RASSEGNA STAMPA DEL 18 APRILE 2019

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Nordest

LA STORIA LENDINARA (ROVIGO) Come ti trasformo le vincite al SuperEnalotto in uno strumento di solidarietà e socialità. Chi s’interessa al fenomeno del gioco può fare un salto al Bar Sport di Valdentro, una frazione di Lendinara, località in provincia di Rovigo, per scoprirlo. Il vulcanico titolare Fabrizio Berto, 64 anni, solo “Bicio” per i compaesani, si è inventato il modo di finanziare l’attività dell’associazione “Olga” di Lendinara, organizzatrice di vacanze terapeutiche per i bambini bielorussi colpiti dalla catastrofe di Chernobyl, grazie alle donazioni di piccole vincite realizzate dai giocatori nella sua ricevitoria. Appassionato di sport, ha messo a frutto gli anni passati a giocare fin da ragazzo le schedine del Totocalcio con gli amici, lanciando tra i clienti una sorta di “sistema della solidarietà”.

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Una schedina solidale per i bimbi di Chernobyl Al Bar Sport di Lendinara ogni sabato `Le vincite lasciate all’associazione Olga si gioca un “sistema” diviso in 66 quote che organizza le vacanze per i bielorussi `

Scuola

2.500 EURO L’ANNO SCORSO

Terza media e poi basta per un veneto su nove

SESSANTASEI QUOTE «Da due anni all’estrazione del sabato proponiamo agli appassionati un sistema del SuperEnalotto che viene suddiviso in sessantasei quote da cinque euro l’una - racconta “Bicio” Le vincite sono frequenti, ma irrisorie, dovendole dividere per sessantasei. Proponiamo perciò ai clienti di lasciarle a disposizione di Olga, conservando la soddisfazione della vincita al gioco, ma destinandola in solidarietà. C’è chi lascia tutto, chi una parte, chi solo gli spiccioli». Il metodo funziona. La maggior parte dei giocatori aderisce liberamente e con entusiasmo. Anche grazie alla rendicontazione precisa al centesimo e trasparente di Berto, ragioniere pentito (nel senso che

AMICI Da sinistra Carlo Modena, Matteo Carazzolo, Giovanni Ferracin, Moreno Tono e Fabrizio Berto

I FONDI UTILIZZATI ANCHE PER ALTRE INIZIATIVE PAESANE DI BENEFICENZA E PER DONAZIONI ALLA PARROCCHIA

si è diplomato, ma poi ha fatto tutt’altro), messa a disposizione di tutti. I soldi sono conservati in una “matrioska” che il gestore tiene dietro al bancone. La vincita più alta è stata fatta proprio una settimana e mezza fa, sabato 6 aprile. Il “sistema della solidarietà” ha fruttato 12

euro e 35 centesimi per ogni quota. «La maggior parte dei giocatori quel giorno - afferma soddisfatto il titolare del bar l’ha devoluta in beneficenza all’associazione Olga per l’attività a favore dei bambini bielorussi. Informato della vincita un po’ più alta del solito, il pre-

VENEZIA In Veneto un ragazzo su 9 abbandona la scuola, con al massimo la licenza di terza media in tasca. I dati forniti dall’Ufficio scolastico regionale dimostrano che gli abbandoni precoci sono meno accentuati della media nazionale. «In Veneto la situazione è migliore – commenta l’assessore regionale Elena Donazzan (in foto) – ma non siamo soddisfatti. Dobbiamo fare una seria riflessione sull’insegnamento della matematica e delle materie scientifiche». Gli “insufficienti” in matematica sono 32 su 100, a fronte di una media nazionale del 40,1%; quelli nelle competenze alfabetiche sono 28 su 100, contro un tasso italiano del 34,3%.

VENEZIA Trovare le tracce dei Pfos ora è facile come misurare la glicemia. I ricercatori di Ca’ Foscari hanno brevettato un sensore elettrochimico in grado di calcolare la concentrazione di perfluorottano sulfonato, una delle più diffuse e inquinanti molecole della famiglia Pfas, attraverso un test alla portata di tutti. L’annuncio è arrivato ieri, nel giorno in cui il Veneto ha ufficialmente comunicato a Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna il rinvenimento delle sostanze perfluoroalchiliche anche nel fiume Po.

IL BREVETTO L’apparecchio, simile appunto ad un glucometro, riesce a identificare una concentrazione di 30 nanogrammi di composto per litro di acqua. «Oggi servono costose analisi di laboratorio per misurare la concentrazione di Pfos – spiega Paolo Ugo, docente di Chimica analitica e coordinatore del team di ricerca – mentre il nostro sensore permette un riscontro sul campo, immediato e poco costoso, utile, ad esempio, a concentrare gli ulteriori approfondimenti analitici solo sui siti più inquinati. Spiegano dall’Università di Venezia che il dispositivo utilizza polimeri a stampo molecolare, una sorta di reticolo le cui cavità coincidono con le molecole che si vorranno riconoscere, in modo da

intrappolare quelle complementari. In sostanza, conoscendo l’impronta del Pfos, il sensore è capace di riconoscerlo e misurarne la concentrazione. L’invenzione è opera della squadra capitanata dal professor Ugo e composta anche dalla professoressa Ligia Maria Moretto e dalle ricercatrici Angela Maria Stortini e Najmeh Karimian, quest’ultima arrivata dall’Iran nel 2016 e approdata al dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi proprio per l’attività di ricerca che ha permesso di sviluppare lo strumento e presentarlo alla comunità scientifica internazionale, attraverso un articolo sulla prestigiosa rivista scientifica Sensors dell’American Chemical Society. Ora occorre l’investimento industriale per ingegnerizzare il dispositivo che rende facilmente fruibile sul display la misura effettuata, dopodiché il brevetto potrà essere utilizzato dalle aziende, fra cui quelle che gestiscono le reti idriche.

LA POLITICA Agli inventori sono andate le

IL VENETO ALLERTA LOMBARDIA, PIEMONTE ED EMILIA ROMAGNA SUL NUOVO COMPOSTO. L’OPPOSIZIONE: «SERVE UN’ALTRA INCHIESTA»

Nel frattempo, l’ente accreditato per la gestione dell’acqua, ovvero Acquevenete, ha già previsto le contromisure, installando i filtri adeguati alla centrale di Corbola per filtrare il composto cC6O4 inquinante e garantire la sicurezza dell’acqua del rubinetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tracce nel Po, raffica di telefonate «Vi serve un depuratore domestico?» nete, le aziende stanno sfruttando l’occasione.

di proposte commerciali LE CHIAMATE dalle ditte del settore Il disco telefonico IL BUSINESS ROVIGO L’emergenza Pfas si trasforma in una opportunità commerciale per le aziende che vendono i depuratori d’acqua domestici. Ieri mattina i call center hanno battuto a tappeto i numeri di telefono fissi e mobili della provincia di Rovigo, dopo la notizia del ritrovamento delle sostanze nocive nell’acqua del Po, all’altezza della centrale di Corbola. Nonostante la situazione sia stata subito gestita da parte di Acqueve-

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congratulazioni di Luca Zaia. «E se l’attenzione accademica cresce – ha aggiunto il governatore – credo che sia fondamentale che anche il Governo agisca. Ribadisco che, come la Regione Veneto sin dal 2017 si è imposta limite zero Pfas per le acque destinate al consumo umano, è necessario che il ministero dell’Ambiente ponga subito limiti nazionali zero». Al riguardo Nicola Dell’Acqua, il commissario delegato all’emergenza che ha informato i colleghi delle altre Regioni sulla «presenza significativa della sostanza C604» nel Po, ha ricordato le due delibere del 2017: «Il provvedimento è stato preso in assenza di limitazioni nazionali ed europee in materia, con tutto ciò che questo comporta. La Regione, infatti, a tutela dei propri cittadini, si è posta dei limiti, per l’intero territorio regionale e, comunque, diversi dalla zona rossa, dove i limiti sanitari per i Pfas a catena lunga sono addirittura zero». L’opposizione però non si fida, tanto che Piero Ruzzante (Lei), Cristina Guarda (Amp) e Patrizia Bartelle (Iic) hanno chiesto «una nuova commissione d’inchiesta sulla contaminazione da Pfas in Veneto, incentrata esclusivamente sulle responsabilità politiche ed istituzionali, visto che la precedente ha lavorato su informazioni parziali, lacunose e comunque sorpassate dagli eventi». A.Pe.

REGIONE Nicola Dell’Acqua

`Polesine bersagliato

«Il primo anno del sistema continua Berto - abbiamo raccolto circa 2.500 euro. Quest’anno ci siamo vicini e speriamo di superarli. Una parte dei soldi è data ad Olga per le attività. Una parte è usata, insieme ai prodotti offerti dai negozianti locali, per organizzare con la Pro Loco di Villanova del Ghebbo la festa d’estate per questi bambini, dove coinvolgiamo anche le giovani rugbiste di diverse società del Polesine, ospitate dal Rugby camp di Badia. Usiamo il ricavato anche per cene o iniziative paesane di beneficenza, grazie alle quali facciamo donazioni anche alla parrocchia». La prossima è in programma venerdì 3 maggio. «L’abbiamo chiamata “Cena... con l’asparago” - conclude “Bicio” - Anche qui raccoglieremo fondi per Olga, la Pro Loco e la parrocchia». Ivan Malfatto

IL TEAM DELL’UNIVERSITÀ Da sinistra il coordinatore Paolo Ugo, la ricercatrice Najmeh Karimian, la professoressa Ligia Maria Moretto e la ricercatrice Angela Maria Stortini nel laboratorio di Ca’ Foscari

Pfas, Ca’ Foscari inventa il sensore che cattura l’impronta nell’acqua L’INQUINAMENTO

sidente Marzio Ortolani si è congratulato con tutti coloro che sono stati generosi nei confronti della sua realtà». Al Bar Sport si è così creata una sorta di comunità pro Olga. La quale il sabato con un occhio guarda trepidante ai numeri estratti, sperando escano quelli del sistema. Con l’altro osserva compiaciuta le iniziative fatte quando i bambini bielorussi vengono a trascorre le vacanze in Italia, per disintossicarsi dalle conseguenze delle radiazioni nucleari uscite dal disastro di Chernobyl, accaduto il 26 aprile 1986, ma del quale le popolazioni pagano ancora le conseguenze. L’associazione ospita per un mese l’anno una ventina di piccoli, in tre gruppi, nell’ex scuola elementare di Treponti, altra frazione di Lendinara.

è questo: «Buongiorno, ha sentito che l’acqua in provincia di Rovigo è inquinata? Veniamo a casa sua e le facciamo gratuitamente l’analisi della sua acqua». Sono almeno due le ditte che ieri hanno composto i numeri, entrambe si presentavano come aziende di Milano. Lo scopo della telefonata era quello di prendere appuntamento per fare un’analisi gratuita dell’acqua (non accreditata) per poi proporre in vendita o in affitto, con varie formule, un depuratore da installare in casa con i relativi filtri. In un caso il call center si rivolgeva al potenziale clien-

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te con il nome di battesimo ed era a conoscenza che la famiglia ha dei figli: «Signora, stiamo chiamando tutte le famiglie che hanno dei bambini della provincia di Rovigo per venire ad analizzare l’acqua a casa sua». Una velata allusione a un potenziale rischio per la salute dei bambini rende questa pubblicità commerciale particolarmente aggressiva.

LA SICUREZZA


IX

Treviso

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Cerca una baby sitter a 5 euro l’ora e laureata: bufera ` Web in rivolta

per l’incredibile offerta di lavoro IL CASO

TREVISO Cercasi baby sitter spe-

cializzata in Pediatria per cinque euro all’ora. Treviso torna nel mirino del “Signor Distruggere”, alias Vincenzo Maisto, blogger, scrittore e fustigatore delle stranezze del web che ha dato vita a una pagina Facebook che viaggia verso un milione di follower. Ad attirare l’attenzione dell’in-

fluencer salernitano è stato l’annuncio, pubblicato da Fabrizio, nel gruppo “Annunci Lavoro-Cerco e offro” per la zona di Treviso. Fabrizio non solo cerca una baby sitter. La vuole anche referenziata. E non è ancora tutto: deve avere pure una specializzazione in Pediatria, che ovviamente si può ottenere solo dopo la laurea in Medicina. Insomma, un curriculum niente male. Resterebbe singolare, ma magari ci sarebbe poco da ridire se a cercarla fosse un nababbo pronto a mettere sul piatto uno stipendio adeguato. Invece no. È qui che viene il bello. La paga offerta da Fabrizio è di 5 euro all’ora. Esat-

tamente. E non è nemmeno specificato se netti o lordi.

INCREDIBILE «“Cerco baby sitter per i miei due bambini di 6 e 8 anni - recita l’annuncio - solo referenziata. Specializzazione in Pediatria. Cinque euro l’ora. Zona Treviso». Una richiesta del genere non poteva passare inosservata. Il Signor Distruggere è andato a nozze. «Mi ricorda quello che cercava a Tiburtina una “coinquilina” a cui fittare una stanza in casa con la nonna 90enne, che fosse anche infermiera, perché non si sa mai», ha punto Maisto. Il post ha scatenato il finimondo. In po-

che ore ha raccolto oltre 10mila “Mi piace”. Ci sono stati più di 3.100 commenti. E le condivisioni hanno superato quota 600. Va detto che chi ha scritto l’annuncio in questione potrebbe essersi divertito a mettere in piedi una burla. Fatto sta che ha aperto uno squarcio nel difficile mondo delle baby sitter.

SPACCATO SOCIALE «Sono della provincia di Treviso – è il commento lasciato da Silvia – ed io che mi lamento pure quando mi chiedono di fare da baby sitter tutti i giorni a vari figli, con differenze d’età abissali tra di loro, a 7 euro all’ora o per

L’ANNUNCIO Paga di 5 euro l’ora

un fisso mensile di 120 euro. Di solito mi dicono che i piccoli sono bravissimi e autonomi: basta solo che giochi con il bambino di 2 anni, aiuti mia figlia di 6 anni con i compiti e non serve che guardi mio figlio di 12 anni. Non si fa fatica. Anzi, se vuoi puoi anche dare una spazzata per terra». Al sud va pure peggio. «Se pagassero me 5 euro all’ora, anche in nero, sarei ricca – è il succo della risposta che arriva da Antonella di Reggio Calabria -. Una signora mi ha proposto 500 euro al mese per lavorare dalle 7 del mattino alle 17, ma anche fino alle 19 di sera, se serve. Ecco la situazione al sud». (mf)

Bypass per l’A27: «Indispensabile» `«È complementare al prolungamento del Terraglio Est Lo studio sulla bretella di collegamento tra casello e tangenziale: «Traffico su Silea ridotto del 20 per cento» permetterà anche di tagliare le code in entrata a Treviso» `

«Faccio affari con molti vip» Tutte bugie ma non truffe

IL PROGETTO TREVISO Una nuova bretella che

colleghi direttamente il troncone della Treviso - Mare che parte dalla tangenziale al casello di Treviso Sud dell’autostrada A27, bypassando la rotatoria dell’Emisfero. Per Silea è semplicemente indispensabile. Soprattutto con il completamento del Terraglio Est da Dosson alla stessa tangenziale di Treviso. Il risultato dello studio sui flussi di traffico sono chiari. Con la bretella il numero di mezzi in transito all’interno della rotatoria passerebbe da 3.801 a 3.035 all’ora. Vuol dire 766 in meno all’ora. Per un calo di oltre il 20%. Il traffico in entrata nella rotatoria dal troncone della Treviso-Mare proveniente dalla tangenziale, poi, verrebbe più che dimezzato. Questo vuol dire che oggi un mezzo su due prende la via del casello dell’A27. Non basta. Verrebbero tagliate anche le code. Attualmente ogni veicolo è costretto ad attendere in media 12,4 secondi da quando arriva sulla soglia della rotatoria dell’Emisfero fino a quando riesce realmente a immettersi. Non sembra un’eternità. Ma è moltiplicando questo lasso di tempo per ogni mezzo, tra auto e camion, che si formano le code. La nuova bretella di collegamento diretto consentirebbe di ridurre le attese davanti al segnale che impone di dare la precedenza a soli 3,3 secondi. Praticamente il 75% in meno. In questo modo tutto il traffico che gravita sul quadrante alle porte di Treviso potrebbe girare in modo più fluido. «Si tratta di un’opera complementare al Terraglio Est che deve essere realizzata in modo parallelo – avverte il sindaco Rossella Cendron – altrimenti con il completamento di quel collegamento fino alla tangenziale, che vedrà aumentare la propria mole di traffico, le cose a Silea andrebbero addirittura a peggiorare».

LIBERALIZZAZIONE A proposito, l’idea di liberalizzare l’A27 ormai è stata accantonata. «Per noi sarebbe la soluzione ideale – sottolinea il primo cittadino di Silea – ma non riusciamo nemmeno a in-

IL SINDACO CENDRON: «SE NON SI REALIZZA LA SITUAZIONE IN FUTURO RISCHIA SOLO DI PEGGIORARE»

LA SENTENZA TREVISO Un abile millantatore,

LO SVINCOLO Il traffico autostradale in uscita e in entrata gioca un ruolo chiave nel quadro delle opere programmate tra Silea a Treviso

contrarci tra Comuni vicini. Treviso ha provato a muoversi da sola. E ad oggi non ne sappiamo nulla. Se non ci si parla tra di noi non è possibile andare lontani».

LA ROTATORIA La bretella non è l’unico intervento complementare al Terraglio Est chiesto da Silea. Nell’elenco c’è anche la realizzazione di una nuova rotatoria al posto dell’attuale incrocio tra l’inizio dell’altro ramo della tangenziale, verso Oderzo, e via Callalta a Lanzago. Nel prossimo vertice tra i Comuni si parlerà anche di questo. I sindaci e gli amministratori di Treviso, Silea, Casier e Preganziol si incontreranno a Ca’ Sugana nel giro di due settimane. Qui verrà messa a punto la linea condivisa da presentare a Veneto Strade per quanto riguarda il progetto del Terraglio Est, con sottopasso per superare via Sant’Antonino, che secondo lo studio dei flussi di traffico effettuato dalla stessa società consentirebbe di togliere 700 auto all’ora dalle altre strade vicine. E qui Silea farà valere tutte le proprie ragioni per non ritrovarsi a risolvere i problemi viari dei paesi limitrofi rimanendo con il cerino in mano in casa propria. Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

Su il sipario sulla Treviso-Ostiglia sabato l’inaugurazione con Zaia LA CICLOPEDONALE TREVISO La Treviso-Ostiglia arri-

va in centro. Dopo due anni è arrivato il grande giorno. Sabato mattina verrà inaugurato il sospirato “ultimo miglio” della via ciclopedonale verso Treviso, tra l’incrocio via Boiago - via Aeroporto, dove fino ad ora si fermava l’ex ferrovia, e la vecchia stazioncina dei treni di porta Santi Quaranta. Per il taglio del nastro è stato scelto il sabato santo. Questo vuol dire che il nuovo tratto - quello che passa per il centro storico di Treviso e collegherà l’Ostiglia con la Restera, sarà percorribile già da Pasqua e Pasquetta, inizio simbolico della bella stagione. Ma per qualcuno non è nemmeno un caso che l’apertura arrivi dopo la Passione del venerdì santo. Perché portare a termine i lavori da 1,1 milioni di euro è stata una vera faticaccia. I cantieri erano stati aperti dal governatore Luca Zaia ancora nell’aprile del 2017. L’intervento di sistemazione del tratto mancante,

lungo 2,6 chilometri, avrebbe dovuto essere concluso nel giro di 115 giorni. Cioè già entro l’agosto dello stesso anno. Ma alla fine i tempi si sono allungati di quasi due anni. Tant’è. Sabato l’ultimo miglio verrà ufficialmente aperto all’altezza di via Paludetti. L’appuntamento è per le 11. Ci saranno il governatore Zaia, il sindaco Mario Conte, il dirigente regionale Enrico Specchio, il personale della dit-

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ta di costruzioni Brussi e il commissario del parco del Sile, Mauro Viti. Nei 2,6 chilometri tra il versante di Quinto e il centro di Treviso sono stati realizzati tre nodi fondamentali: il sottopasso ciclopedonale lungo 34 metri sotto la tangenziale, un altro da 22 metri sotto viale Serenissima in zona dogana e la passerella da 33 metri per scavalcare le strade proprio nella zona di via Paludetti. (mf)

capacissimo imbonitore e vero professionista della truffa oppure uno con le carte in regola che semplicemente, per una serie di situazioni indipendenti dalla sua volontà, non è riuscito a portare a termini i progetti su cui aveva detto di volersi impegnare? Era questo il dubbio da sciogliere per il giudice del processo a Giancarlo Dall’Omo, bellunese 50enne titolare della Liberi Pensatori finito alla sbarra con l’accusa di truffa aggravata ai danni dei titolari della Infinite di Montebelluna, convinti a entrare in società con dell’Omo acquistando il 30% della Liberi Pensatori a fronte di un versamento di 400 mila euro. La sentenza è arrivata ed è stata di piena assoluzione dalle accuse. Secondo la denuncia tutto sarebbe stato un imbroglio degno del miglior gioco del dado sotto i tre bussolotti, perché le prospettive imprenditoriali messe sul piatto da Dell’Omo, che vantava di avere rapporti con l’elite del mondo imprenditoriale del Nord Est e con molti personaggi dello spettacolo sarebbero state solo bugie. Per convincere gli altri due imprenditori a entrare in società con lui Dall’Omo avrebbe quindi messo sul piatto una serie di progetti di grande appeal: tra questi la vendita di caschi prodotti in collaborazione con la Benetton Group, la produzione di mobili per cucina a marchio Armani, portare il festival di Castrocaro a Treviso e una iniziativa, in collaborazione con un istituto di credito locale, per l’emissione di carte di credito per giovani con testimonial d’eccezione Vasco Rossi. Nessuna delle idee è stata però portata a termine. Secondo la denuncia dei soci del 50enne e per la Procura il motivo era semplice: tutti quegli agganci sarebbero stati in realtà millanterie. A processo invece la difesa, affidata all’avvocato Laura Mattucci, ha dimostrato a colpi di testimonianze che i rapporti con artisti e imprenditori c’erano davvero e che solo una serie di intoppi non avevano portato alla realizzazione dei progetti. (de.bar.)


