INTERNATIONAL EDITION 速
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Majesty
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SOMMARIO CONTENTS Editoriale/Editorial
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INTRO Coming Cool Back-up Book & risposta/Book’s tit for tat
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PRÊT-À-PARLER Sua maestà, la donna/Her majesty, the woman Piano forte Silenzi che urlano/Silences that scream Le papucce/The papucce Non chiamatela Lady Goga/Don’t call her Lady Goga Feticci senza sesso/Fetishes without sex Stampe d’azione/Action prints Sfilata con vis(i)ta/A show with a view Dialoghi italo-cinesi/Italian-Chinese exchanges L’ora delle mutande/Time for the underwear “Investite, non sfruttate”/“Invest, don’t exploit” A Oriente della moda/The Eastern side of fashion Ci faranno le scarpe?/Will they surpass us? Milano Moda Design Un vestito, un rifugio/A dress, a sanctuary
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Furni-too Zigzagando/Zigzagging Selve oscure/Dark woods Oro sovrano/Supreme gold Antropomobile No Gravity Vedo swatch!/I see swatch! Anche l’occhio vuole la sua parte/Eyeglasses also count Grandi gioie/Big jewels Preziosi di spirito/Precious jewels of spirit Il potere della luce/The power of light Nick Book
80 82 84 86 88 90 92 95 96 100 102 115
APP Memory C’Art Book2 Pet-à-Porter Made in Eataly Pop, Pap & Rock Game Meteo/Weather conditions Postfazione/Afterword Indirizzi/Addresses
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CONTRIBUTORS Eva Desiderio
Inviato del Quotidiano Nazionale, con il suo spiccato senso per la moda, descrive per Book Lady Goga: una nuova regina dello stile e della mondanità / Reporter of Quotidiano Nazionale, with her marked inclination for fashion, she describes for Book Lady Goga: a new queen of style and worldliness.
Fabriano Fabbri
Docente di Ar te Contemporanea all’Università di Bologna, affronta il tema del fetish nell’arte e nella moda, svelando i risvolti pop delle pratiche più perverse / Academic of Contemporary Art at the Università di Bologna, he faces the fetish theme of art and fashion unveiling the pop implications of the most perverse practices.
Vivienne Westwood
Alla vigilia della mostra del Met sul punk, Vivienne Westwood dichiara a Book: “Questo movimento è finito” / At the eve of the Met show of punk, Vivienne Westwood said to Book, “This movement is over”.
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Beppe Angiolini
Cura il meteo e l’oroscopo di Book Mod@, facendo tesoro dei dati della Camera Italiana dei Buyer di cui è presidente / Looks after the weather forecast and horoscope for Book Moda@ using his expertise from the Italian Chamber of Buyers of which he is president.
Gabriele Colangelo
Nuova firma del made in Italy e poliedrico alchimista dei tessuti, dopo aver sfilato alla Mercedes Benz Fashion Week di Pechino, fotografa per Book Mod@ la capitale cinese, paragonandola a Tokyo / New signature of made in Italy and versatile alchemist of fabrics, after his fashion show during the Mercedes Benz Fashion Week of Beijing, photographed for Book Mod@ the Chinese capital comparing it with Tokyo.
Leitmotiv
Juan Caro e Fabio Sasso, fondatori di Leitmotiv, esperti in materia, analizzano per i lettori di Book Mod@ l’evolversi delle stampe applicate sui capi. Juan Caro and Fabio Sasso, the founders of Leitmotiv and exper ts in this field, tell Book Mod@ the development of prints applied to garments.
Edoardo Bastagli
Giovane fiorentino, classe 1992, laureato a Londra in International Business, Finance e Chinese Language. Nonostante sia figlio d’arte dell’industriale Alessandro Bastagli, Edo nell’agosto del 2012 è andato alla scoperta della Cina, cercando le sue vie del business. A Book Mod@ racconta la sua esperienza imprenditoriale tra Pechino e Shanghai, svelando non poche sorprese / Young Florentine, born in 1992, he took a degree in London in International Business, Finance and Chinese Language. Despite he is a son of art of entrepreneur Alessandro Bastagli, in August 2012, Edo went to the discover of China searching for the business ways. He tells Book Mod@ his entrepreneurial experience between Beijing and Shanghai unveiling astonishing events.
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COMING
2015
COOL p a s t
a cura di Barbara Bolelli
r e t u r n s
90 anni/years RELAZIONI CROMATICHE
CROMATIC RELATIONSHIP
1925. Kandinsky firma la sua opera più significativa: Giallo, Rosso, Blu, olio su tela di cm 127x200, conservato al Centre Pompidou di Parigi. Geometrie e colori entrano in una nuova relazione: il giallo ha un rapporto privilegiato col triangolo, il blu con il cerchio e il rosso col quadrato. Le esigenze estetiche non sono più esteriori: il bello è ciò che corrisponde alla visione interiore dell’artista.
1925. Kandinsky signed his most significant work: Yellow-RedBlue 127x200cm oil painting stored at the Centre Pompidou in Paris. Geometries and colours started a new relation with each other: yellow has a privileged relation with the triangle, blue with the circle and red with the square. The aesthetic needs are no more exterior: the beauty corresponds to the inner vision of the artist.
Wassily Kandinsky, Yellow-Red-Blue, (Giallo, Rosso, Blu), from the book Hajo Düchting, Kandinsky, LʼEspresso.
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Elizabeth Taylor
Kate Moss sfila in passerella da Louis Vuitton. Kate Moss on Louis Vuittonʼs catwalk.
80 anni/years
VENERI IN PELLICCIA 1935. John O’Hara scrive il bestseller BUtterfield 8, meglio noto in Italia con il titolo Venere in visone. La storia della fragile e seducente Gloria Wandrous diventa successivamente il film (1960) che varrà all’iconica e sensuale Elizabeth Taylor il suo primo premio Oscar. La mannequin, frivola conquistatrice che si innamora di un avvocato e, offesa dalla sua insensibilità, gli ruba la pelliccia della moglie, entra con sensuale prepotenza nell’immaginario comune. Ancora oggi ispira la collezione di Louis Vuitton. Nella quale Kate Moss è stata trasformata incredibilmente in Liz.
