Economia Magazine marzo

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MENSILE DI MARZO 2023NUMERO 161€ 3,00 R ivista mensileIn edicola al prezzo di 2.00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente. ®
TECNOLOGIA SOFISTICATA E FOCUS SUL CLIENTE
Casarini Robotica

40 LINGUE, 1000 PERSONE: UNITE DAL 1970

“Le persone al centro”, questa è la filosofia che da sempre guida Fra.Mar, realtà bergamasca in cui oltre 40 nazionalità si uniscono e mescolano dando vita, giorno dopo giorno, ad un’azienda dallo sguardo internazionale. Apertura, cura e attenzione all’individuo sono gli strumenti attraverso i quali la società si è sempre contraddistinta, consapevole e riconoscente verso quella che è, senza alcun segreto, la risorsa più importante del benessere aziendale

Da qui l’impegno a valorizzare ciascuna delle oltre 1000 figure operanti al suo interno attraverso percorsi di crescita personale e professionale, garantendo pari opportunità, evitando e

framar.it

contrastando qualsiasi forma di discriminazione in materia d’impiego e promuovendo una cultura improntata alla valorizzazione dei tesori più importanti per ognuno di noi, la propria identità e unicità. Questo percorso ha permesso a Fra.Mar di essere prima impresa non cooperativa certificata Uni PdR 125/2022 per la parità di genere.

Nel mese della Giornata Internazionale contro le Discriminazioni del 21 marzo, Fra.Mar ribadisce il suo impegno nella costruzione di un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso per tutti. Insieme, è possibile fare la differenza e dare forma ad un futuro più equo e inclusivo.

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ATTENZIONE ALLA FINANZA

potere è gestito dall’industria finanziaria invece che da quella manifatturiera. Del resto, non abbiamo una politica energetica comune ma ospitiamo una borsa (speculativa) sul mercato energetico. «Sì ma tutto questo lo si sta facendo per i costi inflattivi» dicono i soloni. Eppure, questa inflazione, è apparsa sin da principio meno preoccupante che in passato. La sua causa?

ascoltare le tesi di questo o di quell’esperto. Certo, il rialzo dei tassi avrà un impatto sul conto economico, ma gli imprenditori andranno avanti per la loro strada e se avevano deciso di investire lo faranno, con o senza il sostegno delle banche.

Del resto, gli istituti di credito non stanno aiutando il settore manifatturiero già da un po’, non sarebbe di certo una novità.

Ci vorrebbe un nuovo “Whatever it takes”. No, non sono alla ricerca di una frase iconica di Christine Lagarde quanto piuttosto di un gesto eroico che premi il fare impresa e non più la finanza.

Sì, perché la politica della Banca centrale europea (Bce) sui tassi d’interesse dimostra che in Europa non comanda più l’industria, ma la finanza.

Qualcuno si è fatto persuadere - nella fase acuta della pandemia - di un ritrovato interesse europeo per le imprese nostrane. Tutto è finito in una bolla di sapone. Nell’eurozona il

L’impennata dei costi delle materie prime, della logistica e dell’energia e una bolla legata alla situazione di import/export congelato da e per Russia e Ucraina. Fattori che via via stanno rientrando.

Perché quindi la volontà di aumentare (ancora!) i tassi? Lagarde è consapevole che così facendo non fa che danneggiare l’industria, specialmente quella italiana che è tradizionalmente più indebitata?

È in questo contesto che le pmi italiane mostrano tutta la loro grandezza: portano avanti il tanto invidiato Made in Italy senza lasciarsi distrarre, senza

Ma torniamo all’inflazione. «Le aziende sono pronte quindi ad aumentare i salari in risposta alle fiammate dei prezzi?»

È il quesito che mi sono sentito più volte ripetere dai media in questi ultimi mesi.

È doveroso che in Italia sia stabilito un salario minimo. Rispondo ogni volta. Come richiesto dall’Unione europea. Sottolineo. O facciamo i bravi scolaretti solo quando ci conviene?

È bene lasciare attiva la contrattazione tra sindacati dei lavoratori e imprese ma altrettanto sano è vigilare. Abbiamo, in media, i salari più bassi

d’Europa, cresce la fascia della popolazione che rasenta la soglia di povertà, ci lamentiamo della mancanza di numerosi profili professionali, specializzati e no, auspichiamo un decreto flussi più ampio in termini di periodicità e forza lavoro, ma poi abbiamo contratti che prevedono una retribuzione di 4€ l’ora. L’Inps stima che il 18,4% dei lavoratori percepisce uno stipendio orario lordo al di sotto dei 9 euro indicati da Bruxelles. Quasi 1 lavoratore su 5.

Ma il tema dei salari non può essere unilaterale. Ed è tempo che lo Stato faccia la sua parte intervenendo in maniera efficace sul taglio del cuneo fiscale, sul costo del lavoro che incide pesantemente nel costo che un dipendente rappresenta per l’azienda. Insomma, che bisogno c’è di continuare con una politica monetaria restrittiva? Possibile che sia l’unica (e ripetitiva) proposta europea?

3 L’EDITORIALE MARZO
Paolo Agnelli

CONTENUTI MARZO

8 BGY

Ryanair e Bergamo continuano a crescere insieme

14 IL PROGETTO

La C asa di Leo

Il potere della condivisione

20 COVER STORY

Casarini Robotica

Tecnologia sofisticata e focus sul cliente

26 ECCELLENZE

Ossidazione anodica

« È sempre possibile ricominciare anche dalle macerie»

30 TOP BUSINESS

ITAflon «In forte crescita ma puntiamo ancora tutto sulla qualità»

36 A x L

Imprese e lavoro: « L’epoca del fai da te è tramontata»

40 STORIE DI SUCCESSO

AVA Valbrembo

Dove il volo è scuola di vita

44 L’AZIENDA

F ratelli Gaiani, nuovo o usato?

Il nostro criterio è: qualità e affidabilità

50 EVENTI

• Volkswagen ID. Buzz

• Alla SAPS Agnelli la cultura sostenibile

• al femminile

• Hyundai STARIA

62 LA RICETTA

Ricciola broccolo fiolaro e zucca

64 MOTORI

• Ineos Grenadier

• Audi Q8 Sportback e-tron

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4 CONTENUTI MARZO

ECONOMIA MAGAZINE® Rivista mensile di economia attualità costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 5 del 21/02/2013)

Società editrice: Giornale di Bergamo® S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo

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LA VIGNETTA 6

SIAMO L’AEROPORTO DELLA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2023

La cultura è a pochi passi da te. Nell’anno di Bergamo Brescia

2023 immergiti nella bellezza dei nostri territori e scopri una Capitale unica. Milan Bergamo Airport: aeroporto ufficiale di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. milanbergamoairport.it

RYANAIR E BERGAMO CONTINUANO A CRESCERE INSIEME

È un legame sempre più stretto quello tra Ryanair e l’aeroporto di Bergamo, rinnovato con la grande cerimonia di inaugurazione - il 6 marzo - del quarto e quinto hangar di manutenzione degli irlandesi, a due passi dalla pista di atterraggio, che ha visto la presenza del Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, del Presidente di Enac (l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) Pierlu-

igi Di Palma, del CEO del Gruppo Ryanair Michael O’Leary, oltre che di tutte le massime autorità politiche, istituzionali e militari bergamasche. «Dobbiamo spalancare le porte delle amministrazioni pubbliche agli investimenti privati seri - commenta dal palco Salvini, il cui nome finisce sulla targa commemorativa della giornata, scoperta all’interno dell’hangar insieme ad O’Leary - Aprendo, senza

nuove tasse sulle emissioni inquinanti, a chi viene non per andarsene ma per investire nel paese più bello del mondo». La compagnia aerea e lo scalo (dove oltre l’80% del traffico aereo è gestito da Ryanair), la low cost che ha reso possibile raggiungere a buon prezzo le città d’Europa -oggi

anche del bacino Mediterraneo - e un’infrastruttura cresciuta dal nulla in tempi rapidissimi. Ad essere celebrata è soprattutto una collaborazio -

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Foto Light&Magic Productions

NOME: Michael O’Leary

RUOLO: CEO del Gruppo Ryanair

ne, un “matrimonio felice” - così è stato definita dal palco - che dura ormai da 21 anni, e che ha fatto la fortuna di entrambi: Ryanair ha a Bergamo la terza base più importante dopo Londra e Dublino, la prima dell’Europa continentalesenza tralasciare il fatto che questo è anche il principale polo manutentivo italiano della flotta, gestito da Seas -, mentre Orio è diventato il terzo aeroporto italiano per

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numero di passeggeri.

