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IMPRENDITORIA Edona Bilali Albania e Italia, sempre più vicine

ALBANIA E ITALIA, SEMPRE PIÙ VICINE

LA DELEGAZIONE GUIDATA DAL MINISTRO EDONA BILALI A MILANO E BERGAMO PER APPROFONDIRE I RAPPORTI ECONOMICI CON LA LOMBARDIA

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A dividerle pochi chilometri di mar Adriatico, con le due coste che si guardano, una di fronte all’altra. Lungo i secoli Albania e Italia sono state collegate attraverso traffici commerciali, scambi culturali e vicende politiche, e sempre più forte oggi è la spinta perché anche i rapporti economici tra i due paesi si rafforzino, nel più ampio - e complesso - contesto dell’avvicinamento dei Balcani Occidentali all’Unione Europea.

È su queste basi che poggia la visita che a fine maggio ha portato in Lombardia una delegazione del governo albanese composta da Edona Bilali, Ministro per la Tutela dell’Imprenditoria, Artemis Malo, Viceministro degli Esteri e Ilir Bejtja, Viceministro delle Infrastrutture e

NOME: Edona Bilali RUOLO: Ministro per la Tutela dell’Imprenditoria

dell’Energia. «L’iniziativa ha coinvolto la Camera di Commercio Italo-Albanese e la Camera di Commercio della Diaspora, impegnata al fianco gli imprenditori albanesi che investono in altri paesi - spiega il ministro Edona Bilali - con l’obiettivo di approfondire le relazioni tra i nostri due popoli. Durante la visita abbiamo promosso uno scambio di esperienze: i nostri imprenditori sono molto interessati a stringere collaborazioni con imprenditori lombardi, e allo stesso tempo abbiamo fatto un appello agli investitori italiani che vogliono espandere il raggio delle proprie attività invitandoli a cogliere le tante opportunità che l’Albania è in grado di offrire». La delegazione ha incontrato a Milano il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, poi si è spostata alla Camera di Commercio di Bergamo, tappe che hanno permesso anche diversi confronti con gli imprenditori. «Ci sono settori economici in Albania che stanno conoscendo un forte sviluppo - continua Bilali -, per cui sta diventando sempre più interessante investire nel nostro paese: il primo di questi settori è sicuramente il turismo, seguito da energia, infrastrutture e manifattura. Negli ultimi anni anche i comparti dei servizi e dell’ICT stanno crescendo molto. Questo è il primo di una serie di incontri che intendiamo promuovere per intensificare i rapporti con la Lombardia, con l’obiettivo di aumentare l’interscambio economico tra i due paesi non solo a livello di investimenti ma anche a livello commerciale. Osserviamo con interesse anche il sistema che sostiene il credito per le imprese presente in Lombardia, e stiamo cercando di capire se è possibile svilupparlo anche in Albania». Sui motivi per cui dovrebbe essere conveniente per un imprenditore italiano investire nel paese, il ministro spiega che «la struttura delle imprese è molto simile a quella italiana con ditte individuali, Srl, Spa: il 90 per cento sono Piccole e Medie Imprese, e a tutte l’Albania offre un buon

Perchè investire nel paese? «Il 90 per cento sono Piccole e Medie Imprese, e a tutte l’Albania offre un buon pacchetto fiscale»

pacchetto fiscale». L’Albania dal 2009 è membro della NATO, ma non fa ancora parte dell’Unione Europea. Sempre al 2009 risale la domanda di adesione: da allora sono stati fatti alcuni passi avanti, fino alla concessione nel 2014 dello status di Paese candidato all’adesione all’UE, anche se i tempi per ulteriori step appaiono al momento incerti per tutti i paesi dei Balcani Occidentali impegnanti in vario modo sulla strada dell’ingresso dell’UE dopo il periodo comunista, i conflitti degli anni ’90 e la disgregazione della Jugoslavia: oltre all’Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia. Il tema è però quanto mai all’ordine del giorno, in settimane che vedono la forte e rapida spinta - in questo caso in risposta alla guerra in corso con la Russia - del processo che in prospettiva potrebbe portare all’ingresso nell’Unione di Ucraina, Moldova e Georgia, anche questi ex paesi comunisti. «Noi non siamo vicini all’Italia solo dal punto di vista geografico - evidenzia Bilali -, ma ad unirci è la cultura e la storia dei nostri due popoli: è il motivo per cui in Albania ci sono tantissime persone che parlano italiano, è raro trovare qualcuno che non lo parla». Senza contare la presenza albanese in Italia, anche questa risalente nel tempo, cresciuta con la caduta del regime comunista, periodo in cui proprio le coste pugliesi accolsero migliaia di profughi in fuga dall’Albania. Ma la volontà di farsi avanti come partner economico ha subìto una forte spinta anche dall’evoluzione della situazione economica mondiale degli ultimi anni, che ha portato molti paesi a riflettere sulla necessità di accorciare le filiere produttive di fronte ai sempre maggiori rischi che riserva il commercio globale - tempi più lunghi e prezzi più alti. «Dopo il Covid e lo scoppio della guerra in Ucraina - conclude Bilali - assistiamo ovunque ad una forte crescita dei prezzi, in particolare del carburante: per questo è più facile, dal punto di vista della gestione della logistica, poter contare su partner vicini geograficamente come noi». Daniele Cavalli

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