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L’Artenell’Arte
Musica e pittura in scena al Teatro Belloni
di vincenzo chetta
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Si intitola “L’Artenell’Arte” (da scrivere rigorosamente tutto attaccato, una licenza poetica che vuole sottolineare l’intreccio tra le arti) lo spettacolo ideato da Giuliano Brenna, curatore anche della direzione artistica e della regia. Questa produzione originale punta a segnare un passo in avanti verso la ripresa delle attività del Teatro Belloni, che ha sofferto, come tutti i teatri e i cinema, dei pesanti effetti della lunga chiusura forzata di questi mesi. “Questo progetto nella mia testa esisteva già da diversi anni ed era già pronto, finito. Mancavano solo le risorse per realizzarlo. - racconta Giuliano Brenna -Ho chiesto alla Banca di Credito Cooperativo di Barlassina se fossero interessati a finanziarlo, loro hanno entusiasticamente accettato e nel giro di 15 giorni sono riuscito ad organizzare gli ultimi dettagli e a registrare lo spettacolo”. L’evento è più unico che raro, uno spettacolo che intreccia l’arte della musica con l’arte della pittura, accompagnato dalle parole e dai racconti degli artisti. Nel primo episodio, la cui “première” è sta-
La premiere è stata trasmessa su youtube lunedì 10 maggio alle 20.30, dal Teatro Belloni di Barlassina il teatro lirico più piccolo del mondo
ta trasmessa in il 10 maggio (ancora visibile su YouTube), a rappresentare l’arte della musica sono state chiamate Samantha Iorio (voce) e Rita Bacchilega (pianoforte), mentre il rappresentante dell’arte visiva è stato Mattia Consonni, artista poliedrico di fama internazionale. Hanno saputo riempire il palco con tutta la loro passione, un palco impreziosito da una scenografia curata e con sapienti giochi di luce a segnare i passaggi nei dialoghi tra gli artisti all’opera. Non vogliamo svelare troppo, l’evento è assolutamente da guardare con i propri occhi e da sentire con le proprie orecchie, posso però raccontare come le performance artistiche non siano solo fini a loro stesse, ma una condivisione ed un dialogo continuo, una “chiacchierata informale” tra musica e pittura: mentre Samantha canta, Rita l’accompagna al pianoforte e Mattia dipinge live l’opera, ispirandosi come sempre alla musica ed al canto. Non c’è un moderatore sul palco, ma non se ne sente la mancanza, questo evento non necessita di presentatore, l’arte parla
da sola, è una conversazione tra amici che nasce e cresce spontaneamente. Una introduzione era però doverosa: il sipario si apre con Giuliano Brenna che spiega brevemente il progetto, lasciando così spazio agli artisti sul palco: con le indimenticabili note di “C’era una Volta il West” di Ennio Morricone, Samantha e Mattia hanno mostrato da subito le proprie doti artistiche. Consonni ha portato con sè, oltre a smalti e pennelli, anche il suo tavolo girevole originale, ed ha iniziato a lasciarsi
trasportare dall’emozione delle note per
comporre la sua tela. “È iniziata così la mia storia musicale, ascoltando i grandi compositori… A Roma quando lavoravo con Mario Biondi, nello stesso studio di produzione c’era sempre Ennio Morricone con la sua orchestra a registrare, io avevo l’onore di poterlo ammirare dal vivo”, queste le parole di Samantha al termine del primo pezzo. Incuriosita dal modo di creare di Mattia, rivolge all’artista medese qualche domanda sul suo lavoro, immediata la risposta di Mattia: “Sto interpretando la musica su tela, è quello che faccio da qualche anno. Porto avanti un progetto dal nome Musica per gli Occhi, che mi dà davvero tante soddisfazioni, sia personali che in pubblico. Musica per gli Occhi ha tanto seguito, sia sui social che dal vivo, nelle mostre o agli eventi a cui partecipo. Sono da sempre un grande appassionato di musica, e cerco così di interpretarla. Ascolto tutti i generi musicali e mi lascio trasportare dalle note per realizzare le opere.” Come sappiamo tutti, Consonni è un grande collezionista di vinili, e nel suo progetto salva anche ormai non più udibili. Anche nell’opera creata sul palco ha applicato alla tela un volto realizzato con un vinile: “Trasformo il vinile in un volto, come fosse l’ascoltatore del brano, e lo applico sul quadro, il vinile sulla tela è un po’ il mio marchio di fabbrica”, afferma compiaciuto. “Your Song” di Elton John è il brano con cui prosegue lo show, un pezzo bellissimo di cui anche Mattia è innamorato, tanto che alla fine del brano ammette che, seppur lui realizzi quotidianamente opere ascoltando musica, farlo ascoltando Samantha e Rita che cantano dal vivo provoca un’emozione immensa. Seguono i brani “Ordinary People” di John Legend ed “Eye in the sky” di Alan Parsons. Mattia commenta: “Eye in the sky è una canzone che amo tantissimo, adoro tutto l’album, soprattutto il passaggio tra ‘Sirius’ ed ‘Eye in the sky’, l’avrò ascoltata 3 milioni di volte... Eye in the sky è quel quadro… scusa...” sorridendo “per me le opere sono quadri e viceversa... dicevo, quella canzone l’ho interpretata molti anni fa e così quasi per scherzo l’ho iscritta ad un concorso d’arte, il BIANCOSCURO Art Contest. Pensa che ha vinto il primo premio ed è stata pubblicata sulla copertina di BIANCOSCURO Art Magazine nel dicembre 2015, capirai dunque quanto io sia particolarmente legato a questa canzone/quadro”. La serata continua con “Sailing” di Christopher Cross, “Sicily” di Pino Daniele e
“You have got a friend” di James Taylor. Molto toccante il momento in cui Samantha si confida raccontando la storia di un amore travagliato e malato che l’ha ingabbiata per più di quattro anni, un periodo triste e di sofferenza. Quando, grazie a suo nipote, ha capito che poteva uscirne, ha fatto della canzone “Free” di Mario Biondi (anch’essa magistralmente interpretata da lei stessa sul palco) la sua colonna sonora contro la violenza sulle donne. Concludono la serata “E penso a te” di Lucio Battisti e “Close to you” di Burt Bacharach, dopo le quali Mattia che ringrazia Rita e Samantha per le loro note e mostra loro l’opera realizzata on stage: l’opera è intitolata “Free”, dedicata a Samantha. Emozionante il momento nel quale è lei a notare un particolare dell’opera: due lacrime scendono dal volto in vinile, lacrime che possono significare la gioia di essere finalmente liberi. L’Artenell’Arte è stato un evento unico e coinvolgente, fatto da grandi artisti che hanno saputo rendere al pubblico tutta l’emozione che li coinvolgeva sul palco. “Avrebbe dovuto essere un’opera unica, ma sin dai primi trailer ha suscitato talmente tanto interesse che probabilmente produrremo un seguito”, conferma Giuliano Brenna. s l
Guarda l’evento su YouTube Digita: youtu.be/v3G2pVrjqhU Oppure inquadra il codice QR
da sinistra: Rita Bacchilega, Samantha Iorio, Giuliano Brenna e Mattia Consonni. © Ph. Luca Erba
L’opera “Free” di Mattia Consonni
Antonio Marras sulle tracce di Clemente
di ettore tiretto
Sopra: Antonio Marras - schizzi preparatori per la mostra “Sulle tracce di Clemente”
A destra: Antonio Marras durante l’allestimento di “Sulle tracce di Clemente”
Èstata inaugurata la Sezione Etnografica del Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari con la mostra “Sulle tracce di Clemente”, progettata da Antonio Marras, con il contributo della Fondazione di Sardegna per gli interventi di sostegno, promozione, valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale regionale. Ad annunciare l’evento sono stati il professor Bruno Billeci, Direttore Regionale Musei Sardegna, ed Elisabetta Grassi, Direttrice Museo Nazionale G.A. Sanna. “L’idea della mostra nasce dalla volontà di valorizzare questo ricco patrimonio, il cui nucleo principale è costituito dalla donazione del Cav. Gavino Clemente. La
collezione etnografica del Museo non è solo la più antica della Sardegna ma
anche una delle più ricche dell’isola per quantità e varietà di reperti”, afferma la Direttrice. Billeci interviene: “Per l’allestimento e, per l’ideazione della mostra abbiamo potuto avvalerci della fantasia, del gusto ma anche della competenza di un allestitore d’eccezione, lo stilista Antonio Marras, che voglio ringraziare per l’entusiasmo che sta profondendo in questa impresa.” Fatti salvi i criteri museografici e le necessità legate alla ottimale conservazione dei materiali, Marras ha avuto piena libertà nel valorizzare i reperti, seguendo la sua personale ispirazione nell’allestire il Padiglione Clemente. s l
LORENZO “RAGNO” CELLI
Flora Castaldi
FLORA Castaldi FLORA - Maître franco-italien de l’Art Contemporain
FLORA “Nomades transparences” polyptique 500x200 cm.
