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Yōkai! La mitologia giapponese in mostra a Monza

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Bryan Adams

Bryan Adams

Yōkai!

La mitologia giapponese in mostra a Monza

Advertisement

di Mario GaMbatesa

Èstata inaugurata il 30 aprile scorso la mostra

“Yōkai. Le antiche stampe dei mostri

giapponesi”, organizzata presso il Belvedere della Villa Reale a Monza. L’esposizione, a cura di Paolo Linetti, sarà visitabile fino al 21 agosto prossimo. Ideata e prodotta da Vertigo Syndrome, con il patrocinio del Comune di Monza, presenta duecento opere del XVIII e XIX secolo, tra stampe, rari libri antichi, abiti, armi, spade, un’armatura samurai, oltre a 77 preziosi netsuke, piccole sculture in avorio e un rotolo a scorrimento lungo 10 metri, che racconta la vicenda di Shutendoji, una creatura mitologica a capo di un esercito di mostri che infestava il monte Oe nei pressi di Kyoto. Suddiviso in undici sezioni, il percorso espositivo è pensato come

un viaggio all’interno dell’im-

maginario giapponese, e si apre con la sala del Rituale delle cento candele, un’usanza macabra che prende ispirazione da una leggendaria prova di coraggio iniziata da alcuni samurai nel XVII secolo. Il rituale iniziava dopo l’ora del tramonto: i samurai si ritrovavano in una stanza illuminata dalla luce di cento candele. Ogni samurai raccontava una storia agli altri compagni con l’obiettivo di spaventarli con racconti popolati da mostri appartenenti alla tradizione giapponese. Ad esempio troviamo Jorogumo, avvenenti donne che rivelano alle vittime la loro reale natura di enormi ragni; i Tanuki, simpatici tassi trasformisti; i Bakeneko, gatti mostruosi; i Kappa, esseri acquatici, che importunano le natanti e le Ningyo le sirene giapponesi la cui carne profumatissima può donare

Chikanobu Yoshu Yamashiro, neve a Rokuhara dalla serie Neve, luna e fiori 1884 xilografia policroma su carta da gelso 350x250 mm.

agli uomini giovinezza o morte atroce. Al termine della storia di QUESTA è LA VERSIONE FREE di paura, chi l’aveva narrata dove-BIANCOSCURO Rivista d’Arte va alzarsi, spegnere la candela di una lanterna, prendere uno spec- Trovi la versione completa, chio e specchiarvisi nell’angolo CARTACEA o DIGITALE più lontano: l’oscurarsi progres- in abbonamento e sivo della stanza accompagnava nelle migliori fiere d’Arte. la narrazione di racconti sempre più spaventosi e carichi di suPuoi abbonarti o richiedere una copia online: spense. Nel percorso espositivo, i visitatori fanno il loro ingresso artshop.biancoscuro.it

in una stanza totalmente buia, illuminata soltanto dalla fioca

luce di cento candele che rivela la presenza delle opere. Le candele si spengono poi una ad una accompagnate dalla voce roca di un attore che impersona il fantasma di un vecchio samurai, morto dopo essere impazzito per aver incontrato, nella notte, un vero mostruoso Yōkai. Tra questi Yōkai, il

cui termine indica letteralmente

i mostri, s’incontrano i Kodama, spiriti delle piante, gli Omukade (centopiedi giganti e velenosi), gli immensi Kaiju (bestie solitamente provenienti dal mare), gli Oogumo (ragni delle caverne dalle dimensioni di vitelli che prosciu- Sopra: Anonimo Sotto: Kuniyoshi Utagawa gano i dormienti), volpi trasformi- Maschera del teatro Noh - Kappa 1890 La principessa strega Takiyasha e lo scheletro del padre, da Storia di Utö Yasutaka ste, i Bakeneko (gatti mannari a legno, colori, fibre vegetali 1844 circa, xilografia policrome su carta da >>> 29x20x20 cm. gelso, 370x750 mm.

due code), i Gama (rospi vampiri); o ancora i Bakemono, mostri mutaforma per nascita come le Jorogumo (donne ragno), i Tanuki (tassi) e le Kitsune (volpi). Queste creature a volte grottesche, dispettose e spaventose abitano da sempre l’immaginario collettivo degli uomini e delle donne giapponesi e chissà forse anche noi visitatori potremmo imbatterci in un emozionante incontro con una di queste creature del folklore nipponico! s l

YŌKAI Le antiche stampe dei mostri giapponesi

30 aprile - 21 agosto 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Belvedere della Villa Reale, Monza

INFO T. +39 351 656-0343 info@vertigosyndrome.it

Venerdì 15.00 - 20.00 Sabato e domenica 10.30 - 20.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mostrigiapponesi.it

Hokusai Katsushika Libro di combattenti cinesi e giapponesi 1836-1857, xilografie monocrome su carta da gelso, 30 pagine, 240x162 mm.

