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di Elisabetta Vanzetta
Del “creare” lettori
Se è un bel gioco non dura poco
di Elisabetta Vanzetta
Diventare lettori è faticoso, tanto quanto crearli. Ancora di più se non c’è chi ti aiuta a diventarlo o, dall’altra parte, se non si sa bene come fare e quali strumenti usare.
«Papà, mi compreresti un libro?» «Un libro? E per che cavolo farci?» «Per leggerlo». «Diavolo, ma cosa non va con la tele? Abbiamo una stupenda tele a ventiquattro pollici e vieni a chiedermi un libro! Sei viziata, ragazza mia!»1
Gli ingredienti principali di un’inesistente ricetta per formare lettori sono buoni libri e buone storie, situazioni ideali, spazi tranquilli, tempo lento e modalità ben preparate. Come un buon lettore non può immaginare la sua vita senza libri, così un buon “creatore” di lettori non può immaginare di farlo senza attenta preparazione e senza i libri giusti. Per ogni promotore della lettura è importante conoscere bene bambini e ragazzi e i libri da proporre loro. Spesso non ci si pensa, ma sono i buoni libri a fare i buoni lettori, a creare gusto nei lettori, a insegnar loro cosa apprezzare nelle storie, a suggerirgli nuove letture. D’altra parte il mercato editoriale offre diverse pubblicazioni per la fascia d’età 6-14 anni che, tra le righe di una bella storia e attraverso le immagini in un testo illustrato, suggeriscono concetti, idee e spunti. Per le sue grandi potenzialità, la parola scritta può far nascere o consolidare l’amore per l’oggetto libro e le storie che contiene. Per gli adulti promotori della lettura esistono oggi libri che possono essere fonte di ispirazioni e di idee da sfruttare per creare lettori. Non parliamo di manuali o di testi di studio scientifici, ma di libri di narrativa e albi illustrati da leggere ai e con i bambini e i ragazzi per condividere una bella storia e traendone al contempo riflessioni utili. Insomma di libri di storie che aiutano a saper “gustare” leggere storie.
Perdersi in una storia
Sappiamo tutti che leggere non è un processo innato, non è un’azione naturale. A leggere bisogna imparare. Così, allo stesso modo, anche a “usare” un libro ci si deve allenare. Una, tra le possibili tecniche per affrontare l’oggetto libro, la si può apprendere seguendo le scherzose istruzioni proposte da Daniel Fehr in Come si legge un libro2. Fin dalla prima pagina di questo albo l’apprendista lettore è chiamato in causa e sono i due bambini protagonisti della storia a insegnargli come fare, come tenere bene questo strano oggetto, come girare le pagine, come sfogliarlo in maniera corretta. Sembra facile ma non lo è, perché se si inizia “male”, tutto risulta contorto, bisogna almeno far ruotare il libro più e più volte, prima che i guai si sistemino e ogni cosa torni al posto giusto. Solo in questo modo le storie che il libro contiene riescono a uscire e i “già lettori” possono riconoscere i personaggi delle cinque fiabe più o meno famose a cui si fa riferimento. In questo albo nulla è scontato, né immediatamente comprensibile, soprattutto per i lettori alle prime armi. L’ordine del reale è scombussolato e la giusta interpretazione delle pagine nel loro insieme richiede un po’ di impegno. Ciò, però, non limita il fascino del mix realtà e fantasia che caratterizza le fiabe e la divertente soddisfazione di ogni lettore che capisce di essere vero protagonista di ciò che legge entrando in relazione, anche fisicamente, con il libro che ha in mano. Altro interessante lavoro anche per l’ironia contenuta è il famoso albo È un libro3 di Lane Smith. Protagonisti sono un asino ipertecnologico e una scimmia che desidera solo leggersi in pace il libro che ha in mano (L’isola del tesoro di Stevenson). L’asino, però, non le dà tregua e chiede curioso come funziona quell’oggetto, dove è il mouse, se serve una password e cosa altro ci si può fare. Alla fine, per capire bene, l’asino prende quella “cosa”
di carta dalle mani della scimmia e finisce col perdersi tra le sue pagine. Presentati ai ragazzini in un incontro introduttivo di un percorso di lettura, questi due albi illustrati sono oggetto di particolare interesse e suscitano riflessioni anche profonde sulla lettura e sul valore di un libro. L’albo di Quarello smuove nei ragazzi della scuola secondaria di primo grado una curiosità divertita dall’apparente disordine della storia e dalle fiabe contenute, soprattutto da quelle a loro sconosciute. I piccoli della scuola primaria, invece, si innamorano letteralmente dell’asino e dello scimpanzé di Lane Smith, ma, soprattutto, colgono il concetto di “perdersi in una storia”.
