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CONTENTS 18 27 28 30 32 34

Editorial Letter

CHAPTER I PORTRAITS Bella Hadid Olivia Palermo Palomba Serafini Adele Ceraudo

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From Jackie to Melania, the new ladylike: portrait of ladies

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Interview: Michael Kors

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Interview: Michela Picchi

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Interview: Sara Sampaio

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CHAPTER II Editorial: Fusions

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Interview: Malone Souliers

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CHAPTER III Editorial: Décor Spots

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CHAPTER IV Editorial: Carmen

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Artificial Paradises

131 147 157 158 164 170

CHAPTER V Editorial: Pop Héroines CHAPTER VI Editorial: Crystal Clear

CHAPTER VII FOCUS Rei Kawakubo Irving Penn Gianfranco Ferré

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CHAPTER VIII Editorial: Art Academy

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Library: Ellen von Unwerth

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CHAPTER IX Editorial: The Girl and The Lake

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Addresses

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Antonelli Firenze coat, Burberry dress, Ca&Lou earrings. Photographer: Gautier Pellegrin Fashion: Sabrina Mellace


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EDITORIAL LETTER Cinzia Malvini

C’è stato un tempo, e forse per qualcuno, le più fortunate, lo è ancora, in cui le figlie aprivano di nascosto l’armadio delle mamme e trafugavano con destrezza capi di vestiario o accessori preferiti, salvo poi riporli dopo l’uso come se nulla fosse, nonostante gli odori di sigaretta sulla camicia di seta o i biglietti del cinema dimenticati nella borsa, la preferita di mammà. Io, ad esempio, prendevo per così dire in prestito le mie/sue scarpe predilette per andare a ballare, salvo poi rimetterle al loro posto senza timore, con l’incosciente sicurezza di farla franca. Uno stupore, innocente e fintissimo, era la mia unica e spuntata arma davanti al suo sguardo attonito sui tacchi sfondati di preziose décolleté da lei usate poco o niente. Piccoli incidenti familiari da cui siamo usciti tutti vivi, o quasi, ma che a distanza di qualche decennio ancora ricordiamo. È venuto poi il tempo in cui le ragazze sono cresciute e le mamme pure con conseguente capovolgimento dei ruoli. Signore giovanili, ma non più giovani, curate e di bell’aspetto, pronte a chiedere in prestito alle figlie il pantalone taglio slim, il piumino super light, la cross body di stagione, la sneaker pratica e decisamente più “cool”. Stagioni della vita e stili che si rincorrono, un modo di vestire “ladylike” attento e più moderno che piace a tutte le ragazze del mondo, qualunque sia la generazione di nascita. Perché oggi, alla fine, quello che davvero sembra interessare di più è una moda che unisce individualità e modernità, non priva di garbo, plausibile e aggiornata, sia che si abbia trenta o settant’anni. Signore e ragazze, alla prova di un pezzo classico accanto a uno più ardito o rock, da osare con intelligenza. Siamo noi, siete voi, un plotone di donne lontane dalla uniforme prigione di un tailleur come dalla dittatura di jeans e maglietta. Vogliamo guardare, confrontarci, osare quel giusto tocco e uscire per le strade del mondo, paese, città. Felici di essere felici, e belle, in abiti che raccontano e riavvolgono il filo tra più generazioni.

There was a time, or perhaps there still is for some lucky girls, when daughters secretly opened their mother’s wardrobe to pinch an item of clothing or an accessory, before returning them as though nothing had happened, despite the smell of cigarette smoke lingering on the silk shirt or cinema tickets left in mum’s favourite bag. I used to, let’s say, borrow my/her favourite shoes to go dancing, before putting them back with that typically teenage confidence of getting away with it. My look of completely feigned innocence was my only weapon against her stunned reaction to the trashed heels on those beautiful court shoes she herself had barely worn. These are minor incidents we can all say we survived, just about, and that we can all identify with even decades later. Now both the girls and the mums have grown and the time has come for a bit of role reversal. Fashion-aware, young-at-heart ladies are now ready to ask their daughters to borrow those slim cut trousers, the super-light down jacket, this season’s cross body bag, the practical yet uber-cool sneakers. As the seasons and styles come and go and come again, the modern “ladylike” trend is popular with girls everywhere, no matter when you were born. Because, in the end, what seems to be the most interesting is fashion that teams individuality with modernity, has a certain charm, is plausible and up-to-date, whether you are thirty or sixty. Ladies and girls can now wear a classic garment alongside a more edgy or rock piece, daring with intelligence. We, you, are a platoon of women far-removed from the prison-uniform of a suit or a jeans and T-shirt combo. We want to be outward-looking and bold and go out into the streets of the city and the world. Happy to be happy, and beautiful, in clothes that tell the story of and reconnect the generations.

