Anno VIII - N° 6 2018 € 3,90
Kiara Fontanesi
Periodico di informazione bimestrale – novembre/dicembre 2018
SEI VOLTE VINCENTE!
Sibilla Della Gherardesca LA “SIGNORA” DEL FAI
Caterina Murino
LA “BOND GIRL” DEL CUOIO
Fabio Cannavale
IL “BUSINESS ANGEL” DEL MOMENTO
“NUOTARE CON I DELFINI”
“FARE L’ATTRICE”
“VEDERE I PESCI SOTT’ACQUA”
“VEDERE IL SOLE DI MEZZANOTTE” “DIVENTARE UNA PRINCIPESSA” “ESSERE UN SUPEREROE”
“CONOSCERE I GIOCATORI DELLA NBA” “INCONTRARE LA NAZIONALE DI CALCIO ITALIANA”
“AVERE UN LUPO”
/ Editoriale
KIARA FONTANESI: QUANDO LA BELLEZZA VA IN MOTO Secondo un sondaggio dell’osservatorio di Moto.it, le donne riscontrano un interesse per le motociclette già dalla giovane età: il 47,12% tra i 14 e i 16 anni e per il 20,42% tra i 17 e i 24. Questo dimostra che bisogna sfatare il vecchio cliché che vede le moto appannaggio degli uomini. Sulla base di questi dati, non c’è da stupirsi se la sei volte campionessa del mondo di motocross, Kiara Fontanesi, si trovi a suo agio sui terreni sterrati di gara o se in Italia sia stato fondato Miss Biker, una community di centaure che declina tutti gli aspetti del motociclismo al femminile. Dalle due ruote passiamo alle gioie del palato: a settembre ha aperto a Milano il primo Starbucks Roastery Reserve, il terzo nel mondo, dopo quelli di Seattle e di Shanghai. Un percorso di storytelling, dalla tostatura del caffè, fino all’oro nero in tazzina, da degustare assieme ad un caldo croissant di Princi. In questa scia, anche Caffè Ottolina si sta muovendo, per aprire dei propri store: la storica torrefazione milanese ha deciso passare al retail di prodotto. Ricordiamo la consegna dei Superbrands 2018, status che premia trentatre aziende titolari di grandi marchi e l’intervista al Direttore Marketing di Mondadori Retail, Superbrands 2018, che spiega ai lettori la storia di successo di questo grande marchio. Trattiamo anche di arte letteraria e musicale. Elisabetta Sgarbi, Presidente della casa editrice La Nave di Teseo, ci rende partecipi dei progetti della Milanesiana e dei problemi nell’editoria. A partire da questo numero, con la rubrica a cura di Mokamusic, incominciamo a discutere di sonorità. Philip Abussi, compositore e consulente musicale, con l’esempio pratico dei profumi Calé Fragrance d’Autore, ci spiegherà gli abbinamenti di questi con le varie sonorità di un’orchestra. Infine, come sempre, non perdetevi le nostre rubriche: quella sul Licensing, curata da Milano Licensing Day; quella sul retail di IKN Italy e News in Town, in merito ai ristoranti ed ai locali presenti a Milano. Augurandovi di trascorrere delle Buone Feste, vi diamo appuntamento al prossimo numero di Beesness.
Giovanni Bonani
Direttore Responsabile
REGALATI O REGALA UN ABBONAMENTO A BEESNESS AD UN PREZZO IRRIPETIBILE Editore Beesness di Giovanni Bonani – Via San Gregorio 53 - 20124 Milano P. IVA 10312920969 – C.F. BNNGNN73H19F205Y Anno VIII - N° 6 2018 € 3,90
Kiara Fontanesi
IN MOTO A TUTTO “PEPE”
Registrazione Tribunale di Milano n°551 del 18.11.2011
Periodico di informazione bimestrale – novembre/dicembre 2018
Grafica Canali&C. Stampa Pinelli Printing S.r.l. – Via Redipuglia 9 – Gessate (MI) Servizio abbonamenti abbonamenti@beesness.it | Tel. 02.6691693 | Fax. 02.87390944 Direttore Responsabile Sibilla Della Gherardesca LA “SIGNORA” DEL FAI
Caterina Murino
LA “BOND GIRL” DEL CUOIO
Giovanni Bonani
Fabio Cannavale
IL “BUSINESS ANGEL” DEL MOMENTO
Direttore Editoriale
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Laura Lamarra Redazione
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I DATI DELL’ABBONATO Cognome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Nome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Ragione Sociale _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Patrick Abbattista
Alessia Portelli
Giovanni Bonani
Laura Lamarra
Patrizia Saolini
Marcella Ciappi
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/ Indice
SPORT MissBiker La Community delle donne che amano le due ruote
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Monaco Yacht Show Il mare vissuto in comodità e lusso estremo 8
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Kiara Fontanesi Sei volte vincente! 10
FASHION Zara Rinnovo dello store in corso Vittorio Emanuele a Milano
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Doubleice Gli occhiali si vestono di gioia e colori
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I Saloni della moda italiana A settembre numeri da record
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Unmade Gran Bretagna, Londra
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FOOD Starbucks Il suo richiamo seduce i milanesi
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Caffè Ottolina Settant’anni di passione
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Il protocollo Combi Mais 5.0 Tecnologia di ultima generazione e produzione sostenibile
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MeMento Tradizione mediterranea e innovazione in un “ricordo”
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BEAUTY Beauty Gives Back L’evento di beneficenza de "La forza e il sorriso Onlus"
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MUSICA Philip Abussi La musica, come leva di engagement
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FRANCHISING Uneed Services Rivoluziona il modello di prestazione di servizi
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TECNOLOGIA Il calcolo del Digital ROI? Parte dal Customer Journey
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LICENSING Milano Licensing Day È un successo la dodicesima edizione
START UP Intervista a Fabio Cannavale Business Angel 2018
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Acceleratori d'impresa Esploriamo insieme il loro mondo
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FRANCHISING Come esportare una franchise
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Mondadori un Superbrands
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ARTE
PREMIO Superbrands Awards 2018 Vi raccontiamo la reata milanese
Il senso della vita della Murino La “bond girl” del cuoio
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CENTRI COMMERCIALI Centro Commerciale Vulcano Buono All'avanguardia con il primo social movie
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MARKETING Scent Marketing Quando un odore racconta un brand
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PROFUMI Lorenzo Villoresi L'arte della Profumeria in Italia
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TURISMO Ilaria Carini Come diventare food & beverage manager
Elisabetta Sgarbi al timone E la Nave va... 56 I VIP ALBERGATORI VIP hanno aperto hotel a propria immagine
LIFESTYLE
70
78 80
IL FAI? UNA MACCHINA DA GUERRA! Intervista a Sibilla Della Gherardesca 85 BOLOGNA CITTÀ POLIEDRICA Un polo di attrazione per numerosi distretti
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TUTTE LE NOVITÀ DELLA NUOVA STAGIONE DI SCI
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RECENSIONE Temporary shop Per vendere e farsi conoscere (in tempo di crisi) 98
ARTE Art Basel Miami Beach 2018 Tutti gli highlights della manifestazione
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NEWS IN TOWN Locali, bar, ristoranti e vini da enoteca__100
IMPRESA
SAVE THE DATE Le fiere del mese___________________102
Da Chief Digital Officer a Chief Information Officer
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COMING SOON Le mostre e i festival del mese_________105
MISSBIKER LA COMMUNITY DELLE DONNE CHE AMANO LE DUE RUOTE
/ Sport A cura di Marcella Ciappi Foto © Miss Biker
MissBiker è la più grande realtà al femminile in Italia e in Europa ad occuparsi di Female Networking nell’industria motociclistica. Nata come luogo di aggregazione e di condivisione per tutte le donne con la passione per le due ruote come racconta nell’intervista Lisa Cavalli, fondatrice del gruppo, è diventata molto più di questo… Cos’è Miss Biker? MissBiker è il più grande network di motocicliste in Italia. Per network intendo dire che è una realtà che fornisce comunicazione alle donne con la passione per la moto. Nasce come community che ora ha superato le 5000 iscritte diventando una delle maggiori al mondo, a cui si accosta un blog che racconta tutto ciò che può essere interessante per le centaure, dagli eventi al testing prodotti, dalle prove moto ai diari e alle interviste. Com’è nata questa community? È nata per trovare altre ragazze con la voglia di condividere la passione per le moto. In brevissimo tempo tutto è cresciuto a dismisura arrivando a numeri
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impressionanti. Sia la community che il blog sono in continua crescita e nel tempo sono stati seguiti da profili social ufficiali che sono diventati sempre più un punto di riferimento. Chi sono le fondatrici? Sono stata io nel 2015, quando ho acquistato la moto e solo sei mesi dopo ho deciso di fondare la community di MissBiker. Nel tempo mi sono affiancata ad un team di ragazze con grande passione e capacità in grado di dare una marcia in più a tutto il network. A chi si rivolge? Si rivolge a tutte le donne con la passione per la moto, indipendentemente
novembre\dicembre 2018
SI PASSA DA GIORNATE DI GUIDA SICURA SU STRADA A GIORNATE IN PISTA, DA CORSI DI VARIO GENERE AI SEMPLICI GIRI IN COMPAGNIA, CENE, APERITIVI. SONO TUTTI MODI DI STARE INSIEME, CONOSCERSI, DIVERTIRSI E CONFRONTARSI
dal modello e dal fatto di possederne una. Ciò è molto importante perché l'entusiasmo e la condivisione arrivano anche a chi non ha al momento la possibilità di acquistare una moto oppure non la utilizza per altre vicissitudini. Quali sono le attività organizzate? Le attività sono varie e, grazie alla suddivisione in gruppi regionali della community nazionale, possono essere meglio gestite. Si passa da giornate di guida sicura su strada a giornate in pista, da corsi di vario genere ai semplici giri in compagnia, cene, aperitivi. Sono tutti modi di stare insieme, conoscersi, divertirsi e confrontarsi. L’evento più importante si svolge a giugno ed è il nostro Moto-incontro Nazionale giunto alla quarta edizione quest’anno, in cui centinaia di motocicliste arrivano da tutta Italia e qualcuna anche dall’estero. Pur essendo un gruppo giovanissimo, vantiamo già collaborazioni e partecipazioni a eventi importanti, ad esempio quelli organizzati con Il Corriere della Sera (Women Riders’ Night), eventi collaterali Dorna (Spurtlèda58) e il Mondiale di Trial. Con quale frequenza vi vedete? Cerchiamo di organizzare almeno un incon-
tro al mese con i gruppi regionali. A livello nazionale circa due-tre all’anno. Su quali piattaforme social comunicate? Quale funziona di più per interagire tra voi? MissBiker nasce su Facebook e di certo il gruppo è quello in cui si può comunicare con maggiore efficacia. Poi ci sono la pagina MissBiker Official su Facebook e Instagram che abbiamo aperto da poco ma che cresce quotidianamente. Realizzate anche dei tutorial… In cosa consistono? Cerchiamo di rispondere alle domande e alle esigenze delle motocicliste creando dei contenuti che possono aiutare a vivere meglio la moto. Da tutorial con consigli sulla guida a quelli per la manutenzione passando per piccole guide sui materiali, sui viaggi, sugli pneumatici…
rivolge a varie tipologie di motocicliste. Programmi per il futuro? Stiamo già pensando a varie attività coinvolgenti per il 2019 e a nuove collaborazioni ma non voglio svelarvi troppo! Le MissBiker sono molto attive anche nel sostenere diverse iniziative e associazioni come AVEC (Associazione Veneta per l’Emofilia e le Coagulopatie), la Fondazione Simoncelli, Aiutiamo il Ponte di Bassano, SOS Village di Saronno, il grande cuore di Flavio, Associazione Italiana Progeria Sammy Basso Onlus e Fondazione ANT Italia Onlus.
Ci sono altre realtà come la vostra a livello italiano/europeo/mondiale? Ad esempio? Di certo MissBiker non è l’unica community al femminile e nemmeno è stata la prima. Ci sono molte realtà a livello mondiale come The Litas e Babes Ride Out ma ognuna di queste ha le proprie particolarità e si
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/ Nautica
MONACO YACHT SHOW IL MARE VISSUTO IN COMODITÀ E LUSSO ESTREMO A cura di Laura Lamarra
La Côte d’Azur è da sempre patria indiscussa del lifestyle di lusso e ogni anno, con il suo fitto palinsesto di eventi glamour, richiama un turismo di svago, business e giornalistico d’élite da tutte le parti del mondo. Si è appena conclusa, nella meravigliosa e suggestiva cornice di Port Hercules a Montecarlo, la 28esima edizione del più importante evento internazionale dedicato ai super yacht più belli, più grandi e più lussuosi al mondo. L’edizione chiude la stagione estiva dei saloni nautici, dopo il Cannes Yachting Festival e il Salone Nautico di Genova. Quattro splendide giornate soleggiate, (dal 26 al 29 settembre), trascorse, passeggiando amabilmente sui tappeti rossi distesi lungo le banchine che abbracciano quel porto, gioiello e simbolo di lusso. Tra i protagonisti indiscussi della kermesse: 121 mega yacht in banchina, 51 metri di lunghezza media e un valore complessivo di 3 miliardi di euro. Un settore, quello della nautica, molto importante per l’economia monegasca, con notevoli ricadute anche sulle presenze alberghiere e sulla ristorazione. Dal 1991, Monaco Yatch Show, rinnova ogni anno l’appuntamento, divenuto ormai imperdibile, per appassionati ed esperti
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novembre\dicembre 2018
del settore. Le imbarcazioni ammesse sono quelle da 25 metri di lunghezza in crescendo; i cantieri navali rappresentati sono quelli dei super yacht e mega yacht unici e di indiscussa bellezza. Quaranta di queste “dimore lussuose sul mare”, ad ogni edizione, (42 per l’esattezza in quella del 2018, mentre il 45% delle imbarcazioni esposte ha meno di due anni), godono di un’anteprima mondiale. Tra le presenze, i numerosi proprietari di yacht e super yacht, noleggiatori, costruttori, armatori, yacht designer, studi di architettura navale, potenziali acquirenti, clientela di alta gamma, appassionati, curiosi, blogger, influencer, giornalisti e professionisti della nautica, del lusso e dell’industria navale. Ma la vetrina espositiva del suggestivo Porto del Principato di Monaco offre molto di più: 580 aziende leader nel settore, accuratamente selezionate, considerando tra queste anche i fornitori di prodotti e materiali nautici, i produttori di oggettistica e strumentazione di lusso legata al settore, le migliori agenzie di intermediazione navale, broker e decision-makers di nautica e lusso. Così, accanto alle imbarcazioni da capogiro, è possibile ammirare elicotteri, jet privati, auto e moto di prestigio che con il loro design studiato e raffinato e
la loro tecnologia all’avanguardia, hanno contribuito ad arricchire il fascino della kermesse, esaltando quell’atmosfera glamour, da mille e notte, caratteristica del Principato di Monaco, specie in queste occasioni. Tra i panfili lussuosi, dotati di piscina, ristorante, salone di bellezza e relax e ogni genere di super comfort, che superano i 70 metri, si distinguono: al primo posto sul podio per grandezza e maestosità, il Kismet, mega yacht di 95 metri, di proprietà di Shahid Khan, imprenditore e dirigente sportivo pakistano, scelto come lido perfetto ove trascorre il relax vacanziero da vip quali Beyoncé e JayZ; seguito dai 92 metri di Aquarius, di proprietà dell'imprenditore statunitense S te ve W y n n , e s p e r to d e l s e t to re alberghiero e dei casinò di Las Vegas. Presenti all’inaugurazione del salone, abbiamo la fortuna di incrociare, lungo le banchine impreziosite dai tappeti rossi, il Principe Alberto di Monaco, grande appassionato di nautica, sotto il cui Alto Patronato si svolge il Salone internazionale. Con oltre 36 mila partecipanti registrati nella scorsa edizione, continua ad essere un riferimento valido anche per comprendere i trend del settore nautico e del lusso.
Tra le presenze costanti e storiche della grande nautica da diporto pensata per una clientela altamente qualificata, a cui il Salone è dedicato: alcuni nomi quali Azimut, Benetti, Ferretti, Fincantieri, Rina, Rossinavi ecc. Tra i premiati della cerimonia svoltasi nella suggestiva cornice dell’Hotel Le Méridien Beach Plaza al loro debutto mondiale: Solo, di Tankoa Yachts, per la costruzione perfettamente conforme agli standard ambientali stabiliti dalla società di classificazione italiana RINA che, con i suoi 72 metri è la barca italiana più grande del 2018 in mostra nel Principato; il mega yacht a motore DAR, di 90 metri, del cantiere olandese Oceanco, per l'exterior design più innovativo, ma anche per le funzionalità di esterni e interni, le prestazioni altamente tecniche e all'avanguardia, la bellezza e il lusso di un nuovo super yacht a MYS; Illusion Plus, di Pride Mega Yachts, per la bellezza, il comfort e la funzionalità dell’interior design. Ma è davvero pleonastico tentare di essere esaustivi. Per ammirare gli yatch miliardari e conoscere tutti principali players del settore, Monaco Yacht Show ci dà appuntamento alla prossima edizione, assolutamente da non perdere.
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/ Sport A cura di Marcella Ciappi
Foto © Monster Energy
KIARA FONTANESI SEI VOLTE VINCENTE! La ventiquattrenne di Parma è diventata per la sesta volta Campionessa del Mondo. Un titolo che vale doppio nel mondo, prevalentemente maschile, della motocross. Una vittoria che vale doppio davanti al pubblico di casa. 10
Innanzitutto ti faccio i complimenti da parte mia e della redazione per il tuo meritatissimo sesto titolo mondiale, che vale la copertina di questo numero di Beesness. Ci racconti come ti sei avvicinata alle moto da cross e alla pratica di questo sport? La prima volta che sono salita in moto avevo tre anni. Mio padre mi portò a casa una Yamaha PW 50. Fu amore a prima vista. Mi misi a piangere appena lo vidi arrivare e poi scesi. Salii subito in sella… E da lì non sono più scesa. Passavo giornate intere in moto e quando andavamo alle gare con mio fratello Luca, che correva già, io giravo per il paddock. La mia prima gara l’ho corsa (e vinta) a sei anni nel trofeo Lem. Quando sono arrivate le prime vittorie? Le prime vittorie sono arrivate nel trofeo
novembre\dicembre 2018 vedere amici e parenti. E d’inverno, mi piace praticare snowboard. La montagna mi piace moltissimo, mi rilassa e andare a sciare è bellissimo. In che modo sei entrata a far parte delle Fiamme Oro, gruppo sportivo della Polizia di Stato? Sono entrata tre anni fa nelle Fiamme oro. E fin da subito mi sono sentita onorata di vestire la casacca. Il gruppo sportivo è bello e ben organizzato e i responsabili mi seguono anche per le gare. Sei stata premiata anche con il Collare d’Oro. Di cosa si tratta? Il collare d’oro è la massima onorificenza che attribuisce il Coni ai campioni del mondo. La consegna si svolge a Roma ed è un evento molto emozionate e bello, al quale partecipano atleti di tutte le specialità. Chi vorresti ringraziare per essere arrivata dove sei ora? La mia famiglia che mi segue sempre. Senza di loro non sarei arrivata qui. La Yamaha, le Fiamme Oro, tutti gli sponsor e gli amici che mi stanno accanto.
Lem: ho vinto la prima gara proprio nell’anno dell’esordio e ho proseguito l’anno successivo, facendo mio anche il trofeo. In seguito, sono arrivate nel Regionale e poi in America nel trofeo Loretta Lynn (lo storico evento che raduna tutti i piloti amatori d’America e del mondo, con oltre 600 partecipanti). Fino ad arrivare alla tua recente vittoria del Mondiale, a Imola, davanti al pubblico di casa. Cos’hai provato? Vincere il mondiale regala sempre sensazioni indescrivibili e ogni titolo è diverso dagli altri. Ma vincere davanti al tuo pubblico è qualcosa di eccezionale. Sentivo il loro calore in ogni momento delle due manche, tifavano e mi spingevano a dare il massimo. Poi la festa finale è stata stupenda. Mi ha regalato sensazioni indelebili. Per la prima volta ho vinto il mondiale in Italia e la gioia è raddoppiata, anche perché era il mio sogno di inizio stagione, quando era uscito il calendario: tre gare in Italia con gran finale a Imola.
Meraviglioso avverare il sogno e l’obiettivo. Il tuo livello sportivo è molto alto. Ti è capitato di gareggiare anche con uomini? Con i ragazzi correvo fin dai tempi dell’esordio, poi li ho sfidati nel Regionale e mi capita ancora oggi di correre delle gare di allenamento insieme a loro. In più lo scorso anno ho debuttato nel mondiale MX2. Una grande esperienza che ha accresciuto il mio bagaglio tecnico.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi, sia personali che sportivi? Proseguire la mia carriera nel motocross, perché gli stimoli e la voglia di correre sono al massimo.
Quanto tempo dedichi ad allenamenti e gare? E come riesci a conciliare tutto questo con la tua vita privata? Il motociclismo è la mia professione, quindi le mie settimane trascorrono tra allenamenti in palestra, in moto, gare e giornate presso le Fiamme Oro. La mia vita privata la gestiscono insieme agli impegni in modo sereno. Cosa ti piace fare nel tempo libero? Mi piace stare in tranquillità, rilassarmi,
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/Fashion
RINNOVO IN CHIAVE TECNOLOGICA DELLO STORE ZARA IN CORSO VITTORIO EMANUELE A MILANO A cura di Laura Bonani
Ingresso Zara Shop di Milano © Sorbis / Shutterstock.com
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Corso Vittorio Emanuele II n.10, a Milano ha visto, dopo circa quattro mesi di ristrutturazione, la recente riapertura di Zara, primo flagship store italiano del marchio spagnolo di moda low cost per tutta la famiglia. Nel negozio su più piani, ricavato dall’ ex cinema Astra della città, si alternano elementi architettonici tradizionali risalenti al 1941 e le ultime tecnologie innovative in termini di servizi offerti ai clienti, il tutto accomunato da un forte impegno verso scelte ecosostenibili. La superficie, di oltre 3.500 metri quadrati, organizza le collezioni Donna (Woman, Basic e TFR), Bambino e Uomo su quattro piani, arredati con isole massicce nei colori naturali della
terra, che raggruppano l’abbigliamento e gli accessori in quattro o cinque zone indipendenti per ogni piano. L’integrazione tra punto vendita e on-line, quest’ultimo dedicato all’acquisto e alla raccolta ordini su Internet, prevede la possibilità per i clienti di accedere ad una selezione delle ultime proposte e di acquistarle direttamente dal website zara.com. All’uopo, il negozio accoglie un punto automatizzato di raccolta, ove poter ritirare gli acquisti, previo inserimento del codice QR o del PIN, ricevuti al momento della conferma dell’ordine. I nuovi specchi interattivi, dotati di RFID, sono in grado di identificare i capi di abbigliamento d’inte-
resse per i clienti e di suggerire loro differenti soluzioni di abbinamenti, proposti dal team specializzato del marchio. Lo store incorpora anche una serie di schermi, che trasmettono in modo costante ed aggiornato le ultime informazioni e novità sulle collezioni. Dal punto di vista della eco sostenibilità, il risparmio medio di elettricità, grazie all’utilizzo di illuminazione a LED e di riscaldamento e di refrigerazione efficienti, è calcolato al 20 per cento e quello di acqua al 40 per cento. Zara fa parte del Gruppo Inditex, insieme ai marchi Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Uterque.
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/Fashion
DOUBLEICE GLI OCCHIALI SI VESTONO DI GIOIA E COLORI A cura di Alessia Portelli
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novembre\dicembre 2018 Dall’intuizione dell’architetto Raffaella Montalban, fondatrice di Doubleice, nasce una nuova e rivoluzionaria linea di occhiali, pensata per rendere questo accessorio, non solo pratico e funzionale, ma anche divertente, colorato e fashion. Distribuito nelle farmacie di nicchia, ha presto ampliato la sua rete vendita a dipartment stores, negozi di abbigliamento e concept stores più all’avanguardia. Doubleice è un’azienda veneta che, oltre a creare un prodotto di lusso accessibile, vanta una realtà lavorativa tutta al femminile. Al suo interno, infatti, troviamo un team di sole donne che lavorano in un ambiente collaborativo e creativo, valorizzando le attitudini e le potenzialità di ognuna. Molti i progetti futuri dell’azienda: una nuova linea di occhiali, la vendita attraverso il canale e-commerce, l’espansione all’estero e la recente sponsorizzazione della squadra, ovviamente femminile, Imoco Volley. Beesness Magazine ha intervistato Matilde Montalban, AD di Doubleice, per scoprire i “dietro le quinte” di tanta passione e creatività. Quando e come nasce Doubleice? Doubleice nasce nel 2005 da un’idea di mia mamma, l’architetto
Raffaella Montalban, con un obiettivo: rivoluzionare il concept dell'occhiale da lettura, normalmente caratterizzato da una forte tendenza all'omologazione, trasformandolo in un accessorio non solo funzionale, ma bello e alla moda. La rivoluzione inizia nelle farmacie di nicchia, dove l’occhiale era ancora considerato solo un presidio medico, e continua oggi con una nuova linea, Enjoy your eyes, dedicata in esclusiva a ottici, concept store e department stores. Siamo stati i primi a pensare ad un prodotto per tutti, dove design e moda si potessero fondere con il buon gusto, il lusso democratico, di poter cambiare di volta in volta forme e colori. Le nostre collezioni offrono, oltre all’occhiale da lettura, anche una linea sole per donna, uomo e bambino. Quali sono le caratteristiche principali dei vostri prodotti? Le caratteristiche che ci contraddistinguono sono sicuramente il colore, una vera e propria rivoluzione, per sbizzarrirsi a creare abbinamenti con l’outfit o in base all’ umore. La stessa presbiopia diventa una vera e propria occasione per colorare la propria giornata. Tutti gli occhiali e le lenti vengono sottoposti a scrupolosi test di conformità e resistenza e certificati dall’ente nazionale dei prodotti ottici.
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Quale è il target di riferimento e i canali di distribuzione? Doubleice si rivolge ad un pubblico ampio, offrendo occhiali di buona qualità ad un prezzo accessibile per tutta la famiglia a 360°. La nostra distribuzione comprende il canale dalle farmacie di nicchia, con la linea Care, gestita da una vasta rete di agenti presenti in tutto il territorio nazionale, e la neo nata linea Enjoy your eyes, distribuita attraverso un distributore italiano all’interno dei più importanti department stores come La Rinascente e negozi concept e di abbigliamento. Un nuovo progetto quindi, al quale crediamo molto e nel quale investiremo parecchio per il nuovo anno, soprattutto per un’espansione all’estero. Molto importante e decisamente in forte crescita il canale e-commerce, www.doubleice.com che rappresenta per noi una grande vetrina e una grande possibilità di sviluppo, sia per il canale B2C che B2B. Un’azienda tutta al femminile, una scelta o un caso? Ci descrive i vari ruoli e competenze? Doubleice nasce da un’idea di mia mamma e quindi con un DNA decisamente femminile, dettato inizialmente dal caso e diventato poi una scelta. La capacità delle donne di poter fare mille cose, il
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dividersi molto spesso tra casa, famiglia e il lavoro, sono surplus che qui in Doubleice apprezziamo, e la passione e le emozioni che un team in rosa può trasmettere è veramente grande. Qui non c’è rivalità, al contrario, come in una squadra c’è una grande collaborazione nel lavorare assieme per un obiettivo comune. Il team è composto da Luana, responsabile dell’ufficio acquisti, delle certificazioni e dell’organizzazione delle fiere, Manuela per il canale Care Italia, Silvia che gestisce il commerciale Italia e Estero, Lisa per il settore marketing e comunicazione, e poi ci sono io, AD del gruppo. Il tutto ovviamente con il supporto di mia mamma, che rimane l’anima creativa dell’azienda nello sviluppo delle nuove collezioni. Doubleice è anche sponsor della squadra di volley femminile, Imoco volley. Ci racconta com’é nata questa collaborazione? Una squadra in rosa nel lavoro e una in campo… un perfetto connubio! Crediamo molto nelle attività di partneship e sponsorizzazione, e questa opportunità ci è sembrata perfetta fin da subito. Imoco volley è al momento la squadra di eccellenza in serie A1 nella pallavolo femminile, sono delle ragazze che si impegnano ogni giorno con fatica per raggiungere il traguardo e che inseguono una passione, un sogno… proprio come noi!
novembre\dicembre 2018
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51East Shoes and Bags - Doha, Qatar | Project Dobas AG | Photo Dow
www.arredanegozi.it
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I SALONI DELLA MODA ITALIANA: A SETTEMBRE NUMERI DA RECORD A cura di Laura Lamarra
Il mese di settembre registra risultati molto positivi per l’industria della moda che continua a rappresentare un driver di crescita importante per l’economica del Paese. Circa 13.000 visitatori qualificati, un trend positivo più performante rispetto alle ultime due edizioni, anche in termini di numero di espositori, per MIPEL, il più grande evento internazionale dedicato alla pelletteria e all’accessorio moda, conclusosi a Rho Fiera lo scorso 19 settembre. Con il suo format, che punta sul mix vincente di tradizione e artigianalità, estro creativo e innovazione, e grazie alle consolidate collaborazioni con ICE-Agenzia, Ministero dello Sviluppo economico, Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera Nazionale della Moda Italiana e Camera Italiana Buyer Moda, giunge alla sua 114esima edizione, riscuotendo grande successo. I buyers domestici sono le presenze ormai fisse; mentre per l’estero, grande affluenza per Giappone e Corea Del Sud, seguiti da USA e Australia e dal Portogallo per il mercato europeo. A contribuire al “tutto esaurito” sono le due principali novità dell’edizione: “la presentazione delle quattro capsule collection realizzate da quattro aziende storiche espositrici di MIPEL − con la partecipazione di quattro designer emergenti e grazie alla collaborazione di Assopellettieri e il lancio della collezione discord by Yohij Yamamoto − confermano sempre più la mission di MIPEL: hub creativo d’eccellenza, punto di incontro per i diversi soggetti della filiera produttiva” dichiara Riccardo Braccialini, Presidente di Assopellettieri e di MIPEL. Danny D’Alessandro, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Mipel, aggiunge: “Stiamo crescendo e consolidando un ruolo importante a livello internazionale. MIPEL è una piattaforma a disposizione del sistema produttivo della pelletteria e rappresenta un esempio dell’Italia che funziona e che ha voglia di vincere la competizione internazionale. Siamo aperti al futuro e all’innovazione. Chiediamo alle nostre aziende di credere nelle nostre proposte”.
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novembre\dicembre 2018 Anche MICAM, salone internazionale leader del settore calzaturiero, promosso da Assocalzaturifici, chiude l’86esima edizione, presentando le collezioni autunno/inverno, in Fiera Milano (Rho), in concomitanza a MIPEL, con 45.424 visitatori, (in linea con l’edizione di settembre 2017 e in aumento del 2,7% rispetto a febbraio 2018), di cui 27.272 esteri (+1,6%) e 18.152 italiani (+4,3%). Riconfermatosi leader internazionale nel suo settore di appartenenza, MICAM registra una forte crescita dei visitatori provenienti da Cina e Hong Kong (+68,6%); Nord America (+43,2%); Spagna (+9,6%), Portogallo (+4,5%) e Svizzera, come riferimento logistico per eccellenza nel comparto (+7,8%). Francia, Germania e buyer provenienti da Russia e CSI, registrano flessioni. “MICAM resta una manifestazione a forte vocazione internazionale. Per mantenere questo primato abbiamo chiesto al Vicepremier Di Maio, in occasione della sua visita, di liberare quante più risorse possibili a favore delle PMI e lavoro per abbattere il cuneo fiscale perché solo in questo modo le aziende potranno pagare di più i dipendenti, guadagnare in competitività e investire, creando ricchezza e favorendo la ripresa dei consumi.
