SMART HOME
ANCORA UN BALZO IN AVANTI IN QUESTO NUMERO
Top Utility italiane Investimenti per 6,6 miliardi di euro
Intervista L’innovazione diffusa di Gruppo Hera
Blast21 Srl • 20123 Milano, Via M. Bandello 15 • Trimestrale • Anno II • Numero 5 • marzo 2020 Poste Italiane Spedizione A.P. - D.L. 353/2003 (conv L. 46/2004), Art. 1 comma 1, Lo/Mi
Energia & Mercato: perché una nuova rivista sull’energia Energia & Mercato non è “solo” una rivista. E non lo diciamo solo per proporvi il nostro sito web o la nostra newsletter, intendiamo dire qualcosa di molto più ampio. Già dal suo nome, Energia & Mercato afferma la prospettiva diversa che vuole portare sul settore. Non raccontare le dinamiche interne al mondo dell’energy & gas, cosa che altre realtà fanno egregiamente da molto tempo, ma le relazioni con tutto il mondo circostante. Tecnologico, in primis, ma anche finanziario ed economico. Dal marketing alla blockchain, dagli smart meter alle app, anche il settore energetico si avvia verso quella trasformazione digitale che viene spesso banalizzata con la tecnologia, ma che investe prima di tutto la cultura delle aziende e il comportamento del cliente. All’insegna dell’apertura verso il mondo, della contaminazione dei modelli di business, dello scambio di dati. Per questo vi proponiamo una nuova rivista. E, con essa, una visione diversa sul mercato e sulla realtà. Lo facciamo seguendo noi stessi una logica di apertura: l’edizione digitale di questa rivista è leggibile gratuitamente, tramite la piattaforma issuu. Ci trovate online, sul sito web www.energiamercato.it, dove troverete anche la nostra newsletter. E, con la medesima logica di apertura, aspettiamo il vostro parere. Trovate tutti i nostri riferimenti nel colophon, di fianco al sommario. Qui di fianco, invece, il link per ricevere anche in futuro l’edizione cartacea di Energia & Mercato.
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IN QUESTO NUMERO
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ANCORA
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Intervista - Pulsee Scenari IN QUESTO Digitale e su misura, La vera concorrenza? NUMERO IN a QUregole es il nuovo brand di Axpo Italia Ha per tutti pr ESTO uguali Top Utility Cliente imactice i N iw U MERO ek pr W italiane In Le best ve stimen g Intervista ketin st Srl • 20123 Milano, Via M. Bandello 15 • Trimestrale • Anno I • Numero 4 • dicembre 2019 per 6,6 m ti per il marBlast21Poste La low co Italiane Spedizione A.P.- D.L. 353/2003 (conv L. 46/2004), Art. 1 comma 1, Lo/Mi ili ar di di euro ia dell’energ
re 2019 • settemb Numero 3 • Anno I • no di Milano 1, DCB Mila so il Tribuna 1, comma zione pres n. 46) art. sa di Registra v. In L. 27/02/2004 (con o 15 • In atte 3 dell 200 Ban no, Via M. Sped. in a.p. - D.L. 353/ • 20123 Mila ne Spa • Blast21 Srl Poste Italia
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www.energiamercato.it/la-rivista
sommario
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Utility italiane, investimenti al top
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Valutazioni: boom per le aziende delle rinnovabili
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Digitale, più utile per chi è agile
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Nuove professioni per l’energia
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L’energia si fa comunità
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Numero 5 - marzo 2020
Direttore responsabile Alberto Grisoni - agrisoni@aziendabanca.it Redazione Gaja Calderone - gcalderone@aziendabanca.it Advertising Mariuccia Ritrovato - mritrovato@aziendabanca.it Ha collaborato Francesca Ruggiero Progetto grafico e Impaginazione Clementina Occhipinti Stampa - Àncora Arti Grafiche Crediti Immagini Copertina e pag. 28: Robert Kneschke/shutterstock Pag. 8: Foto di doskey12 da Pixabay Pag. 14: hywards/shutterstock Pag. 22: lalanta71/shutterstock Redazione Blast21 Srl - via Aosta 4 - 20155 Milano (presso Impact Hub) Tel. 02 94756906
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Il futuro? Parte dai dati
SPECIALE
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4 numeri l’anno. L’abbonamento andrà in corso, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile. Italia 10 euro. La copia 3,90 euro. Arretrati il doppio. Estero 20 euro. Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Autorizzazione tribunale di Milano n. 153 del 17/07/2019. È vietata la riproduzione, anche parziale, di quanto pubblicato senza la preventiva autorizzazione scritta di Blast21. Ai sensi del decreto legislativo 196/2003, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico, o di altri dello stesso Editore, consistono nell’assicurare una informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’art.13 del suddetto decreto. Gentile lettore, alcune copie del mensile AziendaBanca sono inviate gratuitamente per finalità di marketing diretto. Il destinatario finale può, in qualunque momento, contattare la redazione per richiedere l’aggiornamento o la rimozione del proprio nominativo dalla mailing list.
Smart home, ancora un balzo in avanti marzo 2020 -
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nomi
A Acciona ..............................................11 AESS – Agenzia per l’Energia a lo Sviluppo Sostenibile...........23 Allen & Overy ..................................13 Althesys ............................................14 Arera ..................................................15 Ashurst ..............................................12 B Banco BPM ......................................13 Bär & Karrer .....................................12 Barberis Riccardo .......................20 Barroco Felipe .............................23 Bei – Banca Europea per gli Investimenti ..............................15 Besseghini Stefano ......................15 Bird&Bird ..........................................12 Boccardelli Paolo .......................20 BonelliErede ...................................13 Brandinali Stefano ........................19 Brugg Kabel .....................................12 C Capone Antonio ..........................32 Carani Claudia................................23 Carria Daniela .................................12 Chiomenti ........................................13 Coinshare .......................................... 9 Corso Mariano ..............................19 Covone Francesca ........................12 D Delfanti Maurizio ...........................15 De Meo Francesco .......................10 E E-Gap..................................................10 Engineering ....................................... 9 Elettricità Futura ...........................15 F FDL Servizi ....................................... 9 Ferlin Alberto ................................... 9 FS SP .................................................13 4
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G GaiaGo................................................10 Gattai Minoli Agostinelli & Partners ........................................13 GECO – Green Energy Community......................................22 Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners ......................13 Gousset Pierre ...............................18 Gruppo Hera ..................................24 Guidotti Francesco .......................12 I Iberdrola............................................. 8 Indian Law Partners .....................12 Iren Energia.......................................12 J Jaguar Land Rover Italia..............10 L Lacey Mark......................................... 6 Longitude .........................................18 Longobardo Laura ........................12 Luiss Business School ...............20 M Magli Antonio ................................... 9 Maisto Luigi ...................................... 9 ManpowerGroup ..........................20 Marangoni Alessandro ................14 Margherita Srl .................................12 Maver Daniele .................................10 Miragliotta Giovanni .....................31 Mitsubishi UFJ Financial Group .................................................13 Molè Salvatore .............................24 Mori Simone ..................................15 O OLT Offshore LNG Toscana .......13 Orange................................................. 8 Osservatorio HR Innovation Practice, Politecnico di Milano............................................19
Osservatorio Internet of Things, Politecnico di Milano ..................28 P Prysmian Group .............................19 Pucci Emilia ....................................12 Pulcioni Andrea ..............................12 Pulsee.................................................. 9 PwC ....................................................12 R Rocket ................................................ 9 Rse - Ricerca di Sistema Energetico ........................................15 S Salvadori Giulio..............................29 Saras ..................................................13 Schroders........................................... 6 SEI Energia........................................12 Snam .................................................13 Sorgenia.............................................10 SplittyPay .......................................... 9 SSW Solutions ...............................12 Studio Legale Stradella...............12 T Terna Energy Solutions ..............12 Top Utility .........................................14 Trina ...................................................12 Tumino Angela .............................28 U UniCredit............................................13 Utilitalia .............................................15 V Valebo ...............................................16 Valle Riccardo .................................11 Valotti Giovanni ............................15 W Willis Towers Watson......................7 WindEurope....................................... 8 Workday ............................................18
editoriale
L’eterno rinvio e la libertà di scegliere L’addio al regime di maggior tutela per luce e gas come Godot. Arriva, arriva, e non arriva mai. La nuova scadenza è fissata al 1 gennaio 2022. Abbiamo così un altro paio di anni per cercare di raccontare che cosa cambia a un Alberto Grisoni pubblico enorme, stiDirettore di Energia&Mercato mato in 22 milioni di famiglie per l’energia elettrica e in 18 milioni per il gas. Un pubblico a cui, evidentemente, l’idea di un mercato libero non importa granché. Forse è anche perché le azioni di comunicazione verso questo cliente non è che siano state granché. Ricordo bene le telefonate che ricevevo dai call center outbound quando ero nel mercato a maggior tutela. Telefonate al limite dell’imbarazzante in cui operatori di call center leggevano, con tono di voce ed entusiasmo simili a quello di un automa, un testo che avrebbe dovuto convincermi a cambiare fornitore. È il tipo di telefonate da cui scappa ogni consumatore, che vengano da opera-
tori telco, fornitori di luce e gas, televenditori vari. Telefonate che vogliamo chiudere il prima possibile: fastidiose, inopportune, prive di interesse. Non un bel biglietto da visita, per il mercato libero. Poi c’è la presenza sul territorio. Dove difficilmente il cliente ci viene a cercare. Qualche operatore ha pensato di andare a trovarlo a casa, affidandosi a reti di agenti terze: la cronaca televisiva ci ha ampiamente raccontato che anche questa strada presenta qualche rischio reputazionale. Bastano pochi casi disonesti per fare notizia e rovinare, di nuovo, l’opinione del grande pubblico. Queste worst practice non aiutano l’immagine del mercato libero. Da che cosa bisognerebbe ripartire? Da quell’aggettivo, “libero”: che lascia l’idea di una scelta volontaria. Raccontando al cliente del mondo dell’energia che cambia. Di servizi a valore aggiunto, di fonti rinnovabili che aiutano il pianeta. Di smart home, di cui parliamo in questo numero: piace soprattutto ai tecno-entusiasti ma con la sua comodità può conquistare chiunque. Finanche di prezzo e di soldi, va bene. Ma parlare e spiegare. Proviamo a farci scegliere. Fino a rendere superfluo qualunque rinvio. Buona lettura
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brevi • mercato
SCHRODERS: BUONE LE PROSPETTIVE DELLE RINNOVABILI Le prospettive “risplendono” per il solare e le rinnovabili in generale, secondo l’analisi di Mark Lacey, Head of Commodities della multinazionale della gestione del risparmio Schroders. A offrire buone occasioni è ovviamente la transizione energetica globale dalle fonti inquinanti a quelle rinnovabili: il cui valore è stimato, nei prossimi 30 anni, in 120.000 miliardi di dollari in termini di opportunità di investimento. Nella cifra mostruosa rientrano la generazione di energia rinnovabile, la fornitura di equipaggiamenti (turbine eoliche, pannelli solari e così via), gli operatori delle reti, i fornitori di equipaggiamento elettrico per la distribuzione e trasmissione. E, ovviamente, chi opera nello stoccaggio di energia. 2020: in pole solare, eolico e stoccaggio Nel 2020, in particolare, Mark Lacey vede ottime occasioni per il solare, l’eolico e lo stoccaggio di energia. I titoli delle società di energia solare hanno iniziato bene già nel 2019, sulla scia delle attese di una forte domanda in Cina: le attese di una richiesta pari a 40 GW, però, sono rimaste solo sulla carta. La Cina, infatti, ha confermato i sussidi solo fino a luglio 2019, causando il rinvio di alcuni progetti e portando la domanda effettiva intorno ai 20 GW. Alcuni dei progetti rinviati in Cina dovrebbero quindi attuarsi nel 2020, Coronavirus permettendo. L’outlook di lungo termine però resta molto positivo: il solare inizia ad avere prezzi competitivi anche senza sussidi e le politiche governative in molti Paesi puntano fortemente sulle rinnovabili.
