Betania's Gazette numero 12

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n°12 – 19 agosto 2016


2001-2016 15 anni al Vostro servizio

EDITORIALE tailor e hand made N.12

Iniziative interessanti: Brand Teller e Narratori del Gusto #lacooperazionecorreinalto Amici carissimi, il marketing, la comunicazione, l’immagine ci dicono siano le chiavi del successo di un brand, di un prodotto. È fuor di dubbio che è importante l’aspetto della comunicazione ma credo ci siano altri tre fattori che devono essere presi in considerazione: 1. 2. 3.

Il valore L’innovazione Gli strumenti per il consumatore

1. Il valore. Intendo il reale valore di un prodotto, le sue caratteristiche, i suoi punti di forza e di debolezza. È fondamentale avere un prodotto che abbia qualcosa da dire e da dare, che sia realmente utile, buono, di valore. Troppo spesso ci vendono delle “bufale”, prodotti che non rispettano le caratteristiche per le quali li abbiamo comprati….credo che ognuno di noi possa rammentare almeno un caso in cui è stato protagonista; 2. L’innovazione. È vero, saper comunicare è fondamentale ma lo è anche saperlo fare in modo nuovo, innovativo, moderno, fresco. È importante avere strumenti giusti per comunicare in modo giusto le cose giuste…scusate il bisticcio di parole ma non è possibile comunicare cose nuove con metodi vecchi; 3. Gli strumenti per il consumatore. Il consumatore non va ingannato, non preso in giro. È molto importante che ognuno di noi abbia gli strumenti per poter capire il valore di quello che sta acquistando, le caratteristiche. Il consumatore non è una mucca da mungere ma un fedele alleato nella costruzione di un prodotto sempre migliore. Betania, socia de I Narratori del Gusto, inizia con settembre un percorso di formazione per chi vende un prodotto, per chi lo comunica, per chi lo compra. Lo fa con un corso di Brand Teller il 16 settembre a Milano, presso la sede di Confcooperative. Una intera giornata di studio e di esercizi pratici durante i quali verrano spiegate e insegnate tecniche nuove e innovative di comunicazione e di comprensione delle caratteristiche di un prodotto. Una prima giornata di formazione cui ne seguiranno altre perché Betania è convinta che sia fondamentale accrescere le proprie conoscenze per essere produttori e consumatori più consapevoli e istruiti. Non lasciatevi sfuggire una simile occasione! Per ogni informazione o per iscriversi: http://www.betaniaonline.org/1139-2/ Fabrizio Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

Sede operativa via Manzoni 56 20900 Monza – MB tel. – fax 039 83 27 16 www.nonsolospesa.org clienti@nonsolospesa.org


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#tastemaremma…colori e sapori dell’autunno La Toscana d’autunno: un’esperienza eccezionale! Scopri con noi la bellezza della Maremma…quando cadono le foglie Borgo Magliano Resort è la miglior scelta per un soggiorno tutto natura e relax, tra le braccia della Maremma Toscana più autentica e suggestiva, a qualche chilometro dall’Argentario e dal Parco Naturalistico della Maremma. Borgo Magliano Resort si trova in Maremma, la parte più interessante e suggestiva della Toscana, a qualche decina di minuti dalla costa e dallo splendido promontorio dell’Argentario. L’ottima posizione fa del resort la soluzione d’alloggio ideale per una vacanza all’insegna degli itinerari gastronomici toscani, come quello del Morellino di Scansano, pregiato vino delle colline maremmane. A soli 18 km dal resort c’è il Parco Naturalistico della Maremma, uno spettacolare litorale di spiagge selvagge, macchia mediterranea a paesaggi incantevoli. A pochi km le terme di Saturnia, alcuni tra i borghi più belli d’Italia e le svariate testimonianze storiche ed archeologiche, ne fanno un posto strategico e godibile in qualsiasi stagione dell’anno.

