Beesness Maggio/Giugno 2020 - Speciale Formazione

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Periodico di informazione bimestrale maggio - giugno 2020

Anno X - N° 3 2020 € 5,00

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Anno X - N° 3 2020 € 5,00

Registrazione Tribunale di Milano n°551 del 18.11.2011 Periodico di informazione bimestrale maggio - giugno 2020

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/ Editoriale

maggio\giugno 2020

LENTO RITORNO AD UNA NUOVA NORMALITÀ

Abbiamo vissuto più di due mesi di confinamento e di obbligo di chiusura di tutte le attività commerciali e professionali definite dal governo come non essenziali. La formula dello smart working o lavoro agile presso la propria abitazione è diventato il concetto chiave di questo periodo in Italia. La parola è mutuata dalla società americana, già abituata a lavorare in questo modo. Non dimenticheremo facilmente le nostre città svuotate e deserte, con gli animali che si riappropriano dei propri spazi. Le sirene delle autoambulanze, che si susseguivano ininterrottamente, sono state l’unico suono che ha accompagnato queste giornate caratterizzate da un silenzio assordante: una corsa contro il tempo agli ospedali, nella speranza di salvare più vite possibili. Siamo stati messi a dura prova dalla pandemia, ma nonostante tutto con la riapertura economica graduale, seppur tra molte criticità, siamo ripartiti. Avrei voluto poter scrivere questo editoriale sulla ripresa completa dell’Italia in modo diverso e se l’emergenza sanitaria sembra in parte rientrata, siamo però di fronte a una crisi economica e sociale senza precedenti. Buona parte dei finanziamenti e della cassa integrazione in deroga stanziati per le aziende non sono ancora stati erogati. Inoltre, le linee guida emanate dal governo per la riapertura degli esercizi commerciali sono contraddittorie e confuse. I più penalizzati da questa situazione risultano essere i ristoratori. Sulla base dei dati della FIPE - Federazione Italiana Pubblici

Esercizi – il settore non vedrà la riapertura di oltre 50mila imprese si stima che almeno 350mila persone perderanno il lavoro. In questo contesto, privo di linee guida coerenti e di aiuti da parte dello Stato, molti italiani dovranno reinventarsi. Nonostante il clima di timore e di incertezza, alcune aziende di spicco del nostro paese e nel mondo, hanno saputo convertire temporaneamente il proprio core business. Nel segmento lusso, Armani ha dato inizio alla produzione di camici monouso per i presidi sanitari, esempio seguito anche da Prada, mentre Calzedonia (marchio in franchising), Mango e Roncato si sono dedicati alla produzione di mascherine riutilizzabili. Non solo aziende di abbigliamento: anche il settore automotive ha fornito il suo contributo alla crisi sanitaria. Lamborghini ha riconvertito un reparto per la produzione di mille mascherine al giorno e la Ferrari ha progettato in sole cinque settimane il primo ventilatore polmonare. Permettetemi di consigliarvi di leggere il libro “Il poncho dei Papi” di Christian Gaston Illan e di Maria Giulia Linfante, che racconta come la perseveranza consenta di realizzare i propri sogni. Beesness continua ad avere una visione di medio e lungo periodo, per affrontare le prossime sfide che ci attendono. Buona ripresa a tutti.

Giovanni Bonani Direttore Responsabile

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/ INDICE

36 News

S. Pellegrino Young Chef 2020, FIPE, Cattel SpA, Nonno Nanni, Sirio, Too Good To Go, My Cooking Box e Eataly, Menù, NEFF, Labomar, Istituto Ganassini, Centro Studi di Cosmetica Italia, Evergreen Life, Ceetrus Italy, P3 Logistic Parks, Design International e Pompeii Maximall, Galleria Borromea, Wip, Fevercam, Is Molas Resort, Mixology Academy, Psicohelp, BertO, gruppo Gabel, Confindustria, Icol Group, Emma Original, ANCMA, Marine Stewardship Council, Filo, Assocalzaturifici, Micam, Miriade e VTEX, Apposta, Carillo Home, Italian Bike Festival, Dynafit, Scarpa, Trek.........................................8

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Formazione Dale Carnegie Training

Tecnologia

Formazione nell’era della Digital e Sales Transformation................ 28

I segreti del successo

Seo e Coronavirus

La lezione di Jeff Bezos e di Richard Branson................................... 36

Alcuni spunti suggeriti da Google per tutte le aziende....................... 68

Impresa Best Workplaces Italia 2020 La classifica dei migliori ambienti di lavoro...................................... 42

Daniele Pescara e la sua Falcon Advice Quando la vocazione imprenditoriale non conosce confini................ 44

Lo studio pubblicato da PwC Ecosistemi connessi e autonomi della supply chain 2025 .................. 46

Cracking Art Quando la plastica si trasforma in arte.............................................. 48

Capelli post emergenza

Fashion Come uno tsunami Tra le imprese in prima linea il fil rouge è la solidarietà................... 72

Giòsa Milano ADÈLE, fascino e prestigio senza tempo .......................................... 82

Radicigroup Solidarietà per l’emergenza Coronavirus Covid-19......................... 84

Lululemon U.S.A., Chicago "Retail Innovations 15" di Kiki Lab-Ebeltoft Group........................ 90

Intervista a Marco Ricchetti............................................................... 52

Marco Roveda Pioniere dell’agricoltura biodinamica con Lifegate........................... 54

Smart Working Una novità (relativa) di estrema attualità........................................ 62

Scenari del Covid-19 Ne parliamo con.. ............................................................................... 64 6

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maggio\giugno 2020

Musica

Food Di Vin In Vin

Women of change,donne e gioco di squadra

Buoni e corposi.................................................................................... 94

Dalla musica al business networking al femminile.......................... 130

Signora Vernaccia

Emozioni al piano

Perla bianca in un mare di rossi......................................................... 96

... di pura gioia.................................................................................. 135

Un mondo squisitamente di-vi-no

Cantare è come volare

Interviste a Carlotta Salvini e Barbara Tamburini.......................... 98

Intervista a Tania di Giorgio........................................................... 136

Premio

Distillerie Bonollo Passione per la Grappa da quattro generazioni............................... 100

Ristorazione: come si sta innovando? Intervista a Alberto Cartasegna, CEO e Founder di "miscusi"....... 106

Centri Commerciali Scenari Immobiliari Rapporto 2020................................................................................. 108

Develog Land developer in sinergia con gli operatori logistici....................... 110

Automotive BMW Intervista a Massimiliano Di Silvestre............................................ 112

#FORUMAUTOMOTIVE

15a ed. italiana di Eletto Prodotto dell’Anno Premiati 60 prodotti/servizi innovativi .......................................... 138

Licensing Screenshot tv e Screenshot cinema Come monitorare la Fabbrica dell'Entertainment.......................... 140

Turismo Profumi e sapori Credenze e colori pugliesi per grandi e “pecceninni”......................... 142

Recensione Il poncho dei papi Un libro che insegna perseveranza e coraggio................................... 146

Franchising

In versione virtuale sancisce l’alleanza di tutta la filiera................. 122

Aeronautica Business aviation In Italia vale oltre 6 miliardi........................................................... 124

Leonardo ed Esa Il contratto siglato con l’Agenzia Spaziale Europea......................... 128

Löwengrube, Rossopomodoro, Gruppo Lavazza e YumChina, REMAX Italia................................................................................. 148

Rubrica Assofranchising Associazione Italiana Franchising.................................................... 150

Covid-19 Si vis pacem, para bellum ................................................................152

Confimprese-EY Il forte impatto del Coronavirus sui consumi del 1° trimestre......... 154

Area Franchising I migliori franchisor operativi in Italia............................................ 157

Schede Informative

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Progetto Assistenza, Color Glo, VAN4YOU, Elerent..................... 159

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/News

S. PELLEGRINO PROMUOVE I GIOVANI TALENTI DELLA GASTRONOMIA E LANCIA IL PROGETTO PERSONAL YOUNG CHEF S. Pellegrino da anni alimenta, attraverso il progetto S. Pellegrino Young Chef, un’importante attività di scouting su scala internazionale, con l’obiettivo di sostenere i giovani talenti della gastronomia. Sono già centinaia i giovani chef che si sono avvicendati nel corso delle passate edizioni dell’iniziativa, che ha saputo creare preziosi rapporti, esperienze e opportunità concrete di lavoro, all’interno della comunità gastronomica globale. In attesa della riapertura dei ristoranti, S. Pellegrino ha lanciato l’iniziativa Personal Young Chef, una serie di video ricette in 4 atti, ideali da replicare a casa, che invita a sperimentare i consigli di alcuni fra i più interessanti giovani cuochi del momento. In attesa della riapertura dei ristoranti, gli aspiranti cuochi si potranno cimentare in cucina, grazie ai protagonisti dell’ultima edizione del progetto S. Pellegrino Young Chef. Le prime due puntate della serie sono disponibili in rete su sanpellegrino.com e sui canali social del marchio. Protagonista del primo episodio è Alessandro Bergamo, sous chef di Carlo Cracco, che ha conquistato l’accesso alla Grand Finale di SPYC e vincitore della selezione italiana del Bocuse d’Or, che lo porterà il prossimo settembre a competere per il titolo europeo. Convinto interprete di una cucina che esalta la stagionalità e la qualità delle materie prime, Alessandro apre le porte della sua casa dispensando consigli utili per realizzare il suo piatto, caratterizzato dalla semplicità e dalla valorizzazione dei prodotti di prossimità. La seconda puntata è dedicata a Tommaso Tonioni lo chef che ha conquistato l’Acqua Panna Award for Connection in Gastronomy alle ultime finali regionali del SPYC e che è alla guida della cucina di Achilli al Parlamento a Roma. Antonio Romano e Davide Marzullo saranno i protagonisti delle due ultime video ricette.

FIPE HA LANCIATO L’INIZIATIVA “RISTOACASA” In tempo di chiusura obbligatoria degli esercizi commerciali per il coronavirus, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi ha sviluppato, con il sostegno della start-up pOsti, la piattaforma ristoacasa.net, una vetrina digitale già attiva e a disposizione di tutti gli esercizi (ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie) che vorranno usufruirne, per fornire agli utenti le informazioni necessarie alla richiesta del servizio di consegna a domicilio: telefono, indirizzo, sito internet, tipologia di cucina e fascia di prezzo. Questo strumento consente di individuare tutti i locali che fanno delivery, soprattutto quelli che decidono di gestirlo con dipendenti propri evitando, per motivi economici, di appoggiarsi a fornitori esterni. Il servizio permette agli utenti di circoscrivere l’area di ricerca dei ristoranti e di individuare quelli presenti a una distanza definita dalla propria abitazione. La prenotazione di piatti, di gelati o di pasticcini potrà essere effettuata tramite contatto diretto con il ristorante. Tra le imprese della ristorazione tradizionale solo il 5,4% era già in grado, al momento dell’entrata in vigore del blocco delle attività, di fornire il food delivery. Il 10,4% si è subito attivato per svilupparlo. Il 40% dei ristoratori segnala una buona crescita della domanda di cibo a domicilio. Tra quelli che oggi si dichiarano non interessati al mercato e che pertanto hanno chiuso totalmente l’attività, il 35,5% ritiene di non avere i mezzi necessari per farlo, mentre il 64,5% pensa che in questa situazione non sia economicamente sostenibile. Cambia il comportamento dei consumatori verso il food delivery. Circa il 10% di chi prima non lo utilizzava mai ha iniziato a farlo. Tra quelli che, al contrario, ne hanno ridotto l’uso, il 69% preferisce cucinare a casa, un consumatore su quattro ha timore del contagio e il 14% preferisce risparmiare. Le preferenze dei piatti ordinati vedono nettamente al primo posto la pizza (68%), seguono piatti tipici della cucina italiana (26%) e il classico hamburger con patatine (22%).

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maggio\giugno 2020

CATTEL SPA DIVENTA OFFICIAL PARTNER DI CORTINA 2021 Cattel SpA, l’azienda veneta leader nella fornitura di prodotti alimentari nel canale Ho.Re.Ca., sarà lo sponsor ufficiale dei Campionati del Mondo di sci alpino e diventerà l’Official Provider del food dell’intera manifestazione. Cortina 2021 rappresenta un’occasione unica per l’affermazione delle sue competenze territoriali e della qualità. La vasta offerta, che comprende circa 6.400 prodotti, possiede, infatti, la certificazione di provenienza. Questa consente a Cattel di selezionare le specialità dei piccoli produttori e di fornire agli atleti e agli ospiti le migliori etichette in ogni categoria. Inoltre, Cortina 2021 sarà per Cattel un modo per concentrare l’attenzione sulla sua organizzazione distributiva, che la porta a consegnare in media al giorno circa 18.600 colli di merce a 1.200 diversi clienti. Ancora, la sua presenza alla manifestazione conferma la sua vicinanza al mondo sportivo. Da anni il marchio è legato all’Udinese Calcio, al Benetton Rugby Treviso, alla Bocciofila Monastier Fashion Cattel e ad altre realtà sportive minori. Cattel SpA vanta novant’anni di storia familiare, fondata sui valori dell’affidabilità, della puntualità e della professionalità. Con questo atteggiamento si affaccerà anche al primo appuntamento, le Finali di Coppa del Mondo di sci alpino. Dal 7 al 21 febbraio 2021 si svolgeranno le gare di Coppa del Mondo, che coinvolgeranno altri 600 atleti provenienti da 70 nazioni e oltre 6000 addetti, garantendo una visibilità diretta di 120mila spettatori e un pubblico stimato in collegamento televisivo di 50 milioni di persone. Cattel collabora con Fondazione Cortina 2021, l’organismo che cura l’organizzazione, la gestione e la promozione dei campionati del mondo di sci alpino e degli eventi collaterali, rivolgendo grande attenzione alla responsabilità d’impresa a protezione dell’ambiente e della comunità ospitante, in © Diego Gaspari Bandion e Giuseppe Ghedina termini di risparmio energetico, di uso efficiente delle risorse, di gestione dei rifiuti e di scelta dei fornitori.

NONNO NANNI INTERVIENE A SOSTEGNO DELL’EMERGENZA SANITARIA ITALIANA Nonno Nanni si è da sempre distinto per il suo impegno nelle cause sociali e per il suo sostegno ad associazioni e a d iniziative a fa vo re della solidarietà. Oggi, più che mai, questa vocazione dell’azienda di Giavera del Montello (TV) diventa una missione impellente, di fronte all’ emergenza sanitaria in Italia. La famiglia Lazzarin, alla guida dell’azienda, ha deciso di donare 150mila euro alla Regione Veneto, per l’acquisto di respiratori e di ulteriori attrezzature mediche, che possano permettere di potenziare i reparti di terapia intensiva. Insieme alla Lombardia e ad altre Regioni del Nord Italia, il Veneto è una delle zone più colpite dal coronavirus e dalla necessità di ospedalizzare i pazienti, con gravi ripercussioni sul sistema sanitario. Nonno Nanni, con la propria donazione, vuole offrire il suo contributo agli ospedali della Regione. L’intervento economico da parte dell’azienda s’inserisce pienamente nel flusso costante di solidarietà, che vede coinvolte tante realtà imprenditoriali italiane.

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/News

SIRIO SI AGGIUDICA LA GARA PRESSO LA STAZIONE FERROVIARIA DI TORINO PORTA NUOVA PER LA GESTIONE DI UN PUNTO DI VENDITA CON IL FORMAT SBUCCIO Sirio S.p.A., azienda italiana leader nella gestione del catering commerciale nel settore ospedaliero, comunica di essersi aggiudicata la gara per la gestione di uno spazio commerciale ubicato nella Stazione Ferroviaria di Torino Porta Nuova con il Format Sbuccio, per l’utilizzo del quale ha firmato un accordo commerciale con Fresco Senso. Il contratto firmato tra Sirio S.p.A. e Grandi Stazioni Retail S.p.A, società appaltante, ha una durata di 5 anni e prevede la gestione di un PoS, Chiosco nella Nuova Food Hall di circa 27 mq presso la Stazione di Torino Porta Nuova, con un valore di fatturato stimato di circa 400-450 mila euro annui, dove verrà utilizzato il Format Sbuccio. L’accordo commerciale con Fresco Senso – società nata nel 2009 a San Pietro in Casale (BO) da una costola del Consorzio Agribologna, con attenzione alla qualità, e una costante ricerca all’innovazione di prodotto – è della durata di un anno tacitamente rinnovabile di anno in anno, per l’utilizzo del Format Sbuccio che fornirà prodotti a brand Fresco Senso. Sbuccio si posiziona come un’offerta di Healthy Bar Station con una proposta che mette l’aspetto salutare al centro di un universo fatto di qualità del cibo, di ambienti di design. Un locale vegetariano salutare, ricercato e gustoso avente come prodotto principale frutta e verdura crudi. Inoltre, il momento del consumo prevede monografie informative sugli ingredienti e loro apporti nutrizionali per il calcolo nutrizionale del piatto.

SIRIO SI AGGIUDICA LA CONCESSIONE DEL SERVIZIO RISTORAZIONE PRESSO L’OSPEDALE FATEBENEFRATELLI E OFTALMICO DELLA SST FATEBENEFRATELLI SACCO DI MILANO Sirio si aggiudica la concessione del servizio ristorazione presso l’ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico della SST Fatebenefratelli Sacco di Milano Sirio S.p.A., azienda italiana leader nella gestione del catering commerciale nel settore ospedaliero, si è aggiudicata la concessione per la gestione del servizio bar e ristorazione presso l’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico della ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano. La concessione, con una durata di 5 anni, rinnovabili di ulteriori 4 anni, e un valore stimato dell’appalto pari a circa 2,5 milioni di euro, prevede la gestione di un punto vendita di circa 120 mq per il servizio caffetteria e gastronomia bistrot, e il servizio market. Il servizio che verrà fornito da Sirio prevede un assortimento di caffetteria calda completa di bevande del tipico bar all’italiana e “healthy”, con particolare attenzione riservata all’utenza vegetariana/vegana e/o avente particolari patologie alimentari (intolleranti al glutine, al lattosio, diabetici) e un servizio market per la vendita di prodotti food confezionati anche bio, ed equosolidali. L’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) Fatebenefratelli-Sacco è composta da 4 Presidi Ospedalieri e 26 sedi territoriali tra cui l’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico struttura che offre assistenza diagnostica, terapeutica e chirurgica di elevata specializzazione con focalizzazione su cataratta, cornea, retina, plastica oftalmica, malattie retiniche. Sirio S.p.A. ha iniziato a operare nel 1993 a Ravenna come operatore professionale nel settore della ristorazione commerciale ospedaliera, fino a diventarne leader indiscusso in Italia. Sirio ha ampliato negli anni gli ambiti di competenza entrando nel 2006 nella ristorazione commerciale autostradale, nel 2012 nel segmento della ristorazione veloce fast food come franchisee del marchio Burger King in Italia, nel 2014 in quello aeroportuale e infine, nel 2018 nel City Center Business. Al 31 dicembre 2018 Sirio è presente sul territorio italiano con 77 punti vendita, con un fatturato di oltre € 64 milioni e oltre 700 dipendenti. 10


maggio\giugno 2020

L’APP TOO GOOD TO GO PER COMBATTERE LO SPRECO ALIMENTARE E L’ODIERNA EMERGENZA SANITARIA Da marzo 2019, è attiva in Italia l’applicazione per smartphone Too Good To Go, nata in Danimarca nel 2015 con l’intento di salvare il cibo, di sensibilizzare le società sulle problematiche inerenti allo spreco alimentare e di preservare l’ambiente. Questa app permette ai ristoratori e ai commercianti di vendere a fine giornata e a prezzi ridotti il cibo invenduto e ai consumatori di acquistare le Magic Box a un terzo del costo originale. Le Magic Box sono delle scatole che contengono una selezione di prodotti e di piatti freschi, che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo. Tramite l’applicazione, ogni giorno, ciascun commerciante ha la possibilità di indicare la quantità di Magic Box disponibili. Dall’altro lato, i consumatori possono geolocalizzarsi, ordinare il pasto, ritirarlo nella fascia oraria stabilita e pagare tramite Too Good To Go, disponibile su App Store e Google Play. Too Good To Go è già presente in 14 paesi europei, con oltre 20 milioni di utenti, più di 40mila negozi e ristoranti aderenti e 30 milioni di Magic Box vendute. In Italia, Too Good To Go è presente in 26 città, con oltre 4mila punti vendita aderenti, più di 450mila Magic Box vendute e circa 900mila utenti registrati. Grazie a questa nuova applicazione, a oggi è stata risparmiata l’emissione di oltre 80 milioni di Kg di anidride carbonica. Ora, in tempo di pandemia, l’app Too Good To Go lancia un’iniziativa, la Fast Box, limitata al tempo necessario per debellare il Coronavirus, volta a offrire un aiuto concreto agli utenti e alla GDO, con enormi vantaggi reciproci. Infatti, i consumatori potranno prenotare da casa il proprio kit di prodotti, effettuare il pagamento tramite smartphone e ritirare la spesa, in una determinata fascia oraria, presso il punto vendita. Dall’altro lato, i negozi aderenti ridurranno al minimo il contatto tra i clienti e il personale dedicato, velocizzando la permanenza nello store e rendendo più efficiente la spesa. A differenza della Magic Box, la Fast Box conterrà una selezione di articoli, scelti per coprire il fabbisogno della settimana. Coop Centro Italia è già attiva sull’app con i propri punti vendita a Perugia.

MY COOKING BOX INSIEME A EATALY PER LA RICETTA PERFETTA A Milano, a febbraio 2020, è stata presentata la nuova partnership tra My Cooking Box, azienda bergamasca leader nel meal kit e Eataly, il gruppo che ha portato l’enogastronomia italiana nel mondo, che celebra il piatto iconico della cucina italiana. La nuova proposta, nata dalla collaborazione congiunta e accompagnata dalla frase “è difficile essere semplici”, racchiude in una scatola lo spaghetto Eataly al pomodoro. È la ricetta perfetta, sana e nutriente, preparata con poche e selezionate materie prime. Firmato da Enrico Panero, Executive Chef Corporate di Eataly, lo spaghetto al pomodoro può essere gustato in tutti i ristoranti Eataly del mondo e oggi, grazie a My Cooking Box, anche a casa propria. La scatola contiene tutto quello che occorre per riprodurre, in modo impeccabile e senza difficoltà, la ricetta proposta. Gli ingredienti sono: spaghetti di semola di grano 100% italiano, lavorati a mano e trafilati a bronzo secondo la più antica tradizione di Gragnano; pomodoro datterino rosso intero in succo, coltivato nel cuore del Cilento; l’olio extra vergine di oliva, prodotto con sole olive Taggiasche liguri e spremute a freddo e infine cristalli di sale marino. La collaborazione prevede che la box sia in vendita nelle sedi Eataly, sul sito e-commerce di My Cooking Box e presso lo store monomarca di Milano, in Piazzale Baracca, 10.

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/News

#RISTORIAMOCI A CASA: A FIANCO DEI RISTORATORI PER ESSERE VICINI A TUTTI Menù, azienda leader da oltre 80 anni nella produzione e nella commercializzazione diretta di specialità alimentari destinate alla ristorazione professionale, insieme ad altre imprese e associazioni, ha creato una rete per promuovere la distribuzione di pasti a domicilio, nell’ottica di fronteggiare questo delicato periodo. L’iniziativa, nata dallo storico marchio di Medolla, si pone l’obiettivo di aiutare concretamente coloro che non sono in grado di fare la spesa o di prepararsi un pasto. #ristoriAMOci a casa, l’elenco degli esercizi che possono garantire il servizio di pasti pronti a casa, è stato reso possibile grazie alle numerose PMI del settore ristorazione (ristoranti, pizzerie, macellerie, gastronomie), che riescono a garantire un servizio di food delivery in tutta la penisola, dai grandi centri urbani ai piccoli paesi di provincia. Con questo progetto, Menù si propone di sostenere i ristoratori, con diverse iniziative e agevolazioni, volte a dare voce al servizio a domicilio. Menù e i suoi clienti, presenti in tutto il territorio italiano, forniscono prodotti di qualità e pratici, nel rispetto delle norme igieniche e della sicurezza alimentare. Per conoscere i nomi degli esercizi e la zona in cui operano è attiva una campagna di comunicazione tramite Facebook geolocalizzata sulla pagina dedicata, mentre è possibile consultare l’elenco completo sul sito www.menu.it/it/ristoriamoci-a-casa. Inoltre, l’azienda è a disposizione per contattare altre realtà che decidano di aderire all’iniziativa. Il 20 aprile, a meno di due settimane dal lancio dell’iniziativa, sono state raggiunte 5 milioni di persone, grazie alle promozioni geolocalizzate avviate sulla pagina Facebook. L’azienda Menu ha contattato oltre 1.200 locali in tutta Italia e già in 500 hanno aderito all’iniziativa. Grazie alle associazioni di categoria, ai media tradizionali e ai social, Menu a oggi sponsorizza oltre 180 locali, che hanno generato quasi 50mila click sui post e innumerevoli condivisioni. Durante la settimana di Pasqua il servizio sulla pagina Facebook ha registrato oltre 2.000 follower, con una crescita dell’impegno pari all’88%.

NEFF PRESENTA IL FORNO FULLSTEAM NEFF, leader europeo per gli elettrodomestici ad incasso, che dal 1877 ispira tutti gli appassionati di cucina, ha progettato il forno FullSteam, che unisce in un unico elettrodomestico le prestazioni di un forno tradizionale con quelle di un forno a vapore. Scegliere il tipo di cottura, grazie a NEFF, non sarà più un problema. Il forno FullSteam consente di cucinare in modo tradizionale, a vapore – con la funzione Sous-Vide – o di aggiungere il vapore alla cottura tradizionale, per ottenere piatti croccanti all’esterno, ma teneri e gustosi all’interno. Tutti potranno finalmente lasciarsi guidare dalla creatività, per portare in tavola il vero sapore di ogni ingrediente tutti i giorni. Grazie alla cottura a vapore, ogni piatto sarà un successo, dagli antipasti al dessert. Questo tipo di cottura presenta numerosi vantaggi: è sana, conserva le proprietà e gli aromi degli alimenti, cuoce senza grassi aggiunti e riduce le tempistiche rispetto alle cotture tradizionali. Inoltre, con la cottura a vapore si possono rigenerare i piatti del giorno prima, preservandone tutte le caratteristiche e far lievitare gli impasti. L’esclusivo sistema Slide&Hide® ,brevettato da NEFF, fa slittare e scomparire la porta all’interno della cavità del forno evitando ostacoli in cucina. Grazie alla cottura sottovuoto, inserendo le pietanze in appositi sacchetti, a bassa temperatura, i succhi e gli aromi generati durante la cottura rimangono a diretto contatto con l’alimento, rendendo i cibi più teneri all’interno. Una forma di cottura delicata e perfetta per pesce, carne, crostacei, verdura e frutta. Il forno FullSteam NEFF è anche connesso con Home Connect per permettere a tutti gli appassionati di cucina di non distogliere l’attenzione dalla ricetta. L’applicazione consente di selezionare da remoto il programma di cottura desiderato o di preriscaldare il forno ancor prima di essere a casa. L’app contiene ricette, video e consigli culinari che indicano anche il programma di cottura più adatto.

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È ARRIVATO IL GEL IGIENIZZANTE DI LABOMAR Anche Labomar, come altre aziende italiane, ha riconvertito parte della propria produzione, con l’obiettivo di promuovere il contenimento dell’emergenza sanitaria. Infatti, in alcune settimane ha adattato i macchinari della nuova linea di cosmetici e ha avviato la produzione della soluzione a base alcolica utilizzata per disinfettare le mani. Sono già in distribuzione i primi 10mila pezzi del presidio in forma di gel. I flaconcini da 50 ml, a cui si aggiungeranno anche quelli da 80 ml e 300 ml, saranno donati alle istituzioni locali e distribuiti attraverso la farmacia della famiglia Bertin di Istrana (TV), che ha fondato Labomar. Gli ordini su larga scala, sopra i 2mila pezzi, saranno gestiti direttamente dall’impresa, con distribuzione in tutta Italia. La linea, operativa per tutto il tempo necessario alla lotta al virus, può produrre fino a 80mila pezzi a settimana. L’azienda Labomar svolge attività di ricerca, di sviluppo e di produzione di integratori alimentari, di dispositivi medici, di alimenti dietetici e infine, dal 2019, di cosmetici. Il suo team di esperti si impegna a creare prodotti ad alto valore aggiunto nel settore nutraceutico, prestando particolare attenzione all’innovazione. Molti integratori prodotti da Labomar, infatti, grazie alle tecnologie brevettate, sono in grado di aumentare la biodisponibilità degli attivi, modularne l’assorbimento gastrointestinale e migliorarne il gusto.

ISTITUTO GANASSINI RICONVERTE LA PRODUZIONE PER COMBATTERE L’EMERGENZA SANITARIA Come tante altre eccellenze imprenditoriali italiane, anche Istituto Ganassini, lo storico Gruppo dermocosmetico italiano proprietario dei marchi Rilastil, Bioclin, Vidermina e Tonimer, è sceso in campo per offrire il suo contributo nella lotta contro il Coronavirus. Ha, infatti, riconvertito la produzione per la realizzazione di gel per la pulizia delle mani igienizzante, che verrà distribuito gratuitamente a ospedali e farmacie. Questo si aggiunge alla donazione di dieci ecografi salvavita (per un valore di 220mila euro) ai reparti di rianimazione degli ospedali impegnati nella cura di pazienti con infezione da Covid-19: Mangiagalli-Policlinico, FatebenefratelliSacco, De Marchi- Policlinico, Buzzi e San Carlo a Milano e agli Ospedali di Varese, di Crema, di Lodi, di Brescia e di Melegnano. Questi primi progetti sono solo l’inizio dell’impegno di Ganassini a sostegno dell’Italia. Eccellenza, innovazione, sicurezza e protezione della pelle sono i capisaldi della ricerca e della produzione dell’azienda farmaceutica, fondata nel 1935 dal Professore Domenico Ganassini. Oggi i metodi ed il rigore di allora sono applicati alla formulazione di prodotti cosmetici e di igiene personale, sviluppati in collaborazione con dermatologi, pediatri e ginecologi. Istituto Ganassini è un’azienda leader nel settore che, insieme alle sue consociate italiane ed estere, è presente in 60 paesi. Parte integrante della storia e del presente è l’impegno costante nella ricerca avanzata: più di 50 ricercatori in 2mila mq di laboratori realizzano prodotti dotati di unicità, di efficacia e di tollerabilità delle formule.

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CENTRO STUDI DI COSMETICA ITALIA, INDAGINE CONGIUNTURALE DEL SETTORE COSMETICO Il Centro Studi di Cosmetica Italia ha recentemente presentato le rilevazioni congiunturali presso la Sala Convegni di Intesa Sanpaolo, che illustrano i dati preconsuntivi 2019 e le previsioni riguardanti il primo semestre 2020. Nonostante le incertezze dello scenario mondiale e nazionale, il settore cosmetico conferma la sua tenuta. Le stime di chiusura 2019 segnalano una crescita del 2,3% del fatturato globale del comparto, con un valore di 11,9 miliardi di euro. Seppur in rallentamento, le esportazioni mostrano la propria dinamicità, con un valore di 5 miliardi di euro (+2,9% rispetto al 2018) e incidono in maniera positiva sulla bilancia commerciale, che si avvicina ai 2,9 miliardi di euro (+5,5% rispetto al 2018). Positivi sono anche i risultati nel mercato interno: i preconsuntivi 2019 registrano una crescita del 2% della spesa degli italiani, per un valore di oltre 10,3 miliardi di euro, con analoghe previsioni per il 2020. È significativo il contributo dei canali professionali, che mostrano una tenuta dei consumi: l’acconciatura professionale segnala, infatti, un +2% rispetto al 2018, mentre i centri estetici registrano un +0,9%. Un andamento positivo contraddistingue anche profumeria (+2%) e farmacia (+1,8%), rispettivamente secondo e terzo canale per la vendita di cosmetici in Italia. La GDO invece rappresenta oltre il 40% della distribuzione, con una chiusura 2019 a +0,6%. L’attenzione verso i cosmetici naturali determina il +1,4%, segnalato dal canale erboristeria a fine 2019. La vendita on-line di cosmetici genera trend superiori agli altri canali, con un +22% a fine 2019. Al contrario, le vendite dirette, che risentono lo spostamento verso forme di distribuzione più innovative, registrano un andamento statico a fine 2019. Infine, le vendite per conto terzi, che si pongono trasversalmente rispetto ai canali e consentono di comprenderne l’evoluzione nel medio e lungo periodo, segnalano a fine anno una crescita del +3,5%.

VENDITA DIRETTA: EVERGREEN LIFE PRODUCTS CRESCE GRAZIE ALLA TECNOLOGIA La vendita diretta ai tempi del Coronavirus ha incontrato alcuni ostacoli che imprese virtuose hanno trasformato in opportunità. È il caso di Evergreen Life Products, azienda italiana associata Avedisco, che dal 2011, attraverso una rete di quasi 20mila venditori, commercializza prodotti per il benessere della persona a base di Olivum®, il suo brevettato infuso di foglie d’olivo. Grazie allo sviluppo tecnologico, l’azienda ha potuto mantenere vivi i contatti con i propri incaricati e questi, a loro volta, con i clienti. La vicinanza tradizionale, ora mediata da nuovi canali, si declina in appuntamenti e corsi online, questi ultimi volti a riformulare e riorganizzare l’attività e a insegnare l’utilizzo di alcuni strumenti tecnologici tramite video tutorial. Evergreen Life Products ha anche lanciato un progetto di podcast: pillole che gli incaricati possono ascoltare quando preferiscono, per approfondire i temi legati alla cura di sé e al network marketing. Per i dipendenti, l’azienda ha adottato soluzioni di smart working, mentre le risorse impegnate in magazzino e nella produzione operano con turni studiati per evitare assembramenti e rispettano tutte le misure di sicurezza richieste. Nonostante tutto, il mese di marzo ha registrato 5mila nuovi clienti e un sensibile aumento di ordini, in particolare per Olife, un integratore alimentare composto al 93% da infuso di foglie d’ulivo, tra i più potenti antimicrobici naturali. Altri prodotti molto richiesti sono stati la crema mani, lo spray nasale e il deodorante per ambienti. L’azienda ha chiuso il bilancio 2019 con una crescita a doppia cifra (nel 2018 il fatturato è stato di oltre 17 milioni di euro). Evergreen Life Products non dimentica l’emergenza sanitaria in atto e attraverso la raccolta fondi della propria Fondazione ha donato 15mila Euro, destinati ai reparti di terapia intensiva degli ospedali della Regione Lombardia.

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DA CEETRUS CON MERLATA SVILUPPO TRE MILIONI DI EURO PER COSTRUIRE IN TEMPI RECORD LA NUOVA TERAPIA INTENSIVA DEL SACCO A MILANO Ceetrus Italy, insieme a ImmobiliarEuropea e Sal Service – tramite la joint venture Merlata Sviluppo – si impegna a ristrutturare un padiglione datato dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, che sarà riconvertito in un reparto di terapia intensiva all'avanguardia, dotato di tecnologie innovative e progettato secondo i più moderni criteri di edilizia sanitaria. A questo proposito, i tre partner offrono tre milioni di Euro. La convenzione con l’ASST Fatebenefratelli Sacco prevede la consegna entro sessanta giorni, così da rendere la struttura disponibile per affrontare l'emergenza sanitaria attuale e le future eventuali della città. Il Sacco è da sempre il punto di riferimento nazionale per la cura delle malattie infettive e oggi per la gestione di pazienti gravi affetti da Covid-19. Ceetrus Italy e la sua cordata metteranno a disposizione, oltre alle risorse economiche, anche le maestranze, grazie all'intervento qualificato di esperti nel settore progettuale e gestionale ospedaliero. La nuova sala costituirà, anche a livello internazionale, un polo di riferimento tecnologico all'avanguardia. Il progetto complessivo prevede un intervento di ristrutturazione di oltre mille mq, con messa a norma degli impianti e parziale rimodulazione interna, volta alla realizzazione di dieci posti letto di terapia intensiva, progettati per la cura di pazienti con patologie infettive a elevata diffusione e pericolosità e/o immunodepressi. Sei stanze di degenza saranno isolate da zone filtro, per garantire il massimo livello di bio-contenimento a favore di pazienti e di operatori sanitari, mentre gli altri quattro posti letto saranno disposti in un open space. All’interno dell’area intensiva, sarà anche realizzata una emergency room per effettuare le procedure diagnostiche necessarie senza dover trasferire un paziente infetto fuori dalla rianimazione. Accanto all'area protetta di degenza, saranno ristrutturati e ampliati gli spogliatoi, i bagni e le docce per gli operatori sanitari.

P3 LOGISTIC PARKS ANNUNCIA UN ACCORDO CON MERCEDES-BENZ AG, NUOVO LOCATARIO PRESSO IL PARCO LOGISTICO DI HORB, STOCCARDA P3 Logistic Parks, specializzata in investimenti a lungo termine, sviluppo, acquisizione e gestione di immobili ad uso logistico, ha siglato un contratto di locazione della durata di dieci anni con la casa automobilistica MercedesBenz AG, presso il parco logistico di Horb, vicino a Stoccarda. P3 è stata affiancata da E&G Real Estate sia nell’acquisto sia nella commercializzazione. L’immobile è composto da quattro moduli, dotato ciascuno di una baia di carico per ogni 1.000 m² di superficie e un portone a raso. Come tutti i nuovi immobili di P3, è stato progettato in modo sostenibile, sulla base dello standard di riferimento del protocollo DGNB Gold Standard ed è provvisto di un sistema di illuminazione LED a basso consumo e di un efficiente isolamento termico. Nel 2018, P3 ha acquisito un’area di 65mila mq da König + Neurath AG, azienda produttrice di arredi e di sedute per ufficio e sistemi per ambienti. A gennaio 2019 sono stati smantellati gli edifici esistenti e si è sviluppato un nuovo e moderno immobile logistico, completato a dicembre 2019. L’immobile è stato sottoposto ad adeguamenti strutturali, volti a soddisfare le esigenze del cliente. Il complesso fa parte dell’area industriale GI di Heiligenfeld. P3 conferma la consolidata esperienza nel settore automotive, per clienti di primaria importanza; in Italia, il parco di Sala Bolognese è attualmente occupato da Automobili Lamborghini e Ducati Motor Holding, come centro di deposito e di distribuzione delle parti di ricambio originali. P3 prosegue lo sviluppo anche nel centro-sud Italia, in particolare a Ardea, vicino a Roma. La nuova struttura logistica sarà sviluppata all’insegna della massima flessibilità e personalizzata sulla base delle esigenze del cliente e ideale per una vasta gamma di settori.  15


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DESIGN INTERNATIONAL FIRMA POMPEII MAXIMALL, IL PRIMO SHOPPING RESORT IN ITALIA Il progetto per la realizzazione di Pompeii Maximall va avanti, nonostante il Coronavirus, in modalità lavoro agile. L’innovativo shopping resort sorgerà nei pressi del sito archeologico di Pompei. Non più centro commerciale, bensì un vero e proprio hub in grado di rispondere ad una pluralità di esigenze, sostenendo marketing territoriale e promozione sociale. Pompeii Maximall coglie l’opportunità di potenziare l’interesse turistico e culturale per gli scavi come fattore propulsivo per lo sviluppo dell’area vesuviana. Commissionato da IrgenRE Group, solida realtà operante da circa trent’anni nel mercato dello sviluppo e della gestione immobiliare per il settore commerciale, il concept architettonico, che anticipa i tempi e le tendenze del mercato, sarà realizzato dal pluripremiato studio Design International, diretto dall’Arch. Davide Padoa. La realizzazione commerciale sarà ad alta valenza turistica, dedicata a visitatori interessati all’esperienza di acquisto, attratti anche dalla vicinanza al sito turistico di Pompei. Grazie all’approvazione del piano di sviluppo da parte della Regione Campania, della Sovraintendenza alle Belle Arti e del Comune di Torre Annunziata, Pompeii Maximall sarà un polo di attrazione turistica e commerciale, inserendosi nel sistema di riqualificazione territoriale lungo la fascia del litorale dal porto di Torre Annunziata a quello di Castellamare di Stabia. L’apertura del Maximall è prevista entro novembre 2021. Il progetto, che ha tratto ispirazione dall’analisi urbanistica e morfologica della zona, riprende le caratteristiche tipiche delle antiche città romane e di Pompei in particolare. Infatti, su di un’area di circa 200mila mq, propone un complesso multifunzionale di 67.440 mq al servizio della comunità, che comprende un cinema multisala, un hotel disegnato sul modello delle Domus del sito archeologico, una vasta Food Court, un anfiteatro per eventi ed una piazza multimediale. Il concept sarà immerso nel verde, spazio dedicato alla collettività.

GALLERIA BORROMEA SOSTIENE LA CAMPAGNA “AIUTIAMO CRI” NELLA LOTTA AL COVID-19 Galleria Borromea Shopping Center aderisce all’iniziativa di raccolta fondi Aiutiamo CRI, la campagna a sostegno di Croce Rossa Italiana Milano Est nella lotta al Covid-19, in uno dei territori più colpiti dalla pandemia, Peschiera Borromeo e i comuni limitrofi. Le donazioni ricevute saranno finalizzate all’acquisto di presidi di protezione individuale – mascherine, occhiali, camici e disinfettanti – da destinare al personale sanitario. Galleria Borromea ha risposto all’appello con una donazione diretta di 10mila euro e con un’operazione di sensibilizzazione e di crowdfunding promossa attraverso i propri canali social. È possibile partecipare alla raccolta fondi donando tramite bonifico sul sito www.crimilanoest.com o accedendo a www.gofundme.com. Il denaro raccolto sarà un aiuto concreto messo a disposizione della CRI Comitato Milano Est per combattere il virus a livello nazionale, ma in particolare in Lombardia. Situata a Peschiera Borromeo, Galleria Borromea è stata inaugurata nel 2011 e nel suo bacino d’utenza ha raggiunto 4,5 milioni di ingressi all’anno. L’offerta commerciale include un ipermercato, una moderna food court con 10 proposte di ristorazione e 80 negozi con marchi di fascia medio-alta. La struttura offre numerosi servizi, spazi per eventi, zona custodita per bambini, aree dedicate al relax, Wi-Fi gratuito e punto informazioni. Dispone di un parcheggio gratuito su tre livelli con circa 1.500 posti auto. Croce Rossa Italiana è un’associazione senza fini di lucro, di interesse pubblico e ausiliaria dei pubblici poteri nel settore umanitario. Inoltre, fa parte del sistema nazionale di Protezione Civile. La CRI, che conta più di 160mila volontari in 680 comitati, è l’associazione più grande in Italia. 16


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WIP PROGETTA LA RINASCITA DELL’EX COMPLESSO INDUSTRIALE ARMAGUERRA A CREMONA A inizio aprile 2020 sono iniziati i lavori per la riconversione in spazi commerciali dell’ex complesso industriale Armaguerra di Cremona, compendio immobiliare con una superficie territoriale di mq 39.150 e che sviluppa una superficie edificabile di mq 15.758. Il progetto si propone di restituire alla città un sito storico unito alle nuove tecnologie, come spazio che da semi dismesso viene trasformato in un luogo di ritrovo e di aggregazione sociale. Promotori dell’iniziativa sono state DN Soluzioni, società specializzata nel retail e Azzurra Immobiliare. L’intervento di riqualificazione, affidato a Wip Architetti, fondata nel 2000, si pone l’obiettivo di riunificare il territorio intorno al centro della città, arricchendo la zona di punti di interesse che possano trasformarsi in luoghi di socializzazione, riorganizzando la mobilità sia carrabile sia ciclabile nonché pedonale. Il progetto di rigenerazione urbana mirerà a reinterpretare il mercato e le sue esigenze mettendo al centro la persona. L’impianto architettonico originario del complesso sarà mantenuto e sarà anche preservato il parco fotovoltaico esistente, mentre saranno costruiti tre nuovi edifici e recuperati in parte quelli esistenti. Saranno anche ripresi gli elementi caratterizzanti, sia sulle coperture di uno dei nuovi edifici sia sulla facciata principale e sarà posta grande attenzione all’utilizzo dei materiali ed ai dettagli costruttivi. La società Wip Architetti è strutturata per seguire progetti dalla piccola alla grande scala e conta su oltre 60 professionisti, suddivisi in tre sedi. Opera con tre divisioni: Architettura, Ingegneria e Servizi tecnici. La divisione Architettura è a sua volta suddivisa in Retail, Residenziale, Office & Space Planning e Ospitalità, che spazia dall’alberghiero, agli studentati, alle case di riposo fino all’ospedaliero. Tra i suoi clienti annovera Eni, Snam, Beni Stabili, BNP Paribas, Axa, Magneti Marelli, McDonald’s, Luxottica e NaturaSì.

FEVERCAM, GAMMA DI TERMOCAMERE PER IL CONTROLLO DELLA TEMPERATURA DELLE PERSONE IN TUTTI GLI AMBIENTI In.tech, società di comprovata esperienza nel settore delle costruzioni, ha annunciato di aver varato una nuova divisione per la sicurezza sociale e il controllo del Covid-19, con l’obiettivo di dare un’immediata risposta alle misure sanitarie previste dal governo per il controllo del Coronavirus in Italia, in concomitanza con la ripresa delle attività della nazione. Gli interventi dovranno garantire un adeguato livello di sicurezza a tutti i lavoratori e in tutti i settori. La divisione sicurezza di In.tech ha siglato un importante accordo per la distribuzione in esclusiva sull’intero circuito italiano delle termocamere Fevercam, che svolgono, in maniera automatica e senza l’ausilio di personale dedicato, il controllo su tutte le persone in ingresso e in transito, individuando eventuali sintomi influenzali. La lettura è istantanea, basata su un algoritmo che rileva l’esatta temperatura, analizzando il volto. Grazie a Fevercam è possibile eseguire una scansione biometrica del volto, abilitando in automatico l’accesso e la registrazione del soggetto, ad ulteriore supporto per l’amministrazione dell’azienda. Il nuovo rivelatore ad infrarossi ad alta risoluzione di 1280x1024 pixel consente massima precisione, affidabilità e stabilità nel tempo, tenendo conto di ogni condizione e variabile. Non trascurabile l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Per i prodotti Fevercam è in corso la richiesta del credito d’imposta pari al 50% del loro costo, nei termini e condizioni previsti dai due Decreti Legge, uno del 17 marzo 2020 e l’altro dell’8 aprile 2020. In.Tech offre una vasta gamma di prodotti Fevercam, atta a soddisfare ogni esigenza. Costituita nel 2013, In.Tech S.p.A. opera sull’intero territorio nazionale ed europeo con comprovata esperienza nella costruzione, gestione e valorizzazione di beni pubblici e privati, attraverso riqualificazioni immobiliari ed opere infrastrutturali. Vanta prestigiosi clienti, tra cui Coni, Pirelli, Revalo, Poste Italiane e Generali.  17


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ESTATE 2020: IS MOLAS RESORT VI ASPETTA IN SARDEGNA Is Molas Resort, a 33 km da Cagliari, è un complesso residenziale lusso di cui fanno parte il comfort hotel 4 stelle, il pregiato ristorante, il Circolo Golf Is Molas, tra i migliori d’Europa, oltre alle splendide ville Sculture da Abitare, progettate dall’archistar italiana Massimiliano Fuksas e da sua moglie Doriana, che ricordano i tradizionali nuraghi, uno dei simboli della tradizione sarda. Il resort è oggetto di un costante upgrade e quest’anno presenta numerose novità, tra cui la riqualificazione dell’hotel posizionato accanto al green e dotato di ampia piscina e l’esclusiva zona lounge La19, con ristorante, che propone cucina mediterranea creativa, Pool & Cocktail bar e sala con musica live nel campo da golf. Is Molas Resort si distingue per la qualità dei servizi: un’attenzione particolare è rivolta alla filosofia del wellness, inteso come benessere non solo fisico, ma anche psichico. Ora sono anche in vendita le 15 ville, di cui 4 completamente arredate, disponibili anche per l’affitto settimanale e stagionale. Il Circolo Golf Is Molas, dotato di 27 buche e riconosciuto come il più grande dell’Isola e tra i primi dieci campi da golf d’Italia, è stato realizzato dal campione pluripremiato Gary Player. Il clima mite della località permette di giocare a golf tutto l’anno. A poca distanza da Is Molas si accede alle migliori spiagge del Mediterraneo, anche per le famiglie con bambini. È in fase di studio anche il beach club nella baia di Nora sulla spiaggia in località di Suergiu De Mari, a completa disposizione dei clienti di Is Molas. Inoltre, il complesso comprende anche un parco per gli appassionati di mountain bike. Is Molas Resort rappresenta un’occasione imperdibile per vacanze all’insegna di natura incontaminata e servizi top.

MIXOLOGY ACADEMY: STORIE DI LAVORO AGILE IN TEMPO DI CORONAVIRUS Il giovane imprenditore romano nel settore della formazione Ilias Contreas, è a guida della Mixology Academy, la prima accademia professionale per bartender. La scuola è partita nel 2008 e in 11 anni sono stati più di 10 mila gli allievi provenienti dall'Italia e dall'estero. Due le sedi, a Roma e a Milano, rispettivamente di 630 mq e di oltre 700 mq, con 5 aule e oltre 93 postazioni di lavoro. Mixology Academy è anche un centro di innovazione che ha realizzato il Metodo Global Bartending, il sistema scientifico di lavoro al bar che fa evolvere le tecniche del passato. Ilias Contreas ha avviato altri business nel beverage: dalla formazione professionale, alla distribuzione di attrezzature da bar, oltre al franchising e ai locali pubblici, dando direttamente lavoro a circa 40 persone. La Mixology Academy ne conta circa 30, tra dipendenti e collaboratori. Da quest’anno l'imprenditore ha deciso di trasferirsi in Costa Rica e di gestire da lì l’attività lavorativa, in modalità smart working. In Italia, la Mixology Academy, alla vigilia della pandemia, ha subito organizzato la formazione online. È stata selezionata una piattaforma accessibile a tutti, dove in vari momenti della giornata si svolgono lezioni, a cui gli allievi possono partecipare a distanza, sulla base degli interessi personali. Gli iscritti possiedono già le attrezzature necessarie, mentre a chi si iscrive sono omaggiate insieme a un dvd con un video-corso sulle basi della professione, accessibile anche online da smartphone e tutti i device, inclusi gli smart tv. Inoltre, è stata creata una app ad hoc, la Mixology Academy, con il Memory Cocktail, degli esercizi per apprendere in modo dinamico le ricette dei drink e Speed Working, una funzione speciale per allenarsi e per confrontarsi con tempi e punteggi realizzati da altri allievi. In questo modo, gli studenti possono svolgere un allenamento pratico, mentre i nuovi iniziano a prepararsi, come previsto dai programmi. Si tratta di una soluzione per sfruttare con il massimo profitto il periodo di quarantena imposto dal rischio contagio e, tuttavia, costituirà un ampliamento dell’offerta globale dell’accademia. Nel prossimo futuro, Mixology Academy mira ad aprire altri centri nelle principali capitali estere.

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PSICOLOGI CON LA REALTÀ VIRTUALE PER COMBATTERE LO STRESS E LE ANSIE DA CORONAVIRUS L’emergenza pandemica di questo periodo sta minando l’equilibrio psicologico di molti. L’isolamento, la paura del domani e l’angoscia per i propri cari stanno generando un diffuso disagio psichico. La ricerca di Eurodap/Adnkronos Salute rileva che il 78% degli italiani è in preda all’ansia e prova un senso di oppressione; il 68% è spaventato dall’idea di uscire di casa, mentre il 61% ha il timore che la quarantena venga protratta in modo indefinito. Diverse istituzioni psicologiche e mediche internazionali prevedono un aumento esponenziale dei disturbi d’ansia e sono tantissime le telefonate ai centri di ascolto psicologico, come quelle che arrivano all’ambulatorio di supporto virtuale “Psicohelp”, pensato dal Policlinico di Milano. La start-up italiana BECOME-Research and Psychology Hub offre gratuitamente uno dei propri filmati immersivi progettati per facilitare il rilassamento (https://become-hub.com/). Questa realtà è composta da psicologi e psicoterapeuti, sviluppatori e designatori 3D, compositori e storyteller. L’applicazione di realtà virtuale, Augmented Relaxation, permette, accompagnati da una voce guida, di immergersi in percorsi virtuali concepiti, disegnati e sonorizzati avvalendosi delle moderne teorie e ricerche neuro scientifiche. L’esperienza potrà essere fruita sul canale YouTube di BECOME, digitando “Rilassamento Aumentato-Il Giardino Segreto”, oppure accedendo direttamente al link https:// youtu.be/8sKrkYeaMeA. Il video potrà essere goduto in modalità immersiva con l’app YouTube VR, in dotazione ai visori di realtà virtuale supportati, oppure tramite l’app di YouTube per smartphone, tablet, laptop e smart tv. È consigliato di ripetere la visione al bisogno, anche più volte al giorno, seduti comodamente e indossando cuffie o auricolari. Se si usa uno smartphone, ci si può anche sdraiare e, mantenendo gli occhi chiusi, ascoltare il solo audio. Il video sarà disponibile sino a quando la situazione lo renderà necessario.

BERTO OFFRE CONSULENZA ON-LINE NEL MONDO E VALORIZZAZIONE DEL MADE IN MEDA Il confinamento per il Coronavirus ha obbligato il settore design a chiudere temporaneamente showroom e stabilimenti produttivi, concentrandosi sul lavoro agile e, dove già attivo, rivolgendosi al business on-line. BertO, azienda di Meda (MB), che produce divani e complementi d’arredo per la zona giorno di qualità elevata, è da oltre vent’anni impegnato nella digitalizzazione, per costruire un rapporto diretto con il cliente e per poter raccontare l’eccellenza storica della città nel comparto, raccogliendo al contempo i desideri e le esigenze delle persone. Dopo aver creato BertoStory, il primo blog di design italiano e il primo canale Youtube con più di due milioni di visualizzazioni, l’impresa è diventata Google Ambassador nel mondo e un case study italiano, raccontato in workshop e in seminari presso gli atenei. Nel tempo BertO ha consolidato un metodo qualificato di consulenza e di vendita online che, in un momento delicato come quello odierno, si è rivelato estremamente utile. Si tratta di un sistema efficace, in grado di proporre anche a distanza, un servizio professionale di alto livello offerto dagli interior designer BertO in tutto il mondo. I clienti possono contattare l’azienda, tramite il sito o telefonicamente, per avere a disposizione materiali esclusivi per realizzare il proprio progetto di design: foto, finiture e materiali, collezioni tessili e pellami in versione digitale HD, cataloghi e, non da ultimo, consulenti professionali. Sulla base di un'attenta valutazione tramite videochiamata, sia della personalità del cliente sia dell’ambiente da arredare, i designer creeranno la progettazione in pianta e 3D, non dimenticando accessori e complementi. Per la fase decisionale di tutti i particolari, verranno inviati a casa i campioni di finiture e di materiali. Seguiranno sessioni dal vivo in laboratorio, durante la fase di produzione degli arredi. Da sempre BertO promuove nel mondo i valori, le competenze artigianali e lo stile presenti nel distretto produttivo della città di Meda.

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MADE IN ITALY E CORONAVIRUS: #IOCOMPROITALIANO VALORIZZARE LE PRODUZIONI ITALIANE PER SUPERARE LA CRISI Il gruppo Gabel è l’unica realtà italiana nel settore tessile che ha scelto di investire e di produrre in Italia, garantendo elevati standard qualitativi, etici e sostenibili. Gabel è una vera e propria sartoria industriale, che mantiene un’alta qualità nell'intero ciclo produttivo, con la filiera tracciabile e gestita interamente in Italia, con la scelta consapevole dei migliori filati (lana e cotone), fino alla realizzazione di collezioni che esprimono lo stile e la creatività italiani. Inoltre, è capace di adattarsi con velocità alle richieste del mercato e di ideare 10-12 collezioni al mese, per 6-7 campagne di vendita all'anno. Per superare la crisi economica, Gabel si propone di ripartire da una valorizzazione del Made in Italy, sostenendo l’hashtag #iocomproitaliano, che riscopre i marchi che promuovono la sostenibilità ambientale e sociale. Il 94% dei prodotti del gruppo è realizzato da due stabilimenti, uno a Rovellasca in provincia di Como e l’altro a Buglio in Monte, in provincia di Sondrio. La percentuale restante, sono articoli prodotti direttamente dall’azienda in India, grazie a una joint venture con una famiglia locale, la Kapoor Global Cotton, che rispetta gli standard qualitativi e i valori sostenuti da Gabel. Assicura ai propri consumatori l’aspetto “tailor made” dei prodotti: dalle tovaglie ricamate per gli hotel, alle lenzuola personalizzate per i privati, fino alle spugne per le Spa e per il mondo della nautica. Gli articoli sono esportati in Cina, Corea del Sud, Giappone e Usa. Gabel è un’azienda di famiglia con 350 collaboratori e oggi può contare sulla certificazione ambientale, conferita agli stabilimenti tessili ecologici, che desiderano comunicare il proprio percorso verso condizioni di produzione più sostenibili. In Italia sono presenti 40 punti vendita.

