PUBBLICAZIONE PERIODICA SEMESTRALE ANNO XXVIII - N. 18 Italy only € 35,00 FSV 79,00 (compreso Ticino) - B € 65,00 - F € 55,00 - D € 75,00 - E € 57,00 - P € 64,00 - A € 60,00 - NKr 695,00 - UK £ 63,80 - M-3915-18-€ 55,00-RD
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HAUTE COUTURE
PARIS-ROME F/W 2018-19
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C O NTENTS
EDITORIAL L
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CATHLEEN NAUNDORF Chanel Series Book
C U R I E L
R E NATO BA L E S T R A
I N T E RV I E W
THIERRY MUGLER E X H I B I T I O N
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I N T E RV I E W
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II chapter
I chapter
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BEAUTY
E D I T O R I A L
VANITAS VENDÔME
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D E TA I L S
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J E W E L RY
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EDITORIAL letter
© 2017 Modadivas
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“Gli abiti di Alta Moda hanno il carattere unico e insolito di un oggetto d’arte. Sono tra le ultime cose fatte a mano, la mano dell’uomo il cui valore è insostituibile, perché essa dona a tutto quello che crea ciò che nessuna macchina può portare: la poesia e la vita”. Lo affermava, 70 anni fa, Christian Dior, grandissimo maestro, uomo dal carattere non facile, ma pronto con la sua sensibilità a mettere in luce il senso più intimo e profondo della vera couture. Una fotografia perfetta capace di non sbiadire davanti ai tempi e ai passaggi nevrotici delle mode, una fotografia che giunge fino a noi oggi, al tempo di Instagram, dei social e della foto, possiamo ancora chiamarla così?, che “se non c’è, non esisti”, in una profusione di immagini, abiti, accessori, amori, o amori accessorii, cani e gatti, cibo, vacanze e fate voi, presto pubblicate, subito dimenticate. Non così l’alta moda, non l’abito di una couture destinata a celebrarsi nel tempo e a tramandarsi, di generazione in generazione, di madre in figlia. Contrapposizioni tra ieri e oggi che impongono però una riflessione: impossibile e impensabile sfuggire al diktat imperante che ci vuole tutti visibili e subito, qui e ora, in un apparente contrasto con il dna della couture che richiede tempo, studio, minuziosa ricerca, applicazione. Come spiegare, allora, alle nuove generazioni, motore della vita digital e di una moda che mischia tutto, senza troppi complimenti, che cosa sia quello speciale savoir-faire, anima dell’Alta Moda? “L’atelier di un couturier”, ci racconta Maria Grazia Chiuri, direttore creativo della Maison di Avenue Montaigne, “ricorda molto quello di un pittore o di uno scrittore, un luogo dove l’artista può esprimere la sua visione, creando, assemblando, smontando per poi ricostruire. Sta a noi quindi trasmettere questa singolarità alle nuove generazioni, affinché capiscano come unire al senso della velocità e del futuro il valore di un andamento più rallentato, curato e studiato, come impone la Haute Couture”. Proprio come l’arte che non conosce tempo, l’Alta Moda richiede uno sguardo accurato e attento, sulla sua storia passata, ma anche sul futuro, come testimoniano anche le nuove, giovani generazioni di clienti, ma anche di designer, presi tutti dall’incanto della couture. Qualcosa di apparentemente inspiegabile bellezza che ha invece il suo più evidente segreto in quelle regole, in una poesia che si fa disciplina capace alla fine di produrre capi straordinari, affidati all’estro e alla mano di designer provenienti da tutto il mondo inseguendo non una chimera che oggi si vorrebbe fuori tempo, ma la realtà di una scia luminosa e modernissima, come quella di una cometa che ha il nome della Couture.
“Haute couture clothes have the unique, unusual character of an art object. They are among the last things to be made by hand, which has irreplaceable value, because it gives everything it creates what no machine can ever make: poetry and life.” So said Christian Dior 70 years ago. He was a man of uneasy character, yet always had the sensitivity to highlight the most intimate and profound meaning of real couture. A perfect snapshot that never fades as time and fads pass. A snapshot that has lasted to the current day, to a time when Instagram and social media have made photos, if we can call them that, so ubiquitous that the vast quantity of images of clothes, accessories, lovers, or accessory lovers, cats, dogs, food, holidays and whatever else are forgotten as quickly as they are put online. Not so haute couture. Not so the couture dress destined to be celebrated over time and passed down from mother to daughter. The juxtaposition between the past and now creates food for thought: our inescapable culture of everything being made visible immediately seems to contrast with the dna of couture, which takes time, study, painstaking research and application. So how should we explain to the new generations, who are the main users of digital technology and lackadaisical, mix & match fashion, just what couture’s special savoir-faire is? “The atelier of a couturier,” says Maria Grazia Chiuri, creative director of the brand based in Avenue Montaigne, “is much more like a painter’s or writer’s study, a place where the artist can express his or her vision, creating, assembling, dismantling and rebuilding. It is up to us to convey this singular characteristic to the new generations so they can understand how to team the sense of pace and of the future with the value of the slower, more studied rhythm of haute couture.” And just as art is timeless, so haute couture requires a more discerning eye, both to its past and its future, as the new, younger generations of clients will attest, but also the designers, who are all enchanted by couture. Something of seemingly inexplicable beauty whose biggest secret lies in its strict rules and discipline; something that may seem irrelevant in today’s world but which attracts designers from around the world to the bright, modern light that is Couture.
Cover
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Book Moda Haute Couture n. 18
Antonio Grimaldi Ph. Marco Tassini Style Alexandra Mas Parigi in uno scatto. Place Vendôme, cuore del 1° arrondissement, simbolo del lusso e dell’eleganza parigina, con la sua inconfondibile forma ottagonale incorniciata dalle arcate che oggi ospitano le boutique più prestigiose del mondo, è il set del nostro speciale servizio dedicato all’Haute Couture. Una sorprendente forma d’arte che pare davvero entrare in scena con la creazione in rosso vermiglio, teatrale, sontuoso e sensuale. Tra le architetture, anche di moda, che mettono al centro la ricerca di una bellezza capace di stupire sempre, ad ogni tempo, a qualsiasi età. Editoriale a pag. 52. C.M. Paris in a single shot. Place Vendôme, in the heart of the 1st arrondissement, the epitome of Parisian luxury and elegance, with its unmistakable octagonal shape edged by arches housing the most prestigious boutiques in the world, is the set for our special report on Haute Couture. A surprising, theatrical art form that ushers in all things sumptuous and sensual. An architectural form of fashion that highlights the search for beauty capable of amazing anyone at any time. Editorial on page 52. 14
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Date
Christian Dior: Designer of Dreams V&A, The Sainsbury Gallery, London from 2nd February 2018 to 14th July 2019
Con i suoi 700mila visitatori in sei mesi, dal 5 luglio 2017 al 7 gennaio 2018, Christian Dior, couturier du rève si attesta come l’esposizione di maggior successo del Musée des Arts Décoratifs, a Parigi. Un primato pronto ora a essere eguagliato o, ancor meglio, superato dalla nuova tappa, a Londra dal prossimo 2 febbraio. Ospitata al Victoria & Albert Museum e re-immaginata proprio per i nuovi spazi espositivi, la mostra Christian Dior: Designer of Dreams si presenta come la più completa fino ad ora dedicata dall’Inghilterra a monsieur Dior e alla sua magistrale arte sartoriale in un allestimento arricchito da una nuova sezione che, per la prima volta al mondo, esplora il rapporto tra l’estetica del couturier francese e la cultura britannica. I giardini inglesi, la fascinazione delle architetture vittoriane della città, ma anche l’impeccabile eleganza di casa a Savile Row sono solo alcuni dei punti di contatto che spinsero Christian Dior a realizzare il suo primo fashion show a Londra, nel 1947, nei saloni dell’hotel Savoy. Un debutto fortunato come testimoniano alcune delle più leggendarie figure femminili inglesi, come la scrittrice Nancy Mitford o la stella della danza Margot Fonteyn, divenute in seguito tra le più fedeli amiche e clienti del couturier. Dopo il successo di Savage Beauty dedicata ad Alexander McQueen nel 2015, la mostra su Christian Dior si presenta oggi come la più grande fashion exhibition realizzata dal V&A, un profondo omaggio al geniale designer, tra i più influenti nella storia della moda del XX secolo, che amava ripetere: “Dell’Inghilterra io amo tutto, lo stile di vita, le tradizioni, la cortesia, l’architettura. Perfino la cucina!”. C.M.
Attracting 700 thousand visitors in the six-month period between 5 July 2017 and 7 January 2018, Christian Dior, couturier du rève is the most successful exhibition ever staged at Paris’s Musée des Arts Décoratifs. This record-breaking turnout is set to be equalled, or even bettered, at the show’s next stop, in London from 2 February. Held at the Victoria & Albert Museum and re-imagined for its new location, Christian Dior: Designer of Dreams will be the most comprehensive show ever staged in the UK about monsieur Dior and his masterful tailoring. The exhibition will also have an extra section dedicated, in a world first, to the French couturier’s relationship with Britain. English gardens, a fascination with Victorian city architecture, and impeccable Savile Row elegance are just some of the aspects that drove Christian Dior to hold his first fashion show in London, in 1947, at the Savoy Hotel. It was a successful début attended by many well-known British women, such as writer Nancy Mitford or ballerina Margot Fonteyn, who went on to become two of his most loyal friends and clients. Following the success of Savage Beauty dedicated to Alexander McQueen in 2015, the Christian Dior show is billed as the largest fashion exhibition ever staged by the V&A, a profound homage to this most influential of 20th century designers, who used to say: “There is no other country in the world, besides my own, whose way of life I like so much. I love English traditions, English politeness, English architecture. I even love English cooking!”
