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Santorini, l’isola del vino di Luca Busca

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SANTORINI, L’ISOLA DEL VINO

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Luca Busca

La storia del vino di Santorini comincia ancor prima della comparsa dell’uomo sulla terra. Nel terziario medio (circa trenta milioni di anni fa), infatti, i movimenti delle placche euroasiatica e africana, che avevano precedentemente creato, prosciugato e rigenerato il bacino Mediterraneo, fratturarono e sommersero la microplacca tettonica del Mar Egeo, separando Grecia e Anatolia. Da questo inabissamento emerse l’arcipelago delle Cicladi, un numeroso complesso di isole che poggia su una piattaforma sottomarina deformata dai movimenti tettonici. Questa particolare origine geologica ha reso le isole molto diverse tra loro, sia morfologicamente sia per costituzione litologica. In particolare la fascia periferica più meridionale della placca, di più recente formazione, come dimostra l’impalcatura costituita da calcari cretacei ed eocenici, è caratterizzata da intensa attività vulcanica e sismica. Sono state proprio queste caratteristiche geomorfologiche a creare le condizioni ideali per lo sviluppo della vitivinicoltura nell’isola di Santorini, la più meridionale delle Cicladi. In virtù della sua posizione l’isola fu abitata già dal II millennio a.C. da una popolazione preistorica di origine continentale ma fortemente influenzata dalla vicina civiltà minoica di Creta. Tra il 1627 e il 1600 a.C., secondo la datazione del radiocarbonio, o durante il secolo successivo, secondo le precedenti tesi archeologiche, Santorini fu teatro della più grande catastrofe naturale del bacino mediterraneo. Una serie di eruzioni vulcaniche accompagnate da scosse sismiche causarono il collasso della parte centrale dell’isola. Un maremoto, alto da trentacinque a centocinquanta metri, devastò la costa nord dell’isola di Creta, ad oltre cento chilometri di distanza, e giunse, attenuato, sino alle coste egiziane settecento chilometri a sud. L’eruzione spinse le ceneri vulcaniche e la pietra pomice sino alle coste turche, ricoprendo completamente Santorini e la vicina isola di Anafi, dove ancora permangono strati di residuo alti tre metri, rendendole completamente sterili. L’evento ebbe un impatto tale da ispirare Platone nella creazione del mito di Atlantide che, pur se collocata “davanti a quella foce che viene chiamata, come dite, Colonne d’Eracle, … intorno a quello che è veramente mare. ... nel corso di un giorno e di una notte, … l’Isola di Atlantide, allo stesso modo sommersa dal mare, scomparve.” (Platone – Timeo – da Wikipedia). In realtà il processo durò diverso tempo, offrendo alla popolazione locale la possibilità di evacuare, come testimoniano i resti della cittadina di Akrotiri nel sud dell’isola. Iniziati nel 1967 dall’archeologo Spyridōn Marinatos, gli scavi archeologici hanno portato alla luce, sotto la coltre di ceneri e pomice, una cittadina in ottimo stato di conservazione, con un sistema idrico all’avanguardia per l’epoca, molti affreschi, vasellame di ampie dimensioni, ma senza nessun resto umano, come è accaduto invece con i “calchi” di Pompei, e con un solo reperto personale, una statuetta di capra, trovata sotto un pavimento. Il cataclisma ebbe comunque effetti disastrosi sulla civiltà minoica che di lì a poco tempo soccombette all’emergente cultura micenea, che rimase a debita distanza dall’ormai arida Strongýlē (Στρογγύλη) “la Rotonda”. Le conseguenze morfologiche furono altrettanto drastiche e

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modificarono completamente il profilo isolano, innescando un’evoluzione ancora in atto, che ha permesso a Santorini di divenire una delle maggiori attrazioni turistiche e l’isola del vino per eccellenza della Grecia. Il collasso della parte centrale creò una caldera sottomarina circondata da pareti verticali, che creano un panorama unico. L’attività vulcanica, tutt’ora in corso, è proseguita nei secoli successivi facendo emergere tre piccole isole, la prima nel 97 a.C. e per questo chiamata “Antica Bruciata” Palaià Kaïménē; nella seconda metà del XVI secolo fu la volta della

seconda, la più piccola e per questo chiamata Mikrà Kaïménē; quasi un secolo e mezzo dopo nuove eruzioni generarono l’ultima cui fu dato il nome di Néa Kaïménē. La fuoriuscita

di magma si ripeté più volte rendendo le isole Palaià e Néa Kaïménē un corpo unico, cui si è aggiunto il cratere Georgios I, emerso nel 1866, le cui dimensioni si sono quadruplicate raggiungendo un’altezza di centoventisette metri. La coltre di cenere e pomice ha reso i suoli, in parte calcarei e in parte vulcanici, perfetti per la vitivinicoltura. Col passare degli anni, dopo il cataclisma, l’isola è lentamente riemersa dal torpore nel quale i residui vulcanici l’avevano soffocata, rivelandosi al mondo in tutto il suo splendore, tanto da meritare un nuovo nome: Kallisté (Καλλίστη) “la più bella”. Furono i Dori i primi a cedere al suo fascino e, intorno alla fine del II millennio, ripopolarono l’isola. A loro si devono un nuovo nome, che ufficialmente è anche l’attuale, Thera, e la fondazione della nuova città, le cui vestigia ancora troneggiano nei pressi della vetta dell’isola in modo da dominare entrambi i versanti. Fu proprio la popolazione dorica a reintrodurre la vitivinicoltura, ben nota anche alla civiltà minoica. In questi mari, infatti, vagò a lungo Dioniso, indiscusso dio del vino, prima preda di pirati da cui si salvò trasformando l’albero maestro della loro barca in vite e se

stesso in leone; poi, in quel di Nasso, la più grande delle isole Cicladi meglio conosciuta come Naxos, dove incontrò e sposò Arianna. I commerci con Creta e con i Fenici erano prosperi e il vino di Santorini acquistò presto una discreta fama. Thera rimase sotto l’influenza di Sparta sino al V secolo a. C., quando passò sotto la Lega delio-attica. Due secoli dopo fu la volta del dominio tolemaico, che trasformò l’isola in una base navale per il controllo del Mar Egeo e introdusse riti egiziani. Nel II secolo a.C. iniziò l’occupazione romana, sotto la quale la città di Thera fu riedificata e

ampliata e la viticoltura promossa come sempre accadeva all’epoca nelle provincie romane. Il vino di Santorini continuò a prosperare anche quando il cristianesimo conquistò Roma e le sue provincie. Già dal IV secolo d.C. a Santorini, dove tuttora si trova la sede vescovile, furono nominati i prelati che presiedevano la comunità di fedeli dell’arcipelago. L’influenza della chiesa fece sì che il Vin Santo locale fu adottato per celebrare messa, fatto che ha permesso di mantenere viva la tradizione fino ai giorni nostri. Nel V secolo, con la divisione definitiva dell’Impero Romano, l’isola fu attribuita a quello Orientale e ben poco cambiò per il vino locale. Nei primi anni del XIII secolo Santorini fu ceduta come principato ai veneziani, cui si deve l’introduzione del quarto nome, costituito dalla dedica dell’isola a Santa Irene di Tessalonica che con il tempo evolse in Santorini. Le intense attività commerciali che i veneziani intrapresero nel Mediterraneo ebbero il merito di far conoscere il vino isolano nel mondo, a dispetto di quelle particolari norme fiscali che il Doge aveva posto a tutela dei vini prodotti nella madre patria, rendendone più redditizio il commercio. I problemi vitivinicoli aumentarono ulteriormente con l’occupazione ottomana, che perdurò dalla caduta dell’Impero Romano d’Oriente, sancita nel 1453 dalla conquista di Costantinopoli, presto trasformata in Istanbul e capitale dell’Impero Ottomano, al 1821 con l’inizio della guerra d’indipendenza greca che si concluse, però, solo nel 1827. In realtà le tensioni tra Grecia e Turchia non si sono mai sopite e tra

scaramucce e guerre vere e proprie, come quella combattuta tra il 1919 e il 1922, non sono mai terminate e proseguono anche ai giorni nostri. Va però rilevato che al tempo i turchi non proibirono la produzione e la vendita di vino sul territorio greco, come avrebbero voluto i loro precetti religiosi, si limitarono ad imporre tasse salatissime su di esso, riducendo la produzione vitivinicola greca all’autoconsumo. Santorini riuscì a mantenere il privilegio di un discreta attività commerciale con l’Europa, promossa, alla fine del settecento, entomologo francese Guillaume-Antoine Olivier nel suo “Voyage dans l’Empire Ottoman, l’Egypte et la Perse”, resoconto degli studi compiuti nell’arco di sei anni e pubblicato nel 1807 in cui citava il vin santo di Santorini: “È dolce, liquoroso e di qualità mediocre il primo anno. Diventa molto buono invecchiando e da preferirsi al miglior vino di Cipro, ... È fatto con uva bianca ben matura, che viene esposta per otto giorni al sole, stesa sui terrazzi delle case”. Dopo la liberazione il vino di Santorini conobbe il suo momento di massimo splendore, la superficie vitata aumentò e il nettare divino raccolse i favori delle corti europee, in particolare quella russa dove il vin santo era molto apprezzato.

