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SOMMARIO CONTENTS Valentino jumpsuit; Prada by Luxottica glasses. Photographer: Rocco Bizzarri Stylist: Sabrina Mellace
IPORTRAITS
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EDITORIAL
UN COEUR
II EN HIVER
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III
EDITORIAL
HANAMI page
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IVFOCUS
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EDITORIAL BAREFOOT IN THE PARK
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VI LIBRARY
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JEWELRY VII
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PORTRAITS
LUPITA NYONG’O by Flavia Impallomeni
ominata da People “la donna più bella del mondo”, viso pulito, capelli cortissimi (a 19 anni si era stancata di andare dal parrucchiere ndr), classe e talento innati, Lupita Nyong’o, appena trentunenne, vanta già un Oscar come miglior attrice non protagonista per 12 anni schiavo, il film di Steve McQueen che le ha regalato la celebrità e in cui recita al fianco di Michael Fassbender, con il quale si dice ci sia del tenero. Di origini keniote, Lupita è nata a Città del Messico, dove trascorre solo un anno di vita per poi tornare a vivere in Kenya. Il suo nome è un diminutivo di Nuestra Señora de Guadalupe: è un’usanza dei Luo, l’etnia a cui appartiene, e che è anche la stessa del padre di Obama, chiamare i bambini in un modo significativo legato agli eventi del momento. A sedici anni torna in Messico per imparare lo spagnolo (parla sei lingue, compreso l’italiano, ndr) e infine decide di trasferirsi negli Stati Uniti per realizzare il suo sogno: diventare un’attrice. Così, aveva detto sicura anche a Ralph Fiennes, quando, lavorando come sua assistente durante le riprese di The Constant Gardener, girato su suolo africano nel 2004, lui le aveva chiesto cosa volesse fare da grande. Lupita ha studiato cinema e teatro, cimentandosi nel frattempo in vari ruoli e partecipando alla serie tv Shuga, promossa da MTV Africa per la prevenzione dell’AIDS. Ma anche la regia è nel suo cuore. Dietro alla cinepresa realizza il documentario In My Genes, che tratta le discriminazioni subite dagli albini in Kenya e gira il videoclip di The Little Things You Do per i musicisti africani Wahu e Bobi Wine, nominato agli MTV Africa Music Awards nel 2009 come miglior video. La sua commovente interpretazione di Patsey in 12 anni schiavo - il suo mito fin da piccola è Whoopi Goldberg ne Il Colore Viola (se non è un segno questo, ndr) - e la sua bellezza naturale, forte e delicata al tempo stesso, conquistano il mondo, e anche la moda. Dopo essere stata scelta come testimonial da Miu Miu e vestita dalle migliori griffe, una su tutte Chanel per gli MTV Movie Awards 2014, Lancôme l’ha eletta nuovo volto della maison. “Sono fiera di rappresentare la visione che Lancôme ha delle donne e l’idea che la bellezza non debba essere uno stereotipo, ma l’espressione di una donna libera”, confida Lupita, che sarà immortalata da Mert Alas e Marcus Piggott per la campagna del marchio di cosmetici. “Di una bellezza e di un’intelligenza eccezionale, mantiene con serenità e determinazione le redini della propria vita e possiede un’aura singolare luminosa e profonda”, la descrive Françoise Lehmann, direttore generale di Lancôme. E in attesa di vederla di nuovo sugli schermi nel thriller Non-Stop, Lupita Nyong’o afferma che per lei la felicità è la più bella forma di crescita personale.
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ominated by People magazine as “the most beautiful woman on the world”, fresh faced and with the shortest hair (at 19 she was tired of going to the hairdresser, ed.) with innate class and talent, the now just 31 year old Lupita Nyong’o, can already boast an Oscar as best supporting actress for 12 Years a Slave the film directed by Steve McQueen which brought her fame and in which she acted alongside Michael Fassbender, with whom there might be something going on. She was born in Mexico City but of Kenyan origin and where she returned to after just one year. Her name is a diminutive of Nuestra Señora de Guadalupe: this is a Luo custom, the ethnic group to which she belongs which is the same as Barack Obama’s father, of naming their children after events of the time in a meaningful way. At sixteen she returned to Mexico to learn Spanish (she speaks six languages, including Italian, ed.) and ultimately decided to go to America to realise her dream of becoming an actress. As too she must have told Ralph Fiennes while, in 2004, she was working as his assistant on location in Africa for The Constant Gardener, when he had asked her what she wanted to do be. Lupita studied film and theatre, meantime playing a variety of roles and taking part in in the TV series Shuga promoted by MTV Africa for the fight against AIDS. But her heart is in directing too. From the other side of the camera she has already directed the documentary In My Genes about discrimination against albinos in Kenya. She also made the video for The Little Things You Do by the African musicians Wahu and Bobi Wine which was nominated for best video at the MTV Africa Music Awards in 2009. Her moving interpretation of Patsey in 12 Years a Slave - she has worshipped Whoopi Goldberg in The Colour Purple since she was a child (if that wasn’t a sign, ed.) - and her natural beauty, strong and delicate at the same time, has conquered the world, including fashion. After having been chosen as one of the faces for Miu Miu, been dressed by all the top names, above all by Chanel for the 2014 MTV Movie Awards, she has now been chosen as the new face of Lancôme. “I am proud to represent the vision Lancôme has of women and the idea that beauty doesn’t have to be a stereotype but the expression of a woman who is free”, confided Lupita who will be photographed by Mert Alas and Marcus Piggott for the advertising campaign. Françoise Lehmann, the managing director of Lancôme describes her as: “Of exceptional beauty and intelligence, she keeps a hold on the reins of her own life with serenity and determination and possesses a singularly luminous and profound aura”. And while we are waiting to see her again on the screen in the thriller Non-Stop, Lupita Nyong’o affirms that for her happiness is the most beautiful form of personal growth.