FLORA IN MOSTRA Museo Diocesano - Gubbio, Italia - dal 17 ottobre al 1 novembre 2020 Museo Diocesano - Salerno, Italia - dal 12 al 20 dicembre 2020 Palazzo d’Adda - Varallo Sesia, Italia - dal 28 marzo al 5 aprile 2021 Espace Neptune - Saint-Jean-Cap-Ferrat - Côte d’Azur, France - du 6 au 14 juin 2021 Art Innsbruck - Austria - dal 28 al 31 ottobre 2021
Rinato dalle ceneri
di Mario GaMbatesa
” “Finalmente, a 24 anni di distanza dal terribile rogo, vogliamo celebrare la rinascita di un’opera stupefacente e unica, la cui maestosa struttura era insieme un segno di rispetto per la reliquia, un punto focale per i fedeli in preghiera ed una celebrazione del potere della casata regnante. Enrica Pagella Direttrice dei Musei Reali
La notte tra l’11 e il 12 aprile del 1997, poco prima di mezzanotte, un vasto incendio scaturì all’interno del duomo di Torino, nella Cappella della Sindone. Le alte fiamme devastarono la cappella barocca seicentesca progettata da Guarino Guarini e si estesero successivamente al torrione nord-ovest del palazzo, distruggendo alcune decine di quadri preziosi. Finalmente, dopo 24 anni si completa il restauro dell’altare di Antonio Bertola. I lavori, cofinanziati dal Ministero della cultura - progetti Art Bonus 2018, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla raccolta 1997 della Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi, hanno permesso di restaurare l’opera che era stata profondamente danneggiata dalle fiamme. L’altare della Cappella della Sindone, venne commissionata dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II, per accogliere la Santa Sindone, conservata nell’urna centrale dal 1694 al 1993. Simile a un gigantesco reliquiario, l’altare è in marmo nero di Frabosa, arricchito da decorazioni e sculture in legno dorato che risplendono nella penombra dell’aula centrale. Benché non si conoscano i disegni di questo progetto, è molto probabile che la struttura rifletta il pensiero scenografico di Guarino Guarini, che precedeva l’inquadramento al centro della loggia che si affaccia sul duomo, come fulcro prospettico per chi, dalla navata, volge lo sguardo verso il Palazzo Reale. L’intervento di restauro, affidato al Consorzio San Luca di Torino,
Fasi di pulitura e asportazione Altare Cappella della Sindone Credits Consorzio San Luca
progettato e diretto dall’architetto Marina Feroggio con la restauratrice Tiziana Sandri restituisce all’altare la sua storica immagine architettonica. Il restauro, ha previsto l’integrazione delle parti lapidee e quelle lignee, ricollocando nelle posizione originaria gli apparati decorativi scultorei che la notte dell’incendio si trovavano fortunatamente nella Sacrestia. A completamento, si sono ricostruite anche le balaustre in legno dorato dei tre coretti della Cappella, anch’esse completamente distrutte dall’incendio. Dal 30 marzo l’altare è ritornato nel percorso di visita dei Musei Reali, inoltre, la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino ha promosso la realizzazione di un progetto multimediale con lo scopo di offrire ai visitatori dei Musei Reali tutte le informazioni sul restauro con la creazione di un’applicazione mobile gratuita, che utilizzerà la tecnologia della Realtà Aumentata. Possiamo dire che il restauro dell’altare è la conclusione di un intervento molto complesso che ha richiesto tempo e mani esperte, ma è soprattutto la rinascita di un’opera stupefacente, unica nel suo genere, che torna a noi nel suo antico splendore. s l
Fasi di pulitura e asportazione Altare Cappella della Sindone Credits Consorzio San Luca
Altare Cappella della Sindone Credits Musei Reali Torino
MARGHERITA DALL’ORSO | ABSTRACT ARTIST
margheritadallorso@gmail.com margheritadallorsoart margheritastudio www.margheritadallorso.com
Palazzo Barberini proroga le mostre
di Flavio ennante
Sopra: Mattia Preti - Cristo e la Cananea, 1646-1647, olio su tela, 231,5x231 cm. Collezione privata. Provenienza: collezione dei Principi Colonna. Ph. Mauro Coen
Sotto:Gregorio e Mattia Preti-Allegoria dei cinque sensi, 1641-1646, olio su tela, 174,5x 363 cm. Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica. Provenienza: collezione Barberini. Ph. Mauro Coen
Anche a Palazzo Barberini
sono ripartite le visite alle
mostre, prorogate fino al 4 luglio di quest’anno per poter dare modo ai visitatori di ammirare gli allestimenti e le opere proposte. La mostra “Plasmare l’idea. Pierre-Étienne
Monnot, Carlo Maratti e il monumento
Odescalchi” è a cura di Maurizia Cicconi, Paola Nicita e Yuri Primarosa, e celebra l’acquisto nel 2020, da parte dello Stato italiano, del grande modello in legno dipinto e
terracotta dorata per il monumento funebre di Papa Innocenzo XI in San Pietro in
Vaticano, eseguito a Roma attorno al 16951697 da Pierre-Étienne Monnot. Il modello, conservato da almeno un secolo nella cappella privata di Palazzo Odescalchi, è realizzato in scala 1 a 5 rispetto al monumento marmoreo inaugurato a San Pietro nel 1701, e riassume allegorica-
mente le virtù temporali e spirituali di
Papa Benedetto Odescalchi. In mostra altre dieci opere che testimoniano l’in-
fluenza e la suggestione esercitate dalle opere di Carlo Maratti sulle scelte ico-
nografiche di Pierre-Étienne Monnot. In queste opere si può infatti notare il variare delle angolazioni e delle pose degli apostoli, e la capacità plastica, quasi scultorea, del disegno classico del pittore.
perte su Mattia e Gregorio Preti”, a cura di Alessandro Cosma e Yuri Primarosa, è invece incentrata sulla grande tela raffigurante Cristo e la Cananea di Mattia Preti, restaurata dal laboratorio delle Gallerie Nazionali. Questo capolavoro di collezione privata, proveniente dalla quadreria dei Principi Colonna, costituisce un’importante aggiunta al periodo romano di Mattia Preti e testimo-
nia l’influsso della pittura veneziana
sull’arte del “Cavalier calabrese”. Accanto a questo dipinto sono esposti alcuni quadri di grande formato eseguiti anche
a quattro mani dai fratelli Gregorio e
Mattia Preti nella seconda metà del Seicento. Due esposizioni molto interessanti, che ci mostrano opere difficilmente ammirabili altrove, da non perdere. s l
A sinistra alcune foto dell’allestimento della mostra a Palazzo Barberini. Ph. Alberto Novelli
PLASMARE L’IDEA Pierre-Étienne Monnot, Carlo Maratti e il monumento Odescalchi
12 novembre 2020 - 04 luglio 2021
LA CANANEA RESTAURATA Nuove scoperte su Mattia e Gregorio Preti
12 novembre 2020 - 04 luglio 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini, Roma
INFO T. +39 06-32810
Da lunedì al venerdì 10.00 - 18.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.barberinicorsini.org
Mario ZaMMit-Lewis
Inferno 2021, olio su tela , 120x100 cm.