VENUSES IN FUR 1935. John O’Hara wrote the bestseller BUtterfield 8. The story of the fragile and seducing Gloria Wandrous became later a film (1960) which allowed iconic and sensual Elizabeth Taylor winning her first Oscar. The frivolous and heartbreaker mannequin, who fell in love with a lawyer and, hurt by his insensitivity, stole his wife’s fur, becoming by sensual force a part of communal imagination. Still today, Louis Vuitton takes inspiration from her for its collection. In which Kate Moss was transformed incredibly into Liz.
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COME SI VESTONO LE STILISTE PER L’USCITA FINALE DELLA SFILATA? WHAT DO THE DESIGNERS THEMSELVES WEAR TO APPEAR FOR THE FINALE ON THE CATWALK?
DONATELLA VERSACE: “Indosso sempre un abito della collezione. Mi piace l’idea di vestire in assoluta anteprima ciò che ha appena sfilato”. “I always wear something from the collection. I like to be the absolute first to wear something that has only just been shown.”
VERONICA ETRO: “La prima cosa che mi casca addosso quando apro l’armadio. In quel giorno ho tante altre cose a cui pensare, dunque cerco la soluzione più comoda e svelta”. “The first thing I see when I open my wardrobe. On that day I have so much else to think about, so I choose the easiest and quickest solution.”
EVA CAVALLI: “Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo, un pezzo regalato e un paio di mutande rosse. Un po’ come se fosse l’ultimo dell’anno”. “Something old and something new, something given me and a pair of red knickers. A bit like New Year”.
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PRÊT-À-PARLER Alti profili / High profiles
SUA MAESTÀ, LA DONNA HER MAJESTY, THE WOMAN Regine d’altri tempi, star algide e papesse: la Queens of bygone times, aloof divas and lady nuova donna si staglia severa e ieratica. Fra popes: the new silhouette is rigorous and serious. trono e Olimpo. Al di Between a throne and sopra di un mondo Mount Olympus. High aboLa mia punk si ribella al dove la democrazia sta ruolo subalterno della donna ve a world in which demodiventando anarchia cracy is turning to anarchy di Gianluca Lo Vetro
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My punk rebels against the subordinate role of women Donatella Versace
e maniche di Maria Stuarda, l’onda di Veronica Lake, i colli di Rubens e i tailleur delle dive di Hitchcock: la donna autunno/inverno 2013-14 si eleva in un
Peter Paul Rubens, Isabella Clara Eugenia, Kunsthistorisches Museum, Vienna. Image from Accademia Nazionale Virgiliana, Il Seicento nellʼarte e nella cultura, Silvana Editoriale.
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ary Stuart sleeves, Veronica Lake hair, Rubens collars and the tailored suits of Hitchcock’s women: the 2013-14 fall/winter woman has taken shape in a
Versace
Franรงois Clouet, Maria Stuarda (Mary Stuart), 1558.
Chanel pre-Fall 2013-14
Tippi Hedren in Marnie by Alfred Hitchcock, 1964.
Prada
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PRÊT-À-PARLER Nuove regine / New queens
NON CHIAMATELA LADY GOGA DON’T CALL HER LADY GOGA Goga Ashkenazi è una delle nuove protagoniste del jet set, tra moda, finanza e mondanità. Così la ritrae una grande penna
Goga Ashkenazi is one of the new protagonists of jet set as regards fashion, finance and worldliness. So a great journalist portrays her
di Eva Desiderio roppo facile dire che è bella, affascinante, spregiudicata. Dietro a quegli occhi verdi e quei capelli color dell’ebano c’è un gran cervello e una testa tutta proiettata nel business. “Voglio conquistare il mondo!”, dice scherzando Goga Ashkenazi, nuova regina del fashion system da quando a novembre 2012 ha rilevato al 100% le quote della maison Vionnet (acquisita da Matteo Marzotto e Gianni Castiglioni). Come intorno a una gallina dalle uova d’oro molti furbacchioni le ronzano intorno per strapparle dorati investimenti pubblicitari o “pacchetti” d’immagine. Sbagliano, però, se la pensano una ricca signora in cerca di gloria, divertimento e applausi: Goga oltre a una bellezza radiosa e a un corpo flessuoso che sprigiona energia sexy possiede il requisito raro della preparazione culturale e già una discreta esperienza come business woman. E su tutto un’ambizione galattica.
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IL SUO PRINCIPE D’ORO NERO L’imprenditrice che è uscita alla ribalta felice ed emozionata per il primo, vero, défilé Vionnet nello scorso marzo al Grand Hotel di Parigi è nata in Kazakistan da una ricca famiglia che l’ha fatta studiare a Londra, sua città preferita (oltre a Milano e Parigi), fino alla laurea a Oxford in storia economica. Dopo vari master compreso quello a Mosca in moda e design ed esperienze multiple e prestigiose in Merrill Lynch, ABN Amro a Hong Kong, Morgan Stanley, si è occupata di costruzioni e nel frattempo ha avuto un matrimonio
HER PRINCE CHARMING This entrepreneur, who appeared happy and excited on the catwalk at the first real Vionnet fashion show at the Grand Hotel in Paris last March, was born in Kazakhstan to a wealthy family who sent her to school in London (her favourite city along with Milan and Paris) and then to Oxford to graduate in Economic History. After various other masters including Fashion and Design in Moscow and work experience with Merrill Lynch, ABN Amro in Hong Kong and Morgan Stanley, she became involved in the construction business and
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t’s too easy to say she is beautiful, captivating and openminded. Behind those green eyes and ebony hair hide there is an exceptional business brain. “I want to conquer the world!” jokes Goga Ashkenazi, the new queen of the fashion system since she gained 100% control of Maison Vionnet in November 2012 (acquired by Matteo Marzotto and Gianni Castiglioni). Just like the goose that lays the golden egg some hang around her hoping to benefit from her golden aura. They are wrong though if they think she is a wealthy lady in search of glory, amusement and applause: Goga, apart from her radiant beauty and the sexual energy of her willowy body, possesses the rare requisite of being educated very highly and with already a certain amount of business experience behind her. Moreover, what’s more, megagalactic ambition.
