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F R A N C H I S I N G R E TA I L I M P R E N D I T O R I A - N . 3 L U G L I O 2 0 1 5
INTERVISTA
FORMAT
BEESNESS INTERVISTA LA DIRETTRICE DI MAPIC, NATHALIE DEPETRO
12 BRANDS ON DISPLAY
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INTERVISTA
“COSÌ RICONOSCO UNA START UP VINCENTE” ●●● ●●● ●●● ●●● ●●● ●●●●●
A tu per tu con Luciano Bonetti, uno dei protagonisti di
EVENTI
IL PUNTO SUL PROSSIMO WORLD RETAIL CONGRESS
SPECIALE
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QUATTRO PASSI PER EXPO
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News, personaggi, interviste, eventi, saloni, premi, libri e tanto altro ancora... ■■■■■■■■■■■■■ ■■■■■■ S e g u i c i
a n c h e
s u i
n o s t r i
S o c i a l
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Go inside a world of retail* serata di apertura 17 Nov. 2015
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EDITORIALE di Giuseppe Bonani
F R A N C H I S I N G R E TA I L I M P R E N D I T O R I A - N . 3 L U G L I O 2 0 1 5
Beesness al servizio dell’informazione
INTERVISTA
FORMAT
BEESNESS INTERVISTA LA DIRETTRICE DI MAPIC, NATHALIE DEPETRO
12 BRANDS ON DISPLAY
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INTERVISTA
“COSÌ RICONOSCO UNA START UP VINCENTE” ●●● ●●● ●●● ●●● ●●● ●●●●
A tu per tu con Luciano Bonetti, uno dei protagonisti di
SALONI
IL PUNTO SUL PROSSIMO WORLD RETAIL CONGRESS
SPECIALE
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QUATTRO PASSI PER EXPO
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Intervista: A tu per tu con Luciano Bonetti...
Tutte le novità di questo numero ■■■■■■■■■■■■■■■■■■ Beesness cambia veste grafica e si arricchisce di contenuti e informazioni. Abbiamo pianificato il n.3 di Beesness per offrire ai nostri lettori un maggior numero di articoli e di interviste su argomenti di sicuro interesse, oltre a più notizie sullʼattività dei retailer, sia in Italia sia allʼestero. Scoprite voi stessi il numero delle pagine di questo numero, che contiamo di mantenere anche per le prossime edizioni della nostra rivista. Noterete anche lʼutilizzo di una grafica più vivace e moderna in linea con le nuove tendenze e i gusto dei lettori per un’informazione più immediata, fruibile e accattivante. Dalla lettura di questo numero, si comprende quanto i prossimi mesi saranno estremamente impegnativi per i responsabili delle divisioni retail e franchising e una serie di articoli e di pagine pubblicitarie scandiscono le novità dei prossimi mesi: Mapic a Cannes, Brandy a Milano, World Retail Congress a Roma, Forum Retail a Milano e il Salone Franchising Milano, solo per citarne alcune, per non parlare di EXPO, che chiuderà i battenti il prossimo 31 ottobre e a cui dedichaimo un interessante Speciale con un aggiornamento sull’andamento della manifestazione milanese e delle news su due ambassadors dell’evento mondiale, uno USA, Coca-Cola, e uno italiano - Illy Caffè.
News, personaggi, interviste, eventi, saloni, premi, libri e tanto altro ancora... ■■■■■■■■■■■■■ ■■■■■■ Entra
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La foto di copertina anticipa lʼintervista a uno dei cinque protagonisti un programma di successo di Italia 1, “Shark Tank”: Luciano Bonetti, presidente del CdA di Foppapedretti S.p.A., che ci aiuta a capire, come riconoscere una startup di successo. In questo numero, i lettori potranno leggere molti articoli, interviste o news su brand con reti di vendita dirette o miste, diffuse in molte parti del mondo: le insegne italiane come Intimissimi, LʼErbolario, Morellato, Yamamay, Segafredo Zanetti, Basicnet e La Piadineria, brand stranieri quali Victoriaʼs Secret e Pandora e di società di e-commerce. Già nei numeri precedenti ci siamo soffermati sulle opportunità offerte dai mercati esteri per le insegne Made in Italy. In un mercato globale, in cui i canali di vendita offline e online si presentano come una soluzione ormai molto diffusa tra i retailer, segnaliamo lʼarticolo “Trovare la giusta location”. Un altro argomento dʼinteresse per manager in cerca di opportunità per mettersi in proprio è lʼintervista al presidente e fondatore di Expense Reduction Analysts. Da ultimo, desideriamo segnalare un tema oggi molto dibattuto in Italia: la “meritocrazia”. Abbiamo letto - sulla base di un rapporto elaborato da un pool di esperti dellʼUniversità Cattolica di Milano - che lʼItalia è il paese con il più basso tasso di meritocrazia: lʼappuntamento al prossimo numero, ai primi di ottobre.
Buona lettura e buone vacanze! ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲▲ ▲
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SOMMARIO Beesness 3_liglio 2015
12
News - The Veeno Company.
24
Format - Intimissimi
[3
Editoriale
[6
News
Beesness al servizio dellʼinformazione
E tu che consumatore sei? Te lo dice la Shopping Map 2015 Fondi Bei dalla Banca Europea
7>
Mondadori Store e Promedia presentano Espresso Book Machine il primo servizio in italia di book on demand Marco Schianchi nominato presidente di Comufficio
8>
La Top Ten di BrandZ Netberg, il social network dedicato alle imprese
9>
Il match degli incassi: Pizza VS Big Mac Il franchising in Spagna nel 2014…
11 >
MADE.COM: i numeri dellʼE-commerce inglese Automotive Dealer Day 2015
12 >
The Veeno Company. Lʼaperitivo allʼitaliana conquista il Regno Unito. Grottini: 40 anni di attività
13 >
Rimadesio alla conquista del mercato statunitense No+Vello scala la classifica mondiale delle 100 migliori franchise!
14 >
Il CNCC lancia il nuovo Retailer Awards 2015 Il franchising italiano dopo 7 anni di tenuta nella crisi va al rilancio!
17 >
Talent Garden apre nuove sedi a Tirana e Pordenone
[ 18 Format Zalando va contro-corrente:
29
dallʼon-line allʼoff-line
19 >
Format - Yamamay
33
Format - La Piadineria
4 Beesness
Nara Camicie: intervista a Marianna Cuomo, franchisee a Fuerteventura
21 > 23 >
BasicNet, un modello di impresa a rete…
24 >
Intimissimi, eleganza, qualità ed uno stile sempre al passo coi tempi
25 >
Kasanova, fantasia, colore, rapporto qualità prezzo da 10 e lode
26 >
LʼErbolario: lʼequilibrio perfetto tra cosmesi ed erboristeria
27 >
Bracciali, gioielli, orologi: dal 1930 Morellato non ha smesso di crescere
28 > 29 >
Percassi porta Victoriaʼs Secret in Italia
30 >
La storia internazionale di Pandora tra vecchi e nuovi mercati
33 >
La Piadineria: il fast casual food Made in Italy
Preca Brummel cresce ancora con unʼaltra acquisizione in licenza: Santoroʼs Gorjuss
Yamamay: la crescita continua tra vecchi e nuovi mercati
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SOMMARIO
INTERVISTA [ 34 “Così riconosco una start up vincente”
Beesness 3_luglio 2015
A tu per tu con Luciano Bonetti…
[ 39 SPECIALE Quattro passi per EXPO. Un viaggio nella cultura, nei profumi, nei colori e nelle tradizioni di tutto il mondo...
[ 44 INTERVISTA Beesness intervista la Direttrice di MAPIC,
34
Nathalie Depetro
47 > Il franchisor: intervista con Fred Marfleet, Expense Reduction Analysts
48 > Segafredo Zanetti, lʼambasciatore
dellʼespresso nel mondo. Con Pascal Héritier...
50 > Berton, un cognome,
Intervista - Luciano Bonetti
un grande chef, un ristorante
52 > Retail coaching: Patrizia Saolini, la voce di un protagonista!
39
54 > Carreʼ dʼArtistes, lʼarte a portata di mano
[ 56 EVENTI Giunto alla sua nona edizione, il World Retail Congress è il punto d'incontro ...
58 > Eataly Net: 5 milioni di fatturato
per lʼe-commerce di Farinetti Italian Popai Awards edizione 2015
61 > L'irlandese Mark Moriarty è
il S.Pellegrino Young Chef 2015
Speciale - EXPO 2015
64 > Lo spagnolo El Celler de Can Roca in vetta
alla classifica dei Worldʼs 50 Best Restaurants
DISTRICT [ 66 FASHION La total experience del Miami Design District
44
[ 68 LOCATION Trovare la giusta location [ 72
STRATEGIE
Cosa bolle in pentola nelle esigenze di ricerca per aziende retail-franchising e nelle pratiche di marketing Intervista - Nathalie Depetro
[ 74
SPOTTER
[ 75
RECENSIONE
Il neuromarketing può predire lʼefficacia degli spot tv?
56
Come mettersi in proprio con il franchising
76> Il digital per lo sviluppo delle PMI italiane
“Strategie e tattiche di Facebook Marketing per aziende e professionisti”
77> Retail Coaching.La gestione operativa della rete vendita secondo le logiche dello sport
[ 80 BeTheBoss: 21 brand in vetrina
Eventi - World Retail Congress
OPPORTUNITA’
Beesness 5
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NEWS la Redazione
E tu che consumatore sei? Te lo dice la Shopping Map 2015
Fondi Bei dalla Banca Europea 6 Beesness
uali sono i percorsi di consumo degli italiani in questo “anno zero”, che dovrebbe segnare il passaggio da unʼeconomia in recessione a una fase di distensione? A rispondere a questa domanda ci prova la Shopping Map 2015 dell’Osservatorio Consumatori, che divide gli italiani in sei cluster di shopping e li associa alla loro insegna di riferimento allʼinterno della grande distribuzione. Uno studio realizzato grazie a circa 1100 interviste condotte in tutta Italia, che aiutano a definire una vera e propria mappa del consumo.
Q
Non sorprende che sul gradino più alto del podio, come categoria più diffusa, con il 28% degli intervistati, ci sia I-Family, la famiglia giovane e moderna, attenta non solo al prezzo, ma anche al prodotto e alla modalità di acquisto più al passo con i tempi. Il suo brand di riferimento, non a caso, è la catena di shop attenti al cibo sostenibile Natura Sì. LʼItalia è però anche un Paese con una fascia di popolazione che sta invecchiando: Nonno Italo rappresenta il 13% del campione intervistato e si destreggia tra prezzi bassi e gestione della quotidianità. Lo si può trovare soprattutto nelle catene di grande distribuzione come Lidl. Gli Wow Shop (11%) e gli Hasta il consumo siempre (20%) sono i più affezionati e incalliti consumatori, che non si sono fatti spaventare dalla crisi. Li si incontra soprattutto negli Outlet e nei retail di “lusso”, come la Coin. Chiudono il cerchio i Territoriali (10%) e gli Ok il prezzo è giusto (18%): i primi sono affezionati al negozio e al supermercato che si trova sotto casa, come per esempio i Carrefour; mentre i secondi sono attenti che il prezzo pagato equivalga alla qualità del prodotto acquistato. LʼOvs è indicato come il posto giusto per questi consumatori allʼinsegna del pragmatismo.
ono in arrivo dalla Banca Europea nuovi apporti di liquidità alle Banche convenzionate per l'erogazione di finanziamenti agevolati alle imprese. Sono agevolati i progetti di crescita dell'impresa, capaci di innovare e rinnovare. Beneficiari dei fondi BEI sono le piccole e medie imprese di tutti i settori produttivi, ovunque ubicate. È possibile finanziare fino al 100% progetti realizzati nei 3 anni precedenti la richiesta di finanziamento o da realizzarsi negli anni successivi. Il capitale viene erogato in unʼunica soluzione e rimborsato a rate trimestrali di quote capitale costanti e quote a interessi variabili. È richiesto lʼultimo bilancio con utile e previsioni di crescita positive, inoltre il fatturato realizzato nell'ultimo esercizio deve essere uguale o superiore all'importo del finanziamento che si intende richiedere.
S
www.italiacontributi.it
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NEWS
la Redazione
MONDADORI STORE E PROMEDIA PRESENTANO ESPRESSO BOOK MACHINE IL PRIMO SERVIZIO IN ITALIA DI BOOK ON DEMAND STORE Mondadori Store, il più esteso network di librerie con oltre 600 store, introduce in Italia Espresso Book Machine™, lʼinnovativo servizio di book on demand che permette di stampare un libro in pochi minuti direttamente in negozio, scegliendo da un catalogo di oltre 7 milioni di titoli provenienti da tutto il mondo. La prima macchina sul territorio nazionale sarà attiva a partire da giugno nel Mondadori Megastore di Milano Piazza Duomo, grazie allʼaccordo con Promedia Solutions, società torinese che da anni opera offrendo servizi tecnologici e di produzione per lʼevoluzione digitale del mercato editoriale. Espresso Book Machine™ unisce i vantaggi della distribuzione digitale alla qualità e al piacere di un libro cartaceo: attraverso il software EspressNet sarà possibile collegarsi, nel Mondadori Megastore di Piazza Duomo e sul sito Mondadoristore.it, ad un vastissimo network di contenuti, inclusi titoli rari e fuori catalogo dei maggiori editori internazionali, in costante aggiornamento. Premendo un pulsante è possibile stampare, rilegare e rifinire in alta qualità e con copertine a colori libri tascabili in lingua, e prossimamente anche in italiano. Lo sviluppo del catalogo italiano per lʼEspresso Book Machine™, che consentirà anche agli editori del nostro Paese di condividere il proprio catalogo on demand, rendendo il libro disponibile in pochi minuti direttamente al punto vendita, è affidato a Promedia attraverso la piattaforma Prospero, specificatamente dedicata allʼeditoria on demand. Il servizio, oltre a mettere a disposizione dei lettori titoli di difficile reperibilità, permette anche agli editori di mantenere il proprio catalogo sempre vivo e accessibile. Espresso Book Machine™ dà inoltre ad autori auto-prodotti ed indipendenti la possibilità di far entrare la propria opera in libreria e di inserirsi in questo modo in un circuito di distribuzione internazionale, grazie allʼopportunità di commercializzare i propri titoli, senza costi di trasporto, in tutti i paesi in cui EBM è presente: Inghilterra, Olanda e Francia, USA, Canada, Giappone. Fonte: Media Relation Mondadori
Marco Schianchi nominato presidente di Comufficio omufficio, ha recentemente nominato Presidente Marco Schianchi, già presidente di Comufficio fino al 2011 e, fino al 2004, vicepresidente di Smau, oltre che membro della Giunta esecutiva di Confcommercio - Imprese per lʼItalia. Imprenditore con unʼesperienza pluridecennale nel campo dellʼautomazione del punto vendita, è attualmente presidente di Coris Tech, una delle maggiori aziende italiane del settore. Il riconoscimento delle specificità dellʼarticolata base associativa nazionale, che comprende aziende di
C
varie dimensioni e tipologie, con competenze ed esperienze imposte da una trasformazione tecnologica senza precedenti negli ultimi anni, è stato indicato dal neo-presidente come principio ispiratore nellʼaccettazione del nuovo mandato. Comufficio, che conta 1300 soci, riunisce le aziende produttrici e distributrici di prodotti e sistemi per lʼICT, lʼautomazione dellʼufficio e del commercio. Principali obiettivi dellʼassociazione: il riconoscimento della specificità e della convergenza di unʼarticolata base associativa al fine di affrontare le determinanti trasformazioni della digitalizzazione del Paese e dellʼemergere di nuove normative inerenti alla fiscalità, alla fatturazione elettronica e ai sistemi di pagamento.
www.comufficio.it
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NEWS la Redazione
La Top Ten di BrandZ
Brand Value % change 2015 vs 2014
1
Technology
246.992
4
67%
1
2
Technology
173.652
4
9%
-1
3
Technology
115.500
4
28%
1
4
Technology
93.987
4
-13%
-1
5
Payments
91.962
4
16%
2
6
Telecom Providers
89.492
3
15%
2
7
Telecom Providers
86.009
3
36%
4
8
Soft Drinks
83.841
5
4%
-2
9
Fast Food
81.162
4
-5%
-4
10
Tobacco
80.352
3
19%
-1
Apple supera Google! La società di Cupertino è il primo marchio al mondo Secondo quanto pubblicato dal rapporto "BrandZ", giunto alla sua 10° edizione, a cura della società di ricerche di mercato Millward Brown, Apple è il brand più importante al mondo con un valore stimato di 246,9 miliardi di dollari con una crescita del 67% rispetto alla rilevazione dello scorso anno. La società di Cupertino ha superato Google, capolista della rilevazione del 2014, riuscendo ad ottenere la leadership in questo studio per la quarta volta negli ultimi cinque anni. Apple è tornata quindi al primo posto della speciale classifica di BrandZ Top 100 Most Valuable Global Brands. Il successo di iPhone 6 e lʼentusiamo del pubblico verso il marchio Apple ha portato a questa affermazione. Apple è anche prima per quanto riguarda il tasso di crescita del valore del brand in 10 anni, il 1.446 per cento. La Top Ten dei brand globali di maggior valore è quasi per intero occupata da società che operano nellʼambito della tecnologia e delle telecomunicazioni. Tra queste, oltre ad Apple e Google, anche Microsoft, IBM, Visa, AT&T, Verizon, Coca-Cola, McDonald e Marlboro.
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Rank change
Netberg, il social network dedicato alle imprese
U
na start up, ma anche un social network. Unʼiniziativa dallʼanima commerciale, ma con un cuore social. Un ponte tra passato e futuro. Questo è Netberg, almeno nelle idee dei quattro ragazzi che lʼhanno fondato, Lorenzo Rando, Jubin Nouri, Michele e Claudio Cuccovillo. Una start up che collega il lato social con lʼimprenditorialità, andando a coprire un importante punto scoperto delle piccole e medie imprese in Italia, come in Inghilterra, dove Netberg è stato lanciato. Come ha riportato anche Google, il 76% delle Pmi italiane non ha un sito internet efficiente e più della metà non utilizza servizi di e-commerce per vendere i propri prodotti. Se si pensa che il tessuto industriale/imprenditoriale italiano è composto per il 99% proprio da Pmi, si capisce perché lʼidea di un sito internet dove le aziende possano creare (gratuitamente e in pochi passi guidati) la propria scheda ed offrire i propri prodotti, possa essere unʼidea vincente. Dal momento del lancio, già 15.000 aziende si sono iscritte a questo particolare tipo di social network, dallʼanima inglese ed italiana. Il meccanismo alla base è semplice: lʼimpresa si registra sulla piattaforma Netberg con tutte le informazioni utili, crea delle schede dei propri prodotti e una volta che il cliente fa unʼordinazione, può decidere se gestire la spedizione autonomamente o attraverso dei corrieri Netberg, che ha siglato partnership apposite con PayPal e Ubs, per cercare di garantire la massima affidabilità sia ai pagamenti che al ritiro/consegna merce. Non ci sono costi di attivazione del servizio, Netberg tratterrà il 5% (che in Italia è il 7%, calcolando lʼIva) allʼazienda sui prodotti che vengono acquistati. Ma come ha specificato uno dei fondatori, Michele Cuccovillo: “Lʼobiettivo finale è rendere completamente gratuito il servizio e facilitare sempre di più lʼutilizzo dei vantaggi di internet per le imprese”. > Ilaria Ricotti
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NEWS
Il match degli incassi: Pizza bbene sì, dopo anni di dominio incontrastato nel mercato della ristorazione statunitense, gli hamburghers cedono il passo alla pizza. Questa nuova tendenza poggia su una presa di coscienza dei consumatori orientata verso un maggiore salutismo in campo alimentare e poco importa se una pizza vegetariana di dimensioni medie possa avere quasi il quadruplo delle calorie di un Big Mac. Le cifre parlano chiaro: nel 2014, il fatturato annuale globale di McDonaldʼs è crollato per la prima volta in 12 anni, mentre Dominoʼs Pizza, una delle reti americane di pizzerie più rinomate, ha visto, per contro, crescere le vendite totali del 14% nellʼultimo trimestre dellʼanno scorso, rispetto al 2013. Inoltre, ha realizzato lʼ84esimo trimestre consecutivo di rialzo nelle vendite allʼestero.
E
Big Mac
on solo lʼinteresse per il benessere fisico, ma anche e soprattutto altri elementi hanno decretato il successo della pizza come, ad esempio, il risparmio di denaro e di tempo nellʼordinare e gustare una pizza a casa propria invece che andare al ristorante e una ricca selezione di pizze dai sapori innovativi e difficile da preparare a casa. Nonostante la pizza sia nata in Italia nel 18esimo secolo e sia stata esportata negli Usa prima dagli immigrati italiani nel 20esimo secolo e, alla fine della Seconda guerra mondiale, dai soldati americani che avevano avuto il piacere di gustarla in Italia, gli americani si arrogano il diritto di essere stati gli inventori di questa prelibata ricetta.
N
Fonte: The Economist
Il franchising in Spagna nel 2014 è cresciuto del 3,7% in termini di giro d’affari e impiega più di 242.000 persone I dati ufficiali dellʼAssociazione Spagnola del Franchising (AEF) rivelano che in Spagna nel 2014 operano 1.108 catene di franchising (2% in più rispetto al 2013) per un totale di 59.863 affiliati (con un incremento del 1,2%). Il settore impiega 242.686 persone (in crescita del 0,2%) e registra un fatturato complessivo di € 26.842.000 (pari a una crescita del 3,7%). Dopo anni di rallentamento del settore a causa della crisi, i dati ottenuti nel 2014, con un leggero aumento in tutti gli indicatori, rendono gli operatori più ottimisti tanto da intravedere un 2015 più positivo in Spagna. Sempre dalle statistiche è risultato che in Spagna vi sono attualmente 117 franchise affermate, 106 in fase di consolidamento, 77 con un alto grado di sviluppo, 541 in fase di crescita e 267 di recente creazione. Pertanto, il 20% dei sistemi di franchising spagnoli sono consolidati o sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo, mentre il 56% ha superato la fase di start up iniziale
e il restante 24% sono nuovi marchi in franchising, che cercano di entrare nel mercato. Questi pochi dati consentono di affermare che il settore del franchising in Spagna è dinamico, maturo e molto competitivo. Fonte: 500 franquicias de exito en Espana edito da T4 franchising
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NEWS
la Redazione
MADE.COM: i numeri dell’E-commerce inglese È tempo di un primo bilancio per MADE.COM: a un anno e mezzo dal lancio in Italia, i fondatori possono ritenersi soddisfatti dei risultati raggiunti sia in termini di vendite sia, soprattutto, di feedback degli oltre 10mila clienti, che hanno acquistato più di 20mila prodotti. Julien Callede, CEO di MADE.COM, ha recentemente reso noti i numeri del giovane brand inglese che, col suo modello di business innovativo - vendita esclusivamente tramite il canale on-line di arredi di design, prodotti a marchio MADE.COM -, ha sfidato le regole del retail marketing tradizionale, dimostrando come, eliminando gli intermediari, si possano fornire prodotti di qualità a un prezzo “democratico”. Lʼazienda, che fattura £ 42,7M e con una crescita nel 2014 del 63%, può vantare oggi 160 dipendenti e oltre 1.500 modelli differenti di prodotti. La ricetta è proprio questa: un turn over di referenze continuo (da gennaio a oggi sono stati lanciati già 250 arredi nuovi) e la capacità
Automotive Dealer Day 2015: record di presenze e voglia di ripartire. Le nuove tecnologie digitali contribuiscono a dare nuovo impulso al settore auto. www.dealerday.it www.quintegia.it
di replicare la formula in sempre nuovi paesi (oggi è presente, oltre che nel Regno Unito, in Italia, in Francia, in Olanda, in Belgio e in Germania). MADE.COM aprirà un temporary show-room nel cuore di Milano: unʼoccasione per raccogliere in diretta i pareri di clienti potenziali e per dimostrare che il design di MADE.COM non è una promessa, ma un nuovo modo di acquistare arredamento, senza doversi accontentare. Così a Milano, nella centralissima Via Cerva, a pochi passi dal Duomo, si potrà assistere in modalità “off-line” in che cosa consista il concept MADE.COM, grazie a unʼinedita collaborazione con lo spazio SPIN, che accoglierà gratuitamente una vetrina, ma anche una sorta di anteprima di una parte del vastissimo catalogo di prodotti presenti nello shop online. Il temporary show-room sarà aperto nelle seguenti giornate: 18 e 19 luglio, 12, 13, 26 e 27 settembre, 17 e 18 ottobre.
www.made.com
Record di partecipanti per lʼedizione 2015 di Automotive Dealer Day, che si conferma lʼappuntamento B2B leader in Europa per il settore automotive e il punto di riferimento per lʼaggiornamento e per il business networking professionale di concessionari, di manager di case automobilistiche, di veicoli commerciali e di moto, di fornitori di prodotti e di servizi per i dealer, di riparatori autorizzati e indipendenti e, infine, di aziende del settore comunicazione, IT e tecnologie. Nutrita la partecipazione delle case costruttrici, con oltre 15 brand rappresentati. Ecco alcuni dati dellʼevento tenutosi presso il Centro Congressi di Verona, dal 21 al 23 aprile: 4.300 partecipanti e 12.000 metri quadri di stand espositivi. La 13a edizione, organizzata da Quintegia S.r.l., ha ospitato 70 relatori d’eccezione, sia italiani sia stranieri, che si sono alternati ai microfoni in 28 sessioni di workshop e “master class”. Cento i giornalisti accreditati che sono intervenuti per capire come si muove il settore e per coprire, con oltre 200 articoli di stampa, le tre aree tematiche: attività delle concessionarie, tecnologie digitali, persone e leadership. Appuntamento al 17-18-19 maggio 2016, con la prossima edizione dell’Automotive Dealer Day.
