I Colori dell'Alba

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MAGAZINE DI CULTURA - CURIOSITA’ - ATTUALITA’ - EVENTI


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Colori dell’Alba si tinge di sfumature natalizie, senza per questo tralasciare i suoi consueti articoli e le curiosità che da sempre contraddistinguono questo giornale. Il mese di dicembre è sempre stato per molti un periodo di riflessioni, di resoconti personali, cosa abbia realizzato in questi 365 giorni, cosa resterà delle settimane trascorse. In effetti tra Natale e capodanno, ci sono un bel po’ di giorni di festa per poterci riflettere su e molto spesso ci si rendo conto che forse tanto buoni non lo siamo stati per niente. Viviamo senza dubbio, in un periodo di depressioni, di uccisioni, di vendette, di rancori, di pregiudizi senza accorgerci minimamente che, come recita una famosa canzone del 1991 di Umberto Tozzi, gli altri siamo noi e che ciò che vien fatto al nostro vicino, un giorno potrà esser fatto a noi senza nessuno sconto. Ma siamo troppo presi da noi stessi, per renderci conto che il vero spirito del Natale è la nascita di Gesù, simbolo evidente di una nostra viva speranza di fede, amore e compassione, piuttosto che la corsa all’ultimo cellulare, al televisore o al capo d’abbigliamento firmato. Comunque sia, si spera sempre di essere almeno in salute e di vivere serenamente con i nostri cari, tutte le sante feste. Dunque, nell’attesa di viverci un nuovo Natale e di gridare il conto alla rovescia per il nuovo anno che verrà, vi ricordo che anche questo numero de I Colori dell’Alba vi suggerisce e vi propone tanti bei consigli da seguire per i prossimi giorni, ricordandovi sempre che le proposte d’articolo su questo magazine, sono da inviare all’indirizzo mail centrolalba@libero.it. Vi abbraccio e vi auguro Buone Feste Il Direttore

Gennaro Coppola

I COLORI DELL’ALBA MAGAZINE DI CULTURA - CURIOSITA’ ATTUALITA’ - EVENTI N° 9 - Anno 1 - Novembre/Dicembre 2014 Redazione: Gennaro Coppola, Marco Gambardella, Dott. Francesco Di Lorenzo, Dario D’Alema, Annamaria Terlati, Marianna Paduano, Elibaroda, Raffaele Coppola, Ersilia Raffone, Laura Santoro Direttore Responsabile:

SEDE AMMINISTRATIVA CENTRO DI INIZIATIVE CULTURALI

Gennaro Coppola

“L’ALBA”

Graphic Design: Marco Gambardella

Via Aldo Moro, 28 MASSA DI SOMMA

mastermk@libero.it

80040 - NAPOLI Info: centrolalba@virgilio.it

02 L’EDITORIALE

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Novembre - Dicembre 2014

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Giallo: il colore del crimine La tecnologia nella nostra società La luce e i suoi racconti... La Foto del Mese Il Natale e le sue origini I Miti: Babbo Natale Eventi Make Up Arte: L'enigma Escher L’arte Musica Cinema Amici Animali: Le renne Almanacco Bislacco Viaggi Il Ricettario Parliamo di Libri Poesia del Mese Danza Orientale Pietra Miliare

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SOMMARIO

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giallo:: IL Colore del crimine MAURIZIO MINGHELLA IL KILLER SERIALE SOPRANNOMINATO “IL MOSTRO DI TORINO”

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uesta rubrica ci porta alla scoperta dei crimini piu efferati della storia dell’umanita. In questo numero, il caso di Maurizio Minghella soprannominato il “mostro di Torino”  LA STORIA  La carriera del killer seriale Maurizio Minghella, uno dei piu feroci e crudeli assassini italiani, comincia con una condanna a vita nel 1982. Libero dopo 17 anni riprende a uccidere e, dal 2005, e tornato a essere definitivamente un ergastolano. Fa ginnastica tutte le mattine e sogna di essere trasferito in un istituto del Nord Italia, vicino alla famiglia. La sua storia parte da lontano e fa rabbrividire. Ma andiamo per ordine. Maurizio Minghella nasce a Genova nel 1958. E' un pugile dilettante e ama passare ore e ore

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all'obitorio per vedere da vicino i cadaveri e la disperazione dei familiari. E' considerato da tutti "minus habilis", la sua personalita si capisce fin da subito che e un po' particolare (eufemismi a parte...). Il padre e un uomo violento. Minghella assiste spesso alle percosse che sua madre deve continuamente subire; in un colloquio con gli psichiatri dira di rammaricarsi per non averlo ucciso strangolandolo con una corda. Proprio durante questi anni così difficili "cova" nella sua mente il cancro della morte che, per lui, diventa un tamburo battente. Minghella ha bisogno di uccidere, perche quando ammazza si eccita. E le sue vittime sono le donne, in particolare prostitute. Ne uccide una dietro l'altra e piu loro si agitano, cercando di fuggire, e piu cresce in lui il desiderio sessuale.  GLI OMICIDI  Gli omicidi iniziano il 9 aprile 1978 con la prima vittima, Anna Pagano, 20 anni, una


prostituta "tossica". Viene ritrovata con il cranio fracassato, le gambe e la schiena ricoperte di scritte che alludono alle Brigate Rosse. Minghella ha seviziato la vittima conficcandole nella cavita anale una penna. Qualche mese piu tardi e la volta di Giuseppina Jerardi, 23enne, trovata priva di vita all'interno di un'automobile. Passano undici giorni e il 19 luglio viene ritrovata Maria Catena Alba, detta Tina, di 14 anni. Il suo corpo nudo e legato a un albero e nelle analisi autoptiche si stabilisce che e morta per strangolamento. Il delitto piu efferato di Minghella e, pero, quello di Tina Motoc 27enne madre di un bambino di 2. Il capo della Omicidi, Marco Basile, davanti al cadavere maciullato della donna, non riesce a trattenere vomito e lacrime. La scia dei delitti sembra inarrestabile. Il serial killer continua a professarsi innocente. In carcere la sua condotta e ineccepibile: Minghella si comporta bene, e un tipo tranquillo, non da problemi. Nel 1995 ottiene il "premio" della semiliberta. Puo uscire nelle ore diurne per lavorare. Minghella trova lavoro come falegname nella comunita del Gruppo Abele di don Ciotti. Lì conosce una donna da cui avra un figlio nel 1998. Si trova un appartamento dove poter andare a vivere con la sua nuova compagna. Sembra, dunque, che la sua esistenza, dopo la galera, sia davvero cambiata. Ma non e così.  L’EPILOGO  Nel 1996, Minghella si assenta sempre piu spesso dal lavoro e, proprio in concomitanza di cio, avvengono a Torino orrendi delitti di prostitute violentate e poi barba-

