Bergamo Economia 20

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REPORTAGE Piano Casa e terremoto in Abruzzo Come cambierà il modo di costruire in Italia

INCHIESTA Bergamo imbocca una corsia preferenziale I vantaggi economici e sociali delle grandi opere

CONTI IN TASCA In Parlamento la carica dei milionari Tutti i redditi dei politici bergamaschi

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

A Cisano i pionieri del sole

L'Elettrica Service, fra le prime aziende in Italia ad occuparsi d'installazioni di pannelli fotovoltaici, festeggia i dieci anni di vita c o n l ' i n n o v a t i v a m e s s a i n r e t e a 1 5 m i l a Vo l t del più grande impianto privato in Lombardia, tra i primi dieci in Italia in termini di grandezza

Maggio 2009 - anno 3 - numero Economia, attualità, costume e stile

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L’editoriale L'Italia bifronte, buoni e cattivi uniti dal dolore dell'Abruzzo ai avremmo immaginato che un terremoto potesse scatenare, in modo così marcato, le virtù e i difetti dell'Italia intera. L'agrodolce rappresentazione di una nazione divisa in due: quella contraddistinta da spirito solidale e patriottismo, e quella capace di farsi del male da sola complice la sete di guadagno a discapito della vita umana. Il tragico sisma che ha squassato L'Aquila e i paesi limitrofi, non ci ha lasciato in dote solamente i quasi 300 morti e le migliaia di persone ferite e senzatetto. Il ricordo di questa tragedia resterà indelebile anche per altre due immagini: la solidale corsa contro il tempo per salvare quanti rimasti sotto le macerie e, purtroppo, l'incuranza nel costruire case antisismiche che di sicuro avevano solo il nome.

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el capoluogo disastrato, da sempre zona a rischio terremoti, stime alla mano raccontano come almeno 22 mila abitazioni crollate - su un totale di circa 60 mila erano state costruite in anni recenti, ma con criteri assolutamente inadeguati. Cemento allungato con la sabbia, cantieri gestiti allegramente e controlli che non controllavano. Una prassi purtroppo non nuova nel nostro Paese, criminale e spregiudicata, di chi - per avere un conto in banca più rigoglioso mette a rischio l'incolumità e i patrimoni di gente perbene. La procura dell'Aquila ha prontamente aperto un'inchiesta contro ignoti, nella speranza di poter a breve identificare i colpevoli. Il rischio, però, è che - altra prassi italica - tutto finisca in un nulla di fatto. Il catasto, infatti, è stato danneggiato e gran parte dei documenti andati persi nel disastro. Resta così molto complicato ricostruire l'iter degli appalti e capire come sia stato possibile costruire male proprio in una zona sismica. La giustizia dovrà fare il suo corso, ma siamo addolorati dal fatto che probabilmente - questo corso finirà nel buio. Punire chi ha sbagliato, colposamente o dolosamente, è un dovere divino e costituzionale. Com'è un diritto per i cittadini poter dormire sonni tranquilli, sapendo che certi tragici (o voluti) errori non abbiano a ripetersi. Attendiamo risposte dalle macerie degli uffici comunali, sperando che la magistratura - con l'aiuto del buon Dio - non lasci impuniti i "costruttori" di simili crimini. Quel che conforta è l'animosa corsa degli abruzzesi dai magistrati, a consegnare video amatoriali e documenti personali utili ad identificare gli imprenditori che hanno realizzato gli immobili crollati. Una sete di giustizia naturale, che raffigura l'Italia buona contro quella cattiva. E anche in questo caso la nostra società si è rivelata come Ianus, o Giano. Dio degli inizi, materiali e immateriali, che dall'antica religione romana è tornato ad aiutare i suoi italici nipoti cristiani. Un Paese bifronte, diviso in due: il diavolo e l'angelo, il fuoco e l'acqua Santa.

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na scalfittura che emerge anche nell'intimo di chi ci governa, o ci governava. Silvio Berlusconi, forse per la prima volta, ha svestito i panni del politico e ha fatto sentire la sua presenza in Abruzzo con umanità. E la gente ha capi-

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to che non era una mascherata. Erano le uscite sincere di un uomo vincente che ha avuto tutto nella vita, nei confronti di persone che l'hanno intimamente colpito, proprio perché tutto hanno perso. Al contempo, però, lo stesso presidente del Consiglio aveva varato - nella prima bozza del Piano Casa - normative di semplificazione per l'autorizzazione antisismica. Norme repentinamente cancellate, per far spazio a regole con standard più elevati e incentivi per realizzare lavori di consolidamento nelle zone a rischio. Domanda: senza il terremoto in Abruzzo, cosa sarebbe successo? Anche qui Giano è rappresentato divinamente. Come nella sinistra, l'opposizione che poi non s'oppone. Gradevole la decisione di mettere in stand-by le polemiche dinanzi ad un simile strazio nazionale. Ma è altrettanto scorretto puntare il dito contro il Governo, reo di non aver vigilato abbastanza per prevenire tale catastrofe. Ma Franceschini - e tutti i generali del Pd - dov'erano quando le norme tecniche antisismiche, approvate da Berlusconi proprio nel 2005, restavano in stand-by per volere del Governo Prodi? Nessuno ha mai mosso un dito per evitare i vari rinvii legislativi. er fortuna l'Italia senza scrupoli, che "tarocca" cemento e mattoni, si è rivelata anche carica d'umanità e fratellanza. Come se in questa desolante distruzione, gli italiani avessero scoperto quel senso dello Stato che in realtà non hanno mai mostrato di avere. Un sentimento ben rappresentato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Lo stesso che, fra le macerie dell'Aquila, ha dimostrato di cogliere la necessità d'esserci. Si è così trasformato nel segnale della profonda unità, della commozione, della solidarietà di un Paese che, in quest'occasione, ha dato prova di grande coesione.

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el resto la vita insegna che dal dolore, anche il più intenso, può nascere del bene. Regola ben rappresentata dal nostro passato. Siamo sempre stati capaci di dare il meglio di noi stessi nelle catastrofi. Guerre, alluvioni, terremoti: da ogni disastro abbiamo tirato fuori solidarietà, umanità e generosità inaspettate. Anche noi bergamaschi, fra volontari e Vigili del Fuoco, non ci siamo tirati indietro. Ognuno ha dato il proprio contributo, fra vita e morte. Persino tante realtà imprenditoriali - fra i primi la Despe, con i suoi scavatori meccanici - si sono mossi per aiutare la popolazione abruzzese. Godiamoci così questa pulita concordia nazionale che, in tempi recenti, solo il Mondiale vinto dall'Italia nel 2006 aveva portato nei nostri confini. Abbracciamoci e preghiamo che, questa tragedia, possa veramente aver cambiato la nostra faccia. Le premesse sono di buon auspicio. Lo dimostra la volontà di dividere in 100 progetti la ricostruzione dell'Abruzzo, affidando la responsabilità a ciascuna delle province italiane. Una bell'idea, utile a cesellare quest'unione nazionale ritrovata e rilanciare l'economia in tempi di crisi. Sarebbe anche un bel test per capire quale, veramente, delle due "Italia" siamo: la buona o la cattiva.

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di Luca Bilotta, redattore responsabile

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IL PRIMO MENSILE ECONOMICO DI BERGAMO

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www.bergamoeconomia.it ORGANIGRAMMA:

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IN COPERTINA

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Presidente: Paolo Agnelli Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi Direttore: Paolo Provenzi

Elettrica Service, i pionieri del sole

REDAZIONE: Redattore Responsabile: Luca Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it Collaboratori: Livio Casanova, Giorgio Chiesa, Marco Amorese, Roberto Amaglio, Massimo Pighizzini e Alice Perico Grafica: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it Fotografi: Giorgio Chiesa, Laura Pietra e Franco Pasinetti Website: Stefano Morleo

PUBBLICITA’: Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n - 24122 Bergamo Tel. 035 678812 Mail: info@bergamoeconomia.it Antonio Milanesi: milanesi@bergamoeconomia.it

REPORTAGE

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Il Piano Casa è ok, fra polemiche e certezze

INFO: Società Editrice Giornale di Bergamo S.p.a. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Capitale sociale 500.000,00 Euro

INFRASTRUTTURE&TERRITORIO

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Boltiere, il paese "del traffico" si trasforma con le grandi opere

Stampatore: Castelli Bolis Poligrafiche S.p.a. 24069 Cenate Sotto (Bg) - Via Alessandro Volta, 4 Tel. 035 4258528

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BUROCRAZIA&MERITOCRAZIA

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Emoticon a Pontida, Renato Brunetta ci mette la faccia


OGNI PRIMO VENERDI’ DEL MESE IN EDICOLA

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O Maggio 2009

LEGGI&AMBIENTE

MORSI DALLA CRISI

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La Val Seriana tra gli artigli dell’orso JJ5 e della recessione

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L’INCONTRO

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AZIENDE&AMBIENTE

Bergamo e la russa Yaroslavl, la nuova via della finitura industriale

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TECNOLOGIA&AMBIENTE

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Guido Galeotti, norme ambientali per salvaguardare l'impresa

Fotovoltaico: i tedeschi non rimangono "scottati" dal sole italiano

NCE, "dietro le quinte" alla bonifica ambientale

NUOVE REALTA’

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Bi Esse, la tradizione che va controcorrente

RUBRICHE

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VIAGGIO NEL TEMPO Bigio, settantacinque anni di dolci mezzelune WELLNESS Punto Linea, l’esclusività del benessere SPORT&SOLIDARIETA’ Tennis Vip, nuovo anno al servizio della beneficenza MOTORI Honda Insight: ambientalista nell'anima Bmw Z4: old style dal carattere tecnologico

CHI, DOVE E PERCHE’

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Foto e curiosità 7


Notizie in breve

Bergamo ospita il Giro del centenario

neschi e i sui collaboratori. Sullo sfondo, una veduta di città Alta. Nella bordura la scritta a rilievo "Giro del Centenario Bergamo" e le date incise del centenario 1909-2009. La medaglia è in bronzo patinato a un diametro di mm 70, ed è prodotta in 300 esemplari numerati.

La regione Lombardia premia la sensibilità di Bonifiche Ambientali ella serata di martedì 14 aprile scorso, in occasione della presentazione della tappa bergamasca del Giro d'Italia, al Centro Congressi Giovanni XXIII è stata scoperta la medaglia per celebrare l'evento. "Quest'anno l'opera - ha commentato il maestro Cav. Luigi Oldani, a cui sono state commissionate le nuove sculture - è dedicata a tutti i ciclisti bergamaschi vincitori di almeno una tappa al Giro. I loro nominativi, posti sul rovescio della medaglia, sono incisi a rilievo sopra una corona dentata in positivo, completi delle date delle vittorie. Completano la composizione del rovescio, con scritte circolari, gli sponsor istituzionali e l'indicazione della tappa". Al diritto, Oldani ha voluto aprire una finestra su Bergamo formata da una nuova corona dentata, questa volta in negativo, che apre la visuale sulla torre dei Caduti, posta a pochi metri dalla linea d'arrivo della tappa. In secondo piano, a simboleggiare i colli di Bergamo, un nuova porzione di ingranaggio, con sopra inciso gli anni degli eventi legati al Giro realizzati da Promoeventi; 2004, 2007, 2008, 2009 lasciando volutamente degli spazi vuoti ad indicare le prossime manifestazioni promosse da Giovanni Betti-

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azienda di Levate, Bonifiche Ambientali, lo scorso 23 marzo, ha ricevuto il Premio "Ambiente e Innovazione" di ANTA Lombardia, quest'anno alla sua prima edizione. Nell'ambito di un convegno che si è svolto a Milano, al Circolo della Stampa, il riconoscimento è andato ad aziende della Lombardia che si sono distinte per sensibilità ambientale. "Spesso in passato - ha commentato l'assessore La Russa - involontariamente, ma in alcuni casi volontariamente, le aziende hanno danneggiato l'ambiente. Ora abbiamo imboccato la strada giusta: la tutela, la sensibilità e la cultura ambientale sono cresciute e l'impegno è sempre costante. Sono felice di poter premiare giovani ed aziende che saranno i protagonisti del mondo di domani". All'azienda di Levate è stato riconosciuto il contributo concreto dato ogni giorno al miglioramento del nostro ecosistema. Bonifiche Ambientali offre servizi completi di risanamento ambientale e di engineering di alto livello, sia in settori industriali che civili, intervenendo direttamente su siti di ogni dimensione, in Italia e all'estero, per il miglioramento dell' ecosistema con tecnologie, conoscenze e servizi sempre più efficaci. Il

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BT Ticino sul tetto del mondo uovo sigillo della tecnologia italiana in alta quota. Nei prossimi mesi la BTicino, annoverata tra i più importanti produttori mondiali del settore delle apparecchiature elettriche, salirà al Laboratorio Osservatorio Piramide dell'Everest, a 5.050 metri di quota, per rinnovare gli impianti della struttura. La partnership tra il Comitato EvK2Cnr, che gestisce il laboratorio da vent'anni, e la BTicino va ad ampliare il cerchio d'eccellenza che ruota attorno al laboratorio scientifico italiano diventato, negli ultimi anni, un punto di riferimento internazionale nel campo del monitoraggio climatico e atmosferico. La BTicino fornirà materiali elettrici di ultima generazione per il centro ricerche e l'annesso lodge, adibito all'alloggio del personale. E si occuperà di realizzare un sistema di distribuzione energia multisorgente e un sistema di gestione del consumo elettrico applicato all'impianto di illuminazione. Entrambi i sistemi saranno telecontrollabili via internet satellitare da remoto.

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Il dott. Mauro Andreini

Premio è stato consegnato a uno dei titolari, il dott. Mauro Andreini, dallo stesso La Russa, assessore Industria, PMI e Cooperazione della Regione Lombardia.

Nella sfida tra cuochi provetti, Nembro va in finale con la "valdostana" i sono concluse le gare eliminatorie del Concorso "Ristorerò" riservato agli allievi degli istituti alberghieri lombardi. Due le squadre finaliste: Michael Cassera e Mirko Ron-

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zoni dell'Ipssar "A.Sonzogni" di Nembro, Mattia Borroni e Simone Tricarico dell'Ipssar "Carlo Porta" di Milano. L'esibizione delle squadre ha ricalcato il format della trasmissione di RAI 1 "La Prova del Cuoco", che ha ospitato i finalisti nella puntata dell'8 aprile. Le quattro giovani promesse hanno conosciuto solo qualche istante prima del via, gli ingredienti a loro disposizione per elaborare due piatti. Il 30 marzo gli aspiranti cuochi di Nembro hanno battuto gli altri partecipanti con una rivisitazione della "valdostana" e del "bianco mangiare", mentre gli allievi di Milano hanno preparato un "risotto agli asparagi" ed una "zuppa inglese". L'iniziativa è una delle azioni centrali della manifestazione che la Confesercenti di Bergamo dedica alla memoria di Vittorio Cerea, fondatore del prestigioso ristorante “Da Vittorio”. Le due squadre si contenderanno il primo posto nella finale prevista il 23 maggio prossimo, giornata conclusiva di Ristorerò. Il montepremi del concorso, messo in palio dalla ROS Forniture Alberghiere, è complessivamente di 5.000,00 euro, 3.000,00 per il primo classificato e 2.000,00 per il secondo.

Donati Group e l'Itis Natta in volo a Shanghai per SolarLab

sivo di 420 mila euro. Merito del contributo della Provincia (che ha stanziato oltre 100 mila euro), ma soprattutto del gruppo industriale "Xeliox - Donati Group" di Medolago, che ha messo a disposizione il cuore del laboratorio: un paraboloide lineare a concentrazione. Un'iniziativa unica in Italia, fortemente voluta anche dal comitato Pro Paleocapa e Natta, oltre che da Calor System, Credito Bergamasco, A2A, Bticino e Fluke. "Dobbiamo un grazie particolare a Roberto Sestini, Valerio Bettoni e a Franco e Pino Donati - spiega il dirigente del Natta, Giovanni Infantino -, per aver creduto alla necessità di mettere gli studenti a contatto con le tecnologie d'avanguardia. Inoltre, si parla di un settore decisivo per le sviluppo del paese e per il loro futuro". All'inaugurazione, all'interno dell'aula magna dell'istituto, erano presenti anche Valerio Bettoni (presidente Provincia di Bergamo), Roberto Sestini (presidente Camera di Commercio e del Comitato Pro Paleocapa e Natta), Carlo Saffioti (presidente Commissione Regionale Attività Produttive), Franco Donati (presidente Xeliox - Donati Group), Armanda Ferrarini (docente), Tiziano Pedruzzi (docente) e Valter Giupponi (Calor Systems).

n posto all'Expo 2015 di Milano per il "laboratorio su tetto" inaugurato venerdì 27 marzo scorso all'Itis Giulio Natta - che permetterà all'istituto di andare anche nel 2010 a Shanghai. Un innovativo progetto, definito SolarLab, composto da un laboratorio per il solare termodinamico realizzato con un investimento comples-

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Reportage Articolo di Luca Bilotta Foto di Franco Pasinetti

Dopo vari rinvii pronto il via libera, anche se le discussioni non si placano sia sulle norme di semplificazione per l'autorizzazione antisismica previste nella prima bozza del decreto legge sia per l'impatto ambientale dell'operazione 10

opo vari rinvii, il più è stato fatto. Parliamo del Piano Casa prossimo al varo dal Governo che, a distanza di un mese dal primo accenno d'accordo, ha praticamente concluso il suo iter burocratico con il Consiglio dei Ministri del 30 aprile scorso. C'è voluto più tempo rispetto alle tempistiche previste all'inizio delle contrattazioni circa un mese fa, complici purtroppo anche il terremoto in Abruzzo e il primo rifiuto delle Regioni. Rinvii contrassegnati da polemiche di varia natura, le più dure riguardanti le norme di sicurezza antisisma. Era stato, infatti, lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a confermare - subito dopo la prima scossa a l'Aquila - che all'interno del decreto legge sarebbero state inserite nuove norme per garantire un adeguato standard antisismico degli edifici e anche degli incentivi per realizzare lavori di consolidamento nelle zone a rischio. Di tutto questo, pe-

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Il Piano Casa è ok, fra polemiche e certezze Previsti ampliamenti del 20% (mentre l'altro limite di 200 metri cubi potrà essere superato dalle leggi regionali) e premi di cubatura del 35% a chi demolisce e ricostruisce rò, nel testo iniziale non vi era traccia. Anzi, erano previste addirittura delle norme di semplificazione per l'autorizzazione antisismica. L'introduzione di verifiche a campione ex post, non era però in linea con la sicurezza dei cittadini sempre più necessaria a fronte di quanto accaduto in Abruzzo. La tematica divenuta purtroppo di stretta attualità, ha così modificato i piani del Governo che ha immediatamente eliminato dal testo la parte interessata, per poi successivamente reinserire nuove norme più ferree. La domanda, però sorge spontanea: ma senza il terremoto in Abruzzo, cosa sarebbe successo? Il rischio era di ritrovarsi nuovamente a contatto con costruzioni di cartapesta "regolarizzate" in zone instabili dal punto di vista sismico. Resta comunque la certezza che il Piano Casa, dovrebbe rimettere in moto il settore edilizio italiano dal punto di vista strettamente economico e occupazionale. Stando alle prime stime, si parla di un minimo di 70 miliardi di euro che potrebbero entrare nel circuito economico nazionale. ULTIMO STEP - L'intervento di rilancio dell'edilizia ha però un ultimo step da superare: deve essere, infatti, approvato dalle leggi regionali, che entro 90 giorni dovranno prevedere le regole per gli ampliamenti del 20% (mentre l'altro limite di 200 metri cubi potrà essere superato dalle leggi regionali) e per i premi di cubatura del 35% a chi demolisce e ricostruisce. In caso contrario, si darà il via a poteri sostitutivi con commissari ad acta. La disciplina regionale, comunque, sarà limitata temporalmente a 12 mesi, salvo che le Regioni non dispongano diversamente. AMPLIAMENTI E RICOSTRUZIONI - Gli ampliamenti saranno possibili per edifici abitativi uni-bifamiliari, ma anche per palazzine di volume inferiore ai mille metri cubi. Demolizioni e ricostruzioni, invece, saranno possibili anche per edifici diversi da quelli residenziali, come quelli industriali e commerciali. L'obiettivo è quello di migliorare la qualità architettonica ed energetica degli edifici, con l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e secondo criteri di sostenibilità ambientale. E proprio l'efficienza energetica è stata al centro delle polemiche del Piano Casa. Non a caso era stata ventilata l'ipotesi di reintrodurre la certificazione energetica nelle compravendite

e recepire così le linee guida delle direttive europee. Lo strumento della certificazione energetica è stato però depotenziato con la Legge 133/2008, che ha eliminato l'obbligo di allegarlo all'atto di vendita. Una possibilità - infatti - non presa in considerazione, ma resta però l'opportunità agli Enti Locali di attivarsi per neutralizzare attraverso la normativa regionale il rischio di emissioni aggiuntive. Sempre le singole Regioni potranno dettare le regole e le "forme semplificate e celeri" anche attraverso piani e programmi definiti con i Comuni. Le leggi regionali, inoltre, possono individuare ambiti nei quali gli interventi di ampliamento sono esclusi e altri ambiti in cui sono favoriti, con opportune incentivazioni e premialità finalizzate alla riqualificazione di aree urbane degradate. SEMPLIFICAZIONE - Tante le libertà previste dal Piano Casa, escluso come detto il capitolo dedicato alle norme antisismiche. Il tutto per rendere possibile con modalità meno gravose, gli ampliamenti di cubatura del 20 per cento e i piani di demolizione e ricostruzione. Il testo contiene un ampio ventaglio di semplificazioni e sarà accompagnato da un disegno di legge delega con le misure più strutturali, a partire dalla cancellazione del permesso di costruire. Proprio per gli ampliamenti di cubatura servirà la denuncia di inizio attività, e per rendere possibile ciò il decreto prevede che siano sottoposti appunto a Dia anche le opere interrate ai lati della casa (meno quello di accesso), con il limite del 20 per cento di maggior volume. Attualmente la Dia è necessaria anche per le manutenzioni straordinarie, mentre rientrano nell'attività edilizia libera quelle ordinarie, limitate tipologie di eliminazione di barriere architettoniche e le attività di ricerca nel sottosuolo. Questa casistica dovrebbe essere notevolmente ampliata: oltre agli interventi di manutenzione straordinaria (tutti quelli interni alla casa purché non aumenti il numero delle unità immobiliari) diventeranno liberi i movimenti di terra che riguardano l'agricoltura, i depositi temporanei di merci e materiali a cielo aperto, le opere d'emergenza, i mutamenti di destinazione d'uso senza opere edilizie, sempre che facciano aumentare il carico urbanistico, le opere di pavimentazione di spazi esterni, anche di sosta, l'installazione di pannelli solari e di serbatoi di gpl. L'unica formalità richiesta per tutti questi interventi sarà una comunicazione da inviare al 11


Comune entro trenta giorni da quando sono stati ultimati "per evidenziare la legittima sussistenza ad ogni ulteriore effetto". Novità importanti anche per i piani urbanistici, che potranno essere attuati anche tramite perequazioni e compensazioni. Nel primo caso si attribuiscono diritti edificatori a proprietà immobiliari che hanno indici di edificabilità inferiori a quella di riferimento in un ambito territoriale; nel secondo i diritti possono andare alle proprietà sulle quali si realizzi un intervento pubblico, a seguito di un accordo tra il Comune e il proprietario. Di notevole impatto saranno poi le norme sulle autorizzazioni paesaggistiche: di fatto, una volta rilasciate dalle amministrazioni competenti, non potranno più essere annullate dalle Soprintendenze che si limiteranno ad esprimere pareri non vincolanti. In questo campo si accorceranno anche i tempi delle procedure. COMMENTI - "Un conto approssimativo di quanto il Piano Casa può

immettere nell'economia, ci porta a valutare che se il 10% dei proprietari di case mono o bifamiliari approfittassero dell'offerta entrerebbero nel circuito economico 60-70 miliardi di euro, quasi tutti provenienti da depositi bancari". Questa è la valutazione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. "Il risultato è che i padroni di casa possono cominciare da subito a chiamare i progettisti e a commissionare il lavoro. Saranno questi ultimi a firmare, sotto la loro responsabilità il progetto, che non violi le norme regionali o comunali e i regolamenti sanitari, attraverso la massima semplificazione burocratica e amministrativa". "Questo non è il Piano Casa - ha concluso Berlusconi - è un intervento di ampliamento delle abitazioni, è un piano famiglia più che un piano casa. In ogni capoluogo di provincia un insediamento urbanistico, per venire incontro alle esigenze di nuove case per chi la casa non ce l'ha, per i giovani, per chi non può permettersi l'affitto". E spiega: "Il mio sogno è vedere realizzazioni all'avanguardia dell'urbanistica".

Piano casa, passo dopo passo LE STANZE IN PIU’

LA SOPRAELEVAZIONE

L’ampliamento “classico” consiste nell’aggiunta di una nuova ala - composta da una o più stanze - a un edificio esistente. Ad esempio, in una villetta monofamiliare di 120 metri, con un volume di 420 metri cubi, si possono aggiungere fino a 84 metri cubi (pari al 20% in più). Saranno le Regioni a definire se e come si potrà derogare agli strumenti urbanistici regionali e comunali. E bisognerà comunque rispettare distanze e diritti di veduta dei vicini tutelati.

Aggiungere “nuovi volumi”al sottotetto per renderlo abitabile è un altro degli interventi di ampliamento possibili. Anche in questo caso, si applica il limite del 20% dei volumi esistenti e quello “teorico” di 200 metri cubi in valore assoluto. Bisogna però tenere conto del fatto che, dovendo demolire e ricostruire il tetto, il costo medio è piuttosto elevato: pur tenendo conto delle differenze territoriali, si può stimare in 1.800/2.000 euro al metro quadrato, contro i 1.300/1.500 euro al metro quadrato per l’aggiunta di nuove stanze.

DALLA VERANDA AL PORTICO Nuovi spazi abitativi possono essere creati anche chiudendo un portico o un balcone (facendolo diventare una veranda) o trasformando una serra o un’altra struttura muraria già esistente. In questo caso, fatti salvi i limiti di volumetria, l’intervento è più semplice perchè la spesa è minore: intorno ai 600/700 euro al metro quadrato. Tuttavia anche in questa ipotesi, bisogna valutare le distanze e il diritto di veduta dei vicini. Esclusi i condomini.

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IL SEMINTERRATO

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Gli interventi di ampliamento possono riguardare anche spazi già esistenti, ad esempio destinati a seminterrato. Si potrà rendere abitabile un seminterrato, trasformandolo in una tavernetta o in un locale di servizio, liberando spazio utile in altre zone della casa. Il costo varia molto a seconda delle condizioni dei locali, ma mediamente inferiore a quello delle nuove costruzioni.



In primo piano Articolo di Luca Bilotta Foto di Franco Pasinetti

Il terremoto in Abruzzo smuove la burocrazia italiana

Aggiunte le norme tecniche antisismiche del 2005 e mai entrate in vigore, faranno parte del Piano Casa. Il Governo vara anche una serie di agevolazioni per chi metterĂ in sicurezza la propria abitazione utilizzando le nuove regole tecniche e immagini dell'Aquila distrutta e le centinaia di persone uccise dal crollo delle proprie case in Abruzzo, ha riportato d'attualitĂ le norme antisismiche mai adottate in Italia e spinto il Governo ad una clamorosa virata del Piano Casa, in cui sono state introdotte nuove norme piĂš ferree per evitare o attutire simili tragedie. Tante le idee e i progetti sorti in questi giorni di dramma, anche l'intenzione di dar vita alla prima "new town" proprio

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VerrĂ esteso lo sgravio Irpef del 55%, concesso finora solo per chi metteva in pratica interventi di risparmio energetico


nelle vicinanze dell'Aquila e che potrebbe essere completata nell'arco di 24-28 mesi. Visioni futuribili e non d'immediata realizzazione. Per ora le uniche certezze per i terremotati dell'Abruzzo sono i 100 milioni di euro che il Governo ha stanziato per far fronte all'emergenza, ai quali si aggiungeranno i fondi strutturali per le catastrofi e alcune centinaia di milioni dell'Unione Europea. Senza dimenticare il decreto pro-Abruzzo che prevede risorse per complessivi 8 miliardi in 3 anni, di cui 1.5 per affrontare l'emergenza e 6.5 per gli interventi di ricostruzione. Ma proprio nel Piano Casa sono previsti altri aiuti e, soprattutto, facilitazioni per tutti gli italiani che vorranno mettere a norma antisisma le proprie case. Il primo in ordine di tempo è stato il premio di cubatura del 35%, che sarà concesso non solo a chi installerà impianti per il risparmio energetico, ma anche a chi, dopo la demolizione del proprio edificio, ricostruirà nel pieno rispetto delle normative antisismiche. E' stato proprio questo il primo incentivo generalizzato, ma non l'unico nato dalla tragedia abruzzese.

Detrazione del 55% dell'Irpef - Fra i provvedimenti del Governo, infatti, è prevista un'altra serie di agevolazioni per chi vorrà mettere in sicurezza la propria abitazione utilizzando le nuove regole tecniche, più severe delle precedenti. A finanziare parzialmente interventi di incatenamento, riempimento o tirantaggio, sarà in primis un'estensione dello sgravio Irpef del 55%, concesso finora solo per chi metteva in pratica interventi di risparmio energetico. L'ipotesi di estensione generalizzata sul territorio nazionale di questo beneficio - piuttosto costosa per le casse dello Stato - deve passare, però, al vaglio del ministero dell'Economia. Non dovrebbero esserci comunque problemi, dato che proprio pochi giorni fa il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha commentato così l'ipotesi: "Sarà approvata, dobbiamo capire solo le modalità attuative". Norme antisismiche del 2005 - Un'altra certezza è che nel decreto legge del Piano Casa sono state finalmente sbloccate le norme tecni15


che antisismiche approvate nel 2005 e mai entrate in vigore per vari rinvii legislativi. Una lunga storia burocratica, riassumibile in pochissimi passaggi. Il primo nel 2002, dopo il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia. All'epoca il capo del Governo, Silvio Berlusconi, disse: "Basta". E prese il via il lavoro di riscrittura delle regole, prima con l'ordinanza di Protezione civile (3274/2003) e poi con il decreto delle Infrastrutture datato 14 settembre 2005. Proprio in quei documenti ci sono le indicazioni su come disegnare in sicurezza le strutture, in muratura, in cemento armato e in legno. Ma ci sono anche le prescrizioni per mettere in sicurezza gli edifici esistenti. Il decreto entra così in vigore il 24 ottobre 2005 e subito finisce nel limbo della fase transitoria. Secondo passaggio: il blocco inizialmente doveva durare 18 mesi, il Governo Prodi però lo prolunga fino al dicembre 2007. Intanto, si scatenano polemiche sul testo. Si decide allora di rimetterci mano e si arriva a un ritocco nel gennaio del 2008. E alla seconda proroga: l'entrata in vigore è spostata al 30 giugno 2009. Ma almeno per gli edifici strategici nuovi (scuole, ospedali e infrastrutture) l'applicazione scatta da marzo 2008. Per intenderci: strutture come l'ospedale civile o la Casa dello studente dell'Aquila oggi dovrebbero essere costruite con le nuove norme. Sul patrimonio esistente però, ancora nulla. E arriviamo così all'ultima proroga, ultimo passaggio di questa nostra cronistoria. Stavolta è il governo Berlusconi a proporla nel decreto di fine 2008. E si rinvia addirittura al 30 giugno 2010. Tra i motivi c'è la mancanza di una circolare esplicativa per i progettisti. La proroga è arrivata a fine febbraio, la circolare (pronta da qualche mese) è andata in Gazzetta una settimana

dopo. Il dramma in Abruzzo, però, ha sbloccato finalmente l'iter burocratico e approvato le norme tecniche antisismiche del lontano 2005. Adeguamento antisismico - E così d'ora in poi, per fortuna, detterà legge il decreto ministeriale del 14 gennaio 2008, che allinea l'Italia alla filosofia europea degli Eurocodici. Si tratta di un sistema di regole di progettazione vincolante, basato su indici di sicurezza più rigidi di quelli attuali, ma con un'impostazione "prestazionale". In pratica sarà il progettista a scegliere le tecnologie più adatte per raggiungere gli standard di sicurezza fissati dagli Eurocodici. La cosa più rilevante è che, però, le norme tecniche non si applicheranno solo ai progetti di nuovi edifici, come accade oggi, ma diventerà più stringente l'obbligo di adeguamento anche per gli immobili esistenti. In pratica, ogni volta che si interverrà su un edificio, con una ristrutturazione, un consolidamento o un ampliamento (per esempio, una sopraelevazione), scatterà l'obbligo di adeguare l'immobile ai nuovi limiti di sicurezza. Problema diverso per gli edifici pubblici. Nel decreto legge è stato inserito un piano speciale per l'adeguamento di edifici particolarmente sensibili sul piano della sicurezza, a partire da scuole e ospedali. Non a caso il ministro della Funzione pubblica, Mariastella Gelmini, ha già reperito dal "fondo infrastrutture" un miliardo di euro per avviare un piano d'adeguamento edilizio. Stessa cosa accadrà agli ospedali, coinvolgendo però direttamente le Regioni.