È fondamentale, inoltre, togliere le sanzioni alla Russia che impattano in modo negativo sulla presenza dei loro compratori. Infine urge la creazione di una norma a livello europeo sull’etichettatura di origine obbligatoria per tutelare l’eccellenza d e lla p ro d uzi o n e m a n i f a t t u r i e r a”, afferma Annarita Pilotti, Presidente di Assocalzaturifici, dando appuntamento all’edizione in febbraio, dal 10 al 13, a Rho Fiera, per la presentazione delle collezioni primavera/estate. Il MICAM Award, riconoscimento alla carriera e alla longevità del proprio negozio storico, attribuito su segnalazione
degli espositori al miglior compratore italiano e straniero, è stato consegnato a: Lenci Nilo Calzature, impresa fiorente dei primi dell’ottocento in Lucca; Tezza Calzature, realtà solida operativa dalla fine dell’ottocento nella provincia vicentina; Pedullà Calzature, azienda secolare di scarpe artigianali fatte su misura, fondata nel 1913 a Reggio Calabria; Mengotti Group, solida realtà del 1889 con la vendita al dettaglio di calzature, abbigliamento e accessori in tutto il Veneto; Cityschuh (Germany), azienda fondata nel 1978 in Baviera, celebre per la vendita di calzature italiane di qualità.
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White, il principale salone italiano moda donna e leader internazionale per la ricerca, chiude con numeri record. L’estero cresce del 13%, l’Italia registra una lieve flessione del -2% e i visitatori superano i 27.000, aumentando del 5%. Brand di artigianalità Made in Italy e brand di ricerca internazionali dialogano amabilmente in uno spazio, in particolare quello di Tortona 31 | Opificio, suddiviso in più location autonome che consentono un percorso davvero originale. Dai suoi esordi, ha scommesso sulla potenzialità del Tortona Fashion District, che si afferma quartiere più attrattivo della città. Un’esplosione di marchi, 562 di cui 375 brand italiani, 187 esteri, esposti in quattro location, tra Tortona 27 | Superstudio Più, Tortona 31 | Opificio, Tortona 35 | Hotel Nhow e Tortona 54 | Ex Ansaldo su una superficie allestita di circa 22.000 mq. Quattro edizioni all’anno, durante le fashion weeks milanesi maschili e femminili, è la piattaforma di lancio per il successo di marchi di nicchia e aziende contemporary della moda italiana e internazionale e riferimento per i più importanti multimarca e department stores internazionali. La digital innovation trova il suo spazio grazie a S h ow ro om Con n e c tion e l’evoluzione in una nuova dimensione off-online con la collaborazione di Vogue #Shareable. “WHITE ha completato il suo percorso nel Tortona Fashion District con la nuova location del Tortona 31 e un format espositivo al passo coi tempi, perché capace di dialogare con gli addetti ai lavori. È un risultato straordinario vedere l’energia che anima via Tortona, un vero fuori salone della moda. Oggi zona Tortona è un vero fashion district in cui abbiamo sempre creduto. E grazie alla sinergia con le istituzioni e progetti come Milano XL, Milano e WHITE si confermano come appuntamenti di riferimento per il settore a livello internazionale, come si evince dalla crescita delle presenze estere al salone”, afferma Massimiliano Bizzi, fondatore di WHITE.
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FILO, L’UNICA RASSEGNA INTERNAZIONALE B2B DEDICATA ALL’ECCELLENZA DEI FILATI, È UNA PIATTAFORMA D’AFFARI CON AMPIA VARIETÀ DI COLLEZIONI DI ALTISSIMA QUALITÀ, PRODOTTE NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE E DEI VALORI ETICI
La più importante rassegna internazionale dedicata a pelli, accessori, componenti, sintetico, tessuti e modelli per calzatura, pelletteria, abbigliamento e arredamento, LINEAPELLE, chiude, in Fiera Milano Rho, le collezioni invernali, consolidando la propria dimensione di business show di riferimento internazionale per la fashion & luxury industry e aprendo le porte al futuro dell’area pelle. Le aziende visitatrici registrano un +2% rispetto alle edizioni precedenti e aumentano il grado di internazionalità (il 49% è estero, da 105 Paesi). Crescita a doppia cifra per Pechino e Stati Uniti, seguite da India, Giappone e Russia. Incremento anche per le aziende espositrici, +4,1%, da 48 Paesi. Tra le novità, la prima edizione di Lineapelle Innovation Square, hub di ispirazione, ricerca e approfondimento su novità scientifiche e tecnologiche, stimolanti e futuribili, circa il prodotto, la gestione della produzione, la formazione. Una chiusura di successo che lascia ben presagire per la stagione Primavera/ Estate 2019, a Fiera Milano Rho, dal 20 al 22 febbraio 2019. Filo, l’unica rassegna internazionale b2b dedicata all’eccellenza dei filati, è una piattaforma d’affari con ampia varietà di collezioni di altissima qualità, prodotte nel rispetto dell’ambiente e dei valori etici. “La 50esima edizione di Filo si chiude con un ottimo bilancio. Con questa edizione abbiamo tagliato il traguardo dei 50 appuntamenti e dei 25 anni di Filo: si è trattato ovviamente di un momento significativo per una fiera come Filo, che fa della concretezza la sua caratteristica essenziale. È dunque con particolare soddisfazione che oggi possiamo affermare di aver raggiunto e superato gli obiettivi che avevamo fissato per il triennio 2015-2018. In questa edizione siamo arrivati a 115 espositori e anche i visitatori sono in linea con l’edizione di settembre 2017. Tutto ciò premia il lavoro di squadra e le sinergie che abbiamo costruito in questi anni, in primo luogo con Ice-Agenzia, Sistema Moda Italia e Milano Unica. Grazie a Ice Agenzia anche in questa edizione è arrivata in fiera una delegazione estera composta da buyer provenienti da paesi UE (Francia, Svezia, Danimarca, Spagna e Portogallo) e da Gran Bretagna, Norvegia, Bielorussia, Turchia e Giappone. Mentre il sostegno di Smi e di Rafi (Russian Association of Fashion Industry) ci ha permesso di ospitare di nuovo la delegazione di buyer dalla Russia, un paese che continua a essere molto interessante per le aziende tessili italiane". Come ha affermato il presidente Carlo Piacenza, Filo è diventata grande: è il riconoscimento del lavoro svolto. Allo stesso tempo, però, “essere diventati grandi” comporta la responsabilità di disegnare, per i prossimi anni, un percorso di crescita che affronti le nuove sfide poste al nostro settore e a tutta la filiera tessileabbigliamento, senza tuttavia rinunciare alle caratteristiche essenziali di Filo, prima fra tutte la qualità dei prodotti esposti. Filo si appresta dunque a percorrere nuove strade a partire da quanto costruito nel passato, per continuare a offrire ai suoi espositori e visitatori concrete occasioni di business”, dichiara Paolo Monfermoso, responsabile di Filo. L’edizione, inaugurata da, Carlo Piacenza, Presidente dell’Unione Industriale Biellese, dà appuntamento a febbraio 2019.
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Affluenza rilevante, in linea con l’anno precedente, con un leggero calo solo per il numero di compratori italiani (-10%), per Super, progetto di Pitti Immagine dedicato agli accessori e al prêt-à-porter donna. A Milano, in Via Tortona, i 4 giorni dell’esposizione registrano un riscontro positivo specie per grande concretezza nell’offerta di collezioni, ricerca e contenuti di novità. 144 le collezioni di abbigliamento e accessori presentate. 4.700 buyers, (contro i 5.100 del febbraio 2017), di cui quasi il 20% esteri, da oltre 50 paesi del mondo. Tra i best performer esteri: Russia (+30%), Stati Uniti (+20%), Giappone (+10%), Spagna, Ucraina e Svezia e qualche flessione per Regno Unito, Cina e Corea. “Super conferma le caratteristiche del suo format espositivo” − afferma Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine − “Ricerca, grande selezione, qualità e concretezza
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di prodotto, anteprime, talenti emergenti e scenari futuri, sono le parole ricorrenti nei giudizi che abbiamo raccolto in questi giorni, tra i buyer internazionali arrivati al salone. Ci sono stati apprezzamenti sia per le nuove collezioni presentate delle aziende, sia per i brand coinvolti nei progetti sui nuovi scenari della moda (dai Super Talents ai designer della Tbilisi Fashion Week, passando per la creatività indiana di Afterlife Projects) così come per le partecipazioni e anteprime speciali che abbiamo presentato nel percorso del salone, e per i brand del progetto Athlovers. Sul fronte dei compratori siamo allineati con quello che ci risulta essere l’andamento generale della settimana della moda milanese: i compratori esteri hanno risposto bene, confermando i loro livelli e soprattutto la qualità delle presenze, con alcune delle insegne più importanti del retail internazionale, i department
store e diversi player dell’e-commerce. Per quanto riguarda l’Italia ci aspettavamo un calo, per le difficoltà oggettive nei consumi del paese e per la profonda evoluzione che sta vivendo il nostro retail moda; in aggiunta è arrivato anche il meteo a fare la sua parte, rendendo più difficile la logistica dei trasporti nazionali”. La moda continuerà il suo racconto nelle sue varie sfumature con: Pitti Uomo, dall'8 all'11 gennaio (e poi giugno), per il maschile declinato dai tessuti di grande qualità, stile, ricercatezza che uniscono tradizione e alta artigianalità, alla creatività e ai più moderni trends del settore; Bimbo, dal 17 al 19, panoramica interessante sul mondo childrenswear in grande evoluzione; Filati, dal 23 al 25 (e poi a giugno), osservatorio privilegiato internazionale per scoprire trends e novità del comparto. Un settembre dunque ricco e performante per i Saloni della moda che cede il passo a un gennaio che fa davvero ben sperare.
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UNMADE GRAN BRETAGNA, LONDRA Caso tratto dalla ricerca internazionale di Kiki Lab – Ebeltoft Group, Retail Innovations 13
A cura di: Fabrizio Valente, Fondatore e Amministratore di Kiki Lab-Ebeltoft Italy
INFO CHIAVE PIATTAFORMA ON-LINE PER ABBIGLIAMENTO E NEGOZI 2013: LANCIO 2014: APERTURA PRIMO POP-UP (LONDRA) 2015: APERTURA CONCEPT STORE A COVENT GARDEN (LONDRA) 24
Greentailing Alcuni recenti studi hanno stimato che ben il 10% della produzione mondiale di abbigliamento finisce in discarica prima ancora di essere venduta, per un disallineamento fra domanda e offerta e un ciclo di nuove proposte sempre più corto, a cominciare dal segmento del fast fashion. In termini di valore si tratta di circa 200 mld $ in un mercato di 2.400 mld $. Uno spreco che causa un impatto enorme sull’ambiente. Da un lato grandi gruppi come Zara e H&M hanno intrapreso programmi di utilizzo di tessuti riciclati per alcune linee, dall’altro Unmade è nel gruppo di chi opera per aumentare la quota di capi che vanno in produzione solo dopo la vendita. Personalizzazione Il processo di personalizzazione della fantasia della maglia è semplice e accattivante, grazie alla possibilità di manipolare le immagini sugli schermi touch direttamente con le mani, in un processo ludico e creativo. Un’esperienza così coinvolgente da diventare un elemento di forte differenziazione per i Brand che decidono di collaborare con Unmade. Retailtainment L’evoluzione delle tecnologie consente di realizzare capi di ottima fattura ed elevata complessità con macchinari di ridotte dimensioni, che realizzano maglie velocemente, efficientemente e con gli stessi costi della produzione in serie. In questo modo è stato possibile realizzare negozi pop-up in cui il processo è a vista, con la macchina che intreccia i fili colorati della maglia, creando una forte spettacolarizzazione e il coinvolgimento dei clienti. I pop-up intercettano anche i clienti meno digitali, perché la piattaforma Unmade, a differenza di molte altre, consente l’accesso ai clienti non solo on-line, ma anche direttamente in negozio. Partnership virtuose Unmade è un concept che nasce nell’era dell’open-innovation, come motore in grado di sviluppare e realizzare progetti in partnership. Brand e Retailer importanti, da Open Cerimony a Farfecth, hanno deciso di usare la piattaforma Unmade, per progetti molti diversi. Con Farfecth ad esempio, il leader del lusso on-line,
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UNA RIVOLUZIONE CHE PORTA IL CLIENTE FINALE A INTERAGIRE CON SEMPLICITÀ, CREATIVITÀ E DIVERTIMENTO NELLA PROGETTAZIONE DEL PROPRIO CAPO DI MAGLIERIA, IN UN PROCESSO CHE FA PRODURRE SOLO IL VENDUTO ED ELIMINA I GRANDI SCARTI E SPRECHI DEL MONDO DELL’ABBIGLIAMENTO
Unmade ha sviluppato una collezione capsule di 60 modelli che possono essere scelti, personalizzati on-line e inseriti nel carrello web, seguendo il classico processo, ed è possibile anche aggiungere altri capi e accessori non personalizzati di qualsiasi Brand nello stesso processo di acquisto. La produzione è stata affidata a un laboratorio di maglieria scozzese di alta qualità e tradizione (oltre 200 anni di attività). Commento finale Kiki Lab ed Ebeltoft Group Unmade è un concept rivoluzionario che ribalta il processo produttivo tradizionale, coinvolgendo i clienti finali all’interno della fase produttiva. Un tema aperto
è quello dell’equilibrio fra la libertà di personalizzazione del prodotto e l’identità del Brand, che non deve essere snaturata e in questo senso alcune aziende partner hanno creato delle "linee guida" per la personalizzazione. Le sfide per rendere questo concept sostenibile economicamente non sono indifferenti, ma viste le potenzialità e i vantaggi in grado di offrire a Brand e Retailer di un certo posizionamento, crediamo ci sia un possibile futuro per Unmade, anche perché le prospettive del business si stanno ampliando: l’azienda sta già lavorando per usare lo stesso modello per altre categorie di prodotto: t-shirt, borse e scarpe.
PROSSIMO CONVEGNO KIKI LAB RETAIL INNOVATIONS 14 13 MARZO 2019 MILANO Convegno a pagamento, inviti disponibili per manager Retail e IdM (disponibilità limitata). Per informazioni e iscrizioni: kiki@kikilab.it 030 22 16 81
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IL RICHIAMO DELLA SIRENA DI STARBUCKS SEDUCE I MILANESI
A cura di Laura Bonani
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Starbucks, prima rete americana di caffetterie, deve i suoi natali alla città di Seattle, Washington. Dal 1971, anno in cui fu aperto il primo locale in Pike Place Market, si impegna nell’approvvigionamento etico e nella torrefazione di caffè arabica di alta qualità. È il primo torrefattore e rivenditore di caffè pregiati nel mondo. Oggi conta 350mila dipendenti, definiti partner, e oltre 28mila locali nel mondo. Gode di una reputazione di azienda etica e responsabile, sia in termini di produzione, che in larga parte finanzia, sia di impostazione strutturale, che coniuga uguaglianza sociale e lavoro di squadra. Howard Schultz inizia a lavorare nel business del caffè nel 1979, in qualità di manager di un’azienda svedese che produce caffettiere a goccia. Nel 1982 diventa direttore marketing della Starbucks Coffee Company di Seattle, che vende caffè in grani. Dal 1986 al 2000 e dal 2008 al 2017 riveste la carica di CEO; dal 2017 al 2018 è direttore esecutivo di Starbucks. Lo sviluppo del brand in Italia è stato affidato al partner licenziatario Percassi Group. Le prossime aperture previste a fine anno saranno al Terminal dell’aeroporto di Malpensa e ancora a Milano, in corso Garibaldi e in piazza San Fedele, con una superficie di circa 200/300 metri quadrati ciascuno. Si tratterà della formula più tradizionale di Starbucks, con bicchieri take away e il famoso Frappuccino. L’Italia rappresenta il 78esimo mercato globale. A livello internazionale, le prossime aperture del format Reserve Roastery saranno a New York, a fine 2018, e a Tokio e a Chicago nel 2019.
Dapprima furono le palme in piazza Duomo ora, dopo due anni di ristrutturazione, finalmente è stata inaugurata la Starbucks Reserve Roastery, nella splendida cornice dell’ex palazzo delle poste in piazza Cordusio 3. Si tratta della terza Reserve Roastery nel mondo, dopo Seattle (dicembre 2014) e Shanghai (2017), e la prima a livello europeo. Il 6 settembre 2018, giorno della celebrazione dell’apertura, segna la realizzazione di un sogno da parte di Howard Schultz, presidente emerito di Starbucks che, nel lontano 1983, nel corso del suo primo viaggio di lavoro in Italia, proprio a Milano, prendendo spunto dalla cultura e dal rito del caffè, incomincia ad accarezzare l’idea di aprire un format come quello appena inaugurato. La Reserve Roastery si sviluppa su una superficie di oltre 2.300 metri quadrati nel segno della tradizione e dell’innovazione: al centro del locale campeggia una tostatrice Scolari, totalmente operativa; alla destra è situato il bar principale, realizzato in legno e in marmo toscano; il mezzanino ospita l’Arriviamo Bar, dedicato agli esclusivi cocktail; alla sinistra, la panetteria di Rocco Princi dispone di un vero e proprio forno a legna; sulla terrazza dell’edificio, gli avventori hanno la possibilità di gustare l’intera selezione di prodotti, nell’ambientazione della caffetteria all’aperto; il portico è abbellito da una statua della sirena, il simbolo della catena americana ispirato a Moby Dick, scolpita a mano in marmo di Carrara. Al fine di diversificare l’offerta, è stato siglato l’accordo con il torinese Alberto Marchetti, creatore del nuovissimo nitro gelato affogato, il gelato molecolare preparato fresco al momento dell’ordine con la tecnica dell’azoto liquido e offerto in tre esclusivi gusti che esaltano l’aroma del caffè. Il restyling è stato realizzato nel pieno rispetto dell’architettura del palazzo e impiegando eccellenze artigianali italiane. Lo store è stato concepito per offrire un’esperienza sensoriale che abbraccia tutte le fasi della torrefazione, arricchito da una capacità interattiva di realtà aumentata, tramite il proprio Mobile Phone, per conoscere la storia del marchio. Protagonista assoluto il caffè: miscela arabica di alta qualità proveniente da coltivazioni etiche di trenta paesi, tostato in loco da sette professionisti e declinato fino a 115 bevande differenti. Come tributo alla città, è stata creata un’apposita miscela Reserve, denominata Pantheon. Dalla Reserve Roastery di Milano partirà il caffè per tutti gli Starbucks d’Europa. L’anima etica di Starbucks, che si manifesta attraverso una fondazione che sostiene progetti non solo culturali, non dimentica la città di Milano. Infatti, sono già state realizzate partnership con: l’Accademia Teatro alla Scala, per sviluppare programmi per i giovani con un background familiare difficile; Galdus Academy, per finanziare training e apprendistati per aspiranti barman e mixologist; Fondazione Don Gino Rigoldi, per promuovere la formazione di ragazzi provenienti da zone disagiate della città.
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CAFFÈ OTTOLINA COMPIE SETTANT’ANNI A cura di Laura Bonani
In foto: Taglio della torta per i 70 anni di Caffè Ottolina. Remo Ottolina con i figli Fabio e Stefano
Caffè Ottolina, nato nel 1948, su iniziativa di Giulio Ottolina, diventa fin da subito un punto di riferimento per la fornitura di caffè selezionato, da parte di una ristretta cerchia di bar e di locali siti a Milano. Con l’avvento in azienda del figlio Remo e, successivamente, dei figli di quest’ultimo, Fabio e Stefano, Caffè Ottolina SpA conosce un ampliamento del business, grazie ai numerosi contatti con il mercato estero, che copre circa il 30 per cento del fatturato. L’attenzione rivolta verso le nuove tendenze dei mercati, l’acquisizione di competenze e l’assorbimento di aziende concorrenti, hanno permesso che Caffè Ottolina, sempre comunque nel segno della tradizione, riuscisse a soddisfare le esigenze di 800 esercizi pubblici in Lombardia e di 500 ristoranti Mc Donald’s. Marchio leader nella torrefazione, con un’area pari a 3.500 metri quadri, e nella distribuzione di sedici miscele di caffè pregiate, ha inaugurato, sulla scia dei concorrenti, due nuovi concept store a Milano, presso Palazzo Lombadia e Maciachini Business Center e otto nel mondo, di cui cinque in Asia.
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Prima ancora, aveva già aperto il concept Ottobar, presso lo spazio Ravizza di Via Hoepli a Milano. Si tratta di un corner che oltre ad offrire una tra le miscele più pregiate di Caffè Ottolina di arabica e robusta, propone la pasticceria salata mignon di Pan Brioche. Per ampliare e per innovare il menu tradizionale della caffetteria, sono state introdotte bevande aromatizzate e stagionali. Con un fatturato annuo di otto milioni, l’azienda procede allo sviluppo del marchio e del giro d’affari grazie alla nuova rete di distribuzione Amazon. Il settantesimo anniversario è stato festeggiato a inizio ottobre attraverso importanti testimonianze, uno speciale show cooking di tre autorevoli chef su ricette salate al caffè, il tutto accompagnato da un sottofondo musicale di canzoni di altri tempi, che hanno come protagonista il caffè. Nel 2019, a sigillo delle celebrazioni, è prevista la pubblicazione, da parte della casa editrice Trenta Editore, di un libro sulla storia della dinastia degli Ottolina. www.ottolina.it
IL PROTOCOLLO COMBI MAIS 5.0, TRA TECNOLOGIA DI ULTIMA GENERAZIONE E PRODUZIONE SOSTENIBILE
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A cura di Giovanni Bonani
Recentemente, a Robbiano di Mediglia, sono stati presentati gli importanti risultati del progetto Combi Mais, nato nel 2014. L’innovativo protocollo, nell’ambito dell’agricoltura di precisione, permette di produrre qualità (granella più sana e sicura per il consumatore finale) in quantità maggiori. Il protocollo è stato realizzato da Mario Vigo, presidente di Innovagri, in collaborazione con Syngenta. Sono stati ottenuti, a seguito della semina avvenuta lo scorso aprile, circa 160,20 quintali di granella di mais per ettaro, per i 30 ettari di coltivazione dell’azienda agricola Folli. Il protocollo Combi Mais, perfezionato di anno in anno, ha raggiunto metodologie di lavorazione e di produzione sempre più avanzate e sostenibili, al fine di semplificare il lavoro degli operatori. Il nuovo partner, Topcon Agriculture, è un’azienda leader di mercato che progetta, sviluppa, produce e distribuisce prodotti per l’agricoltura di precisione e soluzioni software per il settore agricolo. Il nuovo protocollo Combi Mais 5.0 si avvale della collaborazione dei seguenti partner: • Agrofarmaci moderni, per la protezione delle colture. • Syngenta, per sementi altamente produttive. • Netafim, per la gestione idrica razionale. Sia Netafim sia Syngenta hanno messo a disposizione dell’imprenditore agricolo piattaforme digitali, che utilizzano informazioni provenienti da sensori, da satelliti e da banche dati, per indicare momenti di interventi irrigui e/o di protezione del potenziale produttivo. • Topcon Agriculture, per l’installazione di Gps e di sensori su una speciale trattrice, al fine di acquisire, tra l’altro, mappe di vegetazione e di produzione. • Unimer, per concimi estremamente efficienti e in grado di garantire un apporto nutrizionale maggiore del mais coltivato. • Kuhn, per spandiconcime idonei al precision farming. • Cifo, per prodotti somministrati in fase di fertirrigazione e per via fogliare. • Deutz-Fahr, per la fornitura di trattrici volte a risparmiare carburante e a ridurre le emissioni di anidride carbonica.
In foto: Mario Vigo - Presidente Innovagri
nell’utilizzo dell’acqua, sia perché sostiene la biodiversità. La farina per polenta Combi Mais è commercializzata presso i supermercati ed ipermercati a insegna Iper, Unes, U2 e "Il viaggiator goloso". Combi Mais risponde perfettamente alle nuove sfide della maiscoltura italiana e, per questo motivo, ha aderito al progetto "Mais in Italy", lanciato da Syngenta per sensibilizzare i produttori italiani sulla gestione delle micotossine, sull’utilizzo responsabile degli agro farmaci e sull’uso efficiente dell’acqua. La supervisione dell’applicazione del protocollo è stato affidata all’istituto di Agronomia dell’università di Torino. Per informazioni www.combimais.com
Combi Mais 5.0 è un progetto all’insegna della sostenibilità sociale, economica e ambientale, sia perché permette di risparmiare
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LA TRADIZIONE MEDITERRANEA E L’INNOVAZIONE SI CONCENTRANO IN UN “RICORDO”: MEMENTO A cura di Laura Bonani
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novembre\dicembre 2018 MeMento, primo blend di acque aromatiche distillate del settore Beverage, nasce in Italia nel 2017, per colmare il gap tra le richieste sempre più salutistiche dei consumatori e l’offerta del mercato. Questo trend, già presente nei paesi anglosassoni, ora diventa realtà anche da noi. Infatti, ha fatto il suo debutto a Milano alla manifestazione Fuori Salone 2018, nel corso della rinomata ed affollata Design Week, presso La Marzocco Temporary Café. Si tratta del primo party in assoluto privo di bevande alcoliche, dal titolo eloquente: “Free Spirit - No Alcohl Cocktail Experience Night”. I cocktail analcolici − sotto forma di sciroppi, di spezie, di succhi di frutta, a cui è stato aggiunto MeMento, per renderli unici ed esclusivi − hanno riscosso il gradimento di un pubblico trasversale, composto da studenti universitari e da imprenditori. Due su tutti: “La Marzocco della Sera”, a base di MeMento, caffè e ingredienti naturali e “MeMento Queen”, miscela di succo di mela verde, di lime e di sciroppo di cetriolo. Gli ingredienti, rigorosamente Made in Italy e miscelati secondo antica sapienza, sono di origine biologica, privi di alcol, di zucchero, di glutine e di gas e adatti ai vegani. Preparazioni versatili, possono costituire delle bevande a sé, ma sono anche delle ottime basi per cocktail. Le piante e le erbe aromatiche sono selezionate in funzione delle loro proprietà salutistiche e i componenti sono distillati separatamente, per esaltarne il gusto individuale e, solo in un momento successivo, miscelati. Ogni elemento contribuisce all’esaltazione di determinate caratteristiche fisiche ed emotive: la rosa, con il suo gusto delicato, predispone alla tranquillità; il rosmarinus officinalis fornisce energia e vigore; la lippia citriodora, più conosciuta come verbena odorosa, infonde gioia e luminosità, mentre l’helichrysum italicum stimola l’equilibrio e la profondità. L’esperienza multisensoriale è richiamata dal marchio: gli elementi verticali, racchiusi in un cerchio, rappresentano, infatti, i cinque sensi. I preziosi distillati aromatici sono racchiusi in bottiglie di vetro con il tappo in legno, dal design pulito ed essenziale. Oggi, è possibile assaporare MeMento in selezionati bar, ristoranti ed enoteche dislocati nelle zone centrali della città. L’attività di ven-
dita dei prodotti al pubblico si sviluppa attraverso la piattaforma di E-commerce. Il successo di MeMento è stato confermato anche dall’essere stato scelto come bevanda ufficiale dal Centro Studi Grande Milano, in occasione del saluto di benvenuto all’onorevole Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano. La serata si è svolta il 27 settembre scorso, presso la Società Umanitaria, dove MeMento ha potuto far conoscere e degustare tre differenti proposte di cocktail analcolici: MeMento Queen; Rosemary & Clover, a base di MeMento, purea di lampone, succo di limone, albume d’uovo e sciroppo di zucchero; Citrus Eden, a base di MeMento, succo di pompelmo rosa, succo di lime e sciroppo di zucchero. www.mementodrink.com.
A volte, le buone idee, poi concretizzate in start-up, nascono da “incontri fortuiti”. È il caso dell’ingegnere Eugenio Muraro, fondatore di MeMento. Essendosi imbattuto nella biblioteca di famiglia in una ristampa del Ricettario Fiorentino, pubblicato nel 1948 dal Collegio dei Medici e degli Speziali, condensato di medicamenti, di rimedi e di tecniche e di strumenti di distillazione, Muraro inizia ad appassionarsi in modo particolare a questi ultimi. Dopo avere maturato differenti esperienze nel settore delle energie rinnovabili, decide nel 2015 di partecipare all’Executive MBA del Politecnico di Milano. Influenzato anche da un corso da barman professionista, frequentato quando era uno studente universitario, al termine del master, che prevedeva lo studio di un business plan, presenta il progetto MeMento. Premiato nel luglio del 2017, Memento si discosta radicalmente dalle proposte dei colleghi, più orientate a tematiche tecnologiche ed informatiche.