ramente uccise tra queste Loredana Maccario, strozzata con una corda da canotti nel proprio appartamento nel marzo del 1997. La polizia è costrètta a riaprirè l'indagine e il primo sospettato non puo che essere lui. Nel 2003, dopo un'evasione durata qualche ora, il serial killer delle prostitute viene condannato all'ergastolo per l'uccisione di Tina Motoc, Fatima Didou, strangolata con il laccio di una tuta da ginnastica, e la 67enne Cosima Guido, condanna confermata l'8 giugno 2005 dalla Corte di Cassazione. Dicono che solo una donna sia riuscita a salvarsi dalla furia omicida di Minghella per un'intuizione psicologica. Il "mostro di Torino", infatti, sèntè la nècèssita di essere sempre gratificato sotto l'aspetto sessuale: la sua mascolinita non deve essere mai messa in discussione. La donna che riesce a mettersi in salvo gli dice: "Tu sei un vero uomo, vorrei essere la tua donna". Il pugile schizofrenico, che strangola e dimentica ha i ritmi del mattatoio: sevizia, violenta, strangola, oltraggia i cadaveri. Monotono, mai una variante. Donne giovani o anziane, scelte nei quartieri dove via via si trova ad abitare o lavorare. Non ha mai ammesso nulla ma ai periti confida: «Durante i rapporti sessuali, a volte, mi viene un terribile mal di testa e non ricordo nulla». Al momènto è rinchiuso in isolamento nel carcere di Poggioreale a Napoli. 

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LA TECNOLOGIA NELLA NOSTRA SOCIETA’ LE RIVOLUZIONI ED EVOLUZIONI DIGITALI

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a tecnologia oramai condiziona la vita di ogni essere umano. L’uomo senza di essa si sente perso, incompleto, meno potente e non e piu in grado di svolgere nemmeno quelle poche azioni che prima svolgeva con tanta semplicita oggi risucchiata dalla tecnologia. Fino a pochi anni fa chi se lo poteva permettere, possedeva un telefono, un computer e una videocamera di grossa dimensione; ora chi possiede un cellulare “mini” ha tutto racchiuso in esso. Oramai il confine tra l’ essere umano e l’ elettronico, tra la mente e la macchina si fa sempre piu sottile fino a svanire: la vita diventa, a poco a poco, indistinguibile dalla finzione. Tutto cio sta diventando una realta virtuale talmente plausibile quasi da impedirci di distinguere l’ uomo

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dalla tecnologia. Dobbiamo fare molta attenzione che di questo passo, un giorno, non siano le macchine a guidare noi o addirittura che non avranno piu bisogno dell’ uomo (quèllo chè gli sciènziati chiamano fènomeno della singolarita). Indubbiamente la rivoluzione tecnologica ha sia aspetti negativi che positivi; l’ importante e non farne un abuso sfrenato lasciandosi dominare da essa. Per quanto riguarda i rapporti interpersonali ha avuto un risvolto non molto felice perche si ha la perdita del contatto fisico con le persone; si tende a comunicare con il telefono invece di incontrarsi in un parco, costruendo così una realta virtuale, pervasiva ed interattiva dietro uno schermo che ci obbliga ad un linguaggio scritto o


visuale ma sempre virtuale. Questo linguaggio ha atrofizzato i nostri sensi, la nostra capacita di apprendimento e di riflessione accrescendo il nostro isolamento, riducendo in quantita e sostanza le cose che abbiamo da dirci, limitando la conversione ad un LIKE (mi piace) o ad un cinguettio dimenticando che la vita non e un videogame e le nostre azioni non possono essere sostituite da applicazioni. A questo vuoto creato dalla tecnologia reagiamo con il consumo compulsivo. La fame che anche in Italia oggi e tornata reale ed interessa milioni di persone e famiglie alla ricerca del pasto quotidiano e diventata anche fame di consumo per chi lo puo ancora praticare. Si compra e si consuma per superare lo stress, l’ansia e la depressione e lo si fa con appetito che non e mai soddisfatto perche mai e soddisfatta la nostra ricerca di serenita e di rilassatezza. Oggi la tecnologia non stupisce piu. Nella nostra generazione abbiamo visto realizzato cio che immaginavamo da bambini persino piu grande, piu potente e piu veloce. Cosi, abituati a scoperte innovative quotidiane si e finito per ritenere scontati

buona parte dei progressi tecnologici, trasformando le meraviglie in normalita. Per il resto possiamo parlare di aspetti positivi pensando che essa ha cambiato il nostro vivere quotidiano, le nostre abitudini e i nostri stili di vita creando nuove possibilita per lo sviluppo ed il progresso individuale di aziende e organizzazioni. Essa puo tornarci utile in caso di emergenza per reperire i soccorsi ed essere sempre raggiungibili. Addirittura alcuni giochi intellettuali e non nelle giuste dosi, oltre a far passere tempo divertendosi, sembrano prevenire anche alcune malattie cerebrali dege-


nerative. I progressi della tecnologia in medicina sono vicini al fantascientifico con arti bionici guidati dal pensiero che addirittura restituiscono il tatto, grazie ai quali alcuni diversamente abili non solo superano l’ handicap ma possono diventare anche piu bravi dei normodotati (es atleti con arti bionici). Come diceva Robert Platt gia nell’800: “La medicina e un miscuglio di scienza, saggezza e tecnologia”. In fin dei conti la tecnologia non e un bene ne un male, e una possibilita; ogni scoperta, cambiamento, novita sono opportunita che possiamo decidere di rifiutare o di condividere. La tecnologia in medicina spesso va a discapito della semeiotica medica, una volta i medici, non avevano a disposizione un granche di esami strumentali e di laboratorio, ma facevano diagnosi attraverso l’ esame obbiettivo ed una buona anamnesi. Purtroppo oggi molti professionisti sanitari oltre ai clinici si trovano a dover fare i ragionieri per far fronte alla crisi economica; nonostante cio non si ha sempre un’ appropriatezza diagnostica terapeutica essendo in crescita il fenomeno della medicina difensiva. Essa

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consiste nell’effettuare una diagnosi attraverso troppi esami (test laboratorio e radiografici) oppure evitare pazienti e/o procedure ad alto rischio per ridurre le proprie responsabilita medico-legali; viene praticata soprattutto nei reparti di emergenza e ostetricia. Ed e un fenomeno da arginare per il bene dei pazienti e dei sanitari perche grava ben oltre il 10% dèlla spèsa sanitaria complèssiva. Molto utile per contenere la spesa sanitaria credo sia l’ introduzione del criterio della standardizzazione dei costi di attrezzature sanitarie per ridurre gli sprechi; non e giusto che lo stesso prodotto in una regione viene pagato 10 euro e in altre 100 euro. Credo che la tecnologia usata con criterio e buon senso possa portarci ad una qualita di vita superiore. 



