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HAUTE COUTURE PARIS-ROME S/S 2016
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SOMMARIO Atelier Versace dress and shoes, Philippe Tournaire ring. Photographer: Isshogai Fashion: Christelle Santa Barbara
EDITORIAL LETTER UN PALAZZO A SETTE STELLE A SEVEN STAR PALAZZO 44 page
I
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68
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II
PARIS
EDITORIAL 172 INSIDE ME page
III
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FOCUS 24
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196
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CONTENTS
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IV ROME
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254
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VI
DETAILS
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290
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V
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BEAUTY chapter
VII
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Periodico Semestrale di Moda e Informazione. ALTA MODA Primavera/Estate - Spring/Summer 2016 - Anno 26 - Numero 13
DIRETTORE EDITORIALE Marco Uzzo • marco.uzzo@bookmoda.com DIRETTORE RESPONSABILE Cinzia Malvini • cinzia.malvini@bookmoda.com VICE DIRETTORE Pino Gagliardi • pino.gagliardi@bookmoda.com CAPO REDATTORE Flavia Impallomeni • flavia.impallomeni@bookmoda.com REDAZIONE ROMA Silvia Cutuli, Valeria Palieri REDAZIONE MILANO Valentina Uzzo • valentina.uzzo@bookmoda.com HANNO COLLABORATO Enrico Maria Albamonte, Alessandro Guasti GRAFICA Giuseppe Grippa • produzione@bookmoda.com Marco Arnaboldi • marco.arnaboldi@bookmoda.com SERVIZI FOTOGRAFICI Isshogai FOTOGRAFO SFILATE imaxtree.com SEGRETERIA DI DIREZIONE Cecilia Scolari • cecilia.scolari@bookmoda.com SEGRETERIA DI REDAZIONE segreteria@bookmoda.com TRADUZIONI Caroline Sowden, Dana Rinaldi TIPOGRAFIA BIEFFE Spa Via Mariano Guzzini, 38 - 62019 Recanati (MC) Tel. +39 0717578017 - Fax +39 0717578021 www.graficabieffe.it DIFFUSIONE Estero: Agenzia Italiana Esportazione S.r.l. Via Manzoni, 12 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 025753911 r.a. - Fax +39 0257512606 Italia: Via Campania 12 - 20098 San Giuliano Milanese (MI) Tel. +39 (0)257512612 - Numero verde 800827112 Mail generale: info_messinter@messinter.it Mail ufficio diffusione: messinter.diffusione@messinter.it MARKETING COORDINATOR Massimiliano Uzzo • m.uzzo@bookmoda.com PUBBLICITÀ Publifashion S.r.l. - Via Manzoni, 14 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 0292986.1 PRESIDENTE Giovanna Roveda • giovanna.roveda@bookmoda.com EDIZIONI
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EDITORIAL letter
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arigi, ore 20 del 24 gennaio 2016. Esterno, quasi, notte. Brenda e Anthony mi si affiancano rapidissimi all’uscita del metro Tuileries. Li guardo con un certo sospetto, hanno più o meno una ventina d’anni, sorridenti e carini, stile casual dove nulla però è lasciato al caso, piccole macchine fotografiche in mano. “Ci può indicare dove sfila Versace?”, mi chiede lui gentilmente, indicando il consistente cartoncino d’invito dorato che tengo in mano. Buon occhio! “Ok, andiamo insieme. Però lì, vi avverto, non chiedetemi di entrare”, chiarisco subito. Nel veloce tratto che ci porta a place Vendôme, mi spiegano che loro sono due allievi della scuola d’arte di Parigi, che desiderano solo stare fuori, fotografare chi arriva, respirare l’aria della haute couture, che Donatella Versace è un mito e che un domani sperano di poter lavorare in questo mondo. Mi conquista sempre, e sempre mi sorprende, l’energia con cui i giovani dichiarano la passione per la moda e soprattutto per l’haute couture, massima espressione della creatività e del miglior savoir-faire, nelle sue note più alte. Mi intenerisce vedere una Parigi, ferita dai sanguinosi fatti del 13 novembre scorso, riprendere fiato, ritrovare un sorriso, riaffacciarsi per strada nelle giornate di alta moda, vedere chi c’è fuori e scoprire che cosa sfila dentro, il via vai di taxi e limousine che riporta alla vita la città. È bella Parigi vestita di couture, è bella e non più buia e tutti noi la vogliamo così, in questa veste che più le si addice. Mi intenerisce, e più spesso innervosisce, anche Roma, mia amata città, bellissima e bruttissima al tempo stesso, una dualità sorprendente e incantevole, stregonesca, per certi aspetti. Una duplicità che si ritrova anche nelle sfilate di AltaRoma, i giovani designer all’esordio da una parte, le grandi firme protagoniste delle più importanti pagine dell’alta moda italiana, dall’altra. Guardo i primi con simpatia, i secondi con affetto e grande rispetto: sono gli interpreti di un artigianato così prezioso da sfiorare quasi l’arte. Una maestria sbocciata come il più bel fiore, sulle passerelle parigine e romane, senza distinzione, tra abiti leggiadri, delicati e unici, come il più sofisticato, profumato, prezioso, bouquet. Grazie a tutti i couturier per coltivarlo con la stessa intima e autentica passione, rendendo così più delicate e incantevoli le città, anche quando i tempi non lo vorrebbero.
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aris, exterior, evening, 8pm on 24th January 2016. Brenda and Anthony catch up with me at the exit of the Tuileries metro station. I look at them rather suspiciously; they are about twenty years old, smiling and friendly, dressed casually though with nothing left to chance and both holding small cameras. “Could you tell us where the Versace show is being held?” he asks me politely, indicating the sizeable gilt invitation I am holding in my hand. Well spotted! “Ok, follow me. But when we get there, I am warning you, don’t ask me to get you in”, I tell them. During the short walk to place Vendôme, they tell me they are two art students in Paris, that they only want to stay outside, photograph the people that arrive, breathe in the air of haute couture, that Donatella Versace is a legend and that one day they hope to work in this world of fashion. I am always impressed, and that always surprises me, by the energy with which the young declare their passion for fashion and especially for haute couture, the highest expression of its creativity and expertise. I am moved to see a Paris wounded by the bloody events of 13th November recovering its breath, rediscovering a smile back on the streets during the days of the couture shows, to see who is about and discover what is going on the inside, the to and fro of taxis and limousines bringing life back to the city. Paris is beautiful, dressed in couture, it is beautiful and not dark anymore and all of us want it like that, what suits the city best. Rome too moves me, but equally my beloved city irritates me, it is very beautiful and very ugly at the same time, a surprising and captivating duality, witch-like in a certain way. A duality to be found in the AltaRoma fashion shows too, the young debuting designers on one hand, the great labels of Italian couture on the other. I look kindly on the first and on the second with affection and with great respect: they are the interpreters of such a precious craftsmanship as to be almost pure art. An expertise that has blossomed like the most beautiful flower on the catwalks of Paris and Rome without distinction, with elegant, delicate and unique clothes, like the most sophisticated, perfumed and precious bouquet. Thank you to all you couturiers for cultivating it with equal, intimate and genuine passion, so making the cities more delicate and enchanting even when the times would have it otherwise.