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■ Oia. Villaggio. Neanche il XX secolo è stato clemente con i discepoli di Dioniso, i quali, tra guerre mondiali e regionali, fillossera, regimi dittatoriali e crisi economiche, non sono più riusciti a ripercorrere gli antichi fasti. In questo desolato panorama la piccola isola del Mar Egeo ha rappresentato l’eccezione che, lungi dal confermare qualsivoglia regola, ha preservato il capitale vitivinicolo del proprio paese. In primo luogo, la sua posizione e la sua struttura geologica l’hanno protetta dal micidiale parassita che devastò la vitivinicoltura europea. Il risultato è stata la costituzione di un patrimonio unico di antiche piante a piede franco, che raggiungono anche i due secoli di età. In secondo luogo l’isolamento e i secoli bui dell’occupazione turca, durante i quali la produzione era ad uso locale, hanno permesso lo sviluppo di una biodiversità unica che ha consentito la sopravvivenza di circa sessanta varietà diverse di uva in un territorio che, inclusi i centri abitati, le spiagge e i vulcani attivi, equivale, con i suoi settantanove chilometri quadrati, a circa un quarto, per fare un paragone enologico, di quello di Montalcino. Nel frattempo le meraviglie della piccola isola hanno attratto folle di visitatori sempre più numerose avviando, così, una prospera industria turistica, sicuramente più redditizia di quella vitivinicola, che dopo aver seriamente minacciato la sopravvivenza di questo patrimonio inestimabile, sembra ora aver trovato un’integrazione ottimale. Nel corso degli ultimi due secoli il trend della superficie vitata dell’isola ha subito diverse brusche variazioni: un curva ascensionale ha caratterizzato gli anni della ripresa economica dopo l’occupazione turca, con oltre 2000 ettari vitati nel 1841 che raggiungono il picco massimo con 3500 ettari, pari all’84% di tutte le terre coltivate, nel 1920; rapida la discesa dopo il terremoto del 1956, che fa registrare 2250 ha nel 1970, 1492 nel 1997 e il minimo, 1285 ha, nel 2012. Attualmente si registra un modesto incremento grazie ai nuovi impianti nel nord dell’isola. D’altro canto, solo negli ultimi anni i produttori isolani si sono strutturati per produrre vini di qualità che, non limitandosi più al solo vin santo, hanno potuto affacciarsi con successo, soprattutto con vini bianchi secchi e freschi, sui mercati internazionali. Morfologicamente la vecchia forma circolare dell’isola è attualmente rappresentata dall’isola maggiore, Thira, uno spicchio di luna con la gobba ad est, ed una piccola isola, Thirasia, ad ovest che lascia un ampio varco di mare nella parte meridionale e più stretto in quella settentrionale. Al centro si sviluppa la caldera, in gran parte sommersa fatta eccezione per le isole di Nea Kameni, dove si trovano i crateri attivi, e Palea Kameni, entrambe disabitate ma visitabili. Le attrazioni turistiche si trovano tutte su Thira a cominciare dal capoluogo Fira, le cui caratteristiche case bianche con i tetti azzurri sono letteralmente aggrappate alle rocce a picco sul mare. Duecentoventi metri più in basso si trova il vecchio porto, facilmente raggiungibile con una cabinovia o passeggiando, a piedi o a dorso d’asino, per il tortuoso sentiero che impiega oltre un chilometro per aggirare il dislivello. Sulla punta nord dello spicchio di luna si trova il piccolo borgo di Oia, conosciuto nel mondo

per il suo affascinante tramonto, considerato tra i più belli al mondo, per ammirare il quale frotte di turisti si schierano, già dalle prime ore del pomeriggio, nelle posizioni migliori, rendendo impraticabile anche il semplice passeggiare. Dall’estremo nord una strada percorre l’intera isola sino alla punta sud, che prende il nome dai vicini scavi di Akrotiri, l’intero percorso non raggiunge i 25 chilometri. La costa sud e sud-est è più dolce e offre anche alcune spiagge per la balneazione sovrastate dalla vetta dell’isola, il monte Profitis Ilias, con i suoi 567 metri. Ed è sulle pendici del “Profeta” che si trova il fulcro del patrimonio viticolo dell’isola. Qui uno strato alto diversi metri di tefra bianca, la roccia magmatica effusiva basica, peralcalina e ricca di silice che il vulcano eruttò tremila seicento anni fa, ricopre la roccia metamorfica di calcare e di scisto, che risale all’orogenesi alpina che generò l’arcipelago delle Cicladi. Sul versante est del monte si trova anche l’unica sorgente di acqua dolce dell’isola, in prossimità dell’antica Thira. Su quello opposto si sviluppano i villaggi meno turistici ma più autentici come Messa Gonia, Pyrgos e Vothonas giù fino a Megalochori, in prossimità della costa. In questi piccoli borghi si nascondono le antiche κάναβαs (cànava), parola di origine genovese con la quale venivano chiamate le “dispense” interrate dove venivano realizzati i vini. Scavate nello spesso strato di residuo vulcanico, queste cantine erano e sono tuttora in grado di mantenere basse le temperature agevolando i processi enologici. In alcune di esse, opportunamente restaurate per essere utilizzate con le moderne attrezzature, è tuttora possibile vedere le vasche in pietra dove le uve venivano pressate con i piedi con i canali di scolo che sversavano il mosto al piano

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■ Nella pagina accanto Pyrgos. Panorama. inferiore nei tini di fermentazione. Questi villaggi sono letteralmente immersi nelle vigne, tra i 200 e i 500 metri di altitudine. Il sole caldo di questa latitudine, Santorini è poco più a sud di Pachino la punta estrema d’Italia, è mitigato dalle brezze marine che, cariche di salsedine, spazzano da ogni lato le vigne in altura. Le condizioni pedoclimatiche ideali hanno preservato le vecchie piante dalla fillossera e dalle muffe di qualsiasi tipo, inclusa, purtroppo, anche la Botrytis cinerea che avrebbe donato ancor più spessore al vin santo locale. Per difendere il prezioso raccolto dai forti venti e dalla scarsità d’acqua vengono scavate delle buche, come a Pantelleria, dove la vite viene coltivata con un due sistemi distinti di alberello. Il primo viene chiamato “ambelies” o più spesso “kouloura”, termine traducibile con “canestro”, che da il nome al tipico pane greco a forma circolare e con il quale sono state chiamate anche le fosse sotterranee circolari con muri in pietra, rinvenute a Creta nei siti di Cnosso, Mallia e Festo, utilizzate come granai nell’antica civiltà minoica. In questo sistema di allevamento vengono presi quattro o cinque “amoliti”, tralci di un anno con otto/dieci gemme, per essere intrecciati facendo assumere alla pianta la sagoma di un grande cesto, che ha la duplice funzione di riparare i frutti dal vento e di raccogliere il vapore acqueo generato dall’evaporazione dell’acqua marina, soggetta alle alte temperature di questa latitudine. Il secondo sistema si chiama γυριστή “giristi”, letteralmente girare, in questo caso gli “amoliti”, sempre nel numero di quattro o cinque, vengono intrecciati con estrema cura in modo da formare un cerchio verticale perpendicolare al terreno. Con il tempo il sistema “giristi” è stato sempre meno usato e il suo nome è stato spesso confuso con il secondo, a causa della comune forma circolare. Tutte le piante sono a piede franco, grazie ai suoli vulcanici invisi al parassita fillosserico ma ricchi di minerali molto graditi dalle piante. Il patrimonio vitato è concentrato in gran parte nella zona centrale dell’isola, toccando quella meridionale nei pressi del villaggio di epoca veneziana di Akrotiri, con alcune interessanti eccezioni. La prima di esse è rappresentata dall’isola di Thirasia dove le vigne occupano alcuni ettari sui dolci pendi della costa ovest, opposta al lato della caldera che presenta la classica scogliera a picco. La seconda è un esperimento condotto dal Domaine Sigalas nella zona nord dell’isola, al livello del mare che dista poche centinaia di metri, dove circa venti ettari di vigneto sono stati dedicati ad impianti moderni con potatura a Guyot e a cordone speronato per le classiche bacche bianche e rosse dell’isola. Delle sessanta varietà preesistenti, la attuale filosofia produttiva ne utilizza una decina, cercando sempre più di specializzarsi nei prodotti più vicini alle esigenze del mercato internazionale. Le bacche rosse sono rappresentate dal Mavrotragano, una varietà autoctona caratterizzata dal chicco piccolo e da rese per pianta molto basse, che non lo hanno reso popolare presso i contadini isolani. Utilizzato in passato per fare un passito rosso, ha rischiato l’estinzione, sopravvivendo con poche piante sparse in piccoli appezzamenti. In realtà è il vitigno a bacca rossa più interessante dell’isola, con ottima

