AUTO ELETTRICA,
fuori dalla nicchia
IN QUESTO NUMERO
Intervista - Pulsee Digitale e su misura, il nuovo brand di Axpo Italia
Scenari La vera concorrenza? Ha regole uguali per tutti
Blast21 Srl • 20123 Milano, Via M. Bandello 15 • Trimestrale • Anno I • Numero 4 • dicembre 2019 Poste Italiane Spedizione A.P.- D.L. 353/2003 (conv L. 46/2004), Art. 1 comma 1, Lo/Mi
Energia & Mercato: perché una nuova rivista sull’energia Energia & Mercato non è “solo” una rivista. E non lo diciamo solo per proporvi il nostro sito web o la nostra newsletter, intendiamo dire qualcosa di molto più ampio. Già dal suo nome, Energia & Mercato afferma la prospettiva diversa che vuole portare sul settore. Non raccontare le dinamiche interne al mondo dell’energy & gas, cosa che altre realtà fanno egregiamente da molto tempo, ma le relazioni con tutto il mondo circostante. Tecnologico, in primis, ma anche finanziario ed economico. Dal marketing alla blockchain, dagli smart meter alle app, anche il settore energetico si avvia verso quella trasformazione digitale che viene spesso banalizzata con la tecnologia, ma che investe prima di tutto la cultura delle aziende e il comportamento del cliente. All’insegna dell’apertura verso il mondo, della contaminazione dei modelli di business, dello scambio di dati. Per questo vi proponiamo una nuova rivista. E, con essa, una visione diversa sul mercato e sulla realtà. Lo facciamo seguendo noi stessi una logica di apertura: l’edizione digitale di questa rivista è leggibile gratuitamente, tramite la piattaforma issuu. Ci trovate online, sul sito web www.energiamercato.it, dove troverete anche la nostra newsletter. E, con la medesima logica di apertura, aspettiamo il vostro parere. Trovate tutti i nostri riferimenti nel colophon, di fianco al sommario. Qui di fianco, invece, il link per ricevere anche in futuro l’edizione cartacea di Energia & Mercato.
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La Blockchain CRESCE,
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IN QUESTO NUMERO
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Intervista - Wekiwi Cliente impresa La low cost Le best practice IN QU dell’energia per il marketing ESTO ta is Intervista rv Inte N U M ER ce lu O Digitale e - Pulsee Eni gas e ominio su mis nd co l su il a Blast21 Srl • 20123 Milano, Via M. Bandello 15 • In attesa di Registrazione presso il Tribuna di Milano • Anno I • Numero 3 • nu settembre ov2019 punt o brand di ura, Poste Italiane Spa • Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Axpo Italia
• giugno 2019 Numero 2 • Anno I • di Milano Milano so il Tribuna art. 1, comma 1, DCB zione pres 46) sa di Registra In L. 27/02/2004 n. v. 15 • In atte o (con 3 dell Ban 353/200 no, Via M. a.p. - D.L. • 20123 Mila ne Spa • Sped. in Blast21 Srl Poste Italia
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Blast21 Srl • 20123 Mila no, Via Poste Italia ne Spedizio M. Bandello 15 • Trim ne A.P.- D.L. estrale • Ann 353/2003 (conv L. 46/2 o I • Numero 4 • dice 004), Art. 1 mbre 2019 comma 1, Lo/Mi
www.energiamercato.it/la-rivista
sommario
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22 SCENARI
SPECIALE
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Auto elettrica, fuori dalla nicchia
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Da driver a mover
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L’anno della svolta
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Dappertutto e per tutti. La sfida dell’infrastruttura
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Focus sulla mobilità urbana
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La vera concorrenza? Ha regole uguali per tutti Energy manager: bene i privati, male la PA
INTERVISTA
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Digitale e su misura, il nuovo brand di Axpo Italia
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sommario
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Direttore responsabile Alberto Grisoni - agrisoni@aziendabanca.it Redazione Barbara Botti - bbotti@aziendabanca.it Gaja Calderone - gcalderone@aziendabanca.it Advertising Mariuccia Ritrovato - mritrovato@aziendabanca.it Ha collaborato Francesca Ruggiero
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Progetto grafico e Impaginazione Clementina Occhipinti Stampa - Àncora Arti Grafiche Crediti Immagini Copertina e pag. 18: Ilya Titov / Shutterstock.com Pag. 12: rawf8/ Shutterstock.com Pag. 20: Vadim Georgiev / Shutterstock.com Pag. 28: studio stock/freepik Redazione Blast21 Srl - Via F. Caracciolo, 68 - 20155 Milano Tel. 02 49536590 4 numeri l’anno. L’abbonamento andrà in corso, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile. Italia 10 euro. La copia 3,90 euro. Arretrati il doppio. Estero 20 euro. Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Autorizzazione tribunale di Milano n. 153 del 17/07/2019. È vietata la riproduzione, anche parziale, di quanto pubblicato senza la preventiva autorizzazione scritta di Blast21.
SPECIALE
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Non è sostenibile se non è riciclabile
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La porta per un nuovo business
Ai sensi del decreto legislativo 196/2003, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico, o di altri dello stesso Editore, consistono nell’assicurare una informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’art.13 del suddetto decreto. Gentile lettore, alcune copie del mensile AziendaBanca sono inviate gratuitamente per finalità di marketing diretto. Il destinatario finale può, in qualunque momento, contattare la redazione per richiedere l’aggiornamento o la rimozione del proprio nominativo dalla mailing list.
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nomi
A Aiget...................................................10. Alcantara .......................................... 6. Alpiq E-Mobility ...........................30. Alpiq Energia Italia.......................30. Alpiq InTec.......................................30. Ancitel Energia & Ambiente ...... 6. Andreoni Federica ...................... 32. ARBalzan .......................................... 8. Atradius ............................................ 8. Axpo Italia........................................14. B Balzan Ada Rosa............................. 8. Banca Finint .................................. 32. Banca Popolare dell’Alto Adige ................................................ 32. Barclays .......................................... 32. Bello Massimo................................10. Bertini Gloria.................................. 32. C Caldarone Raffaele...................... 32. Cassa di Risparmio di Bolzano ...................................... 32. Chiesa Vittorio................................19. Chiomenti ...................................... 32. Commercialisti Associati Bortolotti & Conci ....................... 32. Contarina........................................... 6. Cristoforetti Servizi Energia .... 32. D Da Re Martina................................ 32. Demarchi Simone.........................14. Dezio Giancarlo.............................28. Di Stefano Roberto......................26. DNV GL ...............................................7. E Ecolight............................................28. 4
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Ecopartner ..................................... 32. Enel X................................................ 24. Energy&Strategy Group...............18. Eni ..................................................... 32. Eni gas e luce ............................... 32. Engie Italia ....................................... 6. Enventi ............................................ 32. Euregio Plus SGR ........................ 32. Evolvere .......................................... 32. F FCA.....................................................26. FIRE ...................................................12. Fondo Strategico TrentinoAlto Adige ...................... 32. G Galizzi Pietro.................................. 32. Giampieri Letizia........................... 32. Grignani Carlo................................ 32. Gruppo Industriale Vesit........... 22. Gruppo Sonatrach ........................ 8. I Infore Environment Technology Group Stock .......... 32. K Kantar...............................................20. L Ladurner Ambiente..................... 32. LCMR ............................................... 32. L&B Capital .................................... 32. L&B Partners Avvocati Associati.......................................... 32. Liquigas ............................................ 6. M Marroni Leonardo......................... 32. Morri Rossetti ............................... 32.
N Nctm Studio Legale ................... 32. O Occhiena Carlo.............................. 17. Ornati Marco.................................. 22. Ottaiano Luigi................................ 24. P Pallesi Niccolò ............................. 32. Pedersoli Studio Legale ........... 32. Pinto Salvatore...............................16. Politecnico di Milano...................18. Pulsee................................................14. R Reggiani Marco.............................. 32. Renerwaste ................................... 32. Rothschild & Co ........................... 32. S Sabbioneda Massimo.................30. Seat .....................................................7. Snam ............................................... 32. Sonatrach Raffineria Italiana................................................ 8. Studio Legale Toniolatti & Associati ..................................... 32. T Telefónica ......................................... 9. That’s Mobility ...............................18. V Vertiv .................................................. 9. Vestech ........................................... 22. Vestel................................................ 22. Z Zorlu Holding................................. 22
editoriale
Segnali dal futuro «Andare in giro a dire che moriremo tutti non risolverà niente. Dovremmo parlare con gli scienziati». L’autore di questa dichiarazione è Jeremy Clarkson, ex conduttore di Top Gear, trasmissione made in UK di assoluto culto per gli amanti dei Alberto Grisoni motori. Che in un’interviDirettore di Energia&Mercato sta al Sun ha sintetizzato il cambiamento generazionale in corso: le automobili sono ritenute inquinanti e non sono più un oggetto di culto per i maschi under 25. Niente poster in camera, insomma. Almeno, non di un’automobile. È uno spunto interessante proprio perché ideologicamente di parte: viene dall’ex conduttore di una trasmissione in crisi. Chiariamoci, il ruggito di un motore continua ad avere un suo enorme fascino. E criminalizzare le automobili come unica causa dell’inquinamento è una falsità che rischia di essere controproducente. Ma c’è un cambiamento, di gusti e opinioni, in atto nel consumatore. Che è colui che, alla fine, guida il mercato.