NATALIA SCHÄFER

KHRISSY

contact@khrissyphotography.com www.khrissyphotography.com

CHAKRA

Digital Fine Art Photography Framed, Alu Face mounting, 104,5/104,5 cm. Edition 1/5 signed @khrissyClement

ANASTASIA YANCHUK NATI

Anastasia Yanchuk (Nati) - “Diamonds are girl’s best friend” 2022, tecnica mista, 60x60x3,5 cm.

Grubicy: un intellettuale-artista

La sua influenza tra Divisionismo e Simbolismo

di FlaVio ennante

Museo della Città di Livorno, fino al 10 luglio, ospita la mostra “Vit-

tore Grubicy. Un intellettua-

le-artista e la sua eredità”, dedicata al critico, promotore, artista Grubicy. La mostra è nata da un progetto di Sergio Rebora e Aurora Scotti Tosini, promossa da Fondazione Livorno e realizzata da Fondazione Livorno - Arte e Cultura con la collaborazione del Comune di Livorno. Ci viene ben spiegata dai curatori: “La presenza di un cospicuo nucleo di opere dell’artista nelle collezioni della Fondazione Livorno e la disponibilità pubblica del suo ricchissimo e prezioso archivio presso il Mart di Rovereto hanno offerto nuovi innumerevoli spunti di studio e sono alla base anche della mostra, che intende proporre il personaggio nella sua veste pub-

blica di intellettuale, artista e promoter, ma anche

Vittore Grubicy De Dragon Fiumelatte. Serie delle “Sensazioni giojose” 1891, olio su tela, 31,5x24,8 cm. Collezione privata

nella sua dimensione privata e più nascosta di uomo del suo tempo, con le sue debolezze, le sue idiosincrasie, la sua generosità e i suoi slanci sentimentali”. s l

VITTORE GRUBICY Un intellettuale-artista e la sua eredità. Aperture internazionali tra divisionismo e simbolismo

08 aprile – 10 luglio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo della Città, Livorno

INFO T. +39 0586 824551

Da martedì a venerdì 10.00 - 20.00 Sabato e domenica 10.00 - 22.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museodellacittalivorno.it

CLAUDIO DETTO

www.dettoartemoderna.it

L’eredità della pittura macchiaiola

Il sapere, da Maestro ad allievo

di rebecca Maniti

Sopra: Plinio Nomellini Il vangatore 1889, olio su tela, 75,4x48,3 cm. Collezione privata Courtesy Enrico Gallerie d’Arte, Milano

A destra: Ludovico Tommasi Scalpellino al lavoro 1892, olio su tela, 16x33,5 cm. Collezione Palazzo Foresti, Carpi

Palazzo delle Paure a Lecco è sempre una garanzia, le mostre che occupano i suoi spazi sono sempre interessanti e ben progettate, e anche questa non fa eccezioni: “La

luce del vero. L’eredità della pittura macchiaiola. Da Fattori a Ghiglia”

ci parla di quel periodo che va tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, dell’esempio della Macchia sui “postmacchiaioli”. La mostra, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi – Visit Different, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese, vanta circa novanta opere (provenienti da collezioni pubbliche e private) di un gruppo di autori eterogeneo e complesso, dai fratelli Gioli alla famiglia Tommasi, da Llewelyn Lloyd a Ulvi Liegi, da Oscar Ghiglia a Plinio Nomellini, da Mario Puccini a Giovanni Bartolena, uniti dalla vocazione per il vero e per i soggetti tratti dalla vita quotidiana e dalla formazione di ascendenza macchiaiola. “Attraverso l’indagine della situazione dell’arte toscana alla fine del secolo - afferma Simona Bartolena - la mostra svela anche i meccanismi che sottendono, più in generale, alla trasmissione del sapere da maestro ad allievo, l’evoluzione del linguaggio dei “padri” da parte delle nuove generazioni, le contaminazioni stilistiche che nel tempo modificano, anche radicalmente, gli esiti portati da una rivoluzione artistica”. s l

LA LUCE DEL VERO L’eredità della pittura macchiaiola. Da Fattori a Ghiglia

18 marzo – 19 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo delle Paure, Lecco

INFO T. +39 0341 286729 palazzopaure@comune.lecco.it

Martedì 10.00 - 14.00 Da mercoledì a domenica 10.00 - 18.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.vidicultural.com

Roberto Pino

roby70.art@gmail.com robys__art sites.google.com/view/robys-art

ROSA MARIA FALCIOLA

Oltre 2022, olio su pellicola, 30x40 cm.