Purgatorio 2021, olio su tela , 120x100 cm.
Paradiso 2021, olio su tela , 120x100 cm.
Artworks made in occasion of the 700 year celebration of Dante Alighieri by the maltese artist Mario Zammit-Lewis that has studied La Divina Commedia 50 year ago in Turin, Italy, where he studied Art.
alimarcpb@gmail.com YouTube: Mario R. Zammit-Lewis
La commedia all’Ambrosiana
di ettore tiretto
L’occasione delle celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante Alighieri è stata lo spunto per la
Pinacoteca Ambrosiana di Mi-
lano di ideare ed ospitare la mostra “Sfogliando la Commedia all’Ambrosiana”. La rassegna, curata dal Collegio dei Dottori dell’Ambrosiana, presenta una
preziosa selezione del patrimo-
nio librario dantesco della Biblioteca. Il percorso espositivo si apre con il celebre codice miniato della Divina Commedia, conosciuto come “Chiose ambrosiane” e trafugato per il suo valore da Napoleone nel 1796 e rientrato poi a Milano solo dopo il Congresso di Vienna. Tra gli incunaboli spicca la pregiata edizione del Poema, realizzata a Venezia nel 1491, con
Commento di Cristoforo Landi-
no, al cui interno si trovano 100
incisioni in legno, il cui disegno è attribuito al Mantegna.
Molte sono le edizioni uniche e rarissime, tra queste ricordiamo in chiusura la sontuosa stampa del Poema - Firenze, all’Insegna dell’Ancora, 1817-1819, dedicata ad Antonio Canova. Per l’occasione, di fronte alla sugge-
stiva ‘vetrata dantesca’ eseguita da Giuseppe Bertini nel 1851 per l’Esposizione Universale di
Londra, è allestito uno spazio dedicato alla visione delle tavole della Commedia approntate da Amos Nattini dietro suggerimento e invito di Gabriele D’Annunzio. In un’esplosione di mostre dedicate al Sommo Poeta, una rassegna interessante ed originale. s l
SFOGLIANDO LA COMMEDIA ALL’AMBROSIANA
29 aprile – 12 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Pinacoteca Ambrosiana, Milano
INFO T. +39 02 806921 info@ambrosiana.it
Giovedì e venerdì 14.00 - 18.00 Sabato e domenica 10.00 - 18.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.ambrosiana.it
In alto: Giuseppe Bertini Vetrata Dantesca Inv. 59. © Veneranda Biblioteca Ambrosiana Mondadori Portfolio
A destra: Angelo Pietrasanta Ritratto di Dante Alighieri Inv. 532. © Veneranda Biblioteca Ambrosiana Mondadori Portfolio
Alberto
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LUIGI MARANO
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“ZOOLIMPIA” 2021 - pastello, carboncino, polvere di gesso e grafite su carta telata a trama di cotone - 50x70 cm.
Un nuovo arrivo a Villa Bassi
Prorogata sino al 13 giugno
di rebecca Maniti
Grazie alla proroga fino al 13 giugno ed agli orari ampliati (lunedì, venerdì, sabato e domenica dalle 14.30 alle 18.30; mercoledì dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30),
“Seicento – Novecento. Da Magnasco a Fontana. Dialogo tra due collezio-
ni” ha dato l’opportunità ai visitatori di ammirare i capolavori esposti a Villa Bassi Rathgeb, anche con visite guidate gratuite messe a disposizione da CoopCulture. Lungo il percorso espositivo possiamo ammirare opere di Tosi e de Pisis, Morlotti e Mandelli da un lato, Rho e Radice dall’altro. Non dimentichiamo Valentino Vago e Claudio Olivieri, oltre a Fontana, Bonalumi e Castellani. A questi si aggiunge la famosa tela di Cesare Laurenti, “ La dama del lago”. Il ritratto è di una bellezza disarmante ed immortala una giovane aristocratica (di cui non si conosce la storia) che abitava in una villa sul Lago di Garda. L’opera è proposta all’ammirazione del pubblico per l’intera durata dell’esposizione. Virginia Baradel che, con Mariella Gnani cura la mostra di Villa Bassi, presentando il magnifico olio afferma: “Laurenti dimostra in questo dipinto, databile alla fine del XIX secolo, le sue indiscusse doti di ritrattista, capace di
cogliere non solo la bellezza muliebre e giovanile della nobile dama, ma anche di saper creare un allure di ro-
manticismo luminoso, positivo, privo di tormenti e punteggiato di rose vermiglie. Per queste qualità il ritratto, sinora inedito, si pone come contraltare alla fanciulla malinconica, di Cesare Tallone in collezione permanente. Un duetto che rende ancor più eclatante il tema del confronto su cui si basa la mostra. Entrambi i due Cesare ricorrono alle rose come simbolo di una femminilità romantica, ma lo spi-
rito della dama di Laurenti è pieno
di grazia e di vigore, le gote e le labbra rosse mentre la fanciulla di Tallone è pallida e abbandonata sullo schienale della poltrona.” s l
Cesare Laurenti - La dama del lago
RUGGERO ROTONDI
Napoleone Bonaparte
di Flavio ennante
Elisabetta Bosisio
architetto - pittrice - scultrice
Ogni cosa, alla fine, si trasforma in Cenere, ma affiora sempre quella Traccia sottile, indelebile.
“Frammento di Vita, oltre la Cenere del Tempo…”
[1]
[2]
[3]
La Biblioteca Braidense celebra i 200 anni dalla morte di Napoleone Bonaparte. Dal 5 maggio al 10 luglio 2021 ospiterà la mostra “La Milano
di Napoleone: un laboratorio di idee ri-
voluzionarie. 1796-1821” in cui sono esposti rarissimi documenti e autografi dell’epoca. La rassegna vuole mostrarne la forza delle idee innovative, le passioni, i contrasti, le contraddizioni, da cui è nata l’Italia europea. “Napoleone arrivò in Italia come il più giovane generale della rivoluzione francese, espressione dei valori illuministici. Duecento anni dopo la sua morte, la Biblioteca guarda come Brera
fu forgiata nel calore della rivoluzione
e temperata dagli ideali dell’Illuminismo”, dichiara James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense. La mostra, inserita nelle iniziative del Comitato per il bicentenario napoleonico 1821-2021, sarà visibile a maggio sulla piattaforma BreraPlus+ con i curatori che illustreranno la rassegna attraverso una visita guidata on line. s l
[1] Ugo Foscolo - Orazione a Bonaparte pel Congresso di Lione Italia, [s.n.], 1802 [2] Biblioteca Nazionale Braidense - sala Maria Teresa Ph. James O’Mara [3] Giuseppe Diotti - Ritratto di Napoleone I’Imperatore 1810, olio su tela
LA MILANO DI NAPOLEONE: un laboratorio di idee rivoluzionarie. 1796-1821
05 maggio - 10 luglio 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Biblioteca Nazionale Braidense, Milano
INFO T. +39 02 86460907
Da lunedì al giovedì 09.30 - 13.30
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.bibliotecabraidense.org
FRAMMENTO
quante volte avrà girato la chiave e chi…
2021, frammento arrugginito dal tempo, trovato e raccolto, cenere e pigmenti naturali su tela, 30x30x4cm.
CONTAMINAZIONE
attraversando il buio verso la luce
2021, cenere e pigmenti naturali su tela, 30x30x4cm.
info@elisabettabosisio.it
elisabettabosisio
141 artisti a Bologna
di rebecca Maniti
Da un disegno del 1909 di Boccioni fino a opere del 2020: a Palazzo Paltroni a Bologna possiamo affrontare un interessante percorso lungo un intero secolo di disegno in Italia.
