La Blockchain CRESCE,
ma per ora non vola IN QUESTO NUMERO
Intervista - Wekiwi La low cost dell’energia
Cliente impresa Le best practice per il marketing
Blast21 Srl • 20123 Milano, Via M. Bandello 15 • In attesa di Registrazione presso il Tribuna di Milano • Anno I • Numero 3 • settembre 2019 Poste Italiane Spa • Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Energia & Mercato: perché una nuova rivista sull’energia Energia & Mercato non è “solo” una rivista. E non lo diciamo solo per proporvi il nostro sito web o la nostra newsletter, intendiamo dire qualcosa di molto più ampio. Già dal suo nome, Energia & Mercato afferma la prospettiva diversa che vuole portare sul settore. Non raccontare le dinamiche interne al mondo dell’energy & gas, cosa che altre realtà fanno egregiamente da molto tempo, ma le relazioni con tutto il mondo circostante. Tecnologico, in primis, ma anche finanziario ed economico. Dal marketing alla blockchain, dagli smart meter alle app, anche il settore energetico si avvia verso quella trasformazione digitale che viene spesso banalizzata con la tecnologia, ma che investe prima di tutto la cultura delle aziende e il comportamento del cliente. All’insegna dell’apertura verso il mondo, della contaminazione dei modelli di business, dello scambio di dati. Per questo vi proponiamo una nuova rivista. E, con essa, una visione diversa sul mercato e sulla realtà. Lo facciamo seguendo noi stessi una logica di apertura: l’edizione digitale di questa rivista è leggibile gratuitamente, tramite la piattaforma issuu. Ci trovate online, sul sito web www.energiamercato.it, dove troverete anche la nostra newsletter. E, con la medesima logica di apertura, aspettiamo il vostro parere. Trovate tutti i nostri riferimenti nel colophon, di fianco al sommario. Qui di fianco, invece, il link per ricevere anche in futuro l’edizione cartacea di Energia & Mercato.
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Internet of Things Intervista Risorse digitali per Eni gas e luce l’efficienza energetica punta condominio IN Qsul UES TO Intervista Intervista ne, NUMERO io - Wekiwi La lo L’innovaz n Ire Blast21 Srl • 20123 Milano, Via M. Bandello 15 • In attesa di Registrazione presso il Tribuna di Milano • Anno I • Numero o Spa • Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano2 • giugno 2019de w cost ndItaliane secoPoste ll’energia
• marzo Numero 1 • Anno I • di Milano Milano so il Tribuna art. 1, comma 1, DCB zione pres 46) 2/2004 n. sa di Registra o 15 • In atte 2003 (conv. In L. 27/0 M. Bandell 353/ Via D.L. no, a.p. • 20123 Mila ne Spa • Sped. in Blast21 Srl Poste Italia
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www.energiamercato.it/la-rivista
sommario
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SCENARI
SPECIALE - BLOCKCHAIN
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Industria tecnologica, traino del paese
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La Blockchain cresce, ma per ora non vola
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La nuova energia è già realtà
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2026, le Olimpiadi sostenibili
La Blockchain a misura di impresa. Anche per l’Energy
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Nel quartiere smart comanda la piattaforma
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- settembre 2019
INTERVISTA
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La low cost dell’energia
sommario
44 Numero 3 - settembre 2019
Direttore responsabile Alberto Grisoni - agrisoni@aziendabanca.it Redazione Barbara Botti - bbotti@aziendabanca.it Gaja Calderone - gcalderone@aziendabanca.it Advertising Mariuccia Ritrovato - mritrovato@aziendabanca.it Hanno collaborato Francesca Ruggiero, Bianca Corsini Progetto grafico e Impaginazione Clementina Occhipinti Stampa - Àncora Arti Grafiche Crediti Immagini Copertina e pag. 30: Andrey Suslov. Pag. 6: Rob Wilson. Pag. 8: nobelio. Pag. 9: Casimiro PT. Pag. 10: Andrei Shumskly. Pag. 12: Elnur. Pag. 18: Cineberg. Pag. 19: Maxim Burkovskly. Pag. 34: Sashkin. Pag. 40: Garry Hilliam. Pag. 44: OFC Pictures. Pag. 46: ViblyFoto. Tutte le pagine provengono da shutterstock.com
46 TECNOLOGIA
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Dati aziendali, gestire significa proteggere
SPECIALE - IL CLIENTE IMPRESA
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Cliente impresa, le best practice per il marketing
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La ESCo? Vende risparmio
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Tutti vogliono l’Energy Manager
Redazione Blast21 Srl - Via F. Caracciolo, 68 - 20155 Milano Tel. 02 49536590 4 numeri l’anno. L’abbonamento andrà in corso, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile. Italia 10 euro. La copia 3,90 euro. Arretrati il doppio. Estero 20 euro. Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano In attesa di Registrazione presso il Tribunale di Milano. È vietata la riproduzione, anche parziale, di quanto pubblicato senza la preventiva autorizzazione scritta di Blast21. Ai sensi del decreto legislativo 196/2003, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico, o di altri dello stesso Editore, consistono nell’assicurare una informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’art.13 del suddetto decreto. Gentile lettore, alcune copie del mensile AziendaBanca sono inviate gratuitamente per finalità di marketing diretto. Il destinatario finale può, in qualunque momento, contattare la redazione per richiedere l’aggiornamento o la rimozione del proprio nominativo dalla mailing list.
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nomi
3 3New & Partners ..........................19 A A2A Energia ................................9, 18 ABB.........................................................7 Acea.....................................................18 AEB-Gelsia ........................................7 Agid......................................................31 Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali ..................16 aixACCT .............................................13 Albion .................................................18 Allen & Overy ..................................18 Anie..................................................... 22 Ashurst .............................................20 Askoll EVA ........................................15 B Banco Bilbao Vizcaya Argentaria .........................................18 Banco Santander ........................20 Belcastro Francesco .................46 Bello Massimo...............................36 Bird & Bird ................................ 19, 20 Bissi Holding ...................................19 Blum ...................................................16 BonelliErede ...................................18 BNP Paribas ....................................18 Burro Luciano.................................44 Busetto Giuliano ........................ 22 C Cepsa ...................................................8 Clifford Chance ...................... 18, 21 Coget Impianti .................................6 Comune di Prato.............................8 Conad ................................................14 Confindustria Energia................. 25 CRIF.....................................................42 Crippa Davide................................. 24 D Della Seta Roberto......................26 Deutsche Post ...............................13 E eCooltra ............................................15 Edison ................................................21 4
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Elettra Investimenti ...................44 Elettricità Futura........................... 24 Elexon.................................................13 Energean Oil & Gas .....................21 Energia Ambiente ........................19 Estracom.............................................8 F Fimer ....................................................7 FIRE.....................................................46 Foglia & Partners ..........................18 Fondazione Europa Ecologia.............................................26 G Gruppo Undo Adunanza...........20 GSE...................................................... 25 H Housers.com...................................12 I Iberdrola...............................................6 IBM.......................................................34 ICCREA Bancaimpresa .............20 Ing Bank ...................................18, 20 L Lanza Pietro....................................34 LC3 ......................................................14 L&B Partners Avvocati Associati ...........................................19 Legance ..................................... 18, 21 Loi Massimiliano...........................42 Luce-gas.it ......................................36 M Mediobanca ....................................18 Mediocredito Italiano ................20 Mori Simone ................................. 24 N Natixis ...............................................20 Norton Rose Fulbright ..............20 O Open Fiber ........................................8 Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger ..................31
P Panasonic ........................................ 17 PayDo ...................................................9 Pedersoli Studio Legale ............19 Politecnico di Milano...................31 Portale Valeria.................................31 Puri Bracco Lenzi e Associati .......................................... 21 PwC Legal.........................................21 R Real Estate Direction ................29 Red Hat ...............................................8 Ricci Giuseppe............................... 25 Roland Berger ................................15 RSM Palea Lauri Gerla ..............20 S Sagitta SGR ....................................28 Salcef Group......................................6 Share Now .......................................14 SMA .....................................................13 Société Générale ..........................18 Soemina Energeia ........................18 Sonnedix .........................................20 Swisspower Renewables ..................................19 T Távora João .....................................12 Termostore ..................................... 17 Terna................................................... 25 Tonucci & Partners .....................20 Torchia Luca.................................... 25 Tremagi ............................................36 Turi Angelo.......................................29 U UniCredit..............................................9 V Veeam................................................40 W Wekiwi...............................................36 White & Case .......................... 18, 21 Z Zammar Albert .............................40
editoriale
Commodity a chi? Che cosa rappresenta l’energia per un’azienda? La risposta è molto più articolata di quello che potrebbe sembrare. Guardando unicamente alla produzione, l’energia è una commodity, qualcosa che posso andare a cercare sul mercato al Alberto Grisoni prezzo più basso senza Direttore di Energia&Mercato subirne grandi conseguenze in termini di qualità. E fino a qualche anno fa questa risposta era probabilmente quella giusta. Oggi, però, tutte le imprese stanno gestendo cambiamenti epocali, rispetto ai quali adottano soluzioni molto diverse: c’è chi esternalizza funzioni a chi ha competenze migliori e chi, invece, incamera competenze per valorizzarle e farne un asset strategico. Lo vediamo su molti fronti: in ambito tecnologico è particolarmente evidente, perché il digitale sta cambiando il lavoro (e la nostra stessa vita) con una velocità tale da renderlo quasi visibile a occhio nudo. Non vi annoio ripetendo quanto sia centrale il tema del dato e delle informazioni, ad esempio. Ma anche l’energia diventa, in questo quadro, un as-
set. In primis di efficientamento interno: se, come vedremo in questo numero, cresce il numero di aziende non soggette ad obbligo di legge che scelgono comunque di dotarsi di un Energy Manager, vuol dire che l’aria è cambiata. Non c’è solo il tema dei costi, chiaramente. C’è anche un evidente tema di marketing e di reputazione “green” dell’azienda. In un mondo in cui qualunque informazione è a portata di Google, consumare meno significa spendere meno, ma anche inquinare meno e quindi essere più attraenti o, banalmente, simpatici ai clienti e agli investitori, nel caso di aziende quotate. I criteri “green” si stanno facendo impetuosamente strada nel mondo finanziario, spinti da un’attenzione fortissima dell’opinione pubblica. L’energia diventa un asset aziendale, che va valorizzato a tutto tondo, dalle fonti ai consumi alla capacità di farne strumento di reputazione e comunicazione all’interno e all’esterno dell’azienda. Il digitale dà una mano, con la sua pervasività, permettendo di monitorare tutto ciò che viene svolto e rendicontarlo all’esterno dell’azienda. E a tutte queste imprese servono interlocutori con le competenze necessarie a questo percorso: è l’Energy, in primis, a non doversi considerare una commodity. Buona lettura
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brevi • mercato
IBERDROLA: GLI INVESTIMENTI CRESCONO A DOPPIA CIFRA
Investimenti in aumento del 23% e utile netto in crescita del 16,6%. Iberdrola chiude la prima metà del 2019 in positivo e si rafforza nel campo delle rinnovabili e delle reti di trasmissione e distribuzione. Cifra record per gli investimenti: 3 miliardi di euro a giugno 2019 e un totale di oltre 8 miliardi di euro negli ultimi 18 mesi. L’azienda chiude il semestre con un utile netto di 1.644 miliardi di euro e una previsione di crescita del 10% a fine anno. Il Gruppo punta così a rafforzarsi su due settori chiave: il 48% delle spese in conto capitale è stato infatti destinato alle energie rinnovabili, mentre il 40% alle reti di trasmissione e distribuzione regolamentate. In crescita il business oltreconfine Sono inoltre migliorate le performance delle attività internazionali: l’utile operativo lordo (EBITDA) è cresciuto del 12,5% a quota 4,99 miliardi, con un boom negli Stati Uniti, in Messico e in Brasile e ricavi stabili nel Regno Unito. Nel semestre il Gruppo ha anche incrementato la capacità installata: in piano ci sono 5.250 nuovi megawatt (MW), di cui il 75% dovrebbe entrare in funzione nel corso del 2019. L’obiettivo è installare una nuova capacità di oltre 13mila MW entro il 2022. Iberdrola ha inoltre continuato a puntare sulle obbligazioni verdi corporate: il Gruppo ha emesso 4 miliardi di euro di bond sostenibili, con l’obiettivo di migliorare la solidità finanziaria (il costo medio dell’indebitamento è stato ridotto di sei punti base, raggiungendo il 3,43%). 6
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SALCEF ACQUISISCE COGET IMPIANTI Salcef Group, attiva nella manutenzione e costruzione di impianti per infrastrutture ferroviarie e impegnata nella business combination con Industrial Stars of Italy 3, ha firmato il closing per l’acquisizione dell’intero capitale della società bresciana Coget Impianti SpA. L’operazione per Salcef Group ha come obiettivo il consolidamento nel settore della trazione elettrica ferroviaria e l’espansione nell’ambito delle linee elettriche per la distribuzione di energia. La transazione prevede la cessione a Salcef dell’intero capitale dell’azienda bresciana tramite la compravendita delle azioni con un corrispettivo fisso pari a 6.720.000 euro e un corrispettivo variabile in funzione dello sbilancio positivo del capitale circolante netto identificato in circa 4,3 milioni di euro e dell’andamento dell’EBIT nel 2019 e nel 2020 per l’importo massimo di circaa 4,5 milioni di euro. Salcef e l’espansione internazionale L’operatività di Coget nei mercati di Austria e Germania permette a Salcef di ottenere una spinta per un’ulteriore crescita nell’area austro-tedesca e rafforzare l’internazionalizzazione. Da pochi giorni è stato annunciato un piano straordinario di ammodernamento della rete ferroviaria tedesca per 86 miliardi di euro in 10 anni, con un incremento del budget annuo che sfiora il 50%. Coget, fondata nel 1983 a Brescia, si occupa di progettazione, costruzione e manutenzione delle linee elettriche di distribuzione ad Alta, Media e Bassa Tensione e delle linee elettriche di contatto (catenaria) per la trazione elettrica, prevalentemente per il trasporto ferroviario. Dopo aver ricevuto importanti riconoscimenti nel campo ferroviario, dal 2002 è stata qualificata da Ferrovie dello Stato nella categoria di specializzazione “Interventi a linee di contatto per la trazione e a linee ad alta e media tensione”.
mercato • brevi
AEB MIGLIORA LA REDDITIVITÀ E RILANCIA GLI INVESTIMENTI 240 milioni di patrimonio netto e 18 milioni di investimenti. Sono i dati del bilancio consolidato 2018 del Gruppo AEB-Gelsia che saltano subito all’occhio: l’azienda migliora la solidità finanziaria e si rafforza nel territorio brianzolo. Ecco i principali risultati consolidati del Gruppo: • Ricavi: 220 milioni di euro; • Margine operativo lordo (EBITDA): 35 milioni di euro; • Risultato operativo (EBIT): 16 milioni di euro; • Risultato netto: 14,8 milioni di euro; • Investimenti totali: 18,1 milioni di euro;
• PFN: +2,4 milioni di euro; • Patrimonio netto: 240,5 milioni di euro; • Dividendi complessivi delle società del Gruppo: 10,7 milioni di euro; • Organico: +49 persone. All’interno del Gruppo, è AEB a distinguersi con il migliore risultato netto, pari a 31,7 milioni di euro. Seguono Gelsia, con 25,2 milioni; RetiPiù, con 4,7 milioni; e Gelsia Ambiente, con 454mila euro. Sul fronte dei ricavi operativi è però Gelsia in testa (160,6 milioni), seguita da Gelsia Ambiente (38,1 milioni), RetiPiù (34,5 milioni) e AEB (13,7 milioni).
