Bergamo Economia 40

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SENOLOGIA AI RIUNITI: UN MODELLO NAZIONALE

Il modus operandi del primario Privato Fenaroli fa scuola In discussione alla Camera una proposta per adottarlo in tutta Italia PRESIDENZA SACBO: SI SCALDANO I MOTORI

Zanetti, D’Aloia e Ravasio per la prima poltrona nella società di gestione di Orio al Serio, ma è possibile che rimanga Mario Ratti SAN PELLEGRINO: NO AGLI STRAORDINARI

Esclusiva: dopo aver bocciato il lavoro festivo, l’azienda “arruola” volontari Ma in un documento del 2008 i sindacati accettavano la flessibilità

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

Radiatori 2000, con Ridea la nuova collezione sbarca a Francoforte

Il Gruppo industriale guidato da Olivo Foglieni, tra i leader a livello mondiale nella produzione di radiatori di alluminio, proporrà alla fiera tedesca ISH una linea dal design rivoluzionario

MARZO 2011 - anno 5 - numero Economia, attualità, costume e stile

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L’editoriale Marzo 2011

Cina, da grande nemico ad alleato della rinascita In terra rossa il futuro per le eccellenze bergamasche

DI LUCA T. BILOTTA

l mostro non fa piĂš paura. O meglio, inizierĂ a non spaventare come qualche anno fa. Stiamo parlando della Cina, vicina ad un passo davvero importante non solo per la propria economia interna, ma anche per i paesi internazionali come l'Italia. Se fino a pochi giorni fa il Mostro Rosso era sinonimo di leadership nella concorrenza sleale a basso costo e al top nella ricerca nel campo della contraffazione dei marchi internazionali, oggi potrebbe essere un grandissimo alleato nel rilancio

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dell'economia globale. All'inizio di questo mese, infatti, il Congresso nazionale del Partito Comunista cinese approverà il suo dodicesimo piano quinquennale economico. Fin qui nulla di nuovo, se non la volontà di virare totalmente verso quello che è sempre stato il must europeo e statunitense: il consumismo sfrenato. Una scelta che passerà alla storia come una delle più coraggiose iniziative della Cina. La volontà di osservare il mondo consumistico con l'occhio comunista è stato totalmente abbandonato verso una progressiva occidentalizzazione. Prima in campo industriale, ora nel settore dei consumi. Fondamentalmente cambierà la natura del modello economico, che si sposterà dalla struttura basata sulle esportazioni e gli investimenti degli ultimi 30 anni, verso un modello di crescita determinato sempre più dai consumatori cinesi. Ma cambierà anche l'approccio di chi vedeva nella Cina una fonte di preoccupazione. Ora potrebbe trasformarsi in un gigantesco bacino di mercato. na bella notizia, quindi, per i principali partner commerciali. Non solo quelli dell'Asia orientale, ma soprattutto per le economie con una crescita rallentata come quella europea e statunitense. E' evidente che il dodicesimo piano quinquennale darà inizio alla più importante fase di consumo della storia moderna. L'attuale contesto mondiale post-crisi non potrebbe chiedere di meglio. Soprattutto per l'Italia da sempre all'avanguardia in campo industriale e nel settore della moda e del lusso in generale. In un periodo in cui gli ordinativi del terziario stanno piano piano crescendo come dimostrano i dati Istat pubblicati qualche settimana fa (+18% nel 2010, rispetto al crollo del 2009), possiamo solo lontanamente immaginare quale scenario potrebbe prospettarsi all'orizzonte del nostro paese.

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tephen S. Roach, membro della facoltà di economia dell'Università di Yale - nonché Presidente non esecutivo della Morgan Stanley Asia ed autore di vari libri dedicati al mondo economico e finaziario cinese sostiene che l'enfasi sul consumatore cinese diventerà, molto probabilmente, l'aspetto che caratterizzerà questo piano e sarà sufficiente ad incentivare il con-

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sumo privato portando il PIL cinese dal suo minimo, ovvero il 36%, al 42-45% entro il 2015. In che modo? Tra le riforme che verranno implementate, ci sono politiche di tassazione mirate ad incentivare il potere d'acquisto degli agricoltori, ma anche misure per ampliare i possedimenti delle terre rurali e programmi tecnologici in grado di aumentare la produttività agricola. L'incentivazione dell'impiego attraverso il settore dei servizi e, appunto, l'aumento degli stipendi attraverso il sostegno agli agricoltori porterà ad un rialzo del reddito individuale dei cinesi, al momento pari al 42% del PIL ovvero alla metà di quello degli USA. Tuttavia ci vorrà molto di più di una crescita dei redditi della forza lavoro per incentivare il consumo in Cina. Ma è sicuramente l'inizio di un meccanismo che potrebbe davvero sconvolgere l'economia occidentale come fece il crack del sistema borsistico nel 2007, in questo caso ovviamente in chiave positiva. A questo punto appare evidente che, anche per l'economia di Bergamo, sia fondamentale iniziare a strutturare una rete di contatti aldilà della Grande Muraglia. Ben vengano iniziative come gli uffici di rappresentanza delle istituzioni bergamasche in terra rossa, oppure l'accordo di scambio e collaborazione scientifica tra l'Università degli Studi di Bergamo e l'Università di Lingue straniere di Dàlián, nella Repubblica Popolare Cinese. Tutte ottime idee, per carità, ma non bastano. Chi inizierà a varcare la soglia dei confini cinesi, ovviamente adesso che la Cina sta virando il proprio modello economico, potrebbe scoprire l'America come fece Cristoforo Colombo nel 1492. Proprio per questo motivo è necessario che le istituzioni inizino ad aiutare le associazioni di categoria a muoversi in questo senso, nei confronti in primis di quelle realtà come le piccole e medie imprese che non hanno le capacità e le forze economiche per compiere lo sbarco in terra rossa. Le nostre eccellenze, infatti, potrebbero stuzzicare notevolmente il mondo dei nuovi consumatori cinesi. E non solo essere copiati come è accaduto finora. Il treno, in questi casi, passa solo una volta e inizierà il proprio viaggio ai primi di marzo 2011. Non restiamo a guardare, sarebbe davvero un peccato. Si rischia di perdere un bacino d'utenza di circa un trilione di persone. Scusate se è poco.

IL CAPOREDATTORE

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Via Bolgare, 1, 24060 Carobbio Degli Angeli (BG) Tel. 035/778011 www.calonitrasporti.com


ECONOMIA&BUSINESS

Il personaggio del mese MARCO STUCCHI Passaggio di consegne ai vertici di Imprese & Territorio, il comitato unitario della piccola media impresa che riunisce dieci associazioni imprenditoriali (Associazione Artigiani, Ascom, Apindustria, Cia, Coldiretti, Confcooperative, Confesercenti, CNA, FAI e LIA) in rappresentanza di oltre 80.000 imprese del territorio e 310.000 addetti. Dopo il semestre di Giancarlo Colombi, leader provinciale della Coldiretti, la presidenza di turno passa a Marco Stucchi, numero uno della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) e imprenditore del settore.

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Sommario Marzo 2011

Bergamo Economia Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007) Società editrice: Speb S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Marino Lazzarini

REDAZIONE: Direttore responsabile: Paolo Agnelli Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi Caporedattore: Luca T. Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it

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Redattore: Livio Casanova Mail: casanova@bergamoeconomia.it Fotoreporter: Giorgio Chiesa Mail: chiesa@bergamoeconomia.it

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Collaboratori: Carlo Di Gregorio e Rossella Martinelli Consulenti: Marco Amorese, Laura Adele Feltri, Claudio Rossi, Barbara e Cristina Putortì Art: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it

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Radiatori 2000, con Ridea la nuova collezione sbarca a Francoforte

Fotografi: Loris Sambinelli e Franco Pasinetti

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"Festività" L'unità d'Italia? A carico delle aziende

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"150esimo unità d'Italia" Festa tricolore per Napolitano

Tel. 035 678812 Agenti: Antonio Milanesi, Sergio Saresini, Renato Ardizzone, Jarno Sambinelli e Antonio Mandato Mail: info@bergamoeconomia.it

Copertina

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La congiuntura Vigorosa ripresa ma il lavoro non c'è

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Il convegno Bombassei: "Pmi lasciate sole dalle banche"


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L’intervista Banda larga: Wind copre il 90% della Bergamasca

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“I furbetti” A Bergamo evasione su 2.6 miliardi Il 50% in più del 2009

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Turismo & Business Provincia di Bergamo e gruppo Sanpellegrino insieme per il territorio

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Parola all’associazione

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Ascom lancia la Confcommercio Card

AZIENDE 86

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Trazione integrale La nuova BMW X3 guida le meraviglie dell'xDrive

Moda Marchionne e Signorini vestono “Capobianco”

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RUBRICHE & EVENTI

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Alta cucina Bergamo capitale del gusto

Top business Da Caravaggio all'Europa, un torrone da re

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Provata per voi MINI Cooper Cabrio 2001, il cuore batte forte col diesel

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Due ruote KTM Duke 690 R, un gioiello "vitaminizzato"

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Chi, dove e perché Foto e curiosità

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Notizie in breve 35 euro E' il valore ufficiale, al mq, dei terreni agricoli bergamaschi interessati dagli espropri per la Brebemi. L'amministrazione provinciale orobica è riuscita a spuntare dieci euro di differenza rispetto a 25 euro al mq pagati ai Bresciani

"Joint venture"

"Pay-out"

I caschi Nolan in testa ai brasiliani Nolan, casa bergamasca e leader europea nella produzione di caschi per motociclisti, ha annunciato il

proprio ingresso nel mercato brasiliano. A questo scopo, l'azienda di

Casey Stoner Repsol Honda RC212V

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Brembate di Sopra ha siglato un accordo di joint venture con il gruppo Ebf Vaz di Jundiaí (Sp), dal 1963 attivo nello stesso settore. Anche in Brasile, testimonial Nolan saranno i campioni della MotoGP Jorge Lorenzo e Casey Stoner, e i due piloti che corrono nel mondiale Superbike, Carlos Checa e Marco Melandri. Il presidente del gruppo industriale bergamasco, Alberto Vergani, ha così voluto commentare l'iniziativa: "In un momento storico per l'economia globalizzata, abbiamo trovato una valida alternativa alla "Cinamania" grazie al gruppo Vaz della

La Tenaris rivaluta asset a 18 mld e crea riserva esentasse famiglia Zezze, imprenditori italiani molto affermati in Brasile. Il nostro obiettivo è servire il mercato sudamericano con una produzione locale di qualità, sviluppando una gamma progettata in Italia e prodotta in Brasile. L'italianità dei due partner è stata la molla che ha generato feeling sin dall'inizio. Il sogno è diventare la marca numero uno in Brasile, così come lo è Fiat nell'auto". Oltre che del marchio Nolan, la società è titolare dei brand Nca, X-lite e Grex. Fondata nel 1973, ha chiuso lo scorso esercizio con una produzione di mezzo milione di caschi. In un primo tempo, i caschi distribuiti e assemblati in Brasile arriveranno in parti staccate dall'Italia. Due i modelli previsti per la fase di lancio, vale a dire l'integrale "N62" e il modulare apribile "N90". Successivamente, sarà avviata in terra verdeoro la produzione di una collezione completa, con design italiano ma studiata per i mercati brasiliano e sudamericano. Ebf Vaz ha fabbricato nel 2010 circa 340mila caschi. La sua produzione di componenti include corone, catene, pignoni, pedali e leve del cambio per moto, ganasce e pastiglie freni per auto e moto. Il gruppo paulista partecipa a numerose competizioni motoristiche (Mx, MotoGP, enduro, rally) a livello nazionale e internazionale.

Maxi riassetto in Lussemburgo per Tenaris Sa, che rivaluta da 6.2 a 18.2 miliardi di dollari gli asset della capogruppo. L'operazione, secondo quanto risulta a Radiocor, genererà una "plusvalenza" patrimoniale miliardaria che confluirà, insieme a utili non distribuiti (4.5 miliardi a fine 2009) in un corposo pacchetto di riserve. Quest'ultimo, la cui entità esatta verrà probabilmente comunicata con la chiusura del bilancio 2010, consentirà alla società della famiglia Rocca di continuare a distribuire dividendi esentasse per i prossimi anni nonostante la fine del regime fiscale agevolato del Granducato. Fino allo scorso 31 dicembre, infatti, Tenaris Sa godeva dello status di Holding 1929 lussembughese che non contemplava né imposte sui redditi, né imposte patrimoniali, né ritenute sui dividendi distribuiti. Dal primo gennaio 2011 la società della famiglia Rocca e' invece soggetta alla tassazione lussemburghese sia sui redditi sia sui dividendi (con aliquota del 15%), ma non lo saranno gli utili e le riserve maturati prima di tale data e fatti emergere con l'attuale riassetto.



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Strada in salita per i piccoli fornitori La tutela del subfornitore ha subito un duro contraccolpo: ravvedere un'ipotesi di dipendenza economica laddove non vi sia un rapporto contrattuale di durata, ma solo una relazione commerciale, è sempre più difficile LEGGERE LA LEGGE - Rubrica a cura dell’avvocato Marco Amorese a tutela del subfornitore ha subito un duro contraccolpo a seguito di alcune recenti pronunce di merito in materia di abuso di dipendenza economica nell'ambito della subfornitura. I casi riguardavano due subfornitori che si erano visti drasticamente ridurre gli ordinativi di lavorazioni per conto di una grossa produttrice e che avevano chiesto tutela, in via cautelare, contro la committente. I committenti, dal canto loro, avevano ammesso un mutamento significativo dei volumi di acquisto, ma sottolineavano che la riduzione delle relazioni commerciali era dipesa unicamente dalla crisi economico-finanziaria in atto e che, pertanto, detta riduzione non poteva ritenersi arbitraria. Secondo quanto disposto dall'art. 9 l. 192/98 (intitolato "abuso di dipendenza economica") si considera dipendenza economica la situazione in cui un'impresa sia in grado di determinare, nei rapporti commerciali con un'altra impresa, un eccessivo squilibrio di diritti e obblighi. La dipendenza economica, secondo la norma, deve essere valutata tenendo conto sia della situazione di fatto sia delle prospettive di mercato e, pertanto, della reale possibilità per la parte che abbia subito l'abuso di reperire sul mercato alternative soddisfacenti: ad esempio, può ritenerrsi sussistente una ipotesi di dipendenza economica ove l'impresa dipendente abbia fatto consistenti investimenti specifici per il proprio committente. In presenza di una situazione di dipendenza economica, sorge l'obbligo per il committente di non abu-

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sare della posizione di supremazia che ne deriva. In pratica, l'abuso si può concretizzare nel rifiuto di vendere o nel rifiuto di comprare, nell'imposizione di condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose o discriminatorie opppure nell'interruzione arbitraria delle relazioni commerciali in atto.

L'applicazione della norma prevede quindi che vi sia da un lato una situazione di dipendenza economica e, dall'altro, che la parte in posizione di vantaggio sfrutti questa sua posizione in modo abusivo. E' però da escludersi che un rapporto esclusivo o quasi esclusivo costituisca, da solo, un elemento sufficiente per ravvisare una ipotesi di dipendenza economica, dovendosi anche considerare la possibilità di sostituire il proprio committente con un altro soggetto. Pertanto, sarà più difficile ravvedere un'ipotesi di dipendenza economica laddove non vi sia un rappor-

to contrattuale di durata, ma solo una relazione commerciale continuativa consistente in una serie di contratti che si susseguono nel tempo. In questo caso, l'impresa è libera di cercare altri clienti e, per dimostrare la propria dipendenza, dovrà provare che l'alternativa, di fatto, non esiste. Questo orientamento rigoroso vuole tutelare il committente al fine di non porre limiti eccessivi alla libertà di iniziativa dell'impresa dominante. E' anche vero che il testo normativo pare dare spazio ad ipotesi variegate di abuso che, come detto, può sussistere anche quando una parte, pur non vincolata contrattualmente, interrompa arbitrariamente le relazioni commerciali in atto. La prova dell'arbitrarietà, tuttavia, deve essere particolarmente rigorosa. Infatti, la più recente giurisprudenza di merito (e, da ultimo, i Tribunali di Bassano e Catania) ha escluso che la disciplina faccia nascere una sorta di "dovere di fedeltà" o di "obbligo di mantenere certi volumi di acquisto" da parte del committente. Anzi, essa ha evidenziato che il committente è libero di non rispettare alcuna proporzione tra il calo delle vendite ai propri committenti (e quindi del proprio fatturato) e il calo delle commesse alle imprese di cui si avvale, essendo tale valutazione una scelta imprenditoriale giuridicamente insindacabile. L'impostazione, d'altra parte, appare corretta, dal momento che il piccolo fornitore può minimizzare il proprio rischio a basso costo diversificando il proprio portafoglio clienti.



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Rifiuti: entra in vigore il quarto correttivo al testo unico ambientale Dopo due anni dall’emanazione della direttiva 2008/98/Ce l’Italia recepisce la normativa europea in materia di rifiuti

LEGGE AL VERDE - Rubrica a cura dell’avvocato Cristina Putortì l d.lgs. 3 aprile 2006 n. 152, che racchiude e riordina gran parte della legislazione italiana in materia ambientale, sin dalla sua entrata in vigore è stato oggetto di numerose e significative modifiche che hanno variato profondamente la normativa di settore. L’ultimo “correttivo”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 dicembre 2010, è il d.lgs. 3 dicembre 2010, n. 205 che, in attuazione della direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti, ha interessato la Parte IV del Testo Unico Ambientale, lasciando, invece, sostanzialmente invariata la parte relativa alle bonifiche ed inserendo la disciplina del SISTRI istituito con il D.M. 17 dicembre 2009. Ecco alcune delle principali novità introdotte. Nella parte dedicata ai “Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti” (art. 179 TUA), viene inserita la c.d. “gerarchia dei rifiuti” che individua una graduatoria delle migliori opzioni di gestione del rifiuto: a) prevenzione, b) preparazione per il riutilizzo, c) riciclaggio, d) recupero di altro tipo, e) smaltimento. Il predetto ordine è inteso in modo tassativo. Solo in via eccezionale, e solo relativamente a singoli flussi di rifiuti, è possibile discostarsi dal sopra citato ordine e comunque sempre nel rispetto del principio di precauzione e sostenibilità. Con l’introduzione dell’art. 178 bis, il legislatore dà una definizione del soggetto responsabile del prodotto identificandolo come “qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbri-

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chi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti, nell’organizzazione del sistema di gestione dei rifiuti, e nell’accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo il loro utilizzo”. Rinviando a successivi decreti ministeriali che ne specifichino i criteri e le modalità, si è cercato, inol-

tre, di introdurre ed individuare una disciplina della responsabilità del produttore secondo cui quest’ultimo, essendo responsabile di tutte le varie fasi di gestione del prodotto, deve esserlo anche del rifiuto che ne deriva. L’art. 181 TUA, a differenza della versione previgente, che si limitava a richiedere alle pubbliche amministrazioni di favorire il riciclaggio dei rifiuti, pone degli obiettivi minimi che devono essere raggiunti entro determinati limiti di tempo. In particolare, la norma prevede una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari ad almeno il trentacin-

que per cento, entro il 31 dicembre 2006, ad almeno il quarantacinque per cento, entro il 31 dicembre 2008 ed almeno il sessantacinque per cento, entro il 31 dicembre 2012. Il nuovo art. 183 fornisce una serie di definizioni modificate in conformità alla direttiva europea. La più rilevante riguarda il concetto di rifiuto inteso come “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l'obbligo di disfarsi”, con l’omissione di ogni rinvio alle categorie di rifiuti indicate negli allegati al TUA. Viene aggiornata la nozione di “sottoprodotto” (già modificata a suo tempo dal d.lgs. n. 4/2008) che mira a stabilire regole più semplici per il riuso, e viene aggiunto, inoltre, l’articolo 184-ter che sancisce la “Cessazione della qualifica di rifiuto”. Il quarto decreto correttivo introduce importanti novità anche in tema di terre e rocce da scavo laddove prevede che tale materiale, in assenza di contaminazioni, possa essere considerato come sottoprodotto. In definitiva, l’intento del d.lgs. n. 205 del 2010 è quello di ridurre la presenza dei rifiuti, attraverso tutta una serie di meccanismi che vanno dalla prevenzione tramite il riutilizzo e l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti, alla promozione di tecnologie atte a produrre beni che in futuro non diverranno rifiuti o il cui utilizzo nel tempo sia sempre più prolungato, fino alla “compressione” della nozione di rifiuto.



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L'Imprenditore e l'Impresa: chi e come PILLOLE DI FINANZA - Rubrica a cura del Dott. claudio Rossi nnanzitutto per interpretare il ruolo dell'imprenditore si deve essere dotati di perseveranza, impegno, affidabilità, decisionismo e capacità di gestione dei rischi. In questa veste, il lavoro dovrà bilanciarsi adeguatamente tra impegno familiare e impegno lavorativo senza mai perdere di vista la focalizzazione sul business e sui relativi risultati economici.

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Avviare una nuova iniziativa imprenditoriale permette, a chiunque si appresti a farlo, di disegnare il proprio stile di "vita di successo". Warren Bennis e Patricia Ward Biederman, autori del libro Organizing Genius (Perseus Books, 1997) hanno elaborato le seguenti quattro domande test destinate ad aumentare la consapevolezza di chiunque voglia cimentarsi nel diventare imprenditore affermato: 1.Hai chiara la differenza tra quanto devi fare e quanto sei in grado di fare? 2. Riconosci cosa ti da più soddisfazione? 3. Conosci bene la differenza tra i tuoi valori e le tue priorità e quelli che dovranno contraddistinguere la tua organizzazione aziendale? 4. Hai in qualche modo quantificato il "gap" tra quanto vuoi e quanto sei capace di fare e, soprattutto, sei in grado di ridurlo? 16

Bennis conclude che la via migliore per raggiungere il successo è quella di identificare sempre e prioritariamente il proprio talento eccellente e, solo successivamente, trovare la giusta arena competitiva nella quale utilizzarlo al meglio. Il successo è una meta molto personale e soggettiva, mentre il volume delle vendite ed il ritorno economico sulle stesse, è qualcosa di definito e ben misurabile. E' per questo che può valere la pena per qualsiasi neo-imprenditore confrontarsi con quelli che rappresentano alcuni dei principali fattori che lo inibiscono o, per contro, lo favoriscono. Partendo dai primi, ad esempio, essi possono così essere elencati: a) debole personalità: la mancanza di un'adeguata forza psicologica o emotiva per chi è alla guida di una impresa rappresenta una possibilità di insuccesso pari almeno al 50% dei casi; b) sindrome del solitario: gli introversi hanno spesso una vita difficile e il non poter confrontare la soluzione dei loro problemi con colleghi o professionisti può rappresentare per essi la perdita di una prospettiva efficiente ed efficace nella conduzione della loro attività; c) idea imprenditoriale incerta: una personalità perdente di solito non conosce o, meglio, non attiva quelle risorse che servono per rendere vincente il suo progetto; d) mancanza di conoscenze finanziarie: gli imprenditori che non fanno attenzione ad almeno una minima conoscenza di principi finanziari e che non sono in grado di tenere sotto controllo i fattori determinanti del cash flow aziendale, subiscono il maggior rischio di insuccesso della loro iniziativa imprenditoriale; e) insufficiente strategia di marketing: in questo caso, purtroppo, le statistiche ci dicono che più di un terzo delle giovani imprese scompaiono dal mercato in un breve periodo proprio a causa del punto e; f) assumere o circondarsi di personale non adatto: anche questo aspetto rappre-

senta una delle chiavi di volta per il successo o l'insuccesso di un'impresa; g) sottostimare la concorrenza e la competizione: una buona idea non è certo garanzia di una sicura vendita della stessa anche per il fatto che di fronte ad una novità la concorrenza solitamente non aspetta e quindi la sua offensiva può minimizzare, se non addirittura annullare il vantaggio del nostro prodotto. Tra i fattori invece che possono agevolare il raggiungimento della piena affermazione di un'iniziativa imprenditoriale si riassumono i seguenti: a) volontà di avere successo: l'impresario che vuole riuscire non bada a spese e non si risparmia, arrivando a lavorare 50 o 60 ore a settimana comprese le feste e, coinvolgendo anche la propria famiglia; b) autostima: soltanto chi crede nelle proprie idee potrà vederle affermate nel mercato facendoci credere anche i potenziali consumatori; c) business plan: questo strumento, troppe volte purtroppo scambiato per un mero esercizio matematico, rappresenta invece una vera chiave di volta per valutare e costruire un'efficiente ed efficace azienda. Con esso, infatti, se predisposto con attenzione e con stime oggettivamente sostenibili, si rende possibile per l'utilizzatore, la costruzione di adeguati e coerenti piani di azione, permettendo altresì di riconoscere in anticipo i punti di debolezza della propria idea; d) coinvolgimento del management: la forza di qualsiasi giovane imprenditore cresce esponenzialmente se quest'ultimo può anche far conto dell'assistenza e del conforto di persone capaci e competenti. Il coinvolgimento, ad esempio e, specialmente nelle prime fasi di vita di una nuova azienda, di un altro industriale con maggiore esperienza, faciliterà sicuramente la via dello sviluppo dell'impresa, aprendo anche le porte del nostro neofita "uomo d'azienda" ad altre attività già avviate e consolidate nel mercato.



