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di Franca De Sio

Un “Meridiano” su Rodari curato da Marcheschi

Da Gianni a Marcello la Fantastica che insegna a vivere

di Franca De Sio

È appena trascorso il periodo delle celebrazioni per il centenario della nascita di Rodari e qualcosa in più, oltre alle sue filastrocche antologizzate a uso scolastico, è arrivato a un pubblico ampio: il «Meridiano» Mondadori a lui dedicato. Un parallelo tra le opere di Rodari e quelle di Marcello Argilli.

Il volume, Opere di Gianni Rodari, curata da Daniele Marcheschi1, intende certamente aumentare il lustro e il valore dello scrittore di Omegna. Ne sarebbe stato soddisfatto? Si è più consapevoli, ora, dell’obiettivo che Rodari, e non solo lui, si proponeva di raggiungere? Egli scriveva: «Tutti gli usi della parola a tutti mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo».2 Della parola e della scrittura “creativa”, Rodari ha certamente dimostrato l’importanza, ma non si deve dimenticare che egli ha inteso usarla a fini sociali e, si badi bene, non solo ad usum delphini, anche gli adulti dovrebbero usufruirne. Le tecniche di ispirazione surrealista che egli raccontava di aver appreso appena diciottenne gli facevano produrre uno «stemperino», uno «staccapanni» 3 e altri strumenti immaginari per raddrizzare, metaforicamente, le storture del mondo; la sua Fantastica creava un particolare genere di romanzo, che chiamerei social-fantastico, il quale traeva origine dall’osservazione di reali strutture sociali: istituzionali, economiche, politiche; le cui criticità venvano fiabescamente rappresentate e risolte. «Le fiabe sono vere» scriveva Calvino4 , e fanno luce sul reale. Ciò che Rodari affermava era che la fantasia e la creatività sono essenziali per scuotersi dalla passività, dall’inedia e dalla paura, per immaginare nuove strade, per risolvere problemi, per migliorare le situazioni, per affrancarsi dall’arida e dannosa conservazione dello status quo. L’invocazione «La fantasia al potere!», di sessantottina memoria, non ottenne grandi risultati forse perché i giovani di allora all’esercizio di quella fantasia non erano stati sufficientemente formati? Quanto Rodari tenesse a rendere possibile quella formazione si legge anche nella Grammatica della fantasia: «La mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni.» Perciò Rodari invita a studiare, consiglia letture: di Arthur J. Cropley (La creatività, La Nuova Italia, Firenze, 1969) critica la visione utilitaristica; rimanda all’antesignano T. Armand Ribot (Essai sur l’imagination creatrice, Paris, Alcan, 1900); per attualizzare e chiarire il concetto indica Marta Fattori (Creatività e educazione, Laterza, Bari, 1968); soprattutto descrive come particolarmente importante la «conquista» esposta dal «militante» Movimento di Cooperazione Educativa (La creatività nell’espressione, quaderno di Cooperazione Educativa, La Nuova Italia, Firenze, 1972). I ragazzi che Rodari voleva educare alla creatività, ai quali si rivolgeva con i vari Cipollino e Gelsomino, Paolo e Rita (La torta in cielo), protagonisti dei suoi romanzi social-fantastici, facevano riferimento ad ambienti e personaggi fiabescamente moderni e al contempo venivano a contatto, forse per la prima volta consapevolmente, con i concetti di struttura sociale, di organizzazione del lavoro, di capitalismo e socialismo, di forze economiche

utili o dannose, di diritti umani rispettati o sopraffatti. Da lì in poi, il passo era breve: prendevano coscienza che con la fantasia e la creatività le cose possono cambiare, si possono immaginare altre strade, si può realizzare un mondo migliore. Contro tiranni e contro sistemi di sfruttamento immaginari, i lettori sviluppavano anticorpi veri. E possono svilupparli ancora, con Rodari e con Marcello Argilli, del quale ancora troppo poco è stato letto e scritto5 .

Argilli e lo sviluppo della scrittura rodariana

Senza dimenticarsi di ciò che Argilli a Rodari ha dato (biografia, cura delle raccolte delle opere, ecc. E più volte sono stata testimone della sua costante riconoscenza verso l’amico Gianni, espressa in ogni pubblica occasione), bisognerebbe accorgersi maggiormente di ciò che della Fantastica di Rodari è stato condiviso e sviluppato in Argilli. Quasi fosse, La Fantastica, un testimone che l’amico ha passato all’altro. Ma senza che l’altro, Argilli, fosse tenuto ad adeguarsi al passo e allo stile di corsa dell’amico. Perché Argilli ha rappresentato l’evoluzione e lo sviluppo della “scrittura rodariana”, caratterizzandola secondo il mutare dei tempi, aggiungendoci di suo una eccezionale capacità di sintonizzarsi sia con l’infanzia che con l’adolescenza, una notevole e intelligente abilità nel trattare la teoria e la pratica: dai saggi sulla fiaba moderna alla produzione per trasmissioni televisive, dal dibattito sulla validità dei fumetti alla scrittura per fotoromanzi. Argilli, che da giovane ha praticato la lotta greco-romana – come ha sempre tenuto a far scrivere nei risvolti di copertina dei suoi libri – come un vero lottatore ha continuato, da Rodari in poi, a incassare, studiare e fare punti per andare a vincere l’incontro con bambini e ragazzi lettori. Lo ha fatto anche adottando quel romanzo «social-fantastico» di cui, dopo Rodari, è stato prosecutore. È un genere rivolto a un pubblico di lettori non più bambini e non ancora adolescenti, ma anche ai lettori adulti che amano le metafore, gli esopismi alla Esopino6 e sanno riconoscere una raffinata satira politica. Di questo particolare genere, l’ultima opera di Argilli è Il giorno dei discorsi mai sentiti, che con il numero 29 fu pubblicata nel 2001 da Fatatrac, nella bella collana «Gli Ottagoni», diretta da Nicoletta Codignola7 . Come Rodari, Argilli vi crea luoghi, personaggi e situazioni inquadrati in una struttura sociale; dà nomi evocativi alle città: se Rodari inventa il Paese dei bugiardi, le avventure di questo romanzo si svolgono a Ricconia; con la stessa complicità racconta al lettore e ogni tanto fa sosta, rivolgendosi a lui direttamente. Un attimo prima che i poliziotti meccanici sparino, lo invita: «ragioniamo un po’» (p. 101). Prendendo ancora ad esempio Gelsomino nel paese dei bugiardi, scritto da Rodari nel 1959, ci si accorge di quanto i due scrittori, pure a notevole distanza di tempo, applichino la stessa Fantastica agli stessi temi di fondo. Nel romanzo Il giorno dei discorsi mai sentiti c’è la rappresentazione di un mondo organizzato per classi: le subalterne (i Testafina e i Manigrosse) al servizio di quelle abbienti (I Grangustai). Le risorse della scienza e degli studiosi (I Testafina) sono sfruttate dalla classe dominante. Questa è caratterizzata da assenza di cultura e intelligenza, da bulimia nell’avere: i Grangustai hanno miliardi, gemme, palazzi e i cortigiani del tiranno Oro si chiamano Topazio, Platino, Diamanti; e nel mangiare: le riunioni di Stato consistono in banchetti e grandi abbuffate, lasciando ai Testafina gli ossi da spolpare. La volontà di sfruttare e ingannare le classi subalterne è subito metaforicamente resa, all’inizio del racconto, con la storia del «Filantropico Istituto per la Cura delle Gobbe» con cui i Grangustai spillano soldi ai gobbetti Testafina, senza guarirne nemmeno uno. Argilli non tralascia alcun aspetto della sopraffazione istituzionalizzata. Il tiranno ha poeti che ne cantano le lodi e giullari che divertono il pubblico. L’ambiente è curato e preservato solo a proprio uso: Ricconia ha cieli tersi, strade pulite, gli uccelli sono banditi perché non sporchino; invece gli operai (Manigrosse) sono relegati a vivere fuori dalla città, in case grigie, sotto cieli scuri e inquinati. Nelle loro scuole viene imposto di studiare cose inutili da ripetere pappagallescamente. La bellezza è usata per neutralizzare il malcontento e garantirsi il consenso: l’altra faccia del tiranno Oro è la moglie Argenta, bellissima, dolce e adorata dai sudditi – e come si fa a non pensare alle consorti di alcuni leader nazionali o mondiali? L’organizzazione sociale di Ricconia è una trasposizione, in linguaggio fantastico, dell’organizzazione sociale di

un paese “sviluppato” appartenente al sistema capitalistico, come Argilli lo vedeva nel 2001. La descrizione della terra dei Manigrosse è un concentrato delle misere periferie asiatiche, africane e sud americane, ma mentre a Ricconia i fiori non nascono, invece lì ci sono. Argilli cita apertamente da Via del campo di De André, grande poeta degli ultimi: «Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior»; e poco dopo ribadisce il concetto: a Ricconia, città maestosa, «c’era tutto e non c’era niente», mancavano fiori, sorrisi e libertà. L’incontro dei Testafina con i Manigrosse, una volta superate le false credenze e le prevenzioni razziali – e qui Argilli ricorda che spesso i deboli riversano odio e paura su altri deboli – porterà ad acquisire prima una coscienza di classe: i Grangustai non inventano e non realizzano nulla, quindi sono inutili; infine alla rivendicazione: «uniti, voi e noi, potremo essere i padroni di Ricconia». Marcello Argilli non manca di descrivere anche i modi con i quali il potere si difende. Il regime di Oro ha poliziotti meccanici che irrompono nelle case, arrestano i sovversivi, rastrellano la popolazione, la radunano in piazza ad ascoltare i discorsi del loro compagno costretto a tradire. Argilli scrive: «Più i tiranni hanno paura, più diventano feroci». Nell’ambientazione fantastica del romanzo, la descrizione dei mezzi usati per la repressione porta l’eco fedele del mondo reale e anche della memoria dello scrittore. Più avanti, con l’avvicinarsi della folla al suo palazzo, la voce di Oro si fa mite: «avete ragione… esaminerò… provvederò… cambierà tutto… vogliamoci bene». È il potere che blandisce quando non può imporre. Nel capitolo «La più grande scoperta di Gobbin», attraverso i dialoghi dei fiabeschi e divertenti personaggi, Argilli riesce a concentrare in sole cinque pagine ciò che potrebbe stare in un trattato di politica: «Felicità = Libertà», «Come diventare liberi», «Libertà = Coraggio». Cioè l’uomo, per realizzarsi spiritualmente e materialmente, ha bisogno di unire le proprie forze a quelle dei suoi compagni, per generare insieme un processo di liberazione economica, politica e sociale. Anche senza considerare tutto il resto della sua vasta e multiforme opera, pur prendendo a riferimento il solo genere del romanzo social-fantastico, si può ugualmente cogliere tutta la grandezza e l’importanza dello scrittore. Non può sfuggirci quanto sia necessaria la creatività ora, per immaginare soluzioni per un mondo in cui, ai tanti altri mali, si è aggiunta anche la pandemia. Lo ricorda Argilli stesso a conclusione del romanzo: «Qui finisce la nostra storia. Una storia che è fantastica, ma non troppo, perché può accadere in ogni parte del mondo ogni volta che della gente decida di vivere bene… può riuscirci in tanti modi, purché ami il prossimo… È chiaro? ... chi vuol capire può capire benissimo».