A FIMER GLI INVERTER SOLARI DI ABB Fimer SpA acquisirà le attività relative agli inverter solari di ABB: l’acquisizione rafforzerà FIMER, ottavo produttore al mondo di inverter per energie rinnovabili per impianti Utility Scale. L’attività relativa agli inverter solari di ABB conta circa 800 dipendenti in oltre 30 Paesi, con siti produttivi e di R&D in Italia, India e Finlandia: è incluso il business di Power-One, acquisito da ABB nel 2013. Quest’unità offre prodotti, sistemi e servizi per diverse tipologie di installazioni solari, è attualmente integrata nel Business Electrification di ABB e ha realizzato un fatturato di circa 290 milioni di dollari nel 2018. Le aziende hanno dichiarato che assicureranno una “transizione agevole per clienti e dipendenti”. FIMER si è impegnata a onorare le garanzie in essere. ABB prevede oneri non operativi ante-imposte per circa 430 milioni di dollari nel Q2 2019: circa il 75% degli oneri deriva da pagamenti che ABB effettuerà nei confronti di FIMER dalla data di chiusura accordo fino al 2025. Si prevede il completamento dell’operazione nei primi tre mesi del 2020, con il rispetto di alcune condizioni, tra cui il completamento delle attività di trasferimento e la consultazione preventiva con gli enti rappresentanti dei lavoratori, ove previsto. All’interno di Power-One Italy SpA, è presente anche un’unità operativa che si occupa di sviluppo, produzione e commercializzazione di sistemi di ricarica per veicoli elettrici, che resterà in ABB.
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brevi • tecnologia
CEPSA VERSO LA DIGITAL TRANSFORMATION CON RED HAT
Ottimizzare tutti i processi in ottica agile e data-driven. L’operatore spagnolo dell’oil & gas Cepsa sì è affidato a Red Hat per nuove soluzioni cloud, sistemi di storage evoluti e servizi di automation. Con l’obiettivo di modernizzare tutte le divisioni e le aree di business, Cepsa sta innanzitutto migrando l’infrastruttura IT su una nuova piattaforma. L’IT di Cepsa si compone di ambienti on-premise, private cloud e public multicloud. Con Red Hat OpenShift Container Platform, Cepsa sta “containerizzando” le applicazioni su una piattaforma standard, attualmente operativa on-premise, puntando a una maggiore scalabilità dell’infrastrutture hybrid cloud. In ambito storage invece, attraverso la soluzione Red Hat OpenShift Container Storage, Cepsa può ora contare su uno storage persistente per funzioni OpenShift e un’esperienza utente più immediata a favore di sviluppatori e DevOps, per trasferire dati persistenti con le applicazioni tra le piattaforme, verso il cloud ibrido, o tra cloud pubblici differenti. Attraverso Red Hat Ansible Tower, un framework enterprise di automation che copre infrastruttura, reti e cloud, l’azienda punta inoltre ad automatizzare più funzioni all’interno della sua infrastruttura ibrida. Allo staff di Cepsa è stato anche offerto un percorso di formazione da parte di Red Hat.
Nel numero di giugno di Energia & Mercato, a pagina 31, abbiamo pubblicato una foto di Ivan Gentile, Business Manager di SEI Consulting e referente per le attività di RPA, indicando erroneamente nella didascalia il nominativo di Nicholas Pavan di AGSM Energia. Ci scusiamo con i lettori e con gli interessati. 8
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PRATO: ACCORDO OPEN FIBER, ESTRACOM E COMUNE Intesa tra Open Fiber, Estracom e Comune di Prato. L’accordo prevede un diritto d’uso (IRU - Indefeasible Right of Use) ventennale, da parte di Open Fiber, sia dell’infrastruttura in fibra ottica nella disponibilità di Estracom sia delle Unità Immobiliari residenziali in aree GPON cablate da Estracom in architettura FTTH (Fiber To The Home, la fibra che arriva direttamente all’interno delle abitazioni). Estracom continuerà a realizzare nuove infrastrutture e a cablare nuove aree FTTH in aree industriali e residenziali, mantenendone la proprietà e cedendo in IRU ad Open Fiber i tratti di interesse. Questo accordo a lungo termine rende sinergiche le attività di Open Fiber ed Estracom permettendo a entrambe di generare valore aggiunto, beneficiando del riutilizzo delle infrastrutture esistenti per realizzare una rete FFTH in modo più rapido, efficiente e con un minore impatto sul territorio. Il piano di cablaggio di Open Fiber a Prato prevede circa 70mila unità immobiliari, con un investimento diretto di circa 20 milioni di euro. La commercializzazione dei servizi è già stata avviata e nell’ambito della convenzione sottoscritta con il Comune di Prato saranno raggiunte in fibra a titolo gratuito 50 sedi della PA indicate dal Comune. La convenzione tra Comune di Prato ed Estracom è relativa all’utilizzo di infrastrutture pubbliche, come la pubblica illuminazione, per estendere la fibra ottica e per tecniche di scavo non invasive, come le minitrincee.
tecnologia • brevi
A2A ENERGIA ADOTTA PLICK A2A Energia ha scelto di usare Plick per inviare le note di credito ai clienti in formato digitale. Il rimborso per i clienti luce e gas di A2A Energia arriverà così direttamente sul conto corrente: il “Plick” verrà inviato sul numero di cellulare o all’indirizzo email del cliente. E il cliente stesso, una volta ricevuto il messaggio, in pochi passaggi può trasformare la nota di credito in un bonifico diretto, senza installare app. Plick è un servizio della startup italiana PayDo che consente alle Utilities e alle compagnie di assicurazione (ma gli use case sono diversi) di rimborsare in tempi rapidi anche i clienti che non si avvalgono della domiciliazione bancaria. Il progetto con A2A Energia nasce grazie alla collaborazione di UniCredit, che ha portato Plick al di fuori del perimetro delle transazioni tra privati per trasformarlo in un servizio destinato alle imprese, che possono disporre di pagamenti massivi lasciando ai beneficiari la scelta del conto su cui essere accreditati.
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brevi • Energy & Finance
Il 2019 sarà l’anno dei MUTUI GREEN? Crescono le opportunità di finanziamento per chi è attento all’ambiente, dalla consulenza sugli incentivi fiscali ai prestiti per le ristrutturazioni ecocompatibili, la riqualificazione energetica l’acquisto di auto elettriche. Con soluzioni a misura di famiglia e di impresa Con riferimento ai privati, nel 2019 continua l’impegno delle nostre aziende di credito nell’erogazione di prestiti e mutui con finalità ambientali. Questi finanziamenti hanno riguardato, tra l’altro, la sostituzione di infissi e di caldaie ad alte rese, la ristrutturazione di immobili in ottica di efficientamento energetico, l’acquisto di mezzi ecologici e l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. Inoltre, sono state migliorate alcune caratteristiche di mutui dedicati (aumento della durata massima del mutuo e incremento del LTV – valore del mutuo ottenibile in proporzione) per rispondere alle esigenze della clientela più sensibile alle tematiche ambientali destinando le risorse all’acquisto di edifici abitativi costruiti con struttura in legno che rispettano determinati standard di sicurezza e solidità. 10
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Per efficienza energetica e ristrutturazioni Alcuni servizi accessori ai finanziamenti consentono di supportare i clienti che intendono investire sulla casa attraverso interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione edilizia, fornendo gratuitamente informazioni sui vantaggi fiscali e i risparmi in bolletta, nonché supporto alle migliori soluzioni di finanziamento e di protezione della casa, con la possibilità di usufruire a condizioni vantaggiose dei servizi dei partner dell’iniziativa che operano nei settori del risparmio energetico e della ristrutturazione. Rinnovabili per professionisti e imprese È proseguita anche nel 2019 l’erogazione di finanziamenti a breve e medio-lungo termine a sostegno di progetti per l’energia rinnovabile e degli interventi
Energy & Finance • brevi
di efficienza energetica per professionisti e imprese. Le imprese possono continuare a usufruire del finanziamento per i piani di investimento destinati a impianti di produzione energetica efficienti con cui diversificare le fonti energetiche o razionalizzare i consumi, nonché dei finanziamenti finalizzati alla costruzione di nuovi impianti per la produzione di forme di energia rinnovabile diverse dal fotovoltaico, quali le biomasse e l’energia minieolica. Alcuni istituti offrono poi soluzioni finanziarie su misura e servizi di consulenza specialistica dedicati alle imprese che investono in impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile o in processi di efficientamento energetico. Il mutuo è green I mutui green saranno molto importanti per famiglie e imprese. La convenienza, in particolare per i nuclei familiari, sarà quella di un taglio della bolletta energetica e una casa più confortevole. Ogni singola banca deciderà poi le forme di finanziamento alle imprese che eseguono i lavori. L’insieme di queste attività potrebbe dare origine a cartolarizzazioni. Resta fondamentale il taglio al 30% dei consumi
energetici così come prevede la definizione di mutuo green che è stata stabilita a livello europeo. Il 2019 sarà dunque l’anno dei mutui verdi? Sicuramente le domande di mutuo non mancano. L’efficienza energetica valorizza l’immobile Non ci sono però soltanto i nuovi acquisti. Forse la parte del leone la faranno proprio le ristrutturazioni. Bisognerà agire su due filoni. Sulle case da ristrutturare e sui nuovi acquisti. La vera sfida saranno i mutui chirografari per i condomini e quindi per le ristrutturazioni delle abitazioni. Lì sarà necessario anche il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche. Resta il fatto che oltre al taglio delle bollette, l’efficienza sul fronte consumi impatta sul valore dell’immobile, che aumenta dopo la ristrutturazione realizzata per il miglioramento della classe energetica. Francesco Megna Responsabile Commerciale di Banca settembre 2019 -
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brevi • Energy & Finance
CROWDFUNDING GREEN: ARRIVA ANCHE HOUSERS
La piattaforma di finanziamento partecipativo Housers ha lanciato una nuova area dedicata agli investimenti in progetti legati alle energie rinnovabili. Rispetto alla precedente specializzazione solo sul mercato immobiliare, con Housers Green la piattaforma diversifica l’offerta di investimenti con progetti legati alla costruzione, alla gestione e allo sfruttamento di parchi solari, impianti fotovoltaici e parchi eolici. La selezione dei progetti sarà svolta da Housers Green, con uno studio di fattibilità e un’analisi dei rischi. In un secondo momento i progetti saranno presentati agli investitori, che potranno investire utilizzando lo stesso conto Housers in uso per i progetti immobiliari. Combinare redditività e sostenibilità In un momento in cui il mercato sta cambiando, con la revisione del meccanismo degli incentivi e l’interesse per strumenti come i PPA, il finanziamento degli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile può rivelarsi attraente per gli investitori, alla ricerca di alternative al rendimento zero dei titoli di stato e certamente vicini alle tematiche ambientali. «Crediamo fermamente nelle energie rinnovabili, e siamo alla ricerca dei progetti migliori per combinare la massima redditività per i nostri investitori e per partecipare alla promozione di un modello energetico del futuro che abbia un impatto positivo per la società» - João Távora, Managing Director International di Housers 92 milioni già investiti in progetti immobiliari L’obiettivo è sfruttare (ma anche alimentare) o sviluppo delle energie rinnovabili a livello globale. Il report “Global Trends in Renewable Energy Investment 2019” stima un valore complessivo di 2,6 trilioni di dollari tra il 2010 e il 2019. Nel 2018 la quota delle energie rinnovabili sul totale di energia prodotta a livello mondiale è arrivata al 12,9%, rispetto all’11,6% del 2017. I primi mercati mondiali per volume di investimenti sono Cina, Unione Europa, USA e Giappone. Dal 2015, gli investitori di Housers hanno iniettato 92 milioni di euro in progetti immobiliari basati in Spagna, Italia e Portogallo. 32 milioni sono stati già restituiti in forma di capitale e rendimenti. La piattaforma ha 122mila utenti di 155 nazionalità diverse, con una prevalenza di Spagna, Italia, Portogallo e Regno Unito. 12
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E-mobility • brevi
ELEXON: NUOVA JOINT VENTURE PER LA MOBILITÀ ELETTRICA Si chiama Elexon la joint venture tra SMA e aixACCT. Si occuperà di progettazione, installazione e assistenza di sistemi di ricarica elettrica personalizzati per stazioni di ricarica e flotte di veicoli. Con l’obiettivo di favorire l’espansione dell’infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici in tutta Europa, offrendo soluzioni per parchi di ricarica e grandi flotte. Unire le competenze Commentando la partnership, il CEO di SMA, Jürgen Reinert, ha ricordato che mobilità elettrica e infrastruttura di ricarica sono tematiche determinanti per il futuro, ma anche opportunità di business interessanti. «La creazione della joint venture elexon ci consente di accelerare l’espansione dell’infrastruttura di ricarica per una mobilità elettrica sostenibile e rispondere alle esigenze della mobilità individuale. Grazie alla nostra pluriennale esperienza nell’ambito dei sistemi fotovoltaici, dei sistemi di accumulo a batteria e delle soluzioni complete per la gestione energetica, offriamo soluzioni per una perfetta integrazione di energie rinnovabili e soluzioni di accumulo. Con un team di esperti di tre imprese (due aziende rientrano nel perimetro di aix, NdR) siamo in grado di aumentare sia il ritmo di innovazione sia l’efficienza in questo campo». Esigenze diverse, un solo parco ricarica È ormai un dato di fatto che le aziende con grandi flotte puntano sulla mobilità elettrica per ridurre le emissioni di CO2 e i costi. Ai parchi di ricarica, però, sono richieste prestazioni diverse. I veicoli usati
solo durante il giorno, ad esempio, possono essere ricaricati di notte, anche a bassa velocità. Le auto che devono riprendere in tempi rapidi il loro viaggio richiedono invece sistemi di ricarica veloce. Gestione dinamica della ricarica Elexon offre entrambe le tipologie di ricarica, con la possibilità di collegarsi a sistemi fotovoltaici dotati di tecnologia ad accumulo, sfruttando al meglio la potenza della connessione di rete disponibile e minimizzando i nuovi investimenti per l’ampliamento della rete. La gestione “dinamica” permette l’alimentazione ottimale di tutti i carichi collegati all’infrastruttura. Elexon punta in futuro a offrire soluzioni di ricarica per ogni esigenza, compresa la progettazione e l’installazione dei componenti di sistema elexon, tutto da un unico fornitore, con una rete di assistenza locale fatta da partner specializzati. Il progetto con Deutsche Post «Con la neo-costituita joint venture vediamo in tutta Europa un enorme potenziale per la mobilità elettrica del futuro – sostiene Stephan Tiedke, CEO di aixACCT. Con le nostre soluzioni innovative per la ricarica siamo in prima linea nello sviluppo e nella rapida crescita della mobilità elettrica. L’infrastruttura di ricarica che abbiamo sviluppato per la Deutsche Post è già un esempio per le flotte di veicoli in tutto il mondo. Sulla base di queste esperienze con i partner della joint venture potremo offrire soluzioni convenienti anche per altri ambiti».