I NUMERI

Dall’inizio delle operazioni di volo sullo scalo di Bergamo Ryanair ha trasportato 127 milioni di passeggeri. «Ha creduto nelle potenzialità di Orio - spiega Giovanni Sanga, Presidente di Sacbo,

la società di gestione dello scalo -, e Orio è diventata una delle infrastrutture più importanti del paese (nelle scorse settimane, tra l’altro, premiato per il secondo anno consecutivo da ACI - l’associazione mondiale degli aeroporti - miglior aeroporto europeo tra i 5 e i

15 milioni di passeggeri per qualità dei servizi secondo il giudizio dei passeggeri, oltre che il più gradevole e di più agevole uso, ndr). La nostra è la storia lungimirante di una sinergia vincente». Nel 2023 gli aerei Ryanair basati ad Orio (che partono e ritornano qui, dove sostano

per la notte) saliranno a 24 (+4 entro l’estate), di cui la metà nella versione “Max” a ridotte emissioni di anidride carbonica e di rumore. La prospettiva è quella della crescita, lo dice chiaramente Micheal O’Leary nel suo discorso in italiano: «L’obiettivo per il 2023 a

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Bergamo (anzi a Bergàmo, pronunciato all’irlandese, ndr) è quello di trasportare complessivamente 13 milioni di passeggeri, con 10 nuove rotte. L’estensione del polo manutentivo con i due hangar inaugurati ha un valore di 20 milioni di euro e produce 100 nuovi posti

di lavoro. In tutto il Paese la crescita del traffico prevista è del 12%, per un totale di 56 milioni di passeggeri. Ryanair si impegna a continuare a crescere e ad investire in Italia». Gli anni terribili del Covid, con gli aerei a terra nella prima fase di emergenza, sembrano alle spalle, e infatti più tardi, a margine, ai giornalisti ricorda che «mi trovavo qui quattro settimane prima del lockdown. Bergamo ha subito la situazione peggiore, una vera tragedia. Ma la sua è stata anche una grande testimonianza della capacità delle persone di rialzarsi: l’aeroporto che è ripartito più velocemente dopo il Covid è quello di Orio».

LA SOSTENIBILITÀ

Ampiamente citato nel corso della cerimonia è anche il tema della sostenibilità. La presenza di una folta platea di amministratori - tra cui il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi e i sindaci di Grassobbio Manuel Bentoglio e di Orio al Serio Alessandro Colletta - è evidenza plastica di una crescita che si è estesa e ha portato benefici economici ad un ampio territorio. Dove però, di pari passo, si fa sempre più pressante la richiesta di tutela da parte della popolazione che accanto all’aeroporto ci vive. Il più chiaro è Giorgio Gori, sindaco di Bergamo: «Si può fare anche di più, la possibilità di crescere ancora in questo scalo dipende dalla sostenibilità del business che qui si svolge, dalla capacità di conciliare le esigenze dell’economia con le esigenze legittime delle comunità che qui risiedono. Perché se è vero che stiamo celebrando un altro

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«Il quarto e quinto hangar di manutenzione inaugurato dal vicepremier Salvini e dal CEO della compagnia irlandese Micheal O’Leary»

passaggio storico di questo scalo, se la città è piena di turisti in occasione della Capitale della Cultura anche grazie all’accessibilità che ha guadagnato nel tempo, se la ripartenza post Covid è sta-

ta trainata dall’aeroporto, la sostenibilità è la principale qualità di un business che guarda al futuro. Credo che Michel O’Leary lo sappia». Ne parla anche il Ministro Salvini quando, nel corso del

suo intervento a tutto tondo sul tema della mobilità, sottolinea l’importanza di avere una ricaduta “gentile” sul territorio. «Accessibilità e Sostenibilità sono due concetti che devono stare

insieme - spiega - Per il resto, credo che il pubblico debba dare una cornice, definire alcune norme, ma poi aprirsi al privato attraverso partnership. Abbiamo bisogno di investimenti privati buoni per infrastrutture pubbliche buone». Riguardo al trasporto aereo cita poi «l’importanza di una continuità territoriale vera, garantendo i collegamenti con Sardegna e Sicilia anche se lì il business è meno redditizio, perché l’Italia è una», e si augura che «la vicenda ITA trovi una buona soluzione». Lo spera anche O’Leary: «Le due più grandi compagnie aeree in Italia saranno loro e noi. Ovviamente, la prima sarà Ryanair, e la seconda ITA».

Cavalli

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IL PROGETTO 14
Foto Light&Magic Productions

LA CASA DI LEO

IL POTERE DELLA CONDIVISIONE

A pochi passi dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo sorge La Casa di Leo, struttura d’accoglienza inaugurata a gennaio 2018 e ispirata all’esperienza di Leonardo Morghen e della sua famiglia. L’ambizioso progetto di cui ci raconteranno Susanna e Michele, genitori di Leo e membri del comitato direttivo dell’Associazione Eos, è rivolto alle famiglie di

bambini soggetti a lunga e frequente ospedalizzazione.

Com’è nata l’idea de La casa di Leo?

Leo nacque nel 2005 con una malattia rara, tuttora sconosciuta, che ci costrinse a dover affrontare numerosi viaggi, prima in Italia, poi in Europa e infine, nel 2011, a Columbus in Ohio, per essere seguiti dai medici del Nationwide Children’s

Hospital. Siamo stati accolti in una casa accoglienza nei pressi dell’ospedale e abbiamo imparato velocemente che la condivisione è fondamentale in certe situazioni, ci siamo resi conto di non essere soli poiché ci sono tante altre famiglie che, come noi, stavano vivendo un momento delicato e di sconforto assoluto; la cosa più importante è che hanno permesso a Leonardo di

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vivere la sua malattia nel modo più sereno possibile, senza mai sentirsi diverso degli altri bambini. Dopo diverse cure ed interventi chirurgici, Leo si spense nel 2015, lasciandoci il ricordo del suo sorriso e della sua forza: “Io sono felice anche se sono diverso” disse qualche giorno prima di morire. La malattia rara e sconosciuta di Leo, il senso di incertezza, il bisogno di speranza, le difficoltà quotidiane e le ingenti spese collegate alle lunghe e frequenti ospedalizzazioni

lontano da casa, hanno indotto diverse persone a unirsi nell’intento di aiutarci concretamente. Abbiamo voluto riproporre il medesimo aiuto che ci è stato donato, realizzando con l’Associazione Eos il progetto di questa struttura basa-

ta sul principio dell’housing sociale che abbiamo vissuto negli Stati Uniti.

Qual è la vostra missione e quali sono i servizi che fornite alle famiglie?

La nostra missione è basata sull’accoglienza nel senso più ampio del termine, mettendo a disposizione delle famiglie, non solo un luogo ospitale in cui abitare durante il periodo del ricovero e delle cure dei propri figli, ma anche delle persone con cui potersi confrontare. Volevamo creare un ambiente in cui bambini e genitori potessero trovare la forza e la serenità necessarie per affrontare l’esperienza della malattia, per questo motivo favoriamo la socializzazione attraverso la condivisione delle aree comuni. Oltre ai volontari dell’Associazione Eos che garantiscono un supporto costante attraverso una presenza organizzata durante l’arco dell’intera settimana, sono

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«La nostra missione è basata sull’accoglienza nel senso più ampio del termine»

P E R N O I

O G N I I M P R E S A

È E C C E Z I O N A L E .

O l t r e 5 0 a n n i d i i m p e g n o d e d i c a t o a l l e i m p r e s e m a n i f a t t u r i e r e d i B e r g a m o e P r o v i n c i a .

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presenti diverse figure professionali specializzate: due psicologhe, una pedagogista, un’educatrice, una psicomotricista e un’insegnante che gestisce un percorso di alfabetizzazione per le famiglie straniere.

I vostri progetti futuri?

Il nostro obiettivo è enfatizzare la territorialità, per questo motivo abbiamo in cantiere un ampliamento della struttura di cui Marlegno è uno dei partner scelti. Punto fondamentale del progetto dal valore di 5.600.000€ è la costruzione di ulteriori 10 stanze e 3 appartamenti di secondo livello sanitario, con tanto di attacchi per l’ossigeno in stanza, per poter garantire sostegno a più famiglie con bambini potenzialmente fragili a livello respiratorio, la peculiarità di questi alloggi è che possono fungere anche da reparto di degenza post-operatoria. Creeremo inoltre una palestra per la

fisioterapia, di cui potrà usufruire anche l’intero reparto riabilitativo pediatrico dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, e un’infermeria dove poter ospitare direttamente il personale sanitario ospedaliero per evitare spostamenti stressanti ai piccoli pazienti e diminuirne i margini di rischio

infettivo. Stiamo lavorando con Regione Lombardia per un accordo di programma per il sostentamento dell’ampliamento e per un coordinamento per la presa in carico dei minori e l’offerta dei servizi sanitari dopo la loro dimissione, cercando di aiutare l’ospedale nella gestione logistica riducendo

le liste d’attesa. Speriamo anche in una sovvenzione da parte del Ministero della Salute. Chiunque voglia sostenerci in questo progetto in corso di realizzazione o chiunque voglia dare il proprio contributo può farlo con una donazione sul sito www.lacasadileo.org

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Lunedì dalle 14.00 alle 19.00 / Martedì - mercoledì - giovedì - venerdì dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 19.00 / Sabato dalle 9.30 alle 19.00 / Domenica chiuso Il nuovo showroom di Pentole Agnelli vi aspetta a Lallio, in Via Provinciale, 30.