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PORTRAITS

BELLA HADID

“You are amazing” springs to mind when most people, including ourselves, meet her for the first time, despite her stellar rise in the global star system over the last two years meaning people have heard of little other than Gigi and Bella Hadid. Bella is the younger of the two, but no less famous for all that. Social media, glossy covers and many advertising campaigns demonstrate how close the sisters are in their private lives and at work. “I’m so happy to share my profession with her. Gigi and I have always been this close, we’re much more alike than people think. And having her here with me just makes me happy.” Indeed, at Milan fashion week, while Gigi was busy presenting her Gigi x Tommy collection at La Rinascente, Bella was charming the guests at Bulgari, the brand that has chosen her as its new accessories line ambassador. “I sincerely thank Bulgari, it’s like a dream to work for this wonderful brand. It reminds me of all the jewellery my mother used to keep in her wardrobe when I was little.” From her casual, girl-next-door street look, Bella transforms into a femme fatale on the runway. With her elegant black hair, high cheekbones and feline eyes, at just 21 years of age, she can boast of already having worked with some of the biggest brands in fashion: from Tom Ford to Diane von Fürstenberg, Tommy Hilfiger to Balmain, not to mention Moschino, Marc Jacobs, Chanel, Miu Miu, Missoni and many more. As professional and confident at work as she is on social media, Bella posts insights into her life with her best friends, including Cara Delevingne and Kendall Jenner. She also reposts many shots from photo shoots for her 11.8 million followers, shots which sometimes verge on the fetishist, which Bella, always wanting to keep her feet firmly on the ground, accompanies by an ingenuous yet funny caption: “Sorry mom”. Because, obviously, even if you are the new fashion star, the new it-girl crowned as top model of the year who is forever getting on and off planes to attend the coolest events, you will always be mommy’s little girl.

“You are amazing” è la prima reazione che sorge, e che ci è sorta, spontanea nell’incontrarla per la prima volta, nonostante in tutto il mondo dello star system, nel corso degli ultimi due anni, non si sia sentito parlare di altro se non di Gigi e Bella Hadid. Quest’ultima, la più giovane delle due, ma non per questo la meno famosa. Social, copertine patinate e le tante campagne pubblicitarie mostrano un rapporto di complicità tra sorelle, nella vita privata così come nel lavoro. “Sono contentissima di condividere la mia professione con lei. Io e Gigi siamo così unite da sempre, siamo molto più simili di quanto pensi la gente. E averla qui con me non può che rendermi felice”. E, infatti, mentre Gigi durante la fashion week di Milano era impegnata ad animare La Rinascente con un evento per presentare la collezione Gigi x Tommy, Bella incantava gli ospiti del Bulgari, la maison che l’ha scelta come nuova ambasciatrice della linea di accessori. “Ringrazio di cuore Bulgari, mi sembra un sogno lavorare per questo marchio, per me meraviglioso. E poi mi ricorda i gioielli che custodiva nell’armadio mia mamma quando ero piccola, gioielli che lei adora”. Casual, acqua e sapone per strada, sulla passerella Bella si trasforma in femme fatale. Lei che con la sua elegante chioma nera, gli zigomi alti e gli occhi da gatta, a soli 21 anni, può vantare di aver già lavorato con le più quotate aziende di moda: da Tom Ford a Diane von Fürstenberg, da Tommy Hilfiger a Balmain e, poi, Moschino, Marc Jacobs, Chanel, Miu Miu, Missoni e tanti altri. Professionale e disinvolta nel lavoro come sui social, Bella posta i momenti più cari della sua vita in compagnia delle amiche del cuore, Cara Delevingne e Kendall Jenner tra queste. Attivissima anche nel ripostare i tanto amati scatti fotografici seguiti dai suoi ben 11,8 milioni di follower, scatti a volte dal sapore un po’ fetish, che Bella, complice questo suo voler restare genuinamente con i piedi per terra, accompagna da una ingenua quanto buffa didascalia: “Scusa mamma”. Perché si sa, che tu sia la nuova star della moda, la nuova it-girl incoronata come la top model dell’anno che sale e scende dagli aerei un giorno sì e un giorno sì per presenziare agli eventi più cool del momento, per la mamma rimani sempre la sua bambina. V.U.

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PORTRAITS

Bella Hadid at Bulgari F/W 2017-18 presentation, Milan. 29


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PORTRAITS

OLIVIA PALERMO

Remember sassy Blair Waldorf, queen of the Upper East Side in the series Gossip Girl? They say the character and her temperament! - were based on none other than Olivia Palermo, it-girl, fashion icon, blogger (her Instagram account has 4.7 million followers, although she says: “You need moderation with social media, if I don’t like them not every shot I take has to be posted!”) and designer. Just looking at her makes you think “you’ve either got it, or you haven’t”, and it seems many designers and brands believe she has it. “My style is eclectic, I like colours and prints and I enjoy putting together accessories to complete a look,” she says, super-elegant even in a simple pair of jeans. “I travel a lot and my luggage is always perfectly organised. I try not to pack too much because otherwise there’s no room for shopping! In any case, I always carry lots of shoes with me. You can do anything with shoes, you can create and recreate a million different outfits!” She turned 31 last February and has a husband everyone admires, German model Johannes Huebl, who is also very popular on social media. They married in June 2014 after a six-year engagement at a simple, private ceremony to which she wore a white three-piece Carolina Herrera dress teamed with a sophisticated cashmere knit and iconic blue satin courts by Manolo Blahnik, the same ones worn by Carrie Bradshaw in Sex and the City. Olivia grew up in New York, or rather the Upper East Side, and Connecticut: “I live in Brooklyn now, my husband wanted to live here and I like it a lot too. There are always new districts being discovered or rediscovered in New York and in the last ten years Brooklyn has really been the place to be. There are really tons of interesting places”. She is best-known for her role in MTV’s reality show The City about New York elites, which she starred in in 2009 and where she demonstrated all of that aforementioned temperament. The following year Asos named her the “new queen of street style” and her career took off. She opened her blog at oliviapalermo.com and in the meantime worked as a model and collaborated with a host of fashion brands, including, most recently, Max&Co and Piaget. If you ask her how many times she changes outfit during fashion week, she responds: “I don’t know, but you’re not the one on the runway, what counts for the designer is the collection. If you can find the time to wear one of his or her pieces that’s great, but otherwise you’re the one going to see a show, not the other way around!”