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Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

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Franciacorta…la terra delle eccellenze! Sulle colline della Franciacorta, la coltivazione della vite ha origini remote, come testimoniano i rinvenimenti di vinaccioli di epoca preistorica e gli scritti di autori classici quali Plinio e Virgilio. Il ricco materiale archeologico di età preistorica rinvenuto, come ad esempio i resti di palafitte ritrovati nella zona delle Torbiere del Sebino, racconta come qui si stanziarono popolazioni primitive, alle quali subentrarono via via i Galli Cenomani, i Romani e i Longobardi. La coltivazione della vite fu una costante della Franciacorta, dove, dall’epoca romana al periodo tardo-antico fino al pieno medioevo, crebbero vigneti anche grazie alle favorevoli condizioni climatiche. Con alti e bassi, la viticoltura in queste terre non s’interruppe mai. La storia della Franciacorta è stata fortemente caratterizzata dalla presenza di grandi enti monastici che qui avevano, già prima del Mille, grandi possedimenti e che fecero una grande opera di dissodamento, bonifica e coltivazione del territorio. Tra i più attivi c’era il monastero femminile di San Salvatore (in seguito intitolato a Santa Giulia di Brescia), fondato dal re Longobardo Desiderio e da sua moglie Ansa nel 753, le cui proprietà franciacortine sono documentate dal Polittico di Santa Giulia, un antico codice della seconda metà del IX sec.. Nella stessa epoca, tuttavia, erano presenti numerose altre corti monastiche, tra le quali quelle di Clusane (priorato cluniacense), Colombaro (cella di Santa Maria), Timoline (corte di Santa Giulia), Nigoline (corte di Sant’Eufemia), Borgonato (corte di Santa Giulia) e Torbiato (corte dei monasteri di Verona e di San Faustino di Brescia). Durante il periodo delle Signorie, la Franciacorta era tutta guelfa, tranne due centri importanti alle sue porte (Palazzolo e Iseo) che erano nelle mani dei ghibellini. Vi trovò rifugio – alla corte dei Lantieri a Paratico e poi a Capriolo – l’esule Dante Alighieri. Furono anni assai cruenti, pieni di lotte e d’intrighi, cui pose fine la signoria di Pandolfo Malatesta: grazie ad un prolungato periodo di stabilità si ripresero le attività agricole e rifiorì la produzione vitivinicola. Il passaggio del bresciano, dal dominio visconteo a quello veneziano, vide alla ribalta la Franciacorta. A Gussago, infatti, nel 1426 fu organizzata la congiura dei nobili guelfi che consegnarono la città di Brescia alla Repubblica Veneta. In questo periodo furono costruite le prime alte torri di avvistamento quadrate e merlate che ancor oggi caratterizzano la Franciacorta. Il territorio Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

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franciacortino verso la fine del ‘400 era suddiviso nelle 3 quadre (una sorta di distretti, con un proprio capoluogo) di Rovato, di Gussago e, solo in parte, di Palazzolo. Gli storiografi concordano nel far risalire la prima apparizione del nome “Franzacurta” al 1277, nello statuto municipale di Brescia, come riferimento all’area a sud del lago d’Iseo, tra i fiumi Oglio e Mella. La Franzacurta o Franzia Curta era allora una zona importante per il rifornimento di vino per la città di Brescia, ma anche per i borghi della Valcamonica e della Valtrompia e a sud per le città della valle padana.

