Periodico di informazione bimestrale –luglio-agosto 2019
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Periodico di informazione bimestrale –luglio-agosto 2019
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“LA BELLEZZA NELL’ELEGANZA”
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/ Editoriale
luglio\agosto 2019
FERRUCCIO FERRAGAMO: L’AMORE PER IL BELLO Ci stiamo avvicinando alla prossima Fashion Week di Milano e, per l’occasione, abbiamo intervistato una figura di spicco nel panorama della moda come Ferruccio Ferragamo. Figlio del più noto Salvatore Ferragamo, rinomato per le sue calzature indossate dalle celebrità dell’epoca, ci spiega i progetti culturali dell’azienda con sede a Firenze e la soddisfazione di appartenere ad una famiglia numerosa, sempre dedita alla ricerca di nuovi sviluppi. Rimanendo sempre nel campo del fashion, leggerete anche del prossimo Pitti Fragranze, fiera che si terrà a Firenze e che espone il meglio della profumeria d’autore. Abbiamo dedicato anche degli articoli agli eventi culturali. Due mesi fa si è tenuta la Biennale d’Arte di Venezia, mostra che ha ospitato 79 artisti provenienti da 90 paesi di tutto il mondo, mentre dal 21 al 29 settembre si terrà a Firenze la Biennale dell’Antiquariato. Vi parliamo poi del Festival all’Arena di Verona che ha ottenuto un grande successo in termini di pubblico e di risultati economici. Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona, spiega com’è riuscita a conciliare l’aspetto amministrativo con quello artistico. Passiamo ora al settore food con un ampio reportage sul Mapic Italy e Mapic Food, manifestazione di grande successo, con oltre 2.200 partecipanti provenienti di 40 paesi diversi. Leggerete poi l’interessante intervista a Federico Grom, che
in modo appassionato spiega come ha iniziato l’attività dei gelati e i motivi che l’hanno portato a creare un prodotto artigianale. Non possiamo non citare KFC, le famose “alette di pollo del Generale”, come le chiamano i clienti. L’AD Corrado Cagnola spiega le strategie future di mercato, dopo essere partiti in Italia nel 2017 sino ad arrivare a contare fino 32 punti vendita. Ampio spazio è dedicato al settore del franchising, con le consuete rubriche curate da Quadrante e da Confimprese e all’interessante intervista a Expense Reduction Analysts, i cui affiliati s’impegnano a ridurre i costi all’interno delle aziende clienti. A proposito di franchising, non possiamo non citare la prossima edizione del Salone Franchising Milano che si terrà dal 24 al 26 ottobre. Nell’alta formazione Bruno Vettore, massimo esperto del settore immobiliare, ci racconta della formazione dei futuri agenti immobiliari. Infine, una panoramica sulle prossime vacanze estive: dove alloggiare, cosa visitare, dove mangiare, quali sport all’aria aperta praticare. E poi le rubriche sul licensing, curata da Brand Jam, che il 10 settembre organizzerà la fiera Milano Licensing Day; sul retail di IKN Italy; i premi Superbrands e l’Insegna dell’Anno e News in Town, sui ristoranti e sui locali di Milano. Buone vacanze estive a tutti.
Giovanni Bonani Direttore Responsabile
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/ INDICE
100 News
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News Best Wine Stars Awards, Segafredo, CIRFOOD, DM........................8
Fashion
90 Franchising
Intervista ad Andrea Varani
Rubrica Quadrante
A colpi di click!.................................................................................... 10
Il robot con il tutù............................................................................... 30
Intervista a Ferruccio Ferragamo
Intervista a Corrado Cagnola
La bellezza nell'eleganza.................................................................... 14
AD di KFC Italia .............................................................................. 32
Pitti Fragranze 17
Mario Resca, Confimprese
Il giardino incantato di Pitti.............................................................. 16
2° semestre in rialzo ........................................................................... 36
Expense Reduction Analysts Una realtà di franchising diffusa in tutto il mondo........................... 40
Fieramilanocity Torna salone franchising milano........................................................ 44
Centri Commerciali
10
16
Mapic Italy e Mapic Food Le nuove opportunità ........................................................................ 46
Impresa
Food Intervista a Federico Grom
Chatbot
L'imprenditore dei gelati.................................................................... 18
L’evoluzione dell’e-commerce ............................................................ 52
Superfood
Innisfree Green Cafe
Frutti della salute, cibi nutraceutici................................................... 22
Kiki Lab - Ebeltoft Group,Retail Innovations 14............................. 56
I 215 Locali Storici d’Italia Un’eredità da riscoprire...................................................................... 26
Tecnologia
Alta Formazione Intervista a Bruno Vettore
Service Design
Il formatore del real estate.................................................................. 28
In che modo i retailer possono creare esperienze online ..................... 58
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luglio\agosto 2019
Licensing
Cultura
Milano Licensing Day
Biennale d’Arte di Venezia 2019
L' appuntamento è il 10 settembre..................................................... 62
May You Live In Interesting Times.................................................... 88
Premi
Biennale a Palazzo Corsini La 31a Internazionale dell'Antiquariato di Firenze.......................... 92
Superbrands
Turismo
L’orgoglio di fare la differenza........................................................... 66
Insegna dell'anno Italia
Intervista a Giampaolo Marconi
12a edizione........................................................................................ 68
Art director dell’Hollywood dance club di Bardolino....................... 96
Musica
SE MO-VE-MO! Un simpatico acronimo per la vostra Vacanza Attiva...................... 100
Mokamusic e Disbanded T-Shirt Capsule Collection d’autore.................................................. 70
Dolomiti SuperSummer Estate sulle due ruote anche in vetta ................................................ 104
Terme per un’estate di benessere Acqua curativa, spa, attenzione alla cucina e scenari suggestivi...... 108
Intervista a Cecilia Gasdia Sovrintendente e Dir. Artistico Fondazione Arena di Verona........ 112
70 Nautica Versilia Yachting Rendez-Vous Un tuffo nel blu dipinto di blu ........................................................... 72
Formazione Intervista a Giorgio Nardone
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Lo psicologo e psicoterapeuta parla del cambiamento strategico........ 76
Business vincente I 10 passi per leggere il linguaggio del corpo del cliente...................... 80
Lifestyle Ségolène Royale Lo "charme" francese........................................................................... 86
News in town Locali, bar, ristoranti e vini da enoteca....................................... 118
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/News
BEST WINE STARS AWARDS 2019: CINQUE PREMI PER LE ECCELLENZE DEL VINO Si è conclusa la seconda edizione di Best Wine Stars, l'evento-degustazione dedicato al meglio dell'enologia italiana, che si è svolto dal 4 al 6 maggio nei chiostri della Rotonda della Besana. Organizzato da Prodes Italia durante la Milano Food City, Best Wine Stars ha ospitato oltre 15 mila degustazioni in tre giorni e, durante la giornata di domenica, sono state premiate le cantine che si sono distinte per la qualità dei loro vini e per il loro stile comunicativo. La giuria del concorso ha consegnato il titolo di Best Sparkling Wine a Valdo Spumanti per Rive di San Pietro di Barbozza, il loro Prosecco Superiore DOCG Brut Nature Millesimato, che nasce dai vigneti coltivati nelle zone più impervie della zona di Valdobbiadene e che è prodotto in edizione limitata. La siciliana Fazio Wines, azienda vitivinicola della DOC Erice, si è invece distinta come Best White Wine. Ad aggiudicarsi il premio di Best Red Wine è stata l'Azienda Agricola Elena Fucci con il suo Titolo, un Aglianico del Vulture che nasce a Barile, nel cuore dell'enologia lucana. Durante l'evento sono state, inoltre, premiate due cantine che hanno stupito la giuria per il lavoro di comunicazione e di marketing, distinguendosi per la creatività dimostrata nella scelta del logo aziendale e delle etichette dei loro vini. Rispetto all'edizione zero dello scorso anno, Best Wine Stars si è confermato un evento in rapida crescita: se nel 2018 le cantine erano 70, a partecipare quest'anno sono state 100 aziende provenienti da tutta l'Italia, per un totale di oltre 600 etichette in degustazione. Grande successo anche per le degustazioni guidate, che hanno registrato sempre il tutto esaurito. Best Wine Stars è un’iniziativa del gruppo Prodes Italia, che opera da anni nel settore dell’alta gioielleria, del design e dell’arte. Fondatore dell’evento annuale, consolidato ormai negli anni, Artistar Jewels.
CIRFOOD NEWS CIRFOOD, realtà italiana leader nel campo della ristorazione organizzata, annuncia CIRFOOD RETAIL, nuova società interamente dedicata al rafforzamento e allo sviluppo nel mercato della ristorazione commerciale. Il primo format lanciato da CIRFOOD RETAIL è il nuovo Kalamaro Piadinaro, aperto a Milano in una delle zone in evoluzione della città, la moderna cornice di Symbiosis. All’interno del nuovo centro direzionale, che attualmente ospita un bacino di utenti di oltre mille persone, CIRFOOD è l’unico operatore della ristorazione e impiega al momento 42 dipendenti. Kalamaro Piadinaro, concept nato a Riccione dove è presente il primo storico locale, rappresenta un’importante evidenza della capacità di CIRFOOD RETAIL di adattare e ideare format di ristorazione innovativi, in grado di interpretare le nuove tendenze della ristorazione coniugando la tradizione culinaria italiana con i trend della contemporaneità globale, offrendo ai clienti momenti di condivisione, convivialità e socialità. CIRFOOD RETAIL, oltre a Kalamaro Piadinaro, gestisce diversi format caratterizzati da specifiche caratteristiche di offerta: AROMATICA - RESTAURANT e LOUNGE BAR propone una cucina easy gourmet con la presenza a rotazione di chef professionisti ad affiancare il resident chef. È declinato anche in versione AROMATICA CAFE’ come caffetteria gourmet; VIAVAI, moderna idea di pizza e cucina che celebra i sapori e le fragranze dei piatti della tradizione italiana, in chiave urbana e innovativa; KITCHEN ICE, gelateria che torna a produrre il gelato come una volta, con mantecatura lenta di prodotti freschi di prima qualità. Con oltre 40 anni di storia CIRFOOD Cooperativa Italiana di Ristorazione è una delle maggiori imprese italiane attive nella ristorazione collettiva (ristorazione scolastica, sociosanitaria, aziendale, per militari e per comunità), nella ristorazione commerciale, nel banqueting e nei servizi per il welfare alle imprese, con un fatturato di gruppo di 664 milioni di euro. Oggi è presente in 17 regioni e 73 province d’Italia, in Olanda e Belgio producendo oltre 100 milioni di pasti l’anno grazie al lavoro di oltre 13.000 persone.
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luglio\agosto 2019
SEGAFREDO NEWS Massimo Zanetti Beverage Group, con il suo marchio Segafredo Zanetti Espresso, ha siglato un accordo di partnership con Q8 e FGS Restaurant per la realizzazione di punti di ristoro premium. Il progetto è stato presentato in occasione dell’inaugurazione del primo Coffee Shop a marchio Segafredo Zanetti Espresso/ Panicunzatu, format di ristorazione ispirato alla panetteria siciliana, presso la Stazione di Servizio Q8 di Catania, nelle vicinanze dell’aeroporto Fontanarossa. L’idea nasce dalla volontà di innovare il concetto di pausa, offrendo alla clientela in transito servizi di ristorazione in un ambiente confortevole e curato nei minimi dettagli, per soddisfare al massimo le loro esigenze. Già dall’esterno è possibile ammirare un fabbricato dotato di rivestimenti in legno e un dehor ideale per un momento di pausa all’aperto durante una giornata di sole. All’interno del Coffee Shop, invece, i profumi della bakery siciliana e della caffetteria invadono il locale, invitando i clienti a godersi una piacevole sosta. Nonostante sia partito da poche settimane, il progetto sta riscuotendo immediato successo e apprezzamento, incoraggiando i soggetti coinvolti ad accelerare il percorso di crescita. Nei prossimi mesi, infatti, è prevista l’apertura di altre due aree di ristoro nei pressi di Torino, con l’obiettivo di raggiungere una decina di punti vendita in Italia nei prossimi mesi. Massimo Zanetti Beverage Group S.p.A è tra i leader a livello mondiale nella produzione, lavorazione e distribuzione di caffè tostato ed è presente in circa 110 paesi. Il Gruppo gestisce le attività dall’approvvigionamento fino al consumo, operando su 18 stabilimenti attivi in Europa, Asia e America e tramite un network internazionale di circa 400 caffetterie in 50 paesi. Inoltre Massimo Zanetti Beverage Group produce e vende macchine di caffè “La San Marco” e completa la propria offerta di prodotti con il tè, il cacao, la cioccolata e le spezie di altissima qualità.
DM, LA PIÙ GRANDE CATENA DI DRUGSTORE EUROPEA, PUNTA SUL CAPOLUOGO LOMBARDO È sempre più forte la presenza di dm, la più grande catena di drugstore europea, nel capoluogo lombardo. Sono stati inaugurati in contemporanea due nuovi punti vendita: in via Giambellino 80 e in Corso Indipendenza 24. Salgono così a quota quattro i punti vendita di dm a Milano, tre dei quali inaugurati nel solo mese di maggio, per un totale di otto drugstore in Lombardia. Proprio Milano aveva avviato, con il punto vendita dm a CityLife inaugurato nel novembre 2017, il piano di aperture della catena tedesca in Italia. Con questi due nuovi store, dm consolida la propria presenza in città. I due nuovi punti vendita di via Giambellino e di Corso Indipendenza, rispettivamente di 226 mq e 245 mq, impiegano entrambi sette addetti alle vendite e operano da lunedì a domenica, con orario continuato. A Milano si può quindi apprezzare ancora di più l’esperienza di acquisto che contraddistingue dm: un ambiente accogliente e moderno, un servizio di consulenza competente e articoli di altissima qualità a prezzi convenienti. Gli store propongono un’offerta specializzata in prodotti per il make up e per la cura e la salute della persona, completata da un ampio assortimento di articoli per l’infanzia, la casa e il pet care. L’intera offerta conta oltre 13.000 referenze, con un focus particolare sui prodotti naturali e salutistici, come i cosmetici naturali certificati, gli alimentari biologici, gli integratori e i dispositivi medici. A copertura dell’intero assortimento, dm propone inoltre più di 4.000 prodotti a marchio proprio, che garantiscono qualità analoga a quella dei grandi marchi, ma a prezzi molto convenienti. La dm drogerie markt, fondata in Germania nel 1973, è oggi la più grande catena commerciale europea di prodotti per la cura della persona e della casa, presente in 13 paesi con oltre 3.500 punti vendita, 61.000 dipendenti e più di 10 miliardi di euro di fatturato. Dopo l’ingresso nel mercato italiano avvenuto nel novembre 2017, prosegue l’ambizioso piano di aperture in Italia di dm drogerie markt con venti-trenta nuovi punti vendita previsti per il 2019.
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/Fashion
BELLO MORDERE LA VITA... A colpi di click! A cura di Carla Cavicchini
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È sempre un piacere incontrare il fotografo Andrea Varani, col suo sorriso perenne e sguardo limpido e chiaro che invita al dialogo, davanti ad una bella tazza di tè fumante. Sempre con la valigia in mano, conserva quei modi semplici e garbati... insomma, una questione di stile che non si compra certamente in drogheria! Iniziamo dalla città meneghina. Oramai mi considero milanese d'adozione visto che la vivo la città da più di trent'anni. Per il lavoro che svolgo la ritengo la piazza più importante d'Italia, visto anche che negli ultimi anni “funziona” maggiormente, si è ripresa molto bene anche a livello internazionale e, secondo me, l'Expo ha dato una bella mano in merito. Il “Bosco
luglio\agosto 2019 Certo, lì ho affetti per me vitali, nonché amici vari che è sempre piacevole ritrovare. La mia professione iniziò proprio lì, in casa, lavorando per varie aziende anche di un certo livello. Poi la scelta di traslocare per i motivi già detti. E ciò senza pentimenti respirando il buon entourage e fermento che ruotava intorno.” Qual è la tua giornata tipo a Lisbona, oppure a New York, o ancora Tokyo? In realtà non me ne rendo nemmeno conto, anche se logicamente cambia il rapporto con le persone a te vicine. Entro in studio la mattina per uscirne la sera, mentre in esterno le cose variano e, francamente, le prediligo unendo anche la mia passione per i viaggi e culture diverse. Come l'Africa, continente che mi affascina moltissimo, non smetterò mai di scoprirlo! È tutto rose e fiori o spostarsi significa anche sforzi, sacrifici ed adattamento? Innegabilmente, come in Himalaya, dove sono stato due volte o nello Zambia visitando le miniere degli smeraldi. E ancora in quelle isole in cima al mondo quando appunto, per un servizio invernale, prendemmo quattro aerei per arrivare! Come si fa una bella foto? Con la luce. Fondamentale. Non a caso la parola in sé deriva dal greco “scrivere con la luce”. Poi soggetto e location fanno il In foto: Andrea Varani
Verticale” mi piace, decisamente, un’area molto visitata. E lo dice uno che ama moltissimo il verde e lo splendore della campagna. Senza tralasciare il mare, che io adoro: appena posso mi rifugio nella mia casa messicana…Il mio “buen ritiro”! Libero come l'aria! Oserei dire che amo gli spazi infiniti, che l'appartamento “mi va stretto” e di conseguenza prediligo gli hotel milanesi. Senza mancare gli incontri nella tua città, Empoli.
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resto. Chiaramente i riflettori aiutano e non poco, negli studi la luce va ricreata conoscendo perfettamente i dettagli tecnici per ottenere buoni risultati. La creatività fa il resto; un buon fotografo si riconosce dalla propria immagine, l'estro ne è buona parte. Personalmente amo l'immagine pulita, nitida, lavoro principalmente sulla donna senza usare ricostruzioni. Capita di rado, forse in Cina dove le loro produzioni dettano determinati schemi, tuttavia amo il rigore e l'essenzialità. La fotografia ha bisogno di poco per parlare. Come si realizza la foto d'autore? Confesso di essere stato uno dei primi a sposare il digitale visto che il futuro vedeva questo. Prima era un lavoro più complesso, più tecnico, adesso molto più semplice amato da uomini donne e giovani, che, secondo me, devono strutturarsi dal punto di vista della creazione dell'immagine. Si notano cose abbastanza elementari: l'autore ha esperienza alle spalle. Confesso che lo uso anch'io avendo più chance nell'ottenere belle immagini. Prima c'erano più limitazioni, adesso col digitale hai una “tavolozza” che porta a fare qualsiasi cosa sbizzarrendoti nella creatività. I contro? Comprando una “Canon'” non sono tutti fotografi! Va però riconosciuto che il piccolo formato ha raggiunto una qualità incredibile con quei sensori eccezionali. Bianco e nero o colore? Sono nato con il bianco-nero – allarga le braccia – e penso che non solo sia p iù af f a s cina nte , dà a n c h e sp a zio all'immaginazione. Il colore è più difficile, ma completa l'immagine. Che dire, sono due cose diverse anche se complementari. Qualche consiglio? Imparare a conoscere la fotografia, fare tanta tanta pratica, osservare attentamente le mostre, cercare la propria individualità, non scopiazzare e fare buona ricerca individuale. E poi aggiungere l'umiltà: questa professione ti può far sentire importante, ma è basilare tenere i piedi ben saldi a terra. Cose dette in forma pacata ma estremamente seria. Come lui: sobrio e scrupoloso,
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conosciuto e ricercato in ogni angolo del mondo per l'alta professionalità. I suo scatti hanno segnato riviste del calibro di Vogue, Harper's Bazaar, Elle ed altri magazine del Giappone e dell’India. Ha avuto modo di conoscere Avedon – “veramente una grande persona” – di lavorare anche con Bianca Balti, spendendo anche parole di stima per il collega Paolo Roversi ed altri amici. Quanto a Peter Lindbergh – “parliamo di vere e proprie colonne in questa forma d'arte”. Cosa ne pensa del settore oggi? Considero la Balti una vera e propria icona della bellezza italiana, di classe, molto
educata, è stato un piacere conoscerla. La Campbell? L'ho conosciuta, ma fuori dal lavoro. Il fatto è che non esistono più le icone tipo Chisty Turlington, Linda Evangelista e altre ancora, per il semplice fatto che oggigiorno è tutto più veloce, ogni cosa si è livellata ad un grado inferiore, toccando a mio avviso anche politici, calciatori e altri ancora a livello professionale. Esistono grandi campagne pubblicitarie però con i social odierni, la qualità si è abbassata, le grandi aziende non hanno più a disposizione i soldi di un tempo e, logicamente, si osserva meno competenza nel settore. Ma la quantità non vince sulla qualità.
luglio\agosto 2019 C'è un'età per tutto? Sì e no. La bellezza inizia nel fiore dei quindici, sedici anni, poi verso i venticinque inizia a sfiorire. Ultimamente, ho lavorato con una splendida sessantenne ed è venuta fuori tutta la bellezza del personaggio. La personalità è determinante, per smettere non c'è età! Il problema dell'anoressia è avvertito, seppur indirettamente? È un fenomeno che si sta combattendo anche perché oggi è richiesta l'immagine della donna più formosa, calda, avvolgente...direi d'altri tempi, tuttavia fenomeni d'emulazione esistono. Fino a quando lavorerai? Fino a quando mi divertirò! E mentre dice questo si alza salutando calorosamente. Lo osservo da lontano, sempre più da lontano, con quei jeans azzurri da ragazzaccio che si mescolano con gli altri colori, pensando che ha ancora tanto ma tanto tempo per divertirsi!
Bellezze e capricci. Se ne dicono tante sulle modelle. Siamo un gruppo di lavoro in cui è basilare che regni l'armonia e il rispetto l'uno dell'altro. Questo porta a buoni risultati. Chi alza la cresta dopo la riabbassa, oggi sono un fotografo senior che può anche “alzare la voce” se necessario, ma credi, ho avuto casi veramente sporadici. Quanto guadagna un buon fotografo? Sicuramente meno di prima, anche se va riconosciuto che rimane un buon stipendio. Tutto sta nel lavorare anche se l'Eldorado di prima è una vera chimera. Sappiamo tutti che il cambiamento è parte dell'odierno. Hai eseguito ritratti di nudo? No, non l'ho mai fatto poiché mi appassiona più la moda, l'alta moda, un buon capo identifica. E poi la donna vestita è più affascinante e seducente da svelare. Marilyn Monroe chiese a Silvano Campeggi (pittore fiorentino conosciuto anche quale cartellonista per le più importanti produzioni cinematografiche hollywoodiane): “Maestro, mi devo spogliare per lei?” Un sorso di tè, l'occhio da monellaccio birichino e risponde: Non da Marilyn Monroe!
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/Fashion
CAMMINARE FERRAGAMO A cura di Carla Cavicchini
Lo stile e il gusto del bello, o meglio ancora del buon gusto, sono cose innate per Ferruccio Ferragamo. Persona pacata e sorridente che, pur nella fretta dei quotidiani appuntamenti, riesce a rispondere alle nostre domande accompagnando l'eleganza di portamento alla gestualità armoniosa di un semplice “prego”! Un'occhiata veloce – anche piacevole – a Beesness e: “Vedo che la redazione è a Milano...bene, bene, una città che conosco e che mi piace molto; estremamente attiva, nonché di grande stimolo per chi la vive. Annoiarsi è proprio impossibile.” Adesso, però, siamo nella culla di Dante, conosciamo il forte amore che lei nutre per Firenze, per la sua cultura che viene svelata di continuo, per l'arte che la circonda, per la partecipazione come azienda di famiglia ai lavori di partenariato con l'amministrazione fiorentina, nonché dell'utilità nei confronti del sociale come del resto racconta qui la sua presenza. Supponga proprio che parli della “Collezione San Patrignano Work In Progress” presentata qui a Palazzo Vecchio! Dal canto nostro cerchiamo di fare molto, anche se poi credo che il contributo alla fine sia poco rispetto a quello che serve. La speranza è che tale iniziativa benefica venga ampliata. È doveroso occuparsene, come del resto fa la famiglia Moratti da oltre 40 anni a cui va
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In foto: Ferruccio Ferragamo
tutta la mia stima. E, ripeto, orgogliosamente, siamo fieri di partecipare. Presidente della “Salvatore Ferragamo”, Presidente del “Polimoda”, consigliere di amministrazione del “Centro di Firenze per la Moda Italiana”, invitato permanente alla giunta di Confindustria, manager del fashion: venendo al dunque, da business familiare a struttura manageriale. I tempi cambiano, si evolvono, alcune scelte sono inevitabili? Dipende da come vengono affrontate. Fra n c a m e nte n o n mi p ia ce m olto essere chiamato Presidente, visto che amo rimboccarmi le maniche capendo
l'avvicendarsi delle cose. L'azienda è cresciuta, siamo fortunati in quanto circondati da persone più che valide che non smetterò mai di ringraziare e, quando vengo coinvolto, non uso certamente la forma: agisco al momento. Adoro la nostra impresa e ciò che dico vale anche per tutta la mia famiglia, partecipe non solamente con le azioni bensì anche con il cuore. Sappiamo tutti che il settore del tessile è altamente inquinante, la cittadina laniera (Prato) è considerata l'eccellenza per lo smaltimento dei rifiuti, voi come vi adoperate in merito? Abbiamo un reparto di sostenibilità di cui
luglio\agosto 2019 sono molto fiero, capace di dare buoni risultati sorprendendoci sempre molto piacevolmente. È un team a raggiera con un rappresentante in quasi tutte le funzioni della nostra attività che cerca di limitare l'impatto tramite operazioni varie ed opportune, bilanciando l'urto ambientale. Ferruccio Ferragamo è talmente serio e riflessivo da esser definito nella vita “persona con l'orologio avanti d'un quarto d'ora”, anche se alla serietà ed organizzazione del suo operato (non a caso è del segno della Vergine) unisce larghi sorrisi, nonché estrema fermezza tutelando l'impresa familiare. Una pausa, una rapida occhiata all'orologio, ed eccoci alla borsa, ma non quella delle boutique, bensì... Lei non siede certamente sugli allori, Ferragamo è una potenza industriale conosciuta ovunque. A livello di finanza e di borsa, visto l'alternarsi perenne delle quotazioni, si vive sempre con la Spada di Damocle addosso? Creda, il valore odierno del titolo Ferragamo non lo conosco, tuttavia so che ha reagito bene dopo la comunicazione dei nostri dati e questo mi fa piacere. Un piacere dettato dalla fiducia, dall'operosità del nostro team familiare, perché ce la mettiamo tutta insieme a coloro che operano con noi: i risultati vengono con il contributo di tutti. Nonostante i vostri punti vendita siano sparsi in ogni parte del mondo, qual è la nazione che secondo lei ben si affaccia sul mercato finanziario? Il Vietnam è in forte progresso, sta avanzando notevolmente, tuttavia la nostra presenza venticinquennale in Cina è sempre in crescita, in continua evoluzione. Come si riesce a tener sempre ben alto tutto questo? Direi proprio grazie alle idee che mettiamo sempre all'opera. Progetti futuri? Mai abbastanza!
Accantoniamo il management e ci racconti de “Il Borro” suo buen retiro. È il luogo dove mi riunisco con tutta la famiglia, i miei figli – inevitabile che per lui il concetto familiare sia basilare – insieme in un progetto iniziato da una grande passione per la produzione del vino usando energia alternativa. Praticamente consumiamo il 30% di ciò che produciamo ed il 70% lo mettiamo in rete creando “impatto zero”! Tengo a precisare che la produzione è tutta biologica e che al Borro trascorro i miei fine settimana, ricaricando le batterie! Se poi riesco, mi ritaglio anche un ulteriore giorno! Sei figli, come papà Salvatore Ferragamo. Anche se la domanda appare scontata, come si vive con una famiglia così numerosa? La soddisfazione ripaga qualsiasi cosa, mi creda, è molto bello tutto questo. Lo sa qual è stata la nostra grande fortuna? Aver seguito l'esempio di mia madre; per lei era fondamentale andare tutti in perfetto accordo. Noi Ferragamo siamo tanti e cantiamo tutti in coro. Garbo e gentilezza hanno accompagnato queste sue ultime parole facendo apprezzare che la forza della buona famiglia patriarcale è sempre viva ed accesa. In tema di affetti e sentimenti, mi permetta un richiamo a sua madre, la signora Wanda, colei che decenni fa, improvvisamente, prese in mano le redini familiari. Non saprei da dove cominciare – dice mentre appare lo sguardo dolce e nostalgico segnato dagli occhi lucidi dei ricordi – mi manca moltissimo, era una donna eccezionale tanto che mio nipote di dieci anni mi ha detto: “devi essere felice, caro nonno, di averla tenuta per 73 anni!” Ed ha ragione, si… proprio tanta ragione! Da Bonito, paese dell'Irpinia, un uomo pieno di estro, salpò per l'Oceano con un grande sogno – riuscito – nel cassetto: rendere belle e felici le donne mentre camminavano. I figli ne hanno permesso il percorso.
In foto: Ferruccio Ferragamo
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IL GIARDINO INCANTATO DI PITTI A cura di Carla Cavicchini
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luglio\agosto 2019 Ancora più inebriante il magico mondo dei profumi. In occasione di Pitti Fragranze 17 (13-15 settembre 2019) alla Stazione Leopolda di Firenze. Iniziamo subito da un celebre "naso", quello di di Jean Claude Ellena, special guest per questa edizione, grazie alla particolare installazione sensoriale che affascinerà non poco i visitatori. Vero e proprio maestro della profumeria artistica, i suoi capolavori olfattivi ed una serie di immagini bastano per ripercorrerne la splendida carriera e spalancare vista ed udito d'ogni estimatore per questo elegante signore autore di profumi best-seller, che unisce all'amata professione persino volumetti profumati! Ellena, figura d’intuito eccezionale, è una persona estremamente colta e creativa, tanto che le committenze a lui assegnate sono entrate letteralmente nella storia del profumo. Vero e proprio panorama di eccellenze quelle che citeremo, iniziamo da Hermès: per essa ha creato decine di fragranze e, nonostante siano trascorsi molti anni, memorabile è ancora “Terre d'Hermès”, entrato nella leggenda del mondo olfattivo. Assolutamente immancabile citare la sua opera per di "Dèclaration" per Cartier, "First" per Van Cleef & Arpels, "Ambre Extreme" per l'Artison Parfemeur, "Eau Parfumèe an The Vert", per Bulgari. Venerdì 13 settembre alle 18 l'omaggio a questo artista tramite l'intervista condotta da Chandler Burr, verso l'inebriante ricerca di quei sogni profumati che tanto ci fanno fantasticare. E... diciamolo pure, ci appagano! Kaon come sempre stupirà per l'alta professionalità che la contraddistingue, presentando “Jardin Citrus”, profumazioni varie per l'ambiente. Di gran prestigio il set composto da sapone liquido, candela profumata, Spray per ambiente, diffusore e pout-pourri per ricarica. La splendida e fresca collezione di Christian Tortu si snoderà accompagnandoci attraverso le dolci colline francesi, la spumeggiante Côte d'Azur, ed ancora l’Andalusia e Marocco. Non mancheranno deliziosi angoli italiani con la ridente costa amalfitana e la sofisticata Portofino. Come? Chiudendo gli occhi e lasciandosi letteralmente avvolgere da cedro, menta, pino, bergamotto, agrumi, fiori di arancio, muschio, citronella, gelsomino, sentori di giardino, fino ad arrivare al ginepro e legno di cedro. Avviso: non sempre il ritorno è garantito... Sempre per Kaon, parliamo volentieri di Lucien Ferrero, “maître parfumeur” che vanta una lunga esperienza dettata dall'enorme passione per il proprio lavoro. Una firma olfattiva la sua, capace d'aver creato quella sottile linea di fragranze intima eppur audace, che conduce alla rinascita interiore, volta all'amore. I sensi vengono coinvolti nella inebriante primavera di “Par Amour pour Elle" tra passione ed erotismo del fuoco amoroso, tabacco e spezie d'avvolgente virilità per “Par Amour pour Lui”, sino a “Seringa Blanc” quale “carezza di luce maggese” volta alla gioia dei “bocci in fiore”. Una bella pelle. L'epidermide perfetta si ottiene conoscendo brand innovativi tramite l'attento focus skincare, in piena etica d'attenzione al benessere. Tutto questo lontano da ogni forma d'inquinamento, accanto a solide materie prime per un buon approccio eco-consapevole ove la qualità ecologica si affaccia promuovendone l'uso cosciente. Notevoli ed ancor più, i brand selezionatissimi di Muse & Heroine,
come “Le Prunier, plum Beauty oil", miscela brevettata a base di prugne, buona fonte di antiossidanti. Henua si avvale di attivi principi nordici come la linfa di betulla, bacche, estratti vegetali. "Ipsum" ha sposato varie miscele organiche bilanciate con olii vegetali prodotte nell'entroterra australiano, mentre i Bio Botanicals per "Julisis" – composizioni da formule alchemiche – hanno abbracciato cellule staminali botaniche ed essenze floreali, in perfetta combinazione con argento, oro liquido, essenze preziose. Eccellente “8 Faces”, antiossidante solid-oil, riccamente fruttato con vitamina C presente. Un tuffo nel verde alla ricerca di "Radice" , riuscendo ad incorporare varie note speziate quali salvia, rosmarino, lavanda toscana, timo, ginepro, Erba di San Giovanni elicriso, per buoni e curativi effluvi. Umani e sostenibili non testati sugli animali, per concludere sulla splendida epidermide, i sieri di Ubuna Beauty estremamente attenta al pianeta in tutte le sue forme. E non finisce qui, già, poiché professori vari ed esperti di cosmetologia apriranno una tavola rotonda in merito menzionando pure “Marine + Vine”, per la rigenerazione epidermica con materiali provenienti da campagne francesi e spiagge di Los Angeles. Il profilarsi del bel programma di cultura olfattiva di tre giorni interi (orario 10-18 ) sarà un delicato momento anche per incontrare le nuovissime fragranze "Encens dants tous le Sens" create da Olivier Durbano, eccellente maestro profumiere. Sabato 15 settembre dalle ore 19 presso lo store di Via Niccolini 3/F, si parlerà della sua raffinata collezione “Parfums de Pierres Poms”, nonché del simbolismo delle pietre da cui Olivier è profondamente influenzato, come per altro si può intuire dall'installazione del suo delizioso stand, alla Leopolda. Buon accompagnamento d'ogni pietra-madre, essenze varie ed elisir unite all'incenso, sprigioneranno rituali magici esaltando il Pensiero Urbano verso pace e saggezza. Non a caso i sapienti aromi, volgono al riequilibrio di noi stessi. Buon accompagnamento a lozioni, creme ed effluvi, saranno anche i siparietti artistici legati al mondo della letteratura e botanica quale leitmotiv per "Florentia 2019" presso boutique, giardini e musei con le varie aziende pronte a svelare i loro capolavori. Come sempre nutritissimo il parterre profumiero alla location Leopolda, mentre con estremo piacere ne segnaliamo qualcuno presente quale: Caron, Coreterno,Fedua,Jardin de France, Kajal Parfumes, Kaon, Lladrò, Parco 1923, Durbano, Rebatchi, Pauline R, Zero Molecole. Stss... silenzio, Pitti Fragranze “c'est déjà dans l'air" con le sue note di testa, di cuore, di fondo.