è il titolo della grande mostra antologica promossa e organizzata dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna nell’ambito del programma di Art City Bologna 2021, con la cura di Maura Pozzati e Claudio Musso. La rassegna indaga le evoluzioni del segno in cento anni di arte italiana con opere su carta di ben 141 artisti: dalle Avanguardie Storiche ai giorni nostri. Si tratta di un vero e proprio spaccato delle infinite possibilità offerte da una tecnica antica che non manca di rivelare la sua incredibile attualità. Come sostiene Maura Pozzati: “Questa mostra su un secolo di disegno in Italia in fondo è
un omaggio a chi ama il disegno, a chi
si fa emozionare dal segno, a chi ricerca nell’arte la traccia di una espressione libera, di una energia accumulata, di un pensiero ossessivo”. Nella lista degli artisti in mostra compaiono figure di spicco dei principa-
Bruno Munari Tensostruttura, 1935 Disegno a china su carta, 27x17 cm Courtesy Galleria Corraini
Allestimento mostra Ph. Alessandro Ruggeri
li movimenti e delle più innovative tendenze del XX secolo: dal Futurismo alla
Metafisica, dall’Informale alla Nuova Figurazione passando per la Pop Art,
dall’Arte povera al Concettuale. s l
141 - UN SECOLO DI DISEGNO IN ITALIA
27 aprile – 24 giugno 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Paltroni, Bologna
INFO T. +39 051 2962511
Da lunedì a venerdì 10.00 - 18.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fondazionedelmonte.it
Marisa Merz Senza titolo, S.D. Grafite su carta, 34,8x24,8 cm Courtesy Archivio Merz Ph. Renato Ghiazza
Enrico Baj Senza titolo, 1953 China su carta, 24,5x50 cm Collezione privata Courtesy Fondazione Marconi, Milano
Rafael Espada
rafespada47@gmail.com
Mario Mafai
La testimonianza storica della pittura
di Mario GaMbatesa
In mostra alla Pinacoteca di
Brera “Le Fantasie di Ma-
rio Mafai”, 22 dipinti che sono stati donati al museo nel 2018 da Aldo Bassetti, presidente degli Amici di Brera dal 2007 al 2020. I visitatori possono ammirare un’intera parete della sala 18 dedicata a questa straordinaria raccolta: un progetto, a cura di Alessandra Quarto e Marco Carminati diventato poi un documentario fruibile dal 29 marzo scorso sulla piattaforma Brera Plus+. La Pinacoteca ha esposto le 22 tavolette per rendere omaggio all’ingegnere Aldo Bassetti che ha dimostrato sempre vivo interesse per il museo e per la sua valorizzazione.
Le Fantasie: tavolette di massa-
Le Fantasie di Mario Mafai Pinacoteca di Brera Sala 18 cri e di orrori, di grida e di col-
pevoli silenzi, sono state dipinte con colori allucinati e di forte matrice espressionista da Mario Mafai tra il 1939 e il 1944:
denunciando i massacri della
guerra e del nazifascismo. La storia di queste opere è parte integrante dell’esistenza di Aldo Bassetti e parte da lontano, quando a 14 anni visse un episodio tragico che segnò profondamente la sua vita: la strage dell’Hotel Meina sul Lago Maggiore nel 1943. Vittime di una retata tedesca, compiuta su tutta la costa novarese del Lago Maggiore, sedici ebrei ospiti dell’Albergo Meina, vennero prima identificati e trattenuti per alcuni giorni in una stanza e poi, in due notti successive, uccisi e gettati con zavorre nel lago. Tra le vittime figurava Lotte Froehlich Mazzucchelli, 38 anni, zia di Aldo Bassetti il quale fu chiamato a riconoscerne il cadavere e come lui stesso ricorda: “Un’esperienza che ha cambiato completamente la mia sensibilità morale, politica e sociale. Ecco allora che Mafai diventa un simbolo della mia vita”. Il giovane Mafai abbandona gli studi regolari intorno al 1917 per dedicarsi alla pittura. Nel 1924 stringe amicizia con Gino Bonichi (Scipione) e insieme frequentano
la scuola libera del nudo all’Ac-
cademia di Belle Arti. Nel 1927 esordisce nella “Mostra di studi e bozzetti” organizzata dall’Associazione Artistica Nazionale in Via Margutta. Nel 1928 espone alla
“Mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti”. Gli anni 1933-34 lo vedono impegnato in un intenso lavoro, che produrrà alcune fra le sue opere maggiori. “Questi lavori rappresentano un uomo, Mario Mafai, che come artista aveva
avuto la priorità di descrivere le tristezze e le infamie dei campi
di concentramento. Qui c’è il mio pensiero... Un pensiero antifascista. Io desidero che si conosca quanto è accaduto nella storia, affinché sia ricordato per sempre”. Una storia lunga, quella delle Fantasie, e che più e più volte intreccia il suo destino proprio con la città di Milano. Mafai iniziò a dipingerle nel periodo del suo soggiorno a Genova, dove si era trasferito da Roma con la famiglia, nel 1939, per timore delle discriminazioni nei confronti della moglie Antonietta Raphaël, ebrea, all’indomani dell’approvazione delle leggi razziali del 1938. Nel 1957 i di-
pinti verranno acquistati da Giovanni Pirelli, figlio primogenito
dell’industriale, che però scelse di rinunciare a un destino nell’impresa di famiglia per diventare comandante partigiano. Una storia da non dimenticare, raccontata attraverso i tratti decisi e ostinati di una pittura che si fa immagine cruda, espressiva e dolorosamente simbolica. s l
[1] Mario Mafai Vinti e vincitori (Fantasia n. 8) olio su tavola, 36,5x61,5 cm. Pinacoteca di Brera - Sala 18
[2] Mario Mafai Interrogatorio (Fantasia n. 7) olio su tavola, 36,5x47 cm. Pinacoteca di Brera - Sala 18
[3] Mario Mafai Corteo (la guerra è finita) (Fantasia n. 22) olio su tela, 34,5x54,7 cm. Pinacoteca di Brera - Sala 18 [1]
[2]
[3]
AURORA COPPOLINO
Inesauribili ricerche espressive
Mito, visione e invenzione a Palazzo Viani Dugnani
di lucia Garnero
Con inaugurazione il 12 giugno nei nuovi spazi di Palazzo Viani Dugnani, il
Museo del Paesag-
gio riapre la stagione espositiva con la mostra Carrà e Marti-
ni. Mito, visione e invenzione.
L’opera grafica, a cura di Elena Pontiggia e di Federica Rabai, direttore artistico e conservatore del Museo. Provengono dalla collezione del Museo e da una collezione privata milanese oltre 90 opere dei due grandi artisti del Novecento italiano, che si sono affermati grazie all’invenzione di nuovi linguaggi e modi espressivi, negli ambiti figurativo-pittorico e scultoreo. Iniziano, in modi e per ragioni differenti, ad avvicinarsi ad opera grafica e pittura intorno agli anni Venti e raggiungono entrambi, nel corso della loro formazione, la città di Milano, straordinariamente ricca di iniziative in ambito artistico negli anni del primo dopoguerra. In mostra sono esposte, tra acqueforti e litografie a colori, circa cinquanta opere di Carlo Carrà: a partire dai paesaggi, per poi proseguire con le incisioni nel 1924. A questa fase iniziale, caratterizzata da “un segno sintetico, duro, capace di esprimere il suo mondo di figure e luoghi sottratti al tempo” segue un’appendice negli anni 1927-1928, quando Carrà,
Carlo Carrà - La Galleria di Milano 1912-1949, litografia su zinco, 36,4x19,2 cm.
a contatto con il gruppo della rivista ‘Selvaggio’, esegue litografie e acqueforti caratterizzate da un linguaggio più marcatamente pittorico. Solamente dopo un lungo intervallo, torna, nel 1944, a dedicarsi nuovamente all’opera grafica e utilizza frequentemente la litografia per sperimentare le proprie potenzialità creative. Negli anni del secondo dopoguerra, realizza le tavole per Versi e prose di Rimbaud e illustra L’Après-midi et le Monologue d’un Faune di Mallarmé. La sperimentazione in ambito grafico porta l’artista ad un sistematico ripensamento della sua pittura, fino a reinterpretare i suoi principali capolavori, dall’Ovale delle apparizioni al Poeta folle. Le circa quaranta opere di Arturo Martini, presenti in mostra, sono realizzate del 1921 al 1945 e coprono tutta la carriera a iniziare dai disegni e da una personale interpretazione dell’avanguardia metafisica, per poi proseguire con alcuni importanti esiti della sua ricerca artistica: Carnevale del 1924 e il Suonatore di liuto del 1929. Particolarmente significativo il ciclo di incisioni eseguite a Blevio nell’estate del 1935 su soggetti già trattati in scultura o già presenti in altre incisioni precedenti. Alla Galleria Barbaroux di Milano, il 17 febbraio 1940, inaugura la sua prima mostra di pittura. La critica contemporanea è entusiasta: l’espressionismo lirico trae un esclusivo ambito di rappresentazione nella solidità dello scultore. Nel 1942, realizza 11 disegni preparatori del Viag-
In alto a destra: Arturo Martini - Testa di ragazza 1947, terracotta chiara, 35x27x35 cm.