CASARINI ROBOTICA

COVER STORY 20
Foto f2 studio

Offrire ai clienti soluzioni robotiche industriali personalizzate, ad alta tecnologia, mantenendo il rapporto di fiducia esclusiva che si è costruito nel tempo e, contemporaneamente, crescere come distributore di un

grande marchio? Si può fare.

Lo dimostra la storia di Casarini Robotica, azienda con sede a Castellarano - RE, tra le dolci colline emiliane, dove progetta e realizza stazioni di saldatura con robot antropomorfi, stazioni

di asservimento macchine utensili e pallettizzatori ad alta efficienza.

CR nasce nel 1994 dal capostipite Roberto, già tecnico in un’azienda di robotica.

Roberto Casarini propone inizialmente assistenza e

customer service, per poi passare a vere e proprie isole robotizzate, creando soluzioni customizzate.

Partnership prestigiose e soluzioni di business innovative si susseguono negli anni a venire.

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Distributori per la robotica Hyundai dal 2009, sono anche parte integrante di BBS, unità di trading di componenti della stessa Hyundai con sede a Brescia. Questa soluzione ha consentito alla Casarini Robotica di aprirsi al commercio con aziende simili anche su scala europea.

Vediamo dalla storia di CR che l’azienda inizia la sua

di CR

avventura come service per i clienti. Dopo 25 anni ritroviamo un’azienda da 10M Euro/anno con 45 addetti e clienti un po’ in tutto il mondo. Quale ritiene siano

i fattori di questo successo?

(ROBERTO CASARINIFondatore, Proprietario e Direttore Tecnico)

Il Cliente è sempre il nostro focus. Ascoltare e com-

prendere le sue esigenze e consigliarlo al meglio è il punto da dove partiamo sempre per iniziare un rapporto di fiducia. Utilizziamo solo brand internazionali con provata affidabilità (Hyundai, Fronius ed EWM) perché vogliamo dare ai nostri clienti il meglio della tecnologia. Aiutiamo i clienti ad utilizzare queste tecnologie fino nei minimi dettagli in modo da ottenere significativi ritorni d’investimento. Siamo sempre presenti sia

in fase di sviluppo commessa, sia nel post vendita per garantire velocità di consegna e massima disponibilità del loro impianto produttivo.

Fornire il meglio della tecnologia. È così che nasce la partnership con un colosso della Robotica come Hyundai?

(FABIO CASARINI - Direttore Operativo e Strategico)

La partnership con Hyundai, nel 2009, è stata una svolta: eravamo alla ricerca di un

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«Progettiamo e realizziamo stazioni di saldatura con robot antropomorfi, stazioni di asservimento macchine utensili e pallettizzatori ad alta efficienza»
Nella foto sotto da sinistra: Fabio e Roberto Casarini Nelle altre immagini alcune delle realizzazioni più significative

marchio da trattare come distributori, una strada che imboccano praticamente tutti i nostri principali competitor in Italia e in Europa; ma, essendo all’epoca un’azienda molto piccola e pressoché sconosciuta, abbiamo faticato un po’ a trovarlo, finché ad una fiera, abbiamo conosciuto

quando abbiamo raggiunto il nostro personale record di 100 unità Hyundai importate in un anno.

CR propone tecnologia d’avanguardia ai propri clienti e, coerentemente, si dota di strumenti innovativi per la gestione interna delle commesse. Ci fate qualche

componenti che vengono man mano utilizzati nelle commesse. I magazzini verticali, oltre a rendere preciso ed ergonomico il picking aiutano a rendere l’ambiente di lavoro sicuro, pulito ed ordinato. Modula è nostro partner industriale da anni - nei loro stabilimenti sono in funzione le nostre

soluzioni robotizzate - ma è anche una parte della nostra proposta commerciale ai clienti, perché si possono integrare con Robot, AMR e Cobot per la preparazione automatica tramite ordini di lavoro lanciati da ERP. Il materiale viene presentato direttamente ad altezza uomo e l’operatore può ritirare direttamente o farsi consegnare i prodotti da veicoli a guida automatica alla sua postazione di lavoro. Carico e scarico da magazzino sono quindi integrati e snelliscono molto il flusso operativo, migliorando le tempistiche di produzione e la qualità del risultato.

Attenzione alle esigenze del cliente. Basta questo per essere considerati fornitori a cui affidarsi?

(Direttore CommercialeIng. CLAUDIO ONGARETTI)

Hyundai. Hyundai all’epoca iniziava ad entrare in Italia con i primi modelli, e passare alla distribuzione di unità Hyundai non è stato semplice in quanto i nostri clienti storici ci conoscevano come rifornitori e integratori multimarca, mentre noi con questa scelta abbiamo imposto un marchio unico; però la qualità da entrambe le parti ci ha premiato, tant’è vero che i numeri hanno continuato a crescere sempre di più, fino al 2020,

esempio?

(ROBERTO e FABIO CASARINI)

L’orgoglio aziendale è la struttura tecnica di progettazione con software CAD/ CAM 3D sempre aggiornati, che i nostri tecnici utilizzano per i layout, i dettagli meccanici, la progettazione integrata con simulazione operativa della soluzione. Inoltre, da qualche anno ci siamo dotati di magazzini verticali automatici Modula per la gestione dei

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L’attenzione alle esigenze è importante, ma serve molto altro che pratichiamo quotidianamente per convincere un potenziale cliente. Capire ciò che gli serve e consigliarlo al meglio rappresenta un ottimo punto di partenza. I clienti però richiedono sempre più velocità di risposta, preparazione e completezza dell’offerta di soluzione. I nostri clienti spesso commentano così: «Le vostre offerte spiegano il progetto, fanno capire cosa fornite e come potremo operare. Non si limitano

ad un elenco di codici poco significativi ma descrivono la soluzione, addirittura con disegno 3D e simulazione off-line per farla percepire fino nei dettagli». Inoltre siamo consulenti globali per offrire l’opzione IIoT più interessante per il cliente

(molto utile per la certificazione Industria 4.0).

Come vede il futuro di CR nei prossimi 10 anni?

(FABIO CASARINI - Direttore Operativo e Strategico) Molto abbiamo fatto ma molto resta da fare per vincere le sfide di un mercato sempre in evoluzione come quello della robotica, sia essa antropomorfa o collaborativa. Crediamo sia importante mantenere le solide basi sulle quali abbiamo costruito 25 anni di successi, e il focus dei prossimi anni sarà quello di allargare la base clienti con presenze più significative in Lombardia Est, e precisamente nelle provincie di Brescia, Bergamo e Monza-Brianza, dove la nostra direzione commerciale sarà supportata da realtà locali che stiamo attualmente selezionando, come ad esempio Industrial Cobot srl su Bergamo.

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FONDERIA ALUMINIUM GREEN FUSIONE PULITA

Le leghe prodotte da Alugreen utilizzano l’85% di alluminio riciclato, permettono un risparmio del 95% di energia rispetto alla produzione da estrazione e il conseguente risparmio di emissioni di co2 nell’atmosfera. In perfetta economia circolare.

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ECCELLENZE
NOME: Antonio Rota RUOLO: Presidente Rota Group Foto Light&Magic Productions

OSSIDAZIONE ANODICA

«È SEMPRE POSSIBILE RICOMINCIARE, ANCHE DALLE MACERIE» PAPA FRANCESCO

Ossidazione Anodica srl, azienda di lavorazione di alluminio di Pozzo d’Adda appartenente al Rota Group srl, ha un nuovo volto dopo il grave incendio che l’ha vista coinvolta due anni fa.

La ditta ha affrontato una ripresa difficile, ma la fiducia di dirigenti e dipendenti in una nuova pagina da scrivere non è mai mancata.

Incontriamo il presidente Antonio Rota

Dalla homepage del vostro sito leggo che ogni difficoltà rappresenta un’opportunità: è difficile con questa frase, non pensare al grave incidente da cui vi siete risollevati.