Note

1 Mondadori, Milano, 2020. L’opera non raccoglie tutta la produzione di R. ma vi tesse intorno una fitta serie di riferimenti che vanno da Leopardi a Montale, da Collodi a Gramsci, da Novalis a Gatto e Zavattini, con l’intento di restituire all’autore la dimensione di scrittore a tutto campo (infantile ed adulto). Nel quaderno allegato Rodari a colori. Tavole, disegni e figure a cura di Grazia Gotti, è possibile ritrovare anzitutto la simbiosi tra i testi di Rodari e le illustrazioni di Munari, oltre alle varie edizioni illustrate da altri artisti, a partire da Mafai e Verdini fino ad Altan, Mattotti e oltre. 2 G. Rodari, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, Einaudi, Torino, 1973. p.6. 3 Ibidem, p.31. 4 I. Calvino, Fiabe italiane, Einaudi, Torino, 1956. p. XVIII. Sull’argomento si veda: R. Denti, Le fiabe sono vere. Note su storie e libri non soltanto per bambini, Con un testo di Gianni Rodari, Interlinea, Novara, 2014. 5 Il “Pepeverde” su Argilli ha pubblicato vari articoli, tra cui: http://www.ilpepeverde.it/000%20scheda%20 Argilli.html e https://scienzeformazione.uniroma3.it/terza-missione/mused/patrimonio /fondo-marcello-argilli/. 6 Nella Rubrica Il Novellino del Giovedì dell’edizione romana de “l’Unità”, tra il 1952 e il 1953, Rodari ha usato “Esopino” e altri pseudonimi. 7 Argilli vi pubblicò anche Alla signorina Elle con tanto affetto (n.12) e Il fantasma di Trastevere e altri racconti (n.14).

Le schede

Riet Wille LE MANI BALLANO LA BOCCA CANTA

Ill. Ingrid Godon, Trad. L. Pignatti, Sinnos, Roma, 2021 pp. 40, € 11 Da 2 anni

Un albo per i più piccoli che si troveranno a riconoscere, nominare e a voler imitare le tante azioni qui proposte. Un libroinvito alla scoperta delle proprie mani e delle tante cose che con queste si possono fare, giocando con i suoni e con i gesti. Il piccolo lettore impara così che le mani non servono solo per applaudire o salutare, ma anche per indicare, cantare, ululare, sbadigliare, lavarsi i denti. Tante azioni-gioco e situazioni che sfogliando le pagine colorate fanno incontrare il piccolo lettore con la protagonista del libro e con il suo inseparabile amico coniglio. Anche la bocca non serve solo per mangiare o parlare, ma può essere un inizio per portare i piccoli a esplorare nuove possibilità, sensazioni ed emozioni e a conoscere se stessi e il mondo circostante. Il corpo entra nella lettura, perché il bambino piccolo è tutto sensorialità e fisicità. Proprio con il corpo. Il bambino scopre e apprende. Tra le pagine sono suggeriti dall’autrice logopedista esercizi e giochi per sviluppare la manualità e la coordinazione, ma vi è anche lo spazio per la fantasia e la creatività.

Clelia Tollot

Elena Galloni UN BELLO SPAVENTO

Minibombo, Reggio Emilia, 2021 pp. 40, € 11, 90 Da 2 anni

Un lombrico che rimbalza? Ha mangiato una succulenta foglia e poi, questo simpatico vermetto a righe con un improvviso rimbalzo è sull’albero, poi su una montagna, su una casa, tra le onde del mare, sulla gobba di un dromedario, insomma in giro per il mondo in un viaggio ricco di attese. Solo un leone lo fermerà. Perché? Leggendo sino in fondo, si svelerà il segreto di quei balzi. L’albo è un viaggio surreale con una sorpresa finale che non può non strappare un sorriso. Da sempre attenta ai più piccoli, anche questa volta la casa editrice centra il bersaglio. Suspence, desiderio di scoprire, curiosità vengono stimolate con questa simpatica storia. Le illustrazioni sono nitide, con grandi e chiare immagini su sfondo bianco e forme colorate ben distinguibili, per raccontare al bambino, anche con il senso della vista, ciò che le parole dicono. Il piccolo entra qui in un meccanismo di gioco e il libro diventa uno strumento di divertimento e scoperta, senza che per forza una storia debba dover insegnare qualcosa o avere una morale. Un albo per i piccolissimi, che dopo esser stati accompagnati nella lettura dall’adulto, potranno continuare a divertirsi con le attività e proposte online sul sito www.Minibombo.it. Un modo per continuare a giocare e a far giocare, come per tutti gli altri libri in catalogo, con il piacere di ripetere e creare.

Clelia Tollot

Emanuela Nava, Emanuela Bussolati DROMMI VINCE LA PAURA

Collana “Storie al quadrato”, Carthusia, 2021 pp. 36, € 16,90 Da 3 anni

Un albo illustrato per parlare con parole leggere di argomenti difficili: la paura dell’invivibile, che in questo particolare periodo ha colpito un po’ tutti, grandi e piccini. Sono proprio i bambini i grandi dimenticati in questo anno di pandemia. Come stanno vivendo l’isolamento forzato e il distanziamento? E l’allontanamento dalla scuola e dagli amici? Come affrontano le paure? A queste e altre domande rispondono Emanuela Nava ed Emanuela Bussolati attraverso la metafora di una storia illustrata, forte e delicata allo stesso tempo. Un giorno, all’improvviso, un’ombra scura arriva nel cielo. Nessuno sa cosa sia, ma anche i grandi ne hanno paura. Drommi, il piccolo dromedario protagonista, all’inizio ha paura, perché non si può più uscire e il tempo non passa mai. Ma forse più di tutto lo spaventa la paura dei grandi. Però lui è coraggioso e creativo, come lo sono spesso i bambini se diamo loro spazio. Scopre così il segreto per vincere la paura: farle ancora più paura! Attingendo a tutte le altre paure che gli compaiono in sogno, Drommi riuscirà a superarla! Farà dei disegni mostruosi per far paura all’ombra e la farla svanire; inoltre, uno lo porterà in tasca: sarà l’amuleto contro tutte le paure. Una bella indicazione per i più piccini. Come tutti gli albi di questa collana nasce da un progetto condiviso nel quale Carthusia ha dato voce con interviste, disegni e questionari, proprio ai più piccoli. Le illustrazioni hanno colori caldi e vivaci come la forza interiore del piccolo dromedario e hanno tratto ispirazione dai tanti disegni dei bambini.

Clelia Tollot

Monika Filipina LA MUSICA DI ETTORE Trad. Sara Saorin Collana “Le piume” Camelozampa, Monselice, 2020 pp. 32, € 15,00 Da 3 anni

L’illustratrice polacca Monika Filipina regala ai lettori un albo coloratissimo, che diverte e invita a prendere la vita con il

ritmo giusto, un ritmo che nasce dalla forza travolgente e inclusiva della musica. Protagonisti, gli animali della giungla: un’ambientazione che cattura l’attenzione dei più piccoli che amano mescolare gli animali alla loro vita quotidiana. C’era una volta una giungla. E nella giungla vivevano degli animali. Ci sono proprio tutti, da quelli domestici a quelli più esotici e tutti suonano con impegno uno strumento musicale: il gatto il violino, il cervo l’arpa, la zebra la tastiera… Tutti tranne Ettore, l’elefante. Ci ha provato e riprovato, cimentandosi con vari strumenti, ma invano. L’unica cosa che sa fare è emettere un rumoraccio terribile, così sgradevole da rovinare tutti i concerti! A Ettore viene quindi permesso solo di ascoltare i concerti, di cui diventa un grande estimatore: non se ne perde uno! Ma un giorno… come in tutte le storie accade qualcosa di imprevisto che cambia le carte in tavola. Ettore si sveglia tardi... accidenti, le prove sono già iniziate! E allora, via di corsa, a grandi e pesanti passi. Ed ecco a prove iniziate, tutti sentono Tum… tum… tum! Un rumore cadenzato e crescente. Cosa sarà? Il finale permette a Ettore di trovare il suo posto e grazie all’idea geniale delle scimmie, fa ora parte a pieno titolo della band. Un albo che nella sua efficace semplicità valorizza la diversità che ciascuno esprime e invita a fare squadra, con briosa energia.

Clelia Tollot

Alessandra Cattori IL LADRO DI DISEGNI Ill. Simona Meisser Gribaudo, Milano, 2021 pp. 32, € 7,90 Da 3 anni

Grazie a una grafica e un font creati appositamente per superare i problemi di dislessia, Il Ladro di Disegni narra la storia di un furfante bizzarro. La tranquillità di una foresta viene disturbata quando un ladro misterioso inizia ad aggirarsi per derubare gli abitanti della zona. Ma cos’è che sta esattamente cercando? Ciò che ruba sono i disegni del manto degli animali! Ed è così che le zebre si ritrovano senza strisce, le coccinelle senza pois o le giraffe senza macchie. La confusione aumenta a dismisura quando il ladro viene arrestato ma il poliziotto restituisce i disegni sbgliati ad ogni animale! Per fortuna, ci penserà una bambina a riportare ordine e calma, lasciando anche una curiosa sorpresa per il finale. La storia è davvero avvincente e le illustrazioni personali e chiare. Il testo, in rima baciata, conferisce una grande dinamicità alla lettura.

Letizia Lagatta

Guia Risari LE PIU’ BELLE STORIE DELLA TRADIZIONE EBRAICA Ill. Cinzia Ghigliano Gribaudo, Milano, 2021 pp. 192, € 14,90 Da 5 anni

Guia Risari, laureata in Filosofia Morale e specializzata in Studi ebraici moderni, ci accompagna in un viaggio nel mondo ebraico. In un periodo che va dall’antichità biblica ai tempi moderni, queste storie sono racconti di usi e costumi del popolo ebraico, dell’intelligenza e della fede, di ottimismo e di

FUORITESTO

LIBRI IMPRINTIG A MISURA DI BAMBINO

di Clelia Tollot

Portati in Italia 4 piccoli albi cartonati della celebre illustratrice e autrice inglese. La serie inaugura la collana “A bocca aperta” che si avvale della consulenza scientifica di Silvia Blezza Picherle e di Luca Ganzerla dell’Università di Verona. Per la verità, la miniserie della Oxenbury è un best seller internazionale fin dal 1981. L’autrice è stata una delle prime a rivolgersi ai bambini così piccoli, aprendo nuove strade. È stata la prima a scegliere come personaggi solo bambini (non animali umanizzati come quasi sempre succede) rappresentati nella loro reale pienezza corporea ed emozionale, riconoscibili per i tratti dei disegni anche da bambini molto piccoli. Con una sottile vena umoristica, spaziando in diversi contesti della vita quotidiana dei più piccini, ogni albo racconta le prime esperienze, così che i bambini, anche molto piccoli, possano riconoscerle e identificarsi in esse. Particolare l’impaginazione: a sinistra l’oggetto protagonista (il seggiolone, la pentola, il gatto…) e a destra lo stesso oggetto inserito in un’azione con il bambino. I quattro mini albi coprono gran parte dell’esperienza di vita infantile. Ci sono gli oggetti semplici con cui giocare creativamente (lo scatolone, il carretto, la palla, il libro –preso al contrario!). C’è la sfida quotidiana per imparare a vestirsi e le azioni che segnano i momenti di esplorazione del mondo: mangiare, andare a passeggio, fare il bagno, prepararsi per la nanna. Infine, nell’albo Amici, c’è l’incontro con gli animali. Un magico gioco di sguardi tra bambino, animale e lettore, una serie di gesti semplici e teneri, come accoccolarsi con un gatto o accarezzare un coniglio. Libri “a misura di bambino” per far sì che il primo contatto con questo oggetto faccia da imprinting per tutte le altre future letture.