A destra: Arturo Martini Viaggio d’Europa: Appare l’angelo Fenice 1942, matita litografica su carta, 28x37 cm.
CARRÀ E MARTINI
Mito, visione e invenzione. L’opera grafica
13 giugno - 3 ottobre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo del Paesaggio, Verbania
INFO T. +39 0323 557116 segreteria@museodelpaesaggio.it Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato e domenica 10.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.museodelpaesaggio.it
gio d’Europa per l’illustrazione dell’omonimo racconto di Massimo Bontempelli. Risalgono al 1944-45 il gruppo di incisioni per l’illustrazione della traduzione italiana dell’Odissea a cura di Leone Traverso, che rivelano un lato straordinario della versatile fantasia martiniana. Accanto a queste opere, sono esposte dieci sculture, tra cui Testa di ragazza del 1947 e tre tele, tra cui La siesta del 1946, pezzi unici di grande valore storico e artistico. La mostra, inizialmente prevista nel 2020, è stata rimandata all’anno in corso per via dell’emergenza sanitaria ed è ora pronta ad accogliere i visitatori nel rispetto delle normative anti-covid. A commento dell’evento, quanto afferma il sindaco Silvia Marchionini: “E’ un intervento importante che va a rafforzare l’offerta culturale di Verbania. Il Cda del museo sta studiando nuovi allestimenti che dalla primavera potranno essere ospitati nella sede che, in questo modo, acquisisce nuova funzionalità”. s l
In alto a sinistra: Carlo Carrà La figlia dell’Ovest o La fanciulla dell’Ovest, 1919-1949, litografia su zinco, 35,9x25,8 cm.
A sinistra: Carlo Carrà - Gli amanti 1927, acquaforte–acquatinta su rame, 24,7x33,9 cm.
Agnetti ad ART CITY Bologna
In mostra il NEG, pausometro per fare musica in negativo
di ettore tiretto
Nell’ambito della nona edizione di ART CITY Bologna, possiamo visitare “Vin-
cenzo Agnetti. NEG: suonare le
pause”, curata da Luca Cerizza, visitabile al Padiglione de l’Esprit Nouveau. Alberto Ferrari, Direttore Generale Banca di Bologna, commenta: “Quest’anno nel cuore del Fiera District, nel Padiglione de l’Esprit Nouveau, ci dedichiamo al lavoro artistico di Vincen-
zo Agnetti, uno degli artisti più importanti dell’arte italiana del secondo Novecento ed un instancabile sperimentatore dell’arte
concettuale. La mostra è costruita intorno alla riscoperta di un’opera a lungo scomparsa e presentata al pubblico per la prima volta in assoluto in questa occasione, mettendo in dialogo sorprendente arte concettuale e musica di ricerca”. Nell’esposizione possiamo ammirare il NEG, concepito e brevettato da
Vincenzo Agnetti, NEG, 1970, Strumento e amplificatore / instrument and amplifier, Archivio Vincenzo Agnetti
Sotto: Padiglione de l’Esprit Nouveau Ph. Matteo Monti Courtesy Istituzione Bologna Musei Agnetti e poi costruito in collaborazione con la Brionvega nel
1970. Il NEG è stato utilizzato per la realizzazione di una sola opera dal titolo “Vobulazione e Bieloquenza NEG” nel 1970, un video a quattro mani con Gianni Colombo. Frutto di un’opera-
zione concettuale, il NEG nasce dalla riflessione critica sulla so-
cietà e sul consumo, e dall’interesse sviluppato da Agnetti per il tema del “negativo”. La mostra si muove intorno al NEG in due direzioni: da una parte una selezione di opere cronologicamente e tematicamente vicine al NEG, dall’altra parte la sua dimensione nel contesto contemporaneo,
dando suono e immagine a una pausa lunga cinquant’anni
e finalmente interrotta grazie al contributo di alcuni musicisti di diversa estrazione invitati a comporre brani appositamente pensati per essere concepiti ed esegui-
ti insieme al suono-pausa del
NEG. s l
VINCENZO AGNETTI NEG: suonare le pause
07 maggio - 13 giugno 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Padiglione de l’Esprit Nouveau, Bologna
INFO T. +39 051 6496611
Venerdì, sabato e domenica 15.00 - 20.00
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Guglielmo Meltzeid
G. Meltzeid - Il tocco - 2021 - acrilico su tela - 70x90 cm.
A cosa serve l’Arte?
Grandi Maestri a Bologna
di ettore tiretto
Acosa serve l’arte, qual è la sua reale utilità all’interno delle complesse sfaccettature di una società civile? È da questa domanda che nasce il progetto di “ALL STARS. L’impensato come linguaggio umano”, curato da Marcello Tedesco e inserito nel programma istituzionale di ArtCity Bologna 2021. Il museo temporaneo navile di Bologna è la location che ospita le opere di Joseph Beuys,
Alexander Calder, Gino De Dominicis, Emilio Isgrò, Urs Lüthi, Jannis Kounellis, Jose-
ph Kosuth, Hermann Nitsch, Luigi Ontani e
Claudio Parmiggiani.
Undici opere di grafica e fotografiche di dieci grandi maestri internazionali: un’occasione per
Jannis Kounellis Senza titolo 1970, litografia, 70x50 cm.
riflettere sul ruolo dell’arte e sulla sua funzione nella nostra società. Secondo questi grandi maestri l’arte è il simbo-
lo della capacità dell’essere umano di creare costantemente nuovi contenuti di pensiero
che, una volta formati e condivisi, possano edificare quella porzione di impensato che ci attende oltre l’obsolescenza di strutture concettuali ormai pericolanti. Visitabile solo più per pochi giorni, fino al 4 giugno, salvo proroghe, la mostra “ALL STARS. L’impensato come linguaggio umano” si dimostra ben concepita e frutto di una riflessione molto importante, sia per l’arte stessa che per la società che la contiene. s l
ALL STARS L’impensato come linguaggio umano
04 maggio - 04 giugno 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) mtn | museo temporaneo navile, Bologna
INFO info@museotemporaneonavile.org
Martedì, giovedì e venerdì 15.00 - 19.00
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www.museotemporaneonavile.org
Joseph Beuys - Senza titolo (Tram Stop) manifesto tipografico firmato della Mostra “Tram Stop” tenutasi presso la Galleria Ferruccio Fata, Bologna 19-11-77, 100x70 cm.
ATHINA KOTSONI
NANUKA Amazon
olio su tela 60x80 cm.