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BEAUTY GIVES BACK: L’EVENTO DI BENEFICENZA DE "LA FORZA E IL SORRISO ONLUS" Più di 1000 persone hanno partecipato alla seconda edizione dell’evento di beneficenza organizzato a sostegno della Onlus che da oltre 10 anni aiuta le donne che affrontano il cancro a rivedersi belle e a ritrovare autostima e fiducia in se stesse attraverso un programma di laboratori di bellezza gratuiti in tutta Italia. A cura di Marcella Ciappi Foto © Elena Kloppenburg
“Questa seconda edizione è stata un vero successo — ha dichiarato Anna Segatti, presidente de La forza e il sorriso Onlus — La grande partecipazione da parte del pubblico e il prezioso supporto ricevuto da sostenitori e partner di altissimo livello ci dimostrano come la sensibilità delle persone nei confronti di mission come la nostra stia crescendo sempre di più in questi anni. Non possiamo quindi che essere orgogliosi e andare avanti in questa direzione”. Beauty Gives Back 2018 è stato ospitato dalla Microsoft House di Milano, animata per l’occasione da numerose postazioni di prestigiosi brand cosmetici che hanno messo a disposizione i propri prodotti per raccogliere fondi a sostegno della mission de La forza e il sorriso. I prodotti offerti dalle aziende sostenitrici e i contributi dei partecipanti hanno permesso di raccogliere circa 70.000 euro in libere donazioni. Tra le varie attività delle due giornate di evento, è stato possibile provare gratuitamente alcune esperienze beauty presso le postazioni interattive dedicate al make-up, all’hairstyling e alla consulenza d’immagine, presidiate da professionisti del settore come Elisa Bonandini e Roberta Scagnolari (consulenti di bellezza volontarie per La forza e il sorriso Onlus), Davide Cichello e Alex Migliorini (acconciatori Framesi), Donatella Ferrari (make-up artist L’Oréal Luxe) e infine Angelo Tabarroni (consulente di stile) grazie alla collaborazione con Cosmoprof che ha proposto anche un corner dedicato al format Boutique. LA FORZA E IL SORRISO ONLUS LFIS Onlus organizza laboratori di bellezza per donne in trattamento oncologico presso ospedali e associazioni di volontariato di tutto il territorio italiano. Si tratta dell’unico progetto collettivo di responsabilità sociale del settore cosmetico nazionale e gode del patrocinio di Cosmetica Italia — Associazione Nazionale Imprese
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I NUMERI DE LA FORZA E IL SORRISO: 11 anni di attività (dal 2007) 57 strutture ospitanti sul territorio nazionale 29 imprese cosmetiche sostenitrici rappresentative di 35 brand 3.000 laboratori di bellezza svolti 14.000 donne coinvolte 500 volontari (consulenti di bellezza e personale ospedaliero)
novembre\dicembre 2018 Cosmetiche. L’iniziativa, che non interferisce con le cure mediche né intende in alcun modo sostituirsi a esse, ha l’obiettivo di offrire informazioni, idee e consigli pratici per fronteggiare gli effetti secondari delle terapie. I laboratori sono rivolti a tutte le donne che, sottoposte a trattamenti oncologici, non vogliono rinunciare alla propria bellezza, riconquistando il proprio senso di benessere e autostima. Ogni laboratorio si svolge in un’unica seduta della durata di circa 2 ore e mezza, ed è guidato da una consulente di bellezza volon-
taria, competente e sensibile, che svela utili segreti di make-up e insegna a ogni partecipante come valorizzare, in pochi mirati gesti, il proprio aspetto. I laboratori di bellezza sono accompagnati dalla presenza di una psicoterapeuta per offrire supporto psicologico e sostegno alle donne in cura. L’iniziativa è totalmente gratuita, sia per le partecipanti che per le strutture ospitanti, e a ogni donna viene donata una beauty bag ricca di prodotti cosmetici, per mettere in pratica i consigli dei consulenti di bellezza anche a casa, continuando a prendersi cura
di sé in modo autonomo. Tutte le donne che desiderano partecipare a uno dei laboratori de La forza e il sorriso Onlus, possono informarsi tramite diversi canali: il sito internet dell’associazione, il materiale distribuito presso le strutture, il personale dell’ospedale o altre donne che hanno già preso parte all’iniziativa. È possibile partecipare ai laboratori nella struttura che si preferisce, non necessariamente nell’ospedale presso il quale si affrontano le cure. LOOK GOOD FEEL BETTER La forza e il sorriso è la versione italiana del programma internazionale Look Good Feel Better, attivo dal 1989. L’idea dei laboratori di bellezza per donne in trattamento oncologico è nata negli Stati Uniti nel 1987, quando un medico statunitense ha deciso di dare ascolto alla reazione di abbandono e sfiducia che una sua paziente aveva manifestato rispetto agli effetti collaterali dei trattamenti oncologici. Appellandosi al presidente della CTFA, oggi Personal Care Products Council Foundation — associazione statunitense analoga a Cosmetica Italia — ha ottenuto il supporto di un make-up artist che, spronando la donna alla cura e valorizzazione della sua persona, ha stimolato in lei una nuova forza per affrontare la malattia. L’evidente successo dell’esperimento ne ha decretato la diffusione negli Stati Uniti e nel mondo.
I PARTNER DEL 2018 Alés Groupe, Alfaparf, Angelo Tabarroni, Avon, Beiersdorf, Bottega Verde, Clarins Italia, Coca-Cola HBC Italia, Collistar, Cosmint, Cosmoprof, Difarco, Elena K Photography, Elisa Bonandini, Ferragamo Parfums, Framesi, Gabriella Golia, Gala Cosmetici, GetBetter, Herbatint, Istituto Ganassini, Kiko, L’Erbolario, L’Oréal Italia, Microsoft Philanthropies, Natura & Benessere, Pink Frogs Cosmetics, Roberta Scagnolari, Shiseido, Studio TC REC, The Estée Lauder Companies Italia, Unifarco, Vagheggi. 33
/ Music
PHILIP ABUSSI: LA MUSICA, UN’EFFICACE LEVA DI ENGAGEMENT PER LE AZIENDE La case history Calé Fragranze d’Autore. A cura di Mokamusic
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novembre\dicembre 2018 “La Musica connette le persone, abbatte le barriere, trasmette in modo immediato messaggi ed informazioni. È un linguaggio universale che genera emozioni e contribuisce a posizionare l'immagine di un marchio all'interno del cervello umano, in modo incisivo. I brand più all’avanguardia utilizzano la musica ed il suono come strumenti di connessione con i propri consumatori.” Così Philip Abussi, compositore e consulente musicale, commenta i risultati dello studio “The Impact of Music on People’s Mind and on the Marketing and Communication System of Brands” condotto dall’ufficio studi di Mokamusic, società di cui è co-fondatore insieme ad Anita Falcetta, esperta di marketing e comunicazione aziendale. Mokamusic offre alle imprese servizi musicali integrati, dalla consulenza strategica musicale alla produzione di composizioni personalizzate, dalla ricerca e gestione di brani famosi alla costruzione di identità sonore. Una personalità eclettica quella del compositore italo-francese, che ha attirato
PHILIP ABUSSI, COMPOSITORE E CONSULENTE MUSICALE PER LA PUBBLICITÀ, IL CINEMA, LA MODA, L’ARTE E I GRANDI EVENTI.
l’attenzione di importanti agenzie di comunicazione e grandi marchi, tra i quali Mercedes Benz, BMW, Fineco, Giuseppe Zanotti Design, Freddy, FAI, Lavazza, Costa Crociere, Eni, Tim, World Food Programme, BNL, Unilever, Pirelli, Vodafone, Intesa San Paolo, che a lui si sono rivolti per la valorizzazione di campagne pubblicitarie televisive e radiofoniche, italiane e worldwide. Il senso dell’udito negli ultimi anni ha rivendicato la sua presenza all’interno del sistema di comunicazione aziendale: i famosi “motivetti pubblicitari” in gergo detti Jingle, i loghi sonori, si pensi ad Intel, le musiche
degli spot create rispettando fedelmente gli appuntamenti con le immagini dei video, la scelta di un brano famoso piuttosto che un altro, contribuiscono a rafforzare l’identità dei brand, rendendoli riconoscibili ed indimenticabili. La Musica grazie al suo elevato potere di storytelling, si è rivelata un’efficace leva di engagement per le aziende orientate ad offrire al loro pubblico un’esperienza globale della marca. Qualsiasi sia il loro posizionamento, i brand possono sfruttare il potere della musica per raccontare i propri valori sui canali pubblicitari oppure come
Nella foto Anita Falcetta (co-Founder Mokamusic), Silvio Levi (Calé), Gabriele Gigli (sound engineer), Philip Abussi (co-Founder Mokamusic) durante la produzione Mokamusic per Calé
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strumento di marketing esperienziale, fuori e dentro agli store. In quest’ottica il marchio di Alta Profumeria, Calé Fragranze d’Autore ha scelto di raccontare gli undici profumi della sua collezione con la musica. Silvio Levi, fondatore di Calé ed autore del progetto, ha chiesto a Philip Abussi di tradurre le sue fragranze in note. Tale collaborazione di eccellenza Made in Italy ha aggiunto valore alla percezione olfattiva da parte del pubblico e ha permesso di sperimentare una nuova dimensione espressiva del profumo. Il compositore ha scelto la strada della composizione orchestrale, uscendo dalla logica dell'utilizzo di un unico mood o di un solo strumento; ha inserito un ensemble di strumenti: il piano, da lui stesso suonato, la chitarra classica e la chitarra elettrica, il violoncello classico ed il violoncello elettrico, l'oboe, un terzetto di violini, il contrabbasso, il coro femminile, la batteria ed il flauto traverso. Ad impreziosire la narrazione e per richiamare gli elementi presenti nei singoli profumi o nelle loro storie, sono stati utilizzati suoni di elementi naturali: a titolo di esempio, il riso è suonato come un vero strumento nella traccia dedicata alla fragranza Dolce Riso, il suono dello scoppiettio del fuoco valorizza invece l’ambientazione della fragranza Mistero. Esperienza multisensoriale in cui olfatto ed udito si combinano perfettamente, il progetto ha catturato, intrattenuto, emozionato il pubblico ed incuriosito la stampa. Recentemente presentato a Cannes durante il TFWA, Duty Free and Travel Retail’s Global Summit, era stato in precedenza proposto al Pitti Fragranze 2018, in occasione di Esxence-The Scent of Excellence, a Parigi, al Mipel 2018, ed il viaggio continua…
Nella foto Antony Kevin Montanari (violoncellista), Silvio Levi (Fondatore di Calé Fragranze d'Autore) e Philip Abussi (co-founder Mokamusic) durante la produzione Mokamusic per Calé
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4ª edizione
InnovAuto
www.ikn.it
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/ Franchising
PROSEGUE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL MARCHIO UNEED SERVICES: LA RISPOSTA AI PROBLEMI DOMESTICI URGENTI La piattaforma di commercio elettronico intende rivoluzionare il modello di prestazione di servizi A cura della redazione
Uneed Services, il commercio elettronico dedicato al mercato dei servizi urgenti, prosegue nella strategia d’internazionalizzazione con la formula del franchising. Questo è un importante passo avanti per lo sviluppo e la crescita dei marketplace basati sulle applicazioni in tempi rapidi. Fondata nel 2016, Uneed Services usa mezzi tecnologici per fornire servizi in tempi rapidi, permettendo al cliente di rimanere in contatto diretto con il fornitore del servizio in modo affidabile e sicuro, mentre valuta automaticamente la vicinanza degli operatori e il tempo di percorrenza tramite il georiferimento, la geolocalizzazione e il prezzo di riferimento per ora. Uneed Services è stata creata dopo avere identificato una lacuna nell’erogazione dei servizi di assistenza fondamentali, 24 ore su 24. "Quello che abbiamo fatto è stato di mettere la tecnologia al servizio di un
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I MEZZI TECNOLOGICI AGGIUNGONO VALORE ALL’EROGAZIONE DI SERVIZI TRADIZIONALI E NECESSARI, FORNENDO ELEVATI LIVELLI DI SICUREZZA, ATTRAVERSO L’IDENTIFICAZIONE DEL TECNICO CHE ESEGUE LE RIPARAZIONI
gruppo di centri professionali, previa valutazione: idraulici, carpentieri, imbianchini e altri", ha detto Miguel Marques Pinto, Chief Operating Officer di Uneed Services. A sua volta, i mezzi tecnologici aggiungono valore all’erogazione di servizi tradizionali e necessari, fornendo elevati livelli di sicurezza, attraverso l’identificazione del tecnico che esegue le riparazioni. Da
questa idea, è nata la progettazione e la realizzazione di una piattaforma sostenibile, con le potenzialità necessarie per iniziare un nuovo business per i fornitori di servizi in regime d’urgenza e con un utilizzo facile e sicuro per i clienti. Uneed Services ha già partecipato a diverse fiere internazionali: due partecipazioni a Web Summit, nonché la presenza al
Salone Franchising Milano 2017 e al Franchise Expo Paris 2018. “È stato enorme l’interesse dimostrato nei confronti di una soluzione basata sulle nuove tecnologie, per assolvere a compiti tradizionali. Siamo molto fiduciosi nel rapido sviluppo del mercato e nella conclusione di accordi in diversi paesi europei tra cui l’Italia, la Svizzera, la Francia e la Spagna. In questo momento, la nostra ricerca ricade sui candidati a Master Franchisee, per assicurare uno sviluppo in prossimità del mercato e per garantire un processo sostenibile”, conclude Miguel Marques Pinto. La partecipazione al Salone Franchising Milano, nel 2017, ha evidenziato il mercato italiano maturo e molto rilevante per l’espansione di Uneed Services. La ricerca di Master Franchisee per l’Italia partirà nel 2019, assieme a quella di Affiliati Regionali al fine di lanciare il format/concept a livello nazionale. Per ulteriori informazioni, contattare: Miguel Marques Pinto COO Uneed Services mpinto@uneed.services https://uneed.services/it +351914747227
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/ Tecnologia
IL CALCOLO DEL DIGITAL ROI? PARTE DAL CUSTOMER JOURNEY A cura di Boraso
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È possibile riassumere l’attuale scenario del retail italiano con l’espressione “vorrei ma non posso”. Infatti, recenti indagini condotte da PwC hanno evidenziato come l’89% dei consumatori utilizzi il web per attività di ricerca online, ma che solo il 34% le finalizza in un acquisto. Il market share dell’eCommerce del Ratail italiano? È del 3%, assolutamente irrisorio rispetto alla controparte europea, che supera il 55%. L’Italia presenta però notevoli potenzialità di business per il mercato online: il 47% degli italiani percepisce il valore del brand dai social network, e il 56% si geolocalizza all’interno dei punti vendita. Si sta quindi
assistendo a un cambiamento dei comportamenti d’acquisto dei consumatori; ma come si devono approcciare i retailer a questo nuovo customer journey? Risulta fondamentale ampliare lo spettro d’azione e focalizzare l’attenzione su una strategia omnicanale che preveda un approccio “total”, completo di una visione integrata delle logiche di business, e sostenuto da un preciso modello organizzativo. È necessaria quindi un’evoluzione del Retail verso un modello onnicomprensivo della sfera offline e online, parti che devono convivere in totale sinergia. In questo scenario i diversi touch point risultano essere coe-
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renti e offrono al consumatore esperienze d’acquisto uniche e personalizzate. Molte realtà italiane stanno intraprendendo questo percorso verso la digitalizzazione: un cambiamento radicale nella cultura d’impresa che suscita, negli imprenditori italiani, dubbi e incertezze, soprattutto in termini di misurazione dell’effort. Una sfida su tutte? La misurazione del ROI relativo alle attività digital. Uno dei grandi vantaggi della sfera digitale è il fatto di poter conoscere una grande quantità di informazioni sul comportamento dei consumatori, e questo offre alle aziende la possibilità di valutare il ritorno sugli investimenti generato dalle diverse attività messe in campo. Al momento della misurazione però, non dovevano essere considerare solo le variabili squisitamente quantitative, per evitare il presentarsi di discrepanze. In questo articolo vi proponiamo 7
domande guida che devono essere considerate prima di procedere con la misurazione. Per quale contesto di business risulta essere necessaria la misurazione del ROI? Il fatto che misurare il ROI sia necessario a determinare l’efficacia di un investimento in ambito marketing può sembrare ovvio, ma questo quote di Steve Lok, Global Head di Martech presso The Economist evidenzia come sia importante considerare anche altre sfumature. Il concetto di cliente deve essere ampliato: è il vero cuore pulsante del business e non può essere considerato solo una nota a margine. Il calcolo del ROI quindi non può e non deve essere ridotto al valore di una sottoscrizione o al costo che ne deriva, ma deve comprendere, in una visione olistica, tutto il panorama dei touch point coinvolti nel percorso che ha portato alla
conversione. Conoscere dettagliatamente il singolo contesto è un elemento imprescindibile al calcolo del ROI. Quale deve essere la frequenza di misurazione? Le modalità e i tempi da definire per calcolare il ROI sono influenzati da molteplici fattori, non da ultimo il mercato di riferimento e il prodotto o servizio offerto. È necessario definire delle tempistiche di misurazione che si allineino ai budget aziendali. È opportuno trovare il giusto equilibrio tra performance a breve termine e risultati a lungo periodo. Come definire un’adeguata base di vendita? Quali sarebbero stati i ricavi e i profitti prima degli investimenti di marketing messi in atto?
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L'ITALIA STA ASSISTENDO A UN CAMBIAMENTO DEI COMPORTAMENTI D’ACQUISTO DEI CONSUMATORI; MA COME SI DEVONO APPROCCIARE I RETAILER A QUESTO NUOVO CUSTOMER JOURNEY?
Per trovare la risposta potrebbe essere opportuno esaminare attentamente i dati storici o condurre degli A/B Test per cercare di determinare questi indicatori. Quali sono i KPI e gli obiettivi di business aziendali? Obiettivi, KPI e tattiche esistono sulla base di una gerarchia definita. Gli obiettivi rappresentano i traguardi di business che si cerca di raggiungere, anche, attraverso precisi investimenti in ambito marketing. I KPI sono delle metriche chiave che misurano i progressi (in termini di milestone) verso il raggiungimento dell’obiettivo. Le tattiche si sviluppano in base ai KPI. Non sempre le metriche si riferiscono alle entrate. A sostenerlo Steve Lok, Global Head di Martech presso The Economist: “Le soft metric, come ad esempio l’engagement, sono ottimi indicatori del funzionamento o meno di una specifica attività o azione. Dal momento che fanno riferimento a comportamenti dei consumatori, possono cambiare anche molto rapidamente. Queste metriche consentono di raccogliere dati in tempo reale e, di conseguenza, di mettere in atto delle ottimizzazioni, in termini di macro o micro attività sui canali coinvolti.” Quali dati devono essere raccolti? Semplificando, è fondamentale prevedere un sistema di raccolta e archiviazione dati che consenta la misurazione e la valutazione delle informazioni provenienti dai diversi canali per il set up delle campagne. Una nota preliminare è il tener traccia dei diversi comportamenti degli utenti eliminando qualsiasi errore o lacuna nei dati.
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Ian Hyde, responsabile Media Adv di Ayima, entra maggiormente nel merito: "Ci si deve assicurare che ogni evento (anche di micro-conversione) sia considerato e analizzato, implementando il pixel di Facebook oppure importando gli obiettivi di Analytics in Adwords, etc. L’analisi deve essere impostata in modo tale da avere dati tangibile, attraverso parametri UTM, codifica automatica o altro. Una volta che ti puoi fidare dei tuoi dati, puoi iniziare a calcolare il ROI e decidere il modello di attribuzione che funzionerà meglio." È possibile garantire l’integrità dei dati? Questo è un aspetto fondamentale; potrebbe essere necessario integrare i dati principali con informazioni di terze parti, ad esempio per ampliare la visualizzazione di un investimento. Quali approcci e metodologie utilizzerete?
Per analizzare il ROI a lungo termine è necessario definire una metodologia da seguire. Può trattarsi, ad esempio, di un’analisi annuale che considera il valore dell’investimento nel suo complesso. Importante poi è definire delle milestone che delineano la routine quotidiana inclusa l’analisi del Customer Journey dell’utente attraverso le canalizzazioni di vendita ad esempio l’attribuzione multi-touch (MTA). Conclusione Conoscere i propri consumatori in uno scenario di mercato che sta diventando sempre più complesso e articolato è una sfida per la maggior parte dei retailer italiani. Risulta quindi necessario dotarsi di un know how per incrementare le proprie performance di vendita. Eludere il tema della misurazione del ROI digitale non permetterà alle organizzazioni moderne di vincere la sfida digitale.
/ Start Up
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Q ua li s o n o i t re n d d e ll'e c o n o m ia mondiale? Cosa occorre ad una start up per raggiungere il successo? Quale sarà il ruolo dei grandi player del web? Abbiamo intervistato per voi il Business Angel 2018, Fabio Cannavale, affermato imprenditore e "star t up scout" (concedeteci il neologismo!). Fabio Cannavale, ingegnere milanese doc, ceo del gruppo , lega il suo nome al successo di molte imprese come eDreams Italia, Volagratis.com, Segugio.it, Prezzibenzina.it, Siamosoci.it, Dentalpro. it, Sailogy.com e Brandonferrari.com. L'imprenditore divenuto celebre anche al grande pubblico per i programmi tv "Shark Tank" e "B Heroes", ha da poco ricevuto il riconoscimento da parte de Il Club degli Investitori come Business Angel dell'anno proprio per l'impegno profuso nell'attività di scouting e aiuto alle nuove imprese. In cosa consiste l'attività di Business Angel e soprattutto quali capacità occorrono per riconoscere una start up di talento? Per prima cosa occorre molta buona volontà! Il Business Angel investe capitali privati in società alle prime armi e spera in una buona exit però questo è un aspetto del tutto marginale. Il mio obiettivo primario è fornire un aiuto concreto ad aspiranti imprenditori, così come un medico mette le proprie conoscenze al servizio dei
INTERVISTA A FABIO CANNAVALE, IL BUSINESS ANGEL 2018 A cura di Elena Pravato
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pazienti, un imprenditore mette le proprie esperienze, i propri contatti a servizio di giovani che si affacciano sul mondo del lavoro. Inoltre, credo, che sia utile esser una guida anche per evitare errori proprio perché si ha la maturità e la consapevolezza di chi ci è già passato! In secondo luogo reputo importante dare valore alle persone ancor più che alle idee. Laddove c'è un team di spessore, proprio a livello umano, l'oggetto dell'impresa passa in secondo piano. Quali sono i segnali da cogliere quando è giunta l'ora di staccare la spina ad una start up che non riesce a sfondare? Quando si attraversano dei momenti di crisi, meglio demordere e riconoscere il fallimento o proseguire ostinatamente in quanto il successo prima o poi arriverà? Come detto, credo che laddove le start up falliscano, l'imprenditore non abbia le giuste qualità! Se le persone dimostrano dedizione e capacità, nella maggior parte dei casi occorre adottare qualche accorgimento per passare il momento di crisi. Faccio un esempio: Jakala Group Spa ha iniziato come società che operava nel settore della regalistica aziendale (cesti natalizi etc.) ed oggi è la più grande società di marketing italiana e la terza in Europa nei marketing services data driven, con più di 200 milioni di fatturato ed opera in sette Paesi stranieri! Altre aziende, invece, sono nate come fornitori di servizi e prodotti B2C, ma
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non avendo i riscontri auspicati, hanno, poi, virato verso il mercato B2B e hanno raggiunto livelli di crescita esponenziali. Se la squadra imprenditoriale è valida, canalizzando le competenze ed energie in settori diversi o cercando una nicchia di mercato o semplicemente aggiustando il tiro sul target di riferimento, il successo non tarda ad arrivare. Certo, a volte, nei momenti di crisi, non sempre continuare l'erogazione degli investimenti può esser d'aiuto alla nascente realtà imprenditoriale: l'interruzione del flusso di fondi, può dare una scossa e spronare i dirigenti a cercare nuovi investitori e concentrarsi maggiormente sull'uscita dal momento di down. Non di rado accade che aziende sull'orlo del fallimento, galvanizzate dalla necessità di reperire nuovi capitali, si siano riprese e siano ritornate in attivo. Sia il programma tv che la sua Fondazione porta il nome " B Heroes" . Bisogna essere eroi per fare impresa in Italia? Penso che ogni imprenditore attraversi la sua fase eroica! Da colui che produce scarpe a colui che ha un'impresa digitale, tutti coloro che hanno voluto creare un nuovo soggetto economico hanno dovuto superare ostacoli, affrontare circostanze non sempre favorevoli e dimostrare coraggio e intraprendenza. D'altronde chi si affaccia sul mercato, deve proporre qualcosa di diverso, di anticonvenzionale, è proprio questo il fulcro del fare impresa!
La sua società ha sede a Chiasso, in Svizzera, dove ha alle sue dipendenze più di 500 lavoratori. Non fa mistero, inoltre, di preferire il modello economico svizzero rispetto a quello italiano. Cosa dovremmo e potremmo "importare" in Italia dal sistema elvetico? Non c'è dubbio: la minore burocrazia! La burocrazia, le troppe carte sono la negazione dell'efficienza! Il modello è efficiente perchè è informatizzato e scevro di inutili lungaggini. Inoltre in Svizzera, sia il sistema sanitario che quello pensionistico non sono a carico dello Stato ma direttamente del contribuente che ha una gestione diretta di quanto speso e pertanto è più attento ad un buon uso delle proprie risorse e al loro impiego. Nel corso di un'intervista del 2014, affermava che il futuro era Mobile e non più On Line. La previsione si è dimostrata esatta ed il Mobile ad oggi è la realtà dove la crescita è inarrestabile. Quale sarà il prossimo traguardo e la futura evoluzione del mondo digitale? Sicuramente, la prossima frontiera sarà l'affermazione, oserei dire esclusiva, dei grandi player internazionali quali Amazon per il commercio digitale, Facebook e Google per il social marketing. Ho visto molte realtà spendere grandi somme di denaro per creare e potenziare una propria piattaforma e-commerce e trovo che sia un assurdo spreco di risorse. Gli strumenti esistono già, Amazon offre un canale di distribuzione internazionale che catalizzerà sempre più utenti e cercare vie alternative non ha alcun senso. I siti web privati andranno pian pian esaurendosi. La sua azione di "scouting" è rivolta soprat tut to all'ambito p er lei più congeniale, quello delle imprese digitali. Il digital divide e la lenta diffusione della fibra ottica in Italia possono costituire un ostacolo per l'affermarsi di queste start up? Assolutamente no, la banda larga per rete mobile è ottima nel nostro Paese e più del 50 % delle connessioni oggi avviene tramite cellulare. Non contiamo poi che 43
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milioni di italiani sono connessi ad internet e ci sono più di 30 milioni di smartphone nella Penisola. Questo popolo on line costituisce un'enorme platea di utenti da poter conquistare. Attenderei, invece , per fare un esempio, a impiantare una società d videostreaming che necessita della banda ultra larga. Veniamo ora al settore viaggi, area di sua competenza, avendo dedicato molti anni e risorse a portali come Edreams.it o Volagratis.it. Dal punto di vista digitale, il settore Travel è stato il traino per altri comparti come quello assicurativo o quello delle utenze domestiche, introducendo siti metasearch e ota. Per i neofiti spieghiamo che i metasearch (trivago, tripadvisor, kayak per citarne alcuni) sono siti che confrontano e comparano (solitamente in base al prezzo) tutti gli hotel disponibili e rimandano i viaggiatori sul sito dove possono concludere la prenotazione ovvero gli Ota, siti di prenotazione on line. Proprio lei, ing. Cannavale, poco tempo fa, annunciava profeticamente la progressiva fusione ed integrazione fra metasearch e ota, ovvero il sito di comparazione offrirà anche la possibilità di acquistare direttamente il servizio o prodotto richiesto. Anche in questo caso il settore viaggi sarà pioniere e seguiranno
a ruota gli altri settori? Assolutamente sì, il prossimo passo è proprio questo: l'integrazione di siti di metasearch con quelli che vendono ciò che si desidera acquistare, l'utente si rivolgerà ad un unico sito anche se la fornitura del prodotto/servizio verrà svolta da operatori partner. In Italia mancano, invece siti di review ovvero di confronto di prodotti/ servizi secondo parametri diversi dal prezzo. In Germania, ad esempio, esistono dei portali di review molto completi che effettuano la comparazione per qualità, durata, efficienza energetica, soddisfazione del cliente etc. Il trend anche per questi siti di recensione sarà proprio l'accorpamento, l'unificazione in poche grandi piattaforme. Ma se vogliamo compiere qualche passo in avanti e guardare ancora più in là, bisogna volgere lo sguardo ad Oriente, ovvero verso la Cina che attualmente è il Paese più avanzato dal punto di vista mobile e digitale. Nello Stato del Sol Levante è ormai diffusissima Wechat , un'app di instant messaging come Whatapp che integra aspetti social e di e-commerce: un ibrido che permette anche di concludere acquisti oltre che scambiarsi messaggi e altri contenuti.
sostenuto molti nuovi progetti. Quali nuove idee ha in serbo per il futuro? Con B Heroes ho potuto aiutare giovani emergenti di una fascia di età fra i 20/30 anni Ora voglio dedicarmi alla fascia 10/20: attraverso B Heroes Young, un programma di formazione già in età scolare per far conoscere cosa significhi fare impresa, creare qualcosa partendo dalle proprie passioni. Il nostro sistema scolastico è assai datato e purtroppo non adatto al mondo d'oggi che corre ad altre velocità. Credo fermamente in quanto affermato da Jack Ma, fondatore di Alibaba che, in una Cina dalla mentalità fortemente competitiva e dove l'importante è eccellere anche a livello scolastico, disse a suo figlio: "Preferisco che i tuoi voti siano medi e discreti ma che coltivi interessi extra-scolastici piuttosto che avere solo ottimi voti!". Reputo giusto ed essenziale approfondire ulteriori aspetti oltre alla scuola e il nostro progetto di education serve proprio a dare ai ragazzi altre prospettive. Ringrazio l'ing. Cannavale per il tempo dedicatoci e la dott.ssa Bonetti per aver permesso che si realizzasse l'intervista.
Abbiamo visto come consideri la propria attività una vera e propria missione. Attraverso la Fondazione B Heroes ha
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/ Start Up
ESPLORIAMO INSIEME IL MONDO DEGLI ACCELERATORI D'IMPRESA In Italia esistono dei programmi con diverse peculiarità, sia per le startup che vanno ad aiutare, sia per i soggetti coinvolti.
A cura di Elena Pravato
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novembre\dicembre 2018 Un acceleratore davvero particolare è MarittimoTech (marittimotech.eu) che si distingue per diversi aspetti. Scopriamo quali con la professoressa Francesca Pirlone, docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica e responsabile scientifico del Progetto per il DICCA dell’Università di Genova. “L’acceleratore MarittimoTech è il risultato del progetto Accélérateur Transfrontalier de Startups, Programma di Cooperazione Interregionale Italia-Francia” − spiega la prof.Francesca Pirlone −“I soggetti coinvolti sono dislocati in Corsica, nella Regione francese del Var, in Toscana, Sardegna e Liguria e si tratta di un gruppo eterogeneo di partner (Camere di Commercio, Consorzi industriali e un partner scientifico che è l'Università di Genova). Il progetto ha avuto la finalità di definire, disegnare e attuare interventi a sostegno del sistema economico transfrontaliero puntando
sull’innovazione. Dopo una fase di ricerca iniziale per analizzare lo stato imprenditoriale nell’area di cooperazione e identificare i migliori acceleratori di start up a livello internazionale, è stato implementato un acceleratore di startup fisico e virtuale (attraverso una piattaforma on-line), attivo in ogni regione coivolta, per supportare la crescita e lanciare sul mercato nuove idee imprenditoriali nelle filiere verdi e blu volte a valorizzare il territorio italo-francese.“ Professoressa, quali sono le peculiarità di MarittimoTech? La prima è quella della realizzazione, per la prima volta, di un acceleratore a valenza transnazionale; la seconda è quella di aver definito un Sistema misto comprendente i due aspetti: ACCELERATORE di start up esistenti (da 36 mesi) / INCUBATORE DI IDEE e la terza è quella di esser sia struttura fisica sia piattaforma on line (
attraverso l'Acceleratore virtuale è possibile scaricare i diversi materiali (lezioni) realizzati da tutti gli esperti, comunicare e avere incontri specifici con gli esperti transfrontalieri (accompagnamento individuale) e scambiare opinioni con gli altri startupper). Accennava prima alle filiere interessate dal Programma MarittimoTech. Nello specifico quali sono? Il nostro acceleratore si è rivolto ad aspiranti imprenditori e startup per le filiere verdi e blu; in particolare per i settori della nautica, del turismo sostenibile, delle biotecnologie e delle energie rinnovabili. In cosa consiste il vostro aiuto? Innanzitutto, occorre specificare che MarittimoTech non eroga finanziamenti. I fondi ottenuti dalla UE grazie alla vincita del bando internazionale, sono stati impiegati per fornire un percorso di formazione e mentorship della durata di 4 mesi (aprile-luglio 2018) che ha visto tra i docenti, esperti di vario genere, dal mondo universitario, alle camere di commercio e Unioncamere. Durante le lezioni on line e in loco si sono toccati vari aspetti dal marketing, alla comunicazione fino a quello scientifico. Inoltre è stata finanziata la partecipazione ad importanti eventi come il Salone Nautico di Genova. Quali sono stati i criteri di selezione dei progetti da accelerare? I soggetti ammissibili erano: - Start up, la cui costituzione, in forma di impresa individuale o di società, sia avvenuta nel corso dei 36 mesi precedenti la data di presentazione della domanda; - Persone fisiche volte ad avviare un’attività imprenditoriale sotto forma di impresa individuale o di società. Conditio sine qua non: avere un progetto da realizzarsi su almeno uno dei territori di una delle 5 regioni partner, legati a uno o più dei suddetti settori. La selezione dei candidati è avvenuta sulla base di due livelli di valutazione, uno locale e l’altro transnazionale, effettuati rispettivamente dai Comitati di esperti locali e da una Commissione Transnazionale.
