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Regia fotografica oltre

Regia fotografica oltre la narrazione

Le opere di Richard Mosse al MAST di Bologna

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di lucia Garnero

Sopra: © Richard Mosse, Pool at Uday’s Palace, Salah-a-Din Province, Iraq, 2009 Courtesy of the artist and Jack Shainman Gallery, New York Sotto: © Richard Mosse, Come Out (1966) XXXI (Triple Beam Dreams), eastern Democratic Republic of Congo, 2012, serie Infra Private collection SVPL

Con inaugurazione il 7 maggio e apertura prevista fino al 19 settembre, la Fondazione MAST presenta la prima antologica del fotografo irlandese Richard Mosse. Displaced, con 77 fotografie di grande formato, due videoinstallazioni immersive, The Enclave (2013) e Incoming (2017), il video wall Grid (Moria) (2017) e il video Quick (2010), rappresenta quanto, ad oggi, l’artista ha realizzato, nel corso di una continua esplorazione tra fotografia

documentaria e arte contempo-

ranea. Richard Mosse inizia ad occuparsi di fotografia dopo il 2000, prima ancora di avere concluso gli studi universitari. Scatta le sue prime immagini fotografiche in Bosnia, in Kosovo, nella

Striscia di Gaza, lungo la fron-

tiera fra Messico e Stati Uniti: questi primi lavori documentano le zone di guerra dopo gli eventi, non mostrano il conflitto, la battaglia, l’attraversamento del confine, ma il mondo che segue la catastrofe. Immagini emblematiche di distruzione, sconfitta e collasso dei sistemi: l’aftermath photography, la fotografia dell’indomani. Questi primi lavori – alcuni dei quali creati in un periodo sorprendentemente breve e intenso, dopo il conseguimento del Ma-

ster of Arts a Yale grazie ad una prestigiosa borsa di studio in The Performing and Visual Arts – puntano già nella direzione che Mosse è pronto a intraprendere: entrare nel mondo, provare a documentarlo visivamente, spingendosi sulle linee di confine, lungo le quali entrano in collisione “le placche tettoniche” dei cambiamenti sociale, politico ed economico. Tra il 2010 e il 2011, si stabilisce nella parte orientale del Congo, dove viene estratto il coltan, un minerale altamente tossico da cui si ricava il tantalio, materiale che trova largo impiego nell’industria elettronica globale. A questo tema sono dedicati il progetto Infra e la complessa videoinstallazione a sei canali The Enclave. Lo “strumento” prescelto per Infra è una pellicola molto particolare, la Kodak Aerochrome - utilizzata nella ricognizione militare e ormai fuori produzione -, sensibile ai raggi infrarossi, che registra la clorofilla presente nella vegetazione. Il risultato è la lussureggiante foresta pluviale ritratta nei toni del rosa e del rosso. Dal 2014 al 2018, si sofferma sulla migrazione di massa e sulle tensioni causate dalla dicotomia tra apertura e chiusura dei confini, tra compassione e rifiuto, cultura dell’accoglienza e rimpatrio. Per Heat Maps e la video installazione Incoming, Mosse impiega una termocamera in grado di registrare le differenze

di calore nell’intervallo degli

infrarossi: invece di immortalare i riflessi della luce, registra le cosiddette “heat maps”, le mappe termiche. Si tratta di una tecnica militare che consente di “vedere” le figure umane fino a una distanza di trenta chilometri.

Sopra: © Richard Mosse Lost Fun Zone, eastern Democratic Republic of Congo, 2012, serie Infra Courtesy of the artist and carlier | gebauer, Berlin/Madrid Sotto: © Richard Mosse Mineral Ship, Crepori River, State of Para, Brazil, 2020, serie Tristes Tropiques Courtesy of the artist and carlier | gebauer, Berlin/Madrid

© Richard Mosse Yayladağı refugee camp, Hatay Province, Turkey, 2017, serie Heat Maps, Private collection SVPL