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/Food In foto: Federico Grom
“CONSIGLIEREI AD UN GELATAIO DI FARE QUELLO CHE LO APPASSIONA” Intervista a Federico Grom A cura di Giorgio Nadali*
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luglio\agosto 2019 In cosa fanno la differenza i vostri prodotti? Il nostro desiderio è offrire ai consumatori un gelato dal gusto “puro” delle materie prime che Guido seleziona per loro. Per farlo, lo realizziamo con ingredienti di origine naturale, lavorandoli senza alterarli e senza che aromi, coloranti o emulsionanti siano presenti o aggiunti durante il processo. Pensiamo che la differenza sia l’emozione che si prova ritrovando il gusto autentico di un ingrediente che, per me, è rappresentata dall’espressione stupita dei nostri consumatori quando esclamano “sa davvero di pistacchio!”, “sa davvero di fragola!”. I motivi per preferire il gelato artigianale? Posso darle tre motivi per preferire un gelato fatto con cura e rispetto: nel 2017 abbiamo lanciato in Italia la nostra linea di barattoli confezionati e la sfida è stata realizzarli con la stessa filosofia e gli stessi ingredienti (quelli presenti e quelli esclusi: aromi, coloranti ed emulsionanti) del gelato “da gelateria” – una sfida che abbiamo vinto e che ci permette di offrire nuove occasioni di acquisto e di arrivare anche in quelle case lontane da una gelateria. Per tutte le categorie di prodotto, questi sono per me i fondamentali: • ingredienti: ho imparato tutto quello che so sul gelato da Guido, ma ho capito in senso profondo di quanto sia importante sentirsi sicuri dei prodotti che si scelgono quando è nato mio figlio, cui sono orgoglioso di dare il nostro gelato. In linea generale, penso che siano da preferire quelle gelaterie che comunicano con trasparenza gli ingredienti. • gusto “pulito”: io preferisco i gusti “con i pezzi”, ma anche in questo caso il lavoro fatto per rispettare la materia prima si deve sentire. Imprescindibile è bilanciamento degli ingredienti, quello in cui Guido è maestro e che distingue i bravi gelatai: il cioccolato che si sposa con il biscotto, senza coprirne il gusto; oppure una nocciola pralinata che arriva proprio al momento opportuno! • gusto persistente: un gelato dal gusto “pulito” di ingredienti scelti pensando alla trasformazione in gelato o sorbetto ha anche un gusto lungo, intenso. Molti dei nostri gusti, per questo, sono “da puristi”: il gelato al caffè contiene il 37% di caffè espresso, e il sapore di caffè rimane anche dopo averlo finito. È uno dei fattori che mi fanno preferire un gelato fatto con questo tipo di attenzioni.
Quale opportunità offrite per un franchising con Grom? Ad oggi in Italia non offriamo possibilità di franchising: su 80 negozi soltanto 8 negozi all’estero sono gestiti tramite franchising con gruppi strutturati e con grande conoscenza del mercato in cui operano. Gli altri punti vendita vivono tramite gestione diretta, un tipo di scelta che si fonda sull’opportunità di avere un controllo maggiore sulle Operations. Quale quota di mercato detiene Grom sul mercato italiano? Mi dispiace, ma non diamo questo tipo di informazioni. Quanta parte riservate all'export? Ad oggi abbiamo 26 gelaterie all’estero e vendiamo il gelato confezionato in 12 mercati. La nostra missione è continuare così: portare l’autentico gelato italiano nel mondo. Consiglierebbe ad un gelataio di diventare un grande imprenditore e come? Consiglierei di fare quello che lo appassiona, ed è quello che dico ai numerosi ragazzi che incontro nelle università o nelle start up. Il gelato è un alimento semplice, ma “dietro” ci sono molti aspetti: la filiera degli ingredienti, le ricette, la gestione dei punti vendita e delle persone. Penso che ognuno debba seguire quanto più lo interessa. Guido ama il mondo dell’agricoltura e la comunicazione, io la sfida di trovare nuovi mercati o la negoziazione. Se il sogno è diventare un grande imprenditore, sicuramente all’estero c’è grande desiderio di prodotti italiani fatti bene. Che cos'è secondo Lei il successo? Fare quello che ami insieme a persone per bene. Nel mio caso, inoltre, offrire un prodotto puro, vero e buono che allo stesso tempo regala un piccolo momento di felicità. Scelga uno di questi aforismi e lo commenti: • “Se tornassi al mondo, vorrei soltanto scaldarmi d’inverno e mangiar gelati d’estate.” (Charles-Louis de Montesquieu)
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In foto: Federico Grom
• “Un Oscar, il sesso, un gelato e una pizza… Se avessi questo ogni giorno per il resto della mia vita sarei felice.” (Dustin Hoffman) • “Non amare il gelato significa non avere nessun interesse per il cibo.” (Joseph Epstein) • “Il mio amore per il gelato è emersa in tenera età e non MI ha lasciato più!” (Ginger Rogers) “Il mio amore per il gelato è emersa in tenera età e non mi ha lasciato più!” È vero! Come potrà immaginare, mangio gelato con molte persone e devo dire che al momento dell’assaggio torna il motivo dell’infanzia, anche per le persone più giovani. È una delle prove che il gelato, in tutte le sue forme, è parte della storia di tutti gli italiani. Da due anni vendiamo anche ghiaccioli e il biscotto gelato in alcune spiagge selezionate e mi piace pensare che Grom sia anche un “amore del mare”, come altri prodotti iconici del nostro paese. Un business da 2 miliardi di euro. Agli italiani va il primato mondiale di consumi: oltre 6 chili a testa. Il gelato fa bene anche alla salute, oltre che all'economia? In realtà il consumo pro-capite è più alto in
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PENSIAMO CHE LA DIFFERENZA SIA L’EMOZIONE CHE SI PROVA RITROVANDO IL GUSTO AUTENTICO DI UN INGREDIENTE CHE, PER ME, È RAPPRESENTATA DALL’ESPRESSIONE STUPITA DEI NOSTRI CONSUMATORI QUANDO ESCLAMANO “SA DAVVERO DI PISTACCHIO!”, “SA DAVVERO DI FRAGOLA!” numerosi paesi all’estero, prevalentemente di gelato confezionato. Questa è un’opportunità che abbiamo voluto cogliere. Si è verificata una decisa tendenza alla destagionalizzazione del gelato con un +10% nei consumi annuali, che in Italia superano i 6 chilogrammi pro capite, prodotti da quasi 40mila le gelaterie dove lavorano oltre 150mila addetti. Come vede il gelato artigianale? Credo che la qualità del gelato in Italia sia cresciuta in modo significativo a partire dal
2002, quando Carlin Petrini ha pubblicato l’articolo da cui è “nata” Grom: Non esiste più il gelato come una volta. La sfida della de-stagionalizzazione, come l’aumento dei player sul mercato, ha dato vita ad innovazioni interessanti. Ad esempio noi abbiamo lanciato il Pan Gelato: un panino “brioche” (ma senza glutine, come tutti i nostri prodotti) scaldato al momento e farcito di gelato, panna montata o creme spalmabili. A Shangai offriamo al tavolo dolci preparati con il nostro gelato da uno chef presente in negozio. Vedo quindi un mercato più affollato, ma che stimola nuova idee e creatività.
*Giornalista e docente di "Comunicazione e Successo" c/o Università UniTre, Milano. Autore di 13 libri pubblicati con 7 Editori. 2 libri presenti c/o Università di Harvard, USA. Performance Executive Coach per aziende. Ha pubblicato recentemente “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro, Edizioni Segno, Udine, 2017 e “Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più”, Lampi di Stampa, Milano, 2018. www.giorgionadali.com
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SUPERFOOD, FRUTTI DELLA SALUTE, CIBI NUTRACEUTICI Ecco le nuove abitudini alimentari degli italiani e le relative nuove opportunità di business A cura di Elena Pravato
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Gli italiani hanno sviluppato sempre più interesse per il cibo sano e il benessere a tavola. Secondo i dati Eurostat appena pubblicati, l'85% degli italiani mangia frutta e l'80% verdura almeno una volta al giorno, tra le percentuali più alte dell'Unione Europea. Da qualche anno, però, oltre alla classica offerta ortofrutticola mediterranea, dal fruttivendolo di fiducia o al supermercato possiamo trovare molti dei cosiddetti Superfood fra cui le bacche di Goji, la quinoa e persino il bambù. In pochi sanno però che, non sempre questi prodotti arrivano dall'Oriente o dal confine africano, ma esiste anche una produzione Made in Italy che si sta affermando sempre più per qualità e soprattutto per diffusione. BACCHE DI GOJI Iniziamo con il Goji italiano: sebbene la bacca della felicità evochi subito l'immagine della Cina, con le immense coltivazioni, è ormai certo che anche l'Italia ha la sua varietà di Goji. Si tratta del Lycium barbarum. Si data la sua presenza in Europa già in epoca greco-romana, essendo le sue proprietà già elogiate da Plinio il Vecchio, Galeno e Paracelso. Il nome stesso “Lycium” proviene dal nome dell’antica regione turco-greca di “Licia”. Addirittura gli scavi archeologici di Pompei hanno fatto rinvenire un’ampolla del 70 a.C. con la dicitura “Lykion” che conteneva una mistura di Goji utilizzata come collirio: oggi sappiamo che il Goji fa bene anche alla retina. In Italia la coltivazione della rossa bacca è diffusa in ogni regione e conta oltre 100 ettari solo nel Sud Italia.
La Rete di Imprese LYKION che annovera produttori in bio per il brand Goji Italiano si concentra soprattutto in Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, Lazio e recentemente anche in Sardegna con un progetto solidale finanziato da “Fondazione con il Sud”. “La Rete supera i 15 ettari – afferma il presidente, l’agronomo Rosario Previtera – "ed è agricentrica, ovvero valorizza il lavoro dell'agricoltore, riuscendo a garantire fino a 20 euro/kg di bacche alle aziende agricole associate. Non produciamo volutamente il prodotto essiccato per non confonderlo con il Made in China. Oggi si punta sempre più sulla nutraceutica e l’alimentazione salutistica, alla base del futuro del settore food e della ristorazione in generale". La rete, inoltre, garantisce ai soci anche assistenza tecnica dalla piantagione alla commercializzazione fino alla formazione professionale. La sfida del Goji italiano biologico è quella di portare sulle tavole dei connazionali (ma non solo si esporta anche in Svizzera, Francia, e nord Europa ) la bacca fresca, non essiccata come la maggior parte di quelle in commercio (che provenendo dalla Cina, per motivi di conservazione devono essere essiccati per forza) e soprattutto con certificato biologico. La bacca rossa è celebre per le importanti qualità nutrizionali, i molteplici benefici per l'apparato cardiovascolare, scheletrico (contiene anche Germanio, toccasana per l'artrite) riproduttivo e per il sistema immunitario. Ma soprattutto per la capacità antinfiammatoria e antiossidante: fin dal 2012 lo stesso Ministero della Salute annovera il Goji fra le piante antiossidanti. Oseremmo dire assolutamente a ragione, se pensiamo che secondo la scala di misurazione della capacità dei cibi di assorbire i radicali liberi (tasso Orac), infatti, le bacche di Goji hanno un indice di 25300 contro i 10450 della melagrana. La Rete LYKION ha all'attivo diverse collaborazioni con le Università Italiane per lo sviluppo di progetti di ricerca come l'aumento della shelf-life (la durata del prodotto sullo scaffale della GDO) o l’ottenimento del liofilizzato in polvere e soprattutto l’utilizzo, sotto forma di purea e composta, del Goji Italiano come miglioratore e integratore della capacità antiossidante in tutti i prodotti alimentari: pasta, birra, formaggi, dolci, vellutate, uova e addirittura carni. Ecco qualche numero: per aderire alla Rete occorre predisporre una coltivazione di minimo 1 ettaro; il costo per un impianto di un ettaro si aggira intorno ai 40000 €, che viene ripagato agevolmente nel giro dei primi due anni di attività se pensiamo che un ettaro produce 1,5/2 tonnellate di Goji il primo anno e circa il doppio dal secondo anno in poi e la Rete retribuisce l'agricoltore da 15 a 20 € al kg a seconda delle caratteristiche del prodotto. La Rete assiste l'associato anche a livello creditizio: è possibile avvalersi dei fondi PSR (Piani di Sviluppo Rurale Regionale), dei crediti d'imposta del Mipaaf per le aziende che aderiscono alle reti d'impresa locale ed, inoltre, dei crediti agevolati grazie alle convenzioni che la Rete ha stipulato con diversi Istituti Bancari Nazionali. Conditio sine qua non per l'adesione: il terreno deve esser esposto a sud e deve essere sabbioso (mai argilloso perché la pianta soffre il ristagno idrico) e ad un’altitudine massima di 300 m slm; le piantine vengono fornite da vivai convenzionati e certificati; l'impianto è molto simile a quello dei vigneti, mentre la pianta si sviluppa come quella del pomodoro, essendo il Goji appartenente alla stessa famiglia vegetale, quella delle solanacee. Occorre dotare
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i filari di un impianto di fertirrigazione, ma i consumi d'acqua sono esigui (in piena estate si calcolano 3 litri a piantina giornalieri). La raccolta va da fine maggio a novembre dato che la pianta è molto produttiva: la maturazione del frutto dal fiore avviene in 15 giorni. La raccolta non ha nulla di meccanico, avviene rigorosamente a mano. Il Goji si coglie con tutto il picciolo che è edibile anch'esso. Unici aspetti a cui prestare attenzione sono la "dura selezione" del frutto (non vanno inserite nella vaschetta le bacche che riportano lesioni della buccia perché più esposte allo sviluppo di muffe che potrebbe facilmente diffondersi ai frutti vicini) e la scarsa durata del prodotto fresco non più di 15/20 giorni da quando viene colto. È possibile congelarlo. La Rete è anche fortemente attiva dal punto di vista del marketing, avendo creato molti prodotti trasformati a base del frutto rosso, come la marmellata o la birra di Goji. Ultima novità della Rete è il progetto multidisciplinare “Nutracè-Scienze della vita”. Un progetto supportato anche da numerose associazioni di settore, chef
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famosi e biologi nutrizionisti per riportare il concetto di Nutraceutica del food alle origini ovvero all’utilizzo equilibrato dei Superfood come alimenti curativi e preventivi delle malattie moderne e basati sulla vera “Dieta Mediterranea di Riferimento”. Nasce così il brand “Nutracè-bontà e benessere” e la Nutraceutical Academy con i programmi nazionali di valorizzazione e di formazione professionale qualificanti denominati “Pasticceri del benessere”, “Pizzaioli della salute”, “Chef della nutrizione in cucina”. Eventi e iniziative che offrono spunti e tecniche su come cucinare e abbinare gli alimenti e le pietanze, a partire dai Superfood e dai Functional Food, per un rinnovato benessere a tavola. Per info: www.nutrace.it e www.gojiitaliano.it QUINOA L'Italia è anche terreno fertile per la coltivazione di un altro Superfood, la quinoa. È uno pseudo cereale (a breve vi spiegheremo perché) originario del Sudamerica e, grazie al mix di nutrienti in esso contenuti – possiede tutti e nove gli amminoacidi essenziali, è ricca
di minerali quali fosforo, magnesio, zinco e ferro, ha un alto contenuto in proteine nobili, vitamine C, E, B, Omega 3 e Omega 6 e costituisce un’importante fonte di fibre – è stata definita dalla FAO quale alimento che può combattere la fame nel mondo. La Quinoa Made in Italy è frutto dell'opera dei fratelli Zannini, marchigiani DOC che, dopo averne studiato la funzione di ausilio a protocolli terapeutici farmacologici, hanno dato inizio all'avventura di Quinoa Marche. Emanuele Zamboni, per molti anni ricercatore presso Università d'Oltreoceano, ci spiega come nel 2014 ad Ancona chiuse i battenti lo zuccherificio Sadam, lasciando molti coltivatori di barbabietola da zucchero senza acquirente. La quinoa appartiene alla medesima famiglia vegetale della barbabietola da zucchero e pertanto molti agricoltori hanno potuto convertire le proprie piantagioni. La quinoa non ha una produzione così generosa come altri cereali ma è assai resistente e resiliente ai cambiamenti climatici che al giorno d'oggi interessano la
luglio\agosto 2019 nostra Penisola. Un'operazione molto delicata per arrivare al prodotto finito è quello della perlatura che consiste nel togliere l'involucro esterno che contiene saponine responsabili del gusto amaro e di molte allergie. In tutto il mondo e soprattutto nella quinoa d'importazione, questo procedimento avviene per lavaggio e successiva essiccazione ad alte temperature con conseguente produzione di acqua inquinata e perdita di vitamine e altri componenti termolabili. Nelle Marche, invece, avviene tramite abrasione meccanica conservando intatto il valore nutrizionale della granella e soprattutto potendo riutilizzare lo scarto ricco di saponine che viene spesso utilizzato in ambito farmaceutico. BAMBÙ Anche in questo caso ci aiuterà un esperto: il Presidente del Consorzio Bambù Italia, il dottor Fabrizio Pecci. Sebbene l'attività del Consorzio sia molto recente (nasce nel 2015), i “bambuseti” in Italia continuano a crescere e moltissimi agricoltori stanno scegliendo di convertire i propri campi a questa coltura. Per capire il successo della filiera occorre fare una premessa: al mondo esistono 1200 tipologie di bambù tropicali o adatte al clima temperato. Il consorzio, presso i Vivai Onlymoso, ha selezionato la varietà Phyllostachys edulis, la migliore per il nostro clima. Si tratta di una graminacea con un'evoluzione rapidissima. Le piante di bambù fornite dai Vivai Onlymoso che vengono messe a dimora sono costituite da due parti importanti e distinte: la parte sotterranea è il rizoma, la parte fuori dal terreno è invece la canna, che termina con eleganti rami e foglie sempreverdi. Il bambù in primavera emette germogli (preziosissimo prodotto alimentare) che in 40/60 giorni arrivano alla loro completa crescita dando vita appunto alla canna. Ogni giorno la canna cresce in altezza 30/40 cm mentre il diametro resta il medesimo per tutta la vita. Quello che può variare con gli anni è la consistenza della parete della canna (la parte destinata all’industria del legno). Un importantissimo vantaggio ambientale del bambù è relativo alla sua grande capacità di assorbimento della CO2 (molto maggiore rispetto alle normali foreste Italiane) che trasforma i bambuseti in veri e propri polmoni verdi. Fra i pregi del bambù, infatti, c'è il fatto di essere ecologico e sano: non necessita di nessun trattamento ìfitosanitario proprio perché il bambù ha proprietà antimicotiche. Inoltre non richiede ingenti quantità d’acqua. Il bambuseto necessita di qualche cura in più solo nei primi due anni di vita. Le potenzialità del bambù sono davvero infinite e soprattutto può produrre reddito in ogni sua parte, dal germoglio in su: nessuna viene eliminata! Il Presidente Pecci ci parla delle applicazioni della pianta: “Possiamo raggruppare in due gruppi le tipologie di bambuseto, a seconda dell'utilizzo che si vuole fare del prodotto. Il primo è un bambuseto per produrre germogli edibili per la filiera food e bambù per l'industria della falegnameria. In questo caso si procederà alla raccolta dei germogli, ogni anno a marzo, lasciando sviluppare solo qualche canna per metro quadro. Avremo, quindi, un bambuseto molto diradato. Le canne, lasciate crescere, saranno tagliate ogni tre anni e saranno destinate alla produzione di tavole lamellari, travi o parquet. I germogli di bambù sono stati annoverati fra i cinque cibi più sani al mondo e questo dato è stato confermato da una ricerca da noi commissionata all’Università di Farmacia di Bari. Si mangiano
sott’olio o in crema e abbiamo già raggiunto degli accordi commerciali con la GDO per la distribuzione. Altra tipologia di utilizzo del bambuseto è quella per la produzione di cellulosa e cippato. In questo caso occorre creare più massa possibile, pertanto da ogni germoglio faremo crescere la canna e procederemo con tagli selettivi a strisce: ogni anno non andremo a tagliare a zero il bambuseto, ma taglieremo solo il 50%, intorno a gennaio/ febbraio. Dopo 12 mesi taglieremo la metà non tagliata l’anno precedente. Il taglio avviene meccanicamente come nella mietitura delle pioppelle, anche se stiamo mettendo a punto delle correzioni alle macchine agricole esistenti per adattarle al meglio alle coltivazioni del bambù. Con un campo coltivato a questa stregua si può produrre mangime per gli animali ed in particolare per i bovini. La parte fogliare risulta essere ancora più nutriente della consueta erba medica e per confermare questi dati ci siamo affidati all'Università di Reggio Emilia. Un altro grande mercato per il bambù, in particolare per il cippato, è quello dell’industria cartaria. L’industria cartaria italiana ha una grande tradizione ed è un’eccellenza del nostro Paese. In Italia, però, produciamo pochissima materia prima e importiamo per la maggior parte la cellulosa necessaria. Il bambù potrebbe essere la soluzione per rendere corta la filiera della carta. Inoltre è un canale molto remunerativo per l’agricoltore: attualmente, in Cina, per una tonnellata di cellulosa di bambù vengono corrisposti 210 dollari. Dai nostri calcoli e dai primi riscontri che abbiamo avuto dai nostri associati, con un appezzamento di 5000 mq, ogni anno si riescono ad avere 100 tonnellate di materia, mantenendo un range di 20 kg di massa a mq all’anno. Stiamo studiando, con un’intensa attività di ricerca a supporto dei consorziati, di raggiungere i 50 kg a metro quadro. Un altro sbocco interessante può essere, inoltre, il mercato delle bioplastiche, dato che il bambù si presta alla produzione dei biopolimeri.” Il Consorzio Bambù Italia, oltre ad un intenso lavoro commerciale per aprire nuovi mercati ai propri associati, sta portando avanti molteplici ricerche sia per la meccanizzazione dei lavori in campo sia per la certificazione delle caratteristiche dei germogli e delle canne. Il successo di questa coltura emergente è confermato dal numero crescente di nuovi impianti a bambuseto che si registra in ogni regione italiana. Per ogni informazione: www.onlymoso.it
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I 215 LOCALI STORICI D’ITALIA, UN’EREDITÀ DA RISCOPRIRE La Guida 2019 ai “Locali storici d’Italia”, giunta alla sua 43a edizione, fa emergere un patrimonio di cultura e tradizioni, non solo enogastonomica, che unisce il Paese da Nord a Sud A cura di Cinzia Meoni
215 locali con un’età media di 180 anni (ma alcuni, come l’Hotel Cavalletto e Doge Orseolo di Venezia e il Ristorante Oste Scuro Finsterwirt di Bressanone, affondano le proprie radici nel 1200), veri e propri “musei dell’ospitalità” e baluardi dello stile: sono queste le strutture che assicurano un itinerario tutto da gustare che unisce il Nord al Sud del Paese. Lo evidenzia la Guida 2019 ai “Locali storici d’Italia”, giunta alla sua 43a edizione e presentata a Milano in uno dei locali meneghini d’eccellenza, il Boeucc (www.boeucc.com) con i suoi 323 anni di storia alle spalle, passati anche attraverso le Cinque Giornate di Milano, e un futuro luminoso davanti grazie alla cura delle tradizioni meneghine in cucina e a un’atmosfera di fine Ottocento ricreata in sala. “Questi locali rappresentano una risorsa eccezionale per il turismo culturale che consente di scoprire concretamente, attraverso testimonianze, arredi e ricordi, il patrimonio storico del nostro Paese” ha dichiarato Enrico Magenes, presidente dell’Associazione Locali Storici d’Italia, nel corso della presentazione milanese. I 215 Locali storici d’Italia rappresentano i più antichi e prestigiosi alberghi, ristoranti, pasticcerie, confetterie, caffè letterari e fiaschetterie protagonisti della storia d’Italia, sedi di eventi importanti o ospiti di personaggi illustri. Per entrare nella Guida,
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In foto: Antico Francischiello
luglio\agosto 2019 i locali storici devono avere almeno 70 anni di storia e conservare ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), ma anche presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri. Con 35 locali recensiti, il Veneto è la regione più rappresentata, seguita da Lombardia (32), Toscana (28), Piemonte (22), Liguria (21) e Campania (20). Tra le province, si distingue Venezia, al comando con 19 referenze; medaglia d’argento per Genova (17), mentre Torino e Napoli (entrambe a 15) si dividono il 3° posto subito prima di Milano e Firenze (14). In questi locali scorre la cultura enogastronomica (e non solo) del Paese: c’è chi ha inventato l’aperitivo, un rito inventato al Caffè Camparino in Galleria Vittorio Emanuele a Milano all’inizio del Novecento; il primo gelato da passeggio, novità scandalosa lanciata negli Anni Trenta dal Caffè Fiorio di Torino; la Torta Paradiso firmata dal pavese Vigoni, medaglia d'oro all’Esposizione Internazionale nel 1906; ma anche i primi tentativi di impiattamento, alla ricerca di una via estetica a partire dagli accostamenti di colore tra cibo e stoviglie creati dall’alleanza tra Gabriele D’Annunzio e Antonio Gioco, patron del Ristorante 12 Apostoli di Verona e chi, come il Caffè Paszkowski di Firenze, ha ospitato la prima orchestra tutta al femminile negli Anni ‘20. Gran parte delle strutture segnalate tra i locali storici ha l’ospitalità nel DNA con storie che scavano nel passato fino a toccare le 12 generazioni alla guida del locale, come Ristorante Corona di San Sebastiano Curone, l’Hotel Cavallino Bianco di San Candido-Innichen con la famiglia Kühebacher, giunta a 10 generazioni e l’Hotel Elefante di Bressanone con gli Heiss-Falk, giunti a 8. “Sono centinaia gli aneddoti sui grandi della storia, uniti da un comun denominatore: il buon gusto – ha detto il presidente dell’Associazione Locali storici, Enrico Magenes – Storie che partendo da cibo, bellezza e ospitalità italiana incrociano in modo trasversale quelle del Paese: dal dominio straniero all’Unità d’Italia, al boom; dalla commedia dell’arte, al futurismo, fino al neorealismo”. Beesness ha incontrato i titolari di • Caffè Al Bicerin di Torino (www.bicerin.it), a cui si deve per l’appunto l’invenzione del bicerin, una golosa tradizione piemontese (caffè, cioccolato e crema di latte serviti in un piccolo bicchiere senza manico) apprezzata da Alexandre Dumas, Giacomo Puccini, Friedrich Nietzsche e Italo Calvino • Caffè Florian (www.caffeflorian.com), una vera e propria istituzione a Piazza San Marco a Venezia sin dal 1720 dove si possono ancora ammirare specchi dipinti a mano, stucchi e ritratti dell’élite della città lagunare • Antico Francischiello da Peppino (www.francischiello.com) di Massa Lubrense, sulla collina Sorrentina sin dal 1909 e rimasto in gestione alla famiglia del fondatore, generazione dopo generazione giunto alla terza generazione dal fondatore. Tre realtà diverse ma legate da un unico fil rouge: l’amore per la propria storia ricca di cultura e tradizioni. Un legame che non sempre è semplice comunicare in un mondo dove a dettar legge sono recensioni non verificate sul web e dove l’overtourism (un pericolo concreto in luoghi come Venezia) porta, grazie alle compagnie aeree low cost
e ai facili collegamenti, carichi di turisti mordi e fuggi non sempre interessati ad andare oltre lo spritz per soffermarsi su dettagli, storia e cultura di questi luoghi del cuore. Per questo, scorrere le pagine (o l’app) della Guida permette al lettore di compiere un viaggio nell’Italia più bella a cui ispirarsi per programmare viaggi e vacanze future.
In foto: Caffè Florian
In foto: Caffè Al Bicerin
In foto: Il Boeucc
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/Alta Formazione
REAL ESTATE: FORMAZIONE E RISULTATI CORRONO DI PARI PASSO A cura di Giuseppe Bonani
Da un triennio il mercato immobiliare è in una fase di graduale ripresa, favorito anche da un ritrovato interesse degli istituti bancari ad erogare mutui alle famiglie acquirenti. Il 2018 si è chiuso con un numero complessivo di compravendite in ambito residenziale di circa 578.000 unità e le previsioni indicano il superamento della soglia delle 600.000 unità entro un biennio. L’erogato delle banche destinato al settore casa è cresciuto a circa 50 miliardi di euro. Segnali d’interesse si registrano anche sul piano degli investitori internazionali, in ragione del fatto che i prezzi sono ancora in una fase di consolidamento e non si registrano segnali di aumento sul breve termine. Anche l’ambito industriale e commerciale denota segnali di discreta ripresa con aumenti del numero di transazioni e volumi di vendita piuttosto rilevanti. In questo contesto gli Agenti Immobiliari si stanno muovendo con discreti risultati, ma si tratta comunque di una ripresa selettiva In foto: Bruno Vettore
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luglio\agosto 2019 solo per chi alza gli standard qualitativi di servizio. Una delle chiavi principali per incrementare la qualità della relazione commerciale con la clientela è sicuramente la Formazione degli Operatori, e in proposito abbiamo raccolto il parere di uno dei maggiori esperti del settore, Bruno Vettore, Executive Manager e convinto sostenitore della formazione e della valorizzazione del Capitale Umano nell’ambito delle attività professionali. Come valuta l’interesse degli Agenti Immobiliari nei confronti della loro formazione? La crescita professionale della categoria procede in maniera lenta e discontinua. Si stima che solo il 35% degli Agenti Immobiliari frequenti corsi di formazione e aggiornamento e che solo il 20% lo faccia in maniera costante, continuativa e con una certa intensità. C’è ancora parecchio da fare, soprattutto in ragione degli adeguamenti che le nuove tecnologie impongono alla categoria e dalle quali non si può prescindere. Quali sono le aree didattiche più importanti? Per svolgere al meglio la professione di Agenti Immobiliari serve arricchire e approfondire due ambiti prevalenti dell’attività: la FORMAZIONE METODOLOGICA, ovvero avere un adeguato protocollo operativo che contenga tutte le fasi del lavoro e che esprima un ciclo produttivo efficace e la FORMAZIONE COMPORTAMENTALE, ovvero verificare le attitudini commerciali e affinare tecniche e atteggiamenti che sono determinanti nella relazione con il cliente.
Cosa offre la vostra società al riguardo? Da oltre un quinquennio ho fondato una società, BV INVEST, che si occupa di Consulenza Direzionale e Formazione Manageriale e che per il settore immobiliare ha messo a punto una serie di linee formative ad hoc che puntano a migliorare la qualità delle prestazioni e a incrementare le performance, coniugando i fattori fondamentali della professione di intermediario immobiliare con le innovazioni tecnologiche che negli ultimi anni stanno incidendo sul mercato. In cinque anni abbiamo erogato più di 750 giornate di consulenza e formazione ed ottenuto un eccellente grado di soddisfazione da parte dei nostri clienti. Ha un percorso formativo particolare da consigliare? Certo. Consiglio a tutti gli Agenti Immobiliari di frequentare un programma formativo denominato “W.A.P. - WORK AGENCY PROGRAM”, un Protocollo Operativo aggiornato che può davvero permettere di fare il salto di qualità ed aumentare il proprio volume d’affari, adottando processi operativi adeguati e modalità commerciali aggiornate per una clientela sempre più evoluta.
BRUNO VETTORE Bruno Vettore è uno dei maggiori protagonisti del real estate italiano, con esperienza trentennale al vertice di aziende come Tecnocasa, Pirelli Real Estate, Grimaldi, Gabetti. Nell’aprile del 2011 riceve l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, conferita con decreto dal Presidente della Repubblica. Dopo l’uscita del primo libro nel 2013 “Trent’anni di un avvenire”, nel febbraio 2017 pubblica “I 10 pilastri della leadership”, short book sul tema della leadership applicata nel concreto. Nel dicembre del 2015 gli è conferito il “Premio alla Carriera”, nell’ambito dei prestigiosi Real Estate Awards, importante manifestazione che premia le eccellenze del settore immobiliare nazionale. Attualmente è nel board di diverse aziende ed a capo della sua società BV INVEST, che si occupa di consulenza strategica, formazione manageriale, network development e real estate advisory. Da sempre attento studioso delle tematiche afferenti la formazione e la valorizzazione del “Capitale Umano”, è stato relatore in oltre 1000 seminari e conferenze, con circa 50.000 partecipanti ai suoi corsi aziendali dedicati allo sviluppo del potenziale personale e professionale. www.brunovettore.it www.bvinvest.it
In foto: Bruno Vettore
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/Franchising
IL ROBOT CON IL TUTÙ Rubrica Quadrante a cura di Mara Licia Frigo
“Mara, il prossimo articolo deve essere sulla moda” “Nulla di più semplice! La moda o valore modale di un insieme di dati è quel valore, se esiste, che si presenta con maggiore frequenza. Tieni conto che ci possono essere più valori modali.” Alzo lo sguardo “Ah…. ti riferivi a quell’altra Moda” Se fossimo in un paese anglosassone questo problema non si sarebbe posto. Una si dice mode e l’altra fashion, difficile confonderli. Beh, definiamolo concorso di colpa, stavo lavorando ad altro, fa caldo, le mie sinapsi non erano propriamente allineate. Questa rientra tra le mie reazioni difensive principe. Ogni volta che sento la parola Moda scattano due voci: Giada (Come tu mi vuoi) che dice “è più forte di me, ogni volta che sento quella parola mi vien voglia di vestirmi peggio” e Miranda (Il diavolo veste Prada tratto dall’omonimo romanzo) con il suo “non essere ridicola Andrea, tutti vorrebbero essere noi”. Qualcuno lo definirebbe un ossimoro, per me sono due facce della stessa medaglia. A pensarci bene, cos’è in fin dei conti la moda? In
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luglio\agosto 2019 effetti è un qualcosa che si presenta con maggior frequenza in un insieme. Un'usanza che, diventando gusto prevalente, s’impone nelle abitudini, nei modi di vivere, nelle forme del vestire: la moda delle minigonne, del cellulare; moda parigina, italiana; moda femminile, maschile. Questo è ciò che è. Tanto varrebbe dire che un Robot è un insieme di hardware e software. Non abbastanza riduttivo? Allora chiamiamolo tostapane. Altamente qualificato ma sempre un tostapane. Forse è meglio chiedere ad Alexa di impostare un timer. Possiamo ridurre la moda a una mera scelta di capi d’abbigliamento? Non dovremmo essere così scontati, magari ha un significato più profondo. Come un robot non è un tostapane iperqualificato, anche la moda è da considerarsi come un sistema a più dimensioni – che non riguarda soltanto i vestiti – bensì abbraccia tutte le attività che comportano una scelta. Se qualcosa non concorre a qualcos’altro è inutile. Guardate in casa tutti gli oggetti che avete: ognuno concorre a qualcosa (la libreria concorre a tenere libri, suppellettili e polvere, una spina concorre ad accedere all’alimentazione delle lampadine, della lavastoviglie, del carica batterie, un oggetto sicuramente indispensabile negli attacchi di panico da “batteria all’1%”). Quindi anche la Moda concorre a qualcosa. Ciò che spesso non è chiaro è a cosa concorre. E qui bisogna fare un salto quantico per capire che la Moda assurge simultaneamente a funzioni contrapposte tra loro. La moda permette ad una persona di “identificarsi”. E di uniformarsi allo stesso tempo. Tu scegli il capo, ma i capi tra cui scegliere sono definiti da altri. È autonomia determinata, libertà schiava. Tra pudore ed esibizionismo. Allora ha ragione Giada, è massificazione, “si fanno mercificare”. Non è così semplicistico. La natura della moda è per eccellenza dicotomica, tra ribellione
e conformismo, strumento di comunicazione e di omologazione. Abbiamo scambiato il doppio petto per i pantaloni a “caviglia scoperta”, l’eccesso per eleganza. Si potrebbe arrivare all’estremo affermando che si è creato un distacco perché la moda “non parla più della nostra vita, della nostra società”. Interessante è la visione di Costanza Baldini tratta dal libro Sociologia della Moda. "Ogni singola moda si presenta caduca e insieme eterna, appare come temporalmente fragile, ma dichiara di voler aspirare all’eternità. È radicata più di quanto, di primo acchito, non sembri nel passato, vuole dominare il futuro, ma è solo regina del presente. Di fatto la moda raggiunge la sua acme, in quelle società che amano tra tutte le dimensioni temporali quella del presente". Per usare un’espressione in voga da diversi anni, in quell’italiano impazzito tra “apericena” e “sapevatelo”, verrebbe da esclamare “tanta roba”, come ad una fiera paesana di mucche, dove si soppesa la qualità della bestia nella quantità di "roba" che incarna. Facciamo un esempio meno filosofico: il cellulare. Uno smartphone, oggi, ti permette di fare alcune cose simultaneamente (rispondere al marito e chattare con le mamme nel gruppo WhatsApp perché tua figlia si è dimenticata i compiti da fare). Cosa succede nel momento in cui sei al telefono con il marito per la spesa e arriva la telefonata dell’amica? Devi fare una scelta: o interrompi la prima o rifiuti l’altra. Entrambe le cose non possono essere fatte. Ma non c’è problema, non ci aspettiamo certo una soluzione diversa. Allora perché, anche in modo un po’ inconsapevole, stiamo chiedendo alla moda, ad uno strumento con funzioni ben definite, di fare quello che il nostro smartphone non fa? Perché chiediamo alla moda di essere simultaneamente strumento rappresentativo e non omologante? Pretendiamo dalla moda di essere “espressione” di una società nella quale convivono l’Accademia della Crusca e la parola “sapevatelo”. Forse, e dico forse, non siamo noi a chiedere un po’ troppo alla moda? Spero solo di non vedere in futuro il robot con il Tutù.