Quando si è sviluppato l’incendio, fortunatamente non c’erano operai all’interno, ma solo alcuni lavoratori presenti su un piazzale esterno, che non hanno avuto modo di accorgersi di quello che stava acca-

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dendo, e questa è la cosa fondamentale. Ma, quando io sono arrivato sul posto, si può dire che mi sia passata tutta la vita davanti, ho rivissuto in un flash tutti i momenti che ho vissuto qui dentro e da quando ho iniziato a fare questo lavoro. Da quando avevo appena dieci anni seguivo mio padre in ditta. Erano gli anni dell’immediata ripresa dalla

Una ripresa difficile ma la fiducia di dirigenti e dipendenti in una nuova pagina da scrivere

guerra. L’ossidazione anodica era una tecnologia recente, brevettata nel 1937. L’azienda per cui lavorava mio padre ha collaborato, nel 1952, all’anodizzazione della facciata del Pirellone e della stazione centrale a

Milano. Io avevo ambizioni in ambito medicale, ma ho invece iniziato a lavorare nella stessa ditta, poi ho avuto bisogno di costruire qualcosa di mio, così nel 1997 sono entrato in un’altra realtà i cui soci, ormai

anziani, cercavano qualcuno potesse mandare avanti l’attività. Nel 2000 ero arrivato a rilevare le quote di maggioranza. Abbiamo trovato un’area in lottizzazione a Pozzo D’Adda dove abbiamo attuato anche il progetto AluProject. Nei primi anni 2000 mia figlia Alessandra è entrata in amministrazione per darci una mano, e al momento dell’incidente mi stavo giusto preparando a passare il testimone alla nuova generazione.

Per i poco pratici con la scienza, cosa significa ossidazione anodica?

È un processo che in natura avverrebbe naturalmente, pensiamo a tutti i metalli di uso comune che si ossidano una volta esposti agli agenti atmosferici. Nel nostro caso il materiale da trattare è principalmente alluminio. Si tratta di un processo elettrochimico mediante il quale uno strato protettivo di ossido si forma sulla superficie del metallo da

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Nella foto sotto da destra: Alessandra Rota, Antonio Rota, Alberto Capelli e Alessandra Maina

trattare. Grazie a questo processo, andiamo a creare una superficie ossidata simile a una pelle cosparsa di pori, sulla quale si può poi intervenire per creare una serie di finiture, di effetti, di colorazioni che vengono poi “sigillate” tramite fissaggio per renderle inattaccabili dagli agenti chimici ed at-

all’infinito. Avevamo un brevetto per rendere le modanature delle automobili inattaccabili dagli agenti chimici presenti nei detersivi utilizzati al lavaggio, ma l’abbiamo accantonato, così come abbiamo accantonato il mondo della serramentistica per concentrarci su quello del design. Uno dei

tività di Ossidazione Anodica. Abbiamo avviato una serie di progetti nell’ambito dell’arredamento e del design grazie a un cliente che ci ha chiesto di realizzare dei rivestimenti da parete e pavimento, sui quali realizziamo delle finiture particolari, molto belle e colorate. Con questo progetto

abbiamo partecipato a due FuoriSalone.

Alla luce di questa rinascita, i vostri prossimi progetti? Un materiale cui sentirete parlare in futuro è il magnesio, che ha molte proprietà comuni con l’alluminio. Il suo processo di anodizzazione è ancora a livello sperimentale, lo stanno testando alcune case automobilistiche negli Stati Uniti. Il punto dolente del magnesio è il fatto che sia facilmente infiammabile e che la sua lavorazione sia molto dispendiosa a livello energetico, ma abbiamo delle idee al riguardo che cercheremo di esplorare. Ora è fondamentale essere ripartiti con il nostro brand dopo l’incidente, e tornare ad essere operativi a pieno ritmo nel corso del 2023.

mosferici.

L’alluminio ha dato prova di essere elemento particolarmente utile e versatile in diversi contesti produttivi architettonici, potete illustrarci quali delle sue applicazioni sono più utilizzate nel vostro lavoro?

Il motivo per cui l’alluminio sta andando così forte nel mondo del design, ma non solo, è che si tratta di un materiale estremamente duttile, versatile e riciclabile

nostri principali clienti è il gruppo Artemide, per il quale anodizziamo ogni anno circa 200.000 lampade Tolomeo, un classico del design contemporaneo.

In che modo la famiglia Rota, titolare del gruppo di cui siete parte, è arrivata alla costruzione di una realtà così importante?

Il gruppo nasce come casa madre per seguire tutti i progetti che fanno da corollario a quella che è l’at-

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Arianna Mossali

ITA flon

TOP BUSINESS Foto Light&Magic Productions 30
«IN FORTE CRESCITA, MA PUNTIAMO ANCORA TUTTO SULLA QUALITÀ»

NOME: Mirko Zanga

RUOLO:

La ITAflon di San Paolo d’Argon è stata fondata nel 2013 da Mirko Zanga, produce tecnopolimeri e polimeri fluorurati, in particolare il PTFE, il cosiddetto Teflon®, materiale estremamente versatile e dagli utilizzi e applicazioni pressoché infiniti destinato per lo più ad uso industriale.

Avevamo incontrato Mirko Zanga nel 2020, e nonostante la pandemia infuriasse ci aveva accennato a numerosi progetti e traguardi da raggiungere.

A tre anni di distanza, possiamo innanzitutto dire che la ITAflon ha fatto registrare una crescita veramente ragguardevole.

Da dove è venuta questa crescita di dimensioni e fatturato?

Superato il periodo della pandemia, abbiamo avuto un trend positivo notevole generato soprattutto dalla ottima collaborazione con un cliente italiano, dal mercato tedesco e da quello americano, mentre abbiamo registrato un lieve rallentamento nei mercati dell’Estremo Oriente, legato però alla diversa incidenza del fattore pandemico in quei Paesi. In seguito a questa crescita, ci siamo ristrutturati introducendo delle nuove figure in azienda: abbiamo assunto un responsabile di produzione, abbiamo ampliato sia il reparto amministrativo che il customer service, e infine abbiamo

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Fondatore e presidente di ITAflon

accresciuto anche il reparto produttivo, passando dalle venti persone che eravamo nel 2020 ai 35 dipendenti attuali, nonché da un fatturato di 7 milioni a quello odierno di circa 16,8 milioni. I nostri mercati di punta sono sempre quello industriale e quello chimico, mentre dall’anno scorso abbiamo iniziato ad approcciare anche il mercato automotive, non dal punto di vista dell’aftermarket come avevamo fatto fino ad oggi, ma rivolgendoci direttamente ai produttori.

Immagino quindi che, per lavorare con il mercato automotive, abbiate dovuto dotarvi di ulteriori certificazioni.

Servono numerosissime certificazioni, infatti stiamo lavorando all’ottenimento della certificazione per la Carbon Footprint, nell’ottica di rendere la nostra azienda sempre più green e sostenibile; ulteriori

certificazioni arriveranno quando ci trasferiremo nella nostra nuova sede. Si tratta di un’area che abbiamo acquisito, sempre qui a San Paolo d’Argon, grazie all’ottimo rapporto col sindaco e l’amministrazione comunale stiamo portando avanti un intervento di riqualificazione di un’area ex agricola dismessa. L’obiettivo che abbiamo in mente è quello di concentrare tutti i nostri attuali tre siti produttivi in questa nuova sede, che consta di circa 44 mila metri quadrati di cui 4000

al coperto. Altro obiettivo è quello di riuscire ad accrescere ancora il fatturato, portandolo a 20-25 milioni nel prossimo triennio.

Ricordo che nel 2020 avevamo parlato di una filiale cinese.

La filiale in Cina c’è ancora, è un sito produttivo che sta andando bene, con un fatturato che si attesta intorno ai 10 milioni per 40 dipendenti circa. Abbiamo avuto qualche rallentamento dovuto alla situazione pandemica, ma ora abbiamo

Il laboratorio di Ricerca e Sviluppo è il cuore del nostro business

superato questa fase. Mettiamo tecnologie italiana al servizio del mercato cinese. Il business model cinese è un po’ diverso dal nostro, e ciò è dovuto al fatto che in Cina il cliente preferisce sempre avere relazioni dirette con i fornitori: quindi, mentre in Italia compriamo noi PTFE e cariche e creiamo noi la mescola, in Cina è il cliente ad acquistare i materiali e fornirceli.

Prevedete ulteriori ampliamenti di organico? Abbiamo attualmente qual-

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Produciamo tecnopolimeri e polimeri fluorurati, in particolare il PTFE, il cosiddetto Teflon®

Nuova Audi Q8 Sportback e-tron.

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Performance emozionanti, senza nessun compromesso: Q8 Sportback e-tron è il SUV coupé 100% elettrico che stupisce con un’autonomia fino a 600 km combinata con l’inconfondibile trazione quattro nella sua versione elettrica e la potenza di un motore da 408 CV.