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Si può tracciare un profilo delle start up/ aspiranti imprenditori selezionati? I progetti accelerati sono 45 in totale (9 realtà per ogni regione partner). Abbiamo registrato una propensione per le biotecnologie da parte dei candidati della Regione Toscana, mentre in Liguria i settori prevalenti sono stati il turismo e la nautica. Vi è stata una netta prevalenza di progetti che prevedevano servizi rispetto a prodotti mentre abbiamo riscontrato una grande differenza fra le età dei candidati: mentre gli aspiranti imprenditori sono tutti giovani o laureati under 32, i team delle start up hanno un'età media superiore ai 40 anni.
Occorre maggior tempo soprattutto per una buona pubblicità e comunicazione. In Liguria abbiamo avuto un buon riscontro, le domande presentate sono state 13 in questo scarso lasso di tempo e soprattutto in una regione dove l’Università non ha un proprio percorso di accelerazione. Per info vi invito a visitare il sito: www.marittimotech.eu Spostandoci di pochi km da Genova, per la precisione a Chiavari, troviamo Wylab, l'acceleratore per imprese al servizio dello Sport, dal calcio alla pallavolo, dal rugby al golf , dal fitness domestico al tennis. Il direttore di Wylab, il dott. Stefano Tambornini, ci illustrerà in dettaglio il progetto ligure. Wylab è un acceleratore assai insolito proprio per le start up che va ad supportare. Cosa si intende, nello specifico per Imprese di "Sport Tech"? Potremmo raggruppare potenziali destinatari del nostro progetto in quattro grandi filoni in base all'oggetto d'impresa: 1. startup che si occupano del rapporto con il tifoso; 2. quelle che sviluppano tecnologie per le performance degli atleti sia professionisti che dilettanti e amatori; 3. imprese che approfondiscono dati (monitoraggio di parametri biometrici dell'atleta, riproposizione e studio di video e moviole etc.) 4. aziende del settore e-sports ovvero la crescente branca dei giochi elettronici.
Altro aspetto insolito di Marittimotech è la competizione che si è voluta instaurare fra i partecipanti. Può spiegarci meglio? Fra i partecipanti di ogni regione, un Comitato transnazionale ha scelto due realtà distintesi per impegno e risultati raggiunti al fine di partecipare e rappresentare MarittimoTech al South Summit di Madrid (ottobre 2018), uno degli appuntamenti più importanti al mondo per le aziende innovative che vogliano affacciarsi sul mercato. Per la Liguria sono state scelte Seamuster e Ellotech. Seamuster è una piattaforma web dedicata al settore B2B della nautica internazionale che permette l’ingresso in nuovi mercati, la creazione di network tra fornitori e la diffusione di nuove tecnologie. Ellotech invece ha ideato e realizzato un mezzo meccanico semovente anfibio in grado di trasportare, varare e alare moto d’acqua e imbarcazioni di piccole e medie dimensioni. Questo mezzo, nominato Elloboat, si muove su ogni tipo di terreno e arenile, è radio comandato e guidato da un singolo operatore. Marittimotech sta per concludersi (il 31 dicembre 2018) e visto gli importanti riscontri avuti e il successo della rete transfrontaliera creatasi, si auspica una fase due del Programma. C'è qualche aspetto che andrebbe corretto o rivisto? Sicuramente l'apertura della call è stata troppo breve (solo un mese per presentare progetti, documentazione, etc).
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Appena due anni fa, veniva alla luce il vostro acceleratore. Come è nato e soprattutto perchè la scelta della sede a Chiavari? Wylab ha preso vita grazie all'esperienza di Wyscout che ha sede proprio a Chiavari. Wyscout è un'impresa (nata nel 2004 e ad oggi è una consolidata realtà) che ha creato una piattaforma on line di dati relativi al mondo del calcio. È un'enorme banca dati perfezionata con un motore di ricerca interno dove sono presenti video, moviole, statistiche, dati sulle performance sia dei singoli calciatori (oltre 500.000) che delle partite. Da questa esperienza che ha saputo fondere tecnologia
novembre\dicembre 2018 e mondo calcistico si è sviluppato l'acceleratore Wylab.Con le attuali possibilità di comunicazione, Wylab è la dimostrazione che può esistere un acceleratore di successo anche in provincia.
Più nello specifico, nella call FOUNDAMENTA, giunta oggi alla sua 7a edizione e rivolta a startup e imprese, abbiamo individuato 6 aree tematiche: Food & Agriculture, Welfare, Education, Healthcare, Cultural Heritage e Circular Economy.
In cosa consiste il vostro supporto alle startup selezionate? Fra i servizi che forniamo c'è un programma di accelerazione della durata di 3/4 mesi in cui redigiamo un business plan e validando il modello d'impresa, lo rendiamo scalabile. Inoltre programmiamo un fitto calendario formativo e organizziamo un Investor Day a cui partecipano anche investitori privati dove le startup presenteranno le proprie aziende (il settore sportivo, non solo calcistico, è un settore con forti flussi di denaro e pertanto se l'idea è valida, i finanziatori di certo non mancano). In più Wylab è anche finanziatore di progetti e, sino ad ora, abbiamo erogato fondi pari a 25000 € per ognuno delle otto start up supportate. Naturalmente a disposizione dei giovani imprenditori anche il nostro ampio spazio di coworking. Quali sono i criteri di selezione dei progetti da accelerare? Principalmente valutiamo il potenziale di mercato dell'idea e il vantaggio sul mercato ovvero quanto il prodotto o il servizio proposto sia superiore rispetto ad altri prodotti concorrenti presenti allo status quo. Quante sono le startup accelerate e qual è l'identikit della candidata tipo? Su più di 400 candidature abbiamo selezionato 25 startup e ne abbiamo finanziate 8. L'impresa tipo ha un team medio giovane, sui 30/35 anni e ha un elevatissimo contenuto tecnologico e/o digitale. Il nostro progetto sta crescendo in modo molto rapido, essendo ancora giovane, e auspichiamo di poter supportare un numero sempre maggiore di nuovi imprenditori." Per approfondire: www.wylab.net Ci trasferiamo, infine, nella capitale sabauda per parlarvi di SocialFare, un Centro dedicato alla generazione e accelerazione di imprenditorialità impact . Incubatore certificato MISE, SocialFare ha recentemente aperto 2 call rivolte a differenti tipologie di imprese ad impatto sociale. La dottoressa Silvia Bergamo, Responsabile Comunicazione di SocialFare ci presenterà il progetto con sede a Torino. Cosa si intende per Imprese Sociali? Per ogni call si definiscono precise aree. Il minimo comune denominatore per le realtà candidate è l’impatto positivo generato a beneficio delle comunità e degli stakeholder coinvolti. La misurazione del social impact non è arbitraria, bensì si basa su precisi parametri. Il nostro punto di riferimento sono gli SDGs ovvero i 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile − Sustainable Development Goals − stabiliti dall'Agenda per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite nel 2015 (per esempio fra questi troviamo la sconfitta della povertà, della fame, la lotta contro il cambiamento climatico, l'istruzione di qualità, la tutela della salute, la parità di genere etc.).
Qual è l'identikit di una startup selezionata? Nella call FOUNDAMENTA uno dei tratti distintivi che ricerchiamo è la reale motivazione a crescere, su scala nazionale e internazionale, e quindi anche a strutturarsi in questa ottica. Nel corso del programma, infatti, prepariamo i team ad attrarre investimenti e li presentiamo ad un ampio panel di investitori interessati. Inoltre abbiamo creato un nuovo programma, Design Your Impact: un percorso di accelerazione di competenza rivolto a team con business idea, ma anche imprese sociali e cooperative, che intendano trasformare la propria idea in una reale opportunità imprenditoriale oppure innovare la propria offerta. In questo caso resta fondamentale la mission legata all’impatto sociale, mentre non è necessario – o non ancora – parlare di investimenti e crescita su scala nazionale. Design Your Impact, se vogliamo, si colloca in una fase precedente all'accelerazione vera e propria d'impresa. In cosa consiste l'aiuto che fornite alle startup selezionate? Più che di aiuto parliamo di supporto e accompagnamento, che si declina a vari livelli: - formativo: un percorso di formazione e consulenza della durata di 4 mesi full time dove si approfondiscono argomenti di tipo finanziario, tecnico e di marketing - consulenziale e in termini di networking: i team hanno l’opportunità di confrontarsi con un’ampia rete di professionisti di eccellenza. - finanziario: le startup e imprese selezionate attraverso la call FOUNDAMENTA ricevono un’iniezione di capitale fino a 100.000€ cash erogato in forma di seed fund tramite SocialFare Seed, il nostro veicolo privato di investimento. “ Molte startup accelerate sono imprese digitali. Le parole innovazione, digitale e terzo settore, wellfare stridono se affiancate oppure formano un nuovo binomio indissolubile? Nient’affatto, il nostro obiettivo è proprio l’Innovazione Sociale
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e la tecnologia è uno degli strumenti di cui oggi disponiamo per trovare soluzioni alle sfide sociali contemporanee. Il digitale non è una condizione necessaria per accedere ai nostri programmi, ma non si trova in alcun modo in contrapposizione alle nostre finalità." Le domande presentate alla call sono state superiori rispetto alle startup selezionate? Nell’ultima call chiusa l’estate scorsa, FOUNDAMENTA#6, abbiamo ricevuto 170 candidature. Solo 4 startup hanno superato la selezione e stanno oggi partecipando al programma di accelerazione. Questo consente una selezione migliore e la possibilità di un accompagnamento più mirato. A livello statistico le realtà selezionate proponevano per la maggior parte un servizio o un prodotto? Nelle ultime due call le startup che hanno superato la selezione proponevano per la maggior parte servizi, che spaziano però in ambiti diversi: cultura, educazione, salute, lavoro. Questo non significa che non ci sia spazio per proposte di prodotto. SocialFare ha sede a Torino, città a forte sensibilità sociale e di lunga tradizione nelle tematiche del wellfare. Un acceleratore di imprese sociali non poteva che avere sede a Torino? SocialFare opera a livello nazionale ed internazionale, non soltanto perché le call sono aperte a startup e imprese provenienti da tutto il mondo, ma anche per la rete di partner e soggetti istituzionali, pubblici e privati con cui collaboriamo a livello progettuale su vari fronti. D’altra parte non è un caso che il nostro Centro abbia la sua sede a Torino, città dell’Innovazione Sociale per vocazione, punto di incontro di una ricca rete di soggetti che oggi trovano un punto di riferimento in Rinascimenti Sociali, il nome che abbiamo dato alla nostra rete di convergenza e al luogo fisico che gestiamo in cui, fra le altre cose, realizziamo i nostri programmi di accelerazione. Accennava poco fa all'apertura di una nuova call. Dove è possibile trovare informazioni dettagliate? La nuova proposta "Accelera con SocialFare" è articolata in 2 call, "Design Your Impact" e FOUNDAMENTA#7, entrambe con deadline 6 gennaio 2019. Tutte le informazioni sono disponibili al link socialfare.org/acceleraconnoi
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/ Franchising
novembre\dicembre 2018
A cura di Giuseppe Bonani
COME ESPORTARE UNA FRANCHISE Dall’inizio del 2018, per le autorità di Bruxelles, la zona euro sta registrando tassi di crescita economica molto significativi, da quando scoppiò la crisi finanziaria del 2007. Questi incrementi restano però difficili da mantenere o da superare, alla luce delle recenti tensioni politiche internazionali. Negli Usa i consumi sembrano dare segnali positivi, anche se in modo altalenante. I dati congiunturali dei principali paesi dell'Unione Europea – Germania, Francia e Italia – mostrano come l'economia sia oggi trainata dalle esportazioni e da una ripresa del commercio mondiale. La Cina, assieme all’India, si sta muovendo verso potenzialità di sbocco immense, soprattutto in Africa. L’ultimo Rapporto Assofranchising, mette in evidenza che alcuni dei principali indicatori del 2017 hanno superato quelli del 2016. Giro d’affari: + 2,6%; punti vendita italiani all’estero: +28,1%; franchisor stranieri in
Italia: + 16,4%. Risultati molto interessanti per il settore italiano. In questo contesto, riteniamo che il franchising possa oggi guardare con più ottimismo, rispetto al recente passato, ad un'espansione dei sistemi italiani all’estero. L’internazionalizzazione può sicuramente riuscire con successo quando l’insegna italiana rappresenta un settore del "Made in Italy". Pensiamo all'abbigliamento e all’intimo, alla pelletteria, alla ristorazione mediterranea, ai mobili e all’arredamento, ai prodotti di design italiano, ai centri di bellezza, ai cosmetici, ecc. QUANDO CONVIENE ESPORTARE UNA FRANCHISE L'espansione all'estero deve iniziare quando la franchise ha raggiunto un'adeguata diffusione di punti vendita nel mercato nazionale. La formula è quindi stata sperimentata in
diversi ambienti sociali ed economici, è stato registrato un alto tasso di gradimento da parte della clientela, i risultati economici dei franchisee sono soddisfacenti e il franchisor dispone di risorse finanziarie ed umane di buon livello. Molto spesso, un franchisor decide di lanciare all’estero la propria insegna per le continue richieste di affiliazione di provenienza da paesi terzi. E questo è dovuto, principalmente, come già messo in evidenza, all’immagine dei prodotti italiani, che godono di un plus importante. Una prima raccomandazione che facciamo a chi decide di esportare la propria formula è quella di valutare se i prodotti o i servizi offerti nei punti vendita siano facilmente commercializzabili nei mercati target. Se, ad esempio, un concept di ristorazione è lanciato in un paese dove le materie prime non sono facilmente reperibili, il franchisor
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è in grado di adattare i menu alle fonti di rifornimento locali? È conscio che potrebbe far perdere al concept "l'identità italiana"? In alternativa, è in grado di trasferire le materie prime nel mercato estero? A quale costo? Con quali conseguenze dal punto di vista qualitativo? In secondo luogo suggeriamo di tradurre in inglese – idioma utilizzato nel mondo internazionale del franchising – la documentazione necessaria per "presentare" all'estero la franchise. Ci riferiamo alla manualistica (manuale operativo, tecnico, della logistica, della formazione, dell’immagine, ecc.), studiata ad hoc per il progetto. Alcuni manuali possono essere tradotti nelle lingue locali, a cura degli investitori/operatori/imprenditori e attentamente adattati agli standard del mercato. Altri documenti da elaborare sono il contratto di franchising, o quello di master franchising, da proporre ai candidati stranieri. Essi possono essere redatti da legali italiani, con esperienza internazionale, o da consulenti legali attivi nei paesi di esportazione della franchise. Oggi, i principali paesi hanno una legislazione che prevede la “disclosure”, ovvero l’informativa pre-contrattuale, già in vigore in Usa da molti anni. Anche questo documento è uno strumento che definirà la futura strategia all’estero. Un altro punto da considerare è l'accettabilità del marchio/insegna da parte della comunità del paese importatore della franchise. Ecco perché è necessario fare effettuare una ricerca dagli uffici “marchi e brevetti” nei paesi target dell’espansione. Inutile ricordare che è necessario procedere alla protezione dei marchi attraverso la loro registrazione nei paesi di destinazione. Da notare che chi vuole operare nei paesi dell’Unione, può usufruire di un’unica registrazione. Si può procedere anche alla registrazione nei principali paesi del mondo, ma è evidente che una tale operazione è costosa e potrà essere conclusa iniziando dai mercati più interessanti. È importante far comprendere agli imprenditori italiani che con il franchising si presuppone il trasferimento di un concept di attività e non semplicemente la vendita di
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MOLTO SPESSO, UN FRANCHISOR DECIDE DI LANCIARE ALL’ESTERO LA PROPRIA INSEGNA PER LE CONTINUE RICHIESTE DI AFFILIAZIONE DI PROVENIENZA DA PAESI TERZI
prodotti, come molto spesso abbiano verificato, frequentando i saloni internazionali del franchising. DOVE ESPORTARE Inutile dire che il nostro suggerimento è quello di affrontare, in primo luogo, i mercati europei, grazie ad una certa uniformità di cultura, di stili di vita e di consumi. Per stilare un elenco dei paesi target, è opportuno valutare la fattibilità dell'esportazione della franchise in quei mercati dove vige una regolamentazione del franchising. Francia e Spagna sono i due paesi europei che hanno una legge simile a quella in vigore dal 2004. È consigliabile, quindi, farsi assistere da consulenti legali con sede nei vari paesi target. Per programmare l'esportazione di una franchise è necessario disporre di personale preparato a questo tipo di attività e con conoscenza della lingua inglese. Se queste "skills" non sono reperibili nell'azienda del franchisor, bisogna ottenere validi pareri da esperti attraverso "l'outsourcing". Ancora una volta, consigliamo di raggiungere un accordo di assistenza da parte di consulenti internazionali operativi nei vari paesi d'inte-
resse. In quasi tutti i paesi del mondo, ogni anno sono organizzati saloni del franchising che è opportuno frequentare (o esporre, se si è preventivamente studiato il mercato), per conoscere il panorama locale del franchising e per incontrare investitori locali. In anni recenti, uno strumento molto utilizzato per la ricerca di affiliati e/o di master franchisee è stato Internet. Oggi, i portali che generano contatti sono molto utilizzati anche perché i siti di reclutamento sono molto diffusi in tutti i paesi e in tutte le lingue. COME ESPORTARE UNA FRANCHISE IN ITALIA Il franchising è una modalità d'ingresso in nuovi mercati. Esso rappresenta una forma particolare di trasferimento, dal franchisor agli imprenditori del paese considerato, di strumenti tecnici e commerciali: metodi operativi, prodotti e/o servizi, assistenza continuativa, ecc. L’esportazione di una franchise può essere realizzata in modalità assai differenti, che variano in base al ruolo che il franchisor vuole svolgere. Di questi argomenti parleremo prossimamente.
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7ª edizione
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/ Franchising Mondadori Store è la più estesa rete di librerie presente in Italia. Forte di un network di oltre 600 store, con tre diversi format (Mondadori Megastore, Mondadori Bookstore e Mondadori Point) e di quattro canali di vendita (punti vendita diretti, in franchising, web e bookclub), serve ogni anno 20 milioni di clienti. All’assegnazione dello status di Superbrands 2018, abbiamo intervistato Francesco Riganti, direttore marketing di Mondadori Retail. Oggi, Mondadori Store è un Superbrands. Quali sono gli aspetti del vostro negozio che vi portano ad essere un “Superstore”? È importante essere un’Azienda storica nel settore dell’editoria? Mondadori vanta una lunga storia nel settore dell’editoria italiana, con oltre centodieci anni di vita, e questa eredità ha contributo in modo significativo: infatti, nella percezione della persone, Mondadori significa universalmente libri e librerie. La storia e la legacy oggi, però, non sono più sufficienti per rendere solido un brand, ci vuole molto di più: i tempi cambiano e diventa importante saper innovare in modo distintivo, al fine di essere un punto di riferimento per i propri clienti e per le nuove generazioni che si avvicinano ad essere i clienti di un domani. Come è cambiata la distribuzione dei libri in Italia negli ultimi 20 anni? I macrofenomeni che hanno caratterizzato il mercato dei libri in Italia negli ultimi anni sono stati: - L’ingresso di Internet nelle nostre vite private e professionali, che ha modificato in misura sostanziale le nostre relazioni, il comportamento di acquisto, il modo con il quale acquisiamo informazioni e nel settore del libro ha creato un canale alternativo di acquisto del prodotto, che oggi rappresenta quasi il 25% dell’intero mercato.
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MONDADORI STORE UN SUPERBRANDS Essere un Superbrands implica una grande responsabilità verso i propri clienti, in quanto ogni giorno è necessario essere capaci di mantenere le promesse fatte, di anticipare i loro bisogni, e di sorprendere. Intervista a Francesco Riganti Direttore Marketing di Mondadori Retail A cura della redazione
- La crisi delle librerie indipendenti messe sotto pressione dall’economia in contrazione, che ha ridotto le vendite e ha messo in difficoltà un modello tradizionale di vendita del libro, favorendo, come in altri settori merceologici, l’avvento di un modello di distribuzione moderno, rappresentato dal franchising, più performante per l’efficienza e per i servizi che riesce a offrire al retailer finale. Oggi, le catene hanno una market share del 45% e sono, quindi, il canale di vendita più significativo. - Il divario tra uomini e donne nella propensione alla lettura si manifesta fin dal 1988, anno in cui si dichiaravano lettori il 39,3% delle donne rispetto al 33,7% degli uomini. Nel 1998 la distanza aumenta: legge il 46,4% delle donne e il 36,7% degli uomini; infine, negli ultimi anni, la percentuale di lettrici sale al 47,1% e quella dei lettori scende al 33,5%. - Di recente, l’introduzione dell’ebook e del digital reading ha aggiunto una nuova esperienza di lettura rispetto a quella tradizionale basata sui libri cartacei. Questa novità ha reso necessario definire per i negozi un nuovo ruolo nella filiera di distribuzione e
di vendita dell’ebook ai clienti, per evitare che i punti vendita fossero distaccati dalle piattaforme che vendono ebook. Cosa significa essere considerati un Superbrands? Quali sono gli impegni che dovrete sostenere per continuare ad essere un Superbrands anche in futuro? Essere Superbrands significa avere una grande responsabilità verso i propri clienti, perché ogni giorno bisogna essere capaci di mantenere le promesse fatte, di anticipare i bisogni dei clienti, di sorprendere. Il Superbrands deve sapersi innovare, oltrepassando quelli che sono gli standard di servizio, di prodotto e di esperienza, per mirare sempre all’eccellenza, per soddisfare il cliente e per fidelizzarlo. In qualità di Superbrands, rappresentate un esempio per i vostri clienti. In che modo lo fate percepire? Siamo un Superbrands in un settore importante per la collettività, poiché contribuiamo alla diffusione della cultura e ci impegniamo ogni giorno ad accrescere il capitale umano
novembre\dicembre 2018 alcune rubriche redazionali e di interviste agli autori, al fine di offrire un prodotto ad alto contenuto editoriale e che sia uno strumento valido a disposizione dei clienti per la scoperta e per la scelta dei libri più in linea con le proprie preferenze. Quali altre innovazioni avete implementato all’interno della vostra azienda? Le innovazioni realizzate negli ultimi anni sono tante: dalle iniziative di comunicazione, alle innovazioni di categoria, alla creazione di nuovi format di eventi, al cambiamento di store format, a servizi di multicanalità per realizzare una imprescindibile integrazione tra l’online ed offline. A ciò, si aggiunge una serie di sperimentazioni per comprendere le opportunità offerte dalla nuove tecnologie di beacon, di proximity marketing e, più di recente, di intelligenza artificiale.
Nella foto: Sergio Tonfi consegna il premio Superbrands a Pierluigi Bernasconi Amministratore Delegato di Mondadori Retail S.p.A.
dell’Azienda. Vogliamo essere un punto di riferimento positivo per tutte le generazioni, grazie alla mission che portiamo avanti con i nostri collaboratori e con tutte le librerie sparse sul territorio, dalle città più grandi ai paesini, dove magari siamo solo noi presenti con una piccola libreria. Gli eventi, organizzati nei vostri store, contribuiscono a presentarvi come un’Azienda innovatrice? Gli eventi svolgono un ruolo significativo nell’esperienza in store e rivestono un ruolo fondamentale nel rendere l’esperienza di acquisto in negozio distintiva, rispetto alla mera transazione sul canale online. Siamo cresciuti tanto con gli eventi negli ultimi anni, a tal punto che se prendiamo in considerazione, ad esempio, la musica, oggi essi rappresentano uno strumento di promozione imprescindibile e siamo riusciti a crescere a doppia cifra anche nel comparto CD, quando tutti pensavano che questo formato fosse oramai superato. Anche nel caso degli eventi bisogna essere innovativi ed ideare nuovi format che siano
capaci di attrarre nuovi clienti e, soprattutto, diffondere nuove emozioni. Gli appuntamenti dedicati ai bambini sono un altro fattore distintivo per il vostro brand? I bambini sono importanti perché non c’è modo migliore di far crescere la cultura se non avvicinandosi alla lettura sin da piccoli. Organizzare eventi e iniziative destinate a quel target significa creare occasioni perché le famiglie frequentino le librerie. I nostri librai hanno un’alta responsabilità poiché con il loro lavoro contribuiscono al processo educativo dei bambini, aiutando le famiglie e le scuole. E “Mondadori Store Magazine”? È il magazine editoriale più importante in Italia con oltre 100mila copie stampate ogni mese, che raccoglie una selezione delle novità editoriali più importanti in tutti i generi, spaziando da quelli per adulti a quelli per bambini, con la testata storica “Amemì”. La direzione editoriale interna è sostenuta da un’agenzia esterna per lo sviluppo anche di
Non solo editoria: che altri campi state esplorando? I libri sono il nostro DNA, la nostra storia, il nostro core business. Infatti , quasi l’80% del nostro fatturato è rappresentato dalla vendita di libri. A questi, si aggiungono altre categorie di prodotti affini, quali la cartoleria, i giochi, la musica, i film, i gadget e i gift. Si tratta di categorie prodotto fortemente correlate tra loro: pensiamo alle storie che passano dai libri ai film, agli artisti che passano dalla musica al raccontarsi nei libri, oppure i personaggi dei film per i più piccoli che diventano giocattoli ecc.. Sono categorie dotate di contenuto, che racchiudono una storia, invece di offrire una semplice emozione e quindi in linea con il nostro posizionamento. Che ruolo svolge l’ecosostenibilità in un’Azienda come la vostra? L’ecosostenibilità è un tema che appartiene a tutti e anche alla nostra Azienda, che attua una serie di processi, dal trattamento dei prodotti allo smaltimento, all’utilizzo dell’energia, che contribuiscono a sostenere l’ecosistema.
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/Arte
E LA NAVE VA... ELISABETTA SGARBI AL TIMONE A cura di Carla Cavicchini
Una rosa profumata capace di cambiare forma e colore da ben 19 anni. Le spine lasciamole altrove, ai cattivi e agli invidiosi. Soffermandoci sull'autore di questo fiore, così decantato nella letteratura, che porta la firma, anzi, la grafica di Franco Battiato. Fabula, canzone? Niente di tutto questo. Stiamo parlando semplicemente dell'emblema del catalogo della "Milanesiana", che si rinnova di continuo a seconda dei temi trattati, tipo "L'Assoluto", "L'invisibile", "Il segreto", "Il Destino", "Il Dubbio e la Certezza", ed altre tematiche ancora. Proprio quest'ultimo tema dalle mille sfaccettature che ben si propone attraverso l'etica umana, fu presentato in una delle biblioteche di Milano, aperte al grande pubblico. Stavolta nella città dantesca, per l'incontro magistralmente condotto da Elisabetta Sgarbi, "capitano" tra l'altro de: "La Nave di Teseo" ( brava ma anche tosta!), "mille rose" si sono alzate verso il cielo, segnando poeticamente l'alto momento culturale. Eccoci davanti a questa figurina piena di verve, ricca di charme francese, così eterea, stilizzata con la sua frangia corvina e labbra rosso fuoco scolpite che rimanda ad un ipotetico personaggio fumettistico dominante la trama. In compagnia di altri relatori, davanti al folto pubblico, non manca d'osservare: "Vado poco in tivù e non sono così preda dei media!" Più tardi, della Milanesiana racconta che
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vicino al ventennale di vita lo si può considerare a ragione un organismo vivente e, alle risposte che mi concede su Firenze e dintorni: "Ovunque è possibile far cultura, lo spirito è proprio quello di far fiorire, sbocciare la rosa nelle varie città. Non dimentichiamoci che Viaggio in Italia era una sezione della Milanesiana e che si svolgeva a Milano, una sezione in cui venivano chiamati intellettuali e artisti di una regione o di una città, per raccontare un aspetto a loro scelta di quella regione o di quella città. Così, crescendo il Festival, abbiamo iniziato a viaggiare, fino a Camerino ferita dal terremoto, ed ancora ad Ascoli Piceno." Lei che conosce Alba Donati presidente del Gabinetto Viesseux, tra l'altro qui presente, la vedrebbe bene al timone di tali incontri? "Abbiamo lavorato molto insieme, ha collaborato ad una delle mostre della Milanesiana, a Collodi, in collaborazione con la Fondazione Meyer, dei disegni di un grande scrittore inglese, Edward Carey. Alba , che ha curato la mostra, è una donna straordinaria, un'amica, ma anche poeta di grande limpidezza e sensibilità." La maggior parte dell'editoria è definibile quale una giungla dalle mille case editrici chiede soldi. È giusto pagare per stampare? "Purché fatto in trasparenza, non credo sia un problema. Un aspirante scrittore può provare a pubblicare con un editore grande a sufficienza per investire nell’opera senza chiedere sostegni. Se non riesce ad accedere agli editori principali, può senza dubbio rivolgersi a chi, a fronte di un contributo, è in grado di mettere a disposizione dei lettori la sua opera." Cosa risponde al fatto che molti volumi vengono ben posizionati a discapito della scrittura, ciò anche a seguito di studiate campagne commerciali? Prima di rispondere riflette un attimo toccandosi gli immancabili occhialini da sole che si porta quasi come una reliquia. Non solo, ma è così tosta che, anche nelle foto di rito, alza sul volto il catalogo della "Milanesiana", coprendosi per una buona metà. Allarga poi
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AMO MOLTO VITTORIO E NON SOPPORTO IL TERMINE INGOMBRANTE. DI INGOMBRANTE NON HA PROPRIO NIENTE, ANZI È STATO ALTAMENTE FORMATIVO E TEMPRA IL CARATTERE. DIREI CHE SE SONO COSÌ FORTE LO DEVO A LUI!
le braccia "Il marketing nella editoria si chiama Publishing: è un insieme di attività che ruotano intorno alla diffusione del libro. Nel Publishing sta la copertina, i paratesti, l’attività di ufficio stampa, sta anche la pubblicità, il marketing sul punto vendita etc. Il marketing − cioè il tentare di diffondere il libro secondo le sue caratteristiche del libro − è, insieme alla scelta del libro e dell’autore e alla sua cura editoriale, un momento essenziale dell'attività dell’editore." Suo padre scrisse a 90 anni... "Sì, dopo averci a lungo osservati, una vita intera. Solleticato poi da me, iniziò a dettare i suoi racconti a un amico, Giuseppe Cesaro. Non posso non menzionare la mostra della collezione "Cavallini–Sgarbi" che si è tenuta a Ferrara, la città d’elezione dei miei genitori." La chiamano, effettivamente l'ora tarda incalza . Anche lei comincia a sbuffare... "dura ancora molto questa intervista?" Finito, finito. Ultimissima domanda. Col fratello dotato di grande personalità, nel senso buono, forse un po' ingombrante, come si vive? "Amo molto Vittorio e non sopporto il termine ingombrante. Di ingombrante non ha proprio niente, anzi è stato altamente formativo e tempra il carattere. Direi che se sono così forte lo devo a lui!" Ed io... di sale! Di sale sono rimasta mentre questo esserino d'acciaio di veste fucsia fiorita salutava allontanandosi col suo vascello. Altro che "Capitani coraggiosi".