La mobilità elettrica è ancora una nicchia. Non inganniamoci: di strada da fare ce ne è molta. A livello di Paese, di infrastruttura, di cultura, di mercato e così via. Ma più delle strategie aziendali e degli obiettivi fissati (con più o meno convinzione) dalla politica e dalle istituzioni, conta l’atteggiamento del consumatore. Non quello green e un po’ fricchettone che si coltiva i pomodori in balcone e controlla che i vestiti non contengano tessuti sintetici prima di acquistarli. Il segno della svolta è proprio quello evidenziato da Jeremy Clarkson: le difficoltà delle trasmissioni televisive dedicate alle auto tradizionali. Che vanno a braccetto con la crescente attenzione, proprio sui canali TV, per la Formula E: un Gran Premio a basso volume in cui sono presenti i principali marchi di lusso dell’automobile. E in cui il fascino della gara e del sorpasso è assolutamente intatto. Sono segni (quasi premonitori) che vengono dalla cultura di massa. Ma che danno alla mobilità elettrica maggiore speranza dell’analisi di qualunque esperto: è davvero il momento di uscire dalla nicchia. Buona lettura
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CONTARINA: IL PROJECT FINANCING SOSTIENE L’ECONOMIA CIRCOLARE Liquigas, Contarina e Ancitel Energia & Ambiente sono i protagonisti di una storia di riduzione dell’inquinamento urbano presentata a Ecomondo 2019. Contarina è una società pubblica per la gestione dei rifiuti in 49 Comuni in provincia di Treviso: ha previsto la riconversione del 60% dei suoi automezzi, per la maggior parte alimentati a gasolio, affidando a Liquigas il compito di realizzare e approvvigionare un impianto di stoccaggio ed erogazione di GNL (Gas Naturale Liquefatto) e GNC (Gas Naturale Compresso). Biometano per alimentare i mezzi Un progetto replicabile che guarda all’impiego del biometano prodotto dal trattamento della frazione organica: Contarina infatti può utilizzare carburante sostenibile autoprodotto, in un’ottica di economia circolare. GPL e GNL potrebbero aiutare i Comuni italiani a raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2. Ma, naturalmente, le amministrazioni locali hanno bisogno di supporto per implementare soluzioni di questo genere con costi sostenibili e in questo viene in aiuto il project financing. Terzo partner del progetto di Contarina è infatti Ancitel Energia & Ambiente. 6
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ALCANTARA CON ENGIE TAGLIA 22MILA TONNELLATE DI CO2 Un risparmio di 6 milioni di euro l’anno e un taglio alle emissioni di 22mila tonnellate di C02. Ecco il risultato del progetto di efficientamento energetico del sito di Nera Montoro, in provincia di Terni, condotto da Alcantara in collaborazione con Engie Italia. La collaborazione tra le due aziende prosegue dal 2013. A Nera Montoro è stato realizzato un impianto di Trigenerazione da 2,7 MW e un nuovo impianto di Cogenerazione da 6 MW: verrà incrementata la produzione di elettricità da 45 GWh a 110 GWh e di energia termica da 150 GWh a 250 GWh. Questo consentirà di ridure i consumi energetici del sito e di rispondere ai fabbisogni crescenti di energia. Il ruolo di Engie ENGIE Italia investirà complessivamente nel progetto 12 milioni di euro e fornirà il supporto tecnico di 8 manutentori specializzati che lavoreranno in pianta stabile all’interno del sito produttivo. Al termine della realizzazione di tutti gli impianti, il sito produttivo di Alcantara beneficerà di un risparmio di 6 milioni di euro e un taglio di 22mila tonnellate di CO2 in meno all’anno. Il sito sarà completamente autonomo dal punto di vista elettrico e termico.
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SEAT CREA URBAN MOBILITY: C’È ANCHE L’E-SCOOTER C’è anche lo scooter elettrico tra le aree di lavoro di Urban Mobility, la nuova business unit strategica presentata da Seat in Spagna. Seat ha presentato il concept del nuovo eKickscooter e quello del suo primo scooter elettrico. La nuova business unit integrerà tutti i prodotti e i servizi relativi alla piattaforma di soluzioni di mobilità, con l’obiettivo di lanciare sul mercato il primo scooter elettrico Seat, che avrà un’autonomia di 115 km, entro il 2020. L’obiettivo è sviluppare un’offerta sia per il cliente finale sia per i servizi di fleet management e scooter sharing.
LA RIVOLUZIONE ENERGETICA? LA FARÀ LA TECNOLOGIA Sarà la tecnologia a rivoluzionare il mix energetico. E c’è il rischio che la politica non tenga il passo dell’innovazione. Ecco la sintesi del nuovo Energy Transition Outlook di DNV GL. Che vede nel calo dei costi delle tecnologie e nella spinta delle forze di mercato un forte driver per la transizione energetica. A mancare è piuttosto la politica, che senza scelte drastiche rischia di mancare il rispetto degli accordi di Parigi. Le rinnovabili dovrebbero soddisfare quasi la metà della domanda di energia entro il 2050. Con una serie di date chiave definite da DNV GL: a metà degli anni ’20 il petrolio toccherà il picco di utilizzo, ma entro il 2025 (quindi in pratica contemporaneamente) le spese in conto capitale per reti e rinnovabili supereranno quelle per le fonti fossili. Nel 2026 è previsto il sorpasso del gas naturale sul petrolio come singola fonte di energia principale. Entro il 2050 il 63% dell’energia da rinnovabili Nel 2030 comincerà a diminuire la quantità complessiva di energia prodotta, anche se il PIL mondiale continuerà a crescere. A cambiare sarà il modo in cui viene prodotta a consumata energia. Entro il 2050 il 40% della domanda finale sarà soddisfatta dall’elettricità: il 63% di essa proverrà da pannelli fotovoltaici e impianti eolici. Entro il 2032, la metà delle nuove auto vendute nel mondo sarà elettrica. Nel 2050 il trasporto stradale vedrà il 75% di veicoli in più, ma consumerà meno di oggi. dicembre 2019 -
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UNA POLIZZA PER IL MANCATO INCASSO NELL’ENERGY Assicurarsi contro il mancato incasso delle fatture. Si rivolge alle aziende italiane del settore energia e dei combustibili Modula Energy, soluzione assicurativa esclusiva per il comparto proposta da Atradius, uno dei principali player mondiali dell’assicurazione del credito. Energy prevede una serie di clausole su misura delle peculiarità del comparto, tra cui la copertura assicurativa delle fatture di conguaglio dei consumi effettivi (emesse successivamente al periodo di competenza della fornitura) e il mantenimento della copertura assicurativa nel caso di contratti vincolanti.
SONATRACH MISURA LA SOSTENIBILITÀ CON SI TRADING Sonatrach Raffineria Italiana Srl (Gruppo Sonatrach) misura il grado di sostenibilità delle proprie attività con il Sustainability Impact Rating di ARBalzan, startup innovativa specializzata in sostenibilità integrata, guidata da Ada Rosa Balzan, tra i massimi esperti di sostenibilità in Italia. Sonatrach Raffineria Italiana opera nel settore della raffinazione del petrolio greggio, ponendosi al top nella produzione di basi lubrificanti, bitumi e paraffine. E ha scelto di rafforzare la propria strategia di sviluppo sostenibile con importanti investimenti in sostenibilità ambientale e interventi mirati al miglioramento dell’affidabilità degli impianti. Tra cui 200 milioni di euro per manutenzione straordinaria, nel corso del 2019, che ha incluso l’installazione di bruciatori a basso livello di ossidi di azoto nei forni e il miglioramento dell’efficienza degli impianti anche in termini di riduzione dell’anidride carbonica. Il lavoro di analisi sui dati raccolti porterà alla valutazione integrata, misurazione e rendicontazione della sostenibilità del sito. Una prima fase, in corso, ha previsto un percorso di formazione della forza lavoro. La seconda fase utilizzerà la piattaforma SI Rating per analizzare la sostenibilità considerando i criteri di trasparenza, livello di gestione, attendibilità, miglioramento e completezza. Verranno, inoltre, analizzate 26 tematiche ambientali, sociali e di governance sulla base di strumenti internazionali accreditati.I dati ottenuti saranno elaborati dall’algoritmo che genererà la valutazione finale di sostenibilità e diventeranno oggetto di un report che indicherà a Sonatrach Raffineria Italiana quali azioni intraprendere per ottimizzare il proprio impegno nella sostenibilità. 8
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EFFICIENZA ENERGETICA: VERTIV PREMIATA DA TELEFÓNICA Premio “Miglior Soluzione nel settore dell’Efficienza Energetica” per Vertiv. Il modello applicato nel risparmio energetico as a service (ESaaS) nel progetto per l’edificio Concepción di Telefónica a Madrid, ha permesso una riduzione del consumo energetico fino all’85% in alcune sale tecniche. Un gigawatt di consumo all’anno in meno, che ha portato a Vertiv il riconoscimento nel corso del 10° workshop globale sull’energia e sul cambiamento climatico organizzato da Telefónica: l’evento, annualmente, connette persone di tutti i paesi in cui l’azienda spagnola è presente per condividere le più innovative iniziative nel settore dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica. A febbraio 2018, Vertiv e Telefónica hanno annunciato un’alleanza globale a lungo termine per migliorare il risparmio energetico e sviluppare soluzioni infrastrutturali personalizzate. A seguito dell’accordo, Vertiv fornisce l’ESaaS nei centri di Telefónica di tipo core e access, sia in Europa che in America Latina, coprendo tutti gli ambiti, dalla valutazione iniziale del sito fino ai servizi di manutenzione completi nei prossimi dieci anni.