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NEWS
di Francesca Mulas
Nella patria di whiskey, birra e fish&chips, c’è chi ha saputo ritagliarsi abilmente uno spazio per proporre le eccellenze enogastronomiche del Belpaese. The Veeno Company, nasce a fine 2013 dalla idea dei suoi due fondatori, Andrea Zecchino e Nino Caruso che, con successo, hanno esportato il concept dellʼaperitivo allʼitaliana nel Regno Unito. Lʼobiettivo era creare un luogo dove le persone potessero rilassarsi dopo il lavoro, sorseggiando un buon bicchiere di vino, proveniente dalle cantine siciliane di famiglia, e accompagnandolo a dei gustosi spuntini, anchʼessi rigorosamente made in Italy. Quello che distingue The Veeno Company dalla concorrenza, è lʼesperienza che i clienti vivono nei locali, grazie ad un ambiente molto rilassato e a degli ottimi prodotti a prezzi ragionevoli. Alla prima apertura di Manchester, sono seguite quelle Leeds e York ed entro lʼanno dovrebbero essere altri 4 i locali targati The Veeno Company in terra britannica, ma a lungo termine la catena potrebbe allargarsi anche in altri paesi. Ad oggi i locali sono tutti di proprietà, ma è già in cantiere il progetto franchising, che verrà presentato e ufficializzato a breve. Non solo franchising, ma anche consulting. Tra i prossimi step ci potrebbe infatti essere anche un progetto mirato ad offrire consulenza ad aziende italiane o straniere che operano nel settore dellʼhospitality&food, e che vogliono avviare la propria attività in UK.
er celebrare il traguardo dei 40 anni di attività, la Grottini Retail Environments, azienda di Porto Recanati, specializzata nella creazione di ambienti olistici di vendita al dettaglio in tutto il mondo, ha organizzato lo scorso maggio, con la Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” dellʼUniversità delle Marche, il convegno Retailindustry2020: Global Trends And Visions ha coinvolto ad Ancona relatori di alto profilo che si sono confrontati sulle prospettive e sugli sviluppi futuri nel settore retail e nel visual merchandising. Per lʼoccasione nella sede centrale di Porto Recanati è stato
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The Veeno Company. L’aperitivo all’italiana conquista il Regno Unito.
The Veeno Company. www.theveenocompany.com inaugurato un nuovo showroom per raccontare 40 anni di storia, di tecnologia e di progetti, curato dal designer pluripremiato a livello internazionale Alessandro Luciani. Grottini è stata creata nel 1975, grazie allo spirito imprenditoriale della famiglia Grottini. Pietro Grottini ha dato vita a una piccola azienda di produzione artigianale di vetrine e di arredamenti modulari per negozi. L'azienda è cresciuta divenendo Grottini Retail Environments, specializzata nella creazione di ambienti olistici di vendita al dettaglio in tutto il mondo. Oggi Grottini ha una presenza consolidata con uffici nel Regno Unito, Hong Kong, Dubai, India, Taiwan, Cina e Usa. La produzione, oltre a svolgersi nella sede centrale e nello stabilimento a Porto Recanati in Italia, annovera anche partner di produzione a Guangzhou, in Cina, Taiwan e Brasile.
www.grottini.com
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NEWS
di Laura Bonani
Rimadesio
alla conquista del mercato statunitense
opo lʼapertura a New York nel maggio 2014, è stato inaugurato agli inizi di questʼanno lo store e show-room Rimadesio di Los Angeles, a due passi dalle imponenti ville delle celebrities dello starsystem di Hollywood. Rimadesio, azienda fondata a Desio nel 1956, è uno dei brand leader a livello mondiale nel settore dell’arredamento di design, tanto che ha chiuso lʼesercizio 2014 con parametri estremamente positivi, a dispetto della crisi attraversata dal macrosettore legno e arredo italiano. Le cifre parlano chiaro: i ricavi sono pari a 31,4 milioni di euro (quasi +6,5%, rispetto al 2013), grazie alla crescita dellʼexport (+7,5%, soprattutto in: Francia, Spagna, Germania, Centro America, Usa, Canada, Libano, Egitto e Israele), che rappresenta oltre il 50% del fatturato aziendale e del mercato nazionale (+5,5%). Inoltre, sono stati assunti otto nuovi giovani a tempo indeterminato, sia nel reparto produttivo sia commerciale. Sono anche state incrementate di oltre il
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Ogni anno, Franchise Direct stila la classifica dei 100 migliori sistemi di franchising presenti nel mercato mondiale, sulla base di criteri di selezione quali numero di punti vendita, fatturato, giro dʼaffari, stabilità e crescita, periodo di attività e espansione del mercato di riferimento. Inoltre, sono passate al vaglio degli esperti le pratiche di formazione e di supporto ai franchisee, così come le politiche di sostenibilità ambientale e di responsabilità sociale. Non da meno, tutte le 100 migliori franchise sono accomunate da una forte corporate identity, da business plan chiari e, infine, dalla capacità di intercettare e di soddisfare i continui mutamenti sociali e economici. In questo contesto si inserisce, a buon diritto, il concept spagnolo No+Vello, che l’anno scorso ha conquistato la 41° posizione, solo dietro colossi come, ad esempio, Mc Donaldʼs, Subway e Burger King. Già nel 2013 No+Vello aveva migliorato di quaranta posizioni. Primo franchising al mondo nel settore dell’estetica avanzata, seppure di recente fondazione avvenuta nel 2007, vanta numerosi plus, che ne fanno un concept estremamente appealing per i potenziali affiliati. Tra essi, non possiamo non menzionare il veloce ritorno dellʼinvestimento: 12-18 mesi dallʼavvio dellʼattività, a fronte di un investimento modesto di 30.000 Euro e di un fatturato medio previsto di 140.000 Euro. Per questo motivo, molti franchisee decidono di aprire un secondo centro, entro un anno dal primo. Il format non prevede giacenze di magazzino e può anche essere gestito a distanza, con almeno due dipendenti.
6%, rispetto al 2013, le ore destinate alla produzione. Il successo di Rimadesio nel mondo deve attribuirsi all’estrema cura nella produzione 100% italiana, dalla scelta delle materie prime alle collaborazioni esterne. Lo sviluppo capillare e coerente negli Usa è guidato dalla controllata WNC Inc.. Il nuovo show-room di Los Angeles si presenta come una struttura architettonica caratterizzata dallo stile rigoroso ma, nel contempo, anche da un senso di grandiosità, espresso molto bene dalle due vetrine a doppia altezza, che prospettano sul Beverly Boulevard. I materiali utilizzati si declinano nellʼalluminio, nel vetro e nel legno, tutti accomunati da criteri di scelta sulla base della naturalità e dellʼimpatto ambientale ecosostenibile. Il punto vendita si sviluppa su una superficie pari a 200 mq., che ospita la collezione Rimadesio in tutta la sua complessità e versatilità.
www.rimadesio.it
scala la classifica mondiale delle 100 migliori franchise!
www.nomasvello.it
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NEWS la Redazione
Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali ha presentato lo scorso mese, durante il CNCC Retailer Day, che si è tenuto presso il Centro Sarca di Sesto San Giovanni a Milano, la prima edizione del concorso, che premierà le migliori case history del retail nazionale e internazionale in Italia. L’evento avrà luogo il prossimo 16 dicembre 2015, nel corso del Christmas Meeting CNCC.
Il CNCC lancia il nuovo Retailer Awards 2015 I promotori di questa nuova iniziativa auspicano di incentivare così un rinnovato e, soprattutto, più integrato e sinergico rapporto tra proprietà, società di servizi e retailer presso gli shopping centre, al fine di favorire il dialogo e una contaminazione potenziante, per stimolare la crescita e la qualità dell’offerta e per promuovere una cultura dell’eccellenza e dell’innovazione. La competizione, che vedrà in gara le migliori insegne dell’anno di tutti i settori merceologici, è rivolta agli operatori italiani e internazionali presenti in Italia con almeno tre punti vendita al dettaglio attivi e i candidati potranno registrarsi nelle categorie Big Box, Store, Leisure & Servizi, Ristorazione & Food, Temporay e Chioschi. I criteri di valutazione prescelti si riferiscono all’immagine, all’originalità del concept, alla completezza/ innovazione dell’offerta, al servizio ai clienti e alla capacità di risposta alle domande e alle esigenze degli stessi, alle politiche virtuose atte a promuovere la sostenibilità e, infine, a tutte quelle variabili ritenute cruciali a garantire il successo dell’insegna. La giuria, che valuterà il miglior retailer dell’anno sulla base dei criteri di selezione innanzi elencati, sarà composta da professionisti del CNCC e da esperti esterni afferenti alle categorie fondi e/o promozione, società di gestione/commercializzazione, retailer, media del settore, studi di architettura e agenzie di comunicazione/web marketing. www.cncc.it
Il franchising italiano dopo 7 anni di tenuta nella crisi va al rilancio! l Franchising: le tendenze chiave per lʼinnovazione – Il Sistema Franchising nella dimensione multicanale” è questo il tema scelto per lʼAssemblea Pubblica Assofranchising e 10ᵃ Conferenza Nazionale del Franchising, organizzata da Assofranchising in partecipazione con BolognaFiere ed in collaborazione con Confcommercio-Imprese per lʼItalia e Indis-Unioncamere. Lʼevento, che si è svolto il 24 giugno 2015 a Bologna, ha fatto il punto annuale del settore, con la presentazione dei dati di chiusura 2014. In una economia con i principali parametri della crescita bloccati, o addirittura con segno negativo, il franchising ha saputo sostanzialmente tenere le posizioni nei negli anni di crisi 2008-2014, registrando anche particolari spunti positivi. Il giro dʼaffari del franchising ha infatti segnato un +4,2%, mentre le insegne operative sono cresciute del +14,5% a partire dal 2008 ad oggi. In leggera flessione invece negli ultimi 7 anni il numero di punti vendita delle reti di franchising con un -3,5%. Crescono ancora poi il numero degli addetti occupati con un confortante +4,1%. Il periodo di crisi ha inciso quindi sul franchising solo in via marginale e solo nellʼultimo anno dopo un periodo ininterrotto di crescita. Nel confronto 2014 su 2013 il giro dʼaffari ha chiuso con -1,2%, positivo il saldo dei franchisor (+0,2%) mentre il leggera flessione è stato il numero dei punti vendita in franchising con un -2,6%. Sostanziale stabilità infine per gli addetti occupati del settore (-0,5%). Nel computo della leggera flessione del 2014 hanno pesato ancora in particolar modo alcuni settori come ad esempio quello immobiliare, che solo negli ultimi mesi ha visto timidi segnali di apertura alla ripresa. Ha inciso poi anche la grande distribuzione organizzata del food e in parte lʼabbigliamento. Proprio nellʼabbigliamento però, in particolar modo quello bambino e dellʼintimo si sono avuti riscontri positivi. Altro settore trainante che ha molto ben performato nellʼultimo anno è stato quello della ristorazione in tutte le sue declinazioni, su piccole, medie ed ampie superfici e su diverse tipologie di prodotto. Sono segnali che aprono alla ripresa, per la quale il franchising nel primo trimestre 2015 ha dato segnali incoraggianti.
I Durante l'ultima Assemblea Pubblica Assofranchising, Italo Bussoli, Vice Presidente e Segretario Generale Assofranchising, ha presentato Franchising&Retail Expo la fiera internazionale del Franchising, alla sua 1a edizione, che si svolgerà a Bologna dal 28 al 30 aprile 2016, organizzata da BolognaFiere in partnership con Assofranchising, e che da subito ha coinvolto grandi brand in Franchising, investitori e marchi internazionali grazie alla partecipazione del World Franchise Council. In occasione della giornata è stato lanciato il sito ufficiale della fiera www.franchisingretailexpo.com che permette già da subito di pre-registrarsi per non perdere le news e gli aggiornamenti dell'evento.
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Fonte: Assofranchising - assofranchising@assofranchising.it
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NEWS
Immagine del Talent Garden di Brescie di Barcellona
Talent Garden apre nuove sedi a Tirana e Pordenone alent Garden ha recentemente inaugurato una nuova sede a Tirana, in Albania, e unʼaltra a Pordenone, in Friuli Venezia Giulia. Obiettivo dellʼiniziativa è quello di creare un luogo di aggregazione e di condivisione tra professionisti e innovatori del territorio. Nello specifico, il campus di Tirana si sviluppa su una superficie di 400 metri quadrati, posizionata nel centro della città, e ospita 49 talenti del settore tecnologico e creativo. In questa operazione di sviluppo, Talent Garden è stata sostenuta dalla multinazionale Local Eyes, in qualità di cofondatore e partner locale. LʼAlbania, dal 2009 a oggi, ha triplicato gli investimenti nel settore Ricerca e Sviluppo, trasformandosi in una meta ambita dai giovani emigrati per studio o per lavoro. A Pordenone, invece, la base di Talent Garden occupa una superficie pari a 330 metri quadrati e offre ospitalità a 38 professionisti e freelance della regione. Oltre a rappresentare uno sbocco verso i paesi confinanti di Austria e di Slovenia, coinvolge capillarmente anche tutti i player del territorio, dal momento che i cinque fondatori provengono da città differenti. In tutte le attività dedicate allʼinnovazione e al mondo digitale, la sede è coadiuvata da partner e da sponsor: FriulAdria, NCS, Setten e Corte del Bosco.
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Il network internazionale Talent Garden promuove campus dedicati al co-working e centrati sul settore creativo e digitale, rivolti a professionisti e a innovatori intenti a creare e a sviluppare la propria idea imprenditoriale. In Italia, Talent Garden è uno dei principali attori dellʼinnovazione, grazie anche alla partnership stipulata con Digital Magics, incubatore di start-up digitali quotato in Borsa, e allʼaccordo concluso da questʼultima con Tamburi Investment Partners, la più importante banca italiana di investimento indipendente, con lʼobiettivo di creare la più grande piattaforma di innovazione digitale italiana. In Europa, Talent Garden rappresenta la prima rete di co-working digitale e riunisce oltre 500 membri in dodici città (Barcellona, Tirana, Kaunas-Lituania, Milano, Genova, Padova, Torino, Bergamo, Pisa, Cosenza, Pordenone e Brescia). In Italia, la prima sede è stata inaugurata a Brescia nel 2011.
Per ulteriori informazioni:
www.talentgarden.org > Laura Bonani
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FORMAT di Francesca Mulas
ZALANDO
VA CONTROCORRENTE: DALL’ON-LINE ALL’OFF-LINE
alando stravolge il trend del momento. E mentre tutte le principali aziende di moda sbarcano on-line, la popolare azienda di e-commerce tedesca decide di trasferirsi momentaneamente off-line, aprendo 4 temporary store in Italia.
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Milano, Torino, Roma e Palermo. Queste le quattro città individuate dal colosso teutonico per i temporary store Casa Zalando, aperti ciascuno per due giorni dal 23 aprile al 16 maggio scorso, dove gli invitati hanno potuto sperimentare in anteprima i nuovi trend dellʼestate. Zalando ha aperto le porte di Casa sua, allestendo dei veri e propri negozi allʼinterno di bellissimi appartamenti nei centri storici delle città selezionate. Moda ma non solo: eventi e workshop tenuti da noti influencer e fashion blogger, con la possibilità di farsi consigliare dagli esperti del settore, toccare con mano e acquistare non più solo a distanza ma direttamente in negozio scegliendo tra unʼampia selezione di prodotti e offerte speciali. Zalando, fondata nel 2008 in Germania come sito di e-commerce di calzature, si è affermata nel giro di pochi anni come uno dei principali player nellʼe-commerce di moda non più di sole scarpe ma di abbigliamento a 360 gradi rivolto a donna, uomo e bambino. Un assortimento di 150.000 prodotti e 1.500 brand che ha saputo conquistare 15 milioni di clienti in 15 paesi europei con un fatturato in continua crescita, che ha toccato quota 2,2 miliardi di euro nel 2014.
Foto: alcune immagini di CASAZALANDO
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www.zalando.it
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FORMAT la Redazione
INTERVISTA A MARIANNA CUOMO, FRANCHISEE A FUERTEVENTURA Era il 1984 quando nel cuore del quadrilatero della moda milanese, apriva il primo punto vendita Nara Camicie, catena di franchising specializzata nella distribuzione di camicie made in Italy. A distanza di trent’anni i negozi a marchio Nara sono diventati più di 500 di cui un terzo oltre confine. La redazione di Beesness ha intervistato Marianna Cuomo, responsabile del punto vendita di Fuerteventura, per scoprire quali sono le opportunità che offre il business in franchising e le difficoltà incontrate nell’avvio dell’attività.
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om'è nata l'idea di iniziare un'attività in franchising, perché all'estero e perché ha scelto il marchio Nara Camicie? Nara Camicie è un marchio karmico per me: mia madre lo comprava sin da quando ero ragazzina, poi sono diventata io stessa cliente e infine ho lavorato 3 anni per loro a Milano. Dopo la laurea e diverse esperienze lavorative in ambito consulenziale e bancario ho deciso di cimentarmi con un lavoro che realmente rispecchiasse le mie attitudini. Sono una commerciale naturale, adoro la moda e questa nuova attività mi calza a pennello. Ho scelto Fuerteventura perché volevo cambiare vita ma anche per evitare il lungo e cavilloso iter previsto in Italia per poter aprire un negozio. Qual è l'investimento richiesto per iniziare un'attività in franchising di questo tipo e quale il tempo medio atteso per recuperarlo? L'investimento è considerevole e i tempi di recupero medi vanno dai 3 ai 5 anni circa. Però ogni situazione è diversa e comunque investire fuori dall'Italia è diverso per molti aspetti. Che supporto le ha offerto e le offre il franchisor nella sua attività? Nara è come una grande famiglia in cui però sei tu il responsabile del tuo store, prendendo le decisioni aziendali e assumendoti totalmente rischi e profitti. Puoi però contare sull'esperienza di unʼazienda che è sul mercato da oltre 30 anni chiedendo aiuto per ogni eventuale problema. Quali sono i pro e i contro di unʼattività in franchising e quali le principali difficoltà che incontra il franchisee in fase di avvio?
Non ci sono pro e contro: dipende da come sei tu, non da quello che ti viene offerto. Le difficoltà sono principalmente legate a trovare il locale giusto: Nara richiede una posizione di prestigio e ben in vista. Io ho avuto molta fortuna, diciamo che è stato il posto a trovare me e non il contrario. Si avverte la crisi anche nel settore dell'abbigliamento? La crisi in questo settore è cominciata già da almeno 5 anni. I negozi fanno saldi vergognosi pur di buttare fuori il magazzino, svendendo anche a oltre il 50%. Non è un politica seguita da Nara. Nara ha un giusto prezzo: non è alto ma nemmeno basso, del resto propone una qualità e uno stile che si distinguono senza dubbio. Com'è andato complessivamente il primo anno di attività e quali sono i suoi obiettivi per il futuro. Ho aperto meno di un anno fa per cui è molto presto per fare stime. Il prodotto comunque si distingue: è molto apprezzato dagli spagnoli che lodano lo stile differente. Bisogna distinguersi, non copiare gli altri.
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FORMAT di Stefania Priolo
BasicNet, un modello di impresa a rete, un network che opera senza carta, agile, efficiente ed affidabile
E’ stata definita la più piccola multinazionale del mondo nel settore dell'abbigliamento, delle calzature e degli accessori per lo sport e il tempo libero. Oggi BasicNet ha chiuso il 2014 con un utile netto a quota 12,4 milioni di euro.
l gruppo nasce nel 1994 con il progetto di Marco Boglione che consiste nella creazione di un nuovo soggetto economico idoneo a ridare valore e commercializzare i marchi di proprietà attraverso lʼintroduzione di un nuovo modello di business. Da qui la transizione della forma tradizionale di azienda di abbigliamento a un modello di impresa a rete, presupposto necessario per consentire la strategia di internazionalizzazione sul mercato globale. BasicNet Spa è oggi proprietaria dei brand Kappa, Robe di Kappa, Jesus Jeans, Lanzera, Superga, K-Way, AnziBesson e Sabelt, marchi leader nell’abbigliamento, calzature e accessori per lo sport e il tempo libero. Opera nel mondo attraverso un network di imprenditori che, su licenza, producono o distribuiscono i prodotti a marchi del Gruppo. A questi, BasicNet fornisce servizi di ricerca e sviluppo, industrializzazione dei prodotti e marketing globale. Tutti i processi aziendali avvengono unicamente attraverso Internet, fatto che rende lʼazienda una “fully web integrated company”. Il sistema di business si è imposto in pochissimi anni all'attenzione mondiale come case history di un successo basato sulle nuove tecnologie e in particolare sull’integrazione al web. Un network che opera senza carta, agile, efficiente ed affidabile. Ed i risultati lo confermano dato che lʼazienda nel 2014 ha aumentato i propri ricavi del 12,9% portandosi a quota 446,8 milioni. Un obiettivo raggiunto grazie alla crescita dei marchi ed in particolare di Superga (51%), e K-Way (28%). Un network di licenziatari che copre oltre 120 mercati nel mondo, premiato da incrementi continui specie nelle Americhe e nel Medio Oriente. Anche in Europa si è registrato un +8%, con un mercato italiano che ha saputo ottenere ricavi per 120 milioni di euro. Unʼazienda in grado di rendere i propri brand veri protagonisti. La società è infatti titolare di importanti contratti di sponsorizzazione tecnico sportiva e merchandising anche a visibilità internazionale che gestisce operativamente a beneficio del gruppo e del network. Kappa ad esempio è sponsor ufficiale di oltre 120 team, di cui 60 nel mondo del calcio, in 30 paesi, nei cinque continenti. Ma numerosi sono i progetti che il gruppo BasicNet ha ideato per dare una visibilità sempre nuova ed originale ai propri marchi tramite iniziative in co-branding, concorsi con stilisti emergenti e persino con la personalizzazione di unʼautomobile, la nuova Panda K-Way presentata nel mese di maggio, nata dalla collaborazione tra Fiat e il marchio dellʼantipioggia per eccellenza, con un risultato casual e fashion, destinato a clienti dinamici ed amanti dello stile urbano.