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per arrivare oltre, con autonomia fino a 600 km.

che difficoltà a reperire figure di una certa esperienza e qualifica, come ad esempio addetti alla Ricerca e Sviluppo che è il cuore del nostro business, specialmente adesso che, per crescere nell’automotive, stiamo investendo parecchio in nuovi macchinari. Ma anche questo sarà un obiettivo su cui ci concentreremo una volta trasferiti nel nuovo sito.

A parte il trasferimento, quali sono i vostri piani per il futuro?

Ovviamente il primo traguardo è il trasferimento, e approfitto per ringraziare il sindaco, l’amministrazione comunale e l’ufficio tecnico che ci stanno supportando in maniera veramente impeccabile. Intendiamo poi crescere sempre di più anche sui mercati occidentali, visto che al momento in Germania e in America, che sono i mercati che stanno trainando di più, non abbiamo siti produttivi

ma solamente agenti e distributori. Non abbiamo accusato particolarmente il problema dell’approvvigionamento dei materiali, ma abbiamo dovuto ovviamente fare fronte a costi sempre crescenti, sui quali

prezzi dell’energia non sono stati così forti come in Italia. Come sempre abbiamo fatto in questi anni, puntiamo a continuare ad essere l’alternativa e non tanto il fornitore principale, per poter garantire un servizio

vorrebbe imporre la Comunità Europea, per far capire che il PTFE non solo è un materiale assolutamente sicuro, stabile da tutti i punti di vista, ma che al momento non esiste un’alternativa per rimpiazzarlo, dal mo-

non possiamo intervenire più di tanto perché ci andiamo a scontrare, a livello globale, con Paesi e concorrenti dove le oscillazioni sui

puntuale e su misura. Aggiungo che, insieme ad altri produttori di Teflon, stiamo conducendo una battaglia contro alcune restrizioni che

mento che è presente in tantissimi oggetti di uso comune, dalle automobili ai telefoni cellulari.

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Rendering della nuova sede che sorgerà a San Paolo d’Argon in un’area di circa 44 mila metri quadrati di cui 4000 al coperto

Luca Rota, parla dell’evoluzione in corso nel contesto delle risorse umane: «Oggi anche le aziende devono essere attrattive verso i talenti»

NOME: Luca Rota RUOLO: Direttore commerciale di AxL - Agenzia per il Lavoro

MONDO DEL LAVORO Foto f2 studio 36

A x L

IMPRESE E LAVORO: «L’EPOCA DEL FAI DA TE È TRAMONTATA»

Ogni giorno sul campo a stretto contatto con il mondo dell’impresa, Luca Rota, direttore commerciale di AxL, racconta l’evoluzione del mondo del lavoro, delineando una prospettiva nuova in cui le dinamiche di relazione tra azienda e candidati sono cambiate. Uno scenario che pone il talento al centro dei diversi punti di vista, nel gioco sempre più complesso tra domanda e offerta, nella consapevolezza che i riferimenti rispetto al passato sono cambiati e anche le aziende oggi sono sempre più “sotto esame” per considerarsi attrattive nell’articolato panorama delle risorse umane.

AxL è una realtà attiva su tutto il territorio nazionale nel contesto dei servizi per le risorse umane. Quali sono i grandi trend del mondo del lavoro?

Oggi il mondo del lavoro è profondamente cambiato.

Dopo la pandemia, l’approccio delle persone all’occupazione si è orientato verso nuovi bisogni, nuove esigenze, nuove prospettive di vita. Parte del mercato si spostata verso le persone già occupate che tendono a ricercare nuove opportunità migliorative rispetto alla loro situazione attuale. La retribuzione non è più l’unico fattore decisivo, vi è una crescente attenzione alla qualità e in particolare al rapporto tra vita lavorativa e vita professionale. In questo scenario, non è più solo l’azienda che fa il cosiddetto “colloquio” per verificare il candidato, ma è anche il candidato stesso che valuta l’azienda rispetto alle sue prospettive. Ovviamente questa dinamica varia da settore a settore e da contesto a contesto, ma la tendenza è questa.

Inoltre vi è un crescente gap demografico, i lavoratori disponibili sono sempre

meno rispetto ai bisogni delle imprese. Le statistiche ci dicono che 4 lavoratori su 10 sono introvabili sul mercato. Queste professionalità vanno create tramite una formazione tecnico-specialistica su misura.

Cosa significa oggi per un’azienda essere attrattiva nei confronti dei talenti? Come accennavo, sicuramente oggi vi è una forte necessità di avere sotto controllo tutti quei temi che riguardano la qualità dell’occupazione e gli aspetti legati al work-life balance. L’azienda deve sapersi “vendere” verso il candidato che spesso arriva da un’altra occupazione. Significa fare un passo importante verso le politiche legate alle risorse umane, avere un approccio più attento e favorevole verso il talento. A seconda del settore poi, le richieste e i bisogni cambiano, magari in un contesto “White collar” si

presta maggiore attenzione, ad esempio, alle prospettive di carriera e alla possibilità di smart working, Sul fronte “Blue collar” invece vengono richiesti orari di lavoro chiari, ambienti positivi e accoglienti, equilibrio sui ritmi di lavoro, benefit.

In quest’ottica cosa può fare un’Agenzia per il lavoro per supportare le aziende? Innanzitutto una fotografia delle reali esigenze, dell’ambiente e dei processi interni all’azienda per costruire un modello di maggiore attrattività. Da qui avviare un approccio alla ricerca e selezione con strumenti, competenze ed esperienza adeguati per massimizzare i risultati. Una realtà come AxL fa del lavoro la sua mission quotidiana, sfruttando le più moderne tecnologie per incrementare la visibilità, per intercettare i candidati migliori grazie a una profonda conoscenza

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del territorio e a competenze specifiche multisettore. Questo significa offrire alle aziende elementi precisi su cui intervenire. Ad esempio una fotografia di come si muovono specifiche tipologie di candidati, qual è il loro tasso di reperibilità, cosa cercano in un’azienda. Senza dimenticarci poi del tema “formazione” con la possibilità di offrire un supporto specifico ove determinate figure non siano reperibili sul mercato per andare a individuare potenziali risorse interessate e formarle.

Automazione, intelligenza artificiale, digitalizzazione diffusa: rappresentano una criticità o un’opportunità per il mondo del lavoro?

Ricordo perfettamente come l’avvento dominante dell’informatica, a suo tempo, scatenò la preoccupazione di molti sulla possibile perdita di posti di lavoro. In realtà sono nate tantissime nuove professioni e infinite

opportunità di lavoro. Credo che, in linea di principio, qualsiasi elemento di innovazione “disruptive” possa creare difficoltà nella fase iniziale, ma che a lungo termine possa rappresentare una fonte ricca di nuove opportunità. Sicuramente, di fronte a questi cambiamenti, non si può avere un atteggiamento passivo. Da un lato, le aziende devono stare al passo, analizzare il proprio scenario e accogliere il cambiamento pensando al futuro. Dall’altro, i candidati dovranno investire sulla

formazione per acquisire quelle competenze che permetteranno di integrare e governare le nuove tecnologie nella propria carriera professionale.

Diamo un consiglio molto pratico a un imprenditore che non riesce a trovare il giusto personale per far crescere la sua attività... Quello di assicurarsi di non perdere il personale che si ha. Di lavorare per essere sempre più attrattivi, stimolare il senso di appartenenza all’azienda, pensare a servizi

e soluzioni di valore aggiunto per i propri collaboratori. In particolare, verificare di consolidare il rapporto con le persone che sono nei ruoli chiave dell’azienda per evitare sorprese. E poi, suggerisco agli imprenditori di rendersi conto che il mondo delle risorse umane va ormai approcciato in modo sempre più professionale e specifico. Occorre affidarsi a realtà che fanno del proprio lavoro la ricerca e la selezione del personale. Io credo che l’epoca del “fai da te” sia tramontata.

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Luca Rota durante l’intervista negli uffici direzionali di AxL
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AVA

VALBREMBO, DOVE IL VOLO È SCUOLA DI VITA

STORIE DI SUCCESSO Foto Light&Magic Productions 40

L’Aeroporto di Valbrembo, simbolo e vanto della tradizione volovelistica, nasce nel 1969 grazie ad un gruppo di piloti capitanati dall’Ing. Sergio Aldo Capoferri. Nel corso degli anni la piccola associazione è cresciuta e ha visto l’apertura di una scuola di volo a vela, facendo diventare l’aeroporto una base di primaria importanza per i voli

in aliante sull’arco alpino. Non a caso, il primo volo di 1000 Km in aliante sulle Alpi è partito nel 1983 dalla base di Valbrembo. Ad oggi, i piloti di aliante che decollano da Valbrembo, dopo un breve traino aereo a circa 700 metri, sfruttando sole e vento, volano senza motore dalla Francia alle Alpi Austriache per poi fare ritorno in serata a Valbrembo.