Un esame più attento permette di comprendere che non sono visibili dettagli: i soggetti ritratti sono riconoscibili solo come tipologie, nei loro movimenti o nei contorni. Non sono le persone in carne e ossa ad essere i protagonisti, ma gli scenari del fal-

limento politico e il sistema di segregazione ed emarginazione

che ne deriva. Tra il 2018 e il 2019, Mosse inizia ad esplorare la foresta pluviale sudamericana dove, per la prima volta, concentra l’obiettivo spostando l’interesse di ricerca dai conflitti umani alla natura. In Ultra, Mosse scandaglia, con la tecnica della fluorescenza UV, il sottobosco, i licheni, le orchidee e le piante carnivore, ritraendo alcune mirabili interdipendenze dell’ecosistema; con Tristes Tropiques, la serie più recente, documenta con la precisione della tecnologia satellitare la distruzione dell’ecosistema ad opera dell’uomo.

RICHARD MOSSE. DISPLACED MAST, Bologna May 7 – September 19, 2021 (Check the opening on the site)

Fondazione MAST is hosting the first retrospective of the artist Richard Mosse, curated by Urs Stahel. Unique in its visual impact, it up-ends the way in which we represent and perceive reality. From the very start of his career the artist has explored the theme of visibility, and the way in which we are accustomed to seeing, thinking of and understanding reality. Critical situations and places of conflict are photographed and filmed with the use of specific technologies, some originally developed for military purposes, which totally overturn photographic representation, creating images that are striking for their aesthetics but at the same time prompt ethical reflection: when beauty, described by the artist as “the sharpest tool for making people feel something”, is successfully used to recount suffering and tragedy, “an ethical problem arises in the minds of viewers”, who find themselves confused, struck and disorientated. The invisible becomes visible, in all its conflictual nature. The show extends over three levels of Fondazione MAST: Gallery, Foyer and Level 0. The Gallery houses Early Works (with photos taken in areas riven by conflict – the Middle East, the Balkans, the US-Mexico border) and Infra, the series that brought the artist to prominence. It consists of images taken during the brutal wars in the Democratic Republic of Congo using Kodak Aerochrome (infrared film now discontinued by Kodak but used in the past as a military reconnaissance technology). In the Foyer is the Heat Maps series (and some related works) and the more recent Ultra and Tristes Tropiques series. Heat Maps presents images taken with a military-grade thermal imaging camera (capable of detecting temperature differences up to thirty kilometres away) along the migratory routes from the Middle East and Africa towards Europe. The photos in the Ultra series use a UV fluorescence technique to offer an unusual perspective on the beauty of nature in the Amazon rainforest. Tristes Tropiques shows the dramatic impact of deforestation in Brazil by means of images generated with sophisticated satellite photography technology (based on drones and multispectral imaging). Level 0 houses the video installation The Enclave (shot with Aerochrome infrared film) and the video Incoming (filmed with a military thermal imaging camera), both the fruit of collaboration between the artist, DOP Trevor Tweeten and the composer Ben Frost. In the exhibition, the large-format photos and the videos create an immersive experience of rare intensity, surprising the viewer with powerful visual and sound stimuli. What emerges is the topicality of Mosse’s work, which, by subverting photographic conventions, makes us observe the invisible: conflicts, migrations, climate change. s l

RICHARD MOSSE Displaced

7 maggio – 19 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MAST, Bologna

INFO T. +39 051 6474406 press@fondazionemast.org Da martedì a domenica 10.00 - 20.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mast.org

Il video Quick del 2010, in cui l’artista ricostruisce la genesi della sua ricerca e della pratica artistica, completa le video-installazioni. Il catalogo che accompagna la mostra, edito dalla Fondazione MAST, propone tutte le immagini esposte, un saggio critico del curatore della mostra Urs Stahel e le testimonianze di Michel J. Kavanagh, inviato in Congo e in Africa centrale dal 2004. s l

© Richard Mosse Of Lilies and Remains, eastern Democratic Republic of Congo, 2012, serie Infra DZ Bank Art Collection

Pierluigi Di Michele - Piergiò

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