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scenari • Aiget
La vera concorrenza? Ha regole uguali per tutti In attesa dell’uscita dalla maggior tutela, che presenta ancora modalità incerte, sono molte le questioni irrisolte nella transizione al libero mercato. A partire dalle regole del gioco, che devono favorire innovazione e concorrenza anziché rendite da posizione dominante. Il punto di vista di Aiget, Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader Come ogni anno, il convegno di Aiget è stato l’occasione per fare il punto sulla situazione del mercato italiano dell’energia. «Le battaglie sono quelle di sempre, diciamo le stesse cose da tanti anni», esordisce Massimo Bello, Presidente dell’associazione che riunisce grossisti di energia e trader. Una constatazione espressa senza rassegnazione, ma con l’auspicio che il libero mercato esca finalmente dalla stasi per andare incontro a un nuovo sviluppo. Come recita il titolo dell’evento che lo scorso 14
ottobre ha riunito alla Triennale di Milano i rappresentanti del settore. La liberalizzazione? Ha funzionato L’ottimismo è, tutto sommato, un’opzione ben motivata, sottolinea Massimo Bello facendosi portavoce dei principali operatori italiani. Perché la liberalizzazione, a guardare i numeri, ha funzionato: per chi consuma meno, cioè le famiglie, l’energia in Italia è tra le più convenienti in Europa, tanto che il 90% dei clienti domestici ha prez-
COME SI SUPERA LA STASI? Evidenziare rischi e storture del mercato non basta: bisogna farlo funzionare. Ma come? «Incoraggiando una competizione autentica, ad armi pari, per garantire prezzi migliori e vera innovazione, da supportare con logiche concorrenziali e non scaricandola in bolletta. Occorre superare posizioni di rendita, che hanno visto il 55% dei clienti passare alla proposta di libero mercato degli ex monopolisti storici», afferma il Presidente di Aiget, Massimo Bello. Le opportunità di innovazione sono innumerevoli e vanno dalla mobilità elettrica alla generazione distribuita, dai servizi di flessibilità a vantaggio della rete allo storage, dall’efficienza energetica alle potenzialità pervasive del digitale. 10
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zi inferiori alla media UE. Anche lo scenario competitivo è rassicurante: benché in assenza di un albo dei fornitori l’accesso al mercato resti indiscriminato, su circa 600 operatori 150 servono meno di 1000 clienti, operando su nicchie o clienti particolari, mentre altri 300 non arrivano a 5mila. In definitiva, più di due terzi degli operatori non sono di fatto reali competitor. La concorrenza vera è tra i 60 che hanno più di 25mila clienti – la metà dei quali non gestisce il dispacciamento – e si polarizza ai
Aiget • scenari
vertici, visto che solo in 5 contano più di un milione di clienti. I veri problemi sono altri «La mancanza di barriere all’ingresso e l’assenza di un albo dei fornitori sono certamente temi di rilevo. Ma i reali ostacoli allo sviluppo del mercato sono altri e rimangono irrisolti da quasi due decenni», osserva Bello. A partire dall’incidenza delle componenti non energetiche in bolletta, cresciute dal 42,9% del 2012 al 57,7% odierno. «Una quota che affossa il mercato, specie per quanto riguarda la gestione difficoltosa della riscossione
degli oneri di sistema. Di fatto, la riscossione di tali oneri pesa solo su una parte della filiera: i venditori restano scoperti di fronte ai mancati pagamenti, senza la possibilità di recuperare quote non pagate, mentre ad esempio i distributori sono resi indenni. Servirebbe un trattamento equo lungo tutta la filiera, evitando la discutibile applicazione di misure diverse a seconda del peso. Va inoltre evitato che la capienza destinata a liberarsi dal calo degli oneri al 2025 sia saturata con altro, come già pare essere avvenuto con gli incentivi del decreto FER», contesta Bello.
IL MERCATO IN 4 PAROLE CHIAVE Stasi «Va superata. Basta mettere la polvere sotto il tappeto! È ora di risolvere i tanti dossier aperti, come quelli riguardanti gli oneri di sistema e l’albo dei venditori, e di completare finalmente la liberalizzazione», afferma Massimo Bello.
Innovazione «Tutti gli attori della filiera sono pronti a fare la loro parte, portando nuove tecnologie e digitale su progetti che vanno dalla mobilità elettrica alla generazione distribuita, dai sistemi di demand-response alle comunità energetiche».
Gradualità, equità, pluralismo «Bisogna risolvere i cantieri aperti, pendenze decennali che affliggono il sistema, serve l’albo dei venditori a tutela della qualità e servono regole uguali per tutti. Occorre completare la riforma del mercato tutelato, contemplando fin da subito e con tempi certi l’eventuale gradualità del processo, recentemente ipotizzata dall’autority, purché possa garantire pluralismo e chiarezza, evitando ulteriori rinvii, trattamenti difformi, vantaggi iniqui e comunicazioni fuorvianti», conclude Bello. F.R.
Gradualità «Il principio di gradualità nell’abbandono del regime di maggior tutela deve tradursi in tempi certi e fasi scandite, in una timeline concreta, non nel tipico rinvio che prelude ad altro rinvio». Assenza «Purtroppo, è una fase in cui va registrata una certa assenza delle istituzioni, che hanno trascurato il completamento di alcune riforme, ostacolando il compimento del processo di liberalizzazione. Manteniamo tuttavia la prospettiva di un dialogo aperto e una posizione fiduciosa». dicembre 2019 -
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scenari • FIRE
Energy manager: bene i privati, male la PA Crescono le nomine degli energy manager nelle aziende private, sia per effetto dell’obbligo sia su base volontaria. Performance negative per la pubblica amministrazione, dove si registra un calo del 5%. Lo scenario delineato dall’ultimo rapporto FIRE, la Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia La crescita del numero di energy manager, registrata nell’ultimo Rapporto FIRE, è un dato confortante in tema di sensibilità verso le tematiche energetiche e ambientali, considerando che gran parte degli sprechi energetici è dovuta a un modo errato di utilizzare la risorsa energia più che a una scarsa efficienza degli impianti. Una maggiore consapevolezza può far emergere dalla stagnazione quei settori, in particolar modo la PA, che ancora
Livio De Chicchis, Energy policy and market analyst FIRE – Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia 12
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presentano un potenziale assoluto in termini di energy management. Niente nomina? Niente finanziamenti Ove non arrivasse la consapevolezza, un’idea perseguibile può essere quella di subordinare la ricezione di qualsiasi sovvenzione per l’efficientamento energetico alla nomina di un tecnico responsabile, alla stregua di quanto già avviene per il meccanismo dei certificati bianchi. Per questo, come per qualsiasi modifica alla legge 10/91, il prossimo recepimento della nuova direttiva efficienza energetica è una ghiotta occasione che bisogna fare in modo di non lasciarsi sfuggire. Crescono gli energy manager, con o senza obbligo Le nomine totali pervenute alla FIRE nel 2018 sono state 2.353, di cui 1.589 pervenute da soggetti obbligati e 764 da soggetti volontari. Il numero relativo ai soggetti obbligati è in continua crescita dal 2014, con un incremento di circa l’8% a partire da tale anno.
L’elevato numero di soggetti volontari, quasi la metà rispetto agli obbligati, è sintomo di un’attenzione maggiore nei riguardi dell’efficienza energetica che va oltre l’obbligo di legge. La crescita è trainata dall’industria manifatturiera e dal terziario, che da ormai da diversi anni hanno intrapreso un trend di crescita costante. Bene anche i sistemi di gestione dell’energia I soggetti nominanti un energy manager che hanno al contempo implementato un sistema di gestione dell’energia certificato ISO 50001 sono aumentati del 24% rispetto allo scorso anno, dato in linea con la crescita totale del numero di siti certificati nel nostro Paese. Il dato va accolto con soddisfazione, considerando che un sistema di gestione dell’energia alimenta la capacità di considerare le tematiche energetiche all’interno dell’organizzazione; dall’altro lato, configurando l’adozione di un SGE come il naturale follow up della nomina dell’energy manager, si affaccia la sfida di sfruttare l’ampio potenziale
FIRE • scenari
FOCUS SULLE DIAGNOSI ENERGETICHE La seconda parte del rapporto contiene l’indagine annuale che la FIRE conduce tra la rete di energy manager e i propri soci, quest’anno dedicata al tema delle diagnosi energetiche. A seguito della diagnosi energetica del 2015, la maggior parte delle imprese intervistate ha effettuato almeno uno tra gli interventi segnalati, e si è dotata, ove non l’avesse già fatto allora, di un sistema di misura e monitoraggio. Tale dato è confermato anche dai dati relativi alle nomine, dove i tre quarti dell’energia totale gestita sono contabilizzati da sistemi di misura, un buon dato anche in ottica di assicurazione di qualità delle prossime diagnosi energetiche.
ancora disponibile da questo punto di vista. Più energy manager certificati come EGE Un risultato incoraggiante consiste nella percentuale di energy manager certificati EGE secondo la norma UNI CEI 11339 (Esperti in Gestione dell’Energia), che ha toccato il 70% tra i consulenti esterni nomi-
nati. Se infatti nel caso di nomina interna è preferibile una figura di tipo dirigenziale, che abbia la capacità di incidere sulle decisioni aziendali coadiuvata da tecnici preparati (ed eventualmente certificabili EGE), nel momento in cui l’organizzazione sceglie di nominare un consulente esterno è prioritario ricercare ila competenza che una certificazione può garantire.
L’ENERGIA GESTITA Circa l’80% dell’energia totale è attribuita al settore industriale, suddiviso pressoché equamente tra manifattura e industria dell’energia (forniture di energia elettrica, gas naturale e acqua). Rimanendo in tema di energia gestita, un’interessante analisi introdotta quest’anno all’interno del rapporto è relativa ai consumi energetici suddivisi per fonte all’interno di alcuni settori specifici. Ciò consente di avere un quadro del livello di elettrificazione dei singoli settori, con la possibilità di avere un indirizzo per le politiche di gestione. Le valutazioni sono state condotte per alcuni comparti del settore terziario, tra cui la sanità, le università e la distribuzione commerciale. C’è da tenere a mente che nelle nomine viene conteggiata l’energia gestita, che in molti casi si differenzia da quella effettivamente consumata in loco e nel caso della sanità rende la differenza tra i valori dell’elettrico e del termico ridotta a solo pochi punti percentuali per via della larga diffusione degli impianti cogenerativi (i quali spostano la percentuale verso il termico).
PA, le dolenti note La nota dolente, e purtroppo non è una novità, deriva dalla pubblica amministrazione, che negli ultimi anni non ha visto alcuna crescita. Le nomine dei soggetti obbligati sono diminuite del 5% rispetto all’anno scorso, e la nomina volontaria da parte di molti piccoli comuni (che rende il numero totale del 2018 maggiore di quello dell’anno precedente) è solo parzialmente incoraggiante se rapportata all’elevato tasso di inadempienza registrato tra le realtà potenzialmente obbligate. Una delle grandi sfide dei prossimi anni sarà far comprendere al settore pubblico come la nomina dell’energy manager, e di conseguenza un’attenzione maggiore ai consumi energetici, sia un primo passo virtuoso verso la corretta gestione della spesa pubblica. Livio De Chicchis Energy policy and market analyst FIRE – Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia dicembre 2019 -
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intervista • Pulsee
Digitale e su misura, il nuovo brand di Axpo Italia Simone Demarchi, Amministratore Delegato di Axpo Italia
Pulsee debutta sul mercato domestico puntando su una formula full digital e su offerte flessibili, con attivazione online in tre minuti e servizi per la sostenibilità ambientale L’era digitale ci ha abituato a servizi personalizzati, a interazioni rapide e non mediate, a processi paperless che hanno ridotto scartoffie e burocrazia. Gestiamo la nostra vita in mobilità e mentre facciamo altro, scaricando sullo smartphone applicazioni che rispondono alle nostre esigenze in tempo reale. Un paradigma – cliente al centro, servizi intorno – che comincia a entrare anche nel mondo delle utility, dove nuovi player digitali muovono i loro passi nel retail. Portando una ventata di freschezza in un settore rimasto immobile a lungo.