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SE C’È GARBY NON C’È GARA
Se oggi siamo la più grande azienda italiana nell’ambito della raccolta differenziata, lo dobbiamo alle innovazioni che per primi abbiamo introdotto nel business del riciclo. Ma soprattutto lo dobbiamo ai nostri concessionari che ogni giorno gestiscono al meglio la più vasta rete di ecocompattatori sul territorio nazionale, creando sviluppo, profitti ed, in particolare,
LA RICCHEZZA FONDAMENTALE PER CIASCUNO DI NOI: UN FUTURO SOSTENIBILE. AZIENDA CERTIFICATA ISO 9001:2008-115A ISO 14001:2004-043A
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FORMAT la Redazione
Preca Brummel cresce ancora con un’altra acquisizione in licenza:
Santoro’s Gorjuss Preca Brummel, marchio leader in Italia nel settore abbigliamento bambino 0-16 anni completa lʼofferta di Brums, Bimbus e Mek, la licenza maschile MCS con unʼaltra acquisizione in licenza dedicata esclusivamente al mondo femminile: Santoroʼs Gorjuss
ggi Preca Brummel è leader in Italia nel settore abbigliamento bambino 0-16 anni grazie ad un’offerta ampia che comprende i tre marchi storici Brums, Bimbus e Mek, la licenza maschile MCS e che si completa con un’altra acquisizione in licenza dedicata esclusivamente al mondo femminile: Santoro’s Gorjuss. L’accordo siglato con Santoro London, la compagnia inglese che realizza e vende prodotti stationery e accessori di tendenza, prevede l’esclusiva mondiale nell’abbigliamento kids. La collezione, che si articola infatti nella linea neonata (da 1 a 18 mesi) e nella linea mini (da 2 a 16 anni), si caratterizza per lo stile semplice e pulito e per le dolci ed evocative immagini di Gorjuss, la tenera e romantica bambina, icona del brand, disegnata appositamente senza naso e bocca ma ritratta sempre con vestitini chic e calze a righe. Con questa proposta complementare, in grado di abbracciare contemporaneamente più target differenti, Preca Brummel presidia così i settori più rilevanti del Children’s wear riuscendo a soddisfare le richieste e le esigenze della clientela finale, sempre più al centro di ogni progetto. Di recente infatti è stato intrapreso un percorso di investimento nella formazione e nel servizio di vendita per migliorare la shopping experience dei
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consumatori all’interno dei monomarca Brums, il marchio storico che nel 2015 festeggia il 60° compleanno. Da Aprile inoltre il sito Brums.com ha cambiato look trasformandosi in e-commerce con tante nuove funzioni in linea con la strategia di multicanalità in grado di unire tutti i canali di contatto e di acquisto dei clienti. Per quanto riguarda la distribuzione, l’Italia continua a essere un mercato strategico con oltre 1.900 punti vendita tra DOS, franchising, wholesale e concessions, mentre l’estero vanta complessivamente 300 store con l’obiettivo di incrementare soprattutto nei paesi più strategici. In Russia, grazie al supporto dello storico partner distributore, è stato potenziato il retail monomarca, mentre i territori della Repubblica Ceca e della Slovacchia restano l’area più fertile del Vecchio Continente e si affiancano ai rivenditori dettaglianti Brums e Bimbus in Svizzera, Austria, Grecia, Norvegia, Svezia, Belgio e nell’Est Europa (Estonia, Kazakhistan, Azerbaijan e Ucraina). In Medio Oriente infine è stato recentemente siglato un accordo con il Gruppo Apparel per l’inaugurazione di 25 punti vendita nell’arco dei prossimi quattro anni, mentre negli Stati Uniti, dopo l’opening di due multimarca a Brooklyn, si punta ad aprirne altri quattro entro il 2016.
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FORMAT di Stefania Priolo
INTIMISSIMI, ELEGANZA, QUALITÀ ED UNO STILE SEMPRE AL PASSO COI TEMPI LA SFIDA DEL FUTURO? APRIRE PUNTI VENDITA DEDICATI ANCHE AGLI UOMINI!
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Un gruppo che da sempre ha scelto di puntare in alto avvalendosi anche di nuove forme di comunicazione, come con lʼevento Intimissimi on Ice, oltre a campagne media innovative, affissioni, spot pubblicitari ad effetto e carta stampata, con un team fatto dai migliori fotografi e registi al lavoro con i volti più famosi. Basta citare Blanca Suarez, Irina Shayk, Ana Beatriz Barros, Alyssa Miller e, ultimo acquisto, Shlomit Malka, soldatessa dell’esercito israeliano e poi modella, oggi testimonial e volto di Intimissimi che con la sua freschezza sensuale ben rappresenta l’anima del brand.
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Eleganza, qualità ed uno stile sempre al passo coi tempi. Intimissimi è la volta del desiderio che irrompe nel quotidiano. Un marchio che fa capo al Gruppo Calzedonia guidato da Sandro Veronesi che nellʼesercizio appena trascorso ha messo a segno ricavi per 1,847 miliardi con un incremento dellʼ11% rispetto al 2013. E proprio guardando tra i singoli marchi della sfera del colosso a sorprendere è proprio Intimissimi che, con vendite per 586 milioni ha quasi raggiunto il primo brand del gruppo, Calzedonia, che è a quota 598 milioni. A contribuire alla crescita aziendale anche Tezenis con 474 milioni e Falconeri con vendite pari a 37 milioni. Un marchio di abbigliamento intimo che da sempre racconta lo stile semplice delle donne con un linguaggio raffinato, senza eccessi e senza esasperazione, con grande equilibrio. Un brand che tuttavia è pronto a stupire con linee dedicate alle nuove generazioni, ai più moderni stili di vita, allʼapertura a nuovi target di mercato. E così passando di fronte alle vetrine di Intimissimi lo sguardo si posa sulla nuova summer collection che punta sulla vivacità dei colori, sui fiori ricamati, sulla sensualità del pizzo e persino su una linea dedicata “all’intimo da sposa”. Un brand da sempre vicino al cuore delle donne, ma che sa ben adattarsi anche alla vita pratica ed al movimento con le nuove linee rivoluzionarie realizzate in lycra. Così anche le sportive indomabili avranno a disposizione una lingerie dal design contemporaneo e allo stesso tempo confortevole e performante grazie allʼintimo dellʼActive Collection. Numeri importanti quelli di Intimissimi con i suoi circa 1300 punti vendita sparsi in oltre 30 paesi di cui 500 solo sul territorio nazionale. La nuova sfida è quella di aprire ulteriori punti vendita, questa volta dedicati all’uomo.
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FORMAT di Stefania Priolo
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Kasanova, fantasia, colore, urapporto qualità prezzo da 10 e lode e una storia tutta made in Italy
Fantasia, colore, qualità e prezzi per tutte le tasche. Se si pensa ad un qualsiasi accessorio per la casa il brand accompagnato dallo slogan “l’amante della casa” è sicuramente ai primi posti della classifica.
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n marchio che vanta l’orgoglio di una storia tutta “made in Italy”, che nasce nel lontano 1968 grazie all’intuizione al femminile di Giannina Fontana che trasforma la sua passione per il casalingo nella sfida imprenditoriale firmata F.lli Fontana che oggi offre lavoro a 1400 dipendenti. La svolta arriva nel 1994, con la trasformazione dellʼazienda, da grossista a catena di negozi in franchising, “Kasanova. L’amante della Casa” una nuova soluzione commerciale che permette una grande espansione del marchio e dei suoi prodotti, un gruppo che diventerà per i decenni futuri punto di riferimento italiano nella distribuzione dei casalinghi. Kasanova, oggi, grazie ad una profonda conoscenza del mercato e a partnership con i più autorevoli fornitori sia a livello nazionale che internazionale, si può ritenere la più grande catena di negozi di articoli per la casa e per la lista nozze che oggi conta oltre 290 punti vendita sul territorio italiano. Ambizione e voglia di crescere giustificata ed incoraggiata da un incremento a doppia cifra che ha permesso al gruppo di chiudere il bilancio del 2014 a 150 milioni di euro con un segno positivo del 20% rispetto allʼanno
precedente e che non sembra volersi arrestare. Il colosso del settore casalinghi infatti è alla continua ricerca di personale da impiegare sul suolo nazionale, per le nuove aperture, e con progetti che sembrano vedere già proiettato il gruppo anche allʼestero. Nei piani dellʼazienda per il prossimo triennio sono previste ulteriori aperture sul territorio nazionale per poi varcare i confini, puntando allʼEuropa a cominciare da Svizzera, Spagna e Germania. Un gusto made in Italy che sicuramente non deluderà. Una sfida difficile che oggi richiede di stare al passo coi tempi, di proporre forme e colori sempre nuovi in linee di accessori ed oggettistica che siano al contempo utili ed accattivanti, che offrano soluzioni che ben si adattano alla vita frenetica migliorandone la qualità e le tempistiche con un tocco di charme garantito dalle più grandi firme di settore e dal design più di tendenza. Un esempio? La nuova linea di pentole Magico by Kasanova con il testimonial di Masterchef 4 Simone Finetti. Pentole con manici termosensibili che cambiano colore quando la pentola raggiunge la temperatura ideale per la cottura e permettono di avere tutto sotto controllo con un semplice colpo dʼocchio. Impossibile non voltare lo sguardo quando si passa di fronte ad una delle vetrine Kasanova. Chicche fantasiose, idee brillanti, colorate, uno scenario animato di oggetti unici e inimitabili. Ad alimentare la strategia vincente del brand italiano il nuovo concept store che punta dritto allʼesperienza del cliente. Sono i nuovi Kasanova + dove il cliente percepisce la reale utilità dei prodotti in vendita attraverso dimostrazioni pratiche ed ironiche descrizioni dei singoli prodotti, sempre allʼinsegna di uno shopping magico e imprevedibile, ricco di sorprese.
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FORMAT di Francesca Mulas
L’ERBOLARIO: L’EQUILIBRIO PERFETTO TRA COSMESI ED ERBORISTERIA La natura come fonte di bellezza. Questo il segreto de LʼErbolario, realtà lodigiana nata poco più di trentʼanni fa, capace in questi pochi decenni di passare da Premiata Erboristeria Artigiana ad azienda leader in Italia nella cosmesi di derivazione vegetale.
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LʼErbolario è oggi presente in tutti e cinque i continenti, tra gli ultimi mercati quello tedesco, spagnolo e coreano, ma l’obiettivo è aumentare ulteriormente la presenza internazionale, che oggi incide per il 10% a livello di ricavi (5% da Far East). I punti vendita monomarca sono 145, con 20 negozi di proprietà e il resto in franchising. Entro l’anno sono previste altre 10-15 aperture sempre in franchising, modalità privilegiata soprattutto all’estero dove la società preferisce affidarsi alla conoscenza del mercato da parte dei partner locali.
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ra il 1978 quando i fondatori, partendo da vecchi ricettari di famiglia, sperimentavano i primi oli da bagno ed acque profumate, prodotti tutti caratterizzati da ingredienti naturali e profumazioni delicate. Nel frattempo la piccola erboristeria di casa Bergamaschi ha fatto passi da gigante conquistando una fetta sempre più grande del mercato, e oggi sono circa 5.400 le erboristerie e le farmacie che hanno ne LʼErbolario un punto di riferimento per i propri assortimenti. Due i fattori chiave per il successo dellʼazienda lodigiana: da un lato non aver perso la filosofia che lʼha resa vincente alle origini, ovvero lʼamore e il rispetto per il mondo naturale, dallʼaltro unʼattenzione sempre più marcata verso la ricerca scientifica. Scienza e tradizione sono infatti due aspetti che a LʼErbolario viaggiano di pari passo. La ricerca cosmetologica non perde mai di vista la tradizione erboristica. LʼErbolario è unʼazienda dove la dimensione globale si sposa perfettamente con quella locale. Lo sguardo è sempre aperto oltre confine, alla ricerca delle migliori materie prime, ma lʼattività rimane tutta localizzata nel territorio lodigiano. A Lodi sono infatti centralizzate tutte le fasi dellʼattività produttiva, dalla formulazione, alla produzione, fino al confezionamento, per un prodotto che a buona ragione può definirsi 100% made in Italy. Lʼanno appena concluso è stato un anno positivo dal punto di vista finanziario. Nonostante il periodo di contrazione del mercato, il 2014 si è chiuso in linea con lʼesercizio precedente, a circa 87 milioni di euro di fatturato. Un giro dʼaffari che può contare anche sui numeri de LʼErbolario Franchising, 33 milioni di ricavi e di Erbamea, brand specializzato in fitoterapia, con un fatturato che ha raggiunto quota 9 milioni di euro.
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FORMAT di Ilaria Ricotti
BRACCIALI, GIOIELLI, OROLOGI: DAL 1930 MORELLATO NON HA SMESSO DI CRESCERE
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Gioielli da vivere”: è questa lʼespressione evocativa di Morellato, alla base della filosofia aziendale del brand e dei gioielli che produce da più di 80 anni. La storia di questo marchio italiano ha infatti inizio nel 1930 a Venezia, quando Giulio Morellato apre un laboratorio di orologi e gioielli. Una storia nata sotto una buona stella se si considera che oggi Morellato è presente in 45 Paesi in tutto il mondo, con particolare concentrazione in Europa, Medio Oriente e Asia e con un network distributivo che vanta allʼincirca 3000 punti vendita. In Europa il marchio è presente nei principali department stores, allʼinterno di orologerie e gioiellerie, nei network distributivi multimarca e nei flagship stores di proprietà. Nei mercati extra europei Morellato è invece distribuito attraverso punti vendita free standing e shopin-shop. È possibile anche acquistare i vari prodotti online, attraverso il sito internet e-commerce
www.morellato.com/shop/ms_it Oltre al marchio Morellato, il Gruppo controlla dal 2007 anche la catena di gioielleria-orologeria Bluespirit, che conta ad oggi più di 200 punti vendita diretti e in franchising. Lʼascesa del brand italiano, soprattutto nei mercati stranieri, si può far risalire al primo decennio del 2000: una crescita del volume dʼaffari che va di pari passo con una crescita dei prodotti offerti. Oltre ai tradizionali e celebri bracciali arricchiti con pietre, perle e brillanti abbinati allʼacciaio, lʼofferta si è ampliata con ogni tipo di gioiello ed è arrivata a comprendere anche gli orologi. La collezione Orologi Drops è stata brevettata dalla stessa Morellato e può essere arricchita e personalizzata con charms ed altri elementi, proprio come i tradizionali gioielli componibili distintivi del gruppo.
www.morellatogroup.com
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FORMAT di Francesca Mulas
Victoriaʼs Secret è il principale retailer specializzato nella vendita di lingerie e di prodotti beauty: 5 miliardi di ricavi, 1000 punti vendita tra USA e Canada, ma con una presenza ancora piuttosto limitata in Europa, dove è presente solo nel Regno Unito con 10 negozi. Immagine tratta dal Catalogo Victoriaʼs Secret Swim 2015 l marchio di lingerie più famoso al mondo sbarca in Italia. La notizia è stata resa nota nello scorso mese di marzo, quando il gruppo bergamasco Percassi, ha annunciato di aver siglato un accordo di partnership con il colosso americano di intimo per lʼapertura dei primi punti vendita Victoria’s Secret in Italia. Fondata nel 1976 da Antonio Percassi, lʼazienda bergamasca è una realtà imprenditoriale solida che può contare su tre diverse linee di business: House of Brands, Retail Development e Real Estate. Percassi è stato individuato da Victoria’s Secret come franchising partner per lʼItalia e offrirà non solo lingerie ma beauty a 360 gradi: allʼimmancabile intimo, si affiancheranno accessori, pelletteria di lusso, fragranze e prodotti per la cura del corpo. Victoria’s Secret è il principale retailer specializzato nella vendita di lingerie e di prodotti beauty: 5 miliardi di ricavi, 1000 punti vendita tra Stati Uniti e Canada ma una presenza ancora piuttosto scarsa in Europa dove è presente soltanto nel Regno Unito con appena 10 negozi. In Italia, ad oggi la presenza si limita agli aeroporti di Milano, Roma e Bologna ma entro fine 2015 le donne italiane potranno contare su nuovi punti vendita. La scelta di aprire store in Italia, fa parte di un piano strategico importante per il marchio americano che punta ad allargare la propria presenza a livello mondiale dopo il sito di e-commerce e i cataloghi di vendita per posta.
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www.victoriassecret.com
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FORMAT di Francesca Mulas
LA CRESCITA CONTINUA TRA VECCHI E NUOVI MERCATI Un gruppo solido che occupa complessivamente 1.700 lavoratori diretti, più mille nel franchising e indotto di 4 mila persone occupate.
on conosce freni il successo di Yamamay, brand di intimo e di beachwear del gruppo Inticom S.p.A. Lʼazienda di Gallarate, ha infatti fatto registrare per lʼesercizio appena concluso ottimi risultati a livello economico-finanziario. La Pianoforte Holding, che dal 2011 è proprietaria dei marchi Yamamay, Carpisa e Jaked, ha chiuso il bilancio 2014 con un fatturato di 287 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto allʼanno precedente, esercizio che aveva particolarmente risentito della crisi nel mercato italiano.
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Se da una parte si punta allʼespansione internazionale, dallʼaltra lʼobiettivo è rinforzare la presenza sul mercato locale. Sono circa 1300 i punti vendita del gruppo solo in Italia, sotto le insegne Yamamay, Carpisa e Jaked, che verranno riqualificati aumentando le superfici e rendendo lʼarredamento più innovativo. Gli store sono disegnati e realizzati in unʼottica emozionale. Si punta a coinvolgere lʼemotività della clientela creando atmosfere sofisticate ed intime, quasi a trasportare le consumatrici in un mondo parallelo dove possano godere pienamente di prodotti unici e accessibili.
Il 2015 dovrebbe essere lʼanno della svolta, con una spinta molto forte verso i mercati esteri. Le previsioni parlano chiaro: il 25% del fatturato del gruppo dovrebbe provenire dal mercato internazionale contro il 18% dei ricavi esteri attuali, grazie alle aperture di più di 53 negozi ad insegna Yamamay tra Russia, Arabia Saudita e Messico che si andranno ad aggiungere ai 175 presenti attualmente oltre confine. Sono invece 535 i punti vendita nel territorio nazionale. Un gruppo solido che occupa complessivamente 1.700 lavoratori diretti, più di 1.000 nel franchising, e che con l'indotto arriva a 4 mila persone occupate.
La chiave del successo sta proprio nel mix vincente tra prodotti fashion ed eleganti offerti ad un giusto prezzo: un lusso accessibile che riguarda intimo, beachwear ma anche maglieria e prodotti beauty.
Tra le prossime sfide della Holding guidata dalla famiglia Cimmino, la quotazione che avverrà non prima di tre anni e lo sbarco in Cina. Lʼobiettivo è aprire 400 punti vendita in un quinquennio grazie al braccio operativo della newco Yaku, realizzato in partnership con i cinesi.
Anche lʼinvestimento in innovazione è tra i cardini della strategia di Yamamay che si sta spingendo nella ricerca di nuovi tessuti anche attraverso le nanotecnologie che rilasciano sulla pelle creme di bellezza. Tessuti rivoluzionari nellʼintimo ma anche in piscina con Jaked, il marchio del gruppo specializzato in costumi da gara. Nel 2009, in collaborazione con la Normale di Pisa è stato infatti studiato un tessuto altamente innovativo che ha saputo conquistare i più grandi nuotatori del mondo tra cui Federica Pellegrini, già testimonial di Yamamay.
www.yamamay.com
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FORMAT di Ilaria Ricotti
a quando, nel 1982, l’orafo danese Per Enevoldsen e sua moglie Winnie fondano la compagnia a Copenaghen, i braccialetti, gli orecchini, le collane e gli charm Pandora hanno fatto molta strada, attraversando tutti i continenti e caratterizzandosi come brand affermato per stile, qualità e raffinatezza. Non è un caso se i gioielli Pandora si possono trovare in più di 80 Paesi, dove sono presenti in circa 10.300 punti vendita, tra cui 1.100 concept stores. Il successo del marchio non si è fermato, anzi è incrementato anche nel primo trimestre del 2015, dove si è registrato un aumento del fatturato del 36,8% rispetto allo stesso periodo nel 2014 e che si quantifica in circa 475 milioni di euro. Nella sola Italia, dove Pandora è relativamente “giovane” (distribuzione e vendita hanno come data di lancio luglio 2010), si possono trovare oggi 800 punti vendita, di cui 7 shop-in-shop e 26 concept stores. Una crescita che, nei piani dellʼazienda, non si è ancora conclusa. È infatti in corso un progetto di “upgrade”, per creare spazi esclusivi dedicati al marchio allʼinterno dei singoli punti vendita. Intanto, lʼespansione della rete retail viene svolta sia attraverso lʼapertura di stores “diretti” sia in rete franchising nelle maggiori città della penisola, tra cui, per esempio, Milano, Roma, Napoli, Venezia.
D Dalla Danimarca al resto del mondo, passando per la Thailandia: la storia internazionale di
Pandora
Anche se il successo mondiale del marchio e dei prodotti Pandora ha avuto il suo boom allʼincirca nel 2000, la storia e la produzione di questi gioielli particolari e personalizzabili ha origine ventʼanni prima, quando, nel 1982, lʼorafo danese Per Enevoldsen e la moglie Winnie fondano la compagnia a Copenaghen, in Danimarca.
Il prodotto che caratterizza Pandora e che ne ha determinato il successo in tutto il mondo è il bracciale componibile, realizzato in argento sterling o oro 14k, a cui si possono abbinare centinaia di charm differenti, a loro volta impreziositi con gemme, pietre, perle, smalti e vetro di Murano. È questo il punto di forza del marchio: la possibilità di personalizzare al 100% i propri gioielli, creando le combinazioni che più si addicono ad unʼoccasione speciale o allo stile di una persona, anche via web attraverso la sezione Bracelet&Ring Designer sul portale pandora.net. Lʼheadquarter di Pandora si trova tuttora in Danimarca, ma allo stesso tempo si appoggia a 13 uffici, che contano 8500 dipendenti in tutto il mondo. Dal 1989 la produzione dei gioielli è stata invece delocalizzata in Thailandia, dove al giorno dʼoggi Pandora gestisce sette siti a Gemopolis, vicino a Bangkok, in cui hanno trovato lavoro 6800 persone. Per assicurare che nei propri siti di produzione vengano rispettati standard umani, ambientali e produttivi di alto livello, Pandora si è impegnata a portare avanti forti principi di responsabilità sociale, che siano in grado di promuovere la produzione di gioielli di alta qualità, non dimenticando però allo stesso tempo le necessità dei propri dipendenti e dellʼecosistema circostante. Una formula che in questo momento sembra rivelarsi vincente e che proietta Pandora verso le sfide, non sempre facili, del futuro.
www.pandora.net
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FORMAT di Francesca Mulas
LA PIADINERIA: IL FAST CASUAL FOOD MADE IN ITALY
Ingredienti genuini, ricette della tradizione e savoir faire tutto italiano. Questo il mix vincente de La Piadineria, la principale catena italiana di piadinerie, presente nei principali centri urbani del nord e centro Italia.
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l primo punto vendita a Brescia. Il successo del locale fu immediato, tale da indurre i due soci fondatori a portare avanti il progetto franchising. Altra tappa fondamentale è costituita dallʼingresso della HF5 di Donato Romano e dallo sbarco nel mondo dei Centri Commerciali. La nuova attività di sviluppo, mantenendo il concept originario ha permesso in breve tempo alla società di ampliare il proprio raggio dʼazione in tutto il territorio Italiano, con una crescita senza precedenti. Dietro La Piadineria cʼè la scommessa di unire la formula della ristorazione veloce allʼofferta di un prodotto arti gianale e di qualità, rigorosamente made in Italy. Una scommessa vincente, visti i numeri. 88 i punti vendita presenti in Italia, di cui 59 in franchising e 29 di proprietà, tutti localizzati nelle principali aree di interesse del centro e nord Italia. Venti milioni di euro di ricavi consolidati registrati dal gruppo nel 2014, che equivalgono ad un incremento del 34% rispetto allo stesso dato del 2013, grazie soprattutto allʼapertura di nuovi store a gestione diretta. Una crescita nei ricavi ma anche nel numero dei locali: dal 2010 il gruppo ha fatto registrare una crescita vertiginosa, andando ad aprire 10 punti vendita allʼanno.
