Bergamo Salute - 2019 - 51 - luglio/agosto

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numero

51

Anno 9 Luglio | Agosto 2019

www.bgsalute.it Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale DL 353/2003 (Conv. in legge 27/02/2004 N.46) Art. 1 comma 1 LO/BG

3 0 MI L A

COPIE

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Estate ATTENZIONE ALL’OTITE DEL NUOTATORE

20

Dieta “senza” TRA FALSI MITI E VERITÀ

34

Bambini COME PREVENIRE LE SCOTTATURE

42

Carbossiterapia CO2 CONTRO LA CELLULITE

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14

Oliviero Bosatelli

La mia sfida alle montagne correndo giorno e notte

Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 1


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numero

51

Anno 9 Luglio | Agosto 2019

www.bgsalute.it

) EDITORIALE 5 Buona estate ) SPECIALITÀ A-Z 6 Endocrinologia Obesità. La chirurgia, da sola, non basta 8 Ginecologia Vaginiti in estate 10 Oculistica Cataratta, come riconoscerla e curarla 12 Otorinolaringoiatria Estate e mal di orecchie: otite del nuotatore in agguato ) PERSONAGGIO 14 Oliviero Bosatelli La mia sfida alle montagne correndo giorno e notte ) IN SALUTE 18 Stili di vita Viva Vittoria. Lavorare a maglia per la condivisione e contro la violenza 20 Alimentazione La dieta “senza” tra falsi miti e realtà 24 Per dimagrire bevi più acqua ) IN ARMONIA 26 Psicologia Un corpo da leggere: il significato dei tatuaggi 28 Coppia L’amore non va in vacanza

) IN FAMIGLIA 30 Dolce attesa L’importanza della corretta respirazione in gravidanza 34 Bambini Scottature da sole in età pediatrica 36 Bambini “digitali” e vacanze 38 Ragazzi Tabacco e giovani: crescono i consumi tra i ragazzi e le ragazze ) IN FORMA 40 Fitness Non solo “gomito del tennista” 42 Bellezza Carbossiterapia. Quando l’anidride carbonica diventa alleata di bellezza ) ATS INFORMA 44 Caldo. Da Ats Bergamo i consigli su alimentazione, medicinali e comportamenti corretti ) RICETTA 52 Crema di semi 53 Bicchierini di crema di tofu di canapa alle olive 54 Cipolla rossa in fiore ) RUBRICHE 56 Altre terapie I rimedi “dolci” per sconfiggere il jet lag 58 Guida esami Demenza. Un percorso multidisciplinare per riconoscerla

60 Animali Estate. Come aiutare i nostri amici a quattro zampe ) DAL TERRITORIO 62 News 64 Farmacie Il counseling approda in farmacia 67 Malattie rare Sindrome di Poland 68 Testimonianza Costruendo velieri in miniatura combatto contro il Parkinson ) STRUTTURE 70 Avis Lombardia ) PROFESSIONI SANITARIE 72 Ingegneri della salute ) REALTÀ SALUTE 74 Viktor Physio 77 Ottica Gazzera 79 9 Coop Centro Infermieristico Polispecialistico 81 Tecno System Srl Allegato centrale: Amici di Bergamo Salute

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EDITORIALE

Buona estate ”Mai esporsi al sole senza crema”. “Meglio evitare le ore più calde della giornata”. “In questa stagione bisogna bere almeno due litri di acqua al giorno”. Quante volte avrete sentito ripetere queste frasi. Ogni anno, ogni estate (ancora di più in queste ultime settimane di allerta caldo). Eppure, stando alle statistiche, gli italiani non sarebbero esattamente dei modelli da seguire in quanto a buo-

ne abitudini estive. Ecco allora che, come dicevano gli antichi latini, “repetita iuvant”, ovvero “le cose ripetute aiutano”. E così in questo numero non mancano consigli per esporsi al sole senza scottarsi, soprattutto quando si tratta di bambini, e per imparare a bere acqua a sufficienza per essere più energici e contrastare il caldo. Troverete poi informazioni sulla cura e prevenzione delle vaginiti estive, i consigli

per non fare scoppiare la coppia sotto l’ombrellone e per evitare l’otite del nuotatore... E sempre a proposito di caldo, non dimenticate che anche i nostri amici a quattro zampe lo soffrono: ecco perché anche per loro è importante adottare le giuste precauzioni. Quali? Scopritelo insieme a noi e soprattutto ai nostri esperti. Non ci resta che augurarvi buona lettura e… buona estate!

Adriano Merigo

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SPECIALITÀ A-Z

ENDOCRINOLOGIA

Obesità La chirurgia, da sola, non basta Approccio multidisciplinare pre e post intervento e consapevolezza psicologica e nutrizionale per mantenere i risultati negli anni ∞  A CURA DI MASSIMO VALVERDE

L’obesità è ormai ufficialmente ritenuta essere una patologia epidemica di tipo globale, considerata come uno dei più grandi problemi di salute del XXI secolo. I recenti dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono allarmanti: dal 1975 la prevalenza a livello mondiale dell’obesità e del sovrappeso nella popolazione è quasi triplicata e si è oramai attestata intorno al 25-30%, coinvolgendo non solo i Paesi cosiddetti “sviluppati”, ma anche e maggiormente quelli “in via di sviluppo”. Le armi per combatterla efficacemente spaziano dall’educazione alimentare alla chirurgia. Sin dal primo apparire di questa nuova epidemia silenziosa (e delle malattie a essa correlate quali il diabete, la dislipidemia e l’ipertensione, tutte pato6 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

logie racchiuse nell’unico termine di “sindrome metabolica”), oltre a una soluzione clinica, logicamente e fondamentalmente basata su una potente azione di “educazione alimentare” per la quale è ovviamente richiesta una collaborazione attiva e permanente da parte dei pazienti, si è fatta via via sempre più strada la soluzione chirurgica. A seconda dei casi la chirurgia può essere effettivamente l’unica soluzione possibile per tentare di salvare la vita del paziente (e questo avviene all’incirca nel 15 % di loro) ma può anche essere vissuta dai pazienti come un modo “magico” e deresponsabilizzante per “risolvere” il loro problema senza un reale impegno continuativo sia psicologico che di volontà (e questo in genere vale nel restante 85%). Questa tipologia di chirurgia oggi denominata

“Chirurgia Bariatrica“ affonda le sue radici procedurali in divese tecniche operatorie che inizialmente sono state principalmente mutuate dall’esperienza pregressa sia

DOTT. MASSIMO VALVERDE Specialista in Endocrinologia, Ginecologia, Farmacologia e Tossicologia Direttore Sanitario Centro Medico MR Bergamo


della chirurgia traumatologica e di guerra che da quella oncologica e dell’apparato digerente, e sono state gradualmente affinate nel tempo, e questo a partire principalmente dalla “diversione bilio-pancreatica” e dalle sue diverse varianti, oramai è nota a livello mondiale, e che venne ideata e applicata dal professor Nicola Scopinaro di Genova a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, e che ha rappresentato la storica pietra miliare di tutta questa successiva nuova branca della chirurgia, denominata per l’appunto “Chirurgia Bariatrica”.

DUE TIPOLOGIE DI INTERVENTO > I cosiddetti interventi restrittivi, tra i quali il più conosciuto è sicuramente la gastroplastica riduttiva (sleeve gastrectomy), che permette una notevole perdita di peso in un tempo che può andare da 12 a 24 mesi. Inevitabilmente però dopo questo periodo l’intervento tenderà a perdere la sua efficacia se il paziente non avrà “imparato” a modificare in modo duraturo e definitivo il suo stile alimentare. > Interventi che provocano malassorbimento, tra i quali il più noto è sicuramente la già citata diversione

MENO INVASIVITÀ E PIÙ SICUREZZA CON LA LAPAROSCOPIA Un impulso assolutamente essenziale per lo sviluppo di tutta la chirurgia bariatrica è stata l’introduzione delle tecniche di chirurgia laparoscopica che hanno permesso di rendere assolutamente meno invasive e più sicure tutte queste procedure.

bilio-pancreatica con tutte le sue varianti, che di fatto e compatibilmente come diversi fattori, tra i quali principalmente l’età del paziente, ha rappresentato e rappresenta ancora oggi il gold standard degli interventi bariatrici “definitivi”, poiché provoca effetti permanenti sulla reale capacità di assorbire le proteine ed i grassi contenuti in ciò che si mangia. Resta comunque il fatto che entrambe queste due tipologie di intervento necessitano assolutamente che nel post-operatorio i pazienti operati seguano attentamente delle precise regole alimentari, costituite soprattutto dalla necessità di assumere costantemente sia un’adeguata integrazione di elementi quali ferro, magnesio, potassio e calcio e sia di vitamine.

L’IMPORTANZA DEL FOLLOW UP E DI UN SUPPORTO QUALIFICATO E PLURISPECIALISTICO Parallelamente all’evoluzione delle tecniche chirurgiche e del numero di chirurghi che le applicano, è stata sviluppata una rete di supporto per i pazienti costituita dalla consulenza psicologica, necessaria per valutare globalmente il paziente e la sua reale idoneità all’intervento proposto, e sia da una costante valutazione nutrizionale post-chirurgica (che deve essere sempre svolta da un medico in possesso delle necessarie abilità e qualifiche) che è assolutamente necessaria per individuare i bisogni rispetto sia alle modalità nutrizionali e sia agli integratori alimentari che dovranno essere prescritti al paziente. Sfortunatamente, a un anno dall’intervento e per svariati motivi, una buona fetta dei pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica tende a lasciare volontariamente il programma di

controllo post-operatorio al quale dovrebbe sottoporsi (o peggio segue soluzioni “fai da te” che spesso comportano degli effetti collaterali gravi e ovviamente imprevisti). È ormai accertato che questo atteggiamento li espone a non pochi rischi che sicuramente con il passare del tempo tenderanno a presentarsi in modo sempre più preoccupante, a fronte anche della scarsità di figure sanitarie di tipo clinico in possesso delle necessarie abilità e qualifiche già menzionate (e quindi non sostituibili da biologi, nutrizionisti, dietisti ospedalieri e altre figure “non mediche”) e che, soprattutto, siano adeguatamente formate in questo specifico ambito, in quanto, oltre ai piani di controllo alimentare già accennati, questi medici devono essere in grado di interfacciarsi positivamente con questa tipologia di pazienti per poi valutare e gestire in modo efficace sia gli effetti e sia i fenomeni secondari tipici di questi interventi, prescrivendo gli opportuni esami di valutazione ed eventualmente impostando i corretti rimedi. Infatti nell’organismo dei pazienti operati si creano delle carenze sia metaboliche sia di assorbimento e tali conseguenze spaziano dalla sfera endocrinologica a quella riproduttiva e non raramente a quella psicologico-comportamentale. Solo con dei medici adeguatamente preparati è quindi possibile impostare una corretta terapia farmacologica e una terapia nutrizionale adeguata, ragionata e accettata dal paziente in modo che sia poi realmente in grado di seguire - non solo nel breve ma anche e soprattutto nel lungo temine - le indicazioni e le prescrizioni fornitegli per mantenersi sempre in buona salute… “magri sì, ma con giudizio perché in questo campo i miracoli dietetici e chirurgici non esistono”. Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 7


SPECIALITÀ A-Z

GINECOLOGIA

Vaginiti in estate Le forme più comuni, le cause e le terapie ∞  A CURA DI GRAZIA LOMBARDO

In estate sempre più donne ricorrono alle cure del ginecologo perché affette da disturbi genitali che interessano l’area vulvovaginale, le cosiddette vaginiti. Le forme più comuni in questa stagione sono le candidosi e le vaginosi batteriche. Conosciamole più da vicino.

FUNGHI E BATTERI I COLPEVOLI Le candidosi ricorrono in forma acuta o cronica recidivante. La candidosi vaginale è una malattia tipica dell’età riproduttiva e si riscontra in circa il 15% delle donne in questa fase della vita, portatrici nelle loro secrezioni di Candida albicans un fungo che appare al microscopio sotto forma di filamenti. La trasmissione è molto facile perché molte persone sono portatrici abituali della candida (nella cavità orale e vaginale, nelle feci etc.). I sintomi sono bruciore, prurito e perdite biancastre simili a latte cagliato; in fase acuta possono associarsi arrossamento e gonfiore in sede vulvovaginale. Le vaginosi batteriche, invece, si manifestano con perdite bianco grigiastre maleodoranti, 8 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

dall’odore simile al pesce putrefatto. Il germe più comunemente responsabile di questa forma di vaginite è la Gardnerella vaginalis, un batterio che si sviluppa bene nella mucosa vaginale sotto l’influenza di normali livelli di estrogeni. Il contagio molto sovente avviene con il rapporto sessuale ma anche attraverso agenti inquinanti.

ALLA BASE? UN’ALTERAZIONE DELL’EQUILIBRIO DELLA FLORA VAGINALE La vagina è un organo cavo che mantiene un ecosistema in perfetto equilibrio con l’ambiente esterno, grazie alla presenza di una ricca flora batterica “buona”, i lactobacilli di Doderlein, un vero sistema tampone contro la proliferazione dei germi patogeni “cattivi”. I lactobacilli di Doderlein appartengono principalmente alla specie Lactobacillus acidophilus la stessa sfruttata nella produzione di alcuni yogurt da bere e integratori ricchi in probiotici. Si tratta di batteri che proteggono la vagina attraverso svariati meccanismi: metabolizzano il glicogeno presente nel

trasudato vaginale producendo acido lattico, ne consegue una diminuzione del pH vaginale < 4.5 (tale acidità rappresenta una difesa dell’ambiente vaginale contro gli attacchi dei germi patogeni); producono perossido di idrogeno ad attività antimicrobica. In generale qualsiasi fattore che altera l’equilibrio interno dell’ecosistema vaginale può determinare l’insorgenza di processi infiammatori e infettivi. I principali fattori di rischio per lo sviluppo di vaginiti durante la stagione estiva, in particolare, sono di due tipi: modificabili e non modificabili. Tra i fattori non modificabili ci sono: > l’età. Donne in età fertile presentano una quota ormonale di estrogeni che favorisce il mantenimento del pH vaginale acido e l’ambiente vaginale ben lubrificato e idratato mentre le donne in menopausa presentano un maggiore rischio di infiammazione dovuto alla carenza di estrogeni che mantiene il pH basico. Questo crea un ambiente vaginale asciutto e poco idratato facile terreno per l’insorgenza di


infezioni; > il sesso. L’anatomia dell’apparato genitale femminile mostra una brevità del condotto e una stretta vicinanza del tratto uretra-vagina e orifizio anale che facilita la risalita di germi contaminanti il tratto intestinale. Tra quelli modificabili ci sono invece: > lo stile di vita, e in particolare: la dieta, poiché durante il periodo estivo aumenta il consumo di dolci, bibite zuccherate, alcolici e cibi lievitati (i microorganismi responsabili delle vaginiti si

nutrono di dolci e lieviti); > il clima caldo umido, che favorisce il ristagno delle secrezioni vaginali creando un microambiente ideale per la proliferazione della candida e di altri patogeni; > l’uso di biancheria sintetica colorata; > l’eccesso di igiene intima; > bagni in mare o in piscina e l’esposizione ad ambienti troppo affollati che espone a fattori contaminanti come l’utilizzo di bagni pubblici e spogliatoi, la condivisione di costumi e biancheria intima; > rapporti sessuali non protetti, spesso occasionali, che comportano un maggiore rischio di infezioni sessualmente trasmissibili; > l’uso di antibiotici che abbassa le difese immunitarie e altera l’equilibrio della flora batterica intestinale e vaginale; > l’uso di contraccettivi orali che crea un ambiente vaginale asciutto e poco lubrificato, generando irritazione locale e infiammazione; > malattie croniche dismetaboliche come il diabete.

INDUMENTI IN FIBRE NATURALI, DIETA LEGGERA POVERA DI ZUCCHERI E IGIENE INTIMA “SU MISURA” PER PREVENIRLE

DOTT.SSA GRAZIA LOMBARDO Specialista in Ostetricia e Ginecologia Politerapica Seriate

La strategia di prevenzione per contrastare le forme di vaginiti più comuni nel periodo estivo si basa innanzitutto su alcune buone abitudini: > seguire una dieta leggera, povera di zuccheri e carboidrati complessi;

> ridurre l’assunzione di bevande alcooliche; > aumentare l’apporto di acqua e sali minerali per mantenere una buona idratazione cellulare; > adottare delle norme igieniche semplici come utilizzare indumenti poco stretti, di fibre naturali come il cotone, non colorate; > evitare l’utilizzo di salvaslip o assorbenti interni; > curare l’igiene intima con l’utilizzo di detergenti adatti non fai da te secondo il parere del ginecologo curante; > utilizzare il preservativo (anche per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate).

LE CURE: DAGLI OVULI AI FARMACI VIA BOCCA, CON UN OCCHIO SEMPRE A PROBIOTICI E FERMENTI LATTICI La terapia in uso per curare le forme più comuni di vaginiti batteriche e micotiche comprende la terapia sistemica per os (bocca), che prevede l’utilizzo di antibiotici e antimicotici, con dosi e tempi di somministrazione stabiliti a secondo della gravità della sintomatologia, e la terapia topica locale con medicamenti somministrati per via vaginale sotto forma di ovuli o creme. Importante è poi, sia come misura preventiva sia curativa, assumere probiotici o fermenti lattici nelle svariate forme: bustine, granulato, compresse, ovuli e creme. Il meccanismo d’azione è quello di ristabilire la flora batterica buona e contrastare la flora batterica cattiva mantenendo così un microambiente vaginale sano. Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 9


SPECIALITÀ A-Z

OCULISTICA

Cataratta come riconoscerla e curarla ∞  A CURA DI GIULIO LEOPARDI

Ogni anno in Italia vengono eseguiti circa 500 mila interventi di cataratta, patologia che colpisce 1 persona su 4 dopo i 70 anni. La cataratta è l’opacizzazione del cristallino, la lente posta all’interno dell’occhio, che consente di mettere a fuoco le immagini sulla retina. Può colpire uno o entrambi gli occhi compromettendone la visione. Oggi è possibile recuperare la qualità visiva con un intervento veloce e indolore in day surgery.

SE LA “LENTE” DELL’OCCHIO SI OPACIZZA L’opacamento del cristallino, la lente interna all’occhio che focalizza le immagini sulla regione centrale della retina, denominata macula, provoca offuscamento della vista, peggioramento del contrasto nella visione, insorgenza o aggravamento della miopia. Nelle fasi iniziali, la cataratta in genere causa solo un modesto disturbo della vista che spesso si risolve con una variazione della gradazione delle lenti 10 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

degli occhiali. Progressivamente, però, la vista peggiora diventando sempre più offuscata.

L’INVECCHIAMENTO, LA CAUSA PRINCIPALE Nella quasi totalità dei casi, la cataratta è causata dal fisiologico processo di invecchiamento dell’organismo. Anche la familiarità gioca un ruolo importante nelle cause di questa patologia. Un ruolo di prevenzione potrebbe essere giocato dal riparo agli UV solari con semplici occhiali da sole. Esistono però alcune forme che possono comparire in giovane età, dovute a farmaci, traumi, patologie oculari e familiarità.

LA TERAPIA? UN CRISTALLINO ARTIFICIALE SU MISURA Per curare la patologia, nei casi in cui la visione è compromessa, si rende necessario l’intervento chirurgico, praticato abitualmente in anestesia topica, cioè instillando sulla superficie oculare solo colliri anestetici. Consiste nella rimozione del cri-

stallino naturale ormai opacato e contestualmente nell’impianto di una lente artificiale, che sostituisce la capacità diottrica del cristallino asportato. Attualmente sono disponibili anche cristallini artificiali costruiti su misura per ogni occhio (lenti premium) con caratteristiche tali da poter correggere gradi più o meno elevati di astigmatismo o permettere la visione sia da vicino sia da lontano senza l’utilizzo degli occhiali (cristallini multifocali, come le lenti progressive degli occhiali). Le moderne tecniche prevedono l’uso di una sonda metallica, fatta vibrare da ultrasuoni ad altissima frequenza (la cosiddetta facoemulsificazione) e introdotta nell’occhio attraverso un taglio o breccia chirurgica di circa due millimetri, che frantuma e asporta il cristallino catarattoso. Attraverso lo stesso taglio viene posizionato un cristallino artificiale pieghevole. L’intervento viene condotto con tecnica extracapsulare, cioè viene conservata la sottile capsula posteriore del cristallino naturale, su


cui viene posizionato quello artificiale. Frequentemente, uno o due anni dopo l’intervento di cataratta, questa capsula può opacizzarsi e viene rimossa da un trattamento laser ambulatoriale. L’attuale orientamento privilegia l’utilizzo di lenti intraoculari statunitensi approvate dall’FDA (il Ministero della Salute americano), considerate attualmente le più sicure ed efficaci, sia per quanto riguarda i cristallini artificiali standard, sia per le lenti premium. L’impianto di cristallino artificiale, in sostituzione del cristallino opacato, rappresenta il più grande progresso dell’intervento di cataratta negli ultimi trent’anni. Se non venisse impiantato, infatti, il paziente sarebbe costretto a utilizzare occhiali molto forti con lenti spesse o lenti a contatto.

LA VALUTAZIONE PREOPERATORIA Per il successo dell’intervento è determinante l’attenta valutazione pre-operatoria sia dello stato generale della persona sia delle condizioni dell’occhio con esami

di alta specializzazione oculistica: ecografia ed ecobiometria che danno i valori esatti del cristallino da utilizzare; microscopia endoteliale che consente di valutare le cellule della cornea; attenta osservazione della retina, che è la struttura nervosa dell’occhio. Per i pazienti che presentano alterazioni più o meno accentuate del fondo oculare connesse con l’età o con il diabete (per citare le più frequenti cause di maculopatia) è utile prevedere anche uno screening strumentale con angioOCT o con fluorangiografia affinché possa essere perfettamente valutata la funzionalità retinica.