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Pulsee • intervista
Al centro la quotidianità delle persone Il neonato brand di Axpo Italia nasce così, all’insegna dell’innovazione e con l’intento dichiarato di entrare nel mercato domestico superando il modello tradizionale. Il nome, Pulsee, allude alla passione di un cuore che batte e alla lungimiranza di chi guarda lontano. «Siamo convinti che i tempi siano maturi per un’evoluzione dei modelli tradizionali e che sia il momento di mettere al centro le esigenze quotidiane delle persone, la loro libertà di scegliere, la semplicità di fruizione e il consumo sostenibile», afferma Simone Demarchi, Amministratore Delegato di Axpo Italia.
IL SERVIZIO HA IL CUORE GREEN Giovane, digitale, attenta all’ambiente: queste le caratteristiche di Pulsee. «La sostenibilità ambientale non è più una moda o una questione di immagine, ma una leva per la creazione di valore e una opportunità per crescere e innovare. Per questo abbiamo creato una serie di servizi dedicati alla riduzione delle emissioni e al contenimento degli sprechi, da abbinare alla fornitura in fase di attivazione o in un momento successivo. Con un euro al mese si può ottenere un certificato di origine della propria energia, garantendone la provenienza», racconta Simone Demarchi. Il servizio MyGreen Energy – Adotta un impianto permette di scegliere energia da fonti rinnovabili, certificandone l’origine annualmente, mentre MyGreen Energy – Gas Certification garantisce la provenienza da impianti a biogas. Grazie a Zero Carbon Footprint è possibile inoltre elaborare una stima delle emissioni annuali individuali di anidride carbonica, mettendo in atto azioni di compensazione per azzerare l’impatto e sostenendo la creazione di progetti europei volti alla sostenibilità.
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intervista • Pulsee
Salvatore Pinto, Presidente di Axpo Italia
ferta personalizzabile», continua Demarchi. L’attivazione, che al momento è possibile solo su voltura o cambio di fornitore, avviene online, anche da tablet o smartphone. «La procedura richiede tre minuti di orologio: basta inserire il codice fiscale, i dati contenuti in una bolletta recente e gli estremi del conto corrente o della carta di credito. Senza moduli da compilare né contratti da scannerizzare», puntualizza Demarchi.
smo di chi punta sul talento per stare al passo con il mondo che cambia. «Quella che presentiamo al mercato dopo due anni di gestazione è una energy company di nuova generazione, completamente digitale e basata su un’of-
Il piano tariffario si modifica online La gestione della fornitura si esaurisce online, attraverso una piattaforma semplice e intuitiva e attraverso la app Pulsee, gratuita su pc o su mobile, da cui il cliente può controllare la propria posizione, modificare l’opzione scelta, moni-
GRANDI CAMBIAMENTI, GRANDI OPPORTUNITÀ «Ci hanno guidato gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Europa, ma anche e soprattutto gli importantissimi movimenti sociali per la salvaguardia dell’ambiente e del clima. Fenomeni di rilevanza globale, che oggi più che mai portano alla ribalta il tema della transizione energetica, destinato a dominare nei prossimi anni e foriero di enormi opportunità», riflette Salvatore Pinto, Presidente di Axpo Italia a margine del lancio di Pulsee.
Attivazione in tre minuti La utility, che con i suoi 250 dipendenti e 3 miliardi di fatturato è il quarto operatore italiano, ha investito nel progetto 15 milioni di euro, l’affidabilità di un gruppo presente in 30 paesi del mondo e l’entusia-
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Pulsee • intervista
torare i consumi, cambiare il metodo di pagamento, visualizzare e scaricare le bollette, inviare l’autolettura e attivare nuovi servizi. Anche i pagamenti esplorano le modalità più innovative, ammettendo le piattaforme Google Pay e Apple Pay come opzioni alternative all’addebito su conto corrente o su carta di credito. Per i giovani e per gli early adopter Competitività dell’offerta, disintermediazione dei rapporti, trasparenza di costi e procedure, semplicità di utilizzo. Le caratteristiche del nuovo marchio sono pensate per un pubblico giovane e curioso, che ha desiderio e necessità di sperimentare soluzioni innovative. «Il nostro target di riferimento include gli universitari fuori sede, gli
affittuari e gli inquilini di appartamenti in condivisione, gli innovatori per vocazione e gli early adopter, gli amanti della tecnologia e chiunque intenda ridurre tempo e costi da dedicare alla fornitura di energia e gas», spiega Demarchi. L’unica con sei fasce orarie «La formula tariffaria di Pulsee è unica nel suo genere e permette di scegliere tra sei fasce orarie in base alle proprie necessità, adattandosi anche alle esigenze più
complesse», continua Demarchi. Un esempio? La formula Feeling, che offre un prezzo scontato dalle 11.00 alle 17.00 e dalle 23.00 alle 6.00, ideale per una famiglia in cui qualcuno lavori o studi a casa. Tra le opzioni più interessanti, quella che consente di ripartire il pagamento della bolletta tra coinquilini o professionisti, una possibilità pressoché inedita sul mercato. F.R.
UN HACKATHON PER L’ECOSISTEMA SMART CITY «Pulsee nasce per promuovere un modo nuovo di fruire l’energia ed è in continua evoluzione. Quale modo migliore per confermarlo se non coinvolgere giovani di talento?», si domanda Carlo Occhiena, Digital Operations Manager di Pulsee. In concomitanza con il lancio ufficiale, proprio nel giorno del suo debutto lo scorso ottobre alla Triennale di Milano, Pulsee ha pre- Carlo Occhiena, Digital Operations Manager di Pulsee sentato #PulseeHACK, un hackathon in cui 50 studenti universitari, startupper e giovani talenti si sono sfidati immaginando soluzioni di urban environment, mobility e sharing destinati all’ecosistema smart city di Milano. Sei coach a disposizione dei clienti «Al centro del nostro mondo stanno le persone. Per loro abbiamo creato una serie di percorsi di coaching fruibili dalla piattaforma. Sei professionisti saranno a disposizione dei nostri clienti per consulenze personalizzate su carriera, crescita personale e fitness, per dare una nuova direzione alla propria vita, cambiare lavoro, conquistare un nuovo equilibrio con la mindfulness e la cura di sé. Anche le persone, come l’energia, sono in perenne evoluzione», osserva Carlo Occhiena.
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speciale • e-mobility
AUTO ELETTRICA, fuori dalla nicchia
I numeri restano piccoli, ma il mercato segna una crescita importante. Lo Smart Mobility Report curato da Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano mostra un settore che ha raddoppiato i volumi da un anno con l’altro e promette di dare il massimo nei prossimi due decenni Il mercato dell’auto elettrica mette il piede sull’acceleratore, spinto dagli incentivi dell’Ecobonus. Nei primi sette mesi del 2019, le auto elettriche pure immatricolate nel nostro paese hanno raggiunto quota 6mila. Certo, i numeri restano piccoli se raffrontati ai corrispondenti 2 milioni di veicoli tradizionali, e la crescita appare ridotta se confrontata con quella dei principali paesi europei. Ma quell’esile 0,5% di motori full electric non va trascurato. 18
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Il full electric raddoppia nel 2019 Le vendite dei cosiddetti Battery Electric Vehicle, i veicoli elettrici puri noti con l’acronimo “BEV”, sono cresciute del 113% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, superando per la prima volta ad aprile, e poi ancora a maggio e a giugno, la soglia delle 1000 unità vendute in un mese. La crescita, contenuta nel primo trimestre, è aumentata con l’entrata in vigore dell’Ecobonus all’inizio di aprile.
Non ancora di massa, ma non più di nicchia Il dato, che tratteggia uno scenario incoraggiante e sottrae l’auto elettrica alla dimensione della nicchia, emerge dalla terza edizione dello Smart Mobility Report, firmato da Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, presentato lo scorso settembre presso Milano Congressi nel contesto di That’s Mobility. L’evento, promosso da Reed Exhibition in collaborazione
e-mobility • speciale
con il Politecnico, ha approfondito le tendenze che stanno ridisegnando il mondo della mobilità conducendola verso una modalità smart. Non solo elettrificazione, ma anche utilizzo di mezzi in condivisione (sharing mobility) e interazione dei veicoli con il sistema elettrico attraverso reti intelligenti, secondo il modello della cosiddetta vehicle-to-grid integration. Prima la Cina, poi Europa, Usa e Giappone L’Italia rappresenta il 2,5% del mercato europeo dell’auto elettrica, che si attesta sulle 400mila immatricolazioni e vede in testa la Norvegia, che con più di 72mila auto elettriche immatricolate è il terzo paese al mondo dopo Cina e USA. Seguono la Germania, con i suoi 67mila veicoli, con Gran Bretagna e Francia, dove ne circolano rispettivamente 60mila e 45mila. A livello mondiale, nel 2018 sono stati immatricolati 2,1 milioni di auto elettriche, 1,2 dei quali in Cina, con un aumento del 78% rispetto all’anno precedente. Le stime di crescita, che includono il dato di Stati Uniti e Giappone, con 350mila e 53mila veicoli rispettivamente, consentono di
TRE SCENARI DI CRESCITA I trend di crescita del mercato dell’auto elettrica autorizzano diverse ipotesi di scenari futuri, oscillando tra i 2,5 e i 7 milioni di veicoli circolanti in Italia entro il 2030. Lo scenario base indica una copertura del 30% delle immatricolazioni totali solo nel 2030, lo scenario moderato pone l’asticella al 55% nel 2030 (110 volte la percentuale del 2018), per un totale di 5,4 milioni di auto elettriche (il 13% per parco circolante); lo scenario accelerato prevede 7 milioni di veicoli elettrici in circolazione al 2030 e il 65% di nuove immatricolazioni elettriche nell’anno, trainate dai mezzi full electric (85% del mix). In tutti gli scenari, l’impennata si registra a partire dal 2025, secondo le indicazioni del PNIEC.
