PUBBLICAZIONE PERIODICA TRIMESTRALE N. 111 ITALY ONLY € 35,00 B € 65,00 - F € 55,00 - D € 75,00 - E € 56,90 - P € 63,10 - A € 59,59 - NKr 695,00 - L € 60,00 Chf. 79,00 (compreso Ticino) - M-3915-111-€ 55,00-RD
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POST RÉTRO NEW GEO FEMMINILISMO
TISCI: ˝LA MIA ESSENZA RELIGIOSA˝
A/I•F/W 2011-2012: MILANO MODA DONNA • NEW YORK FASHION WEEK
INTERNATIONAL EDITION ®
BOOK NUMERO MODA 111
Periodico trimestrale di Moda e Informazione Prêt-à-Porter Autunno/Inverno - Fall/Winter 2011-2012
Direttore Editoriale MARCO UZZO marco.uzzo@bookmoda.com
CONTRIBUTORS Beppe Angiolini, Presidente della Camera Italiana Buyer Moda. Chairman of the Italian Chamber of Fashion Buyers.
Direttore Responsabile GIANLUCA LO VETRO gianluca.lovetro@bookmoda.com
Eva Desiderio, inviato del Quotidiano Nazionale, in questo numero intervista Riccardo Tisci, superstar delle passerelle parigine, nonché candidato a prendere il posto di Galliano nella maison Dior. Fabriano Fabbri, Correspondent of docente di Arte Quotidiano Nazionale Contemporanea newspaper, in this issue all’Università di she interviews Riccardo Bologna. Sta lavorando Tisci, superstar of a un volume su Pop e Parisian runways and Post-pop. in line for replacing Professor in Galliano in the Dior Contemporary Art house. at Bologna University. He’s writing a book about Pop and Postpop.
Coordinamento redazione Gianpiero Di Bari g.dibari@bookmoda.com Redazione Antonella Scorta antonella.scorta@bookmoda.com Sonia Spagnol sonia.spagnol@bookmoda.com Grafica e Produzione Giuseppe Grippa produzione@bookmoda.com Carlo Prosdocimi carlo.prosdocimi@bookmoda.com Hanno collaborato Francesca Crippa, Flavia Impallomeni, Marco Masserini, Luca Maria Traverso Fotografi Kino, Simone Manzo, Roberto Tecchio Servizi fotografici Marco Bertani, Paulo Renftle
Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 383 del 28.05.1990 - N° Iscrizione ROC 9982
Coordinamento e styling Giuseppe Dicecca Segreteria di Redazione Cecilia Scolari cecilia.scolari@bookmoda.com Traduzioni Studio MVM Tipografia GRAFICHE MAZZUCCHELLI S.p.A. Via Cà Bertoncina, 37 - 24068 Seriate (BG) Tel. 0352921300 - Fax 0354520185 www.mazzucchelli.it Fotolito ITALCOLOR S.r.l. - Via L. Cavaleri, 6 - 20147 Milano Tel. 0289699716 - Fax 0289699717 italcolor@italcolor.it Diffusione Italia: Messaggerie Internazionali Via Manzoni, 8 - 20089 Rozzano (MI) numero verde 800827112 Estero: A.I.E. Agenzia Italiana Esportazione S.p.A. Via Manzoni, 12 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 025753911 r.a. - Fax +39 0257512606 Presidente GIOVANNA ROVEDA giovanna.roveda@bookmoda.com
Via A. Manzoni, 26 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02892395.1 - Fax +39 028242644 e-mail: redazione.milano@bookmoda.com
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Daniela Fedi, prima firma di costume del quotidiano il Giornale, ha scritto con Lucia Serlenga il libro Alla corte di re Moda (ed. Salani). Si è fidanzata ed è in uscita con un volume “di peso”. First custom big name of il Giornale newspaper, wrote in collaboration with Lucia Serlenga the book Alla corte di re Moda (published by Salani). She got engaged and she’s preparing a “very heavy” book.
Michael Kors, uno dei creatori statunitensi più acclamati del momento, lancia la sua prima linea donna nel 1981 e quest’anno festeggia 3 decenni di attività. Sulle pagine di Book Moda racconta lo stile e la personalità delle icone che ha vestito dagli Anni ’80 a oggi. - One of the most appreciated topical US designers, launched his first womenswear line in 1981 and this year celebrates three decades of work. On the Book Moda pages he tells us the style and the character of the icons he dressed from the 1980s until today. Francesco Scognamiglio, enfant prodige del Made in Italy, assurge al successo planetario quando Madonna indossa le sue camicie e Lady Gaga i suoi abiti scultorei. Anticipa a Book Moda le stravaganti richieste della Signora Germanotta. Enfant prodige of Made in Italy achieved a planetary success when Madonna wore his shirts and Lady Gaga his sculptural dresses. He anticipates to Book Moda the extravagant requirements of Ms. Germanotta.
Pubblicità LISA MORASSO - PUBLIFASHION S.r.l. Via A. Manzoni, 26 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02892395.1 - Fax +39 028242644 lisa.morasso@bookmoda.com - www.bookmoda.com Advertisements for Asia & South America INTER FASHION MEDIA - Tel. +39/335327261 - tradexx@hotmail.com Advertisements for Middle East NEIMAN AZZI EVENTS MANAGEMENT SARL P.O Box: 11-162 Beirut Lebanon Tel. +961/1/200082 - Fax +961/1/200087 - Mobile +961/3/600162 em@neimanazzi.com - www.neimanazzi.com Advertisements for Japan YOSHINORI SHIMIZU - 1-13-4 Miwa BLDG 2F Ginza - Chuo - Ku - Tokyo Tel./Fax +81/335676867 - Mobile +81/9080086913
Editoriale Intro: Coming Cool Back-Up Prêt-à-parler Book e risposta/Book’s tit for tat Salva con nome/Save as
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H&N/Hic & Nunc/Qui e Ora: Astrazione fatale/Fatal abstraction Tisci: “La mia essenza religiosa”/“My religious scent” Gallery: Heart Earth F.F.F.: Fashion Furniture Fifty Correspondence Gallery: Neon Pop Cool-Burg
37 38 44 50 64 66 71 84
96 Cover: Prada F/W 2011-12
90
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Versace Home: Herald armchair see pag.
71 Gallery: Neon Pop see pag.
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20 26 28 30 34
In the background: Server, 1995, Peter Halley
Application: Memory C’Art Book2 Made in Eataly New Energy Pet-à-porter Diar-y Particolar-y Meteo Game Black Book
Van Cleef & Arpels see pag.
SOMMARIO CONTENTS
Helen Saunder, Dance, 1915 see pag.
BOOK NUMERO MODA 111
BOOK NUMERO MODA 111
SOMMARIO CONTENTS
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107
107 223 245 276 277 339 343 354 356
Dolce & Gabbana F/W 2011-12 see pag.
223 RenĂŠ Caovilla F/W 2011-12 see pag.
Ralph Lauren F/W 2011-12 see pag.
277
MilanoModaDonna Milan presentations Milan synthesis White New York Fashion Week New York presentations New York synthesis Just in Addresses
EDITORIAL QUELLA NOTA LEGGERA
M
ARMISTIZIO Innanzitutto, la moda è una grande impresa che specialmente nel nostro Paese ha un peso incisivo sulla bilancia commerciale. Certo, è un mondo che si basa sulla superficialità: ma questa, per una specie di magia, produce sostanza economica. E quanta! E per quante famiglie! Se nei momenti critici si dovessero sospendere tutte le attività che non sono indispensabili alla sopravvivenza umana, chiuderebbero il settore del mobile, la discografia, il cinema: un disastro economico nel disastro umano. E invece no. Anche durante la seconda guerra mondiale si sono prodotti film e canzoni. Nel ‘43 a Milano Germana Marucelli ha sfilato sotto i bombardamenti. Perché al di là dell’aspetto economico, proprio nei momenti più bui, c’è comunque bisogno di una nota leggera. Per continuare a vivere e credere in un futuro migliore. Per questo, il presente editoriale non è illustrato dalla foto del direttore, ma con un disegno di Fornasetti dal significativo titolo Armistizio: segno del nostro profondo desiderio che cessi ogni conflitto e le armi diventino un elemento puramente decorativo. Con Dostoevskij siamo convinti che: “il bello salverà il mondo”.