CONFINDUSTRIA PREMIA GRUPPO CAP COME MIGLIORE AZIENDA LOMBARDA GUIDATA DA UN MANAGER UNDER 40 A gennaio 2020, Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, è risultata l’unica utility pubblica, tra le 58 premiate, ad ottenere da Confindustria il Premio Industria Felix-L’Italia che compete, giunto alla sua quarta edizione. Il riconoscimento è stato consegnato a Alessandro Russo, 38enne, presidente e amministratore delegato da sei anni. Le motivazioni per la scelta della migliore impresa “under 40” della Regione Lombardia sono stati quelle della performance gestionale e di affidabilità finanziaria. L’evento è stato organizzato dal trimestrale Industria Felix Magazine, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, Regione Lombardia, A.C. Industria Felix, con il patrocinio di Confindustria e Confindustria Lombardia. Il Gruppo CAP nel 2019 ha investito 100 milioni di euro, generando un’impresa competitiva e sostenibile. Alessandro Russo rappresenta la generazione di giovani manager che rivestono un ruolo importante nel rinnovare i settori dell’impresa e dell’industria italiani. Russo dal 2018 è Vicepresidente di Utilitalia – la federazione delle aziende operanti nei servizi pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell'energia elettrica e del gas – con delega al settore idrico e dal 2015 è portavoce di Water Alliance, la rete delle 8 aziende lombarde dell’acqua che presidiano un bacino di oltre 5 milioni di cittadini. Dal 2014 al 2019 è stato Vicepresidente di Ape, associazione europea che raggruppa i gestori interamente pubblici del servizio idrico. Nel 2018 è stato eletto presidente di Confservizi Lombardia. Con 326.950.00 di euro di fatturato e un utile di 31.945.000, l’azienda che gestisce il servizio, porta ogni anno 200 milioni di metri cubi di acqua a 200 Comuni della Lombardia. Con un patrimonio di 810 milioni di euro Gruppo CAP, si pone tra le più importanti mono utility a livello nazionale. Innovazione ed efficienza del sistema idrico integrato e del territorio dei Comuni presidiati si sviluppano in un’ottica di economia circolare, grazie agli ingenti investimenti nella ricerca.

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ICOL GROUP LANCIA UNA PIATTAFORMA B2B PER LE VENDITE WHOLESALE NEL SETTORE CALZATURIERO A causa delle misure di confinamento e della chiusura obbligatoria delle attività definite non essenziali, Icol Group si propone di favorire l’impiego di nuovi strumenti di lavoro proponendo un canale nuovo per gli scambi commerciali da remoto. Icol.Digital, la piattaforma B2B digitale, collega tutti i partecipanti dell’industria della moda e della calzatura, dagli stilisti ai fornitori di materiali e componenti per calzature, fino ai produttori di scarpe. È possibile mostrare on-line le proprie collezioni, creando dei veri private showroom. Icol.Digital si presenta come un ecosistema digitale, che invita ad accelerare e a semplificare il processo di relazione e di vendita: comunicazioni di acquisto e di vendita, selezione degli articoli e infine conferma degli ordini. Progettato da esperti dell’industria del fashion è declinato in cinque lingue, con accesso a informazioni e comunicazioni 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e 365 giorni l’anno. Inoltre, consente di invitare i propri clienti e di cercare nuovi business partner, per espandere i propri confini e aprire nuovi mercati. La gestione personalizzata delle collezioni e la comunicazione diretta in piattaforma utilizza messaggi e file. Icol.Digital vuole essere un database completo, per risparmiare tempo in ogni operazione, ridurre i costi di gestione e facilitare la creazione di ordini, lavorando in cloud da qualsiasi parte del mondo. Il grande lancio della piattaforma è previsto per luglio 2020. Ma già oggi, Icol Group dà la possibilità di interagire con la piattaforma Icol.Digital, registrandosi nella lista d’attesa e beneficiando di un account premium gratis per sei mesi. Icol è un gruppo internazionale con sede a Barcellona, fondato nel 2017 e consolidatosi nel 2019.

EMMA ORIGINAL, IL MATERASSO PRODOTTO DA EMMA THE SLEEP COMPANY, ELETTO PRODOTTO DELL’ANNO 2020 Emma Original, il pluripremiato materasso prodotto da Emma The Sleep Company, una degli start up più innovative nella produzione di sistemi per il sonno, è stato eletto Prodotto dell’Anno 2020. Emma Original è uno dei sessanta prodotti premiati sulla base delle preferenze di voto di 12mila consumatori italiani. L’evento si è tenuto online, attraverso una diretta live Instagram e post sui social, con oltre 13mila interazioni ricevute. Sviluppato in Germania da Emma the Sleep Company, Emma Original è indispensabile per migliorare il sonno e la qualità della vita. È un materasso memory foam, che utilizza una tecnologia che si adatta perfettamente alla forma del corpo, con zone capaci di distribuire correttamente la pressione, offrendo un comfort ottimale. L’azienda si propone di migliorare costantemente la qualità del sonno e per questo motivo ha recentemente investito nella divisione ricerca e sviluppo, composta da esperti in neuroscienze, ingegneria/tecnologia innovativa e materiali. I materassi Emma Original sono coperti da una garanzia decennale e inoltre l’azienda offre cento notti di prova, per capire se il materasso soddisfi completamente le aspettative dei clienti. Il materasso, messo sottovuoto e inserito in una piccola scatola, è spedito direttamente a casa del cliente in 2-4 giorni lavorativi. Emma The Sleep Company è tra le aziende europee a più rapida crescita nella produzione di sistemi per il sonno, con sede principale a Francoforte sul Meno e un team di oltre 300 dipendenti. I suoi prodotti sono disponibili in oltre venti paesi.  21


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IL 2019 REGISTRA DATI POSITIVI PER IL MERCATO DELLE BICI L'Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori (ANCMA), che fa parte di Confindustria, riferisce che nel 2019 sono state vendute 1,713 milioni di pezzi tra biciclette e e-bike, +7% rispetto al 2018, mentre la vendita di e-bike ha registrato un +13%, passando da 173mila a 195mila pezzi venduti. In Italia, rispetto ad altre nazioni, la bicicletta ha ancora ampi margini di sviluppo, grazie alle politiche di mobilità sostenibile promosse dal governo, dalle regioni e da alcuni comuni. Di conseguenza, le aziende rappresentate da ANCMA hanno un'opportunità unica di crescita. Nel 2019, a differenza degli anni precedenti, si registra in Italia un incremento della bicicletta tradizionale, soprattutto city e trekking. Anche produzione ed export mostrano dati positivi. Il mercato complessivo italiano vale oggi circa 1,35 miliardi di euro. Si riscontrano segnali negativi solo nell'import di biciclette a pedalata assistita, a causa dei dazi antidumping contro la concorrenza sleale asiatica, che stanno riportando la produzione in Europa e in particolare in Italia. Sondaggi e statistiche mostrano che i cicli in Italia sono utilizzati sia per sport e svago sia per gli spostamenti giornalieri. La popolarità delle e-bike, in particolare, sta crescendo in modo dinamico coprendo, ormai, tutti i segmenti di mercato delle bici tradizionali. Consentono di percorrere distanze maggiori a velocità medie più elevate e aprono nuove opzioni di mobilità nelle città e nel paese. La principale ragione dell'aumento delle vendite di biciclette risiede nella consapevolezza di una fascia di consumatori. Le innovazioni tecniche e tecnologiche, l'elevata attrattività dei veicoli, la crescente importanza delle biciclette e delle e-bike per la mobilità quotidiana e i nuovi scenari politici e sociali sul cambiamento climatico sono elementi che portano a far decidere, sempre più persone, a cambiamenti di comportamenti e abitudini, rispetto al passato. Inoltre, in questo periodo particolarmente delicato e complicato a causa del Coronavirus, la bicicletta rappresenta il mezzo ideale per gli spostamenti. Infatti, permette di mantenere le distanze di sicurezza, attiva il metabolismo della persone e, come tale, ne aumenta le difese immunitarie, utili per reagire al virus.

LA SALVAGUARDIA DEGLI OCEANI PASSA DALL’IMPEGNO DI NOI TUTTI Ripristinare la vita marina è un obbligo morale e un fattore chiave per un futuro sostenibile, così come esplicitato in un obiettivo specifico del programma di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. La ricerca, Rebuilding Marine Life, recentemente pubblicata sulla rivista Nature, è un efficace incentivo che ricorda, sia a chi lavora nel settore ittico sia agli enti certificatori e ai consumatori finali che, agendo con tempestività, è ancora possibile salvaguardare il futuro degli oceani. Lo studio riconosce l'efficacia del programma di certificazione e di etichettatura di Marine Stewardship Council (MSC), organizzazione internazionale non profit, responsabile del più importante programma globale di certificazione di sostenibilità ittica, che premia le pratiche di pesca sostenibili e incentiva aziende e retailer ad approvvigionarsi da pesca sostenibile. Analizzando gli effetti di alcuni interventi di conservazione, gli scienziati hanno concluso che popolazioni marine, habitat ed ecosistemi potranno significativamente tornare in salute se verranno adottate misure adeguate contro cambiamento climatico, pesca eccessiva e inquinamento. La pesca eccessiva interessa un terzo degli stock ittici globali e le Nazioni Unite mirano a estirparla entro il 2030. Inoltre, ricostituire gli stock ittici su scala globale aumenterebbe del 15% la resa della pesca e potrebbe tradursi in ulteriori 53 miliardi di dollari di profitti per l'industria globale ittica. Il programma di certificazione di MSC si fonda su standard scientifici, che definiscono i principi che le attività di pesca devono rispettare. Per ottenere e mantenere la certificazione, è necessario implementare continui miglioramenti. Non solo oceani, ma anche Mar Mediterraneo: in Italia è attivo il progetto BluFish, per accompagnare le attività di pesca del Sud e delle Isole in un percorso partecipativo verso la sostenibilità, fornendo supporto e strumenti, per migliorare le pratiche di pesca e riportare in salute gli stock ittici.

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FILO CONFERMA LE DATE DEL 7-8 OTTOBRE 2020 Nonostante l’emergenza sanitaria in atto, che ha particolarmente colpito le manifatture italiane del settore del tessile e dell’abbigliamento, Filo ha deciso di confermare le date del suo appuntamento autunnale: la 54a edizione si svolgerà il 7 e l’8 ottobre 2020, nella nuova sede di MiCo-Milano Convention Centre (via Gattamelata 5, Milano). Le aziende che espongono a Filo costituiscono uno dei primi anelli del lungo processo produttivo, che caratterizza il tessile- abbigliamento. Infatti, le filature influenzano tutti i passaggi successivi, dai tessuti alla nobilitazione, fino al prodotto finito. Filo si propone di costruire un’edizione che rappresenti una spinta alla ripresa di tutto il settore, puntando sui valori di concretezza e di professionalità, che contraddistinguono il salone fin dalla sua nascita. Non manca la convinzione che le aziende che partecipano a Filo, sia come espositori sia come visitatori, sapranno rispondere a questa sfida, offrendo ai propri clienti produzioni dai contenuti di qualità e di creatività ancora più alti, realizzati nel rispetto dell’ambiente e del benessere dei lavoratori. Gli organizzatori di Filo si augurano che il Salone di ottobre possa rappresentare per tutti la tanto attesa ripartenza.

ASSOCALZATURIFICI A FIANCO DELLE IMPRESE ASSOCIATE Durante l’emergenza Coronavirus, Assocalzaturifici ha annunciato la partnership strategica con Brandsdistribution e il lancio della piattaforma multicanale B2B BDroppy, grazie alla quale le PMI calzaturiere italiane hanno l’opportunità di vendere on-line i propri prodotti in oltre cinquanta paesi in tutto il mondo tra cui Usa, Regno Unito, Germania e Spagna. L’intento è quello di mettere a disposizione di marchi e di rivenditori il know-how – database, esperienza, innovazione costante – di Brandsdistribution, azienda che opera con successo da dodici anni nel mercato internazionale e conta 450mila operatori iscritti, 1,2 milioni di visualizzazioni all’anno, oltre cento milioni di euro di vendite realizzate, spedizioni in tutto il mondo e customer care in otto lingue, con investimenti pubblicitari e di marketing molto contenuti. Gli operatori possono iscriversi per chiedere di entrare a far parte di BDroppy e, dopo una seria valutazione sia dei prodotti sia della capacità logistico-organizzativa, le referenze entrano in catalogo. Assocalzaturifici ribadisce che il presente del settore calzaturiero italiano non può prescindere dalla fruizione delle informazioni da remoto, oltre alla già consolidata esperienza fisica del prodotto in negozio.

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MICAM SI PREPARA ALL’EDIZIONE DI SETTEMBRE Micam Milano, il più importante salone internazionale del settore calzaturiero, inizia a prepararsi per la prossima edizione, in programma dal 20 al 23 settembre 2020 a Fiera Milano Rho, con l’obiettivo di affermarsi come momento di rilancio per le imprese, dopo le difficoltà che stanno caratterizzando l’economia mondiale. La manifestazione mira a offrire alle aziende italiane e internazionali un’occasione qualificata di rinascita dal periodo critico attraversato da tutti i comparti del settore durante l’emergenza sanitaria. Inoltre, prosegue l’impegno creativo per caratterizzare l’immagine di Micam 2020. Il secondo capitolo della collana #micamtales, dedicato quest’anno a Micam Wonderland, diventa il segnale che il salone non si ferma e che è determinato a produrre opportunità di affari e di scambi economici. L’edizione di settembre avrà nuovamente come protagonista il tema della fiaba, già introdotto a febbraio, declinato in una serie di originali storie ambientate all’interno di un giardino incantato. La direzione creativa della campagna di settembre è stata affidata a MM Company, con l’accounting di Laureri Associates e si traduce in fotografie scattate da Fabrizio Scarpa e in tre brevi film, diretti da Daniele Scarpa, che utilizzano l’ironia come leitmotiv della narrazione. Micam 2020 è anche pronta a confermare le altre novità in programma, pensate per sostenere e rilanciare il comparto calzaturiero. A Micam Milano 90esimo, operatori e aziende potranno guardare con consapevolezza alle nuove sfide del mercato, pronti a rinnovarlo e a incrementarne lo sviluppo.

LA PIATTAFORMA VTEX ACCELERA LA TRASFORMAZIONE DIGITALE DI MIRIADE Miriade, società italiana leader nel licensing per la pelletteria e le calzature presente nell'ecosistema di Pianoforte Group (holding proprietaria di Yamamay, Carpisa e Jaked), si affida a VTEX, uno dei principali fornitori mondiali di soluzioni e-commerce SaaS basate su infrastruttura cloud, per realizzare in tempi brevi e a costi contenuti la sua strategia di vendita multicanale. L'azienda mira a garantire una customer experience in linea con le esigenze del target di riferimento, una clientela prevalentemente femminile e diversificata a seconda dei brand proposti dal Gruppo (Roccobarocco, Mario Valentino, Rb e Yamamay Bags and Shoes). La piattaforma VTEX e-commerce SaaS consente alle aziende di ogni settore – dalla moda alla cosmesi, dal food & grocery all'elettronica, dall'arredamento all'industria – di offrire ai propri clienti un'eccellente esperienza d'acquisto end to end, sfruttando l'integrazione tra tutti i canali di vendita, sia digitali che fisici, fattore oggi più che mai determinante per favorire il coinvolgimento degli utenti e il conseguente aumento dei tassi di conversione. VTEX garantisce elevate prestazioni e sicurezza anche durante i momenti di picco. Miriade utilizzerà il sistema OMS (Order Management System) di VTEX per gestire in modo integrato e unificato il ciclo di vita degli ordini su tutti i canali di vendita, semplificando il processo di logistica dei resi e ottimizzando ritiri e consegne. L'efficienza si tradurrà in una maggiore agilità, una riduzione dei costi di consegna e un aumento dello scontrino medio e delle vendite nei negozi fisici. L'estesa rete retail di Miriade sarà di supporto al canale e-commerce e viceversa. Il cliente potrà ritirare in negozio gli articoli acquistati online o effettuare un reso. La soluzione VTEX consentirà all'azienda di implementare il concetto di “endless warehouse”, offrendo al negozio che non ha più giacenze di una taglia o un colore la possibilità di inoltrare l'ordine direttamente sulla piattaforma e-commerce che provvederà a gestire la spedizione a casa del cliente.

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ANCHE NELL’ABBIGLIAMENTO SU MISURA L’E-COMMERCE EFFICIENTE È VINCENTE! Apposta (www.apposta.com), il native digital brand che realizza camicie su misura Made in Italy attraverso il proprio servizio di e-commerce interattivo, sta riscuotendo successo tra un più ampio target di utenti, confermando il digitale modello di riferimento in questo momento di chiusura obbligatoria degli esercizi commerciali, anche nell'abbigliamento su misura. Il servizio on-line di confezionamento sartoriale della camicia e consegna a casa, diventa così la soluzione perfetta per chi desidera acquistare camicie nuove perché ha modificato la taglia oppure rinnovare il guardaroba primaverile. Tutto ciò, ad oggi, ha consentito ad Apposta un notevole incremento delle vendite e il raddoppio del fatturato nel mercato italiano, rispetto ad aprile 2019. Il modello di business adottato dalla società coniuga l’eccellenza manifatturiera italiana a un’evoluta piattaforma di e-commerce, che consente un'esperienza d'acquisto personalizzata da remoto a ogni singolo cliente. Chi accede al sito può scegliere tra oltre 3mila miliardi di possibili combinazioni e più di 4mila tessuti e personalizzare ogni dettaglio; una volta scelta e pagata, la camicia viene consegnata comodamente a casa propria, in qualsiasi parte dell’Italia e del mondo. Per ogni cliente viene creato un profilo unico, con le proprie misure e preferenze di tessuto, per velocizzare il percorso degli acquisti successivi. Dopo aver intercettato un target esigente ed evoluto a livello tecnologico, Apposta è riuscita a convincere una più ampia base di utenti che, costretta a casa da tempo per le misure di contenimento della pandemia, ha apprezzato i vantaggi di un servizio innovativo, comodo e sicuro, che garantisce un prodotto di alta qualità e una gestione professionale ed efficiente delle consegne.

ENZO MICCIO: CONSIGLI DI STILE PER CARILLO HOME Enzo Miccio, portavoce per eccellenza di stile e di bon ton e secondo classificato del seguitissimo adventure game Pechino Express, è stato protagonista di una serie di video-pillole all’interno dello showroom Carillo Home, portando il suo mondo, glamour e patinato, tra la biancheria per la casa e i complementi d’arredo. Si tratta di un viaggio tra curiosità, tradizioni che si rinnovano, nuovi trend e suggerimenti su come personalizzare gli ambienti domestici. In questo periodo in cui trascorriamo più tempo in casa, Miccio ha raccontato i diversi aspetti dell’arredare e del rinnovare i locali, dalla biancheria da letto agli abbinamenti della zona giorno fino alle tende, da scegliere e utilizzare come vero e proprio complemento d’arredo. In ogni “puntata”, un argomento diverso e tra questi gli abbinamenti per la zona notte, che fra tessuti e complementi, devono essere scelti e studiati secondo il proprio carattere e la propria personalità. Il suggerimento è dunque quello di variare il letto come il guardaroba, sulla base della stagione e anche dell’umore, ma mai mescolando più di tre varianti. Le tendenze della Primavera/Estate 2020 vedono un intramontabile blu come il colore dell’anno, perfetto da abbinare a nuance della terra, bruciati, giallo chartreuse, il classico bianco e tessuti come lino, cotone, percalle, in tinta unita o fantasie jungle, floreale, piuttosto che a righe, caratteristiche delle collezioni dei brand Riviera e Reever. Focus anche sul corredo nuziale, una bella usanza, tramandata di generazione in generazione, che purtroppo si sta un po’ perdendo in alcune zone d’Italia.

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ITALIAN BIKE FESTIVAL PROPONE LA BICI COME VETTORE DI CAMBIAMENTO POST EMERGENZA L’edizione di settembre 2019 di Italian Bike Festival ha portato ad un successo da oltre 40mila presenze in tre giorni. Causa pandemia, quest’anno non è possibile annunciare i miglioramenti apportati alla manifestazione, ma si può già anticipare che quando l’attuale emergenza sarà superata, verrà il tempo di progettare la vita, alla luce degli insegnamenti appresi dal confinamento. Sarà sicuramente dato più valore al tempo trascorso all’aperto e alla qualità delle attività in campo sportivo, ludico e turistico. In questo senso, il mondo della bici potrà rappresentare un duplice ruolo come vettore di un cambiamento di abitudini, sia in termini di mobilità sostenibile sia di cicloturismo e vacanza attiva. Italian Bike Festival, in collaborazione con il Comune di Rimini, Destinazione Turistica Romagna e APT Servizi Emilia Romagna, si impegna non solo a promuovere il mercato della bici, ma anche a sostenere ulteriormente il cicloturismo e il mondo della vacanza attiva, lavoro già iniziato lo scorso anno con la realizzazione del primo Tourism Village. Al contempo, Italian Bike Festival dovrà continuare lungo la traiettoria tracciata grazie ai feedback degli utenti che hanno partecipato all’edizione 2019, ovvero trasformare sempre più l’evento in una vera e propria festa della bicicletta. In attesa di un miglioramento della situazione e dei prossimi Decreti Legge, gli organizzatori della manifestazione desiderano inviare un messaggio positivo e carico di speranza rilanciando, nonostante tutto, la presenza a Rimini di Italian Bike Festival, al momento confermato dall’11 al 13 settembre 2020.

L’AZIONE RESPONSABILE VERSO IL MERCATO: DYNAFIT SPINGE PRODOTTI CONTINUATIVI, ELEMENTI INNOVATIVI E COLORAZIONI SORPRENDENTI Dynafit, marchio di riferimento nel mondo degli sport di montagna, lancia una nuova strategia per l’estate 2021: l’80% della collezione estiva del 2020, composta da abbigliamento, calzature e attrezzatura, sarà confermata per l’estate 2021. Tra le novità, la prima linea Dna in versione estiva, dedicata al segmento agonistico del Trail Running e colorazioni attraenti per i prodotti già in collezione. L’obiettivo è quello di valorizzare ulteriormente la qualità, l’affidabilità, la leggerezza e l’efficienza senza tempo dei prodotti Dynafit e di evitare che i partner commerciali li svendano. La gamma estiva 2021 sarà arricchita con alcuni nuovi articoli e con colorazioni inaspettate per quelli già in collezione nei segmenti Trail Running e Athletic Mountaineering. La nuova collezione comprenderà 11 nuovi prodotti tra calzature, abbigliamento e attrezzatura. Quelli esistenti saranno proposti in colorazioni inedite come, ad esempio, la collezione Ride per la mountain bike. Nel disegnare e progettare i prodotti, i designer si sono ispirati alla filosofia del “mix & match”, così da renderli abbinabili ai precedenti e facilitare la loro combinazione. Dynafit è un brand di atleti per atleti, specializzato in sport di resistenza in montagna. I prodotti devono garantire una performance completa, intesa come massima prestazione e velocità in montagna. Gli articoli sono realizzati prevalentemente in Europa. Le collezioni sono incentrate sullo scialpinismo, ma l’azienda propone anche collezioni estive. Dynafit ha sede ad Aschheim in Baviera e nel 2023 è prevista l’inaugurazione di un nuovo quartier generale a Kiefersfelden. Il marchio fa parte del gruppo altoatesino Oberalp Group, fondato nel 1981, che conta oltre 700 dipendenti.

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SCARPA® ACCELERA SUL TRAIL RUNNING: MARCO DE GASPERI NUOVO BRAND MANAGER Scarpa, di Asolo (TV), una delle maggiori aziende al mondo nella produzione di calzature da montagna e per le attività outdoor, ha annunciato l'arrivo di Marco De Gasperi, pluricampione del mondo di corsa in montagna, come nuovo responsabile dello sviluppo di prodotto della categoria Trail Running. Forte della propria leadership nel climbing e nello sci alpinismo, con l'ingresso del campione valtellinese, Scarpa mira a diventare un punto di riferimento globale anche nella corsa in montagna. De Gasperi porta in azienda un know-how accumulato in anni di viaggi e di gare in tutto il mondo, con l’obiettivo di consolidare e accrescere la categoria Trail Running. Diverse le novità previste in merito alla sponsorizzazione di eventi e di atleti, tra cui la volontà di inserirsi sempre di più nel circuito della Skyrunner World Series e in altre gare di respiro internazionale. Scarpa continua così il percorso di consolidamento della propria gamma di prodotti. Il mercato globale delle scarpe da trail era valutato nel 2018 circa 6 miliardi di dollari, con la previsione di una crescita annua cumulata del 5,9% dal 2019 al 2025. Già oggi il catalogo Scarpa comprende alcuni dei modelli più apprezzati dai migliori trail runner del mondo, ma l'azienda punta a crescere ancora, sfruttando una formula vincente: stretta collaborazione con gli atleti top di ogni disciplina, che insieme agli artigiani calzaturieri suggeriscono interventi migliorativi in chiave innovativa. Nonostante l'attuale emergenza sanitaria, l’interpretazione dei dati disposizione suggerisce che nel medio e lungo periodo il mondo del trail continuerà a crescere a ritmo sostenuto. Scarpa ha sedi negli Usa e in Cina e stabilimenti in Romania e in Serbia, pur mantenendo il 70% della produzione in Italia.

TREK ITALIA INNOVA I PUNTI VENDITA La sede italiana dell’azienda americana, leader nella produzione di biciclette da corsa, di mountain bike, di e-bike e di bici tradizionali, sta studiando strategie innovative, in vista della riapertura dei negozi e degli incentivi governativi all’acquisto. La rete del commercio dovrà essere riorganizzata, con l’obiettivo di salvaguardare la salute degli operatori e dei clienti. Il retail marketing di Trek si appresta a modificare il processo di vendita e di acquisto. Ogni interazione sarà controllata: i clienti saranno accompagnati da operatori dei concessionari. Pertanto, Trek ha approntato un piano di formazione per i partner. L’approccio organizzativo vedrà lo store manager al centro della strategia, gestendo non solo la vendita di bici e di accessori, ma anche il servizio di manutenzione meccanica, che segue un percorso differente all’interno del layout di negozi medio grandi. Un ruolo determinante sarà svolto dall’operatore telefonico del concessionario, che dovrà organizzare le visite in negozio. Gli ingressi senza prenotazione saranno consentiti, ma con un numero di clienti massimo stabilito. Per negozi con più di quattro dipendenti, il numero massimo può arrivare a dieci, mentre per gli altri negozi, il rapporto sarà di un cliente e di un dipendente. Compatibilmente con gli spazi esterni, Trek suggerisce, attraverso un manuale in italiano nelle pagine del web aziendale, linee guida per tracciare segnaletica orizzontale attraverso divisori, cartelli e tutti gli strumenti POS utili a mantenere la distanza sociale. L’organizzazione interna al negozio è più articolata, sulla base della configurazione: indicazioni che identificano zone dove il cliente può fermarsi con dei cerchi adesivi sul pavimento e dove riceverà dal commesso i prodotti da vedere o acquistare. I dealer, che hanno un database clienti, dovranno utilizzarlo per mantenere e sviluppare le relazioni. Il servizio, ancora una volta, farà la differenza, offrendo un valore aggiunto, come la vendita di bici sull’e-commerce del negozio e la consegna a domicilio da parte di un commesso.  27


/Formazione Dale Carnegie Training è dal 1912 il punto di riferimento nel mondo della formazione aziendale, manageriale e comportamentale. Gli esperti di Dale Carnegie affiancano le aziende nel raggiungimento dei loro obiettivi, valorizzando e contribuendo al miglioramento delle performance e al successo di chi vi lavora. Dale Carnegie Italia è parte integrante di Dale Carnegie Training, una realtà globale con sede a New York ed uffici dislocati in più di 90 paesi. Attraverso un know-how unico, risultato di oltre 100 anni di esperienza, supporta le aziende offrendo percorsi formativi mirati e dedicati al miglioramento delle performance, che coniugano l’approccio di Dale Carnegie e le peculiarità sociali e culturali del territorio.

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DALE CARNEGIE TRAINING Formazione per le soft skills nell’era della Digital e Sales Transformation A cura di Giorgio Nadali


maggio\giugno 2020 Le sue aree di formazione sono sei: • Team Building e Engagement • Sviluppo della Leadership • Vendita e Negoziazione • Customer Service • Comunicazione e Public Speaking • Innovazione e Cambiamento LA MISSION: LE PERSONE SOSTENGONO IL MONDO CHE HANNO CONTRIBUITO A CREARE Dale Carnegie opera per offrire ai clienti un servizio ad alto valore aggiunto: ciò che facciamo mira a fare la differenza, producendo un impatto concreto sulle persone e sulle loro organizzazioni. Un’azienda fortemente innovativa ed orientata al futuro. Chi vi si rivolge può fare affidamento su una realtà fortemente legata alla tradizione, ma che guarda costantemente avanti, aggiornandosi e rinnovandosi quotidianamente, così da intercettare e rispondere prontamente alle mutevoli esigenze di mercato. Fornisce soluzioni ad alto valore aggiunto, identificando in modo accurato i reali bisogni dei clienti e supportandoli nel raggiungimento dei loro obiettivi. Fuori dagli schemi per trovare soluzioni creative e innovative a problematiche trasversali! LA VISION: AFFIANCAMENTO DI AZIENDE E INDIVIDUI Da oltre 100 anni la Dale Carnegie Training contribuisce al successo delle persone e delle loro organizzazioni. In contesti di mercato così competitivi e in fasi di transizione come quella che stiamo attraversando, le aziende hanno bisogno di affidarsi ad un partner che le guidi e le orienti verso il cambiamento. Dale Carnegie fa esattamente questo: è una risorsa strategica al servizio dei propri clienti, che affianca nel raggiungimento dei loro obiettivi di business. I VALORI: COSA DETERMINA LE AZIONI DI DALE CARNEGIE? “Se ispiriamo le persone alla realizzazione delle loro insospettate capacità, non avremo vissuto invano”. Parole di Dale Carnegie. La formazione è basata sulla trasparenza e sull'etica coerentemente con i principi e gli insegnamenti di Dale Carnegie. L’AZIENDA Dale Carnegie Training, fondata nel 1912 dall’autore del best seller “Come trattare gli altri e farseli amici” e pioniere della crescita personale e professionale, si è costantemente evoluta, aggiornata e perfezionata in oltre 100 anni di storia, rimanendo saldamente un punto di riferimento sinonimo di eccellenza nell’ambito del business training. Con sede centrale a New York, è presente in oltre 80 paesi, parla 35 lingue e ha oltre 2.700 trainer che ogni giorno mostrano a manager e professionisti in tutto il mondo come sviluppare il lato umano del business e poter attingere alle migliori parti di loro stessi, valorizzando il potenziale di ogni persona. Attraverso un’approfondita analisi degli obiettivi strategici e della realtà aziendale, Dale Carnegie Training progetta ogni singolo percorso formativo per espandere e affinare i driver per il miglioramento permanente delle performance, lavorando su 6 Aree Strategiche: abilità di relazione interpersonale,

leadership, vendita, comunicazione e public speaking, customer service, innovazione e change management. Oltre 10 milioni di persone e circa 25.000 aziende si affidano regolarmente a Dale Carnegie Training per liberare il proprio potenziale, ottenendo risultati tangibili e miglioramenti duraturi. “If you want to go far, go together”, così si esprime tutto l'impegno che la Dale Carnegie dedica ogni giorno al supporto delle organizzazioni e delle persone che ne fanno parte. L’azienda vanta il • 98% di repeat business • 99% dei partecipanti soddisfatti • 85% dei partecipanti soddisfatti oltre le aspettative Inoltre è • certificata UNI EN ISO 9001:2015 • da anni tra le Top 20 Training Companies per Leadership e Vendita • da sempre il 1° franchising per la formazione per Franchise 500®-Entrepreneur • fra i Top 200 Best Franchises 2019 CHI ERA DALE CARNEGIE (1888-1955) Dale Carnegie fu uno scrittore e conferenziere americano e sviluppatore di corsi di auto-miglioramento, capacità di vendita, formazione aziendale, parlare in pubblico e abilità interpersonali. Nato in povertà in una fattoria del Missouri, è stato autore di “How to Win Friends and Influence People” (1936), un bestseller che rimane popolare oggi. Ha anche scritto “How to Stop Worrying and Start Living” (1948), “Lincoln the Unknown” (1932) e molti altri libri. Una delle sue idee fondamentali è che è possibile cambiare il comportamento di altre persone cambiando il comportamento di qualcuno nei loro confronti. Fu il secondo figlio degli agricoltori James William Carnagey (1852-1941) e sua moglie Amanda Elizabeth Harbison (1858-1939). Nel 1904, all'età di 16 anni, la sua famiglia si trasferì in una fattoria a Warrensburg. Da giovane, gli piaceva parlare in pubblico e si unì al team di dibattito della sua scuola. Carnegie diceva di doversi alzare alle 3 del mattino per dare da mangiare ai maiali e mungere le mucche dei suoi genitori prima di andare a scuola. Durante il liceo, si interessò ai discorsi delle varie assemblee di Chautauqua. Completà gli studi superiori nel 1906. Frequentò lo State Teacher's College di Warrensburg , laureandosi nel 1908. Il suo primo lavoro dopo l'università era vendere corsi di corrispondenza agli allevatori. Passò poi alla vendita di pancetta, sapone e strutto per Armor & Company. Ebbe successo fino al punto di rendere il suo territorio di vendita di South Omaha, Nebraska, il leader nazionale dell'azienda. Dopo aver risparmiato 500 dollari, Carnegie lasciò le vendite nel 1911 per perseguire il sogno di una vita di diventare docente di Chautauqua. Finì invece per frequentare l'American Academy of Dramatic Arts di New York, ma trovò poco successo come attore, anche se interpretava il ruolo del Dr. Hartley in un roadshow di “Polly of the Circus”. Quando la produzione terminò, tornò a New York, vivendo all'YMCA sulla 125th Street. Lì ebbe l'idea di insegnare a parlare in pubblico e persuase il manager YMCA a consentirgli di istruire una classe in cambio dell'80% del ricavo netto. Nella sua prima sessione, aveva esaurito il materiale. Improvvisando, ha suggerito agli studenti di parlare di "qualcosa che li ha fatti arrabbiare" e ha

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scoperto che la tecnica eliminava dagli oratori qualsiasi paura di rivolgersi a un pubblico. Da questo debutto del 1912, il Dale Carnegie Course si è evoluto. Carnegie aveva attinto al desiderio dell'americano medio di avere più fiducia in se stesso e nel 1914 guadagnava 500 dollari (circa 12.800 di oggi) ogni settimana. Durante la prima guerra mondiale prestò servizio nell'esercito degli Stati Uniti trascorrendo il tempo a Camp Upton. La sua bozza di carta indica che aveva richiesto lo status di obiettore di coscienza e aveva perso l'indice. Nel 1916, Dale tenne una conferenza alla Carnegie Hall. La prima raccolta dei suoi scritti di Carnegie fu Public Speaking fu “A Practical Course for Business Men” (1926), in seguito intitolata “Public Speaking and Influencing Men in Business” (1932). Nel 1936, Simon & Schuster pubblicarono “How to Win Friends and Influence People”. Il libro era un bestseller già dal suo debutto. Al momento della morte di Carnegie, il libro aveva venduto cinque milioni di copie in 31 lingue e c’erano 450.000 laureati presso il suo Dale Carnegie Institute. Nel libro è stato affermata la partecipazione a oltre 150.000 discorsi nel movimento per l'educazione degli adulti dell'epoca.

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DALE CARNEGIE ITALIA Ne parliamo con il CEO Sergio Borra. Quali sono i punti di forza della formazione Dale Carnegie rispetto ai competitors? “Principalmente l’impatto pratico e concreto che abbiamo sul business dei nostri clienti e la nostra capacità di progettare percorsi unici ed estremamente personalizzati. Questo è frutto di oltre 100 anni di esperienza nelle aziende di qualsiasi dimensione e in qualsiasi settore. Un metodo così solido da superare guerre mondiali, crisi economiche, pandemie, e che continua a confermarsi ogni giorno sempre più valido. Abbiamo anche una presenza internazionale con uffici in oltre 80 paesi, che ci permette di contestualizzare e adattare culturalmente il nostro training. Oggi circa 25.000 aziende e oltre 10 milioni di persone si affidano alla formazione Dale Carnegie per migliorare le proprie performance. Come ha portato in Italia il metodo Dale Carnegie? “La prima volta che lessi il bestseller libro di Dale Carnegie Come trattare gli altri e farseli amici era il 1986. Ne rimasi intimamente affascinato e lo trovai fortemente attuale, nonostante fosse stato scritto nel 1936. Cominciai ad applicare costantemente quei principi senza tempo per migliorare me stesso e mi resi conto che funzionavano! Il contatto con la Dale Carnegie Training avvenne anni dopo, nel 2002. In quel momento cercavano un partner affidabile che potesse sviluppare in esclusiva il brand sul mercato italiano. Era davvero una splendida occasione poter lavorare con il pioniere della formazione manageriale, famoso in tutto il mondo! Ero, però, conscio che essere famoso non sempre significa essere bravo, e bravo non sempre equivale a essere famoso, quindi decisi di verificare con i miei occhi che ci fosse coerenza tra la metodologia della Dale Carnegie Training e i principi che avevo letto nei libri del suo fondatore. Durante le mie due visite presso la sede centrale a New York, ho avuto la netta percezione che mi trovassi nel posto giusto e che la coerenza tra la teoria e la pratica era stata rispettata e mantenuta nel tempo. Ho accettato quindi con gioia l’opportunità e nel 2002 ho aperto ufficialmente la sede di Dale Carnegie Italia a Milano.”


maggio\giugno 2020 Cosa sono le soft skills e per quali di queste avete notato una necessità maggiore per i vostri clienti? “In un momento di profonda trasformazione tecnologica come quello che stiamo vivendo, le soft skills sono sempre più un elemento fondamentale per il successo di qualsiasi business aziendale. Competenze trasversali come capacità relazionali, comunicazione, team building, empatia, leadership, public speaking e pensiero critico sono tra le più richieste dai nostri clienti e dal mercato. Oggi più che mai, in un mondo ormai interamente connesso e che cambia così velocemente, l’intelligenza sociale e la connessione umana rimangono fattori chiave per la produttività delle aziende.” Qual è il rischio di una formazione fai da te? “Partiamo dal presupposto che formarsi e migliorarsi è sempre costruttivo. Avere un atteggiamento positivo è solo il primo passo, poi la scelta della formazione, nei temi e nelle modalità, dipende sempre dal tipo di risultato che si vuole raggiungere e da quanto si è disposti a impegnarsi. Ad esempio, un libro può essere un modo per conoscere cose nuove, lo stesso vale per un video su YouTube, ma la differenza sostanziale, oltre ovviamente alla qualità dei contenuti, la fa

In foto: Sergio Borra - ©dalecarnegie.it

la buona pratica, il feedback e il coaching di un esperto sull’argomento. Contrariamente a quanto dicevano i nostri nonni, la pratica non rende perfetti, è la pratica perfetta che rende perfetti. Quindi, per raggiungere risultati eccellenti e acquisire le competenze che ci servono, è necessario scegliere una formazione che ci permette di avere un trainer/coach che ci affianca mentre facciamo pratica, sviluppando ancora di più i nostri punti di forza e allenandoci a migliorare sulle aree in cui siamo maggiormente carenti.” Ci commenti questi aforismi di Dale Carnegie a fronte della vostra esperienza di formazione sul campo: “Quando trattiamo con la gente, ricordiamo che non stiamo trattando con persone dotate di logica. Noi stiamo trattando con creature dotate di emozioni, creature agitate da pregiudizi e motivate dalla superbia e dalla vanità.” “Come trainer Dale Carnegie, ho constatato che all’interno di un’organizzazione le persone tendono a mettere molta più passione e impegno in quello che fanno, quando sono inserite in un ambiente di lavoro sano e si sentono parte di qualcosa. Analogamente, un venditore che sa ascoltare realmente i bisogni del cliente, dimostrando

una forte empatia e un’intelligenza sociale, raggiungerà risultati migliori.” “Tu diventi ciò a cui pensi più spesso.” “Per eccellere nella propria professione come nella vita personale, la volontà, l’atteggiamento mentale e la capacità di approcciare le diverse situazioni fanno la differenza. Quando mi trovo a motivare un professionista, provo sempre a farlo riflettere sull’individuazione di una vision e sulla reason why, sul perché, sul significato di ciò che vuole ottenere. La capacità di automotivarsi è strettamente legata a ciò che riteniamo più importante.” “Molte delle cose importanti nel mondo sono state realizzate da persone che hanno continuato a provare quando non sembrava esserci speranza alcuna.” “Nella mia esperienza come trainer Dale Carnegie, ho notato che le persone che hanno ottenuto dei risultati tangibili sia nella vita professionale sia personale sono quelle che hanno avuto il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort e rimettersi in gioco. La nostra crescita è strettamente legata alla fiducia in se stessi, a mantenere un atteggiamento positivo nonostante tutte le difficoltà, a credere fortemente in ciò che si sta facendo e non può prescindere dal desiderio di conoscere, imparare cose nuove e metterle in pratica. “Anche nelle professioni più tecniche il successo finanziario è dovuto per il 15% a solide conoscenze di settore e per ll’85% a doti umane come la personalità e la capacità di farsi seguire dalla gente.” “Nonostante siano passati molti anni da quando Dale Carnegie fece questa affermazione, molti studi recenti la confermano, come ad esempio il famoso Project Oxygen condotto da Google, il quale sottolinea l'importanza delle soft skill. Dopo aver inizialmente impostato i suoi algoritmi per selezionare gli studenti di informatica più bravi delle migliori università scientifiche, Google ha condotto un'analisi rigorosa dei dati relativi all’assunzione, al licenziamento e alla promozione e ha concluso che, tra le otto qualità più importanti dei suoi dipendenti, l'esperienza in STEM* fosse l’ultima. Le principali caratteristiche del successo all’interno di Google erano tutte soft skill.

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*STEM: acronimo STEM, dall'inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics, è un termine utilizzato per indicare le discipline scientifico- tecnologiche (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e i relativi corsi di studio. Quali sono i primi tre valori aziendali assolutamente necessari e perché? 1) Sicuramente coltivare la fiducia e la lealtà tra i collaboratori è una condizione necessaria per ingaggiare realmente le persone e i membri del team, contribuendo al raggiungimento dei risultati aziendali. 2) Per le aziende è necessario creare un ambiente positivo, inclusivo ed eterogeneo, fertile all’innovazione, dove le persone si sentano libere di potersi esprimere e fare quindi la differenza, stimolando la produttività. 3) Oggi, in un mondo del lavoro sempre più caratterizzato dalla trasformazione digitale, l’agility è un fattore distintivo per mantenere i propri collaboratori motivati e coinvolti durante il processo di cambiamento.

nuove sfide e allo stesso tempo fornisce gli strumenti per superarle. In Italia, oggi il mercato della formazione è costituito per l’85% da formazione sulle hard skill. Ma come dicevamo prima, molte ricerche ormai affermano che il successo lavorativo di una risorsa sia dovuto per la maggioranza alle sue qualità interpersonali (soft skill) e solo in minima parte alle sue competenze tecniche. Questi dati la dicono lunga su quanto ci sia ancora da fare.” Qual è l’impatto della Sales Transformation sul fatturato delle aziende? “Secondo quanto emerso da un recente studio di Dale Carnegie e Università IULM sull’evoluzione del ruolo delle vendite all’interno delle organizzazioni nell’era della trasformazione digitale, emerge che in Italia il 90% delle imprese con il maggiore grado di Sales Transformation, ovvero quel cluster che ha realizzato ingenti investimenti in attività volte allo sviluppo del capitale umano, nell’integrazione e nell’accelerazione dei

Come l'ha cambiata personalmente la formazione Dale Carnegie e come può cambiare i vostri clienti? “Entrare in Dale Carnegie mi ha fornito un perché, uno scopo, una vision più grandi, più consapevoli. Non solo, mi ha dato un metodo per migliorare ogni giorno costantemente e mi ha fatto diventare parte di una missione per assicurarmi che, dopo la nostra formazione, nessuno si veda più nello stesso modo. Cambiamo il modo in cui le persone vedono se stesse, così che possano cambiare il modo in cui le vede il mondo. Questo cambia il loro impatto su qualsiasi cosa decideranno di fare, in modo assolutamente concreto.” Lester Thurow diceva: “L’arma competitiva del ventunesimo secolo sarà la formazione accompagnata dalle competenze della nostra forza lavoro”. Quanta formazione aziendale manca in Italia secondo lei? “Nel mondo di oggi in cui i mercati, le aziende e la tecnologia cambiano così in fretta, la formazione ha un ruolo fondamentale nel fornire un assetto mentale agile e flessibile, volto a sfruttare il cambiamento in maniera positiva e costruttiva. Permette alle persone di sviluppare l’abitudine ad affrontare

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In foto: Dale Carnegie - ©le-citazioni.it

processi di vendita, riporta risultati migliori in termini di fatturato. Il 54% di queste imprese, infatti, dichiara un fatturato in crescita in misura maggiore del 5% rispetto all’anno precedente.” Per l’84% dei sales manager le competenze trasversali (capacità di adattamento, empatia, interpersonal skills) assumono sempre più importanza. Perché solo il 27% delle aziende ha effettivamente investito in un piano di sviluppo della propria forza vendita? “Come dicevamo prima, molte imprese oggi si concentrano solo su uno dei driver della trasformazione delle vendite, per lo più la tecnologia, mostrando una visione forse ristretta di cosa implichi la gestione del cambiamento. Certamente tecnologia e digitalizzazione sono fattori chiave della trasformazione ma, solo se inserite all’interno di processi relazionali guidati delle persone, possono abilitare una crescita sostenibile e di lungo termine per il business delle imprese.


maggio\giugno 2020 Questo perché, in un contesto di crescente complessità del processo di vendita e in presenza di un numero sempre maggiore di interlocutori, la dimensione umana resta il vero fulcro della Sales Transformation.” Cosa frena un manager al cambiamento e quali ritrosie notate più di frequente? “La resistenza al cambiamento è un fenomeno comune. Spesso ci sentiamo dire: Abbiamo sempre fatto così, non vogliamo cambiare. Tuttavia, per migliorare e conseguire i nostri obiettivi, dobbiamo inevitabilmente spingerci fuori dai nostri abituali confini, anche se ciò può causare un disagio emotivo. Quello che mi impegno a trasmettere a manager, imprenditori e professionisti è che nella vita come nel lavoro, per fare passi in avanti dobbiamo per forza uscire dalla nostra comfort zone. La capacità di continuare a formarsi, in un mondo in continua evoluzione, deve essere non solo un’opportunità, ma un obbligo: non è detto che le competenze che ci hanno portato al successo oggi, siano valide anche domani.” Al momento, solo il 26% delle imprese destina risorse all’integrazione tra ambiente fisico e digitale, mentre quelle che hanno implementato una strategia per utilizzare con successo dati interni ed esterni rappresentano solo il 19% del totale. Cosa va cambiato e come? “I risultati dello studio Dale Carnegie-Università IULM, sottolineano come il processo di Sales Transformation debba essere anche alimentato da investimenti non solo in pilastri come people e technology, ma anche in processi di integrazione e accelerazione dei processi di vendita. Dato che i contesti di mercato e sociali sono connotati da complessità crescente, dobbiamo essere pronti a vedere la Sales Transformation come un processo sistemico, che va inteso come un insieme di dimensioni tra loro fortemente collegate.” Ci esponga una case history emblematica di trasformazione/risultato di un vostro cliente, dopo la formazione Dale Carnegie. “Con 25.000 aziende all’attivo tra i nostri clienti, scegliere non è facile. Ad esempio, a livello internazionale, abbiamo lavorato con il maggiore produttore di abbigliamento sportivo in Europa e il secondo nel mondo. La loro esigenza era di creare una cultura aziendale di sviluppo delle persone orientata all’obiettivo, alla passione e all’integrità. Avevano bisogno che le loro risorse crescessero, non solo sulla leadership personale, ma anche nella loro capacità di guidare gli altri con l’esempio. Abbiamo progettato e costruito un

approccio a più livelli all'interno dell'organizzazione: un programma di management e leadership innovativo e creativo per dirigenti senior, un programma che consentisse ai team leader di sviluppare e migliorare le loro capacità di leadership per trarre il meglio dalle loro persone, un programma per i talenti emergenti potenziali leader di domani. Delle 367 persone coinvolte nella formazione, 117 hanno raggiunto performance talmente eccellenti da ottenere una promozione nel corso dello stesso anno.” Sono il CEO di una PMI. Quale formazione Dale Carnegie scelgo da subito? E se fossi, invece, il Responsabile delle Risorse Umane di una PMI? “La scelta del tipo di formazione non riguarda il ruolo. Riguarda diversi aspetti: l’obiettivo che la persona vuole raggiungere, le persone coinvolte, il tempo a disposizione. Come dicevo all’inizio, il nostro punto di forza è essere in grado di costruire insieme al cliente il percorso più adatto a lui, sia individuale sia di team. La progettazione di una proposta formativa passa attraverso una consulenza dei nostri esperti di performance, i quali, attraverso un metodo strutturato, analizzano le sfide e le soluzioni per la persona o l’azienda, in funzione dei risultati.” Cosa significa la parola "successo" per lei? “Personalmente ritengo che il successo sia la progressiva realizzazione di un valido ideale. A livello aziendale, sono totalmente d’accordo con il proverbio: If you want to go fast, go alone. If you want to go far, go together. 1 è un numero troppo piccolo per raggiungere grandi risultati. Il successo è sempre frutto del valore della squadra. L’obiettivo di un leader non dovrebbe solo essere quello di scegliere persone migliori di lui/lei, ma di creare altri leader. È anche vero che la parola successo non significa per tutti la stessa cosa, quindi possiamo dire che, in generale, per raggiungere quello che ognuno di noi definisce come successo, è necessario chiederci cosa siamo disposti a fare per raggiungere i nostri obiettivi. Come trainer Dale Carnegie, infatti, invito molto spesso i partecipanti ai miei corsi a porsi queste tre domande: 1) cosa voglio? 2) quanto mi costa? 3) sono disposto a pagarne il prezzo? La risposta a queste tre semplici domande è la chiave per raggiungere i nostri obiettivi!

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su 7) di trasformazione delle vendite. Segue il pilastro dell’Integrazione (4.1 su 7), intesa come collaborazione di tutti gli stakeholder coinvolti nel processo di vendita, integrazione tra dati interni ed esterni e tra canali fisici e digitali, ambiti in cui le imprese italiane scontano un ritardo significativo. In questo senso, la definizione di più KPI condivisi e obiettivi comuni potrebbe aiutare la forza vendita a prendere decisioni più rapide ed efficaci. Sul fronte Tecnologia e Digitalizzazione (4.0 su 7), troviamo l’uso scarso di CRM, Big Data, Social Media. Nonostante l’Intelligenza Artificiale sia diventata una realtà in molte organizzazioni, si registra ancora un forte resistenza del sales management ad investire in quest’area. Infatti, solamente il 25% degli intervistati dichiara di aver identificato un budget per i sistemi di AI.

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L A RICERCA DALE CARNEGIE E U N I V E R S I TÀ I U L M : “ S A L E S TRANSFORMATION TRA HUMAN & DIGITAL . NELL’ERA DELLA DIGITAL TRANSFORMATION” Dale Carnegie e Università IULM hanno presentato il 12 febbraio scorso i risultati della ricerca “Sales Transformation: tra Human & Digital”, che ha analizzato l’evoluzione del ruolo delle vendite all’interno delle organizzazioni nell’era della trasformazione digitale. Secondo la ricerca, l’84% delle aziende italiane ritiene le soft skills ancora un elemento essenziale nel processo di vendita, il 90% delle imprese che hanno investito su persone, integrazione e accelerazione dei processi ha registrato un incremento del fatturato sull’anno precedente. Ancora bassi (25%) gli investimenti in Intelligenza Artificiale e Machine Learning, che potrebbero però automatizzare quei processi che sottraggono tempo ai sales: oggi solo il 30% del tempo dei commerciali è effettivamente dedicato ad attività di vendita. Dallo studio, concluso a dicembre in Italia su un campione di 250 direttori commerciali e sales manager di imprese appartenenti a diversi settori, emerge che, in un momento storico in cui le aziende si

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trovano ad affrontare la sfida della Digital Transformation, per l’84% degli intervistati le soft skills rappresentano il fattore decisivo per trattare con i clienti e lo saranno sempre di più in futuro. “La nostra ricerca mostra come, in un mondo ormai interamente digitale e collegato, per la forza vendita la connessione umana resti uno dei fattori più importanti – ha commentato Sergio Borra, CEO e fondatore Dale Carnegie – Per garantire una crescita aziendale sostenibile a lungo termine è importante puntare su alcune competenze di base costanti, per affrontare con resilienza, fiducia e capacità di adattamento le innovazioni. Il ruolo di un sales leader è quello di gestire le differenti reazioni al cambiamento, di guidare la trasformazione e di assicurarsi che anche le prime linee siano preparate e motivate a fare lo stesso.” Dale Carnegie e Università IULM hanno analizzato il fenomeno della Sales Transformation attraverso un modello che si fonda in particolare su quattro pilastri: Persone, Tecnologia, Integrazione e Accelerazione dei processi. O g gi, in un conte s to di cre scente complessità del processo di vendita e in presenza di un numero sempre maggiore di interlocutori, la maggioranza dei sales manager intervistati considera la dimensione umana (pilastro Persone) il vero fulcro del processo (punteggio: 4.8

Il pilastro che secondo gli intervistati ha un minore effetto sulla Sales Transformation è quello dei processi di Accelerazione (Punteggio 3.8 su 7), che a sua volta si lega al concetto del “lose fast”, ovvero la capacità di lasciar andare le opportunità che assorbono molte energie e risorse con basse garanzie di chiusura. Infine, si sta affermando tra gli addetti alle vendite un approccio sempre più “visual” (infografiche, video) nella relazione con il cliente. Daniela Corsaro, Professore Associato di Marketing presso l’Università IULM ha commentato: “Il problema di molte imprese oggi è quello di avere una visione troppo ristretta di cosa significhi gestire la Sales Transformation, concentrandosi spesso su uno dei driver di cambiamento, per lo più la tecnologia. La realtà è che molti progetti di Digital Transformation non hanno dato i risultati sperati in termini di vendite: è mancata una visione allargata di tutte le dimensioni che possono entrare in gioco. La tecnologia è sicuramente un driver chiave, ma va ripensata rispetto a come la stessa si inserisce all’interno dei processi di relazionali guidati delle persone, come diventa elemento abilitante l’integrazione dei dati e come meccanismo per rendere i processi di vendita sempre più aderenti al contesto.”


maggio\giugno 2020 L’IMPATTO DELLA SALES TRANSFORMATION SUL FATTURATO DELLE AZIENDE La ricerca ha anche preso in esame l’impatto sull’andamento del fatturato delle aziende italiane che hanno investito in Sales Transformation. Solo il 27% delle imprese italiane registra un elevato grado (5.8 su 7) di trasformazione delle vendite. Più della metà di esse riporta un fatturato superiore al 5% rispetto all’anno precedente, grazie ad investimenti nello sviluppo del capitale umano, nell’integrazione e nell’accelerazione dei processi di vendita. Sono per lo più le aziende di grandi dimensioni che operano in contesti complessi con cicli di vendita di lunga durata. “Le aziende italiane che si dimostrano attente all’innovazione della forza vendita e bilanciano investimenti tra risorse umane e processi, registrano benefici in termini di crescita del fatturato” – continua Sergio Borra – “Tuttavia, a livello complessivo, in Italia gli investimenti delle aziende in questa direzione sono spesso moderati e prevalentemente guidati da aziende di grandi dimensioni: è dunque importante anche per le piccole e medie imprese, tipiche del tessuto economico italiano, poter cogliere le opportunità dettate dalla Sales Transformation”. LE DIMENSIONI PRINCIPALI DELLA SALES TRANSFORMATION • Persone Come emerso dalla ricerca, la dimensione umana è quella che più incide sul fenomeno della Sales Transformation. Tuttavia, anche se per l’84% dei sales manager le competenze trasversali (capacità di adattamento, empatia, interpersonal skills) assumono sempre più importanza, solo il 27% delle aziende ha effettivamente investito in un piano di sviluppo della propria forza vendita. L’aspetto relazionale­­­, insomma, diventa sempre più importante: il 70% dei direttori commerciali afferma che il cliente non necessita più solo di un fornitore o un venditore, ma di un vero e proprio advisor di fiducia.

• Tecnologie Dall’analisi della dimensione tecnologica della Sales Transformation, emerge un dato interessante: oltre il 40% delle imprese utilizza i Social Media per le attività di marketing, vendita e lead generation, ma solo il 28% ha percepito un reale miglioramento delle relazioni con i propri clienti. Alla base vi è un’accezione strumentale del Social Selling, che spesso non è inserito in maniera strategica in un funnel ben definito. Anche l’utilizzo dei sistemi di Customer Relationship Management presenta margini di miglioramento: il 70% dei manager infatti utilizza il CRM in maniera tradizionale come una semplice repository di dati, senza sfruttarne appieno le potenzialità di analisi e previsione di scenari futuri. Infine, solo il 25% del campione ha investito in soluzioni di Intelligenza Artificiale, Machine Learning e Big Data come supporto all’attività di vendita. Un paradosso: le aziende potrebbero trarre grande vantaggio dall’automatizzazione di attività a basso valore aggiunto, dato che attualmente solo il 30% del tempo dei venditori viene effettivamente dedicato alla vendita. • Integrazione dei processi Al momento, solo il 26% delle imprese destina risorse all’integrazione tra ambiente fisico e digitale, mentre quelle che hanno implementato una strategia per utilizzare con successo dati interni ed esterni rappresentano solo il 19% del totale. Anche per quanto riguarda l’integrazione tra funzioni di marketing, vendite e customer service (30%) c’è ancora molta strada fare: in questo senso, la definizione di più KPI condivisi e obiettivi comuni potrebbe aiutare la forza vendita a prendere decisioni più rapide ed efficaci. • Accelerazione dei processi In un mondo dove le opportunità sono moltiplicate dalla tecnologia e dove i cicli di vendita si sono allungati, per i sales è divenuto fondamentale il concetto del “lose fast”: la capacità di lasciar andare le opportunità di vendita che assorbono molte energie e risorse con basse garanzie di chiusura. Infine, oggi il 75% sales manager predilige un approccio comunicativo “visual”: l’utilizzo di infografiche e video riduce lo sforzo cognitivo (63%), semplifica la comunicazione con il cliente (53%) e attira maggiormente l’attenzione dell’interlocutore (56%). L’utilizzo di elementi visivi accompagnati da un efficace storytelling, oltre a facilitare la comprensione e la condivisione di idee, accelera il processo di decision-making nella vendita, sia interna che esterna.

