Energia e Mercato - marzo 2018

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Differenziare il BUSINESS Così tecnologia, normativa e mercato cambieranno il mondo di energia e gas IN QUESTO NUMERO

Italia Solare Fotovoltaico, oltre le sanzioni

Smart Energy Chi gestirà la smart home?

Blast21 Srl • 20123 Milano, Via M. Bandello 15 • Supplemento al N° 5 di DFO • Anno II • marzo 2018 Poste Italiane Spa • Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano



e r a i z n e r e Diff S S E N I S U B il va e mercato ti a rm o n , ia g as Così tecnolo di energia e g o d n o m il o cambierann IN QUESTO NUMERO

Italia Solare , Fotovoltaico ni io nz sa le oltre

Smart Energy Chi gestirà la smart home?

• marzo 2018 DFO • Anno II ento al N° 5 di 1, DCB Milano lo 15 • Supplem 2/2004 n. 46) art. 1, comma Via M. Bandel 27/0 no, L. In Mila v. 23 (con D.L. 353/2003 Blast21 Srl • 201 a.p. in d. Spa • Spe Poste Italiane

PER ABBONARSI

www.energiamercato.it


sommario

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24 PROFESSIONI

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Così cambia l’Energy Manager (e il suo team)

DIGITAL

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Chi gestirà la smart home? (e la smart energy)

SCENARI

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I rischi penali collegati alle verifiche per il riconoscimento degli incentivi

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Aliquota IVA agevolata per le prestazioni relative ai contratti di Servizio Energia e di teleriscaldamento

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Fotovoltaico, oltre le sanzioni

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Un’occasione da non sprecare

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sommario

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Supplemento al numero 5 marzo 2018 di DFO Direttore responsabile Alberto Grisoni - agrisoni@aziendabanca.it Redazione Gaja Calderone - gcalderone@aziendabanca.it Barbara Botti - bbotti@aziendabanca.it Simone Rizzo - srizzo@aziendabanca.it Advertising Mariuccia Ritrovato - mritrovato@aziendabanca.it Hanno collaborato Elena Giordano, Francesca Ruggiero, Pietro Torre Filippo Rana, Paolo Fioroni

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Progetto grafico e Impaginazione Clementina Occhipinti Stampa - Àncora Arti Grafiche Crediti Immagini Copertina: Peter Hermes Furian; Pag. 6: Casimiro PT; Pag. 7: PhotographyByMK; Pag. 15: RIDO; Pag. 24: Alexander Kirch; Pag. 28: radoma; Pag. 30: Supphachai Salaeman. Tutte le immagini sono tratte da shutterstock Redazione Blast21 Srl - Via F. Caracciolo, 68 - 20155 Milano Tel. 02 49536590

IN COPERTINA

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Se l’investitore green è anche azionista

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Il futuro del business è la piattaforma

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Nel 2018 tutti guardano alla blockchain

4 numeri l’anno. L’abbonamento andrà in corso, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile. Italia 10 euro. La copia 3,90 euro. Arretrati il doppio. Estero 20 euro. Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Autorizzazione tribunale di Milano n. 74 del 7/02/2017. È vietata la riproduzione, anche parziale, di quanto pubblicato senza la preventiva autorizzazione scritta di Blast21. Ai sensi del decreto legislativo 196/2003, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico, o di altri dello stesso Editore, consistono nell’assicurare una informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’art.13 del suddetto decreto.

dfo

DIGITAL FINANCIAL OFFICER

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nomi

A A2A........................................................ 6 Acotel..................................................12 ACSM AGAM...................................... 6 Alleanza Luce e Gas.......................7 Alleanza Luce&Gas ècoop............7 Amazon......................................24, 28 Apple..................................................24 Athonet Smartgrid.......................... 6 Athonet Srl......................................... 6 Axitea..................................................13 Axpo Italia...........................................7 B Banca Etica........................................ 9 Belcastro Francesco.....................15 Bonati Aldo......................................26 BP........................................................30 BTL......................................................30 C Carpani Maurizio............................13 Chianetta Gianni............................22 Chodary Paul...................................28 City Green Light................................7 Cooperare SpA..................................7 Cura Gas & Power............................7 D Dal Fabbro Luca.............................. 8 DAS.......................................................11 Davison John...................................12 De Sica Christian.............................11 Della Pina Amerigo......................... 9 Delos Power.....................................13 Doxa....................................................24 E E.ON............................................. 12, 30 eBay....................................................28

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El Malki Karim................................... 6 Enel...................................6, 10, 13, 30 Enerchain.........................................30 Eni.......................................................30 EPFL..................................................... 8 Etica Sgr............................................26 ExxonMobil......................................26 F FIEE.......................................................7 Fire.......................................................15 Fondazione Symbola....................10 Freepoint..........................................30 G Gallerano Marco.............................13 Garcia Pedro.....................................13 Gazprom...........................................30 Gemmo................................................7 Gemmo Irene.....................................7 GMT Research................................30 Google...............................................24 Green Network Energy..................11 Greening the Islands....................22 GRT Group......................................... 8 Gruppo AB...........................................7 Gruppo Coop Alleanza 3.0............7 GSE......................................................18 I Indra Software.................................13 ITALIA SOLARE................................18 M M-KOPA............................................... 8 Mancini Gianfilippo........................10 Mandotti Gianluca...........................11 Mastercard......................................... 8 MCE Expocomfort.........................15

O Osservatorio Smart Home........24 P Paulone Amedeo............................12 Petriones..........................................30 Pillarstone.........................................12 Radio Key Award..............................11 S School of Management Politecnico di Milano...................24 Selta....................................................13 Sirti......................................................12 Sirti Energia......................................12 Sorgenia.............................................10 Starace Francesco.........................10 Stars Up.............................................. 9 T Tages Capital....................................13 Tecno Project Industriale..............7 Tondi Maurizio.................................13 Total....................................................30 Tozzi Green.......................................13 V Vattenfall..........................................30 Verde 21.............................................. 9 Verin Gianluca.................................. 6 Visa.....................................................30 Viscontini Paolo Rocco................18 W Wekiwi................................................. 9 Wesii....................................................13 Wien Energie...................................30 Y Yess.energy........................................11


editoriale

Perché un’altra rivista sull’energia

Alberto Grisoni Direttore di DFO

Per quanto possa sembrare strano, Energia & Mercato non parla solo di energia. Parla piuttosto del rapporto tra il settore energetico e i megatrend (normativi, tecnologici e sociali) che stanno trasformando completamente il mercato.

L’editore che vi propone questa nuova rivista pubblica una testata storica del mondo bancario, AziendaBanca, che ha mantenuto indenne la sua formula di mensile cartaceo proprio distinguendosi per questo approccio. Tutto sta cambiando e quel cambiamento è così complesso che vale la pena di raccontarlo: nessuna azienda, nessun settore, nessun mercato sono isole. C’è una trasformazione digitale interna, di processi e tecnologie, che attraversa tutti i player del settore. E poi c’è un cambiamento nella domanda, nelle aspettative dei clienti, che è molto pericoloso per chi si fa a tro-

vare impreparato: la lezione del retail e dei settori meno protetti dalla normativa ce lo insegna. Abbiamo dato vita a Energia & Mercato perché il settore energy & gas ci sembra al centro di una tempesta perfetta: megatrend tecnologici e sociali (pensiamo al fenomeno dei prosumer, ma anche all’attenzione per la reputazione aziendale e gli investimenti ESG) si sommano all’apertura portata dal passaggio al mercato libero. Un mercato libero cui molti utenti finali guardano con estrema diffidenza e che richiederà in primis nuovi modi di comunicare e nuove offerte di valore. Le opportunità aperte dall’innovazione in questo senso sono tali e molteplici che abbiamo scelto di dedicare la prima copertina di Energia & Mercato al tema della differenziazione: l’energia (ma anche il gas) non sarà necessariamente “tutta uguale”. Chi saprà fare leva su tecnologie e punti di interesse del consumatore avrà il vantaggio competitivo di sapersi distinguere dagli altri. Buona lettura

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brevi • mercato

A2A - ACSM AGAM. ECCO LA MULTIUTILITY LOMBARDA Le utility lombarde si aggregano. I CdA di A2A, ACSM AGAM, ASPEM, AEVV, AEVV Energie, LARIO RETI HOLDING, Acel Service, Lario Reti Gas approvano il progetto di partnership industriale e societaria, da tempo in fase di definizione. Prende così definitivamente corpo il progetto di una multiutility lombarda sviluppato principalmente attorno a ACSM AGAM (attiva a Como e Monza) e con il coinvolgimento importante di A2A, partner industriale con una quota del 38,9%. Gli altri maggiori soci sono invece Lario reti holding, con il 23,05%, e i comuni di Monza (con il 10,53%), Como (con il 9,61%), Sondrio (con il 3,3%) e Varese (con l’1,29%), che hanno firmato i relativi contratti il 12 marzo 2018. Il piano di aggregazione Il progetto di aggregazione prevede le fusioni per incorporazione in ACSM AGAM di A2A Idro 4, ASPEM, AEVV Energie, ACEL Service, AEVV e LRG. Seguirà poi la scissione parziale di A2A Energia a favore di ACSM AGAM, la quale si riorganizzerà con vari conferimenti in società di nuova costituzione o in altre società esistenti già controllate dal Gruppo. Il prezzo d’OPA unitario coincide con il valore attribuito a un’azione ACSM AGAM ai fini della determinazione del rapporto di cambio, pari a 2,47 euro. L’aggregazione, che si completerà una volte ottenute le dovute autorizzazioni da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, è in linea con i mutamenti in atto nell’ambito delle local utilities italiane. Avremo cioè operatori sempre più grandi ma concentrati. Il piano strategico è quello di potenziare i business tradizionali, investire risorse nelle attività territoriali e rivedere costi e processi.

