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Igor Mitoraj
di Vincenzo chetta
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Igor Mitoraj: una delle figure più importanti del panorama mondiale dell’arte (già copertina di BIANCOSCURO sul numero 47 agosto/settembre 2021), sarà in mostra a Valencia per un’esposizione suggestiva, dove alcune opere sono esposte nell’acqua, con basamenti studiati appositamente per far sembrare che le sculture galleggino. Ne avevamo parlato sul #47 con Luca Pizzi, Assistente storico del Maestro e adesso socio dell’Atelier Mitoraj, il quale ci aveva anticipato che esporre le sculture
nell’acqua era stato un deside-
rio del Maestro. Il progetto è stato portato avanti con forza. La mostra è organizzata da “Ciutat de les Arts i les Ciències” (uno dei più importanti poli della divulgazione scientifica e culturale d’Europa)in collaborazione con la Galleria d’Arte Contini e l’Atelier Mitoraj. Con la curatela di Kosme de Barañano e l’allestimento diretto da Luca Pizzi, le sculture monumentali sono state sapientemente collocate nei pressi dei laghi del Planetario (Hèmisferic), del Teatro dell’Opera (Palau de las Artes), della parte nord del Río Turia, del Paseo del Arte, dell’entrata ovest del Museo delle Scienze (Museo Principe Felipe), e del Paso de Cipreses. La mostra si sviluppa nel quartie-
re futuristico progettato dall’ar-
chitetto Calatrava, qui quindici sculture monumentali di Igor Mitoraj abiteranno gli esterni fino al prossimo 16 ottobre. La mostra mette in dialogo la “bellezza stroncata” di ispirazione classica delle opere dello scultore polacco, con i volumi e le forme avveniristiche del quartiere, combinando armoniosamente scienza, natura ed arte. Le sculture di Mitoraj hanno il maggiore impatto se abbinate ad un determinato ambiente, non per niente l’artista amava par-
ticolarmente i paesaggi medi-
terranei. I suoi pezzi, simili alle
opere dell’antica cultura romana e greca, sono frammentati, con un certo tocco postmoderno, prevalentemente di grandi dimensioni e realizzati in marmo, terracotta o bronzo. Ci fanno pensare ai dan-
ni arrecati alle statue antiche
dal passare del tempo. Mitoraj era estremamente abile quando si trattava di trovare la parte anatomica corretta:“Sento
che un pezzo di un braccio o una gamba parla molto più forte di
un intero corpo”, ha detto l’artista. Tuttavia, il motivo per cui le sue opere sono frammentate o appaiono danneggiate non è solo quello di imitare i segni del tempo, ma sottolineare che i tempi
moderni in cui viviamo inflig-
gono gravi danni all’animo, a causa dell’isolamento e della mancanza di contatto umano. Alcune delle sue sculture sono bendate,
grande metafora del nostro iso-
lamento e solitudine. Nelle parole del curatore Kosme de Barañano un rapido focus: “Mitoraj è uno scultore internazionale che riassume nel suo lavoro molti aspetti dell’avanguardia scultorea del XX secolo (il piedistallo integrato come scultura, il busto come unità essenziale e non come frammento, ecc.) ed allo stesso tempo rivendica la scultura classica (greco-romana e rinascimentale) come intervento nello spazio
Nella pagina a sinistra “Eros alato screpolato”. Nella pagina a sinistra “Eros alato screpolato”. A destra sullo sfondo “Ikaro blu” A destra sullo sfondo “Ikaro blu” Sotto:“Eros bendato” Sotto:“Eros bendato” La Ciutat de les Arts i les Ciències La Ciutat de les Arts i les Ciències
dell’architettura contemporanea. Alla Ciutat de les Arts i les Ciències di Valencia, vediamo come tra-
dizione classica e modernità si
fondono nel lavoro di questo artista. Conosciuto in tutto il mondo per le sue gigantesche sculture in bronzo e marmo, Mitoraj de-
nuncia l’apatia e l’abbandono
subiti dai capolavori dell’antichità, attraverso busti maschili sdraiati, teste fratturate e arti spaccati. Tutte le opere sono legate alla storia e alla mitologia. I suoi personaggi mitologici, eredi dell’arte classica, sono sparsi per il mondo,
dal quartiere parigino de La Défense alle porte bronzee della basilica di Santa Maria degli
Angeli a Roma, dove scolpì anche un’Annunciazione per i Musei Vaticani. Il suo stile trae origine dalla tradizione classica, ma introduce un tocco di decostruzione filosofica e materica, troncando volutamente le estremità, che nelle opere classica è il risultato delle vicissitudini che hanno subito nel tempo. Non esalta la cultura del corpo, né le affinità sportive, ma un semplice idealismo legato alla materia ed allo scorrere del tempo”. s l
INFO www.igormitoraj.com igor_mitoraj_atelier
“Bocca di Eros” La Ciutat de les Arts i les Ciències
“Ikaria” La Ciutat de les Arts i les Ciències
“Tindaro screpolato” La Ciutat de les Arts i les Ciències
Salvatore Astore
Per la prima volta a Torino da Mazzoleni
di FlaVio ennante
La Galleria Mazzoleni ha presentato, per la prima volta negli spazi della sede di Torino, una mostra personale dell’artista Salvatore Astore, visitabile fino al 30 giugno 2022. Astore è attivo già dagli anni Ottanta sulla scena italiana e internazionale, dopo una serie di lavori pittorici dedicati alle Anatomie umane e animali, nel 1984 inizia a produrre un ciclo di sculture, prima in ferro saldato e verniciato e poi in acciaio inox, fortemente ancorate alla volontà di creare un vocabolario di forme nuove e autentiche inscritte nella logica delle strutture organiche. All’ingresso ci accoglie “Grande calotta”, un’opera del 1988 in acciaio inox saldato e satinato. La scultura mette volutamente alla prova la parete che la ospita, dilatandosi quasi fino a toccarne i confini laterali. É nella sala del camino che troviamo nuove
opere in bronzo, un materiale utilizza-
to da Astore per la prima volta, scelto in funzione delle nuove forme: c’è in atto un “alleggerimento della materia”. Esposti anche “Sconfinamenti”, nuovi disegni a matita e olio su carta in cui si nota come l’iconologia ormai riconoscibile della “calotta” venga sviluppata dall’artista con assoluta libertà segnica. In chiusura le opere “Sutura e forma” ed una sala in cui Astore incontra Massimo Vitali, la cui personale è ospitata negli altri spazi della galleria Mazzoleni. s l
Sotto: Salvatore Astore (b. 1957) Sconfinamenti 2022, charcoal on paper 51x72 cm. Courtesy Mazzoleni, London – Torino Salvatore Astore (b. 1957) Sutura e forma 2019, stainless steel welded and satin 100x98,5x7 cm. Courtesy Mazzoleni, London – Torino
SALVATORE ASTORE Gli occhi della scultura
12 aprile – 30 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Mazzoleni, Torino
INFO T. +39 011 534473
Da martedì a sabato 10.00/13.00 - 15.30/19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mazzoleniart.com
Igor Grigoletto
www.igorgrigoletto.it
Grigolettoarte
Gabriella Benedini
Viaggi, memorie ed emozioni
di rebecca Maniti
Uno spazio espositivo nuovo, inaugurato solo lo scorso novembre, è la location dell’ultima mostra di Gabriella Benedini: Fondazione Sabe per l’arte presenta “Un viaggio”, a cura di Francesco Tedeschi, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Attenta a quanto avviene attorno a sé, la Benedini percorre da sempre un cammi-
no indipendente, senza identificarsi in
gruppi e movimenti, che avvicina solo per brevi periodi. La sua prima personale è datata 1962, e da allora vanta collaborazioni e partecipazioni a rassegne del calibro della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma. In questa mostra, che proseguirà fino al 16 luglio 2022, possiamo ammirare alcune opere realizzate tra il 2005 e il 2007, ma reinterpretate per l’occasione con nuove integrazioni ed elaborazioni. Come suggerisce il titolo, i lavori esposti rimandano al viaggio, e nello specifico alle memorie e alle emozioni che quelli che la stessa autrice ha vissuto negli anni Settanta, hanno lasciato in lei.