A PENSARCI BENE, COS’È IN FIN DEI CONTI LA MODA? IN EFFETTI È UN QUALCOSA CHE SI PRESENTA CON MAGGIOR FREQUENZA IN UN INSIEME. UN'USANZA CHE, DIVENTANDO GUSTO PREVALENTE, S’IMPONE NELLE ABITUDINI, NEI MODI DI VIVERE, NELLE FORME DEL VESTIRE: LA MODA DELLE MINIGONNE, DEL CELLULARE; MODA PARIGINA, ITALIANA; MODA FEMMINILE, MASCHILE.
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/Franchising
“SCEGLIERE E LAVORARE CON LE PERSONE GIUSTE È LA PRIMA E PIÙ IMPORTANTE CAPACITÀ DA METTERE IN CAMPO” Intervista a Corrado Cagnola, AD di KFC, Kentucky Fried Chicken Italia: A cura di Giorgio Nadali*
Il fondatore di KFC, Harland Sanders diceva: "Ho solo due regole: fai tutto il possibile e fallo al meglio. È l'unico modo in cui hai la sensazione di realizzare qualcosa". È la vostra filosofia aziendale? Sicuramente sì, a partire dal nostro
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prodotto. Proponiamo ai nostri clienti il miglior pollo fritto al mondo, e soprattutto cerchiamo di stupirli con proposte dirompenti e molto distintive, prodotti che ci si può aspettare solo da KFC. La nostra promessa è che il cliente potrà gustare nei
ristoranti KFC davvero il miglior pollo fritto al mondo, preparato a mano ogni giorno nelle nostre cucine, dai nostri cuochi. Che potrà mangiarlo con una modalità unica, quella della condivisione grazie al bucket, il contenitore iconico nel quale serviamo
luglio\agosto 2019 il pollo. E poi che potrà vivere la sua esperienza da KFC in piena libertà e rilassatezza, aiutato dalle nostre persone nella scelta del menu, in un ambiente accogliente e moderno. Quale quota di mercato avete in Italia sulla ristorazione veloce? In Italia siamo presenti dal 2014 e contiamo oggi 32 ristoranti in 11 regioni. Siamo uno dei mercati più giovani per KFC, che è presente da molti anni in 138 paesi nel mondo con oltre 22.000 ristoranti. L’Italia è, quindi, un Paese che per il nostro marchio ha un grande potenziale di crescita. Il nostro obiettivo per il 2019 è di consolidare la nostra presenza nei territori dove abbiamo già aperto ed arrivare nelle regioni in cui ancora non siamo presenti e dove il Colonnello è molto atteso, a giudicare dalle richieste che ci giungono attraverso i social network. Contiamo di arrivare a 50 ristoranti entro fine anno. La nostra presenza non è tuttavia ancora così massiccia e capillare sul territorio da consentire valutazioni sulla quota di mercato. Ci parli nel dettaglio delle opportunità di franchising con KFC. Quello di KFC è un sistema multifranchising: preferiamo puntare su un numero limitato di franchisee – al momento in Italia sono otto – ciascuno in grado di sviluppare un importante numero di ristoranti. Se consideriamo ad esempio che dieci punti vendita comportano oltre 250 dipendenti e un fatturato che si attesta sui 20 milioni, ciò equivale a gestire un’azienda di dimensioni medie: un compito per il quale occorre avere le necessarie doti imprenditoriali. Noi forniamo il know-how, il training, il supporto operativo, la gestione dei ristoranti è affidata ai franchisee. Per individuare il franchisee “giusto”, analizziamo il piano industriale che intende sviluppare con noi, puntando su imprenditori che abbiano la capacità di affrontare un business particolare, caratterizzato da alti volumi e bassi margini, che impone quindi massima attenzione e risorse adeguate. In altre parole, mettiamo i potenziali partner di fronte alla realtà e riteniamo di non dover convincere chi non sia sufficientemente sicuro e consapevole. Yum! Brands Inc. ha intenzione di aprire in Italia anche Pizza Hut e Taco Bell? Per queste informazioni dovrete rivolgervi direttamente alla nostra corporation Yum! Brands Inc. Nel breve termine comunque non è nei nostri piani. L'investimento di 1 milione per ristorante KFC in franchising a fronte di entrate medie per ristorante di 1,9 milioni appare profittevole. In quanto tempo si ripaga mediamente? Con 32 ristoranti ci siamo resi conto che è difficile fare una media poiché ogni ristorante ha la sua storia che dipende dalla location e da molti altri fattori, non ultime le capacità del singolo imprenditore. Quali sono i numeri consolidati di KFC nel 2018? Lo scorso anno abbiamo servito 5 milioni di clienti, sviluppando per ogni locale un fatturato medio di circa 1,9 milioni di euro.
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Ci parli della sostenibilità ambientale di KFC. L’attenzione all’ambie nte è imprescindibile oggi. Sul tema della plastica, ad esempio, abbiamo drasticamente ridotto il consumo usa e getta: da ottobre 2018 nei ristoranti KFC in Italia le cannucce e i coperchi per i bicchieri non vengono più distribuite insieme alle bibite destinate al consumo nel ristorante e non vengono messe a libero servizio dei clienti che possono richiederle, ma vengono invitati a non utilizzarle per limitare il consumo di plastica monouso. Il loro uso è già diminuito del 50%. La sostenibilità ambientale è prioritaria per il gruppo Yum! Brands a livello globale: dal 2020 Yum! Brands si impegna a utilizzare imballaggi a base di fibre solo con materie prime certificate o riciclate. Per questo KFC ha stretto una partnership con NextGen Consortium (un consorzio multisettoriale che studia packaging alternativi dedicati al food), che aiuterà l’azienda a individuare soluzioni per il packaging realizzate con materie prime a base di fibre e che siano riciclabili, compostabili o biodegradabili su scala globale. A gennaio 2019 inoltre è stato fatto un annuncio a livello globale: entro il 2025 la più famosa catena al mondo di ristoranti che servono pollo fritto impiegherà solo packaging riutilizzabile o riciclabile e lavorerà per eliminare completamente gli oggetti in plastica usa e getta dai suoi ristoranti. KFC è stata la prima azienda della ristorazione veloce in Italia a intraprendere un’iniziativa di recupero e donazione delle eccedenze alimentari. Con quali risultati? È il progetto Harvest, che ci permette di recuperare il pollo fritto in eccedenza e di donarlo a chi ne ha bisogno. KFC lo realizza in diversi Paesi nel mondo e in Italia KFC è la prima azienda della ristorazione veloce protagonista di un’iniziativa di questo tipo, che si inserisce nel percorso indicato dalla legge Gadda 166 del 2016. Abbiamo lanciato il progetto nel 2017 e nostro partner in questa iniziativa è il Banco Alimentare, che ci consente di collegarci in
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modo capillare con le organizzazioni di assistenza sul territorio. Al 30 aprile 2019, il progetto Harvest coinvolge in Italia già 10 ristoranti e altrettante organizzazioni caritative, alle quali abbiamo già donato oltre 11.000 pasti fino ad oggi. Quali le innovazioni di KFC, anche nel digital advertising? La nostra comunicazione è prettamente digital, con l'80% del budget investito su questo canale, il più efficace per la nostra audience che è molto giovane. Ci contraddistingue uno stile sempre ironico, divertente, coinvolgente, e protagonista del nostro dialogo con la community sui social è spesso il Colonnello Harland Sanders, il fondatore di KFC. Oltre al tono di voce efficace per la nostra audience, siamo attenti all’evoluzione degli strumenti e dei format delle piattaforme digitali per sfruttarli al massimo, sempre col nostro stile. Secondo lei quali 3 caratteristiche deve avere un CEO di successo? Se nel retail i segreti del successo sono location, location, location, nel campo della ristorazione sono certamente persone, persone, persone! Scegliere e lavorare con le persone giuste è la prima e più importante capacità da mettere in campo.
*Giornalista e docente di "Comunicazione e Successo" c/o Università UniTre, Milano. Autore di 13 libri pubblicati con 7 Editori. 2 libri presenti c/o Università di Harvard, USA. Performance Executive Coach per aziende. Ha pubblicato recentemente “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro, Edizioni Segno, Udine, 2017 e “Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più”, Lampi di Stampa, Milano, 2018. www.giorgionadali.com
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/ Franchising/Retail
MARIO RESCA, CONFIMPRESE: «2° SEMESTRE IN RIALZO CON 675 APERTURE E 6.750 POSTI DI LAVORO» Il retail punta sullo sviluppo della rete distributiva nonostante l’incertezza normativa: rialzo del +10% sul 2° semestre 2018. Food e ristorazione cifra iconica del settore. Il Lazio sorpassa per la prima volta la Lombardia con 97 nuove aperture. Formazione, nuova frontiera contro l’incertezza del futuro. A cura di Confimprese
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luglio\agosto 2019
Foto: © charnsitr / Shutterstock.com
L’Osser vatorio Confimprese sul 2 ° semestre luglio-dicembre 2019, tenutosi a Stresa il 14 giugno, lima al rialzo le previsioni annunciate lo scorso gennaio (1027 aperture e 10mila posti di lavoro creati). L’output per il semestre che prende il via a luglio prevede 675 aperture di nuovi punti vendita con un impiego di 6.750 risorse totali e una crescita del 10% sullo stesso periodo 2018. Il lieve rimbalzo positivo è da ascrivere alla necessità da parte dei retailer di continuare a puntare sullo sviluppo della rete distributiva, nonostante il freno imposto dal ddl sulle chiusure dei festivi, ventilato tra il 2018 e la prima parte del 2019, ora in stand by alla Camera. Nello split per regioni il Lazio sorpassa per la prima volta la Lombardia per numero di aperture: 97 vs 91 grazie a Roma che si conferma regina del turismo italiano con 15,2 milioni di incoming turistici. Novità nella formazione Aumenta il numero delle Academy
interne e della cosiddetta learning zone, che racchiude online tutti i corsi e le informazioni necessarie per lavorare nei punti vendita e accompagnare le persone in un percorso individuale di crescita professionale. Queste le principali evidenze emerse durante il 4° Retail Summit organizzato a Stresa da Confimprese, Ey e Gruppo Food. «A questo punto dell’anno – chiarisce Mario Resca, presidente Confimprese – con lo stallo politico ancora in atto, che ha per il momento congelato il ddl sulle chiusure festive dei negozi, i retailer hanno ripreso a puntare sullo sviluppo della rete distributiva. Registriamo, infatti, un rimbalzo positivo di qualche punto percentuale grazie al rapido aumento di food e ristorazione. L’incertezza normativa pesa, ma le imprese lavorano per raggiungere gli obiettivi che si sono date a inizio anno e lo fanno nonostante le avversità».
Overview macroeconomica del mercato • Indice di fiducia dei consumatori • Recessione economica, prospettive lavorative e finanze personali • Propensione alla spesa Secondo l’Osservatorio Confimprese Lab-Nielsen nel primo trimestre del 2019 l’indice di fiducia degli italiani scende a 68 punti rispetto ai 70 punti dell’ultimo trimestre del 2018, pur restando su un livello più alto (+2 punti) rispetto a un anno fa. Tra gli altri principali Paesi europei, da sottolineare la ripresa dell’indice di fiducia in Francia, dopo il forte calo dell’ultimo trimestre del 2018 e il calo per la Spagna. Al lieve miglioramento delle prospettive lavorative (dal 17% di un anno fa al 18% dell’ultima rilevazione la percentuale di chi vede positivo) non corrisponde un miglioramento della percezione circa lo stato delle proprie finanze personali (dal 30% del 1° trimestre 2018 al 29% del 2019), mentre si riduce la percentuale di
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chi considera l’attuale momento buono per comprare le cose di cui si necessita o di cui si ha bisogno (dal 24% di inizio 2018 al 23% del 1° trimestre 2019). Più in generale, il lieve arretramento della fiducia e quello di alcuni dei principali indicatori che la determinano (prospettive lavorative stabili, prospettive finanziare e propensione al consumo in lieve calo), sottolineano l’attuale momento di incertezza e la mancanza di prospettive sicure circa l’immediato futuro degli italiani, determinando atteggiamenti più prudenziali e di attesa. Centri storici e centri commerciali Un’importante evidenza sullo sviluppo della rete distributiva riguarda il mondo dei centri storici e dei centri commerciali con un ritorno di interesse da parte dei retailer sui centri città a causa dell’incertezza del disegno di legge sulle chiusure festive, che obbligherebbe alla chiusura i punti vendita sopra i 250 mq nei centri storici con più di 10mila abitanti e di tutti quelli nei centri commerciali. Nei comuni fino a 10mila abitanti potrebbero restare aperti i negozi fino a 150 metri quadri, mentre in quelli con più di 10mila abitanti, i negozi fino a 250 metri quadri. L’Osservatorio Confimprese segnala sostanziale parità nel numero dei punti vendita nei centri commerciali e nei centri storici: quelli con metrature sotto i 250 mq sono per il 40% nei centri commerciali, per il 40% in centro storico e per il 20% in periferia. Di contro, gli esercizi commerciali con metratura dai 400 ai 1500 mq e oltre come ristoranti, fast food e negozi di abbigliamento sono localizzati principalmente nei centri commerciali e retail park. I retailer frenano nelle aperture soprattutto nei centri commerciali per i punti vendita con metrature dai 400 ai 1500 mq e oltre sia nel food sia nel fashion. Il settore arredo casa ha già rivisto al ribasso i piani di sviluppo per i centri commerciali e al momento prevede aperture solo nei centri storici; le librerie che in genere aprono su riconversione di librerie indipendenti, contano di insediarsi solo nei centri città. Il settore immobiliare, invece, che apre principalmente nei centri città, stima nel semestre a venire un centinaio di nuove agenzie. Il quadro, però,
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dipende in gran parte dal fatto che il ddl prenda o meno forma istituzionale. Outlook del franchising per singola regione Nello spaccato per singole regioni è emerso che il traino per le nuove aperture è in gran parte dettato da città e località a maggiore attrazione turistica e culturale, dove aprire nuovi punti vendita soprattutto sotto l’insegna di food e abbigliamento, garantisce un ritorno sugli investimenti concentrato per il 20% durante il fine settimana. L’Osservatorio Confimprese rileva il sorpasso del Lazio sulla Lombardia. Si stimano 97 nuove aperture quasi tutte concentrate su Roma, che si conferma regina del turismo italiano con 15,2 milioni di arrivi in crescita di 1,1 milioni sull’anno precedente (dati Cst per Assoturismo). La Lombardia perde il primato registrato dall’Osservatorio Confimprese 2018 e, nonostante sia la regione virtuosa per eccellenza che detiene il 20% del totale Pil Italia, arretra a 91 aperture di cui 66 solo nel food: ristorazione e street food sono la cifra iconica che contraddistingue soprattutto Milano, che ha registrato il +10% di incoming turistici nel 2018 (dati
Comune di Milano). Al 3° posto il Veneto scavalca l’Emilia Romagna con 88 esercizi commerciali in arrivo equamente divisi tra food e fashion. Con i suoi 19,5 milioni di visitatori sia autoctoni sia stranieri si consacra prima regione d’Italia (dati Istat). Scivola in quarta posizione l’Emilia Romagna con 60 nuove aperture in tutti i settori, food, fashion, arredamento, ottica, cosmesi. Gli arrivi sono stati nel 2018 13,7 milioni con una crescita percentuale del +7% dalla Riviera all’Appennino, dalle città d’arte alle terme fino alle altre mete al di fuori degli itinerari tradizionali (dati Comune di Bologna). Chiude la top 5 delle regioni la Sicilia, che con il 9.5% in più di incoming, continua a rappresentare un mercato di sviluppo della rete distributiva (dati Istat). Nel 2° semestre sono previste 52 aperture. Sicuramente la destagionalizzazione e la programmazione di eventi culturali e di entertainment costituiscono un buon assist anche per il retail. Academy e formazione Dall’Osservatorio Confimprese emerge un dato che impatta direttamente sulle risorse umane: la formazione è tornata al
luglio\agosto 2019 centro d’interesse del mondo retail. Se fino a qualche tempo fa era quasi diventata archeologia industriale, oggi fotografa il sentiment che alimenta chi guida le imprese. La difficoltà di lettura del futuro e l’instabilità politico-economica chiedono risposte certe almeno nella preparazione della forza lavoro. E così fioriscono academy per seguire le risorse sia da collocare in sede sia nel punto vendita. Ne sono un esempio nel fashion Yamamay (1.855 persone formate da gennaio a ottobre), Bata (28mila ore di formazione), Tally Weijl, Primadonna, Miniconf, la francese Kiabi con il metodo 70-20-10 (70% formazione sul campo, 20% apprendimento in aula, 10% e-learning). E ancora nel food Rossopomodoro, Roadhouse (300 risorse formate l’anno), Gruppo Sarni (250 persone nel 2018 con un investimento di 40mila euro), KFC (600 risorse stimate nel 2019), Lindt, Illy Caffè con l’Università del Caffè, Cioccolati Italiani, La Piadineria (1300 persone nel 2018), Burger King (140 nel 2018), Lowengrube (25mila di investimenti 2019). E ancora nell’arredo casa Thun (950 nel 2018) L’Erbolario, Kasanova (400 persone nel 2018), Natuzzi. Tutti dotati di una scuola di formazione interna per formare, educare, fidelizzare le proprie risorse e far capire loro lo spirito motivazionale alla base di una riuscita politica commerciale. Le risorse vengono motivate anche attraverso corsi mirati per imparare a gestire lo stress e ad acquisire un corretto approccio al lavoro. L’88% della base associativa pensa che la competenza più rilevante per affrontare i cambiamenti in atto sia l’innovazione, seguita da comunicazione e capacità di gestire l’incertezza (74%) e dal 66,6% che punta su imparare a imparare. Ma c’è dell’altro. Per affrontare il tema dello sviluppo delle competenze il 33,3% è convinto che si debba puntare su workshop e corsi di formazione, anche all’estero. Un dato, questo, che sottolinea il clima di incertezza all’interno delle aziende: chi non riesce a trovare risposte deve aprirsi al mondo e considerare anche di espatriare. Si tratta di un cambiamento dirompente, che fa oltretutto scivolare la richiesta di nuove assunzioni e l’affiancamento a professionisti esterni al 7,41 per cento. A significare che l’apprendimento deve diventare una condizione permanente delle persone, come sottolinea il 100% della base associativa Confimprese. Il digital e l’intelligenza artificiale Il digital è diventato imperante nel retail. L’Osservatorio Confimprese ha analizzato alcuni comportamenti delle aziende a riguardo e ne è emerso che la metà (51,85%) ha adottato test per verificare le competenze delle proprie risorse, il 25,9% corsi di formazione specifici per migliorarle e il 18,5% piani di digital transformation per creare ambienti lavorativi digitali. Il dato drammatico è semmai un altro: il 26%, quindi un terzo dei retailer, non ha preso alcun provvedimento, mentre il 48% "ci sta pensando". Nel frattempo il mondo gira in modo diverso e non è un caso che in Italia risieda la più bassa quota di popolazione che compra online: il 44% contro il 68% della media europea. Un ritardo ascrivibile al rapporto tra le competenze
digitali di un Paese e la competitività delle aziende. L’e-commerce è complementare al canale fisico tanto che gli retailer tradizionali abilitano modelli omnicanale e le cosiddette Dot Com cercano di stabilire con i clienti un canale di contatto fisico. Il retail è una delle industrie in cui l’impatto dell’applicazione dell’intelligenza artificiale potrà essere più interessante e immediato, perché in grado di avvicinare anche gli utenti finali, nelle loro abitudini quotidiane, alle nuove frontiere dell’innovazione. Non a caso sono già state adottate soluzioni di intelligenza artificiale per migliorare la relazione con i clienti come i processi di automazione legati alla filiera logistica, al machine learning e alle analisi predittive. Si tratta di elementi decisivi per il rafforzamento di una relazione sempre più personalizzata tra i brand e i consumatori. In un contesto economico nazionale e internazionale, dove il fattore determinante nell’arena competitiva delle aziende è la capacità di garantire un’offerta sempre più personalizzata, le innovazioni che porterà l’intelligenza artificiale potranno migliorare la comprensione delle aspettative dei clienti.
CONFIMPRESE AWARDS L’iniziativa Confimprese Awards giunge alla 2a edizione e quest’anno sceglie 4 categorie da premiare rivolgendosi alle aziende associate che hanno contribuito alla crescita del sistema italiano grazie a una nuova visione strategica orientata all’innovazione verso il cliente. Queste le categorie: fast growing retailer Italia, fast growing retailer estero, best marketing campaign, brand & format innovation. A queste, che sono riservate esclusivamente alle aziende associate, quest’anno si aggiunge anche il premio per un centro commerciale, che negli ultimi due anni abbia realizzato un ampliamento o restyling con significativo impatto sull’attrattività e sulla performance del centro. La partecipazione all'iniziativa è gratuita e riservata ai retailer associati ed è possibile candidare una o più insegne alle seguenti categorie di premi. Le candidature verranno valutate da una giuria composta da professionisti esperti: Fabrizio Carretti, amministratore delegato private equity Permira, Luciano Fontana, direttore Corriere della Sera, Donato Iacovone, amministratore delegato EY Italia, Luca Manzoni, responsabile corporate Banco BPM, Marzio Quaglino, capo servizio economia RAI-TG Lombardia, Mario Resca, presidente Confimprese, Maurizio Santacroce, amministratore delegato Business School Sole 24 Ore. I vincitori saranno premiati il 26 settembre in occasione della celebrazione del ventennale dell'Associazione.
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/ Franchising
INTERVISTA A EXPENSE REDUCTION ANALYSTS A cura di Giuseppe Bonani
In foto: Valentina Bianchini, Head of Network Development Italy e Carlo Maraz Galassi, Country Director Italy di Expense Reduction Analysts
Se vogliamo parlare di Expense Reduction Analysts non possiamo prescindere dal background professionale e imprenditoriale di successo di Fred Marfleet. Fondatore e Presidente Esecutivo di ERA, Fred, nato nel Regno Unito, ha completato gli studi in Australia, dove ha cominciato l’attività di commercialista. Prima di fondare Expense Reduction Analysts, ha avviato e ha sviluppato diversi business in Australia, in particolare nel campo della finanza. Dopo un percorso di formazione e di approfondimento in ambito di riduzione dei costi, Fred Marfleet nel 1992 ebbe l’intuizione
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che nei successivi 27 anni avrebbe dato vita al miglior franchising al mondo per la gestione dei costi generali e dei fornitori, non a caso premiato dal Global Franchise Magazine come “Best Business Franchise”, sia nel 2018 sia nel 2019. Quell’anno, infatti, Fred fondò a Londra Expense Reduction Analysts, intravedendo chiaramente le potenzialità di sviluppo di questo business e, cinque anni dopo, decise di trasformarlo in un franchising professionale, cominciando dai paesi di cultura anglosassone fino a raggiungere oggi una presenza in oltre 30 Nazioni.
luglio\agosto 2019 Abbiamo chiesto a Valentina Bianchini, Head of Network Development Italy di rispondere ad alcune domande e di aggiornare i nostri lettori su una realtà di franchising diffusa in tutto il mondo. L’attività di ERA è presente a livello europeo. Come meglio può essere descritto il lavoro di ERA a livello europeo? I nostri consulenti operano in tutto il mondo: Europa, Stati Uniti, Australia, Brasile, Messico e tanti altri paesi. Nello specifico il network europeo rappresenta oggi circa il 50% della presenza globale di ERA. La nostra attività in Europa è suddivisa per aree geografiche coordinate dagli Area Developer e dai Country Manager che forniscono supporto locale e assicurano una stretta collaborazione tra i Partner, che a loro volta costituiscono un gruppo di professionisti altamente qualificato e consolidato, consulenti fidati per migliaia di aziende
Qual è nello specifico l’attività dei franchisee ERA? I nostri Partner, in quanto Solution Specialists, forniscono soluzioni personalizzate ai propri clienti: ottimizzano i processi aziendali, aiutano i clienti a trovare nuove forme di risparmio e nuovi modelli di benchmarking e identificano, laddove necessario, i migliori fornitori con lo scopo di soddisfare al meglio le esigenze dell’azienda. I risparmi ottenuti sono il risultato di una profonda conoscenza del settore, di negoziazioni a livello professionale e di valutazioni qualitative. I consulenti di Expense Reduction Analysts lavorano esclusivamente in base al risultato e la loro remunerazione si basa sul risparmio ottenuto. Una volta entrati nel network i nostri Partner hanno la possibilità di dedicarsi ad attività di acquisizione clienti, di Client Management o di occuparsi dell’analisi come specialisti di categoria.
Può spiegare il ruolo di ERA a livello italiano, oggi? Nel contesto economico odierno, la sfida principale per la maggior parte delle organizzazioni è la riduzione dei costi legati alla loro espansione. Le imprese stanno ottimizzando aggressivamente le spese essenziali, eppure in molti casi i loro costi di esercizio giornalieri sono inutilmente maggiorati anche del 40%. Molte aziende semplicemente non hanno l’organico o la competenza e l’esperienza giusta per contenere questi costi. I nostri specialisti usano la loro esperienza e competenza per offrire valore aggiunto, contribuire a migliorare i processi e realizzare risparmi tangibili in diversi settori in oltre 40 categorie di spesa.
Come ERA ricerca i professionisti/consulenti per sviluppare l’attività di identificazione di clienti da assistere nel miglioramento degli indici aziendali? Siamo alla ricerca continua di talenti e competenze che possano arricchire il nostro network. I nostri Partner sono ex manager o imprenditori che ad un certo punto della loro carriera hanno deciso di capitalizzare la loro esperienza avviando un’attività consulenziale rivolta alle aziende. Expense Reduction Analysts offre loro la possibilità di entrare nel network pagando una fee d’ingresso di 59.900 euro, che garantisce il diritto ad utilizzare il marchio e la metodologia di ERA per dieci anni, e include un percorso di formazione e coaching e supporto personalizzato in ambito IT e marketing.
Quali sono le aree di intervento dell’ufficio ERA di Milano sviluppate negli anni più recenti? L’ufficio di Milano è la sede Italia e si occupa, in sinergia con la casa madre di Expense Reduction Analysts che si trova a West Malling nel Kent, della crescita del Gruppo di consulenti ERA in Italia e del supporto alla loro operatività.
Quali sono i benefici per i vostri franchisee? Il nostro è un modello di business in franchising innovativo che permette ai nostri Partner di continuare ad imparare e collaborare con oltre 650 Partner nel mondo, e di avvalersi dell’esperienza di 27 anni di attività, mitigando così il rischio imprenditoriale. Expense Reduction Analysts offre ai Partner formazione,
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coaching e supporto per creare un’attività di consulenza redditizia e al contempo ottenere e consolidare tutte le competenze e gli strumenti per garantire ai clienti il valore aggiunto di cui hanno bisogno. I Franchisee ricevono inoltre il supporto del nostro team di Marketing che garantisce l’implementazione di una strategia solida e calibrata, che dia la credibilità necessaria e al contempo un supporto personalizzato. Possono inoltre contare sull’assistenza h24 del nostro Dipartimento IT per tutte le questioni operative. Oltre a tutto ciò, i nostri Partner beneficiano attraverso il nostro sistema remunerativo di un alto potenziale di guadagno e un ottimo bilanciamento vita/lavoro. Quali sono i profili dei vostri franchisee? Il nostro network globale è costituito da specialisti di ogni settore professionale, professionisti e manager di medio e alto livello in tutta Italia, provenienti da qualunque settore di commercio o industria, con competenze specifiche nelle tante aree
di intervento in cui operiamo, abituati a relazionarsi con le dirigenze aziendali. Sappiamo bene che le persone avviano un’attività per ragioni diverse e che il successo ha un significato differente per ognuno. Per alcuni dei nostri franchisee, il successo è semplicemente la soddisfazione personale di avere un’attività in proprio, ma con tutti i vantaggi che derivano dal fare parte di un network internazionale con un business format consolidato. Alcuni vogliono lavorare in un ambiente stimolante che li aiuti a realizzare i propri obiettivi personali e professionali in collaborazione con professionisti esperti. Per altri il successo significa benessere economico. Altri ancora vogliono semplicemente dedicare più tempo alla famiglia, con la flessibilità di poter pianificare il lavoro in modo da conciliarlo con la vita privata. In ogni caso, quella in ERA è una professione a misura delle esigenze di ciascun consulente. Qualunque sia il motivo che li spinge a unirsi a ERA, i nostri consulenti hanno in comune il desiderio di essere padroni della
In foto: I partecipanti al Basic & Advanced Training di ERA, Kent (UK), 29/4 – 8/5/2019
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loro vita, di guadagnare ciò che meritano e di mettere a frutto l’esperienza maturata in anni di carriera. Quale formazione viene offerta ai futuri franchisee? Offrite assistenza iniziale e continuativa? E xp ense Reduc tion A nalys t s of fre formazione, coaching e supporto per aiutare i Partner in ingresso a creare un’attività di consulenza redditizia avvalendosi del prestigio di un brand riconosciuto a livello mondiale. I nuovi franchisee vengono formati sui metodi per individuare, generare e mantenere i risparmi offrendo valore aggiunto ai clienti. La formazione riguarda anche le vendite, lo sviluppo del business e la costruzione di relazioni, per poter acquisire clienti nuovi con efficacia. Il nostro Programma Start-Up di 18 mesi è finalizzato a offrire tutte le conoscenze e la sicurezza necessarie per avviare e gestire con successo la loro attività. Al termine della formazione iniziale, i nuovi
luglio\agosto 2019 franchisee sono pronti a iniziare il percorso che li porterà ad avviare la loro attività, potendo contare sul supporto continuo da parte della casa madre. Quali sono i progetti di ERA nel medio periodo? Mai come ora il mercato italiano è stato ricettivo per la nostra proposta. L’attuale fase di incertezza dell’economia chiama le aziende virtuose ad una verifica dei propri fondamentali. Le risorse interne sono scarse in quanto finalizzate alla cassa, per fare fronte agli imprevisti, oppure concentrate sulla differenziazione per limitare i rischi. Nessuna azienda italiana di consulenza offre in un'unica soluzione l’expertise esterno dato dalla nostra esperienza, insieme alla proposizione “condivisione dei risparmi” che non necessita di investimenti “one-off”. Crediamo di potere continuare con il nostro trend attuale di crescita che in Italia è di +40% all’anno, sia come aumento di fatturato di gruppo, sia come allargamento del network con l’inserimento di nuovi partner. Le regionalità e i distretti italiani che necessitano di un nostro potenziale intervento sono ancora molti, e per coprirli servono partner in ingresso che possano apportare idee, opportunità, voglia di vincere la sfida.
ELENCO DEI PIÙ RECENTI AWARDS ASSEGNATI A ERA GLOBAL Best White Collar Franchise 2018 Best White Collar Franchise 2019 USA World Class a cura del Franchise Research Institute 2015, 2016, 2017 DACH Top Consultant per 4 anni consecutivi 2016, 2017, 2018, 2019 ITALIA Alfredo Longo-Best Franchisee of the World 2017
SCHEDA INFORMATIVA EXPENSE REDUCTION ANALYSTS FRANCHISOR Expense Reduction Analysts Ragione Sociale: E R Associates (Europe) Ltd Settore: Consulenza e assistenza per l'impresa Anno di lancio del Franchising: 1992 Consulenti ERA in franchising in Italia: 32 Consulenti ERA in franchising nel mondo: 650 Sito: www.expensereduction.com Sede Italia: Via Copernico 38, Milano Referente franchising: Valentina Bianchini e-mail: vbianchini@expensereduction.com Contatti per affiliazione: Telefono: 02 3035 6524 Associazione di appartenenza: Associazione Italiana Franchising
UK Bronze Franchisor of the Year della British Franchise Association 2016 e 2017 Best Overall Marketing Campaign 2015, 2016, 2018 BRASILE Excellencia en Franchising – ABF 2018
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/Franchising
A FIERAMILANOCITY TORNA SALONE FRANCHISING MILANO, L’EVENTO NUMERO UNO IN ITALIA PER IL COMMERCIO IN AFFILIAZIONE A cura della redazione
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luglio\agosto 2019 L a più imp or tante f iera nazionale del commercio in affiliazione torna a Fieramilanocity da giovedì 24 a sabato 26 ottobre 2019. Con più di 15mila visitatori e oltre 200 stand nell’edizione 2018, Salone Franchising Milano è un appuntamento fisso per l’incontro B2B tra catene commerciali e potenziali franchisee, con momenti di formazione gratuita per tutti coloro che desiderano mettersi in proprio attraverso la strada dell’affiliazione. Anche in quest’edizione confermati i servizi storici che negli anni il Salone ha sviluppato a favore dei propri visitatori: la F-School, con lezioni e workshop quotidiani di istruzione sul mondo del franchising e del retail; la F-For You, desk con consulenti esperti a disposizione per consigli e informazioni sul lancio o lo sviluppo di un’attività; Percorsi di Vita, una serie di testimonianze di persone (franchisee) che hanno aperto con successo un negozio in franchising. Cuore dell’evento, come sempre, il palco centrale F Talk ricco di convegni, workshop, analisi di mercato e testimonianze delle maggiori catene di settore. Qui si svolgerà anche la finale del talent show Re.start -smart up your business, che nasce con l’obiettivo di selezionare le migliori nuove idee legate al mondo del retail e del franchising e assegnare i premi per le
tre categorie previste dal regolamento: Best Business Idea, Best Technology & Innovation, “Creative Idea,” Special Prize by IED. A valutare i progetti una giuria di esperti e personalità influenti nel mondo del commercio e del retail, che insieme a Salone Franchising Milano permetteranno a tutte queste menti creative la possibilità di veder realizzato il proprio sogno. La grande novità di questa edizione, che affiancherà SFM come un vero e proprio evento nell’evento è il Ret@il Innovation Forum, un’agorà di discussione con panel specifici a numero chiuso e relatori d’eccezione, che ospiterà le aziende leader del mercato retail. Un importante momento di confronto tra figure che costituiscono l’élite di oggi e del futuro di un settore in costante crescita. Questo nuovo format, di grande appeal per tutti gli addetti ai lavori, nasce dalla collaborazione tra Campus Fandango Club, agenzia di event management specializzata nella creazione e gestione di grandi eventi e Jakala, la prima Martech Company italiana che offre supporto in ambito strategico, analitico, digitale e tecnologico. “Oggi la sfida più grande per i brand è creare esperienze di eccellenza in grado di fornire servizi e contenuti personalizzati, comunicazione trasparente, efficienza di
erogazione e soddisfazione immediata” afferma Marco Di Dio Roccazzella, Managing Director Jakala. “Siamo lieti di partecipare al Ret@il Innovation Forum perché rappresenta un momento unico di confronto in cui condividere le strategie retail più innovative e conoscere le nuove frontiere del retail attraverso lo storytelling di best practice e nuovi progetti sperimentali”. Grazie a RIF, Salone Franchising Milano valorizza e dà voce a tutti i servizi per il retail e il franchising al momento disponibili e in via di sviluppo: innovativi sistemi di digital e geo marketing, infrastrutture e piattaforme omnichannel, sistemi CRM e di consumer engagement, modelli di analytics ed e-commerce, nuovi concept di negozi ibridi, sistemi di allestimento on e off line, soluzioni e prodotti finanziari o assicurativi ad hoc per il retail e processi di training evoluto delle human resources. Salone Franchising Milano è organizzato da Campus Fandango Club in collaborazione con Fiera Milano e in partnership con Assofranchising. Come per le precedenti edizioni, anche quest’anno non mancherà la preziosa presenza delle associazioni di categoria come Federfranchising e Confimprese, partner istituzionali, e il patrocinio di Regione Lombardia.