Il premio di cubatura del 35% sarà concesso non solo a chi installerà impianti per il risparmio energetico, ma anche a chi, dopo la demolizione del proprio edificio, ricostruirà nel pieno rispetto delle normative antisismiche

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Norme&Lavoro Articolo di Livio Casanova

DURC: tutti i contributi nero su bianco Il "Documento Unico di Regolarità Contributiva" è un tema d’estrema attualità, alla luce del Piano Casa di Berlusconi e di un settore, quello edile, fiore all'occhiello della cultura imprenditoriale bergamasca URC" potrebbe stare tra "CRASH, CRACK, SPLASH, SMACK, SNIFF, SIGH, SOB, etc…"? Non ancora, almeno per adesso. Chissà che ai fumettisti della Disney non venga in mente di mettere in bocca questa parola al solito ed impacciato Paperino, in una strip, mentre si appresta a ristrutturare casa. Il vocabolo, in tutti i casi, non sarebbe nuovo. Lo conoscono bene gli imprenditori bergamaschi e non, che hanno alle loro dipendenze muratori, carpentieri, idraulici, elettricisti, posatori di serramenti, falegnami, fabbri, vetrai, imbianchini, piastrellisti, pavimentisti, elettricisti, idraulici e pittori edili. Insomma, tutti coloro che varcano gli innumerevoli cantieri edili presenti sul territorio. Da due anni a questa parte, infatti, prima della lista degli attrezzi da portare con sé il titolare dell'impresa è obbligato a richiedere e presentare il Durc. La sigla sta per Documento Unico di Regolarità Contributiva. Per essere pignoli, è necessario dal 1° gennaio 2006, per partecipare a gare d'appalto e per avviare lavori privati, soggetti a concessione e a DIA (denuncia inizio attività). Tocca anche le norme in materia di sicurezza sul lavoro, anche se il documento in se stesso è una "semplice" certificazione unificata del regolare versamento di contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi da parte delle imprese edili assicurate, appaltatrici di lavori pubblici e privati. Una prima considerazione: stando ai continui

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L'idea cardine è quella di creare una concorrenza fra le imprese, basata su fattori di qualità e innovazione E non una lotta senza quartiere fondata sull'abbassamento dei costi, l'evasione contributiva, il lavoro nero e l'elusione delle normative di sicurezza


interventi legislativi e ai molteplici chiarimenti emanati dal Ministero del Lavoro, si intuisce come la dimensione e la portata di questo documento sia ancora tutta da scoprire. A questo si aggiungono le modiche interpretative che scaturiranno dal Piano Casa di Berlusconi. L'argomento è di estrema attualità anche perchè, in tempi di crisi, quando i margini sono sempre più ridotti, la tentazione di eludere, di prendere delle scorciatoie è forte. In questo momento per qualcuno, vincere un lavoro può significare rimanere a galla e non morire. In tutti i casi quello del Durc è destinato a rimanere un cantiere aperto (per rimanere in tema), perché nella battaglia contro il sommerso, seguirà e perseguirà tutte le scappatoie che imboccherà il lavoro nero, per rimanere tale. Per il 2008 sono oltre 270 mila “i fantasmi” nei cantieri e 435 miliardi di euro il totale dell’evasione ed elusione contributiva. A subirne le conseguenze sono proprio quelle aziende che, nel rispetto delle regole, sono penalizzate perché "costano" più delle altre. A costo di essere banali, prima di entrare nel merito è necessaria una sottolineatura d'emblée: grazie al Durc non è più sufficiente che tutti i lavori siano realizzati a regola d'arte, "adesso" è necessario, anzi obbligatorio, che - ad essere in regola - siano, prima di tutto, i lavoratori. Documento - Quindi un altro pezzo di carta che qualcuno considera solo burocrazia aggiunta, ma l'entrata in vigore del-

la versione definitiva del Dl anti-crisi (legge 2/2009), prova a smentire questa presunzione. Con l'intento di snellire gli oneri a carico delle imprese, si stabilisce praticamente l'obbligo per le stazioni appaltanti pubbliche di acquisire d'ufficio, anche attraverso strumenti informatici, il documento unico di regolarità contributiva dagli enti abilitati al rilascio. Tutto per velocizzare i tempi perché gli interessi in campo non sempre coincidono. In sostanza l'obbligo di dotarsi del DURC viene spostato alle stazioni appaltanti e le imprese non dovranno più preoccuparsi di portarlo alle amministrazioni, ad esempio, per gli stati di avanzamento lavori. Questo almeno nelle intenzioni perché l'effettivo snellimento è tutto da accertare, vista la carente informatizzazione dell'accesso diretto alla banca dati. Per qualcuno la frontiera sarebbe la pubblicazione su internet della lista dei Durc rilasciati, con gli estremi per il riconoscimento. Una procedura di trasparenza che per ora è solo un progetto, ma che potrebbe incontrare nuovi sviluppi nei prossimi mesi. Unico - Per cui non sono ammesse fotocopie, ma tutta la documentazione deve essere prodotta in originale. Molto semplicemente non sono possibili copie dello stesso documento ma, tutt'al più, lo stesso documento in più copie. La misura serve per fronteggiare il fenomeno della contraffazione che, come abbiamo anticipato, distorce il mercato e falsa la con19


correnza. Si assiste sempre più frequentemente, anche a Bergamo, a casi di falsificazione del Durc da parti di imprese che, non in regola con i versamenti contributivi, per poter svolgere la propria attività creano un falso documento spacciandolo per genuino. Inizialmente serve per aggiudicarsi un appalto, ma il documento sempre in originale, accompagna tutti gli stati di avanzamento fino ai lavori finali e al collaudo. E' disposto che per facilitare la corretta individuazione del soggetto che abbia falsificato il Durc si identifichi, prima di tutto, la persona che lo consegna "brevi manu", cioè materialmente. Regolarità - Si regolarizza un mercato, quello edile, a partire dal suo nervo vitale: le imprese. In questo caso il Durc si configura come strumento di verifica che tende a premiare e valorizzare le imprese "vere" e gli imprenditori seri, contrastando la concorrenza di quelle false, che distorcono il mercato. I benefici sono la "trasparenza" negli appalti pubblici, la regolarità negli appalti privati, la possibilità di accedere a benefici contributivi, quest'anno ad esempio riduzione del premio dovuto all'Inail e infine l'accesso a benefici e sovvenzioni comunitarie. Sempre in tema di regolarità, in caso di inadempienze resta fermo il principio di corresponsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore. Il primo, per evitare il blocco dei pagamenti da parte della P.A., è obbligato al versamento dei contributi della seconda e successivamente, in fase di saldo, verranno regolarizzate entrambe le posizioni. La novità dell'ultim'ora: per non aggravare l'attuale situazione di crisi, che mette a rischio fallimento diverse imprese edili, l'Inps potrà rilasciare una certificazione di regolarità contributiva riferita al singolo cantiere e non all'impresa nel suo complesso, come è invece previsto dalla normativa vigente. 20

Contributiva - Non è una semplice ricevuta quietanzata del pagamento dei contributi, ma è un'arma in più contro il lavoro sommerso. Proviamo a spiegarlo partendo dalla situazione attuale e dal fatto che non esiste una definizione giuridica univoca del lavoro nero. Cosa sta accadendo nei cantieri? L'ultimo documento presentato dai sindacati alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni sul lavoro, apre uno spaccato ancora poco rassicurante sul lavoro edile e le sue zone d'ombra. Secondo i sindacati edili, infatti, gli elementi più critici continuano ad essere il meccanismo distorto di assegnazione degli appalti, la logica del massimo ribasso e la lunga catena dei subappalti e sub-contrattazioni di servizi, noli e forniture. Un secondo (ma non secondario) fattore di criticità, è poi determinato dal massiccio ricorso al lavoro nero e irregolare. Nonostante il Durc abbia fatto emergere circa 200mila lavoratori irregolari - si legge nel documento - in alcuni casi la presenza del lavoro sommerso raggiunge anche il 35-40% della manodopera complessiva. Una situazione, quest'ultima, che non riguarda soltanto alcune realtà meridionali caratterizzate da forte disoccupazione, ma anche città come Roma e Milano che, almeno fino ai mesi scorsi potevano vantare tassi di disoccupazione a livello europeo. In questo quadro il Durc non limita la sua azione alla regolarizzazione dei contributi non versati, ma tutela il lavoratore nei suoi diritti, a partire da tutta la normativa sulla sicurezza nei posti di lavoro. L'idea cardine rimane, tuttavia, quella di creare una concorrenza fra le imprese basata su fattori di qualità e innovazione, e non una lotta senza quartiere fondata sull'abbassamento dei costi, l'evasione contributiva, il lavoro nero e l'elusione delle normative di sicurezza.



eggere la legge

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La scheda Marco Amorese ha conseguito un LL.M. presso la Harvard Law School ed un Dottorato di ricerca in diritto commerciale presso l'Università degli Studi di Brescia. È ammesso all'esercizio della professione forense in Italia e a New York.

Rubrica a cura dell'avv. Marco Amorese

Sicurezza sul lavoro e valutazione dei rischi Tutte le norme previste dal decreto legislativo 81/08 Fra le novità entrate in vigore a maggio, l’ingresso nella safety d'impresa dello stress-correlato on legge delega 123/2007, il legislatore ha demandato al Governo sia la riorganizzazione della normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro sia l'armonizzazione delle leggi vigenti in materia. Il risultato è un corpus normativo che unifica e riordina la complessa disciplina che si era negli anni depositata "a strati". Il decreto legislativo 81/08 porta a compimento il riordino della complessa materia ed introduce significative novità che dovrebbero migliorare il livello di sicurezza sui luoghi di lavoro. Tra le novità, la valutazione del rischio stress-correlato che, a seguito del Milleproroghe 2009, entrerà in vigore proprio a metà maggio. Val la pena di fare il punto di una riforma con la quale molte imprese si sono già confrontate l'anno scorso e che richiede ora nuovi adempimenti.

C 1.

Nuova nozione di lavoratore Una delle principali novità del Decreto è costituita da una nuova definizione di lavoratore che ridisegna il campo di applicazione delle norme di safety. Come noto, la 626/94 definiva il lavoratore come colui che presta "il proprio lavoro al-

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le dipendenze di un datore di lavoro con rapporto di lavoro subordinato anche speciale". Il Decreto ha esteso le tutele precedentemente riconosciute ai lavoratori subordinati, ricomprendendo nella nozione di lavoratore ogni rapporto anche atipico o saltuario che orbiti attorno all'impresa. Tuttavia, continuano ad essere definite in modo più restrittivo le tipologie contrattuali che si devono computare ai fini dell'applicazione di quelle norme che dipendono dal numero di addetti (ad es. non si tengono in considerazione i collaboratori familiari, gli stagisti, i lavoratori assunti in sostituzione, lavoratori autonomi, lavoratori para-subordinati, etc.).

2.

Regole generali: l’alfabeto della sicurezza Viene rafforzata la necessità di un costante adeguamento dei livelli di sicurezza che devono essere accresciuti sia attraverso un costante miglioramento dei processi produttivi aziendali (miglioramento della learning curve aziendale attraverso la formazione dei soggetti coinvolti nell'azienda), sia attraverso un costante aggiornamento allo stato del progresso tecnico. La riforma ha ribadito esplicitamente alcuni principi generali di sicurezza che devono essere posti


in essere senza oneri per i lavoratori. Essi ricomprendono la valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza, la programmazione della prevenzione, l'eliminazione o la riduzione al minimo dei rischi, il rispetto dei principi ergonomici, la limitazione al minimo dei lavoratori esposti al pericolo, la priorità alle misure di protezione e prevenzione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale, l'informazione e formazione dei lavoratori, dei dirigenti e dei preposti, il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza anche attraverso l'adozione di buone prassi, la regolare manutenzione degli ambienti e delle attrezzature.

3.

Definizione della responsabilità dei datori di lavoro e dei criteri di delega Uno dei punti più critici del precedente impianto normativo, la delega di funzioni in tema di sicurezza, viene chiarito. Detto tema assume particolare importanza in presenza di infortuni che abbiano rilevanza penalistica. La responsabilità per incidenti gravi, infatti, si ripercuote sulle persone che, all'interno dell'impresa, hanno l'obbligo di impedire l'incidente attraverso l'introduzione di adeguati sistemi di sicurezza: i responsabili vengono spesso individuati in persone che rivestono posizioni apicali dell'impresa. Per ovviare alle incertezze del precedente impianto normativo, vengono recepiti alcuni orientamenti già consolidatisi. Il Decreto precisa che la delega di funzioni, per essere efficace, (1) deve risultare da atto scritto avente data certa, (2) deve

essere conferita a soggetti che posseggano i requisiti di professionalità ed esperienza richiesti dalla natura delle funzioni delegate, (3) deve attribuire concretamente i poteri necessari di organizzazione, gestione e controllo richiesti dalla natura dell'incarico conferito, (4) deve attribuire autonomia di spesa, (5) deve essere accettata per iscritto dal delegato. In ogni caso, il datore di lavoro non può delegare la valutazione dei i rischi, la redazione del documento di valutazione e la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e sicurezza. Inoltre, si deve ritenere che permanga l'obbligo di esercitare una vigilanza sulle attività delegate, eventualmente anche attraverso l'introduzione di "modelli di organizzazione e gestione" idonei ad avere efficacia esimente dalla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (D.Lgs.231/01). Una nota decisamente positiva della riforma è la migliore definizione dei compiti del datore di lavoro, dei dirigenti e dei preposti.

4.

Istituzione del servizio di prevenzione e protezione aziendale (“SPP”) Il datore di lavoro deve istituire un servizio di prevenzione e protezione aziendale ("SPP") che sia adeguato alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e deve adibire al SPP lavoratori con capacità e requisiti professionali adeguati. In particolare, il Datore di lavoro designa un responsabile che deve essere in possesso di un titolo di studi non inferiore al diploma di istruzione secondaria e che abbia frequentato, con

La sicurezza in edilizia per punti Soggetti coinvolti

Ridefiniti i ruoli di committente, responsabile dei lavori, lavoratori autonomi, coordinatore per la progettazione, coordinatore durante l'esecuzione

Obblighi di committente o responsabile dei lavori

Si attiene alle misure di tutela generali e valuta i documenti sulla sicurezza nei cantieri. Designa il coordinatore per la progettazione (solo ove l'opera sia soggetta a permesso di costruire) ed il coordinatore per l'esecuzione, e ne comunica il nominativo alle imprese presenti sul cantiere. Verifica l'idoneità tecnico professionale dell'impresa affidataria e delle imprese esecutrici, acquisisce informazioni in tema di consistenza dell'organico e dell'incidenza di infortuni alle imprese esecutrici. Trasmette all'amministrazione competente il nominativo delle imprese esecutrici prima dell'inizio dei lavori ed effettua la notifica preliminare all'ASL competente

Sospensione dell'efficacia del titolo abilitativo

L'assenza del piano di sicurezza e coordinamento, del fascicolo di cantiere o della notifica preliminare comporta la sospensione del titolo abilitativo

Effetti dell'incarico al responsabile dei lavori

La designazione di un responsabile dei lavori non esime il committente dalla verifica della completezza documentale del cantiere, dell'idoneità delle imprese incaricate e dalla notifica preliminare

Obblighi dell'impresa affidataria

Redige il piano operativo di sicurezza. Rispetta le misure generali di tutela. Cura, per quanto di propria competenza, una gestione ordinata del cantiere

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profitto, corsi specifici adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro. Il SPP provvede ad individuare i fattori di rischio, elaborare le misure protettive e preventive e le procedure di sicurezza, proporre programmi di formazione ed informazione, fornire ai lavoratori le informazioni relative ai rischi e partecipare alle riunioni periodiche in materia di sicurezza. Ove il Datore di lavoro non disponga di lavoratori che abbiano le caratteristiche necessarie a svolgere il ruolo di responsabile, si può rivolgere a servizi esterni od integrare con figure esterne il proprio SPP. Il Decreto, tuttavia, individua alcune ipotesi in cui il SPP deve essere obbligatoriamente interno all'azienda: si tratta delle aziende industriali con più di 200 addetti o le aziende che trattino sostanze pericolose oltre alle soglie definite dal D.Lgs 334/99.

5.

La valutazione dei rischi ("VDR") Molto importante è la valutazione di tutti i rischi, anche stress-correlati e relativi alle lavoratrici in stato di gravidanza. Il documento di valutazione dei rischi diviene un elemento centrale della prevenzione. Al termine del processo di valutazione, il datore di lavoro redige un documento, avente data certa, che documenti: (a) la valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute, (b) l'indicazione delle misure di prevenzione e protezione attuate, (c) il programma per garantire nel tempo il miglioramento dei livelli di sicurezza, (d) l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure nonché delle persone incaricate, (e) l'indicazione del responsabile della sicurezza e l'individuazione delle mansioni che espongono a rischi particolari. La valutazione dei rischi ed il relativo documento è elaborato in collaborazione col responsabile del servizio di prevenzione e, ove previsto, del medico competente, previa consultazione del rappresentante dei lavoratori. Il documento di valutazione è custodito presso l'unità produttiva al quale si riferisce. Il termine per la redazione del documento (con riferimento ai rischi stress-correlati) e l'apposizione di data certa è stato posticipato al 16.5.09. Il Decreto prevede una procedura standardizzata e semplificata per i Datori di lavoro che impiegano fino a dieci lavoratori. Detta procedura standardizzata dovrebbe essere messa a punto dalla Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza entro il 31.12.2010. Fino alla scadenza del diciottesimo mese dall'entrata in vigore di dette procedure, i datori di lavoro possono autocertificare di avere effettuato la valutazione dei rischi. Le procedure standardizzate (ma non l'autocertificazione), potranno essere seguite anche dalle aziende che non impiegano più di 50 lavoratori, tranne che per alcune imprese attive in settori più pericolosi.

6.

Appalto e sospensione dell’attività d’impresa Molto incisiva è la riforma dell'appalto d'opera o di somministrazione. Il datore di lavoro, in caso di affidamento dei la-

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vori ad un'impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi, ha l'obbligo di verificare l'idoneità tecnico-professionale degli stessi, secondo modalità che, entro breve, dovrebbero essere definite dalla Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza. Nel periodo transitorio, il Datore di lavoro acquisisce il certificato di iscrizione alla camera di commercio e l'autocertificazione del possesso dei requisiti di idoneità tecnico professionale. Inoltre, il Datore di lavoro fornisce agli appaltatori dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell'ambiente in cui sono chiamati ad operare. Per promuovere la cooperazione ed il coordinamento dei soggetti presenti presso l'unità produttiva, il Datore di lavoro redige un documento di Valutazione dei rischi interferenti ("VRIF") che deve essere custodito presso l'unità produttiva cui si riferisce e deve essere allegato ai contratti di appalto. È importante notare che il VRIF deve essere allegato anche ai contratti stipulati anteriormente al 25 agosto 2007 che siano ancora in corso alla data del 31.12.2008. Anche la contrattualistica relativa all'appalto si modifica: infatti, nei contratti di subappalto, appalto e somministrazione debbono essere indicati specificamente, a pena di nullità, i costi relativi alla sicurezza del lavoro con particolare riferimento a quelli connessi con lo specifico appalto. Il Decreto, inoltre, riprende l'istituto della sospensione dell'attività imprenditoriale in presenza di gravi violazioni alla disciplina della sicurezza sul lavoro inizialmente introdotto in sede di conversione del c.d. "Decreto Bersani". La sospensione dell'attività può essere disposta sia in presenza di una percentuale di lavoratori in nero pari al 20% della forza lavoro impiegata, sia in presenza di gravi e reiterate violazioni della disciplina in materia di sicurezza. Il provvedimento di sospensione è comunicato all'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici ed al Ministero per le infrastrutture per l'emanazione di un provvedimento interdittivo alla contrattazione con le pubbliche amministrazioni per un periodo pari alla sospensione nonché per un ulteriore periodo non inferiore al doppio della sospensione e comunque non superiore ai due anni.

7.

L'appalto sanzionatorio Il Decreto rafforza l'applicazione delle normative in tema di sicurezza prevedendo una dettagliata serie di norme penali in caso di violazioni correlate alla sicurezza. L'impianto prevede un generale inasprimento della disciplina sanzionatoria in special modo in situazioni connotate da maggiore pericolo. Ovviamente, in caso di incidente, le sanzioni previste si sommano a quelle previste dal codice penale per il caso di lesioni o omicidio colposo. Studio Legale Amorese ha sede a Bergamo - Via Zelasco, 18; Tel. +39 035 212175 - Fax +39 035 271110 e a Londra - 10 Ironmonger Lane United Kingdom Tel +44 207 229 0889 (www.amorese.eu)



Inchiesta Articolo di Livio Casanova

Bergamo imbocca una corsia preferenziale e nel 2010 in Lombardia venissero realizzate la Pedemontana, la Brebemi e le Tem - ha detto Roberto Formigoni - la velocità media nelle ore di punta sul sistema autostradale e tangenziale lombardo sarebbe di 72 km orari, senza la velocità media sarà di 23 km all'ora". Questo è stato il commento del presidente della Regione Lombardia alla presentazione, lo scorso 3 aprile a Milano, del progetto definitivo dell'autostrada Pedemontana Lombarda. "Incrementare la velocità media - ha sottolineato Formigoni - contribuirà a ridurre significativamente l'immissione di agenti inquinanti in atmosfera e a liberare i centri abitati dal traffico congestionato". Questa è l'unica strada, pardon autostrada, per recuperare il tempo perduto. Dal punto di vista infrastrutturale, infatti, il gap italiano nei confronti degli altri Paesi europei è cresciuto in questi ultimi 15 anni in modo esponenziale, con un picco nell'ultimo quinquennio. Nel 1980 l'Italia vantava una rete autostradale più estesa di quella francese e tre volte più lunga di quella spagnola. Oggi entrambe ci hanno "sorpassato" perché la rete francese supera la nostra del 65% e quella spagnola del 75%. Tra il 2000 e il 2005 in Italia sono stati aperti 64 km di autostrade. Nessun errore di battitura, solo 64 km mentre i cugini d'oltralpe ne aprivano 1.035 e gli spagno-

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Con la Pedemontana ci vorranno 60 minuti per arrivare da Bergamo a Malpensa, contro gli 80 attuali L'opera costerà nel complesso 4.7 miliardi, di cui 1.245 messi a disposizione dal finanziamento pubblico Si stima che i cantieri potranno dare lavoro a 9 mila persone


Pedemontana, Brebemi e IPB sono le infrastrutture su cui transiterà il futuro economico di tutto il nostro territorio. "Serviranno ad incrementare la velocità media dei sistema autostradale che passerà da 23 km a 72 km ora - ha sottolineato Formigoni -. Contribuiranno a ridurre l'immissione di agenti inquinanti in atmosfera e libereranno i centri abitati, congestionati dal traffico" li 2.383. Per dare un quadro della situazione, negativa, anche la rete ferroviaria ad alta velocità viaggia a passo di lumaca. La Francia possiede già 1.893 km di linee, la Spagna 1.552 km, la Germania 1.300 km, l'Italia è il fanalino di coda con 580 km. Infrastrutture, mobilità e logistica sono temi che determinano il tasso di competitività di un paese, ma in Italia rischiano di rallentare lo sviluppo del sistema produttivo, proprio a partire dalla Lombardia. Per Pedemontana, Brebemi e IPB è il momento delle grandi manovre. Sono i temi all'ordine del giorno per sindaci e amministratori locali, per Formigoni e la sua giunta e per il Governo nazionale alle prese con la necessità di dar strada alle grandi opere nel rispetto degli aspetti ambientali e nella ricerca del consenso. Alcuni di questi nodi sono sciolti, altri si chiariranno "in itinere", tuttavia non si può prescindere dai loro tempi d’attuazione, dalle procedure e dai meccanismi perché interessano un territorio strategico dal punto di vista dell'economia nazionale: Bergamo. BREBEMI - "Questo nuovo collegamento - rimarca Felice Sonzogni, assessore provinciale alle Grandi Infrastrutture - che partirà nella prossima estate, per il 50% attraverserà il territorio ber-

gamasco. Già questo elemento evidenzia l'importanza della grande infrastruttura per la nostra provincia. La sua realizzazione apre nuove prospettive per la mobilità e l'economia bergamasche". Proprio così si è aperto l'intervento del 27 marzo, alla Conferenza di Servizi tenutasi a Milano, per la valutazione del progetto definitivo del tracciato. I benefici saranno una sensibile riduzione dei tempi di percorrenza, con notevoli risparmi e benefici economici. E' una delle infrastrutture più attese, per la riduzione degli attuali livelli di congestione lungo la direttrice Milano-Brescia. La convenzione sottoscritta nel marzo 2007 da Cal Spa (società mista Anas e Regione Lombardia) e BreBeMi, ha previsto investimenti per 1,7 miliardi. Tutto alla presenza del sottosegretario Roberto Castelli, dell'assessore regionale Raffaele Cattaneo, degli assessori delle Province lombarde interessate, dei sindaci e dei presidenti degli enti territoriali, erano oltre 250 i partecipanti. Le forze in campo hanno lavorato anche per una maggiore integrazione con il progetto ferroviario dell'Alta Velocità; per il potenziamento delle opere di piantumazione e sistemazione ambientale attorno all'autostrada; per la formazione di dune con opere di rinverdimento in alternativa alle barriere fonoassorbenti, per scongiurare il rischio di una A4 in fotocopia e per una rapida defini-

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"Con la IPB i 18 km verso Treviglio - ha ricordato Valerio Bettoni potranno essere percorsi in un quarto d'ora. Un bel risparmio di tempo rispetto a quanto mediamente si impiega oggi per spostarsi tra le due città". Il costo complessivo dell'opera, interamente autofinanziato, è di 200 milioni di euro zione delle modalità di acquisizione delle aree con particolare attenzione alle attività delle aziende agricole operanti in loco. "Quest'opera - ha sottolineato Felice Sonzogni - fortemente voluta dagli enti territoriali lombardi, tra i quali la Provincia e la Camera di Commercio di Bergamo, sta diventando il primo vero progetto in completo autofinanziamento". "La BreBeMi - ha concluso l'assessore - porta con sé un altro primato di rilievo: sarà infatti la prima grande infrastruttura in previsione dell'Expo milanese del 2015. Come bergamaschi dobbiamo sentirci orgogliosi di questo risultato. Non è solo merito nostro, ma siamo stati da subito tra i più convinti e strenui promotori e sostenitori del progetto che - rispetto al costo complessivo di un miliardo e mezzo di euro - investirà sul nostro territorio quasi un miliardo. Chi cerca opportunità di lavoro, soprattutto in questo momento di crisi, trova immediata risposta e opportunità da cogliere. Ora dobbiamo spingere perché si trovi nelle prossime riunioni del CIPE la conferma del finanziamento anche per il progetto di alta velocità Treviglio-Brescia. Si tratta di un ulteriore investimento su rotaia di due miliardi di euro, per la metà sul territorio bergamasco, con ulteriori sbocchi occupazionali. Queste opere, e l'aeroporto di Orio, ci mettono davvero nella grande rete della mobilità europea". PEDEMONTANA - I cantieri partiranno entro i primi mesi del 2010 e l'opera sarà completata prima della fine del 2014, prima dell'Expo milanese del 2015. Sono questi i tempi per la realizzazione della rete stradale attesa da oltre quarant'anni, che collegherà le province di Bergamo e Varese passando a nord di Milano. La soddisfazione è bipartisan per l'imminente avvio dell'opera. L'ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, presente il 3 aprile scorso al Pirellone nel corso della presentazione, ha parlato della Pedemontana come del "primo atto di vero federalismo responsabile"; del progetto si è rallegrato anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. In quadro complessivo l'autostrada è lunga 87 km, destinata a collegare 6 province (Bergamo, Lecco, Monza e Brianza, Milano, Como e Varese), in un territorio abitato da 4 milioni di persone, dove operano oltre 300.000 imprese. Dopo l'approvazione all'unanimità delle 22 varianti al progetto preliminare, resta il passaggio dal CIPE, che dovrebbe dare la sua approvazione entro l'estate. I responsabili del progetto hanno calcolato che, una volta entrato in funzione l'intero sistema, i cittadini potranno risparmiare 45 milioni di ore all'anno, per un valore economico stimato intorno ai 700 milioni di euro l'anno; con la Pedemontana ci vorranno 60 minuti per arrivare da Bergamo a Malpensa, contro gli 80 minuti attuali. L'opera costerà nel complesso 4.7 miliar28

di, di cui 1.245 miliardi messi a disposizione dal finanziamento pubblico; si stima che i cantieri potranno dare lavoro a 9 mila persone. IPB - Interconnessione Pedemontana BreBeMi, sarà questa la bretella tra le future BreBeMi e Pedemontana. Lo scorso 5 marzo 2009, i comuni interessati hanno incontrato Provincia, Camera di Commercio, BCC di Treviglio e l'amministratore delegato dell'interconnessione Pedemontana BreBeMi (IPB), Bruno Bottiglieri. L'incontro aveva una finalità precisa e importante per il futuro dell'autostrada: IPB aprire il proprio capitale sociale per una percentuale del 2 per cento ai Comuni direttamente o indirettamente toccati dal tracciato. E sono: Osio Sotto, Boltiere, Ciserano, Pontirolo Nuovo, Fara d'Adda e Treviglio che figurano sul progetto originario; Dalmine e Levate, oggetto di un ampliamento progettuale già elaborato, mentre Stezzano e Bergamo potrebbero rientrare in un ulteriore momento dell'opera. "La IPB - ha detto Valerio Bettoni, presidente della Provincia - corona il disegno di coinvolgimento delle realtà bergamasche nella realizzazione di opere che concorreranno a migliorare le condizioni della rete viaria e dei collegamenti, velocizzando i tempi. La Provincia in questi anni ha portato avanti il piano di modernizzazione infrastrutturale con la BreBeMi e la Pedemontana, con l'avvenuto quadruplicamento dei binari Milano-Treviglio; il raddoppio dei binari sulla Bergamo-Treviglio e la realizzazione della tramvia della Valle Seriana. Ora, con la IPB, i 18 km verso Treviglio potranno essere percorsi in auto in un quarto d'ora. Un bel risparmio di tempo rispetto a quanto mediamente si impiega oggi per spostarsi tra le due città". L'amministratore delegato Bruno Bottiglieri, ha osservato che "la IPB, con un costo previsto di 200 milioni, è un'opera che si autofinanzia interamente".