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Sketch 3
SCHIAPARELLI Una haute couture che fa gola proprio come il più sofisticato e surreale dei menù. Quello che invita alle delizie del Pranzo di Gala o i Piaceri del Gusto della nuova collezione Schiaparelli, disegnata con sapienza da Bertrand Guyon, da un anno esatto direttore stilistico della storica maison rilanciata dall’industriale Diego Della Valle. La ricerca della bellezza, il gusto eccentrico di un’estetica riconoscibilissima, la forza del passato del brand, l’artificio, la sorpresa, la grande couture: gli ingredienti ci sono tutti per fare dello show un vero successo. E lo sketch del “Diner” è un evidente indizio di future prelibatezze di moda, in passerella. Del resto era proprio la Schiap, diminutivo con cui la designer era solita parlare di se stessa, ad affermare che: “Mangiare non procura un piacere solo materiale; mangiare bene dà una straordinaria gioia di vivere e rende ben disposti verso il prossimo, oltre a essere molto importante per l’umore”. Proprio come suggerisce quell’insolita portata di Soupir de macaron timide! C.M. Tempting haute couture, like the most sophisticated and surreal menu. A haute couture that invites you to enjoy the delights of a Gala Supper or the The Pleasure of Good Taste in the new and cleverly designed collection by Bertrand Guyon. He has been the artistic director for this traditional label relaunched by the industrialist Diego Della Valle for exactly one year. The search for beauty, the eccentric taste of a very recognisable look, the strength of the brand’s past, artifice, surprise and grand couture: here are all the ingredients to make a real success of the show. And this sketch of the “Diner” is proof of the fashion delights to come in the future on the catwalk. Because in fact it was Schiap, the nickname she always applied to herself, who said: “Eating is not only a material pleasure; eating well gives an extraordinary joie de vivre and makes you well disposed to your fellow man, as well as being very important for the mood”. Just as suggested by that unusual dish, Soupir de macaron timide!
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Sketch 4 ANDREA DI SALVO
“Mi sono ispirato alla geometria del cerchio e ai colletti bianchi del più puro costume bretone. Con uno sguardo all’arte di Gauguin”. Romano, classe 1992, Andrea Di Salvo è tra i 15 protagonisti del Talents 2016 Fashion Show, dell’Accademia Costume & Moda. La sua prima short collection, sei pezzi realizzati con la più classica teletta della sartoria, è un chiaro indizio: bel talento, buona mano e una chiara identità formata prima al liceo artistico e definita dal percorso triennale del diploma accademico di primo livello in Costume e Moda all’accademia di via della Rondinella. Adesso Andrea, nato sotto il segno del Sagittario, è pronto a scoccare la sua freccia nel mondo del fashion system. L’ufficio stile di J.W.Anderson o di Gucci, il centro preferito. Tanto per restare in tema. C.M.
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“I was inspired by the geometry of the circle and by the white collars of the purest Breton costume. With an eye on the art of Gauguin”. Andrea Di Salvo, born in Rome in 1992, is among the 15 protagonists of the Talents 2016 Fashion Show of the Accademia Costume & Moda. His first short collection, six pieces created with the classic fabrics of tailoring, is a clear indication: fine talent, good hand and a clear identity formed first at an art high school and defined with the three-year first level course of the academic diploma in Costumes and Fashion at the academy located in via della Rondinella. Now Andrea, born under the Sagittarius zodiac sign, is ready to shoot his arrow into the fashion system world. The J.W.Anderson or Gucci style offices are favourite premises. Just to stay on topic.
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Date
L’appuntamento ha già acceso i cuori degli amanti della lirica, ma anche dell’alta moda, riuniti il prossimo 24 maggio al Teatro dell’Opera di Roma da un’inedita edizione de La Traviata, ideata da Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti e diretta da Sofia Coppola, la regista americana alla sua prima esperienza in un’opera lirica. “Nella mia vita ho sempre sognato di fare una Traviata, ma in una maniera nuova - ha raccontato Valentino - I grandi maestri da Visconti a Zeffirelli, la Callas, Piero Tosi, Lila De Nobili, mi hanno tutti ispirato in questo mio nuovo impegno. Non ho voluto una Traviata moderna e ridicola come se ne fanno molte oggi, ho voluto una Traviata classica e splendida e ho chiesto a Sofia Coppola di dare quel tocco moderno e sorprendente che la renderà speciale”. Insieme a Giancarlo Giammetti, inseparabile compagno e socio di vita e carriera, entrambe straordinarie, il couturier italiano, uno dei più famosi e amati in tutto il mondo, realizzerà i costumi di Violetta, la romantica e sfortunata protagonista dell’opera verdiana. Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, direttori creativi della maison Valentino, creeranno i costumi di Flora e del coro, che verranno realizzati in collaborazione con la sartoria del Teatro dell’Opera. “Il Teatro dell’Opera di Roma rappresenta un patrimonio della nostra città. La loro bottega dell’arte rispecchia i valori in cui crediamo e che percorriamo con la nostra maison haute couture - hanno detto i designer - È stato per noi fantastico avere la loro collaborazione per la nostra sfilata di alta moda primavera/estate 2014 dedicata alle grandi opere liriche. Oggi, siamo onorati di collaborare con Sofia Coppola, il signor Valentino Garavani e il signor Giancarlo Giammetti, avvalendoci del nostro atelier alta moda e del grande capitale umano delle maestranze del Teatro dell’Opera di Roma per la produzione de La Traviata”. Tra le opere più rappresentate al mondo, La Traviata, nella speciale versione firmata Valentino, andrà in scena per quindici rappresentazioni, dal 24 maggio al 30 giugno 2016 al Teatro Costanzi, un patrimonio artistico e culturale per la città di Roma e oggi più che mai di moda. C.M.
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This appointment has already excited the lovers of opera, but also of haute couture both of which will be reunited on 24th May at the Teatro dell’Opera in Rome in a special production of La Traviata devised by Valentino Garavani and Giancarlo Giammetti and directed by Sofia Coppola, the American director who will be directing an opera for the first time. “All my life I have dreamed of producing a Traviata, but in a new way - Valentino said - The great masters, from Visconti to Zeffirelli, Maria Callas, Piero Tosi and Lila De Nobili, have all inspired me in this new undertaking. I didn’t want a modern and ridiculous Traviata, lots of which are being done today. I wanted a classic and splendid Traviata and I asked Sofia Coppola to give a modern and unexpected touch which will make it special”. Together with Giancarlo Giammetti, the Italian couturier’s inseparable and equally extraordinary business and life partner, one of the best loved and most famous couturiers in the world, will be making the costumes for Violetta, the romantic and unlucky heroine of this Verdi opera. Maria Grazia Chiuri and Pierpaolo Piccioli, the creative directors at Valentino, will design the costumes for Flora and the chorus which will be made in collaboration with the Teatro dell’Opera costume department. “The Teatro dell’Opera in Rome is an important heritage of our city. Their costume department shares the values we believe in and that we ourselves apply in our haute couture - said the two designers - It was fantastic for us to work with them for our spring/summer haute couture 2014 show dedicated to the great operas. Today we are honoured to be working with Sofia Coppola, Valentino Garavani and Giancarlo Giammetti , using our atelier together with the great human capital of the skills of the Teatro dell’Opera of Roma for the production of La Traviata. One of the most produced operas in the world, Valentino’s special production will be shown fifteen times, from 24th May to 30th June 2016 at the Teatro Costanzi, an artistic and cultural patrimony for the city of Rome and, from today, more fashionable than ever.
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DATE
From left, Pierpaolo Piccioli, Sofia Coppola, Valentino Garavani, Maria Grazia Chiuri - Valentino per l’Opera di Roma.