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PORTRAITS
漏 Alexi Lubomirski for Lanc么me. 21
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PORTRAITS
SARA BATTAGLIA by Valentina Uzzo
amore per l’arte e il gusto per il bello sono sempre state una filosofia di vita in casa Battaglia. New exclusive talent del panorama fashion, è riuscita a coniugare la devozione per l’arte, la scultura e il design con una forte passione per la moda: “Per me, è uno stile di vita a 360 gradi”. All’età di sei anni rubò dei pezzi di tessuto alla madre per realizzare la sua prima borsa, emozionata e ansiosa di poterla esibire, portando in scena, tra le mura di casa, la simulazione di una sfilata insieme alla sorella Giovanna: “mio punto di riferimento”. Con lei si divertiva a creare e cucire i completini per le Barbie, lasciando ora il dubbio - perché no! - di una collezione firmata Sara Battaglia: “chi lo sa, staremo a vedere”. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, Sara decide di lavorare sin da subito, apprendendo da addetti al settore i segreti del mestiere, per lei conferme di quella che sarebbe diventata la sua attività a tempo pieno, bag designer del marchio che porta il suo nome, di cui ne è per altro stilista, testimonial e direttore commerciale: “Avere un rapporto diretto con i propri clienti e negozianti è una fase fondamentale del mio lavoro, perché mi hanno sempre insegnato che seguire tutti i passaggi è il solo modo per avere successo e soprattutto per comprendere appieno il proprio prodotto. Credo che nel mondo della moda non si possa creare qualcosa senza sapere dove andrà a finire. A partire dalla prima riga di un disegno sai già come sarà, quali sono le difficoltà, i colori, il costo e il posizionamento sul mercato”. Con ironia, Sara si trasforma in dive del passato, da Olivia Newton-John alla Regina Teodolinda. Basta aprire il suo sito personale per constatare le divertenti interpretazioni di cui si ritrova protagonista. “Sono l’unica testimonial del mio marchio, perché ho sempre aspirato a un diverso modo di comunicare il mio prodotto. E la mia continua fonte di ispirazione, oltre a musica, viaggi e libri, sono le donne, sempre seguite da un movimento di frange”, firma inconfondibile di Sara Battaglia, ndr. “Rappresentano la femminilità, l’imprevedibilità della donna, la sua gioia di esserlo”. Tra i cavalli di battaglia l’iconica LadyMe, richiestissima da modelle e celebrities, da Karolina Kurkova a Bianca Brandolini D’Adda: “Le borse da sera sono le mie preferite e ho notato quanto piaccia a molte persone possedere accessori personalizzati”. Se su progetti futuri risponde: “Top secret!”, si sbilancia rivelando l’intenzione di dar vita a nuove categorie merceologiche. D’altronde creatività, immaginazione e sperimentazione sono sempre state parte integrante di Sara Battaglia, con i suoi ritratti talvolta non convenzionali, spesso ingegnosamente stravaganti, che a tratti ricordano lo spirito eccentrico di Salvador Dalí. Il suo mito sin da quando era piccola.
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ove of art and a taste for the beautiful has always been the philosophy of life in the Battaglia household. A new and exclusive talent from the world of fashion has successfully united the love of art, sculpture and design with a passion for fashion: “For me it is a whole way of life”. When she was just six years old she would steal pieces of fabric from her mother to make her first bag. Proud and keen to show them, together with her sister Giovanna, - “my rock” - she created her own little fashion show within the four walls of her own home. They had great fun together creating and sewing entire outfits for their Barbie dolls, today sowing the seeds of an idea of a collection of clothes by Sara Battaglia perhaps: “Who knows, we will wait and see”. After studying at the Brera Academy of Fine Art, Sara decided to work from the very start by learning the secrets of the trade directly from experts in the sector. This was confirmation that bag design would become her full time occupation, in her own name and for which she would be designer, representative and sales director: “Having a direct relationship with one’s clients and retailers is of fundamental importance in my work, because they have always taught me that following each phase is the only way to achieve success and above all to fully understand one’s own product. In the world of fashion, I believe you can’t create something without knowing where it is going to end up. Starting from the first line in a drawing you already know what it will look like, what the difficult parts will be, the colours, the cost and its place on the market”. Sara, in fun, can turn into a diva of the past, from Olivia Newton-John to Queen Teodolinda. Just take a look at her personal website to see some of her amusing transformations. “I am the only representative for my brand, because I have always aspired to a different way of advertising my product. And my continuous source of inspiration, apart from music, travelling and books, are women themselves, followed always by the swing of fringes” (Sara Battaglia’s unmistakable hallmark, ed.) “They represent femininity, woman’s unpredictability and her pleasure in being so”. One of her key products is the iconic LadyMe bag, much in demand by models and celebrities, from Karolina Kurkova to Bianca Brandolini D’Adda: “Evening bags are my favourites and I have noticed too how lots of people like personalised accessories”. About projects for the future she says: “Top secret!”, but does reveal her intention of producing something quite different. After all creativity, imagination and experimentation have always been an integral part of Sara Battaglia, in her often unconventional and artfully extravagant portraits, which sometimes remind you of Salvador Dalí’s eccentricity, her myth since she was small.