I fattori che hanno determinato il successo de La Piadineria sono la freschezza e la genuinità delle materie prime, sapientemente miscelate seguendo le ricette dellʼantica tradizione romagnola, a partire da quelle più classiche fino a quelle più tipicamente stagionali. Ingredienti, ricette ma più di ogni altra cosa, persone. Dipendenti e affiliati appassionati, e fortemente orientati al risultato: soddisfare il cliente con un prodotto di qualità ma soprattutto con un eccellente servizio. Successo chiama successo ma anche inevitabili cambiamenti. Per La Piadineria si è aperto recentemente un nuovo capitolo: lo scorso mese di maggio Idea Taste of Italy, fondo focalizzato sul settore agroalimentare gestito da Idea Capital Funds Sgr appartenente al gruppo De Agostini, ha infatti perfezionato lʼacquisto del 70% della catena per una cifra pari a 30 milioni di euro. Al fondo passerà il controllo della società mentre Antonio Milani e Donato Romano manterranno la guida dellʼazienda in qualità di amministratori delegati. Lʼobiettivo è reinvestire i nuovi capitali in nuovi opening nei prin cipali centri commerciali italiani ma anche in stazioni e aeroporti adattando un format vincente alle varie peculiarità locali, nellʼattesa di future espansioni oltreconfine.
www.lapiadineria.com
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INTERVISTA di Elena Delfino
“Così riconosco una start up vincente” A tu per tu con Luciano Bonetti, presidente del cda di Foppapedretti S.p.A. e uno degli squali del programma televisivo Shark Tank Nellʼintervista alcune immagini dei prodotti Foppadedretti divenuti delle icone del design italiano nel mondo
C’era una volta una start up. Era il 1945, e la start up era l’Italia. Alle spalle, le macerie. Davanti, un futuro da inventare, con l’entusiasmo e la passione che ogni nuovo inizio pretende. Fu in quell’anno che nacque un’impresa destinata a diventare un’eccellenza del Made in Italy. Un’azienda creata dall’estro di Ezio Foppa Pedretti e dalla sua passione per il legno. Gli bastava niente per inventare giocattoli, perfino gli scarti del lavoro dello zio Pierino, falegname, che realizzava manici per ombrelli. Con i fratelli Tito e Letizia, Ezio diede vita alla Fabbrica di giocattoli dei Fratelli Foppa Pedretti, a Telgate, in provincia di Bergamo. Oggi il marchio Foppapedretti è un brand che non ha bisogno di presentazioni, sinonimo non solo di giocattoli, ma in generale di articoli in legno ad alto contenuto di funzionalità, innovazione, ecologia. E l’azienda, dove tutt’ora lavorano i quattro discendenti di Ezio, è diventata una famiglia allargata, con diverse divisioni e un fatturato di 65 milioni di euro nel 2013.
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residente del cda di Foppapedretti S.p.A., la società a capo del gruppo industriale, è Luciano Bonetti, 67 anni, marito della primogenita di Ezio, Pinangela, una lunga carriera all’interno dell’azienda, ingegnere elettrotecnico per formazione e… squalo per vocazione. Sì perché Bonetti è uno dei cinque investitori di Shark Tank, il fortunato programma di Italia 1 dove aspiranti imprenditori raccontano la loro idea e il loro business plan a potenziali investitori detti appunto "squali". A Bonetti abbiamo chiesto qualche consiglio per i giovani startupper. Partendo da una domanda: se la Foppapedretti del 1946 avesse partecipato a Shark Tank, ci avrebbe investito? “Sì, l’avrei scelta. Perché? Perché c’era un progetto chiaro, lavorare il legno con qualità partendo dai giocattoli. Certo, in quell’epoca bastava produrre per vendere. Adesso invece il competitor è il mondo e bisogna fare molta attenzione a tanti altri fattori, primo tra tutti la catena distributiva.”
Stendibiancheria Gulliver
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INTERVISTA L’intervista a Luciano Bonetti, presidente di Foppapedretti, noto anche al grande pubblico, per essere uno degli “squali” di Quali sono le caratteristiche di una start up vincente? Ci vuole una idea, la più innovativa possibile, che assolva alle esigenze del mercato. Uomini che la sappiano condividere e che vogliano accettare i consigli degli altri. E quelle che ne fanno presagire subito l'insuccesso? E’ subito evidente che non assolvono a nessuna esigenza, che chi la presenta non ci crede fino in fondo. Quando ho di fronte qualcuno che mi parla partendo dai numeri e dalle indagini di mercato, capisco subito che non c’è convinzione e sostanza. Sono la maggior parte. Idea di business, business plan, squadra: in quale percentuale questi fattori possono decretare il successo di una start up? Al primo posto metto la squadra, il fattore umano è determinante. Al secondo la proposta di prodotto o servizio. Infine il business plan, su questo si può lavorare parecchio Che cosa offre un investitore a una start up, oltre al capitale? Tutta la sua esperienza, gli errori da non ripetere e le scelte vincenti. Il rischio più grande di una start up, e di una impresa in generale, è non volersi aprire al mercato e pensare di arrivare al successo con poche risorse. Invece bisogna aprirsi ai capitali, se no non si va da nessuna parte. Anche Foppapedretti dovrà farlo, soprattutto per andare all’estero. Quando finisce una start up e inizia un'impresa? La start up finisce quando l’idea di business viene sviluppata e comincia a diventare prodotto o servizio che va sul mercato. E quando inizia a produrre utili
Luciano Bonetti con agli altri protagonisti di “Shark Tank” E tra investire in una start up e in una quotata in Borsa? Quando si scommette su una start up si partecipa del successo e dell’insuccesso, investire in Borsa è molto meno coinvolgente.
Che cosa l'ha sorpresa di più? Ho visto tanti giovani che si sono presentati con uno sforzo di ricerca, meno bamboccioni di quanto altri pensino, provenienti soprattutto dal Sud. Giovani molto preparati che prima o poi riusciranno a raggiungere i proprio obiettivi. Mi sono rivisto in loro in qualche modo, sono affascinato dalla capacità creativa dell’uomo.
Strategie di crescita di Foppapedretti con una particolare attenzione al ruolo del franchising. Al franchising non credo, e prima ancora non credo nei negozi monomarca perché il consumatore ha sempre più bisogno di confrontare le diverse proposte per la stessa esigenza, quindi credo che per stare con soddisfazione in un negozio debba avere di fronte la gamma completa del prodotto o servizio che cerca, in altri termini più proposte da marche diverse. Il multimarca però ha il limite di non proporre l’intero catalogo di una azienda, perché ne seleziona i prodotti il che si traduce in una diminuzione di possibilità di fatturato di una determinata azienda. La vera rivoluzione della distribuzione è stata internet, che ha moltiplicato le possibilità di offerta e di acquisto. Il futuro della distribuzione sarà l’integrazione tra canale fisico e virtuale. Foppapedretti punta molto sulla internazionalizzazione, all’estero la qualità del made in Italy è molto apprezzata. Abbiamo obiettivi importanti in Brasile, Giappone, Corea, USA.
Qual è la principale differenza tra un manager e un imprenditore? L’imprenditore usa suo capitale di rischio, il manager cerca di far remunerare il denaro ma non ha lo stesso pathos. E poi vorrei distinguere tra il prenditore e l’imprenditore. Il primo si preoccupa “solo” di creare un giro d’affari. Il secondo crea anche posti di lavoro.
Il suo fiuto di “squalo” per l’Italia. Sono preoccupato per l’Italia, è un paese sclerotizzato e in fase di decadenza e, quel che è peggio, non vogliamo ammetterlo: per difendere i privilegi di pochi noi non stiamo dando opportunità ai giovani. Rimanere in Italia a produrre, operare con l’esempio per una azienda etica, investire nelle start up è il mio modo per fare la mia parte.
Perché ha scelto di partecipare a Shark Tank? Me l’hanno proposto e ho pensato che a 67 anni si poteva anche fare. Sono molto curioso e ho sempre bisogno di andare a vedere che cosa c’è oltre le colonne d’Ercole. Il mio motto è "Se continui a fare quello che sai fare, resti il c… che sei", e la mia sfida attuale è proprio partecipare a un programma televisivo.
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INTERVISTA LA CURIOSITÀ “La Grecia, nonostante la crisi, è uno dei Paesi più importanti per la vendita dei nostri prodotti di prima infanzia. Ovviamente il mercato più importante per noi è sempre l’Italia anche se Russia e Giappone sono i Paesi dove esportiamo di più.”
L’ECOLOGIA SECONDO FOPPAPEDRETTI Foppapedretti utilizza esclusivamente legno che proviene da foreste protette, con certificazione FSC. La certificazione FSC®, Forest Stewardship Council, è il principale meccanismo di garanzia sull’origine del legno o della carta. Si tratta di un sistema di certificazione internazionale che garantisce che la materia prima usata per realizzare un prodotto in legno o carta proviene da foreste dove sono rispettati dei rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. La fabbrica di Bergamo utilizza gli scarti del legno per produrre energia, ha un sistema di pannelli solari e per i prodotti utilizza solo vernici all’acqua senza solventi. Foppapedretti lavora a qualità, cioè ogni articolo è costruito per durare più del tempo che una pianta impiega per riprodurre la stessa quantità di legno.
FOPPAPEDRETTI IN PILLOLE Fondata con il nome di Fabbrica di giocattoli dei Fratelli Foppa Pedretti a Telgate (BG) nel 1945 dai fratelli Ezio e Tito Foppa Pedretti, l’attività comincia con la produzione di giocattoli in legno. Negli anni cinquanta, Foppapedretti integra la produzione di giocattoli inserendo i mobili per la prima infanzia, sempre di legno: nascono i primi seggioloni e lettini. Nella seconda metà degli anni sessanta vengono inseriti i mobili da giardino. La produzione dei casalinghi arriva negli anni ottanta. Nel 2013 il fatturato dell’azienda è stato di 63 milioni di euro.
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Sistema Combinato 3Chic
Luciano Bonetti, uno squalo per l’albero delle idee uciano Bonetti è un imprenditore e dirigente sportivo italiano. Laureato in Ingegneria Elettrotecnica presso il Politecnico di Milano, nel 1976 ha iniziato la sua attività professionale entrando a far parte dell’organico della Foppapedretti nel settore produttivo, diventando, alla fine di un percorso formativo specifico, svolto in affiancamento con i titolari Ezio e Tito, il responsabile di produzione e successivamente direttore commerciale dell’azienda. Dal 1981 al 1995 ha ricoperto la carica di amministratore unico della Foppa Pedretti S.r.l. e successive trasformazioni, continuando ad occuparsi della direzione commerciale. Presidente del CdA “FOPPA PEDRETTI SpA”, società a capo del Gruppo Industriale , con deleghe al marketing, strategie di comunicazione, direzione della progettazione di prodotto, direzione generale. Presidente del CdA della Plastikopolis SrL, società che svolge l’attività industriale di stampaggio materie plastiche. Presidente del CdA della Foppa Pedretti Technology SrL di Bolgare, società che svolge l’attività industriale di lavorazione del legno e produzione di finito. Presidente del CdA del “L’Albero delle Idee”, società che svolge l’attività di commercio al dettaglio sul territorio nazionale. Presidente del CdA della “Kasalinghi Italia SrL”, società che svolge l’attività di commercio al dettaglio outlet sul territorio nazionale. Presidente del CdA della “Volley Bergamo SrL” di Bergamo, società sportiva di gestione della squadra pallavolistica femminile A1 di Bergamo e di altre attività sportive agonistiche giovanili.
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SPECIALE di Stefania Priolo
Quattro passi per EXPO Un viaggio nella cultura, nei profumi, nei colori e nelle tradizioni di tutto il mondo con un unico denominatore comune “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Quella di Expo 2015 è sicuramente un’esperienza unica e un’occasione per alimentarsi di cultura e lasciarsi stupire. così varcati i tornelli il primo elemento che sorprende sono i grandi spazi, un tracciato dove lo sguardo si perde, uno spazio architettonico in grado di dare all’universo il suo reale senso espositivo. Ad accogliere i visitatori le gigantesche statue che fanno parte del progetto ʻIl Popolo del Ciboʼ, realizzate dallo scenografo italiano Oscar Dante Ferretti appositamente per lʼevento universale. Alte 3,5 metri, arricchite con prodotti ortofrutticoli, pesci e uccelli, hanno fatto il giro del mondo proprio per spiegare le sfide, le opportunità e le occasioni di crescita che lʼEsposizione Universale è in grado di offrire. Il Padiglione Zero è la porta sul mondo di Expo, custodisce e racchiude il cuore del messaggio scelto per lʼedizione 2015 e lo fa raccontando la storia dellʼumanità attraverso il rapporto che lʼuomo ha avuto nei secoli con il cibo e con lʼalimentazione.
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Ma la “vera” visita ad Expo 2015 comincia quando si accede al lunghissimo corridoio del Decumano arricchito dalle installazioni “da kolossal”, sempre a firma Ferretti, che rappresentano i banchi del mercato, finti ma così realistici da sembrare veri. Quasi per ricordare al visi tatore di non distrarsi dal tema centrale in un viaggio che offrirà la possibilità di vedere cose incredibili ma che sarà al contempo formativo, per tenere alta lʼattenzione su uno di quei temi che oggi sono di importanza vitale per il Pianeta. Lʼoccasione per fare il giro del mondo attraverso i due assi portanti, il Decumano ed il Cardo, con la proposta di un viaggio multisensoriale in ben 145 Paesi a cui si aggiungono Organizzazioni della Società Civile ed Aziende private in quanto interlocutori chiave nel dibattito mondiale sulle sfide legate allʼalimentazione e al cibo. La visita ai Pavilion di Expo diventa un percorso tra architetture diversissime dove le tecnologie raccontano
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SPECIALE
i paesaggi non come fredde figlie della scienza, ma come coreografie indispensabili per il futuro. A conquistare i giovani, e non solo, il Brasile, con la sua rete metafora della flessibilità che accoglie i visitatori nel paese sudamericano. Per entrare spesso bisogna fare la fila, ma questo non scoraggia i circa 15 mila ingressi giornalieri. Dallʼaltra parte del Decumano il Cluster del Caffè catapulta i visitatori nelle immense piantagioni dellʼAfrica e dellʼAmerica Centrale. Curato da Illy Caffè, official coffee partner di Expo Milano 2015, racconta il passato, il presente e il futuro del caffè nelle sue tre dimensioni: il prodotto e il suo percorso dal chicco alla tazzina; la creatività, lʼarte e la cultura che si sviluppano attorno alla tazzina di caffè; le storie e le tradizioni dei Paesi coltivatori e di quelli consumatori. Le suggestioni geografiche degli Emirati arabi offrono un percorso che evidenzia il calore e l'ospitalità, la convivialità del cibo ed un tecnologico ambiente multimediale che presenta le soluzioni ai temi intrecciati di terra, cibo, energia e acqua, sviluppate a partire da un bisogno locale e messe a disposizione di un reale beneficio globale. Opportunità di business e cultura a cui non poteva mancare la Cina. Tra paesaggi spettacolari e tradizioni millenarie il gigante asiatico rappresenta una tra le più significative presenze di Expo. Accanto al padiglione ufficiale che ha per slogan “terra di speranza cibo per la vita” anche quello del Vanke ed un terzo che raccoglie le 20 aziende più importanti del Paese. Visitatissimo il Padiglione degli Usa in cui ad accogliere i visitatori cʼè il presidente Barack Obama che, da uno schermo, richiama alla responsabilità e allʼimportanza della cooperazione tra i popoli per salvare il Pianeta. Una struttura tra le più tecnologiche con orti verticali, che presentano ben 42 tipologie di piante americane, realizzati su pannelli mobili che si muovono alla ricerca del sole. LʼAmerican
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Coca-Cola di Stefania Priolo
Il gruppo che serve ogni giorno 1.900.000 bevande ha presentato per Expo 2015 la sua anima più “green”. Un padiglione alto 12 metri con una superficie complessiva di 1000 mq interamente realizzato con materiali ecosostenibili: legno, vetro e acqua. Uno spazio iconico, ispirato alla famosa Contour, la storica bottiglia in vetro che nel 2015 festeggerà i suoi “primi” 100 anni, concepito con già una seconda vita. Al termine dell’esposizione diventerà un campo da basket per praticare sport ed attività fisica, questa l’eredità che The Coca-Cola Company lascerà a Milano.
a visita al Padiglione si sviluppa in una serie di attività interattive, che ripercorrono il viaggio compiuto da ogni bottiglia Coca-Cola, dalla produzione al suo consumo, fino al suo riutilizzo, evidenziando la sua “anima locale” nell’utilizzo di materie prime e del personale impiegato. Sul territorio italiano Coca-Cola è presente da quasi 90 anni e oggi opera con sei stabilimenti e oltre 2.000 dipendenti, attraverso tre società distinte. Coca-Cola Italia, filiale di The Coca-Cola Company, è responsabile del marketing strategico, della gestione dei marchi, del packaging, della promozione rivolta ai consumatori, della pubblicità, delle pubbliche relazioni e delle ricerche di mercato. CocaCola HBC Italia, controllata da Coca-Cola Hellenic, è il maggior imbottigliatore in Italia e impiega oltre 2.500 persone. Acquista i concentrati, le basi e gli sciroppi da The Coca-Cola Company, confeziona le bevande all’interno dei cinque impianti di imbottigliamento e le distribuisce, attraverso una delle più grandi reti di vendita del paese, a quasi 19.000 clienti in tutta Italia, esclusa la Sicilia. Sibeg è una società indipendente d’imbottigliamento con base a Catania. Anch’essa acquista concentrati, basi e sciroppi per produrre e distribuire i prodotti Coca-Cola in Sicilia. Nella sua lunga storia Coca-Cola ha da sempre promosso stili di vita attivi sostenendo oltre 50 diverse discipline sportive e migliaia di eventi in tutto il mondo, primi fra tutti i Giochi Olimpici, di cui è sponsor dal 1928, e le manifestazioni calcistiche tra cui la Coppa del Mondo Fifa. Negli anni l’Azienda ha lanciato più di 290 programmi di attività fisica in oltre 129 Paesi nel mondo e si è posta l’obiettivo di promuovere almeno un programma in tutti gli oltre 200 Paesi in cui opera. Sostenibilità e innovazione anche al servizio del territorio grazie ai 25 Ekocenter posizionati nei 7 paesi in via di sviluppo (Ghana, Ruanda, Tanzania, Kenya, Etiopia, Sud Africa e Vietnam) che forniscono alle comunità beni, servizi e utenze di prima necessità, come accesso ad acqua potabile sicura, energia solare e internet.
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SPECIALE
Food 2.0 propone le idee della tradizione e dei vecchi granai, mostrando che gli Stati Uniti non sono solo “fast food”, ma nazione che fa di sostenibilità ed innovazione i propri cavalli di battaglia per il futuro. Attrattiva da non perdere è poi la proposta di CocaCola, un padiglione in cui il brand ha mostrato la sua anima più green e la propria adesione al progetto della salvaguardia del Pianeta con temi sulla sostenibilità ed il riciclo delle materie, ma anche con lʼoriginalità di messaggi personalizzati dedicati ai visitatori, la degustazione delle varie tipologie della bevanda dalla celeberrima bottiglietta di vetro, con richiami alla storia dellʼazienda e persino con lʼinvito a danzare su unʼapposita pedana allʼinsegna dello slogan “più ti muovi più ti sentirai felice”. AllʼItalia, paese ospitante dellʼevento universale, è stata dedicata unʼintera zona di Expo. Oltre al padiglione, su piazza Italia, posta allʼintersezione tra il Decumano ed il Cardo, si affacciano gli spazi dedicati alle Regioni ed ai Territori, le imprese del Made in Italy e Coldiretti. Una miriade di altri padiglioni si snodano sullʼimmenso corridoio centrale per arrivare alla Collina Mediterranea, un punto suggestivo da cui godere della vista panoramica su tutto il sito espositivo. Percorrendo il Cardo invece si arriva alla Lake Arena, il più grande spazio aperto per visitatori, un bacino dʼacqua circondato da gradinate ed una piazza capace di accogliere 20mila persone, un luogo destinato a spettacoli concerti e, attrattiva per eccellenza, l'Albero della Vita, icona dell'Expo che ogni sera incanta i visitatori con emozionanti giochi di luci, accompagnati da fontane danzanti, effetti speciali, fuochi e musiche. Proprio gli spettacoli sono diventati parte integrante dell’Esposizione Universale, accanto al folklore dei National Days, concerti, parate, artisti importanti, vip e celebrità dello sport. Secondo i dati ufficiali, dai tornelli di Expo sono passati 2,7 milioni di visitatori nel solo mese di maggio,
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previsione soddisfacente secondo il commissario unico del sito Giuseppe Sala con grosse aspettative, sia per il fine settimana lungo del 2 giugno, sia per i sei mesi di esposizione che avrebbero già registrato 15 milioni di biglietti tra vendite e prenotazioni on line. Sempre di fine maggio è il dato fornito dallʼOsservatorio Cartsì che monitorizza gli acquisti con carta di credito. Nei primi 27 giorni del mese si è registrato un incremento delle transazioni del 16% rispetto allo stesso periodo dellʼanno precedente. Quello di Milano 2015 sembra essere l’Expo un po’ di tutti, degli imprenditori e delle aziende, delle famiglie, dei nonni e delle scolaresche, ma non solo. La scelta degli orari, e di una maggiore flessibilità rappresenta un fatto abbastanza eccezionale nel panorama espositivo italiano. Lʼestensione dellʼapertura fino alle 23 (posticipato alla mezzanotte nel fine settimana) ha fatto di Expo 2015 una delle maggiori attrattive anche nella fascia serale. Con soli 5 euro è possibile accedere allʼesposizione universale dalle 19 e, anche se vedere lʼintera area rappresenta uno degli obiettivi esclusi in partenza, è anche vero che Expo rappresenta lʼevento principe per il 2015 che sicuramente ha da offrire più di una proposta al popolo della movida. AllʼExpo “by Night” concerti, spettacoli, area drink e discoteca, con la possibilità di mangiare un sushi tra il legno e il bambù del Giappone o fare un salto in Germania per gustare una birra locale, o anche solo per fare una passeggiata con gli amici, nelle lunghe serate estive.
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Illy Caffè di Stefania Priolo
Illy Caffè è il partner ufficiale di Expo 2015 per l’ideazione e la gestione di contenuti, esposizioni ed eventi dedicati al caffè, nell’area comune del Cluster tematico del caffè. l padiglione dedicato alla bevanda nera ha segnato la sera del 31 maggio una stima di presenze da capogiro con 1.043.000 visitatori. Un traguardo positivo raggiunto grazie ai contenuti che l’azienda ha ideato e sviluppato per i 6 mesi di Expo: dalle stazioni tematiche, che accompagnano i visitatori alla scoperta del caffè dal chicco alla tazzina, alle visite guidate in modalità classica o digitale con gli occhiali Epson Moverio, dai corsi sul caffè aperti al pubblico e tenuti dai docenti dell’Università del Caffè di Trieste, alle lezioni interattive dedicati ai più piccoli alla scoperta delle origini del caffè e delle sue proprietà. Illy viene venduto in oltre 140 paesi in tutto il mondo ed è disponibile in oltre 100.000 fra i migliori ristoranti e bar. Espressamente Illy, la catena di caffè all’italiana in franchising, tocca ad oggi oltre 30 Paesi con all’attivo 230 locali. Con l’obiettivo di accrescere e diffondere la cultura del caffè l’azienda ha istituito l’Università del Caffè, il centro di eccellenza che offre una formazione completa teorica e pratica ai coltivatori, ai baristi e agli appassionati su tutte le tematiche attinenti al caffè. A livello globale la società impiega circa 1050 persone e ha realizzato nel 2013 un fatturato consolidato di 374 milioni di euro. Illy acquista il caffè verde direttamente dai produttori della più pregiata Arabica attraverso rapporti di partnership basati sullo sviluppo sostenibile. Con i migliori coltivatori del mondo, in Brasile, nei Paesi dell’America Centrale, in India e in Africa, l’azienda triestina sviluppa un rapporto di collabora‐ zione a lungo termine trasferendo loro conoscenze e tecnologie e riconoscendo una remunerazione superiore ai prezzi di mercato.
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INTERVISTA la Redazione
MAPIC è l’evento leader mondiale nel settore del retail real estate. Per tre giorni, più di 2.400 rappresentanti di marchi internazionali visitano gli spazi espositivi del MAPIC per selezionare le migliori aree di sviluppo in centri commerciali, zone di transito e qualsiasi altro tipo di location. MAPIC 2014 ha raccolto 8.400 professionisti di 75 paesi su una superficie espositiva di 12.000 mq. Il programma delle conferenze offerto in fiera mette in evidenza i mercati più interessanti, le ultime tendenze del settore come aree di transito e di svago, nonché l'integrazione degli attori digitali nelle strategie di sviluppo del settore. Nathalie Depetro
Beesness intervista la Direttrice
di MAPIC, Nathalie Depetro M
APIC ha una lunga storia nel settore immobiliare della grande distribuzione in Europa e nel mondo. Come ha fatto MAPIC a mantenere la sua leadership, nonostante la crisi del 2008? “MAPIC continua a crescere grazie alla sua forte internazionalizzazione e per il dinamismo e la creatività dei player immobiliari di vendita al dettaglio, sempre pronti ad andare avanti per trovare nuove opportunità di sviluppo. L'anno scorso, MAPIC ha celebrato il suo 20° anniversario e sono sicura che continuerà a crescere nei prossimi anni. Nel corso degli anni, l'industria del retail real estate ha attraversato molti alti e bassi, ma MAPIC è rimasto al primo posto del settore, accogliendo un gran numero di nuovi marchi e sviluppatori di vendita da tutto il mondo. Il settore si sta evolvendo velocemente, le nuove tendenze come retailtainment o digitali stanno cambiando le abitudini dei consumatori. Questi cambiamenti generano nuove opportunità di vendita al dettaglio da parte dei protagonisti del real estate e noi faremo del nostro meglio al MAPIC per presentarle ai nostri clienti.” Può dirci qualcosa di più sul « Country of Honour» al MAPIC? “Gli Stati Uniti sono pionieri nel settore retail e sono stati presenti al MAPIC fin dalla prima edizione. Gli Stati Uniti sono sempre stati dinamici e creativi sia nel campo dei centri commerciali, catene di negozi, retailtaiment o digitale. Questo è il motivo per cui abbiamo scelto quest'anno gli Stati Uniti come « Paese d'Onore » del MAPIC
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2015. Un padiglione dedicato ai principali operatori nordamericani del settore immobiliare della grande distribuzione e diverse sessioni della conferenza si concentreranno sul mercato al dettaglio degli Stati Uniti e le sue specificità. Thor Equities, Vornado Realty Trust e società collegate, che illustreranno il progetto Hudson Yards a Manhattan, saranno alcuni degli sviluppatori americani presenti al MAPIC del prossimo novembre.”