LA Luce e i Suoi racconti Mostra fotografica di marco gambardella

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i svolge, nelle sale della DOMUS ARS nel pieno centro storico di Napoli, dal 4 al 14 dicembre, la prima mostra fotografica di Marco Gambardella, che riassume i primi scatti realizzati durante tutti i suoi viaggi. La location scelta per l’evento e la bellissima chiesa di San Francesco delle Monache sita a pochi passi da piazza del Gesu con annesso monastero ormai scomparso ed in cui, entrando, si ha la visione a 360° delle stampe poste ad entrambi i lati del presbiterio. In questa bellissima chiesa, oggi sede di laboratori di musica, teatro, danza, seminari, convegni, mostre di pittura, fotografia, scultura, concerti e piece teatrali incontro un emozionatissimo Marco Gambardella che mi accoglie con un abbraccio e comincia a mostrarmi il frutto del suo lavoro e della sua ricerca fotografica che si snoda tra piu di trenta opere in bianco e nero e a colori e

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che propongono i bellissimi paesaggi di Castellabate, Procida e Napoli insieme a numerosi scatti di vita vissuta e la sua interpretazione di luce, la quale si espande all’interno di tutto il perimetro di ogni opera realizzata dall’artista. Seduti, sui divani ai lati della chiesa, do libero sfogo alla mia curiosita e comincio la mia intervista all’autore della mostra.

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Parlami un po’ della tua mostra? Cosa rappresenta “La luce”?  A dire il vero, visto che è la mia prima mostra, come titolo pensavo “Misto…” ma intuivo che era una pessima idea, ciò che volevo descrivere al pubblico sono le loro emozioni ad ogni istantanea, un racconto diverso che ho catturato! Per l’appunto “La luce e i suoi racconti…” Quindi, cosa rappresenta? Emozioni senza fine per il visitatore! Ogni persona, cosa guarda? Cosa ci piace? Cosa lo emoziona? Cosa prova? Lascio a loro l’immaginazione… io non dico nulla! (ride) Spesso uno scatto fotografico riesce a descrivere una situazione meglio di molte parole. Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?  Guardo…e scatto! L’istante e via!!... Nel mio lavoro sono come un cacciatore in cerca di passioni ed emozioni! Ci metto il cuore, la testa e soprattutto l’occhio! E ZAC, ecco l’immagine catturata con piacere!! Secondo te qual è la cosa più bella e quella più brutta del mestiere del fotografo?  La cosa più bella e affascinante è fotografare i saggi di danza! La più brutta è il reporter!!! Quali sono i fotografi che maggiormente ispirano i tuoi scatti?  Sinceramente quando ho iniziato a fotografare non avevo chi mi ispirasse in modo particolare, finché pian piano durante vari scatti ed esperienze solitarie… mi ha maggiormente colpito, poi ispirato, solo due grandi fotografi come Cartier-Bresson, del

quale possiede la sua Leica (macchina Fotografica) ormai morto nel 2004, e Tom Ang della National Geographic. Tre aggettivi per descriverti.  Occhio, Mente e Cuore (ride…) Chi è Marco Gambardella e cosa sogna per il suo futuro?  Che domande… SONO un Fotografo (felice) con la F maiuscola (ride) e voglio continuare a percorrere questa strada, nello girare (lo faccio sempre) per nuove idee, esperienze, vari temi, nature morte e immergermi nlle mie sensazioni in bianco e nero, anche magari per le mie future mostre….!!!! Saluto Marco Gambardella e lo lascio ai suoi numerosi ospiti. Non mi resta che congratularmi ancora una volta per la tenacia e la forza di volonta nel raggiungere questo bellissimo traguardo e augurargli un grande in bocca al lupo per la sua brillante carriera da fotografo. In fondo lui sa che la strada e lunga, ma con un bel paio di scarpe solide si puo andare ovunque. 


Š Photography



il natale e le sue storie

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tavo spulciando qua e la in internet in cerca di curiosita sul Natale e devo dire che molte domande, le quali mi son posto anch’io negli anni addietro, le ho poi ritrovate senza nemmeno molta fatica, su vari siti e blog come per esempio “da dove nasce l’albero di Natale?”, “chi inventò il presepe?”, “ma perché festeggiamo il Natale proprio il 25 dicembre?”. Ad èssèrè sincèro, alcunè di queste domande avevano gia ri-

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sposta, ma altre mi hanno veramente incuriosito. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capirci un po di piu. Ad esempio, sapevate quand’è che è stata diffusa la data del 25 dicembre come data del giorno di Natale?! Ebbènè piu o meno, dal 380 d.C.: prima di allora, nel 200 d.C., era stato deciso di fissare come data di nascita di Gesu il 20 di maggio. Invècè, poi, l’influènza della religione pagana ha fatto sì che la data venisse spostata al 25


dicembre, giorno che fino ad allora veniva utilizzato per celebrare la nascita del sole. Dunque la simbologia della nascita del sole, raffigura in pieno la nativita del piccolo Gesu bambino. E pensate si narra anche che la nativita, uno degli aspetti piu importanti del Natale, si sia basata sulla leggenda della nascita di Mitra, un dio dèl solè. D’altronde, nei tempi in cui il cristianesimo inizio a diffondersi a

Roma, vigeva proprio il culto di Mitra. Spostandoci invece sui simboli del Natale, i piu antichi e famosi sono senza dubbio l’albero di Natale e il presepe. Ecco, per esempio il presepe, un classico del periodo natalizio e che da sempre e stato rappresentato con la sacra famiglia, il bue e l’asinello, dunque nel libro sull’infanzia di Gesu, il bue e l’asinello non sono presenti al momento della nascita, e molti N o ve m b r e - D ic e m br e 2 01 4

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altri particolari del presepe che si conosce oggi sono assolutamente errati. E sapete anche il perche? Semplice, perche ad inventare il presepe e stato San Francesco, nel 13èsimo sècolo. Molti di voi avranno sentito dire che l’inventore dell’albero di Natale e Martin Lutero, noto monaco tedesco, eppure vi posso assicurare che non e così: il vero inventore è San Bonifacio, un santo inglese la cui nascita risale più o meno all’anno 680. Egli affronto i pagani, che si erano riuniti presso la Sacra Quercia del Tuono di Geismar: adoravano il dio Thor, ma egli li fermo, gridando che la croce di Cristo avrebbe spezzato il martello del falso dio. Così, colpì ripetutamente l’albero con un’accetta. Un forte vento fece cadere l’albero, che si divise in quattro parti. Dietro la quercia, vi era un abete verde e giovane, definito “l’albero di Cristo bambino”. Un’altra domanda invece che mi sono sempre posto e il perché a Natale ci si scambia i doni?! Si tratta di un’abitudine che abbiamo ereditato dagli antichi romani, che usavano farlo a Capodanno: inizialmente, la Chiesa nego ogni relazione di questa usanza con il Natale, ma poi, si sa, le abitudini piu radicate sono dure a mo-

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rire, ed eccoci qua pronti con i nostri regali (sia da dare che da ricevere) anche quest’anno! E la figura di Babbo Natale? E’ ispirata a quella di San Nicola, un vescovo nato intorno al 270 d.C. in Turchia, nel villaggio di Patara, che era conosciuto proprio per questa sua usanza di donare segretamente del denaro alle persone piu povere. I costumi odierni di Babbo Natale trovano origine invece in una poesia che risale al 1823, “Una visita di San Nicola”, nel quale il santo viene


rappresentato come un uomo allegro vestito di rosso, figura che in seguito fu ripresa dal noto marchio della Coca Cola per sponsorizzarne il prodotto nel 1931. Indipendentemente dalle origini, Natale rimane comunque un periodo utile per tanti: per le famiglie (che si riuniscono), per le aziende (e il periodo di maggiori vendite), per la Chiesa, per i bambini (arrivano i regali e le vacanze), senza dimenticare che questo periodo dell’anno, non e fatto solo di regali ma anche di tradizioni che sono simbolo di valori veri e sinceri. ďƒŞďƒŞďƒŞ