Avete presente il caratterino tutto pepe di Blair Waldorf, reginetta dell’Upper East Side nella serie Gossip Girl? Si dice che il personaggio - e il temperamento in questione! - siano ispirati a lei, Olivia Palermo, it-girl, fashion icon, blogger tra le più seguite (di follower il suo account Instagram ne conta 4,7 milioni, anche se lei afferma: “Ci vuole moderazione con i social, se non mi piacciono non tutte le foto che scatto devono essere postate!”) e anche stilista. Solo a guardarla viene da dire: “la classe non è acqua” e non a caso designer e maison se la contendono. “Il mio stile è eclettico, mi piacciono i colori e le stampe, mi diverto ad abbinare gli accessori per completare il look”, racconta, elegantissima anche quando indossa solo un paio di jeans. “Viaggio molto e la mia valigia è sempre perfettamente organizzata. Cerco di non riempirla troppo però, perché altrimenti non ho spazio per fare acquisti! In ogni caso, porto sempre con me moltissime scarpe. Si può fare di tutto con le scarpe, puoi creare e ricreare infiniti outfit diversi!”. 31 anni compiuti lo scorso febbraio e un marito che le invidiano tutte, il modello tedesco Johannes Huebl, anch’egli seguitissimo sui social, sposato nel giugno del 2014, dopo sei anni di fidanzamento, con una cerimonia sobria e riservata in un abito bianco tre pezzi firmato Carolina Herrera e rifinito da un sofisticato golfino in cashmere e dagli iconici décolleté in raso blu di Manolo Blahnik, gli stessi di Carrie Bradshaw in Sex and the City. Olivia cresce tra New York, o meglio sarebbe dire tra l’Upper East Side, e il Connecticut: “Adesso abito a Brooklyn, mio marito voleva vivere qui e anche a me piace molto. A New York ci sono sempre nuove zone che vengono scoperte o riscoperte e negli ultimi dieci anni Brooklyn è quella che più di altre è stata valorizzata. Ci sono davvero tantissimi posti interessanti”. Conosciuta grazie al reality show di MTV The City su la crème newyorkese, a cui partecipa nel 2009 e dove dimostra tutto il temperamento di cui sopra, l’anno successivo viene eletta “new queen of street style” da Asos e la sua carriera spicca il volo. Apre il blog oliviapalermo.com e nel frattempo lavora come modella e collabora con moltissime case di moda, tra cui, solo tra le più recenti, Max&Co e Piaget. E se le chiedete quante volte si cambia durante le fashion week risponde: “Beh, non saprei, ma non sei tu che sali in passerella, quello che conta per il designer è la collezione. Se riesci a trovare il tempo per indossare un suo capo è fantastico, ma altrimenti sei tu che vai ad assistere a una sfilata, non il contrario!”. F.I.

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PORTRAITS

Olivia Palermo for Piaget Possession collection, available at NET-A-PORTER.COM 31


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DA JACKIE A MELANIA IL NUOVO LADYLIKE: RITRATTO DI SIGNORE FROM JACKIE TO MELANIA THE NEW LADYLIKE: PORTRAIT OF LADIES Enrico Maria Albamonte

Natalie Portman in Jackie, directed by Pablo Larraín, distributed by Lucky Red. 36


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Courtesy of Michael Kors, ph. Norman Wong.

INTERVIEW

FEMALE FIRST MICHAEL KORS Cinzia Malvini

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INTERVIEW

“Prima di tutto la femminilità”, mi dice Michael Kors. L’appuntamento per la nostra intervista è alle ore 8:30 del mattino negli studios di Varick Street, il luogo preferito dal designer americano per presentare le sue collezioni durante la New York Fashion Week. Io arrivo con mezz’ora abbondante di anticipo, con gli americani non si sa mai ed è sempre meglio essere più efficienti di loro. Ragazze belle e di nero ben vestite si muovono veloci in un attivismo nervoso che prende il passo svelto delle sneakers rigorosamente bianche o quello più rallentato di un necessario tacco 12 destinato a scomparire nelle maxi borse un secondo dopo la fine dello show. Auricolari, caffè, sorrisi gentili o formali, la palpitazione della sfilata alle porte nell’aria. Michael Kors è lo stilista orgogliosamente americano, divenuto oggi un brand mondiale grazie a uno stile capace di unire glamour, sensualità, sport: lo chic come must, la bellezza femminile come manifesto. “Ho sempre pensato che l’abbigliamento delle donne sia anche una fortissima arma per esprimere al meglio il proprio carattere. La forza della bellezza è quella che un vestito aiuta a mettere in luce. Ed è anche il senso del mio lavoro”, racconta.