III

Primo Piano

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

La grande viabilità

VARIANTI DI ALEMAGNA Un’immagine di come potrebbe essere la circonvallazione di San Vito di Cadore. I progetti, infatti, possono essere ancora soggetti a variazioni

ALEMAGNA BELLUNO Il dibattito sul prolungamento della A27 cresce, ma nel frattempo i progetti delle quattro varianti che dovranno rinnovare la statale di Alemagna in vista dei Mondiali di sci del 2021 di Cortina, sono ancora in fase di valutazione ambientale. Sono in “fila” dal 20 dicembre scorso. Le aspettative del territorio restano alte, perché l’appuntamento con i Mondiali è di quelli importanti, soprattutto sotto il profilo della promozione del territorio, che passa anche per una viabilità adeguata, capace di collegare Cortina con resto del mondo in tempi ragionevoli archiviando l’incubo degli imbottigliamenti all’altezza degli abitati. Ma il tempo corre veloce e il rischio che non siano pronte per febbraio 2021 è ormai a portata di mano. I vertici romani dell’Anas, contattati sull’argomento, confermano la stasi dell’iter, ma confidano che entro il 2019 si possa arrivare alla pubblicazione della gara per l’esecuzione dei lavori, sempre che la Commissione Via licenzi i progetti entro maggio. A che punto sono i progetti? «I progetti definitivi delle quattro varianti di Tai di Cado-

Varianti mondiali al palo Anas: «Gare entro l’anno» I progetti ancora in fase di valutazione ambientale `Difficilmente le opere finanziate per i Campionati ma l’Azienda spera vengano licenziati entro maggio di sci 2021 di Cortina saranno pronte per l’evento `

re, Valle di Cadore, San Vito di Cadore e Cortina - spiega l’Anas - sono attualmente in procedura di Via (Valutazione impatto ambientale) presso il Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo di Anas è quello di velocizzare l’iter per le quattro varianti, i cui tempi di approvazione sono però legati all’espletamento della procedura di valutazione ambientale avviata il 20 dicembre 2018 e che si prevede possa essere completata entro maggio 2019. Solo successivamente potrà essere indetta la Conferenza di Servizi, nel corso della quale si acquisiscono altri pareri che possono dar vita ad una serie di ulteriori prescrizioni (oltre a

Il primo tratto Longarone va avanti: pronta per i cantieri Non ha avuto bisogno di Valutazione ambientale invece il progetto della circonvallazione dei Longarone che sarà realizzata in due stralci. I lavori, come spiega il sindaco Roberto Padrin, dovrebbero partire entro fine estate. L’opera è stata finanziata con 20 milioni di euro sempre nell’ambito del pacchetto per i Mondiali di sci 2021 di Cortina.

quelle emerse in procedura di Via) da recepire eventualmente nel corso del progetto esecutivo. Lo step successivo è il Decreto di approvazione dello stralcio di Piano (per ciascuna variante) da parte del Commissario di Governo; poi lo sviluppo e l’approvazione dei progetti ese-

«L’OBIETTIVO È VELOCIZZARE L’ITER ANCHE ATTRAVERSO I NUOVI STRUMENTI NORMATIVI PREVISTI DAL GOVERNO»

cutivi; infine la pubblicazione della gara per esecuzione lavori entro il 2019». I finanziamenti sono disponibili oppure si sono inceppati con il passaggio di mano dal governo Gentiloni a quello Conte «Non c’è stato alcuno stop ai finanziamenti che sono tutti disponibili. Nel dettaglio, si tratta dei circa 170 milioni messi a disposizione dal decreto legge 50/2017 (convertito nella legge n.96 del giugno 2017) con oggetto Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo

sviluppo». Lo Sblocca Cantieri ha ripercussioni anche su Cortina? «Il Governo con diverse iniziative, tra le quali lo Sblocca Cantieri, sta intervenendo per il riassetto dell’impianto normativo del settore appalti infrastrutturali, in modo da snellire/semplificare le procedure. Da parte di Anas e del Commissario per la viabilità di Cortina c’è grande attenzione e impegno per velocizzare la fase approvativa delle varianti, anche utilizzando gli strumenti normativi che il governo sta predisponendo». Lauredana Marsiglia

«A27, la Regione ascolti il territorio: sfruttiamo l’apertura dell’Austria» AUTOSTRADA BELLUNO «Meglio concentrarci sulle varianti di Alemagna» è stato l’invito estremamente prudente del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in risposta alle richieste del mondo produttivo bellunese di puntare ad uno sbocco a nord. Che non sarà solo asfalto, ma corridoio tecnologico capace di creare paesaggio e raggruppare i sottoservizi come le grandi linee elettriche. La Pian di Vedoia-Lienz (Austria) attraverso il traforo del monte Cavallino, studiata a fondo dal Gruppo di azione 4 della Regione Veneto all’interno di Eusalp (agenda europea per il riequilibrio delle zone alpine), in questi giorni ha riacceso gli entusiasmi, soprattutto in vista della scadenza del bando europeo che mette a disposizione 100 milioni di euro per la proget-

tazione di opere viarie transalpine che completino la rete dei grandi corridoi europei. Ma per accedervi è necessario un accordo bipartisan con l’Austria; accordo che Zaia definisce difficile in quanto i vicini sarebbero ostili al passaggio infrastrutturale.

IL BANDO SCADE Il tempo stringe: il 24 aprile scade infatti il termine per l’accesso al bando. Lo ricorda con una nota l’europarlamentare Remo Sernagiotto (FdI) del

REMO SERNAGIOTTO: «IL TERRITORIO HA BISOGNO DI INFRASTRUTTURE CAPACI DI FERMARE LO SPOPOLAMENTO»

Gruppo dei conservatori e riformisti Europei che per primo ha segnalato l’esistenza del bando. Sernagiotto ribalta l’affermazione di Zaia, affermando che l’interesse dell’Austria è crescente per questo collegamento. Stessa linea del deputato azzurro Dario Bond che parla di «aperture favorevoli dell’Austria». Entrambi i parlamentari fanno riferimento alle richieste lanciate con un documento unitario dalle associazioni di categoria bellunesi che da anni guardano all’autostrada come ad un ancora di salvezza per un territorio che sta morendo. Sernagiotto si dice felice del fatto che il Bellunese abbia risposto compatto, «perché è da anni che all’europarlamento porto avanti questa battaglia. I territori veneti del bellunese hanno bisogno di infrastrutture all’altezza di contrastare lo spopolamento delle aree disagiate e

mettere tutte le aziende nella posizione di poter competere con chi ha vie di comunicazione più efficienti. Nessuno ci aspetterà a lungo - conclude l’europarlamentare -. Sono certo che la Regione del Veneto sarà muoversi nella direzione giusta, coordinandosi al meglio con le autorità austriache che tanno dimostrando crescente interesse». «L’Italia continua a predere treni che non ripasseranno - aggiunge Bond -. Bisogna insistere affinché tutte le istituzioni coinvolte si impegno per realizzare questa autostrada».

OCCASIONE PER IL VENETO Nel dibattito interviene anche Gianfranco Refosco, segretario della Cisl Veneto, che allarga la visuale fino al porto di Venezia come possibile hub di riferimento interessato dal raddoppio del canale di Suez e della na-

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PROLUNGAMENTO A27 Da Pian di Vedoia a Lienz via Santo Stefano

DARIO BOND: «L’ITALIA CONTINUA A PEREDERE TRENI STAVOLTA DOBBIAMO INSISTERE A TUTTI I LIVELLI»

scente Via della Seta. «Con questo collegamento afferma - si aprirebbero scenari interessanti per tutto il Veneto». Il sindacalista ricorda il lavoro svolto dalla stessa Regione nell’ambito di Eusalp, attraverso il Gruppo di azione 4, ritenendolo un passepartout per l’accesso ai fondi. L.M.


XIV

Cortina

L’INVESTIMENTO «Tutto questo passa per un contesto molto più ampio che va dai Mondiali di sci alpino del 2021 alla candidatura alle Olimpiadi»

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

belluno@gazzettino.it

«Il Codivilla rilancerà la montagna» Il sindaco entusiasta del nuovo corso voluto per l’ospedale `«In questa operazione vedo anche un beneficio economico: passato nella mani del colosso Gvm attivo a livello europeo creerà un indotto nel turismo e porterà dipendenti e famiglie» `

Pista Monti: garanzia di gestione congiunta

CORTINA D’AMPEZZO «La nuova gestione dell’ospedale Codivilla, affidato al gruppo Gvm Care & Research, offre maggiori e migliori opportunità di vivere a Cortina». Il sindaco Gianpietro Ghedina riassume così e vede con estremo favore il miglioramento della struttura, previsto nei prossimi anni: «Ci saranno vantaggi immediati, diretti, per la nostra comunità. L’aspetto primario è ovviamente connesso alla salute di cittadini e ospiti, che potranno avere a disposizione un ospedale rilanciato, una struttura rinnovata, con diverse specializzazioni in più. Per noi è fondamentale avere un punto di primo intervento, che sia in grado di affrontare le urgenze dei nostri concittadini e dei turisti. Oltre alla storica attività ortopedica, sono in previsione alcuni servizi connessi alla cardiologia e alla pneumologia: questi potranno essere fattori determinanti per affrontare situazioni pericolose, di emergenza».

CORTINA D’AMPEZZO

UNA GARANZIA Ghedina tiene conto della particolarità di Cortina, che è nello stesso tempo un paese, ma anche un centro turistico che accoglie decine di migliaia di persone, nei periodi culminanti delle stagioni, d’inverno e d’estate: «Avere la disponibilità di un ospedale di montagna è una garanzia. Poter usufruire di medici, personale sanitario, attrezzature moderne ci consente di sopperire alle difficoltà che derivano dall’essere in una posizione decentrata rispetto ai grandi centri, alle strutture più importanti. Per questo motivo guardiamo con favore anche all’attivazione al Codivilla di vari servizi di ambulatorio». La nuova gestione intende infatti inserire nell’offerta per pazienti extra-regionali alcune specialità sinora non trattate a Cortina, ma tutte riconducibili all’ortopedia; forte dell’esperienza del grande gruppo ospedaliero Gvm, pensa alle specialità di cardiologia e pneumologia, con indirizzo alla patologia asmatica; per molti cittadini

CODIVILLA L’ospedale sarà completamente rinnovato e potenziato, diventando un punto di eccellenza. Sopra Gianpietro Ghedina

di Cortina, dei paesi del vicino territorio, ma anche per tanti ospiti sarà importante disporre di un servizio di dialisi ambulatoriale, più volte richiesto in passato.

RITORNO AGLI ANNI D’ORO Oltre a questi aspetti sanitari, il sindaco Ghedina tratteggia alcune considerazioni su altri riscontri che potranno derivare all’intera comunità, non soltanto del paese ma anche del territorio circostante: «Vedo un beneficio economico per Cortina, grazie al potenziamento dell’ospedale Codivilla. Ci saranno infatti più persone che lavoreranno qui; di conseguenza si creeranno nuove famiglie; ci sarà un indotto anche nel turismo, con gli ospiti che potranno essere attratti dalla garanzia di disporre di certi servizi, durante la loro vacanza sulle Dolomiti. Per tutti questi motivi la nostra

La ristrutturazione

Un intervento da 20 milioni di euro Serviranno 900 giorni di lavoro per ristrutturare l’ospedale Codivilla di Cortina, affidato in gestione dalla Regione Veneto al gruppo Gvm Care & Research; la consegna della struttura non avverrà prima della fine del prossimo mese di giugno. Durante gli interventi al Codivilla, per un importo previsto di una ventina di milioni di euro, le attività del pronto soccorso saranno trasferite al padiglione Putti. Il programma di rilancio dell’ospedale, che dovrà rimanere come lascito alla popolazione dopo i Campionati del mondo 2021 di sci alpino,

prevede l’introduzione di altre specialità ortopediche e mediche e il mantenimento della cura delle malattie infette di ossa e tessuti. Saranno garantite prestazioni ad elevata specializzazione per i cittadini della conca ampezzana e per i pazienti extra-regionali ed internazionali; il nuovo gestore prospetta il trattamento per il piede diabetico e le patologie della colonna, erogabili in ambito ortopedico; introdurrà le specialità di cardiologia e pneumologia con indirizzo alla patologia asmatica, più un servizio di dialisi ambulatoriale.

amministrazione vede con grande soddisfazione e aspettativa il rinnovamento di un ospedale che, nei suoi anni d’oro, era un’eccellenza per alcune specialità».

LA REGIONE VENETO Ghedina conclude con una riflessione sui motivi che hanno creato interesse per il Codivilla, con la volontà della Regione Veneto di consolidare questa presenza: «Di certo tutto questo rientra in un contesto più ampio, che passa dall’organizzazione dei Campionati del mondo di sci alpino 2021 alla candidatura italiana di Milano e Cortina alle Olimpiadi invernali 2026. C’è anche l’ospedale, oltre a tante altre situazioni ben evidenti a tutti, con un rilancio complessivo del nostro paese, in un orizzonte positivo». Marco Dibona

Regole: bilancio in attivo, ma il Parco pareggia `I

conti in assemblea Raddoppiato il gettito della centralina CORTINA D’AMPEZZO Il bilancio 2018 delle Regole d’Ampezzo si è chiuso con un avanzo di amministrazione di 412.907 euro; è in linea con l’avanzo di 445.502 euro registrato alla fine del 2017. Il risultato deriva dalla differenza fra 3.737.043 euro di ricavi e 3 milioni 324.135 euro di costi. I conti del Parco naturale regionale delle Dolomiti d’Ampezzo, gestito anch’esso dalle Regole, sono invece in pareggio, su un ammontare complessivo di costi e

ricavi di 924.322 euro. Queste risultanze saranno portate all’assemblea generale dei consorti regolieri convocata per il 28 aprile, domenica In Albis, la prima dopo Pasqua, come vuole la consuetudine. Prima dell’apertura della stagione agricola avviene anche il rinnovo dei “marighe”, i legali rappresentanti annuali delle undici Regole d’Ampezzo; subentreranno ai loro predecessori il 22 aprile, lunedì di Pasqua, come stabiliscono i laudi, gli antichi statuti. Fra i ricavi del 2018 continuano ad avere una posizione di primo piano le locazioni e le affittanze, per 884mila euro, seppure diminuiti rispetto ai 916mila del 2017. La vendita del legname e prodotti della foresta, un tempo prioritaria nei conti del-

le Regole, ha portato 256mila euro, ma a fronte di spese di allestimento per 274.896 euro. E’ ancora rilevante, seppure dimezzato rispetto all’anno precedente, il ricavo dal deposito di terra, per 281mila euro, contro i 591mila del 2017. Il completamento della ricomposizione ambientale di Acquabona, per esaurimento dello spazio, indurrà le Regole a rivedere questa voce, per il futuro. E’ invece raddoppiato il gettito della vendita di energia elettrica, prodotta dalla centralina sul torrente Costeana: fruttò 282mila euro nel 2017, saliti a 503mila euro l’anno scorso. Fra i costi, il personale influisce per 489.175 euro; le opere di manutenzione straordinaria sono costati 516mila euro; le spese generali

REGOLE D’AMPEZZO L’assemblea convocata per il 28 aprile

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424mila. Per il Parco delle Dolomiti d’Ampezzo i ricavi derivano quasi esclusivamente dai trasferimenti della Regione Veneto, con 585mila euro di contributo ordinario e 294mila di contributi per progetti mirati; fra le spese, il personale ammonta a 425mila euro. Nell’assemblea del 28 aprile il presidente Flavio Lancedelli e i suoi collaboratori porteranno le relazioni sulle molteplici attività svolte lo scorso anno e illustreranno le opere da eseguire quest’anno. Con l’elezione di tre deputati sarà parzialmente rinnovato il consiglio che regge l’antica istituzione. Sarà aggiornato il Piano di sviluppo turistico, per tre interventi previsti a Pocol, Fiames e passo Tre Croci. M.Dib.

La giunta comunale di Cortina ha deliberato e pubblicato all’albo la lettera di intenti per la gestione della pista Eugenio Monti in forma congiunta, fra la stessa amministrazione, la Regione Veneto e le due province autonome di Bolzano e Trento. L’atto si allinea alle analoghe decisioni assunte dagli altri enti coinvolti nel progetto di candidatura italiana alle Olimpiadi invernali 2026. Questo documento rientra nelle garanzie da fornire al Comitato olimpico internazionale, come ulteriore prova della serietà e della determinazione con cui si sta portando avanti il progetto. La pista di Ronco dovrebbe accogliere le gare di bob, skeleton e slittino; la lettera di intenti prevede però che non ci si limiti alle sole gare olimpiche, ma che lì si crei un centro sportivo federale per tutte e tre le discipline, con altri servizi accessori, dalla foresteria per gli atleti alla palestra. Soprattutto indica l’opportunità di suddividere le spese per la gestione dell’impianto, anche dopo lo svolgimento dei Giochi, fra la Regione Veneto e le due Province autonome di Bolzano e Trento, dove la pratica di questi sport ha una importante tradizione e diffusione. In questo modo si vuole dotare nuovamente l’Italia di questo impianto, che ora non c’è, dopo la chiusura della pista di Cortina, nel 2008, e poi di quella di Cesana, in Piemonte, costruita per le Olimpiadi di Torino 2006. La pista rinnovata dovrebbe dunque servire nella fase di avvicinamento ai Giochi 2026, ma anche negli anni successivi all’evento, così che tutta l’attività graviterà su Cortina, non soltanto le gare internazionali, non solo l’attività di formazione degli atleti, gli allenamenti delle formazioni azzurre, ma anche l’accoglienza delle squadre straniere, sempre in cerca di posti idonei per effettuare discese. (mdib)

CANDIDATURA OLIMPICA La pista di bob Eugenio Monti


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Nordest

CONFTURISMO VENETO, CONFERMATO MICHIELLI Marco Michielli rieletto presidente della Confederazione delle imprese turistiche: «Serve un “codice alloggi” per contrastare l’abusivismo». Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Meloni arruola Gardini e la Siora Gina Depositata la lista di Fratelli d’Italia per le Europee di maggio `L’influencer veneta in ciabatte e bigodini di nuovo candidata In corsa con Berlato e Sernagiotto anche l’ex azzurra padovana Berlusconi guida Forza Italia seguito dalla deputata Sandra Savino `

LE ELEZIONI VENEZIA Adesso è ufficiale: Elisabetta Gardini, l’europarlamentare padovana che ha lasciato Forza Italia sostenendo che il partito «è sulla via del decesso» e che il suo vicepresidente Antonio Tajani ne è «il becchino», è passata con Giorgia Meloni. La lista per le Europee di Fratelli d’Italia nella circoscrizione Nordest, depositata ieri in Corte d’appello a Venezia, non presenta solo il nome della Gardini. In corsa c’è anche Maria Cristina Sandrin, padovana di nascita ma residente a Verona, per trent’anni imprenditrice poi diventata avvocato, nota come “siora Gina”, la casalinga veneta in ciabatte e bigodini i cui video sono diventati virali sui social. Ma in FdI scalpitano per essere (ri)eletti anche Sergio Berlato e l’uscente Reno Sernagiotto. Si preannuncia così una lotta durissima per le preferenze. Più che “fratelli” potrebbero essere “coltelli”.

mo parlamento europeo e più in generale in un Europa che deve cambiare sin dalle sue fondamenta». Martedì, infatti, Gardini aveva aderito ai Conservatori e Riformisti, il gruppo che in Europa vede assieme Giorgia Meloni e Direzione Italia di Raffaele Fitto. L’uscita di Gardini da Forza Italia risale al 12 aprile scorso. «Forza Italia non è più un partito di centrodestra - ha ribadito ieri l’ex azzurra - Ho avuto tante volte la tentazione di andarmene, ma prima ho voluto terminare il mandato». Tra i motivi del “divorzio”, anche l’accordo tra Forza Italia e la Südtiroler Volkspartei: in caso di elezione di un solo eurodeputato da parte degli azzurri nella circoscrizione Nordest, il seggio andrà all’altoatesino Herbert

Dorfmann. «Forza Italia ha regalato il Nordest agli austriaci - ha detto Gardini - Dorfmann è da dieci anni che lavora con la delegazione austriaca». Non che Fratelli d’Italia garantisca però l’elezione: con il superamento della soglia di sbarramento del 4%, il partito di Giorgia Meloni conta di ottenere un solo seggio. Che andrà a chi otterrà più preferenze.