Nata ad Atene, la pittrice Athiná Kotsoni-Sinetou, dipinge sin da giovane e ha vinto premi e riconoscimenti in concorsi prestigiosi. Ha studiato nelle strutture del Vakalo Art College e della ABC Drawing and Decorative, oltre alla sua formazione come stilista e in ragioneria. Ha partecipato come professionista al corso di pittura ed al programma educativo figurativo del Museo Pompidou in Francia. Athina è specializzata in thalassografia (pittura del mare), ma anche in altre forme di pittura, avendo studiato anche manutenzione e restauro di opere d’arte all’IEK PETRA e grazie ai corsi del seminario di studi liberali INTERGRAPHICS. A Parigi ha seguito i corsi dell’Ecole National Superieure des Beaux Arts. Era una studentessa esterna presso la School of Fine Arts, con il professor Triantos. Negli ultimi anni ha ottenuto la settima “Gallery Athina” in Grecia.
Jessica Stockholder alle OGR
Installazioni complesse e stratificazione di materiali
di daniela Malabaila
Le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino tornano ad aprire le porte al pubblico con la mostra “Cut a rug a round square”, un progetto site specific dell’artista americana Jessica Stockholder: “Sono stata invitata a realizzare e curare una mostra incentrata sulla pittura attingendo da due collezioni: quella della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT di Torino e quella della Fondazione “la Caixa” di Barcellona. Come punto di partenza ho preso
la mia passione per il modo in cui il
significato si evolve nell’arte.” Scelta per la sua prospettiva peculiare, Jessica Stockholder ha avuto negli ul-
timi vent’anni un ruolo cruciale nello sviluppo del dibattito sulla pittura e
i suoi limiti, espandendone il concetto in un costante dialogo tra media diversi, tra forma e spazio, forzando i limiti della pittura verso la dimensione scultorea e installativa. È un’occasione unica per il pubblico di ammirare, in piena sicurezza e gratuitamente negli spazi delle OGR,
un tesoro custodito dai musei torinesi e arricchito negli anni da Fondazione
CRT, attraverso l’inedita rilettura di una grande artista internazionale e con connessioni e innesti di opere provenienti da un’altra importante collezione. La Stockholder, che in questo caso è anche curatrice d’eccezione, commenta: “Spero che questa mostra sia, per coloro che la percorreranno, un’occasione per trarre
piacere dai voli della fantasia e per valorizzare il proprio potere di agire
mentre osservano la straordinaria varietà di creazioni del mondo racchiusa in questa collezione di opere”. s l
Cut a rug a round square curated by Jessica Stockholder, 2021. Installation view at OGR Torino. Ph. Andrea Rossetti for OGR. Courtesy OGR Torino
JESSICA STOCKHOLDER Cut a rug a round square
11 febbraio - 25 luglio 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) OGR Cult | Binario 1, Torino
INFO T. +39 011 0247102 prenotazioni@ogrtorino.it
Giovedì e venerdì 14.30 - 19.30 Sabato e domenica 10.00 - 21.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.ogrtorino.it
ROSANNA CARLINI
rcsinclair68@yahoo.it cr_rosannacarlini
CRYS
Cristina Tichitoli
Fiesta 01
2019, tecnica mista con acrilici, finitura in resina e applicazioni di stemma e targa provenienti da autovetture demolite 40x40 cm.
Cristina Tichitoli (in arte Crys) è un’artista emergente milanese, ha conseguito il diploma al liceo artistico Boccioni nel ramo grafico/visivo e ha continuato gli studi grafici presso l’istituto Rizzoli per l’insegnamento delle arti grafiche. Appassionata della pop art e di Andy Warhol, sperimenta continuamente usando anche materiali di riciclo. Immagini famose, cartoons, icone pop, frammenti di loghi o marchi sono accostati in modo giocoso ed ironico raccontando momenti contemporanei. Uno spaccato della società così come la vede e la vive la generazione di questa giovane artista. Ha partecipato a diverse mostre e collabora con gallerie.
Wonder woman and shopping
Lego series 2020, tecnica mista, collage, dipinta con acrilici e finitura in resina, 50x70 cm.
Dal Portfolio al Museo
di Flavio ennante
Il Museo Parisi Valle riapre al pubblico con una rassegna espositiva dedicata al progetto solidale Real Art. In un momento così difficile per l’Italia, la ripartenza della cultura pone un punto fondamentale per il ritorno alla normalità. REAL ART è il famoso progetto editoriale ideato e realizzato Franco Crugnola con il quale BIANCOSCURO collabora da anni; è diventato una realtà importante nel mondo dell’arte e del collezionismo, ottenendo ottimi riscontri anche da parte di stampa, istituzioni e musei. Dopo la passata antologia al MAGA di Gallarate, è ora la volta del Museo Parisi Valle con una mostra molto importante per il progetto REAL ART. Nella mostra sono presenti (quasi) tutti gli artisti che hanno partecipato al progetto, peccato per il mancato invito (e di conseguenza l’assenza in mostra) a grandi artisti, già presenti anche sulle copertine di BIANCOSCURO, come Mark Kostabi, Patrick Moya,
Andrea Bassani, Ralph Hall e Mattia Con-
sonni. Un vero peccato non poter ammirare la collezione al completo in un anniversario così importante.
Francesco de Molfetta, Renzo Nucara, Carla Volpati, Gianni Cella, Vittorio Valente, Alfredo Rapetti Mogol, Dario Brevi, Peter Hide 311065, Isabella Rigamonti, Caterina Tosoni
e Olinsky: questi sono alcuni dei nomi presenti, in buona parte artisti che hanno già avuto una forte presenza su BIANCOSCURO. Franco Crugnola ha dichiarato:“Per noi, oggi, esserci è già una grande sfida, una scommessa positiva. Continuare a lavorare con maggior premura, con rinnovato impegno e serietà, è il miglior
modo di dirvi e di dirci che amiamo l’arte dal
vivo, collaboriamo con i nostri interlocutori e tuteliamo i luoghi di apprendimento e di cultura. In mostra qui a Maccagno, il visitatore potrà cogliere una visione complessiva ed ampliata del progetto di Real Art, capire il rapporto esistente tra il
lavoro presentato sul portfolio e l’opera pro-
Le 5 edizioni di Real Art
posta negli spazi museali. Abbiamo desiderato, infine, esporre in questo splendido spazio in riva al lago, le pagine facenti parte di ogni numero: 67
artisti hanno fatto parte del progetto nelle 5
edizioni di Real Art realizzate fino ad oggi, donando il loro lavoro a scopo di beneficenza”. Ora attendiamo che si componga la prossima edizione del progetto, sicuramente popolata da grandi artisti come sempre, in un connubio perfetto tra solidarietà e bellezza. s l
Franco Crugnola
Isabella Rigamonti
Peter Hide 311065
Vanzuk
Le sue macchine
di ettore tiretto
ArtSharing apre la stagione degli eventi con la mostra dedicata a Vanzuk (al secolo Elena Spirito), dal titolo “Morfologie Meccaniche. Assemblage e collage”, visitabile sino al 28 giugno 2021. Con la cura di Penelope Filacchione (fondatrice di ArtSharing), l’evento è di quelli che lasciano a bocca aperta i visitatori: le “macchine” di Vanzuk strizzano un occhio al Dadaismo ed uno ad Escher. Che siano assemblage o collage, le cosiddette “macchine inutili” sanno sempre stupirci con piccoli dettagli di poesia e un chiaro divertimento, senza rinunciare mai al giusto equilibrio visivo ottenuto in maniere sempre sorprendenti, a volte barocche, altre semplicissime. L’artista genovese, dopo aver completato gli studi in ingegneria si trasferisce a Roma, città in cui attualmente vive. Appassionata di arte e di fotografia fin dall’adolescenza, si avvicina alla tecnica del collage, da autodidatta, a partire dal 2005. Sempre attratta da viti, bulloni
e circuiti, realizza sculture e collage
in stile steampunk:“Collegamenti, connessioni, rondelle, ingranaggi d’orologio, piccola ferramenta, object trouvé, hanno tutti il loro scopo e sono congiunti tra loro con precisione artigianale, rendendo assolutamente plausibile l’illusione che
tutto ciò possa mettersi in moto da un momento all’altro: dunque non vere e proprie macchine funzionanti, ma
meccanismi visivi che avviano associazioni di idee e rimandi su rimandi, per poi liberarsi nella nostra fantasia.” Un’apertura di stagione accattivante, che sicuramente riscontrerà molto successo. s l
In alto: Vanzuk - Morfologie meccaniche - Metamorfosi
A sinistra: Vanzuk - Morfologie meccaniche - Jellyfish
MORFOLOGIE MECCANICHE Assemblage e collage
13 maggio - 28 giugno 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) ArtSharing, Roma
INFO T. +39 338-94091 artsharing.roma@gmail.com
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ROBERTO PINO
Dillo alla luna (2017) Cartapesta e acrilico su tela Diam. 40 cm.