Ricerca “Sales Transformation: tra Human & Digital” realizzata da Dale Carnegie in collaborazione con Università IULM, dicembre 2019. La ricerca si è svolta in due fasi: un primo momento qualitativo dove sono state svolte 35 interviste in profondità a direttori commerciali e sales manager unitamente a 3 focus group. Un secondo momento dove è stata invece somministrata una survey che ha coinvolto oltre 250 direttori commerciali e sales manager provenienti da diversi settori. © shutterstock.com

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/Formazione

I SEGRETI DEL SUCCESSO La lezione di Jeff Bezos e di Richard Branson A cura di Giorgio Nadali

Il suo cognome suona quasi come “baci” in spagnolo. In effetti Jeff Bezos è stato baciato più volte dalla fortuna. Una fortuna che però si è costruito con intuito, pazienza e determinazione. Oggi il valore delle azioni di Amazon continua a salire e Jeff è, a 56 anni, l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio personale di 147,7 miliardi di dollari. E dire che era nato povero da Jacklyn – una ragazza minorenne – e dal padre diciottenne alcolizzato Ted Jorgensen che lo ha abbandonato a tre anni, per poi essere adottato da un immigrato cubano, Mike Bezos a Houston. Jeff ha iniziato il suo business come molti partiti da zero, nel garage di casa. Com’è possibile? Lui scrive: "Se vuoi arrivare alla verità su ciò che ci rende diversi, è questa: siamo sinceramente centrati sul cliente, siamo sinceramente orientati al lungo termine e adoriamo sinceramente inventare. La maggior parte delle aziende non fa così. Sono focalizzati sul concorrente, piuttosto che sul cliente. Vogliono lavorare su cose che pagheranno dividendi in due o tre anni, e se non funzioneranno in due o tre anni, passeranno a qualcos'altro. Preferiscono andare sul sicuro piuttosto che innovare, perché è più sicuro. È per questo che siamo diversi. Pochissime aziende hanno tutti questi tre elementi”. CIRCONDATE VI DELL A MIGLIORE SQUADRA POSSIBILE Amazon ha un processo di assunzione notoriamente lungo. I potenziali dipendenti possono aspettarsi di presentare alti

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In foto: Jeff Bezos © cnbc.com


maggio\giugno 2020 punteggi e rispondere a domande come “Quante stazioni di ser vizio ci sono negli Stati Uniti?” La risposta intende promuovere capacità di pensiero critico. “Ogni volta che assumiamo qualcuno, lui o lei dovrebbe alzare il livello per la prossima assunzione, in modo che il pool generale di talenti sia sempre in miglioramento”. Le valutazioni dei dipendenti avvengono in tempo reale, piuttosto che a intervalli trimestrali o annuali. Il sof tware di valutazione consente ai colleghi di valutare, congratularsi e persino criticarsi pubblicamente. Prendete in considerazione l'implementazione di un processo di valutazione più umano e in tempo reale nel vostro flusso di lavoro. Imprenditori, rivolgetevi ai vostri colleghi e amici fidati, chiedete spesso un feedback tempestivo. IMPARATE DAI VOSTRI ERRORI Amazon ha notoriamente fallito più volte. Per competere con eBay, Bezos lanciò una volta la propria versione dell'offerta sul mercato. Ha ceduto. Ma ha anche aperto la strada a Amazon Affiliates, consentendo ai venditori privati di utilizzare il sito, la spedizione e persino gli impianti di stoccaggio per vendere i propri prodotti. Più re centem ente è s tato A mazon Fire Phone, che è stato ampiamente considerata una trovata pubblicitaria. Senza errori, l'innovazione non potrebbe mai essere possibile. Ma con l'innovazione c'è incomprensione. Bezos lo ritiene così importante da includere nei 14 principi guida elencati su Amazon.com: “I leader si aspettano e richiedono innovazione e creatività dai loro team e trovano sempre il modo per semplificare. Sono attenti a quanto accade all’esterno, vanno alla ricerca di nuove idee ovunque e non sono limitati dal fatto che qualcosa non sia stato inventato qui. Poiché facciamo cose nuove, accettiamo di poter essere fraintesi anche per un lungo periodo”. Imparare dal fallimento è facile da predicare e più difficile da praticare. RIMANETE FRUGALI La frugalità è un'opposizione quasi diretta alle moderne pratiche delle grandi imprese e Bezos l’ha praticata sin dall'inizio. Un'immagine ormai famosa

raffigura Bezos seduto dietro una scrivania ricavata da una porta. All'epoca Amazon era già una società quotata in borsa. Le p or te erano semplicemente più economiche delle scrivanie tradizionali e Bezos aveva sempre un amore per il simbolismo. Una versione aggiornata delle scrivanie viene ancora utilizzata nella sede centrale di Seattle ancora oggi e le versioni in miniatura vengono distribuite come premi per innovazioni che riducono i costi. “Realizza di più con meno”, dice Bezos. “Le ristrettezze generano intraprendenza, autosufficienza e invenzione. Non ci sono punti extra per il numero di dipendenti in crescita, le dimensioni del budget o le spese fisse”. Non è necessario andare a comprare alcune porte per farne scrivanie, ma considerare dove è possibile tagliare alcune spese inutili. Un vantaggio o comodità a breve termine potrebbe far del male a lungo termine. SIATE DECISI Solo negli ultimi anni Bezos si è concesso ai media. Per molti anni si è accontentato di lavorare dietro le quinte, una sorta di mentalità del tipo “testa bassa, duro lavoro”. Bezos capisce che per rimanere in crescita, dovete essere disposti ad adattarvi. Ma dovete anche sapere quando tracciare una linea. Per lui, questo significa rimanere attaccato alla visione di insieme, mentre consente al resto di fluttuare. Per Bezos, compromettere l'esperienza del cliente non è mai stato un'opzione. Una volta, ha quasi chiuso un'intera divisione di e-mail marketing dopo che un imbarazzante e-mail del cliente è stato inoltrata direttamente a lui. Quella e-mail ha innescato una revisione di marketing. Come scrive nei Principi di leadership di Amazon: “I leader sono tenuti a mettere in discussione, con rispetto, tutte le decisioni che non condividono, anche quando questo comportamento risulta scomodo o stancante. I leader hanno convinzione e tenacia. Non scendono a compromessi in nome della coesione sociale. Una volta presa una decisione, vi aderiscono completamente”. Fate una lista dei punti della vostra mission. Inquadrateli e teneteli accessibili. Devono essere senza compromessi. Tutto il resto è negoziabile.

PENSATE IN GRANDE Stesso concetto espresso dal Presidente Trump. Amazon non è mai stato concepita per essere solo una libreria online o anche solo un rivenditore online. I libri sembravano essere l'entrata più facile sul mercato in quel momento. E per Bezos, Amazon era solo l'inizio. Nel 2000, ha fondato segretamente Blue Origin, una società di esplorazione spaziale, per realizzare i suoi sogni finali non solo esplorando lo spazio profondo, ma alla fine colonizzando altri pianeti come opzione di backup per la Terra. Pensate ai vostri sogni rispetto agli strumenti che usate per realizzarli. Non confondete i due e non accontentatevi dell'opzione più semplice. Pensare in piccolo è una profezia che si auto avvera. I leader creano e comunicano una direzione coraggiosa che ispira risultati. Pensano in modo originale e si prodigano per trovare nuove modalità per servire i clienti. SIATE CURIOSI Consiglio già espresso da Steve Jobs. I leader non smettono mai di imparare e cercano sempre di migliorarsi. Sono curiosi e agiscono per esplorare nuove possibilità. SIATE RESPONSABILI I leader sentono l’azienda come propria. Pensano al futuro e non sacrificano il valore di lungo termine per i risultati immediati. Agiscono per conto dell'intera azienda, non solo del proprio team. Non dicono mai “non è una mia responsabilità”. FATE CRESCERE I MIGLIORI Con ogni assunzione e promozione, i leader alzano sempre di più il livello della performance. Riconoscono i migliori talenti e si adoperano per farli crescere all’interno dell’organizzazione. I leader sviluppano leader e prendono sul serio il proprio ruolo di mentori. Amazon lavora per i suoi dipendenti inventando meccanismi di sviluppo come Career Choice.

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Tutti sanno chi è Richard Branson: l'imprenditore famoso per il marchio Virgin, l'avventuriero che ha attraversato gli oceani in mongolfiera e il filantropo nominato cavaliere dalla regina. Ciò che molti di noi sanno di Branson proviene da frammenti di articoli televisivi e di giornali, ma dietro all'immagine c'è una realtà che solo una buona autobiografia rivela. Ci sono centinaia di storie di "come l'ho fatto" di noti uomini d'affari, ma “Perdere la mia verginità” è meglio della maggior parte. Questo grazie al ricco materiale a cui Branson deve attingere (è un osservatore e diarista inveterato e i suoi scarabocchi in un periodo di 25 anni hanno permesso di scrivere il libro), ma anche perché riesce a evitare l'auto-esaltazione. Se sei un aspirante imprenditore, è un'ottima lettura. Il messaggio: essere diversi non è un ostacolo, ma quasi un requisito, per raggiungere il successo aziendale. "O ANDRAI IN PRIGIONE O DIVENTERAI UN MILIONARIO"! Nato nel 1950, Branson ha vissuto

In foto: Richard Branson © telegraph.co.uk

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un'infanzia felice, con genitori che consideravano i loro figli uguali e che spesso ponevano sfide per renderli autosufficienti. Sebbene decisamente di classe medio-alta, la famiglia non ha mai avuto molti soldi e la madre di Branson ha sempre pensato a modi per guadagnare entrate extra dalle industrie dei cottage nel garage. Alla scuola privata che frequentava, Stowe, Branson era considerato un po' lento e pigro. Era, infatti, dislessico e ammette che all'età di 8 anni non sapeva ancora leggere ed era senza speranza in matematica e scienze. Dopo aver lasciato la scuola, il suo preside gli disse: "O andrai in prigione o diventerai un milionario". Il primo successo imprenditoriale di Branson fu una rivista nazionale per studenti, che includeva interviste con Mick Jagger e John Lennon. Ammette di non esserci andato per fare soldi, più come un'impresa divertente. In realtà, non ha fatto soldi, ma è stato continuato con l'aiuto dei suoi amici e un po' di pubblicità. Gli amici di Branson erano ossessionati dalla musica, e ha avuto l'idea di vendere dischi a basso costo tramite

vendita per corrispondenza, in particolare quelli che non erano immagazzinati nei negozi delle strade principali. Gli affari si sono moltiplicati, ma uno sciopero postale gli ha fatto capire quanto fosse vulnerabile. Ha iniziato a cercare uno spazio commerciale. Il primo negozio di dischi Virgin, aperto nel 1971, è diventato un ritrovo per i giovani ed è stato il primo a soddisfare esclusivamente il mercato dei giovani. Molti altri negozi seguirono in Gran Bretagna. I primi tempi di Virgin erano tutt'altro che regolari. L'attività non era gestita da uffici, ma da scantinati, cripte di chiese e case galleggianti, con molti che davano una mano e solo alcuni dei quali guadagnavano lo stipendio standard della Virgin di £ 20 a settimana. Branson non ha mai obbedito alla regola degli affari di non lavorare con i tuoi amici; la maggior parte del circolo interno della Virgin, per i primi 15 anni, era costituito da persone cresciute con lui. Sebbene ci siano stati inevitabilmente fallimenti, questa strategia di gestione accidentale è stata straordinariamente efficace. In


maggio\giugno 2020 un'atmosfera di libero amore e abbondanza di droghe, qualcuno doveva alzarsi presto e preoccuparsi di pagare le fatture e gli stipendi, e Branson preferiva invece “divertirmi e mantenere il mio spirito in me”. Dietro l’hippy scalzo dai capelli lunghi, c'era un uomo d'affari che voleva fare la differenza. Anche se la sua catena di negozi di dischi stava crescendo, con tutte le spese generali la Virgin stava perdendo denaro. Branson si imbatté accidentalmente in una soluzione ai problemi che avrebbero quasi adempiuto la parte cattiva della profezia del suo preside. Iniziò ad acquistare dischi all'ingrosso, dicendo che dovevano essere venduti in Belgio e sfuggendo così a pesanti dazi sulle vendite interne nel Regno Unito. Dopo tre viaggi che hanno portato i record attraverso la Manica ai compratori immaginari, dischi che poi ha venduto con grande profitto nei negozi Virgin, le sue attività sono state scoperte dai doganieri e dalle accise. Per sfuggire al carcere ha dovuto rimborsare tre volte l'importo non pagato in tasse (£ 60.000 nel 1971 erano molti soldi). Sotto una tremenda pressione, in qualche modo ha soddisfatto i pagamenti delle entrate dei negozi, ma l'esperienza lo ha bruciato e ha deciso di non fare mai più nulla di illegale. LA MUSICA, LA SVOLTA A p p e n a 21e n n e , s t av a c re s c e n d o velocemente. Appassionato dell'idea di avere la sua etichetta discografica i cui atti potevano essere promossi attraverso i n e gozi V irgin , B ra n s o n ra ccols e abbastanza soldi per acquistare una vecchia casa padronale nell'Oxfordshire, che lentamente venne convertita in uno studio di registrazione. Il primo contratto firmato da Virgin fu una scelta insolita. Un giovane musicista di nome Mike Oldfield aveva trascorso mesi a perfezionare una registrazione senza voce, molte campane e altri strumenti insoliti. Questa è stata una bizzarra prima scelta per quella che doveva essere un'etichetta di musica rock, ma ha dato i suoi frutti. Tubular Bells di Oldfield è stato uno degli album più venduti negli anni '70 e ha finanziato i primi anni di Virgin nel settore. In seguito ha attratto The Sex Pistols, Culture Club,

Phil Collins, The Human League e altre stelle all’apice del successo, e dai primi anni ottanta la Virgin era diventata un'etichetta importante. Branson aveva realizzato il suo desiderio di una compagnia musicale “integrata verticalmente”, in cui i negozi Virgin, incluso il famoso Virgin Megastores, potessero promuovere le band che Virgin Music aveva firmato. L’AVVENTURA AEREA Con la sua attenzione per l'industria musicale, Branson non aveva mai preso in considerazione l'idea di avviare una compagnia aerea. Ma quando ha ricevuto una proposta per istituire un servizio transatlantico per competere con British Airways, non ha saputo resistere. Contro il giudizio dei suoi consiglieri, ha affittato un 747 per un anno, solo per vedere se l'intera idea avrebbe funzionato. Virgin Atlantic fu presto una realtà, con l'obiettivo di soddisfare la domanda che Laker Airways di Freddie Laker aveva sfruttato prima

che British Airways lo avesse costretto a chiudere. La Virgin Atlantic non è quasi mai decollata. Sul volo inaugurale, uno stormo di uccelli è volato su uno dei motori non assicurati, rovinandolo ad un costo di £ 600.000. Ciò ha portato la società al suo scoperto e si è avvicinata al fallimento. Solo un fondo di emergenza proveniente dalle operazioni all'estero della Virgin è riuscito a salvarla. Tra il 1984 e il 1990, Virgin Atlantic rimase minuscola, con solo una manciata di aerei. Il balzo del prezzo del carburante provocato dalla prima guerra del Golfo fu un grosso ostacolo, così come l'improvvisa perdita di passeggeri dopo gli eventi dell'11 settembre 2001. Virgin dovette anche lottare con una concorrenza sleale da parte di British Airways, che vide Virgin come una minaccia che doveva essere schiacciata, qualunque fosse il mezzo. Mentre la compagnia aerea di Branson assorbiva sempre più denaro, i suoi banchieri stavano perdendo la pazienza e fu portato a una dolorosa

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realizzazione: o vendi Virgin Music e fai volare Virgin Atlantic, o perdi la compagnia aerea e lasci il marchio Virgin a brandelli, per non parlare della perdita di mezzi di sussistenza di migliaia di persone. Ancora una volta, nonostante i buoni consigli di familiari e amici, Branson prese la decisione di vendere Virgin Music, che lui e il suo team avevano trascorso 20 anni a sviluppare. È stata una decisione straziante, in particolare perché aveva appena firmato con i Rolling Stones, segnando il culmine dell'ascesa dell'etichetta. Aveva "perso la verginità", ma la vendita ha portato a £ 560 milioni, o $ 1 miliardo, e ha dato a Branson la libertà di tracciare il corso del gruppo di società Virgin senza che i banchieri gli gridassero alle calcagna. La sua parte della vendita, ha osservato, gli ha dato denaro "oltre i suoi sogni più sfrenati". LO STILE DI BRANSON Branson nota che, indipendentemente da ciò che la gente può dire, non esiste una "ricetta" per il successo aziendale che può essere applicata a qualsiasi campo. Vi è, tuttavia, uno stile di fare affari di Branson che potrebbe essere istruttivo per l'aspirante imprenditore. In tutto il libro Branson non si presenta mai così eccezionalmente intelligente. Piuttosto, i segreti del suo successo potrebbero essere ridotti a • Pensare in grande e correre rischi calcolati: "Il mio interesse per la vita deriva dal mettermi in gioco sfide enormi, apparentemente irrealizzabili e dal cercare di sollevarmi al di sopra di esse". • Essere meno stressato di altri per l’incertezza. • Cercare di dimostrare alla gente che non va. • Avere la semplice convinzione che "ce la puoi fare". Il criterio principale di Branson per entrare in un nuovo mercato o settore è che sia divertente. Ci deve essere spazio per scuotere i mercati difficili e fornire qualcosa di nuovo. Sfortunatamente, questo spesso implica essere i pesciolini che cercano di affrontare le balene aziendali. Durante la guerra con BA, c'erano molte voci secondo cui Virgin Atlantic stava per fallire. Ad un

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certo punto doveva alle banche 55 milioni di sterline, e Branson dovette fare un tremendo atto di giocoleria per tenere a galla le cose. "A volte mi sembra di aver passato tutta la vita a cercare di persuadere i banchieri a estendere i loro prestiti". Dato che il gruppo Virgin ha sempre reinvestito i profitti negli affari, non ha mai avuto un cuscino di liquidità come società stabilite, quindi c'era sempre il pericolo che si esaurisse. Ogni contratto discografico che Branson fece sembrava voler mettere la compagnia in riga, e fu solo a metà degli anni novanta che il gruppo Virgin riuscì a rilassarsi un po'. La riflessione di Branson su questi anni difficili offre buoni consigli a chiunque sia in affari sotto pressione

finanziaria: "Per quanto le cose siano strette, devi comunque avere il quadro generale in primo piano nella tua mente". Ogni volta che si trovava in una situazione difficile e con i suoi consiglieri che dicevano di rimpicciolirsi un po' e giocare in sicurezza, era il punto in cui agire. LO SAPEVI CHE BRANSON... • In genere prende una decisione circa le persone e le nuove proposte commerciali "entro circa 30 secondi". Sebbene un piano aziendale debba essere buono, alla fine si nutre di istinto. • Non è un parlatore veloce o un grande oratore pubblico e ammette che spesso gli ci vuole tempo per rispondere


maggio\giugno 2020 correttamente a una domanda: "Spero che le persone si fidino di una risposta lenta, titubante più di una rapida, socievole". Odia criticare le persone che lavorano per lui, e i punti più bassi della sua vita lavorativa sono stati quando ha dovuto lasciar andare le persone. Cerca sempre di convincere qualcun altro a farlo. • Ha ammesso che molti dei suoi successi non erano le sue idee (non ha nemmeno inventato il nome "Virgin"). Nonostante l'immagine di un imprenditore solitario, come in ogni grande azienda, Virgin è stata costruita da un nucleo di manager e consulenti di fiducia. • Ha visto i suoi figli mentre crescevano perché lavorava letteralmente da casa.

Virgin non ha grandi sedi aziendali, ma acquista case nel Regno Unito e nelle città americane per far lavorare il personale. Lui e sua moglie Joan vivevano su una casa galleggiante di Londra. COMMENTI FINALI Una parte significativa del libro riguarda i vari sforzi di Branson per battere i record mondiali di mongolfiere e motoscafi oceanici. Perché si è sentito in dovere di partire per simili avventure (che lo hanno portato più volte vicino alla morte), quando ha tutto, ricchezza, successo e una famiglia felice? La sua risposta è semplicemente che aggiunge un'altra dimensione alla sua esistenza e lo fa sentire vivo. Una

delle parti più interessanti è quella sulla ricerca dell'anima, a cui Branson si è interessato quando ha compiuto 40 anni. Passava la vita a creare e costruire aziende, ma sicuramente c'era qualcosa di più. Per un po' ha anche pensato di vendere i suoi beni e andare all'Università per studiare storia. Oggi mette molte delle sue energie nella filantropia. Tra le sue cause ci sono stati i cambiamenti climatici, l'AIDS, la fauna selvatica africana e l'imprenditoria giovanile. Tuttavia, è attraverso le sue aziende che ha cambiato di più la vita delle persone, alla costante ricerca di modi per offrire nuovo valore al pubblico, sia attraverso voli a basso costo, telefoni cellulari o carte di credito più economiche. Virgin Galactic potrebbe diventare una delle prime compagnie che offrono voli passeggeri commerciali nello spazio. Questa impresa soddisfa il criterio commerciale di Branson di andare solo in settori divertenti ed entusiasmanti, ma dove c'è anche denaro da guadagnare.

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BEST WORKPLACES ITALIA 2020 La classifica dei migliori ambienti di lavoro A cura di Giovanni Bonani

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maggio\giugno 2020 A Milano, a fine aprile 2020, Great Place to Work® Italia ha annunciato, per il 19° anno consecutivo, la classifica delle aziende Best Workplaces Italia 2020: i migliori ambienti di lavoro, sulla base di un'analisi, che ha preso in considerazione il parere di 57.975 collaboratori e le politiche di gestione aziendale di 153 aziende analizzate. La classifica comprende quattro dif ferenti c ategorie sulla base del numero di collaboratori: aziende con oltre 500 collaboratori; con un numero di collaboratori compreso tra 150 e 499; tra 50 e 149 e infine tra 20 e 49. La categoria delle aziende con oltre 50 0 collaboratori ha visto al primo posto American Express Italia (Servizi Finanziari e Assicurazioni). Seguono Hilton (Settore Alberghiero) al secondo posto e MSD Italia (Biotecnologie e Prodotti Farmaceutici) al terzo posto. II podio della categoria con un numero di collaboratori compreso tra 150 e 499 ha visto, sul gradino più alto e per il quinto anno consecutivo, Cisco Systems Italy (Telecomunicazioni), seguito da Zeta Ser vice (Ser vizi Professionali,

Outsourcing) e da Mars Italia S.p. A . (Prodotti Alimentari). Tra le aziende con un numero di collaboratori compreso tra 50 e 149, vince per il secondo anno consecutivo Bending Spoons S.p. A . (IT ), seguito da Biogen Italia S . r.l. (Biotecnologie e Prodotti Farmaceutici) e dalla new entr y Zoetis Italia (Biotecnologie e Prodotti Farmaceutici). Infine, tra le aziende con un numero di collaboratori compreso tra 20 e 49, si registra il primo posto di Cadence Design Systems (IT) e la seconda posizione di Mercedes-Benz CharterWay (Servizi Finanziari e Assicurazioni). Al terzo posto R-Everse (Servizi Professionali, Ricerca e Selezione). Il CEO di Great Place to Work® Italia afferma che, nonostante la congiuntura economica critica, è necessario più che mai che le aziende investano sulle persone e sulle tecnologie, mentre il presidente di Great Place to Work® Italia ritiene che i lavoratori, a emergenza conclusa, si aspettino che le aziende tornino a una nuova normalità, favorendo il lavoro agile e creando relazioni improntate alla fiducia reciproca.

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DANIELE PESCARA E LA SUA FALCON ADVICE Quando la vocazione imprenditoriale non conosce confini A cura della Redazione

La storia imprenditoriale di Daniele Pescara, di origini venete, comincia in Marocco da giovanissimo, quando decide di lavorare con il ruolo di buyer nell’azienda di famiglia che si occupa dell’acquisizione di stock di prodotti ittici. Purtroppo, o per fortuna a seconda dei punti di vista, la crisi economica globale del 2008 che sconvolge sia i mercati sia lo spirito imprenditoriale italiano, fattosi ora molto più prudente se non addirittura rinunciatario, lo porta ad aprire una società in Marocco, volta ad offrire tutta una serie di servizi di assistenza burocratica con una tempistica molto ridotta. Le difficoltà riscontrate nella nuova attività lavorativa – sia in termini di tempo dedicato al lavoro sia di guadagno non adeguato – lo portano a orientarsi verso nuovi paesi come gli Emirati Arabi Uniti e nello specifico la città di Dubai, dove si riscontra un’attitudine al business molto marcata e innovativa, non solo rispetto al Marocco, ma anche verso molti altre nazioni, Italia compresa. Qui Daniele Pescara acquisisce la licenza in Project Management Services e stipula un Gentleman’s Agreement con una delle più importanti Free Zone (aree fiscali speciali) degli Emirates, dove non esistono tasse, la criminalità è quasi nulla e la burocrazia è semplificata al massimo. E qui inizia un’altra avventura lavorativa. Fonda la Falcon Advice, società di diritto emiratino di cui è CEO, mantenendo nel contempo lo studio in Italia dove è leader del settore, con l’obiettivo di evitare agli imprenditori italiani che intendono trasferire i propri interessi economici a Dubai, di intraprendere viaggi lunghi e costosi. Falcon Advice opera negli UAE e grazie alla specializzazione su Dubai può proporre in brevissimo tempo un pacchetto di servizi omnicomprensivo in campo giuridico, fiscale, commerciale e burocratico a privati, aziende, famiglie e start-up. Il personale qualificato della società è italiano, lavora e vive negli Emirati Arabi e si occupa principalmente della costituzione di società di diritto emiratino, anche senza l’intervento di un socio locale. Come Free Zone non esistono soltanto Dubai e Abu Dhabi, ma molte altre location meno costose e meno inflazionate e nel contempo altamente attrattive da un punto di vista della perfomance. Si potrebbe dire

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maggio\giugno 2020 che l’azienda costituisca un ponte ideale tra il mercato emiratino e quello italiano, garantendo i risultati prefissati in tempi certi. Anche i potenziali clienti devono fare la loro parte, ovvero possedere idee e budget chiari e avere firmato in Italia un contratto di assistenza di un valore a partire da 20mila Euro. Oltre che per la defiscalizzazione, gli UAE risultano estremamente interessanti per gli investitori italiani a motivo della garanzia offerta dal paese, in termini di assistenza e di privacy, dei collegamenti e delle infrastrutture funzionanti ed efficienti e di prestazioni chiare con tempistica certa. Da rilevare che il 90% della popolazione delle città emiratine è di origine multietnica e che le differenze culturali e religiose sono tutelate dall’apposito Ministero della Tolleranza. Le Free Zone a oggi sono più di cinquanta e offrono servizi per soddisfare e accogliere gli imprenditori: dalla logistica ai capannoni, dalle utenze agli uffici, dall’acqua alle risorse umane, fino al parcheggio delle autovetture. Il successo per Daniele Pescara e la sua Falcon Advice non tarda ad arrivare: nei primi cinque mesi del 2020 ha gestito un por tafoglio di investimenti pari a 30 milioni di Euro. Non pago della remunerativa attività implementata e sempre alla ricerca di nuove sfide, ha aderito al progetto, nato nel 2012, Dubai Solar Schools, patrocinato dalla Fondazione Culturale dell’Emiro di Dubai e diretto da David Provenzani, professore associato in ingegneria della Sostenibilità alla Curtin University di Perth in Australia. Il progetto mira ad installare impianti fotovoltaici sui tetti delle cento migliori scuole di Dubai, per un totale di cinquanta megaWatt, con la formula solar lease, di durata ventennale. Anche se a causa della pandemia l’Expo di Dubai prevista per il prossimo anno sarà sposata in attesa di tempi più sicuri per tutti, il mercato di Dubai e il sostegno integrale offerto da Falcon Advice rappresentano per molti imprenditori italiani un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Siate pronti, Daniele Pescara e la sua Falcon Advice vi aspettano a Dubai! INFO: www.36oreperdubai.it

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In foto Daniele Pescara, leader in Italia nella costituzione di società a Dubai

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ECOSISTEMI CONNESSI E AUTONOMI DELLA SUPPLY CHAIN 2025 Lo studio pubblicato da PwC A cura di Laura Bonani

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maggio\giugno 2020 L’indagine "Connec ted and autonomous supply chain ecosystems 2025", pubblicata dalla società di ser vizi professionali PwC, che ha intervistato oltre 1.600 aziende in sette settori e 33 paesi, si pone l’obiettivo di comprendere le loro attuali capacità di gestione della supply chain e i loro piani per il futuro. Oggi, mantenere il buon funzionamento della catena di approvvigionamento è particolarmente impegnativo e numerose di esse sono state colpite dalla pandemia in atto, che causa in tempi rapidissimi o picchi di domanda imprevisti o carenza di offerta. Tuttavia, alcune aziende, definite campioni digitali, sono in grado di adattarsi meglio alla situazione, grazie a capacità avanzate della propria supply chain, che comporta una gestione efficace del rischio, con riduzione dei costi del 6.8% e aumento dei ricavi del 7,7%. Le aziende leader dispongono di catene di approvvigionamento più stabili, a motivo di una riconfigurazione più frequente e accurata delle stesse. Il rapporto include casi di studio sulle supply chain di aziende specifiche, tra cui Ikea, Bayer Crop Science Division, Nokia, Continental, Trumpf e Advantest. Si rileva che sette aziende su dieci (70%) utilizzino l’intelligenza artificiale (AI) e l’analisi dei dati in almeno un’area della supply chain, per prendere decisioni migliori e per ottimizzare la propria catena di approvvigionamento. Il 43% dei campioni digitali utilizza già l'IA per una maggiore trasparenza della supply chain, rispetto al solo 23% di tutte le aziende intervistate. La logistica intelligente è una priorità per il 59% delle aziende leader, mentre meno di un quinto delle società intervistate (18%) ha indicato questo elemento come priorità alta o assoluta. L'implementazione di capacità logistiche intelligenti sembra dipendere dalle dimensioni e dal fatturato annuo. Le PMI italiane sono spesso restie ad affrontare gli elevati investimenti necessari in tecnologie avanzate, anche se questi sono sovente ripagati in un breve periodo di tempo e numerose sono le opportunità di finanziamenti pubblici. Supply Chain trasparenti, oltre ad ottimizzare i costi, offrono in aggiunta maggiore sostenibilità.

Il 55% dei campioni digitali ha indicato la trasparenza come una priorità assoluta. Oggi possiamo parlare di ecosistemi della catena logistica globale, che includono clienti, fornitori, operatori logistici e altri partner. Tra le aziende leader, quasi due terzi (62%) hanno già raggiunto la trasparenza della supply chain. Al contrario, la media di tutte le aziende intervistate è solo del 33%. La trasparenza permette visibilità quasi in tempo reale di informazioni sui prodotti, finanziarie e logistiche, cosicché le aziende possano ottenere un'immagine digitale della propria catena di fornitura quasi immediata e utilizzare l'IA per predire o identificare fin dall’inizio interruzioni, rischi o iniziative potenziali di ottimizzazione. La maggiore trasparenza coincide spesso con un incremento della sostenibilità, venendo incontro all’interesse dei clienti di conoscere la provenienza dei prodotti acquistati. Ne consegue che la tracciabilità, applicata a tutta la catena di approvvigionamento, incrementi la qualità dei prodotti e la soddisfazione dei clienti. Lo studio suggerisce anche un percorso su come gestire con successo le supply chain nel post crisi sanitaria. Si presume che, come avvenuto in precedenza, molte aziende affronteranno la sfida della trasformazione della propria supply chain. In particolare, il settore manifatturiero italiano dovrà garantire efficienza operativa, continuità delle attività produttive e flessibilità della catena logistica, sia nella gestione dell'import di materie prime sia dell'export dei prodotti finiti. L’Italia risulta essere il sesto esportatore al mondo di beni manufatti, dove i prodotti manifatturieri esportati rappresentano l'80% dell'export complessivo. Tuttavia, sulla base delle elaborazioni di Confindustria, le esportazioni potrebbero diminuire del 5,1%. PwC mira a costruire la fiducia nella società e a risolvere questioni rilevanti. Il network è presente in 157 paesi con oltre 276mila professionisti, impegnati a garantire qualità nei servizi di revisione, di advisory e di consulenza fiscale alle imprese.

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CRACKING ART Quando la plastica si trasforma in arte A cura di Christian Gaston Illan e Maria Giulia Linfante

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maggio\giugno 2020 "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” Antoine-Laurent Lavoisier Ebbene questa celebre citazione forse è tra le più calzanti per descrivere l'arte di Kicco di Cracking Art. Vi siete mai imbattuti in una gigante lumaca blu o in qualche simpatica rondine di plastica rosa, di un suricato arancione oppure di un lupo verde che vi osserva mentre state passeggiando per la vostra città? Kicco racconta la missione del movimento artistico di cui fa parte, nato dalla collaborazione tra il collettivo di artisti e una fabbrica del biellese leader nella realizzazione di forma “speciali” in materiale plastico; dalla voglia di creare una corrente artistica che parlasse della dicotomia tra naturale/artificiale, vero/finto, standardizzato/ unico e che fosse attenta ai temi ambientali. Un mondo naturale rappresentato da animali realizzati con materiale artificiale ma ecosostenibile e riciclabile. “La nascita del movimento non si colloca tanto nei primi anni ’90, ma alla fine del millennio. Questo è il pensiero che ci ha guidati. Saremmo stati testimoni del passaggio dagli anni

1000 agli anni 2000, con tutte le paure, le insicurezze, ma anche le speranze e le prospettive che si andavano delineando. Rappresentare questo passaggio, questa rottura con un segno che portasse dentro di sé la storia e il futuro del pianeta.” Rigenerare la plastica è la loro missione: ”Lo facciamo per sottrarla alla distruzione tossica e devastante che danneggia l’ambiente, e per darle una nuova vita, una nuova forma”. Un'arte prorompente che emerge dove meno ce lo si aspetta. Una rottura, un crack. ”Il nostro nome deriva dal gergo petrolchimico, precisamente dal passaggio in cui il petrolio grezzo attraverso il processo del cracking catalitico si trasforma in virgin-nafta, dalla quale successivamente nascono un’infinità di prodotti tra cui la plastica. Lo abbiamo scelto perché rappresenta la fase di separazione – oggi sempre più netta – tra la vita naturale e quella artificiale. Cracking è l’azione che trasforma il naturale in artificiale, l’organico in sintetico. Una scissione che ci mette tutti davanti a realtà nuove.”

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E così da un progetto condiviso e dell'irresistibile creatività di Kicco si animano i primi animali. Ognuno con un messaggio. Il mondo animale, secondo la loro visione, è stato fin dalla preistoria il primo riferimento di confronto con la natura. Uomo e animale sono entrambi esseri animati, ovvero dotati di funzioni vitali e movimento. Nel tempo all’animale sono stati attribuiti poteri, messaggi, caratteristiche che potevano essere utili all’uomo per capire e immaginare l’universo. ”Il primo in assoluto è stato il delfino. Siamo da sempre sensibili al discorso che la plastica abbandonata possa produrre i danni che ormai tutti ben conosciamo. Il delfino era il simbolo ideale perché se incontra in mare una bottiglia di plastica la ingerisce e può soffocare. Per la nostra primissima installazione – nata dalla collaborazione con il consorzio Replastic, che sensibilizza al recupero dei materiali – abbiamo realizzato centinaia di delfini dorati. Il delfino altro non rappresenta che la natura in pericolo davanti alla plastica. Nel corso degli anni, però, abbiamo dato forma ad altre figure. Quella più nota è indubbiamente la chiocciola, che nel nostro immaginario rappresenta la rigenerazione.” I loro lavori danno origine a vere e proprie "invasioni" all'interno dei contesti più variegati come ville storiche (Reggia di Caserta, Palazzo reale di Milano) monumenti (sul tetto del Duomo di Milano), oltre oceano (Miami, Sydney, Cleveland, Cile) e nei posti più impensabili come le facciate delle dimore più sontuose, sulle piattaforme in mezzo all'oceano oppure a guardia di cave. ”Il termine invasioni deriva dalla caratteristica dei prodotti in plastica, che essendo producibili in grandissime quantità, creano un effetto di vera e propria occupazione degli spazi. Pensiamo alle buste della spesa o alle microplastiche che

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creano continenti sottomarini. Inoltre la plastica viene utilizzata anche in medicina, come protesi da inserire nel corpo umano, invadendo di fatto sia l’ambiente che il singolo essere umano. Da qui l’utilizzo di questo termine, che vuole anche fare un riferimento all’esplosione demografica di questi ultimi decenni e agli squilibri che ciò comporta. La sensazione di essere invasi è oramai molto diffusa e su argomenti completamente diversi: immagini, informazioni, tecnologia, prodotti, esseri umani. Le campagne si svuotano e le città diventano metropoli in cui ci si sente assediati. Il nostro desiderio è dare a questo termine una connotazione positiva, di opportunità e collaborazione.” La reazione delle persone è un "wow" inespresso, per un attimo dimenticano il mondo circostante. L'arte in questo modo diventa innesco di un impatto sociale ed ambientale molto intenso. ”Prima di tutto il nostro desiderio è quello di generare quello stupore che sia in grado di far emergere in ognuno una sensazione di piacere e felicità. Abbiamo scelto gli spazi urbani piuttosto che i luoghi espressamente dedicati all’arte, vogliamo attivare emozioni inaspettate, facendo vivere i luoghi con una modalità che esuli dalla routine quotidiana e permetta quindi di far nascere una riflessione sul luogo visto con occhi nuovi. Ci auguriamo che questa scintilla, da questa esperienza, sia l’occasione per attivare pensieri ed idee nuove. In questo l’arte può essere veicolo di cambiamento, in tutti i campi delle attività umane. Arte come attivatore, ovvero sostanza in grado di innescare una reazione oppure di rendere più attivo o di rigenerare il catalizzatore (e per catalizzatore ci riferiamo ad ogni singola persona), di una reazione.”


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CAPELLI POST EMERGENZA Intervista a Marco Ricchetti A cura di Elena Pravato

Come sarà nel post emergenza andare dal parrucchiere? Quali accorgimenti adotteranno i saloni? E soprattutto quanto bisogno abbiamo di tornare alla normalità e a prenderci cura anche del nostro aspetto fisico? Noi di Beesness lo abbiamo chiesto a Marco Ricchetti, country manager per la Corani & Partners. L’azienda bresciana, pioniera nei franchising del settore hairstyle con le griffe Jean Louis David, Frank Provost, Evos I Parrucchieri, The Barber & Co. e Club Jean Louis David, vanta un network di oltre 10000 saloni nel di cui più di 500 in Italia. Con la chiusura delle attività commerciali e le prescrizioni di restare a casa per la maggior parte degli italiani, uno dei settori che ha subito un grave contraccolpo è proprio quello dell’estetica.

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Avete già una prima stima della perdita di fatturato? Si suppone che i costi di locazione dei locali ove sono strategicamente collocati i vostri punti vendita, siano onerosi. “In base ai dati raccolti fino a oggi, stimiamo di perdere un terzo del giro di affari dell’anno in corso. Già prima della chiusura di tutti i negozi in Italia la nostra attività di natura artigianale era risultata tra le più esposte alla crisi perché ci pone a contatto diretto con la clientela e conseguentemente con tutti i rischi che ne potevano conseguire, ragione per la quale temo che le perdite del giro d’affari dell’anno in corso potranno essere anche più pesanti di un terzo. Sul tema delle locazioni in sinergia con molte altre catene condividiamo una posizione che ci vede chiedere


maggio\giugno 2020 la sospensione del canone di locazione, finché non sarà possibile riprendere l’attività ordinaria unitamente a una rinegoziazione del canone alla riaperture per riequilibrare gli andamenti che saranno inevitabilmente molto lenti.” La ripartenza: secondo le vostre previsioni si verificherà quello che chiamano "rimbalzo" a livello economico (ovvero ci sarà voglia di concedersi una coccola in più dopo il periodo di isolamento che ha comportato diverse privazioni) oppure la preoccupazione per la crisi economica avrà la meglio e tutto ciò che accessorio diverrà sacrificabile? “Stando a quello che scrivono i media, potrebbe verificarsi quanto sta succedendo in Cina, dove il virus è stato fermato. Si chiama Revenge Spending e consiste nella voglia di spendere per vendetta ai danni terribili subiti negli ultimi mesi. Secondo le ricerche di eMarketer, una società di ricerche di mercato che fornisce approfondimenti e tendenze relative al marketing digitale, ai media e al commercio, una volta che saremo usciti dalla pandemia, potrà esserci per le varie aziende di beni non di prima necessità una ripresa. Ma penso che dovremo fare i conti anche con la paura. Per l’Italia di oggi, una crisi di questo tipo è una brutta novità, non ha niente a che vedere con la crisi economica che abbiamo attraversato di recente e dalla quale stavamo ancora risalendo. Potremmo trovarci davanti a un doppio binario: il timore e il desiderio di positività. A quel punto, verranno premiate la qualità, la professionalità e la competenza di chi offre un servizio come il nostro.” I saloni (sebbene i vostri siano già all'avanguardia per l'utilizzo di mantelline e salviette monouso) saranno attrezzati diversamente? Per il personale, invece, quale precauzioni adotterete? “Per le regole generali, ci atterremo alle disposizioni del Governo. Dal canto nostro, ci stiamo attivando già da tempo per attrezzare i saloni in modo da dare massima sicurezza (e tranquillità) a clienti e personale. In ogni salone saranno inseriti nuovi dispositivi di protezione quali mascherine, visiere a protezione dell’intero viso, termometri a infrarossi per la misura della temperatura senza contatto, sistemi di sanificazione come da indicazioni del Ministero della Sanità. Del resto, come lei ha sottolineato, è nota la forza dei nostri saloni in tema di sanificazione: da sempre utilizziamo camici e salviette usa e getta, disinfettiamo gli strumenti (forbici, spazzole, pettini, ecc...) ogni volta che vengono utilizzati e li richiudiamo in buste monouso. Adesso, per dare un’attenzione misurata e sicura all’affluenza nei saloni, potenzieremo anche il nostro nuovo sistema di booking online (vi si accede dal sito www.jeanlouisdavid.it e dalle pagine Facebook nazionali facebook.com/jean.louis.david.Italy/ e facebook. com/FranckProvostItaly/) e dei singoli saloni (stiamo attrezzando anche quelle che ancora non lo avevano). Funziona così: con un semplice click, si prenota non solo l’appuntamento, ma anche il servizio di cui si ha bisogno (taglio, colore, ecc…). In questo modo,

il sistema farà il conteggio del tempo di cui necessita la cliente per tenere la distanza tra un ingresso in salone e l’altro. L’obiettivo è dare massima qualità, massima sicurezza e tranquillità.” Sia i saloni Jean Louis David che Frank Provost hanno inserito sui propri canali social dei video per dare consigli e rimanere sempre ordinati e curati anche durante il periodo di isolamento coatto. Pensate ad altre iniziative di marketing per fidelizzare i clienti che magari in questo periodo si sono affidati al fai da te o ad acconciatori abusivi? “Non ci siamo limitati a dare consigli in rete ma, con le nostre campagne digital, abbiamo attivato un sistema di contatto diretto virtuale con le nostre clienti che possono scriverci direttamente e chiedere ogni tipo di suggerimento a cui gli esperti rispondono in tempo reale. È importante che chi si fida di noi senta la nostra presenza, la nostra vicinanza. Anche questa è la nostra forza e un valido strumento di fidelizzazione. Per il futuro prossimo, continuiamo a studiare strategie di marketing e comunicazione mirate a infondere sicurezza ma anche entusiasmo. Stiamo lavorando a iniziative personalizzate in base alla tipologia di clienti e di saloni”. Concludiamo con qualcosa di frivolo e di speranzoso: quali sono le novità che troveremo alla riapertura dei saloni da un punto di vista della moda? “Da qualche tempo siamo pronti con le nuove collezioni Primavera/ Estate: tagli, colori e idee di styling studiati, come sempre, grazie al supporto di esperti del settore e influencer internazionali che ci permettono di essere sempre al passo con la moda. Al momento della riapertura, i nostri hairstylist saranno già stati istruiti e preparati a riprodurre tutti i nuovi look sulle clienti grazie alla nostra piattaforma digitale LearnApp che, dal 2017, supporta i saloni nel trasmettere tutte le info e le novità in tempo reale. Nell’area Formazione, la piattaforma mette a disposizione degli affiliati e dei collaboratori dei saloni diretti tutti i processi di formazione tecnici (tecniche di taglio e di colorazione) suddivisi in base al livello di chi vi approccia (dal base a quello più avanzato). C’è, inoltre, un corso di formazione sui prodotti, trasversale per tutti. In particolare, in questo periodo, i formatori fanno dimostrazioni a distanza dove spiegano come eseguire tutte le proposte delle nuove collezioni. Speriamo che queste collezioni vivaci e versatili regalino a tutte un tocco di solarità, non solo legato alla stagione, ma allo spirito. Del resto, siamo così: positivi e pronti a guardare al futuro.” Ringraziamo il dott. Marco Ricchetti per essersi prestato alla nostra intervista anche nel momento più critico della pandemia COVID-19.

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/Impresa

MARCO ROVEDA Pioniere dell’agricoltura biodinamica con Lifegate A cura di Giorgio Nadali

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Nel 1978 Marco Roveda abbraccia l’agricoltura biodinamica e dal 1981 fonda la Fattoria Scaldasole, che diventerà immediatamente la prima azien da agroalimentare del biologico in Italia. In breve tempo oltre 60 mila aziende, ispirate dal suo successo, seguiranno l’esempio e iniziano a produrre e trasformare prodotti biologici portando l’Italia dall’ultimo al primo posto per produzione di biologico in Europa. Nel 1997 viene premiato dalla Camera di Commercio di Milano con il premio "Imprenditore dell'Anno" nella categoria "Qualità della vita". Nel 2008 il World Economic Forum di Davos gli assegna il premio "Imprenditore Sociale dell'Anno" che riconosce i migliori imprenditori sociali scelti in trenta nazioni. Nel 2000 fonda LifeGate, che diventa in breve il centro di


maggio\giugno 2020 aggregazione delle persone e delle aziende che vogliono far propri i princìpi dell’etica e della sostenibilità. Nel 2002 riceve il premio RCS Cenacolo per l’Editoria e l’Innovazione. Nel 2008 la Fondazione Schwab e World Economic Forum conferiscono a Marco Roveda il premio internazionale Social Entrepreneur of the Year. Nel 2004 pubblica, per Ponte alle Grazie, il libro “Perché ce la faremo”. Nel 2008 è protagonista della collana “I Sostenibili” di Salerno Editrice con “L’ecobusiness ci salverà?”, libro-intervista-biografia a firma di Enzo Argante. Nel 2010 diventa membro del WorldShift Council on the G20 (WS20). Oggi vive in provincia di Como, in quella che è stata la prima sede della Fattoria Scaldasole e che oggi ospita il primo parco fotovoltaico ad inseguimento solare d’Italia Marco Roveda-Il pioniere del biologico è il nuovo brand che si impone sul mercato con l’obiettivo di offrire ai consumatori prodotti che vanno oltre la semplice dicitura “biologico”. Il brand racchiude, infatti, i cinque elementi che, secondo il massimo esperto del bio-food nel nostro Paese, identificano la Total Quality, la nuova frontiera del cibo che presenta queste caratteristiche: accessibilità del prodotto, qualità e bontà, bellezza e design, sicurezza e quindi biologico, etica e sostenibilità. Il nuovo brand inizia la sua attività con le zuppe fresche, il primo dei prodotti targati Marco Roveda. Le zuppe sono realizzate con ingredienti provenienti da filiera biologica certificata, ideali per i consumatori che adorano mangiare quotidianamente, anche quando sono di fretta, in maniera sana ricercando salute, benessere, sostenibilità e innovazione di ricette e pack. A garantire la distribuzione dei prodotti targati Marco Roveda su scala nazionale ci pensano Spreafico, azienda leader che si colloca come partner affidabile e professionale del settore ortofrutticolo, Eurofood, azienda che dal 1970 importa e distribuisce in esclusiva per il mercato italiano le migliori specialità alimentari provenienti da tutto il mondo, e D&C, storico distributore italiano nel settore Beverage. LE ORIGINI Marco Roveda nasce nel cuore di Milano, a Porta Romana, nel 1951, figlio di un negoziante di tessuti e confezioni. La sua carriera scolastica oscilla tra l’amore per la ricerca teorica e quello per la realizzazione pratica. Si iscrive al liceo scientifico, ma si diploma come geometra, si iscrive alla facoltà di biologia, ma è l’interesse per l’architettura che lo spinge alle prime realizzazioni professionali. A vent’anni fonda un’impresa di costruzioni per lavori conto terzi e, due anni più tardi, ne costituisce una seconda per costruire in proprio. Il successo economico non gli offre la felicità che cercava e così lascia tutto e nel 1978 approda a Carona, un piccolo paese del Canton Ticino, dove si confronta con una vita a più stretto contatto con la natura, riscoprendo gli antichi ritmi legati alla terra, facendo il fieno, tagliando la legna, dedicandosi esclusivamente ad attività manuali, lasciando così spazio ai pensieri per la sua ricerca della felicità. Nei primi anni ’80 il suo amore per la natura e la qualità lo portano a trasferirsi in campagna e a coltivare tra i primi in modo biologico, trasformando il latte delle sue mucche in uno yogurt così buono da diventare il punto di riferimento del settore e creatore del mercato del Biologico. Nasce così Fattorie

Scaldasole, azienda che trova immediato consenso in un momento in cui la consapevolezza delle problematiche ambientali e dei rischi connessi all’uso dei pesticidi iniziano a diffondersi. Ma tutto questo non basta e Marco Roveda decide di rientrare nell’alimentare con un nuovo sogno nel cassetto, ovvero lanciare il concetto di Total Quality, dove il biologico rappresenta soltanto uno dei cinque elementi che costituiscono il prodotto. Le zuppe fresche sono già pronte, realizzate con ricette ideate da Marco Roveda, pronte da scaldare in soli tre minuti in pentola o nel microonde, e composte da ingredienti indicati anche per un’alimentazione vegana e vegetariana. La stessa cura e attenzione riservata ai prodotti viene impiegata anche nella realizzazione dell’innovativo packaging sostenibile e unico nel mercato: Marco Roveda, infatti, offre la vera opportunità bio perché, a differenza dei prodotti nella comune ciotola in plastica, la carta utilizzata per realizzare i pack è certificata PEFC ed è gestita in maniera sostenibile. Oltre a promuovere standard di qualità, Marco Roveda è il nome più credibile e titolato nel mondo del biologico. Abbraccia l’agricoltura biologica dal 1978 e con Scaldasole crea il mercato stesso. L’INTERVISTA La nostra sfida più grande in questo nuovo secolo è di adottare un'idea che sembra astratta-sviluppo sostenibile. Ci commenta questa frase di Kofi Annan? “È un po’ una contraddizione, perché l’idea di sviluppo mi fa pensare a un’idea consumista di un mondo che deve continuare a svilupparsi. Una crescita infinita in un mondo finito. Le parole sviluppo e sostenibile a mio avviso contrastano. Bisognerebbe parlare di un modo di vivere sostenibile, non di sviluppo sostenibile. Cercare di vivere nel rispetto dell’ambiente dell’ecosistema. Quindi un lavoro sostenibile, non uno sviluppo.” Cosa hanno sbagliato in Cina per aver causato l’attuale pandemia di coronavirus Covid-19? “Probabilmente non hanno sbagliato i cinesi, ma tutti noi. Gli uomini hanno poco rispetto degli animali.” Quali sono i principi per un'economia sostenibile? “Semplice. Deve rispettare l’uomo e l’ambiente. Queste cose sono legate. L’economia sostenibile tiene conto dell’ecosistema nel lavoro.” Come si raggiunge uno sviluppo sostenibile? “Non dobbiamo sviluppare. Dobbiamo vivere nel rispetto dell’ecosistema.” Cosa dovrebbe fare un piccolo imprenditore italiano per crescere con un'economia sostenibile? “Potrebbe farsi venire delle idee dei prodotti che mancano e servono, ispirati al principio dell’economia sostenibile. Sino ad oggi abbiamo assistito a uno sviluppo enorme del biologico, però è un biologico che è trattato come una referenza, non come una scelta di vita. I brand producono prodotti convenzionali e poi tra questi offrono qualche prodotto biologico. Questo secondo me non ha senso,

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perché è come dire che questi sono i prodotti sani e puliti e tutti gli altri, quelli che normalmente faccio contengono veleni. È come se il mio commercialista mi dicesse che una volta al mese è onesto. No, dev’essere sempre onesto! Mancano prodotti biologici, ma nello stesso tempo che siano fatti con tutti gli elementi per un prodotto speciale. Gli anni ’60 sono stati quelli dell’accessibilità del prodotto. Negli anni ’70 sono dovuti diventare buoni. Negli anni ’80 belli. Negli anni ’90 sani e sicuri, dello sviluppo del biologico. Gli anni 2000 quelli dell’etica. Ogni decennio ci ha regalato un nuovo elemento per la formula del prodotto perfetto. Quindi un piccolo imprenditore può fare un prodotto perfetto che ha tutti questi elementi: accessibile, bello, buono, biologico e prodotto in modo sostenibile.” LifeGate, grazie ad un team specializzato, supporta le aziende nel loro percorso di sviluppo sostenibile attraverso il nuovo modello di impresa “People, Planet e Profit”. Ce ne parli. “Ho fondato Lifegate per cercare di far capire alle aziende che in futuro avremmo dovuto essere tutti People, Planet e Profit, cioè con un profitto nel rispetto delle persone e del pianeta. Siamo stati i precursori della società benefit e ne abbiamo ricevuto il riconoscimento. Una società profittevole, ma che nello stesso tempo fa qualcosa di buono per il pianeta e per le persone.”