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Lifestyle
IL SENSO DELLA VITA DELLA MURINO Bonolis a parte...
A cura di Carla Cavicchini
Passo felpato, sorriso luminoso, eleganza innata. È lei, l'attrice Caterina Murino francese d'adozione, visto che Parigi l'ha accolta a braccia aperte nel loro mondo cinematografico. Si ricorda di me quando venne in Toscana e, dopo avermi raccontato di Agadah, sua ultima fatica da cui è stato preso spunto per Manoscritto trovato a Saragozza... sono contenta di aver girato questo film in costume del '700 ambientato a Napoli, dove io, principessa, mi muovo attraverso trame occulte, sacre, tramite delicati equilibri di saggezza. Quanto alla terra toscana, come no, ricordo tempo fa, due annetti circa, per Cuoio di Toscana girai nel 2016 Niente per caso e nel 2017 il cortometraggio Cinque in quanto proprio il nostro Made in Italy ha un valore triplo rispetto agli altri per ciò che rappresenta. Pensiamo a quei gioielli favolosi che nascono proprio qui, in questa terra, e la moda italiana apprezzata ovunque. Insomma, il nostro è proprio un bel "Saper fare"! Da voi trovai cibo divino, nonché l'ordine, la bellezza, la pace di quelle colline toscane che dritte dritte arrivavano all'anima. Ed ancora quella quiete, quel silenzio meditativo mentre pensavi o forse vedevi Dante e Petrarca, che ti trascinavano verso l'arte visiva di questo vero e proprio scrigno. Scrigno a cui aggiungo Siena e tanti altri posti nei dintorni, considerati giustamente musei a cielo aperto. Si, fui proprio orgogliosa d'esser stata chiamata quale ambasciatrice!” Facciamo allora un tuffo nel passato rivedendola con quel blocco non necessariamente notes e via alla collezione di pregiate scarpe, capaci di distinguersi nel mondo grazie alla nostrana e pregiata manifattura "Italy"! La Murino interpretava una fashion designer di successo che nella sua professione attraversava l'oceano verso la "Grande Mela", nonché Parigi ed altre capitali europee in cerca d'ispirazione e... proprio nella città dantesca invitata ad una festa, negli splendidi locali di Villa Cora, osservò che Niente è per caso scoprendo che il Cuoio di Toscana si caratterizza per quel cuoio di suola unica ottenuto dalla concia lenta al vegetale; un processo antico basato sull'utilizzo di tannini naturali ricavati dal legno di castagno, mimosa e quebracho. Un inebriante tuffo olfattivo capace di portarla a conoscenza che tale marchio si muove sapientemente nel mondo del distretto conciario, il cui cuore batte tra San Miniato e S.Croce
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letteralmente. D'altronde è un'isola di tradizione fortissima, di cui ne vado ben fiera! E la cosa che mi piace ancor più è che è diversa dalle altre regioni, senza dimenticare l'ecosostenibilità che vi regna, grazie ai nostri politici che tanta attenzione pongono in merito. Bene, qui è tutto un parlare di scarpe, lei cosa calza? Dolce e Gabbana! Sempre! Che tra l'altro compra le suole del Cuoio di Toscana infilandomi negli amati tacchi. Però lo sa il mio sogno? Di metterli belli, alti e confortevoli! Sull'Arno nella splendida Toscana. Senza poi dimenticare il cortometraggio Cinque del 2017, sempre per il Consorzio, dove ella si muoveva flessuosa con la splendida linea da mannequin. Al centro della trama, nei cinque momenti del film dove è protagonista, non solo il cuoio ma tutta l'eccellenza italiana: trovano spazio la manifattura, l'artigianato, nonché l'importanza del ritorno di vita lento, quasi meditativo. E, numericamente parlando, se tale zona muove quote di mercato pari al 98% della produzione italiana di cuoio da suola nonché oltre l'80% di quella europea... beh, si spiega perfettamente la nascita tra l'altro riuscitissima dei due corti. Beh, anche la sua terra... La mia Sardegna è magica, con quelle spiagge e quel mare unico in cui è bello specchiarsi. E non dimentichiamoci dei monili e dei preziosi di manifattura sarda, con quelle musiche attorno da adorare
Prima ha parlato del nostro cibo: è attenta in merito? Beh, non troppo, è così bello mangiare buono e sano... e quindi compenso con lo sport, sì! Un bel po' di sport che funge da scudo contro le malattie. Purtroppo vengo da situazioni familiari non brillanti in termini di salute e quindi è doveroso muoversi.
Le rispondo volentieri, mi affascinò moltissimo la promozione in giro per il mondo. Un momento in cui scoprii tantissime culture diverse dalla mia, apprezzando maggiormente il mio mestiere.” Le chiedo troppo se mi racconta dei suoi peccati, orgogli e rimpianti? Ride rovesciando la massa dei bellissimi capelli castani all'indietro mentre più tardi spuntano i bei denti allineati ed immacolati. Bella domanda...non so rispondere, penso sia fondamentale tornare alle nostre origini. Peccati? Non saprei... dobbiamo essere e pensare positivo per eliminare il male. L'apertura mentale, è asilare per coltivare le menti. Sapevate che la saggezza sarda "veste" Murino?
Cosa voleva fare da piccola? Il medico! E se recito non so... bisogna chiederlo alla vita! Con piacere le dico che sono anche ambasciatrice dell'Ambras da 11 anni, l'ONG maggiore di salute africana, che opera attraverso contatti dei vari medici per la formazione di brave ostetriche. Il mio ruolo? Concorrere a salvare le vite umane! Mamma mia come è profonda, tutto questo le rende onore, ed io che volevo farle la domanda gossippara su Casinò Royal quella di '007...
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/ Centri Commerciali
IL CENTRO COMMERCIALE VULCANO BUONO DI NOLA “ZAMPILLA” IL PRIMO SOCIAL MOVIE A cura di Giovanni Bonani
Recentemente, si è svolta, presso il Centro Commerciale Vulcano Buono situato a Nola, in provincia di Napoli, la presentazione del primo “Shopping social movie” mai realizzato. “Le storie del Vulcano” è un cortometraggio multimediale, che rappresenta un grande esperimento sociale e creativo che ha coinvolto, nel ruolo di protagonisti, le persone che frequentano Vulcano Buono. La tematica trattata, che evidenzia come i Centri Commerciali si siano evoluti in luoghi di aggregazione, rispetto al concetto iniziale di insieme di negozi, sono state le storie personali dei visitatori legate ad un’esperienza nel mall. Vulcano Buono, uno dei più grandi ed importanti Centri Commerciali d’Italia, ha deciso di raccontare momenti e storie, attraverso un vero e proprio film, realizzato utilizzando video e contenuti prodotti
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Il Centro Commerciale Vulcano Buono è un progetto dell’architetto Renzo Piano e comprende: oltre 140 negozi, il cinema “The Space”, di nove sale per 2.500 spettatori, 500 parcheggi, il centro fitness, la SPA, il solarium Oliwell e l’hotel Holiday Inn, dotato di 143 camere. I 500.000 metri quadrati di superficie della struttura sono armoniosamente inseriti all’interno del paesaggio circostante, grazie alla ricopertura esterna della vegetazione mediterranea. Vi si svolgono anche numerose e diversificate attività di tipo ricettivo, di ristorazione, di artigianato, per il tempo libero, di esposizione e di aggregazione sociale.
dai frequentatori. Il social movie è stato proiettato in anteprima presso “The space cinema” di Vulcano Buono, alla presenza del regista Stefano Incerti che, con grande sensibilità e creatività, ha selezionato e ha trasformato il materiale in un racconto cinematografico, con la presenza del comico Mino Abbacuccio, della trendsetter Mercedesz Henger e di Gian Marco Nicelli, Amministratore Delegato del Centro. Il principale touchpoint è stato il sito lestoriedelvulcano.it, dove chiunque ha potuto caricare un video, raccontando la propria storia vissuta nella struttura. Ulteriori contributi sono stati raccolti nel corso di alcune giornate di riprese a Nola e nei dintorni, oltre che nel Centro Commerciale, con una troupe cinematografica, a disposizione di chi volesse partecipare. Il progetto cross mediale, generato dai contenuti dei visitatori, trova sul web il suo canale naturale di diffusione. L’iniziativa, votata all’innovazione e costruita sulle caratteristiche specifiche del Vulcano Buono, sta a confermare l’evoluzione in senso internazionale del marketing dei mall italiani.
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/ Marketing
QUANDO UN ODORE RACCONTA UN BRAND Con lo scent marketing la comunicazione diventa polisensoriale per creare una brand experience indimenticabile
A cura di Ermanno Canali
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novembre\dicembre 2018 Victor Hugo diceva: "Nulla sveglia un ricordo quanto un odore." L’olfatto è il più ancestrale tra i 5 sensi, il più difficile da controllare perché non è possibile sottrarvisi. Le memorie olfattive sono parte di noi: non svaniscono mai, e la loro forza dipende dall'importanza che ha avuto la situazione in cui l'odore è stato percepito. Per esempio, i primi ricordi olfattivi dell’infanzia sono i più potenti in termini di emozioni. L’olfatto è direttamente collegato con l’ippocampo, la parte del cervello dedicata alla memoria e alle emozioni. Ecco perché un odore può scatenare un ricordo e le sensazioni ad esso legate. Lo scent marketing, conosciuto anche come smell marketing o marketing olfattivo, utilizza questo potente meccanismo per fini commerciali, colpendo il consumatore con un grande impatto emotivo. La profumazione può venire applicata al prodotto o al punto vendita. In questo secondo caso, dei diffusori di profumo vengono posizionati nello store per influenzare la qualità della customer experience e rinforzare l’immagine del brand. Le essenze creano una vera e propria esperienza d’acquisto, dove il cliente si sente emozionato, coinvolto e rassicurato nella sua scelta. Attraverso diversi stimoli sensoriali, il consumatore riceve segnali distintivi che gli permettono di riconoscere il prodotto e di restargli fedele. Secondo alcune ricerche, nei supermercati americani l’odore di pane caldo e cioccolato ha fatto aumentare le vendite di questi pro-
Foto © Andrea Delbo / Shutterstock.com
dotti. Pare invece che vendere una casa sia più facile se questa viene resa accogliente con un buon profumo di torta di mele. Lo scent marketing rientra nella categoria del marketing esperienziale. Ha l’obiettivo di aumentare il tempo di permanenza del cliente nello store, sviluppare la brand awareness e in ultima analisi incrementare le vendite. Si abbina perfettamente a settori come il food e la cosmesi, ma funziona benissimo anche per prodotti completamente diversi. Tra le più famose aziende che lo utilizzano per creare una propria identità ci sono Nike, Victoria Secrets, m&m’s, BMW, Apple. E anche Rolls Royce, che riproduce la fragranza degli interni dei vecchi modelli storici per mantenere il legame con l’heritage del brand. Mentre a Melbourne, Apple ha diffuso l’odore del nuovo prodotto appena scartato. Il branding olfattivo può aprire infinite strade creative, narrazioni, corto circuiti emotivi. È una disciplina ancora tutta da esplorare, che parte da memorie antiche per andare dritta nel futuro.
Foto © Fotoluminate LLC / Shutterstock.com
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OBSTINATELY CREATING PEACE OF MIND We are a full-service communication and marketing agency with 70 team members, over 20 years’ experience and endless enthusiasm for our most important project: the next one. We are organised in 5 specialised units in order to cover any market requirement. We are attentive to people and their needs, and we are ready to work by your side to build value and peace of mind.
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/Arte
ART BASEL MIAMI BEACH 2018: TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA MANIFESTAZIONE A cura di Patrizia Saolini
Emanazione di Art Basel nata nel 2002, Art Basel Miami Beach è diventata un appuntamento fisso e imperdibile per gli addetti ai lavori e gli appassionati di arte moderna e contemporanea. L'edizione del 2018, che si svolge nel nuovo polo fieristico di South Beach non fa eccezione e, dal 6 al 9 dicembre 2018, propone un ricchissimo calendario di eventi e offre la possibilità di ammirare (e comprare) opere di giovani talenti emergenti, masterpiece di artisti di fama internazionale e veri e propri pezzi da museo, provenienti da oltre 250 gallerie tra le più importanti e rappresentative di Nord America, America Latina, Europa, Asia e Africa. Cosa vedere al Convention Center Situato al 1900 di Washington Avenue e da poco completamente ristrutturato e ampliato con una nuova ala, il Convention Center è il centro nevralgico di Art Basel Miami Beach che ogni anno accoglie 70.000 visitatori. Al suo interno trovano spazio 6 differenti settori, dedicati ciascuno a tematiche specifiche.Nova è lo spazio in cui le gallerie possono presentare le opere di uno, due o tre artisti realizzate negli ultimi tre anni. Positions è una vetrina per i talenti emergenti più ambiziosi, che hanno l’occasione di portare all’attenzione di curatori, critici e collezionisti i loro progetti più grandi. Edition mette in mostra le collaborazioni più belle e preziose realizzate da editori e
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Foto courtesy Miami Design District
artisti di fama internazionale. Kabinett in cui ammirare ben 31 esposizioni curate da singoli artisti e celebrare il Tributo a Richard Gray, famoso art dealer scomparso recentemente. In Survey vengono invece presentati progetti artistici multiculturali, che fanno riferimento a un periodo storico preciso. Ma il settore più rinomato è senza dubbio Galleries. Allestito nella sala espositiva principale, per l’edizione 2018 accoglie 268 tra le maggiori gallerie di fama internazionale e oltre 4.000 artisti e mette in mostra dipinti, sculture, installazioni, fotografie, film, video e opere di arte digitale. Un vero e proprio mondo di arte e bellezza, in cui trovano spazio, tra gli altri, la Galerie Barbara Thumm di Berlino, la David Castillo Gallery di Miami
Beach e la Essex Street Gallery di New York Arte e glamour al Design District. Il Design District è invece l'epicentro glamour di Art Basel Miami Beach dove arte, fashion e cultura sono una costante del quartiere, protagonista assoluto di eventi luxury. Nel Design District hanno infatti inaugurato le nuove boutique di Prada e Gucci. Al 180 NE 40th Street ha aperto i battenti Prada. Sviluppato su una superficie di 650 metri quadrati, lo store attinge a un mix composito di ispirazioni, che spaziano dall'art déco alle atmosfere latinoamericane. L'obiettivo dichiarato è di offrire ai clienti una nuova esperienza di shopping, che riporti alla memoria la sfera domestica. Per riuscirci, la maison ha rivoluzionato il
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Foto courtesy © Art Basel
IL DESIGN DISTRICT È INVECE L'EPICENTRO GLAMOUR DI ART BASEL MIAMI BEACH DOVE ARTE, FASHION E CULTURA SONO UNA COSTANTE DEL QUARTIERE, PROTAGONISTA ASSOLUTO DI EVENTI LUXURY. proprio concetto di architettura e retail e ha scelto una serie di arredi esclusivi progettati da alcuni tra i più importati designer brasiliani. Tra di loro ci sono Joaquim Tenreiro (considerato il fondatore del moderno design brasiliano), Jorge Zalszupin, José Zanine Caldas, Carlo Hauner and Martin Eisler e Sérgio Rodrigues. A poca distanza, in posizione quasi speculare al 139 NE 41st Street, ha inaugurato Gucci. La boutique si sviluppa su una
superficie di 450 metri quadrati ed è caratterizzata dalla presenza di arredi disegnati dal direttore creativo Alessandro Michele. Suoi sono anche il progetto di disposizione e allestimento degli spazi e la facciata in marmo e metallo. Quest'ultima è stata impreziosita da un murales dell'artista spagnolo Coco Capitán, che idealmente prosegue il progetto Gucci Art Wall presente a New York a Soho e a Milano in Largo la Foppa.
Presso il Design District sono presenti diverse installazioni permanenti come il murales optical Vortex di 2x4 al NE 38th Street, tra NE 2nd Avenue e NE 1st Avenue, il Fly's Eye Dome progettato (ma non finito) da Buckminster Fuller, che come rivela il nome assomiglia all'occhio multi sfaccettato di una mosca. Inoltre le maxi scenografie Fun Part 1 e 2 di John Baldessari e il "chewing gum" Elastika, inserito da Zaha Hadid all'interno del palazzo del 1921 Moore, sono altri due esempi di opere che si possono trovare nel quartiere del Design District.
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/ Impresa
DA CHIEF DIGITAL OFFICER A CHIEF INFORMATION OFFICER Quale percorso per diventare il Responsabile dei Sistemi Informativi? A cura di IKN
Abbiamo incontrato Gian Maria Gentile, CIO di IPER e relatore della sesta edizione di Information Technology Forum, evento di IKN Italy e punto di incontro della più grande Community Tecnologica a confronto nata per connettere CIO, CDO e IT, Data Scientist e Digital Leader dei mondi LIFE SCIENCE, ENERGY, RETAIL e FINANCE, MANIFATTURIERO. Gian Maria Gentile interverrà nella sessione ARCHITETTURE IT & OPEN INNOVATION all’interno della Tavola Rotonda. In questa intervista ci ha raccontato com’è cambiato il suo ruolo in questi anni. L’innovazione in azienda deve essere interna o esterna? Qual è l'impatto dell'Open Innovation sulle Architetture IT?” "A distanza di 5 mesi dalla mia nomina a Chief Informazioni Officer del gruppo Finiper, accolgo con piacere questo spunto di riflessione per confermare la mia fortuna di essere arrivato in questa posizione con un percorso professionale molto articolato tra consulenza e GDO. Sono entrato nel mondo della grande distribuzione come Project Manager all’interno della Direzione Vendite, poi un ruolo sui processi e sui meccanismi di funzionamento di un supermercato e infine Responsabile Digital sempre all’interno della multinazionale francese Carrefour. In 5 anni ho accumulato un know how molto vicino al cliente finale e ai processi che ho messo a disposizione del disegno della roadmap di trasformazione digitale di Carrefour in qualità di Digital Director. Poi l’arrivo in Unes, in cui ho avuto la fortuna di collaborare con Mario Gasbarrino, con cui abbiamo iniziato a comprendere la vera evoluzione guidata dalla ventata di digitalizzazione che è in atto sui mercati. Due anni intensi che mi hanno permesso un ulteriore completamento professionale sia nel mondo offline, ma soprattutto in quello online grazie alla guida della relazione con Amazon per Prime Now su Milano. In questo periodo predicavo nelle diverse occasioni di networking che il vero freno alla trasformazione delle aziende nell’era digitale era proprio il CIO; troppo tempo assorbito dalla gestione dei Sistemi Legacy, troppo distante dal Business per poterne comprendere le esigenze e spesso non incaricato in maniera esplicita di supportare tale trasformazione. In aggiunta a questo, i modelli organizzativi
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non hanno favorito una integrazione costruttiva tra la figura del CDO e del CIO. Per modifiche interne al gruppo mi è stato proposto di passare da Unes a Iper per rivestire il ruolo di CIO. Il mio primo pensiero è andato a quegli eventi di networking ! Ma ho capito che finalmente avrei avuto la possibilità di guidare la trasformazione digitale dalla stanza dei bottoni che resta l’IT. Dopo 5 mesi posso dire che da un lato ho compreso la necessità di dedicare del tempo al mondo Legacy e dall’altro che, per poter fare bene questo lavoro, è fondamentale portare all’interno della direzione il linguaggio del Business. È necessario lavorare per eliminare la considerazione diffusa nelle organizzazioni di un IT centro di costo, di un IT causa di tutti i mali e di un IT lento, tirato in ballo solo quando qualcosa non va. Le esperienze nel Business di sicuro mi stanno aiutando molto in quanto riesco ad accorciare i tempi di analisi e di disegno; ora devo capire come accorciare i tempi di implementazione! Penso che questo percorso Business, Digital, IT sia preferibile rispetto a IT-Digital o Marketing-Digital e che un lavoro di concerto con Marketing e Vendite sia l’unica ricetta per capire chi vuoi essere nel futuro prossimo e capire con quali passi arrivarci. Prima le organizzazioni potevano essere più frammentate in silos, ora ogni azione ha ripercussioni sul cliente e bisogna lavorare tutti insieme. È questo il messaggio che sto provando a diffondere tra i miei colleghi e ai miei collaboratori sui quali ho avviato un percorso di miglioramento delle conoscenze di Business, chiedendo loro di passare del tempo nei punti vendita a contatto con i dipendenti e i clienti in modo da capire bene come impattano le decisioni di sede".
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INFORMATION TECHNOLOGY FORUM 2019 IKN Italy annuncia la settima edizione dell’evento che mette a confronto la più grande COMMUNITY TECNOLOGICA Si svolgerà a Milano il 19 e il 20 febbraio la settima edizione di Information Technology Forum, l’evento che mette a confronto la più grande Community Tecnologica composta dai CIO, CDO e IT, Data e Digital Leader provenienti dai mondi Life Science, Energy, Retail, Finance e Manifatturiero. Un’opportunità unica di networking e contenuti di alto livello per un confronto diretto con i Top Manager volto a scoprire la trasformazione del settore IT e le tecnologie abilitanti il cambiamento. Il Focus dell’appuntamento del 2019 sarà la “TechnologyCentric Transformation”, con una particolare attenzione ad approfondimenti in materia di Sicurezza, Integrazione e Governo della Data Company. La nuova edizione dell’evento sarà focalizzata sulla trasformazione del settore IT che pone al centro la tecnologia, dando spazio, come sempre, al confronto e alla condivisione delle aziende leader di mercato soprattutto in ambito Finance, Energy, Life Science, Retail e Industry. La tecnologia sarà protagonista anche della nuova Demo&Entertainment Arena, uno spazio dinamico, dove
verranno presentate simulazioni, dimostrazioni di applicazioni e software, tecnologie esperienziali, intelligenza artificiale, robotica e molto altro. In occasione della sua 7a edizione, l’appuntamento presenta per la prima volta una Sessione Invitation Only portando l’evento a due giorni, un momento esclusivo per condividere con i Top Leader dei settori gli insight più disruptive in tema di Security, Nuovi Cyberthreats, Fake News e Cybercrime. E ancora, Workshop tecnici guidati dai maggiori esperti di soluzioni IT per fornire alla platea strumenti didattici, formativi e informativi su un tema specifico definito insieme alle aziende tech leader di mercato e lo Startup Village, che rappresenta per le startup un'occasione di networking unica in Italia per incontrare e discutere face-to-face con i Top Player del mondo IT e generare future collaborazioni con Partners e Investors. Il programma completo dell’evento è consultabile sul sito: www.informationtechnologyforum.it. L’hashtag ufficiale dell’evento è #informationtechnologyforum
INNOVAUTO 2019 IKN Italy annuncia la 4 a edizione dell’evento che mette a confronto i NUOVI ATTORI DELLA MOBILITÀ per indagare il FUTURO DELL'AUTOMOBILE Si svolgerà a Milano il prossimo 13 febbraio la 4 a edizione di Innovauto, l’evento dedicato al mondo Automotive che mette a confronto la i nuovi attori della MOBILITÀ per indagare il FUTURO dell’AUTOMOBILE. Un’opportunità unica di networking e contenuti di alto livello per un dibattito diretto con i Top Manager — Carmakers, Cardealer, Fleet Manager, Istituzioni e nuovi player — volto a scoprire la trasformazione del settore e le tecnologie abilitanti il cambiamento. L’appuntamento del 2019, infatti, sarà focalizzato sul tema “Ecosistema connesso per una nuova driving customer experience”. Si indagherà in merito all’importanza e alla strategicità delle partnership per l’interconnessione di piattaforme per
l’experience dell’ultimo miglio; si cercherà di dare risposte a quesiti come: l’e-commerce rivoluzionerà il processo di acquisto? Oppure, in tema di customer experience on board, l’auto connessa sarà uno smartphone a 4 ruote? E ancora, in merito al customer relationship management, come e fino a che punto è giusto digitalizzare il servizio di post vendita? Una sessione tematica sarà dedicata al motore delle flotte aziendali per indagare su quale sarà l’evoluzione del parco auto nei prossimi 3 anni. Il programma completo dell’evento è consultabile sul sito: www.ikn.it/evento/10315/innovauto-2019/home L’hashtag ufficiale dell’evento è #InnovAuto
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/ Licensing
È UN SUCCESSO LA DODICESIMA EDIZIONE DEL MILANO LICENSING DAY L’evento di networking per il mercato del licensing e della brand extension
A cura di Brand Jam
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UNA VASTA ESPERIENZA NEL MARKETING, NELLA COMUNICAZIONE E NEL LICENSING, UNITA ALLA DISPONIBILITÀ DI UN PRESTIGIOSO NETWORK NELLA COMUNITÀ DEL BUSINESS, SONO I NOSTRI ELEMENTI DISTINTIVI.
Milano Licensing Day continua a crescere. Aumentano le presenze che quest’anno superano la soglia dei 650 partecipanti registrando una crescita del +10% rispetto alle presenze del 2017. Molto interessante l’aumento del numero di buyer e retailer con un incremento del 10% rispetto al 2017. L’incremento è registrato anche dall’aumento del numero degli operatori del mondo delle licenze/espositori che sale da 30 aziende nel 2017 a 34 nel 2018. Milano Licensing Day, l’appuntamento di riferimento per il mercato del licensing, si conferma perciò in costante progresso. Rimangono i punti di forza dell’evento accompagnati da importanti novità: l’aumento dello spazio espositivo su due piani con un incremento del 40% rispetto al 2017, e lo sdoppiamento delle sale dedicate al programma di Pitch ed Eventi Speciali. Tra le novità di questa edizione anche la Brand Innovation Area powered by
Brand Jam un’area dedicata alla “Brand Innovation”, per promuovere i nuovi modelli di utilizzo delle piattaforme di licensing nel mondo del branding. Durante la giornata è stato lanciato un nuovo Master IED in Brand Innovation, Brand Extension e Licensing, ideato con il contributo di Brand Jam. L’evento è stato anche l’occasione per la presentazione del libro sul lifestyle branding “Backward & Forward”, in tutte le librerie da ottobre, in cui si delineano le nuove strategie evolutive che ispirano i marchi più dinamici, italiani e esteri, nella realizzazione di collaborazioni, brand extension e edizioni limitate. Oltre agli autori, Stefano Sacchi e Paolo Lucci, è intervenuto alla presentazione Nicolas Loufrani, founder di The Smiley Company. Sempre in primo piano e colonna portante dell’evento, i Pitch e gli Eventi Speciali, quest’anno hanno accompagnato i visi-
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tatori inaugurando una nuova Special Event Room dedicata, dove sono stati elencati i piani di sviluppo per ciascun brand. La giornata è partita con l’invito a Colazione da Turner, in cui sono state illustrate le strategie per il 2019-2020, a seguire gli incontri d’aggiornamento con NBC Universal, Maurizio Distefano Licensing e RaiCom arrivando al Gormiti Lunch offerto da Planeta Junior. Il pomeriggio è proseguito con tanti appuntamenti: Smiley, Rainbow e Mondo tv culminando a metà giornata con il Cake Party offerto da Rovio che in occasione dell’uscita nelle sale di The Angry Birds Movie 2 ha trasformato la sala Eventi in un set dove hanno sfilato gli abiti di Haute Couture ispirati alla property disegnati dal fashion designer Filippo Laterza. Ha chiuso l’edizione 2018 l’evento Entertainment One Licensing Meeting nella discoteca annessa alla location e a seguire si è tenuto il cocktail party sulla terrazza. Tante le occasioni d’incontro e di sviluppo di nuove alleanze strategiche soprattutto per le attività di licensing. Importante la visione a trecentosessanta gradi di tutto il settore che questo evento, unico nel suo genere, riesce a fornire ogni anno in una sola e intensa giornata. Partner dell’iniziativa: Assogiocattoli, Brand Jam, Beesness, Brand Licensing Europe, GEC-Tecniche Nuove, HKTDC, IED, La Cartoleria, Promotion Magazine, TG TuttoGiocattoli. "All’interno di un mercato italiano in rapido cambiamento, Milano Licensing Day si conferma come l’appuntamento più importante per il settore" − sostiene Paolo Lucci di Luccitm srl, azienda organizzatrice dell’evento e realtà di riferimento nel mercato specifico − "Ottimismo e volontà di innovazione hanno contraddistinto questa dodicesima edizione: questo evento è un contenitore che offre tutti gli spunti per orientare le decisioni in uno scenario ad alto tasso di rinnovamento". La prossima edizione di Milano Licensing Day è già in preparazione e l’appuntamento per il prossimo anno sarà il 12 settembre 2019. Vi aspettiamo. Maggiori info su milanolicensingday.it evento@milanolicensingday.it - Tel. +39 02 349 38 355
Milano Licensing Day è un evento organizzato da Luccitm s.r.l., nata nel 2001 come società specializzata nella consulenza che sin dagli inizi si è imposta nel settore del Licensing e del Merchandising grazie al suo approccio innovativo e all’attenzione per ogni dettaglio. Una vasta esperienza nel Marketing, nella Comunicazione e nel Licensing, unita alla disponibilità di un prestigioso network nella comunità del business, sono elementi distintivi. Luccitm s.r.l. porta la sua esperienza nel settore delle licenze con Eventi di Networking studiati per avvicinare e informare i player del mondo delle licenze: Kids Marketing Days (partners: Doxa Kids e Promotion Magazine), Toys Milano (in collaborazione con Assogiocattoli e Salone Internazionale del Giocattolo), Milano Licensing Day (in collaborazione con Promotion Magazine).