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La mia banca è differente? “Ma anche no” Sempre più difficile il rapporto tra cliente e banca: la tutela e i rapporti interpersonali sono spesso al minimo sindacale

CON... TRIBUTO - a cura della Dott.ssa Barbara Putortì ormai opinione condivisa da molti che né la singola banca, né il sistema bancario più in generale, abbiano saputo svolgere un ruolo di sostegno per i propri "piccoli clienti" nel periodo di maggiore difficoltà. Indubbiamente si tratta di una caratteristica che maggiormente si correla al giudizio

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positivo che si può avere delle banche. Ed è altrettanto diffusa l'idea che esse abbiano invece riposto maggior attenzione nei confronti delle grandi imprese. Di questo è evidentemente consapevole il Governatore, che le richiama ad essere più vicine al tessuto produttivo e a sostenere le aziende 18

sulla base di analisi ben più approfondite di quelle che esse normalmente svolgono in sede di valutazione del merito creditizio. Tali analisi, il più delle volte, sono basate su automatismi di calcolo dei rating che tengono conto esclusivamente di dati oggettivi e lasciano poco spazio ad interpretazioni soggettive che possono derivare da un'effettiva conoscenza delle diverse realtà aziendali. Le grandi Banche si devono giudicare anche da come organizzano l'attività sul territorio: mantenere, valorizzare il rapporto con l'economia locale significa utilizzare nella valutazione del cliente conoscenze accumulate nel corso degli anni, ben più accurate di quelle desumibili da modelli quantitativi; significa saper discernere l'impresa meritevole anche quando i dati non sono a suo favore; significa saper fare il banchiere. La risposta delle grandi banche alle esigenze locali, coerente con la sana e prudente gestione, deve conciliarsi con strategie e visioni globali. Certo, le problematiche finanziarie delle imprese non sono quasi mai semplici; l'imprenditore deve individuare le soluzioni più idonee per migliorare l'equilibrio economicofinanziario e patrimoniale, deve gestire attivamente il rapporto con le banche, improntandolo alla trasparenza delle comunicazioni in un'ottica di partnership e non di conflittualità.

Bisogna limitare la possibilità che si venga a creare quella situazione di asimmetria informativa che spesso è una connotazione dei rapporti di credito e che deriva evidentemente da un approccio al cliente di tipo passivo. Accade spesso, infatti, che la banca vada a visitare l'azienda solo quando deve acquisirne la relazione o, successivamente, per collocare nuovi prodotti o chiedere maggiori flussi di lavoro o relazioni indotte, pochissime volte per approfondirne la conoscenza e quasi mai in sede di revisione delle linee di credito. A volte il risultato della revisione è un rating peggiorativo, che può portare alla revoca "in tronco" degli affidamenti: i danni che un'impresa rischia in simili situazioni si possono chiaramente immaginare solo da un punto di vista diverso da quello della banca, il cui obiettivo primario diventa invece quello di rientrare al più presto dai rischi assunti in passato! E' per questo che è fondamentale comunicare al sistema bancario le esigenze, i progetti, gli obiettivi imprenditoriali, con l'obiettivo di contribuire a ridurre la percezione di rischiosità che può derivare dalla scarsa conoscenza e, soprattutto, per evitare sorprese conseguenti all'attribuzione di rating non del tutto rispondenti. Se Maometto non va alla montagna…



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Festa tricolore per Napolitano

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"150ESIMO UNITÀ D'ITALIA"

Il presidente della Repubblica è rimasto "commosso" per la straordinaria accoglienza che gli ha riservato Bergamo. In strada tanti studenti a sventolare il Tricolore e "questo sventolio - ha detto il capo dello Stato - conferma che nella bandiera tutti si riconoscono senza che nessuno rinunci alle sue idee o convinzioni" PHOTO: GIORGIO CHIESA

occa alle giovani generazioni, quelle più penalizzate da una congiuntura economica difficile, contribuire a ricreare a livello politico quello spirito unitario che caratterizzò l'assemblea costituente. E' l'appello che Giorgio Napolitano, in visita a Bergamo in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, ha rivolto ai giovani delle scuole bergamasche. Il presidente della Repubblica ha

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ricordato gli anni del secondo dopoguerra e della Costituente dove "al di là di tutte le contrapposizioni politiche - ha detto in un passaggio a braccio dopo lo spunto offerto dall'intervento di Niccolò Fabrizi, rappresentante della Consulta studentesca - prevalse l'impegno di una forte volontà a costruire condizioni migliori per il nostro Paese. Date voi il vostro contributo perché si ricrei questo clima nell'interesse delle giovani generazioni e dell'Italia, nel quadro dell'Europa, di cui siamo parte integrante, in modo da reggere le sfide in un mondo sempre più competitivo". Fuori dal teatro una città ammantata di tricolore. Ovunque manifesti di benvenuto e locandine del comitato per i 150 anni dell'unità d'Italia. Alcuni cittadini hanno anche accolto l'appello del sindaco Franco Tentorio di esporre la bandiera e Napolitano ha visto solo tre colori - il bianco, il rosso e il verde - lungo tutto il percorso del suo corteo: via Autostrada, Carnovali, Don Bosco, Bonomelli, Papa Giovanni XXIII, Porta Nuova, Sentierone, piazza Matteotti, largo Gavazzeni, via Tasso. Tantissime le bandiere italiane, infatti, a figurare in piazza Matteotti sede del Comune, in piazza Vittorio Veneto ai piedi della torre ai Caduti, sui due propilei all'ingresso del centro

urbano così come sulle mura di Città Alta. Alla vista di decine di scolaresche sventolare il tricolore, il Capo dello Stato, nell'incontrare le istituzioni all'interno del teatro Donizetti ha detto di essere rimasto "commosso per lo straordinario calore dell'accoglienza che gli ha riservato Bergamo, commosso dallo sventolio delle bandiere che mi ha fatto capire ancora una volta che tutti possiamo riconoscerci nel Tricolore, senza rinunce nei confronti delle proprie idee e convinzioni". Il federalismo. Le riforme per attuarlo sono "ormai giunte a buon punto", ha ricordato Napolitano. "E' stato decisivo e resta oggi decisivo un clima di corretto e costruttivo confronto in sede istituzionale per uscire da una spirale insostenibile di contrapposizioni, arroccamenti, prove di forza da cui può soltanto uscire ostacolato ogni processo di riforma e per recuperare nella riforma il senso della solidarietà". Ma "non è mio compito intervenire e interferire nella dialettica fra le forze politiche e sociali". Il capo dello Stato ha spiegato che il suo "fondamentale dovere è rappresentare l'unità nazionale che si esprime nel complesso delle articolazioni delle istituzioni".

Bergamo. "Un forte riconoscimento merita la città di Bergamo, la gente bergamasca, per quel che ha dato al movimento dell'Unità nazionale, dell'indipendenza del paese, della difesa dei suoi confini, della riconquista della sua libertà. Per quel che ha dato con la sua laboriosità, dedizione operaia, alla crescita economica e sociale del Paese - ha dichiarato il Presidente della Repubblica - Bergamo è stata protagonista, fin dai moti rivoluzionari che scossero il lombardo veneto nel 1848. La partecipazione dei bergamaschi ci fu nelle Cinque giornate di Milano, nelle giornate di Brescia, nella spedizione dei Mille". I Cacciatori delle Alpi. Il capo dello Stato ha ricordato il ruolo di Bergamo nella lotta per l'Unità d'Italia, l'importanza dei bergamaschi "nella riconquista della libertà". "Non so - ha detto testualmente - se nei tempi confusi che stiamo attraversando qualcuno abbia potuto credere che la Spedizione dei Mille e l'intero fenomeno del garibaldinismo hanno rappresentato una dubbia storia di meridionali. Ma Bergamo fu una delle città più vicine a Garibaldi ed alle sue imprese. Dei Mille che salparono da Quarto, oltre 400 erano lombardi, 180 erano i bergamaschi. Poco dopo altre centinaia da Bergamo raggiunsero in Sicilia le fila garibaldine. I bergamaschi furono il fulcro dei 'Cacciatori delle Alpi". I garibaldini. Napolitano ha citato i nomi di alcuni di quei garibaldini: Gabriele Camozzi, Francesco Nullo, quest'ultimo poi morto in Polonia dove aveva continuato a combattere per gli ideali di libertà. Il Risorgimento fu guidato dall'ideale della libertà e dal principio di nazionalità strettamente uniti, "e da noi in Piemonte, come in Sicilia, in Lombardia come a Napoli, la nazione da unire e da liberare si chiamava Italia ed aveva radici antiche". Le celebrazioni "saranno un modo di ritrovarci in quanto italiani nello spirito che ci condusse 150 anni fa a unirci come nazione e come stato, a ritrovarci nella riflessione comune sui travagli e sulle prove che abbiamo vissuto insieme e sui problemi che insieme abbiamo davanti". Carlo Cattaneo. Poi il forte legame tra Bergamo e gli alpini: "So cosa rappresentano

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per voi gli alpini e cosa Bergamo significa per gli alpini - ha detto Napolitano che ha ricordato la recente scomparsa di Luca Sanna caduto in Afghanistan. Poi ha ripercorso il pensiero del "padre" del federalismo italiano Carlo Cattaneo affermando che ''Cattaneo giunse a delineare la prospettiva degli Stati uniti d'Italia insieme con gli Stati uniti d'Europa''. ''Mi piace ricordare la grande figura di patriota e di pensatore di Carlo Cattaneo che non ha avuto finora nelle celebrazioni uno spazio di attenzione e di riflessione adeguato'',ha sottolineato Napolitano che ha ricordato anche uno scritto su Cattaneo di Norberto Bobbio. Cattaneo si dichiarava contrario ''alla fusione e non all'unità'' e riteneva che ''una pluralità di centri viventi, stretti insieme dall'interesse comune, dalla fede data, dalla coscienza nazionale'' fosse essenziale. Una "visione d'unità che riconosce il pluralismo, una maggiore partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, un federalismo come forma di unità in cui si realizzi la libertà".

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La seconda guerra mondiale. Il capo dello Stato ha poi richiamato "l'evento terribile" della Seconda guerra mondiale: "La mia generazione visse un'esperienza terribile, quella dell'Italia divisa in due come non era più accaduto dal 1860. Un paese sanguinante, in macerie, da ricostruire. C'era da dubitare di tutto ma non ci si doveva scoraggiare e noi non ci scoraggiammo. Nonostante le diversità - ha aggiunto Napolitano - politiche e ideologiche si riuscì a dar vita a una Costituzione nel segno dell'unità. E anche le forze politiche più lontane trovarono punti d'incontro, per disegnare il grande quadro degli indirizzi, dei diritti e dei doveri. E questo è stato il quadro che ci ha salvaguardati da ulteriori rotture". Niccolò Fabrizi. "Gli dirò, non solo per rendergli la pariglia, che il suo discorso non solo mi è parso, ma è stato il discorso di una persona matura": con questo scambio, imprevisto, di battute il presidente della Repubblica si è rivolto direttamente al giovane Niccolò Fabrizi che poco prima aveva salutato il Capo dello stato da quello stesso palco. "Io confido molto, ragazzi, - rivolgendosi ai giovani - nel vostro realismo e nella vostra serietà; confido molto, e sono sicuro che ci daranno delle grandi sorprese, dei grandi sostegni per il futuro dell'Italia: realismo e serietà perché nessuno può promettervi miracoli. Sappiamo che anche le grandi disponibilità che abbiamo di risorse 24

materiali ed umane potranno davvero diventare una forza vitale in quanto ci sarà uno sforzo collettivo". Al termine della cerimonia il presidente della Repubblica ha abbracciato il diciotenne Niccolò Fabrizi, quinto anno al Liceo classico cittadino "Sarpi".

Cogli l'attimo. Niccolò Fabrizi si rivolge a Napolitano: "Il suo discorso di fine anno ci ha sinceramente colpito per la sua efficacia Sembrava fatto da un giovane"



ECONOMIA&BUSINESS

L'unità d'Italia? A carico delle aziende "FESTIVITÀ"

La denuncia degli imprenditori: è "sgradevole" la decisione del Consiglio dei Ministri di considerare il 17 marzo 2011 festa nazionale e scaricarne i costi sulle imprese, chiamate ad erogare la retribuzione per una giornata pagata ma non lavorata 26


a proclamazione del 17 marzo a festa nazionale se non è passata nell'indifferenza con il quale ci apprestiamo a celebrare l'evento non è solo per la visita ufficiale di Napolitano, a Bergamo, ma anche perché qualcuno si è fatto i conti in tasca. La data della festa - una tantum, ovvero solo per il 2011 - voluta dal Consiglio dei Ministri coincide con quel lontano 17 marzo 1861 quando Vittorio Emanuele proclamò il Regno d'Italia e quest'anno cade di giovedì. Passi la chiusura degli uffici pubblici e delle scuole, ma al settore privato, agli imprenditori non sembra vero di doversi sobbarcare il costo di una giornata di stipendio con le fabbriche chiuse e i lavoratori a casa a guardare Napolitano che fa visita al Pantheon. Perché, se per alcuni il 17 marzo sarà un giorno da ricordare per la sua valenza storica, c'è da scommettere che lo sarà anche per il ponte che ne potrebbe derivare. Un ponte nuovo di zecca in un 2011 scarso di ponti e festività (il 25 Aprile e il 1° Maggio non peseranno sulla produttività perché coincidono rispettivamente con il Lunedì dell'Angelo e San Giuseppe sarà una domenica così come Natale e Capodanno). Considerando la bassa stagione, potrebbe scaturire un long week end o una bella settimana di vacanza al caldo. Caldo è anche il sangue che si sono fatti gli industriali di mezza Italia che si sono schierati contro la festa, non certo per ragioni ideologiche, ma per questioni di "portafoglio". Mentre martedì 2 febbraio Napolitano visitava Bergamo per celebrare il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia a più di 200 chilometri la festa nazionale finiva, a sorpresa, nel mirino degli industriali di Bologna. "L'onere della festa - ha detto Maurizio Marchesini, il presidente di Unindustria Bologna nel criticare la scelta della data - ricadrà completamente sulle imprese che, in questa fase ancora di crisi, si troveranno ad erogare la retribuzione per un giorno di mancata produzione". Quindi fabbriche chiuse e lavoratori a casa con lo stipendio pagato, con un incremento del costo del lavoro "non inferiore allo 0.5% annuo". "E pensare - ha notato Marchesini - che in occa-

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sioni recenti ci si è scontrati per pochi minuti di pausa caffè". Nessuno ha da ridire sulla decisione del Consiglio dei ministri di considerare il 17 marzo festa nazionale, anzi, così si "attribuisce il giusto rilievo ad una ricorrenza di massima importanza", ma "è singolare - ha sottolineato il presidente di Unindustria Bologna mentre a Bergamo il gotha dell'imprenditoria era di fronte a Napolitano - che venga addebitato interamente alle aziende il costo di una ricorrenza. In questo momento, nel Paese, siamo in presenza di un dibattito particolarmente acceso sulla produttività: ciononostante, non si è tenuto conto dell'incidenza sui costi delle imprese di un'intera, ulteriore giornata pagata ma non lavorata". Una soluzione ci sarebbe: "Per mitigare almeno in parte l'impatto sui costi aziendali - ha suggerito

utile - ha sottolineato Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto - tenuto conto della contingenza economica e della difficoltà delle imprese e del sistema produttivo", celebrare la ricorrenza "la domenica, o quantomeno recuperare la festività il 4 novembre; sarebbe stata una soluzione più ragionevole e coerente con la sobrietà e i tagli che dobbiamo attivare in ogni direzione". Sulla stessa linea anche Unindustria Treviso e Nicola Tognana, presidente della Camera di Commercio di Treviso ed ex vicepresidente nazionale di Confindustria che in una nota "calcola in oltre 34 milioni di euro i costi diretti per la provincia, in 190 milioni per l'intero Veneto e quasi 2 miliardi in tutta Italia senza poi contare i costi indiretti di perdita di competitività per le imprese. In passato per altre ricorrenze

Nella foto: Roma, Le Frecce Tricolori sorvolano l’altare della patria

Marchesini - sarebbe opportuno prendere in considerazione un eventuale "assorbimento" della retribuzione già dovuta per la festività del 4 novembre (che viene festeggiata la domenica successiva) in quella che verrà erogata dalle aziende per il 17 marzo". "Così - ha concluso - verrebbero sia pure parzialmente ridotti gli oneri derivanti da una festività eccezionale che le imprese, a suo tempo, non avevano potuto prevedere nell'ambito dei loro budget". Il giorno dopo è stata la volta degli imprenditori del veneto. "Sarebbe

civili altrettanto significative (pensiamo ad esempio al 4 novembre) si scelse di celebrarle nel giorno festivo più vicino, anche per una logica di risparmio". E la protesta contro una giornata che "sarà sulle spalle dei soli industriali" si è allargata anche al resto della Penisola, toccando la Lombardia con le perplessità espresse dagli industriali bresciani. Il presidente Giancarlo Dellera ha preso carta e penna e ha scritto una lettera a Emma Marcegaglia. "Non siamo né insensibili né indifferenti a pagine di sto27


Il 17 marzo 2011 (una tantum) sarà giornata di festa nazionale per celebrare l'unità d'Italia. E, per non sbagliare, è probabile che si "ponteggi" il giorno 18, si sa come funziona

ria importanti per il Paese né al dovere di celebrare la ricorrenza - si è sfogato lo stesso Giancarlo Dellera parlando di rammarico da parte della categoria - che avrebbe potuto tuttavia coincidere con il sabato. E questo senza che si interpreti il mio pensiero in chiave che non sia unicamente quella economica. Non posso dunque non rilevare che in questa fase difficilissima in cui si stanno intravedendo segnali seppur timidi di ripresa, una festività aggiuntiva collocata a metà settimana determina un calo della produzione industriale estremamente pesante rispetto a quello di un singolo giorno di sospensione: alcune attività manifatturiere di produzione legate al ciclo di lavorazione dei metalli, nel nostro territorio numerose, richiedono il funzionamento di impianti (per esempio i forni) che non possono essere interrotti come un normale circuito elettrico domestico. E' quindi immaginabile che la produzione di molte imprese bresciane subirà un consistente calo perchè la festività di giovedì produrrà conseguenze fino al lunedì successivo, con oneri pesanti a carico delle imprese stesse". Voce fuori dal coro è stata quella di Ettore Riello, presidente di VeronaFiere nonché presidente e ad del Gruppo Riello: "Mi pare che le proteste attorno alla Festa e ai costi che le imprese dovranno sopportare siano solo altro, inutile, gossip. Certo, ammetto che le celebrazioni saranno un costo per il sistema produttivo, ma direi che bisognerebbe occuparsi di ben altre cose. Ad esempio cavalcare meglio la questione Fiat e la decisione di Sergio Marchionne. Questo e la riforma del lavoro bisognerebbe cavalcare: non certo i costi legati alla Festa dell'Unità d'Italia".

Confapindustria: per il manufatturiero al danno si aggiunge anche la beffa

Paolo Agnelli

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"Oltre al danno la beffa per l'industria manifatturiera del nostro paese". Queste le parole di Paolo Agnelli, presidente di Confapindustria Lombardia, 8mila imprese manifatturiere associate per 150mila addetti, sulla festa del prossimo 17 marzo. "Il danno - spiega Agnelli - è rappresentato dalla perdita di preziose ore di lavoro per la mancata giornata lavorativa: in questo momento le imprese italiane hanno bisogno di tutto fuorché di riposare. La beffa - aggiunge il numero uno di Confapindustria Lombardia - è invece rappresentata dai costi della nuova festività che graverebbero solo ed esclusivamente sulle spalle delle migliaia di imprese manifatturiere, che stanno ancora soffrendo e che vivono in trincea dal 2008. Se festa deve essere, conclude Agnelli, che é a capo di un Gruppo industriale che nel 2010 ha aumentato il proprio fatturato del 28% e l'occupazione del 11%, allora che paghino tutti: Stato, lavoratori e imprese".


ECONOMIA&BUSINESS

Il sondaggio UNITÀ D’ITALIA: 17 MARZO PAGATO COME FESTIVO Il 17 marzo di quest’anno - giorno dedicato al 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia - sarà festa nazionale a tutti gli effetti, comprese le regole sul lavoro festivo. Lo ha chiarito il consiglio dei ministri ieri. L’inclusione della giornata del 17 marzo, un giovedì, tra i festivi ne prevede quindi l’estensione delle regole in materia di orario festivo, il trattamento economico da corrispondere ai lavoratori dipenedenti e le sanzioni amministrative pecuniarie in caso di inosservanza, oltre alla disciplina che regola l’imbandieramento degli edifici.

IL QUESITO Il 17 marzo, solo per quest'anno, è stata fissata per decreto una giornata festiva che ricorda i 150 anni dell'Unità d'Italia. La Marcegaglia però avverte: "Giusto il ricordo, ma non perdiamo preziose ore di lavoro in questo momento difficile per l'economia". Poi l'allarme: "E' giovedì, molti ne approfitterebbero per un ponte lungo". Siete d'accordo? Gli industriali dicono no alla festa del 17 marzo perché danneggia le imprese. Secondo voi hanno ragione?