Armistizio collection by Fornasetti.
entre stavamo chiudendo questo numero il Giappone è stato travolto dallo tsunami. Nella centrale atomica di Fukushima si sono susseguite una serie di esplosioni e nel Mediterraneo si è aperta la crisi politico-militare con la Libia. Oggi, giorno in cui andiamo in stampa, non abbiamo la minima idea di cosa possa succedere nella settimana che ci separa dall’uscita in edicola. Ogni ora, ogni minuto il mondo può cambiare. E persino i giornali e i telegiornali quotidiani paiono vecchi rispetto al flusso continuo di notizie che arrivano e si cercano con ansia su Internet. Neanche a dirlo, in questi casi è sempre difficile, molto difficile parlare di moda. Tralasciamo il rischio di risultare “inopportuni”. Ma gli animi, gli animi stessi della redazione fanno fatica a prendere in considerazione le espressioni estetiche di un mondo scosso da tante tragedie. Per andare avanti, in simili situazioni si invoca il proverbiale The show must go on, che per molti incoscienti diventa un alibi con cui lavarsi le mani come Ponzio Pilato. Per questo, sentiamo il bisogno di precisare i “perché” siamo “andati avanti”.
Gianluca Lo Vetro
THAT LIGHTER NOTE
J
ust as we were completing this issue, Japan was struck by the tsunami. A series of explosions erupted at the nuclear plant in Fukushima, and a politicomilitary crisis with Libya broke out in the Mediterranean. Today, the day we are sending the issue to print, we haven't the slightest idea what could happen in the week before its appearance on the news-stands. Every hour, every minute, the world can change. Even the newspapers and the television newscasts feel as if they were already behind in comparison to the continuous stream of news that arrives and is anxiously consulted over the Internet. It’s needless to say that in these moments it is always quite difficult to talk about fashion. Not to mention the risk of seeming “untimely”. Indeed the editorial staff wearies in mustering up the courage and the heart to
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contemplate aesthetic expression in a world shaken by so many tragedies. In order to carry on in such circumstances one calls to mind the well-known saying “The show must go on”, that for the reckless becomes an alibi with which to wash one’s hands like Pontius Pilate. For this reason we feel the need to clarify the reason why we chose to “carry on”. ARMISTICE More than anything else, fashion is a big business that in our country has a particularly incisive role on a business scale. Of course, it is a world based on the superficial, but just this, as if by magic, produces the concrete in economic terms. And it creates a great deal - for a great many families. If, in crucial moments, we were to suspend all of the activities not immediately
necessary to human survival, then the furniture, record making, and cinema industries would close, signifying an economic disaster within the human disaster. But no. Even during the Second World War, films and songs were produced. In 1943 in Milan Germana Marucelli did runway shows during the bombings. Because aside from the economical aspect, it is just in our darkest moments that there is a need for a lighter note - in order to keep on living and believing in a brighter future. That is why this editorial is not illustrated with the director's photo, but with a Fornasetti design whose meaningful title is Armistice: a sign of our deep desire that every conflict cease and those weapons become a purely decorative element. We repeat with conviction the words of Dostoevskij, “Beauty will save the world”.
COMING
2012
COOL p a s t
r e t u r n s
di Sonia Spagnol
THE QUEEN OF COLORS el 1952 Elizabeth Alexandra Mary Windsor diventa Regina del Regno Unito (capo del Commonwealth, governatore supremo della Chiesa Anglicana, Comandante in capo delle forze armate e Signore dell’Isola di Man) con il nome di Elisabetta II. La sovrana succede al padre Giorgio VI. Il Giubileo di Diamante verrà celebrato il 5 giugno del 2012. Lo Stato realizzerà una medaglia e probabilmente Gary Barlow, front man dei Take That, canterà per Her Majesty. I festeggiamenti dei 60 anni di Regno sono stati messi in giudicato dalla possibilità che l’effige di Elisabetta II venga tolta dai francobolli nazionali per la privatizzazione della società postale britannica. In compenso, l’abbigliamento di sua Maestà, con quegli inconfondibili colorini pastello e tailleurini, è già oggetto di reinterpretazioni.
N
1962. Nasce Fluxus: movimento culturale che vede l’arte come evento basato sulla creatività dei gesti quotidiani e l’influenza del caso. Il fondatore è George Maciunas secondo il quale “l’artista non deve fare della sua arte una professione: tutto è arte e tutti possono farne”. Pertanto, Fluxus è un fronte mobile di individui, anziché un gruppo codificato di addetti ai lavori. Vi confluiscono senza pregiudizi e confini le esperienze delle avanguardie precedenti. Celebrato nel 1991 dalla grande mostra Ubi fluxus ibi motus a Venezia, il gruppo eterogeneo e cosmopolita annovera anche Yoko Ono.
60 anni/years
1962. Fluxus is born: the cultural movement that positions art as an event based on the creativity of everyday gestures and the influence of chance. The founder is George Maciunas, according to whom "the artist must not make art his profession: everything is art and everyone can create it". Therefore, Fluxus is a shifting body of individuals rather than a set group of designated workers. It is the crossroads of the experiences from the previous avant-garde movements, without prejudice or limits. Celebrated in 1991 with the great exhibition Ubi fluxus ibi motus in Venice, the heterogeneous, cosmopolitan group also counts Yoko Ono among its members.
50 anni/years 20 I bookmoda
1912. Profeta dell’emancipazione f e m m i n i l e , Valentine de SaintPoint pubblica il Manifesto della Donna Futurista, cui segue nel 1913 il Manifesto Futurista della Lussuria. I documenti rivendicano il valore positivo del piacere e della sensualità come fonte di liberazione spirituale, contestando le ipocrisie della morale tradizionale. Ma c’è di più: l’eros è considerato un’opera d’arte, unione perfetta di istinto e consapevolezza. Coreografa e danzatrice, nipote di Victor Hugo, la de Saint-Point viene accolta tra i futuristi per le sue idee ardite e anticonformiste.
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anni/years
fashioNUMB3RS 18.600 numero di fattorie statunitensi che producono cotone number of American farms that produce cotton
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spesa media in euro degli acquisti online su Yoox (IVA esclusa)
Logo dedicato da Google.co.uk il 16 ottobre 2008 in occasione della visita della regina al quartier generale di Google a Londra - Google.co.uk special logo up for Queen Elizabeth II in October 16th 2008 for the visit to Googleʼs central London headquarters.
I
n 1952 Elizabeth Alexandra Mary Windsor becomes Queen of the United Kingdom (Head of the Commonwealth, Supreme Ruler of the Anglican Church, Commander-in-Chief of the Armed Forces and Lord of Man) with the name of Elizabeth II. The sovereign succeeds her father George VI. The Diamond Jubilee will be celebrated on June 5th, 2012. The State will produce a medal, and Gary Barlow, the front man of
1912. A prophet of feminine emancipation, Valentine de Saint-Point publishes the Manifesto of Futurist Woman, followed in 1913 by the Futurist Manifesto of Lust. The documents reassert the positive value of the pleasure of sensuality as a source of spiritual liberation, protesting against the hypocrisy of traditional morality. But there's more - eros is considered a work of art, the perfect union of instinct and consciousness. Choreographer and dancer - the granddaughter of Victor Hugo - de Saint-Point is welcomed among the futurists for her daring, anticonformist ideas.
the average value in Euro of online purchase orders on Yoox (excluding tax)
numero di fashion blogger italiani inseriti nell’indice di ItFb (Italian Fashion Bloggers)
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number of Italian fashion bloggers inserted in the ItFb index (Italian Fashion Bloggers)
Take That, will probably sing for Her Majesty. The festivities for the 60 year reign have been placed under discussion by the possibility that the image of Elizabeth II will be removed from national stamps due to the privatization of the British postal system. In compensation, Her Majesty's clothing with those unmistakable pastel colours and dainty suit sets is already the object of reinterpretation.