FUSIONE E AUMENTO DI CAPITALE PER ATHONET Athonet Srl ha completato la fusione per incorporazione della controllata Athonet Smartgrid Srl e un nuovo round di finanziamento con un primario investitore istituzionale italiano. La Athonet è una società innovativa italiana attiva nel settore delle telecomunicazioni, fondata da Karim El Malki e Gianluca Verin. Athonet Smartgrid era una startup rientrante nel progetto di incubazione promosso da Enel: attiva nel campo delle TLC mobili, propone una soluzione innovativa di rete mobile “mission critical” per le utilities elettriche. Nel 2011 ha creato la prima rete wireless smartgrid distribuita ad alta affidabilità con tecnologia 4G LTE. L’infrastruttura di rete radiomobile virtuale ultrabroadband a bassissima latenza è pensata per le reti di distribuzione smartgrid di smart city, centrali di produzione, cantieristica e microgrid aziendali. 6

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mercato • brevi

PUBBLICA ILLUMINAZIONE: FIEE NEL CAPITALE DI GEMMO Nuovo accordo per la pubblica illuminazione. Il Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica (FIEE) entra nel capitale di City Green Light, ramo di azienda dedicato all’illuminazione pubblica del gruppo Gemmo. La partnership FIEE - Gemmo punta a migliorare l’efficienza energetica nell’ambito della pubblica illuminazione gestita da City Green Light, che conta in Italia più di 350mila punti luce e un programma di investimenti di oltre 45 milioni di euro. FIEE ha per ora investito nel progetto 33 milioni di euro ma l’obiettivo è raggiungere nuovi investitori per arrivare a quota 90-100 milioni di euro nei prossimi sei mesi. «L’accordo con FIEE ci consentirà di realizzare pienamente e con maggiore velocità le enormi potenzialità di sviluppo dell’area della pubblica illuminazione - spiega Irene Gemmo, Consigliere di Gemmo e di City Green Light. FIEE è il partner ideale per un’impresa come Gemmo che ha fatto dell’efficientamento energetico una leva strategica del suo sviluppo competitivo e per questo ci auguriamo che la nostra collaborazione possa trovare ulteriori occasioni di ampliamento».

BIOMETANO: NUOVA PARTNERSHIP IN LOMBARDIA Un accordo per il biometano. A siglarlo sono il Gruppo AB di Orzinuovi (BS) e la Tecno Project Industriale di Curno (BG) per la progettazione, costruzione, installazione e manutenzione di nuovi impianti. AB e TPI sono al lavoro in particolare nell’ambito del mercato agricolo con un nuovo prodotto, chiamato BioCH4nge. La soluzione è disponibile in taglie standardizzate da 500 e 1000 Nm3/h, complete di sistemi di pre-trattamento associabili agli impianti biogas esistenti e integrabili con possibili estensioni legate alla liquefazione del gas e alla valorizzazione della CO2. Il ruolo di TPI è legato al trattamento del gas (CH4, CO2 etc.), in particolare con l’impiego di membrane. AB mette invece a disposizione la capacità di produzione e manutenzione di impianti complessi. Il biometano è una fonte di energia rinnovabile in cui il 95% di metano deriva da biogas prodotto dalla digestione anaerobica di biomasse: può essere immesso nella rete del gas naturale, oppure trasportato come gas compresso o liquido e utilizzato per il riscaldamento, la casa, il trasporto o nelle industrie.

AXPO ITALIA ACQUISISCE IL 5% DI ALLEANZA LUCE E GAS Axpo Italia, controllata del Gruppo Axpo, ha acquisito il 5% del capitale di Alleanza Luce e Gas SpA, società del Gruppo Coop Alleanza 3.0 dedicata alla vendita di energia agli associati attraverso i servizi di Luce&Gas ècoop. Coop Alleanza nasce dalla fusione di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense: con 2,5 milioni di soci e 400 negozi in 12 regioni dal Friuli alla Sicilia. La società Alleanza Luce&Gas ècoop conta 250 corner all’interno dei punti vendita Coop, 75 promotori a 50.000 clienti. L’operazione si inserisce nella cessione del 41% delle quote di Alleanza Luce&Gas, ad Axpo spa (5%), Cura Gas & Power (10%) e a Cooperare spa (26%). marzo 2018 -

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brevi • startup

RINNOVABILI. ARRIVA LA PRIMA PILA AD ACIDO FORMICO

AFRICA. CON MASTERCARD IL FOTOVOLTAICO SI PAGA DA MOBILE

L’elettricità dall’acido formico. Per GRT Group ed EPFL è possibile grazie alla prima pila a combustibile alimentata ad acido formico: un’unità che nasce per essere sostenibile, efficiente, conveniente, ma anche sicura. Il progetto HYFORM-PEMFC Il progetto, chiamato HYFORM-PEMFC, è partito con lo sviluppo di una nuova macchina integrata che trasforma l’acido formico in idrogeno, e poi direttamente in elettricità tramite una pila a combustibile. L’unità HYFORM-PEMFC può trovare applicazione sia nell’ambito domestico, sia in quello industriale: rispetto ai metodi che utilizzano solo idrogeno, è progettata per garantire infatti benefici in termini di dimensioni, facilità di trasporto e sicurezza, oltre che ecosostenibilità. La pila potrà essere utilizzata ad esempio in aree con limitato accesso alla rete elettrica, oppure per lo sviluppo di sistemi di trasporto a idrogeno. Il dispositivo è anche in grado di generare calore ed elettricità per uno chalet alpino in maniera totalmente ecologica, così come per impianti industriali più grandi. GRT guarda al futuro delle rinnovabili Il prossimo passo per GRT Group sarà lo sviluppo di un sistema completo e integrato per lo stoccaggio di energia rinnovabile. Entro il 2020 del resto il costo delle energie pulite sarà pari o inferiore a quello dei combustibili fossili ed entro il 2040 le fonti di energia rinnovabile soddisferanno il 40% della domanda di energia globale. In foto Luca Dal Fabbro, CEO di GRT Group.

L’efficienza energetica a portata di smartphone. È così in Uganda grazie alla partnership tra l’utility M-KOPA e Mastercard: i clienti possono pagare da mobile con QR code un kit che comprende pannelli solari e impianto di illuminazione domestica. M-KOPA, che fornisce energia pulita a 3 milioni di persone in Africa orientale, ha infatti integrato sul proprio sito in Uganda la tecnologia di pagamento Masterpass QR. I clienti in possesso dell’app Masterpass possono così pagare via smartphone, inquadrando semplicemente il codice e inserendo sul telefono un numero identificativo, il programma solare “pay-as-you-go”. L’offerta comprende non solo i pannelli solari ma anche un impianto di illuminazione domestica: il kit può essere acquistato anche a rate. Si tratta di un sistema solare domestico che è molto più economico ed ecologico delle lampade a cherosene. Il piano di espansione in Africa M-KOPA punta a crescere in Africa in tutti i Paesi in cui Masterpass QR è già disponibile: Ghana, Kenya, Nigeria, Ruanda e Tanzania. Mastercard lavorerà invece con gli operatori di reti mobili per estendere il modello ad altri servizi, come per l’acqua potabile e il gas, nei mercati in via di sviluppo, in tutto il mondo.

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startup • brevi

L’EQUITY CROWDFUNDING SOSTIENE LE RINNOVABILI Dal crowdfunding al lancio sul mercato. Si conclude con numeri oltre le aspettative la campagna di raccolta fondi sul portale StarsUp di Verde 21, la startup dietro al progetto Dynamo: un impianto green per produrre energia da fonti rinnovabili. Con 225.600 euro raccolti in 40 giorni, Verde 21 è ora pronta al lancio delle macchine Dynamo sul mercato e iniziare a produrre energia elettrica e termica per gli edifici di ultima generazione. Le macchine Dynamo sono anche elementi di design. La Dynamo Machine Al centro il progetto “Dynamo Machine”, un dispositivo off grid (cioè autosufficiente e isolato dalla rete di distribuzione) per la produzione e la conservazione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili. A breve partirà anche un primo test che vedrà la collaborazione di Verde21 proprio con Banca Etica. Alla base dell’iniziativa c’è infatti l’attenzione per il green e i criteri ESG, gli stessi obiettivi dell’istituto per una finanza etica e democratica. Banca Etica e gli altri investitori Con la campagna su StarsUp, Verde 21 supera gli obiettivi iniziali, fissati a 140mila euro. Banca Etica è intervenuta come investitore istituzionale con 20mila euro. Tra gli altri ci sono 45 persone fisiche e 7 persone giuridiche, con un investimento medio di 4.250 euro. Ventidue investitori hanno sottoscritto un importo pari a mille euro, altri 23 hanno investito tra i mille e i 5mila euro, mentre i restanti 8 hanno investito più di 5mila euro. «Grazie ai capitali raccolti potremo avviare la produzione e l’installazione del primo lotto di macchine – dichiara Amerigo Della Pina, Presidente di Verde 21. La qualità dei contatti e delle relazioni nate nelle ultime settimane costituiscono un patrimonio che potrà dare un forte sostegno al nostro progetto e ci fa ben sperare per l’accoglienza che i nostri prodotti riceveranno sul mercato».

WEKIWI. ARRIVA LO SMART HOME ADVISOR

Un consulente per la casa intelligente. Wekiwi introduce la nuova figura dello Smart Home Advisor, un addetto alla vendita diretta incaricato dall’azienda a promuovere porta a porta le novità per l’energia. Wekiwi non ha infatti un call center e offre assistenza e consulenza solo tramite i canali digitali: l’app, il sito web, la chat e i social network. Ora compare una nuova figura proprio per rafforzare l’importanza del fattore umano e il contatto diretto con il cliente. Non si tratta di uno dei tradizionali lavori porta a porta affidati ad agenzie esterne: in questo caso gli Smart Home Advisor rispondono direttamente a Wekiwi. Sono impiegati soprattutto part-time, giovani e con buone capacità relazionali. Dalla formazione alla vendita Tutto parte con un percorso di formazione: i giovani consulenti vengono istruiti sia sul tema dei contratti di fornitura energia e/o gas, sia sulle soluzioni per l’efficienza energetica che Wekiwi propone tramite lo shop online. Fino a 5milla euro netti di compensi, inoltre non serve aprire la partita IVA e all’aspetto contrattuale e fiscale ci pensa interamente Wekiwi. C’è anche la possibilità di avanzamenti professionali e di creare una propria rete indiretta di vendita, stabilendo poi autonomamente la gestione dei propri collaboratori. A disposizione degli Advisor anche un software dedicato. Le candidature sono aperte principalmente ai giovani in cerca di lavoro part-time, ma anche ai professionisti della vendita che vogliono scoprire nuove opportunità nel mercato dell’energia. marzo 2018 -

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brevi • marketing

DA ENEL E SYMBOLA 100 STORIE SULL’ECONOMIA CIRCOLARE L’economia circolare italiana si racconta. Enel e Fondazione Symbola presentano “100 Italian circular economy stories“, una raccolta dei migliori progetti realizzati dalle aziende attente ai temi del green, del riciclo e della sostenibilità. Dai rottami di Brescia agli stracci di Prato, fino alla carta da macero di Lucca, sono diversi e ambientati in quasi tutte le regioni d’Italia i racconti messi insieme da Enel e Symbola. Il nostro Paese del resto è tra i più avanzati nell’economia circolare: un modello di sviluppo in cui gli scarti di un’impresa diventano la materia prima di un’altra. Tra i grandi Paesi europei, come certifica Eurostat, siamo infatti quello con la quota maggiore di materia circolare (materia prima seconda) impiegata dal sistema produttivo: quasi un quinto del totale (18,5%), davanti alla Germania (10,7%). Economia circolare: l’Italia si distingue in Europa I risultati sono minori costi produttivi, minore dipendenza dall’estero per le risorse, maggiore competitività. E i dati tornano a dimostrarlo: l’Italia, con 256,3 tonnellate per milione di euro prodotto, è il più efficiente tra i grandi Paesi europei nel consumo di materia dopo la Gran Bretagna (223,4 tonnellate). Siamo secondi inoltre per riciclo industriale, con 48,5 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi avviati a recupero (dopo la Germania ma prima di Francia, Regno Unito e Spagna). Un recupero che fa risparmiare emissioni per circa 60 milioni di tonnellate di CO2. «L’economia circolare permette di creare nuovi modelli di business – afferma l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel, Francesco Starace. Il rapporto presentato oggi dimostra che tra le 100 eccellenze dell’economia circolare in Italia non ci sono solo grandi imprese, ma anche piccole e medie realtà, istituzioni, associazioni e cooperative».