Princess Margaret presents Christian Dior with a scroll entitling him to Honorary Life Membership of the British Red Cross, © Popperfoto, Getty Images. 16
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INTERVIEW
TRIBUTE TO
Cinzia Malvini
Dai tempi della Hollywood sul Tevere a oggi, Renato Balestra, il couturier che ha fatto grande l’alta moda italiana, si racconta nel giorno della sua sfilata-evento a Roma, una celebrazione negli Studios di Cinecittà. Tra viaggi, atelier, principesse e una clientela internazionale e glamour, ancora pronta a far (ri)vivere i fasti di un’inconfondibile arte sartoriale. E ai couturier del futuro dice che...
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From the age of Hollywood on the Tiber to today, Renato Balestra, the couturier responsible for elevating Italian high fashion, talks to us on the day of his event-show in Rome, a celebration at Cinecittà Studios. Between travelling, ateliers, princesses and a glamorous, international clientele still willing to experience the pomp of unmistakable tailoring art. Also read what he has to say to the couturiers of the future...
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CHanel SerieS
CatHleen naundorf
PaSSione Polaroid
POLAROID PASSION Silvia Cutuli
Quando le grandi visioni dell’haute couture stanno strette in uno scatto, l’artista tedesca Cathleen Naundorf le cattura in immagini di grande formato, quasi sospese nel tempo
When the great visions of haute couture struggle to fit into a shot, German artist Cathleen Naundorf captures them in large format images, almost suspended in time
The Chinese Garden, 2018, Zuber, Paris, HC Chanel Spring. 28
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ON SHOW
THIERRY MUGLER
OLTRE LA COUTURE
BEYOND COUTURE Enrico Maria Albamonte
Thierry Mugler, Chimera collection, haute couture fall/winter 1997-98, sheath dress resembling a mythical beast, with an articulated gold body made from scales, feathers and horsehair embroidered with rhinestones, model Adriana Karembeu, ph. © Patrice Stable.
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Dal mese di marzo 2019 il Musée des beauxarts de Montréal (MBAM) in Canada ospiterà la grandiosa esposizione Thierry Mugler pardelà la couture (Thierry Mugler oltre l’alta moda), la prima interamente consacrata al genio e alle opere del grande, poliedrico creatore di moda innamorato della danza, del teatro, della fotografia e del linguaggio del corpo. Con il suo approccio visionario e sperimentale intriso di algido erotismo Manfred Thierry Mugler ha saputo imprimere una svolta epocale alla visione della moda scrivendo una pagina indelebile e paradigmatica del corso della storia del costume e della società. L’imponente esposizione, voluta, prodotta e allestita dal MBAM in collaborazione con il gruppo Clarins e la maison Mugler, è stata curata da Thierry-Maxime Loriot sotto la direzione di Nathalie Bondil, direttrice generale e capo conservatrice del MBAM. L’iter espositivo che presenterà al pubblico in anteprima mondiale a Montréal più di 130 modelli dello stilista per lo più mai esposti in precedenza, realizzati fra il 1973 e il 2001, rivelerà anche un patrimonio documentario di pezzi inediti d’archivio, schizzi e opere firmate da alcuni dei più grandi artisti e fotografi. La mostra ripercorrerà il cammino di un creativo d’eccezione che ha rivoluzionato la moda con i suoi tagli morfologici e futuristi e il glamour delle sue silhouette scultoree ed elegantissime. I suoi tailleur apparentemente austeri in realtà ironici e sovversivi con le spalle da super eroina e il punto vita enfatizzato da vertiginosi corsetti rivestono una femmi-
From March 2019, the Musée des beauxarts de Montréal (MBAM) in Canada will host a grand exhibition entitled Thierry Mugler par-delà la couture (Thierry Mugler Beyond Couture), the first to be entirely dedicated to the multi-talented designer and lover of dance, theatre, photography and body language. With his visionary, experimental approach charged with cool eroticism, Manfred Thierry Mugler has changed fashion’s vision by leaving an indelible, exemplary mark on the course of the history of clothing and society. The impressive exhibition, conceived, produced and staged by MBAMin collaboration with Clarins Group and the Mugler brand, has been curated by ThierryMaxime Loriot under the direction of Nathalie Bondil, MBAM’s director general and chief curator. Premiering in Montreal, the exhibition will bring together over 130 outfits, most of them never shown before, created between 1973 and 2001, as well as many unseen archive documents, sketches and photos by great artists and photographers. The exhibition will explore the work of this exceptional designer, who revolutionised fashion with his morphological, futuristic cuts and glamorous, sculptural and elegant silhouettes. His seemingly austere yet actually ironic and subversive suits feature super-heroine shoulders and a corseted waist, revealing a sublime, powerful and sensual woman in constant metamorphosis. The exhibition will also focus on the designer’s singular imagination as he moved from ready to wear to haute couture,
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interview
Zhao YiZheng
Curiel: Couture e Cultura nel segno della C
CURIEL: COUTURE AND CULTURE BEGIN WITH C
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Per la prima volta il presidente di Redstone Mr Zhao racconta i suoi piani, ma anche la sua passione per la maison che ha fatto grande la moda italiana
For the first time Redstone Chairman Mr Zhao talks about his plans and his passion for the brand that made Italian fashion great
a due anni dall’ingresso di Curiel nella holding cinese redstone, Mr Zhao traccia un bilancio e guarda al futuro. dalle aperture di nuove boutique nel mondo, a partire da hong Kong e new York, a quel Curiellino, sempre di moda e oggi amatissimo anche dalle giovani cinesi, sofisticate e attente allo stile, grazie alla riedizione che ne ha fatto gigliola Curiel, la figlia di
Two years since Curiel joined Chinese holding company Redstone, Mr Zhao takes stock and looks to the future. From opening new stores around the world, including in H o n g Ko n g a n d N ew Yo r k , t o t h e Curiellino, the ever-popular dress much loved by young, sophisticated and styleconscious Chinese women, thanks to a rerelease by Gigliola Curiel, Raffaella’s
C
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Giorgio Armani Privé dress and jewelry.
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Chapter I
EDITORIAL
VANITAS VENDÔME Photo Marco Tassini Art director Alexandra Mas
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Valentino, Buccellati necklace.
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Ci sono molti indizi per capire il successo di una manifestazione e il pieghevole della Chambre Syndicale de la Haute Couture è uno di questi. Ripiegati rigidamente a fisarmonica, i fogli che scandiscono nomi e orari delle sfilate dedicate al prossimo inverno sono ormai quasi del tutto “fully booked”, al completo: non c’è più spazio e non c’è posto scorrendo l’elenco di cinque giorni pieni pieni di Maison, siano esse Membres Correspondants o Invités della Couture o di Alta Gioielleria, francesi e internazionali. Il secondo indizio arriva dal numero di berline nere e di Uber che a ritmo incessante aprono una finestra (o un finestrino...) sulle dame del bel mondo che a Parigi vengono per assistere, guardare e alla fine anche ordinare i migliori pezzi couture. Se non ci sono più le clienti di una volta, quelle rimaste devono essere concentrate tutte qui, a Parigi, tra il 1° e l’8° arrondissement, per niente intaccate nel look e nel make up dalle infuocate giornate di luglio. Il terzo e ultimo indizio riguarda noi di Book Haute Couture e per la precisione chi vi scrive, insieme a Giovanna saldamente al timone da qualche lustro, a Flavia e Valentina. Insieme guardiamo foto e reportage, studiamo e ripassiamo con cura maniacale gli abiti più importanti e rappresentativi, affinché ciascun designer possa ritrovare nelle pagine che seguono il dna, la quintessenza della propria arte sartoriale. E quando la selezione si fa dura e l’esclusione di un capo diventa lotta per la salvezza, anche se solo in pagina, capisci allora che quel pieghevole dell’inizio ci voleva solo avvisare: la couture è più viva che mai, qui e ora, à Paris, nella trionfante concretezza del suo mondo. C.M.
r s Pa i Chapter II
There are many clues to understanding an event’s success and the Chambre Syndicale de la Haute Couture booklet is one of them. With its stiff concertina folds, it lists the names and times of next winter’s shows, which are almost all fully booked. There is no more room in the five packed days of Maisons, whether they be Membres Correspondants or Invités in Couture or Haute Joaillerie, French or international. The second clue comes from the number of black saloon cars and Ubers providing (all too fleeting) glimpses of the illustrious prospective clients who have come to view and perhaps order the best couture pieces. While there may be fewer clients now, the ones left all seem to be here in Paris, between the 1st and the 8th arrondissement, and their look and make-up does not seem at all ruffled by the hot July weather. The third and final clue is Book Haute Couture itself, including yours truly, along with Giovanna, who has been at the helm for some time, Flavia and Valentina. Together, we look at the photos and reports, we pore over the most important and most representative dresses, in order to portray the very essence of every designer’s art in these pages. And when it is so hard to choose which dresses to feature and which to exclude, you understand that the booklet mentioned earlier was a sign that couture is as alive as ever, here and now, à Paris, in the triumphant concreteness of its world.