Helen Oxenbury

MI DIVERTO, MI VESTO, AL LAVORO, AMICI

Collana “A bocca aperta”, Edizioni Camelozampa, Monselice (PD), 2021 4 board book cartonati, ciascuno pp.16, € 9.90 Da 1 anno

crescita. L’uomo è il vero protagonista di questa lettura. Il suo rapporto con il mondo, con il prossimo e con il divino sono al centro di un’affascinante analisi. Si pongono domande e si cercano risposte, e spesso ritroviamo queste ultime nelle azioni o nelle parole di simpatici animali. Ventuno brevi storie che spaziano dai temi più vari e che qualcosa, nel cuore, lasciano sempre. Questi racconti appartengono a quelle letture che fanno riflettere e sognare: crescere e ragionare sul futuro imparando dal passato.

Letizia Lagatta

Marjoke Henrichs NO! DICE CONIGLIO

Trad. di L. Piffari Nord-Sud Edizioni, 2021 pp. 32, € 12,90 Da 3 anni

Nonostante il musetto un po’ corrucciato e guardingo che occupa tutta la copertina, che simpatico questo coniglio! Proprio come i bambini! È nel periodo dei «no», ogni cosa la mamma gli proponga di fare, la sua risposta è sempre e soltanto: «No!» È ora di colazione! dice la mamma. «No!», dice Coniglio. Però ci sono le carote succose… È ora di uscire! «No!», dice coniglio. Però gli stivali da pioggia sono lì invitanti… E poi non vuole fare merenda, non vuole usare il vasino, non vuole entrare nella vasca per fare il bagnetto, non vuole uscire dalla vasca, insomma dice sempre no! Anche se poi, a modo suo, le cose le fa. Solo a una proposta della mamma, però, non può proprio resistere! E la sua risposta è «Sì!»: le coccole! Tutti i i bambini si riconosceranno in questo simpatico e divertente protagonista. Un albo scritto con il giusto ritmo, con ripetizioni di brevi frasi che lo rendono fruibile anche ai piccolissimi. Le illustrazioni, grandi, semplici, con pochi colori cattureranno facilmente l’attenzione dei bambini che entreranno in empatia con il protagonista.

Clelia Tollot

Polly Dunbar PINGUINO

Camelozampa, Monselice (PD) 2021 pp. 40, € 16,00 Da 3 anni

L’autrice ed illustratrice Polly Dunbar, dopo i suoi numerosissimi libri per bambini, ci regala una storia vivace e toccante, senza lasciar fuori l’umorismo irresistibile di questo picture book. Il pluripremiato classico contemporaneo arriva per la prima volta in Italia con un’attenta traduzione fedele nel rispettare i giochi di parole, le simmetrie interne e l’architettura compositiva. Tutto questo grazie all’esperienza della cofondatrice di Camelozampa, Sara Saorin. Nel libro troveremo Ben, entusiasta di aver ricevuto Pinguino in regalo. Proverà in tutti i modi a condividere la sua incontenibile gioia cercando di farlo parlare. Smorfie o balletti non aiuterann Ben nell’impresa: nessuna reazione da parte di Pinguino. Dopo averlo provocato come meglio poteva, Ben si trova in difficoltà a fronte di un pericolo. Con lo stupore di tutti, Pinguino si fa valere difendendo il suo amico regalando al lettore un finale a sorpresa che scalda il cuore. Una storia che di certo suscita, in grandi e piccini, una grandissima immaginazione e che lascia un sorriso.

David Carotenuto Nadia Riccio

Guillaume Guéraud, Sébastien Mourrain UN GIORNO… Trad. di Costanza Piccoli Emme (collana “Album”), San Dorligo della Valle, 2021, pp. 32, €14.50 Da 4 anni

Elisa Vincenzi, Ilaria Braiotta TU SEI MUSICA Tracce musicali Elisa Vincenzi Mimebù, Milano, 2021 pp. 22, €14.50 Da 3 anni Un albo cartonato per i piccoli lettori, che gioca con le fantasie di un bambino che immagina come cambieranno le cose “un giorno”, quello in cui sarà

grande, senza i divieti e le costrizioni che gli adulti impongono ai bambini. In copertina, il piccolo protagonista e voce narrante si guarda allo specchio. Eh sì, un giorno sarà grande, potrà mangiare le caramelle senza chiedere il permesso e usare lo sgabello per prenderle dallo scaffale della credenza. Dodici diverse situazioni immaginate, ognuna delle quali è rappresentata da una tavola e da un breve testo che comincia sempre con la formula fissa «me ne infischio», che sottende un divieto

L’albo Tu sei musica si presenta come prodotto multimediale che abbina alle belle tavole illustrate una playlist accessibile su Youtube attraverso l’utilizzo di un QRcode. L’opera vuole essere un’introduzione alla musica e alle emozioni. Partendo dall’idea che ognuno abbia una musica che gli risuona dentro, i disegni interpretano gli stati d’animo illustrati dalle note: pensieri dolci come ninne nanne, lacrime pesanti come pietre, campane di festa, passi arrabbiati e danze di speranza… Dodici paesaggi emotivi in cui le linee morbide e i colori intensi di Braiotta si accordano alle note di Vincenzi. I giovanissimi lettori saranno accompagnati dall’adulto nell’esplorazione delle tavole e nell’ascolto, riconoscendo di volta in volta i ritmi più incalzanti e quelli più pacati, i trilli acuti e le sonorità più basse e austere. Si tratta di un oggetto ben riuscito per la sinergia dei due linguaggi e per l’indubbia bellezza delle tavole di Braiotta.

o un ordine a cui deve, per ora, sottostare. Ma non sarà più così, un giorno! Lui se ne infischia delle punizioni, di dover dare la mano ai genitori per strada, del suo vecchio gatto, dei mostri e dei lacci delle scarpe e così via. Un giorno sarà lui a cucinare i dolci che nessuno gli potrà più vietare di mangiare, leggerà le storie da solo, andrà a scuola in bici o con lo skate, avrà un cane. Un giorno se ne andrà in giro per il mondo, sarà coraggioso, si innamorerà e potrà andare a letto quando gli pare. Sarà talmente alto che si dovrà chinare per dare un bacio ai suoi genitori e si ricorderà di quando era piccolo. Giocare a immaginarsi da grande è un divertimento assicurato, facendo a gara ad ascoltare e a inventare situazioni spassose e mirabolanti.

Giuseppe Assandri Marika Maijala Juha Virta FILIPPA E IL PIANO Trad. di Irene Sorrentino, Collana “Lindau Junior” Lindau, Torino, 2021, pp. 40, € 14,00 Da 4 anni

Arriva dalla Finlandia questo albo originale e imprevedibile, premiato come miglior albo nel 2015. Con disegni dai tratti un po’ vintage racconta le avventure della piccola Filippa e di un pianoforte che una notte cade dal furgone e finisce nel cortile di casa sua. Cosa farsene di un pianoforte? Le idee ai suoi amici non mancano. Per il gatto Pisolino è un posto ideale e molto comodo per svolgere la sua attività preferita (il nome è tutto un programma!). E l’asinello Andreino decide di usarlo come sedile nel suo chiosco-caffetteria, frequentato da clienti eleganti ed esigenti. Filippa è sempre più irritata: ha trovato lei il pianoforte e vorrebbe…suonarlo! Con la sua armonica a bocca, esce in strada, furiosa. Intanto l’orchestra Millenote, dall’altra parte della città, sta per cominciare le prove del concerto. Ma, dov’è finito il pianoforte? Il pianista è arrabbiato, e mentre passeggia nervosamente nel parco, sente da qualche parte l’armonica di Filippa che suona una melodia. Il pianista non trova più il suo pianoforte, ma Filippa sa dov’é. Eccolo, nel cortile del chiosco dell’asino Andreino. Ma perché non suona? Il gatto svela l’arcano: al suo interno, c’è finito il calzino del direttore d’orchestra che è felice del ritrovamento e invita tutti al concerto. Filippa, può finalmente suonare il pianoforte, insieme al suo amico pianista. Sarà un concerto gioioso e memorabile. Un albo davvero divertente che coinvolge, invita a non perdersi d’animo e inneggia alla musica.

Giuseppe Assandri

Pawel Mildner TUTTO QUELLO CHE VORREI Trad. Valentina Parisi Collana “L’acchiappastorie” Terre di Mezzo, Milano, 2021 pp. 40, € 12.90 Da 4 anni

Un piccolo e simpatico cartonato, realizzato da un illustratore e autore polacco, che cattura per la sua semplicità e immediatezza. Il tema è quello dei sogni o meglio dei desideri da realizzare. Chi non ne ha? I due piccoli protagonisti ne hanno da vendere. Matteo vive in un palazzone, vicino a una grande fabbrica. Matilde in una casetta fuori città. I due bambini hanno tanti desideri, che esprimono a turno, in ciascuna

FUORITESTO BESTIARI E ERBARI MESSI IN MUSICA

di Rossana Sisti

Tradotta e curata da Pasquale Di Palmo per le edizioni Medusa, è in libreria la raccolta di filastrocche Cantafavole e Cantafiori da cantare su non importa che aria che il poeta francese Robert Desnos pubblicò con la Librairie Gründ di Parigi nel maggio 1944, purtroppo senza vederne la realizzazione. Appassionato oppositore del nazismo, fu arrestato nel febbraio 1944; internato dopo varie vicissitudini nel campo di sterminio di Terezin morì di tifo l’8 giugno del ‘45. Costruite con sapienti e divertenti giochi e bisticci di parole per i figli degli amici, le rime strampalate delle Cantafavole, le prime a essere scritte, giocano con una trentina di animali altrettanto bizzarri che Desnos immaginava avrebbero divertito i bambini almeno quanto divertivano lui. Per equità, nel giro di poco tempo ne aggiunse altre trenta dedicate ai fiori. Era un sognatore amante dei nonsense, Desnos, uno dei membri più attivi del gruppo surrealista e incorreggibile giocoliere della parola, attratto dai suoni onomatopeici, dalle allitterazioni e dalle rime. Giochi linguistici, come una colonna sonora con cui dà vita a un bestiario e a un erbario moderni dove la poesia si mescola allo humor e al paradosso nel raffigurare improbabili, eccentrici e bislacchi alligatori e gnu, leopardi, pipistrelli e pellicani insieme a delicati fiordalisi, gerani, caprifogli e primule odorose. Come non sorridere del canguro dalle tasche piene di mille cose tra cui un figlio, della formica poliglotta di diciotto metri col cappello in testa che trascina un carro zeppo di pinguini e canarini, del tenero leopardo che fa le fusa e miagola a mezza voce, delle dolci mamme dei gufi desiderose di cercare pidocchi ai loro piccoli cocchi, tenendoli sopra i ginocchi o del tasso preoccupato di lasciare la pelle in un pennello da barba. Come non incantarsi con il mondo floreale colorato e profumato che Desnos sembra contrapporre al decadente mondo del suo tempo destinato alla rovina: con il caprifoglio che a mezzogiorno si addormenta e a mezzanotte si sveglia, la mimosa dono per sposa, il nontiscordardimé smemorato, il prezioso carico di botton d’oro in arrivo dalla Cina… Particolarmente garbate infine le illustrazioni di Luciano Ragozzino, artista milanese e incisore di talento, che costituiscono un valore aggiunto alla raffinatezza del volume.

