up, tendono a fare tutto “da soli”, ma dimenticano un fatto fondamentale: fare il franchisor significa fare un mestiere diverso da quello che facevano prima.
I lettori interessati a sviluppare il proprio business con la formula del franchising, possono scrivere a: info@beesness.it
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Beesness n.2_2016 www.beesness.it Periodico di informazione trimestrale - Anno VI n.2 Aprile/Giugno 2016 Registrazione Tribunale di Milano n. 551 del 18.11.2011 Editore e Proprietà: BeTheBoss Italia S.r.l. (Silvio Zannoni, Giovanni Bonani) www.betheboss.it italia@betheboss.it Prezzo copia € 5,00 (presso lʼeditore) Abbonamento € 25,00 (4 numeri trimestrali)*
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Direttore Responsabile: Giuseppe Bonani Stampa: PINELLI PRINTING S.R.L. Via E. Fermi 8 20096 Seggiano di Pioltello (MI) Sede di Redazione
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OPPORTUNITÀ BeTheBoss
Aperitivi & Cene Franchising servizi di marketing per ristoranti e locali
Caffè di Pulcinella Franchising caffË in cialde
Un Franchising innovativo rivolto ad Agenti di Commercio, Aziende Commerciali o Agenzie Pubblicitarie. Aperitivi & Cene apre il primo portale circa 18 mesi fa in Versilia, in pochi mesi Ë presente in 36 città in Italia e sta sbarcando in Svizzera prima nel Canton Ticino e poi a Zurigo.
Caffè di Pulcinella è il primo marchio made in Naples specializzato nella distribuzione di caffË in cialde, capsule, grani e macinato. Nel tuo negozio CaffË di Pulcinella commercializzerai tutti i tipi di macchine per caffË, prodotti tipici locali e naturalmente il caffË in tutte le sue forme con l'aggiunta di cialde e capsule compatibili.
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Centro Aste Giudiziarie Franchising aste giudiziarie Le Aste Giudiziarie Immobiliari e gli immobili del mercato extragiudiziario. In Italia esistono 2 mercati paralleli al "tradizionale" mercato immobiliare, mercati che nonostante la crisi sono IN CONTINUA E COSTANTE CRESCITA, ed a disposizione di chi abbia gli strumenti per operare. Per maggiori info: www.betheboss.it
Ecojet Franchising cartucce e non solo
Farmanatura Franchising erboristerie
Ecojet Shop specialista in Toner/Cartucce, negli ultimi anni grazie ai suggerimenti dei punti affiliati, si è evoluto con l'inserimento di prodotti e servizi affini al settore del consumer specializzandosi in forniture per aziende, professionisti, enti pubblici e privati.
FARMANATURA, nasce nel 1996 realizzando un punto vendita con una proposta innovativa ed originale. La mission dell'Azienda è quella di migliorare il grado di benessere del Cliente con una proposta commerciale chiara, corretta e moderna.
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Gruppo Europa Franchising agenzie per stranieri IL NOSTRO SETTORE NON CONOSCE CRISI: con un piccolo investimento e tanto entusiasmo e determinazione chiunque può scommettere su un progetto promettente come il nostro e aprire uníagenzia Gruppo Europa. Per maggiori info: www.betheboss.it
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OPPORTUNITÀ BeTheBoss
Kecè Franchising negozi dell'usato Kecè nasce da un concetto innovativo nel settore dell'usato conto terzi: un mercato in costante crescita, in controtendenza rispetto all'andamento del mercato globale. Per maggiori info: www.betheboss.it
L'Oro di Pulcinella Franchising caffè in cialde L'Oro di Pulcinella srl è una società specializzata nella distribuzione di caffè in Cialde e Capsule e prodotti affini mediante sistema di franchising. Il segreto de L'Oro di Pulcinella è nell'arte della giusta miscelazione tra arabica e robusta effettuata dai Maestri napoletani del Caffè. Per maggiori info: www.betheboss.it
Milord Franchising Belle Arti e cornici
Re di Cuori Franchising agenzie per single
La nostra azienda nasce a Lecce e opera nel campo delle Belle Arti e Cornici. Dalla nostra passione per l'arte nel 2010 è nato il progetto Franchising Milord. In pochi anni abbiamo fatto nascere molti punti vendita in affiliazione, ciascuno con una storia felice da poter raccontare.
Re di Cuori è un’agenzia d’incontri che vanta 15 anni díesperienza nel settore e migliaia di clienti soddisfatti. Attraverso un metodo efficace, ben codificato e ripetibile, il cliente viene accompagnato da un consulente personale durante tutti gli step del suo percorso
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Max Clan Roma Franchising Scarpe & Accessori Kasia Zurakowska, titolare di Max Clan Roma, un passato da indossatrice ed ora designer e produttrice di scarpe da donna, Ë alla ricerca di giovani imprenditrici per l'apertura di nuovi punti vendita in Franchising. Max Clan Roma punta sull'eccellenza del prodotto, sulla qualità dei materiali utilizzati e su un ottimo rapporto qualità prezzo. Per maggiori info: www.betheboss.it
Schmidt Franchising cucine, bagni e armadiature Perchè aprire un negozio con il marchio Schmidt Cucine? Perchè il "metodo" Schmidt funziona. I risultati parlano chiaro: nel 2013 Schmidt si conferma la prima rete europea di cucine, bagni e armadiature progettate su misura, on- demand. Per maggiori info: www.betheboss.it
Teatro del Gusto Franchising alimentari
TRYBA Franchising porte e finestre
Una Sinfonia di Sapori: oli, aceti balsamici, liquori, distillati sfusi e di qualità - sali, pepi, spezie, delicatezze e vini pregiati. Teatro del Gusto è un franchising italiano che nasce nel 2014 per interpretare un bisogno di qualità risolto con un format innovativo ma tradizionale al tempo stesso.
Leader in Europa TRYBA conta ben 21 siti produttivi, oltre 300 punti vendita, 2.000 dipendenti, 3.500 pezzi prodotti al giorno ed un fatturato di 420 milioni di euro. Scegliendo TRYBA farai parte dell'azienda di riferimento nel mercato del serramento in Europa, un marchio di forte notorietà che ha dato larga dimostrazione di successo. Dai forti valori umani, societari e ambientali. Per maggiori info: www.betheboss.it
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