LifeGate offre servizi dedicati a Pmi e multinazionali per sviluppare consapevolezza e responsabilità all’interno dell’azienda e proporre l’innovazione come punto di forza. Come si raggiungono questi obiettivi? “Sino al 2000 c’erano i buoni e i cattivi. I buoni erano le Onlus, e i cattivi tutti gli altri. Le aziende che lavoravano solo per profitto. Poi anche con il lavoro di Lifegate abbiamo diffuso questo concetto People, Planet, Profit, dell’azienda che cerca di guadagnare nel rispetto dell’uomo e del pianeta.” Secondo l'Eurispes 2019: è vegano il 7,3% degli italiani. Aumentano i vegani, ma calano i vegetariani. In Italia nel 2018 è calato il numero di vegetariani, ma è aumentata la percentuale chi sceglie una dieta vegana (1%). Cosa ne pensa? “La somma dei due non è in calo. È in crescita. Stiamo andando verso un’alimentazione sempre più vegetale che rispetta e che non vuole sfruttare assolutamente gli animali.” Il denaro apre molte nuove possibilità per un individuo. Albert Camus scriveva: “È una sorta di snobismo spirituale quello delle persone che pensano di poter essere felici senza denaro”. Qual è la connessione tra denaro e felicità? “La felicità per me è uno stato di grazia e non va confusa con la contentezza. Se vinco una somma all’Enalotto sono contento. Mi hanno dato una promozione o ho comprato la macchina nuova sono contento. La felicità è la cosa più spirituale che esiste al mondo e col denaro ha poco a che fare. Il denaro ci può aiutare a essere più rilassati. Vero è che mantenere uno stato di grazia in uno stato di indigenza diventa difficile.” Più rilassati o più liberi? “Più liberi. Il denaro ti permette di essere più leggero. Meno coinvolto nelle fatiche terrene e questo ti predispone ad essere più spirituale. Non ti porta alla spiritualità. Il denaro non toglie la possibilità di raggiungere uno stato di grazia, ma nemmeno ci aiuta più di tanto. Lo stato di grazia lo raggiungi se ti piaci, se ti piace come e dove vivi e con chi, se ti piace il tuo lavoro, se ti senti utile e soddisfatto e realizzato in quello che stai facendo, se riesci a fare del bene, se riesci ad amare e farti amare. Tutte cose che non hanno a che fare con i soldi. Il denaro per me non è un mezzo né un fine, ma energia che puoi orientare verso il bene o il male.” Qual è la sua opinione personale sul 70% dei miliardari che sono partiti da zero, anche da Paesi come l'India? “Nella vita normalmente si trova quello che si cerca. Un insieme di fortuna e capacità come il cercatore di funghi. Un cercatore bravo che conosce i posti trova tanti funghi.” Quali sono gli obiettivi sociali del business? “Il business è per antonomasia il settore privato: ma in effetti è talmente potente che non si può più definire davvero privato, anzi, in effetti è il settore più pubblico che ci sia. Nel corso dell’ultimo

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maggio\giugno 2020 secolo, le grandi compagnie si sono progressivamente autoescluse da preoccupazioni e responsabilità verso la società, ricercando esclusivamente la crescita dei loro profitti. Se vogliono essere reintegrate nella società, è necessario che adottino obiettivi sociali di base. L’obiettivo classico è sempre stato, e in larga parte lo è ancora, fare denaro per i soci della compagnia, gli azionisti (in inglese shareholder). Ma la shareholder philosophy è vecchia e datata. È divenuta una delle maggiori fonti di problemi per il mondo, polarizza la società e porta a un sovrasfruttamento dell’ambiente. Deve oggi essere rimpiazzata con la stakeholder philosophy: responsabilità verso tutte le persone che possono essere toccate dalle attività dell’impresa, che siano azionisti, manager, impiegati o partner, clienti, fornitori o abitanti della comunità locale sede delle operazioni dell’azienda. Classicamente, si diceva, lo scopo del business è il business. Con la stakeholder philosophy lo scopo del business cambia: è la salute e il benessere delle persone e della società. La principale raison d’être dell’impresa non è più raggiungere il massimo profitto nel più breve tempo, bensì ottenere il bene maggiore per il più alto numero di persone nel contempo assicurando la propria viability, la capacità di produrre profitti. Una svolta nel business non è impossibile. Richiede una stretta cooperazione tra i leader del mercato. Devono unirsi non per bandire la competizione, bensì per implementare pratiche socialmente ed ecologicamente responsabili nel proprio settore. Ci sono business leader che potrebbero essere pronti a compiere questo passo e non sottoscrivono più la shareholder philosophy. Tra le maggiori compagnie, molte sono dirette da persone o famiglie di industriali che si identificano con l’azienda, essendone fondatori o alti manager. Sono gli equivalenti odierni dei leggendari capitani

d’industria dei primi decenni del secolo scorso. I vari John D. Rockefeller, Cornelius Vanderbilt, Henry Ford, Thomas Mellon, Andrew Carnegie, non pensavano a sé puramente come uomini d’affari dediti solo a spremere più soldi possibile al mondo, bensì come costruttori della società, forza attiva del bene comune. Come ha detto il fondatore di Ibm Thomas J. Watson, le compagnie non sono create solo per fare soldi, ma per tessere insieme la trama della civilizzazione. Questo spirito non si è estinto, oggi. Bill Gates, Warren Buffett, i fondatori di Google Sergej Brin e Lawrence Page o altri protagonisti del mondo del business, hanno creato fondazioni per sostenere le cause che stanno loro più a cuore, come già avevano fatto prima di loro Rockefeller, Ford, Carnegie. Ma oggi questo non basta più. Negli anni venti e trenta del Novecento nessuno avrebbe sospettato che il perseguimento del business a tutti i costi avrebbe avuto conseguenze così negative. Era un’ovvietà, la società aveva bisogno di automobili, benzina, acciaio e altri beni e le grandi industrie provvedevano. Per gli uomini d’affari avere spirito pubblico non significava mutare l’orientamento della propria azienda, bensì, al massimo, assicurare un giusto trattamento per i lavoratori e lo staff affiancando o sposando determinate cause sociali. Oggi non è più abbastanza fare del bene con gesti filantropici periferici, marginali, mentre si rimane strettamente consacrati all’obiettivo del fare bene nel mercato. I danni delle aziende fossilizzate su strategie per la massimizzazione del profitto a breve termine non vengono bonificati finanziando cause sociali, per quanto meritevoli. La necessità oggi, per coloro che hanno potere di controllo nelle maggiori compagnie, è diventare forza trainante per il bene pubblico. Non con la beneficenza, ma riorientando le loro compagnie. L’obiettivo

LA NUOVA IMPRESA DEL FUTURO A 3P

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sociale riconosce che il portatore d’interesse di un’azienda è la società stessa. abbracciandolo, il settore privato si proietta nel novero degli attori sociali dedicati alla causa del benessere dell’umanità e della sostenibilità ecologica.” Qual è la visione comune dietro le sue opere, i libri e lo sviluppo internazionale del Green belt Movement? “Si potrebbe chiamare il potere degli alberi, la loro funzione di far crescere e costituire una cintura verde e, attraverso ciò, di creare una rete. Nei libri ho raccolto le mie riflessioni su ciò che è successo durante la creazione di questo movimento e ho constatato che si tratta di sfide che non coinvolgono solo il Kenya, bensì l’intera Africa. In una prospettiva di cambiamento, ciò di cui mi sono accorto è che comincia a esserci una maggiore cooperazione tra i soggetti in gioco. La trasformazione del G8 in G20 avvenuta a Pittsburgh, con l’allargamento alle economie emergenti, è un segno di questa spinta all’inclusione. C’è una grandissima cooperazione nel modo col quale noi gestiamo i flussi economici e ci sarà sempre maggior controllo sulla gestione della finanza globale. La gente può apprezzare il fatto che siamo sempre più interconnessi e collegati. Lo penso innanzitutto per quanto riguarda la nostra economia e penso che dobbiamo preoccuparci in quanto cittadini ovunque ci troviamo. Credo che quello che accade in una parte del mondo influenzi inevitabilmente anche l’altra parte, così non possiamo dirci sicuri ovunque noi siamo. Sappiamo che il problema del tracollo finanziario è iniziato negli Stati Uniti d’America e anche prima sapevamo che avrebbe influito sulle persone di tutto il mondo, specialmente sui normali cittadini. Penso che noi cittadini dobbiamo essere più consapevoli e incoraggiare il nostro Governo ad essere più vigile e attento per non non rischiare

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di essere colpiti in prima persona negativamente da decisioni prese dai nostri leader finanziari. Oggi c’è molta connessione. Possiamo vivere in Paesi molto lontani gli uni dagli altri, per esempio in America, in Europa, nell’Est, in Africa, ma per ciò che riguarda le nostre vite, come nella gestione finanziaria, siamo molto interconnessi. È questo che sta avvenendo nel mondo: l’interconnessione. Personalmente credo che la via alla felicità risieda nell’impegno. Credo che per essere felici dobbiamo essere impegnati in qualcosa e dobbiamo aiutare, dare beneficio e curarci del benessere dei nostri simili, gli esseri umani. Ma aggiungo e sottolineo che non siamo i soli ad abitare questo pianeta, ci sono anche gli animali, le piante, gli uccelli. Risolvere i loro problemi, rispettare il loro habitat, essere sicuri che sopravvivano ed occuparci anche dei nostri simili esseri umani è solo una delle tappe del raggiungimento della felicità. Insomma, secondo me la via alla felicità risiede proprio nella connessione, nell’impegno e nel supporto.” Qual è la sua idea del cambiamento necessario? “Grazie a tutte le incredibili innovazioni scientifiche e tecnologiche degli ultimi decenni, a partire dallo studio dei minuti delle particelle fino alle più remote conquiste nello spazio, dalle comunicazioni istantanee alla decodificazione del genoma umano, l’umanità si trova a dover affrontare una serie di crisi che, complessivamente, rappresentano una seria minaccia non solo per il singolo individuo e gli stati, ma per l’intero genere umano. Tra i problemi più gravi che ci troviamo ad affrontare oggi ci sono il riscaldamento globale e il cambiamento del clima, con il conseguente pericolo di un innalzamento significativo del livello dei mari, inondazioni devastanti, milioni di rifugiati a causa di problemi ecologici, il prosciugamento


maggio\giugno 2020 dei fiumi a causa dello scioglimento dei ghiacciai e gravi distruzioni dei sistemi di coltivazione. Un’altra minaccia è data dal terrorismo a sfondo religioso, i cui tentacoli hanno raggiunto ogni punto della terra, generando ovunque confusione e insicurezza. Esiste inoltre un’asse di matrice terroristico-anarchica costituita da gruppi e organizzazioni con l’intento di distruggere l’ordine costituito degli stati e creare quelle che sono state definite le Zone Liberate, secondo un processo che porterà inevitabilmente all’anarchia e alla violenza. La terza crisi è nata in seguito al crollo delle economie capitaliste a livello globale, in quanto alla fine l’avidità e l’avarizia irrefrenabili delle grandi società, ormai scevre da qualsiasi vincolo di natura etica o morale, hanno portato l’intero sistema sull'orlo di un collasso, facendo nascere lo spettro di una recessione globale, generando disoccupazione, tensioni sociali e violenza in numerose parti del mondo, comprese le società ricche e sviluppate. La questione fondamentale che ora dobbiamo affrontare è se uno qualsiasi di questi problemi o dei problemi legati a tali aspetti possa essere risolto senza un reale cambiamento a livello della coscienza. Attualmente il nostro pensiero si basa sul concetto newtoniano-cartesianomarxista di rifiuto dei valori spirituali e l’esaltazione del pensiero materialista e dualistico. ciò ha comportato un allontanamento dalle nostre radici spirituali, e di conseguenza è venuto a mancare il riferimento ai valori spirituali necessario allo sviluppo di qualsiasi civiltà. Come risulta evidente, questa filosofia, nonché l’attuale stile di vita delle nazioni e società ricche, sono diventati insostenibili. Se proseguiamo su questo percorso ci troveremo inevitabilmente condannati al crollo in un futuro non troppo remoto e lasceremo in eredità alle generazioni che devono ancora nascere un mondo distrutto e caotico. In tale contesto è possibile identificare una serie di movimenti olistici che stanno sorgendo in tutto il mondo allo scopo di ricreare un equilibrio tra gli esseri umani e la natura, e sviluppare nuovi sistemi di risoluzione dei conflitti e di integrazione sociale. A differenza della grigia prospettiva auto-realizzante dello scontro di civiltà elaborata così brillantemente dal defunto Samuel Huntington, esiste il concetto di convergenza di civiltà, e diverse iniziative volte alla sua realizzazione. L’intero movimento. Interfede si basa su un antico detto vedico: la realtà è una, il saggio la chiama usando nomi diversi. Un esempio è costituito dalla cittadina multireligiosa, multinazionale, multilinguistica e multiculturale di Auroville. Situata nell’India meridionale, Auroville è stata creata sulla base degli insegnamenti del grande filosofo evoluzionista Sri Aurobindo e della sua collaboratrice, la madre. Inoltre, sono in corso numerosi altri esperimenti nel mondo, ma sono ancora rari e distanti. Manca un reale collegamento tra loro. ciò che dobbiamo fare è creare la consapevolezza che è necessario agire urgentemente all’interno di quello che potrebbe essere definito il Progetto Olistico Mondiale, affinché le varie correnti di filosofia alternativa possano essere unite in una simbiosi efficace e filantropica. È, inoltre, importante ricordare che il cambiamento verte su due assi, uno verticale e uno orizzontale. L’asse orizzontale riguarda una stretta collaborazione e cooperazione tra le persone, organizzazioni e istituzioni in tutto il mondo impegnate nella realizzazione di una filosofia olistica come alternativa al progetto fallito prevalente di zeitgeist. L’asse verticale

riguarda ciascuno di noi nel passaggio a un livello più profondo di consapevolezza della nostra coscienza individuale. Quest’ultimo riguarda sostanzialmente una ricerca individuale, che può essere realizzata grazie a una serie di tecniche e filosofie, compreso lo yoga, lo Zen, la meditazione e la preghiera. Soltanto un movimento reale sul piano orizzontale e verticale ci consentirà di sopravvivere alla nostra avarizia collettiva e alle innovazioni tecnologiche. Non dimentichiamo che, nonostante la fine della Guerra Fredda, sono state combattute quasi cento guerre in diverse parti del mondo, le quali hanno causato centinaia di migliaia di vittime e milioni di rifugiati, e che le riserve nucleari presenti sul pianeta sono in grado di distruggere più volte l’intero genere umano. Dobbiamo pertanto far sviluppare la consapevolezza che è necessario agire con urgenza al fine di apportare un cambiamento nelle nostre coscienze, oltre che nelle nostre azioni. Come dice un proverbio cinese: è più tardi di quanto si pensi. Siamo travolti velocemente dagli eventi, e sembra quasi che la violenza e la negatività abbiano acquisito una velocità inarrestabile. Comunque non dobbiamo mai cedere a un atteggiamento disfattista. È, invece, opportuno impegnare le nostre risorse materiali, intellettuali, morali e spirituali per passare a un livello più elevato di consapevolezza. solo così sarà possibile la nostra salvezza individuale e collettiva.” Ci parli di LifeGate PlasticLess®. “Per tutelare la salute del mare e la nostra è nato LifeGate PlasticLess®, il progetto di LifeGate intende contribuire alla diminuzione dell’inquinamento dei mari italiani attraverso la raccolta dei rifiuti plastici nelle acque dei porti e nei circoli nautici e a promuovere un modello di economia e di consumo davvero circolare con lo scopo di ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti, soprattutto i più dannosi per l’ambiente come le plastiche. La presenza di rifiuti plastici nel mar Mediterraneo è un’emergenza da affrontare subito. Per l’Unep, il Mare Nostrum è costretto ad accogliere ogni giorno 731 tonnellate di rifiuti in plastica, che potrebbero raddoppiare entro 2025. Ecco perché LifeGate intende contribuire in maniera concreta al recupero di rifiuti plastici nei mari italiani mettendo nei porti e nei circoli nautici i Seabin, appositi dispositivi di raccolta dai mari della plastica, della microplastica da 5 a 2 mm e delle microfibre da 0,3 mm.” Ci parli del progetto Lifegate Bee my Future. “Negli ultimi anni la popolazione di api e di altri insetti impollinatori ha subito un calo. Secondo la Fao, 71 delle 100 colture più importanti al mondo si riproducono grazie all’impollinazione. Più dell’80% delle coltivazioni destinate a nutrire l’uomo conta sul lavoro che questi insetti ci offrono gratuitamente. Se il numero di api continuerà a diminuire, molto presto non potremo più godere di alimenti come i frutti di bosco, le pesche, le castagne, le mele, le mandorle, ma anche le zucchine, i pomodori e tantissimi altri ortaggi. Lo stesso vale anche per i prodotti caseari come latte, yogurt, burro e formaggi freschi. La scomparsa delle api mette in pericolo la nostra sicurezza alimentare, il nostro futuro. L’obiettivo del progetto Bee my Future è sostenere l’allevamento di 12 alveari grazie al lavoro di un apicoltore hobbista

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con esperienza decennale e una profonda conoscenza del mondo degli insetti che alleva. L’apicoltore è selezionato dall’Associazione partner del progetto, APAM-Associazione Produttori Apistici della Provincia di Milano. L’apicoltore si occuperà dell’allevamento delle api ricevute in gestione e della produzione di miele in un contesto urbano, all’interno della provincia di Milano, seguendo i principi guida del biologico. Il progetto prevede l’acquisto degli sciami di api, delle attrezzature necessarie, come le arnie e gli indumenti di protezione per l’apicoltore, le continue attività di assistenza tecnica all’apicoltore, la verifica e il monitoraggio delle attività e del loro stato di salute, la produzione di miele dalle arnie in conformità con la legislazione che regolamenta il settore (produzione, confezionamento, etichettatura), la brandizzazione dei materiali del progetto e del miele prodotto. Il biomonitoraggio grazie ai dispositivi Melixa. LifeGate, in occasione della quarta edizione di Bee my Future, ha deciso di apportare al progetto un’importante novità: la realizzazione di un sistema di biomonitoraggio, il primo in Italia non invasivo grazie all’utilizzo dei dispositivi di Melixa che tramite i sensori di temperatura interna ed esterna, il peso e il conta voli quotidiano fornisce preziose informazioni sulla salute delle api e tramite essa sulla salute dell’ambiente circostante. Le api bottinatrici raccolgono informazioni importanti sulla salute del suolo, dell’aria e dell’acqua attraverso il loro operoso lavoro di raccolta del nettare, dei pollini e dell’acqua dal territorio circostante con un raggio di azione di 3 Km. La frequenza dei loro viaggi è impressionante: una colonia di api effettua quotidianamente 10 milioni di microprelievi raccogliendo, nei mesi più caldi, diversi litri di acqua per regolare la temperatura dell’alveare e dissetarsi. Inoltre, catturando sul loro corpo anche le particelle di inquinanti presenti nell’aria, con il biomonitoraggio non solo si può capire quanto è contaminato l’ambiente ma anche la presenza di eventuali fenomeni di bioaccumulo, che ha conseguenze anche per la salute dell’uomo.” Come promuovere la mobilità sostenibile con servizi e strumenti, per persone e aziende? “Il progetto Mobility Revolution di LifeGate soddisfa questa esigenza. Perché creare una mobilità sostenibile diffusa fa bene alle aziende.

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In tutti i settori dell’economia è possibile introdurre un approccio teso alla sostenibilità, con la creazione di strumenti concreti, efficaci e autorevoli per valorizzarla. LifeGate ha l’ambizione di intervenire in ogni settore economico mettendo a disposizione dei partner una vision suggestiva e un expertise esclusiva e consolidata per la creazione di progetti, metodologie e indicatori innovativi. Per questo, LifeGate ha creato Mobility Revolution: un dialogo tra settore della mobilità e aziende. Per le sue dimensioni industriali, il reticolato di collegamenti, l’attitudine alla ricerca e i margini di sviluppo, il settore della mobilità è l’ambito dove l’esperienza LifeGate di dialogo con aziende e persone sui temi dell’innovazione, dell’ambiente e dello stile di vita più vantaggiosamente si traduce in concreti strumenti di miglioramento.” LifeGate offre energia rinnovabile e servizi di efficientamento energetico. Quali sono? “LifeGate è l’unica azienda in Italia a vendere energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili italiane. E con LifeGate Lighting siamo attivi nella fornitura di sistemi di illuminazione a Led di ultima generazione; si tratta di una tecnologia che permette un consumo energetico inferiore dal 65% al 90% rispetto a quello delle lampadine tradizionali. È fondamentale far capire a tutti che la sfida globale più importante oggi è la transizione energetica dalle fonti fossili (carbone, petrolio, gas) alle rinnovabili (eolico, fotovoltaico, idroelettrico). Detto in altri termini: l’azione più efficace che imprese e cittadini possono fare è quella di scegliere energia rinnovabile per le proprie case e i propri uffici. Non costa di più, non servono lavori, basta firmare un contratto. Questa semplice azione ha un impatto molto maggiore rispetto a tutte le altre azioni che possiamo fare (come andare in bici al lavoro tutti i giorni), e quindi oltre ad essere la più importante è anche la più efficiente: con un minimo sforzo abbiamo un massimo beneficio. La gente l’ha capito chiaramente – pensiamo ai movimenti di piazza come i Fridays for Future – e anche le aziende che scelgono di usare l’energia pulita di LifeGate stanno scoprendo che i consumatori apprezzano particolarmente questa scelta: è un modo concreto di dimostrare che si hanno a cuore gli stessi valori.”


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Venditalia 2020: il mondo del Vending si incontra a Milano Venditalia, il più importante Salone del Vending, rappresenta un’opportunità unica per scoprire le ultime novità del settore e un’occasione concreta per incontrare i protagonisti del Vending internazionale. Vi aspettiamo nella nuova location espositiva di Fieramilano Rho!

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/Impresa Sebbene in Italia siamo in ritardo su molte innovazioni digitali, la possibilità di telelavorare, diventata necessità durante questi mesi di isolamento coatto, di sicuro diverrà irrinunciabile per molti lavoratori ed aziende. Lo smart working coincide con il telelavoro? O con il "datato" lavoro a domicilio? La disciplina per il settore pubblico è la medesima per il settore privato? Come avviene il conteggio delle ore? Diamo risposta a queste domande grazie all'intervento del giuslavorista Prof. Paolo Pascucci che collaborò, insieme al Prof. D'Antona, alla stesura del primo decreto che introdusse il telelavoro nelle pubbliche amministrazioni (D.P.R. 70/99). "Per prima cosa bisogna specificare che non tutte le professioni sono telelavorabili e ribadire che la disciplina giuridica del telelavoro in

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SMART WORKING Una novità (relativa) di estrema attualità

A cura di Elena Pravato


maggio\giugno 2020

senso lato è presente in Italia dagli ultimi anni '90 ma fino ad ora poco applicata. Con il decreto presidenziale n. 70 del 1999 si è introdotta quale risorsa organizzativa per le Pubbliche Amministrazioni, la possibilità del telelavoro. All'epoca il nostro team si preoccupava del pericolo che il lavoratore andasse incontro ad un eccessivo isolamento, rischio effettivamente contemplato nel Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (al comma 10 dell'articolo 3 del d.lgs. 81/2008 si parla proprio della prevenzione dei rischi da isolamento). Paradossalmente, in questo momento attuale, la situazione si è capovolta diventando proprio il telelavoro, o comunque il lavoro a distanza, un prezioso mezzo per rimanere collegati alla realtà e alla propria attività professionale." Da fine febbraio sembra che l'Italia, sotto la spinta dall'emergenza sanitaria del Coronavirus, abbia recuperato qualche anno di ritardo rispetto alla reale e massiccia introduzione del telelavoro. D'altronde, si sa, è proprio nei momenti più difficili che gli italiani danno il meglio! Professore, perché eravamo ancora così scettici sul lavoro a distanza? “Non solo il telelavoro ma anche altre innovazioni della disciplina del lavoro hanno faticato per trovare applicazione. Penso ad esempio al lavoro somministrato. Sia da parte del datore di lavoro che da parte dei dipendenti c'è la convinzione e l'abitudine a quantificare e valutare il lavoro in base al tempo, alle ore lavorate. Sia il telelavoro sia lo smart working valorizzano, invece, il fatto che l'attività sia orientata più al risultato. È arduo spesso per il datore non controllare il dipendente soprattutto per le PMI." Ci può aiutare nel capire che differenza c'è fra telelavoro, smart working e lavoro a domicilio? “Il lavoro a domicilio è regolato da una normativa degli anni '70 e disciplina una tipologia di lavoro subordinato e prevalentemente utilizzato in ambito manifatturiero. Tipico l'esempio della finitura dei Blue jeans che veniva spesso affidata a personale femminile al proprio domicilio. Per il settore pubblico, come già detto, è il decreto del Presidente della Repubblica n. 70 del 1999 il testo di riferimento

e, inoltre, la contrattazione collettiva ha pienamente recepito questa disciplina. Per il settore privato, possiamo basarci sull’accordo-quadro europeo sul telelavoro del 16 luglio 2002, recepito in Italia due anni dopo da un accordo interconfederale (per i non addetti si tratta di un accordo fra tutte le associazioni e gli attori economici del Paese , per citarne alcuni Confindustria, Sindacati, Confartigianato etc.). In questo caso il telelavoratore si avvale di una postazione fissa, satellite rispetto alla sede aziendale, che naturalmente può essere quella del proprio domicilio e svolge lo stesso lavoro che svolgerebbe in azienda. Con la legge n. 81 del 2017, poi, è stato introdotto lo Smart working o lavoro agile che si differenzia dal telelavoro per la mancanza di una postazione fissa dislocata fuori dall'azienda da cui si svolge la propria attività. Lo smart worker può svolgere il proprio lavoro in azienda, a casa, in viaggio e non è vincolato ad un preciso orario. Nella normativa giuslavorista si prescrive però la conclusione di uno specifico accordo individuale tra datore e lavoratori che regoli i punti del lavoro agile. In questa emergenza dovuta all'imperversare del COVID-19, si è derogato a questo punto, tralasciando la stipula dell'accordo individuale fra le parti. Naturalmente ad epidemia terminata, è auspicabile che tali accordi tornino obbligatori proprio perché il rapporto di lavoro è un bilanciamento molto delicato fra diritti fra le parti." Aggiungiamo che, dai dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano(al 30 ottobre 2018), si evince un aumento produttivo del 15% per le realtà che scelgono il lavoro agile e addirittura un riduzione dell'assenteismo fino al 20%. Lo Smart work può essere una buona soluzione anche per le mamme lavoratrici? “Certo, anzi il lavoro agile può essere uno strumento per evitare che le donne lavoratrici escano dal mercato del lavoro con la gravidanza. È sempre bene ricordare che la nostra Costituzione all'art.37 sancisce e proclama che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore e che le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. Un modello utile anche per i disabili che abbiano difficoltà negli spostamenti." Ringraziamo il prof. Pascucci per la disponibilità.

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/Impresa

SCENARI DEL COVID-19 Ne parliamo con... A cura di Carla Cavicchini

Stefano Ciuoffo, Assessore alle Attività Produttive, credito commercio e turismo della Regione Toscana.

l'emergenza sanitaria lo renderà possibile. Nel frattempo, per quanto riguarda altri provvedimenti, aspettiamo di vedere quali saranno le misure prese dal governo così da non sovrapporsi ed essere complementari.”

Francesco Palumbo, Direttore di Toscana Promozione Turistica.

La crisi generale del “dopo-virus” richiederà un ripensamento delle attuali strutture, dagli alberghi ai musei, alla riorganizzazione degli eventi etc. Sarà questa l'occasione per inaugurare un diverso modo di vivere e condividere gli spazi sociali? “Sicuramente tutto quello che stiamo vivendo avrà ripercussioni anche nella Fase 2, quando arriverà. Non possiamo immaginare un ritorno alla normalità fino a quando non ci sarà il vaccino e per questo è bene essere pratici e ragionare sul come convivere con il virus facendo tutte le azioni quotidiane, lavorative e di svago. Non potremo prescindere dall'igiene e dalle misure di distanziamento sociale che andranno a impattare sui luoghi di ristoro o sulle strutture ricettive che dovranno, ad esempio, modificare l'assetto delle sale adibite ai pasti per i clienti. Dovrà essere un lavoro fatto insieme alle categorie imprenditoriali interessate, i lavoratori e le autorità mediche. Occorrerà adattarsi per ripartire. E sicuramente il turismo legato a piccoli luoghi ricercati avranno maggiore appeal di quelli particolarmente affollati. Per quanto riguarda gli eventi è ancora presto per parlarne, ma lavoriamo affinché la stagione estiva sia salvaguardata pur con tutte le accortezze del caso.” Sono previste modalità a supporto delle micro, piccole, medie imprese, cooperative nonché attività turistiche ed associazioni culturali in generale a seguito di strategie di buon rilancio e ricostruzione? “La Regione si è impegnata per mettere a disposizione strumenti di accesso al credito: la liquidità è stata la prima cosa venuta a mancare alle imprese che di colpo si sono viste azzerare i fatturati. Abbiamo sospeso i pagamenti delle rate per quelle che avevano già in essere finanziamenti da bandi regionali e sospeso tutti gli adempimenti che sarebbero dovuti avvenire in questi mesi. Stiamo pensando a una grande campagna comunicativa non appena

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La comunicazione virtuale ha sostituito quella reale ma, al contempo, ha fatto comprendere l'importanza di quest'ultima, come dire l'averla impedita ne ha esaltato l'essenza. Siamo di fronte ad un Rinascimento del terzo millennio? “La comunicazione per il turismo, e non solo, con la crisi COVID ha subito uno stravolgimento di ordine generale. Quando tornerà la normalità, la possibilità di muoversi, viaggiare, lavorare, etc. aspettative e desiderata delle persone saranno cambiate, soprattutto nel breve-medio periodo. Un sentimento collettivo condiviso di brama di normalità mescolata a riscatto del tempo perso e ad una euforia in senso esistenziale potranno essere i driver su cui basare una risposta in termini di identità e di offerta della destinazione toscana. I temi turistici dovranno essere orientati ad articolare, anche nella comunicazione, le varie componenti di tale identità. Nel turismo individuale, auto-organizzato o tailor made, partiranno prima anticipatori, esploratori e conoscitori della destinazione per poi essere pronti anche gli altri target molto più numerosi. Con buona probabilità ripartiranno generazione Z, come gruppi amicali e coppie e millennials sempre con gruppi amicali e famiglie. Con questi pubblici bisogna comunicare a tutti i livelli e con tutti gli strumenti. Non conta digital o tradizionale, conta raggiungerli nel livello emotivo più personale. In questo quadro, non solo è possibile un rinascimento del terzo millennio, ma è addirittura auspicabile. E tale rinascimento dovrà necessariamente articolarsi con i giusti messaggi, con la perfetta integrazione


maggio\giugno 2020 tra mezzi off line (OOH, stampa generalista e specializzata, pubblicazioni periodiche e/o editoriali) e on line (web display, video banner, social advertising), che tengano presente i diversi linguaggi di ciascun mezzo, con contenuti e messaggi emozionali, lavorando sulla fase di dreaming, all’inizio senza alcun orientamento commerciale per poi concentrarsi invece su proposte commerciali coerenti con i target e con un'immagine rinnovata alla luce degli accadimenti anche per una destinazione già molto nota come la Toscana.

“Quando il diavolo balla, la malavita va a nozze. Le leggi esistono ma serve di più. Attenzione al territorio, mano ferrea, sostegno a famiglie e imprese. Rapido. Nel primo decreto Cura Italia qualcosa c'è. Il secondo decreto, di prossima uscita, dovrebbe allargare le misure pro turismo e cultura. Del resto, ci avviciniamo alla stagione estiva e dubito che l'emergenza sarà del tutto superata. Sono due pilastri dell'economia nazionale e, aggiungo, della storia patria, che nel caso è storia universale. Impossibile lasciarli in un canto. Eleonora Lastrucci, Stilista Internazionale di Prato.

Senatore Riccardo Nencini, Presidente del Partito Socialista Italiano.

La crisi generale del “dopo-virus” richiederà un ripensamento delle attuali strutture, dagli alberghi ai musei, alla riorganizzazione degli eventi etc., sarà questa l'occasione per inaugurare un diverso modo di vivere e condividere gli spazi sociali? “Se la durata della crisi sarà medio-lunga, una nuova organizzazione di vita sarà obbligatoria, diversamente non prevedo cambiamenti radicali. I cambiamenti per essere tali devono maturare dentro di noi, non essere imposti dall'esterno. Ciò detto, per un certo periodo avremo paura degli assembramenti, ci terremo a distanza, forse con un po' di sospetto.” La comunicazione virtuale ha sostituito quella reale ma, al contempo, ha fatto comprendere l'importanza di quest'ultima, come dire l'averla impedita ne ha esaltato l'essenza. Siamo di fronte ad un Rinascimento del terzo millennio? “La rivoluzione tecnologica è uno degli aspetti più significativi della fine del millennio scorso, può solo accelerare. L'informazione potrebbe goderne o, al contrario, subire effetti negativi. Troppe bufale, pochi approfondimenti…” L'Italia ha dimostrato nell'emergenza una coesione forse inattesa. È un buon viatico per una rapida ripresa? “La gente ha rispettato i divieti, la paura ha dominato. Quanto a coesione, vediamo. Siamo un popolo creativo e individualista in un mondo aperto. Un tempo eravamo il popolo con la dose più alta di spirito civico, e oggi?” La malavita pare già interessata agli spazi di disagio sociale che, inevitabilmente, l'attuale crisi offre. Le leggi ed il sistema bancario sapranno offrire valida alternativa ai lacci dell'usura?

Nel campo della moda sono state inevitabili le ripercussioni del COVID-19. È un settore trainante, non solamente in Europa, dell'eccellenza italiana. L'intero sistema è stato penalizzato, si profilano timide aperture a primavera inoltrata. Per chi è rimasto inattivo sono previsti sgravi fiscali? Le varie associazioni di categoria sono al vostro fianco? E, in fattori numerici, le piccole, medie imprese ce la faranno a rialzarsi? L'amministrazione pratese quanto è vicina alle industrie? “Siamo ancora dentro uno stato emergenziale. Quando ne usciremo, e dobbiamo ancora sapere come, saremo provati, angosciati dal fatto che dovremo imparare a convivere con il virus. L'ultimo pensiero che ho in questo momento sono le questioni fiscali o altro. È una domanda alla quale potrò rispondere quando sarà tutto finito.” Memori di tale pandemia avverrà un ripensamento a livello di capsule, sfilate, passerelle etc, per stagioni che la moda anticipa? Insomma si profila un riallineamento visto che risposte certe non esistono con rischio di nuovi contagi? “Siamo individui. Ognuno vive le esperienze in modo diverso secondo conoscenza, spirito, e stati d'animo, come la paura, diversi. Questa diventa bagaglio, leggero o pesante, da cui fatalmente nasceranno le nostre ispirazioni. Noi siamo quello che creiamo indissolubilmente. E, comunque, in questo momento di fermo forzato sto continuando a lavorare, disegno abiti per eventi già programmati da tempo, tra questi un importante concerto. Inoltre, sto continuando a realizzare la nuova collezione di alta moda pensata esclusivamente per i Red Carpet alla Mostra del Cinema di Venezia, che spero possa essere confermata, anche se in programmazione diversa.”

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La merce inutilizzata causa fiere annullate etc, può essere destinata a fini benefici? “L'alta moda è la gamma che si contrappone al fashion system. In quest'area c'è una ricercatezza diversa, dunque una tempistica nonché una qualità più marcata. Non consideriamo rimanenza ciò che non viene venduto nell'immediatezza. Quanto ai fini benefici, è un ambito in cui sono molto presente senza dover attendere stati di crisi come questi. Partecipo spesso alle iniziative della Lega per la lotta contro i tumori (Lilt) e dell'Associazione nazionale contro i tumori (Ant), per esempio.” Nei tempi di crisi è innegabile abbattersi, ma poi reagire in maniera oculata con forte determinazione, magari coniugata da buona creatività artigianale, non disdegnando marketing ed altre soluzioni alternative. La Toscana in tale campo, grazie soprattutto alle sue buone maestranze, si è sempre difesa orgogliosamente andando avanti. Quanto conta il carattere toscano? “Beh, i numeri hanno sempre parlato chiaro. Anche in tempo di crisi profonda per il nostro Paese, il Made in Tuscany ha sempre fatto registrare un attivo a doppia cifra rispetto l'anno precedente. Sono pratese, dunque toscana, ringrazio il Padreterno di avermi fatto nascere in questa culla." Prof. Cristiano Mazzanti, Docente, scrittore e sociologo.

“Tucidide, Boccaccio, Manzoni sono disperati! Le loro pesti, che hanno cavalcato le pagine più emozionanti della letteratura mondiale, sono barchettine a vela in confronto alla situazione attuale registrata in tutta fretta come pandemia anche se gli indici erano inferiori. Solo Edgar Allan Poe gongola con la sua Morte rossa che provoca la fine di Prospero come si verificherà in tutto il mondo con l’eventuale riapertura di quello che una volta veniva chiamato il commercio. La terra, vestita di mondo ma immondo, torna ad essere un geoide con i meridiani e i paralleli trasformati in gabbia con lucchetto misterioso. Fin dagli inizi del primo annuncio dalla Cina (con colpevolissimo ritardo tanto da scatenare tutto questo inferno) si è mossa la caccia alla eziologia perché l'uomo dopo l'Illuminismo non si rassegna alla casualità selvaggia, ma esige una spiegazione accompagnata eventualmente, anzi meglio, da un qui prodest? Cioè a vantaggio di chi? Cosa c'è sotto ed anche sopra? Le varie tesi si sono aggrovigliate vertiginosamente.

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Eccone alcune scaturite dalla rilettura dei migliori romanzi di fantascienza distopica. In prima fila il complottismo ideologico con la rituale accusa agli Stati Uniti con gli onnipotenti Servizi Segreti ( talmente segreti che a volte non lo sanno neppure loro). Poi è tornato a volare e volere il pipistrello accompagnato dalle profezie di Nostradamus. Quindi non sono mancate illazioni su di una guerra fredda sotterranea che qualcuno sta cercando di riscaldare. Sullo sfondo, il negazionismo che coinvolge molte situazioni di televisioni private con interviste roventi mirate a denunciare il tutto come una prova di dittatura mondialfinanziaria, per aprire finalmente le porte a quel mondo già preannunciato dal cinema a partire dalla Fuga di Logan. Indubbiamente è innegabile che alcuni obiettivi sono stati raggiunti immediatamente, con omertà globale, o quasi, per il momento, in modo indolore. Il sogno di tutte le forze anticattoliche ha realizzato finalmente l'idea di togliere i sacramenti a popolazioni intere e, i fautori della dissolvenza (sì proprio dissolvenza, non scioglimento) degli Stati Nazionali hanno riconfermato, dopo Chernobyl, l'inutilità di frontiere arcaiche quando si deve rispondere al Grande Fratello Universale. Ed ancora le grandi multinazionali con grinfie di banche, aspettano il crollo degli ultimi piccoli commerci per infilare tutti e tutto nei loro supermercati sempre più super, sempre più mega. Non a caso vengono elargiti prestiti con la botta finale per una impossibile restituzione. Questo panorama consente di dichiarare che questa è la prima crisi antropologica del pianeta precipitata simultaneamente verso i tempi dell’accelerazione della storia nella società liquida. Fino alla caduta degli Imperi Romani alla bomba atomica, i momenti periodizzanti della Storia Universale sono stati parzialmente graduali anche nelle trasformazioni geopolitiche. Non molti anni fa… sic! C'erano ancora soldati nipponici che pensavano di dover resistere nelle ultime giungle senza neppure una radiolina. Oggi il macigno pandemico si abbatte con scarse possibilità di fuga dalle tronchesi della finanza mondiale. Neppure fra i pinguini può essere garantita una salvezza ed inoltre già da tempo, con il terzo Millennio, non c'era più nemmeno l'America. I sostenitori delle Apocalissi (religiose o ecologiche) sono sempre più arzilli e pimpanti perché finalmente è arrivata l'occasione della palingenesi, del rinnovamento universale, dell'uomo nuovo. Fuori dall'uovo. E, dulcis in fundo, su tutto questo arriva la benedizione stataltelevisiva che vorrebbe far credere che questo domicilio coatto universale sia una benedizione: si riuniscono le famiglie, si gioca con i bambini, si pulisce la dentiera alla suocera, si cucina… più che altro si rincoglionisce nel voler far niente impigrendosi alla faccia di qualche buona lettura, con occhi strabuzzanti per culi e tette nei format-televisivi. Questo dal balcone cantando, sbracciandosi, Abbracciami Forteee, mentre per la strada il refrain di Celentano Stai lontano da me!”



/Tecnologia

SEO E CORONAVIRUS, COME REAGIRE ALLO STATO DI EMERGENZA Alcuni spunti suggeriti da Google per tutte le aziende che maggiormente soffrono degli effetti dovuti alle misure di lock-down e distanziamento sociale Rubrica a cura di Boraso

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maggio\giugno 2020 Il distanziamento sociale e le misure di lock-down di questo ultimo periodo s tann o c ambian do ra dic alm ente le abitudini di consumo e di vita di tutti. Per tutte le aziende, diventa sempre più importante capire come reagire a livello strategico e operativo per contenere, quanto più possibile, i danni. Per coloro che maggiormente soffrono di questa situazione di emergenza, Google invita a non fermare il proprio sito, ma piuttosto a limitare alcune sue funzioni. In questo articolo vediamo insieme alcuni consigli, suggeriti dal motore di ricerca, pensati in particolar modo per le aziende che hanno dovuto sospendere la vendita dei propri prodotti o servizi, ma applicabili comunque per qualsiasi realtà. S E N ECE S S A RI O LI M ITA A LC U N E FUNZIONALITÀ DEL SITO Come già accennato, una delle prime cose da fare è evitare di disabilitare l’intero sito, ma piuttosto limitarne le funzionalità: in questo modo le persone possono ancora trovare le informazioni sulla tua azienda, scoprire i tuoi prodotti, leggere le descrizioni, approfondirne la conoscenza con le recensioni e salvarli tra i preferiti in modo tale da ritrovarli facilmente quando sarà possibile riacquistarli. John Mueller, Webmaster Trend Analyst di Google, elenca alcune best practice che aiutano nel comunicare in modo trasparente verso i propri clienti e a fornire chiare indicazioni ai motori di ricerca. • Disabilitare la funzionalità del carrello: si tratta dell’intervento più immediato che non influisce nella visibilità del sito nei risultati di ricerca. • Spiegare chiaramente ai tuoi utenti cosa sta accadendo: attraverso banner o lan ding page p uoi comunic are informazioni puntuali in merito, per esempio, a ritardi nell’evasione degli ordini, opzioni di consegna, proroga dei tempi previsti per i resi e così via. • Aggiornare i tuoi dati strutturati: per esempio se hai dei negozi fisici è possibile aggiornare i dati relativi agli orari di apertura. • Controllare il tuo feed e aggiornare l’attributo di disponibilità: se hai

attivato Merchant Center puoi farlo per tutti i prodotti mostrati in Google Shopping. • Co m unic a re a G o o gle tut ti gli aggiornamenti importanti: attraverso Google Search Console puoi, per esempio, chiedere al motore di ricerca di ripetere la scansione di un certo numero di pagine. Oppure puoi sfruttare la Sitemap per la scansione di un numero più ampio di pagine come per esempio quelle dei prodotti. Perché, invece, è sconsigliabile disabilitare l’intero sito in questo periodo? Come già ribadito, Google sconsiglia caldamente di disabilitare l’intero sito Web, soprattutto durante questo periodo di lock-down. • Gli utenti non sapranno mai per certo cosa sta succedendo all’attività dell’azienda. • I clienti attuali e potenziali non potrebbero più leggere le informazioni sui prodotti e servizi dell’attività. Eve ntuali g uid e e ma n uali n o n sarebbero disponibili. È importante sottolineare che le informazioni di terze parti potrebbero non essere corrette o del tutto completo. Tutto ciò potrebbe influire sulle future decisioni d’acquisto. • Google Knowledge Panel potrebbe perdere le informazioni di contatto, come il numero di telefono, e il logo del sito. • La verifica di Search Console non a n dre b b e a b u o n f in e . Q u e s to comp or terebbe la p erdita delle informazioni sull’attività in Search. I rapporti aggregati in Search Console perderanno i dati nel momento in cui le pagine verranno eliminate. • O t ten ere nuovam ente un b uon posizionamento sui motori di ricerca potrebbe risultare molto più difficile se il sito Web deve essere reindicizzato da capo. SEGUI L’APPROCCIO DEI NOSTRI SPECIALIST Dal momento del lock-down, in Boraso abbiamo subito compreso la necessità di lavorare con approcci ad hoc per i nostri

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clienti. A conclusione di questo articolo vogliamo presentare le modalità differenti per due clienti, del settore didattica e del turismo, che in questo momento stanno vivendo contesti e situazioni che potremmo definire agli antipodi. Per il cliente del settore didattica stiamo sfruttando questo specifico momento che, seppur di crisi, sta aprendo un’ottima opportunità nel ramo della didattica a distanza. Nello specifico è attiva una consulenza da cui scaturiranno le strategie di ottimizzazione on-site e dei contenuti per le pagine oggetto di un notevole incremento di traffico. Parallelamente si stanno delineando le strategie che hanno come obiettivo la creazione di contenuti specifici per rispondere alle esigenze informative degli utenti in questo particolare periodo. Il nostro cliente del settore turismo, invece, sta vivendo purtroppo un quadro meno roseo. La situazione di lock-down sta avendo un grande impatto sull’attività e, molto

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probabilmente, avrà notevoli conseguenze anche nel futuro. Il nostro lavoro in questo caso è rivolto principalmente nella raccolta e nell’analisi dei dati con l’obiettivo di trovare gli insight più utili per sviluppare, a livello SEO e a livello di strategia, le attività per i mesi a venire.Allo stesso tempo i nostri Specialist stanno lavorando con approccio consulenziale e operativo nelle seguenti attività. • Informazioni agli utenti sulla situazione attuale e sull’apertura, variazione o chiusura temporanea di servizi e punti vendita così come su eventuali modifiche relative all’eCommerce. • Ottimizzazione delle schede Google My Business per restare in contatto con gli utenti in merito alle ricerche locali / i-want-to-go. • Analisi e monitoraggio degli intenti di ricerca, e della loro evoluzione, sia per le ricerche strettamente legate all’attività del cliente, che relative a Covid-19. Questo ci permette di

conoscere i bisogni reali degli utenti e poi di soddisfarli, per esempio con piani editoriali e contenuti informativi specifici. • Raccolta e analisi dei dati anche in relazione di altri dati. In questa fase è necessario capire l’opinione e il comportamento degli utenti in relazione all’attività del cliente e come questi due aspetti evolveranno con il passare del tempo. Questo approccio è fondamentale per basare le attività del prossimo futuro sui dati e non sulle percezioni. CONCLUSIONI Non esiste una ricetta unica di attività, valida per tutti, per affrontare questo periodo così delicato. È fondamentale adottare un approccio consulenziale e op erativo basato non solo sulle caratteristiche uniche di ogni cliente, ma anche e soprattutto sulla raccolta e analisi dei dati.


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COME UNO TSUNAMI La pandemia scatenata dal Coronavirus ha travolto tutto e tutti provocando danni incalcolabili su diversi fronti. E mentre il tempo si è fermato, sono molte le imprese che, rimboccandosi le maniche, si sono impegnate a fronteggiare questa emergenza con un fil rouge: quello della solidarietà A cura di Marcella Ciappi

In foto: Giorgio Armani © Julian Broad

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Un virus sconosciuto e apparentemente invincibile ha sconvolto la comunità globale e ha messo in ginocchio l’Italia, costringendo il Paese alla quarantena e facendo crollare anche le certezze che si davano maggiormente per scontate. In un panorama così drammatico e complesso sono emerse le capacità di chi, con grande resilienza, è riuscito a dare una risposta concreta ai problemi che si sono presentati man mano. All’improvviso il mondo intero si è trovato ad affrontare l’impatto senza precedenti dalla pandemia di Covid-19, comunemente chiamato Coronavirus (famiglia di cui appunto fa parte). Una sfida tanto inattesa quanto difficile da gestire e con cui probabilmente avremo a che fare ancora per molto tempo dato che per questo virus attualmente non esiste una terapia certa e tantomeno un vaccino. Come uno tsunami. È così che viene spesso descritto, da chi ha vissuto l’emergenza da vicino, l’effetto della pandemia sulle strutture sanitarie, che sono state letteralmente invase dai contagiati in condizioni più critiche, tanto da rendere necessario riorganizzare interi reparti per riuscire ad accoglierli tutti e, nelle regioni più colpite, dover costruire delle strutture ex novo. Senza tralasciare il fatto che medici e operatori sanitari hanno dovuto lavorare giorno e notte in condizioni estenuanti per cercare di assistere i pazienti nel miglior modo possibile. Nel giro di poco tempo le risorse hanno iniziato a scarseggiare e ci si è resi conto molto rapidamente di quanto fosse difficoltoso, tra l’altro, reperire attrezzature e dispositivi di primaria importanza, che solitamente venivano importati dall’estero, tanto che un obiettivo annunciato dal Commissario Domenico Arcuri è stato quello di “diventare in fretta autosufficienti” e ricominciare (o iniziare) a produrre in Italia. Da questa necessità, dopo lo shock iniziale che ha tramortito tutti indistintamente, è partita la mobilitazione degli imprenditori del mondo della moda, seguita da altri settori come, ad esempio, il comparto cosmetico, l’automotive e il food&beverage, per citarne alcuni. Ed è così che sono nati innumerevoli gesti di solidarietà più o meno sostanziali ma altrettanto importanti e volti a dimostrare


maggio\giugno 2020 con azioni concrete la propria vicinanza e la propria gratitudine a chi si è inevitabilmente trovato più esposto e in difficoltà in una situazione senza precedenti. Gesti spontanei e di cuore per lo più rivolti agli ospedali e al personale in prima linea nella lotta al virus ma anche ai più bisognosi, a partire dalle donazioni in denaro o di prodotti esistenti, per arrivare a riconversioni di interi stabilimenti produttivi che hanno cercato di compensare le carenze causate dall’epidemia. Non appena si è delineata l’entità dell’emergenza in atto, sono molteplici le imprese che in Italia e, progressivamente, nel resto del mondo, hanno deciso di dare il proprio contributo e di mettere in campo le proprie risorse per affrontare questo nemico invisibile. Segue una panoramica di alcune aziende che si sono impegnate in svariati settori produttivi dimostrando un forte senso di responsabilità, un’elevata dose di resilienza e, soprattutto, la consapevolezza che per superare questa crisi dovremo unire le forze e lavorare tutti insieme, in un’unica direzione. Un modus operandi da non dimenticare e che si rivelerà necessario anche nella fase di ricostruzione, una volta superata l’emergenza. ARMANI Il celeberrimo Gruppo Armani, tra i precursori di queste iniziative, ha riconvertito tutti i propri stabilimenti italiani (a Trento, Settimo Torinese, Carré e Matelica) nella produzione di camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari impegnati a fronteggiare il coronavirus. Inoltre, a seguito dell’iniziale donazione stanziata a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e dello Spallanzani di Roma, Giorgio Armani ha deciso di dare il proprio contributo anche all’ospedale di Bergamo, a quello di Piacenza e a quello della Versilia, arrivando a una donazione complessiva di 2 milioni di euro.

PRADA All’appello della Regione Toscana, Prada, iconica maison italiana, ha risposto confermando la disponibilità a produrre 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario. I camici e le mascherine sono prodotti a Montone (Perugia) nell’unico stabilimento del Gruppo rimasto operativo proprio per questo scopo e da una rete di fornitori esterni presenti sul territorio italiano per essere poi consegnati giornalmente.

RONCATO L’azienda veneta Valigeria Roncato ha riconvertito la propria sede padovana si è attivata con Idea Plast e Meca2 per produrre Botect, una mascherina di protezione facciale naso e bocca, riutilizzabile, grazie al cambio dei filtri interni e 100% made in Italy. “Siamo tre aziende che hanno sempre lavorato insieme per realizzare valigie e articoli da viaggio, nella nostra sede di Campodarsego, in provincia di Padova. Oggi non possiamo chiudere gli occhi di fronte a quello che stiamo vivendo e come imprenditori ci sentiamo in dovere di agire al più presto per il bene della nostra Italia – hanno spiegato gli imprenditori in una nota dell’Ansa – Avendo la nostra sede produttiva in Italia abbiamo pensato di convertire i nostri impianti e macchinari per la realizzazione di ciò di cui oggi c’è maggiore necessità.” Roncato distribuisce le nuove Botect oltre a spray e gel igienizzanti. CALZEDONIA Il Gruppo tessile veronese Calzedonia ha riconvertito alcuni dei propri stabilimenti alla produzione di mascherine e camici. In particolare, gli stabilimenti riconvertiti sono quelli italiani di Avio (Trento), Gissi (Chieti) e quelli in Croazia. Grazie all’acquisto di macchinari speciali per la creazione di una linea semi-automatica

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e alle formazione delle cucitrici al nuovo tipo di produzione, i siti, nel nuovo assetto, punteranno alla realizzazione di almeno 10.000 mascherine al giorno nella fase iniziale, con un incremento previsto per la fase successiva. Le prime mascherine donate sono state consegnate all’ospedale e al Comune di Verona. YOUTH La società milanese che produce e commercializza il brand di abbigliamento casual IUTER e il brand OCTOPUS, con prodotti 100% made in Italy realizzati nel proprio stabilimento in provincia di Varese, ha attuato un piano di conversione per far fronte alle nuove esigenze di mercato dettate dalla pandemia. La conversione della produzione di Youth consente ora di produrre articoli di primaria necessità oltre che di difficile reperibilità quali: mascherine facciali, filtranti e protettive, con tessuto di NT Majocchi, azienda di riferimento nel mercato locale. Dopo la fase di campionatura, è ora in grado di produrre internamente un quantitativo giornaliero di 2.000 pezzi e sta pianificando l’estensione a fornitori tra i più fidati della propria filiera, così da poter raddoppiare la capacità giornaliera oltre che per iniziare a produrre camici monouso.

NEW BALANCE In risposta alla pandemia, la New Balance Foundation, con sede a Boston, ha destinato 2 milioni di dollari a finanziamenti no profit di supporto delle comunità locali, regionali e globali. Un impegno che si aggiunge ai circa 7 milioni di donazioni già pianificate come parte delle donazioni annuali della Fondazione per il 2020. “Siamo fermamente convinti che sia nostro dovere civico sostenere le nostre comunità in difficoltà in tutto il mondo – ha dichiarato Anne Davis, managing trustee New Balance Foundation – Mentre assistiamo al crescente impatto della pandemia COVID-19, siamo ispirati dagli atti di umanità, gentilezza e compassione emersi a sostegno reciproco durante questa crisi. Guidata dai nostri valori, NB Foundation rimarrà generosa, flessibile e reattiva, riconoscendo l’incertezza creata da questi tempi difficili”. La donazione è destinata alle seguenti organizzazioni:

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• Global Giving, la più grande comunità globale di crowdfunding, che include organizzazioni non profit, donatori e aziende in quasi tutti i paesi per le comunità vulnerabili di tutto il mondo (200.000 dollari). • No Kid Hungry, che invia sussidi di emergenza a banche alimentari e comunità locali negli Stati Uniti. Garantisce alle famiglie cibo quando le scuole sono chiuse, in modo che i bambini possano mangiare tre pasti al giorno (100.000 dollari). • Boston Resiliency Fund, Groundwork Lawrence, Good Shepherd Food Bank nel Maine e St. Louis Area Foodbank (50.000 dollari ciascuno). • Una selezione di oltre 60 beneficiari in tutto il mondo appartenenti al network della New Balance Foundation con un focus su salute, alimentazione, istruzione e attività fisica (1,5 milioni di dollari). In qualità di partner della Croce Rossa Americana, la donazione annuale di 500.000 dollari della New Balance Foundation aiuta a garantire che la Croce Rossa sia pronta a rispondere in tempi di crisi. La Croce Rossa americana sta attualmente sostenendo l’assistenza e gli sforzi di donazione di sangue in risposta al COVID-19. “Ora, più che mai, le nostre comunità hanno bisogno del nostro supporto – ha aggiunto Davis – Attraverso la nostra NB Foundation, abbiamo la capacità di fare la differenza per i più bisognosi. Adottando un approccio di base strategico, crediamo che saremo di aiuto alle nostre comunità locali, regionali e globali in modo significativo”. In aggiunta alle donazioni già predisposte, visto il continuo e urgente bisogno di strumenti di protezione individuale, New Balance, l’azienda statunitense che produce calzature, abbigliamento e accessori, ha ridimensionato la sua produzione e sta attualmente sviluppando mascherine per uso generico. Il primo prototipo di mascherina per il viso è stato creato in collaborazione con le istituzioni mediche e di ricerca e sviluppo locali con l’obiettivo di produrre 100.000 unità totali a settimana nelle fabbriche di Lawrence e Norridgewock (USA). Modificando l’attuale design della mascherina e i materiali si vuole arrivare, in una seconda fase, a soddisfare i requisiti dell’FDA per realizzare un prodotto per il personale medico del Massachusetts e del Maine. In parallelo New Balance sta rispondendo ad altre richieste di attrezzature protettive come abiti e rivestimenti per scarpe.


maggio\giugno 2020 CANADA GOOSE Canada Goose, uno dei più importanti produttori di abbigliamento sportivo di lusso al mondo, ha annunciato i suoi piani per aumentare la produzione nazionale di dispositivi di protezione individuale (DPI) per gli operatori sanitari impegnati in prima linea in tutto il Canada. “Questi tempi senza precedenti richiedono un’azione decisa e collettiva, ora è il momento per il Canada di investire in soluzioni Made in Canada – ha affermato Dani Reiss, Presidente e CEO di Canada Goose – Con una delle più grandi infrastrutture di produzione di abbigliamento canadese nel Paese, siamo in una posizione unica per riqualificare le nostre strutture e riorientare i nostri team per produrre una varietà di dispositivi di protezione individuale e siamo pronti a sfruttare tutte le nostre risorse per fare ciò che è giusto per il nostro Paese.” In accordo con il governo federale, Canada Goose produrrà circa 60.000 camici a settimana, per un totale di 1,5 milioni di pezzi, al costo. Eventuali profitti involontari, potenzialmente derivati da efficienze, saranno donati a fondi di soccorso nazionali COVID-19. Canada Goose sfrutterà le sue otto strutture produttive in tutto il Canada, coinvolgendo fino a 900 dipendenti che seguiranno i protocolli di distanza sociale raccomandati e le norme di sicurezza per garantire un ambiente di lavoro sicuro. In Manitoba, la Società produrrà 100.000 abiti riutilizzabili per Shared Health, organizzazione provinciale dedicata alla salute e la compagnia continuerà a lavorare a stretto contatto con le autorità sanitarie federali, provinciali e locali per aiutare i più bisognosi.

HAVAIANAS Alpargatas, casa madre del brand Havaianas, è a capo del Goodwill Partnership network che unisce partner e volontari che vogliono contribuire alla lotta contro il COVID-19. La società ha temporaneamente convertito e adattato le fabbriche Havaianas per produrre attrezzature di protezione per gli operatori sanitari al posto delle famose infradito: per l’esattezza, 250 mila mascherine N95 da donare al personale della sanità pubblica brasiliana e 18.000 paia di scarpe specifiche per gli operatori sanitari di São Paulo. Roberto Funari, presidente di Alpargatas ha annunciato: “Il nostro obiettivo è quello di unire le forze, iniziando con azioni correlate

dell’Alpargatas Institute e Havaianas. Inizialmente, doneremo 250 mila mascherine, più di 250 mila paia di scarpe e organizzeremo attività focalizzate ad aiutare le comunità maggiormente colpite nelle città più grandi del Paese. Stiamo lavorando su diversi fronti e ci piacerebbe coinvolgere altre compagnie in questa iniziativa”. Attraverso il brand Havaianas, Alpargatas donerà inoltre 100.000 kit di beni essenziali, che prevedono prodotti per l’igiene, cibo e Havaianas alle comunità più in sofferenza nel Paese. In Italia, Alpargatas ha annunciato la sua partecipazione alla raccolta fondi “più forti INSIEME” attivata dalla Fondazione Sant’Orsola di Bologna, a sostegno degli ospedali di Bologna e degli operatori sanitari, per migliorare le condizioni del personale ospedaliero, garantendo loro un alloggio al sicuro dalla possibilità di contagio, tutelando così anche i familiari. Il Gruppo brasiliano ha inoltre donato 100 mila euro all’ospedale pubblico Gregorio Marañón per l’acquisto di materiale sanitario necessario a far fronte all’emergenza che Madrid, sede dell’headquarter EMEIA di Alpargatas, sta combattendo. Il presidente EMEIA Guillaume Prou ha commentato: “Madrid è stata la nostra sede dall’inizio dell’espansione europea di Havaianas; oggi vediamo la città pagare un prezzo elevato per via del COVID-19 e vogliamo essere riconoscenti nei confronti dei cittadini di Madrid.”

MANGO La casa di moda spagnola, ha donato 2 milioni di mascherine agli ospedali, distribuendole attraverso la propria rete logistica per contribuire a frenare la pandemia in atto e per ringraziare, a nome degli oltre 15.000 dipendenti, lo straordinario sforzo che stanno compiendo tutte le persone che fanno parte delle équipe mediche della Spagna.In aggiunta, l’ambasciatrice di Mango, Sofìa Sanchez de Betak, ha organizzato un’asta benefica per raccogliere fondi per Medici senza Frontiere. Attraverso l’asta è stato venduto il vestito realizzato da Mango e da lei indossato durante lo scorso Met Gala. Oltre a questo capo unico, altri amici vicini a Sofia hanno concesso creazioni a edizione limitata, esperienze e opere d’arte, per essere anch’esse messe all’asta e per devolvere l’incasso integrale a all’organizzazione internazionale.