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ITALIAN EXCELLENCE
DISCOVERING FLORENCE Alessandro Guasti
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Viaggio nel capoluogo toscano alla scoperta dei più segreti laboratori artigianali. Ricerca, regole, eccellenza ed esclusività. Senza mai dimenticare un tocco di romantica modernità di accessori e decori belli, benfatti, intimamente italiani
A tour round the capital of Tuscany in the search for the most secret artisan workshops. Their expertise, know-how, excellence and exclusivity. Without forgetting a touch of romantic modernity in beautifully made, all Italian hand bags and accessories
Era il 1952 quando, per geniale intuizione e lungimiranza imprenditoriale del marchese Giovanni Battista Giorgini, la moda italiana, ai suoi inizi superbamente testimoniati dalle creazioni sartoriali di Emilio Schuberth, Jole Veneziani o delle celeberrime sorelle Fontana, trovava finalmente la sua più adeguata sede di presentazione al pubblico di buyer e giornalisti internazionali tra la magnificenza di stucchi e decorazioni della Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze. Da quella data storica, considerata a ragione l’avvio dell’inarrestabile ascesa di maestria e gusto made in Italy sui mercati esteri e sulla
It was 1952 when the clever intuition of the farsighted and enterprising Marquis Giovanni Battista Giorgini, that Italian fashion was born, represented superbly in the sartorial creations of Emilio Schuberth, Jole Veneziani and the celebrated Fontana sisters, and which finally found the most suitable home for showing it to international buyers and journalists in a setting of magnificent stucco and the decorations of the Sala Bianca in Palazzo Pitti, Florence. From that historical date, rightly considered the beginning of the meteoric rise of Italian expertise and taste internationally and in the spe-
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Antonio Gatto 53
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Chapter I
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Schiaparelli
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ATELIER VERSACE “Credo che le donne possano essere forti e realizzare i propri sogni restando fedeli a stile e bellezza. Questa collezione è dedicata a coloro che vogliono tratteggiare il proprio destino al ritmo di un’eleganza atletica. I tagli ergonomici segnano giacche, abiti e parka in bianco, mentre i flash block di giallo o arancio creano delle reti geometriche. Come in un completo sportivo, lo smoking esibisce un taglio netto di pannelli a incastro, a volte realizzati in gel di silicone. I ricami di cristallo realizzati a mano danno luce, forza e carattere a tutta la collezione. Proprio come le bande di paillette che delineano le forme del corpo e della sua potente femminilità”. Donatella Versace
“I believe women can be strong, realise their dreams and still remain faithful to style and beauty. This collection is dedicated to those who want to achieve their destiny to the rhythm of athletic elegance. Jackets, dresses and parkas in white ergonomic cuts with colour block flashes of yellow and orange forming geometric grids. The tailored jackets had crisp, interlocking panels, some in silicone gel, as did the more casual versions. Hand-stitched crystal embroideries gave lightness, strength and personality to the whole collection. Just like the bands of sequins following the outline of the body and its powerful femininity”.
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PARIS
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CHANEL “Ad accogliervi all’interno del Grand Palais c’è una casa delle bambole in legno e dall’architettura minimale. Tutti parlano di ecologia, ma senza mai legarla al lusso, mentre io ho voluto interpretarla proprio attraverso la couture. Con la paglia abbiamo realizzato ricami straordinari: non si erano mai viste prima d’ora
“Inside the Grand Palais you were met by a modernist doll’s house in wood. Everyone has been talking about ecology but without ever linking it to luxury but I wanted to interpret it precisely through couture. We created some extraordinary embroidery using straw: no one had seen sequins in wood
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paillette di legno, di solito lavoriamo su materiali già esistenti. Quello che da sempre mi affascina nell’haute couture è il savoir-faire: io posso dire ‘Facciamo questo o quello’, ma alla fine sono le mani esperte degli artigiani che creano. Negli anni Venti, Chanel era chiamata ‘la regina del beige’, questa è la prima volta che presento una collezione con così tanto beige, un modo per mettere bene in risalto le linee pure degli abiti incorniciati da una scenografia essenzialmente molto zen”. Karl Lagerfeld
before, we usually work with ready-made ones. What has always fascinated me in haute couture is the expertise: I can say ‘Let’s do this or let’s do that’, but in the end it is the expert hands of the craftspeople that make it. Chanel was called ‘the queen of beige’ in the Twenties, this is the first time I have presented a collection with so much beige, a way of putting the emphasis on the pure lines of the clothes in this essentially very zen setting”.
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DIOR HAUTE COUTURE Per la prima sfilata del dopo Raf Simons, il team stilistico della maison rilegge in chiave attuale la parisienne dei giorni nostri, l’attitudine moderna con cui scegliere e abbinare con spontaneità abiti e accessori, l’allure dell’esprit couture che le è proprio. Si riaffacciano sulla passerella i temi cari all’universo Dior, con la silhouette Bar che cambia fisionomia rivisitata nei volumi di giacche da indossare con gonne lunghe a pannelli o mini ricamate. I simboli portafortuna cari a Monsieur Christian sono messi in luce sugli abiti come decorazioni gioiello cui affidare e definire il tema della fortuna e della superstizione. Le lavorazioni magistrali danno il senso del virtuosismo proprio della haute couture e di un glamour capace di unire i codici di stile del miglior passato, al presente e al futuro prossimo, che a breve sarà.
For the first post Raf Simons collection, the label’s design team revisited the Parisian woman of today in a contemporary key, a modern approach to choosing and co-ordinating dresses and accessories with spontaneity; the appeal of esprit couture which is hers alone. The themes so dear to Dior’s universe were seen again on the catwalk, with the Bar suit silhouette that changed and that is revisited in the volumes of the jacket worn with either long, panelled skirts or embroidered miniskirts. Those good luck symbols so dear to Monsieur Christian were seen on the clothes in the form of jewel decorations. Expert workmanship gave that sense of the virtuosity of haute couture and of a glamour able to unite the style codes of the best of the past, present and the future which will soon be upon us.
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ELIE SAAB HAUTE COUTURE
“Ho intrapreso un viaggio in India nel momento in cui i codici solenni dello stile vittoriano si stemperavano nel tocco irriverente dell’epoca edoardiana, l’eleganza che si mescola al comfort e l’opulenza vira verso le linee pure. Mi ha molto ispirato la giovane esploratrice anglo-irlandese Lilah Wingfield, che nel 1911 partì per l’India e raccontò nei suoi diari di viaggio l’incontro di due mondi lontani. Sulla passerella in terra battuta, allestita come a replicare una giungla nei sotterranei del Thêatre National de Chaillot, ho portato creazioni che uniscono la tradizione indiana con una nuova e moderna estetica affidata a lunghe tuniche in cristalli, pantaloni ampi, top-sari, incrostazioni di pizzi, ricami e merletti anni Venti. Il guardaroba haute couture di una principessa inglese, oggi, in viaggio in India”. Elie Saab
“I went on a trip to India at a time when solemn Victorian style codes were diluted with irreverent touches from the Edwardian era, an elegance mixed with comfort and an opulence tending towards clean lines. I was very inspired by the young Anglo-Irish explorer Lilah Wingfield, who, in 1911, set off for India and described the meeting of two distant worlds in her travel journals. On the catwalk in the cellars of the Thêatre National de Chaillot decorated to look like a track through the jungle, I showed creations uniting Indian tradition with a new and modern look in the form of long tunics in crystals, wide trousers and sari tops, lace encrustations and Twenties style embroideries and lace. The wardrobe for an English princess on a trip to India today”.
