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Regina

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La Divina Commedia

La Divina Commedia

La donna dell’avanguardia

di Mario GaMbatesa

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Dal 28 aprile scorso fino al 29 agosto 2021 la GAMeC di Bergamo presenta la prima

retrospettiva in un museo italiano dedicata a Regina Casso-

lo Bracchi, in arte Regina. La mostra, a cura di Chiara Gatti e Lorenzo Giusti, nasce dall’ac-

quisizione da parte della GAMeC e del Centre Pompidou di Parigi di un importante nucleo

di opere dell’artista e mira ad analizzare, dagli esordi negli anni Venti fino ai primi anni Settanta, la riflessione formale di una personalità unica, rimasta ai margini della storia e riscoperta adesso quale figura complessa, sperimentatrice, versatile e poetica. Originaria di Mede Lomellina, figlia di un macellaio e orfana in giovane età, Regina è stata la

prima donna dell’avanguardia italiana a dedicarsi interamen-

te alla scultura, di cui ha riletto i linguaggi in direzione audace e sperimentale, piegando la ricerca accademica e naturalistica all’uso di materiali inediti. Regina Cas-

solo è stata una delle più importanti scultrici del Novecento

artistico italiano. Nata a Mede il 21 maggio 1894. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera diventa allieva dello scultore Giovanni Battista Alloati, artista figurativo con tendenze al Liberty e all’Art Nouveau. Nell’aprile del 1931 Regina allestisce la sua prima personale nella Galleria del Senato a Milano. Le critiche favorevoli spingono Luigi Colombo a chiedere a Regina nel 1933 di partecipare alla mostra “Omaggio a Boccioni” della Galleria Pesaro, così facendo Regina entra a far parte del Secondo Futurismo. Nel 1951 inizia a concentrarsi sulla natura, creando sculture e dipinti dalle perfette forme geometriche. La leggerez-

za dei materiali, il dinamismo

A sinistra: Aerosensibilità 1935, alluminio, 69,5x36x30 cm. Museo Regina, Mede Lomellina Ph. Alessandro Saletta e Piercarlo Quecchia DSL Studio

Sotto: Scultura multicolore cerchi e fili 1968, plexiglas multicolore, nastri adesivi colorati e fili di nylon, 28,5x36x8 cm. Collezione Archivio Gaetano e Zoe Fermani Ph. Alessandro Saletta e Piercarlo Quecchia DSL Studio

delle forme, un linguaggio fatto di sintesi geometrica e astrazio-

ni liriche animano il suo lavoro, accanto a una pratica quotidiana, volitiva e rigorosa.

Duecentocinquanta opere tra sculture, disegni, cartamodelli

e taccuini ci conducono in un percorso che si sviluppa per temi ed epoche, intrecciando i contatti con i movimenti dell’avanguardia e le vicende biografiche, dal

Ventennio al boom del dopo-

guerra. Grazie ai prestiti della Collezione-Archivio Gaetano e Zoe Fermani, di altri privati e del Museo di Mede Lomellina, che custodisce una parte significativa della sua produzione degli esordi, il viaggio nell’universo di Regina prende avvio dalla formazione accademica, con i primi ritratti realisti, di sapore Novecentesco, e gli studi sintetici degli animali. Come in un gigantesco erbario, la sezione dedicata ai disegni dei fiori di campo e ai gessi degli anni

Sopra: Maschera (La donna e il fiore) 1930-34, alluminio, 45x33x7 cm. Collezione Archivio Gaetano e Zoe Fermani Ph. Alessandro Saletta e Piercarlo Quecchia DSL Studio Sotto: Omaggio a Charles P. Conrad e Alan Bean 1970, plexiglas multicolore e carta disegnata, 28x27x20 cm. Collezione Archivio Gaetano e Zoe Fermani - Ph. Alessandro Saletta e Piercarlo Quecchia - DSL Studio

REGINA. DELLA SCULTURA GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo April 28- August 29, 2021