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brevi • E-mobility
CONAD E I CAMION SOSTENIBILI Camion “green” per i rifornimenti di Conad. Dal 2017 la catena GDO si affida all’azienda di Gubbio LC3 per rifornire i punti vendita con camion a metano liquido. Diversi i vantaggi in termini di riduzione della CO2 e degli ossidi di ozono, raccontati nel bilancio di sostenibilità 2018 di Conad: i camion “green” hanno abbattuto la concentrazione di polveri sottili del 95%, e l’emissione di anidride carbonica del 15%, insieme a quella di ossidi di azoto (-70%). Secondo le stime di Conad, si tratta dell’equivalente di circa 100 alberi salvati. Risultati possibili grazie al cosiddetto LNG, gas naturale liquido, con cui sono alimentati i mezzi di LC3. Parliamo di camion ecosostenibili ma anche pensati per muoversi con agilità nei centri storici e residenziali, senza disagi per i cittadini durante le operazioni di carico e scarico merci. LC3 accelera in Italia e all’estero LC3 punta ora a conquistare nuove fette di mercato, anche al di fuori dei confini nazionali. L’azienda è infatti presente in Belgio, Lussemburgo, Spagna, Francia, Inghilterra e Paesi Bassi, anche grazie al nuovo mezzo “RevolutioN2”: un semirimorchio refrigerato ad azoto liquido, senza i rumori dei tradizionali motori diesel. L’azienda tra i partner del progetto della Commissione Europea “LNG Blue Corridors”, per promuovere il metano liquido come carburante alternativo per il trasporto stradale.
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IL CAR SHARING “TESTA” IL LUNGO TERMINE: ESCLUSI I VEICOLI ELETTRICI
Share Now sperimenta a Milano la possibilità di noleggiare un veicolo del car sharing fino a un massimo di 7 giorni. Il capoluogo lombardo, insieme ad Amburgo e Vienna, è città test per questa sperimentazione, che prevede una tariffa mista con un costo fisso giornaliero e una tariffa variabile in base ai chilometri percorsi. Tutti i clienti milanesi di Share Now possono già noleggiare fino a 7 giorni i veicoli di car2go e DriveNow. Non si potranno noleggiare a lungo termine i veicoli elettrici, che resteranno disponibili con la tariffa al minuto o con i pacchetti orari fino a 6 ore. Il costo del noleggio è composto da una componente fissa, variabile in base al numero di giorni di noleggio e al modello dell’auto, e da una variabile in base al chilometraggio e al modello d’automobile. Sono inclusi nel noleggio manutenzione, assicurazione e parcheggio sulle strisce gialle e blu all’interno dell’area operativa di Milano.
E-mobility • brevi
TRASPORTI GREEN. QUALE FUTURO PER I TRENI A IDROGENO? Treni a diesel addio? È l’ipotesi dello studio di Roland Berger “The use of fuel cells and hydrogen in the railway environment”, che parte all’impegno UE contro il climate change che coinvolge anche la rete ferroviaria, al momento servita da convogli a diesel per circa il 40% delle line in Europa, il 20% in termini di traffico. I treni a idrogeno sono una novità per il mercato: utilizzano tecnologie a idrogeno e celle a combustibile, da cui l’acronimo FCH (Fuel Cells and Hydrogen). E i treni FCH hanno le carte in regola per ritagliarsi, entro 10 anni, circa un quinto del mercato, andando a competere anche con i treni ad alimentazione elettrica. Una spinta dovrebbe arrivare dai Paesi dell’Europa centrale e settentrionale, che stanno lavorando sui multiple-unit alimentati a FCH. L’Italia è classificata tra i Newcomer, cioè la seconda ondata di Paesi che faranno leva sulle tecnologie sviluppate per fare retrofit dei locomotori di manovra. Roland Berger individua anche ben 30 ostacoli da superare per l’affermarsi della tecnologia a idrogeno: tra questi la messa a punto di un design & engineering standardizzato e collaudato, l’affidabilità delle componenti FCH e l’adeguatezza del sistema di stoccaggio delle batterie e dell’idrogeno.
ECOOLTRA ORDINA ALTRI 2.200 SCOOTER ASKOLL EVA Askoll EVA ha ricevuto un nuovo ordine dal cliente eCooltra per 2.200 scooter Askoll eS. A giugno 2019, eCooltra aveva ordinato altri 500 scooter. La flotta dell’azienda spagnola nelle città di Roma, Milano, Barcellona e Lisbona sale così a 5.150 mezzi. Anno su anno, la crescita degli scooter di Askoll EVA nel programma eCooltra ha superato il 50% e il numero di unità ordinate ha già superato il totale degli ordini del 2018. La scelta di Askoll EVA è legata tra l’altro anche alla modalità keyless, cioè un mezzo concepito esclusivamente per il mercato della mobilità condivisa. Il sistema permette l’attivazione del veicolo mediante app per smartphone, controllando anche lo sblocco del cavalletto, l’apertura del bauletto (che contiene i due caschi per guidatore ed eventuale passeggero). Il nuovo ordine include anche molte batterie extra per garantire il servizio free floating senza stazioni di ricarica. «Siamo indubbiamente soddisfatti di questo ordine, originariamente previsto per il primo semestre e che pertanto ha contribuito ad un rallentamento della crescita del periodo, che ci consente di aumentare la nostra presenza nel settore dello sharing – commenta Gian Franco Nanni, Amministratore Delegato di Askoll EVA. La mobilità condivisa rimane infatti una delle priorità strategiche di Askoll EVA e a tal fine sono allo studio nuove piattaforme prodotto sviluppate specificatamente per l’uso collettivo e intensivo tipico di questi programmi. Parallelamente però, vista la volatilità attesa del segmento, tipica dei nuovi mercati, la nostra strategia di crescita prevede una maggiore diversificazione in settori quale quello della componentistica rivolta a differenti mercati tra cui l’automazione dei cancelli e l’hand push trolley, che siamo convinti, permetteranno buoni ritorni in termini di fatturato e di marginalità». settembre 2019 -
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brevi • smart home
STARTUP CERCASI: PROGETTO FUOCO C’è tempo fino al 7 ottobre per candidarsi a Give Me Fire Progetto Fuoco European Startup Award. Si tratta del primo bando internazionale per le imprese innovative, italiane ed europee, dedicato al futuro del settore del riscaldamento e dell’energia prodotti della legna. L’iscrizione è gratuita ed è aperta fino alle 18 del 7 ottobre 2019 al link http://www.progettofuoco.com/givemefire/ A promuovere il concorso sono Progetto Fuoco, la principale fiera mondiale nel settore degli impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione della legna, e Blum, in collaborazione con Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali. La dodicesima edizione di Progetto Fuoco si terrà dal 19 al 22 febbraio 2020 alla Fiera di Verona. Le startup finaliste, selezionate da una giuria tecnica, vi parteciperanno con un desk gratuito all’interno della nuova area tematica dedicata all’innovazione. Lì gli innovatori si presenteranno alla giuria e al pubblico e potranno incontrare potenziali investitori e partner industriali. La realtà vincitrice, scelta dalla giuria dopo alcuni pitch, si aggiudicherà un premio consistente in servizi per un valore di 15 mila euro. Possono candidarsi tutte le aziende che innovano nel settore: dalle nuove forme del combustibile alle novità della filiera del legno, dai più recenti materiali per stufe e caldaie alle soluzioni inedite per i bruciatori, dal contenimento delle emissioni fino alle contaminazioni con le app, l’intelligenza artificiale, le nuove frontiere come le reti di nuova generazione del 5G.
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smart home • brevi
UN MARKETPLACE PER CALDAIE E CLIMA: ECCO TERMOSTORE Caldaia e climatizzatore? Dalla vendita all’installazione, fino alla manutenzione, a occuparsi di tutto è Termostore: portale dove acquistare l’impianto online, per poi riceverlo a casa con l’assistenza di tecnici specializzati. Con l’obiettivo di offrire ai clienti prezzi certi e tempi di installazione più rapidi rispetto a quelli del tecnico di fiducia, Termostore permette di ordinare online la nuova caldaia o il nuovo climatizzatore e di riceverli a casa in meno di 24 ore. Una volta ricevuto il prodotto, un tecnico Termostore si occupa quindi dell’installazione, con la promessa di nessun sovraprezzo. Nata come startup nel 2015 da un’idea dei co-Founders Alessandro Andreozzi e Federico Pozzi Chiesa, Termostore è oggi un’azienda con 50 dipendenti, 50 affiliati e più di 30mila clienti serviti. La fase di incubazione della startup ha visto protagonista l’incubatore Supernova Hub, che ha permesso lo sviluppo di sinergie con Italmondo per le operazioni di logistica e con un’altra giovane realtà dell’acceleratore, Sendabox, per la gestione delle spedizioni. Un round di investimento, che ha visto tra i partecipanti anche ePrice, ha poi consentito a Termostore di affermarsi sul mercato e di stringere nel 2018 una partnership con Eni Gas & Luce per l’installazione dei sistemi refrigeranti HVAC.
PANASONIC PRESENTA LE POMPE DI CALORE AQUAREA
Panasonic ha presentato a IFA 2019 le pompe di calore aria-acqua Aquarea con refrigerante R32, di generazione J, ad alta efficienza e basso impatto ambientale per immobili residenziali e commerciali. La linea Aquarea nasce per fornire alta efficienza per riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria, e garantire un elevato livello di benessere, anche quando la temperatura esterna scende fino a -20°C. A partire da settembre 2019 i modelli in funzionamento a bassa temperatura vantano una classe energetica pari ad A+++, secondo l’ultima direttiva sull’etichettatura energetica 2010/30/CE. Il contributo delle nuove tecnologie dalla “decarbonizzazione della società” è fondamentale per abbassare l’impatto ambientale delle nostre abitazioni e degli immobili commerciali. Eurostat ha stimato, nel 2017, che il 78,9% dei consumi energetici delle famiglie siano legati al riscaldamento domestico e alla produzione di acqua calda. La pompa di calore aria-acqua fa parte di una generazione di soluzioni che utilizzano una fonte di energia rinnovabile e gratuita (l’aria) per riscaldare o raffreddare la casa e produrre acqua calda sanitaria, ed è compatibile con i pannelli fotovoltaici. settembre 2019 -
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brevi • Energy Legal Monitor
ACEA AGGIORNA E AUMENTA A 4 MILIARDI IL PROGRAMMA EMTN
Studi legali coinvolti: Clifford Chance; Foglia & Partners; White & Case. Acea S.p.A. ha completato l’aggiornamento del programma EMTN e il contestuale aumento valore massimo complessivo dello stesso a 4 miliardi di euro. Le obbligazioni emesse nell’ambito del programma saranno quotate presso la Borsa del Lussemburgo. Lo Studio Legale White & Case ha agito per Acea, che è stata seguita da Foglia & Partners per curare i profili fiscali dell’operazione. Clifford Chance ha assistito le banche arranger e dealer.
A2A COLLOCA IL SUO PRIMO GREEN BOND
RIFINANZIAMENTO PER SOEMINA ENERGEIA
Studi legali coinvolti: Allen & Overy; Legance.
Studi legali coinvolti: BonelliErede; Legance.