Infrastrutture&Territorio Articolo di Roberto Amaglio Foto di Laura Pietra

Boltiere, il paese "del traffico" si trasforma con le grandi opere rebemi, Pedemontana e la IPB da Treviglio a Bergamo. Se da un lato queste grandi opere connesse alla viabilità prometteranno di migliorare la vita dei pendolari lombardi e di tutti i lavoratori, è pur vero che l'avvio dei cantieri aprirà una serie di problematiche non indifferenti nel nostro territorio. Parliamo in primis d'impatto ambientale e gestione del traffico locale ed extra-urbano. Tematiche da sempre cavallo di battaglia dei detrattori, coloro che vedono queste infrastrutture come mostri pronti a fagocitare la nostra tranquillità. Nessuno però, in questi anni, ha mai voluto sottolineare come le grandi

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Quanto possono incidere in termini di viabilità e, soprattutto di vivibilità, la Brebemi, Pedemontana e la IPB per i nostri paesi? Abbiamo scelto una realtà della nostra provincia ingolfata dal traffico, per raccontarvi come potrebbe cambiare il suo ecosistema economico e sociale


A raccontarci gli scenari futuri sarà Osvaldo Palazzini, manager internazionale d'industria e volto noto televisivo locale. Ora anche candidato sindaco per il PdL nel proprio paese natale opere che trasformeranno la nostra provincia, diventeranno reale fonte di benessere. Ebbene sì, la Brebemi e la Pedemontana oltre che essere un assist importante alle industrie bergamasche per il loro rilancio economico, permetteranno ai rispettivi paesi coinvolti di vivere più quieti e a contatto con la natura. Rivalorizzare il territorio e il proprio patrimonio storico, salvaguardando quella viabilità e quella vivibilità che non tutti i cittadini finora hanno potuto apprezzare nei centri urbani. Un esempio? Purtroppo tanti, fin troppi. Proprio per questo Bergamo Economia ha voluto raccontare come potrebbe trasformarsi un paese della Bassa che, finora, ha convissuto con traffico e smog nel proprio cuore. Parliamo di Boltiere, realtà poco distante da Bergamo e che fin dalle origini - ha dovuto confrontarsi con un traffico enorme proprio nel centro storico. Lì, dove la chiesa parrocchiale con i rintocchi delle campane segna lo scorrere del tempo, non è possibile sentirne il suono per i numerosi camion e le tante auto che ne attraversano l'arteria principale. Una strada provinciale in centro, volendo esagerare è un po' come se l'autostrada A4 passasse in via XX Settembre a Bergamo. Paradossale? Sì, ma purtroppo reale. La domanda può sorgere spontanea: ma come si vive a Boltiere? L'abbiamo chiesto a chi, a nostro giudizio, può essere il più obiettivo possibile sotto vari punti di vista: quello di manager internazionale d'industria, quello di giornalista e opinionista televisivo e quello, soprattutto, di cittadino di Boltiere. Parliamo di Osvaldo Palazzini, volto noto televisivo e candidato sindaco, alle prossime elezioni, nel proprio paese natale per il Popolo delle Libertà. Partiamo da Boltiere: abbiamo voluto innalzarlo ad esempio per tutti quei paesi congestionati dal traffico. E' così dura viverci a contatto? "Direi proprio di sì. Basta fermarsi in centro al paese per pochi minuti e contare i mezzi pesanti che l'attraversano: migliaia. E' un flusso continuo di camion e d'auto dalla mattina alla sera, che porta polvere, ingorghi, smog e rumore assordante". L'IPB e più in generale la Pedemontana e la Brebemi, possono quindi esservi d'aiuto? "In primis è necessario affermare come queste opere abbiano oramai una priorità non più prorogabile: conosciamo tutti quale sia la situazione viabilistica

"Boltiere - come Osio, Verdello e Dalmine è alle prese con il quotidiano traffico pesante della statale 525. Credo che, però, la vicinanza di queste grandi infrastrutture libererebbero il centro storico dai Tir e dalle automobili in transito, ma l'amministrazione comunale deve essere capace di sfruttare l'occasione propizia" 31


Lo svincolo, in direzione Canonica, dove dovrebbe partire la Tangenziale Ovest

"Ci sono tanti progetti in cantiere, ma che non procedono per questioni prettamente politiche e burocratiche. E' prevista la Tangenziale Ovest e una bretella ad Est per migliorare la viabilità delle aziende sul territorio Ma finora è tutto fermo" tra Bergamo, Brescia e tutta la provincia di Milano. Di conseguenza dobbiamo prendere atto che la Pedemontana, la Brebemi e la IPB possono sicuramente alleviare uno stato di profondo disagio per gli automobilisti e per chi lavora. Per alleviare però i paesi dal traffico, serve che queste infrastrutture siano uno stimolo per le amministrazioni comunali". Ovvero? "Facciamo un'analisi di quanto potrebbe succedere nelle vicinanze dello snodo bergamasco di Capriate. Essendo di Boltiere, infatti, credo di essermi fatto un'idea dei risvolti, negativi e positivi, che la Pedemontana, la IPB e la stessa Brebemi potrebbero portare. A differenza di quanto molti possano pensare, a mio avviso queste infrastrutture non causeranno un aumento di traffico extraurbano, anzi, se sfruttate al meglio lo potranno azzerare quasi completamente". In che senso sfruttarle? "Il nostro paese - come Osio, Verdello e Dalmine - è alle prese con il quotidiano traffico pesante della statale 525. Credo 32

che, però, la vicinanza di queste grandi infrastrutture libererebbero il centro storico dai Tir e dalle automobili in transito da Boltiere, semplicemente per raggiungere Bergamo. Logicamente per far questo sono necessarie altre piccole opere che favoriscano l'allacciamento tra le varie strade statali e le nuove autostrade".


Delle tangenziali che circondino il paese, un po' come fatto poco tempo fa da Stezzano? "Esattamente, ma ci deve essere la volontà di farlo. A Boltiere, ad esempio, ci sono tanti progetti in cantiere ma che non procedono per questioni prettamente politiche e burocratiche. E' in previsione una bretella, la cosiddetta Tangenziale Ovest, capace di liberare il centro dal traffico extraurbano ricollegandosi alla statale che porta a Brembate. Inoltre, nel nuovo Piano di Governo del Territorio, ci sarebbe anche la possibilità di prevedere una nuova strada a Est, che vada a servire la zona industriale e che, al contempo, s'intersechi con la nuova IPB. Una soluzione che isolerebbe ulteriormente il paese dal traffico pesante e creerebbe nuove possibilità di lavoro per le imprese che agiscono sul nostro territorio. Anche loro, infatti, avrebbero notevoli benefici con queste infrastrutture: sia in termini produttivi sia economici. Un modo per rilanciare Boltiere anche dal punto di vista industriale. Purtroppo tutte queste opere sono in fase di stallo e sembrano non voler essere chiuse dall'attuale amministrazione". Non si andrebbe però a limitare la vivibilità di Boltiere, riducendo le aree verdi attualmente esistenti? "Al contrario, credo che queste nuove bretelle possano costituire una sorta di cuscinetto isolante nei confronti degli altri paesi. Un po' come delle vere cinte murarie che permettono a Boltiere d'ottenere ottimi risultati anche da un punto di vista paesaggistico: in primo luogo meno traffico nel centro storico, poi la possibilità di definire e dare un limite all'area edificabile e infine preservare il verde che esiste all'esterno del paese e che divide la nostra realtà da Osio e dagli altri centri limitrofi".

passeggiate senza rischiare di essere investiti da auto e moto. Quindi, se le nuove bretelle e le grandi opere permetteranno alle future amministrazioni di poter dare nuova linfa al nostro centro storico del paese, non vedo perché non accoglierle con gioia". Che modifiche sostanziali realizzerebbe per ottenere questi risultati? "Rendere Boltiere vivibile significa anche liberarlo dal traffico e creare delle isole pedonali in centro, affrancandolo così da una forma di parcheggio selvaggio che lo sta attanagliando. Anche in questo senso ci sono margini di miglioramento, visto che il progetto per un parcheggio sotterraneo di due piani che possa servire il futuro centro diurno per gli anziani è già esecutivo. Purtroppo, però, fino ad ora non vediamo risultati concreti, in quanto le opere sono ferme al palo. Poi, una volta liberato il centro del paese, si potrebbero automaticamente avere i margini per rilanciare una serie di luoghi d'aggregazione ormai in disuso, come il cinematografo. Tutte queste modifiche avrebbero anche un altro risvolto positivo, ossia quello di rendere il centro vivo, aumentando iniziative culturali e sportive e allo stesso tempo limitando il degrado e l'insicurezza che si respira in certe vie". Per questo ha deciso di candidarsi? "Amo Boltiere e vorrei viverlo meglio. Proprio per questo ho deciso di candidarmi, perché ritengo che ci siano delle premesse infrastrutturali che vadano colte al volo per il bene comune. Voglio dare un segnale di rinnovamento e, al contempo, delle certezze. Non a caso la lista che rappresento (PdL, n.d.r.) è stata completata già a gennaio, composta per il 75% da volti nuovi. Imprenditori e non solo, che vogliono realizzare un'oasi capace di riportare a Boltiere tutte quelle famiglie che hanno abbandonato il paese, tenendoci stretto quanto di buono abbiamo nei nostri confini".

Trasferire il traffico all'esterno del paese è sicuramente un aspetto positivo, ma che rischia anche di svuotare il centro e ridurre sensibilmente il commercio in zona. "Il traffico che appesantisce la vivibilità del nostro paese è quello pesante, oltre che di tutti i lavoratori che si recano a BerLa scheda gamo o Milano. Sono mezzi che di fatto non portano un giro d'affari ai nostri commercianti o agli esercizi attualmente in atDall'imprenditoria estera alla tv locale, tività. Di conseguenza penso che da questo trasferimento veicolare potrà godere l'intera cittadinanza. Boltiere, infatti, ha alsempre in prima linea cune peculiarità che altri paesi limitrofi non hanno: un rapporto tra abitanti e superficie ancora limitato, con la presenza di ato a Bergamo il 15 giu- 200 dipendenti, assicurandosi covarie aree verdi da sfruttare e inglobare nel centro cittagno del 1955, si diploma sì una posizione da vertice nel dino. Abbiamo, inoltre, un centro storico che può essere all'istituto Paleocapa di settore dell'estrusione dell'alluvalorizzato con la presenza di quei negozi che, finora, non Bergamo per poi fare il proprio minio. Diventato dal 1998 al 2005 hanno avuto grandi sbocchi commerciali per il troppo traffico". debutto nel mondo lavorativo nel- socio e amministratore di COMla Almax di Zingonia, con il ruolo PES France S.A.R.L., Osvaldo PaCome? di Assistant sales manager dal lazzini è noto anche per le sue "Con la chiusura al traffico del centro storico è possibile far gi1976 al 1984, anno in cui passa esperienze giornalistiche a Bergarare l'economia del paese. La nostra realtà, infatti, è particolaalla Compes S.p.A. Da allora, co- mo TV, Video Bergamo e Number re: non abbiamo centri commerciali nel centro abitato e il conme Direttore Commerciale, anche One Channel, emittenti dove ha tatto umano fra i piccoli esercenti e le famiglie è ancora come grazie alla sua collaborazione e ai condotto programmi sportivi dediquello di una volta. Vogliamo salvaguardare anche questi sani rapporti commerciali instaurati cati non solo all'Atalanta e all'Alvalori, grazie alla possibilità di camminare con calma nel bornel mondo, la Compes Italia è binoleffe, ma anche ai rispettivi go senza respirare smog. Inoltre non dimentichiamoci della passata dall'essere un'azienda di settori giovanili, entrando così in sicurezza. Costituendo una fonte d'aggregazione nel centro piccole dimensioni (circa 50 per- contatto con le tematiche dello sone) a contare attualmente circa sport e dei giovani. storico, si potrebbero realizzare spettacoli in piazza e fare

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Burocrazia&Meritocrazia Articolo di Livio Casanova Foto di Giorgio Chiesa

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Emoticon, Renato Brunetta ci mette la faccia Il ministro della Pubblica Amministrazione fa tappa a Pontida, con un progetto di rinnovamento che non conosce battute d'arresto da portare in tutti i processi pubblici: innovazione ed efficienza

"Con la prossima Finanziaria rivedremo il patto di stabilità, quanto meno, per i comuni virtuosi. Dovremo rendere la norma intelligente e non stupida come è attualmente"

enato Brunetta dà il buon esempio. Il Ministro della Pubblica Amministrazione, atteso a Pontida lo scorso 6 Aprile per le 14, arriva cinque minuti prima, sconfessando il "quarto d'ora accademico" brutta tradizione tutta italiana. Inizia così, all'insegna della puntualità e dell'efficienza la sua visita lampo nella terra del giuramento per lanciare l'iniziativa "Mettiamoci la faccia", voluta per ottimizzare l'operato dell'amministrazione pubblica. Oltre a firmare il protocollo d'intesa con il sindaco Pierguido Vanalli, Brunetta ha presentato la sua idea di pubblica amministrazione, di federalismo, ridisegnando il futuro delle province. Nel cortile del municipio il primo pensiero è per la tragedia dell'Abruzzo e le persone colpite, "Il terremoto dell'Aquila - confessa il ministro attorniato dai sindaci della zona - ci rende tutti tristi. Abbiamo la consapevolezza di aver la migliore protezione civile d'Europa. Noi siamo qui a fare il nostro dovere perché anche nei momenti difficili è giusto che ciascuno continui a fare il proprio dovere". La tappa bergamasca di Brunetta segue il sopralluogo a Brescia, città e provincia. Una giornata voluta per migliorare l'efficienza e la trasparenza pubblica che cade proprio nello stesso giorno in cui vengono pubblicati, on line, le migliaia di stipendi della pubblica amministrazione. Quando si dice "il caso". Solo il tempo di prendere posto nella sala consiliare e Paolo Arrigoni apre il faccia a faccia. "Il nodo da sciogliere è il patto di stabilità - sottolinea il sindaco di Calolziocorte -. Abbiamo molte risorse già stanziate su importanti opere pubbliche che potrebbero essere subito cantierizzate, ma non possiamo spenderle". Se fossero modificati i parametri del Patto di stabilità nei capoluoghi della Lombardia verrebbero sbloccati 404.4 milioni di euro da investire su tutto il territorio. "Ci stiamo lavorando - ha risposto Brunetta - .Con la prossima finanziaria rivedremo il patto di stabilità, quanto meno, per i comuni virtuosi. Dovremo rendere la norma intelligente e non stupida come è attualmente". Legato ai comuni c'è il discorso dei dipendenti pubblici e la valorizzazione dei loro meriti,

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"Federalismo significa responsabilità, minor pressione fiscale e semplificazione. Se questo non dovesse accadere, la gente ci inseguirà con i forconi" "stiamo aspettando delle norme - spiega Alma Ravasio, sindaco di Ambivere - che eroghino premi ai dipendenti virtuosi". Mercoledì 25 febbraio il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge del ministro, varando la cosiddetta "legge anti-fannulloni". Tre le linee guida: le amministrazioni pubbliche devono misurare, valutare la performance e quelle buone devono essere premiate, e infine devono rendere visibile e trasparente la performance anche attraverso il confronto con standard internazionali e con le migliori pratiche a livello nazionale. "E' quello che faremo con la nostra legge - risponde il ministro - premiare quelli più bravi e far lavorare quelli meno bravi. Non ho mai sposato il sistema delle deroghe, ma è giusto attribuire a chi si impegna le risorse necessarie per far ancora meglio. Un’attenzione particolare verrà dedicata ai piccoli comuni e ai suoi dipendenti aiutandoli a consorziarsi per operare insieme e per risparmiare. Sicuramente un sindaco dirà che la propria amministrazione è efficiente, ma non bastiamo noi. Devono essere soddisfatti i cittadini. Io sto mettendo in 36

campo questo sistema (le faccine n.d.r.) per avere dalla mia parte 60 milioni di italiani, se non abbiamo nulla da nascondere, dobbiamo chiedere loro di controllarci". Un progetto di rinnovamento che non conosce battute d'arresto e che mira a portare in tutti i processi pubblici: innovazione ed efficienza. Al congresso fondativo del Popolo delle libertà è salita un'ovazione quando Brunetta ha detto, voglio "la pubblica amministrazione come una Ferrari altrimenti l'otto maggio mi dimetto", certamente la "Rossa" che aveva in mente non è quella che abbiamo visto all'opera nei primi due gran premi. "Abbiamo ridotto l'assenteismo del 45-50%, - incalza Brunetta - snellito la burocrazia introducendo il passaporto elettronico, la Pec, la carta elettronica dei servizi. Da sei mesi ad un anno al massimo elimineremo la carta e non ci saranno più scartoffie. Entro la legislatura avremo una pubblica amministrazione interamente digitalizzata". Legato ai costi della politica c'è anche il discorso sulle province. "Un’idea sul tappeto - anticipa il ministro - è quella di far diventare le province istituzioni di se-


condo livello. E' necessaria una ridefinizione del loro ruolo. Bisogna pensare a province metropolitane che raggruppino città e aree metropolitane. Troppi livelli di governo costano sia dal punto di vista economico, sia in termini di efficienza. E' necessario semplificare le loro funzioni, facendole diventare enti di secondo livello dove i sindaci siano i consiglieri provinciali che eleggono al loro interno un presidente di Provincia, anche lui sindaco. Sarà necessario sicuramente una Camera e un Senato delle regioni". L'ultima battuta, prima di salire in macchina alla volta di Roma per un Consiglio dei ministri straordinario, è sul Federalismo. D'obbligo, vista la visita proprio a Pontida. "Federalismo - conclude Brunetta - significa responsabilità, minor pressione fiscale e semplificazione. Se questo non dovesse accadere la

gente ci inseguirà con i forconi. Dovremo dare più peso al Premier perché in questa struttura federalista per governare è necessaria una maggiore autonomia. Il federalismo porterà ad una ridefinizione dei livelli di governo, dovranno esserci meno articolazioni anche verso il basso, che prima erano necessarie per compensare il centralismo. Adesso ci spostiamo verso il territorio e tanti livelli istituzionali non si giustificano più, perchè una cosa è la struttura di governo in una situazione prefederalista altra cosa è avere una governance in un regime federalista". Si chiude così la tappa bergamasca del ministro della Pubblica Amministrazione con un nodo al fazzoletto: quello di ritornare fra due mesi per monitorare la sua iniziativa e i suoi effetti, sia sull'amministrazione pubblica che sui cittadini.

A Pontida arriva il “touch screen” Gli abitanti potranno esprimere giudizi: una faccina sorridente per promuoverne l'operato, una imbronciata per bocciarlo e una neutra per sospendere il giudizio l motivo della visita di Renato Brunetta nella città del giuramento è stata la firma, insieme al sindaco Pierguido Vanalli, del protocollo d'intesa che porterà presto all'installazione di una macchina attraverso la quale gli abitanti di Pontida potranno esprimere giudizi sull'operato degli uffici comunali. Una faccina sorridente per promuoverne l'operato, una imbronciata per bocciarlo e una neutra per sospendere il giudizio. E' partita il 23 marzo, l'iniziativa pilota "Mettiamoci la faccia" presentata a Palazzo Chigi dal ministro della Pubblica Amministrazione. In pratica i cittadini potranno esprimere il loro giudizio sui servizi ricevuti dagli uffici pubblici spingendo su un monitor con terminale touch screen, il pulsante con l' "emoticon" verde in caso di soddisfazione, gialla in caso di giudizio neutro o rossa in caso di insoddisfazione. In questo modo il cittadino cliente potrà dare il proprio contributo al miglioramento dei servizi pubblici indicando oltre al giudizio anche le motivazioni. Come ad esempio: il tempo di attesa, il comportamento dell'impiegato, la necessità di tornare e gli eventuali esiti della sua richiesta. "Si tratta di una piccola - ha commentato Brunetta - grande rivoluzione", spiegando che la sperimentazione della rilevazione della customer satisfaction attraverso le "faccine" è partita dalle grandi città: 4 sportelli della sede Enpals di Milano, 12 sportelli delle sedi Inps di Aosta, Lamezia Terme e Catanzaro e 14 sportelli del comune di Milano. L'obiettivo di Brunetta è quello di arrivare entro la fine dell'anno all'apertura di 50-100 mila sportelli. Già nelle pros-

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sime settimane, tuttavia, si aggiungeranno altri sportelli degli stessi enti e di altri che hanno aderito all'iniziativa: Aci, Camere di commercio di Bologna, Taranto e Vicenza, Ipost, Poste Italiane, i comuni di Firenze, Parma, Roma, Reggio Calabria, Reggio Emilia e Torino. Pontida è sicuramente il primo comune di piccole dimensioni coinvolto in questa iniziativa. Con l'avvio dell'iniziativa, "L'auspicio - continua il ministro - è che si crei una cultura del confronto, l'obiettivo. Non tanto per verificare l'operato del singolo impiegato, quanto per valutare il servizio. La cosa fondamentale è il servizio al cittadino di cui, certo, l'impiegato è una parte ma normalmente non è la parte più importante". Lo scorso 23 marzo, al battesimo dell'iniziativa ha partecipato anche Gianni Alemanno, uno dei primi ad introdurre l'innovazione nella Capitale. "E' meglio scoprire cosa pensano i cittadini con le emoticons - ha affermato il sindaco di Roma - che non dall'esito elettorale. A Roma ci saranno 86 sportelli: 23 all'anagrafe centrale, 16 al IX Municipio e 47 al XII, coinvolgendo un municipio di centrodestra e uno di centrosinistra, e ci vorrà ancora qualche giorno per far partire l'iniziativa". "Lo scopo - ha sottolineato il ministro della Pubblica Amministrazione - non è creare un "grande fratello" ma "far partire un'onda culturale positiva e avere uno strumento per meglio organizzare i servizi". Quindi resterà tutto a livello di un "sistema decentrato che possa far sapere quali siano gli standard raggiunti ma magari anche sfatare i luoghi comuni su alcune presunte inefficienze". 37


Conti in Tasca Articolo di Anna Saurgnani

In Parlamento la carica dei milionari Tutti i redditi dei politici italiani: a Bergamo, Giorgio Jannone sovrasta tutti con 616 mila euro. Al secondo posto c'è il senatore leghista Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa: per lui 223.199 euro a crisi non sembra colpire proprio tutti. Basta leggere i redditi dei politici italiani per capire che c'è anche un'altra Italia che vive di privilegi e redditi da Paperon de' Paperoni. E se sembra scontato che il più ricco sia Silvio Berlusconi, gli altri parlamentari - sia di destra che di sinistra - non hanno di certo problemi ad arrivare alla fine del mese. I

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Fra i leader di partito vince Silvio Berlusconi del PdL, mentre Walter Veltroni supera di 200 mila euro l'attuale segretario del Pd, Dario Franceschini. Più staccati Umberto Bossi (Lega) e Pier Ferdinando Casini (Udc)


dati emergono dalla consueta diffusione delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2008, e relative dunque al 2007. I LEADER - Iniziamo questo viaggio, come detto, proprio dal leader del PdL. Per lui la prima piazza, anche se il suo è uno dei pochi redditi che risentono - se così si può dire - della crisi, visto che nel 2007, rispetto al 2006, ha perso il 90% del reddito imponibile passando da 139.245.570 euro a 14.532.538 euro. Al secondo posto c'è, sorpresa delle sorprese, nientemeno che l'ex capo della sinistra italiana, ovvero Walter Veltroni: per lui ben 477.778 euro. Sempre tra la sinistra, che scende in piazza a fianco dei lavoratori, c'è Dario Franceschini che guadagna più del presidente della Camera Gianfranco Fini: 105.633 euro, contro i 220.419 del segretario del Pd. Quest'ultimo, fra l'altro, è in assoluto il leader politico più "povero", alle spalle del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini (142.130 euro) e del leghista Umberto Bossi (134.450 euro). Ben altro reddito, invece, ha il segretario dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro. L'ex Pm si attesta su 218.080 euro. La sua ricchezza è data - da buon bergamasco, anche se adottivo - da vari beni immobiliari. Infatti, oltre ai 218.080 euro d'imponibile, il leader dell'Idv è proprietario della casa di Curno dove risiede, di un altro appartamento a Bergamo centro, un altro a Roma, e di metà appartamento a Bruxelles. Poi c'è la casa dei genitori a Montenero di Bisaccia, dove Di Pietro ha anche una casa colonica e un'azienda agricola. Il leader Idv è poi proprietario del 100% della An.To.Cri. Spa, proprietaria a sua volta di un altro appartamento a Milano. C'è poi un pacchetto azionario Enel da 17.500 euro d'azioni. In più la macchina, una Hyundai Santafè. BERGAMASCHI DOC - E se Di Pietro batte di gran lunga i segretari degli altri partiti nazionali, nella speciale "classifica dei bergamaschi" viene di gran lunga superato da un esponente del Popolo della Libertà. Si tratta di Giorgio Jannone, che anche nel 2007 strappa la palma del più ricco ai suoi colleghi parlamentari orobici. Uomo di Tremonti e di Berlusconi in città, Jannone alza la media - già alta, per la verità - degli esponenti della PdL a Roma, che battono anche sul reddito, gli avversari di centrosinistra. Tra i tre coordinatori svetta con 728mila euro Denis Verdini; segue con 490mila Ignazio La Russa, mentre si ferma a 126mila euro Sandro Bondi che però è proprietario di una casa ad Arcore. Ma torniamo a Giorgio Jannone, che dichiara ben 616.000 euro. Il presidente e amministratore delegato delle Cartiere Paolo Pigna di Alzano Lombardo s'aggiudica il podio più alto. Al secondo posto c'è il senatore leghista Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa: 223.199 euro. Con 218.080 euro - come già citato - Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, che conquista la terza posizione tutta "bergamasca". Mirko Tremaglia ha dichiarato 160.265 euro piazzandosi al sesto posto. Tra le donne c'è Silvana Mura (Italia dei Valori) con i suoi

I redditi dei principali politici bergamaschi Nome

Reddito

Giorgio Jannone (Deputato) Roberto Calderoli (Senatore) Antonio Di Pietro (Deputato) Silvana Mura (Deputato) Giacomo Stucchi (Deputato) Mirko Tremaglia (Deputato) Giovanni Sanga (Deputato) Savino Pezzotta (Deputato) Ettore Pirovano (Deputato) Carolina Lussana (Deputato) Antonio Misiani (Deputato) Gregorio Fontana (Deputato) Nunziante Consiglio (Deputato) Ivan Rota (Deputato) Gabriele Cimadoro (Deputato) Pierguido Vanalli (Deputato) Sergio Piffari (Deputato) Maria Gallone (Senatore)

616.011 223.199 218.080 168.967 160.547 160.265 159.202 142.198 134.146 124.714 124.674 124.188 93.434 87.383 62.686 46.628 8.800 7.499

I redditi dei principali politici italiani Nome

Silvio Berlusconi (Deputato) Giulio Tremonti (Deputato) Umberto Veronesi (Senatore) Denis Verdini (Deputato) Ignazio La Russa (Deputato) Walter Veltroni (Deputato) Dario Franceschini (Deputato) Roberto Maroni (Deputato) Pier Ferdinando Casini (Deputato) Umberto Bossi (Deputato) Sandro Bondi (Deputato) Gianfranco Fini (Deputato)

Reddito

14.532.538 4.536.164 1.635.425 728.000 490.188 477.778 220.419 220.125 142.130 134.450 126.000 105.633

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168.967 di imponibile Irpef. In Parlamento ricopre il ruolo di segretaria dell'ufficio di presidenza e membro della Commissione "Affari sociali". Nel Carroccio il più ricco, dopo Calderoli, è Giacomo Stucchi con 160.547 euro. Anche lui in calo, però, rispetto al 2005 quando dichiarava 182.600 euro. Nel 2006 addirittura 217.059 euro. Seguono poi gli altri parlamentari bergamaschi, quelli che rientrano nella media nazionale: Giovanni Sanga (Pd) con 159.202 euro, Savino Pezzotta (Unione di centro) 142.198 euro, Ettore Pirovano (Lega Nord) 134.146 euro, Carolina Lussana, anche lei del Carroccio, con 124.714 euro. A seguire il segretario della V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione), Antonio Misiani (Partito democratico) con 124.674 euro a "pari merito" con l'azzurro Gregorio Fontana, che ha dichiarato 124.188 euro. Infine, a chiudere, la carica dei neo eletti e di quelli che non raggiungono i 100 mila euro. Spiccano i primi cittadini del Carroccio: il sindaco di Cazzano Sant'Andrea, Nunziante Consiglio (Lega Nord) con 93.434 euro e Pierguido Vanalli (Lega Nord), sindaco di Pontida con 46.628 euro. Insieme a loro Ivan Rota (Italia dei Valori) con 87.383 e Gabriele Cimadoro con 62.686 euro. In fondo Alessandra Gallone, che però è stata nominata senatrice lo scorso dicembre, quando ha infatti sostituito il defunto deputato Luigi Scotti. Stesso discorso per Sergio Piffari (Italia dei Valori) che ha un reddito di soli 8.800 euro. LA FORBICE - Tornando, comunque, ai redditi dei parlamentari, e scorrendo la lista, la media si attesta intorno ai 150.000 euro, chi più e chi meno. A questo bisogna aggiungere poi tutte le agevolazioni di cui godono: dai mezzi di trasporto agli sconti per cinema, teatri (ecc...) tanto per citare qualche esempio. La forbice anche tra loro c'è: a Bergamo la si vede confrontando il reddito di Jannone con quello di Piffari, a livello nazionale, spulciando l'elenco, si scopre che - al di là dei big - l'oncologo Umberto Veronesi è il senatore più ricco: 1.635.427 euro. A cui va aggiunta la proprietà di 19 terreni e 17 fabbricati. Dichiarata anche una Jaguar. E infine, c'è il suo ruolo di consigliere d'amministrazione della Arnoldo Mondadori. All'estremo opposto c'è da registrare anche la presenza di due senatori nullatenenti: Barbara Contini (PdL) e Mirella Giai (Udc-SVP-Aut), che dichiarano spese elettorali per 4.136 euro. Tra i ministri, invece, chi ha la dichiarazione più alta è Giulio Tremonti: oltre 4.5 milioni di euro.