L’Aero Club Volovelistico Alpino (AVA), per 20 anni consecutivi al vertice del campionato italiano di distanza, forma da oltre mezzo secolo piloti che si affermano a livello nazionale ed internazionale, con partecipazioni a campionati europei e del mondo, confermandosi una delle più importante delle basi volovelistiche nelle Alpi.

NOME: Sergio Capoferri

RUOLO: Presidente

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Ad oggi, i soci AVA sono circa 150 tra volo a vela, volo a motore e piloti VDS avanzati. La filosofia di AVA Valbrembo è sempre stata quella di fornire ai propri piloti di aliante mezzi di ultima generazione con cui poter affrontare voli impegnativi in piena sicurezza e senza limiti di tempo. In pratica, pagata la quota associativa al club di circa 2000 euro, si accede al parco macchine più grande d’Italia per poter poi compiere voli in assoluta autonomia. Il pilota non deve comprare il proprio

A destra uno scorcio della pista incorniciata dalle montagne.

mezzo per compiere voli in aliante. Dal 2009 è inoltre possibile conseguire la licenza di Pilota Privato di Aeromobile (PPL) con l’utilizzo di mezzi quali il piper pa-28 e il Tecnam P-92J, oltre che la licenza da pilota

di elicottero con la scuola della società Helispin srl. Per conseguire un brevetto di volo a vela o PPL occorre passare una visita medica presso un medico autorizzato, iscriversi al club e iniziare le lezioni teoriche con

gli istruttori AVA. I tempi per un brevetto di volo a vela vanno dai 2 ai 9 mesi circa e comprendono 13 ore di volo e circa 110 di teoria. Inoltre, nel secondo e terzo periodo di istruzione in aliante il neo brevettato è affiancato da un tutor più esperto, il quale lo aiuta nella pianificazione ed esecuzione dei voli sempre più lunghi ed impegnativi. Per il brevetto a motore (PPL) le ore salgono a 45 di pratica e sempre 110 di teoria.

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«L’invito ai giovani è di avvicinarsi al volo perché è anche una scuola di vita»
Sotto Sergio Capoferri a bordo di un aliante

I tempi si allungano a circa un anno frequentando la scuola con regolarità settimanale. Le iscrizioni ai corsi sono sempre aperte. Nel corso degli anni, sono state strette partnership importanti sia con la protezione civile, sia con elisoccorso e antincendio boschivo. L’aeroporto è

sempre stato una base a disposizione per servizi di pubblica utilità, comprese quelli delle forze dell’ordine. Gli obiettivi di AVA per i prossimi anni si concentrano soprattutto sul rinnovo flotta, aliante e motore, con un occhio al green che fa del volo a vela un interprete primario (niente motore, solo

sole e vento). Per quanto riguarda i velivoli a motore, sembrano promettenti le nuove propulsioni elettriche (maggiormente silenziose), che seppur con poca autonomia (circa un’ora di volo), possono rivelarsi molto interessanti per allievi che devono allenarsi alle manovre di decollo/atterraggio

e circuiti di avvicinamento all’aeroporto. Chiacchierando con Sergio Capoferri, presidente dell’Aeroclub da 20 anni, è emerso che la sua passione gli è stata tramandata dal padre. Fin da bambino ha frequentato l’aeroporto di Valbrembo e successivamente, all’età di soli diciassette anni, ha fatto il brevetto di volo a vela. Prima ancora di avere la patente di guida. Inoltre, nel raccontare del servizio di corsi offerto dalla struttura, in particolare in tema di aliante, ha spiegato che il pilota, per pianificare i voli di distanza disegna cerchi con al centro aeroporti o prati atterrabili in base all’efficienza (quanti chilometri si fanno perdendo 1000 metri, di solito più di 40 fino a 60 per alianti di classe libera con apertura alare di 25 metri e più). Questo rende

lo spostamento degli alianti nelle Alpi sicuro e permette ai piloti più esperti di volare per centinaia, a volte anche migliaia di Km ogni giorno. Dalle nostre Alpi Orobiche alle Alpi austriache, passando per il Passo del Tonale e le Dolomiti ad est. Ad ovest invece ci si spinge fino alle Alpi Marittime francesi a nord di Cannes passando per il Monte Bianco e l’Alta Savoia. Tutto senza motore con il solo ausilio del sole e del vento con medie orarie che spesso superano i 120 Km/h. In caso di atterraggio non a Valbrembo, tutti i campi/aeroporti/aviosuperfici sono codificati, attraverso un database condiviso e costantemente aggiornato. Tornando all’Aeroporto di Valbrembo, a completare le strutture aeroportuali, ci sono due campi da tennis appena rinnovati, una piscina con ristorante bar e zona grill ed un ristorante/ pizzeria al piano superiore. Insomma, chi vola non deve preoccuparsi di nulla: la famiglia non si annoierà! Nel lanciare un messaggio ai giovani che vorrebbero avvicinarsi a questo sport, Sergio Capoferri ha spiegato che il volo a vela è una disciplina che richiede tempo e dedizione. Come nella musica, non si prende in mano uno strumento pensando di tenere un concerto il giorno dopo, è richiesto uno studio a volte anche di anni.

L’invito ai giovani è di avvicinarsi al volo a vela, perché è anche una grande scuola di vita. Si impara a conoscere e gestire i propri limiti, si studiano i movimenti dell’aria e ci si aiuta a vicenda nelle fasi di pianificazione e decollo per poi volare in autonomia e scoprire paesaggi e colori incredibili. Tutto ciò che si impara in aria volando in aliante o con un aereo a motore è sicuramente di aiuto anche nella vita.

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Fratelli G aiani

NUOVO O USATO? IL NOSTRO

CRITERIO È: QUALITÀ E AFFIDABILITÀ

Periodicamente cogliamo l’occasione per aggiornarci con Emanuele Gaiani, titolare dell’azienda di Desio Fratelli Gaiani, specializzata nella fornitura di macchinari, nuovi e ricondizionati, per l’asportazione di trucioli e per la deformazione della lamiera, su cambiamenti e novità in corso in azienda. L’ultima volta era stata in occasione del biennale Open Day aziendale, che in quel caso inaugurava la fase dell’immediato post-pandemia.

Al nostro ultimo incontro, avevamo parlato delle tante trasformazioni del mondo del lavoro che la pandemia

ha in qualche modo accelerato, come il passaggio allo smartworking, la modalità di approccio ai clienti e via dicendo; da allora sicuramente ci saranno stati molti altri cambiamenti nella vostra azienda e non solo.

La sensazione generale è che il trend dello Smart Working stia più o meno lentamente regredendo, e questo è comprensibile: niente può eguagliare i riferimenti che si hanno quando si è sul proprio posto di lavoro. Lo Smart Working, benché utile a superare gli stadi più complicati della pandemia, è stato dispersivo a livello di relazioni

L’AZIENDA Foto f2 studio
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Da sinistra Andrea ed Emanuele Gaiani

umane, come d’altronde abbiamo visto anche con i nostri bambini, costretti a seguire le lezioni scolastiche a distanza; non può sostituire il rapporto diretto con il cliente, il guardarsi negli occhi, comprendere le sue esigenze e studiare una soluzione su misura.

Una delle vostre particolarità è quella di essere anche rivenditori di usato: in cosa differisce questo mercato da quello delle macchine nuove?

Fino alla pandemia, la pre-

ferenza del cliente veniva spesso accordata al macchinario nuovo: per quanto un macchinario ricondizionato abbia la stessa capacità di lavoro di un macchinario nuovo per un prezzo, è scontato dirlo, nettamente inferiore, i vantaggi dell’in-

dustria 4.0 erano tali da far preferire il macchinario nuovo. Era possibile ottenere gli stessi vantaggi anche sull’usato, ma la procedura era talmente complicata e con dei costi talmente importanti che alla fine la differenza di prezzo veniva annullata. In tempo di pandemia, il credito d’imposta sulle macchine, sia 4.0 che non, è stato eliminato o talmente ridotto da non essere più interessante, e questo, unitamente al fatto che sempre durante la pandemia i tempi di consegna per le macchine nuove si erano allungati in maniera spropositata, ha rilanciato il mercato dell’usato.

So che avete iniziato a imporvi anche nei mercati esteri, quali in particolare? Abbiamo incrementato le vendite non soltanto in mercati di paesi emergenti, ma anche in Francia, Germania, Turchia, Danimarca e Islanda, parlando di merca-

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CONTINUA A PAGINA 48

to dell’usato; inoltre è stato fatto un lavoro importante sul nostro sito internet per migliorare posizionamento, e questo ha consentito a nuovi clienti di arrivare a noi.