ipotizzare il superamento dei 3 milioni di veicoli elettrici immatricolati nel 2019. Verso la mobilità del futuro Osserva Vittorio Chiesa, Direttore di Energy&Strategy Group: «È ormai chiaro che non si tratta di un mercato di nicchia, ma di una componente fondamentale dei trasporti del futuro, anche nel nostro paese. Ne sono conferma gli ambiziosi obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, ma anche l’ampliamento dei modelli disponibili sul mercato, oggi più di 60 tra puri e plugin, più del doppio rispetto al 2015, nonché l’aumento dei punti di ri-
A TRENTO L’INVESTIMENTO SI RIPAGA IN UN ANNO Se il maggiore ostacolo all’acquisto di un’auto elettrica è quello economico, gli incentivi rappresentano un fattore importante nella diffusione della mobilità elettrica. Con il solo bonus nazionale, servono 5 anni per pareggiare il costo di un’auto a benzina, ma dove si aggiunge l’incentivo regionale di 3.500 euro, il pareggio arriva nel giro di due anni e dove l’incentivo sale a 6mila, come nella Provincia autonoma di Trento, si va in pari dopo un solo anno, risparmiando 12mila euro in dieci anni.
carica ad accesso pubblico, oggi circa 8.200 sul territorio». La ricarica al punto di svolta, boom degli scooter Di questi, circa 3.500 sono pubblici, mentre la quota rimanente è accessibile ma detenuta da privati, come alberghi e complessi commerciali. Le colonnine “fast charge”, per la ricarica rapida, coprono il 20% del totale e nel 2018 sono cresciute del 52%, a fronte di una crescita del “normal charge” pari al 14%. I punti privati sono invece stimati tra gli 11 e i 13mila, di cui 4mila installati nell’ultimo anno. Se l’infrastruttura di ricarica cresce, la mobilità a due ruote in condivisione registra una vera impennata, con gli scooter che, malgrado costituiscano solo 2.200 degli oltre 44mila mezzi disponibili per lo sharing, aumentano del 340%. Più contenuta la crescita del car sharing, ferma al 6,5%, e addirittura negativo il saldo delle bici, che calano del 10% dopo il +150% del biennio 2016-2017. F.R. dicembre 2019 -
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speciale • e-mobility
Da driver a mover Auto elettrica, mezzi in sharing, digitale, utilizzo in modalità pay per use. Sono alcune delle parole chiave della mobilità che evolve in un mondo sempre più interconnesso Le grandi città del mondo sono luoghi stimolanti in cui vivere: riuscire a renderle altrettanto vivibili è una delle grandi sfide del nostro tempo. Se da un lato, infatti, le persone riconoscono la necessità di ridurre l’uso dei mezzi di trasporto privati per ricorrere maggiormente a quelli pubblici, la propria auto offre comodità e sicurezza e rappresenta ancora il simbolo di uno status sociale. Servono iniziative forti e sostenibili, integrate nel contesto della città e capaci di fornire un’alternativa valida e conveniente all’auto privata. Lo studio Mobility Futures condotto da Kantar offre una visione completa sulla mobilità delle 31 principali metropoli del mondo e aiuta a definire le strategie future per una mobilità efficiente ed ecosostenibile. Esperienze virtuose in Europa e nel mondo È vero che l’automobile rimane regina indiscussa dei trasporti, ma le grandi città si stanno adoperando affinché i cittadini possano avere una scelta sempre più vasta e diversificata. Londra, grazie alla sua rete metropolitana, è la città europea più rispettosa dell’ambiente, 20
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Amsterdam e Copenaghen, stando al Cycle Index di Kantar, sono le prime città per numero di ciclisti. Emerge l’utilizzo delle app di viaggio, usate nel Sudest asiatico e declinate anche in Cina da parte dei fornitori di bike sharing.
fronte di una quota di iscrizione. Lo studio ha analizzato anche l’Italia, prendendo come riferimento Milano che si classifica al sesto posto secondo il City Mobility Index per disponibilità delle opzioni di trasporto.
Sharing e pay per use: Milano è sesta per opzioni di trasporto Quello dello sharing è un tema ricorrente e molto attuale, tra l’altro è molto apprezzata la mobilità pay per use, ovvero la possibilità di noleggiare una vettura per un periodo di tempo limitato e di pagare solo per quanto si è consumato, a
Il digitale fa la sua parte Non vanno sottovalutate la digital disruption e l’evoluzione tecnologica, che stanno trasformando velocemente il mondo della mobilità, introducendo una serie di opportunità all’interno di un ecosistema interconnesso. Grazie all’avvento del digitale, il mondo dell’automobile e quindi del cosiddetto “driver” è cambiato radicalmente, e si prevede che lo farà ancora di più. La nascita di un’auto connessa ed elettrica è evidenza di un maggiore interesse da parte degli utilizzatori verso le nuove tecnologie e tutte le possibilità di integrazione all’interno del settore. Un cambiamento disruptive e di forte impatto per il mercato, ma anche un’opportunità da cogliere alla svelta per tutti gli attori della filiera automotive.
Andrea Galimberti, Head of Mobility di Kantar, Insights Division
L’Italia è seconda dopo la Cina Dallo studio Connected Car di Kantar, effettuato a livello globale su
e-mobility • speciale
8500 driver, emerge come l’elettrico sia percepito come la principale opportunità di nuova alimentazione, soprattutto nel Sudest asiatico. L’Italia è seconda dopo la Cina per propensione all’utilizzo di un’automobile elettrica e digitalizzata: un dato sorprendente, confrontando la propensione della Cina all’innovazione tecnologica con l’attitudine più tradizionalista dell’Italia. Eppure, gli italiani risultano in linea con i driver cinesi, con un’apertura al nuovo superiore ai corrispettivi europei. Auto elettrica, serve più informazione Tuttavia, per quanto riguarda l’acquisto, i modelli elettrici non hanno ancora un grande spazio: il driver non è a conoscenza di molti elementi e le aziende dovrebbero lavorare per rimuovere le barriere informative. Ad esempio, qual è il costo del carburante elettrico? Come lo comparo con la benzina o con il gasolio? Come quantifico i consumi? Il lavoro di aziende produttrici, de-
aler e utilities deve essere sinergico per offrire opportunità di rimozione di tali barriere indirette, grazie alla diffusione di campagne informative. L’auto elettrica, secondo lo studio, ha un tasso di adozione ancora basso, ma l’atteggiamento dei driver si sta gradualmente modificando. Dati sensibili, una questione di fiducia In un mondo sempre più digitale e tecnologico, ci sono anche temi delicati da prendere in considerazione. Prima fra tutti, la gestione dei dati personali che ogni driver interconnesso genera e che richiedono un trattamento specifico. Tema di fondo è il “trust” del driver nei confronti di chi raccoglie e gestisce i propri dati: è imperativo smussare il più possibile dubbi e insicurezze da parte dei consumatori. Questi, rivela lo studio, si fidano molto più delle case automobilistiche che dei brand tech: una leva potente su cui puntare per conquistare la fiducia dei consumatori.
I mover, target per la nuova mobilità Esiste una propensione all’utilizzo molto positiva anche solo alla prova, pur temporanea, dell’auto elettrica: i mover sono il primo target di riferimento di questo mercato. Sono cittadini, driver e consumatori, utenti di mobilità interconnessa, sinceramente interessati al tema dell’ambiente e della mobilità, consapevoli delle necessità del futuro in termini di sostenibilità e attenti alle proprie esigenze. Nel mondo dei mover, infine, tutto evolve in una dimensione fortemente esperienziale, l’aspetto più importante è sicuramente la semplicità. Si cerca un’esperienza di spostamento smart e immediata, che si integra perfettamente con un’idea di mobilità sostenibile ed efficace. Andrea Galimberti Head of Mobility Kantar, Insights Division dicembre 2019 -
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L’anno della svolta Nel 2019 il business della e-mobility ha preso il volo e Gruppo Industriale Vesit, distributore esclusivo in Italia del colosso turco Vestel, ha stretto i suoi primi importanti accordi. Spaziando dal retail all’ospitalità, dall’automotive alle utility «Siamo partiti con la mobilità elettrica all’inizio del 2018. Ma i tempi non erano maturi: fino allo scorso anno il mercato italiano non sembrava destinato a evoluzioni significative, diversamente da quanto avvenuto nei paesi nordici e in Germania, dove la crescita di attenzione su questo business è evidente già da un paio di anni. Oggi è tutto diverso: anche da noi non si parla d’altro che di auto elettrica, i progressi sono velocissimi e il mercato
quasi nevrotico». Chi parla è Mario Ornati, Sales Director di Gruppo Industriale Vesit, distributore esclusivo in Italia del colosso turco Vestel, tra i protagonisti mondiali dell’elettronica di consumo e primo produttore europeo di televisori. Un piano di crescita importante Per Gruppo Industriale Vesit la mobilità elettrica è un business recente: avviato su input della casa madre, che in Turchia è coinvolta
nel piano per la creazione dell’auto elettrica nazionale, vede il gruppo in prima linea nello sviluppo delle nuove tecnologie per le quali il governo di Tayyp Erdogan ha messo in cantiere enormi investimenti, pronti a concretizzarsi nei prossimi 7-8 anni. Specialisti nelle batterie, attivi nel car charging «In Turchia, Vestel è tra i cinque gruppi imprenditoriali chiamati allo
CHI È GRUPPO INDUSTRIALE VESIT Gruppo Industriale Vesit è il distributore esclusivo in Italia del colosso industriale turco Vestel, un gruppo di imprese controllato da Zorlu Holding. Attivo principalmente nell’elettronica di consumo, il gruppo è il primo produttore europeo di televisori e uno dei maggiori nel campo dei grandi elettrodomestici. Il brand è molto conosciuto in Turchia, mentre all’estero opera come licenziatario e distributore di marchi come Telefunken, Toshiba, JVC, Hitachi. 22
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sviluppo delle batterie per le auto, con la missione di ottimizzarne la durata e ridurne i costi. Ma da tre anni è attiva anche una divisione car charger, già presente fuori dal paese con installazioni in Nord Europa, Benelux, Germania, dove l’azienda esibisce il proprio brand e produce in conto terzi», racconta Ornati. Automotive e ricarica, sviluppo correlato In Italia, Gruppo Industriale Vesit ha piani ambiziosi per i prossimi anni, puntando su un comparto trainato dal dinamismo delle case automobilistiche, che hanno lanciato o stanno per lanciare decine di nuovi modelli elettrificati, dall’ibrido al full electric, e dallo sviluppo concomitante dell’infrastruttura, in forte crescita. «Siamo ancora lontani dalle 200mila colonnine della Germania. Tuttavia, il processo è partito e il Nord Italia guida la marcia, con alcune regioni che ambiscono al titolo di green leader e lo ribadisco-
Mario Ornati, Sales Director di Gruppo Industriale Vesit
PRODOTTI PER TUTTE LE TAGLIE «L’offerta di Gruppo Industriale Vesit include prodotti stand alone, a muro e a colonna, con potenze che vanno dai 3,7 ai 22 kw passando per i dispositivi da 7 e da 11. Dalla ricarica base, a uso domestico e adatta anche a mezzi leggeri, si passa agli impianti più potenti, che raggiungono i 150kw, destinati al suolo pubblico e alle strade ad alto scorrimento, che metteremo sul mercato in primavera. Si tratta di un segmento importante, anche se al momento le batterie istallate sulle auto non sono in grado di supportare un elevato numero di cicli di ricarica ad alta potenza. Tutti i dispositivi integrano software per i pagamenti a distanza e per l’addebito sul numero di camera nel caso degli alberghi», spiega Mario Ornati, Sales Director di Vesit.