L’Iraq, l’Afghanistan ed alcuni terri-
tori dell’Asia sono riemersi a distanza di tempo nel suo immaginario, dando vita alle “Mappe” (forme e colori estremamente ridotti riportano le tracce di luoghi dimenticati nelle pieghe della storia) e alle sculture in cui si sovrappongono dei riferimenti agli strumenti di misurazione, e ad una manifestazione sonora quali sono le “Arpe” (affiancate in mostra da parti di relitti marini, ai quali l’artista affida la memoria di viaggi compiuti nel tempo e nello spazio). In dialogo diretto con queste ultime si aggiungono le “Vele”, simboli di una navigazione in atto. La metafora del viaggio è la chiave narrativa che connette le diverse parti del percorso, siamo di fronte ad un pro-
getto espositivo che punta ad essere riconosciuto come un’installazione
unitaria, anche se è costituita da parti, narrazioni ed episodi distinti. Il curatore afferma: “Non è un caso che questo nucleo tematico trovi modo di esplicitarsi a Ravenna, una città che nella sua storia ha un destino di mare, di apertura verso Oriente, di contatto con una
vicenda culturale e creativa
che non smette di trasmettere la sua energia all’oggi, aspetti di una dimensione di cui un’artista attenta come Gabriella
Benedini accoglie la necessità di
ascolto” . s l
GABRIELLA BENEDINI Un viaggio
26 marzo – 16 luglio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fondazione Sabe per l’arte, Ravenna
INFO info@sabeperlarte.org
Giovedì, venerdì e sabato 16.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.sabeperlarte.org
In alto: Gabriella Benedini Arpa di Pitagora 1990/1991-2022 scultura polimaterica in legno, ferro e vetro, circa 290x150x210 cm.
A sinistra: Gabriella Benedini, Mappa 2005-2019 tecnica mista e collage su garza 175x150 cm.
Rosanna Carlini
rcsinclair68@yahoo.it cr_rosannacarlini virtualgallery.biancoscuro.it/rosanna-carlini
Una vita lemme lemme
In mostra Gianni Cella e Corrado Bonomi
di rebecca Maniti
Èstata inaugurata il 7 maggio la mostra
“Una vita lemme
lemme” alla Associazione Culturale Bianca Pilat di Milano. Lungo il percorso espositivo, opere di Corrado Bonomi e Gianni Cella, che ben coesistono negli spazi delle mostra. Se il primo è presente con alcune delle prime sperimentazioni dalla serie “Fragile” (ciclo avviato nel 1988, opere che si credevano perdute, ma ritrovate all’interno di un garage a Settimo Milanese, insieme a tele di juta, installazioni dal ciclo dei “Totem”, dipinti su supporti plastici e altro ancora), di Cella possiamo ammirare le creature
antropomorfe dalle forme più
disparate. Nel lavoro di Cella sopravvivono la spensieratezza e la giocosità anni Ottanta, caratterizzata dal linguaggio fumettistico e leggero del decennio del boom dei consumi, nella quale la pubblicità e la musica pop facevano da padrone. È lo sguardo di un
fanciullo che osserva un mondo
che non comprende e che può essere espresso solo mediante colori
Sopra: Corrado Bonomi - Fragile 1989, olio su cartone da imballaggio
Gianni Cella - Ninnoli 2020/2021, vetroresina dipinta
07 maggio - 30 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Associazione Culturale Bianca Pilat, Milano
INFO info@biancapilat.it
Tutti i giorni 16.00 - 19.00 solo su appuntamento
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.biancapilat.it
A destra: Gianni Cella I tre ragazzi più buoni del mondo 2014, vetroresina dipinta
Sotto, a sinistra: Corrado Bonomi Fragile - 1991, olio su cartone da imballaggio, 80x160cm.
Sotto, a destra: Gianni Cella e Corrado Bonomi Ph. Mario Finotti
sgargianti e pupazzi sorridenti. “Bonomi e Cella si incontrano
qui, nel mare dell’incomprensi-
bile, e si rivolgono a noi per cercare di farci riflettere mediante delle immagini così semplici da lasciare talvolta spiazzati. Giorno dopo giorno, lemme lemme, ci dimostrano come la quotidianità è in grado di stupirci, come un vecchio cartone può racchiudere infiniti significati o la pianta grassa che credevamo morta può nascondere un cuore pulsante”. In occasione della mostra è stato presentato il catalogo “Una vita lemme lemme”, con un testo di Toti Carpentieri, una doppia intervista inedita a cura di Barbara Cottavoz e gli scatti di Mario Finotti ai due artisti. La mostra, imperdibile, è visitabile su appuntamento, fino al 30 giugno 2022. s l
Sandro Gorra
L’arte dell’attimo
di ettore tiretto
Prima personale di uno dei più noti creativi dell’advertising: Sandro Gorra. Sono Pietrasanta e la balneare Marina di Pietrasanta ad aver ospitato la mostra “Sandro Gorra. L’arte dell’attimo”, visitabile fino al 5 giugno 2022. Gorra è ideatore di slogan fra i più famosi, fra i più giovani Creative Director della sua generazione e ha collaborato con le maggiori agenzie italiane in task force internazionali tra Milano e Londra, creando campagne per aziende come Fiat, Chanel, Colgate, Macallan, Mars, Pepsi, Panasonic, Peugeot, Toshiba. Dal 2015 si dedica alla sua Daily Art, “l’arte dell’attimo”. L’esposizione è co-organizzata con il Comune di Pietrasanta, in collaborazione con la galleria Laura Tartarelli Contemporary Art, con il patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Lucca, e grazie al sostegno di Monini S.p.A., Attilio Bindi ed Henraux S.p.A, ed è a cura di Gianluca Marziani. Il percorso espositivo si snoda in diversi luoghi chiave della città e conta 42
opere tra lavori pittorici, illustrazio-
ni e sculture (sia monumentali che di piccola e media dimensione), di cui 26 inediti realizzati appositamente per quest’occasione, oltre a più di 120 di-
segni e studi preparatori, bozzetti e
lettering concept. Una vera e propria antologica che permette così di indagare la poetica dell’artista all’insegna di un’acuta ironia, che racconta l’umanità in un particolare momento della vita:
la scalata ai livelli alti e la paura di
perdere ciò che si è ottenuto. Il curatore Gianluca Marziani: “Sandro Gorra definisce una sublime condizione dell’atto creativo, potremmo chiamarla “radici nel futuro”, se pensiamo al lungo background come creativo pubblicitario, sorta di apprendistato interiore per preparare la nuova fase dell’esercizio creativo, quella pratica del fare arte nel singolo attimo, un istante denso che non finalizza un prodotto, ma privilegia un interrogativo, uno spazio di coscienza,
una geografia veggente dello sguardo
che inventa mondi”. La mostra si completa con una video-in-
A destra: Sandro Gorra - Teste calde 2020, legno, cartone, resina, acrilici, acquerelli, 70x70x35 cm.
