Geopolitica della Corea del Nord

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BloGlobal Research Paper Osservatorio di Politica Internazionale (OPI) © BloGlobal – Lo sguardo sul mondo Milano, febbraio 2016 ISSN: 2284-0362 Comitato Scientifico Federiga Bindi, Ennio Di Nolfo, Germano Dottori, Beatrice Nicolini, Gianluca Pastori Coordinatrice editoriale OPI Maria Serra Autore Paolo Balmas OPI Research Fellow. Analista geopolitico, specializzato nell’area Asia-Pacifico (con particolare attenzione al Giappone) e nel campo produzione e approvvigionamento degli armamenti. Ha svolto ricerche sulla geostrategia nella regione artica; sulla produzione di armamenti nei paesi balcanici; sulla regione del Caucaso (con attenzione all’Azerbaijan); su vari aspetti del mercato dell’energia e del trasporto marittimo. Ha svolto un corso di Introduzione all’intelligence presso l’Istituto Studi Ricerche Informazioni Difesa (Istrid) patrocinato dal Centro Alti Studi per la Difesa (Casd). Ha collaborato al progetto Istrid Analysis di cui e stato membro del Consiglio direttivo. Laureato in Lingue e Civilta orientali (curriculum di Laurea in Storia e Cultura giapponese) e diplomato presso l’Istituto giapponese di cultura (Japan Foundation di Roma); e traduttore per la casa editrice CasadeiLibri. E autore di diversi saggi fra cui “Shinto. Alle radici della tradizione giapponese” e “Kami and hotoke in japanese popular culture”. Attualmente collabora con Transatlantico.info come analista e consulente.

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Pubblicato nel febbraio 2016

Immagine Copertina © Shutterstock


INDICE INTRODUZIONE ___________________________________________________________________ 1 PARTE I – Una breve storia recente _________________________________________ 5 Il governo di Kim Jong-un e l’evoluzione del programma ________ 9 La ripresa delle attivita nucleari _______________________________________ 11

PARTE II – Sistema di governo e amministrazione dello Stato ___ 14 I partiti politici ______________________________________________________________ 15

PARTE III – L'economia ______________________________________________________ 17 L'asso nella manica: le terre rare_______________________________________ 20

PARTE IV – La Corea del Nord nel sistema internazionale ________ 22 La cyber-war di Pyongyang _____________________________________________ 23 Le relazioni con il Sud ____________________________________________________ 25

PARTE V – Conclusioni ______________________________________________________ 27 Note __________________________________________________________________________________ 29

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Le Zone Economiche Speciali ___________________________________________ 18