Il green bond da 400 milioni di euro ha una durata di 10 anni e una cedola annua pari a 1% ed è stato collocato a un prezzo di emissione di 98,693%, con uno spread di 105 punti base rispetto al tasso di riferimento mid swap. I proventi netti derivanti dall’emissione andranno a finanziare e/o rifinanziare progetti di sostenibilità ambientale relativi all’economia circolare, alla decarbonizzazione e alla smartness nelle reti e nei servizi: investimenti nel trattamento dell’acqua e dei rifiuti, nello sviluppo dell’energia rinnovabile, nell’efficienza energetica, nel trasporto sostenibile e nell’ammodernamento delle reti. Legance ha assistito A2A. Allen & Overy ha assistito i Joint Bookrunners fra cui Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, S.A., BNP Paribas e Mediobanca - Banca di Credito Finanziario S.p.A.
L’operazione di finanziamento ha un importo complessivo di circa 72 milioni di euro e consentirà, tra l’altro, il rifinanziamento della costruzione e gestione di un portafoglio di impianti fotovoltaici di potenza complessiva pari a circa 24 Mw, che si trovano in Puglia, Lazio e Sicilia. BonelliErede ha agito al fianco del pool di banche costituito da Ing Bank N.V. – Milan Branch e Société Générale, Milan Branch in relazione agli aspetti di due diligence e nella predisposizione della documentazione finanziaria. Legance ha assistito Soemina Energeia. Albion ha agito nel ruolo di documentary agent di Ing Bank N.V. – Milan Branch e Société Générale, Milan Branch.
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Energy Legal Monitor • brevi
SWISSPOWER RENEWABLES ACQUISISCE IL 50% DELL’IDROELETTRICO DI ENERGIA AMBIENTE SPA
Studi legali coinvolti: Bird & Bird; L&B Partners; Pedersoli Studio Legale. Swisspower Renewables AG ha acquisito il 50% del capitale sociale della società Energia Ambiente S.p.A., titolare di 9 centrali idroelettriche in Lombardia con una capacità installata pari a circa 38 MW ed una produzione energetica stimata di circa 88 GWh dalla società 3New & Partners S.p.A.. Il restante 50% del capitale sociale di Energia Ambiente S.p.A. è rimasto di proprietà di Bissi Holding S.p.A. L&B Partners Avvocati Associati ha assistito Swisspower Renewables, anche nella successiva negoziazione e definizione degli accordi di partnership e joint venture con Bissi Holding, assistita da Pedersoli Studio Legale. 3New & Partners SpA è stata invece assistita da Bird & Bird.
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brevi • Energy Legal Monitor
SONNEDIX OTTIENE IL RIFINANZIAMENTO DI UN PORTAFOGLIO DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI IN ITALIA
ICCREA BANCAIMPRESA FINANZIA IL GRUPPO UNDO ADUNANZA NELL’ACQUISIZIONE DI DUE IMPIANTI FOTOVOLTAICI IN SICILIA
Studi legali coinvolti: Bird & Bird; Tonucci & Partners.
Studi legali coinvolti: Ashurst; Norton Rose Fulbright; RSM Palea Lauri Gerla. Sonnedix ha ottenuto da un pool di banche composto da Banco Santander, ING Bank, Mediocredito Italiano e Natixis il rifinanziamento non-recourse di un portafoglio di impianti fotovoltaici in Italia. Il valore complessivo del finanziamento ammonta a 201,6 milioni di euro e comprende una linea di credito disponibile per esigenze di servizio del debito e una linea di credito a lungo termine, già in parte erogata per rifinanziare 41 impianti fotovoltaici, situati in diverse regioni italiane, aventi una capacità installata di 61,8 MWp. L’importo rimanente sarà erogato in futuro, dato che Sonnedix aggiungerà altri impianti solari fotovoltaici al proprio portafoglio. Attualmente Sonnedix ha più di 200 impianti di produzione di energia, operativi, in costruzione o nelle prime fasi della progettazione, in 8 Paesi (Cile, Francia, Italia, Giappone, Porto Rico, Sudafrica, Spagna e Regno Unito). Norton Rose Fulbright ha assistito Sonnedix, curando la negoziazione e la stesura della documentazione finanziaria. RSM Studio Palea Lauri Gerla ha curato per Sonnedix gli aspetti fiscali e corporate. Ashurst ha affiancato le banche finanziatrici. 20
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ICCREA Bancaimpresa, banca corporate del Gruppo bancario Cooperativo Iccrea, ha concesso due finanziamenti a favore di 3 società parte del Gruppo Undo Adunanza di Roma, volti all’acquisizione e finanziamento di due impianti fotovoltaici situati in Sicilia. Il primo finanziamento strutturato su basi corporate ha permesso al beneficiario di sostenere parte dei costi dell’acquisizione mentre il secondo finanziamento, strutturato su basi project finance e concesso direttamente alle due SPV titolari degli impianti, sosterrà gli investimenti relativi a questi ultimi. Il finanziamento in project finance è stato strutturato al fine di tenere conto e disciplinare anche la futura operazione societaria di fusione inversa delle società coinvolte al fine di razionalizzare la struttura del gruppo. Bird & Bird ha assistito ICCREA Bancaimpresa S.p.A. Lo Studio Legale Tonucci ha assistito le società del Gruppo Undo.
Energy Legal Monitor • brevi
EDISON CEDE LA DIVISIONE EXPLORATION AND PRODUCTION (E&P) A ENERGEAN OIL & GAS
Studi legali coinvolti: Clifford Chance; Legance; Puri Bracco Lenzi e Associati; PwC Legal; White & Case. Edison ha ceduto a Energean Oil & Gas il 100% di Edison Exploration and Production (E&P) e le sue partecipazioni nel settore esplorazione e produzione di idrocarburi (olio e gas naturale). La firma dell’accordo di vendita segue il via libera all’operazione da parte del CdA di Edison del 3 luglio 2019. Il prezzo dell’operazione è stato determinato sulla base di un enterprise value pari a 750 milioni USD, ed è previsto un corrispettivo aggiuntivo di 100 milioni USD all’avvio della produzione del giacimento di gas di Cassiopea in Italia. Inoltre, Edison avrà diritto a royalties associate a ulteriori potenziali sviluppi in Egitto che porterebbero il valore aggregato vicino a 1 miliardo di USD. L’operazione include anche il trasferimento all’acquirente dei futuri obblighi di decomissioning. A Edison Exploration and Production fanno capo tutte le attività, i titoli minerari e le partecipazioni societarie del settore idrocarburi in Italia e all’estero di Edison. In particolare, Edison E&P ha un portafoglio di circa 90 licenze in 9 Paesi nel Mediterraneo e nel Nord d’Europa corrispondenti a una produzione in quota di 49.000 barili al giorno al 31.12.2018. Il team legale di Edison è stato diretto dal General Counsel della Società, l’avvocato Piergiuseppe Biandrino, assieme all’Avvocato Rafael Salto Alemany e all’avvocato Andrea Bagnasco. Clifford Chance ha assistito Edison con un team multidisciplinare. Legance ha seguito Energean Oil & Gas. Lo studio legale White & Case ha assistito Energean Oil & Gas per gli aspetti di M&A. Per gli aspetti fiscali dell’operazione Energean Oil & Gas è stata seguita dallo Studio Legale e Tributario Puri Bracco Lenzi e Associati. PwC TLS Avvocati e Commercialisti ha assistito Energean Oil & Gas per la tax due diligence e la struttura fiscale.
Energia&Mercato, in collaborazione con BPV Monitor, sta realizzando “Energy Legal Monitor”, un osservatorio delle attività degli Studi Legali italiani nel settore Energy. BPV Monitor, il “tripadvisor degli studi legali”, elabora statistiche sull’attività degli Studi Legali riportando non solo il valore delle operazioni seguite nei diversi settori e con i vari clienti, ma anche il feedback delle aziende, grazie a un meccanismo di valutazione del valore aggiunto fornito dallo Studio Legale. L’elenco delle ultime notizie è accessibile all’URL https://www.energiamercato.it/project-finance, cliccando sui link degli Studi Legali o dei singoli Professionisti è possibile accedere alle rispettive schede su BPV Monitor. settembre 2019 -
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scenari • ANIE
Industria tecnologica, traino del paese Le aziende elettrotecniche ed elettroniche italiane, riunite nella federazione ANIE, producono le tecnologie innovative al servizio di quattro settori strategici: industria, infrastrutture, building ed energia. Il loro anno si è chiuso con buoni risultati, nonostante il rallentamento dell’economia e qualche incertezza per il futuro All’indomani dell’assemblea annuale di ANIE, che lo scorso 28 giugno ha riunito a Milano i rappresentanti delle oltre 1.400 imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane, diversi commentatori hanno posto l’accento sulla generale decrescita dell’economia, identificandone un sintomo nelle stime ridimensionate di un settore, quello tecnologico, che da qualche anno ci aveva abituato a tassi di crescita a due cifre. Tuttavia, l’evento è stato soprattutto l’occasione per ribadire il valore di un comparto che dà lavoro a 470mila addetti, producendo un fatturato aggregato di 80 milioni di euro (il 3,4% del PIL nazionale), il 4% del quale viene reinvestito in attività di ricerca e sviluppo. Un motore ad alto potenziale Un comparto che continua a fare da traino al sistema economico del nostro paese, immettendo sul mercato tecnologie innovative al servizio di quattro settori strategici: industria, infrastrutture, building ed energia. «Lo sviluppo tecnologico è imprescindibile e inarrestabi22
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le, come inarrestabile è la spinta innovativa delle imprese di ANIE, una delle più rilevanti organizzazioni confindustriali per peso e rappresentatività», ha esordito il Presidente Giuliano Busetto. Sottolineando come, pur nell’incertezza degli ultimi due semestri, in rallentamento rispetto al biennio precedente, l’industria tecnologica italiana abbia segnato un andamento positivo, crescendo del 7% nell’elettronica e del 4% nell’elettrotecnica, sospinta da un mondo cambia sempre più in fretta. Giuliano Busetto, Presidente di ANIE
Risultato positivo ma visione prudente Numeri apprezzabili benché ridimensionati rispetto alle aspettative, compromesse dalla complessità dello scenario internazionale, dalla contrazione dei consumi interni e da una manovra di bilancio «poco orientata alla crescita nei comparti in cui opera ANIE». Uno scenario confermato anche dall’Osservatorio sul mercato delle tecnologie condotto su 130 imprese, il 54% delle quali prevede di chiudere il 2019 con un fatturato
ANIE • scenari
UN LIBRO BIANCO PER IL BUILDING 4.0 Domotica, tecnologie e soluzioni per l’impiantistica, elettrodomestici, illuminazione, sicurezza ed energie rinnovabili: per il Building 4.0, Anie auspica un grande piano paese, che attraverso importanti processi di digitalizzazione trasformi gli edifici nei punti nevralgici di reti, città e territori intelligenti, sostenibili e interconnessi. «Le nostre imprese offrono soluzioni, tecnologie e piattaforme per elevare la qualità e le prestazioni degli edifici italiani, il 60% dei quali ha più di 40 anni. Il digitale abilita nuovi servizi per la prevenzione dei rischi e per il supporto all’invecchiamento della popolazione e alla disabilità, per coniugare servizi domestici e assistenza», afferma Busetto, che annuncia per il prossimo ottobre la presentazione di un libro bianco degli edifici digitali, prodotto dalle riflessioni del gruppo di lavoro interno Anie Building Digitale, con proposte molto concrete, in parte mutuate dal Piano Industria 4.0.
stabile o in diminuzione rispetto all’anno precedente. Energy in testa Se negli scorsi anni il ruolo primario è toccato alle infrastrutture e all’industria, con 10 miliardi di investimenti in macchinari e attrezzature hi-tech e 3 miliardi di software industriale generati dal Piano Industria 4.0 nel solo 2017, oggi il mercato dell’energia mostra una crescita particolarmente vivace, attestandosi su un aumento dell’8,5%. Un risultato a cui concorrono gli investimenti sulla componente produttiva, sia tradizionale sia da fonti rinnovabili, ma anche gli interventi di rinnovamento sulla rete, per la quale ANIE auspica un piano strutturale a supporto del massiccio sviluppo delle energie rinnovabili atteso entro il 2030. Bene il piano per energia e clima Efficienza energetica, rinnovabili, economia circolare sono ambiti in cui le imprese di ANIE danno il loro contributo, apprezzando gli obiettivi nazionali sanciti dal PNIEC, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che alza il
target per l’efficienza energetica dal 32,5% europeo a un più ambizioso 43%. «Obiettivi in linea con le nostre iniziative riferite al Building 4.0 e con la spinta verso l’elettrificazione della domanda che
abbiamo più volte richiesto per i mercati che assorbono maggiore energia, come residenziale, terziario e trasporti», sottolinea Busetto. F.R.
QUALCHE NUMERO 1.400 imprese elettroniche ed elettrotecniche italiane riunite da ANIE 470mila addetti fatturato aggregato di 80 milioni di euro (il 3,4% del PIL nazionale) il 4% del fatturato viene reinvestito in attività di ricerca e sviluppo +7% crescita dell’elettronica nel 2018 +4% crescita nell’elettrotecnica nel 2018
Osservatorio ANIE sul mercato delle tecnologie 130 imprese coinvolte Fatturato totale 16 milioni di euro Il 54% prevede un fatturato 2019 stabile o in diminuzione Il 60% registra contrazione degli ordinativi Energy +8,5% crescita del business nel settore energia (produzione più reti)
30% quota di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030
Building 4.0 43% target per l’efficientamento energetico degli edifici al 2030 60% gli edifici italiani che hanno più di 40 anni settembre 2019 -
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scenari • Festival dell’Energia
La nuova energia è già realtà Una tre giorni di confronto a cui hanno partecipato operatori, imprese, istituzioni e accademia. Alla Triennale di Milano, il Festival dell’Energia ha esplorato temi rilevanti come la generazione diffusa, la mobilità elettrica e il consumo consapevole, ma anche i piani per le città a emissioni zero e i grandi eventi sostenibili, fino alle connessioni tra innovazione, stili di vita e lavoro La transizione energetica è già una realtà e l’Italia ha le potenzialità industriali e tecnologiche per raggiungere obiettivi ambiziosi. Quelli già in parte contenuti nel PNIEC, il Piano Integrato Energia e Clima varato dal Governo, da cui nei prossimi tre decenni si atten-
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dono risparmi in bolletta per 1,5-2 miliardi di euro e 16mila nuovi posti di lavoro. Ne è convinto il Presidente di Elettricità Futura, Simone Mori, che lo scorso 13 giugno al Palazzo della Triennale di Milano ha dato il via al Festival dell’Energia inaugurando l’assemblea
dell’associazione del comparto elettrico italiano. E ne è convinto Davide Crippa, ex Sottosegretario del MISE con delega all’energia, intervenuto per delineare il percorso del nostro paese verso gli obiettivi europei di decarbonizzazione da qui al 2050.