Può descrivere la partecipazione italiana al MAPIC? “L'Italia è sempre stata uno dei tre paesi più rappresentati al MAPIC e sarà sotto i riflettori della conferenza in programma quest'anno, in due specifiche sessioni. Per la prima volta quest'anno, un pranzo speciale riunirà gli sviluppatori italiani e gli investitori internazionali interessati all’Italia. Aziende di alto profilo hanno già confermato la loro partecipazione al MAPIC 2015 tra cui Prelios, Grandi Stazioni, Arcoretail, Promos, IGD, Rustioni & Partners. Importanti progetti saranno presentati quest'anno, come il nuovo centro commerciale di Milano-Arese, presentato dallo Studio Conte, che nasce dalla riconversione delle ex fabbriche Alfa Romeo nella periferia di Milano e che offrirà ad una vasta gamma di rivenditori. Retailers italiani al MAPIC includeranno Benetton, Geox, Calzedonia, Gromart, Illycaffè e Rinascimento. Il know-how italiano nel retailtainment sarà anche illustrato da Dedem, leader nel settore in Italia e che sarà presente al MAPIC per la prima volta. Dedem parteciperà ad un panel dedicato al retailtainment.
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INTERVISTA
La suggestiva location di Cannes del Mapic e alcune immagini della scorsa edizione
L’edizione 2014 ha visto la partecipazione di 8.400 delegati, di cui oltre 2.400 retailers da 75 Paesi diversi. 520 nuovi retail brand hanno preso parte all’evento per la prima volta.
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INTERVISTA la Redazione
Il FRANCHISOR: INTERVISTA CON FRED MARFLEET, EXPENSE REDUCTION ANALYSTS
Fred Marfleet è Presidente e fondatore di Expense Reduction Analysts (ERA), leader Europeo nel franchising del cost management fondato nel 1992. Nato in Gran Bretagna, ha conseguito la qualifica di Dottore Commercialista in Australia, lavorando nel settore finanziario prima di fondare ERA. he cosa rende un franchising “grande”? Se chiedete al Presidente e fondatore di Expense Reduction Analysts Fred Marfleet, vi dirà che richiede un ottimo modello di business, ottime persone e la capacità di costruire ottimi rapporti professionali. Negli ultimi 23 anni, Fred è stato la forza trainante del successo di Expense Reduction Analysts (ERA), leader in Europa nei servizi di riduzione costi.
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corso di una recessione. Mi piacque molto la semplicità del modello di business di ERA e capii il suo enorme potenziale di guadagno. Era anche unico poiché si concentrava su un'area di spesa che la maggior parte delle organizzazioni trascurano. Comprai i diritti per il Regno Unito e la portai in Europa nel 1992, dove il business in seguito si è sviluppato. Oggi operiamo in oltre 25 paesi attraverso una rete di oltre 600 affiliati che annualmente analizzano miliardi di euro di spesa delle imprese, e il business è ancora in crescita.
Ci parli del concetto di ERA ERA è specializzata esclusivamente nellʼaiutare le organizzazioni a ridurre le proprie spese quotidiane come stampa, articoli di cancelleria e attrezzature per ufficio, trasporto merci, packaging, viaggi d'affari e telecomunicazioni. Questi sono servizi che le imprese acquistano regolarmente da fornitori differenti. La maggior parte delle aziende però, non ha tempo, risorse e competenze specialistiche per monitorare queste spese aziendali. Gli specialisti di ERA hanno l'esperienza, le conoscenze e le risorse per fare questo per conto dei clienti, e sanno dove cercare le opportunità di profitto e trovare risparmi. Lavoriamo “a successo” (no-win, no-fee) e di solito guardiamo aree con una spesa minima di €250.000 dove condividiamo il 50 per cento dei risparmi trovati con il cliente. Dal momento che i nostri esperti sanno esattamente dove cercare le opportunità di risparmio, generiamo quasi sempre risparmi significativi per le organizzazioni che aiutiamo. I clienti trovano la nostra offerta attraente, perché hanno tutto da guadagnare e niente da perdere, provando il nostro servizio.
Quali sono i vantaggi di essere un affiliato ERA? ERA offre la libertà, la soddisfazione sul lavoro e la flessibilità di gestire il proprio business e il modello di business, la formazione professionale, le risorse e il supporto di back-up necessari per costruire un franchising di successo. Questo è un business che è stato progettato per consentire alle persone di trasferire e sfruttare le proprie capacità di gestione e le competenze maturate in carriere precedenti.
Come e quando è partita ERA? Ero negli Stati Uniti nei primi anni '90 in cerca di una buona opportunità di business per me stesso. Sono un imprenditore e mi è sempre piaciuto aiutare le aziende a migliorare la propria redditività. C'era una recessione in quel momento e volevo un modello di business solido che funzionasse bene in tempi buoni, così come nel
Secondo lei, perché ERA potrebbe essere una grande opportunità per qualcuno? ERA offre la libertà di costruire il proprio business di successo e guadagnare in modo significativo usando le proprie abilità e punti di forza personali per raggiungere obiettivi e ambizioni personali. Si tratta di unʼopportunità a basso rischio, con bassi costi di gestione che può essere eseguita da un ufficio a casa e mentre si svolge unʼattività per conto proprio, non si è mai soli. Quando si diventa uno specialista ERA, si entra in una rete europea di professionisti che operano allo stesso modo e dove persone di esperienza ti aiuteranno e sosterranno, così come collaboreranno con voi su progetti in joint venture. Abbiamo conferenze, workshop, sviluppo del business ed eventi di networking, dove i nostri affiliati si trovano insieme per imparare, condividere idee e informazioni, nonché socializzare e divertirsi. www.expensereduction.eu
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INTERVISTA di Ilaria Ricotti
Segafredo Zanetti, l’ambasciatore dell’espresso nel mondo
Pascal Héritier, Chief Operating Officer Zanetti Beverage Group
Segafredo Zanetti è una delle aziende leader nella distribuzione del caffè a livello mondiale. Il Massimo Zanetti Beverage Group, di cui fa parte, ha sviluppato la propria attività di franchising e vendita in Italia, per poi espandersi, attraverso scelte mirate ed oculate decisioni, in tutto il mondo. Senza dimenticare le proprie radici (in Italia il marchio Segafredo gestisce tre società: la sede centrale a Bologna, la San Marco in Friuli che produce le macchine da caffè e la Segafredo Coffee System che si occupa delle capsule), oggi il MZB Group è presente in 110 Paesi in tutto il mondo e si fa portavoce di uno dei capisaldi italiani per eccellenza, l’espresso, anche e soprattutto in territori “ostili” come gli Stati Uniti e la Cina. Ma qual è il modello di business più adatto in Italia, dove la cultura del caffè è una tradizione irrinunciabile e radicata? E come si può portare con successo questa idea in luoghi diversissimi come Cina e Thailandia? A rispondere a queste domande c’è Pascal Héritier, Chief Operating Officer Zanetti Beverage Group.
Con Pascal Héritier, COO di MZB Group, parlando del caffè in Italia e nel mondo Dottor Héritier, quali sono i valori alla base dello sviluppo del Gruppo MZB? “Il Massimo Zanetti Beverage Group è un gruppo con alle spalle 40 anni di storia. È stato gestito privatamente dal fondatore, Massimo Zanetti, fino a giugno dello scorso anno. E lo scopo di Massimo Zanetti è sempre stato soprattutto uno: portare in giro per il mondo questo marchio italiano di eccellenza. Segafredo è proprio questo, un simbolo globale del caffè, venduto in 110 Paesi da più di 50 società situate in giro per il mondo. Lʼambizione, oggi come ieri, è che queste società legate a Segafredo possano diventare ambasciatrici del Gruppo, del consumo del buon caffè e dellʼItalia stessa. Senza dimenticare poi che MZB raccoglie più di 30 brand, oltre a Segafredo, tutti orientati allʼeccellenza e alla qualità”. Caffè, ma non solo: di quali altri prodotti si occupa Segafredo Zanetti? “Il core business è senza dubbio il caffè, che rappresenta circa il 90% di fatturato del Gruppo. Caffè quindi, ma anche tutto ciò che ruota intorno ad esso, compresi prodotti complementari come il tè. Un esempio è anche
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la produzione e la vendita delle macchine per il caffè, come lo è la catena di franchising Segafredo che si è sviluppata e che si sta espandendo sempre di più in Italia e nel mondo. Non è un caso che in Italia sia al primo posto tra le catene di franchising”. Qual è la situazione del franchising Segafredo in Italia? “Prima di tutto, per capire il mercato italiano del caffè, bisogna tenere presente che lʼItalia è patria di un mercato di gestione dei bar molto forte. I piccoli imprenditori, quindi, sono al primo posto per quanto riguarda il food service nel nostro Gruppo e il franchising ne è una conferma. In tutta Italia sono 16 i punti Segafredo: poco tempo fa ne è stato aperto uno nella Stazione Ferroviaria di Santa Maria Novella a Firenze e uno nella Stazione di Milano Centrale. Inoltre, 10 bar storici in Italia utilizzano come unico fornitore Segafredo. È quindi unʼattività che continua e cresce, nonostante il mercato sempre più difficile. Il concept Segafredo, inoltre, piace molto ai grandi operatori (uno su tutti, Autogrill) e con il tempo ha acquistato anche alcuni connotati internazionali, che lo rendono unico nel suo genere”.
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Alcune Caffetterie Segafredo Zanetti Espresso nel mondo Quali sono i mercati esteri in cui Segafredo è più presente, in particolare per quanto riguarda lʼEuropa? “Il concept di Segafredo è molto apprezzato internazionalmente: apriamo regolarmente stores tutti i mesi. In Europa, in particolare, la situazione è molto buona, con 250 locali allʼattivo, una quota per noi molto importante, che rispecchia anche la top five dei Paesi in cui siamo più forti. Tra i primi cinque, infatti, quattro sono collocati sul continente europeo (Germania, Austria, Svizzera e Francia). Allo stesso tempo, lʼAsia sta diventando uno dei nostri principali mercati di destinazione, con 33 locali aperti nella sola Tokyo, Giappone”. Quindi MZB Group ora guarda anche ad Oriente… “Basti pensare che grazie ad un contratto con KMPI Cina apriremo nel Paese una ventina di punti vendita. La Cina rappresenta per noi proprio un grande locale, che può permettere al Gruppo di continuare a svilupparsi ancora di più. Si tratta di un Paese dove vive più di un miliardo di persone e dove si sta verificando un movimento dal tè al caffè, come è già successo in Giappone. In Europa si consumano in media 12 kg di caffè allʼanno pro capite, in Cina si parla ancora di grani: il potenziale è a dir poco enorme”. MZB Group non punta solo alla Cina però: con lʼacquisizione di Boncafè Group nel 2014, sta espandendo la propria presenza nel Sud-Est Asiatico. Quali sono le prospettive in questi mercati?
“In Thailandia abbiamo aperto 13 locali e si va verso Filippine, Indonesia, Vietnam, Paesi dove sta crescendo il benessere e quindi anche il consumo. Boncafè è stato strategico per il gruppo, proprio perché mancava una presenza forte in Asia e ci ha permesso così di portare fin là il nostro food printing, vendendo sia il loro prodotto a Singapore, Cambogia, Thailandia, sia i prodotti Segafredo”. Il franchising è un modello di business che funziona in questi mercati così differenti da quelli Occidentali? “Il franchising qui rappresenta un mezzo di marketing enorme per un brand che viene visto come importante e professionale. Tra Pechino e Shanghai ci sono oltre 30 punti a marchio Segafredo, veri e propri ambasciatori dellʼespresso italiano, angoli dove si può gustare il caffè gourmet anche in estremo Oriente. Per questo motivo in questi Paesi non ci affidiamo ad un modello di gestione diretto, ma solo al franchising”. Dal punto di vista economico, sono stati positivi o negativi gli ultimi anni per MZB Group e Segafredo? “Il 2014 è stato un anno abbastanza stabile in generale e lʼinizio del 2015 ha visto un 7% in più rispetto allʼanno precedente sulla contribuzione dei ricavi. Il mercato italiano sta ancora soffrendo i contraccolpi della crisi, ma non possiamo che dirci soddisfatti di come si sta comportando il Gruppo, sia in Italia che nei mercati esteri”.
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INTERVISTA di Giovanni Bonani
BERTON, UN COGNOME, UN GRANDE CHEF, UN RISTORANTE Foto dello Chef Berton di Canio Romaniello
“Ogni giorno passavo davanti al cantiere di Porta Nuova Varesine e pensavo: il mio ristorante nascerà lì.” Così Andrea Berton ha scelto l'avveniristico quartiere di Porta Nuova Varesine: un contesto moderno e lineare che riflette una cucina essenziale ed elegante, dove i sapori sono sempre riconoscibili al palato. Insolito protagonista all'interno del suo menù è il brodo che, nobilitato a piatto vero e proprio, rappresenta la massima sintesi dellʼingrediente principale di ogni piatto. Il menu cambia a seconda della disponibilità degli ingredienti proponendo, accanto alla tradizionale carta, una formula "a pranzo" che concilia esigenze di tempo del pubblico e grande qualità. L'attenzione dell'ospite si spinge in cucina, vera protagonista del ristorante, disegnata su misura e dotata di grandi vetrate che filtrano luce naturale. La sala rispecchia la filosofia dello Chef: elegante e rigorosa, grazie alla parete di vetro che la separa dalla cucina è possibile seguire con discrezione i movimenti della brigata di Berton. Per coloro che vogliono "spingersi oltre" c'è il tavolo esclusivo per due persone ricavato da una nicchia che si affaccia sulla cucina e permette di degustare un menu libero proposto dallo Chef. La stessa nicchia prosegue al di là del vetro che separa la sala dalla cucina, offrendo un intimo tavolo per quattro persone che concede maggiore privacy. Il ristorante dispone inoltre di una saletta privata dotata di schermo a parete che la rende adatta a incontri di lavoro per un massimo di otto persone.
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È uno tra i Marchesi Boy più di talento. Un cuoco che, a suo tempo, centrò un importante obiettivo: le due stelle Michelin al Trussardi alla Scala arrivarono un anno dietro lʼaltro (2008 e 2009), evento che prima di lui siglò il cammino proprio del maestro Gualtiero Marchesi tra il 1977 e il 1978 in Bonvesin della Riva, lo stesso tempio in cui il pivot friulano iniziò a esibire le prime giocate di classe. In pochi anni, il nostro cuoco era riuscito a sconfessare alla grande il teorema di Fela Kuti: nei ristoranti modaioli milanesi attorno a piazza Duomo si può andare molto oltre lʼexpensive shit che lamentava il musicista nigeriano in quel pezzo. È questo un merito notevole, due volte superiore se si considera che lʼinsegna era griffata da una maison di moda. Certo, se il ragazzo ne ha percorsa parecchia di strada, il merito è anche di tutti gli altri luoghi e persone che contribuirono a definirne la visione: Mossimanʼs a Londra, Pinchiorri a Firenze, Louis XV a Montecarlo. Ma soprattutto la Taverna di Colloredo a Monte Albano, Udine, la casa dolce casa da cui Berton uscì per andare a vedere (e collezionare) le stelle. Lasciato il timone del Trussardi nel 2012, ha aperto non lontano assieme a dei soci il bistrot Pisacco, in via Solferino e poi Dry, cocktail & pizza. Ma l'ambizione del grande ristorante è tornata integra nel dicembre 2013, con il varo dell'insegna che porta il suo cognome nell'avveniristico complesso di Porta Nuova Varesine a Milano. «Rimangono le mie idee», ci spiegò agli inizi, «ma voglio meno rigidità, più freschezza, naturalezza, libertà. Pochi elementi, abbinati in modo innovativo». La prima stella Michelin arriva subito: novembre 2014.
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INTERVISTA LO CHEF BERTON RISPONDE ALLE DOMANDE DI BEESNESS Ha deciso di investire nell’ex Quartiere Varesine. Come mai questa scelta? Crede molto nelle potenzialità di una città come Milano? È una scelta voluta perché innanzitutto è un’area completamente nuova di Milano, quindi la Nuova Milano, e devo dire che mi sta dando grosse soddisfazioni e poi perché cercavo un luogo che non avesse nessun tipo di collegamento a nulla, un luogo nuovo quindi, zero punto zero, come si dice. Assolutamente altrimenti non avrei investito su 3 ristoranti, quindi ci credo fermamente. Secondo lei, Expo 2015 porterà dei benefici per Milano e per l’Italia intera? Porterà grandi benefici. È importante però che questa occasione la si sappia gestire nel modo migliore per poi dare un seguito a quello che accadrà in questi 6 mesi: perché in questi 6 mesi succederà di tutto, ma bisognerà fare in modo che succeda di tutto anche dopo. Ideerà dei piatti per Expo 2015? Ho già ideato il mio piatto per Expo 2015 che è il Risotto in Brodo. un piatto che richiama il mio Menu Brodo quindi questo risotto, con ingredienti lombardi, è un’idea del riso in brodo classico, ma pensata sulla mia filosofia. Quando si e’ accorto di avere raggiunto il successo? Mai raggiunto il successo: lo devo ancora raggiungere. Cosa pensa degli Chef che vanno in televisione? Sono bravi perché stanno valorizzando molto la cucina italiana e gli faccio i miei complimenti. Foto del Ristorante Berton di Felice Scoccimarro
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INTERVISTA di Giovanni Bonani
Foto team coaching da Cargo Milano
Retail coaching: Patrizia Saolini, la voce di un protagonista! Patrizia Saolini, consulente moda, specializzata nell'ambito del retail dei beni di lusso, coach e scrittrice. Nel 2006 fonda il marchio Retail Coach per migliorare il servizio al cliente e la redditività dei punti vendita offrendo un esclusivo mix di consulenza, formazione e coaching. Ha pubblicato Retail Coaching: la gestione operativa delle rete vendita secondo le logiche dello sport (Franco Angeli, 2011). Ci può illustrare il “retail coaching” nelle sue linee generali? Ho concepito il metodo del Retail Coaching pensando alla complessità delle relazioni che intercorrono fra il personale dei negozi monomarca e lo staff degli uffici corporate che di solito non ha il rapporto diretto con il cliente finale. La mancanza di sinergie fra le varie aree aziendali e il punto vendita può infatti compromettere la performance dei venditori, a tal punto da far perdere valore allo stesso brand. Attraverso il Retail Coaching la collaborazione fra le aree Retail e il team di vendita viene facilitata creando una partnership capace di aumentare la qualitá del servizio al cliente e la redditivitá del punto vendita. Per ottenere i risultati sperati, il metodo allena ben 15 potenzialità umane con il fine di creare una squadra vincente sul breve, medio e lungo periodo. Il Retail Coaching può essere uno strumento di sviluppo anche per i negozi multibrand, i franchising e gli ecommerce in quanto si integra nelle dinamiche commerciali in un'ottica di crescita globale e multicanale.
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Cosa significa lavorare oggi nel marketing della moda e dei prodotti lifestyle? Come consulente moda ritengo che il canale digitale abbia portato tutti gli addetti ai lavori ad esplorare nuove strategie di marketing multicanale per avvicinare una clientela specifica, tendenzialmente più vicina ai valori del brand tanto da essere coinvolta dal lifestyle della marca. Il negozio fisico é diventato il luogo d'incontro fondamentale per permettere ai visitatori di toccare e provare i nuovi prodotti, per interagire one-to-one col personale di vendita e per scoprire le nuove dinamiche di showrooming e webrooming che sono la naturale conseguenza dell'avvento del digitale. Il rapporto diretto con i venditori acquisisce dunque un ruolo chiave nella riuscita del processo di vendita che oggi inizia giá fuori dal punto vendita in quanto il negozio é "ovunque". Sulla base dell’organigramma di un’azienda del retail, quali sono le aree che possono essere oggetto di diffusione del retail coaching? Le aree aziendali che traggono maggior beneficio dal progetto di Retail Coaching sono le cosiddette "Aree Retail"
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INTERVISTA cioé quelle che gestiscono il buying, il visual merchandising, la logistica e il personale dei negozi, di solito tutte organizzate sotto la diretta gestione del Direttore Retail. Gli interventi possono essere suddivisi in diverse modalitá quali: - il team coaching, in assetto one-to-many, utile a raggiungere un obiettivo condiviso dall'intera squadra; - il dual Coaching, in coppia, quando per esempio un responsabile di area e il Direttore Retail hanno necessità di esplorare meglio la possibilità di raggiungere gli scopi aziendali superando eventuali conflitti; - il one-to-one, ovvero quando il coach accompagna il singolo individuo nell'allenamento del potenziale trasformandolo in potere personale. In entrambe le modalità si cercherá di costruire nuove dinamiche relazionali utili ad irrobustire la squadra Retail e ad interagire efficacemente con la forza vendita affinché rappresenti il brand al meglio delle sue possibilitá. Il successo di un punto vendita si basa sulla bontà della location, ma, soprattutto, nella validità del personale addetto alla vendita. Quali sono le figure che gestiscono il punto vendita del retailer e che possono essere addestrate da un programma di retail coaching? La location non é sufficiente a garantire il successo del negozio, come anche far fede solo sulla vendita di un prodotto di punta sul lungo periodo. Il personale con una marcia in più é il collegamento ideale per integrare le aspettative del cliente con quelle aziendali. C'é poi da tenere presente che il team di vendita é continuamente sollecitato dallo staff corporate con richieste di informazioni inerenti le quattro Aree Retail, inoltre, deve rimanere aggiornato sul mercato offline ed online in continuo cambiamento ed essere sempre ricettivo davanti al cliente, affinché vengano colti i suoi bisogni del momento. Quindi direi che tutto lo staff del negozio, in quanto elemento potenziale della squadra vincente, può essere inserito in un progetto di Retail Coaching per allenare le potenzialità come la vitalitá, l'audacia, la creatività e l'intelligenza sociale. Lo store manager da lungo tempo attivo in un punto vendita, può essere facilmente istruito e trasformato in un perfetto venditore? Lo store manager dovrebbe essere per antonomasia il miglior venditore del team, di conseguenza dovrebbe vivere il piano vendita quotidianamente. In realtà é spesso una figura confinata in ufficio fra richieste di report e statistiche da consultare, fra controlli di presenze e flussi di merce da monitorare. A mio avviso é una figura che necessità di rinnovamento a causa della sua job description che rischia di essere obsoleta in quanto priva di autonomia e proattivitá. Oggi lo store manager deve diventare un leader positivo e non essere un mero esecutore. Deve saper delegare ed integrare competenze di comunicazione e marketing, oltre che poter far tesoro del contatto diretto con il pubblico per divulgare lo story telling aziendale coinvolgendo il cliente in attivitá relazionali anche fuori dalle quattro mura del negozio dove vive. Per attivare un programma di coaching per il personale di vendita è necessario sapere quale è la tipologia del cliente. E’ necessario fare una ricerca sul cliente tipo? Con quali strumenti?