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Goga Ashkenazi alla fine della sfilata di Vionnet con Diego Dolcini (a sinistra) e Albino D始Amato (a destra). DIDASCALIA Goga Ashkenazi at the end of Vionnet show with Diego Dolcini (on the left) and Albino D始Amato (on the right).
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PRÊT-À-PARLER Location colte / Cultural locations
SFILATE CON VIS(I)TA A SHOW WITH A VIEW
Dimore storiche, castelli ma anche i grattacieli di Techno City: il made in Italy calca le passerelle culturali. Per mostrare/dimostrare il valore di una cultura nazionale e secolare. Da cui deriva anche lo stile della moda
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a chi l’ha detto che Milano è brutta e non offre spazi suggestivi per le sfilate? Per replicare a chi trova “stimolanti” solo Parigi o New York, questa stagione molte griffe hanno presentato le loro collezioni in piccoli gioielli storici del capoluogo lombardo spesso sconosciuti agli stessi milanesi. Molti dei quali, peraltro, non hanno mai visto il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Così, se Ballin ha mostrato i suoi accessori nella casa di Alessandro Manzoni, Galitzine ha occupato il museo Bagatti Valsecchi. E ancora: il Poldi Pezzoli ha ospitato Vionnet e la mostra su Thayaht, mentre Chiara Boni ha scelto Palazzo Reale, dove è allestita la mostra di Modigliani, per i suoi Petit Robe Noire. Fermo restando che la stessa Camera della Moda organizza da alcune stagioni un calendario di sfilate a Palazzo della Ragione, al Castello Sforzesco e a Villa Clerici, sotto i soffitti magistralmente affrescati dal Tiepolo. Così come Diego Della Valle ha eletto Villa Necchi a elegante cornice per le sue collezioni Tod’s. Ma Milano/Italia è solo passato? Nient’affatto.
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Historical homes, castles and TechnoCity skyscrapers too: Italian fashions are being shown in our country’s historic sites. To show off the wealth of our centuries of history. From which fashion itself has evolved
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ho says Milan is ugly and doesn’t have any striking locations for the fashion shows? In answer to those who only find Paris or New York stimulating, for the latest season many brands showed their collections in hidden historic gems of the city that even, sometimes, the Milanese themselves didn’t know about. In fact, many have never even seen Leonardo da Vinci’s Last Supper. So while Ballin fashion accessories were shown in Alessandro Manzoni’s house, Galitzine showed in the Bagatti Valsecchi museum. And then the Poldi Pezzoli museum hosted Vionnet and the exhibition on Thayaht, while Chiara Boni chose Palazzo Reale with its Modigliani exhibition for her Petit Robe Noire. And remember too that the Chamber of Fashion itself has been organising for several seasons now a calendar of shows at the Palazzo della Ragione, the Sforzesco castle and the Villa Clerici, beneath those masterly frescos painted by Tiepolo. And Diego Della Valle chose Villa Necchi as an elegant frame for his Tod’s collection. But does Milan/Italy only mean history? Absolutely not.
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1. La presentazione di Todʼs nelle sale di Villa Necchi Campiglio a Milano / Todʼs presentation at Villa Necchi Campiglio in Milan; 2. La sala da pranzo di Villa Necchi Campiglio / The dining room of Villa Necchi Campiglio. © Photo Giorgio Majno; 3. La Sala degli Armigeri di Palazzo Bagatti Valsecchi in via Santo Spirito a Milano, scelta da Galitzine per presentare la sua collezione / Armigeriʼs room of Palazzo Bagatti Valsecchi in Santo Spirito street, Milan, chosen by Galitzine to present the collection; 4. I monumenti di Milano nella locandina per lʼiniziativa “Estate al museo” di Eni in collaborazione con il comune di Milano / The Milan most famous monuments in the poster for “Summer at museum” initiative by Eni with Comune di Milano; 5. Lo Studio di Casa Manzoni, a Milano, teatro della presentazione di Ballin / The Studio room of Manzoniʼs House, in Milan, location of Ballinʼs presentation; 6. La sfilata di Gabriele Colangelo al Palazzo della Ragione / Gabriele Colangeloʼ show at Palazzo della Ragione; 7. Chiara Boni con una modella durante lʼevento Sognando Modigliani - Ritratti della Petite Robe a Palazzo Reale dove è allestita la mostra Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter, fino allʼ8 settembre 2013 / Chiara Boni with a model during the Sognando Modigliani - Ritratti della Petite Robeʼs event at Palazzo Reale where Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netterʼs exhibition is on show, until September the 8th, 2013.
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HOME INFO REDAZIONE DISTRIBUZIONE
www.bookmoda.com EVENTI SFILATE VETRIOLO PRODOTTI MAGAZINE VIDEO
PRET A PARLER • DONNA • UOMO • PRIVÉ • BAMBINO • BEAUTY • SPOSA • ARTE E DESIGN • BOOK CARPET
14 sezioni con foto, video, backstage e commenti delle passerelle dalle 4 fashion week. 14 sections with photos, videos, backstage and comments from the runways of the 4 fashion weeks. PrivĂŠ: tendenze e novitĂ di intimo, loungewear e homewear. PrivĂŠ: underwear trends and news, loungewear and homewear.
Il Vetriolo: la finestra su moda e dintorni a cura di Gianluca Lo Vetro. Il Vetriolo: a window looking onto fashion and its related topics curated by Gianluca Lo Vetro.
Arte e Design: mostre, libri, design, tecnologia e le contaminazioni tra questi settori e la moda. Art and Design: shows, books, design, technology and the contaminations between these industries and fashion.
Book Carpet: “chi veste chi�, celebrities e stars sul tappeto rosso dei principali eventi internazionali. Book Carpet: “who dress who�, celebrities and stars on the red carpet of the most important international events.
PrĂŞt-Ă -Parler: news dal mondo del fashion system e i prodotti che fanno tendenza. PrĂŞt-Ă -Parler: news from the world of fashion system and the products which make trends.
Beauty: tutti “i trucchiâ€? per farsi belli e in piĂš la rubrica settimanale di Pablo Ardizzone. Beauty: all “tricksâ€? to become beautiful and the weekly feature by Pablo Ardizzone.