BENESSERE GENERALE - Dunque, a parte qualche caso, i parlamentari italiani stanno più che bene, anzi la loro "professione" con i tempi che corrono risulta la più sicura. Non solo, ma proprio grazie all'elezione in Parlamento molti di loro arrivano addirittura ad aumentare il proprio reddito personale del 78%. Altro che spirito di servizio, come ha scritto in un'editoriale sulla Stampa Gian Antonio Stella, che si rifà ad una ricerca da cui emergono vizi e difetti della "casta" politica di Roma. Secondo lo studio citato, coordinata da Tito Boeri - il docente della Bocconi animatore de "lavoce. info" - che prende in esame tutti gli eletti dal 1948 al 2007, non ci sarebbero dubbi: la classe parlamentare della Prima Repubblica era nettamente migliore. Certo, la percentuale di donne è nei decenni triplicata, pure restando lontana da quella dei paesi europei più avanzati. Ma quello che sottolinea Stella, è il livello qualitativo che si sarebbe drammaticamente abbassato: "I nuovi deputati erano più giovani e più istruiti durante la Prima Repubblica - scrive su "La Stampa" -. L'età media in cui si entrava in parlamento era di 44,7 anni, contro i 48,1 anni della Seconda. La percentuale dei nuovi eletti in possesso di una laurea è significativamente diminuita nel corso del tempo: dal 91,4% nella I Legislatura, al 64,6% all'inizio della XV Legislatura". Ecco il nodo della questione: i nostri parlamentari sono più ricchi, come portafoglio, ma più poveri, di cultura. Un gap vistoso e preoccupante soprattutto se lo si confronta con i colleghi internazionali. Come gli Stati Uniti, per esempio, dove al contrario, i laureati presenti in Parlamento sono saliti dall'88% al 94%. E' quello che sostiene Gian Antonio Stella sui parlamentari italiani che, "via via che calava la loro statura culturale, politica, manageriale, sono stati sempre più benedetti da un acquazzone di denaro. Quante volte ci siamo sentiti dire "faccio politica per passione perché economicamente guadagnavo di più prima?" Ebbene, è tutto falso". Sempre secondo la ricerca curata dal gruppo che ruota intorno a "lavoce.info", l'approdo sugli scranni delle Camere "è stato particolarmente redditizio. Infatti, il reddito reale annuale di un parlamentare è cresciuto tra 5 e 8 volte più del reddito reale annuale medio di un operaio, tra 3,8 e 6 volte quello di un impiegato, e tra 3 e 4 volte quello di un dirigente". Di più: grazie alla possibilità di cumulare altri lavori, esclusa salvo eccezioni in paesi seri come gli Stati Uniti, "dalla fine degli anni '90, il 25% dei parlamentari guadagna un reddito extraparlamentare annuale che è superiore al reddito della maggioranza dei dirigenti". Altro che crisi e disoccupazione.

Antonio Di Pietro (Italia dei Valori) preferisce gli immobili: sei case e mezza fra Bergamo, Milano, Montenero di Bisaccia, Roma e Bruxelles e un reddito imponibile di 218.080 euro 40



Professionisti&Imprese Foto di Laura Pietra

Crisi o non crisi è tempo di bilanci In questo momento difficile il mondo delle libere professioni gioca la sua parte al fianco degli imprenditori. Alberto Carrara, presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, presenta la realtà nella provincia di Bergamo 42


tempo di bilanci con tutta la sequela di voci e di numeri. Ci affidiamo a loro per capire la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica di un'azienda. Ancora freschi di stampa, fatturato e utili (almeno si spera) sono i primi risultati che si scorrono per capire se l'esercizio di un'impresa, che per la maggior parte coincide con l'anno solare, è stato positivo. La prima voce è l'insieme dei ricavi, frutto dell'ordinaria attività dell'impresa, mentre gli utili sono il suo margine di guadagno. Queste, oltre alla struttura finanziaria, sono le informazioni più "utili" e più utilizzate, perché sono molti i soggetti a voler conoscere l’andamento economico delle industrie del territorio: i soci, gli investitori, i finanziatori (nella fattispecie le banche che lo chiedono prima di erogare

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un finanziamento), i fornitori, i clienti, i dipendenti e a volte, anche gli uffici fiscali. In tema di bilancio, quest'anno ad impensierire gli addetti ai lavori non è solo il documento in se stesso, da redigere alla luce delle novità fiscali introdotte con i decreti di fine anno, ma anche i suoi tempi. Non ci riferiamo all'annoso problema della mancanza di istruzioni ufficiali, da parte delle agenzie delle entrate, che adotta il mezzo delle circolari per fornire, di volta in volta, chiarimenti. Voci di corridoio sostengono la possibilità, per le società non quotate in Borsa, che i bilanci vengano approvati a fine giugno. "In alcuni casi, il termine può essere rinviato - ha esordito il Dott. Alberto Carrara, Presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo -. In via generale per particolari esigenze relative alla "struttura" e all'"oggetto" della società e per situazioni connesse a "fattori interni", mentre dovrebbero essere irrilevanti i fatti esterni ed occasionali. L'attuale momento di crisi potrebbe giustificare il rinvio dei termini. Facciamo alcuni esempi: verificare la bontà dei crediti, dopo la chiusura dell'esercizio, in presenza di rapporti commerciali a rischio. Valutare le partecipazioni per stimare che le perdite delle società partecipate non siano durevoli. Quantificare il valore di realizzo del magazzino e rivalutare gli immobili strumentali. In tutti i casi, il rinvio deve essere valutato dall'Organo amministrativo caso per caso". Al di là delle frasi di circostanza, il vostro è un punto di vista privilegiato. Come stanno affrontando le imprese bergamasche questo momento difficile e come stanno reagendo? "Posso affermare che, se da un lato esistono settori in grossa difficoltà è anche vero che questi (es. tessile o meccanico) erano in difficoltà, già in precedenza. Questa è una conseguenza della globalizzazione, oppure è legata a scelte imprenditoriali e di organizzazione della produzione discutibili. La crisi finanziaria e di liquidità ha solo accentuato e reso più repentino questo processo. Ritengo di non sbagliare affermando che il tessuto produttivo bergamasco sia sano, con grandi potenzialità dal punto di vista industriale, del mercato e dei prodotti. Probabilmente soccomberanno alcune di quelle che non hanno i fondamentali in ordine, da un punto di vista finanziario. Troppo indebitate, dovranno fare i conti con un sistema bancario che non potrà derogare a valutare, con estrema attenzione alle potenzialità ed ai rischi, le richieste di finanziamento. Non ritengo però si possano imporre alle banche dei controlli esterni per monitorare la valutazione sul "merito del credito" che deve essere fatta dai singoli Istituti". Le PMI sono il motore dell'economia e nonostante questo sono le più penalizzate. Ci può spiegare il paradosso? "Le piccole e medie imprese, che sono l'ossatura dell'economia bergamasca, stanno soffrendo per la stretta creditizia. Le iniziative come quelle del Consorzio fidi sono una risposta. Gli istituti di credito presenti sul territorio di Bergamo, strutturati con un modello di banche rete hanno mantenuto uno 44

stretto legame e conoscenza con il territorio e penso che potranno fare la loro parte. Anche la propensione all'esportazione è un ulteriore punto di forza. La crisi è globale, ma avere a disposizione più mercati è un buon punto di vantaggio. Anche il mondo delle libere professioni gioca la sua parte in questa difficile partita e la preparazione culturale e tecnica della categoria dei Dottori Commercialisti ed esperti Contabili è un prezioso punto di riferimento per gli imprenditori, sia per la ristrutturazione delle aziende che per valutare l'ammissione a procedure concorsuali in grande aumento, anche in un’ottica risanatoria". Dopo l'entrata in vigore dell'Albo unico, lo scorso marzo lei ha partecipato al 1° Congresso nazionale dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili, perché il titolo "Protagonisti del cambiamento"? "Il 1° congresso nazionale è stato un importante momento di confronto di una categoria aperta e disponibile a dare il proprio contributo alla soluzione della crisi e alla crescita e modernizzazione del paese. Auspico che a livello generale siano meglio rappresentate nella società le voci delle piccole e medie imprese, del mondo accademico e delle libere professioni. Nel Congresso di Torino si è parlato della necessità di rendere più rapida la gestione della giustizia civile e circa l'opportunità di introdurre lo strumento filtro della conciliazione obbligatoria, nella consapevolezza che lo stato attuale della giustizia in Italia scoraggia tra l'altro investitori e imprenditori esteri. Si è parlato di Fisco indicando la ricetta della trasparenza, della semplificazione e della responsabilità, auspicando che finalmente si cominci seriamente a lavorare sulle aliquote, smettendo di fare i soliti giochetti sulla determinazione degli imponibili. Si è parlato di Federalismo fiscale che deve essere però sostenibile, individuando risorse e responsabilità, della proposta della sanzione della ineleggibilità di quegli amministratori pubblici che non raggiungono gli obiettivi". Cosa risponde all'Antitrust che, dopo un indagine conoscitiva sugli Albi, avviata nel 2007 a seguito delle liberalizzazioni introdotte dall'allora ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, ha dichiarato che sono state "disattese le norme di liberalizzazione'', puntando il dito contro gli ordini professionali? "Non scendo nel merito delle altre categorie professionali, sarebbe certamente antipatico guardare in casa d'altri. Per quel che riguarda la nostra categoria, mi sembra di poter dire che la crescita numerica degli ultimi anni (nel 1980 eravamo circa 200 nel 1990 eravamo circa 400 ora, con l’Albo Unico, siamo oltre 1500), testimonia come non vi sia un interesse corporativo a limitare l'accesso. Non vedo barriere all'entrata se non una adeguata preparazione acquisita con gli studi universitari, un periodo congruo di praticantato obbligatorio e un impegnativo e selettivo esame di stato, tutte barriere poste non per limitare l'iscrizione, ma per garantire il livello di preparazione dei giovani colleghi che si affacciano alla professione, nell'interesse prioritario degli utenti e della collettività. Rammento da ultimo, che siamo stati una delle prime categorie ad introdurre la for-


"La crescita numerica della nostra categoria, negli ultimi anni (nel 1980 eravamo circa 200, nel 1990 circa 400 e ora siamo oltre 1500), testimonia come non vi sia un interesse corporativo a limitare l'accesso" mazione obbligatoria per i propri iscritti. Con specifico riferimento ai praticanti, informo che attualmente sono circa 200, che ad ognuno è assegnato un tutor che vigila sullo svolgimento del praticantato, che sono sottoposti a verifica semestrale sull'apprendimento e che sono considerati dall'Ordine come futuri colleghi da formare nell'interesse loro e della

collettività. La durata del tirocinio a mio parere è adeguata alla vastità e complessità delle funzioni che possono essere svolte una volta abilitati. Se è vero che il praticantato è essenzialmente gratuito, è anche vero che mi risulta come la maggior parte dei praticanti percepisca un compenso/rimborso spese, sotto forma generalmente di borsa di studio". 45


Numeri&Aziende Articolo di Livio Casanova Foto di Giorgio Chiesa

Uno studio della Banca d'Italia, presentato all'Università di Bergamo, rivela come le imprese di famiglia abbiano orizzonti a lungo termine e come aspirino meno al profitto. Quello che può essere considerato debolezza in un momento di crescita, ora diventa un grande vantaggio 46


L'impresa familiare? Sfidare il futuro e investire nel tempo

e aziende familiari hanno una performance migliore rispetto alle imprese non-familiari? "La risposta è sì - commenta Magda Bianco, titolare del servizio studi della Banca d'Italia - specialmente se l'impresa è gestita dal fondatore. A parità di settore, dimensioni e area di localizzazione, si misura una più alta profittabilità oltre che un valore di mercato più elevato". Questo è il dato fondamentale emerso dalla ricerca "Investimenti, imprese familiari e recessione", condotto da Magda Bianco, Roberto Golinelli e Giuseppe Parigi della Banca d'Italia e presentato in Università, durante un seminario del professore Riccardo Leoni. L'obiettivo dell'analisi è misura-

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re la propensione al rischio con un punto di partenza strettamente economico. Le imprese familiari sono diffuse ovunque e in misura maggiore nell'Europa continentale. Mentre in America sono il 12% e in Giappone solo il 9%, nella UE il loro peso è maggiore: si va dall’11.5% del Regno Unito al 40 e 41% rispettivamente della Germania e della Francia. In Italia, invece 53 imprese su 100 è a conduzione familiare. Qualcuno ritiene che questo potrebbe essere stato uno degli ostacoli alla trasformazione e alla crescita italiana negli anni Novanta e nei primi anni del duemila. Su questo tema la letteratura economica mostra evidenze ambigue. Da un lato le imprese familiari hanno un "meccanismo" efficiente che as47


sicura miglior performance perché ha un orizzonte temporale più lungo, con incentivi migliori dovuti ad una supervisione interna e proprio legati all'ambito familiare, e una miglior trasmissione delle conoscenze. Dall'altro, il legame con valori culturali consolidati, inducono ad un eccessivo desiderio di mantenere il controllo all'interno della famiglia, una selezione dei dirigenti e dei successori non sempre efficiente e, com’è naturale che sia, un'avversione al rischio se buona parte della ricchezza familiare è concentrata nell'impresa stessa. Rispetto a queste indicazioni e sulla base dell'indagine effettuata dalla Banca d'Italia, possiamo tracciare l'attuale profilo delle imprese familiari, che si discosta dalle indicazioni raccolte dalla letteratura. Prendiamo in considerazione le quote: quasi il 63% è del maggior azionista, mentre il secondo e il terzo hanno rispettivamente il 20% e il 10%. Per darvi un'idea della differenza diciamo solo che nelle imprese non familiari la quota del maggior azionista tocca l'83%. Nelle imprese a conduzione familiare, inoltre, il numero medio degli azionisti è 3, il 13% ha sottoscritto un patto di sindacato, mentre 50 imprese su 100 hanno clausole restrittive per il trasferimento di proprietà. Se focalizziamo l'attenzione solo sul capo dell'impresa, troviamo che è italiano nel 97% dei casi, uomo, con un formazione che per 55 su 100 si è fermata alla scuola secondaria mentre il 45% ha conseguito una laurea. C'è da segnalare il triste primato che solo per lo 0.7% c'è a capo una donna. Chiudiamo con una curiosità. L'età media del "capo" nelle imprese familiari è di 57 anni contro i 55 anni di quelle non famigliari. Oltre a questo, quali sono state le altre conclusioni che ha portato lo studio? "Le imprese familiari - precisa Magda Bianco - potrebbero essere in generale più avverse al rischio rispetto alle altre tipologie d’imprese, per il fatto che i lo-

ro proprietari hanno una quota consistente della ricchezza posseduta investita nell'impresa. Ma le imprese familiari hanno il vantaggio di agire avendo in mente un orizzonte temporale più lungo". La ricerca affronta anche un'altra questione: l'avversione al rischio di fronte all'incertezza. "Dai dati in nostro possesso - conclude la ricercatrice della Banca d'italia - si evidenzia una maggior contrazione d'investimenti di fronte ad un aumento d'incertezza sull'andamento futuro della domanda. Nel caso del “proprietario-fondatore”, si mostra una maggior reattività di fronte all'andamento incerto della domanda rispetto alle altre tipologie di impresa. La possibile spiegazione potrebbe essere connessa forse al desiderio del “fondatore” di non perdere il controllo dell'impresa fondata".

Magda Bianco

Nelle piccole e medie imprese familiari il capitale umano è depositato Di rado sono quotate in Borsa e proprio per questo non devono rispondere alle esigenze di profitto, a breve termine, degli azionisti. Inoltre si sentono molto legate alla sorte dell'economia locale eadership consolidate, visioni a lungo termine, indipendenza e autonomia dal mercato finanziario, agilità e flessibilità per reagire a momenti critici, tutto questo garantito da un patrimonio familiare consolidato. Queste sono le forze messe in campo dalle PMI che in Italia si legano alle imprese familiari, pronte ad affrontare un mercato sempre più

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globale e in preda al tracollo finanziario. Questi i valori aggiunti, emersi dagli interventi di Paolo Agnelli - presidente di Apindustria -, Rita Malocchi - di Confindustria Bergamo - e Giuseppe Vavassori, direttore CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato) di Bergamo, intervenuti a margine del seminario. Per capire le differenze fra le imprese familiari e quelle non familiari, non si


può e non ci si deve fermare ai numeri, perché ne risulta una lettura parziale e sommaria che rischia di tralasciare quello che vi è a monte: due modi diversi di gestione aziendale. E' sempre chi detiene la governance e non i soci di capitale che mettono a nudo la bontà di qualsiasi progetto imprenditoriale. "Non ha nessuna utilità - sottolinea Paolo Agnelli - fermarsi al dualismo tra imprese familiari e grandi imprese, è invece fondamentale capire le governance e conoscere le performance di entrambi. Quello che conta è il modello organizzativo che ne determina le scelte. Dalla parte delle grandi imprese, solitamente, c'è un manager che detta tempi e modalità degli obiettivi da raggiungere, con una politica a breve termine. Il rischio, non troppo remoto, è quello di muoversi con troppa spregiudicatezza e bruciare alcuni mercati conquistati con il tempo, senza ottenere risultati significativi. Dall'altra parte c'è un' imprenditore che si riconosce nella sua impresa, che la goPaolo Agnelli verna - prima di tutto - mosso dalla passione personale, dimostrando tenacia e dedizione, perché quello è il suo mondo. In questo senso non c'è la proiezione sul risultato immediato, perché familiari su cui si fondano la maggior parte delle PMI. Uno si tutproprio quest'ultimo toglierebbe respiro a programmazioni a me- ti: il rispetto degli accordi, specialmente in merito ai termini e dio-lungo raggio". La letteratura al riguardo delle PMI dice che "pic- modalità di pagamento". La serie d'interventi è conclusa da Giucolo è un difetto" (si parla di nanismo imprenditoriale) e che la mas- seppe Vavassori, che introduce la figura delle micro imprese sima ambizione, per qualsiasi impresa, dovrebbe essere quella di come cardine del sistema economico bergamasco. "Un capitolo a ingrandirsi. "E' vero che alcuni imprenditori - privilegiando soprat- parte meritano tutte le aziende di piccolissime dimensioni. Le si tutto i numeri - intraprendono la strada dell'espansione, ma non è considera da un punto di vista solamente formale, ma la realtà è l'unica possibile. Quello a cui prima mi riferivo è riflesso dal fatto molto più complessa. Se alla Camera di Commercio il referente che la maggior parte delle imprese italiane è costituito da PMI. In- risulta essere solo il titolare, lo stato reale delle cose dice che fatti, solo il 5% del totale si riferisce alle grandi aziende. A mag- tutta la famiglia lo sostiene attivamente nel disbrigo delle pratigior ragione dunque, l'antidoto all'attuale crisi non è l'ingrandirsi a che quotidiane". Nonostante sia ancora un mondo misconosciututti i costi, al contrario. E' nella cultura imprenditoriale del fonda- to, in queste piccole realtà le strategie aziendali vanno di pari tore - e delle future generazioni - che risiede la salvezza di una pic- passo con i processi familiari. I valori si mescolano e gli attori si cola media impresa che punta il suo know-how sul rapporto uma- scambiano di ruolo. "Sembra una situazione fuori dalla realtà no, prima che sul fatturato". In merito alle strategie aziendali, la ri- conclude Vavassori -, ma stiamo parlando di migliaia - la parte cerca ha evidenziato la minor propensione da parte delle imprese produttiva del paese - d'imprese che vivono quotidianamente familiari all'investimento. Su questo punto ancora Paolo Agnelli fa un'equazione particolare, quella che vede la famiglia "stare" aluna precisazione doverosa: "Per le imprese familiari non esistono l'impresa. Ovvero il sentimento alla razionalità, il risparmio al fiquote di rischio, proprio perché il rischio stesso è - sempre - tota- nanziamento, l'appartenenza al merito, i valori agli obiettivi, il clile. Infatti, tutto è dato in garanzia alla banche, in quanto l'impren- ma familiare alla competitività e la tradizione al cambiamento". ditore è costretto a firmare fideiussioni personali, a copertura di qualsiasi tipo d'investimento". D'accordo col l'interRita Melocchi vento di Paolo Agnelli anche la seconda relatrice. "Non mi e Giuseppe Vavassori sembra corretto - esordisce Rita Melocchi - parlare di avversione al rischio. Sembrerebbe un tono quasi dispregiativo verso la piccola media impresa. Preferirei usare termini come "prudenza" e "responsabilità imprenditoriale". Potrebbero sembrare un vecchio "leit motiv", ma - proprio grazie, o a causa, della difficile condizione congiunturale che rende difficile qualsiasi previsione - l'investitore è una figura che è andata differenziandosi sempre più dall'imprenditore vero e proprio. Non vogliamo mettere "alla gogna" la figura del manager, ma solo porre l'accento su di una fondamentale distinzione che è sempre esistita, evidentemente accentuata dai momenti di crisi. Noi dobbiamo spesso fare i conti con un sistema economico che punta solamente all'utile, senza tener conto di tutti quei valori 49


Morsi dalla crisi Articolo di Livio Casanova

Artigli sulla Val Seriana Da una parte c'è la recessione che attraversa tutta la Valle e lascia sulla strada molte imprese del meccanotessile con i suoi lavoratori Dall'altra c'è un orso "JJ5", che per uno strano gioco del destino, sta lasciando nei pollai i segni del suo passaggio e delle sue razzie

he c'azzecca un orso con la crisi economica? Poco o nulla se tralasciamo la volontà, per entrambi, di stabilirsi in una delle nostre Valli. L'accostamento può essere azzardato, ma se proviamo a seguirne le orme, ci troviamo in Val Seriana con scenari che, per certi versi, si rispecchiano. La marcia di avvicinamento di tutti e due è stata graduale. Per il tessile le difficoltà sono iniziate

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nel 2000 con la liberalizzazione globale del mercato, ma nel 2006 con 700 aziende e 18 mila occupati si pensava che Bergamo avesse retto il colpo. Non è stato così perché la crisi, come JJ5, è andata solo in letargo (o è stata nascosta) per mostrarsi più affamata e aggressiva di prima. Sarà anche un caso ma nel gergo borsistico made in USA l'orso è proprio il simbolo di una fase di ribasso. In secondo luogo entrambi mordono e uccidono, da una parte JJ5 scorazza nei pollai per far visita alle sue prede, dall'altra la congiuntura attuale ha lasciato sulla strada una striscia quasi ininterrotta di aziende e di fabbriche chiuse con in mezzo alla strada un numero incredibile di lavoratori. Infine, preso atto che, per ora si deve convivere con queste situazioni, si stanno studiando le soluzioni migliori per allontanare dalla Val Seriana l'orso e la crisi. Procediamo con ordine. Risale a mercoledì 21 maggio la prima segnalazione dell'orso sul passo della Presolana. La notizia arriva da Castione. Il Parco Regionale delle Orobie Bergamasche deve fare i conti con un esemplare di orso bruno che, accertato in Trentino a partire dal 2006 e transitato per la Valcamonica, è giunto fin sul masL’orso JJ5 siccio delle Prealpi bergamasche. Gli agenti forestali


lombardi notano che si aggira nel nostro territorio senza nessun confine fisico, guidato solo dal suo istinto naturale. Dopo i numerosi avvistamenti, lo scorso agosto arrivano i primi scatti fotografici che lo immortalano mentre scorazza tra la Val Brembana e la Val Seriana. Questo grazie alla curiosità e alla passione di alcuni del posto, che piazzano le loro macchine fotografiche, come trappole, sul terreno per "catturare" la preda. Tutto questo mentre solo il giorno prima dell'avvistamento, martedì 20 maggio 2008, arriva il campanello d'allarme dei sindacati. A suonarlo è l'organizzazione di categoria per i metalmeccanici (Cisl di Bergamo), per voce del segretario provinciale Fim e del responsabile di zona. "Se nulla si farà al più presto - commentano Ferdinando Uliano e Giancarlo Carminati - il meccanotessile della Valle Seriana, prima della fine dell'anno, rischia di subire pesanti ripercussioni: non solo dal punto di vista imprenditoriale, ma anche da quello occupazionale. Il distretto meccanotessile seriano vede circa 600 lavoratori interessati dall'utilizzo di ammortizzatori sociali: la metà circa degli occupati nel comparto. Si tratta di 480 lavoratori che fanno parte del gruppo Itema, nello specifico, 310 di Promatech dal 1° marzo scorso in cassa straordinaria per un anno, ai quali si aggiungono 30 lavoratori che hanno usufruito della mobilità volontaria, e 140 addetti di First dallo scorso gennaio in cassa ordi-

Incentivi, riapertura dei flussi di credito, sburocratizzazione, diminuzione delle tasse, riforme coraggiose del sistema fiscale e previdenziale Sono queste le richieste avanzate dalle imprese per far uscire il tessile dalla "valle" in cui si è venuto a trovare

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Contro "JJ5", la Regione ha stanziato 50.000 euro per realizzare recinti elettrificati, a bassa tensione, a difesa dei greggi e degli alveari Si parla anche di cani appositamente addestrati, rifugi notturni per le pecore e squadre specializzate per monitorare gli spostamenti

naria. Ci sono poi una cinquantina di dipendenti in cassa ordinaria alla Panter di Gandino". A questi, spiega ancora Uliano "si aggiungono circa 80-90 addetti dell'indotto industriale e artigiano che nella zona gravitano proprio sull'attività meccanotessile seriana e che, con gli attuali chiari di luna, potrebbero subire nei prossimi mesi le ripercussioni di una situazione difficile. Nei mesi trascorsi dal registrarsi dei primi segnali di difficoltà la situazione non è andata per niente migliorando: anzi, le difficoltà si sono accentuate rischiando di trasformarsi da congiunturali a strutturali". La crisi continua a mietere vittime, lo stesso vale per l'orso. Quattro capre uccise lo scorso 4 aprile a Cusio, questo è il bilancio del primo raid in un allevamento, dopo la fine del letargo invernale. Ad "incastrare" JJ5, alcuni ciuffi di pelo rimasti incastrati nella recinzione. Una signora di Gromasera, località poco sotto il centro di Dossena l'aveva localizzato già lo scorso 13 marzo. Con tutta probabilità l'animale, affamato dopo il lungo inverno, è entrato nella baita per ben due volte nei giorni fra il 2 e il 3 aprile, quando erano presenti solo quattro capre (due adulte con due piccoli) poi trovate senza vita dal padrone sabato mattina. L'orso JJ5 è dunque tornato a farsi vivo. "Non entro nel merito della gestione faunistica dell'animale - commenta il sindaco di Cusio Ezio Remuzzi - Penso piuttosto che la presenza dell'orso JJ5 sia un segnale importante del fatto che il nostro territorio ha un valore naturalistico elevato. Il nostro operato deve preoccuparsi di valorizzare l'aspetto ambientale di tutta la questione". Nove galline, due conigli e due capretti sarebbero il bilancio definitivo della razzia compiuta da JJ5, sucessivamente, nella notte tra il 6 e il 7 aprile in una stalla di Ornica. In sei mesi avrebbe sbranato 130 pecore, distruggendo sei arnie e danneggiando la vasca del Consorzio forestale dell'Alta Valle Seriana alla ricerca di pesci. Sull’altro fronte, per rimanere ai numeri, nel tessile e nel meccanotessile gli ordini sono calati del 50-60 per cento, con 50 mila possibili esuberi a livello nazionale e 4 mila cassaintegrati solo in Valle Seriana. Uno scenario cupo, non destinato a cambiare almeno nel 2009. E cosi: incentivi, riapertura dei flussi di credito, sburocratizzazione, diminuzione delle tasse, riforme coraggiose del sistema fiscale e previdenziale, sono le richieste avanzate dalle imprese tessili al Governo. Sono emerse durante un convegno sulla crisi del settore promosso dalla Regione e dalla Camera di Commercio, lo scorso 25 marzo, alla Borsa Merci. Nonostante i dati drammatici, da più parti si sono levati appelli all'ottimismo, alla necessità di "rinascere" per ripartire con rinnovato slancio quando il ciclo economico tornerà ad essere positivo. "Dobbiamo lottare tutti insieme - ha detto Miro Radici - imprenditori e lavoratori dalla stessa parte. Ma è chiaro che 52

chi ci governa deve intervenire a sua volta. Con incentivi per la sostituzione delle macchine, con finanziamenti alla ricerca, con modifiche dei tempi della cassa integrazione, che deve durare almeno 2 anni". Rilanciare l'economia e sostenere le aree della Valle Seriana più gravemente colpite dalla crisi economica internazionale. Questo è in sintesi il protocollo d'intesa, sottoscritto lo scorso 6 aprile, da Imprese & Territorio, da Confindustria e dai sindacati. Le linee di intervento sono quattro: la prima svilupperà attività di supporto ai progetti imprenditoriali attraverso la costituzione di una task force in grado di fornire assistenza alle imprese ed agli imprenditori nella valutazione e realizzazione dei loro investimenti. La seconda, realizzerà progetti economico-finanziari attraverso la costituzione di un fondo gestito da una società specializzata ed autonoma rispetto ai soggetti promotori, destinato a finanziare nuove attività imprenditoriali. La terza sarà focalizzata sul sostegno all'occupazione attraverso la sperimentazione di un'iniziativa di flex-security in uno dei lead market previsti dalla Ue per la migrazione della manifattura verso settori innovativi nei quali esistano capacità produttive o potenzialità di riconversione. L'attenzione sarà concentrata inoltre sul marketing territoriale, l'unione dei Comuni, il miglioramento dei servizi pubblici per l'impiego, la pianificazione sovra comunale, l'elaborazione di un progetto turistico e il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche. Questo è stato il frutto di un'accurata indagine sul territorio. Nel frattempo si attende uno studio - avviato dal Parco delle Orobie in collaborazione con l'Università di Pavia e pronto alla fine dell'anno - per far il bilancio su chi ha subito attacchi dall'orso. Per stabilire attraverso elaborazioni statistiche un modello preventivo, nella convinzione che la convivenza con JJ5 sia possibile. Nel frattempo i vertici del Parco delle Orobie stanno cercando di ottenere dalla Regione un piano per la messa in sicurezza di allevamenti e coltivazioni. Il problema è, da un lato, tutelare gli allevatori. Dall'altra proteggere lo stesso orso, per evitare che qualcuno gli spari. Per ora dalla Regione si è riusciti a ottenere 50.000 euro per realizzare recinti elettrificati a bassa tensione a difesa dei greggi e degli alveari, ma si parla anche di cani appositamente addestrati, rifugi notturni per le pecore e squadre specializzate nella Polizia provinciale, che tengano monitorati gli spostamenti dell'orso e informata la cittadinanza in modo da ridurre le possibilità di incontri. Contro questo bilancio, tutt'altro che definitivo, la coriacea Val Seriana è mobilitata. La fibra dei valligiani bergamaschi è dura quanto quella di un orso. Adesso si tratta "solo" di riuscire ad intrappolare JJ5 e superare la crisi.