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Via libera dal Governo al pacchetto sviluppo "PIANO PER LA CRESCITA"

Arrivano un ddl costituzionale sulla libertà d'impresa, la riforma degli incentivi e un intervento fiscale su Iva e Irap emplificazione e concentrazione degli incentivi, modifica di tre articoli della Costituzione, tempi certi per il Piano Sud e rimodulazione delle deduzioni Irap. Sono le misure principali contenute nel pacchetto per lo sviluppo, approva-

S

Giulio Tremonti

to dal Consiglio dei ministri, che però ha perso per strada un "pezzo" importante come il ddl per la concorrenza. I contenuti dovrebbero tuttavia essere recuperati, almeno in parte, inserendo alcune norme in un decreto legge, per il "Piano di rilancio della competitività e della crescita". Con il primo pacchetto del piano per la crescita, arrivano un ddl costituzionale sulla libertà d'impresa, la riforma degli incentivi, e un intervento fiscale su Iva e Irap. Ecco nel det30

taglio i provvedimenti che sono stati approvati. DDL COSTITUZIONALE: Modifica tre articoli della costituzione: il 41 (sulla libera iniziativa economica), il 97 (sulla pubblica amministrazione) e il 118 (sull'assegnazione delle funzioni amministrative sulla base dei principi di sussidiarietà). Il nuovo articolo 41, ha spiegato Berlusconi, prevede che "l'iniziativa e l'attività economica privata è libera, è permesso tutto ciò che non e' espressamente vietato dal legge". Viene stabilito inoltre che le attività non potranno svolgersi "in contrasto" o "in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana". Con la seconda modifica, si stabilisce che l'esercizio delle pubbliche funzioni "è regolato in modo che ne siano assicurate efficienza, efficacia, semplicità e trasparenza". Le pubbliche amministrazioni "sono organizzate secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione". Infine, il nuovo articolo 118 stabilisce che lo Stato, le Regioni, le città metropolitane, le Province e i Comuni devono anche "garantire" l'autonoma iniziativa dei cittadini. DECRETO INCENTIVI: Entrerà in vigore il 1° gennaio del 2012 e punta a semplificare e con-

centrare gli incentivi gestiti dal ministero dello Sviluppo economico. Il 50% delle risorse sarà dedicato alle Pmi e le leggi che riguardano le agevolazioni scenderanno dalle attuali 100 a circa 70. Tra gli strumenti con cui potranno essere erogati i finanziamenti, sono previsti anche i voucher. Saranno destinate al fondo unico incentivi le risorse attualmente finalizzate al superamento degli squilibri economici e sociali, che sono assegnate dal Cipe: per l'85% andranno al Mezzogiorno, per il restante 15% al CentroNord. Con il provvedimento sarà attuato un altro articolo (n. 3) della legge 99 del 2009, che prevede il "riordino del sistema degli incentivi, agevolazioni a favore della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione". DDL IVA E IRAP:E' previsto un disegno di legge per adeguare al sistema Ue l'ordinamento fiscale Iva nei servizi internazionali. Il provvedimenti intensifica l'attività' di contrasto alle frodi intracomunitarie che riguardano l'imposta sul valore aggiunto e prevede delle modifiche al meccanismo del "reverse change". Nel provvedimento è contenuta inoltre una delega per modificare la deducibilità Irap (dall'Irpef o Ires), che sarà diversificata per settori, tipo di attività e territorio.



ECONOMIA&BUSINESS

Vigorosa ripresa ma il lavoro non c'è LA CONGIUNTURA

La produzione industriale è cresciuta del 6.7% grazie alle medie imprese capaci di cavalcare l'export. Rimane delicata, secondo l’ente camerale, la situazione del mercato del lavoro: nell'ultimo anno il numero degli addetti si è ridotto, in media, del 2.7%

La produzione industriale in Lombardia 4° trimestre 2010: variazione annua corretta per i giorni lavorativi

+9,2%

Lodi

+7,5%

Lecco

+6,7%

Bergamo

+6,2%

Varese

+6,2%

Brescia

+6,0%

Lombardia

+5,3%

Monza

ell'ultimo trimestre del 2010 la produzione industriale bergamasca segna un doppio incremento: +6.7 % la variazione su base annua, quando il quadro era ancora depresso, e +1.7 % la variazione sul trimestre precedente. Tuttavia, nonostante il contesto favorevole, rimane delicata la situazione del mercato del lavoro per il numero elevato di imprese che utilizza la cassa integrazione e per il numero di addetti in calo, in media, del 2.7% nell'ultimo anno. Lo spaccato è il frut-

N 32

+4,9% Como

+4,3% Milano

+3,7%

+3,3%

+2,7%

+0,5%

Pavia

Mantova

Cremona

Sondrio

to dell'analisi periodica congiunturale, relativa al quarto trimestre 2010, svolta lo scorso mese dalla Camera di Commercio su 225 aziende con oltre 10 addetti. La performance è direttamente proporzionale alle dimensioni d'impresa: le maggiori (oltre i 200 addetti) ottengono il risultato tendenziale migliore con +8.5%; le medie (tra 50 e 200 addetti) sono al 6.8%; le piccole imprese (tra 10 e 50 addetti) realizzano un robusto +4.9%. Si amplia anche la diffusione settoriale della ripresa rispetto alla precedente rilevazione.


L'industria La meccanica è in aumento del +8.3% in linea con i due precedenti trimestri. In grande miglioramento anche la dinamica del tessile (+8.5; addirittura +12% la dinamica dell'ultimo trimestre). Spiccano i risultati della siderurgia (+10.1), gomma-plastica (+7.5), legno mobili (+6), chimica (+8.2) e mezzi di trasporto (+6.1). Abbigliamento (+2.2), carta - editoria (+2.2), pelli e calzature (+1.5) e industrie varie sono in territorio positivo. In calo invece l'alimentare (-0.8) e, da lungo tempo, le produzioni di minerali non metalliferi che risentono della debolezza degli investimenti nell'edilizia. Le aziende che dichiarano una variazione tendenziale molto negativa (oltre il -5%) scendono dal 23.9% della volta scorsa al 17.4% attuale mentre salgono dal 50 al 57.3% le

imprese con incrementi oltre il 5%. Il fatturato totale a prezzi correnti cresce di poco (+0.9%) nel trimestre, per effetto di uno stallo delle vendite all'estero, ma nel confronto con i livelli dell'anno precedente il recupero si conferma su valori importanti (+7.8%). Il numero degli addetti delle imprese del campione diminuisce (-0.47% nel trimestre) come risultato a saldo di un tasso d'ingresso di 1.39 e di un tasso di uscita di 1.87. Quest'ultimo è nettamente inferiore ai corrispondenti valori registrati nel quarto trimestre di tutti gli ultimi anni, sempre superiori al 2%. Ne consegue che il dato destagionalizzato del trimestre, che neutralizza gli effetti di calendario, è per la prima volta lievemente positivo (+0.2%). Ma si tratta di un segnale debole. Gli addetti della meccanica diminuiscono (-0.58 la variazione grezza) nel trimestre (1.27% il

tasso d'ingresso e 1.85 il tasso di uscita). Nel tessile a un tasso di ingresso di 0.71 è corrisposto un tasso di uscita di 1.98 con un saldo negativo del -1.26% nel trimestre. Su 13 settori, 8 riportano variazioni negative e 5 (siderurgia, mezzi di trasporto, pelli-calzature, gomma-plastica e industrie varie) un aumento dell'occupazione nel trimestre. Non è univoco il dato sul ricorso alla cassa integrazione nell'ultimo scorcio dell'anno: si tratta di ore effettivamente utilizzate dalle imprese del campione, un dato quindi diverso da quello sulle ore richieste o autorizzate Inps. A Bergamo le aziende che hanno fatto ricorso alla cig sono il 22.7% del campione, in lieve rialzo rispetto al 20.1% del trimestre precedente. La quota è del 26.6% tra le aziende meccaniche (23.6% nella precedente rilevazione) e del 22.2% di quelle tessili (contro il 33


La produzione artigianato in Lombardia 4° trimestre 2010: variazione annua corretta per i giorni lavorativi

+5,0%

Como

+4,0%

Bergamo

+4,0%

Varese

+3,9%

Brescia

+3,9%

Lecce

+3,8%

Cremona

+2,7%

Lodi

+2,4%

Lombardia

+2,2%

Monza

+1,9% Milano

+0,9%

+0,7%

Mantova

Pavia

-0,2% Sondrio

25% nel terzo trimestre). In volume orario la cassa integrazione utilizzata è pari al 3.3% del monte ore trimestrale, in calo sul 4% della volta scorsa e dimezzata rispetto ai picchi raggiunti a metà del 2009; in particolare la meccanica è al 3.2% (contro il 3.6 nel terzo trimestre), il tessile al 4.3 (5.7 il precedente), l'abbigliamento al 18.6 (contro il 20.3 dell'indagine precedente).

L'artigianato Anche l'artigianato manifatturiero ha oltrepassato il punto di minima, ma il sentiero della ripresa è più accidentato e la variazioni da un'indagine all'altra piuttosto volatili. Questo emerge dal sondaggio che ha riguardato aziende con più di 3 addetti della provincia, con una copertura campionaria dell'83.2%. Nel quarto trimestre l'indice destagio34

nalizzato della produzione è rimasto pressoché invariato (+0.1% la variazione congiunturale); tuttavia l'asticella si è portata a quota 87,8, cioè 4 punti al di sopra del livello dell'anno precedente. Però il miglioramento va di pari passo con la persistenza di problemi per una parte significativa del campione. Resta infatti elevata, e invariata rispetto alla precedente rilevazione la quota (27%) delle aziende che registrano cali produttivi oltre il -5%. D'altra parte torna ad aumentare di poco (al 42% rispetto al precedente 40.7%) l'incidenza di quanti dichiarano incrementi superiori al +5%. A saldo sono in progresso le segnalazioni positive, con un +18.7%, rispetto al +15% della precedente rilevazione. Nel confronto con le altre province lombarde l'artigianato manifatturiero bergamasco fa segnare un valore tra i più elevati nel confronto

annuo, ma un risultato molto più contenuto nel brevissimo termine del trimestre (+0,1). La produzione in media

annua è aumentata a Bergamo del 2.2% rispetto al 2009 contro una media regionale ferma a -0,1%. La reazione alla


crisi sembra quindi essere stata più intensa sia in fase di caduta (il 2009 il risultato dell'artigianato manifatturiero di Bergamo è stato il più negativo in Lombardia: -12.5%) sia in fase di ripresa nel corso del 2010. Meglio la risposta in termini di fatturato, con un'accentuazione più positiva sia nella dinamica trimestrale (+2%) sia in quella tendenziale (+7.7 %). Anche gli ordinativi sono in consistente progresso: +2.6% nel trimestre, +6.9% rispetto a un anno fa. Dopo l'episodico rialzo dello scorso trimestre, si riconferma invece negativo il quadro dell'occupazione. Gli addetti nel trimestre diminuiscono dello 0,9% a saldo di un tasso d'ingresso di 1,8% e di un tasso di uscita del 2,7% (era stato del 3% nel trimestre conclusivo del 2009). La variazione destagionalizzata ridiventa negativa (-0.6%). Complessivamente, nel 2010 gli addetti sono calati del 2%, una variazione minore rispetto al risultato medio del 2008 (-3) e del 2009 (-4,8) ma che prolunga una serie storica negativa da lungo tempo. La sofferenza del quadro occupazionale è confermata anche dall'incremento della cassa integrazione in deroga, che nel quarto trimestre 2010 è stata utilizzata dal 13% circa delle imprese artigiane manifatturiere (con almeno 3 addetti), in aumento rispetto al precedente trimestre (11%). Anche in termini di monte ore utilizzato si riscontra un aumento dal 2% nel terzo al 2.7% nel quarto trimestre.

2.8%); mentre in Lombardia la flessione è ancora marcata (-1.9%) anche se in relativo miglioramento rispetto al -3% dello scorso trimestre. Nel commercio all'ingrosso (34 risposte), risultato ancora negativo il dato a Bergamo (-4.8% dopo il -5.3% dello scorso trimestre) mentre a livello regionale si conferma una variazione positiva (+1.4%) uguale a quella dello scorso trimestre. Negli alberghi, bar e ristoranti (17 risposte), il volume d'affari è in calo a Bergamo per il decimo trimestre consecutivo (-2.9% contro il -3.1% precedente); in Regione il calo è del -1.7% così come nello scorso trimestre. Si riconferma in accelerazione l'attività dei trasporti a Bergamo (+4.3% contro il +2.5% precedente: 34 risposte) e in Lombardia (+2.9% dopo il +1 del tri-

scorso trimestre) anche la dinamica regionale. Nei servizi avanzati (15 risposte) il volume d'affari a Bergamo è in recupero (+1.4%, rispetto al precedente +0.8%) e si conferma positiva anche la dinamica regionale (+0.5% dopo il +1.7% precedente). Negli altri servizi alle imprese (finanziari, immobiliari, vigilanza, pulizia con 8 risposte) è in netto miglioramento il giro d'affari a Bergamo (+2.8% dopo il -0.4% della volta scorsa) così come in Lombardia (+0.4% dopo il -0.8%). Infine nei servizi alle persone (istruzione e sanità private, attività ricreative, lavanderie, parrucchieri, ecc. con 10 risposte) brusca inversione di tendenza a Bergamo (-0.9% contro il +1.6% precedente) e proseguimento del

mestre scorso). Nell'informatica e tlc (9 risposte) la variazione tendenziale a Bergamo ridiventa negativa (3.8% rispetto al +0.6% precedente). Negativa (-1.1% dopo il -1.4% dello

quadro negativo anche in Lombardia (-1.1 rispetto al precedente -1.3%). L'occupazione nel trimestre è in netta flessione a Bergamo (-4.4%) e meno in Lombardia (-1.2%).

Il commercio Piatto ma in recupero il quadro dei servizi (-0.3% annuo) mentre in Lombardia si affaccia un timidissimo segnale positivo (+0.1%).Le variazioni trimestrali grezze sono positive, pari al +2% sia a Bergamo sia in Lombardia. Nelle costruzioni (29 risposte dal campione provinciale) la dinamica tendenziale è in leggero recupero a Bergamo (+0.2% rispetto al precedente -

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ECONOMIA&BUSINESS

Bombassei: "Pmi lasciate sole dalle banche" IL CONVEGNO

"Le aziende non superano le crisi perchè le banche hanno perso il legame con il territorio". Lo sostiene il patron della Brembo in un convegno organizzato dal Credito Bergamasco e "Il Sole 24 Ore" Il suo richiamo: servono più reti d'impresa e una maggior scolarizzazione

ARTICOLO DI: LIVIO CASANOVA

eti d'impresa e scolarizzazione: sono le due strade che possono aiutare le Pmi ad uscire da una crisi che "ha solo accelerato un processo che sarebbe avvenuto comunque". Le indicazioni vengono dal patron della Brembo, Alberto Bombassei, intervenuto al convegno sulle economie locali e lo sviluppo territoriale, quarta tappa del ciclo di incontri organizzato dal Credito Bergamasco (gruppo Banco Popolare), in collaborazione con "Il Sole 24 Ore". Le reti d'impresa rappresentano una forma di aggregazione che va al di là dei distretti e permette di superare le difficoltà legate alle dimensioni delle aziende "anche se - come ha sottolineato il vicepresi-

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dente di Confindustria - non è facile. Per affrontare il mercato globale occorrono certe dimensioni e le aggregazioni in Italia non sono automatiche, perché c'è molto individualismo. E' difficile convincere un imprenditore che per generazioni ha litigato con il suo vicino ad allearsi con lui per andare a vendere in Cina o in India". Un esempio in questo senso può venire dalle banche "che sono arrivate, prima, ad aggregarsi, strutturandosi e organizzandosi molto bene. Ma - come ha ricordato Bombassei a causa delle maggiori dimensioni, in certi casi, alcuni istituti hanno perso il valore della conoscenza del territorio, delle imprese e delle persone. Se questa conoscenza e questo appoggio

non si fossero smarriti molte piccole aziende avrebbero potuto superare la crisi". Crisi, quella attuale, che ha messo in luce come sia cambiato profondamente il contesto economico in cui le Pmi operano rispetto a dieci anni fa. Un valore, quello della conoscenza del territorio, "assolutamente da recuperare" e Bombassei ribadisce che "la mancanza di questo patrimonio di conoscenza diretta del territorio durante la crisi ha spiazzato molte piccole imprese che, rimaste sole, sono state costrette a chiudere. Con qualche fornitore siamo intervenuti per evitare che chiudesse". L'altra strada indicata è la scolarizzazione. Nella Bergamasca ancora molto bassa, soprattutto, a livello universitario.


"Bisogna incoraggiare la frequenza scolastica e universitaria, meglio se con esperienza in altri Paesi, perché la crisi ha mutato anche questi parametri. E' necessario cambiare l'approccio culturale al lavoro e mettere in conto che non sempre possa essere sotto casa". Le due strade indicate da vicepresidente di Confindustria sono state elencate anche in apertura di convegno da Laura Vigano, preside della facoltà di economia dell'Università di Bergamo, che in una carrellata ha sintetizzato altre linee d'azione: innovazione, internazionalizzazione (che non fa il paio con delocalizzazione), flessibilità, formazione, adeguata dimensione, ottimizzazione della gestione finanziaria, esportazione e sviluppo di reti territoriali. Riprendendo il tema della crisi, paragonata ad una malattia che non si può curare con rimedi tradizionali come suggerito dall'economista Mario Deaglio in un recente intervento a

Alberto Bombassei

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Bergamo, Vigano ha ipotizzato "rimedi omeopatici". Prima di tutto è necessario "guardarsi dentro e sviluppare la capacità di reagire da soli, anche senza interventi esterni", che significa "una riformulazione dell'organizzazione interna, la semplificazione e razionalizzazione gestionale, una valorizzazione delle associazioni di categoria, delle reti e dei consorzi, per ridurre i costi e per favorire l'apertura ai mercati esteri, più attenzione alla formazione e al ruolo dell'Università e un improrogabile rilancio delle infrastrutture". Presenti al Centro Congressi Giovanni XXIII per il road show orobico "Crescere insieme: economia locale e sviluppo territoriale", oltre a Laura Vigano e Alberto Bombassei, Carla Collicelli (Vice direttrice del Censis), Bruno Pezzoni (amministratore delegato del Credito berga38

masco) e Giacomo Gnutti (presidente Fidelitas e consigliere Creberg). Ma come è l'economia orobica? Due parole: "ricca e sobria in un Italia dalle pile scariche e senza desiderio". E' così che Carla Colicelli definisce Bergamo con redditi più alti rispetto al resto del Paese e spese più moderate. Rispetto ad altre zone d'Italia ha una situazione lavorativa e occupazionale meno problematica con una popolazione tendenzialmente più giovane, pronta ai cambiamenti e all'innovazione, in un contesto, però, di welfare che non è al passo con i tempi. Fondamentali per il nostro territorio rimangono la famiglia, che ha fatto da ammortizzatore, e le dinamiche sociali. All'orizzonte si prospetta un futuro d'assistenza dove pian piano la dimensione privata prenderà sempre più piede. Per anziani, deboli, emargina-

ti e categorie svantaggiate conteranno più le iniziative della cittadinanza attiva e sempre meno l'intervento dello Stato. Questo porterà ad aumentare lo stress accumulato all'interno dei nuclei familiari e a rivolgersi a lavoratori stranieri, è il fenomeno delle badanti, ma il rischio che deve evitare il terzo settore "è il dilettantismo e la sottoccupazione". Sul versante bancario, per Bruno Pezzoni, da bandire assolutamente è il concetto di banca "supermercato", retaggio degli anni passati. D'accordo con Bombassei ha riconosciuto che le banche più piccole "hanno perso la capacità di presidiare il territorio". Le cause, indicate dall'amministratore delegato del Credito bergamasco, che hanno portato ad uno scollamento tra i direttori di filiale e il tessuto imprenditoriale locale sono da ricercare nel carico sempre maggiore di obblighi amministrativi e adempimenti regolamentari. Ha parlato di "modifiche alle modifiche", a cui le banche più grandi hanno saputo adeguarsi grazie alla maggiore capacità organizzativa di cui dispongono. Di queste capacità dovranno farsi carico anche le banche più piccole, ha sottolineato Pezzoni, per "dare modo ai direttori di banca di riprendere contatto con il territorio e non far mancare il credito alle imprese". Prima di tornare sul tema del sociale, Giacomo Gnutti, presidente Fidelitas e consigliere Creberg, nel corso della tavola rotonda moderata dal caporedattore centrale de "Il Sole 24 Ore" Massimo Esposti ha ricordato come le banche, protagoniste con le imprese nello sviluppo e nella crescita di un territorio, devono imbracciare ottiche lungimiranti e abbandonare parametri di crescita e di verifica troppo corti. "La crisi ha spinto a ripensare al ruolo sociale dell'impresa nella creazione di posti di lavoro, dalla quale dipendono crescita economica e benessere, reddito e di conseguenza consumi - ha concluso Gnutti -. Oggi la sfida è creare occupazione: i manager capaci non sono quelli che si limitano a tagliare i costi, ma coloro che dai costi sanno trarre valore aggiunto".



ECONOMIA&BUSINESS

Presidenza Sacbo si scaldano i motori "POLTRONE"

Per la società di gestione dell'Aeroporto di Orio al Serio, in primavera, l'approvazione del bilancio coinciderà con il rinnovo dei vertici aziendali Per la poltrona di presidente circolano i nomi di Emilio Zanetti, Gianni D'Aloia, Renato Ravasio ma è possibile che rimanga Mario Ratti

ACBO, la società di gestione dell'Aeroporto di Orio al Serio, si avvia al rinnovo dei suoi vertici aziendali. Il suo CDA, infatti, decadrà con l'approvazione del bilancio annuale prevista per questa primavera. A quel punto i soci indicheranno i nuovi consiglieri d'amministrazione e si accorderanno su chi occuperà per il prossimo mandato, 3 anni, una delle poltrone più ambite del panorama industriale bergamasco: la Presidenza di SACBO, un incarico da 18.000 euro annui più il premio di risultato che per il 2009 è stato pari a 79.000 Euro. Al di là del compenso, però, si capisce bene come presiedere una delle più grandi aziende bergamasche - il quarto aeroporto nazionale con oltre sette milioni e mezzo di passeggeri ed il terzo come numero di merci in transito con 106.921 tonnellate sia un incarico, da molti, ambito. Non va nemmeno sottovalutato, d'altronde, come SACBO dia direttamente o indirettamente lavoro a 18mila persone, indotto compreso.