La delimitazione geografica attuale della Franciacorta, invece, risale a un atto del 1429 di Francesco Foscari, Doge di Venezia, mentre la più antica mappa giunta fino a noi è del 1469: opera di un autore anonimo, viene conservata nella biblioteca estense di Modena. La lotta fra Venezia e la Francia portò ancora la guerra in Franciacorta: nel 1509 la popolazione, in una ribellione divenuta quasi leggendaria e chiamata piuttosto enfaticamente “vespri della Franciacorta”, insorse contro i Francesi. Centro della rivolta fu Rovato. In seguito alle vittorie italiche di Napoleone, anche nel bresciano, fu proclamata la Libera Repubblica e nei paesi della Franciacorta si alzarono i vessilli della libertà e si distrussero le insegne della Serenissima. Poi fu la volta della dominazione austriaca, delle lotte risorgimentali, dell’annessione al Regno d’Italia… una terra permeata da diverse culture ma soprattutto dalla grande passione per il vino…raggiungendo, dopo secoli, all’eccellenza mondiale che è oggi.

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TURISMO, I VISITATORI AUMENTANO DEL 2%: NEL 2016 ATTESE 45 MILIONI DI PERSONE Nel 2015 in Toscana si sono registrati 12,8 milioni di visitatori e 44,4 milioni di presenze. Entrambi i dati sono in crescita rispetto al 2014, in particolare di +2,3% gli arrivi e +2,1% i pernottamenti. In valori assoluti l’aumento è di 288 mila arrivi e 894 mila pernottamenti, con una permanenza media di 3,5 giorni. Ma vediamo i dati più da vicino. Le stime del Centro Studi turistici di Firenze elaborate per Toscana Promozione, vedono un rafforzamento degli arrivi dall’estero. Sono, infatti, 2,6% in più gli stranieri in arrivo mentre è pari a +2,3% l’incremento delle presenze. Da segnalare che più della metà dei pernottamenti sono realizzati da stranieri: la percentuale è passata dal 45,1% del 2007 al 53,8% del 2015. In aumento anche il turismo interno: gli arrivi degli italiani segnano +1,9% mentre le presenze +1,8% con un recupero di oltre 360 mila pernottamenti sul 2014. Quali i settori che attirano di più i turisti? I principali attrattori risultano essere la campagna (+3,1%), le città d’arte (+2,7%) e il mare (+2,6%). Bene anche la montagna con +1,6%, unico neo le terme che segnano 0,9%. I migliori risultati stimati per il 2015 riguardano le aziende del settore alberghiero (+2,7%), ma un saldo positivo è stato registrato anche dalle aziende extralberghiere (+1,4%). Da segnalare che la quota di mercato dei pernottamenti trascorsi nelle strutture alberghiere è il 53,1% del totale. Tendenze e prospettive 2016 – Nel 2016 il mercato turistico della Toscana è stimato in crescita di +1,5% e potrebbe spingere le presenze turistiche ufficiali fino al livello record dei 45 milioni di pernottamenti. Continuerà il recupero del mercato italiano con un incremento stimato del +1,2%, anche se rimarrà quota minoritaria sul totale delle presenze. Assisteremo, inoltre, ad un ulteriore consolidamento del mercato estero stimato al +1,7% mentre stenterà a decollare la destagionalizzazione. Provenienze da paesi extraeuropei stime 2015 e 2016 – Dopo un 2015 con risultati differenziati, il trend per il 2016 si preannuncia altrettanto altalenante. I flussi da Stati Uniti e Canada sono attesi in aumento con valori stimati rispettivamente di +2,1% e al +1%.