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PORTRAITS
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INTERVIEW
DIANE VON FÜRSTENBERG
“LA MIA MISSIONE? UN VESTITO CHE DIA POTERE ALLE DONNE” “MY MISSION? A DRESS THAT EMPOWERS WOMEN” di Cinzia Malvini 30
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INTERVIEW
n gesto semplice e altamente seduttivo capace di cambiare l’abbigliamento delle donne, ma anche il corso della sua vita. “Chi l’avrebbe mai detto che quel piccolo vestito incrociato di niente sarebbe addirittura entrato nelle lezioni di sociologia?!”, racconta Diane von Fürstenberg pochi minuti prima dell’inizio della nuova sfilata per il prossimo inverno. Il frenetico nervosismo del backstage è pari alla confusione esterna: via vai di limousine nere, incolonnate sotto la neve che a febbraio scende a raffica su New York e che di certo non aiuta i passi degli ospiti; giovani “pr” prese d’assalto per il biglietto da ritirare e un posto in sala da conquistare, sangue freddo d’obbligo, ma nervi caldissimi, incandescenti, per una sfilata che si farà ricordare. Ricche signore dell’Upper East Side insieme alle più giovani Downtown girl, attrici e testimonial, l’Oscar della vita, quel de la Renta che per nulla al mondo mancherebbe un suo show. E poi figli, nipoti, marito e amici, tutti in ordine sparso, ma tutti affettuosamente e immancabilmente presenti al défilé per il prossimo inverno, celebrativo dei 40 anni del wrap-dress, l’abito vestaglietta che in un attimo si infila, o sfila ?!, con un sensuale gesto di superlativa semplicità. “È un vestito cui devo tutto, le mie case, i miei negozi nel mondo, la mia fama... tutto grazie al wrap-dress, un abito che ti avvolge proprio come dice il suo nome e che non ti lascia più. Ed è per questo che ho deciso di rendergli omaggio”, continua Diane con calma olimpica mentre dietro di lei si scatena il mondo: top model che rientrano di corsa dalle prove in passerella, gigioneggianti fotografi in estasi davanti alla bellezza che non lascia mai indifferente nessuno, neanche i più abituati. E qui le ragazze, con quegli abiti gentili, aggraziati, leggeri, in oro jacquard e super femminili, sono, ma, soprattutto, si sentono belle. Diane von Fürstenberg, stilista imprenditrice nata in Belgio, naturalizzata americana dove arrivò giovane sposa, incinta e innamorata del mai dimenticato principe Egon von Fürstenberg, sa di dovere, se non tutto, molto a quel piccolo abito nato da una grande idea. E lei, che dal 2006 ricopre anche il ruolo di presidente del CFDA, il Council of Fashion Designers of America, sorride ricordando come quel capo in jersey sia divenuto un miracolo di glamour “senza sfarzo, senza sforzo e senza tempo, un capo che negli anni ’70 incarnava lo spirito della rivoluzione sessuale, ma ancora oggi è sempre perfetto”. I festeggiamenti per i primi 40 anni dell’abito sono partiti dal LACMA, il museo d’arte di Los Angeles, in California, con la mostra Journey of a Dress approdando poi al lancio di Pop Wrap, una collezione in edizione limitata nata dalla collaborazione con la Andy Warhol Foundation, e infine alla sfilata di prêt-à-porter per il prossimo inverno, aperta da
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simple and extremely seductive idea that changed the way women dressed and also the course of her life. “Who would ever have thought that that a little wrap-over dress would have become part of a lesson about sociology ?!”, said Diane von Fürstenberg a few minutes before the start of her recent fashion show for next winter. The frenetic nerves backstage was equal to the total confusion outside: black limousines coming and going, lining up in the snow that descends in gusts in February in New York and which is certainly no help to the arriving guests; young PRs pressed forward to pick up the tickets and get good seats, their obligatory cool exteriors but incandescent nerves within for a fashion show promising never to be forgotten. Rich women from the Upper East Side together with younger Downtown girls, actresses and models and the real life Oscar, the de la Renta one himself, who wouldn’t miss this show for the world. And then her sons, grandchildren, husband and friends in no particular order but all affectionately and unfailingly present for the show for next winter, celebrating 40 years of the wrapdress, so easy to put on (or take off !) in a sensual gesture of superlative simplicity. “This is a dress I owe everything to, my homes, my shops all over the world, my fame... all thanks to the wrap-dress, a dress that literally wraps round you as the name implies and never lets you go. And this is why I wanted to honour it”, continued Diane with Olympian calm while behind her the world was going mad: top models rushing back from rehearsals on the catwalk, strutting photographers, ecstatic in the presence of so much beauty no-one can ignore, not even those who work with it. And here the girls in those graceful, light and super feminine dresses in gold jacquard were and, more than anything, felt beautiful. Diane von Fürstenberg, entrepreneur fashion designer born in Belgium and naturalised American where she arrived in love and as a young mother-to-be with her never forgotten prince, Egon von Fürstenberg, knows that she owes a lot, if not everything, to that little dress born from a big idea. And she, who has also been president of the CFDA, the Council of Fashion Designers of America since 2006, smiled remembering how that jersey dress has become a glamour miracle “without ostentation, effortless and timeless, a dress that embodied the spirit of the sexual revolution in the seventies, but that is still perfect today”. The celebrations for this 40th anniversary began with the exhibition Journey of a Dress at LACMA, in Los Angeles, California, and then continued with the launch of Pop Wrap, a limited edition collection produced in collaboration with the Andy Warhol Foundation, and lastly with the prêt-à-porter fashion show for next winter which opened with a copy of the original dress and
Opposite page, Diane von Fürstenberg in her studio. 31
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METAMORPHOSIS
Dreaming Rose.