In piÚ il calendario degli eventi, i video delle sfilate, le tendenze, i magazine in versione on-line‌e il nuovo canale Sposa Moreover, the eventsʟ schedule, the runwaysʟ videos, the trends, the on-line magazines‌and the new Sposa channel
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Kids Trend
Primavera/Estate - Spring/Summer 2013
HAUTE COUTURE S/S 2013 - PARIS/ROME
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Pitti Bimbo
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PRÊT-À-PARLER
DIALOGHI ITALO-CINESI
ITALIAN-CHINESE EXCHANGES Stilisti cinesi che vengono (in Italia), giovani italiani che vanno (in Cina). Punti di vista sulle relazioni tra Oriente e Occidente. Sempre più strette
Chinese designers come (to Italy); young Italians go (to China). Opinions as regards the relation between East and West. More and more closer
Contributi di Edoardo Bastagli e Gabriele Colangelo.
Contributions by Edoardo Bastagli and Gabriele Colangelo. bookmoda I 63
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PRÊT-À-PARLER
Diari rivelatori / A revealing diary
“INVESTITE, NON SFRUTTATE” “INVEST, DON’T EXPLOIT” Edoardo Bastagli, giovane figlio dell’imprenditore Alessandro, racconta la sua Cina. Le nuove frontiere vissute da un ventenne. La sua descrizione dei potenti. L’affresco di un Paese dove la missione di Monti ha concluso zero affari. Mentre Edo...
Edoardo Bastagli, the young son of the entrepreneur, Alessandro, tells us about his experience of China. New frontiers seen from a 20-yearold point of view. His description of the powerful. A picture of a country where Monti’s delegation did not conclude anything. While Edo…
di Edoardo Bastagli era chi sosteneva che fosse la prima potenza al mondo e chi si limitava a dire che i cinesi erano una razza antipatica. Il 20 agosto 2012 ho fatto fagotto di tutte le informazioni e sono partito per esplorare e verificare in prima persona. Il primo impatto è stato terrificante. Se nella mia immaginazione avevo intravisto abitazioni vecchio stile, con tetti a pagoda, l’aeroporto di Pechino fu il primo grande indizio che mi ero sbagliato. Mi dette subito quella sensazione di grandezza che contraddistingue la Cina come nazione: terminal vastissimi, spazi ampi, file e file di sportelli per il controllo passaporti, pavimenti impeccabili, personale efficiente, servizi all’avanguardia. Roba che fino a ora avevo visto solo negli Stati Uniti.
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T
I PEZZI GROSSI Da Pechino a Shanghai, il “percorso” è stato lungo e tortuoso. I primi mesi mi sono dedicato alla lingua che ritengo fondamentale per poter interpretare la reale natura dei cinesi. Pechino è considerata la città del potere, mentre Shanghai è il centro degli affari. Può suonare strano, ma i “pezzi grossi” stanno a Pechino e si spostano solo per concludere trattative o per eventi particolari. La prima occasione nella quale ho avuto modo di affacciarmi al mondo del “business” è stata a Shanghai per il charity event FACE2012. Lo scopo di Face è raccogliere fondi
THE “TOP BRASS” It was a long, hard road from Beijing to Shanghai. I spent the first months learning the language, which I thought, was vital in understanding the true nature of the Chinese. Beijing is considered the city of government while Shanghai is the centre of business. It might sound strange, but the “top brass” live in Beijing and travel to finalise deals or attend particular events. The first chance I had to experience the world of “business” was in Shanghai for the FACE2012 charity event. The aim of Face is to raise funds for
here were those who reckoned it is the most powerful nation in the world and others who would just say the Chinese were an unlikeable people. Therefore, on 20th August 2012 I packed my bags and set off to see for myself. My first impression was terrifying. Whereas I had imagined oldfashioned pagoda style houses, Beijing airport was the first proof that I was utterly wrong. It gave me that first impression of size that distinguishes China as a nation: vast terminals, huge spaces, rows and rows of windows for passport control, immaculately clean floors, efficient staff and the most modern services. Things that until then I had only seen in the United States.
Pechino è considerata la città del potere, mentre Shanghai è il centro degli affari Beijing is considered the city of government while Shanghai is the centre of business
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PRÊT-À-PARLER Dossier
A ORIENTE DELLA MODA
THE EASTERN SIDE OF FASHION Coming back from Beijing, where he presented his fashion show at the Mercedes Benz Fashion Week, Gabriele Colangelo gives us an accurate picture of the Chinese Capital. Comparing it with Tokyo, where the designer ended his journey to the East
Di ritorno da Pechino, dove ha sfilato alla Mercedes Benz Fashion Week, Gabriele Colangelo fotografa le sue impressioni sulla capitale cinese. E la paragona a Tokyo, dove lo stilista ha concluso il suo viaggio in Oriente Testi e foto di Gabriele Colangelo
(P
ECHINO). Velocità e intensità sono i due “volti” di Pechino che mi hanno colpito maggiormente. Tutto è super concitato e iper-efficiente. Per fare una cosa ci vuole molto meno tempo che in Occidente. Anche perché a lavorare sono tantissimi. Alla mia sfilata c’erano esattamente il doppio delle persone, sia nel backstage che in platea. Per i cinesi la moda ha un grande valore. I défilé si svolgono nel distretto dell’arte Dashanzi: un’ex area industriale riconvertita nel 798 Art Zone, per ospitare mostre e manifestazioni culturali di alto livello. Certo, la totalità della gente non è ancora vestita come noi. La moda delle griffe si vede soprattutto indosso ai ricchi che orbitano nelle mall degli hotel 5 stelle dove sono concentrate le grandi boutique. Qui i negozi multibrand non sono ancora arrivati. Le donne sono comunque molto attente e curate. Lo dimostrano le tante pagine pubblicitarie di creme e prodotti di bellezza sulle riviste.
(B
I defilé si svolgono nel distretto dell’arte Dashanzi: un’ex area industriale riconvertita nel 798 Art Zone The shows go on stage in the Dashanzi art district: a former industrial area transformed into the 798 Art Zone
EIJING). Quickness and intensity are the two sides of Beijing that hit me the most. Everything is super-excited and hyperefficient. You need less time to do something than in the West. Even because a huge number of people works. During my show, the number of people was doubled, both in backstage and stalls. For the Chinese, fashion has a great value. The shows go on stage in the Dashanzi art district: a former industrial area transformed into the 798 Art Zone to host exhibitions and high level cultural events. But people don’t wear the same clothes that we wear. The brands’ clothes are worn above all by the rich who patronise malls and 5-star hotels, where the great boutiques are located. Here the multibrand stores are not yet arrived. Anyway, the women are attentive and well groomed. The many advertising pages of creams and beauty products of the magazines confirm it.