“First of all, femininity,” says Michael Kors. The appointment for our interview is at 8:30 in the morning at the Varick Street studios, the American designer’s favourite place to present his collections during the New York Fashion Week. I get there almost half an hour early, with the Americans you never know so it’s always best to be more efficient than them. Beautiful girls well-dressed in black are busying around nervously at the quick pace with strictly white sneakers or slower with the necessary 12 centimetres heel that disappears into big bags a second after the end of the show. Earphones, coffee, polite or formal smiles, the palpitation of the parade about to start, in the air. Michael Kors is the proud American designer, today a global brand thanks to a style able to combine glamour, sensuality, sport: chic as the essential element, feminine beauty as the manifesto. “I always thought that women’s clothing is also a very strong weapon to better express one’s character. The force of beauty is what a dress helps to highlight. And this is also the meaning of my work,” he says.

Qual è il punto di partenza delle sue collezioni? C’è sempre un fil rouge che lega tutto? L’ottimismo unito alla certezza che una donna ben vestita e curata può sentirsi anche più protetta. Sono un appassionato del lusso e di un glamour che sembra quello dell’età dell’oro, ma questo non mi porta lontano dalla realtà. Io disegno abiti per donne che escono di casa e vanno a lavorare, come per le celebrità che ovviamente hanno una vita molto diversa e più complessa per altri aspetti. Il filo che unisce queste due realtà è il comfort e lo chic; penso che per sentirsi sicuri di sé bisogna essere a proprio agio, stare bene nell’abito che si indossa, sia che si tratti di un vestito da sera o di una semplice Tshirt bianca e jeans. Ma la T-shirt deve essere perfettamente bianca!

What is the starting point of your collections? Is there always a common thread tying everything? Optimism combined with the certainty that a welldressed and well-groomed woman can feel even more protected. I am a lover of luxury and glamour that seems to belong to the golden age, but this does remove me from reality. I design clothes for women who go out and go to work, and for celebrities who obviously have a very different and more complex life in other ways. The thread that joins these two realities is comfort and chic; I think that to feel confident you should be comfortable, feel good in what you are wearing, whether it be an evening dress or a simple white T-shirt and jeans. But the T-shirt must be absolute white!

Qual è la formula della femminile sensualità del suo stile? La sensualità è sicurezza. Non significa necessariamente indossare un abito attillato e una scarpa con tacco stiletto. Si può essere straordinariamente sexy e femminili con un pantalone morbido e un maglione maschile, come quello del boyfriend. L’importante è sapere che cosa valorizzare, non solo del proprio aspetto, ma anche del carattere. Io aiuto le donne a scoprire il loro lato più bello, sotto entrambi i punti di vista.

What is the formula of your style’s feminine sensuality? Sensuality is confidence. Not necessarily wearing a tight dress and stiletto heel shoes. A woman can be extraordinarily sexy and feminine with loose trousers and a men’s sweater, like her boyfriend’s. The important thing is to know what to underline, not only of her appearance, but also of her character. I help women discover their best side, from both points of view.

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Natasha Poly, taken with the MK x FUJIFILM INSTAX Camera, F/W 2017-18 Michael Kors Collection backstage.

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INTERVIEW

Bella Hadid and Ashley Graham, taken with the MK x FUJIFILM INSTAX Camera, F/W 2017-18 Michael Kors Collection backstage.


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Ph. Margot Pandone.

INTERVIEW

UPSTA(I)RS

MICHELA PICCHI Flavia Impallomeni

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INTERVIEW

“Le stelle sono parte di una bellissima visione che ho avuto prima di partire per l’America. Oltre che identificarsi con uno dei simboli del pop americano, per me simboleggiano il piano astrale”, spiega Michela Picchi, l’artista romana con base a Berlino, classe ’87, in mostra a Milano alla Banca Sistema con STARS fino al 31 maggio 2017. Frutto di un’artistic residency di tre mesi negli Stati Uniti per la Cleveland Foundation, gli oltre cinquanta artwork esposti, con i loro colori vibranti e le tinte accese, i soggetti esotici e surreali, sono un viaggio pop nel meraviglioso mondo di Michela!

“The stars are part of a beautiful vision that I had before leaving for America. As well as identifying with one of the symbols of American pop, to me they symbolise the astral plane,” explains Michela Picchi, the Roman artist based in Berlin, born in ’87, on show in Milan at Banca Sistema with STARS until 31 May 2017. The end result of a three-month artistic residency at the Cleveland Foundation in the United States, the over fifty artworks exhibited, with their vibrant colours and bold tints, exotic and surreal subjects, are a pop journey into the wonderful world of Michela!

Partiamo da Milano. Quali opere potremmo ammirare? STARS, curata da Rossella Farinotti per Banca Sistema, è il risultato di un anno di produzione, crescita, ricerca ed evoluzione come artista. È una retrospettiva molto carica emotivamente per me ed è come se fosse il riflesso della mia natura come artista: poliedrica e multidisciplinare. Ho voluto esporre delle cose molto diverse tra di loro, partendo dagli sketch originali delle varie opere presenti e non alle tele fatte nel periodo americano, ai tappeti prodotti anch’essi in America, alle stampe (realizzate dal 2013 al 2015), a un’edizione limitata di 23 serigrafie, per un totale di 54 opere distribuite in un percorso suddiviso tra i due piani della Banca.