è consigliato un riposo a letto di qualche ora durante il giorno, soprattutto per le persone anziane. Sono normali bruciori oculari e sensazione di corpo estraneo (un buon occhiale da sole e la costante instillazione dei colliri consigliati al momento della dimissione risolveranno in gran parte questi problemi). Il paziente potrà tornare alle sue occupazioni abituali in due o tre giorni.

TEMPI DI RIPRESA RAPIDI E SOLO UN PO’ DI BRUCIORE DOPO L’INTERVENTO A un taglio così piccolo come quello praticato, corrisponde un periodo riabilitativo breve, che permette una discreta visione già nelle prime ore dopo l’intervento e una visione piena, in relazione alle condizioni oculari, già 15-20 giorni dopo l’intervento. Nei primi giorni

DOTT. GIULIO LEOPARDI Specialista in Oftalmologia Responsabile Unità di Oculistica Policlinico San Pietro Ponte San Pietro

L’evoluzione dell’intervento: il Femtolaser, solo per pazienti selezionati Negli ultimi anni si è affacciato, anche nell’intervento della cataratta, l’uso del femtolaser, laser che emette una luce infrarossa della durata di un femtosecondo (un milionesimo di miliardesimo di secondo). Questo strumento prende il posto del bisturi tradizionale nelle prime fasi dell’intervento, con una precisione impensabile per la mano umana. Il vantaggio consiste nella maggiore accuratezza nella fase del taglio della porzione anteriore della capsula del cristallino e questo permette una maggiore precisione nell’impianto del cristallino artificiale, in particolare nel caso di utilizzo di una lente premium. La seconda parte dell’intervento viene condotta comunque con la tradizionale tecnica chirurgica della facoemulsificazione. Quindi le complicanze più temibili dell’intervento di cataratta (l’infezione attraverso la breccia chirurgica e la rottura della capsula posteriore su cui adagiare il cristallino artificiale) presentano le stesse probabilità che riscontriamo con le tecniche abituali. L’intervento di cataratta femtoassistito si pratica solitamente in occhi che non presentino patologie concomitanti alla cataratta. Solo poche strutture pubbliche in Italia hanno messo a disposizione dei propri pazienti questo strumento per Il suo elevato costo di gestione.

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SPECIALITÀ A-Z

OTORINOLARIGOIATRIA

Estate e mal di orecchie: otite del nuotatore in agguato ∞  A CURA DI GIOVANNI DANESI

Tuffi in piscina, bagni al mare, immersioni subacquee. L’estate può essere una stagione a rischio per le nostre orecchie a causa della cosiddetta “otite del nuotatore”, infiammazione favorita dal ristagno di acqua nel condotto uditivo. Ma l’acqua non è la sola “colpevole” del disturbo. Un ruolo decisivo è giocato da un’eccessiva pulizia.

DOLORE, GONFIORE E ISPESSIMENTO DELLA PELLE, I SINTOMI DA NON SOTTOVALUTARE L’“otite del nuotatore” è una forma di otite esterna, cioè un’infiammazione che interessa la cute del condotto uditivo esterno. È conosciuta con questo nome perché in generale chi nuota molto, soprattutto in piscina, mantiene la pelle del condotto uditivo esterno sempre bagnata. 12 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

Questo porta la cute a lacerarsi o a essere attaccata da batteri presenti nell’acqua. Può sopraggiungere quindi infiammazione, dolore, edema (gonfiore) della cute e ispessimento. In alcuni casi, il contatto continuo con l’acqua e il cloro può portare a una dermatite o dermatosi cronica.

MENO RISCHI IN MARE Il bagno in mare o piscina mantiene un livello molto alto di umidità nel condotto uditivo esterno. Soprattutto in estate, quando il tasso di umidità è elevato, l’acqua fa più fatica a evaporare e porta alla macerazione della cute, all’attacco di germi che sono già presenti e

IL CERUME? NON DEVE ESSERE RIMOSSO COMPLETAMENTE Un’abitudine diffusa ma dannosa è cercare ossessivamente di togliere il cerume. La sua presenza è fisiologica e ha una funzione protettiva, di barriera ed è un anti-batterico naturale. La presenza di cerume non è quindi sintomo di scarsa igiene. È sufficiente asportare quel poco cerume che affiora, per via centrifuga, dal condotto. Il resto va lasciato. La pulizia ossessiva, tra l’altro, altera lo strato lipidico della barriera cutanea e favorisce quindi l’insorgenza di infezioni.


quindi all’infezione. È importante però distinguere: fare il bagno in mare (purché pulito, certo…), paradossalmente, comporta meno rischi rispetto a quello in piscina. Le piscine hanno infatti spesso un controllo igienico delle acque non adeguato.

altro fattore di rischio è il diabete 1. Il diabetico grave o di lunga data corre il rischio di passare dall’otite esterna classica all’otite esterna maligna, ovvero una fascite dell’osso temporale della base cranica che può comportare gravi danni, potenzialmente anche letali.

ATTENZIONE A UNA PULIZIA TROPPO AGGRESSIVA

PER PREVENIRE, ANCHE IL PHON PUÒ ESSERE UTILE

I principali ulteriori fattori di rischio sono soprattutto meccanici. Alcune procedure possono provocare micro-traumatismi alla pelle, che è molto sottile, favorendo l’ingresso dei batteri. Il caso classico è l’utilizzo di bastoncini di cotone auricolari per l’igiene personale. Un

In realtà la prevenzione è molto semplice: tenere l’orecchio il più asciutto possibile. Chi bagna molto l’orecchio può lavarlo con acqua pulita (o con acqua dolce) e asciugarlo bene senza infilare corpi estranei. Se non bastasse, è bene asciugare l’orecchio con l’aria calda dell’asciugacapelli.

LA CURA: DALLE GOCCE ALL’ANTIBIOTICO PER BOCCA

DOTT. GIOVANNI DANESI Specialista in Otorinolaringoiatria Direttore del Dipartimento delle Neuroscienze dell’ASST Papa Giovanni XXIII

Per le forme più lievi, dermatosiche o dermatitiche, sono sufficienti applicazioni locali di gocce cortisoniche o di pomate antisettiche. In ogni caso è importante uscire dal circolo vizioso di cui parlavo prima: pulizia maniacale, orecchio bagnato etc… Nei casi avanzati è necessario fare ricorso alla terapia antibiotica per bocca e a medicazioni locali.

Antibiotici: cautela con i fluorochinolonici In genere gli antibiotici mirati per le otiti sono i fluorochinolonici. Questi antibiotici hanno infatti un’azione molto specifica sugli stafilococchi epidermidi e sui batteri saprofiti in generale, che sono presenti in questo tipo di infezioni. Ad aprile l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha emesso una nota per segnalare reazioni avverse invalidanti, di lunga durata e potenzialmente permanenti, a carico del sistema muscoloscheletrico e del sistema nervoso, associate all’utilizzo di fluorochinoloni e di chinoloni. Ha quindi invitato i medici a prestare molta attenzione nel prescrivere questi antibiotici. Vanno evitati in caso di infezioni non gravi, non batteriche e in particolari categorie di pazienti (fragili, con compromissione renale e trapiantati).

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PERSONAGGIO

OLIVIERO BOSATELLI

La mia sfida alle montagne correndo giorno e notte In soli 4 anni ha ottenuto grandi successi nelle gare di resistenza

∞  A CURA DI LUCIO BUONANNO

Un primo, un secondo e un quarto posto alla massacrante corsa “Tor de Géants” sulle montagne della Val d’Aosta, 350 chilometri con un dislivello di oltre 30.000 metri. Due secondi, un primo e un terzo alla “Orobie ultra trail“ una gara che si svolge lungo i sentieri orobici per un totale di 140 chilometri con un dislivello positivo di oltre 10.000 metri”. E ancora primo alla “Grande corsa bianca” sulle montagne dell’Adamello, 160 km 14 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

con un dislivello di 8.000 metri in stagione invernale e primo in versione estiva (160km con un dislivello di oltre 10000 m), primo alla “Tor di Chateaux” 160 km con un dislivello di 8.000 metri, secondo alla 100 miglia d’Istria, tra i primi dieci alla “Montane spine race” 420 km con un dislivello di oltre 7000 m in Gran Bretagna, in condizioni meteorologiche estreme tra forti venti, ghiaccio, neve e nebbia. E tante altre competizioni dai 30 km in poi.

In soli quattro anni, dal 2015 al 2018, Oliviero Bosatelli, 50 anni, bergamasco di Gandino, ha scritto il suo nome nelle più prestigiose gare di resistenza in montagna. Ora si sta preparando nuovamente per la “Tor de Géants” che si disputerà a settembre, dove nel 2017, un anno dopo la straordinaria vittoria, ha concluso al secondo posto e l’anno scorso al quarto. Una gara lunga, 350 chilometri che il nostro campione ha percorso in


«Ho cominciato a correre da piccolo» dice “Bosa” come lo chiamano gli amici. «Mi piaceva ma lo facevo come sfogo e divertimento. Poi ho smesso. Ho ripreso cinque anni fa quando mi sono accorto che il mio peso lievitava. Ero arrivato a pesare 83 chili. Prima grandi camminate in montagna con mia moglie Nadia anche lei appassionata dell’alta quota. Poi ho partecipato alla “Orobie”, da Clusone a Città Alta, e sono arrivato secondo con mio grande stupore per il risultato inaspettato. Intanto ero tornato al mio peso ideale e ho scoperto il “Tor” in Val d’Aosta. Ho fatto la domanda con altri 2500. Tanti, l’organizzazione sceglie gli 800 partecipanti con il sorteggio. Ho avuto fortuna e sono stato selezionato. Volevo mettermi alla prova su una distanza mai fatta prima e godermi anche quei monti. La mia aspirazione era quella di finire tra i primi dieci, poi però il sogno si era un po’ smorzato quando ho visto gli altri concorrenti. Gente forte dai quali speravo di imparare qualcosa. Invece da Cogne in avanti, dopo 106 chilometri, erano dietro di me. Li vedevo dai tornanti a imbuto. E col passare delle ore il vantaggio aumentava sempre più fino ad arrivare a sette ore al rifugio Bertone che si trova a pochi km dall’arrivo situato a Courmayeur tanto da

poter permettermi di fermarmi e pranzare con tranquillità come un normale turista. Ho solo cercato di mantenere il mio ritmo e tenuto sotto controllo battito cardiaco e andatura per non affaticarmi trop-

po. Ero preparato, il mio fisico era pronto, mi alleno sulle montagne di casa con il mio cane, un pastore tedesco, una femmina di due anni e mezzo, Denise, e il mio lavoro di vigile del fuoco mi aiuta tanto,

Ph: Luca Truchet

meno di tre giorni, senza dormire, fermandosi solo qualche minuto per mangiare o per cambiarsi pantaloncini e maglietta madidi di sudore.

Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 15


PERSONAGGIO

OLIVIERO BOSATELLI

non mi permette di fare una vita sedentaria». Già, Bosatelli è un pompiere e brucia le sue ferie per partecipare alle varie gare. Nel suo lavoro ne ha viste tante, drammatiche. Come quel ragazzo in Porsche che una notte è finito fuori strada contro un palo. «Quando siamo arrivati, aveva li cranio fracassato da un pezzo di ferro. Respirava ancora, ma i medici non gli davano alcuna

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speranza e infatti un quarto d’ora dopo è spirato. O come quella signora a Longuelo carbonizzata dall’incendio della sua coperta elettrica. E tanti altri casi simili Sono cose che non si dimenticano». E forse quando corre tra una montagna e l’altra gli passano per la mente. «La testa, il fisico, l’esperienza sono importanti nel nostro sport» commenta Bosatelli. «Ci vuole un grande equilibrio. Non basta avere una condizione

fisica ottimale se non c’è anche la testa. L’anno scorso al “Tor” volevo ritirarmi, avevo un dolore molto forte al ginocchio a causa della rottura del menisco, ma poi nei rifugi dove ci si poteva fermare c’era tanta gente che mi aspettava. In un paesino addirittura due signore che hanno un panificio mi hanno fermato per offrirmi una torta. E allora come si fa a tradire la loro passione? E tanta gente che mi segue su internet e mi dice di non


mollare? E io vado avanti. Come alla “Montane Spine Race” in Gran Bretagna. Oltre alle difficoltà meteorologiche, soffiava un vento che ti buttava a terra, la strada tutta innevata, la nebbia, i crepacci che non si vedevano. Io ero con uno spagnolo, Pablo, e ci siamo aiutati ma ho dovuto fare i conti con un infortunio al ginocchio rimediato durante un turno da vigile del fuoco quando sono intervenuto con la mia squadra per un incendio su un tetto e durante le operazioni di spegnimento ho sentito un crac al ginocchio destro. Avevo già avuto problemi al menisco che ora sto curando con iniezioni di acido ialuronico e sembra mi faccia il suo effetto lubrificante. Pensi che nella gara “Tor” in cui sono arrivato quarto in pratica l’ho fatto tutta zoppicandola. Eppure con la forza della volontà sono arrivato al traguardo anche se i medici che ci seguono mi avevano consigliato di fermarmi. Ma neppure i dolori mi fermano. Ho una discopatia dovuta al fatto che per tanti anni, a partire dai tredici, ho fatto il muratore. Mi sono curato facendo

tanta palestra. E devo a un mio amico se sono entrato nei Vigili del fuoco. Lui era vigile e mi ha segnalato il concorso. L’ho superato ed eccomi qui: runner e vigile». Bosatelli non sta mai fermo. L’abbiamo intervistato alle otto di mattina prima che andasse al deposito del Monopoli di Stato a ritirare qualche chilo di sigarette da portare al bar della moglie a Pradalunga cui dà una mano. E intanto, da ex muratore, sta ultimando la sua casa. «È la casa dei mie sogni» ci dice mentre ci fa vedere il video dello sponsor tecnico che gli offre abbigliamento e scarpe. Bosa ha anche altre ditte e fan che credono in lui, oltre ovviamente al gruppo cui è tesserato, il “Gruppo sportivo Orezzo”. Certo le energie non gli mancano. Ma cosa mangia uno sportivo come lui per correre a questi livelli? «Dipende dalla lunghezza della gara. Se sono corte ti devi affidare a delle barrette o prodotti simili perché i ritmi per chi vuol competere per vincere sono alti, per le lunghe distanze dove il ritmo è molto lento preferisco

alimentarmi come a casa: pasta, riso, formaggio, frutta. E se ci sono la polenta e le costine, come mi è capitato nel rifugio Coda, non dico di no, ma senza esagerare. E le barrette me le tengo di scorta». Bosatelli è un uragano di parole. Ricorda le sua gara a Ottaviano di 50 km dove si corre lungo il bordo del cratere del Vesuvio, alle Mauritius, gara di trail di 170 km ma il suo sogno è fare con la moglie Nadia il Cammino di Santiago e non solo. E per allenarsi sta facendo sempre a fianco della sua signora la “Via delle Grazie”, tra i monasteri della bergamasca, a tappe. Intanto ha trovato un altro sponsor “Moovin” (vedi Bergamo Salute n.50) di cui è testimonial e che lo accompagnerà a settembre al “Tor de Géants”. Per lui la montagna è magica. «Un mondo che con le sue bellezze ti riempie di gioia, soprattutto nelle notti stellate» dice. «Mi fermo a guardare le stelle e provo una stupenda meraviglia, un senso di pace che ti fa passare tutta la stanchezza e una grande serenità».

Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 17


IN SALUTE

STILI DI VITA

LE CITTÀ COINVOLTE Dopo Brescia il testimone di VivaVittoria è stato raccolto da altre città: Cremona, Verona, Biella, Palma di Montechiaro, Villafranca di Verona, Parma e Odenwald in Germania. Il prossimo progetto è quello di Reggio Emilia a ottobre 2019, seguito da Bergamo, Cuneo e Aosta. Altri sono in incubazione e partiranno a breve.

Viva Vittoria Lavorare a maglia per la condivisione e contro la violenza ∞  A CURA DI LELLA FONSECA

Fare a maglia fa bene alla mente a all’anima. Sono sempre di più le ricerche scientifiche che lo confermano: il knitting, come si dice in inglese, sarebbe addirittura paragonabile al fare yoga per i vantaggi che offre in termini di concentrazione, rilassamento e sensazione di benessere. Se poi a tutto questo aggiungiamo che può diventare anche uno strumento di relazione, condivisione e solidarietà il gioco è fatto. Proprio da qui parte il progetto Viva Vittoria, opera condivisa formata da centinaia di quadrati realizzati a maglia, che i prossimi 23-24 novembre trasformerà 18 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

Piazza Vecchia in un immenso tappeto di lana dai mille colori. L’evento Viva Vittoria Bergamo prenderà vita grazie alla collaborazione del Circolo Minardi - Club dei Punti - con l’associazione Viva Vittoria, ideatrice del progetto che è già stato realizzato in altre città. L’opera è patrocinata dal Comune di Bergamo, grazie alla volontà e all’impegno di Maria Carolina Marchesi, ex assessore per la Coesione Sociale, il cui testimone è stato raccolto e accolto in toto dall’attuale assessore Marcella Messina. “L’intento è condividere con il maggior numero possibile di

donne l’idea che la violenza si può fermare cominciando da noi stesse, dalla consapevolezza che noi decidiamo della nostra vita” si legge sul sito Viva Vittoria. “Nel momento stesso in cui ogni donna capisce il proprio valore, diventa automaticamente artefice della propria esistenza ed è in grado di produrre un cambiamento in se stessa e nella società. Come strumento per concretizzare questo progetto è stato scelto il fare a maglia, metafora di creazione e sviluppo di se stesse. Si è dimostrato un tramite perfetto perché si tratta di una modalità creativa molto diffusa e facilmente ap-


prendibile, che in tutti gli adulti riconnette a immagini familiari, fa emergere ricordi e crea un’attitudine all’incontro e alla relazione”. L’Associazione Viva Vittoria è nata dalla partecipazione e dall’entusiasmo generati dall’omonima opera relazionale condivisa che il 25 novembre 2015 ha calamitato l’attenzione di tanti bresciani in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Quattro indimenticabili giorni di aggregazione, condivisione, energia e solidarietà preceduti da una lunga preparazione in cui è stato intrecciato un tessuto relazionale fra le donne che hanno offerto il loro impegno e hanno poi espresso il desiderio di proseguire. «Da anni il Circolo Culturale Minardi di Bergamo organizza il Club dei Punti, serate aperte a tutti per lavorare a maglia e uncinetto in collaborazione e condivisione. Un gruppo di volontarie del club ha preso l’iniziativa per Viva Vittoria Bergamo con lo scopo

di creare solidarietà e relazione, coinvolgere la cittadinanza, circoli, enti, associazioni, e dire “no alla violenza sulle donne”» spiega Miriam Signorelli, ideatrice del “Club dei Punti”. «Nel “fare condiviso” e nella modalità espressiva di Viva Vittoria, così affini alla loro, il gruppo ha trovato fonte d’ispirazione». A chi desidera partecipare viene chiesto di realizzare a ferri o uncinetto un quadrato in maglia cm 50x50, aggiungendo la propria firma in qualsiasi forma o modo. «La consegna dei quadrati avviene nello Spazio Viva Vittoria e nei centri di raccolta (vedi box). Al momento della consegna vengono richiesti i dati per poter inviare informazioni e aggiornamenti sull’evento. Tutti i quadrati verranno poi uniti con un filo rosso nello Spazio Viva Vittoria Bergamo, per realizzare coperte che insieme diventeranno un’immensa opera condivisa. Non è richiesta alcuna abilità particolare: chiunque può partecipare liberando la propria

Il 23 ed il 24 novembre, giornate dedicate alla vera e propria raccolta fondi, in Piazza Vecchia saranno protagoniste le coperte che formano l’opera condivisa

creatività anche se è alle prime armi» chiarisce Miriam. Le coperte contribuiranno alla raccolta fondi a sostegno del Centro Antiviolenza Aiuto Donna - Uscire dalla Violenza per il progetto “Sosteniamole”, attivato per aiutare le donne che subiscono violenza e maltrattamenti in famiglia www. aiutodonna.it. «Il centro da anni si colloca come punto di riferimento e di sostegno nelle situazioni di disagio che le donne sono costrette a subire contribuendo, nei limiti del possibile, a un radicale cambiamento della loro esistenza. Nel corso degli anni le problematiche sociali si sono accentuate e sono emersi i bisogni primari a cui le donne non riescono a far fronte. Oltre al problema della violenza sono spesso costrette a vivere una situazione di precarietà e vanno aiutate a raggiungere un’autonomia economica per sé e per i propri figli» conclude Oliana Maccarini, Presidente e Socia Fondatrice del Centro Antiviolenza Aiuto Donna - Uscire dalla Violenza Onlus.

I PUNTI DI RACCOLTA DEI QUADRATI Spazio Viva Vittoria Bergamo è il punto di riferimento per informazioni, consegna dei quadrati, ritrovo per lavorare a maglia e cucitura delle coperte: Circolo Culturale Minardi Via Borgo Santa Caterina 62 1° piano. Tutti i martedì e giovedì sera dalle 20.45 alle 22.30 Punti di consegna Centro Le due Torri (Info Point) e Silke di Grassobbio. Viva Vittoria Bergamo è su Facebook e Instagram.

Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 19


IN SALUTE

ALIMENTAZIONE

La dieta

“senza”

tra falsi miti e verità ∞  A CURA DI GIULIA SAMMARCO

Senza lattosio, senza glutine, senza lievito, senza zuccheri. E chi più ne ha più ne metta. «Negli ultimi anni stiamo assistendo a una crescente offerta da parte dell’industria alimentare di alimenti “privi di …”, spesso concepiti come sinonimo di alimento sano. In parallelo, anche la diffusione di test d’intolleranza alimentare per contrastare sovrappeso e obesità, rinforzano questa tesi. In realtà nulla di tutto ciò è veritiero! Le più grandi società scientifiche hanno recentemente pubblicato un position statement in cui affermano che, sulla base di solide evidenze scientifiche, allergie alimentari e obesità sono due patologie indipendenti tra loro, senza alcun legame di causa-effetto». Chi parla è la dottoressa Roberta Lutti, dietista. L’ab20 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

biamo incontrata per fare un po’ di chiarezza su questo tema molto attuale. Basti pensare che, solo per quanto riguarda la “dieta senza glutine”, gli italiani che la seguono sono 6 milioni, molti dei quali però per “moda” o nella speranza di mantenersi in linea o dimagrire, e non perché siano effettivamente celiaci (ovvero con un’infiammazione cronica dell’intestino, scatenata dall’ingestione di glutine). Gli alimenti “privi di …”, in realtà, nascono per andare incontro alle esigenze di persone effettivamente affette da intolleranza alimentare. Il regolamento UE 609/2013 definisce l’alimento a fini medici speciali come “un prodotto alimentare […] destinato […] all’alimentazione completa o parziale di pazienti con capacità limitata […] di assumere,

digerire, assorbire, metabolizzare o eliminare alimenti comuni o determinate sostanze nutrienti in essi contenute”.

DOTT.SSA ROBERTA LUTTI Dietista Centro per i Disturbi Alimentari Policlinico San Pietro Ponte San Pietro


Valori nutrizionali per 100 g

Spaghetti

Spaghetti senza glutine

Valore energetico

359 kcal

359 kcal

Proteine

13,5 g

6,5 g

Carboidrati

70,2 g

78 g

di cui zuccheri

3,5 g

1,2 g

Grassi

2,0 g

1,2 g

di cui saturi

0,4 g

0,3 g

Fibra

3,0 g

1,1 g

Sodio

0,013 g

0,003 g

Valori nutrizionali per 100 g

Mozzarella

Mozzarella senza lattosio

Valore energetico

238 kcal

222 kcal

Grassi

18 g

17 g

di cui insaturi

13 g

13 g

Carboidrati

2,0 g

0,2 g

di cui zuccheri

1,0 g

0,2 g

Proteine

17 g

17 g

Sale

0,7 g

0,6 g

Calcio

320 g

375 g

Lattosio

(incluso in zuccheri)

<0,01 g

1

SENZA LATTOSIO Il lattosio è lo zucchero contenuto in latte e derivati la cui digestione richiede la lattasi: questo enzima scinde il lattosio, che è un disaccaride, nelle due sue componenti: glucosio e galattosio. «Chi è intollerante ha una ridotta o assente funzionalità di questo enzima e il lattosio indigerito causa fermentazione intestinale e formazione di gas con conseguente gonfiore e dolore addominale» spiega la dottoressa Lutti. «Nei prodotti senza lattosio questo zucchero è stato “predigerito” per poter includere i latticini nella dieta dei soggetti intolleranti. Il loro sapore più “dolciastro” è dovuto proprio al glucosio libero! L’uso di questi alimenti nei soggetti sani può essere dannoso perché nel tempo riduce la produzione della lattasi, inizialmente funzionante, inducendo intolleranza. Nessuna differenza c’è invece dal punto di vista calorico».

2

SENZA GLUTINE Il glutine è una proteina contenuta in alcuni cereali, come frumento, orzo, farro. «L’intolleranza al glutine si manifesta quando soggetti geneticamente predisposti assumono questa sostanza. L’industria alimentare realizza prodotti, tipicamente composti da farine glutinate, come pasta, prodotti da forno Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 21


IN SALUTE

ALIMENTAZIONE

etc., in versione senza glutine utilizzando cereali naturalmente privi per permettere a chi è intollerante di includere questa categoria alimentare nella dieta. L’apporto calorico è sostanzialmente invariato» sottolinea la dietista. «Seguire una dieta senza glutine senza diagnosi non aiuta ai fini di calo di peso, anzi può potenzialmente aumentare il rischio di carenza di vitamine, minerali, fibra se non viene adeguatamente formulata».

3

LIGHT

L’aggettivo “light” significa che l’alimento ha meno calorie rispetto alla versione tradizionale perché è stato ridotto il contenuto di qualche nutriente, zuccheri e grassi in primis. «L’altra faccia della medaglia è la loro sostituzione con addensanti, aromi, edulcoranti per rendere il gusto simile a quello tradizionale, rendendo l’alimento light meno sano. Una dieta ben bilanciata consente di consumare gli alimenti tradizionali nelle giuste qualità senza cadere in svantaggiosi compromessi» avverte la dottoressa Lutti. 22 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

4

INTEGRALE Le farine integrali (e i prodotti che ne derivano) hanno un maggiore contenuto di fibra, vitamine e minerali rispetto a quelle raffinate perché nella loro produzione si macinano anche le parti più esterne del chicco di cereale (crusca e cruschello). «Un adeguato apporto di fibra con la dieta ha notevoli vantaggi per la nostra salute, per questo se ne consiglia l’utilizzo» osserva l’esperta. «Ma attenzione: le differenze in termini di calorie sono trascurabili! Una farina integrale di qualità si ottiene dalla diretta macinazione del chicco intero, non dall’aggiunta di crusca alla farina raffinata come spesso avviene!».

5

SENZA LIEVITO Il gonfiore addominale spinge spesso le persone che ne soffrono all’acquisto di prodotti senza lievito. «In realtà i lieviti muoiono durante la cottura e, di conseguenza, non potranno continuare il processo di lievitazione nell’inte-

LE INTOLLERANZE ALIMENTARI Sono reazioni avverse agli alimenti non tossiche non mediate dal sistema immunitario. La diagnosi si avvale di test diagnostici scientificamente validati e, in caso di positività, il medico prescriverà opportuna dieta di eliminazione della sostanza.

stino. Il gonfiore addominale può essere eventualmente causato dal quantitativo di fibra nell’alimento in soggetti poco abituati ad assumerla o Fodmap (carboidrati che non possono essere digeriti o assorbiti bene) in persone con sindrome dell’intestino irritabile» conclude la dottoressa Lutti.


Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 23


IN SALUTE

ALIMENTAZIONE

Per dimagrire bevi più acqua

X8

∞  A CURA DI GIULIA SAMMARCO

Anche l’acqua aiuta a dimagrire. Proprio così. A dirlo è la ricerca clinica che ha dimostrato diversi modi con cui l’acqua può accelerare gli effetti di una dieta ipocalorica: mitiga il senso di fame, rende più attivi i muscoli, elimina le tossine che rallentano il nostro metabolismo e, fatto da non sottovalutare, aumenta il consumo calorico attraverso il meccanismo della termogenesi, cioè la produzione di calore dell’organismo. Certo, l’effetto “dimagrante” dell’acqua deve essere associato a quelli della dieta e dell’attività fisica, ma il suo contributo non deve essere sottovalutato, soprattutto ora che l’obiettivo è arrivare alle vacanze stando bene con il proprio corpo. «Per perdere peso si può sfruttare al meglio l’aiuto dell’acqua, in un regime dietetico ipocalorico, seguendo tre raccomandazioni» spiega il Professor Nicola Sorrentino, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino, docente di Igiene Nutrizionale all’Università di Pavia, direttore scientifico delle Terme Sensoriali di Chianciano Terme. «Bere 8-10 bicchieri di acqua di24 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

stribuiti durante tutta la giornata e non grandi quantità in una sola volta; bere sempre due bicchieri di acqua qualche minuto prima della colazione, del pranzo e della cena, uno a metà mattina e uno a merenda; dare ampio spazio ai cibi ricchi di acqua, soprattutto a verdura e frutta». Il potere saziante dell’acqua è stato osservato in diverse ricerche scientifiche, tra cui uno studio pubblicato sull’importante rivista Obesity. I ricercatori del College of Agriculture and Life Sciences del Virginia Tech, negli Stati Uniti, hanno fatto seguire la stessa dieta dimagrante per tre mesi a 50 persone; solo a metà dei partecipanti, però, era stata data l’indicazione di

bere due bicchieri di acqua prima dei pasti. Questo semplice gesto ha portato a una riduzione media dell’apporto calorico di ogni pasto di 75-90 kilocalorie e, alla fine del periodo di osservazione, questi volontari avevano perso oltre 2 chili in più rispetto agli altri. Non solo, chi ha mantenuto l’abitudine di bere acqua prima dei pasti anche nell’anno successivo allo studio ha perso in media un ulteriore chilo, a differenza degli altri che ne hanno riguadagnato circa uno. Il potere saziante può essere ancora più spiccato se si beve acqua gasata. Anche l’effetto booster sul metabolismo - ovvero quante calorie vengono bruciate dal nostro

Acque detox Alcune acque avrebbero più di altre un effetto depurativo. In particolare sono quelle ricche in solfati, calcio e magnesio, quelle cloruro-sodiche e bicarbonato-alcaline. Le acque ricche in minerali sono infatti in grado di agire su diversi meccanismi che aumentano il flusso della bile, aiutano il fegato a ripulirsi dalle tossine.


organismo ogni giorno - è stato provato in alcuni studi. «Già nel 2003, alcuni ricercatori tedeschi avevano osservato che bere due bicchieri d’acqua a temperatura ambiente tre volte al giorno a stomaco vuoto, prima dei pasti, aumentava la velocità alla quale le calorie venivano consumate per produrre energia del 30% per cento, sia negli uomini sia nelle donne. L’effetto durava circa un’ora, aveva inizio dopo 10 minuti dal consumo dell’acqua e raggiungeva il suo apice dopo mezz’ora. Secondo gli studiosi, questo si deve al fatto che l’acqua, una volta introdotta nel nostro organismo, viene portata da 22°C a 37°C. Si è quindi osservato che questo innalzamento della temperatura era in grado di

“bruciare” i grassi negli uomini e i carboidrati nelle donne» continua il professor Sorrentino. Nel 2011, un’équipe israeliana ha riscontrato un effetto simile nei bambini maschi (tra gli 8 e gli 11 anni) in sovrappeso, osservando un aumento medio del 25 per cento del tasso metabolico dopo che i ragazzi avevano bevuto acqua “fredda” (4 gradi centigradi): l’effetto cominciava entro 24 minuti dall’ingestione e ne durava in media 40. Oltre all’effetto termogenico, i ricercatori suggeriscono un ruolo della “spinta metabolica” dei muscoli conseguente all’idratazione. «Generalmente nelle persone in sovrappeso il tessuto muscolare tende a essere meno

idratato e quindi meno attivo dal punto di vista metabolico; di conseguenza, cambiare questo stato può favorire una maggiore combustione di calorie. Anche nelle donne obese la risposta termogenica sembra essere maggiore che in quelle normopeso» spiega l’esperto. In tutti gli studi citati, l’acqua ingerita a stomaco vuoto ha avuto un effetto di breve durata sul metabolismo (tra la mezz’ora e l’ora). Per questo il suggerimento è bere molta acqua a più riprese: 500 millilitri quattro volte al giorno per un totale di due litri (circa otto bicchieri) può quadruplicare il dispendio energetico.


IN ARMONIA

PSICOLOGIA

Un corpo da leggere: il significato dei tatuaggi ∞  A CURA DI ELENA BUONANNO

Per circa 5 milioni di italiani è una vera e propria passione attraverso la quale esprimere se stessi, emozioni o desideri, suggellare amori, lasciare segni indelebili di momenti importanti e così via. Parliamo dei tatuaggi, disegni e scritte indelebili (o quasi) sulla pelle. Ma cosa si nasconde davvero dietro questo desiderio di decorare e imprimere “messaggi” sul proprio corpo? Si tratta solo di una moda o ha radici, anche psicologiche, più profonde? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Emanuela Zini, psicologa e psicoterapeuta. Dottoressa Zini, da dove viene la passione per i tatuaggi? Perché piacciono così tanto? Il termine Tatoo deriva dal polinesiano “tautau”, onomatopea che ricordava il rumore del picchiettare del legno sull’ago per bucare la pelle. I tatuaggi sono una pratica che modifica il corpo umano, è antichissima, infatti, già gli uomini nelle caverne la utilizzavano e nel corso del tempo si è evoluta e mo-

dificata. È diffusa in tutto il mondo, a prescindere da etnie, sesso o cultura. Oggi giorno le persone tatuate sono tantissime, gli studi recenti (2016 analisi della Commissione Europea) stimano che le persone europee tatuate si aggirino sui 60 milioni. Come mai il tatuaggio si è così tanto diffuso? Il tatuaggio è una storia incisa e raccontata sulla pelle, la quale separa ciò che è dentro di noi (la nostra storia, le nostre esperienze, ciò che pensiamo, chi siamo) dal mondo esterno; vivendo ormai in una società che esalta l’individualismo ma nello stesso tempo spinge verso l’omologazione, il corpo rimane il luogo per eccellenza del processo di individuazione e questo potrebbe spiegare il motivo della diffusione di questa pratica tanto antica. Le ragioni psicologiche sottostanti alla scelta del farsi tatuare possono essere varie: cambiamenti, amori finiti, lutti, nascita di un figlio, memorie, persone care. Quindi il significato

può essere spirituale, politico, religioso, trasgressivo, identitario o anche semplicemente decorativo. Il tatuaggio dà voce a una storia personale, senza l’uso della parola, è messaggero di qualcosa di personale e intimo che viene condiviso con la società. Siamo in una epoca dove le immagini e la vista prevalgono sugli altri sensi, perciò decorare il proprio corpo con un disegno potrebbe rappresentare una comunicazione non verbale. Anche la scelta del disegno, la zona del corpo, la grandezza, il mostrarlo o nasconderlo, hanno dei significati psicologici secondo la psicologia del tatuaggio. Ad esempio tatuarsi la parte sinistra del corpo (per la psicoanalisi la parte sinistra rappresenta il passato) è tipico delle persone poco positive, sfiduciate, ancorate a situazioni vecchie di cui non ci si riesce a liberare, mentre tatuarsi la parte destra del corpo è legato al futuro, al cambiamento, alla visione positiva. Tatuarsi le braccia indica che la persona sta attraversando una fase di maturazione, mentre farlo

Le motivazioni psicologiche > Ricerca della propria identità: può rappresentare simbolicamente un riconoscimento identitario. > Comunicazione: spesso ci si tatua per comunicare, agli altri, delle parti di se’. Se il tatuaggio è visibile la persona gli dà una dimensione pubblica. Se nascosto, invece, rappresenta qualcosa di intimo e privato. > Cambiamento: spesso vengono fatti dopo o durante periodi particolari della vita, per esempio un lutto o un periodo faticoso/doloroso della vita o anche felice come diventare genitori. Il tatuaggio è come se rappresentasse un rito di passaggio dal prima al dopo. > Appartenenza: appartenere a un gruppo. Con il tatuaggio ci distinguiamo dagli altri, ricerchiamo la nostra individualità ma nello stesso tempo ribadiamo anche l’appartenenza a un gruppo.

26 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019


“Come ferite Che non nascondo Storie di andate Senza ritorno Storie tatuate Di amore e lividi Di amore e lividi E cicatrici sopra allo specchio Divento bianco ma non invecchio Storie tatuate in fondo all’anima In fondo all’anima”

sul tronco denota un bisogno di concretezza.

Quando, quindi, la modificazione del corpo è sentita come necessaria e pressante si può pensare che ci sia un reale disturbo dell’immagine corporea, la cui forma estrema è il disturbo di dismorfismo corporeo. Parlando del corpo non si può non aprire una parentesi sull’adolescenza, periodo della pubertà dove i cambiamenti corporali sono centrali. In una fase di crescita e sperimentazione, in cui i ragazzi sono alla continua ricerca di identità, il corpo diventa un potente mezzo di comunicazione.

Secondo alcuni però sarebbe una moda poco salutare e soprattutto segno di un atteggiamento patologico… Tatuarsi non per forza rientra in una forma patologica, a meno che le modificazioni del corpo (tatuaggio, piercing etc.) non siano eccessive. In una situazione come questa non c’è solo una passione per il tatuaggio, ma potrebbe essere presente una considerazione distorta della propria immagine e una tendenza a vedere nel tatuaggio la risoluzione (come spesso accade con la chirurgia estetica) per modificare parti del corpo che non sono accettabili.

Cosa spinge un adolescente a fare un tatuaggio? Come descritto sopra per gli stessi motivi di identificazione, appartenenza ad un gruppo, espressione, ma anche come ribellione verso il mondo degli adulti. Oggi giorno la tendenza più diffusa tra gli adolescenti è di dare una dimensione fisica alla sofferenza mentale: il corpo dà voce al proprio malessere. Secondo la psicologa Silvia Vigetti Finzi, infatti sono aumentati, ormai, i disturbi che fanno del corpo il bersaglio privilegiato. L’automutilazione o cutting (tagliare) si sta diffondendo in modo

∞∞ “SCRITTO SULLA PELLE” NEGRITA

MIKI

parallelo alla cultura dei tatuaggi, piercing o altre body art. Secondo lo psichiatra americano Favazza, la ferita di alcune pratiche sul corpo ha un valore catartico: diventa un atto liberatorio e di purificazione, che ridà la certezza di essere vivo e di esistere. Mentre la psicoanalista Alessandra Lemma scrive: “nel tatuaggio non c’entra la bellezza quanto il bisogno di ricreare il proprio corpo. E nei casi estremi, parlo di chi si ricopre di segni dalla testa ai piedi, può rivelare esperienze traumatiche di diverso tipo. È un modo per reinventare se stessi, cacciare l’antica intrusione e riappropriarsi di ciò che è stato rubato”.

DOTT.SSA EMANUELA ZINI Psicologa e Psicoterapeuta Studio di psicologia Ambivere

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IN ARMONIA

COPPIA

L’amore non va in vacanza Il vademecum salva-crisi sotto l’ombrellone

∞  A CURA DI VIOLA COMPOSTELLA

È arrivata l’estate e così anche le tanto agognate vacanze. Dopo mesi di stress molte coppie finalmente si concedono una meritata pausa dal lavoro, ma in diversi casi le ferie rischiano di trasformarsi in un incubo. Litigi per l’organizzazione delle giornate, per la sveglia mattutina, le uscite, gelosie di vario tipo: alcuni partner rimpiangono addirittura la routine quotidiana. Perché un momento così bello come le vacanze rischia spesso di diventare terreno di facili scontri? Ne parliamo con la dottoressa Francesca Crotti, psicologa e sessuologa. Dottoressa Crotti, perché le vacanze possono diventare una “polveriera” anche per le coppie più collaudate? Innanzitutto trascorrere un paio di settimane di ferie con una persona significa condividere il tempo con lei 24 ore su 24, cosa a cui ormai non siamo praticamente più abituati: durante l’anno abbiamo ritmi molto serrati, ci vediamo per poche ore al giorno (magari al mattino 28 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

per la colazione e poi a cena) e siano presi da diversi impegni. Non sempre gli orari lavorativi dei partner coincidono e ad alcuni capita di trascorrere delle ore a casa da soli. Vivere il partner “in pillole” può far bene alla relazione, porta a mancarsi e a tollerare meglio molti difetti che non abbiamo il tempo di vedere o di cui non ci si accorge. Quando invece siamo in vacanza il partner ci si presenta nella sua interezza e ciò che avevamo dimenticato di lui a livello conscio si ripresenta potentemente durante questa convivenza forzata. Del partner notiamo tutto: le cattive abitudini alimentari, igieniche, il disordine etc.. Nonostante si conviva stabilmente durante l’anno, nulla rivela più che trascorrere tutte queste ore con l’altra persona e avere la possibilità di notare le sottigliezze. Avere molto tempo libero da trascorrere insieme, inoltre, porta a doversi confrontare a volte anche con questioni spinose mai risolte, magari argomenti lasciati in sospeso e rimandati a un momento più opportuno. Ecco che così ritor-

UNA QUESTIONE DI ASPETTATIVE Spesso si arriva alle vacanze troppo stanchi, dopo un anno di stress sul lavoro, conti da far tornare, figli da gestire etc., ma soprattutto con un carico di aspettative molto alte (a volte anche diverse dal partner) che poi, nella realtà, non sempre vengono soddisfatte rendendoci così meno tolleranti verso gli altri, partner in primis, più suscettibili e inclini a “scoppiare” anche per piccoli imprevisti o intoppi.

nano a galla problemi mai del tutto esplicitati. La stessa cosa, chiamata “sindrome del nido vuoto”, accade ad esempio nelle coppie di mezza età quando i figli escono di casa per formare a loro volta una famiglia ed è spesso motivo di divorzio tra gli ultracinquantenni. Un altro fattore


che può incidere negativamente è la gelosia, che in vacanza, per diversi fattori, si accentua. Questo è dovuto al fatto che da un lato, il maggior tempo trascorso insieme porta a notare tutta una serie di piccolezze come occhiate, commenti, battute etc. che normalmente non si notano e non danno fastidio. Dall’altro lato al mare ci si scopre di più e i look più o meno provocanti di altri potrebbero diventare motivo di discussione. Cosa si può fare per evitare tutto questo? Invece che lasciarsi trascinare da queste problematiche, sarebbe molto più utile concentrarsi su una serie di aspetti positivi delle vacanze o che si possono migliorare. La sessualità ad esempio, che è solitamente un tasto dolente nel periodo invernale, può essere coltivata durante i periodi di riposo. Prendersi del tempo per riscoprire il proprio corpo e quello del partner aiuta a vivere una sessualità più completa e appagante, prendendosi più tem-

po e cercando di incontrare i gusti e le esigenze dell’altro. È anche il momento migliore per cercare di mettere in pratica alcune pratiche sessuali nuove. Vale la pena in questi casi chiedere con franchezza al partner cosa piace o meno, se per caso si è scoperto qualcosa di nuovo che si vorrebbe sperimentare. Importante è poi approfittare per dedicarsi a hobby comuni, solitamente non coltivabili a casa, condividere attività ricreative insieme come passeggiate o colazioni. Allo stesso tempo, però, bisogna che ognuno possa avere degli spazi in cui dedicarsi alla proprie passioni e interessi, trovando un giusto equilibrio tra condivisione e rispetto delle reciproche esigenze. Le vacanze, inoltre, possono essere una fase preziosa anche per una maggiore intimità emotiva e per “allenare” la complicità di coppia, ad esempio scambiandosi reciproche confidenze, parlando anche di piccolezze che accadono quotidianamente e che di solito passano in sordina. Certo, qual-

che coppia preferisce risolvere il problema all’origine e fare vacanze separate, cosa che ogni tanto può accadere, ma perché privarsi di questo fondamentale momento di riposo annuale per paura di possibili problemi? In fondo con qualche accorgimento, un po’ di autoironia e leggerezza, meno perfezionismo e più tolleranza, si potrebbe godere (o riscoprire) solo il bello dello stare insieme.