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Giorgio Armani Privé
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CHANEL Le boîtes de bouquinistes, i piccoli scrigni verdi che serbano, e offrono al pubblico, la gioia di scovare libri rari, incisioni e manoscritti fanno parte del tessuto di Parigi dalla metà del 16simo secolo, per la città dei lumi un simbolo e una tradizione divenuti anche patrimonio dell’umanità, grazie al battesimo dell’Unesco datato 1991. Ed è proprio questo inconfondibile decoro del Lungosenna, davanti a modelli-venditori, accomodati su siede pieghevoli e plichi di giornali come pouf, il pont des Arts a fare da sfondo insieme all’inconfondibile sagoma dell’Académie Francaise, il set scelto da Karl Lagerfeld per la nuova collezione couture autunno/inverno 2018-19. E un vero patrimonio sono anche i codici dello stile Chanel che ritornano tutti, come vuole il dna della maison, sempre pronti a confrontarsi con la modernità: i tailleur in tweed grigio perla e lo spirito rock racchiuso anche dalle crestebanana acconciatura, tra maniche svasate che scoprono lunghi guanti di pelle e lunghezze aperte da alti spacchi laterali che svelano inattese minigonne. E, ancora, stivaletti ricamati in versione sera, piume, trasparenze, micro paillette e cristalli luminosi pronti ad accendere la più romantica passeggiata notturna di giovani e internazionali Coco Chanel sul loro amatissimo quai. C.M. The boîtes de bouquinistes, the green-painted wooden stands selling rare books, engravings and manuscripts, have been part of the fabric of Paris since the mid-16th century and were declared a UNESCO World Heritage site in 1991. This unmistakable sight along the banks of the Seine was recreated by Karl Lagerfeld for his Fall/Winter 2018-19 show complete with model-sellers sitting on folding chairs and resting their feet on stacks of newspapers, the pont des Arts and the Académie Francaise in the background. The collection blends all the Chanel codes with a touch of modernity: pearl grey tweed suits with a rock spirit expressed by the banana Mohican hairstyles, flared sleeves revealing long leather gloves and long skirts open at the side revealing the mini-skirt beneath. Ankle boots with embroidery, feathers, transparencies, micro sequins and bright crystals light up romantic evening strolls for the young, international Coco Chanel fans on their beloved quai.
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DIOR HAUTE COUTURE “Questa collezione rende omaggio al lavoro minuzioso dell’atelier e a una bellezza che non mostra il suo sforzo. Niente è più difficile che la perfetta semplicità di un drappeggio, la sobrietà e la pulizia di un’eleganza epurata da ogni sovrastruttura. È questo il modo migliore per far capire alle nuove generazioni che cosa e quale sia oggi il valore dell’haute couture”. Post show Dior al museo Rodin, con Maria Grazia Chiuri, direttore creativo donna e couture, presa letteralmente d’assalto dalle emozioni dei suoi ospiti. Se c’è una parola italiana che tutto il mondo conosce quella è “bellissima” ed è la stessa che rimbalza di cronista in cronista, di voce in voce che da singola si fa coro. Negli spazi del museo allestito con le telette dell’atelier, seguendo il filo dell’educazione all’alta moda, ma anche quello di Christian Dior. Couturier du rêve, la grande mostra ospitata lo scorso anno al Musée des Arts Décoratifs, oltre 700 mila visitatori in sei mesi e dal prossimo 2 febbraio al Victoria & Albert Museum di Londra (vedi Date a pag.), entra in scena una straordinaria collezione di 71 creazioni, capace di svelare, senza togliere nulla al segreto e alla magia degli abiti, tutta la maestria sartoriale di un grandissimo atelier. Guidato con precisione dalla mano della stilista romana che ama la couture, la conosce, la rispetta e la mette a nudo anche grazie a quel color pelle capace di candore, seduzione e bellezza come se ne vorrebbe di più, in generale, al mondo. C.M. “This collection pays homage to the painstaking work of the atelier and a beauty that does not reveal the hard work involved. Nothing is harder than the perfect simplicity of a drape, the simple cleanness of stripped-back elegance. And this is the best way to help the new generations understand the value of haute couture today.” After the Dior show at the Rodin Museum, womenswear and couture creative director Maria Grazia Chiuri was literally surrounded by the love of her guests. If there is one Italian word the whole world understands, it is bellissima and that is the word most heard from journalists and fans alike. The museum was decorated with cotton toiles from the atelier, following the couture theme of Christian Dior. Couturier du rêve, the exhibition hosted last year at the Musée des Arts Décoratifs, which attracted over 700 thousand visitors in six months and heads to London’s Victoria & Albert Museum from 2nd February (see Dates on page ). This was the backdrop for an extraordinary collection of 71 looks that showcased the tailoring skill of a great atelier, without taking anything away from the secret and magic of the clothes. Guided by the skilled hand of the Roman designer who loves, knows, respects and reveals couture through nude-coloured fabric that seems to want even more candour, seduction and beauty from the world.
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FENDI COUTURE Non più Haute Fourrure, ma Fendi Couture. Perché? Semplice, la collezione è una dimostrazione pratica del saper fare della maison italiana, della sua abilità nel trattare i diversi materiali, frutto del lavoro attento di esperte petites mains, ma anche di un’incessante ricerca tecnologica. E allora accanto ai preziosismi dei capi in pelliccia, vero focus della Casa, come la giacca in visone realizzata con 900 striscioline intarsiate e multicolor, c’è il tailleur che grazie a un gioco di paillette mima the real fur o il vestito in chiffon con piumette in delicato color rosa cipria. Un incantesimo ambiguo dove nulla è davvero come appare, ma tutto è bellissimo.
From Haute Fourrure to Fendi Couture. Why? Simple, the collection is a practical demonstration of the Italian brand’s skill in handling materials, as carried out by the expert petites mains, and its unceasing technological research. So, alongside the brand’s signature fur pieces, such as a mink jacket made from 900 intarsia’d multi-coloured strips, there was also a skirt suit whose sequins mimicked real fur and a chiffon dress with delicate powder pink feathers. An ambiguous enchantment in which nothing was as it seemed, but everything was beautiful.
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GEORGES CHAKRA Volumi ben strutturati, silhouette costruite e bande grafiche in velluto a disegnare la vita e i fianchi per la F/W 2018-19 firmata dal couturier libanese amato dalle star Georges Chakra che sfila al Palais de Tokyo, tempio dell’arte contemporanea. Una lady determinata e dai modi decisi, moderni, che in una certa opulenza fin de siècle trova una sua dimensione più “morbida”, in completi giacca-pantalone di sobria e assoluta eleganza oppure in evening gown che vedremo presto sui red carpet più alla moda indossati da Blake Lively, Jennifer Lopez, Sofia Vergara, Li Bing Bing...
Structured volumes, constructed silhouettes and graphic velvet bands at the waist and hips. The F/W 2018-19 collection from the Lebanese couturier loved by the stars, Georges Chakra, was showcased at the contemporary art temple, the Palais de Tokyo. A determined, bold, modern lady finding her “softer” side in a certain fin de siècle opulence, wearing elegant pant suits or evening gowns that will soon be worn on red carpets by Blake Lively, Jennifer Lopez, Sofia Vergara, Li Bing Bing...
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GIORGIO ARMANI PRIVÉ Un omaggio al mondo della couture per trasmettere ai giovani che cosa sia oggi realmente l’eleganza e come possa essere rappresentata dall’alta moda. Che per essere davvero tale e stare al passo con i tempi deve rinverdire e sempre ritrovare, rinnovandole, le sue più profonde radici. È il manifesto di Giorgio Armani Privé, una sorta di bandiera del bello e ben fatto con arte e con maestria e per questo mostrato con calma e attenzione, come si faceva un tempo, nei saloni dell’hôtel particulier del 18esimo secolo, sede dell’Ambasciata d’Italia a Parigi. Vis-à-vis con oltre 90 creazioni, espressione di una couture iper preziosa, osservando da vicino le pose delle modelle e la bellezza frusciante dei tessuti, il velluto di seta nero, morbido e luminoso, la firma inconfondibile del Maestro. E ancora i completi da giorno nelle nuance champagne, incursioni e flash di colore rosa acceso sulla memoria della Belle Époque per donne sfuggite a un ritratto di Giovanni Boldini e pronte a tuffarsi nella modernità. Nuvole di tulle scuro che copre le spalle e cela il viso, colpi di turchese intenso, blu zaffiro e verde giada che accendono il nero della notte. Il bianco ottico, le piume di struzzo e i decori di cristallo illuminano la silhouette degli abiti da sera, una scia luminosa e inarrestabile, come una cometa che lascia tutti a bocca aperta, emozionati e un po’ confusi. Come vuole l’incanto della Haute Couture o meglio Haute Privé: una magica alchimia di tempo, eccellenza e arte di chi crea. C.M. A homage to couture to tell the youth of today what elegance really is and how it can be represented by high fashion. To stay relevant, it has to be able to renew and reinvent its most profound roots. Staged at the 18thcentury Italian embassy in Paris, the Giorgio Armani Privé collection is a manifesto of beauty and craftsmanship with age-old calmness and attention. Including over 90 looks, the show expressed a hyper-precious couture that focused on the models’ poses, the sweeping beauty of the fabrics, and the maestro’s unmistakable soft, gleaming black silk velvet. Day looks came in shades of champagne with flashes of Belle Époque bright pink, resembling the women in a Giovanni Boldini portrait ready to dive into modernity. Clouds of dark tulle covered the shoulders and concealed the face, touches of intense turquoise, sapphire blue and jade green illuminated black. The luminous, unstoppable series of evening dresses featured optical white, ostrich feathers and crystal embellishments, rather like a comet leaving everyone open-mouthed, excited and a little confused. Just like the enchantment that is Haute Couture or, rather, Haute Privé: a magical alchemy of time, excellence and art.
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GUO PEI Sfidano le regole della fisica e della gravità le creazioni di Guo Pei, come le ripidissime guglie e i profondi archi a tutto sesto che nelle cattedrali gotiche del Medioevo salivano fino a sfiorare il cielo. “Gli abiti sono creazioni di architettura in movimento”, afferma la designer cinese amata da Rihanna, in scena alla Cité de l’architecture et du patrimoine, 22mila metri quadrati, il più esteso museo di architettura al mondo, un’intera ala del Palais de Chaillot in piazza del Trocadéro. Monumentale, scultorea, solenne.