Let’s begin in Milan. What works will we be able to see? STARS, curated by Rossella Farinotti for Banca Sistema, is the result of a year of production, growth, research and evolution as an artist. For me, it’s a very emotionally charged retrospective, as though it reflected my multifaceted, multidisciplinary nature as an artist. I wanted to exhibit very different things, beginning with the original sketches of some of the works on show and others besides, up to the canvases I did in the American period, the rugs made in America, the prints (made between 2013 and 2015), as well as a limited edition of 23 screen prints, making a total of 54 works spread out over two floors of the Banca.

È la prima volta che espone in Italia? No, questa è la seconda volta. Ho avuto il piacere di collaborare per un’altra personale con la Martina’s Gallery di Seregno nel 2015, una mostra di stampe di edizioni limitate dei miei lavori.

Is this your first exhibition in Italy? No, my second. I had the pleasure of working on another solo show with Martina’s Gallery in Seregno in 2015. It was an exhibition of limited edition prints of my work.

Fa base a Berlino e ha vissuto in molte altre città, perché ha lasciato l’Italia? Non ha trovato quelle opportunità che stava cercando? Ho abituato i miei genitori al mio esplorare in giro per il mondo molto presto, già all’età di diciotto anni ero partita per un mese in Islanda con uno zaino in spalla. L’idea di riempire i miei occhi con molti stimoli visivi diversi e di assorbire realtà differenti dalla mia romana mi ha sempre affascinato. Non avevo motivi per restare in Italia: a 26 anni non avevo lavoro, avevo appena conseguito una seconda laurea e avevo invece la possibilità di collaborare con realtà estere, prima Londra, poi Hong Kong e ora Berlino. È stato l’estero a scegliermi, donandomi possibilità di conoscere luoghi fantastici, di non sedimentarmi, anche creativamente, e di evolvermi nell’artista che sono oggi. Ma amo l’Italia e tornare nel mio Paese per la seconda mostra personale è chiaramente un’emozione.

You are based in Berlin and have lived in many other cities, why did you leave Italy? Didn’t you find the opportunities you were looking for? My parents have become accustomed to my travels, when I was eighteen I went backpacking to Iceland for a month. The idea of seeing many different things and absorbing different realities outside Rome has always fascinated me. I had no reason to stay in Italy: at 26 years of age I didn’t have a job, I had just done a second degree and had the chance to work with people abroad, first in London, then in Hong Kong and now Berlin. The foreign projects came to me, giving me the possibility of getting to know some amazing places, not settling, including creatively, and of growing into the artist I am today. But I love Italy and coming back here for my second solo show is obviously very exciting.

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Alberta Ferretti F/W 2017

INTERVIEW

L’ALTRO LATO DI SARA

SARA SAMPAIO

THE OTHER SIDE OF SARA 56


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INTERVIEW

Occhi verdi che ti inchiodano e curve very hot, tanto che GQ l’ha definita: “l’ottava meraviglia del mondo”. E non è un caso allora se Sara Sampaio, supermodella ventiseienne, è stata confermata volto ufficiale della linea mare di Calzedonia per tre anni di fila e nel 2015 è diventata primo angelo di origini portoghesi di Victoria’s Secret. Nata a Porto - e molto tifosa della squadra di calcio della sua città - è la protagonista, insieme al modello inglese Andrew Cooper, della nuova campagna di Hogan P/E 2017, scattata dal fotografo Sebastian Kim sullo sfondo dei romantici scorci della ville lumière. “Sara incarna perfettamente il dna di Hogan e oltre a essere bellissima sa parlare alle nuove generazioni”, afferma il co-fondatore della maison Andrea Della Valle. “Le scarpe che ha indossato sono praticamente già sold out!”. “Le adoro! E sono sicura che anche le altre ragazze proprio come me impazziranno per la zeppa che ti fa sembrare più alta”, aggiunge la top model, un sorriso che non abbandona mai le sue labbra.

With her piercing green eyes and hot curves, she was dubbed “the eighth wonder of the world” by GQ. It’s no wonder, then, that Sara Sampaio, the twentysix-year-old supermodel, was named the official face of the Calzedonia beachwear line for three years running and in 2015 became the first Portuguese model to work for Victoria’s Secret. Born in Porto and a big fan of the local football team - she stars alongside British model Andrew Cooper in Hogan’s new S/S 2017 campaign, shot by photographer Sebastian Kim against the romantic backdrop of the ville lumière. “Sara perfectly embodies the Hogan dna and, as well as being beautiful, she can speak to the new generations,” says the brand’s co-founder, Andrea Della Valle. “The shoes she wore are practically sold out already!” “I adore them! And I’m sure that other girls will love the wedge just like I do as it makes you look taller”, adds the top model, who never stops smiling.

Meglio le sneakers o i tacchi alti? Io porto quasi sempre le sneakers, quasi tutte le ragazze le preferiscono ai tacchi alti. Vogliamo stare comode, soprattutto quando sei in giro tutto il giorno e devi muoverti velocemente. Tutti amano le sneakers!