Progresso&Territorio Foto di Franco Pasinetti

Progetti “ad hoc� per lo sviluppo delle imprese bergamasche Orientamento, consulenza, formazione: queste sono le parole chiave di numerose iniziative messe in campo da Bergamo Formazione per supportare le imprese del nostro territorio e migliorare le loro performance sul mercato

romo-Bassa Bergamasca, PromoValle Brembana e Seriana" sono due delle iniziative attivate da Bergamo Formazione, Azienda Speciale della CCIAA di Bergamo, che da diversi anni mira a rafforzare le aziende locali con interventi di consulenza mirata. L'obiettivo è offrire strumenti efficaci, adatti ad incidere e supportare meglio lo sviluppo delle imprese del territorio bergamasco. La consulenza infatti, come la formazione, apre le aziende all'innovazione e ai cambiamenti, modificando e migliorando le loro performance sul mercato. Entrambe, inoltre, servono non solo a fornire strumenti tecnici di intervento, ma a sviluppare conoscenze e competenze intellettuali per riuscire ad affrontare cambiamenti continui. Purtroppo la situazione congiunturale in atto frena gli investimenti di tutte le imprese. In particolar modo quelle di piccole e piccolis-

"P 54

Il progetto Promo-Valle si propone di supportare, attraverso consulenze specialistiche, processi di cambiamento e innovazione all'interno di un campione di imprese artigiane operanti in Valle Brembana, Seriana e Val di Scalve, per accrescerne le opportunitĂ di sviluppo


Uno scorcio della Val Seriana

sime dimensioni preferiscono dirottare le proprie risorse verso altre voci di bilancio ritenute più "vitali" della consulenza o della formazione. Preso atto di questo, la Camera di Commercio, ha deciso di sostenere economicamente quelle iniziative, progettate e realizzate dalla propria Azienda Speciale, volte a colmare questo pericoloso gap, che rischia di isolare le aziende di Bergamo dal resto d'Europa. Si tratta di percorsi di consulenza personalizzati, che offrono, soprattutto alle micro e piccole imprese del territorio, la possibilità di usufruire dell'esperienza di consulenti competenti. L'azienda è aiutata ad affrontare i suoi punti deboli e magari anche questo particolare momento economico, con l'obiettivo di uscirne rafforzata. Come accennato, ne sono un esempio concreto i progetti territoriali “Promo-Valle Brembana e Seriana” e “Bassa Bergamasca”, e di filiera, “Seriana Tessile”, che intercettano le specifiche necessità di inter-

vento rilevate all'interno delle imprese aderenti, a seguito di un check up iniziale effettuato da parte di consulenti esperti. Nel 2008 le iniziative hanno permesso di affiancare oltre un centinaio di aziende (46 imprese artigiane per il progetto Promo-Valle Brembana e Seriana, 41 aziende per il progetto Promo-Bassa Bergamasca e 20 aziende della filiera del tessile sempre del territorio della Valle Seriana), che hanno potuto beneficiare complessivamente di 2420 ore di consulenza personalizzata. Gli interventi hanno permesso di far acquisire modalità operative concrete e "su misura", utili ad affrontare meglio i cambiamenti imposti dal mercato, così da far crescere quindi l'azienda stessa. Tutte e 3 le iniziative hanno visto la collaborazione di 4 Organizzazioni di Categoria Artigiane territoriali e il sostegno delle istituzioni locali dei territori interessati (Comunità Montane e Comuni). L'apprezzamento manifestato, sia dagli imprenditori coinvol55


ti che dalle istituzioni e dalle Associazioni aderenti, ha indotto la Camera di Commercio a dare continuità alla propria azione sul territorio. Per tale motivo si è ritenuto opportuno non solo proseguire nel 2009 le iniziative "Promo-Valle Brembana e Seriana e Promo-Bassa Bergamasca", facendole confluire in un progetto unico, ma anche presentare e cofinanziare l’iniziativa "Interventi a supporto delle imprese artigiane edili e del settore delle costruzioni per il rafforzamento e il consolidamento dei processi di innovazione", destinata al settore edile e delle costruzioni del territorio della Bassa Bergamasca, finanziato da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia. I 2 progetti si concluderanno rispettivamente a dicembre 2009 e a gennaio 2010 e interesseranno un centinaio di imprese (62

imprese per il progetto Promo-Valle e Promo-Bassa e 35 imprese artigiane del settore edile e delle costruzioni per il progetto Promo-Bassa edile e costruzioni). Queste aziende sono state selezionate a seguito della realizzazione di 10 focus group di sensibilizzazione svolti sul territorio della Valle Brembana (a Piazza Brembana e San Pellegrino), della Valle Seriana (ad Albino, Clusone e Vilminore di Scalve) e della Bassa Bergamasca (a Treviglio, Romano di Lombardia, Caravaggio, Mozzanica e Calcio). E' attualmente in corso la fase di check-up svolta direttamente nelle sedi delle aziende aderenti, al fine di individuare i bisogni per erogare poi le consulenze definite. Un ulteriore esempio dell'importanza attribuita alla consulenza e alla formazione destinate alle imprese viene dal progetto "Sviluppo competitivo veloce

I 3 grafici mostrano nell'ordine la ripartizione degli ambiti di consulenza degli interventi rivolti alle imprese artigiane selezionate in Valle Brembana, in Valle Seriana e di Scalve e infine nella Bassa Bergamasca, partecipanti ai diversi progetti territoriali 6% 4%

Vendite e reti vendita Marketing, marchi

8% 32%

Amministrazione e Finanza Controllo di gestione 12%

Programazzione produzione e tempi di lavorazione Organizzazione, qualità e sistemi informativi

Valle Brembana 38%

14%

Vendite e reti vendita

21%

Marketing, marchi Amministrazione e Finanza 13%

Controllo di gestione Organizzazione, qualità e sistemi informativi Innovazione, brevetti e businessplan

26% 18% Valle Seriana e di Scalve 8%

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nelle PMI", avviato a gennaio 2008 e destinato a 50 PMI locali che, partecipando all'iniziativa, hanno la possibilità di sviluppare progetti di innovazione tecnologica o organizzativa che si realizza grazie all'inserimento in azienda di uno studente (laureando e/o laureato) e di professionisti esperti. A loro sono affidate le consulenze definite in seguito al check up iniziale. L'iniziativa fa cogliere alle imprese locali le opportunità di miglioramento per trasformarle in vantaggi competitivi durevoli. Il progetto, di tipo sperimentale, prevede per le imprese aderenti: il check up iniziale e 30 ore di consulenza personalizzata. Tecnicamente il progetto di innovazione, definito in fase di audit, viene avviato con la presenza in azienda di uno studente (laureando e/o neo-laureato) per un periodo di tirocinio di 3 mesi. Ad oggi il progetto, attraverso la creazione di una rete di relazioni tra diversi attori (Camera di Commercio, 9 Associazioni di Categoria, Università degli Studi di Bergamo, imprese, laureandi/laureati), ha coinvolto 40 imprese nelle quali sono già stati realizzati i check-up e sono stati avviati i primi 30 progetti di sviluppo veloce con l’inserimento in azienda degli studenti identificati.

Puntano sulla consulenza specialistica anche i progetti "Innovazione e sviluppo: azioni di sistema a supporto del consolidamento e dello sviluppo competitivo delle imprese" e "Rating Point", entrambi realizzati mediante una rete di sportelli attivi rispettivamente in 12 e 13 Organizzazioni di Categoria del territorio. Il primo progetto permette di attivare un accompagnamento consulenziale finalizzato a supportare l'imprenditore nel corso dei diversi momenti chiave del ciclo di vita dell'impresa, ad esempio: la fase di costituzione o in presenza di trasformazioni, come nel caso del passaggio generazionale (nel 2008 il progetto ha coinvolto 230 imprese, a cui sono state erogate 5000 ore di consulenza). Il secondo supporta gli imprenditori nell'analisi della propria situazione finanziaria, così da permettere di rapportarsi meglio con il sistema creditizio (gli sportelli coinvolgono ogni anno oltre 500 imprese, che beneficiano di 10 ore di consulenza personalizzata ciascuna). Entrambe le iniziative, nel 2009, aumenteranno sia nel numero di imprese beneficiarie che nelle ore di consulenza erogate, così da soddisfare le sempre maggiori richieste provenienti dal mondo imprenditoriale locale.

9% Vendite e reti vendita

19% 8%

Marketing, marchi Logistica, magazzini

6% Amministrazione e Finanza Controllo di gestione Programazzione produzione e tempi di lavorazione 14%

Organizzazione, qualità e sistemi informativi 35% 7%

Innovazione, brevetti e businessplan

Bassa Bergamasca 2%

Il progetto Sviluppo Competitivo Veloce nelle PMI rappresenta un’opportunità per 50 aziende bergamasche di attivare percorsi di innovazione tecnologica e/o organizzativa grazie al supporto di un team d’eccellenza composto da consulenti e laureandi o neo-laureati 57


L'incontro Articolo di Giorgio Chiesa

Valerij Lavrov presidente della Camera di Commercio della provincia russa di Yaroslavl

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Bergamo-Yaroslavl, la nuova tratta della finitura industriale Ospiti del nuovo polo fieristico di via Lunga, Giovanni P.A. Bonfiglio - presidente di Federfinitura - e Valerij Lavrov - presidente della Camera di Commercio della provincia russa di Yaroslavl -, hanno sottoscritto un nuovo accordo, destinato ad eliminare alcune barriere commerciali e culturali tra Italia e Russia n duplice accordo dai sapori "glocal". Una speciale intesa per crescere attraverso la conoscenza, per abbattere i troppi luoghi comuni legati ai paesi dell'Est. Il primo strato della "matrioska" è rappresentata dall'accordo tra Pietro Luigi Cavallotti - presidente di AIFM, Associazione Italiana Finiture dei Metalli - e Giovanni P.A. Bonfiglio, presidente di Federfinitura, la Federazione Italiana Costruttori e Utilizzatori Impianti e Tecnologie di Finitura. Il contenuto rivoluzionario del nuovo accordo è collocabile nella logica che genera il concetto stesso di "associazionismo specializzato". Quest'ultimo, non deve essere inteso come il tentativo di monopolizzare il mercato della finitura indu-

U

"La possibilità di avere rapporti commerciali diretti - ha commentato Bonfiglio -, è il grande valore di questo incontro, che spero venga percepito da tutti nella sua dimensione strategica, prima ancora che nelle sue aspettative immediate" La delegazione russa durante la conferenza di presentazione dell’accordo

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striale, al contrario gli intenti sono tutti volti alla creazione di sinergie in grado di sostenere i rispettivi associati, nel settore della ricerca scientifica - per parte di AIFM - e in quello del supporto commerciale, campo d'azione di Federfinitura. I primi frutti sono già stati raccolti martedì 31 marzo scorso, quando Valerij Lavrov - presidente della Camera di Commercio della provincia russa di Yaroslavl, in visita al nuovo polo fieristico di via Lunga assieme ad altri membri della delegazione - ha "pubblicamente" sottoscritto un accordo proprio con l'associazione del presidente Bonfiglio, svelando la seconda "bambola" della matrioska. La firma, seguita da una calorosa stretta di mano, consentirà a Federfinitura di rappresentare, per alcuni settori ben definiti, la stessa Camera di Commercio di Yaroslavl, mentre quest'ultima porterà in dote l'associazione italiana nella regione russa. L'obiettivo è molto semplice: fa-

In fiera

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vorire i contatti diretti tra i nostri imprenditori e quelli dell'Europa orientale. "La base dello sviluppo economico - aggiunge il presidente Bonfiglio - è la conoscenza reciproca. La questione diventa evidente per tutti i soggetti aziendali che cercano di avere un qualsiasi tipo di rapporto commerciale con i mercati dell'Est. Infatti, servono mediatori e agenzie di Import&Export, quasi mai si riesce a parlare con dei tecnici, le informazioni che ci vengono trasmesse sono sempre elaborate in chiave commerciale, spesso tradotte da personale non specializzato. In questo modo si alzano le difficoltà di comprensione, con l'unico risultato di rendere difficoltoso lo sviluppo del business. La possibilità - continua il presidente di Federfinitura - di avere rapporti diretti, è il grande valore di questo incontro, che spero venga percepito da tutti nella sua dimensione strategica, prima ancora che nelle sue aspettative immediate". Parlando


comunque di risultati già ottenuti, il primo tassello di una florida unione d'intenti è quello che permetterà - assieme alla direzione operativa ed economica affidata a Ente Fiera Promoberg, rappresentata da Stefano Cristini - di organizzare un evento a Yaroslavl già nel prossimo mese di settembre. Si tratterà di una manifestazione denominata "Surface Expo Italy", che avrà luogo anche sul territorio bergamasco a partire dall'anno 2010, costituendo la terza - e ultima - parte della matrioska. "Vogliamo costruire - ha concluso Cristini - una grande manifestazione settoriale, così da fornire uno straordinario strumento di sviluppo all'industria manifatturiera italiana. Tutti noi sapremo mettere in mostra i nostri migliori know-how, anche in termini strettamente associativi. Gli orizzonti riescono così ad allargarsi e, al contempo, rimangono fortemente ancorati al territorio. L'obiettivo comune è perfettamente in linea

con gli accordi appena sanciti: impegnarsi per valorizzare le specificità locali in ambito internazionale". Terminata la kermesse, già dal giorno dopo si è passati ai fatti. La visita della delegazione è infatti continuata anche nelle successive ventiquattro ore, grazie alla fase - ancora più concreta - dei contatti imprenditoriali veri e propri. Si è puntato a nuovi accordi e nuove partnership con alcuni tra i maggiori esponenti del "made in Bergamo". Le tappe "obbligate" sono state il parco tecnologico del Kilometro Rosso, lo stabilimento delle Pentole Agnelli di Lallio e - nel pomeriggio - la Persico di Nembro. E' proprio il caso di dirlo, dai loro occhi gli "amici russi" - come li chiama il presidente Bonfiglio - sembrano aver già inteso le potenzialità del settore imprenditoriale bergamasco. Allo stesso modo, per le aziende locali le garanzie sono totali, il souvenir che proviene dall'Est non è di certo una scatola cinese.

In azienda

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Tecnologia&Ambiente Articolo di Livio Casanova

Baciati dal sole italiano, i tedeschi non rimangono "scottati"

Scommettere sul fotovoltaico significa risparmiare energia, valorizzare gli immobili e salvaguardare l'ambiente Il sole della Sicilia, della Puglia e delle altre regioni del Sud "fa maturare" gli investimenti di molti gruppi stranieri rrivano i crucchi a prendere il sole. Meglio, a prenderci il sole. Questa volta non si tratta della solita invasione che ogni anno, d'estate, vivono le coste italiane, ben liete di accogliere le bianche famigliole teutoniche alla ricerca del caldo Mediterraneo. I tedeschi hanno fiutato l'affare, lasciando agli esperti finanziari tutte le incertezze dei Bond, italiani o americani che siano, per scommettere sul sole e investire nel fotovol-

A 62

Un privato: per un impianto da 3 Kw/p integrato che autoconsuma, tra risparmio e tariffa incentivante raccoglie 52 mila euro, con uscite poco piÚ superiori a 28 mila euro. Il saldo attivo è cosÏ di 23 mila euro


taico, certi di non rimanere "scottati". Lo fanno a partire dalle regioni meridionali, si direbbe, visti gli investimenti che stanno mettendo in campo per "conquistare" porzioni di terra in Sicilia e in Puglia e per accapararsi l'energia solare che assicura una rendita "inesauribile". Energie rinnovabili - Questo, e molti altri, i motivi che hanno acceso la lampadina dell'ingegno teutonico. Il più evidente è sotto gli occhi di tutti e sopra le teste di ciascuno: il sole sorge tutti i giorni e così sarà per i prossimi 5 miliardi di anni, a garantirlo sono gli scienziati. Tecnicamente, il sole con il vento e il mare rientra nelle cosiddette energie rinnovabili che non alterano l'ambiente, non emettono anidride carbonica e non drenano risorse dal sottosuolo. L'aspetto accattivante, tuttavia, rimane nella possibilità di poter essere microgenerate, con una produzione in loco e (anche) in piccole quantità sia per la casa, sia per la fabbrica, senza la necessità di dover costruire una grande centrale come ad esempio - per il nucleare. Geopoliticamente, inoltre, è sicura e non

incorre in nessun problema di approvvigionamento come è, invece, per il petrolio che si lega a zone del mondo molto instabili. Lo stesso dicasi per la distribuzione. E' solo di qualche mese fa l'ultimo tira e molla tra Ucraina e Russia. L'esito di questo mancato accordo è stata la momentanea chiusura dei rubinetti del gas. Momentanea e nel contempo ciclica, perché ogni anno si ripete questa vicenda che solleva, anche in Italia, il problema dell'energia e del suo approvvigionamento. Europa - E' per questa serie di motivi che l'Ue favorisce tutte le strategie comunitarie legate alla produzione e alla distribuzione in loco di questo tipo di risorse. L'Europa dipende per il 65% da fonti esterne alla stessa per l'energia e l'Italia, addirittura, fino al 86%. Il restante 14% è l'idroelettrico, che si produce nel Nord Italia. La nostra nazione, però, è un paese che si presta al fotovoltaico per la sua buona insolazione, qualcuno lo chiama "il paese del sole". Prendendo la cartina geografica e considerando un'ir63


Un'impresa: per un impianto da 100 Kw/p parzialmente integrato, che autoconsuma ad uso industriale, con un investimento di 674 mila euro, si possono ottenere entrate per quasi 1 milione e mezzo di euro. Il saldo attivo finale tocca gli 800 mila euro 64

raggiamento medio (l'irraggiamento è la quantità di energia solare incidente su una superficie unitaria in un determinato intervallo di tempo, tipicamente un giorno) la pianura Padana può produrre in un anno fino a 1088 kW/h, il centro Italia 1280 kW/h mentre la Sicilia può toccare i 1422 kW/h. Si chiude il cerchio e riusciamo a capire quali sono i motivi per cui i tedeschi hanno deciso di conquistare lo Stivale partendo proprio dal tacco. Per assurdo Germania e Austria hanno meno sole di noi, ma sono state le prime nazioni a puntare sul fotovoltaico, sia solare che termico, come fonte di guadagno rispetto alla stessa Italia. Ecologia ed economia, in questo caso, vanno di pari passo.


Ecologia - Da una parte gli impianti fotovoltaici sono ritenuti amici dell'ambiente perché restituiscono 10 - 20 volte l'energia usata per produrla e inoltre ogni kilowatt di fotovoltaico fa risparmiare più di 570 kg di anidride carbonica emessa nell'aria, in un anno. Per intenderci significa che l'energia richiesta da un pannello fotovoltaico in fase di produzione viene restituita dallo stesso - nell'arco della sua vita - in misura 9 volte maggiore. Qui entrano in gioco integrazione architettonica e tariffe incentivanti, ma prima di far questo è necessaria una premessa. Sono tutte tecnologie ancora in fase di sviluppo e per tutte le nazioni, Italia compresa, che ancora adesso non sono e non sarebbero competitive con il petrolio, sono necessari incentivi. Via via che la tecnologia e l'industria si sviluppa, nel giro di qualche anno, si pensa di poter raggiungere la "grid parity", ovvero quel momento in cui il costo dell'energia elettrica prodotta con il sole sarà competitivo con quella tradizionale. Quando arriverà quel giorno non ci sarà più bisogno di incentivi, perché queste risorse saranno in grado di produrre tanto quanto le altre fonti attuali. Economia - In Italia l'incentivo si chiama "Conto Energia - Tariffa Incentivante", riconosciuto su tutta l'energia prodotta per 20 anni dall'avvio dell'impianto. Il limite di potenza incentivabile è 1200 MW raggiunto il quali termina l'incentivazione. E' proprio l'interessante redditività degli impianti fotovoltaici che sta attirando numerosi investitori, anche stranieri, che stanno acquistando molti terreni al Sud perché c'è più sole, avviando così il rapido consumo dei Mw/p incentivabili, messi a disposizione dalla legge italiana. A testimoniare questo trend ci sono i primi tre mesi del 2009, dove sono stati attivati impianti per 161.684 Kw/p, superando i 142.434 Kw/p raggiunti nei 15 mesi precedenti. Per un totale di 304.118 e le stime prevedono che nel giro di un anno e mezzo si raggiunga il limite stabilito. Anche se un Decreto del 2007 prevede un ulteriore periodo di moratoria, di altri 14 mesi, e quindi anche gli impianti che entreranno in funzione in questo periodo avranno l'ultima tariffa incentivante. Queste tariffe sono disponibili sia per privati che per aziende, persone giuridiche, enti pubblici e condomini. Praticamente tutti crescendo con il grado di integrazione architettonica dell'impianto e decrescendo con la sua potenza. Facciamo qualche esempio. Negli impianti integrati i moduli sono ubicati in sostituzione dei materiali di rivestimento delle coperture o utilizzati come elementi architettonici di

copertura. Si riconosce il massimo 0.49 euro per un taglio di potenza tra 1 - 3 KW/p, mentre all'estremo opposto per gli impianti non integrati, grandi, si prende 0.36 euro. Tra questi ci sono tutti i tagli intermedi. Per chi attiva un impianto nel 2009, ci sarà una riduzione del 2% così come pure per il 2010. Sono questi i motivi economici che spingono gli stranieri ad investire al più presto per poter usufruire della maggior tariffa incentivante. Per poter accedere a questa agevolazione, è necessario che i componenti dell'impianto e il suo allacciamento alla rete siano conformi ad un'ampia serie di norme e disposizioni. I componenti che costituiscono un impianto sono essenzialmente tre: i pannelli o i moduli che valgono il 60-70% del costo totale, il cuore è l'inverter (che trasforma l'enegia continua dei moduli in corrente alternata) e le strutture di fissaggio. Non sono da trascurare una serie di accessori come cavi e quadri che completano la struttura. Questa è la connessione tipo alla rete che avviene in modo da poter autoconsumare e cedere l'eventuale energia in eccesso. Ci sono altre possibilità, come realizzare lo "scambio sul posto", che misura sulla scorta dell'euro la corrente che si cede alla rete. L'ultima è realizzare un impianto che produca energia esclusivamente per essere venduta. Bergamo - Ad esempio, nella nostra città, un privato che investe in un impianto da 3 Kw/p integrato, che autoconsuma per 30 anni di vita, incamera tra risparmio e tariffa incentivante quasi 52 mila euro e considerando che le uscite si quantificano in poco più di 28, alla fine abbiamo un saldo attivo di 23 mila euro. Nel dettaglio si verifica un cash flow cumulativo che sale costantemente ogni anno e si recupera l'investimento a circa 1/3 della vita dell'impianto. Un impianto medio-grande può dare un saldo positivo tra entrate e uscite ancor più ampio. Sempre a Bergamo, per un impianto da 100 Kw/p parzialmente integrato, che autoconsuma ad uso industriale per 30 anni di vita a fronte di 674 mila euro di uscite tra investimento e manutenzione, si possono ottenere entrate per quasi 1 milione e mezzo di euro, con un saldo attivo di quasi 800 mila euro. Anche in questo caso la cassa sale costantemente ogni anno e si può recuperare l'investimento prima di raggiungere un terzo della vita dell'impianto. L'unico danno che corre l'Italia è quella di non cogliere questa grande occasione, e per il timore di scottature rimanere nell'ombra. Ma lasciatecelo dire, il rischio è che ad essere baciati dal sole siano solo i crucchi.

Potenza installata (Kw/p)

1.400.000

}

1.200.000

Max 1.200.000

1.000.000 800.000 600.000 304.118 400.000 200.000

Mar. 09

Dic. 09

Set. 08

Giu. 08

Mar. 08

Dic. 07

Set. 07

Giu. 07

Mar. 06

Dic. 06

Set. 06

Giu. 06

-

Nei primi 3 mesi del 2009 sono stati attivati impianti per 161.684 Kw/p Più che in tutti i 15 mesi precedenti (142.434 Kw/p)

? Nuovo conto energia Vecchio conto energia

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Leggi&Ambiente Articolo di Giorgio Chiesa

Parola ad Angelo Guido Galeotti avvocato d'affari d'estrazione e scuola milanese, con studio anche a Bergamo - specializzato in diritto dell'ambiente ed energie rinnovabili 66


Lex e ambiente, come salvaguardare l'impresa "A Bergamo la professione legale è votata principalmente all'attività giudiziale, soprattutto con avvocati civilisti e penalisti Il settore delle nuove tecnologie ambientali è però molto variegato e complesso. Serve una specializzazione più tecnica, un nuovo tipo di consulente legale più vicino all'impresa" rmai ne parlano tutti, anche se esistono solo pochi professionisti che possono definirsi "veri esperti in materia". Ci riferiamo ad un settore molto complesso, al contempo riassumibile con un solo fine: la salvaguardia dell'ambiente. Sotto questa etichetta esistono svariate tipologie di realtà imprenditoriali, che fanno capo ad altrettante particolari specializzazioni. Una giungla di competenze accomunata da un solo filo conduttore comune, da un solo vincolo, quello legato alla normativa vigente in ambito nazionale ed internazionale. Bonifiche ambientali, impianti fotovoltaici, parchi eolici, tutti settori imprenditoriali che rimbombano nelle televisioni e nei vari "claim" pubblicitari, volti ad una sensibilizzazione doverosa, ma spesso lasciata alla mercé di una retorica vuota e inconsistente. Proprio in questo scarto, tra le semplici parole e l'applicazione giudiziosa di tutte le variabili legislative, si colloca l'esperienza di Angelo Guido Galeotti, avvocato d'affari d'estrazione e scuola milanese, che ha deciso di cimentarsi in un'avventura professionale inedita per la nostra città. "A Bergamo, come in altre realtà, la professione legale è votata principalmente all'attività giudiziale, soprattutto con avvocati civilisti e penalisti. E' fondamentale capire che il settore delle nuove tecnologie ambientali è molto variegato e complesso, in continua evoluzione anche a seguito del frequente aggiornamento normativo imposto dall'Unione Europea. Di conseguenza non è facile trovare persone - in particolare consulenti legali -, che conoscano approfonditamente questa materia e quindi riescano a dare un contributo efficiente ed efficace alle aziende. Si parla di un raggio di competenza molto ampio, che va della costitu-

O

zione della società stessa fino alla ricerca di partnership con altre aziende e altre realtà internazionali. Senza dimenticare tutti gli aspetti burocratici legati all'installazione di una qualsiasi tipologia d'impianto e al suo reale impatto ambientale". Qual è il valore aggiunto che una figura professionale come la sua, legata più agli aspetti "business", riesce a dare ad un'azienda? "Non bisogna considerare l'avvocato soltanto come colui che interviene quando i problemi sono già insorti. In particolare per le imprese, anche piccole e medie, sarebbe più conveniente rivolgersi preventivamente ad una figura professionale specialistica, perchè un contratto scritto bene può evitare successive incomprensioni che generano conflitti e contenziosi giudiziari lunghi e costosi. A tale proposito, nelle operazioni con parti estere, è fondamentale redigere il contratto direttamente in inglese per una maggiore rapidità e chiarezza tra le parti. Inoltre, l'affiancamento all'azienda deve procedere per gradi, dalla fase delle trattative negoziali, alla valutazione (due diligence) degli aspetti critici nei vari settori, al rapporto con gli Enti pubblici per ottenere le autorizzazioni amministrative o le certificazioni ambientali . Non solo, capita spesso di lavorare anche a fianco degli Enti pubblici su progetti ambientali, siano essi un parco eolico o la bonifica di un terreno industriale contaminato per la sua riqualificazione o vendita". Passiamo dunque ad uno dei suoi campi d'azione, quello legato alle bonifiche ambientali. "E' un settore molto delicato, dove sono presenti sanzioni molto severe sia a carico degli amministratori che delle so67


stione dei rifiuti che produce e sottostare ai controlli da parte degli Enti competenti. Spesso, per noncuranza, ci si ritrova a pagare multe salatissime e a rischiare una denuncia penale. Anche in questo caso l'esperienza di un legale specializzato può essere non solo un valore aggiunto, ma anche una salvaguardia del proprio nome e della propria attività". Parlando proprio di mercato - e ricollegandoci allo "step by step" -, abbiamo detto che il suo studio legale si occupa di rapporti tra aziende anche su scala internazionale. "Di questo aspetto sono grato alla mia quindicennale esperienza milanese e, ancor prima, inglese. Faccio parte, come "of counsel" e responsabile del dipartimento di diritto dell'ambiente ed energie rinnovabili, di uno studio legale internazionale - Eversheds Piergrossi Bianchini, che conta 50 professionisti in Italia e 40 uffici in tutto il mondo, nel quale si acquisisce un approccio specialistico e interdisciplinare ad un tempo. Con gli anni si matura la necessaria duttilità, per porsi nei confronti delle imprese clienti, soprattutto come "problem solver". Nell'acquisizione di aziende e di società, ad esempio, l'investitore deve proteggersi dal rischio di ritrovarsi un terreno inquinato che implichi l'assunzione di pesanti passività ambientali. Si effettua, prima, una "due diligence" mirata, volta a fotografare i vari rischi legati alla pregressa gestione ambientale e poi si inseriscono nel contratto appropriate clausole di garanzia ambientale. Sono operazioni estremamente complesse in quanto, spesso, avvengono tra operatori di diversi paesi, con leggi e lingue diverse ".

cietà. Secondo uno dei principi fondamentali dell'Unione Europea "the polluter must pay" - "chi inquina paga", indipendentemente dalla sua volontà di inquinare. Ciò vale anche per le contaminazioni "storiche", cioè causate in anni lontani. Per questo si rende necessaria una consulenza specialistica, che passa attraverso il giusto connubio tra competenze legali e nozioni di tipo ambientale. In una bonifica entrano in gioco diverse esperienze proprio per capire cosa deve essere fatto sotto l'aspetto tecnico e cosa può essere fatto sotto l'aspetto legale. Cosa gli Enti possono - o non possono - prescrivere , cosa l'azienda può - o non può - proporre. La strada è lunga e frastagliata, il vantaggio che però ne deriva è immenso, ci riferiamo - in particolare - al valore di mercato che un terreno certificato dalla Provincia come bonificato riesce a raggiungere". Senza dimenticare tutte le normative che, qualsiasi azienda, deve osservare nel campo dei rifiuti industriali. "Esatto. Ci sono severe normative italiane ed europee che disciplinano lo smaltimento dei rifiuti industriali e, inoltre, l'inquinamento dei terreni, delle falde acquifere e delle acque superficiali. Ogni azienda deve uniformarsi ad una attenta ge68

Per quanto riguarda, invece, gli affari locali? "L'imprenditore fa una domanda ed ha bisogno di una risposta chiara in tempi rapidi. In questo senso siamo una struttura estremamente snella e veloce, che non soffre i tempi del contenzioso. Lavoriamo proprio per evitare le cause, ponendoci come negoziatori per trovare soluzioni legali accettabili per entrambe le parti. Pur avendo un dipartimento di "litigation", per noi la causa resta l'estrema ratio, tenuto conto dei tempi della giustizia italiana che, come noto, collocano l'Italia al 156° posto a livello mondiale, al di sotto della Guinea e del Gabon. E' quindi indispensabile fare il possibile per evitare di essere trascinati nel contenzioso mediante la predisposizione di contratti adeguati, proprio perché il tempo è denaro, specialmente per una PMI". Immaginiamo che il settore delle energie rinnovabili sia ancora più legato a consulenze e specializzazioni di tipo tecnico e legale. "Corretto. Anche qui, la normativa è estremamente complessa. Molte volte sento parlare delle energie rinnovabili in modo semplicistico. "Produco energia pulita, non inquino, poi la rivendo". Questi discorsi sono approssimativi e non tengono conto di molteplici fattori. Prima di qualsiasi progetto occorre predisporre uno studio di fattibilità. Capire se è davvero utile impiegare tecnologie complesse in


"Non bisogna considerare l'avvocato soltanto come colui che interviene quando i problemi sono già nati. In particolare per le imprese, anche piccole e medie, è più conveniente rivolgersi preventivamente ad un avvocato, perchè un contratto scritto bene può evitare una causa" una determinata area e tenere conto dell'impatto ambientale. Ci vuole un'attività prodromica, vale a dire "a monte", che va dal dialogo con gli Enti fino all'esame del progetto, passando per tutte le fasi secondo le norme di livello comunitario, statale e regionale". Per concludere, qual è il knowhow più rilevante che - dalla sua esperienza milanese e internazionale - vorrebbe trasferire sul territorio bergamasco? "Vorrei aggiungere che sono molto legato a questa città, dove sono cresciuto: lo studio legale che ho aperto è una mia idea, condivisa da Eversheds Piergrossi Bianchini con entusiasmo. Ritengo che la mia esperienza possa essere utile per tutte quelle attività imprenditoriali che intrattengono rapporti con l'estero, o che hanno attività industriali ad impatto ambientale, o che intendono stabilire rapporti commerciali con i loro partners ben delineati dall'inizio. Il mio know-how è molto semplice: l'aggiornamento professionale specializzato. Diciamo che gli studi milanesi già da diversi anni si ispirano al

modello anglosassone, con molti dipartimenti focalizzati su determinate aree del diritto. In questo senso si vuole offrire efficienza, legata a una grande facilità di comunicazione a livello locale, nazionale e internazionale. Crediamo che questo tipo di servizio, andato consolidandosi nel corso degli anni come uno dei frutti più sani della globalizzazione, possa essere utile alla business community bergamasca".