DOTT.SSA FRANCESCA CROTTI Psicologa e Sessuologa a Bergamo

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IN FAMIGLIA

DOLCE ATTESA

L’importanza della corretta respirazione in gravidanza Il rebirthing: per rilassarsi e “ascoltarsi” dentro ∞  A CURA DI MARIA CASTELLANO

«La respirazione è il primo fabbisogno fisiologico necessario alla sopravvivenza ed è oggi anche il più sottovalutato. Si eseguono mediamente 14-16 atti respiratori al minuto, che significa circa oltre 800 respiri ogni ora, cioè più di 20.000 al giorno e tutti i giorni. Questi numeri, a cui non si dà la giusta importanza, sono di fatto il punto di partenza per uno stato di benessere psicofisico, non solo in gravidanza». Chi parla è la dottoressa Monica Vitali, ostetrica. L’abbiamo incontrata per approfondire l’importanza della respirazione durante i nove mesi non solo per la mamma, anche in vista del travaglio e del parto, ma anche per il bimbo che porta in grembo. Dottoressa Vitali, perché respirare nel modo corretto (o imparare a farlo) è così importante quando si è in attesa? Respirare nel modo corretto in gravidanza permette di ossigenare meglio il sangue, di placare l’ansia, di migliorare la perfusione materno-fetale a cui la madre trasmetterà una sensazione di calma e di rilassamento al proprio nascituro. 30 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

Grazie alla respirazione avviene la stimolazione dei neurotrasmettitori antistress, chiamati catecolamine, che attraversano la placenta, influenzano positivamente il bambino, come quando facciamo dei respiri profondi per calmarci prima di affrontare una situazione di forte stress. È un atto automatico e fornisce alle cellule del corpo tutto l’ossigeno necessario per svolgere le sue funzioni vitali. Eppure, spesso alcuni fattori come lo stress, l’ansia, ma anche i cambiamenti della gravidanza possono limitare questo naturale approvvigionamento di energia e di benessere. In che modo lo stress e i cambiamenti dovuti alla gravidanza influenzano la respirazione? Lo stress porta spesso a effettuare una respirazione corta e affannosa, dovuta a una minor espansione della cassa toracica e caratterizzata da un minor apporto d’ossige-

È una tecnica di respirazione che favorisce uno stato di ascolto interiore, tale da riuscire a “scovare” emozioni o traumi vissuti nel passato. Alla base c’è sempre l’esercizio della respirazione circolare, fatto però in modo prolungato (almeno 30-40 minuti) e, soprattutto, sotto la guida di un rebirther professionista, che accompagna chi vuole addentrarsi in questo “viaggio” nel proprio mondo interiore. Eseguito in questo modo, il rebirthing ha una valenza terapeutica, perché dopo alcune sedute conduce a lavorare su proprie problematiche e a liberarsi di eventi negativi nascosti nella memoria inconscia, riferiti alla propria infanzia o addirittura alla vita fetale. Si può praticare anche in gravidanza, sempre sotto la guida di un professionista, non come percorso terapeutico, ma come metodo di rilassamento e di comunicazione profonda con il proprio bambino. Sarà il rebirther, naturalmente, a scegliere le tecniche più adatte alla condizione della mamma.


no. Negli ultimi mesi il pancione preme sul diaframma (il muscolo che divide internamente l’addome dal torace) impedendo un’a d e guat a dilatazione e rendendo più faticosa la re s p i r a zi o n e, inconveniente che comunque può essere superato con facilità: il diaframma è un

muscolo e con un allenamento corretto può garantire buone prestazioni pure in condizioni non

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IN FAMIGLIA

DOLCE ATTESA

ottimali. Anche gli stati d’ansia comuni in gravidanza, “Andrà tutto bene? Sarò una buona mamma?“ possono essere alleviati grazie alla respirazione, che regala una sensazione di benessere e di rilassamento non solo alla mamma, ma anche al feto. Ma quali sono le tecniche di respirazione più efficaci? E come si effettuano in pratica? Le tecniche di respirazione sono varie, ognuna ha le sue caratteristiche, ma tutte hanno un denominatore comune: riattivare una respirazione più ampia e “consapevole”, contrastare il cosid-

La tecnica Yoga > In posizione Yoga Vajrasana con abiti comodi, in una stanza tranquilla, sedersi sui talloni con la schiena dritta, sistemare il cuscino sotto di sé, in modo che sostenga bene i glutei. > Portare tutta l’attenzione sul bacino, mettendo una mano in basso, in corrispondenza del pube e l’altra dietro, sulla lombare in fondo alla schiena. > Seguire il flusso d’aria ed espirare, portando il coccige verso terra. Le lombari si allineano, il pube sale. Inspirando, concentrarsi per sentire il pube che scende, la pancia che si espande, il sacro e il coccige che salgono e le lombari si inarcano. > Ripetere dal punto 3 per 5 volte. > All’inspiro successivo sollevare le braccia davanti a sé e nell’espiro allungare le braccia come se la punta delle dita delle mani andassero verso la parete opposta. > All’inspiro successivo aprire le braccia a croce e nell’espiro allungare le dita delle mani verso la parete dietro. > Nell’inspiro successivo sollevare le braccia fin sopra la testa, mentre nell’espiro allungare le braccia e spingere le punte delle dita delle mani verso il soffitto. > Quando si è ben capito questo movimento delle braccia, provare a trovare la giusta sintonia anche con un movimento del bacino: espirare, allineare le lombari al resto della schiena; inspirare in modo che le curve della colonna si riformino. Ripetere e sciogliere.

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detto respiro corto. Lo Yoga, per esempio, prevede che al termine dell’espirazione si faccia una pausa, attendendo che sia il corpo a comunicare quando è il momento di riprendere l’inspirazione successiva. La tecnica del rebirthing, invece, si basa sul respiro circolare, che utilizza cioè lo stesso canale, naso-naso o bocca-bocca, e non prevede interruzioni tra inspirazione ed espirazione: questo, oltre a rendere più fluido il processo della respirazione, consente di attivare meglio i neurotrasmettitori. Per esercitarsi, basta aprire la bocca come se si volesse bere da una cannuccia (senza spalancarla,

quindi, perché troppa aria tutta in una volta potrebbe dare un senso di mancamento) e cominciare a inspirare e a espirare, cercando di fare respiri sempre più ampi, portandoli dal diaframma in alto fino alla gola e anche più su. A poco a poco si sentirà l’aria fluire dolcemente e inondare i polmoni fino ad arrivare alla testa, regalando un senso di pienezza e di benessere. Con l’allenamento costante il diaframma, come ogni muscolo, si abituerà a lavorare in modo diverso e da un respiro corto e veloce passerà a uno più lungo e profondo. Per rendersene conto, basterà mettere una mano sotto il seno: dopo un

po’ di esercizio sentiremo che durante la respirazione il diaframma si gonfia meglio, segno che riesce a espandersi maggiormente. In particolare, come preparazione in vista del parto, sarebbe bene ripetere questo esercizio 5-6 volte al giorno per un paio di minuti. L’ideale sarebbe farlo in un angolo tranquillo della casa, chiudendo gli occhi e cercando di rilassarsi e posando magari le mani sulla pancia per entrare maggiormente in contatto con il respiro e il bambino. A poco a poco, con la pratica, si potrà fare l’esercizio in qualsiasi momento e in qualsiasi posizione.


IN FAMIGLIA

BAMBINI

Scottature da sole in età pediatrica I consigli per evitarle, riconoscerle e curarle

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«L’esposizione prolungata al sole e le frequenti scottature prima dei 15 anni di età aumentano notevolmente il rischio di sviluppare un tumore della pelle in età adulta». A rilanciare l’allarme è la professoressa Susanna Esposito, Presidente WAidid (World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders).

gressivamente durante la crescita. Per questo, da maggio ad agosto, quando i raggi UV raggiungono la massima intensità, i bambini diventano i soggetti più a rischio ed è necessario difendere la loro pelle anche all’ombra. Gli effetti dei raggi UV, infatti, possono danneggiare anche se non si è direttamente esposti al sole».

Mare, montagna, campagna o città: qualunque sia la meta delle prossime vacanze, è di fondamentale importanza proteggere dal sole la pelle dei nostri piccoli. In estate, infatti, con le alte temperature e a qualsiasi latitudine, il pericolo scottature è sempre dietro l’angolo. Per questo è necessario adottare alcune preziose precauzioni così da godere dei benefici del sole senza causare danni alla pelle del proprio bambino.

Ad abbassare il rischio scottature è, in primo luogo, l’utilizzo di un prodotto solare con un fattore di protezione molto alto (minimo 50). Questo va applicato con abbondanza almeno 30 minuti prima dell’esposizione al sole. Non solo creme solari. Nei primi giorni di vacanza, infatti, la pelle è ancora molto chiara e non è ancora pronta a difendersi quindi è utile far indossare ai bambini indumenti in fibre naturali come il cotone. Un cappellino con visiera, inoltre, eviterà possibili insolazioni, mentre occhiali da sole con un buon filtro solare (marchio CE) proteggerà la retina da eventuali problemi.

«La nostra cute è protetta dai raggi ultravioletti attraverso la melanina – una sostanza che si accumula nelle cellule più superficiali della pelle e che conferisce ad ogni individuo la propria colorazione» osserva la professoressa Esposito. «Questa è presente in quantità minima in età pediatrica per poi aumentare pro34 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

Fondamentale, poi, è sottrarsi all’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata prediligendo le prime ore del mattino e del tardo

pomeriggio, quando le temperature non raggiungono picchi elevati. Occorre comunque proteggere sempre i bambini poiché la scottatura può verificarsi anche con un cielo coperto di nubi. Particolare attenzione va prestata ai bambini con pelle molto chiara o chiara, capelli biondi o rossi. In questi soggetti, infatti, la pelle risulta estremamente sensibile. L’esposizione è in genere sconsigliata e, nel caso in cui non fosse possibile evitarla, dovrebbe essere molto breve e limitata alle prime e ultime ore del giorno. L’applica-

PROF.SSA SUSANNA ESPOSITO Presidente WAidid World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders


zione di creme protettive in caso di permanenza all’aperto per più di 20 minuti è raccomandata. In caso di scottatura, Il primo passo è quello di rivolgersi al pediatra. È importante trattare la zona ustionata con le mani ben pulite, quindi è opportuno lavarle sempre prima di approcciare l’ustione. Un rimedio efficace è rappresentato dagli impacchi di acqua fredda che, applicati sulla zona interessata, riducono la temperatura e alleviano il dolore. È importante effettuare l’impacco con estrema delicatezza: le vesciche sono fragili ed è preferibile che non si rompano, evitando così il rischio di contrarre infezioni. Se la cute ustionata presenta bolle e queste si aprono senza toccarle, il pediatra valuterà

se applicare una crema antibiotica e coprire la zona con delle garze sterili. Quanto all’alimentazione, è opportuno reintegrare i liquidi e i sali minerali persi attraverso il

sudore così da evitare il rischio di disidratazione. Via libera, quindi, a frutta e verdura di stagione e molta acqua naturale.

COME RICONOSCERLE La scottatura è un’infiammazione della cute causata da una esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti. Può essere: > lieve se si manifesta con arrossamento della cute e, talvolta, prurito; > moderata se all’arrossamento si assoceranno dolore e gonfiore, oltre ad alcune vesciche contenenti un liquido chiaro; > grave se si presenta con chiazze dalla colorazione nerastra e mancanza di sensibilità della zona interessata. Questo livello di ustione spesso si manifesta con ulteriori sintomi come febbre, nausea e vomito.

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IN FAMIGLIA

BAMBINI

Bambini “digitali” e vacanze Le cinque regole d’oro per un uso più consapevole e sano delle tecnologie ∞  A CURA DI MARIA CASTELLANO

Tablet, smartphone, videogiochi e televisioni sempre più interattive: la tecnologia è ormai diventata parte integrante della quotidianità delle nostre famiglie, bambini e bambine inclusi, tanto che da molti anni si parla ormai di “bambini digitali”. Soprattutto il tanto agognato “telefonino”, l’oggetto miracoloso in grado di catalizzare l’attenzione dei piccoli, è diventato un giocattolo e uno strumento per non annoiarsi. Uno schermo spesso frapposto tra loro e gli adulti ma anche tra i bimbi stessi. Ora più che mai, in occasione delle vacanze estive, molti genitori si domandano cosa fare per stimolare il gioco e la curiosità dei figli per evitare che i propri pargoli si isolino dal mondo reale preferendo immergersi in quello virtuale dei media digitali. Ecco allora che in aiuto arrivano i consigli della Società Italiana di Pe36 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

diatria Preventiva e Sociale (Sipps), cinque semplici ma efficaci regole per il periodo estivo. 1. Favorire, fin dai primi anni d’età e ancor più negli adolescenti il più possibile il movimento, la socializzazione e le attività di gioco che prevedono un’interazione diretta e non virtuale: utile, per esempio, l’iscrizione a un centro estivo o a un corso sportivo. 2. Incentivare la permanenza all’aria aperta, naturalmente con la necessaria protezione nei confronti dell’esposizione al sole e con gli opportuni accorgimenti di sicurezza in relazione al luogo e alle attività. 3. Impostare le giornate in modo regolare: la mancanza di impegni consente certamente di alzarsi più tardi del solito, ma non giustifica un’anarchia dei ritmi, e la durata fisiologica

MENO SMARTPHONE PIÙ SPORT: I VANTAGGI IN DUE NUOVI STUDI Per chi volesse approfondire gli effetti di un abuso della tecnologia sulla salute dei più piccoli, gli esperti della Sipps suggeriscono due studi recenti, che dimostrano una relazione proporzionale tra tempo trascorso davanti alla Tv e disturbi del comportamento (https://www.ncbi.nlm.nih. gov/pubmed/30995220) e un miglioramento del rischio cardiovascolare con l’adozione sin dall’asilo di buone abitudini di vita (Journal of the American College of Cardiology Volume 73, Issue 16).


del sonno va assolutamente rispettata. 4. Sorvegliare il regime alimentare, sia nella quantità sia nella varietà, privilegiando cibi freschi come frutta di stagione e limitando quelli confezionati e a elevato apporto calorico. 5. Regolamentare l’utilizzo di smartphone, tablet, computer, videogiochi e televisione: le vacanze dovrebbero servire ai bambini per riscoprire il piacere di stare insieme, di relazionarsi, confrontarsi, rispettare le esigenze altrui, scoprire la natura e, perché no, trascorrere del tempo anche con i coetanei meno fortunati o portatori di malattie o disagi. «L’avvicinamento di bambini e ragazzi alle nuove tecnologie è inevitabile e non può e non deve

essere ostacolato» dice il dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente della Sipps. «Deve piuttosto essere limitato e guidato verso un uso consapevole e attraverso programmi di alta qualità, compito che spetta in primo luogo ai genitori e agli altri adulti di riferimento, come gli insegnanti». «I dispositivi multimediali sono raccomandati nei bambini al di sotto dei due anni d’età, durante i pasti e almeno un’ora prima di andare a letto» aggiunge il dottor Leo Venturelli, responsabile della Comunicazione e dell’Educazione alla salute della Sipps. « Sono assolutamente da evitare programmi contenenti immagini veloci e app che mostrino contenuti violenti e per intrattenere un bimbo che piange o si trovi in luoghi pubblici Possono invece avere effetti positivi nei bambini sui 3-4 anni di età: se visti insieme a un adulto/

genitore possono essere utili per imparare parole attraverso l’utilizzo del video». Lo sport sembra dunque essere un’ottima medicina contro la noia e contro il desiderio di rifugiarsi nella tecnologia digitale. «Secondo le ultime raccomandazioni dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) i bambini di età compresa tra uno e quattro anni dovrebbero praticare almeno 180 minuti di attività fisica ogni giorno, dei quali un’ora di intensità moderata-vigorosa nei bambini tra i tre e i quattro anni» osserva il dottor Piercarlo Salari, pediatra responsabile del Gruppo di lavoro per il sostegno alla genitorialità della Sipps «l’Oms invita inoltre a ridurre il più possibile la permanenza davanti a uno schermo e sottolinea come 8 adolescenti su 10 siano sedentari».


IN FAMIGLIA

RAGAZZI

Tabacco e giovani: crescono i consumi tra i ragazzi e le ragazze Analisi in provincia di Bergamo nella fascia tra i 15 e i 19 anni ∞  A CURA DI GIULIA SAMMARCO

Il 58% degli studenti bergamaschi tra i 15 e i 19 anni (pari a 26.515) ha fumato tabacco almeno una volta nella vita (il 50,1% dei minorenni e il 69,7% dei maggiorenni). Il 23,9% (pari a 10.926 studenti) ha fumato quotidianamente nell’ultimo anno (era il 22% nel 2016). Dal 2010 i consumi quotidiani di tabacco in questa fascia d’età sono risultati in crescita fino al 2016, anno in cui si è registrato un calo (21,3% nel 2010, 24,4% nel 2011, 21,9% nel 2016). Dopo questa flessione, il consumo quotidiano di tabacco nel 2018 ha registrato una 38 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

crescita, riavvicinandosi ai livelli del 2011 (23,9% nel 2018). Le percentuali di fumatori quotidiani crescono al crescere dell’età: il 13,1% dei quindicenni (12,3% nel 2016), il 26,6% dei diciassettenni (22,1% nel 2016) e il 30,9% dei diciannovenni (31,8% nel 2016). Sempre nella fascia 15-19, fuma quotidianamente il 30,9% dei maggiorenni e il 19,3% dei minorenni (il 19,9% dei maschi e il 18,6% delle femmine). Tra gli studenti che hanno riferito di aver fumato quotidianamente sigarette nell’ultimo anno, il 59% ne ha fumate al massimo 5 al giorno, il 29%

da 6 a 10 e il 12% ne ha fumate più di 10 (1.311 studenti), senza differenze di genere e di classe di età. Sono il 37% gli studenti che, almeno una volta nel corso della propria vita, hanno utilizzato sigarette elettroniche (e-cig), pari a circa 17.000 tra ragazzi e ragazze; il 26%, circa 12.000, lo ha fatto nell’ultimo anno, in particolare i maschi. Sono questi i dati principali che emergono dallo studio condotto nel 2018, su mandato dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo, dal Cnr di Pisa in collaborazione


con l’Osservatorio Dipendenze del Servizio Epidemiologico Aziendale dell’Ats stessa, studio che ha riguardato un campione statisticamente significativo di ragazzi e ragazze dai 15 ai 19 anni, provenienti da istituti scolastici secondari di secondo grado della provincia di Bergamo, di diverso indirizzo e collocazione territoriale.

direttore sanitario Ats Bergamo «Questa indagine ci permette di monitorare e conoscere la diffusione del fumo per definire interventi di sensibilizzazione che propongano scelte consapevoli e stili di vita sani tra i ragazzi e le ragazze che sono gli adulti di domani, adulti che vogliamo in salute innanzitutto per se stessi».

Una situazione, che non si discosta molto da quella dei giovani italiani ed europei, che non deve essere sottovalutata ma affrontata sensibilizzando i giovani ai rischi di salute che possono correre ed educando a corretti stili di vita preventivi.

«I dati della provincia di Bergamo sono in linea con i dati nazionali ed europei e mostrano approcci precoci e un tendenziale aumento dei consumi di tabacco» aggiunge Elvira Beato, Osservatorio Dipendenze UOC Servizio Epidemiologico Aziendale Ats Bergamo. «Molti studi evidenziano come iniziare a fumare in giovane età accresca le probabilità di sviluppare una vera e propria dipendenza, che può protrarsi negli anni, senza dimenticare i danni su un cervello ancora in fase di sviluppo. Come Ats consideriamo fondamentale il senso di responsabilità degli adulti, siano essi rivenditori o genitori, al

«Come Agenzia di Tutela della Salute siamo attenti all’universo giovanile e a quello degli adolescenti. Si tratta di un’età critica (pensiamo ai comportamenti emulativi rispetto ai pari), ma è anche un terreno fertile in cui seminare buone pratiche da portare avanti e mantenere per tutta la vita» osserva Carlo Tersalvi,

fine di mantenere una coerente posizione educativa nei confronti degli adolescenti». Ed è in particolare il tumore al polmone il nemico numero uno quando si parla di fumo di sigaretta. «Il registro tumori di Ats è lo strumento che permette di individuare i casi incidenti (cioè i soggetti che sviluppano una patologia oncologica) della nostra provincia. I dati evidenziano una diminuzione del tumore al polmone nella popolazione maschile e un incremento in quella femminile», dice Giuseppe Sampietro, Uos Area Epidemiologica e Registri Specializzati UOC Servizio Epidemiologico Aziendale Ats Bergamo. «Per questa tipologia, occorre ribadirlo in un’ottica di prevenzione, il fattore di rischio più importante è il fumo di sigaretta che, da solo, determina circa l’85% dei casi. Inoltre ha un importante ruolo causale per altre patologie: cardiache, respiratorie e oncologiche».