LA BATTAGLIA Ipotizzando che la più votata sia Giorgia Meloni, capolista in tutte le cinque circoscrizioni del Paese, la leader dovrebbe poi dimettersi per lasciare il posto al primo dei non eletti. Ruolo a cui, appunto, ambiscono in parecchi. Ci prova l’uscente Remo Serna-

giotto, trevigiano, pure lui ex di Forza Italia ora con Raffaele Fitto in Direzione Italia. Ambisce a tornare a Bruxelles il paladino dei cacciatori e capogruppo di FdI in Regione Veneto Sergio Berlato, secondo in lista dopo Meloni. C’è ovviamente la Gardini. C’è il pordenonese Luca Ciriani, uno dei pochi chiamati a “portare acqua” essendo già impegnato al Senato come capogruppo. E c’è l’incognita Siora Gina. Che, per la verità, non è nuova alla politica, visto che già l’anno scorso aveva provato la corsa al Parlamento con Grande Nord, candidata al Senato a Verona. Di sicuro è uno dei volti più noti e seguiti sui social e nelle tv locali, fondatrice del “Popolo in Movimento” che l’anno scorso era confluito ap-

L’ANNUNCIO «Sono molto lieta di annunciare la candidatura di Elisabetta Gardini nel Nordest, nelle liste di Fratelli d’Italia. È stata ed è una grande protagonista in Europa, capace di difendere gli interessi italiani»: così Giorgia Meloni, a fianco alla stessa Gardini, ha dato ieri a Roma l’annuncio. «Sono molto felice di essere stata accolta nel partito di Giorgia Meloni, l’unico guidato da una donna che è già un segno di grande cambiamento - ha detto Gardini - Sono convinta che il gruppo dei Conservatori e pertanto il suo rappresentante in Italia, cioè FdI, svolgerà un ruolo cruciale nel prossi-

IL MOVIMENTO 5 STELLE CONFERMA LE SCELTE DELLE PARLAMENTARIE E SI AFFIDA ALLA GIORNALISTA SABRINA PIGNEDOLI

FDI “Siora Gina” Sandrin

punto nella confederazione Grande Nord. Una sorta di “influencer” populista che già nel 2016 si era battuta contro il referendum costituzionale, che appoggia Salvini sui migranti e sostiene la Brexit. «Amici e fan si fa sul serio! - ha scritto su Facebook - Andiamo in Europa per #cambiaretutto. Dobbiamo farlo noi popolo andando in massa a votare e far capire chi comanda. Non farlo saremo costretti a subire per sempre. Amici questa è ultima chiamata! La Siora Gina a confronto con la Merkel! Immaginate che sberla in faccia che sarebbe!!!».

26 “SORELLE” D’ITALIA Elisabetta Gardini e Giorgia Meloni

Il giorno di maggio stabilito per Europee e Amministrative

«Zaia prenda coraggio e ci porti tutti in piazza»

FORZA ITALIA Nessuna sorpresa per Forza Italia la cui lista è stata depositata ieri. Capolista è Silvio Berlusconi, seguito dalla coordinatrice del Friuli Venezia Giulia nonché deputata Sandra Savino e da Irene Pivetti. In lista anche la senatrice padovana Roberta Toffanin, l’ex presidente della Provincia autonoma di Trento Mario Malossini, il sindaco della località balneare di Jesolo, Valerio Zoggia. «Sì all’Europa, ma per parteciparvi da protagonisti e non per subirla - ha detto Toffanin - Con la discesa in campo del presidente Berlusconi l’Italia riprenderà in Europa quel ruolo di primo piano che la lungimiranza, competenza e autorevolezza da vero statista del nostro presidente sapranno assicurare». Depositata ieri anche la lista del Movimento 5 Stelle secondo il risultato delle Parlamentarie. Capolista la giornalista reggiana Sabrina Pignedoli, quindi l’eurodeputato uscente friulana Marco Zullo, la più votata Viviana Dal Cin. A seguire Alessandra Guatteri, Elena Mazzoni, Claudio Fochi, Nadia Piseddu, Matias Eduardo Crescitelli detto “Diaz”, Cinzia Dal Zotto, Antonio “Anthony” Candiello, Ulderica Mennella, Carla Franchini, Salvatore Lantino, Simone Contro, Cristiano Zanella. Alda Vanzan

A un anno dalle elezioni regionali, il neonato partito dei Veneti annuncia, attraverso Alessio Morosin (foto), il programma. Si prevedono, tra l’altro, “baby card” regionali di 500 euro al mese per far crescere i bambini fino ai tre anni, fisioterapista e ostetrica gratuite per le future mamme. Con che soldi? Con quelli dei veneti, visto che si chiede di trattenere il 90% delle imposte e tasse pagate. Ma il Partito dei Veneti proporrà un proprio candidato governatore o appoggerà Luca Zaia? «Se Zaia sposa il nostro programma siamo pronti ad appoggiarlo dice Morosin - altrimenti avremo un nostro candidato, che di sicuro non sarò io». «Il governatore - aggiunge Morosin - è bravissimo e gode di ampio consenso. Ma temiamo che, come avvenuto per tanti leghisti regionali con la formazione delle liste un anno fa e adesso per le Europee, anche lui sia destinato a essere “fatto fuori” da Salvini. Io dico: salviamo Zaia da Salvini. Il governatore prenda coraggio e, a partire dall’autonomia, non giochi di rimessa. Se dicesse: tutti in piazza per l’autonomia, avrebbe con sé il Veneto in strada». (al.va.)

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M5S

FORZA ITALIA Roberta Toffanin

Partito dei Veneti

`VENEZIA

L’intervista Herbert Dorfmann erbert Dorfmann cerca il tris e, con tutta probabilità, lo troverà. L’europarlamentare in carica dal 2009 è il capolista della Südtiroler Volkspartei nella circoscrizione Italia nord-orientale: in virtù del collegamento con Forza Italia, previsto dalla legge elettorale per le minoranze linguistiche com’è quella tedesca, gli basterà ottenere almeno 50.000 preferenze (e nel 2014 ne incassò oltre 94.000) per garantirsi il pass per Bruxelles. «Presumo sia stato questo a far arrabbiare Elisabetta Gardini, ma è inutile che vada in giro a dire che io le avrei “fregato il posto”, Fi è perfettamente in grado di conquistare due seggi come ha fatto cinque anni fa», dice il 50enne candidato altoatesino.

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Gardini non la pensa così. E

Commissione Europea: è bavarese, quindi molto vicino a noi».

«Non rubo il posto a nessuno l’intesa Fi-Svp è la più giusta» correrà con Fratelli d’Italia. «Sì. Ma questa sua decisione non è certo maturata nel giro di 24 ore, credo proprio che l’avesse in mente da tempo, come dimostra il suo comportamento delle ultime settimane, che ha trascorso attaccando continuamente la Svp, me e Fi. Eppure i due partiti hanno trattato per mesi con grande trasparenza e lei era al corrente della situazione. Le sue accuse mi hanno stupito: lo spirito del lavoro fatto con il presidente Antonio Tajani era di arrivare a un accordo

elettorale che mettesse insieme tutte le forze del Ppe in Italia». Non è un patto tecnico, come sostiene Gardini, descrivendo Fi come «un taxi» per la Svp? «Per chiudere questa intesa non abbiamo firmato carte dove ci siamo impegnati per qualcosa, ma non è che andiamo un giorno di qua e un giorno di là. Inoltre questo è l’accordo più giusto e coerente da parte nostra: negli ultimi cinque anni all’Europarlamento ero nelle file dei popolari, non dei socialdemocratici».

Farà campagna in Veneto? «Sicuramente sì: questa è la mia circoscrizione e vado spesso a Belluno, soprattutto per iniziative legate all’agricoltura».

Ma com’è che nel 2014 il collegamento di lista fu con il Pd? «Quella scelta era legata al partner nella giunta provinciale di Bolzano, che allora era appunto il Partito Democratico». Adesso sarebbe la Lega però. «Ma a noi serve un alleato europeista, perché la Svp è pro-Europa e non può mettersi insieme con un partito euroscettico, populista, sovranista, egoista. Inoltre vogliamo dare il nostro contributo all’elezione di Manfred Weber alla presidenza della

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«PENSO CHE ELISABETTA SI SIA ARRABBIATA INUTILMENTE, I FORZISTI POSSONO CONQUISTARE DUE SEGGI COME CINQUE ANNI FA»

Cosa pensa dello stallo sull’autonomia differenziata? «Il mio partito ed io pensiamo che più competenze si danno alle Regioni, meglio sia per la gestione dello Stato, quindi sostengo la richiesta del Veneto e credo che sarebbe ora di fare un passo in avanti. I veneti sono stufi degli ostacoli opposti dal Movimento 5 Stelle, ma anche delle scuse di Matteo Salvini, che ormai non funzionano più». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA


XIII

Mestre Marghera Marcon

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Sanità in lutto, morto il radiologo Gian Carlo Saggioro `Specialista

di caratura nazionale, per una vita all’ospedale di Mestre IL RITRATTO MESTRE È morto il dottor Gian

Carlo Saggioro, uno dei migliori neuroradiologi interventisti d’Italia. Aveva 69 anni – ne avrebbe compiuti 70 a settem-

bre - e per una vita aveva lavorato prima come radiologo e poi come neuroradiologo in ospedale, a Mestre. A settembre dello scorso anno le prime avvisaglie del tumore al polmone che nel giro di pochi mesi lo ha portato alla morte. Gian Carlo Saggioro era andato in pensione a gennaio di tre anni fa, lasciando un gran vuoto tra i pazienti che negli anni avevano imparato ad amare la sua capacità di ascoltarli e perfino di coccolarli, mentre i colleghi continuavano a ri-

volgersi a lui per una bravura dimostrata mille volte sul campo. Era diventato medico, come il fratello Alfredo, seguendo le orme paterne. Il padre infatti era stato uno dei primi radiologi dell’allora nascente ospedale di Mestre. Gian Carlo Saggioro ne aveva seguito le orme, ma il suo carattere schivo e timido non gli avevano consentito di far carriera e diventare primario nonostante fosse riconosciuto da tutti come uno dei migliori professionisti del Veneto. Pensare che

aveva iniziato a frequentare l’ospedale di Mestre già nel 1964, prima nel reparto di medicina II del prof. Volpe e poi in Radiodiagnostica allora diretta dal prof. Vespignani, di cui Gian Carlo Saggioro era diventato prima assistente e poi aiuto. Con il prof. Ricciardi era diventato responsabile della radiologia ortopedica e dopo alcuni anni aveva iniziato a sperimentare le nuove frontiere della radiologia interventistica, specializzandosi in Neuroradiologia d’urgenza e

Neuroradiologia interventistica. Una esperienza che aveva messo a frutto in seguito utilizzando Risonanze magnetiche e Tac nei delicati interventi sul nervo periferico (plesso brachiale e sacrale e stretto toracico) e nell’interventistica vertebrale specie con vertebroplastica. Sposato, un figlio, Gian Carlo Saggioro viveva alla Cipressina, dove è morto. I funerali si svolgeranno sabato mattina alle 11 nella chiesa di San Lorenzo Giustiniani in piazzale Giustiniani. (m.dia.)

RADIOLOGO Gian Carlo Saggioro

Pennelli e vernice Il Loco ridipinge l’ex Cup di Mestre cennio. «Abbiamo voluto dimo-

`Operazione anti-degrado strare che, con poco, si può

di una trentina di ragazzi davanti all’Umberto I IL BLITZ MESTRE Pittura bianca per il mu-

PORTO MARGHERA Il faro acceso l’anno scorso dal Comune per attirare l’attenzione sull’area industriale che compieva 100 anni

Area di crisi di Porto Marghera I primi progetti d’investimento `Sono i primi frutti concreti dell’Accordo Presentate sette proposte per 60 milioni di euro complessivi e 90 nuovi posti di lavoro di programma per riconvertire l’area industriale `

ECONOMIA MESTRE Sette progetti da 60 milio-

ni di euro d’investimenti complessivi e 90 nuovi posti di lavoro. È il primo risultato, tangibile, dell’Accordo di programma per il rilancio dell’area di crisi industriale complessa di Porto Marghera operativo da due mesi e firmato a ottobre dell’anno scorso tra ministeri e istituzioni locali. L’Accordo ha reso disponibili 26,7 milioni di euro, dei quali 6,7 milioni della Regione per gli interventi a sostegno dell’occupazione, e 20 milioni del Mise per sostenere i progetti di investimento industriale di entità compresa tra 1,5 e 20 milioni di euro. I sette progetti presentati da altrettanti gruppi imprenditoriali richiedono agevolazioni pari a 40 milioni di euro e superano, dunque, i 20 milioni di euro a disposizione. E siamo solo all’inizio perché il percorso per realizzare pienamente l’Accordo di programma durerà altri tre anni, con nuovi incontri con le aziende (nei due mesi trascorsi l’Unità di crisi della Regione, Invitalia del ministero dell’Economia e Comune ne hanno realizzati sette). Ora seguiranno le valutazioni di merito di ogni progetto e verrà stilata una graduatoria, per cui i primi progetti giudicati ammissibili potranno avere i finanziamenti pubblici (con obbligo di realizzare l’intervento industriale, con nuova occupazione, entro 36 mesi) e gli al-

tri, per il momento, resteranno fuori. Ma non è detto che le risorse siano finite: Regione e Mise, infatti, potranno sostenere altri progetti di grandi dimensioni (con un impegno superiore a 20 milioni di euro) attraverso i contratti di sviluppo, come avvenuto per la riapertura del forno della Pilkington, ma potranno individuare anche altri canali di finanziamento.

È SOLO L’INIZIO L’assessore comunale allo Sviluppo economico Simone Venturini afferma, infatti, che «già nel corso dei primi sette incontri sono emerse ulteriori progettualità di maggiore entità, che potranno accedere a percorsi incentivanti diversi». E, quanto ai sette presentati, si tratta di «settori produttivi storici del territorio tra i quali la chimica, la manifattura industriale, i servizi per l’ambiente, la cantieristica e il rimessaggio imbarcazioni». Ciò che conta, intanto, è che questi sette progetti dimostrano l’interesse del territorio per il rilancio di Porto Marghera: se non ne fosse arrivato nessuno sareb-

LE RICHIESTE DI AGEVOLAZIONI PUBBLICHE SUPERANO DI 20 MILIONI LE DISPONIBILITÀ MA PRESTO ALTRI CANALI DI FINANZIAMENTO

be stato un fallimento ma anche se ne fossero arrivati troppi avrebbe significato che forse le realtà imprenditoriali non avevano capito l’utilità dello strumento. E invece, a quanto pare, lo hanno capito molto bene e intendono approfittarne, a differenza di quanto è accaduto altrove: a Trieste, ad esempio, sono arrivati solo due progetti per 10 milioni di euro, alla fine uno si è ritirato e l’altro non era ammissibile; a Livorno le istituzioni stanno procedendo con la riedizione dell’avviso pubblico (la call internazionale che era stata fatta mesi fa anche a Venezia), perché il primo era andato a vuoto.

retto e le colonne, smalto verde per la recinzione e il cancello. I ragazzi del Loco e del Coordinamento degli studenti medi sono tornati sul “luogo del delitto”, quella palazzina dell’ex Cup di via Antonio da Mestre che avevano occupato e dalla quale erano stati sgomberati nell’ottobre scorso, dopo l’altro sfratto dall’ex sala espositiva Contemporaneo di via Piave. Ma stavolta per il loro blitz erano armati solo di pennelli e secchi di vernice, per un’azione dimostrativa contro il degrado della zona dell’ex ospedale Umberto I. Erano almeno una trentina i ragazzi che, ieri pomeriggio, si sono presentati davanti alla palazzina (ancora murata per evitare nuove occupazioni) e, in circa tre ore, hanno dato un po’ di colore e decoro allo stabile abbandonato da oltre un de-

cambiare un po’ il volto del degrado - spiega Niccolò Onesto del collettivo Loco, ora spostato in un ex negozio preso in affitto a pochi passi da lì, in Riviera XX Settembre -. Ma è chiaro che il nostro messaggio è ben diverso, perché questa città deve riconquistare spazi come questo difendendoli dalle continue speculazioni immobiliari. Qui ci avevano provato, e il progetto delle torri è miseramente fallito, ma il 9 maggio prossimo il Tribunale di Venezia deciderà sull’offerta di acquisto dell’ex ospedale che prevede altro cemento in centro. Magari un po’ meno del progetto precedente, ma sempre cemento». Per il Loco e il Coordinamento degli studenti (che in questi mesi si sono uniti al gruppo dei “Quartieri in movimento”) gli spazi devono tornare alle associazioni «senza logiche clientelari», mentre loro fanno capire che l’ex negozio in Riviera è troppo piccolo per le esigenze dei giovani. «Non possiamo permetterci di pagare l’affitto di spazi più grandi - dicono -. Questa sede è un passaggio temporaneo». F.Fen. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«I sette progetti sono la dimostrazione che l’Accordo individua le necessità e raccoglie l’interesse dei nostri imprenditori commenta non a caso Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo Economico -. È la dimostrazione che la strada intrapresa per il rilancio di Porto Marghera è quella giusta». E la collega responsabile del Lavoro, Elena Donazzan, sottolinea che «il rilancio industriale non può che passare attraverso l’azione complementare di politiche di sostegno agli investimenti produttivi e di sostegno all’occupazione». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA

VIA ANTONIO DA MESTRE La ridipintura della recinzione dell’ex Cup

Consegnata una nuova auto elettrica al Comune MARCON

AMBIENTE La nuova auto elettrica consegnata al sindaco

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I mezzi di Marcon diventano ecologici con la consegna, avvenuta ieri, di una nuova vettura Nissan “Leaf”, un veicolo elettrico che amplia il parco macchine comunale. «Una scelta che coniuga sostenibilità ambientale e risparmio dei costi di gestione – spiega il sindaco Matteo Romanello - un nuovo modo di concepire l’ammodernamento del parco automobili comunale. Il nostro primo obiettivo è quello di pro-

muovere la diffusione di trasporto elettrico ecosostenibile, incentivando l’uso di veicoli a emissioni zero; il prossimo passo vedrà entro l’anno l’installazione di numerose colonnine per l’autoricarica in tutto il territorio comunale». Una linea che il Comune di Venezia ha già avviato in questi mesi. L’intenzione del Comune di Marcon è, infatti, di sostituire gradatamente tutti i mezzi comunali con veicoli ad alimentazione ecosostenibile o con motori ibridi. (mau.d.l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE ATTUALITÀ

Giovedì 18 Aprile 2019 Corriere del Veneto

Politica Verso le elezioni Europee Le decisioni dell’Europa incidono su molti aspetti della quotidianità dei cittadini. Che spesso non lo sanno Ex Popolari Aiuti di Stato e bail-in, l’Ue blocca i rimborsi a tutti

Sanità La Bei finanzia la nuova Cittadella di Treviso

Boschi Sono stati chiesti aiuti al Fondo di solidarietà

Stranieri In Europa si discute di accoglienza e ricollocamento

BANCHE, OSPEDALI L’analisi TEMPESTA VAIA UN VOTO CHE PESA Diversamente dalle Politiche (che più che un’elezione sono ormai diventate una rissa tra tifoserie), dalle Regionali e dalle Amministrative (percepite come più vicine alla nostra quotidianità, dagli ospedali alle scuole), le Europee non hanno mai elettrizzato più di tanto gli italiani, se non per i supposti riverberi nazionali, più o meno veri che fossero (come nel caso del 40% del Pd «renziano» 5 anni fa).

oppure alla difesa europea, sempre più impellente viste le spinte che arrivano da Usa, Cina e Africa, o ancora ai dazi e al dumping, anche fiscale, come quello praticato da Irlanda, Olanda, Lussemburgo) dunque si diceva, non solo sui «temi macro» ma anche su argomenti più puntuali e territoriali, si pensi solo al crac di Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Europa più vicina

I risparmiatori, loro malgrado, hanno capito bene cosa significhi subire un «veto di Bruxelles» perché è proprio per il timore dell’avvio di una proc e d u r a d’infrazione che il governo Lega-Cinque Stelle (nonostante faccia di continuo la vo ce g ro s s a con l’Ue) non ha ancora emanato i decreti che consentirebbero di risarcire gli ex azionisti dei due istituti di credito. Lo stallo ruota attorno al divieto di aiuti di Stato e alle regole sul bail-in (la risoluzione delle crisi bancarie) e senza il via libera di Bruxelles nessuno al ministero dell’Economia si azzarda a firmare alcunché, perché rischierebbe di dover poi risarcire il danno erariale. Una vicenda che per molti versi ricorda quella delle quote latte, che pure qui in Veneto molti allevatori conoscono bene (le cartelle esattoriali arrivano ancor oggi, nonostante la vicen-

Non fa eccezione il Nordest, dove di legislatura in legislatura la disaffezione si è fatta via via sempre più marcata: nel collegio che riunisce Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia votò il 77% degli aventi diritto nel 2005, il 72% nel 2009, il 64% nel 2014. Si vedrà come andrà il 26 maggio anche se rispetto a cinque anni fa il contesto appare molto cambiato. Di Europa si parla sempre più spesso, non sempre a proposito, quasi sempre in termini negativi (dopo l’esperienza del Governo Monti, «europeista» è diventato un insulto), un po’ per la retorica dei partiti, sempre alla ricerca di un nemico alle porte, un po’ perché anche i cittadini cominciano a misurare sulla propria pelle e sulle proprie tasche l’impatto delle decisioni che vengono prese a Bruxelles e a Strasburgo. Non solo sui «temi macro», che riguardano il Veneto in quanto regione d’Italia (si pensi alla Politica Agricola Comunitaria, senza la quale il settore primario andrebbe gambe all’aria,

Le banche

26 maggio 2019

da affondi le sue radici nel 1984).