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SENZA AMORE E RISPETTO NON CI PUÒ ESSERE NESSUNA RELAZIONE
Boths Worlds, June 2011.
WITHOUT LOVE AND RESPECT THERE CAN BE NO RELATIONSHIP 37
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INTERVIEW
SPIDER-MAN VS FRANCESCA MICHIELIN di Pino Gagliardi
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e ha fatta di strada la timida ragazzina veneta partita da X Factor e approdata ad Hollywood con un passo sorprendentemente breve! Eppure Francesca Michielin, classe 1995, di Bassano del Grappa, trionfatrice nel 2011 del talent show italiano con una canzone scritta appositamente per lei da Elisa, è riuscita in così poco tempo a conquistarsi la stima degli Studios di Los Angeles tanto da finire nella colonna sonora del film campione di incassi, The Amazing Spider-Man 2.
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his shy young girl from the Veneto went from X Factor to Hollywood in just one surprisingly short step! And yet Francesca Michielin, class of 1995, from Bassano del Grappa, who won the talent show in Italy in 2011 with a song written especially for her by Elisa, has managed in a very short time to win enough approval in the Studios of Los Angeles to end the soundtrack for the high grossing film The Amazing SpiderMan 2.
“La mia casa discografica mi ha fatto questa proposta arrivata dalla produzione del film impegnata nella ricerca di qualcuno che potesse rappresentare SpiderMan nelle varie realtà locali. È stata una cosa che mi ha sorpreso, perché tutto è accaduto all’improvviso. Sono contenta che sia stato accettato il mio brano, essere nei titoli di coda e in tutta la parte di promozione italiana mi rende orgogliosa. Sono onoratissima di rappresentare l’Italia e spero di aver fatto il meglio”.
“My record label told me about the offer from the film’s producers. They were looking for someone to represent Spider-Man in the various countries. It was a surprise for me, because everything happened so quickly. I am glad my song was accepted. The fact that it will be used for the final credits and in all the promotion for the film in Italy makes me really proud. I am really honoured to represent Italy and I have done the absolute best I can”.
Come nasce una canzone ispirata all’Uomo Ragno? Il fatto che Spider-Man sia così umano, prima ancora che supereroe, mi ha permesso di prendere l’ispirazione. La canzone parla, secondo me, dell’essenza di Spider-Man: questa sorta di essere e dover essere allo stesso tempo Spider-Man e Peter Parker, il dovere morale di proteggere New York e il volersi dedicare alla storia d’amore che lo fa diventare umano, normale, moderno.
What inspired you for your song about Spider-Man? The fact that he is so human even before he is a super-hero, gave me the inspiration. The song is about Spider-Man’s essence: sort of being and at the same time having to be Spider-Man and Peter Parker. His moral duty to protect New York and wish to have his love story makes him human, normal, modern.
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INTERVIEW
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The Princess Grace of Monaco at the exit of the Gucci boutique in Rome in the fifties.
GUCCI FLORA GARDEN na delicata ed estrosa composizione di fiori, frutti e insetti dedicata alle quattro stagioni, realizzata utilizzando 37 colori per una precisione naturalistica che rasenta la perfezione. Ăˆ Flora, l’iconica stampa di Gucci, creata nel 1966 per rendere omaggio a Grace Kelly, in occasione della sua visita in veste di Principessa di Monaco con il marito, il Principe Ranieri, alla boutique milanese della casa di moda.
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n imaginative and delicate composition of flowers, fruits and insects representing the four seasons and using 37 colours for an almost perfect realistic impression of nature. This iconic print by Gucci is called Flora and was designed in 1966 in honour of Grace Kelly in her role as Princess of Monaco when, with her husband Prince Ranier, she visited the Gucci boutique in Milan.
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Photo: Rocco Bizzarri Fashion: Sabrina Mellace
Mandala Creative Productions
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Valentino jumpsuit, Prada by Luxottica glasses.