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PRÊT-À-PARLER Il cammino dei turchi / The Turkish walk
CI FARANNO LE SCARPE? WILL THEY SURPASS US? They claim the millenarian traditions of Turkey in processing leather. Under the banner Meet the Turkish effect, availing themselves of their roots, eight Turkish designers landed onto Italy. Searching for visibility. Even if some of them already work with famous maison.
Rivendicano le tradizioni millenarie della Turchia nella lavorazione della pelle. Sotto l’insegna Meet the Turkish effect, forti di queste radici, otto stilisti di calzature turchi sono sbarcati in Italia. Alla ricerca di visibilità. Anche se alcuni lavorano già con illustri maison. Gli otto stilisti turchi di Meet the Turkish effect. The eight Turkish designers of Meet the Turkish effect.
Un modello di Elif Cigizoglu prodotto per Poletto. A model by the designer Elif Cigizoglu produced for Poletto. Ze un
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INDIANA JONES E I GIOIELLI DELL’ACCESSORIO
INDIANA JONES AND THE ACCESSORY'S JEWELS
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iccolo particolare emblematico: l’astuccio degli occhiali. Giorgio Fedon è leader nella produzione di questo accessorio dell’accessorio dal 1919. Dalla sua impresa di Asolo sono sempre uscite le custodie delle più grandi maison. Poi sono arrivati i ricchi dell’Est e persino l’astuccio è diventato un particolare ricercato. Così, Fedon ha iniziato a griffare con il proprio nome custodie-gioiello in rettile o addirittura in oro con la targhetta interna personalizzata con il nome del proprietario, anziché dalle case di moda. Il resto è storia di un marchio che ora si cimenta con gli accessori a tutto tondo. A firmarli l’attore Michael Wong, l’Harrison Ford asiatico.
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2.
tiny emblematic detail: the case of eyeglasses. Giorgio Fedon has been a leading producer of this accessory of accessory since 1919. His company in Asolo has always produced the cases for the greatest labels. Later, the rich from the East have arrived, and even the case has become a refined item. Therefore, Fedon started to sign with his name the jewel cases in reptile or even in gold adding a personalised inside label with the name of the owner instead of the label. All the rest is part of the story of a brand that now is producing all kinds of accessory. And the actor, Michael Wong, the Harrison Ford of Asia, signs them.
3.
1. La fabbrica della famiglia Fedon ad Asolo in una foto storica / The company of Fedon family in Asolo in a historical photo; 2. Uno degli astucci in pitone prodotti da Giorgio Fedon / One of the python leather cases produced by Giorgio Fedon; 3. Lʼattore asiatico Michael Wong che ha ispirato la collezione MW by Giorgio Fedon 1919 / The Asiatic actor Michael Wong inspired the MW by Giorgio Fedon 1919 collection.
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4.
1.
MILANO MODA DESIGN Le teste simboliche di Ugo La Pietra che rappresentano i mestieri: 1. Il musicista, 4. Il banchiere, 5. Il cuoco, 7. Lʼarchitetto; al centro della pagina, la testa allegoria della Lombardia tra moda e design, nellʼopera di Ugo La Pietra; 2. Il FuoriSalmone, lʼiniziativa dedicata ai designer che “vanno contro corrente”; 3. Lʼinvito di Ingo Maurer allo Spazio Krizia; 6. La locandina del progetto di Alcantara in collaborazione con Connect4Climate a sostegno del clima.
5.
The symbolic heads by Ugo La Pietra represent jobs: 1. The Musician, 4. The Banker, 5. The Chef, 7. The Architect; at the center of the page, the head allegory of the Lombardy between fashion and design, in the work by Ugo La Pietra; 2. The FuoriSalmone initiative for designers that “run against the tide”; 3. The invitation of Ingo Maurer at Spazio Krizia; 6. The poster for the project by Alcantara in collaboration with Connect4Climate in support of environment.
6.
7. bookmoda I 75
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PRÊT-À-PARLER
Giochi d’intreccio / Plays of weaves
ZIGZAGANDO ZIGZAGGING P
attern ipnotici e intrecci esaltati da giochi di colore e sovrapposizioni di tessuti o materiali. Non solo Missoni: sono sempre più gli stilisti e i designer che giocano con linee spezzate e fantasie zig zag. E tra moda e arredamento è ancora una volta empatia.
H
ypnotic patterns and weaves enhanced by plays of colours and layers of fabrics or materials. Not only Missoni: more and more designers play with broken lines and zigzag motifs. And once more, there is empathy between fashion and design.
A sinistra, intrecci e ramificazioni per la borsa Il Nido di Gabriele Pasini . On the left, weaves and branches for the Il Nido bag by Gabriele Pasini. A destra, intrecci multicolor per la sedia di Marni del progetto 100 sedie. On the right, multicolor weaves for the Marni chair of 100 sedie project.
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Angela Missoni
“Patricia Urquiola ha declinato in chiave ambientale il linguaggio di Missoni” “Patricia Urquiola has designed in an environmental key the Missoni language” Angela Missoni
Sopra, zig zag in legno e di tricot per la nuova boutique di Missoni, progettata da Patricia Urquiola. Above, zigzag motifs in wood and tricot for the the new Missoni boutique, designed by Patricia Urquiola. Di fianco, macro-punti crochet per il pouf gigante di Missoni Home. Opposite, crochet macro-stitches over the giant pouf by Missoni Home.
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PRÊT-À-PARLER Sangue blu / Blue blood
ORO SOVRANO SUPREME GOLD
Donatella Versace
L’
oro dilaga nelle case e nelle suppellettili. Per nuovi ricchi alla ricerca di lussi sfacciati persino nell’intimità domestica. E la sedia può diventare un trono da ape regina.
T
he gold is widespread for interiors and furnishings. For the new rich looking for impudent luxury even in their domestic intimacy. And the chair can become a throne for the queen bee.