dotazione tannica e antocianica, spiccate note fruttate e accenni aromatici, caratteristiche che lo rendono ottimo per il lungo invecchiamento. Solo recentemente il Mavrotragano è stato oggetto di un progetto di recupero grazie al quale è riuscito a conquistare un po’ di superficie vitata. Ancor meno rappresentato il Mavrathiro, detto anche Athiri Nero, utilizzato solo in blend e spesso per il passito rosso. Più diffuso il Mandilaria, vitigno presente in molte regioni vitivinicole della Grecia che ben si adatta alla coltivazione sulle isole. Meno dotato del Mavrotragano si presta a vinificazioni semplici e di pronta beva. Sempre a bacca rossa Santorini offre anche il Kotsifali, un’uva autoctona di Creta migrata nel corso dei secoli nelle isole limitrofe. Non mancano piccole presenze di Agiorgitiko, la bacca rossa più diffusa sul territorio nazionale originaria della zona di Nemea, anticamente chiamate Eraclia in onore dell’eroe che qui portò a termine le proprie “dodici fatiche”. Pochissime, infine, sono le piante di Voudomato, un vitigno fresco e fruttato che ben si presta alla vinificazione in rosato.

Gran parte del vigneto isolano è, però, dedicato alle bacche bianche che regalano, da un punto di vista qualitativo, maggiori soddisfazioni. Anche in questo caso l’antica biodiversità ha subito una drastica riduzione, la produzione si è sempre più concentrata sui prodotti idonei ai mercati internazionali, rendendo sporadici i progetti di recupero dei rari vitigni autoctoni. L’unica vinificazione di rilievo, realizzata dalla cantina Gavalas, riguarda il Katsano e il Gaidouria, due vitigni autoctoni sconosciuti al di fuori dell’isola. Il Katsano è un’uva dalla ricca dotazione tartarica, di colore verdolino e aromi dolci di fiori, miele e frutta tropicale, che da vita, con le poche piante recuperate, ad un unico vino realizzato in edizione limitata. Nel Katsano, prodotto come Igp Cicladi, viene inserita

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anche una piccola percentuale di Gaidouria, un vitigno con caratteristiche simili il cui nome (γαιδουρια) significa letteralmente “asino”, probabilmente a indicare la predilezione di questo animale per le foglie della pianta. Athiri e Aidani sono due uve ben diffuse, sono registrate per la Dop locale Santorini ed utilizzate per il bianco secco tradizionale dell’isola, il Nykteri. Nome che in greco significa “lavoro notturno” a indicare l’esigenza di vendemmiare durante la notte, per evitare le temperature elevate e mantenere integre le uve. L’Aidani, spesso vinificato anche in purezza, è un’uva con intensi aromi floreali e fruttati

che ben si presta alla realizzazione di vini freschi in virtù della sua acidità.

L’Athiri ha caratteristiche molto simili

e vanta il privilegio di portare il nome dell’isola, Thira, a definire la sua

antica autoctonia. Spesso, proprio in virtù degli “spigoli” tipici di vitigni e territorio, il Nykteri veniva, e in parte viene tutt’oggi, realizzato con uve surmature e maturazione in legno. Il signore indiscusso del vigneto isolano è l’Assyrtiko che, secondo percentuali che oscillano dal settanta all’ottanta per cento secondo le fonti, copre la maggior parte della superficie vitata. La versatilità dell’uva ha decretato il suo successo con notevole incremento della propria diffusione, attestata in circa 900 ettari coltivati nel 2010. Attualmente, secondo l’EDOAO (National Interprofessional Organization of Vine and Wine) organismo del Ministero dell’Agricoltura greco, l’Assyrtiko copre 1959,74 ettari sull’intero territorio nazionale, pari al 3,12% della superficie vitata greca. L’exploit è dovuto in gran parte ai nuovi impianti che, in considerazione del successo riscosso a livello internazionale, sono stati realizzati sulla costa nord di Creta. Nella Grecia continentale, soprattutto nell’Attica, l’Assyrtiko viene utilizzato da tempo per integrare la scarsa acidità del Savatiano, la bacca bianca più diffusa sul suolo greco. Il nome Assyrtiko rispecchia quella oscura sindrome che deve aver colpito gli antichi viticultori, secondo la quale le uve migliori devono provenire da est, a testimonianza di una più antica e nobile origine. Così come in Italia si sono create decine di varietà chiamate Greco

o Malvasia, dall’antico porto di Monenvasia nel Peloponneso, il miglior vitigno della Grecia vanta origini ancor più arcaiche e orientali collocate nella regione dell’Assiria di mesopotamica memoria. In realtà i recenti studi sul DNA delle varietà della

vite non hanno trovato alcuna similitudine con il patrimonio viticolo mediorientale, motivo che ha indotto sempre più a vedere nell’Assyrtiko il vitigno autoctono per eccellenza di Santorini. La buccia spessa assicura un’ottima difesa dalle muffe, l’acino di piccole dimensioni ha elevata capacità di concentrare acidità tartarica e di

mantenerla anche in fase di piena maturazione, fattore che costituisce l’anima della grande versatilità di quest’uva. La vendemmia viene generalmente effettuata entro le prime due settimane di agosto. Le alte temperature e la forte insolazione, infatti, accorciano notevolmente i tempi di maturazione, fattore che fa chiudere il lavoro di raccolta, rossi inclusi, entro il mese di agosto. L’interazione con le caratteristiche pedoclimatiche uniche dell’isola, con il suo strato di cenere e pomice alto decine di metri, in grado di assorbire la scarse risorse idriche e rilasciare sostanze minerali, e con i benefici effetti del mare onnipresente in vigna con salsedine e venti, contribuisce a rendere naturalmente basse le rese, che si aggirano intorno ai 30 ettolitri per ettaro, con evidente giovamento per la struttura dei vini. Corpo, freschezza e intensità minerale nei vini sono il frutto esclusivo di questa simbiosi tra vitigno e territorio, che ha permesso all’uomo di sfruttare queste doti in una ampia gamma di espressioni. L’Assyrtiko, infatti, viene utilizzato, con ottimi risultati per realizzare tutte le tipologie conosciute, dalle bollicine ai bianchi leggeri e di pronta beva, dai bianchi strutturati a quelli maturati in legno, fino ai passiti e ai fortificati che possono fare affidamento sulla capacità della trama tartarica di perdurare nel tempo.

A Santorini, come accadeva anche in Italia, le uve venivano coltivate, vendemmiate e vinificate insieme, dando luogo a quegli uvaggi che costituivano il fondamento culturale dell’enografia locale. Nel caso di Santorini l’Assyrtiko, l’Athiri e l’Aidani ancor oggi costituiscono la base ampelografica delle due tipologie della Dop Santorini: il Nykteri, la prima ad ottenere il riconoscimento nel 1971, con Assyrtiko non al di sotto del 75% e la parte restante divisa tra Athiri e Aidani; il Vin Santo, Dop dal 2002, per cui è ammessa anche la versione fortificata sempre da uve appassite, in cui la percentuale minima dell’Assyrtiko si riduce al 51%. Dopo secoli di tradizionali uvaggi, solo in tempi recenti la domanda crescente di vini di qualità superiore e l’introduzione dei banchi di cernita, ha indotto i produttori alla vinificazione in purezza del più significativo dei vitigni isolani, che oggi copre la quota maggiore della produzione della Dop. Per la vinificazione in purezza dell’Aidani e, più raramente, delle altre bacche bianche, così come per le bacche rosse Mavrotragano e Mandilaria viene generalmente utilizzata l’IGP Cyclades. L’antica tradizione dei vini dolci sopravvive, oltre che con il Vin Santo, anche con rare e personalizzate versioni semidolci, con passiti di bacche rosse e con uvaggi misti che danno luogo a rosati passiti, generalmente realizzati come vino comune.