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INTRODUZIONE Dal punto di vista geopolitico la Corea del Nord è un’“isola” circondata da quattro giganti dell’economia mondiale: Cina, Russia, Giappone e Corea del Sud. Occupa quindi una posizione strategica al centro di un flusso economico già enorme, ma che potrebbe crescere oltremisura se questo piccolo Paese, la cui postura sembra lanciare una sfida al mondo, decidesse di optare per un’apertura diplomatica e per un processo di assorbimento da parte del mercato globale. Si parla di “isola” perché la Corea del Nord è giunta a un punto critico di isolamento politico ed economico che lo rende di fatto slegato dal resto del mondo. Esistono luoghi e strumenti per comunicare con l’esterno, ma la filosofia stessa del sistema di governo professa una forma di autarchia che difficilmente può adeguarsi alle attuali dinamiche internazionali. Quindi, l’isolamento è certamente dovuto alle pressioni sostenute dalle sanzioni economiche imposte dalle Nazioni Unite e da altri organi internazionali e nazionali, ma è potenziato anche da un rigido atteggiamento interno. In una prospettiva storica non stupisce che la divisione della Penisola abbia dato vita a due sistemi distanti e separati incapaci di comprendersi fino in fondo. Le popolazioni, malgrado siano parte dello stesso popolo e della stessa cultura, hanno sviluppato sistemi di vita e atteggiamenti mentali differenti. Persino il linguaggio ha assunto differenze noper secoli, il Paese è stato già diviso in regni e uno di questi, il regno di Koguryo, si estendeva su un territorio pressoché uguale a quello della Corea del Nord attuale. Allora, l’unificazione della Penisola fu resa possibile dalle mire di controllo dell’Impero cinese. Anche oggi, concedendosi un parallelo sicuramente un po’ forzato, si può pensare che una riunificazione della Penisola sarà possibile per mezzo della spinta di potenze che appoggiano la Corea del Sud, in particolare gli Stati Uniti, ai quali si è aggiunto negli ultimi mesi il Giappone. La geografia dimostra inoltre che la Corea del Nord occupa un territorio strategico. Il territorio controllato da Pyongyang confina a nord-est, per un breve tratto di terra (circa 18 chilometri), con la Federazione Russa; a nord-ovest con la Repubblica Popolare Cinese; a sud, invece, si ferma alla zona demilitarizzata, che corre sul 38° parallelo e lo separa dalla Corea del Sud da ormai sessanta anni, da quando il cessate il fuoco ha spaccato in due la nazione con un solco che sembra, almeno a distanza, ancora incolmabile. È interessante notare che ciò fa anche della Corea del Sud un’“isola nel mezzo”. A nord trova il limite nordcoreano e il resto del territorio è circondato dalle acque, a ovest il Mar Cinese Orientale e a est il Mare del Giappone. Lo scambio commerciale che passa attraverso il punto di incontro di questi mari è uno dei più intensi del pianeta. Infatti, il triangolo sinonippo-sudcoreano genera circa il 20% del PIL mondiale. La Corea del Nord è ampia circa 120.000 Km2, dove vivono quasi venti milioni di persone. Nella capitale Pyongyang vivono circa 3,5 milioni di cittadini. Le altre grandi città, che raggiungono il milione di persone sono Hamhung e Chongjin. Fra gli agglomerati urbani

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tevoli in un arco di tempo inferiore a un secolo. Ciò è stato possibile perché nel passato,

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più importanti, inoltre, se ne ricordano due governati da statuto speciale: la città portuale di Nanpo, poco a sud della capitale, che si affaccia sul Mar Cinese Orientale, e la città di Kaesong, sul confine con la Repubblica del Sud. La frontiera fra le due Coree si protrae a ovest nel mare e si snoda fra le isole di un arcipelago di poco a largo della costa del Nord. Si tratta della fascia di acqua e di terra con la più alta probabilità di incidenti fra le due Forze Armate, che non hanno mai siglato un trattato di pace. Alcune isole sono oggetto di disputa, come ad esempio l’arcipelago sudcoreano di Yeonpyeong, nel Mar Giallo, che nel 2010 è stato teatro di una violenta ma breve escalation militare. L’attacco condotto dalla Corea del Nord, e nel quale morino 2 militari sudcoreani, fu lanciato in risposta alle esercitazioni militari di Seoul tenute vicino al confine condiviso. Il clima è più rigido rispetto alla zona meridionale della Penisola, poiché il territorio è più esposto ai venti freddi provenienti dalla Siberia e dalla Manciuria. Gli agenti atmosferici si sono recentemente inaspriti. Le piogge sono aumentate drasticamente negli ultimi venti anni, fino a provocare l’inondazione di varie zone e la distruzione dei raccolti. Ma la minaccia è anche quella opposta della siccità che, in alcune occasioni, ha provocato ingenti danni all’industria agroalimentare. Si può affermare, nell’insieme, che in questo momento storico i vari elementi economici, politici, strategici e addirittura fisici, si sono mescolati in un cocktail esplosivo che impone alla Corea del Nord di affrontare decisioni estreme per trovare una soluzione al proprio futuro. Ma per quanto si possano trovare espedienti per protrarre lo status quo, la via sembra portare a un bivio le cui strade sono lastricate dalle attività sia interne che esterne al Paese: da un lato vi è la diplomazia che si apre a un faticoso tragitto verso l’integrazione; dall’altro una scorciatoia che rischia di sfociare in un nuovo e non augurabile con-

Lo scopo di questo Research Paper è dunque di permettere un breve viaggio a distanza in uno dei Paesi meno conosciuti in Occidente. Uno sguardo alla storia recente, al sistema di governo, all’economia, ai rapporti internazionali, permetterà di farsi un’idea di ciò che accade nella Penisola coreana, nei limiti del possibile, poiché le informazioni che provengono dal Nord sono sempre poco chiare e filtrate da scopi politici e propagandistici.