no con progetti e bandi di finanziamento», osserva Ornati. «Riceviamo moltissime richieste di contatto, su molteplici aree di intervento. A partire dal pubblico, dove i nostri interlocutori sono le regioni e i comuni che investono in mobilità sostenibile, fino al privato, con accordi già chiusi con Total e con il gruppo PSA per l’installazione di colonnine nelle aree di rifornimento e nei concessionari», continua Ornati. Dal retail all’hospitality «Grazie alla nostra vocazione distributiva in area consumer abbiamo facilità di relazioni con il retail e la gdo: supermercati e centri commerciali con grandi parcheggi coperti e scoperti offrono aree ideali per il posizionamento di ricariche. Sul versante B2B, abbiamo cominciato a lavorare ad accordi con le utility e con aziende enterprise interessate a migrare le flotte verso l’elettrico. Un altro ambito rilevante è quello dell’ospitalità: gli alberghi sono sempre più interessati a dotarsi di un servizio di ricarica, che consente loro di fidelizzare i clienti
e di aprire nuove linee di business. Abbiamo già stretto accordi con alcune catene già clienti per la fornitura di tv ed elettrodomestici». Interoperabilità: senza non si fa nulla La ricerca di Gruppo Industriale Vesit insiste anche sulla parte software, sviluppata dalla business unit Vestech. «L’innovazione in questo ambito procede a ritmi esponenziali, c’è grande vivacità ma anche tanta confusione. Integrazione e interoperabilità di sistemi e applicazioni sono requisiti indispensabili, oggi in minima parte effettivi», è l’opinione di Ornati. Il secondo fattore abilitante, senza il quale difficilmente il mercato potrà decollare davvero, è il coinvolgimento delle istituzioni, che fino a oggi si sono riservate la posizione di attente spettatrici ma che a breve dovranno attivarsi per garantire la metamorfosi della mobilità e permettere all’infrastruttura di estendersi in maniera capillare, da Nord a Sud. F.R. dicembre 2019 -
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speciale • e-mobility
Dappertutto e per tutti. La sfida dell’infrastruttura Il piano di Enel X per la mobilità elettrica prevede 28mila nuovi punti di ricarica entro il 2022. Non pone limiti allo sviluppo del mercato privato e scommette sulla ricarica veloce e ad alta potenza Ricarica a uso pubblico, wall box e colonnine private, fast charging ad alta e ad altissima potenza. Enel X procede su questi tre fronti per abilitare la transizione verso la mobilità elettrica. «La sola in grado di supportare gli obiettivi europei di sostenibilità e i parametri del PNIEC», afferma Luigi Ottaiano, Head of e-Mobility Solutions Italia di Enel X. La business line di Enel nata per promuovere innovazione e digitalizzazione nell’ambito dell’energia presidia ambiti strategici per un operatore in prima linea nello sviluppo della smart energy e intenzionato a uscire dal carbone entro il 2050.
«La mobilità è un complemento indispensabile per i nostri obiettivi ed è un mercato da cui ci aspettiamo evoluzioni importanti. I prossimi due anni saranno decisivi, con decine di nuovi modelli in arrivo, dall’utilitaria alla regina delle sportive», osserva Ottaiano. Punti di ricarica pubblici, 28mila entro il 2022 Il piano di Enel X punta innanzitutto sulla rete di ricarica pubblica. Che dev’essere capillare, diramandosi lungo le strade ad alto scorrimento e raggiungendo i piccoli centri. «L’obiettivo è di medio termine: prevede
CHI COMPRA UN’AUTO ELETTRICA? La platea degli acquirenti comincia a estendersi dai privati attenti all’ambiente alla più ampia moltitudine di quelli attenti al portafoglio. «L’auto elettrica comincia a essere conveniente. In termini economici, grazie al calo dei prezzi, agli incentivi e al risparmio sulla manutenzione, e per una serie di vantaggi collaterali, come l’accesso alle ZTL e il parcheggio gratuito in città. Argomenti convincenti anche per le società di noleggio a lungo termine, che cominciano a proporre a i modelli elettrici per le flotte aziendali», osserva ancora Ottaiano. 24
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14mila punti di ricarica attivi entro il 2020 e 28mila nei due anni successivi, per un investimento flessibile compreso tra i 100 e 300milioni di euro. Oggi abbiamo superato quota 8mila, pronti ad accelerare», racconta Ottaiano. Alla proposta hanno già aderito oltre 900 comuni, insieme a soggetti privati come catene alberghiere, centri commerciali e concessionari auto, coinvolti in accordi quadro. «Tra settembre e ottobre sono state vendute oltre 2.000 nuove auto full electric; il totale da inizio anno ormai si avvicina alle 9mila unità. I numeri sono piccoli, ma la crescita è importante: oltre il doppio rispetto allo stesso periodo del 2018 e con l’attuale trend ci aspettiamo che l’incremento a fine anno sia superiore al 100%», sottolinea Ottaiano. Ricarica privata, potenzialità illimitate Se l’infrastruttura pubblica ha un ruolo chiave, quella privata ha prospettive potenzialmente illimitate, rivolgendosi ai clienti domestici e
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un segnale importante», sottolinea Ottaiano.
Luigi Ottaiano, Head of e-Mobility Solutions Italia di Enel X
alle imprese, che insieme ai veicoli hanno necessità di installare i sistemi di ricarica.
me due stazioni da 350 kW sono già attive presso l’outlet Valdichiana, in provincia di Arezzo e a Carpi».
La banda larga della ricarica Dovendo identificare l’elemento che darà la stura al mercato, Ottaiano non ha dubbi: ci sarebbe da scommettere sulla ricarica veloce e ad alta potenza che, operata in corrente continua fino a 350 kW, in una sosta tra i 10 e i 30 minuti assicurerà ai motori elettrici autonomia di viaggio per centinaia di chilometri. «Con la utility austriaca Verbund e con Nissan, Renault, BMW e Volkswagen, siamo attori principali del progetto pilota EVA+, finanziato dalla Commissione europea per installare 200 stazioni di ricarica veloce sulle principali strade di lunga percorrenza tra Italia e Austria, di cui 180 nel nostro Paese. Collaboriamo anche con il consorzio tedesco Ionity, promotore delle 20 prime infrastrutture ultrafast in Italia: le pri-
Servono testimonial Altri fattori abilitanti concorreranno a far decollare il mercato. «Servono realtà importanti che facciano da traino, da testimonial. Pubblica amministrazione e grandi aziende, che migrando le flotte facciano dei propri dipendenti la base della mobilità elettrica. Il Comune di Milano, per esempio, ha adottato mezzi elettrici per il trasporto pubblico, è
Gli incentivi fanno la loro parte Anche gli incentivi restano fondamentali, per superare l’ostacolo iniziale del costo e innescare un circolo virtuoso, in cui i prezzi caleranno al crescere dei volumi. «Serve però una semplificazione burocratica: per l’installazione dei dispositivi bastano pochi giorni gli iter per le domande durano mesi. Andrebbe semplificato anche l’accesso ai fondi per i comuni che promuovono progetti di mobilità», suggerisce Ottaiano. Potenzialità tutte da esplorare «Il mercato è una prateria di potenzialità inesplorate, in cui i servizi, le partnership e i modelli di business sono tutti da immaginare. Si va dagli accordi con i più importanti car maker, all’evoluzione dei servizi per i punti di ricarica. Dalla valorizzazione dei cosiddetti “point of interest”, già oggi sede delle nuove installazioni, alle innumerevoli iniziative di marketing possibili», conclude Ottaiano. F.R.
QUANDO L’AUTO VENDERÀ ENERGIA ALLA RETE La mobilità elettrica è un laboratorio di innovazione per il sistema elettrico. «Attraverso colonnine e wall box, messe in rete da una piattaforma digitale, i privati potranno interagire con la rete e partecipare ai mercati elettrici attraverso le batterie delle proprie auto», spiega Ottaiano. Il v2g di Enel X è già stato utilizzato con successo in Danimarca, mentre in Italia è attiva una sperimentazione in partnership con Nissan e RSE, in attesa che il via libera del legislatore autorizzi l’effettiva diffusione.
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speciale • e-mobility
Focus sulla mobilità urbana Urban mobility e goods delivery nei centri cittadini: FCA riconosce nello spostamento breve la vocazione della mobilità elettrica e l’ambito in cui proporre i nuovi modelli elettrificati in arrivo nel 2020 «Il 2020 sarà l’anno cruciale della mobilità elettrica, in Europa ne siamo tutti consapevoli. Non tanto per la crescita della domanda, che pure è sensibile, quanto per l’imminenza delle nuove regole che limitano le emissioni di Co2. L’entrata in vigore di soglie target imposte dalla UE ha innescato nell’intera industry automobilistica la rincorsa per avere in portafoglio una gamma di prodotti elettrificati».