Sotto: Sandro Gorra - Victoria 2021, acrilici, acquerelli, carboncino, smalti su schoeller, 80x55 cm.
tervista all’artista che funge per il visitatore da guida al percorso espositivo e, al contempo, da approfondimento della sua poetica artistica. s l
Francesco
CAMPANELLA
francescocampanella7@gmail.com francesco.campanella.391 francesco.campanella.391
Anyma, Angel 1, 2022 Computer Generated Image Owned by Ivan Hodl Courtesy the artists
La rivoluzione NFT
A Palazzo Strozzi una delle prime mostre sulla Crypto Art
di daniela Malabaila
Possiamo definirlo come un nuovo movimento, in piena evoluzione e trasformazione, inarrestabile, una rivoluzione dell’arte: sto parlando della Crypto Art. A tutto questo nuovo mondo è dedicata la mostra “Let’s Get Digital!”, ospitata negli spazi della Strozzina e del cortile di Palazzo Strozzi a Fi-
renze, visitabile fino al 31 luglio
di quest’anno. Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Fondazione Hillary Merkus Recordati, l’esposizione è a cura di Arturo Galansino (Direttore Generale, Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze) e Serena Tabacchi (Direttrice MoCDA, Museo d’arte digitale contemporanea). Questa è una delle più
importanti mostre dedicate alla
rivoluzione NFT (acronimo per Non-Fungible Token, “gettone non fungibile/riproducibile”, è un video, un’immagine o un qualunque contenuto digitale che
viene certificato attraverso la
blockchain) mai realizzate da una istituzione culturale in Italia, sintomo che la Crypto Art non
è più solo un’idea immateriale, ma è entrata a far parte dei mo-
vimenti artistici riconosciuti. Grazie alla blockchain (che rende i file crittografati, non modifi-
cabili e registrati in un archivio
che garantisce a un file di essere
visualizzato da tutti, ma posseduto solo da un singolo) i contenuti QUESTA è LA VERSIONE FREE di digitali hanno assunto valore BIANCOSCURO Rivista d’Arte
ed è andato a crearsi un nuo-
vo mercato, un nuovo modo di Trovi la versione completa, collezionare l’arte, che non si può CARTACEA o DIGITALE ignorare. in abbonamento e “Confermando la sua ambizione nelle migliori fiere d’Arte. di unire avanguardia e tradizione, ricerca e divulgazione, Puoi abbonarti o richiedere una copia online: Palazzo Strozzi propone un progetto unico nel panorama culturale artshop.biancoscuro.it italiano” - afferma Arturo Galansino - “Let’s Get Digital rappresenta una delle prime e più importanti mostre dedicate alla rivoluzione NFT mai realizzate da una isti-
tuzione culturale del nostro Pa-
ese e si pone l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico a opere e temi che stanno trasformando in ma-
niera radicale il nostro rapporto
con l’arte, e con il mondo digitale nel suo complesso”. Entrando nel cortile possiamo subito notare l’installazione di Refik Anadol, creata appositamente per Palazzo Strozzi: un’esperienza ipnotica e multisensoriale, un’opera dinamica in cui gli algoritmi dell’intelligenza artificiale creano visioni che sfidano la nostra nozione di realtà. Nelle successive sale della Strozzina troviamo le opere di Beeple (artista digitale, grafico e animatore americano, >>>
In alto: due immagini dell’allestimento della mostra “LET’S GET DIGITAL. NFT e nuove realtà dell’arte digitale” a Palazzo Strozzi, Firenze
Beeple © Ph. Ela Bialkowska OKNO studio Daniel Arsham © Ph. Ela Bialkowska OKNO studio
A destra: Beeple (Mike Winkelmann) ALIVE #2/3, 2021 Edition of 3 NFT single-channel video with sound Owned by Jehan Chu Courtesy the artist
irriverente ed iconico), Daniel Arsham (designer americano ed artista a tutto tondo), Krista Kim (artista canadese-coreana, crea immagini distopiche e rassicuranti allo stesso tempo), Andrés Reisinger (artista e designer argentino, qui in collaborazione con la poetessa Arch Hades e il compositore RAC) ed il collettivo Anyma, l’unico italiano in mostra, che propone un landscape fisico e visivo site specific, in una intersezione fra musica e visual performance. L’intento di coinvolgere un pubblico sempre più vasto con la Crypto Art è sicuramente raggiunto e, come afferma Serena
Anyma, Eva 0, 2021 Computer Generated Image Owned by poseidonnftfund Courtesy the artists
Tabacchi, la decentralizzazione,
la Blockchain e gli NFT hanno dato un palcoscenico al talen-
to di tanti artisti che fino a pochi mesi fa venivano apprezzati esclusivamente attraverso la comunità social. s l
18 maggio – 31 luglio 2022 Palazzo Strozzi, Firenze
INFO T. +39 055 2645155 info@vertigosyndrome.it
Tutti i giorni 10.00 - 20.00 Giovedì 10.00 - 23.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzostrozzi.org
LOREDANA BOLDINI
Francesca Lolli e Ignazio Fresu
Il cammino del genere umano
di Vincenzo chetta
Alla Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto, si è tenuta la rassegna “Human Crossing
| Footprints of Culture and Peace |
Francesca Lolli e Ignazio Fresu”, con la cura di Roberto Ronca. Una mostra che si è conclusa lo scorso 8 maggio, ma della quale non si può non parlare, tanta è la forza che attraversa il visitatore nel momento in cui si lascia pervadere dai messaggi, intensi, dei due artisti protagonisti: Francesca Lolli e Ignazio Fresu. L’edizione 2022 di Human Crossing, presentata AIAPI, Associazione Internazionale Arti Plastiche Italia e Fondazione Campana dei Caduti, è stata un grande successo. I due artisti ci hanno accompagnato lungo il percorso espositivo con le loro due visioni differenti, ma entrambe focalizzate su un unico tema centrale: l’essere umano, nella sua totalità. Il curatore racconta così il progetto e la scelta di affidare a Ignazio Fresu e Francesca Lolli gli spazi della mostra: “In questo evento ho istintivamente intrecciato due menti così creative che con chiarezza quasi disarmante si incrociano e si completano fino a creare un unico flusso
narrativo improntato al rispetto di
tutti i diritti civili. E lo fanno con l’assenza, l’uno, e con la presenza, l’altra. Le
installazioni di Fresu ci fanno entrare
in un mondo silenzioso. Fresu costruisce scenari pietrificati o arrugginiti nel tempo dove manca totalmente l’essere umano. Ignazio ci parla di eguaglianza, di solidarietà, di pace e di libertà. Ci ricorda che tutto è effimero, caduco, tutto muore e si trasforma in qualcosa d’altro. Restano le nostre impronte, restano i nostri principi capaci di cambiare il mondo. Lo strumento di Francesca Lolli è l’esatto opposto: il corpo e la sua voce diventano le armi con le quali combatte la sua personale battaglia contro ogni forma di discriminazione. Inserisce l’elemento umano in questo percorso. Ironica, sarcastica, diretta, impietosa contro tutti gli stereotipi di genere”. s l
[1] [1] Fresu - Non c’è altro da aggiungere. Nessun rimpianto - 2009, polistirolo, resine e granulati di pietra, 200x100x80 m. [2] Opera di Francesca Lolli [3] Fresu e Lolli in Gravity - 2019, polistirolo, resine e granulati di pietra, dimensioni ambientali [4] Fresu - Come le foglie - 2018, materiali vari, resine e granulati di pietra [5] Fresu - Il Viandante e la sua ombra - 2011 stoffa, resine e ferro, dimensioni ambientali [6] Fresu - E il naufragar m’è dolce in questo mare, 2020, cartone, resine e pietra, 125x 480 cm. [6]
[5]
[2] [3] [4]
CLAUDIO ELLI
claudelli Claudio Elli
BRIGITTE THONHAUSER-MERK
brigitte@thonhauser-merk.com atelier-merk www.atelier-merk.com
Wendepunkt 1 - 2015, acrilico su tela rettangolare con cornice nera, 90x80 cm.