Robert Desnos CANTAFAVOLE E CANTAFIORI DA CANTARE SU NON IMPORTA CHE ARIA

Edizioni Medusa, Milano, 2020 pp. 100, € 21,00 Da 5 anni

doppia pagina alternata. Matteo vorrebbe tanto avere una tana tutta per sé, essere bellissimo, assaggiare tutti i gusti di gelato, imparare a volare, diventare marinaio, passare attraverso i muri. Matilde non è da meno e vorrebbe diventare gigantesca, avere un amico fortissimo, vedere quello che pensano gli altri, visitare il guscio di una lumaca, capire la lingua degli animali, guidare il tram. Matteo e Matilde non si conoscono, non si sono mai incontrati ma condividono fantasie grandi e piccole, coltivando desideri assai diversi. Alcuni seri e prevedibili, altri strampalati e sorprendenti. Alla fine entrambi esprimono un desiderio in comune che si avvera nella doppia pagina finale, riuscitissima per l’effetto sorpresa che piacerà ai piccoli lettori. Il libro si presta molto alla lettura dialogica ed è un contagioso invito a inventare e condividere allegramente sempre nuovi desideri da realizzare.

Giuseppe Assandri

Ulf Stark, Linda Bondestam ANIMALI CHE NESSUNO HA MAI VISTO TRANNE NOI Trad. Laura Cangemi Collana i Miniborei/Libri illustrati Iperborea, Milano, 2021 pp. 56, € 17.50 Da 4 anni

Stavolta il grande autore svedese – forse il più amato del Nordeuropa dopo Astrid Lindgren – ci regala un libro diverso dagli altri: un vero e proprio albo illustrato, con i colori sgargianti e le matite spiritose e sorprendenti di Linda Bondestam. Uscito in Svezia nel 2017 (l’anno della morte di Stark) è un bestiario fantastico per i lettori più piccoli, che ha messo a dura prova il talento ben sperimentato di Laura Cangemi, autrice di una formidabile versione in rima dei testi. «Gli animali mai visti sono tanti, sott’acqua in cielo o in un bel prato. Tu lasciali stare!» Un mondo di curiose creature che somigliano alla fauna esistente, ma hanno nomi e aspetti curiosi: in essi non è difficile ritrovare qualcosa di ciascuno di noi, nel loro sforzo di trovare il proprio posto nel mondo e cercare di vivere contenti. C’è l’Escaloppo, che se ne sta isolato su un masso e il Bumbumbo che sa di essere nato brutto e se ne fa una ra-

gione, il Dorano che per guardare la luna si scorda perfino di mangiare. La Giornaliera invece vive un giorno solo ma se lo gode sino in fondo, lo Zitto, che vive al buio fitto ed è il più timido che c’è, lo Gnoccantropo che si muove a stento tanto è grosso, ma in sogno riesce persino a volare, il Letargale che fa un giretto finale, prima del riposo invernale, l’Ombarella, di giorno prigioniera di un corpo, del quale si libera ogni notte per danzare sino al mattino. C’è il fascino dell’incredibile e il piacere sempre vivo di stupirsi, nello scoprire l’inesauribile varietà della vita e di sorridere, dando spazio all’immaginazione.

Giuseppe Assandri

Alfredo Soderguit INTRUSI

Collana “L’Acchiappastorie” Terre di Mezzo, Milano, 2021 pp. 48, €. 15,00 da 4 anni

Con minimale ed essenziale descrittivismo, rari e significativi tocchi di colore, poche e semplici parole, l’artista uruguaiano, ben noto alla Biennale d’illustrazione di Bratislava e alla Mostra Illustratori della Bologna Children’s Book Fair, concentra in un piccolo albo, quasi a fumetti e in bianco e nero, l’invito a conoscere gli altri e a far fronte comune. Lo fa partendo da un pollaio, piantato nel delta di un fiume. È un luogo «confortevole e sicuro», ma la tranquillità dichiarata è contraddetta dall’immagine di una gallina portata via per le zampe dal contadino. Poi arrivano i capibara (grossi roditori acquatici sulla cui schiena si poggiano volentieri altri animali. Eletti a mascotte della Coppa America di calcio nel 2019), gli si nega accoglienza, ma essi non possono tornare indietro perché si è nella stagione della caccia, chiara metafora delle guerre nei tanti territori da cui si fugge. Per restare, i capibara devono sottostare a regole emarginanti, ma due piccoli le infrangono. Un capibara esce dall’acqua, un pulcino gli sale in groppa, fanno amicizia, ma vengono separati. Le cose cambiano quando i “selvaggi” e “pericolosi” animali difendono il pulcino da un cane ringhiante, inizia una piacevole convivenza. A fine stagione, tornati senza prede, i cacciatori non potranno rifarsi sul pollaio: galline, uova e pulcini sono già in viaggio lungo il fiume, portati dai capibara. Grazie alla solidarietà sono scampate alla cattura e alla caccia entrambe le specie di animali. Nel tondo finale, le due specie ne incontrano una terza. Anche stavolta sono i più piccoli a superare la diffidenza: un agnello si rivolge al pulcino e al capibara. E via così, si spera anche per la nostra specie. Tra i migliori libri selezionati dalla New York Public Library per il 2020.

Franca De Sio

Fulvia Degl'Innocenti, Elena Pensiero MAX E GIULIA

Collana “L’orango rosa” La Margherita, Milano, 2021 pp. 32, € 14,00 Da 5 anni

La collana “L’Orango rosa” continua a essere una finestra sul mondo, parla ai bambini di ciò che esiste, per far loro conoscere e capire, anche quando si tratta di temi difficili. La meravigliosa varietà della natura riguarda anche noi umani. Sembrerebbe una cosa molto semplice da comprendere, se non ci fossero di mezzo distorte visioni diffuse in varie “civiltà”. Negli animali, le diverse combinazioni ed espressioni della sessualità non producono disforia, cioè il disagio o la sofferenza causati dal sentire il proprio genere non coincidere con le proprie caratteristiche fisiche. Tra gli umani, invece, quella stessa varietà naturale può provocare discrimi nazioni, bullismo, emarginazione. Non a caso è un animale, il cagnolino Max, a narrare ai bambini la storia di Giulia. Con la leggerezza di una fiaba e un’ottima sintonia tra immagini e parole, l’albo introduce a una semplice felicità domestica. Max racconta l’attesa e la na-

scita di Giulia, i primi giochi con lei, i suoi giocattoli preferiti, i suoi gusti nel vestirsi, sempre condividendo e appro vando. Sarà a lui che Giulia confiderà di essere triste, perché «non voglio essere così, è tutto sbagliato!». Viki e Matteo sono genitori intelligenti, ma è Max a capire per primo: se Giulia dice di essere un bambino da sempre, per lui non cambia niente. Sarà sempre il più bel cucciolo del mondo e si vorranno sempre bene. Quel bene che Giulia temeva di non avere più dai suoi genitori viene invece riconfermato al piccolo Giulio, che finalmente è felice. Max racconta ancora per un po’ le giornate col suo inseparabile amico, la scuola, gli allenamenti di rugby… L’editore si rivolge ai bambini: «Questa era la storia di Max e Giulia. Ora però dobbiamo cambiare il titolo perché è diventata la storia di Max e Giulio», infatti in copertina ha cancellato la «a» e messo una «o». Semplicemente, naturalmente.

Franca De Sio

Silvia Vecchini OGNI VOLTA illustr. Daniela Tieni Lapis, Roma pp. 52, €15,00 Da 5 anni

Un albo importante e pregevole, per i bambini e i loro genitori, che invita alla scoperta di che cosa succede – sul piano comunicativo ed emotivo –nella relazione tra un bambino e l’adulto che con lui si rapporta. «Ogni volta che ti guardo sei tu che mi apri gli occhi» è l’incipit che introduce la chiave di lettura, basata su una reciprocità di cui essere pienamente consapevoli. Ogni volta che papà e mamma guardano, imboccano, abbracciano il loro bambino, giocano e parlano con lui, lo consolano e lo chiamano per nome, accade qualcosa di segreto, delicato e profondo. Quello che essi donano al bambino, in termini di cura e nutrimento, viene in qualche modo restituito, in un uno scambio amorevole, fisico e mentale, che esprime un mondo di variegate e intense emozioni. Chi è che dona, chi è che riceve? È qualcosa di misterioso, che suscita meraviglia e apre a una dimensione speciale, unica che vive nel qui e ora del rapporto che ogni giorno si apre e si arricchisce. «Ogni volta che…sei tu che…» è la formula che ritorna in ogni doppia pagina, con le magnifiche illustrazioni di Daniela Tieni, coloratissime e intriganti, ora realistiche ora quasi oniriche, capaci di restituire ai lettori – bambini e genitori – la forza di legami sottili e difficili da definire e incasellare. Quando il bambino impara a pronunciare le prime parole, anche il genitore impara una lingua nuova, quando il bambino gioca a scomparire e riapparire dietro le mani o una tenda, anche l’adulto è preso in quel gioco. E l’atto di nutrire, consolare, parlare, lavare contiene uno scambio inatteso che rende il prendersi cura un circolo virtuoso da ripetere e coltivare.

Giuseppe Assandri

Nadia Al Omari Richolly Rosazza

L’OSPITE

Kite, Padova, 2021 pp. 36, € 16,00 Da 5 anni

Frutto di una collaudata coppia di autori, l’albo invita all’accoglienza, che sia rivolta al fuori o al dentro di noi, dipenderà dall’età del lettore. Perché i più grandi capiranno che l’ospite può chiamarsi conoscenza di sé, consapevolezza e ricordo. Ai piccoli, invece, piacerà lo strano personaggio che racconta l’incontro che gli ha cambiato la vita e alla fine conclude: «Sono molto più felice da quando lui è con me». Già dalla prima pagina si è invitati ad immedesimarsi nel diverso: strani personaggi che evocano pesci, uccelli e conigli sono raffigurati a colori pastello, con segno curvo, morbido e senza spigoli. Ha una chioma fatta di foglie e svolazzanti orecchie conigliesche il protagonista, che sembra vivere in una casa-albero, sul cui tronco si aprono oblò, spuntano tulipani, ma all’interno della quale sono ben in vista oggetti familiari a tutti: libri, giochi, persino interruttori e prese elettriche. È sulla soglia di casa che l’ospite si presenta un mattino, deciso a stare con lui. Il protagonista è imbarazzato, esasperato, lui lo segue ovunque. Quando gli permetterà di entrare in casa, lo strano essere metterà a soqquadro tutto, ma gli farà ritrovare delle biglie: un ricordo di giochi e di amici, da riscoprire, insieme a un se stesso dimenticato. Una narrazione dallo stile confidenziale, con frasi brevi e parole efficaci, conduce il lettore a condividere la scelta del protagonista: le cose vanno a meraviglia, da quando lo ha accolto.