Roberto Di Stefano, Head of EMEA e-Mobility di FCA 26
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Dalla compliance al vero business Per Roberto Di Stefano, Head of EMEA e-Mobility di FCA, la missione dell’azienda per l’anno a venire è chiara: centrare gli obiettivi comunitari e prepararsi ad affrontare gli ulteriori contenimenti previsti al 2025 e al 2030, che abbatteranno le soglie di un altro 50%. Ma la vera sfida è quella di trasformare in un business robusto un segmento dagli sviluppi promettenti ma per ora sollecitato soprattutto da esigenze di compliance. «Ci stiamo muovendo per attivare strategie diversificate a seconda dei marchi e dei prodotti, introducendo un’elettrificazione variabile dal mild al plug-in hybrid fino al full electric, a seconda del brand, dei modelli e del mercato di riferimento», spiega Di Stefano. Si parte con la mobilità urbana «Entro il 2023 tutti i marchi del portafoglio FCA includeranno una
gamma di tecnologie elettrificate, in modo da raggiungere tutti i target. Nell’immediato, invece, abbiamo identificato due bisogni prevalenti, a cui corrispondono due ambiti preferenziali di intervento: la urban mobility e il goods delivery nei centri cittadini. A nostro avviso, infatti, per ora la vocazione dell’auto elettrica resta la breve distanza: percorrere lunghe tratte sarà possibile solo quando sarà compiuto l’adeguamento dell’infrastruttura, oggi in crescita ma non ancora abbastanza capillare. Con una percorrenza media di 50-60 chilometri, la quasi totalità dei proprietari di auto elettriche ricarica a casa o al lavoro, ricorrendo alla ricarica pubblica solo in caso di emergenza», osserva Di Stefano. Sviluppare l’infrastruttura in base ai flussi Il potenziamento dell’infrastruttura richiede una messa a terra supportata dalla consapevolezza dei reali flussi di traffico, al momento
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DALLA PANDA ALLA JEEP La roadmap di FCA per l’area EMEA per i primi mesi del 2020 prevede la produzione delle versioni mild hybrid di Lancia Ypsilon, Fiat Panda e Fiat 500, mentre gli hybrid plug-in di Jeep Renegade e Compass saranno pronti per la primavera 2020. Per l’estate sarà pronta anche la nuova Fiat 500 full electric, che si affiancherà alle motorizzazioni esistenti. Infine, entro il mese di settembre uscirà il Ducato elettrico, che nei mesi successivi sarà affiancato da un secondo veicolo commerciale.
inesistente. «Per ora le colonnine vengono installate dove è più facile ottenere autorizzazioni e permessi, senza che la loro distribu-
zione risponda a uno studio ben fatto delle dinamiche del traffico e della sosta. Una programmazione di lungo periodo dovrebbe avveni-
VEHICLE-TO-GRID, PROVE TECNICHE DI SISTEMA Usare la propria auto come un accumulatore, pronto all’occorrenza a cedere energia al sistema elettrico nazionale. A fronte di una remunerazione che potrà contribuire a ridurre i costi di proprietà e rendere più conveniente l’acquisto di un veicolo elettrico. «In Italia i servizi energetici ancillari valgono 1,5 miliardi di euro: mettere in rete le batterie ferme per la ricarica e abilitarle a interagire con il sistema non è solo una sfida tecnologica e una occasione di supportare la sicurezza dell’infrastruttura elettrica nazionale, ma è una opportunità economica concreta, che a breve dovrebbe trovare adeguata regolamentazione», spiega Di Stefano. Nel frattempo, in partnership con Terna, FCA promuove un laboratorio sperimentale per il vehicle-to-grid, aggregando in rete 700 vetture a Mirafiori, che lavoreranno in sinergia con l’impianto fotovoltaico da 22MW annui collegato al sito produttivo.
re di concerto con il Ministero dei Trasporti e secondo una visione strategica che superi le contingenze e le urgenze del momento. Riflettendo, per esempio, sul fatto che il tempo è una delle variabili cardine della mobilità e che la ricarica pubblica fast ad alta potenza è preferibile anche in città, specie nei prossimi anni: stando ad analisi recenti, nel 2024 in Europa circoleranno 8 milioni di veicoli elettrici e nel 2030 saranno il 15% in più di oggi. Un rinnovamento che sempre di più porrà l’automotive in contatto con altri settori, dalle TLC all’energia, trasformandola in una industry orizzontale», conclude Di Stefano. F.R. dicembre 2019 -
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speciale • e-mobility
Non è sostenibile se non è riciclabile La mobilità elettrica fa i conti con i suoi rifiuti. A partire dalle batterie, oggi quasi completamente recuperabili, fino ai mezzi leggeri, che devono essere smaltiti al pari degli altri rifiuti elettrici È sempre più impellente il passaggio verso stili di vita sostenibili, ma è altrettanto fondamentale, quando si parla di sostenibilità, rimanere all’interno dei paradigmi dell’economia circolare. Le scelte che vengono fatte “in nome dell’ambiente” devono dipendere non dall’immediatezza dei risultati, ma da una pianificazione fatta sul medio e lungo termine. Responsabilità estesa del produttore È con questa prospettiva che è importante guardare alla rivoluzione della mobilità. Non solamente le auto, ma anche le biciclette, le moto e i motorini stanno rapidamente virando verso l’elettrico. E questo fenomeno deve essere letto in “chiave produttori”, guardando fin da subito alla tipologia di rifiuto che un dato prodotto genererà una volta giunto al termine della propria vita. Perché è proprio questa la prospettiva che la norma sui rifiuti elettronici e sulle pile e gli accumulatori impone: con “re28
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sponsabilità estesa del produttore”, chi immette una determinata apparecchiatura sul mercato è chiamato a farsi carico del rifiuto che quel prodotto genererà. Una crescita senza precedenti L’andamento del mercato è chiaro: il passaggio dal motore termico alla propulsione elettrica è una realtà. Sulla base dei dati di EVVolumes, il numero di auto elettriche nel mondo è di oltre 5,4 milioni, di
Giancarlo Dezio, Direttore Generale di Consorzio Ecolight
cui più di 2,1 milioni venduti solo nel 2018. Sebbene questo rappresenti ancora una percentuale bassissima rispetto al numero complessivo di veicoli circolanti a livello globale, la flotta di veicoli elettrici è cresciuta di circa 30 volte negli ultimi 6 anni. Per quanto riguarda l’Italia, nei primi nove mesi del 2019 le immatricolazioni di auto ibride sono aumentate del 27% rispetto allo stesso periodo del 2018 (dati UNRAE), quelle di auto elettriche del 115%. Non solo auto Mobilità elettrica è anche biciclette a pedalata assistita, monopattini e hoverboard. Le prime hanno visto l’anno scorso un aumento delle vendite di quasi il 17%; sul fronte della produzione di e-bike, i dati di Confindustria ANCMA parlano di un salto del 290% rispetto al 2017 con un export che è triplicato. La vendita dei monopattini elettrici cresce dell’80% circa anno su anno e quella degli hoverboard vale 50mila pezzi al mese.
e-mobility • speciale
Senza riciclo non è a impatto zero Per collocare questo scenario in un’ottica di economia circolare, occorre guardare allo scenario dei rifiuti che questi nuovi, o relativamente nuovi oggetti che stanno entrando nella nostra quotidianità andranno a generare. Per quanto sia considerata a emissioni zero, la mobilità elettrica ha un fattore comune: la presenza di una batteria. Più o meno potente, più o meno pesante e ingombrante, ma di batteria si tratta. E come tale richiede una particolare accuratezza quando arriva a fine vita. Questo non solamente perché si tratta di un rifiuto particolarmente inquinante, ma anche pericoloso. Le batterie agli ioni di litio sono facilmente infiammabili e attualmente vengono gestite per la maggior parte dagli impianti che si trovano in Germania. Batterie, verso il completo recupero Il loro corretto trattamento permette di recuperare dalla “massa nera”, che rappresenta il cuore
dell’accumulatore, manganese e nichel. Si trovano in estremo oriente le tecnologie in grado di ricavare dal trattamento di questi rifiuti anche litio e cobalto, arrivando così ad un completo recupero. In Italia si sta avviando un coraggioso progetto sperimentale che speriamo possa dare avvio ad una filiera industriale importante. Monopattini ed e-bike? Come una lavatrice rotta Escludendo le auto, tutti gli altri oggetti che rappresentano la mobilità elettrica - quindi e-bike, monopattini elettrici, hoverboard, ma anche segway o la cosiddetta biga 2.0 - una volta arrivati a fine via rientrano nella grande famiglia dei RAEE, cioè i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Questo significa che devono essere considerati al pari di una lavatrice rotta o di uno smartphone da buttare. Quindi, seguire un percorso ben preciso che inizia con il loro conferimento differenziato e termina con il recupero di materie prime seconde, quali ad esempio metalli e plastica.