SORGENIA. BEBE VIO TESTIMONIAL FINO AL 2020 Sorgenia resta insieme a Bebe Vio per altri tre anni. La campionessa paraolimpica firma un nuovo accordo con l’azienda come testimonial delle campagne di comunicazione: sarà ancora il volto dell’offerta digitale di Sorgenia. La campionessa comparirà in televisione con una pianificazione mirata su canali e programmi seguiti da un target socio-demografico evoluto. Oltre che sulle digital e social properties aziendali e sul web, per spiegare i vantaggi dell’offerta Next Energy. «Alla base di questo accordo c’è una comunanza di valori con Bebe Vio, una visione comune sintetizzata nel claim della prima campagna “Non conta quanto è difficile la sfida, conta l’energia che ci metti” – commenta Gianfilippo Mancini, Amministratore Delegato di Sorgenia. Crediamo che una società come Sorgenia, che ha superato anni difficili e ora affronta più forte che mai le sfide di domani, ha il dovere e il diritto di affermare la propria visione del mondo. Bebe ci affiancherà in questa nuova ed emozionante avventura». 10

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marketing • brevi

UNO SPOT DA PREMIO PER GREEN NETWORK Green Network Energy sale sul podio dei migliori spot radiofonici. La campagna “Baronessa” con Christian De Sica si aggiudica il Radio Key Award per la categoria Trasporti ed Energia. Lo spot dura 30 secondi. Christian De Sica interpreta un principe al quale poco è rimasto se non il titolo nobiliare. Il principe, non potendo pagare una vera e propria governante, si affida così a una giovane stagista, che si rivela una guida verso l’innovazione e il risparmio, a differenza della Baronessa, troppo ancorata al passato. Lo spot è on air da marzo 2017 su emittenti come RTL, Radio 105, Radio Rai e Radio 24. Il premio Radio Key Award, giunto alla quarta edizione, è il festival dedicato ai radio comunicati pubblicitari. Prende l’eredità del Radio Festival Rai.

RICARICHI LA E-CAR? GRATIS 3 GIORNI DI TUTELA LEGALE Tre giorni di assistenza legale con la ricarica dell’auto elettrica. È la nuova promozione lanciata da DAS, studio legale del Gruppo Generali, in partnership con Yess.energy, startup milanese che ha già installato 59 stazioni di ricarica in tutta Italia. Come funziona l’offerta? La promo è riservata a tutti gli utenti che utilizzano l’applicazione YessApp per la ricarica dei propri veicoli elettrici presso i punti di rifornimento Yess.energy a Milano, Rimini, Chieti, Como, Roma, Piombino, Sanremo, Varese e molte altre città. C’è tempo fino al termine del 2018 per ottenere i vantaggi della promozione: tre giorni di assistenza legale a zero spese per tutti i procedimenti penali legati a incidenti stradali. Dal risarcimento danni al recupero punti sulla patente L’assistenza copre anche i casi di guida in stato di ebbrezza, ma con un tasso alcolemico inferiore a 1,5 g/l. Gli altri servizi comprendono le richieste di risarcimento danni, i casi di istanza per il dissequestro del veicolo e i ricorsi contro la sospensione della patente. È prevista, inoltre, assistenza anche in caso di sanzione applicata ingiustamente, così come per il recupero punti e i corsi da sostenere. «Lo sviluppo di strumenti tecnologici, tra cui il pannello di controllo web e la YessApp, – commenta Gianluca Mandotti, Amministratore Unico di Yess. energy – ci permette di essere vicini ai nostri clienti con servizi unici come la tutela legale, rimborsi per carro attrezzi e recupero punti patente. Anche per questo Yess.energy punta a raggiungere entro fine anno l’installazione di 600 stazioni di ricarica su tutto il territorio nazionale». marzo 2018 -

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brevi • tecnologia

OBIETTIVO ENERGY & UTILITIES PER LA NUOVA SIRTI Una società ad hoc per il mondo energetico. Una business unit per le Utilities e una per l’internet delle cose: la nuova Sirti, dopo l’acquisizione, punta al rilancio anche passando per il mercato energetico. La nuova business unit Energy & Utilities sarà legata alla nuova azienda, Sirti Energia, affidata ad Amedeo Paulone (responsabile anche della B.U. Utilities). Sirti Energia nasce in seguito all’acquisizione di Basso e Foi & Vitali SpA, con l’ingresso di 220 nuove risorse. Sirti continuerà a lavorare con clienti storici del calibro di Enel, Terna, Acea, Italgas e, naturalmente, il GSE. Ma guarda con interesse anche all’espansione nel gas e nell’idrico, anche grazie al Consorzio SAI – Sirti Alliance for Infrastructure. Una business unit per l’Internet of Energy Strettamente collegata al settore energetico anche l’attività della Business Unit Internet of Things, che seguirà la trasformazione delle reti verso l’internet delle cose: qui troviamo le attività legate a smart metering, smart grid e cybersecurity. Pillarstone: Sirti è un investimento a lungo termine Pillarstone ha acquisito il 100% di Sirti, rilevandone anche il debito a lungo termine. Il nuovo Piano Industriale 2018 – 2021 prevede complessivamente 30 milioni di investimenti in innovazione e punta a portare i ricavi dai 673 milioni del 2017 ai 743 proiettati al 2020. Obiettivo fondamentale, ovviamente, il ritorno alla redditività. «L’investimento in Sirti – ha spiegato John Davison, Presidente di Sirti e CEO di Pillarstone (in foto) – è orientato al lungo termine. Siamo convinti del suo potenziale nel settore dell’Internet delle Cose e delle smart utilities. Abbiamo rinnovato il team di management e le risorse interne per attirare nuove skill: e visto che la strada più rapida per avere delle nuove competenze è acquisirle, non escludo nuove operazioni di M&A. Non siamo invece interessati alla quotazione o alla vendita, nel breve termine».

SMART METER 2.0. AL VIA I TEST CON ACOTEL E E.ON Acotel e E.ON al lavoro sullo smart metering del futuro. Partono i test di un nuovo dispositivo IoT chiamato Casa Manager, in grado di monitorare i consumi ogni 15 minuti, di connettersi al cloud e di funzionare con i nuovi contatori 2G di E.ON. I test hanno coinvolto per ora un gruppo selezionato di clienti residenziali e business dell’azienda energetica. Gli esperti di E.ON si sono occupati personalmente dell’installazione dei nuovi dispositivi IoT, pronti per connettersi con la piattaforma cloud di Acotel. I vantaggi sono diversi: cresce la consapevolezza sui propri consumi energetici, si possono adottare comportamenti più efficienti e si riducono i costi. 12

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tecnologia • brevi

DA SELTA UNA PIATTAFORMA IOT PER LA SMART INDUSTRY Un’interfaccia unica per la gestione dell’azienda connessa. SELTA crea BRAVO IoT, piattaforma in grado di collegarsi a tutti i dispositivi intelligenti degli ambienti industriali: dai pc agli smartphone, fino alle lampadine e alle videocamere. Presentata in occasione di Middle East Electricity 2018 a Dubai, fiera internazionale dedicata al mondo dell’energia che si tiene ogni anno negli Emirati Arabi, SELTA BRAVO IoT collega attraverso un’unica architettura dispositivi di ogni genere, da quelli di comunicazione unificata (telefoni, pc, tablet e smartphone) fino a dispositivi smart come lampadine, videocamere, sensori, dispositivi di controllo e prese intelligenti. Tramite servizi applicativi è possibile così ottimizzare i consumi elettrici e migliorare l’efficienza dell’azienda. Nella foto Maurizio Carpani, Presidente di SELTA. I progetti di SELTA per le reti elettriche SELTA sviluppa da tempo piattaforme per la gestione e ottimizzazione delle reti elettriche. A Milano ha realizzato un progetto di efficientamento energetico con un sistema smart per la supervisione e il controllo dell’illuminazione pubblica. E le soluzioni dell’azienda sono anche parte integrante delle Smart Grid e dei principali progetti in ambito europeo. Inoltre, in Pakistan SELTA si è aggiudicata recentemente una commessa da 5 milioni di dollari per la rete elettrica nazionale.