Franca De Sio

Lorenza Farina, Laura Ricciardi IL CASSETTO DEI RICORDI Mimebù, Milano, 2021 pp. 25, € 14.50 Da 5 anni

Il cassetto dei ricordi di Isabella è tutto a soqquadro: qualcuno deve averci rovistato e ora sembra proprio che manchi qualcosa. Isabella passa in rassegna tutti i propri ricordi, alla ricerca di qualcosa che sente mancare, ma non riesce a identificare. Ci sono foto e dentini caduti, conchiglie e quadrifogli nel suo cassetto e ogni oggetto evoca un momento, una gioia. Ma il ricordo mancante non riemerge, anche se lei ne percepisce la natura, alcune caratteristiche… Dopo aver messo tutto in ordine continua la propria ricerca all’esterno, e finalmente il ricordo riappare, intenso e solare. Questa storia semplice sul va-

lore dei ricordi è affidata, ancor più che al testo, alle tavole di Ricciardi, accattivanti, a tratti commoventi, che restituiscono l’emozione talvolta nostalgica del ricordare. Il colore è un tripudio di sfumature mentre nella tavola si sovrappongono il piano del presente e quello del passato evocato. Il lettore è portato ad immedesimarsi con la piccola protagonista fino a godere della sua stessa gioia.

Nadia Riccio

Tomi Ungerer FLIX Trad. Sara Saorin Camelozampa, Monselice, 2021 pp. 32, € 16,00 Da 5 anni

Un classico del grande autore alsaziano che Camelozampa riporta finalmente in Italia nel grande formato originale. È lo stesso autore a riassumerne l’argomento in poche parole: «Flix parla di come trarre il meglio dalle nostre differenze – siamo tutti uguali e tutti diversi. Ognuno ha qualcosa da offrire». Una storia di grande attualità, capace di graffiare con umorismo tagliente e satirico i pregiudizi sociali che stanno

all’origine del razzismo, ancora oggi una pianta infestante assai difficile da estirpare. Nel paese di Borgatto, in una città di aspetto umano ma abitata da gatti, i coniugi Krall sono felici perché stanno per avere un figlio. Al momento del parto c’è una sorpresa. Il neonato è un cane, col musetto piatto e tutto a pieghe e le guance floscie! La notizia fa scalpore e ne parlano anche i giornali. Com’è possibile? Correva voce che la nonna del signor Krall avesse avuto una relazione con un carlino. Ed ecco il risultato, uno scherzo della genetica ma ben accetto. Il piccolo Flix, cresce allegro e felice, imparando a parlare gattese e a mangiare di gusto topi fritti o canarini in salamoia. Ma nessuno vuole giocare con lui, per via dei bulli del quartiere. Per la scuola si trasferisce dal padrino Medoro a Canecittà che gli pare molto simile a Borgatto. Studia con impegno e diventa primo violino dell’orchestra. Quando sposa una cagnolina francese, la marcia nuziale viene cantata, per la prima volta, da un coro misti di cani e gatti. Entrato nell’azienda paterna di trappole per topi e si dà alla politica fondando il CGU, Cani e Gatti Uniti. Al momento di avere un figlio, ecco la sorpresa finale che chiude il cerchio. La neonata fa il suo primo strillo: «Miao!»

Giuseppe Assandri

Maria Gianferrari Felicita Sala (ill.) COME UN ALBERO Trad. di Chiara Carminati Rizzoli, Milano, 2021 pp. 32, € 18,00 Da 6 anni

Pubblicato prima negli Stati Uniiti col titolo Be a tree!, questo magnifico albo è un invito a scoprire quanto tutti noi assomigliamo agli alberi, molto più di quanto immaginiamo. Sii un albero! Punta in alto. Tendi i tuoi rami verso il sole, è l’incipit della prima doppia pagina, con un bambino che punta le braccia in alto, accanto a un enorme baobab. Poi ecco una bambina accovacciata a terra con un grande albero di cui vediamo lo straordinario sviluppo sotterraneo delle radici. Le affinità tra esseri umani, bambini e adulti, e gli alberi sono via via svelate dai brevi testi, in forma quasi poetica e soprattutto dalle affascinanti e coloratissime illustrazioni di Felicita Sala. La colonna vertebrale è il nostro tronco e la corteccia è come la pelle che protegge quel che abbiamo dentro. L’albero muove le sue foglie al vento per respirare e mettere in circolo energia. In ogni pagina compaiono piccole figure umane (bambini che giocano, si arrampicano sugli alberi o adulti che si riposano sotto la loro ombra) e alberi maestosi, in ambienti cittadini ed esotici diversi. Quel che il libro riesce a fare con sapienza e immediatezza è comunicare ai bambini i risultati degli studi scientifici, che spiegano la vita segreta degli alberi e la loro dimensione di esseri sociali, capaci di interagire e collaborare. Dagli alberi possiamo imparare a sentirci interconnessi e solidali, «come una foresta». Alla fine del libro, c’è una breve appendice per imparare a «comportarsi come un albero».

Giuseppe Assandri Naomi Shulman, Hsinping Pan CRESCERE GENTILI Trad. Michela Benuzzi Erickson, Trento, 2012 pp. 80, € 14.50 Da 6 anni

Questo testo di Shulman si presenta come un coloratissimo manuale di gentilezza. Tra le pagine vivaci troviamo decine di consigli, proposte, riflessioni per portare più gentilezza nella vita quotidiana. I suggerimenti sono molto vari, da piccoli mantra individuali quali il sorridere ogni giorno o mettersi nei panni degli altri fino a atteggiamenti legati al senso civico, all’agire per la comunità. L’idea di gentilezza è declinata in forme complesse: si è gentili praticando le buone maniere, la carità, la solidarietà, ma gentilezza è pure evitare gli sprechi, promuovere la socialità, difendere gli animali. Il sottotitolo dell’edizione originale recita «Puoi rendere il mondo un posto più felice» e l’intento del libro è proprio quello di far comprendere, con parole semplici e immagini divertenti, che felicità e benessere sono l’esito di pratiche condivise e che passano per la consapevolezza dei bisogni degli altri, oltre che per l’appagamento dei propri.

Nadia Riccio

Chiara Lossani Michael Bardeggia

DANTE, IL MI’ BABBO

Arka, Milano, 2020 pp. 64, €. 22,00 Da 7 anni

La Commedia e la vita di Dante, i ricordi di una figlia e la malinconia di una bambina. Una visione ravvicinata e intima che conduce all’essenza del messaggio dantesco: la strada può essere dura, ma se si percorre con fiducia si è accolti dall’Amore. Storia e fantasia si fondono in un racconto dall’ottica inusuale, che presenta Dante in veste di padre e fa raccontare la Commedia a sua figlia. Antonia Alighieri fu suora in un convento a Ravenna e Giovanni Boccaccio le fece visita, nel 1350. Poi Antonia racconta: «stavo leggendo la Commedia nel chiostro… quando dal portone entrò un cavaliere insieme a una bambina». Anche Enrica è figlia di un esiliato. Con un sospiro di partecipazione Antonia le dice che era piccola come lei quando il suo babbo andò via, ma leggendo la Commedia lo sente vicino. La bambina s’incuriosisce: «L’Inferno? Il tuo babbo fece un viaggio nell’Inferno?». Giovanni spiega la grandezza del poeta e dell’uomo: «per ottenere pace e giustizia si mise contro tutti, perfino contro il Papa!». Per quattro volte due pagine si dispiegano in quattro, dilatando emozioni con illustrazioni colte e raffinate che raccontano l’ambiente medievale; rappresentano la Commedia con l’eco dei Giudizi Universali dei grandi pittori; sottolineano simbolicamente l’attenzione con cui il racconto è seguìto dalla bambina. Ella ha sempre un fiore in mano e con lei c’è un colibrì, che secondo leggenda guida all’amore. Gli albi illustrati sono frutto della cooperazione di autore, illustratore ed editore. Una comune sensibilità li ha condotti sulla strada giusta per arrivare al lettore.

Franca De Sio

Lorenza Farina LA COSTITUZIONE È COME UN ALBERO

Gruppo Editoriale Raffaello, Il Mulino a Vento Monte San Vito (AN) 2020 pp. 64, euro 7,00 Da 6 anni

Ricco delle illustrazioni colorate di Alexandra Colombo e scritto in stampatello maiuscolo per semplificare la lettura, è un piccolo libro che gioca con le metafore e con le rime per spiegare ai più piccoli quanto sia importante la nostra Costituzione. Proprio grazie alle similitudini i bambini comprendono il significato di parole astratte come uguaglianza, dignità, diritti e doveri, salute, rispetto, pace, coraggio… La Costituzione è ora una grande orchestra, un vascello, un abbraccio, una fiaba, ora un grande albero con molte foglie (ognuna delle quali è un articolo), con radici molto profonde che rappresentano i suoi capisaldi (lavoro, istruzione, uguaglianza e libertà). Come tutti gli alberi e le piante ha bisogno di cure per poter continuare a offrire la sua ombra che ristora e protegge: essere nutrita e rispettata. I frutti che l’albero produce sono i bambini che diventeranno uomini e donne con uguali diritti e doveri e pari opportunità. Nella parte finale del libro, grazie a delle schede didattiche curate da Paola Valente, i bambini possono riflettere su ciò che hanno appena letto ed esprimere tutte le loro idee e i pensieri attraverso le diverse attività proposte: filastrocche, domande, questionari, disegni e giochi.

Loredana Fasciolo a cura di Anselmo Roveda

ATLANTE DEI LUOGHI IMMAGINATI. CITTÀ, ISOLE E PAESI DELLE GRANDI STORIE

Illustrazioni di Marco Pace EDT, Giralangolo, Torino, 2020 pp. 66, € 19,50 Copertina rigida Da 7 anni

Dove erano ambientati, o dove abbiamo immaginato che fossero ambientati i racconti classici mentre li leggevamo da bambini? I luoghi dei racconti dei grandi scrittori e delle grandi scrittrici sono a volte di fantasia, a volte sono invece luoghi inseriti in aree geografiche realmente esistenti. La scelta del curatore è caduta su 16 tra i più famosi classici della letteratura per ragazzi pubblicati nell’arco di 100 anni, dal 1844 al 1943. Viene riportato un brano suggestivo per ogni racconto accompagnato dalle bellissime illustrazioni di Marco Pace. I libri per bambini o ragazzi di alta qualità non si svalutano mai e possono essere apprezzati in età diverse: da questo Atlante i piccoli che non li hanno letti saranno stimolati a leggerli; i grandi, coloro che li hanno letti, ripercorreranno le storie, le sensazioni provate e, come succede a Marcel Proust con una madeleine, rivivranno le atmosfere e le emozioni di allora entrando nei mondi immaginari più amati della letteratura, nei paesaggi in cui si muovono famosi personaggi come Alice, Pinocchio, Tom Sawyer, Peter Pan, Dorothy ecc.