1912. Nasce la tecnica del collage, termine di origine francese che significa “incollaggio”. Georges Braque è il primo artista ad utilizzarla, mettendo frammenti di carta da parati su una serie di disegni a carboncino. Entusiasta del procedimento, Pablo Picasso realizza nello stesso anno i papiers collés e il dipinto Nature morte à la chaise cannée (Natura morta con sedia impagliata). Quest’ultima opera è considerata il manifesto del collage perché Picasso, anziché dipingere il rivestimento della sedia, appone sulla tela un drappo cerato che raffigura l’intreccio e una vera corda come cornice. Nel quadro si leggono le lettere “JOU”, iniziali di “journal” e di “jouer”, proprio perché l’opera è un gioco di parole e di immagini. 1912. The technique of collage comes from the French word for "gluing". Georges Braque was the first artist to use it, putting pieces of wallpaper over an arrangement of charcoal drawings. An enthusiast of the
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method, Pablo Picasso creates in the same year the papiers collés and the painting, Nature morte à la chaise cannée (Still life with chair caning). This last work is considered the manifesto of collage since Picasso, rather than painting the covering of the chair, poses a waxed fabric on the canvas that depicts the braiding, and a green cord as a frame. In the painting the letters "JOU", the first of "journal" and "jouer", are visible, precisely because the work is a play on words and images.
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Cover story
Astrazione fatale Zero icone. Le nuove stampe seguono le linee ipnotiche del NewGeo e si rifondono nel GeoDéco. Per sciogliersi nella tecno-liquidità
C
’era una volta la Pop Art. Erano i primi Anni Sessanta, il boom economico bussava e sfondava le porte del mondo occidentale convertendo la forza lavoro della middle class nelle scatolette warholiane della zuppa Campbell e nei fumetti di Lichtenstein. Questo lo sappiamo tutti. Ma negli stessi anni, a fare da contraltare al dilagante successo della Pop correva in parallelo un’altra corrente, la cosiddetta Optical Art. Nome forse poco appetibile che bisognava almeno dimezzare: vada quindi Op Art, più facile da ricordare. Il fenomeno optical di figurativo non aveva niente. Zero immagini, zero prodotto. Zero icone, zero zero: solo un potente rilancio di moduli astratti e geometrici infittiti in trame molto decorative. Qualcuno – a ragione – potrebbe dire che quel via vai di astrazione emanava un non so che di ipnotico e ossessivo. I protagonisti? Tra gli altri, Victor Vasarely, Bridget Riley e Julio Le Parc: al tempo erano schiacciati dal peso dei grandi popartisti, su tutti Warhol e Oldenburg. Quasi estromessi, vinti. Eppure, se il mondo dell’arte guardava a Marilyn e James Dean snobbando l’astrazione della Op, al contrario quello della moda non si lasciava scappare quel ben di dio di ornamento geometrizzante, anche perché, sui tessuti, quadrati e triangoli ci stavano proprio bene. In fondo, il pied-depoule era già una zampata di coriandoli quadrettati. Che male avrebbero fatto un paio di geometrie in più? NewGeo E c’era una volta il Neopop. Siamo negli Anni Novanta: Jeff Koons prendeva dei ninnoli da niente e li trasformava in statue di un kitsch nauseabondo e affascinante, coltivava fiori finti e fiori veri per ingigantirli in un cucciolone vegetale. Wim Delvoye, altro artista del Neopop, tatuava maialini e trattava le bombole del gas come maioliche fiamminghe, Heim Steinbach invece esponeva pupazzi e peluche su file di mensole. Ma esattamente come negli Anni Sessanta, il Neopop aveva il suo alter ego. Si chiamava NewGeo. I “nuovi geometrici” sentivano di dover fare i conti con i motivi astratti della Op,
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di Fabriano Fabbri
provvedendo però a un bel restyling: Peter Halley puntava su un’inflazione proliferante di decorazioni astratte simili ai circuiti di schede madri e affini, con colori fosforescenti. Gialli, verdi, rosa fluo che piacciono molto, tra gli altri, ad Agatha Ruiz de la Prada, o alle icone ironiche di Walter Van Beirendonck. Non meno geometriche le toppe cromatiche di Günther Förg, così vicine a neominimalisti come Ennio Capasa e Raf Simons, riprese, ma solo sulle sagome della cornice, dai perimetri di Christian Eckart, che racchiude il vuoto, il bianco e qualche stringa di colore in contorni sfalsati e sezionati. GeoDéco Perché, oggi, stiamo ancora a parlare di NewGeo? Le passerelle di Milano qualche risposta ce l’hanno data. Intanto, come abbiamo visto, il “GeoDéco” – lo chiamiamo così? – è una categoria metastorica che si infratta senza tanti problemi da un decennio all’altro. Adesso ancora di più. Chi sa tenere il passo coi tempi “sente” di doversi misurare con le forme precise della tecnologia contemporanea, “sente” di investire nel credo di una femminilità futuribile, come ha ben dimostrato la bellissima virata techno di Alberta Ferretti. Per una donna “alla Matrix”. Le nuove eroine ferrettiane vestono con materiali hi-tech e si coprono di suggestive placche astraenti. Dai colori saturi, accesi, da computer graphic. La musica cambia poco anche gettando lo sguardo alle invenzioni di Prada, in parte di Gabriele Colangelo e soprattutto di Marni. Un’apoteosi di NewGeo. Con una differenza non trascurabile rispetto agli anni precedenti: siamo immersi fino al collo in un ambiente tecnologico da “modernità liquida”, direbbe Zygmunt Bauman, e allora la durezza aspra delle nuove geometrie può permettersi di sciogliersi, di rinunciare a un mortorio di rigori troppo sterili e asettici. Insomma, la geometria si appassiona, si galvanizza, vibra di modulazioni più morbide e vitalistiche, si fa “astrazione fatale”. E richiama gli intrecci ornamentali di un artista come Francesco Spampinato.
uniformare FONDO
Julio Le Parc, Modulation 1189, 2008. Courtesy LĂŠlia Mordoch Gallery, Miami.
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Cover story
F atalabstraction O
Christian Eckart, 3 Unit Superimposed Circuit Painting, 2006.
nce upon a time there was Pop Art. It was the start of the Sixties; the economic boom knocked and broke through the doors of the western world converting the economic power of the middle classes into the Warholian Campbell’s soup tins and Lichtenstein’s cartoons. We all know that. But in those same years, in contrast to the widespread success of Pop, another, parallel current was running, so-called Optical Art. Not a great name, it needed to be at least halved, so it was Op Art, easier to remember. This optical phenomenon bore nothing of the figurative. Zero image, zero product. Zero icons, zero, zero. Only a powerful relaunch of an abundance of abstract and geometric motifs in decorative weaves. Someone could rightly say that this flow of abstraction gave off something of the
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hypnotic and obsessive. And the protagonists? Victor Vasarely was one, and Bridget Riley and Julio Le Parc who at the time were crushed by the weight of the great pop artists, Warhol and Oldenburg. Almost ousted, beaten. And yet, while the art world looked to Marilyn Monroe and James Dean and ignored Op Art abstractions, in contrast the fashion world absorbed that god given geometry with enthusiasm, also because those squares and triangles were so well suited to fabrics. After all, hounds tooth was already a handful of square confetti. What harm could another couple of geometric shapes do? NewGeo And once upon a time there was Neopop too. Now we are in the nineties; Jeff Koons took bits of nothing and transformed them into nauseating but fascinating sculptures, he made artificial flowers and cultivated real flowers to make them into an enormous puppy. Wim Delvoye, another Neo Pop artist, tattooed piglets and treated gas canisters like Flemish majolica. Heim Steinbach on the other hand exhibited puppets and soft toys on rows and rows of shelving. But just as in the
Christian Eckart, White Painting # 614, 1990.