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GEORGES CHAKRA “La mia nuova collezione couture si snoda come un percorso in un universo incantato, dove la femminilità si esprime nella leggerezza di tulle evanescenti, nuvole di organza, vaporosi broccati e giochi di trasparenze che conferiscono un’allure da sogno alle donne. Creazioni in toni pastello, pesca, albicocca, blu cielo e verde acqua, con un tocco di teatrale rosso e nero. I fiori di paillette luminose decorano il bustier di abiti dalle silhouette rigorose stemperate, però, da plissé e volant”. Georges Chakra
“My knew couture collection revolves round a journey through an enchanted universe in which femininity is expressed in the lightness of ethereal tulle, clouds of organza, the lightest brocades and plays of transparencies that give a woman dreamy allure. Creations in pastel colours; peach and apricot, sky blue and sea green, with theatrical touches of red and black. Flowers in glittering sequins decorate the bustier tops of the dresses in rigorous silhouettes softened with plissés and flounces”.
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GIAMBATTISTA VALLI “La mia nuova collezione couture, la numero dieci, si ispira ai più importanti giardini di Parigi: Parc de Bagatelle, Jardin du Luxembourg, Palais-Royal e Jardin des Tuileries. Una sorta di omaggio alla città dopo gli attentati del 13 novembre 2015 che sentivo di dover fare dal profondo del mio cuore con i mezzi che mi sono più consoni, quelli della couture. I fiori prendono la forma del decoro più delicato: margherite, mughetti, rose e peonie per abiti in tulle, tra organze goffrate, piccoli coat di astrakan, bordi e scolli. I ricami di fiori stilizzati che tanta arte hanno ispirato segnano i mini dress bianchi mossi da rouches o le silhouette più lunghe dal taglio impero. Un bouquet per Parigi, la città che mi ha regalato tanto, perché mi ha permesso di esprimermi e di raccontare la mia idea di bellezza”. Giambattista Valli “My new collection, my tenth, was inspired by the large gardens of Paris: the Parc de Bagatelle, Jardin du Luxembourg, Palais-Royal and Jardin des Tuileries. A kind of tribute to the city following the terrorist attacks of 13th November 2015, which I felt I needed to do from the bottom of my heart and with the means most suited to me, couture. Flowers took the form of the most delicate of decorations: daisies, lily-of-the-valley, roses and peonies for dresses in gaufré tulle and little coats trimmed in astrakhan. Embroideries in stylised flowers inspired from art featured on white mini-dresses with floating flounces and longer, empire cut, silhouettes. A bouquet for Paris, a city that has given me so much, because it has allowed me to express and tell my story of my idea of beauty”.
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INSPIRATION
GIAMBATTISTA VALLI HAUTE COUTURE N.10 Cinzia Malvini
Superare lo sbarramento di sicurezza per accedere al backstage prima della sfilata haute couture di Giambattista Valli è un’operazione quasi da intelligence. Il fermento tipico di ogni pre-show qui assume un’altra aria e i ritocchi dell’ultim’ora, uniti agli sguardi attenti di sarte e première cui nulla sfugge, sembrano confluire naturalmente nella concentrazione del designer, nella sua testa. “Un penny per i tuoi pensieri”, diceva Jeanne Moreau nel film Querelle de Brest, vediamo se funziona anche nell’alta moda. “Devo chiamare qualcuno dell’atelier ”, suggerisce Valli, più che a noi, a se stesso. “Greta ha appoggiato il braccio sul vestito e i fiori hanno preso una brutta piega. Vedi, sembrano appassiti”. Assistiamo all’arrivo repentino dell’artiglieria pesante, il ferro da stiro, mentre osserviamo silenziosi Greta, che “sembraperfettamanonloè”, leader girl di un magnifico drappello di ragazze pronte a far sbocciare sulla scena una nuova collezione couture omaggio ai giardini di Parigi, a Paolina Bonaparte, a Marie Antoinette. “Sono contento di aver il privilegio di poter fare questo lavoro, soprattutto, nella couture che è straordinaria e appartiene a Parigi. È nata qui, grazie a una straniera, una forestiera, come Marie Antoinette che è stata poi ghigliottinata, ma fa parte della Francia dove ha importato il gusto del lusso e della bellezza”, aggiunge Giambattista. “Io, poi, ritengo di essere uno di quei pochi fortunati ad aver appreso questo mestiere sul campo, dai grandi couturier che hanno fatto la storia, trasformando questo lavoro in un’arte, con la maiuscola”. Come Roberto Capucci, ad esempio, di cui Valli diviene assistente alla fine degli anni ’80. È il suo primo impiego dopo l’istituto d’arte e il successivo corso alla Central Saint Martins School di Londra, spedito lì da una famiglia borghese, romana, che abita nel cuore barocco della città e che non può non
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To break the security barrier and access the backstage before the Giambattista Valli haute couture fashion show is almost an operation for a secret intelligence service. The typical ferment of any pre-show takes on a different air here, and the last-minute touchups, together with the careful eyes of seamstresses and the première, who don’t miss a thing, seem to flow naturally into the designer’s concentration, in his head. “A penny for your thoughts,” said Jeanne Moreau in the film Querelle, let’s see if it works in haute couture. “I need to call someone at the atelier”, Valli says to himself, more than to us. “Greta placed her arm on the dress and the flowers have taken bad shape. Look, they seem wilted”. We witness the sudden arrival of the heavy artillery, the iron, as we watch Greta silently, who “seemsperfectbutsheisnot”, the leading girl of a magnificent group of girls ready to bloom on scene at the new couture collection which is a tribute to the gardens of Paris, to Pauline Bonaparte, Marie Antoinette. “I am happy I have the privilege of doing this job, especially in couture that is extraordinary and belongs to Paris. It was born here, thanks to a foreigner, a stranger, like Marie Antoinette, later beheaded, but part of France where she imported the taste of luxury and beauty”, adds Giambattista. “I consider myself to be one of those lucky few to have learned this craft on the field from the great couturiers who made history, transforming this work into an art with a capital letter.” Like Roberto Capucci, for example, for whom Valli was the assistant in the late 80s. This was his first job after the Art Institute and the course he attended later at the Central Saint Martins School in London, where he was sent by his Roman middle class family residing in the baroque heart of the city and that could not avoid noticing
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GIORGIO ARMANI PRIVÉ “Volevo che fosse la leggerezza il tratto di tutta la collezione, leggerezza ed eleganza. Per questo ho scelto il mauve, una tonalità delicata e perfetta, soprattutto, per gli incarnati chiari. Alcune creazioni, come gli abiti da sera, dai volumi importanti e aerei insieme, sembrano volare. I pantaloni sono mossi da un volant come se fosse un colpo di vento, gli shorts diventano piccoli gioielli decorati da paillette ton sur ton, i top in PVC e cristalli con disegni a spirale rimandano alla contemporaneità dell’haute couture. Senza mai dimenticare quel senso di romanticismo per creazioni che sottraggono peso e sembrano fluttuare nell’aria, con moderna grazia”. Giorgio Armani
“I wanted lightness to be the feature of the whole collection, lightness and elegance. That is why I chose mauve, a delicate and perfect colour, especially for pale skins. Some of the designs, such as the evening dresses, with big but airy volumes, seem to fly. The trousers have movement given by airy flounces, shorts are little gems decorated in ton sur ton sequins, the tops in PVC with spiral patterns in crystals embodied the modernity of haute couture. Without forgetting a sense of romanticism in the weightless creations that just seem to flutter in the air in contemporary grace”.