La biblioteca dei libri proibiti
L’idea di un libro con sullo sfondo la promozione alla lettura scritto per bambini di quarta-quinta della scuola primaria è piuttosto curiosa. La troviamo in I maschi non leggono4 di Nicola Cinquetti, un libro ironico che narra di un maestro che si ostina a far leggere i ragazzi a tutti i costi con mezzi molto discutibili e imponendo materiali improponibili: il maestro sceglie, ad esempio, per la sua quinta classe Moby Dick di Melville in versione integrale. Quella raccontata da Cinquetti è una storia semplice, con una serie di lezioni godibili e assurde (ma fuori dalla scuola i ragazzi decidono di farla pagare allo stravagante maestro). Il libro è surreale, divertente soprattutto per i ragazzi e con qualche frecciatina per gli insegnanti. Perché, allora, non provare con la tattica inversa? Proibire di fare qualcosa ai bambini di solito significa ottenere l’esatto contrario. Così, vietare la lettura di alcuni libri potrebbe incuriosire i ragazzi e spingerli a cercare proprio quei libri e a leggerli. È ciò che succede nella biblioteca scolastica della scuola di Amy Anne, dove vengono fatti sparire alcuni (molti) libri ritenuti inappropriati da una mamma perché, secondo lei, influenzano negativamente i ragazzi. Tra questi libri ci sono alcuni dei preferiti di Amy, libri che sono sempre stati disponibili in biblioteca e che lei ha letto già più volte. Perché adesso sono vietati? La storia raccontata da Alan Graz in Proibito leggere5 è un inno contro ogni censura e in difesa del diritto di leggere liberamente e consapevolmente. Amy Anne non può stare a guardare lo scempio che si sta creando in biblioteca e, superata la sua forte timidezza, affronta preside e consiglio scolastico in difesa della libera lettura. In questa sua lotta, fondamentalmente basata sulla creazione di una biblioteca “clandestina” con tutti i libri della lista proibita, la ragazzina non è sola. Con lei si schierano pian piano i suoi compagni di classe, lettori e non (alcuni lo diventeranno proprio grazie a questi libri proibiti). Insieme affrontano gli adulti dimostrando come, al contrario di quanto si possa credere, sono proprio questi libri più “sovversivi” a divertirli e, allo stesso tempo, a far sviluppare in loro spirito critico, a farli pensare, a farsi un’opinione e ad acquisire capacità di esporla. Si tratta di una storia brillante, che diverte i ragazzini di 10-11 anni e interessa gli adulti per gli spunti che offre riguardo alla lettura e alla presunzione che a volte i grandi hanno di potere decidere (qualche volta anche senza vera cognizione di causa) ciò che i ragazzi devono o non devono leggere. Storie come queste di Cinquetti e Graz possono essere molto provocatorie. Non a caso vengono apprezzate soprattutto da quei ragazzi che sanno bene cosa vogliono leggere e diffidano dei consigli “neutri” di chi non conosce direttamente le storie e la loro qualità.
Cos’è una bella storia
Formare lettori significa anche trasmetter la capacità di individuare quelli che sono i punti di forza di un buon libro. Ciò che rende un libro un buon libro è al centro di Come ho scritto un libro per caso6, la cui protagonista, Katinka, desidera diventare
una scrittrice e impara a farlo seguendo i consigli della famosa scrittrice Lidwien, sua vicina di casa. I suoi consigli si possono riassumere nello slogan “Show, don’t tell” (mostra, non raccontare). Tenendo presente questo principio, un buon libro si scrive con (e quindi si riconosce per) le tecniche narrative efficaci, i dialoghi ben costruiti, la cura nella scelta delle parole, la presenza di diversi punti di vista e l’eliminazione di tutto ciò che è superfluo. A questo si aggiunge l’umiltà dell’autore che sa accettare di mettere in discussione quanto scritto nel confronto