From 28 April 2021 Bergamo’s GAMeC presents the first retrospective in an Italian museum dedicated to Regina Cassolo Bracchi, in art Regina (May 21, 1894 – September 14, 1974), one of the most fascinating, innovative, and to this day lesserknown figures of the European artistic panorama of the twentieth century. The exhibition, curated by Chiara Gatti and Lorenzo Giusti, arises from the purchase by the GAMeC and the Centre Pompidou of Paris of a major set of works by the artist, and – from her debut in the 1920s through to the early 1970s – aims to analyze the formal reflection of a unique personality, one who has wrongly remained in the margins of history and who has now been rediscovered as a complex, experimental, versatile, and poetic figure. The Paris museum will also dedicate particular attention to the artist’s research, in the exhibition Women in Abstraction, curated by Christine Macel and Karolina Lewandowska (May 5 – August 23, 2021). Born in Mede Lomellina, the daughter of a butcher and orphaned at a young age, Regina was the first woman of the Italian vanguard to focus entirely on sculpture, of which she reinterpreted the language in a daring and experimental manner, drawing on academic and naturalistic research and applying it to her original use of materials. Aluminum, iron wire, sandpaper, tin, and tinplate were the favored media in a constant compositional and expressive investigation which initially embraced the sphere of Futurism (in 1934 she undersigned the Manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista) and then that of the MAC, the ‘Movimento arte concreta’ (1948), which Regina approached in 1951 through Bruno Munari. The lightness of materials, the dynamism of form, a language made up of geometric synthesis and lyrical abstractions bring her works to life, coupled with her strongwilled and rigorous everyday practice. Two hundred and fifty works—including sculptures, mobiles, drawings, paper models, and notebooks—guide us along an itinerary that unfolds through themes and eras, intertwining her contacts with the avant-garde movements and her biographical events, from the Fascist era through to the postwar boom years. Thanks to loans from the Collezione-Archivio Gaetano e Zoe Fermani, of other private collectors, and of the Museum of Mede Lomellina, which houses a large part of her production dating right back to her early years, the journey through Regina’s universe starts out from her academic training, with her first realist portraits, of a twentieth-century flavor, and her synthetic studies on animals. The years of her adhesion to Futurism, during which Regina took part in all the Venice Biennales and the Rome Quadriennales, are characterized by works in which traces of a mechanical world à la Depero blend with the spatial penetration of Archipenko and where folded aluminum frees forms from the restrictions of volumes of traditional sculpture. In this process of the creation and assembly of oneiric works, paper becomes a key tool in every preliminary phase analysis. Models held together with pins, in keeping with a sartorial practice applied to the aerial vocation of her figures, are used by her to shape metal without uncertainty, with both energy and softness. Like in an enormous herbarium, the section dedicated to the drawings of wild flowers and her plaster models of the 1940s features a dense, fable-like and at the same time scientific sequence of studies on wild vegetation, portrayed on hundreds of loose sheets, like an everyday observational diary of the natural world, then to be modified in the sparse lines of her mature abstractism. Her MAC period sees circles, ellipses, the interplay of triangles or lozenges pieced together with grace and balance in vibrant mobile compositions, often made out of Plexiglas: the extreme synthesis of motifs taken from the wild kingdom, declined on the basis of the constructive rules of nature. The spatial suggestions to be found in 1950s Milan appear in works that reflect the mirage of the race to the moon, summed up by Regina in trajectories of strokes leading into the void, the ideal combination between the ‘force-lines’ of Futurism and the spatialism of Fontana. s l

A destra, un’immagine dell’allestimento della mostra “Regina. Della scultura” Ph. Camera Veronica, Studio Francesco Faccin

Quaranta mostra una sequen-

za serrata, fiabesca e allo stesso tempo scientifica di studi sulla

vegetazione spontanea, ritratta su centinaia di fogli sparsi, come un diario quotidiano di osservazione del mondo naturale, presto modificato nelle linee essenziali del suo astrattismo maturo. La mostra, realizzata grazie al contributo speciale del Comune di Bergamo, omaggia l’idea vera

e indissolubile, di una donna, una artista unica nel suo genere, fiduciosa nel progresso e avan-

guardista. s l

REGINA. DELLA SCULTURA

28 aprile - 29 agosto 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) GAMeC, Bergamo

INFO T. +39 035 270272

Lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 15.00 - 20.00 Sabato e domenica 10.00 - 18.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.gamec.it

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