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beneficeranno: Ospedale Maggiore di Lodi (donazione economica e prodotti), Ospedale di Cremona (donazione di attrezzature medicali e prodotti), Ospedale di Crema (donazione di attrezzature medicali e prodotti) e Pronto Soccorso di Modena (prodotti). Inoltre, per il mese di marzo è stato riconosciuto da Sodalis Group (che conta oltre 800 dipendenti, 200 somministrati e oltre 200 agenti) un bonus straordinario di 250 euro per i lavoratori presenti in sede, con particolare attenzione agli operatori di produzione, compresi somministrati e addetti alla logistica esterni e per il mese di aprile è stata riconosciuta un’integrazione di ulteriori 150 euro al bonus governativo di 100 euro mentre agli agenti sono stati concessi degli anticipi.

L’ERBOLARIO L’Erbolario, azienda lodigiana specializzata nella creazione di cosmetici di derivazione, aveva chiuso, aveva chiuso cautelativamente i battenti per preservare la salute di tutti i collaboratori ma ha successivamente riaperto un reparto con lo scopo di confezionare, in condizioni di massima sicurezza, 38.000 flaconi di gel igienizzante per le mani da donare al personale in prima linea e alle strutture sanitarie che ne necessitavano. Un modo utile per essere vicini a infermieri, medici, personale sanitario, volontari, ONG, forze dell’ordine e a tutti coloro che si prodigano con coraggio ogni giorno per il bene di tutta la comunità. Hanno ricevuto i gel igienizzanti, tra gli altri: la Croce Rossa lodigiana, l'Ospedale Maggiore di Lodi, gli Ospedali Sacco e Niguarda di Milano, l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Lodi, Medici senza Frontiere, il Comando provinciale dei Carabinieri di Lodi e di Brescia e la Casa circondariale di Lodi. SODALIS Sodalis Group, il Gruppo Italiano leader nei settori Health, Beauty & Personal Care, ha scelto di supportare attivamente gli ospedali e il personale sanitario in prima linea nella lotta contro il coronavirus in tutta Italia oltre che per aiutare i propri dipendenti in questo momento di grave emergenza. “Ascoltare, comprendere e soprattutto agire: è questo che ci rende forti di fronte all’emergenza e sarà foriero di cambiamenti positivi – ha dichiarato Fabio Granata, Ceo di Sodalis Group – In questo momento profondamente delicato Sodalis Group vuole essere al fianco del Paese, fornendo aiuti concreti, celeri ed efficaci a sostegno del sistema sanitario in prima linea ogni giorno nella lotta al Covid-19”. Sodalis Group è intervenuta a sostegno di molteplici strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale attraverso le donazioni in denaro e la fornitura di nuove attrezzature medicali e prodotti igienizzanti, lenitivi e idratanti dei brand BioNike, Lycia, Leocrema, Fresh & Clean, Deborah Milano, Biopoint e Tesori D’oriente. Il contributo ammonta a un valore economico complessivo di 500.000 euro e ne

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CLARINS Di fronte a questa crisi sanitaria senza precedenti, il Gruppo Clarins, specializzato in cosmesi e prodotti per la cura della pelle, è sceso in campo per far fronte alla scarsità di gel idroalcolici che tocca il sistema ospedaliero. I siti di produzione del Gruppo (Pontoise, Strasburgo e Amiens) hanno così fabbricato 14.500 flaconi di gel idroalcolici da distribuire agli ospedali. L’obiettivo è di proseguirne attivamente la produzione finché sarà necessario, nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza per ogni collaboratore impiegato nelle unità produttive. Il contributo di Clarins è stato concreto, oltre che in Francia e in Asia, anche sul territorio italiano, e più precisamente bolognese. “Desidero, ancora una volta, ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo tempestivo intervento a livello italiano: i nostri team di Produzione e di Ricerca & Sviluppo a Parigi, i trasportatori, e, naturalmente, Bimbo Tu e tutto il personale ospedaliero del Bellaria di Bologna – ha dichiarato Jean-Marie Le Roy, General Manager Clarins Italia – Senza di voi, nulla di tutto ciò sarebbe realizzabile. Speriamo, così, di contribuire attivamente allo sforzo collettivo a cui tutti, in queste circostanze eccezionali, siamo chiamati”. Grazie alla stretta collaborazione con Bimbo Tu Onlus, sono stati infatti consegnati all’Ospedale Bellaria, principale centro Covid della città di Bologna, 960 flaconi di gel idroalcolico e oltre 4.800 tubi di crema idratante mani. L’indispensabile routine


maggio\giugno 2020 di disinfezione, infatti, mette a dura prova la pelle, che si secca a causa del danneggiamento del film idrolipidico protettivo. "È con immensa riconoscenza che dico grazie a Clarins e a tutti gli amici e sostenitori di Bimbo Tu che hanno aderito alla nostra raccolta fondi a sostegno del Bellaria, per aiutarlo, uniti a fronteggiare questa grave emergenza sanitaria in atto – ha commentato Alessandro Arcidiacono, Presidente di Bimbo Tu Onlus – La loro straordinaria generosità ci ha già permesso di donare all’ospedale numerosi dispositivi e macchinari di importanza vitale. Gli sforzi che il Bellaria dovrà ancora sostenere sono però importanti; per questo abbiamo ancora bisogno dell’aiuto di ogni cittadino, impresa, istituzione o associazione”.

L’OCCITANE Il Gruppo L’OCCITANE, leader mondiale nella produzione di cosmetici ricchi di ingredienti naturali, ha deciso di riassegnare parte dei suoi stabilimenti di Manosque (Alta Provenza), dedicati alla produzione di prodotti cosmetici per i marchi L'OCCITANE en Provence e Melvita, alla produzione di gel idroalcolico. Le 60.000 bottiglie di gel prodotte (circa 15.000 litri di disinfettanti) saranno messe gratuitamente a disposizione del personale sanitario, dei vigili del fuoco e degli ospedali in Francia e in altri Paesi d’Europa. Al personale dell’Assistenza Pubblica degli Ospedali di Parigi sono stati distribuiti anche 25.000 saponi e creme per le mani. Il Gruppo prevede di estendere questa produzione a circa 70.000 litri, grazie anche ai suoi partner che lavorano per rendere possibile la produzione di gel disinfettante, in particolare Distilleries et Domaines de Provence, che ha fornito 16.000 litri di alcool. La filiale italiana de L’Occitane si è resa prontamente disponibile a contribuire alla lotta contro la diffusione del virus, distribuendo gel idroalcolico agli ospedali dell’area metropolitana di Milano. La donazione di 20.000 unità è stata destinata all’ASST Fatebenefratelli Sacco, all’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, alla Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico e all’ASST Santi Paolo e Carlo. A febbraio, la filiale cinese del Gruppo aveva già donato più di 20.000 lozioni idratanti e crema per le mani al personale ospedaliero di Wuhan e Shanghai, per alleviare le lesioni cutanee dovute all’uso

prolungato degli indumenti isolanti. In Corea invece sono stati donati 20.000 balsami per le mani e saponi alla National Doctors Association of Korea. “Di fronte all’epidemia, il Gruppo L’OCCITANE si è mobilitato a febbraio donando lozioni idratanti e creme per le mani al personale ospedaliero di Wuhan e Shanghai. Poiché la crisi colpisce duramente l’Europa, stiamo estendendo il nostro sostegno al personale sanitario europeo, il cui impegno e il cui lavoro sono ammirevoli – ha sottolineato Reinold Geiger, CEO del Gruppo L’OCCITANE – Vorrei esprimere la mia profonda gratitudine ai dipendenti del Gruppo che si stanno mobilitando per produrre gel idroalcolici per loro, mantenendo viva e presente la nostra attività. L'umanità sta attraversando un momento particolarmente difficile: è unendo i nostri sforzi, in tutta umiltà, che contribuiremo a superarla”. Nel Regno Unito, L’OCCITANE en Provence ha offerto più di 10.000 creme per le mani ai membri del sistema sanitario pubblico del Regno Unito e d’Irlanda (National Health Service, NHS and Health and Safety Executive, HSE). La filiale francese Laboratoires M&L ha donato gel idroalcolici ai dipartimenti dell’Alta Provenza e della Bouches-du-Rhône, oltre che agli ospedali gestiti dal Centro Ospedaliero di Manosque e ha donato saponi a strutture di Marsiglia che si occupano di anziani indigenti mentre il sito di Ardèche ha fornito maschere, camici, guanti e gel ai servizi sanitari locali.

JOWAÉ L’ultimo nato tra i marchi di Alès Groupe, la multinazionale francese che opera nel settore dermocosmetico e dei trattamenti per capelli con i brand Lierac, Phyto e Jowaée, ha scelto di supportare i medici di ospedali italiani quali ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, Ospedale Luigi Sacco, Policlinico di Milano, Ospedale di Busto Arsizio, Ospedale di Gallarate, Azienda Ospedale Università Padova, Ospedale Sant’Antonio-Padova, ASST Papa Giovanni XXIII-Bergamo, Spedali Civili di Brescia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, M.G. Vannini Ospedale Religioso Classificato Accreditato di Roma, Ospedale Molinette di Torino e Pronto Soccorso “San Liberatore” Ospedale Covid 19-Atri-Teramo. Il gesto di solidarietà a sostegno del personale sanitario da parte di Jowaé è rappresentato dalla fornitura di Crema Mani Nutriente, Balsamo Idratante Protettivo viso e corpo, dalle virtù lenitive e idratanti, e Balsamo Riparatore Lenitivo, dalle proprietà

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cicatrizzanti, per offrire alle pelli danneggiate dai dispositivi di protezione individuale indossati per molte ore ogni giorno, un momento di sollievo quotidiano.

COTY Anche Coty Inc, una delle più grandi aziende di profumeria nel mondo, ha iniziato a produrre gel idroalcolico per aiutare a combattere il virus. Le donazioni di decine di migliaia di unità a settimana sono destinate al personale dei servizi medici e di emergenza per sopperire alla carenza di questi prodotti, il cui consumo è aumentato a causa della diffusione del virus. “In qualità di azienda di bellezza responsabile mettiamo a disposizione le nostre risorse e strutture per aiutare le comunità in cui operiamo durante questi tempi eccezionalmente difficili – ha affermato Pierre Laubies, CEO di Coty – Siamo orgogliosi di supportare i coraggiosi professionisti che combattono in prima linea contro Covid-19 fornendo disinfettante per le mani dove è necessario”. I prodotti saranno forniti anche ai dipendenti Coty che lavorano negli impianti e nei centri di distribuzione che producono disinfettanti, nonché al personale di alcune farmacie. La società ha prodotto i suoi primi lotti di disinfettante per le mani nelle fabbriche degli Stati Uniti e di Monaco per poi estenderla ad altri siti. La produzione dipende dalle risorse e dai materiali disponibili oltre che dalle normative dei governi locali. “La salute e la sicurezza dei nostri dipendenti è la nostra massima priorità e adotteremo tutte

le misure e precauzioni possibili per mantenerli sani e al sicuro mentre lavorano per proteggere le nostre comunità a cui teniamo e serviamo – ha affermato Pierre-André Terisse, Coty COO – Siamo incredibilmente orgogliosi dei nostri collaboratori…”. ESTÉE LAUDER Il noto Gruppo The Estée Lauder Companies (ELC), uno dei più grandi nel mercato dei cosmetici, dei profumi e dei prodotti per la cura della pelle e dei capelli, si è affiancato alla comunità globale per aiutare a limitare la diffusione del virus e alleviare le conseguenti difficoltà economiche nei territori in cui è presente e ha dichiarato che destinerà le proprie risorse filantropiche alle esigenze che emergeranno, dando priorità all’assistenza medica e alimentare. In risposta all’impatto mondiale del Covid-19, il Gruppo unitamente alla relativa fondazione aziendale, The Estée Lauder Companies Charitable Foundation (ELCCF), ha elargito finanziamenti a diverse organizzazioni. A livello mondiale, sono stati donati 2 milioni di dollari a Medici senza frontiere, a sostegno dell’incessante lavoro svolto per salvare vite umane in ogni parte del mondo e per affrontare il coronavirus nei Paesi con un elevato impatto pandemico ma con risorse insufficienti. A New York City, città sede del Gruppo, è stata disposta una donazione per sostenere la costituzione del The NYC Covid-19 Response & Impact Fund (Fondo NYC contro l’impatto del Covid19), amministrato dal New York Community Trust. Il nuovo Fondo di 75 milioni di dollari riunisce molteplici partner filantropici nell’impegno comune di contrastare la crisi sanitaria in corso. Estée Lauder ha donato 2 milioni di mascherine chirurgiche alla comunità newyorkese e Clinique ha donato 50.000 prodotti per la pelle a medici e infermieri negli ospedali della città. In Cina, il Gruppo ha donato oltre 800.000 dollari alle operazioni di soccorso per la Croce Rossa Cinese, la fondazione Shanghai Charity Foundation e Give2Asia. Alla Fondazione China Women’s Development Foundation sono stati donati beni di varia natura per un valore pari a 1,4 milioni di dollari a sostegno dello staff medico attivo in prima linea. In Irlanda e nel Regno Unito, ELC ha donato migliaia di creme per le mani, per il corpo e bagnoschiuma a medici e infermieri in prima linea oltre ad aver stanziato ulteriori 1,4 milioni di dollari per supportare chi è in prima linea in tutto il mondo. Il Gruppo ha iniziato a produrre gel igienizzante per le mani negli stabilimenti di Melville, New York, Oevel (Belgio) e Whitman (Regno Unito) mentre il VIVA GLAM Fund di MAC Cosmetics ha destinato 10 milioni di dollari a 250 organizzazioni locali in tutto il mondo per aiutare le popolazioni più a rischio a reperire beni essenziali e Aveda ha donato più di 123.000 bottiglie di shampoo e altri prodotti a organizzazioni no-profit di tutto il mondo. L’OREAL L’Oréal Italia, in linea con il piano dal Gruppo, leader mondiale per quanto riguarda make-up, cosmetici, prodotti per la cura dei capelli e profumi, ha intrapreso una serie di iniziative per sostenere i diversi stakeholder nella lotta contro il coronavirus. “In questo

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maggio\giugno 2020 momento di grande difficoltà vogliamo dare il nostro supporto di buon cittadino stando vicino a tutti coloro che ogni giorno con coraggio e sacrificio combattono questo nemico silenzioso – ha dichiarato François-Xavier Fenart, Presidente e Amministratore Delegato di L’Oréal Italia – Un ringraziamento particolare va alla Fondazione L’Oréal che, con il suo contributo, ci permette di dare un aiuto concreto a Banco Alimentare e a Emergency nelle loro attività quotidiane di vicinanza alle persone più bisognose. Ma non vogliamo fermarci qui, sono fiducioso che partiranno altre iniziative delle quali vi terremo aggiornati”. La Fondazione L’Oréal ha infatti deciso di donare 100.000 euro a partner non-profit italiani impegnati nella lotta contro la precarietà, in modo da permettere ai più bisognosi di far fronte ad alcune conseguenze dell’epidemia. Tali aiuti andranno in primo luogo a Emergency per il rafforzamento del programma di triage nella clinica mobile di Milano, in cui i pazienti vengono osservati e monitorati prima di essere poi trasferiti, se necessario, alle autorità competenti. In secondo luogo verrà finanziata l’associazione Banco Alimentare, impegnata nella consegna di cibo e beni primari, soprattutto ai minori delle famiglie svantaggiate che non possono usufruire delle mense scolastiche. Le due associazioni riceveranno da L’Oréal Italia anche 80.000 pezzi di gel idroalcolico. Lo stabilimento di Settimo Torinese ha invece destinato all’ASL TO4 (Ciriè, Chivasso, Ivrea) 3200 mascherine FFP2 e gel idroalcolico. A livello delle varie divisioni: • L’Oréal Active Cosmetics donerà i prodotti dermocosmetici di La Roche-Posay, Cerave, Vichy utili per lenire la pelle di viso e delle mani a medici di diversi ospedali e infermieri che indossano costantemente la mascherina e i guanti. La Roche Posay inoltre ha avviato una produzione straordinaria di gel idroalcolico e ne verranno distribuiti gratuitamente 60.000 pezzi a farmacie, ospedali, centri medici e operatori sanitari. • La Divisione Lusso donerà creme protettive e idratanti per viso, mani e labbra a infermieri e medici del San Carlo di Milano e del San Gerardo di Monza. • La Divisione Mass Market con il brand Garnier donerà 200.000 pezzi di gel idroalcolico ai dipendenti dei suoi partner della grande distribuzione e introdurrà un gel idroalcolico anche sul mercato, con l’obiettivo di impiegare tutti i proventi per la battaglia contro il coronavirus. • L’Oréal Paris donerà un’importante fornitura di shampoo e balsamo all’Ospedale Luigi Sacco per supportare medici e infermieri nella loro quotidianità e all’Associazione Pane Quotidiano di Milano per aiutare le persone più bisognose che necessitano di beni di prima necessità. L’Oréal Italia donerà inoltre 400.000 pezzi di bagnoschiuma a Banco Building, una onlus che si occupa di fare da ponte tra aziende e mondo no profit per eliminare gli sprechi e favorire la sostenibilità ambientale, perché li distribuisca ad associazioni che sostengono famiglie e persone colpite da Covid-19 oltre che alle carceri di Alessandria, Bergamo e Opera. “Banco Building (il banco delle cose) ringrazia di cuore L’Oréal per la preziosa donazione. Questi prodotti per l’igiene ora sono fondamentali nella lotta contro il

COVID-19 e successivamente contribuiranno, insieme agli altri Banchi (Alimentare e Farmaceutico), ad alleggerire la spesa di tante famiglie in difficoltà – ha dichiarato Silvo Pasero, Presidente Banco Building Onlus, che ha aggiunto – Siamo orgogliosi di essere riusciti a rispondere alle richieste di associazioni che operano nel mondo delle carceri, dando così un segnale di attenzione a una realtà in crisi. Siamo certi che questa collaborazione, nata in un contesto drammatico, proseguirà anche in futuro”. RAMAZZOTTI Ramazzotti, storica azienda liquoristica italiana, famosa per aver prodotto e distribuito in tutto il mondo il primo amaro italiano commerciale, Amaro Ramazzotti, ha iniziato a produrre igienizzante in supporto alla comunità locale di Canelli. La distilleria Ramazzotti in Canelli, parte del gruppo Pernod Ricard Italia, si è unita quindi all’impegno già annunciato da parte degli stabilimenti di Absolut Vodka in Svezia, di Rabbit Hole, Smooth Ambler e TX Whiskey negli Stati Uniti e di numerosi siti del Gruppo in altri Paesi per far fronte all’emergenza mondiale. “In questo momento delicato, l’igienizzante, data la sua scarsità, risulta un bene sempre più utile ed essenziale per le comunità locali – ha spiegato Laura Mayr, direttore della Business Unit Ramazzotti – e se nelle nostre normali funzioni siamo Creatori di Convivialità, ora è il momento di supportare la salute pubblica e dare il nostro contributo attivo”. L’igienizzante è imbottigliato per essere distribuito e donato alla Croce Rossa Italiana, alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, al comune di Canelli, agli impiegati e ad alcuni fornitori di Pernod Ricard Italia. “Abbiamo agito prontamente grazie all’aiuto di tutte le persone che lavorano in distilleria e all’ufficio acquisti di Milano – ha dichiarato Tomas Volpin, direttore della distilleria di Canelli – per offrire un aiuto concreto a chi è in prima linea in questo momento”.

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FERRARI Tra le sue iniziative nella lotta al coronavirus e a sostegno dell’assistenza sanitaria, Ferrari, azienda italiana tra le più iconiche al mondo del settore automotive ha avviato all’interno dello stabilimento di Maranello la produzione di valvole per i respiratori polmonari generalmente prodotti dalla Siare Engineering, azienda bolognese e unica realtà italiana nei respiratori per le terapie intensive degli ospedali, e raccordi per maschere di protezione. La produzione di questi componenti termoplastici si avvale della tecnologia di manifattura additiva all’interno del reparto dove abitualmente si costruiscono i prototipi delle vetture. Alcune valvole sono state sviluppate dalla Mares, azienda produttrice di attrezzatura subacquea, su misura delle loro maschere per creare così dispositivi d’emergenza utili per i pazienti affetti da crisi respiratorie. La logistica del progetto è stata curata da Nuovamacut Gruppo TeamSystem, che ha facilitato inoltre la ricerca delle diverse aziende che hanno contribuito al successo del progetto. Altri raccordi sono destinati a Solid Energy, che li impiega per trasformare le maschere da snorkeling Decathlon in ausili a protezione del personale sanitario esposto al contagio. L’obiettivo di Ferrari è di realizzare diverse centinaia di dispositivi che hanno già iniziato e continueranno a essere distribuiti da alcune aziende coinvolte, con il coordinamento della Protezione Civile, a diversi ospedali italiani fra cui quelli di Bergamo, Genova, Modena e Sassuolo, oltre che agli operatori sanitari della città di Medicina (BO).

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LAMBORGHINI Automobili Lamborghini ha riconvertito alcuni reparti del suo stabilimento produttivo di Sant’Agata Bolognese per la produzione di mascherine chirurgiche e visiere protettive mediche in favore del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna, impegnato nella lotta alla pandemia di Covid-19, in collaborazione con l’Università di Bologna e il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche per i test di validazione dei dispositivi sanitari realizzati da Lamborghini, prima della consegna in struttura. Presso la selleria, il reparto dedicato alla realizzazione degli interni e delle personalizzazioni delle Lamborghini, l’obiettivo è di realizzare 1.000 mascherine al giorno mentre all’interno dello stabilimento di produzione compositi e presso il reparto di Ricerca e Sviluppo si realizzeranno ogni giorno 200 visiere protettive mediche in policarbonato con l’uso di stampanti 3D. “In un momento di emergenza come questo, ci sentiamo di dover dare un contributo concreto – ha commentato Stefano Domenicali, Chairman e CEO di Automobili Lamborghini – Abbiamo così deciso di supportare l’Ospedale S. Orsola-Malpighi, istituzione con cui da anni abbiamo un rapporto di collaborazione, sia per quanto riguarda la consulenza per la promozione dei programmi di tutela della salute delle nostre persone, tramite professionisti del Policlinico, sia su progetti di ricerca. È con l’unione e il sostegno di chi è tutti i giorni in prima linea nella lotta a questa pandemia, che vinceremo insieme questa battaglia”. Automobili Lamborghini ha inoltre messo a disposizione risorse e attrezzature del suo Dipartimento di Ricerca e Sviluppo per il co-engineering e la produzione di simulatori polmonari per supportare SIARE Engineering International Group durante l’emergenza sanitaria. Il simulatore polmonare fornisce al collaudatore una prima stima del buon funzionamento del ventilatore prima ancora di arrivare al collaudo finale, dove il ventilatore verrà sottoposto ad un controllo completo con strumenti certificati. In sole due settimane Lamborghini, all’interno del suo laboratorio di 3D printing, è stata in grado di progettare, produrre e validare il simulatore, ottimizzando i componenti e permettendo la produzione di 18 pezzi a settimana, in concomitanza con la produzione delle visiere mediche in policarbonato, sempre con stampa 3D.


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GIÒSA MILANO ADÈLE, fascino e prestigio senza tempo A cura di Laura Lamarra

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maggio\giugno 2020 Nella suggestiva Brera, cuore del Design District e punto di riferimento indiscusso per lo shopping alto-spendente Italiano e internazionale, si trova GIÒSA Milano - La Bottega del Coccodrillo, frutto dell’estro, della bravura e della lunga esperienza artigianale, nonché della capacità imprenditoriale della famiglia Santamaria, pluripremiata, tra gli altri, dalla fondazione Cologni e dall’Osservatorio dei Mestieri d’Arte. Giorgio Santamaria, figlio di Santo che negli anni ‘50 aprì un piccolo laboratorio di pelletteria a Milano, ha respirato, imparato e fatto sua, durante l’infanzia e nel divenire, l’artigianalità del padre, decidendo poi di metterne a frutto i segreti appresi lanciando, nel 2004, il progetto GIÒSA. Una realtà innovativa, capace di coniugare il fascino e la raffinatezza della moderna boutique monomarca, attenta a tutte le esigenze, anche quelle più sofisticate, con l’adiacente atelier che profuma di artigianalità, saper fare, tradizione e alta maestria, nel design e nella sapiente lavorazione di materiali, qualità indiscusse del Made Italy, riconosciute e apprezzate in tutto il mondo. Protagonista indiscusso è il coccodrillo, materiale pregiatissimo che coniuga lusso ed eleganza a solidità e resistenza, senza tempo. Sono questi i valori che GIÒSA, con la sua Bottega dedicata a questo pellame esotico di grande prestigio, incorpora in sé.

Concetti rivelatosi decisamente attuali nella difficile circostanza di pandemia che tutto il mondo vive. Il significato più primitivo di un materiale che insegna, infatti, il valore inestimabile della capacità di resilienza e nel contempo di forza di reazione fulminea nelle diverse circostanze della vita, attitudini quanto mai salvifiche in questo particolare frangente esistenziale. Così, il messaggio subliminale insito nelle accattivanti produzioni del brand, si disvela nelle sue molteplici e fascinose nuance e forme in borse da donna, dall’ampia e variegata gamma di colori, uniche e personalizzate, esclusive, eleganti e preziose. Come ADÈLE, punta di diamante della prima collezione 2020 lanciata da GIÒSA Milano. Un assoluto must-have, un oggetto prezioso che sposa pienamente i desideri di una donna raffinata, alla continua ricerca di unicità, magnificenza e classe che perdurano nel tempo. Un prodotto rigorosamente artigianale, creato in coccodrillo, affascinante anche per la tridimensionalità e l’origine antica del materiale lavorato. D'altronde è ciò da cui si è immediatamente avvolti, facendo ingresso in questa Bottega; un’atmosfera d’altri tempi accompagna nel percorso di acquisto, tra meravigliosi total look, cappellini, cinture, sneakers, accessori, borse, pochette, zaini, in pregiato coccodrillo, sapientemente raccontati dalla preziosa e piacevole consulenza di esperti artigiani. www.giosamilano.com

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RADICIGROUP Solidarietà per l’emergenza Coronavirus Covid-19 A cura di Giorgio Nadali

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maggio\giugno 2020 Da RadiciGroup dispositivi di protezione per medici e personale sanitario impegnati nella lotta contro il Covid-19. Tempi record per realizzare e certificare i materiali per l’utilizzo in Ospedale. Primi 5mila camici donati al Papa Giovanni XXIII. Camici, copricapo e calzari per proteggere medici, infermieri e personale sanitario nelle battaglie quotidiane contro il Coronavirus: Ra dici G ro up, co n la sua divisio n e specializzata nella produzione di un tessuto non tessuto dalle elevate performance, ha dato vita a un progetto espressione della flessibilità e della capacità bergamasca di rispondere alle sfide più complesse. “Siamo abituati a produrre materiali dalle alte prestazioni – ha sottolineato Angelo Radici, Presidente di RadiciGroup – e ci siamo chiesti come potevamo essere di aiuto in questa emergenza. Abbiamo così coinvolto altre aziende del territorio che immediatamente si sono schierate per mettere a punto una filiera credibile e certificata e far fronte alla necessità di protezione dei nostri medici”. RadiciGroup ha già pronti oltre 10mila metri di tessuto, per i quali sono già state fatte le prove di accoppiamento con un film protettivo e impermeabile realizzato dall’azienda bergamasca Plastik. “Collaboriamo da lungo tempo con RadiciGroup – ha detto Gianangelo Cattaneo, Presidente di Plastik – nel quale riconosciamo un autentico partner di lavoro. Quando ci hanno contattato per questo

progetto la risposta è stata subito sì: un’azione concreta delle aziende della bergamasca per rispondere a un’emergenza del territorio. Il nostro compito è stato quello di unire al tessuto non tessuto di RadiciGroup uno speciale prodotto che lo rendesse antibatterico e traspirante e quindi resistente agli agenti infettivi”. Le prove di idoneità per uso medicale sono state effettuate e validate dal Centrocot di Varese. Importantissima anche la risposta e la tempestività di alcuni confezionisti locali che si sono messi subito in gioco per realizzare gli indumenti secondo i modelli in uso al personale sanitario che sono stati messi a disposizione dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. “Fino all’ultimo risultato, dell’ultimo test effettuato – conclude Angelo Radici – siamo stati prudenti: si tratta di materiali che devono proteggere chi ogni giorno è in prima linea contro il Covid-19. Dovevamo avere la certezza assoluta che i dispositivi garantissero la sicurezza al personale sanitario. Ora che è arrivata la certificazione sono francamente molto soddisfatto e orgoglioso perché ho visto una grande capacità di fare squadra tra le varie realtà del territorio che abbiamo coinvolto in questo progetto. Ora siamo a disposizione per offrire il nostro contributo in un momento di assoluta emergenza come quello che stiamo vivendo». I primi 5 mila camici realizzati saranno donati da RadiciGroup all’Ospedale Papa Giovanni

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XXXIII di Bergamo. Successivamente il Gruppo sarà a disposizione di associazioni, enti ospedalieri e realtà sanitarie che avranno bisogno di reperire la materia prima o i DPI confezionati (contattare wecare@ radicigroup.com). RadiciGroup ha messo in atto anche altre iniziative solidali: con Atalanta Bergamasca Calcio ha provveduto a una donazione per l’acquisto di tutti gli impianti necessari alla somministrazione di ossigeno per 200 posti letto destinati a pazienti ricoverati per Covid-19 all’Ospedale da campo costruito dall’Associazione Nazionale degli Alpini alla Fiera di Bergamo. Il Gruppo ha anche contribuito a dotare l’Ospedale Bolognini di Seriate di una Tac Mobile utile agli approfondimenti diagnostici necessari per quei pazienti che presentano problemi di carattere respiratorio potenzialmente collegabili al Covid-19. Radici Plastics Suzhou, azienda di RadiciGroup con sede nella provincia di Jiangsu in Cina, ha aderito all’iniziativa di raccolta fondi promossa dalla comunità italiana a Shanghai per inviare all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo oltre 20000 mascherine e altri dispositivi medici, già arrivati a destinazione. Inoltre, RadiciGroup è stato protagonista della filiera per la produzione delle mascherine “molamia” realizzate nell’ambito del progetto coordinato da Confindustria Bergamo con Maglificio Santini e Plastik, che ha portato all’approvazione del prodotto da parte del Politecnico di Milano.

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L'AZIENDA RadiciGroup è uno dei più qualificati produttori di poliammidi nel settore della chimica a livello mondiale. Il suo portafoglio prodotti include in particolare poliammide 6, poliammide 66, 6.10 e 6.12 (Radipol®), acido adipico, acido nitrico, esametilendiammina (Radichem®). Innovazione tecnologica volta a migliorare ed ottimizzare i processi tradizionali, realizzazione di nuovi impianti, dinamismo, capacità imprenditoriali, competenze tecniche, flessibilità, capacità di risposta immediata alle esigenze di mercato. Questi i principali elementi di successo che hanno caratterizzato il processo di crescita di RadiciGroup nel settore della chimica. I suoi impianti produttivi permettono di dare una risposta completa ai clienti. I due impianti di Villa d’Ogna e Casnigo (BG), produttori di poliammide 6 partendo da caprolattame, sono integrati a valle con impianti di filatura. Il cuore dell’area chimica di RadiciGroup è da sempre lo storico sito produttivo di Novara, collocato su una superficie complessiva di oltre 350.000 metri quadrati dove principalmente si produce poliammide 66. Questo stabilimento è un brillante esempio di ciclo integrato di produzione nella filiera della poliammide 66. Si parte dalla produzione dei monomeri, acido adipico ed esametilendiammina, e dei chemicals che servono per produrli, acido nitrico e idrogeno. A Zeitz, in Germania, RadiciGroup ha un stabilimento chimico moderno con impianti tecnologicamente

avanzati per la produzione di acido adipico. Qui la filiera si sposta più a monte. Non solo si produce acido nitrico ma anche il KA oil, miscela di cicloesanolo/cicloesanone, materia prima per ottenere l’acido adipico. Recentemente l’area chimica di RadiciGroup, nel sito di Novara, ha sviluppato il processo di produzione di poliammidi a catena lunga, come PA6,10 e PA6,12, progettando e realizzando un piccolo impianto in continuo per la produzione di sali diversi dal sale AH, intermedi per la produzione di poliammidi AA-BB diverse dal PA66. RadiciGroup è una realtà industriale integrata anche a valle con aziende di compound e filatura. Per questo l’area chimica è in grado di porsi come leader tra i produttori di poliammidi 6 e poliammidi 66, progettate per soddisfare le esigenze dei propri clienti interni ed esterni al gruppo. Nel settore della chimica oggi RadiciGroup, con i suoi uffici commerciali di Mendrisio e Shanghai, raggiunge con i propri prodotti tutte le aree di consumo del mondo: Europa, Asia, Oceania, Africa, Nord America e Sud America. Nell’ambito dell’area chimica, RadiciGroup produce polimeri di PA6 e PA66, con marchio Radipol®, e chemicals come: acido adipico, acido nitrico, esametilendiammina, sale 66, miscela di acidi bicarbossilici –AGS -, esteri di acidi dicarbossilici, venduti con marchio Radichem®.


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LA STORIA Siamo negli anni settanta. RadiciGroup, già attivo nel settore dei filati di poliammide, decide di diversificare le proprie attività attraverso un’integrazione verticale, passando dalla produzione di tappeti, tessuti, moquette, tappetini per automobili, alla produzione di polimero di Poliammide 6. La necessità di integrarsi nella poliammide, porta così RadiciGroup a fare il suo primo ingresso nel mondo della chimica. • 1986 La storia di RadiciGroup nel settore della chimica ha inizio nella primavera del 1986, quando Gianni Radici, fondatore di RadiciGroup, decide di acquisire e rimettere in uso lo stabilimento ex Montedison sito in via Fauser a Novara, inattivo da circa tre anni e, in alcuni reparti, in completo stato di abbandono. Prima della fermata, in questo stabilimento novarese funzionavano tre impianti: il primo produceva acido nitrico, il secondo acido adipico e il terzo concludeva il ciclo con il processo di salificazione. Grazie alla determinazione di Gianni Radici e alla passione di un gruppo di tecnici, in tempi relativamente brevi, attraverso l’impiego di ingenti risorse economiche e un grande sforzo di programmazione, le aree dismesse vengono recuperate e bonificate. Gli impianti di produzione di acido adipico e acido nitrico vengono ripristinati e riaggiornati tecnologicamente. Nasce così Radici Chimica SpA sita in una città, Novara, in cui RadiciGroup ha potuto trovare un patrimonio eccellente di tradizioni, esperienze e competenze nel settore chimico. • 1992 Nello stabilimento novarese di Radici Chimica, vengono realizzati gli impianti a m o n te p e r la p ro d uzi o n e d e lla Esametilendiammina, indispensabile per completare la catena di produzione della

poliammide 66. Ha così inizio la produzione di Poliammide 66. • 1998 Nasce la sede commerciale Radici Chimica SpA , succursale di Mendrisio sita in Svizzera. • 2001 Nasce un nuovo impianto per la produzione di A ci d o A dip ico: R a dici Chimic a Deutschland GmbH. Il nuovo sito tedesco viene progettato alla fine degli anni novanta presso il polo industriale di Zeitz (Tröglitz) – territorio cuore della ex Germania dell’Est – per poi entrare in produzione nell’agosto 2001. Radici Chimica Deutschland GmbH è oggi uno degli impianti chimici più moderni d’Europa ed è attivo nella produzione di Acido Adipico (80.000 ton/anno), Acido Nitrico e Cicloesanolo. Con più di 200 dipendenti e una stretta collaborazione con le scuole e gli istituti del territorio, Radici Chimica Deutschland GmbH può esser considerato uno dei polmoni dello sviluppo del parco industriale di Zeitz. • 2003 Viene creata RadiciChem Shanghai Co. Ltd, sede attiva nella commercializzazione di polimeri di PA6 e PA66, acido adipico, miscela di acidi dicarbossilici -AGS-, esteri di acidi dicarbossilici. Fibre tessili in PA6 e PA66. • 2004 Viene realizzato, in accordo con Atel, il nuovo impianto di cogenerazione (turbogas) a ciclo combinato Novel. Tale struttura è in grado di produrre energia elettrica per una potenza di 100Mw e di fornire inoltre il vapore necessario al funzionamento di Radici Chimica SpA. INTERVISTA A ANGELO RADICI, CEO E PRESIDENTE DI RADICIGROUP Come nasce RadiciGroup? “Il nostro è un Gruppo che ha alle spalle una storia di ottant’anni, iniziata con l’azienda tessile di famiglia fondata da mio nonno Pietro Radici, che nel corso degli anni è cresciuta, uscendo dalla dimensione locale, sino a diventare la realtà leader a livello globale che conosciamo oggi. Elemento fondamentale per il nostro sviluppo è stata la diversificazione della produzione, che ci ha consentito di espanderci anche

in altri settori, come quello della chimica e dei tecnopolimeri, specializzandosi in settori come automotive, tessile, e applicazioni tecniche.” Come avete deciso di impegnarvi nella solidarietà per l’emergenza Covid-19 e quali sono i numeri di RadiciGroup? “La nostra è una realtà che nasce e si sviluppa sul territorio. Per questo motivo, prima ancora che come azienda, ci siamo sentiti coinvolti come abitanti. Per noi, offrire un aiuto concreto a questa terra e alla sua gente durante un’emergenza di così ampia portata, mettendo a disposizione anche la nostra tecnologia e le nostre competenze, ha rappresentato, sin da subito, una priorità. A livello globale RadiciGroup conta 3.100 dipendenti e un fatturato di €1.200 milioni (2018) con unità produttive e sedi commerciali dislocate tra Europa, Nord e Sud America e Asia.” Quali sono i tempi di consegna e la modalità di richiesta da parte degli enti ospedalieri? “Eravamo a conoscenza delle necessità dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che, purtroppo, per primo si è trovato in una situazione critica diventata poi comune a tante strutture ospedaliere del nostro Paese e registrava una carenza di dispositivi di protezione per i propri medici. Per questo ci siamo attivati mettendoci in contatto con loro per proporre il nostro sostegno attraverso la produzione di camici, copricapo e calzari, denominando questo progetto WeCare. L’ospedale di Bergamo ci ha, tempestivamente, fatto avere dei prototipi che abbiamo analizzato cercando di capire come fosse meglio procedere partendo dal nostro tessuto non tessuto. Abbiamo poi immediatamente coinvolto altre aziende del territorio che si sono schierate con noi, permettendoci di mettere a punto una filiera credibile e certificata. In particolare, abbiamo cercato chi potesse trattare il nostro tessuto non tessuto per renderlo impermeabile, poi i laboratori in grado di occuparsi della confezione e, infine, abbiamo verificato che il risultato fosse all’altezza dei requisiti necessari per la certificazione. La produzione dei capi è stata poi avviata il 31 marzo. In tutto sono stati necessari 10 giorni per avere un prodotto certificato.”

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Tecnicamente parlando, quale tipo di tessuto viene utilizzato per i dispositivi di protezione e quali sono i tempi di produzione? “Si tratta di non tessuti spunbond di polipropilene che offrono elevate prestazioni tecniche, ideali per applicazioni che devono garantire la sicurezza dei prodotti e che, oltre che nell’ambito medico, vengono utilizzati anche in altri settori: edilizia/roofing, automotive, filtri, agricoltura, arredamento, tovaglie e articoli monouso.” Quali altre iniziative solidali ha messo in atto RadiciGroup? “Il Progetto We Care rientra in un percorso di supporto al territorio avviato da RadiciGroup, che si è immediatamente attivato con altre iniziative solidali per far fronte all’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 che ha colpito tutta l’Italia e in particolare l’area bergamasca. Insieme all’Atalanta Bergamasca Calcio, il Gruppo ha provveduto a una donazione per l’acquisto di tutti gli impianti necessari alla somministrazione di ossigeno per 200 posti letto destinati a pazienti ricoverati per Covid-19 all’Ospedale da campo costruito dall’Associazione Nazionale degli Alpini alla Fiera di Bergamo. RadiciGroup ha, inoltre, contribuito a dotare l’Ospedale Bolognini di Seriate di una Tac Mobile utile agli approfondimenti diagnostici necessari per quei pazienti che presentano problemi di carattere respiratorio potenzialmente collegabili al Covid-19. Radici Plastics Suzhou, azienda di

RadiciGroup specializzata nella produzione di tecnopolimeri, con sede nella provincia di Jiangsu in Cina, ha aderito all’iniziativa di raccolta fondi promossa dalla comunità italiana a Shanghai inviando all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo oltre 20.000 mascherine e altri dispositivi medici. Inoltre RadiciGroup è stato protagonista della filiera per la produzione delle mascherine molamia, realizzate nell’ambito del progetto coordinato da Confindustria Bergamo con Maglificio Santini e Plastik, che ha portato all’approvazione del prodotto da parte del Politecnico di Milano.” Come si svolgono le prove di idoneità per uso medicale dei vostri tessuti? “Per poter essere utilizzati in ambito medico, i tessuti devono soddisfare rigorosi requisiti e superare dei test di idoneità. Nel caso specifico dei capi inclusi nel progetto WeCare le prove di idoneità sono state effettuate dal Centrocot di Varese. Sono state eseguite prove batteriologiche di resistenza agli agenti infettivi, prove di trazione e rottura per valutare la qualità del tessuto, ma anche prove sul capo per esempio la tenuta delle cuciture. Per quanto riguarda la produzione, ogni fase della lavorazione è soggetta al controllo della giusta esecuzione delle operazioni. Statisticamente vengono prelevati dei campioni per verificare la costanza di qualità del prodotto ed eseguite delle prove finali di verifica della qualità del capo.”

Quali sono le politiche di sostenibilità di RadiciGroup? “La sostenibilità rappresenta uno dei p ila s tri f o n da m e nt ali d el G r up p o , che ha sposato l’idea di uno sviluppo sostenibile che mantenga un equilibrio tra profittabilità economica, tutela d e l l ’a m b i e n t e e d e q u i t à s o c i a l e . RadiciGroup è stata une delle prime aziende italiane a pubblicare il bilancio di sostenibilità, realizzato secondo gli standard del Global Reporting Initiative. I principi di sostenibilità vengono condivisi con i principali attori della supply chain. Fornitori e clienti sono chiamati a rispettare un codice di condotta che mira a rendere la sostenibilità una parte integrante della strategia di business, contribuendo alla costruzione di una catena di approvvigionamento attenta non solo alla qualità dei prodotti o dei servizi, ma anche all’ambiente e alle condizioni sociali e lavorative in cui essi vengono realizzati. In RadiciGroup abbiamo adottato un modello di economia circolare, in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo e, quando un prodotto raggiunge il fine vita, è usato nuovamente per creare altro valore. Tutti i nostri prodotti, infatti, sono riciclabili, ovvero offrono la possibilità, in uno scenario di circolarità, di tornare ad essere materia dopo un processo di riciclo.” Quali sono i valori distintivi di RadiciGroup? “Siamo una realtà nata e cresciuta in simbiosi con il territorio e con la sua gente, con cui abbiamo sviluppato un legame fortissimo e verso i quali sentiamo un forte senso di responsabilità. Le persone rappresentano per noi un asset fondamentale, per questo sono al centro della nostra vision, così come il rispetto della loro integrità fisica e culturale. Parallelamente, cerchiamo di perseguire il massimo dell’efficienza e dell’efficacia dei sistemi gestionali, garantendo l’affidabilità dei sistemi e delle procedure di gestione per la massima sicurezza degli addetti, della collettività e dell’ambiente.”

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maggio\giugno 2020 prodotti e di servizi: dalla fornitura di Energia Elettrica alla produzione di Energia Idroelettrica e Termoelettrica (impianto di cogenerazione) allo sviluppo di progetti e di attività nei settori dei Biocarburanti, delle Biomasse, dell’Energia Termica, dell’Energia Solare, del Fotovoltaico, del Gas. • Hotel San Marco, prestigiosa struttura alberghiera sita nel cuore di Bergamo, che dispone di appartamenti privati e di camere dotate dei più moderni comfort, ma anche sale meeting. In questo periodo di emergenza l’Hotel San Marco è rimasto aperto per ospitare le forze armate in prima linea contro il Covid-19. In questi giorni ospita oltre cento militari e medici russi impegnati a prestare servizio nell’Ospedale da campo alla Fiera di Bergamo e a sanificare le strutture sanitarie della bergamasca.” Quali sono i suoi personali valori come imprenditore? “I miei valori sono da sempre onestà, correttezza e trasparenza. Ho imparato sul campo, affiancando nei primi anni di lavoro mio padre Gianni Radici, un imprenditore da tutti riconosciuto e rispettato per questi valori. Vivo nel territorio in cui lavoro, quindi per me è fondamentale la fiducia reciproca con tutti gli stakeholder, dai dipendenti, alle istituzioni, alla comunità locale. Nella pratica dello sport a livello agonistico (Nazionale sci alpino negli anni settanta) ho capito che i risultati – e questo vale in tutti i campi – si ottengono solo grazie a determinazione, costanza e passione. Ed è altresì importante avere il sostegno della squadra, perché insieme si va più lontano.”

RadiciGroup è parte di una più ampia struttura industriale che include anche il business Meccanotessile e quello dell’Energia. Ce ne parli. “Le attività industriali della famiglia Radici iniziano nel dopoguerra a crescere e a diversificarsi, grazie anche alla grande capacità manageriale del suo fondatore Gianni Radici. Il business meccanotessile è oggi rappresentato da Itemagroup, multinazionale italiana leader nella fornitura di soluzioni per la tessitura all’avanguardia, inclusi telai best-in-class, ricambi e servizi integrati. L’Azienda è l’unico produttore al mondo a fornire le tre migliori tecnologie di inserzione della trama: pinza, aria e proiettile, con un ampio portfolio prodotti e un costante impegno nell’innovazione tecnologica per i suoi telai. Il 60% di Itema fa capo alla famiglia eredi di Gianni Radici (noi fratelli Angelo, Maurizio, Paolo, Maria Grazia e Bruna Radici). La rimanente quota è controllata dalle famiglie Arizzi e Torri. Itema possiede quote di maggioranza di Lamilflex, azienda leader nella produzione di prodotti finiti in materiale composito e di Schoch, azienda attiva nella fornitura di accessori per l’industria tessile. Sempre all’azionariato Radici fanno capo: • Gruppo Geogreen, nato nel 2000 come fornitore unico di energia per RadiciGroup, che si presenta oggi come uno dei più qualificati fornitori di un sistema integrato di

Siete aperti a delle partnership con imprenditori del settore per ridare slancio all’economia segnata dall’emergenza? “La coesione e l’unione di intenti sono un fattore determinante per superare un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo, e la serie di iniziative di solidarietà che hanno coinvolto diversi soggetti dando vita a una filiera locale ne sono la dimostrazione. Per questo penso che anche nell’immediato futuro si debba proseguire su questa strada per ripartire e rimettere in moto l’economia. Sono certo che il nostro territorio e le aziende bergamasche sapranno uscire più forti di prima da questo momento, impegnandosi e lavorando duramente e attingendo alle capacità grazie alle quali più volte abbiamo saputo affrontare e vincere altre sfide complesse.” Come vede il futuro dell’economia italiana all’indomani d ell ’e m e rge nza Covid-19 e co sa co n siglia al m o n d o imprenditoriale? “Sicuramente molto dipenderà dalle azioni messe in campo dal Governo italiano e dall’UE. Noi imprenditori faremo la nostra parte, soprattutto noi bergamaschi faremo ancora più nostro il detto mola mia, il cui significato è ormai conosciuto da tutti (non mollare). Sicuramente abbiamo davanti mesi difficili, dove ci sarà da stringere i denti e dove non ci sono ricette da seguire… questa emergenza è senza precedenti, e il futuro sarà da affrontare step by step.”

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LULULEMON U.S.A., CHICAGO Caso tratto in anteprima dalla ricerca mondiale "Retail Innovations 15" di Kiki Lab – Ebeltoft Group Rubrica a cura di Kiki Lab – Ebeltoft Group

LULULEMON APRE UN FLAGSHIP INTEGRATO NELLA PROPOSTA BENESSERE A 360°, CHE PARTE DAI PRODOTTI E SI ESTENDE ALLA RISTORAZIONE SALUTISTICA, A ESPERIENZE COME LO YOGA E LA MEDITAZIONE, CON ACCESSO FACILITATO PER LA GESTIONE DIGITALE 90


maggio\giugno 2020 La catena Lululemon ha costruito il suo successo sulla specializzazione nell’athleisure e sulle relazioni molto coinvolgenti ed empatiche con i clienti. L’azienda ha continuato a innovare negli anni introducendo e testando nuove iniziative e proposte. Recentemente ha lanciato un grande flagship a Chicago, con una superficie di 1.800 mq su due piani e una serie di novità che ne fanno un centro dedicato al benessere a 360°: oltre all’assortimento "core" athleisure è presente una linea di prodotti per la cura della pelle, uno shop in shop di un fiorista e, soprattutto, una serie di vari servizi facilmente accessibili con i canali digitali. Engagement Il nuovo flagship amplia il livello di coinvolgimento dei clienti. Oltre alle famose lezioni di yoga offerte gratuitamente in negozio, in genere nel fine settimana, e i gruppi di running che si ritrovano per partire dai punti vendita Lululemon, questo flagship offre sale di meditazione con cuffie e audio per facilitare la concentrazione, oltre a esperienze particolari come i "bagni" di gong e campane tibetane.

Lululemon ha introdotto in questo flagship anche il suo primo ristorante, Fuel Space, che offre un menù salutistico, senza escludere però un’opzione ancora molto popolare negli USA come l’hamburger, in cui l’ordine viene effettuato in modo digitale con touch screen. Il ristorante è stato sviluppato in collaborazione con Blue Plate, un noto servizio di catering e società di eventi a Chicago, per sviluppare un business integrato anche al di fuori del negozio. È disponibile inoltre uno spazio di coworking e i due studi di fitness ospitano corsi gestiti da istruttori esterni che lavorano in partnership con Lululemon. COMMENTO FINALE KIKI LAB Come tutti i leader autorevoli, Lululemon continua a sperimentare formule innovative. Il flagship di Chicago rafforza il posizionamento del brand nel settore del benessere con l’integrazione di prodotti e servizi e la capacità di coinvolgere partner e community locali. Sfida: mantenere nel tempo la coerenza qualitativa dei servizi offerti, inclusi quelli gestiti da partner esterni.

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INFO CHIAVE FLAGSHIP DI ATHLEISURE 2019: apertura / 1.800 mq su due piani

LULULEMON 1998: fondazione 454 negozi in U.S.A. e Canada, $3,3 mld fatturato 2019

SMART & SAFE RETAIL Webinar, 9 giugno 16.00-18.30 Fabrizio Valente, Founder Kiki Lab Smart & Safe Retail. Tendenze e casi dal monitor mondiale Era Covid di Kiki Lab - Ebeltoft Group Oscar Farinetti, Founder Eataly Vincere le sfide nell’era Covid Armando Garosci, Giornalista Largo Consumo modera una tavola rotonda con • Marco Dellapiana, Direttore Generale Tally Weijl South Europe • Roberto Selva Chief Marketing & Customer Officer Esselunga • Alessandro Andreanelli Managing Director Lush Italy • Fides Tosoni Country Business Development Manager Ikea Italy • Diego Toscani Direttore Generale Promotica • Alessandro Zanotti, Managing Director Retail & Fashion Strategy & Consulting Accenture Quota di iscrizione: 500€+iva Inviti per Retail, Brand e Real Estate (disponibilità limitata). Ai partecipanti sarà inviata la ricerca internazionale Retail Innovations 15 (formato pdf) Per iscrizioni: kiki@kikilab.it Partner: Promotica - Nexi - Ceetrus Merlata Mall - Conrotto Progetti - Proxima - Confcommercio - Accenture Main Media Partner: Largo Consumo Media Par tner: A ZFranchising, Beesness , B2eyes , Distribuzione Moderna, Display Magazine, InstoreMag, Promotion Magazine, Retail Project Magazine, TEN diyandgarden.com Association Partner: AICEX, Assofranchising, Assogiocattoli, CFMT, Confimprese, Federmobili, Federazione Moda Italia, Plef Food & Beverage Partner: Il Buon Gusto Italiano Award Partner: Insegna dell’Anno, Superbrands International Partner: Mapic, Retail Summit, World Retail Congress Patrocinio: Assintel

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Buoni e corposi

DI VIN IN VIN

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A cura di Carla Cavicchini

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Nella metà del mese di febbraio Firenze si trasforma in una gigantesca cantina, che accoglie neofiti ed esperti nel magico mondo della vinificazione. Un processo complesso che ha inizio tra i filari irraggiati dal sole e trova compimento nell'apprezzamento dei consumatori. Il padiglione Cavaniglia, della Fortezza da Basso di Firenze, l'11 febbraio ha aperto le porte alla sesta edizione di Chianti Lovers – l'anteprima promossa dal Consorzio Vino Chianti e dal Consorzio Tutela Morellino di Scansano – dove degustare le nuove annate Chianti DOCG 2019 e Riserva 2017 e Morellino di Scansano DOCG annata 2019 in riserva 2017. Il trend delle vendite è in crescita: il 2019 è stato in linea con le aspettative, in virtù di un'ottima vendemmia sia per quantità che, soprattutto, per qualità. Presenti 122 aziende con 488 etichette in degustazione e ben 206 in anteprima. Bene accolta la notizia della scelta del governo americano di escludere l'Italia dai dazi, che lascia presagire un rafforzamento dell'export verso il mercato statunitense, un paese

che negli ultimi decenni ha incrementato l'interesse e l'apprezzamento verso il vino italiano rendendo merito ai suoi indiscutibili pregi. Per coloro che non vogliono perdersi le ultime annate di Chianti Classico nelle sue tipologie Annata Riserva e Gran Selezione, alla Stazione Leopolda di Firenze si è tenuta la due giorni promossa dal Consorzio e rivolta, stavolta, agli operatori del settore e alla stampa, dove sono state presentate le anteprime delle ultime annate. I visitatori hanno potuto degustare a loro piacimento varie tipologie di vini, capire le caratteristiche dei tanti vitigni che compongono il prodotto finale – rigorosamente regolate nei cosiddetti "disciplinari" – porre domande agli esperti presenti e chiedere direttamente ai produttori cosa sta dietro il vino, (in buona sostanza tutto ciò che non possiamo leggere sull'etichetta). Assieme agli altri prodotti di buona eccellenza del territorio chiantigiano, la DOP è protagonista del ventennale dell'Olio Chianti Classico: assolutamente deliziosa


maggio\giugno 2020 "Centolio" in formato poco più che mignon, e la DOC per il Vin Santo edizione limitata, di uve passite. Giovanni Manetti, Presidente del Consozio Vino Chianti Classico, rilevando il periodo in cui saranno realizzate maggiormente le attività customizzate e targetizzate, osserva le potenzialità nel crescere ulteriormente verso mercati strategici quali Germania, Inghilterra, o Giappone, visto che gli oltre 740 vini in degustazione sono apprezzatissimi da stampa ed operatori. “Più che ottime le

presenze straniere visto che il Classico è di natura ospitante per cibi e vivande". Alle nostre domande sul "distinguo", afferma che il Chianti Classico è un vino del posto, non esportabile fisicamente pertanto unico e di grande personalità. “Ciò che distingue – osserva – è il carattere, la buona territorialità e gli oltre 700 vini superati abbondantemente in degustazione, molto apprezzati da media e da chi vi ruota intorno. Vien da dire Gallo appunto! Quanto al clima: farci i conti è inevitabile, però i terreni in alta collina come questi soffrono meno dei cambiamenti e si hanno note più fresche ove le alte temperature vengono mitigate. Piacevolmente la coltivazione biologica si difende in modo egregio.” Si è trattato, pertanto, di una ricca edizione annuale del Chianti Classico Collection che ha visto la partecipazione di 200 aziende del Gallo Nero e proprio lui – il galletto! – tutto impettito, orgoglioso del marchio simbolo di tale denominazione, che si è prestato al gioco-evento coloratissimo, rappresentando la tipologia vinifera, facendo ammirare il contorno del paesaggio con le tonalità scurodorate della terra e il bluette del cielo, onorando i colori del nettare degli Dei dagli straordinari toni violacei-rubini, nel bel verdastro dei vitigni. Sempre alla Fortezza da Basso di Firenze, nei giorni 7 e 8 febbraio, si è tenuta la più importante iniziativa commerciale per il settore vitivinicolo in Toscana, organizzata dalla regione Toscana, rivolta esclusivamente agli operatori. Buy Wine raccoglie, infatti, le nuove annate delle aziende vitivinicole del territorio, rigorosamente selezionate, che hanno occasione di venire a contatto con buyers di tutto il mondo ed entrare su mercati come Canada, Russia, Olanda, Danimarca, Singapore, Cina, Svezia, Brasile e Finlandia. Le aziende hanno così aumentato il volume medio annuo delle vendite fino al 20% e rafforzato il loro export. Particolare attenzione è stata posta alla sfide ambientali, che obbligano i produttori ad assumere importanti decisioni in conseguenza delle condizioni climatiche mutate, così da poter mantenere gli elevati standard qualitativi raggiunti. Un dato di fatto come le 23.000 aziende vitivinicole toscane di piccole e medie dimensioni, con l'88% di superficie coltivata a vigna minore o uguale a 50 ettari. Ma l'aspetto molto significativo è che il 43% è ancora a gestione familiare. Si segnala l'apertura verso nuovi mercati presenti per la prima volta quali Angola, Bulgaria, Repubblica Dominicana, Ecuador, Malesia, Portogallo, Romania e Uruguay. Una nuova chiave di approccio è senz'altro costituita dall' enoturismo, ottimo volano che permette l'avvicinamento del consumatore al produttore attraverso un percorso non solo gustativo, ma anche culturale, che ci consente di entrare nelle cantine, condividere gli odori e i racconti di coloro che quotidianamente lavorano, spesso con fatica, per portare a compimento la magica trasformazione del grappolo in vino. Soltanto conoscendo l'intero processo della vinificazione potremmo aggiungere al benessere fisico che indubbiamente ci verrà dato dal sorseggiare un ottimo vino d'annata, quel qualcosa in più che renderà la nostra esperienza unica e meritevole di essere ricordata.