Azioni culturali
La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, in collaborazione con la Fondazione Morra Greco, nell’ambito dell’edizione 2021-2022 delle Azioni Culturali della Fondazione Donnaregina - Progetto XXI, ha presentato due nuovi progetti espositivi, inaugurati contemporaneamente ad aprile ed aperti al pubblico fino al prossimo 30 giugno negli spazi di Palazzo Caracciolo di Avellino a Napoli. Progetto XXI è la piattaforma attraverso la quale la Fondazione Donnaregina si propone di esplorare la produzione artistica emergente. Il primo piano della Fondazione Morra Greco presenta la personale dell’artista britannico Hamish Fulton intitolata “Linking the invisi-
ble footsteps of 3 seven day walks on
Southern Italy, October 2019”. L’arte di Fulton si concentra sulla tematica fondamentale della natura e sul modo in cui l’essere umano interagisce con essa. Nel corso degli ultimi trent’anni l’artista ha intrapreso lunghi itinerari a piedi attraverso i cinque i continenti. Gli schizzi realizzati durante i suoi viaggi sono il punto di origine di un processo di sedimentazione delle esperienze vissute, orientato alla ricerca di una sorta di relazione diretta tra uomo e natura. Hamish Fulton ha sviluppato nel tempo una pratica artistica che individua nel
camminare un modo di vivere e fare
arte. Le testimonianze visive e verbali dei suoi percorsi si trasformano in opere d’arte e l’esposizione diviene un luogo di esperienze, dove ogni lavoro evoca un invito all’esplorazione di sé e del mondo circostante. In mostra alla Fondazione Morra Greco il risultato degli
itinerari tracciati dall’artista nel corso
di un periodo di residenza a Napoli nel 2019, durante il quale Fulton si è immerso nella città, nei suoi dintorni e nei paesaggi maestosi dell’Italia meridionale. Tra testi, stampe, sculture e poster, il percorso espositivo trasforma le esperienze dell’artista in performance narrative e spunti di riflessione per indagare tematiche come il rapporto tra uomo e natura e la crisi ambientale. Il secondo e il terzo piano della Fondazione Morra Greco, accolgono la mostra “Danno Erariale”, personale di Daniele Milvio a cura di Gigiotto Del Vecchio. L’esposizione rievoca, fin dal proprio titolo, l’intento dell’artista che coincide con
la restituzione di tematiche e proble-
mi attraverso il medium più semplice e immediato individuabile. Ne scaturisce un percorso espositivo volutamente discontinuo che attraversa la produzione del giovane artista italiano rievocandone l’approccio ironico e con l’obiettivo finale di provocare il visitatore. Le opere su tela, che l’artista stesso concepisce come
Progetto XXI apre con una nuova edizione QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte di Mario GaMbatesa Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e “diorami bidimensionali”, lasciano spazio nelle migliori fiere d’Arte. alle sculture che abitano il terzo piano, punteggiando lo spazio di interventi artistici che mirano a incrinare le certezze del visitatore attraverso immagini e acco-Puoi abbonarti o richiedere una copia online: stamenti inusuali. s l artshop.biancoscuro.it
Sopra: Daniele Milvio - veduta della mostra Danno Erariale presso la Fondazione Morra Greco, Napoli, Progetto XXI 2022 Ph. Camillo Ripaldi In basso: Hamish Fulton - A seven day coast to coast road across Southern Italy from Mar Tirreno to Mar Adriatico from Mergellina… wall painting e vinili, Napoli, 2022, 500x350 cm. Ph. Camillo Ripaldi. Courtesy artista e Fondazione Morra Greco
HAMISH FULTON Linking the invisible footsteps of 3 seven day walks on Southern Italy, October 2019 DANIELE MILVIO Danno Erariale
08 aprile - 30 giugno 2022 Palazzo Caracciolo di Avellino, Napoli
INFO T. +39 081 19349740
Da mercoledì a sabato 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fondazionemorragreco.com
Coraggio e sfrontatezza
Un nuovo progetto di Atelier dell’Errore BIG
di rebecca Maniti
L’imponente palazzo delle Procuratie Vecchie di Venezia apre le sue porte per la prima volta in cinquecento anni di storia. Lo fa per accogliere The Human Safety Net (la Fondazione di Assicurazioni Generali che aiuta persone in condizioni di vulnerabilità a esprimere il proprio potenziale migliorando le proprie condizioni di vita e quelle dell’intera comunità) e per il nuovo progetto espositivo di Atelier dell’Errore BIG: “CHUTZPAH. Una
tenda che non è una tenda, animali
che non sono animali”. Atelier dell’Errore BIG è un collettivo artistico costituitosi nel 2018 che si dedica alle arti visive ed ha origine nel progetto Atelier dell’Errore, dedicato fin dal 2002 dall’artista Luca Santiago Mora ai ragazzini della neuropsichiatria infantile dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia e di Bergamo.
Chutzpah è un termine yiddish che
indica la sfacciataggine di chi crede eccessivamente in sé stesso; nel corso degli anni il termine è stato assunto nel linguaggio anglosassone con riferimento alla fiducia personale, al coraggio ed alla sfrontatezza. La mostra è accolta negli spazi di The Art Studio ed è composta da una serie di opere di proporzioni ambientali: “Pa-
ter, il Sovra-Vissuto”, “Tenda-Mater”,
“Mater GB7” e “Cellule Oracolari”. Negli esiti costruttivi di un non ovvio dialogo tra forma ed errore, il lavoro di AdE interseca pienamente i presupposti di The Art Studio e della Fondazione The Human Safety Net. s l
Alcune viste dell’allestimento della mostra “CHUTZPAH. Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali”
Giancarlo
PASSARELLA
Giancarlo224 Giancarlo Passarella giancarlopassarella@mac.com BIANCOSCURO DURA MINGA R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su 1976, stampa su tela, 100x70 cm. https://artshop.biancoscuro.it Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it
Annalisa Di Meo
Le trame della natura
di ettore tiretto
Mostra personale di Annalisa Di Meo alla Manifiesto Blanco di Milano: “Ecce Folium” sarà aperta al pubblico fino al 18 giugno di quest’anno. “Con un approccio analitico, faccio emergere le trame, i colori, le venulazioni, per mostrare la bellezza insita
anche nelle cose più semplici e ordi-
ECCE FOLIUM Annalisa Di Meo
19 maggio – 18 giugno 2022 Associazione Manifiesto Blanco, Milano
INFO T. +39 389 5693638
Da martedì a sabato 16.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.manifiestoblanco.com
narie. Attraverso una variazione di scala i miei lavori offrono una metaforica lente d’ingrandimento che permette di vedere il mondo rappresentato da un punto di vista insolito e subire, come da bambini, la fascinazione della scoperta”, così si racconta l’artista bresciana. Nelle sue opere della serie “di spago foglie”, lo spago naturale, abbinato al lino trasmettono un’immagine realistica di foglie consumate dal tempo, mentre lo spago sbiancato è utilizzato per enfatizzare le linee. Di Meo spiega:“La serie ‘Oltre la nebbia’ offre una sorta di anteprima di ciò che sarà, vuole dare modo all’osservatore di vedere le foglie dal mio punto di vista, quando le studio per trovare il taglio migliore per realizzare i miei lavori”.Una rassegna che ci riporta alla natura con leggerezza e armonia. s l
[1] Annalisa Di Meo - n°14, 2019 spago, lino e acrilico su tela, 50x50 cm.