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Eolico: bene l’onshore Lacey vede prospettive analoghe anche per l’eolico onshore. Il 2020 sarà l’ultimo anno di sussidi in Cina e di crediti fiscali negli Stati Uniti. Dovremmo quindi, secondo Lacey, vedere un aumento sostanziale della capacity perché gli sviluppatori approfitteranno di questi vantaggi, finché ci sono. Nel 2021, probabilmente, il mercato sarà più debole: ma chissà che non vadano a buon fine le trattive per estendere di un anno i crediti fiscali all’eolico negli USA. Offshore: boom sì, ma nei prossimi anni Per l’eolico offshore, invece, la musica cambia. Questi progetti sono tecnicamente più complicati e hanno tempi di progettazione più lunghi. Il settore secondo Lacey potrebbe risentire di qualche debolezza nel breve termine, ma con investimenti più solidi negli anni successivi, in particolare con un balzo significativo previsto a partire dal 2025. Contratti di servizi: buoni i margini Altro ambito di investimento interessante sono i contratti di servizio legati all’installazione di nuovi impianti: i margini di profitto si aggirano intorno all’8%, con il caso dei produttori di turbine eoliche che in genere firmano contratti pluriennali di servizio e manutenzione, arrivando a margini più elevati, fino al 25%. Stoccaggio di energia: cresce la domanda nel 2020 Il 2019 è stato altalenante per il settore “stoccaggio e batterie”: la domanda di veicoli elettrici è stata più debole delle attese in Cina, impattando sulle batterie; in Corea del Sud, inoltre, si sono verificati incendi in alcuni siti di stoccaggio, dovuti a problemi di installazione. E questo ha pesato sulla domanda. Nel 2020, comunque, il mercato dovrebbe crescere fortemente secondo Lacey: le utility hanno bisogno di accantonare l’energia prodotta dalle rinnovabili e sarà in crescita, pur restando residuale, anche lo stoccaggio residenziale. In California i blackout sulle reti di trasmissione e di distribuzione si stanno facendo sempre più frequenti: molti clienti residenziali stanno installando non solo pannelli solari, ma anche batterie di stoccaggio, per evitare disagi in caso di interruzioni del servizio.
mercato • brevi
CHE COSA MINACCIA LE RINNOVABILI Le sfide principali per le rinnovabili vanno dai rischi geopolitici a quelli informatici. Il report Renewable Energy Market Review 2020 di Towers Watson, alla sua prima edizione, identifica le principali minacce per il settore. 1. Tensioni geopolitiche Il primo sono le tensioni geopolitiche. Diverse aree di tensione pongono minacce al mercato globale delle rinnovabili: USA-Iran, la Corea del Nord, India-Pachistan, Turchia-Siria, solo per nominarne alcuni. Il rischio geopolitico andrà attentamente valutato con strumenti più efficaci rispetto a una copertura assicurativa. 2. Cambiamento climatico Il secondo è il cambiamento climatico. Se davvero le rinnovabili diventeranno la prima fonte di approvvigionamento energetico globale totale entro il 2050, allora il cambiamento climatico diventerà una minaccia sempre più concreta per il settore, perché richiederà di affrontare nuovi rischi e scenari in segmenti come l’eolico offshore galleggiante o l’energia rinnovabile ibrida. 3. Hard market assicurativo Il terzo è strettamente assicurativo e riguarda lo spostamento verso un hard market. Finora c’è stato un soft market, in cui si usava soprattutto la ri-assicu-
razione del capitale e si poneva enfasi sul raggiungimento degli obiettivi di raccolta premi. Ora il contesto cambia: i costi aumentano e il rapporto sinistri/premi peggiora. E il mercato assicurativo in ambito energie rinnovabili vede condizioni particolarmente difficili, quasi un punto critico, da ormai un anno. 4. Cybersecurity Il quarto è la sicurezza informatica. Un trend comune a tutta la nostra società digitale. Per le energie rinnovabili la sfida è quantificare e gestire la propria esposizione al rischio informatico. Da una survey di Willis Towers Watson emerge che l’84% dei professionisti del settore è preoccupato dalla reale capacità di gestire questo rischio in modo efficace. 5. Rischio meteorologico Il quinto è il rischio meteorologico non assicurabile. Qualcosa di più a breve termine e sporadico del cambiamento climatico. E che incide particolarmente sulle energie rinnovabili. Le soluzioni basate su indici sono sempre più usate per affrontare i rischi legati alla produzione di energia elettrica, all’eolico e al basso consumo di energia solare, così come alla volatilità dei prezzi dell’energia o alle interruzioni di rete non legate a danni fisici. marzo 2020 -
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brevi • mercato
NEL 2019 3,6 GW DI NUOVA ENERGIA EOLICA OFFSHORE IN EUROPA Nuovo record di installazioni annuali di capacità eolica offshore nel 2019. 3,6 GW secondo le statistiche di WindEurope, associazione europea che promuove l’energia eolica. Il 2019 ha visto la messa in servizio di 10 nuovi parchi eolici offshore in 5 Paesi. In testa il Regno Unito con 1,7 GW, seguono la Germania, 1,1 GW, la Danimarca, 374 MW, e il Belgio con 370 MW. Il Portogallo ha installato 8 MW di energia eolica su sistemi offshore galleggianti. In totale, l’Europa conta 22 GW di eolico offshore. I costi hanno visto un calo, alle aste in UK, Francia e Paesi Bassi, tra i 40 e i 50 euro al MWh per i consumatori. Secondo WindEurope, i costi per la produzione di energia eolica sono ormai inferiori rispetto a quelli per la costruzione di nuovi impianti per il gas, il carbone o il nucleare. Il 2019 ha visto l’investimento di 6 miliardi di euro per la generazione di 1,4 GW di capacità.
PPA: ORANGE CON IBERDROLA IN SPAGNA Iberdrola è stata scelta da Orange per fornire energia green a 9mila punti di approvvigionamento della propria rete, attraverso un purchase agreement di lungo termine legato a un nuovo progetto di fotovoltaico che sorgerà in Extremadura. L’impianto di energia solare di Ceclavin, con una capacità installata di 328 MW, permetterà di evitare l’emissione di 110.000 tonnellate di CO2 all’anno. Iberdrola ha pianificato l’installazione di 3.000 MW di energia pulita in Spagna entro il 2022, anche grazie ad accordi bilaterali che promuovono l’approvvigionamento di energia a prezzi competitivi e costanti per i grandi clienti che vogliono impegnarsi per un consumo sostenibile. L’accordo tra iberdrola e Orange prevede la fornitura di energia da fonte rinnovabile per i 9mila uffici vendite e sedi dell’azienda in Spagna. La partnership consentirà l’erogazione di 200GWh di energia pulita ogni anno, grazie al progetto di energia solare in completamento in Extremadura quest’anno. 8
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EnerTech • brevi
PULSEE LANCIA LA BOLLETTA CONDIVISA Stessa bolletta, ma fino a 5 pagamenti diversi. La bolletta condivisa lanciata da Pulsee permette di dividere le utenze di luce e gas per chi condivide la casa e l’ufficio. Fino a cinque coinquilini, quindi, oppure cinque professionisti che condividono lo stesso studio: ognuno di loro potrà pagare la propria quota parte, in totale autonomia, senza collette o giri di bonifici. Il servizio si chiama Cost Sharing: a ogni inquilino viene notificata via email la somma da pagare, in base alle percentuali di suddivisione del costo indicate dagli stessi inquilini. Quindi in base alla dimensione della stanza che occupa, al tempo che qualcuno passa in casa e così via. Vale tutto: a Pulsee importa solo sapere in base a quali percentuali ripartire la bolletta. Cost Sharing è già disponibile gratuitamente: dalle prossime settimane si arricchirà di un nuovo sistema di pagamento online, direttamente a Pulsee, grazie al contributo della startup SplittyPay, incubata da Pulsee.