ORGANIZZATO DA CAMPUS FANDANGO CLUB CON FIERA MILANO 24-26 ottobre 2019 Fieramilanocity – pad. 3 Per info: salonefranchisingmilano.com
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/ Centri / Centri Commerciali comerciali
MAPIC ITALY E MAPIC FOOD: LE NUOVE OPPORTUNITÀ Oltre 2.200 partecipanti provenienti da 40 Paesi, circa il 10% in più rispetto all’edizione precedente. Tra questi hanno preso parte all’evento 850 retailer, 400 dei quali del settore food&beverage. A cura di Marcella Ciappi
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luglio\agosto 2019 Questi sono solo alcuni dei numeri di MAPIC ITALY e MAPIC FOOD 2019, le vetrine sul panorama del retail real estate italiano e internazionale. La quarta edizione di MAPIC ITALY e la seconda di MAPIC FOOD hanno dato un panorama completo sui player di riferimento del retail real estate e su quelli che sono i concept più innovativi del settore a tutti coloro che hanno visitato il MICO di Milano l’8 e il 9 maggio di quest’anno. Leisure e innovazione sono le parole chiave legate ai temi affrontati al MAPIC ITALY mentre ottimismo e sguardo al futuro hanno pervaso l’atmosfera della manifestazione. MAPIC ITALY Tra gli espositori ospitati dall’evento hanno confermato la loro presenza CBRE, Cushman & Wakefield, JLL oltre a Ceetrus, Grandi Stazioni Retail, Savills, Ece, Eurocommercial, IGD, Svicom, Sonae Sierra, Aedes, Klépierre e ai recenti ingressi di Falcon Malls e Westfield. Oltre alle conferme, l’evento ha accolto inoltre sviluppatori e brand internazionali che si sono dimostrati fortemente interessati alle opportunità offerte dal mercato italiano. “I nuovi dati relativi al settore evidenziano numeri importanti. Stiamo infatti parlando di 139 miliardi di fatturato generato nel 2018, compreso l’indotto, e 71 miliardi di fatturato diretto, con un’incidenza sul PIL nazionale del 4,1%. Indiscutibilmente, un contributo fondamentale all’economia del Paese. È un’industria in forte trasformazione, ma pronta ad affrontare le sfide future, forte dei suoi due miliardi di presenze all’anno e di solidi fondamentali. Inoltre, è importante sottolineare il valore aggiunto e il nuovo ruolo dei centri commerciali nell’experience dell’acquisto, che divengono sempre più centri, oltre che nuove piazze sociali e hub di esperienze, anche nelle periferie urbane”. Così ha esordito Massimo Moretti, Presidente del Consiglio Nazionale Centri Commerciali italiano (CNCC) durante il convegno di apertura di Mapic Italy Retail: sfide che diventano opportunità, puntualizzando l’enorme valore sociale ed economico del settore retail. Una fotografia più approfondita del settore è stata successivamente descritta
dalle più importanti società di consulenza internazionali (JLL, Cushman & Wakefield e CBRE), durante la sessione ufficiale del CNCC Dove va il retail real estate; dove va lo sviluppo dei centri commerciali. “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: cito Lavoisier non a caso, perché ben si adatta a quanto sta avvenendo oggi al settore immobiliare” ha commentato Joachim Sandberg, Head of Italy&Southern Europe Region di Cushman&Wakefield “dove il caso dei centri commerciali è forse l’esempio più evidente. Non ci sono apocalissi, il centro commerciale non è morto bensì sta subendo una grande trasformazione, in termini di format e di “valore”, con un repricing in atto. La maggiore incertezza e volatilità legata al futuro del centro commerciale continua a tenere lontani gli investitori core mentre offre opportunità per gli investitori disposti a correre un rischio maggiore. Ciò si sta riflettendo sui rendimenti che, in Europa, hanno già iniziato a crescere, attestandosi nel 2018 poco al di sotto del 5%. Per il futuro, ci aspettiamo che, una volta completata la trasformazione, il settore torni ad attrarre maggiormente capitali core”. “Oggi il Retail Real Estate è un asset class in trasformazione” ha aggiunto Pierre
Marin, CEO di JLL Italia “Parleremo in futuro sempre più di progetti ibridi, volti a rispondere alle esigenze dei retailer che a loro volta stanno modificando in maniera significativa il proprio modello di business. In parallelo, per quanto riguarda il mercato degli investimenti ci aspettiamo, con un giusto repricing, un consolidamento del capitale domestico oltre a un ritorno del capitale internazionale per il Retail Real Estate”. Il cauto ottimismo è proseguito anche nelle parole di Alessandro Mazzanti, CEO di CBRE che ha sostenuto che “l’attuale evoluzione del retail italiano, rappresenta una grande opportunità per modificare e valorizzare ulteriormente gli immobili commerciali, facendone sempre più polo attrattivo per famiglie e consumatori nel soddisfare i loro bisogni di consumo e di divertimento”. Altro importante focus approfondito durante il panel Convergenza onlineoffline: quali strategie per il punto di vendita fisico nell’era digitale? è stato il tema dell’innovazione tecnologica. “Le tecnologie svolgono un’azione importante nella trasformazione in atto” ha dichiarato Armando Garosci, Direttore dell’innovazione editoriale di Largo Consumo “sia partecipando al
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miglioramento della soddisfazione del cliente, sia contribuendo a gestire più efficacemente gli asset immobiliari”. Sono state presentate in questa sessione alcune delle soluzioni digitali più innovative e volte a migliorare la customer experience così come la profilazione del cliente. Tra gli altri, Shoppertrak ha presentato una soluzione tecnologica che grazie a sensori contapersone aiuta a rilevare una serie di dati sul numero di visitatori che transitano di fronte al negozio e che entrano nel punto vendita. Microlog, con le informazioni elaborate e fornite dai suoi contapersone, ha dichiarato di essere in grado di suggerire le azioni necessarie per incrementare gli accessi allo store e le probabilità di vendita. FeedbackNow ha proposto gli smiley box con tasti fisici per monitorare la soddisfazione del cliente in tempo reale. Anche il Leisure nel retail sta divenendo sempre più centrale nell’evoluzione del settore. Il tema è stato affrontato da Gian Gherardo Aprile, Group CEO, We Arena Entertainment; Roberto Bramati, Presidente Spazio Futuro, Roberto Folgori, Head of Commercial Department Dedem, Marco Mazzucchi, Marketing Director Zamperla e Marco Pizzoni, CEO Way nella sessione concliusiva Quando il Retail incontra l’entertainment: le nuove shopping destination. In conclusione, si può dire che “l’industria del retail sta attualmente rinnovando il retail mix tradizionale, integrando nuove categorie di attori come i pure player digitali e nuovi concept basati su benessere, salute e leisure. Il retail sta inoltre ridefinendo i modelli di sviluppo classici, adattandosi ai nuovi contesti urbani e affiancando alle aree retail tradizionali spazi di co-working o co-living” come ha dichiarato Nathalie Depetro, Direttore MAPIC. “MAPIC affronterà le sfide dell’industria del settore, lanciando a novembre un nuovo evento dedicato al leisure, un giorno prima di MAPIC CANNES”. MAPIC CANNES si terrà dal 13 al 15 novembre al Palais des Festivals. MAPIC FOOD Grazie ai cambiamenti demografici e
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all’evoluzione degli stili di vita, il settore food&beverage ha registrato una forte crescita e si conferma come driver fondamentale della trasformazione dei siti commerciali in vere e proprie lifestyle destination. Il settore continua ad attirare crescenti investimenti da fondi di private equity. Vincent Mourre, CEO e co-fondatore di Whitespace Partners, ha evidenziato come nel 2018 e nell’anno in corso le acquisizioni di catene di ristoranti si sono attestate a 17 miliardi di euro. Tra i principali deal ha elencato: Coca Cola per Costa Coffee, Permira per Hana Group e Restaurant Group per Wagamama. Il retail legato al mondo del caffè è un esempio di questa evoluzione dell’offerta che integra nuovi parametri con diverse
modalità. Ad esempio, durante la sessione dal titolo Caffè: la corsa al nuovo oro nero, Alessandro Bottazzi, Head of Beverages di Nestlé Professional, ha sottolineato l’esigenza di una sostenibilità credibile nell’evoluzione del prodotto e dei format, mentre Sophie Barton, Direttore Marketing di Soho Coffee Co, ha evidenziato la necessità di crescere rimanendo fortemente radicati nei propri valori. Quentin Vicas, Head of Business Development di Le Cafe Alain Ducasse, ha aggiunto infine che un’altra tendenza globale è la premiumisation, in quanto i consumatori stanno diventando sempre più esigenti, informati e consapevoli del prodotto. Le dark kitchen sono state identificate
luglio\agosto 2019 approccio personalizzato a seconda del contesto geografico di sviluppo. Secondo quanto af ferma Jonathan Doughty, Direttore e Responsabile Globale di Foodservice, Leisure & Placemaking di ECE Projektmanagement “le parole chiave per i travel retailer sono Tempo, Denaro e Personalizzazione. I consumatori sono disposti a pagare più di quanto si pensi per un cibo di buona qualità in un ambiente piacevole. Il fattore tempo è essenziale in un aeroporto o in una stazione ferroviaria…”.
come l’imminente grande rivoluzione del settore a livello globale. Questo fenomeno è stato discusso in una sessione che ha visto la partecipazione di alcuni key player quali Deliveroo, UberEats, Glovo, Amrest e Oracle F&B. Secondo Stephane Ficaja, Direttore Generale Northern and Southern Europe di UberEats, l’Europa potrebbe accogliere nei prossimi 5 anni fino a 5.000 dark kitchen, a supporto di 200.000 brand di ristorazione. Ficaja ha inoltre dichiarato che “il food delivery online sta crescendo più velocemente del resto del mercato. Le dark kitchen permettono di ridurre gli investimenti diretti, garantiscono l’eccellenza a livello operativo e una maggiore agilità nella gestione del prodotto”. Tuttavia, come ha
sottolineato Dan Houghton, co-CEO della catena di ristorazione messicana Chilango “è ancora molto presto per fare previsioni: se è possibile realizzare importanti profitti, allora perché vi sono ancora operatori come Domino che optano per mantenere un numero consistente di negozi fisici? È un'opportunità molto eccitante, ma credo che al momento le dark kitchen debbano agire in ottica multibrand”. Per quanto concerne il Travel Retail, i viaggiatori desiderano sempre più una qualità di prodotto, servizio e scelta simili a quelle che è possibile trovare nelle destinazioni tradizionali. Una delle principali sfide per i marchi globali è quella di far crescere i concept utilizzando un
FOOD SERVICE AWARDS ITALY Appuntamento conclusivo del MAPIC Food e parte del programma ufficiale della Milano Food City, è stata la cena di gala finale a cui sono stati invitati circa 300 tra top manager di food retail, centri commerciali, outlet, aeroporti, stazioni, autostrade e fondi d’investimento. La terza edizione dei Food Service Award, evento di Edifis, in collaborazione con le riviste retail&food e Ristorando, si è svolta proprio in questa occasione e ha visto premiare i migliori concept tra le 85 catene di ristorazione, nelle nove categorie in gara. In particolare, i brand e i format premiati nelle rispettive categorie dai 27 giurati sono stati: • Caffè: Illy Caffè – format che si basa sulla qualità del caffè, apprezzato a livello internazionale • Pizza: Pizzium – format che ruota attorno alla pizza italiana di qualità • Panini: Tramé – format basato sugli originali tramezzini veneziani • Carne: Welldone – format che propone hamburger gourmet • Gelato & Cioccolato: Don Nino – format che propone dolci e gelato • Centri Commerciali: Viva – format dedicato all’healthy food • Travel: Natoo – format che si basa sull’healthy food • Urban: Pandenus – format che ruota attorno all’offerta di prodotti da forno e ambienti accoglienti • Ristorazione a tema: Löwengrube – catena di ristorazione di cucina e birreria bavarese, dove si possono vivere i sapori e la convivialità tipiche dell’Oktoberfest, che è stata premiata per la coerenza nella
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strategia di sviluppo e per la crescita in pochi anni attraverso il franchising. Fondata nel 2005, Löwengrube ha infatti avviato con successo il progetto franchising nel settore della ristorazione nel 2014: oggi conta oltre 300 addetti impiegati all’interno dei 12 ristoranti e 5 wagen (food truck di street food bavarese) distribuiti in Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Marche, Lazio e Sardegna. Numeri che Pietro Nicastro, CEO and Founder di Löwen-Com, azienda che ha creato e gestisce il marchio Löwengrube, conta di raddoppiare, con 10 nuovi punti vendita, che daranno lavoro a oltre 250 persone entro la fine del 2019. Pietro Nicastro, CEO and Founder di Löwen-Com, azienda che ha creato e gestisce il marchio Löwengrube, ha dichiarato: “Siamo fieri di aver ricevuto questo riconoscimento a dimostrazione che il nostro format è riuscito a conquistare il mercato, grazie alla nostra offerta ristorativa di qualità e al concept unico dei nostri locali, studiati nei minimi dettagli per far rivivere ai nostri clienti la vera esperienza bavarese in Italia” e continua “Entro la fine del 2019, abbiamo in programma l’apertura di ulteriori 10 nuovi punti vendita, che daranno lavoro ad oltre 250 persone”. Un “Premio Speciale dei giornalisti di retail&food e Ristorando” è stato infine assegnato a Trattoria Solidale per la qualità del lavoro svolto nel formare e includere persone speciali e per l’innovazione di prodotto e tecniche. I Foodservice Award 2019 sono stati sostenuti dalle più rappresentative associazioni di categoria tra cui: FIPE,
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AIGRIM, ATRI, CNCC, Federfranchising e Confimprese, e hanno evidenziato il dinamismo della ristorazione commerciale italiana oltre alla varietà dell’offerta. La ristorazione commerciale è risultata in costante crescita, soprattutto per quelle aziende capaci di attuare una differenziazione e una specializzazione dell’offerta finalizzata a intercettare le nuove tendenze e abitudini di chi lavora, viaggia o spende il proprio tempo libero. L’appuntamento con la prossima edizione dei Foodservice Award è nel 2021.
luglio\agosto 2019
REED EXHIBITIONS
MIDEM
Leader mondiale nell’organizzazione di eventi, con oltre 500 manifestazioni in 30 Paesi. Nel 2017 Reed ha riunito oltre 7 milioni di partecipanti in tutto il mondo. Oggi gli eventi di Reed Exhibitions si svolgono in America, Europa, Medio Oriente, Asia Pacifica e Africa. Reed Exhibitions opera in 43 settori, con eventi B2B e B2C. Fa parte del Gruppo RELX, un fornitore globale di informazioni e di ser vizi di analisi per professionisti e aziendale in vari settori.
Fondata nel 1963, Reed MIDEM organizza fiere professionali e internazionali che si sono imposte come piattaforme essenziali per gli attori chiave dei settori interessati. Questi settori sono: MIPT V, MIPDOC, MIPCOM, MIPJUNIOR a Cannes, MIP China ad Hangzhou e MIP Cancun in Messico per i settori televisivo e dei contenuti digitali; MIDEM a Cannes per i professionisti del settore musicale; Esports BAR a Cannes e a Miami per il settore degli eSports; MIPIM a Cannes, MIPIM UK a Londra, MIPIM Asia Summit a Hong Kong, MIPIM PropTech Summit a New York e MIPIM PropTech Europe a Parigi per il settore immobiliare; MAPIC a Cannes, MAPIC Russia a Mosca, MAPIC Italy a Milano, MAPIC China Summit a Shanghai e IRF a Mumbai, per il settore immobiliare.
Info: www.reedexpo.com
Info: www.reedmidem.com 51
Rubrica a cura di IKN
L’EVOLUZIONE DELL’E-COMMERCE PASSA ATTRAVERSO I CHATBOT
/ Impresa
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In foto: Elena Marchesi
CONVERSATIONAL COMMERCE: DIALOGHI TRA VENDITORE E CLIENTE SI TROVANO SEMPRE PIÙ AL CENTRO DEL PROCESSO DI ACQUISTO E RISULTANO DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELLA VENDITA. QUANTO FRUTTERANNO LE INTERAZIONI VIA CHATBOT NEI PROSSIMI 5 ANNI ?
luglio\agosto 2019 Leroy Merlin nasce in Francia nel 1923 dopo un percorso di 53 anni, che passa attraverso l’inserimento di nuovi collaboratori e tipologie di prodotto più orientate al Bricolage e al Fai da te arriva in Italia nel 1996. Ad oggi conta 48 punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale con più di 6.900 collaboratori e un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro. Il processo di digitalizzazione intrapreso dalla società è partito con l’e-commerce e ora con l’integrazione di canali di assistenza robotizzata per potenziare la comunicazione con i clienti digitali. In occasione della 19 ° edizione di Forum Retail Elena MarchesiCapo progetto IT e Ecommerce Leroy Merlin presenterà come il gruppo francese si sta attivando per poter garantire un assistenza puntuale nei canali digitali attraverso l’uso di chabot. Non solo customer centricity, quali sono le sfide maggiori per un retailer che vuole coinvolgere e assistere il suo cliente nell’interno customer journey? Assistere il cliente nell’intero customer journey vuol dire seguirlo dalla fase prevendita fino a tutte le fasi post vendita che, specialmente per i retailer che vendono beni durevoli, possono protrarsi per un periodo molto lungo dopo l’acquisto. Il customer journey di un cliente Leroy Merlin può comprendere le fasi di consegna, le fasi di installazione e le fasi di utilizzo di uno strumento acquistato, nelle quali il cliente potrebbe aver bisogno di supporto oppure di assistenza (es. il tagliaerba non funziona come atteso) oppure di effettuare il reso di prodotti (es. una latta di vernice acquistata in più e non utilizzata). E naturalmente anche le recensioni su prodotti e servizi e i commenti sui social. In un percorso così ampio mettere genericamente il cliente al centro non basta, per essere vincenti occorre lucidità e concretezza nell’individuare i punti più significativi e lavorare in modo mirato sulle microinterazioni con il cliente. Da Uomo a Robot: come sta evolvendo il concetto di “caring” nel settore retail? L’asticella del livello di esigenza dei nostri clienti cresce continuamente: alle comodità ci si abitua in fretta! Io oggi, mentre guido andando in ufficio, chiedo a Siri di farmi numeri di telefono o di cercarmi informazioni su un argomento di cui mi dovrò occupare e mi arrabbio se non mi capisce o se anche solo mi chiede di sbloccare il telefono… se penso che alle scuole medie facevo le ricerche sull’enciclopedia! In questi anni in modo discontinuo, irregolare, imprevedibile, con salti improvvisi legati ai momenti in cui una determinata tecnologia o servizio risultano vincenti, le abitudini stanno evolvendo e così cambia anche quello che i clienti del settore retail si aspettano come strumenti di supporto. La sfida è trovare e scegliere gli strumenti di caring e di selfcare più adatti per ciascun tipo di interazione con il cliente e mantenere le nostre organizzazioni aperte e flessibili per poter adeguare rapidamente il nostro modo di assistere il cliente.
Intelligenza Artificiale e automazione dei processi: come possono aiutare le imprese per una connessione continua con il proprio cliente? Il giusto mix di più strumenti di self-care, dalla possibilità per il cliente di fare online operazioni in autonomia fino agli strumenti di interazione basati sull’Intelligenza Artificiale, permette alle imprese di ridurre i costi del Customer Care, di migliorare il livello dell’esperienza cliente offrendo maggiore facilità di accesso e la disponibilità 24/7 di alcuni servizi, e infine permette di dedicare l’effort dei collaboratori sulle task a maggior valore aggiunto, quali la consulenza sui prodotti o la gestione di situazioni complesse. L’evoluzione dell’e-commerce è definito "conversational commerce", reso possibile all’uso di chatbot per regolare la comunicazione intelligente con i consumatori. Cosa state facendo in Leroy Merlin per cavalcare l’onda dell’innovazione digitale? La trasformazione digitale in Leroy Merlin è iniziata molti anni fa, oggi una delle sfide più interessanti è quella dell’automazione dell’interazione con il cliente. Per affrontare questa sfida, siamo partiti dalla visione business, per identificare il potenziale degli strumenti di self-care. Partendo dal tracciamento delle richieste sui canali esistenti (telefono, mail, sito web, social, richieste nei negozi) abbiamo misurato la frequenza dei motivi di contatto e poi abbiamo identificato, per ogni tipo di motivazione, quali strumenti di self-care (risponditore automatico telefonico, bot, sito web) fossero in grado di gestire la richiesta. Abbiamo anche confrontato i dati con altre business unit (Francia, Spagna, Brasile) e abbiamo notato che le richieste più frequenti erano le stesse. In base a questa visione stiamo gradualmente implementando sui diversi sistemi le funzioni automatiche che risultano più richieste. Importante è anche capire cosa serve per essere veramente efficaci nella gestione delle richieste degli utenti tramite assistente virtuale: le persone devono poter comunicare nello stesso modo in cui lo fanno quando chattano tra pari e per questo la soluzione che stiamo sviluppando è fatta non per seguire flussi di conversazione rigorosi (alberature come quelle di un IVR) ma per interpretare le richieste poste in un linguaggio del tutto naturale e sostenere una conversazione il più naturale ed efficace possibile con l’utente avvalendosi, quando necessario, della possibilità di fornire un aiuto con suggerimenti o risposte guidate, senza, però, vincolare la conversazione.
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TORNANO I RETAIL AWARDS, LA TERZA EDIZIONE DELLA NOTTE DEL RETAIL DI FORUM RETAIL In occasione della diciannovesima edizione di Forum Retail, tornano, per il terzo anno consecutivo, i “Retail Awards – la Notte del Retail”, un contesto selezionato che coinvolge i principali attori del Retail italiano. L’iniziativa, nata per creare nuove connessioni, premiare eccellenze, definire la crescita dei più influenti brand del mercato del retail, si svolgerà a Milano al Superstudio Più nella serata del 29 ottobre. Propone le seguenti categorie tematiche: • • • • • • • • • • •
Best Chief Digital Officer Best Store Layout & Retailtainment concept Best Social Engagement & Digital Loyalty Program Best Customer Experience Iniative in Luxury Best e-Commerce Best Talent in Store Best Innovation in Payments Best Logistics Project Best Sustainability & Social Welfare Project Best Startup Best Retailer 2019
La Giuria, composta dai più influenti Retailer del panorama italiano, premierà i progetti più innovativi del settore offrendo una grande occasione di visibilità. È possibile candidare il proprio progetto fino al 13 settembre 2019. Per informazioni: https://www.retailawards.it
FORUM RETAIL 2019 I prossimi 29 e 30 ottobre si svolgerà la 19 ° edizione di Forum Retail, il più grande hub di networking e experience tecnologica per la community del retail italiano. Firmato IKN Italy, l’appuntamento rappresenta l’unico punto di incontro in Italia che ogni anno guida i retailer alla scoperta dell’innovazione digitale: si tratta infatti di un evento di retailer per i retailer pensato, quest’anno, con nuovi format, nuovi contenuti e una nuova sede. È stato scelto il prestigioso Superstudio Più in Via Tortona a Milano, uno spazio centrale e di richiamo delle più importanti iniziative a livello globale. Incontra le menti più brillanti del settore! Entra in contatto con i top executive, i trendsetter e le realtà emergenti che vogliono condividere le loro conoscenze e la loro expertise: lasciati ispirare da oltre 200 speaker di brand disruptive e innovativi. Visita il nostro hub tecnologico! Tocca con mano gli ultimi sviluppi nella trasformazione digitale. Lasciati coinvolgere da un customer journey sempre più “frictionless”, vivi un'esperienza interattiva e immersiva. Riparti con una nuova vision! Tornerai da Forum Retail con takeaway concreti per trasformare il tuo business 2020. Forum Retail, tra le diverse iniziative presenta la collaborazione con Sellalab, la piattaforma di Open Innovation per le Pmi del Gruppo Sella che ha l’obiettivo di supportare l’innovazione nelle imprese italiane, anche grazie alla connessione con l’ecosistema delle Startup. Questa partnership dà vita al progetto Startup GATE, un’area dedicata alla presentazione delle più innovazioni e distruptive soluzioni digitali proposte per il mercato retail italiano. Il programma completo di Forum Retail è consultabile sul sito dell’evento: www.forumretail.com 54
RETAIL 5.0:
l’uomo al centro del Phygital Semplicità 29 Һ 30 OTTOBRE 2019 MILANO, SUPERSTUDIO PIÙ
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Velocità Omnicanalità Il più grande hub di networking e di experience tecnologica per la community del Retail
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/ Impresa
INNISFREE GREEN CAFE Caso tratto dalla ricerca internazionale di Kiki Lab – Ebeltoft Group, Retail Innovations 14 A cura di Fabrizio Valente, fondatore e amministratore Kiki Lab – Ebeltoft Italy
Innisfree è un brand coreano di proprietà del gruppo Amorepacific che realizza prodotti di bellezza naturali ed ecologici personalizzabili, nell’isola di Jeju, al largo della costa meridionale della Corea del Sud: l'80% degli ingredienti utilizzati è naturale. Il nome deriva dalla poesia di WB Yeats, "The Lake Isle of Innisfree" e che a sua volta parla della piccola isola disabitata irlandese Innisfree. Nel 2013, ha aperto il suo primo Green Cafè sull'isola di Jeju, riscuotendo un grande successo. L'azienda ha quindi deciso di aprirne altri, tra cui l’ultimo, nella zona di Myeong-dong a Seoul. Si tratta di un’importante area di shopping e turistica: per questo il negozio offre anche, all’ultimo piano, il servizio di deposito bagagli e shopper con gli acquisti. Servizio 360° L'Innisfree Green Cafe a Myeong-dong è un flagship di quattro piani costituito da un negozio di beauty al primo piano e una caffetteria al secondo e terzo, che serve insalate, dessert, bevande oltre che una varietà di piatti unici come il Matcha o il tè verde, a prezzi ragionevoli. I menù, presenti su ogni tavolo, offrono informazioni sui piatti serviti, tra cui ricette e ingredienti utilizzati per realizzarli. Anche nell’Area Cafe sono esposti prodotti di beauty che possono essere acquistati dai clienti. Greentailing I valori di Innisfree sono evidenziati in tutto il negozio, tramite un'atmosfera che richiama la natura: gli interni sono progettati per conferire una sensazione di relax, decorati con piante, piccoli stagni
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luglio\agosto 2019 d’acqua, tavoli e sedie di legno. La cassa integra alcuni blocchi delle rocce dell’isola Jeju. La caffetteria unisce questo tema a quello della salute alimentare tramite l’offerta di cibi e bevande salutari. Innisfree incoraggia la pratica della raccolta differenziata e offre uno sconto alle clienti che restituiscono i packaging dopo l’uso. Human Tech Un altro servizio interessante del negozio è l'esperienza di Virtual Reality che consente ai clienti di viaggiare virtualmente nella bellissima isola di Jeju, da cui provengono
gli ingredienti dei prodotti e che è la fonte di ispirazione del brand. Il tour virtuale è commentato da famose celebrità coreane. Innisfree è un concept molto coerente ai valori del brand: naturalità, ecologia, qualità. Con l’introduzione della caffetteria diventa anche una destination che stimola l’acquisto d’impulso per il beauty. Il suo successo è ormai arrivato anche negli USA, dove hanno aperto 4 negozi nell’ultimo anno. La sfida è riuscire ad affermarsi anche nei mercati occidentali, dove il brand è ancora poco conosciuto.
PROSSIMO EVENTO KIKI LAB Ki-Best 2019: Milano 17 ottobre Tendenze emergenti e casi innovativi e di successo di aree retail visitate dal team Kiki Lab nell’ultimo anno. Convegno a pagamento. Per informazioni e iscrizioni: kiki@kikilab.it – 030 22 16 81
INNISFREE FLAGSHIP COREA DEL SUD - SEOUL
Un flagship che integra beauty e caffetteria all’insegna della qualità del salutismo e del green, con l’inserimento della Virtual reality per lo storytelling del brand Info chiave Flagship beauty store con green Cafè • 2002: lancio online • 2005: prima apertura beauty store • 2013: prima apertura Flagship con Green Cafè a Jeju (1°green cafè) • 130 negozi in 10 Paesi (Asia + USA) AMOREPACIFIC GROUP 5 insegne glob ali: Sulwhaso o, Laneige, Mamonde, Innisfree e Etude 5 mld $ fatturato 2017
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/ Tecnologia
IN CHE MODO I RETAILER POSSONO USARE IL SERVICE DESIGN PER CREARE ESPERIENZE ONLINE Il Service Design è l'atto di disegnare, allineare e ottimizzare le operazioni dell'organizzazione per supportare il Customer Journey. Scopriamo insieme quali sono i fattori da tenere in considerazione affinché i retailer possano creare esperienze online Customer centric. A cura di Boraso
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luglio\agosto 2019 L'esecuzione di un piano di Service Design di successo richiede tre differenti componenti che devono interagire in sinergia attraverso tutte le unità di business: 1) Le persone: intese come i dipendenti dell’organizzazione e i suoi fornitori. 2) I tool: sia fisici che digitali utilizzati dalle aziende per supportare le esperienze dei propri clienti. 3) I processi: i flussi e i metodi di lavoro necessari per gestire persone e tool affinché siano in linea con le aspettative dei consumatori. Quando si parla della funzione del Service Design è importante considerare due specifici contesti: • la fase di pre-acquisto in cui le attività promuovono il miglioramento dell'esperienza nel momento in cui il consumatore deve essere ingaggiato • la fase di post-acquisto in cui le attività creano esperienze nel momento in cui il consumatore è diventato a tutti gli effetti un cliente. Tutte le attività di post-acquisto hanno inizio quando il consumatore si separa dal proprio denaro fino al momento in cui riceve il prodotto acquistato Entrambe le fasi comprendono un mix di attività alcune delle quali sono mostrate al consumatore, mentre altre sono di "retroscena". Il consumatore vede e sperimenta una serie di attività stabilite dall’organizzazione, incurante delle attività e dei processi che restano nascoste. Tuttavia,
eventuali problemi o criticità che avvengono nel retroscena si traducono in esperienze meno performanti per i consumatori. Senza una giusta mentalità, la funzione del Service Design non otterrà abbastanza slancio per influenzare in modo positivo le esperienze online. Un retail davvero customer centric è un'organizzazione che ragiona e ha il pieno supporto in ottica top down. I retailer che si impegnano nel Service Design sono anche coloro la cui mentalità esecutiva considera le esperienze sia in termini di retail fisico che online avendo ben presente che il consumatore in realtà ha di fronte a sé una singola esperienza senza la distinzione tra online e offline per soddisfare i propri bisogni. Per i retailer fisici, il Service Design è il collante omnicanale che unisce le esperienze di vendita fisiche e digitali. Solo in questo modo il retail brick-andmortar può difendersi dalla competizione dei pure player. Il contesto Le esperienze puramente online sono molto impersonali e i consumatori di oggi desiderano ottenere molto di più. In particolare possiamo osservare quattro trend: Vogliono conversazioni I consumatori sono alla ricerca di conversazioni autentiche ed è proprio per questo che il retail fisico non morirà.
In questo contesto, infatti, i consumatori hanno la possibilità di interagire con gli addetti alle vendite e avviare conversazioni di valore. • Vogliono la libertà di scelta Non solo in termini di prodotto, ma anche nel modo in cui poter interagire con un'organizzazione. • Vogliono esperienze personalizzate I consumatori vogliono provare esperienze che siano progettate apposta per lui, in base alle proprie aspettative, bisogni e desideri. • Vogliono autenticità I c o n s u m ato ri vo g lio n o p e rce p ire un'autentica empatia da parte dei brand nei loro confronti e sono ormai in grado di distinguere quando i contenuti promossi sono di valore oppure no. Per fare chiarezza ecco due esempi per comprendere al meglio la funzione del Service Design. Il primo mostra l'attività pre-acquisto, il secondo è focalizzato sul post-acquisto. 1) Le chat online Come spiegato in precedenza, i consumatori desiderano fortemente un’interazione umana nel retail fisico. Tuttavia il contatto diretto con un dipendente può avvenire anche nel customer journey online, per esempio attraverso le chat (da non confondere con i chat bot). I consumatori dimostrano la propria preferenza nell’uso delle chat in quanto le considerano uno strumento di comunicazione efficiente e con le quali possono ottenere risposte in tempi molto ridotti. Per applicare la metodologia del Service Design, il primo passo è definire il piano di implementazione della chat e cosa è richiesto per fornire valore aggiunto al customer journey in termini di persone, tool e processi. Per quanto riguarda le persone è importante stabilire chi saranno i dipendenti dedicati a questa attività: dovranno essere dei bravi comunicatori in grado di parlare lo stesso linguaggio dei consumatori. È importante che i dipendenti abbiano il giusto supporto per trattare, eventualmente, questioni prettamente tecniche.
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Per quanto riguarda i tool vien da sé che è importante stabilire quale software adottare per l'implementazione della chat. Sono tuttavia da considerare anche software aggiuntivi affinché i dipendenti possano accedere a informazioni sui prodotti, sui dettagli dei consumatori in termini di storico degli ordini e eventuali ordini in corso.
2) La gestione degli ordini L'esperienza dell'utente non si conclude nel momento in cui il consumatore ha effettuato il proprio acquisto. Un retailer potrà anche progettare la migliore esperienza di pre-acquisto, ma se la fase di post-acquisto non è adatta alle aspettative, l'esperienza nella sua totalità sarà di poco gradimento.
Infine tra i processi rientrano i sistemi di formazione per i dipendenti per renderli pronti a risolvere in modo efficace ed efficiente eventuali reclami. È importante inoltre stabilire alcuni dettagli della chat affinché si adatti alle aspettative del consumatore. Per esempio: cosa succede quando la chat non è monitorata da un dipendente e che aspetto avrà? Quali servizi aggiuntivi il brand vuole offrire e come possono essere integrati nel sistema di chat?
Uno dei motivi principali per cui i consumatori preferiscono acquistare in negozio è la possibilità di avere subito a disposizione ciò che hanno acquistato; questo si riscontra maggiormente nei consumatori più giovani. Al fine di aggirare l'ansia di acquistare qualcosa che non sarà subito a disposizione, i retailer dovranno lavorare sodo per far sì che l'esperienza di post-acquisto sia davvero eccellente. Anche in questo scenario è necessaria un’analisi in termini di persone, tool e processi.
Un esempio di chat online è “Pharmacy Chat” di Walgreens, la seconda catena più grande di farmacie negli Stati Uniti. Gli utenti possono accedere alla chat 24/7 dal sito Web di Walgreens e richiedere varie informazioni da uno specialista come per esempio lo stato dei propri ordini online o questioni generali relative alla salute e ai farmaci.
L'intera organizzazione e il team esecutivo devono lavorare per scoprire cosa i consumatori desiderano in termini di consegna e ritiro. Devono inoltre garantire che tutti i sistemi di gestione ordini funzionino a dovere per soddisfare tali bisogni. È importante inoltre una stretta collaborazione tra i team di logistica e
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supporto affinché questi ultimi siano in grado di fornire ai clienti informazioni puntuali. Il software per la gestione degli ordini deve supportare un approccio "customer first" in grado di soddisfare le esigenze dei clienti e offrire per davvero quanto promesso dal rivenditore. Per fare ciò è fondamentale la sua integrazione con gli altri sistemi aziendali. I processi, infine, sono impostati per stabilire con precisione quali comportamenti deve avere il software della gestione degli ordini al fine di supportare al meglio il consumatore. In conclusione I retailer davvero customer centric sono coloro in grado di seguire le funzioni del Service Design in modo sinergico con tutta l'organizzazione per garantire che tutte le attività ruotino attorno al consumatore. Coloro che non adottano questo tipo di approccio dovranno prestare molta attenzione in quanto è ormai evidente che i consumatori non sono più fedeli al brand, quanto piuttosto alle proprie necessità.