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GUO PEI “Nella collezione che presento a Parigi, come prima designer cinese ammessa dalla Chambre syndicale de la haute couture nel calendario ufficiale degli show, ho voluto celebrare la bellezza e l’eleganza di una regina che si muove all’interno di un rigoglioso giardino cinese, evocato nei dettagli, nei colori, nei decori. Stoffe e disegni si ispirano al mito della fenice, l’uccello che nella nostra cultura incarna le cinque virtù della benevolenza, portatrice di pace e prosperità. E in questo caso anche di eccellenza artigianale, testimoniata da lavorazioni e ricami magistrali realizzati nel mio atelier di Beijing. Creazioni di forte impatto, rese ancora più speciali dai gioielli firmati Chopard e realizzati appositamente per la sfilata da Caroline Scheufele, anima creativa del marchio e mia cara amica”. Guo Pei “With this first collection as the first Chinese designer, admitted to the official fashion week by the Chambre syndicale de la haute couture, to show in Paris I wanted to celebrate the beauty and elegance of a queen wandering in a luxuriant Chinese garden evoked in the details, colours and decorations. The fabrics and designs were inspired by the myth of the phoenix, the bird which, in our culture, embodies the five virtues of benevolence and is the bringer of peace and prosperity. And in this case also the excellence of the craftsmanship, testified in the dexterous workmanship in the embroideries carried out in my atelier in Beijing. Creations of strong impact, made even more special with jewellery by Chopard made especially for the show by Caroline Scheufele my dear friend and creative soul of the label”.
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JEAN PAUL GAULTIER “Per la nuova couture mi sono lasciato ispirare dalle atmosfere sfarzose del Palace, il mitico tempio del divertimento notturno della Parigi di fine anni ’70 e metà degli ’80, indirizzo di riferimento per socialite, protagoniste e icone della moda, dello stile e dell’arte. Ho mandato in passerella vestaglie trasformate in abiti e soprabiti anche per sottolineare quanto, all’epoca, il giorno si confondesse con la notte, tra tailleur scintillanti, pensati come completi pyjama, e camicie maschili abbinate a tuniche di pizzo e gonne trasparenti. Un ricordo dello sfarzo più assoluto, di un edonismo e un’allegria oggi scomparsi, di cui l’uscita finale vuole essere la più festosa e spumeggiate celebrazione. Proprio come il miglior flûte di champagne!”. Jean Paul Gaultier “For my latest couture collection I was inspired by the sumptuous atmosphere of the Palace, that legendary temple of nightlife in Paris from the end of the 70s to the mid-80s, the haunt of socialites, trend-setters, fashion icons and artists. I transformed dressing gowns into dresses and coats for the catwalk to emphasise how much, at that time, day merged with night, with glittering suits, taking their inspiration from pyjamas, and masculine style shirts worn with lace tunics and transparent skirts. A reminder of the glitz, hedonism and gaiety that no longer exists today, and of which I wanted the grand finale to be the most festive and sparkling celebration. Just like a glass of the best champagne!”
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RALPH & RUSSO “L’eleganza e la femminilità delicata che ci appartengono segnano la nuova couture destinata a celebrare l’estate quale stagione della rinascita, affidata al segno della calligrafia cinese con peonie e tulipani dipinti a mano, che si tingono di toni zaffiro, sfumature del rosa e lavanda. Il tema floreale si esprime attraverso applicazioni di petali di organza accanto a luminosi cristalli, come gocce di rugiada lavorate in seta tridimensionale. In passerella, abiti peplo, forme a clessidra che citano gli anni Cinquanta, bustier e corsetti, accanto a fluidi kimono che scoprono con grazia le spalle, a tratti incorniciate da boleri di piume”. Tamara Ralph, Michael Russo
“The elegance and delicate femininity that is ours was the key to the new couture collection, destined to celebrate summer as a season of rebirth and entrusted to Chinese calligraphy with hand painted peonies and tulips, in shades of sapphire, pinks and lavender. The floral theme was expressed through applications of petals in organza and gleaming crystals like three dimensional dew drops worked in silk. On the catwalk peplum dresses, hourglass shapes citing the Fifties, bustier dresses together with flowing kimonos gracefully exposing the shoulders and sometimes framed in feather boleros”.
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SCHIAPARELLI “Ho voluto rendere omaggio all’arte, anche del bien vivre, alla maniera di Elsa Schiaparelli, riprendendo i suoi inconfondibili segni e simboli, squisiti ingredienti di una couture che è un vero inno ai piaceri del gusto. Ci sono cuori e iris, occhi e bocca, sole e lucchetto, spighe di grano, giochi ottici raccontati da stampe e ricami, alcuni realizzati con altissima sensibilità artigianale, come per le porcellane ricamate con fili d’oro. E ancora le ricette di Gala Dalí, che ispiravano poi le surreali composizioni dell’artista, si trasformano in stampe di aragoste, frutta e legumi. Un surreale pranzo di gala e di haute couture servito su una passerella vestita da favola”. Bertrand Guyon
“I wanted to pay tribute, in Elsa Schiaparelli style, to art as well as to the art of fine living, picking from her unmistakable signs and symbols the exquisite ingredients of a couture that is a true hymn to the pleasures of fine taste. The prints and embroideries include hearts, irises, eyes, lips, the sun, a padlock, ears of corn and optical illusions, some realised with the highest of skilled craftsmanship, like the porcelain items embroidered in gold thread. And more Gala Dalí recipes, which inspired the surreal compositions of the artist, have been transformed into prints of lobsters, fruit and vegetables. A surreal haute couture gala supper served on a fairy tale catwalk”.
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STÉPHANE ROLLAND “Desideravo ritrovare l’intimità parigina e l’essenza dell’haute couture sfilando nel mio atelier. È qui che ho invitato pubblico e stampa, per far vedere dove nascono i vestiti e come prendono forma le creazioni ispirate, per questa stagione, alle grandi eroine, le protagoniste delle più famose opere liriche: abiti scultorei, onde di volant, il senso del melodramma e della couture. E il plissé di sete e organze che diviene forma e silhouette delle mie creazioni presentate a voce, senza musica, proprio per spiegare come nasce e che cosa c’è dietro la couture. A cominciare dalla passione”. Stéphane Rolland
“I wanted to express the intimacy of Paris and the essence of haute couture by showing my collection in my atelier. It was here that I invited the guests and the press, to show where the dresses are created and how inspiration takes shape, which for this season were the great heroines, the leading ladies of the most famous operas: sculptural dresses, waves of flounces, a sense of melodrama and couture. And the plissés in silks and organza that became the shapes and silhouettes of my designs. They were presented orally, without music, in order to explain precisely how couture originates and what lies behind it. Starting with passion”.
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TONY WARD “Tessuti fluttuanti, cascate di cristalli e perline, ricami magistrali: ogni nuova collezione di couture è sempre una prova più difficile e sperimentale. Mi chiedo fin dove si possa arrivare, dove spingersi, sempre seguendo la grazia e l’eccellenza proprie dell’atelier. Ho cercato e voluto una nuova leggerezza per le mie creazioni, come delle nuvole in un cielo al quale ho chiesto in prestito sfumature di colore, contrasti di lucentezza e mistero. Dal bianco alle nuance dell’azzurro, passando per i delicati toni del fiori, fino al punto culminante dello show e ai chiaroscuri degli evening dress nell’intensità del grigio fumo e del nero. E nel segno di una femme fatale”. Tony Ward
“Floating fabrics, cascades of crystals and beads, the most skilled embroidery: every new couture collection is always the most experimental and difficult. I do wonder how far you can go, how far you can push, but still following the grace and excellence of your own atelier. I searched for a new lightness in my creations, like clouds in a sky from which I have borrowed the colours, shades and contrasts of light and mystery. From white to shades of pale blues and the delicate colours of flowers, leading to the culmination of the show with a chiaroscuro of evening dresses in deep smoky greys and black. In the name of a femme fatale”.