col lettore. Ovviamente avere una buona storia da raccontare è il presupposto base da cui non si può prescindere. Katinka una storia ce l’ha: ha tredici anni, ha perso la mamma da piccola, vive con suo fratello e suo padre. Nella sua vita entra Dirkje, la giovane donna di cui il padre si innamora. Per Katinka non è facile accoglierla: sono ancora troppo vivi in lei la memoria del passato e l’amore per la sua mamma. Grazie alla passione per la scrittura e ai consigli di Lidwien, Katinka però cresce e, lasciando tempo al tempo, pian piano ogni cosa per lei si sistema. È una storia importante che affronta temi impegnativi con intelligenza, onestà e levità. Una storia leale e di valore che rappresenta, senza didascalismi, la psicologia dei personaggi e ne mostra le emozioni, per cui il racconto, vera educazione sentimentale, non è mai fine a se stesso. Una buona storia che ben esplicita ciò che la rende tale. Anche No spoiler. Le mappe segrete di tutte le storie7 racconta ciò che rende le storie buone storie, svelando pagina dopo pagina come funzionano. In parte saggio, in parte fumetto, in parte storia narrata, questo libro entra nelle pieghe delle narrazioni e mostra l’impalcatura che le regge e gli elementi ricorrenti che sta dietro ognuna di loro. Quando se ne conoscono le strutture è più facile leggere e comprendere le storie. Anche questo tipo di riflessione è promozione alla lettura. Come lo è coinvolgere i lettori, mettendoli di fronte a dei personaggi interessanti e scoprire con loro perché e come sono diventati tali. La lettura è un incontro “folgorante”, una magia che si crea ogni volta che il lettore si trova di fronte a una buona storia e viene imprigionato dall’energia del libro. È il concetto raccontato da Bernard Friot e Jungho Lee nell’albo Promenade8. Messo in mano ai lettori di ogni età, questo libro cattura per le sue immagini che, come enigmi da risolvere, spingono a un viaggio alla scoperta del perché si diventa lettori e delle motivazioni che muovono verso un libro piuttosto che un altro. I ragazzi si fanno coinvolgere e, partendo dalle suggestioni grafiche e verbali dei due autori, sviluppano scambi interessanti sul potere delle storie di trasportare in mondi immaginari, dentro e fuori di sé. Non mancano i riferimenti alla complessità di ogni libro che, pur essendo uguale per tutti, in realtà è diverso per ogni persona che lo legge. Riflettere sul potere della lettura e delle storie è parte integrante della promozione alla lettura, sia che si faccia in modo esplicito, sia che rimanga tra le pieghe delle pagine. Promuovere la lettura infine significa trasmettere il desiderio e il piacere di leggere, sviluppare familiarità con il libro, stimolare la conoscenza delle sue potenzialità come “contenitore” di emozioni, come strumento di crescita personale e sociale. Si promuove la lettura anche riflettendo sul perché è bello leggere. Importante è intraprendere ogni azione con strumenti e approcci piacevoli e stimolanti per i bambini e interessanti per gli adulti per realizzare sempre nuovi percorsi. E i buoni libri, ripetiamo, sono “lo strumento” imprescindibile.
Note
1 Matilde. Roald Dahl (trad. di Francesca Lazzarato e Lorenza Manzi), Salani. 2 Come si legge un libro? Daniel Fher con le illustrazioni di A.C. Quarello, Orecchio Acerbo, 2018. 3 E’un libro. Lane Smith (trad.Serena Piazza), Rizzoli 2010. 4 I maschi non leggono. Nicola Cinquetti, Giunti, 2019. 5 Proibito leggere. Alan Graz (trad. Elisa Caligiana), Mondadori, 2019. 6 Come ho scritto un libro per caso. Annet Huizing (trad. Anna Patrucco Becchi), La Nuova Frontiera Junior, 2018. 7 No spoiler. La mappa segreta di tutte le cose. Leonardo Patrignani, Francesco Trento. De Agostini, 2020. 8 Promenade. Bernard Friot, ill. Jungho Lee, Lapis, 2020.