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Nel 2015 l’incremento del mercato USA è stimato tra il +3,5% e il 4,5%, mentre il mercato canadese è rimasto stabile. In leggero calo i flussi dal Giappone che segnano un -0,5%; trend negativo anche nel 2015 con una diminuzione di – 4%. Dopo la flessione del 2015 per i flussi dalla Russia è atteso un assestamento del mercato intorno al +1%-1,5%. Stabilità anche per i flussi dal Brasile con un trend atteso del +0,8%, dopo un 2015 con risultati positivi (tra il 2,5% e il 3,5%). Stime di aumento per i flussi dalla Cina (+7%) e dall’India (+11%), mentre il tasso di crescita dall’Australia è del +1,5%. Nel 2015 i risultati stimati per il mercato cinese e indiano indicano aumenti superiori al 20%, mentre le presenze degli australiani sono a +0,5%. Provenienze dai paesi europei stime 2015 e 2016 – La stima per i flussi dalla Germania nel 2016 è di +1,2%. Nel 2015 l’aumento stimato del mercato è di oltre il 2%. Per il 2016 si attende il recupero dei Paesi Bassi (+0,8%) e del Belgio (+0,5%). La stima per l’anno in corso segna una netta flessione per entrambi. La crescita attesa per i flussi dalla Francia è del +1,1%, dopo un 2015 di lieve crescita. Per la Spagna è attesa una crescita del +1,5%. Le stime di crescita del 2015 dovrebbero segnare valori a doppia cifra. Aspettative migliori per il mercato della Svizzera (+2%), dopo un 2015 di crescita vigorosa. Per il Regno Unito è atteso un trend di stabilità (+0,6%), con un allineamento molto vicino a quello dell’anno che si sta concludendo. Tendenze e prospettive 2016-2020 – Sia secondo l’European Travel Commission che per il World Travel & Tourism Council, il settore turismo manterrà il segno ‘+’ da qui al 2020. Anche per la Toscana continuerà ad essere un settore basilare per l’economia. Al 2020 il Centro Studi Turistici stima una crescita media annua del +0,9%. I maggiori protagonisti saranno i viaggiatori della generazione Millennials che utilizzano il Mobile come strumento principale. La priorità per andare incontro alle loro esigenze sarà quella di modellare i canali di vendita sulle loro abitudini di consumo, che abbia alla base tecnologia e social network. Tra le prime cinque tipologie di prodotti turistici per le quali è prevista una crescita troviamo cultura, enogastronomia, shopping, lusso accessibile e proposte sportive. Web e social network – Si confermano le buone performance della Toscana online. Il Portale ufficiale del turismo www.turismo.intoscana.it – punto di riferimento dell’ecosistema digitale di promozione della nostra regione sul web dotato di versioni in 6 lingue – negli ultimi 6 mesi ha registrato 1.113.412 visitatori unici e 2.565.125 visualizzazioni. Le visite da mobile fanno segnare un incremento del +69% sullo stesso periodo del 2014, e un +8% per i tablet. Collegato al sito del turismo, la piattaforma www.toscanaevents.it, che racchiude il panorama di eventi in programma ogni giorno in Toscana (nell’ultimo anno 12.000 quelli recensiti). Ottimi risultati anche sul fronte dei social network gestiti dal team di Fondazione Sistema Toscana. Con 730.000 fan su Facebook, distribuiti tra le 7 fanpage tematiche, e 65.000 follower su Twitter, la Toscana è tra le regioni più seguite online. Primati confermati anche dai principali metamotori che piazzano la nostra regione sempre tra i primi posti. La Toscana occupa, infatti, il secondo gradino a livello globale tra le regioni italiane per pagine viste (fonte TripAdvisor) e Firenze è la terza destinazione italiana più gettonata dopo Milano e Roma (fonte Trivago). (Fonte: Fondazione Sistema Toscana Tutte le notizie di Toscana Articoli correlati) Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

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ACETIFICIO MENGAZZOLI ACQUISTA L’ACETO BALSAMICO PRODOTTO DA QUESTA STORICA AZIENDA Visita il sito www.nonsolospesa.org e acquista i prodotti dell’Acetificio Mengazzoli. Per ogni acquisto destiniamo una quota a uno dei progetti di solidarietà. Sostieni anche tu il “progetto estate” in collaborazione con Opera San Francesco per i poveri

LE RICETTE DI BETANIA

ORATA DI ORBETELLO ALL’ACETO BALSAMICO

Gli aceti possono aiutare ad insaporire i cibi, riducendo la quantità di sale necessaria, e a rendere più appetibili pesci, carni bianche e anche i legumi, che si consiglia sempre di preferire rispetto alle carni rosse

Ingredienti per 4 persone: • • • • • • • •

4 filetti di orata (600 g) 1 cucchiaio di aceto balsamico 1 scalogno 4 cucchiai di vino bianco 2 rametti di prezzemolo 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine 2 rametti di maggiorana sale e pepe.