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VALENTINO “Il nostro punto di partenza è Mariano Fortuny, ma l’idea di base è una riflessione sul tempo: la couture deve essere timeless, così come la memoria, intesa non come nostalgia, ma piuttosto come bellezza. Con questa collezione vogliamo dire che anche il tempo, con il suo passaggio, ha un’intensa bellezza. Fortuny ideò l’abito moderno, il Delphos, una tunica che si adattava alla personalità della donna che lo indossava liberando il corpo da ogni costrizione. Vestì molte danzatrici, libere nei gesti come nei pensieri. Della riconquista del corpo di queste artiste abbiamo colto l’attualità, recuperando un’estetica lieve in cui al centro è la donna, a piedi nudi, pronta a ritrovare il contatto con la terra che cela una forma di equilibrio interiore. E a svelare la passione per la couture intesa come una pura forma d’arte”. Maria Grazia Chiuri, Pierpaolo Piccioli
“Our starting point was Mariano Fortuny, but the basic idea was a reflection on time: couture has to be timeless, like memory, understood not as nostalgia but rather of beauty. With this collection we want to say that time too, with its passing, has an intense beauty. Fortuny created the modern dress, the Delphos, a tunic that adapted to the personality of the wearer liberating her body from every constriction. He dressed many dancers, as free in their movements as they were in their thought. We absorbed the rediscovery of the body by these artists to create a light look with woman as its centre, bare foot and ready to rediscover contact with the earth and its internal equilibrium. As well as to reveal a passion for couture understood as a pure form of art.”
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VIKTOR & ROLF “Nella nuova collezione presentata al Palais de Tokyo, ci siamo concentrati sull’idea di una polo bianca, come se fosse un abito archetipo da mixare con la scultura cubista. Per prima cosa, abbiamo voluto che le sculture si formassero sopra il vestito: attraverso lo show mostriamo così la sequenza di come ogni creazione diventa sempre più complessa e stratificata fino al punto massimo, quando non si riesce più a vedere nient’altro che il volto della modella. Ma attenzione perché, a un tratto, l’abito-scultura si impossessa del corpo e resta il solo sulla scena. Tutti gli outfit sono rigorosamente in bianco, con l’unico tocco di colore che è dato dal nostro black logo. Un modo per mettere in valore certi elementi tipici del cubismo, che prendono così forma non senza una buona dose di ironia”. Viktor Horsting, Rolf Snoeren
“In the new collection shown at the Palais de Tokyo, we concentrated on the idea of a white polo dress as if it were an archetypal garment to be mixed with cubist sculpture. First and foremost we wanted the sculptures to take shape over the dress: thus we showed a sequence throughout the show of how each creation becomes ever more complex and layered, up to a maximum when nothing more of the model can be seen than her face. But, look out, because all of a sudden the sculpture/dress takes possession of the body and remains alone on the catwalk. The outfits are all strictly in white, with the only touch of colour given by our black logo. A way to emphasise certain elements typical of Cubism which thus take shape not without a good dose of humour”.
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INSIDE ME Photo Isshogai Fashion Christelle Santa Barbara
From left, Chanel dress; Chanel blouse, skirt and shoes, Piaget earrings and bracelet.
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Yiqing Yin dress. Opposite page, Maurizio Galante Haute Couture jacket, Thapelo swimsuit, Mellerio dits Meller bracelet.
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FOCUS
BALENCIAGA E GLI ALTRI:
I RIFORMATORI DELLA SILHOUETTE IN MOSTRA AD ANVERSA BALENCIAGA AND OTHERS:
THE REFORMERS OF THE SILHOUETTE ON DISPLAY IN ANTWERP Enrico Maria Albamonte Oggi, la couture viene intesa da alcuni come principale laboratorio sperimentale delle innovazioni nella moda a fronte di un prêt-à-porter sempre più ancorato all’esplorazione del vintage. Non è di questo parere la storica della moda Karen Van Godtsenhoven, curatrice della mostra Game Changers - Reinventing the 20th Century Silhouette, aperta al MoMu, il museo della moda di Anversa, fino al 14 agosto 2016, una mostra itinerante che dopo il Belgio potrebbe toccare la Spagna e il Giappone. “Certo esiste una grande crisi soprattutto nella creatività del pianeta moda, ma d’altra parte non esistono grandi rivoluzioni senza uno sguardo o un richiamo al passato e questa mostra, che prende le mosse dalla grande lezione di Cristóbal Balenciaga nella decostruzione delle forme e nella progressiva liberazione delle donne dalle mistificazione dei corsetti, ricollega idealmente tradizione e futuro della moda”, spiega la studiosa.
Today, couture is considered by some as the main experimental laboratory of innovations in fashion facing a ready-to-wear that is increasingly anchored to exploring vintage. The fashion historian Karen Van Godtsenhoven does not agree, she is the curator of the exhibition Game Changers: Reinventing the 20th Century Silhouette open at MoMu, the fashion museum in Antwerp, until August 14, 2016, a travelling exhibition that after Belgium could reach Spain and Japan. “Of course there is a great crisis especially in the creativity of the fashion world, but on the other hand there is no great revolution without a glance or a nod to the past and this exhibition, that starts from the great lesson of Cristóbal Balenciaga with the deconstruction of the forms and in the progressive liberation of women from the mystification of corsets, ideally links tradition and the future of fashion”, ex-
Cristóbal Balenciaga, F/W 1958, ph. Tom Kublin, courtesy Balenciaga Archives. 210
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Chapter IV
AVANT-GARDE
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Rani Zakhem
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ANTON GIULIO GRANDE “Voglio ringraziare Maria Pia e Giacinta Ruspoli, due moderne e incantevoli principesse, ma soprattutto mamma e figlia di speciale eleganza, per avere aperto, per la prima volta all’alta moda, i loro appartamenti privati di un palazzo dalla storia straordinaria. Per me è un onore ambientare qui la mia nuova collezione couture ispirata all’antica favola della Gatta Bianca, una principessa trasformata dal sortilegio di una fata in un regale felino insieme a tutta la sua corte. Ho vestito la fiaba con abiti da gran sera, le silhouette lunghe e preziose, vaporose e a volte di stravagante bellezza. Marabù, piume, ricami, pizzi e sottovesti di seta, strati di tulle e di organza plissé, arredi antichi e saloni del ’500: gli ingredienti ci sono tutti, cuciti dalla storia dell’arte e dalle regole dell’atelier”. Anton Giulio Grande
“I want to thank Maria Pia and Giacinta Ruspoli, two enchanting modern princesses but above all a particularly elegant mother and daughter, for having made their private apartments in a palazzo with an extraordinary history available for the first time to haute couture. It was an honour for me to show my new couture collection here. It was inspired by the traditional fairy tale, The White Cat, about a princess who, together with all her court, is turned by magic into a regal feline. I told the story in ball gowns with long, elegant and vaporous silhouettes with some dresses of real extravagant beauty. Marabou, feathers, embroideries, lace, silk under layers, layers of tulle and pleated organza seen among the antique furnishing of 16th century rooms: all the ingredients were there, sewn together by the history of art and the rules of the atelier”.