BLOCKCHAIN ED ENERGIA: ARRIVA ROCKET
ENGINEERING ACQUISISCE FDL SERVIZI
La prima “sharing company” italiana su blockchain si chiama Rocket. Fondata da Luigi Maisto, Alberto Ferlin e Antonio Magli, da marzo 2020 debutta sul mercato italiano dell’energia liberalizzata. In vista del passaggio completo dal regime a maggior tutela al libero, Rocket punta su prezzi definiti “competitivi” grazie all’efficienza offerta da un sistema digitale. L’energia consumata potrà essere pagata con un wallet del sistema Coinshare (e, quindi, con valuta digitale), che conta su 40mila utenti attivi (su un totale di 400mila registrati). L’obiettivo dell’azienda, dichiarato da Alberto Ferlin, è di arrivare entro il 2023 a 100mila clienti e circa 100 milioni di euro di fatturato. In una seconda fase, l’offerta basata su blockchain verrà estesa ad altri servizi essenziali. Il gas, da giugno 2020. E, da gennaio 2021, ad altri servizi programmati. La telefonia mobile virtuale, sviluppata internamente, e servizi di terzi, come instant credit e social lending.
Engineering ha acquisito FDL Servizi, prima acquisizione in ambito Prodotti e Servizi per il mercato “teleriscaldamento e calore”. L’azienda, con sede a Breno (Brescia) è ben posizionata sul mercato con la suite “Sistema Servizio Energia” per la conduzione e gestione degli impianti tecnologici energetici: centrali termiche, impianti cogenerativi, sistemi di raffrescamento e reti di teleriscaldamento, anche con l’impiego integrato di energie rinnovabili. Sistema Servizio Energia è una soluzione software per Gestori di Servizi Energetici in ambito privato, Utilities - che gestiscono reti innovative di Teleriscaldamento e impianti energetici - e Amministrazioni Pubbliche Locali, che intendono monitorare e controllare l’efficienza energetica dei propri edifici e l’avanzamento dei progetti di riduzione dei consumi. marzo 2020 -
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brevi • E-mobility
LA MOBILITÀ CONDIVISA IN IMPRESA Sorgenia e GaiaGo firmano un progetto di community mobility sharing. Da gennaio 2020 tre autovetture elettriche sono a disposizione dei dipendenti di Sorgenia, in condivisione. La gestione delle auto è digitale, grazie alla piattaforma di ottimizzazione delle flotte di GaiaGo. La scelta di usare 3 veicoli segue un’analisi delle ore di mobilità dei dipendenti, in modo da massimizzare l’uso dei veicoli, evitare sprechi, ridurre le emissioni di CO2, il numero dei veicoli in strada e, in generale, il traffico. L’app di GaiaGo consente di pianificare gli spostamenti, visualizzare i chilometri percorsi, le emissioni evitate: tutte informazioni capaci di generare engagement in una comunità attenta alla sostenibilità.
E-GAP RICARICA ON DEMAND ANCHE LE JAGUAR Nuova partnership per E-Gap, operatore di ricarica a richiesta di veicoli elettrici. Chi ha acquistato o acquisterà un SUV 100% elettrico I-PACE riceve un voucher da usare per le ricariche E-Gap. Offerto da Jaguar. «Per noi è un onore legarci ad un marchio così importante e prestigioso - commenta Francesco De Meo, Head of Marketing di E-Gap. Il fatto che un brand come Jaguar proponga sul mercato un SUV totalmente elettrico come I-PACE (…) conferma ulteriormente la direzione di marcia del settore della mobilità verde. La card di E-GAP permetterà ai clienti “green” di Jaguar di avere la comodità del nostro servizio in mobilità a portata di mano». «Jaguar Land Rover sempre pronta a cogliere nuove opportunità a favore della clientela, si lega a un’innovativa startup italiana come E-Gap, il primo operatore mobile di ricarica per veicoli elettrici – commenta Daniele Maver, Presidente di Jaguar Land Rover Italia. La nostra avventura nella mobilità 100% elettrica è iniziata due anni fa con Jaguar I-PACE, una vettura che ci ha dato grandi soddisfazioni, sia in termini di premi e riconoscimenti vinti, sia in termini commerciali, piazzandosi nella Top Ten delle vetture elettriche più vendute in Italia nel 2019. Come Gruppo, continueremo a investire sempre più nel processo di elettrificazione della nostra gamma. La card di E-Gap permetterà ai nostri clienti, naturalmente molto esigenti, di godere di un servizio di ricarica on demand, nel momento in cui ne hanno bisogno e dove ne hanno bisogno». Lanciato a Milano a febbraio 2019 e in primavera anche a Roma, il servizio E-GAP verrà a breve esteso alle principali città italiane e ad altre 8 in Europa, scelte per la loro forte richiesta di veicoli elettrici: Parigi, Berlino, Londra, Stoccarda, Madrid, Amsterdam, Utrecht e Mosca. 10
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E-mobility • brevi
SCOOTER ELETTRICI CONDIVISI: A MILANO ARRIVA ACCIONA
Nuovo servizio di scooter sharing elettrico in free floating a Milano. Con i primi 300 veicoli è arrivata la spagnola Acciona, i cui scooter sono già ben visibili in città. I 300 scooter rossi di Acciona si aggiungono ai 2.611 già offerti dagli altri servizi scooter sharing attivi a Milano. Secondo Riccardo Valle, Responsabile per l’Italia del Servizio di Mobilità di Acciona, l’azienda sarebbe già pronta ad aumentare il numero dei mezzi nei prossimi mesi. Acciona è già presente in sei città europee nella penisola Iberica: Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia, Saragozza e Lisbona. Offre in totale 6mila scooter. Gli scooter di Acciona sono azionati da batterie ricaricabili con la potenza equivalente di un motore da 125 cc. Offrono due modalità di guida: una Standard (“S”), con velocità fino a 50 km/h per l’uso in città; e una Custom (“C”), che può raggiungere gli
80 km/h per l’uso in autostrada. È possibile cambiare la modalità di guida nel corso del viaggio. Il servizio è aperto a tutti gli utenti in possesso di patente di guida per autoveicoli o motocicli. Le moto sono equipaggiate per trasportare due persone: il bauletto si apre con app e contiene due caschi di misure diverse, due sotto-caschi usa e getta e salviette per la pulizia di sella e manubrio. Oltre ovviamente ai documenti del mezzo. Sotto al manubrio della moto ci sono due porte USB per ricaricare lo smartphone. Il costo del servizio varia da 0,29€ a 0,34€ al minuto a seconda della modalità di guida scelta (S o C) e comprende i costi di manutenzione, rifornimento (elettricità), assicurazione del veicolo, IVA e servizio clienti disponibile 24/7. L’iscrizione al servizio è totalmente gratuita e comprende 20 minuti di guida in omaggio. marzo 2020 -
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brevi • Energy Legal Monitor
MARGHERITA SRL: IN ESERCIZIO PIÙ GRANDE IMPIANTO FOTOVOLTAICO IN GRID PARITY IN ITALIA
Studi Legali coinvolti: Bird&Bird Margherita Srl ha sviluppato e realizzato il maggiore impianto fotovoltaico in grid parity attualmente in Italia, con una potenza complessiva di circa 86 MW L’impianto è stato realizzato in Puglia interamente con pannelli fotovoltaici forniti da Trina ed è entrato in esercizio. Lo studio legale Bird & Bird ha agito al fianco di Margherita in tutte le fasi di sviluppo del progetto e nella negoziazione dei relativi contratti, incluso il contratto di fornitura dei moduli ed il contratto di fornitura degli inverter. Per quanto riguarda il contratto di fornitura dei pannelli, Trina ha agito con il suo team legale interno.
SEI ENERGIA: OMOLOGA AL CONCORDATO PREVENTIVO
Studi Legali coinvolti: Studio Legale Stradella SEI Energia ha ottenuto dal Tribunale di Milano l’omologa del concordato preventivo: il ramo d’azienda di SEI Energia relativo al teleriscaldamento nei comuni torinesi di Collegno, Grugliasco e Rivoli è gestito da Iren Energia in forza di un contratto di affitto del 2018. Lo Studio Legale Stradella ha assistito, in qualità di advisor legali, la società SEI Energia S.P.A. in tutte le fasi della procedura di concordato preventivo, dal deposito del ricorso all’omologazione da parte del Tribunale di Milano. 12
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TERNA ENERGY SOLUTIONS ACQUISISCE IL 90% DI BRUGG KABEL
Studi Legali coinvolti: Ashurst; Bär & Karrer; India Law Partners; SSW Solutions; PwC Terna S.p.A. ha completato l’acquisizione, per il tramite della controllata Terna Energy Solutions S.r.l., del 90% di Brugg Kabel AG e di tutte le società dalla stessa controllate. Brugg Kabel è tra i principali produttori europei di cavi terrestri ed è attivo nella progettazione, sviluppo, realizzazione, installazione e manutenzione di cavi elettrici di ogni tensione e accessori per cavi ad alta tensione. L’accordo fa seguito all’operazione annunciata al mercato il 20 dicembre scorso da Terna S.p.A. L’acquisizione di Brugg Kabel consentirà al Gruppo Terna di dotarsi di un centro di eccellenza per la produzione, ricerca, lo sviluppo e il collaudo in una delle tecnologie core, come quella dei cavi terrestri, funzionale all’implementazione degli obiettivi strategici di Terna. Il team di Ashurst Milano ha coordinato anche gli altri team cross border in Svizzera (Bär & Karrer AG), Cina, India (Indian Law Partners), Germania, UAE, Polonia (SSW Solutions). Lato Terna, l’operazione è stata seguita dal team legale composto dagli avvocati Francesca Covone (Responsabile Affari Legali e Societari), Daniela Carria (Legal Operations and Extraordinary Transactions Senior Manager), Emilia Pucci (Affari Societari, Corporate Governance e Controllate estere Senior Manager), Laura Longobardo, Francesco Guidotti e Andrea Pulcioni. Ashurst, Bär & Karrer AG, Indian Law Partners, e SSW Solutions hanno affiancato Terna S.p.A. nell’acquisizione. PwC ha assistito Brugg Kabel.
