Bergamo Salute - 2015 - 4 - luglio/agosto

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numero PERIODICO DI CULTURA MEDICA E BENESSERE

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anno 5 - luglio - agosto 2015

Alice Mangione

Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale DL 353/2003 (Conv. in legge 27/02/2004 N.46) Art. 1 comma 1 LO/BG

SONO NATA PER FAR RIDERE

AIUTO HO IL CUORE IN GOLA VIA I SENSI DI COLPA

BEBÈ IN VIAGGIO PIÙ GIOVANI CON L'ACIDO IALURONICO



numero

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anno 5 - luglio - agosto 2015

PERIODICO DI CULTURA MEDICA E BENESSERE

Editoriale

IN FORMA

5 Nuovo sito per Bergamo Salute

30 Fitness

SPECIALITÀ A-Z 6 Cardiologia Palpitazioni, quando il cuore “salta” un battito o corre troppo 8 Dermatologia Le strategie antizanzare 10 Oculistica Così proteggi gli occhi dai pericoli dell’estate

PERSONAGGIO

Sono nata per far ridere

IN SALUTE

12 Alice Mangione

14 S tili di vita

ECO-TURISMO, una vacanza “sostenibile” in 10 mosse Alimentazione 18 Sete, sapete davvero cosa bere? 20 Pomodoro, peccato non mangiarlo

IN ARMONIA

22 Psicologia

Così ti alleggerisci da vergogna e sensi di colpa 24 Coppia Dolore durante il rapporto, ne soffre quasi 1 donna su 3

IN FAMIGLIA 26 Dolce attesa In vacanza col pancione 28 Bambini Bebè in viaggio

Slackline in bilico tra corpo e mente 32 Bellezza Acido ialuronico, elisir di giovinezza naturale

RICETTA

34 Semifreddo ai frutti di bosco

e cocco in scaglie RUBRICHE 45 Altre terapie REIKI, per ritrovare l’equilibrio e la “giusta” energia 46 Guida esami Biopsia epatica o Fibroscan? 48 Animali Cavallo, mini-guida per mantenerlo sano e vitale

DAL TERRITORIO

Farmaci urgenti? C’è la guardia farmaceutica (anche in estate) Onlus Lupi d’amare e autismo, in barca contro il pregiudizio Il lato umano della medicina Le mie commedie per dimenticare il bisturi Testimonianza Il Parkinson non ci ha fermato Malattie rare Associazione A.R.M.R.

STRUTTURE

ASL INFORMA

per proteggere la salute

REALTÀ SALUTE Fondazione G. C. Rota Studio prof. Franzini Ipasvi Avalon Studio Vincenti e Vecchi

62 A.O. Papa Giovanni XXIII 64 A.O. BologninI 67 Ondate di caldo, i consigli

71 73 75 77 79

Allegato centrale: AMICI DI BERGAMO SALUTE

50 News 52 Farmacie

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PARTECIPANTI ALLA FONDAZIONE ITALIANA PER L’EDUCAZIONE ALIMENTARE


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Presso ASL Calusco d’Adda

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Ospedale di Sarnico

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EDITORIALE

NUOVO SITO PER BERGAMO SALUTE salute e benessere a portata di click

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opo il restyling grafico, molto apprezzato dai lettori (anche i più giovani) per la sua freschezza, ecco un’altra importante novità per Bergamo Salute e il suo affezionato pubblico: il nuovo sito, andato online nei primi mesi del 2015, completamente rinnovato e non solo nel look. Ora Bergamo Salute è anche un web magazine (ovvero una rivista web) a tutti gli effetti. Tutti i contenuti sono pubblicati online e accessibili a tutti i dispositivi. Questo significa che potete leggerla comodamente anche dal vostro smartphone e tablet. In realtà fin dal primo numero, ormai più di quattro anni fa, avevamo messo a disposizione la rivista anche al pubblico web, ma solo con pdf scaricabili e attraverso il servizio editoriale isuu.com (dove continua comunque a essere disponibile un’edizione sfogliabile). L’attuale web magazine però è molto più accessibile e ricco di contenuti che, dal sito, rimbalzano sui nostri canali Facebook e Twitter. Sul sito inoltre, in aggiunta ai contenuti della rivista cartacea, potete trovare quotidianamente notizie dal territorio su temi di salute e benessere, e consultare la lista e la mappa di tutti i punti in cui ritirare la vostra copia gratuita di Bergamo Salute. Per i più “nostalgici” è sempre possibile consultare l’archivio storico dei numeri degli anni precedenti nella sezione “Rivista online”.

Si tratta di un passo importante per la nostra rivista, dettato dalla consapevolezza che oggi un’informazione efficace non può più prescindere da internet e da un sito web completo, interattivo, costantemente “in movimento”. Basti pensare che il 31,0 per cento della popolazione sopra i 6 anni dichiara di leggere giornali, news o riviste dal web (dati Istat riferiti al 2014). È a loro che vogliamo proporci, un pubblico più vasto, giovane e abituato a informarsi principalmente in rete. Questo però non significa che non crediamo più nella carta stampata (annoso dibattito che tiene banco da anni). Anzi. Semplicemente è un po’ come se ci “sdoppiassimo” per cercare di rispondere alle diverse esigenze e abitudini di tutti i nostri lettori che, fa sempre bene ricordarlo, sono sempre più numerosi e affezionati. E a proposito di lettori affezionati, tra le novità del sito c’è anche la possibilità di abbonarsi online con carta di credito e ricevere la rivista direttamente a casa e una proposta speciale di abbonamento per gli esercizi commerciali che desiderano diventare punti di lettura di Bergamo Salute. Non ci resta che augurarvi buona navigazione!

Elena Buonanno Daniele Gerardi Bergamo Salute

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SPECIALITÀ A-Z

CARDIOLOGIA

Palpitazioni

QUANDO IL CUORE “SALTA” UN BATTITO O CORRE TROPPO

a cura di ALFONSO FUNARO

C’

è chi le descrive come “un battito d’ali”. Chi come “un tonfo al cuore”. Parliamo delle palpitazioni o cardiopalmo, un sintomo molto diffuso, caratterizzato dalla spiacevole percezione del battito cardiaco (nel petto ma anche alla gola o al collo). Rappresentano il 16% dei sintomi per i quali i pazienti si rivolgono ai Medici di Medicina Generale e costituiscono la seconda causa di richiesta di valutazione specialistica cardiologica dopo il dolore toracico. NORMALI, SE DOPO FORTI EMOZIONI O SPORT INTENSO La sensazione che avverte il paziente è come se il cuore saltasse un battito (extrasistoli) o battesse troppo in fretta (tachicardia) o con troppa forza. In condizioni di riposo e tran-

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quillità l’attività cardiaca non viene in genere avvertita. In alcune situazioni particolari, invece, ad esempio durante emozioni o sforzo fisico intenso, può essere normale avere consapevolezza per brevi periodi di tempo della propria attività cardiaca e quindi dei battiti. In questo caso le palpitazioni vengono considerate fisiologiche, poiché rappresentano la normale percezione di un aumento della frequenza e della forza di contrazione cardiaca. ATTENZIONE A FUMO, CAFFÈ E STRESS Oltre a sport ed emozioni intense, le cause delle palpitazioni possono essere diverse: assunzione di farmaci come i diuretici e i decongestionanti, caffeina, alcol, fumo e droghe. Anche alcune patologie possono favorirle,

SE MANCA IL POTASSIO Anche la carenza di potassio può favorire la comparsa di palpitazioni innocenti. Questo sale minerale infatti aiuta a regolare l’equilibrio idrico nell’organismo e ha una funzione importante nell’attività delle cellule e nella trasmissione degli impulsi elettrochimici del cuore.

ad esempio disturbi digestivi, disturbi della tiroide o anemia, febbre, ipoglicemia, intolleranze alimentari, asma, nonché ansia, sindromi depressive, stress e cambiamenti ormonali, come quelli legati alla gravidanza, al ciclo


mestruale, alla fase pre-menopausale. Solo in una ristretta percentuale di casi, infine, possono essere la spia di patologie cardiache, come cardiopatie ischemiche (sofferenza del cuore dovuta a insufficiente apporto di sangue e ossigeno), tachicardia ventricolare o fibrillazione atriale. Non sempre però è possibile stabilirne con esattezza la causa; spesso la vera origine risulta solo probabile, mentre in alcuni casi possono essere riconducibili a più cause contemporaneamente. Le evidenze cliniche mostrano comunque che una buona parte dei soggetti con cardiopalmo presenta un ritmo sinusale normale o anomalie minori del ritmo. Uno studio, in particolare, ha evidenziato che il 40% dei soggetti che si era rivolto a un Pronto Soccorso per palpitazioni come sintomo principale, aveva alla base una condizione aritmica mentre nel 31% dei casi l’origine del sintomo era di natura psicogena (ovvero legata alla condizione psicologica della persona). LA TERAPIA: NON SEMPRE SERVE… A VOLTE BASTA CAMBIARE STILE DI VITA Nella maggior parte dei casi le palpitazioni non sono pericolose e scompaiono da sole, senza ricorrere ad alcuna terapia. Tuttavia se diventano molto fastidiose o intense, è necessario recarsi dal proprio medico curante o presso il Pronto Soccorso per gli opportuni approfondimenti, in modo da poterne individuare le cause e agire appropriatamente con interventi preventivi e terapeutici. Il medico indicherà inoltre quali sono i segni e sintomi a cui si dovrà prestare particolare attenzione, quali sono le situazioni in cui sarà necessario recarsi al Pronto Soccorso, nonché tutti gli eventuali approfondimenti e controlli periodici ai quali ci si dovrà sottoporre. Sebbene infatti la mortalità associata alle palpitazioni sia bassa (attorno all’1% per anno), frequenti sono invece le recidive (77% circa), con un impatto negativo sulla qualità di vita. Basti pensare che un terzo delle persone che ne “soffrono” riferisce di essere

LO YOGA FA BENE AL CUORE, ANCHE IN CASO DI PALPITAZIONI. SECONDO GLI STUDI FAVORIREBBE LA DIMINUZIONE DELLA FREQUENZA CARDIACA CON CONSEGUENTI BENEFICI SULLA SALUTE DEL MUSCOLO CARDIACO

incapace di svolgere le normali attività domestiche e il 12% addirittura riferisce di non riuscire a lavorare, con conseguente perdita di giornate lavorative. Per diminuire la frequenza delle palpitazioni è buona norma evitare i fattori scatenanti quali lo stress o l’assunzione di sostanze stimolanti come caffeina, nicotina, alcool e dedicarsi ad attività fisiche specifiche come lo yoga; ridurre o abolire, quando possibile, l’utilizzo di farmaci stimolanti, come ad esempio i rimedi contro la tosse e il raffreddore etc. In alcuni casi all’azione preventiva potrebbe essere necessario associare un intervento farmacologico che agisca sulle specifiche cause (qualora rilevabili) alla base delle palpitazioni, siano esse di tipo organico-metabolico (patologie tiroidee o cardiache, squilibri metabolico-ormonali etc.) o psicologico (ansia, agitazione etc.).

LE BENIGNE... • Tachicardia sinusale (dal greco tachys, veloce, e cardia, cuore). Aumento della frequenza dei battiti cardiaci. È un disturbo che capita all’improvviso ed è legato a un’aumentata velocità del nodo del seno, cioè di quella struttura che già normalmente funge da “segnapassi” cardiaco. La frequenza cardiaca in una persona sana varia tra 60 e 100 battiti al minuto, a seconda dell’età. In caso di tachicardia i valori della frequenza salgono a 100150 di massima. • Extrasistole. È un occasionale extra-battito che dà la sensazione di battito che “viene a mancare”. In pratica, si tratta di una contrazione cardiaca che avviene prima rispetto al ritmo normale.

… E LE MALIGNE (RARE) • Tachicardia ventricolare. È un’aritmia cardiaca che può portare allo scompenso cardiaco e può essere conseguenza di un precedente infarto oppure di un’ischemia (scarsa affluenza di sangue e ossigeno al cuore). • Fibrillazione atriale. È caratterizzata da un aumento disordinato e irregolare della frequenza cardiaca. Provoca una riduzione della tolleranza agli sforzi, affaticamento e mancanza di fiato.

DOTT. ALFONSO FUNARO Specialista in Cardiologia - PRESSO ISTITUTO CLINICO QUARENGHI SAN PELLEGRINO TERME (BG) E HUMANITAS GAVAZZENI BERGAMO -

Bergamo Salute

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SPECIALITÀ A-Z

DERMATOLOGIA

Le strategie ANTIZANZARE a cura di LUIGI NALDI

C

hi non ricorda il motivo della canzoncina dello Zecchino d’Oro di alcuni decenni or sono che diceva: “era una zanzara in abito da sera, se l’era messo per far bella figura... e se ne volava intorno a una culla...”? Estate vuol dire sole, mare, monti e… zanzare, fastidiose compagne delle serate estive! Le zanzare pungono per succhiare il sangue e, per fare ciò, iniettano sostanze anticoagulanti, rigurgitando anche la propria saliva irritante per l’uomo.

PICCOLE MA CAPACI DI COLPIRE NEL SEGNO Le zanzare sono insetti piccoli ma molto evoluti, dotati di recettori per il calore e per l’odore cosicché possono centrare la propria vittima, con estrema precisione, anche al buio. Nell’evoluzione hanno imparato a scovare l’uomo seguendo, oltre all’o-

Adriano Merigo

dore umano anche i profumi che l’uomo utilizza, e individuando le caratteristiche degli ambienti in cui vive. I fumi delle cotture dei cibi e la luce delle lampadine, ad esempio, sono tutti elementi in grado di attrarre le zanzare. FASTIDIOSE, MA DIFFICILMENTE PORTATRICI DI MALATTIE (ALMENO QUI DA NOI) Alcune specie di zanzara (ne esistono circa 2.700 nel mondo) trasmettono malattie come malaria o febbre gialla. In Italia, scomparsa la malaria, le punture di zanzara non sono ritenute pericolose ma solo fastidiose per l’uomo. L’arrivo di nuove specie di zanzare come la cosiddetta zanzara tigre però ha complicato un po’ le cose. La zanzara tigre o Aedes albopictus, originaria del sud-est asiatico, arriva in Italia, a Genova,

nel 2000 e si diffonde rapidamente in molte regioni. Si riconosce perché è più piccola e scura rispetto alle nostre zanzare e possiede caratteristiche strie bianche sulle zampe e sul dorso. Ha abitudini differenti rispetto alle zanzare nostrane: attacca anche di giorno, in pieno sole, e spesso lo fa in sciami di centinaia di esemplari. Il liquido che inietta è particolarmente tossico e induce reazioni cutanee molto pruriginose o dolenti. Nei Paesi di origine, la zanzara tigre è portatrice di malattie virali che tuttavia, per ora, non si sono verificate in Italia. Questo insetto è così resistente da sopravvivere alle temperature rigide dell’inverno, potendo pungere anche attraverso gli indumenti. Ancora, la zanzara tigre è meno sensibile ai repellenti e ai fornelletti anti-zanzara rispetto alle zanzare nostrane.


ATTENZIONE ANCHE AD API, VESPE & C.

In Italia sono oltre 5 milioni gli italiani che ogni anno vengono punti da imenotteri (api, vespe e calabroni). Questi insetti pungono per difesa e iniettano sostanze velenose che possono scatenare allergie e reazioni anche gravi in soggetti sensibilizzati (già punti in passato). Nella maggior parte dei casi la puntura provoca un pomfo, cioè una zona arrossata, gonfia e che dà prurito, che si risolve nel giro di qualche ora. In chi è allergico, invece, si possono manifestare anche difficoltà a respirare, senso di mancamento, crampi allo stomaco, fino allo shock anafilattico. In generale, in caso di una reazione locale si può applicare del ghiaccio, dopo aver estratto il pungiglione senza utilizzare punte o schiacciarlo tra le dita poiché il sacco velenifero alla base del pungiglione potrebbe iniettare ulteriore veleno. Se però i sintomi vanno oltre è consigliabile prendere anche un antistaminico e un cortisonico per bocca. Se non dovesse passare nel giro di quindici minuti è necessario somministrare dell’adrenalina. Chi sa di essere allergico dovrebbe sempre averli a disposizione. Se invece è la prima volta che succede, in presenza di questi sintomi generali è necessario andare al più vicino Pronto Soccorso. Per difendersi da questi animali, infine, è bene ricordare che sono attirati da odori intensi come il profumo, vestiti di colore scuro, movimenti bruschi o rumori secchi quando ci ronzano intorno.

LA REAZIONE? PRURITO E GONFIORE Alla puntura di zanzara segue il pomfo, quel gonfiore pruriginoso che dura 20-30 minuti e che induce il grattamento con quel che ne consegue: erosioni puntiformi e piccole croste. Alcuni soggetti, soprattutto bambini, sviluppano reazioni abnormi con gonfiore intenso che dura anche qualche giorno. COME DIFENDERSI Prevenire è meglio che curare, anche nel caso delle punture di zanzare. Innanzitutto va considerata la prevenzione ambientale, in altre parole il contenimento se non l’eliminazione delle condizioni ambientali che favoriscono la riproduzione dell’insetto, allontanandolo dagli ambienti domestici. Esistono alcune regole di buon senso che ognuno di noi può e deve applicare. • Prestare attenzione a non generare ristagni d’acqua che permettono alle zanzare di depositare le proprie uova e di riprodursi: evitare sottovasi per piante e fiori, pneumatici usati lasciati all’aperto, vasche, laghetti e fontane. • Utilizzare zanzariere alle finestre o intorno ai letti. • Utilizzare fornelletti o spirali negli ambienti domestici. Questi rimedi basano la propria azione su derivati del Piretro, una sostanza in grado di paralizzare gli insetti, poco tossica per l’uomo. Fornelletti e spirali sono efficaci solo negli ambienti chiusi ed è buona norma aerare l’ambiente dopo il loro uso. • Utilizzare, in alternativa ai fornelletti e spirali, apparecchi che emettono ultrasuoni. Gli apparecchi che attraggono con la luce eliminando le zanzare con una scarica elettrica sono innocui ma non molto efficienti. Il vantaggio è che si possono posizionare all’aperto. • Utilizzare i cosiddetti "repellenti" individuali, sostanze da applicare sulla pelle, in grado di impedire ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni. Quelli approvati in Europa comprendono: il DiEtilToluolamina (DEET), la Picridina e il

p-MetanDiolo (PMD) un derivato dell’olio di eucalipto. Il PMD è l’unico tra i derivati vegetali approvato negli USA come repellente anche se la sua azione è piuttosto debole. Altri estratti vegetali, quali citronella o geraniolo, assai diffusi, non sembrano garantire una protezione soddisfacente. Nell’applicazione sulla pelle dei repellenti, è importante seguire alcune regole: stendere il prodotto solo sulle parti scoperte del corpo; non utilizzare il prodotto su pelle con abrasioni o tagli; evitare il contatto con gli occhi; lavarsi quando si rientra all’interno; non utilizzare i prodotti in bambini al di sotto dei 3 anni. Queste precauzioni valgono anche per le punture di pappataci, insetti di dimensioni inferiori a quelle delle zanzare e che caratteristicamente non ronzano volando. IN CASO DI PUNTURA, NON ABUSARE DI CREME AL CORTISONE Se i tentativi di prevenzione falliscono e veniamo punti, dobbiamo evitare di fare più danni di quelli che vogliamo riparare. In genere, l’applicazione di una compressa fredda sulla cute riduce il prurito. Farmaci come le creme cortisoniche steroidee o gli antistaminici topici hanno tempi lunghi prima di agire e, nel caso degli antistaminici, possono dare reazioni di fotosensibilità. Utile rimedio per ridurre infiammazione e prurito, invece, è l’applicazione di gel al cloruro d’alluminio al 5%, un potente astringente e antisettico.

DOTT. LUIGI NALDI Specialista in Dermatologia - AZIENDA OSPEDALIERA PAPA GIOVANNI XXIII, DIRETTORE CENTRO STUDI GISED, BERGAMO -

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SPECIALITÀ A-Z

OCULISTICA

Così proteggi

GLI OCCHI DAI PERICOLI DELL’ESTATE a cura di GIULIO LEOPARDI

A

rrossamento, bruciore, lacrimazione, sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio fino all’annebbiamento della vista. In questa stagione gli occhi, complici sole, acqua di mare, vento e sabbia, possono essere esposti a diversi disturbi fastidiosi, come congiuntiviti, secchezza, comparsa di corpi mobili (detti anche “mosche volanti”) e infiammazioni corneali. La prima regola per prevenirle? Utilizzare gli occhiali da sole, per proteggere gli occhi dai danni dei raggi ultravioletti (UV), dal vento e dalla polvere. Importante, poi, è seguire ancora più scrupolosamente alcune norme igieniche, soprattutto se si indossano lenti a contatto. ANCHE L’OCCHIO HA “SETE” E SI DISIDRATA Il caldo, come influenza il resto dell’organismo, ha effetto anche sulla salute dell’occhio, favorendo l’evaporazione della componente acquosa del film lacrimale (cioè la pellicola fluida che riveste le strutture esterne dell’occhio proteggendole) e compromettendone l’effetto di “barriera”. La conseguenza è la cosiddetta sindrome dell’“occhio secco”: l’occhio, non più adeguatamente idratato, fa attrito contro le palpebre, si arrossa, dà bruciore costante, presenta la sensazione di 10

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ATTENZIONE ALLE MOSCHE VOLANTI Frequentemente in estate compaiono corpi mobili vitreali, le cosiddette mosche volanti, molte volte provocati dalla disidratazione del corpo vitreo sabbia e corpi estranei, foto(la sostanza gelatinosa presente fobia, lacrimazione e a volte all’interno del globo oculare). annebbiamento della vista. Possono comunque essere segno Le lacrime, infatti, oltre a ludi una sofferenza retinica e pertanto vanno valutati brificare la superficie oculacon opportuna visita re e a detergere eventuali corpi oculistica. estranei, contengono anticorpi

e sostanze con un elevato potere battericida. Una carenza di queste protezioni lascia quindi l’occhio più indifeso e vulnerabile a infiammazioni corneali (cheratiti) e congiuntivali (congiuntiviti). A peggiorare la situazione, oltre al caldo, in questa stagione si aggiungono altri fattori di rischio per l’occhio, come il maggior utilizzo di lenti a contatto, l’esposizione a sabbia e vento, l’acqua salata del mare o col cloro delle piscine, l’esposizione diretta ai raggi solari. CONGIUNTIVITE: SÌ, MA QUALE? La congiuntivite, ovvero l’infiammazione della membrana trasparente che riveste parte del globo oculare e la superficie interna delle palpebre, può avere diversa origine: batterica, virale, allergica (dovuta ad acari della polvere e al polline delle piante, fumo di sigaretta, esposizione prolungata al sole). Le congiuntiviti batteriche o virali in genere si manifestano con forte gonfiore alle palpebre e secrezione mista a pus

e inizialmente riguardano un solo occhio, quelle allergiche, invece interessano entrambi gli occhi. La terapia consiste nell’uso di colliri che, a seconda del tipo di congiuntivite, possono contenere antibiotici e cortisonici per quelle batteriche, o antistaminici per quelle allergiche. In tutti i casi, per attenuare il fastidio, oltre al classico rimedio casalingo degli impacchi con la camomilla, sono utili colliri ad azione lenitiva e rinfrescante, ad esempio quelli a base di estratti naturali come camomilla, eufrasia, amamelide. Se poi il problema è causato da eccessiva secchezza oculare un rimedio valido sono i sostituti lacrimali (le lacrime artificiali). Sono contenuti in flaconcini monodose e si mettono come un collirio. Infine da non trascurare nemmeno un’abbondante sciacquata di acqua del rubinetto ripetuta 3 o 4 volte al giorno: aiuta a pulire l’occhio in modo efficace ma delicato.


LE LACRIME SERVONO A IDRATARE LA SUPERFICIE OCULARE E NEL CONTEMPO LA MANTENGONO “PULITA” POICHÉ CONTENGONO SOSTANZE CHE DISTRUGGONO GLI AGENTI INFETTIVI

I DANNI DEI RAGGI UV SULLA CORNEA Le cheratiti, ovvero le infiammazioni della cornea, possono essere causate da agenti infettivi (virus, batteri, protozoi, funghi) o agenti fisici. Tra questi ultimi un ruolo importante è giocato dai raggi UV. Possono essere indotte da un’eccessiva esposizione, senza adeguate protezioni, alla luce solare o ai raggi UV artificiali come quelli delle lampade abbronzanti. I sintomi vanno dal bruciore agli occhi, all’arrossamento, dalla lacrimazione all’eccessiva sensibilità alla luce, fino in alcuni casi alla diminuzione della vista. Tra le forme di cheratite causate dagli ultravioletti, la più frequente in estate è quella che si manifesta subito dopo l’esposizione alla luce del sole particolarmente accecante; la sensazione di corpo estraneo, che ne è il principale sintomo, è data da microulcere puntiformi sulla superficie corneale (cheratite puntata) ed è provocata dalla disidratazione della cornea (che è costituita al 90% di acqua). Le cheratiti, se non curate, possono compromettere quella trasparenza della cornea che è indispensabile alla corretta visione. La cura, anche se ovviamente dipende dall’origine e dallo stadio della malattia, si basa su pomate e/o colliri antibiotici.