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SIGNORA VERNACCIA Perla bianca in un mare di rossi A cura di Carla Cavicchini

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Focus sull'annata 2019 in Anteprima della Vernaccia di San Gimignano. Nella splendida città turrita, presso la tensostruttura nella Rocca di Montestaffoli con allestimento dei banchi d'assaggio dei produttori. Questo in contemporanea con Vernaccia di San Gimignano Wine Esperience riservata ai giornalisti, per la degustazione tecnica con servizio sommelier. Intuibile che parliamo di incontri di benvenuto nella provincia senese, con tanto di degustazioni, cene e conferenze in merito. Tal vino si fregia del titolo di “Signora” con eccellenze annuali qualitative motivo d'orgoglio e di stimolo nel perseguire la retta via e il Consorzio della Vernaccia sangimignanese ha anche ampliato le collaborazioni tramite l'accordo di partnership con la squadra di calcio femminile di serie A Florentia San Gimignano. Con il rispetto di una normativa di vita d'appartenenza ad una comunità attenta all'etica, valori e promozione dei propri gioielli.


maggio\giugno 2020 Con la Vernaccia di San Gimignano parliamo di una vino pilastro della civiltà occidentale, che si pone al centro della nostra cultura, per un buon stile di vita. “Vernaccia e Torri” elementi identitari, capaci di rappresentare un buon valore aggiunto per il territorio. Una piccola denominazione che è bene, tuttavia, difendere salvaguardando la specificità e viticoltura del territorio, le cantine, nonché puntando maggiormente sulla qualità e l'investimento. “Una perla bianca in un mare di rossi”, osserva Irina Strozzi, Presidente del Consorzio Vernaccia di San Gimignano, descrivendo l'antico vitigno autoctono di denominazione secolare reduce da 800 anni di storia che continua a cogliere le sfide nella tradizione di eccellenza qualitativa. Dal latino Vernaculum, declamato da Dante, ed ancora da Michelangelo e da Boccaccio, degustato dalla nobiltà, Milanni nasce per celebrare i 1000 anni della tenuta Guicciardini-Strozzi. Sorride di bruna bellezza Irina, nella sua grazia e nobiltà d'abito pieghettato color rosa antico. Osservo che, finalmente un po' di quote rosa nel settore ci stanno come un gioiello! Ma è pregiato nella sua purezza oppure c'è un’aggiunta di Sauvignon e Riesling come sembra? “Beh logico che amiamo degustarlo nella sua purezza, ma dal disciplinare è possibile l'utilizzo fino al 10% dei vini da lei sopracitati senza precludere le caratteristiche della Vernaccia di San Gimignano, assaggiarla fa capire quanto è riconoscibile tale prodotto in un panorama di vini bianchi, nazionali ed internazionali. Assolutamente, visto che è in grado di mantenere la propria identità, trasmettendo l'espressione del suo territorio.” Un bianco che, tra l'altro, migliora con l'affinamento in bottiglia, giusto? “Ha questa caratteristica, questa sua peculiarità. È un vino da invecchiamento, capace di esprimere altissime potenzialità nel corso degli anni. Pertanto bene l'annata, ma anche la pazienza di aspettare qualche annetto degustandolo invecchiato, tra l'altro gode di larghi spettri di abbinamento.”

Non a caso già Dante lo citava nel girone dei golosi del Purgatorio, menzionando Papa Martino IV quale buon estimatore. Persino Lorenzo De' Medici se lo faceva mandare da San Gimignano. “Esatto, come da documentazione veniva bevuto alla corte medicea e usato persino quale digestivo di sollievo dopo pranzi e cene luculliane. Entriamo pertanto nel merito della storia, nonché realtà unica nel patrimonio vinicolo nazionale che si conferma nelle eccellenze qualitative italiane. Si sposa ottimamente col coniglio alla Vernaccia di San Gimignano, carni bianche, pesci, formaggi e tartufo nel nostro territorio.” Lei è bella, giovane e dinamica Presidente di tale consorzio: ci vuole illustrare le prossime iniziative? “I predecessori hanno lavorato bene raggiungendo obiettivi importanti. Personalmente guardo più lontano aprendoci ai vini del nuovo mondo, come avviene in Sala Dante quest'anno, una anteprima non per incontrare i vini europei bensì quelli mondiali. Un sogno da realizzare.” Che senz'altro si tradurrà in realtà. Con piacere abbiamo visto una presenza straniera veramente massiccia... “Diciamo che gode dei suoi mercati storici come gli Stati Uniti, settore importantissimo che rappresenta appunto il 18% dell'export, nonché la Germania quale mercato tradizionale. In Russia è ben affacciato, anche se rimane da sviluppare ulteriormente e ben promuovere a livello europeo. Insomma, si può fare di più!” Abbiamo ascoltato prima della nota relativa ai dazi, fortunatamente evitati. “È un conforto sapere che il nostro patrimonio vinicolo non sarà toccato dai dazi americani. Conosciamo la mole di lavoro che c'è dietro la bottiglia del vino, vedendolo questo penalizzato ciò avrebbe significato non poche difficoltà. Di conseguenza dal punto di vista politico bisogna agire consentendoci di mantenere rapporti con gli States nella salvaguardia delle nostre produzioni e marketing.”

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UN MONDO SQUISITAMENTE DI-VI-NO Interviste a Carlotta Salvini e Barbara Tamburini A cura di Carla Cavicchini

In foto: a sinistra Carlotta Salvini, sommelier Fisar; a destra Barbara Tamburini, enologo

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maggio\giugno 2020 Una bruna, alta e snella, l'altra bionda dalle morbide onde che cadono dolcemente sulle spalle. La prima, Carlotta Salvini è miglior sommelier Fisar 2019, lavoro in un'azienda vitivinicola nel Chianti Classico come hospitality e marketing manageriale. Accanto c’è Barbara Tamburini, enologa libera professionista che si occupa di varie aziende vitivinicole in Toscana ed altre regioni, vincitrice dell’Oscar del Vino, il Premio Giacomo Tachis come migliore enologo 2019. Due belle fanciulle toscane premiate durante la conferenza stampa di “Buy Wine” e “Anteprime della Toscana”, nel mese di febbraio 2020 a Firenze. Intervistarle all'unisono è stata una buona occasione, ancor di più se annaffiata da buon vino! Le mutazioni climatiche sono evidenti, il tempo è impazzito, non esistono più le classiche stagioni. Si presumono danni alle coltivazioni? Carlotta Salvini: “Indubbiamente. Tuttavia l'altissimo incremento del know-how da parte delle aziende vitivinicole porta ad adottare opportune strategie nei vigneti e questo, anche a livello economico, può mitigare tale fenomeno.” Barbara Tamburini: “Si...ricollegandomi alle parole di Carlotta affermo che la ricerca in viticoltura prima e poi in enologia, si è preparata e si sta preparando a reagire in maniera consona e capillare.” La Brexit può portare problemi a questo settore che ben conoscete? Salvini: “Osserviamo che l'Italia ha l'alta

varietà di cui gode, unita alle risorse del nostro patrimonio, quindi esistono buoni presupposti per affrontare tale tematica ed essere ben posizionati nel mercato estero.” Tamburini: “Evidentemente l'Inghilterra rappresentava una buonissima fonte di acquisti e l'offerta italiana ha sempre puntato molto sul legame del vino con il proprio territorio – visto che siamo in Toscana – andando incontro alla unicità ed originalità di ciò che produciamo. Pertanto un consumatore esperto e preparato continuerà a scegliere quella data tipologia, introvabile in altre parti del mondo.” Estremo Oriente, Coronavirus, chiusura d e l l e f r o n t i e r e … d i r e s i t u a zi o n e drammatica è un eufemismo. Salvini: “La cosa mi ha toccata molto visto che dovevo andare in Cina, rimandando di conseguenza la partenza. A mio avviso i mercati non sono ben sondati per un fattore di gap socio-culturale. I vini toscani sono indiscutibilmente delle eccellenze nostrane con caratteristiche gustative che, per quanto riguarda il gusto mediorientale, non abbracciano le percezioni gustative e non trovano l'adeguata valorizzazione. Un po' di fatica pertanto è da mettere in conto, vi sono tuttavia i presupposti per andare avanti.” Tamburini: “ A mio avviso è un problema a breve-medio periodo, per fatti ed elementi in corso che fermano un momento così delicato. Sono convinta che la forza del vino italiano sia talmente grande, nonostante il momento zoppicante con questo Corona, che il futuro ci porterà senza dubbio

situazioni più rosee, se non altro, con buon punto di partenza interessante.” Le vendite online possono penalizzare le piccole-medie imprese? Salvini: “No, assolutamente. Parliamo di un commercio a largo, larghissimo campo di azione, alla luce di frontiere di nuove comunicazioni che caratterizzano ogni aspetto economico. Nel settore vitivinicolo, che poi è associato all'agricoltura, è scomparsa la naturale ritrosia visto che le imprese sono gestite da una frazione di giovani assai considerevole, capace di abbracciare la comunicazione in maniera estremamente efficace.” Tamburini: “Ritengo questo un fenomeno in grande crescita, sempre più all'estero nonché in Italia ben sapendo che la natura italica è quella di toccare, vedere, assaggiare, cogliendo l'aspetto più tangibile. A livello internazionale esiste invece più interesse in merito, il consumatore precedentemente informato, durante la sua esperienza di degustatore, ritiene tale opportunità sempre più da sviluppare.” Le mille etichette presenti possono disaffezionare il cliente a discapito della qualità? Salvini: “Beh, parlerei di pregi e difetti del panorama vitivinicolo italiano. Regionalizzazione e frammentazione sono due aspetti di criticità ma anche di vantaggio e contributo positivo, di conseguenza bisogna saper giocare bene la carta! Effettivamente tante etichette possono confondere il consumatore, ma per assumere un atteggiamento più critico occorre andare nelle cantine, vedere dove il vino viene prodotto, per una scelta consapevole anche di fronte a tanta offerta.” Tamburini: “Il consumatore è sempre più preparato ed attento, pertanto l'interlocutore si deve prestare al gioco nella propria competenza che porta a scegliere una etichetta al posto di un'altra, una denominazione al posto di un'altra… In breve, tale sapienza sia da parte dell'acquirente che dall'offerente porta a scelte accuratamente meditate.” Giusto ed opportuno, poiché … “il vino è poesia imbottigliata!”

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/Food LE ORIGINI La famiglia Bonollo inizia a sperimentare l’arte della distillazione già nell’Ottocento. Le prime testimonianze dell'attività professionale di distillatori risalgono invece al 1908, anno a cui si riconduce la più antica denuncia di produzione di cui si ha copia. È in quell’anno infatti che Giuseppe Bonollo, il capostipite della più importante dinastia di Grappa oggi esistente, partì con gli allora innovativi alambicchi a vapore che consentivano di produrre una grappa dalle caratteristiche organolettiche migliori rispetto a quella tradizionale. Già allora, la famiglia Bonollo era apripista nell’impiego di moderne tecnologie. Dal 1951 il figlio Umberto Bonollo decide di continuare l’attività del padre per conto proprio e con i suoi figli, eleggendo a sede dell’azienda il Padovano, una zona geografica con una profonda tradizione nella produzione di grappa e al contempo un bacino particolarmente ricco di materia prima di alto livello qualitativo. LO SVILUPPO Umberto, affiancato a sua volta dai figli e forte del crescente mercato della grappa, sviluppa la propria attività tra gli anni ‘50/’70. In questi anni nascono la distilleria di Mestrino e il moderno stabilimento di Conselve, entrambi nella provincia di Padova, dove ancora oggi prosegue l’attività di famiglia. Continua costante nei decenni successivi la crescita delle Distillerie Bonollo Umberto, che si sviluppa anche attraverso l’acquisizione di alcune realtà locali del settore, come la distilleria Modin (fondata nel 1842) e la distilleria Dalla Vecchia (fondata nel 1890), che contribuiscono ad arricchire ulteriormente il know how di Bonollo nell’arte della distillazione, rafforzando una tradizione che radica fortemente nell’Ottocento. LA LEADERSHIP Nel corso degli anni ’90, dopo un’attenta osservazione delle tendenze del mercato

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DISTILLERIE BONOLLO Passione per la Grappa da quattro generazioni nell’azienda di Mestrino (Padova), presente nel Rapporto Eurispes tra i 100 casi di “Nostra Eccellenza” Italia A cura di Giorgio Nadali


maggio\giugno 2020 e dell’evoluzione del gusto dei consumatori, la famiglia Bonollo decide di dedicarsi alla creazione di un prodotto innovativo, una grappa gentile e dalla spiccata ampiezza aromatica, in grado di affascinare e soddisfare le esigenze dei consumatori più moderni. Bonollo dedica a questa missione importanti investimenti in ricerca e sviluppo, ottimizzazione della raccolta della vinaccia, controllo del processo di fermentazione e perfezionamento della seconda distillazione; realizza presso lo stabilimento di Conselve il Sistema Unico di Produzione Bonollo e si conferma così il leader qualitativo del mercato. Nel 1999, con la Grappa OF Amarone Barrique, ancora oggi punta di diamante e cardine di tutta la produzione, le Distillerie Bonollo Umberto producono la prima Grappa invecchiata in barrique definendo, così, una tendenza di gusto innovativa per questo prodotto, che ha riscosso grande successo creando un nuovo segmento nel mercato dei distillati. È l’11 dicembre del 1999 quando nel mercato si affaccia la prima bottiglia di Grappa OF Amarone Barrique: il fiore all’occhiello della collezione OF di Bonollo, non una semplice grappa, ma una pietra miliare che ha rotto gli schemi tradizionali del settore promuovendo un innovativo modello di prodotto e di consumo che a vent’anni di distanza ha dimostrato di aver precorso i tempi e determinato prima una nuova tendenza di mercato e oggi una vera e propria categoria di grappe pregiate e particolarmente apprezzate. Una recente analisi diretta al mercato nazionale – effettuata da Artefice Group a luglio 2019 in collaborazione con Toluna – conferma come tra i consumatori di spirits la grappa barricata raccolga un apprezzamento nettamente più elevato rispetto alle altre tipologie (il 45% del campione la preferisce) con un valore che sale al 67% tra i consumatori più esperti, ovvero gli intenditori. LE DISTILLERIE BONOLLO UMBERTO OGGI L'azienda, oggi ancora saldamente in mano alla famiglia con la terza e quarta generazione, è localizzata nella provincia

di Padova con due stabilimenti: la distilleria di Conselve e la sede di Mestrino. Bruno Bonollo, nipote del fondatore e figlio di Umberto, è Presidente e Amministratore Delegato e sovrintende la guida dell’azienda oggi saldamente in mano al team della quarta generazione di famiglia: Luigi, Elvio, Filippo e Giorgio. Ognuno di essi segue un’area aziendale strategica, rivestendo il ruolo di Consiglieri di Amministrazione. L’esperienza centenaria nella distillazione e la tradizione di famiglia si integra così da sempre in una visione nuova e aggiornata del fare impresa. L’esperienza centenaria nella distillazione si integra da sempre all’impiego delle più moderne tecnologie. IL PREMIO 100 ECCELLENZE ITALIANE Nella suggestiva cornice della Sala Koch a Palazzo Madama si è svolta la cerimonia di conferimento del Premio 100 Ambasciatori Nazionali alle Distillerie Bonollo Umberto di Padova che, dopo aver ricevuto nel 2016 il Premio 100 Eccellenze Italiane, si distinguono ancora una volta per la loro unicità. Le Distillerie Bonollo Umberto sono, infatti, l’unica distilleria italiana ad aver ricevuto il riconoscimento 100 Ambasciatori Nazionali; questa la motivazione ufficiale: “per aver contribuito allo sviluppo socioeconomico non solo del settore ma dell’intera Nazione e per aver saputo difendere le

proprie radici, contribuendo al progresso e all’innovazione”. L’INTERVISTA Ne parliamo con Elvio Bonollo, IV generazione di famiglia e responsabile Marketing e Relazioni esterne dell’impresa. In Italia dal 2007 al 2017 sono diminuiti i consumatori di alcolici nell’anno e aumentati i consumatori giornalieri. Aumentano i consumatori occasionali e fuori pasto. Il consumo occasionale è in aumento, da 9 milioni 594mila a 12 milioni 65mila (+25,8% contro +8,6% delle donne). Lei cosa ne pensa? “Nel caso della grappa posso dire che negli ultimi anni, dopo un calo sistematico e continuo, assistiamo ad una tendenza alla stabilizzazione dei volumi nella direzione di un modello di consumo sempre più qualitativo e meno quantitativo. Si beve meno, ma meglio. E principalmente, in continuità con la tradizione, si consuma la grappa dopo pasto in ambiente conviviale.” Come fa un profano a distinguere il gusto di una grappa di alta qualità? “Prima di tutto deve osservare l’assenza di imperfezioni che possono derivare dalla mancata integrità aromatica della materia prima e/o da una distillazione non

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perfettamente gestita. Può sembrare strano, ma in un prodotto complesso e difficile da ottenere come una grappa di qualità, problematiche di questo genere talvolta si possono ancora riscontrare. Superata questa valutazione preventiva si deve verificare la ricchezza di aromi, il loro equilibrio d’insieme e la franchezza complessiva del distillato. Da qui poi si sviluppa tutto l’apprezzamento delle diverse note percepite che possono tradursi in livelli diversi di apprezzamento in relazione ai gusti, all’esperienza ed alle preferenze del degustatore. È un mondo molto ampio ed intrigante di esperienze sensoriali che ciascun soggetto interpreta e condivide nel confronto con altri.” In cosa i vostri prodotti fanno la differenza sul mercato degli alcolici? “I nostri prodotti sono figli di una tradizione che abbiamo ereditato ed evoluto nel corso di generazioni di appassionato lavoro all’interno della nostra famiglia. Sono quindi frutto di un patrimonio di entusiasmo e di idee finalizzate ad ottenere esperienze sensoriali appaganti da offrire agli estimatori dei nostri prodotti. Distilliamo le nostre grappe cercando di condensare e concentrare un bouquet di profumi in grado di esprimere eleganza, equilibrio, ricchezza ed intensità di aromi per trasmettere sensazioni particolari in grado di regalare piacevoli emozioni e far capire che in essi si condensa la storia ed il continuo impegno della nostra famiglia nel perfezionare i propri distillati.” La vostra azienda è segnalata nel Rapporto Eurispes tra i 100 casi di “Nostra Eccellenza” Italia. Quale spazio riservate allo sviluppo di nuovi prodotti? “C’è sempre uno spazio importante in azienda dedicato alla ricerca di nuove ed originali proposte sensoriali da dedicare ai nostri affezionati estimatori. Non possiamo deluderli per cui dobbiamo lavorare sempre molto prima di uscire sul mercato con le nostre novità.” Cosa ha di particolare la Grappa OF Amarone Barrique? “Ricca, vivace, morbida: Grappa OF

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Amarone Barrique è il frutto della distillazione delle vinacce, provenienti dalla pigiatura delle uve passite del vino Amarone della Valpolicella, contraddistinte da una incredibile ampiezza e vivacità di aromi. L’abilità dei maestri distillatori Bonollo ha consentito di scolpire il particolare profilo organolettico di questa Grappa da meditazione, che è in grado, grazie alle sue eccezionali caratteristiche sensoriali, di sorprendere e appassionare anche gli intenditori più esigenti. La completa maturità del carattere di Grappa OF Amarone Barrique viene raggiunta attraverso l’invecchiamento in piccole barrique di

rovere francese, nelle quali avviene una graduale ed armoniosa evoluzione della sua inimitabile ed inconfondibile personalità, contraddistinta da note intense, suadenti ed inconfondibili, in grado di coinvolgere in eleganti, appaganti ed originali esperienze edonistiche. G rap pa O F A maron e Barriqu e ha dimostrato, per la prima volta in assoluto, di saper inserirsi a testa alta nel mondo dei grandi distillati internazionali, conquistando nuove fasce di estimatori attenti ed esigenti, tra cui va evidenziato un crescente pubblico femminile che nel vissuto della grappa non si era mai riscontrato. Il suo bouquet unico


maggio\giugno 2020 della prima: il S.U.B.-Sistema Unico Bonollo, la metodologia di produzione esclusiva di Bonollo che nasce dall’integrazione dell’esperienza delle quattro generazioni di distillatori di famiglia con il meglio della tecnologia disponibile. Il Sistema di produzione Unico Bonollo presiede alla gestione di tutte le operazioni produttive: dalla raccolta e lo stoccaggio controllato della materia prima, alla distillazione, dall’invecchiamento al confezionamento, per non parlare della valorizzazione dei sottoprodotti che avviene nel rispetto della sostenibilità ambientale. Il cuore di questo metodo risiede nella doppia distillazione che permette di estrarre dalle vinacce il massimo potenziale aromatico, esaltando le componenti che conferiscono al distillato finezza, leggerezza e pregio organolettico ed eliminando quelle meno nobili. Nella prima distillazione vengono separate le componenti di testa e di coda per estrarne il cuore, ossia la “grappa”; nella seconda distillazione, esclusiva Bonollo, il prodotto viene ulteriormente perfezionato, eliminando gli elementi di minor pregio organolettico e rendendo la Grappa OF Amarone Barrique Bonollo un prodotto unico nel suo genere per ricchezza aromatica, franchezza e morbidezza.”

può ricordare, per eleganza e morbidezza, i migliori Cognac, ma la sua ampiezza aromatica riconduce orgogliosamente alla peculiarità più caratteristica e distintiva della grappa. OF Amarone Barrique è l’espressione più tangibile dello spirito di ricerca e innovazione che da sempre contraddistingue il dna della famiglia Bonollo alla quale va riconosciuto un contributo in misura importante ad evolvere ed attualizzare, nel rispetto della tipicità, la percezione dell’acquavite di bandiera nazionale. OF Amarone Barrique, a vent’anni dalla sua nascita, è tuttora ritenuta dagli esperti un

vero punto di riferimento qualitativo per la categoria. Non è un caso che nella classifica Top 100 Spirits stilata da Wine Enthusiast, prestigioso magazine newyorkese che dal 1988 racconta il meglio della produzione mondiale di vino e spirits, la Grappa OF Amarone Barrique delle Distillerie Bonollo Umberto di Padova sia l’etichetta migliore della categoria grappa e rientri nei migliori 100 spirits al mondo.” Voi avete festeggiato un ventennale… “Questo ventennale così importante per Bonollo è legato a doppio filo a un’altra innovazione firmata OF Bonollo, gemella

Ci parli del premio 100 Ambasciatori Nazionali che avete conseguito. “Il Premio 100 Ambasciatori Nazionali è dedicato a comuni, aziende ed enti che nel loro territorio e in tutto il Paese, mettono in pratica azioni volte allo sviluppo socioeconomico e valorizzazione del patrimonio, diventando un esempio virtuoso per la comunità. I 100 Ambasciatori Nazionali vengono scelti per la loro volontà di investire sul benessere e la formazione, con il fine di far acquisire valore alla Nazione, creando occupazione e benessere sociale, diventando un punto di forza per la crescita e il miglioramento delle sue potenzialità. Questo impor tante riconoscimento è conferito dall’Osser vatorio delle Eccellenze Italiane, con la supervisione di un autorevole Comitato d’Onore composto da rappresentanti di importanti Enti e Istituzioni nazionali. È un premio che si aggiunge a un ampio

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palmarès che costituisce una continua attestazione del valore delle Distillerie Bonollo Umberto di Padova, un’azienda che ha fatto di solidità, concretezza e innovazione le sue armi vincenti. Attraverso un prodotto come la grappa, fatto di una materia prima così concreta e così legata alla terra, le Distillerie Bonollo Umberto hanno saputo, generazione dopo generazione, trasformare un prodotto percepito – in passato – come provinciale, in un’eccellenza del Made in Italy, invidiata in tutto il mondo. La sperimentazione e l’innovazione costituiscono due punti cardine dell’attività delle Distillerie fin dai primi del Novecento quando il fondatore Giuseppe Bonollo, pioniere delle moderne tecnologie, partì con gli allora innovativi alambicchi a vapore, che consentivano di produrre una grappa dalle caratteristiche organolettiche superiori. La famiglia Bonollo, nel corso di quattro generazioni di appassionato lavoro, ha messo a punto il Sistema Unico di Produzione Bonollo, un processo complesso che va dalla selezione delle materie prime al prodotto finito e che consente di proporre grappe particolarmente ricche di aromi. La Grappa OF Amarone Barrique – che nel 2019 ha compiuto vent’anni – una pietra miliare che ha rotto gli schemi tradizionali del settore, è l’espressione più tangibile dello spirito di ricerca e innovazione che da sempre contraddistingue la famiglia Bonollo a cui va il merito di aver attualizzato ed elevato – nel rispetto della tipicità – la percezione dell’acquavite di bandiera nazionale. OF Amarone Barrique, a vent’anni dalla sua nascita, è ancora adesso ritenuta dagli esperti un vero punto di riferimento qualitativo per la categoria. Quali investimenti prevedete per il 2020? “Continueremo nella promozione dei nostri prodotti e nello sviluppo e miglioramento della nostra struttura produttiva e logistica.” Il Binge Drinking è l'assunzione di più bevande alcoliche in un breve intervallo di tempo. Qual è la giusta consumazione dei vostri prodotti? “I nostri distillati si orientano esattamente nella direzione opposta: per essere compresi e goduti richiedono un modello di consumo

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attento e partecipe in cui al centro vi sia un solo distillato – la nostra grappa – e vi sia la possibilità di un confronto piacevole con altri degustatori proprio mentre ci si gode lentamente il prodotto. Il tutto in un contesto rilassato e positivo che si crea tradizionalmente nell’ambito della convivialità post pranzo o cena.” La grappa è un distillato che non deve invecchiare obbligatoriamente per un periodo minimo, come avviene per altri distillati. Voi producete tutti i tre tipi, giovane, invecchiata e aromatica. “È corretto che non sia previsto un obbligo di invecchiamento in quanto la grappa, a differenza della maggior parte dei distillati, nasce già con un carattere proprio piacevole e distintivo. È frutto di una combinazione unica della ricchezza aromatica della vinaccia e dell’abilità del distillatore nel creare un prodotto in grado di conciliare ricchezza aromatica, equilibrio e franchezza, che sono i tre imperativi che il consumatore

di oggi richiede ad una grappa di qualità. L’aromaticità è direttamente legata alla tipologia di vinaccia e, quindi, di vitigni da cui proviene – ad esempio Moscato, Malvasia – ed è già nettamente percepibile nella grappa appena distillata. La successiva maturazione in legno, l’invecchiamento, è una scelta del maestro distillatore e, quindi, del consumatore. Il successo che la grappa invecchiata sta riscuotendo in questi ultimi anni deriva dal fatto che con l’invecchiamento il carattere originario di una grappa si arricchisce di tonalità vanigliate e più in generale speziate che molto lentamente si creano attraverso la permanenza in legno del distillato affascinando un numero crescente di consumatori. La percezione normalmente è, dunque, di maggior morbidezza e rotondità che, tuttavia, hanno un senso solo in termini di completamento e arricchimento del carattere originario il quale deve rimanere la base distintiva di una grappa di qualità.”


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THE RELEVANCE AGENDA Over 120 global speakers will share their insights into how to be relevant to customers and what it takes to deliver relevancy consistently and sustainably, including:

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CO-FOUNDER AND CHAIR, IMAGINE FORMER CEO, UNILEVER

CHAIRMAN & CEO THE LANE CRAWFORD JOYCE GROUP

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HEAD OF FASHION & LUXURY TMALL LUXURY DIVISION, EUROPE, ALIBABA GROUP

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/Food Nuovi asset strategici e nuovi modelli di business sono i presupposti per il rilancio delle industrie in questo momento complesso. In particolare, le aziende della ristorazione stanno trasformando e ampliando i propri orizzonti. Abbiamo incontrato Alberto Cartasegna CEO e Founder di “miscusi” e relatore al prossimo Forum Retail, l’evento di IKN Italy che richiama la più grande Community di Retailer in Italia. miscusi nasce come un brand di ristorazione di pasta non incentrato sul delivery, ma sul core business connesso alla ristorazione. Oggi ha rivisto la propria strategia di delivery per garantire piena continuità delle attività attraverso il lancio

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RISTORAZIONE: COME SI STA INNOVANDO NEL CONTESTO ODIERNO? Alberto Cartasegna, CEO e Founder di "miscusi" e relatore del prossimo Forum Retail ci racconta l'innovazione che porterà la ristorazione ad ampliare i propri orizzonti Rubrica a cura di IKN


maggio\giugno 2020 di miscusi bottega per la produzione di prodotti. Nell'intervista abbiamo parlato delle strategie messe in atto per far fronte alla ripresa e dei nuovi modelli di business messi in atto. Quale sarà il nuovo business model vincente per la ripresa post COVID-19? Come è cambiata la comunicazione con il tuo cliente tramite i canali social? “Tra due anni i locali saranno pieni come due mesi fa. Nei prossimi 12/24 mesi ci aspettiamo un graduale, lento, rientro ad una nuova normalità. Rimarranno abitudini che abbiamo fatto nostre in questo momento storico indimenticabile. Abitudini positive, come la curiosità di sapere cosa c’è dietro un piatto, se ci fa bene e se fa bene al nostro pianeta. La praticità di ordinare online, il piacere di passeggiare nel proprio quartiere e comprare quei prodotti che non trovi sugli scaffali dei grandi supermercati, oramai troppo compromessi dalla guerra di prezzi. La nostra comunicazione è rimasta la stessa. Trasparente, sincera e coerente. Da sempre usiamo i social come amplificatore di quello che facciamo tutti i giorni. Amplificatore, mai mixer. Abbiamo raccontato quello che abbiamo fatto per gli ospedali, il lancio della bottega online, cercato di mantenere i toni giusti, seri nei momenti delicati, ma sempre positivi.”

tutti i giorni come fosse la loro seconda casa. Oltre ad alzare sempre l’asticella della qualità del prodotto. Continueremo a farlo, durante e post Covid. Stiamo accelerando investimenti in tecnologia per costruire un layer digitale multicanale che connetta gli ospiti ai nostri ragazzi, anche fuori dai ristoranti. Manterrà sempre e comunque una forte umanizzazione.” Se Maometto non va alla montagna…: ci raccontate il nuovo progetto del gruppo, la bottega di pasta online? “La miscusi bottega è sempre stata un’idea, spesso i clienti ci chiedevano: la vendete la pasta?. Quest’anno avevamo a piano di raddoppiare i ristoranti, aprire il primo all’estero, la farm… tanti progetti e la risposta era sempre per ora no. Il Covid ha cambiato l’ordine delle priorità prepotentemente. Abbiamo reagito decidendo di portare i nostri prodotti nelle case degli italiani, per poter replicare l’esperienza di miscusi nel proprio salotto. Abbiamo fatto diverse migliaia di consegne, il 99% dichiara il servizio/prodotto eccellente e comprerà di nuovo i nostri prodotti… chissà magari li troverà anche nel ristorante quando riapriremo.”

Quali touchpoint saranno fondamentali per lo sviluppo di nuovi canali di engagement? “Non è mai stato strategico per miscusi avere una forte presenza digitale funzionale al servizio. Ci siamo sempre concentrati sull’esperienza dentro ristoranti, creando un clima positivo ed energico trasferendo valori e passione ai ragazzi che ci vivono

FORUM RETAIL SI PREPARA AL 20° COMPLEANNO! Forum Retail, l’evento di IKN Italy che richiama la più grande Community di Retailer in Italia, si prepara a celebrare il ventesimo compleanno con numerose novità e contenuti sempre più innovativi, a partire dai focus, che quest’anno saranno “Sostenibilità, Digitale e Sicurezza”. Verranno infatti presentati i casi più emblematici di sostenibilità dal punto di vista etico ed economico, ambientale e di welfare; non mancheranno le best practice in tema di innovazione e capacità di trasformazione del business; gli speaker ci guideranno nel capire quali sono i protocolli da adottare per assicurare la sicurezza fisica della persona, lato dipendenti e lato clienti, in seguito all’emergenza in corso. In occasione dell’appuntamento, si svolgeranno: il Retail & Payments, un evento nell’evento interamente dedicato ai Pagamenti Digitali, al Cash Management e alla Sicurezza per l’E-Commerce e i Punti Vendita Fisici, e “Meet your GURU”, ossia una serie di incontri a numero chiuso – riservati ai Retailer – con i Top Speaker per condividere spunti su argomenti specifici da mettere in pratica nell’attività quotidiana dei presenti. Forum Retail 2020 vede un incremento della partecipazione di speaker internazionali con l’obiettivo di un aumento del benchmark globale, di particolare rilevanza in questo periodo. Inoltre, in attesa dell’appuntamento, sono stati programmati una serie di “Coffee Talk”, ossia interviste web live a CEO e GM del Retail e FMCG, al fine di trasmettere agli addetti ai lavori contenuti di valore sulla situazione di emergenza. I Top Manager coinvolti parleranno di come gli ultimi mesi abbiano cambiato gli scenari aziendali e di quali sono le rivoluzioni che ci aspettano. Forum Retail 2020 si svolgerà al Superstudio Più di Milano i prossimi 28 e 29 ottobre. Il programma, in aggiornamento, è consultabile sul sito dell’evento: www.forumretail.com

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/Centri Commerciali

RAPPORTO 2020 SUL MERCATO IMMOBILIARE COMMERCIALE IN EUROPA E IN ITALIA Scenari Immobiliari presenta sul web la sua analisi A cura di Giovanni Bonani

Scenari immobiliari, Istituto indipendente di studi e di ricerche, analizza i mercati immobiliari e l'economia del territorio in Italia e in Europa. Fondato nel 1990, opera attraverso le sedi di Milano e di Roma e conta su numerosi collaboratori, con formazione multidisciplinare, attivi a livello nazionale ed europeo. Forniscono servizi a elevato valore aggiunto in tutta la filiera immobiliare, esclusa l'intermediazione. Scenari Immobiliari ha recentemente presentato sul web il suo Rapporto 2020 sul mercato immobiliare commerciale in Europa e in Italia, con il seminario digitale Shopping 2020. Alcuni dati: in Italia, dopo un 2019 in crescita a 9,2 miliardi di euro (+3,4%), il fatturato è previsto in calo a 6,7 miliardi (-28%) nel 2020. Se nel 2019 gli investimenti in Europa sono stati di 42,1 miliardi di euro, quest’anno, anche a causa della crisi sanitaria, sono previsti in contrazione sia in Europa (-30%) sia in Italia (-25%). Si presume una ripresa nella prima metà del 2021. In Europa, il mercato immobiliare commerciale ha subito un progressivo calo negli ultimi cinque anni, soprattutto nel Regno Unito e in Germania. In seguito, sono stati registrati andamenti disomogenei tra i diversi paesi, positivi per Spagna, Portogallo e Italia e al contrario penalizzanti per alcuni più a nord, principalmente collegata alla crescita delle vendite on-line. La contrazione degli investimenti è dovuta a un eccesso di offerta negli anni precedenti e ai cambiamenti di gusti e di modalità di acquisto dei consumatori. Lo sviluppo e l'adeguamento

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maggio\giugno 2020 immobiliare dei centri commerciali in Europa ha visto negli ultimi 3 anni interventi realizzati per una superficie complessiva di oltre 4,2 milioni di mq, suddivisi tra nuovi sviluppi, riqualificazioni e ristrutturazioni e/o ampliamenti dell’esistente. Oggi sono in progetto iniziative per oltre 5,27 milioni di mq, che dovrebbero comprendere proposte da completare nel triennio 20202023. La quota maggiore è quella dei nuovi sviluppi, che dovrebbe apportare allo stock oltre 2,56 milioni di mq. L’Italia è uno dei paesi a maggior sviluppo, con una quota complessiva pari a 1,46 milioni di mq, composti in prevalenza da nuove realizzazioni. Tuttavia, questi interventi sono a rischio, poiché molti fondi e investitori istituzionali potrebbero modificare l'obiettivo nei prossimi anni. Il retail è uno dei settori in maggiore difficoltà, a causa della chiusura obbligatoria e ora chiede una riduzione dei canoni d’affitto. Si presume che una parte di negozi non riaprirà. Dopo la decrescita delle quotazioni fino al 2015, sia per la grande sia per la piccola distribuzione, dal 2016 è ripreso un incremento moderato, più rapido nei canoni di locazione, rispetto ai prezzi medi di vendita. In Italia, le quotazioni della piccola distribuzione hanno avuto differenti andamenti. Milano e Roma hanno mostrato una tenuta dei prezzi medi di vendita e dei canoni di locazione nelle zone centrali, mentre hanno sofferto le zone semicentrali, soprattutto a Roma. Quotazioni sempre decrescenti della periferia, soprattutto a Roma. Venezia e Firenze hanno mantenuto una crescita costante nelle vie centrali, mentre in quelle semicentrali e periferiche la decrescita è stata marcata. Torino nel 2019 ha recuperato i livelli del 2010, ma solo per le aree centrali, mentre il semicentro e la periferia sono rimaste negative. Quotazioni ovunque in discesa per Bari, Bologna, Genova, Napoli e Verona. Tengono le vie centrali del commercio di lusso delle

principali città italiane, ambite dai retailer e ricercate dagli investitori specializzati. Delle 47 vie monitorate da Scenari Immobiliari nelle sei principali città, si colloca al primo posto, per livelli di canoni raggiunti, via Monte Napoleone (13.200 euro al mq annui), seguita da via Condotti (11mila euro), da Galleria Vittorio Emanuele II a Milano (10mila euro) e da Piazza di Spagna (7.500 euro al mq). Le high street di Firenze e di Venezia si posizionano su livelli inferiori. Nel quinquennio 2015-2019 si è registrato un incremento medio costante dei canoni di locazione nelle high street, soprattutto a Roma (+33%) e a Milano (+22%), seguite da Firenze (20%) e Torino (12%). Per Bologna e Venezia l’incremento è stato rispettivamente del 10% e 6%. Per il 2020 si prevede una diminuzione moderata delle quotazioni, con una forte propensione alla polarizzazione tra immobili di qualità collocati nelle posizioni centrali e le restanti strutture di minore attrattività. Anche i canoni di locazione delle high street potrebbero subire una leggera contrazione, per quelle strade o per quei segmenti di via che attualmente presentano criticità o nei quali la ripresa dell’attività economica avverrà con maggiore difficoltà. In Italia, il calo previsto del fatturato del comparto commerciale dipenderà dai minori investimenti esteri, che pesano oltre il 50% del totale, per le incertezze finanziarie e le specifiche del settore. La piccola distribuzione, inoltre, risulterà ancora più penalizzata, con una ripresa che si prospetta lunga. Continuerà a tenere la GDO, oggi sollecitata dall’incremento dei consumi. Nel retail è previsto un calo degli investimenti e del fatturato a livello globale, con un possibile rimbalzo positivo nel 2021, solo se saprà cogliere i cambiamenti nelle scelte del consumatore e seguire un percorso sinergico con il sottostante mercato immobiliare, sia in termini di quotazioni sia di innovazione.

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/Centri Commerciali

DEVELOG Land developer in sinergia con gli operatori logistici A cura di Laura Bonani

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maggio\giugno 2020 Develog, player del settore immobiliare specializzato nell’ambito dello sviluppo industriale-logistico, si è recentemente affacciato nel mercato italiano, collocandosi in un segmento specifico: sviluppo di progetti logistici, dalla ricerca all’acquisto del terreno, fino ai permessi di costruire. È in grado di proporre operazioni anche ai fondi immobiliari e agli utilizzatori finali, garantendo l’intero processo di sviluppo, grazie all’analisi di ogni fase. All’individuazione e valutazione di zone ad alto potenziale, segue una progettazione mirata, flessibile e, ove possibile, studiata per lotti funzionali. Le richieste specifiche degli investitori e uno studio approfondito delle esigenze del mercato, sono alla base

di ogni progetto. Dopo un’attenta analisi dei processi autorizzativi, Develog porta ad approvazione i progetti, riuscendo a garantire l’allineamento del prodotto con la richiesta e gli standard degli operatori internazionali. Si occupa anche della creazione di pacchetti ad hoc e dello sviluppo di grandi poli logistici. Ha adottato un codice etico e un modello di business fedele alle best practice di riferimento in tema di responsabilità degli enti, sia per i processi decisionali sia per le pratiche commerciali. Grande attenzione è rivolta al risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto ambientale. Infatti, sviluppa progetti volti a “dialogare” con gli ambienti in cui si inseriscono, definendo

un rapporto mitigativo con il territorio circostante. Inoltre, sulla base del tipo di progetto o di committente, si adopera nella promozione di operazioni per ottenere certificazioni specifiche. Develog fa parte di un gruppo con consolidata esperienza nel real estate sia in Italia sia all’estero. Ha finalizzato, nel 2019 a Trecate (NO), la più importante operazione su terreni a destinazione logistica in Italia e continua la sua crescita a fianco dei principali player del settore, in qualità di partner strategico. Al momento, attraverso le sue controllate, sta sviluppando diverse operazioni nel Nord Italia, localizzate sopratutto nella Città Metropolitana di Milano, ma anche in Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Lazio

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/Automotive

La BMW (sigla di Bayerische Motoren Werke, in italiano "fabbrica bavarese di motori") azienda tedesca produttrice di autoveicoli e motoveicoli, con sede a Monaco di Baviera è stata fondata ufficialmente nel 1917 da Camillo Castiglioni (italiano), Franz Josef Popp (austriaco) e Karl Rapp (tedesco) inizialmente per produrre motori d'aereo. Ha esteso progressivamente la sua attività fino a diventare una delle case automobilistiche più importanti e prestigiose del mondo soprattutto per la qualità costruttiva e la modernità tecnologica e ingegneristica dei suoi prodotti. Nel 2017, il gruppo BMW ha venduto a livello mondiale 2.505.741 automobili (marchi BMW, Mini e Rolls-Royce) e 185.682 motoveicoli a due ruote (marchio BMW). Nel 2018 ha fatturato 97,48 miliardi di euro. Il Top Manager Massimiliano Di Silvestre, 48 anni, ha assunto il 1° agosto 2019 la carica di Presidente e A.D. di BMW Italia S.p.A., prendendo il posto di Sergio Solero che ora ricopre l’incarico di Vice President Marketing, Product and Services della Divisione Aftersales di BMW AG. Massimiliano, laureato in Economia e Commercio presso

BMW, INTERVISTA A MASSIMILIANO DI SILVESTRE Il Presidente e Amministratore Delegato: “Il Coronavirus ha segnato un drastico cambiamento di prospettiva dalla fine di febbraio in avanti” A cura di Giorgio Nadali

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maggio\giugno 2020 l’Università degli Studi di Bologna, lavora per il BMW Group dal 2001 (con un intervallo dal 2009 al 2012 dove ha maturato significative esperienze professionali in altre aziende automotive) ricoprendo differenti incarichi tra cui Regional Director della Divisione vendite della filiale italiana, Amministratore Delegato di BMW Roma e Country Manager Rolls-Royce Motor Cars e, negli ultimi due anni, il ruolo di Managing Director di BMW Group Hungary. “La nomina di Massimiliano Di Silvestre alla guida di BMW Italia S.p.A. e l’incarico assegnato a Sergio Solero presso la Casa Madre – ha dichiarato Jean Philippe Parain, Senior Vice President Region Europe di BMW AG – testimoniano ancora una volta il processo di crescita del management italiano all’interno del BMW Group e sono un riconoscimento al lavoro fatto in questi anni dalla filiale italiana di BMW AG. Per questo motivo vorrei ringraziare Sergio Solero per gli importanti risultati raggiunti alla guida del team di BMW Italia e augurare in bocca al lupo a Massimiliano Di Silvestre per la nuova sfida". Scopriamo di più nell’intervista a Massimiliano Di Silvestre, Presidente e Amministratore Delegato BMW Italia. Come si orienta BMW verso l'auto elettrica e quella a guida autonoma? “Entrambi gli aspetti, elettrificazione e guida autonoma, fanno parte dei temi su cui si fonda la mobilità del futuro, per la quale il BMW Group nella sua strategia aziendale NUMBER ONE>NEXT ha individuato i temi più rilevanti nell’acronimo D+ACES: (Design, guida Autonoma, Connettività, Elettrificazione e Servizi). BMW è a certamente tra i pionieri e tra i leader della mobilità elettrica, con la creazione del brand BMW i all’inizio del decennio scorso, il lancio sul mercato del primo modello completamente elettrico, la BMW i3, nel 2013 e con il raggiungimento a fine 2019 del traguardo di mezzo milione di veicoli elettrificati venduti a livello globale. A sette anni dal lancio le vendite della BMW i3 sono in continuo aumento e per questo il modello resterà in produzione ancora per un po’ di tempo, con un ciclo di vita più lungo rispetto a quanto siamo abituati a vedere. Nella strategia di elettrificazione del gruppo alla BMW i3 si sono già affiancate diverse

vetture ibride plug-in e presto arriveranno nuovi modelli completamente elettrici. Entro il 2023 il gruppo avrà in portafoglio 25 modelli elettrificati, di cui 12 puramente elettrici. A fine 2019 abbiamo mantenuto l’impegno di portare sulle strade nel mondo 500.000 vetture elettrificate, abbiamo l’obiettivo di raddoppiare questo numero nei due anni successivi, per arrivare a 1 milione di veicoli elettrificati circolanti entro il 2021. Per raggiungere questa cifra, stimiamo che entro il 2025 le vetture equipaggiate con un propulsore elettrico rappresenteranno fino al 25% delle vendite globali. In Europa, crediamo che già nel 2021 le vetture elettrificate rappresenteranno un quarto delle vendite, per passare ad un terzo nel 2025 e a metà del totale nel 2030. Negli ultimi anni, il BMW Group ha ripetutamente dimostrato la sua padronanza dei requisiti chiave necessari per realizzare la guida assistita, fino alla guida autonoma. Nel 2006, una BMW Serie 3 ha percorso le traiettorie ideali del circuito di Hockenheim in autonomia. Veicoli di test con livello 3 di autonomia viaggiano sull'autostrada A9 in Germania da metà 2011. Nel 2014, un prototipo BMW automatizzato ha viaggiato sulla Las Vegas Speedway per la prima volta, dimostrando come la guida altamente automatizzata possa essere spinta al limite. Al CES di Las Vegas del 2017, il BMW Group ha dimostrato il livello 3 di automazione in un

percorso dimostrativo con una BMW Serie 5. Nello stesso anno, anche una flotta di 40 prototipi di BMW Serie 7 capaci di guida altamente automatizzata è stata lanciata in Germania, negli Stati Uniti e in Israele. Nel 2018, il BMW Group ha aperto il suo Campus per la guida autonoma vicino a Monaco. Questo centro per lo sviluppo basato sui dati combina una capacità di archiviazione di 230 petabyte con la potenza di elaborazione di oltre 100.000 processori e 200 unità di elaborazione grafica. Mi piace fare anche una puntualizzazione sull’argomento. Come BMW Group, abbiamo sempre dimostrato grande chiarezza su questo tema, evitando semplificazioni eccessive o fuorvianti per il cliente. Voglio dire che oggi il livello di guida assistita davvero presente sul mercato è quella di livello 2 con coadiuva il conducente e lo assiste nella guida, riducendo i rischi e l’incidentalità. Dal 2021 sarà ipotizzabile vedere automobili, come la nostra iNext, pronte per il livello tre, ma soltanto in particolari situazioni stradali autorizzate. In questo senso saranno determinanti sia tecnologia 5G che un adeguamento normativo che oggi non è stato ancora implementato. Quindi progresso tecnologico da un lato e chiarezza informativa dall’altro. Questo oggi è richiesto alle aziende leader.” Quali sono i punti di forza di BMW? “La forza di BMW risiede nella continua

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capacità di innovare e di porre al centro il cliente. Questo è il significato della strategia che abbiamo chiamato The power of choice. Aver affrontato la trasformazione dell'industria automobilistica con grande fiducia e a partire dalle fasi iniziali ci permette di essere ora in una posizione privilegiata nello sviluppo delle soluzioni ai problemi e delle risposte ai bisogni dei nostri clienti. Le spese per ricerca e sviluppo, a cui tradizionalmente il gruppo dedica una parte importante dei propri investimenti, assume in questo momento una rilevanza particolare. Le nuove tecnologie sono fondamentali per il futuro della mobilità e da qui al 2025 intendiamo investire oltre 30 miliardi di euro in ricerca e sviluppo per consolidare la nostra posizione di leader dell'innovazione. Negli ultimi anni, infatti abbiamo investito dal 6 al 7% del nostro fatturato in R&D. Questo è il nostro DNA. Vogliamo disegnare il nostro futuro e non attenderlo passivamente.” L'auto elettrica/a guida autonoma trova opposizione culturale da parte degli utenti amanti del rombo del motore e della guida sportiva? Come intendete superarle? “Il silenzio dei sistemi di azionamento elettrici è spesso citato come uno dei maggiori vantaggi della mobilità elettrica. Tuttavia, con l'aumento della scelta di modelli elettrificati, è possibile che alcuni driver lamentino la perdita di appeal emotivo del rombo del motore. Il sound ha sempre avuto un ruolo importante nell'emozionalità dei nostri veicoli. In questo momento in cui stiamo portando la gioia del piacere di guidare a un nuovo livello, l’azienda ha deciso di creare il nuovo mondo sonoro della mobilità elettrica in BMW, che si chiamerà BMW IconicSounds Electric. Per la sua realizzazione BMW si avvale della collaborazione di un musicista come Hans Zimmer, creatore di colonne sonore celeberrime e vincitore di premi Oscar per le sue musiche memorabili. Insieme stiamo creando il sound che accompagnerà i nostri clienti a bordo delle vetture elettriche della prossima generazione. Per quanto riguarda la guida, il nostro impegno è quello di rimanere fedeli al nostro motto Piacere di Guidare. Questo significa che anche in futuro chi si metterà al volante di una BMW,

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anche se dotata di tutti i sistemi di guida assistita, avrà la possibilità di scegliere quando guidare in prima persona e quando lasciar fare alla vettura. Nella modalità di guida attiva, gli interni della vettura e i sistemi di controllo saranno in grado di assumere la configurazione più adatta ad assicurare l’autentico feeling della tipica guida sportiva BMW, per poi cambiare nuovamente configurazione nelle fasi di guida autonoma. L’innovazione resterà il DNA della marca e il piacere di guidare una BMW o il go kart feeling di una MINI resteranno immutati indipendentemente dal tipo di trazione: combustione, elettrica, plug-in o fuel cells.” Quali sono state le sue maggiori soddisfazioni di management da quando Lei ha assunto la carica di Presidente e AD di BMW Italia S.p.A. il 1° agosto 2019? “Io lavoro in BMW Group da quasi vent’anni e devo dire che arrivare in BMW Italia da Presidente lo scorso agosto è stata una soddisfazione enorme. Ho trovato una squadra di manager straordinaria con la quale ho il piacere di lavorare e confrontarmi ogni giorno. Abbiamo dei collaboratori unici che anche in questo momento complicato stanno dimostrando una dedizione, passione e spirito di adattamento che è unico nel mercato. In BMW la differenza la fanno le persone e questo non è uno slogan ma la realtà. Da quando è iniziata questa crisi, ho potuto apprezzare ancora di più questi valori. Stiamo vivendo dei momenti molto forti dal punto di vista emotivo che resteranno impressi indelebilmente nella nostra memoria ma io credo che questo passaggio ci renderà ancora più squadra e ancora più forti quando ci sarà la ripresa. Mi piace ricordare un episodio: quando abbiamo deciso con il team di lanciare un messaggio al Paese attraverso una scelta di grande valore e abbiamo realizzato in 48 ore un video con Alessandro Zanardi, nostro brand ambassador, pilota e atleta paralimpico, che ci dava coraggio e ci invitava a resistere tutti insieme. Quel dai che ce la facciamo pronunciato alla fine, è stata un’iniezione di energia che ha fatto bene a tutti e che ha generato un consenso enorme attorno al nostro lavoro e ai nostri valori.”


maggio\giugno 2020 Quali sono i motivi essenziali per la scelta di BMW rispetto ai competitors? “Qualsiasi sia il modello o la propulsione, ogni BMW è fedele al dna dell’azienda ed è in grado di trasmettere la sensazione del piacere di guidare a chi la sceglie. Questo non è destinato a cambiare nemmeno in futuro, quando entreranno in gioco nuove forme di energia e diverse modalità di utilizzo dell’auto. Inoltre, accanto alle doti dinamiche, in una BMW i clienti hanno la certezza di trovare la massima sicurezza e la tecnologia più avanzata, grazie agli importanti investimenti in ricerca e sviluppo, necessari per mantenere la posizione di leadership conquistata in questi ambiti.” Quali sono i numeri più aggiornati delle vendite di BMW Italia? “Il BMW Group ha registrato nel 2019 il nono anno record consecutivo a livello mondiale. In Italia abbiamo mantenuto la leadership del segmento Premium a livello di Gruppo (BMW+MINI) con 79.793 immatricolazioni (+ 2,7% rispetto all’anno precedente). Quindi possiamo dire che lo scorso anno è stato positivo sia globalmente che localmente. L’anno 2020 ha avuto un avvio incoraggiante a gennaio nel nostro Paese (almeno per il segmento premium che aveva fatto registrare un incremento del 3,8%). Poi la situazione è cambiata drasticamente nel corso dell’ultima settimana di febbraio a causa dello scenario che si è andato delineando per il tema del Coronavirus. I primi due mesi del 2020 nel nostro paese sono stati comunque positivi per BMW Group: abbiamo venduto 13.875 vetture dei marchi BMW e MINI, in leggera flessione (-2,1%) rispetto al dato 2019 per il clima di instabilità che si è venuto a creare negli ultimi giorni di febbraio (con il mercato premium che nel mese è calato del 10,8%), ma allo stesso tempo siamo cresciuti in termini

di quota di mercato nel premium segment per BMW (26,1% + 0,9 punti percentuali) con una performance stabile per MINI. Abbiamo anche confermato la leadership a livello di Gruppo. Notizie positive per la vendita di elettrificate con una crescita a tripla cifra, con 830 automobili ibride plug-in o elettriche vendute abbiamo registrato una crescita del 147% nel bimestre. BMW Group rappresenta il 45,2 % del mercato premium elettrificato (BEV+PHEV) a fine febbraio. Anche BMW Motorrad ha confermato il suo trend positivo (+3,7%) con 2.501 motociclette e scooter venduti nel bimestre 2020. In queste ultime settimane, alla luce del nuovo scenario che si sta delineando, stiamo lavorando soprattutto sulla parte digitale per rimanere in contatto con i nostri clienti ed essere capaci, insieme alla rete dei nostri concessionari, di mantenere vivo il business e prepararci al futuro. Oggi l’esperienza del customer journey è sempre più omnicanale e passa dal reale al digitale anche più volte durante il processo di vendita. Noi vogliamo lavorare in questo momento difficile per tutti, nell’ottica dell’innovazione, senza perdere passione, per essere i più veloci a ripartire quando questa tempesta sarà passata. In questo il digitale ci offre una piattaforma straordinaria e accessibile a tutti. Soprattutto in un momento dove le persone hanno più tempo, dovendo stare in casa ed essendo connessi con tutti i dispositivi personali. È una grande sfida, ma anche un momento di svolta che un’azienda come la nostra sempre proiettata al futuro non può non cogliere.” Cosa rappresenta il 2020 per BMW? “È chiaro che il Coronavirus ha segnato un drastico cambiamento di prospettiva dalla fine di febbraio in avanti. Il primo bimestre era stato molto positivo per il BMW Group sia a livello globale che a livello

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italiano con performance in crescita e grandi passi avanti nel processo di elettrificazione della gamma. Basti pensare che nel nostro Paese avevamo fatto registrare una crescita a tripla cifra delle vetture elettriche e d ibride plug-in (+147%), confermando la leadership del mercato premium. Poi, come sappiamo tutti molto bene, lo scenario è drasticamente mutato e ci siamo trovati ad affrontare una situazione completamente nuova e inattesa. Mi piace però sottolineare alcuni punti. Innanzitutto la capacità di reazione della squadra che ho il piacere di guidare. Abbiamo spesso anticipato misure che poi sono diventate la consuetudine per la vita di tutti, avendo l’obiettivo primario di tutelare la salute dei nostri collaboratori e questo ci ha consentito di preservare la salute di tutti. In secondo luogo abbiamo espresso immediatamente la volontà di non fermare il business, anche quando le concessionarie sono state chiuse. Da quel momento abbiamo lavorato alla trasformazione del modo di operare per essere pronti alla ripartenza. In questo senso anche i messaggi arrivati da BMW AG sono stati straordinari: il nostro CEO Oliver Zipse ha confermato durante la conferenza stampa di bilancio la volontà di investire 30 miliardi di euro per le nuove tecnologie sulla mobilità sostenibile entro il 2025, fornendo una chiara linea guida per il futuro. Nella stessa occasione il nostro CFO Nicolas Peter ha dichiarato la governance per l’anno in corso prevedendo un corridoio

di profittabilità per il settore auto tra il 2 e il 4%, che, se si allontana da quanto stabilito in precedenza (6-8% nell’esercizio precedente) o atteso per il 2020, dimostra che l’azienda vuole uscire da protagonista anche da questo passaggio delicato.” Il marchio BMW è stato fondato nel 1917 da un italiano, un austriaco e un tedesco. Qual è la vocazione internazionale di BMW? “La vocazione internazionale dell’azienda è il suo stesso DNA. Il Gruppo, infatti, è un player globale sia in termini di produzione che come presenza nei mercati. Attualmente gestiamo 31 stabilimenti di produzione e assemblaggio in 15 Paesi e abbiamo una rete di vendita globale in oltre 140 Paesi. L’intercultura, poi, è da sempre un nostro valore. Siamo convinti che collaboratori che appartengono a diverse culture, paesi, formazioni, aumentino la nostra capacità innovativa e migliorino ulteriormente la nostra competitività, per esempio aiutandoci a comprendere meglio le esigenze dei clienti, in uno scenario sempre più globale. Per promuovere ulteriormente una prospettiva internazionale e una comprensione interculturale tra i nostri nuovi dipendenti, abbiamo progettato, ad esempio, i nostri programmi per giovani talenti come il Global Leader Development Programme tenendo conto delle esigenze dei par tecipanti internazionali. Ci concentriamo anche sul reclutamento di manager con esperienza internazionale.