I fondi Ue

C’è poi tutta la partita dei fondi strutturali europei che per il Veneto sono valsi nel settennato che si va a concludere (20142020) la bellezza di 2,5 miliardi di euro: il Feasr (agricoltura) vale 1,17 miliardi, il Fesr (imprese, ricerca e innovazione) 600 milioni e il Fse (lavoro e occupazione) 764 milioni. In questi giorni di campagna elettorale continuano i negoziati tra le istituzioni Ue e gli Stati membri sul bilancio che coprirà il settennato 20212027: la bozza presentata dal presidente uscente della Commissione Jean-Claude Juncker vale complessivamente 1.279 miliardi e se venisse confermata potrebbe costare al Veneto 91 milioni. Quanto questi soldi siano diventati essenziali per il bilancio della Regione l’ha ripetuto a più riprese il governatore Luca Zaia, ricordando che nella manovra 2019 sono stati stanziati 65 milioni proprio per cofinanziare i fondi Ue (senza cofinanziamento, i soldi si perdono). E l’assessore Federico Caner, che ha delega in materie, assicura: «Le risorse che ci danno le spendiamo tutte fino all’ultimo centesimo. E anche di più: il Programma Operativo Regionale del Fesr 2007-2013, di cui si è appena chiusa la rendicontazione, ha un tasso d’impegno del 104%».

Strade e ospedali

E ancora, sempre in tema di soldi, la Bei, la Banca Europa

Federico Caner, assessore regionale I Fondi Ue valgono per il Veneto 2,5 miliardi Soldi che usiamo tutti: il Fesr 2007-2013 ha un tasso d’impegno del 104%

per gli Investimenti: ad aprile 2016 garantì il project bond di Cav da 830 milioni che ha consentito al concessionario di completare la restituzione ad Anas di quanto a suo tempo anticipato per la realizzazione del Passante di Mestre. Ha poi approvato un finanziamento da 68 milioni per la costruzione della Cittadella della Salute di Treviso (investimento da 250 milioni), un’operazione che la Regione vorrebbe replicare per la costruzione del nuovo ospedale di Padova, un progetto da 600 milioni di euro (Bei garantisce tassi attorno all’1-1,5%).

Il maltempo

Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (Fsue), nato nel 2002 per rispondere alle grandi calamità naturali è stato invocato di recente per la ricostruzione dei territori del Bellunese messi in ginocchio dalla tempesta Vaja, che ha provocato danni stimati in 1,7 miliardi. Ad ora non si hanno notizie dell’attivazione del Fondo, che comunque in passato è già stato utilizzato 80 volte, con oltre 5 miliardi di euro erogati a favore di 24 Paesi: 17 milioni arrivarono in Veneto nel 2010 per l’alluvione di Ognissanti.

La pesca

All’inizio del 2016 la Commissione europea ha notificato all’Italia l’apertura di una procedura di infrazione per la carenza di siti marini Natura 2000, invitandola ad istituire un Sito di Interesse Comunitario (Sic) nell’Alto Adriatico per garantire una migliore protezione dei delfini e delle tartarughe marine. Un’iniziativa che ha messo in agitazione il comparto della pesca e dell’acquacoltura che tra Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia coinvolge oltre 1.500 imbarcazioni e più 4 mila ad-

1,17 miliardi

È il valore del Feasr per il Veneto, il Fondo dedicato all’agricoltura

600 milioni

È il valore del Fesr, il Fondo che si occupa di innovazione e imprese

764 milioni

È il valore del Fse, il Fondo sociale che stanzia risorse per lavoro e occupazione

Pesca L’Ue impone aree protette, i pescatori protestano detti, che raddoppiano considerando l’indotto. Dopo lunghe trattative è stato trovato un accordo all’inizio di febbraio, che però non è ancora stato formalizzato.

Tav e porto

In occasione della lite tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega sulla Tav Torino-Lione molto si è parlato del rischio di perdere il contributo europeo per il «programma Cef» (Connecting Europe Facility) che nel nostro caso significa la tratta Brescia-Verona-VicenzaPadova (ferma come e più della Torino-Lione). I contributi erogati finora dall’Ue all’Italia per il Cef ammontano a 523 milioni, a cui si aggiungono altri 694 milioni già stanziati ma non ancora erogati. Se fosse confermato per il successivo programma Cef l’interesse italiano per l’Alta Velocità, le percentuali di cofinanziamento dell’opera da parte dell’Ue arriverebbero al 50% . È impensabile, poi, che le istituzioni europee, camera di compensazione dei diversi interessi nazionali, non entrino nella partita della «Via della Seta», il mega progetto da 40 miliardi di dollari avviato dalla Cina per connettere dal punto di vista infrastrutturale e commerciale Asia, Medio Oriente ed Europa, e che avrebbe in Venezia (insieme a Trieste) il terminale della sua rotta marittima.

Migranti

Da ultimo, ma è uno dei temi al centro della campagna elettorale, la complessa gestione dell’immigrazione (è uno dei cavalli di battaglia dei partiti di centrodestra ma pure il Pd, per ragioni opposte, ha voluto nella sua lista il trevigiano Antonio Silvio Calò, premiato come «Cittadino europeo» del 2018 per avere accolto nella sua casa un gruppo di migranti). Si tratta di un tema «macro», senza dubbio, ma dagli immediati e sentiti riverberi locali, basti pensare agli hub di Cona e di Bagnoli che prima d’essere chiusi hanno incendiato il dibattito pubblico e portato all’apertura di inchieste tutt’ora in corso su prefetti ed ex prefetti di Padova e di Venezia. Si possono blindare i confini? Chi deve gestire i migranti quando arrivano dal mare? E chi poi li deve accogliere? Domande capitali a cui dovranno rispondere (si spera) i futuri eletti a Strasburgo. Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA


VI

Rovigo

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Centrodestra, la rabbia degli esclusi `«Due pesi e due misure: perché il tosiano Rossini, L’ira degli ex leghisti costretti a rimanere fuori dalla coalizione che sostiene Monica Gambardella Patrese di Fi e l’ex Pd Moretto sì e noi siamo fuori?» `

VERSO LE ELEZIONI ROVIGO La pace fra Lega e Forza

Italia pone fine a una sorta di “guerra fredda” andata avanti per settimane fra i due alleati storici del centrodestra, ma offre il fianco agli attacchi degli esclusi. Tuttavia, anche il gruppo dei sei ex leghisti, espulsi dopo la firma delle dimissioni che ha portato alla caduta di Bergamin, sembra sfilacciarsi e mostrare crepe. Se, infatti, fin da subito Andrea Denti aveva precisato di non avere alcuna intenzione di tornare “in pista”, sfilandosi dal gruppo, ieri è arrivata anche una vera e propria smentita ufficiale da parte di Fabio Benetti, Luca Gabban, Nicola Marsilio e Giancarlo Andriotto nei confronti di Stefano Raule, le cui dichiarazioni del giorno precedente, precisano i quattro, «sono da intendersi come considerazioni puramente personali e non sono condivise dagli altri ex consiglieri». Per tutti, comunque, il rammarico di un veto imposto sulla loro candidatura dai vertici leghisti. Raule, dal canto suo, precisa che «non c’era alcun intento di parlare a nome di tutti, le mie erano dichiarazioni personali

che ho fatto in coscienza e che ribadisco, smentendo la smentita. Non vado in cerca di una carega, di accordi non ce ne sono e piuttosto di fare qualcosa tanto per fare, preferisco fermarmi qui, con rammarico e con delusione. Ma di una cosa sono convinto: sono e resto leghista fino alla morte e agli amici rimasti in Lega faccio l’in bocca al lupo. Dispiace, però, il veto di una persona che l’ha presa sul personale: ci sono delle cose che non tornano, perché nelle liste della coalizione di centrodestra si trova di tutto, da Antonio Rossini, tosiano, a Mattia Moretto, che era perfino nel Pd e ha firmato insieme a noi».

so si è ignorato. Diverso il discorso su Mattia Moretto, lì le contraddizioni sono casomai interne a Fratelli d’Italia che lo ha accolto in lista».

L’INDIPENDENTE

VETI SULLE PERSONE Su questo sembra d’accordo anche lo stesso Benetti: «Sono amareggiato dal constatare che quello nei nostri confronti non è un veto di natura politica, ma personalistico. Ci sono delle differenze sotto gli occhi di tutti, a cominciare dal fatto che si è data la possibilità di stare nella lista della candidata sindaco Monica Gambardella ad Antonio Rossini, che era della Lista Tosi, che ha corso contro la Lega e contro Zaia e per la quale, da quanto mi risulta, c’era un veto che non so perché in questo ca-

FUORI DAI GIOCHI Alcuni degli ex leghisti rimasti fuori dalle liste

Boara “fa la lista” ai candidati sindaci IL CONFRONTO ROVIGO I problemi della frazione

di Boara Polesine sono stati l’oggetto del primo incontro-confronto tra i candidati sindaco di Rovigo. Ezio Conchi, Monica Gambardella, Edoardo Gaffeo, Silvia Menon e Mattia Maniezzo sono stati messi allo stesso tavolo dal comitato civico Vivi Boara e, davanti a un folto pubblico, hanno fornito le proprie risposte al bisogno di sicurezza e tranquillità dei cittadini. Odori nauseabondi prodotti da alcune aziende presenti e quelle in arrivo con l’allevamento avicolo in costruzione, viabilità strozzata e

pericolosa, soprattutto di via Curtatone, parco pubblico con i giochi rotti e cimitero inghiottito dalle erbacce sono i problemi a cui i cittadini hanno chiesto risposte entro i primi 100 giorni di amministrazione. Se Conchi ha sottolineato come all’azione dell’Amministrazione debba accompagnarsi quella dei singoli cittadini, Silvia Menon ha promesso: 30mila euro per la pulizia delle caditoie del territorio comunale, sistemazione del giardino pubblico in paese e intervento sul project-financing del cimitero rodigino «che sacrifica i cimiteri delle frazioni». Per il resto servono invece tempi più lunghi, secondo Menon: contro il

SALA PIENA Confronto a Boara

traffico serve «obbligare le auto a rallentare con interventi sull’arredo urbano, aiuole, passaggi pedonali rialzati, ridisegno lieve dei tracciati con dolci restringimenti», per l’allevamento avicolo è necessario far intervenire la Regione. «Per monitorare gli odori basta mettere una centralina fissa – ha affermato Gaffeo - per evitare che i ritardi nell’intervento dei controlli consentano comportamenti lesivi dei diritti dei cittadini. Per quanto riguarda l’insediamento dell’azienda avicola, è sicuramente vero che non serviva un passaggio in Giunta o in Consiglio Comunale, ma il problema è il totale scollamento tra la politi-

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Anche l’ex consigliere di Obiettivo Rovigo, poi indipendente, Alberto Borella non nasconde il proprio disappunto. «Avevo parlato sia con il commissario della Lega Cristiano Corazzari che con Monica Gambardella, che conosco fin da quando eravamo ragazzi. Mi avevano detto che non c’erano problemi, sono perfino andato alla riunione interna prima della presentazione della lista, avevo già firmato tutto. Poi mi hanno detto che non potevo più presentarmi. E’ un’ingiustizia. Non ho ancora visto le liste, ma mi dicono che in quella di Forza Italia c’è Vani Patrese, che ha firmato insieme a me, mentre in quella di Fratelli d’Italia Mattia Moretto, che era stato eletto con il Pd: sono stati usati due pesi e due misure e questo sminuisce il peso di chi guida la Lega a livello locale. Si vede che io con le mie battaglie ho disturbato le lobby di potere che hanno fatto pressione per escludermi». Francesco Campi

ca e gli uffici amministrativi. Per via Curtatone e la gestione del traffico pesante ci vuole una bretella, non c’è alternativa». Dal canto suo Maniezzo, cartina geografica alla mano, ha mostrato ai presenti la soluzione al traffico a suo avviso più adeguata mentre per Gambardella «le tematiche ambientali non possono essere sacrificate in nome della necessità di fare impresa, sempre legittima se autorizzata, ma bisognosa di controlli». A Boara, secondo le sue parole,«probabilmente è mancata fino ad oggi la giusta attenzione che merita, l’impegno nel far lavorare le aziende partecipate dal Comune come Asm spa ed Ecoambiente per la frazione sarà una priorità, così come instaurare un rapporto di collaborazione con le associazioni per attività concordate». F.Cam.

Fa sesso con la 13enne, condanna confermata ` Un rapporto sessuale sul

pavimento del bagno pubblico, nell’atrio della struttura che al tempo ospitava anche il cinema multisala. Lei di soli 13 anni, lui, invece, ben dieci di più. Una violenza sessuale, vista l’età della ragazzina che aveva inizialmente detto di non sentirsi pronta. Ma che poi il 23enne di Crespino, di origini piemontesi, aveva convinto prima usando toni quasi minacciosi, poi in modo più rassicurante, chiedendole se lo amasse davvero. Così come, una violenza sessuale, anche se nell’ipotesi lieve, era stata, qualche mese dopo il bacio estorto a una coetanea della ragazza, che si trovava a casa sua per colorare le manopole dello scooter. Due fatti che, in primo grado, nel novembre 2016, erano valsi al giovane una condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione, oltre al pagamento di un risarcimento alla vittima e dei suoi genitori, assistiti dall’avvocato Pierluigi Rando. Ieri la Corte d’Appello ha sostanzialmente confermato la sentenza del Collegio del Tribunale di Rovigo, limitandosi ad operare una lieve riduzione a 4 anni e 6 mesi. Nel processo il ragazzo aveva spiegato di non avere avuto alcun rapporto con la ragazzina, bensì una relazione segreta con la madre di lei che, lasciata, si sarebbe poi vendicata incastrandolo.

VIOLENZA SESSUALE La ragazzina fu aggredita in un bagno


GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 LA TRIBUNA

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Treviso Corso del Popolo, 42 Centralino0422/417.611 Fax 0422/579.212 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 0422/75.611

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GENERAL MERCHANDISE VIA TOMMASO SALSA 2/B - TREVISO

Scontro sullo sviluppo dello scalo

Colpo di scena sull’aeroporto Canova La Regione boccia i decolli sulla città La Via accoglie in toto le richieste dei trevigiani, schiaffo a Quinto e al ministero. La passerella pedonale opera primaria Nessun nuovo decollo sulla città, ritorno alle antiche direttive: aerei sul centro di Treviso solo in condizioni di emergenza meteo. Lo ha chiesto ieri in Regione il sindaco Mario Conte – la prima volta di un sindaco del capoluogo in commissione regionale Via, affiancato dal segretario generale Lorenzo Traina - e la commissione regionale Via (valutazione di impatto ambientale) ha recepito in toto, all’unanimità, il documento. Non ha votato, ed è uscito dall’aula al momento della discussione, il commissario Alessandro Manera, assessore all’ambiente della giunta di Treviso. E in diretta, davanti agli 11 commissari, è andato in scena uno scontro frontale tra sindaci, col primo cittadino di Quinto, il leghista Mauro Dal Zilio, che ricordava come la commissione Via nazionale avesse appena approvato la redistribuzione dei voli, consentendo che il 21% fosse spostato sulla città. Sono state scintille e scambi pepatissimi fra i due sindaci. Conte ha subordinato il sì del Comune capoluogo ai «decolli zero sulla città». A quel punto Dal Zilio ha replicato subordinando il sì del comune di Quinto al ripristino del vecchio e sempre sforato limite dei 16.300 voli annui (Save nel frattempo sfiora i 23mila). Morale: la commissione Via regionale (relatore Paolo Botton) ha fatto propria la linea di Treviso, ratificata nelle osservazioni presentate solo il giorno prima dalla giunta Conte. E la Regione ha scelto di sposare la linea del capoluogo, sfidando

apertamente il ministero retto da Toninelli e la commissione Via nazionale. Un evidentissimo sostegno della Regione a Conte e capoluogo - i cui residenti hanno scoperto l’effetto dei decolli costanti (fino a 7 al giorno) su centro e zona sud di Treviso. E poi, l’indiretta sfida a Save, scaricando al contempo gli abitanti di Quinto e Zero Branco. Siamo agli “aereoscontri” in casa Lega. Scintille talmente roventi, fra i due, che il commissario Gianni Dal Moro ha provato a far la pace, spiegando a Conte e Dal Zilio come la commissione fosse tenuta «a un atteggiamento squisitamente tecnico, terzo e imparziale, senza alcuna concessione a valutazioni politiche o amministrative». Come ha motivato Conte la richiesta di azzerare i decolli di Treviso? Sostanzialmente, ha sottolineato come non siano state sperimentate adeguatamente le nuove rotte. E che nella valutazione va tenuto contro della densità demografica, degli ambiti interessati, anche a livello di siti e insediamenti, non senza ricordare come l’Arpav abbia paventato gli effetti acustici e di inquinamento sulla città più antropizzata. Ed è qui che Dal Zilio ha replicato ricordando la pari dignità di tutti i residenti, siano essi nel capoluogo o fuori («non ci sono quelli che possono avere sfizi, e altri no», pare abbia detto), e gli oneri sostenuti storicamente dai residenti di Quinto e Zero Branco fino a ieri. Ma sul piano tecnico, un assist al capoluogo è arrivato dal commissario Dal Moro: ha

ricordato come a Linate e Orio al Serio, in passato, si fossero spostate parte delle rotte sugli abitati di Milano e Bergamo, salvo poi tornare indietro per le implicazioni sui due capoluoghi. La giunta Conte ha visto recepire dalla commissione anche le altre richieste. Tre rilevanti: la promozione a opera primaria della passerella pedonale sulla Noalese; il monitoraggio ambientale permanente su inquinamento acustico e ambientale; l’istituzionalizzazione della navetta fra città e aeroporto appena avviata da giunta Conte e Mom, come «opera di compensazione ambientale». Infine, l’Arpav ha assicurato, con il rappresentante del servizio di prevenzione, un costante controllo degli standard epidemiologici della popolazione. Un solo contentino, per Quinto: la Via, presieduta da Nicola dall’Acqua ha rilevato come 1,3 milioni che Save ha messo sul piatto per spostare la materna siano “insufficienti” e chiesto «maggiori risorse». E ora? La Regione emanerà una delibera di giunta per formalizzare le sue osservazioni al piano di sviluppo del Canova e la invierà al ministero dei Trasporti, chiedendo la revisione del parere. Il ministro, che deve ricevere anche il parere del Mibact, può decider se tirare dritto o avviare un supplemento di valutazione, alla luce delle osservazioni della Regione. Niente è vincolante, tutto è nella mani del governo, sfidato adesso da Zaia. — Andrea Passerini

La commissione Via in visita all’aeroporto Canova

enrico Marchi, save

«Con la riduzione dei volumi soddisfatte tutte le esigenze» «Con la riduzione dei volumi previsti nell’ultimo masterplan siamo venuti incontro sia alle esigenze di Treviso che a quelle di Quinto». Così parlò proprio ieri Enrico Marchi, presidente di Save-Aertre. Quasi in contemporanea la commissione regionale Via (Valutazione impatto ambientale) si diceva contraria ai voli sui quartieri sud del capoluogo, contrastando il parere della Via nazionale e sposando

Treviso, che di voli non ne vuole per niente. «L’aeroporto ed i voli sono un argomento sensibile: è inevitabile ci siano delle persone contente ed altre no. In qualunque cosa si faccia è difficile trovare un consenso al 100%» ha aggiunto il presidente della società che ha in gestione gli aeroporti di Treviso e Venezia. Save, infatti, in accordo con Enac, aveva proposto i decolli sulla città di Treviso per «minimiz-

zare l’impatto acustico sul territorio», ottimizzando anche gli effetti su Quinto. Tanto che il Ministero, avallando circa 15 giorni fa il progetto al 2030 di Save, scriveva come lo «scenario di utilizzo della pista (21% decolli su Treviso ndr.) dovrà essere assunto dal gestore da subito». Ora che ne penseranno dell’inversione di rotta in Regione? La partita è apertissima e delicatissima. E Marchi

avrà un ruolo non di secondo piano. Ieri intanto – ancora ignaro dell’esito della Via in Regione – sottolineava: «Credo che la riduzione dei voli a 22. 500 sia compatibile con un traffico aeroportuale a Treviso ormai arrivato a livello: vorrà dire che i prossimi voli saranno spostati su Venezia». In tutto ciò, tuttavia, va registrato l’elogio di Marchi alla nuova amministrazione: «Stiamo facendo molti passi in avanti, con la giunta precedente la situazione era di completo stallo, ora siamo arrivati ad un proficuo lavoro sui singoli temi». Ora il suo però piano rischia di rimanere inchiodato nelle commissioni ancora per un po’. – Alessandro Bozzi Valenti


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Cittadella Camposampiero

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Aperto il parco giochi Sofia: qui tutti i bimbi sono uguali

Dittadi dice no dopo 24 ore, entra in lizza Andrea Gumiero

CAMPOSAMPIERO (L.M.) È stato inaugurato ieri il parco giochi Sofia, dedicato alla bambina scomparsa qualche anno fa per una malattia. Al taglio del nastro erano presenti i genitori di Sofia, Silvia e Giuseppe, la sindaca Katia Maccarrone con gli assessori, i parroci di Camposampiero, il comandante della polizia locale Walter Marcato, la dirigente scolastica Giovanna Ferrari e tantissimi bambini dell’istituto comprensivo Parini e della scuola materna Umberto I. «Non avremo potuto ricordare Sofia in un modo migliore di questo» le poche e commosse parole di mamma Silvia al microfono. Il parco accoglie i giochi per tutti i bambi-

Ripensamento della leghista, si candida a sindaco l’ingegnere animatore di “Ac” `

CAMPOSAMPIERO Andrea Gumiero è il candidato sindaco di Lega, Forza Italia e Udc a Camposampiero. La scelta che ha compattato il centrodestra per le prossime amministrative di maggio è andata sull’ex sindaco della giunta Zanon, 46 anni, sposato, ingegnere libero professionista, padre di tre figli. Sonia Dittadi, la capo segreteria dell’assessore regionale Roberto Marcato, quando ormai sembrava cosa fatta la sua candidatura, non se l’è sentita di fare il grande passo. Così, dopo numerosi colpi di scena, ritiri clamorosi come quello di Domenico Zanon a lista ormai compilata e la suggestiva sfida tutta al femminile in fumo tra la sindaca uscente Maccarrone e la donna di punta del carroccio camposampierese Dittadi, ecco la fumata bianca.