OCCHIALI DA SOLE E CIBI RICCHI DI LUTEINA PER LIMITARE I DANNI La prevenzione nei confronti di congiuntiviti, cheratiti e della “sindrome dell’occhio secco” passa innanzitutto dagli occhiali da sole (anche per i bambini) soprattutto nelle ore centrali della giornata. Gli occhiali sono molto utili anche per prevenire i danni da ultravioletto alla retina che si possono sommare a lesioni già presenti o in stadio d'esordio fino a portare a una maculopatia conclamata. Recentemente si è inoltre iniziato a considerare l’opportunità di utilizzare lenti protettive per la luce blu, presente come lunghezza d’onda particolare insieme all’ultravioletto nelle ore del tramonto e dell’alba. Oltre alle lenti è utile tenere sempre con sé le lacrime artificiali, cui abbiamo già accennato come rimedio per lenire i fastidi oculari: agiscono ripristinando la componente acquosa o lipidica del film lacrimale. Da non dimenticare alcune regole igieniche poco costose e molto efficaci, forse ovvie ma non per questo meno importanti per limitare i rischi di infezioni: non toccare gli occhi, soprattutto con le mani sporche, non strofinarsi gli occhi se entra la sabbia (lo sfregamento ha l´effetto di carta vetrata sulla cornea, danneggiandola e aumentando il bruciore, meglio

sciacquare delicatamente l´occhio con acqua dolce), usare lenti a contatto monouso a ricambio giornaliero (ricordandosi però che le lenti a contatto con protezione per gli ultravioletti non possono comunque sostituire gli occhiali da sole, poiché non riparano la congiuntiva e la regione perioculare), non scambiarsi asciugamani con chi è già stato “contagiato”. Un aiuto prezioso viene anche dall’alimentazione e in particolare dalla luteina, potente antiosssidante che si trova nelle verdure verdi, dagli spinaci ai piselli, e nei broccoli, preziosissima per la salute degli occhi poiché li difende dall’attacco dei radicali liberi, i principali responsabili dell’invecchiamento cellulare, e agisce come una sorta di “occhiale da sole fisiologico” proteggendoli dai raggi ultravioletti.

DOTT. GIULIO LEOPARDI Specialista in Oftalmologia - RESPONSABILE UNITÀ DI OCULISTICA POLICLINICO SAN PIETRO DI PONTE SAN PIETRO E DELL’ATTIVITÀ AMBULATORIALE DI OCULISTICA POLICLINICO SAN MARCO ZINGONIA Bergamo Salute

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PERSONAGGIO

Intervista alla comica bergamasca Alice Mangione, che tra poche settimane diventerà mamma (due volte)

SONO NATA PER FAR RIDERE a cura di ELENA BUONANNO

«S

ono sempre stata una buffona, fin da quando ero una bambina. Gli altri ridevano anche quando ero seria. All’inizio ci rimanevo male. Poi, però, ho capito. Non c’è soddisfazione più bella per me che far ridere. E anche ora che sono grande e sta per nascere il mio primo figlio continuerò a esserlo. Sarò una “mamma buffona”». Ce l’ha davvero nel sangue Alice Mangione, 30 anni di Casazza, la capacità di mettere allegria. Occhioni blu che sprizzano vitalità, capelli rossi, un sorriso e un’espressività contagiosi. Non si può rimanere indifferenti. Nemmeno se di mezzo c’è lo schermo di un computer e la telecamera di Skype con cui l’abbiamo intervistata. È davvero un fiume in piena questa giovane artista che molti di voi sicuramente conosceranno come Viky, il buffo navigatore satellitare in carne ed ossa, e parrucca blu, del programma comico di Italia Uno Colorado o come Alyce Make Up, parodia del programma televisivo Clio Make Up. Forse perché questo per lei è davvero un momento d’oro. Tra pochi mesi nascerà Duccio, frutto dell’amore con il compagno e collega Gianmarco Pozzoli (ndr. autore e attore comico noto per le sue partecipazioni a programmi come Convenscion, Zelig e Colorado). E anche sul fronte professionale, dopo una lunga gavetta che l’ha vista confrontarsi, tra gli altri, con Luca e Paolo (quelli di Camera Cafè), è a un passo dal realizzare il suo sogno: portare in scena uno spettacolo tutto suo, e di Gianmarco. Si chiama Discoteque Machine e, prima di essere presentato a Edimburgo al Fringe Festival, il più grande raduno di 12

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artisti al mondo, debutterà al Teatro Nuovo di Milano, il 27,28, 29 luglio. «Stiamo per diventare genitori due volte. Per me e Gianmarco infatti è come se fosse il nostro secondo figlio. Lo abbiamo immaginato, ideato e scritto insieme. Ci abbiamo lavorato per un anno e ora siamo esaltatissimi. Non vediamo l’ora di portarlo in scena. È il nostro sogno americano, quello che desideravamo da tutta la vita. Racconta la storia di un gruppo di creature di un altro pianeta che vengono sulla terra per liberare le persone dalle paure attraverso la danza. È un rito collettivo, in cui sei persone alla volta del pubblico vengono coinvolte e ballano con queste creature (i Morphsuits), inscenando uno spettacolo comico muto con il sottofondo di una traccia musicale e una voce fuori campo che gestisce quello che accade sul palco e dà istruzioni al pubblico. Si tratta di uno spettacolo alternativo per l’Italia, al punto che alcuni colleghi ci hanno chiesto dove avevamo preso i diritti, pensando che fosse un format straniero. E chissà che non riusciamo a portarlo in giro per il mondo, ovviamente con Duccio al seguito». Una bella soddisfazione per lei che fin da piccola, quando viveva nel verde in provincia di Bergamo, sognava di fare l’attrice comica. «Avevo 5 anni quando ho cominciato ad allestire spettacoli in casa, costringendo famiglia e amici ad assistere. Non erano propriamente comici, o meglio lo erano involontariamente, visto che in realtà avrebbero dovuto essere esibizioni di magia. Il problema era che i trucchi non mi venivano quasi mai e tutti ridevano» racconta. È


lì che Alice capisce quale sarebbe stata la sua strada: diventare un’attrice comica e far ridere davvero e non solo involontariamente. «Così, a 18 anni, mi trasferii a Milano per studiare e mettermi alla prova. Ho studiato tanto, ho frequentato “Quelli di Grock” (ndr. scuola di teatro fra le più prestigiose), ero sempre in giro per locali e serate di cabaret, cercando di rubare i trucchi del mestiere agli altri comici. La mia prima volta su un palco è stata al Circolo di Legnano, storico locale di cabaret milanese condotto da Max Pisu. Da allora non ho più smesso. Passavo da un locale all’altro di quelli dove ti lanciavano portaceneri se non gli piacevi. Una bella palestra». La svolta arriva poco dopo, a 19 anni, quando la televisione si accorge di lei e debutta al fianco di Marcello Macchia (in arte Maccio Capatonda) in Mai dire martedì su Italia1. Per Alice è il trampolino di lancio. Dopo qualche anno vince il Festival del Cabaret di Milano (2006), poi il Cabaret in Rosa (2009) e il premio della critica, debutta al cinema con Oggi sposi di Luca Lucini, successivamente in Un fidanzato per mia moglie di Davide Marengo. Ma il boom di notorietà arriva con i video/parodia del personaggio di Alyce Make Up che da YouTube sbarcano su MTV a La Prova dell'Otto di Caterina Guzzanti. «È nato tutto per caso, costretta da Virginia Messina, mia cara amica e regista. Eravamo a casa mia una sera e stavamo guardando alcuni tutorial di Clio Make Up e, come spesso mi capita, ho cominciato a improvvisare imitandola a modo mio, in chiave comica. A quel punto Virginia mi dice “perché non facciamo dei video e li mettiamo su Youtube?”. Così ho cominciato a sfornare i primi tutorial fai da te di Alyce Make Up. Ricordo che il primissimo commento da parte di un internauta è stato “non fa ridere”. Che delusione! Ma poi per fortuna hanno cominciato ad apprezzarli». Alice, che non riesce a stare mai ferma con la testa, intanto continua a immaginare nuovi personaggi, stralunati e surreali come è nel suo stile, sempre al passo con i tempi e con un occhio alle mode

PSICOLOGA PER FICTION

Si intitola “Quelli degli anni '80” e va in onda su Deejay Tv la rassegna dedicata ai film cult degli anni Ottanta. Sei serate (la prima andata in onda mercoledì 15 luglio alle 21.15) in cui Alice, al termine della pellicola, si cala nei panni di una psicologa. Sul suo “lettino” terapeutico ogni sera un ospite noto di quegli anni che si sottopone a un’analisi ironica e spensierata, ripercorrendo quegli anni con il sorriso sulle labbra. Tra i “pazienti”: Carlo Freccero, Marco Columbro, Lory del Santo, Carmen Russo e Andrea Roncato.

del momento. Così nasce anche Betty Fan Page, con la quale nel 2014 entra nel cast di Glob - diversamente italiani di Enrico Bertolino, una ragazza che vive e si informa solo tramite il web, parlando con hashtag e raccontandosi attraverso i termini tipici di internet. E più recentemente Viky, la ragazza-GPS dell’ultima edizione di Colorado. «Viky è nata mentre ero nella vasca da bagno… è così, le idee spesso vengono quando meno te l’aspetti (ride). Nella sua versione originale era la voce robotica di un maestro di scuola che doveva sapere tutto e per questo avevo immaginato come un robot onnisciente. Quando mi hanno chiamato per partecipare a Colorado, insieme a Gianmarco, abbiamo pensato di renderla più semplice adattandola alla televisione. Così è diventata l’assistente vocale multifunzionale, una sorta di navigatore con l’anima». Chiusa momentaneamente l’avventura di Colorado, ora Alice si dedica a Discoteque machine "anche se purtroppo non potrò essere sul palco a causa del pancione ingombrante” e si gode gli ultimi mesi di gravidanza. «La mia è stata ed è una gravidanza tutta da ridere. Non hai idea del solletico che mi fa Duccio. Si muove tantissimo, balla sempre, si fa sentire. Non vedo l’ora di conoscerlo. Sarò una mamma piena di regole, perché sono convinta che siano le regole a dare la libertà. Ma sarò anche una mamma buffona. Voglio ridere tanto insieme a lui. Speriamo solo che apprezzi la mia comicità!». Bergamo Salute

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IN SALUTE

STILI DI VITA

ECO-TURISMO

una vacanza “sostenibile” in 10 mosse

Dalla scelta dell’alloggio ai cibi, fino ai souvenir da portare a casa come ricordo a cura di ELENA BUONANNO

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ifiuti abbandonati sulle spiagge o nei boschi dopo i pic nic. Contatti troppo ravvicinati con animali selvatici. Code in macchina con il motore accesso. Il futuro del nostro Pianeta dipende dalla scelte che facciamo quotidianamente, anche quando andiamo in vacanza. Scelte che, a quanto pare, non sono esattamente ecologiche per la maggior parte degli italiani e degli europei. «Se tutti i cittadini del mondo vivessero come un euro-

VACANZE ALL’INSEGNA DELLA NATURA “GARANTITE” DA WWF

Snorkeling e seawatching tra le perle del Mediterraneo, trekking con gli asini per gli adolescenti, viaggi in barca a vela nel Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, week end golosi in agriturismo, viaggi alla scoperta di aree naturali e delle specie considerate prioritarie dal WWF. Ma anche vacanze in Europa e nel resto del Mondo. Sono molte e per tutte le età le proposte di vacanze green, al centro della programmazione 2015 di WWF NaTuRe, il portale web che presenta viaggi, vacanze, campi nella natura che aderiscono alla Carta di Qualità del WWF. Tante occasioni per scoprire la natura in modo responsabile e divertente. 14

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peo avremmo bisogno di 2,6 pianeti per avere sufficienti risorse per tutti» dice Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF Italia. «Bisogna passare dal devastante consumismo a una cultura della valorizzazione e della cura e dare un valore diverso anche alle vacanze. Oltre a essere una sana occasione di svago e di divertimento, devono diventare anche un'opportunità di crescita personale e un’esperienza di conoscenza, per grandi e piccini. Il turismo, la

più grande industria globale, può trasformarsi in un grande consumatore delle risorse naturali della terra, come testimoniano purtroppo le nostre coste e le nostre montagne. Opportunamente gestito, però può contribuire a mantenere queste risorse». Ecco allora i consigli del WWF (altri sono disponibili sul sito www.wwfnature.it) per vacanze nel rispetto della natura e alcune strategie per alleggerire la nostra impronta ecologica (vedi box pagina 17).


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RIFIUTI: RIPORTALI CON TE

Non abbandonare i rifiuti negli ambienti naturali e non disperdere buste di plastica, lattine, bottiglie o altri oggetti in mare o in montagna. Porta un sacchetto da gettare nei raccoglitori differenziati una volta a casa o a valle. Ogni oggetto abbandonato nell’ambiente dura molto più di quello che pensiamo: per degradare un fazzoletto di carta occorrono 3 mesi, per un mozzicone di sigaretta da 1 a 5 anni, per le buste di plastica da 10 a 20 anni, per le lattine di alluminio 10-100 anni, per le bottiglie di vetro 1.000 anni, per il polistirolo 1.000 anni, mentre le bottiglie di plastica non si degradano mai completamente.

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SEGUI LE REGOLE E SEGNALA LE ANOMALIE

Segnala qualunque anomalia alle autorità competenti: animali in difficoltà, scarichi abusivi, discariche, oggetti pericolosi galleggianti, comportamenti poco civili di altri turisti. Le segnalazioni possono essere fatte alla Capitaneria di Porto più vicina al numero nazionale 1530 o al Corpo Forestale al 1515, oltre che alle amministrazioni locali. Molte regole sono già scritte, come i divieti di navigazione a motore entro i 300 metri dalle spiagge e 200 dalle scogliere. Fai particolare attenzione alle boe di segnalazione di sub o bagnanti mantenendoti alla distanza di sicurezza. Nei parchi, invece, impara le regole prima di addentrarti: raccogliere un fiore protetto può costare caro oltre a danneggiare la biodiversità.

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UTILIZZA I SENTIERI GIÀ ESISTENTI Per raggiungere la spiaggia percorri sentieri realizzati per non alterare il fragile equilibrio dell’ambiente. Non “attraversare” le dune. Queste collinette di sabbia rappresentano una barriera naturale fondamentale per il mantenimento della spiaggia e degli ambienti retrostanti (campi agricoli, boschi etc.). Anche in montagna non uscire dai sentieri: potrebbe essere pericoloso per la tua incolumità.

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NON DISTURBARE GLI ANIMALI SELVATICI

Al mare, non disturbare la fauna sottomarina inseguendo polpi o raccogliendo stelle marine e altri organismi. Se vai in canoa o in pedalò non disturbare ciò che vive fuori dall’acqua, come gabbiani, cormorani e falchi che vivono lungo le scogliere. Basta mantenersi alla giusta distanza evitando schiamazzi e rumore inutile. Ricorda che la pesca subacquea è vietata entro 500 metri dalle spiagge. In montagna, non avvicinare orsi, lupi, volpi e scoiattoli, magari con del cibo. Avvicinare cuccioli di animali selvatici può significare condannarli a morte: la madre non riconoscerà più il loro odore, “contaminato” da quello umano, e li abbandonerà. Se vogliamo osservarli meglio basta rimanere fermi, in completo silenzio, e avere un po’ di pazienza.


IN SALUTE

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STILI DI VITA

SCEGLI ALLOGGI A BASSO IMPATTO

Gli hotel, poiché accolgono moltissime persone, consumano acqua ed energia in gran quantità. Più ampia è l'offerta di comfort, maggiore è anche il fabbisogno energetico. L'energia pro capite richiesta da un appartamento di vacanza è mediamente pari a un terzo di quella consumata in un contesto alberghiero. E in assenza di riscaldamento e climatizzazione può essere perfino dieci volte inferiore. Scegli strutture ricettive che riciclano i materiali e fanno la raccolta differenziata, dispongono di sistemi ad alta efficienza energetica e, dove possibile, usano fonti di energia sostenibili e rinnovabili.

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PRENDI MEZZI PUBBLICI E BICI O VAI A PIEDI

Anche una volta raggiunta la meta delle vacanze, cerca di utilizzare il più possibile mezzi pubblici o taxi. Se proprio devi viaggiare in automobile spegni il motore quando sei in sosta o bloccato nel traffico, risparmierai carburante (e soldi) e contribuirai meno alle emissioni di CO2. Noleggia la bicicletta o abituati a gironzolare a piedi, nelle città o in natura.

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A TAVOLA PUNTA SUI PRODOTTI LOCALI

Gustando alimenti a chilometro zero, prodotti secondo criteri ecologici, contribuisci a tutelare la diversità e la naturalità in agricoltura. Ricorda in particolare di chiedere la provenienza di pesce, carne e frutti di mare e di dare la preferenza ai prodotti locali.

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RISCOPRI I VIAGGI A CORTO RAGGIO

Il 5% delle emissioni mondiali di CO2 è riconducibile al turismo. E un ruolo fondamentale è giocato dalla scelta del mezzo di trasporto e della meta delle proprie vacanze: i voli a lungo raggio, come quelli per le mete esotiche, rappresentano, ad esempio, solo il 3% di tutti gli spostamenti effettuati per le ferie, ma sono responsabili di un quinto circa delle emissioni totali nocive per il clima. Perché allora non rimanere in Italia dove si possono scoprire posti altrettanto incantevoli?

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EVITA SOUVENIR ANIMATI

La Convenzione di Washington (CITES) è uno dei più importanti trattati creato per cercare di porre un freno al dilagante ed eccessivo commercio di animali, piante, loro parti e prodotti derivati. È bene essere a conoscenza del fatto che la loro importazione potrebbe essere vietata oppure, se si tratta di un commercio legale, potrebbero comunque esserci dei problemi per fare entrare queste merci nel nostro Paese. Arrivare in dogana con un carapace di tartaruga o con oggetti derivati (pettini, occhiali etc.) può comportarne il sequestro e l'arresto da 3 mesi a 1 anno se l'operazione è a fini commerciali o l'ammenda che può arrivare a qualche migliaia di euro.


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RISPETTA LE CULTURE E LE COMUNITÀ LOCALI

Non è solo l’ambiente a subire l’impatto del turismo: le conseguenze si fanno sentire anche sulle culture dei paesi in via di sviluppo. In queste nazioni, il turismo porta e propone come riferimento dei modelli di sviluppo occidentali, consumistici, in società segnate dalla povertà, che non sono sensibilizzate, educate e abituate a sopportarli. Ne consegue in molti casi uno sconvolgimento delle culture e dei modelli di vita locali. Spesso, inoltre, i paesi ospitanti non godono le ricadute economiche generate dal turismo: solo una minima parte del costo di una vacanza concorre infatti ad arricchire l’economia locale. In alcuni paesi del sud del mondo l’industria turistica destina i lavori più umili alle popolazioni locali, lasciando agli occidentali i compiti più appaganti come il coordinamento e la gestione delle attività turistiche. Il turismo inoltre provoca l’aumento della microcriminalità o della prostituzione (Santo Domingo, Caraibi, Tailandia, Kenya, Giamaica, Senegal, Gambia), oltre alla mercificazione della cultura. A Bali, ad esempio, vengono organizzati a fini di spettacolo dei finti matrimoni e funerali svuotando, così di significato, di fronte alle comunità locali, di questi importanti momenti sociali. Un altro fattore che destabilizza le comunità locali sono le proposte di etno-turismo come “alla scoperta degli ultimi primitivi”. Quando sei in vacanza, quindi, cerca di rispettare davvero le tradizioni e la cultura delle comunità locali, scegliendo attività e svaghi che non abbiano un impatto negativo su di loro e non trasformino le persone del posto in "comparse" dell’industria turistica.

L'IMPRONTA ECOLOGICA È un indicatore di sostenibilità che misura la domanda umana sugli ecosistemi in termini di area, terrestre e marittima, biologicamente produttiva necessaria a produrre le risorse che l’uomo consuma e assorbire i rifiuti che produce. L'Impronta ecologica di un Paese è costituita dalla somma di tutti i terreni agricoli, i pascoli, le foreste e gli stock ittici necessari a produrre il cibo, le fibre e il legname che il Paese consuma, ad assorbire i materiali di scarto che emette nel momento in cui utilizza l'energia (cioè il biossido di carbonio) e a fornire lo spazio sufficiente per le infrastrutture che realizza. Poiché le persone consumano risorse e servizi ecologici provenienti da tutto il mondo, le loro impronte sono costituite dalla somma di queste aree, indipendentemente da dove esse si trovino sul Pianeta.

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IN SALUTE

ALIMENTAZIONE

SETE sapete davvero cosa bere?

Ecco come scegliere le bevande giuste per dissetarsi senza rischi

a cura di VIOLA COMPOSTELLA

B

ibite gassate o light. The freddo, centrifugati di frutta e verdura o semplicemente acqua. Quando le temperature salgono il nostro corpo “chiede” più liquidi. E la scelta certo non manca. Ma siamo sicuri di fare quella giusta? Qual è la bevanda migliore in questa stagione per dissetarsi, senza però eccedere in calorie e mettere a repentaglio la linea o peggio la salute? Ne parliamo con la dottoressa Chiara Cortiana, biologa nutrizionista. DOTTORESSA CORTIANA, INNANZITUTTO PERCHÉ IN QUESTA STAGIONE È FONDAMENTALE BERE? Il nostro corpo è costituito per il 60 % da acqua, percentuale che sale all’80% nei bambini. Mantenerci idratati diventa quindi fondamentale affinché il nostro organismo possa funzionare nel modo corretto. L’acqua è infatti il solvente (cioè l’ambiente) in cui avvengono tutte le reazioni del nostro corpo, regola la temperatura corporea, facilita i processi digestivi e di assorbimento dei principi nutritivi, favorisce la diuresi e l’eliminazione dei liquidi

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in eccesso, lubrifica i polmoni, gli occhi, la pelle. Durante la stagione estiva il rischio di disidratarsi è elevato (la disidratazione si instaura quando il nostro corpo perde più liquidi di quanti ne assuma) e può portare ad arsura, pelle secca, sonnolenza, stanchezza, mal di testa, costipazione, vertigini. I più a rischio sono neonati e bambini, anziani, pazienti affetti da malattie croniche, atleti che praticano sport di resistenza, persone che vivono ad alta quota o che lavorano in ambienti caldi e umidi. COME FARE PER PREVENIRE QUESTO STATO DI DISIDRATAZIONE? COSA È MEGLIO BERE? E COSA SI DEVE ASSOLUTAMENTE EVITARE? Iniziamo il nostro cammino idratante dalla bevanda per eccellenza, cioè l’acqua. Ogni acqua ha una diversa composizione in sali minerali che deriva dal terreno di origine e che non può essere alterata durante il processo di estrazione e di imbottigliamento. Questa composizione è riportata in etichetta e può (dovrebbe!) diventare un criterio di

scelta molto importante. L’acqua infatti è anche un importantissimo integratore naturale di minerali quali calcio, ferro, magnesio, potassio. In commercio esistono tre tipologie principali di acqua: naturale, effervescente naturale e gassata. L’acqua naturale non presenta anidride carbonica, l’acqua gassata è stata addizionata con anidride carbonica durante il processo di imbottigliamento mentre l’acqua effervescente naturale si presenta già leggermente frizzante alla sorgente (non viene addizionato nulla durante l’imbottigliamento). L’effetto idratante dei tre diversi tipi di acqua è assolutamente identico: non esiste un tipo di acqua che idrati più dell’altro.