Defying the rules of physics and gravity, Guo Pei’s latest collection draws on the towering steeples and deep arches of Medieval Gothic cathedrals. “The dresses are creations of architecture in motion,” says the Chinese designer much loved by Rihanna, who staged her show at Cité de l’architecture et du patrimoine, which at 22 thousand square metres, is the world’s largest architecture museum, taking up an entire wing of Palais de Chaillot in place du Trocadéro. Monumental, sculptural and solemn.
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MAISON MARGIELA ARTISANAL Quella di John Galliano per Maison Margiela Artisanal non è una moda di facile interpretazione e tanto meno pensata per essere indossata con disinvoltura. Ma cos’è l’haute couture se non questo? Un modo per invitare alla riflessione, per raccontare qualcosa utilizzando non le parole, ma strati di pvc e tulle, come sempre in stile Galliano, privilegiando la tecnica cosiddetta décortiqué, ovvero ciò che è nascosto diventa visibile, da sotto a sopra, da dentro a fuori, tutto si riduce alla semplice struttura di cui è composto, che ora non è più celata. Al centro di tutto c’è lo studio della generazione digitale dei Millennials, nomadi in un continuo viaggio attraverso la rete.
John Galliano’s work for Maison Margiela Artisanal is not easy to interpret, nor is it designed to be worn casually. But what is haute couture if not this? A way of inviting reflection, conveying a message using not words but layers of PVC and tulle, in true Galliano style, favouring his so-called décortiqué technique of revealing what is usually hidden, turning clothes inside-out and upside-down, or reducing them to the barest structure. At the centre of it all is a study of the digital generation of Millennials, nomads in an ongoing journey towards the net.
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RALPH & RUSSO “Non puoi essere elegante senza grazia e non puoi avere grazia se non sei a tuo agio”, ripeteva Jacqueline de Ribes, la comtesse, icona di stile ineguagliabile, che la maison Ralph & Russo omaggia con una parata di abiti da cocktail e da gran sera, ricchi nei tessuti come il velluto, la duchesse, lo chiffon e nei colori, dal porpora al viola, dal fucsia al petrolio. E luminosi come quegli Eighties, l’età dell’oro dell’alta moda, di cui la collezione racchiude lo spirito per liberarlo tra piume e paillette, balze e drappeggi.
“You can’t be elegant without grace and you can’t have grace if you’re not comfortable,” said Jacqueline de Ribes, the comtesse and peerless style icon, to whom Ralph & Russo pays homage with a parade of cocktail and evening dresses rich in fabrics such as velvet, duchesse and chiffon and colours spanning crimson to purple, fuchsia to petrol. The mood looked to the Eighties, the golden age of couture, in a whirl of feathers and sequins, flounces and draping.
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RAMI KADI Si ispira a Ometeotl, signore della dualità e della vita, divinità doppia della mitologia atzeca, Rami Kadi che combina forme maschili e tessuti più femminili adornati di scintillanti paillette tagliate a laser e ricoperti di glitter. Una collezione che celebra la joie de vivre, donando una connotazione fortemente contemporanea alla couture, senza però mai tralasciarne le regole, come quei quadrati in pelle rosa candido cuciti uno a uno sulla gonna o il blazer incrostato di cristalli e perline per cui ci sono volute 350 ore di attento e sapiente lavoro.
Inspired by Aztec divinity Ometeotl, the dual god of duality and life, Rami Kadi combined masculine forms and feminine fabrics embellished with sparkling laser-cut, glitter-covered sequins. The collection celebrates joie de vivre, giving a strongly contemporary edge to couture without sacrificing its rules, like the pale pink leather squares stitched one by one onto a skirt or the blazer encrusted with crystals and beads which took 350 hours to make.
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PARIS
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SCHIAPARELLI Surrealista, come vuole il dna della Maison. E stravagante nel segno di un’eleganza ricercata e glamorous quintessenza della haute couture. Per la sua settima sfilata chez Schiaparelli, il direttore creativo Bertrand Guyon invita tutti a un gran ballo masqué, teatrale, onirico, ma anche quanto mai reale grazie alle super creazioni portate in scena, per la prima volta, negli spazi dell’Opéra Garnier. “Schiaparelli Animalia Fantasia”, il titolo della nuova collezione destinata a rinsaldare il filo tra l’eclettica creatività di Elsa Schiaparelli, una miscela esplosiva di origini mediterranee, barocchi palazzi romani, eleganza parigina e cultura dell’amicizia più internazionale, e Guyon, lo stesso amore per l’arte e per gli animali, la passione per il fantastico e i più esoterici monili, raccontati in un défilé che sprigiona incanto e inventiva. L’Esprit de Jour, sublimato dal grafismo delle silhouette e da creazioni che come un tratto di matita disegnano leggere il corpo mettendo in luce spalle e bustier, l’Esprit de Nuit, raccolto da creazioni XXL, sontuose massimaliste, esplosive. E bellissime. Proprio come le teste-cappello-acconciatura realizzate da Stephen Jones. Fox terrier, conigli, ma anche cespugli in fiore, per un indimenticabile e immaginifico ballo, sulle tracce di quella fantasia, materia prima della haute couture. C.M. Surrealist, according to the brand’s DNA. Extravagant, as per the glamorous quintessence of haute couture. For his seventh show chez Schiaparelli, creative director Bertrand Guyon invited everyone to a theatrical, dream-like yet very real masked ball hosted, for the first time, at the Opéra Garnier. Entitled “Schiaparelli Animalia Fantasia”, the collection is destined to strengthen the link between Elsa Schiaparelli’s eclectic creativity, an explosive mix of Mediterranean origins, baroque Roman palazzos, Parisian elegance and international friendship, and Guyon, who has the same love of art and animals, a passion for the fantastical and the most esoteric gemstones, through a show that unleashed enchantment and inventiveness. Esprit de Jour, as seen in graphic silhouettes and clothes that lightly highlighted the shoulders and bustiers like a pencil stroke, and Esprit de Nuit, symbolised by XXL shapes, and sumptuous maximalist, explosive styles. All beautiful, of course. As were the headpieces created by Stephen Jones. They came in the shape of fox terriers, rabbits and flowering bushes, creating an unforgettable, imaginative ball that infused all the magic of haute couture.
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ULYANA SERGEENKO È un’ode sofisticata, garbata, chic la collezione F/W 2018-19 di Ulyana Sergeengko, dedicata alla donna, alla sua femminilità raffinata e a tratti austera degli anni ’40, a quella dei colori polverosi che sbocciano da una gonna a corolla degli anni ’50. Soprattutto è un omaggio alle first lady più celebri, da Raisa Gorbacheva a Nina Khrushcheva, da Jackie Kennedy a Michelle Obama. Perché “Dietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna”, parola di chi altri se non di una straordinaria signora della letteratura come Virginia Woolf.
Ulyana Sergeengko’s F/W 2018-19 collection is sophisticated, well-mannered and chic. Dedicated to the refined and at times austere femininity of the ’40s and the dusty coloured swing skirts of the ’50s. Above all, it is a homage to the most famous first ladies, from Raisa Gorbacheva to Nina Khrushcheva, from Jackie Kennedy to Michelle Obama. Because, in the words of the extraordinary literary lady, Virginia Woolf, “Behind every great man, there is always a great woman”.
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VALENTINO “Ho voluto riflettere sul senso del tempo in un modo diverso, con una scansione che potesse passare dalla quantità alla qualità, da kairós e krónos. Un’elaborazione più intima e interiore delle emozioni legate ai momenti, ma anche agli abiti che le ricordano”. In place Vendôme, nell’atelier Valentino, qualche ora prima dell’inizio del défilé couture ambientato nell’hôtel particulier Salomon de Rothschild, è il direttore creativo Pierpaolo Piccioli a riannodare i fili di un tempo emotivo ed emozionale, madeleine che si fanno tessuto nella terra di Marcel Proust. Sono 63 le creazioni realizzate, ma anche battezzate dalle mani delle sarte al lavoro a Palazzo Mignanelli a Roma, dove ogni tocco è un imprinting e ogni cosa ha una sua memoria, anche nella haute couture. Così lo studio sulle forme, colori, volumi prende la strada delle emozioni più profonde, ma anche del rigore sartoriale, fondendo insieme cuore e ragione, accostando ispirazioni settecentesche e mitologia classica, tra cappe regali intarsiate con il ricamo di Leda e il cigno o interamente ricoperte di paillette verdi, pensando a Liza Minnelli. Creazioni in rosso carminio, espressione di artistica passione sulle tracce del pittore francese Watteau, l’abito cappa “Vanitas”, soltanto pieghe e costruzione in un spettacolare e sorprendente incrocio di mikado in seta verde speranza. “Il tempo che abbiamo quotidianamente a nostra disposizione è elastico”, scriveva Proust. “Le passioni che sentiamo, lo espandono”. C.M. “I wanted to reflect on the meaning of time in a different way, with a rhythm that can go from quantity to quality, from kairós and krónos. A more intimate, interior elaboration of the emotions linked to moments, but also to the clothes that recall them.” In place Vendôme, at the Valentino atelier a few hours before the show staged at the hôtel particulier Salomon de Rothschild, creative director Pierpaolo Piccioli ties together the threads of an emotive, emotional time, like so many madeleines used by Marcel Proust in his writing on memories. The 63 looks were created by the petites mains at Palazzo Mignanelli in Rome, where every touch is an imprint and everything has its own memory, even in haute couture. The study of shapes, colours and volumes reflects the deepest emotions, but also the rigour of tailoring, fusing heart and mind, merging 18th-century inspiration and classic mythology, regal capes intarsia’d with Leda and the Swan embroidery or entirely covered with green sequins, in a nod to Liza Minnelli. Crimson red creations express artistic passion similar to that of French painter Watteau, while the “Vanitas” cape dress fuses pleats and construction in a spectacular triumph of green mikado silk. “The time which we have at our disposal every day is elastic”, wrote Proust. “The passions that we feel expand it”.