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Da sola rappresenta il 7.5 per cento del pil bergamasco. Presiedere SACBO è, quindi,

7.7 I milioni di passeggeri che lo scalo orobico ha toccato nel 2010

un incarico dalle grosse responsabilità verso i suoi soci, verso il territorio e verso

le sue imprese. Strategico, inoltre, è il nodo che SACBO dovrà affrontare tra espansione economico -industriale e impatto sul territorio. Il vorticoso aumento dei voli in transito nei cieli bergamaschi, infatti, genera numerose rivendicazioni tra i comuni limitrofi a causa delle conseguenze ambientali ed acustiche di una simile struttura in un territorio densamente urbanizzato. D'altra parte, non può sfuggire come l'aeroporto e la sua espansione siano un volano per l'internazionalizzazione delle imprese del territorio, per le opportunità di lavoro e di reddito generato direttamente o tramite l'indotto. Chi governerà SACBO nel prossimo trienno dovrà quindi cercare un difficile equilibrio tra gli interessi degli azionisti e quelli del territorio, tra la ricerca della redditività e le sue conseguenze in termini acustico-ambientali, tenendo anche in debita considerazione come Malpensa, ovvero SEA, da tempo desideri aprirsi anche al ramo dei voli economici. Proprio operando in questo senso, infatti,


Malpensa ha strappato ad Orio al Serio i voli della compagnia economica tedesca "Air Berlin": un paio di tratte in tutto. Niente rispetto al grosso rappresentato da "Ryanair" ma pur sempre un segnale del-

8 I milioni di passeggeri attesi per il 2011 attribuibili, in percentuale maggiore, agli irlandesi di Ryanair.

l'attenzione di SEA per il ramo dei voli economici e della sua volontà industriale di investire anche in questo settore. Orio garantisce alla compagnia irlandese slot a prezzi di favore ma che un domani potrebbe tranquillamente trasferirsi laddove

Le quote in Sacbo

30,98% Sea 0,01% Aereoclub Taramelli 0,59% Confindustria 3,27% Italcementi 6,96% Credito Bergamasco 13,20% Provincia di Bergamo

Mario Ratti, presidente di Confindustria Bergamo dal 1995 al 2000, è entrato a far parte del consiglio di amministrazione di Sacbo nel settembre 2004 e dal 2008 è il presidente della società di gestione dello scalo

13,25% Camera di Commercio 13,84% Comune di Bergamo 17,90% Ubi banca

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fosse più conveniente. Esistono già dei precedenti: nel 2008, ad esempio, abbandonarono Valencia per delle

1949 Istituti bancari, istituzioni e gruppi commerciali locali, costituirono un comitato per dotare la provincia di Bergamo di un aeroporto civile

divergenze con le istituzioni locali, cancellando 70 voli settimanali e 42

mettendo a rischio 850 lavoratori. Per semplifica: davanti ad una bella offerta di SEA gli irlandesi potrebbero tranquillamente trasferirsi a Malpensa dall'oggi al domani. Non a caso, conoscendo quanto un simile scenario sarebbe esiziale per SACBO scarsamente diversificata nella sua offerta e totalmente dipendente da Ryanair -, SEA da una parte tenta SACBO con la proposta di una fusione, dall'altra la minaccia con la promessa di un offensiva senza quartiere per accaparrarsi i voli della compagnia irlandese. Nel frattempo, però, SEA ha venduto il 19% del suo pacchetto azionario in SACBO, scendendo dal 49.98% a circa il 30%. Una mossa, quest'ultima, datata febbraio 2009 e dalle forti conseguenze sugli equilibri azionari all'interno del patto di sindacato tra i soci bergamaschi. Il 19% messo sul mercato, infatti, è stato loro offerto con diritto di prelazione ma non tutti lo hanno sottoscritto. In

particolare, Comune di Bergamo e Provincia di Bergamo hanno recentemente dichiarato di non avere le risor-

1970 Nasce Sacbo, la società che gestisce lo scalo di Orio al Serio. Il 16 luglio l'atto costitutivo. Primo presidente è Attilio Vicentini

se per rilevare le quote di loro competenza. Le banche del territorio, inve-


ce, hanno esercitato il loro diritto di prelazione. Così come la Camera di Commercio. Risultato: oggi il primo socio all'interno del Patto di Sindacato

muovendo. Da tempo si rumoreggia di una candidatura (mai smentita) alla presidenza di SACBO da parte di Gianni D'Aloia, autorevole esponen-

1971

2003

Il 21 marzo da Ciampino arriva il Dc9 Itavia che il giorno dopo alle 9.26 decolla da Orio. Si inaugura, così, la stagione dei voli civili

Con l'arrivo di Ryanair e di altri vettori a basso costo, Orio al Serio nel giro di poco tempo diventa il più importante scalo italiano dei voli low cost

al governo di SACBO è Ubi Banca, con il 17.90% delle azioni societarie. Il peso di Comune di Bergamo e Provincia di Bergamo, invece, è rimasto invariato e se, come sostiene il Sindaco di Bergamo Franco Tentorio, "il governo di SACBO è ancora in mano pubblica perché la Camera di Commercio è un ente pubblico", è anche vero che il peso dei due enti locali territoriali oggi non è più così decisivo come lo era prima e come fu quando al vertice di SACBO, nel 2008, s'insediò Mario Ratti, nominato nel CDA dal Comune di Bergamo ed eletto Presidente dello stesso grazie alla fruttuosa mediazione dell'allora Sindaco di Bergamo Roberto Bruni, forte del peso azionario del Comune di Bergamo come primo socio del Patto di Sindacato. Oggi, come detto, primo socio del Patto è UBI Banca. Non è da escludersi, allora, che Emilio Zanetti decida di far valere questa sua posizione per una candidatura alla Presidenza tanto più che, durante la presidenza di Ratti, ha ricoperto il ruolo di Vice-Presidente. Nel frattempo, però, anche la politica locale si sta

te del Pdl cittadino. L'avvocato, deus ex machina del PDL cittadino, gode del sostegno del coordinatore provinciale del Popolo della Libertà, Carlo Saffioti il quale, non a caso, è intervenuto recentemente per invitare il primo cittadino di Bergamo a crescere nella compagine azionaria di SACBO. Nel PDL, però, non c'è accordo e sembra che anche Marco Pagnoncelli, ex coordinatore di Forza Italia in Bergamo, nonché consigliere d'amministrazione SEA, voglia dire la sua nella corsa alla Presidenza di SACBO forse anche per realizzare quella mai tramontata ipotesi di fusione con SEA, un'ipotesi caldeggiata anche dalla Lega Nord, ultimamente sempre più ramificata nella vita economico-industriale del settentrione. La scelta, però, potrebbe anche cadere sulla continuità di gestione ed il nome che sembra farsi largo è quello di Renato Ravasio, attualmente in quota alla Provincia ma ex democristiano e uomo di fiducia di Valerio Bettoni. Difficile, allora, che Pirovano decida di riproporlo in quota alla "sua" Provincia. Molto più facile, invece, che Pirovano cerchi di giocare in proprio o

per accrescere la presa della Lega Nord sull'economia bergamasca, come accaduto con TEB quando con un colpo di scena finale nominò il suo collega Nunziante Consiglio alla presidenza. TEB, però, non è SACBO né per volume d'affari né per ripercussioni sull'economia bergamasca. Di sicuro, da febbraio 2009, in SACBO sono cambiate molte cose: a cominciare dal peso della politica. Notevolmente diminuito per effetto del mancato esercizio del diritto di prelazione sulle quote messe in vendita da SEA. Possibile, allora, che Mario Ratti rimanga Presidente per un altro triennio ma con nuovi sostenitori rispetto a quelli di prima.

Orio al Serio: nel 2010 7.677.224 passeggeri Nel 2010 lo scalo di Bergamo Orio al Serio ha toccato i 7.677.224 passeggeri, con una crescita del 7,3% rispetto ai 7.158.130 del 2009 e "massimamente concentrata sui voli di linea che hanno continuato a registrare valori di load factor percentualmente al di sopra della media generale del trasporto aereo". Lo ha annunciato il gestore SACBO. La crescita è positiva per i voli di linea (+7,6%), per i charter (+2,9%) e nelle merci (106.054 tonnellate, con incremento del 6,5% sul 2009 nonostante il calo del 6,3% dei voli legato all'uso di velivoli più grandi.

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ECONOMIA&BUSINESS

Banda larga: Wind copre il 90% della Bergamasca L'INTERVISTA

Un bergamasco su 5 è cliente Wind, valori in crescita per la nostra provincia del 7,5% sul 2009 Maximo Ibarra, Direttore Business Unit Consumer, anticipa investimenti sulla rete, sulla distribuzione e nuove offerte ARTICOLO DI: LIVIO CASANOVA

stensione significativa della copertura Internet broadband vicina al 90% della popolazione, un incremento dei punti vendita sia per i negozi Wind sia per quelli multibrand (15% in più rispetto al 2010) e una campagna pubblicitaria continuativa su stampa, radio ed affissione su tutto il territorio della provincia di Bergamo dalla fine di gennaio fino a giugno. Sono alcune delle novità di Wind, la compagnia telefonica che si distingue nel panorama nazionale per essere una tra le più convenienti, che

E

13 febbraio 2011 - E' on air il secondo spot della campagna televisiva Wind, con Aldo, Giovanni e Giacomo ancora protagonisti della serie di episodi ambientati nel salone da barbiere Anche questa volta l'interpretazione del Trio è incentrata sulla loro inconfondibile gestualità e capacità mimica

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Maximo Ibarra

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Maximo Ibarra

Maximo Ibarra, nato a Cali, Colombia, classe 1968, laureato in Scienze Politiche a Roma, Master in Business Administration e successivamente in Marketing e Telecomunicazioni presso l'Insead di Parigi. Ampia esperienza nel campo delle Tlc, dapprima in Tim poi ad Omnitel (Vodafone). Successivamente Direttore Commerciale di DHL International. Entra in Fiat come Vice President & Business Development nell'area Consumer Services, per approdare nel 2004, dopo un’esperienza nel gruppo Benetton come Vice President Marketing per Comunicazione Wordwide, in Wind, come Direttore Marketing Mobile e successivamente Direttore Marketing Mobile & Customer Management. Dal 2009 è il nuovo Direttore Business Unit Consumer Wind.

interesseranno Bergamo e provincia nel corso del 2011. "Inoltre - come sottolinea Maximo Ibarra, Direttore Business Unit Consumer Wind - stiamo già lanciando nuovi prodotti e promozioni come il nuovo "All inclusive" per abbonamenti con soluzioni che comprendono voce, sms verso tutti e Internet illimitato a partire da 16 euro e, per il mondo prepagato, il "Super Noi Tutti" che nella versione "Passa a Wind" offre chiamate ed sms verso tutti a partire da 6 euro per 12 mesi". 46

La sede di roma

Direttore, nei primi nove mesi del 2010 Wind ha registrato una crescita dei risultati, sia nella telefonia mobile che in quella fissa, con un incremento dei clienti Wind del 9.6% (19.6 milioni), che si è tradotto in un aumento dei ricavi mobili del 5.6%. Proviamo a leggere questi risultati? "La crescita di Wind nel 2010 in termini di customer base e di ricavi è in assoluta controtendenza rispetto al mercato della telefonia mobile in Italia. Wind è, infatti, uno dei pochi operatori a crescere in un mercato estremamente maturo, dove la competizione sui prezzi è stata molto marcata, soprattutto nell'ultimo biennio. Il dato più interessante riguarda la crescita della quota di mercato di Wind negli ultimi anni: dal 16% del 2006 al 22% del 2010. Il nostro obiettivo è mantenere questo trend anche nei prossimi

anni in modo da consolidare ulteriormente la leadership di mercato di Wind". L'obiettivo che si era prefissata Wind nel 2010 era quello di acquisire nuove quote di mercato, in particolar modo nel comparto business. E' stato raggiunto? "Anche nel segmento delle partite iva e delle pmi stiamo procedendo a passo spedito e, infatti, nel 2010 le acquisizioni sono aumentate del 110% e i ricavi del 13% circa. Per il 2011 abbiamo l'obiettivo di posizionarci come "one solution partner" per tutte le aziende che hanno la necessità di disporre di soluzioni integrate di telefonia mobile e fissa, solide, affidabili e convenienti". In che misura la diffusione della banda larga può essere un fattore


chiave per il futuro del Paese e incidere in modo crescente sullo sviluppo della società e delle imprese bergamasche? "La banda larga sul fisso e sulla telefonia mobile rappresenta un asset strategico per lo sviluppo del paese. Wind è attiva su entrambi i fronti, con investimenti importanti non solo nelle grandi città, ma anche nelle province come in quella di Bergamo che ricopre un'importanza rilevante nell'economia italiana. Wind sta rivolgendo particolare attenzione a quest'area per dare a tutte le famiglie e alle aziende la possibilità di poter fruire della banda larga con la trasparenza, semplicità e convenienza che caratterizzano il servizio e l'offerta commerciale".

sempre maggiore diffusione di applicazioni che consentono la chiamata e i messaggi su base dati? "Wind è un operatore telefonico che opera a 360 gradi sia nella telefonia mobile sia in quella fissa gestendo più di 23 milioni di clienti. Il nostro obiettivo non è quello di contrastare bensì di facilitare l'utilizzo di Internet e di tutte le applicazioni che sempre più

popolano il web. Vogliamo dare ai nostri clienti soluzioni All inclusive in ottica "end to end", senza occuparci necessariamente dei contenuti o delle applicazioni che di fatto sono già ampiamente disponibili sul web. In futuro, bisognerà comunque trovare delle aree di cooperazione con gli "over the top" in modo tale che, nell'intero ecosistema, non siano solo gli operatori ad essere gli 13 febbraio 2011 - E' on air la nuova campagna tv di Wind Business

Come pensate di contrastare la

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la campagna natalizia di Wind che vede protagonisti Giorgio Panariello, nei panni di Naomo, e la bella Vanessa Incontrada entrambi in grande spolvero per il Natale 2010

unici a sostenere investimenti crescenti sulle reti di nuova generazione".

“Wind ha lanciato due campagne istituzionali, una dopo l’estate e una dopo Natale, per mettere in evidenza i valori aziendali: chiarezza-trasparenzasemplicità, che rappresentano il DNA della proposizione sul mercato di Wind”

Il governo sembra essere deciso a consentire l'accesso Wi-Fi gratuito. E' possibile uno scenario futuro di convivenza? "Assolutamente sì, il Wi-Fi può essere di supporto sia in ambiente domestico, per soddisfare le esigenze di convergenza fisso-mobile delle famiglie, sia in aree urbane ad alta densità per sostenere le reti mobili a banda larga e fornire capacità aggiuntiva negli orari o nei giorni di picco". Quali sono le prospettive di sviluppo di Wind per il 2011? Nel 2011 vogliamo continuare a crescere con la stessa velocità e forza del 2010 sia nel mercato consumer sia in quello "professional", soprattutto grazie alle nuove offerte Wind e agli investimenti sulla rete e sulla distribuzione".

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Qual è la quota di mercato di Wind in provincia di Bergamo nel pubblico e nel privato? Qual è il vostro prodotto o servizio più venduto a Bergamo? Non abbiamo dati specifici sulle quote di mercato divisi per provincia, ma posso dirle che in termini di penetrazione sulla popolazione siamo intorno al 17%, con la base clienti a Bergamo e provincia in crescita del 7,5% rispetto allo scorso anno”. Il contratto più vantaggioso che state offrendo al mercato? "Si chiama "All inclusive", con 16 euro al mese è tutto compreso: chiamate verso tutti, sms verso tutti, chiamate illimitate verso un numero Wind, Internet illimitato sul proprio smartphone. Il tutto senza la tassa di concessione governativa".


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mposte non pagate per un imponibile di 2.590 milioni di euro contro i 1.730 milioni dell'anno precedente. E' il dato piÚ preoccupante messo in luce dal colonnello Giancarlo Trotta nella presentazione dei risultati ottenuti dalle Fiamme Gialle nel corso del 2010. "Un dato che" ha sottolineato lo stesso Trotta, "da un lato evidenzia come i controlli siano diventati piÚ efficienti e produttivi, grazie anche al miglioramento della formazione professionale e della collaborazione con diversi enti, ma dall'altro mette in rilievo che è inevitabilmente incrementata l'evasione fiscale".

I

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A Bergamo evasione su 2.6 miliardi di euro Il 50% in più del 2009 "I FURBETTI"

Il comando provinciale della Guardia di Finanza, nel 2010 ha scoperto più di 400 reati fiscali e ha registrato un alto tasso di evasione: 169 gli evasori totali. Scovati 1.257 lavoratori in nero e l'Iva evasa è passata da 275 milioni del 2009 a 532 milioni di euro

L'attività dei reparti della provincia orobica (Nucleo di polizia tributaria di Bergamo, Compagnie di Bergamo e Treviglio, Tenenze di Clusone e Orio al Serio e Brigate di Sarnico e Costa Volpino, nonché Tenenza di Cisano Bergamasco fino al 15 settembre) si è concentrata proprio sulla lotta all'evasione e all'elusione fiscale e sul contrasto alle diverse forme di criminalità economica. In questo ambito sono stati eseguiti 1.518 controlli, accertati 403 reati fiscali e denunciati 410 responsabili, due dei quali arrestati. Buona parte delle somme segnalate all'Agenzia delle Entrate e dei beni sottoposti a 51


sequestro si riferiscono a operazioni condotte contro l'evasione fiscale internazionale. Ad esempio l'operazione

Riciclaggio, usura e contraffazione. Quanto al contrasto di altre forme di criminalità economica, sul versante del riciclaggio, l'impegno della Guarda di finanza ha permesso di intercettare casi per circa 16 milioni di euro, di sequestrare beni per 1.6 milioni di euro e di denunciare a piede libero 11 responsabili. Relativamente, "Evasori totali" del tutto sconosciuti al Fisco invece, all'usura, sono stati denunciati due responsabili, di cui uno tratto in arresto, e sequestrati beni per 150.000 euro. Sequestri rilevanti di valuta (per Prodotti sequestrati per garantire la sicurezza 130.000 euro) e di beni (per 118.000 euro) sono stati dei consumatori, tra questi: 11.000 cosmetici e 14.000 occhiali effettuati, rispettivamente, durante i controlli valutari eseguiti all'aeroporto di Orio al Serio e al termine di "Calypso": tra gli anni 2009 e 2010, ha permesso di scoindagini condotte nel settore dei reati fallimentari. Sul fronte prire che, per effetto di una vasta frode, lo Stato non della lotta alla contraffazione dei marchi sono state portate a aveva incassato oltre 600 milioni di euro di imposte dirette e oltre 650 milioni di euro di Iva; 72 persone sono state denunciate e le loro disponibilità economiche bloccate, per un valore Prodotti contraffatti: 8.389 nel settore abbigliamento tra capi, accessori e marchi, 659 prodotti in pelle tipo borse, cinture e 104 altri prodotti parziale complessivo di circa 208 milioni di euro.

169:

25.000:

9.152:

Economia sommersa. Forte è stato l'impegno del comando provinciale della guardia di finanza nel contrasto all'economia sommersa nella sua duplice veste di "sommerso d'azienda" (ossia l'occultamento al fisco dell'intera attività economica o di una sua parte rilevante) e di "sommerso di lavoro" (determinato dall'impiego di lavoratori in nero o irregolari). Riguardo al sommerso d'azienda sono stati scoperti 169 "evasori totali", in pratica del tutto sconosciuti al Fisco, e venti "evasori paratotali" (che hanno dichiarato materia imponibile inferiore al 50% di quella effettivamente pro-

1.366: Scontrini irregolari. Nella provincia di Bergamo uno scontrino su quattro non viene emesso

532: Milioni di euro di IVA evasa contro i 275 del 2009

dotta). Le somme sottratte alla tassazione da questi evasori sono risultate pari a circa 2.310 milioni di euro e l'Iva che avrebbe dovuto essere incamerata è pari a circa 490 milioni di euro. Anche la lotta al sommerso di lavoro ha prodotto risultati significativi, visto che sono stati individuati 1.257 lavoratori "in nero" (cioè trovati sui luoghi di lavoro senza essere regolarmente assunti) e 272 lavoratori "irregolari" (in altre parole regolarmente assunti, ma nei cui confronti sono state accertate irregolarità, quali la percezione di "fuori busta"). Nel corso di queste attività sono stati individuati 12 clandestini, dei quali 10 denunciati a piede libero e due in stato d'arresto. 52

1.257: Lavoratori "in nero" trovati sui luoghi di lavoro senza essere assunti

termine numerose operazioni di servizio che hanno permesso il sequestro di 9.152 prodotti (8.389 nel settore abbigliamento tra capi, accessori e marchi, 659 prodotti in pelle tipo borse, cinture e vari e 104 altri prodotti), nonché la denuncia a piede libero di 21 individui; tre, invece, le persone denunciate e circa 25.000 i prodotti sequestrati nel corso delle attività mirate a garantire la sicurezza dei consumatori (tra queste quasi 11.000 cosmetici e quasi 14.000 occhiali). Circa l'attività contro la pirateria fonografica, audiovisiva e informatica, gli esiti dei controlli effettuati dicono di 315 prodotti complessivamente sequestrati (tra computer, compact disc ed altri supporti magnetici) e della conseguente denuncia di sette persone. Scontrini non emessi. Numerosi anche gli accertamenti sulla regolare emissione degli scontrini e delle ricevute fiscali. Infatti, su 4.780 controlli eseguiti, ben 1.366 sono risultati irregolari, dato che porta a concludere che nella provincia di Bergamo uno scontrino su quattro non viene emesso. "In tempi di crisi è fondamentale che il mercato funzioni correttamente. Chi è scorretto, lo è nei confronti della concorrenza", ha commentato il colonnello Trotta, i cui uomini hanno anche scoperto altre violazioni all'Iva per oltre 532 milioni di euro (contro i 275 del 2009). Proprio per educare alla legalità fiscale, le Fiamme gialle, in collaborazione con l'Ufficio scolastico provinciale, stanno tenendo incontri di sensibilizzazione nelle scuole superiori ricevendo molte adesioni da parte degli istituti orobici, a testimonianza di come l'argomento sia tenuto in considerazione.


Trotta: " Per il 2011 forte contrasto alle truffe sui finanziamenti pubblici" Incrementare la lotta all'evasione e all'elusione fiscale, ma anche intensificare il contrasto alle truffe sui finanziamenti pubblici e la repressione della criminalità economico - finanziaria e dei traffici illeciti. Sono questi i tre "pilastri" del piano d'azione della Guardia di finanza di Bergamo per il 2011. Il principale obiettivo sarà dunque quello di incrementare "la scoperta di ricchezze sottratte alle casse pubbliche", come recita una nota delle Fiamme gialle provinciali. "Pertanto, i reparti territoriali saranno ulteriormente impegnati a contrastare a tutto campo l'economia sommersa, le frodi Iva, l'evasione fiscale internazionale e quella collegata ad altri illeciti economico-finanziari, svolgendo attività di verifica e di indagine tese all'individuazione dei "grandi fenomeni evasivi" dai quali, sinora, sono pervenuti i risultati più consistenti". La tutela della spesa pubblica "rappresenta l'altra faccia della salvaguardia delle entrate dei bilanci dell'Unione Europea, dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali. Il piano di azione da attuare deve mirare a tutelare il corretto impiego delle risorse nazionali e comunitarie destinate alle politiche di sviluppo sociale e imprenditoriale che stanno

sostenendo il superamento della crisi economica e finanziaria". Sarà quindi "sviluppata una specifica campagna di controllo

dell'effettivo diritto di taluni cittadini a beneficiare delle prestazioni sociali agevolate". E' necessario, infine, "che il Corpo man-

tenga alto il livello di attenzione per prevenire e contrastare le speculazioni finanziarie, le truffe ai risparmiatori e l'ingresso di illeciti capitali nel tessuto produttivo. Pertanto, l'attività operativa della Guardia di Finanza si concentrerà sulla ricerca dei patrimoni di illecita provenienza per risalire agli effettivi possessori, sullo sviluppo delle segnalazioni di operazioni sospette per intercettare i capitali che le organizzazioni criminali tentano di reinserire nel circuito produttivo e sull'aggressione ai patrimoni illeciti per incrementare ulteriormente i sequestri di beni in possesso della criminalità organizzata". Di pari importanza sarà "l'attività di prevenzione e contrasto ad ogni forma di abusivismo bancario e finanziario, al fenomeno dell'usura e a tutti gli altri illeciti societari e finanziari che alterino l'equilibrio di mercato e la concorrenza. Così pure verrà intensificata la lotta alla contraffazione, alla pirateria e a tutti i fenomeni di illegalità loro connessi, per arrivare ad aggredire i patrimoni in tal modo illecitamente accumulati, anche con l'utilizzo degli strumenti antimafia recentemente esteso a tale tipo di reati".