DOTT.SSA CHIARA CORTIANA Biologa nutrizionista - BERGAMO -


L’“INGANNO” DELLE BIBITE LIGHT I ricercatori hanno scoperto che il consumo di bevande dolcificate artificialmente, come quelle light, è associato con l’obesità, il diabete di tipo 2, la sindrome metabolica e le malattie cardiovascolari. Bere solo una lattina di bibita light al giorno sarebbe sufficiente per aumentare in modo significativo il rischio di problemi di salute. I dolcificanti artificiali contenuti nelle bibite light infatti riescono a ingannare il corpo e a portarlo a pensare che si sta consumando vero cibo zuccherato anche se non lo è. L’organismo, di fronte al sapore dolce, reagisce aumentando la produzione di insulina per abbassare i livelli di glicemia che, in realtà, però non si sono alzati. Il brusco calo di zuccheri (ipoglicemia) spinge a cercare altro zucchero “vero” aumentando così l’introito calorico.

MA ALLORA COME MAI SEMBRA CHE QUELLA FRIZZANTE DISSETI DI PIÙ? Questa sensazione è dovuta a un blando e temporaneo effetto anestetizzante che l’anidride carbonica effettua sulle papille gustative che sono, in parte, responsabili dello stimolo della sete. Inoltre, durante la stagione estiva, può risultare molto più gradevole e dissetante bere acqua frizzante addizionata con succo di limone o di pompelmo rosa piuttosto che semplice acqua naturale. Ma questo non vuol dire che ci stiamo idratando meglio o più profondamente. L’acqua frizzate non è inoltre consigliata per i bambini piccoli e per coloro che soffrono di gonfiore gastrico (aerofagia). In tutti gli altri casi non ci sono prove scientifiche che l’acqua addizionata di anidride carbonica abbia particolari controindicazioni.

ACQUA A PARTE, ESISTONO MOLTISSIME BEVANDE CHE SPESSO, SOPRATTUTTO DURANTE IL PERIODO ESTIVO, VENGONO PREFERITE O PER IL LORO SAPORE O PERCHÉ DANNO L’IMPRESSIONE DI OFFRIRE MAGGIORE SOLLIEVO. QUALI SONO LE PIÙ “SANE”? The e centrifugati di frutta possono essere una valida e sana alternativa all’acqua. • The verde freddo al limone (in filtro): se non è zuccherato non ha calorie e dona una piacevole sensazione di freschezza. Inoltre contiene i polifenoli del the che svolgono un’importante azione antiossidante. • Spremute o centrifughe di frutta o verdura: sono ricchissime di vitamine (soprattutto vitamina C e vitamina A) ma è preferibile utilizzare prodotti fatti in casa con frutta e verdura fresche piuttosto che succhi industriali contenenti additivi, coloranti e zuccheri aggiunti.

un’alta percentuale di zucchero (saccarosio, destrosio o glucosio). Chi assume regolarmente bibite zuccherate può arrivare a consumare anche 100 grammi di zucchero al giorno e, cosa ancora più pericolosa, senza esserne assolutamente consapevole! Questi zuccheri hanno un indice glicemico molto alto e causano dei veri e propri picchi glicemici con un aumento delle glicemia basale (cioè della quantità di zucchero presente nel sangue). L’aumento della glicemia può, nel tempo, favorire l’insorgenza di diabete soprattutto quando viene accompagnato da un’alimentazione scorretta e da scarsa attività fisica. Inoltre consumare troppe bibite zuccherate porta a un considerevole incremento di peso dovuto al fatto che lo zucchero in eccesso viene trasformato in grasso. Tra queste bevande, va annoverata anche l’acqua tonica che, anche se amarognola per la presenza di chinino, contiene zucchero. Da evitare sono anche le bevande alcoliche, poiché disidratano aumentando sia la sudorazione sia la diuresi.

QUALI INVECE SAREBBE MEGLIO EVITARE O COMUNQUE LIMITARE? Sicuramente le bevande zuccherate, gassate e non: non solo non dissetano ma possono causare danni al nostro orMEGLIO ganismo, al punto che in A TEMPERATURA AMBIENTE passato alcuni governi È indubbio che l’acqua fredda doni hanno persino pensato un’immediata sensazione di sollievo ma di tassarle. Queste bil’effetto è soltanto transitorio. Inoltre rischia bite contengono numedi causare congestioni soprattutto se bevuta rosi additivi chimici (ad durante i pasti. È quindi consigliabile bere esempio coloranti, aroacqua a temperatura ambiente in mi, acido fosforico etc.) e modo che sia il più vicina possibile alla temperatura corporea.

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IN SALUTE

IL SUCCO O IL CENTRIFUGATO DI POMODORO, ASSUNTI COME BEVANDA, SI PRESTANO AL NATURALE O CON L’AGGIUNTA DI VARI INGREDIENTI A ESSERE SERVITI COME APERITIVO O A MERENDA

ALIMENTAZIONE

POMODORO

peccato non mangiarlo!

Ricco di acqua, potassio, vitamine e antiossidanti, contrasta la ritenzione, rallenta l’invecchiamento e riattiva il metabolismo

a cura di MARIA CASTELLANO

C

otto, crudo, in insalata. Rotondo, affusolato o ciliegino. Non importa come. L’importante è mangiarlo. Già, perchè il pomodoro è un vero concentrato di benefici per il nostro organismo e la nostra salute. Non a caso è il re dei piatti estivi e della cucina mediterranea (ogni anno ne mangiamo mediamente una cinquantina di chili a testa, sia in insalata sia sotto forma di sugo), al punto che all’Expo che si sta svolgendo a Milano, gli è stata dedicata da poco un’intera settimana tra appuntamenti culinari, eventi e convegni.

1.

I MIGLIORI? QUELLI D’AGOSTO «I pomodori sono bacche carnose di una pianta solanacea originaria dell’America Latina» spiega la dottoressa Marianna Messa, biologa nutrizionista. Hanno caratteristiche molto diverse a seconda delle varietà, sia per quanto riguarda, il colore, la forma, le dimensioni e le caratteristiche del sapore. Nonostante quelle rosse siano le uniche presenti in commercio, le bacche del pomodoro possono assume20

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re colorazioni differenti (bianche, gialle, rosa, arancioni, verdi anche a maturazione, e persino violacee). «La stagionalità del prodotto va da maggio a settembre, e anche se ormai si trova tutto l’anno, i migliori sono quelli d’agosto».

2.TANTE VIRTÙ IN SOLO 19

KCALORIE PER 100 GRAMMI I pomodori sono ricchi d’acqua, che ne costituisce oltre il 94%. «I carboidrati rappresentano quasi il 3%, mentre le proteine sono calcolate intorno all’1,2%, le fibre all’1% e, da ultimo, i grassi rappresentano solamente lo 0,2%» spiega la dottoressa Messa. «Per questo, 100 grammi di pomodoro fresco apportano solamente 19 Kilocalorie adattandosi perciò alle “moderne” diete ipocaloriche». Il rapporto tra elevato contenuto di acqua e basso tenore di zuccheri inoltre fa sì che il pomodoro apporti poca energia, ma di pronto utilizzo.

3.

ROSSO ANTI-AGE «I pomodori contengono buoni quantitativi vitaminici: vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina

D e, soprattutto, vitamina E e carotenoidi, che assicurano al pomodoro le note proprietà antiossidanti e vitaminizzanti» continua la biologa. Tra i carotenoidi, oltre al betacarotene (noto per la sua azione protettiva dai danni dei raggi UV), spicca in particolare il licopene, sostanza riscoperta negli ultimi anni. «Il licopene, a cui il pomodoro deve il suo colore rosso, è un potente antiossidante: combatte i radicali liberi, rallentando l’invecchiamento dell’organismo, aumenta il colesterolo buono, riducendo i trigliceridi e il colesterolo cattivo. Nell’uomo sembrerebbe ridurre il rischio di tumore alla prostata. L’organismo umano non è in grado di sintetizzarlo, l’unico modo di assumerlo è tramite l’alimentazione». Alcune ricerche hanno dimostrato che la disponibilità di questa sostanza aumenta considerevolmente dopo la cottura e quindi se il pomodoro viene consumato sotto forma di salsa o concentrato di pomodoro.

4.UN PIENO DI MINERALI

Non solo vitamine. Il pomodoro è anche una miniera di minerali: po-


NALI ONI NUTRIZIO INFORMAZI0G O MATURO. UD CR TO EN IM DI AL

10 RAN). VALORI RIFERITI GLI ALIMENTI (IN MPOSIZIONE DE CO DI LLE BE TA DA

Kcal

Proteine (g)

tassio, ferro, zinco, selenio, fosforo e calcio associati a citrati, tartrati e nitrati. «Queste sostanze agiscono in sinergia assicurando proprietà rimineralizzanti e antiradicaliche» sottolinea la dottoressa Messa. «Buono anche il contenuto di acidi organici, quali malico, citrico, succinico e gluteninico, utili per favorire la digestione».

5.AMICO DELLA LINEA

E le proprietà benefiche del pomodoro non sono ancora finite. «Noto per la sua spiccata capacità di stimolare la diuresi (proprietà diuretica), l’ortaggio è anche un ot-

Fibra (g)

3.5

Zuccheri (g) Acqua (g)

1.2 0.2

Lipidi (g)

MEGLIO EVITARLO SE SOFFRI DI ACIDITÀ O SEI “SENSIBILE” Nonostante i numerosi pregi, il pomodoro è controindicato a chi soffre di acidità di stomaco. Ricco di istamina, nei soggetti predisposti, può scatenare reazioni allergiche, talvolta anche gravi (molte persone sensibili lamentano dermatiti semplicemente dopo aver curato e tagliato i pomodori, oppure dopo averli mangiati anche in piccole quantità). La lectina del pomodoro, sempre in soggetti sensibili, può interagire con la mucosa gastro-intestinale e scatenare infiammazione, alterazione del sistema immunitario, malassorbimento dei nutrienti.

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94 1

timo rinfrescante e depurativo, utile a eliminare le scorie in eccesso e a contrastare problemi di ritenzione idrica e cellulite». Infine le fibre, concentrate nella buccia, stimolano la motilità intestinale, aiutando a migliorare problemi di stipsi e intestino pigro, mentre la pectina, presente in buone quantità, ostacola l’assorbimento di grassi e accelera il metabolismo.

6.

CONTRO ACNE E RUGHE Le proprietà del pomodoro vengono sfruttate anche nella cosmesi: per esempio, applicando sulla pelle delle mani un composto preparato mescolando il succo di pomodoro con glicerina e sale, queste risulteranno più morbide e levigate. «Molte maschere di bellezza sono formulate con estratti di pomodoro, utili per le loro proprietà nutrienti, rassodanti e tonificanti. Il licopene e le vitamine agiscono contro i segni del tempo, mentre la vitamina A contribuisce a riparare la pelle danneggiata» aggiunge l’esperta. «Da ultimo, creme e lozioni al pomodoro aiutano anche ad alleviare l’acne».

DOTT.SSA MARIANNA MESSA Biologa Nutrizionista

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IN ARMONIA

PSICOLOGIA

DOTT.SSA SOFIA RAFFA Psicologa e Psicoterapeuta - TRESCORE BALNEARIO -

COSÌ TI ALLEGGERISCI DA VERGOGNA

e sensi di colpa a cura di MARIA CASTELLANO

S

ono tra i sentimenti più “antichi” e radicati nella nostra psiche. Nella giusta misura, rappresentano fattori evolutivi importanti, se eccessivi però possono diventare dei “blocchi” che generano sofferenza e dolore. Parliamo della vergogna e del senso di colpa, due emozioni molto comuni, riscoperte e rivalutate da psicologi e psichiatri negli ultimi decenni per il loro ruolo nello sviluppo della personalità e delle relazioni sociali che però possono rovinarci la vita. Ma come si definiscono? In quale momento della vita e in quali circostanze si manifestano? Quali effetti hanno? E come possiamo liberarcene o almeno renderle 22

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“costruttive”? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Sofia Raffa, psicologa. DOTTORESSA RAFFA, COME SI POSSONO DEFINIRE LA VERGOGNA E IL SENSO DI COLPA? La vergogna può essere definita come un senso di turbamento, una reazione e allo stesso tempo un segnale avvertito dalla persona che ha ricevuto, o presunto di ricevere, un’umiliazione. Ci si può vergognare di qualsiasi cosa, anche della vergogna stessa, ma l’essere esposti all’osservazione di un altro, in un proprio fallimento, è una condizione comune del provare vergogna. Si potrebbe

dire che ci si vergogna di fronte agli altri perché ci si vergogna di fronte a se stessi, quando si soppesano i propri errori o le proprie mancanze. Il senso di colpa, invece, è una risposta alla constatazione di aver trasgredito una norma (o le aspettative che gli altri hanno nei nostri confronti) o causato un danno ad altri con un’azione o con la sua omissione, assumendone la responsabilità. Ci si può sentire in colpa anche senza aver intenzionalmente danneggiato un altro, ad esempio per aver avuto pensieri malevoli, per le sofferenze che una persona a noi cara sta subendo a causa nostra oppure anche perché si è più fortunati rispetto ad altri. CHE CONSEGUENZE POSSONO AVERE SUL BENESSERE PSICOLOGICO DI CHI LE PROVA? Una delle conseguenze più evidenti della vergogna, probabilmente legata a un’elevata attivazione fisiologica, è il rossore. Inoltre colui che si vergogna spesso abbassa il capo, gli occhi,


4 MODI PER SENTIRTI PIÙ LEGGERO 1. Riconosci il tipo di senso di colpa Esistono sensi di colpa “sani” e sensi di colpa “non sani”. I primi sono giustificati e ti aiutano a crescere (ad esempio quando con il proprio comportamento si ha danneggiato altre persone o se stessi), gli altri invece non sono razionali (come, ad esempio, sentirsi in colpa di fronte alla malattia o alla morte di una persona cara) e ti fanno solo stare male. 2. Rimedia al tuo errore Se ti senti in colpa per un’azione specifica, chiedi scusa e cerca un modo di rimediare il prima possibile. Ma non autopunirti: non serve né a te né a chi hai danneggiato o ferito. 3. Accetta di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma vai avanti Se hai sbagliato accetta che non puoi cambiare il passato e che sei umano e quindi non perfetto. Poi però guarda avanti, senza farti ossessionare dal senso di colpa. 4. Impara dai tuoi errori Trasforma il senso di colpa in un sentimento non distruttivo ma “costruttivo”, facendo tesoro dell’esperienza, seppur dolorosa, per non ripetere gli stessi errori. Se ad esempio hai detto qualcosa di spiacevole a una tua amica, la prossima volta ricordatene e pensa di più prima di parlare.

si curva, come per farsi piccolo e per evitare di essere guardato dagli altri. Alcune persone vorrebbero sparire, altre si sentono bloccate e irrigidite e altre ancora vivono la sensazione di essere spogliate, violate nella propria privacy. Se portata all’eccesso, finisce per associarsi ad alcuni atteggiamenti patologici, come la costante

preoccupazione di come si appare agli altri e il vivere il confronto in modo persecutorio. Nei casi estremi può anche portare a sviluppare EMOZIONI SOCIALI una vera e propria fobia sociale, Hanno origine dal cioè ad avere paura dei rapporconfronto tra un proprio ti sociali fino a ridurli drasticomportamento e le norme camente. Benché associata a sensazioni negative, la vergosociali. Si iniziano a provare a gna però esiste perché ha un partire dai due anni, quando valore adattivo: ci permette di il bambino inizia a utilizzare il renderci conto della differenza linguaggio, a confrontarsi con tra noi e gli altri, ci fa prendere gli altri e a prendere così coscienza di noi stessi e regola i consapevolezza di sé. rapporti sociali. La possibilità di pensare la vergogna come un’emozione positiva, ovviamente, dipende dall’intensità con cui viene vissuta. La stessa “ambivalenza” caratterizza anche il senso di colpa, al quale Queste differenze saranno presenti diversi psicologi hanno assegnato a ogni età e sono legate sia al temun ruolo fondamentale sia nello peramento del bambino, sia alle sviluppo della moralità sia nella ge- pratiche educative che gli adulti nesi di disturbi mentali. Da un lato, adottano nei suoi riguardi. Ci sono alla base di questa emozione c’è bambini con un temperamento più l’empatia, che porta a concentrare difficile, che provano vergogna in l’attenzione sull’altro, permette di modo più intenso, ma sembra che sviluppare una condotta social- siano le valutazioni date dagli adulmente responsabile e rende possi- ti di riferimento che influenzano bile l’instaurarsi di relazioni inter- maggiormente la sua personalità, personali durature. Dall'altra parte in particolare in passaggi di vita siil senso di colpa può diventare cro- gnificativi e di cambiamento, come nico e si tende a provare rimorso quando il bambino comincia a svie rammarico in modo continuo, luppare le proprie autonomie o nel indipendentemente dalle circo- corso dell’adolescenza. Genitori stanze. È interessante notare che, che di fronte a un errore del figlio, a differenza della vergogna, quan- tendono a dare giudizi dicendogli do proviamo senso di colpa siamo ad esempio “Sei un buono a nulla!”, più portati a formulare pensieri o lo umiliano o lo minacciano di primettere in atto delle azioni che ci varlo del loro affetto, lo portano a portano a riparare al danno inflitto. valutare se stesso in termini geneQuesta forma di senso di colpa, che rali e quindi a provare vergogna, a viene definita predisposizionale, si sentirsi inadeguato e a sviluppare manifesta in circostanze specifiche scarsa fiducia in se stesso. I genitoe appropriate. ri invece dovrebbero aiutare i figli a sviluppare il senso di colpa prediALCUNE PERSONE SEMBRANO sposizionale spiegando che il loro ESSERE “INTOCCABILI” comportamento ha danneggiato DA QUESTI SENTIMENTI. qualcuno e suggerendo delle azioni DA COSA DIPENDE IL riparative. Il rimprovero non deve PROVARE IN MODO PIÙ essere concentrato sul bambino, O MENO INTENSO QUESTE ma sull’azione compiuta. Il bamEMOZIONI? bino, in questo modo, interiorizza Già nel corso dal secondo anno di la situazione, le regole e la reazione vita, si manifestano differenze in- del genitore e sarà in grado, in fudividuali in una predisposizione a turo, di mettere in atto comportaprovare vergogna o senso di colpa. menti corretti. Bergamo Salute

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IN ARMONIA

COPPIA

DOLORE DURANTE IL RAPPORTO

ne soffre quasi 1 donna su 3

Parlare del problema con il partner e affrontarlo insieme è il primo passo per superarlo a cura di MARIA CASTELLANO

«S

econdo le stime il 40% delle donne in menopausa soffre di dispareunia, cioè prova dolore durante un rapporto sessuale. E il problema non risparmia nemmeno le più giovani: ne soffre circa il 12-15% delle donne in età fertile con evidenti ripercussioni sulla serenità personale e di coppia». Chi parla è la dottoressa Tiziana Romano, psicologa e sessoanalista. Ci siamo rivolti a lei per conoscere meglio questo disturbo sessuale così diffuso eppure ancora oggi tabù. Poche infatti lo affrontano. Per vergogna o timore di non essere comprese dal partner. DOTTORESSA ROMANO, CHE TIPO DI DOLORE È? COME SI RICONOSCE? La sensazione dolorosa viene normalmente avvertita in prossimità della vagina, sia durante i tentativi di penetrazione sia durante la penetrazione. Si differenzia dal vaginismo che comporta una contrazione muscolare pelvica che rende invece impossibile la penetrazione vaginale, nonostante il desiderio di farlo. A seconda della localizzazione della sensazione dolorosa la dispareunia è definita superficiale o profonda. Si parla di dispareunia profonda se il dolore compare quando il pene entra in profondità e tocca il collo dell’utero e ha origine quasi sempre organica. Nella dispareunia superficiale invece il dolore è avvertito nella parte inferiore della vagina, appena il pene entra in vagina: l’origine può essere organica (vedi box) ma più spesso si manife-

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Bergamo Salute

sta senza alterazioni locali e la causa è psicologica. CHI È PIÙ A RISCHIO DI SOFFRIRNE? Ricerche cliniche hanno evidenziato che è un disturbo sessuale che più frequentemente aumenta dopo il parto e nelle primipare (donne al primo parto), è più elevato dopo parto vaginale operativo (ovvero quando l'assistenza al travaglio e al parto avviene con un massiccio utilizzo di interventi medici, che vanno dal monitoraggio fetale costante e indiscriminato, alla somministrazione di medicinali come ossitocina) rispetto a quello spontaneo senza lacerazioni o al parto cesareo. Anche le condizioni ormonali dell’allattamento (ipoestrogenismo e iperprolattinemia) aumentano il rischio di dispareunia alla ripresa dei rapporti sessuali: determinano infatti mancanza di desiderio e maggiore secchezza vaginale che a sua volta provoca microabrasioni. Un altro periodo delicato della vita della donna è la menopausa, in cui la dispareunia è spesso causata da distrofie vaginali per alterazioni di

DOTT.SSA TIZIANA ROMANO Psicologa, Psicoterapeuta e Sessoanalista - BERGAMO -

PSICOTERAPIA, INSIEME O SEPARATAMENTE • Terapia di coppia. Si valuta il grado di salute della coppia e quindi l’attrazione fisica, l’innamoramento, l’attaccamento affettivo, i progetti condivisi o meno, la fiducia e l’intimità, l’educazione ricevuta, gli eventuali problemi psicologici di entrambi ed eventuali discrepanze tra immaginario erotico (fantasmi e sogni erotici e sessuali) e sessualità realmente vissuta, come viene percepito, coscientemente e non, l’altro/a partner. Tutto questo facilita la conoscenza reciproca tra i partner che imparano a riconoscere e superare le loro inibizioni riscoprendo una sessualità meno ansiogena e più spontanea e profonda. • Psicoterapia individuale. Se il problema è legato alla storia personale delle donna, la psicoterapia ha come obbiettivo lavorare sulla sua autostima, la consapevolezza di sé, l’ansia, i fantasmi del passato, imparando a superare le paure emotive che l’hanno provocato e a ritrovare fiducia nel partner e nell’intimità di coppia. In alcuni casi può essere utile anche un percorso di psicoterapia per il partner qualora ad esempio presenti eccessiva ansia personale o da prestazione verso l’intimità ed il rapporto sessuale, sensi di colpa, oppure passività e mancanza d’iniziativa nel rapporto.