Loredana Fasciolo

Giuseppe Ferrario THONI E I SUOI CUGINI. UN’ESTATE FUOR D’ACQUA

Illustrazioni dell’autore Harper Collins, Milano, 2021 pp. 126, € 12,00 Da 7 anni

L’idea di questo libro è surreale e allo stesso tempo geniale. Se i bambini d’estate lasciano le città e vanno al mare, non c’è niente di più normale se un tonno decide di passare l’estate non in… acqua ma in campagna. Lì, in campagna (non si sa come ma non serve saperlo) abitano i nonni ed i suoi cugini. Il nostro tonno però, non si sa bene perché e come, nemmeno questo abita, in città e sembra non volerne più sapere di strumenti come computer e altre diavolerie elettroniche, ha voglia di giocare nei campi con i cugini. Insieme ne combinano di tutti i colori ma il bello è che proprio dal loro agire in apparenza senza senso scaturisce un gran divertimento. Difatti le loro programmate avventure finiscono tutte male, anzi bene, in maniera diversa da come i nostri eroi stessi avevano programmato. E qui sta proprio il bello di questa estate «fuor d’acqua». I disegni e i fumetti, che intervallo il testo, sono straniati ed esilaranti. Un libro che raccomandiamo, anche agli adulti più severi, da regalare ai più piccoli, ben sapendo che il divertimento è più che assicurato. I miei nipoti se lo sono passato, leggendolo insieme e spesso strappandoselo dalle mani. Mi toccherà comprargliene un’altra copia.

Lorenzo Mari

Matteo Bussola VIOLA E IL BLU

Illustrazioni dell’autore Salani editore, Milano, 2021 pp. 138, € 14,90 Da 8 anni

A quante domande devono rispondere i genitori, soprattutto se i loro figli sono come Viola, una bambina di otto anni, intelligente e curiosa di conoscere tutto quello che la circonda? Il papà di Viola è il papà che tutti vorremmo avere: paziente, disponibile, accogliente. Così padre e figlia trascorrono un caldo pomeriggio di maggio a parlare di tante cose importanti, a partire da una domanda sui colori: perché a Viola, che ama tanto il Blu, deve per forza piacere il Rosa, solo perché è una femmina? Perché ci sono colori da maschio e colori da femmina, così come giochi, vestiti, sport, libri, lavori e così via? Il padre spiega alla bambina la storia dei colori, che non hanno sempre avuto la caratterizzazione odierna; ma soprattutto affronta il tema degli stereotipi di genere, dei condizionamenti sociali e culturali, delle “scatole” in cui i luoghi comuni ci rinchiudono. Gli esempi sono tanti: dai libri scolastici, nei quali ancora sono raffigurati papà che leggono il giornale e mamme che passano l’aspirapolvere; agli amici, ai quali non è concessa la libertà di comprare il giornalino preferito, se sulla copertina c’è l’immagine di una bambina in tutù; fino agli abitanti del paese, che definiscono «mammo» suo padre e «una donna con le palle» sua madre, perché uno è a casa con la figlia, mentre l’altra lavora come ingegnera.

Viola capirà meglio dalle parole del padre di quante sfumature di colore è fatta la vita di ognuno, e quanto sia importante seguire ciascuno la propria unicità, anche se vuol dire crescere un po’ «storti». Matteo Bussola è un papà: la sua storia professionale comincia quando inizia la sua avventura di genitore di tre bambine, ora diventate ragazze, delle quali decide di prendersi cura lasciando il suo lavoro di architetto e coltivando la sua grande passione per il disegno, l’illustrazione e la scrittura. Questo è il suo primo libro per ragazzi, dopo aver pubblicato diversi romanzi di successo e molti fumetti; tiene inoltre una rubrica radiofonica dal titolo eloquente, «Padrieterni», e collabora con quotidiani e riviste. Questo piccolo libro è più vicino ad un racconto filosofico, in cui in modo maieutico il padre fa crescere nella figlia la consapevolezza dei propri diritti.

Valentina De Propris

Torben Kuhlmann

EINSTEIN. IL FANTASTICO VIAGGIO DI UN TOPO ATTRAVERSO IL TEMPO E LO SPAZIO Trad. di Anna e Francesco M. A. Becchi Orecchio Acerbo, Roma, 2021 pp. 140, € 21.00 Da 8 anni

Kuhlmann torna con i suoi topini avventurosi e questa volta il viaggio abbraccia scienza e fantascienza, intorno alla figura di Albert Einstein. Un topo intelligente sogna di partecipare alla fiera del formaggio di Berna, ma purtroppo sbaglia i calcoli e arriva con un giorno di ritardo. Una serie di fortunati eventi lo porta in quelli che furono i luoghi di Einstein, di cui inizia a studiare gli scritti, con l’idea ardita di costruire una macchina del tempo e tornare proprio al giorno della fiera! Qualcosa però va storto e il topino si ritrova catapultato al tempo in cui Einstein muoveva i primi passi nell’elaborazione della famosa teoria della relatività. Il nostro ingegnoso topo però non si perde d’animo e sfrutta proprio le doti dello scienziato per ripartire… La narrazione di Kuhlmann si articola seguendo il canone del genere: accavallamenti temporali, strutture circolari, riferimenti allusivi e linee narrative interrotte. Lo stile delle illustrazioni è ricchissimo di dettagli, di inquadrature originali e la composizione delle pagine molto dinamica. Il testo si chiude con un’interessante appendice su Einstein e le sue teorie. Un testo bello, capace di appassionare e incuriosire lettori di età diverse.

Nadia Riccio

Filippo Golia ZELDA MEZZACODA

Ill. di Valentina Marino L’Altracittà, Roma, 2020 pp. 64, € 10,00 Da 8 anni

La pandemia ha ormai invaso la nostra vita, definendo abitudini e comportamenti fino a pochi mesi fa impensabili: restrizioni, limitazioni di spostamento, distanziamento sociale. Come si fa a spiegare tutto questo ai bambini, a renderlo più accettabile perché comprensibile? Questo piccolo libro ci prova, raccontando la storia di una famiglia durante il primo lockdown da un punto di vista molto particolare, quello di una cagnolina, Zelda detta Mezzacoda, un incrocio tra un golden retriever e un pastore maremmano; nata in Sicilia e adottata da una famiglia romana, Zelda fatica non poco ad abituarsi alle regole della nuova casa, dove Luna e suo fratello la coccolano e giocano con lei, mentre il padre è più rigido e prova a educarla secondo principi ferrei, in particolare quello di non mordere nessuno! Invece una mattina la cagnolina vede un uomo con il volto coperto da una mascherina, si spaventa e lo morde a una mano; da qui comincia un periodo terribile, in cui la città si svuota da un giorno all’altro di tutti i rumori, gli odori, i cani, le persone, e Zelda è convinta che sia colpa del suo morso e della paura che esso ha generato. Quando ritrova Oliver, il suo compagno di passeggiate, capirà che il responsabile di tutto è un nuovo, pericoloso virus. Per aiutare la sua adorata Luna a superare tutto questo, Zelda le scrive in una lettera la sua storia e una piccola leggenda, che è all’origine della sua «mezzacoda». L’autore, giornalista e inviato speciale della RAI, riesce con delicatezza e semplicità a raccontare con una storia “dal basso” un evento epocale, le cui conseguenze devastanti, soprattutto sui bambini e i ragazzi, si misureranno negli anni a venire. Intanto possiamo consolare i più piccoli con le parole di Zelda, alla quale sono anche invitati a scrivere una lettera di risposta alla fine del libro.

Valentina De Propris

Anne Goscinny IL MONDO DI LUCREZIA disegni di Catel Gallucci, Roma, 2020 pp. 192, € 12,50 Da 9 anni

È un racconto ante-Covid perché pubblicato nel 2018 da Gallimard Jeunesse. Ed è una lettura anti-Covid, perché il mondo nel quale la ragazzina Lucrezia vive è fatto di socialità, sport, cinema, visite ai musei... È un mondo fatto di normalità che poteva anche non sembrarci tale, quando lo era. L’autrice dedica il racconto alla memoria del padre, a illustrarlo è l’arte arguta e fumettistica di Catel. Un binomio al femminile che ricorda il sodalizio di René con Uderzo e che porta il lettore in una frizzante atmosfera francese, più scanzonata e meno problematica della nostra, ma al contempo basata su una chiara visione dei doveri civili e una grande capacità di capire gli altri. Nel diario di Lucrezia-Lulù c’è la sua entrata in prima media, le elezioni scolastiche, il prof di italiano, le sue amiche e la sua famiglia: la mamma avvocato che va a trovare le persone in prigione e non cucina quasi mai; Georges che fa il controllore di volo ed è il secondo marito della mamma; il fratellino Victor, figlio della mamma e di Georges, fissato con i videogiochi; il padre che fa il pittore e lo scultore e ha sempre fidanzate giovani, così prima o poi – dice Lulù – potrà giocarci; Scarlett, la nonna materna, che è stramba, veste giovanile e mette i tacchi a spillo. Lulù racconta le cose assurde o maldestre che fanno gli adulti quando vogliono dare una mano ai ragazzi: Georges che si accanisce a risolvere un compito di matematica; i genitori che portano Victor dalla psichiatra pensando che si sia perso nel mondo virtuale. L’intervento della nonna, invece, si rivela decisivo quando Lulù dà la prima festa senza genitori, alla quale partecipa anche suo cugino Nicolas, nipote di quel Petit Nicolas raccontato con grande successo da René Goscinny.

Per quanto lungo, non è trascorso troppo tempo per cancellare dalla memoria dei ragazzi il ricordo della loro spensieratezza. Partecipare a quella di Lulù è confortante e dà allegria.

Franca De Sio

Rosario Esposito La Rossa LUCIGNOLO Ill. di Vincenzo Del Vecchio Einaudi Ragazzi, S. Dorligo della Valle (Ts), 2021 pp. 56, € 14,90 Da 10 anni

Lucignolo è un bambino diventato burattino che ha per coscienza un pidocchio, con cui dialoga. È solo Lucignolo, suo padre è in carcere per camorra e non è presente come gli altri padri alle grandi occasioni che puntellano la vita di un ragazzino, Lucignolo non ha un premuroso papà Geppetto pronto a cercarlo, a perdonarlo, a salvarlo dal male. «Io non so che odore abbia mio padre, non l’ho mai toccato, l’ho sempre visto dietro un vetro». È la dolorosa frase pronunciata da un ragazzo pieno di rabbia, di disillusione, di solitudine, un ragazzo destinato a perdersi come tanti, ennesima vittima innocente di una famiglia sbagliata, di un territorio sbagliato. Storia di un bambino diventato burattino completa il titolo del libro, sottolineando un altro aspetto tristemente frequente: i bambini e i ragazzi in certi contesti vengono usati e manovrati, condannati a diventare burattini di un progetto criminale. La fiaba scritta da Rosario Esposito La Rossa e illustrata delicatamente da Vincenzo Del Vecchio è una storia vera, una storia come tante consumata in un quartiere «ad alto rischio» come si dice, un quartiere dove ci si salva se accompagnati da una famiglia sollecita o da un Geppetto fuori o dentro la famiglia, attento e pronto a proteggere e indirizzare.