AXITEA PROTEGGE IL PARCO EOLICO DI CERIGNOLA

Passa ad Axitea l’incarico di mettere in sicurezza il parco eolico realizzato a Cerignola (Foggia) da Tozzi Green, società attiva nel campo dell’energia rinnovabile: l’impianto conta 6 torri da 3 MW per una produzione netta annua di 43mila MWh. Axitea si occuperà di proteggere i locali tecnici delle pale eoliche da eventuali atti vandalici e tentativi di effrazione. L’obiettivo è assicurare la continuità della produzione di energia rinnovabile. Tozzi Green aveva scelto già in passato Axitea per la sicurezza di impianti fotovoltaici in Emilia Romagna e in Puglia. La società è attiva in Italia e all’estero e sviluppa impianti di produzione fino alla messa in opera del cantiere e al successivo esercizio. Negli anni ha realizzato impianti per oltre 600 MW installati, di cui 390 MW in parchi eolici. «Per un business come quello dell’energia rinnovabile, è fondamentale dedicare tempo e risorse di qualità all’aspetto della sicurezza – sottolinea Maurizio Tondi, CTO Axitea. Tozzi Green ci ha affidato la progettazione dei servizi di sicurezza del suo parco eolico, un progetto impegnativo che Axitea ha portato a termine con successo». marzo 2018 -

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brevi • tecnologia

I SISTEMI IT DI ENEL IN GESTIONE A INDRA A Indra lo sviluppo e la manutenzione dell’IT di Enel. La società spagnola assorbe il ramo d’azienda di Ericsson Italia, responsabile finora dell’Information Technology per il gruppo energetico nel nostro Paese, in America Latina e Spagna. Indra si occuperà quindi di tutti i progetti di fornitura dei servizi IT, che comprendono l’integrazione, lo sviluppo e la manutenzione dei sistemi ERP (Enterprise Resourse Planning), così come delle soluzioni di business intelligence, smart metering e grid management. Indra si rafforza così nel settore dell’Information Technology, un mercato in cui l’azienda si è già da tempo affermata in Spagna e in America Latina e in cui ora si sta sviluppando anche in Italia. Indra: 160 new entry per l’IT Per l’occasione Indra si prepara infatti a inserire circa 160 nuovi professionisti, che potranno sviluppare una carriera professionale di portata internazionale. Già nel 2017, la società ha inserito circa 180 professionisti presso le sue sedi di Roma, Milano, Napoli e Matera. La maggior parte entrati grazie al programma Smart Start, dedicato ai talenti giovanili. Con questa operazione Indra si consolida inoltre nel mercato energetico. A oggi la società ha installato soluzioni Energy in più di 140 aziende (attive in ambito elettricità, acqua, oil e gas) di oltre 50 Paesi, per oltre 100 milioni di clienti in tutto il mondo. «L’operazione – afferma l’Amministratore Delegato di Indra in Italia, Pedro García – rappresenta un passo in avanti decisivo nella nostra proiezione e crescita in Italia, che ci consente di riaffermare l’impegno a contribuire con le nostre soluzioni e capacità alla leadership tecnologica e alla digitalizzazione del Paese».

MANUTENZIONE DEL FOTOVOLTAICO? CI PENSANO I DRONI La manutenzione degli impianti fotovoltaici passa dai droni. Il primo caso in Italia ha visto protagonisti la società energetica Tages Capital e la startup ligure Wesii: i droni targati Wesii hanno monitorato il 40% del parco solare della società in due giorni. I droni della startup ligure hanno sorvolato in particolare l’impianto fotovoltaico di Tages Capital di Rovigo. I velivoli hanno analizzato circa 30 megawatt di tutto il parco tramite sensori termici multispettrali, con una velocità di gran superiore a quanto ci vorrebbe in modalità manuale. Per effettuare manualmente l’analisi termografica, occorre percorrere infatti a piedi il campo, con una “resa” giornaliera di circa 1 megawatt/uomo. I droni di Wesii Con sede a Chiavari (GE) e presente presso l’incubatore Wylab, Wesii produce droni multispettrali: piccoli velivoli senza equipaggio dotati di sensori che raccolgono immagini con un ampio spettro di lunghezze d’onda. «Poiché con le tecnologie oggi installate si ottengono circa 0,8-0,9 megawatt per ettaro – spiega Marco Gallerano, Direttore Tecnico di Delos Power, la società alla quale Tages Capital ha demandato l’operatività – è necessario avere a disposizione impianti fotovoltaici molto estesi per generare quantità di energia significative. La gestione di questo grande numero di pannelli pone però alcune problematiche a livello di manutenzione: solo con i droni si possono ottimizzare costi e tempi». 14

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energy manager • professioni

Così cambia l’Energy Manager (e il suo team)

Energy Manager, Esperto in Gestione dell’Energia e, in futuro, anche l’Energy Auditor. La normativa evolve e introduce nuove figure professionali per la gestione razionale dell’energia in aziende e pubbliche amministrazioni. Se il settore privato ne ha capito l’utilità, la P.A. resta campione di inadempienza La figura dell’Energy Manager continua ad evolvere. È ormai una presenza abbastanza consolidata nell’industria e nei servizi, dove diverse realtà non obbligate dalla normativa hanno proceduto volontariamente alla nomina di un responsabile per la conservazione e l’uso regionale dell’energia. La maggioranza della P.A. è inadempiente Resta invece molto da fare sul fronte della Pubblica Amministrazione, dove i dati di Fire (Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia) relativi al 2016 stimano almeno un 60-80% di realtà inadempienti, persino tra i Ministeri. Come ha raccontato Francesco Belcastro della Fire nel corso del MCE Expocomfort di Milano, questa figura può essere un dipendente dell’azienda o un consulente esterno: la prima opzione è preferita dalle grandi imprese, che

puntano spesso su un dirigente; mentre quelle medio-piccole preferiscono il consulente esterno. Una nuova figura: l’EGE Nelle imprese maggiori, l’Energy Manager assume una funzione più direzionale: la sua capacità di guidare le scelte aziendali prevale sul possesso di competenze tecniche. Ecco quindi che in suo supporto può venire la nuova figura dell’Esperto in Gestione dell’Energia (EGE): un ruolo tecnico che prevede una certificazione da parte terza, e che consente all’azienda di avere accesso allo schema dei certificati bianchi, per esempio. Le competenze dell’EGE L’EGE può essere un dipendente dell’azienda, oppure un libero professionista, o ancora il titolare o un dipendente di una società di servizi energetici. Nel caso delle

aziende di dimensioni minori, può coincidere o meno con l’Energy Manager (dipendente o consulente esterno che sia), proprio per le esigenze più tecniche delle PMI. Si tratta comunque di una figura trasversale con competenze multidisciplinari: la certificazione non ha previsto l’obbligo di laurea ma valorizza le conoscenze acquisite sul campo. È ad esempio necessario avere svolto almeno una volta nella vita professionale alcune attività specifiche. L’EGE affianca l’Energy Manager Nelle imprese di grandi dimensioni, è verosimile che uno o più EGE affianchino l’Energy Manager nella sua attività, entrando negli “energy team” al suo riporto. Sulla carta, c’è poi la figura dell’Energy Auditor: il percorso di certificazione non è però ancora attivo. P.F. marzo 2018 -

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scenari • incentivi e sanzioni

I

rischi penali collegati

alle verifiche per il riconoscimento degli incentivi Le verifiche avviate dal GSE per il riconoscimento degli incentivi espongono a rilevanti rischi penali per le aziende che non dovessero essere in regola Negli ultimi mesi, la verifica dei presupposti per il riconoscimento degli incentivi statali a favore di titolari di impianti fotovoltaici da parte del GSE ha fatto rilevare, in oltre un terzo dei casi, l’applicazione di provvedimenti sanzionatori di revoca o decadenza dai benefici concessi per la produzione di energia da fonte rinnovabile. I controlli procedono Un dato allarmante in quanto le verifiche previste dal “Decreto Controlli”, DM 31 gennaio 2014 (che attribuisce al GSE il potere/ dovere di avviare attività di accertamento sulla liceità del conseguimento di incentivi statali oggetto di Convenzione con il titolare dell’impianto, con particolare riguardo alla veridicità delle attestazioni fornite dagli operatori del fotovoltaico in sede di domanda di ammissione alle tariffe incentivanti dei Conti Energia) procedono sul tutto il territorio. 16

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Che cosa prevede il controllo In termini pratici, il controllo prevede sia una verifica meramente cartolare delle autocertificazioni e documentazione tecnica presentata al GSE, sia lo svolgimento di un sopralluogo direttamente presso l’impianto di produzione, con o senza preavviso. In caso di riscontro di violazioni, l’art. 11 del DM prevede sanzioni amministrative proporzionate alla gravità dell’infrazione commessa, attribuendo al GSE il potere di rideterminare in peius gli incentivi già erogati – sino a disporre la decadenza dagli stessi – e fatto sempre salvo il recupero delle somme indebitamente percepite dal titolare dell’impianto. Dall’analisi delle violazioni rilevanti di cui all’Allegato 1 del D.M., appare evidente come le infrazioni possano contestualmente integrare fattispecie penalmente rilevanti – con conseguente obbligo per il GSE di denuncia al competente So-

stituto Procuratore della Repubblica ai sensi dell’art. 331 C.p.p.. Presentazione di dati falsi o documenti contraffatti Tra le violazioni maggiormente riscontrate spicca la presentazione di dati ideologicamente falsi o documenti materialmente contraffatti in relazione alla richiesta di incentivi formulata ai sensi del D.P.R. n.

Andrea Orabona, Avvocato dello Studio Legale Orabona


incentivi e sanzioni • scenari

445/2000, tale da poter integrare, nel primo caso, il reato di falsità ideologica commesso dal privato in atto pubblico ex art. 483 C.p. e, nel secondo, quello di falsità materiale in atti di cui all’art. 482 C.p. Così come, in ipotesi di realizzazione di un parco fotovoltaico in difformità o assenza di idoneo titolo edilizio (DIA o Autorizzazione Unica), ovvero, di lottizzazione abusiva, il titolare dell’impianto potrebbe incorrere nelle sanzioni previste dalle fattispecie contravvenzionali in materia edilizia di cui all’art. 44 D.P.R. n. 380/2001 – con applicazione, in tale ultimo caso, della misura preventiva del sequestro finalizzato alla confisca obbligatoria del terreno e degli impianti ivi abusivamente costruiti. Truffa aggravata ai danni dello Stato Occorre sottolineare come tali violazioni risultino notoriamente prodromiche alla più grave contestazione del delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche di cui all’art. 640 bis C.p., costituendo, nella maggior parte dei casi, condotte fraudolente idonee a indurre in errore il GSE sulla sussistenza dei requisiti d’ammissibilità alle tariffe incentivanti, per l’effetto indebitamente corrisposte dallo Stato al titolare dell’impianto produttivo. Un’altra ipotesi applicativa di truffa aggravata ai danni dello Stato, ai sensi dell’art. 640, comma secondo, n. 1, C.p., potrebbe emergere dalla manomissione degli strumenti di taratura dell’energia prodotta dall’impianto, tale da condurre a una falsa rappresen-