LE CAUSE ORGANICHE La dispareunia superficiale può essere conseguenza di alterazioni ormonali che causano secchezza vaginale (come in menopausa) o infezioni della parte più esterna della vagina, come Candida o Herpes genitale. La dispareunia profonda, invece, può essere legata a patologie e malformazioni genito-urinarie, malattie veneree, infiammazioni croniche, endometriosi e infezioni vescicali. In questi casi, ovviamente, per ridurre il dolore durante i rapporti è necessario curare la patologia sottostante con una terapia chirurgica o farmacologica.

elasticità e lubrificazione vaginale da carenza ormonale (estrogeni ed androgeni). È evidente quindi che in alcuni casi esistono delle cause fisiche riconoscibili, ma spesso la vera causa è di natura psicologica (o una somma di entrambe). MA QUINDI È SEGNO CHE QUALCOSA NON VA NELLA COPPIA? Non sempre. Le origini vanno ricercate nella storia personale ed emotiva della donna. Lo sviluppo psicosessuale è infatti strettamente intrecciato con il mondo degli affetti e la qualità degli attaccamenti significativi. Se nell’infanzia si sono costruiti solidi legami d’attaccamento sarà naturale abbandonarsi all’intimità di una relazione sessuale. Quando invece l’intimità è stata sempre vissuta come minaccia, abuso o con l’angoscia dell’abbandono l’ansia mobilitata costruisce barriere che producono chiusura verso l’altro e la manifestazione del dolore nel rapporto intimo. In ambito clinico si riscontra spesso l’influenza di un’educazione repressiva o con-

vinzioni religiose rigide che creano un rapporto fobico con la sessualità, inibendo la sfera del piacere e la risposta sessuale. Bisogna comunque sempre comprendere se il sintomo è sempre stato presente o è insorto dopo una vita sessuale normale, se è comparso dopo un periodo particolare della donna (prime esperienze, fase premestruale, post-partum, menopausa, abusi fisici o psicologici, periodo di stress), se è sempre presente o solo con un determinato partner. Anche l’ansia può essere un fattore predisponente poiché non facilita l’incontro e non aiuta l’abbandono per un rapporto sereno e libero, così come il senso d’inadeguatezza o il timore di non piacere al partner. Per questo la donna va aiutata a ritrovare amore per sé, il proprio corpo e la propria sensualità. Inoltre possono intervenire aspetti d’immaturità psicosessuale che ostacolano la vera espressione di ciò che piace e desidera. Per questo è utile portare la donna a riscoprire l’autenticità del suo desiderio, a chiedersi cosa desidera davvero, con chi e quando, in altre parole a imparare

a conoscersi, a sentirsi e rispettarsi. Capita, infatti, a volte che chi soffre di dolore nei rapporti abbia storie personali di primi rapporti troppo precoci, preliminari frettolosi e conflitti irrisolti che portano a vivere l’intimità con ansia e preoccupazione oppure che il rapporto sessuale in sé evochi fantasmi del passato ai quali si risponde mobilitando difese anche fisiche nella realtà attuale. Altre volte invece la dispareunia può essere l’espressione di una conflittualità di coppia per cui l’ostilità, la sensazione di sfiducia nei confronti del partner e le lotte di potere trovano espressione nella dimensione corporea e nella contrazione dei muscoli che circondano l’ingresso della vagina. In queste situazioni bisogna affrontare questo problema in coppia: sentire che può essere affrontato insieme solleva la donna da sentimenti di inadeguatezza e di eccessiva responsabilità facendo rientrare il problema in una dinamica in cui entrambi i partner sono coinvolti. Questa è la chiave vincente per riuscire a superarlo e uscire ancora più forti e complici di prima. Bergamo Salute

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IN FAMIGLIA

E

DOLCE ATTESA

state, tempo di vacanze. Anche per chi è in dolce attesa. Ma dove è meglio andare per godersi un po’ di relax in sicurezza? Mare o montagna? Si può prendere il sole? E quali accorgimenti adottare per non correre rischi? «Partiamo dal presupposto che la gravidanza non è una malattia. Quindi se la gravidanza è fisiologica, la futura mamma può andare in qualsiasi luogo, pur con le dovute attenzioni e la necessaria prudenza e moderazione» osserva la dottoressa Alessandra Visconti, ginecologa. «Ad esempio è bene evitare paesi in cui vi è il rischio di malattie infettive (come la malaria o il tifo) le cui gestioni non sarebbero semplici in una donna gravida. Altro consiglio è tenere in considerazione l’epoca di gestazione: nel primo trimestre non ci sono particolari problemi (il rischio di aborto spontaneo non è certo condizionato dal fatto di andare in vacanza) e, se la mamma se la sente, nulla vieta di trascorrere qualche giorno di relax nel luogo che preferisce. Il miglior periodo per viaggiare è il secondo trimestre: nausea e vomito di solito sono spariti e ci si sente in forma. Nel secondo trimestre, soprattutto dalla 27-28a settimana in poi, è meglio recarsi in luoghi che abbiano vicino una buona struttura ospedaliera: sebbene accada raramente, nel caso di rischio di travaglio prematuro, ci può essere il bisogno dell’assistenza di un centro specializzato. Se la donna si trova al termine della gravidanza l’impor-

IL MIGLIOR PERIODO PER VIAGGIARE È TRA IL QUINTO E IL SETTIMO MESE: NAUSEA E VOMITO SONO SPARITI E CI SI SENTE IN FORMA

tante è che ci sia vicino un ospedale: se il bambino ha voglia di nascere, anche se è in una città diversa dalla propria, che problema c’è? Ricordate, però, di portare con voi sempre la documentazione della gravidanza ed i vostri esami perché potrebbero essere utili». AEREO SÌ, MA ENTRO LE 36 SETTIMANE In genere, se la gravidanza procede in modo fisiologico, non ci sono rischi per un viaggio in aereo almeno entro le 36 settimane di gravidanza. «Bisogna fare però attenzione alle compagnie aeree con le quali viaggiamo. Quasi sempre richiedono un certificato medico del ginecologo (ultimamente scaricabile sui siti web della compagnia e da compilare) per accettare la donna gravida in relazione ai regolamenti vigenti» suggerisce la dottoressa Visconti. «Il consiglio in aereo è di utilizzare calze elastiche per facilitare la circolazione venosa».

IN VACANZA COL PANCIONE Un’estate a misura di gravidanza a cura di ELENA BUONANNO

DOTT. SSA ALESSANDRA VISCONTI Specialista in Ostetricia e Ginecologia - PRESSO OSPEDALE DI PIARIO -

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IN MONTAGNA: NON OLTRE I 1300 METRI In montagna l’aria è fresca, non c’è umidità e il paesaggio ha sicuramente un effetto rasserenante. «Meglio però non superare i 1300-1400 metri di altitudine» spiega la specialista. «Questo per due motivi: più aumenta la quota, più è facile allontanarsi da possibili strutture sanitarie e se capita qualche imprevisto può risultare difficile tornare a valle; quando aumenta l’altitudine, diminuisce la concentrazione di ossigeno nell’aria e questo può avere ripercussioni sul sistema placentare che ha bisogno di raccogliere più ossigeno possibile da inviare al vostro bambino. Inoltre ricordate che le passeggiate in montagna devono essere sempre piacevoli. Evitate quindi scarpinate stancanti e pericolose». AL MARE: SOLE ALLE GIUSTE DOSI PER NON RISCHIARE MACCHIE SULLA PELLE E COLPI DI CALORE L’esposizione eccessiva al sole mette a rischio di disidratazione, colpi di sole, macchie sulla pelle del viso (cloasma). Per evitare tutte queste conseguenze è indispensabile adottare alcuni accorgimenti. «Innanzitutto evitare di stare sotto il sole nelle ore di punta (dalle 11 alle 16). Quando si sta al sole per tanto tempo è d’obbligo un cappello a tesa larga per pro-

teggere il viso e le spalle dal sole. Anche questo è un accorgimento per evitare il surriscaldamento corporeo» continua la specialista. «È necessario applicare le creme solari ad alta protezione anche quando si è già abbronzate. La crema deve avere un ampio spettro di protezione elevato sia per i raggi UVA sia per i gli UVB. Generalmente viene raccomandato di non scendere mai sotto il fattore di protezione 15 anche se, chi ha una carnagione chiara e sta esposto al sole per molto tempo, dovrebbe adottare protezioni più elevate». CONTRO LA STANCHEZZA ACQUA, FRUTTA E VERDURA Con il caldo è facile che la futura mamma abbia problemi di pressione bassa, gambe e mani gonfie. «Fermo restando che in gravidanza il problema è la pressione alta, durante l’estate, con l’aumento delle temperature, spesso le gravide hanno questa sensazione di spossatezza dovuta alla pressione bassa» conferma la dottoressa Visconti. «Bere tanta acqua, magari con l’aggiunta di sali minerali, è il consiglio cardine. Spossatezza, crampi, gonfiore infatti vengono agevolmente combattuti con l’assunzione di liquidi (non zuccherati) in ogni forma (verdure, zuppe, frutta fresca, yogurt)» conclude la specialista.


IN FAMIGLIA

BAMBINI

BEBÈ IN VIAGGIO Le regole per la loro comodità, sicurezza e salute a cura di VIOLA COMPOSTELLA

S

iete pronti a partire per le vacanze o per una passeggiata fuori porta con i bimbi al seguito? Ecco le precauzioni da adottare, in macchina o a piedi, per evitare rischi per il proprio bebè e preservare la sua salute scheletrica, così delicata quando è molto piccolo, e le istruzioni per scegliere i dispositivi, su ruote o da “indossare” (il cosiddetto baby wearing) più idonei dal punto di vista ortopedico. Diamo la parola al dottor Dario Fracassetti e al dottor Maurizio De Pellegrin, ortopedici. DOTTOR FRACASSETTI, PARTIAMO DALL’AUTOMOBILE. QUALI SONO I DISPOSITIVI PIÙ SICURI PER I BEBÈ? L’articolo 172 del codice della strada regolamenta il trasporto dei bambini nelle automobili, stabilendo per categorie di età e peso, i dispositivi da adottare. È importante sottolineare che la maggior parte delle lesioni o dei decessi dei bambini che avvengono durante gli incidenti stradali sono dovute al mancato o all’erroneo utilizzo dei sistemi di contenzione. Il bambino deve es-

sere sempre posizionato nell’apposito dispositivo ben allacciato e assicurato alle cinture di sicurezza, una pratica che, in caso di incidente, può far la differenza tra il semplice, seppur grande spavento, e la tragedia. Per i bambini fino a 9 mesi di età la navicella (culla) è il dispositivo più adatto: nella culla il piccolo rimane sdraiato mantenendo la posizione migliore per la schiena e il collo; in questa posizione, infatti, il movimento e i sobbalzi della vettura non determinano particolari sollecitazioni su queste due preziose strutture scheletriche ancora in fase di formazione. Le protezioni inserite nelle bande laterali interne della culla e la cinghia di sicurezza, inoltre, garantiscono la protezione necessaria al trasporto del neonato. La culla, che deve essere posizionata sui sedili posteriori, però generalmente occupa due posti. Un’alternativa meno ingombrante, sempre omologata e riconosciuta dal Codice della Strada, è l’ovetto che consente il trasporto dei bambini fino ai 15 mesi di età o fino a 15 chili. Deve essere posizionato sui sedili posteriori, in senso contrario di marcia, meglio se sul sedile centrale. Con l’ovetto si guadagna spazio ma bisogna fare attenzione, soprattutto nei primi mesi, che il bebè non si “affossi” e non assuma la posizione con la testa piegata in avanti e la schiena piegata all’indietro. Per ovviare a questo inconveniente alcuni ovetti dispongono di inserti imbottiti removibili da posizionare per il trasporto dei bambini più piccoli; per quelli sprovvisti sarà sufficiente posizionare dietro la schiena una salvietta ripiegata in modo da correggere la posizione sbagliata della schiena. Ci sono infine i sistemi combinati di navicella (culla), ovetto e passeggino, che consentono con un’unica spesa di avere a disposizione tutti gli strumenti. Nella scelta non si deve sottovalutare però nemmeno la salute della mamma. Per questo il consiglio è verificare, prima dell’acquisto, il peso, la maneggevolezza nell’aprire e chiudere il telaio, la praticità dei sistemi di aggancio, la possibilità di spostare il dispositivo con una sola mano, prediligendo quelli con ZAINO IN SPALLA? SÌ, MA DOPO I SEI MESI Per gli amanti del trekking e delle lunghe passeggiate lo zainetto consente di trasportare il bebè sulle proprie spalle al pari di uno zaino. La leggerezza, la presenza di cinghie facilmente regolabili, le imbottiture e gli accessori sono gli elementi che ne guidano la scelta; il requisito fondamentale per il suo uso è che il bimbo sia in grado di tenersi dritto con la schiena, cosa che succede solitamente intorno ai sei mesi d’età.


maniglie girevoli posizionate sul maniglione dell’ovetto che evitano forzate e anomale rotazioni del polso di chi le impugna. NEGLI ULTIMI ANNI OLTRE A OVETTI E PASSEGGINI, SI STANNO DIFFONDENDO SEMPRE DI PIÙ I DISPOSITIVI DI “BABY WEARING”. SONO SICURI? E COME SI DEVONO USARE PER GARANTIRE LA SICUREZZA DEI PICCOLI, DOTTOR DE PELLEGRIN? I dispositivi di baby wearing letteralmente “bambino indossato” sono tutti quei sistemi dotati di fasce, cinghie, anelli e bande che permettono di trasportare “ancorando” il bambino al corpo del genitore lasciando quest’ultimo a mani libere. In commercio se ne trovano di diversi tipi: fasce con anelli, bag slings (simili a zainetti) e marsupi come il mei tai (che si indossa sul davanti) e l’onbuhimo (che si mette sulla schiena). Per un corretto trasporto dei bambini con questi sistemi bisogna seguire poche ma fondamentali regole: • tenere libero il volto del bambino, in modo che non sia premuto contro il corpo del genitore perché ciò potrebbe ostacolare la respirazione; • fare in modo che il piccolo non si affossi e in particolare che la testa non sia piegata in avanti, posizione pericolosa che non garantisce una normale respirazione; • verificare che il bambino non sia schiacciato nella fascia in quanto ciò potrebbe impedire la normale espansione della gabbia toracica; sostenere la testa in quei bambini che ancora non sono in grado di farlo da soli; • non fare salti che inevitabilmente determinano sollecitazioni sul corpo del bambino; • se il bambino piange quando viene “vestito”, verificare che non stia stretto o non abbia posture viziate; • seguire attentamente le istruzioni riportate per ciascun dispositivo; • sostituire i dispositivi logori • non usare mai il baby wearing in auto; è vietato ed estremamente pericoloso.

Figura 1

DOTT.MAURIZIO DE PELLEGRIN Specialista in Ortopedia e Traumatologia - RESPONSABILE UNITÀ FUNZIONALE DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA INFANTILE OSPEDALE SAN RAFFAELE MILANO -

DOTT. DARIO FRACASSETTI Specialista in Ortopedia e Traumatologia - OSPEDALE SAN RAFFAELE MILANO E A BERGAMO -

MA COME SI FA A INDIVIDUARE IL DISPOSITIVO PIÙ ADATTO PER IL PROPRIO BIMBO? VANNO BENE TUTTI INDIFFERENTEMENTE, PURCHÉ USATI CON I DOVUTI ACCORGIMENTI? Se il bimbo e il genitore non soffrono di particolari patologie ortopediche può essere utilizzato il dispositivo che risulta più comodo. In caso contrario, alcuni dispositivi si rivelano più idonei degli altri e le posizioni che i bambini assumono possono essere “sfruttate” o al contrario devono essere evitate. Se, ad esempio, l’esame ecografico delle anche, consigliato tra la 4° e la 6° settimana di vita, evidenzia un’immaturità delle stesse (che spontaneamente si risolve nel 98% dei casi), tenere il bambino nei dispositivi che mantengono le anche piegate ed allargate come i marsupi favorisce lo sviluppo delle anche (vedi foto). Al contrario la posizione assunta nella fascia a anelli con le gambine allungate e unite offre una posizione sfavorevole allo sviluppo di anche ancora immature (figura 1). Nei bambini affetti da torcicollo miogeno congenito (quelli che tengono la testa storta, inclinata su un lato per i quali la terapia consiste in fisioterapia e posture obbligate), invece, la fascia con anelli può favorire il posizionamento in posture obbligate che ne aiutano la guarigione. Nel caso in cui, infine, il genitore soffra di mal di schiena è più salutare portare il bambino nei marsupi posizionati sul dorso ed evitare quelli a tracolla o peggio posizionati a sbalzo in avanti. Bergamo Salute

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IN FORMA

FITNESS

EDOARDO GALIZZI

- MEMBRO FONDATORE DELL’ASSOCIAZIONE SLACKLINE ITALIA -

SLACKLINE in bilico tra corpo e mente a cura di LELLA FONSECA

I

n Germania e Francia è già popolare e probabilmente presto avrà il suo boom anche in Italia. È lo slackline, una pratica sportiva nata intorno agli anni Ottanta negli Stati Uniti dal mondo dell’arrampicata e poi evolutasi fino a diventare una disciplina a sé stante. A presentarcela è Edoardo Galizzi, uno dei pionieri a Bergamo di questo sport e membro fondatore dell’associazione Slackline Italia. «La disciplina consiste nell’equilibrarsi, camminare e fare delle evoluzioni su una “fettuccia” di poliestere larga tipicamente 5 centimetri e di lunghezza variabile, tesa tra due punti. Letteralmente “slackline” significa “corda molle”, proprio a sottolineare la caratteristica principale della “linea”, che subisce continue e sorprendenti oscillazioni mentre l’atleta si sposta, a differenza della fune dell’acrobata da circo, che è sostanzialmente statica» spiega Edoardo. «Si tratta di un esercizio di equilibrio e di bilanciamento dinamico in cui non è previsto l’uso del bilanciere come avviene nel funambolismo circense». COME SI PRATICA? Ci sono diversi modi di fare slacklining, principalmente tre. •Trickline. Consiste nel creare le più incredibili evoluzioni “tricks” sopra la fettuccia tentando di non cadere. •Longline. L’obbiettivo è tentare di camminare lungo una fettuccia il più lunga possibile, di larghezza 25mm). •Highline. Si tratta di camminare su una linea di 30

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25mm, imbragati, su una fettuccia tesa ad un’altezza considerevole). Il successo crescente è dovuto al fatto che è una pratica completa per l’attività fisica e divertente al tempo stesso. La modalità Trickline, ad esempio, ha trovato molti appassionati nel mondo delle discipline freestyle, come lo snowboard, il ballo e la capoeira, tutte pratiche in forte crescita tra i giovani, anche se il grosso degli appassionati arriva dal mondo dell’arrampicata poiché per tradizione lo slackline è considerato una disciplina correlata all’arrampicata. DOVE CI SI PUÒ ALLENARE? Quasi ovunque, servono solo due punti di ancoraggio per montare la fettuccia (in genere due alberi, per iniziare una distanza di 8-10 metri è sufficien-

CONTROLLO E CONCENTRAZIONE Recenti studi dimostrano che praticando lo slackline si può incrementare notevolmente il controllo posturale, la stabilità e l’equilibrio e migliorare le capacità di reagire ai differenti stimoli da parte del corpo. La disciplina aiuta a sviluppare una maggiore forza muscolare e viene anche utilizzata nella riabilitazione a seguito di infortuni, ad esempio delle caviglie. Ma i benefici non sono solo fisici, praticarla richiede una notevole concentrazione, aiuta a rilassarsi e combattere lo stress, un po’ come succede con lo yoga.


te). Si monta in pochi minuti grazie al cricchetto che serve a fissarla e a tenderla quanto serve. Si inizia camminando e provando poi le prime semplici evoluzioni. Può essere praticata anche in gruppo con gli amici, nei parchi o nei boschi a contatto con la natura. In Italia ci sono vari team ai quali è possibile affiliarsi, ma si possono muovere i primi passi anche da soli, acquistando una slackline e montandola in giardino o al parco. Possono cimentarsi anche i bambini, ovviamente l’altezza deve essere proporzionata all’età e alle capacità, per non incorrere in incidenti. Su internet si trovano molti tutorial, anche in italiano, relativi alla slackline per chi volesse provare. ARRAMPICATA A PARTE, PUÒ ESSERE USATA COME PREPARAZIONE ATLETICA PER ALTRI SPORT? Certamente, è un esercizio che permette di sviluppare equilibrio e propriocettività, cioè il controllo del movimento del proprio corpo nello spazio, doti fondamentali non solo per un climber. Molti atleti ormai la utilizzano come attrezzo sportivo, per migliorare le loro prestazioni. Nell’ambito della corsa in montagna e sci alpinismo il più famoso è sicuramente Kilian Burgada, cinque volte vincitore della classifica finale dello Skyrunner World Series. Anche lamezzaVITALI-1.pdf squadra nazionale snowboard ad esem1 italiana 26/06/15 di 17.00 pio è solita allenarsi utilizzando le slackline, oltre a

UNO SPORT, ANZI SPOT, DI MODA LA SLACKLINE È PROTAGONISTA DI UNO DEGLI SPOT TELEVISIVI DEL MOMENTO, QUELLO DI UNA NOTA COMPAGNIA TELEFONICA, IN CUI L’ATTORE E CONDUTTORE PIF SI CIMENTA, INSIEME CON ALTRI RAGAZZI, CON FETTUCCIA ED EQUILIBRISMI IN SPIAGGIA

molti atleti del mondo dello sci e della corsa, per arrivare fino ai praticanti dello yoga. ESISTONO GARE DI SLACKLINE? Attualmente questa disciplina non è riconosciuta a livello ufficiale, ma vengono organizzati degli eventi di Trickline dove gli atleti possono mettersi in mostra ed esibirsi nelle evoluzioni più incredibili. C’è ad esempio un importante meeting nazionale ogni anno in primavera al parco di Trenno a Milano e a partire da quest’anno c’è la prima Coppa Italia di Slackline, che vedrà l’elezione del campione italiano di Trickline alla fine di un circuito di 5 tappe per tutta la penisola (le date si trovano sul sito dell’Associazione Slackline Italia).


IN FORMA

BELLEZZA

ACIDO IALURONICO elisir di giovinezza naturale a cura di GIULIA SAMMARCO

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elle creme e nei sieri di giovinezza. Sotto forma di iniezioni per colmare le rughe. Negli shampoo per dare più corpo ai capelli. Negli smalti per rinforzare le unghie. Nei rossetti per labbra volumizzate. Nei mascara per ciglia più piene. E ancora come integratore in capsule. È l’acido ialuronico, sostanza che negli ultimi anni si è sempre di più affermata come protagonista di molti trattamenti estetici. Un successo dovuto alla sua efficacia ma anche a un’altra caratteristica, ovvero quella di essere una sostanza naturale. «L’acido ialuronico è un saccaride o zucchero complesso presente normalmente nel tessuto connettivo (pelle, tendini, cartilagine etc.) di tutti gli esseri viventi e quindi biocompatibile» osserva la dottoressa Jlenia Lonigro, chirurgo plastico e medico estetico. «Svolge un ruolo fondamentale per la struttura della pelle e degli altri tessuti connettivi grazie alla capacità di richiamare molecole d’acqua e quindi di mantenere idratati i tessuti, un po’ come fa una spugna. Inoltre contribuisce allo sviluppo di molti processi tra cui la proliferazione cellulare e la riparazione dei tessuti» Il problema è che la produzione di questa sostanza tende a diminuire con l’avanzare dell’età: se a 20 anni l’acido ialuronico che abbiamo nel corpo riesce a catturare circa il 70% dell’acqua, a 65 la percentuale scende al 25%. Con la conseguenza che la pelle (ma anche ad esempio la cartilagine delle articolazioni) è meno idratata, perde compattezza ed elasticità e compaiono le rughe. Ecco allora che possono venire in aiuto creme arricchite con questa sostanza oppure filler sempre a base di acido ialuronico. CREME PER IDRATARE L’acido ialuronico presente nelle creme ha un effetto idratante, ma solo sullo strato più superficiale della pel-

L’ACIDO IALURONICO HA UN EFFETTO ANTIOSSIDANTE E PROTEGGE LA PELLE DAI DANNI DEI RAGGI UV, TRA I PRINCIPALI RESPONSABILI DELL’INVECCHIAMENTO CUTANEO. PER QUESTO SI TROVA ANCHE NEI PRODOTTI SOLARI. INOLTRE, GRAZIE ALLA SUA AZIONE CICATRIZZANTE, IN CASO DI SCOTTATURE (ERITEMI COMPRESI) AIUTA AD ACCELERARE I PROCESSI DI RIPARAZIONE E DI RIGENERAZIONE DELLA PELLE

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le. Richiama a sé l’acqua che imbeve le cellule “gonfiandole”. In questo modo si chiudono le microfessurazioni che si formano sullo strato superficiale quando è disidratato, rendendolo più esposto agli attacchi del sole e quindi all’invecchiamento. «Nelle creme in genere si trova acido ialuronico a bassa concentrazione (circa il 10%) e ad alto peso molecolare» spiega l’esperta. «Questo significa che le molecole sono grandi e quindi non riescono ad andare troppo in profondità. Il risultato che ci si può aspettare, quindi, purché la crema venga usata con costanza tutti i giorni, è quello di una pelle sicuramente più idratata e quindi più compatta, ma solo un blando effetto sulle rughe profonde» FILLER PER RIEMPIRE LE RUGHE Se l’obbiettivo è attenuare in modo evidente e veloce le rughe, l’unica soluzione resta il filler. Dall’inglese to fill, consiste nell’iniettare, con aghi sottilissimi, una sostanza, in questo caso acido ialuronico a diverse concentrazioni (scelte dal medico in base alle caratteristiche della paziente, alla conformazione del viso e all’età), nella pelle (sottocute) o nel suo spessore (intradermiche). «L’effetto volume creato dall’acido ialuronico e dalle molecole d’acqua che richiama, spiana gli antiestetici solchi e le rughe profonde e inoltre permette di rendere più pronunciate regioni del volto come labbra, zigomi, mento, aumentandone il volume» spiega la dottoressa. «L’acido ialuronico, quindi, diversamente dal


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LA DIETA ANTI-AGE La produzione di acido ialuronico può essere stimolata grazie a una dieta mirata. I cibi più indicati sono quelli che contengono antiossidanti (vitamina A, C, E, omega-3 e polifenoli). Via libera quindi a frutta (soprattutto arance, kiwi, limone, uva, ananas, melograno, albicocche e mirtilli) e verdura (cavolfiore, prezzemolo, carota, cetriolo, finocchio, insalata verde, spinaci, zucca), the verde, carni bianche, pesce (tonno, aringhe, sgombro e salmone) e formaggi magri.

botulino, non paralizza i muscoli del volto ma aumenta o ripristina “volumi” che col passare del tempo sono andati via via diminuendo, determinando molto spesso la comparsa di rughe profonde». È efficace in particolare per le cosiddette “zampe di gallina”, per le rughe nasogeniene, cioè quei solchi profondi che scendono ai lati del naso, e per il “codice a barre”, cioè le rughe che si formano sopra la bocca. Il limite è che l’acido ialuronico viene “riassorbito” dalle cellule della pelle. «L’effetto dura circa 6 mesi dopo di che si ha un recupero totale delle condizioni iniziali. La durata varia comunque molto da soggetto a soggetto ed è influenzata dallo stile di vita, dal fumo, dall’assunzione di alcolici e dall’eccessiva esposizione al sole o lampade UV». Il trattamento è ambulatoriale e dura dai 15 ai 30 minuti. «Non è generalmente necessaria l’anestesia locale. Eventualmente si possono usare pomate anestetiche in caso si trattino punti delicati come le labbra. Dopo il trattamento si possono riprendere le comuni attività quotidiane. Può permanere per qualche giorno un lieve arrossamento locale e gonfiore». Ma è sicuro? «Sì, a patto che sia eseguito da un medico esperto e che i prodotti usati siano di alta qualità» continua la dottoressa Lonigro. E si può fare anche in questa stagione? «L’unica accortezza è limitare l’esposizione nei due o tre giorni immediatamente successivi per diminuire la vasodilatazione. Per i primi tempi è consigliabile anche evitare lampade solari e sauna» conclude la specialista.