Paola Parlato Guido Quarzo Anna Vivarelli ÖTZI E IL CODICE TATUATO Collana “Schegge” Notes, Torino, 2021 pp. 112, € 12.50 Da 10 anni

Forse non tutti sanno che a Bolzano c’è un museo molto particolare, tutto dedicato a Ötzi, l’uomo preistorico, conservato dai ghiacci di Similaun, di cui ricorre quest’anno il trentesimo anniversario della scoperta. Il museo è meta di gite scolastiche, come quella della di Arturo e Riccardo, che si trovano inaspettatamente coinvolti in una serie di misteri e avventure, visitando il museo e un sito archeologico. I due compagni di classe sono assai diversi per indole e personalità. La gita della terza B in Tirolo, accolta dalla classe con scarso entusiasmo, si fa interessante grazie ad Arturo che dopo essersi documentato su Ötzi riesce a convincere l’amico che c’era molto da scoprire, a cominciare dalla morte violenta dell’uomo dei ghiacci. Ci vorrebbe una macchina del tempo come quella del film Ritorno al futuro per trovare una risposta ai molti interrogativi rimasti aperti, come la presenza di tatuaggi sul corpo. Quarzo e Vivarelli, con una lunga esperienza di scrittura a quattro mani alle spalle, sono abili a confezionare il romanzo, mischiando gli ingredienti giusti: la curiosità dei due ragazzi e la voglia di misurarsi, i poteri di alcuni oggetti, come una vecchia bussola e un paio di vecchi occhiali speciali, la presenza inquietante di Vladimir Babic, la guida turistica che li accompagna. Il romanzo scorre via svelto, con un ritmo narrativo incalzante e con una felice co-

FUORITESTO FIABE, RITMO E UMORISMO

di Claudia Camicia

La raccolta di filastrocche con tema e personaggi fiabeschi, a firma del decano della letteratura giovanile, si distingue per due elementi peculiari: l'allegro ritmo dei versi e la felice varietà degli spunti creativi, tipici di questo genere, riletti in chiave non banale. La vena creativa di Volpi allieta i lettori grazie a una cornucopia piena di re, regine, draghi, principesse e altri elementi caratteristici della fiabistica. L'autore, che ha una profonda conoscenza dei meccanismi dell'umorismo, li applica con intelligenza per dare vita a ambientazioni e personaggi originali. La raccolta si compone di tre parti: nella prima vengono sbeffeggiati i luoghi e i personaggi delle fiabe per far capire che ci sono diversi punti di vista con cui raccontare una storia; nella seconda muta l'ambientazione e prendono corpo i luoghi della vita quotidiana dei giovani (scuola, casa, bioparco, negozi ecc.); nella terza si sondano sentimenti e esperienze così che il lettore viene indirizzato verso la scoperta di se stesso. Stimolando la fantasia del giovane, grazie anche alla scelta di un lessico ampio e non omologato, l'A. ci coinvolge con invenzioni narrative divertenti, confermando lo straniante effetto finale che ha sempre distinto le sue creazioni letterarie. Come le ciliegie, anche queste filastrocche invitano alla scorpacciata: l'una tira l'altra potrebbe provocare indigestione; ben venga, allora, la prevenzione di intercalarle con disegni da colorare e con proposte di giochi. Espediente che consente al lettore di concedersi una pausa in questa cascata di rime, giochi di parole, sollecitazioni argute e sfide creative; senza offuscare i messaggi da sempre cari a Volpi: ribadisce il ruolo fondamentale dell'amicizia e della solidarietà. Da rimarcare, infine, un altro non secondario pregio: il suono e la musicalità rende queste filastrocche particolarmente adatte alla lettura a voce alta e alla recitazione, in forma di dialoghi teatrali.

Domenico Volpi FILAFIABE, FANTASTROCCHE E MOLTO ALTRO!

Ill. Y. Cao Van Festina Lente, Ferrara, 2020 pp. 144, € 16,00 Da 6 anni

struzione dei dialoghi, che conducono i lettori a ripercorrere una storia di crescita movimentata e coinvolgente.

Giuseppe Assandri

Elle McNicoll UNA SPECIE DI SCINTILLA Trad. Sante Bandirali Collana “I geodi”, Uovonero pp. 192, € 15 Da 10 anni

L’autismo è al centro delle pubblicazioni di Uovonero fin dall’esordio di questa casa editrice, ma questa volta non solo la protagonista è autistica, anche la scrittrice stessa è neuro divergente. Un romanzo, non per parlare semplicemente, e a volte banalmente della diversità, ma per smontare i pregiudizi e per provare a vedere il mondo con gli occhi dell’altro. Un “altro” con il quale i lettori entrano subito in sintonia, riconoscendo le caratteristiche che tutti abbiamo e che l’autismo porta solamente all’estremo. «Quando non trovo qualcosa di interessante il mio cervello si spegne», dice Addie, la undicenne protagonista che sente tutto in modo più intenso, che riesce a vedere piccoli dettagli, a sentire la gente per strada. La sola persona che riesce a capirla davvero, a spiegarle le sensazioni che prova o i suoi comportamenti , è sua sorella maggiore Keedie, anche lei neurodivergente. Ad Addie non piacciono le sorprese, ha bisogno di tempo quando torna a casa da scuola per assestarsi prima di riuscire a parlare e ama la biblioteca perché lì il signor Allison fa in modo di rendere tutto tranquillo, organizzato e ben distribuito, non urla e non fa domande. Addie fa gli esercizi di matematica a modo suo e tutto funziona, ma Miss Murphy non fa che deriderla e metterla in imbarazzo. È sconvolta quando l’insegnante racconta che molte donne del suo paese delle Scozia furono messe a morte perché streghe. Era la loro diversità ad essere messa sotto accusa, Addie lo capisce subito e decide che deve fare qualcosa! Determinata, convinta, ostinata e coraggiosa: sono i tanti punti di forza che ha. E non aver paura delle proprie convizioni è proprio un ….messaggio che questo libro invia a tutti noi.

Clelia Tollot

Tamara Bach LA PAROLE CHE INIZIANO CON A Trad. di Anna Patrucco Becchi La Nuova Frontiera Junior, Roma, 2021 pp.176, € 15,00 Da 11 anni

Dichiaro subito la mia predilezione per i libri capaci di raccontare il passaggio, così delicato, spigoloso e contraddittorio dall’infanzia all’adolescenza. E il romanzo di Tamara Bach lo fa con leggerezza e profondità, senza eccessi o ritrosie. La voce narrante è quella di Pauline, una ragazza di undici anni che si destreggia tra la vita familiare – con le settimane a casa del papà e della sua compagna Jette e il fratellastro Jonathan – e quella con la mamma Marlene, che forse ha un nuovo fidanzato, anche se non ha ancora avuto il coraggio di parlargliene. Pauline è affascinata dalle parole e con la sua amica Natasha ama inventare storie e situazioni fantasiose. Ma all’improvviso l’amica Natasha le annuncia una cotta per un ragazzo della scuola e ora preferisce parlare di maschi con lei. Perché i maschi sono diventati tanto importanti? Per Pauline l’amore è ancora un universo ancora piuttosto misterioso. È come se all’improvviso tutti si mettessero a parlare una lingua strana! Pauline cerca di venirne a capo e fa di tutto per capire cosa succede a sua madre, che sembra innamorata (anche lei!) di un collega d’ufficio. Intanto la vita scorre, tra la scuola, i rapporti complicati con le sue due famiglie, le piccole cose di ogni giorno, nuovi incontri e scoperte, che preludono a un nuovo modo di sentirsi. E poi c’è Lukas adesso, con cui scopre una nuova complicità e la voglia di conoscersi e ridere insieme. E anche la rottura con Natasha può essere ricomposta. L’autrice è molto abile a farci entrare nelle mente della protagonista, in cui le lettrici possono facilmente immedesimarsi. Un bel romanzo sull’innamoramento e il mestiere di crescere, senza troppe angosce e pesi da portare.

Giuseppe Assandri

Luisa Mattia

FRANCA, UNA VITA IN SCENA

Coccole Books, Belvedere Marittimo, 2021 pp. 120, € 10.00 Da 11 anni

Con stile svelto e coinvolgente, di chi vuole e sa come far conoscere ai giovani una grande persona, l’A. racconta Franca Rame, il suo coraggio di calcare le scene e la scena in cui le fu dato vivere, l’amore per Dario Fo, l’impegno di entrambi per la verità e i diritti civili. In un furgone detto Balorda, la Premiata Compagnia Rame viaggia nell’afosa pianura padana, nel 1939. Dal Seicento furono marionettisti, ora sono attori girovaghi. La Balorda va in panne, un trattore la traina a Villastanza e lì nasce Franca, che da neonata va in scena e a tre anni recita come angioletto. Infanzia e giovinezza vedono il fascismo, la guerra e il periodo postbellico. Franca raggiunge i fratelli a Milano, è attrice, e nella compagnia di Franco Parenti incontra Dario. Il racconto sembra concludersi con il suo matrimonio in Sant’Ambrogio. Ma continua nei capitoli «Cronologia di una vita in due» e pure in «Glossario» e «L’Archivio e la Fondazione Fo Rame»; perché i fatti, le spiegazioni dei termini, i documenti raccolti da Franca parlano tutti insieme dell’arte adoperata a favore della Polis (fatta anche di esclusi, di operai, di studenti, uniti nella lotta per una società migliore), della volontà indefessa di fare. Attraverso quest’opera, Franca con il suo Dario afferma ancora: «Il piacere di usare il cervello non ha uguali. Quindi tenetelo sempre acceso ed evitate che le banalità di cui tutti siamo vittime riescano a spegnere questa macchina straordinaria».

Franca De Sio

Lewis Carroll LA CACCIA ALLO SQUARLO. UN’AGONIA IN OTTO SPASIMI Ill. di P. Newell e C. Ghigliano Trad. it. di D. Almansi Orecchio Acerbo, Roma, 2021 Da 11 anni

Un albo illustrato è una sfida di per sé, perché incrocia due linguaggi secondo un criterio di interdipendenza, quello verbale e quello iconico, dando luogo a una storia. L’efficacia e la qualità della narrazione sono la risultanza di un congegno non casuale ma ben orchestrato, il più delle volte da un editore particolarmente accorto, capace di promuovere incontri fecondi tra le diverse soggettività artistiche. È il caso di Orecchio Acerbo, casa editrice non nuova a simili coraggiose imprese, che nei primi mesi di quest’anno ha dato alle stampe un’originale versione del poema The Hunting of the Snark di Lewis Carroll (1876), esilarante opera in versi assai meno nota di Alice in Wonderland (1865): in questa nuova edizione, compiendo «un’operazione del tutto anti-filologica», si fondono

in un unico corpo/parola le immagini dell’illustratore americano Peter Newell, pubblicate nel 1903 per Harper & Brothers, con quelle della straordinaria disegnatrice Cinzia Ghigliano, chiamata a dialogare con una testualità plurale e aperta alle diverse interpretazioni. Non solo. Una quarta voce autoriale si aggiunge a quella di Carroll e dei due illustratori: è la versione in rima di Daniela Almansi, figlia del critico letterario Guido Almansi, tra i più noti traduttori del celebre il componimento nonsense a cui si ispira il poema, il Jabberwock. Qui la traduttrice si cimenta con un enigma che da sempre impegna gli studiosi del reverendo vittoriano e ne esce La caccia allo squarlo, un’inedita interpretazione della rocambolesca caccia a una creatura ignota, la cui essenza è racchiusa in una «parolabaule» formata dall’unione di squalo e tarlo. Si ha così un’opera potenziata perché pluridiscorsiva, divertentissima per i lettori bambini e non solo, capace di sollecitare sensi fuggevoli e provvisori, eppure destinati a attivare un meccanismo conoscitivo e disvelatore a partire dalla molteplicità dei linguaggi narrativi.