La scheda Dall'Inghilterra a Milano, l'internazionalità del diritto ora è a Bergamo aureato con lode all'Università Statale di Milano, abilitato alla professione d'avvocato presso la Corte d'Appello di Brescia nella sessione 1992 1993, Angelo Guido Galeotti ha continuato il percorso d'aggiornamento professionale in Inghilterra, più precisamente all'Università di Oxford, dove ha conseguito un master in diritto commerciale internazionale (PGDL) e poi a Londra, dove ha superato - con il massimo dei voti - l'esame di "Common Law" per "Solicitor" (avvocato

L

inglese) alla Law School BPP. Nel 1996 ha inoltre seguito il corso di perfezionamento in diritto dell'ambiente all'Università di Bologna. Dopo aver lavorato come associato nello studio legale Baker & Mckenzie, è stato socio degli studi internazionali Haarmann Hemmelrath e Squire Sanders. Dal 2006 è "Of-counsel" dello studio legale internazionale Eversheds Piergrossi Bianchini di Milano, dove ricopre il ruolo di responsabile del dipartimento di diritto dell'ambiente ed energie rinnovabili. Oltre al

diritto dell'ambiente, energie rinnovabili si occupa dell'area "corporate" (diritto societario, contrattualistica, acquisizioni e fusioni societarie, diritto del commercio internazionale, project financing). La sua clientela è principalmente composta da multinazionali americane, italiane e inglesi. Via Pradello, 2 - Bergamo - 035 8031.115 - guido.galeotti@rgglegal.it Via Albricci, 10 - Milano - 02 89287.1 www.eversheds.it

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Aziende&Ambiente Articolo di Giorgio Chiesa Foto di Laura Pietra

NCE, "dietro le quinte" alla bonifica ambientale La giovane società - con sede a Brescia -, nasce nel 2003 dalla decennale esperienza di Andrea Guerini, socio fondatore insieme a Marco Morando un particolare "campo d'azione", nel quale il più piccolo errore può pregiudicare le sorti di un progetto industriale o edilizio, durato magari diversi anni. Stiamo parlando delle bonifiche ambientali, uno speciale ramo imprenditoriale che - più di ogni altro - deve affiancarsi e adeguarsi alla velocità con cui la normativa è andata sensibilizzandosi nel corso degli ultimi anni. Bergamo Economia negli scorsi mesi si è già occupata di una delle più solide realtà aziendali bergamasche di questo settore, ci riferiamo a Bonifiche Ambientali Waste & Works. In questo nuovo appuntamento, invece, vogliamo mettere in evidenza "quello che sta a monte, durante e dopo" l'intervento vero e proprio. Ovvero di quanto si deve necessariamente eseguire prima di una bonifica ambientale. Parliamo di analisi approfondite realizzate da professionisti altamente specializzati, ingegneri al servizio dell'ambiente e dell'azienda committente uniti per risolvere ogni problema burocratico, ambientale e nel massimo rispetto legale delle normative vigenti in Italia ed in Europa. Il nome in questione è NCE di Brescia, società di consulenza ed ingegneria ambientale attiva in tutta Italia. "Con NCE - afferma Andrea Guerini, fondatore della società insieme a Marco Morando - siamo in grado di realizzare tutte le attività progettuali necessarie all'ottenimento dell'autorizzazione per l'esecuzione dei lavori di bonifica. Intendiamo, quindi, la gestione dei rapporti con gli enti di controllo, la predisposizione di progetti e capitolati, la valutazione e la scelta degli appaltatori. Possiamo anche assumere il ruolo di "direzione lavori" nel corso dell'intervento vero e proprio. Una così grande flessibilità ci consente di collaborare sia nel settore privato (industriale e non) che in quello pubblico. Infatti, alcuni nostri clienti provengono dal mondo delle infrastrutture, altri ancora dal settore immobiliare. Possia-

E'

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mo fornire consulenza anche alle categorie dei gestori ambientali (parliamo di discariche e del problema "smaltimento rifiuti") lavorando su tutto il territorio nazionale". Andando con ordine, abbiamo detto che vi ponete "a monte, durante e dopo" l'intervento di bonifica. Partiamo dalla vostra storia aziendale. " Siamo relativamente giovani, avendo iniziato l'attività nel 2003. In realtà la nostra esperienza è pluriennale: io e Marco commenta Andrea Guerini - abbiamo mosso i primi passi nel settore in un'importante azienda multinazionale di consulenza ambientale, con sede a Milano, di cui ero direttore tecnico. Volevamo proporci sul mercato in un modo molto più competitivo e diretto, ecco perché ci siamo lanciati in quest'avventura propria. Partendo da zero siamo così riusciti a costruire una realtà aziendale formata da undici tecnici, di cui sei ingegneri, tre laureati in scienze ambientali, un geometra ed io, che sono geologo". Vi presentate come una squadra fortemente specializzata. Il lavoro "a monte" deve necessariamente avere un grado di competenze così alto? "Più che necessario, direi indispensabile. Il nostro lavoro è molto tecnico, in particolare per tutti quegli aspetti inerenti alla progettazione e alla consulenza degli interventi in siti contaminati. Dove c'è il sospetto di una zona a rischio, noi entriamo in gioco. Quando viene identificata la contaminazione, a quel punto scatta l'obbligo d'azione, il momento in cui noi supportiamo il cliente nella delicata gestione dell'intervento. Quindi, dopo una prima fase di caratterizzazione - legata agli studi preliminari del sito in esame -, il tipo di affiancamento che forniamo si sposta sull'intervento vero e proprio, riguar-


Andrea Guerini

"Realizziamo tutte le attivitĂ progettuali necessarie all'ottenimento dell'autorizzazione per l'esecuzione dei lavori di bonifica Inoltre, possiamo assumere il ruolo di "direzione lavori", fornendo assistenza all'impresa durante e dopo l'intervento vero e proprio" 71


Una parte dello staff tecnico

"Dove c'è il sospetto di una zona a rischio, noi entriamo in gioco Quando viene identificata la contaminazione, a quel punto scatta l'obbligo d'intervento. Questa fase preliminare si chiama caratterizzazione" dando - ad esempio - la verifica della corretta esecuzione degli interventi di bonifica, la gestione dei rifiuti o delle terra e rocce da scavo per le grandi opere infrastrutturali. Inoltre, possiamo dare assistenza ai comuni che nell'ambito della pianificazione territoriale necessitano di valutazioni ambientali strategiche e varie valutazioni d'impatto ambientale". Dalla caratterizzazione all'affiancamento dell'impresa. Questo vuol dire passare alle specializzazioni "durante" l'intervento? "Esatto. Vorrei sottolineare il fatto che non siamo un'impresa, ma un gruppo di tecnici specializzati che si sporca le mani, fornendo un valido e qualificato appoggio. Sempre parlando di quello che avviene durante l'intervento vero e proprio, siamo specializzati soprattutto nella progettazione e nella gestione di bonifiche con tecnologie innovative - che possono consentire risparmi molto significativi - o nell'effettuazione degli interventi in siti logisticamente complessi. Nel nostro lavoro è fondamentale il risultato quantitativo, non si può sgarrare sulle componenti numeriche di tolleranza. Il prezzo da pagare potrebbe risultare quello di essere costretti a rifare l'intervento dal principio, con un grande spreco di costi e risorse. Inoltre, chi acquista un'area ex industriale edificabile, diventa automaticamente garante per 72

legge del terreno. In caso di una mancata bonifica, il proprietario rischia sanzioni severe o l'impossibilità di riqualificare l'area, con evidenti mancati ritorni degli investimenti effettuati. Per queste ragione è indispensabile avere un partner specializzato che ti aiuti nel lavoro sul campo". Quanto - l'evoluzione della normativa ambientale - ha consentito lo sviluppo del mercato in cui si collocano i vostri servizi?" "In questo momento di crisi il nostro settore è meno colpito rispetto ad altri. La ragione è semplicemente dovuta al fatto che il nostro mercato non è direttamente connesso al consumo al dettaglio. Il driver principale è proprio la normativa, e la sua applicazione dev'essere comunque perseguita, anche in un periodo di difficile condizione congiunturale. Entrando nel dettaglio, esiste il testo unico ambientale, istituito con il decreto legislativo 152 del 2006, a cui seguono numerose altre regole che riguardano discariche, rifiuti, amianto e altri aspetti più specifici che comunque rientrano nelle nostre competenze. Questo è il quadro generale entro il quale bisogna muoversi per offrire un servizio di qualità e in perfetta armonia con i dettami della normativa ambientale. Se tutto il quadro legislativo è stato rispettato, in presenza di una solida proposta


tecnica, possiamo dire che il successo del progetto è garantito". Non siamo degli specialisti e la domanda è inevitabile: come spiegare il concetto dell'analisi di rischio, che sistematicamente ritorna quando si parla di bonifiche ambientali? "I termini possono apparire complicati, ma le spiegazioni sono abbastanza semplici: ogni sito possiede una specificità che lo rende diverso da qualsiasi altra area. Pertanto, le azioni correttive da intraprendere per una particolare zona e le concentrazioni da raggiungere con la bonifica, devono essere definite attraverso un percorso tecnico-scientifico dimostrabile e difendibile anche in sede legale: questa è l'analisi di rischio. A questo punto forse è meglio accennare a "quello che gira attorno" l'intervento. In questo lavoro, infatti, concorrono molte figure professionali. Le competenze sono chimiche, tossicologiche, ingegneristiche, geologiche e biologiche. Proprio per queste ragioni il singolo non può agire da solo, ma anzi deve appoggiarsi a realtà come la nostra, capaci di aiutarlo e assisterlo anche nelle relazioni con gli enti di controllo. D'altronde il territorio su cui ci muoviamo è molto delicato, una larga unione d'intenti diventa indispensabile quando entrano in gioco lo stato dell'ambiente e la salute dell'uomo, il cui ri-

spetto non deve tuttavia divenire elemento pregiudiziale per l'attività imprenditoriale". Per capire meglio alcuni dettagli, potrebbe fornirci un esempio pratico? "Sarò telegrafico. Punto primo, l'obiettivo: riqualificazione di un'area mineraria dismessa. Punto secondo, la problematica: presenza di numerose gallerie nel sottosuolo e di una contaminazione superficiale diffusa. Punto terzo, l'indagine: ricostruire - grazie ad una combinazione d'indagini dirette, sondaggi, esplorazioni visive e tecniche indirette di tipo geofisico - la struttura stessa delle gallerie. Punto quarto, la caratterizzazione ambientale: identificare eventuali stati di contaminazione presenti in sito e raccogliere gli elementi necessari alle successive attività di progettazione e realizzazione degli interventi di bonifica. Punto quinto, il progetto: sovrapporre il disegno dell'infrastruttura per vedere il tipo d'interazione col sottosuolo e con le aree contaminate. Sesto - e ultimo - punto, analisi del rischio: combinare tutte le informazioni e riuscire a compilare una mappa sulla quale intervenire, con relativi obiettivi". Vi assumete grandi responsabilità e - al contempo - il vostro know-how si caratterizza come un patrimonio prezioso che dovrebbe essere valorizzato. Siete attivi anche da un punto di vista formativo? "Il nostro settore ha delle correlazioni importanti con attività di tipo scientifico e di ricerca. Per questi motivi abbiamo un occhio di riguardo verso l'attività seminaristica, collaborando non solo con l'Università degli Studi di Brescia, ma anche con alcuni nostri clienti ai fini della formazione del personale. Inoltre, partecipiamo a numerosi convegni e pubblichiamo articoli su alcune riviste scientifiche. Crediamo che questo sia un metodo valido non solo per una crescita professionale e personale, ma anche per mettere la nostra conoscenza al servizio del mercato e degli operatori dell'ambiente".

"Ogni sito possiede una specificità che lo rende diverso da qualsiasi altra area Pertanto, le azioni correttive devono essere definite attraverso un percorso tecnico-scientifico dimostrabile e difendibile anche in sede legale: questa è l'analisi di rischio" 73


In copertina Articolo di Luca Bilotta Foto di Laura Pietra

Elettrica Service, i pionieri del sole Il presidente, Stefano Valsecchi: "Ho sempre pensato che le energie rinnovabili potessero essere il nostro futuro, anche se all'inizio i colleghi ci guardavano con scetticismo"

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a Lombardia produce il 20% dell'energia rinnovabile prodotta in Italia, possiede ben un terzo delle reti di teleriscaldamento nazionali, finanzia con decine di milioni di euro l'uso delle biomasse e delle pompe di calore, ed è la prima regione ad aver introdotto la certificazione energetica degli edifici. Ma è soprattutto nel campo dei pannelli fotovoltaici la Primadonna del Belpaese, settore di cui detiene la leadership indiscussa. Con un totale di 5.389 impianti operativi sul territorio (dati GSE aggiornati al 01/04/09), la nostra regione può definirsi la "decana" del comparto, oltre che la prima ad averci creduto fermamente. Scandagliando i dati delle province lombarde, inoltre, si scopre Bergamo (821 impianti) in terza piazza dietro solo a Brescia (1341) e Milano (1055). Il virtuosismo bergamasco nel mondo delle energie rinnovabili è pressoché nuovo, un dato che fa riflettere positivamente. Anche perché, in un periodo non facile per l'economia nazionale e regionale, questo com-

L

L'azienda di Cisano Bergamasco, leader in Italia nel campo delle installazioni elettriche e di pannelli fotovoltaici, festeggia i dieci anni di vita con la messa in rete a 15 mila Volt del più grande impianto privato in Lombardia, tra i primi dieci in Italia in termini di grandezza 75


Il fotovoltaico in Lombardia parto - in particolare quello del fotovoltaico - appare come un'ancora di salvezza non da poco. Una realtà in crescita esponenziale (+112% nel 2008). Un volano certo per tutte le aziende che necessitano di un risparmio significativo e garantito d'elettricità, o vogliono diversificare il proprio “core business”. Proprio in un settore così innovativo, c'è chi è riuscito addirittura a costruire la propria fortuna imprenditoriale. E' il caso di Stefano Valsecchi, lungimirante proprietario di Elettrica Service, azienda di Cisano Bergamasco da dieci anni protagonista del settore. Uno dei pionieri in Italia, capace dal 1999 ad oggi di ritagliarsi una fetta consistente del mercato nel Nord Italia e una nomea di massima professionalità anche oltre i confini italiani. "Siamo stati i primi - afferma Valsecchi - ad occuparci delle energie rinnovabili in Lombardia e, più in generale, in Italia. Ho sempre pensato che potessero essere il futuro, anche se all'inizio di quest'esperienza i colleghi ci guardavano con scetticismo". E, invece, la scelta si è rivelata ricca di successi. Come il premio "Italia che Lavora", ottenuto nel 2007 per l'eccellenza

Provincia

Numero impianti

Potenza totale

Brescia

1341

13059,6 KW

Milano

1055

9809,7 KW

Bergamo

821

6601,7 KW

Varese

432

3373,7 KW

Cremona

426

3953,5 KW

Como

266

1869,6 KW

Mantova

265

2931,2 KW

Pavia

245

3743,3 KW

Lecco

225

1386,7 KW

Sondrio

205

1503,6 KW

Lodi

108

2605,4 KW

5389

50838,0 KW

Totale: Lombardia

Fonte: (Dati forniti da GSE AtlaSOLE, aggiornati al 01/04/09)

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nelle nuove tecnologie a favore dell'ambiente. "Una grande soddisfazione, anche se il miglior riconoscimento professionale - da buon bergamasco - è il successo sul campo, nel proprio lavoro". Come, ad esempio, la messa in rete a 15 mila Volt - in pochi al mondo ci riescono - del più grande impianto privato in Lombardia di pannelli fotovoltaici (300 Kw totali), tra i primi dieci in Italia in termini di grandezza. "Alle Fonderie Viganò di Ciserano è stato ultimato da poco il primo lotto. Ma parliamo di un progetto di larga portata, che toccherà gli 800 Kw totali entro pochi anni". Com'è nata questa commessa? "E' stata una bella sfida, che abbiamo colto immediatamente. L'azienda ha bonificato i tetti dei propri capannoni, all'epoca realizzati in Eternit. Così ha pensato di montare un impianto fotovoltaico diviso in tre lotti: i primi due da 300 Kw e l'ultimo da 200. Grazie alla nostra esperienza sul campo, siamo stati contattati e ci siamo messi immediatamente al lavoro". Competenza e professionalità che vi hanno permesso d'ottenere una commessa anche all'estero. "Realizzeremo 100 impianti fotovoltaici in Francia. Verranno costruiti interamente in Italia e poi trasferiti oltre confine, per essere installati sulle torri d'illuminazione di vari centri sportivi e non solo. Una grande commessa, la più grande mai portata a termine dall'Elettrica Service. A breve mi recherò sul posto per gli ultimi dettagli, ma ci sono ancora delle questioni burocratiche da chiarire: le normative transalpine, del resto, sono molto diverse da quelle italiane".

Impianti fotovoltaici in Italia

In Italia è boom, ma siamo ancora all'inizio I dati registrano 33 mila impianti, ancora pochi rispetto alla media europea. Nel Vecchio Continente prima è la Spagna (+283%), che supera la sempre attiva Germania

I

n Italia la distribuzione degli impianti fotovoltaici incentivati dal Conto Energia (dati aggiornati al 1 aprile 2009) sono 33.355, per una potenza fotovoltaica comulativa di 428 MW. Un dato importante, ma ancora sotto la media europea e mondiale. Resta comunque il conforto della crescita percentuale nell'ultimo anno. Secondo sempre ai dati del GSE (Gestione Servizi Elettrici), in Italia il settore fotovoltaico, è cresciuto del 112 per cento. Nel mondo, invece, stando ai dati raccolti da Marketbuzz 2009, l'annuale report redatto dalla società di ricerca californiana Solarbuzz, si registra una potenza installata di fotovoltaico di ben 5,95 GW nel 2008, con una crescita del 110% rispetto al 2007. A questo risultato contribuiscono 81 paesi ma è l'Europa a fare la parte del leone con 4,87 GW

pari all'82% del totale. Nel 2008 la Spagna ha quasi triplicato il suo parco fotovoltaico (2,46 GW) crescendo del 283% e superando al primo posto la Germania (1,86 GW) nella classifica mondiale. Al terzo posto si pongono gli Stati Uniti (0,36 GW) mentre la rapida crescita verificatasi nell'anno consente alla Corea (0,28 GW) di conquistare il quarto posto superando anche se di poco il Giappone (0,23 GW). Sul lato della produzione il rapporto registra un totale progressivo di 6,85 GW mentre nel 2007 era di 3,44 GW. Cina e Taiwan, hanno continuato ad aumentare la loro quota di produzione mondiale di celle solari, passando al 44% nel 2008 dal 35% nel 2007. In termini di fatturato nel 2008 l'industria del fotovoltaico ha totalizzato 37,1 miliardi di dollari.

Fino 20 KW Da 20a 50 KW Oltre 50 KW

Numero totale

Potenza totale MW

1753 5% 696 2%

160.40 30%

192,40 45%

30906 93%

75,30 18% Fonte: (Dati forniti da GSE AtlaSOLE, aggiornati al 01/04/09)

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In arrivo anche una mega commessa estera: "Realizzeremo 100 impianti fotovoltaici in Francia. Verranno costruiti interamente in Italia e poi trasferiti oltre confine, per essere installati sulle torri d'illuminazione di vari centri sportivi e non solo" Dieci anni festeggiati nel migliore dei modi? "Direi proprio di sì, stiamo procedendo passo dopo passo. Per un imprenditore, la più grande soddisfazione è vedere la propria "creatura" crescere in consistenza e professionalità. Mi ricordo gli esordi, quando viaggiavo al volante del mio furgone per realizzare impianti elettrici in aziende e case della provincia. Devo necessariamente ringraziare la mia famiglia, i miei collaboratori e tutti i clienti: in particolare il Gruppo Agnelli Industries, che ha sempre creduto nelle mie potenzialità. Senza di loro non sarei mai arrivato a tanto". Lei nasce professionalmente come elettricista. La classica storia del self made man. "Sono partito, come dicevo, come elettricista specializzato in impianti elettrici civili e industriali. Insomma, il classico artigiano solitario. Ottenendo le prime grandi commesse industriali ho capito che bisognava fare un passo importante per il futuro dell'azienda. Così ho assunto altri due dipendenti ed un'impiegata. E' l'inizio 78

dell'Elettrica Service Srl, che conta oggi otto elettricisti, numero implementabile in base alle esigenze della clientela, grazie ad un rapporto continuo di collaborazione con altre aziende del settore". Una crescita rapida, sia in quantità sia in qualità. "Quando si offre professionalità massima, i risultati arrivano automaticamente. Noi cerchiamo sempre di fornire al cliente un pacchetto di servizi "chiavi in mano", non solo l'installazione d'impianti industriali di medie e grandi dimensioni. Ma anche la continua manutenzione nel corso degli anni: questo riduce sensibilmente i costi di mantenimento, essendo i macchinari sempre sotto controllo". La crisi, quindi, non vi tocca? "Onestamente no, possiamo ritenerci fortunati. Anzi, nel prossimo futuro contiamo d'investire ulteriormente risorse economiche per crescere. La nostra fortuna è stata quella di fidelizzare il cliente, dandogli un supporto totale 24 ore su 24".


Il vostro core business è il comparto industriale, ma come dicevamo anche quello civile ricopre un ruolo di primo piano. "Vero, ci occupiamo anche d'impianti civili sempre "chiavi in mano", ovvero realizzandoli ed installandoli in toto in cantiere. Lavoriamo normalmente con alcune aziende edili del territorio, collaborando spesso - nel caso di grosse commesse - con vari artigiani nostri fedeli partners".

Svolgete anche il ruolo di consulenti energetici? "Ovvio, studiamo in loco la soluzione migliore per il cliente. Inoltre ci occupiamo di tutta la parte burocratica che riguarda le energie rinnovabili come gli ambiti finanziari e assicurativi per gli investimenti energetici. Senza dimenticare i monitoraggi d'utenze elettriche industriali per il controllo dei consumi e la gestione delle fasce orarie, e quelle dei progetti per le reti elettriche condominiali con contatore unico".

Torniamo alle energie rinnovabili, in particolare al fotovoltaico. Siete stati i pionieri in Italia, com'è nata quest'avventura? "Complice l'intuizione di un amico. E' stato lui a suggerirmi questa strada, di cui mi sono totalmente innamorato e specializzato nel corso degli anni. Ora la nostra struttura, seppur numericamente non elevata, può disporre di uno staff composto da esperti del settore. Ognuno ha la sua competenza, questo permette di realizzare qualsiasi tipologia d'impianto: da quello base per le famiglie, a quelli industriali di grandi dimensioni. Nel Nord Italia posso affermare, senza esagerare, che Elettrica Service è uno dei migliori partner".

Nuovi progetti in cantiere? "Stiamo realizzando altri tre impianti fotovoltaici ad Arcore, mentre a Mozzo completeremo a breve la prima casa in "Classe A" della provincia di Bergamo. A Brivio, infine, stiamo installando un impianto - alla Vecchia Filanda - d'accumulo geotermico". Quindi vi state lanciando anche nel campo idraulico? "Siamo specializzati in geotermia e vorremmo allargarci anche nel settore idraulico. Ma lo faremo con calma, per ora ci affidiamo ad imprese con cui collaboriamo da anni. Di sicuro, grazie al supporto di Apindustria, a breve realizzeremo una centrale di controllo telematica in cui collegare in rete tutti gli impianti che abbiamo in manutenzione. Un investimento ingente, ma che permetterà a tutti i nostri clienti di avere un supporto 24 ore su 24 non solo in casi d'emergenza, ma tutti i giorni dell'anno".

Voi installate "chiavi in mano" l'impianto, ma fornite pure i pannelli solari? "Come detto forniamo il pacchetto totale. Oltre all'installazione, ci occupiamo della parte burocratica e dell'importazione dei Non vi fermate mai. pannelli dall'estero. Lavoriamo con alcune grandi aziende pro- "Non ci riusciamo, ci consideriamo un'azienda iperattiva. duttrici cinesi, ultimamente siamo in attesa di una grossa conse- E, forse, è questa la nostra vera forza e fortuna". gna di pannelli fotovoltaici che stoccheremo nel nostro centro logistico di Caprino Bergamasco". "Alle Fonderie Viganò di Ciserano è stato I prodotti cinesi, però, non hanno una grande fama. "E' una leggenda ricorrente nel settore, ma non c'è alcun rischio. I nostri pannelli sono prodotti in Cina con i migliori materiali reperibili sul mercato e successivamente testati in Germania secondo le normative europee vigenti, con un certificato di qualità TUV".

ultimato da poco il primo lotto Ma parliamo di un progetto di larga portata, che toccherà gli 800 Kw totali entro pochi anni"

In pratica vi occupate di tutto ciò che riguarda le energie rinnovabili. "Esatto. Facendo una breve panoramica, Elettrica Service si occupa nello specifico di pannelli solari fotovoltaici, solare termico, eolico e realizzazioni a biomassa e biogas. Inoltre abbiamo competenze anche in sistemi di cogenerazione e ottimizzazione dei combustibili liquidi e gassosi in precombustione. Concludiamo con le reti di telegestioni per il monitoraggio e il controllo di consumi energetici in generale; sistemi domotici, bioedilizia e flussi luminosi". 79


Nuove RealtĂ Articolo di Giorgio Chiesa Foto di Laura Pietra

Bi Esse, la tradizione che va controcorrente Sbarca a Pedrengo il gruppo piemontese leader in Italia, dal 1980 ad oggi, nel settore della distribuzione di materiale elettrico Giuseppe Sarvia, presidente del gruppo: "Per mantenere una mentalitĂ vincente abbiamo sempre investito sul rapporto umano, prima che sullo scambio commerciale" antenere la mentalitĂ del "negozio al dettaglio", sposando al contempo la globalizzazione del commercio e dei mercati. Un'impresa che apparirebbe impossibile e contraddittoria, se non fosse per una filosofia aziendale vincente, che nel corso degli anni ha saputo unire un'attenzione particolare non solo per la clientela, ma anche verso i propri "uomini di fiducia". Parliamo di un know-how molto ricercato che si nutre delle idee, della passione per il proprio lavoro, della supre-

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Giuseppe Silvestri, coordinatore della nuova sede bergamasca: "E’ l'ultima in ordine di tempo di tante nostre iniziative sul mercato, dopo l'apertura di varie filiali estere: rispettivamente sei in Repubblica Ceca, una in Romania e due in Albania"


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LO STAFF Onorio Cairoli (capo area), Giuseppe Silvestri (coordinatore), Stefano Bombardieri (uff. tecnico), Alberto Fassi (tecnico automazione), Gianmario Monaci (vendite interne), Stefano Scarpellini (vendite interne), Giancarlo Scarpellini (venditore esterno), Thomas Breda (venditore esterno), Valter Cornelli (magazzino)

mazia dell'elemento umano sul cambiamento dei tempi. Concetti cardine della "company" Bi Esse, azienda leader nel settore della distribuzione di materiale elettrico, fondata nel 1980 da Giuseppe Sarvia e Luigi Trigari - rispettivamente presidente e amministratore delegato del Gruppo -. Una società andata espandendosi in trent'anni di storia imprenditoriale verso nuovi mercati nazionali ed internazionali. Non parliamo solo della casa madre di Fossano - assieme ad altre nove filiali piemontesi -, dei quattro centri in Liguria e delle tre in Lombardia. Ma anche di una capillare presenza internazionale, grazie alle sei sedi in Repubblica Ceca, una in Romania e due in Albania". Adesso - con l'apertura del centro bergamasco di Pedrengo (inaugurato questo 9 maggio), coordinato da Giuseppe Silvestri -, è arrivato il momento di aggiungere la "quarta realtà lombarda Bi Esse", il primo tassello di un percorso d'eccellenza che pone le solide basi anche per un possibile sviluppo futuro verso la Brianza. "Per mantenere una mentalità vincente - aggiunge Giuseppe Sarvia - abbiamo investito sul rapporto umano prima che sullo scambio commerciale. Con questo intendo affermare una duplice qualità: riuscire a creare dei gruppi affiatati all'interno dei team di lavoro presenti in ognuna delle nostre filiali e parallelamente - instaurare un rapporto d'amicizia con la committenza, che vada oltre il semplice aspetto contrattua82

le. In entrambi i casi, la componente umana è la cosa più importante, un valore che dev'essere tenuto fortemente in considerazione. A maggior ragione riteniamo la crescita imprenditoriale - altra componente fondamentale della nostra filosofia - un modo efficiente ed efficace non solo per dare motivazioni al nostro personale, ma anche per raggiungere livelli di assoluta garanzia nel servizio verso il cliente finale". L'unione fa la forza. E’ questo il proverbio più azzeccato per inquadrare gli elementi di spicco del know-how Bi Esse. "Possiamo dire che gli intenti locali sono costantemente "uniti" a quelli nazionali. Anche qui il rapporto è reticolare, si fonda su solide basi di collaborazione tra le diverse sedi che formano il Gruppo. Proprio questa fusione d'intenti è l'elemento di spicco che - nel corso degli anni - ci ha fatto fare il salto di qualità nell'ambito del nostro settore. Aggiungiamo anche il fatto che - in questi tempi di crisi -, per creare nuovi posti di lavoro serve una solida tradizione, accompagnata dal giusto entusiasmo e da un'adeguata organizzazione. Questa "direzione aziendale" ci ha spinti verso Bergamo, piazza culla della tradizione elettrotecnica italiana e che racchiude un'incredibile vitalità imprenditoriale e creativa". Passando la parola a Giuseppe Silvestri, si scopre come il nuovo team della sede di Pedrengo parta con alle spalle una realtà molto solida. Un punto di partenza fondamentale per


un mercato molto competitivo come quello bergamasco. "Come direbbe il presidente Giuseppe Sarvia, rispettiamo e valorizziamo la tradizione aziendale. Così come accade per tutte le altre sedi, anche questa è presente su tutto il comparto della distribuzione elettrica. In particolare ci rivolgiamo agli installatori, alle grandi industrie, ai quadristi e agli specialisti dell'illuminotecnica. Grazie alla preparazione del nostro personale, affiancata dalla capillare presenza sul territorio a cui facevamo riferimento, riusciamo ad abbracciare tutte le tipologie del mercato. Siamo strutturati facendo principalmente riferimento a cinque aree distinte, che vantano altrettante specializzazioni: automazione, sicurezza, domotica, fotovoltaico e illuminotecnica".