[2] Annalisa Di Meo - Oltre la nebbia 3 2020, foglia vera su carta e foglio traslucido forato, 25x25 cm. [1]
[2]
AURORA COPPOLINO
auroracoppolino@alice.it
GUERRA E PACE acrilico su tela 50x60 cm.
Anna Raimondo
La personale alla Shazar Gallery di Napoli
di ettore tiretto
Ultimi giorni per visitare la mostra “76 52 22 90 Le forme dei sogni tornano a mare” alla Shazar Gallery di Napoli. Si tratta della prima personale in galleria di Anna Raimondo, a cura di Andrea Anastasio, ed è composta da sei sculture sonore: “Ad-
len”, “Amina”, “Mariana Carvalho”, “Moa Magnone”, “Domiziana Ma-
rinelli” e “James”. Il particolare titolo della mostra è spiegato dalla richiesta che l’artista stessa ha fatto allo psicologo Emanuele Ferrigno ed alla sensitiva napoletana Gina Piscitelli: interpretare
i significati (possibili e molteplici) di
sogni legati al mare, raccontati da persone molto diverse fra loro per cultura e posizione geografica. Ad ogni elemento è stato accostato un numero, come nella
[1] Anna Raimondo - Mariana 2021, scultura + suono, marmo bianco di Carrara
[2] Anna Raimondo - James 2021, scultura + suono, granito blu brasiliano numerologia tradizionale napoletana
della Smorfia, ed ogni numero viene giocato al Lotto. L’artista usa le schedine ed interviene sulle stesse. Le voci degli esperti, registrate in luoghi e tempi diversi, s’incontrano e ricostruiscono ogni sogno in un universo organico; a queste voci Anna Raimondo associa quindi la realizzazione di un amuleto concepito per ciascun sogno. La mostra personale rimarrà aperta fino al 4 giugno. s l
PINO NANIA
naniap@alice.it
[1]
[2]
Franco Meloni
Visioni di un futuro imperfetto
di FlaVio ennante
Imperfezioni, estetiche od emozionali, prospettive su un prossimo futuro, visioni quasi oniriche, introspettive, ma specchio di una società che, nella realtà, è molto distante dalla “perfezione”. Così si mostrano le opere di Franco Meloni, pittore, scultore e disegnatore sardo. La sua arte si incentra sulla manifestazione dei concetti di frammentazione e di imperfezione. Secondo Meloni l’essere imperfetto è condizione tipica di ogni cosa e persona, situazione e luogo. In generale, nelle sue opere sono evidenti figurazioni incomplete o con difetti estetici voluti dall’autore, scelti per rendere il suo messaggio ancora più evidente. Nei dipinti di Franco Meloni la figu-
ra femminile è quasi sempre l’elemento
centrale (possiamo notarlo anche nelle due opere qui pubblicate, “The pink lake” e “2035, l’altra generazione”) dalla quale parte la narrazione, molto forte e intensa, resa dalle atmosfere ricreate, dagli sguardi che l’osservatore può sentire su di sè. Meloni esprime ciò che sente, dando sfogo alle sue fantasie utilizzando un linguaggio pittorico e scultoreo polivalente. Molte sue opere sono state esposte sia in Italia che all’estero (Cina, Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito e Paesi Bassi), ed alcune si trovano in permanenza in collezioni pubbliche e private. s l
Sopra: Franco Meloni - The pink lake 2021, acrilico su tela, 90x80 cm.
A sinistra: Franco Meloni 2035, l’altra generazione 2021, acrilico su tela, 30x30 cm.
posta@francomeloni.com www.francomeloni.com
GIORGIA PEZZOLI
Maria Cristina Carlini
Scultura alla Fondazione Stelline
di FlaVio ennante
La mostra “Maria Cristina Carlini La forza delle idee”, a cura di Vittoria Coen, è visitabile ancora per pochi giorni, sino al 12 giugno 2022, presso la Sala del Collezionista e nel Chiostro della Magnolia della Fondazione Stelline, a Milano: sculture monumentali insieme a opere di piccole e grandi dimensioni danno vita a un percorso espositivo che nasce dalla fluidità del pensiero dell’artista e riunisce numerosi inediti in un crescendo di emozioni. Maria Cristina Carlini inizia il proprio percorso artistico con la lavorazione della ceramica a Palo Alto, in California. Successivamente prosegue la sua attività a Bruxelles, dove contemporaneamente insegna a lavorare al tornio; si trasferisce poi a Milano e si dedica esclusivamente alla scultura. Qui in mostra veniamo accolti da “Scudi” (un’installazione del 1998 mai esposta e composta da tre alti pali in ferro interrotti da moduli policromi) e poi possiamo ammirare opere come “Filemone e Bauci”, “Castore e Polluce”, “Prometeo”, “Fantasmi del lago”, “I guardiani del segreto”, ed altre. Un percorso espositivo intenso. s l
Maria Cristina Carlini Castore e Polluceo 2020, grès tecnica mista, ferro, ø 30 cm h 186 cm. ; ø 30 cm h 220 cm. Ph. © Mimmo Capurso
MARIA CRISTINA CARLINI La forza delle idee
05 maggio – 12 giugno 2022 Fondazione Stelline, Milano
INFO T. +39 02 454621
Da martedì a domenica 10.00 - 20.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.stelline.it
IGNAZIO COLAGROSSI
“UNIVERSAL PEACE” 2021 poliestere con patina in bronzo 89x54x15 cm.