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ECONOMIA&BUSINESS

Vacanze o tasse fa lo stesso. E' boom di pagamenti a rate "GLI ONESTI"

Sempre più bergamaschi chiedono di dilazionare i propri debiti e versare a rate anche tasse e contributi non pagati Bergamo è la terza provincia lombarda: 11.686 domande per 189 milioni di euro da versare nelle casse dello Stato

utomobile a rate, televisore a rate, lavastoviglie a rate e non può certo mancare la vacanza. Anche questa a rate. Insomma anche a Bergamo, come nel resto d'Italia, l'imperativo categorico è dilazionare i pagamenti. La tendenza del "porto via subito e pago poco per volta" se non costa meno, tuttavia pesa di meno. Lo stesso discorso vale per le tasse con una sola e sostanziale differenza che nel caso di imposte e tributi non si può scegliere diversamente (l'alternativa sarebbe non pagare) e non si acquista un bel niente. Ad essere "spalmati", infatti, sono i debiti con lo Stato. Per capire che non si tratta di finanza spicciola basta dare un'occhiata ai numeri. Al 31 dicembre 2010, partendo però dal 2009, quando la possibilità di dilazionare il debito è stata introdotta, i cittadini e le imprese bergamasche che hanno ottenuto rateizzazioni per i loro pagamenti da

A

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Equitalia Esatri - agente della riscossione per la provincia orobica - sono

Equitalia Provincia

Rateizzazione concesse al 31/12/2010

Bergamo

11,686

Brescia

11,591

Como

8,074

Cremona

4,602

Lecco

4,675

Lodi

2,839

MIlano

56,498

Pavia

9,003

Sondrio

1,842

Varese

12,116

Totale

122,926

stati 11.686. Vuoi un po' per la crisi che

continua a mordere i bilanci delle famiglie e un caro vita con una crescita che non conosce soste, sono sempre di più i bergamaschi che scelgono di rateizzare tasse e i contributi non pagati, multe comprese. Dopo Milano con 54.498 rateizzazioni concesse e Varese con 12.116 Bergamo risulta la terza provincia lombarda per rateizzazioni concesse. I dati di Equitalia, società che si occupa della riscossione nazionale dei tributi, evidenziano che i pagamenti a rate concessi da Equitalia Esatri in Lombardia, a cittadini o imprese in difficoltà sono circa 123 mila, per un importo di oltre 2.4 miliardi di euro. Nella classifica delle province che hanno scelto questo percorso, Brescia si piazza al quarto posto con 11.591 rateizzazioni concesse a privati e imprese, pari a quasi 190 milioni di euro, secondo valore economico in termini assoluti. Guardando alle somme concesse, Milano guida la classifica


con dilazioni che superano il miliardo e 400 milioni di euro, seguita da Bergamo con domande che sfiorano i 190 milioni di euro e Varese per un importo complessivo pari a circa 180 milioni. La provincia che può essere considerata più "virtuosa"? Sondrio con solo 1.842 richieste di dilazione che valgono poco più di 16 milioni di euro. Le tre regioni in cui sono state concesse più rateizzazioni sono il Lazio (119 mila per un importo che sfiora i 2,3 miliardi di euro), la Lombardia, appunto (110 mila per oltre 2,4 miliardi) e la Campania (110 mila per quasi 1,5 miliardi). Complessivamente, a livello nazionale oltre il 30 per cento delle agevolazioni riguarda le regioni del Mezzogiorno. "L'utilizzo efficiente di questo strumento - afferma l'amministratore delegato di Equitalia Esatri, Giancarlo Rossi - è una testimonianza concreta di come Equitalia, insieme all'obiettivo di contribuire al recupero dell'evasione, sia costantemente impegnata nel cercare tutte le soluzioni possibili per agevolare la vita a cittadini e imprese che intendono regolarizzare la loro posizione fiscale e contributiva". In quattro anni, in effetti, stando alle stime Equitalia ha riportato nelle casse dello Stato circa 30 miliardi di tasse, imposte e contributi non pagati. La concessione della rateizzazione passa anche attraverso alcune semplificazioni. Per esempio, è stata allargata la platea di coloro che sono abilitati a sottoscrivere le dichiarazioni delle società, o, di contro, eliminato

La dilazione massima: 6 anni per 72 rate mensili Per debiti di importo inferiore a 5.000 euro il concessionario/agente della riscossione dovrà concedere la rateizzazione sulla base di una semplice autocertificazione del contribuente (quindi in pratica in base alla semplice richiesta di rateizzazione), per: - massimo 18 rate per i debiti fino a 2.000 euro; - massimo 24 rate per i debiti da 2001 a 3500 euro; - massimo 36 rate per i debiti da 3501 a 5.000 euro. Per debiti di importo superiore ai 5.000 euro e fino a 10.000 euro la verifica sovra essere semplificata, mentre per quelli che non superano i 50.000 euro saranno effettuati accertamenti (in ambedue i casi, le rate massime sono 72). Il tasso d'interesse varia a seconda dell'Ente per cui Equitalia riscuote, ma sono rateizzabili tutte le cartelle esattoriali (bollo auto compreso) escluse Tarsu e quelle penali. In caso di mancato pagamento di due rate il beneficio decade.

l'obbligo di fideiussione per gli importi più elevati. Non solo, perchè è possibile anche chiedere nuove rateazioni quando si hanno già dilazioni in corso. Ma attenzione alla procedura. Il 55


Importi dilazionati nelle provincie lombarde al 31/12/2010

177.585.569

134.638.879

67.354.412

16.705.649

188.954.028

So 1.422.461.814

Co

Lc

Va

Bg

189.916.350 128.909.540

Mi

Bs 50.550.072

Lo Pv

Cr

37.255.010

pagamento dilazionato delle cartelle può essere concesso fino a 72 rate (6 anni), con un importo minimo mensile pari a 100 euro. Per ottenere la rateazione la disciplina è differenziata a seconda della tipologia di contribuente e dell'importo del debito. Nel caso di somme fino a 5 mila euro è sufficiente presentare la domanda, senza esibire alcuna

documentazione che dimostri la situazione di obiettiva difficoltà. Se in passato la richiesta di pagamento di imposte a rate poteva non essere accolta, e spesso per ragioni formali, domanda mal formulata, documentazione carente, etc. più stringenti rapporti con le associazioni di categoria e i commercialisti, hanno ridotto il numero delle domande non accolte. Un piccolo tesoretto, dunque, il bottino virtuale che in Italia, e in Lombardia, resta sospeso nelle maglie degli adempimenti fiscali.

Sondrio è la provincia più virtuosa della Lombardia: solo 1.842 richieste di rateizzazione che valgono poco più di 16 milioni di euro

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ECONOMIA&BUSINESS

Paura di perdere il posto? Bergamaschi i più preoccupati SFIDUCIATI

Il 63% delle famiglie bergamasche crede che la situazione economica peggiorerà nel 2011 e l'80% che aumenterà il numero dei disoccupati Secondo una ricerca camerale i bergamaschi taglieranno del 65% le spese per il tempo libero e del 58% per abbigliamento e calzature

n Lombardia i bergamaschi sono i più pessimisti, sia per quanto riguarda il lavoro che per quanto riguarda il mercato del lavoro, perché ritengono che nei prossimi 12 mesi la situazione economica dell'Italia peggiorerà e perché pensano che nel 2011 aumenterà il tasso di disoccupazione. Questo secondo una ricerca della Camera di Commercio di Monza e Brianza che ha analizzato in collaborazione con DigiCamere i comportamenti e il livello di preoccupazione dei lombardi in riferimento alla crisi economica.

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Tra le province lombarde Bergamo è la più pessimista. Da qui la necessità di ridurre le spese, individuando possibili risparmi nel settore del tempo libero (65%), dell'abbigliamento e degli accessori (58%), degli elettrodomestici (24%) e anche degli alimentari (15%). E pensando al futuro le famiglie lombarde si aspettano una prospettiva meno rosea rispetto al resto dell'Italia: il 30% crede in un peggioramento della propria situazione economica a fronte dell'11% delle famiglie italiane. Sono anche i più "disincantati" degli italiani anche per l'economia del sistema Paese: per 9 famiglie lombarde su 10 la ripresa nel 2011 è ancora in stand by.

A livello generale, il lavoro resta la preoccupazione più stringente: 4 famiglie lombarde su 5 si aspettano un aumento della disoccupazione nel corso del 2011, dato più alto rispetto alla media nazionale (67%). Il timore di perdere il posto di lavoro è più contenuto (23%) anche se cresce, rispetto a settembre, chi teme un licenziamento in famiglia per il Strategie di risparmio 2011. Il 77% dei lombardi, infatti, non pensa che qualcuno della propria famiglia possa perdere il lavoro nel Per far quadrare il bilancio le famiglie bergamasche faranno economia sulle 2011, un dato che dimostra un po' seguenti voci di spesa meno tranquillità rispetto al rientro 70 dello scorso settembre quando lo 60 50 stesso si attestava all'80%. I giovani 40 si confermano più ottimisti sul futuro 65% 30 58% sia rispetto alla situazione economica 20 26% 23% 10 15% dell'Italia che a quella della propria 0 famiglia: ricorrono di più al debito, ma Tempo Abbigliamento Elettronica Beni Alimentari libero e calzature di consumo durevoli nutrono anche una maggiore fiducia nella possibilità di risparmio nel 2011. 58



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Turni flessibili alla SanPellegrino Oggi? No Ma due anni fa sì ''IL CASO"

Il mese scorso ai lavoratori di Ruspino è stato chiesto di lavorare per sei mesi anche la domenica in cambio di indennità e posti di lavoro. L'ipotesi è stata bocciata con 93 no e 90 sì. Eppure, in un accordo sindacale datato 3 ottobre 2008 tutti erano d'accordo "sull'esigenza di flessibilità"

d inizio 2011 la SanPellegrino ha chiesto ai lavoratori (e ai sindacati) un turno festivo per sei mesi (da febbraio a luglio) a fronte di un piano d'investimenti da 8 milioni di euro nel medio e nel lungo periodo per potenziare e rinnovare alcune linee produttive (in particolare dove si imbottiglia l'acqua minerale in bottiglie di plastica, PET). Sul piatto ha messo anche l'assunzione di 25 persone con un contratto part-time, a tempo indeterminato. In cambio la disponibilità di circa 50 lavoratori (reparto PET) a lavorare anche la domenica, ventuno turni settimanali anziché diciotto. Con una votazione la proposta è passata al vaglio dei lavoratori.

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SanPellegrino Lo stabilimento di Ruspino

Esito: il 53% ha rifiutato. Si vota per alzata di mano e su 212: 93 rispondono no, 90 non si pronunciano per il sì e 29 si astengono. Risultato: la proposta, se pur di un soffio, non passa. L'azienda che di recente ha festeggiato il miliardo di bottiglie (un miliardo e 70 milioni) uscite dallo stabilimento di Ruspino nel 2010, non si perde d'animo e, pur prendendo atto dell'esito negativo della consultazione, avvia colloqui con i singoli lavoratori sulla disponibilità a lavorare di domenica: 40 accettano su base volontaria. E poi la decisione finale della società controllata dal gruppo Nestlé: avanti con questi e assunzione di altri 40, ma con un contrat-

to determinato part-time. Per sei mesi è non più a tempo indeterminato. La globalizzazione. Alla SanPellegrino, come per qualsiasi altra realtà internazionale, il peso degli investimenti, la necessità di ammortizzarli e la spietata concorrenzialità nei mercati, impongono e imporranno sempre più di utilizzare al massimo e senza interruzioni la capacità produttiva degli impianti, così da ripartire i costi fissi su una massa di prodotto il più ampia possibile. E allora perché lavorare la domenica? Proprio per utilizzare al massimo gli impianti. Per cogliere le opportunità di mercato del

momento. In questa prospettiva la produzione si svilupperà sempre più con turnazioni, che imporranno a molti di lavorare, a rotazione, anche la domenica e magari, a taluni, di lavorare solo nei fine settimana. I retroscena. La cosa più significativa è che nel 2008, precisamente il 3 ottobre, era stato siglato un accordo fra la Sanpellegrino Spa e i sindacati. Nel testo si evince che "la capacità di rispondere tempestivamente alle esigenze del mercato domestico e internazionale, con particolare riferimento ai periodi di stagionalità, costituisce un fattore strategico di successo e, in 61


tale ambito, l'utilizzo flessibile degli impianti, riveste un ruolo decisivo, in quanto l'evoluzione e la variabilità delle modalità di consumo richiede risposte sempre più rapide e calibrate". Come si vede vengono toccati temi di strettissima attualità a partire dalla flessibilità. I sindacati bergamaschi 2 anni fa:"Al fine di sostenere queste sfide competitive appare, pertanto, necessario individuare - nell'ambito di confronto con le Rsu - modalità operative e sistemi di organizzazione del lavoro e degli orari che salvaguardino e garantiscano condizioni di flessibilità che permettano di corrispondere in tempi rapidi e certi alle mutevoli sollecitazioni dei mercati". Inoltre "tenendo conto dell'esigenza di conciliare in positivo le reciproche necessità, questa esigenza di flessibilità può essere governata all'interno di un sistema che, proprio in virtù di essa, privilegi la 62

possibilità di favorire una stabilizzazione dei rapporti di lavoro coerentemente con le esigenza di sviluppo aziendale, mediante coerente programmazione degli orari e un maggior utilizzo del part - time nelle sue diverse forme, ove le condizioni tecniche, organizzative e produttive lo consentano". Già nel gennaio di 10 anni fa si era discusso di un accordo per cui "le Parti riconoscono altresì che la velocità del cambiamento dello scenario macro-economico in atto rende fondamentale comprendere in tempo reale l'evoluzione dei contesti economici e produttivi in cui l'azienda si trova ad operare". E "pertanto si conviene sulla rilevanza assunta dalla flessibilità - che può essere oggettivamente facilitata da una gestione improntata a logiche di tempestiva comunicazione e confronto - nelle varie forme in cui essa può esplicarsi, quali, ad es., funzionale (mobilità interna, cambio linee, cambio turni etc.), numerica (utilizzo stagionali, part-time

verticale/orizzontale, ampliamento fascia oraria di lavoro (ad esempio ampliamento turno fino a due ore), pausa mensa etc.), utilizzo settimanale degli impianti, flessibilità degli orari, contratti week-end, lavoro interinale etc., ai fini della competitività aziendale e del conseguimento degli obiettivi concordati". I sindacati bergamaschi oggi: "E' necessario coniugare le esigenze di flessibilità delle aziende con i diritti dei lavoratori" il commento del segretario provinciale della Cisl Ferdinando Piccinini. "Ho parlato con i lavoratori - ha detto il segretario provinciale della Cgil Luigi Bresciani -. La preoccupazione diffusa è stata: se molliamo anche su questo, cosa ci chiederanno la prossima volta? Per molti di loro il no ad un impiego straordinario è stata una forma di tutela per i più giovani, il tentativo di salvaguardarli da una deriva pericolosa". "Nonostante i sinda-


L’accordo sindacale siglato il 3 ottobre 2008 dai rappresentanti sindacali e la società Sanpellegrino Spa

cati abbiano lavorato per far passare l'accordo - ha continuato Bresciani -, per tre voti non è passato. Ma il dialogo con l'azienda rimane aperto".Ma quei 93 sì contro i 90 no hanno un peso che non esaurisce il suo significato in un turno domenicale."Il lavoro ha una connotazione sempre più individuale - ha sottolineato Piccinini -. Non si tratta di guardare alle proprie esigenze di vita o familiari, quanto uno smarrire il senso di un impegno collettivo". Nel caso di Ruspino maggiore flessibilità è uguale a più opportunità di lavoro perchè "creare nuovi posti di lavoro - concordano i segretari di Cisl e Cgil - è fondamentale, soprattutto in Valbrembana"."Piena disponibilità a proseguire il dialogo" da parte dell'azienda e Gianluigi Troia, direttore delle relazioni industriali del Gruppo Nestlè Italia, sottolinea che il sito Ruspino (dove sono occupati più di 300 lavoratori) "sta conoscendo un successo a livello di volumi produttivi dovuto soprattutto alle richieste che vengono dall'estero". La domanda da porsi, a questo punto, è semplice: se le aziende cercano un punto d'incontro coi lavoratori proponendo posti di lavoro ed indennità, se i sindacati sono possibilisti di fatto ad un'intesa - fra l'altro già siglata in passato -, perché non si è arrivati ad una soluzione adeguata? Cosa deve proporre un'azienda per ottenere il sì da parte dei lavoratori ad avere la necessaria flessibilità atta a sostenere la globalizzazione? E' necessario, a questo punto, che tutte le

realtà in gioco facciano un passo indietro, dimenticando in parte il ruolo che ricoprono. Soprattutto dinanzi all'attuale situazione congiunturale non facile, è concretamente necessario far fronte

comune: non esistono più sindacalisti, operai o imprenditori. Bensì persone che vogliono ottenere lo stesso risultato: dare futuro ai dipendenti e, al contempo, dare futuro a se stessi.

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Provincia di Bergamo e Gruppo Sanpellegrino, insieme per il territorio TURISMO & BUSINESS

Presentato alla BIT 2011 un progetto congiunto volto a valorizzare le potenzialità turistiche della nostra provincia. È stato realizzato un video, scaricabile tramite un codice QR posto sulle etichette della celeberrima acqua, che ripercorre le tappe del suo successo Come funziona il QR Code: Basta inquadrarlo dall'etichetta sul retro con il proprio smartphone e comparirà il video promozionale di Bergamo e provincia

stato presentato lo scorso 18 febbraio - nello stand allestito dalla Regione Lombardia all'interno della BIT 2011 (la più grande esposizione dell'offerta turistica italiana) - un importante progetto di valorizzazione delle terre bergamasche nel mondo, realizzato dalla Provincia di Bergamo in collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino. Pubblico e privato hanno unito le rispettive forze per lo sviluppo d'iniziative di cui potranno beneficiare in futuro sia i territori sia le comunità orobiche. Dalla sinergica collaborazione tra l'Assessorato al

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Turismo della Provincia di Bergamo e l'azienda leader nel settore delle acque minerali, le cui radici affondano nel cuore della Valle Brembana, è nato un video che evidenzia le eccellenze del territorio e ripercorre la storia di un marchio da oltre 110 anni ambasciatore nel mondo del gusto "made in Italy" e della straordinaria combinazione di cultura e natura della bergamasca. Il filmato, che sarà scaricabile attraverso un codice QR indicato sul retro delle etichette dell'acqua S.Pellegrino distribuite nel canale dell'alta ristorazione, è un racconto per immagini del successo mondiale


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Giorgio Bonassoli, assessore Attività produttive e Turismo della Provincia di Bergamo "Si tratta del fiore all'occhiello della nostra strategia di promozione. L'idea è nata lo scorso autunno insieme a Giuseppe Venuti, responsabile comunicazione del mio assessorato. Ci siamo detti: quale mezzo migliore delle bottiglie di un marchio così prestigioso per far conoscere sempre di più le bellezze di Bergamo nel mondo? Abbiamo quindi creato un primo prototipo di etichetta "multimediale", ovvero dotata di QR code, per illustrare al meglio il risultato a cui volevamo arrivare. Così all'incontro abbiamo presentato una sorta di prova del Qr, una bottiglia su cui avevamo messo il codice di un'altra nostra iniziativa. Già dal primo colloquio la risposta della Sanpellegrino è stata entusiasta. Da questa collaborazione è nato un video che evidenzia le bellezze della provincia di Bergamo e ripercorre la storia dell'acqua Sanpellegrino. Già a partire dall'estate 2011, da un tavolo di un qualsiasi ristorante in giro per il mondo, basterà inquadrare con uno smartphone le nuove bottiglie "multimediali" per vedere le perle del nostro territorio: uno strumento di comunicazione eccellente con 100 milioni di bottiglie all'anno distribuite in Italia e 600 milioni all'estero. Si tratta di numeri impressionanti che ci inorgogliscono come amministratori e come bergamaschi. Voglio in questa sede ringraziare i

responsabili della Sanpellegrino che da subito hanno creduto nel progetto e che hanno dimostrato di avere a cuore il terri-

torio che dà vita ad una delle acque minerali più famose del mondo". Il nuovo anno del turismo bergamasco si apre con il debutto del Catalogo Unico del turismo.

della "stella rossa", il cui fascino è senza dubbio trainato dall'unicità della storia e dei paesaggi delle valli bergamasche. Da oltre un secolo, infatti, Sanpellegrino si prende cura di questo territorio, lavorando quotidianamente per tutelare e preservare la fonte e gli ecosistemi circostanti con l'obiettivo di portare integri, sulle tavole di tutto il mondo, la qualità e il gusto di oltre 100 anni fa. "II rapporto di collaborazione fra Sanpellegrino e la Provincia di Bergamo - ha dichiarato Antonio Punziano, Public Category Affairs Director Gruppo Sanpellegrino - sta diventando sempre più intenso, attraverso lo sviluppo congiunto di progetti di valorizzazione del territorio da cui sgorga l'acqua S. Pellegrino, un marchio da sempre sinonimo di alta qualità ed eccellenza, come dimostrano anche le recenti edizioni speciali delle etichette realizzate in collaborazione con le prestigiose griffe Missoni e Bulgari. Dal rapporto simbiotico che unisce la nostra azienda ai territori bergamaschi - ha continuato Punziano -, scaturiscono continui successi. Ultimo in ordine di tempo è stato il raggiungimento del miliardo di pezzi prodotti dallo storico sito produttivo di San Pellegrino Terme: un grande risultato per la marca e per la Provincia che ospita questa eccellenza". 66

"E' un catalogo nuovo, ricco di immagini della nostra bellissima terra. Uno strumento all'avanguardia che propone contenuti multimediali grazie all’utilizzo dei QR code. Il catalogo unico riporta inoltre gli eventi organizzati dal territorio bergamasco, legandoli ai pacchetti turistici. Credo sia importante valorizzare tramite questa pubblicazione l'impegno che da anni i bergamaschi riservano all'organizzazione di manifestazioni di qualità eccellente. Il catalogo, in diverse lingue, è suddiviso in otto temi che riprendono i colori della casacca di Arlecchino, nuovo marchio territoriale della provincia di Bergamo". Quali altre novità avete presentato alla Borsa internazionale del turismo? "Agli operatori turistici presenti è stato presentato a 360 gradi il nuovo modello di comunicazione turistica che la terra bergamasca intende proporre: brand territoriale, nuovo portale dedicato alla promozione delle territorio, riprese immersive, mappe tridimensionali, web 2.0, realtà aumentata. Ci aspetta un anno impegnativo e ricco di novità ma grazie all'entusiasmo di chi lavora nell'Assessorato al Turismo della Provincia e in Turismo Bergamo sono sicuro che riusciremo a conseguire risultati sempre più importanti".

La presentazione del Catalogo Unico del turismo bergamasco


Catalago Unico Allo stesso modo del QR Code della bottiglia S.Pellegrino, anche per la nuova guida la multimedialità è stata implementata. Numerose pagine contengono infatti la tecnologia suddetta, in modo da rendere interattiva ogni sezione

Antonio Punziano: "S.Pellegrino ambasciatrice bergamasca nel mondo" "Questo progetto è un incrocio di eccellenze che rende l'acqua S.Pellegrino contemporaneamente una dimostrazione concreta e un "media" della straordinaria combinazione di cultura e natura del territorio bergamasco. L'acqua S.Pellegrino, nei 110 anni della sua storia in bottiglia, è diventata un archetipo del bere nel "fine dining" in più di 120 paesi al mondo e un'ambasciatrice efficace del "made in Italy" e del "live in italian", come recita ormai da più di 10 anni il nostro "claim". Da oltre un secolo questa acqua porta i valori della buona tavola, della bellezza e della qualità del vivere e della convivialità gioiosa, conquistando le persone prima di tutto con le sue caratteristiche di prodotto, che sono il frutto di quell'unica combinazione di fattori naturali del territorio da cui sgorga. Dalla sinergica collaborazione è nato un video richiamabile con un codice QR. E' quasi emozionante vedere questa tecnologia così moderna e abilitante applicata su una etichetta che ha ancora i tratti del mondo del gran tour dell'aristocrazia europea, del liberty. L'inserimento del QR code e il completamento dell'inserimento della denominazione Bergamo sul fronte della storica etichetta del marchio, veicolando territorio e marchio nel mondo, unendo tradizione e innovazione degli strumenti, sono davvero espressione di una efficace sinergia pubblico/privato. Infine, ritengo che la collaborazione concreta che si è instaurata sia davvero un'ottima espressione di quella responsabilità sociale di territorio, che pur nelle differenti missioni, non può non vedere partecipi i diversi attori che vi operano".