Aeropittura futurista

Il volo: velocità e movimento

di ettore tiretto

Fortunato Depero - Scontro aereo 1936-37,carboncino. Rovereto (Tn), MART Fondo Depero

Tullio Crali - Incuneandosi nell’abitato 1934, olio su tela. Collezione privata

Acura di Massimo Duranti con la collaborazione di Andrea Baffoni, “DALL’ALTO. Aeropittura futurista” è una mostra composta da un centinaio di opere che vuole approfondire lo sviluppo “aereo” futurista che ha caratterizzato la pittura italiana nei primi decenni del Novecento. L’esaltazione della velocità e del movimento, con il volo, sia

DALL’ALTO Aeropittura futurista

09 aprile – 03 luglio 2022 Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci, Fontanellato

INFO T. +39 0521 827081 Da mercoledì a lunedì 10.30 - 19.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.labirintodifrancomariaricci.it

come atto fisico che come stato d’animo. La mostra al Labirinto della Masone vuole essere una ricognizione di questo movimento che coinvolse alcuni tra i principali artisti italiani (trenta quelli in esposizione, compreso l’ultimo degli aeropittori: Guido Strazza) e vuole rimarcarne le specificità anche nei confronti delle altre correnti che si svilupparono a partire dal Futurismo. s l

ANTONIO GALLINA

togallin@yahoo.it - www.antoniogallina.com

Nel fuoco

Dalla collaborazione di Fondazione Cini e Tornabuoni

di FlaVio ennante

Un nuovo progetto espositivo alla Fondazione Giorgio Cini (Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia): “On Fire”. Curata da Bruno Corà, organizzata dalla Fondazione in collaborazione con Tornabuoni Art, è stata inaugurata nei primi giorni della Biennale Arte (con favolose performance ed il pubblico delle grandi occasioni) e sarà aperta al pubblico fino al 24 luglio. In mostra ventisei opere (provenienti da prestiti internazionali e per lo più pezzi inediti o raramente esposti) di Alberto Burri, Yves Klein, Arman (il fuoco come strumento di combustione dei materiali), Jannis Kounellis (il fuoco come luce, calore e rumore), Pier Paolo Calzolari e Claudio Parmiggiani (come traccia pittorica attraverso il fumo della combustione), tutte dedicate al più intrigante degli elementi naturali: il fuoco, che illumina, ma anche che distrugge. Il dualismo di questo elemento lo rende ideale per l’espressione artistica, e potendo ammirare tutti questi autori nello stesso momento, possiamo renderci conto della potenza reale del fuoco nell’arte. s l

ON FIRE Fondazione Giorgio Cini, Venice - April 22 - July 24, 2022

On Fire is the title of the first exhibition entirely dedicated to the use of fire as a means of artistic creation among the post-war avant-garde movements. The exhibition, curated by Bruno Corà and promoted by the Fondazione Giorgio Cini and Tornabuoni Art, brings together some of the most iconic works either made with fire, or that include the presence of flames. The exhibition is developed through six sections. These offer the opportunity to discover Yves Klein, Alberto Burri, Arman, Jannis Kounellis, Pier Paolo Calzolari and Claudio Parmiggiani for the first time next to each other, working with fire. Evanescent by nature, fire has no shape, weight, or density. It has always been a source of fascination for artists, both for its potential effects on other materials as well as for its active presence in works of art. The post-war avant-garde movements experimented with fire on various materials, thereby exploiting its destructive as well as its generative effects.Thus, in the work of these great artists, fire became not only the sensitive protagonist, but also a medium of innovation within their pictorial and visual language. Despite the the common use of fire, the exhibition focuses on each master, highlighting the different ways in which they employed this element. Fire can be found as an instrument of combustion (Klein, Burri, Arman); as a living presence with its own sensory and sometimes spectacular effects, such as light, heat, and even noise (Klein, Kounellis, Calzolari); and lastly, as a pictorial trace by means of the smoke obtained through combustion (Calzolari, Parmiggiani). By assembling 28 works through the collaboration with the artists’ foundations and loans from important international collections, including several previously unseen or rarely shown masterpieces, On Fire documents one of the most radical, and at the same time unexplored, revolutions in the visual language of contemporary art. s l

ON FIRE

22 aprile – 24 luglio 2022 Fondazione Giorgio Cini, Venezia

INFO info@visitcini.com

Da giovedì a martedì 11.00 - 19.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.cini.it

Yves Klein realizing Fire Painting at Centre d’essais de Gaz de France, Saint-Denis, France, 1961 ©Centre Pompidou-Mnam-Bibliothèque Kandinsky- Fonds Vera Cardot, Pierre Joly

Claudio Parmiggiani - Solo la terra oscura - 2020 fumo e fuliggine su tavola, 240x1824 cm. Ph. Agostino Osio-Alto Piano. Courtesy Fondazione MAXXI

La rivoluzione a Genova

Trasformazioni e innovazioni del Boom economico di daniela Malabaila

QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte. Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it