L'approccio del Retail Coaching nella conoscenza del cliente ideale é socratico quindi si può così riassumere: “non so qual'é il cliente più giusto per voi ma conosco il processo che può portarvi ad individuarlo". La responsabilitá nel ricercare la tipologia del cliente è dunque dello staff di vendita e le Aree Retail devono supportarlo nel raffinare l'indagine attraverso gli strumenti canonici come il CRM, i social network e le community, ma anche con i nuovi programmi di loyalty e SEO-SEM integrati con l'ecommerce quando esistente. Il coach é dunque responsabile del processo di esplorazione ma non dell'obiettivo aziendale. Qual è il ruolo della customer satisfaction nel contesto di un programma di retail coaching? Considerato che il coach é un professionista che danza nel momento, ha l'incarico di accompagnare lo staff Retail a pianificare azioni concrete, qui e ora, da mettere in pratica attraverso i venditori del negozio al fine di soddisfare il cliente finale. Oggi ciò che crea piú soddisfazione nella clientela é l'essere ascoltata e facilitata nel prendere la giusta decisione. Che sia una decisione presa nel negozio fisico oppure online non importa, quello che importa per il cliente é l'esperienza emozionale che vive attraverso quella scelta riguardo il prodotto dei suoi desideri, quella che gli farà ricordare positivamente il momento dell'acquisto e che lo invoglierá a visitare di nuovo il brand. Il Retail Coaching allena gli staff ad ascoltare attivamente e a fare domande potenti per stimolare la curiosità e l'amore per il bello nel cliente, due potenzialità necessarie a creare le condizioni per compiere in maniera soddisfacente la scelta finale. Quali sono secondo lei i brand che più si avvicinano alla sua idea di retail coaching? Più che parlare di brand parlerei di organizzazioni, quelle ideali sono composte da leader positivi che non hanno paura di mettersi in discussione e di confrontarsi con il gruppo di lavoro al fine di condividere le strategie e gli obiettivi per un futuro ricco di soddisfazioni comuni. Nella mia carriera ho avuto l'opportunità di conoscere amministratori delegati e presidenti aziendali con grande lungimiranza e apertura mentale che a forza di essere allenate ai piani alti, hanno contagiato anche le prime linee fino ad arrivare ai dipendenti del negozio ed essere funzionali al raggiungimento dell'agognato budget mensile. Il Retail Coaching funziona soprattutto per chi desidera sfidare le convinzioni legate al contesto di riferimento e superare i meccanismi di auto sabotaggio che possono innescarsi in un delicato momento di cambiamento. L'impegno del team nel raggiungere un obiettivo condiviso porterá a trasformare il potere personale del singolo nel talento globale della squadra che riconoscerá nel principio "La chiave dell'armonia é la partecipazione" lo slogan efficace da mettere in pratica in ogni momento della giornata.
Per maggiori informazioni:
www.retailcoach.it
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INTERVISTA di Ugo Perugini
CARRE’ D’ARTISTES, L’ARTE A PORTATA DI MANO ʼidea di base, forse un poʼ visionaria, L’obiettivo di Carré d’Artistes era ambizioso: rivoluzionare un è stata quella di creare una struttura in mercato come quello dell’arte contemporanea che tutti giudicano franchising in grado di divulgare, attraverso inaccessibile. La scommessa partita nel 2001 da Aix-en-Provence gallerie specializzate, la pittura. Fare in modo, oggi è una realtà: sono state aperte 27 gallerie in 11 Paesi del cioè, che la capacità creativa degli artisti contemporanei, di talento ma di stili, tecniche, mondo e vengono vendute ogni anno oltre 50.000 opere! A Milano esperienze, provenienze, storie professionali la prima galleria aperta in via Cuneo (angolo piazza Piemonte) le più diverse, potessero essere messe compie un anno. Ma le quattro socie fondatrici mirano in alto: a disposizione di un pubblico sempre più vasto, hanno acquisito l’esclusiva per il nostro Paese e sono pronte a costi ragionevoli e tenendo conto di formati prestabiliti. ad aprire un’altra Galleria nella capitale. Al fondo cʼè lʼidea di democratizzare lʼarte, troppo spesso incompresa o ignorata dalla gente Carré dʼArtistes di Milano spegne comune, avvicinando questo mondo, talora chiuso la sua prima candelina nella sua torre dʼavorio attraverso gallerie aperte, La Galleria ha festeggiato qualche giorno fa il primo accoglienti, disponibili allʼincontro, e soprattutto anno di attività. Sono quattro ragazze, molto carine, chiare nel proporre i prezzi delle opere stabiliti molto determinate, le socie titolari di questa Galleria a seconda della dimensione del quadro, sempre, “Carré dʼArtistes”, che si trova in una delle zone più obbligatoriamente quadrato. “in” di Milano, via Cuneo 5, vicino a piazza Piemonte Si tratta di prezzi accessibili a tutte le tasche e che e allʼangolo con via Marghera. Ecco i loro nomi: consentono di entrare in possesso di opere uniche, Cristina Caniato, Laura e Francesca Belli e Monica autentiche e certificate. Ogni galleria in genere Resta. Sono giovani ma sanno bene quello che propone, attraverso un sistema pratico di espositori, vogliono. Non si sono accontentate di unʼattività 15 artisti di livello nazionale e internazionale in franchising. Sono così convinte dellʼoperazione che vengono rinnovati di volta in volta. che hanno chiesto alla sede francese di poter avere Le Gallerie, inoltre, svolgono anche una attività lʼesclusiva di questa attività per tutto il territorio aggregativa con incontri, presentazioni, fiere, meeting, nazionale. Un passo importante ma decisamente ai quali partecipano gli stessi artisti, o eventi di tipo ben calcolato perché le prospettive dellʼinvestimento educativo, anche per i più giovani. Insomma, sono particolarmente positive. un ambiente dinamico e attivo che favorisce il contatto Dopo un anno di attività, è il momento di fare un con il mondo dellʼarte. bilancio dellʼattività svolta. Come giudicate questo Per sapere come funziona questa catena di negozi, primo anno di vita della vostra galleria? abbiamo interpellato il “franchisor” che ha sede Senzʼaltro positivo. Milano non è una città facile, era in Francia, ad Aix-en-Provence, e rivolto alcune necessario far conoscere il nuovo format alla gente. domande al responsabile della Comunicazione Far capire lo spirito che anima questa iniziativa. E e Internet, Remy Nieto. abbiamo visto che la risposta è stata subito piuttosto L'Italia sta attraversando un lungo periodo di crisi favorevole: siamo riuscite a suscitare curiosità, interesse da cui faticosamente cerca di uscire: pensa che e a realizzare buoni risultati dal punto di vista economico. l'arte possa aiutare a superare questo momento Non solo. I clienti che ci hanno conosciuto sono difficile? rimasti fedeli e questo conferma la qualità delle opere Io penso di sì. Il mercato dell'arte sta crescendo proposte e del servizio offerto. Tutto ciò ci ha convinto sempre di più ogni anno. Come tale, rappresenta un a compiere unʼaltra operazione importante: lʼapertura positivo driver di crescita economica. Dato il rapporto di un secondo punto vendita, cioè una nuova galleria storico dellʼItalia con l'arte e la ricchezza incredibile a Roma. Per ora non vogliamo dire di più ma siamo del suo patrimonio, si può considerare l'arte come convinte che la scelta di avere lʼesclusiva uno dei settori trainanti per consentire allʼItalia “Carré dʼArtistes” in Italia sia stata la mossa giusta. di uscire da questo momento di difficoltà.
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INTERVISTA Lʼimportanza di una galleria come la vostra è anche quella di rappresentare un punto di aggregazione sociale della zona. Qual è stata la risposta del pubblico? Positiva in tutti i sensi. Abbiamo realizzato eventi, incontri, vernissage riuscendo a catturare lʼattenzione della gente, trasmettendo e condividendo quello che è il concept della nostra strategia operativa. Per questo, però, dobbiamo ringraziare la casa madre francese che ci è sempre stata molto vicina, fornendo consulenze adeguate, cercando di risolvere eventuali problemi, individuando le esigenze specifiche diverse da Paese a Paese, curando la formazione dei collaboratori. A questo proposito, è previsto periodicamente un incontro che riunisce tutti gli operatori in franchising del mondo, i quali possono scambiarsi le loro esperienze e discutere liberamente dei punti di forza e debolezza che hanno dovuto affrontare. Cosa che crea uno spirito di squadra necessario in queste circostanze per motivare e stimolare i collaboratori. Quali le domande o le curiosità che le hanno rivolto più spesso i suoi clienti? Allʼinizio, molti clienti non riuscivano a capire che si trattava di opere uniche e certificate di pittori veri.
Il format piuttosto“easy”, la possibilità di scegliere i quadri come si sceglieva un disco negli espositori in certi negozi di un tempo, poteva far cadere nellʼequivoco. Ma, in realtà, questo è anche il vero punto di forza del negozio-galleria Carré dʼArtistes. Cercare di rendere lʼarte semplice da fruire e acquistare, alla portata di chiunque, senza timori reverenziali che spesso creano reazioni di rifiuto o freddezza. Occorre dire che le opere vengono vendute in quattro formati standard, ma molto spesso, quando i pittori vengono a dipingere in galleria, possono essere scelti altri formati alternativi o realizzate opere con utilizzo di colori, soggetti suggeriti dagli stessi clienti. Anche questo aspetto fa capire come tutto concorra ad avvicinare sempre di più lʼarte alla gente. Se doveste consigliare a un giovane di intraprendere questa attività quali consigli vi sentireste di dargli? In Italia, purtroppo, dovremmo dirgli che non può avvalersi della struttura di “Carré dʼArtistes” perché è solo nostra esclusiva. In altri Paesi, prima di tutto occorre avere un interesse per lʼarte anche se non particolarmente specifico, uno spirito imprenditoriale sviluppato e fare molta attenzione alla location. La posizione di una galleria dʼarte come la nostra è strategica, fondamentale e va studiata con molta attenzione.
CARTA D’IDENTITÀ DI CARRE’ D’ARTISTES Questa azienda è stata fondata nel 2001 con l’intento di sviluppare un concetto innovativo: rendere l’arte contemporanea accessibile al maggior numero di persone possibile. La società ha iniziato a espandersi in Francia con 13 gallerie a partire da Aix-en-Provence, dove c’è la sua sede, fino a Bordeaux, Lille, Lione, Parigi, Strasburgo, Tolosa e creando partners con il sistema franchising anche a New York, Berlino, Barcellona, Colonia, Bonn, Utrecht, L'Aia, Lisbona, Istanbul, Milano e San Paolo.
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EVENTI la Redazione
Giunto alla sua nona edizione, il World Retail Congress è il punto d'incontro fondamentale per i dirigenti senior del settore retail. Creato in risposta alla richiesta di una piattaforma per i retailer, al fine di discutere le questioni chiave che interessano il settore, il Congresso è riuscito a riunire alcuni tra i migliori oratori, per favorire questo processo.
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l programma del World Retail Congress si propone non solo di riflettere, ma anche di condurre l'ordine del giorno dei senior retailer. Questo non è mai stato così vero come oggi, dal momento che il settore sta subendo cambiamenti epocali. Per questo motivo, in preparazione del programma del 2015, è stato ampiamente consultato il consiglio direttivo e i senior retailer di tutto il mondo, per capire quali siano gli argomenti da trattare che produrranno un approfondimento e un valore tangibili. Questʼanno sono state introdotte molte novità, a partire da una nuova città e struttura di accoglienza che ospiteranno lʼevento, Roma e il Cavalieri Hotel, una capitale e un luogo davvero eccezionali. Il tema di quest'anno riassume la sfida più importante che tutti i retailer dovranno affrontare: "La trasformazione del settore retail di oggi, di domani e oltre". Ogni giorno della manifestazione dedicherà un focus particolare su questa tematica. Sarà presente un folto gruppo di retailer principali, di nuove start-up e disruptor e anche di esperti esterni, per fornire spunti di riflessione. Il pro-
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gramma del Congresso prevede, inoltre, una serie di relazioni in merito a ricerche originali commissionate dal World Retail Congress e svolte dai principali retailer. Gli amministratori delegati (CEO, Chief Executive Officer) potranno incontrarsi in sessioni di lavoro private, ma anche approfittare degli incontri organizzati con gli oratori di più alto livello presenti nel mercato attuale e di partecipare a un workshop speciale dedicato alla leadership, guidato dalla Business School dellʼ Università di Oxford. Nel corso dei tre giorni della manifestazione, i delegati potranno anche trarre beneficio da business stream e da workshop più interattivi e individuali, per garantire il massimo rendimento. Alla chiusura del Congresso si terrà una speciale cena di gala aperta a tutti i delegati e ai loro partner, per godere di una serata unica in una delle migliori location di Roma. Nel corso della cena saranno anche annunciati i vincitori del 2015 World Retail Awards. Si preannuncia di essere un Congresso di livello eccellente.
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EVENTI
Che cosa riserva il futuro al vostro business? Nel corso dei tre giorni, il Congresso vi permetterà di “immergervi” in argomenti specifici, in linea col tema omnicomprensivo della trasformazione del settore retail. Questi includono: L'agenda globale e il settore retail
Il Retailing Customer Centric
L'ordine del giorno vedrà succedersi economisti di fama mondiale, rappresentanti governativi, ONG, associazioni e enti di categoria, al fine di fornire uno sguardo sul futuro dei movimenti ambientali, sociali e politici nel mondo e del loro impatto potenziale sul settore retail.
Una parte importante della trasformazione del settore retail include un focus su come ottenere una visione unica e in tempo reale del cliente, per costruire una relazione fedele nel lungo periodo. Per sostenere i retailer nel centrare questo obiettivo, le sessioni si concentreranno nel fornire previsioni sul comportamento dei consumatori, così come nell’esplorare in che modo i retailer possano riconquistare la fedeltà dei clienti, creare un clima di fiducia reciproca e sviluppare una strategia di comunicazione efficace.
Leadership e struttura organizzativa Un certo numero di sessioni di lavoro sarà rivolto al modo in cui i retailer stanno definendo “il consiglio d’amministrazione del futuro” e alla modernizzare della loro cultura d'impresa. Inoltre, un workshop sul tema della leadership del CEO, condotto dalla Said Business School dell'Università di Oxford, fornirà un approfondimento e una ricerca, con l’obiettivo di aiutare gli amministratori delegati a gestire la trasformazione interna.
Prospettiva nel 2020 Accorpando i principali retailer, i colossi della tecnologia, i futurologi, gli esperti del settore e del mondo accademico, le sessioni principali si concentreranno sulla presentazione di una visione del retail nel futuro, considerando le previsioni per specifici settori retail, nonché scatteranno una fotografia sullo sviluppo del digitale, dell’”in-store”, delle capacità operative e comunicative, per aiutare i retailer a servire meglio le proprie aziende.
Modelli di business sostenibili La trasformazione volta alla creazione di una strategia di crescita sostenibile è all'ordine del giorno e il programma prevede una serie di incontri e di dibattiti su questo tema di fondamentale importanza. Con l'accento posto sullo sviluppo del proprio business in modo sostenibile e proficuo, le sessioni di lavoro valuteranno i fattori determinanti, tra cui il rapporto fornitore-retailer e la battaglia contro la “febbre” promozionale.
Sviluppo internazionale
Visualizzate le sessioni inerenti a questi argomenti su: www.worldretailcongress.com/sessions
Unitevi all’élite del Retail - I World Retail Awards sono l'occasione per consentire al vostro successo e alle vostre realizzazioni di essere riconosciuti come le migliori del settore retail globale.
Sessioni realizzate e condotte da coloro che possiedono anni di esperienza in questo settore forniranno risposte significative su quesiti quali “Dove?”, “Quando?” e “Come?”; inoltre, esperti delle dinamiche dei mercati regionali saranno a disposizione, per fornire una conoscenza approfondita sui paesi chiave presi in esame. Per saperne di più sul World Retail Awards 2015, digitate: www.worldretailawards.com
Anche se questi riconoscimenti sono riferiti a un palcoscenico globale, sono l'innovazione, le grandi idee e il successo dimostrato che premieremo, non la dimensione o la posizione geografica del vostro business. Negli ultimi nove anni abbiamo ricevuto e premiato retailer a livello globale, nazionale e locale, sia di vaste sia di modeste dimensioni. L’anno 2015 non sarà differente, con sette ampie categorie, che offriranno a tutti i retailer l'opportunità unica di essere riconosciuti dai loro colleghi, per la qualità del loro lavoro e l'impatto delle loro idee.
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EVENTI la Redazione
I NUMERI DI EATALY NET 60 mila ordini, 300mila utenti unici al mese, 30 milioni di pagine viste nel 2014 solo per il sito italiano, a cui si aggiungono 25mila ordini e 10 milioni di visite, se si considera il sito dedicato agli Stati Uniti
Eataly Net: 5 milioni di fatturato per l’e-commerce di Farinetti Lʼe-commerce è un settore molto delicato, in cui bisogna puntare sempre al massimo della qualità attraverso una selezione attenta dei prodotti offerti e del packaging. Queste sono le principali considerazioni che hanno portato il guru Farinetti a fondare nel 2013 Eataly Net, lʼazienda digital del gruppo Eataly con lʼobiettivo di diffondere in Italia e nel mondo il meglio della produzione eno-gastronomica e di rendere il cibo di alta qualità alla portata di tutti. Eataly Net è una partecipata dal fondo di venture capital “360 Capital Partners”. La piattaforma di e-commerce ha ricevuto il riconoscimento di miglior sito alimentare e retail 2014, nel corso della quarta edizione del Netcomm E-commerce Award, premio organizzato dal Consorzio Netcomm Italia, in collaborazione con TVN Media Group. La piattaforma è disponibile in tre lingue (italiano, inglese e tedesco) e sono già previsti futuri rollout per i paesi extra Unione europea, anche in vista di Expo.
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Italian Popai Awards edizione 2015 n occasione del Gala Dinner del 13 maggio 2015, Popai ha svelato i vincitori della 8^ edizione del contest Popai che premia i protagonisti che operano nel retail e, in particolare, nellʼarte del POP. Quarantotto progetti in gara, per aggiudicarsi il premio in 9 categorie: pop durevoli; pop non durevoli; vetrine; attività per il punto vendita; digital & technological innovation; store-retailer; store-shop in shop; store-temporary / pop up store e shopping bag. Bottega Verde conquista il primo premio nella categoria store-retailer grazie al suo nuovo retail concept che si concretizza nel pay-off “Natura Italiana”, prestigioso riconoscimento delle eccellenze nel retail marketing. Creata quarantʼanni fa a Pienza, Bottega Verde ha raggiunto una diffusione importante, sia in Italia sia allʼestero, attraverso punti vendita diretti e in franchising, tanto da diventare un leader nel campo della cosmetica. Nella categoria “attività per il punto vendita” si è aggiudicato il primo premio il brand Thun, per la campagna “Cerimonia 2015. È dolce essere felici con Thun”. POPAI, associazione internazionale senza fini di lucro, si pone come unica missione di promuovere la cultura del punto di vendita nella sua globalità. Popai Italia opera nel retail marketing e promuove la cultura del punto vendita.
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L'unico incontro su Modelli, Soluzioni e Tecnologie per innovare il Punto vendita e Shopping Online 24 e 25 novembre 2015, Milano Atahotel Expo Fiera
I numeri di Forum Retail 2015 1 Area Espositiva con 4 Corner nei quali si alterneranno 14 Free Entry Session:
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la Redazione
L'irlandese Mark Moriarty è il S.PELLEGRINO YOUNG CHEF 2015 Mark Moriarty il S.Pellegrino Young Chef 2015. Durante l'esclusiva serata di gala che si è tenuta venerd' 26 giugno al The Mall di Milano, lo chef irlandese del Culinary Counter di Dublino ha conquistato il titolo, trionfando sugli altri 19 finalisti internazionali con il suo piatto Celeriac baked in barley and fermented hay, cured and smoked celeriac, tutto a base di sedano rapa, che nel servizio prevedeva l'uso di una tazza appartenuta a sua nonna. Una ricetta con ingredienti umili, di chiara identità irlandese in cui emerge il legame con la tradizione della terra di origine dello chef.
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Sul podio, al secondo posto, la peruviana Maria José Jordan con il suo piatto Immortal Technique: Citrus, Rosemary, Gin, seguita dal norvegese Christian André Pettersen che ha presentato il piatto East meets West. La fase finale del talent ha visto sfidarsi giovani che hanno dimostrato tutta la loro passione per il mestiere di chef. Tra loro anche il ventiquatrenne Paolo Griffa, sous chef del ristorate Piccolo Lago di Mergozzo, supportato dalla mentor Cristina Bowerman che non si è qualificato per il podio ma che ha dato grandissima prova di maturità e determinazione.
La vittoria è il punto di arrivo di quello che Alessandro Cattelan, presentatore della serata, ha definito "un lungo viaggio" iniziato a novembre 2014, quando oltre 3000 giovani chef da tutto il mondo hanno presentato la propria candidatura sul sito www.finedininglovers.com per poi partecipare alle selezioni locali, da cui sono emersi i 20 finalisti che si sono sfidati a Milano. Moriarty è stato premiato da una straordinaria giuria formata da sette chef che costituiscono un vero punto di riferimento nel panorama gastronomico mondiale: Gastón Acurio, Yannick Alléno, Massimo Bottura, Margot Janse, Yoshihiro Narisawa, Joan Roca e Grant Achatz. “Il premio è un traguardo emozionante ed è stato straordinario incontrare e lavorare con colleghi e persone meravigliose in un clima di grande collaborazione e serietà professionale. Sono orgoglioso di avere conquistato il podio per il mio Paese, l'Irlanda, grazie anche ai consigli di una grandissima chef come Clair Smith che ringrazio per l'indispensabile supporto" ha dichiarato Mark sul palco.
In occasione della prima edizione della competizione internazionale, S.Pellegrino ha scelto come partner ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana (www.alma.scuolacucina.it), che ha selezionato i primi 10 finalisti di ognuna delle 20 regioni o Paesi del mondo. Durante la finalissima a Milano, ALMA ha messo a disposizione dei giovani chef e dellʼorganizzazione 25 mentori, 3 Executive Chef oltre ad alcuni dei suoi più illustri insegnanti fra cui Giovanni Ciresa, Matteo Berti, Cristian Broglia, Piero Di Turi. “Noi di ALMA siamo onorati di avere svolto una parte attiva nellʼambito di questo prestigioso evento internazionale che fa di Milano la capitale del food&design – ha dichiarato Andrea Sinigaglia, general manager di ALMA – due eccellenze italiane che sono nel DNA della nostra scuola e che saranno parte del percorso professionale dei giovani chef in gara. La fase di selezione è stata unʼesperienza incredibile e ha coinvolto oltre 20 chef di ALMA. Lʼorganizzazione di ogni aspetto (ingredienti e strumenti) è stata una grande sfida, coerente con la missione di ALMA e con lo scopo di Expo 2015”.
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EVENTI
Foto di Gianni Rizzotti
Le sudamericane Maria Jose Jordan e Paola Cademartori sono state elette Migliore Coppia Chef-Designer
Grazie alla partnership con Vogue Italia, che condivide con S.Pellegrino lʼimpegno nellʼindividuare e promuovere nuovi talenti su scala internazionale, sono stati assegnati nel corso della serata diversi importanti premi. Poco prima della proclamazione del S.Pellegrino Young Chef 2015, sono stati assegnati due premi alla Migliore Coppia Chef-Designer. Vogue Italia ha abbinato a ogni chef un designer emergente, selezionato attraverso un processo di scouting internazionale. Ogni designer ha ideato una creazione di moda ispirata al piatto dʼautore dello chef partner, dando luogo a una fusione senza precendenti tra moda e alta cucina. Sia il pubblico che ha partecipato alla finalissima un parterre de rois formato da vip, influencer, chef, e giornalisti internazionali - che la web community, che ha risposto ai sondaggi on line su vogue.it - edizione online del prestigioso magazine - hanno votato per Maria Jose Jordan chef de partie del ristorante Amaz di Lima (Peru) e Paola Cademartori 30enne designer brasiliana diventata famosa per le sue borse. Vogue Italia ha eletto infine la cinese Xiao Li Miglior Designer, votato da una giuria guidata da Franca Sozzani, Editor-in-Chief di Vogue Italia, Direttore Editoriale di Condé Nast Italia, Global Ambassador contro la fame (WFP) composta da alcuni fra i personaggi più influenti nella moda e nel design come Massimo Giorgetti, Ennio Capasa, Alberta Ferretti, Sara Maino, Marlene Taschen, Giò Marconi.