LA DECISIONE L’altra sera, con l’incoraggiamento della famiglia, Gumiero che ha accettato la sfida per correre alla guida di una coalizione di tutti i gruppi del cen-

trodestra. Proviene dal mondo del volontariato dove è stato animatore di Azione cattolica fino a 30 anni e vice responsabile vicariale di Camposampiero. Attualmente tra i banchi dell’opposizione, forzista della prima ora, ama il calcio, praticato per parecchi anni in giovane età, la pesca e il rugby. Il nuovo candidato sindaco abita a Rustega, e per lui non è un problema sapere che nella storia di Camposampiero nessun candidato della frazione è mai diventato sindaco. «Sono discorsi e ragionamenti anacronistici questi - risponde - Io sono nato a Rustega ma sono un cittadino di Camposampiero. Sono stato cinque anni in maggioranza e cinque in minoranza. Ho dato la mia disponibiltà a tutti i moderati del centrodestra per una seria alternativa alla sinistra che ci ha governato nell’ultima legislatura. La cosa che più mi anima e spinge ora è il bene della mia città, e proprio per questo credo sia fondamentale uscire dall’isolamento politico degli ultimi anni. Con la Regione e il Parlamento a Roma dobbiamo fare squadra- prosegue - per consolidare i servizi di eccellen-

ELEZIONI Andrea Gumiero correrà per il centrodestra

za presenti sul territorio come l’ospedale e il centro Bonora. Soprattutto dobbiamo essere capaci di rilanciare l’economia locale e far crescere la popolazione residente. Questa è la sfida che sento particolarmente viva in me». GRUPPI «Dopo il ritiro di Zanon - confessa Gumiero - ho deciso di mettermi in gioco e farò tutto il possibile per coagulare i gruppi, le forze e le persone che non si riconoscono con chi sta governando questo paese da un lustro. Sono disponibile anche a costruire un progetto anche assieme alla lista civica “Città

progetto cambiamento” di Domenico Zanon». L’apparentamento con i sostenitori della civica non è scontato, considerato che nel 2014 le strade tra i due amministratori locali si sono bruscamente interrotte e che i forzisti, solo pochi giorni fa, avevano deciso di non sostenere Zanon candidato sindaco con la Lega, chiamandosi fuori dall’alleanza politica. «Io mi impegno a parlare con tutt i- assicura Gumiero - perchè cambiare in meglio Camposampiero non e solo possibile ma anche doveroso». Luca Marin

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ni, anche di quelli che hanno difficoltà motorie. Maccarrone ha ringraziato gli sponsor e le persone che si sono adoperate per la realizzazione del parco giochi, che vivrà la sua prima grande festa delle famiglie il prossimo mercoledi 1 maggio. Il sogno dei genitori di Sofia, dopo tre anni di raccolta fondi, si è avverato.

Nuovi negozi, Confesercenti: «È un segnale importante» CAMPOSAMPIERO (L.M.) Nuove aperture commerciali in centro storico a Camposampiero: è stata inaugurata una nuova osteria piazzetta Dante, al taglio del nastro erano presenti la sindaca Katia Maccarrone e alcuni avventori del nuovo locale gestito da Michele Trevisan. Ma in questi giorni ha aperto anche il nuovo negozio di sigarette elettroniche di Cristian Pallaro, in piazza Vittoria. Nonostante la concorrenza dei centri commerciali e delle

vendite online, i negozianti al dettaglio sono disposti ancora d investire nel centro storico di Camposampiero. «Sono segnali importanti di una piazza che ancora attrae - il commento del referente per il camposampierese di Confesercenti Lorenzo Casa - Certamente i commercianti al dettaglio dovranno investire sulla formazione e sull’aggiornamento, per stare al passo dei tempi e sfruttare le opportunità che la Regione ha concesso con i vari distretti del commercio. Rimanere fermi in questi anni non è assolutamente possibile».


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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 LA TRIBUNA

VITTORIO VENETO

la nuova viabilitÀ

Dopo 40 anni apre il traforo di S. Augusta Ma solamente a piedi Il 27 aprile i vittoriesi potranno rendersi conto dell’opera È in agenda la visita guidata alla Galleria Nord VITTORIO VENETO. Giovedì 25

aprile arriva il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Due giorni dopo si aprirà il traforo di Santa Augusta, non ancora per le auto, ma per chi vorrà visitarlo in anteprima. Il sindaco Roberto Tonon avrebbe desiderato che, dopo 40 anni di attesa, da parte di quasi tutta la città (contestazioni a parte), fosse proprio lui, il Capo dello Stato, ad inaugurarlo. Ma per questa data bisognerà ancora attendere, forse il prossimo autunno, quando sarà pronto l’ingresso sud. Intanto i vittoriesi potranno rendersi conto dell’opera realizzata dall’Anas entrando dall’uscita, o ingresso, nord, in località La Sega, il prossimo 27 aprile, quando, ad accoglierli, potrebbero essere anche il presidente Claudio Andrea Gemme e il governa-

tore del Veneto, Luca Zaia, oltre al sindaco Roberto Tonon, che porterà anche l’ex ministro, Carlo Calenda, di passaggio in città. Organizzano la Regione Veneto e il Consorzio della Pro Loco Prealpi con il patrocinio della Città di Vittorio Veneto. Una festa sul modello di quella che si vorrebbe fare per un’altra opera Anas, il ponte sul Piave a Ponte della Priula. «Reset, la città che cambia e noi (non) sappiamo perché» è il singolare titolo dell'iniziativa pubblicizzata sulla pagina Facebook del Comune. Non mancheranno gli ex sindaci Giancarlo Scottà e Toni Da Re, pure loro impegnatisi per traforare la montagna di Santa Augusta. Dalle 10 sarà anche un dibattito, moderato da Claudio Bertorelli del Centro Studi Udine, con Alessandra Bal-

in cansiglio

I lupi uccidono un cervo Altopiano, gli allevatori sono preoccupati FREGONA. I lupi scorrazzano attraverso la piana del Cansiglio e di notte banchettano. Sembrano provvedere loro stessi al cosiddetto equilibrio naturale della fauna in foresta. Anche nella notte tra martedì e mercoledì, infatti, hanno assalito un cervo, piuttosto prestante, e se lo sono in parte mangiato. Probabilmente, però, hanno dovuto interrompere il banchetto pre-pasquale, perché hanno abbando-

nato la preda solo in parte divorata. Il cervo, infatti, è stato trovato lungo la strada che dalla Genziana sale a Vallorch e non è escluso che qualcuno di passaggio abbia fatto scappare i carnivori. «Nulla di speciale, tutto secondo natura» commentano gli ambientalisti con Toio De Savorgnani. Ma gli allevatori sono preoccupati. «Ieri ho portato all’esterno 14 manze, perché l’erba del pascolo sembra finalmente mangiabile» spie-

appello del presidente della val lapisina

«La Provinciale 35 va messa in sicurezza» VITTORIO VENETO. «La provinciale 35 che collega Longhere a Revine deve ottenere il contributo della provincia per la messa in sicurezza». Lo afferma Silvano De Nardi, presidente della Val Lapisina, dopo l’annuncio del presidente Stefano Marcon, dell’uscita di un bando che permetterà in due anni di aprire cantieri sulle provinciali per almeno 8 milioni di euro. Un provvedimento per contrastare gli incidenti sulle strade della Marca. «Non si può per-

La Provinciale 35

duzzi, project development manager CDP, Jacopo Bulgari d’Elci, già vicesindaco di Vicenza, Antonio Maconi, curatore di festival e amministratore Goodnet srl, Fabrizio Panozzo, professore Università Cà Foscari Venezia. «Può servire un “reset”» spiega Bertorelli «di quelle pratiche trite e ritrite che ancora distinguono tra spazio pubblico e spazio privato, tra investimento pubblico ed investimento privato, tra cosa pubblica e cosa privata; e quindi tra centro e periferia, tra fabbrica e museo, tra lavoro e cultura. Per avviare un transito definitivo a piattaforme che sappiano coagulare con senso ed efficacia le energie contemporanee delle città medie (che sono e restano la linfa del Paese)». — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ga Alex Gava, allevatore di Godega Sant’Urbano, con stalla, latteria ed agriturismo in Val Menera «Sono riuscito a recintare col filo spinato alcuni chilometri di pascolo. Ma questa notte dovrò alzarmi per dare un’occhiata. Non ho ancora, infatti, l’elettrificazione. Sarà un problema, da maggio, con centinaia di capi a pascolare sull’altopiano. Saranno sufficienti le protezioni?». Un problema che in questi giorni sta sollevando in regione anche Paolo Casagrande, presidente dell’Anpa, il sindacato che raggruppa quasi tutti gli allevatori. «Più recinti, più nuovi sistemi di allarme, ma anche» afferma Casagrande «maggiori indennizzi. E, comunque, più rapidi». — F.D.M.

dere questa occasione» tuona De Nardi «a Longhere deve arrivare una parte di questi fondi. Non vogliamo più piangere morti su quella strada». Per sollecitare le Istituzioni sul nuovo bando, il presidente di Circoscrizione invierà in questi giorni una lettera al sindaco di Vittorio Veneto Roberto Tonon, all’assessore Alessandro Turchetto, al consiglio comunale, nonché al capogruppo Pd e candidato sindaco Marco Dus. Sulla strada da bollino nero, nel tratto che collega l’abitato di Longhere a Revine, le vittime non si contano più. «La sicurezza della provinciale 35 non rientra nei parametri minimi», non si stanca di ripetere De Nardi «mancano marciapiedi, illuminazione adeguata, passaggi ad alta visibilità, dis-

Il traforo di Sant’Augusta nell’ingresso a Nord di Vittorio Veneto

per l’inaugurazione

Servizio navetta degli organizzatori Partirà da piazza Foro Boario Sabato 27 aprile sarà l’occasione per una ricognizione (a piedi), su prenotazione; il percorso è lungo un chilometro e 700 metri. Gli organizzatori attiveranno anche un servizio navetta, che partirà da

piazza Foro Boario. Durante tutta la giornata si potrà percorrere la galleria per tutta la sua lunghezza. Per il momento l’opera resta ancora incompiuta, perché a sud bisogna realizzare la rotatoria d’ingresso,

vittorio veneto

Il Comune vende gli immobili e ricava oltre 110mila euro VITTORIO VENETO. Le aliena-

zioni di immobili comunali procedono, seppur a piccoli passi. È stato venduto, nell’ultima gara, conclusasi martedì, il caratteristico ex ufficio postale di San Floriano, ai bordi della statale Alemagna, chiuso da decenni. È stato aggiudicato per 4 mila e 301 euro. Il Comune è riuscito a cedere anche un alloggio al Palazzo delle Poste, in piazza Medaglie d’oro. Accoglieva, fino a qualche tempo fa, l’ex Ufficio

suasori o una rotonda in piazza a Longhere. Così non si può più andare avanti. Quel tratto di strada così è diventato una pista di velocità come il Fadalto».Sulla sicurezza della provinciale 35, il quartiere nel novembre scorso, si era appellato alla politica scrivendo una missiva al presidente della Regione, Luca Zaia, e al presidente della provincia, Stefano Marcon, oltre ad aver posto la questione al sindaco Tonon. «Di risposte non ne ho ricevute», conclude De Nardi. «La stessa missiva l’ho rispedita sia in provincia che in Regione. È previsto l’obbligo di risposta entro trenta giorni. Se non otterremo riscontri, al trentunesimo giorno ci rivolgeremo al Prefetto». — Francesca Gallo

Ambiente. L’importo è di ben 100 mila e 251 euro, a significare soprattutto il valore della locazione. Per 2 ila euro l’amministrazione municipale ha ceduto perfino ex serbatoio dell’acquedotto, in via Fais, salendo verso il Col Visentin. Ha ricavato 2 mila euro. Il Comune si è liberato persino di un bosco, che aveva in località San Lorenzo. L’aggiudicazione è avvenuta per 4 mila e 190 euro. L’incasso è stato di 110 mila 742 euro. Numero-

in via Carso. La procedura autorizzativa è in corso di definizione, poi, prima dell’estate, il via ai lavori. Intanto prosegue a pieno ritmo la progettazione del secondo stralcio, fino a Costa, all'esterno la strada sarà in trincea, mentre attraverserà la montagna della Madonna della Salute con un altro tunnel, La strada del secondo stralcio si concluderà alla rotonda dell'ospedale di Costa. —

si altri eranio gli immobili in alienazione, compresa l’ex Mafil, per un milione e 600 mila euro, ma non si è fatto avanti nessun possibile acquirente. «Sono soddisfatto» ammette Alessandro Turchetto, il vicesindaco «Perché abbiamo compiuto un altro passo avanti, dopo la vendita, nel recente passato di alcuni garage, di terreni e anche di una ex chiesa, in via Calcada». La soddisfazione è doppia, non solo per l’incasso, ma anche per il venir meno della spesa, dei costi di gestione, di manutenzione, che comunque erano elevati nonostante gli ambienti non venissero utilizzati. Per le prossime alienazioni bisognerà aspettare l’amministrazione che scaturirà dalle elezioni di maggio. — F.D.M.

la settimana santa

Il vescovo benedice l’olio dei catecumeni VITTORIO VENETO. La Chiesa ce- ni”. Nelle parrocchie la messa

lebra da oggi il Triduo pasquale, il momento liturgico più importante dell’anno. Questa mattina in Cattedrale, alle 8.30, il vescovo Corrado Pizziolo benedice l’olio dei catecumeni e degli infermi e prepara e benedice il Crisma, concelebrando la messa con il presbiterio diocesano; vi parteciperanno 300 sacerdoti . Alle 20, sempre in cattedrale, presiede la solenne messa vespertina “in Coena Domi-

comprende la lavanda dei piedi. Domani in Cattedrale il vescovo alle 8 presiede la celebrazione dell’ufficio delle letture e delle lodi, con la partecipazione del Capitolo e degli istituti religiosi della città; alle 15 si terrà la solenne liturgia della Passione del Signore. Alle 20.30 la Via Crucis cittadina al colle San Paolo, organizzata con la collaborazione degli alpini. — F.D.M.


GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 MESSAGGERO VENETO

PRIMO PIANO

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L’eurosfida lo scenario in friuli venezia Giulia

Fi schiera Savino, dem e grillini a caccia di conferme UDINE. Alla fine l’ha spuntata

Sandra Savino. La deputata triestina sarà la rappresentante del Friuli Venezia Giulia nelle liste di Forza Italia per il Nordest. Avrà l’onore del secondo posto, subito dietro Silvio Berlusconi che è capolista, ma prima di Irene Pivetti, ex leghista che negli anni Novanta fu anche presidente della Camera. Forza Italia ha sciolto le riserve nella giornata di ieri, caratterizzata, a livello nazionale, dalla clamorosa esclusione di Mara Carfagna, uno degli esponenti di spicco del partito, che pare in rotta di collisione con il Cavaliere. Ieri sera intanto sono scaduti i termini per la presentazione

della candidature (per il Nordest il deposito è stato fatto a Venezia), dopodiché, da qui a fine maggio, sarà soltanto campagna elettorale, molto accesa vista la posta in palio. Per quanto riguarda gli altri partiti, i vertici del M5s hanno ufficializzato le candidature per le elezioni Europee, con l’uscente pordenonese Marco Zullo secondo in lista dietro la giornalista Sabrina Pignedoli e davanti alla triestina Viviana Dal Cin. Blindato il ruolo di capolista della giornalista Pignedoli dopo il voto di lunedì – per la verità non molto partecipato – sulla piattaforma Rousseau, il gioco degli incastri,

nonché dei risultati dei primi due turni delle europarlamentarie, ha premiato sia Marco Zullo che Viviana Dal Cin a Nordest. L’uscente, che cerca il bis dopo gli ultimi cinque anni a Bruxelles, sarà infatti inserito in seconda posizione in lista (anche in virtù del fatto che l’alternanza obbligatoria di genere nell’elenco porta alla scelta di un uomo visto il ruolo da capolista di Pignedoli), mentre Dal Cin, prima dei non eletti alle ultime Politiche e recordwoman di preferenze online nella seconda selezione pentastellata, entrerà in terza piazza. Certo, la posizione in lista, in fondo, pesa poco o nulla

in un’elezione in cui, a differenza di quella per il Parlamento, contano le preferenze, ma è comunque un segnale importante per i due regionali che vanno a caccia di un posto al sole in Europa. Anche perchè molte chances, per i regionali, di staccare il biglietto per l’Europa sono davvero ridotte, un po’ per la presenza di tanti big nazionali, un po’ per lo sparuto gruppo friul-giuliano, una decina di nomi in tutto. Partita chiusa, inoltre, anche in casa della Lega dove per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia entreranno nella lista del Carroccio Elena Lizzi, assessore a Buja e in passato al fianco di Pietro

Fontanini nel primo mandato a palazzo Belgrado dell’attuale primo cittadino di Udine oltre lo spilimberghese, nonché ex assessore comunale nella cittadina pordenonese, Marco Dreosto. Per il Pd che propone come capolista l’ex ministro Carlo Calenda, ritenta l’approdo a Bruxelles l’uscente friulana Isabella De Monte. Con lei anche l’ex sindaco di Udine Furio Honsell, oggi consigliere regionale. Nella lista Pd molti i big in cerca di un posto, tra cui Paolo De Castro, Cecile Kyenge e Alessandra Moretti. In casa di Fratelli d’Italia, quindi, confermata la candidatura “di bandiera” del senatore Luca Ciriani, ca-

pogruppo meloniano a palazzo Madama, oltre a quella della segretaria regionale di Autonomia responsabile, la giovane Giulia Manzan. Fin qui i partiti più grandi. Ma per il Parlamento di Strasburgo corrono ben 20 liste, tra cui il Popolo delle partite Iva, Ora, i Gilet arancioni, il Popolo della famiglia, Più Europa, il Partito comunista, quello animalista, i Popolari per l’Italia, la Sinistra, Europa verde, Forza nuova, Casapound e persino il Partito pirata. Un solo candidato, infine, per la lista Parlamentare indipendente: Lamberto Roberti. — R.R. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

amministrative

I partiti preferiscono diventare “invisibili” soltanto la Lega ostenta il simbolo Il M5s solamente a Porcia, Pd e Fi si celano nelle civiche Tra le curiosità “Rebalton”, “Sentimento civico” e “Tre lune” IL PUNTO

MAURIZIO CESCON

C

i sono, ma non si vedono. Non sulle schede elettorali che decine di migliaia di friulani avranno tra le mani domenica 26 maggio, quando saranno rinnovate le amministrazioni di 117 Comuni. Parliamo dei partiti “nazionali”, da Forza Italia al Pd, passando per il M5S. Unica eccezione, la Lega (orfana della dicitura Nord) di Salvini. FAVORITI

Il Carroccio gioca facile (si presenta con lo storico logo con Alberto Da Giussano in 31 Comuni, tutti quelli più significativi) perchè il vicepremier e ministro dell’Interno vola nei sondaggi e il riverbero positivo non mancherà di sortire effetti anche in Friuli Venezia Giulia. Del resto, hanno pensato i dirigenti leghisti, sarebbe illogico non riproporre tale e quale il “brand” attualmente vincente, perchè il ferro, lo sanno bene i politici, va battuto quando è caldo. Poi bisognerà vedere quanto “peso” avranno i vari candidati sindaco sostenuti dalla Lega e

quanto valore aggiunto porteranno alla causa, perchè quando si scelgono gli amministratori locali molte variabili possono determinare un risultato piuttosto che un altro. E tale verdetto lo sapremo solo a urne chiuse, la mattina di lunedì 27 maggio. GLI ALTRI

Detto del Carroccio che parte in pole position, gli altri

Progetto Fvg sfrutta l’onda favorevole e punta a incamerare un bel numero di eletti partiti “big” tengono un profilo decisamente più basso. Tanto basso che qualcuno li definisce “invisibili”. Il Pd con il simbolo compare 9 volte (su 117), più spesso in provincia di Gorizia, dove c’è anche Rifondazione comunista (a Gradisca d’Isonzo). Forza Italia è presente in soli 6 centri, Fratelli d’Italia in cinque. Sorprende, in negativo, il Movimento Cinque Stelle, che nell’estremo lembo di Nordest non riesce proprio a ingranare la quinta. Partito di governo (il 4 marzo 2018 ottenne a livello nazionale più del 32% dei suf-

fragi), ma molto fragile, almeno come rappresentanza, tra Udine e Pordenone, Trieste e Gorizia. Unico Comune dove il simbolo sarà sulla scheda e i candidati in corsa per la poltrona di sindaco e di consiglieri è Porcia, cittadina che comunque sarà la sola, eventualmente, ad andare al turno di ballottaggio, visto che ha una popolazione superiore ai 15 mila abitanti. Un focus a parte merita la lista Progetto Fvg che, a livello regionale, è stata protagonista di un vero e proprio exploit alle consultazioni del 2018 che portarono alla schiacciante vittoria Massimiliano Fedriga. Il partito fondato dall’imprenditore (attuale assessore alle Attività produttive e Turismo) Sergio Emidio Bini e oggi nelle mani di Ferruccio Saro, ex parlamentare forzista e politico di lunghissimo corso, parte alla conquista di parecchi Comuni dove le sue liste sono ben radicate. Progetto Fvg è presente, per esempio, a Campoformido, a Manzano, a Muzzana, a Tavagnacco, Remanzacco e tanti altri centri piccoli e grandi. LE CURIOSITÀ