Energy Legal Monitor • brevi
SNAM PERFEZIONA L’ACQUISIZIONE DI OLT OFFSHORE LNG TOSCANA
Studi legali coinvolti: BonelliErede; Chiomenti; Gattai Minoli Agostinelli & Partners Snam S.p.A. ha annunciato il closing dell’operazione che ha portato all’acquisizione dal Gruppo Iren di una partecipazione pari al 49,07%, del capitale sociale di OLT Offshore LNG Toscana S.p.A., titolare di un terminale di rigassificazione del gas naturale liquido sito nel Mare Tirreno e connesso alla costa toscana attraverso un metanodotto operato da Snam Rete Gas. A esito del completamento dell’operazione e del contestuale subentro da parte di Snam nel patto parasociale in essere tra i soci di OLT, Snam ha assunto il co-controllo della società unitamente a FS SP S.à.r.l., parte del gruppo Mitsubishi UFJ Financial Group, Inc. Chiomenti, ha affiancato il team legale di Snam. Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners ha assistito il Gruppo Iren. BonelliErede ha assistito FS SP S.à.r.l.
SARAS OTTIENE UN REVOLVING CREDIT FACILITY DA 305 MILIONI
Studi Legali coinvolti; Allen & Overy; Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners Un pool di istituti finanziari italiani e internazionali – tra cui UniCredit e Banco BPM in qualità di Mandated Lead Arrangers, Bookrunners e Global Coordinators – ha approvato la concessione di una linea di credito revolving a cinque anni per un importo complessivo pari a 305 milioni di euro sottoscritta da Saras S.p.A.. L’operazione permette alla società di beneficiare di una maggiore flessibilità nella gestione dei propri impegni finanziari, allungando la durata media dell’esposizione finanziaria esistente e riducendone il costo complessivo. Allen & Overy ha assistito il pool di istituti finanziari italiani e internazionali. GOP ha assistito Saras. marzo 2020 -
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scenari • Top Utility
Utility italiane, investimenti al top Le prime 100 utility e multiutility italiane valgono il 6,5% del Pil nazionale e promuovono investimenti per quasi 6,6 miliardi di euro: una quota che da sola è pari alla percentuale di crescita della nostra intera economia Nel 2018, le prime 100 utility e multiutility italiane hanno generato un volume di affari superiore ai 114 miliardi di euro, crescendo quasi del 3% sull’anno precedente, impiegando oltre 150mila addetti e confermando la propria centralità nel sistema economico e sociale del nostro paese. La ricerca annuale promossa dal think tank Top Utility,
realizzata da Althesys e presentata lo scorso 20 febbraio alla Camera di Commercio di Milano, mostra un comparto in evoluzione, con numerose aree in miglioramento, una tensione crescente verso l’innovazione e una quota di investimenti su impianti, reti e nuove tecnologie che tocca i 6,6 miliardi di euro, pari al 5% del fatturato complessivo.
Grandi cambiamenti in vista «L’indagine approfondisce diversi aspetti, di tipo economico-finanziario, industriale, tecnologico, sociale e ambientale che caratterizzano la gestione delle utility, evidenziando il dinamismo di un settore di cui registriamo il continuo progresso tecnologico, trainato dalla digitalizzazione, e dal
RICERCA E INNOVAZIONE +47% Boom di investimenti per le top utility italiane: nel 2018 sono aumentati del 18,7% e da soli valgono il 0,3% del Pil, pari alla crescita complessiva dell’economia nazionale. Una crescita a cui contribuiscono istituti finanziari multilaterali come la Bei – Banca Europea per gli Investimenti, che negli ultimi 10 anni ha erogato 19 miliardi di euro di finanziamenti a sostegno di 49 miliardi di investimenti delle utility italiane. La regolazione ha un ruolo centrale nel promuovere gli interventi; tuttavia, sottolinea il Presidente di Arera Stefano Besseghini, l’attuale transizione, decentrata e distribuita, richiede capacità operativa di messa a terra: tocca alle utility ingaggiare e coinvolgere le comunità locali. Le imprese, fa notare il Presidente di Utilitalia Giovanni Valotti, dovrebbero 14
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sforzarsi anche di superare la frammentazione, creando maggiore consistenza industriale, mentre la politica ha il compito di creare le condizioni di accettabilità dei progetti sul territorio. Ma dove insistono gli investimenti delle top utility? Impianti, reti e attrezzature hanno un peso importante; ricerca e innovazione sono cresciute del 47% rispetto al 2017, con alcuni settori a catalizzare attenzione crescente, come la mobilità sostenibile, sottolinea l’Amministratore Delegato Maurizio Delfanti di Rse - Ricerca di Sistema Energetico. Un ruolo chiave spetta alle rinnovabili, che saranno in grado di dispiegare le proprie potenzialità solo a patto che il collo di bottiglia autorizzativo non le vanifichi, fa notare il Presidente di Elettricità Futura, Simone Mori.
Top Utility • scenari
quale ci aspettiamo cambiamenti nei processi e nella relazione con il cliente, ma anche nella struttura industriale, soggetta a grandi sfide su scala globale», afferma Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e coordinatore del gruppo di ricerca Top Utility. Una quota importante del Pil nazionale Le utility italiane considerate dalla ricerca valgono il 6,5% del Pil del paese. Un risultato a cui concorrono pochi grandi gruppi con ricavi superiori al miliardo – tra cui i grandi player energetici, spesso internazionali, e le grandi multiutility quotate – insieme a una moltitudine di aziende medio-piccole,
principalmente monoutility del settore idrico, multiutility e società di servizi ambientali, il cui fatturato non supera i 100 milioni di euro. La crescita dei ricavi oscilla tra l’1,4% delle elettriche e il 12,7% delle multiutility del gas, favorite dalla crescita esterna e dall’incremento dei prezzi di vendita, passando per il +7,4% delle società attive nel sistema idrico; in lieve flessione le monoutility dei rifiuti, che perdono l’1,4% rispetto al 2017. Operations in netto miglioramento Le performance operative delle 100 top utility migliorano in modo omogeneo in quasi tutti i comparti, sulla scorta della crescita degli investimenti. Migliora l’andamen-
to delle società dei comparti gas ed elettrico, che già mostravano risultati molto buoni; anche l’idrico mette a segno un incremento sensibile: per esempio, scendono al 29% le perdite reali nelle reti, a fronte di una media nazionale molto più alta (39%). Avanza sensibilmente il settore dei rifiuti, storicamente più arretrato: cresce al 65% la differenziata, al 71% la raccolta porta a porta e aumenta del 37% la diffusione dei sistemi di tariffazione puntale: dinamiche spinte dalla necessità di raggiungere gli obiettivi europei per l’economia circolare e di prepararsi all’avvio della regolazione nazionale da parte di Arera. F.R. marzo 2020 -
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scenari • Valutazioni
Valutazioni: boom per le aziende delle rinnovabili In sei mesi il valore delle società europee attive nel settore è cresciuto in media del 2,5%. Bene multiutility e compagnie attive nell’elettrico, in calo gas e player indipendenti, crescita a doppia cifra per chi opera in ambito rinnovabili Boom delle valutazioni per le aziende europee attive nelle rinnovabili. L’analisi sui multipli di Borsa diffusa da Valebo, relativa ai mercati europei tra il 31 marzo e il 30 settembre 2019, parla di una crescita media del valore delle società del 2,5% in sei mesi Il campione europeo e italiano. Bene le multiutility Le 115 aziende europee nel campione (di cui 22 italiane, oltre il 40% in Lombardia) registrano una valutazione media di quasi 10x il margine operativo lordo: in testa troviamo le aziende attive nell’ambito “Energia elettrica rinnovabile”, con multipli mediani di mercato di 12,2x. Il maggiore incremento del moltiplicatore che gli investitori sono disposti a riconoscere le aziende riguarda le multiutility: qui i multipli mediani sono passati dai 7,5x del 31 marzo 2019 ai 9,2x di sei mesi dopo, circa +23%. Crescono le Electric... Multipli in crescita anche nel segmento “Electric Utilities”, 27 socie16
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tà che producono o distribuiscono elettricità e hanno una valorizzazione media di 11x l’EBITDA, in crescita di quasi l’8% negli ultimi 6 mesi.
di energia”: in un semestre perde quasi l’11% del valore. Parliamo qui di società che operano come produttori indipendenti di energia (IIP), specialisti del marketing e del commercio di gas, energia, o anche commercianti di energia integrati. Qui i valori delle aziende sono scesi a 7,3x il margine opera-
... calano le Gas e i produttori/ trader indipendenti Segno negativo per il segmento “Produttori indipendenti e trader
UTILITIES & RENEWABLE ELECTRICITY
Electric Utilities
Gas Utilities
Multi-Utilities
n. società: 27
n. società: 8
n. società: 20
Aziende che producono o distribuiscono eletticità, strutture nucleari incluse
Aziende impegnate nella distribuzione e trasmissione di gas naturale e prodotto, escluse le società coinvolte nell’esplorazione o produzione di petrolio e gas e quelle impegnate nello stoccamento e/o trasporto di petrolio, gas e/o prodotti raffinati
Società di servizi con attività significativamente diversificate in aggiunta alle principali attività di electric utility, gas utility e/o water Utility
MULTIPLI DI MERCATO
MULTIPLI DI MERCATO
MULTIPLI DI MERCATO
EV/EBITDA
EV/EBITDA
EV/EBITDA
10,2x
10,0x
31/03/19
30/06/19
11,0x
30/09/19
9,7x
10,4x
9,8x
31/03/19
30/06/19
30/09/19
7,5x
9,2x
8,8x
31/03/19
30/06/19
30/09/19
EV/Sales
P/BV
EV/Sales
P/BV
EV/Sales
P/BV
1,7x
1,5x
1,7x
2,0x
1,3x
2,0x
DATI DI BILANCIO
DATI DI BILANCIO
DATI DI BILANCIO
EBITDA %
ROIC %
EBITDA %
ROIC %
EBITDA %
19,8%
1,7%
18,1%
1,2%
10,7%
0,5%
Sales CAGR 3y
PFN/EBITDA
Sales CAGR 3y
PFN/EBITDA
Sales CAGR 3y
PFN/EBITDA
2,1%
3,4x
8,6%
3,9x
2,9%
3,9x
valori mediani 30/09/2019
valori mediani 30/09/2019
ROIC %
valori mediani 30/09/2019
Valutazioni • scenari
tivo lordo, rispetto a 8,2x lo scorso 31 marzo. In calo anche il segmento delle “Gas Utilities”, che fa registrare una riduzione dei multipli di quasi il 7%: il valore delle aziende attribuito dal mercato è di 9,7 volte l’EBITDA.