Preparazione: lavare i filetti e asciugarli; tritare finemente lo scalogno; tritare prezzemolo e maggiorana. Scaldare 2 cucchiai d’olio in una padella, adagiarvi i filetti di orata, salati e pepati, farli rosolare per 2 minuti da entrambe le parti; toglierli dalla padella, tenerli in caldo coperti con carta metallizzata. Nella padella, con l’olio rimasto, fare appassire lo scalogno senza lasciarlo colorire, versarvi il vino bianco e farlo evaporare un po’, unire l’aceto balsamico e il trito di prezzemolo e maggiorana, adagiarvi i filetti di pesce, farli insaporire da una parte e dall’altra; servirli caldi.

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Valore nutrizionale per porzione: Proteine g 31, grassi g 16 (di cui saturi g 2,8), carboidrati g 1, energia kcal 278, colesterolo mg 96 Ricetta suggerita da Tony Sàrcina Se l’acido acetico è il componente più peculiare dell’aceto, molto interessanti sono anche altri suoi costituenti, specie quelli dotati di proprietà antiossidanti, molto variabili da un aceto all’altro. In uno studio condotto al Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia, pubblicato da Food and Chemical Toxicology , si è osservato che alcuni di questi antiossidanti (le melanoidine), di cui è particolarmente ricco l’aceto balsamico tradizionale, erano in grado di ridurre la formazione di grassi ossidati – pericolosi per la salute cardiovascolare – durante la digestione. «C’è aceto e aceto — commenta Davide Tagliazucchi, ricercatore dell’Università emiliana e coautore dello studio — e i balsamici sono più ricchi in antiossidanti rispetto agli aceti di vino. Quello balsamico tradizionale è senza dubbio una vera miniera di sostanze bioattive». (tratto da www.corriere.it)

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CURIOSITÀ – ACETO BALSAMICO Ricette Balsamiche. Storia, leggende e ricette sull’Aceto Balsamico

La pianta della vite è di origine antichissima ed altrettanto antichi sono il vino e l’aceto che ne derivano. Produrre aceto è cosa assai facile, difficile è farlo bene perché, per conseguire un prodotto eccellente, non devono mancare uve di ottima qualità, conoscenze tecniche specifiche, ambienti appropriati, idonei contenitori e, non ultimo, il fattore umano, per seguirlo con cure attente e costanti. Non solo il vino, anche l’aceto può migliorare le proprie qualità con l’invecchiamento ed è il caso, esclusivo, dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Originato dal mosto d’uva cotto a fuoco diretto, fonde, per naturale invecchiamento in secolari botticelle di legno, l’agro ed il dolce in una perfetta armonia di contrasti che lo rendono unico, inimitabile, irripetibile. Sua naturale dimora è l’acetaia, neologismo sconosciuto al glossario italiano, ma non ai modenesi, gelosi custodi di questa antica tradizione, complessa ed affascinante, resa ancor più suggestiva dalla presenza delle piccole botti immerse nella silenziosa penombra e dagli utensili, vecchi di secoli, appesi alle pareti in un’ordinata mescolanza. Le origini: Già nel IV e III millennio a.C., nel vicino Oriente, produrre mosti ed aceti era una pratica comune. Sono comunque del periodo greco-romano le testimonianze più certe pervenute da autorevoli autori quali Ruffo d’Efeso, Marco Gavio Apicio e dall’autore dei dodici libri del De re rustica, Lucio Giunio Moderato Columella, vissuto nel I sec. d.C. La traccia più ampia resta comunque quella dello storico Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) che, nel suo Secundi Naturalis Historiae, elogia questa acida sostanza, indispensabile condimento per la cucina, per conservare frutti e legumi, come dissetante e per il suo impiego essenziale in farmacopea. Le citazioni di Plinio sulla Luna racchiudono tutta la saggezza popolare che riconosceva, nell’astro celeste, una funzione regolatrice dei cicli vegetali per cui, le attività dell’acetaia, vanno compiute a Luna calante, quando la Luna è buona. Nozioni elementari dettate dall’uso quotidiano, indispensabili per soddisfare l’alimentazione consumata dalle imponenti legioni romane durante le lunghe marce a base di posca, potus et esca, composto di carni e verdure sminuzzate lasciate macerare a lungo nell’aceto ed aceto miscelato ad acqua, oxycrat o acetoso, era la bevanda collettiva per soldati di poche pretese. Queste tradizioni alimentari seguivano una logica razionale, improntata alle più elementari norme igienico-alimentari per evitare infezioni ed epidemie dovute alla stretta convivenza, per lungo tempo, di migliaia di legionari. La bollitura del mosto d’uva, con riduzione del suo volume iniziale, era comunque una pratica ricorrente nel mondo arcaico per i molteplici usi cui veniva destinato, ma non tutti gli autori latini Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