La Genova negli anni ‘60 è in fermento, vuole lasciarsi definitivamente alle spalle le ferite della guerra per darsi un volto ed un ruolo euro-

pei, puntando sull’industrializ-

zazione e sui servizi, alimentati da nuove arterie di comunicazione e da nuovi quartieri progettati per ospitare una forza lavoro proveniente dal Sud. A distanza di sessant’anni anni da quegli anni ‘60, la cronaca si è fat-

ta storia, ma continua a incidere

sulla città che è Genova oggi. Con la mostra “Genova Sessanta”, aperta dallo scorso 14 aprile e fino al 31 luglio 2022, presso il Teatro del Falcone di Palazzo Reale, si vuole raccontare l’ar-

chitettura, l’arte, il design e la

fotografia di quel tempo, per comprendere meglio trasformazioni e innovazioni di quel decennio che ha portato profondi

cambiamenti nella vita di tutti i

giorni. L’energia della crescita incentiva la creatività in tutti i settori, dall’arte al design, alla musica, dalla cultura all’economia, ma soprattutto un’accelerazione

particolare nelle produzioni

delle arti visive. Un viaggio entusiasmante in quella fucina di

energie e visioni esistenziali che fu la Genova degli anni sessanta

scandito, lungo tutto il percorso espositivo, dagli scatti di alcuni dei grandi fotografi genovesi attivi in quegli anni (Lisetta Carmi

In alto: Eugenio Carmi 72 tondi + 4 1964, latta litografata, 104,5x74,5 cm. Stefano Carmi

A sinistra: Max Bill Senza titolo 1959-65, acrilico su tela, 57x57 cm. Collezione privata Ph. Massimo Ronchi

Sopra: Giovanni Travasa Palla 1966, struttura in giunco, tessitura in midollino 67x100x95 cm. Bonacina 1889

Sotto: un’immagine dell’allestimento della mostra “Genova Sessanta” Palazzo Reale, Genova

e Giorgio Bergami soprattutto) con disegni di architettura, arredi di design, grafica pubblicitaria, oggetti industriali, dipinti e sculture di autori di assoluto primo piano, da Lucio Fontana a Andy Warhol, da Mimmo Rotella a Vico Magistretti, da Gio Ponti a Franco Albini, da Angelo Mangiarotti a Eugenio Carmi. A cura di Alessandra Guerrini e Luca Leoncini con Benedetto Besio, Luisa Chimenz, Leo Lecci ed Elisabetta Papone, il percorso espositivo cronologico e tematico, organizzato per sezioni, accompagna il visitatore attraverso i fatidici anni sessanta che, inevitabilmente, agirono anche da ponte di raccordo tra passato e futuro. s l

GENOVA SESSANTA

14 aprile - 31 luglio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Reale - Teatro del Falcone, Genova

INFO T. +39 010 2710236

Da martedì a domenica 10.00 - 19.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzorealegenova.beniculturali.it

PETRAQ Pecani

Pecani’s collection is represented in Art Gallery Pecani, Tirana. Many of his works are part of private collection worldwide.

L’ECO DELLA SERATA 2019 olio su tela 60x50 cm.

NUVOLA SUL MARE 2018 olio su tela 40x40 cm.

Nivola e New York

Lo stretto legame tra arte e tecnologia di FlaVio ennante

Il Museo Nivola di Orani Stati Uniti, vi ha dato inizio a una presenta la mostra “Ni- carriera di “scultore per l’archivola e New York. Dallo tettura” che lo ha visto collaboShowroom Olivetti alla rare con i più grandi maestri del Città incredibile”, aperta Modernismo. al pubblico fino al 15 luglio. La mostra, a cura di Giuliana AlCostantino Nivola è stato tra i tea, Antonella Camarda, Luca protagonisti della scultura e del- Cheri e Carl Stein, in collabola grafica italiane del Novecento, razione con Roger Broome e una figura chiave nei rapporti Steven Hillyer, vanta un allestitra Italia e America. Esule negli mento progettato da Alessandro

QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE

in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte.

Floris e realizzato da Puoi abbonarti o richiedere una copia online: Artigianato e Design di Pietro Foise da artshop.biancoscuro.it Art Handling Services di Luca Pinna. Il centro della mostra è il rilie-

vo di Nivola per lo showroom Olivetti nella Fifth Avenue, realizzato dallo studio BBPR

nel 1954, caposaldo dell’arte e dell’architettura italiane del dopoguerra e simbolo di un nuovo

approccio alla comunicazione

d’impresa. Lungo 23 metri e alto 5, dopo la chiusura del negozio Olivetti nel 1969, fu ricollocato nel 1973 nello Science Center dell’Università di Harvard. Ne è stata realizzata una rico-

struzione fedele in scala 1:1

grazie all’utilizzo delle tecnologie di visual computing (CRS4 - Enrico Gobbetti, Fabio Bettio, Fabio Marton e Laboratory ISTI – CNR - Paolo Cignoni e Marco Callieri), stampa 3D e di video–