1
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Gas Utilities
Company Name • Enel SpA • Terna - Rete Elettica Nazionale S.p.A.
Come cresce il valore delle rinnovabili Come anticipato, la parte del leone la fanno le aziende del segmento “Energia elettrica rinnovabile” che fanno registrare, a fine settembre 2019, un margine operativo lordo medio del 58,8% ed un multiplo del 12,2x (al 31 marzo era 11,5x) che porta il segmento a una crescita del valore del 6% negli ultimi 6 mesi. Si tratta di 41 società europee, di cui 8 italiane, attive nella generazione e distribuzione di energia elettrica derivante da
Water Utilities
2
Electric Utilities
Company Name • Acsm-Agam S.p.A. • Ascopiave S.p.A. • Italgas S.p.A. • Snam S.p.A.
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Energia elettrica rinnovabile
Water Utilities Company Name ---
Energia elettrica rinnovabile
Company Name • Alerion Clean Power S.p.A. • Ecosuntek S.p.A. • Falck Renewables S.p.A. • Frendy Energy S.p.A. • Iniziative Bresciane S.p.A. • PLT energia S.p.A. • Renergetica S.p.A. • Seri Industrial S.p.A.
Produttori indipendenti e trader di energia
n. società: 8
n. società: 41
n. società: 11
Aziende che acquistano e ridistribuiscono l’acqua al consumatore finale, compresi sistemi di trattamento dell’acqua su larga scala
Aziende di generazione e distribuzione di energia elettrica con utilizzo di fonti rinnovabili, tra cui biomassa, energia geotermica, solare, idroelettrica ed eolica. Non comprende le società coinvolte nella fornitura di tecnologia, componenti e servizi
Società che operano come produttori indipendenti di energia (IPP), specialisti del marketing e commercio di gas e energia e/o commercianti di energia integrati
MULTIPLI DI MERCATO
MULTIPLI DI MERCATO
MULTIPLI DI MERCATO
EV/EBITDA
EV/EBITDA
EV/EBITDA
9,4x
9,1x
8,5x
31/03/19
30/06/19
30/09/19
11,5x
11,9x
31/03/19
30/06/19
12,2x
8,2x
8,3x
30/09/19
31/03/19
30/06/19
7,3x
30/09/19
EV/Sales
P/BV
EV/Sales
P/BV
EV/Sales
P/BV
2,2x
1,8x
7,3x
1,6x
0,7x
1,3x
DATI DI BILANCIO
DATI DI BILANCIO
DATI DI BILANCIO
EBITDA %
ROIC %
EBITDA %
ROIC %
EBITDA %
32,1%
1,5%
58,8%
0,6%
11,7%
-0,6%
Sales CAGR 3y
PFN/EBITDA
Sales CAGR 3y
PFN/EBITDA
Sales CAGR 3y
PFN/EBITDA
1,4%
6,5x
12,5%
5,4x
13,1%
3,1x
valori mediani 30/09/2019
valori mediani 30/09/2019
Multi-Utilities
ROIC %
Company Name • A2A S.p.A. • ACEA S.p.A. • Fintel Energia Group S.p.A. • Hera S.p.A. • Iren S.p.A.
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Produttori indipendenti e trader di energia Company Name • Edison S.p.A. • Elettra Investimenti SpA • ERG S.p.A.
fonti rinnovabili, tra cui biomassa, energia geotermica, solare, idroelettrica ed eolica. Non comprende, invece, le società coinvolte nella fornitura di tecnologia, componenti e servizi. Nessuna italiana (ovviamente) nel Water Grandi assenti le società italiane nel settore delle “Water Utilities”: dopo la discesa del 9,5% al 30 giugno scorso, le 8 società europee hanno quasi recuperato il proprio valore attestandosi a 9,1 volte il multiplo EV/EBITDA, assestando il calo complessivo al 3% negli ultimi sei mesi. A.G.
valori mediani 30/09/2019
marzo 2020 -
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scenari • agility
Digitale, più utile per chi è agile L’agilità organizzativa è un elemento chiave per massimizzare i vantaggi della digital transformation Le aziende che adottano modelli organizzativi flessibili hanno probabilità doppie di ottenere ricavi significativi dai propri investimenti in innovazione. E mostrano una reattività ai cambiamenti di mercato dieci volte superiore a quella delle aziende tradizionali, più lente nel fronteggiare i mutamenti in atto, turbolenti e imprevedibili. Il dato emerge dall’indagine globale “Organizational agility at scale; the key to driving digital growth”, realizzata da Longitude per conto di Workday, socie-
tà specializzata in applicazioni cloud per la gestione finanziaria e delle risorse umane. Alla rincorsa dei leader, nativi digitali La ricerca, che ha coinvolto 998 business leader di grandi e medie aziende in 9 paesi tra Europa, Asia, Nordamerica e Australia, mostra una correlazione diretta tra la crescita dei ricavi derivanti dalla trasformazione digitale e l’agilità organizzativa delle aziende. Il modello più virtuoso, che permette di
LE 5 CARATTERISTICHE DELL’AZIENDA AGILE Lo studio globale realizzato da Longitude per Workday identifica 5 caratteristiche organizzative indispensabili per conseguire i risultati attesi: • la reattività, cioè la capacità di pianificazione continua e in tempo reale; • l’adattabilità, cioè l’abilità di costruire strutture e processi fluidi; • la riqualificazione e il coinvolgimento della forza lavoro; • il miglioramento degli strumenti decisionali messi a disposizione dei dipendenti; • la misurazione continua dei risultati delle innovazioni secondo metriche adeguate. 18
- marzo 2020
trarre il massimo dagli investimenti in tecnologia, è quello indicato dai leader dell’innovazione, quel 15% di imprese che grazie all’approccio digital-first registra le performance migliori, “rivoluzionando la propria industry dall’interno, a una velocità mai vista prima”. Il 30% delle aziende segue all’impronta, mostrando risultati “promettenti” in almeno quattro dei cinque ambiti che definiscono l’agilità organizzativa, mentre il 55% arranca, in ritardo. Coinvolgere tutte le funzioni e tutte le persone «La capacità di adattarsi continuamente all’evoluzione delle tecnologie e di monitorare i risultati in tempo reale, riallocando rapidamente capitali e risorse, costituisce la chiave del successo delle aziende in un mercato in cui i nuovi prodotti e servizi basati sul digitale promettono una crescita importante del fatturato e della redditività», sottolinea Pierre Gousset, Vicepresidente EMEA di Workday. Ma ciò avviene solo a patto che la rivoluzione digitale sia pervasiva e
agility • scenari
coinvolga tutte le funzioni e tutte le persone, alle quali occorre fornire le competenze, gli atteggiamenti e gli strumenti per pensare e agire in modo rapido. Le italiane tra le prime in Europa Il primato del digitale è chiaro a tutti: a livello globale, l’88% delle imprese dichiara di aver messo in atto adeguate strategie di crescita e il 53% si aspetta che nei prossimi cinque anni i nuovi prodotti e servizi smart produrranno la metà dei ricavi. Le aziende italiane sono in prima linea per quanto riguarda la propensione a rinnovare il modello di business a favore della trasformazione basata sul paradigma digitale: l’82% dichiara di aver compiuto progressi significativi e si aspetta un ritorno importante dagli investimenti. Commenta Mariano Corso, Responsabile Scientifico degli Osservato-
L’AMBIZIONE DIGITALE DI PRYSMIAN Il caso di Prysmian Group è emblematico di una propensione all’innovazione che traghetta nell’era digitale prodotti tipicamente analogici. Il gruppo industriale, secondo in Italia con quasi 30mila dipendenti e 12 miliardi di euro di fatturato, è leader mondiale nella produzione di cavi per la trasmissione di energia elettrica e di fibra ottica per la trasmissione dati. Quella che il Group CIO e Chief Digital Officer, Stefano Brandinali, definisce l’ambizione digitale dell’azienda muove verso tre obiettivi principali: «Passare da produttore di hardware a provider di soluzioni software-based, introducendo nelle bobine e nei cavi sensoristica e componenti smart capaci di produrre dati e informazioni; ottimizzare i processi e le performance grazie all’automazione digitale; diffondere competenze e cultura. Affinché l’innovazione digitale divenga il naturale nutrimento in cui sono immerse le persone, come il plancton per i pesci».
ri HR Innovation Practice e Cloud Transformation del Politecnico di Milano: «I risultati delle imprese italiane sono in linea con quelli europei, ma rimane ancora molto da fare: per aumentare i ricavi prodotti dal digitale, ogni azienda deve imparare a identificare le problemati-
che e i rallentamenti che le impediscono di diventare leader. L’agilità è ormai un fattore critico alla base di una trasformazione digitale più rapida, permessa dall’innovazione e dal coinvolgimento di tutti». F.R.
