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RACCONTI DI ALVIERO MARTINI

Quando nasce la sua passione per la moda?

“A 14 anni, lavoravo in un negozio di abbigliamento e facevo il garzone di bottega, ovvero il pomeriggio verso le 5 inforcavo la bicicletta e facevo il giro dei 4 sarti per consegnare loro le riparazioni. L'ultimo di questi era il Sig. Mirarchi, calabrese che con la moglie Adelina, mi accolsero sin dal primo giorno con calore e simpatia... nel tempo, mi invitarono a restare a cena con loro e così avrei cominciato ad apprendere a fare orli, accorciare giacche, stringere pantaloni, etc... Mirarchi capì subito che avevo "la mano" per avventurarmi in qualcosa di più grande ed un giorno mi mise sul tavolo una pezza di tessuto gessato, centimetro al collo, manicotti d'ordinanza, e gessetto in mano... "Disegna quello che vuoi, e fai un capo con questo tessuto!" mi disse. Creai una gonna per la mamma, piuttosto semplice, ma fu la prima di una lunga serie di capi, e subito dopo confezionai una giacca per me. E la passione era tanta, anche la riuscita era buona: ed ecco che la sartoria era diventata il mio habitat.”

Come nasce l’iconica linea “1a classe”?

“Sin da piccolo avevo la passione per le carte geografiche e nei vari anni avevo fatto esperimenti, rivestire sassi, rami di alberi, cornici, ma nulla di commerciale. Tra i tanti lavori feci anche l'arredatore, e mi capitò di ristrutturare l'Ambasciata del Brasile a Mosca. Due anni di lavoro intenso, e la vecchia

Ambasciata era tornata ai suoi splendori, in Uliza Gerzena. L'ultimo giro, prima del ritorno a casa, feci una lunga passeggiata per comprare souvenir.”

Invece l’idea della cartina geografica?

“Per amici e parenti. Entrai in una libreria e capitai davanti al reparto mappamondi. Alla parete era appiccicata una mappa del mondo, vecchia e sbiadita, seppure con montagne verdi e mari azzurri. fui folgorato da quella cartina che volli a tutti i costi anche se la commessa voleva darmi quella nuova incartata, ma il fascino ero proprio nella sbiaditura. Dopo una lunga trattativa la ottenni, la portai a casa e senza pensarci due volte appoggiai una vecchia valigia cinese sul tavolo, ne disegnai i contorni e la ritagliai, poichè l'indomani avrei dovuto allestire una vetrina (altro mestiere a me molto caro), e così feci. Il negozio di Pellicceria, Chiavarelli, in via Bocca di Leone a Roma, mi chiamo dopo due giorni dicendomi che entrava solo gente per chiedere il prezzo della valigia! Corsi a smontare la vetrina, portai a casa la valigia e capii che poteva essere quell'idea che sin da bambino cercavo "qualcosa di unico che non aveva mai fatto nessuno”. E così fu. La presentai in America, nella versione coloniale e in tessuto impermeabile. Il successo fu immediato, a New York, come a Tokyo, Seoul, Singapore, Sidney, Honolulu, Los Angeles... tranne che in Italia, che la comprese dopo 4 anni.”

Ci racconti della sua nuova linea ALV / Andare Lontano Viaggiando e il suo target.

“Misi in piedi una vera e propria maison, che gestì fino al 2005 quando i soci finanziatori decisero per una virata drammatica per me: farne un prodotto commerciale. Cosi lasciai Prima Classe e in poco tempo uscii con un nuovo percorso creativo: compiendo viaggi in oltre 90 paesi del mondo, avevo raccolto con cura maniacale tutti i timbri dei paesi "conquistati" e feci una texture con tutti i timbri veri, che chiamai Passport e che ebbe subito un notevole gradimento, e per qualche anno fu un vero e proprio ritorno al trionfo. Poi sopraggiunge nel 2009 la crisi nipponica, poi l'embargo in Russia, il Medio Oriente era sempre più coinvolto nei casi Isis, e infine la pandemia, poi ora la guerra nonché l'avvento dei social: tutto è mutato e seppure continuo a produrre ALV by Alviero Martini , che ha come sottotitolo Andare Lontano Viaggiando, in un mercato mondiale molto più frazionato e senza regole etiche: l-ecommerce ha portato il Cliente ad una bassa cultura sulla conoscenza delle qualità dei prodotti, e dunque ci stiamo adeguando a nuovi criteri di produzione e vendita.”

A proposito di viaggi. Quali sono le sue mete preferite e dove le piacerebbe andare?

“Il posto che mi ha affascinato maggiormente è sicuramente la Turchia, che ho visitato da est a ovest, da nord a sud, in anni precedenti la mia attività di stilista, poi, con l'opportunità dei viaggi che ho fatto per lavoro, devo dire che ho apprezzato tanto la Lapponia Svedese, quanto le Hawai, L'estremo Oriente, in particolare il Giappone, come il Sud America, dove ho trovato il mio "nido" a Ipanema, Rio de janeiro, una delle città più suggestive al mondo. Intendiamoci, ho visitato tutta l'Italia e continuo a farlo e quando mi chiedono qual è il paese più bello al mondo, non ho dubbi: l'Italia!”

100% Made in Italy: che tessuti usate?

“Questo è un equivoco: i tessuti ormai provengono da tutte le parti del mondo e sta nella selezione delle materie più pregiate per confezionare capi di abbigliamento pelletteria. I tessuti Biellesi per esempio, rinomati in tutto il mondo per la grande qualità, sono sempre altamente prestigiosi, ma la richiesta del mercato di prodotti a basso prezzo non ci permette di usarli se non con parsimonia.”

Quale sarà il futuro dell'artigianato di alto livello in Italia?

“Già prima della Pandemia, con la crisi, molti laboratori hanno chiuso i battenti e con l'arrivo del covid si sono proprio decimati. Speriamo che la politica, il governo aiuti l'imprenditoria Italiana, la migliore al mondo a far fronte a questa drammatica situazione e si veda al più presto riprendere le attività artigianali, anche se ci vorrà molto tempo.”

Progetti futuri che può svelarci?

“Mai come ora l'attività di "sorvegliare" i movimenti dei mercati è d'uopo, e con la richiesta di eco sostenibilità dobbiamo veramente dribblare tra vecchi e nuovi metodi lavorativi. Comunque credo che per molti anni ancora la clientela cercherà le materie prime come lana, cotone, seta, lino, e sarà più attenta alle fibre contaminanti. La moda poi seguirà le richieste del pubblico, spesso ignorando le stravaganze, quelle che per intenderci vediamo in passerella, atte solo a stupire e lanciare nomi, che in breve si adeguano a prodotti vendibili.”

Classica domanda di rito: i 5 brani della sua Playlist di Spotify

• Voices di ddp, Lii, Eileen

• Slow Burn di Moski, Elayan Boynton

• Crazy Like Me di Emmit Fenn

• Closer di Two Laines

• Heartbeat di Claptone

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