Ma al di là della presenza dei partiti tradizionali, nelle 117 realtà che vanno al voto

Il 26 maggio si voterà in 117 Comuni del Friuli Venezia Giulia

c’è una marea di curiosità, tra nomi delle liste e simboli. “Comunità”, “Insieme”, “Futuro”, “Tradizione”, “Gente”, “Cambia”, “Uniti”, “Scelta”, “Persone”, “Territorio”: queste le parole che ricorrono maggiormente nelle liste a supporto dei vari sindaci. Non mancano nemmeno il nome stesso del potenziale primo cittadino nel nome della lista, il paese dove ci si presenta o il termine “Comune”, che abbonda in mille sfaccettature. C’è l’imbarazzo della scelta nello spulciare tra le chicche vere e pro-

prie, come le liste “Per Artegna con il cuore e la mente”, oppure “Ritrovare Attimis”, “Burinclude, ambiente e salute”, “Il patto per la nostra terra”, “Energie per Carlino”, “Zona franca - Autonomia”, “Con lo stesso stile”, “Sì, amo l’alta Val Torre”, “Pagnacco sicura”, “Rigolato 2.0”, “Sentimento civico”, “Le tre lune” e “Leali per San Vito di Fagagna”, “Indipendenti per il rinnovamento”, “Sole sì, soli no.. per un futuro migliore”, “Lista equità”, “Onestamente si può”, “La giovane Valcolvera”. Si spre-

cano, poi, i nomi di lista in marilenghe come “Pal nestri pais” oppure “Cumò per doman” o ancora “Farie des ideis”, che si ritrovano in tante realtà dove la comunità friulana è particolarmente forte. Ma forse la medaglia d’oro per il nome di lista più originale se lo aggiudica “Rebalton” in quel di Meduno: una garanzia che nulla, nelle intenzioni dei proponenti, resterà come prima. Semprechè il candidato Polegato vinca la sfida con l’avversario Crovatto... — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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Noale Spinea Mirano

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Due pulmini per gli anziani del “Mariutto” `Acquistati grazie a

donazioni, consentiranno numerosi spostamenti MIRANO

NOALE L’esterno dell’ospedale a Noale

Sanità, scontro tra candidati Il Pd attacca Zaia. Stevanato: «Incrementare `La sindaca Andreotti: «Ho incontrato i servizi». Barin: «Giunta latitante sul tema» Dal Ben, Lungodegenza non traslocherà» `

NOALE Ospedale di Noale al centro del dibattito elettorale, alla luce delle nuove schede regionali, nella città che del Calvi deve decidere cosa fare e come difenderlo. L’affondo parte dal centrosinistra: «Se a Noale dopo 5 anni l’ospedale di comunità non c’è e ora anche la Lungodegenza viene annullata, la colpa è della Lega di Zaia» è il messaggio uscito da un incontro del Pd sul tema. «Noale - incalza il consigliere regionale Bruno Pigozzo - aveva tutte le potenzialità per diventare riferimento come struttura intermedia al servizio di un’area vasta». Gli fa eco l’aspirante sindaco Fabrizio Stevanato: «Ci sono situazioni - spiega il candidato Pd - come quella del nostro ospedale o dei servizi di prevenzione che in prospettiva mi preoccupano. Noale ha una storia di servizi per anziani e disabili e vogliamo incrementarli puntando su esperienze moderne come il cohousing, in modo da creare una comunità con quote di giovani, single, anziani, coppie, disabili, magari guardando proprio agli immobili del complesso ospedaliero». Dal fronte opposto, Michela Barin accusa la maggioranza: «In questi 5 anni -

incalza la candidata del centrodestra - c’è stata latitanza sul tema e oggi ne raccogliamo i frutti. Le politiche a favore dei cittadini si fanno realizzando un dialogo propositivo tra la conferenza dei sindaci, dove troppo spesso il sindaco delega altri a partecipare, e la Regione. Chieda subito un incontro con la quinta commissione regionale, coinvolgendo tutte le forze politiche, ed esprima una forte presa di posizione a difesa dei nostri reparti». «Dato che si strumentalizzano anche questi temi - replica Patrizia An-

dreotti - ho incontrato il direttore Giuseppe Dal Ben, che mi ha confermato come risulti non tanto il trasferimento di Lungodegenza da Noale a Dolo come era in previsione, ma la sostituzione per tutta la Regione dei posti letto di lungodegenza con altre strutture. Per quanto riguarda Noale, le schede prevedono 10 posti letto per l’hospice, 20 per l’ospedale di comunità e 24 per l’unità riabilitativa territoriale. Inoltre è previsto il completamento dei posti di ospedale di comunità con 12 posti a Mirano e

Noale

I “fucsia” con la sindaca uscente? Brugnaro smentisce Fake-post per “intorbidire” la campagna elettorale noalese. Girano in città, soprattutto sui social, false locandine con il simbolo fucsia della lista Brugnaro affiancato all’immagine elettorale del sindaco uscente, candidata del polo civico, Patrizia Andreotti. Qualcuno ci ha provato, visto che i fucsia civici lo sono davvero e Andreotti pure, avendo tagliato ogni rapporto con i partiti che la sostenevano.

L’apparentamento però è stato subito smentito da entrambi: «Fotomontaggi che fanno sorridere - spiega lo stesso Luigi Brugnaro - ritengo però di dover fare chiarezza per non ingannare i cittadini: la nostra collocazione è chiara, con una lista civica forte affiancata da tutti i partiti tradizionali di centrodestra. E il nostro interesse amministrativo è unicamente concentrato sulla città di Venezia». Insomma niente

I sindaci manifestano contro i “tagli” Oggi presidio nei tre ospedali del territorio MIRANO Oggi la mobilitazione generale dei sindaci di Riviera del Brenta e Miranese per protestare contro i tagli previsti negli ospedali del territorio. Questa mattina saranno dunque in 17 a partire alle 11 dal Cup di Dolo, per poi spostarsi alle 12 a Mirano, e infine concludere la manifestazione alle 13 a Noale. «Vogliamo dare un segnale forte alla Regione per far capire che se venissero approvate le nuove schede la situazione sarebbe davvero ingovernabile – dice Silvano Checchin, sindaco di Spinea e presidente del comitato sindaci del distretto Mirano-Dolo – L’impoverimento

24 a Dolo. La casa di riposo Relaxxi ha avviato un proprio autonomo procedimento per l’assegnazione di altri 20 posti letto come ospedale di comunità, gestiti privatamente. Rimarranno poi i servizi di Medicina dello sport e gli altri erogati oggi al Calvi. Noi assenti? Semmai orgogliosi di aver portato all’accreditamento del ‘Dopo di noi’ e all’assegnazione di 20 posti di centro diurno per anziani nella Rsa, strutture che oggi stanno già accogliendo nostri concittadini». Filippo De Gaspari

MIRANO L’ospedale

delle nostre strutture sanitarie ha raggiunto ormai livelli insostenibili, manifestiamo per dire al presidente Zaia d’intervenire e fare grande attenzione rispetto a scelte che potrebbero danneggiarci oltre ogni limite». I sindaci distribuiranno il

documento presentato martedì in quinta commissione regionale nel quale vengono illustrate nel dettaglio le loro richieste, ad iniziare dalla proposta di mantenere le vecchie schede del 2016, non ancora attivate, anziché approvarne di nuove. «Siamo tutti uniti per dire alla Regione che non possiamo essere ancora penalizzati», spiega il primo cittadino di Dolo, Alberto Polo. «Stando ai parametri, in base al numero dei nostri abitanti dovremmo avere 810 posti letto, – aggiunge Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano – la realtà invece è che siamo arrivati a meno di 500. Per questo chiediamo di ricalibrare i tagli». (E.Cal) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andreotti, semmai Michela Barin per i fuscia del sindaco metropolitano. Il primo cittadino veneziano non lo dice apertamente ma parla di centrodestra unito. «Noale è un comune importantissimo prosegue Brugnaro - ma siamo rispettosi dell’autonomia dei noalesi nello scegliere il proprio sindaco. Certo, riteniamo il modello fucsia di Venezia, che unisce il civismo al centrodestra unito, un modello vincente». (f.deg)

messa o a una gita al mare o in collina, mantenendo le relazioni sociali e gli scambi di quando gli anziani vivevano a casa. «L’obiettivo - spiegano dall’equipe educativa del Mariutto - è promuovere la condivisione in un territorio che negli anni ha dimostrato di saper accettare e accogliere gli anziani del Mariutto all’interno della comunità territoriale. Ne sono prova le quasi 5mila ore di volontariato che numerosi cittadini hanno svolto all’interno del Mariutto nel 2018, supportando i residenti nei progetti educativi proposti dal personale». F.Deg.

Benedizione religiosa per due nuovi mezzi di trasporto per anziani in carrozzina o con problemi di mobilità ieri all’Ipab Mariutto di Mirano. I due veicoli denominati, su suggerimento degli stessi anziani, “Verdicchio” e “Cleo”, si aggiungono al pulmino “Angelo”, già in servizio da qualche anno. Il loro acquisto è stato pos© RIPRODUZIONE RISERVATA sibile alla fine del 2018 grazie a donazioni di cittadini, familiari, imprese che hanno contribuito con piccole somme, peraltro ancora possibili per altri progetti (informazioni sul sito dell’Ipab). Una prima donazione aveva permesso la realizzazione di un parco giochi aperto al pubblico, inaugurato nel 2017. I nuovi mezzi offrono agli ospiti non autosufficienti la possibilità di uscire dalle residenze per essere inseriti nella realtà del territorio. Ma anche di essere accompagnati a pranzo a casa, far visita ad amici, partecipare a eventi promossi da as- LA BENEDIZIONE DEI MEZZI I due sociazioni del territorio, alla pulmini del “Mariutto”

Scorzè Nais Marcon, oggi la presentazione Ufficializzata la candidatura di Nais Marcon, attuale vicesindaco di Scorzè, per le elezioni comunali del prossimo 26 maggio. La Marcon correrà per la coalizione di centrodestra, probabilmente supportata da due liste, nel solco della continuità con l’azione amministrativa di Giovanni Battista Mestriner, che sta per concludere il suo secondo mandato alla guida del Comune. La presentazione della candidata sindaca, vicesindaco e assessore ai servizi sociali, avrà luogo oggi alle 12 nella sala “Gatto”, nell’area dietro il municipio. Nei giorni scorsi il centrosinistra aveva già presentato il suo candidato, Dario Zugno del Pd.

S. MARIA DI SALA SCOMPARSO, ERA A BOLOGNA È stato trovato in un hotel a Bologna il ventenne di Sant’Angelo di Sala, scomparso da lunedì. A rintracciarlo sono stati i carabinieri della Compagnia di Mestre avvertiti dalla questura di Bologna a cui erano state mandate le schede di presenza dei clienti degli hotel. Nella mattinata di ieri è stata avvertita la famiglia. Il ventenne si era allontanato in maniera volontaria. (r.m.)

S. MARIA DI SALA ECOCENTRO CHIUSO L’ecocentro di via Ferraris a S. Maria di Sala è chiuso al pubblico per un intervento di adeguamento degli impianti. I lavori proseguiranno all’incirca fino al 10 maggio, il servizio nel frattempo sarà assicurato tramite un centro di raccolta allestito nel parcheggio di via Newton.

Presentata una lista per Ditadi sindaco SPINEA Si presenta “senza capolista”, in puro ordine alfabetico. La lista “E’ Tempo - prospettiva Spinea” partecipa alle elezioni nella coalizione del centrosinistra, in sostegno alla candidatura di Emanuele Ditadi. Tra i 16 nomi anche due “uscenti”, il consigliere comunale Giovanni Litt e l’assessore Loredana Mainardi e alcuni volti noti del volontariato, oltre a sindacalisti, volontari, studenti, collaboratori delle parrocchie e molti giovani. «Si tratta di persone che si occupano, a titolo e in maniera diversa, di molti ambiti: ambiente, cultura, scuola, politiche sociali, lavoro recita la presentazione -, ma sono frutto di una candidatura aperta». “E’ tempo” ha utilizza-

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to una tecnica particolare: ha fatto una call per ricevere le “manifestazione di interesse”». Ecco chi sono: Calogero (detto Jerry Alletto), co-fondatore dell’associazione “Io clandestino”, attivi nel volontariato anche Stefania Bortolozzo, ex commerciante di Spinea, e Ammar Almasri, di origine palestinese, arrivato in Italia nel 1988 con una borsa di studio che gli ha persone di laurearsi in architettura. Poi Lisa Carraro di Ami-

ALL’INTERNO DI “E’ TEMPO” ANCHE I CONSIGLIERI USCENTI LITT E MAINARDI. MOLTI I VOLTI NOTI

ci della biblioteca, Marco Cattarin, professione responsabile Information Technology in una Banca del Veneziano, Giuseppina Casarin del Coro voci dal mondo, insegnante di musica, Andrea Corsi, dipendente di Poste e rsu Cgil, Federica Cerchiaro, ex animatrice della parrocchia e ora tesoriera dell’Associazione partigiani italiani di Spinea, Alberto Furlanetto, Monica Favaretto, insegnante di lettere alla scuola media, Litt, Mainardi, Salvatore Raniolo, ricerca legata alla valorizzazione degli agroecosistemi, esperto di ambiente come Stefania Stevanato che è anche assistente sociale. Molto noto al Graspo è Giuliano Silvestri, che lavora nei servizi nel sociale mentre Francesca Zandonella Necca è psicopedagogista, specializzata nei disturbi dell’apprendimento. (m.fus)


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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 IL PICCOLO

PRIMO PIANO

Elezioni europee

La carica dei 254 divisi in 20 liste Parte l’eurosfida del Nordest Forza Italia conferma Savino, il M5s il duo Zullo e Dal Cin Quindici seggi in palio: ce la farà un candidato su diciassette Marco Ballico TRIESTE. I pezzi grossi che man-

cavano sono arrivati ieri, nel rispetto dei tempi, in Corte d’Appello di Venezia. Movimento 5 Stelle e Forza Italia si aggiungono all’elenco di partiti e movimenti in corsa per l’europarlamento nella circoscrizione del Nordest. Alle 11 depositate il giorno prima, si sono sommate ieri altre 9 liste, per un totale di 20 a caccia dei 15 seggi a disposizione, uno in più delle precedenti edizioni per effetto della Brexit che ha determinato la redi-

Fratelli d’Italia fa leva sul patto con Ar e scommette sul nome del senatore Ciriani stribuzione dei posti che spettavano al Regno Unito. Sommando i candidati, dai big capilista ai peones, si ritrovano in fila in 254. Ce la farà uno su 17. Dal fronte grillino non sono arrivate sorprese. Luigi Di Maio aveva promesso, e mantenuto, cinque donne “esterne” nella posizione numero uno nelle cinque circoscrizioni italiane e a guidare il M5s nel Nordest sarà la giornalista emiliana Sabrina Pignedoli. A seguire ci sono i due esponenti del Fvg: l’uscente Marco Zullo, che tenta il bis, e Viviana Dal Cin, penalizzata dalle re-

gole dell’alternanza di genere dopo aver messo tutti dietro alle parlamentarie con 909 preferenze. Al quarto e al quinto posto i pentastellati schierano Alessandra Guatteri, capogruppo a Reggio Emilia, e Elena Mazzoni, candidata sindaco a Reggiolo nel 2014. Anticipazioni confermate anche per Fi. Alle spalle di Silvio Berlusconi, e prima di Irene Pivetti, ecco di nuovo Sandra Savino, come già cinque anni fa, quando la coordinatrice regionale degli azzurri sfidò in un derby tutto triestino Roberto Dipiazza, in casacca Nuovo centrodestra. Candidatura di bandiera quella di Savino sia per la difficoltà di raccogliere voti in una regione molto meno popolosa di Veneto ed Emilia Romagna, sia per l’accordo stretto a livello nazionale con la Svp: anche in caso di conquista di un seggio, Fi lo cederebbe al partito sudtirolese, probabilmente all’uscente Herbert Dorfmann (in una lista che comprende anche l’isontina Martina Valentincic dell’Unione slovena), per consentire a un esponente della minoranza di sedere nell’europarlamento. Savino spiega comunque di avere accettato la candidatura perché, «se l’Europa è il nostro destino, dobbiamo conquistarci uno spazio da protagonisti e non da figuranti; con Silvio Berlusconi sono certa che l’Italia tornerà a contare a Bruxelles e nel mondo. Il mio impegno sarà far sì che i circa

in sintesi

La schiera dei grillini A guidare il M5s nel Nordest sarà la giornalista emiliana Sabrina Pignedoli. A seguire ci sono i due esponenti del Fvg: l’uscente Marco Zullo, che tenta il bis, e Viviana Dal Cin.

Lo sbarco berlusconiano Alle spalle di Silvio Berlusconi, e prima di Irene Pivetti, ecco di nuovo Sandra Savino, come già cinque anni fa, quando la coordinatrice regionale degli azzurri sfidò un Roberto Dipiazza allora alfaniano.

L’anticipo di Lega e Pd Lega e Pd avevano già fatto tutto con 24 ore di anticipo. Il Carroccio inserendo anche nomi del Fvg, così come i dem, che sfoderano l’uscente Isabella De Monte e l’ex sindaco di Udine Honsell.

La carica dei piccoli Tra le altre liste troviamo Fratelli d’Italia, CasaPound, la Sinistra, il Partito comunista.

1.500 comuni del collegio, sindaci e amministratori non sprechino neppure un’occasione per finanziare e realizzare progetti e idee per i loro territori». Lega e Pd avevano già fatto tutto con 24 ore di anticipo. Dietro a Matteo Salvini i leghisti mettono in pista tra gli altri lo spilimberghese Marco Dreosto (ottavo) e la bujese Elena Lizzi (dodicesima), mentre i dem puntano come

noto sull’ex ministro Carlo Calenda e, per quel che riguarda il Fvg, su Isabella De Monte, europarlamentare uscente che spera in un altro colpaccio, e sull’ex sindaco di Udine Furio Honsell, ospitato in una lista che inaugura la strategia di allargamento della nuova segreteria Zingaretti. Tra quelle depositate ieri anche la lista di Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni in testa e due regionali: Giulia

Manzan (decima), segretaria regionale di Autonomia responsabile, candidatura conseguente all’accordo tra FdI e il movimento di Raffaele Fitto, cui è vicino il fondatore di Ar Renzo Tondo, e Luca Ciriani (quarto), senatore in carica dopo il lungo corso in Consiglio regionale. Altri partiti di destra verso l’Europa sono Forza Nuova, che ha il leader nazionale Roberto Fiore come capolista, e CasaPound,

to: la Lega prima, Pd e M5s a giocarsi il secondo posto, poi Fi e Fdi. Le percentuali dipenderanno però dalla partecipazione. Alle europee vota solitamente il 15-20% in meno delle politiche. Di conseguenza, quello che conta è l’elettorato che più di altri si mobilita. Famoso fu il caso del 1984 in cui la morte di Berlinguer trascinò il Pci al sorpasso sulla Dc. Analoga situazione nel 2014: Renzi non aveva il 40% dei consensi, ma gli elettori del Pd, galvanizzati dalla presidenza del Consiglio, andarono in massa alle urne. Stavolta chi si mobiliterà di più? L’ipotesi più sensata è che lo facciano ancora gli elettori del Pd. Per un moto di orgoglio e

Paolo Feltrin

l’AnAlisi Del PolitoloGo e Docente uniVersitArio

Feltrin: «Sarà una verifica politica interna Lega prima, alle spalle sfida dem-5 stelle» TRIESTE. «L’Europa non c’entra nulla, sarà la solita verifica politica interna». Paolo Feltrin, politologo, già docente di Scienze politiche all’Università di Trieste, si aspetta che, pesati i voti, le elezioni europee possano avere conseguenze nei giochi di governo. Ma, avverte, non è detto che la Lega domini come fece il Pd nel 2014: «Si vedono i primi mal di pancia». Quel Pd che oggi, per moto di reazione, potreb-

«La sinistra oltre la soglia del 4 per cento? Sarebbe la sorpresa principale delle urne»

«Un bel po’ di gente spende soldi per listarelle: fa parte della democrazia»

be scuotersi. Feltrin, molte liste in campo per le europee. Che segnale è? Il fatto che ci sia un bel po’ di gente che si diverte a buttar

via soldi per presentare listarelle fa parte della democrazia. Ma, con la soglia del 4%, ben che vada ce la faranno Lega, Pd, M5s, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Un sistema politi-

co che manda in Europa cinque partiti si sarebbe definito un tempo a pluralismo moderato. Mi pare che funzioni. Anche la sinistra conta di superare la soglia. Mai dire mai. Se lo facesse, sarebbe la più importante sorpresa di queste elezioni. Ma i pronostici non le sono favorevoli. Si aspetta che la Lega domini il voto del 26 maggio? L’ordine di graduatoria è cer-


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PRIMO PIANO

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Elezioni europee le curiosità

Le piccole formazioni dal candidato-hacker ai Forconi con il “gilet”

Qui sopra, dall’alto: Zullo, Berlusconi e Savino, Honsell. A sinistra, un’urna per le elezioni europee

che apre con Simone Di Stefano, vicepresidente e responsabile della comunicazione e della propaganda del movimento neofascista, e piazza al sesto posto il responsabile triestino Francesco Clun. Dall’altra parte ci sono invece la Sinistra, che schiera Silvia Prodi e pure due regionali come Andrea Bellavite e Iztok Furlanic, e il Partito comunista, con Marco Rizzo capolista. All’esordio è poi il Partito Pirata,

ma nella scheda elettorale compaiono altre liste minori, due delle quali animaliste: al Partito animalista (capolista Cristiano Ceriello) si è aggiunto anche Ora-Rispetto per tutti gli animali (Michela Dossa). In attesa della verifica delle trentamila firme necessarie per presentarsi nella circoscrizione sono anche i Popolari, con l’ex senatore trentino Ivo Tarolli capolista, +Europa, in abbinata con Italia in Comu-

ne del sindaco di Parma ed ex grillino Federico Pizzarotti, il Popolo della famiglia (Mirko De Carli) e quello delle Partite Iva (Manuela Malandrucco), Gilet arancioni (Antonio Pappalardo), Europa Verde, con la storica ambientalista Silvia Zamboni capolista e la triestina Tiziana Cimolino settima, e Parlamentare indipendente, lista monocandidato con Lamberto Roberti. – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

di reazione. Non vede quindi i leghisti così motivati come lo furono i democratici cinque anni fa? La Lega arriverà prima, supererà probabilmente il 30%, ma dubito si avvicini al 40%. In parte la sua corsa si è fermata, si vedono alcuni mal di pancia. In caso di trionfo, la Lega forzerà per impadronirsi in solitaria del governo? Quello europeo è un voto di verifica politica interna, l’Europa non c’entra nulla. Servirà dunque senz’altro a misurare rapporti di forza e determinerà strategie conseguenti. Il capolista a Nordest del listone Pd, Calenda, ha parlato del 25%. Troppo ottimista?