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La cinese Xiao Li è stata premiata da Vogue Italia come Miglior Designer
Nel corso del suo intervento, Franca Sozzani ha annunciato che la collaborazione con S. Pellegrino è stata lʼoccasione per dare forma a un progetto a supporto del World Food Program. “Ringraziamo Franca Sozzani e S.Pellegrino per il sostegno contro la fame nel mondo” ha commentato Adele Rossetti, Direttore Generale del WFP Italia, dopo lʼannuncio della donazione a favore del World Food Programme (WFP). “I fondi donati avranno un impatto concreto sulla vita di quelle donne - madri, coltivatrici, insegnanti e imprenditrici - che hanno in mano le chiavi per costruire un futuro migliore per se stesse e per le loro famiglie. Investire nella valorizzazione delle capacità e dei diritti delle donne è un elemento cruciale nel lavoro del WFP e il supporto di sostenitori come S.Pellegrino e Franca Sozzani risulta vitale.” Finedininglovers.com, il magazine online promosso da S.Pellegrino e Acqua Panna, ha offerto e continuerà a offrire ai foodie contenuti esclusivi dedicati al progetto con interviste, piatti dʼautore e informazioni sui giovani chef, i designer e sulla spettacolare prima edizione del S.Pellegrino Young Chef.
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Lo spagnolo El Celler de Can Roca in vetta alla classifica dei World’s 50 Best Restaurants L’Osteria Francescana di Massimo Bottura conquista il 2° posto. Piazza Duomo e Le Calandre salgono entrambi di 12 posizioni attestandosi rispettivamente al 27° e 34° posto Il ristorante spagnolo El Celler de Can Roca (Girona), già n°1 nel 2013, poi scalzato dal Noma di Copenaghen, si è riaggiudicato lʼambito titolo di migliore ristorante al mondo l risultato è stato reso noto lo scorso 1° giugno in occasione dell'appuntamento che ha richiamato a Londra il meglio della ristorazione mondiale: The Worldʼs 50 Best Restaurants 2015, sponsorizzato da Acqua Panna e S.Pellegrino.
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L'evento dal 2002 celebra la gastronomia mondiale coinvolgendo i più grandi talenti nel settore della ristorazione, dando risalto a ristoranti presenti in 21 paesi del mondo e sei continenti, presentando una prestigiosa classifica che è considerata lʼago della bilancia nella definizione delle tendenze dellʼalta cucina globale. Ottima performance per l'Italia che vanta tre ristoranti in classifica tutti in ascesa: Osteria Francescana di Massimo Bottura conquista il 2° gradino del podio dopo due edizioni in terza posizione. Piazza Duomo con Enrico Crippa si attesta al 27° posto e Le Calandre di Massimiliano e Raffaele Alajmo salgono alla 34° posizione. Entrambi i ristoranti quadagnano ben 12 posizioni in classifica. Il Sud America festeggia con ben 9 ristoranti in classifica. Cile, Perù e Messico vantano tutti delle new entry rispettivamente con Boragó, Maido, Quintonil e Biko.
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Central a Lima sale al 4° posto risalendo di 13 posizioni. La Spagna conferma la sua leadership in Europa con ben sette ristoranti nella lista dei 50 Best fra cui Mugaritz al 6° posto e Tickets con Albert Adrià a Barcellona che fa la sua prima apparizione attestandosi al 42° posto. Albert Adrià ottiene inoltre quest'anno il titolo di migliore pasticciere del mondo, Worldʼs Best Pastry Chef. Con sette ristoranti nella classifica mondiale, lʼAsia si assicura un ruolo di primo piano nella top ten con Gaggan a Bangkok al n° 10 della classifica e Narisawa a Tokyo ottavo, mentre la Cina festeggia il 24° posto in classifica con Ultraviolet di Paul Pairet. Sei ristoranti in classifica e una new entry per gli Stati Uniti: Eleven Madison Park a New York rimane nei top five e rivendica il titolo di Miglior Ristorante in America del nord, sponsorizzato da Acqua Panna. Il Blue Hill a Stone Barns di Dan Barber, fuori New York, entra per la prima volta in classifica attestandosi al 49° posto. La Francia vanta 5 ristoranti in classifica con Mirazur che si riconferma allʼ11° posto per il secondo anno consecutivo, seguito da LʼArpege di Parigi che sale di ben 13 posizioni nel 2015.
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Massimo Bottura dellʼOsteria Francescana, Enrico Crippa di Piazza Duomo e Raffaele Alajmo di Le Calandre.
Note
Il leggendario chef Alain Ducasse vincitore del Premio alla carriera professionale Lifetime Achievement Award winner nel 2013, festeggia un reinserimento in classifica al 47° posto con Au Plaza Athénée, di recente apertura. Ancora riflettori puntati sulla Francia per il premio Worldʼs Best Female Chef Award (Migliore donna chef al mondo) assegnato a Helene Darroze mentre Daniel Boulud si aggiudica il Lifetime Achievement Award 2015 per i suoi successi culinari a livello mondiale. William Drew, redattore capo della rivista Restaurant, organizzatrice del The Worldʼs 50 Best Restaurants, ha commentato: “È stato un anno entusiasmante, caratterizzato da una grande varietà di talenti che testimoniano la grande vitalità e il vivace dinamismo del settore in tutti gli angoli del pianeta.” Maggiori info su:
www.theworlds50bestrestaurants.com
L’elenco viene creato sulla base dei voti di The Diners Club® World’s 50 Best Restaurants Academy, un influente gruppo di oltre 900 leader internazionali nel settore della ristorazione. L’Accademia comprende 27 diverse regioni del mondo, ognuna delle quali ha 36 membri, tra cui un presidente, e ciascun membro può disporre di sette voti. Di questi sette, tre devono essere attribuiti a ristoranti situati al di fuori della regione di appartenenza di ogni singolo votante. L'Accademy è costituita da giornalisti e critici gastronomici, chef e ristoratori. I giurati formulano le proprie scelte per ordine di preferenza, in base alle esperienze ritenute più convincenti nel corso dei precedenti 18 mesi. Quest’anno per la prima volta The World’s 50 Best Restaurants si avvale della consulenza professionale di Deloitte quale partner indipendente. Deloitte garantisce la massima integrità del processo di votazione. Ideata e organizzata da William Reed Media, la classifica del The World’s 50 Best Restaurants è pubblicata dal 2002. William Reed Media è responsabile dell’organizzazione, della raccolta voti e della produzione della classifica.
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FASHION DISTRICT di Patrizia Saolini
La total experience del Miami Design District ome costruire un impero immobiliare di 1.4 miliardi di dollari a Miami, in meno di 10 anni e senza edificare neanche un albergo in riva al mare? La risposta é sotto gli occhi di tutti gli amanti del South Florida, che siano turisti di professione, shopping addicted o investitori in cerca di business d'oro, tutti hanno potuto osservare la folgorante trasformazione del monotono quartiere di show-room di arredamento fra la la 40th e la 41st strada e NE 2nd Avenue mentre prendeva pian piano le sembianze di una mecca del lusso contaminata da gallerie d'arte, ristoranti gourmet e spazi ad alto contenuto di design. Il Fashion District, ufficialmente conosciuto come Miami Design District, oggi rappresenta una delle meraviglie architettoniche open-air più ammirate a livello globale dove archi-star del calibro di Zaha Hadid, Marc Newson e Aranda/Lasch hanno espresso al massimo il loro inconfondibile talento per rendere ancor più audace la nuova e avveniristica era del distretto, dedicata totalmente alla valorizzazione del bello e di tutto ciò che attrae abbondanza e comfort nella vita quotidiana dei suoi avventori. Questa metamorfosi é stata possibile grazie alla joint venture di due grandi immobiliari presenti sul territorio quali la Dacra, di proprietà dell'imprenditore locale Craig Robins e il fondo di investimenti L Real Estate, in cui il Gruppo LVMH ha una partecipazione. I due colossi del real estate hanno messo a punto la realizzazione di un ambizioso progetto che nel 2016 vedrà un totale di ben 100 prestigiosi marchi del settore moda e gioielli competere a colpi di lifestyle per conquistare l'esclusivo turismo internazionale stimato dal Greater Miami Conventions and Visitors Bureau intorno ai 15 milioni di presenze annuali. Non a caso il Gruppo LVMH é presente nel distretto con 12 brand fra cui Louis Vuitton, Christian Dior, Celine, Marc Jacobs e Bulgari per citarne alcuni, che hanno trainato anche l'interesse dell'eterno competitor, la Compagnie Financière Richemont, che ha insediato 10 dei suoi brand in portfolio fra i quali spiccano Cartier, Jaeger-Lecoultre e prossimamente anche Vacheron Constantin e Van Cleef & Arpels. La nuova piazzetta di Palm Court, inaugurata lo scorso dicembre in occasione di Art Basel Miami, é il cuore del nuovo Miami Design District in cui pulsa l'installazione "Fly's Eye Dome", il famoso globo con applicazioni cilindriche e cupole trasparenti realizzato nel 1965 dallo scomparso architetto americano R. Buckminster ed acquisito come opera d'arte proprio da Craig Robins nel 2011. La scultura, ristrutturata per l'occasione, fa da scenario agli innumerevoli eventi organizzati per fidelizzare il flusso di acquirenti, che sarebbe atrimenti polarizzato dalla destinazione prediletta dalla Miami che conta, ovvero quella di Bal Harbour Shops situato a nord di South Beach. Nella piazza balza all'occhio l'elegante boutique su due piani di Tourbillon che espone tutti i brand di alta orologeria di Swatch Group e mentre le sue vetrine fan da sfondo agli eventi musicali, spesso organizzati dal distretto per rendere l'esperienza gratificante sotto tutti i punti di vista, basta salire le adiacenti scale mobili per ammirare il tramonto di Miami che di per se é già uno spettacolo sensoriale.
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FASHION DISTRICT
Foto del “Miami Design District” dellʼautrice
Son finiti dunque i tempi in cui ci si avventurava sulla 39th strada sotto la canicola pomeridiana rimpiangendo di non essere rimasti in spiaggia, per andare a curiosare nel negozio di Marni o di Christian Loubotin, all'epoca due pionieri dell'area, o di quando la sera non si andava più in là dello show-room di Driade sulla 41st strada dove c'era l'unico ristorante italiano all'altezza della situazione. E stiamo parlando solo del 2008. Oggi per cenare si fa la fila nei ristoranti del perseverante chef Michael Schwartz, che nel Mdd ha creato l'efficace formula dell'accoglienza genuina aprendo per primo il ristorante iconico Michael's Genuine, per secondo l'americano The Cypress Room e per terzo il pop-up café Ella, liberamente ispirato al nome della sua prima figlia, direttamente su Palm Court per tutta la stagione estiva. L'italiano di grido é diventato MC Kitchen mentre per fare serata si può tirare notte da Gavanna dove nel week end si rivive l'esperienza del "nightlife as theater". Per respirare un pò di mood newyorkese si aspetta direttamente che dalla grande mela arrivi il nuovo ABC Kitchen, in prossima apertura. Valentino, Miu Miu ed Hermes sono gli ultimi (si fa per dire) arrivati sul fronte fashion luxury e vanno ad aggiungersi ai flagship store di Burberry, Hublot ed Ermenegildo Zegna che con il suo nuovo negozio disegnato da Peter Marino, festeggia i suoi 105 anni di attività produttiva. Le nuove show-room del design sono arrivate a quota 67 e di monotono non hanno davvero piú nulla, in quanto tutte succursali di grandi marchi italiani, dagli antesignani Bisazza e Flos, fino ad Alessi, Poliform, Minotti, Poltrona Frau ed Armani Casa. Anche gli affitti e le compravendite nel quartiere sono lievitate, non ancora tanto quanto le principali vie del lusso europee ma pur sempre cospicuamente aumentate se si considera che un negozio di 2000 metri quadrati sulla Northeast e 40th strada è stato da poco venduto per 30 milioni di dollari americani ovvero circa 1500.00 $ al piede quadrato. Miami dunque non é più solo un'ambita meta tropicale per le vacanze in barca e per la vita mondana, bensì una destinazione di lusso per shopping esclusivo, piaceri del palato ed eventi culturali. L'appuntamento più ambito in assoluto é quello di Art Basel Miami che dal 2002 é il luogo d'incontro per eccellenza dei collezionisti mondiali di arte contemporanea. Nella scorsa edizione sono state 250 le gallerie d'arte sotto i diretti riflettori della manifestazione e 73.000 i visitatori internazionali che si sono riversati anche sul Miami Design District grazie agli eventi organizzati per l'occasione nei flagship store più prestigiosi. Anche qui c'è lo zampino di Craig Robins che é il Responsabile ed investitore della manifestazione in partnership con MCH Swiss Exibition, produttori di Art Basel. Se é vero che dietro ogni cambiamento c'è uno scopo legato ai propri valori personali, quello di Robins con la sua Dacra é risaputo essere orientato a valorizzare prima gli aspetti culturali del contesto più che la capacità di creare occasioni commerciali, che comunque non hanno tardato ad arrivare come conseguenza della sua lungimiranza e della sua indubitabile audacia. Quest'anno infatti, insieme al suo partner L Real Estate, ha appena venduto una quota minoritaria per 280 milioni di dollari statunitensi al trust General Growth Properties di Chicago e ad Ashkenazy Acquisition Corp, facendo così salire la valutazione del distretto a 1,4 miliardi come anticipato sopra. Il futuro del Retail di lusso a Miami é dunque in forte espansione ed é sinonimo di riscossa dell'urbanizzazione latina che apre le frontiere alla total experience del cliente internazionale sempre più informato e ancora più competente che in passato: un vero e proprio influencer capace di accompagnare i brand verso il successo desiderato.
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di Alessandra Salimbene, The Personal Branding Coach
Trovare la giusta location Se stai pensando di aprire un nuovo negozio, la scelta della giusta location è il primo passo per avere successo a scelta della collocazione “fisica” di un nuovo punto vendita è una decisione strategica di base che andrà a condizionare pesantemente tutta la vita dellʼattività e, in particolar modo, il posizionamento di marketing della tua insegna. Si tratta quindi di una scelta da fare con particolare attenzione e analisi, cercando di basare il tuo progetto su dati e su informazioni il più possibili reali e non (solo) sullʼistinto. Abbiamo cercato di sintetizzare alcuni degli elementi più importanti che dovrebbero essere la base di una scelta oculata. In sintesi, le cose da fare per trovare la giusta location sono:
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Identificare l’area
1 Effettuare una ricerca
2 dipergeomarketing conoscerla a fondo 3 68 Beesness
Realizzare una mappa di posizionamento competitivo per conoscere i concorrenti
la nuova location in funzione della sua capacità 4 Valutare relazionale con l’area in cui si trova Valutare la nuova location funzione al rapporto 5 incosti/benefici per la clientela residente Le azioni che possono indurci in errore invece sono:
1. Prendere decisioni sulle impressioni e non sui fatti 2. Presumere di disporre di risorse/competenze senza una loro identificazione precisa 3.Appiattirsi sui concorrenti con un posizionamento competitivo debole 4. Non valutare in modo corretto il costo della location (affitto, mutuo) comprendendo anche i costi delle utenze, le spese accessorie, i costi per gli arredi ed eventuali ristrutturazioni e il numero di persone che sarà necessario a presidiare la struttura. Ma ecco di seguito una trattazione puntuale del percorso da seguire.
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LOCATION 1. La scelta dellʼarea commerciale La scelta dellʼarea allʼinterno della quale scegliere il tuo nuovo punto vendita obbedisce, di norma, a criteri e preferenze specifiche dellʼimprenditore come: Vicinanza ad altri negozi già attivi; Prossimità alla zona di residenza; Conoscenza e familiarità dellʼarea. La familiarità è però cosa diversa dalla conoscenza: certe caratteristiche della zona necessitano, per essere conosciute con ragionevole precisione, di informazioni non delegabili ai “si dice…”, oppure “penso che…” oppure ancora “ho lʼimpressione che…”. La zona dove opera il negozio è definita in diversi modi: area di attrazione, area commerciale, area di gravitazione, ecc. Comunque la si chiami, è importante considerare che è la zona che genererà il fatturato necessario alla vita del negozio attraverso gli acquisti che vi effettueranno gli abitanti che la popolano. Di questa zona è necessario quindi conoscere: I negozi concorrenti presenti con relativi indirizzi di ubicazione; queste informazioni ti consentono di definire la densità competitiva in zona e il numero di abitanti disponibili per negozio, dati che puoi confrontare con quelli già in tuo possesso relativi ad altre zone; La popolazione residente, divisa per fasce di età, corrisponde ai clienti potenziali per prodotti/servizi specifici e quindi corrispondenti alle tue competenze/risorse; Il reddito delle famiglie appartenenti a ciascuna fascia di reddito corrisponde una certa capacità di spesa per lʼacquisto dei tuoi prodotti; incrociando questo dato con quello relativo alle fasce di età, ti si configura già una prima segmentazione del mercato; La distribuzione sul territorio delle famiglie in funzione del reddito ti consente di pianificare attività di comunicazione e di direct marketing più orientate e personalizzate nelle zone interesanti per i tuoi prodotti/servizi; La spesa per acquisti di beni non alimentari ti consente di comprendere la propensione agli acquisti di prodotti se non complementari, almeno vicini a quelli che vendi tu. Queste informazioni puoi ottenerle da uno studio di geomarketing dellʼarea che ha un costo ragionevole e addirittura trascurabile se lo paragoni ai disastri conseguenti a decisioni sbagliate prese su informazioni non corrette.
2. La definizione del posizionamento del marketing La relazione di geo-marketing ti informa su quanti concorrenti hai in zona e dove si trovano, ma non ti dice le caratteristiche della loro offerta commerciale e questa è unʼinformazione vitale per le tue prossime scelte. Il nuovo negozio funziona se è in grado di occupare uno spazio originale e visibile accanto allʼofferta esistente (questa volta è uno spazio virtuale “nella testa” e nelle preferenze dei potenziali clienti). Devi acquisire informazioni specifiche in proposito ricorrendo a tutte le fonti di intelligence disponibili come amici, colleghi, rappresentanti e funzionari dellʼindustria, associazioni di categoria, ecc. Per facilitare questa operazione di mappatura del posizionamento competitivo dei tuoi futuri concorrenti, abbiamo indicato di seguito quattro variabili di marketing a cui tu, per ciascun concorrente e dopo le tue ricerche, dovrai dare una valutazione con un punteggio da 1 a 10 (come a scuola). Le variabili sono: Lʼorientamento professionale Considera i titoli e lʼattitudine del titolare (o dello store manager), lʼofferta presente, il tipo dei materiali utilizzati e altri indicatori che possono aiutarti in una valutazione oggettiva. Il dinamismo commerciale Considera la rotazione delle vetrine, le attività di pubblicità e di comunicazione, la freschezza e lʼimpatto del negozio, lʼutilizzo di attività di richiamo della clientela, le iniziative comunque mirate ad acquisire visibilità sul mercato. Lʼorientamento alla moda Considera il livello delle linee di prodotti trattati, sia a marchio commerciale sia di design esclusivo, la cura dellʼesposizione e dellʼambientazione, lo stile e la qualità del personale di vendita, il mood generale del negozio. La politica dei prezzi Considera i livelli di sconto proposti, la comunicazione degli sconti in vetrina, i contenuti dei messaggi promozionali e pubblicitari, la qualità dei prodotti trattati e la loro esposizione. Può non essere semplice reperire tutte queste informazioni, ma è un passaggio obbligato per delineare ancora meglio il quadro della zona in cui stai pensando di entrare. Questa fase ti serve per capire la tipologia di offerta dei tuoi concorrenti e individuare se cʼè uno spazio possibile non ancora presidiato o presidiato in modo peggiore di quanto puoi fare tu con le tue risorse/competenze da occupare. Devi considerare le tue capacità/risorse attuali che puoi replicare, sic et simpliciter, nel nuovo negozio ed eventuali diverse capacità/risorse da acquisire. Il tuo obiettivo è formulare unʼofferta che il mercato potenziale in cui ti accingi a entrare possa percepire come alternativa a quella esistente; esiste un rischio di appiattimento assolutamente da evitare perché se fino a dieci anni fa i negozi comunque funzionavano, oggi non è più così.
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3. Il negozio e la sua clientela potenziale Il cliente visita i negozi spinto da un calcolo economico, più o meno implicito o consapevole: è un problema di costi e benefici, tangibili e intangibili e sempre assolutamente soggettivi. Il cliente si sposta e visita un negozio fintantoché i benefici attesi superano i costi attesi, cambia strada quando i costi superano i benefici e individua unʼalternativa che, per qualche motivo, ritiene per lui più conveniente. Inutile sottolineare che il concetto di convenienza qui indicato ha poco o nulla a che fare con il livello di prezzo del prodotto ricercato, che è solo un aspetto della convenienza totale percepita. Il negozio costituisce il punto di contatto tra chi vende e chi acquista, tra il punto vendita e lʼacquirente; questo concetto, apparentemente scontato, porta a delle riflessioni importanti circa la quantità e la qualità delle vendite che devono essere realizzate per la buona salute dellʼattività. La realizzazione di queste vendite dipende dalla capacità relazionale del negozio con il suo mercato potenziale.
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STRATEGIE di Ilartia Ricotti
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Cosa bolle in pentola nelle esigenze di ricerca per aziende retail-franchising e nelle pratiche di marketing La crisi, con la conseguente ricaduta per il mercato, ha coinvolto anche il settore del franchising e del retail, dando vita a nuove esigenze e alla ricerca di profili e strategie innovative da parte delle aziende. Per capire meglio le caratteristiche e la direzione di questi trend, ci siamo fatti aiutare da Laura Giunti , responsabile della società di ricerche e consulenza di marketing Evolvere , che da più di 15 anni aiuta le aziende ad elaborare strategie vincenti per il loro business.
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er prima cosa, se si dà unʼocchiata veloce indietro facendo una sintesi macro, è possibile notare che si è assistito a profonde mutazioni: si è passati da momenti che potremmo definire da un lato di spaesamento e dallʼaltro di rincorsa a comprendere i cambiamenti in atto per effetto della crescente crisi e di mutazione dei consumi. Di spaesamento iniziale in quanto le aziende, sullʼonda della forte necessità del contenimento e razionalizzazione dei propri costi, hanno dapprima razionalizzato la domanda di ricerche con-
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centrandola su pochi aspetti ritenuti prioritari e con uno sguardo temporale a breve. Di rincorsa poi per capire le mutazioni in atto e lʼimpatto sulle vendite e sulla tenuta del parco clienti. Quindi, in estrema sintesi, le aziende hanno concentrato le proprie risorse su progetti tattici con una prospettiva di arginamento degli effetti negativi della crisi: è come se avessero voluto da un lato mettersi alla finestra e attendere lʼevoluzione naturale degli eventi e dallʼaltro tamponare il tamponabile. Da qualche mese, invece, si assiste ad unʼinversione di
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STRATEGIE tendenza, talvolta cauta ma sicuramente con uno sguardo prospettico più fiducioso. O meglio, più che di inversione di tendenza si può dire che dopo essersi fermati per comprendere gli eventi e razionalizzare al proprio interno ora stiano prendendo la rincorsa per fare un salto in avanti. Con una rinnovata energia e la voglia di dare una svolta. Evolvere, in particolare, ha registrato un maggiore interesse verso specifici quesiti, quali, per esempio: Come è cambiato il consumatore e quali sono le nuove esigenze/modalità di acquisto? Quali sono nuovi target e quali saranno sempre più nellʼimmediato futuro? E come conquistarli? Come essere innovatori e anticipatori in un mondo che muta velocemente e continuamente? Quindi come essere flessibili allʼinterno dellʼ azienda per essere sempre al passo dei consumatori? Come essere pronti a cogliere al meglio i segnali di ripresa dopo questi ultimi anni di crisi economica? Come coniugare i vantaggi delle nuove tecnologie di comunicazione e socializzazione (web, social network, app …) con reti distributive retail di negozi? E come coniugare i due mondi on-line/ off-line integrandoli a vantaggio del mercato? Qual è il NPS (Net Promoter Score), ossia lʼindice di raccomandabilità e passaparola che i clienti dellʼazienda attivano? Ma anche quanto danneggiano lʼimmagine dellʼazienda (e le vendite) parlandone male? Come riconquistare i clienti persi o dormienti? Come “selezionare” o allineare i franchisee al ritmo innovativo che il franchisor propone? Ma anche più semplicemente come allinearli (superando le resistenze) alle pratiche vincenti? Come nuovi canali di vendita possono essere integrati con le reti in franchising? Come i social network consentono di comprendere la potenzialità di mercati ma anche dare soluzioni fattive alle reti per generare traffico e aumentare le vendite? Tematiche strategiche per lʼazienda, caratterizzate da grande concretezza e orientamento al risultato e che non si esauriscono nella ricerca di mercato ma in percorsi di accompagnamento dellʼevoluzione stessa dellʼazienda coinvolgendo anche competenze di comunicazione, IT,
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risorse umane, il tutto attraverso un nuovo equilibrio tra on-line e off-line, canali di vendita e di comunicazione che si autoalimentano vicendevolmente. Un cambiamento che coinvolge le aziende, ma anche le società di consulenza, che si trovano a doversi relazionare con molteplici nuovi aspetti. Per quanto riguarda i metodi e gli strumenti delle ricerche di mercato, è stato quindi necessario rinnovare continuamente un equilibrio che da un lato salvaguardi i modelli storici e scientifici che sono alla base di una buona ricerca e dallʼaltro utilizzi un linguaggio attuale, diretto, veloce, immediato, giocoso per coinvolgere i consumatori a rispondere partecipando così alle nostre ricerche. Non da ultimo il web, i social network, lo sviluppo della tecnologia informatica consentono crescenti potenzialità fino a poco tempo fa inimmaginabili. La sfida continua è, quindi, coniugare i metodi tradizionali di una buona ricerca con le nuove tecnologie. Un esempio per tutti a questo riguardo è Mystery BE.Client, unʼevoluzione del mystery tradizionale che grazie allʼaffinamento delle nuove tecnologie e ai sistemi di crm consente di intercettare il vero cliente ed invitarlo a diventare mystery shopper. Unʼevoluzione che consente di mappare le performance dei punti vendita (esattamente come nei progetti mystery tradizionali) ma con una serie di vantaggi in termini di significatività campionaria, di rapidità di risposta e contenimento dei costi dellʼindagine stessa. Ma per affiancare le aziende in questa fase di rinnovata energia è necessario disporre di competenze che vanno oltre la ricerca di mercato, tra cui la capacità di intercettare nuove tendenze evolutive e di interpretarle in modo distintivo, la progettazione di nuovi canali distribuiti complementari a quelli esistenti, la comunicazione sui social media con la freschezza e lʼimmediatezza caratteristiche del web, la riqualificazione del personale commerciale per rispondere alle sfide del cambiamento e per far vivere ai clienti esperienze dʼacquisto veramente qualificanti e peculiari. Una sfida di aggiornamento continua, che coinvolge le aziende retail e tutto ciò che gira intorno a questo mondo.