E per quanto riguarda il “nuovo”, su quali macchinari state spingendo particolarmente?

Il settore trainante ultimamente è quello della rimozione dei trucioli; parliamo comunque di aziende e di officine che devono essere costantemente aggiornate per quanto riguarda il parco macchine.

In entrambe le vostre divisioni, quali caratteristiche ricercate in un marchio per essere vostro partner: investimento in ricerca e sviluppo, sostenibilità, dimensione…?

Ovviamente, l’affidabilità; non disdegniamo la popolarità che sicuramente può attirare un certo numero di clienti, ma sta anche a

noi costruirla attraverso la qualità del lavoro, la partecipazione ad eventi e la creazione di materiale promozionale. L’intenzione

è ovviamente quella di andare in quella direzione anche per quanto riguarda il mercato dell’usato, anche se la procedura in quel caso

è un po’ diversa parlando di

permuta.

Progetti futuri?

Riprogrammare la nostra partecipazione alle maggiori fiere di settore; realizzare un altro evento aziendale; e anche progredire ulteriormente nell’ambito della ricerca tecnologica. Ci siamo recentemente dotati di un

magazzino a torre, che ci consente di accedere ai pezzi in maniera veloce e automatizzata, e abbiamo svolto contestualmente un inventario accurato della ricambistica in stock, e questo ci ha permesso di stilare un prezziario molto più mirato.

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VOLKSWAGEN ID. BUZZ

Lo scorso primo marzo è stato presentato nella concessionaria Bonaldi - Gruppo Eurocar Italia il nuovo Volkswagen ID. Buzz. Si tratta di un veicolo 100% elettrico e completamente connesso che si ispira all’iconico Bulli. Tutta la linea è caratterizzata dalla mobilità

In alto Michela Moioili campionessa olimpica di snowboard. A sinistra Gianmaria Berziga ad e Direttore Generale di Bonaldi - Gruppo Eurocar

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Foto Light&Magic Productions
EVENTI
Italia

sostenibile. «La mobilità elettrica è una delle chiavi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che Volkswagen si è posta», spiega Berziga, ad e Direttore Generale di Bonaldi - Gruppo Eurocar Italia. «La nostra strategia Way to Zero prevede di raggiungere la neutralità di emissioni di CO2 entro il 2050. Per farlo, abbiamo deciso di puntare sui veicoli elettrici come soluzione per le nostre future esigenze di mobilità». Michela Moioili, campionessa olimpica di snowboard, arrivata a bordo del nuovo van, si è detta «felicissima di poter presentare il futuro della (…) Volkswagen».

Innovazione tecnologica e sostenibilità caratterizzano anche il nuovo ID. Buzz di Volkswagen ispirato al leggendario Bulli ridisegnato 100% elettrico e totalmente connesso

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ALLA SAPS AGNELLI LA CULTURA SOSTENIBILE AL FEMMINILE

Mercoledì 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, è stata organizzata la cena di solidarietà in collaborazione con Slow Food, presso SAPS Agnelli Cooking Lab a Lallio, promossa da Soroptimist Club Bergamo, Lions Club Bergamo e Kiwanis Club

La serata è stata sostenuta da Slow Food, Saps Agnelli Cooking Lab, Azienda Agricola La Caminella e Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca

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Light&Magic Productions CONTINUA A PAGINA 54
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Bergamo Orobico. I presenti hanno preso parte alla degustazione e alla cena, realizzate da professioniste del cooking e produttrici sostenute dal Soroptimist Club Bergamo con il progetto “C&C - la Cultura delle Donne per una Coltura ecosostenibile”. L’iniziativa valorizza le grandi peculiarità delle donne bergamasche che si dedicano al cibo, al vino e alla produzione alimentare. Due le finalità della serata: sostegno al reparto Femminile della Casa Circondariale Don Fausto Resmini e “Orto in Africa”, che prevede la realizzazione di un Orto per sviluppare l’agricoltura sostenibile familiare in Madagascar. Federica Sorrentino

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STARIA Luxury ha caratteristiche senza precedenti.

Dotato di sette posti, disposti su due file, permette attraverso un sistema elettronico, il ripiegamento di uno dei due slot di sedili per ottenere il maggior spazio possibile.

La sicurezza è uno dei punti di forza del van grazie al sistema WM-SBR, al Safe Exit Assist, e il Rear Occupant Alert. Nella versione Wagon, inoltre, STARIA propone la configurazione a 9 posti.

Come dichiarato dal brand manager di Autotorino Hyundai, Leonardo Bevilacqua, «Autotorino è il primo partner di Hyundai in Italia.

Siamo felici di aver presentato in anteprima STARIA, in cui crediamo molto e che il pubblico sta accogliendo con entusiasmo.

Questo mezzo risponde perfettamente alle esigenze di un importante bacino di persone».

Gli ospiti dell’evento Autotorino hanno ammirato il nuovo Hyundai STARIA presso lo Sheraton Milan Malpensa Airport Hotel

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NUOVO, GRANDE MAGAZZINO A BERGAMO…

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Nel nuovo magazzino di Agnelli Metalli, che copre una superficie di quasi 10.000 mq, trovi una gamma completa di profilati, barre e piastre in leghe speciali di alluminio per l’industria 2011T3 - 6026T6 - 6060T6 - 6063T6 - 6082T6 - 7075T6. Agnelli Metalli, da oltre 6o anni, è al servizio delle industrie, degli artigiani di Bergamo e della sua provincia.

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BOLLE RESTAURANT RICCIOLA, BROCCOLO FIOLARO E ZUCCA

Il raffinato Bolle Restaurant, una stella Michelin, simbolo di qualità delle materie prime e di maestria nell’abbinamento degli ingredienti, ci apre le porte per una rubrica dedicata alla cucina.

Lo chef Marco Stagi è originario di Bergamo e ha 32 anni ma, nonostante la giovane età, vanta di grande esperienza ai fornelli, sia in Italia che all’estero, e di un curriculum di prim’ordine nel settore

gastronomico. Si è diplomato alla scuola alberghiera di San Pellegrino, iniziò a lavorare all’Osteria della Brughiera dove rimase per 3 anni imparando le basi della cucina, si trasferì poi al ristornate Piazza Duomo di Alba per 5 anni dove crebbe tantissimo diventando il cuoco che è ora. Gli anni decisivi per la sua carriera furono quelli trascorsi in Belgio, all’Hof Van Cleve, uno dei ristoranti a tre stelle Michelin più prestigiosi al mondo.

Tornò successivamente in Italia e lavorò per qualche tempo come sous-chef a Casa Perbellini a Verona, l’ultima tappa del suo attuale percorso l’ha riportato a Bergamo per esibire il suo talento nel ristorante firmato Agnelli.

Il capo della brigata di cucina Bolle ha deciso di condividere con noi le sue esclusive ed equilibrate ricette, portando sulle nostre tavole la sua arte culinaria, ricca di colori, profumi e sapori.

62 LA RICETTA PREPARAZIONE 10 min COTTURA 10 min DOSI 4 PERSONE DIFFICOLTÀ ● ● ● ● ●
Foto Matteo Zanardi

PREPARAZIONE

01. Si condisce la ricciola con olio, sale e pepe e la si fa marinare.

02. Per preparare la crema di zucca, si taglia la zucca a pezzi, si tolgono i semi e la si inforna con la buccia a 180° per 15-20 minuti.

03. Una volta tolta dal forno, si spolpa, si frulla e la si condisce con sale, pepe e un cucchiaino di senape.

04. Si fa bollire il broccolo fiolaro e lo si cuoce in padella con un filo d’olio.

05. Sul piatto si mette qualche spuntone di crema di zucca, la ricciola cruda marinata e il broccolo fiolaro si appoggia sopra la ricciola fredda, per un contrasto di temperature.

GLI INGREDIENTI

● 500 g di zucca 300 g di broccolo fiolaro

● Un cucchiaino di senape

● Olio q.b.

● Sale e pepe q.b.