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Anche quest’anno, il 27 settembre a Milano, presso l’Auditorium di Radio Italia, si è svolta la cerimonia di assegnazione premi a marchi selezionati tra 33 aziende, che hanno ricevuto lo status di Superbrands 2018. I criteri di distinzione, alla base della valutazione dei brand, sono stati i cosiddetti cinque S-Factors: “trust”, il livello di fiducia instaurato con i propri clienti; “leadership”, la componente di presenza rilevante e di successo nel tempo; “dialogue”, la capacità di produrre una relazione positiva con il proprio pubblico, attraverso l’utilizzo trasparente dei mezzi di comunicazione; “societing”, il ruolo svolto nel proporre soluzioni atte a migliorare la qualità della vita e nel
CONSEGNATI A MILANO I SUPERBRANDS AWARDS 2018
/Premio
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Rubrica a cura di Superbrands
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contempo eco-sostenibili e, infine, “dynamism”, la forza innovatrice che conduce a un’offerta di soluzioni nuove, per soddisfare le esigenze dei consumatori. Innovazione, autenticità e responsabilità sono gli altri criteri presi in considerazione, al momento della selezione, da parte del Superbrands Council, composto perlopiù da personalità del mondo accademico. Infatti, sono stati coinvolti rappresentanti degli atenei universitari Ca Foscari di Venezia, Bicocca, Bocconi, IULM e Cattolica a Milano, LIUC di Varese e Roma Tre. I riconoscimenti “Superbrands of the year 2018” e “Superbrands passion for branding 2018” sono stati assegnati alla marca Lavazza e a Francesca Lavazza, membro del consiglio di amministrazione dell’Azienda. Le motivazioni addotte dagli esperti per la scelta si riferiscono allo spirito di iniziativa, di inventività e di passione per l’eccellenza e per la qualità, che contraddistinguono da sempre l’azienda, fin dai suoi albori, nel lontano 1895. Inoltre, il Reputation Institute lo ha inserito nella classifica dei cento marchi con la migliore reputazione al mondo. Francesca Lavazza incarna al meglio chi ha messo tutta la sua passione al servizio del marchio e dei suoi valori più rappresentativi. Ha sempre dimostrato particolare attenzione ai
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temi del brand e della comunicazione a livello di corporate. In più, è stata la promotrice di tantissime iniziative sostenibili, tra cui il calendario Lavazza, il primo progetto artistico a livello mondiale che promuove gli “Obiettivi di sviluppo sostenibile” delle Nazioni Unite. Non solo esperti del settore, ma anche 39mila italiani, tramite Superbrands e Radio Italia, hanno potuto assegnare il premio “Superbrands pop award 2018”: al primo posto Amazon, a seguire Nutella e Apple. Ma i riconoscimenti non finiscono qui! Ricordiamo il premio “Passion for communication 2018”, ritirato da Julia Schwoerer, vice presidente marketing del Mulino Bianco e il “Superbrands onlus of the year 2018”, consegnato a Suni Fontane, direttore generale dell’organizzazione “Make a wish onlus Italia”. Menzioni speciali sono state attribuite a 3M per l’innovazione, a Kinder e Thun per l’autenticità e a Vaillant per la responsabilità. Per l’occasione, è stato pubblicato il volume “Superbrands 2018. Il libro delle grandi marche”, riccamente illustrato e in vendita presso le librerie Mondadori Store. Vi aspettiamo all’edizione 2019 dei Superbrands Awards! Per conoscere di più: www.superbrandsaward2018.com.
/Profumi
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L'ARTE DELLA PROFUMERIA IN ITALIA A cura di Elena Pravato
Cosa si intende per maestro profumiere, come si diventa Naso professionista e qual è lo status quo in Italia. Abbiamo interpellato il pluripremiato Maestro Lorenzo Villoresi, unico italiano negli ultimi anni ad aver conquistato il Prix Francois Coty (ovvero l'Oscar della Profumeria Mondiale) e il Premio Flair de Parfum di Vienna. Per gli amanti del gossip, anche Brad Pitt ha scelto per sé un profumo Villloresi. Lorenzo Villoresi si definisce, con estrema umiltà, un artigiano profumiere. Il Maestro fiorentino, con una carriera accademica in Filosofia Antica alle spalle, ha appreso l'arte delle Profumeria da autodidatta e dal 1990 ha intrapreso questo percorso a livello professionale.
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Quali sono le conoscenze che vanno acquisite per diventare Profumiere. Inoltre esiste qualche qualità a livello fisico necessaria? Per prima cosa farei una distinzione fra il creatore di profumi e colui che si occupa di riprodurre delle basi precise come gelsomino, mughetto o caprifoglio, in base alle costituenti conosciute: mentre la prima figura richiede un particolare talento artistico che si esprime soprattutto nell'arte della composizione delle essenze, l’altra basta che abbia una buona preparazione chimica in quanto la bravura sta nel ricomporre i pezzi di un puzzle grazie all'analisi delle componenti aromatiche. Naturalmente la tecnica costituisce un importante ausilio. Per farvi un esempio fra l'esperto di colori e il pittore corre una differenza nemmeno troppo labile che potremmo identificare proprio nell'arte creativa. Per quanto riguarda le conoscenze che devono esser bagaglio del profumiere inteso nella prima accezione, reputo che sia necessaria una buona base teorica ma soprattutto un'ottima conoscenza empirica: occorre fare prove, esperimenti ed esperienze per creare quel bagaglio di conoscenze e di cultura che permettono di creare una fragranza. A livello fisico e di qualità personali credo che sia importante avere
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una buona memoria numerica (i profumi sono formulazioni molto precise), senso delle proporzioni (il profumo è una combinazione di fragranze che interagiscono fra loro) e una spiccata sensibilità per il bello. Immagino, occorra anche avere un ottimo olfatto? Contrariamente a quanto generalmente si pensi basta avere un buon olfatto, il naso è uno strumento di verifica e di conoscenza. L'olfatto si allena, ciò che veramente fa la differenza è un fattore culturale e artistico. Lei ha optato per "l'indipendenza", ha scelto di non essere un naso al servizio di altre maison ma al limite di collaborarvi dall'esterno. È una scelta che rende le sue collezioni e creazioni slegate dalle mode del momento? Soprattutto cosa si intende per mode nel settore olfattivo? L'indipendenza è un lusso per qualsiasi artista e mi reputo molto fortunato in quanto ho la libertà di creare profumi a prescindere dalle mode. Mi spiego: il profumiere che lavora per una Maison difficilmente potrà far valere le sue scelte creative sulle decisioni commerciali della direzione. Se per esempio in alcuni anni si veri-
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fica una tendenza, un gusto diffuso per le fragranze floreali verdi, difficilmente il maitre parfumeur si potrà discostare da questo trend. Le grandi Maison, infatti, devono avere un ritorno in termini di vendite abbastanza elevato per giustificare i costi di produzione su larga scala. Naturalmente esser un Profumiere indipendente non significa non aver necessità di un riscontro, una risposta in termini di gradimento da parte delle persone, anzi reputo la soddisfazione delle aspettative del cliente un aspetto imprescindibile del mio lavoro. In Italia c'è una cultura del profumo o deve ancora esser sviluppata? A livello formativo, grazie alla sua Accademia ma anche grazie ai primi corsi universitari, anche l'Italia sta muovendo i primi passi per far crescere dei professionisti del settore. È di qualità la formazione italiana o come affermano molti addetti al settore, è sempre meglio la Scuola Francese? Purtroppo non si può parlare, ad oggi, di Profumeria italiana. Mentre in passato, nel Rinascimento, era la nostra Penisola il fulcro della profumeria. Fu proprio Caterina De' Medici, quando andò in sposa ad Enrico d'Orleans, a far conoscere alla corte d'Oltralpe il profumo. Attualmente non possiamo affermare di avere una Scuola Italiana del Profumo, non tanto perché non abbiamo le personalità e i professionisti ma in quanto non abbiamo tutta la rete dell'indotto che in Francia esiste e gode di ottima salute. Ad esempio, se mi occorre un distillatore oppure delle particolari essenze o altre attrezzature, mi devo rivolgere ad aziende transalpine. Credo sia importante investire per poter parlare di "Profumeria Italiana" e soprattutto per creare molti posti di lavoro: il nostro territorio sarebbe, infatti, terreno fertile per coltivare molte specie floreali che producono essenze pregiate! Per quanto riguarda, invece, la figura del Profumiere, i confini si fanno più fluidi sino a scomparire: un buon creatore di fragranze può nascere ovunque! Certo è più facile laddove ci sia già un contesto. Lei ha scelto Firenze come sede delle sue diverse attività: dal laboratorio all'Accademia, dalla Boutique al Museo. Firenze è la città della creatività, del genio italiano e soprattutto rete di artigiani sapienti a cui si rivolge per creare le confezioni e gli
accessori delle sue creazioni (utilizzando l'alabastro di Volterra, il marmo di Carrara, etc). Come da lei affermato, Firenze può definirsi "la capitale italiana del Profumo"? Feci quest'affermazione qualche anno fa in un comunicato stampa uscito in occasione della prima edizione di Pitti Fragranze, quando l'evento era ancora inserito nel contesto di Pitti Casa. La frase è stata poi riproposta negli anni seguenti quando Pitti Fragranze è diventato evento autonomo e di successo. Abbiamo, già, citato prima Caterina De' Medici e proprio nel Rinascimento a Firenze nacquero botteghe artigiane e in particolare vetrerie che rifornivano i laboratori di profumeria. Attualmente, delle 55 vetrerie che esistevano nei dintorni fiorentini, ne sono rimaste ben poche! Lei ha appena raggiunto un altro obiettivo davvero ambizioso: la creazione di un Museo del Profumo, un eccezionale ibrido fra storia del profumo, laboratori, bottega e accademia. Quali saranno le attività da svolgere? Quando aprirà il Museo? Il Museo offrirà un percorso attraverso la storia del profumo, non si occuperà del mercato. Ormai è prossimo all'apertura, contiamo di aprirlo prima della fine dell'anno. L'inaugurazione ufficiale si terrà in primavera e dopo quella data partiranno anche i corsi dell'Accademia con molte iniziative anche per gli amatori e i neofiti. Un grande progetto di iniziativa privata che offrirà alla città una nuova attrattiva, apprezzata anche dal Sindaco di Firenze Nardella. Il Museo, ben 1000 mq su tre livelli, sorgerà nel quartiere di San Niccolò a Firenze. Villoresi ha unito due dimore del '400, creando un’unica struttura dove troverete al piano terra un’olfattoteca con più di 2000 essenze. Verrà allestito un percorso sensoriale e sarà dato spazio per la documentazione con “una biblioteca del profumo”, mentre nel giardino interno saranno coltivate molte piante aromatiche didattiche. Per quanto concerne i corsi e i workshop dell'Accademia, sono state studiate anche delle proposte di apprendimento “per l'altra metà del cielo degli aromi” ovvero per gli chef e per gli enologi. Per chi volesse visitare il museo del profumo di Villoresi, sul sito www.lorenzovilloresi.it saranno presto disponibili le date e gli orari d'apertura.
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/Turismo
Una nuova professionalità sta emergendo nell’ambito dell’ospitalità a cinque stelle: il food&beverage manager. Ilaria Carini, F&B manager all’Hilton Molino Stucky (che tra bar e ristoranti conta su ben otto punti di ristorazione da coordinare) racconta a Beesness il percorso che l’ha portata a questo impiego dove il lavoro e la passione si fondono in una sola attività. Un percorso inconsueto perché nasce dalla conoscenza del mandarino grazie a cui si è aperta una porta nella struttura e non passa da scuole alberghiere. E il momento è favorevole: i grandi hotel stanno infatti puntando a livello strategico su una proposta diversificata e distintiva di esperienze enogastronomiche in grado di attrarre una clientela colta e benestante che porta cassa anche nei momenti di bassa stagione. Per questo occorrono maître e chef ma anche manager in grado di far quadrare i bilanci.
INTERVISTA A ILARIA CARINI Come diventare food & beverage manager e trasformare la propria passione in un’attività lavorativa A cura di Cinzia Meoni
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Come è diventata food & beverage manager? Ho cominciato a lavorare all’Hilton Molino Stucky all’università per mettere in pratica le mie conoscenze del cinese, mossa dalla curiosità nei confronti di un nuovo programma di Hilton “Huanying” rivolto proprio a questa clientela. Il lavoro, che mi aspettavo fosse stagionale, si è poi trasformato nel tempo e, recentemente, mi sono avvicinata al ruolo di F&B manager grazie alle opportunità createsi nell’ambito della struttura. Non me le sono lasciate sfuggire. D’altro canto, l’ambito del food & beverage per me è sempre stata una passione. Ritengo che l’identità di un territorio passi proprio attraverso i suoi prodotti culinari, esaltati dalla ristorazione che ne diventa la massima forma di espressione. Ci può spiegare quali sono le mansioni che svolge come F&B manager di una struttura? Il lavoro di F&B Manager consiste nella pianificazione dell’offerta ristorativa e nella gestione delle risorse economiche e non solo, in sinergia con l’executive chef (in questo caso: Ivan Catenenacci), il maître (in questo caso: Giovanni Burrafato) e i restaurant e bar manager. Da una parte quindi il lato amministrativo, che comprende l'organizzazione delle spese e il controllo
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delle performance dei bar e ristoranti e dei relativi eventi, aspetto di primaria importanza per il successo delle nostre attività e il raggiungimento dei nostri obiettivi. Dall’altro lato, invece, la parte operativa che richiede la presenza e il supporto durante i servizi, a partire dalla colazione, momento clou nella giornata dei nostri ospiti, fino agli eventi. Quali sono le maggiori sfide che ha dovuto affrontare come F&B manager e come le ha risolte? Una delle maggiori sfide è quella derivante dalla coordinazione di un team così grande quale quello della ristorazione, possibile solo grazie alla comunicazione diretta, senza l’utilizzo di tante mail, ma con la semplice presenza sul posto. È infatti di primaria importanza per un F&B Manager essere a contatto e avere un rapporto diretto con il team. Ogni evento, e la struttura ne propone molti, è poi una sfida a sé dove occorre bilanciare un’attività di analisi che considera non solo i costi ma anche il potenziale ritorno di immagine. L'offerta di punti di ristorazione della struttura ha portato a sviluppare una clientela di "foodies"? Quanto "vale" la ristorazione sul flusso di clientela dell'hotel? Lo sviluppo di una clientela “foodies” è in crescita: lo vediamo nella quotidianità, dalle
domande dei clienti e dalle recensioni dei ristoranti. Sale il numero dei clienti che dimostrano una conoscenza approfondita del prodotto gastronomico e l’attenzione dedicata al pasto che diventa un'esperienza, approccio insito nella cultura italiana, ma che vede uno sviluppo via via in aumento anche tra i nostri clienti stranieri. Per quanto riguarda il nostro hotel, la ristorazione è molto importante e lo è altrettanto anche per Hilton che sta puntanto molto sulla crescita F&B avendo come perno della propria strategia la formazione del team, l’unicità delle esperienze ristorative e la capacità di trasmettere ai clienti il valore della nostra proposta. Ci può dare qualche idea degli eventi in previsione per l'autunno/inverno? I primi eventi a riprendere dopo l’estate saranno i WDine tasting, per cui abbiamo già tre date pianificate a partire da metà settembre, a cui stiamo valutando di aggiungere possibili nuovi appuntamenti. Qual è il suo piatto preferito? Tra i miei favoriti sicuramente i Catenacci dolci che regalano un momento di pura estasi. Ma sono molto legata anche ai piatti della tradizione, il mio preferito è la Panzanella, che con i suoi ingredienti semplici, è un tripudio dell’italianità dai colori ai sapori.
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/Turismo
I VIP ALBERGATORI Dove trovare cantanti, calciatori, attori, stilisti e registi che hanno aperto hotel a propria immagine A cura di Cinzia Meoni
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novembre\dicembre 2018 Attori, registi e cantanti, ma anche calciatori, artisti e stilisti. Sono in molti i creativi che si sono reinventati nel business dell’ospitalità sia che si tratti di un piano B, una volta terminata la carriera sotto i riflettori, sia che si tratti di una passione nascosta finalmente tramutata in realtà con i primi guadagni, sia infine che si tratti di puro e semplice business. Il precursore di questo trend? Al Bano Carrisi. Il cantante, fin dagli esordi a fine Anni '60, ha reinvestito, parte di quanto guadagnato sul palcoscenico nel cuore del Salento, nella tenuta di Cellino San Marco a cavallo tra i due Mari, Adriatico e Jonio e a una ventina di km da Lecce, la capitale del barocco. “Tenute Al Bano” (tenutealbano. com) nel corso degli anni, è divenuta un’azienda vinicola apprezzata nel mondo e una articolata struttura dedicata all’accoglienza (l’Hotel "Felicità" con 50 camere e suite e la Spa "È la tua vita") e alla ristorazione ("Ristorante Don Carmelo"), un vero e proprio borgo immerso in uliveti e vigneti. Le Tenute comprendono un bosco privato con un’estensione di circa 60 ettari di alberi di leccio, eucalipti e macchia mediterranea casa di daini, cavalli, volpi e aironi, un piccolo angolo di paradiso naturale. In molti hanno seguito quest’esempio. Come Cristiano Ronaldo, CR7. Il goleador appena arrivato alla Juventus possiede due hotel in Portogallo insieme al gruppo alberghiero Pestana ("Pestan CR7 Hotel"): uno nella sua città natale, Funchal, a Madeira, in Praça do Mar e un altro a Lisbona, nel cuore del centro storico, nel quar-
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tiere chic di Baixa. Entrambi si rivolgono a un pubblico prevalentemente giovane. Le stanze sono suddivise in tre tipologie “brandizzate”: CR, CR Superior e Suite CR7, quest'ultima dotata di televisori HD da 48 pollici, PlayStation 4 e occhiali per la realtà virtuale e i loro prezzi variano, secondo i dati di Hotelscan.com, dai 200 a 1.200 € a notte. Non ci sono dettagli lasciati al caso: nelle palestre si può approfittare di un programma fitness progettato dallo stesso Ronaldo; negli ascensori sono mostrati diversi momenti della carriera di CR7 e sono persino riprodotti i cori dei tifosi. Quanto prima dovrebbe aprire un terzo albergo a Madrid, sulla Gran Via e si parla anche di almeno altre due strutture, una a New York e un’altra a Marrakesh. Tra
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i calciatori anche il rivale Lionel Messi ha investito in hotel con una catena propria MiM. La stella argentina possiede due alberghi: il "MiM Sitges" che si trova a pochi metri dalla spiaggia di Sitges in Catalogna con 77 camere - sempre secondo i dati di Hotelscan.com - offerte a prezzi compresi tra i 175 e 300 € a notte e il "MiM Ibiza Es Vivé" a Ibiza, un elegante hotel, con un design art déco con 52 camere (da 224 €) e suite lussuose (da 528 €). Tra gli attori a contendersi l’Oscar nell’accoglienza ci sono Robert De Niro e Robert Redford. De Niro è proprietario del "Greenwich Hotel", a Tribeca, quartiere creativo di New York. Il boutique hotel offre 88 camere arredate con oggetti di lusso provenienti da tutto il mondo e dettagli di
design come le travi di quercia a vista e i pavimenti in legno antico e cotto italiano. Le camere presentano una combinazione di stili: da quello tibetano, con i tappeti di seta fatti a mano, a quello marocchino, con le piastrelle colorate, e alcune dispongono di caminetto. È inoltre presente una biblioteca, un cortile alberato, un ristorante italiano, l’iconica "Locanda Verde", e la "Shibui Spa" recuperata dalla della struttura lignea di un'antica casa colonica giapponese del XIV secolo, alla quale sono stati aggiunti bambù, grandi candele e aromi di zenzero, loto e ciliegia che ne fanno un paradiso di relax. Per una vacanza davvero chic firmata De Niro si spendono dai 540 e 1.890 € a notte. Quanto a Robert Redford a Park Lake nello Utah, località resa famosa dal
novembre\dicembre 2018 suo Sundance Independent Festival, ha fondato il "Sundance Mountain Resort". Il pittoresco complesso montano si trova alle pendici del monte Timpanogos e dispone di 98 camere e casette (compresa una casa sull’albero letteralmente costruita tra i rami dove lusso e natura si fondono) sparse nel bosco e diverse tra loro. La struttura offre anche una vasta gamma di attività all’aria aperta come rafting, equitazione, pesca, sci e ristorazione con il "Tree Room", per gli amanti dell’alta cucina, e il più informale "Foundry Grill", dove può capitare di sedersi al tavolo proprio accanto all’attore che ha fatto sognare intere generazioni, dalle nonne alle bisnipoti. Sempre a Hollywood e dintorni Hugh Jackman, protagonista di X-Men e Wolverine, ha deciso di investire nell’accoglienza rilevando una partecipazione del "Gwinganna Heal Retreat" sulla Gold Coast australiana dopo avervi trascorso alcune settimane come ospite. La passione per l’oriente e per le sue filosofie di vita di Richard Gere traspare invece dall’hotel di cui è proprietario, "The Bedford Post Inn", storica struttura di fine Ottocento nei pressi della Grande Mela che dispone di otto camere e, soprattutto di una stanza dedicata allo yoga. Leonardo Di Caprio invece, da sempre attivista della filosofia “green”, ha investito nel "Blackadoe Caye" in Belize per dimostrare che si può vivere, nel lusso, rispettando la sostenibilità ambientale e in armonia con la natura. Michael Douglas e Catherina Zeta Jones sono infine proprietari di "Ariel Sands Resort" nelle Bermuda. Niente lusso per John Malkovich, protagonista Le relazioni pericolose che è il principale investitore di "The Big Sleep", una catena di hotel lowcost di Cardiff, Wales, Cheltenham e Eastbourne in Gran Bretagna, e neppure per Jason Piersley, il Brandon di Beverly Hills 90210, proprietario del "Terrace Beach Resort" in British Columbia, una rustica struttura vicino alla foresta. Il regista Francis Ford Coppola, che tra l’altro ha diretto capolavori come Il Padrino”e Apocalypse Now, ha scelto anche l’Italia quale terra di elezione per i suoi hotel. Coppola infatti possiede a Bernalda
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(Matera), "Palazzo Margherita", un edificio del XIX che è stato luogo di nascita del nonno e location per la festa di nozze della figlia Sofia. Il palazzo è stato trasformato in un hotel dove lo stile barocco si unisce a quello marocchino in sette suite (tra i 1.000 e 1.500 € a notte secondo Hotelscan.com) e si può decidere di cenare nel giardino interno protetto dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, nel bar “Cinecittà” o anche in cucina. Il regista possiede un’intera catena di hotel di lusso a cui ha dato il nome evocativo di "Coppola Presents". Tra le strutture super esclusive di Coppola ci sono anche il "Blancaneaux Lodge" e il "Turtle Inn" in Belize, "La Lancha" in Guatemala e il "Jardín Escondido" in Argentina. Anche Clint Eastwood si è dedicato al business dell’accoglienza con il "Mission Ranch Hotel" di Carmel-By-TheSea, in California che offre 31 stanze, un campo da tennis, una palestra, un ristorante,
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oltre alla possibilità di incrociare l’ex attore western al banco. L’illusionista David Copperfield ha concretamente scelto di investire i suoi proventi alle Bahamas, a "Musha Cay" che ha trasformato in uno dei complessi privati più lussuosi del mondo: cinque ville di lusso, ognuna con la propria spiaggia e personale dedicato, per un massimo di 24 ospiti. Musha Cay è affittata solo per una settimana intera al prezzo di 49.000 € a notte. Tra i cantanti Bono e The Edge degli U2 sono proprietari a Dublino del "Clarence Hotel " (theclarence.ie), meta d’obbligo dei fan del gruppo irlandese che sperano sempre di poter incrociare i due membri della band all’Octagon Bar. A Londra invece i protagonisti sono gli Iron Maiden che hanno lanciato il "Sanctum Soho Hotel" dove la privacy regna sovrana (sactumsoho.com). Jim Kerr leader dei Simple Minds ha invece scelto Taormina
per il suo "Hotel Villa Angela" (hotelvillaangela.com). Benny Andersson, storico componente degli Abba, è proprietario di "The Riva Hotel" a Stoccolma. Gloria Estefan ha aperto il "Costa d’Este Beach Resort" a Vero Beach, in Florida. Il resort dispone di camere eleganti, con un prezzo medio di circa 170 € a notte (dati Hotelscan.com), un bar famoso per i suoi mojito e una piscina a sfioro che sembra confondersi con le onde che si infrangono a pochi metri di distanza sulla spiaggia privata dell’albergo. In Australia infine la leggendaria Sandy di Grease, Olivia Newton John ha aperto tredici anni fa il "Gaia Retreat & Spa" (gaiatrat.com.au), un resort circondato da 25 ettari di scenari incantati nei dintorni di Byron Bay. Capitolo a parte sono gli stilisti. Pioniera è stata Krizia che, alla fine degli anni Ottanta aveva lanciato il "K Club" sull’isola di Barbuda, nelle Antille, subito diventato meta del jet set internazionale. Da allora è cresciuta la lista di stilisti che hanno legato il proprio nome a rifugi d’alta classe divenuti subito un subito un must per i fashion addicted. Come i "Palazzi Versace" di Dubai e Sulla Gold Coast Australiana (palazzoversace.com); i "Bulgari Hotel" di Milano, Bali e Londra (bulgarihotels.com) e la "Lungarno Collection" dei Ferragamo che si ispira allo stile della omonima maison. Giorgio Armani è il proprietario di "Armani Hotel" a Milano, progettato e firmato in ogni suo dettaglio dal Re della Moda e di "Armani Hotel Dubai" che occupa 11 piani dell’esclusivo grattacielo Buri Khalifa di Dubai (Emirati Arabi Uniti). In quest’ultimo le 160 camere vanno dai 45 ai 390 metri quadrati, con prezzi che variano tra 430 e 2.100 € a notte, mentre nei suoi sette ristoranti si possono conoscere le migliori gastronomie del pianeta e, nell’Armani Privé, si esibiscono dj di fama nazionale.
/ Turismo
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IL FAI? UNA MACCHINA DA GUERRA! Intervista alla Presidente Regionale FAI della Toscana Sibilla Della Gherardesca
A cura di Carla Cavicchini
Maremma!!! Un termine molto in voga da parte dei toscani, usato come esclamazione mentre allargano le braccia, nella terra dei butteri, a lungo malata a causa della malaria, che continua a conservare il patrimonio ineguagliabile delle proprie bellezze. "Un luogo magico − osserva Sibilla Della Gherardesca, Presidente del FAI (Fondo Ambientale Italiano) Regionale della Toscana − nonché pregiata zona vinicola unica anche per la visione dell'Elba con lo sfondo della neve sulla Corsica, con quelle luci che illuminano la Capraia, la Gorgona e poi tutti quei boschi, colline, le pinete, tramonti spettacolari che incendiano l'aria! Un vero e proprio sogno." Prosegue la contessa osservando che è molto legata a quella zona, anche perché "I miei antenati, i Longobardi scesi dalla Pannonia, si stabilirono proprio lì, tanto che un pezzo della costa tra Cecina e Piombino, sulle vecchie mappe, si chiama La Gherardesca; il primo registrato dei nostri antenati è San Walfredo conte, che fondò un’abbazia dietro Castagneto Carducci obbligando moglie e figli/e a farsi monaci e monache. Tuttavia, dopo questo periodo veniva raffigurato col cappello da vescovo e lo spadone in mano. Insomma, nonostante la nostra famiglia sia rimasta con meno terre e meno potere, rimane la felicità d'essere in questo castello castagnetano edificato intorno all'anno mille” È così piacevole ascoltare questa raffinata signora bionda, dai modi posati ed eleganti. A Castiglioncello di Bolgheri si gode d'una veduta spettacolare. Ci sono progetti per il vecchio borgo? “Non è un borgo, bensì una castello con un piccolo cimitero. Da tempo, poiché a Bolgheri i maschi nella famiglia Della Gherardesca non c'erano più, è passato alle femmine. Portato in dote da Clarice Incisa Della Rocchetta − che però era Clarice Della Gherardesca − che aveva sposato Mario Incisa, primo presidente del “WWF”, nonché inventore del 'Sassicaia'. Ricapitolando il castello è degli Incisa tramite Clarice Della
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Gherardesca − la madre di Niccolò Incisa − sorella di Carlotta Antinori anche lei Della Gherardesca, madre del marchese Piero Antinori". Parliamo di terreni generosi grazie anche all'oro degli ulivi che preservano anche il paesaggio. "Senza dubbio, d'accordo, tuttavia hanno preso il sopravvento le vigne, ciò anche grazie al marchese Mario Incisa Della Rocchetta che con Takis, suo enologo, fece quel vino straordinario che risponde al nome di Sassicaia. I vigneti sono onnipresenti e molte, veramente molte le persone che li vogliono acquistare grazie a quel vino che nasce in maniera assolutamente spettacolare." Che anche lei apprezza! "Amo quello buono, ma anche quelli modesti che non hanno niente da invidiare! Noi della casa lo adoriamo, tanto che mio fratello afferma che...” non lo produciamo ma lo beviamo!" Bene. Entriamo adesso nel vivo del FAI, fondo ambientale italiano. "Volentieri, osservando che la Toscana non possiede solamente il teatrino di Vetriano in Lucchesia, il più piccolo del mondo, ma abbiamo goduto anche del lascito a San Gimignano della Torre Campatelli; il FAI ha molti beni seppur difficili da mantenere, metterli a reddito è una manna dal cielo. Chiede se si cementifica troppo? Veramente il FAI si ammoderna giorno per giorno! L'ultimo convegno è stato sull'acqua, sulla importanza del suo salvataggio quale risorsa vitale. Nel 2017 con alla siccità ne è andata persa un quantitativo pari al lago di Como, pensiamo poi alla dispersione dei vecchi acquedotti. Da qui l'impegno di coinvolgere le istituzioni , non solo per non morire di sete, ma incrementando un uso razionale anche nell'agricoltura, rendendo più efficienti gli invasi e soprattutto senza sprecarla cominciando noi stessi, poiché il piccolo fa tanto. Un sorso d'acqua, un'occhiata per l'ora al polso, rassicurante, mentre osserva che
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a Pistoia e Pisa entro l'anno verrà fatta una buona campagna di sensibilizzazione. Ci racconta della presa gestione del Giardino della Kolymbethra ad Agrigento, che ha consentito di rimettere in funzione un antico sistema di captazione acquifero d'impianto cartaginese e che vengono gestiti i cicli dell'acqua nella proprietà Kolimbetra, mentre a Pontadesco vengono restaurati i poderi rifacendo i terrazzamenti come si facevano un tempo. La Presidente prosegue citando l'impegno portato nelle scuole, con quei 35.000 apprendisti ciceroni, tutti motivati ed entusiasti, fondamentali nelle giornate FAI autunnali e primaverili. "Il 2017 è stato un buon anno per noi, al momento viene restaurata l'abbazia di Santa Maria a Cerrate in Puglia, il podere Case Lovara, Punta Mesco, le saline di Contivecchi in Sardegna, il Castello dell'Amata. Insomma, siamo una macchina da guerra con la sede milanese che consta di 200 dipendenti, nonché migliaia e migliaia di persone sul territorio capaci di salvare il paesaggio che poi è la nostra bellezza, salvare l'ambiente dall'inquinamento, tutelando i nostri bei monumenti. Quando vedo una costruzione brutta, sul vertice d'una collina... mamma mia, mi si stringe il cuore, con quei comuni che, purtroppo, talvolta partecipano a tutto questo. Tuttavia nutro fiducia negli italiani."