Le Cantine | Santorini, l’isola del vino

Attualmente sono diciassette i produttori dell’isola, in gran parte impegnati nell’assecondare la crescente domanda di vini secchi, freschi e di facile beva. Non mancano le spumantizzazioni e gli esperimenti di fermentazioni spontanee, senza abbandonare la millenaria tradizione del Vinsanto nelle sue diverse espressioni. Nel rispetto delle nuove tendenze commerciali e per migliorare l’integrazione alla sempre più pressante attività turistica dell’isola, tutte le cantine organizzano visite e degustazioni guidate. In realtà sopravvivono diverse “canava” abbandonate o utilizzate per produrre piccoli quantitativi di vino per autoconsumo. Non è raro che, con il successo dell’Assyrtiko sui mercati internazionali, case vinicole del continente o operatori del settore decidano di investire sul vino di qualità e, ristrutturando i locali scavati nello spesso strato di pomice, aprano nuove cantine. Il nostro wine tour inizia dalla cantina più grande e più rappresentativa dell’isola:

SANTOWINES

84701 Pyrgos - Santorini Tel +30 22860 28058 +30 22860 28099 Mail: promo@santowines.gr Sito: www.santowines.gr SantoWines nasce nel 1947 come unione delle cooperative agricole isolane. Oggi raccoglie il lavoro di 1200 soci, che oltre al vino curano la produzione degli altri prodotti tipici di Santorini tra cui i pomodori (Tomataki Santorinis, Dop dal 2013), le fave (Santorini Fava, dop dal 2010) e i capperi. Nel 1993 viene inaugurata la nuova cantina con annessa sala degustazione, che vanta seicentomila visite l’anno. Perfettamente integrata nell’ambiente, con le strutture in muratura bianche che si affacciano direttamente sulla caldera, la struttura offre ai degustatori, oltre al vino, ai pomodori, alle fave e ai capperi, un panorama unico al mondo arricchito da tramonti mozzafiato. La gamma di vini è estremamente articolata con 23 etichette diverse che coprono tutte le vinificazioni tipiche dell’isola. Da sottolineare la presenza, molto rara, di due spumanti: un metodo classico, 19 mesi sur lie, da uve Assyrtiko; un metodo charmat rosato, 50% Assyrtiko, 50% Mandilaria. Quattro sono i Vin Santo con maturazioni in botte di tre, otto, dodici e ventitrè anni. La produzione, che rappresenta circa la metà del vino realizzato sull’isola, varia molto secondo l’andamento climatico, con una raccolta media che supera le duemila tonnellate di uva all’anno.

DOMAINE SIGALAS

84702 Baxes, Oia - Santorini Tel +30 22860 71644 Mail: info@sigalas-wine.com Sito: www.sigalas-wine.com L’azienda nasce nel 1991, come Sigalas Winery ed era inizialmente situata nella tradizionale “canava” della famiglia Sigalas. Nel 1998 fu costruito l’attuale impianto di produzione, l’unico dell’isola collocato nel comune di Oia nel nord di Santorini. Nel 2003 l’ingresso di nuovi azionisti ha determinato il cambio di nome nell’attuale Domaine Sigalas, l’incremento ulteriore degli investimenti a beneficio dell’ammodernamento, dell’ampliamento degli impianti e del lancio del progetto di allevamento a contro spalliera in prossimità della cantina al riparo dai forti venti che caratterizzano l’isola. La produzione ha raggiunto le 300.000 bottiglie annue, in gran parte destinate al mercato internazionale dove trova collocazione in tutti i continenti. La filosofia aziendale tende a “un rapporto creativo con le tradizioni dell’isola di Santorini” e, contemporaneamente, alla ricerca della qualità per mezzo dell’innovazione tecnica. La gamma dei vini è articolata in dodici etichette che privilegiano i bianchi da Assyrtiko, Aidani e Athiri. Un solo Vin Santo è affiancato da un passito rosso da uve Mandilaria, mentre i rossi e il rosato secchi sono esclusivamente da Mavrotragano. Nell’ottica innovativa dell’azienda sono stati recentemente prodotti sette Assyrtiko monovitigno con indicazione del villaggio di provenienza: Oia, Vourvoulos, Imerovigli, Fira, Pirgos, Megalochori, Akrotiri, che vanno a integrare il Kavalieros, le cui uve Assyrtiko provengono dall’omonima vigna collocata a 250 metri di altitudine con piante di oltre sessant’anni.

CANAVA ROUSSOS

84700 M. Street, Episkopi Gonia - Santorinis Tel. (0030) 22860 31349 Mail: info@canavaroussos.gr Sito: www.canavaroussos.gr Canava Roussos è la cantina più antica di Santorini attualmente in attività. Fondata nel 1836 dall’omonima famiglia ha tramandato di padre in figlio la tradizione vinicola locale, senza disdegnare l’adeguamento tecnologico che ha consentito di elevare notevolmente il livello qualitativo. Così durante la visita a fianco delle moderne vasche d’acciaio è possibile ammirare l’antica struttura della “canava” con le sue vasche di pigiatura con i piedi, le antiche botti e le tradizionali ceste per la vendemmia chiamate “kofinia”. La produzione enologica è strutturata con otto vini, di cui metà dedicati all’antica tradizione dei vini passiti. Oltre al Vin Santo vengono prodotti il raro Semidolce Athiri, il passito rosso Mavrathiro e quello rosato Nama.

GAVALAS WINERY

84700 Megalochori – Santorini Tel. +30 22860 82552 Mail: info@gavalaswines.gr Sito: www.gavalaswines.gr L’azienda vinicola Gavalas è situata nel borgo di Megalochori in una antica “canava”, già attiva alla fine del XVIII secolo, quando si produceva essenzialmente vino per autoconsumo. Negli anni venti del ‘900 il vino sfuso veniva commercializzato, oltre che sull’isola, anche in Egitto e dieci anni dopo ad Atene. Solo nel 1998 è iniziato l’imbottigliamento nell’impianto moderno che affianca le vasche tradizionali della canava. Attualmente la cantina produce dieci etichette, tutte dai vitigni autoctonidell’isola, per un totale di 80/100 mila bottiglie l’anno. Tra queste circa quattromila rappresentano il risultato del progetto di recupero del Katsano, vagliato nel 2006. Nello stesso anno la cantina ha anche avviato la produzione del rosato da uve Voudomato e dell’Assyrtiko realizzato con fermentazione spontanea.

BOUTARI WINERY

84700 Megalochori – Santorini Tel. +30 2286081011 Mail: santorini.winery@boutari.gr Sito: www.boutariwinerysantorini.gr Boutari è una delle realtà vitivinicole più importanti della Grecia, fondata nel 1879 a Noussa nel nord del Peloponneso. Nel corso degli anni l’azienda ha avviato la produzione in tutte le principali regioni vitivinicole della Grecia: a Goumenissa, nell’alta Tessalonica, a Mantinia, nel Peloponneso centrale, ad est di Atene nella regione Attica in partnership con Roxane Matsa, a Creta, sulle colline di Scalani a Sud di Heraklion. Ovviamente non poteva mancare Santorini, il cui impianto è stato inaugurato nel 1989 e si trova nelle vicinanze del villaggio di Megalochori. La filosofia produttiva è quella di una grande azienda attenta però al territorio e alla comunicazione. Ogni località di produzione è dotata del proprio impianto, moderno e con ampie strutture di accoglienza. A Santorini l’attenzione si è concentrata sui vitigni autoctoni, che si esprimono in nove etichette: tre diverse espressioni di Assyrtiko; un Nektari; un Santorini blend di Assyrtiko e Aidani; un rosato, un rosso e un passito rosso da uve Mandilaria; il VinSanto chiude la gamma.