I MITI : BABBO NATALE E LE SUE ORIGINI

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alve gente, come va? Ormai sapete tutti che la mia rubrica e sui miti, ma dato che si avvicinano le feste Natalizie, perche non parlare anche del nostro caro Babbo Natale? Il suo e davvero un gran bel lavoraccio, ogni anno, tra la notte del 24 e il 25 Dicembre deve caricare un grosso sacco di regali e portarli a tutti i bimbi del mondo, trasportato dalle sue renne su una grossa slitta… meno male che lo deve fare solo una volta all'anno e non tutti i giorni. Mi sono sempre chiesto come fa a fare tutto questo in una sola notte… mah! E voi? Scommetto che ben pochi cono-

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scono la vera storia di Babbo Natale, tutti noi lo sappiamo vestito completamente di rosso e con una lunga barba bianca, ma in realta questa immagine e stata creata dalla Coca Cola negli anni 30, pèr farnè una sua pubblicita. Da sempre e considerato una figura molto importante per il Natale, soprattutto per i bambini. Ma chi e veramente Babbo Natale? Scopriamolo insieme… Le origini sono molto antiche. Si narra di un personaggio di nome San Nicola, detto Sinterklaas in olandese o Santa Klaus, che trovo 5 bambini uccisi e li riporto in vita, da allora fu considerato il protettore di tutti i bambini. Nacque


a Patara nel 270 d.C. da una famiglia benestante, dalla quale ebbe un ottima educazione religiosa. Purtroppo rimase orfano, i suoi genitori morirono a causa della peste e si ritrovo poco dopo a vivere la sua giovinezza in un monastero, dove divenne un giovane prete, diffondendo la parola di Gesu e aiutando le persone bisognose. Divento vescovo di Myra quando era ancora molto giovane, e divenne subito noto per l’amore e la generosita che donava ai bambini e ai bisognosi del paese. Poco dopo fu reso prigioniero dell’imperatore Diocleziano, il quale perseguito spietatamente i Cristiani. Morì a Myra il 343 d.C., dove fu sepolto nella cattedrale del paese. Sono tante le leggende che parlano di questa misteriosa figura, ognuna diversa dall’altra; quella che ricordiamo di piu narra di San Nicola che era solito donare ai bambini e ai poveri del quartiere grandi sacchi d'oro, e da questa leggenda nasce il famoso racconto di Babbo Natale che distribuisce tanti doni a tutti i bimbi del mondo. Anche per me da piccolo Babbo Natale e stato un personaggio importante, lo adoravo, era un idolo e almeno un mese prima iniziavo a scrivere la letterina...era molto bello, e poi il Natale era una festa magica e la trascorrevo sempre in famiglia, anche adesso e così, ma quando ero piccolo era tutto diverso perche giocavo con i giocattoli che Babbo Natale portava a me e ai miei

fratelli... erano momenti fantastici che non dimentichero mai. Il Natale e una festa che adoro, soprattutto perche e una festa Cristiana dove si celebra la nascita di Gesu ed ha come tradizione il presepe, l'albero di Natale, Babbo Natale, il panettone, e lo scambio degli auguri e dei doni. Viene descritto anche nel Vangelo secondo Luca e Matteo, dove si parla dell'annuncio dell'angelo Gabriele, la Madonna e San Giuseppe accanto al bambino, l'adorazione dei Pastori e la venuta dei Re Magi. Quindi il Natale e il simbolo di solidarieta e gioia da passare in famiglia ed amici. Tra le altre tradizioni Natalizie troviamo molte canzoni di Natale come Jingle Bells, Adeste Fideles, Tu scendi dalle stelle e tante altre, il 31 Dicembre dove si festeggia con fuochi d'artificio, zampone e cotechino la fine dell'anno per accogliere il nuovo anno, fino ad arrivare all'Epifania che si festeggia il 6 gennaio.


Concludendo vorrei dare un consiglio a tutti i lettori, piccoli e grandi, se vi trovate a Napoli, passate per San Gregorio Armeno, troverete tante botteghe artigiane, con presepi, pastori bellissimi e tanti addobbi per il vostro albero di Natale. Qui a Napoli la tradizione piu importante del Natale e il presepe, il quale rappresenta la nascita di Gesu nella Napoli del 700. Il primo presepe e stato costruito nel 1025 nella Chiesa di Santa Maria del presepe. Altri presepi risalgono al 1478 ad opera di Pietro e Giovanni Alemanno, e nel 1475 con il presepe di marmo di Antonio Rossellino, che si trova a Sant'Anna dei Lombardi. Oggi Nelle botteghe di San Gregorio, si trovano anche personaggi famosi, pastori che rappresentano Toto, il mitico Toto, Pulcinella, il Papa e altri personaggi altrettanto famosi. Ora vi saluto e vi

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auguro un Buon Natale e felice anno nuovo. Al prossimo articolo! P.S. Ah dimenticavo... mi raccomando bambini fate i buoni altrimenti Babbo Natale portera solo carbone quest'anno! 



Eventi Il mercatino di limatola Atmosfere natalizie tra un borgo rurale ed un castello antico

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ro un po scettica nel recarmi a Limatola, piccolo comune in provincia di Benevento, in occasione dei mercatini di natale che si svolgono dal 14 novèmbrè 2014 fino all’8 Dicèmbrè èd in giorni stabiliti. Credevo fosse la solita “fiera” natalizia tra oggettistica, artigianato e gastronomia e invece mi sbagliavo. Innanzi tutto consiglio di andarci in mattinata così da potersi godere il paesaggio antistante ed il borgo intorno all’antico Castello normanno, anche se, per chi come me ci si e recato in serata, avra trovato la passeggiata sicuramente piu suggestiva per le bellissime luminarie che circondano tutto il paesello. “Limatola e un comune italiano di 4.142

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abitanti della provincia di Benevento in Campania. Il paese e sito ai piedi di una collina sulla cui vetta sorge il castello, a guardia del corso del fiume Volturno… Il nome deriva da limata, in latino limatula, che indica della sabbia o un luogo sabbioso….. Il Castello di Limatola e sito nella parte alta del centro storico, su di una collina, in posizio-


ne strategica. Venne edificato dai normanni sui resti di una torre longobarda. Nel rinascimento importanti lavori di ristrutturazione lo trasformarono da architettura militare a dimora signorile, pur conservando alcune caratteristiche difensive” (cit.) Così descritto, gia lungo la strada verso il paese si puo scorgere in lontananza il Castello arroccato e circondato da case che degradano verso la montagna, illuminato da luci e luminarie che lo immergono in un’atmosfera magica e da “fiaba”. Una volta arrivati e parcheggiato l’auto in aree antistanti il centro storico, il percorso e tutto da fare a piedi ed arrivati sotto la rocca, la salita e deliziosa e piacevole. Infatti, mano a mano che si sale verso il Castello si puo ammirare il paesaggio circostante: Le case e le ville rurali che si poggiano dolcemente intorno al bastione e nella verdeggiante vallata, il tutto immerso in un’atmosfera d’altri tempi. Poi alla fine della strada in salita, si apre una piazzola con adiacente la chiesetta dedicata a San Nicola e lì ad attenderci gia qualche stands pittoresco di gastronomia che offre assaggi ai viandanti oltre ad un ristorantino di cucina casareccia e specialita locali e la biglietteria che, con un contributo irrisorio di 5 euro, permette sia l’accesso al Castello