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concordavano sul rapporto di calo o concentrazione del liquido. Columella e Varrone indicano come sapa il mosto cotto ridotto ad una metà del suo volume iniziale mentre Plinio vuole che il quantitativo evaporato sia di due terzi, per il defrutum, i valori riportati dagli stessi autori sono capovolti. Da non dimenticare il carenum, anch’esso mosto cotto ridotto a due terzi. In cucina: Tralasciando l’oscuro Medioevo, d’un tratto, ci troviamo nel Rinascimento dove i piaceri della tavola erano rallegrati da specialità gastronomiche di grande rilievo storico. Guide preziose per capire quali fossero i reali gusti del tempo sono le opere di chi, in prima persona, ha operato nelle cucine delle grandi corti rinascimentali. Tre sono i testi fondamentali di quell’arte culinaria, una sorta di trilogia composta dal Libro novo nel qual s’insegna a far d’ogni sorte di vivanda secondo la diversità dei tempi, così di carne come di pesce pubblicato a Ferrara nel 1549 da Cristoforo di Essi detto lo Sbugo, meglio conosciuto come Cristoforo Messisbugo, scalco della corte estense di Ferrara, La singolare dottrina di Domenico Romoli detto Panùnto, pubblicata nel 1560 ed infine Opera dell’arte di cucinare di Bartolomeo Scappi, edita a Venezia nel 1570. Questi trattati sono ritenuti la summa enciclopedica del sapere gastronomico cinquecentesco dove lo scalco, gran cerimoniere, coadiuvato da cuochi, credenzieri, spenditori, bottiglieri, trincianti e paggi, gestiva tutto l’allestimento nelle forme più spettacolari per magnificare la grandezza del suo Signore. Condimento essenziale della cucina rinascimentale era l’aceto, la cui componente agra esaltava il sapore dei cibi, favoriva la digestione per il modesto contenuto calorico ed aiutava l’organismo ad eliminare i grassi ed i carboidrati. Nella Singolare Dottrina, il fiorentino Domenico Romoli al libro XII, cap CLVI, “Dello aceto e sue proprietà”, ne descrive i requisiti terapeutici : “… l’aceto in medicina ha virtù mordificativa dissolutiva, penetrativa, infrigidativa, e desiccativa, e però vale contra molte passioni, che corrodono la carne nelle ulcerazioni, e à molte altre cose, schiara la vista degli occhi, stringe il sangue. È l’aceto di gagliarda desiccazione assotiglia, e taglia e giova alla digestione, conferisce à colerici e nuoce a melanconici, è nocivo ai nervi e aiuta a digerire, vero è che il continuarlo molto conduce talhora l’huomo alla Ridropisia.Tenendosi in bocca lieva il singhiozzo, se lo stomaco è ripieno lo aiuta molto a diggerire e se lo trova vacuo gli impedisce la digestione del cibo da venire. Bevuto caldo restringe i denti che su muovono, è buono il gargarismo che si fa con esso, son buone, danno appetito, e rinfresca il fegato. Fricando con esso i polsi mitiga il caldo, e mitiga l’ardore della febbre terzana. Bevuto ammazza i vermi. È buono di lavarsi con esso il capo a ciò non cadono i capegli, e è utile contro la tigna. Fa l’aceto a chi molto l’usa invecchiar presto…”. Bartolomeo Scappi, “cuoco secreto” di Papa Pio IV e Papa Pio V, attivo a Milano, Venezia, Ravenna ed a Roma, nell’Opera dell’arte di cucinare, afferma che per ben operare in cucina, non devono mancare “fiaschi di stagno per portare aceto, mosto cotto ed agresto”.