ESTATE ARGYROS

84700 Episkopi Gonia – Santorini Tel. +30 2286 031489 Mail: info@estateargyros.com Sito: www.estateargyros.com Fondata nel 1903, l’azienda è attualmente gestita dalla quarta generazione della famiglia Argyros, rappresentata da Matthew Argyros. La cantina si trova, in una struttura di recente costruzione, a Episkopi Gonia, in mezzo ai 120 ettari di vigneti nella parte centrale dell’isola, che costituiscono il patrimonio aziendale. Le piante, tutte a piede franco, hanno un’età media di 70 anni, con alcune delle viti più antiche dell’isola che hanno più di 200 anni. La filosofia aziendale è improntata sulla costante ricerca della qualità rigorosamente nell’ambito dell’eccezionale terroir isolano, con lavorazioni del terreno eseguite con gli asini e vendemmia manuale effettuata all’alba. Il risultato è la produzione di undici etichette incentrate sull’Assyrtiko, presente con tre vinificazioni in purezza: una fermenta e matura solo in acciaio, un’altra fermenta e matura sei mesi in rovere per il 20% della massa, la terza matura interamente per sei mesi in botte. L’Assyrtiko è prevalente anche nell’uvaggio con Aidani e Athiri della linea Atlantis, in cui militano anche un rosato, da Assyrtiko e Mandilaria, e un rosso da uve Mandilaria. Un Aidani in purezza chiude la gamma dei bianchi, cui si aggiunge il rosso prodotto con uve Movrotragano. Tre sono anche le versioni del Vinsanto, con 4, 12 e 20 anni di maturazione in legno.

Le Cantine | Santorini, l’isola del vino

HATZIDAKIS

84701 Pyrgos Kallistis – Santorini Tel. +30 22860 32552, +30 6970013556 Mail: hatzidakis@hatzidakiswines.gr Sito: www.hatzidakiswines.gr L’azienda nasce nel 1996 per volere di Haridimos Hatzidakis, che per passione reimpianta un piccolo vigneto, abbandonato dopo il terremoto del 1956. Appena mezzo ettaro, in prossimità del villaggio di Pyrgos Kallistis, a 330 metri di altitudine coltivato biologicamente con Aidani, fornisce la materia prima che viene lavorata in una piccola grotta tradizionale trasformata in “canava”, nell’estate del 1997. Le prime bottiglie arrivano due anni dopo con il “Santorini”, vendemmiato nel 1998 e il Rosso “Mavrotragano” annata 1997. Da allora gli ettari sono diventati dieci, sparsi nei villaggi di Pyrgos Kallistis, Megalochori, Emporio e Akrotiri, l’altitudine varia dai 70 ai 350 metri, mentre le uve sono sempre quelle iniziali: Assyrtiko, Aidani e Mavrotragano. Anche la conduzione biologica è rimasta la priorità aziendale e viene applicata in tutti i vigneti. L’azienda acquista uve da conferitori, anch’essi con certificazione biologica, per ampliare la gamma con altri bianchi secchi, un rosso secco, un Vinsanto e un vino rosso dolce da uve Voudomato. La produzione è articolata in nove etichette: quattro Assyrtico, un Aidani, un Nykteri, un Mavrotragano, un Vinsanto e il passito rosso. Il fondatore ed enologo rinomato è recentemente scomparso lasciando un vuoto incolmabile.

GAIA WINES

84700 Exo Gonia – Santorini Tel. +30 22860 34186 Mail: info@gaiawines.gr Sito: www.gaiawines.gr L’azienda nasce nel 1994 per volere di Yiannis Paraskevopoulos, enologo formato all’Università di Bordeaux II) e Leon Karatsalos, agronomo, con l’intento di produrre vini di alto livello qualitativo. Per raggiungere lo scopo vengono scelte le due zone più vocate della Grecia: Nemea, nel nord est del Peloponneso, e, ovviamente Santorini. La filosofia su cui è stata impostata la produzione è rappresentata dalla costante esplorazione dei confini delle varietà greche, che in quel di Santorini si è tradotto da subito nella produzione del Thalassitis, un Assyrtiko in purezza con uve, la cui resa non supera mai i 25 hl/ha, provenienti da piante di ottant’anni nei villaggi di Episkopi, Akrotiri e Pyrgos. Nel 1999 viene introdotta, in edizione limitata, la versione del Thalassitis Oak Fermented. Nel 2008 debutta l’Assyrtiko – Wild Ferment, con uve del vigneto di Pyrgos, il più alto, che dopo dodici ore di contatto con le bucce, fermentano spontaneamente in acciaio e parte in barrique. Il termine Thalassitis, assume in botanica il significato di disseminazione a opera dei movimenti del mare. L’esegesi del nome del vino ha ispirato l’esperimento avviato nel 2009 con l’immersione in mare di 450 bottiglie di Thalassitis con lo scopo di esplorare la forza dell’Assyrtiko. Di quelle bottiglie ne sono state recuperate, nel 2014, solo tre, ma il risultato ottenuto ha indotto a ripetere l’esperimento con 258 bottiglie nel 2010 e altre ancora negli anni successivi. Il Vinsanto è stato commercializzato solo nel 2012 dove aver maturato dieci anni in botti di rovere. Il Nychteri chiude la gamma dei vini prodotti a Santorini, dove in un piccolo edificio viene anche realizzato un aceto con cinque anni di invecchiamento in botte. La cantina si trova nei pressi di una spiaggia, sul lato est dell’isola, tra gli insediamenti di Kamari e Monolithos, in un vecchio stabilimento di lavorazione dei tipici pomodori locali, costruito all’inizio del novecento e interamente ristrutturato con strutture e attrezzature di ultima generazione.

ART SPACE WINERY ART GALLERY

84700 Exo Gonia – Santorini Tel +30 22860 32774 Mail: info@artspace-santorini.com Sito: www.artspace-santorini.com La famiglia Argyros rappresenta il vino di Santorini, attiva sin dal 1861 nella “canava” di famiglia sita nel villaggio di Exo Gonia. Nel 1952 la piccola cantina chiude e il suo terzo proprietario, Nikolaos Aegyros, fondò l’Unione delle cooperative di Thira, l’attuale SantoWines. Nell’anno 1999, la quarta generazione, rappresentata da Antonis N., dà vita all’Art Space Santorini Winery Museum and Art Gallery. La sala espositiva occupa le due vecchie “canava” e l’antico “rakidio” (distilleria), nell’ampio spazio della vecchia cantina scavato nella pietra pomice. I locali espositivi sono collegati con un tunnel sotterraneo agli adiacenti spazi interrati, sempre scavati nella pomice tra gli otto e gli undici metri sotto il suolo, dove è stata allestita, nel 1999, una cantina moderna. Grazie al dislivello tutti i travasi del processo di vinificazione avvengono per gravità senza l’ausilio di pompe e sotto uno spesso strato di pomice, che isola l’ambiente rendendolo ideale per la maturazione del vino. Le vigne, tutte a piede franco, sono condotte secondo il protocollo biologico con rese che non superano i 25 q/ha. Circa duecento artisti, greci e non, hanno esposto le loro opere nella galleria, affiancando le vecchie attrezzature della cantina e della distilleria, complete delle vasche per la pigiatura dell’uva, dette “patitiria” (premere con i piedi), i vecchi tini e il torchio, che compongono un piccolo museo del vino. Quattro i vini prodotti: un Nyctheri, un Assyrtiko chiamato Saint August, un Mavrotragano e il Vinsanto.

VENETSANOS WINERY

84700 Caldera Megalochori P.O. Box 510 Tel. +30 2286021100 Mail: info@venetsanoswinery.com Sito: www.venetsanoswinery.com L’azienda nasce nel 1947, quando la famiglia Venetsanos, con alle spalle una solida tradizione vitivinicola, decide di costruire una struttura sopra il porto di Athinios, il vecchio attracco di Pyrgos sotto l’occupazione turca ed oggi imbarco principale dell’isola. La cantina è dotata di una terrazza che, a poca distanza dalla caldera, offre un panorama spettacolare ideale per assaggiare vini al tramonto. La bellezza del paesaggio ha indotto i proprietari ad utilizzare la struttura per matrimoni ed eventi. La cantina è modernamente attrezzata pur mantenendo le caratteristiche dell’antica canava, che permettevano di effettuare tutto il processo di vinificazione sfruttando la forza di gravità e consentendo l’isolamento termico. Cinque sono i vini prodotti dall’azienda: un Santorini Assyrtico, un Nykteri, un Mandilaria, un rosato da Mandilaria, Assyrtico e Aidani, un passito rosso da Mandilaria.