MICHAEL KORS, OLD BOND STREET, LONDON
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TECHNOLOGY
/ Licensing
10 SETTEMBRE 2019: APPUNTAMENTO A MILANO LICENSING DAY A cura di Brand Jam
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luglio\agosto 2019 In questo momento in Italia, un’azienda che desidera diversificare il proprio business può trovarsi davanti a oltre 2.300 soluzioni tra quelle che noi in linguaggio tecnico chiamiamo “properties”, ovvero marchi, brand, proprietà intellettuali. L’offerta spazia da Fortnite a Baby Shark, passando per Coca-Cola, Stranger Things, Ferrari, solo per citarne alcune tra le più diverse. Ma qual è l’investimento che garantisce la massima resa? Quali sono le strategie per sviluppare al meglio il mio prodotto? Il business del licensing non è una scienza esatta, e non esiste alcun oracolo. Tuttavia da oltre tredici anni, a Milano esiste un evento che consente, in una sola giornata, di avere un panorama completo di quelle che sono le properties di punta e di entrare in contatto con tutti i principali player del settore. Milano Licensing Day è un’opportunità d’incontro e networking, in cui proprietari di brand, licenziatari, agenti di licensing, agenzie di marketing, servizi e professionisti della distribuzione, si scambiano esperienze in un ambiente informale e dinamico, per conoscersi e aggiornarsi sui futuri lanci di nuovi brand e prodotti in licenza. L’appuntamento di quest’anno è per il 10 settembre 2019, sempre al NHow Milano, in Via Tortona 35. I punti di forza dell’evento rimangono centrali: la location di design, il business matching con i professionisti della distribuzione, e il sempre ricco programma di Pitch e convegni, si arricchiscono di un calendario di eventi satellitari che quest’anno vanno a colorare e intensificare l’intero programma. Vista la crescita importante del numero di Espositori, l’evento si sviluppa su tre livelli: il piano terra, dove saranno presenti numerose aziende del mondo del Licensing, oltre alla Sala Pitch che ospita un programma fittissimo di presentazioni che punteranno i riflettori sulle novità per il prossimo anno; il primo piano, che vedrà la presenza dei principali player del settore, ed infine l’House of Talent - The Web Series, uno spazio concepito inizialmente come discoteca, con una meravigliosa terrazza integrata alla location, che sarà allestito per l’occasione da Mondo TV, il quale organizzerà l’ormai attesissimo evento di chiusura della giornata presentando in esclusiva un nuovo progetto legato al mondo social. Gli eventi nell’evento Tra le novità della tredicesima edizione il contenitore Meet The Unxpected: un nuovo servizio di Business Matching pensato sia per la presentazione di progetti speciali e mirati, opportunità insolite e dal forte impatto, ad Aziende super selezionate che visitano l’evento e sono alla ricerca di “Unexpected Projects”. Tra gli ideatori di eventi satellitari, che coinvolgeranno gli ospiti durante la giornata vedremo: eOne il quale aprirà la
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giornata con il Breakfast Pitch, a seguire Warner Bros. C.P. presenterà le novità 2020 accompagnando il tutto con un informale aperitivo. Giunti all’orario di pranzo, Planeta Junior inviterà tutti i licenziatari al Gormiti Business Lunch. Nel pomeriggio è stato invece programmato l’ormai consolidato Cake Party, che quest’anno sarà organizzato da Sanrio, all’interno del nuovo ed esclusivo LOFT dell’ hotel Nhow. Le aree speciali dedicate a workshop e meeting riservati aumentano. Quest’anno oltre a NBC Universal, Viacom/ Nickelodeon, Mattel - Victoria Licensing, Planeta Junior, Rainbow, Hasbro, Mondo T V, l’edizione 2019 accoglie con un caloroso benvenuto per la prima volta, la partecipazione di Redwhite, Bombus Media con Fairy Oak, Maga Animation e UL nonché il ritorno di CPLG Italia con un prestigioso spazio al piano terra. Focus sul mercato del giocattolo Milano Licensing Day lavora in sinergia con i propri partner e quest’anno rafforza l’alleanza con Assogiocattoli. Durante l’evento si svolgerà anche l’annuale Press Day Assogiocattoli. Saranno presenti, infatti, tutte le aziende del settore toys legate all’associazione per la presentazione delle proposte per il Natale 2019. Molto ricco sarà anche il programma dei Pitch: sono previsti, infatti, 7 interventi di approfondimento a porte chiuse, in cui ogni licensor ha la possibilità di illustrare i piani di sviluppo dei propri brand, previsti per i prossimi anni. Segui l’evento su www.milanolicensingday.it e su Facebook @milanolicensingday.it. Appuntamento al 10 settembre!
© Sorbis / Shutterstock.com
MILANO LICENSING DAY È un evento organizzato da LucciTM S.r.l. in collaborazione con Promotion Magazine. LucciTM nasce nel 2001 come società specializzata nella consulenza che sin dagli inizi si è imposta nel settore del Licensing e del Merchandising grazie al suo approccio innovativo e all’attenzione per ogni dettaglio. Una vasta esperienza nel Marketing, nella Comunicazione e nel Licensing, unita alla disponibilità di un prestigioso network nella comunità del business, sono i nostri elementi distintivi. LucciTM porta la sua esperienza nel settore delle licenze con Eventi di Networking studiati per avvicinare e informare i player del mondo delle licenze: Kids Marketing Days (partners: Doxa Kids e Promotion Magazine), Toys Milano (in collaborazione con Assogiocattoli e Salone Internazionale del Giocattolo), Milano Licensing Day (in collaborazione con Promotion Magazine).
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/ Premi
ESSERE SUPERBRANDS: L’ORGOGLIO DI FARE LA DIFFERENZA A cura di Superbrands
Superbrands è il programma di aggregazione delle eccellenze di marca che celebra le loro storie di successo, le certifica con l’attribuzione del suo prestigioso “Golden Seal” e assegna i Superbrands Awards, considerati in oltre 90 Paesi del mondo gli Oscar per i brand. In un contesto sempre più affollato, omologato, indifferente, viviamo quotidianamente sommersi di fake-news e post-verità, ma abbiamo bisogno di riferimenti sicuri, di bussole di orientamento che ci aiutino a vivere meglio e a fare le scelte più soddisfacenti. Abbiamo bisogno di “Superbrands” che di fronte alle nuove sfide
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del sistema economico e sociale, abbiano il coraggio di assumersi più responsabilità, di prendere posizione, di essere autentici nelle relazioni che instaurano coi clienti e i consumatori, di mettere il rispetto al di sopra di tutto. I Superbrands sono quei brand capaci di attrarre magneticamente gli interessi, le passioni e i desideri delle persone e delle communities, reali o digitali che siano, sottraendosi alla costante distrazione di un mondo sempre più iper-connesso e always on per essere più rilevanti e significativi degli altri. Perché conoscono bene quali sono i valori su cui continuare a costruire la reputazione della marca. Valorizzano le proprie origini, creando
luglio\agosto 2019 storytelling coinvolgenti e memorabili, e continuano ad investire in innovazione, comunicazione e relazione per essere riconosciuti “super”. Superbrands è il programma annuale che li celebra con la pubblicazione di un prestigioso volume, raccontando le loro storie di successo e offrendo una serie di incontri ed eventi esclusivi per condividere le possibili direzioni per costruire, insieme, un futuro migliore. Incontri realizzati in collaborazione con le più importanti Università per affrontare i temi caldi del branding e proporre agli studenti esempi concreti di eccellenza ed eventi memorabili come quello tenutosi il 9 luglio a Radio Italia, dove sono stati premiati alcuni dei brand più prestigiosi sul mercato italiano. • A DISNEY il Superbrands POP Award 2019, il premio decretato dal pubblico e che va al “brand più amato dagli italiani”. Nella classifica finale dei likes, al secondo posto AMAZON e al terzo NUTELLA • A FLORMIDABIL il Superbrands Social POP Award 2019, per la sua capacità di sfruttare i canali social nell’imporre sul mercato un nuovo brand di successo • A L’ALBERO DELLA VITA il Superbrands Onlus of the year 2019 • A RENZO RASTELLI (Founder e CEO di ARAN CUCINE) il premio Superbrands passion for branding • A Francesco Spanedda (CMO di THUN) il Superbrands Passion for communication 2019 Sono oltre 30 i brand che hanno aderito al programma Superbrands 2019: molti quelli che fanno ormai parte di questa community d’eccellenza da alcuni anni come AMPLIFON, BOTTEGA VERDE, CHE BANCA!, FASTWEB, ING, MULINO BIANCO, TUPPERWARE, VAILLANT, ma anche tante new entries come BEKO, DUCATI, GRUNDIG, LEGO, LE NATURELLE, LEROY MERLIN, MOBY LINES, SILAQ e SAN BENEDETTO. Le loro storie di successo dimostrano
che continuando a proporre prodotti e soluzioni affidabili e di qualità, ma soprattutto super-esperienze gratificanti per i clienti e i consumatori, con i loro poteri (la fiducia che hanno conquistato sul mercato, la capacità di creare emozioni intense e connessioni emotive forti, la grande capacità di comunicazione) possono fare la differenza sul mercato e diventare protagonisti dell’élite di brand che diventano esempi da seguire per tantissimi altri. I Superbrands sono, quindi, i pionieri di un movimento di marche determinate a fare la loro parte perché il mondo sia più equilibrato, rispettoso, sostenibile. Un “Club d’eccellenza” che cresce nel tempo e che celebra i champions dei diversi settori merceologici per mostrare la strada e raccontare concretamente, con le migliori best practices del mercato, come si possa entrare, ancora oggi, nel cuore e nei sogni di milioni di persone continuando ad investire su innovazione, autenticità e responsabilità. La celebrazione dei Superbrands Awards 2019 è fissata per il prossimo novembre con una serata davvero super che premierà il Superbrands of the year 2019 e darà appuntamento a tutti per l’edizione 2020.
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/Premi
INSEGNA DELL'ANNO ITALIA A cura della redazione
Le insegne, suddivise in 31 categorie, vengono valutate sui 10 aspetti prioritari nel retail: prezzi, iniziative e offerte speciali, qualità dei prodotti, assortimento, competenza degli addetti, cortesia degli addetti, servizio, aspetto e ambiente, esperienza di acquisto, affidabilità. In ciascuna categoria, vince il titolo di Insegna dell’anno (o di Insegna Web dell’Anno) quello che ottiene il punteggio assoluto più elevato. Si avranno quindi 31 premi di categoria e 4 assoluti: Insegna dell’Anno, Insegna Web dell’Anno, Retailer dell’Anno e Premio Sostenibilità. Insegna dell’Anno è, però, molto di più di un premio e basta. Le valutazioni dei consumatori sono articolate e forniscono informazioni preziose per insegne. Raccontano dove si posiziona la singola insegna all’interno della propria categoria, anche in rapporto ai competitor e permettono di conoscere la profilazione dei consumatori. Tutte queste informazioni sono poi disponibili alle insegne sotto forma di report, che viene omaggiato alle insegne che ottengono
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luglio\agosto 2019 almeno 5000 voti certificati. Da quest’anno, fornendo i dati della propria rete, sono disponibili anche i risultati delle valutazioni suddivise per punto vendita. Un’altra novità di quest’anno riguarda le categorie. Non più la semplice suddivisione in Supermercati e Ipermercati per quanto riguarda il mondo della gdo ma ora troviamo “Ipermercati & Superstore”, “Supermercati” e “Supermercati Convenienti”, per permettere a tutti gli operatori di trovare la giusta collocazione. Analogamente, “Fai-da-te” è diventato “Fai-da-te & Manutenzione Casa”. Inoltre, è in fase di test la categoria “Farmacie” per le vendite online. Queste variazioni, magari banali all’apparenza, indicano lo sforzo di essere sempre più aderenti e rappresentativi di una realtà in costante evoluzione. Le valutazioni termineranno il 1° ottobre e il 27 novembre tutte le insegne eccellenti si sfideranno per poter salire sul palco ed essere premiate. La serata, che raduna le figure di maggiore spicco del mondo del retail italiano, ospiterà anche la finalissima europea. A contendersi il titolo assoluto saranno le insegne vincitrici nei paesi partner. I vincitori della scorsa edizione sono stati: Flying Tiger Copenhagen – Insegna dell’Anno; Amazon – Premio Negozio Web; Bottega Verde – Premio Cross Canalità; Yves Rocher – Premio Sostenibilità. Chi saranno quest’anno? Vieni a scoprirlo il 27 novembre a Milano. SAVE THE DATE!
INSEGNA DELL'ANNO
Nata nel 2003 in Olanda, su iniziativa di Q&A Research & Consultancy, è arrivata in Italia nel 2008 come “Retailer of the Year”. Partner per l’Italia di Q&A è Beatrice Orlandini, titolare di SEIC-Studio Orlandini, con la stretta collaborazione di Largo Consumo come main media partner.
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/Musica
MODA, ARTE, MUSICA, UNA COMBINAZIONE CHE SUONA BENE! Mokamusic e Disbanded lanciano la prima T-Shirt Capsule Collection d’autore dedicata all’Istinto Musicale, innato in ognuno di noi. A cura di Anita Falcetta
Parola d’ordine delle operazioni commerciali 4.0? Sperimentazione. All’insegna della sperimentazione nasce “Music Instinct” la Capsule Collection di T-Shirt voluta dall’agenzia musicale Mokamusic e dal brand di abbigliamento Disbanded. La Collezione è figlia del sodalizio strategico e commerciale di due realtà aziendali appartenenti a settori apparentemente distanti che hanno saputo trovare nella creatività e nella commistione di tre diversi linguaggi espressivi, quello tipico della Moda, dell’Arte e della Musica, un vincente punto di contatto. Il concept, espresso con lo slogan “Free your Music Instinct”, fil rouge di tutta la Capsule, rappresenta una chiara chiamata all’azione, l’invito a liberare l’istinto musicale che è innato in ognuno di noi. L’operazione affonda le sue radici in una riflessione seria sulle teorie accademico-musicali in base alle quali l’attitudine musicale è un fattore innato nell'essere umano, ognuno di noi, a suo modo la possiede. Si è spesso osservato come, nonostante una totale carenza di educazione musicale, emerga spesso in molti individui una musicalità a livello del tutto istintivo, che riesce a prescindere da un mirato percorso formativo. Coerentemente, la Mission del progetto è quella di porre al centro le persone dando loro la possibilità di esprimere la propria specifica attitudine musicale, con stile ed autoironia. Dalle opere d’arte ai particolari rielaborati con il lavoro grafico, il brand Disbanded si è affermato per la capacità di realizzare tessuti con stampe originali caratterizzate da colori intensi e soggetti ironici, punti di forza della stessa T-Shirt Capsule Collection realizzata con Mokamusic. Le D-Shirt (Disbanded-Shirt, così amano chiamarle gli ideatori), che compongono la Capsule, vengono proposte in 7 differenti soggetti, come del resto 7 sono le note!
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Foto: ©Marco Barbaro
luglio\agosto 2019
Foto: ©Marco Barbaro
In foto: Philip Abussi e Anita Falcetta di Mokamusic, Tania Mazzoleni e Sara Digiovanni di Disbanded
Importantissimo il contributo nella realizzazione del progetto di Tania Mazzoleni la cui visione da trend setter e talent scout ha reso possibile lo sviluppo di un concept innovativo e di forte impatto, tanto quanto rilevante l’apporto dell’artista Sara Digiovanni che ha tradotto le idee in immagini esplosive. Un concetto creativo espresso in una serie di visual “disruptive” (di rottura e dirompenti) in cui sono stati ritratti dei protagonisti d’eccezione, alcuni animali iconici che ben si prestavano all’associazione con particolari generi musicali: è così che nascono la la tigre graffiante di Become a Legend, la papera pop di Express Yourself, la giraffa dal ritmo etnico e sensuale di Sexy Rhythm is an Attitude, l’anatra posh di Standing Ovation, il pappagallo rumoroso di Punk Spirit, lo struzzo ribelle di Stay Rock e la scimmia hip hop della T-shirt Sounds Good. Una Capsule colorata, ironica ad elevato tasso di engagement, destinata ad un target trasversale, femminile, maschile, pensata non necessariamente soltanto per i più giovani. Una collezione dedicata ai music lovers,
agli art lovers, ai fanatici del prêt-à-porter d’autore, a tutti coloro che amano farsi notare senza rinunciare allo stile, che desiderano stupire ed essere originali. Totalmente Made in Italy, la D-Shirt Capsule Collection si contraddistingue per creatività e manifattura e possiede un allure internazionale di grande carattere. Il piano commerciale prevede una promozione diffusa, senza limiti di territorio, sia in Italia che all’estero, principalmente attraverso il Web. È possibile acquistare le magliette sullo shop on line del sito www.disbandedofficial.com oppure presso il Pop Up Store Disbanded di Roma in Via Flaminia 495. La strategia promozionale prevede il lancio di una campagna omnicanale, attraverso l’utilizzo di touchpoint offline ed online, tra cui il sito mokamusic.com e i principali social network. #musicinstinct l’hashtag scelto per generare buzz on line intorno al progetto i cui valori dominanti sono l’amore per la musica e la passione per una vita all’insegna della libera espressione.
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/ Nautica
UN TUFFO NEL BLU DIPINTO DI BLU Versilia Yachting Rendez-Vous
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A cura di Laura Lamarra
luglio\agosto 2019
Foto: ©versiliayachtingrendezvous.it
Amanti della nautica accorsi da ogni dove per la terza edizione del Versilia Yachting Rendez-Vous. Il salone internazionale dedicato all’alto di gamma di un comparto, quello della nautica, che nel nostro Paese vale oltre 3,88 miliardi di euro, dà occupazione a oltre 19.600 addetti ed esporta circa l’83% della produzione. Un appuntamento primaverile – organizzato da Fiera Milano con il supporto di Nautica Italiana, partner strategico, in collaborazione con il Distretto tecnologico per la nautica e la Portualità Toscana, ed il sostegno di Regione Toscana, Toscana Promozione e Comune di Viareggio – divenuto ormai tradizione. Di primaverile in verità in questa edizione purtroppo c’è ben poco, il tempo non è stato affatto clemente. Tuttavia, la partecipazione alla quattro giorni (dal 9-12 maggio), che ha visto il vivace distretto nautico di Viareggio nuovamente protagonista, è stata significativa. Lungo Darsena Europa e Darsena Italia si dispiega la ricca, completa e variegata offerta del comparto. Tra i nuovi espositori si distinguono: Absolute, produttrice di yatch di lusso nelle categorie Fly, Sport e dislocati veloci dai 40 ai 73 piedi; Permare cantiere focalizzato su motor e super yacht; Cranchi, azienda produttrice di natanti e imbarcazioni di alta qualità, Cantiere Rossini, specializzato nel refitting e nell’assistenza a yatch su misura; Honda Marine, ramo
dedicato al diporto della grande casa motoristica giapponese e, per la prima volta in assoluto, Mapei, per vernici e rivestimenti. Tra i nuovi ingressi stranieri si distinguono: Atlas Marine System, per il segmento tenders and toys e The Yacht Group, leader nel campo degli accessori e produttori di controller marini per il comando di grandi imbarcazioni. Il successo delle precedenti edizioni porta alla riconferma di brands storici quali: Gruppo Azimut-Benedetti, Bagliero, Fincantieri Yachts, Perini Navi, Sanlorenzo Yacths. Una kermesse inserita a pieno titolo nel calendario nautico internazionale, divenuta appuntamento immancabile per players di settore, produttori, buyers, ma anche appassionati e giornalisti e media di tutto il mondo, grazie al contributo dell’Agenzia ICE e del Ministero delle Sviluppo economico. Molte le novità di questa terza edizione: nuovi spazi arricchiscono il contesto espositivo, l’area Luxury Tenders & Ribs, sita in Darsena Europa, l’area Broker, in Darsena Italia, a cui si aggiunge la Banchina dell’innovazione, terza novità, da cui è possibile ammirare le imbarcazioni ad alto tasso tecnologico, come il prototipo del drone marino Sand, o esempi virtuosi di sostenibilità ambientale applicati alla nautica. Di grande impatto la novità rappresentata dalla piattaforma My Matching, sistema innovativo di match-making a cura di Fiera Milano, attraverso cui è possibile ricercare operatori
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e produttori di proprio interesse, fissare appuntamenti, prima ancora dell’inizio della manifestazione, per garantirsi in modo veloce ed efficace la possibilità di incontro, scambio e confronto con i brands partecipanti. Lo strumento, pensato per favorire il B2B e le opportunità di business concrete, consente il dialogo e la messa diretta in contatto non solo prima dell’inizio della manifestazione, ma anche dopo la chiusura. Il salone di Viareggio, patrocinato dal Comune di Forte dei Marmi, di Lucca e di Pietrasanta, non è solo nautica, ma un vero e proprio mélange di espressioni artistiche e di saperi. Il visitatore, che attraverso un percorso “a senso unico”, favorito dall’unico ingresso a Nord della Darsena Italia, percorre in modo più fluido e omogeneo il perimetro del salone, ammirando le imbarcazioni dislocate lungo le due darsene, può degustare l’alta cucina dello chef internazionale Filippo La Mantia, preceduto nelle scorse edizioni dagli Chef Carlo Cracco e Daniel Canzian; usufruire del servizio di Hospitality a cura di MiCodmc (del gruppo Fiera Milano), per scegliere soluzioni innovative di accomodation, intrattenimento, tour ed escursioni personalizzate; il servizio di Helitransfer, grazie alla rinnovata partnership con Novaris, compagnia italiana di elicotteri, ed infine partecipare ai tanti eventi nel salone e nel fuori salone previsti in calendario. Dal tradizionale party esclusivo riservato agli espositori nell’affascinante cornice di Pietrasanta con la VYR Yacht&Art , mix di nautica e arte; all’happy hour targato VYR lungo Via Coppino, sino alla Notte blu, serata speciale che coinvolge le boutiques di Viareggio con spettacolo pirotecnico al largo delle Darsene. Molti anche gli appuntamenti di approfondimento tematico sviluppati da Nautica Italiana: dai convegni sul market monitor, in collaborazione con Deloitte, alla tavola rotonda incentrata su comunicare l’eccellenza italiana tra artigianalità e innovazione, alla legal conference su marine, servizi e tematiche legislative sino all’evento B2B di networking , B&ST- Broker and Shipyard Trading, che mette a sistema cantieri e yacht broker organizzato da Navigo. Insomma, un entusiasmante “tuffo nel blu dipinto di blu”!
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LA NOTTE
2019
DEL RETAIL
GALA DINNER // 29 Ottobre 2019 // Milano Superstudio Più
Successful Celebration Gala! Creiamo connessioni, premiamo eccellenze, deniamo la crescita dei più inuenti brand del mercato retail. Alla terza edizione, Retail Awards – la Notte del Retail di Forum Retail, rappresenta un’opportunità unica di branding in un contesto selezionato che coinvolge i principali attori del Retail italiano. Partecipare a Retail Awards è un’occasione per migliorare la tua attività e la tua carriera personale. Candida il tuo progetto entro il 26 luglio! Diventa protagonista della Notte del Retail di Forum Retail Maggiori informazioni www.retailawards.it Un evento di
www.retailawards.it
retail@ikn.it
Tel. 02 83847.627
/Formazione
IL CAMBIAMENTO STRATEGICO Parla lo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone A cura di Giorgio Nadali
A volte, nella vita, basterebbe un “adesso basta”. Basta a una situazione lavorativa che limita la nostra realizzazione, basta a una relazione senza futuro, basta a quell’abitudine o atteggiamento emotivo vincolante. Non è così semplice: superando la volontà e il più forte dei bisogni, la razionalità ci blocca di fronte a quello che percepiamo come un salto nel buio. Avvertiamo la paura di non farcela e di non poter tornare indietro: si tratterebbe di lasciare ciò che ci è familiare, che ci sembra sicuro, e di abbandonarci a uno scenario incerto e che non conosciamo. In questo modo ci scontriamo con un sentimento forse peggiore: la sconfitta emotiva, la rinuncia a migliorarci, succubi dell’idea che cambiamenti e accadimenti siano fuori dalla nostra portata e dal nostro controllo. La buona notizia è che possiamo scegliere. Scegliere di sentirci vittime e di lasciarci trasportare dagli accadimenti oppure di prendere in mano la nostra vita e diventare abili nocchieri del nostro vascello. Solo in questo caso saremo pronti a cavalcare quell’onda che inevitabilmente incontreremo nella nostra traversata. La chiave è mettere da parte l’idea che i nostri problemi scaturiscano da fattori esterni: siamo noi a costruire costantemente la realtà che subiamo o gestiamo. Con il seminario “Il Cambiamento Strategico”, che si è svolto a Milano il 12 maggio scorso, organizzato da LifeStrategies, il Prof. Giorgio Nardone ha fatto emergere sensazioni nuove in grado di modificare il nostro modo di sentire. Questo consente di creare strategicamente un cambiamento che non subiremo, ma di cui saremo artefici. Giorgio Nardone è psicologo e psicoterapeuta, ha trattato con successo oltre 30.000 casi di pazienti affetti dalle più invalidanti forme di psicopatologia. Le sue ricerche e la prolungata esperienza pratica lo hanno condotto a formalizzare due originali Modelli operativi: la Terapia Breve Strategica®, per il trattamento di gravi patologie psichiche e comportamentali in tempi brevi, ed il Problem Solving & Coaching Strategico®, caratterizzato dalla capacità di fornire interventi efficaci dove la razionalità e le tecniche ordinarie non sono in grado di ottenere soluzioni a problemi personali e interpersonali. È autore di oltre 30 libri di successo tradotti in
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In foto: Giorgio Nardone - © tealibri.it
luglio\agosto 2019 più di 10 lingue. Dottor Nardone, quali sono le esperienze emozionali che correggono il nostro modo di percepire la realtà? L'esperienza emozionale correttiva, così definita dallo studioso degli anni quaranta Franz Alexander, è quel tipo di aumento nel quale concretamente sentiamo qualcosa di differente della nostra esperienza. L'esempio che l'autore riporta è quello di una donna che aveva la fobia di perdere l'equilibrio, cadere e non rialzarsi che, entrando nello studio del suo psicoanalista inciampa sul tappeto, rotola per terra, torna in piedi e, dopo anni di analisi, in un attimo guarisce. Quella è stata l'esperienza emozionale correttiva, ovvero quel qualcosa che accade spesso casualmente che però può essere costruita e pianificata strategicamente con stratagemmi o con delle pianificazioni di azioni da mettere in atto studiate ad hoc. Quell'esperienza che ti fa cambiare totalmente il modo di sentire la realtà e quindi il tuo modo di reagire. Questo è il cambiamento effettivo nel modo poi di costruire la propria realtà per ognuno di noi. Quando questo concetto lo si applica alle problematiche personali, alla scienza della performance oppure a momenti critici della vita, rappresenta quel tipo di indicazioni che vengono date o suggestioni che vengono provocate durante un dialogo che fanno sì che la persona cambi il suo emozionarsi rispetto a una realtà e quindi cambi la sua risposta per costruire una nuova realtà che si sostituisce a quella precedente che il soggetto aveva disagio a gestire. Perché la maggior parte delle persone ha paura di cambiare e di migliorare? Un concetto della scuola di Palo Alto. La resistenza al cambiamento è direttamente proporzionale al desiderio e al bisogno di cambiare. In biologia esiste da ormai più di un secolo il concetto di omeostasi, ovvero di equilibrio, che una volta che è costituito tende a mantenersi anche quando non è funzionale, proprio perché è un fenomeno naturale e questo ci indica che dobbiamo evitare di stupirci del fatto che le persone che vogliono cambiare poi resistono al cambiamento. Nel mondo della crescita personale è qualcosa in cui ci si imbatte
In foto: Giorgio Nardone - © giorgionardone.com
continuamente. Non deve stupire che gli esseri umani abituati a voler ragionare in termini razionali trovino paradossale nel senso logico del termine che un sistema resista al cambiamento che gli fa del bene, ma questo fa parte della sua dinamica naturale. Per far cambiare le persone occorrono il più delle volte indispensabili stratagemmi che aggirino la semplice forma di ragionamento razionale e grazie al fatto che fanno qualche cosa che va oltre la ragione, producono l'esperienza emozionale di correttivi che inducono al cambiamento abbattendo o aggirando le resistenze. Cos'è e quali vantaggi porta la Teoria del Cambiamento? È quel tipo di approccio sviluppato prima di tutto proprio da Paul Watzlawick e qualcosa che abbiamo voluto insieme lavorando per oltre 20 anni e poi insieme ai miei collaboratori in modo ancora più evoluto negli ultimi 15. È quella teoria che si occupa di studiare naturalmente i sistemi umani e non solo i sistemi che cambiano e passano da un equilibrio a un altro, ma come questo tipo di realtà ha una sua dinamica che viola completamente quella con le regole di una logica tradizionale, basata sul fatto che per cambiare si debbano
seguire dei percorsi di tipo coerente e congruente, non contraddittorio. Invece la teoria del cambiamento e l'applicazione della pragmatica del cambiamento ci indica direttamente che per produrre cambiamenti strategici dobbiamo studiare delle strategie come poste di manovre stratagemmi, singole esperienze in grado di portare le persone a scoprire quello che funziona meglio. Non a capire. Prima le persone scoprono, poi comprendono. Nella teoria del cambiamento strategico si inverte completamente la processualità usuale attraverso la quale gli esseri umani cercano di cambiare: prima si produce il cambiamento, poi si ha la consapevolezza del cambiamento, mentre attualmente si pensa che tu devi essere cosciente di quello che vuoi fare e poi lo farai. Ma se aumenta la coscienza più di solito aumenta la resistenza al cambiamento. Dialogo strategico: convinca in tre passi una persona a cambiare per migliorare il suo business. Il dialogo strategico è la tecnica più avanzata, una sorta di tecnologia studiata proprio per indurre una persona all'interno di un singolo colloquio, attraverso domande strategiche che la orientano a scoprire
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prospettive diverse da quelle che lui tende a utilizzare. Parafrasi, vale a dire prendere le sue risposte, parafrasarlo, orientandolo a scoprire ulteriori nuove modalità di percepire le cose. Evocare sensazioni, utilizzare quel linguaggio suggestivo fatto di analogie, aneddoti, talvolta citazioni, oppure utilizzare e argomentare un concetto in modo tale da renderlo suggestivamente potente per far sì che la persona nuova dentro di sé gli aspetti più emozionali che poi vanno a essere l'elemento dirompente per far cambiare quel qualcosa di disfunzionale che non conduce la persona a ottenere i suoi risultati e quindi incrementare la sua capacità di performare, sia in senso personale che in senso sociale che in senso economico. Secondo lei il raggiungimento del successo (onesto) è più un fatto di carattere, di talento innato, di duro lavoro o di "fortuna"? E in quale misura? Noi abbiamo pubblicato da poco un libro dal titolo “Oltre se stessi” che tratta proprio di questo aspetto. L'idea che una persona talentuosa abbia successo al di là dell’impegno lasciamola alla visione del romanticismo ottocentesco. Se tu hai talento, ma non lo coltivi è come se tu non l’avessi. Anzi, è peggio perché ti si ritorce contro. Così come tu puoi non avere un grande talento, ma ti puoi costruire attraverso il duro lavoro la capacità di raggiungere dei risultati anche esaltanti,
In foto: Giorgio Nardone - © giorgionardone.com
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è chiaro che se io ho un talento naturale in più e ci aggiungo un duro lavoro di apprendimento, acquisizione, miglioramento costante, allora posso raggiungere dei risultati davvero straordinari. Quindi direi che non esiste il talento da solo se questo non è coltivato e talvolta il talento che non viene riconosciuto e non coltivato è meglio non averlo che averlo, perché la persona che può non avere un talento così forte spesso si impegna e può raggiungere dei risultati importanti rispetto a chi ha un talento, ma non lo sa utilizzare e diventa una sorta di arma a doppio taglio che gli impedisce di raggiungere risultati. Una persona determinata può raggiungere qualsiasi obiettivo ben formato si pone? Come? Quella che noi abbiamo definito determinata resilienza, vale a dire la determinazione a raggiungere un obiettivo attraverso la tenacia, unita alla resilienza, ovvero la capacità di assorbire gli urti senza farsi distruggere – quindi cado, mi rialzo, vado avanti – sono le due caratteristiche che sono alla base, al fondamento di un successo personale. Questo poi si unisce al fatto che la persona deve saper tirar fuori il meglio di sé e spesso, quindi, deve superare proprio i limiti di visioni, teorie e tecniche. Deve sviluppare quella che noi dichiariamo essere un’educata incoscienza. Poi è chiaro che deve sviluppare la capacità di entrare in quegli stati personali che gli permettano
la prestazione eccezionale. Nel business perché, secondo lei, solo una parte esigua raggiunge risultati stellari e perché in Italia ci sono solo 35 miliardari (2.200 nel mondo)? Cosa può dire la psicologia a riguardo? A riguardo direi che oggi le cose sono molto cambiate rispetto a prima, perché oggi si può diventare miliardari in una settimana se inventi l’app giusta. Ma puoi diventare povero la settimana dopo se sbagli gli investimenti. Quindi direi che è diverso da quello che accadeva 50 anni o un secolo fa, dove tendenzialmente chi aveva la ricchezza la manteneva, la sviluppava e era anche difficile perderla di colpo. Adesso il mondo è più fluido, tutto corre più veloce, tutto è un'accelerazione continua. Per essere di successo nel business si deve avere la capacità e individuare dove orientarsi in virtù delle proprie competenze dei propri talenti e poi avere l’abilità di adattarsi alle circostanze, di trovare le soluzioni strategiche innovative che altri non hanno trovato e poi avere la capacità di mantenere la rotta fino a raggiungere gli obiettivi. Il fatto che ci siano così poche persone che hanno, da un punto economico, dei risultati così eclatanti non deve minimamente stupire: in tutta la storia, le persone che hanno raggiunto risultati straordinari sono state veramente poche e purtroppo molti di questi poi se li sono rimangiati. Quindi nulla di stupefacente, e la questione non è che in Italia sono poche rispetto a
luglio\agosto 2019 bisogna fare in modo che il successo sia evolutivo, mai statico. Questi sono i tre consigli che mi sento di dare.
In foto: Giorgio Nardone
Israele, al Giappone, agli Stati Uniti o agli Emirati Arabi. È proprio una questione di piccoli numeri dentro a grandi numeri. E l'eccellenza non è mai nei grandi numeri, è sempre nei piccoli numeri. Chi è un "vincente" e chi è un "perdente" secondo lei? Siamo fatti per il successo? Questa opposizione tra vincenti e perdenti rientra ben poco delle mie visioni. Io ritengo che ogni volta che dividiamo la realtà in coppia di opposti torniamo alla visione antica manicheista che crea delle opzioni ben poco costruttive. Oggi il vero vincente sa che non è colui che crea dei perdenti. Il vincente è colui che crea altri vincenti. È la differenza tra un gioco – come si dice nella teoria dei giochi – a somma zero, dove c'è il vincente e dall'altra parte il perdente come delle competizioni di un certo tipo, oppure un gioco in cui io vinco insieme a te o perdo insieme a te o vinciamo entrambi o perdiamo entrambi. Oggi in una dinamica di circolarità causale tra gli eventi così accelerata dobbiamo uscire dalla logica del vincitore e del perdente. O si vince insieme o si perde insieme. Ci dia 3 consigli per un cambiamento che fa veramente decollare. Un cambiamento che fa decollare prima di tutto è un cambiamento in se stessi, cominciare a pensare che ogni volta che
io studio qualche cosa devo aumentare il più possibile le possibilità di scelta, devo guardarlo da più punti di vista possibili senza soffermarmi su quello che mi viene meglio. Uso quello che ritengo giusto senza essere troppo sospinto e condizionato dalle emozioni ed evitare i condizionamenti ideologici. Il secondo punto è essere in grado di imparare ad agire molto più che imparare a pensare. Sembrerebbe un controsenso, ma se voglio vedere devo imparare ad agire, come diceva uno dei maestri del costruttivismo, devo imparare a muovere le abilità e le capacità di gestire le cose. È quella che si chiama competenza strategica, che si acquisisce con un duro lavoro di apprendimento che coltivi il proprio talento. Altra cosa fondamentale è il non fermarsi mai dopo quello che abbiamo ottenuto, ovvero la capacità di evitare di irrigidirsi e ripetere ciò che ci ha dato successo, perché quello che noi sappiamo del successo è che si ritorce contro diventando insuccesso ogni qualvolta ripetiamo gli stessi copioni che ci hanno fatto avere successo. I più grandi fallimenti si hanno quando si continua a ripetere quelle strategie che ci hanno portato al successo in passato, trasferendole dal presente al futuro senza riadattarle o senza vedere alternative. Quindi se si vuole avere davvero successo
Fino a che punto è giusto accettarsi e fino a che punto è giusto cambiare? Anche qui mi ha proposto una coppia gli opposti. Non è possibile accettarsi e non cambiare. Il cambiamento è l'unica cosa inevitabile nella vita. Buddha dice che l'unica costante dell'esistenza è il cambiamento. Noi non possiamo non cambiare. Il nostro organismo cambia continuamente, si evolve continuamente, la nostra mente pure. Come recita il “Tao Te Ching” di Lao Tzu, il grande libro dei mutamenti dell'antica Cina, noi cambiamo continuamente e rimaniamo gli stessi per certi aspetti. Quindi dobbiamo avere questa ambivalenza, avere delle cose in noi che rimangono ferme e tutto il resto che cambia costantemente. Dobbiamo orientarci a un cambiamento evolutivo che ci permetta di adattarsi alle circostanze in costante mutamento per raggiungere obiettivi. Dall'altra parte, dobbiamo rimanere fermi su alcune cose che sono i fondamenti della nostra identità personale, delle nostre prerogative personali. Quindi cambiare rimanendo noi stessi.