A sinistra: Costantino Nivola - City 1975 (erroneamente datato 1968), olio su tela,127x102 cm. Nuoro, Collezione Man. Courtesy Fondazione Nivola

A destra: [1] Costantino Nivola assistito dalla figlia Claire, durante l’installazione al Science Building della Harvard University dei pannelli realizzati nel 1953 per lo showroom della Olivetti a New York, Cambridge, 1973 Courtesy Fondazione Nivola

[2] Studio BBPR, showroom Olivetti New York, 1954 Courtesy Fondazione Nivola

[3] Costantino Nivola al lavoro nell’Ufficio Pubblicità Olivetti, Milano, 1937-38 Courtesy Fondazione Nivola

mapping (Tokonoma - Chiara Ligi e Mauro Macella). Con i suoi 101 metri quadri di estensione, si tratta di uno dei

più grandi progetti di riproduzione tridimensionale di beni

culturali con fresatura robotica mai realizzato. Antonella Camarda afferma: “Questa mostra è il frutto della collaborazione fra umanisti, scienziati e imprese. È lo stesso spirito di sperimentazione e

NIVOLA & NEW YORK Dallo Showroom Olivetti alla Città incredibile

15 aprile – 15 luglio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Nivola, Orani

INFO T. +39 07 84730063

Da mercoledì a lunedì 10.30 - 19.30

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www. museonivola.it

costante innovazione che ha caratterizzato l’approccio di Costantino Nivola ed è stato tratto distintivo dell’Olivetti”. Completa la mostra una selezione di dipinti e disegni sul tema di New York con opere che colgono la natura caotica ed eccitante della città, rendendo al tempo stesso l’incalzante fluire della vita urbana ed il senso di disorientamento che questo può produrre. s l

[1]

[2] [3]

Forma e uso, ironia e metafisica

Il design di Aldo Rossi al Museo del Novecento

di lucia Garnero

Designer, progettista e teorico dell’architettura, Aldo Rossi è stato uno dei protagonisti della cultura visiva del Novecento. Alla sua figura, fra le più influenti del XX secolo, il Museo del Novecento dedica “Aldo Rossi. Design 1960-1997”, una mostra a cura di Chiara Spangaro, con l’allestimento di Morris Adjmi – MA Architects, realizzata in collaborazione con la Fondazione Aldo Rossi e Silvana Editoriale. A venticinque anni dalla sua scomparsa, sono esposti, per la prima volta, dal 29 aprile al 2 ottobre 2022 in uno straordinario allestimento, oltre 350 tra arredi e oggetti d’uso, prototipi e modelli, dipinti, disegni e studi, progettati e realizzati dal 1960 al 1997, dal primo architetto italiano vincitore del Premio Pritzker. Il percorso è distribuito su nove sale, e in ciascuna sala i prodotti di design dialogano con disegni, dipinti, opere di grafica, modelli di architettura, per esplicitare lo

stretto rapporto tra design e ar-

chitettura nel lavoro di Rossi. A partire dai primi mobili realizzati nel 1960 con Leonardo Ferrari,

Aldo Rossi - Interno-esterno 1994. © Eredi Aldo Rossi Courtesy Fondazione Aldo Rossi.

Aldo Rossi - Libreria componibile Cartesio, 1994, e tappeti con ARP Studio, 1986. © Eredi Aldo Rossi Courtesy Fondazione Aldo Rossi.

Bruno Longoni Atelier d’arredamento, Molteni&C|UniFor, Richard-Ginori, Rosenthal e

Up&Up (oggi UpGroup). L’insieme straordinario delle opere esposte è stato possibile anche grazie alla collaborazione fra istituzioni museali e archivi aziendali: il Museo Alessi, Molteni Museum, gli archivi di Bruno

Longoni Atelier d’arredamento

e di Up Group, il Bonnefanten Museum di Maastricht, il Centre Georges Pompidou di Parigi, la

Fondazione Museo Archivio Richard-Ginori della Manifattura

di Doccia a Firenze, il MAXXI -

Museo delle arti del XXI secolo

di Roma, l’Università Iuav di Venezia, Triennale di Milano. Numerose collezioni private, inoltre,

Aldo Rossi Riflessi della luce elettrica sull’acciaio 1985. Collezione privata. © Eredi Aldo Rossi. Courtesy Fondazione Aldo Rossi.