Mattia Pajè
Le sue figure umanoidi
di rebecca Maniti
Il 12 maggio si è aperta al pubblico, nell’ambito di Art City Bologna, “Fuori Terra”, mostra personale di Mattia Pajè a cura di Giovanni Rendina. Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e da Alchemilla, in collaborazione con Associazione BOCA e Gelateria Sogni di Ghiaccio, la mostra è allestita nelle suggestive sale di Palazzo Vizzani, sede dell’associazione Alchemilla di Bologna. La spiegazione della mostra di Pajè: “Fuori Terra è un gruppo scultoreo composto da figure umanoidi immerse in un ambiente installativo. Le sculture, modellate in resina bicomponente, sono organizzate in modo da formare diversi elementi aneddotici, leggibili come una cosmogonia creata dall’artista a partire da due alfabeti
visivi: l’estetica new age e quella della
televisione commerciale”. L’esposizione si sviluppa a partire dall’interesse dell’artista verso il concetto di verità, i nuovi regimi di verità, rintracciabili a partire dai contenuti che popolano i social network, legati alla ripresa di tematiche “magiche” e delle, troppo famose, teorie del complotto. s l
Mattia Paje Disegno preparatorio per Fuori Terra, 2021 Cortesia dell’artista
MATTIA PAJÈ Fuori Terra
12 maggio – 12 giugno 2022 Alchemilla - Palazzo Vizzani, Bologna
INFO T. +39 333 2915615
Sabato e domenica 16.00 - 20.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.alchemilla43.it
Arduino QUINTINI
Arduino Art arduino.quintini@gmail.com
Le Epifanie ultraterrene di Svetlana Borisova
La mostra “Artisti d’Italia” a Villa Reale di Monza
L’Artista internazionale Svetlana Borisova, nativa del Nord della Siberia, ha esibito 12 delle sue originali opere, simboliche ed espressioniste, in una esclusiva “stanza d’artista” all’interno della mostra Artisti d’Italia, a cura del Prof. Vittorio Sgarbi. La mostra è stata ospitata dal 25 marzo al 25 aprile nella splendida cornice dello Spazio Belvedere della Villa Reale di Monza, un simbolo dell’Italia. La rassegna ha visto partecipare oltre
100 artisti e 200 opere di pit-
tura, scultura e fotografia, personalmente selezionati dal curatore e critico Vittorio Sgarbi per
rappresentare lo stato dell’arte
contemporanea in Italia. Migliaia di visitatori hanno riempito le sale dell’esposizione nel corso dell’evento ed hanno potuto ammirare la delicatezza ed al
tempo stesso la potenza espres-
siva delle opere di Svetlana. Su di lei così si è espresso il Prof. Vittorio Sgarbi in un commento critico: “Svetlana Borisova è una pittrice italiana, benchè nata in Russia, addirittura nei luoghi che per noi significano la dimensione più lontana, remota, universale che è la Siberia. Dalla Siberia si è dovuta muovere dopo la violenza della rivoluzione bolscevica e lentamente ha
Sopra: Svetlana Borisova Dal Fiume al Fiume 2021, olio su tela, 120x80 cm.
Sotto: Svetlana Borisova Dolce Dormire...sognare 2021, olio su tela, 120x60 cm.
cercato consolazione nel paesaggio, che è il suo tema dominante. Ed è una figurazione “immersiva”,
In alto: Locandina dell’evento a Monza, Villa Reale, con l’opera di Svetlana Borisova Il faro dell’arte 2021, olio su tela, 70x90 cm.
Sopra: Prof. Vittorio Sgarbi osserva l’opera di Svetlana Borisova Sul fiume della vita 2021, olio su tela, 120x70 cm.
lei sta dentro al paesaggio e lo
vive e lo legge con quello che la tradizione moderna le ha fatto vedere di Munch e di Permeke, cioè di autori del Nord che non intendono il paesaggio Mediterraneo, come è il paesaggio dei grandi pittori italiani, ma come un paesaggio protettivo ed insieme minaccioso. La terra in cui lei è nata è alla confluenza di 3 fiumi, il fiume ricorre sempre in lei e l’inverno è lungo, tutto questo determina una immersione del paesaggio come tentativo di dimenticare il dolore e la sofferenza dell’uomo. Tutto questo è svolto in una produzione italiana, quindi con la memoria di quegli anni lontani, come sono sempre le memorie dell’infanzia, trasferita in un momento di pacificazione a Locana, in Piemonte. Questo determina una sintesi tra
un linguaggio che è dentro di lei
come sentimento dell’infanzia ed
una traduzione nei tempi e luo-
ghi dove lei si è trovata a vivere. Si tratta di un’esperienza sicuramente autentica”. Ancora riconosce su di lei il Prof. Sgarbi: “Abbiamo l’obbligo di condividere fino in fondo la mitologia panica della Borisova per riuscire a entrare nella sua arte? Non mi pare che la Borisova cerchi nuovi adepti alla sua religione, le basta se stessa. Ciò che ci chiede, semmai, é di sforzarci di trovare nelle epifa-
nie ultraterrene delle sue pitture qualcosa che possa produrre
emozione, sensazione di appartenenza, non necessariamente al suo mondo, ma a qualcosa comunque di assai più grande di noi, riconoscendo a un simile trasporto una condizione mistica. È questa, a pensarci bene, l’unica verità a cui l’arte dovrebbe aspirare.” La critica d’arte Prof.ssa Magda Buce Radut dell’Università di Craiova, così si esprime sul talento artistico di Svetlana: “Nella visione dell’artista Svetlana Borisova, “Il Percorso Dell’Anima” è un poema di amore, una dichiarazione generosa di amore per “l’Eterno Femminile”, per la bellezza della luna, per l’armonia e la luce. Svetlana dipinge l’immagine musicale e universale della donna, la bellezza ideale e la sensibilità. Quella Venus, la dea perfetta, quell’amore che vive nell’anima di qualsiasi donna è il simbolo ritrovato nei quadri esposti, circondato di macchie cromatiche fredde della vegetazione dell’eden, in armonia con il calore dei raggi solari del cielo. La linea elegante dei corpi femminili è sostenuta dal rapporto cromatico complementare di caldo-freddo, equilibrando lo spazio composizionale della superficie.” Le 12 opere esibite testimoniano
la continua evoluzione e spe-
rimentazione dell’artista che è stata in grado di produrre una notevole varietà di temi espressivi. s l
svetlana@triadeconsulting.it svetlanaborisova2814
artistsvetlanaborisova
www.svetlanaborisova.com
In alto: L’Artista Svetlana Borisova davanti a Villa Reale
Sotto:Svetlana Borisova Je m’en Fous 2021, olio su tela, 60x120 cm.
Waldraut Hool-Wolf
Riflessioni in movimento
di rebecca Maniti
“My artwork reflected movement, strength, energy and courage to color. It is the joy of shapes and colors. The joy of thinking, to Himself empathy with colors and shapes. And then it grows but ” something that is not supposed to do with words, a sense of how colors and shapes act. Art is the addiction of my life. Waldraut Hool-Wolf
Waldraut Hool-Wolf vive e lavora in Svizzera, dove realizza con talento le sue opere d’arte. Osservando i suoi lavori, che siano essi densi di colore ed energia, o che siano più rivolti all’assenza di colore e focalizzati su concetti diversi, possiamo notare quanto sia vero quello che lei stessa racconta di sè. Il suo processo crea-
tivo infatti riflette movimento,
forza, energia e coraggio, globalmente nel vivere, ma in particolare e rivolgendoci alla sua persona, nel creare senza limiti
dati dalle comuni regole acca-
demiche. È la gioia delle forme e dei colori. La gioia di pensare a se stessi, senza schemi predefiniti, creando una sorta di empatia tra le persone ed i colori e le ombre. Questo modo di donarsi
completamente all’arte, di la-
sciare correre le emozioni, porta ad una crescita esponenziale dell’energia che l’Artista usa sulle tavole di legno e sulle tele, suoi supporti che accolgono le sue visioni ed i suoi racconti. Waldraut afferma: “L’arte è la dipendenza della mia vita”, e non possiamo che comprenderlo in pieno, osservando anche solo
Waldraut Hool-Wolf “Never bevor touched my heart like you there’s somethig in your eyes look at me like this i lose control sorry, i wog a way 2009 june 13” 2022, olio e tecnica mista su legno, 60x80 cm.
Waldraut Hool-Wolf “See you again together” 2020, olio su legno 61x80 cm.