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Non solo “gomito del tennista” 10 consigli per prevenire e curare gli infortuni più frequenti in questo sport ∞  A CURA DI GIULIA SAMMARCO

È il tennis il secondo sport più amato dagli italiani, dopo il calcio. A dirlo è il Centro Studi e Osservatori Statistici per lo è Sport di CONI Servizi. Un rispettabilissimo podio d’argento per uno sport che negli ultimi tempi sta vivendo davvero un momento d’oro, complici anche le prodezze in campo di Fabio Fognini, recentemente entrato tra i primi 10 della classifica mondiale (primo italiano dopo 41 anni). E così sempre più italiani si cimentano sulla terra rossa a colpi di squash e palleggi. Come per i professionisti, però, anche per gli amatori il pericolo di infortuni è in agguato. Età, stato di allenamento, intensità dell’attività e abitudini alimentari sono tutti fattori che possono influenzare l’insorgere di indesiderati problemi fisici: per prevenirli gli esperti raccomandano un’adeguata preparazione fisica, un corretto stile di vita, sane abitudini alimentari e le terapie giuste, per ridurre i tempi di recupero in caso di infortunio, «Il tennis è diventato sempre più veloce e intenso grazie anche all’evoluzione di materiali e superfici di gioco» spiega il dottor Daniele Checcarelli, medico fisiatra 40 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

Componente della Commissione Medica della Federazione Italiana Tennis. «Questo porta a un’intensa sollecitazione del sistema osteomuscolare che può dare origine a tendinopatie con varia localizzazione, lesioni muscolari o ancora a sovraccarichi della colonna vertebrale». Gli infortuni più frequenti nel tennis sono Il gomito del tennista, uno dei più noti (che ora, grazie alla rivoluzione dei materiali, colpisce prevalentemente i tennisti amatoriali) e altre patologie che colpiscono trasversalmente sia i dilettanti sia i professionisti, tra cui la tendinite alla spalla (causata dal movimento di rotazione del braccio sopra la testa) la distorsione alla caviglia (provocata da una sollecitazione eccessiva dell’articolazione) la tendinite al ginocchio, consistente nella degenerazione e nell’infiammazione del tendine che collega la rotula alla tibia, la lombalgia (causata soprattutto dal “servizio”) e infine gli infortuni al polso, sottoposto a continue torsioni. Gli infortuni più frequenti riguardano quindi prevalentemente gli arti superiori e inferiori, ma anche la zona pelvica e l’anca sono zone a rischio. Le

statistiche riportate dall’Epidemiologia dei traumi sportivi dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano inoltre come gli infortuni causati dalla pratica del tennis siano più frequenti nella fascia d’età tra i 46 e i 64 anni (48%) e in quella tra i 26 e i 45 anni (42%). Negli under 25, invece, l’incidenza di traumi è inferiore (10%). Per accelerare il recupero in caso di infortuni, a seconda della tipologia e dell’entità, oggi le terapie disponibili sono molte e diverse: ultrasuoni, tens, tecar, laser e la più recente Theal Therapy (Tem-

DOTT. DANIELE CHECCARELLI Specialista in Fisiatria Componente della Commissione Medica della Federazione Italiana Tennis


Il vademecum per evitare rischi

perature controlled High Energy Adjustable multi-mode emission Laser). I medici dello sport sempre più spesso ricorrono all’utilizzo della laserterapia, tecnologia a cui anche campioni del calibro di Rafael Nadal e Borna Ćorić si sono affidati in passato per risolvere rispettivamente un infortunio al ginocchio e un problema al collo. «Le terapie laser di ultima generazione, in particolare consentono di mixare diverse lunghezze d’onda e di modulare l’energia, adattandosi perfettamente a ogni caso specifico e a ogni patologia, e garantendo buoni risultati in un minor tempo. Adottata in combinazione a un approccio globale, favoriscono l’attivazione dei processi riparativi cellulari, riducono il dolore permettendo un miglior recupero della funzione articolare e restituiscono elasticità ai tendini e ossigenazione ai muscoli».

1. PRATICARE SPORT REGOLARMENTE E CON MODERAZIONE Giocare a tennis apporta benefici al corpo, a condizione che questo sport venga praticato correttamente, con regolarità e che gli allenamenti siano idonei alla preparazione fisica di partenza. 2. SCEGLIERE UN PROGRAMMA DI ALLENAMENTO PROGRESSIVO Per i giocatori meno esperti un programma di allenamento progressivo e un buon condizionamento aiutano a prevenire gli infortuni. 3. NON SOVRACCARICARE IL CORPO Assicurarsi di creare un equilibrio tra i giorni di allenamento e quelli di riposo. Una volta ottenuto, mantenerlo costante senza creare picchi di affaticamento. 4. SEGUIRE UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE L’alimentazione dev’essere curata attentamente durante tutto il periodo di allenamento. La dieta dev’essere equilibrata con un corretto apporto di zuccheri (55-65%), grassi (20-30%) e proteine (10-15%). 5. MANTENERE IL CORPO IDRATATO L’apporto di acqua e sali dev’essere controllato durante la competizione per reintegrare le perdite. 6. SOTTOPORSI A CONTROLLI PREVENTIVI Se sussistono condizioni predisponenti individuali, il tennis può causare l’insorgenza di patologie: è necessaria un’accurata valutazione funzionale volta ad individuare precocemente i fattori di rischio. 7. MUNIRSI DI ATTREZZATURA IDONEA Scegliere la racchetta che meglio si adatta al fisico e alle esigenze di gioco e acquistare scarpe ben ammortizzate per attutire l’impatto con il terreno. 8. NON DIMENTICARE MAI RISCALDAMENTO E RAFFREDDAMENTO Riscaldamento prima dell’allenamento e stretching al termine della pratica sportiva, in particolare degli arti superiori e inferiori, possono abbassare il rischio di infortuni. 9. ALLENARE I MUSCOLI ADDOMINALI E DORSALI Una particolare attenzione dev’essere rivolta a questi muscoli il cui allenamento garantisce stabilità e sostegno alla schiena contrastando la lombalgia. 10. IN CASO DI INFORTUNIO UTILIZZARE LA LASERTERAPIA L’approccio riabilitativo vincente è quello che integra concetti funzionali e biomeccanici con programmi di recupero specifici, integrandoli con metodiche terapeutiche all’avanguardia, come la laserterapia.


IN FORMA

BELLEZZA

Carbossiterapia Quando l’anidride carbonica diventa alleata di bellezza ∞  A CURA DI MARIA CASTELLANO

Cellulite, adiposità localizzata lassità cutanea, ma anche rughe e borse sotto gli occhi. Sono molti e diversi gli inestetismi che oggi si possono combattere con la carbossiterapia, trattamento non invasivo e di comprovata efficacia, utile per contrastare diverse alterazioni dei tessuti cutanei e sottocutanei. Ne parliamo la dottoressa Chiara Antonioli, medico estetico. In cosa consiste questo trattamento? Per carbossiterapia si intende l’utilizzo di anidride carbonica medicale allo stato gassoso somministrata per via intradermica a scopo terapeutico. La CO2 viene iniettata nel

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sottocute con l’utilizzo di un aghetto sottile e monouso collegato tramite un tubicino al dispositivo dotato di un serbatoio contenente il gas. Col tempo le apparecchiature sono divenute sempre più sofisticate, dotate di un software che riesce a controllare e a misurare attraverso a dei sensori la resistenza incontrata dal gas nel tessuto.Sarà il medico a stabilire la quantità e la velocità a seconda dell’inestetismo da trattare. La somministrazione di CO2 controllata genera un potenziamento di quello che in farmacodinamica viene definito “effetto Bohr”, ovvero si ottiene un rilascio dell’ossigeno da parte dell’emoglobina aumentando la biodisponibilità di ossigeno per le funzioni metaboliche dei tessuti.

UTILE IN CASO DI… La storia della carbossiterapia inizia nel 1930 in Francia alle terme di Royat dove i pazienti si recavano per beneficiare di questo gas naturale allo scopo di contrastare le patologie vascolari. Da allora la ricerca scientifica non si è mai fermata: sono stati condotti molteplici studi clinici e i benefici sono stati dimostrati e quantificati attraverso misurazioni termografiche, plicometriche e ecografiche. Ad oggi le indicazioni cliniche sono diverse e interessano varie branche della medicina: cellulite; stasi linfatica; lipodistrofie; localizzate(accumuli adiposi); lassità cutanee; rughe; smagliature, cicatrici; occhiaie e borse sotto gli occhi; alopecia; psoriasi; insufficienza venosa cronica; tromboangioite obliterante; ulcere ischemiche su base arteriosa; arteriopatie dovute al diabete; reumoartropatie acute e croniche; ringiovanimento vaginale.


Quali benefici si possono ottenere? > Un miglioramento del microcircolo con aumento del flusso ematico locale e neoangiogenesi (crescita di nuovi vasi) che porta a una migliore ossigenazione dei tessuti e ad un miglioramento della Pefs (panniculopatia edemato-fibrosclerotica) comunemente chiamata cellulite. > Un effetto lipolitico parafisiologico con riduzione

del grasso localizzato grazie alla riattivazione del metabolismo cellulare e all’attivazione degli enzimi preposti allo scioglimento e al riassorbimento del grasso. > La depurazione con drenaggio dei liquidi in eccesso e smaltimento delle tossine con miglioramento della ritenzione idrica. La stimolazione del tessuto connettivo a produrre collagene e elastina per il ringiovanimento cutaneo, una pelle più tonica e compatta. Ma è dolorosa? No, anche molto dipende dalla zona in cui vengono effettuate le iniezioni e dalla sensibilità della paziente stessa. Spesso si nota che via via si susseguono le sedute, la tollerabilità della paziente migliora.

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Con che frequenza andrebbe ripetuto il trattamento per avere effetti? La frequenza delle sedute viene stabilita sulla base dell’inestetismo e sulla possibilità di associare altri trattamenti quali la pressoterapia, il

linfodrenaggio manuale o la mesoterapia. Possono essere necessari dagli 8 ai 20 trattamenti a seconda della alterazione tissutale. Ogni seduta dura dai 15 ai 30 minuti. Ha effetti collaterali o controindicazioni? Gli effetti collaterali sono rappresentati da modesta dolorabilità (fugace), talvolta da sensazione di arti pesanti per alcune ore e da un leggero gonfiore della zona trattata che si riassorbe velocemente. Le controindicazioni sono: insufficienza respiratoria cronica grave, insufficienza renale cronica grave, insufficienza cardiaca cronica grave, terapia con acetazolamide e altri inibitori della anidrasi carbonica, terapia con metformina soprattutto negli anziani, diabete mellito scompensato, anemia grave, gangrena gassosa, gravidanza, trombosi arteriose. È importante che il trattamento venga eseguito da personale medico esperto e con macchinari dotati di software di ultima generazioni riconosciuti dal Ministero della Salute.

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ATS INFORMA

Caldo Da Ats Bergamo i consigli su alimentazione, medicinali e comportamenti corretti ∞  A CURA DI ATS BERGAMO

Il grande caldo è arrivato. Quest’anno la difficoltà maggiore per il nostro organismo è stata adattarsi al cambio repentino di clima a causa delle basse temperature che ci hanno accompagnati sino ai primi di giugno. Le ondate di calore determinano l’innalzamento della temperatura ambientale, fattore che altera l’equilibrio dell’organismo causando un fastidioso senso di malessere. Associate a elevati tassi di umidità con forte irraggiamento solare, assenza di ventilazione e aumento della concentrazione dell’ozono, possono rappresentare un rischio reale per la salute di tutta la popolazione. «Nonostante ad accusare di più la situazione siano soprattutto anziani e bambini, raccomandazioni e consigli valgono per tutti» mette in guardia Pietro Imbrogno, medico e Direttore del Dipartimento d’Igiene e Prevenzione Sanitaria di Ats Ber-

gamo. «È importante imparare a prevenire le situazioni di potenziale pericolo che possono aumentare non solo in rapporto alle caratteristiche dei singoli soggetti, ma anche in base alle condizioni atmosferiche come temperatura, umidità, ventilazione, inquinamento».

HUMIDEX: IL BOLLETTINO QUOTIDIANO SUL DISAGIO DA CALORE Una prima e fondamentale fonte di informazioni utili per la prevenzione è il bollettino sul disagio da calore “Humidex” emesso ogni giorno durante il periodo estivo da ARPA Lombardia e trasmesso al Centro di Riferimento di Ats Bergamo che, in caso di emergenza, invia tempestivamente istruzioni pratiche alle diverse istituzioni territoriali. Il fine è attivare i piani di emergenza con particolare attenzione alle fasce di soggetti fragili.

IL RUOLO DI ATS: MONITORAGGIO E ATTIVAZIONE DEI “PIANI CALDO” Da parte sua Ats Bergamo, in caso di situazioni di forte disagio per più giorni consecutivi (Livello 4 che corrisponde a codice rosso), allerta i ricettori sensibili: le case di riposo, i Comuni, le ASST, i medici di base etc., affinché attivino i rispettivi Piani caldo a livello territoriale e tutti i provvedimenti finalizzati a mitigare il disagio conseguente alle sfavorevoli condizioni meteo-climatiche previste, soprattutto per le categorie più deboli e sensibili. In particolare la rete è chiamata a:

800.844.999 Il numero verde, attivo sino al 31 agosto dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 16.00, è il servizio di informazioni telefoniche fornite a tutta la cittadinanza: la popolazione può contattarlo per informazioni e suggerimenti specifici.


1. fornire informazioni e consigli pratici e utili per evitare danni alla salute derivanti da esposizione ad elevate temperature, per tutta la popolazione e per le particolari categorie a rischio; 2. monitorare lo stato di salute e di disagio delle persone assistite a domicilio, anziani/persone fragili, popolazione a rischio (es. contatti telefonici diretti, tramite parenti…); 4. cogliere eventuali necessità assistenziali/socio-sanitarie; 5. segnalare situazioni di rischio; 6. verificare sul posto lo stato di salute delle persone; 7. attuare azioni di sostegno (termoregolazione, idratazione, ventilazione etc.). Nei casi di perdurante emergenza caldo, queste azioni devono essere integrate con: 1. attivazione se necessario del servizio AREU 118; 2. valutazione delle scorte idriche e attuazione di azioni di prevenzione black out elettrici (per quanto riguarda RSA e ASST);

www.ats-bg.it Sul portale è presente una sezione dedicata al caldo con collegamenti, informazioni e approfondimenti utili sui comportamenti da tenere e da evitare per prevenire i disturbi legati alle condzioni climatiche e i sintomi cui fare attenzione in caso di malore. È possibile inoltre scaricare l’opuscolo “Consigli pratici per la popolazione per difendersi dal caldo eccessivo” con tutti i consigli pratici di Ats Bergamo su come affrontare un’estate sicura..

3. verifica dei soggetti dipendenti da apparecchiature vitali. Inoltre, l’individuazione preventiva dei cittadini a rischio medio-alto consente di gestire al meglio fenomeni di emergenza, valutando eventuali ricoveri di sollievo o servizi a domicilio sostitutivi.

LE BUONE ABITUDINI PER RIDURRE I DISAGI DEL CALDO Semplici abitudini comportamentali possono contribuire a ridurre notevolmente le conseguenze nocive determinate dalle ondate di calore: non uscire nelle ore più calde della giornata (11.00/18.00); bere molta acqua; bagnarsi viso e braccia con acqua fresca; ridurre l’attività fisica all’aperto nelle ore più calde; rinfrescare l’ambiente; proteggersi dai raggi solari con cappello e occhiali; preferire un’alimentazione leggera con tanta frutta e verdura, con un alto contenuto di liquidi e sali minerali; indossare abili leggeri e non aderenti, preferibilmente in fibre naturali per far assorbire meglio il sudore e permettere la traspirazione della cute. Le temperature elevate favoriscono inoltre la contaminazione degli alimenti e aumentano il rischio di gastroenteriti e intossicazioni alimentari. Per garantire la sicurezza alimentare è importante cuocere bene i cibi di origine animale, evitando di lasciare cibi deperibili fuori dal frigorifero; lavare accuratamente la frutta e le verdure che vengono consumate crude; lavare le mani e gli utensili usati per preparare un alimento. In caso di diarrea è importante reintegrare i liquidi persi bevendo quantità adeguate di soluzione reidratante orale, a piccoli sorsi se c’è anche vomito. Infine meglio evitare cibi molto grassi, bevande molto zucchera-

te, integratori per lo sport, succhi di frutta.

FARMACI: ECCO COME CONSERVARLI CORRETTAMENTE Un altro aspetto da tenere in considerazione durante il periodo estivo è la corretta conservazione dei farmaci: afa, umidità e sbalzi di temperatura possono infatti metterne a rischio l’integrità e l’efficacia e, di conseguenza, la salute delle persone che devono assumerli. Anche i raggi solari diretti hanno effetti negativi sui medicinali, rischiando di ridurne l’efficacia o rendendoli dannosi per la salute. «In genere il medicinale va conservato in luogo fresco e asciutto attenendosi alle disposizioni riportate nel bugiardino. Qualora le modalità di conservazione non dovessero essere specificate nel foglio illustrativo, è comunque sempre bene conservare il medicinale in luogo fresco e asciutto, non oltre i 25° C in quanto non rispettare la temperatura suggerita potrebbe rendere i farmaci dannosi per la salute, alterandone e modificandone le caratteristiche» evidenzia il dottor Marco Gambera, farmacista e dirigente del Servizio Farmaceutico Territoriale dell’Ats Bergamo. Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 45



3 0 MI L A

COPIE

PRESIDI SOCIO SANITARI TERRITORIALI DELLE ASST ASST Papa Giovanni XXIII ASST Bergamo Est ASST Bergamo Ovest SEDI ASSOCIAZIONE SOCIO-CULTURALE E RICREATIVA PER LA TERZA ETÀ Boccaleone, Colognola, Borgo Palazzo, Loreto, Monterosso, S. Colombano, Redona, Villaggio degli Sposi CENTRI PRELIEVI BIANALISI Albino, Bagnatica, Casazza, Chiuduno, Costa Volpino, Grassobbio, Rogno, San Paolo d’Argon, Scanzorosciate, Telgate ALBINO Caredent Galleria Commerciale Valseriana Center Via Marconi ALMÈ Farmacia Visini Via Italia 2 ALMENNO S.SALVATORE Fondazione Rota Via Repubblica 1 ALZANO LOMBARDO Ospedale Pesenti Fenaroli Via Mazzini 88 AZZANO SAN PAOLO Fortimed Italia Via Cremasca 24 Iro Medical Center Via del Donatore Avis Aido 13 Studio Odontoiatrico Dott. Campana Marco Via Castello 20 BERGAMO Associazione Mosaico Via E. Scuri 1/C ASST Papa Giovanni XXIII Piazza Oms 1 Athaena Via Ronzoni 3 ATS Bergamo Via Gallicciolli 4 Avis Monterosso Via L. da Vinci 4 Caredent c/o Centro Comm. Auchan Via Carducci Blu Fit Via Gusmini 3/A Cartolombarda Via Grumello 32

Centro Acustico Italiano Via San Bernardino 33/C Centro Medico San Luca Via Quinto Alpini 6 Centro Sportivo Piscine Italcementi Via Statuto 41 Dott. Barcella Antonio - Centro Don Orione Via Don Orione 6 Dott. Ghezzi Marco Via Zambonate 58 Dott. Paganelli Paolo Via A. Maj 26/D Dott.ssa Manfredi Grazia Via G. Paglia 3 Forneria Rota Via S. Spaventa 56 Happy Friends Via A. Meucci 2 La Casa di Eddy Via C. Serassi 13 Medicalfarma Via Borgo Palazzo 112 Methodo Medical Center Via San Giorgio 6 OPI Via Rovelli 45 Ordine Medici Bergamo Via Manzù 25 Ottica Gazzera Via Gasparini 4/E Palamonti/CAI Via Pizzo della Presolana 15 Perform Sport Medical Center Via Furietti 10 Prénatal Via Camozzi 95 Primomodo Viale Giulio Cesare 29 Privatassistenza Via dello Statuto 18/D Residenza Anni Azzurri Via Colognola ai Colli 8 Selene Centro Medico Via Giacomo Puccini 54 Still Osteopathic Clinic Via Calzecchi Onesti 6 Studio di Podologia Dott. Zanardi Tommaso Via Suardi 51 Studio Dott.ssa Vitali Monica Via Camozzi 111 Studio Odontoiatrico Dott. Maggioni Maurizio Via Zelasco 1

GLI AMICI DI BERGAMO SALUTE DOVE PUOI TROVARE LA RIVISTA IN DISTRIBUZIONE GRATUITA

BAGNATICA Ottica di Moda Via Giovanni XXIII 63/E BONATE SOPRA Farmacia Quattro Strade Piazza Vittorio Emanuela II 17 Ortopedia Tecnica Gasparini Via Milano 57 BONATE SOTTO Dott.ssa Giusy Savoldi Via Villa 25 BREMBATE SOPRA Piscine Comunali Via A. Locatelli 36 CALCINATE Avis Calcinate Piazza Ospedale 3 Ospedale F.M. Passi Piazza Ospedale 3 CASAZZA Istituto Polispecialistico Bergamasco Via Nazionale 89 CASNIGO Centro Sportivo Casnigo Via Lungoromna 2 CHIUDUNO Giacomo Strabla Centro Sportivo Via Martiri della Libertà CIVIDATE AL PIANO Farmacia San Nicolò Via Alpini, 35 COLOGNO AL SERIO Farmacia Comunale Piazza G. Garibaldi 6/A CURNO Bongiorno Antinfortunistica Via E. Fermi 10 Caredent Via E. Fermi 5 DM Drogerie Markt Via E. Fermi 39 Il Sole e la Terra Via E. Fermi 56 Jump Academy Via dell’Aeronautica 12 Dott. Stabilini Sergio Via Emilia 12/A DALMINE Farmacia Ornati Dr. De Amici Via Papa Giovanni XXIII 11 Farmacia all’Università Via Marconi 9 GAZZANIGA Ortopedika Via Battisti 113