“Roberto Pino è un pittore che rappresenta, in modo semplice e diretto, concetti complessi”
Dillo al tuo cuore (2020) Stucco, smalto e acrilico su tela Diam. 30 cm.
robys__art robys.arts roby70.art@gmail.com sites.google.com/view/robys-art
Arte e Design open air
Anche Bonomi interpreta un futuro sostenibile
di rebecca Maniti
Conto alla rovescia per l’attesa “Weplanet-100 globi per un futuro sostenibile”, progetto di Paolo Casserà con il coordinamento di Beatrice Mosca, organizzato dall’Associazione WePlanet per sensibilizzare e raccogliere fondi a favore dell’ambiente e della salute dei cittadini contribuendo al raggiungimento dei 17 Global Goals delle Nazioni Unite. L’evento ufficiale si svolgerà dal 27 agosto al 7 novembre, ma abbiamo potuto vederne una anteprima Sotto: viste dell’installazione “Biomotoperpetuo” in Piazza Duomo a Milano lo scorso apriin piazza Duomo a Milano le. Tra le 50 creazioni esposte c’era anche il mappamondo ideato dall’artista novarese Corrado Bonomi, intitolato “Biomotoperpetuo”. Bonomi ha lavorato in laboratorio con i ragazzi dell’Istituto Paolo Pini e creato un mappamondo che
identifica i continenti con una serie di oltre ottocento uova in plastica colora-
ta applicate al posto delle terre emerse. “L’uovo è un oggetto simbolico, una suggestione universale di rinascita - spiega Bonomi - ho voluto dare un messaggio positivo di rinnovamento per la Terra”. Terminata l’iniziativa i globi saranno battuti ad un’asta benefica organizzata da Sotheby’s e il ricavato sarà devoluto all’Associazione Parco Segantini Onlus, all’Ospedale Niguarda, a ForestaMI, alla Fondazione Umberto Veronesi e Arca Onlus che opera a sostegno dei poveri per l’assistenza e l’integrazione. s l
Francesco Vattuone
fvattuo@gmail.com
francescovattuone https://francescovattuone.blogspot.com
Alessandro Mendini
Al Madre i principali passaggi teorici e linguistici della sua ricerca
di ettore tiretto
Primo evento espositivo che un museo pubblico italiano, il Madre di Napoli, dedica ad Alessandro Mendini dopo la sua scomparsa avvenuta nell’inverno dello scorso anno. La mostra
quotidiane” è prodotta dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee della Regione Campania, in collaborazione con Elisa e Fulvia Mendini e l’Atelier Mendini, a cura di Gianluca Riccio e Arianna Rosica. Lungo il percorso espositivo possiamo trovare un’inedita lettura
del lavoro del grande architetto milane-
ALESSANDRO MENDINI piccole fantasie quotidiane
31 ottobre 2020 - 07 giugno 2021 (Verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Madre, Napoli
INFO info@madrenapoli.it
Domenica 10.00 - 20.00 Lunedì e da mercoledì a sabato 10.00 - 19.30
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www.madrenapoli.it
se, in cui si ricostruisce la trama di relazioni tra design, arte e architettura che ha caratterizzato tutta la sua ricerca. Una mostra appassionata che speriamo possa venire prorogata ancora per dare modo a tutti di poter ammirare e celebrare il genio di Alessandro Mendini. s l
Sotto: viste della mostra Alessandro Mendini: piccole fantasie quotidiane
AURELIO BELLINI
Dalla serie Muri: Akro Tiri 2021 tecnica mista su tela 100x70 cm.
Boccalini a Ginevra
Un progetto che si articola tra linguaggio e saperi artigianali
di Flavio ennante
La Maison Tavel Mu-
sée d’Art e d’Histoire
di Ginevra ospita la mostra “La ragione nelle mani”, curata da Adelina von Fürstenberg e realizzata da Stefano Boccalini, con la collaborazione di quattro artigiani della Valle Camonica e Art for the World Europa, a seguito della vittoria della ottava edizione del bando Italian Council, programma a supporto dell’arte contemporanea italiana nel mondo promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea dell’allora MiBACT, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. L’idea del progetto nasce dal rap-
porto che Boccalini ha costruito
con la Valle Camonica a partire dal 2013:negli anni è diventata
un punto di riferimento per il
suo lavoro: qui ha operato con varie comunità, con le istituzioni locali e con gli artigiani, creando uno stretto rapporto di collaborazione che gli ha permesso di produrre numerose opere. Questa esperienza e questi incontri hanno fatto maturare l’idea di realizzare un Centro di Comu-
nità per l’Arte e l’Artigianato
della Montagna che avrà sede a Monno e diventerà un centro di scambio tra saperi intellettuali e saperi manuali. “L’obiettivo - af-
Stefano Boccalini - La ragione nelle mani - Ohana 2020, legno intrecciato, 90x400x92 cm.
ferma Boccalini – è quello della trasmissione dei saperi, secondo una logica di condivisione per cui le tradizioni non assumono un senso nostalgico, ma diventano la porta di
accesso al futuro, un “luogo” di sperimentazione per immagina-
re nuovi scenari”. Da questo contesto è nato “La ragione nelle mani”, un progetto che si muove su due livel-
Stefano Boccalini La ragione nelle mani - Balikwas lana cotta, Pezzotti (tappeti), 60x235 cm.
li, quello del linguaggio e quello dei saperi artigianali, attraverso il coinvolgimento della comunità locale. Tutti i manufatti che compongono l’opera sono stati realizzati in Valle Camonica da quattro artigiani affiancati ognuno da due giovani apprendisti che
STEFANO BOCCALINI La Ragione nelle mani
01 aprile - 27 giugno 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra
INFO T. +41 (0) 22 418 37 00
Da martedì a domenica 11.00 - 18.80
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.institutions.ville-geneve.ch
si sono confrontati con pratiche
artigianali appartenenti alla tradizione camuna: la tessitura dei pezzotti, l’intreccio del legno, il
ricamo e l’intaglio del legno. Queste forme artigianali, che storicamente ricoprivano una funzione di primaria importanza nel tessuto sociale e culturale della Valle, oggi faticano a resistere ai cambiamenti imposti dalla modernità e pochi ne conoscono ancora le antiche tecniche:“Viviamo in un’epoca - afferma ancora Boccalini – in cui le parole
sono diventate un vero e pro-
prio strumento di produzione e di captazione di valore economico, e hanno assunto una dimensione sempre più importante all’interno del contesto sociale. Attraverso il loro uso cerco di ridare un peso
specifico e un valore collettivo
al linguaggio.” s l
Il laboratorio di Stefano Boccalini La ragione nelle mani - Ubuntu legno intagliato, 30x130x4 cm.