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FIGURA 1 – MAPPA POLITICA E AMMINISTRATIVA DELLA COREA DEL NORD FONTE: VIDIANI.COM – MAPS OF THE WORLD

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PARTE I

UNA BREVE STORIA RECENTE Alla fine della Seconda Guerra mondiale la Penisola coreana, dopo decenni di occupazione giapponese, fu spartita fra le potenze vincitrici. La parte settentrionale cadde sotto l’influenza dell’Unione Sovietica mentre quella meridionale degli Stati Uniti. Inizialmente, la volontà delle forze di occupazione consisteva nel dare vita a un Paese unito e si tentò di costruire una Repubblica attraverso l’unificazione delle forze politiche. Nel frattempo, però, erano sorti due partiti speculari, uno con base a Seoul e uno con base a Pyongyang. Il leader di quest’ultimo, appoggiato dall’Unione Sovietica, divenne Kim Il-sung, già Segretario del Partito Comunista della Corea del Nord. Dopo aver preso parte alla guerriglia contro i giapponesi in Manciuria, Kim aveva radunato le sue forze coreane a Vladivostok, dove entrò in contatto diretto con l’Armata Rossa. Qui si era riorganizzato e preparato ad entrare in Corea per la guerra finale contro le forze dell’Impero del Sol Levante al fianco dei sovietici. Una volta liberata la Corea, Kim si attenne ai consigli delle forze di occupazione e promosse la fusione del proprio Partito con le altre espressioni politiche presenti nel Nord. I problemi sorsero quando, nel 1948, fu istituita la Repubblica di Corea nel sud del Paese. Lo stesso anno le truppe sovietiche si ritirarono a causa della situazione politica in Europa dell’Est, che Mosca avvertiva come una priorità rispetto alla Corea. Intanto, a Seoul le forze politiche cominciarono a emarginare gli esponenti della sinistra radicale dalle posizioni di rilievo. In un primo momento si andò avanti con il tentativo di unire Presidente. Ma il tentativo di integrazione fallì nel 1950 quando il Choson Inmingun, l’Esercito Popolare di Corea fedele a Kim, si mosse contro il Sud per prendere la guida effettiva della Repubblica. Cominciò così la guerra civile. Il 27 luglio del 1953, dopo oltre due milioni morti, fu firmato un armistizio che pose fine al conflitto. Presero forma, così, le due Repubbliche che ancora oggi costituiscono la doppia amministrazione politica della Penisola. Nel Sud si avviò un processo di ricostruzione, modernizzazione e democratizzazione guidato da Washington, tipico del dopoguerra e delle aree sotto l’influenza statunitense – un caso analogo fu infatti il Giappone. Nel Nord si affermò in modo definitivo la famiglia Kim, che detiene ancora oggi il potere nel Paese. Kim Jong-un, l’attuale leader supremo, infatti, rappresenta la terza generazione di una casata che si tramanda direttamente il potere. Il processo politico che ha caratterizzato questo singolare fenomeno di matrice socialista deve essere considerato tenendo conto delle caratteristiche intrinseche della cultura coreana. Infatti, il comunismo dei Kim, anche se ha molto in comune con le esperienze occidentali, ha assunto una caratteristica propria. Qui il culto della personalità, dell’eroe della rivoluzione, assume dei connotati anche religiosi, se non mistici, e il fulcro dello Stato coincide con la carica ereditaria del leader.

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politicamente la penisola e i due partiti furono uniti nel 1949. Kim Il-sung ne divenne il

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A cura di OSSERVATORIO DI POLITICA INTERNAZIONALE Milano, febbraio 2016

Ente di ricerca di BLOGLOBAL-LO SGUARDO SUL MONDO Associazione culturale per la promozione della conoscenza della politica internazionale C.F. 98099880787

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