PedaLEM #5 - L'EM Novembre 2019

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PedaLEM

Dislivello: 121 m / in BLU lo sterrato

KM 0

GRAVEL: la bici CONTEMPLATIVA di Riccardo Bessone - Grafiche di Sefora Pons

GRAVEL DEL MAIS - VIGONE (TO) Il percorso: 53 km / in BLU lo sterrato

Buriasco Virle Piemonte

Macello

Vigone Pancalieri

N

egli ultimi cinque anni nel mondo del ciclismo si è sempre più sentito parlare di biciclette Gravel. Oggi questo termine ha iniziato ad arrivare all’orecchio anche di chi la bicicletta la vede come un mezzo di trasporto alternativo e non ne fa una passione attorno alla quale si muovono le giornate. In inglese il termine Gravel significa letteralmente Ghiaia. Va GRAVEL MAIS - VIGONE (TO)a percorrere da sé cheDEL indica biciclette adatte sterrato lo BLU in / m 121 Dislivello: strade sterrate, con origine negli Stati Uniti, Pae-

se sconfinato con moltissime strade secondarie non asfaltate. Per percorrere lunghe distanze lontano dalle trafficate strade asfaltate serviva una bicicletta adatta: le classiche bici da corsa con le loro ruote sottili e la mountain bike con i loro ammortizzatori e ruote molto tassellate sarebbero state fuori luogo. Sono così nate le gravel bike, con geometrie del telaio molto più dolci di una bici da corsa, freni a disco che offrono sicurezza anche in caso

di pioggia e copertoni più larghi e più o meno tassellati, adatti ad ogni tipo di superficie. Gli americani alla fine non hanno fatto altro che reinterpretare in chiave moderna le biciclette 0 nonni: le gravel sono in fin dei conti le deiKM nostri eredi dirette dei mezzi che si usavano ai tempi di Coppi e Bartali. Queste biciclette a volte vengono chiamate “all road”, ovvero permettono di percorrere qualsiasi strada. La maggior parte delle persone potrebbe attribuire un carattere sportivo alla gravel per via del manubrio “da corsa”. Invece è una bici più che altro contemplativa, esplorativa, che permette di andare dove lo stress della prestazione a tutti i costi non farebbe avvicinare. Gli amanti del cicloturismo hanno iniziato ad usare bici gravel dotandole di borse sottosella e al manubrio ed altri accessori per percorrere anche lunghe distanze su sentieri e strade bianche. Alla fine di quest’estate ho deciso di farmi la mia gravel, e per farmi intendo proprio costruirla da zero. Dopo aver deciso le geometrie più adatte al mio fisico e allo scopo ho fatto saldare i tubi di acciaio a mano a Padova da un telaista artigianale. L’acciaio non sarà il materiale più leggero e moderno, ma è robusto e solido, si può sempre riparare saldandolo e ha quel fascino retrò a cui non so resistere. Ho poi scelto la componentistica tra siti internet, negozi locali e mercatini dell’usato ed infine ho messo tutto insieme in cantina con l’aiuto del mio amico Matteo. Tutta questa fatica è stata una mia scelta per sentire una bici veramente mia, ma il mercato ad oggi offre decine e decine di modelli, trovando una nuova nicchia che va aldilà delle costosissime ed ipertecnologiche bici da corsa. Ho così potuto riscoprire le strade di campagna dietro casa, quelle che da ragazzini percorrevamo con le nostre BMX e le prime MTB (che all’epoca tutti chiamavamo “rampichino”). Nella stragrande maggioranza dei casi si finiva in un campo di mais o nel cortile di qualche cascina inseguiti dai cani (o dai loro padroni). Le vere avventure capitavano solo nei film americani, ma in

Generazioni [59]

[Su www.ecodelchisone.it/lem link e approfondimenti interattivi per sapere tutto sul percorso]

Arrivo: Vigone Arrivo: Vigone

GRAVEL DEL MAIS - VIGONE (TO)

Partenza: Vigone Partenza: Vigone

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KM 53

fin dei conti ci andava bene anche così, l’importante era andare, non arrivare. IL PERCORSO KM 53 di In queste giornate d’autunno ho pensato condividere con altri questo spirito e sfruttando l’occasione della Fiera del Mais e Cavalli di Vigone ho provato ad organizzare la prima edizione della “Gravel del Mais”, un percorso cicloturistico di circa 50 km perso nelle campagne della bassa, tra campi di mais ormai tagliato toccando i torrenti Lemina e Pellice. Non è stata una gara, chi è andato forte l’ha fatto solo per l’obbligo di tornare a casa in tempo per pranzo. Il ritmo ha consentito di poter fare quattro chiacchiere senza avere il fiato corto. Purtroppo il meteo non è stato dalla nostra parte, ma la mattina di domenica 20 ottobre una ventina di eroici pedalatori non si sono fatti fermare da nebbia e dalla leggera pioggerellina. Abbiamo sentito freddo, c’è stato tanto fango, ma alla fine è stata una bella pedalata. Tutti si sono divertiti, nessuno è arrivato primo ma nessuno è arrivato nemmeno ultimo e per chi si è fermato c’è stato anche un pranzo a base di polenta al tendone della fiera. Sicuramente proveremo a replicare l’anno prossimo. Dopo tante montagne, devo confessare che ritrovare qualche giro tra i campi della bassa mi ha fatto proprio ritornare bambino. ■

Riccardo Bessone Vigonese, classe 1978, papà di due bambine di 5 e 3 anni, informatico, ciclista per necessità e passione e per avere una scusa per bere una birra senza avere la coscienza sporca.


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