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VIKTOR&ROLF 25 anni di moda per Viktor&Rolf, 25 look per celebrarli, 25 ricordi che sono anche una promessa per il futuro. Bianco assoluto e totale per la collezione F/W 2018-19 del duo stilistico olandese formato da Viktor Horsting e Rolf Snoeren, come una tela su cui tracciare le linee di quello che verrĂ . Un nuovo voto alla couture che coltiva il passato e allo stesso tempo guarda avanti e guarda oltre. Una riflessione intima, come sempre perfettamente resa in stoffa, che prosegue nella mostra Viktor&Rolf: Fashion Artists 25 Years, al Kunsthal di Rotterdam fino al 30 settembre 2018.
Celebrating 25 years in fashion, Viktor&Rolf produced 25 looks that looked back whilst promising well for the future. The F/W 2018-19 collection by Dutch duo Viktor Horsting and Rolf Snoeren came in all white, like a canvas on which the lines of the future will be drawn. A new vote for couture that cultivates the past while looking ahead and beyond. An intimate reflection perfectly rendered in cloth, as also seen in the exhibition Viktor&Rolf: Fashion Artists 25 Years, at the Kunsthal in Rotterdam until 30 September 2018.
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PARIS
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ZUHAIR MURAD “Un soir à Saint- Pétersbourg”... Zuhair Murad invita i suoi ospiti alla corte degli zar, un gran ballo sotto il regno di Elisabetta di Russia, figlia di Pietro il Grande e Caterina I, imperatrice dal 1741, capricciosa e amante del bello, si dice che possedesse oltre 15mila abiti. Broccato e velluti veneziani ricoperti di arabeschi, ricami dorati e pietre scintillanti sono accostati dal designer libanese, presenza sicura sulle passerelle della couture parigina dal 2001, a stemmi, marsine e bottoni d’ispirazione militare che in un gioco di contrasti donano a queste sfarzose regine lo scettro del potere oltre a un certo rigore di gusto maschile.
“Un soir à Saint-Pétersbourg...” Zuhair Murad invited his guests to the court of the Tzars, to a great ball under the reign of Elizabeth of Russia, daughter of Peter the Great and Catherine I. Empress from 1741 and a capricious lover of beauty, it is said she owned over 15 thousand dresses. Venetian brocade and velvet covered with arabesques, golden embroidery and sparkling stones are teamed by the Lebanese designer, a mainstay in Paris couture since 2001, with military crests, epaulettes and buttons to create a game of contrasts that give these opulent queens the sceptre of power and a certain masculine rigour.
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Chapter III
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BEAUTY Valeria Palieri
Antonio Ortega Architettonico, geometrico, in apparenza essenziale, come il rendering in 3D di un’avveniristica e verticale metropoli: il beauty look di “Forms & Urban Desires”, collezione haute couture firmata Antonio Ortega, ricrea tutta la potenza estetica di uno skyline contemporaneo. A partire dagli sguardi, incorniciati estremizzando ad arte la tecnica del cateye e illuminati da un tratto sottile, ma abbagliante di polvere giallo fluo. L’incarnato, perfettamente nude, cede il passo a labbra rosse e a vistose, quanto complesse, acconciature.
Architectural, geometric, seemingly understated, like the 3D rendering of a futuristic, high-rise metropolis: the beauty look for Antonio Ortega’s “Forms & Urban Desires” haute couture collection recreated all the aesthetic power of a contemporary skyline. The eyes were framed in an extreme cat-eye and illuminated with a thin stroke of neon yellow. The nude-look skin contrasted with red lips and showy, complex hairstyles.
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Chapter IV
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DETAILS Valeria Palieri
Dior Haute Couture Oggi come ieri, l’Haute Couture alimenta sogni, si nutre di dettagli. Eleganti gesti, ponderati atteggiamenti, pose, intimi, ma severi sguardi verificano che le creazioni si adattino perfettamente alle silhouette delle clienti e non viceversa. Regole non scritte, ma decodificate nella quotidianità di chi lavora nell’atelier. Un luogo sacro, sospeso nel tempo, omaggiato senza riserve da Maria Grazia Chiuri, direttore creativo della maison Dior.
Now as in the past, haute couture feeds on dreams and details. Elegant gestures, pondered attitudes and poses, intimate yet serious expressions, all convey the idea that the items adapt to the client and not vice versa. Unwritten rules that are decoded by those working in the atelier. A sacred place suspended in time, paid homage to by Dior’s current creative director Maria Grazia Chiuri.
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C’era un tempo in cui Roma veniva salutata come la nuova Hollywood sul Tevere, meta di attori americani, ma non solo, che tra il Caffè Doney e Via Veneto inscenavano magiche parti al suono di schiaffoni e baci e magnifici inseguimenti in Vespa a uso e consumo dei fotografi del tempo, quei paparazzi, per dirla con il termine che avrebbe dato poi vita a una professione, che hanno ancora oggi in Rino Barillari il loro vero leader maximo. Roma ricominciava e rinasceva in quegli anni ’60 forieri di amori e di atelier, di pellicole e di jet set in un avvenente scambio di attrici e modelle, ambasciatrici di un mondo della celluloide sempre più vicino alla moda. Con il passare del tempo, quest’ultimo non sempre galantuomo, quel mondo ha pian piano ceduto il passo spingendo soprattutto gli atelier di moda lentamente, ma inesorabilmente a chiudere le loro porte, tranne pochi e meritevoli esempi. Ed è anche per questo che quando la nuova edizione di AltaRoma ha annunciato una sua vicinanza al cinema e a quegli anni d’oro per un momento ci siamo illusi che davvero tutto potesse ripartire, seppure in un luogo magico, ma inaccessibile oggi a causa di traffico e lontananza, come Cinecittà. E, dunque, anche se è comprensibile come i fattori di instabilità politica ed economica rendano ogni anno sempre più incerta una manifestazione oggi dal mortificante carattere last minute, viene anche da pensare che per Roma potrebbe valere quanto scriveva ai tempi una grande giornalista di moda come Maria Pezzi davanti ai primi segnali di crisi del sistema moda: “La couture, come tutte le persone gracili e poco utili, certo vivrà a lungo”. C.M.
e o m R Chapter V
There was a time when Rome was heralded as the new Hollywood on the Tiber, a hot destination for American actors whose dramatic slaps and kisses at Caffè Doney and Vespa chases along Via Veneto were snapped by the paparazzi, the “king” of whom was Rino Barillari. In the ’60s, Rome was going through a sort of rebirth. Along with the jet set, fashion ateliers began opening to cater for the actresses and models who flooded into the city. As time passed, the film world inevitably moved on and many of those fashion ateliers closed, leaving only a few noteworthy examples still open today. So when the new edition of AltaRoma announced its link-up with cinema and that golden age, we deluded ourselves for a while that all of that could begin again, even if it were only in the magical though rather inaccessible and distant Cinecittà.While it is understandable that political and economic instability make this event seem increasingly last-minute every year, what the great fashion journalist, Maria Pezzi, wrote about the first signs of crisis in fashion could also be true for Rome: “Couture, like all weak and slightly useless people, will live for a long time.”
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Renato Balestra
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CREATIVE DISTRICT Quarta edizione per Creative District, il progetto ideato e realizzato da Antonio Falanga e Grazia Marino e incluso nel calendario di AltaRoma In Town. In passerella nella storica ed esclusiva cornice del Chiostro dell’Angelicum, l’alta moda di Gian Paolo Zuccarello con “Madeleine”, che prende ispirazione da un’avvenente e ambiziosa ballerina del Moulin Rouge; Asia Neri by Irene Mattei, che guarda alla Spagna del 17esimo secolo tra cappe damascate nel colore simbolo del Paese, il rosso, e complessi ricami dorati; Aline Oliveira, che parte dall’audacia e la gioia di vivere degli Eighties per creazioni dalla vita alta con focus sulle spalle esagerate e il made in Sicily di Antudo. “The Lost Beauty” è il titolo della collezione che racconta la ricchezza e la bellezza del Mezzogiorno, non dimenticando anche le sue tragedie, una donna mediterranea, orgogliosa delle sue origini, indossa tessuti naturali come la seta e l’organza e si adorna dei gioielli di GC Gaia Italian Handmade Jewellery. Chiudono lo show “Empowering Beauty” di Dàvorin Cordone, un viaggio-ricerca onirico e dalle atmosfere cupe per donare di nuovo alla donna il suo potere perduto e, infine, Sosud Ouverture, il progetto delle sorelle Alessandra e Roberta Carrozzo, evoluzione di Sosud by Mario Costantino Triolo. Il “designer artigiano” di origini calabresi, che nel Salento trova la sua massima espressione, continua nella sua espansione, raggiungendo anche Seul con un pop up store. A sfilare sono dieci capi, parte del prêt-à-porter P/E 2018, dalla forte declinazione couture, prodotti in licenza dall’azienda leader nel settore All in One Fashion Ltd. The fourth edition for Creative District, the project launched by Antonio Falanga and Grazia Marino and part of AltaRoma’s In Town showcase. Against the historic backdrop of the Chiostro dell’Angelicum, Gian Paolo Zuccarello’s “Madeleine” collection draws inspiration from a charming, ambitious Moulin Rouge dancer; Asia Neri by Irene Mattei looks to 17th century Spain among damask capes in the country’s signature red and complex gilded embroidery; Aline Oliveira looks to the daring and joie de vivre of the Eighties to produce high-waist, broad-shouldered pieces. Antudo focuses on made in Sicily in its collection entitled “The Lost Beauty”, showcasing the richness and beauty of the Mediterranean, not forgetting its tragedies. A Mediterranean woman, proud of her roots, dresses in natural fabrics like silk and organza and wears jewellery by GC Gaia Italian Handmade Jewellery. “Empowering Beauty” by Dàvorin Cordone is a dark, dream-like research-mission to give women back their lost power. Finally, the show ended with Sosud Ouverture, a project begun by sisters Alessandra and Roberta Carrozzo out of Sosud by Mario Costantino Triolo.The “artisan designer” from Calabria, inspired by the Salento region of Italy, continues to expand, recently opening a pop-up store in Seoul. The brand’s ten-look show, from its S/S 2018 prêt-à-porter collection with a strong couture focus, is produced under license by sector leader All in One Fashion Ltd.