Chiara Lepri Antonio Ferrara EROE GUASTO Ill. di Vincenzo Del Vecchio Settenove, Cagli (PU), 2021 pp. 112, € 14 Da 12 anni

Nel 2021 sulle banconote inglesi da 50 sterline comparirà il volto di Alan Turing, il grande matematico che diede un notevole contributo alla lotta al nazifascismo, riuscendo a decriptare, grazie ad una macchina elettronica, i messaggi della gerarchia nazista durante la Seconda guerra mondiale. Un eroe dunque, che avrebbe meritato ammirazione e riconoscimenti, ma purtroppo Turing era un omosessuale, una diversità che a quei tempi, molto più di oggi e soprattutto negli ambienti militari, era considerata una identità sconveniente e soprattutto contro natura; al punto di far varare una incredibile legge che costringeva a pesanti cure ormonali, finalizzate alla “guarigione” dei soggetti. Ma il giovane Turing non resse il danno fisico e morale della sciagurata terapia e si tolse la vita. Poco dopo la legge fu abolita. Un autore da sempre impegnato, Ferrara, a mostrare anche ai più giovani gli aspetti più duri della vita, senza moralismi o ipocrisie, ma sempre con delicatezza ed empatia, perché è attraverso storie come questa che i ragazzi possono apprendere la tolleranza e la solidarietà. E la casa editrice Settenove ne ha fatto una missione.

Paola Parlato

FUORITESTO SE SULLE “PICCOLE” DONNE

di Franca De Sio

“P iccola” è rivolto all’età o è vezzeggio a un’adulta, aggiungendovi un “mia”, a volte subdolo; “Donna” deriva da domina, colei che organizza la casa (domus) a favore della famiglia. Fin da piccole le donne coltivavano, pascolavano bestiame, portavano acqua, approntavano cibo. Avanti nel tempo, alle pudiche “piccole donne” si legava l’onore della famiglia, si cercava loro un “buon partito”. Le piccole ricamavano la dote: lenzuola, tovaglie e pannolini. Le si voleva mogli e madri. Dominae dentro mura domestiche, la cui amministrata economia (l’Economia domestica, insegnata “Gentilmente” alle sole femmine, di fatto fino agli anni ‘70) si basava sull’apporto finanziario che fuori da quelle mura solo il maschio procacciava. Ed era disdicevole che in pubblico un uomo spingesse il passeggino o portasse le buste della spesa. Eccezionalmente alle donne fu chiesto il lavoro extra domestico, quando per guerre e carenza di manodopera dovevano vicariare i maschi: con atavica capacità multitasking esse furono salvifiche operaie, combattenti, infermiere… Ancora oggi, poche arrivano in alto. Carissima è pagata l’indipendenza. Se i classici raccontano verità senza scadenza, a scuola bisognerebbe leggere delle Piccole donne oltre che dei Promessi sposi. Le storie della Alcott sono terapeutiche, affinché l’impegno e la voglia di affermarsi della piccola Jo sia anche delle donne di oggi, di questi tempi difficili, e di domani. Con accurata veste editoriale e una moderna traduzione, l’opera di Louisa May è diretta a nuove lettrici e lettori, perché non passi di moda la voglia di migliorarsi, amare e sperare. Il padre di Louisa fu amico di Thoreau, filosofo e insegnante. Accolse in classe bambini neri, insegnò anche educazione sessuale, ospitò in casa schiavi fuggiaschi, fondò una comunità di studio e di lavoro, con le sue idee e le sue azioni ridusse in povertà la sua famiglia e fu criticato dalla gente. Ma non gli mancò il supporto dei suoi cari. Louisa, infermiera durante la guerra, cominciò presto a scrivere articoli per riviste, racconti, anche sotto pseudonimo. Quando il suo editore le chiese qualcosa di più leggero, scrisse Little Women (1868), racconto autobiografico dove il padre non è quasi mai narrato, ma c’è. Il successo editoriale risolse i problemi economici della famiglia. Per le adolescenti lettrici americane il libro fu una boccata di ossigeno progressista e femminista, che continuò con Little Women 2 (1869), Little Men (1871) e infine con Jo’s Boys (1886). Il tentativo di contrabbandare la Alcott come scrittrice per signorine di buona famiglia e simbolo della letteratura rosa non è mai riuscito. Titoli come Le buone mogli o Piccole donne si sposano non trassero in inganno le lettrici e furono presto abbandonati. Piccole donne e il suo seguito ispirarono diverse versioni cinematografiche (l’ultima di G. Gerwic, 2020). Una bella rivincita per papà Alcott!

Louisa May Alcott PICCOLE DONNE

Trad. di Angela Ricci

PICCOLE DONNE CRESCONO

Trad. di Clara Serretta

Collana UAO, Gallucci, Roma, 2021, € 13,50 cad. Da 11 anni

Fabrizio Altieri VOLEVO SOLO DIPINGERE I GIRASOLI Collana ll Battello a Vapore One Shot, Piemme, Milano, 2021 pp.176, € 16.50 Da 12 anni

Fabrizio Altieri, di cui ricordiamo Ridere come gli uomini (Piemme 2019), propone ai lettori un romanzo di ambientazione storica e di crescita, che si svolge nel 1943, nell’Italia Centrale, al tempo della guerra civile dopo l’8 settembre. I due amici protagonisti, Agostino e Stefano, si trovano a vivere in prima persona la profonda lacerazione di quel momento storico, perché sono figli, rispettivamente di un partigiano e di un fascista, Aldo e Sergio, che da ragazzi erano stati amici come i loro figli. Il romanzo intreccia le vicende quotidiane dei due ragazzi e dei loro padri. Un giorno Agostino e Stefano vedono passare un treno, che sembra un carro bestiame, ma è stipato di uomini, donne e bambini, condotti chissà dove. Seguendo la pista di un biglietto lanciato di nascosto dal finestrino del treno, essi trovano una ragazzina, più o meno della loro età. È ebrea e non parla ma ha una grande immaginazione e un grande talento nel dipingere. Dalla valigia, estrae la lettera che aveva scritto sua madre prima di essere portata via. È una richiesta di aiuto per chiunque avesse trovato quel messaggio. Che fare? Forse era meglio non immischiarsi o denunciare il ritrovamento della ragazzina. Ma Agostino e Stefano decidono di rischiare. Nasce così un sodalizio e un’amicizia cementata da pericoli condivisi, sotterfugi, incontri e colpi di scena che l’autore intreccia abilmente, mettendo a confronto i protagonisti con il mondo spesso crudele e incomprensibile degli adulti, esacerbato da una guerra che divide, mette gli uni contro gli altri. La trama è ben costruita così come i personaggi.

Giuseppe Assandri

Gabriele Clima FIORI DI KABUL

Einaudi Ragazzi, S. Dorligo della Valle (TS), 2021 pp. 160, € 12,00 Da 12 anni

L’Afghanistan dei talebani è uno dei paesi che vanta una delle più alte discriminazioni di genere al mondo. Essere donna a Kabul è una mortificazione quotidiana, le donne non possono studiare, lavorare, pensare e scegliere in autonomia; fare sport poi è quasi un crimine. Maryam vive a Kabul, in una famiglia uguale a tante, dove padri-padroni amministrano rigidamente i dogmi di una tradizione conservatrice e retriva e madri rassegnate e sottomesse sono esecutrici e guardiane di quelle regole. In una famiglia così, in un paese così una donna in bicicletta, da sola, per strada è una sfida e un’offesa a principi inviolabili. Poi, all’improvviso l’incontro con una ragazza straniera, una ragazza che attraversa l’Afghanistan in bicicletta e che insegna a Maryam a pedalare! per Maryam e la sua amica Samira si schiude un orizzonte, la possibilità di una vita nuova e diversa e quando l’età lo consente la rivoluzione per le due ragazze partirà proprio da una bicicletta, una bicicletta che diventa simbolo di ribellione, di emancipazione, della ricerca di un modo di vivere e di una identità nuova con cui misurarsi, per cui battersi.

Paola Parlato

Colin Pierré CONTROMANO Trad. Luisella Arzani Giralangolo, Torino, 2021 pp. 304, € 15,00 Da 12 anni

Ecco un nuovo, intenso e catturante romanzo della scrittrice alsaziana Colin Pierré, dopo Fuga in soffitta (Giralangolo, 2019). Una storia on the road, di un’amicizia speciale che matura durante una fuga condivisa tra due protagonisti che non potrebbero essere più diversi: Victor e Yazel. Victor ha vent’anni e ha avuto la sventura di crescere in una famiglia di rapinatori. Odia questa vita, ma subisce i comandi violenti del padre e dei fratelli maggiori. Cerca una compensazione, impegnando il tempo libero segretamente in un centro di aiuto per vittime di violenze. E per anni ha frequentato il liceo di giorno e forzato serrature di notte. Yazel ha dodici anni ed è quasi sorda dalla nascita. I suoi genitori sono morti e da sette anni vive con una zia ricchissima, incapace di volerle bene. Porta un apparecchio acustico che le permette di sentire qualcosa e a scuola si è organizzata per sopportare i meccanismi di esclusione più o meno sottili di compagni e insegnanti. I due si conoscono durante la rapina nella villa dove abita Yazel, che propone a Victor di fuggire insieme, per raggiungere la Bulgaria dove lei vuole disperdere le ceneri dei suoi genitori. Victor esita ma poi si fa convincere. E allora, con la macchina del padre di Victor e i soldi sottratti alla zia, i due

partono, attraverso la Francia, il nord Italia, verso l’est. Un viaggio contrastato dalle loro famiglie e contromano, in cui Victor e Yazel imparano a conoscersi: Victor impara il linguaggio dei segni e Yazel legge una biografia di Arsenio Lupin con imprevisti e contrattempi e tanti problemi da risolvere, prima di arrivare al paesino dove è cresciuta Yazel, che ci regala un finale imprevedibile, che scioglie la tensione e fa bene al cuore. Un libro davvero da non perdere per giovani adulti di tutte le età.

Giuseppe Assandri

Vichi De Marchi A TESTA ALTA STORIE DI CORAGGIO PER LA CONQUISTA DEI DIRITTI

Ill. Giovanni da Re Raffaello Ragazzi, Monte San Vito (AN), 2021 pp. 146, € 12,90 Da 12 anni

Diciamolo subito, Vichi De Marchi compare spesso sulle pagine della nostra rivista per il valore delle sue opere, reali e fantasiose e allo stesso tempo finalizzate al progresso, alla pace, alla giustizia, alla lotta contro la fame, la miseria, lo sfruttamento. O, come in questo libro, sono finalizzate al racconto degli eroi della storia che hanno lottato non solo per la conquista dei diritti, ma per la definizione e la diffusione di quello che è il concetto di diritto. Un cammino faticoso iniziato millenni fa ancora oggi non terminato; non solo, un diritto va conquistato e salvaguardato, perché le forze della miserevole reazione sono sempre in agguato. Non a caso Vichi De Marchi ha viaggiato molto per incontrare tanta gente colpita dalla fame o dalla guerra ed è impegnata con Save the Children. Consideriamo poi questo libro uno dei suoi migliori, perché riesce con brevi e ben narrati racconti a portare in primo piano i diritti fondamentali. Si inizia con la drammatica storia di Spartaco, il gladiatore che ebbe il coraggio di ribellarsi alle autorità romane in nome della libertà dalla schiavitù, e anche se lui, come eroe, sarà sconfitto dalla bruta forza romana, la sua idea che gli schiavi sono uomini e non bestie ha attraversato i secoli per giungere a noi. Si prosegue poi con altre grandi conquiste e con altri grandi che hanno portato a grandi conquiste: Cesare Beccaria: abolizione della tortura e della pena di morte; Muhammad

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