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Il cambiamento epocale dell’Ia stravolge il cinema

assicurazione annuale.

Da qui la richiesta di maggiori diritti residuali, sulla base dei dati di ascolto dei servizi di streaming; che, tuttavia, le piattaforme (Netflix, Amazon e Disney) non intendono rendere pubblici.

Ampia è stata la solidarietà di tanti volti noti. George Clooney, Matt Damon, Leonardo Di Caprio, Nicole Kidman, Jennifer Lopez, Ben Affleck, Julia Roberts, Arnold Schwarzenegger, Dwayne Johnson, Meryl Streep e Oprah Winfrey e altri hanno infatti donato oltre un milione di dollari a testa creando un fondo di solidarietà.

Ma a questo si è aggiunta una questione più di fondo che riguarda il futuro di tutto il comparto creativo dell’industria di Hollywood.

Che effetti avrà su di esso lo sviluppo repentino dell’Intelligenza artificiale?

La vertenza di Hollywood contro le piattaforme ha già inciso sui festival ma Venezia ha retto bene

Quando sarà quest’ultima a comporre soggetti, sceneggiature, voce degli artisti, sfornando inevitabilmente prodotti medi misurati sui gusti standard degli spettatori abituali e destinati a imporre le regole conseguenti.

È un terreno scivoloso. In questi casi sono subito pronti a intervenire i difensori a oltranza dell’innovazione tecnica e scientifica.

Eppure, resta il fatto che sempre più grandi attività umane sono destinate a essere sostituite dall’automazione della tecnica. Che, da strumento, si trasforma nel soggetto dominante. Tema, peraltro, tipicamente cinematografico. Anche su questo, nella protesta americana si chiedono regole, garanzie e spazi di libertà.

L’impatto sul mercato dell’audiovisivo della vertenza si potrà valutare nei prossimi mesi. Ma sui festival è stato immediato. Film in ritardo. Assenza di cast. Proiezioni che saltano.

In questo mare in tempesta, la nostra Venezia ha saputo navigare con abilità, presentando alla fine un programma di altissimo livello.

Se ha dovuto rinunciare all’apertura con l’atteso “Challengers” di Luca Guadagnino (rimandato al 2024), alla fine apre con “Comandante” di Edoardo De Angelis; conferma Roman Polanski con “The Palace” e poi Sofia Coppola, Woody Allen, Saverio Costanzo, Matteo Garrone, Giorgio Diritti e molto altro ancora.

Alberto Barbera si conferma un direttore bravissimo e di sostanza, con dietro un presidente della Biennale, Roberto Cicutto, colto, di grande esperienza ed efficace sobrietà.

Il vecchio Lido, la cui edizione 2023 si aprirà tra pochi giorni, rimane una certezza e una base di lancio del cinema mondiale (in anteprima), in grado di influenzare e pesare sul futuro di un settore strategico, quantomai incerto.

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