Da sinistra: Pierre Gousset, Vicepresidente EMEA di Workday; Stefano Brandinali, Group CIO e Chief Digital Officer di Prysmian Group; Mariano Corso, Responsabile Scientifico degli Osservatori HR Innovation Practice e Cloud Transformation del Politecnico di Milano marzo 2020 -
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scenari • HR
Nuove professioni per l’energia La digital transformation e i trend di settore guidano la ricerca e la formazione delle nuove competenze per il mondo Energy. In cima alla lista l’analisi dei dati AAA Data Scientist e Data Analyst cercansi. Anche nel settore dell’energia, le professionalità legate al digitale sono le più richieste e, non di rado, le più difficili da trovare. Nell’era dell’automazione e dei big data, i profili più gettonati hanno a che fare con la raccolta, la gestione, l’analisi e l’utilizzo delle informazioni: attività indispensabili per trarre da una mole ormai smisurata di dati le indicazioni utili al conseguimento di vantaggio competitivo. La riflessione emerge dalla ricerca “Traiettorie evolutive e competenze per le imprese Energy”, realiz-
zata dalla Luiss Business School per conto di ManpowerGroup, gigante multinazionale specialista nelle soluzioni strategiche per la gestione delle risorse umane. Obiettivo dello studio, a cui hanno contribuito CEO e HR Director di 11 fra le maggiori aziende attive nel comparto energetico italiano, delineare un quadro delle competenze e delle abilità più richieste nel settore. Digitale ed energia, il binomio del futuro L’analisi prende le mosse dai profondi cambiamenti che han-
SCENARIO • Entro il 2050, 2,5 miliardi di persone usciranno dallo stato di povertà, alimentando di circa un terzo la domanda energetica globale. • Il settore power, con la crescente elettrificazione, assorbirà il 70% dell’aumento dell’energia primaria. • Entro il 2040, il mix delle fonti sarà riassumibile nella “regola del 25%”: un quarto carbone, un quarto oil, un quarto gas e il restante 25% suddiviso tra nucleare e rinnovabili. • Le rinnovabili, che già attirano i due terzi degli investimenti mondiali, copriranno circa il 40% dell’aumento dell’energia primaria. 20
- marzo 2020
no coinvolto il mondo dell’energia e mette in luce le discontinuità introdotte a livello di strategie e di business model, di processi e di ruoli, di cultura aziendale e di mindset, nonché l’impatto dell’organizzazione sulle persone all’interno delle imprese. «Oltre a costituire un asset strategico per il paese, le aziende del settore energetico mostrano grande dinamicità e innovazione. Qui la combinazione di competenze e profili diversificati, l’evoluzione tecnologica e la digitalizzazione svolgono più che altrove un ruolo preponderante», osserva Riccardo Barberis, Amministratore Delegato di ManpowerGroup Italia. Nuove sfide, nuove opportunità Aggiunge il Direttore della Luiss Business School, Paolo Boccardelli: «Figure in grado di unire competenze manageriali e digitali diventano sempre più rilevanti per cogliere le opportunità offerte dalla sostenibilità, dai big data e dal 5G. Gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo
HR • scenari
sostenibile e la trasformazione digitale pongono alle imprese sfide completamente nuove». Una ricerca non sempre facile Ecco dunque intelligenza artificiale e computational thinking in testa alle aree tecniche presidiate dalle aziende, insieme a IoT, robotica e cybersecurity, che richiedono professionalità specializzate, al pari delle aree emergenti dell’efficienza energetica e della sharing e circular economy. La ricerca di profili legati ad ambiti innovativi risulta più difficile rispetto a quella di figure più tradizionali, rischiando di mettere in difficoltà le imprese. «Le nuove professionalità possono crescere all’interno delle aziende, grazie a percorsi di crescita professionali rivolti ai dipendenti e programmi mirati di up-skilling e re-skilling», fa notare Barberis.
I MESTIERI E LE PROFESSIONI EMERGENTI SEGNALATI NEL CORSO DI TUTTE LE INTERVISTE Manutentore meccanico
Data scientist 5,9%
Workforce manager Advanced analytics expert
Digital payments expert
Energy manager
5,9%
5,9%
5,9%
5,9%
5,9% Dagital marketing manager
5,9%
Data mining expert
5,9%
Ingegnere chimico
La rivoluzione organizzativa Sempre all’interno dell’azienda va alimentato un altro requisito fondamentale, generalmente identi-
Skill di economia circolare 14,3%
14,3%
14,3%
14,3%
14,3% Robotica
Project manager
5,9% 11,8%
Progettista di rete
Data analytics
Fonte: Luiss Business School per ManpowerGroup, “Traiettorie evolutive e competenze per le imprese Energy”
Social media managing
Energy management
Pianificatore di rete
5,9%
TRAIETTORIE EVOLUTIVE E COMPETENZE PER LE IMPRESE ENERGY
14,3%
23,5%
5,9%
Data analyst/sciantist
Technology management
14,3% Intelligenza artificiale
Fonte: Luiss Business School per ManpowerGroup, “Traiettorie evolutive e competenze per le imprese Energy”
ficato con il concetto di “transdisciplinarità”, cioè la capacità di individuare i collegamenti tra discipline, aree e sistemi diversi. L’altro elemento ormai imprescindibile per le organizzazioni è la flessibilità, che si esprime nell’esigenza di costruire team agili in contesti dinamici, nei quali, cioè, le singole funzioni non siano isolate. Un paradigma che incide profondamente sui ruoli manageriali, ridotti di numero e ridimensionati nelle prospettive di carriera, con il rischio di conseguenze sulle performance aziendali. La rivoluzione organizzativa coinvolge anche lo staff, specialmente i tecnici e i commerciali, chiamati a padroneggiare i concetti di digital marketing e data science. F.R. marzo 2020 -
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scenari • comunità energetiche
L’energia si fa comunità Nascono in Italia le prime comunità energetiche: cittadini e imprese diventano prosumer, cioè producono, consumano e si scambiano energia. Il caso di GECO – Green Energy Community, a Bologna La direttiva europea che promuove l’uso di energia da fonti rinnovabili, datata 2018, è in attesa di essere recepita dal Parlamento. Ma un primo provvedimento, basato su una proposta di Legambiente e Italia Solare, traccia il cammino: i cittadini e le imprese italiani potranno riunirsi in comunità energetiche, all’interno delle quali produrre, vendere e acquistare energia. L’emendamento al decreto Milleproroghe approvato 22
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all’inizio di febbraio dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio alla Camera introduce nel nostro paese forme evolute di fruizione energetica, già diffuse all’estero. In virtù delle quali, per esempio, sarà possibile servire con un unico impianto fotovoltaico più utenze collocate sulla stessa rete: in futuro, condomini, industrie, centri commerciali potranno installare pannelli sui tetti, condividere l’energia prodotta e
cedere ad altri o al sistema elettrico quella in eccesso. Pionieri dell’evoluzione I prossimi passaggi normativi, anticipati da Piemonte e Puglia con leggi regionali, daranno impulso a iniziative sul territorio. Dove tuttavia già esistono alcune esperienze di avanguardia: una delle prime comunità energetiche italiane è quella che nascerà alla periferia Est di Bologna su iniziativa di AESS
comunità energetiche • scenari
responsabile del progetto GECO presso AESS.
– Agenzia per l’Energia a lo Sviluppo Sostenibile in partnership con ENEA e con l’Università di Bologna nell’ambito del progetto GECO. Cofinanziata per 2,5 milioni di euro dalla community europea Climate-KIC di EIT – European Institute of Innovation and Technology, la comunità coinvolgerà il distretto industriale di Roveri, insieme all’adiacente quartiere popolare del Pilastro. Valorizzare gli impianti esistenti La scelta dell’area geografica non è casuale: a Roveri è attivo il più grande impianto fotovoltaico d’Europa, che si estende per oltre 100mila metri quadri sui tetti del CAAB – Centro Agro Alimentare di Bologna e dell’adiacente FICO Eataly World. «In futuro, l’eccesso di produzione di questo e di altri impianti industriali potrebbe essere rivenduto al quartiere, caratterizzato da alta densità abitativa e da marginalità sociale», spiega Claudia Carani,
Sulla buona strada, ma serve più coraggio Per ora il progetto coinvolge l’Agenzia di Sviluppo Pilastro Distretto Nord Est, una decina di aziende e una torre di edilizia popolare di 18 piani, che saranno sede di nuovi impianti. «L’obiettivo è quello di incrementare del 70% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili a basso impatto ambientale. In generale, vogliamo dare vita a un modello partecipativo, che porti beneficio ai cittadini e alle imprese, migliorando la sostenibilità sul territorio», sostiene Carani. Il sistema è molto complesso e le direttive, che definiscono quattro diversi modelli di autoconsumo collettivo, dovranno essere recepite in maniera coraggiosa. «Per rendere il sistema energetico locale più efficiente e resiliente, il proget-
to cerca di sfruttare le sinergie tra i settori residenziale, commerciale e industriale. Un processo che al momento non pare agevolato dal nuovo provvedimento, che almeno inizialmente limita la condivisione di energia alle cabine MT/BT. Occorre invece valorizzare la sinergia tra gli impianti e sforzarsi di avere una visione di lungo periodo», aggiunge Felipe Barroco di AESS. Smart metering e blockchain, ma anche social engagement La complessità abbraccia anche altri ambiti, dalla gestione delle reti virtuali a quella della misurazione, che andrà risolta con tecnologie di smart metering e piattaforme basate su blockchain, fino al tema del bilanciamento e dell’integrazione dei flussi. «Ma esiste anche un tema di coinvolgimento sociale e di appartenenza al territorio, anche da parte delle imprese, chiamate a identificare nel progetto un’opportunità di rilancio delle attività produttive», conclude Carani. F.R.