Sotto: Aldo Rossi e Luca Meda - Serie Teatro, 1982 Molteni&C, Giussano. © Eredi Aldo Rossi. Courtesy Fondazione Aldo Rossi.

a cui seguono le sperimentazioni su forme e cromie nel campo dei metalli e del legno, del marmo e della pietra, della ceramica e della porcellana, dei tessuti artigianali e industriali fino ai materiali plastici, tra la fine degli anni Settanta e il 1997, Aldo Rossi progetta più di 70 arredi e oggetti, molti dei quali ancora in catalogo. In una continua e inesauribile riflessione sul rapporto tra la scala architettonica e urbana e quella monumentale, Rossi incontra il mondo della produzione industriale e di alto artigianato; realizza arredi e prodotti con

Alessi, Artemide, DesignTex,

ALDO ROSSI. Design 1960-1997

Museo del Novecento, Milan

April 29 - October 2, 2022 (check the opening on the site)

The Museo del Novecento presents Aldo Rossi. Design 19601997 curated by Chiara Spanil catalogo ragionato Aldo Rossi. Design 1960-1997, edito da SilTrovi la versione completa, vana Editoriale, a cura di Chiara CARTACEA o DIGITALE Spangaro e con un saggio critico in abbonamento egaro in partnership with Fondazione Aldo Rossi and Silvana Editoriale from 29th April to 2nd October. This exhibition is part of Museo del Novecento’s Sotto: Aldo Rossi e la poltrona Parigi Sopra: Aldo Rossi - Interno milanese con ongoing project of interdisciplinary per UniFor, 1989 persona che osserva il Duomo con nebbia dialogue between the arts that is such © Federico Brunetti 1989. Collezione privata. © Eredi Aldo Rossi as distinctive feature of modern-day Courtesy Federico Brunetti. Courtesy Fondazione Aldo Rossi. life. For the first time ever, more than 350 pieces of furniture and ordinary objects, prototypes and models, paintings, drawings and studies designed and manufactured by Aldo Rossi from 1960 to 1997 are on display in a spectacular exhibition, a visual testimony to his work as a architectural designer. In 1979 Rossi started to embrace the realm of industrial production and high craftsmanship, creating consumer products with Alessi, Artemide, DesignTex, Bruno Longoni Atelier d’arredamento, Molteni&C|UniFor, Richard-Ginori, Rosenthal and Up&Up. Over twenty years’ work, he created more than 70 pieces of furniture and objects, many of which are still in production today, experimenting with forms and colours in the realms of metal and wood, marble and stone, craft textiles and plastic materials. The exhibition, whose layout was designed by Morris Adjmi - MA Architects, narrates Aldo Rossi’s universe in nine rooms: each room represents a realm in which a certain relationship between graphic designs and craft/industrial products emerges with references to Rossi’s architecture and private space. s l hanno contribuito all’evento. In occasione dell’inaugurazione QUESTA è LA VERSIONE FREE di della mostra, è stato pubblicato BIANCOSCURO Rivista d’Arte di Domitilla Dardi. s l nelle migliori fiere d’Arte.

Puoi abbonarti o richiedere una copia online:

artshop.biancoscuro.it

Aldo Rossi, scrivania Papyro, 1990 Molteni&C, Giussano. Molteni Museum. © Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi. ALDO ROSSI. DESIGN 1960-1997

29 aprile - 02 ottobre 2022 Museo del Novecento, Milano

INFO T. +39 02 88444061 c.museo900@comune.milano.it

Da martedì a domenica 10.00 - 19.30 Giovedì 10.00 - 22.30

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR www.museodelnovecento.org

Il colore dell’assenza

A Città di Castello, mostra per il progetto “Beam Up”

di rebecca Maniti

Fino al 28 agosto di quest’anno, presso gli Ex Seccatoi del Tabacco (sede espositiva della Fondazione Burri insieme a quella di Palazzo Albizzini) a Città di Castello, sarà possibile

LA LUCE DEL NERO

15 aprile – 28 agosto 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Ex Seccatoi del Tabacco, Città di Castello

INFO T. +39 075 8554649

Da martedì a venerdì 10.00/13.00 - 14.30/18.30 Sabato, domenica e festivi 10.00 - 18.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fondazioneburri.org

A destra, in alto: Alberto Burri Combustione Legno, 1955, legno, vinavil, combustione su tela, 88,5x160 cm. A destra: Claudio Parmiggiani - Senza titolo 2018, fumo e fuliggine su tavola, 100x150x5 cm. Sotto: Nunzio - Senza titolo, 2019 combustione su legno, 115x185x15 cm.

visitare la mostra “La luce del nero”. La mostra inaugura la riapertura degli spazi degli ex Seccatoi di Tabacco dopo

7 anni di lavori (e 10 milioni di inve-

stimento) che hanno integralmente riqualificato questi ambienti. La cura è stata affidata a Bruno Corà, che ha scelto come tema portante un colore: il Nero. Importante ricordare che questa esposizione nasce dal pro-

getto europeo riservato all’arte contemporanea ed alla disabilità visiva

(programma “Europa Creativa 2020” con il progetto “Beam Up”). Tra gli artisti del XX secolo, dopo il secondo conflitto mondiale, Burri è co-

lui che più di ogni altro ha usato il

nero nelle sue opere, soprattutto con un’intensità crescente a partire dagli anni ‘70-‘80; altri insieme a lui hanno realizzato opere elaborate col nero, in mostra infatti troviamo Agnetti, Bas-

siri, Bendini, Castellani, Fontana, Hartung, Kounellis, Lo Savio, Morris, Nevelson, Nunzio, Parmiggiani,