TRIESTE. Se Furio Honsell, spinto dal movimento che lo ha portato in Regione, Open Fvg, e da Articolo 1, trova posto nel listone del Pd, c’è pure una sinistra a sinistra del Pd. La lista che scende in campo alle europee si chiama “la Sinistra”, il nome più semplice. Da capolista c’è Silvia Prodi, nipote del Professore che fondò l’Ulivo, ma compaiono anche due esponenti locali: il sindaco di Aiello Andrea Bellavite e Iztok Furlanic, già presidente del Consiglio comunale di Trieste. Si tratta della sinistra che non ha alcune nostalgia della coalizione con il Pd e dunque nemmeno voglia di ritrovare un’ala protettiva. Si sono messi assieme Sinistra Italiana, Rifondazione, Altra Europa con Tsipras e società civile con l’obiettivo, non facile, del 4%. Bellavite, dopo essere stato candidato alle comunali di Gorizia nel 2007, è ora sindaco del paese di cui è stato parroco. «Sono molto vicino alla prospettiva proposta da Yanis Varoufakis – spiega –: il rilancio dell’Europa attraverso l’attenzione alle persone deboli, una migliore accoglienza, la libera circolazione delle persone, il superamento di egoismi e razzismi e il diritto al lavoro. Chi mi ha cercato? L’area di Rc, ma correrò da indipendente. Mi sono messo a disposizione senza pretese, cercando di dare un contributo». I nomi di maggior peso del Fvg sono comunque quelli dei due uscenti Isabella De Monte e Marco Zullo, di nuovo candidati dai rispettivi partiti, Pd e M5S. La Lega ha preferito scegliere tra le seconde file, forte di un consenso elettorale che potrebbe trascinare Marco Dreosto e Elena Lizzi, mentre Fi, pure stavolta, ha dovuto chiedere il sacrificio alla coordinatri-

Militanti del Partito Pirata tedesco in una foto dall’archivio

ce Sandra Savino. Tra le liste iscritte alla corsa non mancano, in particolare tra quelle minori, le curiosità. Ci sono i comunisti e i neofascisti, gli animalisti, i Popoli della Famiglia e delle Partite Iva, pure i Gilet arancioni dell’ex ge-

In campo “assieme” l’ex prete goriziano Bellavite e il triestino rifondarolo Furlanic nerale dei carabinieri Antonio Pappalardo, leader di Liberazione Italia, vicino al movimento dei Forconi qualche anno fa, e perfino il Partito Pirata, che schiera come capolista Luigi Gubello, ventotettenne di Portogruaro noto con il nickname di Eva-

«Il popolo del Pd potrebbe essere spinto da un moto d’orgoglio e di reazione»

«Berlusconi eletto? Con nomi in generale poco competitivi il capolista è favorito»

Più realistico che il Pd si collochi a metà tra il 20% e il 25%, ma appunto dipende da quanto forte sarà la reazione. Premesso che la campagna elettorale deve ancora cominciare, vedo favorito il Pd sul M5s per il secondo posto. Berlusconi ancora capolista. Cosa si aspetta per Fi? Sarà l’ultima campagna elettorale di Berlusconi. Che Fi superi o non superi il 10% stiamo ragionando di quote molto basse per un partito che aveva

un terzo del voto degli italiani. Berlusconi sarà eletto? Le liste sono generalmente così poco competitive che il capolista parte favorito. Vale anche per la Lega, priva di candidati di peso che giochino il tutto per tutto. Quali le sembrano a Nordest le liste più competitive? Lo è quella del Pd. Molto importante sarà anche la questione della preferenza di genere. Tra i dem per esempio, tolto

riste Gaulois, studente di matematica ed esperto di sicurezza informatica denunciato da Davide Casaleggio per una presunta intrusione informatica dopo aver segnalato alcune falle nella piattaforma Rousseau. L’obiettivo dei “pirati” è la libertà di conoscenza e dunque il nemico è ogni forma di censura nella società e su internet. E poi c’è la lista Parlamentare indipendente di Lamberto Roberti, già candidato in solitaria più volte in passato, che sul profilo Twitter si presenta così: «Democrazia Solipsista. Dei Cittadini. Dei molti Uomini. Non dei pochi come l'Oligarchia. Voto eguale e diretto. Uomini in Parlamento e non Partiti». — M.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Calenda, nessuno è sicuro di essere eletto. Ci sarà una competizione totale tra le donne, con tre o quattro uomini che contano di farcela. In Fvg la lista 5 Stelle si presenta in un solo comune degli oltre 100 al voto amministrativo. I 5 Stelle stanno rinunciando a una presenza amministrativa locale. D’altro canto, le prove che ha dato il loro governo nei comuni sconsigliano di continuare su quella strada, mi pare sia diventata una strategia. In ogni caso anche altri partiti non presentano le loro liste in numerosi comuni. La trasversalità nelle amministrative è ormai una regola. — M.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 LA NUOVA

MESTRE

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proroga in città Metropolitana

lo chiede la MUnicipalità

Più traffico con l’Iperlando confermati lavori da 3 milioni

Vallenari bis, innesto con il supermercato Alì per ridurre il traffico

Nuovo studio sulla viabilità tra tangenziale e via Caravaggio per il centro commerciale che si farà nonostante i ritardi: previste quasi 6.500 auto l’ora

Nuovi supermercati e viabilità, tema “caldo” anche per la Municipalità di Mestre Carpenedo. Nell’ultima seduta di consiglio municipale, martedì sera, la Municipalità ha votato un documento che interroga il sindaco Brugnaro chiedendo la realizzazione di un collegamento diretto tra via Grassi e via Bissagola e la Vallenari bis in modo tale da far passare per la nuova viabilità i bilici che andranno a rifornire il nuovo supermercato del gruppo Alì in costruzione alla fine di via Sforza, piccola strada che si affaccia su via Bissuola. Questo per «evitare interferenze» tra mezzi pesanti e centro abitato. La Municipalità invita la giunta comunale anche a portare a termine il percorso ciclopedonale per collegare la Vallenari bis alla pista che passa davanti ad un altro supermercato, l’In’s nel quartiere Pertini. Richiesta che era già stata nei mesi scorsi considerata di rilievo anche dall’assessore comunale alla Mobilità Renato Boraso che aveva promes-

Mitia Chiarin IperLando: aggiornati gli studi sul traffico nella richiesta di proroga della valutazione di impatto ambientale, presentata dalla Terraglio Spa alla Città metropolitana. Le analisi eseguite nel 2016 sono state ripetute alla fine del 2018 stimando il traffico indotto da un nuovo grande centro commerciale ( 7.990 metri quadri, con 4.805 mq di alimentare e 3.185 mq di non alimentare a cui si aggiunge una superficie di 6.862 metri quadri di commerciale con 4.805 mq di alimentare e 2.057 di non alimentare e una terza per 1.128 metri quadri di non alimentare). I conteggi portano i consulenti a prevedere (si legge nella relazione) una «velocità media dei veicoli lievemente minore a causa dell’aumento dei volumi di traffico» con un maggiore ritardo medio per veicolo. I dati parlano di uno scenario zero (l’attuale) in cui si con-

Un disegno mostra la vastità del progetto della Terraglio Spa

teggiano 5.961 veicoli l’ora che diventeranno 6.481 veicoli l’ora con il centro commerciale aperto. La velocità media dei mezzi scende da 32,7 a 31,7 chilometri con un ritardo che passa da 59,9 minuti a 74,4 e un ritardo per auto che passa da 33,9 a 38,5 secondi. Valutati anche gli snodi vicini come via Bella, verso Auchan. I tecnici affermano che nello

scenario ipotizzato «si verificano ritardi e accodamenti maggiori su alcuni rami viari», anche se il «livello di servizio rimane buono». I consulenti cercano di tranquillizzare ma in una area già fortemente condizionata dai centri commerciali come quella dell’Aev Terraglio con il nuovo IperLando ci sarà più concorrenza ma anche più traffico. Invariati quin-

la scoperta

di i dati «già emersi con le campagne di rilevazione del 2016». E soprattutto sono confermati i cantieri da 3 milioni di euro per il potenziamento della viabilità nonostante i ritardi con cui procede il progetto. D’accordo con Cav i privati potenzieranno l’innesto sulla uscita Castellana, allargando la carreggiata di via Caravaggio. Previste una corsia dedicata e separata di accesso a IperLando; il raddoppio della corsia di ingresso in rotatoria per la rampa in uscita dei veicoli provenienti da Trieste con una corsia a destra di accesso diretto a via Caravaggio; il raddoppio della corsia di uscita dalla tangenziale per i veicoli provenienti da Padova; il prolungamento della corsia riservata verso via Ceccherini. In via Caravaggio il passaggio pedonale regolato da semaforo sarà sostituito da una passerella ciclopedonale. I critici si chiedono se basteranno questi lavori a prevenire futuri ingorghi. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

so interventi in tal senso durante i cantieri per finire i cantieri della Vallenari bis che colllega Favaro a via Vespucci ed è una viabilità da sfruttare maggiormente per liberare dal traffico vie del quartiere. La votazione è avvenuta a maggioranza. Ma va anche segnalato che l’opposizione di centrodestra ha poi deciso di abbandonato il consiglio al momento del voto sulla delibera del rendiconto del bilancio comunale per contestare la maggioranza di centrosinistra. «Hanno presentato un documento che nulla aveva rispetto all’oggetto. Non avevano i numeri per l’approvazione e il presidente, invece di metterlo al voto, ha accolto la richiesta di un consigliere di sospendere la seduta», dice la consigliera di centrodestra Monica Di Lella. «È evidente che attendevano di raggiungere il numero legale. La maggioranza è oramai al capolinea e il presidente dovrebbe prendere atto di non avere più i numeri per governare», dice la consigliera. — M.Ch.

i giovani per la confesercenti

Le impronte digitali dei Pfas Cinema all’aperto e musica Ca’ Foscari brevetta il sensore «Così si ravviva il centro» Anche i Pfas hanno impronte digitali: da Ca’ Foscari arriva un brevetto per scovarle e misurarne la concentrazione nell’acqua. Si tratta di un sensore elettrochimico capace di intuire la concentrazione di Perfluorottano Sulfonato (Pfos), tra le molecole della famiglia dei Pfas più diffuse e inquinanti. L’invenzione è opera del team coordinato dal professor Paolo Ugo e composto dalla professoressa Ligia Maria Moretto, dalla ricercatrice Angela Maria Stortini e dalla ricercatrice iraniana Najmeh Karimian, arrivata al Dipartimento di scienze molecolari e nanosistemi di Ca’ Foscari nel 2016. Il sensore impiega polimeri a stampo molecolare, una specie di “reticolo” creato ad hoc le cui cavità coincidono con le molecole di Pfas, balzate alle cronache del Veneto dopo lo scandalo ambientale di Trissino. Prima di poter arrivare nelle case e nelle aziende interessate (ad esempio, quelle che gestiscono reti idriche), manca tuttavia un ultimo passaggio. Forse il più rilevante: occorre infatti l’investimento industriale per ingegnerizzare il dispositivo che rende facilmente fruibile sul display la misura effettuata dal sensore. Il risultato finale sarà un apparecchio simile al glucometro, quello per intendersi comunemente utilizzato per misurare la glicemia.

Cittadini mobilitati contro i Pfas

«Oggi», spiega Paolo Ugo, professore di Chimica analitica a Ca’ Foscari e coordinatore del team di inventori del sensore, «servono costose analisi di laboratorio per misurare la concentrazione di Pfos, mentre il nostro sensore permette un riscontro sul campo, immediato e poco costoso, utile ad esempio a concentrare gli ulteriori approfondimenti analitici solo sui siti più inquinati». Ma quali sono i rischi per la salute legati all’accumulo di Pfas? Ad oggi una risposta definitiva non c’è. Di certo le prime ricerche confermano che

rischi per la salute effettivamente esistono. I composti perfluoroalchilici sono molto resistenti al degrado, servono a dare proprietà idrorepellenti ed ignifughe ai tessuti (ad esempio le giacche impermeabili). Per la loro persistenza nell’ambiente e accumulo negli organismi viventi, sono però considerati inquinanti pericolosi, tanto che la Regione ha fissato un livello nell’acqua per il consumo umano pari a 30 nanogrammi per litro. Una concentrazione ora riconoscibile dal sensore brevettato da Ca’ Foscari. — Eugenio Pendolini

Cinema all’aperto, musica, stand enogastronomici. Sono alcune delle proposte avanzate dagli studenti della 3 F del liceo scientifico Giordano Bruno all’interno del progetto di alternanza scuola lavoro per rivitalizzare il centro di Mestre in grave crisi, realizzato in collaborazione con la Confesercenti Città Metropolitana di Venezia e illustrato alla presenza del direttore Maurizio Franceschi, Alvise Canniello e Michele Lacchin, dalla professoressa Marisa Gruarin e dal dirigente scolastico Davide Frisoli nella cornice dell’M9. Un progetto costruito sulla città di Mestre e a contatto con le realtà imprenditoriali e commerciali, che rientra nella volontà di mettere a confronto nuove generazioni e piccole imprese su un tema “smart”, ovvero l’innovazione digitale, inserendo i 21 studenti nel progetto pilota Miglio Digitale che, da un paio di mesi, coinvolge 11 negozi nella realizzazione di interventi di innovazione digitale in maniera aggregata. I giovani hanno proposto due eventi per famiglie, uno per teenager e uno, infine per tutte le fasce di età. La prima proposta si chiama “Notte in bianco” e prevede Deejay Set in Piazzale Donatori di Sangue a metà giugno, dopo la fine della scuola. La seconda “Mestre il paese delle meravi-

Il Festival Show in piazza Ferretto

glie”, un weekend di maggio o giugno con stand e animazioni per bambini con letture ad alta voce, in collaborazione alle librerie in centro e laboratori di pittura in piazza Ferretto con allestimento di gonfiabili a pagamento. E ancora “Fun for family” in piazzale Candiani con stand “stile circense” e truccatori con la proposta di riprogrammare film per bambini anche della stagione precedente a prezzi agevolati e scontistiche per le famiglie nei ristoranti vicini con abbinata l’entrata al cinema. Da ultimo “Il Miglio Vivo”, un ciclo di eventi

di intrattenimento durante fine maggio e inizio giugno, a cadenza periodica, con cinema all’aperto in piazza Ferretto e serate con un comico di grande richiamo. Con i ragazzi ieri mattina Marisa Gruarin, referente del progetto, la docente che assieme ad altri due colleghi li ha seguiti passo passo fuori e dentro la scuola, e il dirigente scolastico Davide Frisoli, che ha lodato l’iniziativa, che fa davvero avvicinare gli studenti al mondo reale con le sue sfumature e complicazioni. — M. A.


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REGIONE

GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

La sfida delle elezioni europee

Lega grande favorita Pd e M5S inseguono Fdi insidia gli azzurri Il Carroccio veneto teme la concorrenza di Emilia e Friuli Tra i dem, guidati da Calenda, c’è il derby Variati-Moretti Filippo Tosatto VENEZIA. In un clima di campagna elettorale permanente, che condiziona l’operato delle istituzioni e acuisce la lotta fratricida nelle forze politiche, il Veneto si avvia al voto europeo con prospettive per molti versi ribaltate rispetto alla tornata precedente (correva il 25 maggio 2014), caratterizzata dal boom renziano e dal crollo della Lega “dia-

I sondaggi prevedono un ribaltone rispetto al boom renziano di cinque anni fa mantifera” di Bossi e Belsito. Allora, nella circoscrizione Nord Est, la lista del Pd superò i 43 punti percentuali surclassando i 5 Stelle (19%) mentre il Carroccio precipitò al 10%, superato di tre lunghezze da Forza Italia. UNO SCENARIO DIVERSO

Ben diverso lo scenario attuale dove i sondaggi accreditano un’impetuosa avanzata ai leghisti, con i dem in crisi di consensi, il M5S indebolito dall’esercizio di Governo, i berlusconiani disorientati e divisi. Ma il lustro alle spalle ha modificato anche la mappa politica regionale: l’Emilia meno rossa, il Friuli e il Trentino Alto Adige a vocazione salviniana, l’onda lunga di Luca Zaia nel Veneto autonomista; ancor più, nelle urne peserà il giudizio popolare sul ruolo dell’Unione europea: un porto sicuro di democrazia per alcuni, il simbolo della casta

prepotente per altri. Ma chi scenderà in lizza? BIZZOTTO, DA RE, I RUMORS

La Lega, si diceva, pregusta il colpo grosso, leggi sei-sette seggi sui 14 in ballo. Alle spalle di Matteo Salvini, capolista in ogni angolo d’Italia, i veneti favoriti nella corsa a Strasburgo sembrano l’uscente vicentina Mara Bizzotto ( «Saremo il primo partito e faremo la rivoluzione in Europa», proclama) e il segretario del partito Gianantonio Da Re; il veterano di Vittorio Veneto, tuttavia, è entrato in rotta di collisione con il gruppo dei consiglieri regionali (depennati in blocco dalla lista) e la circostanza potrebbe nuocergli sul territorio. Discrete le chance di partenza per Paola Ghidoni di Padova, Rosanna Conte di Caorle, Paolo Borchia (il veronese a capo di Lega nel Mondo) e Ilenia Rento presidente dell’Ater a Belluno, costretti però a fronteggiare il “fuoco amico” di emiliani, friulani e trentini che hanno via via incrementato la dote elettorale e le ambizioni di successo. TRE EX MINISTRI IN LIZZA

Profilo istituzionale per il partito democratico, che in prima linea schiera il romano Carlo Calenda (ministro dello Sviluppo economico di Renzi e Gentiloni) leader del movimento “Siamo Europei”, seguito dagli emiliani Elisabetta Gualmini (la vicepresidente della Regione) e Paolo De Castro, già titolare dell’Agricoltura con D’Alema e Prodi, che dopo aver escluso un terzo mandato europeo, ha optato per la ricandidatura. L’idea è di rivolgersi al popolo delle partite Iva e

delle imprese privilegiando competenza e pragmatismo. Al quarto posto c’è Achille Variati, per un decennio sindaco di Vicenza, spalleggiato da Nicola Zingaretti nella presentazione della sua campagna, a Padova: una presenza, quella del segretario nazionale, che non ha certo riempito di gioia Alessandra Moretti, diretta rivale del veterano in un derby tutto berico. Completano il drappello due trevigiani: l’ex senatrice Laura Puppato paladina ecologista e Antonio Silvio Calò, il docente in prima linea nell’accoglienza ai migranti, certo gradito a Cecile Kyenge, a capo del dicastero dell’Integrazione ai tempi del premier Letta e sua volta in lizza il 26 maggio . «LOTTA ALL’AUSTERITY»

A guidare la carica dei 5 Stelle sarà una giornalista coraggiosa, Sabrina Pignedoli di Reggio Emilia: le inchieste sull’infiltrazione della ’ndrangheta nel tessuto economico settentrionale le hanno valso minac-

Pignedoli, giornalista anti-’ndrangheta capolista dei 5 Stelle dopo le primarie on line ce di morte e un’esistenza sotto scorta; la base grillina, attraverso le primarie on line, l’ha voluta portabandiera. In campo anche Antonio “Anthony” Candiello, volto noto delle battaglie in difesa dell’ambiente a Porto Marghera, i militanti di lungo corso Simone Contro e Ulderica Mennella (lui vicentino, lei padovana)

Il Parlamento europeo di Strasburgo; in alto, in senso orario, i candidati Ilenia Rento (Lega), Achille Variati (Pd), Cinzia Dal Zotto (M5S), Federico Pizzarotti (+Europa), Sergio Berlato (Fdi), Irene Pivetti (Forza Italia)

e la sorpresa Cinzia Dal Zotto: feltrina di nascita, zurighese d’azione, insegna Economia e Business all’università di Neuchâtel: la giovane età abbinata ad un curriculum di prestigio hanno calamitato il favore dei simpatizzanti. «Finalmente con queste elezioni potremmo porre fine all’austerity e rimettere al centro l’ambiente e l’innovazione», le parole del portavoce Jacopo Berti nell’atto di depositare le candidature. SINDACO ZOGGIA IN LIZZA

In casa forzista la vigilia è stata scossa da un addio clamoroso, quello di Elisabetta Gardini: dopo vent’anni trascorsi fra Strasburgo e Bruxelles, la padovana è migrata in Fdi inveendo contro il presidente (azzurro) dell’assemblea, Antonio Tajani. La circostanza

Gardini corre a destra ma Berlato è sostenuto dalla lobby venatoria L’incognita + Europa coincide con l’intesa elettorale con Südtiroler Volkspartei, che assicura al Cavaliere-capolista una frazione percentuale in più su scala nazionale ma prevede un seggio sicuro agli altoatesini a scapito dei berlusconiani. La cordata comunque include l’imprenditrice triestina Sandra Savino e in rapida successione la rediviva Irene Pivetti. A spiccare, nella rappresentanza veneta, la senatrice padovana Roberta Toffanin, Valerio Zoggia sindaco di Jesolo, Matteo Tosetto vice a Vicenza, l’amministratore della Marca Emanue-

le Crosato e Anna Leso, già assessore tosiana a Verona. DAI COMUNISTI AI FASCI

A insidiare il bacino di centrodestra concorre Fratelli d’Italia capitanata da Giorgia Meloni: il favorito sembra Sergio Berlato, vecchia volpe vicentina sostenuta dalla lobby venatoria, che se la vedrà con la Gardini (rieccola) e l’uscente trevigiano Remo Sernagiotto. Tant’è: ad inseguire la soglia “vitale” del 4% c’è anche Federico Pizzarotti con +Europa-Italia in Comune, modeste invece le chance degli altri simboli, che spaziano da La Sinistra e il Partito comunista all’ultradestra di Casapound e Forza Nuova non senza una concessione - leggi Gilet arancioni - al ribellismo sovranista che agita il continente. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

IL COMMENTO

VINCENZO MILANESI

Se i nostri ministri protestano contro l’Europa matrigna

gari qualificata, senza diritti di veto per nessuno. Questo è il vero deficit di democrazia. La democrazia non si fa con gli unanimismi. Peccato poi che molti dei Ministri del nostro Stato partecipino di rado, o addirittura mai, ai Consigli Europei che li riguardano, come è facile dimostrare. Anche se poi protestano contro l’Europa “matrigna”. Ma a protestare si fa meno fatica, e si lucrano magari anche consensi elettorali con poca spesa…Poco importa al loro se con danno degli interessi nazionali, quelli veri, che vanno tutelati nelle sedi opportune e deputate.