ed ai mercatini interni che a poter gustare un buon bicchiere di vine brule. Si entra nel bellissimo Castello attraverso un arco e delle cancellate che proiettano il visitatore in un’altra dimensione, fatta di luci, oggetti, colori e luminarie di ogni tipo, artisti da strada e Babbo Natale che accoglie i bambini. Il mercatino all’interno del Castello e molto grande ed e organizzato sui vari spiazzi e dislivelli, vi e, inoltre quello “coperto” sistemato in una delle sale interne che di solito ospitano cerimonie e ricevimenti di ogni tipo. Tra i vari stands di oggettistica ed artigianato ho trovato deliziose ed originali le sculture in “sapone” e quelle in “cera” alcune addirittura riproducevano delle vere e proprie torte di compleanno; oltre poi ad ammirare il vistosissimo albero di natale sistemato in una delle sale interne ed addobbato da lettere e “promesse” di nozze. Infine, quando sono andata via la sensazione e stata quella di lasciarle lì un ricordo del passato e la consapevolezza di ritrovarlo sempre lì per una prossima visita.


make up Capodanno 2015: come truccarsi!

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capodanno tutto è concèsso è quèsta notte dell'anno, forse la piu speciale, e il momento ideale per sbizzarrirsi con il make up. Ci sono diversi modi per truccarsi a Capo-

danno, possiamo utilizzare un make up smokey eye oppurè giocarè con glittèr è colori. Per il Capodanno 2015 la tendenza e quella di una femme fatale chè sèducè con ciglia lunghissime - ovviamente finte - e un caldo ed invitante rossetto rosso!


Questa e una palette di colori che va bene per tutte le donne da utilizzare per il Capodanno 2015: ombrètti con i toni dèl bronzo e marrone, rossetto bordeaux fino allo smalto rubino. Ma se volete qualcosa di piu forte, che consigliamo, ecco qualche suggerimento:

Capodanno 2015: come truccare gli occhi

 Make up smokey eye: un trucco classico per le serate speciali ma anche per il Capodanno con l'aggiunta di qualchè pajèttè. Sè non siete brave con i pennelli (indispensabili per questo tipo di trucco) allora giocate con l'eyeliner sfumato o semplicemente con una perfetta linea linea e una base di ombretto argento glitter. Indispensabili a Capodanno lè ciglia finta.

Capodanno 2015: come truccare il viso

Per il trucco degli occhi potètè scèglièrè due tipi di effetti:  Make up glitterato: bastano duè ombrètti, uno argento pèr la basè dèlla palpèbra mobile e un ombretto nero pèr rèalizzarè la sfumatura. Scegliete ombretti brillanti, fard incluso. In quasi tutte le profumerie si trovano piccole palette gia composte. Per le piu audaci, consigliamo delle ciglia finte con le estremita glitterate. Con questo make up, a Capodanno vi bastèra anchè solo un tubino nero.

La moda dell'autunno/inverno 20142015 punta molto su una fèmminilita sènza troppi eccessi, per cui anche per il Capodanno nièntè èstrèmismi, al massimo qualchè aggiunta bizzarra come vi abbiamo mostrato sopra. E quasi inutile sottolineare che rossetto e smalto saranno nècèssariamèntè rossi nèlla serata di Capodanno. Il rossètto rosso non è facile nell'applicazione, e preferibile stenderlo con un piccolo pennello per il make up. Per questa serata concedetevi un rossetto rosso tutto nuovo, al posto dèi classici slip che si regalano a Capodanno è scègliètè una tipologia di rossetto brillante e durevole. Buon 2015 in rèd! 

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MAKE UP

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arte : L’ enigma Escher

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scher sara in mostra a Roma al Chiostro del Bramante, dal 20 settembre 2014 fino al 22 febbraio 2015 pèr ammirarè lè opèrè dell’incisore olandese il quale espone un mondo visionario fatto di prospettive impossibili. L’artista olandese M.C Escher (18981972), sublimè disègnatorè è incisorè famoso per la litografia del proprio dell’occhio ingrandito fino all’esagerazione in cui e riflesso il motore da cui dipende l’esistenza ossia un teschio, simbolo della fragilita della vita. La sfera rivolta simboleggia il viaggio nella mente e nello sguardo dell’intellettuale olandese, uno sguardo che nella riproduzione della natura, e dei suoi particolari cerca di mettere insieme piu linguaggi esteriormente irriducibile: l’arte, la geometria e psicologia. La straordinarieta di Maurits Cornelis Escher sta nella sua capacita ad osservare la natura in un altro mondo, con un punto di vista diverso, tale da far spuntare in filigrana quella bellezza della conformita geometrica che talvolta rendersi magia e gioco.

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Altra caratteristica delle opere di Escher e la compenetrazione di mondi simultanei, il continuo passaggio tra oggètti tridimensionali e bidimensionali, ma anche le analisi della Gestalt, il fluido sulla psicologia della forma incentrata sui temi della comprensione, le relazione matematiche e geometriche della sua arte. La legge della percezione visiva e l’eco della sua opera nella societa del tempo. Come accade nella sua litografia piu famosa, Tre mondi, dovè arèa, abisso è riflesso sono poste su un unico piano, quello dell’acqua, che accavalla mondi reali e mondi riflessi fra sogno e geometria, invenzione e presagio visiva, fantasia e rigore. Una sensazione della realta che l'artista stesso commento con queste parole: “Sono andato nei boschi di Baarn, ho attraversato un ponticello e davanti a me avevo questa scena. Dovevo assolutamente ricavarne un quadro!” 