RAEE della mobilità, serve una nuova consapevolezza L’avvento però di questi nuovi prodotti richiede una consapevolezza maggiore sulla tipologia di rifiuto che andranno a generare: RAEE sono tutti quei rifiuti che hanno al loro interno una componente elettrica o elettronica. È un insieme estremamente variegato per tipologia, dimensioni e funzionalità, ma questo non deve distrarre l’attenzione dalla necessità di conferirli in modo corretto. Come i cellulari o i frullatori più comuni, anche i monopattini elettrici non possono essere messi nell’indifferenziato. Devono essere portati alla piazzola ecologica del proprio Comune, oppure lasciati in negozio al momento dell’acquisto dell’apparecchio nuovo sostitutivo. Per i più piccoli il ritiro è gratis Per le apparecchiature più piccole (fino a 25 cm) c’è la possibilità di lasciarle gratuitamente nei punti vendita più grandi, con oltre 400 mq di superficie di vendita. Gli obblighi di ritiro gratis valgono anche per le vendite effettuate online. Se guardiamo ai principi che muovono l’economia circolare, i RAEE rappresentano un’importante risorsa: sono infatti riciclabili per oltre il 90% del loro peso. Giancarlo Dezio Direttore Generale Consorzio Ecolight dicembre 2019 -
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speciale • e-mobility
La porta per un nuovo business Un pacchetto white label rivolto a case automobilistiche, utility, grandi aziende, catene alberghiere e GDO. La soluzione all inclusive di Alpiq E-Mobility in Italia include sistemi di ricarica, piattaforme digitali, servizi. Più tutto quel che c’è da sapere per trasformare la mobilità elettrica in un business complementare È il 1999 quando la svizzera Alpiq arriva in Italia, all’indomani della liberalizzazione del mercato dell’energia. Sceglie due direttrici di sviluppo, parallele e complementari: la produzione, con centrali nuove da affiancare a quelle mutuate dal parco Enel, e l’impiantistica elettrica e meccanica, con l’acquisizione di aziende locali poi incorporate nella società Alpiq InTec. Si posiziona sul mercato in maniera selettiva, identificando nelle grandi aziende energivore il proprio segmento di elezione. Commodity e servizi «Con la vendita di energia su larga scala e il know-how impiantistico
siamo diventati provider tecnologici di aziende del calibro di Esselunga, Samsung, American Express. Continuiamo a offrire energia a prezzi competitivi e consulenza specialistica: conoscendo il ciclo produttivo dei nostri clienti, adattiamo il loro portafoglio energetico alle caratteristiche del business», spiega Massimo Sabbioneda, responsabile e-mobility e busines development di Alpiq Energia Italia. Mobilità, l’infrastruttura è servita Una decina di anni fa, la casa madre esordisce nella mobilità elettrica in Svizzera. «Favoriti anche
AL CENTRO UNA PIATTAFORMA SMART I sistemi di ricarica offerti da Alpiq sono collegati in rete e governati da una piattaforma digitale per il monitoraggio e la gestione da remoto. «Ogni punto di ricarica è connesso via sim card o wi-fi. La piattaforma applicativa in cloud IQ-ube consente ai nostri clienti, come i dealer di BMW in Italia, di gestire tutti gli ordini e di seguire l’installazione dei sistemi di ricarica da parte di Alpiq, il cui call center si occupa dell’assistenza post-vendita. Lo stesso vale per Eni Gas e Luce, la cui clientela potenziale include 8 milioni di titolari di contratti power & gas», racconta Massimo Sabbioneda. 30
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Massimo Sabbioneda, responsabile e-mobility e busines development di Alpiq Energia Italia
dall’azionariato dei cantoni, abbiamo sviluppato l’infrastruttura nel paese secondo una logica di rete: non solo ricarica, ma anche piattaforma digitale interconnessa», racconta Sabbioneda. Un modello replicato in Italia, dove l’e-mobility di Alpiq parte nel 2015, agli albori del mercato nazionale. Il posizionamento è sempre business e l’azienda si avvale della consolidata competenza impiantistica per accreditarsi come general contractor per le soluzioni di mo-
e-mobility • speciale
bilità elettrica nelle prime significative gare promosse da Fincantieri, BMW Italia, Gruppo Leonardo. Un pacchetto white label «Il nostro modello è quello del full service provider: offriamo un pacchetto completo, competitivo grazie ad accordi di lungo corso con i principali produttori di sistemi di ricarica», spiega Sabbioneda. «La soluzione è stand alone e white label, cioè svincolata dalla fornitura di energia e anche dal logo Alpiq: i dispositivi sono brandizzati per il cliente, che può essere una utility ma anche una casa automobilistica, una grande azienda, una catene alberghiera o un supermercato». Consulenza e competenza operativa Tuttavia, per essere vincenti nella mobilità elettrica non bastano un sistema di ricarica e una piattaforma. Alle utility e alle aziende serve un partner capace di guidarle in un ambito che coinvolge l’ufficio acquisti, la flotta aziendale e
ULTRAFAST E ROAMING, IL FUTURO DELLA RICARICA La ricarica ultrafast avrà un ruolo cruciale nello sviluppo della mobilità elettrica, ne è convinto Massimo Sabbioneda di Alpiq Energia Italia. L’azienda supporta la realizzazione delle stazioni di ricarica italiane di Ionity, consorzio composto da diverse case automobilistiche, soprattutto tedesche. Il consorzio nasce con l’obiettivo di realizzare 400 stazioni ultrafast con sistemi da 350 kW l’uno sulla rete autostradale tra Norvegia e Italia entro il 2020, una ogni 120 km. Il secondo tema strategico è quello della interoperabilità, con i grandi provider di e-mobility impegnati nel progetto di roaming europeo Hubject, che mette in rete 150mila colonnine interoperabili in tutta Europa. la gestione del building, al quale si richiedono competenze tecniche specifiche. «Con la sua esperienza decennale nella e-mobility, Alpiq supporta i clienti nelle loro scelte. Per esempio, assegnando la giusta potenza alle varie situazioni di ricarica: per le flotte, che ricaricano in orario di lavoro, vanno bene i dispositivi da 22 kW in corrente alternata, per le stazioni in autostrada sono più adatte le soluzioni ultrafast ad alta potenza», fa notare Sabbioneda.
L’alba di un nuovo business In un’era in cui la sola commodity non garantisce più la fedeltà del cliente, la mobilità è il servizio evoluto che promette di mantenere il legame nel lungo periodo. Ma le potenzialità vanno oltre la customer retention. «La mobilità elettrica può essere un business complementare, non solo per le utility, ma per le tante altre imprese che sapranno immaginare modelli, partnership e sinergie nuove», osserva Massimo Sabbioneda. Le potenzialità sono innumerevoli. «Che cosa fa il cliente mentre l’auto si ricarica? Fa la spesa, guarda un film, mangia una pizza. Perché allora non offrire sconti e convenzioni collegate al servizio? E nel caso di un albergo, perché non strutturare percorsi di cicloturismo con e-bike? Il business è aperto: il trasporto di energia fino al pod è vendita di energia ed è appannaggio dell’utility, ma la vendita del servizio di ricarica può essere operata da chiunque», conclude Sabbioneda. F.R. dicembre 2019 -
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brevi • Energy Legal Monitor
ENI GAS E LUCE ACQUISISCE IL 70% DI EVOLVERE SPA
Studi Legali coinvolti: L&B Partners; Rothschild & Co; Pedersoli Studio Legale Eni gas e luce S.p.A. ha sottoscritto con L&B Capital S.p.A. ed Enventi S.r.l. un accordo per l’acquisto di una partecipazione pari al 70% di Evolvere S.p.A., gruppo leader nel settore della generazione distribuita, con oltre 10mila impianti fotovoltaici in gestione, di cui 8mila di proprietà, collocati su tutto il territorio italiano, per una capacità installata complessiva pari a circa 54 MW. Il completamento dell’acquisizione è soggetto al verificarsi di alcune condizioni sospensive, inclusa l’autorizzazione delle competenti autorità regolatorie. Con l’acquisizione di Evolvere, Eni gas e luce (leader nella commercializzazione di gas, luce e soluzioni energetiche con otto milioni di clienti in Italia), rafforza la promessa di accompagnare nel miglior uso dell’energia al fine di pervenire a maggiori risparmi. I venditori sono stati assistiti, per gli aspetti finanziari, da L&B Partners e Rothschild & Co. Per i profili legali sono stati assistiti da L&B Partners Avvocati Associati. L’acquirente Eni gas e luce S.p.A. è stato assistito per gli aspetti legali da Pedersoli Studio Legale. Gli aspetti finanziari sono stati seguiti da Barclays. Per l’acquirente, hanno seguito internamente l’operazione gli avvocati Pietro Galizzi, Direttore Affari Legali di Eni gas e luce, e gli avvocati Federica Andreoni e Niccolò Pallesi del team legale M&A di Eni S.p.A.
CRISTOFORETTI SERVIZI ENERGIA EMETTE UN MINI BOND DA 8 MILIONI
Studi Legali coinvolti: Toniolatti & Associati Cristoforetti Servizi Energia S.p.A. ha chiuso la sottoscrizione dei Minibond da 8 milioni di euro. La prima tranche era stata sottoscritta a giugno 2019 per 4 milioni di euro dal Fondo Strategico Trentino-Alto Adige, anchor investor dell’operazione. La restante parte è stata ora sottoscritta da Banca Popolare dell’Alto Adige per un milione di euro, da Euregio Plus SGR per 2 milioni di euro, e per il restante milione di euro da Cassa di Risparmio di Bolzano. Nell’operazione Banca Finint ha svolto il ruolo di arranger, mentre lo Studio Legale Toniolatti & Associati e lo studio Commercialisti Associati Bortolotti & Conci hanno svolto rispettivamente il ruolo di advisor legale e finanziario della società emittente.
SNAM RILEVA L’83% DI RENERWASTE PER 46 MILIONI
Studi Legali coinvolti: Nctm Studio Legale; Chiomenti; LCMR; Morri Rossetti Snam S.p.A. ha acquisito da Ladurner Ambiente, Ladurner e AB Invest una quota di circa l’83% di Renerwaste, una delle maggiori società attive in Italia nelle infrastrutture di biogas e biometano. L’operazione, del valore di circa 46 milioni di euro, prevede la possibilità per Snam di acquisire, a partire da giugno 2020, anche il restante 17% circa del capitale sociale di Renerwaste, detenuto da Ecopartner S.r.l. Parallelamente, Snam ha sottoscritto un memorandum of understanding con Infore Environment Technology Group Stock Co., Ltd., società di servizi ambientali quotata alla Borsa di Shanghai e azionista di controllo di Ladurner Ambiente, per possibili iniziative congiunte per lo sviluppo di infrastrutture di biogas e biometano in Cina. Il team in house di Snam è stato guidato dal general counsel Marco Reggiani affiancato dalla head of foreign assets legal affairs Gloria Bertini e dai legal counsel Letizia Giampieri e Leonardo Marroni. Nctm Studio Legale ha assistito Snam S.p.A. nell’acquisizione con un team coordinato da Raffaele Caldarone e Carlo Grignani, coadiuvati da Martina Da Re. I venditori sono stati assistiti da Chiomenti e LCMR per i profili legali e da Morri Rossetti per i profili legali e fiscali attinenti alla riorganizzazione del gruppo funzionale all’acquisizione e alla connessa definizione del perimetro di Renerwaste. 32
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