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CURIEL COUTURE “Amo i fiori da sempre, sin da bambina. Una passione ereditata da mia madre, che ancora oggi mi regala felicità e benessere, perché i fiori sono sempre in grado di stupire ed emozionare, a ogni età. Nasce da qui la mia ispirazione per la nuova collezione couture: abiti dalle linee a tulipano, foglie e corolle che prendono la forma di pantaloni e gonne e corpetti che si trasformano in un modo molto speciale. Ho preso in prestito quella bellezza che sboccia spontanea in natura, i colori che incantano e i giardini per i ricami, ho disegnato roseti e ortensie su abiti leggeri in chiffon, ho stampato papaveri e non ti scordar di me. Ho dato vita al mio giardino couture che è anche quello del cuore”. Raffaella Curiel
“I have always loved flowers from when I was a child. A passion I inherited from my mother which still makes me happy and feel good today because flowers are always able to amaze and excite you, whatever your age. This is where my inspiration came from for my new couture collection: tulip line dresses, leaves and petals take the form of trousers and skirts and camisole tops in very particular shapes. For the embroidery I borrowed from the beauty that blossoms spontaneously in nature, colours and gardens that enchant you. I designed rose gardens and hydrangeas on light, chiffon dresses, I printed poppies and forget-me-nots. I brought my couture garden, the one in my heart, to life”.
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NINO LETTIERI “Il mio nuovo viaggio nell’alta moda è quello che potrebbe compiere una principessa indiana da Nuova Delhi a Montecarlo. La cultura e la tradizione dell’India, i suoi colori luminosi e i decori si spalmano su fogge e linee più occidentali, silhouette fluide, pantaloni stretti alla caviglia e tuniche morbide, la stampa e il ricamo ‘Elephants’, animale sacro per gli indiani, dà il titolo alla collezione. Caftani neri in georgette, abiti a trapezio, pantaloni in mikado di seta ricamati con cristalli e paillette riprendono le sfumature rosa dei tramonti indiani e si uniscono a note sensuali e più notturne dedicate alle creazioni da gran sera”. Nino Lettieri
“My new journey in haute couture was the one an Indian princess might take from New Delhi to Montecarlo. The culture and traditions of India, its bright colours and decorations applied to more western outfits and shapes, fluid silhouettes, slim cropped trousers and soft tunics, ‘Elephants’, sacred animal for Indians and used for the prints and embroideries, give the collection its title. Black kaftans in georgette, trapeze line dresses, trousers in mikado silk with crystals and sequins that echo the pinks of Indian sunsets are united with more nocturnal and sensual notes for the ball gowns”.
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RANI ZAKHEM “Ho voluto ricreare l’atmosfera dei mitici balli del passato, che vedono protagonisti abiti aerei che danzano al ritmo di movimenti ariosi. Ho guardato all’archivio degli stilisti americani del dopoguerra, da Charles James a Jacqueline de Ribes, rileggendo certe loro creazioni per le donne di oggi, delle principesse dei tempi moderni, in un omaggio alle mille anime di New York di cui ho voluto ripercorrere il glamour. Dall’euforia degli anni Sessanta all’edonismo degli Ottanta, percorrendo in moda mezzo secolo di storia del costume americano nel segno della contemporaneità”. Rani Zakhem
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“I wanted to recreate the atmosphere of the legendary balls of the past with those floating, airy gowns. I looked to the archives of postwar American designers like Charles James and Jacqueline de Ribes, revisiting some of their creations for today’s woman, modern day princesses, in a tribute to the thousand souls of New York whose glamour I wanted to evoke. From the euphoria of the Sixties to the hedonism of the Eighties travelling, through fashion, through half a century of the American history of fashion, under the banner of modernity”.
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RENATO BALESTRA “Ho immaginato una donna-dea, prendendo ispirazione dal mondo ellenico classico simboleggiato da Atena, protettrice delle arti e della sapienza che diventa il simbolo della nuova couture. Tutto ruota attorno ai toni del bianco candido e dell’arancio color del sole, tra tessuti plissettati che citano i decori architettonici dell’Antica Grecia e preziosi ricami traforati in vernice oro. Metallo lucente che torna nelle scarpe intarsiate, come nell’abito interamente ricamato in oro scintillante”. Renato Balestra
“Taking inspirations from the world of classical Greece I imagined a female goddess symbolised by Athena, protector of the arts and knowledge, who became the symbol for my new couture. Everything revolves round brilliant white and orange, the colour of the sun, in pleated fabrics citing the architectural decorations of Ancient Greece and fine gold, open work embroideries. Gleaming metal was reflected in the shoes and in the dress, entirely embroidered in glistening gold”.
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LIBRARY
Ci sono incontri perfetti - a volte frutto del caso, spesso felici intuizioni che vanno a buon fine - capaci di grandi quanto rivoluzionarie imprese, se non addirittura destinati a durare per sempre. Alcuni li chiamano colpi di fulmine. E accadono nella vita, così come nella moda. È questo sicuramente il caso di un plotone, 100 per l’esattezza, di memorabili creazioni che hanno scandito la storia del costume degli ultimi decenni, entrando all’istante e di diritto nell’Olimpo dello stile. Abiti maestosi, altri più semplici, esibiti sul grande schermo o, solo per una notte, su blasonati red carpet internazionali da dive, celebrità e icone di stile. Creazioni in grado di catturare lo spirito dei tempi, di rappresentare i gusti di un’intera generazione, di esprimere al meglio il fascino
Certain matchs are just perfect - sometimes by pure chance, sometimes they are simply lucky hunches - capable of being great, not to say revolutionary or even destined to last forever. Some call them bolts out of the blue. And just as that happens in life so it happens in fashion. This is certainly the case for a vast number, 100 to be exact, of unforgettable designs that became milestones in the history of the fashion of the last few decades, instantly and rightfully securing a place on the Mount Olympus of fashion. Some are sumptuous dresses others much simpler, some seen on the silver screen or just for one night on the international red carpets of stars, celebrities and fashion icons. Dresses that embody the spirit of the times, represent the styles of an entire generation and express to the
di chi le ha indossate. Dall’inossidabile eleganza del tubino nero, sul quale tutto si è detto e scritto, sfoggiato da Audrey Hepburn nella pellicola Colazione da Tiffany, all’abito da sposa di Lady Diana, fino al vestito bianco di una Marilyn tutta curve nel film Quando la moglie è in vacanza, senza dimenticare l’eccentrico abito da cigno, con tanto di becco e piume, realizzato dal designer Marjan Pejoski per l’artista islandese Björk. Spettacolari apparizioni che hanno fatto notizia, suscitato meraviglia, talvolta creato scalpore, occupando copertine di giornali, comparendo ancora oggi sulle numerose riviste di settore. È a questo super griffato guardaroba dei sogni che la celebre illustratrice di moda Megan Hess dedica il libro The Dress: 100 Iconic Moments in Fashion, un patinato portfolio di illustrazioni e silhouette, realizzate in punta di matita, tutto da sfogliare, edito da Hardie Grant Books. Valeria Palieri
maximum the appeal of those who wore them. From the enduring appeal of the black sheath dress, about which everything has already been both written and said, worn by Audrey Hepburn in Breakfast at Tiffany’s, to Lady Diana’s wedding dress, or the white dress worn by the curvaceous Marilyn in the film The Seven Year Itch, without forgetting the eccentric swan dress, complete with beak and feathers, made by the designer Marjan Pejoski for the Icelandic musician Björk. Spectacular apparitions that made news, met with wonder, sometimes scandalised, appeared on magazine covers, and still appear widely in the fashion press today. The celebrated fashion illustrator Megan Hess has dedicated the book The Dress: 100 Iconic Moments in Fashion’to this top, dreamy designer wardrobe, a glossy portfolio of illustrations and silhouettes all in pencil, published by Hardie Grant Books.