Zero icons. The new prints follow the hypnotic lines of the NewGeo and reappear in GeoDéco. And melt into techno-liquidity
sixties, Neopop had its alter ego. It was called NewGeo. The “New Geometric” artists felt the need to pick up on Op Art’s abstract motives but them a good restyling; Peter Halley went for the proliferation and inflation of abstract decorations like motherboard circuits and the like, in phosphorescent colours. Yellows, greens and fluorescent pinks that were well liked by, among others, Agatha Ruiz de la Prada, or in the ironic icons by Walter Van Beirendonck. No less geometric were the colourful patches by Günther Förg, as close to neo-minimalism as Ennio Capasa and Raf Simons and picked up by Christian Eckart, but only on the shapes of his frames, his perimeters enclosing emptiness, white and a few lines of colour in staggered, sectioned borders. GeoDéco Why are we still talking about NewGeo today? The Milan shows have given us a few answers. In the meantime, as we have seen, let’s call it “GeoDéco” is a permanent category that flows without problem from one decade to another. Now more than ever. Those who know how to keep up with the times “feel” they should measure themselves against the precise shapes of modern technology, they “feel” they should invest in the belief of future femininity, as well demonstrated by the beautiful techno turn taken by Alberta Ferretti. To create a “Matrix” woman. Ferretti’s new heroines dress in hi-tech fabrics and are clothed in abstract plaques. In strong and bright colours, like computer graphics. The music barely changes even glancing over to Prada’s inventions, a few by Gabriele Colangelo and in particular by Marni. An apotheosis to NewGeo. With one difference in respect to previous years that cannot be ignored; we are up to our necks in a technological environment of “liquid modernity” as Zygmunt Bauman would say, so the harshness of the new geometries is permitted to soften, to renounce any sterile and aseptic rigour. To sum up, it is enthusiastic geometry, galvanised, vibrating with a softer, more vital modulation, it is a “fatal abstraction”. And recalls the ornamental weavings of an artist like Francesco Spampinato.
Cover story
In alto a sinistra, decorazioni a ventaglio si aprono sullʼabito di Versus F/W 201112, proprio come la luce appare lamellare nellʼopera dellʼargentino Julio Le Parc, Modulation 1160, 2004 (courtesy Lélia Mordoch Gallery, Miami).
Above on the left, fan-like decorations open on the Versus's F/W 2011-12 dress, appearing foliated just as the light in the work by Argentinean Julio Le Parc, Modulation 1160, 2004 (courtesy Lélia Mordoch Gallery, Miami).
In alto a destra, la silhouette sulla passerella di Alberta Ferretti F/W 2011-12 viene movimentata dalle linee curve e optical, che richiamano il quadro Red With Red 1 di Bridget Riley (2007). Allʼartista britannica è dedicata la personale Bridget Riley: Paintings and Related Work alla National Gallery di Londra (fino al 22 maggio).
Above on the right, the silhouette of Alberta Ferretti's F/W 2011-12 show is animated by curve and optical lines recalling painting Red With Red 1 by Bridget Riley (2007). The one-man show Bridget Riley: Paintings and Related Work at the National Gallery of London is dedicated to the British artist (until May 22nd).
In basso a sinistra, grafiche eccentriche e concentriche in technicolor nella sfilata di Marni F/W 2011-12 e nelle opere del designer italiano Francesco Spampinato, esponente dellʼipnotismo artistico. In basso a destra, gli intarsi cromatici astratti di Fair Warning, 2009, del newyorkese Peter Halley sembrano gli incroci geometrici degli abiti di Prada F/W 2011-12.
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Below on the left, eccentric and concentric graphics in Technicolor at the Marni's F/W 2011-12 show and in the works by Italian designer Francesco Spampinato, member of artistic hypnotism. Below on the right, abstract chromatic intarsia of Fair Warning, 2009, by New Yorker Peter Halley seems the geometric weaves of Pradaʼs F/W 2011-12 dresses.
Cover story
Intervista a Riccardo Tisci / Interview to Riccardo Tisci
“LA MIA ESSENZA RELIGIOSA” di Eva Desiderio
“My religious scent”
The Galliano’s heir (?) realizes his dream with every collection: from Goldrake to Jerry Lewis. An interview with the superstar of French runways, in June director of a “religious” newspaper. And ready to express his “divine essence”
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Riccardo Tisci
L’erede di Galliano (?) coltiva i suoi sogni in ogni collezione: da Goldrake a Jerry Lewis. A tu per tu con la superstar delle passerelle francesi, a giugno direttore di un giornale “religious”. E pronto a tirar fuori la sua “essenza divina”
La sua storia, Riccardo, sembra proprio voler dire che niente è impossibile? Proprio così. Basta avere molta volontà e quella non mi manca. E una passione intensa per la moda che qui nell’atelier Givenchy mi hanno permesso di sviluppare in piena libertà. Ho potuto consultare l’archivio della maison, specie tra gli anni Cinquanta e il 1960, quando Hubert è stato un pioniere, uno dei paladini dello stile chic. Oggi voglio perpetuare lo spirito del marchio, ma alla maniera di Riccardo Tisci. Le manca l’Italia? Moltissimo. Mi manca il nostro sole, il buongiorno del vicino di casa, le chiacchiere al bar. Il mio dna è italiano al 100% e ne vado fiero, ma devo tutto all’Inghilterra dove se hai talento ti sostengono: mi hanno dato addirittura una borsa di studio anche se non parlavo una parola d’inglese! Ecco, in Italia questo purtroppo non sarebbe mai successo. Per questo ultimo prêt-à-porter ha fatto ruggire la pantera e messo nei medaglioni fioriti tante replicanti di Bettie Page. Giochi per grandi e piccini? Coltivo i miei sogni da ragazzo a ogni collezione. Goldrake era una mia ossessione da bambino. Delle pin up, invece, adoro l’ironia, la sensualità fresca. E l’amore per Jerry Lewis e le sue gag: mi facevano tanto ridere.
A
ll the success in the world is incomparable to the pride of a mother, a simple and modest woman who quickly learnt to participate in champagne toasts in the most select of backstage celebrations. A beautiful, no very beautiful, woman in her black atelier coat, Elmerinda never misses a show, and neither do her eight children who are Riccardo Tisci’s adored sisters. The most sought after Italian in Paris, the virtually unknown man in Paris who in March 2005 became creative director at the temple of elegance that is Givenchy, after having worked for Coccapani, Puma and Ruffo Research. But when talking about him, this 36 year old, born in Taranto and now, like only a few, a citizen of the world, we must talk straight away about his family, of that energy and self-confidence that only the much loved, well nurtured and protected but always encouraged people have, emigrants of the brain as well as for need. “Forget the good you do”, his mother had said to him and it must be a little because of this that every one of his collections is surprising, strong, sometimes even tortuous but always intensely interesting and rich with lively research. And now too, that everyone is talking about Monsieur Tiscì, about Rickì as Jean Paul Gaultier affectionately calls him, now too that the whole world sees him as the natural heir to the colossus Dior following the exit of John Galliano. There he is, timid, often silent, with that slightly embarrassed and off guard smile that he must have had as a child when he was still the son of a greengrocer and who moved to Cermenate, between Cantù and Milan from Puglia with his many sisters and Elmerinda and even got down to looking for a job to bring some money into the household. Then after earning a diploma from the Art Institute of Cantù, he had the idea of flying to London, ever penniless but backed by the affection and with the courage that certain southern Italians always have. Fashion as his dream, St Martin’s as his mission, he was taken under the wing of the director who recognised his talent immediately, and Riccardo Tisci did every job, waiter, shop assistant and even a porter in a mortuary. Maria Carla Boscono on Givenchy catwalk
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utto il successo del mondo è niente paragonato al cuore di una madre, una donna semplice e modesta che ha imparato velocemente a brindare a champagne nei backstage più ambiti e blindati, bella anzi bellissima nonostante l’età nel cappottino nero d’atelier. La signora Elmerinda non manca mai ai défilé, e nemmeno le sue otto figlie che poi sono le sorelle amatissime di Riccardo Tisci. L’italiano più conteso di Parigi, il giovane quasi sconosciuto che nel marzo 2005 è stato chiamato alla direzione artistica di un tempio dell’eleganza come la maison Givenchy, dopo alcune esperienze da Coccapani, da Puma e da Ruffo Research. Ma parlando di lui, di questo trentaseienne nato a Taranto e ormai cittadino del mondo come pochi, si deve parlare subito della sua famiglia, di quell’energia e quella sicurezza che hanno solo le persone molto amate, ben cresciute, protette ma sempre spronate ad andare avanti, emigranti di testa oltre che di bisogno. “Dimentica il bene che fai”, gli dice sempre la mamma e sarà anche un po’ per questo che ogni sua collezione è diversa, sorprendente, forte, a volte perfino tortuosa, ma sempre intensamente interessante e ricca di ricerca viva. E anche adesso che tutti parlano di Monsieur Tiscì, di Rickì come lo chiama affettuosamente Jean Paul Gaultier, anche adesso che tutto il mondo lo indica come il naturale erede del kolossal Dior dopo lo smarrimento di John Galliano, lui resta fermo, timido, spesso silente, con quel sorriso un po’ imbarazzato e spiazzante che deve aver avuto da bambino, quando era ancora l’orfano del fruttivendolo che dalla Puglia con le sue tante sorelle ed Elmerinda era salito a Cermenate, tra Cantù e Milano, e si era dato subito da fare pure lui a trovare lavoro per portare qualche soldo in casa. Poi, dopo il diploma all’Istituto d’Arte di Cantù, il colpo di testa e di genio di volare a Londra, lui sempre senza una lira, ma con quella zavorra di affetto e di coraggio che non manca mai a certi meridionali: la moda come sogno, la St Martin’s come missione, preso sotto l’ala della direttrice che ne riconosce subito il talento, e Riccardo Tisci che fa mille lavori, il cameriere e il commesso, e perfino quello che sistema i morti all’obitorio.