Aline Oliveira
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Gian Paolo Zuccarello
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JENNY MONTEIRO “Romantico metropolitano” è il titolo della collezione di Jenny Monteiro, designer brasiliana, di base a Milano, dove accoglie le affezionate clienti nell’atelier di corso San Gottardo. Il laboratorio di famiglia di abiti da sposa ha nutrito il suo amore per la moda fin da bambina, infondendole l’idea di esaltare non solo le forme, ma anche la personalità di chi indosserà le sue creazioni. Decisa e di carattere, ma anche sensibile e sognatrice, la donna che avanza sulla passerella della collettiva Next Trend è avvolta in forme fluide, delineate dallo chiffon o dalle organze, dalle sete e dal satin, per abiti ampi, pantaloni a palazzo e camicie trasparenti.
“Romantico metropolitano” is the title of the collection by Jenny Monteiro, a Brazilian designer based in Milan, where she welcomes her regular clients into her corso San Gottardo atelier. Her family’s bridal gown workshop nourished her love of fashion since childhood, instilling in her the drive to enhance not only the figure but also the personality of the wearer. Bold and full of character yet also sensitive and a dreamer, the woman on the runway for the Next Trend collective is dressed in fluid chiffon, organza, silk and satin cut into loose dresses, palazzo pants and sheer shirts.
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RENATO BALESTRA “Tribute to Renato Balestra”, una sfilata-evento negli studi di Cinecittà per ripercorrere la storia del maestro che ha portato l’alta moda romana nel mondo, a partire da quell’abitino appena sopra al ginocchio nel suo blu, il “blu Balestra”, che da lì in poi diventerà un simbolo del saper fare italiano e del gusto italiano. È 1958, 60 anni di un amore senza condizioni e senza pretesa passano sotto lo sguardo ammirato e commosso di 700 ospiti, l’eleganza secondo Renato Balestra, il senso della moda secondo uno dei suoi più grandi interpreti, fino all’ultima creazione che chiude lo show, un omaggio nel suo inconfondibile blu a Roma, la città che da Trieste lo accolse, aprendo le porte del primo atelier in via Gregoriana e insieme quelle di un grande sogno.
“Tribute to Renato Balestra”, an event-show staged at Cinecittà Studios, explored the couturier that introduced Roman high fashion to the world, beginning with the above-the-knee dress in his famous “Balestra blue” that would come to symbolise Italian skill and taste. Beginning with that 1958 dress, the show took in 60 years of love without conditions and expectations in front of 700 guests. From that first look to the very last, Renato Balestra’s sense of elegance and fashion was on show in a homage to Rome, the city that welcomed him from Trieste, where he opened his first atelier in via Gregoriana and began working towards his dream.
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ROBERT ABI NADER Per la prima volta nel calendario di AltaRoma, Robert Abi Nader, prestigioso nome della couture parigina, presenta la “Mimo Collection”, 45 abiti, divisi in lunghi, corti e jumpsuit, decorati con applicazioni di resina plastica, microfibra di legno e pelle intagliata al laser e pensati per una donna audace che predilige tessuti trasparenti e traslucidi in grado di esaltarne il fascino femminile. Per il debutto romano il designer libanese, voluto da Yves Saint Laurent appena diplomato alla Chambre Syndicale de la Couture, sceglie la cornice storica della Biblioteca Casanatense, inaugurata nel 1701 nel convento domenicano di Santa Maria sopra Minerva, per una collezione che è un tributo alla figura chiave della sua vita professionale e privata.
Showing at AltaRoma for the first time, Robert Abi Nader, the prestigious Parisian couture label, presented the “Mimo Collection”. It included 45 long and short dresses and jumpsuits embellished with plastic resin appliqués, wooden microfibre and laser-cut leather designed for a daring woman who loves sheer and translucent fabrics that can truly enhance femininity. For his Rome début, the Lebanese designer, who was employed by Yves Saint Laurent after graduating from the Chambre Syndicale de la Couture, chose the historical Biblioteca Casanatense, established in 1701 by the Dominican convent of Santa Maria sopra Minerva, to stage his tribute to this key figure in his professional and private life.
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SYLVIO GIARDINA La maestria sartoriale e l’estro, un legame unico e a doppio filo, come quello che ha unito Yves Saint Laurent a Pierre Bergé, Picasso a Dora Maar, Pier Paolo Pasolini alla Callas, in grado di generare opere d’arte, su tela, in lettere o di stoffa che siano. Si intitola “HC #03 - Lovers” la nuova collezione firmata Sylvio Giardina che è un omaggio all’amore. Il designer parigino di nascita e con la Sicilia delle sue origini nel cuore presenta un’A/I 2018-19 che gioca con i classici come l’abito sac o la giacca ballon e con le forme, più fluttuanti o scultoree, rese tridimensionali da drappeggi e volant che, insieme alla grazia divertita dei fiocchi e alla cura maniacale dei tagli, si rincorrono lunga tutta la passerella.
The strong, unique bond between tailoring skill and flair, like the one between Yves Saint Laurent and Pierre Bergé, Picasso and Dora Maar, Pier Paolo Pasolini and Callas, can generate works of art on canvas, in words or in cloth. Entitled “HC #03 - Lovers”, the new collection by Sylvio Giardina is a homage to love. The Paris-born designer of Sicilian descent presented an F/W 2018-19 that plays with the classics such as the abito sac or ballon jacket and with more fluctuating or sculptural forms made three-dimensional by draping and ruffles, bows and painstaking cuts.
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WHAT’S ON
VITTORIO CAMAIANI
FILO D’ERBA Si intitola “Filo d’erba” l’autunno/inverno 2018-19 firmato Vittorio Camaiani, un percorso estetico che guarda alla natura, senza rinunciare a quel tocco surreale che ancora oggi, a 30 anni dal debutto dello stilista marchigiano, ne contraddistingue la creatività, spesso intrecciata all’arte. Distesi su un prato... quasi come un invito a tornare all’infanzia, mentre le sfumature mutano a seconda dell’ora del giorno, tra luce e controluce, dal viola al glicine, al rosso per virare di nuovo al verde. E, poi, ecco tutti i toni del grey, quello delle grandi metropoli contemporanee, in cui trova sempre comunque spazio un giardino che ci porta lontano, in un’eterna estate. Un gioco di contrapposizioni, in cui risiede il senso della collezione: il bisogno di recuperare la rassicurante dimensione della bella stagione, anche durante un grigio e freddo inverno. Come colpiti dai raggi del sole i capi prendono vita, attraverso lavorazioni a intarsio in duchesse a riprodurre fili d’erba che spuntano anche dai tagli eseguiti su completi e giacche in pregiate lane o ancora rigorosi cappotti in cashmere spinato si animano di applicazioni in seta nel colore dello smeraldo. Per la sera, tute e lunghi abiti con zip in crêpe de chine o crêpe di lana, mikado o organza, un prato al tramonto come nell’abito scollato con gonna a portafoglio che ricorda un quadro futurista.
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“Filo d’erba” (blade of grass) is the title of the Fall/Winter 2018-19 collection by Vittorio Camaiani. An aesthetic journey that looks at nature without sacrificing the designer’s signature blend of surrealism and art, the same since his debut thirty years ago. Lying on the grass... almost like an invitation to go back to childhood, while the colours change as the day grows long from purple to wisteria to red before returning to green. Even all the shades of grey, inspired by the great contemporary cities, always include a reference to a garden that takes us back to a never-ending summer. A game of juxtapositions enclosing the meaning of the collection: the need to retrieve the reassuring dimension of summer, even during a cold, grey winter. As though hit by sunlight, the clothes are brought to life through intarsia’s duchesse reproducing blades of grass sprouting from seams on suits and jackets in premium wool or rigorous cashmere herringbone coats festooned with emerald silk appliqués. For the evening, jumpsuits and long dresses with zips in crêpe de chine or wool crêpe, mikado or organza, a meadow at sunset like the low-necked dress with a wraparound skirt reminiscent of a futurist painting.
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WHAT’S ON
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EMBROIDERY
LUSI
IMPRESSIONI DI PITTURA PAINTING EFFECT
L’Impressionismo si fa tessuto nelle nuove creazioni che sembrano quadri per l’autunno/inverno 2019-20 firmate dal Ricamificio Lusi, la storica azienda di Cardano al Campo, cuore del distretto tessile varesino, che da oltre cinquant’anni realizza in stoffa i sogni delle più grandi maison d’alta moda che rifornisce. Ciò che sopra ogni altra cosa caratterizzava l’arte impressionista è la luminosità delle opere, dovuta alla tipica applicazione del colore tramite tocchi, spesso puro e mescolato poi sulla tela, così l’uso dei filati lurex per complicati ricami, aerei intrecci e fantasie con giochi di pieni e vuoti illuminano le sete preziose, le organze leggere, gli chiffon delicati. Questa tavolozza così chiara e ricca di luce aveva affascinato anche van Gogh e pare che le sue pennellate piene e decise delineino anche qui i contorni degli Iris che dipinse nel 1889 o del Ramo di castagno in fiore del 1890. E sembra di poter camminare lungo la Strada con cipresso e stella (1890).