"Siamo strutturati in cinque aree distinte, che vantano altrettante specializzazioni: automazione, sicurezza, domotica, fotovoltaico e illuminotecnica"

Entrando nel dettaglio, perché è così importante distinguere nettamente le diverse competenze? "L'esperienza trentennale della company c'insegna che bisogna dare dei punti di riferimento alla clientela. In questo senso la "divisione automazione" segue la committenza del settore industriale e civile, disponendo di una vasta gamma di prodotti delle migliori case. La "divisione sicurezza" garantisce, invece, un supporto tecnico-commerciale nei settori dell'antincendio, dell'antifurto e del video controllo. La "divisione illuminotecnica" è in grado di soddisfare ogni tipo d'esigenza a livello di progettazione, calcolo ed estetica di tutti gli ambienti, siano essi esterni che interni. L'ultima nata, la "divisione domotica", si rivolge al mercato del civile-terziario con un'offerta di prodotti innovativi nell'automazione domestica. Infine, grazie al costante aggiornamento del nostro personale, siamo attenti anche al settore delle energie rinnovabili, con una divisione apposita che si dedica al comparto del fotovoltaico". Per quanto riguarda i tempi di consegna? "Sono immediati, nell'ordine delle ventiquattro ore. E' un altro elemento distintivo che va incontro alle esigenze dei nostri clienti, che spesso hanno bisogno della merce con notevole celerità. Vorrei aggiungere che la filiale è quasi autonoma per quanto riguarda l'evasione dei suoi ordini. Quando ci sono richieste di grandissime quantità di merce, è fondamentale il supporto del grande magazzino centrale di Fossano, che riesce a garantire il rispetto della consegna nei tempi prestabiliti. In altre parole, anche se il prezzo rimane uno degli elementi più importanti per il settore commerciale a cui l'azienda fa riferimento, il servizio è comunque un valore aggiunto molto apprezzato dal cliente”. Conoscendo la mentalità di Bi Esse, starete già pensando al futuro. "Parlando della struttura di Bergamo - conclude il presidente Giuseppe Sarvia - l'idea è di non lasciarla sola. A questo proposito, abbiamo in cantiere di aprire non solo altri punti vendita locali più piccoli, ma anche di espanderci verso Milano, probabilmente verso la metà del 2010”. 83


Moda&Lavoro Foto di Giorgio Chiesa

Il workwear sbarca a Bergamo

Al primo piano dell'attuale show-room di Bongiorno Antinfortunistica a Curno, è stato inaugurato un open space con i migliori marchi nazionali ed internazionali di settore idea è stata osannata dai mass-media nel corso della 75esima edizione di "Pitti Uomo", a Firenze, lo scorso febbraio. In realtà, il vero fulcro del "workwear" è proprio la nostra città: Bergamo. Già perché, mentre Oliviero Toscani - in collaborazione con Olivier Saillard (curatore del Musée Des Arts Decoratifs-Paris) -

L' 84

Marina Bongiorno: "Volevamo offrire alla nostra clientela un punto di riferimento innovativo a Bergamo sdoganando l'abbigliamento da lavoro, purtroppo associato spesso all'idea di non essere adatto al tempo libero"


Tante le firme prestigiose come Robe di Kappa e Kappa 4work, Timberland e Timberland PRO Series, Lotto e Lotto Works, Scott Health & Safety, Utility by Diadora, Gri Sport Footwear e Light Step by Gri Sport, U Power e CAT ha pensato d'allestire un'esposizione settoriale alla Stazione Leopolda di Firenze, Bongiorno Antinfortunistica era già da tempo al lavoro per realizzare un open space ad hoc nell'attuale show-room del gruppo a Curno. Merito di Marina Bongiorno e Massimo Nava, da tempo protagonisti in questo mondo e spesso fucina d'idee che precorrono i tempi. Del resto chi frequenta i negozi specializzati di settore, sa già quanto l'abbigliamento da lavoro, tradizionalmente di grande qualità e sicurezza, sia oggi sempre più curato nel design, nell'estetica e nei colori. Capi sempre più "fashion", adatti anche nel tempo libero o in qualsiasi momento della giornata, per tutti quelli che non sono obbligati alla giacca e alla cravatta. La differenza straordinaria tra l'abbigliamento da lavoro e quello di moda, sta pressoché nel prezzo. Un capo con la stessa funzione e le stesse qualità strutturali, costa mediamente la metà. I motivi? Sono da ricercarsi principalmente nelle due filiere distributive, da un lato le boutique e i negozi di moda, dall'altro i centri specializzati e settoriali.

nella nostra città. Ma tutto ha inizio alla fine degli anni '60, quando i muratori a stelle e strisce - per questioni di sicurezza iniziarono ad utilizzare queste particolari e resistenti scarpe, più adatte in ambienti estremi come un cantiere edile. Una tendenza che, con lo scorrere degli anni, è divenuta imprescindibile anche nel tempo libero. Un po' come il blue jeans, prima tessuto (denim) da lavoro d'origini genovesi e poi protagonista delle firme internazionali della moda. "Volevamo offrire alla nostra clientela quel quid in più - afferma la titolare, Marina Bongiorno -, ma anche dare un punto di riferimento innovativo a Bergamo, per tutte quelle persone molto attente alle tendenze della moda. Vogliamo sdoganare l'abbigliamento da lavoro, purtroppo associato spesso all'idea d'essere troppo settoriale e non utilizzabile nel tempo libero. Così, da un anno a questa parte, ci siamo concentrati nel realizzare uno show-room dedicato alle grandi firme. Un

L'IDEA - Proprio da questa premessa è nata l'idea di realizzare - nel piano superiore all'attuale show-room di Curno - una grande esposizione in cui affiancare i migliori marchi nazionali ed internazionali di settore, al classico workwear presente già nel centro Bongiorno Antinfortunistica. Tanti colorati stand affiancati l'uno all'altro, in cui poter comodamente osservare felpe, magliette, pantaloni, giubbotti e scarpe adatte a qualsiasi esigenza. Una novità assoluta in Italia, che segue l'onda americana divenuta col tempo un must in Europa. Del resto, non vi siete mai chiesti perché d'inverno tutti i giovani - ma non solo - utilizzano vari scarponcini della Timberland? Una moda americana, radicatasi anche nel nostro paese e 85


Ma le novità non sono finite, fra tre mesi saranno in vendita polo, magliette e giubbini dei vari team partecipanti al Motomondiale 2009, creati in esclusiva dall'azienda Bongiorno luogo in cui poter trovare capi d'alta qualità e realizzati secondo dettami stilistici innovativi, che possono essere indossati in ogni circostanza quotidiana". Un sogno da poco divenuto realtà, che s'affianca al già rinomato show-room specializzato ed unico in Italia, con tutte le caratteristiche e i vantaggi delle più moderne realtà commerciali "cash and carry". MARCHI INTERNAZIONALI - E se al piano terra sono esposti i capi d'abbigliamento e gli oggetti adatti per ogni ambiente lavorativo (come dispositivi di protezione, tute, elmetti, maschere da saldatura, grembiuli e guanti), al primo piano ci sono - appunto - tutte quelle marche italiane e non solo, che realizzano capi di grande qualità utilizzabili anche nel tempo libero. Per i "fashion victim", ma anche per chi non disdegna seguire le nuove tendenze con un tocco d'originalità. Ma il vero valore aggiunto è la disposizione degli stands: gli spazi, infatti, sono suddivisi per firme. Le stesse, però, divise a loro volta fra linee da "lavoro" e quelle più da "tempo libero". Parliamo di Robe di Kappa e Kappa 4work, Timberland e Timberland PRO Series, Lotto e Lotto Works, Scott Health & Safety, Utility by Diadora, Gri Sport Footwear e Light Step by Gri Sport, U Power e CAT. Insomma, un'offerta poliedrica capace di conquistarsi una bella fetta di mercato. Un modo, in un periodo di recessione economica e congiunturale, per proporre qualcosa di nuovo ed innovativo, con un occhio - com'è giusto che sia - anche al prezzo. "L'esperienza maturata in questi anni nel mondo dell'abbigliamento da lavoro, ci ha permesso di conoscere nel dettaglio i gusti e la mentalità degli imprenditori. Ovviamente ci rivolgiamo anche a loro, ovvero a tutti quelli che vogliono sentirsi a proprio agio sia in azienda o in cantiere sia a casa e nel tempo libero, senza perdere di vista lo stile". 86

MOTOMONDIALE - Ma le novità non sono finite, fra tre mesi - anche se già una parte dello show-room è adibita con l'esposizione di accessori ufficiali del Motomondiale - saranno in vendita polo, magliette e giubbini dei vari team partecipanti alla MotoGp, creati in esclusiva dall'azienda Bongiorno. Un legame, quello con le due ruote, già fortemente radicato grazie soprattutto alla sponsorizzazione - nel passato Motomondiale - di Andrea Dovizioso, all'epoca protagonista in categoria 250cc con lo Scot Racing Team. "Anche qui - prosegue Marina Bongiorno abbiamo voluto aggiungere una linea innovativa, non presente sul mercato e che finora molti tifosi hanno, invano, ricercato in Italia. Ora tutti i fan della MotoGp e del motomondiale in generale, possono trovare da noi qualsiasi prodotto. Un'ottima idea regalo, oltre che un valore aggiunto non indifferente per gli amanti del genere".


La tagliata pi첫 buona del mondo Alle porte di Bergamo, ispirato ai pi첫 famosi locali di Londra e Parigi, in stile minimalista, con griglia a vista. Un ambiente caldo e riservato, la cucina ricercata fanno di Steak un locale esclusivo

Via Enrico Fermi, 10 - Curno - Tel. 035 462504


Viaggio nel tempo Articolo di Giorgio Chiesa

Settantacinque anni di dolci mezzelune

Nel 1970 viene acquisito l'albergo limitrofo, permettendo alla struttura di ampliare la sua gamma di prodotti e servizi Nei trent’anni successivi la poliedrica offerta si rinnova, senza variare tradizione e stile: ora dispone di un albergo con ristorante, pasticceria e sala congressi per incontri business 88


La struttura ai giorni nostri

e si pensa al "Bigio", quello che affiora alla mente è un dolce ricordo. E' una forma a tre quarti di luna, è la silhouette del biscotto tipico bergamasco che ha fatto la storia di tutta la provincia, almeno degli ultimi settantacinque anni. E' partita, infatti, nel lontano 1934 la tradizione dell'antico locale di San Pellegrino, più precisamente dalla prima pasticceria di Luigi Milesi - detto appunto Bigio - situata originariamente in Piazza Marconi. Come ogni favola che si rispetti, a pochissimi mesi dall'apertura alcune delle sue creazioni dolciarie iniziarono a stimolare la curiosità di molti, illuminati

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Terzo appuntamento con le attività commerciali ed i negozi che hanno segnato la storia economica di Bergamo e provincia. Vi presentiamo "Bigio", la pasticceria che ha fermato il tempo a San Pellegrino dal 1934 ad oggi 89


Il Bigio nel corso di una trasmissione RAI

dal genio e dalla spensieratezza di una (ancora) florida cultura bergamasca. Le principali attrattive erano quelle che stuzzicavano i "viziosi dello zucchero", parliamo della torta "Tre gusti" - dolce locale ormai quasi scomparso, fatto con tre tipi di pasta: sfoglia, frolla e margherita -, della "Polenta e osei" - che non ha bisogno di alcuna presentazione - e, dulcis in fundo, degli speciali "biscotti San Pellegrino". 1960 - Passato il difficile periodo legato alle due Guerre Mondiali, la pasticceria, divenuta già un'istituzione - non solo a San Pellegrino - si trasferisce in Via Papa Giovanni, divenendo punto di ritrovo per tutta la Valle Brembana. I biscotti del Bigio diventano celeberrimi anche fuori dalla provincia, tenendo alto l'onore della città di Bergamo su tutto il territorio regionale. La fama si espande anche oltre la Lombardia, richiamando a San Pellegrino villeggianti, turisti di passaggio o semplici curiosi non solo per gustare la famosa acqua minerale. Con lo scorrere del tempo, però, "Bigio" diviene famoso non solo per le sue prelibate dolcezze, ma per un'altra singolare particolarità e attrattiva: le marionette. 1965 - Infatti, sono gli anni in cui la collezione dei "Gioppini" di Luigi Milesi inizia a prendere la forma dell'eccezionalità. L'esposizione interna ai suoi locali è una vera e propria pietra miliare, ammirabile tutt'oggi nelle pareti della mo90

Il Bigio con Felice Gimondi


derna pasticceria. Intagliati nel legno verso fine '800 da autori ignoti, le maschere segnano un solco indelebile nel tempo. Lo spettacolo della vita - passateci il termine viene mostrato annualmente nella limitrofa piazzetta del Bigio. La messa in scena del teatrino bergamasco, entrato ai giorni nostri nell'immaginario collettivo, inizia proprio in quel periodo ripercorrendo le famose commedie locali, ricavate a loro volta dai vecchi e tradizionali canovacci. 1970 - Così arriviamo, appena cinque anni dopo, al primo vero momento di crisi della pasticceria di San Pellegrino. Alla scomparsa del fondatore - passato alla storia della nostra provincia - la difficile eredità viene coraggiosamente affidata al figlio Giuseppe - detto Bepi - e alla sua famiglia. Si decide di reagire e rinnovare, aggiungendo alcuni fondamentali tasselli all'offerta tradizionale del classico Bigio. Viene infatti acquisito l'albergo limitrofo, permettendo alla struttura di ampliare la sua gamma di prodotti e servizi. Il complesso è dotato di uno splendido giardino e di una sala ristorante d'inizio '900, senza dimenticare le diverse atmosfere proposte dalle camere, dalla moderna e funzionale a quella dal sapore retrò, che incarna ancora il fascino dell'alba turistica della Valle. Non passa inosservata anche la grande sala congressi, che manifesta l'attenzione della nuova generazione per i mutati tempi moderni: il business. Alla struttura viene - naturalmente - dato il nome "Bigio", in me-

moria di un uomo che con la sua nobiltà d'animo ha saputo rappresentare l'intima essenza del carattere bergamasco. 2000 - Nascita di C’a Bigio. Nel corso del successivo trentennio la poliedrica struttura si rinnova, senza però tradire la cultura famigliare e il radicamento alla terra locale. Al contrario, è proprio nella riproposizione di antichi valori e prodotti tipici che le inedite idee e i nuovi servizi riescono a trovare lo spazio che meritano. L'albergo, il ristorante, la pasticceria e la caffetteria, propongono il giusto mix fra tradizione e innovazione, grazie soprattutto alla vitalità e alla sensibilità di Roberta, Francesca e Luigi, la nuova generazione della famiglia Milesi.

Il Bigio al campo sportivo di San Pellegrino Terme prima del match Inter - Atalanta nel 1949

I biscotti del Bigio ai piedi del Casinò di San Pellegrino Terme La Caffetteria di Locatelli Tarcisio, Bergamo Via Pietro Ruggero La Drogheria di Italo Amedeo, Bergamo Via Locatelli n° 24 Macelleria Santini, Bergamo Via Crescenzi n° 16 Alimentari Cantoni Maurizio, Bergamo Via Masone n° 2 Panificio Artigianale F. Gamba, Bergamo Via Don Bosco n° 25 Panificio Leidi Leidi, Villa D' Almè Via Roma Panificio Angelo Oreni, Bergamo Via Coridoni n° 63 Bar Haway, Bergamo Via Torquato Tasso ''Silvio'' i Bonacina, Bergamo Via G. D' Alzano n° 2 Forno Fassi, Bergamo Via S. Tommaso n° 100 Tre Soldi Amalia Latteria, Bergamo Via Gomito n° 7 Agripromo Bergamo, Via Borgo Palazzo n° 128 Migliorini Giovanni Carona, Via Angelo Bianchi n° 25 Premiata Salumeria Boffelli Pietro, San Giovanni Bianco Via Ceresa n° 2 Società Alim. Di Renzo e Antonella Cortesi, S. Giovanni Bianco V. Borselli n° 8 Alimentari Arioli Silvano, Piazzatorre Via XX settembre Alimentari Il Fornaio Arioli Gino, Piazzatorre (BG) Via Centro n° 17 Battinelli Maria Carmela, Milano Via Meravigli n° 14 Alimentari boffelli Gianni, Piazza Brambana via locatelli n° 12 Monaci Walter, P.azza Vittorio Emanuele n° 4 Branzi (BG) Gardi Bono, Olmo al Brembo Via donizetti n° 1 Center Bar, Via E. Fermi n° 56 Curno Pane&Co, Via Garibaldi n° 4 Bergamo Fresco mio, Piazza Italia n° 6 24019 Zogno Supermercato Fresco mio Ghisalberti italo e figli s.n.c., V. Roma n° 75 Sedrina Mazzoleni Carlo, Via Statuto n° 16 Bergamo Sapori di pane, Via Martiri della liberta 83/a Petosino Sorisole (BG) Tre Soldi Alberto srl, Via Colleoni n° 13 Bergamo Panificio Rota Giacomo, Via Della Libertà n° 12 Almenno S Salvatore (BG)

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Lusso&Investimenti Articolo di Giorgio Chiesa

"I grandi pezzi sono quelli che hanno un valore artigianale molto alto, che non riescono ad essere imitati dalle moderne tecnologie� 92

Coppia di candelieri a cinque fiamme smontabili, con base a capitello e bordatura sul moccolo Disegni floreali a sbalzo in argento antico Londra, anno 1894


L'argento vivo del tempo La storica gioielleria Curnis di Bergamo, da cent'anni protagonista dell'eleganza e della raffinatezza di oggetti in metallo prezioso, rinverdisce i fasti di una delle più nobili leghe

na tradizione rinnovata di generazione in generazione. Antichi valori che la modernità non è riuscita a cancellare, neanche sotto la pressione di una crisi congiunturale di cui solo ora - forse inizia a vedersi la fine. Anzi, è proprio dalla negativa condizione congiunturale che dobbiamo trarre il più grande insegnamento di Cesare Curnis, proprietario dell'omonima gioielleria in Via Zambonate a Bergamo. Una conoscenza che va dalla storia al mercato, passando per la cultura e per la mistificazione di molti luoghi comuni, legati - in particolare - ad alcuni preziosi troppo spesso bistrattati dal

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Cesare Curnis: "E' un materiale che dura per tutta la vita ed è anche un grande investimento da tramandare di generazione in generazione"

Sette pezzi caffè in argento antico, con disegni floreali a sbalzo sul bordo Birmingham, anno 1930 93


Porta gioie con spigoli e cassetto estraibile Bordatura floreale e personaggi al centro, a sbalzo in argento antico Londra, anno 1901

senso comune. Parliamo dell'argento, materiale dall'elevato valore intrinseco e dall'altrettanta alta caratura classicista e qualitativa. "Queste opere d'arte afferma Curnis - sono poco considerate dalla linea estetica moderna. Noi, in questo senso, andiamo in controtendenza, coltivando una passione che ci è stata tramandata da generazioni lontane nel tempo, più precisamente da mio bisnonno che iniziò a collezionare queste maestrie artigiane per gusto personale". LUOGHI COMUNI - Iniziamo, dunque, il nostro viaggio sfatando alcune dicerie molto diffuse tra chi, proprio l'argento, avrebbe il desiderio di possederlo in casa. "Molto spesso le persone vedono questo incredibile materiale come una 94

sovrastruttura inutile, difficilmente collocabile nella propria abitazione. Anche chi, da subito, ne rimane affascinato è costretto a scontrarsi con una serie di cattive informazioni: come la nomea di "materiale difficile da pulire", o - peggio ancora - dell'"oggetto che si rovina alla svelta". Niente di più sbagliato, in quanto stiamo parlando di oggetti realizzati con cura e con massima purezza del metallo, fra l'altro con un elevato investimento nel tempo. Basti pensare che - grazie alle sue proprietà antibatteriche - le brocche d'acqua delle antiche corti ottocentesche venivano realizzate appositamente in argento, sia per evidenziare la ricchezza sia il benessere". QUALITA' - Il percorso della conoscen-

za antica ci fa capire, ancora una volta, come la maggior parte delle qualità legate all'argento siano passate negli anni, in secondo piano. Forse è stata la volontà di premiare l'industria del consumo che ci ha reso ciechi e - in alcuni casi - anche più poveri. "L'argento continua Cesare Curnis - può essere tranquillamente pulito, esattamente come tutti gli altri suppellettili casalinghi. Dura per tutta la vita, il suo valore non cala e - inoltre - è un grande sistema d'investimento per tramandare di generazione in generazione la ricchezza e la cultura di una famiglia. Gli accessori costruiti con questo materiale non si rompono, mantengono nel tempo una luce splendida e - dote che non guasta - hanno una classe inimitabile.


E' chiaro, ci si deve innamorare. Come per tutti gli altri oggetti di valore, anche l'argento dev'essere curato, non trascurato e - soprattutto - valorizzato".

essere amati anche dagli addetti ai lavori, per questa ragione alcuni dipendenti del mio negozio vantano oltre trent'anni d'esperienza nel settore".

TRADIZIONE - A questo punto non è solo una ragione di mercato. Anche se tutti sono a conoscenza del suo valore intrinseco, ciò che emerge per l'argento sono altre questioni, maggiormente legate al cuore e alle scelte personali. "Bisogna sapere cosa possedere. A maggior ragione sono dell'idea che la chincaglieria non debba essere acquistata, così come non amo in particolar modo la gioielleria legata all'argento. I grandi pezzi sono quelli che hanno un valore artigianale molto alto, quelli che - con varie lavorazioni di duecento anni ed oltre - non riescono ad essere imitati dalle moderne macchine a controllo numerico. Un tempo mio nonno faceva "punzare" questi oggetti con il nome "Curnis", proprio per garantirne la qualità. Oggi, questo ruolo, è stato ereditato dai grandissimi artigiani ai quali noi ci rivolgiamo. Mi riferisco - in particolare - ai laboratori veneti, milanesi e lecchesi. Sono loro a mantenere il nome dell'artigianato italiano come punto di riferimento nel mondo. Non solo, gli oggetti di valore devono

MERCATO - Spirito a "lungo termine", pazienza e tranquillità. Sono questi i classici valori che da anni contraddistinguono la "Gioielleria Curnis". Un mix vincente che riesce ad unire cultura famigliare e investimenti nel tempo, tutto sotto stretto controllo di esperti del settore che lavorano con passione. "Un regalo nella lista nozze, un arredo di classe, un oggetto d'antiquariato sempre attuale. In questo campo l'Italia non è seconda a nessuno, anche grazie all'attenzione e al rispetto di standard assoluti di qualità. Mi riferisco alla sigla "925" (garanzia di un'altissima percentuale di materiale prezioso contenuta in un determinato oggetto, n.d.r.), che noi usiamo come punto di riferimento e di prestigio. In altre parole ci vuole coraggio e volontà di credere nel bello, facendo leva sulla forza creativa dei nostri grandi maestri artigiani. Non vogliamo scendere ai compromessi delle manodopere straniere, a prezzi stracciati. Al contrario dobbiamo tornare ad investire nel tempo, in una cultura che dura tutta la vita e anche oltre".

"Un regalo nella lista nozze, un arredo di classe, un oggetto d'antiquariato sempre attuale In questo campo l'Italia non è seconda a nessuno, grazie anche all'attenzione e alla manualità degli artigiani nel realizzare vere e proprie opere d'arte"

Scatola rettangolare con disegni floreali a sbalzo sul bordo Personaggi sul coperchio in argento antico Germania, fine ‘800 95


Wellness Articolo di Giorgio Chiesa Foto di Laura Pietra

L’esclusività del benessere Nel cuore di Bergamo ecco "Punto Linea", il nuovo ed innovativo beauty center in grado di coniugare fitness, relax e dimagrimento. Studiato e progettato per la cura totale di uomini e donne in ambienti riservati, con programmi e orari personalizzati. Roberta Maffioletti: "Ci occupiamo della persona nella sua totalità, dal primo consulto fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati e a prezzi accessibili" arrivata a Bergamo una nuova concezione di bellezza e benessere. Un metodo particolare, composto da un insieme di professionalità che valorizzano l'accoglienza e l'intimità, prima delle - ormai classiche - fatiche fisiche. Non parliamo dell'ennesima palestra in cui "farsi" i muscoli, né tantomeno intendiamo un percorso di dimagrimento costituito da ore e ore di noioso tapis roulant. Quello che ci propone il nuovo centro benessere "Punto Linea" di Via XX Settembre - inaugurato lo scorso sabato 18 aprile non sono utopie, nè tantomeno false speranze. Al contrario, quindi, è l'esperienza professionale maturata dalla responsabile Roberta Maffioletti a fare la differenza. Proprio lei ha avuto il coraggio di osare, proponendo una nuova tipologia di "wellness", in grado di

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DA DESTRA Paola e Roberta Maffioletti, insieme a Lorena e Tiziana


coniugare fitness, beauty e relax center e dimagrimento. "Non siamo un semplice centro estetico - afferma -. Ci occupiamo della persona nella sua totalità, dal primo consulto fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati. L'ambiente accogliente - quasi a misura d'uomo o donna - nasce da un mio personale progetto, studiato e perfezionato grazie all'esperienza maturata in oltre dieci anni di lavoro nel settore e realizzato grazie al sapiente intuito dell’Architetto Laura Elli. La novità principale risiede nella cura "completa" dei nostri clienti, una filosofia secondo la quale ho deciso di formulare l'offerta di trattamenti e programmi in modo da poter assistere al meglio le persone che si rivolgono a noi, peraltro ad un prezzo veramente alla portata di tutti".

ta, che tocca tutte le principali materie del benessere. "Nel selezionare le mie collaboratrici - continua Roberta Maffioletti - ho deciso di circondarmi delle donne, con cui ho lavorato efficacemente per anni. Non è stata una decisione solidale o basata squisitamente sul curriculum, bensì una scelta con risvolti psicologici. Una parte della nostra clientela sarà, infatti, composta da uomini e ritengo che proprio a loro debba essere rivolta una particolare attenzione. Devono potersi basare su uno sguardo critico, su un osservatore di fiducia che possa condurli, passo dopo passo, nella giusta direzione. In tal senso la donna, da sempre molto più severa con il proprio corpo, è più abituata a notare anche le piccole imperfezioni e, quindi, più allenata alla cura di se stessa".

STAFF - Un'accoglienza molto ricercata, così da poter garantire l'intimità, ma anche - e soprattutto - la professionalità. Roberta, Paola, Tiziana e Lorena sono le quattro donne, ognuna specializzata in una particolare area di competenza, che vanno a comporre la poliedrica offer-

PROFESSIONALITA' - Un percorso tecnico altamente qualificato, quindi, che non trascuri alcun particolare dei trattamenti proposti, dal consulto medico iniziale fino all'approccio con specifiche macchine ed attrezzature d'allenamento. "Per garantire un'assistenza adeguata ed 97


mi d'allenamento. Con questo macchinario i movimenti sono orientati sulla forza e l'equilibrio, organizzati per gruppi muscolari, raggiungendo livelli di difficoltà e moduli differenti di allenamento. "Questa nuova meraviglia della Technogym nasce dal pilates con lo scopo di rassodare e snellire ogni singolo muscolo. E' una macchina in grado di coinvolgere da un punto di vista fisico e psicologico, proprio perché riesce a fare lavorare la persona sulla padronanza del proprio corpo. Anche in questo caso, il valore aggiunto che riusciamo ad offrire consiste nella continua assistenza prestata al cliente durante l'allenamento. E' una filosofia che si fonda dunque su di un rapporto di fiducia e collaborazione".

attenta ad ogni dettaglio che curi il benessere delle persone, abbiamo suddiviso i nostri ruoli in modo molto scrupoloso, confrontandoci quotidianamente sui progressi ottenuti e sulle varie necessità dei nostri clienti. Lorena è la nostra estetista, specializzata non solo nella cura della bellezza, ma anche nell'utilizzo di uno speciale macchinario in grado di curare l'adipe esteso e/o localizzato, gli inestetismi epidermici e quelli causati dalla cellulite. Ritengo sia la persona giusta, una vera professionista del dimagrimento, dello snellimento mirato, in grado d'interagire e collaborare anche con le sale motorie, in modo da svolgere un lavoro parallelo e specifico su ogni cliente. Tiziana, invece, è la nostra masso fisioterapista, riflessologa e naturopata, altamente specializzata in svariate tecniche di massaggio, estetico, curativo, riabilitativo, ayurvedico e "stone". E' una donna dalla grande esperienza e competenza, attestata dalle sue numerose qualifiche. Mia sorella Paola mi affianca nell'impostazione del lavoro di sala e nell'assistenza ai clienti, garantendo in ogni momento la corretta esecuzione dei programmi personali assegnati, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi attesi". SPECIALIZZAZIONI - Altro tassello fondamentale e imprescindibile per la cura della persona è da ricercarsi nell'attenzione per l'alimentazione, anche con particolare riferimento alle problematiche connesse alle più diffuse intolleranze. Tale aspetto viene curato dal dottor Raffaele Paganoni, medico dietologo, endocrinologo e oncologo, che partecipa alla stesura dei programmi personalizzati assegnati ai clienti. "Grazie al consulto di uno specialista in materia - continua Roberta Maffioletti - possiamo valutare in modo accurato le più diverse esigenze. Non solo, quindi, problemi legati al dimagrimento, ma anche attenzione alle necessità di persone che, semplicemente, desiderano sentirsi più in forma. Con il prezioso ausilio del Dottor Paganoni saremo inoltre in grado di fornire a richiesta del cliente un servizio di prelievo e trasporto ad un laboratorio specializzato per individuare in tempi ristretti l'esistenza di eventuali intolleranze alimentari". TECNOLOGIA - Il nuovo centro benessere propone altre particolari esclusive. Parliamo - in particolare - dei nuovi lettini ortostatici, progettati per il dimagrimento, lo snellimento mirato, il rassodamento ed il modellamento. Ma anche della "Kinesis", una macchina a corpo libero che offre la possibilità di effettuare oltre 300 esercizi e program98

AMBIENTE - Il giusto mix tra modernità e calore umano scaturisce dalla cura attenta ad ogni dettaglio. Parte dell'illuminazione, sempre soffusa e delicata, è stata curata dall'artista Pasquale Chierchia Paky -, che ha eseguito anche altre interessanti realizzazioni in alcuni importanti negozi della nostra città e milanesi. "Ho ritenuto essenziale creare un ambiente che permetta ai nostri clienti di sentirsi immediatamente a proprio agio, proponendo loro soluzioni e spazi innovativi, ma nel contempo familiari e rispettando una rigorosa suddivisione tra la zona maschile e quella femminile. Il centro si compone, infatti, di due aree principali destinate all'attività motoria e da una serie di cabine riservate ai numerosi trattamenti estetici e wellness". CLIENTELA - Il sapore conviviale ed estremamente professionale traspare fin dal primo consulto gratuito. In questo senso, le porte del nuovo centro PUNTO LINEA si sono aperte con interessantissime promozioni riservate senza distinzioni a donne e uomini, quest'ultimi sempre più interessati alla cura ed al benessere del proprio corpo ma spesso con poco tempo a disposizione per farlo. Nel centro, infatti, i clienti potranno svolgere programmi personalizzati stabilendone loro stessi orari e durata, partendo da un minimo di 30 minuti. "Nel centro - conclude Roberta Maffioletti - ho deciso di prevedere due ingressi distinti, oltre a quello principale. Uno riservato all'uomo ed uno per la donna, in modo da consentire ai nostri clienti la massima riservatezza e la possibilità di allenarsi e rilassarsi in totale tranquillità. Un'oasi dunque che, nel cuore della nostra città, riesca a fornire una concreta possibilità di ritrovare il giusto equilibrio fisico e psichico. Una "sartoria"del wellness in grado di realizzare programmi "su misura", sempre con la massima attenzione e rispetto dell'intimità dei nostri clienti".