Con la natura che a volte si ribella... “Si, pertanto è doveroso salvare il nostro patrimonio. L'Italia è tutta bella, ed è giusto che anche il turismo seppur di massa, che può essere colto ed intelligente, torni e ritorni nel nostro Stivale. Quanto al “mordi e fuggi”, hanno diritto anche loro, anche se ci vorrebbe più decenza, senza quei vestiti scollacciati, dando dignità ai luoghi visitati. Personalmente giro la Toscana come una pazza: a Cortona ho adorato letteralmente le chiese: quella di San Niccolò ed ancora Montepulciano, Montecchio, Castiglion Fiorentino, con li attorno stranieri meravigliosi." Non solo Toscana... "Ma nooo, ci mancherebbe, mi sposto ovunque: adesso vado a Milano, una città da scoprire, dopo l'Expò sale ancora e anche li il turismo arriva visitando il bel Duomo, i musei, quelle strade così particolari, ed ancora magnifici palazzi con quei giardini attorno." Ma lei da grande cosa vuol fare? "Sono libera come l'aria, come un fringuello che va a trovare amici e figli. Mi occupo del FAI che mi regala grandi soddisfazioni, anche se ero soddisfatta anche prima." La vita non sempre è tutta rosa. "Si, c'è da mettere in conto anche questo.
novembre\dicembre 2018 Ciò che mi successe anni fa... (ndr. uno dei figli morì in un incidente di caccia) un dolore pazzesco, poi il tempo e la fede aiutano. Oggi è una bellissima giornata di sole ed in questo palazzo Antinori, ove filtra sempre il sole, sarò eternamente grata al marchese Piero Antinori, lontano cugino, figlio di un Della Gherardesca, che ci ha dato questi bei locali luminosissimi per una cifra affittuaria incredibile, ragionevolissima, con addirittura luce e telefono pagato, pulizie comprese. Un vero e proprio benefattore." Come si diventa soci? "Innanzi tutto, ad ottobre, l'iscrizione viene a costare 29 euro anziché 39 . Ricordo che "Fai per me" offre tutta una serie di convenzioni ed altro ancora per la visita di musei, ristoranti, negozi, etc. Quanto ai "luoghi del cuore" − la cui scadenza è il 30 di novembre ed è biennale - si muove attuando una votazione per ciò che interessa al singolo cittadino. Praticamente segnalazioni su ciò che c'è da preservare, aiutare, raccogliendo anche denunce. Tutto quello che fa cuore per essere sintetici, ridisegnando la geografia. Le prime tre opere verranno sovvenzionate, sul sito si trovano tutte le informazioni. Tra le sue molteplici attività c'è stato anche l'impegno professionale a Pitti. "Si, continuo ad andare a "Pitti Uomo" come pierre incontrando giornalisti di grandi testate, ho lavorato faticosamente i primi anni per problemi logistici, avendo però poi l'escalation con Marco Rivetti, Luigi Settembrini. A 60 anni andai in pensione, rimanendo tuttavia sempre consulente . Adesso amo godermi la libertà dei viaggi e delle belle amicizie che reputo fondamentali".
ISCRITTI FAI SUL TERRITORIO: 172.0000 PRESIDENZE REGIONALI: 19 DELEGAZIONI VARIE GRUPPI FAI: 89 GRUPPI GIOVANI: 87 VOLONTARI SUL TERRITORIO: 7.500
APPRENDISTI CICERONI: 35.000 VISITATORI NEL 2017: 860.000 BENI FAI 57 DI CUI APERTI AL PUBBLICO 35 IN QUANTO VARI IN FASE DI RESTAURO. Foto ©: ermess / Shutterstock.com
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BOLOGNA CITTÀ D’ARTE, D’AFFARI E DI FIERE
/ Turismo A cura di Cinzia Meoni
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Studenti, turisti e uomini d’affari. Bologna nell’ultimo periodo è decollata divenendo, anche grazie allo sviluppo dell’aeroporto Guglielmo Marconi e dell’alta velocità su doppio binario (Freccia Rossa di Trenitalia e Italo), uno dei principali poli fieristici, congressuali e d’affari del Paese. Se infatti il mondo della finanza resta in qualche modo relegato su Milano, il capoluogo dell’Emilia-Romagna è divenuto un polo di attrazione per numerosi distretti che sono il vero e proprio motore dell’economia del Paese. Il Food&Beverage prima di tutto, su cui sono stati riaccesi i riflettori, soprattutto internazionali, anche grazie all’inaugurazione un anno fa di Fico (acronimo di Fabbrica Italiana Contadina), l’enorme progetto di Oscar Farinetti dedicato all’eccellenze dell’intera catena alimentare italiana (dalla produzione alla ristorazione). Non è caso che proprio da Fico, e non in una singola realtà la cui storia sia in qualche modo
FIERA, FICO E PALAZZI STORICI AL CENTRO DI UN TURISMO D’AFFARI IN ESPANSIONE
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legata al prodotto, sia partita la candidatura a patrimonio immateriale dell’Unesco delle Città del Tartufo italiane (57 comuni che condividono cultura e passione per il mondo incantato dell’oro nero e bianco nascosto nella terra dei nostri sottoboschi). Una candidatura destinata a fare una lunga strada e, incrociando le dita, a ottenere quel riconoscimento internazionale in grado di fare da volano ai diversi territori, alle loro eccellenze ed economie. I motori, in seconda battuta, visto che proprio nell’area a cavallo tra Bologna e la vicina Modena sono nati brand icone nel mondo per le due (Ducati) e le quattro ruote (Lamborghini e Ferrari). In terzo luogo, la moda grazie alla realtà para distrettuali come Centergross che ospita 240 brand e 98 aziende del settore o eccellenze del Made in Italy come il gruppo “fast fashion” Teddy (con i brand Terranova, Rinascimento, Calliope e Miss Miss) che sfiora il miliardo
di ricavi all’anno. Ma anche una serie di eccellenze propriamente industriali che costituiscono un modello d’affari per l’Italia e per il mondo: da Ima, società della famiglia Vacchi attiva nel settore del packaging, fino al centro della Philip Morris di Crespellano in cui la società americana ha investito un miliardo di euro per produrre gli “heatstick” tabacco compresso destinato agli “Iqos” che riscaldano senza bruciare il tabacco, eliminando quindi la fonte di ogni male. Un impianto quest’ultimo che il colosso Usa prende come modello per la conversione degli stabilimenti di mondiali del gruppo. Ecco quindi che la Città delle Torri, la Grassa e Colta Bologna, diventa sempre più un crocevia d’affari, di creatività e di turismo business. D’altro canto, Bologna è in qualche modo l’ombelico d’Italia grazie a una posizione strategica a soli 35 minuti da Firenze, un’ora da Milano, due ore da Roma e un’ora e mezza da Venezia.
A differenza di altre realtà “business” tuttavia, il capoluogo dell’Emilia Romagna riesce ancora ad offrire ai propri ospiti una dimensione intima e accogliente grazie a un centro storico facilmente percorribile a piedi anche sotto la pioggia (i 40 km di portici rendono la città un luogo unico al mondo) che fornisce una cornice perfetta per ogni evento dai meeting one to one (all’Hotel Portici, a 500 metri dalla stazione e a pari distanza dal centro, si può affittare una suggestiva ghiacciaia di età medioevale, costruita sotto la Rocca di Galliera voluta da Papa Giovanni XXII, partendo da 250 euro, catering escluso) a un incontro destinato a centinaia di persone che può persino essere ospitato a Palazzo Re Enzo, un elegante edificio del XIII secolo ristrutturato nel 1771 da Giovanni Giacomo Dotti e, nei primi anni del 1900, da Alfonso Rubbiani. Qui, al centro di Piazza Maggiore, negli stessi luoghi dove fu tenuto prigioniero per oltre vent’anni Re
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Enzo di Sardegna, figlio di Federico II di Svezia, oggi ci sono saloni affrescati e illuminati da imponenti lampadari di cristalli dove si svolgono spesso manifestazioni dedicate all’eccellenze gastronomiche del territorio come Enologica che presenta la varierà dei vini della regione e Tour-Tlen dedicata al vasto mondo del tortellino bolognese, arte antica che continua a stupire sia nelle variazioni più classiche che in quelle innovative. A Bologna comunque sono oltre 120 gli edifici tra storici e “unconventional” dove allestire eventi dal carattere inconfondibile, senza poi considerare il quartiere fieristico, tra i principali del Paese (un nome su tutti: Cosmoprof, il salone dedicato al beauty), e gli spazi aperti da Fico e destinati al mondo dell’enogastronomia. Il Convention Bureau di Bologna Welcome può essere un valido appoggio grazie ai 70 operatori rappresentati tra centro congressi, sedi alberghiere, dimore storiche e sedi non convenzionali. Quel che rende unica la Città delle Torri è poi l’ampia offerta di proposte per il tempo libero che, oltre alle classiche attrazioni storiche e museali (non per altro Bologna è sede della prima università al mondo), promuove tour inconsueti alla scoperta di un territorio dagli scenari suggestivi e caratterizzato da una creatività che si declina in mille attività. Percorsi che possono essere organizzati da singoli turisti d’affari o meno o da gruppi precostituiti anche come momento di aggregazione “leisure”. Attraverso Bologna Welcome, ad esempio, si può prendere parte a un tour di un’intera giornata alla scoperta del mondo del tartufo italiano. Il tour (230 euro a persona, transfer compreso, per un minimo di otto persone) mostra la “caccia” al tartufo nei boschi sui colli bolognesi intorno a Savigno, in Valsamoggia, con il tartufaio e il suo cane; la trasformazione del prodotti a livello d’impresa (presso Appennino Food, azienda da poco meno da 10 milioni di euro di giro d’affari con una cinquantina di impiegati e terzo operatore al mondo nel settore) per poi concludere in bellezza con una degustazione nei numerosi locali dell’area. Per una serata davvero speciale la Trattoria Amerigo 1934, fondata nel 1934 a Savigno, è una destinazione da non perdere. Qui si deve assolutamente provare l’uovo montato Amerigo, un’opera
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d’arte da gustare con gli occhi prima che con le papille gustative (l’uovo, cotto in forno a 150° gradi, presenta un albume montato come una meringa con un tuorlo liquido, magari guarnito con il tartufo bianco) e gli gnocchi di patate di tolè. Il locale ha una tradizione orami quasi centenaria e, attraverso i piatti e le etichette presenti in carta, lo chef Alberto Bettini, nipote dei fondatori Amerigo e Agnese e già premiato da una stella Michelin, si fa portavoce di un territorio, delle sue eccellenze e della loro stagionalità. Il tutto in un ambiente familiare dove il tempo sembra essersi fermato negli anni ‘30. Il piano inferiore è dominato da toni scuri e dall’atmosfera vintage, mentre al primo piano Gino Pellegrino, decoratore e scenografo a Hollywood (ha firmato, tra l’altro, anche Mary Poppins), ha affrescato un’intera sala con il «Bosco delle meraviglie» per illustrare la stagionalità del menù. Sempre in Valsamoggia, nel centro storico di Bazzano, l’enoteca La Zaira propone una cucina che mette al centro gli ingredienti locali con un’ampia selezione di vini. Se si preferisce un percorso di degustazione vini davvero particolare, a poca distanza, si possono scoprire i prodotti di Orsi Vigneto San Vito: vini naturali prodotti da agricoltura biodinamica, accompagnati, per chi vuole da ortaggi e taglieri derivati dall’allevamento di maiali di razza Mora Romagnola allo stato semibrado (la degustazione dei vini è gratuita, mentre i taglieri, su prenotazione costano 20 euro, e per chi si innamora dell’antico casale circondato da un parco secolare e affacciato su una piscina, si può prenotare una camera a 130-160 euro a notte). Non mancano le possibilità di organizzare tour tra aziende produttrici delle eccellenze enogastronomiche del territorio, dall’aceto balsamico al prosciutto Dop, dal parmigiano ai vini dei colli o per cantine (da 150 euro a persona compreso transfer e pranzo). Gli amanti dell’adrenalina possono, poi, sperimentare la velocità a bordo di una Lamborghini o di una Ferrari su circuito (a partire da 565 euro circa) per sentirsi piloti per un giorno in sicurezza ma lontano dall’autovelox, un’esperienza unica che non ha eguali nel Paese. Nella bella stagione, infine, da non perdere il tour in Vespa… proprio come cantavano i Lunapop vent’anni fa.
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/Turismo Finito l’autunno sale la voglia di vacanze sulla neve. Sci da discesa certamente, ma anche snowboard, freestyle (fuoripista), fondo, slittino, fatbike, ciaspole, curling, pattinaggio sui laghetti ghiacciati, slitte trainate da mute di cani (sleddog), ski touring per rifugi, scialpinismo in notturna dove si sale con le pelli e si scende su piste "riservate" dopo aver trascorso la serata in rifugio, winter walking, zipline invernali (dove praticamente si vola appesi a un cavo, come a Ischgl su canyon , boschi e piste), snow yoga, montagne russe sulla neve, percorsi in mongolfiera, aprés ski scatenati, passeggiate in carrozze trainate da cavalli in Engadina, Val Pusteria in Val Fiscalina circondati dal paesaggio invernale immacolato, pigri pomeriggi trascorsi in spa sempre più attrezzate e serate “gambe sotto il tavolo” a recuperare le forze con le specialità dell’enogastronomia alpina. E, per chi sceglie la prima neve (fino alle
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festività natalizie o per tutto il mese di gennaio), non mancano offerte particolarmente interessanti per provare le novità della stagione. Che sono numerose, sia in quanto a piste (come i due nuovi tracciati a Courmayeur), sia in quanto impianti (come la funivia trifune realizzata da Leitner Ropeways sul Matterhorn Glacier Paradise di Zermatt, con interni di Pinifarina, quattro cabine tempestate di Swarovski e persino il pavimento in vetro trasparente che permette di godersi il paesaggio glaciale), sia in quanto a strutture (il People Hostel di Les Deux Alpes; Le Massif di Courmayeur che comprende, tra l’altro appartamenti e un hotel a cinque stelle e il Sunny Valley Kelo Mountain Lodge, situato a 2700 metri nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, dove si dorme circondati solo dal silenzio e dalla neve). Senza dimenticare poi che l’inizio di stagione è spesso costellato di appuntamenti
da non perdere come il concerto di Jason Derulo il 24 novembre a Ischgl incluso nel prezzo dello skipass (65 euro il giorno del concerto, ma valgono sia i cumulativi sia lo stagionale che costa 788 euro per gli oltre 200 km del comprensorio che offre 75 impianti di risalita); l’Oktoberfest il 13 ottobre a Stubai con una versione a 2900 metri della festa della birra e gli sportivi incoraggiati a indossare abbigliamento e attrezzatura vintage, i Krampus (maschere “indiavolate” che scendono nelle valli per le Feste) in Alto Adige, i mercatini di Natale e gli appuntamenti gourmand in Alta Badia (il 17 dicembre è previsto il Dolomites Most Esclusive Brunch seguito, il giorno successivo, dai sommelier in pista). Ecco quindi alcune delle proposte più interessanti per l’inizio della stagione della neve sull’intero arco alpino. A cavallo tra Piemonte e Val D’Aosta, nel comprensorio che unisce Alagna,
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TUTTE LE NOVITÀ DELLA NUOVA STAGIONE DI SCI A cura di Cinzia Meoni
Gressoney, Champoluc e, da questa stagione, anche l’Alpe di Mera (che in futuro fungerà da ponte per il comprensorio di Cervinia, Zermatt e Valtournanche), si parte con un’iniziativa da non perdere: "Sciare Gratis" valida dall’8 al 23 dicembre; dal 5 gennaio al 10 febbraio e dal 16 marzo a fine aprile. Trascorrendo una vacanza di almeno tre notti in una delle strutture aderenti alla promozione, sarà possibile scoprire le piste del Monterosa Ski non a caso definite “freeride paradise”, con uno skipass gratuito o scontato al 50 per cento. A Limone Piemonte, invece, il resort Fiocco di Neve propone un pacchetto a 310 euro a persona che comprende 3 giorni e 2 notti con la formula B&B, incluso skipass e merenda pomeridiana valido da inizio stagione fino al 23 dicembre e in seguito dal 7 al 27 gennaio e dall’11 al 31 marzo. Nelle stesse date il pacchetto "Emozioni d’inverno" 5 giorni/4 notti, sempre in formula B&B costa 640
euro a persona. In Lombardia, l’Hotel Sport di Santa Caterina Valfurva propone il ponte di Sant’Ambrogio (9-12 dicembre) a 195 euro in mezza pensione e in camera doppia: un’offerta da non perdere. Se poi si vuole trascorrere un’intera settimana (sette notti) al di fuori dalla solita routine, esplorando i 40 km di piste di Santa Caterina che distano meno di 50 metri dalla porta di ingresso dell’hotel o le piste, a portata di macchina, di Bormio e della vicina Livigno (dove si può anche concedersi una serata di shopping esentasse in attesa del Natale), si sale a 350 euro in mezza pensione, inclusa un’ immersione nell’autentica cucina valtellinese. Qui il "gusto per la tradizione" regna sovrano: dalla reception alle camere, i legni e la pietra richiamano la tradizione alpina, alle pareti le riproduzioni di antiche cartoline testimoniano il fervore che da oltre un secolo anima la Valfurva e in cantina una preziosa collezione di vini d’epoca. Se poi il
meteo non dovesse essere ottimale si può sempre provare ad organizzare, tramite l’Hotel Sport, escursioni sul territorio in bici, le fat bike dalle ruote gigantesche che fanno presa anche sul ghiaccio e, volendo, dispongono anche di un motore elettrico. Sulle Dolomiti, tradizionalmente, la stagione parte con una formula davvero ghiotta: una giornata di soggiorno, sci e noleggio attrezzatura in omaggio ogni quattro, oppure otto giorni al prezzo di sei. Al Bad Moos-Dolomites Spa Resort di Sesto, in Val Fiscalina, con il "Dolomiti Super Première" (9-22 dicembre), quattro giorni in mezza pensione incluso skipass e uso gratuito dei mezzi pubblici partono da 475 euro a persona. L’hotel si trova dietro agli impianti della Croda Rossa che portano a 100 km di piste di ogni livello di difficoltà. Con lo Ski Pustertal Express, il treno della Val Pusteria, si raggiunge comunque Plan de Corones in meno di mezz’ora. In Alta
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Badia invece l’Hotel Posta Zirm di Corvara, dove i cent’anni di storia e tradizioni ladine alle spalle oggi si declinano all’insegna del benessere (con attenzione anche alla cucina vegana) e del feng shui (grazie a una zona benessere dedicata di oltre mille metri quadrati), quattro notti sono proposte al prezzo di tre partono da 570 euro fino alle feste di Natale. La struttura si trova nel cuore di Corvara e proprio alla partenza del Col Alt da cui intraprendere il leggendario SellaRonda. In Valle Aurina infine la stagione inizia con il pacchetto “Skipass Gratis” valido dall’1 al 22 dicembre 2018. All’A&L Wellnessresort, a ridosso degli impianti di risalita del Klausberg, quattro pernottamenti in premium all inclusive compresi 3 giorni di skipass per lo skiworld Valle Aurina, un giro sull’Alpine Coaster KlausbergFlitzer, libero utilizzo della A&L Vital Spa, a partire da 620 euro a persona. Qui si scia circondati da oltre 80 vette che superano i 3mila metri di altitudine, una volta riposta l’attrezzatura, ci si può rilassare in una spa da oltre 5mila metri quadrati e con ben sei le piscine compresa la spettacolare Sunset Sky Pool nella Sky Lounge che permette 16 metri di nuoto con vista sulle montagne. Chi preferisce il fondo può scegliere il Vitalpina Hotel Icaro sull’Alpe di Siusi con i suoi 80 km di piste dedicate. L’hotel propone, dal 15 dicembre 2018 al 31 marzo 2019, il “Pacchetto per gli amanti dello sci di fondo” comprensivo di: sette notti, sette giorni di ticket per le piste da fondo, un Trehs Gel gambe, un massaggio Vitalpina per schiena e gambe (50 minuti), un trattamento Sport Trehs con coppettazione e massaggio, ideale dopo l’attività fisica (50 minuti). Il tutto a partire da 1.089 euro a persona. Gli amanti delle escursioni sulla neve possono invece trovare un alloggio all’Hotel Lärchenhof di Maranza che organizza tre escursioni invernali alla settimana, a piedi o con le ciaspole nel cuore della Val Pusteria, racchette da neve e bastoncini telescopici sono a disposizione gratuitamente. A Maranza inoltre ci si può divertire sulla pista naturale per gli slittini illuminata artificialmente sull’Alpe di Fane, piste di pattinaggio su ghiaccio, gite su slitte trainate da cavalli, fiaccolate e tornei di curling.
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QUANTO COSTA SCIARE SKIPASS DOLOMITI SUPERSKI •Giornaliero: 61 € •Stagionale: 810 € fino al 24 dicembre, poi 870 € SKIPASS SKIRAMA DOLOMITI (Madonna di Campiglio) •Giornaliero: 57 € •Stagionale: 865 € STAGIONALE VAL D'AOSTA •Permette di sciare anche a La Rosière in Francia e ad Alagna in Piemonte: 1050 € •Se si vuole sciare anche Zermatt (Svizzera): 1239 € SKIPASS LA THUILE PICCOLO SAN BERNARDO •Giornaliero: 46 € SKIPASS COURMAYEUR •Giornaliero: da 47 € (escluso Natale e febbraio) SKIPASS BRUIL-CERVINIA, VALTOURNANCHE •Giornaliero: 48 € •Giornaliero con Zermatt: 66 € SKIPASS PILA •Giornaliero: 45 € MONTEROSA SKI (Alagna, Gressoney, Champoluc), inclusa la risalita all’Indren •Giornaliero: 50 € •Stagionale: 770 € BORMIO SKIPASS •Bormio: 43 € •Sei giorni consecutivi: 221 € •Stagionale (incluso Santa Caterina, Cima Piazzi-San Colombano): 695 € SKIPASS SILVRETTA (Ischgl, Samnaum, Galtur, Kapp e See) •Giornaliero: 54,5 € •Stagionale: 788 €
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LA FOTOGRAFIA DEL CIRCO BIANCO IN NUMERI 1000 MILIONI
Il “Circo Bianco” in Italia vale all’incirca un miliardo tenuto conto della spesa in lezioni sci, dell’attrezzatura e degli skipass, s sale 10,5 miliardi tenendo conto anche delle strutture dedicate all’accoglienza e alla ristorazione.
Una solida nicchia di italiani in costante crescita (+4,3%) cerca per le vacanze in montagna luoghi insoliti, autentici, al di fuori dei circuiti più classici dello sci come Sauze d’Oulx, Champoluc e Torgnon.
42,3%
4,3%
Solo il 42,3% di coloro che pensa a una vacanza in montagna durante l’inverno ha come “priorità mentale” la pratica di uno sport. La ricerca di benessere e relax, così come del godimento di paesaggi incontaminati, è prevalente. D’altro canto, il 60% degli sciatori si dedica all’attività in pista per sole 3 ore giornaliere.
Lo zoccolo duro di chi cerca località famose e un sistema di servizio garantito, come a Cortina d’Ampezzo, Courmayeur, Madonna di Campiglio, sestiere, Bormio e Livigno, è in crescita del 2,5%
53,1%
I vacanzieri della montagna invernale trascorrono a tavola 3 ore e 52 minuti, il 27% in più che in una qualsiasi altra tipologia di vacanza). Per questo la ristorazione in pista diventa centrale. A vincere sono quelle baite informali con un elevato livello di qualità nelle preparazioni da raggiungere, volendo, anche in moto slitta. Come in Alta Badia e a Santa Caterina
12%
232 MINUTI
Gli swingers, ovvero gli sportivi in grado di praticare diverse tipologie di sport della neve, sono un target particolarmente apprezzato per le località alpine: spendono infatti il 12% sul territorio rispetto agli altri turisti. In genere sono uomini sotto i 32 anni.
(dati JFC-Skipass Panorama Turismo)
2,5%
Le famiglie con i bambini rappresentano il target primario (il 53,1%) delle destinazioni montane.
40.000 I nuovi praticanti all’anno di sci da discesa sono 40mila in crescita dell’1,8%, il dato di raffronta con i 5500 praticanti di sci alpinismo in più all’anno (+6,3) e con il 5200 praticanti il freestytle in più all’anno (+4%). La quota di mercato dello sic da discesa è del 56,5%, seguito dalle ciaspole (13,3%), dallo snowboard (12,9%), dal fondo (7,6%), freestyle (3,3%) e scialpinismo (3,2%).
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START UP: SHAREWOOD, LA UBER DELLE ATTREZZATURE Noleggiare o affittare: il dilemma quando si tratta di attrezzature sportive dai costi non proprio modesti regna sovrano. Nelle diverse località alpine è difficile trovare offerte, per un’attrezzatura completa da sci (casco, sci completi di attacchi, bastoncini), a meno di 40 euro. Al di là dei tradizionali canali, da qualche mese, è presente sul mercato una piattaforma innovativa che può, a tutti gli effetti, essere paragonata a Uber, almeno come idea di fondo. Sharewood si propone come la prima piattaforma per il noleggio di attrezzatura sportiva (principalmente destinata agli sport invernali, alle attività acquatiche e all’universo della bicicletta) e di esperienze tra privati in grado di aggregare le migliori offerte sul territorio a livello di noleggio. Quanto ai numeri, l’affitto stagionale di un’attrezzatura completa da sci per una persona adulta a Milano parte da 80 euro, a Gressoney da 100 e a Cervinia da 140 euro. Chi noleggia stabilisce il prezzo su cui la piattaforma trattiene una commissione (del 15% circa). Chi cerca seleziona, prenota e ritira la sua scelta. La società è nata ad aprile 2014 in una mansarda a Milano dall’idea di Piercarlo Mansueto di dare a un numero crescente di persone la possibilità di coltivare la passione per il turismo esperienziale e lo sport all’aria aperta. La formula della startup si propone di “reinventare” in maniera dinamica la nicchia del turismo attivo, sportivo e sostenibile con offerte fuori dalle solite rotte del turismo di massa. Nell’ultimo anno Sharewood ha raddoppiato la propria community passando da 75.000 a 150.000 persone che hanno scelto i servizi proposti dalla società (noleggio attrezzatura sportiva e, in seconda battuta, prenotazione di esperienze outdoor e organizzazione di vacanze attive). "Abbiamo voluto offrire un’alternativa di viaggio all’insegna della natura e dell’outdoor, valorizzando le nostre competenze e conoscenze in ambito di turismo
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attivo e sportivo" afferma Mansueto, fondatore e amministratore delegato di Sharewood. Entro il 2018 la piattaforma prevede di arricchire il proprio network con nuove agenzie partner, con particolare attenzione a quelle basate sulle destinazioni oggi più strategiche per lo sviluppo di Sharewood: Italia, Spagna, Paesi Scandinavi, Nord America, Argentina, Cuba, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Thailandia, Giappone, Irlanda, Islanda e Israele. L’obiettivo è quello di diventare sempre più un tour operator completo che proponga esperienze su misura all’aria aperta e riesca a quadruplicare il numero dei viaggiatori della piattaforma.
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LEITNER ROPEWAYS, LA REGINA MONDIALE DELLE NEVI PARLA ITALIANO Per chi scia Leitner Ropeways è un’icona, ma per il mercato è una multinazionale formato famiglia che batte bandiera tricolore. Fondata a una manciata di km dal Brennero, a Vipiteno, nel 1888 da Gabriel Leitner, Leitner Ropeways è leader mondiale negli impianti a fune che, è bene precisarlo, sono sempre più spesso utilizzati anche all’interno delle città metropolitane per gestire la complessa viabilità urbana. L’azienda si è sempre contraddistinta per l’innovazione e la qualità dei prodotti fino a divenire uno dei leader mondiali (tramite Leitner Ropeways e Poma) dell'innevamento artificiale (con Demaclenko) e dei battipista (tramite Prinoth). Oggi il gruppo Leitner, che negli anni ha diversificato le attività perfino negli impianti eolici (tramite Leitwind) e nella produzione di onde artificiali (a Snowdonia nel Galles), occupa 3.240 lavoratori in giro nelle diverse succursali sparse nel mondo, sfiora il miliardo di fatturato annuo (per la precisione l’ultimo esercizio si è chiuso con ricavi pari a 873 milioni di euro) e continua a investire somme importanti (43 milioni) in ricerca e sviluppo pur di non perdere il primato. L’impresa, in origine specializzata nella costruzione di macchine agricole, funivie per il trasporto di materiali, turbine idrauliche e segherie, debutta nel settore degli impianti a fune per il trasporto di persone nel 1908, quando Leitner partecipa alla realizzazione del primo impianto a fune per il trasporto di persona di tutta l’Europa centrale, quello della funivia del Colle a Bolzano. Negli anni il primato di Leitner passa anche dalla realizzazione e collaudo, a Corvara, della prima seggiovia italiana ("Col Alt") nel 1947, fino alla prima bifune "moderna" a movimento continuo a Ortisei e alla prima seggiovia automatica CD4 con azionamento diretto a Ladurns nel 1998, per proseguire con la prima cabinovia monofune a 10 posti a Plan de Corones nel 2010, l’impianto monofune a movimento continuo più lungo del mondo a Bursa, in Turchia, nel 2014 e Symphony, la nuova cabina con design Pininfarina (prima sul Ghiacciaio dello Stubai e, da poco, anche sul Piccolo Cervino). La società, rilevata da Michael Seeber a inizio degli anni ’90, è oggi guidata da Anton Seeber, punta a chiudere l’anno con un fatturato di oltre 900 milioni di euro e godrà, oltre dell’impianto trifune inaugurato poche settimane fa a Zermatt dopo oltre tre estati di lavoro (e,
complessivamente, 52 milioni di franchi di investimenti), anche di numerosi impianti a fune che faranno la gioia di sciatori e amanti della neve. In particolare, come spiega la società, in Italia è prevista la realizzazione di cabinovie a: San Martino di Castrozza in Trentino; Valles in Alto Adige; Champoluc in Val d’Aosta e due in alta Val Venosta ancora in Alto Adige. Sono in via di ultimazione seggiovie: a Sesto Pusteria, ad Asiago, in Val Badia, Pinzolo, Castelrotto e a Vipiteno (a Montecavallo è previsto un impianto Telemix che alterna seggiole a cabine). Per quanto poi riguarda l’arco alpino, in Austria, a Kitzbühel (dove oramai Leitner ha realizzato oltre 15 impianti negli ultimi anni), la società sta completando la costruzione di una cabinovia (con cabine firmate Pininfarina) e di una nuova seggiovia. Cabinovie sono in via di realizzazione anche nella valle Zillertal vicino a Innsbruck e nel Salisburghese a Kaprun. Sempre nel Salisburghese anche un impianto telemix (seggiole e cabine) a Obertauern con le seggiole rivestite in loden. In Svizzera dopo il Piccolo Cervino a Zermatt, la società sta completando la realizzazione di una cabinovia ad Andermatt. In Germania, a Berchtesgaden in Baviera sono tre i nuovi impianti previsti (una cabinovia e 2 seggiovie). In Francia le cabinovie in via di realizzazione nei centri sciistici più celebri sono cinque (Val d’Isere, Alpe d’Huez, Tignes, Courchevel). Altrettante le seggiovie in programma. Leitner Ropeways è protagonista anche nell’Europa dell’Est, paradiso dello sci “low cost” (ma solo per i prezzi) con destinazioni sempre più conosciute e apprezzate che, proprio per questo, stanno aumentando gli investimenti nei diversi comprensori. Romania (nuova seggiovia esaposto nel comprensorio sciistico di Muntele Mic.), Bulgaria (nella ex località di villeggiatura della famiglia reale bulgara, il Borovets Resort nei Monti Rila, la società sta costruendo una nuova seggiovia esaposto) e Macedonia (è fase di ultimazione una seggiovia esaposto nel comprensorio sciistico di Popova Šapka, uno dei più antichi del Paese, solo un’ora di auto da Skopje) si preparando per una nuova era. Da non dimenticare, infine, la presenza nei Paesi scandinavi con tre seggiovie pronte a entrare in funzione in Svezia e il grande progetto trifune a Voss in Norvegia che verrà ultimato il prossimo anno.