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Ascom lancia la Confcommercio Card PAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

Al via la tessera associativa che fa da carta di credito pensata esclusivamente per gli associati. Molti i vantaggi: nessuna imposta di bollo, coperture assicurative gratuite, commissioni di prelievo contante dimezzate, zero commissioni carburante e 50 giorni medi di valuta

scom Bergamo lancia la Confcommercio Card, nata da un accordo tra la Confederazione nazionale e Deutsche Bank. Per la prima volta a disposizione delle imprese associate ad Ascom c'è una innovativa Card che raggruppa le funzioni di carta di credito e di tessera associativa. L'accordo tra Confcommercio e Deutsche Bank è nato dalla volontà, condivisa, dei partner di supportare il tessuto imprenditoriale italiano, con focus sulle PMI, sviluppando iniziative volte a offrire servizi e prodotti per una migliore e più semplice gestione delle risorse economico-finanziarie aziendali. La nuova Card, che debutta con la campagna tesseramento 2011, è esclusivamente dedicata agli imprenditori associati Confcommercio e può essere richiesta solo attraverso la propria associazione territoriale. L'emissione della carta è subordinata alla valutazione del merito di credito dell'associato effettuata dalla banca emittente, Deutsche Bank. La Confcommercio Card è stata progettata con ABCapital, advisor specializzato nei sistemi associativi; è realizzata

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da Deutsche Credit Card - divisione carte di credito di Deutsche Bank Italia e leader nazionale nelle carte corporate. Si avvale del circuito MasterCard, leader mondiale con oltre 31 milioni di punti d'accettazione. Di cosa si tratta. E' una carta a saldo (non revolving) disponibile in due versioni: Corporate Personale, intestata all'imprenditore, e Corporate Aziendale, intestata all'azienda, quest'ultima dedicata a società di capitali. È il primo e, per ora, unico esempio nel mondo della rappresentanza di impresa di tessera associativa incorporata in una carta di credito. La Confcommercio Card è caratterizzata da condizioni di assoluto favore per le imprese associate. La carta non è vincolata all'apertura di un conto corrente Deutsche Bank e può essere appoggiata presso qualsiasi istituto di credito. I vantaggi. La Card è caratterizzata da condizioni di assoluto favore per le imprese associate, che la rendono una delle migliori carte sul mercato. Ecco i vantaggi: è addebitabile su

qualsiasi banca, anche bancoposta; ha una disponibilità flessibile a partire da 2.600 euro al mese e un addebito mensile dopo 35 giorni dall'invio della lettera di addebito, con un risparmio medio di 50 giorni di valuta e massimo di 65. Il canone annuo è gratuito al superamento di 1.000 euro di spesa annua, in caso contrario il costo è di soli 20 euro l'anno; le imposte di bollo e le commissioni per rifornimento carburante sono azzerate; le commissioni di prelievo contante dimezzate: dal 4 al 2% e un pacchetto assicurativo dedicato. Le convenzioni. Confcommercio Card è anche la chiave di accesso al sistema di vantaggi e convenzioni del mondo Confcommercio. Grazie ad essa, infatti, molti degli accordi convenzionali stipulati a livello locale dalle 104 associazioni provinciali del sistema saranno a disposizione di tutti gli associati paganti con Confcommercio Card. E' la costituzione di un vero e proprio sistema di "Socio per il Socio", che mette in relazione di valore tutti gli Associati Confcommercio del Paese. 69


Trigona: "E' una card che coccola l'associato"

"Con la campagna tesseramento 2011 - sottolinea Luigi Trigona, direttore dell'Ascom provinciale - lanciamo un prodotto nuovo e molto innovativo perché per la prima volta sul mercato nazionale viene emessa una carta che unisce due funzioni, quella di tessera associativa e di carta di credito". Direttore, perché un associato dovrebbe sottoscrivere la Confcommercio Card? "Prima di tutto va sottolineato che la card ha implicato una importante integrazione, a livello di sistemi, tra Confcommercio e Deutsche Bank e che è stata plasmata sulle esigenze della nostra Confederazione e dei propri associati. E' una card che coccola l'associato perché i possessori della Confcommercio Card, oltre a godere delle speciali condizioni della carta di credito, hanno accesso alle convenzioni stipulate dall'organizzazione a livello nazionale e a tutti gli accordi realizzati dalle 104 associazioni provinciali con partner locali". Cosa significa? "Significa che un associato bergamasco, in trasferta in un'altra provincia per lavoro o nel tempo libero, può utilizzare gli sconti e le offerte speciali che l'associazione territoriale ha negoziato in loco. La nascita di uno strumento unico per tutto il sistema associativo permette, infatti, a chi esibisce la card di essere riconoscibile e potersi accreditare in ogni situazione". E' utilizzabile sia per il lavoro che per il tempo libero? "I titolari della Confcommercio Card potranno perciò trovare sconti e agevolazioni per musei, mostre, festival, cinema, teatro, libri, sport, divertimento, benessere, shopping, vacanze, viaggi, ristoranti, alberghi, prodotti alimentari e così via. Senza dimenticare le convenzioni nazionali su assicurazioni, auto e veicoli commerciali, carburanti, noleggio di auto e veicoli, leasing, prodotti bancari, telefonia, sicurezza, energia e diritti d'autore". Non solo sconti e convenzioni. Quali sono gli altri vantaggi? "Oltre ad essere lo strumento per accedere agli sconti e alle convenzioni del sistema Confcommercio, la carta presenta molteplici vantaggi, tra cui: nessuna imposta di bollo, zero commissioni per il rifornimento di carburante, speciali pacchetti assicurativi (dalla protezione acquisti alla copertura per i ritardi nella consegna dei bagagli), commissioni di prelievo contante ridotte". Quale credenziali deve avere l'associato per richiedere la Confcommercio Card? "La Card - che viene rilasciata previa verifica, da parte di Deutsche Bank, di alcuni requisiti patrimoniali, reddituali e di comportamento finanziario - non può essere richiesta in filiale o via internet, ma esclusivamente tramite le associazione territoriali di appartenenza. E la perdita della qualifica di associato Confcommercio comporta la restituzione della Carta, che verrà bloccata da Deutsche Bank".

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Gli accordi. In più, molti accordi nazionali si arricchiranno di ulteriori sconti, benefits e servizi aggiuntivi a disposizione di coloro che pagheranno con Confcommercio Card. Già oggi alcuni partner (Shell, Hertz, Maggiore, SCF) propongono condizioni vantaggiose agli associati titolari della Confcommercio Card. Le convenzioni vengono caricate sul sito www.associaticonfcommercio.it, dove tutti gli associati - registrandosi ed inserendo i codici della propria tessera - possono conoscere le opportunità a loro disposizione. La creazione di questa rete ha un duplice vantaggio: i numeri di un'operatività su scala nazionale rendono, infatti, più interessante per i partner la convenzione, mentre la messa a sistema di tutte le offerte moltiplica i vantaggi per i possessori della Card. La partnership con Deutsche Bank si estende inoltre al servizio di "acquiring", che consente la gestione dell'accettazione dei pagamenti effettuati con carte di credito e di debito da parte degli esercenti associati a Confcommercio, anche in questo caso con condizioni vantaggiose e senza obbligo di apertura conto. Grafica e Layout. Da un punto di vista grafico la Carta Confcommercio, che richiama anche nel layout la tessera associativa, è stata realizzata da Armando Testa. Nell'immagine sono riportati il fronte, con il logo Confcommercio - Imprese per l'Italia, e il retro, con l'indicazione del codice tessera. Circuito ed emittente hanno autorizzato l'utilizzo del tipo "black" (oggi il colore che identifica le carte top dei principali circuiti, superiori alle "gold" e "platinum") per creare un oggetto in grado di rappresentare uno status symbol e di trasmettere un forte senso di esclusività e di appartenenza alla più grande Associazione di rappresentanza in Italia e in Europa. Dove si richiede. La Confcommercio Card può essere richiesta all'Ufficio Soci dell'Ascom di Bergamo, dove ci si può rivolgere anche per ricevere maggiori informazioni e indicazioni sulle procedure (via Borgo Palazzo, 137 - Bergamo - tel. 035 4120304)

La sede dell'Ascom di Bergamo



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Privato Fenaroli primario di Chirurgia ad indirizzo senologico degli Ospedali Riuniti di Bergamo


Senologia a Bergamo, un modello nazionale Per legge SALUTE

Il modus operandi del primario Privato Fenaroli fa scuola Attualmente è in discussione alla Camera una proposta per adottarlo in tutta Italia. Con l'Istituto Europeo di Oncologia - diretto da Umberto Veronesi - il nuovo ospedale diventerà il primo polo della Penisola

TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

l nuovo ospedale di Bergamo, come abbiamo descritto lo scorso mese, sarà un polo di eccellenza rivoluzionario, nuovo in tutti i suoi aspetti: dalle attrezzature presenti nei vari reparti fino alla logistica con cui è stato studiato. Avevamo anche detto 500 milioni di euro d'investimento per la realizzazione, ma avevamo trascurato il dettaglio squisitamente umano e quindi i professionisti che vi opereranno. Questo mese parliamo di Privato Fenaroli, primario di Chirurgia ad indirizzo senologico degli Ospedali Riuniti di Bergamo, un professionista che è stato in grado di creare un vero e proprio modus operandi innovativo per il suo reparto e che punta ad "esportare" la pluriennale esperienza maturata con una proposta di legge attualmente in discussione. "In realtà ci sono sei proposte di legge - ha affermato Fenaroli -, tutte lanciate da me. La prima nel 2004, le altre sono state presentate nelle legislature successive. L'ultima in ordine di tempo è riuscita ad arrivare alla Camera grazie ad un'interrogazione dell'Onorevole Mariella Bocciardo. Inoltre, ad ottobre del 2010 sono stato ricevuto al Ministero della Salute per

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proporre il riconoscimento di una scuola specialistica in senologia. Attualmente è già presente quella di chirurgia generale, che dura sei anni per gli studenti. La proposta che abbiamo avanzato, in discussione proprio in questi giorni, è inserire nell'ambito della stessa chirurgia generale una declinazione senologica: quattro anni di studi in chirurgia generale e gli ultimi due di senologia. Potremmo così formare uno specialista chirurgo generale e senologo, vale a dire una figura professionale che attualmente è sempre più richiesta". Cosa introdurrà il nuovo ospedale al vostro polo d'eccellenza? "Attualmente in Italia non esistono centri dedicati alla senologia. Anzi, per la precisione sono tutti in divenire, eccetto il nostro. Negli ultimi cinque anni, infatti, c'è stata una spinta notevole da parte della A.N.I.S.C. (Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi, n.d.r.), di cui sono stato riconfermato presidente. Per noi, quindi, la figura del senologo "esiste": è un professionista 73


che deve lavorare in equipe con numerosi specialisti, dal radiologo all'oncologo, dallo psicologo al chirurgo plastico solo per citarne alcuni e in generale con tutta la struttura ospedaliera nel suo complesso. Insomma, quello che siamo riusciti a creare a Bergamo è una multidisciplinarietà applicata al paziente, che può confrontarsi con un solo dottore a capo dell'intero reparto. Il nuovo ospedale, semplicemente, raggrupperà e annullerà la distanza dagli Ambulatori al Matteo Rota".

Parlando proprio di Veronesi, sappiamo che tra di voi c'è un rapporto di stima reciproca e amicizia. "E' un vero e proprio sodalizio portato avanti da circa 15 anni. A Milano c'è probabilmente il reparto di senologia migliore del mondo, però tutta la fase diagnostica non è collegata. È questa la differenza con il polo bergamasco, ed è proprio ciò che vorremmo proporre a livello nazionale".

Quindi il nuovo ospedale si propone come il primo centro senologico d'Italia? "Non abbiamo questa presunzione, certo è che il nostro centro è stato oggetto di visite di moltissime delegazioni da tutta Italia per analizzare e "copiare" il nostro modello organizzativo. Non ultima quella dell'ospedale di Desenzano, quando era diretto dall'attuale direttore generale dell'Asl di Bergamo, Mara Azzi. Oggi siamo già un centro senologico, gli ambulatori al Matteo Rota sono lontani solo 800 metri dall'attuale ospedale. Con il nuovo polo, però, sarà tutto raccolto in un'unica struttura. Non abbiamo nulla da invidiare neppure all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, diretto da Umberto Veronesi".

Come è stato possibile creare a Bergamo un centro operativo come il vostro? "Non essendo legislativamente riconosciuta la figura del senologo, oggi realtà simili nascono grazie alla lungimiranza degli amministratori e per la passione dei professionisti. Se esistesse una normativa più semplice e chiara sarebbe molto più facile costituire in Italia strutture analoghe a quella bergamasca. Invece, al giorno d'oggi, un direttore generale deve prestare la sua attenzione più estrema a tutti i cointeressi interni di un ospedale, oltre che al rispetto di procedure burocratiche estremamente complesse".

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Perché volete che il vostro modello "diventi legge"? "Crediamo che un riconoscimento nazionale gioverebbe a tutti i pazienti italiani. Per questo il nostro modello deve diffondersi maggiormente, anche da un punto di vista comunicativo. Solo nel 1998, a Bergamo, avevamo un tasso di fuga dei pazienti del 98% per quanto riguardava la senologia. Abbiamo invertito la tendenza, ora è all'12%, vale a dire il dato fisiologico". Come siete riusciti a raggiungere un tale risultato? "Abbiamo puntato su un modello ben chiaro, di professionalità fuse. Oggi è infatti dimostrato che i migliori risultati terapeutici si ottengono nei centri dedicati a un certo tipo di patologia. Pensiamo che si debba fare come è successo per ginecologia. Prima esistevano numerosi distaccamenti, poi per una questione di sicurezza dei pazienti e anche per un fatto prettamente economico il ministero ha deciso d'inserire una soglia: per un centro nascita devono corrispondere almeno 500 parti all'anno. Questo non vuol dire centralizzare, ma dare le massime garanzie di successo. Con la nostra proposta di legge dovrebbe succedere esattamente lo stesso".

Sembrerebbe che dalla vostra esperienza si possano trarre solo benefici. Allora saprebbe spiegarci il motivo per il quale la proposta di legge non trova ancora applicazione? "Non vorrei addentrarmi in discorsi politici, anche se le mie esperienze me lo consentirebbero. Posso solamente dire che non c'è la giusta attenzione verso la persona: il senso dei nostri sforzi è porre il paziente al centro dell'universo ospedaliero. Ai piani alti, intendo a livello istituzionale nazionale, ho l'impressione che non ci sia la volontà di toccare equilibri quasi atavici". Cosa sta cercando di dirci? "Un semplice concetto: l'innovazione è sempre accompagnata dalla paura. Probabilmente una riforma come la nostra andrebbe a spostare gerarchie delicate, maturate in decenni. Tuttavia sono fiducioso, con il nuovo ospedale di Bergamo avremo ancora maggiore visibilità a livello nazionale. Questo gioverà sicuramente ai nostri intenti e anche a tutto il territorio, che potrà vantarsi di un polo unico in Italia".

Un rendering del nuovo ospedale di Bergamo

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ECONOMIA&BUSINESS

Le ristrutturazioni rilanceranno il mercato immobiliare

TAVOLA ROTONDA

La previsione del CRESME viene affrontata da alcuni specialisti del settore: Laura Adele Feltri, Paolo Ferretti, Aldo Locatelli, Luca Gotti e Tommaso D'Aloia. L'indirizzo da seguire è l'abitare sostenibile 76


ARTICOLO DI: LUCA T. BILOTTA PHOTO: GIORGIO CHIESA

i è aperto lo scorso giovedì 10 febbraio il "giro" di tavole rotonde sul mercato immobiliare. Un'iniziativa sicuramente unica e interessante indetta da Laura Adele Feltri - titolare dell'agenzia "Casafeltri" e vice presidente Fimaa Bergamo -, che mira a fare luce su un settore che è stato bistrattato e attaccato da più sponde (nel corso della crisi economica) e con cui si è speculato negli anni di quella che appariva come la cornucopia del nuovo millennio (dal 2000 al 2006 circa). Lo spunto per iniziare il dibattito sono stati i nuovi dati comunicati dal CRESME, il Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l'Edilizia e

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il Territorio. "Si apre un nuovo ciclo edilizio, il settimo - ha esordito Laura Feltri -, ora non è più il caso di parlare di crisi, ma di un nuovo modo di percepire la casa. Non più come un investimento, ma come un vero e proprio bene d'uso. Oggi, in sintesi, si compra un immobile per reali esigenze. I dati del CRESME indicano un sensibile incremento nel rinnovo degli appartamenti. Si parla di un plus del 2,4%. Il nuovo ciclo del mondo edile si baserà e verrà fondato sulla micro e media ristrutturazione". Essenzialmente

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d'accordo anche gli altri importanti interlocutori seduti alla tavola rotonda. In particolare, il presidente e il direttore dell'ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Paolo Ferretti e Aldo Locatelli hanno voluto puntualizzare il lato "ambientale" dell'edilizia moderna. "Sicuramente, anche dai nostri studi, risulta che il mercato delle ristrutturazioni ha sofferto meno rispetto al nuovo. Oggi, per le aziende costruttrici che ci impegniamo a rappresentare, è fondamentale ricercare la qualità dell'immobile stes-

1) Paolo Ferretti, presidente ANCE 2) Aldo Locatelli, direttore ANCE 3) Da sinistra: Luca Gotti, responsabile retail UBI e Luca Bilotta, caporedattore di Bergamo Economia 4) Tommaso D’Aloia, assessore all’Edilizia Privata del Comune di Bergamo 5) Giovanna Tedeschi, addetta stampa ANCE

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so: il grosso del patrimonio edilizio è già stato infatti costruito, bisogna dedicarsi ad implementarne le performance. Direi, senza voler aprire inutili polemiche, che invece d'imporre il blocco delle auto la domenica, ci si dovrebbe impegnare e quindi intervenire sul costruito bergamasco. Il 40% delle emissioni nell'atmosfera provengono infatti da fabbricati antiquati". Dal canto suo, il responsabile retail della Banca popolare di Bergamo Luca Gotti non ha perso l'occasione per ribadire l'assoluta particolarità del


ciclo attuale. "L'attenzione alle case ecologiche è palpabile anche per i nostri osservatori, sempre più impegnati ad erogare finanziamenti a imprese di assoluta affidabilità e in continuo crescendo dopo il sostanziale default del 2009. La cosa che mi lascia però perplesso e per cui vorrei lanciare un monito è la scelta del mutuo da parte dei cittadini. Oggi, l'utenza, senza voler chiaramente offendere alcuno, invece di utilizzare la testa si muove ancora "di pancia", fattore che ritengo pericolosissimo. Il tasso fisso non è

infatti mai stato così basso e la differenza col variabile è di appena due punti e mezzo. Tuttavia è ancora quest'ultimo il più accreditato. Abbiamo cercato di cambiare la mentalità delle persone ma non si può influenzare troppo il mercato". Infine, hanno tenuto banco i dati forniti dall'assessore all'Edilizia Privata Tommaso D'Aloia, che ha aggiunto sul tavolo la carta tutta bergamasca del Social Housing. "Come Comune di Bergamo abbiamo notato un parallelismo tra i dati del CRESME a livello nazionale e quelli che si

sono sviluppati nella provincia. La nostra città è il caso pilota di quella che potrebbe essere una rivoluzione per l'intero comparto: il cosiddetto Social Housing. Abbiamo infatti dovuto fare un grandissimo sforzo per far quadrare i conti e siamo riusciti ad abbattere il costo delle aree per le costruzioni". L'appuntamento è dunque rinnovato per il mese prossimo. Con la seconda tavola rotonda verrà affrontato il tema del "saper acquistare" immobili usati sfruttando le molteplici agevolazioni fiscali sulla casa.

Laura Adele Feltri, titolare dell'agenzia "casafeltri" e vice presidente Fimaa Bergamo

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ECONOMIA&BUSINESS

Olivo Foglieni, fondatore dell'omonimo Gruppo industriale

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Radiatori 2000, con Ridea la nuova collezione sbarca a Francoforte IN COPERTINA

Il Gruppo industriale guidato da Olivo Foglieni, tra i leader a livello mondiale nella produzione di radiatori di alluminio, proporrà alla fiera tedesca ISH una linea dal design rivoluzionario

TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

"E’ una collezione sviluppata con l'architetto Giulio Cappellini, che si basa sull'impiego dell'alluminio caratterizzato sia da forme morbide sia quadrate, proposte in varie finiture con elementi cromati in contrasto"

a creatività non è ossimoro di concretezza. In un periodo storico che impone a tutti di avere una coscienza ecologica e di sviluppare un'attitudine al recupero e al riciclo, essere imprenditori e (in un certo senso) artisti, appare un'impresa riservata a pochi. Uno di questi è senz'altro Olivo Foglieni - padre fondatore dell'omonimo Gruppo industriale che ha come punto di riferimento la Radiatori 2000 -, un uomo con le idee tipiche dell'artista ma la tenacia del grande imprenditore, che ha creato una realtà di assoluto rilievo nel settore del recupero e riciclo di materie prime metalliche. Per la precisione, l'unica in grado di produrre radiatori di alluminio

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design italiano nota a livello internazionale, è il nuovo art director di Ridea ed è stato scelto per la sua ampia esperienza professionale, che lo ha condotto a lavorare non soltanto sul prodotto ma sul progetto globale dell'azienda". Quando sarà possibile acquistare le vostre ultime creazioni? "Già dal mese di marzo saremo in grado di consegnare l'intera nuova produzione".

con trasformazione diretta da rottami, recuperati e valorizzati, e l'unica in grado di rinnovarsi creando a sua volta aziende di successo. "L'ultima nata del Gruppo si chiama Ridea - ha affermato Olivo Foglieni -, è stata inaugurata nel 2007 dopo due anni di sviluppo e ricerca al fine di dare una risposta al sempre più esigente mercato italiano ed internazionale di arredo/design. Ridea, acronimo di "Ricerca Innovazione Design Esperienza Architettura", è il frutto dell'esperienza e della passione provenienti da un gruppo solidamente affermato. A breve sbarcheremo alla fiera ISH di Francoforte (dal 15 al 21 marzo, n.d.r.) dove proporremo una nuova linea di radiatori. Si tratterà di una collezione, sviluppata in collaborazione con l'architetto Giulio Cappellini, che si basa sull'impiego dell'alluminio caratterizzato sia da forme morbide sia quadrate, proposte in varie finiture con elementi cromati in contrasto. Così, un unico processo industriale darà vita ad una vasta linea di elementi a parete e free standing dall'aspetto particolarmente scultoreo. I radiatori di questa collezione sono pensati per tutte le stanze della casa, in grado di riscaldare locali di varie metrature: modularità, linearità formale, flessibilità di installazione, versatilità d'uso e una notevole resa termica sono le principali caratteristiche di questa famiglia di prodotti". Come mai avete deciso di aprire anche un'azienda che si occupa squisitamente di design? 82

"La presenza nel settore dei radiatori ci ha permesso di acquisire nuove esperienze e di constatare che una nicchia di mercato nel segmento dei prodotti di alta gamma era ancora scoperta. Non era tanto il design artistico che mancava, un "must" per tali prodotti che svolgono anche una funzione di arredo, ma la resa termica e soprattutto la funzionalità e la praticità che potevano essere migliorate. Molte volte si sacrifica la funzionalità di un prodotto, la vera essenza dell'oggetto, alla sua estetica. Ridea fa di questo la sua mission e colma questo gap. Sostituire l'acciaio e la ghisa con l'alluminio o col rame, che sono per eccellenza i metalli a miglior dissipazione di calore, non era sufficiente per fare la differenza: i radiatori Ridea dispongono di un sistema d'apertura "a porta" unico e brevettato grazie al quale sono possibili la manutenzione e la pulizia della parte posteriore, permettendo di rimuovere eventuali residui di polvere e garantendo, di conseguenza, una migliore qualità dell'aria". Vi avvalete della collaborazione di famosi designer o avete creato una struttura interna dedicata? "La Ridea vanta la collaborazione, per quanto riguarda la progettazione tecnica, dei principali centri di ricerca tecnica e tecnologica (tra i quali il Politecnico di Milano), oltre che il supporto di importanti studi di architettura e designer italiani. Dal 2009 l'architetto Giulio Cappellini, firma del