Schifano, Soulages e Tàpies. Ognuno di loro ha usato modalità, intenzioni e valenze diverse, ma tutte le opere esposte sono capaci di suscitare nel visitatore

stati d’animo, percezioni e sensazioni

forti, seppur differenti. Un progetto espositivo che non ha eguali, in uno spazio meraviglioso, con un corpus di opere scelte in maniera magistrale. s l

Paola

ESPOSITO

p.expo_art p.expo_art

Luca Crippa

Al di là della pittura

di Mario GaMbatesa

Il Comune di Seregno (Monza), erede testamentario di gran parte delle opere di Luca Crippa (1922-2002) organizza, nel centenario della nascita dell’artista, la mostra “Luca

Crippa. Pioniere del surrea-

lismo italiano”, prima grande retrospettiva internazionale a lui dedicata dopo la morte. L’esposizione, inaugurata il 9 aprile scorso, sarà visitabile fino al 29 giugno 2022 negli spazi espositivi, ben cinque, che corrispondono alle sezioni che documentano la ricerca e il percorso

attraverso le “grandi opere”, la grafica, i disegni, i collages ed i

polimaterici. Luca Crippa è stato pittore e

scenografo fra i protagonisti dell’arte italiana del XX seco-

lo. Durante gli anni della scuola sviluppa una squisita sensibilità

sospesa tra dadaismo e surrea-

lismo, sorretta da un momento tecnico di grande spessore. Nel ‘44 esordisce con una mostra personale presso la Galleria Borromini di Como, e nel 1946, trasferitosi a Milano, lavora per tre anni seguendo gli schemi

Luca Crippa - L’odore dell’infanzia 1973, serigrafia III/XX, 66x44 cm.

decorativi dei progetti dello

studio di Giò Ponti. Nel 1972 QUESTA è LA VERSIONE FREE di viene nominato commissario BIANCOSCURO Rivista d’Arte per la grafica internazionale alla Biennale di Venezia. Le mostre Trovi la versione completa, antologiche di Palazzo dei Dia- CARTACEA o DIGITALE manti a Ferrara nel 1982 e del- in abbonamento e la Galleria Montrasio di Monza nelle migliori fiere d’Arte. del 1995 sono, all’interno del percorso artistico del maestro, Puoi abbonarti o richiedere una copia online:

momenti fondamentali per la

conoscenza dell’evoluzione del artshop.biancoscuro.it

suo linguaggio e della sua ma-

turazione, coronandolo come uno tra i maestri qualitativamente più prolifici del panorama grafico italiano.

Il suo lavoro ha mantenu-

to una coerenza di fondo pur nella grande diversità degli esiti raggiunti nei vari periodi della sua attività artistica, rimanendo tanto vicino alle correnti a lui contemporanee quanto autonomo nella sua ricerca. La mostra offre al visitatore l’occasione per

Luca Crippa - Gioco di poeta 1985, serigrafia II/XX, 69,8x49,5 cm.

Luca Crippa - Senza titolo senza data, collage, 30x20,8 cm. Luca Crippa - Nel giardino dell’innocenza 1978, litografia 50/99, 68x47,9 cm. Luca Crippa - Senza titolo 1950, tempera, 49,7x34,8 cm.

Luca Crippa - Senza titolo senza data, collage, 28x20,5 cm.

una lettura complessiva dell’opera dell’artista permettendo di tracciarne la storia. Il percorso espositivo è articolato in senso cronologico, in modo da offrire una visione complessiva

dei diversi periodi del suo fare

arte dal 1940, alla sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1964, alla Quadriennale di Roma nel 1965, fino al 2002. Le

150 opere esposte sono rappresentative degli snodi cruciali

nella storia di Luca Crippa, dai primi lavori in cui l’attenzione si rivolge a un realismo accademico, agli svolgimenti innovativi di effervescente ricerca creativa, esplosiva e fortemente prolifica, spaziando dal disegno al col-

lage, dalla scultura-opera polimaterica all’oggetto-design,

fino alla scenografia. Incisore, pittore e scenografo seregnese, è stato il più grande di-

segnatore italiano del secondo

dopoguerra; egli lascia a noi un prezioso patrimonio artistico che servirà, senza ombra di dubbio,

alla valorizzazione e alla formazione artistica delle genera-

zioni future. s l

LUCA CRIPPA Pioniere del surrealismo italiano

06 aprile - 29 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Galleria Civica Ezio Mariani/Museo Vignoli L’Auditorium/Palazzo Landriani Caponaghi Biblioteca Civica Ettore Pozzoli, Seregno

Da giovedì a domenica 10.00/12.00 - 16.00/19.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.accademiadibrera.milano.it

CiaoItalia

Lucio Boscardin

autore della mascotte”Italia 90”

CiaoItalia, è l’atleta - uomo, che ama le sue città, i suoi borghi, le sue bellezze. Opera in legno dipinto con foto applicate e resinato. Anno 2022. cm. 48 x 26 x 10.