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SPECIALE CONVENZIONI IL LAVORO È PER TUTTI QUESTO IL NOSTRO SOGNO: QUESTA LA NOSTRA OCCUPAZIONE QUOTIDIANA Abbiamo già raggiunto #lacooperazionecorreinalto

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Tania ha una disabilità causata da un ictus, ma può lavorare: ti fa differenza se alle tue mail risponde lei? Maurizio ha una disabilità psichiatrica grave e il lavoro lo aiuta a gestire la rabbia e a instaurare relazioni con gli altri: ti sei accorto che ha aiutato a confezionare le bomboniere del tuo matrimonio? Abdul è un giovanissimo studente con problematiche di integrazione sociale; è scappato dal suo paese insieme al padre ai fratelli: l’alternanza scuola/lavoro lo aiuta a capire cosa fare quando terminerà la scuola! Il lavoro è autonomia, per tutti. Soprattutto per le persone che nella vita hanno avuto più sfortuna. Anche loro possono lavorare, anche per loro il lavoro è un diritto. Cooperativa Betania crede nel lavoro come strumento privilegiato di promozione umana e sociale: con esso la persona in difficoltà ha la possibilità di inserirsi realmente nella vita sociale ed economica come individuo attivo e produttivo, sviluppando maggiore autonomia. Betania svolge attività finalizzate all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati: attiva tirocini in collaborazione con i servizi sociali del territorio per persone svantaggiate, offre percorsi di reinserimento al lavoro e di accompagnamento alla ricerca attiva di un impiego. Cooperativa Betania aiuta tutte queste persone a trovare l’occupazione migliore, quella che può servire loro per costruirsi una vita autonoma e indipendente. Non è un sogno, non è utopia, è quello che facciamo tutti i giorni, per Tania, per Maurizio, per Abdul e per tanti altri ragazzi e ragazze come loro. Vuoi darci una mano? Il team Cooperativa Betania, che ha partecipato alla 56^ edizione della Monza-Resegone, non si ferma qui. I nostri atleti hanno messo cuore, gambe e fiato per correre dall’Arengario di Monza fino alla cima del Resegone nel più breve tempo possibile, classificandosi 112° su 288 squadre. Grazie a Loro e a Voi, Alice ha iniziato un tirocinio valutativo presso Cooperativa Betania. Continua a sostenere la nostra campagna e avrai contribuito a un futuro migliore per Alice, Tania, Maurizio e Abdul. Clicca qui e fai la tua donazione per sostenere Cooperativa Betania!

Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

Sede operativa via Manzoni 56 20900 Monza – MB tel. – fax 039 83 27 16 www.nonsolospesa.org clienti@nonsolospesa.org


2001-2016 15 anni al Vostro servizio

PER SAPERNE DI PIÙ IL CONGEDO PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA DI GENERE Uno dei decreti attuativi del Jobs Act, il n. 80 del 15 giugno 2015 contenente le misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, reca, per la prima volta nel panorama normativo italiano, la previsione e la disciplina di un congedo pensato per le donne vittime di violenza di genere. Viene introdotta la possibilità di assentarsi in maniera giustificata dal lavoro per 3 mesi, ottenendo un’indennità erogata dall’INPS corrispondente alla retribuzione piena, al fine di svolgere il percorso di protezione relativo alla violenza di genere. L’art. 24 del citato decreto, al comma 1, prevede che la dipendente di datore di lavoro pubblico o privato, ad esclusione del lavoro domestico, che sia inserita nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, debitamente certificati dai servizi sociali del comune di residenza o dai centri antiviolenza o dalle case rifugio di cui all’art. 5-bis del D. L. 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla Legge 15 ottobre 2013, n. 119, possa astenersi dal lavoro per motivi connessi al predetto percorso di protezione per un periodo massimo di 3 mesi. Il comma 2 dello stesso articolo include tra le beneficiarie di tale congedo le lavoratrici con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Queste ultime hanno diritto alla sospensione del rapporto contrattuale per motivi connessi allo svolgimento del percorso di protezione, per il periodo corrispondente all’astensione, la cui durata non può essere superiore a 3 mesi. Gli adempimenti a carico della lavoratrice sono previsti al comma 3, ai sensi del quale, ai fini dell’esercizio del diritto di astensione, la lavoratrice, salvo casi di oggettiva impossibilità, è tenuta a dare un preavviso al datore di lavoro, se dipendente, o al committente, se collaboratrice, non inferiore a 7 giorni, indicando l’inizio ed il termine del periodo di congedo e producendo la documentazione a supporto dei percorsi di protezione. E’ prevista, inoltre, la possibilità di godere del congedo su base oraria o giornaliera nell’arco temporale di 3 anni secondo quanto previsto da successivi accordi collettivi nazionali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Qualora la contrattazione manchi di regolamentazione specifica, la lavoratrice può scegliere tra la fruizione giornaliera e quella oraria. La lavoratrice interessata ha diritto, in alternativa al congedo, alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno in lavoro a tempo parziale, verticale o orizzontale, ove disponibili in organico, con diritto, a richiesta della stessa, alla trasformazione nuovamente in rapporto di lavoro a tempo pieno. Le lavoratrici dipendenti del settore privato hanno diritto al congedo a condizione che:

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risultino titolari di rapporto di lavoro in corso di svolgimento con obbligo di prestare l’attività lavorativa; siano inserite nei percorsi certificati dai servizi sociali del Comune di appartenenza, dai Centri antiviolenza o dalle Case Rifugio di cui all’art. 5- bis del D.L. 14 agosto 2013 n. 93, convertito, con modificazioni, dalla Legge 15 ottobre 2013, n. 119.

In presenza di tali presupposti il congedo spetta per un massimo di 3 mesi equivalenti a 90 giornate di prevista attività lavorativa (un mese di congedo equivale a 30 giornate di astensione effettiva dal lavoro). Il congedo non è fruibile né indennizzabile nei giorni in cui non sussiste obbligo di prestare attività lavorativa quali, ad esempio, giorni festivi non lavorativi, periodi di aspettativa o di sospensione dell’attività lavorativa, pause contrattuali nei rapporti di lavoro a tempo parziale di tipo verticale o misto. Per le giornate di congedo la lavoratrice ha diritto a percepire un’indennità giornaliera pari al 100% dell’ultima retribuzione da calcolare prendendo a riferimento le voci fisse e continuative della retribuzione stessa. Per il pagamento dell’indennità in argomento si procede secondo le regole previste per il pagamento delle indennità di maternità, ovvero anticipazione del trattamento economico da parte del datore di lavoro salvo conguaglio con i contributi dovuti all’INPS.

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