RICETTA

Semifreddo ai frutti di bosco e cocco in scaglie

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Una dolce tentazione a prova di linea INGREDIENTI PER 10 PERSONE PER LA BASE • 250 G DI YOGURT DI SOIA AI MIRTILLI • 200 G BISCOTTI SECCHI • 100 G DI COCCO IN SCAGLIE • CANNELLA IN POLVERE PER LA FARCITURA • 250 G DI YOGURT DI SOIA AI MIRTILLI • MIRTILLI FRESCHI (O ALTRA FRUTTA A PIACERE)

PREPARAZIONE Per la base: frullate i biscotti secchi con il cocco in scaglie e la cannella in polvere. Versateli in una ciotola e aggiungete 250 grammi di yogurt di soia ai mirtilli sino ad ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso, che stenderete con il matterello all’interno di una tortiera. Per la farcitura: ricoprite la superficie con il restante yogurt di soia ai mirtilli e decorate a piacere con i mirtilli freschi (o altra frutta fresca). Mettete il dolce in freezer per circa una o due ore e, prima di servirlo, lasciatelo a temperatura ambiente per 5-10 minuti.

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ALTRE TERAPIE

RUBRICHE

REIKI, per ritrovare l’equilibrio e la “giusta” energia a cura di VIOLA COMPOSTELLA

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romette di aiutare a ritrovare il benessere e l’equilibrio psicofisico, riducendo lo stress e favorendo il rilassamento attraverso l’uso della cosiddetta “energia universale”. È il Reiki, tecnica di origine orientale che trova sempre più “seguaci” in tutto il mondo, Italia compresa. Si narra che il venne scoperta in Giappone nel 1922, dopo ventuno giorni di digiuno e meditazione, dal Monaco Mikao Usui. Oltre a sviluppare un primo metodo di insegnamento, il monaco lo utilizzò prima nella sua clinica di Harajuko e dopo in quella di Nakano, soprattutto per aiutare le persone ferite durante il grande terremoto del Kantò nel 1923. Cerchiamo di conoscerla meglio con l’aiuto di Stefano Graticola, naturopata formato nel metodo Reiki Usui. DI CHE TIPO DI DISCIPLINA SI TRATTA? L’ideogramma Reiki è composto da due sillabe, Rei e Ki, che rappresentano l’energia primordiale o energia divina e l’energia dell’universo. Già dal nome si intuisce che Reiki non è solo una pratica o un trattamento quanto più un percorso, un’esperienza da vivere in assoluta libertà e anche un mezzo che lavora soprattutto a livello energetico, campo nel quale l’unicità della persona influenza in modo preponderante il metodo utilizzato e le sensazioni trasmesse e ricevute.

NEL REIKI SI AFFERMA CHE LA MALATTIA, IN QUALSIASI FORMA SI PRESENTI, NON È ALTRO CHE LA MANIFESTAZIONE SUL PIANO FISICO DI UNO SQUILIBRIO ENERGETICO

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sarsi in modo profondo e a gestire lo stress, ma anche per quei problemi in cui il dolore è la parte più invalidante per la persona. Il Reiki lavora su tutti i livelli (fisico-mentale-emozionale-spirituale), potenzia e riequilibra la circolazione energetica in tutte le aree del corpo, avvia processi di disintossicazione per l’eliminazione delle tossine. SU QUALI PRINCIPI SI BASA? Nella pratica il Reiki, come tutte le arti di derivazione orientale, si basa sul concetto che ogni cellula è caratterizzata da una specifica energia di “coesione” che la differenzia dalle altre a seconda del compito che deve svolgere. Quando un fattore esterno (traumi, alimentazione, eventi atmosferici, situazioni ambientali etc.), modifica questa forza nelle cellule di un essere vivente, indipendentemente dal fatto che sia umano, animale o vegetale, subentra uno stato di disequilibrio che causa congestioni o blocchi. L’operatore Reiki dovrebbe essere in grado, attingendo coscientemente all’Energia Universale e canalizzandola su se stesso e sugli altri, di promuovere lo scioglimento di questi blocchi. Il Reiki, dunque, ha come scopo ristabilire il corretto flusso energetico, ripristinando l’equilibrio tra mente e corpo. IN QUALI CASI PUÒ ESSERE UTILE? In tutte quelle situazioni in cui si senta l’esigenza di imparare a rilas-

COME SI SVOLGE UN TRATTAMENTO? L’operatore posiziona le mani in corrispondenza di punti particolari del corpo (Chakra), con o senza contatto fisico diretto con la persona. Spesso questa tecnica viene utilizzata anche in abbinamento, a seconda dei casi, a diverse tipologie di massaggio. Inizialmente si consigliano almeno quattro trattamenti per osservare le risposte della persona trattata e in base alle quali si valuterà la metodologia corretta da utilizzare e gli eventuali abbinamenti con altre pratiche in campo di benessere.

VIA ANSIA E DOLORE In diversi ospedali nel mondo (America in testa) il Reiki viene proposto come terapia complementare in pazienti con tumore per diminuirne ansia, paura e depressione. Anche in Italia sono stati avviati diversi progetti sperimentali, sempre con pazienti oncologici, con risultati incoraggianti in termini di benefici psicofisici e anche, in alcuni casi, di riduzione del dolore. Bergamo Salute

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RUBRICHE

GUIDA ESAMI epatiche "focali" (noduli), visualizzate mediante ecografia, Tac o risonanza magnetica.

Biopsia epatica O FIBROSCAN?

Due esami indispensabili ma non “interscambiabili” a cura di GIULIA SAMMARCO

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e ne parla poco eppure le patologie del fegato, acute o croniche, sono molto diffuse: steatosi epatiche (il cosiddetto “fegato grasso”), epatiti (C e B soprattutto) cirrosi, etc. riguardano milioni di italiani. Per diagnosticarle e tenerle sotto controllo oggi, oltre alla biopsia epatica, esistono altre indagini. Tra queste in particolare il Fibroscan, esame non invasivo e rapido, che negli ultimi anni ha portato a una netta riduzione della necessità di ricorrere alla biopsia epatica. Ma quando serve una e quando l’altra? Sono equivalenti? Ce lo spiega il dottor Osvaldo Fracassetti, epatologo. DOTTOR FRACASSETTI, COMINCIAMO DALLA BIOPSIA EPATICA. A COSA SERVE IN PARTICOLARE? La biopsia epatica, che consiste nel prelievo di un piccolo campione di tessuto epatico, ha rappresentato e ancora rappresenta la metodica migliore (gold standard) per la diagnosi

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di malattie epatiche acute e soprattutto croniche. Nella maggior parte dei casi permette di chiarire eventuali dubbi sulla eziologia (causa) di una malattia o sofferenza epatica non ottenuta con test di laboratorio e/o strumentali specifici. Soprattutto fornisce informazioni rilevanti sulla severità (grado di necro-infiammazione) e dello stadio di progressione "cicatriziale" (fibrosi) di malattie epatiche croniche che riconoscono cause diverse ma hanno come comune denominatore il perdurare di infiammazione del fegato, in particolare: • epatiti croniche da Virus C (HCV), Virus B (HBV) e Virus Delta (HDV) • epatopatia da alcol; • steatosi / steato-epatite non alcolica • epatiti autoimmuni; • patologie dell'albero biliare (cirrosi biliare primitiva, colangite sclerosante); • epatopatie congenite (malattia di Wilson, emocromatosi etc.). Inoltre si utilizza per la conferma diagnostica definitiva delle lesioni

IN QUALI CASI È UTILE INVECE IL FIBROSCAN? Il Fibroscan (elastometria epatica) si basa sul principio che ogni malattia diffusa del fegato che evolve nel tempo produce una progressiva perdita di elasticità del tessuto epatico e quindi aumento della rigidità. Questa rigidità a sua volta dipende dai fenomeni "cicatriziali" del tessuto epatico (fibrosi epatica) che possono evolvere fino alla cirrosi. Non invasivo e del tutto indolore, il Fibroscan quindi serve a valutare la "rigidità" del fegato, correlata alla fibrosi epatica, permettendone la stadiazione ed è particolarmente utile per il monitoraggio nel tempo delle malattie epatiche croniche, della loro evoluzione e della risposta all'eventuale terapia. Questa informazione, fino a poco tempo fa, era ottenibile solo mediante biopsia epatica, tecnica invasiva con i suoi pregi e difetti. È importante comunque ribadire che il Fibroscan non sostituisce integralmente la biopsia epatica, esame che è in grado di offrire informazioni più complete. MA COME SI ESEGUONO I DUE ESAMI? La biopsia epatica viene eseguita abitualmente per via cosiddetta percutanea, mediante guida ecografica (biopsia epatica ecoguidata), attraverso la cute del paziente, meno frequentemente, per via venosa (attraverso le vene giugulari del collo) o anche pungendo direttamente il fegato, in caso di intervento chirurgico tradizionale o videolaparoscopico. La procedura viene effettuata di solito in regime di day-hospital e, secondo i protocolli operativi dei singoli centri, può essere somministrato un leggero sedativo e/o anestesia locale. Al termine dell’esame il paziente deve rimanere in osservazione per almeno 3 ore (è consigliabile che sia accompagnato). Il Fibroscan, invece, è un’indagine ambulatoriale, non richiede anestesia e dura circa 10-15 minuti. L'apparecchio utilizzato è costituito da


DOTT. OSVALDO FRACASSETTI Specialista in Malattie Infettive - PRESSO CASA DI CURA SAN FRANCESCO BERGAMO -

una sonda a ultrasuoni, montata su un sistema vibrante, che viene appoggiata sulla cute dell'emicostato di destra del paziente: l'impulso che genera determina la propagazione di un'onda elastica attraverso il fegato, la cui velocità, misurata per mezzo di ultrasuoni, è direttamente correlata alla rigidità del fegato stesso (a sua volta dipendente dalla quantità di fibrosi). RICHIEDONO UNA PREPARAZIONE PARTICOLARE? Per entrambi gli esami bisogna essere a digiuno da 6-8 ore.

HANNO CONTROINDICAZIONI? La biopsia epatica non si può eseguire in pazienti con gravi disturbi della coagulazione del sangue che potrebbero provocare un sanguinamento o in terapia anticoagulante e in pazienti con versamento di liquido in addome (ascite). Il Fibroscan, invece, è controindicato in donne in gravidanza e neppure in pazienti con versamento ascitico. Difficoltà tecniche si possono avere in pazienti obesi e con inadeguati spazi intercostali. ABBIAMO DETTO CHE IL FIBROSCAN NON È DOLOROSO. LA BIOPSIA EPATICA INVECE? Si può avvertire una sensazione dolorosa al momento della puntura. Pur essendo una procedura abitualmente sicura, seppur raramente può presentare complicanze, in genere di modesta entità e che comunque si risolvono da sole (dolore nella zona in cui è stato inserito l’ago, dolorabilità pleurica lato destro e spalla destra e modesto sanguinamento intraepati-

co). Talora, sempre raramente, da quando si utilizza l'ecoguida, sono possibili complicanze di maggior rilievo quali il pneumotorace destro, la puntura accidentale di altri organi (colescisti, rene destro) e sanguinamento peritoneale. Il tasso di mortalità nei pazienti sottoposti a questo esame è dello 0,001%. Pertanto per l'effettuazione della biopsia epatica deve essere raccolto il consenso informato del paziente.

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La biopsia epatica percutanea viene eseguita con un rapido passaggio (pochi secondi) per via sottocostale o intercostale destra, utilizzando particolari aghi monouso, alcuni montati su siringhe e dotati anche di meccanismo semiautomatico, di calibro variabile.

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RUBRICHE

ANIMALI

Cavallo

MINI-GUIDA PER MANTENERLO SANO E VITALE

ULISSE GIAVAZZI Istruttore ippico nazionale

a cura di GIULIA SAMMARCO

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uello tra uomo e cavallo è un amore che affonda le sue radici nella notte dei tempi. E ancora oggi non conosce crisi. Anzi, i numeri parlano di vero e proprio boom, tra appassionati di equiturismo, ovvero turismo in sella alla scoperta della natura, e di equitazione. Un rapporto speciale che però richiede molte attenzioni, soprattutto se si ha la fortuna di possederne uno tutto proprio. Un cavallo infatti, per mantenersi in salute, ha bisogno di spazio, cure quotidiane, vaccinazioni, possibilità di fare molto movimento. Tutto questo può richiedere, da parte del “padrone”, un impegno non indifferente (non solo economico) e quindi da non sottovalutare. Abbiamo chiesto a Ulisse Giavazzi, istruttore di equitazione, cosa bisogna sapere se si ha un cavallo o si ha intenzione di prenderne uno. DI QUALI CURE QUOTIDIANE NECESSITA UN CAVALLO? Innanzitutto l’animale deve sempre avere a disposizione acqua fresca e soprattutto pulita (un cavallo in media ne consuma 30 litri al giorno).

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Bisogna sempre verificare che il beverino sia pulito, perché capita che il cavallo lo sporchi con i propri escrementi e di conseguenza non beva. Per quanto riguarda invece l’alimentazione, elemento fondamentale per il suo benessere, ha bisogno di almeno 10/12 chili di fieno di buona qualità al giorno. Se il fieno è di scarsa qualità, può contenere muffe o polveri che alla lunga possono creargli problemi respiratori anche gravi. In aggiunta al fieno, servono circa 4 chili di mangime al giorno adeguato al tipo di attività dell’equino. Questi alimenti dovrebbero essere distribuiti durante la giornata in questo modo: 5/6 chili di fieno al mattino, 2 chili di mangime a mezzogiorno e 2 la sera seguiti, a distanza di almeno un’ora, dagli altri 5/6 chili di fieno. Tra le cure quotidiane, ovviamente, ci sono quelle legate alla pulizia della lettiera, che dovrebbe essere fatta anche due volte al giorno, e dell’animale stesso con un’accurata toelettatura (pulizia e strigliatura). Particolare attenzione deve essere riservata, poi, agli zoccoli e alla loro pulizia e salute. Troppa umidità,

dovuta ad esempio a una lettiera sporca, può creare problemi al fettone (la struttura triangolare, con la punta in avanti, che si estende per circa 2/3 della lunghezza della suola, a partire dall’estremità posteriore) fino all’imputridimento, al contrario, la troppa secchezza delle unghie può portare a problemi di rottura e quindi a dolore e difficoltà di movimento. In caso di unghie particolarmente secche, bisogna idratarle con appositi grassi che si trovano facilmente in commercio.

QUANDO IL FEELING DIVENTA TERAPEUTICO L’uso dell’equitazione a scopo terapeutico (ippoterapia) ha avuto inizio già nell’opera di Ippocrate di Coo (460-370 a.C.), che consigliava lunghe cavalcate per combattere l’ansia e l’insonnia. Alla fine della prima guerra mondiale il cavallo è entrato nei programmi di riabilitazione, inizialmente in Scandinavia e in Inghilterra, poi in numerosi altri paesi. L’ippoterapia, detta Terapia con il Mezzo del Cavallo (TMC), è stata introdotta in Italia nel 1975 dalla dottoressa belga Danièle Nicolas Citterio che ha contribuito all’uso terapeutico del cavallo attraverso anche l’opera dell’Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre (ANIRE). L’ippoterapia agisce grazie all’interazione uomo-cavallo a livello neuro-motorio e a livello neuro-psicologico.


Infine, tra le cure quotidiane, non bisogna dimenticare il movimento, dovrebbe camminare ogni giorno: è indispensabile per mantenere la muscolatura tonica, le articolazioni sane e la mente serena, oltre che per una buona digestione e per stimolare il metabolismo. DURANTE L’ANNO, INVECE, BISOGNA PREVEDERE DELLE VACCINAZIONI O CONTROLLI VETERINARI PERIODICI? Ogni sei mesi bisognerebbe sverminare il nostro equino e annualmente fare il vaccino antitetanico e antinfluenzale. Ottima cosa sarebbe anche un controllo annuale del dentista, perché il cavallo ha una dentatura in continua crescita, e masticando il cibo in senso rotatorio fra l’arcata dentale superiore e l’arcata dentale inferiore come un frantoio, consuma la propria dentatura. Si possono così creare all’esterno dei denti delle vere e proprie punte, che possono ferire la guancia all’interno della bocca.

IL CAVALLO DEVE ESSERE FERRATO MENSILMENTE O AL MASSIMO OGNI 45 GIORNI (BISOGNA VALUTARE A SECONDA DELL’ANIMALE). IL FERRO SERVE A PROTEGGERE LO ZOCCOLO (CHE È COMPOSTO DA CHERATINA) E A FARE IN MODO CHE NON SI CONSUMI, SCOPRENDO I TESSUTI SOTTOSTANTI SE SI TIENE IN MANEGGIO, QUALI COMPITI SPETTANO AL PROPRIETARIO? Dipende da che formula si sceglie. Se il cavallo viene messo in pensione “completa” in un maneggio, il gestore provvede all’alimentazione e al mantenimento adeguato dell’animale, oltre al sellaggio e dissellaggio del cavallo (a costi aggiuntivi). Può essere una soluzione per chi ad esempio ha poco tempo o è spesso via per lavoro. Se però si ha davvero passione per questo animale e si vuole godere appieno dello speciale rapporto che si instaura con lui, l’ideale sarebbe,

pur tenendo il cavallo in maneggio, occuparsi della sua pulizia e preparalo da sé per andare a cavalcare. SE SI HA, INVECE, LA FORTUNA DI AVERE UN TERRENO PER OSPITARLO, COME SI PUÒ ALLESTIRE UN BOX ADEGUATO ALLE SUE NECESSITÀ? È necessario un box coperto almeno di 3 metri per 3 (per permettergli di riposare comodamente), di un posto dove poter stoccare fieno, mangime, truciolo o paglia per la lettiera e tanto tempo e passione da dedicare tutti i giorni al proprio animale.


DAL TERRITORIO

NEWS

UN NUMERO UNICO PER GLI HOSPICE

035 385085. È questo il numero unico, attivato dall’Asl di Bergamo, per entrare in contatto con gli hospice della nostra provincia. Attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 16.00, ha come obbiettivo facilitare l’accesso dei pazienti a queste strutture, migliorando l’offerta assistenziale in degenza per il malato in fase avanzata di malattia. La persona che necessita di un ricovero (ma anche un familiare, il Medico di Assistenza Primaria, lo Specialista ospedaliero o il palliativista dell’assistenza domiciliare, l’operatore dell’ente accreditato AD), con una semplice telefonata al numero unico, potrà prenotare l’accesso in hospice mediante un colloquio da svolgersi presso una delle strutture della rete; durante quest’unico incontro preliminare sarà possibile scegliere l’hospice o gli hospice in cui essere ricoverati permettendo la gestione ottimale dei posti letto disponibili e ridurre i tempi di attesa.

SCLERODERMIA: A SETTEMBRE LA XXI GIORNATA DEL CICLAMINO

Domenica 27 settembre 2015 il GILS (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia) scende in campo con la Giornata del Ciclamino, offrendo in più di cento piazze italiane i ciclamini, fiore simbolo del GILS. Da oltre vent'anni migliorare l’aspettativa e la qualità della vita dei pazienti è la missione del GILS che, accanto alla ricerca scientifica, vuole favorire la conoscenza della Sclerosi Sistemica, patologia cronica, autoimmune, invalidante, multiorgano che colpisce in prevalenza le donne. È la diagnosi precoce, infatti, l’arma che i medici hanno a disposizione per intervenire tempestivamente e, in alcuni casi, bloccare l’avanzare della malattia. Per questo, da venerdì 25 a domenica 27 settembre 2015, gli Ospedali che hanno aderito al Progetto “Ospedali aperti” del GILS effettueranno in tutta Italia controlli gratuiti dalle 09.00 alle 12.00, a seconda della loro programmazione. Per conoscere quali piazze offriranno i ciclamini e gli ospedali che aderiranno al progetto si può visitare il sito www.sclerodermia.net o telefonare al numero verde 800 080 266.

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AL VIA LA PRIMA COMUNITÀ DIURNA PER MINORI CON PROBLEMI DI TOSSICODIPENDENZA

È stata inaugurata a metà giugno a Treviglio la prima comunità terapeutica diurna della Lombardia riservata a minori con problemi di tossicodipendenza (l’età del primo approccio a sostanze stupefacenti si è abbassata fra i 13 e i 14 anni). A gestirla è AGA (Associazione Genitori Antidroga) di Pontirolo Nuovo. Qui giovani e adolescenti presi in carico dall’associazione possono svolgere un percorso comunitario dalle 9:00 alle 21:00 (dalle 14:00 alle 21:00 durante l’anno scolastico), con l’assistenza di psicologi ed educatori qualificati. All’interno della struttura è attivo anche il nuovo SMI (Servizio Multidisciplinare Integrato) dell’associazione che supporterà l’attività della comunità oltre a continuare il suo servizio che nel 2014 ha seguito 753 persone.


TEMPO DI MEDITAZIONE, BENESSERE E SANA ALIMENTAZIONE ...AL PARCO E IN FIERA Massaggi olistici, lezioni dimostrative di pilates, tai chi, yoga, ma anche consulti di medicine non convenzionali, arti marziali…. Tutto a ingresso gratuito. Domenica 30 agosto al parco Turani di Bergamo, andrà in scena la terza edizione di Bergamo Benessere Festival. Dalle 9.30 alle 19.30, il pubblico potrà provare, gratis e senza prenotazione, discipline che spaziano dallo yoga al tai chi, pilates, arti marziali, stretching, meditazione, bioenergetica, Qi gong, ma anche specialità legate alle professioni sanitarie, quali massofisioterapia, osteopatia, fisioterapia e altre ancora. Negli stand degli espositori (associazioni sportivo dilettantistiche, operatori del benessere, studi medici, scuole di formazione per operatori in biodiscipline), si potranno ricevere anche massaggi e trattamenti (shiatsu, ayurvedici, thailandese, coreano, massofioterapici e tanti altri ancora). Spazio anche alla divulgazione su discipline come reiki, naturopatia, osteopatia, bioenergetica, antica arte cinese della divinazione, metamedicina, cosmesi naturale e così via. L’iniziativa è organizzata da LaFonte, scuola di shiatsu e discipline bionaturali di Bergamo, con il patrocinio del Comune e di Turismo Bergamo. Il programma completo è su www.lafonteshiatsu.it. Per informazioni: 035 3693095 oppure 333 6055949. Sempre gratuiti e nel parco, questa volta quello comunale di Viale Locatelli a Dalmine, sono gli incontri di meditazione per il rilassamento della mente e la ricarica del corpo organizzati dal Centro Phyl di Dalmine in collaborazione con trainer esperti, in programma per tutto il mese di agosto (1, 8, 29 agosto con inizio alle 17.30). L’1 agosto i riflettori saranno puntati sulla meditazione MindClearing ed energizzante, l’8 sarà la volta della Meditazione Rilassante e Meditazione Viola, mentre il 29 si concluderà in bellezza con la meditazione bakti yoga, yoga del cuore. Per informazioni: 348 7611561 oppure bergamo@phyl.org. Infine, da un parco all’altro all’insegna del benessere, al Parco della Trucca, il 13 settembre, andrà in scena l’ultimo appuntamento de "Il parco della salute: corsi di cucina e attività sportive per una vita sana e per la prevenzione delle malattie oncologiche", ciclo di eventi con ingresso gratuito promossi e organizzati da Associazione Oncologica Bergamasca Onlus in collaborazione con Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, con il patrocinio del Comune di Bergamo e realizzato grazie al contributo gratuito di medici, istruttori sportivi, chef e fornitori. Per l’occasione, dalle 10.30, sarà possibile partecipare a lezioni di tai chi chuan e nordic walking, show cooking e per finire al “Pranzo della salute”.