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Au Jour Le Jour sweater and skirt, Stella Jean shirt, V째 73 bag, Alberto Guardiani shoes.
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Roberto Cavalli dress and kaftan.
Stylist ass. Valentina Marie Gotti, Make-up Marco Minunno @WM-Management, Giulia Cigarini @Close-Up Milano, Model Kendell Tobin @WhyNot. At Go Go Beach.
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KEY PIECES Trussardi: dalla migliore maestria artigianale italiana prende forma il bracciale in pelle crazy grain e vitello nappato. Dotato di fodera in vitello maya e galvanica oro chiaro, l’accessorio della casa del levriero è contraddistinto dall’iconica chiusura baule e dal logo inciso lettering.
Trussardi: from the best italian craftmanship shapes the bracelet in crazy grain leather and calf. Lined in maya leather and electro-plated pale gold, this accessory from the house of the greyhound features the iconic trunk style clasp engraved with the brand-name.
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ART AND FASHION
FLIGHTS OF FLORAL FANCY a cura di Barbara Bolelli
Decoration taken from the book Examples of Chinese Ornament by Owen Jones, South Kensington Museum and other collections, 1867. In the Mary Ann Beinecke Decorative Art Collection, the Sterling and Francine Clark Art Institute. 83
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ART AND FASHION
TRA GIUNGLA E SOGNO È il 1910 quando Rousseau, il pittore francese dalla visione semplice e naïf, dipinge Le Rêve (Il sogno). Si tratta solo di una delle ventisei opere in totale che si ispirano a giungle esotiche e lontane: un intrico di vegetazione tra canne, foglie di quercia, lillà, sansevieria, agave, che è frutto di ispirazioni letterarie, visite all’orto botanico e una sconfinata fantasia, perché Rousseau non uscì mai dalla Francia. Una morfologia inesauribile (il critico Ardengo Soffici arrivò a individuare in questo dipinto fino a cinquanta tonalità diverse di verde) a cui Christophe Lemaire attinge a piene mani per una collezione che porta la donna Hermès in un viaggio avventuroso tra stampe jungle e la più misteriosa mimesi tra abiti, accessori e background stesso. Sapreste individuare dove finisce il pantalone e inizia lo stivale? È solo un sogno... FROM JUNGLE TO DREAM It was 1910 when Rousseau, the French painter of simple and naïf vision painted Le Rêve (The Dream). It is just one of a total of twenty six works inspired by distant and exotic jungles: tangles of vegetation, canes, oak leaves, lilies, sansevieria plants and agaves the inspiration for which came from books he read, visits to botanic gardens and his boundless imagination, because in fact Rousseau never once left France. An inexhaustible morphology (the critic Ardengo Soffici noted up to fifty different shades of green in this painting) into which Christophe Lemaire delved deeply for the collection worn by the Hermès woman on an adventurous journey into jungle prints and the most mysterious camouflage blending the clothes, accessories and even the backgrounds. Can you tell where the trousers end and the boots begin? It is just a dream...
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Henri Rousseau, Le Rêve, 1910, Museum of Modern Art New York, gift of Nelson A. Rockefeller, 1954. Opposite page, Hermès.
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KEY PIECES Hermès: è un evergreen destinato a non passare mai di moda, come la donna che ne ispirò la creazione, Grace di Monaco, paradigma di stile senza tempo, nonché protagonista del biopic interpretato da Nicole Kidman e presentato al Festival di Cannes. E la Kelly di Hermès in versione picnic, realizzata nel tradizionale midollino intrecciato e cuoio Barénia naturale, continua così a vivere un’ulteriore fortunata stagione. Un masterpiece da aggiungere alla serie, per chi può.
Hermès: this is an evergreen destined never to go out of fashion, just like the woman who originally inspired it, Grace of Monaco, the paradigm of timeless style, as well as the subject of the biopic starring Nicole Kidman presented at the Cannes Film Festival. And the picnic version of the Hermès Kelly bag, made in traditional woven wicker and natural Barenia leather, thus continues to enjoy yet another successful season. For those who can, a masterpiece to add to the series.
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Dolce&Gabbana earrings.
EDITORIAL
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Photo and Fashion: Zhanna Bianca Photoroom Z
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Dolce&Gabbana bag.
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Roberto Cavalli shoes, Gucci bag.
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Gucci shoe and bag.
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KEY PIECES Cruciani: immortalata dal superlativo Giovanni Gastel la nuova daily bag Cruciani. In pregiato struzzo, il modello Princess, perfetto compromesso tra la pochette, la Royal Baby, e il modello large, la Queen, è disponibile in sei nuove nuance, in perfetta sintonia con i colori primaverili. Ritratta nello scatto, nella versione verde, incorniciata dalle lucide brattee cuoriformi dell’anthurium.
Cruciani: the new every day bag by Cruciani has been immortalised by the superlative Giovanni Gastel. The Princess model in exquisite ostrich skin is a perfect compromise between the Royal Baby pochette and the larger sized Queen. It is available in six new shades, in perfect harmony with this spring’s colours. In the photo the green version framed by the heart shaped bud petals of the Anthorium plant.