Ospedale Briolini Via A. Manzoni 130 GORLAGO Centro Polifunzionale Dinamico Via Del Fabbricone 16 Namastè Salute Piazza Gregis 10/A GORLE Casa di Riposo Caprotti Zavaritt Via Arno 14 Centro Medico MR Via Roma 32 Locanda del Punto Via Roma 16 GROMLONGO DI PALAZZAGO Tata-O Via Gromlongo 20 GRUMELLO DEL MONTE Aqva Club Via Don P. Belotti LOVERE Ospedale SS. Capitanio e Gerosa Via Martinoli 9 MOZZO Caredent Via Lecco 45 NEMBRO Privatassistenza Via Piazza Umberto I 8 Dott.ssa Giusy Savoldi Via E. Talpino 2/A OSPITALETTO Dott.ssa Seiti Mara Via Famiglia Serlini Traversa III16 PALAZZOLO Caredent c/o Centro Comm. Europa Via Europa 6 PIARIO Ospedale M.O. Antonio Locatelli Via Groppino 22 PIAZZA BREMBANA Fondazione Don Palla Via Monte Sole 2 PONTE SAN PIETRO Caredent Strada Statale Briantea Direzione Mozzo PRESEZZO Dott. Brembilla Rolando Via Vittorio Veneto 683 ROMANO DI LOMBARDIA 9COOP Via Balilla 66 Avalon Via R. Pigola 1

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AMICI DI BERGAMO SALUTE Caredent c/o Centro Comm. Il Borgo Dott. Giordano Raffaele Via dell’Armonia 104 Farmacia Comunale Via Duca d’Aosta 75/77 Ospedale Santissima Trinità Via San Francesco d’Assisi 12 ROVETTA Centro Sportivo Rovetta Via Papa Giovanni XXIII SAN GIOVANNI BIANCO Farmacia Contenti Via Carlo Ceresa 44 Ospedale Civile Via Castelli 5 SAN PAOLO D’ARGON InsiemeAte Via Baracca 28 SAN PELLEGRINO TERME Istituto Clinico Quarenghi Via San Carlo 70 SCANZOROSCIATE Dott.ssa Viola Sarah

Via Giassone 22 SEDRINA Farmacia Micheli Via Roma 71/A SERIATE Caredent Via Italia 131 Istituto Ottico Daminelli Via Italia 74 Ospedale Bolognini Via Paderno 21 Privatassistenza Via Italia 27 SPIRANO Euphoria Sport Dance A.S.D. Viale Lombardia 15 STEZZANO Caredent c/o Centro Comm. Le Due Torri Dm Drogerie Markt Viale Industria 293 Farmacia San Giovanni Via Dante 1

TRESCORE BALNEARIO Caredent Via Nazionale 44 Consultorio Familiare Zelinda Via F.lli Calvi 1 Ospedale S. Isidoro Via Ospedale 34 TREVIGLIO Caredent Via Roma 2/A Krioplanet Via Pontirolo 18/C Ospedale di Treviglio P.le Ospedale 1 TREVIOLO Farmacia Bianchi Via Roma 73/B Mondoflex Via Santa Cristina 31 URGNANO Antica Farmacia Via Papa Giovanni XXIII 435 MDM OCCHIALI PREZZI PAZZI Via Del Commercio 110

VERDELLINO Centro La Trottola Via Principe Amedeo 64 VERDELLO Casamia Verdello Via XXV Aprile 9 VERTOVA Dott. Barcella Antonio - Centro Medico Valseriana Largo Vittorio Veneto 29 VILLA D’ALMÈ Caredent Via Roma 20/D Farmacia Donati Via Roma 23 ZANICA Dott. Fustinoni Paolo Via Libertà 99 Farmacia Gualteri Piazza della Repubblica 1

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Antipasto Crema di semi Difficoltà di preparazione Facile

Tempo di preparazione 10 minuti

Calorie a persona 180 Kcal

INGREDIENTI per 4 persone 1/2........ Tazza di semi di girasole 1/2........ Tazza di semi di zucca 4............ Tazze acqua per ammollo 1............ Cucchiaio di erbe a piacere meglio se fresche (timo, origano, erba cipollina)

2............ 3............ 1............ qb......... qb.........

Cucchiai di miso di riso Cucchiai di succo di limone Cucchiaio di acidulato di umeboshi Acqua Sale tostato

PREPARAZIONE SIMONETTA BARCELLA Esperta di cucina naturale Co-autrice del libro “Il Cibo della Gratitudine”

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Mettere in ammollo i semi per qualche ora, minimo 6. Scolarli e sciacquarli bene sotto acqua corrente e lasciarli colare per qualche minuto. Metterli in un frullatore con i restanti ingredienti e acqua a sufficienza per ottenere la cremosità desiderata Assaggiare e aggiustare di sale ed eventuale succo di limone o acidulato di umeboshi secondo proprio gusto.


Bicchierini di crema di tofu di canapa alle olive INGREDIENTI per 4 persone 100 g... Tofu di canapa al naturale 90 g..... Olive nere snocciolate 1............ Cucchiaio di capperi dissalati 4............ Cucchiai di acqua 4............ Cucchiai di olio extravergine di oliva PREPARAZIONE Frullate tutti gli ingredienti, assaggiate e correggete di sale se occorre. Servire la crema in bicchierini (con bastoncini di verdure fresche) decorando con qualche germoglio.

Antipasto DifficoltĂ di preparazione Facile

Tempo di preparazione 10 minuti

Calorie a persona 74 Kcal

Entrambe le preparazioni possono essere servite con crostini di pane integrale come antipasto.

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RICETTA

Contorno Cipolla rossa in fiore

Difficoltà di preparazione Facile

Tempo di preparazione 30 minuti

Calorie per 1 cipolla 85 Kcal

INGREDIENTI per 1 cipolla 1............ Cipolla rossa 1............ Cucchiaio di olio extravergine di oliva 1............ Cucchiaino di tamari

PREPARAZIONE Pulite con cura la cipolla e tagliatela a spicchi, senza incidere fino in fondo. Posizionatela sulla teglia e irroratela con un’emulsione preparata con olio e tamari. Infornate a 180° per 20-25 minuti

Il tamari, o miso-damari, come è chiamato nella regione giapponese di Chubu, principale produttrice del condimento, è una varietà di salsa di soia (shoyu) molto salata e dal sapore forte. È tradizionalmente usata per condire il riso e i piatti a base di verdura. Nata 2500 anni fa in Cina, si diffuse in Giappone grazie anche alla proibizione buddhista di usare salse a base di carne o pesce. La variante giapponese contiene anche frumento. 54 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019


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RUBRICHE

ALTRE TERAPIE

I rimedi “dolci” per sconfiggere il jet lag ∞  A CURA DI ELENA BUONANNO

Difficoltà ad addormentarsi? Risvegli notturni? Insonnia? Questi sintomi di cui possiamo soffrire durante l’anno spesso ci accompagnano anche quando andiamo in ferie a causa di un letto diverso, di uno stile di vita differente rispetto a quello quotidiano e soprattutto a causa del cambiamento di fuso orario, più comunemente conosciuto come jet lag. Come possiamo aiutarci, senza ricorrere a farmaci, per evitare che il jet lag rovini le ferie tanto attese? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Anna Pirola, farmacista. Dottoressa Pirola, quali rimedi e sostanze possono aiutare a vincere l’insonnia estiva? Un aiuto efficace è rappresentano sicuramente dagli integratori a base di melatonina, un ormone prodotto dalla nostra ghiandola pineale (o epifisi) che, tra le principali attività, regola il ritmo sonno-veglia. L’assunzione prima di coricarsi, a 56 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

Anche se si tratta di integratori, è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio medico o farmacista per un corretto utilizzo ed escludere interazioni con eventuali farmaci assunti” partire dal primo giorno di viaggio e per alcuni giorni dopo l’arrivo a destinazione, può facilitare l’adeguamento del ciclo sonno-veglia al ritmo luce-buio della regione di destinazione, contribuendo ad alleviare gli effetti del jet-lag e a ridurre il tempo richiesto per prendere sonno. Anche alcune piante officinali possono essere utili per favorire il riposo notturno (sia in

vacanza sia durante l’anno). Tra queste la griffonia (Griffonia semplicifolia L.) che, grazie all’elevata concentrazione in triptofano dei suoi semi, è utile sia come regolatrice del sonno sia come calmante, e la valeriana (Valeriana officinalis L.) nota fin dai tempi antichi per le proprietà calmanti e favorenti il sonno. Anche il luppolo (Humulus lupulus L.), la melissa (Melissa officinalis L.) e alcune specie di biancospino possono essere efficaci. Integratori a base di uno o più di questi estratti vegetali andrebbero presi circa un’ora prima di andare a letto e per fare effetto l’assunzione dovrebbe continuare per almeno due settimane. Quali altri accorgimenti sarebbe bene seguire per favorire il giusto ritmo veglia-sonno? Evitare di trascorrere molto tempo davanti a pc, tablet e cellulare prima di andare a letto (la luce dello schermo blocca la sintesi di melatoni-


na); non assumere durante la sera caffè e altre bevande contenenti caffeina, thè e cioccolata; fare un bagno caldo prima di coricarsi per rilassarsi, meglio se con qualche goccia di olio essenziale di Lavanda angustifolia (l’inalazione delle sostanze volatili presenti in questo olio essenziale migliora qualità e durata del sonno; in alternativa se ne può mettere qualche goccia in un diffusore per ambienti); praticare attività fisica leggera (esercizi fisici impegnativi verso sera hanno un effetto contrario); fare cene leggere e lasciar trascorrere qualche ora prima di coricarsi.

DOTT.SSA ANNA PIROLA Farmacista


RUBRICHE

GUIDA ESAMI

Demenza Un percorso multidisciplinare per riconoscerla Dall’anamnesi ai test cognitivi fino alla diagnostica per immagini

∞  A CURA DI MARIA CASTELLANO

«Il termine “demenza” descrive una serie di sintomi cognitivi, comportamentali e psicologici che possono includere perdita di memoria, difficoltà di ragionamento e di comunicazione e cambiamenti della personalità che compromettono lo svolgimento delle attività quotidiane. In Italia i pazienti affetti da demenza sono oltre un milione (di cui circa 600.000 con malattia di Alzheimer) e, considerato il progressivo incremento della popolazione anziana, la prevalenza di tale patologia è in continuo aumento» dice la dottoressa Sara Zazzetta, geriatra. «Come in molte altre malattie del corpo umano, anche nel caso della demenza vale la regola che prima si interviene meglio è: alle prime avvisaglie di decadimento cognitivo nel paziente anziano, infatti, sarebbe opportuno rivolgersi allo specialista, ossia al geriatra». Dottoressa Zazzetta, per intervenire precocemente 58 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

bisogna anche diagnosticare tempestivamente. Come si riconosce un problema di demenza? Il percorso diagnostico inizia con un colloquio approfondito e l’esame obiettivo, entrambi elementi fondamentali e imprescindibili. Verrà effettuata l’anamnesi, ossia il riassunto delle patologie di cui soffre il paziente, con attenzione anche alla terapia farmacologica. Vi sono infatti dei farmaci che interagiscono negativamente con le performance cognitive e di cui spesso il paziente abusa, ad esempio ansiolitici, farmaci per l’insonnia, antistaminici etc. Il geriatra indagherà quindi da quanto tempo sono insorte le difficoltà cognitive, come sono esordite, che caratteristiche hanno etc. inoltre valuterà l’eventuale presenza di disturbi dell’umore, del sonno, dell’appetito in modo tale da avere una visione più completa del problema. Domande sul gra-

do di autonomia, come lavarsi, vestirsi e mangiare da soli, servono per capire se e quanto tali deficit impattino sulla quotidianità. La raccolta anamnestica è poi seguita dalla somministrazione di test cognitivi che hanno lo scopo di confermare il sospetto di demenza, dandone eventualmente anche una stima di gravità. Tra questi i più conosciuti sono il Mini Mental State Examination (Mmse), il Montreal Cognitive Assessment (MoCA), o anche l’Addenbrooke’s Cognitive Examination (Ace-R). Si tratta di test veloci, facilmente somministrabili (serve solo una penna) e che in poco tempo permettono di fare una stima grossolana dello stato cognitivo del paziente. Quali altri esami possono essere utili? Il medico può avvalersi di alcune indagini strumentali. Tra questi, innanzitutto, la Tac encefalo sen-


za mezzo di contrasto che permette di elaborare immagini del cervello attraverso i raggi X. È un macchinario aperto per cui non provoca problemi di claustrofobia. Il medico ricercherà se e dove vi è atrofia o se ad esempio vi sono segni di pregresse ischemie passate inosservate perché di piccola entità, ma che hanno magari colpito specifiche aree cerebrali, ad esempio le aree della memoria, oppure ancora masse (ad esempio ematomi o tumori) che per il loro effetto compressivo possono mimare una demenza. Utile è anche la Risonanza Magnetica Nucleare dell’encefalo (Rmn) che dà immagini molto dettagliate di cervello, cervelletto e tronco encefalico. ll paziente viene fatto accomodare sul lettino, che poi entra all’interno

del macchinario, dove viene applicato un campo magnetico. La Rmn encefalo è sicuramente più accurata della Tac, ma presenta dei limiti tra cui il costo elevato, il fatto che il paziente debba fisicamente entrare nel tubo (sconsigliata in caso di claustrofobia) o ancora che alcuni materiali presenti in dispositivi medici, ad esempio nei pacemaker di vecchia generazione, interferiscano con il campo magnetico generato. In casi dubbi ci sono anche la Pet o la Spect cerebrale, che mostrano non l’anatomia del cervello, bensì i suoi processi metabolico-funzionali, ma vengono prescritte in casi molto selezionati. A completamento diagnostico, infine, è opportuno escludere carenze vitaminiche-nutritive-ormonali che potrebbero aggravare

i deficit cognitivi: attraverso esami ematochimici si andrà quindi a valutare la funzionalità tiroidea, i valori di vitamina B12, folati, emoglobina, glicemia e i valori di colesterolo.

DOTT.SSA SARA ZAZZETTA Specialista in Geriatria Ospedale Briolini Gazzaniga ASST-Bergamo Est


RUBRICHE

ANIMALI

Estate Come aiutare i nostri amici a quattro zampe ∞  A CURA DI ELENA BUONANNO

L’allarme caldo non riguarda solo gli umani, ma anche i nostri amici animali. Spesso infatti le alte temperature possono causare inconvenienti, difficoltà e vere e proprie patologie anche a loro. È quindi importante evitare situazioni in cui lo stress termico potrebbe giungere a creare il cosiddetto “colpo di calore”, adottando accorgimenti che garantiscano anche all’animale un accettabile stato di benessere e l’assenza di gravi rischi. «In primo luogo dovranno essere evitate, per quanto possibile, forme di contenzione dell’animale al sole o in ambienti caldi, condizioni in cui non può termoregolarsi, non potendo fisicamente accedere ad aree ombreggiate o con superfici non surriscaldate» sottolinea il dottor Paolo Castelli, direttore del dipartimento veterinario di Ats Ber60 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

gamo. «In particolare non lasciatelo mai chiuso in auto, anche se prevedete un’assenza di pochissimi minuti. Infatti, all’interno dell’abitacolo dell’auto la temperatura salirà in modo rapidissimo, esponendo l’animale al rischio di un colpo di calore, se non alla morte, nel giro di pochi minuti. In caso di elevate temperature, poi, andrà sempre garantito all’animale l’accesso a zone ombreggiate e acqua fresca in abbondanza. Non portate il cane a passeggio nelle ore centrali della giornata, evitate camminate o corse sull’asfalto rovente, che provocherebbero gravi lesioni ai cuscinetti plantari, particolarmente dolorose per l’animale e di lenta guarigione. Anche in altri orari della giornata dovrà essere sempre messa a disposizione acqua fresca (portatene con voi una bottiglia se non siete certi di incontrarne lungo il percorso previsto)».

DOTT. PAOLO CASTELLI Medico Veteriinario Direttore Dipartimento Veterinario Ats Bergamo.

E i rischi non riguardano solo cani e gatti. «Anche per le altre specie di animali domestici (uccelli, roditori, conigli, furetti, gatti in appartamento) si dovranno individuare luoghi adeguati all’interno dell’abitazione e delle sue pertinenze, preferendo zone con disponibilità di aree fresche e ventilate. Per quanto riguarda gli acquari, invece, è importante evitare sempre la loro esposizione ai raggi solari, controllando periodicamente la temperatura dell’acqua» continua il dottor Castelli. «Il colpo di calore negli animali domestici è sempre una patologia subdola, a volte improvvisa e


No alle tosature Negli animali il mantello assolve ad una funzione termica e mantiene costante la temperatura corporea. Il pelo svolge un’azione di filtro per i raggi solari isolando la cute dal surriscaldamento esterno. Partendo da questi presupposti è utile ricordare che: > gli animali a mantello nero sono a rischio perché il colore scuro aumenta l’assorbimento dei raggi solari; > gli animali a mantello e cute bianchi sono particolarmente sensibili ai raggi solari, specialmente a testa, occhi, orecchie e muso; > gli animali tosati sono particolarmente a rischio poiché viene a mancare loro la protezione del pelo. (fonte: www.salute.gov.it, sito del Ministero della Salute)

frequentemente a esito infausto» avverte l’esperto. «Se sospettate che il vostro animale presenti sintomi riconducibili al colpo di calore: spostatelo rapidamente e portatelo in ambiente fresco e ventilato; raffreddatelo con acqua fresca, con docce o panni bagnati applicati al collo, alla testa, alle ascelle e alla regione inguinale

(evitate di usare ghiaccio o acqua ghiacciata); consultate nel più breve tempo possibile un medico veterinario; monitorate la situazione per le successive 24–48 ore». Infine, l’estate è la stagione delle zecche che rappresentano un importante rischio sanitario per i nostri animali domestici. «Per evi-

tare i problemi anche gravi che le zecche possono provocare (ndr. malattie molto pericolose come ehrlichiosi, rickettsiosi, leishmaniosi, filariosi), sarebbe opportuno trattarli preventivamente con repellenti e/o con prodotti farmacologici specifici per lo scopo» conclude il dottor Castelli.

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DAL TERRITORIO

NEWS

NEWS Come stanno le acque nel territorio della provincia di Bergamo? Bene. È quanto emerge dall’elaborazione dei dati delle ultime quattro stagioni diffusi dal Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria (Dips) dell’Agenzia di Tutela della Salute (Ats) Bergamo. Per la valutazione e l’attribuzione dello stato di qualità delle acque di balneazione la normativa stabilisce l’utilizzo di due indicatori microbiologici: Escherichia coli e Enterococchi intestinali. La classificazione, invece, prevede quattro classi di qualità: scarsa, sufficiente, buona, eccellente. L’obiettivo delle analisi, sotto l’aspetto igienico-sanitario, è garantire che le acque utilizzate ai fini della balneazione non siano causa di rischio per la salute dei bagnanti a seguito di fenomeni di inquinamento causati dalla presenza di microrganismi patogeni o altri inquinanti. Le acque del territorio bergamasco sono eccellenti con una sola eccezione (il lido San Pietro di Spinone al Lago che comunque ha un livello di qualità dell’acqua buona). Durante la stagione balneare il Dips di Ats Bergamo effettua numerosi controlli ai fini della balneazione in diverse località: la sponda bergamasca del lago d’Iseo (17 punti di controllo), il lago di Endine (13 punti di controllo), il laghetto Piangaiano di Endine Gaiano (1 punto di controllo), il laghetto Giudici di Rogno (1 punto di controllo). Per essere sempre informati sullo stato di salute delle acque si può consultare www.portaleacque.salute.gov.it e www.ats-bg.it

Esenzione ticket per farmaci ed esami: la scadenza per il rinnovo slitta al 30 settembre È stato prorogato al 30 settembre il termine per presentare i certificati di esenzione per reddito dei ticket su farmaci ed esami. Si tratta, in particolare delle esenzioni E02 ed E12 (disoccupazione), E13 (lavoratori in mobilità/cassa integrazione/contratto di solidarietà) e le esenzioni del ticket farmaceutico E30 (patologia cronica) ed E40 (malattia rara). Gli aventi diritto dovranno provvedere al rinnovo della propria esenzione, muniti di documento di riconoscimento e della tessera sanitaria, presso gli sportelli di Scelta/ Revoca della Asst di competenza; presso qualunque farmacia (limitatamente alle esenzioni E30 ed E40); online, autenticandosi sul sito Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), nella sezione specifica delle Esenzioni. A partire dal 2019, invece, le esenzioni con codice E14 (ticket farmaceutico) ed E15 (super ticket) vengono attribuite e rinnovate automaticamente ogni anno se permangono le condizioni di diritto, sulla base delle certificazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, come già avviene per le esenzioni nazionali con codice E01, E03, E04 e per l’esenzione regionale E05.