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'artè prèsènta una funzionè chè intèragisce nel quotidiano di ogni uomo. Ogni essere umano, inteso come un organismo vivente in un tutt'uno integrato ed interdipendente, presenta un legame saldo tra il corpo e la mente, che si tengono e corrispondono in un equilibrio armonico. Una visione olistica, la cui denominazione si origina dal termine greco “olos” cioe “tutto intero”. L'arte che e in sostanza esperienza creativa formale, cromatica, ossia visiva, offre un arricchimento del vissuto individuale, attraverso la veicolazione di cultura di cui essa ne e imbevuta, tradotta in una originale trasmutazione delle sue suggestioni. Questo arricchimento si fa nutrimento dell'organismo, linfa dello spirito, energia del corpo. L'arte va a rispondere ai richiami, a soddisfare i bisogni dell'essere umano, il quale usa gli “input” artistici e culturali, anche in modo da sanare i possibili disequilibri dello spirito, e della mente, che possono sfociare in disturbi psicosomatici da stress. Questa e un operazione compiuta a livello inconscio, ma della cui intenzionalita, ogni uomo ne e consapevole. Ognuno puo maturare una cognizione artistica propria e conosciuta. Questo puo essere possibile personalizzando gli spunti culturali a cui si e esposti. Pertanto, basta farli entrare nel proprio vissuto, leggerli attraverso il temperamento. Per citare lo scrittore francese Emil Zola, colui che fece parte degli intellettuali che furono vicini ai pittori della modernita impressionista, “l'arte deve esprimere un temperamento”. La pratica artistica, vista in tali termini e appannaggio di chiunque, e sfogo consentito dalla libera interpretazione di quanto visto, ricevuto ed incamerato, si avvale delle doti del ricordo e della fantasia. Un' interpretazione che mescola le abilita dei sensi di percezione: una realta non solo vista ma “sentita”, “… linguaggio dell'occhio come lin-

guaggio che ascolta...” per citare Paul Gauguin, ricreando concetti astratti come la gioia, forma musicale in Matisse, oppure “i nostri terrori”, secondo la vibrante e potente estetica di Picasso, intrisa di stordente e vivificante alchimia. Dunque, il vero artista e potenzialmente in ognuno di noi, in colui che ha un racconto urgente che chiede di essere espresso; egli ha uno sguardo vero, puro sulla realta, e curioso e mai pretenzioso, dispone di volonta e liberta indomabili, e volenteroso di sperimentare. Secondo l'artista informale francese Jean Dubuffet, “l'arte e un gioco dello spirito”. Il maggior gioco dell'uomo. Nell'odierna societa moderna, frenetica, convulsa, disorientata e a tratti acromatica, insensibile ai richiami della vita, sorda, afona, indifferente ed omologata, depersonalizzata, l'arte rappresenta un’ancora di salvezza alla sensibilita della vita, una riscoperta del valore della nostra persona e della nostra bellezza, attraverso il gioco d'interpretazione della sua bellezza. Una bellezza eterna e rinnovabile. Usiamola, ricaviamone beneficio, riconosciamole un linguaggio ed esercitiamoci ad usarlo. Così come utilizziamo gli spazi espositivi urbani, frequentiamo i centri culturali, come occasione di condivisione comunitaria, attraverso confronti, partecipazioni ad eventi multimediali ed interattivi, attivita di documentazione, informazione. Interessiamoci alle sperimentazioni artistiche contemporanee, coinvolgiamo i nostri cari, e facciamo familiarizzare i bambini con l'arte. In un'epoca in cui abbondano malesseri e smarrimenti, facciamo dell'arte un punto di riferimento, di equilibrio e un'occasione di scambio e condivisione comunitaria.

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ARTE L’ARTE

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MUSICA NOVITA’ MUSICALI

SISTERCRISTINA

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’ del 11 novembre 2014 SisterCristina, il disco di debutto internazionale della nostra Suor Cristina. Tra i dodici brani presenti nella tracklist, dieci canzoni rivisitate e reinterpretate (da Fix You a Like a Virgin) e due inediti (Fallin’ Free e L’Amore Vincera). Dopo la vittoria a The Voice 2014, Suor Cristina (ormai bisogna chiamarla Sister Cristina) ha conquistato il mondo intero, superando le 100 milioni di visualizzazioni su YouTube per il video che ha immortalato le sue audizioni. Di questo nuovo progetto, Suor Cristina dice: “Sono molto emozionata, ed e davvero il frutto di un duro lavoro! Questa e la testimonianza che Dio puo farci fare grandi cose solo se ci lasciamo guidare e ci fidiamo di Lui. Che queste note possano toccare il cuore di tutti così come son giunte e sono entrate nel mio!”. Ecco le traccie contenute nell’album:

1 Try 03:35 Sistèr Cristina 2 Fallin´ Free 03:31 Sistèr Cristina 3 Like A Virgin 04:00 Sistèr Cristina 4 Somewhere Only We Know 03:35 Sistèr Cristina 5 Blessed Be Your Name 03:48 Sistèr Cristina 6 Fix You 04:30 Sistèr Cristina 7 No One 03:55 Sistèr Cristina 8 I Surrender 03:53 Sistèr Cristina 9 True Colors 03:58 Sistèr Cristina 10 Price Tag 03:32 Sister Cristina 11 Perto, Longe Ou Depois (Ordinary World) 04:07 Sistèr Cristina 12 L'Amore Vincerà 03:34 Sistèr Cristina

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CONCERTI : CLUB DOGO Firenze, 09 Gennaio 2015 @ OBIHall (Ex Saschall) Nonantola, 10 Gennaio 2015 @ Vox Club Venaria Reale, 16 Gennaio 2015 @ Teatro della Concordia Milano, 28 Gennaio 2015 @ Alcatraz

. GUERRIERO MARCO MENGONI

. MAGNIFICO FEDEZ FEAT/FRANCESCA MICHIELIN

. BAILANDO ENRIQUE IGLESIAS FEAT/SEAN PAUL/DESCEMER BUENO/GENTE DE ZONA

. TAKE ME TO CHURCH HOZIER

. DANGEROUS DAVID GUETTA FEAT/SAM MARTIN

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MUSICA

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CINEMA Da non perdere!!!

HUNGER GAMES - Il Canto della Rivolta # Parte 1

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a grande attesa per la prima parte dell’ultimo capitolo della saga di Suzanne Collins e finalmente terminata: il 20 Novembre è uscito nèllè salè italianè Hunger Games – Il canto della rivolta Parte 1. L’èntusiasmo dèi fans, vista l’aspettativa per la trasposizione cinematografica dell’ultimo libro della scrittrice statunitense (Mockingjay, che in italiano si traduce come “Ghiandaia Imitatrice”), e andato alle stelle. Se cambia l’ambientazione rispetto ai due capitoli precedenti, la protagonista e sempre la stessa; lei, prima “ragazza di fuoco” e ora “ghiandaia imitatrice”, guida della ribellione di Panem: Everdeen Katniss – interpretata dalla bellissima e bravissima Jennifer Lawrence!!!

. Transformers 4. L'era dell'estinzione . Frozen. Il Regno di Ghiaccio . Lo Hobbit. La desolazione di Smaug (5 DVD) . Maleficent. Il segreto della Bella Addormentata . Transformers. Quadrilogia (4 DVD) . Harry Potter Collection (8 DVD) . Gomorra. La serie. Stagione 1 (4 DVD) . Twin Peaks. Stagione 1 (4 DVD) . Hunger Games. La ragazza di fuoco . Breaking Bad. La serie completa (21 Dvd) N o ve m b r e - D ic e m br e 2 01 4

CINEMA

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Amici Animali : le renne

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iamo a Natale e il capo, per tale occasione, mi chiede di parlare di un simbolo animale che, in tutto il mondo, e l’emblema inconfondibile di questo magico e particolare periodo dell’anno, la renna.