Qual è il vostro "core business"? "Le società del Gruppo trattano annualmente 100 mila tonnellate di rottami metallici, commercializzano 30 mila tonnellate di semilavorati di alluminio, producono 8 milioni di unità di radiatori per il riscaldamento domestico che saranno poi esportati in tutto il mondo. Numeri che parlano da soli". Quale è il valore aggiunto che riuscite a garantire rispetto alla concorrenza? "Ogni società dispone di siti industriali di grande qualità. La localizzazione, le caratteristiche dei fabbricati, le infrastrutture di servizio e soprattutto l'elevata tecnologia e automazione degli impianti e macchinari installati, ne fanno il punto di riferimento nel proprio settore. La continua ricerca verso nuove applicazioni consente con grande concretezza, ed in tempi brevi, di verificare se le idee nostre e dei nostri clienti possano trovare applicazioni. Lo stretto rapporto di collaborazione fra il management delle società permette incontri frequenti e rapide decisioni. Un'azienda con un'immagine consolidata deve sapersi rinnovare partendo dalla sua tradizione: deve essere in grado di comunicare la propria evoluzione di fronte a nuove situazioni e a nuove dinamiche (tecnologiche, di gusto, di mercato, di stili di vita che cambiano). Le nuove tendenze devono essere anzitutto captate e poi metabolizzate: l'interpretazione che ne scaturisce deve essere identificabile con l'azienda. In sintesi, l'ideale è mantenersi rinnovati". Come mai avete scelto l'alluminio per le vostre realizzazioni? "Il recupero e riciclo delle materie prime


metalliche è storicamente un settore importante in Italia, in quanto la strutturale carenza di minerali metallici nel paese ha portato l'industria nazionale della siderurgia e della metallurgia a sviluppare processi produttivi con impiego, quale materia prima, di rottami metallici. La prima attenzione è stata rivolta alla costruzione di un'articolata rete di rapporti commerciali nei mercati di approvvigionamento e di vendita e, all'interno dell'azienda, al continuo aggiornamento delle tecnologie adottate nei processi di trattamento dei rottami metallici. Questa attività viene svolta dalla Stemin Spa dal 1999. Si decise successivamente di puntare alla produzione con la scelta di un prodotto che potesse presentare tutte le caratteristiche per massimizzare i punti di forza del gruppo quali l'elevato impiego di materia prima per unità di prodotto e notevole incidenza sul valore del prodotto finito. L'innovazione di processo consiste nell'utilizzo diretto dei rottami di alluminio come materia prima, potendo contare sulla

"Le societĂ del Gruppo trattano annualmente 100 mila tonnellate di rottami metallici, commercializzano 30 mila tonnellate di semilavorati di alluminio, producono 8 milioni di radiatori per il riscaldamento domestico" 83


conoscenza dei mercati di approvvigionamento e soprattutto sulla padronanza delle specifiche tecnologie di processo per il loro trattamento: da qui la scelta di produrre radiatori per il riscaldamento domestico in alluminio. La frequentazione quotidiana dei mercati ha inoltre consentito di cogliere l'esigenza manifestata da alcuni grandi gruppi industriali di acquistare semilavorati (lingotti) di alluminio a condizioni di prezzo prefissate anche per lunghi periodi, ed il gruppo si è trovato nella condizione di poter offrire tale servizio, attività attualmente svolta dalla IMT Italia Srl". La forza di Radiatori 2000 è quella di far parte di un gruppo industriale che detiene la materia prima. Vorrebbe spiegarci la vostra storia industriale? "La Radiatori 2000 Spa ha sede a Ciserano, in un insediamento all'a-

"L'innovazione di processo consiste nell'utilizzo diretto dei rottami di alluminio, potendo contare sulla conoscenza dei mercati di approvvigionamento e sulla padronanza delle specifiche tecnologie di processo per il loro trattamento"

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vanguardia sito su un area di 40 mila mq, in uno stabilimento dall'elevata tecnologia grazie a impianti e macchinari installati: vi sono forni fusori, isole di pressofusione, linee di assemblaggio, linee di verniciatura e linee di imballaggio, impianti tutti completamente automatizzati, dove l'operatore svolge una funzione di controllo degli impianti e della qualità. La produzione è passata in dieci anni da 100 mila pezzi anno (nel 2000) agli attuali 8 milioni e mezzo. L'esportazione rappresenta circa l'88% delle spedizioni. Il marchio Radiatori 2000 si colloca, nel settore, tra i più conosciuti a livello mondiale, rappresentando un punto di riferimento per qualità e affidabilità". Siete al quarto posto tra i produttori di radiatori a livello mondiale. Il fatturato nel 2009 è stato di 40 milioni di euro. La crisi è stata solo una parente lontana per il vostro mercato? "Come tutti i comparti industriali la crisi ci ha toccato, ma l'elasticità gestionale che ci contraddistingue ci ha permesso di seguire attentamente sia nei servizi sia nei prezzi ogni singolo cliente. Bisogna, quando è necessario, saper sacrificare in modo ponderato anche parte della redditività, con l'obiettivo però di mantenere le proprie quote di mercato; quote che, dopo questi anni difficili, faranno ancora parte del nostro patrimonio". Avete comunque deciso d'investire in quest'ultimo anno? "Siamo sicuri che la carta vincente sia ancora quella della continua innovazione: non abbiamo mai fermato la nostra crescita basata soprattutto su investimenti tecnologicamente avanzati che permettono l'ottimizzazione dei tempi ciclo ed il conseguente contenimento dei costi". Parliamo dei prodotti veri e propri. Ci illustri la vostro linea. "I radiatori per il riscaldamento domestico sono lo step finale della verticalizzazione del ciclo produttivo dell'alluminio del Gruppo: dal rottame alla materia prima, al semilavorato, alla commodity, fino al prodotto di design, dimostrando una volta in

più che il rispetto per l'ambiente e le attività industriali ecosostenibili si possono sposare con l'unicità del made in Italy. La caratteristica principale del radiatore in alluminio è la resa termica al top del segmento, un notevole risparmio energetico determinato da un basso contenuto d'acqua e da una bassa inerzia termica. Inoltre, il radiatore in alluminio è un prodotto ecologico, realizzato interamente con materiali riciclati e riciclabili all'infinito, con finiture di colore ottenute con vernici ecologiche". Avete dedicato un'attenzione particolare anche all'ottenimento di certificazioni internazionali. Ci vorrebbe spiegare quali? "Esportando i termosifoni in tutto il mondo, avere certificazioni di prodotto valide in ogni paese è la necessità: il tutto parte dalla certificazione che si ottiene in Italia dal Politecnico di Milano, certificazione obbligatoria per ogni modello al fine di porre sul mercato prodotti che siano conformi alla normativa Europea EN 442. Successivamente all'esito positiva di questa, deve essere effettuata l'integrazione dagli altri enti internazionali autorizzati aventi sede, ad esempio, in Francia, Spagna, Russia, Ucraina, Kazakistan, Bielorussia e molte altre". Da quanti dipendenti è composta la vostra azienda e come è organizzata

la struttura interna del personale? "Considerando il personale diretto e quello indiretto, il Gruppo si avvale di circa 250 persone. Alla gestione della holding industriale FECS, che è la capofila delle società produttive, ci sono io personalmente. La divisione dei semilavorati è gestita da Jordan Foglieni e la produzione dei radiatori per il riscaldamento da Arianna Scaravaggi". Concludendo, quali sono i vostri progetti futuri? "Gli italiani, in un paese povero di materie prime, hanno sempre sviluppato l'arte di trasformare e rendere belle cose che altri, per differenza di cultura, non riescono a percepire. Ci impegnamo continuamente a pensare e trovare nuove forme di riciclabilità nel rispetto dell'ambiente, restituendo e aumentando il valore di ciò che altrimenti finirebbe in discarica. Questo è decisamente il comparto al quale stiamo dedicando maggiore attenzione ed energia e che ci darà, nei prossimi mesi, la possibilità di avere nella nostra struttura una tecnologia estremamente evoluta per ricavare alluminio da sottoprodotti attualmente inutilizzati. Questo risultato, in una filiera come la nostra dove l'alluminio è la materia prima, ci potrà dare quel vantaggio competitivo tale da consentire al nostro gruppo di avere un margine operativo in più che ci permetterà sempre di produrre eccellenza". 85


ECONOMIA&BUSINESS

Marchionne e Signorini vestono «Capobianco» MODA

Tessuti pregiati e artigianalità: da Zanica, hanno conquistato la upper class italiana

ARTICOLO DI ROSSELLA MARTINELLI

osa hanno in comune Sergio Marchionne, Alfonso Signorini, Vittorio Feltri, Remo Girone e lo chef stellato Carlo Cracco? Semplice: la passione per il blouson Capobianco, neona-

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to marchio orobico frutto della trentennale esperienza del titolare, Marco Lorenzi, nel settore tessile di alta qualità (la sua Duelle ha collaborato con Paul&Shark, Bottega Veneta, Ermenegildo Zegna, Cerruti). Un capo che evoca immediatamente in chiunque mastichi un po’ di moda o di cinema, il temerario James Dean di Gioventù bruciata; rivisitato, però, in chiave bon ton: una realizzazione che passa attraverso quattro fasi (brinatura, tintura, trattamento idrorepellente, e "mano cashmere" brevetto che conferisce ai tessuti una morbidezza che non verrà scalfita da anni e lavaggi), materiali pregiati (cotone Pima e Makò, bordature in lana e cashmere, fodera in filo di Scozia e cashmere) e finiture a mano. Forte del consenso riscontrato,

La sfida del brand? Rivisitare capi solitamente realizzati in altri materiali, realizzandoli in jersey e tessuti a maglia


Marco Lorenzi, titolare di Duelle, azienda cui fa capo il brand

il brand ha debuttato a Pitti Uomo lo scorso gennaio, presentando la collezione charme&chic per l’autunno-inverno 2011: non solo l’ormai mitico blouson, ma anche la Field jacket (capo spalla in felpa con collo in cashmere e imbottitura in thermore), la Field shirt (giubbotto imbottito dalla linea pulita, con collo in cashmere), il Peacoat (doppiopetto con cappuccio) e la Jacket (imbottito sportivo dal sottocollo in cashmere). E, ancora, una linea donna e kid. Per parlare del presente e del

futuro di Capobianco, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il suo fondatore, cui va riconosciuto il merito di essersi arrischiato nel lancio di un nuovo marchio nel 2008, senza farsi spaventare dalla crisi. Avventura trasformatasi in un successo. «Fin dall’inizio della mia attività - nel 1985, come laboratorio conto terzi - il sogno nel cassetto era quello di creare una linea mia, con le idee e il gusto della mia azienda. Bisogna sempre partire dal basso e, mentre la ditta si strutturava, io

acquisivo una maggiore maturazione professionale e personale», spiega Lorenzi. Da dove nasce la passione per il blouson? «Benché sia un’icona della nostra collezione non è il capo a cui sono più legato. A dirla tutta, quel che sento più mio sono i materiali: il jersey e il tessuto a maglia, coi quali lavoro da sempre. Mi ha affascinato, più che altro, prendere un indumento presente in molti 87


guardaroba maschili, ma solitamente prodotto in camoscio o renna, per reinterpretarlo in felpa e cashmere. Mi ha colpito la versatilità del blouson: è un classico, portabile in ogni occasione; è sportivo, ma veste in maniera chic; è utilizzabile sia come cardigan che come vero e proprio giubbotto. Insomma, è decisamente fruibile». Quale è stato il riscontro del debutto a Pitti? «Molto gratificante: soprattutto ha contribuito a lanciare il marchio, facendolo conoscere a un maggior numero di buyer. La vera novità è stato l’incontro con il mercato tedesco: abbiamo concluso un accordo importante e stiamo entrando nei più prestigiosi negozi teutonici; all’incirca una ventina, numero interessante se si considera che si parla di un target alto». A proposito di vetrine estere di 88

rilievo: siete presenti da Barney’s, a New York, dal 2009. E in Italia? «Con la prossima collezione, in vendita da settembre 2011, saremo in quasi tutte le più rinomate boutique italiane: Milano, Firenze, Venezia, Portofino, Capri, Courmayeur». Tra i suoi progetti c’è anche l’apertura di un monomarca. «Ad oggi è un sogno: la nostra realtà attuale è quella dei clienti che stiamo acquisendo e servendo. A medio- lungo termine, però, ci piacerebbe concretizzare l’idea: nelle piazze più canoniche e visibili. Magari a Milano». Cosa accomuna le tre collezioni, uomo, donna e bambino? «Lo stile e la portabilità: possono essere indossate in qualsiasi contesto - tranne, forse, la cerimonia - e fanno sentire comodi ed eleganti. Il nostro obiettivo futuro, per

BLOUSON Capo-icona realizzato in felpa 100% cotone, con bordature in lana e cashmere e fodera in filo di scozia


FIELD SHIRT Giubbotto imbottito ispirato nelle forme alla più classica delle camicie, con collo in cashmere

le tre linee, è rivisitare modelli che non sono mai stati fatti con i nostri materiali di riferimento. L’abbiamo già fatto con la collezione del prossimo inverno: comprende capi totalmente concepiti per l’esterno. Veri soprabiti, con tessuti a maglia e imbottiture termoisolanti, come la Field jacket e il Peacoat». Vantate molti, involontari, testimonial vip. Chi vorrebbe come protagonista di un’ipotetica campagna pubblicitaria? «A oggi non è nei nostri progetti l’idea di una campagna legata a un volto noto. E, al contempo, non amo parlare dei nostri clienti famosi. Soprattutto perché non ci interessa se chi indossa Capobianco sia famoso o meno: la migliore soddisfazione, sa qual è? Quando amici e conoscenti mi fanno i complimenti. I clienti che parlano bene di noi e fanno il passaparola sono i migliori testimonial!».

JACKET Imbottito sportivo che affida al sottocollo in cashmere il suo particolare di stile

FIELD JACKET Capo spalla realizzato interamente in felpa con collo in cashmere e imbottitura in Thermore

Brevetti, artigianalità e materiali pregiati I materiali. Tutte le collezioni del brand utilizzano Pima peruviano, definito per la sua sofficità e morbidezza “Il cashmere delle fibre vegetali”, e Makò egiziano, dalle ineguagliabili qualità di lucentezza. Al cotone, si aggiungono la felpa e il cashmere. I brevetti. Frosted: trattamento pre-tintura che permette ai colori, impiegati durante la fase di tintura, di non depositarsi completamente sulle fibre dei materiali utilizzati per la realizzazione del capo, assicurandogli l’effetto “used-chic” responsabile del suo aspetto vintage. Trattamento Idrorepellente: i capi riservati alle attività outdoor vengono sottoposti a speciale trattamento idrorepellente al teflon, che assicura un’ottima protezione dall’acqua e dall’umidità. Il prodotto idrorepellente, introdotto nello stesso bagno della tintura, si lega stabilmente alla fibra del materiale, assicurando così al capo il massimo respingimento dell’acqua e il mantenimento della sua respirabilità. Mano cashmere: brevetto che consente alle collezioni Capobianco di accarezzare il corpo anche quando il materiale utilizzato non sia lana-cashmere. L’utilizzo di particolari ammorbidenti che si legano alle fibre dei materiali impiegati per la realizzazione dei capi, conferisce loro una particolare morbidezza, destinata a rimanere invariata nel tempo.

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ECONOMIA&BUSINESS

Da Caravaggio all'Europa, un torrone da re

ARTICOLO DI CARLO DI GREGORIO

eccellenza italiana non ha confini. Magari sul mercato nazionale è poco considerata, ma all'estero trionfa, tanto da riscuotere l'apprezzamento di Carlo d'Inghilterra, Principe di Galles. "Merito del nostro distributore", ha affermato Fabio Quaranta - direttore commerciale della Quaranta S.r.l. -, industria dolciaria orobica al 100%. Di Caravaggio, per la precisione. Una delle PMI nostrane che, nonostante la crisi, continua ad esportare il "made

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in Italy" nel mondo e a riscuotere successi. "Il nostro fatturato deriva per circa il 60% dall'estero" ha dichiarato, dati alla mano, Fabio Quaranta."Siamo presenti prevalentemente in Europa, ma ci difendiamo bene anche nei mercati extraeuropei. Il nostro primo mercato in assoluto è l'Olanda, seguito da Francia, Inghilterra, Germania e Belgio ma, in generale, ogni stato europeo è raggiunto da un nostro distributore. È ovvio, però, che il volume d'affari varia a seconda del mercato. Il nostro pro-

dotto, infatti, è d'alta gamma. Non tutti, quindi, possono accedervi e non in tutti i mercati sono presenti in misura uguale le fasce di popolazione che possono permettersi di accedere al nostro prodotto. Vantiamo, ad esempio, distributori anche nei paesi dell'Europa orientale ma, per ragioni strutturali legate alla ricchezza complessiva di quei mercati, è ovvio che la quota di fatturato realizzata non può competere con quella raggiunta nei paesi più ricchi dell'Europa centrale".


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Lo mangia addirittura Carlo d'Inghilterra. Un aneddoto curioso per raccontare la storia della Quaranta S.r.l., storica azienda orobica che ha trovato fortuna e fatturati all'estero Come siete riusciti ad arrivare all'attenzione di Carlo D'Inghilterra? "E' stato merito dell'intraprendenza di uno dei nostri distributori inglesi. Anche naturalmente dell'eccellenza del nostro prodotto, sottoposto al negozio di una delle residenze della famiglia reale inglese. La particolarità è che proprio il compratore deve far assaggiare al principe reale i prodotti prima di metterli in vendita. Carlo D'Inghilterra ha quindi assaggiato il nostro torrone, l'ha apprezzato e ha acconsentito che venisse posto in vendita. Per gli inglesi il fatto che un membro della famiglia reale abbia ritenuto eccellente il nostro torrone è motivo di affidabilità. Per noi, è motivo di prestigio". La vostra realtà coinvolge anche mercati extraeuropei? "Distribuiamo il nostro torrone in USA, Canada, Australia e dal 2010 anche in Giappone. Vendiamo anche in Russia tramite una catena per sole eccellenze alimentari: proprio là una sola fetta della nostra torta-torrone Sofficiona vale fino a 25 euro". Immaginiamo sia un mercato estremamente difficile quello della produzione dolciaria. "Noi facciamo torrone. È un mercato piccolo e di nicchia. In Italia, ad esempio, lo stesso è in perdita, con prospettive di sviluppo minime. Tradotto in cifre, su base nazionale, il mercato del torrone vale 80 milioni di euro complessivamente. Per rimanere in un mercato stagnante, allora, è necessario innovare e rompere gli schemi. È necessario, in altre parole, crearsi una posizione che permetta di sfondare ed affermarsi. Nostro padre si rese conto che la classica stecca di torrone non ci avrebbe garantito un futuro e, allora, abbiamo cercato di rielaborare un classico della tradizione natalizia italiana per farne un prodotto appetibile, sia come forma che come contenuto, e dal costo sostenibile. Fatturato alla mano, possiamo dire di esserci riusciti".

Cosa, in particolare, vi ha permesso di fare il salto di qualità? "Abbiamo raggiunto il miglior compromesso fra una pasticceria artigianale ed una logica industriale. In poche parole, coniughiamo la raffinatezza e la unicità della produzione artigianale con gli schemi della produzione industriale di massa: la nostra produzione è quindi industriale ma, ad esempio, le decorazioni dei nostri prodotti sono fatte a mano. Questo all'estero è molto apprezzato". Avete fatto ricerche anche dal punto di vista della comunicazione per trasmettere la vostra filosofia aziendale? "Potremmo riassumere il tutto nel "claim" che ci sta permettendo di essere così apprezzati nei mercati europei: Nougat passion".

Vale a dire "Torrone con amore"? "Passion, in particolare, vuole indicare ai nostri clienti tutta la passione e la dedizione che mettiamo nella produzione del nostro torrone. Ma vuole anche svecchiare un prodotto antico, legato nell'immaginario collettivo alla tradizione delle festività natalizie. Siamo andati oltre il torrone, oltre la barretta classica. Abbiamo rielaborato la tradizione per creare torte-torrone ma anche snack veloci da gustare, come merendine. Passion, inoltre, vuole trasmettere immediatamente la cura dei particolari tipica del nostro approccio artigianale e non solo industriale. "Nougat passion" ci ha, in buona sostanza, permesso all'estero di svecchiare il prodotto e renderlo dinamico". In Italia, invece, quale è il vostro approccio? "Per quanto riguarda il mercato nazionale usiamo 91


Da sinistra Il direttore commerciale Fabio Quaranta col fratello Massimo, responsabile qualità

il marchio "Sofficione". L'obiettivo è identico: innovare e svecchiare il prodotto per renderlo appetibile anche alle nuove generazioni. Alle tradizionali stecche, infatti, affianchiamo, come detto, le torte e gli snack. Il nostro motivo conduttore, comunque, rimane la dinamicità del prodotto ma anche la struttura artigianale/industriale della nostra azienda familiare".

"L'impegno, la serietà, la costanza e la dedizione che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro, la stabilità ed l'affidabilità nel rapporto con la clientela, nonché la ricerca continua dell'efficienza ed il presidio regolare dei mercati. Nel nostro settore produttivo, in particolare, non solo dobbiamo lavorare bene ma dobbiamo anche strutturarci a seconda del mercato di riferimento, perché

struttura commerciale compatibile per affrontare il mercato stesso a dovere".

il nostro prodotto non è di largo consumo. Per affermarsi nei mercati esteri, allora, è essenziale, per noi, capire ed elaborare una

costante ci sta permettendo di espanderci e guadagnare fette importanti di mercato anno dopo anno".