E gli appuntamenti con il benessere non finiscono qui. Dopo la riuscitissima edizione del 2014, il 19 e 20 settembre, al PalaFacchetti di Treviglio si rinnova l’appuntamento con il Salone Salute Benessere & Alimentazione, giunto alla sua terza edizione. La manifestazione, di cui Bergamo Salute è partner, sarà ricca di novità. Si potranno trovare gli abituali espositori di prodotti naturali per la cura del corpo, integratori ed erboristerie, cosmesi bio e naturale, trattamenti per la cura e il benessere della persona, alimentazione bio e naturale. Nella parte esterna, spazio per le discipline olistiche, tai chi, Qi gong, campane tibetane, bioenergetica e meditazione. Integratori per la mente saranno invece le conferenze che si terranno al primo piano della struttura, con specialisti del settore del benessere corpo-mente. Uno spazio specialissimo sarà riservato ai bambini dai 0 anni in su, con tre differenti Associazioni che li intratterranno, così da permettere ai genitori una tranquilla visita al Salone. Altra novità importante che si terrà all’esterno è la partecipazione di numerose Società Sportive di Treviglio che si cimenteranno in dimostrazioni ed esibizioni, a partire dalla squadra di basket, alla pallavolo, al tennis, al roller, le arti marziali ed altre ancora. Ingresso: adulti euro 3.00, bambini fino a i 12 anni gratuito, studenti e over 65 euro 1,50. Una speciale tessera permetterà il libero accesso durante tutto il week end al costo di 5,00 euro. Orari: sabato 19 dalle 11.00 alle 20.00, domenica 20 dalle 9.30 alle 20.00. Per informazioni: www.benessereintreviglio.it oppure 340 1733035 Bergamo Salute

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DAL TERRITORIO

FARMACIE

FARMACI URGENTI? C’è la guardia farmaceutica (anche in estate) Un servizio prezioso per garantire al cittadino assistenza farmaceutica 365 giorni all’anno, 24 ore su 24 a cura di ELENA BUONANNO

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chi non è capitato almeno una volta, di avere bisogno di un farmaco nel cuore della notte? Oppure in agosto, quando la città è semi-vuota e la farmacia abituale è chiusa per ferie? Lo scopo della guardia farmaceutica è proprio quello di garantire il servizio di assistenza farmaceutica al cittadino a qualsiasi ora del giorno e della notte, 365 giorni all’anno e permettere di reperire in tempo utile una farmacia dotata di un farmacista a disposizione. Ma quali sono le norme che regolano questo servizio? E come si fa a sapere quale sia la farmacia di turno più vicina? «Innanzitutto, è doveroso sottolineare che al 52

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meccanismo della turnazione partecipano tutte le farmacie del territorio, secondo regole di alternanza che variano in relazione ad alcune variabili (morfologia del territorio, viabilità stradale, dislocazione delle strutture sanitarie, fra cui guardie mediche e ospedali, densità degli abitanti etc.» dice il dottor Stefano Fumagalli, farmacista e Consigliere dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Bergamo. «Il servizio è pensato per le necessità con carattere d’urgenza ed è disciplinato dalla Legge regionale che regolamenta le aperture delle farmacie, in termini di orari e riposi settimanali, oltre alle chiusure per ferie».

1 FARMACIA OGNI 3.300 ABITANTI La Legge pone il numero delle farmacie in relazione al numero degli abitanti: da questo criterio scaturisce il numero di farmacie necessarie per la copertura del territorio. Nel caso in cui le caratteristiche del territorio lo richiedano (ad esempio nelle zone montane, dove, a causa della minor densità della popolazione, i nuclei abitativi sono più discontinui), però, tale numero può anche variare, aumentando il numero di farmacie.


PIÙ SICUREZZA PER FARMACISTI E CITTADINI A giugno 2015 il prefetto di Bergamo, dottoressa Francesca Ferrandino, e il presidente di Federfarma Bergamo, dottor Gianni Petrosillo, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa in materia di sicurezza e videosorveglianza, che consentirà la piena implementazione di un sistema di videoallarmi, collegati direttamente con Carabinieri e Polizia che agevolerà un pronto ed efficace intervento delle forze dell’ordine presso le farmacie, spesso oggetto di rapine.

MA COME SI FA A TROVARE LA FARMACIA DI TURNO PIÙ VICINA? Una volta all’anno, viene approvato dalla ASL (l’Azienda Sanitaria Locale) un calendario di turnazioni che viene comunicato a tutti gli attori del sistema (Comuni, Ospedali, Pronto soccorso, e così via) e, in tal modo, reso pubblico. Esistono numerose modalità per sapere quali sono le farmacie di turno: innanzitutto, le bacheche all’esterno delle farmacie, che devono riportare i dati delle farmacie di turno più vicine (alcune bacheche con tecnologia avanzata riportano anche una mappa con il percorso da effettuarsi per raggiungerle); poi i quotidiani locali, che pubblicano le farmacie di turno del giorno; i siti internet delle associazioni di categoria; le guardie mediche (ora denominate servizio di continuità assistenziale) e i Pronto Soccorso, a cui viene comunicato l’elenco uf-

DOTT. STEFANO FUMAGALLI Farmacista - CONSIGLIERE DELL’ORDINE DEI FARMACISTI DI BERGAMO -

ficiale. Ci sono poi numerose iniziative locali non ufficiali ma molto utili, come le pubblicazioni su bollettini parrocchiali o siti internet. Ultimo ma non per importanza (salvo dimenticanze non volute), il numero verde di FEDERFARMA (l’Associazione che rappresenta le farmacie) 800 356114 che consente, attraverso un operatore, di sapere qual è la farmacia di turno più vicina. E CI SI PUÒ PRESENTARE IN QUALSIASI ORARIO DEL GIORNO E DELLA NOTTE? L’accesso al servizio di guardia farmaceutica avviene gratuitamente dalle otto alle venti, anche qualora la farmacia sia fisicamente chiusa: in questo caso, come nelle ore notturne, il farmacista serve il cliente-paziente attraverso una bussola, ovvero un’apertura o una serranda a maglie, modalità adottata a discrezione del farmacista, allo scopo di garantire la sicurezza dai malintenzionati. Dalle venti alle otto, invece, salvo accordi particolari fra Azienda Sanitaria e farmacie, è previsto un diritto di chiamata fisso, il cui importo è rimasto invariato negli anni: pensate che l’attuale cifra è fissata sulla base di un documento ministeriale risalente ai primi anni novanta, espresso all’origine in Lire, e convertito in euro senza modificazioni, con l’entrata in vigore della moneta unica. Il diritto di chiamata, in realtà, è richiesto solamente a

chi acquista i farmaci: infatti, se il farmaco prescritto è mutuabile e il cittadino ha una prescrizione su apposito modello con indicazione del carattere d’urgenza, la chiamata è a carico del Servizio Sanitario Regionale. Per quanto riguarda il servizio notturno, bisogna sottolineare che la Legge consente al farmacista di non essere presente in farmacia al momento della chiamata notturna. Chi applica questa opzione, riceve la chiamata tramite un apposito combinatore telefonico, intervenendo in farmacia dove deve rendersi obbligatoriamente disponibile entro venti minuti dalla chiamata. In realtà però la maggior parte delle farmacie svolge il servizio con un professionista presente in farmacia, non avvalendosi di tale opportunità. MA SI PUÒ COMPRARE QUALSIASI TIPO DI FARMACO? Come detto, lo scopo della guardia farmaceutica è quello di poter mettere a disposizione dei pazienti un farmaco urgente a tutte le ore del giorno e della notte, festivi inclusi. Per estensione del concetto di urgenza, è possibile individuare prodotti che possiamo definire urgenti, anche se non sono farmaci, o lo sono anche se non richiedono ricetta: è il caso dei farmaci da banco (indicati, ad esempio, per febbre, mal di testa, e così via), degli alimenti speciali, come il latte per neonati o di articoli di medicazione per ferite. Bergamo Salute

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DAL TERRITORIO

ONLUS

LUPI D’AMARE E AUTISMO in barca contro il pregiudizio a cura di MARIA CASTELLANO

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inque ragazzi autistici e una traversata in catamarano. Per dimostrare che l’autismo non è un ostacolo all’autonomia e per vincere i pregiudizi nei confronti di questa malattia. L’idea è di Lucio Deretti, educatore del Centro socioeducativo della Cooperativa “Zefiro Autismo” di Valtesse (www.zefiroautismo.it), onlus che ha tra gli obbiettivi favorire il recupero dell’autonomia e la socializzazione della persona con autismo. Così, due anni fa, è nata l’iniziativa “Lupi d’amare”. «Nel 2013 ho organizzato una gita in barca a vela sul Lago d’Iseo. Era la prima volta che portavo i nostri ragazzi, affetti da autismo o patologie affini, in barca. Ero curioso di vedere quali interessi, reazioni, problemi potessero sorgere in quella situazione» racconta Lucio. «La gita non è andata bene, è andata benissimo! I ragazzi si sono adeguati alle richieste fatte senza esitazioni e hanno te-

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nuto un livello d’attenzione sempre molto alto. Alla fine della giornata lo skipper, Nicolò Barro, è rimasto talmente colpito che mi ha proposto di organizzare un’esperienza di più giorni in barca a vela in mare. La proposta era stuzzicante, ma anche non facile da concepire. Quali imprevisti potevano sorgere? Quali accorgimenti adottare? Come controllare le variabili e gestire le difficoltà dei ragazzi che mai (eccetto uno) erano saliti su una barca a vela e mai avevano navigato per ore in mezzo al mare, senza punti di riferimento, lontani dalle loro sicurezze, routine, famiglie, vivendo 20 ore al giorno in 60 metri quadrati? Ne ho parlato con uno dei genitori. Mi ha spronato e mi ha messo in contatto con un’azienda, la Vaillant Italia, che poteva essere sensibile a sostenere un progetto così... particolare. E da quel punto il puzzle ha iniziato a incastrarsi». Vaillant copre tutte le spese. Lo skipper Ni-

NON SOLO MARE... ANCHE SERATE E VACANZE INSIEME Oltre a “Lupi d’amare” sono molte le iniziative organizzate da Zefiro per coinvolgere ragazzi autistici o con patologie affini. Tra queste uscite in pizzeria, al ristorante, a teatro, a concerti, al bowling, a feste ma anche soggiorni estivi al mare, montagna o lago aperti anche ai genitori. Poter condividere con coetanei e adulti spazi di tempo libero esterni ai soliti contesti abitudinari infatti arricchisce l'esperienza di vita delle persone con autismo e permette loro di apprendere modalità di comunicazione e di comportamento sempre più efficaci, raggiungendo così nuove autonomie e aumentando notevolmente la loro qualità della vita. Altro progetto importante è quello denominato “Casa Mia”, nato per garantire alla persona con autismo la possibilità di trascorrere del tempo, anche notturno, senza i genitori; sviluppare autonomie di gestione di sé; acquisire autonomie relative alla vita quotidiana; favorire la socializzazione attraverso attività di tempo libero sia in appartamento che sul territorio.


colò Barro e l’associazione sportiva Sportaction forniscono la barca (un catamarano) e tutto il programma di viaggio. «Noi, Cooperativa Zefiro ci abbiamo messo l’equipaggio: cinque ragazzi, io e due colleghi. E così a ottobre abbiamo navigato per quattro giorni tra Capraia ed Elba.

È stato straordinario, per l’atteggiamento dei ragazzi, entusiasti e collaborativi, e la totale disponibilità del nostro Comandante. Eravamo tutti contenti, noi, i ragazzi, i genitori. E anche i giornali si sono interessati al nostro progetto. Un successo, soprattutto perché abbia-

mo acceso i riflettori sull’autismo e sul fatto che persone che nell’immaginario collettivo si pensa debbano vivere recluse tra quattro mura in realtà possono invece vivere esperienze bellissime con semplici accortezze e con un buon livello di autonomia. I ragazzi non erano semplici turisti ma parte vera e integrante dell’equipaggio, con compiti e postazioni da mantenere. La loro autostima ne ha sicuramente beneficiato». L’iniziativa si è rivelata così positiva che ad aprile scorso ha vissuto la sua seconda tappa. E non è tutto. Il prossimo passo sarà la costruzione, a Grè nella frazione di Solto Collina, di un vero e proprio progetto di avvicinamento alla vela. «C’è chi parla di velaterapia... io dico solo che certe cose sono meno proibitive di quanto si pensi e che con le dovute accortezze e personalizzazioni molto di ciò che per noi "normali" è quotidianità, lo può essere anche per persone autistiche o con altre patologie» conclude Lucio.

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IL LATO UMANO DELLA MEDICINA

LE MIE COMMEDIE per dimenticare il bisturi Intervista al neurochirurgo Cesare Griffini, autore, attore e regista di piece e cofondatore della compagnia teatrale Detestabile a cura di LUCIO BUONANNO

bilmente portate sul palcoscenico quest’autunno. Un vero successo di pubblico alle varie rappresentazioni, i cui incassi sono stati devoluti all’acquisto di cento defibrillatori, ad A.L.I.Ce (Associazione Lotta contro l’Ictus Cerebrale) e ad altri enti come “In Oltre” e l’Associazione Oncologica Bergamasca.

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desso che è in pensione il suo tempo libero lo dedica al tennis (i suoi amici dicono che sia anche bravo) e all’altra sua grande passione: il teatro. Scrive commedie, fa l’attore e anche il regista. Ha cominciato una quindicina di anni fa nelle pause del suo impegno professionale di neurochirurgo agli Ospedali Riuniti, dove ha esercitato dal 1970 al 2000 passando da giovane assistente a primario per poi andare all’Humanitas Gavazzeni a organizzare il reparto di chirurgia della colonna, di cui è uno dei massimi specialisti. Incontriamo il dottor Cesare Augusto Griffini, classe 1939, al Circolo del Tennis Città dei Mille. Ha appena terminato una partita con gli amici. Ha 75 anni ma non sembra dimostrare affatto la fatica dopo 56

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quasi due ore di gioco. Anzi si sta rilassando con un calice di spumante che ha ordinato da vero intenditore (dimenticavo: è anche sommelier) e ci invita al suo tavolo. È un tipo solare che ispira subito simpatia. «Nella vita cerco sempre di vedere il lato ironico, divertente delle cose e lo trasferisco nelle mie commedie» ci dice. Ne ha scritte diverse, tra cui “Il titolo? È l’ultima cosa” che è stata la prima, poi “La Bergamella”, “Gli Unni… E gli altri” andate in scena al teatro Donizetti, “L’Osteria numero uno-bis”, presentata l’anno scorso al Teatro Opera Pia Piccinelli di Scanzorosciate. Ora sta lavorando a “Bartolomeo Colleoni nell’osteria di Malpaga” e “Il teatro è come il maiale, non si butta via niente” che con la compagnia “Il Teatro Detestabile” (si chiama proprio così) saranno proba-

La Compagnia è formata da una dozzina di attori “dilettanti”, tra cui alcuni medici, la prima donna Vanessa Rizzi e il comico “napoletano” Umberto Di Franco che si ritrovano al giovedì per le prove. Il dottor Griffini ci parla delle trame di alcune sue commedie, spesso scritte con l’ortopedico Sergio Mottana che cura soprattutto la parte musicale. «Abbiamo cominciato quasi per gioco io, Sergio e l’avvocato Antonio Albanese, un interprete bravissimo, esilarante, scomparso purtroppo due anni fa. All’epoca ero assistente di neurochirurgia. Nei ritagli di tempo dal lavoro in ospedale, io e i miei due amici facevamo soprattutto spettacoli di cabaret. Il pubblico si divertiva e ci stimolava a continuare e così, spinti dalla volontà di divertire e di divertirci abbiamo scritto delle piece disegnate sulle doti e sulla personalità degli interpreti, “attori” alle prime armi reclutati tra amici e conoscenti. Tutti animati però dalla passione per la recitazione e impegnati in iniziative benefiche». Sorride il dottor Griffini ripensando alle commedie andate in scena in questi anni e alla bravura dell’avvocato Albanese che si calava meravigliosamente nella


parte di Bortolo, un muratore di Albino, o in “Enrico Ottavio”, scritto proprio sull’esperienza dell’avvocato, e giocato, con una serie di battute, seduti su una poltrona che qualcuno sosteneva appartenuta a Shakespeare. Intanto mentre scrive e fa l’attore Griffini passa da semplice assistente di neurochirurgia a primario facente funzione in sostituzione del professor Valentino Cassinari facendo diventare il reparto ancora più di eccellenza. Di quegli anni ricorda un caso che non l’ha fatto dormire per diverse notti. «Avevamo operato un bambino bergamasco» ci racconta «per un craniofaringioma, un tumore benigno a evoluzione lenta, localizzato nelle regioni sellare e parasellare del sistema nervoso centrale. L’intervento, durato dieci, dodici ore, era perfettamente riuscito, ma nella notte ci furono delle complicazioni: il ragazzo respirava a fatica, non riusciva più a vedere. Sono stato male, non potevo tradire i genitori che me l’avevano affidato con tanta fiducia. Non potevo dire loro che forse sarebbe rimasto cieco. Siamo riusciti a salvarlo e restituirgli la vista, anche se non avendo più l’ipofisi sarà costretto ad assumere medicinali per tutta la vita. Ecco, forse anche per superare questi momenti difficili mi riprendo scrivendo le commedie che hanno però sempre un legame con la

medicina». Come “La Bergamella”, rappresentata nel 2004 al Donizetti. Nella cronaca di un quotidiano di allora si legge: “Un’opera esilarante in tre atti, ricca di gag e giochi di parole che hanno strappato applausi e risate ai settecento spettatori in sala. Sul palco un cast molto particolare: volontari e medici degli Ospedali Riuniti che si esibiscono a scopo benefico. L’incasso della serata sarà infatti devoluto per l’acquisto di defibrillatori semiautomatici che possono salvare la vita a chi è colto da arresto cardiaco”.

«I protagonisti sono due napoletani, Gennaro, compositore, e la moglie Filomena, autrice di musiche che vengono scritturati per scrivere una canzone in bergamasco» racconta il dottor Griffini. «Loro non sanno neppure dove si trova Bergamo se in Svizzera o in Austria. Non ci riescono finché i due, su consiglio di un conoscente, non bevono un liquido verde, la Bergamella. Quando la ingurgitano, gli domandiamo com’è. E il marito risponde “Lega” (ogni riferimento è puramente voluto). Ma da quel momento marito e moglie cominciano a parlare bergamasco, a comportarsi come bergamaschi. Alla fine però i due berranno l’antidoto e torneranno a vivere da napoletani con i loro ritmi, rinnegando la cultura bergamasca, fatta di efficienza e laboriosità». L’ultima commedia andata in scena è “Osteria numero uno-bis”. Racconta di due medici ospedalieri in pensione che decidono di aprire un’osteria. Anche qui non mancano gag con personaggi stravaganti che odiano i luoghi comuni e amano creare idee originali che raccontano in riunioni pomeridiane allietate da assaggi e degustazioni di vini scelti e portati da casa dal dottor Griffini, attore, regista, autore e sommelier.

I dottori Cesare Griffini e Sergio Mottana Bergamo Salute

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DAL TERRITORIO

TESTIMONIANZA

IL PARKINSON non ci ha fermato a cura di LUCIO BUONANNO

OLTRE 3200 BERGAMASCHI COLPITI DALLA MALATTIA

Diego Oberti

«B

isogna reagire, non ci si deve abbattere, la vita è troppo bella per lasciarsi andare anche se hai una malattia che non ti farà mai essere come prima. Bisogna trovare nuovi stimoli, reinventarsi giorno dopo giorno. Ci vuole coraggio, impegno anche se non è facile. Il morbo di Parkinson, meglio la malattia di Parkinson, lascia poche possibilità di guarire. Ma si può convivere facendo sport, diventando volontario, scrivendo libri, impegnandosi nel teatro o correndo in auto. Una sfida da vivere intensamente mettendosi a disposizione degli altri». È questo il messaggio lanciato all’unisono dai quattro testimoni del convegno “L’inguaribile voglia di vivere”, organizzato dalla sezione bergamasca dell’Associazione Italiana Parkinsoniani al Centro Congressi, aperto dal vicepresidente 58

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nazionale Marco Guido Salvi e concluso dal vescovo Francesco Beschi. Un convegno che ha toccato il cuore della platea, anche per la presenza dell’assessore regionale Mario Melazzini, affetto da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). «Molti pazienti e familiari hanno difficoltà ad accettare sia la patologia sia il progressivo peggioramento nel tempo» ha commentato l’architetto Salvi. «Molto spesso alla condizione di salute si sommano il senso di inutilità, di fragilità, di disperazione e si cerca rifugio nell’isolamento». I quattro testimoni hanno raccontato, ma soprattutto dimostrato nei fatti, che con la malattia si può convivere, ci si può anche inventare una nuova vita e scoprire nuovi lati di sé. Come Diego Oberti, 42 anni, che si sta preparando per correre la prossi-

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge il controllo dei movimenti e la perdita di equilibrio, con tremori a riposo, rigidità, lentezza nel muoversi (questi sintomi si presentano in genere in modo asimmetrico). L’età media di esordio è intorno ai 58-60 anni, ma circa il 5 % dei pazienti può presentare un esordio giovanile tra i 21 e i 40 anni. Nella Bergamasca ha colpito almeno 3.200 persone. Le cause purtroppo non sono ancora note, anche se si parla di fattori genetici e tossici. Per quanto riguarda le cure il trattamento della malattia di Parkinson pone in primo piano la terapia farmacologica. Negli ultimi anni si sono però affermate anche varie metodiche chirurgiche. Inoltre si attribuisce sempre più importanza alla riabilitazione. Importante è anche la dieta bilanciata che prevede il 55/58 per cento di carboidrati (cereali e loro derivati), il 25/30 per cento di grassi e il 12/15 per cento di proteine, suddivisi nei vari pasti: 20 per cento a colazione, 35 per cento a pranzo, 10 per cento con gli spuntini, 35 per cento a cena.


ma Maratona di New York. «Lo sport mi ha fatto rinascere» ha raccontato. «Avevo 37 anni, ero un atleta, avevo giocato a calcio, poi quando ho appeso le scarpette al chiodo, come suol dirsi, ho scoperto la montagna con il CAI di Nembro, sono diventato aiuto istruttore, ma un giorno mentre scalavo con i miei allievi all’improvviso ho avvertito uno strano tremolio alla mano destra, una sensazione di debolezza al braccio. Pensavo fosse stanchezza ma un allievo che fa l’infermiere mi ha consigliato di farmi vedere da un medico. Faccio gli esami e la risposta è terribile: “Lei ha il Parkinson”. Mi è crollato il mondo addosso. Non potevo né volevo crederci, ma purtroppo era la drammatica verità. Ho continuato ad andare in montagna, qualche giretto, piccole passeggiate, ma ero rigido, bloccato. Fortunatamente ho scoperto una palestra a Stezzano che è anche un centro di rieducazione motoria con un progetto per i malati di Parkinson. E lì è ripresa la mia vita. All’inizio non riuscivo a correre sul tapis-roulant, non riuscivo a coordinare gambe e braccia. Poi, grazie agli istruttori mi sono ripreso e ho deciso di correre e continuo». Diego ha fatto la StraBergamo, la mezza maratona di Padenghe del Garda, e altre corse con ottimi risultati. Si allena quasi quotidianamente. L’altro giorno ha fatto 36 chilometri intorno al lago di Lovere. E a chi gli chiede “Ma perché lo fai?” Diego risponde “Mi piace correre, la vita è troppo bella per lasciarmi andare, devo reagire”. Quando si allena ha accanto la moglie Paola che lo segue in bici e appena finisce va dal fisioterapista. «La fisioterapia è importante» dice.«Io poi faccio almeno un’ora di ginnastica in casa. Ora voglio realizzare un sogno: andare alla Maratona di New York. Potervi partecipare è già un successo, il mio. Non importa arriva-

re, ma esserci».Intanto cerca lavoro. È in cassa integrazione ma vorrebbe tornare a fare l’idraulico, il mestiere che ha fatto per 26 anni. Se Diego ha trovato nella corsa la sua nuova vita, Giulio D’Adda ha realizzato le sue aspirazioni nel “Teatro&Tremore”. «Un’esperienza straordinaria fatta con altri malati come me» racconta. «Uno stimolo che mi permette addirittura di scherzare con la malattia. È un miracolo che avviene ogni giorno e cancella la solitudine e ci offre facilità di contatto con gli altri. Quando facciamo le prove abbiamo sempre paura di non ricordare le battute, poi quando siamo in scena, nonostante il Parkinson, non abbiamo più problemi e ricordiamo tutto». Fiorello Lorenzi, anche lui colpito dalla malattia, ha invece scoperto la solidarietà. Ha scritto tre libri e ha inventato il “Progetto Fiore”, un fondo di microcredito per chi in Val Cavallina versa in serie difficoltà economiche. «La nostra è una malattia terribile, ci toglie un poco alla volta uno spicchio di vita, ma non dobbiamo piangerci addosso» dice. Non si piange addos-

l’anno dopo. «Bisogna accettare le difficoltà» dice. «Ma dobbiamo darci da fare, confrontarci con tutti anche se risultati concreti non ci sono ancora». Toccanti sono state anche le testimonianze della dottoressa Anna di Landro, dermatologa che ha lavorato per anni agli ex Ospedali Riuniti, la cui madre colpita dalla Sla è scomparsa in pochi mesi, e dell’assessore regionale alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione, presidente della Fondazione AriSla, medico ricercatore colpito dalla Sla. «La mia malattia mi ha reso più forte e determinato» ha detto. «Ho imparato che con la malattia si può non solo vivere, ma anche compiere scelte forti. Sono convinto che ogni vita è degna di essere vissuta». E l’inguaribile voglia di vivere è emersa anche dalla testimonianza del vescovo di Bergamo Francesco Beschi. «La malattia è una grande prova» ha detto. «E visitando i malati avverto più vita e speranza negli ospedali che in altri luoghi». Una prova che ha vissuto indirettamente