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Impressionism is turned to fabric resembling paintings for the Fall/Winter 201920 collection by Ricamificio Lusi, the long-standing company based in Cardano al Campo, in Varese’s textile district, which for over fifty years has realised the dreams of the major haute couture brands it supplies. What distinguished Impressionism over other art forms is the way it dealt with light, by mixing pure colour on the canvas. In the same way, lurex thread is used in complicated embroideries, airy weaves and patterns with solids and voids illuminating precious silk, light organza and delicate chiffon. Such a pale, light-infused palette is reminiscent of van Gogh’s bold brushstrokes in the Irises he painted in 1889 or the Horse chestnut tree in blossom from 1890. And the effect is like walking along the Road with Cypress and Star (1890).
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EMBROIDERY
Vincent van Gogh, Irises, 1889, Getty Museum, Los Angeles and embroidery fabrics by Ricamificio Lusi. 251
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WHAT’S ON
MAISON ANTONIO D’ERRICO
ECCELLENZA ITALIANA ITALIAN EXCELLENCE 252
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WHAT’S ON
This page, ph. Stefano Wurzburger.
Tra l’entrata in scena di grandi icone del cinema come Giancarlo Giannini e Ornella Muti e la performance su due ruote dell’ex campione italiano Claudio Chiappucci, si è svolta la decima edizione di “Eccellenze a Capri”, il format che dal 2008, per volere di Enzo e Luisa Citarella, intende promuovere il “made in Campania” nel Bel Paese e in tutto il resto del mondo. Avvalendosi di una location di straordinaria bellezza, quale l’isola di Capri, che durante la serata del 14 luglio ha fatto da cornice al romantico défilé a bordo piscina della linea couture Atelier Nicola D’Errico presentata dalla Maison Antonio D’Errico, uno dei momenti più speciali della kermesse, in grado di conquistare l’attenzione di un grande pubblico per l’eleganza e la raffinatezza dei suoi abiti, frutto di un’elevata qualità delle lavorazioni, dei ricami e dei tessuti, aspetto da sempre imprescindibile della maison. V. U.
The tenth edition of “Eccellenze a Capri”, launched by Enzo and Luisa Citarella in 2008 to promote “made in Campania” in Italy and around the world, featured the appearance of big screen icons such as Giancarlo Giannini and Ornella Muti and the two-wheeled performance of former Italian champion Claudio Chiappucci. Staged on 14 July against the beautiful backdrop of the island of Capri, the romantic poolside show of the couture line Atelier Nicola D’Errico presented by Maison Antonio D’Errico was one of the event’s most special moments. The large audience was captivated by the elegance and refinement of the dresses, which featured the brand’s signature supreme quality textures, embroidery and fabrics.
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INtERVIEw
BRUNO CARUSO PRIVEÉ
L’ARtE DELLA COUtURE THE ART OF COUTURE
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Parigi nel futuro e spirito partenopeo, Bruno Caruso, artisan de luxe, come ama definirsi, si racconta a Book Moda dalla sede della sua maison Bruno Caruso Priveé nel prestigioso Palazzo Miranda in via Chiaia, nel cuore di Napoli
Discussing Paris in the future and Neapolitan spirit, Bruno Caruso, artisan de luxe, as he likes to call himself, speaks to Book Moda from the headquarters of Bruno Caruso Priveé in the prestigious Palazzo Miranda in via Chiaia, in central Naples
Che cosa rappresenta per Lei l’haute couture? Per me l’haute couture è arte, una costante evoluzione di creatività, unitamente a tessuti pregiati per dar vita ad abiti esclusivi.
What does haute couture represent for you? To me, haute couture is art. It’s a constant evolution of creativity and premium fabrics to make exclusive dresses.
Quali caratteristiche deve possedere un capo per essere definito couture? è facile! Deve essere unico, realizzato interamente a mano, con materiali e stoffe di ricerca.
What characteristics must a piece have in order to be couture? That’s simple! It must be unique and entirely handmade with beautiful materials and cloths.
Come sarà la nuova collezione alta moda firmata Bruno Caruso Priveé per la prossima stagione? La nuova collezione rispecchia lo stile della maison Bruno Caruso Priveé, scintillante, femminile e di classe, con tante novità.
What is next season’s Bruno Caruso Priveé couture collection like? The new collection reflects the Bruno Caruso Priveé style: sparkling, feminine and classy, with lots of new elements.
Progetti in cantiere per il futuro? A fine ottobre avremo l’evento istituzionale a Napoli per la presentazione delle collezioni Bruno Caruso Sposa e Couture, per poi approdare a Parigi!
What do you have planned for the future? At the end of October we are having a corporate event in Naples to present the Bruno Caruso Sposa and Couture collections, and then we take them to Paris!
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INtERVIEw
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WHAT’S ON
ISABEL SANCHIS
QUÉ ENCANTO! Isabel Sanchis porta sulla passerella della Barcelona Bridal Fashion Week una collezione ispirata alle “donne del futuro”, proponendo una serie di tessuti differenti tra loro, ma che grazie al geniale tocco creativo della stilista diventano la più perfetta e armoniosa delle combinazioni. Da sempre, infatti, la designer alla guida della maison spagnola si focalizza su un concetto di innovazione che mai, però, rinuncia alle più maestose tradizioni artigianali. Come in ogni sua collezione, anche nella F/W 2018-19, non mancano perciò preziosi ricami fatti a mano e decorazioni dalle forme geometriche e non solo, frutto dell’expertise e del savoir-faire che da sempre contraddistinguono la maison, accostati magistralmente a materiali metallici o plastici dal touch moderno e contemporaneo. V.U.
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Isabel Sanchis brought a collection inspired by the “women of the future” to Barcelona Bridal Fashion Week, proposing a series of different fabrics transformed with the designer’s genius creative touch into the most perfect and harmonious of combinations. The designer at the helm of the Spanish brand has always focused on innovation without losing sight of the most masterful craftsmanship traditions. Like all her collections, F/W 2018-19 includes precious handmade embroidery and geometric embellishments resulting from the brand’s signature expertise and savoir faire and the designer has added metallic or plastic materials for a modern, contemporary touch.
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UNA COLLEZIONE DA STAR(HOTELS) A STAR(HOTELS) COLLECTION All’insegna della migliore ospitalità e sulle orme delle fashion week più esclusive, la catena Starhotels, il gruppo privato alberghiero italiano leader nell’accoglienza a cinque stelle, ci apre le porte dei suoi “Starhotels Collezione”. Icone di stile per un’esperienza memorabile tra design ricercato e servizio personalizzato nel cuore delle più belle città del mondo e più alla moda, oggi vi presentiamo Roma e Parigi
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Combining the very best hospitality and the most exclusive fashion weeks, the Starhotels chain, Italy’s privately-owned leading five-star accommodation group, opens the doors of its “Starhotels Collezione”. Style icons and a memorable experience among refined design and personalised service in the heart of the world’s most beautiful and most fashionable cities, Rome and Paris
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CASTILLE PARIS Con la sua strategica posizione centrale, nel cuore del 1° arrondissement, a un passo dalle firme di moda più internazionali ed esclusive, il Castille si apre come una piccola oasi di relax tra design italiano e intima e più avvolgente accoglienza parigina. Transfer privato, suite arredate con tessuti pregiati e champagne all’arrivo vi daranno il benvenuto nella città della Tour Eiffel. Per lasciarsi poi cullare al tramonto dal battello della Compagnie des Bateaux Mouches, nella più romantica cena sulla Senna e sulle note di violino e pianoforte. Bienvenue à Paris! With its strategic central location, in the heart of the 1st arrondissement, close to the most international and exclusive fashion brands, the Castille is like a little oasis of relaxation amongst Italian design and an intimate Parisian welcome. Private transfers, suites furnished with premium fabrics and champagne on arrival will welcome you to the city of the Tour Eiffel. Watch the sun set from one of the Compagnie des Bateaux Mouches boats, enjoy a romantic dinner overlooking the Seine accompanied by the violin and piano. Bienvenue à Paris!
HOTEL D’INGHILTERRA, ROMA Basta girare l’angolo per ritrovarsi in via Condotti, cuore dello shopping più esclusivo e internazionale ai piedi della leggendaria scalinata di piazza di Spagna. Vanta una posizione straordinaria l’Hotel d’Inghilterra, albergo di lusso dal fascino senza tempo, amato da artisti, industriali, designer e scrittori per la sua eclettica originalità e un’eleganza disinvolta. Transfer privato, champagne e junior suite, ma anche un raffinato dehors del Cafè Romano: e la Capitale non vi sarà sembrata mai più bella! Located in via Condotti, the city’s most exclusive international shopping district at the foot of the Spanish Steps in piazza di Spagna. In this extraordinary location, Hotel d’Inghilterra’s timeless luxury is much loved by artists, industrialists, designers and writers due to its eclectic originality and confident elegance. Private transfers, champagne and junior suites, but also a refined dehors in Cafè Romano: and the capital will never have looked more beautiful!
