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Sedotti e bastonati Gloria Riva
from L'Espresso 49
by BFCMedia
L a manov ra del governo SEDOTTI E BASTONATI
DI GLORIA RIVA
eggendo il testo della manovra di bilancio,
Lgli economisti che si occupano di contrasto alla povertà hanno fatto un balzo sulla sedia. A sorprenderli – per l'originalità, sicuramente - è stata l'inedita definizione di occupabilità, ovvero di chi è in grado di trovarsi un posto di lavoro e quindi non ha bisogno del reddito di cittadinanza. Occupabili, secondo gli standard europei e dell'Ocse, sono le persone che negli ultimi due anni hanno avuto un qualche rapporto di lavoro, seppur precario o occasionale. Al contrario, il governo Meloni definisce occupabile chi vive in una famiglia senza minori, disabili e over sessantenni. Tradotto: a settembre i single e le coppie senza figli dovranno dire addio al sussidio. Secondo l'Istat, perderanno l'assegno 846mila individui, mentre il governo stima in 660mila le persone coinvolte, con un risparmio di 734 milioni, cioè un decimo dei complessivi otto miliardi stanziati per il rdc. Del resto quell'indicazione ricalca fedelmente il programma elettorale di Fratelli d'Italia in materia di povertà, che annovera «tra gli impossibilitati a lavorare», e quindi esclusi dall'inserimento lavorativo, «disabili, over sessantenni e nuclei con minori a carico».
Cristiano Gori, professore di Politiche Sociali all'Università di Trento, ideatore del Rei, il reddito di inclusione, cioè l'antenato del reddito di cittadinanza targato M5S, sta verificando se altri Paesi utilizzino questa definizione di occupabilità: «Sembra che alcuni esperimenti siano stati fatti in America Latina, di sicuro nessun Paese occidentale l'ha mai usata», risponde Gori, che evidenzia qualche perplessità: «Finora l'occupabilità è stata definita su base individuale, dipende dalla storia di ciascuno e dalla capacità di stare nel mercato del lavoro, ora diventa un'occupabilità “familiare”». Con questa nuova prospettiva, paradossalmente, «si allontana-
RIVISTO IL CRITERIO DI OCCUPABILITÀ, SINGLE E COPPIE SENZA FIGLI SARANNO TAGLIATI FUORI DAI SUSSIDI. PROVE GENERALI DELLA RICETTA MELONI SU WELFARE, FISCO E PENSIONI no dal mercato del lavoro persone che avrebbero potenzialmente più possibilità di rientrarvi, mentre in alcuni casi si esclude dal sostegno chi è fragile e con bassa scolarizzazione, i disoccupati di lungo corso, i cinquantenni poco appetibili per il mercato del lavoro, chi vive in contesti dove il lavoro non c'è, i neet scoraggiati con età compresa fra i 18 e i 29 anni». Se il nuovo criterio di occupabilità è la base di partenza della riforma del reddito di cittadinanza, che tecnicamente viene abrogato per tutti a partire dal 2024, c'è
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poco da stare tranquilli: «Ci opporremo a questo nuovo criterio, che rischia di scatenare la protesta delle fasce più deboli della popolazione in un momento di esponenziale aumento della povertà», dice Stefano Sacchi, economista, docente di Scienze politiche del Politecnico di Torino e al vertice dell'Alleanza contro la povertà. Anche i sindacati, allarmati, hanno scelto la via della protesta contro la manovra. La Cgil avrebbe preferito uno sciopero generale, ma ha vinto la linea morbida della Uil, con manifestazioni dilatate nell'arco di cinque giorni fra il 12 e il 16 dicembre. La prima Regione a scendere in piazza sarà la Calabria lunedì 12, poi la Sicilia il 13, nei giorni successivi manifesteranno le restanti regioni, infine venerdì sarà la volta di Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. La decisione dei sindacati di andare allo scontro con il governo viene soprattutto dalla presa di coscienza che molte delle misure introdotte in finanziaria rappresentano - in miniatura - le riforme che il governo si appresta a varare nel 2023: fisco, mercato del lavoro, pensioni, welfare state. Oltre alla riforma del reddito di cittadinanza, che desta preoccupazione soprattutto per la decisione di ridurre il numero di percettori in un momento di forte impoverimento della popolazione (sono 5,5 milioni, mai così tanti nella storia del Paese), nel 2023 si aprirà anche il cantiere pensioni. Anche qui, le premesse non sono incoraggianti: «Non si può fare cassa sui nostri anziani», dice il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, riferendosi al taglio della perequazione. È Bankitalia a stimare che, con la modifica dei criteri di indicizzazione al costo della vita delle pensioni, il governo risparmierà 3,3 miliardi nel 2023 e altri 15 miliardi nel biennio successivo. Soldi che tuttavia vengono tolti alle tasche dei percettori di pensione. Inoltre, secondo