UNA ROADMAP AL 2022 L’AESS, associazione promotrice del progetto GECO, riunisce tra i suoi soci 85 comuni, province e soggetti pubblici dell’EmiliaRomagna e di altre regioni. Dal 2012 aderisce alla community Climate-KIC di EIT, la maggiore iniziativa comunitaria che affronta le sfide del climate change attraverso l’innovazione. «Nel 2020 la comunità energetica si costituirà in un’entità giuridica, sotto forma di cooperativa o di associazione, secondo una formula pronta ad accogliere il più ampio numero di cittadini e di imprese, completando il progetto di aggregazione entro il 2022», spiega Claudia Carani di AESS. marzo 2020 -
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intervista • Gruppo Hera
Il futuro? Parte dai dati Salvatore Molè, Direttore Centrale Innovazione e Responsabile ICT di Gruppo Hera
Tra le tecnologie rilevanti per il mondo dell’energia, quelle per la data analysis e l’intelligent automation sono destinate a una crescita esponenziale. Su queste punta Gruppo Hera per la sua innovazione diffusa e inclusiva
Un modello di innovazione diffuso, che non privilegia singole aree ma assegna a ciascuna la responsabilità di promuovere l’automazione e lo sviluppo tecnologico. Così Salvatore Molè, Direttore Centrale Innovazione e Responsabile ICT di Gruppo Hera, descrive la diffusione di nuovi strumenti all’interno della multiutility, che è attiva nel settore energetico, idrico e ambientale in 350 comuni tra Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana, Veneto e Abruzzo. Un gruppo da 9mila dipendenti, i cui servizi coinvolgono 4,4 milioni di cittadini generando un fatturato superiore ai 6,6 miliardi di euro, con una crescita dell’8% tra il 2017 e il 2018 e un rialzo dell’11% dell’utile netto. 24
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Gruppo Hera • intervista
Ognuno per sé, strumenti per tutti «L’innovazione non è imposta dall’alto ma demandata alle singole unità, al cui servizio agiscono strutture di supporto interne. La direzione innovazione, che include al suo interno anche l’ICT, l’intelligent automation e i data analytics, ha un ruolo trasversale: identifichiamo i trend tecnologici, indirizziamo le scelte e mettiamo a disposizione gli strumenti abilitanti, senza privilegiare alcun ambito ma presidiandoli tutti. I trend su cui ci muoviamo sono quelli tipici di settore, dalla sostenibilità all’economia circolare, dalla trasformazione energetica alla digitalizzazione. L’azienda, infatti, è attiva su una molteplicità di business, che vanno dalla distribuzione e vendita di gas ed energia elettrica alla gestione dei rifiuti, dall’illuminazione pubblica al ciclo idrico, dal teleriscaldamento alle telecomunicazioni», ricorda Molè.
Ci muoviamo sui trend tipici di settore, dalla sostenibilità alla digitalizzazione
SMART CITY, IL FUTURO È NELLA PIATTAFORMA «La smart city è uno degli ambiti in cui le nostre infrastrutture possono fornire servizi innovativi. Siamo partiti dall’installazione di dispositivi sul palo dell’illuminazione pubblica per costruire un sistema di rilevazione diffuso e una infrastruttura informativa che raccoglie input da qualunque dispositivo o sensore sul territorio, dai dati sull’andamento del traffico a quelli sulla qualità dell’aria, dal consumo di verde pubblico alla ricognizione satellitare dei tetti con presenza di amianto. La piattaforma è il futuro della smart city, il cui sviluppo finora è stato limitato da una concezione a silos, concentrata su singoli servizi. Che invece ora andrebbero integrati e gestiti in un sistema unico, attraverso la condivisione e lo scambio di dati», afferma Salvatore Molè.
Commerciale in prima linea «Possiamo ricondurre l’innovazione di Gruppo Hera a tre macroaree. La prima è quella commerciale, che include la relazione con il cliente finale, dall’acquisizione alla riscossione del credito. Si tratta di un’area soggetta a forti spinte competitive, che di per sé innescano un rinnovamento costante, tanto nei processi quanto nelle tecnologie. Promuovere strumenti digitali adeguati all’attività di vendita e utili ai clienti è per noi una priorità: per esempio, i diversi canali di comunicazione del cliente con l’azienda – sportelli, call center, portali on line e app – sono tutti collegati tra loro, tutti in grado di soddisfare le diverse esigenze e di fornire informazioni e servizi utili al risparmio energetico», racconta Molè.
Focus sulle operations Il secondo ambito di innovazione riguarda l’area operativa. «Siamo un’azienda con una quota rilevante di servizi sul territorio. Oltre alla gestione di tutte le attività in mobilità, tramite tablet e smartphone, esistono altri ambiti in cui è auspicabile fare efficienza e ridurre i costi attraverso l’automazione di processi manuali ripetitivi – la cosiddetta RPA, Robotic Process Atomation – ma anche e soprattutto incrementare la qualità del servizio, applicando gli strumenti informatici e l’analisi dei dati per raggiungere risultati altrimenti impossibili». Un esempio? Un sistema di riconoscimento immagini installato sugli automezzi per i servizi ambientali identifica la qualità marzo 2020 -
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intervista • Gruppo Hera
A FORLÌ UN CENTRO UNICO PER IL TELECONTROLLO «Abbiamo il centro di telecontrollo più avanzato d’Europa». Non nasconde una nota d’orgoglio Salvatore Molè, Direttore Centrale Innovazione e Responsabile ICT di Gruppo Hera, che racconta come l’azienda abbia adottato sistemi di Industrial IoT fin dal 2006, precorrendo di un decennio i tempi di Industria 4.0. «Gruppo Hera nasce nel 2002 dall’aggregazione di diverse utility locali, ciascuna delle quali aveva il suo centro di telecontrollo. Poi l’operatività è stata centralizzata nella sede di Forlì, dove convergono i dati di centinaia di migliaia di sensori disseminati su reti e impianti del ciclo idrico, gas, teleriscaldamento e servizi di igiene urbana. I dati vengono usati per la manutenzione, secondo una duplice modalità di attivazione: in caso di allarme, si interviene sull’anomalia, mentre una serie di automatismi gestiscono la conduzione, la manutenzione ordinaria e quella predittiva. Infine, la simulazione di sistemi in modalità digital twin consente la verifica offline di alcune regolazioni degli impianti al fine di ottimizzarne il funzionamento, per poi riportare le migliori regolazioni individuate sugli impianti reali».
di conferimento della raccolta differenziata effettuata dai cittadini, consentendo di individuare le aree su cui intervenire con campagne di comunicazione mirate per migliorare la qualità della raccolta. Una rivoluzione pervasiva Il terzo ambito riguarda le attività trasversali, dalla gestione delle risorse umane all’amministrazione, dalla tesoreria alla funzione legale. «Perché ci sia vera innovazione e perché que26
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sta si traduca in un generale miglioramento del servizio, gli strumenti devono essere diffusi in maniera inclusiva e pervasiva, coinvolgendo anche le aree meno esposte alla competizione di mercato e tipicamente poco propense al cambiamento; per esempio, anche gli area manager, che gestiscono i rapporti con enti locali e comuni, hanno a disposizione un sistema avanzato di Customer Relationship Management che permette loro di tracciare e
monitorare le richieste e le relazioni con i vari interlocutori», sottolinea Molè. Mentre l’identificazione delle soluzioni più adatte a ciascun comparto spetta alle singole strutture di business, la pianificazione strategica avviene a livello di gruppo, secondo linee di sviluppo stabilite dai vertici aziendali. La direzione innovazione gestisce lo sviluppo e l’esercizio dell’ICT, attraverso i sistemi informativi e la gestione della connettività, ma affianca
Gruppo Hera • intervista
anche l’unità di data analytics e intelligent automation, la cybersecurity, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione digitale.
START UP SÌ, MA SELEZIONATE «Gruppo Hera incoraggia i dipendenti a proporre iniziative, che raccogliamo sulla piattaforma interna Heureka. Sono le più varie, dall’accessibilità del cedolino online alla promozione dello smart working alla raccolta differenziata: lo scorso anno ne abbiamo ricevute circa 30 e alle più rilevanti abbiamo assegnato un innovation coach», racconta Salvatore Molè. Il modello è aperto anche verso l’esterno, ma con una forte selezione degli interlocutori: «Lavoriamo assiduamente con vari atenei nazionali e con un numero limitato di start up, selezionate in base alle soluzioni e ai servizi proposti: non facciamo distinzioni dimensionali quando siamo alla ricerca di soluzioni adeguate alle nostre esigenze», chiosa Molè.