Riccardo, your story seems to tell us that nothing is impossible? Exactly. You just need will power and I am not short of that. It is my intense passion for fashion that allowed me to develop in complete freedom in the Givenchy atelier. I was able to consult the house’s archive, especially between the fifties and 1960 when Hubert was a pioneer, one of the champions of chic. Today I want to perpetuate the spirit of the label but in Riccardo Tisci style.
Do you miss Italy? Very much. I miss the sun, greeting the neighbours in the mornings, the gossip in the bar. My DNA is 100% Italian and I am proud of it but I owe everything to England where you are supported if you have talent. I even got a grant even though I didn’t speak a word of English! The, unfortunately, would never happen in Italy. You got the panther to roar for the latest prêt-à-porter and you put lots of Bettie Page replicants in flowering medallions. Are these games for adults and children alike? I develop my childhood dreams for every collection. I was obsessed by Goldrake when I was little. I love the fresh sensuality and irony of pinups. And I loved Jerry Lewis and his gags; he really made me laugh.
bookmoda I 45
Photographer Paulo Renftle Assistant Andrea Riboni - Hair & Make up Elisa Rampi
Fashion Editor Giuseppe Dicecca Assistants Filippo Scrivani & Chiara Viciani
Antonio Berardi dress, Intimissimi top.
Luisa Spagnoli blouse, Re-hash trousers, Cividini bag.
FASHION &
Correspondence
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es 66 I bookmoda
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al 12 al 17 aprile il Salone del Mobile espone le nuove tendenze del design internazionale. Parallelamente alle presentazioni delle aziende di settore, il calendario di Milano Moda Design organizzato dalla Camera Nazionale della Moda con le proposte degli stilisti. Correspondence tra fashion e design.
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rom April 12th to 17th the Salone del Mobile displays the new trends of international design. At the same time with the presentation of the industry companies, the schedule of Milano Moda Design organised by the National Chamber of Fashion with the proposals of designers. Link between fashion and design. a cura di Sonia Spagnol
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Natural design 1./ 3. Hermès F/W 2011-12. 2. Ginger and Fred chair and desk by Poltrona Frau. 4. Méridienne sofa by Antonio Citterio for Hermès.
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Fashion Editor Giuseppe Dicecca - Assistants Chiara Viciani & Filippo Scrivani
Post producer Carlotta Borgogna Hair & Make up Cristine Du Puys@FacetoFaceAgency using M A C Cosmetics
Photographer Marco Bertani
Louis Vuitton dress, Krizia belt, Jimmy Choo shoes, Philippe Matignon socks for the hairdressing.
Plein Sud dress, ICE Iceberg leggings, Giuseppe Zanotti Design shoes, Luisa Spagnoli bracelets, Sodini Bijoux necklace, Happiness is a $10 Tee pendant, EcoToosh scarf as hairdressing.
Stella McCartney raincoat, Gabriele Colangelo skirt, Iceberg belt, Christian Dior eyewear, Pietro Milano watch.
Kathy Van Zeeland vest, Cividini web jersey, C始N始C Costume National skirt, Justy belt, Marina Fossati necklaces, Marc Jacobs eyewear.
Neighbourhoods of New York
Non solo moda per i quartieri più hipster di New York Not only fashion but the hippest neighbourhood in New York
COOL-BURG di Gianluca Lo Vetro
CONTRASTI DI QUARTIERE A Manhattan: insegne globali a Broadway e vetrine griffate sulla Quinta Strada. In alto a destra, quella di Bergdorf Goodman. A Williamsburg: in Bedford Avenue biciclette, locali allʼaperto e striscioni naïf.
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DISTRICTʼS CONTRASTS In Manhattan: global signs in Broadway and design shop windows, in the Fifth Avenue. Above, right, Bergdorf Goodmanʼs window. In Williamsburg: bicycles in Bedford Avenue, outdoor premises and naïf.
Food, beverage and low cost fanno di Williamsburg il quartiere più effervescente di New York. Ma gli abitanti respingono il rezoning al motto di “no logo”. Cambia anche il modo di trasformarsi dei quartieri. Per uno stile “su misura” d’uomo. Viaggio nelle nuove frontiere di New York. Dove una via può diventare il villaggio dei gadget di Marc Jacobs. E la ricetta dell’ultimo concept store si basa sul cibo
Its inexpensive bars and restaurants have made Williamsburg the trendiest neighbourhood in New York. But the residents are fighting re-zoning with the slogan “No Logo”. The way neighbourhoods develop is also changing. To a human “made-to-measure” style. A trip to the new frontier of New York. Where a street might become a village for Marc Jacobs gadgets. And the recipe for the latest concept store is based on food
DAL PACK MARKET A WILLIAMSBURG Più dell’arte, ora possono il food and beverage a basso costo. E guai a parlare di grandi firme o insegne globali. Se un tempo le zone di New York si elevavano dai bassifondi alla dimensione di quartiere cool attraverso l’arrivo delle gallerie d’arte seguite a ruota dalle boutique degli stilisti, oggi questa forza motrice ha preso altre strade. Che passano dai locali low cost. Fa testo Williamsburg: l’indirizzo più effervescente del momento. Quest’area di Brooklyn (vedi box) è senza teatri, grandi banche e catene di negozi. In compenso, ad altissima densità di hipster che si concentrano qui, dall’ora dell’happy hour a notte fonda per bere una birra o mangiare in un ristorantino etnico con un “pugno” di dollari; alla ricerca di cose e persone interessanti come la loro personalità volutamente fuori moda. L’irrequieta Bedford Avenue, arteria principale di questo flusso, si popola, così, di giovani in jeans con la bicicletta, il cane al guinzaglio, grandi occhiali vintage e, perché no, schizzi di pittura sulle scarpe (“firma” della loro attività creativa più che di un creatore di moda). Proprio questa umanità ad alto tasso di artisti indie rock che avanzano lenti in contrapposizione ai ritmi frenetici di Manhattan sta attirando le attenzioni dei trend setter che scommettono su questa nuova frontiera della Grande Mela. Anche Williamsburg si trasformerà come SoHo da quartiere alternativo in polo delle boutique griffate? Il quartiere farà lo stesso percorso del Pack Market (vedi box) che da spettrale complesso di magazzini per l’imballaggio della carne è diventato l’eden dei concept store alla moda?