Waldraut Hool-Wolf “See you again together wherever” 2020, olio su legno 61x80 cm.
alcune delle sue opere d’arte che, a seconda dell’incidenza della luce, cambiano nel movimento e nel colore restituito. s l
w.hool@sunrise.ch
w.hool_artist_wwdesign_art whoolwolf
www.wwdesign.ch
www.artoffer.com/waldraut-hool-wolf
Serge Gauya
Arte, musica e design
di daniela Malabaila
Un artista poliedrico e dalle mille passioni: i talenti
di Serge Gauya si esprimono nel campo della musica, dell’arte e
del design. Nato a Sion, in Svizzera, è stato attratto dalle arti sin da piccolo, possiamo fissare alla fine degli anni ‘80 l’inizio della sua passione per l’arte figurativa, mentre nel 1992 iniziò una vera e propria carriera musicale con la pubblicazione del primo singolo. Ha registrato quasi 100
titoli e si è esibito in cinque
continenti. Serge ha vinto due importanti premi negli Stati Uniti (a Miami nel 2008 e il Fox USA Latin Awards nel 2014 a Houston, in Texas), ha anche composto l’inno dell’FC Sion e la canzone degli emigranti vallesani e svizzeri che vivono in America Latina. Durante la sua carriera musicale
Serge ha sempre sentito il bisogno di dipingere e disegna-
re, ma si è concentrato su questa passione solo nel 2012. Il suo colorato stile Pop Art apre le porte di diverse gallerie in tutto il mondo; con i suoi dipinti e le sculture ha partecipato a più di 74 mostre in 22 Paesi, in pochissimi anni. Ha ricevuto numerosi ricono-
scimenti per la sua arte figura-
tiva e non possiamo dimenticare l’onore di aver rappresentato
l’arte contemporanea svizzera
in Kuwait nel 2012, in Paraguay nel 2014 e in Egitto nel 2016. Serge Gauya continua a lavorare sia nella musica che nell’arte,
portando avanti con successo
queste due carriere che considera complementari. s l
Serge Gauya The Blue Dog © - Blue and Red resina, 38x60 cm. L’artista Serge Gauya con le sue due sculture The Blue Dog - Blue and Red
Swiss artist Serge Gauya has two passions: music and painting. Until 2012, his career focused on music, especially Latin and electronic music. He recorded nearly 100 titles and performed on five continents. He has notably received several awards in the USA. From 2012 Serge began to present his paintings. His very colorful "Pop Art" style opened the doors to several galleries around the world. Since then, Serge has participated in 74 exhibitions in 22 countries. He has received numerous awards for his painting and has officially represented Swiss contemporary art on three occasions: in Kuwait, Paraguay and Egypt. For Serge, who was constantly on the move, the Covid-19 period in 2020 allowed him to spend more time in his studio and he took the opportunity to put his favorite character "The Blue Dog©" in 3 dimensions. From its creation in 2017 on canvas, “The Blue Dog©” immediately won over its audience. Available as a merchandising object printed on bags, clothes, scarves that ended up on Hollywood red carpets, “The Blue Dog©” now has its own sculpture. Available for the moment in three versions, Bleu candy, red and yellow, this little dog will certainly not leave you indifferent and the desire to adopt it could be felt. In 2021 Serge had the honor of presenting a piece “The Blue Dog© in Love” over 1m20 high at the Montreux Sculpture Biennial in Switzerland. Discover more about the universe of this atypical artist. s l
www.sergegauya.com
Mario Zammit-Lewis
Vittorio Sgarbi commenta le sue opere
Mario Zammit-Lewis, nato a Malta, trascorre gli anni della sua giovinezza in Francia, per trasferirsi poi in Italia, a Torino, dove frequenta il Liceo Vittorio Veneto. Artista da sempre, la sua carriera espositiva inizia prestissimo: all’età di 19 anni si mette in gioco partecipando a mostre e concorsi e apparendo su diversi periodici e giornali, sia italiani che maltesi. Il linguaggio artistico del giovane Zammit-Lewis si realizza in composizioni geometriche precise e definite: un insieme di tasselli pittorici, monocromi o a contrasto, che nel loro insieme rispecchiano un unicum. Negli anni, la
sua espressione artistica cambia nella
forma, muovendosi alla scoperta delle varie sfaccettature d’arte figurative e paesaggistica di cui ad oggi ci fa dono. Le
accattivanti prospettive delle vedute
[1]
nautiche che Mario realizza, catturano l’attenzione del fruitore, trasportandolo con enfasi in un viaggio tra le onde che veementi animano gli scorci marinari degli altri suoi dipinti vedutisti. Tuttavia, la peculiarità della produzione di Mario Zammit-Lewis risiede nella rappresentazione figurativa di nudi di donne: giovani corpi prendono vita tramite la sua mano sulle tele, cristallizzati in pose suadenti, ma mai volgari, mai maliziose. Dice di lui Leonarda Zappulla:“Una così varia e affascinante produzione non può che negli anni essere stata apprezzata dal vasto pubblico, oltre che dalla critica: i dipinti di Mario Zammit-Lewis si trovano oggi in Italia, Francia, Inghilterra, Germania, in Giappone e in Cina, a Malta e nelle Filippine, a testimonianza del magnifico operato di un Artista che è destinato a rimanere nella storia.”s l
[1] Vittorio Sgarbi firma 4 dipinti di Zammit-Lewis, uno dei 50 Artisti selezionati per il suo progetto con Zappulla “I narratori del nostro tempo” [2] “When Venice meet China” 2020, olio su tela, 110x76 cm. [3]Mario Zammit-Lewis alla presentazione [4] Mario Zammit-Lewis con il Prof. Vittorio Sgarbi a Roma [5] “Veliero” 2020, olio su tela, 40x30 cm.