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WHAT’S ON
PREMIO MODA
“CITTÀ DEI SASSI” 2018
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“Chi fa moda produce cultura”. Tra le migliori interpreti del pensiero espresso dal nuovo ministro della Cultura Alberto Bonisoli durante la 94esima edizione di Pitti Uomo, senza dubbio, la kermesse, giunta alla sua decima edizione, Premio Moda “Città dei Sassi”. Un concorso internazionale che negli anni ha saputo riconoscere e
“Those who make fashion also produce culture.” One of the best examples of the idea expressed by Culture Minister Alberto Bonisoli at the 94th edition of Pitti Uomo is doubtless the “Città dei Sassi” Fashion Prize, now in its tenth edition. It is an international competition that over the years has recognised and showcased
mostrare i più grandi talenti provenienti da tutto il mondo. Brasile, Ucraina, Iran, Argentina: sono tanti i Paesi che, ancora una volta, hanno scelto l’Italia e in particolare la meravigliosa città di Matera, patrimonio dell’umanità dell’Unesco e capitale europea della cultura 2019, per presentare le loro nuove collezioni, per raccontare la loro personale storia in un contesto volto a combinare il fascino e le bellezze naturali del territorio con la creatività della moda; che, durante questa edizione, ha visto decretare vincitrici da una giuria capitanata da giornalisti, stilisti ed esperti del settore la stilista bolognese Valentina Mondini e la materana Simona Lomurno per la sezione Alta Moda, la stilista brasiliana Aline Sanches Pereira per la sezione Prêt-à-Porter, a cui è stato assegnato anche il Premio Moda al Cinema, quest’anno dedicato a Claudia Cardinale, e la romana Anna Rotella per la
the biggest design talents from around the world. Many countries, including Brazil, Ukraine, Iran and Argentina, chose Italy and the wonderful city of Matera, the UNESCO World Heritage site and European Capital of Culture 2019, to present their new collections, telling their personal stories in a context aimed at combining the territory’s natural charm and beauty with fashion’s creativity. At this tenth edition, winners were decided by a jury of journalists, designers and trade experts Bolognese designer Valentina Mondini and Matera-born Simona Lomurno for the High Fashion section, Brazilian designer Aline Sanches Pereira for the ready to wear section, which was also assigned the Cinema Fashion Prize, this year dedicated to international icon Claudia Cardinale, and Roman Anna Rotella for the Eco-Friendly Innovation section. The
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WHAT’S ON
sezione Eco-Friendly Innovation. Ad aggiudicarsi il Premio Serikos, poi, la stilista iraniana Sara Behbud, il Premio Moda della Critica il ragusano Gianpaolo Proietto e, infine, il Premio Moda “Matera 2019” la materana Claudia Perdicchia. A rendere ancor più speciale la serata l’assegnazione del Premio Moda Speciale 2018 a Capucci. La casa di moda ha chiuso il sipario della serata con una collezione ricca di contaminazioni con il mondo dell’arte, frutto del nuovo progetto intrapreso dall’imprenditrice e Cavaliere del lavoro Paola Santarelli, con lo scopo di preservare la storia di uno dei più grandi orgogli del made in Italy. Con il sostegno di Fondazione Matera-Basilicata 2019, con il patrocinio e la collaborazione della Regione Basilicata, della Provincia e del Comune di Matera, dell’APT Azienda di Promozione Turistica della Basilicata, della Lucana Film Commission, del CNA Federmoda e di Matera Convention Bureau, Premio Moda “Città dei Sassi” 2018 è stato inoltre l’occasione per una serie di eventi collaterali. Di grande successo la presentazione della retrospettiva dello stilista
Serikos Prize was given to Iranian designer Sara Behbud, the Critics Fashion Prize to Gianpaolo Proietto from Ragusa and, finally, the “Matera 2019” Fashion Prize to Claudia Perdicchia from Matera. The Special Fashion Prize 2018 was given to Capucci. The fashion brand concluded the event with a show packed with references from the art world resulting from a new project launched by entrepreneur and Cavaliere del lavoro Paola Santarelli, who wanted to preserve and take forward the history of one of Italy’s greatest labels. Set up with the support of the Matera-Basilicata Foundation 2019, with the backing and collaboration of the Basilicata Region, Province and Matera Municipality, APT Basilicata Tourism Promotion Agency, Lucana Film Commission, CNA Federmoda and Matera Convention Bureau, the tenth edition of “Città dei Sassi” Fashion Prize was also an opportunity to launch a series of collateral events. One of the more successful was the presentation of the retrospective by designer Michele Miglionico entitled Madonne
From left, Premio Moda “Città dei Sassi” 2018, ph. Enzo Dell’Atti; Michele Miglionico, Madonne Lucane. Vestiti che Profumano d’Incenso exhibition and, below on the left, Sacra Pasta by Michele Miglionico, ph. Giuseppe Sabia; The winners Valentina Mondini and Simona Lomurno, ph. Enzo Dell’Atti; Capucci fashion show, ph. Enzo Dell’Atti.
Michele Miglionico Madonne Lucane.Vestiti che profumano d’incenso, che ha visto maestosamente esposti lungo la navata centrale della chiesa consacrata del Purgatorio trenta manichini bianchi rivestiti di drappeggi classici, broccati sontuosi, ricami e merletti. Una collezione che rende omaggio alla “Madonna contemporanea”, che ha saputo, emozionando e sorprendendo, coinvolgere i cinque sensi di ciascun ospite, tra la luce filtrata dalle vetrate policrome, il profumo degli incensi, la simbologia delle candele votive e i canti gregoriani. A completare la mostra infine la Sacra Pasta, ideata dal pastificio Gusto Fantastico e firmata da Miglionico in tre formati ispirati ai simboli del Cattolicesimo: la croce, il calice e la Bibbia. Un’affascinante combinazione di storie, profumi, sapori e sensazioni che animano la città di Matera e la conducono in un nuovo entusiasmante viaggio. V.U.
Lucane. Vestiti che profumano d’incenso, which displayed thirty white mannequins dressed in classic draping, sumptuous brocades, embroidery and needlework along the central nave of the sacred Purgatorio church. A collection paying homage to a “contemporary Madonna”, that engaged all five senses due to the light filtered through the stained glass windows, the perfume of incense, the votive candles and the sacred sound of Gregorian chanting. In addition to the exhibition, the Sacra Pasta presentation by the Gusto Fantastico pasta-makers with designer Michele Miglionico featured three durum inspired by the three symbols of Catholicism: the cross, the chalice and the bible. A fascinating combination of history, perfumes, flavours and sensations that lead the city of Matera on an exciting new journey. 263
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LIBRARY Chapter VI
Vintage postcards from the Ritz archives, Eternally Ritz, Assouline, ph. © Robyn Lea.
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LIBRARY
ETERNALLY RITZ
THE PLACE TO BE Flavia Impallomeni
Opposite page, The Vendôme Column.
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120 anni fa, il primo giungo 1989, al 15 di place Vendôme, César Ritz apriva le porte dell’hotel più chic del mondo. Tutti volevano esserci, tutti volevano essere visti mentre erano al Ritz di Parigi, il luogo in cui si è accolti come a casa propria e nello stesso tempo, appena varcata la soglia, si viene trasportati in un altro mondo. “Per innamorarsi ci si mette un secondo. È quello che è accaduto a me nel primo momento in cui ho visto il Ritz, l’albergo più bello nella piazza più bella della città più bella della Terra”, scrive Mohamed Al Fayed, proprietario dal 1979, nella prefazione del volume Eternally Ritz, edito da Assouline. Con i testi della giornalista Laure Verchère e le immagini della fotografa Robyn Lea, il libro rende omaggio al celebre hotel parigino a due anni dalla sua riapertura, dopo i quattro del restauro curato dal designer Thierry W. Despont e dall’architetto Didier Beautemps che hanno saputo ringiovanirne lo spirito, dando ospitalità anche alla prima spa firmata Chanel, senza perderne di vista la bellissima storia.
César Ritz opened the doors of the world’s chicest hotel a hundred and twenty years ago, on 1st June 1989, at 15 place Vendôme. Ritz Paris was the place to see and be seen, where one felt both at home and transported to another world. “It takes a second to fall in love. That’s what happened to me the moment I saw the Ritz, the most beautiful hotel in the most beautiful square in the most beautiful city on Earth,” writes Mohamed Al Fayed, the owner since 1979, in the foreword of Eternally Ritz, published by Assouline. With text by journalist Laure Verchère and images by Robyn Lea, the book pays homage to the famous Parisian hotel two years since it reopened after four years of restoration overseen by designer Thierry W. Despont and architect Didier Beautemps, who rejuvenated its spirit, introducing the first Chanel-branded spa, without losing sight of its wonderful history. In the heart of the city of light, the Ritz shines like a jewel, illuminated by the stars of film, fashion, art, show-business, politics and high society that have always adored its rooms and lounges. Winston Churchill,
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JEwElRy Chapter VII
Silvia Cutuli
CHOPARD RED CARPET
Si sfoglia come un personalissimo diario di viaggio della sua creatrice, Caroline Scheufele, la nuova collezione Red Carpet che come di consueto viene svelata ogni anno al Festival del Cinema di Cannes. Omaggio alla settima arte e insieme al talento di catturare quanto di piĂš incantevole e suggestivo per gli occhi e la mente ci sia in giro per il mondo. Si viaggia sin nel lontano Paese dei Khan e dei Khatum con la collana da regina mongola ornata da prestigiose piume e pietre in un trionfo di colore.
The new Red Carpet collection revealed, as usual, at the Cannes Film Festival, is a little like browsing the travel diary of its creator, Caroline Scheufele. It pays homage to the seventh art and captures the most enchanting and charming things the world has to offer the eyes and the mind. Travelling to the country of the Khans and Khatums with a Mongol queen necklace decorated with prestigious feathers and stones in a triumph of colour.
Red Carpet Collection, Feather Necklace, realized in collaboration with the feather artist Nelly Saunier. Opposite page, images from the Feather Necklace and Red Carpet Collection Chopard making of. 280
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