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PRIMA PAGINA SBOMBER

AI RIGORI

Fernando del Siviglia, al centro tra Bryan Cristante, a sinistra, e Zeki Celik della Roma durante la finale di Europa League a Budapest il 31 maggio 2023

Chelsea. Tutto finisce in un pozzo senza fine che inghiotte cascate di denaro: del resto sceicchi, fondo Pif (Newcastle, più i club arabi) e fondi americani ecc. ne hanno talmente tanti che non c’è limite. Il City di Guardiola, vincitore dell’ultima Champions contro l’Inter, per ora è l’unico che ha strategicizzato efficacemente i maxi investimenti. Arrivare a vincere la Champions è costato comunque a Manṣūr bin Zāyed Āl Nahyān oltre un miliardo e mezzo di sterline solo sul calciomercato. Dal City passò anche l’ormai ex ct Roberto Mancini, che lì conobbe il colore dei petrodollari. Fascino che tuttora probabilmente subisce…

Avere casse illimitate aiuta ma per fortuna non è ancora una certezza. Mettere insieme Mbappé, Messi e Neymar una follia, tecnica ed economica. Solo per Mbappé spesi 636 milioni di euro in tre anni, i tre tenori sono riusciti a sfasciarsi clamorosamente prima di vincere la Champions. Il fallimento sportivo dell’operazione Paris Saint-Germain da parte del Qatar Sport Investment provoca anche, inutile negarlo, una sadica goduria. Ma intanto il calciomercato internazionale è un vortice senza controllo: 100 milioni per Kane al Bayern, 130 stimati per Caicedo, Rice all’Arsenal per 122, Gvardiol al City per 90, senza contare gli ingaggi pa- gati dagli arabi che nemmeno fanno più scandalo. Poi trovi il Barcellona che è negli impicci più neri, non riesce nemmeno a tesserare i propri giocatori.

L’Italia ha piazzato in Champions Napoli e Lazio, più Milano. Veniamo da tre finali perdute da Inter in Champions League, Roma in Europa League e Fiorentina in Conference League. Le considerazioni tecniche e i traguardi virtuali sono chiacchiere. Se Lukaku la butta fuori a porta vuota, ti resta solo un gran rodimento. L’ultima vittoria è stata la Conference 2022 della Roma di Mourinho: il cui valore rientra nella categoria «sì, va bene, però…». L’Europa League non l’abbiamo mai vinta da quando ha sostituito l’Uefa, l’ultima Champions vinta è quella del Triplete interista del 2010, sempre con Mourinho.

Ora il sistema dei gironi è all’epilogo. Dal 2024 si passerà da 32 a 36 club, ma - ecco il bello - in classifica unica. Ogni squadra giocherà 8 partite, tutte con avversari diversi, sorteggiati in fasce, 4 in casa e 4 fuori. Il classificone a 36 è comunque unico, le prime otto passano ai sedicesimi, dal 9° al 24° posto si va a un playoff che serve a reperire le altre otto della fase a eliminazione diretta. Lo chiamano “Swiss Model”: la prima volta, pare, fu applicato a fine 800 nei tornei di scacchi. Per la Champions settimane esclusive senza le altre Coppe, si giocherà martedì, mercoledì e giovedì. Alla Uefa sostengono che il progetto fosse già allo studio prima ancora della notte fra domenica 18 e lunedì 19 aprile 2021 in cui fallì il golpe della Super Lega. Che non è, inoltre, un occhio strizzato ai superclub, che anzi ci guadagneranno i medio piccoli, e soprattutto che potrebbe essere una mattanza di superclub e superstar che non dovessero preoccuparsi di vincerle tutte e basta. Il classificone unico non dà certezze, non permette di fare calcoli come ora, ci saranno più sorprese e non andranno avanti sempre gli stessi. Dedicato a chi pensa che nel calcio contano solo i soldi.

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