FROM THE PACK MARKET TO WILLIAMSBURG Now its inexpensive food and drink rather than art. And no-one should mention labels and global brands. Whereas once New York neighbourhoods rose from the depths to become cool through the arrival of art galleries followed by designer boutiques, today the driving force comes from another direction. Including inexpensive bars and restaurants and Williamsburg is proof, the coolest place of the moment. This area of Brooklyn (see box) has no theatres, large banks or chain stores. On the other hand it has a huge concentration of hipsters who gather here from happy hour to the small hours to drink a beer or eat in a little ethnic restaurant for just a few dollars. To join up with others like themselves, purposefully unfashionable. Bedford Avenue, the area’s principle artery, is the centre of attraction and busy with young people in jeans, on bicycles, walking their dogs, wearing large vintage sun glasses and, why not, paint splashed shoes (sign of their chosen creativity rather than fashion). It is precisely this crowd, with its high proportion of indie rock artists who are slowly advancing in contrast to the frenetic rhythm of Manhattan, which are attracting the attention of the trend setters who are setting their sights on this new frontier in the Big Apple. Will Williamsburg become the new alternative to SoHo as the centre for designer boutiques? Will the area take the same path as the Pack Market (see box) previously a huge area of meat packing warehouses that became the Eden of fashionable concept stores?
STANDARD COOL L’arrivo di Anna Wintour in “watermelon dress” lo ha definitivamente glorificato: lo Standard Grill è il ristorante del momento nel Meatpacking District. Tutto intorno, resta il sapore un po’ spettrale di quel quartiere che in origine era un susseguirsi di depositi per la carne. A metterne in moto il rezoning negli Anni ‘90, il film Attrazione Fatale (girato qui) e l’apertura della boutique di Comme des Garçons, sulla scia della migrazione delle gallerie d’arte trasferite nei fondachi dei macellai. Et voilà! Nella zona dove tuttora circolano tir e quarti di bue, si sono illuminate le vetrine e i locali più cool. Tra questi, svetta in tutti i sensi lo Standard Grill (848 Washington Street, angolo 13th Street) sovrastato dallo Standard Hotel. Il complesso sospeso tra il gusto rétro del bistrot francese e l’avvenirismo architettonico del boutique hotel, insieme alla pista di pattinaggio su ghiaccio e l’antistante metropolitana sopraelevata, offre un panorama postmoderno. A quanto pare molto apprezzato dai creativi, nonché da Gisele Bündchen e Gwen Stefani, celebrity habitué ai tavoli tondi del grill. Come annota la stampa newyorkese, a far la differenza sono anche i prezzi abbordabili dei menù (15$ un hamburger e 11$ il popolare Club Sandwich). Lo suggerisce pure l’insegna del locale: il nuovo cool è standard.
the futuristic architecture of the boutique hotel, together with the rink of ice dancing and the facing suspended railway, offers a post-modern view. Highly appreciated by designers as well as by Gisele Bündchen and Gwen Stefani, celebrities by now used to the round tables of the restaurant. As the New York press affirms, the difference is made by the affordable prices of the menu (15$ for an hamburger and 11$ for the popular Club Sandwich). In fact the new premises’ sign suggests it: new cool is standard.
The Standard Grill in Meatpacking District.
COOL STANDARD The arrival of Anna Wintour wearing a “watermelon dress” extolled it for good: the Standard Grill is the topical restaurant in the Meatpacking District. All around there is a little spectral flavour of that district which at the beginning was a succession of meat warehouses. Its rezoning started in the1990s with the film Fatal attraction (filmed here) and the opening of the Comme des Garçons boutique follows the art galleries moved to the butchers’ staples. Et voilà! In the same area, where articulated trucks and quarters of beef still pass, the shop windows of the coolest premises are illuminated. Amongst them the Standard Grill stands out in every sense (848 Washington Street, corner with 13th Street) dominated by the Standard Hotel. The complex between the vintage taste of a French bistro and
Track of a moving company in Meatpacking District.
bookmoda I 85
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Avanguardie sconosciute / Unknown avant-garde
ORTICI DI EMOZIONI TWIRLS OF EMOTIONS
di Antonella Scorta
Si affermò e si esaurì tra il 1914 e il ‘18. Ma il Vorticismo - definizione di Boccioni - influenzò Cubismo e Astrattismo. Una mostra al Peggy Guggenheim di Venezia spiega come: rivelando che Ezra Pound…
It achieved success and dried up between 1914 and 1918. But Vorticism - definition by Boccioni - influenced on Cubism and Abstractionism. A show at the Peggy Guggenheim of Venice explains how: revealing that Ezra Pound…
I
n show at the Peggy Guggenheim Collection in Venice until 15th May The Vorticists: Rebel Artists in London and New York, 1914 - 1918. This movement existed for the shortest time in the middle of the 1910s but it exerted considerable influence on 19th century art. Vorticism took its name from writings by Umberto Boccioni, who defined art as the end result of a vortex of emotions; in effect this British movement had several points of contact with Italian Futurism, as well as with Cubism and with the Abstractism of the Blaue Reiter. Wyndham Lewis was the author of the movement’s manifesto and the founder, along with Ezra Pound, of the magazine Blast: a review of the Great English Vortex, while its principle exponent was David Bomberg, a painter and sculptor of Polish origin. The protagonists of the Vorticists paintings were dynamism and the three dimensional, created with contrasting colours and geometric shapes. The works by these artists are being shown for the first time in Italy so bringing the only AngloSaxon avant-garde to the public. It also spread to the Unites States, but was to be swept away by the conflagration of the First World War. The exhibition, curated by Mark Antliff and Vivien Greene, opens with one of the symbolic works of Vorticism, the Hieratic Head of Ezra Pound by the sculptor Henri Gaudier-Brezka, and also shows the photographs by Alvin Langdon Coburn and sculptures by Jacob Epstein. After Venice the exhibition will move to Tate Britain in London from 14th June to 4th September.
n mostra alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, fino al 15 maggio, I Vorticisti: artisti ribelli a Londra e New York, 1914 1918. Visse un’esistenza brevissima, alla metà degli anni Dieci, ma esercitò un notevole influsso sull’arte del Novecento. Il Vorticismo prende nome da un’affermazione di Umberto Boccioni, che definiva l’arte come il risultato finale di un vortice di emozioni: in effetti questo movimento inglese ebbe diversi punti di contatto con il Futurismo italiano, oltre che con il Cubismo e con l’Astrattismo del Blaue Reiter. Autore del manifesto del movimento fu Wyndham Lewis, fondatore insieme a Ezra Pound della rivista Blast: a review of the Great English Vortex, mentre principale esponente fu David Bomberg, pittore e scultore di origine polacca. Protagonisti delle tele vorticiste sono il dinamismo e la tridimensionalità, creati dai colori contrastanti e dalle forme geometriche. Le opere di questi artisti arrivano per la prima volta in Italia, permettendo così a un vasto pubblico di conoscere l’unica avanguardia anglosassone, che ebbe diffusione anche negli Stati Uniti, ma venne spazzata via dalla conflagrazione della Prima Guerra Mondiale. La mostra, curata da Mark Antliff e Vivien Greene, si apre con una delle opere simbolo del Vorticismo, la Hieratic Head of Ezra Pound dello scultore Henri Gaudier-Brezka, ed espone anche le fotografie di Alvin Langdon Coburn e le sculture di Jacob Epstein. Dopo il passaggio in Laguna la mostra si trasferirà alla Tate Britain di Londra dal 14 giugno al 4 settembre.
90 I bookmoda
O
1. Wyndham Lewis, Composizione, 1913, Tate, London. Image courtesy of Tate Photography © by kind permission of the Wyndham Lewis Memorial Trust (a registered charity). 2. Lawrence Atkinson, Astratto, 1915-1920, Arts Council Collection, Southbank Centre, London. Image courtesy of Arts Council Collection, Southbank Centre, London. 3. William Roberts, Studio per il dipinto perduto ʻTwo-Stepʼ, 1915. © Trustees of the British Museum, London, © The Estate of John David Roberts. By courtesy of the William Roberts Society. 4. David Bomberg, Fanghi, 1914, Tate, London. Image © Tate © The estate of David Bomberg.