Un protocollo sperimentale per l’inserimento dei pazienti psichiatrici over 65 in casa di riposo È partita nei giorni scorsi e si concluderà a fine anno, la sperimentazione di un protocollo innovativo, per l’inserimento di pazienti ultra 65enni nella Rsa Anni Sereni, pazienti provenienti dai Centri psicosociali (Cps) parte dell’Asst Bergamo Ovest, residenti a Treviglio, Fara Gera D’Adda o Caravaggio. Il primo paziente accettato, in via sperimentale, è un sessantacinquenne che, seguito da molti anni dal Cps di Treviglio, residente a Treviglio. Finora i pazienti con patologie psichiatriche avevano difficile accesso alle strutture residenziali per anziani,

a causa della peculiare e difficile gestione della patologia. Con l’innalzamento della speranza di vita, in alcuni casi, la patologia psichiatrica nelle persone, con l’avanzare dell’età, si affievolisce. Allo stesso tempo però, possono diventare più evidenti le degenerazioni cognitive simili a quelle che interessano anche i pazienti non psichiatrici. Semplificando, in alcuni casi il paziente psichiatrico diventa, invecchiando, un anziano affetto da demenza, come altri e come altri, può essere accolto in una normale Rsa, certamente con la garanzia di essere costan-

temente seguito anche dai servizi di Salute Mentale, che continueranno a verificare la condizione di stabilità. L’Asst Bergamo Ovest e la Fondazione Anni Sereni onlus hanno, così, sancito un rapporto sperimentale e temporaneo di collaborazione per l’accompagnamento di quei pazienti ritenuti idonei dal servizio psichiatrico di riferimento e per i quali sia concordata con i familiari e con i servizi sociali dei tre comuni consociati una dimissione protetta dalla comunità al superamento dei 65 anni.


DAL TERRITORIO

FARMACIE

Il counseling approda in farmacia

∞  A CURA DI VIOLA COMPOSTELLA

Come sottolineato dall’Istituto Superiore della Sanità “la promozione della salute ha una funzione centrale in sanità pubblica, fornendo un contributo significativo alla lotta contro le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) attraverso l’adozione di stili di vita salutari... Per contrastare le MCNT è fondamentale agire in modo coordinato e integrato non solo sui fattori di rischio individuali, ma anche sui determinanti socio-economici e ambientali che possono ostacolare i cittadini nelle loro scelte di salute. Poiché la maggior parte degli interventi efficaci di promozione di comportamenti salutari coinvolge molteplici contesti e operatori sanitari e non, è opportuno sviluppare alleanze e realizzare interventi basati su un approccio intersettoriale e multistakeholders, coinvolgendo i professionisti che sul territorio, in setting diversi, possono contribuire alla promozione della salute. La farmacia e il farmacista rappresen64 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

tano rispettivamente un ambito operativo e una figura chiave fondamentali per attuare interventi finalizzati alla diffusione di indicazioni utili per la salute e per creare un rapporto di fiducia con il pubblico…è importante che il farmacista possieda alcune competenze comunicativo - relazionali per mantenere e rafforzare il rapporto di fiducia che caratterizza tali relazioni.” È in questo scenario che si colloca il counseling in farmacia, attività che presuppone non solo competenze tipiche della professione, come conoscenze farmacologiche e di tutela e promozione della salute, ma anche e soprattutto la capacità di ascoltare. Ne parliamo con la dottoressa Maria Paola De Micheli, farmacista esperta in counseling. Dottoressa De Micheli, cosa si intende per counseling? Un’attività professionale nell’ambito della relazione d’aiuto volta ad attivare le risorse delle per-

sone, orientando, sostenendo e sviluppando le loro potenzialità, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Il counseling, infatti, mira a facilitare processi di cambiamento valorizzando sia le proprie risorse sia le relazioni con l’ambiente circostante. Ma come si declina nella vostra professione? In una società multiculturale come quella in cui viviamo, sono poche le occasioni per dedicare attenzione all’altro. Riteniamo, quindi, che la farmacia possa svolgere questa funzione senza sostituirsi ad altre figure professionali, anzi, svolgendo un’importante opera di indirizzo. Il piano di counseling in farmacia ha, infatti, come fine la promozione della salute e in particolare la gestione corretta del farmaco, che, soprattutto, nelle patologie croniche può dare adito a importanti disagi famigliari e sociali. Si intende, comunque, un


aiuto a una persona psicologicamente sana che sta attraversando un periodo di impasse della propria vita e che necessita di parlare con un professionista per cercare di risolvere la situazione critica momentanea (il counseling è inquadrato come una professione intellettuale normata dalla Legge 4/2013 e, non va, quindi, in contrasto con altre professioni sanitarie). La farmacia è, spesso, deputata al primo ascolto essendo il primo anello della catena sanitaria e il farmacista il professionista sanitario più facilmente accessibile. Quanto conta saper ascoltare e comunicare in questo contesto? Il lavoro di ogni professionista sanitario e in particolare del farmacista è sicuramente legato alle conoscenze tecnico scientifiche specifiche, ma è anche di tipo comunicativo, antropologico ed educativo. Il rapporto tra farmacista e paziente/cliente è il risultato della comunicazione in cui il primo è esperto del farmaco, ma

il secondo è esperto di se stesso. L’operatore sanitario esperto di counseling si pone come aiuto alla soluzione di problemi che in quel momento sembrano quasi insormontabili ed alla loro migliore risoluzione. L’abuso del farmaco, anche il più comune (ad esempio il paracetamolo) spesso sottende la paura del dolore e la ricerca di una falsa rapida via d’uscita che non dà il tempo al proprio organismo di lavorare in autonomia nel ricostruire un equilibrio fisico e psichico. I modelli della società moderna, sempre di corsa, non permettono infatti di fermarsi e far sì che mente e corpo riescano a dialogare. Già da anni, peraltro, anche l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha sottolineato il valore del counseling, relativamente nuovo in l’Italia, ma già presente dall’inizio del secolo scorso in molti paesi quali Usa e Gran Bretagna; ad esempio viene indicato nella “Guida all’uso dei Farmaci” come intervento di aiuto alla disassuefazione di benzodiazepine. In conclusione, il farmacista esperto di counseling,

con una corretta e adeguata preparazione, può aiutare la persona a raggiungere importanti obiettivi guidandola a integrare salute fisica e salute psico-sociale per migliorare la qualità della sua vita. La persona è il valore primario e l’ascolto fa parte del nostro essere quotidiano!

DOTT.SSA MARIA PAOLA DE MICHELI Farmacista, esperta in counseling A Dalmine

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INSIEME CONTRO LE MALATTIE RARE Le Malattie Rare sono un ampio gruppo di patologie (circa 7.000 secondo l’OMS), accomunate dalla bassa prevalenza nella popolazione (inferiore a cinque persone per 10.000 abitanti secondo i criteri adottati dall’Unione Europea). Con base genetica per l’80-90%, possono interessare tutti gli organi e apparati dell’organismo umano.

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BANDO DI CONCORSO Sono aperte le iscrizioni al bando di concorso A.R.M.R. 2019 per l’anno 2020 che mette a disposizione 6 borse di studio per laureati in discipline biomediche e affini. Le domande devono pervenire entro il 13 settembre 2019. Tutte le informazioni su www.armr.it

SINDROME DI POLAND Codice di Esenzione. RN0430 Categoria. Malattie Congenite. Definizione. Condizione caratterizzata principalmente da anomalie unilaterali di varia gravità a carico dei muscoli di torace e arto superiore. Epidemiologia. L’incidenza è pari a circa 1:30.000 nati. I maschi sono in percentuale tripla rispetto alle femmine. Segni e sintomi. Presenza di ipoplasia (sviluppo anormale) unilaterale o assenza del muscolo grande pettorale e difetto omolaterale dell’arto superiore; nel 75% dei casi è coinvolta la parte destra del corpo. Nell’emitorace colpito anche altri muscoli, coste, mammella, areola possono essere o presenti anomalie di sviluppo di vario grado. Tra i difetti dell’arto superiore si osservano sindattilia cutanea (fusione di due o più dita), brachidattilia (dita molto corte), oligodattilia (mancanza di una o più dita), di vario grado, oltre a possibili difetti in riduzioni anche più gravi. Sono occasionalmente evidenti anomalie renali (agenesia\ipoplasia), ureterocele, ipospadia, emivertebre e destrocardia. Eziologia. La causa è tuttora sconosciuta. È stata ipotizzata un’anomalia precoce della vascolarizzazione del lato affetto nei primi periodi dello sviluppo (sesta settimana di vita intrauterina).

Tel. +39 035 671906 fax +39 035 672699 presidenza@armr.it WWW.ARMR.IT

Diagnosi. Entra in diagnosi differenziale con le patologie che presentano un possibile interessamento dei muscoli pettorali e dell’arto superiore, come la sindrome di Holt-Oram, in cui tuttavia si riscontrano altre problematiche (cardiopatia congenita) e le anomalie a carico dei muscoli pettorali non sono presenti nella maggioranza dei pazienti. Terapia. Non è disponibile una terapia risolutiva. La chirurgia ricostruttiva viene utilizzata per impiantare i muscoli del torace mancanti, per correggere le anomalie delle mani e trapiantare le coste. Dottor Angelo Serraglio Vice Presidente ARMR

Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 67


DAL TERRITORIO

TESTIMONIANZA

Costruendo velieri in miniatura combatto contro il Parkinson ∞  A CURA DI LELLA FONSECA

Fino a una decina di anni fa Gianmario Vavassori, di Brignano Gera d’Adda, dedicava quasi tutto il suo tempo al lavoro: era capo cantiere, impegnato in opere importanti a Milano come il restauro di alcune chiese storiche. Nel 2009, a 52 anni, comincia però ad accusare una mancanza di forza al braccio e alla mano sinistra, il mal di testa che già lo accompagnava da un po’ si intensifica e si presentano i sintomi della depressione. «Durante i preparativi per la Cresima di nostro figlio era assente» racconta la moglie Manuela. «Al ristorante con i parenti si era appartato, non riusciva a godere della festa, non capivamo che cosa stava succedendo». Poco tempo dopo lo colpisce un mal di testa così forte da dover andare al pronto soccorso e così iniziano le indagini mediche. Per potersi sottoporre alla risonanza magnetica, però, prima deve togliere una scheggia di metallo che si era conficcata nella sua testa da anni a causa di un incidente di lavoro. Gli esami escludono che possa essere quella la causa dei suoi disturbi. Dopo circa due settimane dal day hospital arriva il responso: è Parkinson. Per Gianmario e Manuela è una doccia fredda. All’inizio tengono la diagnosi nascosta in famiglia, non è facile parlarne. Finalmente però riescono a mettere insieme i tasselli della malattia che nell’ultimo 68 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

periodo si era fatta viva con tanti segnali, piccoli e grandi, a cui non erano riusciti a dare un significato, a partire dalla depressione fino alla difficoltà più recente nell’allacciarsi la cerniera della giacca a vento o abbottonare la camicia. «Le cure sono iniziate subito e hanno cominciato a fare effetto» ricorda Gianmario. «Il mal di testa se ne è andato completamente. Purtroppo nello stesso periodo una caduta accidentale, scivolando su una biro, mi procura la frattura di alcune vertebre e mi costringe a subire due interventi, a portare il busto e a rimanere in casa a riposo». Per chi era abituato a stare sempre in attività e a muoversi con agilità sui ponteggi è difficile da accettare. La mobilità è ridotta e le giornate non passano mai, ma Gianmario non si arrende alla malattia. Nemmeno questa volta. Cerca qualcosa per riempire il tempo e Manuela gli propone di costruire il modellino di una nave che era stata regalata per Natale al figlio. Nessuno l’aveva mai montata, la scatola era stata dimenticata in cantina. Il lavoro di montaggio non è semplice, bisogna annodare con pazienza il sartiame, un’operazione delicata per chiunque che diventa una vera sfida per chi è affetto dal Parkinson e non ha le mani ferme. Ma Gianmario, con determinazione e un pizzico di testardaggine, ce la fa e così il passatempo iniziato un po’

per caso diventa una passione e al primo vascello ne seguono molti altri, sempre più impegnativi. Ma il modellismo non è solo un modo di riempire le giornate, è molto di più: esercitarsi aiuta Gianmario a migliorare la mobilità delle mani. E tra un vascello e l’altro conosce l’associazione del Modellismo di Zingonia. Con i nuovi amici espone le sue creazioni, le porta anche nelle scuole. La taverna della villetta di Brignano è attrezzatissima, un vero e proprio laboratorio dove campeggiano le navi già costruite; una di queste fa bella mostra nel salotto di casa, dove abbiamo incontrato i coniugi Vavassori che stanno per partire per le vacanze al mare. Sì perchè il Parkinson non ha fermato


la loro vita, Gianmario è abbronzato e sorride comunque. Ultimamente le gambe sono diventate più pesanti, esce ancora per fare la spesa vicino a casa ma ha rinunciato a passeggiate più lunghe, fa quello che gli riesce di fare, ascoltando il proprio corpo. Se oggi, a sessant’anni, il Parkinson non l’ha piegato il merito non è solo dei farmaci, ma anche del dottor Bruno Ferraro, primario del reparto di Neurologia dell’ospedale di Treviglio e coordinatore della rete Parkinson della provincia di Bergamo. «Non è solo una questione di competenza professionale» spiega Manuela. «Gianmario ha trovato un vero supporto anche dal lato umano nel dottor Ferraro; a volte va alla vista di controllo un po’ giù di corda e torna rinfrancato». In questi anni Gianmario ha seguito anche percorsi di logopedia e fisioterapia per ridurre gli effetti della malattia e si è trovato altre attività compatibili

con le sue energie, come gli scacchi e il collezionismo di monete e francobolli. Non da meno è stato il sostegno dell’Associazione AIP Parkinsoniani Bergamo che conta circa 300 iscritti ed è impegnata a fornire aiuto e informazioni ai malati e ai loro familiari. Il 22 giugno scorso si è rinnovato l’incontro “L’inguaribile voglia di vivere” organizzato da AIP al Centro Congressi Giovanni XIII di Bergamo, durante il quale i protagonisti di malattie o disabilità, non solo Parkinsoniani, hanno portato la loro testimonianza di trasformazione e, soprattutto, di apprezzamento per il dono della vita, che, al di là di ogni problema, vale essere vissuta. Gianmario tendenzialmente è timido e non gli piace parlare in pubblico ma quest’anno è stato anche lui sul palco del Centro Congressi per raccontare la sua esperienza e dare speranza agli altri.

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STRUTTURE

AVIS LOMBARDIA

Avis Lombardia rilancia l’impegno a donare sangue anche d’estate Bergamo 2° provincia per numero di donazioni

La Lombardia si conferma la regione con il numero più alto di donatori, con 258.475 soci, pari al 20% dei donatori nazionali, che contribuiscono per il 24% in termini di donazioni sul sistema nazionale (478.551 donazioni totali). La Regione assicura da tempo l’autosufficienza e aiuta le altre aree. Bergamo con 63.875 donazioni nel 2018, si conferma 2° provincia lombarda.

Sono questi alcuni dei dati relativi alle donazioni di sangue del 2018 presentati da Avis Lombardia In occasione della 15esima Giornata Mondiale del Donatore di Sangue che si è celebrata lo scorso 14 giugno. Dati incoraggianti, certo, ma davanti ai quali non bisogna comunque abbassare la guardia. Per questo Avis Regionale Lombardia ha presentato la nuova campagna estiva “Dona prima di partire”, con

due nuovi spot (visibili sui canali social di Avis Lombardia, YouTube e Facebook), e sul sito dell’associazione, per invitare tutti i lombardi a un gesto di responsabilità proprio nel momento in cui la città e le regioni hanno più bisogno. Infatti l’estate, e in particolare il mese di agosto, è uno dei periodi critici per la raccolta del sangue, in cui anche una regione autosufficiente come la Lombardia, se dovesse affrontare

Avis Regionale Lombardia È la struttura che coordina tutte le Avis Comunali e Provinciali lombarde. Con oltre 40 anni di storia alle spalle opera su tutto il territorio lombardo tramite una rete di Avis comunali (648) presenti quindi in oltre il 42% dei Comuni della Regione; le sedi comunali sono coordinate dalle 12 Avis Provinciali. La Lombardia rappresenta oltre il 20% dei donatori italiani che coprono il 24% del fabbisogno nazionale. Avis Regionale costituisce l’organismo di interfaccia e il momento di raccordo tra il volontariato attivo, il mondo medico e le istituzioni sanitarie, nell’ottica dell’ottimizzazione e dell’efficacia del nostro essere volontari attivi.

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14 Giugno 2019 A 25 anni dall’inizio della sanguinosa guerra civile che ha colpito il Ruanda, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha scelto Kigali come città ospitante della Giornata Mondiale del Donatore 2019, per lanciare il messaggio “Sangue sicuro per tutti”. Non più sangue versato da persone innocenti, ma sangue donato e vita che rifiorisce”

una grande emergenza (come è successo l’anno scorso a Genova a seguito del crollo del ponte Morandi) si troverebbe in grave difficoltà. «Tutta la provincia di Bergamo ha una tradizione, rispetto alla donazione di sangue, molto solida, confermata dalle 63.875 donazioni del 2018 che la vedono al secondo posto nella regione» commenta Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo «Le donazioni sono tornate a crescere e per questo è importante promuovere il messaggio della cultura del sono soprattutto tra le nuove generazioni». «È importante rilanciare ogni anno il messaggio che la donazione non va in vacanza e invitare tutti i

Giornata Mondiale del DONATORE di SANGUE

Inaugurazione Sala delle Province Lombarde

2.000.000; lombardi a compiere» questo gesto Saluti del Presidente Avis Regionale Ore 12.00 prima di partire, per garantire così la > le sedi sono 3.380. Lombardia Oscar Bianchi disponibilità costante di sangue ed Qualche dato sulla donazione del » Saluto dellesangue Autorità presenti nel 2018: in Lombardia emoderivati freschi anche nel mo> i donatori di sangue mento in cui le città»si svuotano e Presentazione Campagna estivasono 2019 258.475 (il 20,3% dei donatori c’è il rischio di trovarsi in situazioni di Avis Regionale Lombardia italiani); carenza. Sarebbe bello non dover Presentazione interviste > levideo donazioni sono state 478.551 parlare quest’estate »di emergenza (il 23,8% delle donazioni sangue» aggiunge Oscar Bianchi, » Domande e risposte nazionali); presidente di Avis Lombardia Bianchi ha inoltre presentato alcuni > le sedi sono 660 (il 19,5% delle sedi nazionali); dati Ore di consuntivo 2018 » Chiusura 13.00 regionale e alcune riflessioni sulla situazione > nella fascia d’età 18-25 le » Aperitivo donatrici sono in percentuale attuale della donazione sangue. doppia rispetto agli uomini; Qualche dato sulla donazione di > nel 2018 la Lombardia ha fornito alla raccolta nazionale sangue in Italia nel 2018: Tel.10.400 02 2666656 sacche, rispetto > i donatori di sangue sono alle circa 10.000 dell’anno 1.271.066; segreteria precedente. > le donazioni sono state oltre @avislombardia.it

R.S.V.P.

Luglio/Agosto 2019 | Bergamo Salute | 71 Largo Volontari del Sangue 1, 20133 - Milano


GUIDA ALLE PROFESSIONI SANITARIE

Ingegneri della salute Per far fronte alle nuove sfide (non solo tecnologiche) in ambito medico ∞  A CURA DI VIOLA COMPOSTELLA

Creare una nuova figura tecnica in grado di valutare l’impatto delle nuove tecnologie in ambito medico, con un occhio particolare alla cronicizzazione delle malattie, e gestire l’innovazione di processo che le accompagna. Questo è l’obbiettivo del corso di Laurea Triennale in “Ingegneria della Tecnologie per la Salute”, attivato nel 2015 dall’Università di Bergamo e completato con il corso di Laurea Magistrale internazionale in Engineering and Management for Health. «L’istituzione di questi corsi risponde alla sfida della società moderna che necessita sempre di più di cura e prevenzione delle malattie in una popolazione sempre più anziana» spiega il professor Andrea Remuzzi, Presidente del Consiglio del Corso di Studio in Ingegneria per la Salute dell’Università degli Studi di Bergamo. «Il notevole aumento dell’aspettativa di vita degli ultimi decenni a sua volta comporta un impegno sociale nel sostenere attività mediche sempre più impegnative e in larga parte legate alle malattie croniche e alle loro complicanze». Alla luce di queste evoluzioni, quale valore aggiunto può offrire una figura di questo tipo, tecnico-ingegneristico, in un ambito come quello medico? 72 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

Attualmente le cure mediche e l’assistenza assorbono una parte molto considerevole delle risorse pubbliche, con un continuo aumento delle attività cliniche e dei costi a esse associati. Al tempo stesso si assiste allo sviluppo, frutto della ricerca scientifica, di nuove tecnologie che permettono di rendere le attività cliniche più efficaci e automatizzate. Il loro utilizzo richiede però che i medici e il personale sanitario siano assistiti nell’utilizzo delle nuove tecnologie, per non togliere tempo ai loro compiti e sfruttarle nel migliore dei modi. È necessario quindi che siano affiancati da tecnici in grado di produrre, organizzare e gestire questi nuovi strumenti attraverso i quali vengono effettuate indagini diagnostiche sempre più sofisticate, interventi chirurgici di precisione, analisi di laboratorio che includono la genetica, elaborazione di dati clinici ormai completamente informatizzati e immagini digitali elaborate con tecniche di intelligenza artificiale. Sarà quindi possibile sostenere gli alti costi implicati in queste attività solamente organizzando in modo efficiente i servizi e le tecnologie sempre più presenti nel settore medicale. I laureati di questi corsi sono tecnici in grado di affrontare le tematiche tecnologiche relative ai processi sanitari, dalla progettazione alla

gestione delle tecnologie biomediche, e della relativa strumentazione. Hanno una formazione ingegneristica ma al tempo stesso conoscono le problematiche relative alle condizioni patologiche, gli strumenti diagnostici e i dispositivi medici impiegati nella clinica e nella prevenzione. La formazione, in particolare nel Corso di Laurea Magistrale, in aggiunta alle basi ingegneristiche e alla conoscenza delle tecnologie biomediche, è accompagnata dalle conoscenze dei principi su cui si basa la gestione dei processi e dell’innovazione. Il settore medicale è infatti quello in cui si registrano più brevetti, sia a livello mondiale sia nel nostro paese. Questi laureati sono inoltre in grado di verificare il rispetto delle normative e delle regolamentazioni relative alla produzione e all’utilizzo in sicurezza dei dispositivi medicali e della diagnostica. Che tipo di materie si studiano durante il corso di laurea?