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Anne Collier, Negative (California), 2013, courtesy of the artist; Anton Kern Gallery, New York; Corvi-Mora, London; Marc Foxx Gallery, Los Angeles from Anne Collier exhibition from November 22nd 2014 to March 8th, 2015 at Museum of Contemporary Art Chicago.
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FOCUS
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FOCUS
CECIL BEATON AT WILTON Dai ruggenti anniVenti agli swinging Sixties: rivive l’epopea dell’alta società britannica con i suoi party nelle più suggestive country house negli scatti firmati da Cecil Beaton - fotografo, scrittore e costumista premio Oscar - cui è dedicata la mostra allestita fino al 24 settembre 2014 alla Wilton House (nel Wiltshire inglese), ideata e curata da Jasper Conran
British high society and parties held in grand country houses from the roaring twenties to the swinging sixties brought back to life with photographs by Cecil Beaton, photographer, writer and Oscar winning costume designer in an exhibition devised and curated by Jasper Conran at Wilton House (in Wiltshire), until 24th September 2014
era un tempo in cui, nell’intimità di alcune lussuose residenze della campagna inglese, si consumavano party leggendari, passati alla storia per via degli stravaganti ospiti che erano soliti frequentarli. Aristocratici, intellettuali o artisti, poco importava, tutti allo stesso modo divenivano presto consapevoli - una volta varcata la soglia dei giganteggianti saloni decorati di stucchi e ori - di abbandonare la realtà per una fuga nella fantasia. Il segreto: esibire un abito da ballo o ancor meglio un costume a dir poco spettacolare. A catturare questa stravagante e a tratti fiabesca atmosfera di festa non poteva che essere un altrettanto geniale interprete della fotografia come Cecil Beaton, già collaboratore di Vogue e Vanity Fair. Accadde infatti che proprio nelle stanze della sua dimora di Ashcombe (sempre nel Wiltshire) dove l’artista britannico non mancava di organizzare spumeggianti party in costume, la sua vita privata e professionale si intrecciassero. Il “Peter Pan della fotografia” - come è stato prontamente definito l’eclettico Mr. Beaton, anche scrittore e costumista premio Oscar - convinse i suoi ospiti e amici a posare davanti al suo obiettivo nelle loro mise esotiche, spesso da lui stesso disegnate. Uno stile,
here was once a time when legendary parties were held within the intimacy of certain English country houses which were to earn a place in history because of the extravagance of the guests who attended them. They all soon came to realise in the same way that it didn’t matter whether they were aristocrats, intellectuals or artists, once inside those enormous stuccoed and gold rooms - they were abandoning reality and escaping into a world of fantasy. The secret was to appear in a ball gown or even better in the most spectacular costume. This extravagant and often fairy-tale festive atmosphere was captured by none other than the brilliant photographer Cecil Beaton, who was already working for Vogue and Vanity Fair. In fact it was in his own home in Ashcombe (in Wiltshire too) where this British artist often organised sparkling costume parties in which the boundaries of his private and professional life became blurred. The “Peter Pan of photography”, as the eclectic Mr. Beaton had soon been described and who was also a writer and Oscar winning costume designer, convinced his guests and friends to pose for him in their exotic outfits, often designed by himself.
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Cecil Beaton, Palladian Bridge, Wilton House, September 1968.
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BEST ACTRESS
DIVE DA OSCAR速
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FOCUS
iola De Lesseps, amore sfuggente di William Shakespeare, costretta a travestirsi per poter recitare nella parte di Romeo, perché Lady Viola è anche Thomas Kent: un uomo e una donna, entrambi interpretati da una giovane Gwyneth Paltrow nell’indimenticabile Shakespeare in Love, che valse all’attrice americana l’Oscar nel 1998. Premio non solo alla sua interpretazione come migliore attrice protagonista, ma anche al significato del debutto della donna nello spettacolo, unico potente veicolo di comunicazione di massa, capace di oltrepassare i pregiudizi: quelli che ai tempi di Shakespeare autorizzavano solo gli uomini a recitare, considerando illegale e disdicevole la presenza femminile sul palco. A loro, alle 72 attrici che dal 1929 al 2014, tra rischi e battaglie, sono riuscite a conseguire l’ambita statuetta per la miglior interpretazione femminile, il Museo Nazionale del Cinema di Torino dedica la retrospettiva Best Actress. Dive da Oscar ®, fino al 31 agosto 2014. A cura di Stephen Tapert, Nicoletta Pacini e Tamara Sillo, la mostra si sviluppa attraverso la Mole Antonelliana e l’Aula del Tempio con un’esposizione di 370 pezzi, tra fotografie, costumi e cimeli provenienti dalle collezioni del Museo del Cinema, dallo stesso Tapert e da collezionisti americani, inglesi e italiani. Tutto il percorso è riprodotto virtualmente, a partire dal red carpet grazie agli scatti che ritraggono 19 attrici mentre percorrono la passerella d’ingresso del Dolby Theatre di Hollywood, dove si svolge la cerimonia degli Academy Awards. Nell’Aula del Tempio la mostra prosegue portando in scena un allestimento, posto alla base di grandi schermi, con tanto di bozzetti, costumi di scena e favolosi abiti da cerimonia provenienti direttamente dai set di Meryl Streep, Emma Thompson, Marion Cotillard, Nicole Kidman, Susan Sarandon, Luise Rainer, a testimonianza di quanto queste attrici