FUORITESTO
SE GUARDIAMO L’ITALIA NEL MONDO di Anna Maria Villari
«U na società in cui la lettura ha un ruolo primario è una società meglio informenti che fanno la differenza tra la situazione italiana e quelli di altri paesi simili. Sono gli elementi, ad esempio, damentale l’apporto della famiglia, visto, come si sa, che se i genitori leggono e leggono ai figli (bellissime le mata e più propensa a salvaguardare che hanno permesso alla Spagna di pagine sulla lettura ad alta voce), i la cultura democratica» Si apre con recuperare. È implicito, ma forse non bambini e i ragazzi maturano maggiori queste parole il bel libro di Tiziana Ma- troppo, nel libro, il riferimento alla poli- capacità. scia dedicato al valore della lettura. tica e all’investimento opportuno sulla Ma la scuola non deve sancire le diseUn libro non solo bello per il modo lettura, non solo verso la scuola in un guaglianze sociali, come ha fatto fiscorrevole in cui è scritto, pieno di sug- paese nel quale, come dimostra Ma- nora. Da qui, scrive l’autrice «l’idea di gestioni intorno alla magia del libro e scia, dalla fine degli anni Novanta la indagare la formazione nella pedagodi tutto quello che lo circonda, ma curva dei lettori non ha più seguito gia della lettura per identificare delle anche utile per la mole di dati che pre- quella degli alfabetizzati. La situazione linee guida in grado di fornire ai dosenta e le proposte e i suggerimenti ha i caratteri di una vera emergenza cul- centi gli strumenti utili per un’efficace che fornisce per la diffusione del pia- turale: oltre il 70% della popolazione didattica e per formare specialisti di letcere di leggere. Già, il piacere, infatti adulta si colloca sotto i livelli minimi delle tura». I dati riportati sono impietosi: leggere non è solo la porta aperta classifiche internazionali, quindi al di solo l’8% dei bambini che iniziano la verso la cultura, il sapere, il mondo sotto del livello 3, mentre solo il 30% si scuola primaria ha competenze di prefuori di noi, ma anche un veicolo di fan- posiziona nei livelli superiori 3, 4, 5. lettura (rispetto al 22% della media tasia, di svago, di piacere, appunto. «Per lettura – scrive Mascia – non si in- OCSE 2016); solo il 4% degli studenti Ma andiamo con ordine. tende più la mera capacità di decodi- frequenta scuole con grandi biblioteIl libro è organizzato in quattro parti im- fica di un testo scritto, ma una che scolastiche; solo il 20% degli stuportanti. La prima è costruita sull’ana- competenza chiave (literacy compe- denti frequenta una scuola dove vi è la lisi comparata e intrecciata dei risultati tence), fondamentale per l’apprendi- disponibilità di almeno un computer di quattro tipi di rilevazioni internazio- mento permanente (The Council of The ogni uno o due studenti (rispetto al 51% nali sulle competenze in lettura dei gio- European Union, 2018)». Anche perché della media OCSE 2016); utilizza il comvani e degli adulti: IEA-Pirls (studenti di le competenze trasversali, come quelle puter per la lettura solo il 21% degli stucirca 9 anni); Ocse-Pisa (studenti di della lettura e della scrittura, sono ne- denti vs il 43% della media OCSE 2016; circa 15 anni); Ocse-Piaac (adulti tra 16- cessarie anche nella vita quotidiana. il 26% degli studenti ha insegnanti che 65 anni); Istat (popolazione italiana da «Diventare lettori significa affrontare un non hanno frequentato alcun corso di 6 anni in su) in un arco di tempo che va percorso che inizia nella prima infan- formazione sulla lettura (rispetto al 16% dal 2000 al 2017. La lettura incrociata zia e continua fino all’età adulta e in- della media OCSE 2016). Sono solo dei risultati di queste rilevazioni e inda- clude lo sviluppo di numerose pochi, ma significativi esempi, peraltro gini ha il pregio di dare un quadro dav- competenze e abilità che si acquisi- confermati dagli ultimi dati Istat, di cui vero completo della situazione italiana, scono nel tempo (Valtin, 2012; Wolf & diamo notizia in questo numero della anche in rapporto con altri paesi e va- Stoodley, 2012)». Da qui l’importanza rivista. lutare meglio le ragioni che fanno del- che fin dalla scuola dell’infanzia, ma Ecco perché il progetto pilota che ocl’Italia il paese dei lettori deboli o dei anche da prima, i bambini vengano cupa una buona metà del volume è non lettori. avviati al contatto con la lettura. Fon- anche il cuore della ricerca di Tiziana Una seconda parte è dedicata ai signi- Mascia. Si tratta di un progetto replicaficati della lettura e alle sue diverse mo- bile di sensibilizzazione dei docenti, di dalità. Una terza parte all’importanza tutte le discipline, infatti leggere e scridella formazione degli insegnanti e degli vere sono competenze trasversali, con ambienti di apprendimento. Una quarta effetti straordinari sul piano didattico. parte, suddivisa in più capitoli, su un progetto pilota, finalizzato alla formazione degli insegnanti, realizzato con l’Università di Bolzano e il Centro per il Libro e la Lettura. La formazione degli insegnanti, e la presenza di adulti competenti, il lavoro della scuola, la presenza delle biblioteche scolastiche, una rete di biblioteche sul territorio sono il filo conduttore dei ragionamenti che Mascia costruisce sulla scorta dei dati: sono gli ele-
Tiziana Mascia I PERCORSI DEL LETTORE. TEORIA E BUONE PRATICHE PER LA FORMAZIONE
Edizioni Sinestesie, 2020 – e-book pp. 220, ebook open access https://www.sinestesierivistadistudi.it