Lucio Boscardin - Viale Grigna, 13 20857 Camparada (MB) tel. 338 3106240 mail: luciobos@gmail.com

Nitsch: 20. malaktion

Tra l’estatico ed il contemplativo

di FlaVio ennante

Il 18 aprile 2022, ci lasciava il pioniere dell’Azionismo Viennese, Hermann Nitsch, proprio alla vigilia dell’inaugurazione di una sua importantissima mostra: “Hermann Nit-

sch. 20th painting action. Vienna

1987 – Venice 2022”. Annunciata da Zuecca Projects, promossa dalla Helmut Essl’s Private Collection (Helmut Essl è il proprietario dell’intera 20. malaktion di Nitsch) in collaborazione con la Galerie Kandlhofer, la mostra sarà visitabile sino al 20 luglio alle Oficine 800 sull’isola della Giudecca. Come anticipa il titolo della rassegna, l’opera protagonista è la “20. malaktion”, ovvero la ventesima azione pittorica originariamente creata e presentata da Nitsch nel

1987 presso il Wiener Secession

di Vienna (fondato nel 1897 da artisti quali Klimt, Moser, Hoffmann e Olbrich, nel suggestivo Palazzo della Secessione furono esposte, per la prima volta in Austria, le opere di Cézanne, Monet e Van Gogh. Tutt’oggi rimane un luogo di esposizione vitale per l’arte contemporanea in Austria).

La 20. malaktion è l’unica azione pittorica dell’artista le cui opere sono interamente custodite nella medesima collezione

e, attraverso la mostra, sarà possibile vedere i lavori per la prima volta in Italia. Questa nuova pre-

Hermann Nitsch - 20th painting action, 18-21.2.1987 at Secession, Vienna. ©Hermann Nitsch Ph. Heinz Cibulka

Qui e sotto, due immagini dell’installazione della mostra presso Oficine 800, Venezia Ph. Marcin Gierat

HERMANN NITSCH, 20TH PAINTING ACTION Vienna 1987 – Venice 2022 Oficine 800, Venice - April 19 - July 20, 2022

Zuecca Projects announces a major exhibition of artist Hermann Nitsch (Vienna 1938 - Mistelbach 2022), presented by Helmut Essl’s private collection in collaboration with Galerie Kandlhofer, featuring 20th painting action, which was originally created and presented at the Wiener Secession, Vienna in 1987. The 20th painting action is the artist’s only painting action to remain in one collection, and the exhibition marks the first time that the 20th painting action works will be seen together in Italy since their original creation and exhibition. The exhibition will be on view from 19 April to 20 July 2022 at Oficine 800 on the island of Giudecca, Venice during the 59th Venice Biennale. In early 1980s, Nitsch returned to action painting, something to be seen not only as immanent to the work itself, but also as a critical response to the painting of the ‘New Wild Ones’, who at the time dominated the art market. The 20th painting action which he carried out in the Wiener Secession in 1987 stands out in its importance on account of the scope, quality, and subjective significance that Nitsch attaches to it. With its sacral quality, the central room at the Secession accommodates Nitsch to the extent that he has aspired to ‘the sacralisation of all art’ from the very outset. With the large-format poured painting (5x20 m) on the front wall and numerous smaller splatter and poured paintings flanking it, a space-filling panorama is created, illustrating like no other in condensed form the essence of Nitsch’s painting as an integral component of his ‘Orgies Mysteries Theatre’ conceived in a synaesthetic manner. The renewed integration of the works from the 20th painting action in the historical space of the Oficine 800 on the island of Giudecca not only enables a recapitulation of Nitsch’s most important works; it also allows Nitsch’s artistic ideas located between the ecstatic and the contemplative to be re-traced and re-experienced. s l sentazione della 20. malaktion, non solo permette una ricapitolazione delle sue opere più importanti, ma ci fa anche ripercorrere

e rivivere le idee artistiche di Ni-

tsch, in tensione tra l’estatico ed il contemplativo. s l

HERMANN NITSCH, 20TH PAINTING ACTION Vienna 1987 – Venice 2022

19 aprile – 20 luglio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Oficine 800, Venezia

INFO T. +39 335 7094602 info@zueccaprojectspace.com

Da mercoledì a lunedì 10.00 - 18.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.zueccaprojects.org

MARIA TERESA GUALA

mariateresaguala@libero.it

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