[3]
[2] [4] [5]
Vittorio Sgarbi comment on Master Mario Zammit-Lewis artworks
“Is a cultured artist, part of a modern tradition which references, for example, Arshile Gorky, or artists such as Lucian Freud, whom he’s connected to by their common Anglo-Saxon origin, since Zammit-Lewis was born in Malta. In the artistic field he’s part of, figuration is a necessity as well as references to paintings by great masters such as Caravaggio, who is very renowned in Malta. Inspirations from Freud, Kitaj, David Hockney, lead him to create works that are never completely figurative, but follow a certain rhythm more typical of a modern language, which is why I thought of Hockney and Kitaj. I can see that in the portrait of... Paul Albert and Bruna Zammit-Lewis with Prince, their dog, a painting that obviously depicts the author’s parents, and in this Tibetan landscape, a land home to the Dalai Lama but from which he’s been exiled. The references I mentioned to the works of English masters from the second half of the 20th century lead him to be part of a tradition which sees figuration not as a perfect replication of shapes, but as a way to communicate human feelings, therefore his subjects have a humanity in which the painter, Zammit-Lewis, takes part, making the observer feel his presence.The relationship with the Far East, his travels, the Tibetan world, feminine beauty are his favorite subjects. The result is a cultured technique that shows the sensibility of… not trying to change the language, but being part of the language as a consolidated tradition to belong to.”s l
alimarcpb@gmail.com Tel: 00356 99798878 YouTube: Mario R. Zammit-Lewis
Carlo Alberto Perillo
Un nuovo ordine per il Mondo
di rebecca Maniti
L’ultima opera (trasposta anche in una suggestiva versione NFT) di Carlo Alberto Perillo, ha un titolo molto attuale: “The New World Order”, il nuovo ordine mondiale, che subito ci rimanda alle teorie complottiste (in particolare ad un presunto gruppo di potere oligarchico e segreto si adopererebbe per prendere il controllo di ogni Paese per ottenere il dominio della Terra) che, soprattutto negli ultimi 2 anni di pandemia, hanno sempre più preso piede. Qui in particolare vediamo rappresentati Gino Strada, lo storico fondatore dell’Ong italiana Emergency, e Greta Thunberg, attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. Gino soffia bolle di sapone verso Greta, che con lo sguardo duro rimane impassibile alla leggerezza che la circonda, quasi avesse paura che quelle “bolle di sapone” vogliano confonderla, farle dimenticare i suoi principi ed i suoi ideali (anziché essere una mano tesa), ideali per i quali ogni giorno si batte, creando un vero e proprio movimento ambientalista che mira a fermare il cambiamento climatico ed i grandi danni alla vita di ogni forma vivente. I colori utilizzati, gli sguardi dei due protagonisti, gli elementi essenzia-
li della composizione, il simbolo della pace e quello della Ong, tutto concorre
al progetto creativo, assolutamente non fine a se stesso, in grado di trasmettere emozioni e sensazioni, quasi a sentire il soffio di Gino verso Greta. Carlo Alberto Perillo è sulla scena dell’arte dal 1984, anno in cui ha deciso di esporre al pubblico le sue opere. Nelle sue manifestazioni artistiche ha attira-
to l’attenzione di critici e appassionati
d’arte, dimostrando la capacità di esprimere emozioni e sensazioni che arrivano dal profondo, riuscendo a renderle concrete e visibili, su tela. La sua forza espressiva è difficilmente replicabile. s l
Carlo Alberto Perillo The New World Order 2021, acrilico su tela su pannello in pvc, applicato su multistrato, 98x88 cm. Opera disponibile anche in NFT
materiaecolore@hotmail.com carloalbertoperillo1 Carlo Alberto Perillo www.carloalbertoperillo.com
FRANCESCO VATTUONE
francescovattuone francesco.vattuone francescovattuone.blogspot.com
biancoscuro Art Fair
Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali International fairs, exhibitions and exhibitions Italia
BERGAMO
BOLOGNA
Arte Fiera gennaio 2023 www.artefiera.it
FORLI’-CESENA
Vernice ArtFair 3-5 marzo 2023 www.verniceartfair.it
Arte Forlì Contemporanea 21-23 ottobre 2022 www.fieracontemporanea.it
GENOVA
MILANO
Mia Photo Fair aprile 2023 www.miafair.it MiArt 14-16 aprile 2023 www.miart.it
MONTICHIARI (BS)
Expo Arte 16-18 settembre 2022 www.expoarteweb.it
PADOVA
PARMA
ArtParma 1-2 e 7-8-9 ottobre 2022 www.artparmafair.it
PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305
PAVIA
PaviArt aprile 2023 www.paviart.it
Pavia Art Talent 26-27 novembre 2022 www.patpavia.it
ROMA
Roma Arte in Nuvola 17-20 novembre 2022 www.romaarteinnuvola.eu
TORINO
Artissima 4-6 novembre 2022 www.artissima.art
Flashback 4-6 novembre 2022 www.flashback.to.it
VENEZIA
La Biennale di Venezia 23 apr. - 27 nov. 2022 www.labiennale.org
VERONA
ArtVerona 14-16 ottobre 2022 www.artverona.it
Europe
AMSTERDAM (NL)
BARCELONA (ES)
BASEL (CH)
Art Basel june 16-19, 2022 www.artbasel.com
Liste Basel june 13-19, 2022 www.liste.ch
BERLIN (DE)
BRUXELLES (BE)
Brafa june 19-26, 2022 www.brafa.be
CHESTER (UK)
COLOGNE (DE)
GENEVE (CH)
Art Genève january 19-22, 2023 www.artgeneve.ch
KARLSRUHE (DE)
INNSBRUCK (AT)
ISTANBUL (TR)
CI contemporary istanbul23° FIERA INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA | 19°– 21° SECOLO september 19-23, 202217 – 20 GENNAIO 2019 CENTRO FIERA INNSBRUCK contemporaryistanbul.com
LISBOA (PT)
Arco Lisboa may, 2023 www.ifema.es/arco-lisboa
LONDON (UK)
Frieze London october 12-16, 2022 www.frieze.com
MADRID (ES)
Art Madrid february, 2023 www.art-madrid.com
MARBELLA (ES)
MONTE-CARLO (MC)
PARIS (FR)
Art Paris march 30-april 2, 2023 www.artparis.com
VIENNA (AT)
ZURICH (CH)
World
CAPE TOWN (ZA)
Investec Cape Town Art Fair february 17-19, 2023 investeccapetownartfair.co.za
CHICAGO (USA)
DUBAI (UAE)
Art Dubai march 3-5, 2023 www.artdubai.ae
HONG KONG (CN)
LOS ANGELES (USA)
MELBOURNE (AUS)
MEXICO CITY (MEX)
Zona MACO february 8-12, 2023 www.zonamaco.com
MIAMI BEACH (USA)
NEW DELHI (IND)
NEW YORK (USA)
SHANGHAI (CN)
SIDNEY (AUS)
TOKYO (J)
Art Fair Tokyo march, 2023 www.artfairtokyo.com
TORONTO (CDN)
Art Toronto october 27-30, 2022 www.arttoronto.ca
VANCOUVER (CDN)
Art! Vancouver may, 2023 www.artvancouver.net
Per visualizzare l’elenco completo aggiornato inquadra con il tuo smartphone il codice QR e collegati al nostro sito ufficiale:
www.biancoscuro.it/art-fairs
Art Basel is coming
A Basilea, dal 16 al 19 giugno
di Vincenzo chetta
Torna l'appuntamento con Art Basel a
Basilea, per l’edizione 2022 della fiera d’arte più importante al mondo: dal 16 al 19
giugno, con VIP preview il 13 e 14 e vernissage il 15 giugno. 289 gli espositori presenti da 40 paesi del mondo, 19 le gallerie che parteciperanno per la prima volta. Come sempre, tante le sezioni della Fiera: Galleries (dove le principali gallerie d’arte moderna e contemporanea espongono opere del XX e XXI secolo); Feature (progetti curatoriali, presentazioni personali, mostre tematiche); Statements (nuovi progetti solisti di giovani artisti emergenti); Edition (opere editoriali, stampe e multipli), Magazines (importanti pubblicazioni artistiche provenienti da tutto il mondo); Parcours (il settore che impegna i quartieri storici della città) e Film (film creati dagli artisti). Imperdibile la sezione Unlimited, la piattaforma pionieristica di Art Basel con sculture e dipinti di grandi dimensioni che trascendono lo standard tradizionale dell’arte, proiezioni video e installazioni, curata per il secondo anno da Giovanni Carmine. ”Quest’anno Art Basel ritorna alle
sue tradizionali date di giugno
con una programmazione in tutta la città, dall’installazione sulla Messeplatz, intitolata “Out of Sight”, in omaggio all’artista concettuale americano Lawrence Weiner, agli
[1] [3]
interventi site-specific e alle performance in Parcours e alla nostro “Film” programma dedicato ad artisti che lavorano con immagini in movimento”, afferma Marc Spiegler, Direttore globale, Art Basel Confermata anche per il 2022 la piattaforma online Art Basel Live, che sarà ancora una volta a supporto dell’edizione fisica, questo a conferma della forza dello strumento digitale. Al prossimo numero, per l’esito di Art Basel. s l