abbiano notevolmente segnato, non solo la storia del cinema e il ruolo della donna nella società, ma anche quella del costume. Era il 1954 quando Audrey Hepburn, dopo aver recitato in Ondine, la stessa sera percorse frettolosamente sei isolati per arrivare in tempo alla cerimonia degli Oscar, che all’epoca si svolgeva sulla East Coast. Una volta arrivata, si cambiò velocemente e, indossando un meraviglioso abito lungo bianco, salì sul palco per ritirare l’Oscar come migliore attrice protagonista nel film Vacanze Romane. Come dimenticare, poi, una già grandissima Jodie Foster interprete in Elysium del carismatico Segretario Delacourt, vestita con eleganti abiti firmati Giorgio Armani, stilista scelto anche per ritirare l’Oscar nel 1992, durante la 64° cerimonia degli Academy Awards, in un magnifico e raffinatissimo tailleur. Ed è ancora Giorgio Armani anche per Cate Blanchett in occasione della 85° edizione degli Academy Awards 2014: lungo e luminoso l’abito creato espressamente per lei dal nostro stilista. Firmato, invece, Valentino l’abito bianco e nero indossato da una radiosa Julia Roberts il 25 marzo 2001, durante la 73° edizione della cerimonia di premiazione degli Oscar. Ancora stile e orgoglio, entrambi italianissimi, grazie a Salvatore Ferragamo, grande nome del made in Italy, tra i primi a collaborare con il mondo del cinema. A partire dal 1920 la passione e la grande maestria artigianale della casa di moda fiorentina hanno conquistato i più rinomati registi, da
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iola De Lesseps, with whom William Shakespeare had an affair, was forced to disguise herself to play the part of Romeo, because Lady Viola was Thomas Kent too: a man and a woman both played by a young Gwyneth Paltrow in the unforgettable film, Shakespeare in Love which won the actress an Oscar in 1998. A recognition not only of her role as best leading actress but also recognising the significance of a woman’s first appearance on the stage, the one powerful means of mass communication which was able to overcome prejudice: the prejudice that in Shakespeare’s day only permitted men to appear on stage, as it was considered illegal and improper for women to do so. The National Cinema Museum in Turin is dedicating a retrospective, Best Actress. Dive da Oscar ® (Best Actress. Oscar Winning Stars) until 31st August 2014 to the 72 actresses who, from 1929 to 2014, through risk and battles, have won that much desired trophy as best actress. Curated by Stephen Tapert, Nicoletta Pacini and Tamara Sillo, the exhibition is being held in the Mole Antonelliana and the Aula del Tempio exhibiting 370 items including photographs, costumes and other items, from the Cinema Museum collection, from Tapert itself, as well as from American, British and Italian collections. The entire story is told in virtual form, starting from the red carpet with photographs portraying 19 actresses as they arrive at the entrance to the Dolby Theatre in Hollywood where the Academy Awards ceremony is held. The exhibition continues in the Aula del Tempio with sketches, costumes and fabulous formal wear displayed beneath huge screens, straight off the sets of Meryl Streep, Emma Thompson, Marion Cotillard, Nicole Kidman, Susan Sarandon and Luise Rainer. It demonstrates too the important part these actresses have played in history, not only in cinema but the role of women in society and in fashion. It was in 1954 when Audrey Hepburn, after having played her part in A Play for Ondine, sped the three blocks to reach the Oscar award ceremony in time (it was being held on the east coast at tath time). Once she arrived she quickly changed and, in a marvellous long white dress, went up onto the stage to receive an Oscar for best leading actress in the film Roman Holiday. And then how can one forget the already great Jodie Foster who had played the part of the charismatic Secretary Delacourt in Elysium, dressed in those elegant gowns by Giorgio Armani, her chosen designer too for accepting an Oscar in 1992 at the 64th Academy Awards ceremony in a magnificent and extremely elegant suit. And Giorgio Armani was Cate Blanchett’s choice too for the 85th edition of the Academy Awards in 2014: a long, sparkling dress made especially for her by our fashion designer. On the other hand the black and white dress worn by a radiant Julia Roberts on 25th March, 2001 for the 73rd edition of the Oscars was by Valentino. And there is yet more Italian style and pride thanks to Salvatore Ferragamo, another great name in Italian fashion, and one of the first to work with the world of film. From 1920 onwards the passion and great artisan expertise of the Florentine fashion house won over the most famous film directors, from David W. Griffith to Cecil B. DeMille,
Opposite page, Audrey Hepburn with the Oscar for Roman Holiday in 1954, Coll. MNC.
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KEY PIECES a.testoni: di ispirazione mannish la derby cap toe in vitello scamosciato e cuoio. Puntale e dettagli in morbida nappa color girasole contrastano elegantemente con le righe in vernice multicolor. Pur contraddistinta da un tocco ironico, la francesina custodisce in tutta la sua forma lusso e artigianalità , sin dagli anni ’50, portabandiera dello stile italiano firmato a.testoni.
a.testoni: these Derby lace ups with cap toe in suede and leather are of masculine inspiration. Toe cap and details are in soft sunflower coloured suede elegantly contrasting with the multi-coloured stripes of the patent leather. Though with a touch of humour, the very shape of this lace-up embodies luxury and craftsmanship, the flag bearer of Italian style by a.testoni since the fifties.