KOUTSOYANNOPOULOS WINE MUSEUM

84700 Vothonas - Santorini Tel. +30 2286031322 Mail: info@volcanwines.gr Sito: www.santoriniwinemuseum.com Più conosciuta come museo che come cantina, l’azienda nasce nel 1870 quando i fratelli Koutsoyannopoulos, sbarcarono casualmente a Santorini per il commercio di olio d’oliva proveniente dalla loro città natale, l’attuale Metamorfosi, nel sud del Peloponneso. Ben presto, rendendosi conto del potenziale del vigneto isolano, acquistarono vigneti e, trasferendosi definitivamente sull’isola, iniziarono a vendere anche il vino locale, specialmente verso la Russia, almeno sino alla Rivoluzione d’Ottobre nel 1917. Contemporaneamente la famiglia cominciò a raccogliere le attrezzature con cui il vino veniva realizzato già dal XVII secolo, passione questa che sarebbe sfociata anni dopo nell’allestimento del museo, definito da Jancis Robinson uno dei cinque migliori musei del vino al mondo. Nel 1970 iniziò l’imbottigliamento dei primi vini grazie anche all’opportunità offerta dall’attivazione della centrale elettrica nel 1967. Oggi l’azienda è gestita dalla quarta generazione della famiglia Koutsoyannopoulos, il cui nome significa “pulcini di Gianni lo zoppo”, acquisito grazie ad un avo tornato dalla guerra privo di una gamba. La cantina è stata rinnovata e dà vita a ben 13 etichette: tre Assyrtiko in purezza, tra cui un orange; un Nykteri, da uve surmature maturato per sei mesi in legno, e due blend di Assyrtico, Aidani e Athiri; un rosato da Mandiliaria e Assyrtiko; tre i rossi tutti uvaggi di Mandilaria, Mavrotragano e Mavrathiro, di cui uno da uve surmature; un Vinsanto e due passiti rossi chiudono l’ampia gamma.

ARTEMIS KARAMOLEGOS WINERY

84700 Exo Gonia – Santorini Tel: +30 2286033395 Mail: reservations@artemiskaramolegos-winery.com Sito: www.artemiskaramolegos-winery.com. L’azienda nasce con la produzione di vino per autoconsumo nel 1956 grazie ad Artemis Karamolegos, che lavora le uve provenienti dal suo vigneto di Exo Gonia. Solo nel 2003 l’omonimo nipote avvia la produzione di vino imbottigliato di alto livello qualitativo, investendo sia nell’ampliamento e nella modernizzazione della cantina sia nell’implemento del vigneto di proprietà. In poco tempo e grazie anche alle uve acquistate dai conferitori, l’azienda è cresciuta rapidamente divenendo la terza cantina dell’isola per volumi di vino prodotto. Nel 2014 apre anche il ristorante Aroma Aulis Food & Wine, dove i vini dell’azienda accompagnano la tipica cucina greca. Dodici le etichette prodotte per rappresentare tutte le vinificazioni tradizionali dell’isola, con un Orange, il Mystirio/14 e la selezione di viti ultracentenarie Pyritis, entrambi da uve Assyrtiko, a far la parte del leone.

Le Cantine | Santorini, l’isola del vino

VASSALTIS VINEYARDS

84700 Vourvoulos-Oia peripheral road Tel. + 302286022211 Mail: info@vassaltis.com Sito: www.vassaltis.com La cantina nasce nel 2015, per volere della famiglia proprietaria del lussuoso Hotel di Imerovigli, The Vasiliscos. Alla guida della cantina i giovani e promettenti enologi Ilias Roussakis e Yannis Papaoikonomou. In pochi anni l’azienda ha saputo conquistare un vasto consenso sperimentando, già dal nome Vassaltis traducibile con basalto, le ampie possibilità offerte dal terroir unico di Santorini. Unica anche la posizione scelta per la costruzione della moderna cantina e l’impianto dei nuovi vigneti, che hanno trovato dimora nel villaggio di Vourvoulos al centro della dorsale nel nord dell’isola alle spalle di Imerovigli ma nel territorio del comune di Oia. Cinque i vini prodotti: quattro Assyrtiko, il Santorini in acciaio, il “barrel aged”, il Gramina e il Plethora come punta di diamante, un Aidani, un blend con Aidani e Athiri al 90% e il rimanente 10 di Assyrtiko chiamato Nassitis, il rosso Vassanos da Mandilaria in purezza, il Petnat, acronimo di PETillant NATurel, un Metodo Ancestrale da uve Athiri e Assyrtiko.

AVANTIS CELLAR DOORS

84700 Fira Kontochori – Santorini Tel. +30 2286023140 Mail: info@avantissantorini.com Sito: www.avantissantorini.com La cantina nasce nel 2012 quando l’enologo Apostolos Mountrichas, proprietario della Avantis Winery, cantina sita a Calcide nell’isola di Eubea a nord di Atene, rimane folgorato dal terroir di Santorini e dalla potenza dell’Assyrtiko. Il primo passo è stato quello di riaprire una vecchia “canava” in quel di Messaria, un villaggio in prossimità del nuovo porto, che è rimasta attiva dal 2015 al 2017. Poi finalmente nel 2019 viene inaugurata la nuova struttura alla periferia di Fira, il capoluogo. Una cantina moderna, con annesso ristorante, dove prendono vita i tre vini attualmente prodotti: gli Assyrtiko Afoura e Dolphins e il rosato da Mandilaria Grace. Nel cortile della struttura Lenga Grigoriadou, moglie di Apostolos Mountrichas, ha avviato un centro benessere incentrato sull’utilizzo dell’uva come terapia olistica.

VOLCANIC SLOPES VINEYARDS

84700 Episkopi Gonia - Santorini Tel. +30 2286031368 Mail: info@3fvsv.com Sito: www.vsvwinery.com L’azienda vitivinicola Volcanic Slopes Vineyards nasce nel 2013 per volere di Manolis Chloridis, proprietario del vigneto, e Matthew Argyros, enologo e proprietario della Estate Argyros, con la ristrutturazione di una vecchia “canava” sul pendio di Episkopi. Scelta questa non casuale ma determinata dalla vicinanza alle due vigne aziendali, una a Pyrgos e l’altra a Meghalocori, con piante di due secoli a piede franco, le cui uve Assyrtiko danno vita ad un unico vino, il Santorini “Pure”. La vendemmia è manuale a metà agosto, le uve selezionate acino per acino vengono fermentate con lieviti indigeni in tini di cemento, dove il vino matura per quattordici mesi sui lieviti. Ne vengono prodotte solo seimila bottiglie.

KASTELI WINES DI EVAGGELOS KARAMOLEGOS

84700 Vothonas – Santorini Tel. +30 2286032047 Mail: karamova@otenet.gr Cantina di un’altra famiglia isolana, i Karamolegos, di lunga tradizione vitivinicola con sede a St Paraskevi di Vothonas e stabilimento, con parte del vigneto, sito a cento metri dal mare tra l’aeroporto e la spiaggia adiacente. La produzione è quella classica con Assyrtiko, Nikteri, vinificato con uve surmature e maturato in botte come vuole la tradizione, un rosato e un rosso da Mavrotragano, un Vinsanto e un passito rosso.

CANAVA ANTONIS ARVANITIS

84700 Megalochori – Santorini Tel. +30 2286082848 Mail: adonis.arvanitis@mail.ru Cantina tradizionale nata negli anni cinquanta con radici familiari ancor più antiche. Tipica è anche la struttura della “canava” scavata nella pietra pomice, così come la filosofia produttiva che vede il Nykteri prodotto con uve surmature e maturato in botte. Non mancano il classico Vinsanto, un rosato, il Brousko, termine di origine italiana con il significato di brusco, utilizzato per definire vini rossi, bianchi e rosati di chiara ispirazione contadina. Nel rispetto della tradizione viene anche prodotto un “Mezzo”, un vino dolce, sempre di italica ispirazione, generalmente blend paritario di Assyrtico e Mandilaria.

Santorini offre anche una distilleria, la Canava Santorini Loukas Lygnos (www.canavasantorini.com) e un birrificio artigianale, la Santorini Breewing Company con la sua Donkey Beer (www.donkeybeer.gr).

Gli assaggi | Santorini, l’isola del vino

L’Assyrtiko è sicuramente il vitigno simbolo di Santorini e anche quello che dà maggiori soddisfazioni nel bicchiere. Gli assaggi sono, quindi, incentrati soprattutto sulle elaborazioni di quest’uva. Oltre all’annata viene indicato anche l’anno in cui è avvenuta la degustazione. Nei rari casi, infatti, in cui è stato possibile assaggiare il vino a qualche anno di distanza dalla vendemmia le qualità e la longevità dell’Assyrtiko sono state notevolmente valorizzate. Le diverse vinificazione dei bianchi da Assyrtiko, solo acciaio, parziale utilizzo del legno, le lunghe maturazioni in botte e le vendemmie tardive, consentono ai vini secchi ampi margini di abbinamento che vanno dalle semplici preparazioni di pesce alle più complesse pietanze speziate.