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SPOTTER la Redazione
Il neuromarketing può predire l’efficacia degli spot tv
Come testare gli storyboard prima della realizzazione ati i notevoli costi degli spot pubblicitari, da decenni è pratica comune valutare diversi storyboard utilizzando i focus group, ma è comunque difficile decidere se realizzare e mettere in onda uno spot tv. Ancora più complicato è modificarlo in fase di postproduzione dopo che sono già stati sostenuti gli alti costi di realizzazione, e sarebbe dunque più utile avere uno strumento che permetta di testare l'efficacia ancora prima della produzione. Proprio in questa direzione si è mosso uno studio condotto dai professori di Neurensics, una società olandese di ricerca neuroeconomica, che ha dimostrato che l'efficacia degli spot televisivi può essere prevista con oltre l'80% di precisione grazie alla tecnologia basata sulla risonanza magnetica funzionale. Le neuroscienze e le moderne tecnolologie di analisi del cervello permettono infatti di andare oltre ai focus group, ai sondaggi e agli altri metodi di ricerca tradizionali, facendo previsioni di efficacia più affidabili.
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Lo studio dei ricercatori olandesi ha testato in quale misura lʼattivazione cerebrale di uno storyboard assomiglia a quella dello spot definitivo, in modo da poter predire l'efficacia finale della pubblicità. Dodici spot già realizzati sono stati riportati in formato storyboard in modo sistematico: i punti chiave, in genere dieci, sono stati trasformati in una sequenza di disegni animati della stessa lunghezza dello spot originale, mentre una voce maschile fuori campo è stata utilizzata per spiegare la storia dello spot, leggendo il messaggio finale ad alta voce. Successivamente sia gli storyboard che i veri spot sono stati sottoposti a dei volontari stesi sotto lo scanner della risonanza magnetica funzionale.La registrazione delle 13 reti neurali dei soggetti ha permesso di raggruppare le loro emozioni (o mapper), in gran parte inconsce, in quattro gruppi: emozioni positive, emozioni negative, attrazione personale e impatto generale. Mettendo in relazione l'equilibrio tra emozioni positive e negative ottenute per lo storyboard, con quelle ottenute per lo spot vero e proprio, è stato possibile verificare in che misura i primi possono avere un valore predittivo sull'impatto neurale delle pubblicità. I risultati hanno mostrato che storyboard e spot tv hanno una correlazione altamente significativa statisticamente ed evocano valori mapper abbastanza simili, anche se non non perfettamente uguali. Le immagini relativamente semplici e narrative di uno storyboard hanno dunque un valore predittivo affidabile e, in questo modo, il testing prima della produzione contribuisce a prevenire gli errori già in fase iniziale evitando emozioni che possono avere un impatto negativo sull'efficacia dello spot. Finalmente, quindi, è disponibile uno strumento che permetterà di confrontare le proposte e sapere in anticipo quale si tradurrà nel più alto tasso di conversione, con un risparmio di costi davvero considerevole. Fonte:Victor Lamme Science partner at Neurosensics Via NMSBA By Gero Di Bella
A cura Blog OTTOSUNOVE
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RECENSIONE la Redazione
“COME METTERSI IN PROPRIO CON IL FRANCHISING” di Giuseppe Bonani Pag. 208 - 3a edizione, aggiornata e ampliata - 2015 - Prezzo: E 27,00 Disponibile anche in E-book (PDF) per PC, Mac, Tablet
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n questo momento critico della situazione economica italiana, sono sempre più le persone che cercano unʼalternativa al lavoro dipendente: manager espulsi dalla aziende in difficoltà o che delocalizzano, giovani pensionati con grande esperienza alle spalle e con una buona liquidazione, giovani laureati in cerca di unʼoccupazione e donne interessate a trovare una soluzione per contribuire al mantenimento della famiglia. Il “mettersi in gioco” e ricercare unʼattività di lavoro autonomo possono essere un atteggiamento positivo per entrare nel mondo dellʼauto-imprenditorialità. Le opzioni disponibili da considerare sono varie e differenti: dal retail (ad esempio un commerciante indipendente che vuole tentare nuove strade) alla concessione di vendita, dalla distribuzione alla rivendita esclusiva. Una delle scelte commerciali che negli ultimi anni si è affermata in modo considerevole in tutti i mercati mondiali è il franchising. Gli americani affermano che il successo di questa formula distributiva risiede nel “mettersi in proprio, ma non da soli”. Ciò significa che non solo nella fase di start-up, ma anche per tutta la durata del contratto di franchising, il neo imprenditore – franchisee – è accompagnato e assistito dallʼimpresa – franchisor – che già opera nel mercato con punti vendita diretti o in franchising. Inoltre, è importante sapere che questo settore dal 2004 è regolamentato in Italia da una legge apposita. Altro aspetto da non sottovalutare, è che il franchising offre opportunità nel campo non solo della commercializzazione di prodotti, ma anche nellʼofferta di servizi, i più vari, e per chi dispone di mezzi finanziari personali bassi, medi o alti. LʼAutore, con lʼedizione aggiornata e ampliata di “Come mettersi in proprio con il franchising”, si prefigge di rispondere ai numerosi quesiti che si pone chi intende non solo valutare opportunità dʼ affari, ma anche desidera approfondire la tecnica del franchising, al fine di firmare il contratto di franchising con lʼaffiliante che rappresenta la migliore opportunità di successo commerciale. I primi capitoli del libro – della collana Marketing della casa editrice Franco Angeli - sono dedicati alla presentazione del franchising come strumento di successo commerciale, e allʼesposizione delle sue forme più impegnative, come ad esempio il master franchising. I capitoli successivi entrano nel merito della tecnica del franchising e di come una persona – anche se digiuna in materia – debba procedere a approfondimenti successivi, al fine di scegliere la franchise che meglio risponda alla propria personalità, ai propri obiettivi e, non ultimo per importanza, al proprio budget di investimento. Nel successivo capitolo, lʼAutore presenta la parte più importante dellʼopera: la road map, ovvero le linee direttrici che il candidato allʼaffiliazione dovrà seguire, per raggiungere lʼobiettivo prefissato: scegliere lʼofferta di franchising più attinente alle caratteristiche personali e alle proprie esigenze. La guida suggerisce di procedere con: lʼautovalutazione di se stessi, organizzata sotto forma di quiz con relativo punteggio, per capire se avete la stoffa per diventare un franchisee di successo; lʼidentificazione del settore merceologico più confacente alle proprie esigenze; la scelta dellʼopportunità migliore, tra le centinaia che il mondo del franchising offre. Il percorso del candidato è facilitato dalla presentazione di numerosi schemi pratici, di tabelle e di elenchi di controllo, al fine di decidere per il meglio e in modo consapevole. La pubblicazione prevede anche approfondimenti degli aspetti legali e economico-finanziari del franchising, nonchè una serie di Appendici sulla terminologia del Franchising, del Retail, dellʼE-commerce e della Distribuzione.
Profilo dell’Autore Giuseppe Bonani, dalla fine degli anni Settanta del Novecento si interessa di franchising e su questa tecnica ha firmato numerosi articoli e libri. Nel 1971 è stato uno dei fondatori dellʼAssociazione Italiana del Franchising dove ha ricoperto le posizioni di Segretario Generale, Vice Presidente e Presidente. Nel 1990 ha fondato una società di consulenza e di assistenza alle reti di distribuzione dirette, indirette e in franchising. Nel 2004 è stato co-fondatore della società BeTheBoss Italia S.r.l. per gestire il portale www.betheboss.it dedicato alla ricerca di affiliati. Nel 2005 lancia la testata editoriale online www.annuariodelfranchising.it e nel 2011 la rivista digitale www.beesness.it, che tratta di Franchising, Retail e Imprenditoria. Per la Franco Angeli, scrive due volumi: il primo (1991) “Come mettersi in proprio con il franchising” giunge nel 2015 alla sua terza edizione. Nel 2011 esce, firmato con il co-autore Avv. Giovanni Adamo, sempre con la Franco Angeli, il volume “Il franchising: una formula di successo per la tua impresa”.
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RECENSIONE Il digital per lo sviluppo delle PMI italiane di Laura Bonani
è uscito recentemente il nuovo libro di Roberto Lo Jacono e di Valeria Stranges: “Il digital per lo sviluppo delle PMI Italiane”. Obiettivo di questa pubblicazione è guidare il lettore nella comprensione del fenomeno e di alcuni dei principali strumenti di digital marketing, fornendo uno spaccato sull’adozione delle tecnologie digital da parte delle Piccole e Medie Imprese italiane. Nell’ambito dell’indagine 2014 dell’Osservatorio Digitale PMI, alla quale hanno partecipato più di 300 aziende, è emerso, per esempio, che:
1. la quasi totalità delle imprese (90,43%) possiede un sito web; 2. il 37,96% ha ottimizzato il proprio sito per poter esser visualizzato da mobile devices;
3. solo il 25,55% promuove il proprio sito tramite attività di Search Engine Optimisation (SEO); 4. il 45,21% utilizza strumenti di e-mail marketing per inviare newsletter e/o offerte commerciali; 5. solo il 14,6 % effettua attività di Search Engine Marketing (SEM); 6. poco più della metà delle aziende del campione (54,13%) possiede una propria pagina sui social; 7. solo il 20,13% vende online (e-commerce); 8. il 71,29% delle imprese del campione non ha creato applicazioni (APP) per i dispositivi mobile. Questa pubblicazione e lʼOsservatorio Digitale PMI possono fornire un contributo a tutti coloro che ritengono che la ripresa del Paese Italia passi anche attraverso la diffusione di tecnologie digital usate in modo mirato, appropriato, efficiente ed efficace. Fonte: Osservatorio Digitale PMI Pag. 90 € 4,99 (eBook) - € 7,99 (versione cartacea)
Veronica Gentili, “Strategie e tattiche di Facebook Marketing per aziende e professionisti” La maggior parte delle piccole e medie imprese ha capito che i Social Network in generale e Facebook in particolare, sono diventati ambiti da presidiare, ma difficilmente riescono a farne una reale risorsa di business. Sovente si limitano ad aprire una pagina, inserire qualche post, salvo lamentarsi che "non li considera nessuno" e che quindi "Facebook è uno strumento inutile". Questo libro racconta come funziona davvero Facebook per le aziende, come ottimizzare la pagina e i post e come creare un Facebook Marketing Plan di successo per raggiungere risultati concreti. Questo libro è rivolto a professionisti della comunicazione, a marketing manager e a digital o social media marketer e se vuoi fare del marketing su Facebook la tua professione, questo è il libro giusto per te. Dario Daccovio Editore, 1a edizione 2015 - 312 pagine - 25,20 €
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RECENSIONE di Laura Bonani
Retail Coaching La gestione operativa della rete vendita secondo le logiche dello sport di Patrizia Saolini La sfida che il Retail Coaching si propone è di accompagnare le organizzazioni del settore Retail verso un rivoluzionario cambiamento culturale: valorizzare la figura del direttore di negozio e del venditore come fossero i protagonisti di un team sportivo, riconsiderando i loro ruoli e il loro modo di agire e di relazionarsi. Strategia, tattica, motivazione, obiettivi comuni, spirito di squadra sono termini che, mutuati dal mondo sportivo, vengono utilizzati spesso in ambito manageriale e commerciale. Il Retail Coaching si propone di portare tali metafore ad una loro effettiva e concreta attuazione. In quest'ottica, il venditore deve evolvere al doppio ruolo di alleato strategico per l'organizzazione e consulente di immagine per il cliente, mentre il direttore retail e il direttore risorse umane dovranno assumere il difficile compito di selezionare una "squadra vincente".
Più in generale, un'organizzazione retail efficiente e performante dovrà conoscere il campo di gioco, gli avversari, le regole della competizione, ma soprattutto dovrà avere una piena conoscenza e capacità di valorizzazione del team di vendita, dei suoi punti di forza e delle opportunità. Del resto, sia nel mondo dello sport sia nel mondo del retail, i successi si ottengono soltanto selezionando vertici capaci ed operatori di talento, ma soprattutto creando un "gruppo" in grado di conseguire risultati che vanno al di là della semplice somma delle abilità di ciascuno dei membri del team.
Pag. 176, 1a edizione 2011 - Prezzo: € 23,00
Foto di Patrizia Saolini di Armando Melocchi
Profilo dell’Autore Patrizia Saolini, specializzata in ricerca, selezione e formazione del personale nell'ambito del Retail dei beni di lusso e nell'avviamento e sviluppo di attività commerciali, è stata executive di alcune fra le aziende di moda più importanti nel mercato internazionale. Coach professionista, diplomata presso la Professional Coaching School di Marina Osnaghi (ACPT), è Associate Certified Coach presso l'International Coach Federation. Con Retail Coaching, ha realizzato una formula di consulenza unica nel suo genere, mixando l'esperienza di direttore retail con i metodi internazionali del Cross Selling e del Business Coaching (www.retailcoach.it).
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Beesness n.3_2015 www.beesness.it Periodico di informazione Anno V n. 3 Luglio 2015 Registrazione Tribunale di Milano n. 551 del 18.11.2011 Editore e Redazione: BeTheBoss Italia S.r.l. Via San Gregorio, 53 20124 Milano (Italy) Tel. 02 6691693 Fax 02 87390944 www.betheboss.it italia@betheboss.it
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Alan Martin Centri educazione nutrizionale Apri un Centro di Educazione Nutrizionale e intraprendi una tua professione. Anthalia è una società con pluriennale esperienza nel settore della nutrizione e del benessere psicofisico, da anni si occupa della gestione diretta di centri medici, dimagrimento, estetici, benessere, Spa e commercializzazione di integratori alimentari, alimenti ad alto contenuto proteico e linee cosmetiche.
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CardGroup Franchising distributori biglietti augurali
Asei School Franchising scuole di lingue
Vuoi diventare un imprenditore con il minimo investimento? CardGroup, leader nella distribuzione di biglietti augurali e articoli da regalo, è stata fondata in Svezia nel 1997 ed ha avuto un grande successo in tutta Europa. Oggi CardGroup produce e distribuisce in 44 Paesi. Distributore Esclusivo per l'Italia è la Velvet Italia S.r.l., con sede a Carpi (MO).
30 lingue per distinguerti dalla concorrenza Asei School è una scuola di lingue "Smart": pone al centro della formazione i propri allievi, mettendoli nelle condizioni di servirsi al meglio della tecnologia per la propria formazione. Asei School è la scuola delle 30 lingue, che unisce forte professionalità, differenziazione rispetto all'offerta nel mercato linguistico, grande attenzione al marketing e alla comunicazione.
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FryChips Franchising patatine fritte Kasanova Franchising casalingo L'AZIENDA: F.lli Fontana S.r.l, Franchisor Kasanova, è nata nel 1968 e oggi conta circa 200 p.v. attivi divisi tra centri commerciale e centri storici. L'azienda ha una profonda conoscenza del mercato del casalingo: oltre all'esperienza, si misura quotidianamente su diversi mercati guidando, oltre i negozi Kasanova, anche i marchi Outlet del Kasalingo, Co Import e Kasanova+.
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PERCHÈ FRYCHIPS Il progetto nasce dalla voglia di crescere di un gruppo di giovani imprenditori del settore Food Franchising. Penta S.r.l. vanta oltre 40 punti vendita a marchio LA YOGURTERIA sul territorio nazionale. Forte dell'esperienza maturata e dei risultati raggiunti, nel 2014 decide di entrare nel mercato delle patatine fritte, lanciando il marchio FRYCHIPS.
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Kisené Franchising biancheria per la casa L'Azienda - Storia e Mission Kisené nasce nel 1999 come marchio della G&C Enterprise S.p.A., una realtà nel settore tessile da tre generazioni che distribuisce articoli creati dai propri stilisti e prodotti in esclusiva per i propri marchi. Proponendo con questo brand una gamma completa di prodotti di biancheria per la casa, l'azienda consolidato un successo imprenditoriale basato su tre pilastri: serietà, determinazione ed intraprendenza.
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OPPORTUNITA’ BeTheBoss
In Estasy Franchising profumerie alla spina
Mondo Camerette Franchising arredamento
Franchising (in)estasy Proponiamo una nuova realtà nel campo delle Profumerie con prodotti convenienti, ma di altissima qualità. Un format di sicuro Successo ed una Alta marginalità. Basso investimento e rientro in tempi molto brevi.La formula di vendita è quella dei profumi alla spina di alta qualità che possono essere venduti alla clientela a prezzi assolutamente concorrenziali.
Il progetto Mondo Camerette Mondo Camerette parte nel 2006, frutto dell'esperienza e del grande intuito di un giovane imprenditore. Dopo anni di sviluppi, indagini del mercato, studio della concorrenza e perfezionamento del progetto, nel 2012, finalmente nasce il primo punto vendita Mondo Camerette, specializzato nella progettazione dell'arredamento di camerette per bambini.
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La Yogurteria Franchising yogurt Oltre 40 punti vendita sul territorio italiano "La Yogurteria" è un marchio di proprietà della Penta S.r.l, azienda italiana leader nel settore dello street food con le catene di negozi a marchio " La Yogurteria" e "Fry Chips". Nel 2007 si inaugura il primo punto vendita a marchio "La Yogurteria", al quale ne sono seguite altre, fino al 2009, anno di inizio dello sviluppo del franchising.
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La Casa delle Nuove Energie Risparmio energetico, energia rinnovabile Storia La Casa delle Nuove Energie, opera nel settore del risparmio energetico e dell'energia rinnovabile per offrire risposte e soluzioni a qualsiasi tipo di esigenza di efficienza e riduzione dei costi energetici di famiglie e imprese. Un gruppo di respiro nazionale, ma attento alle esigenze locali di ogni singola realtà e di ogni cliente.
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Mascolo Il Panuozzo Italiano
My Lovely Franchising gioiellerie La famiglia Quella romantica, moderna, fantasiosa, immaginata e disegnata dal brand My Lovely. I prodotti del brand si ispirano direttamente ai componenti e alla vita della famiglia: ci sono Papi e Mami, i bambini e gli animali di casa e poi i simboli del cuore, degli angioletti, della casetta, degli animali più teneri o cerchietti con frasi d'amore.
Apri il tuo Fast Food Mascolo Il Panuozzo nasce a Gragnano, nel lontano 1983 da una intuizione della famiglia Mascolo, proprietari di una delle più famose pizzerie della provincia napoletana. Sempre alla ricerca di novità da offrire ai propri clienti Giuseppe Mascolo ideò e lanciò sul mercato "Il Panuozzo" che in brevissimo tempo divenne una graditissima alternativa alla pizza.
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Caffè di Pulcinella Franchising cialde caffè LʼAZIENDA: Caffè di Pulcinella è un marchio del gruppo ZeroDB, società napoletana specializzata nella distribuzione di caffè in cialde e capsule. Il nostro caffè è fortemente apprezzato dall'utenza finale perché testato nella patria del caffè, Napoli, il tutto con un ottimo rapporto qualità prezzo.
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Ristosalumeria Franchising ristoranti tradizione norcina DAL 1951 ALLEVIAMO E PRODUCIAMO Da norcini a operai in un salumificio, da macellai a imprenditori. Così si snoda la nostra avventura di azienda a conduzione familiare. La nostra storia, prima di essere la storia di un'impresa, è la storia di una famiglia – la famiglia Pedrazzoli – che ha come essenziale filo conduttore, anche nelle generazioni più lontane, l'arte del produrre salami.
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Stellazeta Franchising accessori moda Dall'esperienza, un nuovo concept di punto vendita Il progetto imprenditoriale Stellazeta nasce da una consolidata esperienza nel settore della moda e degli accessori. Un percorso professionale che ha acquisito tutte le esigenze e le problematiche della gestione diretta, per formulare un concept commerciale innovativo e vincente.
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OPPORTUNITA’ BeTheBoss
Smartphone Facile Franchising vendita smartphone usati Smartphone Facile è il connubio perfetto tra convenienza, qualità e rispetto per l'ambiente. Convenienza: perché acquistare prodotti usati o rigenerati vuol dire risparmiare fino al 70% del prezzo d'acquisto del dispositivo nuovo Qualità: perché le condizioni estetiche dei prodotti sono perfette Rispetto per l'ambiente: perché l'azienda crede molto nel concetto di "sostenibilità ambientale"
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SmsMobile Servizi di comunicazione mobile L’AZIENDA Il servizio proposto da SmsMobile è una soluzione professionale, rivolta ad agenzie di comunicazione, web agency, sviluppatori, liberi professionisti, attività commerciali, che permette di gestire campagne di comunicazione con invio di sms, sms link ed email.
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Riciclia Eco-compattatori Dove il riciclo è ricchezza, la tua! Lʼeconomia reale parla chiaro, la richiesta di materie prime continua a crescere. Riciclia rappresenta una delle soluzioni più innovative per la gestione della raccolta differenziata, del recupero e del riciclo dei materiali sia domestici che industriali. Farlo è facile, grazie agli eco-compattatori che raccolgono, dividono e compattano la matria prima pronta per lo stoccaggio.
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Camomilla Italia Franchising abbigliamento e accessori donna Raccontare la storia di ogni donna attraverso un abito, un accessorio, un dettaglio: questo è l'obiettivo di Camomilla Italia da oltre 40 anni. Più di 2 milioni di capi venduti all'anno posizionano il marchio nel panorama nazionale del settore abbigliamento ed accessori donna.
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Fit&Go Franchising palestre L'AZIENDA: Fit&Go® è un rivoluzionario concettodi business basato sul coordinamento dell'allenamento tramite Elettrostimolazione muscolare (EMS) e supporto dei migliori personal trainers specializzati permettendo di introdurre in Italia un nuovo concetto di palestra.
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Claro Franchising ottica Uno stile di vista Siamo un team di professionisti con know-how diversificati nel mondo del retail, accomunati dall'esperienza diretta nella creazione di un format di negozio esclusivo e innovativo nel settore dell'ottica. Indipendenti dalla grande industria e dalle grandi firme, realizziamo e distribuiamo occhiali e accessori di grande attualità per una clientela indifferenziata.
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Big Thinking Retail / Franchising School / Franchising Factory / Find Franchising / Retail Tool / SFM Conferences.
Il Salone compie trenta anni. Franchising, Retail, Next Thing. Siamo pronti per raccontarvi i prossimi trenta.
salonefranchisingmilano.com
Trenta Volte Futuro
Salone Franchising Milano International Retail Expo
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