Da sin. il vescovo Francesco Beschi, Marco Guido Salvi, vicepresidente nazionale dell’Associazione Parkinsoniani, e Mario Melazzini, assessore regionale

so nemmeno Beppe Montagna, anche se è su una sedia a rotelle. Il suo male gli fu diagnosticato nel 1982, quando aveva 40 anni. La sua passione erano le auto d’epoca, la Mille Miglia. Ne ha fatte due, nel 1988 e

sulla propria pelle: anche la madre ha sofferto di Parkinson per dieci anni.«A Dio aveva chiesto di mantenere sempre il sorriso». Lo stesso sorriso che illumina il volto dei quattro testimoni. Bergamo Salute

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ISTITUTO CLINICO QUARENGHI dal 1925

Istituto Clinico Riabilitativo accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale

Le attività di degenza

Riabilitazione neuromotoria, cardiologica, vascolare, respiratoria, oncologica e dell’obesità Medicina generale ad indirizzo cardiovascolare e preventiva • Soggiorno assistito per persone anziane o convalescenti in regime privato Convenzioni con assicurazioni ed enti

Le prestazioni ambulatoriali Specialità ambulatoriali fruibili con il S.S.N. Cardiologia

Visita cardiologica e angiologica - Elettrocardiografia Test da sforzo - Ecocardiocolordoppler Holter cardiaco e pressorio - Ecocolor doppler vascolare

Medicina fisica e riabilitazione

Visite fisiatriche - Riabilitazione e Logopedia - Riabilitazione in acqua Locomozione robotizzata (Lokomat ed Erigo) Realtà virtuale - Idroterapia - Elettromiografia Onde d’urto focalizzate -Terapie fisiche ed inalatorie

Medicina interna

Visite diabetologiche e dietologiche

Neurologia

Visite neurologiche - Elettromiografia - Elettroencefalografia Visite U.V.A. Unità di Valutazione Alzheimer

Pneumologia

Visite pneumologiche - Polisonnografia Monitoraggio saturazione arteriosa -Test del cammino Spirometria semplice -Test di broncodilatazione farmacologica Prova broncodinamica con broncocostrittore (Metacolina) -

Otorinolaringoiatria Visite otorinolaringoiatriche

Diagnostica per immagini - RMN

Radiodiagnostica - Mammografia Ortopantomografia -Ecografia polispecialistica Mineralometria Ossea Computerizzata Risonanza Magnetica Nucleare di ultima generazione

Punto prelievi

Senza prenotazione - da lunedì a venerdì ore 8.00 - 9.00

Specialità non fruibili con il S.S.N. Chirurgia vascolare Oncologia Dermatologia Ortopedia Gastroenterologia Ostetricia e Ginecologia - Pap Test Medicina dello sport Psicologia Neuropsicologia Terapia del dolore Oculistica Urologia Istituto Clinico Quarenghi s.r.l. • 24016 San Pellegrino Terme • Bergamo • Via San Carlo, 70 tel. 0345 25111 • fax 0345 23158 • e-mail: info@clinicaquarenghi.it • www.clinicaquarenghi.it Direttore Medico di Presidio Dott. Raffaele Morrone


DAL TERRITORIO

A.R.M.R.

INSIEME CONTRO LE MALATTIE RARE Le Malattie Rare sono un ampio gruppo di patologie (circa 6000 secondo l’OMS), accomunate dalla bassa prevalenza nella popolazione (inferiore a 5 persone per 1000 abitanti secondo i criteri adottati dall’Unione Europea). Con base genetica per l’80-90%, possono interessare tutti gli organi e apparati dell’organismo umano. In questo numero parliamo della Focomelia.

INCONTRI CON I SOCI E GLI AMICI DI A.R.M.R • SABATO 18 LUGLIO GOLF CLUB BERGAMO L'ALBENZA Almenno San Bartolomeo (Bg) (Stableford 3 cat. 1º 2º x cat. Lordo-Lady-Senior-N.C.) • DOMENICA 19 LUGLIO GOLF CLUB IS MOLAS S. Margherita di Pula (CA) (Stableford 3 cat. 1º 2º x cat. Lordo-Lady-Senior) • DOMENICA 2 AGOSTO GARDAGOLF COUNTRY CLUB Soiano del Lago (BS) (Stableford 3 cat. 1º 2º x cat. Lordo-Lady-Senior)

Tel. +39 035 671906 Fax +39 035 672699 presidenza@armr.it WWW.ARMR.IT

FOCOMELIA Codice esenzione. RN0260 Categoria. Malformazioni congenite Definizione. Grave malformazione degli arti, caratterizzata da sviluppo rudimentale delle ossa lunghe degli arti (parti prossimali e mediali assenti o gravemente ipoplastiche) con sviluppo di mani e piedi relativamente normale. Epidemiologia. L’incidenza dei difetti in riduzione degli arti, categoria di cui la focomelia fa parte, è di circa 5/10.000 nati vivi, con lieve prevalenza nel sesso maschile. Segni e Sintomi. In forma isolata la patologia è caratterizzata dalla presenza di brevità estrema degli arti con relativa minore compressione delle estremità. Eziologia. Fino a qualche decennio fa la talidomide, un derivato sintetico dell’acido glutammico, assunta in gravidanza era considerata un teratogeno importante nell’origine della focomelia. La focomelia può inoltre essere parte integrante di diversi quadri sindromici, per molti dei quali cause e modalità di trasmissione genetica sono ancora sconosciute. Tra questi il complesso femore-fibula-ulna (FFU), caratterizzato da un deficit femorale focale monolaterale con lussazione dell’anca controlaterale, sviluppo anormale dell’ulna e malformazione della mano, senza apparente esposizione in gravidanza a nessun fattore di rischio noto; la Sindrome di Roberts- SC focomelia (pseudotalidomide), caratterizzata da ritardo di crescita intrauterino, brevità severa degli arti, tratti somatici specifici, cornea opaca o cataratta; DK-focomelia con encefalocele e trombocitopenia o insieme cerebro-cardio-radio-reno-rettale, caratterizzata da arti superiori corti, oligoo sindattilia (fusione di due o più dita di mani o piedi), malformazioni del cervello, del cranio e del volto, sviluppo anormale della lingua, mancata formazione dei reni e degli ureteri. Diagnosi. Spesso l’ultrasonografia in gravidanza può evidenziare il difetto. La diagnosi clinica va comunque corredata da un’adeguata documentazione radiologica. Terapia. È rappresentata da fisioterapia, chirurgia ortopedica ed eventuali protesizzazioni. Dott. Angelo Serraglio Vice Presidente Commissione Scientifica ARMR Bergamo Salute 61


STRUTTURE

A.O. PAPA GIOVANNI XXIII

Quando portare i bambini AL PRONTO SOCCORSO?

Mini-guida a un corretto utilizzo dei servizi di emergenza a cura di GIULIA SAMMARCO

S

ono sempre di più i genitori allarmati per la salute del proprio figlio che decidono di ricorrere ai servizi di emergenza senza una reale necessità. Ogni anno circa 5 milioni di bambini in Italia vengono visitati nei Pronto Soccorso pediatrici quando in realtà solo una minima percentuale si presenta con una vera e propria necessità, cioè viene loro attribuito un codice giallo o rosso. All’Ospedale Papa Giovanni XXIII, ad esempio, lo scorso anno sono stati più di 20 mila i bambini visitati, di cui l’86% contrassegnati con il codice bianco e verde (casi non urgenti o urgenti differibili), il 14% il giallo e 0,23% con il rosso. Ma quando serve davvero recarsi in Pronto Soccorso? Scopriamolo con l’aiuto di Maurizio Ruggeri, responsabile della Pediatria d’Urgenza dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. DOTTOR RUGGERI, A COSA SERVE IL PRONTO SOCCORSO? Il Pronto Soccorso è un servizio sanitario sempre disponibile, deputato a trattare situazioni che richiedono l’intervento immediato 62

Bergamo Salute

o repentino dei sanitari, cioè i casi che normalmente definiamo come urgenti. Termine che non va confuso con “grave”. Sono due concetti diversi: una malattia può essere gravissima e non richiedere un intervento immediato. È il caso di una malattia oncologica, dove qualche ora di attesa non incide sulla prognosi. Viceversa una condizione può non essere gravissima, ma richiedere un intervento celere dei sanitari per evitare che la situazione peggiori, come nel caso di tagli profondi o fratture. PERCHÉ COSÌ TANTI BAMBINI VENGONO PORTATI IN PRONTO SOCCORSO? I motivi sono diversi: alcuni sono correlati ad aspetti socio-culturali (medicalizzazione eccessiva, ridotta tolleranza alla malattia banale,

alterata percezione dell'urgenza) altri ad aspetti organizzativi. L’utente infatti è libero di scegliere tra il pediatra di famiglia e il Pronto Soccorso pediatrico dell’Ospedale, che è un presidio aperto 24 ore su 24, comodo e facilmente fruibile, in grado di erogare prestazioni tempestive, senza appuntamenti o liste d’attesa. Molto frequenti sono anche i fattori emotivi: i genitori investono molto sui figli, spesso unici, e chiedono prestazioni pressoché immediate e tranquillizzanti. Ciò fa sì che, nonostante la popolazione infantile diminuisca, le richieste di prestazioni urgenti aumentino a un ritmo di circa 10% l'anno. TANTE PERSONE QUINDI TROVANO NEL PRONTO SOCCORSO UNA SOLUZIONE CONSONA AL LORO PROBLEMA, SENZA PENSARE CHE IL LORO COMPORTAMENTO POTREBBE AVERE EFFETTI TUTT’ALTRO CHE SECONDARI SUL SERVIZIO STESSO CHE SI APPRESTANO A USUFRUIRE. È COSÌ? È una questione di civiltà, di educazione e di abitudini. Bisogna partire dal presupposto che il Pronto Soccorso non è un ambulatorio pediatrico che sostituisce il pediatra di fiducia a qualsiasi ora e per ogni necessità, ma è una struttura sanitaria ospedaliera creata per l’accettazione, la stabilizzazione e la prima assistenza dei soli bambini che necessitano di cure urgenti con accesso diretto: un uso improprio di questo servizio rischia di rendere carente questa organizzazione e la possibilità di un'immediata assistenza ai bambini realmente critici e gravi. L’iperaffollamento e le attese alla visita pediatrica dei codici


bianchi e verdi facilitano inoltre la diatra di famiglia che, però, in circa diffusione di malattie infettive per il 90% dei casi non viene neanche contatto in ambienti che possono consultato prima di accedere al IL TRIAGE diventare poco idonei al sogPS. Il pediatra di fiducia (o il In Pronto Soccorso l’assistenza giorno di tanti bambini conpediatra dello studio assoai pazienti avviene secondo un temporaneamente. ciato) che conosce bene criterio di priorità. I vari casi vengono il bambino, dovrebbe valutati da infermieri appositamente COME DEVONO invece rappresentare formati che assegnano a ciascuno un COMPORTARSI l’interlocutore princodice colorato. Questo sistema, chiamato ALLORA cipale che il genitore “triage”, si compone di regole precise ed è I GENITORI? deve consultare, se seguito a livello internazionale. Portare il bambino al possibile, almeno teCodice rosso: molto critico, pericolo di vita, Pronto Soccorso al prilefonicamente prima priorità massima, accesso immediato alle cure mo cenno di malessere di venire in Pronto Codice giallo: mediamente critico, presenza non deve essere la soSoccorso. Nelle ore di rischio evolutivo, possibile pericolo di vita. luzione privilegiata, salnotturne e nei giorni Codice verde: poco critico, assenza di vo particolari condizioni festivi il pediatra di famirischi evolutivi, prestazioni differibili. cliniche del piccolo, come glia è sostituito dal serviCodice Bianco: non critico, malattie importanti, croniche zio di continuità assistenziapaziente non urgente. o pregresse. I numeri raccolti al le (ex Guardia medica: numero nostro Pronto Soccorso pediatriunico tel. 035.3535). In diverse sedi co mostrano che più del 50% dei della provincia, l’ASL ha inoltre bambini che visitiamo non richiede messo a disposizione un Servizio cure urgenti o valutazioni cliniche evolutive: la maggior parte sono pediatrico ambulatoriale territoriaimmediate, necessarie per esclu- casi non urgenti, che potrebbero le gratuito, attivo ogni sabato podere malattie gravi o rapidamente essere gestiti direttamente dal pe- meriggio dalle 14 alle 18.

DEVO PORTARE IN MIO FIGLIO IN PRONTO SOCCORSO SE… FEBBRE

• La febbre è elevata, persistente e risponde poco alla terapia antipiretica • La febbre è associata a convulsioni • La febbre è associata sintomi quali vomito e cefalea intensa che non migliorano in seguito alla somministrazione di antifebbrili e/o blandi antidolorifici.

VOMITO

• Il vomito è ripetuto, con più di 5 episodi in poche ore, tale da impedire al bambino di trattenere liquidi • Il vomito è accompagnato da febbre e diarrea o da stipsi che durano da più di 24 ore • Il vomito contiene sangue, è di colore verde scuro o marrone

DIARREA

• Se la diarrea dura da più di 24 ore con più di 5-6 scariche al giorno • Se il bambino non assume liquidi e presenta segni di disidratazione (sofferenza, irritazione, scarsa lacrimazione, secchezza delle labbra e delle mucose, riduzione dell’emissione di urina) • Se la diarrea contiene sangue

DOLORI ADDOMINALI

• Se il bambino non evacua da più di 24 ore • Se sono accompagnati da vomito e febbre • Se il dolore è localizzato nella regione destra dell’addome • Se il dolore è successivo ad un trauma (caduta etc.)

MAL DI TESTA

• Se il mal di testa non regredisce con la somministrazione di comuni antidolorifici

TOSSE

• Se la tosse è accompagnata da difficoltà nella respirazione • Se la tosse è accompagnata da febbre elevata e salivazione abbondante

INGESTIONE SOSTANZE CHIMICHE ( detersivi, detergenti, creme, insetticidi )

Non recarsi in Pronto Soccorso ma chiamare il Centro antiveleni dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII al numero verde 800.883300, attivo 24 ore su 24, e seguire le indicazione degli operatori

PUNTURE D'INSETTO

• Se in seguito ad una puntura il bambino presenta cute pallida, sudorazione, sensazioni di vertigini, tosse, respiro irregolare, perdita di coscienza, orticaria diffusa, edemi

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STRUTTURE

AZIENDA OSPEDALIERA BOLOGNINI

Nuova “Breast Unit”

PER TERAPIE SEMPRE PIÙ EFFICACI CONTRO IL TUMORE AL SENO

L

a nascita nel 2009 dell’Unità di Senologia Chirurgica dell’Azienda “Bolognini” di Seriate (già da allora guidata dal dottor Domenico Gerbasi, chirurgo che vanta esperienze professionali maturate durante plurimi stages sia all’Istituto Europeo Oncologico di Milano sia all'Università di Lyon in Francia) ha fatto registrare nei quattro Ospedali bergamaschi di Seriate, Alzano, Piario e Lovere un enorme afflusso di utenti ambulatoriali per visite senologiche e, di conseguenza, di interventi di chirurgia oncologica o plasticoricostruttiva per tumore mammario. «È noto purtroppo che questa patologia, che rappresenta la prima causa di morte delle donne giovani,

64 Bergamo I nuovi reparti Salute del Policlinico San Pietro

sia molto diffusa» osserva il dottor Gerbasi. «Annualmente nella sola provincia di Bergamo si registrano circa mille nuovi casi di tumore mammario, ma, fortunatamente, gli ultimi dati statistici evidenziano che la sopravvivenza libera da malattia è nettamente aumentata, grazie ai moderni strumenti di cura integrata. La domanda più comune che si pone inevitabilmente qualunque donna che scopre di essere affetta da questa malattia è: “esiste oggi in Italia un ideale centro specializzato per la cura del tumore al seno che comprenda tutte le attrezzature tecniche e gli specialisti del percorso diagnostico-terapeutico?” La risposta è sì: questo centro si chiama “Breast Unit”».

UNO STANDARD RICHIESTO DALL’EUROPA A TUTELA DELLE DONNE A chiedere le “Breast Unit” è stata l'Europa: molti passi avanti sono stati fatti in tal senso negli ultimi anni, sin dalla prima dichiarazione del parlamento Europeo del 2003 che la definiva e ne promuoveva lo sviluppo. «Finalmente, tutto ciò è diventato realtà, e si può affermare che una battaglia storica per il diritto alla salute è stata vinta: dal 2016, in tutte le Nazioni europee le donne dovranno potersi curare in queste strutture specializzate, che rispondono a precisi standard di qualità. Ce ne dovrà essere almeno una ogni 500.000 abitanti» spiega il chirurgo. Una recente delibera

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

a cura di VIOLA COMPOSTELLA


della Regione Lombardia ha recepito queste direttive e approvato le linee guida regionali per l'istituzione, per la prima volta in Italia, della rete dei centri di senologia secondo il modello condiviso “Breast Unit”. Tutto questo allo scopo di garantire le migliori cure disponibili a tutte le donne. TECNOLOGIE AVANZATE E “PERSONALIZZAZIONE”, DALLA DIAGNOSI ALLA CURA (MEDICA O CHIRURGICA) «Proprio in questo scenario si inserisce la nuova “Breast Unit” dell'Azienda ospedaliera “Bolognini“ di Seriate, completamente rinnovata, ma, nello stesso tempo, forte dell'esperienza e degli ottimi risultati di cura maturati negli ultimi anni» continua il dottor Gerbasi. «Tutti i casi di carcinoma mammario trattati nella “Breast Unit” del “Bolognini”, vengono sistematicamente discussi all'interno di un'equipe multidisciplinare che comprende radiologi, chirurghi senologi e plastici, oncologi, radioterapisti, infermieri specializzati (“breast nurses”), psicologi, che si interfacciano direttamente con il paziente e con i rispettivi Medici di Medicina Generale. È inoltre previsto che il Centro partecipi a studi clinici internazionali interfacciandosi con le altre realtà similari presenti in Europa. Naturalmente una rete sul territorio bergamasco garantisce un controllo delle attività nei quattro ospedali aziendali allo scopo di avvicinare il più possibile al domicilio della paziente i servizi di diagnosi e cura di altissimo livello. La diagnostica strumentale si avvale di moderni mammografi digitali e di ecografi di ultima generazione per biopsie mirate, TAC multistrato, Risonanza Magnetica Nucleare mammaria, Sistema stereotassico V.A.B.B. che permette biopsie mirate su guida mammografica. Una speciale sonda per la chirurgia radioguidata permette l’identificazione precisa del linfonodo sentinella che viene analizzato durante l’intervento chirurgico, evitando ulteriori inutili reinterventi. Anche le cure chemioterapiche più all'avanguar-

dia e i controlli oncologici successivi sono disponibili presso i Day Hospital oncologici dell’Ospedale di Seriate, Alzano Lombardo e Piario. Grazie a questo moderno metodo di intendere la gestione clinica di questa temibile malattia e ponendo al centro di un processo di cura “personalizzato” la donna con le sue esigenze e non più la malattia, come invece avveniva un tempo, i risultati ottenuti sono di gran lunga migliori, come oramai dimostrato dalle più recenti pubblicazioni scientifiche del settore». Recenti studi hanno infatti dimostrato

che se il tumore del seno è scoperto quando è ancora non palpabile, cioè rilevabile solo con gli esami strumentali (mammografia, ecografia, o risonanza magnetica), la percentuale di guarigione nelle Breast Unit specializzate supera addirittura il 95%.«Oggi però solamente il 30% dei tumori del seno si presenta in questa fase ancora “occulta” ed è quindi obbiettivo comune sensibilizzare tutte le donne ad effettuare regolarmente gli esami strumentali e le visite senologiche onde scoprire il tumore in fase precoce» conclude il dottor Gerbasi.

LA NUOVA CHIRURGIA MAMMARIA “SENZA CICATRICI VISIBILI”

dopo la sua pubblicazione sulla Rivista Ufficiale della Società Italiana di Chirurgia Updates in Surgery, ha subito destato molto interesse tra gli addetti ai lavori; a maggio 2012 il dottor Gerbasi è stato invitato ufficialmente a presentare il suo lavoro prima al 5° Congresso Mondiale sul Cancro svoltosi a Pechino e successivamente al “Target Meeting 2nd World Cancer Conference” svoltosi in Texas (U.S.A.) in qualità di relatore e presidente di sessione. Fino ad oggi, presso l'A.O. Bolognini di Seriate, il dottor Gerbasi ha effettuato oltre 2.000 procedure chirurgiche prevalentemente inerenti la chirurgia oncologica e ricostruttiva mammaria, preferendo prevalentemente il gold standard e cioè l'intervento conservativo che, rispettando l’integrità del corpo femminile e, quando possibile, nascondendo ulteriormente la cicatrice, diminuisce di molto l’impatto psicologico della malattia.

Si chiama Extra-mammary surgical approach o E.S.A. è una nuova tecnica chirurgica che, conservando la mammella, prevede la completa escissione del tumore grazie a un accesso chirurgico al disotto del solco mammario (extra -mammario, appunto) in maniera da rendere praticamente invisibile la cicatrice risultante, nascosta dalla piega naturale del seno. A metterla a punto, nel 2008, è stato il dottor Domenico Gerbasi, responsabile dell’Unità di Senologia Chirurgica dell’Azienda “Bolognini”. «Seppur innovativa nella sua concezione, questa tecnica chirurgica, applicabile in una percentuale di casi dipendente dalle dimensioni e localizzazione della neoplasia, rispetta rigorosamente tutti i canoni dei protocolli internazionali a riguardo della sicurezza e radicalità oncologica» sottolinea il dottor Gerbasi. Non a caso,

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NUOVA SEDE

c/o FONDAZIONE MARTINO ZANCHI Via Guido Paglia, 23 24022 Alzano Lombardo (BG)

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ASL INFORMA

ONDATE DI CALDO

I consigli per proteggere la salute a cura di ASL BERGAMO

L

a stagione estiva, da qualche settimana, ha determinato l’innalzarsi improvviso della temperatura, con ondate di calore che, alterando l’equilibrio dell’organismo, possono causare un fastidioso senso di malessere. UN PERICOLO PER TUTTI, NON SOLO PER ANZIANI E BAMBINI Le temute “ondate di calore”, caratterizzate da più giorni consecutivi con temperature molto alte, spesso associate a tassi elevati di umidità, con forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione, possono rappresentare un rischio reale per la salute di tutta la popolazione. Nonostante gli anziani e i bambini siano solitamente i soggetti più a rischio è importante per tutti adottare stili di vita adeguati, sapendo come comportarsi nel caso, per esempio, di un colpo di sole o di un collasso da calore

dovuto a temperature eccessive, all’esposizione diretta al sole o all’alta umidità. Normalmente, il corpo si raffredda sudando, ma in certe condizioni fisiche e ambientali questo non è sufficiente. Se, ad esempio, l’umidità è molto elevata, il sudore non evapora rapidamente e il calore corporeo non viene eliminato efficacemente. Di conseguenza la temperatura del corpo aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare diversi organi vitali. SOLO IL BELLO DEL CALDO CON LE INFORMAZIONI E LE RACCOMANDAZIONI DI ARPA, MINISTERO E ASL BERGAMO Diventa fondamentale, quindi, imparare a prevenire situazioni di potenziale pericolo, che può aumentare non solo in rapporto alle caratteristiche biologiche dei singoli, ma anche in base alle condi-

zioni dell’aria. Solitamente è possibile prevenire gli effetti negativi conoscendo in anticipo le ondate di calore previste, informazioni reperibili direttamente sul sito del Ministero della Salute all’interno del quale è possibile consultare tutti i dati aggiornati con informazioni e approfondimenti utili a individuare le misure preventive più consone in base a: • caratteristiche dell’aria (temperatura, umidità, ventilazione, inquinamento a loro volta determinati da localizzazione geografica e periodo temporale con variazioni anche all’interno delle medesima giornata ) • caratteristiche biologiche, culturali e comportamentali. Arpa Lombardia trasmette quotidianamente dei bollettini inerenti le condizioni climatiche al Centro di Riferimento dell’ASL Bergamo che, in caso di emergenza, invieBergamo Salute

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ASL STRUTTURE INFORMA rà tempestivamente istruzioni pratiche alle diverse istituzioni per la pianificazione comune dei piani di emergenza. ASL Bergamo ha, inoltre, attivato un sistema di allerta al fine di gestire il recepimento e la trasmissione delle informazioni sulle previsioni meteorologiche e i messaggi di allarme ed emergenza “ondate di calore”, a questo si aggiunge il numero verde 800 002233 (attivo fino al 31 agosto dal lunedì al venerdì dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 13,30 alle 16,00) al quale la popolazione può rivolgersi per informazioni e suggerimenti specifici. Inoltre sempre sul portale asl.bergamo.it è scaricabile l’opuscolo “Solo il bello del caldo”, all’interno del quale si trovano illustrati i comportamenti da tenere e da evitare per prevenire i disturbi legati alle condizioni climatiche e i sintomi cui prestare attenzione in caso di malore.