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Riva soluzione tampone e interesserà solo 10 mila italiani. Ma il Giornalista punto più dolente in materia previdenziale è Opzione
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia
Infine, il primo passo della tanto attesa riforma del mercato del lavoro è la reintroduzione dei voucher fino a 10mila euro: «Così il governo sembra dire che fino a quella cifra non si applicano i contratti», commenta Pierpaolo Bombardieri della Uil. Si va quindi nella direzione opposta alla stabilizzazione di cui «giovani e donne avrebbero estremamente bisogno», spiega l'economista Sacchi, secondo cui bisognerebbe invece ridurre il massiccio ricorso ai contratti a termine. Ma questo andrebbe contro il mantra di Giorgia Meloni: «Non va disturbato chi produce». Gli imprenditori non saranno disturbati, ma neppure aiutati, perché al palo restano anche le politiche industriali e una soluzione al mismatching: «Servirebbe un sistema centralizzato per favorire le politiche attive del lavoro, così come chiedono le imprese. Al contrario ci si
Donna, una soluzione di per sé poco allettante, perché sta basando solo sul programma Gol (Garanzia di occupagià in precedenza il ricalcolo dell'assegno con il metodo bilità dei lavoratori) che è un gigantesco buco nell'acqua, contributivo comportava il taglio del 30 per cento della con relativo spreco di cinque miliardi di euro», commenta pensione, e ora, con le modifiche previste dalla manovra, Sacchi. L'assenza di un partito politico a sostegno della mil’opzione diventa quasi inaccessibile. Infatti l'innalzamen- nistra del Lavoro, Marina Calderone, rischia di bloccare to di due anni del requisito anagrafico e la decisione di qualsiasi iniziativa sul tema delle politiche attive. Infatti le concedere l'anticipo pensionistico solo a disoccupate, care Regioni, per lo più a trazione centro destra, respingono giver e invalide, restringe a poche centinaia di donne la ogni interferenza del governo, rivendicano il proprio diritplatea delle aventi diritto. Sempre sul fronte previdenziale, to decisionale in materia di lavoro e mani libere nella scelcontinua a essere ignorato il problema giovani, nonostan- ta di come destinare i cinque miliardi del programma Gol, te i buchi contributivi e i bassi salari degli under quaran- finanziati dal Pnrr. E qui si torna al reddito di cittadinanza, tenni siano l'anticamera di una bomba sociale, che rischia perché levare il sussidio a un gran numero di percettori è di esplodere non appena questi individui, con i loro versa- possibile se si investe sulla creazione di nuovi posti di lavomenti striminziti e le loro carriere discontinue, arriveran- ro nell'industria e nei servizi, affiancando al reclutamento no all’età pensionabile. corsi di formazione e modelli di collocamento in sintonia
C'è poi il grande tema della riforma fiscale. In manovra le misure più significative sono l'aumento del tetto al contante da mille a cinquemila euro, l'esonero dall'obbligo di accettare pagamenti elettronici fino a 60 euro, ma soprattutto l'anomalia tutta italiana di far pagare le tasse solo ai pensionati e ai lavoratori dipendenti, riservando agli autonomi la flat tax e, praticamente, smentendo l'articolo 53 della Costituzione che recita «tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributi- con le esigenze delle imprese. «Al contrario, togliere il rdc va». Anche Fabrizio Balassone di Banca d'Italia dice che: senza un reale aumento dei posti di lavoro e una strategia «In un periodo di inflazione elevata, la coesistenza di un seria sulle politiche attive significa generare malcontenregime a tassa piatta e di uno soggetto a progressività come to», prevede Stefano Sacchi. All'orizzonte si profila quindi l'Irpef comporta un'ulteriore penalizzazione per chi è sog- una stagione di massicce proteste da parte dei poveri, dei getto a quest'ultimo». E l'Ufficio parlamentare di Bilancio lavoratori dipendenti e dei pensionati, i più danneggiati evidenzia che se la strada della manovra fiscale è questa, dalla manovra e, probabilmente, anche dall'imminente allora bisognerà rivedere al ribasso i servizi, ovvero scuola stagione di riforme. e sanità.