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La parola al catering designer / A word with a catering designer
DELLE
LA PERVERSIONE
TARTINE
Perverse canapés di Luca Maria Traverso
Corrado Calza
“
Mi hanno chiesto persino una tartina un po’ perversa”, sorride Corrado Calza, titolare della Corrado Calza Food & Co. Ma per il catering design che fa lo styling del finger food servito agli eventi di Prada, Marni e Moschino, non c’è sfida impossibile. Lui - opportunamente brieffato dallo stilista - di notte studia come tradurre in cibo la tendenza di una sfilata e il service realizza gli sfizi che aggiungono sapore al gusto della collezione. Qualche esempio? I tramezzini a righe come i vestiti della collezione estiva di Prada, ideati dal sottoscritto e prodotti dalla AFM Banqueting. Hanno partecipato anche al Wallpaper Design Awards. La signora Miuccia è certamente la più esigente tra le mie clienti nelle richieste. Anche i tovagliolini del caffé devono avere un nesso con la collezione. Quando devo incontrarla per definire il catering di un evento, la notte prima non dormo. E sa quante volte me la sono sognata? Quali altri elementi possono ispirare il menu? L’ora in cui viene servito. Marni, ad esempio, sfila di mattina: serve brioche e succo d’arancia. Ma solo spremuto manualmente e al momento. E per le cene? All’ultima sfilata di Moschino Cheap and Chic i temi erano le quattro capitali della moda: Milano, Parigi, Londra e New York. Pertanto, abbiamo servito una serie di specialità tipiche di queste metropoli: dall’hamburger della Grande Mela alla cotoletta milanese. Da Moschino amano i cibi tipici e tradizionali.
Food boxes for Moschino and Sportmaxʼs catering. Prada S/S 2011. Canapés designed by Corrado Calza.
Le è mai capitato di non riuscire a soddisfare la richiesta di uno stilista? Ci siamo andati vicino, quando Miuccia Prada mi ha chiesto di riprodurre l’effetto del linoleum. Com’è finita? Ci sono riuscito con una gelatina a base di latte di mandorle.
“
They even asked me for some slightly perverse canapés”, smiles Corrado Calza, owner of Corrado Calza Food & Co., nothing is impossible for the catering designer who supplies the finger food at Prada, Marni and Moschino shows. Once opportunely briefed by the designer he studies at night how to translate the trend in a show into food and then he supplies the fanciful food that adds flavour to the taste of the collection. Give us an example? Striped tartines, created by myself and produced by AFM Banqueting, like the dresses in Prada’s summer collection were also supplied for the Wallpaper Design Awards. Miuccia is certainly the most demanding of my clients. Even the napkins have to relate to the collection. I don’t sleep the night before I have to meet her to discuss the catering for an event. And you can’t imagine how many times I dream about it. What else can inspire a menu? The time of day when it is served. For example Marni shows in the morning, they serve croissants and orange juice. But only freshly squeezed on demand. And for suppers? At the last Moschino Cheap and Chic show the themes were the four capitals of fashion, Milan, Paris, London and New York. So we served specialities typical of those cities, from the hamburger of the Big Apple to the Milanese cutlet. They like typical, traditional foods at Moschino. Have you ever failed to please a designer? Almost, when Miuccia Prada asked me to reproduce a linoleum effect. How did it end? I managed it, by making gelatine and using almond milk.
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Versace
Prada
MILANO MODA DONNA
Autunno/Inverno
Marni
BY AA.VV.
FALL/WINTER 2011-2012
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www.prada.com
PRADA
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Innocenza e pregiudizio “È l’unica che ha il coraggio di sperimentare”, recita all’unisono il mondo della moda. E quando questo settore appiccica un’etichetta, è difficile scrollarsela di dosso. Vedi Armani, che è e resterà per sempre “il re”, tra l’insofferenza dei suoi colleghi. A onor del vero, però, Miuccia Prada ce l’ha messa tutta per rinnovare la sua qualifica di “fuori classe”. Anche questa volta ha lanciato una delle sue sfide paradossali: ripensare le ossessioni della femminilità in termini d’innocenza. Detto con un esempio: coniugare il pitone da pupa con l’organza delle vestine da baby. Temi così complessi su qualsiasi altra passerella avrebbero corso dei seri rischi. Specie in una stagione come questa di grande riflusso verso una femminilità meno esplicita. Ma forse proprio per non allinearsi al generale femminismo, Miuccia ha imboccato la strada della belle de jour, per approdare alla sua esatta antitesi. La transgenesi delle paillette Il percorso fa tappa da Saint Laurent e Mondrian, per approdare alla transgenesi delle paillette in scaglie bioniche di serpente. Uscita dopo uscita, la passerella compone un portfolio di icone futuribili e fotografie da copertina. Anche questo, ormai, è il fine di una sfilata. Difficile, come sempre, capire che cosa si venderà nei negozi o tra quante stagioni i messaggi di Prada diventeranno tendenze collettive. Come il pizzo o il peluche, complice il martellamento dei media. Ma tant’è: anche la volpe della precedente collezione, che per questa primavera sembrava un non sense, è già un cult al braccio delle fashion addicted. Nonché il luogo comune di tante collezioni per il prossimo inverno. G.LoVe.
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Comments Fabrizio Sclavi, La Gazzetta dello Sport
Un susseguirsi di abiti perfetti, uno diverso dall’altro, e non è ammessa la banalità. A series of perfect looks, one different from the other, without any banality. Paola Pollo, Corriere della Sera
Quel che è storia di pochi elementi si trasforma in un concerto incredibile [...] Un pezzo più bello dell’altro, divertenti e facili. Starting from a few elements, it becomes an incredible concert […] A piece more beautiful than the other, all fun and easy. Renata Molho, Il Sole 24 Ore
Interrogandosi sul perché di alcune ossessioni femminili, come l’amore per la pelle di pitone o la pelliccia, ne ha dato interpretazioni stralunate e personali. Asking herself the reason of certain feminine obsessions, such as love for piton leather or fur, she gave a goggle-eyed and personal interpretation.
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FRANCESCO SCOGNAMIGLIO
www.francescoscognamiglio.it
Non solo Gaga
Not only Gaga
Colpiscono, certo, gli stivali di cristalli e i gioielli scultura con le rose, giĂ pronti per Lady Germanotta. Ma convincono anche i mini abiti/maxi bluse con giochi di jabot. Non si vive di sola Gaga.
The crystal boots and sculpture-jewels for Lady Germanotta are surely staggering. But also the mini dresses/maxi blouses with plays of jabots are convincing. We can’t live only with Gaga.
GLV
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Comments Francesca Manuzzi, MF fashion
Centrale l’elemento rosa. Come colore e pianta, con i suoi rovi che abbracciano gli outfit. [...] Orchestrata con sapienza, svetta una leggera new way: l’immagine è ripulita, i suit si fanno a tratti archi-minimal, senza tradire lo spirito extra-glam del marchio. Rose the key element, as both colour and plant, with its brambles wrapping the outfits. [...] A slight skilfully-managed new way prevails: the image is cleaned up; the suits become sometimes archi-minimal, without disowning the brand’s extraglamour. Paola Pollo, Corriere della Sera
Semplicemente divina. Austera e fetish, romantica e altera. Simply divine. Severe and fetish, romantic and noble. bookmoda I 161
Michael Roberts for One T-shirt
RenĂŠ Caovilla
Bally
MILAN PRESENTATIONS
BY AA.VV. Watercolour by Rebecca Moses for Fratelli Rossetti
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www.bally.com
BALLY
Milan presentations Milan presentations
Broke chic mountain Il rompighiaccio diventa tacco, gli attacchi da sci chiusure della scarpa e la corda da trekking avvolge lo stivale cuissard. Pronte per scalare le vette dell’eleganza. The ice pick becomes a heel, the ski binding the shoes’ fastening and the trekking cord wraps the thigh-high boot. Ready to climb on the tops of elegance.
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BOOK MODA GUIDA ALLE TENDENZE/GUIDE TO THE NEW TRENDS
FEMMINILISMO Femininity faction arola d’ordine: rivestire la donna. Non si può vivere solo di piumino (e jeans). L’omologazione di questa divisa ha stancato e rischia di stagnare i consumi di moda. Come se non bastasse, mentre le collezioni autunno/inverno erano in lavorazione, una serie di scandali sessuali, oltre a quello legato al Premier italiano, hanno inferto la mazzata finale a un certo immaginario televisivo su tacchi a spillo zampillanti, mini pimpanti e scollature straripanti. Così, da New York a Milano gli stilisti hanno cercato di ripensare (e ricoprire) una donna più forte e meno facile. Immediatamente si è parlato di femminismo. Ma con queste passerelle le streghe con gli zoccoli e le gonne a fiori non c’azzeccano proprio. Gli Anni ‘70, piuttosto, si ritrovano nell’eleganza dell’alta borghesia che vestiva Saint Laurent. E che magari era ancor più perversa delle veline. La donna di oggi è troppo intelligente e consapevole per dimenticare che la femminilità è uno strumento indispensabile per non spaventare/allontanare gli uomini. (Sempre più difficili da conquistare, se non addirittura attratti da altri sessi). Largo, dunque, al femminilismo: nuova forma di seduzione più sottile e meno immediata che si esprime al meglio nel tailleur/pantaloni scollato sulla schiena.