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/Formazione
Il nostro corpo parla moltissimo e dice decisamente di noi stessi più di quanto vorremmo. Almeno a quei (pochi) che hanno imparato a leggerlo. A meno di non essere attori professionisti è praticamente impossibile mentire con il corpo. Insomma, puoi pensare e dire quello che vuoi, ma il tuo corpo non mente mai. È una macchina della verità. Saperlo leggere negli altri è indubbiamente un grande vantaggio, negli affari anche economico. Osservando attentamente è possibile capire bene cosa sta provando in questo momento l’altra persona, anche se non vi sono evidenti segni esteriori come il ridere o una fronte corrucciata. Sono solo alcuni esempi di segnali. Ce ne sono tantissimi. I mentalisti li sanno leggere perfettamente al punto che credi che sappiano leggerti nel pensiero. In realtà non è magia, ma psicologia. Non stanno leggendo la tua mente, ma il tuo corpo. Sono certo che utilizzerai i seguenti potenti passi solo per un successo etico, in cui c’è sempre un vantaggio anche per il tuo cliente (win-win). Diceva Ray Krok, fondatore di McDonald’s: “Se lavori solo per i soldi non li farai mai, ma se ti piace quello che stai facendo e metti sempre al primo posto il cliente, il successo sarà tuo”.
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I PRIMI 10 PASSI PER UN BUSINESS VINCENTE LEGGENDO IL LINGUAGGIO DEL CORPO DEL CLIENTE A cura di Giorgio Nadali*
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luglio\agosto 2019 Smaschera le bugie Il tono della voce di una persona varia da una a un'altra. Fai attenzione ai cambiamenti della voce, poiché sono tipici indicatori del mentire o del nascondere qualcosa. Gli studi del tono vocale suggeriscono che le derivazioni dal tono normale della voce possono rivelare le bugie. Un individuo che racconta una bugia potrebbe avere la sua voce di un'ottava più alta o persino più bassa. Un basso tono di voce potrebbe indicare la vergogna nella menzogna, mentre un tono di voce alto potrebbe facilmente indicare la difensiva nel pronunciare una bugia. I bugiardi inesperti possono forse "rafforzarsi" facendo un respiro profondo prima di dare una risposta. Anche la respirazione può diventare rapida o rallentare mentre fanno del loro meglio per restare calmi. Mentire può mettere sotto stress a qualcuno che non è abituato. Questo può causare secchezza della bocca, quindi le persone che mentono tendono a leccarsi le labbra più del solito. In alcuni casi, un bugiardo si comporta in modo disinvolto. Può persino sbadigliare, ispezionare le unghie e fare qualsiasi cosa per sembrare normale. Se la persona con cui stai parlando di solito non agisce in questo modo (linea di base), allora potrebbe nascondere la bugia. Esitazione e pause: anche se possono anche essere segni di ansia e nervosismo, le esitazioni e le pause sono più indicative di bugie. Ovviamente, la persona che dice la bugia è confusa o sta appena iniziando a inventare una menzogna nella sua mente, con molte pause e riempitivi come "hmmm". Cambio di conversazione: le persone che mentono preferiscono che la conversazione sia fatta rapidamente. Se pensi che la persona con cui stai parlando stia mentendo, cambia rapidamente argomento. Molti bugiardi non avranno problemi a seguire il cambiamento, alcuni si rilasseranno anche a questo rapido passaggio. Un individuo sincero sarebbe comunque un po’ confuso, mentre altri potrebbero anche chiedersi perché hai cambiato argomento. Poni domande: segui il pensiero del presunto bugiardo ponendo ulteriori domande su ciò che sta dicendo. Questa è una tecnica molto comune utilizzata dalle
forze dell'ordine nel tentativo di spingere la persona a rivelare la verità. Uno dei modi migliori per catturare un bugiardo sarebbe chiedergli di raccontare semplicemente la storia all'indietro, ma farlo in modo sottile. Una persona che sta ricordando un evento non ha problemi a parlarne all'indietro, ma chi sta inventando una frottola avrà difficoltà a farlo in ordine inverso. Osserva le risposte: i bugiardi hanno difficoltà a riempire gli spazi vuoti, motivo per cui è normale che ripetano semplicemente ciò che dici in risposta a una domanda. Ad esempio D: Avete già saldato la fattura? R: Sì, abbiamo già saldato la fattura. Sarcasmo: alcuni bugiardi cercano semplicemente di non rispondere a una domanda direttamente, ricorrendo spesso al sarcasmo nel tentativo di distrarti dalla verità. Possono anche implicare una risposta invece di darne una diretta. Osserva il linguaggio del corpo Quando una persona mente può diventare completamente immobile, come se concentrasse tutta la sua energia nel creare la menzogna. Distanziamento: quando una persona si allontana da te, questo può anche indicare la menzogna. La mossa non è sempre così ovvia. Nella maggior parte dei casi, una persona semplicemente inclina la parte superiore del corpo all'indietro o forse sposta i piedi in modo che non puntino direttamente verso di te. Serramento: può verificarsi in qualsiasi parte del corpo, ma di solito avviene sulle mani o sui piedi. Il serramento è indicativo del tentativo di dominare in qualcosa, rabbia o persino tristezza, o qualsiasi altra emozione potente. Quando si sta mentendo, un movimento di serraggio di solito significa che il bugiardo sta facendo del proprio meglio per stabilire una qualche forma di controllo. Anche la sudorazione eccessiva e insolita fa parte del mentire. Parte inferiore del corpo: gli individui che stanno mentendo tendono a spostare il loro corpo lontano dal loro interlocutore. Basta osservare i piedi. La loro parte inferiore del corpo è leggermente distolta da te?
Questo indica che vogliono lasciare la conversazione e allontanarsi da quello che sta succedendo, probabilmente per il motivo che stanno mentendo. Questo vale soprattutto per le bugie inventate al momento. Gli individui che hanno pianificato la menzogna in anticipo potrebbero avere segni più vaghi. Le esitazioni, le pause e lo spostamento degli occhi possono scomparire poiché hanno "creato" la bugia in anticipo. Le bugie praticate o pianificate possono essere difficili da rilevare, ma se sospetti che qualcosa non sia giusto, puoi fare rapidamente delle domande alla persona per verificare ciò che ha appena detto. Togligli un po’ di tranquillità dimostrandogli che ciò che sta dicendo non ti è chiaro. Rispecchia il cliente Ci sono quattro segnali di base che ci forniscono molte informazioni sulla mentalità di una persona e su come reagirà a determinati stimoli. Possiamo usare queste informazioni per adattare il nostro comportamento in modo tale che l'altra persona si senta a suo agio in nostra presenza. Portarla nella sua zona di comfort ci permetterà facilmente di valutare meglio la persona. Solo allora rivelerà il suo vero io e le sue intenzioni. Per costruire un rapporto, impieghiamo nella PNL (Programmazione Neuro Linguistica) una tecnica chiamata mirroring. Questo significa riconoscere la personalità del tuo interlocutore e poi provare a imitare quelle emozioni, bisogni o obiettivi. Cosa rivelano i gesti delle mani? I gesti delle mani ci forniscono molte informazioni sulla personalità di una persona. Ogni volta che sei immerso in una conversazione con una persona, prova a notare cosa sta facendo con le braccia e le mani. Se vedi che la persona non agita le mani quando parla, cerca di evitare di gesticolare, se stai cercando di costruire un rapporto. Dalla postura e dalle mani capisci l’interesse che susciti in ciò che stai dicendo Guarda la postura del corpo. Se la persona interessata si protende in avanti, è aperta e interessata a ciò che hai da dire. Se
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invece si appoggiano all'indietro, significa che sono protettivi o chiusi, e potrebbe esserci una mancanza di fiducia tra voi due. Ora è il momento di adattare la strategia di conseguenza. Le mani sono molto importanti! Immagina di incontrare qualcuno per la prima volta. Tu stringi la mano e scopri che la presa è debole. Penserai immediatamente che questa persona è debole e che non è molto eccitata nel vederti. I gesti delle mani sono alcuni dei gesti più importanti e spesso possono rivelare molto. Il potere dei palmi delle mani Apertura e onestà. Se stai cercando segni di apertura e onestà, guarda i palmi. Questo è uno dei modi più accurati per giudicare le intenzioni di qualcuno e decidere se sta dicendo la verità o no. Un gesto comune che le persone spesso usano, è quello di alzarle o estenderle mentre cercano di assicurarti
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della totale veridicità di alcune affermazioni. Molte persone non prestano attenzione ai loro gesti. Rientrano nella categoria dei gesti inconsci. Questo può anche darti un'idea delle reali intenzioni di qualcuno. Questo gesto nasce anche dall'infanzia. Quando i bambini hanno fatto qualcosa di sbagliato o quando stanno cercando di nascondere qualche malizia, nascondono le mani dietro la schiena. Allo stesso modo, anche gli adulti seguono le stesse tecniche, anche se con maggiore sofisticazione e sottigliezza. Una persona insincera può infilarsi le mani in tasca o di incrociare le braccia in modo difensivo mentre procede a dare varie spiegazioni non vere. Questo dovrebbe anche segnalare immediatamente all'altra persona che qualcosa è nascosto o che viene raccontata una bugia. Ti starai chiedendo che se mentirai con un gesto dei palmi aperti, sarai in grado di ingannare le persone. Non provarci!
La risposta è comunque no. A meno che tu non sia molto esperto nell'arte, i tuoi palmi consapevolmente aperti non saranno congruenti con il resto dei gesti del tuo corpo. Quindi, potresti essere scoperto e ti starebbe pure bene. È possibile, tuttavia, farti sembrare più credibile usando gesti con i palmi delle mani aperti quando comunichi con gli altri. Sono probabilmente alcuni dei gesti più importanti e potenti. Se sono impiegati correttamente, possono dare a una persona la posizione di potere in quella particolare interazione. Ci sono tre principali manifestazioni del gesto: palmo verso l'alto, palmo verso il basso e il dito puntato con il gesto del palmo chiuso. La stretta di mano rivelatrice Sai già che stringere la mano può facilmente darti spunti potenti sull'altra persona. Una delle prime cose che siamo in grado di raccogliere in una stretta
luglio\agosto 2019 di mano è la direzione del potere in quella particolare relazione. Noterai se qualcuno sta cercando di dominarti, di essere sottomesso o di trattarti allo stesso modo. Questi atteggiamenti sono trasmessi inconsciamente, tuttavia con la pratica si può facilmente sviluppare una stretta di mano dominante. Questo di solito si ottiene raggiungendo con il palmo rivolto verso il basso rispetto alla mano dell'altra persona. Il palmo rivolto verso l'alto di solito trasmette la sottomissione. Quando due persone dominanti si stringono la mano, di solito è un gioco di potere in cui entrambi si stringono la mano a vicenda, costruendo il rapporto e il rispetto. Neutralizza la stretta di mano dominante Se vuoi neutralizzare la stretta di mano dominante di qualcuno, concentrati solo sui tuoi piedi. Questo può essere fatto facendo un passo con il piede sinistro in avanti mentre passi nella “zona di vicinanza intima” con l'altra persona. Anche se stringere la mano a qualcuno è una forma di saluto, dovresti prima vedere se è gradita o no. Non forzare mai una stretta di mano su qualcuno che non vuole stringere la mano a te.
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Le mani e la stretta di mano vincente Stili della stretta di mano La spinta del palmo verso il basso è sicuramente lo stile di stretta di mano più aggressiva, in quanto raramente dà a chi la riceve poche possibilità di stabilire una relazione paritaria. Ci sono alcune manovre per contrastarla. Una semplice è quella di afferrare la mano della persona in cima e poi scuoterla. Questo ti mette nella posizione dominante. Tuttavia, utilizzala con cautela poiché mette in imbarazzo anche l'altra persona. Esercitati prima con qualcuno che conosci bene. Talvolta la “stretta di mano del guanto” è anche conosciuta colloquialmente come stretta di mano del politico. Le persone espansive spesso la utilizzano. Ha lo scopo di trasmettere l'impressione di attendibilità e onestà, tuttavia può risultare un segno falso, specialmente se è usato su una persona incontrata di recente. Viene anche interpretata come pretesa e disonestà. Quindi, dovrebbe essere usata con attenzione e solo per le conoscenze di lunga data. Tutti temono una stretta di mano fredda e umida poiché spesso lascia chi la riceve con una sensazione di disagio. È piuttosto impopolare e identifica una
persona debole. Come la spinta del palmo verso il basso, la spinta del braccio rigido spesso tende ad essere usata da persone aggressive che non vogliono interagire e il suo scopo principale è quello di tenerti lontano. Strofinare i palmi insieme Ecco come le persone comunicano l'anticipazione positiva. Immagina di parlare di un viaggio imminente con qualcuno e inizia a strofinare i palmi insieme. Probabilmente noterai anche che i loro occhi brillano di gioia, poiché sono molto entusiasti di ciò che stai dicendo. Dall'altra parte, strofinare i palmi delle mani lentamente potrebbe sembrare inquietante! Strofinare il pollice contro le dita è anche un gesto comune impiegato da camerieri o facchini come suggerimento per la mancia. Per te equivale a un suicidio della relazione di affari. Le mani serrate insieme Sebbene inizialmente questo possa sembrare un gesto fiducioso, in realtà è un segno di frustrazione poiché la persona sta cercando di trattenere le emozioni negative. E come tutti i gesti negativi, qualcosa deve essere fatto per contrastare questo gesto o quella persona rimarrà forse bloccata nelle sue emozioni negative. Quando sentiamo qualcosa di sgradevole, tendiamo anche a coprirci le orecchie. Quando diciamo qualcosa di molto negativo o una bugia, le nostre mani inconsciamente vanno alla nostra bocca. Questo è molto più evidente nei bambini perché invecchiando, i nostri gesti diventano più sottili e meno ovvi. Il gesto rimane comunque. Succederà ogni volta che qualcuno sta mentendo o esagerando o cercando di nascondere qualcosa o semplicemente nascondendo qualcosa. Non dare per scontato che la prossima persona stia mentendo se vedi questo gesto, ma stai in guardia perché significa che qualcosa sta succedendo. Un'ulteriore osservazione di quella persona, le sue parole e gesti e l'ambiente circostante ti faranno sapere se fidarti o meno. Le dita nel gesto della bocca significano qualcosa di diverso. È fatto dalle persone quando sono tese o quando sono in una situazione
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stressante. Di solito significa che quella persona sta cercando conforto. L’incrociare le braccia Nascondersi dietro una barriera è una normale risposta umana che tutti impariamo in tenera età per proteggerci. Come bambini, ci siamo nascosti dietro agli oggetti, ma con l'invecchiare, semplicemente iniziamo a incrociare le braccia sul petto ogni volta che si presentano situazioni minacciose. Invecchiando il gesto è diventato meno chiaro agli altri e più difficile da capire. Ogni volta che qualcuno è sulla difensiva, è probabile che incroci saldamente le braccia al petto. Ci sono molte tecniche di incrocio delle braccia. Quasi tutti significano la stessa cosa e una persona è probabile che lo faccia per dare una sensazione di sicurezza in situazioni di disagio. Renditi più amichevole e degno di fiducia Dovresti provare a cercare spunti sul come respira l’altra persona, in modo da poterlo abbinare nel tuo processo di mirroring. È chiaro che se tu ti rispecchi in me, istintivamente tu mi piaci. Ricorda
che, sebbene l'altra persona potrebbe non essere consapevole di quello che sta facendo, il suo sub-cosciente registrerà questa informazione. Di conseguenza, la persona con cui stai parlando si relazionerà a te come una presenza amichevole. Alcune persone semplicemente respirano con i loro diaframmi mentre altri respirano con la parte superiore del petto. Questo è un comportamento appreso che inizia alla nascita. Potrebbe essere necessario praticare queste tecniche di respirazione in modo che non appaia innaturale quando ci si regola per rispecchiare la persona di fronte a te. Non è uno scimmiottamento. Cosa rivelano i livelli di energia? Anche i livelli di energia del tuo interlocutore danno indicazioni sulla sua personalità. Questa informazione è di vitale importanza nella costruzione di rapporti e dovresti prestare molta attenzione. Osserva il comportamento L'altra persona sembra una persona brillante e sicura? O forse sembra timida? Ricorda, per costruire un rapporto, l'altra persona ha bisogno di sentirsi a proprio agio
alla tua presenza. Sii sempre pronto ad adattarti e ad adattarti alle tue esigenze. Se ti sembra di essere aggressivo o addirittura fuori sincrono con loro, il loro subconscio registrerà questo fatto e la tua relazione ne risentirà. Cosa rivelano i modelli di discorso? E infine, dobbiamo tenere in considerazione il volume e il tono della nostra voce. Poiché la parola è la principale modalità di corrispondenza, è necessario fare attenzione a questo criterio. Prova a rispecchiare gli schemi vocali del tuo interlocutore Cerca le risposte a queste domande quando crei un rapporto: l'altra persona parla con un tono basso o alto? Che tipo di parole sceglie, complicate o semplici? Quanto sta parlando velocemente? Se trovi le risposte a queste domande e rispecchi di conseguenza l'altra persona, le troverai più incline ad agire positivamente nei tuoi confronti. E da ultimo, mi sembra scontato dirlo: sei un’aquila, non un pavone. Non fare la ruota per impressionare. Il vincente non se la tira mai. Non umiliare mai e fai sempre sentire sinceramente l’altra persona importante per te, chiunque sia. Sempre. Come diceva Maya Angelou: “Le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire”.
*Giornalista e docente di “Comunicazione e Successo” c/o Università UniTre, Milano. Autore di 13 libri pubblicati con 7 Editori. Due libri presenti c/o Università di Harvard, USA . Performance E xecutive Coach e formatore p e r azi e n d e . H a p u b b l i c a to recentemente “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro” Edizioni Segno, Udine, 2017 e "Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più”, Lampi di Stampa, Milano, 2018. www.giorgionadali.com © gettyimages.it
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/ Lifestyle
IL BELLO DELLE DONNE... IL BELLO DELLA POLITICA
A cura di Carla Cavicchini
“Donne, du du du, in cerca di guai, donne a un telefono che non suona mai...” Ricordate la canzone di Zucchero tutta timbri e blues? Un ulteriore motivo per entrare nell'universo-kermesse “L'eredità delle donne”, presentata a Firenze dalla frizzante – e pungente come un’ape – Serena Dandini. Tra garbo ed ironia – è lei! – stavolta sul palco minimalista “fatto” di sedie e schermo, ha presentato le varie professionalità, capacità e biografie del talento femminile italiano e non solo. Perché l'altra metà del cielo, impegnandosi a fondo, col bernoccolo dell'intuito, mostra stoffa da vendere. Come ad esempio ballando anche all'indietro e coi tacchi a spillo! È arrivato il momento di parlare di Ségolène Royal mentre la presentatrice ne osserva l'innata classe unita a grazia e femminilità. Alta, sorridente, gonna
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stretta, un filo di tacco e di trucco, arriva l'ospite. Dice d'amare la città dantesca e di avere qui molti amici. Parliamo d'una socialista giunta ad un passo dell' Eliseo, alla carica di Presidente della Repubblica francese nelle scorse elezioni del 2007, battuta in finale (superò il primo turno) da Sarkozy. È una tipa tosta Madame Royal, chiamata anche “Zapatera” per il suo temperamento, in quanto estremamente attenta alle tematiche della violenza sotto ogni forma. Suo l'impegno anche per l'istruzione scolastica, l'impatto ambientale e i diversamente abili, la lotta alla pedofilia e alla prostituzione minorile ed altri temi sociali. Membro dell'ONU, a cui ha consegnato il rapporto “La donna ed il clima”, afferma che il riscaldamento climatico si attua se viene dato il permesso di agire . M enziona Van dana Shiva auspicando tale cambiamento non senza guardare tutte noi con le chiavi in tasca!
luglio\agosto 2019 Racconta che, quando chiese il marchio di riconoscibilità per le mucche nel suo distretto elettorale, un anonimo deputato, sul tema delle farine animali, la definì “vacca pazza”, cui fece seguito “nuda, nuda” e continua: “A me che in quel periodo avevo tre figli! D'altronde, sappiamo che accade tutto assieme: professione, un altro figlio in arrivo... decisamente per gli uomini è tutto più semplice!” Ed ecco alzarsi un bel battito di mani dal foltissimo pubblico presente in sala! Osserva la bella francese: “Mi hanno anche detto di fare la mamma, però nello stesso tempo chi lo è viene contraddetta! E la cosa buffa è che tali frasi escono dalla gauche senza essere stati richiamati – o poco – all'ordine, nei confronti di una deputata! Quanto al sessismo:
"CI VORREBBERO ULTERIORI MESSAGGI DI CIVILTÀ, VISTO CHE L'EUROPA VUOLE INSEGNARLA CON UN NUMERO INFINITESIMALE DI PRESENZE FEMMINILI"
esiste, esiste... presi dall'incompetente mentre stavo per sedermi al posto d'un uomo! Pertanto quest'ultimi cambiano solamente se trovano il tornaconto.” Sorprende di continuo questa figura d'acciaio ma sempre così solare, dalla gestualità appena pronunciata, calma come un buddista Zen. Ex compagna di Hollande, 4 figli, 65 anni, dice la sua infastidendo, come quella volta che fu tacciata di populismo. Il motivo? La pronuncia a favore del divieto del cumulo delle cariche, tramite proposta di un giurì di cittadini atto a controllare l'operato dei politici eletti. Parla adesso del suo libro da poco uscito: “La parola ci ha liberate, giusto pertanto farne buon uso!” È il momento della caustica – però veritiera – Dandini, mentre osserva che gli uomini vorrebbero un pari “suo”, magari in versione Merkel! E dice questo lanciando il sasso: poche donne in politica, poco peso! “In Francia esiste la legge per la parità salariale, ma non è passata a causa di lobby politiche. Ci vorrebbero ulteriori messaggi di civiltà, visto che l'Europa vuole insegnarla con un numero infinitesimale di presenze femminili. La prima Guerra Mondiale fu generata per virilità maschile, mentre invece donne e uomini a fianco farebbero molto e bene!” L'incontro “face to face” è terminato. Alla cugina d'oltralpe viene fatta notare l'eleganza armoniosa. “Si, tengo molto al femminile. Coniugare tutto? Con la semplice organizzazione.” Merci madame, c'est aussi la France.
Foto: Ségolène Royal© Marie-Lan Nguyen / Wikimedia Commons
In foto: Serena Dandini
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/ Cultura
BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA 2019 May You Live In Interesting Times A cura di Patrizia Saolini
Dall’11 maggio al 24 novembre, in laguna è di scena la Biennale d’Arte di Venezia 2019. Noi di Beesness abbiamo fatto una selezione delle mostre, delle installazioni e degli appuntamenti da non perdere per godersi al massimo la bellezza di questa manifestazione internazionale. Il titolo della 58a edizione dell’esposizione internazionale è “May You Live In Interesting Times” ed è un’espressione in lingua inglese che è stata a lungo (erroneamente) associata a un’antica maledizione cinese. La locuzione “interesting times” evoca un’immagine di tempi sfidanti e minacciosi. Ma come ha spiegato il presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, è anche un invito a non indulgere a uno dei grandi mali moderni: la semplificazione. Cosa vedere alla Biennale di Venezia 2019 Curata da Ralph Rugoff, attuale direttore della Hayward Gallery di Londra, la Biennale di Venezia si articola tra il Padiglione Centrale, i Giardini e l’Arsenale e ospita 79 artisti provenienti da 90 paesi di tutto il mondo. Di questi, 4 sono al debutto assoluto in Laguna, ov vero Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan. Invece, la Repubblica Dominicana avrà per la prima volta un proprio padiglione. Quello dell’Italia, sostenuto e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale Arte e Architettura
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© The Spark Is You: Parasol unit in Venice, courtesy of the artist and Parasol unit. Foto by Francesco Allegretto.
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© Per Recursion and Mutations - Vincenzo Castella courtesy dell'artista e della galleria Studio la Cittá - Venezia
Contemporanee e Periferie Urbane e curato da Milovan Farronato, è allestito alla Tese delle Vergini in Arsenale. La 58a Esposizione Internazionale d’Arte è caratterizzata anche da numerosi eventi collaterali. I 21 appuntamenti in calendario si svolgono in diverse sedi della città di Venezia e procederanno di pari passo con il ricco calendario della divisione Educational (che si propone di avvicinare all’arte visitatori di ogni ordine e grado) e la Biennale Session (dedicata alle Università, alle Accademie e a tutte le istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel campo delle arti, dell’architettura e simili). A completare il programma ci sono due progetti speciali. Il Progetto Speciale Forte Marghera (Mestre) vede impegnata Ludovica Carbotta per un intervento specifico all’interno dell’edificio chiamato Polveriera austriaca. Invece, per il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate, Marysia Lewandowska espone le proprie creazioni nelle Sale d’Armi dell’Arsenale. Carousel de Crystal (7 maggio-24 novembre) La Sala della Musica del Complesso dell’Ospedaletto di Venezia ospita Carousel de Crystal, opera dell’artista anglo-argentino Pablo Bronstein curata da Catherine Wood, che offre una rappresentazione della camera da letto del Re del XVII secolo come luogo apparentemente privato, ma in effetti centro dei rituali della vita di corte. Animata da due danzatori (raddoppiati da una proiezione video di grandi dimensioni), da una figura dal volto dipinto di rosso interpretata dallo stesso Bronstein e dalla Strega Grigia (la personificazione della lastra metallica che si nasconde dietro il vetro di ogni specchio), la mostra rappresenta l’ideale prosecuzione dell’omonima installazione ospitata dal 7 maggio al 9 giugno 2019 alle Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino. La regola del sogno (8 maggio – 24 novembre) Il Fondaco dei Tedeschi è la sede di un eccezionale e suggestivo inter vento artistico site-specific: La regola del sogno.
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© The Spark Is You: Parasol unit in Venice, courtesy of the artist and Parasol unit. Foto by Francesco Allegretto.
Un’installazione di Barnaba Fornasetti e Valeria Manzi-The rule of dreams. An art installation by Barnaba Fornasetti and Valeria Manzi. Dal quarto piano, alla corte e fino alla porta d’acqua, volti femminili, scimmie irriverenti e mani che fendono l’aria creano un emozionante dialogo con gli spazi che ospitano l’installazione e il loro valore storico e simbolico. Recursion and Mutations e After J.M.W. Turner 1834-2019 (8 maggio-28 luglio) Recursions and Mutations e Af ter J.M.W. Turner 1834-2019 sono le due esposizioni allestite dalla galleria Studio la Città negli spazi del GAD-Giudecca Art District, sull’Isola della Giudecca (Sestiere Dorsoduro, Fondamenta San Giacomo 211/B). La prima raccoglie le opere degli artisti Vincenzo Castella, Lynn Davis, Jacob Hashimoto e Roberto Pugliese ed è un progetto artistico condiviso che esplora i concetti di “ricorsività” e “mutazione”. La
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seconda è una mostra personale dell’artista giapponese Hiroyuki Masuyama, che analizza i processi di reiterazione e cambiamento nella pratica artistica. The Spark Is You: Parasol Unit in Venice (9 maggio-23 novembre) Il Conservatorio di Musica di Venezia ospita The Spark Is You: Parasol Unit in Venice, una mostra che raccoglie e celebra il rispetto e la comprensione tra nazioni e culture differenti, attraverso i valori di apertura, tolleranza e interconnessione umana peculiari dell’identità persiana. Curata da Ziba Ardalan, l’esposizione si compone di dipinti, sculture, installazioni multimediali e film di diverse generazioni di artisti iraniani, che vivono e lavorano in Iran e all’estero e condividono il desiderio di creare un dialogo e uno scambio con pensatori di altre culture. Altered Views (11 maggio-24 novembre) La mostra Altered Views propone la riflessione dell’artista cileno Voluspa Jarpa
su temi di grande attualità come razzismo, patriarcato, interessi economici e dominio quali forme di colonialismo. Curata dallo spagnolo Agustín Pérez Rubio, il progetto è l’esito di anni di ricerca nella realtà dei paesi del Sud America attraverso documenti declassificati dalla CIA ed è ospitato presso il Padiglione del Cile. Roman Opałka - Dire il Tempo (7 maggio-24 novembre Venezia) (4-20 luglio Milano) Building e Fondazione Querini stampalia rendono omaggio all’artista franco-polacco scomparso nel 2011 Roman Opalka con una mostra in due capitoli. Il primo (Roman Opałka-Una retrospettiva) sarà allestito nello spazio espositivo di Building, a Milano. Il secondo (Roman Opałka) occuperà le sale della Casa Museo della Fondazione Querini Stampalia a Venezia, dove le opere di Roman Opałka dialogheranno con quelle dell’artista Mariateresa Sartori e delle collezioni dell’istituzione.
luglio\agosto 2019 Curata da Chiara Bertola, la mostra vuole approfondire la produzione e la filosofia dell’artista, attraverso una ricca selezione di opere, molte delle quali inedite in Italia o in assoluto. Building Bridges Lorenzo Quinn, figlio del grande attore Anthony, continua a stupire Venezia (e non solo) con le sue grandiose installazioni fatte di mani. L’ultima è Building Bridges, composta da 6 paia di mani alte 15 metri e larghe 20 metri, che cingono in una stretta inclusiva il bacino di carebaggio dell’Arsenale di Venezia. Simbolo per eccellenza del fare e della creatività, le mani di Lorenzo si ispirano e sono un omaggio a 6 valori universali: amicizia, saggezza, aiuto reciproco, fede, speranza. E poi, ovviamente, l’amore. Perché è l’amore che cambia il mondo, ancora più dell’arte. E il mondo però si cambia con le mani. Tutti insieme. © The Spark Is You: Parasol unit in Venice, courtesy of the artist and Parasol unit. Foto by Francesco Allegretto.
© Per Recursion and Mutations - foto Santa Fe di Jacob Hashimoto courtesy dell'artista e della galleria Studio la Cittá
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/ Cultura
BIENNALE A PALAZZO CORSINI A cura di Carla Cavicchini
Opera di Antonio Vivarini nello stand di Enrico Frascione; San Pietro Martire nella sua cella conversa con tre Vergini, Agnese, Caterina e Cecilia
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luglio\agosto 2019 In alto il sipario per la 31a edizione della Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze – BIAF –, al suo 60o anno di attività. Un settembre estremamente ricco quello che si affaccia sulla città gigliata dal 21 al 29 settembre a Palazzo Corsini, capace di coinvolgere anche altri luoghi ed espressioni artistiche alquanto significative della regione definita, non a torto, un piccolo gioiello d'arte. La presentazione è avvenuta a Palazzo Vecchio, nella spettacolare Sala degli Elementi – ove Cosimo I aveva il suo appartamento privato – con tutte allegorie del caso quali la Terra con le primizie dell'appunto Terra offerte a Saturno, ed ancora quella dell'acqua con La Nascita di Venere, seguiva l'elemento Fuoco, fucina di Vulcano, con il suggestivo soffitto Aria, con Crono al centro che mutila Urano. Soddisfatto il primo cittadino Dario Nardella mentre sottolineava l'importanza della Biennale, in Italia nonché in tutto il mondo; soffermandosi poi sul fatto che:"proprio la città dantesca ha sempre avuto a che fare con la filantropia, il collezionismo, il mercato dell'arte, combattendo strenuamente quello illegale e anche stavolta si prepara a questo splendido appuntamento di cui tutti noi siamo estremamente orgogliosi.” Il Segretario Generale Fabrizio Moretti – vero e proprio gentleman – osservava con piacere come il sindaco, amando l'arte tutta, la difendesse egregiamente. “La mia è una carica che porto avanti con grande amore – specificava Moretti – se ci voltiamo ci accorgiamo che gli anni passati sono stati veramente molti, accompagnati da crisi ma anche da molti compratori in questo mercato che sta diventando
In foto: Bassorilievo di guerriero con armatura, opera attribuita al Maestro Verrocchio di proprietà della famiglia Vittorio Frascione
sempre più internazionale. Approfitto inoltre della partnership con il Maggio Musicale per far notare che proprio due lampadari del Maggio segneranno l'ingresso della fiera dell'antiquariato, che consta anche di altri partner quali la Cassa Risparmio di Firenze e Italo Carli Direttore generale di AXA ART, AXA XL, a division of AXA". Concludeva poi il segretario generale puntualizzando sul fatto d'essere a contatto con vere e proprie eccellenze; il fior del fiore, antiquari che si preparano in anticipo a garantire “il bello” sotto il severo giudizio dell'espositore. Innegabile l'indotto che si creerà, anche grazie alle varie gallerie aperte come quella di Via Maggio e Via de Fossi (Firenze), con opere che saranno restaurate in questi sette giorni magici, importanti anche per l'arte contemporanea. Non mancheranno le storiche strade dello shopping come le boutique di Via Tornabuoni e Ponte Vecchio, aperte a collezionisti e pubblico in generale grazie all’evento che coinvolgerà anche alcuni musei fiorentini. L'impegno dei galleristi nel loro lavoro di ricerca è notevole, il sogno è quello di diventare punto di riferimento per il mercato dell'arte, ma anche per una mole maggiore di persone, non solamente nella nostra bella Italia.” “Una rete importantissima e di grande qualità che poi altro non è che la base delle nostre scelte di opere e persone”, così si esprimeva più tardi Donatella Carmi, Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, sottolineando che tale Fondazione si adopera supportando la cultura contro l'imbarbarimento. “Mi fa pertanto estremamente piacere che sia ricordato Stefano Bardini, grandissimo esperto d'arte, collezionista e scenografo. Parliamo di una persona che nella storia dell'antiquariato è stato considerevole, con Firenze ed il suo fascino estremamente particolare si caratterizza anche per la forza ed il suo coraggio. Quanto alla pazienza... beh, ce ne vuole un'ottima dose, tuttavia ce la faremo!” terminava la Carmi accompagnata dal consueto piglio manageriale. Incisivo poi Italo Carli di Axa che segnalava l'utilità di lavorare assieme per un buon confronto visto che "Ci studiano perfino dall'estero e noi rispondiamo con entusiasmo incrementando le varie iniziative in cantiere anche con il volume Le corporate collection in Italia - dalla ricerca alla prassi che verrà presentato in anteprima il 26 settembre. Praticamente un focus sul collezionismo corporate e sul ruolo dell'arte nelle aziende italiane con volontà di approfondire e colmare le lacune in tale panorama. Sintetico e diretto l'elegante – di modi e gesti – Matteo Corvino, scenografo veneziano, mentre segnalava le sorprese che domineranno la Biennale, scenografici lampadari progettati da Carlo Scarpa e realizzati da Venini. Non si misurano le circonferenze .. per tali lumière provenienti dall'ex Teatro Comunale di Firenze, posizionati nei due ingressi della mostra. Piacevole la nota sociale offerta dalla collaborazione dei laboratori d'alto artigianato di San Patrignano e, come d'uso nei bei salotti e società, vi saranno pure valorizzazioni come quella cornice dei saloni barocchi, atta alla creazione di sofisticati spazi enunciativi, facendo ergere fascino ed incanto delle opere, in ambienti ospitali per momenti allegri nonché d'approfondimento.