tazione al GSE della produzione di una quantità di energia maggiore rispetto a quella dichiarata, onde ottenere, a titolo esemplificativo, una tariffa di ritiro dell’elettricità superiore rispetto a quella concretamente immessa in rete. Acquisto o utilizzo di pannelli solari contraffatti Infine, in sede di attività di verifica e controllo operata dal GSE, il riscontro di anomalie relative all’originalità dei componenti o caratteristiche costruttive degli impianti fotovoltaici, oltre all’eventuale revoca dell’incentivazione, potrebbe determinare gli Uffici del Pubblico Ministero a formulare una contestazione a titolo di ricettazione ai sensi dell’art. 648 C.p. in capo al titolare della Convenzione per l’acquisto o utilizzo di pannelli solari contraffatti o aventi caratteristiche difformi da quelle falsamente certificate al GSE. Si tratterebbe di tutte quelle ipotesi di artificiosa apposizione di segni distintivi mendaci attestanti, contrariamente al vero, la provenienza del modulo fotovoltaico da uno stabilimento produttivo in territorio comunitario, oppure, di utilizzo di false certificazioni di conformità del processo produttivo del pannello solare rispetto alla normativa tecnica CEI - EN - ISO in vigore. Senza sottacere che si profilerebbe altresì una concorrente responsabilità in sede penale direttamente a carico delle società o enti titolari del parco fotovoltaico per la commissione delle stesse infrazioni riscontrate dal GSE in sede di sopralluogo, ove costituenti reato commesso

nell’interesse o a vantaggio della persona giuridica proprietaria dell’impianto. Occorre poi valutare che l’applicazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa da reato ex D. Lvo n. 231/2001 potrebbe condurre all’applicazione di misure interdittive e pecuniarie nei confronti delle società titolari di impianti per il fraudolento conseguimento dell’incentivazione, poiché conseguente, per esempio, alla commissione da parte dell’amministratore dell’ente proprietario del parco fotovoltaico dei reati di truffa aggravata ai danni dello Stato o per il conseguimento di erogazioni pubbliche o dell’ulteriore fattispecie criminosa di ricettazione. Confisca obbligatoria del profitto In tali casi, il D. Lvo n. 231/2001 impone altresì la confisca obbligatoria del profitto illegittimamente conseguito dalla società titolare dell’impianto fotovoltaico (ipoteticamente l’ammontare erogato dal GSE a titolo d’incentivazione statale), e, ove impraticabile, l’apprensione di qualsivoglia bene o somma nelle disponibilità dell’ente per un valore equivalente ai vantaggi economici derivanti dal reato commesso nell’interesse della persona giuridica dal legale rappresentante pro tempore. Occorre dunque che le imprese esercenti di impianti sappiano valutare con attenzione i rischi collegati ai controlli del GSE, con eventuali azioni specifiche che possano garantire continuità all’attività. Avv. Andrea Orabona Studio Legale Orabona marzo 2018 -

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scenari • incentivi e sanzioni

Fotovoltaico, oltre le sanzioni Un intero settore affronta il problema non solo delle inadempienze e delle relative multe-decurtazioni, ma anche di una ripresa della fiducia, per continuare a fare crescere la produzione di energia pulita

Irregolarità, sanzione (decurtazione tra il 20% e l’80% degli incentivi): in un Paese dalla burocrazia imperante, pare che uno dei settori più “attenzionati”, con quel che comporta, sia quello degli impianti fotovoltaici installati da aziende e privati. Non si può parlare di controlli “sospetti”, ma certamente gli

Paolo Rocco Viscontini, presidente dell’associazione ITALIA SOLARE 18

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operatori del settore, e coloro che desiderano che l’energia pulita prenda sempre più piede, sono perplessi. A prendere la parola sul tema è Paolo Rocco Viscontini, presidente dell’associazione ITALIA SOLARE. A guardare i numeri dello scorso anno, si scopre che le ispezioni a cura del Gestore Servizi Energetici (GSE) sono cresciute in numero del 19% rispetto al 2016 (ispezioni del 2017: 5.260). Ugualmente, la quota percentuale di esiti negativi è salita di molto, dal 30% circa del 2016 all’attuale 54,7%. «Vuol dire – spiega Rocco Viscontini – che oltre un impianto su due verificato subisce delle sanzioni. Il motivo di una pecentuale così alta è che il GSE seleziona gli impianti da verificare in base a delle informazioni in suo possesso che fanno prevedere un’alta possibilità di irregolarità». Tantissime sono le tipologie di critici-

tà che i controlli abitualmente evidenziano: possono andare dai problemi di certificazione dei moduli ad autorizzazioni non corrette, alla certificazione energetica errata. «La severità è molto alta, anche a fronte di questioni minimali o risolvibili si procede con decurtazioni degli incentivi, o completa eliminazione degli stessi». Al di là e oltre la tematica dei puntuali controlli e delle sanzioni correlate, ITALIA SOLARE sta cercando di intavolare un discorso con il GSE, in modo da supportare in qualche modo coloro che risultano irregolari. Il tema è stato già oggetto di alcune riunioni tra le due parti. Il decreto di fine 2017 (con le sanzioni “intermedie” che prevedono delle diverse percentuali di riduzione tariffa) è: «a nostro parere, già un primo passo avanti, in quanto prima addirittura ci trovavamo di fronte a un ‘on-off’, o va bene


incentivi e sanzioni • scenari

o va male, e nel secondo caso la conseguenza era, nella maggior parte dei casi, la più estrema. Non è comunque ancora abbastanza: anche quel decreto non va bene, in quanto le sanzioni sono eccessive. Ci risulta che il GSE sia più ‘accomodante’ con le famiglie, meno con le aziende: queste avrebbero dovuto stando al Gestore - essere in grado di organizzare i lavori e tutta la burocrazia conseguente in modo impeccabile. Se così non è stato, sanzioni inevitabili». Una questione di contesto, e non solo Il presidente di ITALIA SOLARE ricorda: «Ai tempi delle realizzazioni degli impianti che beneficiavano dei contributi in Conto Energia, gli adempimenti burocratici richiesti erano molto pesanti. Le incertezze interpretative erano ugualmente tante, in quanto le normative erano in continuo mutamento. Occorre fare mente locale: il contesto normativo era decisamente impegnativo e i soggetti richiedenti si trovavano, per la prima volta, a diventare produttori di energia elettrica». Si era di fronte a un primo passo relativo al cambiamento del paradigma energetico: dalla generazione centralizzata si passava a quella distribuita. Semplice da descrivere, complicato da orchestrare». Prosegue il presidente Rocco Viscontini: «Nel momento in cui si rende possibile allargare la platea dei pro-

duttori di energia, che tra l’altro sono in primis dei consumatori di energia, sarebbe meglio considerare che si coinvolgono soggetti non sempre esperti e strutturati, soprattutto in presenza di normative complicate e spesso incerte. Per questo motivo sarebbe ragionevole dimostrare una maggiore tolleranza, anche in virtù dell’aiuto che queste persone hanno dato allo Stato italiano per aumentare la produzione da rinnovabili e rispettare gli obiettivi comunitari». Alla fine si tratta di buon senso e correttezza. Il discorso di Rocco Viscontini è chiaro: non si desidera non punire chi ha commesso errori; ma siccome, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di errori venali e in totale buona fede, ITALIA SOLARE ha chiesto di prevedere sanzioni pecuniarie anziché riduzioni o, peggio, cancellazioni di tariffa. «A nostro avviso, anche le riduzioni previste dal nuovo decreto non risolvono il problema: ridurre una tariffa del 20% significa, la maggior parte delle volte, mettere in crisi il business plan di un progetto: in concreto, rendere molto difficile riuscire a pagare le rate alla banca o al leasing. Figuriamoci se si parla di tagli di percentuali maggiori». Per quanto riguarda, per esempio, i casi di errori di forma, che comunque devono essere sanzionati, l’Associazione suggerisce che comminare sanzioni che mettono in crisi la totali-

tà del progetto, che si traduce in problemi spesso enormi per un’azienda, sia eccessivo. «Riteniamo quindi più corrette delle sanzioni ragionevoli, che vadano da qualche centinaia a qualche migliaia di euro, in base alla tipologia dell’errore». Il valore intrinseco del fotovoltaico Quanto appena raccontato non deve comunque scoraggiare, né deve allontanare dalla bontà, serietà e utilità degli impianti fotovoltaici. Il nostro Paese ha saputo, in passato, installare impianti sfruttando gli incentivi, portando la quota di energia prodotta da rinnovabili all’8%. Abbiamo fatto crescere il mercato, investito, sviluppato il settore, diminuito il costo degli impianti. Poi qualcosa si è inceppato. «Oggi – spiega Viscontini – la nostra quota di rinnovabile da fotovoltaico è pari a sei volte di meno di quella prodotta dalla Germania e dalla Turchia e un terzo dell’Olanda, della Francia e del Regno Unito. Viene spontanea la domanda: perché non crederci? Perché non investire in un impianto che conviene sia per le aziende che per gli utenti residenziali, questi ultimi pure agevolati dalle detrazioni Irpef del 50%? Speriamo che l’Italia riprenda a installare, e che si ricominci a parlare del settore in modo positivo». E.G. marzo 2018 -

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scenari • IVA agevolata

Aliquota IVA agevolata

per le prestazioni relative ai contratti di Servizio Energia e di teleriscaldamento Si riapre la questione dell’applicazione dell’aliquota IVA alle cessioni di energia destinate all’uso domestico: l’agevolazione al 10% si applica solo se le cessioni di energia provengono da fonti rinnovabili?

Alcuni recenti trend in materia di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, ai fini IVA, ripropongono questioni interpretative (mai completamente sopite) concernenti l’applicazione dell’aliquota IVA agevolata con riferimento alle prestazioni dipendenti da contratti di Servizio Energia e di teleriscaldamento. Come è noto infatti, ai fini IVA, ai sensi del numero 122) della Tabella A, Parte Terza, allegata al D.P.R. n. 633 del 26 ottobre 1972, le cessioni di energia, destinate esclusivamente all’uso domestico, sono soggette all’aliquota agevolata del 10% se di20

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pendano dai contratti di Servizio Energia o da prestazioni di teleriscaldamento.

solo laddove le cessioni di energia connaturate a tali contratti provengano da fonti rinnovabili.