Come state riuscendo ad affermarvi? "Ultimamente i nostri distributori stanno entrando in sintonia con la filosofia aziendale e ciò permette di realizzare importanti sinergie. L'operato del distributore inglese ne è la conferma. Quest'integrazione

Quale è la vostra storia industriale? "L'azienda è nata nel 1924, ma in realtà le origini si perdono nell'ottocento: il nonno di nostro padre produceva e vendeva dolciumi e biscotti. La svolta si ebbe successivamente, nel secondo dopoguerra, con le intuizioni del nonno: più industria, meno commercio. Quello è stato il tempo del boom economico. Le più grosse aziende alimentari sono nate di fatto in quegli anni. Allora, infatti, c'era un'alta domanda ed una bassa offerta. Ovvio che, quindi, qualsiasi cosa si producesse, veniva venduta. Era un periodo di grossa espansione. Purtroppo non ne beneficiammo a dovere perché il nonno morì giovane e la nostra attività di produzione è rimasta sostanzialmente congelata fino agli anni '80. Fino a quando nostro padre, Enrico Quaranta, ancora oggi amministratore delegato della società, diede impulso a quell'opera di innovazione e svecchiamento che ci sta permettendo di affermarci con decisione nei mercati esteri". Quale è il segreto per rimanere sulla cresta dell'onda per così tanto tempo? 92



EVENTI

MINI e Rotaract, la "Glitter Night" delle meraviglie FASHION EVENT

La concessionaria ufficiale Lario Bergauto riscuote successo anche fuori dai confini bergamaschi: raccolta fondi per la Fondazione Grazia Focacci e annuncio della Cooper S Diesel 94

TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

on la serata di venerdì 24 febbraio scorso, la concessionaria ufficiale MINI Lario Bergauto ha firmato l'ennesimo appuntamento all'insegna del divertimento e della solidarietà. In uno dei locali più "in" della provincia di Como - il Club Modà di Erba - è andata in scena la movimentata "Glitter Night", organizzata dal distretto di Lecco dei Rotaract. Il ricavato della serata, è stato interamente devoluto alla Fondazione Grazia Focacci - con il presidente Matteo Tiberi - che, in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi, s'impegna quotidianamente in una difficile missione: fornire assistenza ai malati di tumore. La kermesse modaiola, dal canto suo, è iniziata in seconda serata con uno splendido buffet, mentre sulla pista dal "fashion club" troneggiava in tutto il suo

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splendore la frizzante MINI Countryman, che come Cenerentola ha lasciato spazio alle danze allo scoccare della mezzanotte. La movida, a questo proposito, è stata anche l'occasione per annunciare al numerosissimo pubblico di giovani presenti l'imminente uscita (a primavera) della gemella Cooper S D, vale a dire il primo motore 2.0 diesel montato su una vettura della casa anglo-tedesca. Prestazioni, potenza, ma consumi contenuti: l'incredibile propulsore da 143 cavalli sarà quindi montato su ogni modello in commercio ed andrà ad affiancarsi al mitico 1.6 benzina da 184 cavalli attualmente disponibile. 95


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EVENTI

TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

Bergamo capitale del gusto ALTA CUCINA

Alla SAPS è andato in scena l'ultimo allenamento - davanti a tv e giornali -, della Nazionale Italiana Cuochi, che nella "Competizione Continentale d'Irlanda" si è laureata campione d’Europa 98

alta cucina ritorna a Bergamo con i riflettori puntati delle tv nazionali, per un evento che ha trasformato la nostra città nella giusta location per preparare una kermesse internazionale di chef in Irlanda. La Baldassare Agnelli S.p.a. di Lallio, infatti, ha ospitato lo scorso 1 febbraio la Nazionale Italiana Cuochi che ha partecipato alla "Competizione Continentale d'Irlanda", rappresentando la maestria culinaria e il gusto delle nostre terre, classificandosi al primo posto assoluto e vincendo le medaglie d'oro sia nella prova del "caldo" che del "freddo". Una specie, se vogliamo utilizzare un esempio calcistico, di ritiro culinario premanifestazione al fine di affilare le armi prima della spedizione in terra irlandese. Bergamo è stata così per un giorno capitale gourmet. Dalle 9 alle 12.30 di mattina, infatti, il Centro di Ricerca e Formazione SAPS del Gruppo

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Agnelli è stato scelto come sede dell'ultima prova del menù caldo della N.I.C. che - come detto - ha rappresentato l'Italia durante la più grande rassegna culinaria a squadre del 2011, in programma dall'8 all'11 febbraio scorso a Dublino. È stata un'occasione importante per vedere come i migliori dodici cuochi italiani hanno interpretato il tema della competizione internazionale, per provare ed apporre le ultime modifiche al menù con cui i nostri chef hanno lottato contro l'agguerrita concorrenza degli altri team europei. Ripresi dalle telecamere di Rai1 e Canale5, che ha visto presente come giornalista d'eccezione l'appassionata di cucina nonché bergamasca d'adozione Cristina Parodi, e da altre importanti emittenti locali, i migliori chef italiani hanno dato sfoggio d'indiscusso talento presentando un primo servizio di pesce, un piatto principale di carne e il dessert. I commensali non sono stati solo spettatori, ma veri e propri giudici e protagonisti della giornata. Su ogni tavolo erano presenti sche-

de di valutazione delle portate, che alla fine del pranzo sono state ritirate dai cuochi e valutate attentamente. Tra gli ospiti d'eccezione non hanno voluto mancare anche numerosi esponenti della stampa di settore tra cui la direttrice di "Cucina Gourmet" Chiara Mojana-, alcuni partner tecnici della N.I.C. nonché il presidente nazionale della Federazione Italiana Cuochi Paolo Caldana e i vertici lombardi capitanati dal presidente Egidio Rossi. La squadra Nazionale Italiana Cuochi era quindi presente in SAPS al gran completo: oltre al Team Manager Fabio Tacchella, hanno preso parte alla kermesse anche il Capitano Gianluca Tomasi, il Team Coach Fabio Momolo, il Senior Chef Angelo Giovanni Di Lena, il Senior Chef Vito Antonio Semeraro, il Senior Chef Gaetano Ragunì, il Senior Chef Carmelo Trentacosti, il Senior Chef Fabio Mancuso, 100


il Senior Chef Ljubica Komle, il Senior Chef Pastry Giovanni Cappello, lo Junior Chef Francesca Narcisi e il Junior Chef Giovanni Lorusso. Proprio il Team Manager Fabio Tacchella ha voluto commentare così l'importante appuntamento: "Siamo fieri di essere stati ospitati in questa fucina d'idee e innovazione che rispetta la tradizione. La collaborazione con la famiglia Agnelli da anni ci dà la possibilità di poter gareggiare in queste importanti manifestazioni con strumenti di cottura fatti ad hoc per i nostri piatti". Parole d'elogio anche da parte di Egidio Rossi, che ribadisce il concetto: "La N.I.C. è il nostro fiore all'occhiello. Oggi che si celebra il 150esimo della Bandiera Italiana lo è ancor più e ci rende fieri di essere ambasciatori della cucina italiana nel mondo. Ringrazio in nome dei soci lombardi la famiglia Agnelli, che è sempre vicina al territorio in cui affonda le sue radici da più di un secolo"

Il menù preparato in SAPS con cui la N.I.C. si è laureata campione d’Europa: Da destra Primo servizio di pesce Filetto di merluzzo in crosta di pane aromatico con salsa alla vicentina Cannelloni di gambero rosso di Sicilia con finocchi Cappesante saltate all'olio su passato di zucchine Piatto principale di carne Filetto di maiale in manto di mele Purea di ceci e patate al rosmarino con ortaggi in padella e mandorle croccanti Dessert Mousse al cioccolato al latte con cuore di vaniglia, carruba e gelatina di frutti tropicali

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MOTORI

MINI Cooper Cabrio 2011, il cuore batte forte col diesel PROVATA PER VOI

La versione "model year 2011" si presenta con un'innovativa motorizzazione: un 1.6 turbodiesel divertente quanto basta, capace di percorrere 25 chilometri con un litro

Ecologica: parchi consumi e occhio all'ambiente, il 112 CV e 270 Nm (dotato di serie di sistema start/stop) ha un valore di emissioni di CO2 pari a 105 grammi per chilometro 102

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: GIORGIO CHIESA

l 2011 è iniziato all'insegna di MINI, che si presenta alle porte della primavera con una vera innovazione: la prima diesel a cielo aperto. Parliamo della "model year 2011", rivisitazione di gamma che ha permesso alla Casa britannica (dal cuore bavarese) di sfoderare i restyling estetici e tecnici di tutte le versioni a listino, con una serie di innovazioni tecnologiche di livello. Noi, per questo numero di Bergamo Economia, abbiamo scelto il modello più sfizioso: la

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en plein air. Anche perché le innovazioni maggiori riguardano proprio lei, la MINI Cooper D Cabrio. Si tratta della prima Mini convertibile che potrà contare su una motorizzazione diesel, provata per voi grazie alla collaborazione della concessionaria ufficiale per Bergamo e provincia MINI Lario Bergauto. Inutile negare, però, che tutte le novità che tratteremo in questo articolo sono presenti nel mondo MINI senza distinzioni: Countryman e Clubman incluse.


NEW STYLE - Pure nel 2011 MINI non si è voluta risparmiare, puntando dritta alla sostanza. E lo ha fatto con un nuovo motore 1.6 turbodiesel divertente quanto basta, ma anche ecologico (25 chilometri con un litro e 105 grammi di CO2 per chilometro). Ma le novità non sono finite: non possiamo dimenticarci delle nuove colorazioni, dei nuovi disegni dei cerchi in lega e delle finiture interne ancora più "chic". Esteticamente è difficile scorgere le differenze con il modello precedente. Si tratta di piccoli interventi, come quello sulla griglia frontale. All'interno il discorso non cambia, solo piccoli ritocchi di classe. Comandi del

clima e della radio di nuova concezione, con inserti in legno molto "british" che regalano un colpo d'eleganza in coordinato alle tinte dei sedili in pelle appartenenti alla nuova collezione. DIESEL - L'innovazione, però, è nel cuore. Parliamo del propulsore 4 cilindri Euro 5 MINI Cooper D Cabrio, impiegato anche sulle altre varianti di carrozzeria. E' la versione da 112 CV e 270 Nm dotata di serie di sistema start/stop e filtro antiparticolato abbinato esclusivamente al cambio manuale a 6 rapporti. Con questo propulsore la MINI Cooper D Cabrio accelera da 0 a 100

Tecnologia: attraverso le funzioni MINI Connected e una specifica "app" è possibile caricare in automobile le pagine di Facebook e di Twitter 103


km/h in 10,3 secondi, la velocità massima è di 194 km/h, con consumi particolarmente contenuti: la nuova cabrio diesel vanta un consumo medio di carburante di 4,0 litri per 100 chilometri e un valore di emissioni di CO2, come detto, pari a 105 grammi per chilometro. In città il consumo sale a 4,6 l/100 km, ma nelle percorrenze autostradali si raggiungono i 3,7 l/100 km. LINEA RINFRESCATA - Come detto le modifiche di design sono leggere e raffinate per tutta la gamma, a partire dalla presa d'aria piÚ grande nel paraurti anteriore, particolarmente evidente sulla Cooper S che sfoggia anche nuovi condotti di raffreddamento dei freni. Tutto l'anteriore ha una nuova conformazione pensata per la sicurezza dei pedoni, mentre al posteriore ci sono luci LED per retromarcia e freni. La gamma MINI 2011 offre anche nuove varianti di cerchi in lega, vernici esterne, fregi laterali ed equipaggiamenti che creano i temi di design "Rallye", "Classic" e "Scene". Anche gli abbinamenti dei materiali e delle finiture interne sono stati aggiornati, aggiungendo

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l'opzione dell'illuminazione Switch Control con tre diodi. I colori per la carrozzeria comprendono le nuove tonalità British Racing Green e Spice Orange. ALLESTIMENTI DI GAMMA - Scegliendo i proiettori allo xeno opzionali si ha per la prima volta su MINI il sistema Adaptive Light Control che orienta i fari in base all'andamento delle curve, al tasso d'imbardata e alla velocità della vettura. Nuovo è anche il sistema autoanabbagliante offerto per i retrovisori esterni e per lo specchietto interno. I sistemi audio e di navigazione hanno un più ampio livello di integrazione con i dispositivi esterni e i telefoni cellulari, già a partire dal modello base di radio MINI CD, con lettore CD-MP3, connettore Aux-in e 6 altoparlanti. La radio MINI Visual Boost e il sistema di navigazione comprendono un display a colori da 6,5" integrato nello strumento centrale e un impianto vivavoce Bluetooth con interfaccia USB, con in più la possibilità di visualizzare i video contenuti sull' iPod a vettura ferma. Questo impianto consente anche di effettuare l'audio streaming via Bluetooth, mostrare le copertine degli album musicali sullo schermo di bordo e, tramite l'output vocale a richiesta, farsi leggere gli appunti di calendario memorizzati nello smartphone. Attraverso le funzioni MINI Connected e una specifica "app" è anche possibile caricare in automobile le pagine di Facebook e di Twitter, di rappresentarle sullo schermo di bordo e di farle leggere ad alta voce dall'output, oltre alla possibilità di attivare la web radio, la ricezione di newsfeed RSS, l'utilizzo dei servizi di ricerca locale di Google e di Google Send to Car.

Design: le modifiche estetiche sono leggere e raffinate per tutta la gamma, a partire dalla presa d'aria più grande nel paraurti anteriore massa sollicitudin

MINI LARIO BERGAUTO Via Campagnola, 50 Tel. 0354212211 - Bergamo www.lariobergauto.mini.it www.mobility.it

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MOTORI

Motore: L'LC4 non si "siede" di colpo appena varcati i 7.500 giri, ma continua a spingere fino in zona rossa e "muore" solo con l'intervento del limitatore, a circa 8.500 giri 106

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA PHOTO: LORIS SAMBINELLI

a casa austriaca non smette mai di stupire e questa volta lo fa con la nuova Duke 690 R. Motore più potente e affidabile, ciclistica rinnovata e cambio ancora più preciso. La linea aggressiva che stupisce sempre nel puro stile KTM è naturalmente riproposta, gentilmente concessaci dalla KTM Farioli. L'abbiamo provata per voi sulle curve delle mura fino alla magica San Vigilio. Proprio la concessionaria bergamasca puntualizza che la stessa moto, oltre ai due anni di garanzia della casa costruttrice, gode dell'assistenza biennale di Europe Assistance. La due ruote, inoltre, è disponibile anche

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depotenziata per i diciottenni e si dimostra economicamente accessibile: KTM Farioli offre infatti finanziamenti a tasso zero. FILOSOFIA -Gli ingegneri della KTM hanno pensato di non aver stupito abbastanza con la nuova Duke 690, ed hanno ritenuto opportuno rincarare la dose presentando la vitaminizzata versione R portata alla cilindrata di 690 cm3. Questa favolosa "fun bike", come la sorella standard, sembra bassa, ma solo a guardarla. Chi in sella non supera i 175 cm di statura tocca sicuramente a terra, ma in punta di piedi. La posizione di


KTM Duke 690 R, un gioiello "vitaminizzato" DUE RUOTE

Gli ingegneri austriaci hanno pensato di non aver stupito abbastanza ed hanno ritenuto opportuno rincarare la dose, presentando la versione "R" portata alla cilindrata di 690 cm3

guida è rimasta invariata: busto diritto e sensazione di controllo totale del mezzo. L'avviamento a freddo è immediato anche con il termometro a -1°C, a patto di non armeggiare malamente con il comando del gas controllato elettronicamente dalla centralina. MOTORE -In questa versione R la maggior corposità del motore si sente soprattutto ai regimi intermedi. L'accelerazione è emozionante e quando la lancetta del contagiri scavalca la tacca dei 5.000 si gode di una spinta degna di un bicilindrico, anche perché l'LC4 non si "siede" di colpo appena varcati i 7.500 giri, regime di potenza massima, ma continua a spingere, seppur con meno vigore, fino in zona rossa, e "muore" solo con l'intervento del limitatore, a circa 8.500 giri. Le prestazioni

sono da applausi per un monocilindrico stradale ed omologato euro 3. Inoltre, ai bassi regimi non è particolarmenteruvido.L'importanteènontentaredifarlolavorare sotto i 2.500 giri, perché strattona, ma basta tenerlo a cavallo dei 3.000 per godere di un'ottima fluidità e soprattutto di una straordinaria rapidità nel salire di giri. DESIGN - Rimanendo nell'ambito autostradale, ancora una volta lo studio di design di Gerald Kiska è riuscito a realizzare un cupolino spigoloso, minimalista e di gusto un po' personale, capace però di spezzare il muro d'aria alle alte velocità. Sia chiaro, non si viaggia protetti, ma la testa non viene sballottata dai vortici, ed è un buon risultato se si considera il nulla che contorna il doppio fanale sovrapposto anteriore.

Sicurezza: La leva del freno è lontana e la corsa di utilizzo piuttosto breve: è una configurazione più adatta ad un modello supersportivo, anche per la notevole potenza 107


La protezione dall'aria è inaspettatamente buona anche per le gambe, le ginocchia riescono ad annidarsi nelle "sfiancature" laterali del serbatoio che integra gli ampi convogliatori dell'aria. Maneggevolezza, rapidità d'inserimento in curva e facilità nei cambi di direzione sono da riferimento. La stabilità nei tratti dove è possibile allungare è ottima anche quando le velocità vanno su parecchio. Ciò non toglie che la R si possa guidare comodamente in tutto relax. SICUREZZA - I comandi al manubrio, frizione e freno, sono entrambi idraulici con pompa radiale. La prima ha un'ottima modulabilità, è comoda e richiede uno sforzo alla leva nella normalità. Per il freno, invece, la leva è lontana e la corsa di utilizzo piuttosto breve: è una configurazione più adatta ad un modello supersportivo, anche per la notevole potenza. Il freno posteriore è molto graduale e trasmette benissimo la misura dell'azione sul disco. Ciò permette di accordare perfettamente la frenata all'azione della frizione antisaltellamento, rendendo facile anche ai meno esperti della derapata effettuare divertenti traversi in staccata. Le sospensioni sono state indurite ma non mostrano una rigidità fastidiosa, anche perché, grazie alla molteplicità di regolazioni, è facile adattarle alle proprie esigenze.

Design: Lo studio di design di Gerald Kiska è riuscito a realizzare un cupolino spigoloso, minimalista e di gusto un po' personale, capace però di spezzare il muro d'aria alle alte velocità

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EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ

Motor Rail Contest 2011, con Iperauto in vetta al divertimento 110

iù di 50 rider professionisti hanno accolto l'invito di New School Shop per partecipare al Motor Rail Contest che da ormai sei stagioni anima una delle più dinamiche località sciistiche bergamasche, Foppolo. Durante le giornate di sabato 19 e domenica 20 febbraio, i visitatori, attratti dalla stupenda condizione di innevamento e dalle condizioni meteorologiche favorevoli, hanno potuto testare sci e snowboard forniti dai numerosi partner dell'evento. A tutto ciò si è unita la possibilità di provare le splendide vetture messe a disposizione da Iperauto Bergamo, concessionaria Land Rover per Bergamo e provincia. Come si è svolto l'evento? Dopo le 18 "Slope Style & Rail Invitational", con venti tra snowboarder e skier, e una "Jam Session" aperta a tutti gli iscritti che ha offerto la possibilità di accedere in finale ad altri cinque "outsider" per disciplina, avendo così quindici rider per ogni categoria. Il tutto è stato accompagnato dalla consueta risalita in motoslitta, quel tocco in più che da sempre caratterizza e distingue l'evento. In palio anche un montepremi sempre più ricco, che ammontava a ben 4 mila euro.

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EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: GIORGIO CHIESA

Nuova 911 Carrera GTS, il futuro presente di casa Porsche 112

ffollato happening al Centro Porsche Bergamo lo scorso giovedì 17 febbraio, dove si è alzato il sipario sulla nuova 911 Carrera GTS. Una serata glamour per tutti gli appassionati Porsche che, accolti dagli ad Simona Bonaldi e Gianemilio Brusa, hanno potuto incontrare da vicino l'ultimo, sorprendente gioiello della Casa di Stoccarda. Al centro della scena, una bianca, abbagliante 911 Carrera GTS coupé, della quale Andrea Mercatelli - Technical Manager della Carrera Cup -, ha svelato ogni segreto. Più che un allestimento, per l'occasione il Centro Porsche Bergamo ha fatto ricorso all'hightech, proponendo un'installazione luminosa piena di suggestione. Con il ricorso alle magie delle fibre ottiche e alla musica di uno speciale dj set, gli ospiti hanno compiuto un viaggio suggestivo tra isole di luce, immersi e proiettati in una dimensione futuribile: la dimensione del futuro Porsche. "Larga come una Turbo ed affilata come una GT: la 911 Carrera GTS possiede tutto il DNA da competizione Porsche e l'autentica cultura della 911". Parola di Walter Röhrl, due volte campione mondiale di Rally. La nuova vettura, nelle versioni coupé o cabriolet, riesce, infatti, a combinare due punti di forza: l'elevata sportività di un modello 911 Carrera S e la performance tipica di una vettura da corsa.

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EVENTI

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Vipiemme Solar sale in sella con Liquigas 116

on l'evento dello scorso venerdì 18 febbraio si è sancita la partnership tra la "Vipiemme Solar" - azienda di Isso leader nel settore della produzione di moduli fotovoltaici - e il team "Liquigas Cannondale" di ciclismo. Proprio il logo aziendale, quindi, comparirà sulle spalle degli atleti in tutte le corse del calendario agonistico. La scelta è figlia della grande passione per gli sport di fatica della famiglia Volpi con in testa Alfredo e i figli Alberto e Raffaele come testimonia anche la sponsorizzazione al team Peperoncino di triathlon. "Il ciclismo - ha affermato Alberto Volpi - rispecchia il nostro modo di intendere lo sport e il lavoro. Il sacrificio, la fatica, la costanza e l'impegno sono le qualità che permettono di crescere e ottenere risultati d'eccellenza. Abbiamo scelto di diventare partner di Liquigas Sport per la serietà e la professionalità dimostrata in questi anni di attività nel mondo delle due ruote. Il ciclismo è un veicolo di comunicazione formidabile e poterlo "sfruttare" al fianco di una realtà vincente e trasparente lo rende un ottimo investimento. Siamo felici per questo accordo e auguriamo a tutte le componenti del team una stagione proficua".

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Porte aperte MINI, un regalo targato "Tech Cream" 120

li scorsi sabato 12 e domenica 13 febbraio la concessionaria MINI Lario Bergauto ha fatto un grande regalo a tutti i suoi clienti e agli innumerevoli appassionati del marchio anglo-tedesco. Con un "porte aperte" dello showroom di via Campagnola si è voluta celebrare tutta la gamma della "MINI family", ed è stato un vero e proprio spettacolo per gli occhi. In particolare, ha rubato subito la scena il nuovo pacchetto d'equipaggiamenti proposto, il "Tech Cream". Con questo allestimento, i fortunati che si porteranno a casa uno dei gioielli della "famiglia" godranno di un plus a dir poco esclusivo. Stiamo parlando di un navigatore satellitare integrato d'ultima generazione - posto nel caratteristico grande contachilometri rotondo al centro del cruscotto -, di un sistema Hi-Fi Harman/Kardon evoluto e della connessione bluetooth e USB, per portare la musica ovunque. Come da tradizione, inoltre, è stata anche data la possibilità di provare con mano le vetture, grazie a prove su strada assistite da un pilota ufficiale del team.

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Caffè Falconi Dehors, una gemma nel cuore di Bergamo 124

stato ufficialmente inaugurato lo scorso lunedì 21 febbraio, ma il nuovo Dehors del "Caffè Falconi" era davvero difficile da non notare passeggiando per il centro. La forma scelta ricorda una capsula, tanto vetro e un'anima in ferro con un colore che rimanda molto da vicino a quello del Teatro Donizetti. È situato sul retro del bar, armonizzato nel contesto che si affaccia sui giardini dello stesso teatro. "Questa struttura, non ha eguali in città e in tutta Italia", ha dichiarato Gualtiero Aldegani, uno dei soci dell'esercizio insieme a Norberto Nava. "Si tratta di una struttura coibentata - ha raccontato - che presenta una superficie di circa 40 metri quadrati. Ospita 9 tavolini per un totale di 36 posti a sedere". Il caffè cittadino è noto in città e non solo per la ricca offerta di whisky, vini e la piadineria. "La nuova saletta garantisce riservatezza. Per questo motivo la proponiamo anche per riunioni o feste". Un'idea quindi assolutamente originale, tanto nell'incredibile design - curato dallo studio Mangili&Associati S.p.A. -, quanto negli arredi interni (creati da Arredi Fattorini Gazzaniga), che propongono eleganza e classe come da tradizione del locale di via Camozzi.

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MINI e Marlboro Classics, torna il "LAST SATURDAY OF THE MONTH" 128

ontinuano con un successo trascinante gli appuntamenti "LAST SATURDAY OF THE MONTH", fortemente voluti dalla concessionaria MINI Lario Bergauto e dal negozio Marlboro Calssics di via Tasso. Lo scorso 26 febbraio, al locale "Dandy Lounge&Music" di Longuelo, è infatti andato in scena il secondo appuntamento col divertimento, il glamour e lo stile propri di un evento in grande stile. Durante la serata pre-disco sono state raccolte le prenotazioni dei test drive dell'intera "MINI Family", dando la possibilità ai numerosissimi partecipanti di scegliere tra MINI, MINI Cabrio, MINI Clubman e l'ultima nata MINI Countryman. Inoltre, Monia e Francesco Remotti hanno presentato le ultime novità del negozio Marlboro Classics e offerto favolosi gadget agli ospiti della serata. La kermesse ha visto come sempre l'ottima accoglienza dello staff del Lounge&Music Bar, che si sta confermando un vero must della movida bergamasca. Visto il grande successo, infatti, il frizzante appuntamento farà "tris" il prossimo "Last Saturday", vale a dire il 26 marzo. E chissà che non ci si debba aspettare addirittura il "poker" per il mese di aprile, quando le temperature permetteranno anche di svestire le MINI che puntualmente fanno bella mostra all'esterno del locale.

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