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In alto, Donatella chair: il trono in ottone da ape regina, disegnato dagli Haas Brothers per Versace Home. On top, Donatella chair: is the brassy throne as a queen bee, designed by Haas Brothers for Versace Home. Sopra, come un lingotto, il baule dorato Orient Express di Amboseli. Above, like a gold bar, the Orient Express gold-colour trunk by Amboseli.
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Blu di Prussia, trame floreali e lingotti in oro metallico: il divano Jack di Blumarine 猫 di sangue blu. Prussian blue, floral patterns and gold bars in metallic gold: the Jack sofa by Blumarine is blue-blood.
Sfavillano d始oro le sfere in vetro di Murano di Roberto Cavalli Home. The Murano glass spheres by Roberto Cavalli Home sparkle with gold.
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PRÊT-À-PARLER Consolazioni / Consolation
GRANDI GIOIE BIG JEWELS Pochi, ma sempre enormi. È la regola dei gioielli. Anche veri
C
ollane? Sarebbe meglio parlare di alti collari o di enormi pettorali. Perché i bijou in passerella sono pochi, ma enormi. Spesso fanno il bis, quando si tratta di
A few, but always huge. That’s the jewels’ rule, even for the precious ones
N
ecklaces? It would be better to speak of high collars and huge bibs. Indeed, on the runway the bijoux are a few, but huge. They are often double, as the bracelets:
15,50 cm per il bracciale Eden in oro bianco e diamanti di Damiani. 15.50 cm for the Eden bracelet in white gold and diamonds by Damiani.
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Ermanno Scervino
Oscar de la Renta
Bianca Balti for Dolce&Gabbana
Ralph Lauren Collection
Gianfranco FerrĂŠ
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IL POTERE DELLA LUCE THE POWER OF LIGHT
Photographer MARCO CRAIG Stylist Sabrina Mellace Stylist ass. Filippo Scrivani - Chiara Viciani Hair & Make-up Alemka Krupic for Face to Face Agency Model Olena Romaniuk @ Women Management
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N째21 blouse, Salvatore Ferragamo skirt, Ermanno Scervino belt.
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Fendi dress, Ermanno Scervino belts.
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Louis Vuitton dress and shoes, Ermanno Scervino leather belt, Etro crĂŞpe belt.
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Ermanno Scervino coat, Etro trousers, a. testoni sandals, Missoni necklace.
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’50 // ’60 Amazzo-net A testa alta Back to baschina Black flower Blue & black Borsellino Canne e cannoli Casanova Cinestetica Di traverso Fetish Francesine Future animalier Geome-trip Gilda Hyper check / Pied de cool Ieri nel do-mani Il colore del pericolo Il giorno dei lunghi cappotti In catene Inquadrate Laminato La sostenibile leggerezza del neoprene La tattica del raso Mantellina Mix fur Nella rete Pastelli in polvere Plissé e deplissé Prada-gami Profili Scomposta Sporran & scottish T-show Un altro paio di maniche Uno tira l’altro Un pezzo d’oro Vernice e vinile Vite fasciate Web print Yeti
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’50// Le linee Anni ’50, eredi del New Look di Dior, stretto in vita e con le gonne a ruota / The Fifties lines, coming from Dior’s New Look, waisttight with flared skirts
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Ana Girardot in Valentino.
Marco De Vincenzo
Emporio Armani
Le lampade di Psykea ispirate al design Anni ʼ50-ʼ70. Psykea lamps inspired to Fifties and Seventies design.
//’60
Dolce&Gabbana
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Le longuette a tubo degli Anni ’60. The Sixties sheath calf-length skirts.
Jil Sander
Gucci
La storia delle linee di Christian Dior nelle vetrine di Harrodʼs, omaggio al couturier / The history of Christian Diorʼs lines in the Harrodʼs windows, as a tribute to the couturier.
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uture animalier
Le macchie degli animalier diventano forme irregolari in cui sono inscritte fantasie di ogni tipo. Che non hanno piĂš nulla in comune con il mondo animale. PerchĂŠ disegnano grafiche digitali.
The animal spots become irregular shapes with every type of pattern. And they have nothing to do with the animals’ world. As they design graphic patterns.
Maculato senza tempo: Ava Gardner, 1952 / Timeless animal print: Ava Gardner, 1952.
Francesco Scognamiglio
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Etro
For me. Elena Mirò
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Ermanno Scervino
Diane von Furstenberg
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rada‐gami Piega, ripiega e schiaccia. L’antica arte nipponica dell’origami impreziosisce ogni capo del guardaroba. L’onda lunga della scorsa collezione di Prada?
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Gianfranco Ferré
Thom Browne
Folding, refolding and flattening. The antique Japan art of origami enriches every wardrobe’s piece. A reflection of the latest Prada’s collection?
Blumarine
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Proenza Schouler
Giorgio Armani
Krizia
Bottega Veneta
La lampada Fukurou della collezione IN EI disegnata da Issey Miyake per Artemide. Fukurou lamp from IN EI collection designed by Issey Miyake for Artemide.
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rofili
Borders
Ai polsi sempre piÚ importanti, ma anche lungo il collo e persino sugli occhiali: la pelliccia rifinisce ogni possibile profilo. Con preziosismi che non sconfinano mai nell’opulenza.
Prada
Increasingly visible on the cuffs, but also along the neck and even over the eyeglasses: the fur refines every possible border. With preciousness that never exceeds the limits of opulence.
Marni
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Fendi
Thom Browne
Francesco Scognamiglio
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Fendi
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Marni
In the general triumph of fur, the shaved and depilated furs are added to some tufted furs up to the yeti-effect coats. The bags and boots with an after-ski effect can be in fox fur too.
Gucci
Jeremy Scott
eti
Nel generale trionfo della pelliccia, ai manti rasati ed epilati si affiancano interventi di vello a pelo lungo, fino ai cappotti effetto yeti. Di volpe possono essere anche le borse e gli stivali effetto dopo-sci in cittĂ .
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Hussein Chalayan, Spring/Summer 2003, Dazed and confused, March 2003, photograph by Eric Nehr. In PUNK: chaos to couture, Met, New York.