Santowine

Santorini Assyrtiko – Santowine 2015 (2016) 86 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 13,5% - € 15 – Bottiglie: 80.000 – Color giallo limone che disegna anche il profilo olfattivo affiancato da fiori gialli, erbe aromatiche e netta nota minerale. Ottima corrispondenza al sorso dominato dal binomio fresco sapido che guida i lunghi ritorni varietali. Solo acciaio.

Santorini Assyrtiko – Santowines 2015 (2020) 88 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 13,5% - € 15 – Bottiglie: 80.000 – Due bottiglie sono state necessarie per l’assaggio a distanza. Il forzato acquisto delle bottiglie presso l’aeroporto, per motivi di sicurezza, ha fatto sì che una di esse, evidentemente mal conservata, fosse ossidata. All’assaggio è risultata sorprendente la tenuta dell’acidità nonostante il processo di ossidazione avesse assorbito completamente gli aromi varietali. In seconda istanza sia il colore sia l’intatto profilo olfattivo si sono presentati sotto una veste più matura, che ha avuto ampio riscontro in bocca con freschezza ben arrotondata da crescente massa glicerica e sapidità evoluta sui toni fumé. Solo acciaio.

Santorini Assyrtiko Reserve – Santowines 2014 (2016) 88 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 14,5% - € 25 – Bottiglie: 5.000 – Ampi riflessi dorati su fondo paglierino. Olfatto equilibrato con le note speziate e quelle minerali che si fondono con sfumature fumé avvolgendo la frutta matura e i fiori macerati. La prorompente freschezza e la decisa progressione sapida disegnano un sorso agile, nonostante la struttura imponente, e un lungo finale minerale e delicatamente vanigliato. 6 mesi in barrique e 6 in bottiglia.

Santorini Assyrtiko Gran Reserve – Santowines 2013 (2016) 85 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 14,5% - € 36 – Bottiglie: 8.000 – Dorato pieno. Naso pervaso da pulite note di “beurre noisette” che rivestono gli aromi varietali fruttati e le intense venature ferrose. All’assaggio la forza della spalla acida sostiene il corpo dai muscoli possenti e ben torniti. Finale sapido di lunghissima persistenza interamente giocata sui ritorni di vaniglia. Un vino da attendere a lungo in bottiglia. 12 mesi in barrique e 12 in bottiglia. Risotto al nero di seppia.

Santorini Nykteri – Santowines 2015 (2016) 83 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assytiko 85%, Athiri 10%, Aidani 5% - Gr. 14,0% - € 19 – Bottiglie: 80.000 – Giallo paglierino. Naso giovanile con una primaverile ventata di frutti verdi e fiori bianchi carica di sensazioni iodate. Freschezza esuberante e decisa spinta sapida gestiscono una beva facile che chiude con note erbacee e floreali. 3 mesi in barrique.

Santorini Nykteri Reserve – Santowines 2014 (2016) 85 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assytiko 75%, Athiri 15%, Aidani 10% - Gr. 14,5% - € 25 – Bottiglie: 5.000 – Paglia dorata. Sulla scia di spezie dolci salgono al naso le note fruttate, floreali ed erbacee irrorate da intensa brezza marina. Il corretto utilizzo del legno ha ben arrotondato gli spigoli varietali, l’equilibrio regala un piacevole finale sapido e lievemente fumé. 9 mesi in barrique e 3 in bottiglia.

Santorini Vinsanto – Santowines 2008 (2016) 87 Tipologia: Bianco Dolce Dop – Uve: Assyrtiko 85%, Aidani 15% - Gr. 11,5% - € 25 (0,500 l) – Bottiglie: 40.000 – Intensamente ambrato. Sulla elegante scia di cannella e chiodi di garofano salgano al naso le note di albicocca disidratata, miele di eucalipto, mandorle glassate. La freschezza intatta gestisce la dolcezza e sospinge il lungo finale speziato e denso di echi di frutta passita. Da uve appassite al sole. 6 anni in barrique e uno in bottiglia.

Domaine Sigalas

Santorini Assyrtiko Single Vineyard Kavalieros – Domaine Sigalas 2013 (2016) 92 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 14,5% - € 48 – Bottiglie: – Giallo paglierino e ampio olfatto in cui il filone minerale guida le intense sensazioni fruttate di agrumi dolci, fiori di camomilla, cerali e macchia mediterranea. La struttura massiccia è resa agile e snella dalla irrefrenabile progressione fresco sapida. La grande bevibilità regala un finale lungo con intensi ritorni minerali salini. 18 mesi sur lie in acciaio.

Santorini Assyrtiko – Domaine Sigalas 2015 (2016) 88 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 14% - € 24 – Bottiglie: – Color paglia ancora verde. Al naso rivela la sua identità con sensazioni di cedro, ginestra e intensa carica minerale con sfumature cinerine. All’assaggio la freschezza tagliante rende snella la beva. Lungo il finale pervaso dalla tipica sapidità territoriale. Solo acciaio.

Santorini Assyrtiko Barrel – Domaine Sigalas 2015 (2016) 89 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 14,5% - € 30 – Veste dorata con striature più chiare. Paradigmatico olfatto varietale con cedro, pesca gialla, fiori di artemisia, arbusti di gariga avvolti nella vena minerale rivestita di tessuto speziato. Il sapiente uso del legno arrotonda gli spigoli fresco sapidi di giovanile vigore. L’equilibrio regala una chiusura di lunga persistenza e coerenti ritorni ferrosi. Fermenta e matura sui lieviti per 6 mesi in barrique.

Santorini Nykteri Gran Reserve – Domaine Sigalas 2013 (2016) 86 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 15% - € 55 – Bottiglie: – Giallo dorato intenso, precursore di aromi di mela grattugiata, succo d’arancia, erbe aromatiche, nocciole e spezie con sfumature fumé. Struttura di ampie dimensioni ben sorretta da intatta freschezza. Lungo il finale sapido e denso di ricordi di frutta matura. Da uve surmature, fermenta e matura sui lieviti per 30 mesi in barrique.

Santorini Assyrtiko Athiri – Domaine Sigalas 2015 (2016) 85 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 75%, Athiri 25% - Gr. 13,5% - € 15 – Lampi verdolini su fondo paglierino. Al naso si apre con le tipiche note fruttate di susina e nespola con spruzzata di lime, fiori bianchi e sfumature salmastre. La sinergia fresco sapida rende la beva facile e immediata, con chiusura di buona persistenza sulle note fruttate e minerali. Solo acciaio.

Aidani – Domaine Sigalas 2015 (2016) 84 Tipologia: Bianco Igp – Uve: Aidani 100% - Gr. 13% - € 30 – Bottiglie: – Giallo paglierino. Olfatto imperniato su sensazioni citrine, ammorbidite da sfumature floreali e netta impronta minerale. Leggero e snello al sorso chiude con coerenti ritorni di agrumi verdi. Solo acciaio.

EAN – Domaine Sigalas 2015 (2016) 81 Tipologia: Rosato IGP – Uve: Mavrotragano 100% - Gr. 13,5% - € 11 – Bottiglie: – Rosa ramato con olfatto centrato sulle note minerali del territorio, dietro le quali emergono le sensazioni di melograno e di fiori di pesco. Coerente all’assaggio con la sapidità in netta prevalenza sulla freschezza. Solo acciaio.

Mm – Domaine Sigalas 2014 (2016) 84 Tipologia: Rosso IGP – Uve: Mavrotragano 60%, Mandilaria 40% - Gr. 13% - € 15 – Rubino luminoso. Al naso si apre con giovanili sensazioni fruttate di more e mirtilli, macchia mediterranea e ricca vena minerale. Fresco e leggero, sfodera tannini vigorosi e finale sapido. Fermenta e matura per un anno in acciaio e per una piccola parte in barrique.

Mavrotragano – Domaine Sigalas 2014 (2016) 85 Tipologia: Rosso IGP – Uve: Mavrotragano 100% - Gr. 14% - € 46 – Rubino intenso. Profilo olfattivo disegnato dai tratti speziati al cui interno emergono amarene e ribes, fiori macerati, netta nota vegetale di gariga e rosmarino, lievi le vibrazioni ematiche. In bocca la fitta trama tannica è ingentilita dall’utilizzo del legno. Proporzionato il binomio fresco sapido e piacevole il finale fruttato. Matura per 18 mesi in barrique.