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Ma ritorniamo a Bardini. Bardini nell'aria.... figura così presente nell'immaginario collettivo tanto da spendere qualche parola sul “Principe degli Antiquari”, tramite UNIVERSO BARDINI dove verrà svelato il progetto espositivo in suo onore. Il viaggio, quale l'alcova al primo piano di Palazzo Corsini, racconterà di questo mercante-collezionista, tramite l'allestimento di pannelli con riproduzioni in scala di “set Bardini” ricavati da fotografie d'epoca. Un modo per vedere la mutevolezza degli allestimenti promossi da tale esteta, caratterizzati dal dialogo di opere in combinazione con le partiture architettoniche, arredi e tipologie secondarie quali armi, ceramiche, cornici, esaltate da singolari soluzioni espositive. In rilievo anche le tipologie artistiche complementari come armi, bronzetti e maioliche, con scopo preponderante di promuoverne fruizione ed interesse di critica. Bardini, noto anche per la ricontestualizzazione d'opere estirpate dal loro contesto originario, si avvalse di quella tendenza capace di decretare Oltreoceano la fortuna del mito dell'Italia e della Firenze rinascimentale. È da ricordare, inoltre, per essere stato protagonista nel collezionismo tra l'Otto ed il Novecento, d'aver promosso vitali sodalizi coi vari influenti magnati del tempo – suoi clienti ed estimatori – la realizzazione di autorevoli collezioni internazionali, divenute poi grazie all'elevatissime virtù storiche artistiche, il cardine verso i più noti musei quali il Bode Museum di Berlino, ed ancora l'Isabella Stuart Gardner Museum di Boston e il Musèe Jacquemart Andrè parigino. Da osservare che la Biennale si pone in un particolare momento del mercato dell'arte che si trova ad affrontare una tematica essenziale per il futuro delle più importanti gallerie e della conservazione delle opere più in generale. Il rapporto stretto tra contenitore fisico e opera d'arte è il campo inesplorato dove verranno a confrontarsi le nuove tendenze dell'architettura, dei designer d'interni, nonché delle espressioni artistiche contemporanee. Sempre più acceso, infatti, è il dibattito su quale sia il ruolo dello Stato nella conservazione e valorizzazione dei beni culturali, ove questo, spesso, si trova a concorrere con fondazioni private, collezionisti e galleristi antiquari che non si limitano alla promozione delle proprie opere, bensi più in generale del patrimonio artistico nazionale. Ecco pertanto che tale avvenimento costituisce il proscenio ideale per affrontare un tema così delicato. Palazzo Corsini, affacciato sull'Arno, sarà pertanto in gran fermento vedendo protagoniste 77 gallerie, tra cui 16 new entry, del panorama internazionale specializzate nelle diverse discipline artistiche. Da segnalare la Galleria Bacarelli Antichità, in collaborazione con Botticelli Antichità e Galleria Continua di San Gimignano, in trasferta appunto alla BIAF, organizzeranno uno splendore di mostra con opere di Pistoletto, Anisk Kapoor e Daniel Buren, colloquiando con opere rinascimentali e neoclassiche. Attesissima da Frascione Arte con Enrico Frascione quale Vice Presidente della Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze, la mostra “RAM tra Novecento e Metafisica. La natura
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In foto: Il sindaco di Firenze Dario Nardella accanto al segretario generale della Biennale Fabrizio Moretti
ricreata” a cura di Susanna Ragionieri. In esposizione ben 34 opere di Ram, che altro non è che l'acronimo di Roger Alfred Michahelles ( Firenze 1898-1976 ), fratello del celeberrimo eclettico pittore e scultore futurista Ernesto Michahelles in arte Thayaht. Collage, disegni, sculture, con dipinti degli anni venti sino alla seconda metà dei '60 provenienti per lo più dall'archivio Thayaht & Ram di Firenze e collezioni private, saranno esposte opere – alcune per la prima volta – per tutti gli estimatori del genere. Di pregio sapere che durante la recente mostra sul Verrocchio, tenutasi a Palazzo Strozzi, visitatori italiani e stranieri hanno ammirato lo splendido bassorilievo Figura di Guerriero con Armatura, di proprietà della famiglia Vittorio Frascione, opera attribuita al maestro Verrocchio. Ed ancora “La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini “ quale mostra da ammirare nei saloni storici del piano nobile di Palazzo Antinori. Imperdibile per gli amanti del contemporaneo la collezione Roberto Casamonti che verterà sul secondo Novecento presso il Palazzo Bartolini Salimbeni; menzioniamo anche opere varie tra le quali Basquiat, Pistoletto, Toni Cragg, Boetti e molti atri ancora. E non è finita vista la strabiliante partnership tra la Biennale e la Frick Collection di New York, che coinvolgerà il top del top del management della più autorevole collezione privata al mondo , con alcuni dei loro trustees nelle vicende di tale fiera. Ricchissima inoltre la selezione di oltre 5000 opere a Palazzo con i principali protagonisti del mercato mondiale dell'arte; per la pittura segnaliamo una veduta del Redentor di Venezia, olio su tela di Canaletto (1697-1768) esposta da Galleria Dickinson, l'olio su tavola con Sacra Famiglia con San Giovannino del Beccafumi sarà invece in mostra presso la Galleria Orsi. Splendida la tempera su tavola "San Pietro martire nella sua cella conversa con tre vergini, Agnese, Caterina e Cecilia" di Antonio Vivarini (documentato in Veneto 1440-1476/1484 ), opera del 1450 circa notificata nel 2006, che sarà invece in mostra nello stand di Enrico Frascione. Quanto alla scultura il Busto in bronzo di Urbano VIII Barberini del 1658 di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), si potrà contemplare
luglio\agosto 2019 nello stand della Galleria Orsi, mentre le statue in marmo di Carrara di Elisa Bonaparte Baciocchi Levoy e Felice Pasquale Baciocchi Levoy realizzate nel 1809 circa da Lorenzo Bartolini, saranno esposte da Lullo Pampoulides. Eccoci al Novecento con Autoritratto delle nuvole di Giorgio De Chirico del 1948 che sarà esposto da Tornabuoni Arte, con occhio anche al contemporaneo per Concetto spaziale del 1964-65 di Lucio Fontana. Non mancherà lo spazio dedicato ai gioielli ed oggetti da collezionismo poiché Deborah Elvira presenterà un Alamaro gioia da petto in oro, smalto e smeraldi e perla realizzato nel 17° secolo in Spagna. Onore poi al Fucile a pietra focaia in legno ed acciaio realizzato da Michele Lorenzoni contrassegnato con il monogramma di Ferdinando III De' Medici Granduca di Toscana. Per gli arredi segnaliamo la Coppia di mobiletti a portella e cassetto lastronati ed intarsiati con piano in marmo bianco di Carrara, fusto in legno di noce intarsiato in bois de rose, palissandro, acero, acero tinto verde, bosso ed altre essenze del 1787. Regolarmente la Biennale – BIAF – si avvale di partnership di notevole livello
quali Axa XL Art & Lifestyle, main partner, e Fondazione Cassa Risparmio di Firenze. Quanto alla nuova partnership con il Maggio Musicale Fiorentino, presso il foyer del teatro del Maggio sarà possibile ammirare la mostra “La Biennale in bianco e nero”, una selezione di foto storiche dell'archivio BIAF. Un modo per osservare garbati antiquari, ritratti istituzionali di Presidenti e personaggi pubblici, sino alle star, quali Greta Garbo, Sophia Loren ed altre celebrità ancora. E non è finita in quanto la partnership col Maggio Fiorentino permette ai partecipanti di assistere agli spettacoli in calendario nella settimana dedicata all'antiquariato, quali La Traviata e il Dittico Pagliacci / Noi, due, quattro... a condizioni agevolate. Infine, Il trionfo del concerto che si terrà proprio in quei giorni nel Salone del Trono di Palazzo Corsini. Doveroso osservare che tale manifestazione viene realizzata con il contributo della Fondazione Cassa Risparmio di Firenze, Villa Bardini, Axa, Toscana Aeroporti, con partners: Maggio Musicale Fiorentino, Stefano Ricci, Maserati, Fratelli Piccini, Pineider, ArtDefender, THCP. Quanto ai
Media partners segnaliamo Apollo, The Burlington Magazine, How to Spend it, Artslife, Lampoon Magazine, Firenze Magazine. Le boutique di via Tornabuoni, il 21 settembre prossimo, presenteranno un'esposizione di moto d'epoca proprio davanti ai loro negozi, con adesione dei brand più importanti quali Armani, Gucci, Loro Piana, Valentino, Pomellato, Zegna, Fani, Dolce & Gabbana, Casadei, Balenciaga, Saint Laurent, Tiffany, Hogan, Celine, Lotti, Fendi, Tod's, Max Mara, Ferragamo, F.lli Piccini di Ponte Vecchio, Locman, Anne Fontaine, Obicà, Versace, Burberry, Hermes, Pucci, Zadig et Voltaire. Chissà se Marlon Brando oppure James Dean ci porteranno in sella a zonzo per la città...chissà, d'altronde storia e costume non rappresentano l'antiquariato?
Info: Per la Toscana ufficiostampa@studioesterdileo.it Info nazionale: gestione 3@studioesseci.net
In foto: Donatella Carmi, segue Fabrizio Moretti, il sindaco Nardella, Italo Carli e Matteo Corvino
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/Turismo
In foto: Giampaolo Marconi
INTERVISTA A GIAMPAOLO MARCONI, ART DIRECTOR DELL’HOLLYWOOD DANCE CLUB DI BARDOLINO L’imprenditore ha trasformato la nightlife in professione di successo e, mentre discoteche e club chiudono in tutto Italia, festeggia i primi 33 anni di vita del locale sotto la sua gestione A cura di Cinzia Meoni
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luglio\agosto 2019 Come trasformare una passione in un lavoro soddisfacente e ben retribuito, soprattutto quando si tratta di una professione legata al mondo dell’entertainment? Ovvero intrattenere, far divertire il pubblico, far scomparire preoccupazioni e stress. Lo spiega Giampaolo Marconi a Beesness, fondatore di radio (oggi in digitale) e art director dell’Hollywood Dance Club di Bardolino Alta, un locale che domina il Lago di Garda (per info: tel. 045 5118918- mail: hollywood@hollywood.it). Un imprenditore che ha trasformato la nightlife in professione di successo e che, proprio mentre discoteche e club chiudono in tutto Italia, ha festeggiato i primi 33 anni di vita del locale sotto la sua gestione. Portati benissimo anche grazie ad oltre 50 collaboratori che lavorano nella struttura capace di attrare 80mila clienti all’anno. Qual è il segreto dell’Hollywood? Mentre gli altri club e locali, anche quelli blasonati e storici, chiudono, voi non sembrate risentire del cambiamento vissuto negli ultimi trent’anni dal business della movida… È indubbio che negli ultimi anni la normativa ha fortemente penalizzato le attività storiche della nightlife italiana imponendo a club e discoteche limiti e vincoli rigidissimi e lasciando di contro proliferare una serie di attività “border line”. Pizzerie, ristoranti, bar, lidi, oggi tutti fanno musica senza tuttavia essere omologati o dover rispondere a tutti i vincoli e autorizzazioni a cui siamo sottoposti noi locali da ballo. Un tempo in questa zona c’erano 36 locali, oggi è rimasto l’Hollywood e due invernali in provincia di Verona… Tuttavia, l’Hollywood si è trasformato nel tempo e ha saputo cogliere i nuovi trend della notte e cavalcarli, adeguandosi al ritmo via via prima degli Anni ’90, poi degli Anni 2000 e degli Anni 2010, sempre guardando in avanti e investendo. Quali sono i nuovi trend che sostengono il business della nightlife all’Hollywood? Abbiamo puntato tutto sulla qualità: nella musica, nel servizio, nel beverage con la qualità del Premium Bar che serve cocktail realizzati solo con liquori super premium e nella strutturazione di un’offerta di ristorazione in grado di attrarre e fidelizzare un target di clientela alto, sano, che si diverte e che, a sua volta, si fa promotore del locale all’esterno, con amici e colleghi e con i social che hanno letteralmente rivoluzionato anche il mondo della comunicazione della nightlife.
lasciato, passando dalla consolle alla direzione artistica. Avevo una radio, Radio Onda Verde, e avevamo già contati commerciali con il locale da cui, un sabato sera, i hanno chiamato in affanno: il dj non si era presentato per colpa di una ruota bucata. Sono accorso con la mia musica e da lì non ho più lasciato il locale. Appena si è presentata, pochi anni dopo, un’occasione di acquisto, mi sono quindi tuffato in questa nuova avventura.
In foto: Hotel Aqualux
In foto: Hollywood Danceclub
E in effetti la vostra campagna “tacco 12” ha avuto una forte risonanza oltre ad essere tra le iniziative più copiate nei locali italiani… È un modo diverso e simpatico di offrire il classico ingresso gratuito alle donne. Un’iniziativa che hanno tentato di riproporre un po’ ovunque senza tuttavia avere la tecnologia per farlo. Noi, anche in questo, abbiamo voluto investire con un sistema laser all’ingresso che determina l’altezza esatta dei tacchi necessaria per ottenere l’ingresso gratuito. Come ha iniziato questa attività così peculiare? All’Hollywood sono capitato, per caso, 35 anni fa e non l’ho più
In foto: Hollywood Danceclub
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Veduta esterna dell'Hotel Aqualux
Dopo oltre trent’anni continua divertirsi in questa professione? Divertirsi è l’unico segreto per riuscire a resistere in un mondo come quello della nightlife, quanto meno a livello professionale. Far divertire la gente aiuta a rimanere giovani e sognatori, ma è davvero impegnativo. Occorre girare e imparare a raccogliere sensazioni, tenere a bada gli eccessi altrui e mettere in scena, ogni sera, uno spettacolo diverso. E la radio? Radio Onda Verde l’ho venduta nel 1990 mentre stava cambiando la normativa delle emittenti radiotelevisive. Oggi, tuttavia, l’Hollowod è stato il primo club in Italia a creare una web radio che trasmette 24 ore al giorno la migliore musica internazionali, programmi curati dai dj, oltre che, in diretta le serate dell’Hollywood. • hollywood.it e app dedicate • App Store: itunes.apple.com/it/app/ hollywood/id1462256881?mt=8 • Google Play: play.google.com/ store/apps/details?id=creativeadv. hollywood&hl=it
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AQUALUX: TERME & RELAX A BARDOLINO UNA STRUTTURA GREEN IN ARMONIA CON L’AMBIENTE
di Cinzia Meoni
Per un fine settimana in pieno relax a Bardolino, sul Lago di Garda, l’indirizzo da non perdere è quello di Aqualux Hotel Spa Suite &Terme (per info: 045 622 9999 e www.aqualuxhotel.com), una struttura certificata Clima Hotel e 100% green in armonia con l’ambiente. Qui al centro della “Riviera degli ulivi” e a soli 25 chilometri da Verona, si assaporano i ritmi lenti, il clima mite e le eccellenze enogastronomiche, in ogni periodo dell’anno. L’Aqualux è una struttura giovane concepita completamente secondo gli schemi dell’architettura ecocompatibile ed ecosostenibile dove un ruolo fondamentale è stato attribuito alle energie rinnovabili. Anche in cucina lo chef Simone Gottardello e la sua brigata esaltano materie prime locali e stagionali, prodotti che in territorio come questo sono vere e proprie eccellenze. All’Aqualux il filo conduttore è l’acqua in tutte le sue forme, e non poteva essere altrimenti vista la collocazione della struttura sulla sponda veronese del Lago di Garda. Cascate, ruscelli e installazioni conducono l’ospite alla scoperta degli spazi luminosi dominati da legno e vetro, quando improvvisamente ci si trova davanti piscine termali interne ed esterne (otto in tutto compresa una vasca whirpool sospesa dalla forma di coppa di champagne) dove l’acqua è la sola protagonista. Nelle piscine termali e, successivamente, nella spa è facile dimenticare gli stress quotidiani e abbandonarsi al relax. Quando cala la sera poi l’illuminazione sulle piscine dà luogo a un paesaggio incantato che è piacevole godersi magari con un drink sotto gli ulivi.
SE MO-VE-MO!
/ Turismo
Tramonto a Torre Gardone
Un simpatico acronimo per suggerirvi alcune proposte per la vostra Vacanza Attiva A cura di Elena Pravato
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Chi l’ha detto che la vacanza sia puro ozio? Le vacanze sono, per molti, sinonimo di tempo libero da dedicare a ciò che più piace come ad esempio lo sport! Non è un caso se, ogni anno, migliaia di turisti tedeschi, olandesi o americani affollano le rive del Lago più grande d'Italia: il Lago di Garda. S come surf Soprattutto la parte settentrionale del Lago di Garda offre una combinazione eolica unica per sfruttare l'onda lacustre: il Pelér, che spira da nord a sud dalle prime ore della mattina viene sostituito dall’Ora, una brezza tipica della zona che soffia da sud verso nord da tarda mattinata fino a pomeriggio inoltrato. A rendere celebre il Garda con l’appellativo “Casa del Vento”, hanno concorso, oltre ai Campioni locali Bruno Martini e Niccolò Renna, anche le scuole di fama internazionale che hanno sede sulla costa.
I neofiti dello sport del vento potranno usufruire di pacchetti all inclusive che comprendono una serie di lezioni con maes tri qualific ati e noleg gio dell’attrezzatura; mentre per i più esperti è possibile noleggiare tutto l’occorrente per “scendere il vento”, come si dice in gergo surfista. Ad esempio, il Segnana Watersports ha studiato delle proposte promozionali per fare provare al turista l’emozione del surf: - 3 ore di lezioni di prova al costo di 59 €, incluso l’utilizzo di muta, salvagente e l'attestato di partecipazione al corso. - per chi poi, conquistato dalla cavalcata dell’onda, volesse proseguire, i centri Segnana offrono i pacchetti Formula Mini: a partire da 179 Euro, 2 lezioni +3 giorni di noleggio attrezzatura extra corso di windsurf e una bike in dotazione per tutta la durata del pacchetto. Il Segnana Watersports (www.surfsegnana.
it) è un network di centri sportivi, attivi da 41 anni nel nord del Lago. Alcuni numeri per darvi un’idea dell’organizzazione: più di 550 tavole e vele, 250 bike e 20 imbarcazioni di varie dimensioni e tipologie, oltre 4.000 iscritti ad un corso di windsurf ogni anno ed infine più di 50 istruttori. Da non perdere, inoltre, la novità proveniente direttamente da Oltreoceano, il kitesurf. Come dice la parola, infatti, il kitesurf consiste nel planare sull'acqua ed eseguire evoluzioni aeree con l’ausilio di un grande aquilone manovrabile, il kite appunto, senza mai perdere contatto con il surf. Rientra fra gli sport velici e, contrariamente a quanto si pensi, è un’attività che non richiede particolare prestanza fisica ed, anzi, sono proprio le donne che dimostrano particolare attitudine per questo sport. Decisamente più soft e rilassante è il Sup che sta per Stand Up Paddle e consiste nello “stare in piedi” su tavole da surf formato “extra large” con le quali è possibile navigare, remando con un'apposita pagaia. Il Sup è diventato in poco tempo lo sport di grido delle star hollywoodiane e anche in Italia sta riscontrando un buon successo. È, infatti, molto semplice iniziare a praticare il Sup: già dopo un paio d’ore di lezione s’imparano i rudimenti e la tecnica di pagaiata. Inoltre l'attrezzatura è davvero essenziale e poco costosa. Oltre a numerosi centri di noleggio delle tavole, da Torbole a Malcesine sino a Limone del Garda, il turista può trovare numerosi operatori che organizzano Sup tour sul Lago. Noi vi riportiamo due proposte del Sup Garda di Manerba del Garda: il tour SUP Full. Moon Tour, con escursione sotto la luna piena e i giri in Sup con sosta e degustazione di birra artigianale Il Windsurf è uno splendido sport da praticare, ma anche da guardare: Torbole nell'estate 2019 ospiterà due campionati del mondo: previsti 150 partecipanti per quello della classe “Kona” ad agosto e ben 250 per la classe “RS:X” a settembre. Da non perdere è sicuramente la Festa dei surfisti che si terrà a Campione del Garda: oltre al grande party sulla spiaggia con spettacoli e musica dal vivo, si svolgerà la tradizionale Crazy Race, una gara amatoriale goliardica
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dove centinaia di surfisti mascherati e agghindati nei modi più bizzarri si sfideranno a raggiungere per primi Pra'de la Fam. E come equitazione Scuole di equitazione, maneggi: ad un passo dalle rive dello specchio lacustre troviamo molte opportunità per praticare passeggiate a cavallo. Fra le proposte dei centri del litorale vi segnaliamo quella della Scuderia Castello che organizza trekking a cavallo nell’entroterra bresciano sulle colline che incorniciano il lago, in sella a esemplari di razza maremmana soprannominati dalla Scuderia “professionisti della sicurezza” proprio per la docilità e l'estrema bravura nel percorrere qualsiasi sentiero. Per i più avventurosi, invece, la Horse Trekking Dolomiti Alto Garda organizza dei trekking a cavallo di più giorni con pernottamento presso rifugi o all’aperto. Per i cavalieri più esperti Simone, il titolare, ha studiato un itinerario davvero suggestivo, che prevede la salita verso il Monte Stivo conquistando uno degli scorci più belli sul Lago di Garda. Per i principianti e per le famiglie, invece, la Horse Trekking Dolomiti Alto Garda propone itinerari più semplici e brevi fra cui quello che porta, passando attraverso gli ulivi, da Nago fino Torbole e, scendendo sino alla riva, costeggia il lago fino alla foce del Sarca. Per informazioni: www.horsetrekkingdolomitialtogarda.it Mo come Mountain bike Il Garda è una meta d'eccellenza anche per gli appassionati di ciclismo e di MTB. Ad attrarre tanti amatori e professionisti di questo sport oltre ai sentieri e alle ciclabili (di cui vi parleremo fra un attimo) è anche la rete di servizi che offre la zona. Lungo tutti i litorali gardesani è possibile imbattersi nella segnalazione “Hotel bike friendly”. Si tratta di strutture ricettive che offrono dei servizi al ciclista che comprendono: deposito per le attrezzature sportive, una mini officina in caso ci fosse bisogno di qualche riparazione e la possibilità di lavare e asciugare l’abbigliamento tecnico, per essere sempre pronti a ripartire per una nuova avventura. Degno di nota è il Sentiero del Pomale, uno dei percorsi più panoramici al mondo: il sentiero collega Riva del Garda alla valle di Ledro. La strada, scavata nella roccia nella seconda metà del 1800 fu dismessa dopo la realizzazione della galleria durante gli anni ottanta, dal 2004 è stata trasformata in ciclopedonale. L'intera escursione dura 4/5 ore garantendo scorci a picco sul lago e scenari da cartolina.
Ve come vela La vela è un’altra attività outdoor su cui l'organizzazione di promozione turistica investe molto sia nel versante bresciano sia in quello veronese e trentino. I numeri circoli storici del Garda Trentino (Fraglia Vela Riva, Lega Navale Italiana, Circolo Vela Torbole, Circolo Vela Arco, Circolo Surf Torbole e Associazione Vela Lago di Ledro) richiameranno fino a ottobre atleti e campioni da tutto il mondo. Alcuni numeri: 80 regate sulle acque gardesane, 273 giorni di gare, oltre 12.000 atleti attesi. La sponda bresciana non è da meno se pensiamo che oltre ai Trofei e alle Regate Inchino ospiterà anche
la partenza del Nastro Rosa, rinnovata edizione del Giro d’Italia a Vela dell’allora patron Cino Ricci. Ma, oltre ad ammirare gli atleti solcare le acque lacustri con le loro carene, è possibile cimentarsi direttamente in questo sport. La vela è uno sport sano, ecologico, a diretto contatto con la natura e può essere praticato sin dai 6 anni. È un’attività che rafforza lo spirito e la coesione di un gruppo e spesso i programmi di team building prevedono proprio esperienze a bordo d’imbarcazioni a vela. L'offerta di corsi e lezioni è davvero variegata: solitamente le scuole o i circoli forniscono la muta e tutto l’occorrente, mentre le lezioni, con breve briefing teorico su terra ferma, si svolgono in acqua per una durata di 3-4 ore giornaliere. Mo come Montagna Le pareti rocciose che bruscamente si tuffano a picco nel Lago di Garda sono un’attrattiva anche per coloro che praticano arrampicata. Anche in questo caso la varietà dell’offerta fa la differenza: esistono percorsi e ascese per tutti e di ogni grado di difficoltà, da quello base per i principianti a quello per i climbers più esperti. Inoltre, le pareti sono perfettamente attrezzate e rispettano tutti gli standard di qualità per garantire la sicurezza degli sportivi. Le falesie, i sentieri, e le ferrate sono rigorosamente vista lago. Fra le novità c'è la Falesia Camerate a Toscolano Maderno, ripristinata nel
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luglio\agosto 2019 2017 grazie all’impegno profuso dell’amministrazione comunale, dell’associazione dilettantistica GardaClimbing e delle Guide Alpine. La parete rocciosa è rivolta a nord, dista pochi metri dal torrente e per il ristoro c'è un’area pic nic. Giornata uggiosa? Rischio di pioggia? Nessun problema! Ci sono le Palestre di Roccia indoor dove non occorre neppure avere un'attrezzatura propria perché si può noleggiare (scarpe, imbrago, corde …). Vi consigliamo, fra queste, il Climbing Stadio di Arco di Trento (poco distante da Riva del Garda) dove si svolge il leggendario evento Rock Master che riunisce nell’Alto Garda i campioni del mondo di arrampicata. Ancor più divertente per i bambini è il Boulder ovvero l'arrampicata senza ausilio di corde e imbragature. Se si cade? L’atterraggio è morbido, ad aspettarvi un morbido materassone! Le lezioni partono dai 20€. Sperando di avervi fornito qualche spunto per una vacanza indimenticabile, vorremmo spiegarvi, attraverso le parole del Presidente del Consorzio Lago di Garda Lombardia Franco Cerini, la macchina organizzativa che dietro le quinte permette di offrire al turista una scelta così ampia. Presidente, come si promuove una proposta turistica così vasta? Negli anni scorsi la promozione e l’avvicinamento del turista a una vacanza dinamica era lasciata esclusivamente al richiamo che offrivano manifestazioni sportive celebri come la Cento Miglia o il Torneo internazionale di Tennis “Città di Limone sul Garda” che erano una naturale cassa di risonanza per la bellezza dei nostri luoghi. Oggi, oltre alla pubblicità che ci offrono questi eventi, sono state intraprese delle azioni di marketing volte a dare al turista/sportivo tutte le informazioni per una vacanza senza pensieri, focalizzando l’attenzione su tre discipline in particolare, il trekking, la bike e gli sport acquatici. Sono state studiate appositamente brochure multilingue con mappe, percorsi e servizi che possano essere d’interesse all’atleta professionista o amatore che sia. Queste miniguide vengono distribuite gratuitamente sul territorio e nei maggiori appuntamenti fieristici di settore. Ad esempio per il ciclista abbiamo stilato un elenco geolocalizzato delle officine, dei punti di ricarica elettrica per le e-bike etc... Quali sono, quindi, i punti di forza del Garda litorale lombardo? Per quanto riguarda il ciclismo, i nostri percorsi sono scelti da atleti di alto livello e per competizioni internazionali. Molti ciclisti impegnati nel giro d'Italia e nel Tour si ritrovano sul Garda Bresciano per i propri allenamenti. I percorsi segnalati sono una palestra a cielo aperto per gli atleti. Per i cicloturisti – quindi anche per famiglie con bambini – offriamo dei percorsi più soft intervallati da degustazioni e merende gustose, dato che i prodotti d'eccellenza non ci mancano: dall’olio ai vini sino ai salumi. Cogliamo lo spunto per segnalarvi la spettacolare Ciclabile di Limone sul Garda che inaugurata nel 2018, collega la città di Limone al confine con il Trentino. Lasciamo nuovamente la parola al Presidente Cerini. Per i podisti invece abbiamo dei sentieri con full immersion nella natura incontaminata: le dolci colline moreniche, il tratto fra Desenzano e Salò ed infine il Parco Alto Garda Bresciano. Gli sport acquatici, poi, dal surf alla vela, al torrentismo al canottaggio, riscuotono enorme successo fra i turisti nordeuropei, teutonici e scandinavi soprattutto. Inoltre, non trascuriamo neppure altri sport che si è soliti definire
minori ma che hanno sempre premiato il Lago di Garda, scegliendolo come meta di ritiri estivo. Mi riferisco, ad esempio, al Tiro a volo che ha portato sulle rive lacustri la pluripremiata Nazionale Italiana Femminile. Cito anche il Golf. Il Garda propone ben 10 golf club con la possibilità per il turista di cimentarsi su diversi green durante la vacanza. Infine accennerei anche allo sport dei Go kart che, grazie al circuito di Lonato del Garda frequentato da piloti di Formula Uno come Vettel e il giovane Schumacher, sta portando la sponda lombarda ad essere meta d'eccezione per i propri appassionati. Fra i dati che snocciola il Presidente, ce n'è uno davvero impressionante: 25 milioni di presenze lungo tutti i litorali gardesani sono state registrate lo scorso anno e questo conferma il Lago Garda come terzo polo turistico nazionale. Dopo lo sport, però, serve anche un po’di relax! Esattamente, il litorale bresciano, in particolare, ha un’offerta wellness molto ampia con strutture ricettive che coccolano gli ospiti con saune, piscine termali, trattamenti defaticanti e di bellezza. La nostra area ha investito molto sul livello delle strutture ricettive e questo è dimostrato dal fatto che il versante bresciano conta già tredici hotel a cinque stelle. E in cantiere ci sono ben altre quattro strutture. Non sarà un caso se negli ultimi anni è cresciuta la fascia medio-alta di turisti italiani, ma soprattutto stranieri in particolare i russi, gli scandinavi e a seguire i polacchi e i cechi. Ringraziando il Dott. Cerini e il Dott. Ginepro dell’ufficio stampa del Consorzio Garda Lombardo, Vi invitiamo a visitare il sito: www.gardalombardia.it
In foto: Franco Cerini
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/Turismo
Veduta dell'Alpe di Siusi © Laurin Moser
ESTATE SULLE DUE RUOTE ANCHE IN VETTA Il Dolomiti SuperSummer fino al 3 novembre porta i biker in cima alle vette patrimonio Unesco e sull’altipiano dell’Alpe di Siusi, dove l’Hotel Tirler garantisce una base ideale per scoprire i paesaggi circostanti A cura di Cinzia Meoni
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luglio\agosto 2019 L’estate sulle Dolomiti è all’insegna del relax, tra masi in festa e cime da esplorare a piedi, in bici e, per i meno sportivi, anche con gli impianti del Dolomiti SuperSummer che coprono ben 12 valli. Non occorre, comunque, essere atleti professionisti per affacciarsi sugli scenari alpini a cavallo delle due ruote: si possono, infatti, noleggiare e-bike e caricare le bici sugli impianti che d'inverno trasportano gli sciatori. Dal 25 maggio al 3 novembre è prevista l’apertura di 100 impianti per divertirsi sui percorsi segnalati per mountain bike (i cui dati possono essere scaricati da mtb-dolomites.com) e non solo, con diversi gradi di difficoltà e fino ai 2500 metri circa di altezza. Si pedala sulla fitta rete di sentieri segnalati tra boschi di larici, abeti rossi, pini cembri, prati in fiore e siepi di rododendri. In totale ci sono 250 chilometri di percorsi studiati apposta per i biker e collegati agli impianti di risalita con oltre 24mila metri di dislivello negativo su cui diversi in bici (dolomitisupersummer.com/it/organizzavacanza/bike-galaxy). Non mancano bike park, tracciati downhill, freeride flow, giri
di enduro anche da valle a valle “panorama tour”, adatti anche a coloro che non sono proprio allenatissimi, ma vogliono comunque godersi un’avventura nella natura in sella alla propria bici. Per chi non vuole perdersi neppure una giornata da dedicare alle due ruote è disponibile anche una tessera stagione da 350 euro. Tra l’altro, il territorio è coperto anche da stazioni di bike sharing, sia a valle che in quota, dove è possibile noleggiare bicilette normali o elettro assistite per poi riconsegnarle a un’altra stazione, al termine del percorso. Per i biker è possibile percorrere sulle due ruote anche leggendario Sellaronda, il percorso che collega in una cinquantina di chilometri i quattro passi attorno al gruppo Sella (Gardena, Campolongo, Sella e Pordoi) e che attira ogni anno ciclisti e cicloturisti di tutte le età, magari attrezzati con una bici elettrica per godersi il paesaggio a un ritmo più rilassato. Proprio al Sellaronda sulle due ruote è dedicata un’intera giornata, il 22 giugno (tredicesima edizione del Sellaronda Bike Day), in cui i
Foto ©Andrea Costa
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In foto: Hotel Tirler
passi sono riservati ai soli “bikers”. Una valida alternativa è il giro della Val Gardena in e-bike, soprattutto all’ora del tramonto per ammirare i colori rosati di cui si vestono le cime (ogni martedì, fino a fine ottobre, si può prendere parte a un tour (per informazioni ortisei@valgardena-active.com) o delle malghe dell’Alpe di Siusi, l’altipiano affacciato sui panorami della Val Gardena e vegliato dal Sasso Piatto e dal Sassolungo (di cui quest’anno ricorrono i 150 anni dalla prima scalata), da cui si ammirano le ime del gruppo Sella, del Catinaccio e della Marmolada (si può prendere parte al tour guidato ogni venerdì fino al 1° novembre. Per informazioni: 0471-7776000). Un buon punto di partenza per esplorare l’Alpe Siusi e tutte le possibilità offerte dagli impianti del Dolomoti SuperSummer è, a Saltria, l’Hotel Tirler-Dolomites Living Hotel (per informazioni: https://hotel-tirler.com/). L’hotel sorge proprio a ridosso del bosco Curasoa, sede tra l’altro di un’acqua sorgiva ricca di zolfo e a cui sono riconosciute numerose proprietà benefiche, e costituisce il rifugio ideale in cui ritagliarsi una vacanza in alta quota (sette notti a luglio e agosto partono da 1.101 euro a persona in mezza pensione). Camere alpine che si affacciano sulle vette e costruite seguendo i dettami della bio edilizia, piscina e vasca idromassaggio con vista sull’altipiano, saune (da non perdere quella del fieno), bagno di vapore e piatti della tradizione rendono, poi, la vacanza indimenticabile. Dopo una giornata trascorsa sull’altipiano o sul Sellaronda, all’Hotel Tirler-Dolomites Living Hotel ci si può lasciare coccolare con un trattamento presso la Curasoa Spa.