Un altro aspetto fondamentale che deriva dall’essere un’azienda di dimensioni globali riguarda la corporate citizenship. Per il BMW Group questa è parte integrante della visione di impresa che vogliamo abbracciare. In quanto azienda globale, ci assumiamo la responsabilità e affrontiamo le problematiche attuali della società, concentrandoci sulle aree in cui possiamo sfruttare al meglio le nostre competenze per ottenere miglioramenti misurabili. Siamo convinti che le nostre attività contribuiscano a superare le sfide della società creando al contempo un valore aggiunto per l'azienda. Il nostro paese con il progetto SpecialMente (www.specialmente-bmw.it) che in questi anni ha coinvolto oltre 1 milione di persone con attività on line ed esperienze sul territorio è un benchmark all’interno del Gruppo.” Debutto della moto BMW R 18. "Il momento più importante del 2020” secondo Markus Schramm, capo di BMW Motorrad. Ci dica di più! "La BMW R18 è un prodotto importantissimo nella strategia di BMW Motorrad. Infatti non solo è una motocicletta fortemente iconica che concentra in sé tecnologia e tradizione, ma è la capostipite di una gamma che ci consente di presidiare un segmento di mercato in cui oggi non eravamo presenti, quello delle grandi cruiser. Già alla presentazione dei primi concept, in EICMA ed al Motor Bike Expo, la risposta del mercato italiano è stata estremamente favorevole: basti pensare che abbiamo dato ai Clienti l’opportunità di preordinarla online con una caparra e, nonostante non sia stato ad oggi ancora svelato il modello stradale, oltre settanta appassionati non hanno esitato ad aderire a questa iniziativa pur di essere tra coloro che avranno i primi esemplari! Concept i4 Electric Gran Coupé. Esistono barriere culturali da abbattere per chi ama il rombo di un motore tradizionale? “La BMW i4, che sarà costruita nella fabbrica di Monaco di Baviera e farà il suo debutto sul mercato nel 2021, sarà molto simile alla BMW Concept i4 presentata lo scorso 3 marzo in maniera digitale dal nostro CEO Olive Zipse. La BMW Concept i4 non è

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maggio\giugno 2020 guida in modalità Core ai suoni più intensi e pronunciati della modalità Sport.

caratterizzata solo dal suo design particolare, ma anche dal suo suono visionario e unico. Come ricordavo prima è stato sviluppato dal compositore di fama mondiale Hans Zimmer, insieme al sound designer BMW Renzo Vitale. BMW IconicSounds Electric mira a emozionare i veicoli elettrici BMW e renderli udibili utilizzando mondi sonori

unici. Il suono della BMW Concept i4 realizza questo obiettivo alla perfezione: unisce il passato e il futuro della BMW. Dà al guidatore la sensazione che non ci siano limiti di espressione. Il suono sarà molteplice, sorprendente, con un senso di leggerezza e trasparenza. I mondi sonori della BMW Concept i4 spaziano, infatti, dai suoni di

MINI e Rolls Royce sono marchi del BMW Group. Quali le caratteristiche distintive di questo target di clientela? “Con i suoi tre marchi BMW, MINI e Rolls-Royce, il BMW Group è il principale produttore mondiale di automobili e motocicli. MINI rappresenta l’interpretazione in chiave moderna di un classico, che ha cambiato i canoni del design e sovvertito le regole del mondo dell’auto al suo debutto a metà del secolo scorso e mantiene intatto il suo carattere anche nel terzo millennio. Basti pensare all’ultima nata, la MINI Cooper SE: 100% elettrica e 100% MINI. Rolls Royce è la casa automobilistica più esclusiva al mondo. Rinomata per la qualità suprema, la squisita fattura artigianale e la meticolosa attenzione ai dettagli, rappresenta la definizione più autentica di lusso nell’immaginario collettivo.” Quali sono le priorità di BMW Italia in questo momento? “Il tema centrale oggi è il digitale. Questa crisi

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ha dimostrato due cose. Che la rivoluzione digitale è democrazia pura, che è entrata nella vita di tutti e non solo in quella delle giovani generazioni. In secondo luogo che il customer journey è davvero un’esperienza omnicanale, che passa da virtuale a reale più volte durante il processo di acquisto e che quindi lo store fisico non è più l’unico imprescindibile punto di contatto con il cliente. In queste settimane trascorse a casa con una mobilità limitatissima abbiamo riscoperto il valore del tempo e abbiamo dedicato più spazio ai nostri interessi potendo approfondire moltissimi temi. Ecco perché sin da subito ci è apparso evidente che dovevamo immediatamente trovare nel digitale il linguaggio per non perdere la relazione con i nostri clienti. Dovevamo offrire loro la possibilità di continuare a dialogare con noi a distanza, offrendo contenuti, informazioni approfondimenti. Non nell’ottica della vendita, ma in quella della passione per i nostri prodotti e le nostre innovazioni. Ecco perché abbiamo cominciato a produrre contenuti da distribuire attraverso le nostre piattaforme e attraverso i nostri product genius, giovani appassionati di prodotto in grado di fare storytelling dei nostri marchi a due e quattro ruote. I concessionari hanno immediatamente compreso la potenzialità di questo approccio e molti di loro hanno dato vita a iniziative digitali assolutamente uniche. La nostra priorità è questa: digitale, approccio omnicanale e innovazione. Tutto questo è the power of choice, vale a dire mettere sempre al centro il cliente, perché alla fine sono le sue scelte che guidano il business.” Quale impatto ha avuto l'impossibilità di presentare al Salone Automobilistico di Ginevra? “La cancellazione del Salone di Ginevra è avvenuta in risposta ad eventi che stanno disegnando scenari inediti e ci mettono di fronte a sfide

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mai affrontate in tempi recenti. Dovendo rinunciare alla vetrina di Ginevra per la presentazione delle novità di quest’anno – in primis la BMW Concept i4 – la nostra azienda si è prontamente attrezzata per cercare una soluzione alternativa e ha organizzato una presentazione digitale in streaming che è stata seguitissima e poi ripresa da tutti i principali media internazionali. Questo esempio va esattamente nella direzione di cui

parlavo prima. Il digitale come occasione di entrare in contatto con tutti gli stakeholders: media, clienti, opinion leaders. Dobbiamo essere capaci come azienda e con le nostre organizzazioni di vendita di fare questo balzo in avanti per tenere la relazione e coltivarla sotto nuove forme. Senza ovviamente tralasciare l’aspetto umano che speriamo torni al più presto alla normalità attraverso incontri fisici più tradizionali.”

Perché avete cambiato il logo BMW? “Modificare un logo con oltre cento anni di storia non è impresa facile. Il cambiamento avviene oltre 20 anni dopo la precedente modifica, per soddisfare maggiormente le aspettative e lo stile visivo contemporaneo e per adattarsi meglio all'era digitale. Il nuovo design è espressione dell'identità del marchio rivista, che pone il cliente al centro di tutte le attività. Ridotto e bidimensionale, trasmette apertura e chiarezza. L'ulteriore versione trasparente del logo è un invito più aperto che mai per i clienti a unirsi al mondo BMW. Il cambiamento riflette la transizione di BMW dal concentrarsi esclusivamente sul mondo automobilistico a quello della tecnologia e della connettività. Il più recente aspetto del marchio BMW è orientato verso le sfide e le opportunità della digitalizzazione. Il logotipo ridisegnato esprime apertura e forza di carattere per garantire una presenza contemporanea, a prova di futuro, sia online che offline.” BMW M4 2020: cos'ha di rivoluzionario? “La divisione M ha fatto registrare lo scorso anno un record assoluto di vendite grazie

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ad una gamma prodotti in forte espansione e che ha visto arrivare come ultimo gioiello la M8 nelle versioni coupé e gran coupé. Per la M4 i nostri appassionati dovranno aspettare ancora. Ma nel frattempo possono divertirsi con tanti prodotti straordinari!” Quali novità più sorprendenti sono esposte al BMW Welt di Monaco? “Il BMW Welt, che sorge dal 2007 proprio accanto all’iconico Edificio 4 cilindri (che ospita l’headquarter di BMW) è stato scelto dall’azienda come luogo dove avviene il dialogo con i suoi clienti, fan e visitatori da tutto il mondo. Il Welt, dove è esposta tutta la gamma a due e quattro ruote dei nostri brand, ha una innovativa architettura in vetro e cemento che è essa stessa un elemento sorprendente e in pochi anni è diventato una delle maggiori attrazioni turistiche di Monaco. Al Welt i nostri clienti da tutto il mondo possono scegliere di ritirare la loro nuova BMW e iniziare il loro viaggio proprio dal cuore dell’azienda. Al Welt è possibile vedere la BMW iNEXT, il prototipo che anticipa l’ammiraglia tecnologica che debutterà nel 2021 e porterà a un livello superiore i temi della mobilità sostenibile del futuro, riassunti nell'acronimo D+ACES: Design, guida Autonoma, Connettività, Elettrificazione e Servizi.” In che senso "BMW sta diventando un relationship brand", come ha dichiarato Jens Thiemer, Senior VP Client e Brand BMW? “Con questa espressione intendiamo dire che è nostra intenzione, ora più che mai, invitare i nostri clienti a entrare a far parte del mondo BMW. Il nostro orientamento al cliente è al centro della nostra strategia aziendale. Innanzitutto per quanto riguarda le sue scelte di mobilità, per le quali abbiamo un claim molto forte: The power of choice. In concreto significa mettere al centro del business le richieste del cliente ed avere una flessibilità di sistema che consenta di offrire a ciascuno il prodotto più adatto alle sue esigenze di mobilità, con propulsori a combustione, moderni ed efficienti di ultima generazione, mild hybrid, ibridi plug-in, elettrici e tra qualche anno anche fuel cell. Per questo motivo lavoriamo con piattaforme produttive flessibili, con trazione anteriore o posteriore e differenti alimentazioni disponibili per i vari prodotti. Da quest’anno la BMW X3 sarà la prima vettura che incarna alla perfezione questa strategia con una gamma di offerta completa: benzina, diesel, ibrida plug-in e full electric. In tutto questo il cliente non percepirà alcuna differenza rispetto all’architettura sulla quale viene prodotta l’auto. I nostri prodotti, BMW e MINI, manterranno intatte le loro caratteristiche di guida (piacere di guidare per BMW e go-kart feeling per MINI) indipendentemente dal sistema di alimentazione. Per un autentico orientamento al cliente, insieme alla Rete delle nostre concessionarie, che sono nostri business partner e danno forma e presenza sul territorio ai nostri brand, abbiamo messo a punto una strategia che prevede un approccio omnicanale, sfruttando da un lato le enormi potenzialità che la digitalizzazione ci offre per entrare in contatto con i clienti e potenziali clienti e dall’altra valorizzando la customer experience attraverso i nostri punti vendita. Se saremo capaci di promuovere un premium customer journey ai nostri clienti, le vendite delle auto

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dovranno essere una conseguenza. E se saremo capaci di farlo, otterremo risultati importanti in termini di leadership del mercato premium, soddisfazione dei nostri clienti e redditività della Rete. In questo ambito saranno Persone e Processi a fare la differenza.” Avete allo studio un'auto a guida autonoma? Quanto ci si potrà fidare di questo veicolo in termini di prestazioni (che per ora nei prototipi non superano i 20km/h) e di sicurezza? “Fatte salve le considerazioni che ho esposto in precedenza sul tema, lavoriamo sullo sviluppo della tecnologia di guida altamente automatizzata dal 2006 e abbiamo creato una piattaforma inclusiva con specialisti della tecnologia, fornitori e OEM per portarle in serie. Dal 2017, il lavoro in questo settore è stato consolidato presso il Campus Autonomous Driving di Unterschleissheim, a nord di Monaco, e l'industrializzazione e la scalabilità della tecnologia sono in fase di sviluppo avanzata con il supporto dei partner. L'ultimo aggiornamento del software viene utilizzato presso il Campus per accelerare lo sviluppo della piattaforma e stabilire nuovi standard nel settore. In tutto il mondo, più di 70 veicoli di prova stanno sperimentando la tecnologia più avanzata. Questi veicoli raccolgono dati al fine di migliorare l'apprendimento automatico con intelligenza artificiale attraverso simulazioni e testare nuove funzioni di livello


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2-5 sulla strada. La generazione di tecnologie attualmente in fase di sviluppo entrerà in produzione in serie come automazione di Livello 3 nel 2021 nella BMW iNEXT, dove sarà presente anche il Livello 4 abilitato per i progetti pilota.” Oliver Zipse ha dichiarato: "In BMW Group, guardiamo sempre avanti, pensando alle prossime generazioni. Ciò che riguarda maggiormente la prossima generazione è il cambiamento climatico. Pertanto, ci riguarda anche nel BMW Group. Ecco perché siamo chiaramente impegnati nell'accordo di Parigi e nel patto globale delle Nazioni Unite dal 2001". Come commenta? “Oliver Zipse ha ribadito l’impegno a lungo termine a rendere la mobilità sostenibile, che BMW porta avanti con determinazione da molto tempo, guardando non solo all’utilizzo dell’auto, ma partendo dal design, dalle produzione e dall’utilizzo delle risorse. Crediamo sia necessario chiedersi quali tecnologie abbiano il maggiore impatto, sulla base di conoscenze scientifiche e dati tecnici, per contribuire alla protezione del clima. D’altra parte siamo convinti che un prodotto sia sensato solo se i clienti lo desiderano, lo scelgono e lo ut ilizzano. Quindi ci stiamo concentrando sui desideri dei nostri clienti (che sono tutti cittadini di questo pianeta!) e su come ottenere, allo stesso tempo, il miglior risultato per la protezione del clima. Le chiavi saranno la nostra flessibilità produttiva e una vasta gamma di opzioni per i nostri clienti. Noi lo chiamiamo the power of choice”.

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/Automotive

#FORUMAUTOMOTIVE In versione virtuale sancisce l’alleanza di tutta la filiera A cura di Laura Bonani

La prima edizione di #FORUMAutoMotive in versione virtuale ha evidenziato una forza ancora maggiore rispetto ai forum precedenti. Il webinar, dal titolo “Covid-19 e ripartenza: When, What, Who, Where, Why?”, è stato sviscerato in oltre tre ore di confronto con rappresentanti ed esperti del settore automotive. I vari interventi in video sono stati coordinati in studio dal giornalista Pierluigi Bonora e da Geronimo La Russa, presidente dell’Automobile Club di Milano.

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maggio\giugno 2020 Le voci, provenienti da tutta la filiera, hanno mostrato unità di intenti e proposte chiare per la ripartenza della mobilità urbana. Concordia unanime sulla necessità di utilizzare l’auto e sull’utilità di studiare tariffe agevolate per i parcheggi, sulla base di un nuovo modello di intermodalità proposto e condiviso dal governo con i player del settore. Inoltre, si ravvisa l’urgenza di monitorare spostamenti e flussi, onde garantire un uso strategico dei mezzi privati e pubblici. #FORUMAutoMotive ha analizzato aspetti legati al rientro a una parziale normalità. Da un punto di vista psicologico, si evidenzia il rischio di ossessioni, paura e angoscia paranoide, riscontrabile oggi anche in persone comuni. Si rileva che il comportamento degli automobilisti dipenderà da come gli italiani hanno vissuto il lockdown. Personalità di spicco del settore hanno analizzato le possibilità di ripresa del mercato automotive, che conta 5.700 aziende e assicura un gettito di 76 miliardi di euro ogni anno. La sburocratizzazione è considerata, all’unanimità, l’obiettivo fondamentale da realizzare. Inoltre, Federauto (concessionari) sottolinea che la ripresa deve

partire anche dall’usato di aziende e Partite Iva, che rinnovano il parco ogni tre anni, offrendo incentivi sulle ex auto aziendali. Il programma del webinar si è concluso con la presentazione dell’analisi di AlixPartners, che ha studiato e incrociato i risultati italiani con quelli di Cina e di Stati Uniti, altri due paesi colpiti pesantemente dal coronavirus. Si teme che la crisi in Italia possa avere un impatto ancora più forte rispetto alla media dell'Europa, per caratteristiche legate al tessuto industriale e a una situazione macroeconomica e politica meno solida. Ci si attende che si possa perdere tra il 35% e il 43% dei volumi, significando il passaggio da circa due milioni di veicoli a 1,4-1,2 milioni di unità. Il webinar ha rappresentato un’occasione per verificare come le proporzioni globali della pandemia abbiano fornito indicazioni per il mondo dei veicoli a motore. Si è constatato che la riduzione del 90% del traffico a livello nazionale non abbia avuto effetti positivi sull’inquinamento atmosferico, come certificato da enti indipendenti: otto ore di blocco del traffico domenicale in città risulta essere inutile.

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/Aeronautica Se quello che cercate è una vera suite d’albergo a bordo di un aereo la risposta è Jet Privati (jetprivati.it). Volare con un aereo privato personale offre un comfort enorme rispetto ai tradizionali voli di linea, ma si tratta di un servizio su misura per una clientela elitaria e senza problemi di budget. Il tempo è denaro. E la privacy vale ancora di più. è questo il leit motiv del settore del trasporto aereo privato. Velocità, comodità e servizi sono i punti chiave per chi sceglie la via dell’aereo privato, del volare executive in Italia. E nel mondo. Ai saloni dell’Ebace di Ginevra e di Le Bourget a Parigi, i maggiori costruttori hanno of ferto soluzioni tecnologiche, abitative e motorizzazioni atte a rivitalizzare il settore colpito dalla crisi

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BUSINESS AVIATION In Italia vale oltre 6 miliardi A cura di Giorgio Nadali


maggio\giugno 2020 economica. In Italia non si contano più di 50 velivoli business jet immatricolati business jet. Il paese manca di aeroporti dedicati, a parte qualche eccellenza, vedi, ad esempio Linate, Malpensa, Ciampino, Venezia, Torino, Bologna, Firenze, Olbia il più gettonato durante la stagione estiva. Il tempo è denaro e le aziende investono per risparmiarlo anche nelle trasferte di lavoro. In un’economia globale in cui il fattore tempo ha assunto la massima importanza, il business jet è diventato uno strumento di lavoro indispensabile. Addio alle code ai check in e alle attese per i controlli di sicurezza. Con un jet privato il tempo che passa dall’arrivo al terminal fino all’imbarco è di soli 10 minuti. Al di là dei personaggi noti e degli ultimi capitani d’industria, a fare il mercato è il desiderio di una elitè di muoversi velocemente e senza più barriere. Milano è la capitale del design e della moda ed è una delle destinazioni internazionali più ambite nel mondo, è la città con maggior numero di movimenti di aviazione generale grazie ai maggiori player nazionali di aerotaxi. I collegamenti dall’Italia più nel dettaglio da Linate terminal privato sono Londra, Parigi, Roma Ciampino, Nizza e Ginevra sono gli scali con i quali quello milanese ha più collegamenti. Altri aeroporti utilizzati nel periodo estivo sono quelli di Olbia e Napoli. I maggiori costruttori di aerei, suddividono in fasce gli aeromobili: “light jet”, “mid-jet” e soprattutto “long range” e “ultra long range”. Per ogni segmento il mercato chiede di avere un maggior range di percorrenza, connettività internet ad alta velocità e aerei che possano sfruttare al massimo il tempo, unico bene richiesto. I costi ora volo possono partire da 3.500/4.000 euro fino ad oltre i 12.000 euro.

Tra i costruttori più attivi nella proposizione di aerei, Bombardier con le linee Learjet 75, Challenger e Global (da 7 a 19 passeggeri da 3700 a 14700 km). Il break even point per l’acquisto di un velivolo sono le 300/350 ore di volo annuo, con un costo per ora/volo che va da 3.500/.5000 euro ai 10mila euro, con un acquisto pianificato tramite un leasing che preveda già il cambio aereo dopo un certo numero di anni. “Volare con un aereo privato personale offre un comfort enorme rispetto ai tradizionali voli di linea, ma si tratta di un servizio su misura per una clientela elitaria e senza problemi di budget”. Queste le parole di Renzo Pisu, Ceo di Jet Privati, il quale vanta un'esperienza ventennale nel trasporto aereo internazionale. Code, bagagli smarriti, ritardi. Questi inconvenienti, così frequenti per chi viaggia con i collegamenti di linea, non riguardano per i nostri clienti, che volano con

un volo privato personale. I costi di questo tipo di servizio sono molto superiori a quelli di un classico biglietto di business non è persino paragonabile. “Noleggiare un aeroplano non è solo una questione di prestigio” continua il fondatore “ma rappresenta una formula magica che ottimizza al meglio la risorsa più preziosa dei moderni uomini d’affari: il tempo. Chi prenota un volo privato personale, però, può scegliere liberamente l’orario di partenza, e può effettuare l’imbarco in pochi istanti e, a bordo, riceve un trattamento esclusivo.” Aumentano le richieste di Business Jet, ma dove? La Cina è in prima linea per la crescita dell’aviazione mondiale. “Gli occhi del mondo sono tutti puntati sull’economia della Cina. Ci si chiede se resterà il banco da lavoro del mondo o se, al contrario, riuscirà a diventare un’economia innovativa. E se, quindi, questo potrà rendere il Paese, che è un grande acquirente di prodotti

Gulfstream ha presentato a Ginevra il G500 (fino a 18 passeggeri) e i modelli G500 e G600 passano da 0.80-0,82 mach a 0,85 mach circa 980km/h. A Le Bourget Embraer ha esposto il Legacy 450 definito l’aeromobile nella classe mid light business jet più veloce della categoria (0,83 mach) e Dassault Aviation ha presentato il Falcon 8X, un trimotore con con la più ampia cabina della serie Falcon definita “Sky Suite” con un range di quasi 12.000 km.

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di alta qualità, una minaccia per l’industria occidentale” afferma Pisu. Se l'America, è uno dei mercati più floridi con 11.000 business jet la Russia è uno dei Paesi dove, a causa dell'embargo dovuto alle sanzioni, la domanda è scesa del 50%. Gli Emirati arabi sono cresciuti a doppia cifra negli ultimi anni e ormai il mercato è saturo. In Europa, invece, il mercato tiene in Inghilterra, Germania e Francia, dove l'aeroporto di Nizza non ha mai risentito della recessione. Ma la vera El Dorado della business aviation sarà la Cina. Solo per il 2020, la Cina prevede che il suo mercato dell'aviazione generale valga più di $ 153 miliardi, con 5.000 aeromobili dell'aviazione generale, inclusi elicotteri e jet privati, nel paese. Una linea guida emanata dal Consiglio di Stato cinese ha decretato che a quel tempo il Paese avrà più di 500 aeroporti di aviazione generale. La previsione prevede 8.736 consegne unitarie pari a $ 271 miliardi (basate sui dollari USA del 2018) in entrate per i prossimi 10 anni. Le consegne delle unità raggiungono il picco nel 2025, con 1.027 unità per un valore di oltre $ 34 miliardi. Preferenza crescente per i business jet a lungo raggio. Gli acquisti di business jet oltre (> 5000 Nm) sono in aumento e detengono attualmente una quota importante nel mercato dei business jet a livello globale. Alcuni dei principali modelli di aeromobili di questa gamma sono Gulfstream G650 / 650ER, Falcon 7X di Dassault e BBJ 777/787 di Boeing. Si prevede che Bombardier Business Aircraft, Gulfstream e Textron Aviation avranno consegne più elevate, con Dassault Aviation ed Embraer Executive Jets che seguiranno da vicino. Lo scorso anno gli aeroporti in Cina hanno gestito 552 milioni di viaggiatori, che dovrebbero raggiungere i 720 milioni entro il 2020. L'Amministrazione dell'Aviazione Civile della Cina (CAAC) mira a costruire 216 nuovi aeroporti entro il 2035 per soddisfare le crescenti richieste di trasporto aereo. La crescita del traffico aereo è più elevata nei mercati emergenti come la Cina, l'India e altri paesi asiatici e dell'America Latina, dove il tasso di crescita annuale è praticamente doppio rispetto ai mercati maturi (3,2%), come il Nord America e l'Europa occidentale. I mercati emergenti, che attualmente hanno una popolazione di 6,4 miliardi rispetto a una popolazione mondiale di 7,4 miliardi, saranno responsabili di quasi il 50% dei consumi privati in tutto il mondo entro il 2036. La rapida espansione dell'economia domestica cinese nell'ultimo decennio ha portato a significativi cambiamenti nei mercati nazionali, in particolare nel settore dell'aviazione commerciale. L'aviazione commerciale è un fattore chiave per un'economia forte e si traduce in una popolazione con un reddito disponibile in aumento. L'aviazione commerciale viene utilizzata per il trasporto di merci e passeggeri per affari e piacere. L’industria dell’aviazione d’affari cinese è infatti ancora in una fase iniziale di sviluppo ma il mercato potenziale è ancora enorme. Mentre cambiano le coordinate geopolitiche del mercato globalizzato, crescono i clienti di Cina, India, Sud America e l’Africa. Il mercato dell'aviazione nazionale cinese dovrebbe superare il mercato statunitense per diventare il più grande mercato aeronautico del mondo entro il 2022. Il traffico passeggeri in Cina dovrebbe raggiungere 1,5 trilioni entro il 2036 Con l'aumento della popolazione, anche la domanda di viaggi aerei aumenterà

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in modo significativo, il che a sua volta richiederà un numero maggiore di aeromobili per gestire i passeggeri in aumento. Tutti questi fattori indicano significative opportunità di crescita nel mercato dell'aviazione commerciale cinese nel prossimo decennio. Nel corso dei prossimi 20 anni, le compagnie aeree cinesi richiederanno 5.000 piloti all'anno per far fronte alla rapida espansione e crescita del settore dell'aviazione civile locale e oggi i vettori si stanno arrampicando per assumere piloti esperti per affrontare la crescente carenza. Le 12 scuole di volo in tutta la Cina con strutture di addestramento ampliate stanno producendo in media solo da 1.500 a 1.650 nuovi piloti all'anno. In un’economia globale in cui il fattore tempo ha assunto la massima importanza, il business jet è infatti diventato uno strumento di lavoro indispensabile. Cinesi, sauditi, russi. La mappa della ricchezza globale rispecchia questa nuova geografia del denaro e soprattutto dei bisogni. Al di là dei calciatori e dei cantanti e degli ultimi capitani d’industria, a fare il mercato è il desiderio di una élite di muoversi velocemente e senza più barriere. “Noi sbarcheremo in Cina a fine anno” conclude Pisu.


maggio\giugno 2020 che viene preparato e studiato in base alle esigenze culinarie della nostra preziosa clientela. Jetprivati.it è una delle società di eccellenza per prestigio, eleganza e lusso all’interno del mondo del trasporto aereo privato internazionale. Da oltre 25 anni fornisce soluzioni di voli privati in tutto il mondo, costituita da un gruppo di manager e piloti con esperienze internazionali nel trasporto aereo, Jet Privati conta la flotta più giovane oggi presente nel mercato internazionale, composta di aerei privati di ultima generazione attraverso cui è possibile coprire distanze di corto, medio e lungo raggio. Ne parliamo con il Ceo Renzo Pisu. In cosa Jet Privati fa la differenza? “Siamo una società di servizi aerei con oltre 30 anni di esperienza nel trasporto aereo, il must è la massima attenzione al cliente, curiamo i dettagli e trasformiamo il volo in un’esperienza unica, abbiamo una flotta moderna di ultima generazione con velivoli con età media di 5 anni, abbiamo un impegno continuo e costante nella manutenzione e sicurezza in volo, ve ne accorgete quando i nostri piloti ispezionano l’aereo prima di ogni volo. Abbiamo una dimensione world wide, ma siamo dedicati prevalentemente alla clientela italiana che vola in tutto il mondo dall’italia. Siamo in grado di soddisfare le esigenze di ogni tipologia di cliente.”

A tutto ciò si si aggiunge che la Aerion Corporation ha annunciato l’intenzione di ridare vita all`industria supersonica dell'aviazione d'affari, realizzando un Supersonic Business Jet in grado di raggiungere la velocità di Mach 1,5, pari a 1.840 km/h, con una portata massima di 4mila miglia e 12 posti a sedere. Permetterebbe di volare da Parigi a New York in poco più di quattro ore. Costo del velivolo, 90 Milioni di USD. Il velivolo sarà pronto per il 2021. Il mercato top, insomma, sembra non conoscere crisi. L’impegno di Jet Privati è quello di tradurre concretamente la customer experience, un servizio realmente “tagliato su misura” per ogni singolo cliente, curando anche i minimi dettagli per il catering di bordo

Chi sono i vostri clienti ideali? “I nostri clienti sono prevalentemente imprenditori e manager di grandi imprese, industrie, banche, ma abbiamo anche una elite di attori e sportivi di ogni settore.” Il nuovo business jet Embraer Praetor 500 costa 17,6 milioni di euro. Per un'azienda è meglio il chartering o il leasing dell'apparecchio? Come scegliere? “Sono due modalità completamente opposte e diverse sotto l’aspetto finanziario e commerciale. Ci sono tre tipologie di clienti, l’azienda che acquista per sé il velivolo e lo usa strettamente per gli scopi aziendali senza darlo a terzi, ma ha bisogno di un’azienda come la nostra per la gestione del velivolo; il cliente che acquista il velivolo, ma il suo uso è limitato al 20/30% e cerca aziende come noi per il noleggio a terzi; e poi c’è la clientela che

fa noleggio senza le due modalità descritte e sicuramente è la più vantaggiosa in quanto oggi in Europa si contano quasi 3.000 velivoli disponibili sul mercato. Nel mondo oggi ci sono 33.000 velivoli, ogni anno si vendono una media di 800/1000 aerei nuovi che sostituiscono quelli vecchi, nel mondo oggi ci sono circa 6.000 velivoli disponibili usati con età media tra 10 e 15 anni e sono degli ottimi affari per chi vuole comprarsi un velivolo. Il business jet Embraer Praetor 500 sta avendo un discreto successo come tutta la gamma di business jet dell’embraer nel settore business aviation.” Qual è la più grande soddisfazione del suo business e il suo prossimo obiettivo? “Prima di tutto essere a contatto con grandi aziende multinazionali, imprenditori di successo, piloti di formula uno, attori e star del cinema come Robert De Niro che ho avuto il piacere di portare in volo da New York a Catania per ritirare un premio importante al Taormina Festival italiano. Stiamo lavorando a progetti di sviluppo di un centro di manutenzione per grandi velivoli, la prima base sarà italiana con uno sguardo molto importante al mercato Cinese.” Un business jet privato può essere intestato a una persona fisica? “No, solo a una società.” Quanti sono i business jet privati in Italia? “Sul mercato italiano attualmente nel 2020 sono presenti 48 velivoli business jet, suddivisi 28 di proprietà per uso privato aziendale, e 20 velivoli in gestione a compagnie aeree per uso charter noleggio on demand.”

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Il contratto siglato con l’Agenzia Spaziale Europea

LEONARDO ED ESA

/Aeronautica A cura di Giovanni Bonani

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Leonardo ha firmato un contratto da € 31,5 milioni con l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), per la realizzazione della trivella Prospect e il mini-laboratorio per Luna27, una missione di ESA e Roscosmos, con il supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e di quella britannica (UK Space Agency). Dopo il contratto del 2016 per la progettazione del modello di sviluppo, è stato ora affidato a Leonardo il compito di lavorare alla progettazione definitiva e alla realizzazione del modello di volo di Prospect. A distanza di oltre 50 anni dallo sbarco del primo uomo sulla Luna nel 1969, Leonardo conferma la leadership nel settore e inizia il 2020 con un'entusiasmante sfida per le sue attività di robotica spaziale. Prospect di Leonardo esaminerà il sottosuolo lunare, in preparazione di possibili future esplorazioni umane. Andrà alla ricerca di ghiaccio, di sostanze volatili e chimiche sotto la superficie, nelle regioni polari meridionali della Luna dove temperature estremamente fredde, fino a

-150 ° C, possono aumentare le probabilità di trovare tracce di acqua. Sulla Luna ci sono vaste regioni inesplorate e la trivella Prospect permetterà agli scienziati di conoscere meglio il terreno e preparare missioni in cui il suolo lunare potrà essere utilizzato, ad esempio, per creare ossigeno o combustibile. Luna-25 sarà la prima sonda ad atterrare sulla Luna e catturerà immagini del terreno con una fotocamera. I dati raccolti saranno utilizzati per la preparazione dell'atterraggio ad alta precisione sulla Luna. Due anni dopo, Luna-26 sarà inviata nell'orbita lunare, per misurazioni scientifiche da remoto e come possibile trasmettitore di comunicazione per Luna-27, prevista l’anno successivo. Volerà verso un sito di atterraggio situato al Polo Sud lunare. Leonardo ha preso parte alla realizzazione delle principali missioni spaziali internazionali, come Rosetta ed ExoMars 2020. La prima ha avuto l’obiettivo di perforare la superficie della cometa e di estrarre campioni, per studiare l'origine delle


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comete e del sistema solare. Più recentemente, per ExoMars 2020, la stessa trivella, per la prima volta nella storia, scaverà la superficie di Marte, alla ricerca di tracce di vita. Raccoglierà circa 20 campioni di roccia. Leonardo, tra le prime dieci società al mondo nell'Aerospazio, Difesa e Sicurezza, è la principale azienda industriale italiana nelle alte tecnologie. Organizzata in cinque divisioni (Elicotteri; Velivoli; Aerostrutture; Elettronica e Cyber Security), Leonardo vanta una rilevante presenza produttiva in Italia, Regno Unito, Polonia e Usa, dove opera anche attraverso società controllate come Leonardo DRS (elettronica) e alcune joint venture e partecipazioni: Telespazio, Thales Nenia Space e Avio (spazio), ATR (velivoli regionali) e Elettronica e MBDA (elettronica e sistemi di difesa). Quotata alla Borsa di Milano, nel 2018 Leonardo ha registrato ricavi consolidati pari a 12,2 miliardi di euro e ha investito 1,4 miliardi di euro in Ricerca e Sviluppo. Il Gruppo dal 2010 è quotata all'interno del Dow Jones Sustainability Indices, divenendone Industry Leader del settore aerospaziale. Presso lo stabilimento di Nerviano, Leonardo lavora anche alla realizzazione di altri strumenti, come l'orologio atomico, sistemi robotici e pannelli fotovoltaici con applicazioni quali l'esplorazione spaziale, l'osservazione della Terra e sistemi di navigazione.

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/Musica

WOMEN OF CHANGE, DONNE E GIOCO DI SQUADRA Dalla musica al business networking al femminile Rubrica a cura di Mokamusic

“ When Woman is Boss” è il titolo dell’intervista rilasciata da Nikola Tesla nel 1926 con cui previde wireless, internet, smartphone e parità di genere. Il genio indiscusso da molti definito “l’uomo che inventò il Ventesimo secolo” dichiarò: “È chiaro sia all’osservatore attento che a quello sociologicamente impreparato, che sta emergendo una nuova attitudine rispetto alla discriminazione sessuale, c’è un nuovo impeto se si considerano inizio e fine della Prima Guerra Mondiale. La lotta delle donne verso l’uguaglianza di genere finirà in un nuovo ordinamento rispetto ai sessi, con la donna a giocare un ruolo di superiorità, la donna moderna è in prima linea nel difendere l’avanzamento sociale del proprio sesso, ma questo è solo l’inizio di qualcosa di molto più profondo e potente in fermento nel genere umano. Non è nella imitazione superficiale delle caratteristiche fisiche dell’uomo che la donna asserirà prima la propria uguaglianza e poi la superiorità, ma nel risveglio dell’intelletto delle donne.” Con la quarta rivoluzione industriale ormai alle porte, un cambiamento di rotta è necessario. Ponendosi ottimisticamente nella prospettiva della riapertura, si palesa l’esigenza di una riorganizzazione su scala globale, che passa attraverso la ridefinizione delle modalità e metodologie lavorative, lo sdoganamento definitivo di tecnologie avanzate al servizio delle nuove richieste, una rivoluzione culturale che richiede un miglioramento sia professionale che personale.

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maggio\giugno 2020 In tale scenario, anche nel nostro paese, con maggiore attenzione mediatica a far data dalla fine del 2019, abbiamo iniziato a discutere di Women Empowerment, processo attraverso il quale le donne rivendicano il proprio diritto di affermarsi nella vita pubblica oltre che nella vita privata, al pari degli uomini, e badate bene, al pari, non al di sopra. Potremmo definirlo un nuovo femminismo, dove femminismo va inteso in senso proprio e non strumentale, come riconoscimento di un potere meritato che non intende scavalcare il genere maschile, bensì coadiuvarlo nel complesso processo di ricostruzione che ci accingiamo ad intraprendere. Sebbene molti passi in avanti siano stati compiuti riconoscendo alle donne ruoli di leadership all’interno di aziende ed istituzioni, più all’estero che in Italia ad onor del vero, tanto ancora c’è da fare su scala mondiale, per abbattere le barriere e i pregiudizi di matrice patriarcale in base ai quali la donna, per svolgere al meglio il “proprio mandato sociale” dovrebbe “limitarsi” all’interno di certi

ruoli, essere una buona moglie, avere dei figli, soprattutto se sposata, assecondare la mentalità diffusa per cui è bene accettare di stare un passo indietro rispetto al proprio marito o compagno perché è la società stessa che con la differenza di inquadramento professionale ed economico impone tale logica. La pandemia ci ha posti davanti ad un nuovo interrogativo: “torneremo agli anni ’50 o andremo avanti nella direzione ipotizzata da Tesla?” Certamente stiamo per entrare in una fase delicata, di passaggio e assestamento, in cui potrebbe essere logico pensare che in un sistema in cui esiste una reale differenza anche dal punto di vista dei salari tra uomo o donna, le donne stesse potranno essere portate, a tutela delle proprie famiglie, ad uscire dal ruolo pubblico e ritornare nella dimensione privata. Pur essendo plausibile la nascita di questo nuovo trend, sembra che il cambiamento sia inevitabile. Lo dimostra il fiorire di tanti network ed iniziative al femminile che vanno nella direzione indicata da Nikola Tesla.

Ma la domanda vera è: “le donne stesse sono pronte a questo cambiamento?”. Fermo restando il ruolo di collante della società, che la storia stessa riconosce al genere femminile e, tenendo come sacrosanto il diritto delle donne di affermare il proprio ruolo pubblico, molto spesso le statistiche dimostrano che, soprattutto nelle aziende, la competizione tra colleghe è molto accesa e che le dinamiche di mobbing al femminile esistono. In certi mercati più che in altri, le donne non sono in grado di fare rete, come invece alla fin fine fanno gli uomini, pur essendo fra loro competitivi. Scardinare tale dinamica potrebbe essere utile al genere femminile per affermare la sua leadership nei prossimi anni? Una sorta di approccio corporativo femminile potrebbe aiutare nel processo di superamento del patriarcato stesso? A nostro avviso si, del resto l’unione fa la forza. Va riconosciuto che la contrapposizione Donna-Donna, nella maggior parte dei casi è figlia della stessa mentalità di stampo patriarcale. Non essendo offerte alle donne le stesse opportunità degli uomini è logico che,

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essendo piccola la fetta della torta professionale a loro riservata, si generi talvolta un’eccessiva competizione. L’atteggiamento di chiusura potrebbe anche essere scatenato dalle rinunce che le donne sono chiamate a fare nel processo di crescita professionale che, sovente, le vede penalizzate nella fase della loro vita in cui decidono di diventare madri. Allo stesso modo assumersi la responsabilità di riconoscere i propri limiti, quei limiti che talvolta portano le donne ad essere l’una contro l’altra, e ripartire dal superamento di alcune caratteristiche comportamentali tipiche del genere femminile, spesso usate in modo strumentale dal sistema patriarcale come leva per il “divide et impera”, potrebbe a aiutare nel processo di costruzione di un nuovo modello sociale e professionale. Sulla base di queste riflessioni nasce Women of Change Italia, iniziativa che Anita Falcetta, co-Founder e Business Developer di Mokamusic ha creato allo scopo di generare aggregazione personale e professionale tra operatrici di diversi settori. Impegnata dagli inizi della sua carriera nel business networking, ha sempre considerato, anche nel suo business musicale, l’importanza di fare rete, a vantaggio della propria agenzia e dei propri clienti, lavorando di buon grado alla costruzione di un network di musiciste ed operatrici del settore. Nella musica del resto, vari sono stati gli esempi di iniziative al femminile di successo, basti ricordare, il concerto di beneficenza Amiche per l’Abruzzo, voluto da Laura Pausini, al quale hanno partecipato sul palco 43 artiste italiane e al quale hanno dato adesione, sotto varie forme, in totale 102 cantanti donne italiane. Più di recente è stato lanciato il progetto UNA. NESSUNA. CENTOMILA, Fiorella Mannoia, Emma, Alessandra Amoroso, Giorgia, Elisa, Gianna Nannini, Laura Pausini: 7 grandi artiste insieme in concerto per dire basta alla violenza sulle donne, previsto, prima della pandemia, per il 19 settembre 2020. 7 grandi voci sullo stesso palco per raccogliere fondi destinati ai centri

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antiviolenza. 7 donne leader del mondo della musica si sono unite per gridare a gran voce “basta la violenza sulle donne”, altro tema scottantissimo che è tornato alla ribalta durante la quarantena . Secondo una rilevazione fatta dai centri antiviolenza D.i.Re. mostra che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno le richieste di aiuto sono aumentate del 74,5%. “Come dimostrano anche queste iniziative in ambito musicale, il gioco di squadra al femminile è possibile, basta volerlo” dichiara Anita Falcetta, ideatrice e fondatrice di Women of Change Italia, progetto non profit di sensibilizzazione, che l’imprenditrice porta avanti in parallelo rispetto alle attività di Mokamusic. Women of Change nasce con la mission di avviare un confronto schietto sulla tematica del Women Empowerment, allo scopo di diffondere un messaggio forte e chiaro: le donne possono essere protagoniste del Rinascimento sociale e professionale degli anni a venire, come diceva Tesla, possono ottenere ottimi risultati in termini di affermazione professionale, ma se si uniscono sono in grado di raggiungere più in fretta e in modo migliore questi obiettivi, altrimenti lo faranno replicando lo schema del patriarcato e ciò le porterebbe ad affermarsi snaturandosi. L’obiettivo non deve essere quello di replicare il modello maschile ma di apportare valore in base al proprio linguaggio, sostenendosi l’un l’altra, lottando insieme senza ipocrisie. Per dare concretezza a questo assunto, Women of Change, aiuta le donne a fare sistema fra loro in ambito professionale, a sviluppare connessioni attraverso attività di networking, incontri offline e online, in una logica cross-settore, senza limiti di territorio e know-how, altro punto differenziante del movimento rispetto ad altri. Da un’indagine di marketing condotta dalla stessa Anita Falcetta attraverso un format di interviste in giro per l’Italia, momentaneamente sospese a causa del COVID-19, dal confronto con imprenditrici, professioniste, mamme di diverse regioni, sono emersi due fattori interessanti. Il


maggio\giugno 2020 primo è la persistenza di una disparità di genere ancora molto forte, in tutti gli ambiti dell’economia, dall’imprenditoria alla politica, dall’architettura alla musica passando attraverso tutte le industries possibili; secondo dato interessante riguarda lo scetticismo che esiste intorno alla possibilità di fare gioco di squadra per le donne e che nasce spesso dalle donne stesse. Si tende a pensare per preconcetti, a trarre conclusioni in base alle esperienze passate vissute personalmente o ascoltate, il che è comprensibile. Ciò che spesso si ignora è che è in atto un cambiamento epocale e che oggi, più che mai il terreno è fertile per alimentare la speranza in un presente più collaborativo, per un futuro migliore. Dall’indagine è emerso anche un

terzo elemento: il desiderio di attivarsi. Il caso di Women of Change dimostra che si stanno compiendo tanti passi avanti. Il movimento ha stretto relazioni con altri gruppi come We Hate Pink, una community al femminile nata a Londra allo scopo di accrescere la leadership femminile in diversi settori, collaborando con Rossella Forlé, Marketing Manager di eCommerce Expo, Technology for Marketing, ad:tech London e Founder di We Hate Pink e Fiorenza Plinio, Global Head of Creative Excellence at Cannes Lions & Co-Founder di We Hate Pink. Sempre nella logica del business networking, Women of Change ha messo in pista una serie di iniziative con Smart Villag[g]e Cloud, il nuovo format di knowledge sharing fondato da Cristian

Gaston e Maria Giulia Linfante. In pochi mesi, da settembre 2019 ad oggi, Women of Change è diventato un vero e proprio movimento, attraverso attività di relazioni offline e sui social network; è nato un gruppo privato su Facebook dedicato alle sole donne e un gruppo su Linkedin aperto anche agli uomini, il cui supporto e il cui coinvolgimento è essenziale nella ridefinizione del paradigma. È stato lanciato, in pieno lockdown, il format WOC/Conversazioni, per dare modo a tutte le partecipanti di presentarsi al network. Per entrare a far parte del movimento ed avere maggiori informazioni basta visitare il sito www.womenofchange.it

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/Musica Più che pensieri e parole, scorrono i ricordi per la pianista albanese Gioia Aksinja, nel rievocare i concerti eseguiti in Inghilterra, America (anche per la Fondazione Italoamericana), Francia, Africa, Austria, Cina, Svizzera, Turchia. Lei è veramente cittadina del mondo grazie alla sua professione che la porta di continuo a conoscere culture diverse, riscuotendo ovunque un enorme successo di critica e di pubblico sia per recital che varie orchestre. Ci racconti l’esperienza con Lady Diana. “Ricordo con piacere la Principessa Diana, molto semplice ed affabile, presente alle mie esecuzioni. Addirittura prima del buffet organizzato in nostro onore, sorridendo mi disse che l'avevo fatta sognare con il mio Chopin. E, d'altronde, lavorando per oltre dieci anni in Gran Bretagna, capisci, anzi, senti i gusti delle persone.” Lavora anche accanto a celebrità? “Certamente . Con Albano mi lega una grande amicizia, sono spesso nella sua tenuta in Puglia, amiamo collaborare insieme. Ricordo ancora il premio del 2012 donato dall'allora Presidente

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EMOZIONI AL PIANO ... di pura gioia A cura di Carla Cavicchini


maggio\giugno 2020 dell'Albania per il grande impegno comune profuso. Ho suonato anche alla presenza di molti Capi di Stato, ricevendo il Premio assoluto al Concorso nazionale degli interpreti di Albania e, a seguire, la Medaglia Naim Frasheri, conferita dal mio governo per l'alta qualità interpretativa e didattica. Parliamo dell'Italia. “Meravigliosa. Pensiamo all'accoglienza quando ci fu l'esodo di massa: una cosa incredibile se penso a quei tempi, quando qui trovammo una grande solidarietà senza troppi iter burocratici per le procedure, che sarebbero state lunghissime. Però anche noi non siamo da meno, ospitiamo volentieri! La speranza è che la mia bella terra non cementifichi troppo, bensì salvaguardi natura e bellezze mozzafiato.” Anche Vittorio Sgarbi parla bene della vostra nazione, è un popolo che sente molto vicino e addirittura ha avuto una figlia da... “Da una violinista albanese, sì, ne siamo a conoscenza. È un uomo di grande intelligenza e cultura a mio parere, anche se talvolta eccessivo nei suoi comportamenti. Ma abitare qui è stupendo. Io vivo a Brindisi ed ho lì la mia famiglia che considero un bene prezioso a cui dedico tutto i tempo libero, nonostante noi donne lavoriamo per tre per conciliare tutto! Ma va bene così, l'entusiasmo abbatte ogni problema; quanto alla mia professione, assai intensa, mi dedico attivamente anche alle regioni Calabria e Puglia come segno di amicizia tra questi popoli mediterranei. Faccio molta, molta beneficenza poiché me lo dice il cuore. È giusto aiutare istituzioni quali Unicef, Caritas, Fao, specie bambini ed anziani, e ancora circoli ed associazioni culturali quali Lions, Rotary etc. Ultimamente ho devoluto fondi ad un ospedale pediatrico di Roma e all'ospedale Madre Teresa Calcutta di Tirana. Entro dove mi aprono le porte, il sociale è un settore che sento molto.”

Johann Sebastian Bach è il padre dell'armonia. La musica è anche numero, frequenze, equilibrio, altrimenti sconfinerebbe nel rumore e non è certamente il caso! Proprio in questo periodo avrei dovuto eseguire il Concerto n.5 per i 250 anni dalla nascita di Beethoven, ma il Coronavirus ha fermato l'esecuzione, anzi direi solamente rallentato visto che sarà tenuto all'Arena di Verona appena possibile.” Ha amicizie nel suo settore? “Sì, colleghe, direttori d'orchestra. Innegabilmente il maschilismo esiste, prima o poi cambierà la mentalità... l'importante è andare avanti.” Esperienze piacevoli? “Ogni luogo lascia un'emozione. Ho suonato per varie reti televisive: BBC, RTA, RAI, e molte chiese quali Westminster Cathedral, St. Paul, St.James,. In Italia in buona parte di tutte le regioni. Ricordo nel 1986 l'esecuzione del Concerto n.1 per pianoforte ed orchestra di Tchaikovsky, le varie specializzazioni accademiche grazie al Maestro Aldo Ciccolini. Il Premio con l'ordine Gran Maestro ricevuto dal Presidente della Repubblica Albanese Bamir Topi, questo è importante! Anche l'attività didattica come docente di pianoforte al Conservatorio di Monopoli. In Puglia mi sono adoperata per organizzare concorsi internazionali per i più bravi e meritevoli, con contest internazionali come Nuovi Talent Festival, Star of the year, Miss Teenager.” Quindi anche talent scout... “Certo, ognuno di noi ha un potenziale talento. E poi, come ho già detto, impegnandoci riusciamo a lavorare per tre!” Giusto, persino ballando sui tacchi ed all'indietro!

...a suon di musica! “Esattamente, voi italiani amate più la lirica che quella strumentale: a mio avviso fa parte del vostro Dna, pertanto amo mescolare le varie espressioni unendovi spesso anche il genere napoletano così melodioso. Un sogno nel cassetto? Una legge capace di permettere l'ascolto della musica classica nei musei. Regnerebbe più armonia tra i popoli rigenerando le persone.” La sentiamo molto entusiasta del suo piano. Come ha iniziato? “Beh, sono figlia d'arte e poi, come hanno detto, anche enfant prodige: eseguii il primo concerto all'età di sei anni. Segue, poi, il diploma al Conservatorio con il massimo dei voti e laurea con lode all'Accademia Superiore delle Belle Arti di Tirana. Ritengo, tuttavia, basilari i concetti di predisposizione e serietà per essere credibile. Quando suono è come se vivessi un'altra dimensione… mi lascio trasportare, subentra l'intuito, un attimo in cui il pubblico respira con te. E lo senti, ti arriva, lo percepisci se è soddisfatto.” Inevitabile chiedere i musicisti che sono nella sua anima. “Bach, Chopin, Beethoven. Mi baso su momenti e stati d'animo.

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/Musica

CANTARE È COME VOLARE Anche con “la febbre del soprano sera”, Rugantino e... gonna birichina! A cura di Carla Cavicchini

“Quando Padre Pio – proprio lui – il frate di Pietrelcina, chiedeva al mitico Beniamino Gigli di cantargli Mamma e l'Ave Maria di Schubert, non riusciva a trattenersi piangendo dalla commozione”. Così si esprime la nota cantante d'opera Tania di Giorgio, splendida bellezza mediterranea nata a Roma ma originaria di Roccasecca, in provincia di Frosinone. “Pertanto, roccaseccana!” osserva sorridendo, facendo capire il grande, grandissimo amore per la propria terra, ove si rifugia quando non è in giro per il mondo. Un talento, il suo, che, la portò a otto anni alla chitarra classica e a quindici al canto. La sua bella e calda voce fece poi il resto. Frequenta

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il Conservatorio Santa Cecilia con successivo diploma a l'Aquila, il resto è storia. Come l'audizione con tecnica diaframma specialista per arie Scarlatti – soprano – e tromba solista. “Perché ho rievocato il grande santo? Perché a Padre Pio è intitolato uno dei premi ricevuti per la mia professione, a me molto caro insieme ad altri.” Ne vogliamo parlare? “Beh, ricordo la premiazione de Il Faro, nome tra l'altro ripreso dalla omonima fondazione voluta fortemente da Susanna Agnelli, proprio la sorella dell'avvocato, per dare dignità ai meno fortunati; ed ancora il Premio Donna dell'Anno per la lirica che ritirerò a Cattolica, rinviato


maggio\giugno 2020 per un po' di tempo a causa del Coronavirus. Dovevo partire proprio adesso, ma c'è un'emergenza e bisogna tenerne conto. Per Comunicare l'Europa in Italia e all'estero ho ricevuto il premio Internazionale alla Camera dei Deputati a Roma. Poi come non ricordare i lavori per lo splendido periodo barocco con il Gruppo Roma Barocca sotto la direzione del maestro Tozzi. Amo immensamente la mia professione. Cantare è una gioia infinita che ti mette in pace con l'universo, non a caso c'è il detto Canta che ti passa! Sono salita sul palco anche con la febbre a 40°! E, cosa curiosa, per il Rugantino, quando mi scivolò la gonna la rimisi a posto con estrema nonchalance.” Nello scoppio di endorfine che capitano in determinati momenti, la forza d'istinto e la bravura che devi avere dominando la scena è innata. E Tania Di Giorgio riesce in questo. Perché come cantava Freddy Mercury: “The show must go on!” La voce è uno strumento formidabile. È vero che va preservata? “Oserei dire che il suono deve essere libero, non va sforzato, farebbe male alla voce ed alla nota. È un discorso di tecnica vocale, respirazione, tessitura. Il buon maestro è una guida importantissima, basilare, ti ascolta dicendoti come poggiare ed alzare la musica. Quanto alle buone regole, bisognerebbe evitare la cioccolata, ma io… Mamma mia, se me la tolgono muoio!” Simpatica e solare il soprano Tania Di Giorgio, ridendo osserva poi che bisognerebbe stare attenti pure agli agli spifferi d'aria! Riprendiamo il discorso di prima: tour, premi? “C'è stata la rappresentazione della nostra nazione in Argentina con il Requiem di Mozart, con quattro voci italiane davanti a Cristina Kirchner, una diretta televisiva per Canale One che praticamente corrisponde al nostro concerto natalizio della Rai. Un momento altamente solenne diretto dal Maestro J. Uliarte con l'orchestra del Teatro Colon di Buenos Aires e, con piacere, ricordo anche New York per l'esibizione delle più belle arie della lirica. Come sappiamo gli americani sono grandi estimatori del bel canto. Mi sono mossa anche molto in Russia, Canada, Norvegia, Francia ed altre nazioni ancora. Nei paesi d'oltralpe lavoravo così tanto, che quasi diventai cittadina francese! Vichy ,sublime, nonché tutte le altre francesi. E ancora: un po’ di tempo fa per il teatro cercavano una cantante estremamente duttile, di conseguenza al Manzoni di Roma mi cimentai nel recitarcantando tramite varie chanson. Poi il mio debutto per The Telephone, opera di Giancarlo Menotti, fondatore del Festival dei due Mondi a Spoleto, con la regia di Giovanna Nocetti e repliche che proseguiranno a Mantova: un'esperienza entusiasmante. Da oltre quattro anni mi impegno attivamente come direttrice musicale del Menotti Art Festival-Spoleto Art, visto che l'idea menottiana di fare di Spoleto una cittadella delle arti è encomiabile. Ogni anno si tiene la rassegna con premi internazionali, della letteratura, dell'arte e, da un anno, quello dedicato alla musica, che si chiama premio internazionale Thomas Schipper: l'anno scorso fu celebrato in ricordo di Daniela Dessì. Il prossimo settembre – cerchiamo d'essere positivi – il Festival accoglierà oltre 2000 artisti per la consueta rassegna annuale, con la

presidenza del prof. Luca Filipponi del Menotti Art Festival-Spoleto. Tra i mille progetti, impegni c'è pure quello al Vaticano, dove nel 2021 porteremo un'opera di Menotti dedicata a S. Teresa D'Avila e, con un pizzico d'orgoglio, affermo che sarà in prima mondiale visto che dallo spagnolo sarà tradotta in italiano. L'idea è quella di essere nel Coro della Sistina con la Menotti's Orchestra, che è famosissima. Progetto ambizioso nel quale spero molto.” Lei come si considera? “Francamente preferisco il giudizio altrui, dal mio punto di vista mi ritengo molto verdiana: corposa, chiara. Verdi e Puccini sono i miei grandi amori”. Nonché cavalli di battaglia. “Amo cimentarmi in questo genere. La Musica Sacra è capace di cogliere le corde emozionali di ciascuno di noi. Il mio repertorio spazia dal barocco al puramente lirico. Una cosa bellissima che mi preme raccontare è che a Montecassino, nella biblioteca locale, si trova l'autentica dello Stabat Mater di Pergolesi, non solo! Proprio in questo posto splendido – famoso purtroppo anche per i sanguinosi trascorsi – ho avuto modo di scoprire i manoscritti musicali dell'Abbazia di Montecassino e li mi si è aperto un mondo.” In che senso? “Trovando tali testi di scrittura profana, anche di carattere amoroso tipo Biondina in gondoletta, sapientemente studiati e rielaborati. Un lavoro interessante, ma di un impegno non indifferente. Sono stati musicati con accompagnamento del chitarrista Alessandro Minci. L'Abate, per rendere ancora più fruibile tale materiale, ha consigliato di divulgarne la conoscenza tramite CD ed altro: su YouTube si trova tutto.” Nel vostro ambiente esiste solidarietà oppure vi è forte competizione? “Per evitare rivalità basterebbe capire che la voce è unica, ognuno possiede la propria. Con il dovuto rispetto: se insisti, resisti, raggiungi e conquisti.” Essenzialità di note. Esemplare.