Sport&SolidarietĂ Articolo di Giorgio Chiesa

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Tennis Vip, nuovo anno al servizio della beneficenza La manifestazione giunge alla sua 18esima edizione Giovanni Licini, fondatore del torneo: “Dal 2003 al 2008, siamo riusciti a donare 425 mila euro, quest’anno puntiamo a quota 500 mila. Del resto non ho perso né la forza né la speranza di credere che si possa fare una buona azione anche in tempi di crisi"

rrivi da ospite, torni da amico". E' questo lo slogan che da quasi due decenni contraddistingue la storia di uno degli eventi più importanti della nostra città. Ci riferiamo al "Tennis Vip" - giunto alla sua 18esima edizione - che ogni anno attira numerosi personaggi non solo del panorama imprenditoriale, ma anche di quello politico, mondano e sportivo, proponendosi come una delle kermesse bergamasche "per eccellenza". Non serve essere veri professionisti della racchetta, virtuosi della terra battuta, dell'erba o del cemento. Servono altre doti per eccellere, qualità messe al servizio della beneficenza. Ospitato, come di consueto, dal Centro Sportivo Mongodi di Cividino - località Castelli Calepio -, il vernissage sportivo aprirà i battenti il 22 maggio, tagliando il nastro di una quindici giorni solidale, che ogni anno riesce a far scontrare - sportivamente - alcuni tra i più generosi imprenditori bergamaschi. Proprio di questo parla Giovanni Licini - vicepresidente dell'Accademia del Tennis Bergamo, nonché

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anima dell'evento - quando spiega le ragioni per le quali, nonostante il momento di difficoltà generale dell'economia, ha deciso di credere, una volta di più, a questa speciale kermesse. "Lo spirito che io e il mio staff mettiamo nell'organizzazione di questo evento è il più appassionato e disinteressato possibile. Il fine ultimo che ci unisce è da ricercarsi in quelli che sono meno fortunati. Proprio così, la sfortuna di tutte quelle persone che hanno gravi problemi di salute e non possono permettersi una cura particolare, la sfortuna di trovarsi senza posto di lavoro a causa di una cattiva condizione congiunturale. A questo proposito è da sei anni che il Tennis Vip raccoglie fondi da destinare ad alcune associazioni di volontari presenti sul territorio. Dal 2003 al 2008, siamo riusciti a donare 425 mila euro, e speriamo di arrivare a quota 500 mila con quest'anno. Potrebbe sembrare un'utopia, ma se ripenso allo sconforto che mi aveva preso solo a gennaio, quando la crisi iniziava ad avere delle ricadute reali sull'economia, mi sembra già un grande risultato essere riuscito ad avere l'appoggio di oltre 150 sponsor, a cui va un grazie 101


particolare. Forse è meglio chiamarli cari amici che, assieme a noi, credono nella validità e nella serietà di questo progetto". Non si è mai perso d'animo. Mentalità da bergamasco "doc". "Volevo farcela a tutti i costi, è un merito solidale che desidero condividere con tutte le persone che saranno aiutate dai fondi che raccoglieremo quest'anno. Naturalmente c'è anche una motivazione speciale. La carica più grande l'ho ricevuta da Monsignor Nicoli, un amico in difficoltà, che con la sua forza d'animo è riuscito a darmi grande conforto. Solo grazie a lui sono riuscito a perseverare, ottenendo risultati insperati anche quest'anno. Inoltre, non potevo permettermi di tradire la nostra trentennale storia, che ci lega ad una serie di ricordi splendidi, impossibili da dimenticare". A chi saranno destinati i fondi che raccoglierete? "Come per il 2008, sosterremo l'Associazione Amici dell'Oncologia della Valle Seriana e della Valle Cavallina, una libera or-

ganizzazione senza fini di lucro - fondata da imprenditori e semplici bergamaschi -, il cui scopo è promuovere e realizzare ogni tipo d'iniziativa in favore dei malati oncologici e delle loro famiglie. Inoltre, per il 2008 abbiamo supportato l'Anvolt, "Associazione Nazionale Volontari Lotta contro i Tumori" prettamente femminili. Parliamo di un'altra organizzazione nata con l'intento di garantire visite di prevenzione tumorale a tutte le donne, ovviamente gratuite in via San Lazzaro". Quali sono i risultati che siete riusciti ad ottenere con la vostra raccolta benefica? "Grazie ai fondi raccolti nel 2008 e a quelli che raccoglieremo quest'anno, finanzieremo un progetto per l'acquisizione di un immobile ad Alzano Lombardo per otto posti letto, al fine di dare sussidio logistico ad ammalati - o ai loro famigliari - che sono sottoposti a chemioterapia o radioterapia. Vorrei infine segnalare che, solo due anni fa, siamo riusciti ad acquistare un ecografo tridimensionale per fare diagnosi precoci di tumori, sempre per l'ospedale di Alzano. E' un traguardo

"Vogliamo sostenere l'Associazione Amici dell'Oncologia della Valle Seriana e della Valle Cavallina, una libera organizzazione fondata da imprenditori e semplici bergamaschi senza fini di lucro, che svolge le proprie attività grazie - unicamente - ai contributi e alle donazioni"

La consegna della raccolta fondi dello scorso torneo

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che ci piace ricordare, perché il presente si costituisce come la continuazione delle finalità solidali del torneo. Il macchinario, infatti, è utilizzato senza lucro. Infine abbiamo acquistato tre auto che, grazie al supporto di autisti volontari, trasportano i malati che non possono raggiungere l'ospedale per seguire l'iter di chemioterapia o radioterapia". Come è strutturato quest'anno il Tennis Vip? "Quest'anno ricorre il 18° Trofeo Achille e Cesare Bortolotti (doppio maschile) e il 3° Torneo Giacinto Facchetti (singolare maschile) - che avranno come "main sponsor" il Credito Bergamasco -. Come di consueto, inoltre, ci sarà anche il doppio misto sostenuto da Mercedes Benz Lodauto. Le finali sono previste per giovedì 11 giugno. Nello specifico, alle 18 si terrà l'ultimo match del singolare e subito dopo l'ultimo scontro nel doppio. Come chiosa finale, abbiamo pensato di scaricare le tensioni agonistiche con un bel concerto, che partirà a sera inoltrata. Non ci siamo fatti mancare nulla, come di consueto abbiamo anche organizzato la classica serata di gala prevista per il giorno successivo, che si terrà quest'anno al nuovo polo fieristico di Via Lunga". E le novità dell'edizione 2009? "La struttura del villaggio ospitalità verrà cambiata e ampliata, coprendo la totalità dell'area in caso di pioggia. Del resto, in questi ultimi anni è stata una compagna d'avventure costante. Inoltre ci sarà più organizzazione e un'attenzione molto particolare rivolta alla socialità, vogliamo che a lato del torneo e della beneficenza ci siano numerose occasioni per stringere nuove amicizie. Per il resto possiamo dire che nulla è stato lasciato al caso. Il palcoscenico di oltre trenta metri sul quale si terrà il concerto finale, è stato offerto da un "atleta" che ogni anno partecipa con entusiasmo alla manifestazione. Parlo del maestro Bagutti, che per l'occasione si occuperà anche della direzione artistica dello spettacolo. Sullo stesso teatro sarà poi in scena anche la musica dei Camaleonti. L'augurio rimane quello delle passate edizioni, cioè che sia un torneo pieno di soddisfazioni sportive e di piacevoli serate in compagnia". Per concludere, ricordiamo che - fra le tradizioni - c'è anche il Golden Vip, prestigioso trofeo assegnato a personalità "meritevoli". Chi verrà premiato quest'anno? "Dal 2003 assegniamo questo riconoscimento a personalità e amici vicini al torneo, che si sono distinti nelle loro professioni o attività. Scelta impegnativa, come è facile immaginare, perché sono molti i personaggi meritevoli. In ogni caso, quest'anno gli insigniti saranno Ezio Chiesa - imprenditore impegnato nel settore gastronomico con l'azienda IBS - che verrà affiancato dagli sportivi Cristiano Doni e Giacomo Agostini. Abbiamo anche istituito il "Golden Vip d'Onore" - legato alla figura di Gianni Radici, grandissimo imprenditore bergamasco scomparso nel 2005 -, che sarà assegnato a Renato Pasini, recentemente arrivato secondo nella classifica finale della specialità sprint di Coppa del Mondo di sci nordico".

"Quest'anno ricorre il 18° Trofeo Achille e Cesare Bortolotti (doppio maschile) e il 3° Torneo Giacinto Facchetti (singolare maschile) - che avranno come "main sponsor" il Credito Bergamasco -. Come di consueto, inoltre, ci sarà anche il doppio misto sostenuto da Mercedes Benz Lodauto Le finali sono previste per giovedì 11 giugno"

I campi del centro sportivo Mongodi di Cividino, sede del torneo

I finalisti del doppio maschile della passata edizione: da sinistra Carmignani e Damiani con i vincitori Ferri e Boninsegna

Cristiano Doni, leader dell’Atalanta, premiato con il Golden Vip 2009

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In vetrina Articolo di Luca Bilotta Foto di Giorgio Chiesa

on abbiamo scelto una location casuale per questo servizio di prola linea è affusolata va su strada. Volevamo stupirvi nel frontale e spigolosa proprio come la Honda ha stupito sul retro. Ai clienti tutti gli appassionati di motori con di auto ibride, il nuovo modello Insight. Ecco perché, stravolgendo quanto fatto normalmente nelle nostre del resto, rubriche automobilistiche, abbiamo voluto reapiace distinguersi lizzare il servizio fotografico in piazza Vecchia e il look vagamente e di notte. Una novità del mercato automobiliaerodinamico stico internazionale, del resto, non poteva pasla trasforma in un mix sare inosservata. La nuova "ibrida per tutti" fra coupé come definita dalla Casa del Sol Levante - si propone come un'auto innovativa e ambientae monovolume

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lista nell'anima, capace con la sua linea di risultare fuori dai canoni stilistici e tecnologici che movimentano attualmente il mercato. Il tutto, ovviamente, ad un prezzo davvero competitivo: grazie agli incentivi statali si parte da soli 14.900,00 euro. Follia? No, Honda. DESIGN - A guardarla da fuori non ha mezze misure. La linea è affusolata nel frontale e spigolosa sul retro. Ai clienti di auto ibride, del resto, piace distinguersi e il look vagamente aerodinamico, un mix fra coupé e monovolume proteso verso l'asfalto, costituisce una scelta scontata. Piatta e levigata, con superfici pulite


Ambientalista nell'anima Nella scenografica piazza Vecchia di città Alta, la nuova Honda Insight si è svelata in tutto il suo splendore L'auto ibrida per tutti, come la definisce la casa del Sol Levante, è un concentrato di pura tecnologia al servizio della città in cui viviamo

e definite come ci si aspetta da un'auto pensata per consumare poco, solo nel frontale la Insight cede alla voglia di piacere e mette in mostra occhi tagliati con la spada laser, con una bocca aperta pronta a mordere. Non per questo mancano i tocchi glamour, vedi i fari alla moda e alcuni vezzi, come le maniglie minimal nello stile e nell'ingombro, che rendono il modello allegro e non troppo serioso. INTERNI - Aprendo la portiera si nota immediatamente un abitacolo che non lesina spazio. Sedili profilati con schienali alti e poggiatesta integrato, volante a tre razze in posizione ver-

ticale, plancia satinata e cruscotto sportivo. Il Ecologia: vero colpo d'occhio, però, arriva una volta giparticolari rata la chiave. Lo stupore è naturale, appena i simboli floreali s'illumina la strumentazione logico-digitale: al che si accendono centro ci sono due display, uno per il tachimesul cruscotto tro, l'altro per il contachilometri (che cambia colore - da blu a verde - in base ai consumi); al durante la marcia, centro il contagiri a barre, più in basso l'indida uno a cinque catore del sistema ibrido, che permette di viSe si è virtuosi, ovvero sualizzare di fianco ai livelli di benzina e batteria, se si sta portando o sottraendo energia se si ha il piede destro dalla batteria stessa. Quanto all'abitabilità ab- valido nella modulazione dell'acceleratore, biamo ben cinque posti veri nei 439 centimetri di lunghezza massima della Insight. Con un il risparmio è massimo 105


portellone che si spalanca fino al paraurti, regalando al possessore una flessibilità quasi da wagon. Infine il bagagliaio: ben 400 litri di volume utile per i bagagli, che possono farsi in due, divisi tra 358 litri sopra il piano di carico e i restanti 42 in un grande gavone nascosto. Se si viaggia in due si arriva a 584 litri disponibili e, se si stipa fino al tetto, la Insight arriva a offrire 1017 litri utili. ECOLOGIA - Sulla plancia, a sinistra del volante, un tasto verde ECON solletica la coscienza verde della Insight, impostando le migliori condizioni per tenere a bada consumi ed emissioni, dalla riduzione di potenza a una lieve riduzione della coppia fino alla gestione del climatizzatore e di altri dispositivi perché siano il meno possibile assetati di energia. Il rischio (positivo) è quello di farsi prendere la mano: la Insight, infatti, man mano che carica nelle batterie energia elettrica - riducendo così le emissioni -, mostra sul cruscotto una serie di "foglioline". Simboli floreali che si accendono durante la marcia, da uno a cinque: in pratica una sorta di pagella ecologista. Se siete particolarmente bravi, cioè se avete il piede destro virtuoso nella modulazione dell'acceleratore, ne farete accendere cinque, instaurando una sorta di sfida con l'auto. Interessante, inoltre, il calcolo totale di quanto sia stata "ecologica" la Insight: per chi vuole, infatti, basta toccare un tasto sul volante per capire il reale risparmio ottenuto dall'acquisto in avanti. I risparmi veri, comunque, si ottengono in modalità ECON, con il cambio automatico posto nella posizione D. Se si sceglie la posizione S, oltre a cambiate meno ecologiche s'inibisce anche la funzione start/stop che automaticamente spegne e riaccende il motore durante le soste. Il massimo risparmio si ottiene con la mar-

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cia a sola energia elettrica che, a batterie ben cariche, è possibile fino a 45 km/h. Tre gli allestimenti previsti: Elegance, Executive ed Executive Navi, il top di gamma ad un prezzo intorno ai ventimila euro. Ma il fattore più interessante è quanto la Insight benefici degli incentivi promossi dal Governo: 3.500 euro a cui si possono sommare altri 1.500 per chi abbia una vecchia Euro 0, 1 o 2 da rottamare. Il top, se si aggiunge che tutto il sistema ibrido è garantito otto anni, batterie comprese.

Honda Insight

IMA - Ibrida per tutti, dicevamo, con ridotto impatto ambientale nella costruzione (Honda dichiara le medesime emissioni di CO2 per la produzione di una Insight e di una Civic monomotore) e costo poco superiore a soluzioni tradizionali per diffondere il verbo ambientalista. Quanto al propulsore benzina 1300 da 88 CV, abbiamo il massimo della tecnologia con il sistema IMA (Integrated Motor Assist). Honda l'ha implementato rispetto alla versione Civic, puntando a comprimere i costi e l'energia necessaria a produrla oltre al peso supplementare. La soluzione scelta è quella ibrida parallela, con il motore elettrico posto tra quello a scoppio e la trasmissione. E a dare vita al motore/generatore basta una sistema miniaturizzato appoggiato tra le ruote posteriori che nel peso di 38 chilogrammi contiene unità di controllo e batterie. Così si salva spazio e si tiene il peso totale in basso. Il cambio è a variazione continua CVT, in pratica automatico, con la possibilità di scegliere manualmente sette marce con la leva, oppure tramite due alette sul volante stile auto da Formula Uno. A fronte di un peso in linea con le sorelle non ibride, i due motori sono sufficienti a spingere la Insight fino a 186 km/h, dopo aver raggiunto i 100 km/h in 12,5 secondi partendo da ferma. Interessanti i consumi, dichiarati: 4,6 l/100 km nel ciclo urbano e 4,4 nel ciclo combinato. Da buona giapponese, anche in termini di sicurezza non ci si fa mancare nulla. Dagli airbag all'Abs: tutto questo, ovviamente, è Honda Insight.

Interni: lo stupore è naturale appena s'illumina la strumentazione logico-digitale: al centro ci sono due display, uno per il tachimetro, l'altro per il contachilometri (che cambia colore - da blu a verde - in base ai consumi); al centro il contagiri a barre, più in basso l'indicatore del sistema ibrido

Honda Radaelli 24125 Bergamo (BG) 75, VIA VITTORE GHISLANDI Tel.: 035 355736 24047 Treviglio (BG) 5, LARGO I MAGGIO Tel.: 0363 48066

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La novità Articolo di Luca Bilotta Foto di Laura Pietra

evoluzione Bmw torna sotto il segno della roadster con la nuova Z4 2009. il taglio è quello Combinando una posizione di guida classico delle roadster, molto più arretrata ed un design più ovvero con cofano classico rispetto al modello precedenlungo, coda tronca te, si presenta con una novità inconfondibile: l'e muscolosa e con hardtop a scomparsa automatica. Un'innovazione l'abitacolo quasi arroc- che permette alla Bavarese a cielo aperto di godecato sull'asse posteriore re dello stesso fascino, aumentando però il proprio Il tutto mostrando appeal verso gli "scettici" delle cabriolet. Proprio un forte legame con la quelli che non si fidano della tela, quelli che viagbellissima 507 di fine giano con la paura dell'acqua nell'abitacolo. Se per anni Cinquanta, la versione precedente non c'erano assolutamente rivisitata secondo gli problemi, figuriamoci ora per la nuova stella di Mostilemi moderni BMW naco. Abbiamo voluto svelarla in tutto il suo splen-

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dore, grazie a BMW Lario Bergauto, complice una testimonial d'eccezione: Claudia Pandini, da sempre "Z4 addicted". La location? Decisamente "istituzionale": città Alta. Del resto, le linee parlano da sole. Questa nuova cabrio è davvero "regale", proprio come lo era la stupenda BMW 507 prodotta fra il 1956 e il 1959 in soli 252 esemplari. DESIGN - Il taglio è quello classico delle roadster, ovvero con cofano lungo, coda tronca e muscolosa e con l'abitacolo quasi arroccato sull'asse posteriore. Il tutto mostrando un forte legame proprio con la bellissima 507 di fine anni Cinquanta, rivisitata secondo gli stilemi moder-


Nuova Z4, old style dal carattere tecnologico La roadster di Monaco si rinnova da cima a fondo, ma rimane inconfondibile nello stile e nel piacere di guida L'abbiamo provata per voi sulle mura di città Alta, osservando in esclusiva la vera - ma non l'unica - novità: l'inconfondibile hardtop a scomparsa automatica, che si apre e si chiude in solo 20 secondi

ni BMW. I pannelli sono solcati da linee tese, neanche fossero un tessuto appoggiato su un'intelaiatura che giocano a creare superfici concave e convesse. L'insieme è slanciato, ma non rinuncia a sembrare anche ben piantato a terra, grazie soprattutto alle molte linee orizzontali. La larghezza viene accentuata dall'orizzontalità delle linee e delle superfici della coda. Altri stilemi sono l'ampio cofano motore che sporge oltre gli archi dei passaruota, le branchie laterali con indicatori di direzione laterali LED integrati e le snelle luci posteriori a LED con barre luminose tridimensionali. Rispetto al modello precedente, la nuova Z4 è cresciuta solo leggermente nelle sue dimensioni esterne, ma offre un netto au-

mento del comfort interno e della capacità di caMotori: rico. La roadster è lunga 4,239 metri, larga 1,790 la punta di diamante metri e alta 1,291 metri. All'interno sono stati otdella famiglia è la timizzati la visione in tutte le direzioni. La cosDrive35i, con un tre struzione del tetto bipartito in lightweight delitri biturbo da 306 cv sign, composto da gusci di alluminio ad azionae capace di una coppia mento elettroidraulico, si apre e si chiude in somassima di 400 Nm lo 20 secondi premendo un pulsante. I due elestabili tra i 1.300 menti del tetto vengono depositati nel vano pore i 5.000 giri. Quanto tatetto senza che occupino molto spazio, così da basta per farne conservare la caratteristica linea filante. Al fine una castigamatti di ampliare lo spazio di carico a tetto aperto, l'ai semafori, con una hardtop viene portato in una posizione intermedia per facilitare il prelievo di oggetti ingom- partenza di 5,2 secondi nello 0-100 branti. Lo spazio previsto per l'alloggiamento del 109


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tetto e il bagagliaio, sono separati da una copertura variabile che permette di aumentare il volume di carico fino ad un massimo di 310 litri a tetto chiuso.In aggiunta, dietro i sedili, è stata inserita una vaschetta trasversale che s'estende lungo l'intera larghezza interna della vettura, creando ulteriori possibilità di depositare degli oggetti.

lato del guidatore, incorporano a sinistra i comandi delle luci e della climatizzazione, mentre a destra inquadrano il volante. La modanatura è disponibile in Satinsilber opaco, in alluminio (Aluminium Langsschliff) e in faggio marrone (Eschemaser Braun); la variante di colore e di materiale selezionata, viene applicata anche agli inserti della consolle centrale e agli apriporta.

INTERNI - L'abitacolo reinterpreta a sua volta soluzioni stilistiche delle sportive di una volta. Sulla consolle centrale i vari comandi della climatizzazione sono racchiusi in elementi circolari piazzati in fila come i vecchi strumenti supplementari. L'armonia stilistica tra interni ed esterni, così importante nelle vetture aperte, si riconosce ad esempio nell'andamento della linea di spalla e nel disegno dei pannelli interni delle porte. L'elegante atmosfera interna di una roadster si esprime anche nella plancia portastrumenti e nella consolle centrale rivolte leggermente verso il guidatore. Le modanature a forma di U, al

LUSSO A BORDO - La nuova BMW Z4 è equipaggiata di serie con un impianto di climatizzazione e un ventilatore a sette livelli. Il climatizzatore automatico, disponibile a richiesta, offre la selezione separata della temperatura al lato del guidatore e del passeggero, una regolazione automatica a cinque livelli dell'intensità di ventilazione e l'impostazione manuale della stratificazione dell'aria. A tetto aperto il climatizzatore automatico attiva la modalità cabrio. Analogamente ai modelli BMW cabrio, anche la nuova roadster viene fornita con un'innovativa variante di pelle prevista per i sedili, i rivestimenti de-


gli interni e il volante, la quale riduce sensibilmente il riscaldamento attraverso la radiazione solare. La Sun Reflective Technology utilizzata nel trattamento della pelle, introduce nel materiale dei pigmenti di colore che provvedono alla riflessione dei raggi infrarossi della luce solare. Sono previsti, inoltre, sistemi audio e di comunicazione di alta classe. Gli impianti audio disponibili per la nuova BMW Z4 definiscono dei parametri di riferimento nuovi nel loro segmento automobilistico. Il lettore CD di serie è adatto anche alla riproduzione di file musicali in formato MP3. Nei sistemi audio disponibili come optional, un piacere intenso di ascolto è assicurato da 14 altoparlanti e due subwoofer con una potenza massima degli amplificatori di 650W. A richiesta, per completare, il connettore AUX-In di serie, è disponibile un'interfaccia USB che consente di collegare diversi MP3-player esterni o altri supporti di dati, anche una semplice chiavetta USB, e di integrarli nel sistema audio della vettura. Un ulteriore optional è un CD/DVD-changer nel cassetto portaguanti. La sicurezza e il comfort nelle conversazioni telefoniche durante la guida sono garantite dalla predisposizione telefono mobile con interfaccia Bluetooth, disponibile in combinazione con la radio Professional e il sistema di navigazione Professional. MOTORI - A comporla sono per il momento tre motori, tutti a benzina e a sei cilindri in linea. Quello d'accesso alla gamma equipaggia la versione sDrive23i, ma non è un 2.300 come potrebbe far pensare il numero, bensì un 2.500 da 204 cv a 6.200 giri e 250 Nm a 2.950. Su strada scatta a 100 km/h in 6,6 secondi, raggiunge i 242 km/h e percorre 11,8 km con un litro. Un'identica percorrenza è promessa anche dal tre litri della sDrive30i, che ha invece 258 cv a 6.600 giri e 310 Nm a 2.750 giri ed è accomunato al 2.5 anche dal sistema di alzata variabile delle valvole di aspirazione Valvetronic e dal Doppio Vanos, la fasatura variabile di tutte le valvole. Le sue prestazioni iniziano a soddisfare anche i palati esigenti, con uno 0-100 da 5,8 secondi e una punta di 250 km/h. La stessa velocità autolimitata caratterizza anche la punta di diamante della famiglia, la sDrive35i, con un tre litri biturbo da 306 cv e capace di una coppia massima di 400 Nm stabili tra i 1.300 e i 5.000 giri. Quanto basta per farne una castigamatti ai semafori, con un crono di 5,2 secondi nello 0-100. Grazie all'iniezione diretta, però, i consumi non crescono proporzionalmente alle prestazioni, con una media di 10,6 km/litro. Per tutte le motorizzazioni è previsto un unico allestimento, con una dotazione piuttosto completa. Dell'equipaggiamento standard fanno parte infatti il climatizzatore automatico e lo stereo (come già citato), i cerchi in lega da 17", il frangivento, i fari allo xeno, i pneumatici runflat e i sedili con poggiatesta integrato.

Bmw Z4

Interni: l'abitacolo reinterpreta in chiave moderna soluzioni stilistiche delle sportive di una volta Sulla consolle centrale i vari comandi della climatizzazione sono racchiusi in elementi circolari piazzati in fila

Lario Bergauto Via Campagnola, 50 Tel. 035 4212211 - Bergamo www.lariobergauto.bmw.it

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Chi, dove e perchè Foto di Giorgio Chiesa

Rotaract e Lario Bergauto, con la nuova Z4 si scopre la solidarietà Una serata benefica con lo scopo di raccogliere fondi da destinare alle popolazioni terremotate dell'Abruzzo. E' stato questo il trait d'union della cena di gala, avvenuta venerdì 24 aprile scorso, a Bergamo. Nell'eleganza dell'Hotel San Marco, Rotaract Club Bergamo - in interclub con i due Rotaract di Treviglio ed Erba - ha tagliato i nastri della solidarietà, accompagnato da un partner d'eccezione: la concessionaria BMW Lario Bergauto. Durante l'aperitivo, una presentazione ha lasciato a bocca aperta tutti gli invitati: in anteprima - parcheggiata all'interno della hall dell'albergo - era in mostra la nuova BMW

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Z4, la prima roadster bavarese con capotte a scomparsa in alluminio. Dopo averne ammirato le linee sinuose, la serata è continuata con la cena nel salone ristorante "Colonna". Ospite d'eccezione un entusiasta Virgilio Suraci - vicepresidente del gruppo RTL 102.5 - che non ha mancato di congratularsi con la giovane iniziativa. Le emozioni hanno poi raggiunto il "clou" con l'asta benefica, nella quale i giovani rotaractiani hanno messo in palio numerosi premi offerti dagli amici dei club e di cui - il più ambìto - era, senza dubbio, un corso di guida sicura su pista, offerto sempre da BMW Lario Bergauto.


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Chi, dove e perchè Foto di Giorgio Chiesa

PradaDay, Tiziana Fausti protagonista della moda a Bergamo "Le borse crollano, ma le borsette vanno a ruba". Con questo slogan alquanto provocatorio, il 2 aprile scorso, Tiziana Fausti ha inaugurato il "Temporary store Prada" all'interno dell’esclusiva boutique di Piazza Dante a Bergamo. "E' necessario - ha commentato l'imprenditrice soddisfare le richieste di una clientela selezionata che sceglie di spendere su prodotti mirati, che garantiscano nel tempo le loro promesse di unicità e qualità". Tiziana Fausti ha così avuto modo di mostrare agli illustri invita-

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ti una linea di accessori in pitone, oro e cristalli selezionata proprio da Prada esclusivamente per il suo punto vendita, interamente allestito dalla Maison italiana. Una strategia di marketing molto particolare adottata dai grandi monomarca, ovvero quella di concentrarsi sulla vendita a tempo determinato nei multibrand della ricca provincia italiana, attraverso presentazioni di collezioni limitate e con un tam tam sapientemente veicolato. Anche questa volta, Tiziana Fausti ha colpito nel segno.


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Chi, dove e perchè Foto di Giorgio Chiesa

Un Toro scoperto per un aperitivo di razza Il design mozzafiato e i valori tecnici stellari di Gallardo LP 560-4 Spyder hanno conquistato gli appassionati dei gioielli Lamborghini che venerdì 3 aprile scorso, all'interno dello show-room Lamborghini Bergamo di Azzano San Paolo, hanno avuto l'opportunità di ammirare in anteprima la supersportiva di S. Agata Bolognese. Sotto il suo cofano, come nella versione coupé, il propulsore V10 da 5,2 litri a iniezione diretta stratificata, capace di erogare una potenza di 560 CV a 8.000 giri/min. Fra le novità proposte dalla LP 560-4 Spyder anche il cambio e-gear completamente rivisto e ottimizzato in ogni dettaglio; la trazione integrale rivisitata, le nuove sospensioni, la struttura più ri-

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gida della carrozzeria spider, l'aerodinamica ottimizzata, il peso ridotto e l'ottimizzazione degli attriti interni che contribuiscono al miglioramento complessivo di trazione, gestione e stabilità alle alte velocità. Ma la nuova Gallardo Spyder non è stata l'unica sorpresa che Lamborghini Bergamo ha riservato ai suoi clienti presenti all'appuntamento. Accanto alla nuova dreamcar, è stata infatti eccezionalmente esposta anche la versione da gara della Gallardo LP 560-4, una delle 30 nuovissime Lamborghini Super Trofeo che parteciperanno alla prima edizione del Lamborghini Blancpain Super Trofeo, campionato monomarca che prenderà il via il 2 e 3 maggio a Silverstone(Inghilterra).


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Iperauto e Land Rover Cup, un appuntamento di grande prestigio L'atmosfera calda ed accogliente della primavera è stata la cornice ideale del circuito nazionale "Land Rover Cup", approdato al Golf Club Bergamo "L'Albenza" di Almenno San Bartolomeo, con la complicità di Iperauto. Sabato 25 aprile scorso, infatti, clienti e amici della concessionaria ufficiale per Bergamo e provincia, hanno potuto ammirare da vicino i gioielli della casa automobilistica inglese prima e durante il percorso che li ha visti protagonisti sul green. All'esterno della clubhouse, infatti, erano schierati in bella mostra tut-

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ti i modelli, la gamma completa: dal Range Rover fino al Defender. La giornata - iniziata di buon ora, alle 8.30 - ha visto duellare a colpi di swing più di cento golfisti, in un torneo da 18 buche Stableford. Alle 19, infine, le premiazioni per mano di Maurizio e Simone Doneda (brand manager del marchio Land Rover di Iperauto). Molti sono stati i premi consegnati ai partecipanti, offerti gentilmente dalla concessionaria di Bergamo. Del resto si sa, con una compagnia così prestigiosa il successo era assicurato.


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Honda Insight protagonista alla festa dei Rotaract "contro la droga" E' stato un evento molto particolare, quello di chiusura delle scuole bergamasche e dell'università cittadina per le festività pasquali, realizzato come di consueto al Fluid di Orio al Serio dal gruppo di organizzatori Blob's Movement e Bad Boys capitanati da Simone Giudici. Un appuntamento in cui, complice la bella serata, oltre mille ragazzi hanno avuto modo di trascorrere qualche ora di sano divertimento in compagnia di buona musica e cocktail analcolici. Sano divertimento nel vero senso della parola, considerando che nel corso della festa i Rotaract Club di Bergamo e provincia (Bergamo, Bergamo città Alta, Bergamo Donizzetti e Treviglio) hanno regalato ai presenti una maglietta contro l'abuso di droghe e la salva-

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guardia della propria vita. Una campagna di sensibilizzazione - di cui la nostra testata Bergamo Economia ha voluto essere partner - con il patrocinio del Ministero per le Politiche Giovanili, per la Salute e per le Politiche Sociali, al fine d'interrompere le tristi note di cronaca nera che coinvolgono i giovani nei week-end bergamaschi e non solo. Protagonista della serata, inoltre, anche la nuova Honda Insight, esposta all'esterno del locale grazie alla collaborazione della concessionaria Honda Radaelli di Bergamo e Treviglio. L'auto "ibrida per tutti" è stata ammirata in tutto il suo splendore estetico e tecnologico dai giovani presenti, complice anche la sensuale presenza di due hostess d'eccezione.


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