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/ Turismo
TERME PER UN’ESTATE DI BENESSERE Il termalismo è tornato di moda. Acqua curativa, spa, attenzione alla cucina e scenari suggestivi rendono la vacanza indimenticabile A cura di Cinzia Meoni
È l’acqua da bere, da inalare e in cui immergersi uno dei temi conduttori dell’estate 2019, anche in vista di quell’atteso riconoscimento Unesco (transfrontaliero) che dovrebbe riportare alla ribalta lo stile di vacanza di fine Ottocento ma con tutti i piccoli lussi del Millennio: villeggiature all’insegna del benessere in luoghi da sogno dove la cucina è d’autore, il design è protagonista degli spazi comuni, i ritmi sono slow e i trattamenti proposti garantiscono una piena e dolce remise en form in vista della ripresa degli impegni quotidiani. Un centro termale sempre più spa, quindi, ma con il benefit che, in questi casi, l’acqua è curativa. D’altro canto, il nostro patrimonio culturale e naturalistico è fondato anche su sorgenti di acque termali ricche di oligoelementi che uniscono il Nord al Sud della Penisola in un unico filo conduttore. Per questo, vale la pena di riscoprire e valorizzare questo scrigno di conoscenze già apprezzate in epoca romana. Non è un caso, d’altro canto, che lo stesso acronimo di spa, oggi utilizzato per definire spazi di assoluto benessere, derivi dal latino salus per aquam (la salute per mezzo dell’acqua). Occorre certo dedicare del tempo per cercare, oltre alla propria destinazione ideale, anche quelle acque termali che, grazie alle virtù terapeutiche riconosciute, meglio si prestano alle proprie esigenze. La scelta non manca: le acque termali si trovano in montagna, al mare, ai piedi di
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vulcani, nel cuore delle pianure e affacciate sui laghi. L’ Emilia-Romagna dedic a addirittura un’intera giornata, quella del 15 giugno, per valorizzare i centri termali lungo la Via Emilia con un programma ricco di eventi enogastronomici e musicali tutti da scoprire. Ecco quindi qualche spunto per un’estate all’insegna dell’assoluto benessere da Nord a Sud. BAD MOOS, ACQUA SOLFATA DELLE DOLOMITI DI SESTO Nel cuore della Val Fiscalina, a Bad Moos, l’acqua solfata è un tesoro ancora tutto da
In foto: Bad Moos - Dolomite Spa Resort
scoprire. In questo paradiso paesaggistico, regno d’estate, di passeggiate immerse nella natura e di tour in bicicletta o a cavallo, c’è la fonte sorgiva di acqua solfata dei Bagni di Moso che assicura effetti quasi miracolosi, accelerando tra l’altro il metabolismo (se la si beve), aiutando le vie respiratorie (se la si inala) e risolvendo problemi di infiammazione, dermatiti e problematiche articolari (se ci si immerge). Le proprietà benefiche di quest’acqua che sgorga ai piedi della Croda Rossa ricca di sali minerali, fluoro, zolfo, magnesio e calcio, sono note fin dal 1650, si sono sviluppate nell’800, quando si riteneva che producessero effetti
luglio\agosto 2019 positivi sulla fertilità (e infatti la fonte è dedicata a San Valentino) e oggi vengono utilizzate da Termesana, la spa del Bad MoosDolomite Spa Resort, per un serie di trattamenti che sposano le proprietà dell’acqua a quelle delle erbe alpine. Già all’entrata della spa del Bad Moos-Dolomite Spa Resort una fontana dispensa l’acqua sulfurea da bere. Per godere tuttavia pienamente dei benefici dell’acqua sulfurea, l’ideale è quello di abbinare un bagno turco sulfureo dove l’acqua sorgiva è nebulizzata penetrando così meglio per le vie respiratorie, al bagno di zolfo in tinozza, toccasana per lenire reumatismi, disturbi della digestione e problemi cutanei, magari seguito da massaggio per disintossicare il fisico. Qui il benessere si sposa con l’ospitalità altoatesina di alta gamma come voluto dal fondatore Erwin Lanzinger e dalla moglie Katharina. Gli ambienti sono disegnati rispettando la tradizione
In foto: Bad Moos - Dolomite Spa Resort
alpina e, negli spazi dell’hotel, trovano persino posto tre “stube” antiche che rimandano alla magia di tempi lontani: la Wein Stube del 1600, la Stube gotica del 1300 e la Fondue Stube. Quest’estate, per un benessere a 360°, è proposto “Il metodo Termesana”: acqua solfata, erbe alpine, movimento (con un programma di attività che spazia dallo Yoga all’Aqua Fit fino alle passeggiate), equilibrio e alimentazione (con un menù Feel Good a disposizione degli ospiti per pietanze leggere ma che forniscono la giusta dose di energia al fisico) per un percorso di rigenerazione fisico e mentale. Fino al 4 agosto quattro pernottamenti in mezza pensione con grotta e bagno sulfureo, bagno tradizionale di fieno, energy detox e programma di attività “Move & Balance” partono da 612 euro a testa. SAN PELLEGRINO TRA ART NOUVEAU E BOLLICINE A San Pellegrino Terme, piccolo borgo nel cuore della Val Brembana si assaporano momenti relax e piccole coccole quotidiane circondati dalle Prealpi Orobie e affacciati sul fiume Brembo. L’acqua termale della sorgente Vita, a cui sin dal 1992 il ministero della Sanità ha riconosciuto proprietà terapeutiche per diverse patologie (come quelle riguardanti le vie respiratorie), rende il borgo un’oasi di benessere in cui prendersi cura di sé con trattamenti dedicati o in cui abbandonarsi al piacere di un’esperienza rigenerante lontano dalla solita routine. Le terme, gestite da QC Terme, costituiscono solo una parte dell’esperienza che si può vivere in questo borgo dove tempo si è fermato a inizio Novecento, in piena Belle Époque, quando l’ottimismo e la voglia di leggerezza dominavano tra le classi più agiate alla ricerca di svaghi a portata di carrozza prima e di treno poi. Camminando tra i palazzi liberty del borgo, si respira ancora oggi l’allure dell’epoca in cui a “passare le acque” a San Pellegrino erano famiglie reali come i Romanov o i Savoia. In poco più di cinquant’anni, tra metà Ottocento e inizio Novecento, il sonnolento borgo bergamasco si è trasformato in una delle “villes d’eaux” più glamour d’Europa con la costruzione del Casinò, del Grand Hotel, dello stabilimento di imbottigliamento dell’acqua minerale, di ville private e, infine, dello
In foto: San Pellegrino Terme
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Stabilimento dei Bagni e della sala Bibite, un vero e proprio trionfo dell’art nouveau. Visitare oggi questi edifici (è bene verificare modalità e orari), significa intraprendere un viaggio nel tempo e tornare agli anni in cui la buona società trascorreva intere stagioni alle terme rilassandosi con buona musica, balli e ottimo cibo. Tutte coccole che possono essere godute anche oggi, un secolo dopo, regalandosi il tempo giusto per assaporarle pienamente e senza fretta. San Pellegrino è un’icona dell’acqua da bere. Impossibile lasciare il borgo senza un brindisi con queste bollicine analcoliche. La leggenda racconta che tra i primi estimatori delle acque “miracolose” del borgo, note fine dal 1200, ci sia stato Leonardo Da Vinci, seguito poi, in tempi più recenti, da Federico Fellini e
circolatorio, respiratorio, muscolare e scheletrico. Inoltre, quest’acqua unica al mondo ha una forte azione protettiva, antiossidante e depurante; sulla pelle esercita una naturale azione di peeling con proprietà esfolianti, detergenti e idratanti. Questa oasi di benessere è composta da quattro mondi: il Resort di 128 camere e suite, il Parco Termale, il più grande d’Italia; la Soft Medical Spa da 53 cabine, dove concedersi trattamenti all’avanguardia realizzati con i prodotti della linea cosmetica Terme di Saturnia, e il Club Benessere, un club dedicato ai soci o agli ospiti esterni che desiderano accedere anche alla piscina della fonte del Resort. Il Ristorante all’interno del Resort curato da Roberto Rossi – (chef owner del Silene di Seggiano, 1 stella Michelin)– offre infine una cucina mediterranea che rivisita la tradizione della cucina toscana. Terme di Saturnia vanta anche un esclusivo Campo da Golf: un percorso da campionato 18 buche di 6316 metri su 70 ettari mossi, progettato dal noto architetto americano Ronald Fream. FIUGGI, ALLE FONTI SORGIVE DI BONIFACIO VIII DOVE È ESPLOSO IL LIBERTY Qui, a poco più di un’ora di macchina da Roma, si viene a “passare le acque” sin dal Rinascimento, circondati da tesori dell’arte e dai
Salvatore Quasimodo. Ancora oggi il borgo è a tutti gli effetti una meta di ideale per chi cerca un relax benefico grazie agli effetti terapeutici dell’acqua sorgiva ideale in diverse cure (in particolare per le malattie dello stomaco). Le acque sgorgano a 26°C da tre sorgenti con identica composizione (Palazzolo, Salaroli e Fonte Vecchia) e attraversano diversi strati di roccia prima poi di sgorgare dal suolo biologicamente pure, ricche di sali minerali e con un retrogusto amarognolo. Per addolcire il retrogusto minerale furono poi aggiunte, a inizio ‘900, le mille sottili bollicine che hanno trasformato il nome del borgo in un emblema dell’acqua frizzante. SATURNIA, DA TREMILA ANNI PARADISO TERMALE Da 3.000 anni, nella Maremma toscana, l’acqua termale sgorga ininterrottamente dal cuore della terra, all’interno di un cratere alla temperatura di 37° C. Il continuo ricambio permette all’acqua di mantenere le sue caratteristiche benefiche senza bisogno di alcuna manipolazione esterna. Qui risiede la bellezza autentica, storica e naturale. Per 40 anni l’acqua viaggia sotterranea per poi emergere nella piscina termale del Resort di Terme di Saturnia. In ogni litro di acqua sono disciolti 2,790 grammi di sali minerali, oltre a grandi quantità di gas, l’idrogeno solforato e l’anidride carbonica, tutti elementi che agiscono sull’apparato cardio-
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In foto: la vasca termale di Saturnia
luglio\agosto 2019 boschi di castagni che ricoprono le pendici le pendici dei Monti Ernici dove sorge il borgo. Si beve il tesoro liquido del borgo curativo, tra l’altro, nelle problematiche renali e riconosciuto come tale dal Servizio Sanitario Nazionale, si ozia immersi nella natura dedicandosi a lunghe passeggiate nel verde o ci si accomoda a tavola per ritemprarsi dalle fatiche della giornata con le delizie della cucina ciociara. Non c’è da stupirsi come un simile e rigenerante territorio registri tra i suoi primi estimatori Bonifacio VIII, il papa del Mistero Buffo di Dario Fo e Michelangelo Buonarroti, prima poi di fiorire nel XX secolo in piena Art Nouveau come testimonia ancora oggi il Grand Hotel Palazzo della Fonte in pieno stile liberty. Il borgo, fino a un secolo fa noto come Anticoli (ovvero davanti ai colli data la sua posizione alle pendici dei Monti Ernici) ha due volti tutti da scoprire. A valle si trova Fiuggi Fonte con le due sorgenti da cui è possibile bere l’acqua curativa, il cui nome è stato scelto a inizio ‘900 come toponimo stesso del borgo: la Fonte Bonifacio VIII e la Fonte Anticolana. Fiuggi Città si arrampica invece sulla collina in una ragnatela di vicoli come il Vicolo Baciadonne, talmente stretto che per passare in due contemporaneamente occorre stringersi in un abbraccio, e in un susseguirsi di piazzette, ripide scalinate, chiese (a iniziare dalla Collegiata di San Pietro del XVII secolo) ed edifici storici.
In foto: Grand Hotel Terme Roseo
BAGNO DI ROMAGNA, UN’ACQUA BENEFICA CON 700 ANNI DI VITA Le terme di Bagno di Romagna sono abbarbicate sull’Appennino romagnolo tra Forlì e Cesena, all’interno nel comprensorio del Parco delle Foreste Casentinesi e del Monte Falterona. L'acqua termale di Bagno di Romagna, già nota ai tempi dei romani, sgorga a 45°C ed è la stessa dei tempi di Giotto. I geologi ritengono infatti che l'acqua piovana che cade nella zona del monte Comero, penetra nel sottosuolo fino ad enormi profondità e riemerge dopo un lunghissimo itinerario sotterraneo riscaldandosi ed arricchendosi di preziose sostanze naturali. Per compiere questo viaggio l’acqua ci impiega centinaia di anni. Quindi, l’Acqua Termale di Bagno di Romagna è un’acqua antichissima con 700 anni di storia alle spalle, custodita a Bagno di Romagna a 200 metri di profondità. L’acqua utilizzata a Bagno di Romagna tra l’altro dal Grand Hotel Terme Roseo è ritenuta un toccasana per bronchiti e sinusite, attriti e
problematiche circolatorie. Qui due notti in mezza pensione con libero accesso alla grotta e alla piscina termale e due trattamenti partono da 223 euro a testa. CARAMANICO TERME E L’ACQUA DI CELESTINO V Caramanico Terme è un piccolo paradiso immerso nel Parco Nazionale della Majella, nei luoghi amati tra l’altro anche da Celestino V, dove confluiscono acque termali miracolose, acque sulfuree e diuretiche che aiutano a depurare l’organismo dalla frenesia quotidiana. L’oro liquido di Caramanico ha nomi molto evocativi e dai poteri miracolosi: l’acqua sulfurea antinfiammatoria e antiossidante “La Salute” e l’acqua oligominerale “Pisciarello” che sgorgano copiose in questo minuscolo paese medioevale dalle case in pietra. Per una remise en forma cinque stelle, la Réserve si propone, ormai da vent’anni,come centro benessere, resort termale e medica spa, oramai da vent’anni, è un luogo ideale per dedicare tempo a se stessi a contatto con una terra ricca di acque e di fanghi dalle proprietà terapeutiche, di verde e di aria pura. Qui rigenerarsi è facile come respirare tra piscine termali affacciate sulla valle dell’Orfento, percorsi spa, trattamenti benessere e l’attenta cucina che propone la tradizione abruzzese rivisitata in chiave salutista. TERME E SALINE A MARGHERITA DI SAVOIA Il sale domina il paesaggio di Margherita di Savoia nel Foggiano e rende le acque termali di questo villaggio affacciato sul Gargano uniche al mondo visto che provengono direttamente dalle saline note sin dall’epoca romana. Come racconta Plinio il Vecchio, il sale veniva raccolto in questo territorio senza alcun intervento dell’uomo: l’acqua del mare entrava nelle zone basse del Lago di Salpi durante l’alta marea per poi evaporare, lasciando in dono il sale. Nel corso dei secoli l’opera dell’uomo ha profondamente trasformato il paesaggio, grazie alla costruzione di vasche e canali che hanno permesso a Margherita di Savoia di divenire il principale produttore di sale marino in Europa. Il centro termale di Santa Margherita di Savoia, collegato al Grand Hotel, utilizza quindi le “acque madri” delle saline, riconosciute “batteriologicamente pure”, per trattamenti utili a curare diverse patologie, da quelle cutanee alle vie respiratore. Molto ricercarti anche i fanghi. Il momento migliore per arrivare in questo borgo pugliese è il tramonto, quando l’esplosione di colori del cielo si riflette sul “domino” di vasche e bacini estesi per 4500 ettari e, contemporaneamente, fenicotteri rosa, germani, aironi e le altre specie di uccelli che popolano le saline si alzano in volo. Oltre ai percorsi naturalistici nella riserva e ai trattamenti proposti dal centro termale, nel borgo pugliese ci si rilassa su lunghe spiagge bianche.
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/ Turismo Scena tratta da "La Vedova Allegra"
UN’ESTATE DA FESTIVAL Intervista a Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona A cura di Cinzia Meoni
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A gennaio 2019 Cecilia Gasdia ha festeggiato il suo primo anno alla sovrintendenza e alla direzione artistica della Fondazione Arena di Verona. Qual è il suo bilancio? Quali sono le maggiori sfide che ha dovuto affrontare e quali le maggiori soddisfazioni? È stato per me un primo anniversario importante e felice ma il lavoro da fare è sempre tanto e non abbiamo avuto il tempo di “dormire sugli allori”. Il bilancio è senz'altro positivo sia come sovrintendente che come direttore artistico: sono entrata nell'ultimo anno del triennio della legge Bray, sotto piano di risanamento, e avevo il compito di portare
luglio\agosto 2019 a termine il lavoro iniziato dal Commissario di Governo. Problemi ce ne sono stati molti, ma sono contenta perché, oltre ad aver concluso con grande successo il Festival 2018, siamo riusciti a riportare la Fondazione Arena ad un regime normale, cosa assolutamente non scontata. Ad esempio, i lavoratori della Fondazione avevano subito per tre anni un taglio di stipendi per due mesi ma, grazie a dei finanziamenti e al maggior sbigliettamento dei nostri spettacoli, abbiamo riportato in bilancio le retribuzioni dei dodici mesi per i lavoratori stabili e fatto una programmazione con più alzate di sipario rispetto al 2018. Come è riuscita a conciliare due ruoli così impegnativi come quello della sovraintendenza e quello della direzione artistica? Questo Consiglio e il Ministero hanno voluto per la prima volta nominare un’artista alla direzione del teatro, quale figura esperta del settore. Conciliare l’aspetto amministrativo e quello artistico non è cosa facile ma tenga presente che spesso, all’estero, le due figure coincidono. Negli ultimi anni ho diretto l’Accademia per l’Opera italiana di Verona, che è un polo ministeriale di alto perfezionamento sul teatro musicale: il budget era decisamente inferiore ma, rimboccandoci le maniche, i risultati sono arrivati. So bene quindi che quello del manager è un mestiere molto diverso da quello da cantante, ma la mia esperienza sul palcoscenico mi è certamente d’aiuto, non solo per le scelte artistiche migliori,
Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona © Ennevi foto
RISOLTE LE URGENZE, È TEMPO DI PENSARE AL FUTURO DEL FESTIVAL LIRICO PIÙ NOTO AL MONDO GIUNTO ALLA SUA 97A EDIZIONE. NEI PROSSIMI CARTELLONI CI SARANNO SEMPRE PIÙ TITOLI APPETIBILI CON UN CERTO “HYPE” E I MIGLIORI ARTISTI DEL MONDO. E UN SOGNO NEL CASSETTO: RIPORTARE WAGNER SUL PALCO ARENIANO. ma magari anche accompagnando con consigli mirati chi deve affrontare questo palcoscenico immenso la prima volta e ne prova reverenza, timore e responsabilità, come è giusto che sia. Il lavoro da fare è sempre molto ma, per fortuna, questo grande onore (e onere) è in parte mitigato dall’aiuto concreto di tutte le figure interne alla Fondazione e dal sostegno e dalle dimostrazioni di fiducia che costantemente ricevo.
Gasdia e Malagnini in una scena tratta da "La Vedova Allegra"
Affrontate le prime urgenze che si è trovata di fronte un anno e mezzo fa, come si è evoluta la situazione? Vorrei poterle dire che è tutto risolto per
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il meglio ma la strada del cambiamento, se vuole essere un miglioramento, comporta duro lavoro e sacrifici. Non basta un anno buono, occorre un impegno continuativo per progettare e crescere, programmando a lungo termine, coinvolgendo sostenitori e formando il pubblico di domani. Superate le urgenze, posso dire che stiamo concretamente lavorando a questo, con una squadra coesa e obiettivi comuni. Sono particolarmente orgogliosa del cartellone e dei cast curati per il 97° Festival. Quale progetto artistico sta perseguendo con la Fondazione Arena? In generale stiamo cercando di portare la Fondazione ad un livello di programmazione pari a quello di altre grandi realtà internazionali: lungimiranza e anticipo sono la chiave per offrire sicurezza al pubblico, rendere i titoli appetibili con un certo “hype” e impegnare i migliori artisti, che hanno agende già fitte per i prossimi anni. Ci attendono belle sorprese e nuovi spettacoli memorabili. Presto potremo comunicarle. Quali sono i suoi obiettivi a medio e a lungo termine? Non dobbiamo dimenticare che, oltre al Festival, la Fondazione Arena di Verona ha una stagione artistica che copre tutto l’anno, offrendo opere e concerti al Teatro Filarmonico: la stabilità, la produttività e la qualità del lavoro di tutti i dipendenti, per dodici mesi su dodici, sono obiettivi non scontati che stiamo perseguendo tutti insieme. Rispetto alla nuova stagione del Festival Lirico in Arena, la 97a, possiamo dire che è il primo cartellone interamente (cast e titoli) deciso da lei? Quali sono i criteri che l'hanno guidata nelle sue scelte? Rispetto al 2018, nella programmazione del 97° Opera Festival ho sicuramente avuto maggiore libertà: sono particolarmente soddisfatta per la scelta del prossimo spettacolo inaugurale, con una nuova produzione de La traviata che sarà un compendio dell’arte del maestro Franco Zeffirelli. Gli altri allestimenti, tutti splendidi, sono tra i migliori frutti di anni recenti: Zeffirelli firma anche il riuscitissimo
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luglio\agosto 2019 Trovatore, Hugo De Ana Tosca e Carmen, l’esperto Gianfranco De Bosio perfeziona ulteriormente la sua spettacolare Aida filologica che rievoca la magia del 1913. Ho avuto maggiore libertà con i cast, che fanno invidia agli altri grandi palcoscenici del mondo: sono tutte star e artisti sommi, ma tra loro mi permetto di citare alcuni nomi come esempi: Anna Netrebko, che debutterà in Arena proprio ne Il trovatore, Plácido Domingo, che festeggia i 50 anni dall’esordio italiano avvenuto tra queste sacre pietre, e il maestro Ezio Bosso, che debutta sul podio dei monumentali Carmina Burana. A oltre cent'anni dalla prima edizione del festival Lirico in Arena, quali pensa che possano essere le direttrici del futuro? Vede un'evoluzione nel "gusto" e nelle richieste del pubblico che possano portare a eventuali nuove "sperimentazioni"? Sicuramente è cambiato molto il modo di raccontare e di leggere uno spettacolo d’opera. Un secolo fa il direttore d’orchestra di fatto si faceva carico anche della messa in scena, coordinando artisti e artigiani. L’affermazione di scenografi, costumisti e soprattutto del regista come timoniere di una visione nuova dell’Opera è un’invenzione del Novecento. Ciò ha cambiato anche il gusto del pubblico, che oggi è più aperto e più disposto anche a farsi (genuinamente) divertire dall’Opera. Ma l’Arena di Verona è uno spazio dove la sperimentazione va ponderata molto bene: senza rinunciare al repertorio tradizionale, le idee nuove purché buone sono sempre accette, ma la provocazione fine a se stessa non può esserci. Abbiamo delle responsabilità verso un pubblico che ogni sera è dieci volte più grande di quello di un normale teatro d’opera e
che cerca, in questo spazio speciale, un tipo di spettacolo molto diverso da quello che si può trovare altrove. Chi e quale spettacolo desidererebbe portare in Arena in futuro? Ci sono molte grandi opere “areniane” dell’Ottocento e del Novecento, grandi affreschi corali e spettacolari, con splendide storie e splendida musica, che sarebbero congeniali a questo spazio unico al mondo ma che sono un po’ al di fuori del repertorio frequentato nelle ultime decadi e che richiederebbero diversi aggiunti, cosa non facile oggi. Sarebbe una mia personale sfida riportare Wagner in Arena: non si fa dal 1963 eppure un tempo era attesissimo. Ci sono diversi nomi illustri che vorrei portare in Arena tra ugole, registi e direttori d’orchestra, ma per ora non posso dire altro. Infine, una domanda personale: quale è stato il suo ruolo preferito da interprete e quale invece da spettatrice in Arena? Da spettatrice ho sentito davvero tante voci indimenticabili: senza far torto a tutti i grandi che ho conosciuto, ho un ricordo indelebile dell’ultima Turandot in Arena con il Calaf di Franco Corelli, nel 1975. Da interprete ho avuto la fortuna di cantare oltre novanta ruoli: sceglierne solo uno è davvero difficile. A Verona ho amato cantare Nedda, nei Pagliacci con Domingo e Nucci, nel 1993. Forse il ruolo del cuore in assoluto, se ci penso, è proprio Violetta: l’ho studiato da cima a fondo per il debutto con Carlos Kleiber a Firenze nel 1984. Due mesi di prove indimenticabili e la regia di Franco Zeffirelli: sono sicura che un po’ della magia di quell’allestimento leggendario rivivrà quest’estate all’Arena di Verona.
Scena tratta da "La Boheme"
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CINQUE TITOLI D’OPERA, TRE EVENTI SPECIALI PER 51 SERATE ESTIVE IN ARENA Di Cinzia Meoni
Tre mesi intensi, cinque titoli d’opera, tre eventi speciali, 51 alzate di sipario e 80 solisti internazionali. L’estate in Arena annovera infatti un cast stellare tra cui si segnalano Anna Netrebko, Plácido Domingo, Lisette Oropesa, Leo Nucci, Vittorio Grigolo, Aleksandra Kurzak, Jusif Eyvazov, Saioa Hernández, Erwin Schrott, Hui He, Dmitry Belosselskiy, Tamara Wilson, Luca Salsi, Maria José Siri, Pavel Petrov, Amartuvshin Enkhbat. Direttore musicale è Daniel Oren. Con i suoi 1989 anni di vista, l’anfiteatro romano è il più grande ancora in uso (con ben 30mila sedute effettive), grazie alle 97 stagioni liriche che si sono succedute, estate dopo estate, a partire da 106 anni fa. In questo contesto storico che oltre 1263 persone (tra cui 160 professori d’orchestra, 158 artisti del coro oltre 32 artisti del coro minori, 54 ballerini, 30 mimi e acrobati), ricreano spettacoli fantasmagorici apprezzati dai melomani e non solo. Non serve essere esperti di musica lirica per apprezzare l’orchestra, il coro e il corpo di ballo dell’Arena, le ricche scenografie, la moltitudine di comparse che invadono il palco, gli interpreti tra cui molte novità e parecchi volti conosciuti al grande pubblico e, infine, persino la luna che fa capolino dalle mura, anche lei protagonista della scena. In scena, da giugno a settembre, si alterneranno La Traviata, Aida, Il Trovatore, Carmen, Tosca, mentre tra gli eventi speciali si segnala l’anniversario del debutto areniano di Plácido Domingo, vera e propria leggenda del panorama operistico internazionale, con lo spettacolo Plácido Domingo 50 Arena Anniversary Night (il 4 agosto); il ritorno di Roberto
In foto: Frizzi, Bocelli e Gasdia in una scena tratta da "La Vedova Allegra"
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In foto: Andrea Bocelli e Cecilia Gasdia
Bolle and Friends per due date all’insegna della grande danza (il 16 e il 17 luglio) e l’appuntamento con la musica sinfonica dei Carmina Burana di Carl Orff (l’11 agosto). La 97a edizione del Festival lirico debutta il 21 giugno con il nuovo allestimento firmato da Franco Zeffirelli de La Traviata verdiana, con il soprano polacco Aleksandra Kurzak che si alternerà, nel corso della stagione, con Lisette Oropesa, Lana Kos e Irina Lungu. Il nuovo allestimento de La Traviata sarà proposto nelle date: 21, 28 giugno; 11, 19, 25 luglio; 1, 8, 17, 22, 30 e 5 settembre ore 20.45. In cartellone poi l’Aida (nell’edizione storica 1913) firmata da Gianfranco de Bosio partendo dai bozzetti originali dello scenografo Ettore Fagiuoli, in scena il 22 e 27 giugno; il 3, 9, 18, 25, 28 e 31 agosto e il 3 e 7 settembre. Segue Il Trovatore diretto da Franco Zeffirelli su cui il sipario si alza il 29 giugno e il 4,7, 20 e 26 luglio; la Carmen immaginata da Hugo de Ana in scena il 6, 10, 13, 18, 23, 27 luglio; il 2, 24, 27 agosto e il 4 settembre. L’ultima opera in cartellone alla 97a edizione del Festival Lirico è infine la Tosca creata da Hugo de Ana in scena il 10, 16, 23, 29 agosto e il 6 settembre. La storia delle stagioni liriche areniane nasce nel 1913, quando il tenore veronese Giovanni Zenatello, per celebrare il primo centenario dalla nascita di Giuseppe Verdi, ebbe l’idea di allestire un grande spettacolo d’opera in Arena. Giovanni Zenatello, la moglie Maria Gay e due amici veronesi, il maestro di coro Ferruccio Cusinati e l’impresario teatrale Ottone Rovato, pensarono che Aida, la più spettacolare opera di Verdi, si sarebbe ben prestata agli spazi grandiosi dell’anfiteatro. Oggi come ieri l’Aida è pertanto un punto fisso in ogni stagione del Festival, anche nella sua 97a edizione.
luglio\agosto 2019
ANDARE PER FESTIVAL NELL’ESTATE 2019 Di Cinzia Meoni
LIRICA Dal 12 luglio al 24 agosto – Festival Puccini di Torre del Lago. La 65a edizione del Festival dedicato al maestro toscano che aveva eletto questa frazione di Viareggio a sua residenza, debutta il 12 luglio con il nuovo allestimento de La Fanciulla del West diretto da Renzo Giacchieri e prosegue con Madama Butterfly, Manon Lescaut, La Bohème, Turandot, Le Villi e Tosca. Tra un’opera e l’altra il mare della vicina Viareggio costituisce un’attrazione irresistibile.
...E NON SOLO 13-16 giugno FIRENZE ROCKS Nei quattro giorni di full immersion toscana si alternano sul palco, tra gli altri gli Smashing Pumpkins, Ed Sheeran e i The Cure. 17 giugno-16 luglio COLLISIONI A Barolo sono attesi, tra gli altri, Liam Gallagher, Calcutta e i Thirthy Seconds to Mars. Il Festival agri-rock si celebra nel cuore delle Langhe con una grande festa popolare di letteratura e musica in collina. I concerti hanno luogo nella piazza principale del paese, un anfiteatro naturale circondato dalle vigne storiche dei cinque “grandi crus” del vino Barolo. 20 giugno-26 luglio TENER-A-MENTE FESTIVAL
All’Anfiteatro del Vittoriale, a Gardone Riviera, si alternano artisti come Johnny Marr, Billy Corgan, Diana Krall, Garbage e Antonello Venditti. Giugno-Agosto LUCCA SUMMER FESTIVAL © www.sferisterio.it
Dal 19 luglio al 10 agosto – Macerata Opera Festival. La 55a edizione del Festival è dedicata al “#rossodesiderio”, declinato nei toni della gelosia, del potere e della possessività evocati rispettivamente da Carmen, Macbeth e Rigoletto, le tre opere in programma nello Sferisferio. La Kermesse si apre con una nuova produzione del capolavoro di Georges Bizet Carmen che andrà in scena il 19 e 28 luglio e il 3 e 10 agosto: sul podio il direttore musicale Francesco Lanzillotta e la regia affidata a Jacopo Spirei. Completano il programma operistico due allestimenti di grande successo per due titoli capitali del catalogo di Giuseppe Verdi: Macbeth con la regia di Emma Dante che vedrà sul podio Francesco Ivan Ciampa (20 e 26 luglio; 4 agosto) e il Rigoletto con la regia di Federico Grazzini e la direzione di Giampaolo Bisanti (21 e 27 luglio, 2 e 9 agosto).
La kermesse toscana vede alternarsi sul palco icone pop come i Take That (il 28 giugno) e maestri del calibro di Ennio Morricone con la sua orchestra (il 29 giugno) capaci di emozionare una platea sempre più trasversale e variegata. In calendario tra gli altri, anche Fr a n c e s c o d e Gregori (il 3 0 giugno), i Toto (il © www.summer-festival.com 5 luglio), Calcutta (il 6 luglio) ed Elton John (il 7 luglio). 5-10 luglio PISTOIA BLUES
In scena, tra l’altro, Ben Harper & The Innocent Criminals. 12-14 luglio HOME FESTIVAL TREVISO
Dal 20 luglio al 30 agosto – Festival di Salisburgo. Giunta alla sua 98a edizione, la kermesse musicale è diretta da Markus Hinterhäuser e si incentra sul potere delle emozioni. Gli oltre 206 spettacoli spazieranno da Mozart a Strauss, a Tschaikowski ed includeranno anche i Filarmonici di Vienna e Tobias Moretti nel ruolo dello "Jedermann".
L’ultimo giorno della manifestazione si alternano, tra gli altri, sul paco Guè Pequeno, Boomdabash ed Elettra Lamborghini 12-21 luglio UMBRIA JAZZ.
A Perugia, tra l’atro, si ascolteranno Alan Harris e Diana Krall e Paolo Conte. 117
NEWS IN TOWN
A cura di Cinzia Meoni
Designer, calciatori e chef che rincorrono un loro sogno di ristorazione, nuovi sommelier e nuovi menù. Sono tante le novità nell’enogastronomia sotto la Madonnina e dintorni in vista dell’estate. Milano si è ormai affermata come capitale dell’enogastronomia italiana e punto di riferimento della sperimentazione di nuove idee di ristorazione a livello internazionale. Ecco le più interessanti per la bella stagione: NO. 10 EXPERIENCE Porta Nuova, Milano Il ristorante di Alessandro Del Piero, l’ex giocatore della Juve e della Nazionale, è la novità più attesa dell’estate all’ombra della Madonnina, o meglio del nuovo quartiere di Porta Nuova. Il bomber, in partnership con l’imprenditore Emanuele Romani, aveva già sperimentato il format che si ispira al numero della sua maglia indossata in campo a Los Angeles con l’apertura, un anno fa, di No.10 (da cui è stata presa l’immagine in foto). Quella milanese invece è la prima apertura in Italia è conta su un parterre di partnership di prestigio come quelle accreditate con Mattia Noberasco, Alesso Ambani, Santiago Herrero, Giacomo Carmelli e Massimiliano Guzzini. Il locale milanese, all’incrocio tra Viale Monte Grappa e Via Melchiorre Gioia, si articola su due piani: al piano terra c’è il ristorante italiano contemporaneo guidato dallo chef Corrado Michelazzo, mentre al primo piano la pizzeria gourmet in partnership con la cantina Ferrari.
EUTHALIA
Strada Statale 28 civico 8/C, Vicoforte Euthalia, “fiore che sboccia” in greco, è il nome che lo chef Gian Michele Galliano ha scelto per il suo nuovo ristorante a Vicoforte, a breve distanza da Milano e ideale per una gita fuoriporta nella bella stagione. La cucina è territoriale e lo chef attinge, di volta in volta, a quanto offre la natura in stretta collaborazione con i produttori locali: i pesci di fiume, le erbe spontanee, i funghi, i prodotti d’alpeggio come latte, formaggi, patate di montagna e radici e persino legno e il terriccio stesso, che si trova infusi, estratti e adagiati su piatti dall’estetica curata.
OLIO-CUCINA FRESCA Piazzale Lavater 1, Milano Aria d’estate a Olio-Cucina Fresca, il ristorante che rilegge in chiave gourmet la tradizione enogastronomica pugliese. In arrivo infatti Giovanni Tortora, ex maître e sommelier del ristorante stellato Angelo Sabatelli in Puglia che ha proposto una carta dei vini incentrata sulle eccellenze del Tallone di Italia, oltre che italiane e francesi. In cucina lo chef Michele Cobuzzi ha poi studiato nuovi piatti per la stagione estiva tra cui spiccano i "bottoni di cappone lucano".
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CITTÀ VECCHIA – TRANI DE ADESS Viale Gorizia 8, Milano Città Vecchia-Trani de Adess, si propone come un’osteria e vineria contemporanea, riprendendo il fascino di quei luoghi ormai scomparsi che hanno visto nascere la canzone milanese di Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci, il cabaret degli Anni ’60, i ritrovi di artisti e scrittori. Con i suoi 200 metri quadrati sviluppati su tre livelli, la cantina con particolare attenzione alle etichette lombarde, le birre artigianali e la cucina milanese rivisitata in chiave contemporanea, Città Vecchia si propone come uno spazio inclusivo e accogliente e, soprattutto, come un luogo di incontro come le “osterie” milanesi cui si ispira. E per raggiungere questo ideale, Città Vecchia ha studiato una nutrita programmazione settimanale di eventi.
THE MANZONI DI TOM DIXON Via Manzoni 5, Milano Il designer britannico Tom Dixon raddoppia e, dopo l’apertura nella City, ha deciso di investire sulla città della Madonnina con la sua nuova casa milanese dove trovano posto un ristorante con quaranta coperti attorno a un tavolo unico e altri sessanta distribuiti su diversi tavolini, cocktail bar, showroom e perfino un angolo ufficio. Nel nuovo ristorante, che ha debuttato lo scorso aprile durante la settimana del design, tutti i prodotti esposti, arredi compresi, sono in vendita. Ai fornelli è stata chiamata Marta Pulini.
081 Via Castellini 31, Melegnano A pochi passi dal castello mediceo di Melegnano, ha appena aperto il sogno di Francesco Saggese, classe 1987 e un background di 15 anni in cucine di alto livello: una pizzeria verace napoletana con spunti gourmet. Ed è proprio grazie al connubio tra le origini partenopee e le esperienze nelle cucine di ristoranti che è nata 081, come il prefisso napoletano. Sono già previste nuove aperture del format. Si tratta infatti di uno dei primi esempi di pizzeria gourmet a impasto napoletano, basso quindi, ma farcito con ingredienti ricercati, materie prime di stagione ed elaborazioni tipiche della cucina. Si lavora sugli impasti a lunga maturazione, dalle 24 alle 36 ore, in base all’umidità e alla temperatura, con l’obiettivo di realizzare sempre una pizza di qualità. Gli ingredienti sono selezionati e provengono direttamente da Napoli: dal Pomodoro San Marzano Dop, al Fior latte di Agerola, dai Pomodori gialli di Corbara alla Salsiccia di maialino nero di Caserta.
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