Festival dell’Energia • scenari
Largo ai prosumer Sviluppo e integrazione delle energie rinnovabili, adeguamento e bilanciamento delle reti, resilienza e sicurezza del sistema: sono queste le priorità a cui mettere mano nei prossimi anni. Di pari passo viaggiano la promozione dell’autoproduzione e dell’autoconsumo, con l’aggregazione di reti virtuali che partecipino ai servizi di dispacciamento, la regolamentazione dello scambio di energia tra pari, l’istituzione di comunità energetiche, l’applicazione di forme contrattuali smart. Ma anche la crescita della mobilità elettrica, l’incremento efficienza energetica, la diffusione di case, edifici, distretti, città smart. E, trasversale a tutti gli ambiti, l’innovazione digitale come fattore abilitante di
CONSUMATORI AL CENTRO Se la sostenibilità è il tema forte della transizione energetica e l’innovazione digitale ne è il driver principale, il protagonista indiscusso del cambiamento è il cittadino-consumatore. Un consumatore consapevole, informato, attento al tema delle rinnovabili e disponibile a mettersi in gioco in prima persona nella dinamica tra produzione e consumo di energia. Il dato emerge da una ricerca promossa dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, realizzata dall’istituto Euromedia Research e presentata ieri pomeriggio durante il Festival dell’Energia. Informati e consapevoli Due italiani su tre mostrano consapevolezza sui benefici delle energie a basso impatto e una stragrande maggioranza (oltre l’80%) riconosce l’utilità dell’autoproduzione nel ridurre le emissioni inquinanti; tra chi ha scelto o sta valutando di investire su impianti a fonti rinnovabili, oltre il 70% è a conoscenza degli incentivi offerti dallo Stato (“scambio sul posto”, detrazioni fiscali e riqualificazione energetica degli edifici). Tre cittadini su quattro si dichiarano disponibili a investire in impianti fotovoltaici per autoprodurre energia e creare gruppi di autoconsumo (77,9%), percependone l’importanza non solo ambientale ma anche ai fini dell’abbattimento del costo in bolletta (42,8%).
un cambiamento che promette di essere epocale. Reti, imprese e tecnologie: tutti pronti alla sfida Nei prossimi anni, un ruolo primario spetterà agli investimenti infrastrutturali, come sottolinea Luca Torchia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. Saranno strategici quelli sulla rete di trasmissione, chiamata a interloquire con un sistema di produzione decentrato, a gestire flussi multidirezionali e a bilanciare l’intermittenza tipica delle fonti rinnovabili, preservando la stabilità del sistema. Le reti saranno le vere piattaforme abilitanti della
transizione energetica, che consentiranno l’accesso e la partecipazione ottimale di tutti gli utenti attraverso le tecnologie digitali, rendendo smart l’energia e attivando le nuove forme di consumo, autoconsumo e scambio tra pari. Anche le imprese auspicano investimenti sostanziali e sono pronte alla sfida, la cui complessità e durata non va tuttavia sottovalutata e impone una gestione delle fonti inclusiva e complementare, che assegni a ciascuna un ruolo nel percorso di transizione e anche oltre, chiosa il Presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci. F.R. settembre 2019 -
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scenari • Olimpiadi sostenibili
2026, le Olimpiadi sostenibili Milano e Cortina si sono aggiudicate i giochi invernali facendo leva sulla sostenibilità dell’evento. Già nei prossimi mesi si capirà quanto il progetto esecutivo sarà in grado di rispettare gli obiettivi e le dichiarazioni di principio “Un evento sostenibile, flessibile ed efficiente”. Non occorre spingersi oltre la terza riga della candidatura italiana ai giochi invernali del 2026 per incontrare la prima parola chiave del progetto: sostenibilità. Un concetto su cui il comitato promotore ha insistito per spuntare la vittoria, festeggiata lo scorso 24 giugno dal Coni e dalle istituzioni locali e nazionali. “I giochi invernali più sostenibili e memorabili di sempre”, si legge nel dossier, capaci di sviluppare “soluzioni innovative e sostenibili” a vantaggio dell’ambiente e di produrre benefici a lungo termine per il territorio. Dalle dichiarazioni ai fatti «Milano e Cortina si sono aggiudicate le Olimpiadi con un progetto che ha puntato molto sulla sostenibilità: ora, attraverso la progettazione esecutiva, bisognerà passare dalle dichiarazioni di intenti ai fatti», afferma Roberto Della Seta, Presidente della Fondazione Europa Ecologia e attento osservatore dei grandi eventi internazionali. Afferma Della Seta: «L’obiettivo della sostenibilità non è imposto solo 26
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da valutazioni di responsabilità sociale, ma è ormai un elemento indispensabile per la reputazione e l’accettabilità locale dei grandi eventi. Non solo il Comitato Olimpico Internazionale ne ha fatto un criterio di valutazione, ma l’intera opinione pubblica è sempre più attenta a questi aspetti, che vengono giustamente valorizzati nella comunicazione degli eventi». Il programma diventa progettazione Il disegno preliminare di ogni grande evento ha un carattere programmatico per forza di cose molto generale, a cui seguono le varie fasi della progettazione.
Roberto Della Seta, Presidente della Fondazione Europa Ecologia
Dopo l’assegnazione dei giochi, si attendono innanzitutto la definizione della governance e la
LA MOBILITÀ È IL VERO BANCO DI PROVA Un aspetto potenzialmente critico dell’evento è la sua natura policentrica, con sedi di gara dislocate nel raggio di diverse centinaia di chilometri: la gestione degli spostamenti degli atleti, dello staff, degli spettatori richiederà una gestione attenta e il potenziamento dei mezzi esistenti: «La mobilità sostenibile è il banco di prova più difficile: bisognerà immaginare forme adeguate per ridurre l’impatto, con spostamenti su rotaia e utilizzo di navette elettriche, stando attenti a selezionare gli sponsor anche sulla base di garanzie rispetto a questo tipo di caratteristiche», afferma Roberto Della Seta.
Olimpiadi sostenibili • scenari
e-getta, che dovranno ispirare i contenuti del progetto olimpico di Milano e Cortina, per costruire Olimpiadi plastic e carbon-free».
creazione del comitato organizzatore, che entro il mese di dicembre dovrebbe concretizzarsi in una Fondazione responsabile della gestione dei fondi. Vi faranno capo il Consiglio Olimpico, che darà gli indirizzi, l’Agenzia di Progettazione, che si occuperà dei lavori, e il Comitato organizzatore dei Giochi, che gestirà il processo. Plastic e carbon-free Sul fronte progettuale, la sfida è quella di tradurre in istanze operative le linee guida contenute nella proposta e dare corpo a un lavoro che prende le mosse della collaborazione tra istituzioni ma che è ancora tutto da pensare. Una cosa però è evidente, osserva Della Seta: «La vittoria è emblematica del dinamismo di una città, Milano, che ha saputo valorizzare le proprie risorse e innescare processi virtuosi di
collaborazione. Ora però si tratta di definire nel concreto, e nel segno della sostenibilità ambientale, le coordinate programmatiche, organizzative e logistiche di un grande evento internazionale che concentra in un paio di settimane decine di gare ospitando molte migliaia di persone. Per esempio: oggi vi sono temi ambientali di drammatica attualità, come la lotta ai cambiamenti climatici, l’urgenza di ridurre drasticamente l’uso di plastica usa-
Poco sarà nuovo, molto da adeguare Alcuni aspetti favoriscono gli obiettivi di sostenibilità dell’evento: molti degli impianti indoor esistono già, poco dovrà essere realizzato ex novo, con un impatto contenuto in termini di materiali e di energia per le nuove costruzioni. Tuttavia, osserva Della Seta, gli edifici esistenti hanno prestazioni energetiche molto lontane dall’ottimale e la loro ristrutturazione richiederà particolare attenzione agli aspetti di contenimento e gestione dei consumi: «Andranno adeguati ai più stringenti standard europei già vigenti per le nuove costruzioni, come quelli previsti per la certificazione LEED. Un esempio tra tutti? Lo stadio di San Siro che, sempre che esista ancora, andrà più o meno radicalmente risistemato». F.R.
TRE LEVE PER L’IMPATTO ZERO I prossimi mesi saranno cruciali per capire se gli intenti saranno rispettati, tenendo d’occhio tre aspetti rilevanti: l’incremento dell’efficienza energetica in sede di ristrutturazione degli impianti esistenti, l’organizzazione di una mobilità sostenibile e la rendicontazione dell’inevitabile impatto in termini di emissioni di gas serra, che andrà neutralizzato con azioni compensative di segno opposto. Solo così, minimizzando e compensando gli effetti negativi, l’evento potrà considerarsi a impatto zero. settembre 2019 -
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scenari • Milano4You
Nel quartiere smart comanda la piattaforma Portare a zero le spese condominiali grazie all’autoconsumo e all’infrastruttura digitale per i servizi in sharing. A Segrate Milano4you, il nuovo distretto smart nato dalla ristrutturazione del fondo immobiliare Aster gestito da Sagitta SGR, si basa su un progetto industriale forte. Che mette l’innovazione al centro
Non è raro che le iniziative architettoniche di una certa portata nascano da una gara internazionale, che affida i lavori alla guida carismatica di una “archistar” destinata a diventare padrona del progetto, selezionando 28
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e chiamando a sé altri professionisti. Questo non succederà a Segrate, dove il nuovo smart district Milano4you sorgerà innestandosi sulla dorsale di una infrastruttura digitale ed energetica, rispettivamente sistema
nervoso e muscolare di un quartiere in cui il progetto architettonico costituisce l’ultimo anello di una catena precedente. «Siamo partiti dalla definizione di una piattaforma digitale capace di gestire la connettività, l’infrastrut-
Milano4You • scenari
ro». Chi parla è Angelo Turi di Real Estate Direction, società ideatrice del concept e della progettazione operativa del complesso.
Angelo Turi, di Real Estate Direction
tura energetica e l’efficientamento dei consumi, la mobilità intelligente, i servizi in sharing e gli strumenti di manutenzione predittiva. Non solo per il distretto ma per tutta l’area circostante, in una visione lungimirante volta a incoraggiare ogni ulteriore sviluppo futu-
Un progetto industriale innovativo Ma facciamo un passo indietro. «Milano4you nasce dalla ristrutturazione di un debito bancario di 90 milioni di euro, di cui 76 verso le banche. Un grande NPL, per dirla con termini tecnici, un grosso credito deteriorato che pesava come un macigno sul recupero dell’area edificabile. Serviva un progetto industriale innovativo, di ampio respiro, che ponesse nuove basi in discontinuità con il passato, non solo dal punto di vista finanziario ma anche dal punto di vista dell’ideazione immobiliare. In una visione coerente con i principi di soste-
nibilità graditi all’amministrazione locale», sottolinea Turi. Zero spese condominiali L’investimento, promosso da Sagitta Sgr attraverso il fondo Aster (ex Vegagest), punta allo sviluppo di un distretto che nasce smart. L’obiettivo è quello di minimizzare, e in prospettiva azzerare, i costi condominiali grazie a strumenti digitali capaci di gestire al meglio le performance energetiche degli edifici e il ciclo dell’acqua, alimentando le parti comuni con energie pulite da fonti rinnovabili. Per poi integrare nell’offerta servizi accessori, come l’assistenza agli anziani o prestazioni mediche domiciliari in collaborazione con il vicino ospedale San Raffaele. F.R.
LA GOLF DEL REAL ESTATE «Ci siamo ispirati al modello dell’automotive, un settore in cui intorno all’auto si è stabilita una convergenza tecnologica che coinvolge partner di settori diversi. Non sarà un quartiere di lusso ma nemmeno un quartiere popolare, né una Ferrari né una Cinquecento: diciamo piuttosto una Golf, con un design gradevole e una buona dose di innovazione tecnologica», scherza Turi. Tra i partner a oggi coinvolti nella realizzazione figurano colossi come Cisco, Siemens, IBM, ABB e Samsung, ma anche il Politecnico di Milano, l’Accademia di Brera e il già citato ospedale San Raffaele. «Più incerta la partnership con le utility, più interessate agli aspetti di fornitura che non all’investimento sul modello di sviluppo. Ma la strada è aperta, lo smart district una realtà e il dialogo tra multinazionali digitali e real estate avviato, pronto a definire un nuovo standard di qualità per lo sviluppo del settore immobiliare», auspica Angelo Turi di Real Estate Direction.
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Speciale • Blockchain
La Blockchain cresce, ma per ora non vola
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Blockchain • Speciale
Nel 2018 i nuovi progetti globali basati sulla tecnologia della catena a blocchi sono stati 328, con un balzo rispetto all’anno precedente. Le utility si piazzano al sesto posto per numero di progetti. L’applicazione varia dallo scambio di energia tra pari al commodity trading tradizionale, dalle iniziative per la stabilità della rete alla ricarica delle auto elettriche
Per quanto nel 2018 le criptovalute abbiano subito un drastico ridimensionamento in termini di valore monetario, e per quanto si tratti di una tecnologia ancora in fase di maturazione, la Blockchain guadagna interesse presso le aziende, che cominciano a percepirne le potenzialità e a intravederne le innumerevoli opportunità di applicazione. «A livello globale, sono 579 i progetti di Blockchain censiti nel triennio 2016-2018, di cui 328 nel solo 2018. Un balzo del 76% rispetto all’anno precedente, a conferma di un’attenzione crescente da parte delle imprese e dei governi», spiega Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano.
Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano
USA e Cina in testa Cresce il numero degli annunci di iniziative, ma anche quello dei prototipi e dei progetti già operativi, che insieme coprono il 41% della casistica, registrando un incremento significativo proprio nell’ultimo anno. «Si tratta di
IL QUADRO NORMATIVO Il decreto semplificazioni 2018, convertito in legge all’inizio di febbraio, introduce nell’ordinamento italiano la definizione di “tecnologie basate su registri distribuiti” (o dlt), identificando il concetto di smart contract e assimilandoli ai contratti scritti previo rispetto di alcuni requisiti; inoltre, equipara il timestamp tipico della Blockchain alla marca temporale prevista dal regolamento Eidas sull’identificazione elettronica. «All’Agid è affidato il compito di emanare le linee guida di utilizzo di questa tecnologia nei vari ambiti ed è stato promosso un tavolo di esperti per l’applicazione alle varie fattispecie», precisa Valeria Portale, Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano. settembre 2019 -
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Speciale • Blockchain
Enerchain Enerchain è un consorzio per la compravendita diretta di elettricità attraverso Blockchain al quale al momento aderiscono 39 aziende europee tra cui Enel, Eon, Iberdrola, Engie, Total, Edf, solo per citarne alcune. Le transazioni avvengono attraverso una piattaforma decentralizzata basata su un software sviluppato dalla tedesca Ponton. Obiettivo, ridurre i costi di approvvigionamento dell’energia creando valore per i consumatori. La prima compravendita di energia è avvenuta tra Enel ed E.On nell’ottobre del 2017, seguita pochi mesi più tardi da una transazione tra Endesa e Gas Natural Fenosa, che ha segnato l’esordio sul mercato spagnolo.
una fase di implementazione non consolidata – crescono gli annunci, ma ancora pochi di essi si concretizzano in progetti operativi –, che appare tuttavia come un segnale significativo di interesse da parte delle aziende», afferma Valeria Portale. Gli Stati Uniti guidano la classifica dei paesi con un maggior numero di progetti (il 17%), seguiti da Cina e Giappone (7%), Regno Unito e Corea del Sud (4%). Bene anche l’Italia Anche l’Italia registra un panorama vivace e si posiziona al terzo posto in Europa per numero di progetti, alle spalle del Regno Unito e della Germania: i progetti che hanno avuto visibilità mediatica sono 19, ma la quota sale a 150 se si considerano i progetti di formazione e le consulenze, per i qua32
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VAKT VAKT è un consorzio al quale aderiscono alcune tra le maggiori aziende del settore energetico e diverse banche (BP, Equinor, Shell, Gunvor, Koch, Mercuria, ABN Amro, ING, Société Générale, Chevron, Reliance, Total). La piattaforma, basata su Quorum, la versione privata di Ethereum, costituisce un ecosistema digitale per la gestione dei documenti relativi al trading di commodity, con particolare riferimento al petrolio. L’obiettivo è quello di semplificare gli attuali processi di scambio di documentazione relativa agli scambi.
li sono stati spesi circa 15 milioni di euro. «Il mercato è ancora agli albori, ma da un sondaggio su 61 Chief Innovation Officer di grandi imprese italiane emerge che ben il 59% delle aziende ha avviato sperimentazioni o è in procinto di avviarne», afferma Valeria Portale. Tuttavia, solo il 3% delle grandi imprese ha progetti già operativi e gli investimenti sono ancora limitati, ma nonostante la conoscenza della tecnologia sia ancora scarsa, è prevista una crescita nei prossimi anni. «Per cogliere i vantaggi di questa rivoluzione sarà però necessario lavorare sulle barriere che in questo momento ne stanno limitando l’uso: la mancanza di competenze specifiche all’interno delle aziende, la scarsità delle risorse a disposizione e la difficoltà nel valutare i benefici attesi», sostiene Portale.
Utility al sesto posto Se il mondo del finance fa da traino alla diffusione della Blockchain, coprendo il 48% dei casi negli ultimi tre anni, va sottolineato come il primato si sia ridotto notevolmente rispetto all’80% del 2016. Dal canto loro, le utility costituiscono il sesto comparto per numero di progetti, esprimendone il 4% a livello globale. «Si tratta di un settore abbastanza coinvolto in questo tipo di innovazione. Anche in Italia dove, ad esempio, l’adesione di Enel al progetto internazionale Enerchain per lo scambio di commodity è testimonianza di attenzione e partecipazione attiva», sottolinea Portale. P2P al centro Ma quali sono gli ambiti in cui la Blockchain può trovare applicazione presso il mondo energy? «Il primo e più interessante, destina-
Blockchain • Speciale
to ad assumere rilievo crescente, è il trading peer to peer, cioè lo scambio di energia tra pari, che si concretizza in microtransazioni tra privati. Un ambito nel quale le caratteristiche di sistema decentralizzato, distribuito e pubblico tipiche di questa tecnologia offrono garanzia di trasparenza e immutabilità delle operazioni. Sulla carta le potenzialità sono enormi, ma fino a oggi solo le startup innovative e qualche operatore straniero hanno cominciato a ipotizzare applicazioni in questo senso. Nel nostro paese, infatti, il quadro normativo ancora non consente questa modalità di scambio, che invece è già possibile in diversi paesi europei», spiega Portale.
to delle informazioni può essere utile anche nel contesto di progetti innovativi che coinvolgano i consumatori nella stabilizzazione della rete. Infine, si attendono sviluppi rilevanti per la gestione delle ricariche per le auto elettriche e per la contabilizzazione dei relativi pagamenti in bolletta. Insomma, gli ambiti sono mol-
teplici e grandi passi avanti sono stati compiuti in termini di conoscenza e consapevolezza. Ma serve tempo per capire se ci saranno casi particolarmente interessanti e se la tecnologia della catena a blocchi è realmente destinata a fare la differenza. F.R.
Dal commodity trading all’auto elettrica Il secondo campo di applicazione riguarda il commodity trading, con progetti come il già citato Enerchain, nel cui ambito l’applicazione della Blockchain concorre alla segnalazione delle occasioni di compravendita, alla definizione del pricing e alla processazione della transazione, configurando un marketplace digitale per la compravendita di energia. Altre opportunità riguardano la possibilità di tracciare la provenienza dell’energia, per esempio facendone risalire la produzione a fonti rinnovabili; un tracciamensettembre 2019 -
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Speciale • Blockchain
La Blockchain a misura di impresa. Anche per l’Energy Posizionamento enterprise e soluzioni diversificate su base dimensionale. Dal piano per le startup alla piattaforma globale, IBM investe nella tecnologia della catena a blocchi Per IBM il mercato ICT italiano si conferma tra i primissimi per importanza tra i quasi 200 in cui il colosso globale dell’informatica è presente. Pietro Lanza, Blockchain Leader di IBM e Direttore Generale di Intesa, la società del gruppo che supporta le aziende nella trasformazione digitale, tiene a inquadrare il contesto in cui, anche nel nostro paese, prende forma lo sviluppo della tecnologia della catena a blocchi. Che, insieme alle aree innovative di Cloud e Cognitive Computing, Mobile, Analytics e Security, è ritenuta strategica da IBM, impegnando oltre 8000 persone nell’implementazione e commercializzazione di soluzioni in tutto il mondo. 34
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Vocazione enterprise «Il posizionamento di IBM sul mercato della Blockchain è orientato all’enterprise. Si rivolge, cioè, al mondo corporate e non all’estrazione di criptovalute», esordisce Lanza, spiegando come la proposta si declini secondo tre livelli dimensionali crescenti: si parte da una soluzione pensata per le startup, scalando poi agli applicativi enterprise per le aziende di dimensioni mediograndi e arrivando alle global platform, ecosistemi complessi ad alto tasso di investimento, dedicati alle multinazionali. «Al primo livello, uno startup plan internazionale seleziona realtà innovative con idee meritevoli, assegnando incentivi per servizi
tecnologici fino a 120mila euro annui. Si tratta di un ambito nel quale registriamo un vivace fermento, anche in Italia e anche per il mondo energy. L’offerta di livello enterprise si rivolge invece ad aziende consolidate della fascia di mercato medio-alta, alle quali offriamo tecnologie e consulenza per lo sviluppo di progetti. Infine, sul fronte global platform, investiamo in molti progetti con potenziale globale come quelli di tracking della filiera in diversi settori, dal food, con marchi importanti come Wallmart, al finance, dove per esempio supportiamo un consorzio internazionale di 25 banche per processi di pagamento basati sulla Blockchain».
Blockchain • Speciale
L’impegno è su due fronti Tutte le soluzioni sono sviluppate su piattaforma open source Hyperledger Fabric. «Una scelta, quella dell’universo Linux, motivata dalla volontà di favorire la standardizzazione e rendere più agevoli i livelli di ingresso», sottolinea Lanza. L’impegno per l’evoluzione degli standard si estende anche al fronte normativo, che vede IBM coinvolta nel tavolo tecnico del Ministero dello Sviluppo Economico, una cabina di regia di 30 esperti cui spetta il compito di definire il framework regolatorio e il perimetro di applicazione della Blockchain ai vari comparti della vita pubblica e del made in Italy.
Pietro Lanza, Blockchain Leader di IBM e Direttore Generale di Intesa
Come l’Internet degli albori In Italia la Blockchain esiste già: sono una cinquantina i progetti attivi, promossi da vari consorzi o singole realtà aziendali. «Questa tecnologia è ancora agli albori, ma promette molto sotto il profilo delle ricadute sul business, che si annunciano esponenziali. Il paragone più calzante è quello con l’Internet degli albori, con le aziende ancora poco attive ma pronte a cogliere ogni nuova evoluzione e attente a ogni opportunità di formazione del management», osserva Lanza. D’altro canto, i vantaggi della Blockchain in termini di immutabilità, trasparenza e accessibilità delle transazioni sono stati per lo più compresi e cominciano a essere via via declinati in applicazioni corporate, nelle quali accesso e visibilità sui dati, in lettura e in scrittura, vengono assegnati a ciascuno in funzione delle rispettive necessità di intervento, presa in carico, documentazione. Dal trading al waste management Ma quali sono le applicazioni possibili nel mondo Energy? «Tra i progetti più interessanti, registriamo le soluzioni per il trading peer2peer, che permettono lo scambio di energia tra
privati attraverso smart grid. È il caso dell’ecosistema promosso da TenneT, un operatore del Nord Europa che attraverso una piattaforma Blockchain aggrega e gestisce una rete di prosumer, cioè produttori-consumatori che vendono e comprano l’energia autoprodotta. Grazie all’aggregazione in reti virtuali, la Blockchain consente anche la partecipazione dei prosumer ai servizi di bilanciamento della rete elettrica. Inoltre, la tecnologia a blocchi può essere utile per l’attribuzione dei titoli di efficienza energetica, poiché può attestare la provenienza green dell’energia. Può assumere rilevanza anche nel waste management, dove consente la tracciabilità della filiera dei rifiuti favorendo lo smaltimento di rifiuti speciali o pericolosi. Infine, può agevolare il monitoraggio e l’esecuzione dei processi manutentivi, sui grandi impianti industriali come sui contatori ed elettrodomestici retail: permette infatti di tracciare le informazioni e archiviare in repository i dati di tutti gli interventi tecnici, storicizzandoli e rendendoli accessibili all’erogatore, all’autority e al cliente», conclude Lanza. F.R. settembre 2019 -
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intervista • Wekiwi
La LOW COST dell’energia Da startup ad azienda di successo. A tre anni dalla nascita, Wekiwi entra a pieno titolo tra le digital company dell’energia, scommettendo sul fotovoltaico full digital e puntando all’estero
Prendere una direzione e percorrerla in maniera decisa, senza tentennamenti e con la fiducia che un modello innovativo possa funzionare e dare buoni risultati. A tre anni dalla nascita, la scelta sembra aver pagato e Wekiwi esce dalla dimensione di startup ed entra a pieno titolo nel numero delle digital company dell’energia. «Abbiamo scommesso su una formula realmente differenziante, in uno scenario di mercato caratterizzato da una certa cautela e da una mancanza di inventiva riconducibile al timore di scostarsi dallo standard. Abbiamo corso un rischio, certo, ma sapendo di avere ottime probabilità di riuscita proprio in virtù della nostra diversità». Massimo Bello, Amministratore Delegato di Wekiwi, rivendica il valore di una scelta che si è rivelata vincente anche grazie alla competenza 36
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di Tremagi, gruppo energetico capofila e investitore principale dell’iniziativa, che alla ex startup fornisce supporto per le funzioni corporate e regolatorie. Come una low cost «Il nostro modello si basa su un rapporto con il cliente simile a quello impostato dalle compagnie aeree low cost: se vuoi un prezzo realmente competitivo, i miei costi devono essere bassi e
AI PRIMI POSTI SUL COMPARATORE Prima e seconda posizione, mai oltre. Secondo il comparatore Luce-gas.it di Selectra, per tutto il 2018 Wekiwi è stato il più conveniente tra i fornitori di energia elettrica e gas naturale. Con un risparmio effettivo di 235 € all’anno, pari al 15,8% rispetto al Servizio di Maggior Tutela stando ai dati aggiornati al dicembre 2018, l’offerta della digital company si è attestata al primo posto nel 75% dei casi e al secondo posto nella quota residua di rilevamenti.