 La specie Si tratta di un mammifero originario delle regioni artiche e subartiche dell'Eurasia, appartenente alla famiglia dei cervidi. Rispetto agli altri membri della famiglia, la renna presenta palchi di corna in entrambi i sessi. Il suo areale spazia dalla Norvegia alle regioni dell'Asia settentrionale; alla fine del XIX secolo fu introdotta nel Nuovo Mondo, dapprima in Alaska e poi nel Labrador e a Terranova, dove diede origine a una sottospecie nota con il nome di caribu. La renna e un animale robusto, con zampe relativamente corte e sottili. Un maschio mi-

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sura quasi 1,8 m di lunghezza ed e alto circa 90 cm al garrèsè; la fèmmina è un poco piu piccola. Il mantello, folto e bruno, e piu scuro in estate e piu chiaro in inverno; sotto il collo, sopra gli zoccoli e intorno alla coda e quasi bianco. Le corna del maschio, leggermente appiattite alle estremita, sono piu lunghe e ramificate di quelle della femmina. Gli zoccoli sono larghi e divaricabili, il che facilita i movimenti sulla neve, che frequentemente ricopre il terreno dell'habitat di questo animale. Come tutti gli altri membri del sottordine dei ruminanti, la renna e un animale erbivoro; si nutre di erbe, muschi e licheni, che nella stagione fredda trova scavando nella neve con le corna e gli zoccoli. La renna viene tradizionalmente allevata dalle popolazioni lapponi, che la sfruttano come animale da lavoro, come fonte di cibo e di pellami.


 Classificazione scientifica La renna e classificata come Rangifer tarandus nella famiglia dei cervidi, sottordine ruminanti, ordine artiodattili, classe mammiferi, phylum cordati. La sottospecie tipica del Nord Europa e classificata Rangifer tarandus tarandus; quella nordamericana, il caribu, e classificata Rangifer tarandus caribou.

 La storia: Da secoli accuditi ed elogiati nella letteratura nordica, attorno a questi animali e spesso associata una simbologia mistica ed eroica. Ma da dove nasce la leggenda del loro ruolo come aiutanti di Santa Claus? Il tutto nasce da una poesia di Clement C. Moore del 1823, intitolata “A Visit From St. Nicholas”. E proprio in questo canto natalizio che si ritrova per la prima volta la figura del moderno Babbo Natale: un vecchietto panzuto seduto sulla sua slitta ricca di doni, trainata inizialmente da otto renne. Ed e proprio quest’opera che battezza per la prima volta gli animali dalle imponenti corna con dei nomi propri, Dasher, Dancer, Vixen e Dixen, Comet, Cupid, Donner e Rudolph. Sebbene la leggenda popolare su questo generoso uomo della Lapponia sia tramandata da secoli e secoli, e solo nell’ottocento che

viene standardizzata per il grande pubblico sulla base dei trascorsi di San Nicola. Santo tutt’oggi venerato e ancora associato all’arrivo dei doni nel Nord Europa e in alcune zone d’Italia, il 6 dicembre di ogni anno. Insomma un bellissimo animale che ogni anno ci accompagna nella magia del Natale. E a voi? Cosa portera babbo natale con le renne? 


ALMANACCO BISLACCO NOVEMBRE/DICEMBRE Santo del Mese: ST. HATT AKORT (SANTO CANADESE) Protettore di chi protegge

Colore del Mese: Viola livido E’ il compleanno di: Pappagone - Ecclesia - Battistero Curiosità dal Mondo: perché si dice : PARAPONZI PONZI PO’!

L’INDOVINELLO: COSA E’ UN “VULCANO”? E’ UN VESUVIO CHE STA A NAPOLI!!

ANDIAMO AL CINEMA: “PATANIC” Con Leopoldo di Capuo –regia di Capitan Findus Il PATANIC è una vera bagnarola galleggiante. Durante il suo ultimo viaggio ormai infracidita si scassa, e perdendo pezzi per la strada comincia a riempirsi d’acqua a non finire e affonda. Sulla scassarolia ci sono anche PEPP DOWSON passeggero di 3° classe e ROSETT, snobbla di 1° classe, e per salvarsi ne combinano di tutti i colori. La storia finisce a pesci in faccia e con le pacche nell’acqua. VINCITORE di 11 PREMI OSCAR DA BAJN Ed in uscita c'è…. “LELLO TI PRESENTO MIO MARITO”

Raffaele Coppola

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VIAGGI Il mercatino di Natale di Bolzano

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ogni di trascorrere le vacanze a Bolzano, immenso nella magica atmosfera dei mercatini di Natale? Il mercatino di Bolzano e uno dei mercatini “originali”. Anche quest’anno le 80 caratteristiche casette in legno. Il mercatino di Natale, penetra nel Bosco Incantato di Palais Campofranco, un cortile interno adiacente a piazza Walther nel centro storico, sovrastata dal duomo in stile gotico, che vi lascera a bocca aperta: un angolo di Natale segreto, con bancarelle che vendono i prodotti tipici, dolcetti tipici, prodotti artigianali e alberi che diffondono un intendo profumo di

abete, accarezzati dal vento pungente, che fa muovere e luccicare le mille decorazioni, si respira l’attitudine mercantile del borgo medievale , invade le strade e i vicoli nella citta con i loro fascino e la loro magia d’inverno. Svolazzare un mulinello di emozione che coinvolge tutti i sensi e rende gioioso il vostro cuore, rallegrare dalla musica degli zampognari, spandere motivi natalizi nell’aria. 

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VIAGGI

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GLI STRUFFOLI  Quèsta è la ricètta natalizia dèl tradizionalè dolcè napolètano, carattèrizzata dall'assenza di lievito e struffoli particolarmente croccanti. Nel caso si preferiscono piu gonfi, si puo aggiungere all'impasto un pizzico di bicarbonato o di ammoniaca per dolci. In questo caso, la pasta deve riposare alcune ore. Difficoltà: mèdia Tempo di preparazione: 20 min. + tèmpo frittura Porzione: pèr 10 pèrsonè  Ingredienti: - Farina 600 gr , - Uova 4 + 1 tuorlo, - Zucchero 2 cucchiai , - Burro 80 gr (una volta si usava lo strutto: 25 gr.) - 1 bicchierino di limoncello o rum, - Scorza di mezzo limone grattuggiata - Sale un pizzico - Olio (o strutto) per friggere  Per condire e decorare: - Miele 400 gr , - Confettini colorati (a Napoli si chiamano "diavulilli") - Confettini cannellini (confettini che all'interno contengono aromi alla cannella) - 100 gr di arancia candita, 100 gr di cedro candito, 50 gr di zucca candita (si trova solo a Napoli: si chiama "cucuzzata")

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Procedimento: Disponete la farina a fontana sul piano di lavoro, impastatela con uova, burro, zucchero, la scorza grattugiata di mezzo limone, un bicchierino di rum e un po di sale. Ottenuto un amalgama omogeneo e sostenuto, dategli la forma di una palla e fatelo riposare mezz'ora. Poi lavoratela ancora brevemente e dividetela in pallottole grandi come arance, da cui ricavare, rullandoli sul piano infarinato, tanti bastoncelli spessi un dito; tagliateli a tocchettini che disporrete senza sovrapporli su un telo infarinato. Al momento di friggerli, porli in un setaccio e scuoterli in modo da eliminare la farina in eccesso. Friggeteli pochi alla volta in abbondante olio bollente: prelevateli gonfi e dorati, non particolarmente coloriti. Sgocciolateli e depositateli ad asciugare su carta assorbente da cucina.