La posizione dell’Agenzia delle Entrate Con riferimento alla prima delle categorie di prestazioni sopra citate (i.e. le prestazioni dipendenti da contratti di Servizio Energia), l’Agenzia delle Entrate - nella propria attività di accertamento - ha riproposto l’interpretazione (già avanzata nella propria Risoluzione n. 94/E del 10 maggio 2007), secondo la quale la predetta aliquota agevolata troverebbe applicazione

La situazione precedente È noto come l’interpretazione dell’Amministrazione finanziaria sia stata assai dibattuta, giacché prima dell’introduzione della modifica del punto 122 della Tabella (avvenuta ad opera della l. 296/2006), l’aliquota IVA agevolata trovava applicazione con riferimento alle prestazioni dipendenti dai contratti in esame, indipendentemente dalla fonte dell’energia (rinnovabile o meno), nonché come varie


IVA agevolata • scenari

siano state le iniziative volte a sollecitare una diversa interpretazione della stessa norma (tuttavia senza successo). IVA più alta se la manutenzione è nel contratto Servizio Energia Anche ritenendo fondata l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, occorre notare che la stessa si risolve in un’ingiustificata penalizzazione del regime fiscale applicabile alle prestazioni dipendenti dai contratti di Servizio Energia cui siano connaturate cessioni di energia da fonti non rinnovabili. Infatti, nel complesso di prestazioni che compongono il citato contratto ve ne sono alcune (e.g. lavori di manutenzione straordinaria o ordinaria degli impianti di riscaldamento, escluse le sostituzioni di caldaie) le quali – ove isolatamente considerate – sarebbero comunque soggette al regime dell’IVA del 10% (ex art. 7 L. 488/1999). Solo in ragione della circostanza che le stesse prestazioni vengano rese unitamente alla cessione di energia da fonti non rinnovabili, secondo le previsioni di un unico contratto (di Servizio Energia), esse sono assoggettate al regime IVA dell’aliquota del 22%. La via contrattuale Onde evitare di assoggettare all’aliquota IVA del 22% prestazioni ontologicamente soggette ad aliquota del 10%, le imprese che rendono prestazioni dipen-

denti da contratti di Servizio di Energia non provenienti da fonti rinnovabili, dovrebbero scindere contrattualmente le prestazioni dovute in base allo stesso contratto, stabilendo distinti corrispettivi per ciascuna delle prestazioni che lo compongono onde configurare autonome forniture ai fini IVA. Se ne otterrebbe così un contratto di Servizio Energia che si comporrebbe di più prestazioni: (a) quelle di manutenzione soggette all’aliquota IVA del 10% e (b) la fornitura dell’energia da fonti non rinnovabili soggetta all’aliquota ordinaria. Tale soluzione imporrebbe tuttavia, in molti casi, una revisione della contrattualistica utilizzata. Teleriscaldamento e inapplicabilità tecnica Con riferimento ai servizi di teleriscaldamento, i profili di attenzione che devono essere rivolti a tali tipologie di prestazione sono connaturati alle esigenze tecniche di tali impianti. Il punto 122 della Tabella A) del d.p.R. 633/1972, prescrive che, infatti, l’aliquota agevolata IVA si applichi alle prestazioni di energia afferenti ad impianti di “cogenerazione ad alto rendimento”. Tuttavia, gli impianti di teleriscaldamento necessitano di caldaie di “integrazione e soccorso”, e cioè di impianti che mantengano il calore lungo le pipeline di diffusione e che garantiscano le esigenze di bisogno termico dell’intera rete di teleriscaldamento in caso di situazioni contingenti

e sopravvenute, le quali possono non essere alimentati da impianti di cogenerazione. Laddove si ritenesse che l’aliquota IVA agevolata si applichi solo alle forniture per teleriscaldamento che dipendano esclusivamente da impianti di cogenerazione ad alto rendimento, la stessa norma (i.e. art. 122) della Tabella) sarebbe, de facto, inapplicabile sotto questo profilo per ragioni tecniche relative alla necessità di impiegare nello stesso sistema di diffusione le caldaie di integrazione e soccorso non alimentate da cogenerazione. Onde evitare tale effetto, utili spunti possono essere colti dalle disposizioni in materia di accise laddove si è affermato che sono soggette all’aliquota di accisa agevolata per usi industriali, di cui all’art. 26 del d.p.R. del 26 ottobre 1995 n. 504, le caldaie di integrazione e soccorso, poste all’interno dello stesso impianto. Tale interpretazione dovrebbe essere mutuata ai fini IVA, prevedendo che l’aliquota IVA del 10% si applichi alle prestazioni dipendenti da servizi di teleriscaldamento da cogenerazione, anche laddove - per esigenze specificatamente tecniche - nell’impianto di teleriscaldamento siano incluse caldaie di soccorso ed integrazione non alimentate mediante cogenerazione. Domenico Rettura Valeria Andreani Dentons Europe Studio Legale Tributario marzo 2018 -

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scenari • Isole Minori

Un’occasione da non sprecare Le fonti rinnovabili sono il futuro delle piccole isole italiane non connesse al sistema elettrico nazionale. Il documento in consultazione all’autorità energetica per l’applicazione del decreto del 2017 mostra molte luci e alcune ombre, fa notare Gianni Chianetta di Greening the Islands

Un provvedimento innovativo a livello europeo, quello contenuto nel decreto energetico per le isole minori. Promulgato dal Ministero per lo Sviluppo economico il 14 febbraio 2017 e pubblicato in Gazzetta ufficiale nel maggio dello stesso anno, il testo, si legge nel sito del ministero, “individua le condizioni per rendere le fonti rinnovabili l’asse principale del sistema energetico” delle venti isole italiane non interconnesse al sistema elettrico naziona-

L’Italia è promotrice di best practice nelle energie pulite 22

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le, indicando fabbisogni, tempi e strumenti per incoraggiare il ricorso a fonti innovative e sostenibili. «Una norma importante, che per la prima volta identifica l’Italia come promotrice di best practice internazionali nella diffusione di energie pulite», afferma Gianni Chianetta, Direttore e Coordinatore scientifico dell’iniziativa Greening the Islands, il network internazionale che riunisce gli stakeholder delle piccole isole del Mediterraneo (e non solo). Una legge innovativa e a costo zero, dal momento che la tariffa incentivante si calcola in base al risparmio ottenuto evitando il corrispondente consumo di gasolio. E che promette di fare delle isole minori tanti piccoli laboratori sperimentali, incubatori di esperienze replicabili su vasta scala nell’intero territorio nazionale. Pur con alcuni limiti già evidenziati da molti: il foto-

voltaico fa la parte del leone, l’eolico è penalizzato da un iter autorizzativo più complesso, al biogas non si fa cenno. In arrivo le delibere Sul documento di orientamento che stabilisce le tariffe incentivanti, in consultazione presso l’autorità energetica fino all’inizio di aprile in vista delle delibere per il decreto attuativo, Chianetta esprime apprezzamento. Non senza qualche apprensione: «il testo è sostanzialmente buono. Tuttavia, alcune imprecisioni tecniche inficiano la corretta quantificazione dell’incentivo e rischiano di compromettere l’efficacia del provvedimento. Questo decreto ha un valore strategico per il settore energetico e per il Paese: bisogna evitare che si traduca in un’occasione mancata. I calcoli devono essere corretti».


Isole Minori • scenari

Presupposti troppo ottimistici Quali sono, esattamente, le criticità contenute nel documento e quale il margine di miglioramento possibile? «Il calcolo della tariffa si basa su alcune ipotesi tecniche non perfettamente congrue – sostiene Chianetta. In primo luogo, la previsione di irraggiamento solare è troppo ottimistica. I parametri di producibilità ipotizzati sono elevati: presuppongono il posizionamento ottimale dei pannelli, che nel caso delle piccole isole è molto difficile da raggiungere, perché in mancanza di ampie superfici aperte, gli spazi disponibili si riducono quasi esclusivamente ai tetti delle case, soggetti a restrizioni paesaggistiche e ben lontani dal garantire la massima producibilità di energia». Una seconda criticità riguarda i costi ipotizzati per la realizzazione degli impianti, sottostimati e non comprensivi dei costi di trasporto. «Rispetto a quanto riportato nel documento, la costruzione degli impianti ri-

Le isole minori diventeranno dei laboratori sperimentali

chiederà circa un 15-20% in più; inoltre, non sono considerati gli oneri fiscali a carico». Infine, l’indice di redditività non torna: «un WACC (Weighted Average Cost of Capital) al 5% è inferiore a quello di qualsiasi conto energia precedente – spiega Chianetta. Può andar bene per i grandi impianti, ma non per investimenti di piccola-media taglia e meno che mai per le famiglie, target principale dell’intervento. Il WACC dovrebbe essere innalzato oltre il 10%». Individuare l’incentivo giusto Insomma, un valore della tariffa incentivante troppo basso e un indice di redditività insufficiente, contrari allo spirito e alle intenzioni dell’articolo di legge. «Alcune delle isole hanno una potenza di poche decine di megawatt, generata quasi esclusivamente da gasolio – osserva Chianetta. Con numeri così piccoli, l’attrattività dovrebbe essere maggiore. Per chi vuole attivare la sperimentazione, l’incentivo dovrebbe essere davvero interessante: solo così si possono avviare le attività e far nascere i progetti». Le prospettive restano ottimistiche, il dialogo è aperto e prevale la fiducia: «abbiamo avuto diversi incontri con l’autorità, le associazioni industriali delle energie rinnovabili, i sindaci e le altre istituzioni e associazioni locali. Tutti si rendono conto

In prima linea il fotovoltaico, ma nessun cenno al biogas delle imprecisioni tecniche e c’è la volontà di correggere la rotta, siamo ottimisti. È un tema che richiede maggiore volontà politica o si rischia di fare molto rumore per nulla, ottenendo risultati scarsi e sprecando un’occasione con numeri troppo piccoli». Una strada ben segnata Nemmeno il cambio di legislatura sembra destinato a incidere più di tanto. «Il cammino è tracciato e sulle rinnovabili non si torna indietro: c’è una legge e c’è un mandato europeo. L’anno scorso, la direzione generale per l’energia della Ue ha siglato un impegno per le energie rinnovabili e il decreto italiano sulle isole minori è in esame alla Commissione Europea. Ora servono un incentivo interessante e un lavoro di sensibilizzazione dei cittadini sulle modalità di accesso». Le delibere, previste entro maggio, diranno se il primo obiettivo può dirsi raggiunto. F.R. marzo 2018 -

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digital • smart home

Chi gestirà la smart home? (e la smart energy)