Wekiwi • intervista
Massimo Bello, Amministratore Delegato di Wekiwi
tu mi puoi aiutare. Alla firma del contratto, il cliente sottoscrive alcune caratteristiche della nostra offerta: sceglie una carica bimestrale, trimestrale o quadrimestrale, che viene fatturata in anticipo; riceve uno sconto se accetta di non avvalersi di assistenza telefonica ma interagisce con il servizio clienti solo attraverso chat, mobile e canali social, libe-
rando risorse nel contact center; aderisce a sistemi che rendono più sicuro il pagamento, come l’addebito in conto corrente e la fattura digitale, controllando il processo attraverso un’area riservata sul sito web», spiega Bello. Il primato del digitale La gestione full digital caratterizza sia le modalità dell’offerta,
sia la gestione dei processi. «Ma l’approccio non è orientato dalla tecnologia: al centro ci sono il business e il modello di gestione dei nostri 30mila clienti», chiarisce Bello. Una quota raggiunta nel segmento domestico, target principale dell’operatore, grazie alle forniture per due importanti gruppi di acquisto nazionali promossi dal Codacons e da Alsettembre 2019 -
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intervista • Wekiwi
troconsumo e attraverso la promozione sul sito web e sui comparatori online. «Abbiamo scelto fin dall’inizio di escludere i canali di vendita tradizionali, a nostro avviso responsabili di aver minato la fiducia del consumatore: in passato, i clienti sono stati sopraffatti dal teleselling e dalle reti porta a porta con tecniche di vendita aggressive e invadenti, che hanno perso di efficacia». Sul fronte dei canali, Wekiwi registra una sostanziale parità, con una metà dei contratti mediata dai comparatori e il restante 50% attivato direttamente sul sito, anche se è facile
immaginare un superamento da parte dei comparatori, trainati dalla crescita delle ricerche sul web e dal confronto sui prezzi. Il futuro? È nel target Il contesto di maggiore propensione al cambio di operatore, nel quale si prospetta la necessità di una targetizzazione del mercato, premierà chi si differenzia in un mercato appiattito su un’offerta generalista priva di connotazioni specifiche, ne è convinto Massimo Bello: «Noi siamo già orientati verso una categoria, quella dei clienti digitali, che si presta a ulteriori segmentazioni, funzionali
IL PASSAPAROLA SI FA MARKETING Anche sul fronte del marketing, Wekiwi ha adottato una formula innovativa, basata sul cosiddetto network marketing. «Studi e statistiche indicano che in futuro le informazioni per scegliere un contratto di fornitura, per l’energia come per altri servizi, non passeranno più attraverso mezzi di comunicazione e promozione tradizionali ma in maniera sempre più significativa attraverso il web, il passaparola e le applicazioni social. Ecco perché per veicolare la nostra offerta abbiamo scelto il network marketing, un’estensione evoluta del passaparola», afferma l’AD Massimo Bello. Una rete di ambassador Ma di che cosa si tratta e come funziona esattamente? «I clienti diventano ambassador di Wekiwi, cioè ottengono una remunerazione presentando clienti o altri ambassador. Il processo avviene attraverso la piattaforma online Wekiwi People, che gestisce la registrazione degli ambassador e calcola il compenso. Il portale Wekiwi Energy eroga la formazione necessaria per portare avanti quella che, supportata da adeguati strumenti informatici tra cui un cruscotto dati e alcuni tool per i clienti, diventa una vera attività lavorativa, già scelta da molti professionisti e studenti come reddito secondario». A oggi gli ambassador sono l’1% dei clienti Wekiwi, ma l’aspettativa è che ognuno di loro possa trasformare in clienti effettivi una quota di contatti compresa tra il 10 e il 20%.
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Wekiwi • intervista
LA SCELTA ENERGETICA COME IMMAGINE Nel 2017 Wekiwi ha ottenuto la certificazione di B Corporation, diventando la prima web company etica in Italia nel settore energetico. «Il movimento delle BCorp è nato negli Stati Uniti nel 2010 e l’Italia è stato il primo a recepire, anche a livello legislativo, il riconoscimento alle aziende che perseguono volontariamente, oltre al profitto, una nuova strada a vantaggio della comunità, dei lavoratori e dell’ambiente», spiega Massimo Bello. A oggi sono poco più di 50 le aziende italiane certificate BCorp, che vanno ad aggiungersi alle circa 2mila distribuite in 50 paesi. «Quella delle BCorp è una vera e propria rivoluzione, o evoluzione, dell’economia di mercato. Diventare una Bcorp certificata, però, non è semplice. Bisogna rispettare alti standard e misurare in modo rigoroso e trasparente i propri impatti a livello etico. Alle aziende viene chiesto di concepire prodotti e servizi con obiettivi di sostenibilità “a prova di futuro”», sottolinea Massimo Bello. Un impegno che Wekiwi porta avanti in partnership con alcune importanti aziende di cui è fornitrice, insieme alle quali sono stati avviati programmi di co-marketing e comunicazione che puntano a valorizzare la scelta di un’energia a basso impatto e attenta ai temi etici.
alla creazione di offerte differenziate. Oggi, il cliente tipo di Wekiwi è giovane, tra i 30 e i 50 anni, e orientato alla tecnologia, ma servirà spingersi oltre nell’analisi dei bisogni. Certo, il primo step, senza il quale non ci sarà alcun cambiamento, è la liberalizzazione delle tariffe: finché non ci si arriva davvero, il bisogno di innovazione non è così impellente perché il cliente non ha reale esigenza di cambiare operatore».
Massimo Bello racconta con entusiasmo, descrivendoli come già operativi: «Sono due progetti a cui teniamo moltissimo: il primo è l’espansione in Francia, paese in cui siamo presenti da gennaio attraverso un gruppo di acquisto di un complesso turistico sulle Alpi e da luglio tramite i comparatori sul web. Il mercato francese è simile al nostro, non ci sono competitor con offerte digitali particolarmente innovative».
Anche all’estero Consolidata la struttura aziendale e raggiunto il break even con una sufficiente massa critica, i prossimi passi per la crescita dell’azienda insistono sullo sviluppo di altri due importanti progetti, che
Il fotovoltaico full digital Il secondo progetto si chiama WekiwiSolar ed è promosso in collaborazione con il partner spagnolo Ezzing. «L’obiettivo è quello di offrire anche nel fotovoltaico una proposta full digi-
tal, con un sito web attraverso cui il cliente può gestire in autonomia le fasi dalla consulenza alla realizzazione di un impianto, ricevendo il supporto per un dimensionamento dell’impianto proporzionato ai consumi, in una consulenza che rimane in modalità self fino al sopralluogo dell’installatore», spiega Bello. Il progetto, nato nel secondo semestre del 2018, per ora registra una produttività di 5 impianti al mese, con una presenza a macchia di leopardo e nelle regioni principali, che secondo le aspettative dovrebbero moltiplicarsi, raggiungendo i 20 impianti al mese nel 2020. F.R. settembre 2019 -
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tecnologie • Veeam
Dati aziendali, gestire significa proteggere Le aziende hanno bisogno di garantire l’accesso continuo ai dati. Per questo sempre più spesso scelgono il cloud data management per arginare i rischi dell’interruzione di servizio. E per prevederli, attivando processi automatici di salvataggio e recupero I dati prodotti nell’era digitale sfuggono al principio della fisica per cui “nulla si crea, nulla si distrugge”. Informazioni fino a ieri difficilmente afferrabili sono generate a ciclo continuo dai dispositivi tecnologici, in una mole che aumenta in misura esponenziale. La loro raccolta è diventata essenziale e il rischio di distruzione tutt’altro che remoto. Ecco perché negli ultimi anni, spinte dagli effetti della trasformazione digitale e dalle prescrizioni normative a tutela della privacy, come il GDPR, le aziende hanno cominciato a prestare maggiore attenzione alla tutela dei propri dati. Nella consapevolezza che costituiscono un asset di valore inestimabile. Una nuova consapevolezza A livello globale, il 70% delle imprese ritiene essenziale l’accesso ininterrotto ai dati e la stragrande maggioranza è cosciente dell’impatto che un’interruzione di servizio sortisce sul fatturato, sulla produttività e sulla fiducia dei 40
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consumatori. La stessa percentuale ritiene tuttavia di non essere in grado di attivare una tutela adeguata e conosce le dimensioni del rischio economico connesso a questa carenza: per questo, il 72% delle aziende prevede di adottare soluzioni di cloud data management nei prossimi anni, sfruttando i vantaggi del cloud ibrido pubblico. Il dato emerge dal Veeam Cloud Data Management Report 2019, redatto da Veeam dopo aver intervi-
Albert Zammar, Vice President South EMEA di Veeam
stato oltre 1500 leader di business in 13 paesi, tra cui l’Italia. L’azienda, specializzata in soluzioni di backup e disaster recovery, può dirsi leader di settore, superando i 350mila clienti in tutto il mondo e lavorando con oltre 61mila partner di canale e 21mila cloud provider. Gestire i dati, cioè proteggerli Afferma Albert Zammar, Vice President South EMEA di Veeam: «Le aziende sanno ormai che rischiano forti perdite se non riescono a garantire continuità di accesso ai dati. Sanno anche che la conquista del vantaggio competitivo è sempre più legata all’applicazione di tecnologie che si basano proprio sulla raccolta e sull’analisi di enormi quantità di informazioni, come l’intelligenza artificiale, il machine-learning e l’Internet of Things, che consentono di fornire nuovi servizi e orientare le strategie di marketing. Ma gestire i dati significa innanzitutto metterli in sicurezza. Il ruolo di Veeam è proprio questo: salvaguardare i da-
Veeam • tecnologie
tabase aziendali e rendere recuperabili i dati in caso di disastro, attivando allo stesso tempo funzioni predittive per anticipare gli effetti di una cattiva gestione o di minacce esterne». Efficienza lungo tutta la filiera Negli ultimi anni, la trasformazione digitale è stata dirompente e trasversale a tutti i settori, moltiplicando gli snodi in cui la filiera produttiva è presieduta da piattaforme smart. «Il comparto energy non fa eccezione. Anzi, dopo anni di immobilismo pressoché totale è coinvolto dal cambiamento anche più di altri. In alcuni casi il processo di digitalizzazione è addirittura superiore alle aspettative, basti pensare al percorso compiuto da Enel», osserva Zammar. «L’innovazione riguarda sia gli aspetti produttivi, con la cosiddetta smart energy, sia le reti di trasmissione e distribuzione. E se lo smart metering permette di migliorare il servizio al cliente, aggregando a beneficio del consuma-
NUOVE PRIORITÀ PER L’IT Via via che aumenta l’impiego di strumenti digitali nelle attività core degli operatori, aumenta l’esposizione al rischio di perdita e manomissione di dati, a causa di una cattiva gestione o di minacce esterne. E aumenta la necessità di una presa in carico da parte dell’IT, chiamato a concentrarsi più sull’analisi e gestione delle informazioni a uso del business che sulle tradizionali attività corporate. Sempre più spesso, infatti, le aziende scelgono di spostare sul cloud le attività non core, mantenendo sull’infrastruttura interna i processi core, secondo un modello ibrido. In entrambi gli ambienti, la responsabilità del dato resta in capo all’azienda, che deve assicurarsi le adeguate soluzioni di salvataggio e ripristino, nonché un monitoraggio dei flussi che rilevi anomalie e fattori di rischio, attivando meccanismi automatici di difesa con il ricovero su data center secondari. «Ancora una volta, il settore energy non fa eccezione, trovandosi in una condizione di vulnerabilità e ricoprendo un ruolo essenziale nell’esistenza dei paesi moderni, che accuserebbero danni e difficoltà nel caso di attacchi alla rete elettrica», osserva Albert Zammar di Veeam.
tore informazioni per un uso più razionale dell’energia, la gestione digitale della filiera alimenta l’efficienza del core business». A una condizione, però: che lungo tutto il processo, la gestione dei dati sia ben presidiata e proattiva. Tre variabili determinanti Ma quali sono le risorse indispensabili per affrontare al meglio la sfida della gestione dei dati? «Al primo posto le aziende mettono le
competenze digitali dei loro dipendenti, che giudicano fondamentali per quanto spesso inadeguate. Secondo aspetto rilevante è quello culturale, cioò la capacità di far proprie le logiche del digitale. Infine, altrettanto importante, serve la fiducia nella capacità dell’azienda, dei dipendenti e dei consumatori di implementare un business digitale», conclude Zammar. F.R. settembre 2019 -
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speciale • Il cliente impresa
Cliente impresa, le best practice per il marketing Identificare sul mercato i prospect ad alto potenziale di consumi, usando modelli predittivi per orientare le strategie di marketing e i processi operativi delle utility. È la soluzione di CRIF per gli operatori che vogliono ampliare il loro portafoglio di clienti business
Intelligenza dei dati e modelli statistici fondati sulla conoscenza del mercato e sui bisogni effettivi delle aziende. Sono gli strumenti che CRIF offre alle utility per individuare i clienti business a maggior potenziale, ai quali rivolgere piani di marketing strategico e offerte su misura. Orientando in maniera più efficace anche le attività operative. «In un contesto di mercato sempre più complesso, le opportunità di business per le utility sono molte e crescenti. Ma per coglierle al meglio, è fondamentale identificare le aree di crescita e ampliare la customer base. Costruendo poi su basi solide un rapporto duraturo con il cliente», afferma Massimiliano Loi, Senior Manager di CRIF, azienda globale specializzata in sistemi di informazioni crediti42
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zie e di business information, servizi di outsourcing e processing, soluzioni per il credito. Dalla segmentazione del mercato ai modelli predittivi Il lavoro parte con lo studio del mercato, la sua segmentazione e modellizzazione, per arrivare a identificare cluster di clienti prospect a cui rivolgersi con offerte basate su stime delle esigenze effettive delle aziende. CRIF declina tutti questi passi in una soluzione su misura per il mondo energy, già adottata da una delle maggiori multiservizio italiane. Obiettivo, costruire un processo di analisi e di screening delle aziende per individuare, tra i potenziali clienti, i prospect ad alto potenziale sotto il profilo dei consumi.