The Dress Megan Hess, The Dress: 100 Iconic Moments in Fashion, Hardie Grant Books. All images, courtesy of Hardie Grant Books, © Megan Hess.
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Chanel Willy Rizzo par
La Gloire au Zenith 1959: Mademoiselle sistema il cappello di Paule Rizzo, che indossa una abito a tunica in cotone stampato, mentre Mademoiselle Lucia, prima sarta dell’atelier, controlla / Mademoiselle arranging the hat of Paule Rizzo, who wears a tunic dress in cotton print, as Mademoiselle Lucia, the first seamstress of the atelier, looks on.
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L’ascension 1955: questa foto di Mademoiselle Chanel è stata scattata con una Rolleiflex, una delle macchine fotografiche preferite da Willy Rizzo per questo genere di ritratti. Il formato quadrato esalta sempre il soggetto e l’effetto soft focus sullo sfondo è incomparabile / this photo of Mademoiselle Chanel was taken with a Rolleiflex, a camera much favored by Willy Rizzo for this type of portrait. The square format always enhances the subject and the treatment of the soft focus of the background is incomparable.
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Atelier Versace Grintosi, scattanti, quasi ergonomici, anche quando sprigionano erotismo e sensualità da ogni cucitura. Sono accessori pensati per una donna forte e di potere, abile nel dosare e calibrare eleganza, dinamismo e sex appeal quelli scaturiti dalla creatività di Donatella Versace per la sua collezione di haute couture. Svettanti e candide décolleté a punta sono avvolte da larghe bande elastiche a contrasto, tinte in colori fluo, come giallo canarino e arancione, mentre i sandali esibiscono cinturini a strappo di gusto active o ammiccanti lacci che cingono la caviglia. Orecchini chandelier si alternano a grandi anelli, con tanto di gemme appuntite. Per lasciare, ancora una volta, il segno. 274
Energetic, sharp and almost ergonomic, even when emanating eroticism and sensuality from every seam. The accessories originating from the creativity of Donatella Versace for her haute couture collection are designed for a strong and powerful woman, capable of achieving a fine balance between elegance, dynamism and sex appeal. Striking, white, plunging pumps are wrapped by wide elasticated bands with strips in contrasting fluorescent colours such as bright yellow and orange, while the sandals have sporty velcro straps or shiny laces round the ankles. Chandelier earrings were alternated with large rings some with pointed stones. Clearly yet again made to leave their mark.
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Chanel 1957. Dopo aver rivoluzionato il guardaroba femminile con l’iconico tubino nero, il tailleur in lana bouclé e la borsa matelassé, Mademoiselle Chanel infrange nuovamente i dettami stilistici dell’epoca introducendo “the two-tone shoes”, ovvero le scarpe bicolor. Primavera/estate 2016. Karl Lagerfeld, direttore creativo della maison di Rue Cambon, estremizza la rivoluzionaria visione estetica di Coco, montando quelle calzature, dalla doppia tonalità, su alte quanto scultoree zeppe in sughero. “Sono l’ultima frontiera dell’eleganza”, affermò all’epoca Coco. “Sono il simbolo di una couture capace di anticipare lo spirito dei tempi”, aggiungiamo noi oggi, ammirate.
In 1957, having revolutionised the female wardrobe with the iconic black sheath dress, the bouclé wool suit and matelassé bag, Mademoiselle Chanel again infringed the dictates of the day by introducing “the two-tone shoes”. For spring/summer 2016, the house’s creative director, Karl Lagerfeld, has taken Mademoiselle Coco’s revolutionary vision to extremes by adding sculpted cork platform soles to those two-tone shoes. “They are the last frontier in elegance” Coco declared at the time. “They are the symbol of a couture that can anticipate the spirit of the times”, we can add today. 275
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Giorgio Armani Privé La palette cromatica scelta da Giorgio Armani per la collezione estiva di haute couture non lascia adito a dubbi: il lilla, in tutte le sue sfumature, tinge sofisticate creazioni che rievocano quelle sfoggiate sui più importanti red carpet hollywoodiani. Calzature, rigorosamente basse, si abbinano a soffici pochette in seta e a piccole clutch gioiello da portare a mano o al polso, in modalità ton sur ton o a contrasto. Una spolverata di glitter avvolge piccoli, ma preziosi, dettagli di stile, come quelle calze corte, cortissime, che donano alla silhouette un tocco di moderata spensieratezza. 278
No doubt about the colour palette chosen by Giorgio Armani for this haute couture summer collection: every shade of lilac in sophisticated creations evoking those seen on the most important red carpets of Hollywood. Rigorously flat shoes were co-ordinated with soft, silk pochettes and delicate jewel clutch bags in ton sur ton or contrasting colours to be carried or worn on the wrist. And a dusting of sparkle in small but elegant style details such as the short socks added a touch of light-heartedness.
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Cristalli e voluminose pietre diventano i protagonisti assoluti dei bijoux firmati Giorgio Armani Privé. Sotto i riflettori, bracciali scultorei dalle dimensioni over e dal carattere sofisticato e deciso, accessori perfetti per inappuntabili donne di polso. Il décolleté è ingentilito da lunghe collane, annodate ad arte, o da scintillanti collier che verticalizzano la silhouette. A ribadire il concetto, anche luminosi orecchini chandelier dalle complesse incastonature.
Crystals and voluminous stones become the protagonists of the jewels designed by Giorgio Armani Privé.Under the spotlights, over-size, sculptural and sophisticated, but determined, bracelets, the perfect accessories for a faultless women of power. Necklines embellished with long and cleverly knotted necklaces or others that glittered and lengthened the silhouette. A concept repeated again in the in complex settings of the chandelier earrings.
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Chanel Il backstage della maison di rue Cambon è affidato alle sapienti mani di una superstar del beauty, il make up artist Tom Pecheux, che traghetta nel nuovo millennio un’ammaliante Cleopatra. Due linee di eyeliner, rigorosamente nere, segnano la parte superiore e inferiore degli occhi, incorniciando uno sguardo che diventa scultoreo. L’incarnato del viso è nude, mentre la bocca, carnosa e sensuale, è messa a fuoco dalle delicate tonalità del rossetto “Rouge Allure 162 Pensive” e dal trattamento idratante “Rouge Coco Baume”.
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The backstage of the rue Cambon fashion house is entrusted to the skilled hands of the beauty superstar, the make up artist Tom Pecheux, who is taking a bewitching Cleopatra into the new millennium. Two lines of eyeliner, strictly black, mark the upper and lower part of the eyes, framing a look that becomes sculptural. The face’s complexion is nude, while the mouth, fleshy and sensual, is underlined with the delicate shade of the “Rouge Allure 162 Pensive” lipstick and the “Rouge Coco Baume” moisturizing treatment.
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BEAUTY
Il maestro delle acconciature Sam McKnight, all’opera nel backstage della maison, ha soprannominato “Chanel Croissant” quei maestosi e morbidi chignon realizzati per le silhouette di Karl Lagerfeld. Frontale tiratissimo, riga centrale e una corona di chiome dai volumi generosi che incorniciano il collo, trasformando eleganti fanciulle in inappuntabili lady 2.0. Allure chic, piglio deciso e avveniristico.
The master of hairstyles Sam McKnight, gave the nickname “Chanel Croissant” to those majestic and soft buns created for the silhouettes by Karl Lagerfeld named, while working backstage for the fashion house. Pulled at the front, a central parting and a crown of hair with generous volumes framing the neck, transforming elegant girls into impeccable 2.0 ladies. A chic allure, a gritty and futuristic attitude.
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