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PUNK: Chaos to Couture - May 9th August 14th 2013 - The Metropolitan Museum of Art, New York
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L’OPERA DA UE SOLDI A PENNY OPERA La mostra dell’anno è dedicata al punk. Dalle sorprendenti origini americane. Fino agli ultimi chiodi
The exhibition of the year is dedicated to punk. From its surprisingly American origins to the latest spikes
di Antonella Scorta quanto di più britannico si possa immaginare, ma in realtà il punk (il cui significato letterale è “da due soldi, di poco valore”) non è nato in Inghilterra, bensì negli Stati Uniti. Chi lo rese famoso universalmente, però, fu Malcolm McLaren, che con la moglie Vivienne Westwood aprì a Londra a metà degli Anni ‘70 un negozio d’abbigliamento chiamato Sex che proponeva articoli decisamente in controtendenza, molti anche sadomaso; il passo successivo fu la creazione del gruppo dei Sex Pistols, composto da commessi e frequentatori del negozio - e persino da teppisti del quartiere - che divenne celebre non tanto per la sua musica quanto per atteggiamenti (tipico quello di sputare in pubblico) e abbigliamento (vestiti strappati, capelli spettinati e in colori improbabili, giubbotti e pantaloni in pelle e naturalmente catene, borchie, spille da balia e lucchetti). L’impatto del fenomeno punk sulla couture, dalla sua nascita fino a oggi, è esaminato dalla mostra allestita al Met di New York, che propone capi originali degli Anni ’70 messi a confronto con modelli contemporanei dei principali stilisti. Per dimostrare come la moda, sia prêt-à-porter che haute couture, continui ad attingere dall’immaginario di questa sottocultura, pur rivisitandolo: le spille da balia sono sostituite dalle paillette, le lamette da barba dalle piume, le borchie dalle perle. E viceversa: Versace docet. Importante anche il focus su materiali e tecniche, che evidenzia la relazione tra il tipico concetto punk del “fatto da sé” e la filosofia couture del “fatto su misura”. Ognuna delle sette sale è dedicata a un per-
È
Spilla vintage di Versace, 1992, collezione privata Vintage brooch, by Versace, 1992, private collection.
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e think of it, as totally British, but in reality punk (literally meaning cheap, of little value) did not originate in Britain but in the United States. However, it was made famous by Malcolm McLaren who, with his wife Vivienne Westwood, opened a shop, called Sex, in London in the midSeventies selling decidedly offbeat, some even sadomasochistic clothing. The next step was the formation of the group the Sex Pistols consisting of shop assistants, visitors to the shop and even local thugs. It became famous not so much for the music but for its attitude (spitting in public) and clothes (torn clothing, scruffy hair in the most unlikely colours, leather jackets and trousers and of course chains, studs, safety pins and padlocks). This exhibition held at the Met in New York examines the impact of the punk phenomenon on couture, from its birth to the present day comparing original Seventies clothing to those by leading designers today. Thus demonstrating how fashion, whether prêt-àporter or haute couture, continues to be influenced by this sub culture, also if in a revisited way: safety pins have been substituted by sequins, razor blades by feathers and studs by pearls. In addition, vice versa: see Versace. Important too the focus on materials and techniques which highlight the relationship between the typical DIY concept of punk and couture “made to measure” philosophy. Each of the seven rooms of the exhibition is dedicated to either a person or a representative place of the period: from Vivienne Westwood and Malcolm McLaren to Richard Hell, one of
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Vivienne Westwood
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Karl Lagerfeld per Chanel, Vogue, marzo 2011 / Karl Lagerfeld for Chanel, Vogue, March 2011. Photo by David Sims. Courtesy of The Metropolitan Museum of Art.
IL PUNK? “UN CAPITOLO CHIUSO” di Vivienne Westwood l punk si è chiuso con la fine dei Sex Pistols e la morte di Sid Vicious. Ho capito che i ragazzi erano interessati a questo movimento soltanto per le sue apparenze. Facevano tutti altro, nessuno di loro si occupava di politica: volevano soltanto divertirsi. Ma il seme del punk era stato piantato dagli hippy e noi lo coltivammo. O forse lo feci, io. Avevo circa 36 anni quando prese piede questa corrente. Ero arrabbiata per quello che accadeva nel mondo: la corruzione, il malfunzionamento, la sofferenza delle persone, le guerre. Cose terribili contro le quali avevano iniziato a ribellarsi, per l’appunto, gli hippy. Malcolm [McLaren] odiava la vecchia generazione a causa del suo background, detestava ogni forma di autorità. Era un gran talento, ma non credeva sufficientemente in se stesso, perché non era seriamente interessato a comprendere il mondo. Per questo persi interesse nei confronti del punk e oggi lo considero “passato”. Anche se continuo a trovarlo esteticamente fantastico.
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PUNK? “IT’S OVER” unk ended with the end of the Sex Pistols and the death of Sid Vicious. I realised that the young were only interested in this movement for the look. They all did other things; none of them was involved in politics: they just wanted to have fun. However, the seeds of punk were planted by the hippies and we grew them. Or perhaps I did. I was about 36 when punk took off. I was angry about what was happening in the world: the corruption, the dysfunction, people’s suffering, and wars. Terrible things, which in fact the hippies had already started rebelling against. Malcolm [McLaren] hated the old generation because of his background; he hated all forms of authority. He was very talented but didn’t have enough faith in himself, because he wasn’t seriously interested in understanding the world. That is why I lost interest in punk and consider it “over” today. Even though I still think it’s a fantastic look.