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/Premio

15A EDIZIONE ITALIANA DI ELETTO PRODOTTO DELL’ANNO Premiati 60 prodotti/servizi innovativi A cura di Laura Bonani

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maggio\giugno 2020 Eletto Prodotto dell’Anno (PDA), il premio attribuito a prodotti e servizi innovativi, nasce in Italia nel 2005 grazie all’imprenditrice Simonetta Flores, che ha portato sul territorio un simbolo conosciuto da oltre 30 anni e attualmente presente in più di 40 paesi nel mondo. Gli articoli eletti, contraddistinti dal caratteristico logo bianco e rosso, sono sinonimo di qualità, di innovazione, di affidabilità, di sicurezza e di credibilità. Infatti, sono scelti da 12mila consumatori, che votano attraverso la ricerca dell’Istituto di Ricerca Italiano (IRI). Per ogni categoria merceologica (come food & beverage, prodotti per la casa, cosmesi, finance e tech) sono eletti i prodotti che nella propria categoria hanno ottenuto la media più alta tra innovazione e soddisfazione. Gli articoli selezionati possono fregiarsi per un anno del logo, per la propria comunicazione istituzionale. La ricerca IRI 2020 sottolinea la presenza di un consumatore molto consapevole, che legge con attenzione le informazioni sulla confezione. In questo periodo di emergenza sanitaria, l’84% dei consumatori ricerca prodotti innovativi tramite Internet e condivide i pareri online. È anche aumentato il servizio Click & Collect. L’88% dei consumatori conosce Eletto Prodotto dell’Anno e l’87% si fida del logo. Il 71% dei consumatori preferisce acquistare un prodotto con il logo. La conferma di un buon posizionamento e visibilità dei prodotti arriva dal crescente interesse da parte di grandi aziende a far parte di Eletto Prodotto dell’Anno. Il 76% dei prodotti eletti nel triennio 2015-2017 sono ancora presenti a scaffale. La 15a edizione italiana di Eletto Prodotto dell’Anno si è svolta il 23 marzo 2020, in modalità digitale, per le note cause di forza maggiore. Per la prima volta, è stato coinvolto anche il grande pubblico, con meccanismi di gamification e premi. Prodotto dell’Anno Day ha celebrato i 60 prodotti/servizi innovativi, eletti insieme a Germano Lanzoni, attore del collettivo Il Milanese Imbruttito. Collegandosi al sito dedicato, si è potuto votare il proprio post preferito, per

concorrere all’estrazione e ricevere a casa la selezione di prodotti/ servizi eletti. Sono state messe in palio 15 borse, per festeggiare il 15° anniversario dell’evento. In diretta streaming, Lanzoni ha intervistato alcune aziende elette. Successivamente, Flores ha premiato le dieci aziende più creative e originali nella comunicazione del prodotto e ha annunciato la scelta del post preferito dal grande pubblico. Nuove tendenze di consumo sottolineano che il wellness coinvolge il 60% dei consumatori italiani e in particolare gli alimenti salutari, mentre Generazione Z (15-24 anni) e baby boomers (5065 anni e oltre) prediligono prodotti naturali e che rispettino l’ambiente. Prodotto dell’Anno Day è stato un successo, con 6mila partecipanti e circa 13mila voti. L’hashtag apposito ha consentito di unire in tempo reale aziende e consumatori. I dieci media partner di Eletto Prodotto dell’Anno hanno messo in palio dieci premi destinati alle aziende vincitrici per la migliore comunicazione e il miglior team, garantendo visibilità a tutti i prodotti eletti su vari canali di comunicazione. I settori merceologici delle aziende premiate sono stati: Servizi Finance e prodotti Tech, con il 15% degli iscritti al premio; Food, con nuove proposte naturali, prodotti biologici, free from, integrali e superfood; Origine e stagionalità, sostenibilità ambientale e sociale. Infatti, il consumo responsabile dal 2018 al 2019 è cresciuto dal 24% al 29%, con l’acquisto di prodotti con confezioni riciclabili, con maggiore attenzione ai processi produttivi eco-sostenibili. I consumatori ricercano componenti naturali anche per i prodotti non food. Infine, nella categoria Piatti pronti e easy food, ci si aspetta non solo praticità di preparazione, ma anche originalità delle ricette. Tra i settori merceologici dell’edizione 2020 del premio, il food resta il comparto più rappresentato; seguono il non food, il personal care e i servizi. Prodotto dell’Anno Day, patrocinato da AICE, GS1 Italy e Osservatorio Immagino, UPA, IAB, IAA, e UNA, ha coinvolto personalista dell’industria, della distribuzione, della stampa e della comunicazione.

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/Licensing È u n a v e r a e p r o p r i a “ Fa b b r i c a dell'Entertainment” quella che sforna prodotti e servizi destinati al target kids: la TV, il cinema, l’editoria, YouTube, producono in continuità personaggi e contenuti che, grazie alla loro diffusione, diventano beniamini popolari e animano prodotti e servizi in licenza. L’influenza dell’entertainment sui prodotti in licenza per bambini viene da lontano. Basti pensare che già negli anni ‘30 i film di Shirley Temple ispiravano bambole con le sue sembianze. E, se solo 30 anni fa la Fabbrica dell'Entertainment si limitava a tv e cinema (un film Disney per Natale e i cartoni animati al pomeriggio su Italia 1), oggi l’offerta, arricchita dai nuovi mezzi, ha raggiunto livelli di profondità e complessità che possono disorientare il business del

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SCREENSHOT TV E SCREENSHOT CINEMA Come monitorare la Fabbrica dell'Entertainment Rubrica a cura di Brand Jam


maggio\giugno 2020 licensing. Qualche esempio? Le piattaforme digitali in streaming ed il dibattito sul futuro dei contenuti, la fruizione e distribuzione di YouTube e la generazione di contenuto spontaneo, con i “creator” dalle narrative totalmente nuove. Tutto questo rende ancora più complicato per le aziende che devono investire nel mondo kids sviluppando comunicazione, servizi e prodotti, seguire il mercato, le sue dinamiche e orientare i propri sforzi. Le stesse due roccaforti della “Fabbrica dell'Entertainment” per i kids, cinema e serie televisive, sono sempre più complesse da seguire. Oltre a proporre un’offerta sempre più ampia, queste sono influenzate da altre variabili critiche, che non si misurano solo con l’audience o con i risultati di botteghino. Esistono variabili qualitative, come il gradimento del personaggio, l’immedesimazione e l’attivazione che questo crea nei bambini-spettatori, che restano totalmente ignote fino a quando non avviene la diffusione del contenuto. Ma esistono anche altre variabili quantitative, che possono essere monitorate tramite indicatori significativi e misurabili (per quanto riguarda la messa in onda in TV delle serie animate), con relativa accuratezza nel breve e una buona approssimazione nei 24 mesi a venire (per quanto riguarda il cinema e la sua programmazione) Un esempio della complessità delle uscite cinematografiche per bambini: nel 1995, l’anno di uscita di Toys Story, vennero lanciati anche Pocahontas, Alla Ricerca della Valle Incantata 2, Jumanji e Batman Forever. Questi 5 film costituivano tutto il contenuto per famiglie e bambini, mentre per il 2020 (Coronavirus permettendo) sono previsti 16 lanci, di cui 6 solo da parte di Disney, mentre nel 2021 saranno 18. Per questo è nato Screenshot TV/ ScreenshotCinema, un servizio di osservazione numerica di una consistente quantità di dati e fatti che approfondisce e analizza i

contenuti e i palinsesti delle Free TV italiane nei contenitori kids, e i film in corso di lancio dei futuri 24 mesi. In Screenshot TV, per ogni serie TV trasmessa nel trimestre vengono fornite informazioni e dati riguardo: target di età, sesso, numero di ripetizioni giornaliere, messa in onda in punti ora GOLD (dalle 16.30 alle 21.00), tipologia del contenuto (animazione, CGI, rubrica, liveshow, ecc...), oltre alle informazioni relative a chi ne cura i diritti di Licensing. La TV è, infatti, il cantiere della Fabbrica dell'Entertainment più complesso: sono infatti 166 le serie televisive trasmesse in un trimestre, di cui quasi il 40% sono nuove, cioè lanciate meno di 24 mesi prima. Ma solo alcune di esse vengono ripetute 3, 4, 5 volte al giorno, in settimana e nel weekend, per assicurare la continuità e l’ingaggio degli spettatori. Screenshot le identifica e le ordina anche secondo questi parametri. Screenshot Cinema, invece, aggiorna e rielabora ogni trimestre i dati dei film in uscita per i successivi 2 anni, con i dettagli della data di uscita prevista in sala, casa di produzione/distribuzione, target audience, trama e fatti da conoscere, eventuale «Franchise» di riferimento (Birds of Prey-DC Comics) e anche in questo caso le informazioni relative a chi cura i diritti di Licensing. Screenshot TV/Screenshot Cinema diventa quindi un servizio indispensabile di orientamento per le aziende che devono investire nel mondo Kids e Young Adult: aziende alimentari, di abbigliamento, giocattolo, cartoleria, fornitori di servizi turistici, finanziari, di intrattenimento, ma anche agenzie di promozione e agenzie pubblicitarie. Analisi puntuali e di approfondimento che permettono di comprendere le dinamiche di un mercato articolato, e di gestire le scelte per gli investimenti futuri. Per ottenere informazioni sul servizio: evento@milanolicensingday.it

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50 Numero serie tv RECENTI (18/24 mesi max dalla prima messa in onda)

Numero delle serie televisive kids in onda nel Q4 2019 % serie tv recenti

33,11%  141


/Turismo © Paolo Petrignani

PROFUMI E SAPORI Credenze e colori pugliesi per grandi e “pecceninni” A cura di Carla Cavicchini ©ARET Pugliapromozione

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maggio\giugno 2020 L'originale maniera di “raccontarsi Puglia” alla BIT-Borsa del Turismo di Milano nei mille itinerari tra cultura, ar te, cammini, outdoor, esperienze degustative nell'area apposita, tramite il Designer Puglia Promozione, permetteva anche di scattare e condividere foto con le bellezze della regione nello spazio: INSTABOOTH #TIPORTOINPUGLIA. Ed entriamo allora – non troppo in punta di piedi – verso "Saperi & Sapori" coi mille punti di forza da elencare, visto che il cibo in Puglia è una cosa seria! Bisogna districarsi nella molteplicità che la zona offre, quale la splendida gastronomia a km 0, riservata a tour-operator e giornalisti in collaborazione con le masserie didattiche, un progetto regionale di valorizzazione di antiche strutture, in clima altamente conviviale di cui tale zona del nostro sud ne è degna maestra. Lo dimostrano i vari appuntamenti gastronomici durante il corso dell'anno, con più di 100 specie di pane e di pasta fatta a mano, ed ancora formaggi, burrate, pronte ad aspettarvi anche negli agriturismi. La Puglia è terra di biodiversità, di materie prime di grande qualità che nel caleidoscopio delle stagioni si fondono con i sapori della terra e del mare. La regione è la terza meta preferita in Italia per i turisti che amano mangiare, vi si trovano 12 Strade del Vino e dei Sapori, che offrono la possibilità di visitare magiche cantine e ben 902 frantoi , che frangono un eccezionale olio extravergine di oliva. Sette gli itinerari proposti dalla nuova guida gastronomica: • S ap ori d'altri tempi da Fog gia a Cerignola • P r o f u m o d i m a r e e Z a g a r e d a Manfredonia a Rignano Garganico • Di mare e di terra da Margherita di Savoia a Corato • Il richiamo del crudo da Molfetta a San Michele di Bari • Colori d'autunno da Poggiorsini a San Giorgio Jonico • Delizie per palati fini da Fasano a Castellana Grotte • Di rosso e d'azzurro da Brindisi ad Alezio e da Porto Cesareo a San Foca.

È interessante scoprire la tratta pugliese impersonale di Bari e della sua costa o la Valle d'Itria e del Salento, con sfide temerarie verso il Gargano e zone limitrofe viaggiando slow, facendo cicloturismo con buone puntate verso pietanze e vini in loco al bisogno (e diremo pure ingordigia!). Salire sulle selle dei cavalli rappresenta un modo sano ed ecologico per tuffarsi nella natura incontaminata, scoprendo olivi secolari irradiati dalla luce in mezzo a ruscelli cristallini. Ed ancora i magnifici cammini, condividere tale esperienze con altre persone – la maggior parte straniera – ammirando insieme scorci e panorami mozzafiato. In merito esiste una vera e propria road-book capace di prendere il nome dai passi che si percorrono, come una fedele e felice mappa volta verso itinerari anche mistici dove, inaspettatamente, la marina si affaccia all'orizzonte. “Un volto per ogni stagione”. Parole dette dall'Assessore all'Industria Turistica e Culturale Loredana Capone spiegando l'unicità di questa terra, interpretandone la vocazione, valorizzandone le potenzialità, accanto a quel buon team di persone che spinge con entusiasmo a proseguire verso una regione dalle mille offerte, ricca di calore pugliese. “Alla Bit, all'altissima presenza di operatori, seguita da Comuni, Pro Loco, Parchi, Associazioni, Distretti – dichiara il Presidente della regione Puglia Michele Emiliano – la generosità si accompagna alla crescita perenne che la contraddistingue, facendo assaporare gli odori di terra e di mare, unita a ricordi così preziosi di chi ben la conosce. Doveroso menzionare il mercato straniero sempre più appetibile nei nostri confronti: qui l'accoglienza rimane sacra.” “Puglia is a state of mind”: è stato, poi, il momento alquanto interessante della tavola rotonda dove Nancy Dell'Olio, Ambasciatrice della Puglia e dei pugliesi nel mondo, Peppone Calabrese, gastronomo e conduttore di Linea Verde, e lo chef pugliese Antonio Scalera, si sono espressi, ognuno nel proprio linguaggio, cultura e gusto, a proposito dell'autenticità

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enogastronomica del territorio e delle comunità ospitanti, analizzando l'amato food sotto gli aspetti nutrizionali, regionali e conviviali e ribadendo il concetto: “chi non sa mangiare, non sa nemmeno vivere!” Un bel tuffo all'indietro adesso non ce lo toglie nessuno, scorrendo il periodo della preistoria, la classicità, il romanico, il barocco – splendide le chiese di questo stile – ammirando le suggestive cattedrali e i severi castelli federiciani, uniti alla torri costiere. Questo nel sussurro d'arte greca di cui la Puglia è degna depositaria. Nel patrimonio culturale tutelato dall'Unesco, i paesaggi rurali si stagliano continuamente alla scoperta di borghi abbarbicati nella roccia, verso il Parco Nazionale del Gargano, seguendo le vie sacre “Ad un passo dal cielo” da Lesina a Vieste e isole Tremiti e da Rignano Garganico a Siponto, “Tra sacro e profano” alla scoperta della Daunia, da Foggia a San Severo. A nord di Bari troviamo “Nel segno dell'imperatore” da Barletta a Ruvo di Puglia e “Trionfo del romanico” da Molfetta a Conversano. Quindi “Chiese nascoste nelle rocce” da Gravina di Puglia a Grottaglie. Scendendo a sud di Bari, l'itinerario “Microcosmo d'arte” da Savelletri a Martina Franca. Ancora più a sud da Brindisi a Ruffano l'itinerario “Ricami barocchi” e infine nell'estremo tacco “Torri e castelli mozzafiato” da Acaya a San Pietro in Bevagna. L'autenticità, i valori, l'accoglienza, si trovano ad ogni angolo pronti a far scoprire gli aspetti più reconditi tramite i sette itinerari della guida sopracitata, che intersecano la Via Francigena del sud, da Roma a Santa Maria di Leuca, la “Finibus Terrae”, con il “Cammino Materano”. L'opera “La Via dei Sassi” – Ediciclo casa editrice – permette di osservare analiticamente anche la steppa murgiana, regalando emozioni assolutamente uniche alla vista. Qualche parola sul suo folklore: l'alberello natalizio abbondante di gustosi pomodorini appesi, la vivace curiosità di scoprire l'antica tradizione carnevalesca, usanza arcaica tra carri allegorici e maschere come quella di Farinella, tipica di Putignano che prende il nome dalla caratteristica farina

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© Franco Cappellari

© Franco Cappellari


maggio\giugno 2020

© Vanda Biffani

putignanese ricavata da orzo e ceci. Fino ad arrivare a Bisceglie, in provincia di Barletta-Andria-Trani, con Don Pancrazio Cucuzziello: ricco ed avaro proprietario terriero, bel guardone e corteggiatore di giovani donne. Insomma, proprio un bel villano! 'U Panzone rappresenta, invece, la maschera tradizionale coratina, simbolo di falsa generosità, nonché prepotente ostentazione di ricchezza. Nel leccese, a Gallipoli, Lu Tidoru è quel ragazzone tornato dal servizio militare che muore sof focato, preso dalla foga di poter mangiare nuovamente il piatto preferito. D e cis a m e nte m o n ella ccio , p oi , Lu Sciacuddhuzzi di Aradeo, un piccolo uomo simile ad uno gnomo che nelle nottate si trasforma in essere dispettoso coi giocosi scherzetti del caso. Un affaccio nel foggese a Manfredonia con Ze Peppe e la sfilata delle meraviglie. Felice campagnolo dalle gote ben colorite che, esagerando coi festeggiamenti paesani, si sente male morendo l'ultimo giorno di Carnevale. Il buon frate che chiedeva la questua tra le vie di Borgo Croci, risponde al nome di U Monache Cercande, muovendosi sapientemente nello storico quartiere cittadino. A Taranto va molto di moda Gibergallo – proveniente da Massafra – caratteristico pagliaccio in frac con gallo al guinzaglio. L'origine porta a Gilberto Gallo, cittadino massafrese che per le feste così si acconciava. Questo mentre ava nzava Lu Pag ghiuse n elle ve s ti contadine con bisaccia e cupa cupa. Poiché tutto questo... “PUGLIA È”!

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/Recensione

IL PONCHO DEI PAPI Un libro che insegna perseveranza e coraggio

Quante volte ci siamo sentiti dire che i nostri sogni erano troppo grandi? Che non potevamo arrivare? Ebbene, “Il poncho dei papi” è una testimonianza della perseveranza e del coraggio di quando si crede fino in fondo ad un percorso. A volte ci vuole anche il coraggio di chiedere a se stessi cosa si vuole veramente. Questo è un racconto nato da una terra lontana che ha portato un giovane, una famiglia e la tradizione di un popolo attraverso la pampa argentina fino al Vaticano. È la storia dell'amore per la propria patria e della forza dei sogni che superano insieme gli ostacoli più imprevedibili. Un viaggio fra i colori di un paese caratterizzato da tanti volti, ognuno con i propri desideri e tradizioni capaci di trasportarci per miglia e miglia alla scoperta che nulla è impossibile se si ha la forza di perseguirlo.

A cura della Redazione

C.G ILLAN scritto da

M.G LINFANTE

IL PONCHO DEI

PAPI GLI AUTORI CHRISTIAN GASTON ILLAN Imprenditore, appassionato di sociologia, opinionista calcistico televisivo e soprattutto founder del social network iLoby e CEO del progetto di networking Smart Villag[g]e Cloud. (https://www.smartvillagge.cloud/). Christian Gaston Illan, personaggio vulcanico di origine argentina racconta le emozioni del suo incontro con Papa Francesco in Piazza San Pietro a Roma e di un dono speciale che ha voluto consegnargli

MARIA GIULIA LINFANTE Creativa e multitasking. Nella vita marketing specialist che accompagna Christian Gaston Illan nei suoi numerosi progetti. Co-founder del progetto Smart Villag[g]e Cloud, rimane affascinata dalla storia del suo compagno e della sua famiglia. Così insieme durante un pomeriggio d'estate insieme decidono di mettere nero su bianco questa storia di popoli e culture.

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CREATORI OSTINATI DI SERENITÀ Siamo un’agenzia di marketing e comunicazione a servizio completo con 70 collaboratori, oltre 20 anni d’esperienza e ancora tanto entusiasmo per il progetto più importante: il prossimo. Siamo organizzati in 5 Unit specializzate per coprire ogni richiesta del mercato. Siamo attenti alle persone e alle loro esigenze. E siamo pronti a lavorare al vostro fianco, per costruire valore e serenità.

Creativity - Digital - Media - Unconventional - Architettura degli spazi www.canalieco.it


/Franchising

LÖWENGRUBE HA SCRITTO LA STORIA DEL SUO SUCCESSO E ORA LANCIA L’APP In piena emergenza Coronavirus, quando tutti i 22 locali italiani hanno chiuso, la storia di Löwengrube, una delle più affermate reti italiane di ristorazione in franchising, diventa un romanzo, il nono titolo della collana La Bellezza dell’Impresa, edito da Rubbettino e diretta dal giornalista economico Adriano Moraglio. Pensato per celebrare il 15° anniversario dall’apertura del primo locale a Limite sull’Arno, il libro s’intitola “Una vita da leoni-Quando gli ostacoli fanno crescere”. Pietro Nicastro, fondatore del marchio che promuove in Italia il format del ristorante-birreria autentico bavarese, ha spiegato che il volume è un contributo di energia e di fiducia all’Italia in un momento di grande difficoltà. Il ristorante è un luogo in cui immergersi totalmente nell’atmosfera bavarese: personale in costume tipico, arredi in legno, musica tradizionale, le birre storiche di Monaco e infine i piatti tradizionali. È un’altra storia italiana di successo nel franchising che ha già creato lavoro per circa 350 persone. Ora le novità. Oltre al take away, Löwengrube, dal 7 maggio, ha lanciato l’app di proprietà per il servizio di consegna a domicilio, ma anche in altri luoghi, grazie alla funzione di geo-localizzazione, che invia l’ordine al locale più vicino. Al momento, il servizio è attivo presso le bierstube di Ancona, Civitanova, Bologna, Cosenza, Lucca, Limite, Nichelino e Torino, per essere successivamente esteso a tutti i ristoranti della rete. Il delivery è realizzato dal personale del ristorante in costume, garantendo l’atmosfera bavarese. I punti vendita si trasformano in birroteche: dalla app è possibile acquistare prodotti freschi da cucinare accompagnati dalle istruzioni e birre appena spillate. Nella fase della riapertura, il locale di Limite sull’Arno sarà il primo a sperimentare la corsia drive.

ROSSOPOMODORO IN PIEMONTE SCENDE IN CAMPO CON UBER EATS, PER SOSTENERE MEDICI, INFERMIERI E OPERATORI SANITARI DEGLI OSPEDALI DI TORINO Rossopomodoro in Piemonte, in collaborazione con Uber Eats, ha dato vita ad un’iniziativa di beneficenza a favore degli ospedali di Torino, impegnati nella lotta al Coronavirus. "Con la tua pizza doni una pizza" è lo slogan che promuove questo progetto solidale nei confronti di tutto il personale sanitario. L'iniziativa, partita il 24 aprile e attiva fino all'8 maggio, prevede che per ogni acquisto in delivery con Uber Eats di una pizza di Rossopomodoro Torino Centro, Via XX Settembre 11 e Rossopomodoro Parco Dora, Via Treviso 42/F, un'altra pizza sarà offerta e consegnata in fasce orarie concordate con gli ospedali. Sulla piattaforma Uber Eats si trova il banner con il messaggio promozionale, per poter fare gli ordini online nei due locali aderenti al progetto.

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GRUPPO LAVAZZA E YUM CHINA: PARTNERSHIP PER LANCIARE IL CONCEPT DI COFFEE SHOP LAVAZZA IN CINA Yum China Holdings e il Gruppo Lavazza comunicano di aver siglato una joint venture, nata per esplorare e sviluppare il concept di Coffee Shop Lavazza in Cina. Il progetto prende il via con l’apertura di un nuovo Flagship Store Lavazza a Shanghai, il primo fuori dai confini italiani. In 125 anni di attività, Lavazza ha saputo mettere a frutto un patrimonio di italianità e l’impegno per la qualità e l’innovazione, affermandosi come pioniera del settore ed entrando nel cuore degli amanti del caffè in tutto il mondo. Il nuovo Flagship Store si trova a Jing’an, uno dei quartieri storici al centro della Shanghai moderna. Un connubio tra innovazione e tradizione, che permetterà alla clientela di vivere in prima persona tutte le sfaccettature del mondo Lavazza, all’interno di un ambiente unico e iconico in stile italiano. Il Coffee Shop di Shanghai si Il nuovo Flagship Store Lavazza a Shanghai presenta come “caffè gastronomico” e propone numerosi caffè in varianti classiche e creative, oltre a una straordinaria selezione di cibi che comprende anche una linea di snack ispirati alla tradizione italiana. I clienti della caffetteria potranno assaporare numerose specialità italiane dolci e salate, che rappresentano la cucina tricolore nel mondo, tra cui per esempio la focaccia e il cannolo. Non solo, quindi, l’espresso della tradizione italiana, ma anche una varietà di tecniche di tostatura ed estrazione che consentono di approdare per la prima volta in Cina con creazioni uniche. Come per Bel Paese Coffee, l’offerta esclusiva creata per il mercato cinese, che offre un’esperienza sensoriale attraverso le varie regioni d’Italia, anche grazie alle ricette storiche del caffè, declinate in varie interpretazioni locali. Nel Flagship Store di Shanghai sono disponibili anche le creazioni del Lavazza Coffee Design, con una carta di ricette sorprendenti per proporre al cliente un’esperienza innovativa del caffè, nata da tecniche gastronomiche uniche. Negli ultimi anni, il Gruppo Lavazza ha avviato un percorso di sviluppo internazionale finalizzato a esplorare nuovi mercati e a soddisfare la crescente domanda di caffè premium. Allo stesso tempo, Yum China è cresciuta in maniera importante nel mercato: nel 2019 i suoi marchi hanno venduto 130 milioni di tazzine di caffè nel Paese. I punti di forza delle due aziende convergono: le dimensioni e l’approfondita conoscenza del mercato di Yum China, unite allo standing di Lavazza nel mondo del caffè e alla sua offerta di qualità, creano delle ottime basi per l’ingresso in Cina del concept di Coffee Shop Lavazza.

DALL’INDAGINE RE/MAX ITALIA EMERGE UN NUOVO SCENARIO PER L’INTERMEDIAZIONE IMMOBILIARE RE/MAX Italia, con un network di 450 agenzie in franchising e più di 4mila affiliati, per prima ha lanciato una campagna di sensibilizzazione a beneficio dell’intero comparto. Infatti, si è rivolta al governo con una lettera aperta, affinché contemplasse l’intermediazione immobiliare tra i servizi essenziali. Dal 4 maggio 2020, la Fase 2 ha visto la ripartenza del real estate, con la riapertura delle agenzie immobiliari, che possono tornare ad esercitare e a visitare gli immobili nel rispetto delle normative. Con l’obiettivo di un piano previsionale, il gruppo immobiliare ha chiamato a raccolta gli oltre 4mila affiliati del network, coinvolgendoli in un’indagine condotta nei giorni antecedenti la riapertura. Lo studio mira a delineare il profilo di uno scenario, non affidandosi alle sensazioni del singolo, ma evidenziando l’opinione di un panel rappresentativo del comparto, attivo peraltro in tutta Italia. Benché il 2019 sia stato un anno positivo per il real estate – così come i primi due mesi del 2020 – il sentiment degli operatori prevede una riduzione della domanda (63% degli intervistati), concentrata su esigenze che vanno dalla ricerca di case più grandi (34,25%), alla necessità di vendere per far fronte a problemi economici (66,67%). I nuovi must che emergono dall’indagine condotta da RE/MAX, sono la ricerca di appartamenti con spazi esterni (balconi, terrazze, giardini privati e condominiali) per l’87% degli intervistati; case indipendenti o semiindipendenti; metrature più grandi (41%), con una migliore suddivisione degli spazi, per gestire da casa il lavoro o sopperire alla mancanza di privacy emersa durante la quarantena (53%). Quale sarà dunque il ruolo dell’intermediario immobiliare in questo nuovo scenario? Gli affiliati RE/MAX, nel rispetto delle normative, hanno continuato ad operare da remoto, soprattutto sfruttando le ultime settimane per training formativi e per una riorganizzazione interna, così da essere pronti alla riapertura con una rimodulazione del servizio fortemente orientato all’utilizzo di nuove tecnologie. Il 98,61% degli agenti immobiliari ha dedicato tempo alla formazione per implementare i nuovi strumenti tecnologici; contemporaneamente, l’81,94% ha mantenuto contatti con la clientela in chiave di fidelizzazione. Oltre il 50% si è attivato nell’acquisizione di nuovi immobili, il 40,7% ha prodotto quotazioni per chi ha già manifestato la necessità di vendere. L’emergenza ha stimolato gli operatori a digitalizzare i processi, con la creazione di app inedite che vanno dai tour virtuali, che permetteranno di fare una prima scrematura, senza la necessità di visitare fisicamente l’immobile; fino alla creazione di rendering per l’arredo della casa. Le nuove tecnologie, la professionalità, la competenza e il servizio qualità degli affiliati RE/ MAX saranno gli elementi essenziali per superare questo momento difficile.

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/Franchising

ASSOFRANCHISING Rubrica a cura di Assofranchising

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maggio\giugno 2020

Di fronte al difficile momento che ha travolto l’economia italiana, Assofranchising è sempre rimasta al fianco dei propri Associati, offrendo un’importante attività di intermediazione con il Governo. Il Consiglio Direttivo di Assofranchising, collegato via call in seduta permanente e la task force attivata per l’emergenza Coronavirus, in stretta collaborazione con Confcommercio-Imprese per l'Italia, ha richiesto alle Autorità misure straordinarie di supporto al sistema franchising. “Le nostre proposte al Governo miravano a tutelare oltre 200 mila lavoratori a rischio nel franchising, settore che oggi vale 25 miliardi di euro e costituisce un’importante porzione del PIL del Paese” ha commentato Augusto Bandera, Segretario Generale Assofranchising.

• strutturare una fiscalità agevolata per franchisor e franchisee che investono nello start up e nella crescita delle reti; • sostenere economicamente lo sviluppo del “retail 4.0”, attraverso fiscalità agevolata e fondi/bandi. “Come principale rappresentante del franchising in Italia, Assofranchising è certa che il sistema franchising nel suo insieme debba e possa essere un pilastro per il rilancio dell’Italia. Il franchising, infatti, consente lo sviluppo di nuove imprenditorialità riducendo contemporaneamente il rischio di impresa e contribuisce a rafforzare l’economia del Paese” ha affermato Italo Bussoli, Presidente di Assofranchising.

L’Associazione, con il supporto di Confcommercio-Imprese per l’Italia, ha richiesto, dunque, misure immediate a favore delle aziende, affinché potessero ripartire in tempi brevi e rimettere in moto un sistema che negli ultimi 10 anni è cresciuto costantemente, creando oltre 10.000 nuovi posti di lavoro ogni anno. Il franchising rappresenta una leva importante per l’economia italiana, crea nuova imprenditorialità, nuovi posti di lavoro e alimenta il commercio tradizionale in chiave moderna. Per la realizzazione concreta di una crescita nel lungo periodo, l’Associazione ha avanzato proposte quali: • creare un piano straordinario per finanziare l’espansione delle reti;

Assofranchising rappresenta, promuove e difende gli interessi economici, sociali e professionali delle reti in franchising associate. Dal 1971, anno della sua nascita, Assofranchising si è contraddistinta per la fitta rete di relazioni con le Istituzioni e gli altri Enti o Associazioni che hanno interessi coincidenti o vicini ai suoi. Attiva servizi e consulenza mirata, organizza eventi promozionali per i soci, di networking e di studio su temi d’interesse, offre accordi quadro e convenzioni sui molteplici aspetti e prodotti che interessano le aziende che operano in franchising e le relative reti di punti vendita.

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/Franchising

COVID-19: SI VIS PACEM, PARA BELLUM Rubrica Quadrante a cura di Mara Licia Frigo

Questo è uno di quegli articoli che proprio non volevo scrivere. Giornali, telegiornali, social: ogni canale possibile ci sta proponendo titoloni acchiappa audience (mi sembra di rivedere la propaganda Hitleriana) che fanno leva sulla nostra paura dell’ignoto. Eh, già, perché il problema sta lì: non sapevamo nulla di questo nuovo virus (nuovo per noi, gli animali ci convivono da un bel po'), anche adesso che lo stiamo studiando e “mappando”, mancano dei pezzi (e mi meraviglierei del contrario, non siamo i detentori del sapere assoluto, non lo sono i medici e i ricercatori, cerchiamo di essere sinceri almeno con noi stessi) e, toh, guarda un po'… si muore. A dispetto del nostro senso di immortalità a cui ci ha abituato la moderna medicina. Un nemico sconosciuto? Potenzialmente letale? Si, ma tanto colpisce solo gli anziani. Falso. Colpisce anche i bambini di 5 anni, muoiono 30enni e 40enni, oltre ad aver falcidiato la nostra memoria storica, i nostri nonni, i nostri genitori. Inoltre i dati non sono ancora certi, come in tutte le pandemie, i dati iniziali sono sempre un caos. La Fase 1, il lock-down, non è stata una scelta facile, ma è stata una scelta necessaria. Accolta con plauso da tutti, cittadini compresi. Abbiamo condannando l’esodo di massa da Milano prima che venisse chiusa (e ci mancherebbe altro, la tutela della salute prima di tutto) tutti dalla parte della responsabilità (a parole). Giuro, ero fiera di vedere riemergere i valori fondanti di una società. Ma è durato il tempo necessario per il versamento dell’IVA. Non possiamo lavorare, come paghiamo l’IVA? Vi riporto la circolare della mia commercialista: «Inoltre, i debiti in scadenza oggi (16.03.2020) sono stati maturati in passato. Se l’impresa non ha a disposizione il denaro per farvi fronte, è una anomalia nonché il segnale che le risorse finanziarie non vengono gestite con la dovuta accortezza».

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maggio\giugno 2020 In quella frase ho trovato riassunto in modo esemplare la divisione di approccio che era già emersa chiacchierando con diversi miei clienti. Lavorando principalmente nel mondo del franchising (ma non solo), quando era evidente che la situazione non si sarebbe risolta a tarallucci e vino, molti ci hanno contattato con una semplice domanda: e adesso che faccio? Ristorazione, servizi, retail, nessuno escluso. Vexata quaestio. Chi si era affidato a noi ha tirato fuori dal cilindro una serie di scenari che avevamo già affrontato. Un po' in corsa, ma con una mappa da seguire, abbiamo delineato una tattica liquida. Parlo di tattica perché la strategia l’avevamo già stilata, conteggiando due fattori che nessuno mette sul piatto: il Caso e il Governo. Al tempo mi diedero della folle, ora… Chi ha approfittato dei primi sentori per chiudere accordi con i vari servizi di Delivery (che hanno rapidamente aumentato il costo del loro servizio, ma chi ha un minimo di visione che supera i 5 minuti lo avrebbe immaginato, specialmente in Italia). Con altri abbiamo anticipato determinate scelte, spostandole in ordine di priorità. In alcuni casi, conti alla mano, si è optato per tutelare prima di tutto gli affiliati, sospendendo una serie di elementi e, per chi poteva, aiutandoli economicamente con un supporto virtuoso. Certo, non a fondo perduto, ma correttamente bilanciato per il rientro. Altri brand, sempre in franchising, ma non nostri clienti, si sono mossi molto bene, specialmente quelli un po’ strutturati (e non sto parlando di numero di affiliati ma di struttura aziendale), dimostrando che il modello franchising, se seguito nei suoi principi fondanti, funziona e tiene meglio nei momenti di crisi (come successe già nel 2008). Agli «altri» abbiamo detto sostanzialmente la stessa cosa: sospendete le royalty, assicuratevi che i vostri affiliati siano al sicuro, che stiano bene, ascoltateli, chiamateli tutti i giorni. Se il vostro modello lo prevede, usate l’e-Commerce, se non lo avete questo è il momento di farlo (mannaggia a voi, mannaggia). Non siate silenziosi, usate il vostro CRM, fate vedere i vostri prodotti con le videochiamate e usate il metodo Zalando. Smart working o telelavoro per le case madri, stesso per gli affiliati. Se il vostro prodotto può essere utile in questo momento, mettetevi al servizio della comunità, usate questo impatto per far sapere al mondo che ci siete. E che #weareinthistogether. «Ma noi siamo nei servizi». Perché, io riparo pistoni? Lo siamo anche noi, ma non mi sembra che tu non stia usufruendo dei nostri servizi, quelli stessi che avevi rifiutato dicendo ma Tizio me lo fa a meno. Bene, dov’è Tizio ora? Perché non la stai facendo con lui la call su Zoom che ti ho chiesto mille volte di non fare perché in termini di privacy e sicurezza è peggio del formaggio groviera? «Ma a me le royalty servono». Perché, la tua struttura vive esclusivamente mese per mese con quello che gli affiliati ti riconoscono? Che servizi continuativi gli stai fornendo per giustificare una qualsiasi richiesta economica? Il Decreto Legge Cura Italia riconosce espressamente la rilevanza delle misure di contenimento del virus covid-19, quale possibile causa di esclusione della responsabilità del debitore. Dai, sono i tuoi affiliati, sono una tua responsabilità. O almeno dovrebbero esserlo. «È colpa del governo che mi ha fatto chiudere e non ho i soldi per pagarti le fatture». Eh no! Qui non ci sto. Darwinismo sociale quando le cose vanno bene ed eteronomia quando vanno male? No, è colpa tua che non hai saputo gestire le tue risorse finanziarie. Anche noi abbiamo costi fissi, tutti li hanno. E abbiamo anche progetti, per i quali abbiamo pianificato le uscite senza basarci sui rientri. Questa situazione ha reso manifesta la polarizzazione dell’approccio che le aziende hanno nelle loro corde. Mi ricollego ad un articolo che scrissi a novembre, in tempi non sospetti, dal titolo A che gioco stai giocando? In quell’articolo presentavo la differenza tra un’azienda con un mindset finito ed una azienda con un mindset infinto. Se non lo avete letto questa è l’occasione per farlo. Che siano delle franchise o meno, alcune ce la faranno, magari un po' ammaccate, ma salde nel loro cuore. Altre spariranno perché faranno di tutto per ripristinare la loro normalità Oggi, mentre finisco di scrivere questo articolo, è il 4 maggio 2020. Il primo giorno della Fase 2A (e sì, me li leggo i DPCM). Abbiamo deciso di continuare in smart working. Non so cosa succederà da qui ad una settimana, perché se è vero che non si può prevedere il comportamento del singolo individuo si può predire il comportamento della massa. So solo che Il cambiamento non porta sempre crescita, ma non c’è crescita senza cambiamento.

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/Franchising/Retail

OSSERVATORIO CONSUMI DI MERCATO CONFIMPRESE-EY Il forte impatto del Coronavirus sui consumi nel primo trimestre 2020 Rubrica a cura di Confimprese

L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY, evidenzia il forte impatto del Covid-19. Stabili gennaio e febbraio, ma il crollo delle vendite di marzo del -79% porta il trimestre a chiudere in flessione del -26% vs lo stesso periodo 2019. La Lombardia è la regione che ha registrato il peggior trend nel mese di Marzo 2020 (-83%) seguita da Toscana (-80,9%), Emilia-Romagna (-80,5%) e Veneto (-80%). I grandi cambiamenti causati dal Covid-19 alla libertà di spostamento e agli stili di vita, uniti alle restrizioni imposte alle attività commerciali, hanno avuto un impatto significativo sui modelli di consumo e sui livelli di vendita degli operatori. Il Centro studi Confimprese, in partnership con EY, ha avviato un Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi in Italia con una copertura di 623 aree commerciali tra centri commerciali, outlet, high street e travel. Sono attualmente monitorate 45 insegne e oltre 4.400 punti vendita che consolidano informazioni su 20 regioni, 111 province e 865 comuni. I settori merceologici analizzati sono: abbigliamento e accessori, food&beverage (ristorazione servita, quick service e bar) e non food (retail cosmetica, arredamento, servizi, cultura). «Il primo trimestre 2020 – spiega Mario

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maggio\giugno 2020 Maiocchi, consigliere delegato Confimprese – si chiude con una flessione del 26% a totale mercato. Pur con una partenza positiva in gennaio al +1.3%, da fine febbraio in relazione al clima di incertezza e all’evoluzione dell’epidemia si è cominciato a registrare un rallentamento, che ha portato il totale mese a -2,9%, peggiorato all’inizio di marzo, in cui le vendite sono diminuite del -40% già prima del decreto “io resto a casa” dell’11 marzo. Il conseguente blocco delle attività e degli spostamenti ha fatto sì che marzo si sia assestato al -79% con fatturati azzerati nella seconda parte del mese».

e Palermo a -20% per cento. Si tratta di andamenti differenziali di oltre dieci punti percentuali, in parte guidati da migliori trend del Sud rispetto al resto della Penisola a gennaio e febbraio.

«Il crollo di marzo ha interessato in maniera differenziata i settori – commenta Paolo Lobetti Bodoni, Business Consulting Leader Italy, EY – con abbigliamento e accessori che registrano il trend peggiore (-82%), seguito da food&beverage (-78%) e non food (-74%). Questi trend sono legati in parte al fatto che alcuni operatori hanno potuto continuare le attività con un minimo di operatività durante il lockdown, oltre che ad un orientamento del consumatore verso l’acquisto di beni di più immediata necessità». L’ANALISI PER AREE GEOGRAFICHE Su base geografica il calo è abbastanza simile nelle 4 macro-aree e in tutte le regioni italiane, calo che si pensa sarà destinato a persistere date le nuove disposizioni del Governo. La Lombardia è la regione che ha registrato il peggior trend nel mese di marzo (-83%), seguita da Toscana (-80,9%), Emilia-Romagna (-80,5%) e Veneto (-80%). Il Nord-ovest registra un -81%, trainato in particolare dalla Lombardia (-83%) e dalle province più colpite dal virus: Milano (-83%), Monza Brianza, Bergamo e Brescia (-85%). Variabili tra -75 e -80% i trend delle altre grandi province italiane. Da inizio anno le vendite si sono ridotte di oltre il 30% per Bergamo e Monza Brianza, mentre risultati un po’ meno penalizzanti si registrano nel sud Italia con Napoli a -18%

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L’ANALISI PER CANALI DI VENDITA I dati dei trend per canale di vendita, tutti fortemente negativi, sono coerenti con l’evoluzione delle disposizioni governative e l’atteggiamento dei consumatori. Il travel (aeroporti, stazioni) mostra il trend peggiore nel mese di marzo con il -86% e anche sul trimestre (-30%), penalizzato da febbraio (-8% il mese) dalle restrizioni sui trasporti che già avevano bloccato i voli dalla Cina dal 1° febbraio. In sequenza i centri commerciali e gli outlet con il calo dell’82% e dell’83% a testimoniare una minore mobilità per lo shopping dei consumatori. Dati leggermente migliori per le vendite nelle zone dello shopping delle città principali (-79%), mentre i negozi nei comuni più piccoli e in periferia mostrano una maggior resistenza con un -76% a fronte del -26% sul trimestre, impattati anche dal bimestre gennaio-febbraio negativo.

CONFIMPRESE è l’associazione del commercio moderno – franchising, Gdo e reti dirette – che opera sul territorio nazionale e riunisce aziende e realtà omogenee per merceologia, dalla ristorazione all’entertainment, dall’abbigliamento ai servizi, con un target dimensionale da medio grande a leader di mercato, spesso quotate in Borsa e, in diversi casi, con una rilevante presenza internazionale. Confimprese conta su oltre 100 soci che rappresentano 300 marchi, 36mila punti vendita e 600mila addetti con un giro d’affari 2018 di 152,3 miliardi di euro. Il presidente dell’associazione è Mario Resca.

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L’ANALISI PER PROVINCIA L’analisi più dettagliata per le principali province italiane (top 20) conferma il maggior impatto su quelle del nord Italia.

«Prepararsi da subito per la fase 2 diventa fondamentale – conclude Paolo Lobetti Bodoni, Business Consulting leader di EY Italy – Per guidare le vendite sarà necessario pensare a nuove modalità di interazione del consumatore con il canale fisico e online, come l’organizzazione di punti vendita, e-commerce e food delivery. Il canale digitale si conferma quindi un elemento fondamentale per continuare a sostenere il business e la customer relationship». Se già nella prima fase dell’emergenza l’online ha avuto davanti a sé una strada libera da intralci, sembra che anche per quelle successive possa continuare a mantenere un livello alto nelle abitudini di acquisto dei consumatori. «Resta da capire – conclude Mario Maiocchi – cosa ci si possa aspettare nella fase 2 del post- emergenza sia per verificare gli impatti di Covid-19 sui livelli di fatturato sia, soprattutto, per identificare i cambiamenti nei modelli di consumo e le opportunità di business accanto alle ovvie criticità. Ci troveremo a fare i conti con un mercato sostanzialmente diverso e solo gli operatori che sapranno cogliere rapidamente e cavalcare i cambiamenti potranno uscire indenni, ove non anche rafforzati, da questa crisi. Per cogliere appieno tali opportunità, saranno necessari investimenti su cui si auspica un concreto supporto da parte del governo».


/Franchising

maggio\giugno 2020

AREA FRANCHISING: I MIGLIORI FRANCHISOR OPERATIVI IN ITALIA

La rapida e significativa evoluzione e affermazione del franchising quale valida soluzione per il miglioramento della distribuzione in Italia adottata, non solo da aziende industriali, ma anche dalle imprese della grande e media distribuzione commerciale, ha fatto sì che oggi sia disponibile a tutti una migliore informazione sugli aspetti di questa formula di sviluppo territoriale dei punti vendita. A questa diffusione, hanno contribuito non solo la stampa specializzata e quella economica, ma anche internet. Quindi chi intende cimentarsi in una nuova attività, vuole apprendere un nuovo mestiere, desidera crearsi un’attività autonoma, ha a disposizione una serie di informazioni che lo aiuteranno a trovare l’insegna che più si addice alle sue aspirazioni e alle sue possibilità economiche. Nonostante la congiuntura economica sfavorevole e una crisi che si protrae da diversi anni, sembra proprio che il lavoro autonomo,

ancora una volta, rappresenti una considerevole opportunità di realizzazione e di gestione personale. A dispetto delle frequenti considerazioni negative sul nostro paese e, più nello specifico, sul mercato del lavoro e sulla disoccupazione giovanile, i dati rilevati da più enti internazionali di ricerca sottolineano che sono proprio i giovani italiani i più propensi e i più entusiasti a orientarsi verso il diventare imprenditori di se stessi. I dati diffusi recentemente da Assofranchising, nel Rapporto Assofranchising Italia 2019, mettono in evidenza che il settore franchising cresce ancora e si afferma come la migliore formula per il commercio e i servizi in Italia, registrando tutti valori positivi. Noi di Beesness, desideriamo proporre ai lettori le migliori franchise presenti nel mercato italiano e in ogni numero della rivista vi proporremo alcune pagine dedicate alle loro Schede Informative.

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ssistenza aP

rogetto®

oltre le aspettative

Progetto Assistenza è una rete nazionale con più di 100 agenzie in tutta Italia che erogano servizi di assistenza domiciliare ed ospedaliera per anziani, malati e disabili, in supporto alla famiglia. Una vera occasione se si desidera investire nelle proprie potenzialità e diventare imprenditore di se stessi in un settore sempre più affermato con tutto il supporto della nostra esperienza di franchisor. Se si desidera aprire un centro Progetto Assistenza, sarà garantito un bacino territoriale in esclusiva. Il futuro affiliato parteciperà a un corso di formazione iniziale e successive tavole rotonde, e sarà messo nelle migliori condizioni possibili per lavorare in totale serenità e con ottime prospettive di crescita. Inoltre, un esperto lo aiuterà a sviluppare in ottica imprenditoriale i servizi di assistenza socio-sanitaria ideali per il potenziale bacino di utenza. La comunicazione è al centro di ogni attività. Far comprendere ai potenziali assistiti il valore dei servizi è essenziale per il brand e per ogni centro Progetto Assistenza. Per questo motivo, vengono pianificate e finanziate annualmente campagne pubblicitarie su diversi canali nazionali e locali: pubbliredazionali su riviste di settore, spot televisivi, promozioni e attività sui canali social aziendali.

maggio\giugno 2020

PROFILO FRANCHISOR: Ragione sociale e indirizzo: ProgettoAssistenza S.r.l. via Galileo Ferraris 63, 52100 Arezzo Sito Internet: www.progetto-assistenza.it Settore: Servizi alla persona Attività: Assistenza domiciliare ed ospedaliera per anziani e disabili Anno di fondazione dell’Azienda: 1995 Anno di lancio del franchising in Italia: 2011 Centri diretti in Italia: 2 Centri in franchising in Italia: 94 Centri in franchising all’estero: 0 Paesi esteri di interesse per lo sviluppo: Spagna e Europa dell’Est

PROFILO FRANCHISEE Bacino d’utenza: 50/80.000 abitanti Ubicazione ottimale Centro: Zona semi centrale di forte passaggio Superficie media Centro: 25/30 mq Addetti richiesti per Centro, compreso il titolare: 2 Esperienza nel settore: non necessaria Investimento medio inizialE: € 16/18.000 Fatturato medio annuo (stima): € 520.000 Merce in conto vendita: SI Sistemi informativi offerti: SI Diritto d'ingresso: € 6.500 Canoni periodici (Royalties): NO Canoni periodici fissi: € 300,00 Pubblicità a livello locale: SI Contributi per campagne pubblicitarie nazionali: SI Assistenza in fase di apertura: SI Zona di esclusiva: SI Formazione iniziale: 5 giorni Durata contratto: 3+3 anni

CONTATTI FRANCHISOR Sede legale Via Galileo Ferraris 63, 52100 Arezzo Referente franchising: Anna Laura Galati Telefono: 0575/1654705- 800561701 E-mail franchising: franchising@progetto-assistenza.it Sito Internet: www.progetto-assistenza.it

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PROFILO FRANCHISOR:

Color Glo International è il franchising di restauro e rigenerazione di superfici in pelle, plastica e alcantara scelto da oltre 1.000 imprenditori nel mondo e da più di 40 in Italia. Le superfici con danni accidentali o segnate dal tempo non vengono sostituite, ma rigenerate rispettando l’originalità dei materiali. Con Color Glo si può avviare un’attività imprenditoriale innovativa potendo contare sull'esperienza e sul supporto di un'azienda che da oltre 40 anni opera con successo in più di 50 paesi nel mondo. Aprire un franchising Color Glo significa gestire autonomamente il proprio tempo, lavorare in più settori (automotive, nautica, arredamento, aeronautica, accessori), avere un rapido rientro dell’investimento e nessun obbligo di apertura di un Centro (i lavori di rigenerazione possono essere svolti anche presso il domicilio del cliente). Ogni affiliato riceve un’area in esclusiva e non richiediamo precedenti esperienze nel settore. Diverse le formule di investimento pensate per garantire ad ogni affiliato la dotazione di prodotti ed attrezzature necessarie a svolgere la propria attività.

Ragione sociale e indirizzo: Soluzioni Italia srl via Gianturco 66, Napoli Sito: www.colorglo.it Settore merceologico: Servizi ai privati e alle aziende Attività: Rigenerazione superfici in pelle e plastica Anno di fondazione dell’azienda: 1975 U.S.A., 2005 Italia Anno di lancio del franchising in Italia: 2005 PV diretti Italia: 1 PV in franchising Italia: oltre 40 PV in franchising all’estero: 4 Paesi esteri di interesse per lo sviluppo: Penisola Iberica Franchisee singoli: oltre 40 Master franchisee: 1

PROFILO FRANCHISEE Bacino d’utenza: a partire da 100.000 abitanti Ubicazione ottimale PV: non obbligatorio Superficie media PV: non obbligatorio Addetti richiesti per PV, compreso il titolare: 1 Esperienza nel settore: non richiesta Investimento medio iniziale: da 16.900 € Merce in conto vendita: NO Diritto d'ingresso: incluso nell’investimento iniziale Canoni periodici (%): sì, royalties minime Canoni periodici fissi: 250 € mensili a partire dal 13°mese Pubblicità a livello locale: SI, a cura del franchisee Contributi per campagne pubblicitarie nazionali: Sì Zona di esclusiva: SI Formazione iniziale: 2 settimane lavorative Durata contratto: 5 anni rinnovabili

CONTATTI FRANCHISOR Sede legale: Via Gianturco 66, Napoli Referente franchising: Dott. Lo Russo Telefono: 081 19570069 E-mail franchising: franchising@colorglo.it Sito Internet: www.colorglo.it

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PROFILO FRANCHISOR:

VAN4YOU apre il primo Centro a maggio 2010, con la volontà di diventare la realtà di riferimento nel settore del noleggio di veicoli commerciali e professionali. La forza del concept permette di rispondere positivamente a qualsiasi esigenza di noleggio da parte del Cliente, sia esso a breve, medio o lungo termine e di esprimere al meglio quelle che sono le caratteristiche e l'identità del marchio VAN4YOU. L'Affiliato può contare: su un marchio registrato; su percorsi gratuiti di formazione iniziale e successivo costante "training on the job"; su evoluti sistemi informatici per la gestione della flotta e per l'organizzazione contabile ed amministrativa; sulla visibilità della propria filiale all'interno del sito web aziendale; sull'accesso ai benefici di Accordi Quadro nazionali per la costituzione della flotta veicoli senza necessità di investimento nella fornitura di automezzi; su un costante e valido supporto della funzione operativa e commerciale; su una rete di assistenza e soccorso stradale attiva 24 ore su 24 in tutta Europa; su un Call Center centralizzato, oltre alla possibilità di beneficiare di accordi nazionali con i Clienti multisede. Affiliarsi a VAN4YOU significa far parte di una dinamica realtà imprenditoriale che ha l'obiettivo di offrire servizi per il trasporto innovativi e modulari, che risultino apportare un indiscusso valore aggiunto al successo e alla mobilità delle aziende e delle persone.

VAN4YOU s.r.l. con unico socio Direzione generale: Via Ticino, 30 - 20900 Monza Sito Internet www.van4you.it Settore Merceologico: Auto e altri veicoli: prodotti e servizi Attività: Noleggio Furgoni e veicoli professionali Anno di fondazione dell’Azienda: 2010 Anno di lancio del franchising in Italia: 2010 Centri diretti Italia: 5 Centri in franchising Italia: 23 Franchisee singoli: 8 Multi-Unit Franchisee: 6

PROFILO FRANCHISEE Bacino d’utenza: 50.000/70.000 abitanti Ubicazione ottimale Centri: vie ad alto passaggio veicolare Superficie media Centri: 40 - 60 mq Addetti richiesti per Centro, compreso il titolare: 1 Esperienza nel settore: NO Investimento medio iniziale: € 40.000 Fatturato medio annuo (stima): € 300.000 Sistemi informativi offerti: SI Diritto d'ingresso: € 15.000 (incluso nell’investimento iniziale) Canoni periodici (Royalties): SI Canoni periodici fissi: NO Pubblicità a livello locale: SI Contributi per campagne pubblicitarie nazionali: SI Assistenza in fase di apertura: SI Zona di esclusiva: SI Formazione iniziale: 20 gg + affiancamento e costante training on the job Durata contratto: 10 ANNI

CONTATTI FRANCHISOR Sede legale: Via Ticino, 30 - 20900 Monza Referente franchising: Massimo Del Mul Telefono: 0399467259 E-mail franchising: franchising@van4you.it Sito Internet: www.van4you.it

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PROFILO FRANCHISOR:

Elerent è la prima catena in franchising specializzata in noleggio, vendita di mezzi elettrici e organizzazione di tour turistici. La forza del progetto è la capacità di unire il rispetto per l'ambiente (ecologia) al potenziamento dei servizi turistici (turismo ecosostenibile) che gli garantiscono un rapido sviluppo verticale anche nel futuro. L'idea nasce dall'esperienza decennale e dalla consolidata professionalità del gruppo che gestisce il franchising. Affiliarsi al franchising Elerent consente di aprire un negozio multiservizi in grado di offrire più soluzioni di business al proprio interno: noleggio mezzi elettrici; vendita mezzi elettrici; organizzazione di tour guidati; vendita pubblicità “in movimento” sul parco mezzi e deposito bagagli. Elerent soddisfa il bisogno di muoversi rapidamente in città e nelle zone a traffico limitato e vivere la città in maniera diversa. Il target di riferimento va dal cittadino, al turista fino ad arrivare al lavoratore. Il franchisor Elerent fornisce un negozio chiavi in mano, tutto compreso, per cominciare a generare utili fin da subito.

Gestioni e servizi srl - Via Pinerolo, 31 - 00182 Roma Sito Internet: www.elerent.com Settore: auto e altri veicoli Attività: noleggio, vendita di mezzi elettrici ed organizzazione di tour turistici Anno di fondazione dell’Azienda: 2013 Anno di lancio del franchising in Italia: 2013 PV diretti Italia: 1 PV in franchising Italia: 10 PV diretti all’estero: 1 PV in franchising all’estero: 5 Paesi esteri di interesse per lo sviluppo: Spagna

PROFILO FRANCHISEE Bacino d’utenza (n. minimo abitanti): 30.000 Ubicazione ottimale PV: zone centrali Superficie media PV: 20 mq Addetti richiesti per PV, compreso il titolare: 1 Esperienza nel settore: NO Investimento medio iniziale: € 9.900 Fatturato medio annuo (stima): € 150.000 Merce in conto vendita: SI Canoni periodici (Royalties): 3% Pubblicità a livello locale: SI Assistenza in fase di apertura: SI Zona di esclusiva: SI Formazione iniziale: 5 giorni Durata contratto: 3 anni

CONTATTI FRANCHISOR Sede legale: Via Pinerolo, 31 – 00182 Roma Referente Commerciale: Antonello Treglia Telefono: 06/78359001 E-mail franchising: info@elerent.it

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maggio\giugno 2020

The Flip Flop by Renesa Architecture Design Interiors

IN PRINT • ONLINE• SOCIAL

RETAIL DESIGN

FOCUS

LIGHTING

TECHNOLOGY

www.arredanegozi.it

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