Innovazione, la chiave è nei dati «Le tecnologie disponibili per il mondo delle utility sono moltissime. La criticità, e la vera sfida, sta nell’identificare quelle giuste in ordine alle finalità strategiche dell’azienda: le tecnologie per l’analisi dei dati e l’intelligent automation mostrano potenzialità di crescita enormi. La questione dei dati è preponderante, poiché i volumi di informazioni che abbiamo oggi a disposizione grazie alla digitalizzazione sono incommensurabili con quelli del passato: valga come esempio il caso dei contatori smart, che trasmettono un dato ogni quarto d’ora a fronte della cadenza mensile dei contatori analogici. Lo stesso vale per i cassonetti dei rifiuti, che possono fornire informazioni sul livello di riempimento, per la rete idrica e per quella elettrica. La comprensione dei dati e il loro impiego in ottica predittiva offrono prospettive senza precedenti per contenere i costi migliorando il servizio e la competitività», conclude Molè. F.R. marzo 2020 -
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SMART HOME
ANCORA UN BALZO IN AVANTI
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smart home • speciale
Quello della casa connessa si conferma un mercato vivace, trainato dagli assistenti vocali ma orientato anche all’evoluzione del servizio. Il retail copre metà della distribuzione, scalzando la filiera tradizionale ma lasciando spazio alle telco, che guadagnano posizioni
Nel 2018 il mercato italiano della smart home valeva 380 milioni di euro, dopo un’avanzata del 52% rispetto all’anno precedente. Il 2019 si è chiuso con un fatturato in crescita del 40%, per un volume di affari complessivo di 530 milioni e una spesa pro capite di 8,8 euro a persona. «Numeri ancora ridotti se comparati ai 2,5 miliardi di Germania e Regno Unito e al miliardo della Francia, ma molto positivi in termini di aumento dell’offerta», commenta Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano che, come lo scorso anno, ha raccolto in un report i dati aggiornati al dicembre 2019, presentandoli lo scorso
Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano
18 febbraio presso la sede dell’ateneo in Bovisa. Crescono anche i servizi «La crescita non è solo quantitativa, ma mostra un importante incremento qualitativo: se fino allo scorso anno la proposta si limitava ai dispositivi, oggi questi si presentano per lo più integrati con servizi che rispondono ai bisogni espressi dai consumatori», continua Tumino. Qualche esempio? Antifurto, sensori, videocamere e serrature smart collegati a istituti di vigilanza e a centrali di pronto intervento, con la possibilità di abbonamenti o in modalità pay-per-use; congegni per il monitoraggio domestico degli anziani proposti insieme ad assistenza, esami a domicilio e consegna farmaci; ancora, device abbinati a polizze per la casa, software per la riduzione dei consumi o servizi per il riordino automatico di prodotti in esaurimento. Controllo vocale, trend dominante I dispositivi dei grandi player digitali – i cosiddetti OTT, Overthe-Top – hanno condizionato le dinamiche di vendita degli altri oggetti e trainato il mercato, crescendo del 58% rispetto al 2018. Ma la loro diffusione ha inciso
Il 2019 si è chiuso con una crescita del 40% e un volume di affari di 530 milioni di euro anche sull’usabilità dei dispositivi, innescando un’evoluzione verso la gestione vocale: addirittura, si va verso il progressivo superamento dell’oggetto fisico, incorporando l’assistente vocale all’interno di prodotti realizzati da terzi, con i quali l’utente interagisce direttamente. La strategia degli OTT per la smart home, infatti, va oltre gli speaker e include il lancio di servizi per la sicurezza e l’assistenza agli anziani, nonché la possibilità di interagire con oggetti che si trovano fuori dalla casa, come l’auto o i negozi. Inoltre, serrature e videocamere smart potranno consentire ai giganti dell’e-commerce di consegnare la merce direttamente nelle case anche in assenza dei destinatari. marzo 2020 -
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MERCATO, IN TESTA LE SOLUZIONI PER LA SICUREZZA • Al primo posto in termini di quote di mercato si confermano le soluzioni per la sicurezza, che con 150 milioni di euro valgono il 28% della spesa complessiva degli italiani per la smart home, con una crescita del 15% rispetto al 2018. • Al secondo posto, gli smart home speaker, che hanno animato il mercato con una crescita del 58%, attestandosi a 95 milioni di euro (il 18% del mercato) e trainando la vendita di altri dispositivi IoT. • Crescono del 55% i piccoli e grandi elettrodomestici connessi, che valgono 85 milioni di euro e coprono il 16% del fatturato complessivo. Boom di vendite per robot aspirapolvere e robot da cucina. • Caldaie, termostati e condizionatori connessi valgono 65 milioni di euro (il 12% del mercato); crescono del 44% grazie alla progressiva integrazione con gli assistenti vocali, all’offerta di servizi legati alla manutenzione e alla crescente attenzione del pubblico verso i temi del risparmio energetico e del comfort sostenibile. • Chiudono la classifica le casse audio (50 milioni di euro, 9% del mercato) e le lampadine connesse (35 milioni di euro, 7%), agevolate dall’integrazione con gli smart home speaker.
Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano 30
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Canali, retail in testa Sotto il profilo dei canali, il mercato italiano della smart home è dominato dal retail: negozi online o multicanale coprono il 47% delle vendite, pari a circa 250 milioni di euro, scalzando la filiera tradizionale – produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori – che pur crescendo del 9% e toccando i 210 milioni di euro, perde quote di mercato, calando dal 50% al 39%. «Tra gli installatori prevale un atteggiamento prudente e conservativo, che non consente loro di
cogliere appieno le opportunità del nuovo business. Eppure, nei contesti più evoluti, si concretizzano partnership promettenti tra player tradizionali e grandi catene retail: è il caso di Amazon, che negli Stati Uniti offre servizi di installazione dei dispositivi smart per la sicurezza, il riscaldamento e l’illuminazione operati da partner locali», osserva Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. E se i distributori hanno cominciato a creare showroom dedicati alla smart home, particolarmente
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proattiva appare la strategia delle telco, che grazie a un’offerta semplificata, a nuovi servizi e all’integrazione tra prodotto tradizionale e nuovi oggetti smart sono cresciute del 140%, conquistando il 10% del mercato e lasciando indietro utility e assicurazioni, ferme al 4%. Consumatori sempre più consapevoli Cresce anche l’interesse dei consumatori, sempre più inclini alla gestione evoluta della casa, incuriositi dai nuovi prodotti e capaci di padroneggiarne le funzionalità smart. «Il concetto di smart home è noto ai consumatori italiani: il 68% del campione intervistato dall’Osser-
vatorio in collaborazione con Doxa ha sentito parlare di casa intelligente almeno una volta, mentre il 63% conosce il termine domotica. Cresce anche la diffusione degli oggetti connessi nelle case degli italiani: sebbene rimanga stabile la percentuale di chi ne possiede almeno uno – circa il 40% degli intervistati – rispetto al 2018 aumenta il numero di dispositivi posseduti da ciascuno. In testa stanno i sensori per porte e finestre, presenti nelle case del 16% del campione, e le telecamere, seguiti da altoparlanti e casse audio, videocitofoni e serrature, soluzioni per il riscaldamento, assistenti vocali, lampadine, grandi elettrodomestici e caldaie», continua Salvadori.
Cresce anche la competenza degli utenti: il 64% degli intervistati è in grado di installare in autonomia gli oggetti acquistati e di utilizzarne le funzionalità smart. Tuttavia, l’eccessiva complessità d’uso e di gestione nonché la mancata percezione dei benefici frenano ancora molti. Nonostante la buona crescita del mercato, infatti, sono ancora relativamente pochi i consumatori interessati ad acquistare prodotti per la smart home in futuro (37%). Prevale piuttosto l’acquisto impulsivo, che fa registrare picchi e impennate in occasione di promozioni come il Black Friday o in prossimità del Natale.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA CASA SMART «L’intelligenza artificiale è un tassello sempre più importante nell’ecosistema della smart home, che abilita nuove funzionalità e servizi. Oltre agli smart home speaker, in cui è fondamentale la componente di comprensione del linguaggio, esistono numerosi esempi di applicazione in ambito sicurezza, con algoritmi di riconoscimento facciale che potenziano le telecamere di sorveglianza. E ancora, soluzioni per il comfort come quelle per la regolazione della luminosità, dei suoni e della temperatura degli ambienti secondo le abitudini delle persone e le condizioni climatiche. Applicazioni rilevanti anche nell’assistenza agli anziani e alle persone fragili, con sensori capaci di raccogliere dati nei vari ambienti domestici per mandare segnali di allarme in caso di comportamenti anomali rispetto alle abitudini rilevate», afferma Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano.
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OGGETTI CONNESSI, UN PASSO VERSO L’INTEROPERABILITÀ A tendere, l’obiettivo perseguito dalle aziende è la completa interoperabilità dei sistemi: un traguardo ancora lontano, per il cui raggiungimento, tuttavia, fanno ben sperare gli annunci diffusi da alcuni giganti del tech, che di recente hanno manifestato lo sforzo comune per rendere integrabili i propri dispositivi. «Per accelerare lo sviluppo del mercato della smart home, caratterizzato da protocolli molto diversi e spesso non interoperabili, alcuni grandi player hi-tech come Amazon, Google, Apple e ZigBee Alliance hanno progettato una struttura open source capace di integrare le tecnologie già sviluppate e di facilitare la creazione di prodotti interoperabili fra loro e con gli assistenti vocali Le precedenti iniziative congiunte non hanno avuto il successo sperato, ma questo progetto punta sull’approccio open source e sulla forza degli Over the Top per imporsi sul mercato», sottolinea Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. L’ingresso degli OTT nel settore ha portato nuovi casi d’uso e nuove tecnologie. «Amazon, per esempio, ha rilasciato un nuovo protocollo con l’obiettivo di offrire connessioni a consumi, costi e banda ridotti su distanze in cui WiFi e Bluetooth non garantiscono la copertura, per fornire applicazioni adatte a spazi aperti come l’illuminazione degli ambienti esterni, la rilevazione dei movimenti e la localizzazione degli animali domestici. Apple prevede l’inserimento di un chip Ultra Wide Band (UWB) all’interno dell’iPhone 11, con applicazioni in termini di controllo degli accessi all’interno della casa, utilizzando lo smartphone come passepartout», conclude Capone.
Una miniera di dati. Ma preoccupano privacy e cubersecurity Tra le preoccupazioni che frenano il grande pubblico non mancano quelle per la privacy e la sicurezza informatica. Se da un lato la maggior accuratezza dei dispositivi va di pari passo con un’attenzione crescente delle aziende verso i profili legali e la cybersecurity, la necessità di 32
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tutelare la propria privacy spinge i consumatori a una maggior cautela: stando alle indagini dell’Osservatorio, se nel 2014 solo il 27% era reticente a fornire i propri dati ai fornitori dei dispositivi, nel 2016 la percentuale era salita al 44%, per toccare il 54% nel 2019. «D’altro canto, per le aziende il tema dei dati provenienti dagli oggetti connessi è sempre più ri-
levante, e sempre più strategica diventa la capacità di comprendere come estrarre valore da queste informazioni, sia in termini di profilazione degli utenti, sia per l’elaborazione di nuove, inedite, funzionalità e di interazioni tra oggetti potenzialmente capaci di comunicare tra loro», conclude Salvadori. F.R.
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