STRUMENTI DI COTTURA

● Mantecare in alluminio svasata alta

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Marco Stagi CHEF

Linee essenziali, aspetto da 4x4 classica: Grenadier è progettata per la massima funzionalità offroad, anche professionale

MOTORI
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AUTOTORINO INEOS GRENADIER

Anche se la forma ricorda una tra le 4x4 più longeve, Grenadier è la fuoristrada che non c’era. O, meglio: che non c’era più. Alla fine della

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produzione di Defender senza un’erede designata, fedele per dimensioni e soprattutto alla funzionalità necessaria all’uso offroad, molti ne sentono la mancanza. Alcuni amici la rimpiangono: passando una serata in un pub londinese, dove una pinta tira l’altra, alla fine brindano all’idea di costruirla loro, abbozzandone la forma sul momento. Tra questi c’è Sir Jim Ratcliffe, proprietario di Ineos, secondo gruppo chimico al mondo: costituisce Ineos Automotive, cerca il terreno per la fabbrica ma poi decide di comprane una già attiva - che acquista da Mercedes-Benz - per concentrarsi sul modello. Per il quale vede una concreta opportunità di mercato mondiale per una fuoristrada essenziale e robusta. Nel 2023 la nuova 4x4 che ha preso il nome del pub nel quartiere Belgravia, a Lon-

dra, entra in produzione già con una gamma, e un altro paio di modelli sono già pianificati, iniziando dal pick-up a passo sbalzi allungati. Grenadier è solida (cinque anni di garanzia con km illimitati), robusta e adatta al fuoristrada vero: guidandola lungo i percorsi delle

Highlands in Scozia - dove negli anni chi scrive ha provato tutte le Land Rover di ogni epoca - ha ampiamente superato l’esame. Non poteva essere diversamente, dopo cinque anni di sviluppo e 1,8 milioni di chilometri di test ininterrotti, dal temibile Monte Schöckl

Un guado prolungato “navigando” nelle acque del Loch Laggan, in Scozia. Sotto, Sir Jim Ratcliffe, patron di Ineos Automotive

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a Graz dove si collaudano da sempre le Mercedes-Benz Classe G, alle sabbie sahariane.

La consistenza di Grenadier è generata da un progetto che l’ha pensata per essere pronta a tutto e durare, come minimo, 12 anni con impiego intenso, compren-

dente l’uso professionale o militare.

Le forme classiche e funzionali ricordano Defender: vuole essere un omaggio, ma è doveroso precisare che non ci sono misure né tantomeno stampi in comune. Ricorrendo a componenti di provata qualità: potenti

motori BMW 3.0 a 6 cilindri, turbo a benzina o gasolio, cambio automatico ZF a 8 rapporti modificato da Magna Steyr con riduttore (cortissimo), assali Carraro e differenziali bloccabili, sospensioni Bilstein con molle Eibach, freni Brembo, sistemi Bosch, sedili Recaro e molto altro.

L’abitacolo è alto, confortevole e funzionale: ogni tasto è utilizzabile anche con i guanti, e quelli per il fuoristrada sono sul cielo; spaziosi i tre posti posteriori, buona la visibilità per tutti.

La strumentazione centrale touch da 12”3 con più funzioni, fino alla retrocamera e al navigatore nel quale inserire i percorsi anche offroad. Pratico il portellone con 30-70, sul quale c’è la ruota di scorta esterna, dotata di portaoggetti con serratura.

Potenza

286 CV

Coppia

450 Nm

Accelerazione 0-100 km/h

8,6 Secondi

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che rende l’idea dall’aggressività offroad di Grenadier. Sotto, incontro ravvicinato con i cervi
Un’immagine

Le versioni: Utility Wagon con omologazione autocarro N1: fiscalmente detraibile a due posti (ma non a cinque); due allestimenti Station Wagon (autovettura M1 a cinque posti): Fieldmaster e Trialmaster, il primo con pacchetto Smooth, che il secondo integra anche con il pacchetto Rough di serie. Smooth comprende retrocamera, sensori di parcheggio anteriori, retrovisori esterni e ugelli lavaparabrezza riscaldabili, vano portaoggetti centrale con serratura, luci sottoporta e illuminazione d’ambiente per le portiere, prese di ricarica ausiliarie. Rough aggiunge invece i differenziali “trasversali” (anteriore e posteriore) bloccabili e pneumatici specializzati BFGoodrich All-Terrain T/A KO2.

Lungo i suggestivi percorsi scozzesi, alcuni dei quali utilizzati per film come Il pescatore di sogni, Outlander, The Crown e No Time to Die, Economia Magazine ha messo a dura prova Gre-

nadier a benzina o gasolio, apprezzando entrambe per la guidabilità offroad anche con passaggi impegnativi verso le cime innevate e attraverso parchi nazionali. Guadando torrenti e navigando un lago (80 cm senza presa d’aria rialzata) dove si trova la spiaggia d’acqua dolce più grande della Gran Bretagna, o accanto al fiume Spey, il più famoso al mondo per la pesca del salmone, fino alla regione delle celebri distillerie di whisky.

INEOS

Bergamo (via Zanica, 87) Milano (via Ludovico di Breme, 2) Parma (strada Naviglio Alto, 27) Verona (via Angelo Messedaglia, 2)

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AUDI Q8 E-TRON SPORTBACK

MOTORI
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Foto Fabio Toschi
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Nuova Audi Q8 e-tron Sportback rappresenta la punta di diamante della famiglia Q. Abbiamo provato la versione “coupé” della grande e

lussuosa SUV elettrica della casa tedesca nella splendida cornice di Città Alta e di San Vigilio.

Dal punto di vista stilistico, l’Audi Q8 e-tron presenta cambiamenti rispetto alla precedente versione. In particolare, la parte anteriore del veicolo è stata completamente riprogettata con nuovi elementi che conferiscono al SUV elettrico un aspetto fresco e moderno.

Tra le novità più interessanti, troviamo un design inedito per il frontale del veicolo, che segna l’inizio di una nuova identità stilistica del marchio Audi.

La linea del tetto, dolcemente raccordato con il portellone (che termina con un ampio spoiler), è perfettamente riuscita: l’auto è moderna (un grosso ruolo da questo punto di vista lo svolgono le luci a led e le

grandi ruote) e proporzionata. Il restyling ha aggiunto ulteriore grinta. Gli interni sono rifiniti con attenzione e fanno sfoggio di tutte le tecnologie più recenti.

Tre ampi display svolgono il ruolo di cruscotto, sistema multimediale e “clima”.

La Sportback è caratterizzata da un elegante logo bidimensionale dei Quattro Anelli sul frontale, e la scritta del modello con logo Audi applicata sul montante centrale.

Per quanto riguarda le dimensioni, la Q8 e-tron 2023 è un’auto spaziosa e

La linea del tetto dolcemente raccordato con il portellone che termina con un ampio spoiler

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Ai due grandi display centrali da 10,1 e 8,6 pollici si aggiunge quello del cockpit (nella foto) e l’utile head-up display

confortevole grazie alle sue dimensioni importanti.

Misura 4.915 mm in lunghezza, 1.937 mm in larghezza e 1.619 mm in altezza. Notevole la cura aerodinamica; il Cx si è ridotto rispetto alla precedente e-tron da 0,26 a 0,24.

Il bagagliaio del SUV

elettrico di Audi vanta una capacità di carico di 528 litri. La Sportback ha la stessa meccanica della e-tron “classica”: due motori elettrici, uno per asse, realizzano la trazione integrale. Entrambe le versioni disponibili sono molto scattanti e hanno la funzione selezio-

nabile Boost, che consente di avere un supplemento di sprint per una durata di 8 secondi.

Audi Q8 Sportback 50 e-tron quattro può contare su di una potenza massima di 340 CV in modalità boost e una coppia di 664 Nm.

Audi Q8 Sportback 55 e-tron quattro può invece contare su di una potenza massima in modalità boost di 408 CV e una coppia di 664 Nm, monta batterie da 114 kWh (106 kWh netti), ovvero 20 kWh effettivi in più rispetto al vecchio modello, con percorrenze di 600 km.

Il passaggio da 0 a 100 km/h avviene in 5,6 secondi.

Per la ricarica, l’auto consente anche di usare le colonnine super-rapide a corrente continua, accettando una potenza massima di

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L’elettrica della casa tedesca nella splendida cornice di Città Alta e di San Vigilio

150 kW (le versioni 50) e 170 kW (le 55).

Il cavo di collegamento ai punti di ricarica in corrente alternata trova posto in un alloggiamento sotto il cofano anteriore, senza ridurre la capienza del baule. Valida la nuova taratura di sterzo e freni, che rende la guida facile e precisa.

L’Audi Q8 e-tron è un’auto estremamente tecnologica, sia fuori che dentro l’abitacolo.

Dispone di circa 40 ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) che si avvalgono dell’utilizzo di cinque sensori radar, cinque telecamere e 12 sensori a ultrasuoni per raccogliere informazioni e assistere il conducente in diverse situazioni.

Il Remote Park Assist Plus è uno dei nuovi sistemi di assistenza al parcheggio

a distanza che permette di controllare l’automobile tramite l’app myAudi sul proprio smartphone.

Con questo sistema, l’utente può gestire le manovre dall’esterno della vettura nei parcheggi più stretti, rendendo l’esperienza di parcheggio più facile e sicura.

La vettura è dotata di luci che indicano avvertimenti, tra cui segnalazioni di presenza di ostacoli o di incidenti attraverso proiezioni con alert lampeggianti direttamente sull’asfalto.

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