Do you prefer sneakers or high heels? I almost always wear sneakers, almost all girls prefer them to high heels. We want to be comfortable, especially when we’re running around all day. Everyone loves sneakers!

Che rapporto ha con i social media? Sono diventati sempre più difficili da gestire in questi anni, devi saperti tenere al passo. Per me sono un po’ una contraddizione, una tortura e allo stesso tempo un gioco. Cerco di mostrare qualcosa di me, ma non troppo, faccio vedere quello che mi piace o che non mi piace... Diciamo che il fatto che qualcuno possa sentirsi ispirato da me mi sembra una follia! Se penso che le persone mi vedono e decidono di seguirmi sui social guardando quello che faccio come a una fonte d’ispirazione, lo trovo un po’ surreale. Però, mi rende felice poter spronare qualcuno a fare meglio. E anche se fosse solo una persona, ne varrebbe comunque la pena.

What relationship do you have with social media? It’s become increasingly difficult to manage lately, you have to know how to keep up with it. It’s a bit of a contradiction for me, it’s tough but it’s also a game. I try to show something of myself, but not too much. I post things that I like and don’t like... The fact that someone can feel inspired by me sounds crazy to me! I find it a bit surreal that people can see me and decide to follow me on social media while looking at what I do as a source of inspiration. But it makes me happy that I can spur others on to do better. Even if it were only one person, it would be worth it.

Ci sono icone della moda che l’hanno ispirata più di altre? Ce ne sono molte. Gisele Bündchen, chi non vorrebbe avere una carriera come la sua! Adriana Lima, incredibile, bellissima, una persona davvero fantastica. Sono numerose le top model a cui ho guardato quando ho iniziato a sfilare e ognuna di loro è stata una grande fonte d’ispirazione per me.

Are there any fashion icons that have inspired you more than others? There are many. Gisele Bündchen, who wouldn’t want a career like hers! Adriana Lima, incredible, beautiful, a really fantastic person. There are lots of top models I looked to when I started doing shows and every one of them has been a great source of inspiration for me.

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Photo Gautier Pellegrin Fashion Sabrina Mellace Fendi jacket, Anteprima skirt, Fratelli Rossetti shoes.


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Stella McCartney shirt and trousers, Drome shoes, Ca&Lou earring.


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INTERVIEW

THE POWERFUL DUO MALONE SOULIERS

Valentina Uzzo

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INTERVIEW

“Il tacco alto è come un illusionista, è in grado di scolpire il piede e generare una trasformazione attraverso tutto il corpo: influenzerà la postura e il modo di camminare, ma anche il modo di parlare e l’intero comportamento”. Questa è la visione unica di Mary Alice Malone, la talentuosa cavallerizza della Pennsylvania alla guida creativa di Malone Souliers, il brand inglese di calzature audaci nato nel 2014 e che in sole tre stagioni ha conquistato meritevolmente un’attenzione a livello internazionale senza precedenti. Ad accompagnarla l’ingegnoso globetrotter e businessman Roy Luwolt, nel ruolo di managing director.

“The high heel is like an illusionist. It can sculpt the foot and generate a transformation throughout the whole body: it will affect the posture and gait, but also the person’s speech and behaviour.” This is the unique vision of Mary Alice Malone, the talented horse rider from Pennsylvania at the creative helm of Malone Souliers, the British brand of daring footwear founded in 2014 that in just three seasons has deservedly attracted unprecedented global attention. Accompanying her in this venture is the ingenious globetrotter and businessman, Roy Luwolt, in his role as managing director.

Tre aggettivi per descrivere la vostra coppia professionale. Simbiotica, riflessiva, eccentrica.

Three adjectives to describe your professional duo. Symbiotic, reflexive, eccentric.

Nel creare le vostre collezioni prendete notevolmente ispirazione dal mondo del cinema e dello spettacolo. Se Malone Souliers fosse un’attrice, chi sarebbe? Cate Blanchett, Tilda Swinton oppure Charlotte Rampling.

When creating your collections, you are very much inspired by the world of film and show business. If Malone Souliers were an actress, who would it be? Cate Blanchett, Tilda Swinton or Charlotte Rampling.

La filosofia estetica degli anni ’50 e ’70 del “concealand-reveal”, ovvero del “celare e svelare”, è un altro principio guida a cui fa riferimento Malone Souliers nel dar vita alle sue collezioni. Mary Alice: Io vivo felicemente in completa contraddizione, in un continuo tira e molla. Sono una creatura emotiva. Non voglio scegliere tra il controllo e l’autodeterminazione presenti nella donna che porta una scarpa con il tacco alto oppure tra quel “celare e svelare” della scarpa stessa. Lo spazio negativo, il non usato: è così difficile e scomodo e mi piace tanto. Disegno per tutte quelle donne che amano vestirsi alla moda e per quelle a cui invece non piace, per l’amministratore delegato che fa tutto e per la mamma super dinamica con tre figli al seguito ad esempio. Roy Luwolt: Noi disegniamo per quel tipo di donna la cui presenza si possa avvertire perfino dalla stanza accanto. Lei è magnifica e può essere tutto quello che vuole.