Rogelio López Cuenca
Il poeta visivo Andaluz
di Mario GaMbatesa
“Il predominio delle immagini nella pubblicità contemporanea ha colonizzato completamente i discorsi comunicativi: dall’informazione alla politica. Rompere il gioco di specchi che ci circonda, che ci costituisce, passa per interrompere, ostacolare, ostruire
il flusso e il consumo costante e assoluto di queste ” immagini che cercano di occupare il luogo stesso della vita. Rogelio López Cuenca
La Real Academia de España a Roma e Acción Cultural Española AC/E, in collaborazione con la Fondazione Baruchello, presentano la mostra “A quel paese”, prima retrospettiva in Italia dell’artista Rogelio López Cuenca. L’esposizione, aperta al pubblico dal 12 marzo scorso fino al prossimo 13 giugno 2021, completa il ciclo di esposizioni che hanno avuto come protagonisti alcuni dei più talentuosi ex borsisti dell’Accademia di Belle Arti. Dopo Gregorio Prieto e Pepe Espaliú, la retrospettiva
di López Cuenca, borsista a Roma nel 1995-1996, si compone di 16 opere fortemente rappresentative dei lavori
dell’artista andaluso e del suo legame con Roma nato durante il soggiorno all’Accademia e realizzate tra gli inizi degli anni
Dichterisch, 1994 Installazione a parete Plastica, sughero, ceramica. 24 pezzi, dimensioni variabili Collezione dell’artista Ph. Juan Baraja
Novanta e oggi. Rogelio López Cuenca è un artista visivo e poeta andaluso che ha iniziato la sua carriera all’inizio degli anni ‘80 come membro fondatore del collettivo di Malaga. Da allora ha partecipato a numerose mostre, sia collettive che individuali, e le sue opere ad oggi si trovano in musei e collezioni di vari paesi. Laureato in Filosofia e Lettere presso l’ Università di Malaga nel 1983, ha conseguito il dottorato in Belle Arti presso l’ Università di Castilla-La Mancha.
La lingua, i mass media, le crisi migratorie, la memoria storica e, più in generale, le dinamiche di potere nella società odierna sono alcuni dei principali
temi affrontati. L’esposizione si articola in tre sedi, il nucleo più sostanzioso dei lavori è esposto negli spazi dell’Accademia di Spagna sul Gianicolo. “A quel paese” si compone di pitture, installazioni, video, testi editoriali che illustrano alcune delle problematiche fondamentali e ricorrenti nella ricerca di López Cuenca, quali il viaggio, le politiche migratorie, la memoria storica, la speculazione urbana e la spettacolarizzazione della cultura in funzione del turismo, nel tentativo di sovvertire l’ordine costituito e aprire gli occhi sul “capitalismo delle immagini”. La sua ricerca forza i limiti delle narrazioni dominanti, i suoi interventi sono dispositivi di sabotaggio che ostacolano e tendono a scardinare il senso comune per smascherare le dinamiche che sottendono alle narrazioni egemoniche date per naturali, sia nell’ambito politico che socioculturale. La parola e il testo scritto sono elementi fondamentali del lavoro e del pensiero poetico Cuenca. Prima di tutto poeta e secondariamente artista, Rogelio
López Cuenca gioca sui doppi sensi, sulla fonetica, sullo scarto di senso che
permette la parola scritta e verbale. Manipolando il gesto grafico e attribuendo significati diversi a parole e immagini, l’artista Andaluz mira a ridestare le coscienze dal torpore indotto dalle sovrastrutture di cui siamo ormai succubi. Una mostra che unisce segni e disegni,
mettendo in relazione l’arte visiva e la
poesia in un mix di coerenti attitudini artistiche. s l
In alto: Golden Visa 2018 in collaborazione con Elo Vega 10 manifesti Collezione degli artisti Ph. Juan Baraja
A sinistra: Home Swept Hole, 1993 Tripla video installazione, suono Collezione Fundación “la Caixa”, Barcellona, Spagna Ph. Juan Baraja
No/W/Here, 1998 - 2021 Installazione multimedia. Dimensioni variabili Collezione MUSAC, León, Spagna Ph. Juan Baraja
Cultura in movimento
34 autori che hanno fatto la storia della città di Merano
di ettore tiretto
Fino al 27 giugno presso la Kunst Merano Arte sarà possibile visitare la mostra “Cultura in movimento: Merano 1965-1990”, curata da Markus Neuwirth e Ursula Schnitzer. La rassegna offre un’ampia panoramica della produzione artistica tra il 1965 e il 1990, attraverso più di 100 opere particolarmente significative di artisti come Barbara Bertagnolli, Christoph Blum, Henri Chopin, Arnold M. Dall’O, Jakob de Chirico, Walter Erckert, Ulrich Egger, Peter Fellin, Anton Frühauf, Eduard Habicher, Toni Hanny, Siegfried Höllrigl, Elisabeth Hölzl , Hansgeorg Hölzl, Georg Jappe, Marcello Jori, Margit Klammer, Milan Knížák, Linda Ladurner, Konrad Laimer, Peter Lloyd, Ivo Mahlknecht, Antonio Manfredi, Manfred Alois Mayr, Vito Mazzotta, Carmen Müller, Hermann Nitsch, Oswald Oberhuber, Franz Pichler, Raphael Montanez Ortíz, Elisabeth Oberrauch, Alessandra Pucci, Rina Riva, Mili Schmalzl, Matthias Schönweger, Luis Stefan Stecher, Rudolf Stingel, Angelika Thomas, Paul Thuile, Regina Klaber Thusek, Hans Tischler, Peppi Tischler, Karl Vonmetz, Willy Wiemann. Alcuni di loro hanno vissuto principalmente a Merano, si sono allontanati dal-
la produzione culturale del momento
per motivi biografici, cambiamenti professionali o per una predisposizione a diversi ambiti, facendosi strada da soli.
La mostra si concentra sul movimento
Fluxus: la performance, gli assemblage, la mail art, la pittura astratta, il disegno, l’arte dei gioielli, la fotografia. La mostra restituisce anche il cambio generazionale offrendo uno spaccato sia del con-
testo storico dell’epoca sia delle idee
politiche, spesso ribelli, di alcuni di questi artisti. s l
CULTURA IN MOVIMENTO
Merano 1965-1990
27 febbraio - 27 giugno 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Kunst Meran Merano Arte, Merano
INFO T. +39 0473 212643
Da lunedì a sabato 10.00 - 18.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.kunstmeranoarte.org
In basso a sinistra: Hermann Nitsch - Manifesto della mostra Raum mit Relikten, Merano 1986 Sotto: Installation view. Ph. Ivo Corrà
Paolo Camporota
www.paolocamporota.it
Francesco Merletti
In mostra ritratti che nascono dall’osservare e percepire “l’altro da sé”
di Flavio ennante
Nuova mostra personale di Francesco Merletti a Milano: “Bianca su Bianco”, a cura di Elisabetta Mero. L’esposizione si propone di indagare, attraverso la recente serie di opere dell’artista bresciano, i sottili stati emotivi dell’esistenza. Dopo un periodo di pausa, rigenerativo per la propria creatività, Francesco Merletti presenta queste nuove opere: volti femminili, realizzati attraverso la tecnica del collage che diventano specchi in
cui ognuno può riconoscere le proprie
paure, angosce, ironie e cattiverie. La carta diventa strumento pittorico per la resa di una sintesi (sia formale che concettuale) delle espressioni possibili,
congelate in un attimo che diventa
infinito. In mostra possiamo ammirare i ritratti (reali o immaginari) che nascono da una elaborazione che Merletti ha compiuto nell’osservare e percepire “l’altro da sé”. Un’indagine, la sua, non critica o giudicante, ma che scaturisce da incontri quotidiani spesso casuali, dei quali Merletti coglie dettagli e sfumature caratteriali dove ritrova parti di sé. Per l’artista il collage è concepito come un “ritaglio libero”, che egli esegue senza un disegno guida, ma direttamente sulla carta, con l’aiuto di un bisturi. Il processo è meditato, non istintivo, e richiede una notevole capacità di astrazione partendo da uno schema mentale. s l
BIANCA SU BIANCO - Francesco Merletti
20 maggio - 18 giugno 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MANIFIESTO BLANCO, Milano
INFO info@manifiestoblanco.com
Da lunedì a venerdì 16.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.manifiestoblanco.com
Francesco Merletti - Bianca su Bianco 8 2021, ritaglio libero, 18x24 cm.
ELENA ZANARDI
ezlandart
MIGUEL DE MIGUEL
Testa di Donna olio su tela 70x90 cm.
GIUSEPPE PORTELLA
“Anime Perse” Ciclo dei Blob - 2018 - resine su tavola - 80x100 cm.