«La metodologia identifica i driver del consumo di luce e gas, segmentando il mercato in cluster di aziende energivore, gasivore e potenzialmente interessate a un’offerta combinata di luce e gas»,
Massimiliano Loi, Senior Manager di CRIF
Il cliente impresa • speciale
spiega Loi. Il processo, basato su un approccio modulare, scalabile e flessibile, è strutturato in una prima fase di ricognizione, a cui segue lo sviluppo di modelli predittivi del consumo di luce e gas. Reperimento e gestione dei dati «Si parte con l’analisi di dati pubblici, open data, dati proprietari CRIF e di benchmark, tenendo conto del settore merceologico, dell’area geografica, della dimensione e di altre caratteristiche rilevanti delle aziende. Un approccio particolarmente efficace quando i clienti business in portafoglio all’utility sono pochi e manca una significativa base dati interna», spiega ancora Loi. Nel caso invece di utility più grandi, con un portafoglio più nutrito e una sufficiente mole di dati interni, si può sviluppare una seconda fase, che conduce a modelli predittivi basati sui dati di consumo. Liste di prospect ad alto potenziale «I modelli, definiti di volta in volta in base alle caratteristiche e alle esigenze della utility, sono sviluppati con variabili target recepite dalle basi dati interne come, ad
La metodologia identifica i driver del consumo di luce e gas, segmentando il mercato in cluster di aziende energivore, gasivore e potenzialmente interessate a un’offerta combinata di luce e gas esempio, i consumi effettivi delle aziende, i consumi dichiarati in fase di vendita, l’esito di campagne precedenti, nel caso in cui si voglia testarne l’efficacia», continua Loi. La profilazione dei clienti, previo consenso, permette di sviluppare modelli statistici differenziati per tipo di offerta (luce, gas, luce e gas) e di studiare la relazione tra i possibili driver e le variabili target di cui sopra. Risultato dell’operazione, una lista di potenziali clienti a elevato consumo stimato (luce, gas o entrambi), da contattare e attivare attraverso campagne di marketing dedicate. Vantaggi commerciali e per la pianificazione «Questo approccio offre alcuni vantaggi, primo tra i quali l’identi-
ficazione di opportunità commerciali misurate e misurabili; inoltre, le aziende in target vengono segmentate sia per tipologia di offerta sia per potenzialità di consumo, permettendo di pianificare le campagne in termini di priorità e contenuto dell’offerta», sottolinea Loi. Insomma, una maggiore conoscenza del mercato permette di ampliare il business, ma anche di ottenere indicazioni per orientare la pianificazione, in un ciclo continuo di selezione di prospect, azione commerciale, raccolta risultati di campagna e fine tuning dei modelli, attraverso un sistema di monitoraggio continuo dei risultati e verifica delle performance di quanto applicato. B.C. settembre 2019 -
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La ESCo? Vende risparmio Le società di servizi energetici promuovono interventi di efficientamento remunerati in funzione del risparmio ottenuto dall’azienda. Che ha il vantaggio di avere un interlocutore unico a cui delegare il finanziamento, la realizzazione e la gestione dei nuovi impianti La certezza del risparmio, la garanzia dell’interlocutore unico e la libertà di concentrare gli investimenti sul core business. Agli occhi dell’impresa, la formula ESCo ha il chiaro vantaggio di trasferire sul fornitore non solo il rischio tecnico-finanziario, l’iter amministrativo e l’esecuzione dei nuovi impianti, ma anche il loro mante-
nimento oltre che, naturalmente, una riduzione spesso significativa del costo dell’energia. A fronte di accordi contrattuali di durata pluriennale, la società di servizi energetici si occupa infatti di progettare, finanziare e gestire gli interventi di efficienza, ricavando la propria remunerazione in funzione del miglioramento delle
DALLA PROPRIETÀ AL SERVIZIO «Con la formula ESCo, l’azienda ottiene un risparmio, non deve più preoccuparsi della gestione dell’impianto e ha un unico soggetto referente, responsabile di tutto. In altre parole, si libera in un colpo solo di tutti i rischi finanziari e operativi connessi con la produzione dell’energia necessaria al ciclo produttivo», afferma Luciano Burro, Elettra Investimenti. Un approccio che all’estero è apprezzato da tempo e che comincia a farsi strada anche in Italia grazie alla progressiva rinuncia all’idea che il possesso di un bene sia di per sé opportuno e vantaggioso. «Perfino le PMI, più legate a una mentalità tradizionale, stanno superando la convinzione tipicamente italiana per cui tutto ciò che sta dentro l’azienda deve appartenere all’azienda, facendo spazio a una più moderna consapevolezza della centralità del servizio», osserva Burro.
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prestazioni, cioè in base al risparmio ottenuto dal cliente, secondo gli schemi del Servizio Energia o dell’Energy Performance Contract (EPC). Al servizio delle imprese Che si tratti di impianti di cogenerazione o di pannelli fotovoltaici, di sistemi HVAC o di illuminazione
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Luciano Burro, Direttore Commerciale e responsabile del segmento PMI di Elettra Investimenti.
a LED, è questa la ricetta adottata da Elettra Investimenti, holding industriale quotata sul mercato AIM e attiva nelle macro-aree dell’efficienza energetica, generazione distribuita e trading, Operations and Maintenance. Una ricet-
ta identica dalla piccola e media impresa alla grande industria: offrirsi come referente unico per migliorare la gestione dell’energia, rinnovando gli asset senza farne gravare il peso sulle risorse finanziarie dell’azienda. «Non vendiamo commodity a basso prezzo, ma interventi sul ciclo produttivo capaci di ridurre la spesa a parità di output – spiega Luciano Burro, Direttore Commerciale e responsabile del segmento PMI di Elettra Investimenti. I nostri clienti sono aziende di tutte le dimensioni e dei settori più disparati, dal farmaceutico al food, dalla logistica all’ospitalità, dalla grande distribuzione agli impianti sportivi, i cui consumi indicativamente siano superiori a 150mila kWh annui, quindi circa da 25mila euro annui in su». Un pacchetto full service Ma come si concretizza il rapporto tra la ESCo e il cliente impresa e quali vantaggi comporta la partnership? «Offriamo un pacchetto full service con vantaggi evidenti rispetto ad altre formule, sia, cioè, rispetto all’acquisto “chiavi in mano” sia rispetto al finanziamento in leasing. A seconda delle esigenze del cliente, siamo in grado di sostituire impianti obsoleti o inefficienti con sistemi di generazione distribuita, che grazie all’autoproduzione consentono all’azienda di ridurre la propria dipendenza dalla rete, ottenendo da noi energia a un prezzo più basso», continua
Burro. La ESCo studia, progetta, finanzia e realizza l’impianto, del quale rimane proprietaria e del quale continua a occuparsi, assicurando all’azienda una fornitura di energia elettrica o termica o frigorifera, la cui entità e remunerazione sono concordate in base a un contratto di performance (EPC) o più semplicemente garantendo un risparmio sui consumi ante intervento. Un circolo virtuoso «Per quanto riguarda i progetti, le realtà di medie e grandi dimensioni sono già abituate a ragionare su interventi modulari e successivi. Se cominci a lavorare con aziende che hanno compreso i vantaggi dell’efficienza energetica hai da fare fino alla pensione», scherza Burro. A una condizione: occorre mostrarsi proattivi e disponibili a interpretare le esigenze di ciascuna realtà. Un esempio? La soluzione integrata in formula ESCo per la rimozione delle coperture in amianto rivolta a chi intenda installare un impianto fotovoltaico. «Queste coperture possono sembrare un limite, invece viste da un altro punto di vista sono un’opportunità molto interessante. Sembra un paradosso, ma noi vendiamo risparmio. E siamo chiamati a venderlo nella maniera più completa, semplice ed efficace possibile, offrendo un contributo risolutivo», conclude Burro. F.R. settembre 2019 -
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Tutti vogliono l’ENERGY MANAGER Lo scorso anno in Italia i responsabili per l’uso razionale dell’energia nominati dalle aziende erano 2.353, di cui un terzo fuori dall’obbligo di legge, mentre 2.449 certificati sono stati emessi per la figura dell’EGE, l’Esperto in Gestione dell’Energia. Fisionomia, evoluzione e opportunità delle figure che gestiscono l’energia nelle imprese e nella PA
Non si sa di preciso quante siano le aziende italiane che dovrebbero avere un Energy Manager: la legge 10 del 1991, che per prima ha imposto alle realtà energivore un responsabile per l’uso razio-
Francesco Belcastro, Direttore Tecnico di SECEM, Sistema Europeo per la Certificazione in Energy Management, e responsabile della formazione di FIRE 46
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nale dell’energia, obbliga alla nomina di questa figura le imprese industriali con consumi superiori ai 10mila tep e le organizzazioni che operano in altri settori superando i 1000 tep. Ma non esiste un registro che consenta verifiche sistematiche e l’iniziativa resta in capo alle aziende, con punte di inadempienza che toccano l’80% nella pubblica amministrazione nonostante le sanzioni previste. Professionisti in evoluzione Nelle indicazioni del legislatore, il “responsabile della conservazione e dell’uso razionale dell’energia” è una figura di alto profilo, dipendente dell’azienda o consulente esterno, il cui compito consiste nell’analisi dei consumi e nella promozione di interventi che riducono l’impiego di energia, sensibilizzando il personale e migliorando l’efficienza delle
strutture. Ma come lavora l’Energy Manager e come cambia il suo profilo nelle varie realtà? Quali sono i suoi ambiti tipici di intervento e quali le criticità che incontra? «La legge del 1991 istituisce un ruolo, ma non descrive mansioni e competenze, né subordina la posizione a una qualifica professionale», spiega Francesco Belcastro, Direttore Tecnico di SECEM, Sistema Europeo per la Certificazione in Energy ManaLe soglie oltre le quali diventa obbligatoria la nomina di un Energy Manager sono espresse in tonnellate equivalenti di petrolio (tep). Volendo fornire un riferimento, 1.000 tep corrispondono a circa 1,2 milioni di m3 di gas naturale o a 5,3 milioni di kWh in usi finali.
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L’EGE, UN ESPERTO PER LA GESTIONE DELL’ENERGIA Nel corso degli anni, successivi pronunciamenti del Ministero per lo Sviluppo Economico e ulteriori azioni normative hanno contribuito all’evoluzione delle figure e dei sistemi che connessi agli aspetti energetici in azienda. Mentre la normativa europea ISO 50.001, che disciplina i sistemi di gestione dell’energia, afferma la necessità di dare continuità alle iniziative reinvestendo i risparmi ottenuti in interventi ulteriori, la UNI CEI 11339 stabilisce i requisiti generali per la qualificazione degli EGE, gli Esperti in Gestione dell’Energia. «Questa figura raccoglie le competenze dell’Energy Manager in una qualifica professionale, che viene certificata da enti accreditati sulla base dell’esperienza sul campo e del superamento di un esame. Tuttavia, l’EGE non sostituisce l’Energy Manager, bensì offre un sapere tecnico che non sempre è nel bagaglio professionale di un manager», precisa Francesco Belcastro di FIRE.
NUMERI IN CRESCITA Il numero degli Energy Manager aumenta di anno in anno e coinvolge anche realtà che aderiscono su base volontaria, a conferma dell’utilità percepita nei casi in cui il costo dell’energia è una variabile incisiva. L’ultimo rapporto FIRE rivela che nel 2018 i tecnici responsabili nominati dalle imprese italiane sono stati 2.353, di cui 764 presso soggetti non vincolati all’obbligo. Capofila tra i settori è il terziario, con 483 nominati, seguito dall’industria, con 432 nomine. Ultima la Pubblica Amministrazione, che registra addirittura una diminuzione rispetto al 2017.
Dei 2.353 manager nominati nel 2018, 764 erano presso soggetti non obbligati
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gement, e responsabile della formazione di FIRE, la Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia che su incarico ministeriale è responsabile della nomina e dell’elenco degli Energy Manager. L’Energy Manager, insomma, può essere chiunque. «Spesso, nelle realtà di dimensioni maggiori, è un dirigente con competenze manageriali e potere decisionale, mentre nelle aziende più piccole è alto il numero dei consulenti esterni e prevale la competenza tecnica, tanto che la fisionomia dell’Energy Manager tende a coincidere con quella di una seconda figura, l’Esperto in Gestione dell’Energia, noto tra gli addetti ai lavori con l’acronimo EGE», afferma Belcastro. Da mero ruolo a risorsa efficace Stando ai dettami della legge 10, l’Energy Manager ha la facoltà di interloquire con i vertici aziendali. Tuttavia, non sempre le condizioni in cui opera sono ottimali. «Molto dipende dall’organizzazione e dalla posizione in organico: una collocazione in staff ai decisori può comportare un accesso al budget e la partecipazione alle decisioni, nonché la possibilità di collaborare con altre funzioni, dai tecnici agli esperti legali all’ufficio acquisti. Viceversa, profili più strettamente tecnici rischiano di avere minore opportunità di in48
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LA FIRE FIRE, Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia, è un’associazione tecnico-scientifica indipendente e senza finalità di lucro, il cui scopo è promuovere l’uso efficiente dell’energia. Dal 1992, su incarico ministeriale, è responsabile della nomina e dell’elenco degli Energy Manager. Promuove la formazione e il confronto tra i professionisti del settore.
tervento. Infine, ed è il caso di molte amministrazioni pubbliche, capita che i risparmi ottenuti vadano a coprire buchi di bilancio e non l’implementazione di ulteriori interventi», spiega ancora Belcastro. Le opportunità non mancano Spesso, insomma, quello dell’Energy Manager rischia di rivelarsi un ruolo vuoto, una mera osservanza di un obbligo di legge, rispetto al quale l’azienda non aggiunge supporto né investimenti. Ma le opportunità, anche finanziarie, non mancano, ed è compito dell’Energy Manager selezionare gli interventi e ricorrere agli incentivi pubblici che li finanziano, rivolgendosi ai certificati bianchi o al conto termico, al fondo nazionale per l’efficienza energetica o al pacchetto per l’Industria 4.0, per citarne alcuni. «Chi ricopre questo ruolo deve saper valutare le opportunità offerte dal sistema, scegliendo la più adeguata e tenendo conto della ge-
nerale spinta verso il green procurement e le fonti rinnovabili», sostiene Belcastro. Servono competenze trasversali Sull’efficacia dei risultati dell’Energy Manager pesa, insomma, il livello della sua professionalità. Un aspetto che, ancora su mandato ministeriale non oneroso, vede FIRE attiva con iniziative formative e di sviluppo professionale, attraverso incontri di aggiornamento e occasioni di confronto in cui viene data visibilità al lavoro svolto dai professionisti all’interno delle aziende. Al centro dei programmi, la trasmissione di competenze tecniche ed economico-gestionali, ma anche gli strumenti per far conoscere i risultati all’interno dell’organizzazione e valorizzare i progetti, ottenendo visibilità per i migliori e ricavandone best practice di settore. F.R.
Ripensare il paradigma della mobilitĂ per le cittĂ del terzo millennio
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