LE “10 REGOLE D'ORO” ANTI-AFA 1. Uscire di casa nelle ore meno calde della giornata e se si esce, soprattutto dalle ore 11.00 alle 18.00, non dimenticare di coprire il capo con un cappello di colore chiaro e gli occhi con occhiali da sole, proteggendo la pelle con creme solari ad alto fattore protettivo. 2. Indossare un abbigliamento adeguato, preferibilmente di fibre naturali e leggere che permettono la traspirazione della cute. 3. Rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro. 4. Fare bagni, docce, bagnarsi viso e braccia con acqua fresca per ridurre la temperatura corporea. 5. Ridurre il livello di attività fisica all’aperto, nelle ore più calde della giornata. 6. Bere almeno 2 litri di acqua al giorno con regolarità ed

alimentarsi in maniera corretta, prediligendo cibi leggeri e con alto contenuto di acqua quali frutta e verdura (salvo diversa indicazione del medico curante). 7. Adottare alcune precauzioni se si esce in macchina: finestrini aperti o utilizzare il sistema di climatizzazione prima di iniziare un viaggio, arieggiare l’abitacolo prima di entrarvi se l’auto è rimasta esposta al sole. 8. Mantenere correttamente i farmaci, leggendo le modalità di conservazione riportate sulle confezioni. 9. Alle persone anziane o con patologie croniche si consiglia di consultare il proprio medico per adottare le adeguate precauzioni. 10. Sorvegliare e prendersi cura delle persone più a rischio, segnalando eventuali situazioni critiche ai servizi socio-sanitari.

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i chiama “RSA aperta” e ha l’obbiettivo di portare i servizi normalmente offerti dalle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) direttamente a casa di chi ne ha bisogno. Senza che la persona in condizione di fragilità socio-assistenziale debba abbandonare le sue abitudini, l’ambiente a lui familiare e i suoi legami. Un nuovo modo di “prendersi cura”, che rientra in una sperimentazione promossa dalla Regione Lombardia dal 2014 (durerà fino a fine del 2015). Tra gli enti che hanno raccolto la sfida c’è la Fondazione G. C. Rota Onlus, di Almenno San Salvatore, fondata nel 1879 per volontà di Giovanni Carlo Rota che oggi gestisce una RSA per anziani, un Centro di riabilitazione motoria, un centro diurno integrato, una residenza sanitaria per disabili, un servizio di assistenza infermieristica domiciliare (ADI) e un poliambulatorio medico. «Si tratta di un progetto innovativo al quale abbiamo aderito fin da subito con entusiasmo» spiega Maria Mangili, responsabile del servizio RSA aperta e dell’ADI della Fondazione

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Rota. «In questo modo da un lato si permette al paziente di rimanere a casa sua, non subendo così “traumi”, dall’altro si offre ai caregiver, ovvero chi si prende cura di lui (familiari, parenti, badanti etc.), qualche momento di sollievo». L’attivazione del servizio, che è completamente gratuito e a oggi segue quasi 85 utenti, deve essere richiesta direttamente dalla famiglia al distretto ASL, senza passare attraverso il Medico di Medicina Generale come invece succede per l’ADI. «Il territorio in cui operiamo con questo progetto è il distretto ASL Vall’Imagna e Villa D’Almè» continua la Mangili. «Possono accedervi tutti coloro che soffrono di una patologia riconosciuta di Alzheimer o demenza, indipendentemente dall’età, e persone con più di 75 anni con invalidità totale e accompagnamento. A differenza dell’ADI, che risponde a un bisogno sanitario, la finalità della RSA aperta è di tipo socio-assistenziale, in altre parole sostegno alla famiglia, igiene e mobilizzazione, assistenza al pasto e compagnia». La Fondazione Rota, nell’ottica di garantire servizi su misura che possano rispondere alle diverse esigenze del territorio, dal 2004 è ente accreditato anche per l’erogazione, in Vall’Imagna e Val Brembana, dell’ADI e ADI Cure Palliative, servizi totalmente gratuiti e garantiti indipendentemente dall'età e dal reddito. «In questo caso la finalità è assicurare alle persone in condizione di fragilità sociale e sanitaria (anziani, disabili, sofferenti di malattie croniche), impossibilitate a

recarsi presso strutture sanitari territoriali, le prestazioni delle quali necessitano. Si tratta in particolare di assistenza infermieristica (prelievi a domicilio, sostituzione dei cateteri, medicazioni etc.), a cui sulla base di un piano individuale stabilito insieme al Medico di Medicina Generale si aggiungono prestazioni mediche e riabilitative integrate con interventi socio-assistenziali e psicologici» conclude la responsabile. Bergamo Salute

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Ozonoterapia per combattere ERNIE E PROTRUSIONI DISCALI a cura di FRANCESCA DOGI

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econdo le stime 15 milioni di italiani, cioè 1 su 4, soffrono di mal di schiena. Un problema importante sia per l’impatto sulla qualità di vita sia per i costi sociali e legati alle assenze dal lavoro. Tra le cause più diffuse ernie e protrusioni discali (cioè quando il disco sporge dalla sua sede naturale). Oggi, per contrastare il dolore ma anche per diminuire il volume di ernie e protrusioni, c’è l’ozonoterapia, che prevede la somministrazione di una miscela di ossigeno/ozono. Abbiamo incontrato il professor Marianno Franzini, presidente della Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia (www.ossigenoozono.it), grande esperto a livello mondiale, che, partendo da Bergamo ormai 30 anni fa, ha portato la metodica in Italia. «Il trattamento si avvale di un ciclo di Ossigeno Ozono Terapia della durata, per protocollo SIOOT/ MULTIOSSIGEN, di 12/15 sedute (2/3 alla settimana, con necessaria regolarità)» spiega il professor Franzini. «La terapia va abbinata ad applicazioni di Miozon (gel della linea Ozonopatia) particolarmente utile nel decontrarre i muscoli e diminuire il dolore». Come accennato,

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il trattamento non ha solamente una funzione antidolorifica, ma specificatamente curativa, poiché diminuisce il volume dell'ernia o protrusione. «Gli effetti biologici dell’ossigeno ozono terapia sono molti e diversi. Questa sostanza infatti ha un’azione antinfiammatoria, antalgica, immunoregolatrice e decontratturante» continua. «In particolare, nel trattamento di ernia e protrusioni, l’Ossigeno Ozono Terapia permette di “essiccare” l'ernia, togliere l’infiammazione locale, decontrarre la muscolatura, intervenire anche su ernie già operate» continua il professor Franzini. E questo con alcuni vantaggi non trascurabili rispetto ad altre terapie: il trattamento non dà luogo a reazioni allergiche, tossiche e dolorose, pertanto il paziente può seguire una vita normale. «Al termine di ogni seduta, per potenziare

l’effetto della terapia, sempre secondo il protocollo SIOOT/MULTIOSSIGEN, viene somministrato un bicchiere di acqua iperozonizzata, “Acqua di Lunga Vita”, con l’obbiettivo di riequilibrare la flora batterica e conseguentemente la funzionalità intestinale, migliorando così le difese immunitarie, importanti anche nell’attività antalgica. Mediamente fra la sesta e l’ottava seduta si inizia a riscontrare un miglioramento soggettivo con una netta diminuzione del dolore e una migliorata mobilità. Determinante per il successo terapeutico è l’utilizzo da parte del medico di apparecchiature mediche certificate e l’applicazione dei protocolli studiati dalla Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia, che, tra l’altro, si occupa della formazione dei medici che desiderano iniziare ad applicare la metodica». Al termine del ciclo di trattamenti, il paziente sarà indirizzato a una riabilitazione posturale, per mantenere i benefici ottenuti, che sarà indicata dal medico, nei tempi e nelle modalità, a seconda del caso specifico. Il Professor Franzini e SIOOT collaborano con Multiossigen (www. multiossigen.it), unico produttore italiano di generatori di ozono certificati.

L’ERNIA DEL DISCO Consiste nella fuoriuscita parziale del nucleo (parte interna) del disco intervertebrale che può premere contro i nervi. La protrusione discale avviene quando il disco si deforma e protrude, cioè deborda.

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Accanto alla popolazione PER "FORMARE" E INFORMARE a cura di FRANCESCA DOGI

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I

l 12 maggio si è celebrata la Giornata Internazionale dell’Infermiere. Per l'occasione il Collegio IPASVI di Bergamo ( Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d'Infanzia) ha organizzato due eventi informativi rivolti alla popolazione bergamasca.«Questi eventi rientrano nella campagna promozionale “Io infermiere mi curo di te”, che ha un duplice obiettivo: valorizzare la professione infermieristica e renderla visibile agli occhi del cittadino sottolineando le peculiarità e le competenze tecniche, relazionali, educative e gestionali che la costituiscono e tutelare il cittadino quale utente portatore di bisogni assistenziali e di salute nelle diverse fasi della vita» spiegano Michele Facoetti e Silvia Poli, infermieri, Consiglieri del Collegio IPASVI di Bergamo. Nella serata dell’11 maggio presso la Sala Auditorium Scuola Sacra Famiglia di Seriate si è tenuto il primo evento: Gianluca Solitro, vice presidente del collegio IPASVI Bergamo e Luigi Barcella, infermiere esperto, hanno fornito alla popolazione consigli di primo soccorso. «Sono state illustrate in particolare alcune tecniche per la disostruzione delle vie aeree e i principi basilari di rianimazione cardio-polmonare su adulti, bambiIPASVI collegiobg@ipasvibg.postecert.it www.ipasvibergamo.it collegio@infermieribergamo.it Via Rovelli, 45 - Bergamo Tel. 035/217090 - 346/9627397 Fax 035/236332

ni e neonati» continuano i due Consiglieri. «I cittadini hanno potuto mettere in pratica quanto precedentemente esposto grazie all’ausilio di manichini, guidati dagli infermieri. È stato un piacere notare come i cittadini fossero interessati all’argomento. Semplici gesti, se eseguiti in modo corretto, possono risultare importanti per la buona riuscita della manovra, nell’attesa che arrivino i soccorsi avanzati». Nel secondo incontro, il 29 maggio presso la Sala Don Valle della Casa del Giovane, sono stati illustrati invece i servizi sanitari assistenziali territoriali in cui la figura dell’infermiere gioca un ruolo rilevante. «Lo scopo era rendere consapevole il cittadino del perché scegliere l’assistenza sanitaria infermieristica, intesa come garanzia, efficacia ed efficienza delle prestazioni erogate sul territorio» osservano Facoetti e Poli. «Quello che è emerso dalle domande che i cittadini porgevano ai relatori, appartenenti a varie categorie professionali nell’ambito socio-sanitario, sono la forte necessità di informazione della popolazione, che ancora conosce poco i servizi assistenziali residenziali e domicilairi rivolti alle famiglie, all'anziano, alla disabilità o alla fragilità in generale, le modalità di accesso agli stessi e la possibilità di affidarsi a professionisti che aiutino a orientarsi fra i molteplici servizi in base alle specifiche esigenze rispondendo quindi adeguatamente al reale bisogno. A tal proposito si ringraziano i relatori: Cinzia Zaninoni, Cristina Borlotti, Gerarda La Morte, Giancarlo Roggerini, Gianluca Solitro, Patrizia Martinelli, Stefania Verzeroli e Stefano Ghilardi, che hanno reso possibile questo evento».

A conclusione degli incontri è stato regalato ai cittadini l’opuscolo tascabile “Io infermiere mi curo di te”, uno strumento utile e un aiuto concreto per acquisire informazioni di educazione sanitaria e di primo soccorso sia per gli adulti sia per l’età pediatrica (si può scaricare da www. ipasvibergamo.it). All’interno si trovano informazioni su alcune delle maggiori patologie, come prevenirle e come attuare semplici attività per gestirle al meglio. «Con questi incontri, oltre che con altre iniziative a livello nazionale come l'attivazione del sito della Federazione Nazionale Collegi IPASVI (vedi box), noi infermieri ci impegniamo nel garantire la sostenibilità di un sistema pubblico, universale e solidale caratterizzato da prestazioni sanitarie sicure e di qualità a servizio dei cittadini» concludono i Consiglieri.

UNA LINEA “DIRETTA” TRA CITTADINI E INFERMIERI È stato attivato da un anno il sito www.infermieriperlasalute.it, portale sull’assistenza realizzato dagli infermieri e dedicato ai cittadini. Qui sono disponibili indicazioni professionali di carattere pratico, di facile comprensione, per gestire tutti i principali aspetti della salute familiare. Il portale consente inoltre di ricercare nell’albo degli infermieri i professionisti iscritti ai collegi professionali, permettendo di verificare l’iscrizione del professionista a garanzia di un’assistenza infermieristica di qualità e livelli professionali “certificati”. Bergamo Salute

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n dolore che, a volte, rende difficile camminare e svolgere le normali attività quotidiane. È quello causato dall’artrosi del ginocchio, patologia che colpisce oltre 2 milioni e mezzo di italiani, uomini e donne sopra i 50 anni. Nelle fasi iniziali un aiuto per contrastare i sintomi e per rallentarne il peggioramento può venire dalle cure fisioterapiche e in particolare dalla Tecarterapia®. Come ci spiegano i fisioterapisti del Centro Medico Avalon in cui è attivo un servizio di fisioterapia che dispone di tutte le terapie fisiche più avanzate nel recupero motorio. INNANZITUTTO CHE COSA È L’ARTROSI AL GINOCCHIO E PERCHÉ VIENE? L’artrosi al ginocchio, che può essere primaria, cioè dovuta all’invecchiamento naturale dell’osso, oppure secondaria dovuta a un trauma, è una malattia degenerativa che interessa il femore e la tibia. Queste due ossa entrando in contatto consumano la cartilagine che riveste le estremità andando incontro a dolore, rigidità e difficoltà di movimento. In un primo momento soffrirà solo la parte ossea, successivamente potrebbero infiammarsi anche i tessuti molli peri-articolari causando una sintomatologia a volte invalidante. QUALI SONO I SINTOMI? Il principale sintomo è il dolore all'articolazione. Inizialmente è occasionale, aumenta durante il movimento e viene alleviato dal riposo. Col passare del tempo, poiché il danno articolare tende a peggiorare, an-

che il dolore si aggrava, fino a divenire perI FATTORI manente e a maDI RISCHIO nifestarsi anche a L’attività lavorativa, riposo e persino l’attività sportiva fatta in nel sonno, nello modo scorretto così come stadio avanzail sovrappeso possono to della malataccelerare o anticipare tia. Se non curai tempi di comparsa ta precocemente dei sintomi. l’artrosi porterà poi verso l’intervento chirurgico di protesi, invasivo e zione e aggiornamento sull’utilizzo con tempi di recupero lunghi. dell’apparecchio elettromedicale, valuta in prima seduta il ginocchio QUINDI BISOGNA AGIRE ALLE PRIME AVVISAGLIE? E COME? o la parte da trattare e decide il nuSì, curando preventivamente il sin- mero di sedute stabilito in base alla tomo per prevenire l’aggravamento problematica. La terapia è operatodella patologia. Ed è qui che inter- re-dipendente: un nostro fisioteraviene, oltre al medico ortopedico, il pista segue durante tutta la seduta fisioterapista con la Tecarterapia®. Si il paziente regolando la potenza e tratta di terapia semplice e non in- posizionando l’elettrodo dove è lovasiva: sollecita fortemente i mecca- calizzato il dolore e non solo. Nel nismi cellulari e incrementa l’attiva- corso dei giorni si può abbinare anzione dei naturali processi riparativi che al movimento attivo con il fisioe antinfiammatori. La sua azione si terapista. L’applicazione di questa può indirizzare alle fasce muscolari energia non ha controindicazioni e ai sistemi vascolare e linfatico o particolari, a eccezione di pazienti più in profondità su tendini, artico- con di pace-maker e gravide. lazioni, legamenti, cartilagini e tessuto osseo. Il dolore diminuisce sensibilmente già dalla prima seduta e POLIAMBULATORIO AVALON si può associare alla terapia manuale Direttore Sanitario dottor Davide Falchetti o a altre tecniche riabilitative. Oltre via Rinaldo Pigola 1 che per l’artrosi, può essere utilizzaRomano di Lombardia (BG) ta per lombalgia, sindrome cervicainfo@avalonbenessere.it le, dolori alla spalla e strappi muscowww.avalonbenessere.it lari in qualsiasi parte del corpo. tel. 0363/911033 fax 0363/911023

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olveri sottili, smog, inquinamento causato da industrie, da impianti di riscaldamento o condizionamento, campi elettromagnetici. L’aria che respiriamo quotidianamente nelle nostre città, lo sappiamo, contiene numerose sostanze dannose per la nostra salute. «Quello che però non tutti forse sanno è che non sono solo queste sostanze inquinanti a essere pericolose» avverte il dottor Gianadrea Vecchi, socio fondatore dello Studio Medico Odontoiatrico Vincenti-Vecchi. «Da numerosi esperimenti condotti da studiosi europei, americani e israeliani, sia su animali e vegetali sia sull’uomo, infatti è emerso un altro fattore importante che può incidere sulla nostra salute ed avere effetti tossici sull’organismo, ovvero una bassa concentrazione di ioni negativi».

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DOTTOR VECCHI CI PUÒ SPIEGARE MEGLIO? COSA SONO GLI IONI NEGATIVI? Gli ioni sono degli atomi che hanno perso o acquisito carica elettrica. Vengono generati in natura dalla scissione di molecole provocata dall’azione dei raggi solari, radiazioni, venti e maree. Quelli che hanno acquisito carica elettrica sono detti

CONOSCIUTI DAL 1905

ioni negativi, invece quelli che hanno perso tale carica sono detti ioni positivi. Gli ioni negativi sono chiamati anche “ioni buoni”. Più di 5.000 ricerche scientifiche infatti hanno dimostrato che elevate quantità di ioni negativi hanno effetti benefici, mentre un eccesso di ioni positivi nell’aria produce effetti negativi sulla salute. Produttori naturali di ioni negativi sono cascate, montagne, spiagge o temporali. QUALI SONO IN PARTICOLARE I BENEFICI? Aiutano a migliorare la qualità del sonno, l’appetito e velocizzano i tempi di recupero fisico. Inoltre stimolano la produzione di globuli rossi, riducono il tasso di colesterolo nel sangue e, agendo sulla capacità di assimilare e utilizzare l’ossigeno, svolgono un’azione benefica sui bronchi, sui polmoni e su tutto il sistema nervoso, aiutando a prevenire problemi di depressione, mancanza di memoria, nervosismo. Non ultimo migliorano la risposta immunitaria in caso di allergie. MA COME SI POSSONO “ASSUMERE”, OLTRE AD

Gli effetti degli ioni negativi vennero descritti per la prima volta nel 1905 dal fisico Paul Langevin, Direttore dell’Istituto di Fisica e Chimica P. Curie di Parigi

ANDARE IN MONTAGNA O AL MARE? Sebbene gli ioni negativi vengano prodotti in natura, la maggior parte delle persone vive in zone in cui la presenza di questi ioni è molto scarsa. Un rimedio efficace per tutti coloro che vogliono neutralizzare l’esposizione agli ioni positivi e detossificare l’organismo è un generatore di ioni negativi. Si tratta di una metodica assolutamente non invasiva, indolore e senza controindicazioni (ad eccezione di chi ha subito un trapianto). Tramite un elettrodo immerso nell’acqua del pediluvio, l’apparecchiatura produce e satura l’acqua con una grande quantità di ossigeno e ioni negativi. Attraverso la cute della pianta dei piedi, del palmo delle mani o addirittura del corpo intero in caso di bagno, la persona assorbe questa grande quantità di ossigeno e ioni negativi disponibili nell’acqua che vanno a beneficio di cellule, organi, visceri e ghiandole, che attraverso il flusso sanguigno vengono irrorate e ossigenate. Il trattamento dura circa 30 minuti, periodo al termine del quale si ottengono già i primi risultati (con altri metodi come bagno turco o massaggio servirebbe molto più tempo).


Bergamo Salute anno 5 - n°4 - lug. - ago. 2015

PERIODICO DI CULTURA MEDICA E BENESSERE

Direttore Editoriale Elena Buonanno Direttore Responsabile Daniele Gerardi Redazione Rosa Lancia redazione@bgsalute.it Grafica e impaginazione Catherine Coppens | Mood Creative Studio catherine.coppens@hotmail.it Fotografie e illustrazioni Shutterstock, Dollar Photo Club, Adriano Merigo Stampa Elcograf S.p.A Via Mondadori, 15 - 37131 Verona (VR) Casa Editrice Pro.Ge.Ca. srl Viale Europa, 36 - 24048 Curnasco di Treviolo (BG) Tel. 035.201488 - Fax 035.203608 info@bgsalute.it - www.bgsalute.it Hanno collaborato Lucio Buonanno, Maria Castellano, Viola Compostella, Lella Fonseca, Giulia Sammarco

Iscr. Tribunale Bergamo N°26/2010 del 22/10/2010 Iscr. ROC N°21019 © 2014. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche se parziale, di qualsiasi testo o immagine. L’editore si dichiara disponibile per chi dovesse rivendicare eventuali diritti fotografici non dichiarati. I contenuti presenti su Bergamo Salute hanno scopo divulgativo e non possono in alcun modo sostituirsi a diagnosi mediche.

Comitato Scientifico

• Dott. Diego Bonfanti - Oculista • Dott.ssa Maria Viviana Bonfanti Medico Veterinario • Dott. Rolando Brembilla - Ginecologo • Dott.ssa Alba Maria Isabella Campione • Dott. Andrea Cazzaniga - Idrologo Medico e Termale • Dott. Marcello Cottini - Allergologo Pneumologo • Dott. Giovanni Danesi - Otorinolaringoiatra • Dott. Adolfo Di Nardo - Chirurgo generale • Dott. Nicola Gaffuri - Gastroenterologo • Dott.ssa Daniela Gianola - Endocrinologa • Dott. Antoine Kheir - Cardiologo • Dott.ssa Grazia Manfredi - Dermatologa • Dott. Roberto Orlandi - Ortopedico Medico dello sport • Dott. Paolo Paganelli - Biologo nutrizionista • Dott. Antonello Quadri - Oncologo • Dott. Orazio Santonocito - Neurochirurgo • Dott.ssa Mara Seiti - Psicologa - Psicoterapeuta • Dott. Sergio Stabilini - Odontoiatra • Dott. Giovanni Taveggia - Medicina Fisica e Riabilitazione • Dott. Massimo Tura - Urologo • Dott. Paolo Valli - Fisioterapista

Comitato Etico • Dott. Maurizio Pagnoncelli Folcieri Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Bergamo • Dott. Ezio Caccianiga - Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Bergamo • Dott. Piero Attilio Bergamo - Oculista • Dott. Luigi Daleffe - Odontoiatra • Dott. Tiziano Gamba - Medico Chirurgo • Beatrice Mazzoleni - Presidente IPASVI

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