Il mercato degli oggetti connessi per la smart home ha raggiunto nel 2017 i 250 milioni di euro di valore. L’efficienza energetica pesa per il 15% ma conquista i clienti di fascia alta, con il miglior reddito: e le opportunità di crescita non mancano La gestione intelligente di luce e gas vale circa il 15% del mercato italiano degli oggetti connessi per la smart home, secondo l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. Il settore in Italia nel 2017 ha toccato i 250 milioni di euro, confermandosi meno ricco rispetto ai principali Paesi occidentali. Ma, con una crescita del 35%, emergono numerosi trend che saranno importanti per lo sviluppo del settore. In attesa dei nuovi player... Il primo è l’ingresso sul mercato dei grandi nomi. Brand noti del mondo degli elettrodomestici, della telefonia, delle assicurazioni e, molto parzialmente, delle utilities hanno sviluppato una propria offerta. Facendo leva su un brand ben posizionato per iniziare a raccontare la “casa del futuro” ai loro clienti. Mentre sono ancora lontani dal nostro Paese quegli OTT, 24

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come Google, Amazon e Apple, che negli USA e in altri mercati europei stanno sviluppando il mercato. ... c’è la filiera tradizionale Tra questi pionieri del mercato smart home mancano le società energetiche e le utilities. Il 70% dei dispositivi smart è stato infatti acquistato tramite la filiera tradizionale della casa. E quindi costruttori e architetti: non sempre, va detto, così fiduciosi nelle tecnologie. Un altro quinto delle vendite è passato dalla distribuzione retail fisica (9%) e online (13%): entrambi i canali sono in forte crescita, conquistando il pubblico del “fai da te” e svolgendo un importante ruolo di vetrina di prodotto verso il grande pubblico. Con percentuali a una cifra troviamo le compagnie assicurative (che vendono la sensoristica in bundle con le polizze danni sull’abitazione) e le telco. Le

utilities, a oggi, veicolano a malapena l’1% dei dispositivi connessi nella smart home. Il risparmio energetico si fa smart... Eppure, i dispositivi connessi relativi al riscaldamento e al risparmio energetico rappresentano il 15% del mercato. Particolarmente popolari i termostati connessi, così come i servizi di gestione del riscaldamento e del condizionamento da remoto via app, o ancora altri dispositivi di illuminazione smart per ottimizzare i consumi. A proporli sul mercato, oggi, sono soprattutto i grandi marchi di elettrodomestici, che fanno leva sulla loro reputazione, sulla filiera di rivenditori e partner, sull’ecosistema degli installatori. ...ma le utilities sono indietro Le utilities sono invece in ritardo. Pur avendo un contatto diretto


smart home • digital

con il cliente finale, un brand assolutamente noto, una base clienti ben sviluppata e la possibilità, non banale, di addebitare servizi aggiuntivi in bolletta. Gli smart meter di seconda generazione daranno certamente un impulso all’offerta, ma già oggi sarebbe possibile comunicare al cliente i vantaggi dell’installazione di dispositivi smart legati all’energia: la School of Management del Politecnico di Milano stima un risparmio sui consumi energetici pari al 23%. Per non parlare dei risvolti di minore impatto ambientale. Un mercato di nicchia? Che il potenziale di mercato ci sia lo confermano anche i dati di una ricerca Doxa sul tema della smart home. Dai quali emerge che sì, i dispositivi relativi all’energia sono

ancora una minoranza del mercato nel suo complesso: l’1% di chi ha un oggetto smart in casa, pari allo 0,09% del totale della popolazione. Ma questi stessi dispositivi conquistano una fascia di clientela particolarmente alta per reddito e occupazione. Sono i clienti più abbienti, quindi, ad avere più sensibilità al tema e a essere disposti a investire subito per risparmiare sui consumi nel tempo. E anche tra il grande pubblico la possibilità di accedere a servizi di analisi e ottimizzazione del consumo energetico viene ritenuta di grande interesse. Partire dalla comunicazione La strategia di sviluppo più promettente sembra l’integrazione di hardware e servizi in un unico pacchetto. Già oggi alcuni forni-

tori di caldaie hanno previsto la telediagnosi per la manutenzione e la risoluzione dei guasti. Solo il 27% dei dispositivi venduti nel 2017 prevedeva anche un servizio integrato: e quasi sempre si trattava di funzionalità base, come le notifiche push e la gestione di dati nel cloud. C’è quindi ampio spazio per lo sviluppo di offerte nuove e ben tarate su uno o più target di clientela, tenendo presente che il costo dei dispositivi in molti casi è ancora un ostacolo importante e che per aggirarlo bisogna lavorare sulla comunicazione del risparmio energetico e del maggiore comfort della casa, considerata come un ecosistema intelligente di oggetti che interagiscono tra loro. P.T. marzo 2018 -

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in copertina • investitori responsabili

Se l’investitore green è anche azionista ExxonMobil, da quest’anno, dovrà spiegare agli azionisti come vuole affrontare i rischi legati al cambiamento climatico. La sostenibilità, non solo ambientale, è entrata tra le priorità degli investitori istituzionali e retail. E per le aziende del settore energetico la lotta al climate change diventa un asset reputazionale

Da investitore responsabile ad azionista attivo. Gli investimenti “sostenibili” sono ormai un trend importante nel settore finanziario: secondo un recente report del Natixis Center for Investor Insight, il 60% degli investitori istituzionali ha integrato criteri ESG nelle proprie strategie. E per i gestori storicamente attivi su questo fronte è ormai prassi abituale il cosiddetto engagement: un dialogo per influenzare, come azionisti, le decisioni dell’azienda orientandole alla sostenibilità. Dalla selezione passiva all’engagement La stessa definizione di investimento sostenibile è evoluta nel tempo, passando da un principio di esclusione delle aziende operanti in determinati settori (e, per il debito sovrano, di Paesi poco attenti ai diritti o all’ambiente) 26

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a un approccio attivo, che valuta anche strategie e politiche messe in atto dalle società sui temi della sostenibilità. «Oggi guardiamo soprattutto ai Sustainable Development Goals – spiega Aldo Bonati, Corpora-

L’engagement è il dialogo per influenzare, come azionisti, le decisioni dell’azienda verso la sostenibilità

te Engagement and Networks Manager di Etica Sgr – cioè gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’ONU. Tra questi c’è la lotta al cambiamento climatico, una voce importante per le aziende attive nel settore energetico. Negli USA, alcuni azionisti di ExxonMobil hanno presentato una mozione per chiedere al management di pubblicare un report dettagliato su come l’azienda voleva affrontare i rischi legati al cambiamento climatico. La mozione, nonostante il parere contrario del top management, è stata approvata dalla maggioranza degli azionisti: è un segno evidente di come l’attenzione a questo tema sia cresciuta». Un network europeo Tornando in Europa, lo scorso dicembre, a Milano, alcuni investitori europei (per complessivi 22


investitori responsabili • in copertina

miliardi di euro di masse) hanno fondato Shareholders for Change, per coordinare le attività di engagement su diversi temi, tra cui proprio il cambiamento climatico. Per l’Italia c’era Etica Sgr del Gruppo Banca Etica. «Dalla nascita dei nostri fondi non abbiamo mai investito nel settore Oil – precisa Bonati – mentre nell’Energia e nel Gas adottiamo una metodologia interessata all’impatto ambientale a tutto tondo. Si escludono quindi tutte le aziende coinvolte nell’energia nucleare e quelle in cui si registrano gravi violazioni delle norme relative alla biodiversità o all’inquinamento ambientale». Attenzione sulle strategie di riduzione delle emissioni Per le realtà che superano questa prima scrematura, si entra in una valutazione più specifica che comprende anche alcuni parametri relativi al cambiamento climatico. «Valutiamo se la società ha sviluppato una strategia per affrontare il problema – spiega Bonati – se questa è stata articolata in un’effettiva politica e se c’è trasparenza in termini di reporting per valutare la performance di queste azioni. Valutiamo su base annuale se l’azienda ha fissato obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, allineati a

Calcoliamo e pubblichiamo la carbon footprint delle società nel portafoglio dei nostri fondi

quanto fissato dalla COP21 di Parigi (c.d. Science Based Targets). Un esempio classico è il passaggio da fonti di energia non rinnovabile a fonti rinnovabili, accompagnato da un report sui risultati ottenuti in termini di emissioni evitate». La carbon footprint dei fondi è pubblica Sul cambiamento climatico, Etica Sgr ha avviato un dialogo con le aziende investite ormai da alcuni anni: il team di ricerca interno calcola la carbon footprint delle società nel portafoglio e questo dato viene reso pubblico. «La disponibilità e la qualità dei dati sulle emissioni sono in aumento – racconta Bonati – e le aziende sono più attente al tema. Ma spesso i dati non sono

così recenti, diamo quindi molta attenzione agli investimenti fatti dalle aziende per ridurre le emissioni e alla loro efficienza». Comunicare l’importanza anche al pubblico All’azione internazionale degli investitori etici si aggiunge la crescente attenzione al tema dell’opinione pubblica e l’interesse di un numero crescente di investitori istituzionali. Questi ultimi sono sempre più alla ricerca di rendimenti e di società che, grazie al loro comportamento virtuoso, consentano di mitigare il rischio del portafoglio. «La comunicazione sul tema è importante, siamo parte del Forum per la Finanza Sostenibile – prosegue Bonati – partecipiamo a grandi eventi e a iniziative di comunicazione. E soprattutto incontriamo molte aziende italiane per dialogare sui temi della sostenibilità e del cambiamento climatico. Siamo parte di network internazionali come l’ICCR, basato a New York, che ha iniziato le sue attività negli anni ’70 escludendo dagli investimenti il Sud Africa dell’apartheid. Anche al grande pubblico l’argomento interessa molto: il nostro riscontro sui social network lo conferma». A.G. marzo 2018 -

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in copertina • platform economy

Il futuro del business è la piattaforma Player digitali come Amazon o eBay hanno fatto del modello a piattaforma uno degli elementi di successo del loro business. Un modello a cui si guarda con interesse in moltissimi settori. E su cui si competerà anche in campo energetico

Farsi aggregatore di servizi, secondo il modello a piattaforma che ha fatto il successo di player digitali come eBay. Con formule e strategie diverse, in base alle specificità di ogni azienda, sembra questo il futuro per le utili28