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Roberto Capucci. La ricerca della regalità - until 8th September - Reggia di Venaria Reale (Torino)
APUCCINE THE CAPUCCINE
Ha vestito star di Hollywood, nobildonne e il premio Nobel Rita Levi Montalcini. È stato antesignano nel vestire il cinema. Di Pasolini
He dressed Hollywood stars, noblewomen and Nobel awarded Rita Levi Montalcini. He was a precursor in dressing movie stars. By Pasolini
rofessoressa, lei sarà l’unica donna che riceve il Nobel in mezzo a tanti uomini in frac. Quando lei si alza deve essere la regina della sera”: così parlò Roberto Capucci a Rita Levi Montalcini, quando le presentò l’abito che aveva disegnato per lei in occasione della consegna del premio Nobel per la medicina nel 1986. Si trattava di un sontuoso abito da sera con strascico, composto da pannelli in velluto verde smeraldo, blu zaffiro e rosso rubino. La scienziata non aveva mai indossato un abito lungo e non era mai entrata in una sartoria in vita sua, ma coraggiosamente osservò la coda e affermò: “Se lei me l’ha fatta, io la porterò”. È soltanto uno degli aneddoti che si possono raccontare sulla carriera di uno dei più grandi stilisti (allora si chiamavano sarti!) della storia. Ora una mostra nella reggia di Venaria lo celebra con un’esposizione di decine delle sue creazioni, accanto a foto e bozzetti. Oltre ai modelli disegnati per le nozze di nobildonne, la sezione Spose regine presenta l’Abito da sposa
rofessor, you will be the only woman to win the Nobel prize among many men wearing the tailcoat. When you stand, you must be the queen of the soirée”, so spoke Roberto Capucci with Rita Levi Montalcini, when he presented to her the dress which he designed for her on occasion of the Nobel Prize Award 1986. It was a sumptuous evening dress with tail consisting of panels in emerald green, sapphire blue and ruby red velvet. The scientist had never worn a long dress and had never visited an atelier in her life, but she observed the tail and said courageously, “If you did it, I’ll wear it”. This is only one of the anecdotes that we can tell on the carrier of one of the greatest designers in the history (at that time, we called them tailors!). Now the Royal Palace of Venaria celebrates him with an exposition of tens of his creations, in addition to photos and sketches. Moreover, the pieces designed for the weddings of noblewomen, the section Spose regine presents the Abito da sposa
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Lʼallestimento della mostra dedicata a Roberto Capucci nella reggia di Venaria / The set of the show dedicated to Roberto Capucci at the Royal Palace of Venaria.
SGUARDI SUL FUTURO nche nelle sale di Palazzo Morando a Milano è in corso una mostra dedicata a Roberto Capucci: otto abiti del maestro, realizzati nel 2007 in occasione dell’inaugurazione del museo della Fondazione di Villa Bardini a Firenze, venti bozzetti mai esposti al pubblico e trenta modelli disegnati dai vincitori del concorso Roberto Capucci per i giovani designer. Oltre (a)gli abiti. Il design prende una nuova piega. Organizzato dalla Fondazione Capucci e dall’Associazione Moda e Modi, ha visto la partecipazione di oltre seicento aspiranti stilisti tra i 18 e i 35 anni provenienti da diversi Paesi, i migliori dei quali premiati il 9 aprile a Palazzo Reale.
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AN EYE TO THE FUTURE n the rooms of Palazzo Morando in Milan, there is another show dedicated to Roberto Capucci: eight dresses by the master, made in 2007, on occasion of the opening of the Fondazione di Villa Bardini Museum in Florence, twenty sketches that weren’t ever presented to the public before, and thirty models designed by the winners of the award Roberto Capucci per i giovani designer. Oltre (a)gli abiti. Il design prende una nuova piega. Organised by the Fondazione Capucci and the Associazione Moda e Modi, the competition registered the attendance of more than six hundred applicants for designer, between 18 and 35 years, coming from different Countries. The winners were awarded at Palazzo Reale on April 9th.
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Massa d’arte / Art mass
POP-JECT Dalle bottigliette di CocaCola di Warhol ai Black Flowers di Lichtenstein: la Pop Art in un libro illustrato a cura di John Wilmerding
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Tom Wesselmann, Study for Mouth #10 (Expo 67 Mouth), 1966. Courtesy The Estate of Tom Wesselmann. Photo by Jeffrey Sturges. Art © Estate of Tom Wesselmann / Licensed by VAGA, New York, NY.
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ndy Warhol, Roy Lichtenstein, James Rosenquist e gli altri grandi maestri della cosiddetta arte popolare nel volume The Pop Object, edito da Rizzoli New York. Oltre 165 immagini: dalle nature morte al food, dagli oggetti di design alla moda, tutto ciò che è stato mercificato, pubblicizzato e soprattutto “consumato” dagli Anni ’60 a oggi in una esaustiva pubblicazione a cura di John Wilmerding. Se la Pop Art ha un seguito larghissimo, il merito va senza dubbio a Warhol. La sua faccia è una delle più riconoscibili dal vasto pubblico rispetto a quella di qualsiasi altro ing d in ilmer W il artista nella storia e più J o h n di ogni altro si è saputo trasformare da soggetto in oggetto delle opere dei suoi colleghi. Per non parlare delle contaminazioni con altri settori. I suoi lavori, e più in generale tutta l’arte pop, sono stati copiati e imitati fino all’eccesso. Prima fra tutti: dalla moda. Da Moschino ad Iceberg, da Enrico Coveri a Miu Miu, l’elenco è infinito. E chissà che i fiori neri che hanno spopolato sulle passerelle per il prossimo autunno-inverno non abbiano trovato ispirazione nei Black Flowers di Lichtenstein. F.I.
From the Coca-Cola bottles by Warhol to the Black Flowers by Lichtenstein: the Pop Art in an illustrated book curated by John Wilmerding
A
ndy Warhol, Roy Lichtenstein, James Rosenquist and the other great masters of popular art in the book The Pop Object, published by Rizzoli New York. More than 165 images: from still life to food, from design objects to fashion; everything which was sold, publicised and above all “consumed” from the Sixties up to today in an exhaustive book curated by John Wilmerding. If Pop Art has a very large public, the merit is without doubt of Warhol. His face is one of the most recognised by the large public compared with any other artist in history and, more than any other, he was able to transform T IIOO N himself from the subject R A D IIT T E F IF I ILL L T IL THE S ART into the object of his P O P IN colleagues’ works. Without leaving aside the contaminations with other industries. His works, and more in general the entire pop art, were copied and imitated to a fault. First of all: by fashion. From Moschino to Iceberg, from Enrico Coveri to Miu Miu, the list is endless. And perhaps the black flowers, which have been the big success of catwalks for next autumn-winter, were inspired by the Black Flowers by Lichtenstein.
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Wayne Thiebaud, Tie Tray, 1969. Acquavella Galleries Art Š Wayne Thiebaud / Licensed by VAGA, New York, NY.
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