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/ Recensione
TEMPORARY SHOP: PER VENDERE E FARSI CONOSCERE (IN TEMPO DI CRISI) A cura della Redazione
Scritto da Massimo Costa, pubblicista e autore di libri sulla moda e sul retail, dieci anni fa ha fondato, insieme ad alcuni imprenditori, l’associazione Assotemporary, aderente a Confcommercio e leader nel settore degli spazi temporanei. Il manuale, pubblicato dalla casa editrice Franco Angeli, tratta della formula commerciale dei temporary shop, definita come l’ultima frontiera del retail e dotata di proprie regole e di un contratto studiato appositamente. Nato in
Inghilterra all’inizio degli anni Duemila, il fenomeno dei temporary store si è diffuso in Italia a partire dal 2005. Ancora una volta, Milano si è dimostrata la città più ricettiva allo sviluppo di questa formula, che si è intensificato negli ultimi anni, venendo a configurare un nuovo elemento di attrattività e di cambiamento di scena delle principali arterie commerciali. Il fatturato dei temporary shop ha ormai superato gli 80 milioni di euro nell’ultimo anno, non solo
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TEMPORARY SHOP: PER VENDERE E FARSI CONOSCERE (IN TEMPO DI CRISI)
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M. COSTA
Massimo Costa, laureato in giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano, è pubblicista e autore di libri sulla moda e il retail. Ha fondato, con alcuni imprenditori, Assotemporary, Associazione aderente a Confcommercio, leader nel settore dei Temporary Spaces, che proprio nel 2018 festeggia il suo decennale.
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Il fenomeno del temporary shop, nato in Inghilterra agli albori del nuovo millennio, si è diffuso in Italia a partire dal 2005 per poi intensificarsi negli ultimi anni soprattutto a Milano, dove si è consolidato fino a diventare un’innovativa nicchia di mercato. Il fatturato dei temporary shop ha ormai superato 80 milioni di euro nell’ultimo anno e a innervarlo non è soltanto l’offerta dei locali ma anche l’indotto: dal catering agli arredi, dalla comunicazione all’organizzazione di eventi. Un mix di servizi, correlati alla location, che richiedono un approccio sempre più professionale nella gestione e nello sviluppo degli spazi temporanei. Temporary retailer potrebbe essere il nome di una nuova professione, che permetta di coordinare processi organizzativi complessi, in grado di fornire alle aziende, clienti dei temporary stores, risultati apprezzabili in termini di comunicazione e di vendita. Potremmo dire che “temporary store” è un ossimoro, perché in realtà è uno spazio permanente a disposizione di chi vuole recitare nella scena dello shopping. È anche un’occasione per le strade dove si inseriscono, che acquisiscono un elemento di attrattività e di cambiamento di scena. Ma il temporary shop è, soprattutto, l’ultima frontiera del retail: una formula innovativa, che ha le sue regole, un contratto ad hoc e un’Associazione – Assotemporary – che da dieci anni la studia, la promuove e lavora per la sua definitiva legittimazione.
derivante dall’offerta dei locali, ma anche da un indotto prodotto da un mix di servizi correlati alla location, che spaziano dal catering agli arredi e dalla comunicazione all’organizzazione di eventi. In questo contesto nasce, ed è suscettibile di grandi potenzialità, anche una nuova figura professionale, quella del temporary retailer. Costui è in grado di fornire alle aziende clienti dei temporary store risultati apprezzabili in termini sia di comunicazione sia di vendita.
Massimo Costa
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NEWS IN TOWN A cura di Cinzia Meoni
Le aperture da provare sotto la Madonnina e le novità nell’enogastronomia che, negli ultimi mesi, stanno entusiasmando milanesi e non solo. Dall’Expo del 2015, Milano si è affermata come capitale dell’enogastronomia italiana e punto di riferimento della sperimentazione di nuove idee di ristorazione a livello internazionale. Non passa settimana senza che si senta parlare di nuovi locali, innovativi format gastronomici e catene internazionali nell’ambito della ristorazione (in ultimo Five Guys e Starbucks) pronte a sentire il polso della City tricolore prima di andare alla conquista del Paese. Una realtà che si sta evolvendo rapidamente senza dimenticare, tuttavia, le origini e le tradizioni.
PESCHERIA CON COTTURA Via Tito Speri, 7 Il format in questo nuovo locale a qualche passo dal glamour di Corso Como, ruota intorno al banco della pescheria da cui l’ospite può scegliere il pescato che più l’attrae. Qui si assaggiano i sapori del Mediterraneo a cui possono essere accompagnati vini e cocktail. Il progetto di Fabio Ingrossi nasce in Puglia e si ispira liberamente ai tradizionali fornelli di Cisternino, locali a metà strada tra il banco del macellaio e il bistrot dove si sceglie dal banco il taglio di carne da cuocere nei forni a pietra. Ora, dopo la sperimentazione a Lecce, “Pescheria con Cottura” è approdata anche a Milano dove il ristorante, curato nel design dall’architetto Stefania Tonesello, è diretto da Mimmo Pesano. In cucina regna lo chef Rocco Costantini. Ed è solo l’inizio. L’espansione potrebbe persino portare il concept di ristorazione di qualità veloce al di fuori dei confini italiani.
ATTIMI DI HEINZ BECK Piazza Tre Torri Il progetto, studiato da Heinz Beck con Chef Express (Gruppo Cremonini) si scompone in tre aree: bistrot, aperitivo e fine dining con un’offerta informale dedicata alla Food Coort del CityLife, proprio sotto la Torre Hadid. “Attimi” è un format dedicato a chi vivi la città “in moto perpetuo”, per recuperare il piacere del cibo e di un cucina a tre stelle in una formula nuova, studiata per soddisfare le esigenze di gusto, di stile e di ritmo (sono presenti selezioni per la degustazione in 30 e in 60 minuti).
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CANNATA SICILIAN BAKERY Corso Indipendenza, 5 Il formato, voluto dal messinese Tommaso Cannata (fornaio best in Sicily nel 2016 e unico panificatore all’interno di Chic, Charming italian chef), è a metà tra una panetteria gourmet e un bistrot e, a due passi da Porta Venezia, propone il meglio della tradizione siciliana: arancini, pidoni (una sorta di panzerotti), focaccia messinese, pizza, dolci e cannoli. L’attenzione di Cannata è concentrata sui grani siciliani antichi e sulla lievitazione lenta, elementi che hanno concorso al successo della casa madre messinese (Cattata La Boutique del Pane). Lo spazio peraltro è polivalente e si adatta alla colazione come al pranzo e all’aperitivo con cocktail e una selezione accurata di vini dell’isola, incluse le bollicine siciliane. Un format dinamico e adatto a soddisfare le esigenze di una clientela sempre più attenta. Il locale si sviluppa su due piani laddove fino a pochi anni fa sorgeva uno sportello bancario ed è guidato da Salvatore Cannata, figlio di Tommaso Cannata e quarta generazione di panificatori doc.
AMBARADAN Via Losanna, 36 Un concept diverso e innovativo che, a pochi mesi dall’apertura del suo primo locale (la pizzeria), già raddoppia. Il locale è dedicato agli antipasti di pesce, molluschi e crostacei con cui ci si può divertire a costruire un’intera cena. Per il pranzo è previsto un menù da cinque antipasti (per 14 euro), per la cena si sale a sei antipasti (da 20 euro) e per la cena si arriva a 15 antipasti (il prezzo varia da 40 a 60 euro in base al gradimento espresso dal commensale). Ma soprattutto, quel che distingue questo format dagli altri, è il fatto che il conto lo decidono i commensali in base alla valutazione assegnata al pasto: si va da M (migliorabile), a B (buono) fino a O (ottimo). In quest’ultimo caso la differenza di prezzo va allo staff come guadagno extra.
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SAVE THE DATE A cura di Cinzia Meoni
GLI APPUNTAMENTI PER IL TEMPO LIBERO DA NON PERDERE SU TUTTA LA PENISOLA. IL 2019 COMINCIA ALL’INSEGNA DEI GRANDI SHOW: MUSICA, LUCI, COLORE E DIVERTIMENTO.
4 gennaio BOLZANO PASSION GALA Palaonda di Bolzano Biglietti da 32 euro Le grandi star del pattinaggio sul ghiaccio, guidati dalla regina italiana di questo sport, Carolina Kostner, festeggiano il nuovo anno al Palaonda di Bolzano. All’evento è collegata un'iniziativa di solidarietà a favore degli "Operatori del Sorriso" di Croce Rossa Italiana.
5 gennaio PRISCILLA LA REGINA DEL DESERTO Teatro delle Muse di Ancona Biglietti da 15 euro Va in scena a teatro una vera e propria icona del cinema internazionale “Priscilla la Regina del Deserto” diretto da Stephan Elliott e vincitore tra gli altri, di un Premio Oscar e del Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes. Lo spettacolo, diretto da Matteo Gastaldo e prodotto da All Entertainment, racconta una travolgente avventura “on the road” di tre drag queen che, a bordo di uno scalcagnato autobus rosa (Priscilla per l’appunto), decidono di atraversare il deserto australiano per dare vita a una performance indimenticabile. In un tripudio di piume, parrucche e costumi (oltre 500), battute esilaranti ai limiti della correttezza e hit degli Anni ’ '70 e '80 con tra cui "I Will Survive";
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"Finally"; "It's Raining Men" e "Go West", “Priscilla la regina del deserto” assicura un inizio dell’anno all’insegna del buonumore. Dopo Ancona, la tournée prosegue al Teatro Verdi di Firenze (18-20 gennaio); al Gran Teatro Geox di Padova (25-27 gennaio); al Teatro Alfieri di Torino (1-2 febbraio), al Teatro degli Arcimboldi di Milano (7 ffebbraio-3 marzo) e al Teatro Brancaccio di Roma (7-31 marzo).
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12–26 gennaio LA TRAVIATA Teatro dell’Opera di Roma Biglietti da 22 euro L’opera di Giuseppe Verdi, tratta da La Dame Aux Camèlias di Alexandre Dumas Figlio, va in scena al Teatro dell’Opera di Roma con la regia firmata da Sofia Coppola. La direzione è di Pietro Rizzo, mentre le scene sono firmate da Nathan Crowley e i costumi: Valentino, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli. Sul palco Violetta Valery è interpretata da Jessica Nuccio/Claudia Pavone/Valentina Varriale mentre Alfredo Germont da Antonio Poli/Alessandro Scotto di Luzio/Giulio Pelligra.
3-17 febbraio CRAZY HORSE–FOREVER CRAZY! Teatro Nuovo di Milano Biglietti da 69 euro "Forever Crazy" propone una selezione dei numeri più famosi del cabaret di Parigi, dal leggendario “God Save Our Bareskin”, numero coreografato da un tenente dell’esercito britannico, che apre dal 1989 tutte le serate del locale parigino, fino alle recenti creazioni firmate dal coreografo Philippe Decouflé e dalla regina della lingerie chic Chantal Thomass. Le performance sono esaltate da eleganti costumi, musiche originali, giochi di luci e proiezioni ad alta definizione. Il risultato è uno spettacolo unico, tra arte e divertimento, un caleidoscopio di bellezza, passione e precisione, da non perdere. Il Crazy Horse è stato fondato nel 1951 da Alain Bernardin che ha sviluppato un linguaggio artistico che si avvale di danzatrici classiche e corpi perfetti, vestiti principalmente da proiezioni. Ogni numero è concepito come un quadro moderno e impertinente, progettato intorno al linguaggio coreografico, scenografico e delle proiezioni.
22-27 gennaio The Imperal Ice stars: Cenerentola on Ice Teatro Arcimboldi di Milano Il balletto classico è portato sul ghiaccio a teatro. Uno spettacolo da non perdere dove la tradizione romantica si unisce alle acrobazie più incredibili a fil di lama. “Cenerentola On Ice” è stato ideato e coreografato dal regista Tony Mercer in collaborazione con tre degli allenatori di pattinaggio più stimati al mondo: Evgeny Platov, doppia medaglia d'oro olimpica e quattro volte campionessa mondiale e i campioni mondiali di danza su ghiaccio 2006 e 2007 Albena Denkova e Maxim Staviski. Il cast è composto da 24 campioni olimpici, mondiali ed europei. Stupende interpretazioni di pattinaggio e incredibili figure acrobatiche, vengono eseguite nello spazio di un palcoscenico teatrale ghiacciato. Lo spettacolo vanta straordinari effetti speciali tra cui il fuoco e la pioggia, voli, magnifici paesaggi proiettati raffiguranti la piazza di una città siberiana e un teatro art déco nero e argento e sfarzosi costumi di Albina Gabueva, costumista del Teatro Stanislavskij di Mosca. La produzione può vantare una delle scenografie più costose mai create per uno spettacolo di ghiaccio teatrale da uno dei migliori scenografi australiani, Eamon D'Arcy. “Cenerentola On Ice” ha richiesto 18 mesi di allestimento pre-produzione, con una colonna sonora appositamente composta da Tim A Duncan e Edward Barnwell, entrambi apprezzati compositori contemporanei, e registrata dalla Moscow State Cinematic Orchestra e dalla Manchester Symphony Orchestra.
Dal 14 febbraio al 18 aprile A CHORUS LINE Teatro Nazionale CheBanca!, Milano Biglietti da 26 euro Nuovo allestimento teatrale diretto da Chiara Noschese per il musical del 1975 di Michael Bennet vincitore di nove Tony Award, di un Oliver Award e perfino di un Premio Pulitzer per la drammaturgia. "A Chorus Line" racconta il dietro le quinte di uno spettacolo teatrale, mostrando l’impegno, la fatica, i sogni e il sacrificio di chi vuole disperatamente farcela. La genialità della trama sta tutta nella sua semplicità, un’opera di teatro nel teatro: sul palco un gruppo di ballerini pieni di speranza si presenta a un provino. Sono tutti pronti a farsi giudicare dal regista Zach (interpretato da Michael Douglas nel film del 1985 diretto da Richard Attenborough) per aggiudicarsi un ruolo di linea nello spettacolo di prossima produzione, raccontandosi e condividendo con lui le loro storie. Come nello spettacolo, così nella vita reale, gli stessi artisti, a ogni alzata di sipario, portano in scena loro stessi, determinati nel dimostrare chi sono.
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2 febbraio–10 marzo IL VIOLINISTA SUL TETTO Teatro Nuovo di Milano Biglietti da 39 euro
1-3 marzo SCHOOL OF ROCKS Teatro Sistina, Roma Biglietti da 28 euro
“Il violinista sul tetto” (Fiddler on the Roof), tra i capolavori del teatro musicale americano, approda finalmente a Milano con protagonista Moni Ovadia nel ruolo di Tevye. La storia si sviluppa da un racconto ricco di elementi autobiografici di Solomon J. Rabinowitz ed è stata trasposta nel 1964 per il teatro grazie a tre dei maggiori autori di Broadway (Joseph Stein per l’adattamento, Sheldon Harnick per i testi delle canzoni e Jerry Bock per le musiche ispirate a melodie yiddish).
Il musical rock di Andrew Lloyd Webber che ha già elettrizzato Broadway e il West End approda in Italia con Lillo – Pasquale Petrolo – nei panni di un incallito chitarrista rock che, senza lavoro, per vivere si improvvisa insegnante in un istituto di prestigio, creando una favolosa rock band di bambini. Lo spettacolo è diretto da Massimo Romeo Piparo e porta in scena 25 artisti, con 12 giovanissimi e due band dal vivo: quella del Maestro Emanuele Friello e quella dei ragazzi. La tournèe prosegue poi al teatro Politeama di Genova (3-7 aprile), al Teatro verdi di Firenze (10-14 aprile) e al Teatro Regio di Parma (21 e 22 maggio).
Dal 15 al 24 marzo VICTOR VICTORIA Teatro Nuovo di Milano Biglietti da 39 euro Dopo l’anteprima genovese (5-6 al Politeama), debutta al Teatro Nuovo di Milano “Victor Victoria”, spettacolo tratto dall’omonimo film e portato per la prima volta in scena in Italia nella sua versione originale grazie alla regia di Emanuele Gamba. In una Berlino stordita prima dai fasti e poi dalla miseria della Repubblica di Weimar un’attrice di provincia, Susanne Weber (Veronica Pivetti), approda in città spinta dalla fame e in cerca di scrittura. L’incontro con un collega attore, Vito Esposito (Yari Gugliucci) immigrato italiano, sembra cambiarle la vita. E mentre la città subisce gli umori delle nascenti forze nazionalsocialiste di Hitler in lotta con gli spartachisti dell’estrema sinistra, Susanne e Vito s’immergono negli eccessi della vita notturna weimeriana. La coppia condivide fame, scene e battute e, alla fine, anche sesso e identità: Susanne si sacrifica e diventa... Viktor und Viktoria, cioè un acclamato ed affascinante en travesti. Sullo sfondo di una Berlino anni Trenta, Veronica Pivetti ci racconta una storia piena di qui pro quo, cambi di sesso, di persona e di intrecci sentimentali senza esclusione di colpi.
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L’AGENDA FOOD&WINE 14 gennaio ViniVeri, Assisi 14 gennaio Io Bevo Così a Milano 26-27 gennaio Vignaioli Naturali a Roma. In degustazione centinaia di etichette specializzate nel vino naturale nella scenografica Via Veneto. 1 gennaio Wine&Siena. Nelle scenografie medioevali di Siena possono essere degustati i migliori produttori italiani selezionati tra i vincitori del Merano Wine Award. 14-17 febbraio Sorgente del Vino Live a Piacenza. Tre giorni piacentina dedicata ai vini naturali. 14-17 febbraio I Migliori Vini Italiani a Roma propone banchi d’assaggio con le grandi etichette selezionate dal sommelier Luca Maroni. 23-26 febbraio Golositalia al Centro Fiera del Garda di Montichiari (Brescia). Cento eventi, 700 espositori, aree tematiche (comprese quelle dedicate al bio e alle intolleranze) per quattro giorni di scoperte inebrianti. 3-4 marzo Live Winw a Milano. Olttre 150 produttori protagonisti del salone internazionale del vino artigianale. 9-11 marzo Taste e Fuori di Taste (by Pitti Taste) Salone dedicato alle eccellenze del gusto alla stazione Leopolda di Firenze. A marzo Terre di Toscana a Camaiore, Vinifera a Trento, Taste Alto Piemonte al Castello di Novara.
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COMING SOON Gennaio – febbraio 2019 I principali appuntamenti fieristici del Paese. Date da mettere in agenda per intessere relazioni d’affari. A cura di Cinzia Meoni
8-11 gennaio Pitti Immagine Uomo Firenze Fiera spa-Firenze Fortezza da Basso pittimmagine.com Contatti: +39 055 369.32.00 La manifestazione: Ogni anno, a gennaio e a giugno Firenze diventa per quattro giorni la capitale della moda maschile, attirando su di sé l’attenzione dei media a livello mondiale. Pitti Uomo è da oltre 60 anni uno dei più importanti eventi fieristici dedicati alla moda maschile italiana e, più nello specifico, al prêt-à-porter maschile, con una connotazione più classica e artigianale rispetto alle sfilate milanesi quello milanese. Accanto all’area espositiva di oltre 60mila metri quadri, le quattro giornate della moda fiorentina maschile offrono un calendario ricco di installazioni, vernissage, sfilate, serate di gala e eventi collaterali che coinvolgono l’intera città. Chi non deve perdersela: Fashion addicted e operatori del settore alla ricerca dei nuovi trend.
Foto © www.pittimmagine.com
11-14 gennaio Milano Moda Uomo Autunno/Inverno 2019/2020 Sfilate, presentazioni, feste ed eventi in diversi indirizzi di Milano La manifestazione: Milano Moda Uomo è l’appuntamento internazionale con le novità del prèt-à-porter per uomo presentate dalle maison più importanti della moda italiana. La manifestazione ospita ad ogni edizione più di 100 sfilate e presentazioni e accoglie 1000 giornalisti italiani e stranieri e circa 10.000 buyers. Foto © www.milanomodauomo.it
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12-15 gennaio Expo Riva Schuh 12-15 gennaio GardaBags Riva del Garda, Fiere e Congressi rivadelgardafierecongressi.it Contatti: 0464-52.00.00 La manifestazione: ExpoRivaSchuh è una delle più importanti manifestazioni nelle calzature e riservata agli operatori del settore. Il salone è ormai giunto alla 90a edizione e conta su oltre 11mila visitatori professionali provenienti sia dall’Italia che dall’estero. GardaBags invece, dopo il debutto nella stagione estiva, è al suo secondo appuntamento. Chi non deve perdersela: Fashion addicted e operatori del settore alla ricerca dei nuovi trend.
16-17 gennaio Marca Bologna Fiere Spa, Bologna bolognafiere.com Contatti: 051-28.21.11 La manifestazione: Marca è una mostra-convegno dedicata al mondo della marca del distributore. Si tratta della sola manifestazione dedicata al settore in Italia e la seconda in Europa per importanza. Chi non deve perdersela: Tutti coloro che lavorano nella filiera e sono alla ricerca die nuovi trend di un mondo in espansione. Nella due giorni di relazioni, business, workshop e dibatti, si possono infatti sviluppare relazioni con le principali insegne della grande distribuzione presenti a Marca.
17-20 gennaio Motor Bike Expo Veronafiere Spa, Verona Contatti: 045-82.98.111 veronafiere.it; motobikeexpo.it La manifestazione: Motor Bike Expo è uno dei principali eventi a livello internazionale dedicato alla moto personalizzata ed è in grado di radunare a Verona otre 167mila visitatori. Chi non deve perdersela: Gli appassionati e tutti coloro che, tra le 2mila moto esposte, cerca nuovi trend e occasioni di business.
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17-19 gennaio Pitti Immagine Bimbo Firenze Fiera Spa-Firenze Fortezza da Basso pittimmagine.com Contatti: +39 055 369.32.00
18-23 gennaio VincenzaOro 18-23 gennaio T.Gold Fiera di Vicenza vicenzafiere.it; vicenzaoro.com Contatti: 0444-96.90.00 La manifestazione VicenzaOro è la maggior vetrina al mondo delle eccellenze italiane e internazionali nel comparto oreficeria, gioielleria, argenteria, orologeria e gemmologia. Inoltre, T.Gold apre le porte al mondo dei macchinari e delle tecnologie più innovative destinate al comparto. Chi non deve perdersela: Gli attori del mondo orafo e gioielliero che possono sfruttare il business hub della manifestazione per sviluppare affari, consolidare le relazioni e accedere a mercati in in forte espansione come il Medio Oriente e la Russia.
Foto © www.vicenzaoro.com
17-19 gennaio Pitti Immagine Bimbo Firenze Fiera Spa-Firenze Fortezza da Basso pittimmagine.com Contatti: +39 055 369.32.00
23-25 gennaio Pitti Immagine Filati Firenze Fiera Spa-Firenze Fortezza da Basso pittimmagine.com Contatti: +39 055 369.32.00
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25-28 gennaio Homi Milano Fiera Milano, Rho homimilano.com Contatti: 02-49.97.1 La manifestazione: Homi, il Salone Internazionale della Casa, è una nuova idea di fiera che ruota intorno alla persona e ai suoi stili e ai suoi spazi. In arrivo anche buyer da Argentina, Giappone, Canada, Colombia e Vietnam. Chi non deve perdersela: I protagonisti della filiera che possono trovare nei padiglioni della Fiera nuovi interlocutori internazionali, aprendosi così la strada verso nuovi e redditizi mercati.
31 gennaio-3 febbraio Automotoretrò Lingotto Fiere, Torino automotoretro.it Contatti. 011-66.43.984 La manifestazione: Automotoretrò è il Salone torinese dedicato al motorismo storico, che dal 1983 propone una selezione dei migliori gioielli del passato a due e quattro ruote. Nato dall’iniziativa di quattro soci della Scuderia Rododendri, tra i quali Beppe Gianoglio che ancora oggi in prima persona cura l’organizzazione della manifestazione con Bea Srl, insieme alla rassegna gemella Automotoracing, conta oggi oltre 1.200 espositori e più di 67.000 visitatori, provenienti da tutta Europa. Saranno presenti anche numerosi club che festeggeranno le ricorrenze dei miti del passato: dai 90 anni della Lancia al Centenario della Fiat. Chi non deve perdersela: Gli appassionati di moto d’epoca, collezionismo e investimenti alternativi che, nei padiglioni del Lingotto Fiera possono ammirare alcuni dei modelli più pregiati prodotti da icone internazionali come Fiat, Lancia, Audi, Jeep, Porche, Jaguar, Alfa Romeo, Ducati.
Foto © www.automotoretro.it
1-4 febbraio Arte Fiera Bologna Fiere, Bologna artefiera.bolognafiere.it La manifestazione: Fiera internazionale dedicata all’arte moderna e contemporanea. La direzione artistica è firmata da Simone Menegoi con cui il salone si propone di intraprendere un percorso di pieno rinnovamento. Arte Fiera 2019 invita le gallerie a presentare una scelta ristretta di artisti e incentiva, in particolare, gli stand monografici per privilegiare l’approfondimento e la specializzazione. La fiera si articola in due sezioni: Main Section che spazia dal moderno e dall’arte postbellica a spunti contemporanei di ricerca e Fotografia e Immagini in movimento (affidata alla direzione artistica di Fantom). Chi non deve perdersela: Collezionisti e chi cerca investimenti alternativi.
2-4 febbraio Roma International Estetica Fiera di Roma, Roma esteticainternatinal.it Contatti: 06-65.07.45.21/24 La manifestazione: Salone professionale dedicato alla cosmesi, alla profumeria e alla erboristeria. Sono oltre cento le aziende presenti. Chi non deve perdersela: Tutti coloro che cercano i nuovi trend nella filiera del beauty.
5-7 febbraio Milano Unica - IdeaBiella 5-7 febbraio Milano Unica - Moda In 5-7 febbraio Milano Unica – Shirt Avnue Fiera Milano, Milano milanounica.it; ideabiella.it Contatti: 02-66.10.38.38 La manifestazione: Il salone si propone di offrire la migliore visibilità internazionale al mondo dei tessuti e deli accessori di alta gamma per l’abbigliamento uomo e donna. Milano unica nasce nel settembre del 2005 dall’unione di cinque manifestazioni (Ideabiella, Ideacomo, Moda in, Shirt Avene e Pratotrade). All’interno del salone, Ideabilela, Moda in e Shirt Avenue continuano a mantenere la porpria identità. Chi non deve perdersela: I professionisti della moda che qui possono trovare, in anticipo, le tendenze per la primavera/estate del 2020.
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9-17 febbraio NauticSud Mostra D’OltreMare spa, Napoli nuticsudofficial.it contatti: 081-19.46.59.46
10-13 febbraio Mipel-The Bag show Fiera Milano, Rho-Pero mipel.com Contatti: 02-58.45.1
La manifestazione: Yatch, gozzi, gommoni in anteprima così come motori innovativi e tutte le tendenze del diportismo in Italia vanno in scena a Napoli. Il salone presenta inoltre un fitto calendario di convegni. Chi non deve perdersela: Gli amanti del mare e chi cerca nuove occasioni di business nel settore della nautica.
La manifestazione: Il salone internazionale dedicato alla pelletteria e all’accessorio moda è ormai arrivato alla 115 a edizione e costituisce una vetrina prestigiosa per le aziende del settore. Chi non deve perdersela: Tutti coloro che cercano opportunità di incontro strategiche con buyer designer e stampa internazionale.
10-12 febbraio Bit-Borsa Internazionale del Turismo Fiera Milano City, Milano bit.fieramilano.it contatti: 02-49.97.1 La manifestazione: I Paesi del mondo e la loro proposta turistica vanno in scena a Milano. La Borsa internazionale del turismo propone cinque sezioni: “A bit of taste”, area dedicata al turismo enogastronomico; “I love wedding”, area dedicata alle une di miele, un settore che non conosce crisi, “Bit4job”, per il recruiting nell’ambito turistico; "Betech" e "bit Mice". Chi non deve perdersela: Tutti coloro che cercano un’occasione di lavoro nel settore.
14-17 febbraio AgriTravel & Slow Bergamo Fiera Nuova spa, Bergamo promoberg.it Contatti: 035-32.30.911
19-25 febbraio Milano Moda Donna Autunno/Inverno 2019/2020 Sfilate, presentazioni, feste ed eventi in diversi indirizzi di Milano La manifestazione: Milano Moda Donna è l’evento più prestigioso organizzato da Camera Nazionale della Moda Italiana, con i suoi due appuntamenti all’anno che propongono le sfilate della collezione donna, il momento più atteso dal fashion system internazionale. Milano ospita più di 170 sfilate e presentazioni promuovendo le maison che hanno reso celebre il Made in Italy nel mondo e sostenendo i nuovi talenti che fanno del mondo della moda, un ambito in continua evoluzione.
10-13 febbraio The Micam Fiera Milano, Rho-Pero micamonline.com contatti: 02-43.82.91 La manifestazione: Salone Internazionale leader nel settore calzaturiero. L’evento porta nei saloni della fiera quasi 50mila presenze, 1400 espositori e oltre 2mila collezioni di calzature. Chi non deve perdersela: Per chi opera nella filiera del calzaturiero il Micam è un appuntamento irrinunciabile. Foto © www.milanomodadonna.it
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20-22 febbraio LineaPelle Fiera Milano Rho lineapelle-fair.it Contatti: 02-88.07.711 La manifestazione: Lineapelle è la Mostra Internazionale di pelli, accessori e componenti riservata agli operatori. Punto nevralgico della manifestazione è l'Area Trend, esposizione dei campioni più innovativi forniti dagli espositori: pelli, accessori e componenti, tessuti e sintetici (circa 2.000 campioni in esposizione). Chi non deve perdersela: Tutti coloro che lavorano nella filiera della pelle.
22-25 febbraio White Milano Fiera Milano, Milano Contatti: 051-52.88.104 La manifestazione: Collezioni abbigliamento e accessori donna. Chi non deve perdersela: Fashion addicted e operatori del settore alla ricerca dei nuovi trend.
22-25 febbraio TheOneMilano Fiera Milano City, Milano theonemilano.com Contatti: 02-76.02.20.24 20-22 febbraio MyPlant Garden Fiera Milano, Milano myplantgarden.com Contatti: 02-68.89.080 La manifestazione: Quinta edizione del salone internazionale del verde. Una rassegna completa di prodotti, idee e soluzioni per tutta la filiera del verde. MyPlant conta su quasi 700 espositori e oltre 17mila presenza. Chi non deve perdersela: Chi cerca visibilità e apertura ai mercati internazionali.
20-22 febbraio Filo Fiera Milano City, Milano filo.it Contatti: 02-45.47.21 La manifestazione: Fiera internazionale di filati e fibre per abbigliamento, arredamento e tessili tecnici.
La manifestazione: Il salone riunisce in un’unica manifestazione l’esperienza del Mipap dedicato alla moda prêt-à-porter e del Mifur, dedicato alla pellicceria. Chi non deve perdersela: Buyer e aziende del settore che a TheOneMilano possono incontrarsi e avviare relazioni commerciali su misura.
23-25 febbraio Mido Fiera Milano, Rho mido.com Contatti: 02-32.67.36.73 La manifestazione: Mostra Internazionale di ottica, optometria e oftalmologia conta sulla presenza di oltre 55mila operatori e propone tecnologia d'avanguardia oltre alle nuove linee e tendenze del settore. Chi non deve perdersela: Per gli operatori del settore il Mido è orami un appuntamento irrinunciabile grazie agli oltre 1300 espositori, ai 58mila visitatori professionali che ogni anno affollano i padiglioni di Rho e ai dati in costante crescita.
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