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ties. Anche perché, ed è questo il lato più oscuro della rivoluzione digitale, se i player esistenti non adotteranno il modello emergente, potrebbe farlo qualcun altro. Una replica di quanto accaduto ai retailer tradizionali

di fronte all’affermarsi di eBay e Amazon. Ne resteranno poche… Una storia il cui finale è abbastanza prevedibile: un mercato concentrato su poche piattafor-


platform economy • in copertina

me con una base clienti molto ampia, alcuni soggetti di nicchia che hanno saputo differenziarsi unendo il core business con partnership e competenze distintive. E una attenzione costante alla comparazione con gli altri player e alla qualità dell’esperienza cliente. … quando cadranno le protezioni Se sembra ancora fantascienza è perché il settore energetico è stato protetto, negli ultimi anni, da una serie di caratteristiche note. Elevata concentrazione di operatori in un mercato complesso e soggetto a una regolamentazione importante, che limitava la concorrenza. Oggi l’innovazione tecnologica e l’evoluzione normativa stanno investendo diversi mercati nazionali: come per altri settori, le best practice emergenti in alcuni Paesi vengono letteralmente esportate in altri. Cogliendo anche le opportunità offerte da fenomeni che mischiano tecnologia e sociologia, come quello dei prosumer. Che cosa è una piattaforma Per spiegare che cosa è la platform economy, ci rifacciamo alla definizione standard data da Paul Chodary nel suo “Platform Revolution”, in cui delinea un’azienda il cui modello di business usa la tecnologia per creare un ecosistema che mette in contatto persone, organizzazioni e risorse. Niente modello lineare

che va dalla produzione al consumatore passando per la distribuzione (con una catena del valore spesso molto complessa): l’azienda offre un punto di incontro, una piattaforma insomma, in cui creare e scambiare valore. Secondo il più classico effetto rete, l’aumento del numero di partecipanti si riflette in un aumento esponenziale del valore generato. Il valore aggiunto sta nella completezza Con il superamento del regime di maggior tutela, previsto a luglio 2018, la competizione su consumatori e imprese si sposterà inevitabilmente sulla capacità di creare valore aggiunto, facendo leva sulla tecnologia. Offrire un solo punto di accesso a una gamma di prodotti e servizi (tenuti insieme da un tema, non necessariamente l’energia: pensiamo alla Casa o all’Auto) è un modo per offrire qualcosa di distintivo. Soprattutto se a questo si unisce l’impatto delle tecnologie digitali e soprattutto dell’Internet delle Cose su produttori, venditori e clienti finali, consumatori o imprese che siano. In palio c’è la gestione del cliente Chi dovrebbe gestire la piattaforma? Chiunque abbia una relazione solida e stabile con il cliente finale: anche un player a oggi non presente direttamente nel settore energetico potrebbe stabilire partnership per offrire anche

prodotti e servizi collegati a luce e gas. La banca che propone una tariffa luce e gas convenzionata. O un servizio di consulenza per l’impianto fotovoltaico insieme al finanziamento (appoggiandosi, chiaramente, a un partner anche per l’installazione e l’hardware). Restando su questa accezione “commerciale” della piattaforma come punto di accesso unico ai servizi integrati di più fornitori, si aprono opportunità nell’ambito della mobilità elettrica, della smart home (facendo dialogare hardware di produttori diversi, anche imponendo standard), dell’ottimizzazione del budget famigliare. La piattaforma “tecnica” ottimizza l’energia C’è poi una seconda accezione di platform business in ambito energetico e riguarda l’ottimizzazione dell’utilizzo e della trasmissione dell’energia. L’elemento di differenza sta ovviamente nel ruolo dei prosumer. Scogli normativi a parte, nel demand response il ruolo di aggregatori di clienti e prosumer nel mercato del bilanciamento è una opzione. Al pari di comunità di piccoli produttori che vendono e scambiano energia tra di loro: è un caso limite, quello di una piattaforma chiusa e autosufficiente. In cui l’aggregatore nasce dall’iniziativa di tutti i membri: un modello, forse, non realizzabile solo a livello di piccole comunità. P.T. marzo 2018 -

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in copertina • blockchain

Nel 2018 tutti guardano alla blockchain Dopo la sequenza di test e progetti pilota dello scorso anno, il 2018 potrebbe essere l’anno delle prime sperimentazioni “in grande” per la blockchain applicata al settore energetico. Se i vantaggi, almeno sulla carta, sono noti, la tecnologia a blocchi dovrà dimostrare di essere in grado di fare meglio dei sistemi esistenti

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blockchain • in copertina

Blockchain ed energia. La tecnologia resa celebre dal bitcoin ha monopolizzato l’attenzione, mediatica e non solo, per ormai più di un anno. Ed era naturale che anche il settore energetico rientrasse tra i moltissimi ambiti di studio delle sue possibili applicazioni. Le speranze su Enerchain… La notizia più importante degli ultimi mesi riguarda sicuramente Enerchain. Lanciato a maggio 2017 da E.ON (i primi test erano iniziati nel Future Lab dell’azienda, a Monaco di Baviera, già nel 2016) con l’adesione di 39 aziende, Enerchain vuole creare un mercato europeo decentrato per il trading di energia, collegando prosumer, distributori energetici e aggregatori. A

Enerchain vuole creare un mercato europeo decentrato per il trading di energia

ottobre 2017 Enel e E.ON hanno scambiato per la prima volta energia su Enerchain: l’obiettivo dei prossimi mesi è capire se la tecnologia blockchain sia in grado di reggere i volumi di trading esistenti e garantire almeno la stessa velocità delle transazioni. Insomma: bisogna capire se la blockchain funziona o meno. … e su Interbit Sul fronte gas, la piattaforma OneOffice, basata su Interbit di BTL – Blockchain Limited Technology è stata al centro di un pilota di tre mesi per valutare l’applicazione di blockchain allo scambio e alla riconciliazione nel mercato europeo del gas. BTL ha una certa esperienza sul tema, visto che prima di entrare nel settore energetico (e di dedicarsi alla blockchain) era partner di Visa per la riconciliazione dei pagamenti cross-border. Interbit ha l’obiettivo di automatizzare quella parte di comunicazioni post-trade che ancora oggi vengono gestite manualmente, implementando dei database condivisi. Niente più invio di dati via email: tutti potrebbero accedere alle informazioni in tempo reale e verficiarle, accelerando le procedure. Al progetto hanno partecipato, tra le altre, Eni, BP, Wien Energie, Gazprom, Total,

Mercuria, Vattenfall, Petrioneos e Freepoint. Entro il 2018 OneOffice potrebbe venire estesa a tutto il processo di compravendita dell’energia. L’austriaca Wien Energie sta testando la blockchain anche in autonomia, a Vienna. Tra i possibili ambiti di applicazione, la gestione della rete di stazioni di ricarica delle auto elettriche. Venture capital e ICO per finanziare le startup La quantità di test e progetti in corso richiede una visione più globale per comprendere i macrotrend in atto sulla blockchain. Ci viene in aiuto un report di GMT Research dal titolo “Blockchain in Energy 2018”. Il report conferma il grande interesse per questa tecnologia, su cui convergeranno importanti investimenti da parte delle utility tramite strumenti come il venture capital per il sostegno diretto di startup e nuove iniziative. Anche le ICO (Initial Coin Offering, metodi di finanziamento collettivo tramite token o cryptovalute, attualmente non regolamentati), che a oggi rappresentano il 75% dei finanziamenti delle iniziative legate a blockchain in ambito energetico (il dato è globale e tiene ovviamente conto delle numerosismarzo 2018 -

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in copertina • blockchain

sime startup) continueranno a rappresentare un mezzo fondamentale di raccolta fondi per le nuove iniziative. Negli USA arrivano le utility pubbliche Negli USA, ma non solo, si dovrebbe uscire dalla fase pioneristica e sperimentale per vedere le prime applicazioni concrete. Negli Stati Uniti, spiega GMT Research, vedremo sicuramente nuove iniziative importanti con il coinvolgimento delle utility pubbliche, che finora hanno lasciato l’iniziativa ai privati e sono rimaste a guardare. In Europa scambi all’ingrosso verso la fase commerciale Anche gli scambi di energia all’ingrosso, e qui l’Europa avrà un ruolo di primo piano, entreranno nella fase commerciale: d’altronde lo scambio di energia P2P, come abbiamo visto, è il protagonista di moltissimi progetti pilota in ambito energia. Anche se probabilmente, lasciano capire gli analisti, non è l’ambito più interessante dal punto di vista commerciale: emergeranno anzi nuovi modelli di business, con in pole position la ricarica dei veicoli elettrici e il trading di energia da fonte rinnovabile. 32

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PERCHÉ LA BLOCKCHAIN PIACE ALL’ENERGY & GAS Possiamo considerare la blockchain come un libro mastro condiviso: i dati del libro mastro sono visibili a tutti i partecipanti, comuni, immodificabili e distribuiti su tutti i nodi collegati alla rete. Ogni attività o transazione, per essere validata e quindi scritta nel libro mastro, richiede l’approvazione degli altri nodi. Questo meccanismo condiviso e autoregolamentato è trasparente, minimizza i tempi di transazione e i costi, in quanto non richiede intermediari. Uno degli ambiti di applicazioni più interessanti è un mercato peer-to-peer di vendita e distribuzione di energia aperto a tutti: cavalcando la crescita dei prosumer e del fotovoltaico domestico, ogni produttore, grande o piccolo, diventerebbe il nodo interconnesso di un mercato che si gestisce da solo, permettendo lo scambio sicuro di energia e gas.

Ma la blockchain ce la farà? La domanda sottesa a tutti questi progetti è semplice: la blockchain reggerà il confronto con i sistemi attualmente in uso? Perché se i suoi vantaggi sono noti (vedi box) le sue caratteristiche presentano alcuni nodi da risolvere. Ci sono innanzitutto dei limiti tecnologici, come già detto: come in tutti gli altri settori di potenziale utilizzo, la blockchain dovrà dimostrare di sapere fare meglio delle soluzioni esistenti in termini di velocità, affidabilità e costi. C’è poi un aspetto legato alla fiducia e all’affidabilità dei dati registrati nella blockchain: come garantire che a una tran-

sazione fissata nei blocchi corrisponda un effettivo trasferimento (di energia, nel nostro caso) nel mondo reale? Ci vogliono strumenti e standard per garantire la correttezza dei dati: altrimenti un modello decentralizzato, privo di una figura centrale che gode della fiducia di tutti i player, non può stare in piedi, nonostante la riduzione dei costi. Ci sono poi una serie di limiti legali e normativi, ma qui starà all’innovazione agire sul Regolatore per adeguare la legislazione al nuovo scenario tecnologico e di mercato. F.R.



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dfo È una pubblicazione di Blast21

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