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Marta Ferri top and skirt, Birkenstock by Marta Ferri sandals, Fendi bag.
chapter V
EDITORIAL
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BAREFOOT IN THE PARK
Photo: Zhanna Bianca - Fashion: Sabrina Mellace
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Chanel dress and bag.
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Kristina Ti dress, Birkenstock by Marta Ferri sandals.
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Coco Mademoiselle Chanel eau de parfum.
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KEY PIECES Hedy Martinelli: originali e all’avanguardia sono le creazioni orafe Hedy Martinelli, che da oltre due secoli dà vita a pezzi unici, mai uguali, realizzati con materiali dagli accostamenti spesso insoliti quanto preziosi. Come l’ultima presentata nel salotto della stilista, la spilla in oro e brillanti, interamente realizzata a mano. Un accessorio sofisticato e unico nel suo genere.
Hedy Martinelli: Hedy Martinelli’s jewellery is original and at the cutting edge. For over two centuries the company has been creating unique pieces made in materials as unusually combined as they are precious. Like the latest presented by the designer in her living room, a brooch in gold and diamonds and made entirely by hand. A sophisticated and unique accessory of its kind.
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a cura di Silvia Cutuli
Collezione Angelica di Stefan Hafner. Bracciale in oro rosa, diamanti bianchi e brown abbinati ai rubini. Angelica collection by Stefan Hafner. Bracelet in pink gold, white and brown diamonds and rubies.
chapter VII
JEWELRY En fleur Rigogliosa e lussureggiante sboccia la gioielleria, mettendo in mostra il virtuosismo di lavorazioni orafe dal fascino Liberty, che riportano in auge il tratto artistico dello stile floreale tanto in voga nel secolo scorso.
These jewels are lush, luxuriant blooms showcasing the virtuosity of the goldsmith and the appeal of Art Nouveau, focusing once again on the floral artistry that was so fashionable in the last century.
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CHANTECLER Paillettes Briosi e dai colori pieni, rivelano una cascata di petali quasi fossero ricami di paillette - orecchini, anelli e collier declinati in puro stile caprese, come nel dna di casa Chantecler. Segnati dall’oro rosa e accesi da smalti colorati - il delicato rosa cipria, il verde acqua frizzante, il sofisticato bianco e nero - i preziosi esaltano fascino e gioia di vivere femminile, con un pizzico di originalità . 178
High spirited with rich colours in cascades of petals, almost like sequinned embroideries, in pure Capri style earrings, rings and necklaces, as is the dna of the house of Chantecler. In pink gold and glowing with coloured enamelling in delicate powder pink, sea green and sophisticated black and white, these fine gems embody the fascination of a woman, her joie de vivre and a generous dose of originality.
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Collezione Paillettes di Chantecler. Anelli, orecchini e collier in oro rosa con dischetti di smalto colorato verde acqua, rosa cipria, bianco e nero. Paillettes collection by Chantecler. Rings, earrings and necklace in pink gold with discs in sea green, powder pink, white and black enamel.
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RALPH LAUREN Modern Art Deco Sposano le audaci geometrie dell’Art Déco evocando, in un gioco di forme e contrasti materici, l’eleganza ricercata di un’epoca d’oro per architettura e design i gioielli firmati Ralph Lauren. In oro bianco o rosa ricoperto di diamanti, esibiscono il tocco di modernità dell’agata verde e dell’onice nera, in una raffinata sintesi di spirito vintage e contemporanea allure. 180
Ralph Lauren’s jewellery has the bold geometry of Art Deco and its play of shapes and contrasting materials evoke the refined elegance of that golden era of architecture and design. In either white or pink gold and covered in diamonds, the green agate and black onyx add a modern touch for a sophisticated synthesis of the spirit of that period with contemporary appeal.
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Collezione Modern Art Deco di Ralph Lauren. Nella pagina a fianco da sinistra, orecchini con pendente in oro bianco 18ct. con diamanti, smeraldi e onice nera; orecchini con due pendenti in oro rosa 18ct. con diamanti, onice nera e agata verde. In questa pagina, a sinistra, collana con pendente in oro bianco 18ct. con diamanti, smeraldi e onice nera; a destra, sopra, bracciale manchette in oro bianco 18ct. con diamanti, onice nera e agata verde; sotto, anello in oro rosa 18ct. con diamanti, onice nera e agata verde. Modern Art Deco collection by Ralph Lauren. Opposite page from left, earrings with pendant in 18ct. white gold with diamonds, emeralds and black onyx; earrings with two pendants in 18ct. pink gold with diamonds, black onyx and green agate. This page, on left, necklace with pendant in 18ct. white gold with diamonds, emeralds and black onyx; on right, above, rigid bracelet in 18ct. white gold with diamonds, black onyx and green agate; below, ring in 18ct. pink gold with diamonds, black onyx and green agate. 181
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