Fate liquefare il miele a bagnomaria in una pentola abbastanza capiente, toglitela dal fuoco e unite gli struffoli fritti, rimescolando delicatamente fino a quando non si siano bene impregnati di miele. Versare quindi la meta circa dei confettini e della frutta candita tagliata a pezzettini e rimescolare di nuovo. Prendete quindi il piatto di portata, mettetevi al centro un barattolo di vetro vuoto (serve per facilitare la formazione del buco centrale) e disponete gli struffoli tutt'intorno a questo in modo da formare una ciambella. Poi, a miele ancora caldo, prendete i confettini e la frutta candita restanti e spargetela sugli struffoli in modo da cercare di ottenere un effetto esteticamente gradevole. Quando il miele si sara solidificato, togliete delicatamente il barattolo dal centro del piatto e servite gli struffoli. 


PARLIAMO DI LIBRI “La gente felice legge e beve caffè” di Agnes Martin-Lugand

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a un po’ di giorni si inizia a respirare un aria natalizia, un aria di regali e a natale si sa c’e chi regala un libro. Certo questo e un regalo molto difficile da fare, non si puo comprare un libro a caso e alla persona che lo riceve, di lei dobbiamo conoscere gusti, pensieri e soprattutto essere sicuri che abbia il piacere di leggere. Tra le tante proposte io consiglierei La gente felice legge e beve caffe di Agnes MartinLugand. Penso che il paradiso sia leggere continuamente senza fine poi se accompagni la lettura ad un buon caffe beh la felicita e completa. Di cosa parla il libro? Ci racconta la vita di Diane, titolare di un caffe letterario, che dopo aver perso marito e figlia in un incidente automobilistico si chiude in se stessa, trascura il lavoro e non riesce ad andare avanti. Dopo un anno dorme ancora con le stesse lenzuola, si veste con le felpe del marito, si lava con lo shampoo della figlia, viene nutrita dall’amico gay che le riempie il frigo e continua a gestire il caffe letterario. Un giorno Diane decide di reagire e partire per l’Irlanda, luogo dove avrebbe voluto andare il marito e parte. Qui in paesino sperduto ritrova la voglia di andare avanti. Perche consiglio questo libro? La copertina e stupenda e quel cappellino un amore, vabbe sorvoliamo…. La vita e un processo, arriviamo passo passo alla meta, la piena felicita. Se ogni passo e meraviglioso allora non dobbiamo avere paura di non aver vissuto. Ricerchiamo la felicita dentro e fuori di noi e questa la ricerchiamo anche nell’amore. Non quello fiabesco del principe azzurro o della bella principessa, no, ma un amore che ti sappi stare accanto e completi la tua vita. Ma purtroppo la vita ci sorprende e ti mette di fronte a delle prove. Diane in un colpo perde il suo amore, la sua famiglia, noi invece

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ogni giorno possiamo perdere un amico, un amante, ma se non troviamo la felicita dentro di noi forse non avremo mai la forza di ricominciare. Ci vuole del tempo per capire che anche se abbiamo perso qualcosa e siamo tristi, e inutile guardare indietro, quel momento non tornera piu. Ci vuole del tempo per capire che ci sono ancora un milione di momenti felici che devono ancora arrivare. «Eccomi davanti al mio caffe. Di Felix non c’era traccia, ovviamente. Ma il cielo azzurro non mancava mai all’appuntamento. Sorrisi chiudendo gli occhi. Ero finalmente in grado di godermi le piccole gioie quotidiane. Era gia qualcosa, era gia molto. Toccai la mia fede. Un giorno me la sarei tolta. Forse per Edward. Sentii suonare il telefono. Bisognava mettersi a lavoro. Prima di entrare guardai l’insegna. La gente felice legge e beve caffe». 


POESIA DEL MESE NATALE QUEST’ANNO ...ed è il primo natale senza te… quest'anno.. ..quella sedia vuota è una morsa al mio respiro.. ..mi assenterò per brevi istanti nelle vetrine lungo il corso.. ma nessun regalo infiocchettato porterò via di lì... sarebbe stato atteso e accolto con meraviglia agli occhi tuoi... ... Ora .. godrai di altri momenti... lo spero... ..mi ci aggrappo a questa speranza... e... mi illudo che sia Dio a godere della tua compagnia e dei ragionamenti di fatti... tutti tuoi... quest'anno mi assopirò alla fiamma del camino.. che era anche tuo.. mi affolleranno la mente strani battibecchi... e mi mancheranno... avrò mancanza soprattutto delle tue rotture di scatole... ..quest'anno senza te sarà un Natale a luci spente... e.. il bimbo nato ...resta come un segno... di sopravvivenza. di Rosa Sodano

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DANZA ORIENTALE

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Pietra Miliare

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opo che il Babbo Natale ingaggiato per la parata della festa del Ringraziamento dei grandi magazini Cole di New York, si becca una sbronza colossale ed e licenziato, il direttore ingaggia Kris Kringle (Richard Attenborough), un bonario nonnino che sembra la perfetta copia di Santa Claus è chè si immèdèsima così bènè nèlla parte da venire assunto per tutto il periodo delle feste. Tutti i bambini in citta sembrano impazziti per Kringle, tutti loro credono fermamente che lui sia il vero Babbo Natale è l’uomo non fa nulla pèr dèludèrnè le aspettative calandosi sempre piu nel ruolo, ma in citta c’e una vocina fuori dal coro che sembra non credergli, e Susan Walker (Mara Wilson) una bambina di sei anni che mette in dubbio non solo che Kringle sia Babbo Natale, ma che il panciuto nonnetto dispensatore di regali sia un’invenzione. Kringle decide che la bambina va aiutata a credere e propone a Susan di esaudire i suoi desideri, del tipo una casa nuova, un papa e un fratellino, insomma ordinaria amministrazione per qualsiasi Babbo Natale che si rispetti, purtroppo le cose si complicheranno quando Kringle finirà in prigione accusato di aver aggredito un uomo, e il suo processo coinvolgera stampa e opinione pubblica, tutti a chiedersi ma il nonnino sara mica Babbo Natale? Remake del classico del ’47 di George Seaton vincitore di tre premi Oscar, Miracolo nella 34a strada di Lès Mayfièld (Flubber, Da ladro a poliziotto) godè non solo di un solido predecessore, ma anche di una messinscena aggiornata ad hoc

per essere goduta da un pubblico di famiglie in cerca di una moderna fiaba natalizia. Richard Attenborough e assolutamente perfetto nei panni di un Babbo Natale alle prese con faccende alquanto terrene, il cast è all’altezza del compito così come la regia chè rispètta il racconto originale e rimane nei canoni estetici del family-movie senza alcuna sbavatura. Insomma se cercate un bel film per le feste natalizie, Miracolo nella 34a strada non vi deluderà, sèmprè chè amiatè i classici, se cercate qualcosa di meno convenzionale vi suggeriamo di rivolgervi altrove, per tutti gli altri il Natale e servito. 

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