The “conceal-and-reveal” philosophy of the ’50s and ’70s is another guiding principle that Malone Souliers draws on for its collections. Mary Alice: I am happy to live in complete contradiction, in a continuous pushing and pulling. I am an emotive creature. I don’t want to choose between the elements of control and the empowerment presented by the woman in a high heeled shoe, say or the elements of concealment and revelation in the shoe itself. Negative space, the unused: it’s so awkward and uncomfortable, and I love it. I design for women who like dressing fashionably and those that don’t, for managing directors that do everything and for super-mums with three kids to run around after. Roy Luwolt: We design for that type of woman whose presence you can sense even in the next room. She is magnificent and can be whatever she wants to be.

Cosa vi rende speciali? Malone Souliers è stata fondata nel principio della particolarità. Dallo sviluppo meticoloso delle forme alle dimensioni, fino al colore. Tutto è curato millimetro per millimetro, un buon prodotto di pelletteria consiste nella cura di ogni suo dettaglio, visibile e invisibile. Semplicemente ci piace fare le cose fatte bene.

What makes you special? Malone Souliers was founded on a principle of specialness. From the painstaking development of shapes and sizes, to colour. Everything is dealt with millimetre by millimetre. A quality leather goods product takes care of every detail, whether it’s visible or invisible. We just like doing things properly.

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Photo Angela Improta Fashion Sabrina Mellace


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Alberto Guardiani shoes; Vivienne Westwood bag.


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Bottega Veneta Opposite page, Fendi.


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Photo Gautier Pellegrin Fashion Sabrina Mellace

Bally fur.


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Angelo Marani trench, Iceberg shirt and trousers. Opposite page, Valentino dress, Bottega Veneta shoes.


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THE IMITATION OF NATURE

PARADISI ARTIFICIALI ARTIFICIAL PARADISES

Ragazze col parasole, decorazioni orientali, creature mitiche e fantastiche. Tra illusione e artificio, l’arte è - oggi come ieri - un bellissimo giardino. Dall’antica età dell’oro all’Eden, un piccolo viaggio tra le metafore e i simboli che dal tardo medioevo alla contemporaneità ne hanno fatto il luogo della bellezza e della perfezione, dell’imitazione della natura e del suo superamento, dell’amore. Una delle forme del sogno plasmata dall’uomo.

Barbara Bolelli

Girls with a parasol, oriental decorations, mythical and fantastical creatures. Between illusion and artifice, art is now and has always been a beautiful garden. From the ancient golden age to Eden, we take a journey through the metaphors and symbols that from the late Middle Ages to the present day have portrayed this place of beauty and perfection, imitations and exaggerations of nature, and love. One of the forms of the dream shaped by man.

James Tissot, The Bunch of Lilacs, ca. 1875, private collection.

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THE IMITATION OF NATURE

Jean-Léon Gérôme, The Hookah Lighter, ca. 1898.

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THE IMITATION OF NATURE

Sono tante le opere d’arte che hanno come protagonista il giardino: molte s’ispirano all’età dell’oro come la descrisse Esiodo, altre ancora al biblico Eden o agli scritti esoterici e orientali. Certo è che il giardino è sempre stato il luogo della bellezza e dell’amore: è qui che avvengono gli incontri amorosi delle dame e dei cavalieri della letteratura cortese, è qui che la natura, plasmata da mani umane, si fa surrogato dell’arte sprigionando un’artificiosa e fittizia perfezione e ricchezza. Ed è anche qui che si nasconde la vera insidia. Può l’uomo sostituirsi a Dio nella creazione della bellezza? Eccolo come simbolo di inganno e di peccato. La lussuria, ovviamente. Many works of art have featured a garden: many were inspired by the golden age as described by Hesiod, others by the garden of Eden or by esoteric and oriental texts. What is certain is that the garden has always been a place of beauty and love: it is here that amorous encounters occur between courtly ladies and knights, it is here that nature, shaped by human hand, becomes a substitute for art, unleashing artful and fictitious perfection and richness. And it is also where real intrigue is found. Can man take the place of God in the creation of beauty? Because the garden is also used as a symbol of betrayal and sin. Lust, obviously.

“Nulla è più figlio dell’arte di un giardino”

“Nothing is more the child of art than a garden”

Sir Walter Scott

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Photo Yuma Migliaccio Fashion Silvia Ortombina


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Au Jour Le Jour jacket, Dsquared2 dress.


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Photo Florian Käfmüller Fashion Mike York @madlions


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Casha for Cadenzza “Liquid Skies” ring. Makeup Geek “Liquid Gold” pigment; NARS “Golshan” satin lip pencil combined with MAC “Basic Red” pigment.


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FOCUS

LA CONTROMODA DI REI KAWAKUBO PER COMME DES GARÇONS REI KAWAKUBO’S COUNTER-FASHION FOR COMME DES GARÇONS Enrico Maria Albamonte

Rei Kawakubo for Comme des Garçons, Not Making Clothing, Spring 2014, courtesy of The Metropolitan Museum of Art, © Paolo Roversi.