Questi corsi, come già accennato, sono stati progettati per formare ingegneri che hanno conoscenze di base di matematica, fisica e chimica insieme a conoscenze ingegneristiche nell’ambito della meccanica, dell’elettronica e dell’informatica. Completano la serie degli insegnamenti quelli del settore biomedicale dell’ingegneria. Sono però anche formati nel campo medico/biologico. La formazione ingegneristica infatti è integrata con conoscenze di biologia, anatomia, fisiopatologia, psicologia e di tematiche sociali legate all’impiego delle nuove tecnologie in medicina. Una parte fondamentale del corso della laurea triennale è costituita da un tirocinio formativo obbligatorio svolto presso Ospedali, pubblici e privati e Centri di Ricerca del territorio che già collaborano con l’Università di Bergamo, nonché presso industrie del settore medicale. Nell’ambito della Laurea Magistrale sono invece previsti dei laboratori progettuali

nei quali gli studenti svolgono progetti in gruppo finalizzati allo sviluppo e all’applicazione di tecnologie innovative per risolvere problemi emergenti dalle necessità delle attività cliniche, della riabilitazione e dell’assistenza. I laboratori progettuali sono anche dedicati allo sviluppo di progetti relativi all’organizzazione e alla gestione dei servizi sanitari e delle tecnologie medicali. Quali sbocchi professionali offre? Il corso di Laurea Triennale e quello Magistrale permettono di acquisire conoscenze e competenze richieste per un’ampia gamma di ruoli nel settore industriale, nella ricerca biomedica, nonché della cura e dell’assistenza. Gli sbocchi professionali per questi laureati sono differenziati a seconda del livello. Quello Triennale, con sbocchi più applicativi, e quello Magistrale con sbocchi più tecnici e manageriali. Entrambi sono destinati nell’in-

dustria biomedicale, in laboratori di ricerca, in strutture ospedaliere, sia pubbliche sia private, e in centri di riabilitazione e assistenza. La preparazione fornita permette anche di affrontare l’attività libero professionale nel settore biomedicale e l’avviamento di attività professionali innovative in campo imprenditoriale, per esempio nell’ambito di nuove startup.

PROF. ANDREA REMUZZI Presidente Consiglio del Corso di Studio in Ingegneria per la Salute Scuola di Ingegneria Università degli Studi di Bergamo Dalmine

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REALTÀ SALUTE

Viktor Physio centro di eccellenza per la riabilitazione neuromotoria Un approccio metodologico riabilitativo unico, frutto di un mix di esperienza medica e innovazione tecnologica, che usa il movimento come terapia e come obiettivo, per ridare aspettative di movimento autonomo anche a pazienti con serie lesioni spinali. È il metodo utilizzato al Centro Fisioterapico Viktor Physio, all’interno del Point di Dalmine (Polo per l’Innovazione Tecnologica della Provincia di Bergamo). Centro di eccellenza per il trattamento di emiplegie, paraplegie e tetraplegie è punto di riferimento sia per la riabilitazione sia per allenamento funzionale di sportivi e non, di tutte le età. La struttura offre un servizio privato di riabilitazione neuromotoria, di preparazione sportiva professionistica e amatoriale di alto livello e di prevenzione del decadimento motorio nell’invecchiamento. Figura di riferimento è il dottor Viktor Terekhov (inventore del metodo), direttore scientifico del Centro fi74 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2019

sioterapico e responsabile della R&S (ricerca e sviluppo) della Viktor srl Elettromedicali & Physio, oltre che primario presso il Policlinico dell’Accademia dello Sport di Leningrado (dove per oltre dieci anni si è dedicato alla preparazione della squadra olimpica di ginnastica contribuendo ai suoi successi) e direttore del laboratorio di ricerca presso l’Accademia di San Pietroburgo per gli studi aerospaziali. Abbiamo incontrato il dottor Terekhov per conoscere più da vicino questo approccio terapeutico.

a qualsiasi tipo di movimento ciclico. Il movimento non solo permette al nostro corpo di agire nel mondo esterno (spostandoci, lavorando, giocando…) ma, per la proprietà plastica del sistema nervoso, anche di modificarsi in risposta a stimoli ciclici. Per massimizzare il recupero è necessaria una terapia che induca il paziente a sfruttare al meglio le sue capacità plastiche e questo è possibile solamente attraverso la ripetizione di movimenti altamente coordinati e stimolazione fisiologicamente corretta.

Da dove nasce l’idea di questo innovativo metodo? L’esperienza medica, nella ricerca scientifica e sul campo, su soggetti molto diversi tra loro (dal cosmonauta alla campionessa olimpica, dai grandi traumi alle lesioni midollari) hanno contribuito a sviluppare un nuovo metodo di lavoro che consente di abbinare stimolazione elettrica funzionale

Come è possibile far muovere chi non è in grado di farlo? La base metodologica di tutte le attività del centro è la Stimolazione Elettrica Funzionale Adattiva Kinesiterapica AFESK. Viktor Physio è dotato di apparecchiature di ultima generazione, come il VIK16, che sono state sviluppate basandosi sulle più recenti conoscenze in neurofisiologia e in fisio-


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logia del controllo del movimento e che introducono un significativo progresso nella scienza e nella pratica della riabilitazione intensiva. VIK16, al momento, è l’unico elettromedicale (certificato e brevettato) in grado di affiancare o sostituire il Sistema Nervoso Centrale nella gestione dello schema motorio erogando su 16 gruppi muscolari opportuni stimoli per intensità, tempo di attivazione e frequenza durante il movimento ciclico pianificato. Come può un metodo di lavoro rivolgersi sia a pazienti con lesioni midollari sia ad atleti di alto livello? La tecnologia utilizzata condivide gli stessi principi, ma disponendo di circa 50 programmi diversi può essere impiegata nell’individuo sano per esaltare il movimento (ad esempio di un particolare gesto atletico) mentre in un contesto di patologia può esercitare una stimolazione finalizzata al ripristino del movimento; diverse sono naturalmente le procedure e le intensità. Riproducendo in modo ciclico e ripetuto un movimento complesso il paziente attiva le sue funzioni plastiche e motorie mentre lavorando sullo schema motorio “ideale”, l’atleta professionista o amatoriale può ottimizzare le proprie capacità prestazionali VIKTOR PHYSIO Polo per L’innovazione Tecnologica Via Pasubio 5 Tel. 035 6224112 Dalmine BG info@viktor.physio www.viktor.physio

L’idea di sviluppare una tecnologia in grado di replicare il movimento è nata oltre quarant’anni fa durante il mio lavoro in Unione Sovietica in ambito aerospaziale, militare e sportivo” dice il dottor Terekhov. “È costata, e costa, molto lavoro ma lo sguardo dei miei pazienti, il loro ritorno a una vita vissuta, giustifica tutte le energie spese” incrementando notevolmente le performance e riducendo il rischio di infortunio. I programmi corrispondono alla riproduzione di movimenti complessi, come il cammino, la pedalata, il sedersi e l’alzarsi, il nuoto simulato etc. Il metodo AFESK è reso ancora più efficace da attrezzature specificamente progettate e realizzate, come i sistemi di sospensione che permettono di gestire il rapporto con la gravità (carico) in assoluta sicurezza e libertà di movimento (Viktor Physio è uno dei pochi centri in Italia a disporne su un ampio percorso, vedi foto). Quanto conta la motivazione del paziente? L’aspetto psicologico e motivazionale può essere decisivo per il raggiungimento di traguardi così ambiziosi, naturalmente insieme alla competenza e sensibilità del dottor Terekhov e all’entusiasmo e all’impegno di Simone e Tommaso, i giovani fisioterapisti laureati.

Il dottor Viktor Terekhov

Chi può accedere al trattamento? Il metodo rappresenta un’opportunità terapeutica per la popolazione sana e patologica. Attualmente pazienti di età compresa tra i 4 e gli 80 anni sono in cura da Viktor Physio per il trattamento con il VIK16 di situazioni patologiche o aumento di performance atletica. Nell’ambito delle patologie i pazienti accedono al centro con il loro storico o cartella clinica e il percorso inizia con un approfondimento elettromiografico. Viktor Physio tratta tutte le compromissioni del movimento, anche quelle più invalidanti, sia di origine traumatica sia degenerativa, la riabilitazione ortopedica (mal di schiena, pre-post interventi chirurgici, vizi posturali…) e neurologica (lesioni midollari, post ictus, emiplegie, radicolopatie…). I risultati vengono monitorati attraverso elettromiografia e in base a dati che il macchinario raccoglie durante il trattamento.

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Occhi al sole: l’importanza di una protezione “su misura”

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Che si scelgano vacanze al mare, al lago o in montagna, in estate ci si trova quasi sempre a passare molte più ore all’aperto, con una notevole esposizione ai raggi solari. L’attenzione va quindi alla pelle, ma non solo: gli occhi meritano la stessa cura, se non maggiore, perché i raggi ultravioletti possono causare seri danni. A partire dalla congiuntivite, caratterizzata da gonfiore, bruciore e prurito alla cheratite, dolorosa disidratazione della cornea, fino alla cataratta (opacizzazione del cristallino) legata all’età ma accelerata dall’irraggiamento. «Per proteggersi efficacemente non bastano generici occhiali scuri, ma servono lenti con un buon filtro UV, in grado cioè di fermare i raggi ultravioletti che sono invisibili ma pericolosi per l’occhio. I raggi ultravioletti si dividono in tre bande dette UV-A, UV-B e UV-C. La prima costituisce circa il 95% della luce UV a cui siamo esposti, la seconda solo il 5% ma è più dannosa, la terza è quasi assen-

te, se non in alta montagna, perchè viene bloccata dall’atmosfera ed è la più pericolosa» spiegano Massimiliano e Mitia Gazzera, ottici e titolarli di MGM snc che controlla Ottica Gazzera e L’ottica di moda. Che cosa succede se si usano occhiali scuri di bassa qualità senza adeguati filtri UV? Le lenti scure filtrano la luce visibile, quindi la nostra pupilla, meno esposta, si dilata e lascia passare le radiazioni UV, non filtrate, in misura maggiore. Diciamo che è più pericolosa una lente scura senza filtri piuttosto che non usarla del tutto, perché ci priva della naturale protezione alla luce che la natura ci dà, restringendo la pupilla. Chi è più soggetto a questo rischio? Certamente i bambini, perché spesso usano occhiali da sole “giocattolo” o di bassa qualità. Non tutti i genitori hanno la sufficiente attenzione alla protezione della vista. Si

pensa che il bambino facilmente romperà o perderà l’occhiale o gli passerà di misura in fretta e non ci si rivolge a un negozio specializzato. In realtà esistono ottimi prodotti da bambino con montature colorate e flessibili che danno la massima sicurezza con prezzi contenuti. Proteggere la vista dei nostri figli è certamente un buon investimento! Gli adulti si orientano più facilmente verso prodotti di qualità, anche perché l’occhiale è diventato un accessorio di moda. Come scegliere allora l’occhiale da sole più adatto? Un ottico esperto deve capire quali sono le reali esigenze del cliente, in quale ambiente usa le lenti (in auto, in montagna, vicino all’acqua o altre superfici riflettenti) per individuare il grado di protezione più adeguato, l’eventuale polarizzazione (che blocca il riverbero) o l’utilità di lenti fotocromatiche (transition) che si adattano alle variazioni di luminosità. Per quanto riguarda la montatura c’è solo l’imbarazzo della scelta: per gli sportivi ci sono montature specifiche per l’attività che si pratica, mentre per chi è più attento alla moda c’è un’ampia gamma di firme e modelli in grado di soddisfare tutti i gusti.

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REALTÀ SALUTE

Test genetici prenatali non invasivi Rappresentano la nuova generazione di test prenatali non invasivi. Si eseguono su sangue materno e valutano il rischio delle più comuni trisomie e di altre alterazioni cromosomiche fetali attraverso lo studio del Dna. Parliamo dei Nipt (Non Invasive Prenatal Test), test di screening sempre più richiesti dalle future mamme. Ma di cosa si tratta? Quali informazioni offrono? Quanto sono attendibili? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Silvia Nozza, ginecologa di 9 Coop, Centro infermieristico e polispecialistico dove è attivo un ambulatorio di ginecologia che oltre a visite specialistiche ed ecografie offre la possibilità di sottoporsi a screening per la diagnosi prenatale (bitest -test integrato - test Dna fetale).

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Dottoressa Nozza, cosa sono i test genetici prenatali non invasivi? Sono test di screening prenatali non invasivi, sviluppati in laboratorio, che analizzano il Dna fetale libero circolante nel sangue della madre. Il Dna fetale proviene da cellule della placenta che nel 98% dei casi contengono Dna identico a quelle del feto. Questi test sono in grado di determinare il rischio che il feto sia affetto da anomalie cromosomiche. Quali anomalie cromosomiche identificano in particolare? Il rischio di trisomia 21, trisomia 18 e trisomia 13; alcuni test identificano anche le anomalie dei cromosomi sessuali (X e Y). Esistono poi Nipt più approfonditi che possono rilevare anche alcune microdelezioni, cioè la perdita di piccoli frammenti di Dna, responsabili di alcune sindromi genetiche.

Qual è la sensibilità di questi test? Esistono numerosi Nipt sviluppati da molti laboratori, ogni Nipt ha una sensibilità e una specificità validata sulla base di studi scientifici. Affinchè il test sia attendibile la quantità di Dna fetale presente nel sangue materno (frazione fetale) deve essere almeno del 4%. La sensibilità per la trisomia 21 è superiore al 99%, mentre la sensibilità per la trisomia 18 e 13 e per le anomalie dei cromosomi sessuali è lievemente inferiore e variabile in base ai laboratori. La sensibilità per le microdelezioni è anch’essa variabile in base al laboratorio e il suo utilizzo deve essere discusso attentamente con il ginecologo curante in quanto esiste un’alta percentuale di falsi positivi. Se il test è negativo significa che il bambino è sano? No. Un test negativo significa solo che il feto ha una bassa probabilità di avere le patologie ricercate. Il test è un esame di screening che non è in grado di ricercare la presenza di malformazioni, altre anomalie cromosomiche o genetiche al di

fuori di quelle specificate e ha una percentuale di falsi positivi e di falsi negativi anche se bassa. Per questo è importante associare anche un’ecografia che consente di controllare la morfologia fetale e misurare lo spessore della traslucenza nucale, che se ispessita dà indicazione a eseguire direttamente un esame diagnostico invasivo. Se il test è ad alto rischio cosa bisogna fare? Il test ad alto rischio deve essere confermato da un esame diagnostico invasivo (amniocentesi o villocentesi) e discusso con il ginecologo curante.

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REALTÀ SALUTE

La bicicletta elettrica in città? Una scelta ecologica e sana

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Nel 2017 ne sono state vendute 148mila con una crescita del 19% sull’anno precedente. Parliamo di e-bike, o biciclette elettriche, una delle ultime tendenzein fatto di mobilità sostenibile. «La bicicletta elettrica a pedalata assistita è un ottimo mezzo alternativo ecologico, può sostituire altri mezzi di trasporto che quotidianamente utilizziamo, ma non sempre è la giusta alternativa» dice Federico Pelicioli di Tecno System, azienda specializzata nell’assistenza e vendita di apparecchiature elettromedicali, nata agli inizi degli anni Novanta e dal 2005 attiva nel mondo della e-bike. «Questa, ovviamente,è una provocazione, ma non del tutto. Da quando TecnoSystem ha cominciato la commercializzazione della bicicletta elettrica, l’obiettivo è stato quello di dare una reale opportunità di mobilità sostenibile per tutti gli spostamenti necessari allo svolgimento della vita di tutti i giorni. Per questo motivo abbiamo sempre pensato che chi sceglie questo tipo di mobilità, deve analizzare bene l’uso che dovrà effettivamente fare della sua futura e-bike se effettivamente sia il mezzo di cui ha bisogno». In che senso? Chi già abitualmente utilizza una bici, non necessariamente deve spostarsi verso la mobilità elettrica, poiché già è abituato e ha trovato i giusti compromessi per l’utilizzo della bicicletta “normale” e ne ha già scoperti già tutti i vantaggi. Per questo tipo di persone, la bici elettrica potrebbe essere addirittura la scelta sbagliata, poiché andrebbe

ad aggiungere, oltre al costo iniziale di acquisto, un’altra serie di costi di gestione che normalmente con la bici tradizionale non si avrebbero. Partiamo dunque da qui, da chi è meno interessato per capire quali possano essere i motivi per scegliere una bici elettrica. “Scelgo di passare dalla bici tradizionale a quella elettrica, perché quando esco la mattina devo trasportare la borsa da lavoro e mio figlio col suo zaino... la fatica è tanta, mentre con una e-bike lo sforzo si azzererebbe, inoltre potrei viaggiare, sempre senza fatica, a una velocità nettamente superiore e quindi ottimizzare i tempi. Inoltre, zero fatica significa zero sudore d’estate”. “Scelgo di passare alla e-bike perché l’età avanza e ormai mi risulta difficile e faticoso utilizzare la bici tradizionale.” Questi sono alcuni esempi per i quali chi usa già la bici tradizionale potrebbe spostarsi verso la e-bike, pur tenendo conto del fatto che questa scelta

comporta una maggiore spesa digestione. Ma il punto è proprio questo: in tutti i casi citati l’alternativa sarebbe una moto o un’automobile e in questo caso i costi di gestione decuplicherebbero se non di più. Per chi è costretto dalle distanze ad utilizzare auto o moto, la scelta della bicicletta elettrica è sempre vincente. Zero problemi di parcheggio, emissioni, problemi di traffico, limitazioni di accesso ai centri storici, costi in bolli, tasse e assicurazioni, patente, tempi di percorrenza uguali alla moto nelle città e inferiori rispetto all’auto, costi digestione bassissimi. Senza contare i benefici di stile di vita.

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Bergamo Salute anno 9 | n° 51 Luglio | Agosto 2019 Direttore Responsabile Elena Buonanno Redazione Rosa Lancia redazione@bgsalute.it Grafica e impaginazione Gabriele Rota gabriele.rota@marketingkm0.it Fotografie e illustrazioni Shutterstock, Adriano Merigo, Luca Truchet Stampa Elcograf S.p.A Via Mondadori, 15 - 37131 Verona (VR) Casa Editrice Marketing km Zero Srls Via G. Zanchi, 22 - 24126 Bergamo Tel. 035.0514318 - info@marketingkm0.it Pubblicità Luciano Bericchia Tel. 035.0514601- info@bgsalute.it Hanno collaborato Lucio Buonanno, Maria Castellano, Rita Compostella, Viola Compostella, Lella Fonseca, Giulia Sammarco

COMITATO SCIENTIFICO • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

Dott. Diego Bonfanti - Oculista Dott.ssa Maria Viviana Bonfanti Medico Veterinario Dott. Rolando Brembilla - Ginecologo Dott.ssa Alba Maria Isabella Campione Medicina Legale e delle Assicurazioni Dott. Andrea Cazzaniga Idrologo Medico e Termale Dott. Marcello Cottini - Allergologo Pneumologo Dott. Giovanni Danesi - Otorinolaringoiatra Dott. Adolfo Di Nardo - Chirurgo generale Dott. Nicola Gaffuri - Gastroenterologo Dott.ssa Daniela Gianola - Endocrinologa Dott. Antoine Kheir - Cardiologo Dott.ssa Grazia Manfredi - Dermatologa Dott. Roberto Orlandi Ortopedico Medico dello sport Dott. Paolo Paganelli - Biologo nutrizionista Dott. Antonello Quadri - Oncologo Dott.ssa Veronica Salvi - Ostetrica Dott. Orazio Santonocito - Neurochirurgo Dott.ssa Mara Seiti - Psicologa - Psicoterapeuta Dott. Sergio Stabilini - Odontoiatra Dott. Giovanni Taveggia Medicina Fisica e Riabilitazione Dott. Massimo Tura - Urologo Dott. Paolo Valli - Fisioterapista

COMITATO ETICO • •

Dott. Ernesto de Amici Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Bergamo Beatrice Mazzoleni - Presidente OPI

Iscr. Tribunale Bergamo N°26/2010 del 22/10/2010 Iscr. ROC N°26993. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche se parziale, di qualsiasi testo o immagine. L’editore si dichiara disponibile per chi dovesse rivendicare eventuali diritti fotografici non dichiarati. I contenuti presenti su Bergamo Salute hanno scopo divulgativo e non possono in alcun modo sostituirsi a diagnosi mediche.

Tiratura 30.000 copie/bimestre. Canali di distribuzione: • Abbonamento • Spedizione a diverse migliaia di realtà bergamasche, dove è possibile leggerla nelle sale d’attesa (medici e pediatri di base, ospedali e cliniche, studi medici e polispecialistici, odontoiatri, ortopedie e sanitarie, farmacie, ottici, centri di apparecchi acustici, centri estetici e benessere, palestre, parrucchieri etc.) • Distribuzione gratuita presso le strutture aderenti alla formula "Amici di Bergamo Salute".

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