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assword: redressing the woman. We can’t wear only puffas (and jeans). The homologation of this uniform has bored and risks making fashion costumes stagnant. Plus, whilst autumnwinter collections were under construction, a range of sexual scandals, in addition to the Italian Premier, gave the final blow to a certain TV imaginary of gushing stilettos, showy miniskirts and tantalising necklaces. So, from New York to Milan, the designers tried to reinvent (and cover) a stronger and less goer woman. People immediately spoke of feminism. But witches with sabot and floral skirts have not to do with these catwalks. On the contrary, the Seventies can be found in the elegance of the haute bourgeoisie who wore Saint Laurent. And perhaps they were more perverse than showgirls. The modern woman is too clever and aware to forget that femininity is an indispensable tool to not frighten/alienate men. (Increasingly more difficult to seduce, when they aren’t attracted by other sexes). Therefore, space to the femininity faction: a new way and a more subtle – and less immediate – form of seduction expressed by suits opened on the back.
POST RÉTRO La nuova “power woman” esercita il suo potere, mescolando con sicurezza e libertà Anni ‘60/‘70/‘80 e perfino ‘90: linee ad A, new geo e new maschile. Un crogiuolo di riferimenti vintage assemblati con logica post-moderna. Lo chiameremo post-rétro? Certo, qualcosa di molto simile si riscontra nella materia della nuova pelliccia che non è più un solo vello, ma un patchwork di animali differenti. E che dire dei tessuti che cambiano natura nello stesso capo grazie all’agugliatura? Tanti giochi di transizione dimostrano un’irrefrenabile voglia di cambiamento. A partire dalle regole dello chic che s’invoca, ma che al tempo stesso non può più essere quello di una volta. Fanno testo le dichiarazioni delle nuove icone dello stile raccolte nel nostro Book e Risposta.
POST VINTAGE The new “power woman” avails herself of her power mixing confidently and freely 1960s/1970s/1980s and even 1990s: A-lines, new geo e new masculine style. A melting pot of vintage references gathered with postmodern logic. Should we call it post-vintage? Certainly, something similar can be found in the material of the new fur coat which isn’t made any more in only a kind of fur, but a patchwork from different animals’ coats. And what could we say of fabrics which change their nature in the same piece due to needle-punching? Many transitional plays demonstrate an overwhelming desire of change. From the rules of elegance, for which we all long but, at the same time, they can’t be any more like in the past. As demonstrated by the answers of the new style icons gathered in our Book’s Tit for Tat.
“NUOVO PENSIERO, NUOVE POSSIBILITÀ” Per non cadere nell’immaginetta di altri tempi, pare che la nuova formula dell’eleganza richieda “qualcosa di sbagliato”. Un po’ come i Ray-Ban a specchio che stridono sul marmo classico del David di Michelangelo nella campagna pubblicitaria dello scooter Honda SH. Slogan: “un classico rinnovato”. “New thinking, new possibilities: nuovo pensiero, nuove possibilità”, suggerisce un altro spot automobilistico. E allora, ecco che arrivano in passerella materiali difficili come il pitone e le piume; e colori improbabili, dal senape al vinaccia. Per non parlare degli accessori impossibili: mezze calze e scaldamuscoli. Anche questo esercizio, tuttavia, potrebbe avere i giorni contati, perché in tanta confusione ricompaiono i coordinati della Regina Elisabetta, aggiornati in un’ipotetica versione Kate Middleton. Un probabile futuro prossimo, quando il presente avrà esaurito il gioco del “frullato misto”.
“NEW THINKING, NEW POSSIBILITIES” It seems that the new formula of elegance demands “something wrong” to not imitate the past image. A bit like the Ray-Ban mirrored sunglasses in clear contrast with the classic marble of the David by Michelangelo in the adv campaign of the Honda SH scooter. Slogan: “renewed classic”. “New thinking, new possibilities” suggested by another automotive spot. So the new difficult materials arrive on the runway, such as piton skin and feathers, and improbable colours, from mustard to marc red. And impossible accessories: half socks and leg warmers. But also this trend could sees its days numbered because with such confusion, the matching sets of Queen Elisabeth return, even if revisited in a doubtful Kate Middleton’s style. That’s the probable next future when the present will have used up this “mixed shake”.
P
G.LoVe.
bookm moda I 245
C
atene, bouclé, matelassé, camelie e le inconfondibili giacche quadrate di mademoiselle Coco. Rivisitazioni di Chanel, ma anche degli Anni ‘60/‘70/‘80. Sino ai coordinati della regina Elisabetta in controtendenza con la moda attuale di mescolare.
C
Bottega Veneta
Dolce & Gabbana
Jo No Fui
Just Cavalli
Moschino
Ermanno Scervino
POST RÉTRO
246 I bookmoda
hains, bouclé, matelassé, camellias and the unique square jackets by mademoiselle Coco. Revisiting Chanel, but also the 1960s/70s/80s. Until the matching outfits of Queen Elisabeth, in counter-trend with the present mixing fashion.
Laura Biagiotti
Fendi
Salvatore Ferragamo
Giorgio Armani
Marni
Antonio Marras
MILANO SYNTHESIS
bookmoda I 247
Ralph Lauren Michael Kors
FALL/WINTER 2011-2012
Proenza Schouler
NEW YORK FASHION WEEK
Autunno/Inverno
BY Miss Liberty
bookmoda I 277
www.moncler.com
MONCLER
LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA
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282 I bookmoda www.annasui.com
ANNA SUI
Comments WWD
L’autunno si basa sul piÚ puro stile Anna Sui. E si rivela sfrenato e allegro nello stesso modo. La stilista tocca tutti i suoi segni distintivi: mod, pupa rock, boho chic, Anni Venti, Portobello Road, e si percepisce un chiaro fil rouge che li collega tra loro. Fall was going to pure Anna Sui. And was riotously and festively so. The designer hit all her hallmarks - Mod, rocker babe, boho chic, Twenties, Portobello Road - and there was a very clear thread throughout. bookmoda I 283
Painting by Paula Gerbase for Woolrich Black Label
NEW YORK PRESENTATIONS
BY Miss Liberty
Allegri
bookmoda I 339
www.allegri.com
ALLEGRI
New York presentations New York
Piovono ombrelli Sotto una volta co-stellata di ombrelli, Allegri celebra a New York 40 anni di attività . Sullo sfondo: i modelli storici dei designer che hanno collaborato col brand, da Armani a Margiela. In passerella, il futuro di Allegri: il know-how dell’impermeabile applicato a ogni indumento per elevarne le performance. Come esempio per tutti: la giacca di lino invernale con tasche da rain coat.
Raining umbrellas Allegri celebrated its 40th anniversary in New York under a constellation of umbrellas. In the background the classics by the designers who have collaborated with the brand, from Armani to Margiela. On the catwalk Allegri’s future: waterproof know-how applied to every garment to add performance. One example for all of them; the winter linen jacket with raincoat pockets.
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Kate Reardon just in... long Beatrice just in... spring Mrs. Middlesex just in... miss Anna Wintour just in... patchfur Stars and stripes just in... Capitan America Troll2 just in... hair in air
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Hannah Teare just in... long Nally Bellati just in... egg line Sara Battaglia just in... her own creation Francesca Senette just in... new geo Francesco just in... neo Chanel Tamu McPherson just in... new man Lady in black just in... smile & bow
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12 Loro sono già “in”... (davvero o per scherzo) They’re already “in vogue”... (really or as a joke) a cura di Carlo Prosdocimi & Giuseppe Grippa
bookmoda I 355