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100+

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FOCUS

IRVING PENN

PICTURES TO REMEMBER YOU Valentina Uzzo

È uno dei padri indiscussi della fotografia di moda, professione, ma soprattutto arte da coltivare con orgoglio per Irving Penn, maestro inconfondibile per le sue idee di stile e di eleganza. Nato a Plainfield, nel New Jersey, classe 1917, Penn avrebbe compiuto quest’anno il suo 100esimo compleanno, una ricorrenza che il Metropolitan Museum of Art celebra con la mostra in suo onore, Irving Penn: Centennial. Una retrospettiva ideata a seguito della donazione da parte della The Irving Penn Foundation al The Met nel 2015 di più di 150 fotografie, i momenti più rappresentativi della sua carriera. Questi e molti altri capolavori sono il nucleo attorno al quale si sviluppa la mostra, fino al 30 luglio 2017.

Irving Penn was one of the undisputed godfathers of fashion photography, a profession but above all an art that he practised with pride in an unmistakably stylish and elegant way. Born in Plainfield, New Jersey in 1917, Penn would have turned one hundred this year, an event that Metropolitan Museum of Art is celebrating with an exhibition in his honour, Irving Penn: Centennial. The retrospective was conceived following a gift from The Irving Penn Foundation to The Met in 2015 of over 150 photographs representing every period of his career. These and many other masterpieces are the core around which the exhibition, running until 30 July 2017, is built.

Irving Penn, Two Miyake Warriors, New York, 1998, The Metropolitan Museum of Art, promised gift of The Irving Penn Foundation, © The Irving Penn Foundation. 164


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FOCUS

L’ARMONIA DELLA FORMA

GIANFRANCO FERRÉ THE HARMONY OF FORM Antonella Scorta


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FOCUS

“Disegnare, per me, significa gettare sulla carta un’idea spontanea per poter poi analizzare, controllare, verificare, pulire, riducendo gli elementi di base a linee sintetiche e precise, innestate su diagonali e parallele e racchiuse dentro forme e figure geometriche... da stilista e architetto concepisco la moda come design”: così raccontava Gianfranco Ferré, spiegando la sua passione per il disegno, che lo accompagnò tutta la vita. Chi lo conosceva bene sapeva che lo stilista disegnava sempre e ovunque, seduto alla sua scrivania, ma anche durante i viaggi o in qualsiasi altro momento. Con pochi tratti, Ferré sapeva delineare la silhouette di una donna, evidenziando in modo particolare spalle, vita e gambe, completando poi il tratto della matita o del pennarello con applicazioni di carta stagnola o cascate di brillantini. Il risultato erano sempre schizzi di assoluta perfezione, oggi, a dieci anni dalla scomparsa dello stilista, protagonisti della mostra Gianfranco Ferré. Moda, un racconto nei disegni, fino al 18 giugno 2017 presso il Centro Culturale Santa Maria della Pietà a Cremona. La scelta della località lombarda non è casuale: Ferré, infatti, era originario della città del Torrazzo da parte di madre ed era molto legato alle sue radici. Inoltre, nel 2017, si celebra il quattrocentocinquantesimo anniversario della nascita di Claudio Monteverdi e l’evento rientra a giusto titolo nel calendario di manifestazioni dedicate al compositore. Tanto che il 18 maggio si terrà una conferenza

“To me, drawing means getting a spontaneous idea onto paper so that I can analyse, control and clean it, reducing the basic elements to brief, precise lines, basically diagonal and parallel lines enclosed within geometric forms and figures... as a designer and architect, I see fashion as drawing”: so said Gianfranco Ferré, explaining his passion for drawing, which accompanied him throughout his life. Those who knew him well knew that he drew all the time and anywhere, sitting at his desk, while travelling or at any other time. With just a few strokes, Ferré could draw a female figure, highlighting the shoulders, waist and legs, before completing the pencil or marker pen strokes with tin foil or glitter. The results were always absolutely perfect sketches, which are now, ten years since the designer’s death, featured in the exhibition Gianfranco Ferré. Moda, un racconto nei disegni, until 18 June 2017 at the Centro Culturale Santa Maria della Pietà in Cremona. The Lombardy location was not chosen by chance: Ferré’s mother came from Torrazzo and he was very tied to his roots. 2017 also marks the 450th anniversary of the birth of Claudio Monteverdi and the exhibition has rightly been incorporated into the calendar of events dedicated to the composer. A press conference will be held on 18 May entitled Gianfranco Ferré. Moda, un racconto nella musica, dedicated to the role of soun-

Printed silk and lurex caftan with embroideries and sequin appliqués, prêt-à-porter, Spring/Summer 1990, pencil, fine black felt-tip pen, pastel crayon, gold powder on construction paper.

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Photo Chiara Predebon Fashion Caminito Gasparro

Dondup coat and jacket, Kenzo trousers, Emilio Pucci shoes, Atelier VM earrings.


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Emilio Pucci dress, Max Mara bag, Gianvito Rossi boots.


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Krizia trench, Max Mara top, belt and shoes, Anteprima skirt.


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Photo Ivan Genasi Fashion Luigi Gaballo

Ermanno Scervino dress, Moreschi shoes.


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Antonio Marras dress, Moreschi shoes.


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Chanel jacket, dress and necklace, Moreschi shoes, Pugnale & Nyleve sunglasses.


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