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IL CONVEGNO Paolo Agnelli racconta del suo ultimo libro “Oro Grigio. I Signori dell’alluminio”

ORO GRIGIO

È all’interno del Politecnico di Lecco che l’ultimo libro di Paolo Agnelli “Oro Grigio. I signori dell’alluminio” è stato letto e presentato in maniera “altra”, come gli stessi ospiti hanno voluto precisare. E se Mauro Gattinoni, Sindaco di Lecco e Mauro Piazza, Consigliere della Regione Lombardia, hanno voluto sperimentare una lettura educativa, approcciando il libro come romanzo di formazione soprattutto per le nuove e giovani generazioni, e l’intervista condotta da Gianluca Morassi, responsabile delle pagine economiche del quotidiano La Provincia di Lecco ne ha approfondito gli aspetti più economici arrivando fino all’attualità, è stata la tavola rotonda a far emergere nuove chiavi di lettura. Ma prima vogliamo presentarvi chi c’era. A guidare i lavori il presidente di ADI Lombardia Pierangelo Marucco che, assieme al presidente Stefano Covino dell’associazione la Semina e all’imprenditore Massimo Bertoletti, ha voluto fortemente questo appuntamento. Un libro raccontato in modalità talk e attraverso gli occhi di Marco Bosisio, General Manager di A.t.i.e.Uno Informatica, Riccardo Addis, Amministratore delegato di Spazio Tecnico, Manuela Ghielmetti, Responsabile gestionale del Politecnico di Lecco. Proprio l’ingegnere gestionale ci ha portato in un nuovo spazio e vogliamo raccontarvelo con le sue parole. «Ho seguito la storia della famiglia Agnelli da Baldassare ad Angelo fino alla quarta generazione con viva attenzione e partecipazione. La storia di uomini prima che di un’azienda o, meglio ancora, la storia di un’azienda fatta da uomini, che definirei duttile, leggera e al tempo stesso robusta e resistente proprio come si descrive l’oro grigio del libro. Una narrazione discreta e intima, ma avvincente, che presenta le persone e la loro storia rendendo il lettore partecipe e coinvolto». E poi Manuela Ghielmetti entra nel vivo. «Baldassare all’inizio del libro ci ricorda che la specializzazione è l’anima della professionalità, del fare bene un mestiere. Il rischio della moderna produzione di massa è ritenere che l’eccellenza è troppo costosa perché richiede studio e specializzazione». Creatività e innovazione sono le armi con cui l’Italia può e deve affermarsi per affrontare le difficoltà del presente, bisogna guardare al futuro e saper interpretare i segnali. E a proposito di segnali è stato durante l’intervista al presidente Agnelli che Gianluca Morassi ha chiesto all’autore di spiegare meglio una frase presente in Oro Grigio e che Paolo

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NOME: Paolo Agnelli RUOLO: Industriale presidente del gruppo Alluminio Agnelli e presidente di Confimi Industria, autore del libro “Oro Grigio” Solferino Editore

Agnelli destina ai suoi figli più come monito che come indirizzo da seguire «siate innanzitutto imprenditori di voi stessi». «Questa è stata l’eredità più importante che ho avuto da mio nonno e da mio padre» spiega Paolo Agnelli alla platea costituita per lo più da giovani studenti del Politecnico. «Cosa vuoi fare nella vita? Pensaci bene. Qualunque cosa tu intenda fare, ricorda di metterci dentro tutto te stesso, metti in gioco la tua stessa vita, perché non sono ammesse le mezze misure. Così fece Baldassare, così fece anche mio padre. E così faccio io. Non potrebbe essere diversamente, con tale imprinting, e ne sono fiero”.

Foto Antonio Milesi

La platea durante la presentazione all’interno del Politecnico di Lecco

Imprinting è una delle parole utilizzate proprio da Manuela Ghielmetti nel suo ragionamento. «I processi di innovazione e di crescita, siano essi del singolo o della collettività, sono sempre legati alle persone che li portano avanti e alla loro capacità di gestire situazioni complesse, prendere decisioni difficili e avere il coraggio di perseguire i propri obiettivi, come quando Angelo Agnelli decide di non abbandonare l’alluminio abbagliati dall’acciaio inossidabile. L’uomo, con la sua intelligenza, sensibilità e fallibilità, è il centro dell’agire e la tecnologia e la scienza sono potenti strumenti a sua disposizione. Anche

nel modo attuale dell’intelligenza artificiale, della robotizzazione spinta e dell’ingegnerizzazione dei processi, sono gli uomini che fanno la differenza e che possono decidere tra il successo e il fallimento. L’eccellenza poi non si raggiunge solo attraverso lo studio ma anche dal continuo confronto con ciò che ci circonda, con i collaboratori, con i competitor, con i clienti, con la ricerca; è la curiosità di conoscere l’altro, l’umiltà di provare a capire ciò che ci è estraneo e la capacità e il coraggio di provare a seguire strade trarre vantaggio in una relazione dialogica del dare e avere. L’ecosistema lecchese è un esempio di quello che sto dicendo, negli anni gli attori coinvolti sono cresciuti insieme, hanno desideroso di sperimentare. Avremmo potuto fare meglio? Probabile! Ma la cosa importante non è il risultato in sé ma l’approccio, esattamente come si legge nel libro. Chi vive questo contesto sente la voglia di fare, percepisce un obiettivo superiore che guida le azioni dell’ecosistema che, nel perseguire l’interesse del singolo, ottiene un beneficio generale per tutto il contesto. Perché chi innova da solo innova per uno, chi lo fa all’interno di una rete beneficia di un effetto moltiplicatore incredibile. Un chiaro esempio è riportato nel libro quando dei dazi introdotti dall’Europa nel 2020 sull’alluminio esportato dalla Cina per interrompere il dumping, Questa scelta coraggiosa ha ristabilito un equilibrio nei costi della materia prima e interrotto 10 anni di crisi. L’obiettivo era alto e altro ma le aziende europee e le economie locali ne hanno tratto grande giovamento. Chiudo dicendo che se sapremo fare tesoro di esperienze come quelle raccontate nel libro, saremo capaci di crescere nuove generazioni consapevoli e specializzate. Se continueremo a perseguire l’eccellenza e non i volumi, agendo come sistema - territoriale, nazionale o europeo - avremo tutte le carte in regola per affrontare il futuro da artefici consapevoli della nostra fortuna».

nuove. Il confronto ci porta a un’ulteriore di lettura che è la relazione con il contesto. Nessuno vive isolato, i soggetti hanno senso inseriti nel proprio ecosistema e da esso possono e devono imparato a collaborare, si sono stimolati e aiutati a vicenda: istituzioni, aziende, università e cittadini secondo il modello a quadrupla elica dei moderni processi di innovazione. Il risultato è un territorio vivo, ricco e

Nella foto in alto da sinistra: Riccardo Addis, Marco Bosisio, Paolo Agnelli, Manuela Ghielmetti, Pierangelo Marucco e Gianluca Morassi

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