Santorini Vinsanto – Domaine Sigalas 2004 (2016) 88 Tipologia: Bianco Dolce Dop – Uve: Assyrtiko 75%, Aidani 25% - Gr. 9% - € 46 (0,500 l) – Color ambra baltica. Ampio panorama olfattivo con zagare, scorza d’arancio candita, fico d’india, croccante di mandorle con miele di acacia che si stagliano sullo sfondo di spezie dolci. Residuo zuccherino e massa alcolica formano una struttura di discrete dimensioni ben sorretta dalla spalla acida. Lungo il finale sapido e ricco di coerenti ritorni di frutta candita. Da uve appassite al sole, matura per oltre 7 anni in vecchie botti di rovere.

Apiliotis – Domaine Sigalas 2010 (2016) 86 Tipologia: Rosso Dolce IGP – Uve: Mandilaria 100% - Gr. 9% - € 37 (0,500 l) – Bottiglie: – Rosso rubino intenso. Ampio bagaglio olfattivo che si apre con le tipiche note di frutti di bosco in confettura, ciliegie candite, miele di castagno e mon chéri. All’assaggio si presenta in buon equilibrio tannico glicerico, ben sorretto da adeguata freschezza, chiude lungo su coerenti ritorni fruttati. Da uve appassite al sole, matura per oltre due anni in vecchie botti di rovere.

Canava Roussos

Santorini Assyrtiko – Canava Roussos 2015 (2016) 85 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 13% - € 17 – Bottiglie: 7000 – Giallo paglierino. Classico profilo olfattivo incentrato su aromi fruttati di susina e nespola, fiori di campo e ricca vena minerale. Leggero e fresco al sorso chiude lungo e sapido. Solo acciaio.

Santorini Nykteri – Canava Roussos 2015 (2016) 82 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 14,5% - € 20 – Bottiglie: 13.000 – Lampi dorati su fondo paglierino. Composto al naso con aromi varietali spruzzati di vaniglia. In bocca la freschezza stenta a supportare una struttura massiccia. Chiude sapido con ritorni speziati. 6 mesi in barrique.

Rivari – Canava Roussos 2015 (2016) 80 Tipologia: Rosato IGP – Uve: Mandilaria, Assyrtiko - Gr. 12,5% - € 25 – Bottiglie: 6.500 – Cerasuolo chiaro e brillante con aromi di lampone, glicine ed erba bagnata. Leggero al sorso chiude sapido sulle note vegetali. Solo acciaio.

Caldera – Canava Roussos 2010 (2016) 82 Tipologia: Rosso IGP – Uve: Mandilaria - Gr. 13,0% - € 20 – Bottiglie: 12.000 – Rosso rubino impenetrabile con olfatto incentrato sulle note fruttate e su quelle vegetali di peperone dolce con contorno di noce moscata e arachidi tostate. Fresco e agile si presenta all’assaggio con tannini ricchi di giovanile vigore e una chiusura lunga sui toni vegetali leggermente rustici. Matura per 12 mesi in barrique.

Santorini Vinsanto – Canava Roussos 2007 (2016) 85 Tipologia: Bianco Dolce Dop – Uve: Assyrtiko, Aidani, Athiri - Gr. 11,5% - € 31 (0,500 l) – Bottiglie: 5000 – Ambra baltica. Al naso sale con aromi di fico secco, caramello, spezie dolci e nocciole tostate. Leggiadra dolcezza e decisa sapidità rendono facile la beva e lungo il finale ricco di ritorni di frutta candita. Da uve appassite al sole, fermenta e matura per 6 anni in botte.

Mavrathiro – Canava Roussos 2008 (2016) 84 Tipologia: Rosso Dolce IGP – Uve: Mandilaria, Mavrathiro, Assyrtiko - Gr. 11,5% - € 25 (0,500 l) – Bottiglie: – Rosso cupo. Olfatto imperniato sulla frutta rossa candita e sciroppata, cannella e pocket coffee. Piacevole al sorso, dolce e con tannini ancora vibranti. Chiude lungo sulle note di confettura di amarene. Da uve appassite al sole, matura per oltre tre anni in botte.

Gavalas Winery

Santorini Assyrtiko Old Plant – Gavalas Winery 2015 (2016) 87 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 13% - € 22 – Bottiglie: – Giallo paglierino e tipico impatto olfattivo di arancia Navel, fiori di tarassaco, arbusti di gariga e pietra pomice. Snello e agile al sorso grazie alla fitta trama tartarica e alla decisa spinta sapida che guida i ritorni fruttati del piacevole finale. Fermenta e matura in acciaio sui lieviti per sei mesi.

Santorini Nykteri – Gavalas Winery 2015 (2016) 85 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assytiko 90%, Aidani 5%, Athiri 5% - Gr. 14,0% - € 27 – Bottiglie: 5.000 – Manto dorato scuro che anticipa la lieve nota ossidativa, seguita da frutta matura, croccantino di sesamo, vaniglia e densa impronta minerale. Sorso di buon equilibrio fresco glicerico con chiusura giocata sui ritorni di spezie dolci. Da uve surmature, matura 7 mesi in barrique sui lieviti.

Aidani – Gavalas Winery 2015 (2016) 83 Tipologia: Bianco Igp – Uve: Aidani 100% - Gr. 12,5% - € 25 – Bottiglie: – Paglia verde, in attinenza cromatica con le note fruttate di lime e di mela granny smith, fiori di campo e iodio dell’Egeo. Fresco e leggero chiude coerentemente sulle note fruttate. 4 mesi sui lieviti in acciaio.

Mavrotragano – Gavalas Winery 2013 (2016) 85 Tipologia: Rosso IGP – Uve: Mavrotragano 100% - Gr. 13,5% - € 33 – Rubino compatto. Intense le sensazioni fruttate, di marasca e mora selvatica, e quelle vegetali di arbusti e bacche di lentisco, vena minerale e spezie dolci delineano la sagoma olfattiva. Buon equilibrio fresco glicerico in bocca con decisa spinta sapida e tannini esuberanti. Chiude lungo con echi fruttati. Matura per 12 mesi in barrique.

Santorini Vinsanto – Gavals Winery 2009 (2016) 87 Tipologia: Bianco Dolce Dop – Uve: Assyrtyko 85%, Aidani 10%, Athiri 5% - Gr. 9% - € 41 (0,500 l) – Bottiglie: – Ambra su montatura dorata. Profilo olfattivo disegnato dai tratti di frutta passita e scorza d’arancio candita, fico d’india e miele di eucalipto. Struttura di buone dimensioni slanciata da intatta freschezza e buona progressione sapida. Lunga chiusura ricca di echi di uva passa. Da uve appassite al sole, fermenta e matura per 6 anni in botti di rovere russo di ottanta anni.

Boutari Winery

Santorini Assyrtiko Kallisti Reserve – Boutari 2012 (2018) 86 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 13,5% - € 18 – Giallo dorato che anticipa l’evoluzione olfattiva che vede ben amalgamate le note vanigliate con quelle varietali, fruttate e floreali, e quelle territoriali minerali. Il corpo pieno e ben arrotondato è sospinto dalla freschezza intatta. Lunga la chiusura ricca di tipici ritorni minerali. 6 mesi in barrique e 6 in bottiglia.

Estate Argyros

Santorini Assyrtiko – Argyros 2014 (2019) 88 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 13,5% - € 15 – Bottiglie: – Veste paglia dorata con tipico profilo olfattivo disegnato dalle note di cedro maturo, nespole, arbusti di ginestra in fiore, fiocchi d’avena e pietra focaia. Sorso ben arrotondato dal tempo, con freschezza ancora esuberante a rendere agile la beva e intensa sapidità a guidare i ritorni fruttati del lungo finale. Solo acciaio.

Santorini Atlantis – Estate Argyros 2014 (2016) 84 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 90%, Athiri 5%, Aidani 5% - Gr. 13% - € 15 – Giallo paglierino con freschi aromi di agrumi e frutta tropicale, fiori bianchi, erbe aromatiche e netta nota minerale. In bocca si presenta snello e agile grazie all’esuberante freschezza. Piacevole la chiusura sapida e fruttata. Solo acciaio.

Hatzidakis

Santorini Assyrtiko – Hatzidakis 2012 (2013) 87 Tipologia: Bianco Dop – Uve: Assyrtiko 100% - Gr. 13,5% - € 20 – Bottiglie: 4.200 – Accenni dorati su fondo paglierino anticipano le tipiche note di frutta a polpa gialla e fiori in abbinamento cromatico. Dominante la nota minerale vulcanica. Sorso coordinato imperniato sulla sinergia fresco sapida che disegna facilità di beva e lungo finale ricco di coerenti echi varietali. Fermentazione in acciaio con lieviti indigeni su cui matura per 6 mesi.

I vini di Santorini sono acquistabili on line, il più vasto assortimento si trova sul sito: https://www.santorini.net/shop/wine

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