G

iorno più, giorno meno, siamo ormai ad un mese dalle elezioni per il Parlamento europeo. Nelle quali, ed è un bene, forse per la prima volta la contesa è accanita ed al centro dei dibattiti c’è l’Europa, con tutti suoi problemi. L’Europa di oggi è una forma di confederazione tra Stati sovrani, i rapporti tra i quali, al suo interno, si basano su trattati liberamente sottoscritti. Oltre al Parlamento, ci sono altri organi di governo di questa

confederazione. C’è innanzi tutto il Consiglio europeo, di cui fanno parte i capi di Stato e di Governo. C’è il Consiglio dei Ministri europei, del quale fanno parte i ministri degli Stati membri. Oltre alla Bce, per i Paesi che hanno adottato la moneta comune e che fanno parte della cosiddetta “zona euro”, ed alla Corte europea di Giustizia. C’è infine, temuta tanto quanto (da alcuni) vituperata, la Commissione Europea. Può sembrare un’architettura istituzio-

nale un po’ barocca, ed in un certo senso lo è, ma ce ne è bisogno, se si vuole cercare di tenere insieme una realtà complessa e composita, fatta di tante diversità. Che non è mai passata alla fase costituente di quegli Stati Uniti d’Europa vagheggiati dai Padri Fondatori, rimanendo una confederazione a sovranità “debole”, perché condivisa solo su un numero circoscritto di materie, alla fin fine. Con buona pace di quelli che la vogliono “cambiare”, questa nostra povera Unione

Europea, per renderla una confederazione a sovranità ancora più debole. “Cambiarla” perché non ha una struttura di governance democratica, dicono. Ma non è così non è. Il “luogo” dove si costruiscono le norme europee che vincolano gli Stati è il Consiglio dei Ministri europei, vero organo-chiave di decisionalità che trasforma in leggi europee una volontà comune, che si forma –badiamo bene- attraverso accordi tra Ministri di Stati sovrani e democratici. Tutti i

componenti degli organismi di governo europeo, Commissione Europea compresa, sono nominati dai Governi degli Stati sovrani e democratici che ne fanno parte. Non sono tecnocrati che agiscono in modo autoreferenziale ma delegati dei Governi nazionali che danno applicazioni a norme che quei Governi hanno approvato. Il vero problema politico della governance dell’Unione è l’unanimità richiesta per molte decisioni che andrebbero invece prese a maggioranza, ma-

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L'ARENA

Giovedì 18 Aprile 2019

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PESCANTINAEBUSSOLENGO. Ierilacommissionedi Valutazionedi impattoambientale harespintolerichiestedi Iniziative Veronesirelative ad Arcèe Settimo

Pontidiga,Venezia bocciai dueprogetti Traimotivi delno,le conseguenzesugliabitati eladistanza trale pileinsufficiente aevitare ostruzioni Lino Cattabianchi

Il Comitato tecnico regionale di Via (Valutazione di impatto ambientale) del Veneto, ieri verso mezzogiorno, a Venezia, ha dato parere negativo respingendo così i progetti presentati da Iniziative Veronesi per le due dighe in prossimità dei ponti di Arcè e Settimo. Tra i motivi del parere negativo c’è il pregiudizio per gli abitati delle due frazioni, evidenziato anche nelle osservazioni presentate dal Comune di Pescantina. Il parere negativo del Comitato tecnico Via ha cassato i progetti principalmente per il mancato rispetto delle norme tecniche sulla costruzione dei ponti, in quanto la distanza tra le pile prevista nei progetti è inferiore ai 40 metri di legge, necessari a evitare ostruzioni al deflusso delle acque. Anche la Soprintendenza aveva dato parere negativo per il forte impatto dei due progetti sia sui centri storici di Arcè e Settimo, sia sul paesaggio fluviale. Durante l’istruttoria sono state evidenziate anche le criticità viabilistiche connesse al traffico di attraversamento dei due borghi storici. Esprime soddisfazione il sindaco di Pescantina, Luigi Cadura: «Questo ulteriore ri-

Esulta l’amministrazione Cadura, era invece favorevole agliinterventi quelladiBrizzi

sultato positivo premia il forte impegno dell’amministrazione nelle questioni ambientali. Si giunge oggi al diniego da parte della Commissione Via della Regione Veneto dei due interventi che avrebbero fortemente compromesso il rapporto tra Pescantina e il suo fiume. Ciò dimostra una volta di più che quando un’ amministrazione si impegna ponendo al primo posto la tutela proprio territorio e dei suoi abitanti si ottengono risultati di rilievo». Ribadisce l’assessore all’urbanistica, Paola Boscaini: «Gli obiettivi raggiunti sono estremamente positivi per un Comune che deve puntare sulla salvaguardia del proprio territorio per migliorare la qualità di vita dei propri cittadini e sviluppare la potenzialità turistica legata alle risorse naturali come il nostro fiume che, dopo il risultato odierno, può continuare a scorrere tranquillo». La vicenda dei due ponti diga di Arcè e Settimo era stata messa in moto da una richiesta presentata alla Regione Veneto da Iniziative Veronesi srl, su progetto Technital, per l’installazione di due turbine per la produzione di energia elettrica utilizzando due tratti del fiume Adige e prevedendo come opere compensative la costruzione di due nuovi ponti in sostituzione degli attuali gemelli, che risalgono agli anni ‘50. Questa prospettiva di una nuova configurazione del fiume Adige aveva determinato posizioni nettamente differenziate tra i due Comuni proprietari al 50 per cento dei due attuali ponti. Pescantina, dove sono nati i

due comitati di Arcè e Rovejago e di Settimo, aveva dichiarato la sua contrarietà all’opera esponendo nei termini una serie di osservazioni presentate alla Commissione Via regionale. Al centro l’impatto per il territorio, in particolare per Pescantina, molto più legato al fiume; le garanzie e sicurezze dal punto di vista idraulico, la scarsa distanza dell’abitato dal fiume. «A questo andrebbe aggiunto che la trasformazione della morfologia del fiume avrebbe portato sicuramente a cambiamenti del contesto, della vegetazione e della fauna con una trasformazione della strada alzaia e pesanti riflessi viabilistici sui centri abitati di Arcè e Settimo», puntualizza Cadura. Bussolengo, al contrario, aveva mostrato una aspettativa più positiva nei confronti dell’operazione dei ponti diga. Favorevole, infatti, si era detto l’assessore ai lavori pubblici Claudio Perusi, specialmente per un possibile collegamento a due corsie che prevedesse anche le piste ciclabili sul ponte di Settimo. E favorevole si era detto anche per il ponte di Arcè, purché fosse mantenuto nella stessa posizione. «Ora rimane i piedi», conclude l’assessore ai lavori pubblici di Pescantina, Paola Zanolli, «il problema del consolidamento del ponte di Settimo che viene fatto in collaborazione col Comune di Bussolengo per riparare le criticità emerse da un sopralluogo dei due sindaci e dei due uffici tecnici. La spesa prevista è di 35mia euro e l’inizio dei lavori è imminente». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Brevi BUSSOLENGO GIORNATAECOLOGICA DIPRIMAVERA CONRACCOLTA RIFIUTI Domenica 28 si svolgerà la giornata ecologica «Benvenuta primavera», organizzata dal Comune di Bussolengo, assessorato all’ecologia, in collaborazione con le associazioni del territorio per sensibilizzare la popolazione al rispetto dell’ambiente. Ci sarà una raccolta straordinaria di rifiuti in alcune zone del paese e l’esposizione, con prova gratuita, di mezzi di auto, moto e bici elettriche. L’iniziativa si svolgerà dalle 9.30 alle 12.30, ed è riservata a partecipanti adulti che dovranno avere abbigliamento e calzature adeguate. Il punto di ritrovo è fissato per piazza XXVI Aprile. Per partecipare occorre iscriversi telefonando all’ufficio ecologia al numero 045.6769975 o scrivendo all’email : ecologia@comune.bussolengo.vr.it. entro domani. L.C.

Ilprogetto delponte digachesi voleva realizzareadArcè

PESCANTINA ILGRUPPOFOTOGRAFICO PROIETTAIMMAGINI ALLABOCCIOFILA È in programma una proiezione del Gruppo Fotografico Pescantina, oggi al Circolo Bocciofila, alle 21. Sullo schermo i santuari di San Romedio, della Madonna della Corona e lo spettacolo della Cascata del Varone nelle immagini di Franco Cavallaro. Ingresso libero. L.C.

Ilprogetto delponte digapensatoper Settimo

AMBIENTE. Èstatobrevettatoun sensorein gradodi misurarelaconcentrazione diinquinanti

Livelli legali di Pfas nelle acque Attesalarispostadall’Europa Lanormativada Bruxelles dovrebbearrivareentro lafinedel2019 Pfas: entro la fine dell’anno arriveranno limiti europei. A fare questa previsione è il ministro dell’ambiente, Sergio Costa. «Abbiamo chiesto ed ottenuto, superando la contrarietà degli altri Paesi europei, di inserire valori stringenti per queste sostanze all’interno della direttiva «Acque potabili»», afferma Costa. Al governo puntano a dare una dimensione europea al problema dei Pfas: «Il Consiglio», ha continuato Costa, «ha adottato l’orientamento al consiglio dei ministri dell’ambiente Ue di marzo, mentre il Parlamento europeo ha adottato il proprio testo a fine marzo. Non ci sono più i tempi tecnici per chiudere l’accordo tra i due co-legislatori prima delle elezioni, ma abbiamo la fondata spe-

ranza di farlo entro la fine dell’anno solare», precisa il ministro. Che poi rivela: «Incontreremo a breve il presidente del Veneto Zaia, insieme al ministro della salute Giulia Grillo». Le parole di Costa sono arrivate nel giorno in cui il direttore dell’Area tutela del territorio della Regione, Nicola Dell’Acqua, nominato anche il commissario all’emergenza Pfas, ha scritto ai colleghi delle Regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna per metterli in guardia su quello che sembra essere diventato un caso di inquinamento senza confini. La missiva di Dell’Acqua ha fatto seguito alla scoperta dell’Arpav, che nelle acque del Po, in un’area posta nel Comune polesano di Castelmassa, c’è una presenza decisamente

anomala di una delle sostanze perfluoro-alchiliche di più recente utilizzo. Si tratta del C604, che può venire usato al posto dei perfluorati di più vecchia concezione e che era stato trovato, nell’agosto scorso, anche vicino alla Miteni con sede a Trissino nel Vicentino. Si tratta dell’azienda, ora in fallimento, che secondo Arpav è responsabile per oltre il 97 per cento della contaminazione da Pfas di acqua nell’area posta a cavallo fra le province di Verona, Vicenza e Padova. Gli 80 nanogrammi per litro d’acqua di C604 trovati nel Po costituiscono, secondo Dell’Acqua, una presenza ben più rilevante di quella verificata. «Se pensiamo che la falda inquinata dall’azienda di Trissino viaggia per un metro cubo al giorno mentre il

Po porta in media 12 milioni di metri cubi di acqua ogni 24 ore, risulta evidente che si tratta di situazioni dalle entità molto diverse tra loro», spiega Dell’Acqua. L’ipotesi è che ci sia una fonte di contaminazione a monte dell’area in cui il C604 è stato trovato nel Po. La Regione, in una nota, afferma infatti che tale presenza «non può pervenire dal sito inquinato di Trissino». Da Venezia, oltre alla segnalazione, con offerta di aiuto, alle Regioni vicine, ieri era venuto un nuovo appello al Governo volto ad ottenere l’adozione di limiti alla presenza dei Pfas nelle acque che siano validi per tutta Italia. Dal luglio del 2013, il mese nel quale si è saputo dell’inquinamento da Pfas in Veneto, ad oggi nessuno ha stabilito dei

Lemamme no Pfashannomanifestato ancheaBruxelles nelgiugno dell’anno scorso

valori che debbano essere rispettati su tutto il territorio nazionale. Il governatore Luca Zaia ha quindi chiesto che Roma stabilisca come limite per i Pfas lo zero. Quel valore zero che Dell’Acqua ricorda essere vigente per quanto riguarda le acque destinate al consumopresenti nell’area più esposta alla contaminazione della nostra regione, la zona rossa, dall’ottobre del 2017.

Infine, una buona notizia. I ricercatori dell’università Ca’ Foscari di Venezia hanno brevettato un sensore elettrochimico che riesce a misurare in maniera immediata la concentrazione di Pfos, una delle molecole della famiglia dei Pfas più diffuse e inquinanti. «Oggi servono costose analisi di laboratorio per misurare questo inquinante, mentre il nostro sensore permette un riscontro sul campo, che è im-

mediato e poco costoso», spiega Paolo Ugo, professore di Chimica analitica che ha coordinato le ricerche. Il brevetto ora dovrà affrontare un passaggio di messa a punto definitiva, la cosiddetta ingegnerizzazione. Alla fine sarà possibile diffondere l’uso di un dispositivo che renderà visibile su un piccolo schermo, i valori di Pfos presenti nelle acque. • L.F.


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VENEZIA E MESTRE

Giovedì 18 Aprile 2019 Corriere del Veneto

Marghera ma non solo Spese pasquali difficili rilancio in sette progetti Scioperano i dipendenti di Sma Simply e Metro 60 milioni sul tavolo

Al bando di Invitalia anche lo sviluppo della Certosa IlgruppoAuchanvorrebbecederemoltipuntivendita Pilkington bonificherà una parte della sua area, per costruire una nuova area coperta in modo da adeguare l’attività logistica a quella produttiva: investirà 7,2 milioni di euro e confida di riceverne 5,1 di finanziamento. Sirai, la società del presidente di Confindustria Venezia, Vincenzo Marinese, ha invece puntato sulla realizzazione di impianto mobile per recuperare i materiali pericolosi contenuti all’interno di serbatoi, al costo di 2,7 milioni (1,9 la richiesta di contributo). Ma non c’è solo Marghera, visto che in lizza si è presentata anche Vento di Venezia di Alberto Sonino, che ha un progetto per rinnovare in senso hi-tech gli ormeggi del porto turistico all’isola della Certosa, implementare i servizi a terra e poter ospitare imbarcazioni di dimensioni anche maggiori (8 milioni e mezzo di investimenti, 6 e mezzo richiesti). Sono alcuni esempi dei progetti che, dopo un anno di lavoro, sono stati presentati al bando di Invitalia per il rilancio dell’area di crisi industriale complessa di Venezia. Lunedì scadevano i termini e sul tavolo dell’agenzia nazionale sono arrivati sette progetti, per un totale di investimenti

Area industriale Nel bando ci sono 20 milioni di contributi dello Stato e 6,7 della Regione per progetti di sviluppo con possibilità di posti di lavoro

VENEZIA

di quasi 59 milioni, di cui 38,7 di finanziamento pubblico, con una previsione di 87 nuovi occupati. In realtà di soldi sul tavolo ce ne sono meno – 26,7 milioni, 20 dello Stato e gli altri della Regione Veneto – e forse anche questo ha un po’ smorzato gli entusiasmi della prima fase, quando alle manifestazioni di interesse erano arrivate 59 proposte per 600 milioni di euro complessivi. Oltre alle citate, in lizza ci sono anche Slim Fusina Rolling (il progetto più ambizioso, 25 milioni e mezzo nell’area ex Alcoa), 3V Sigma, San Marco

Petroli e Siru, i cui piani saranno ora vagliati da Invitalia. «E’ la conferma che Venezia e Porto Marghera attraggono investimenti», commenta soddisfatto l’assessore di Venezia Simone Venturini. «Quando ci sono dei contributi le aziende si muovono, compresa la mia - aggiunge Marinese - Oltre a questi ci sono altri importanti investimenti in corso, penso a Fincantieri o Veritas, e tante aziende che stanno valutando in questo clima, purtroppo, di incertezza». (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

MESTRE Spese difficile nel week end pasquale. Domani e sabato incroceranno le braccia decine di lavoratori della grande distribuzione in tutta la regione per protestare contro decisioni aziendali giudicate rischiose dai lavoratori e dai sindacati. Gli ultimi in ordine temporale ad aver annunciato uno sciopero e un presidio sono i lavoratori dei supermercati Sma Simply, azienda del colosso francese Auchan che nel veneziano conta una dozzina di punti vendita e in Veneto dà lavoro a oltre 500 persone. «Le voci sulla vendita di alcuni supermercati Sma Simply si susseguono da mesi e si fanno sempre più insistenti – commenta la segretaria Filcams Margherita Grigolato – Nonostante le forti preoccupazioni che abbiamo espresso all’azienda, non riusciamo ad arrivare a un confronto né a un chiarimento». Sabato, giorno cruciale per gli acquisti pasquali, di fronte al Simply di via Carducci a Mestre si svolgerà un presidio di due ore dalle 10 alle 12. I rumors, che proseguono da mesi a livello nazionale, su cui i rappresentanti sindacali chiedono delucidazioni riguardano la cessione di «molti se non tutti i più di 250 punti vendita a gestione diret-

Via Carducci Uno dei supermercati Simply di Mestre, che fanno parte del grande gruppo francese Auchan: qui si svolgerà il presidio di protesta sabato mattina

ta», scrivono in un volantino Filcams, Fisascat e Uiltucs, ad altri gruppi come Gross e Arena, anche se Conad sarebbe il più quotato per le acquisizioni, ma tra le ipotesi rientrerebbero anche altri player. «Abbiamo richiesto l’intervento del Ministero dello Sviluppo economico» spiegano i sindacati, che accusano Sma Simply di aver finora fornito «informazioni parziali e poco attendibili». Domani saranno invece i dipendenti di Metro di Marghera (e in tutta Italia) a incrociare le braccia. A far scattare lo stop

è il mancato accordo per il rinnovo del contratto integrativo: per i rappresentanti dei lavoratori la proposta ricevuta non farebbe altro che introdurre ulteriore precariato, più flessibilità con turni spezzati e legare i premi salariali a obiettivi irraggiungibili. L’azienda ha replicato che la sua intenzione è migliorare la conciliazione vita-lavoro dei dipendenti e il nuovo regolamento al posto dell’integrativo punta al «migliore equilibrio tra le esigenze dei clienti ed i bisogni dei dipendenti». (a.r.t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

All’Accademia

Chioggia

Calci e pugni in campo la vittima in ospedale

Bambino nato morto due sanitari a processo

L

I

o hanno accerchiato e malmenato a suon di calci e pugni. A distanza di due giorni, un 28enne albanese è ancora ricoverato all’ospedale dopo essere stato aggredito da un gruppo di cinque persone. Ha riportato una frattura al cranio e i medici hanno preferito trattenerlo in osservazione. L’episodio è avvenuto lunedì alle 17: il giovane, mentre si trovava nei pressi dell’Accademia, nella zona di Campo Santo Stefano è stato aggredito. I carabinieri, che stanno indagando sulla vicenda, escludono che si sia trattato di un pestaggio da parte della baby gang già responsabile di diversi episodi. Lo hanno confermato anche i testimoni, che hanno raccontato ai militari di aver visto quattro o cinque uomini, non ragazzini. Il 28enne forse conosceva i suoi aggressori e non è escluso che si sia trattato di una rissa. Al momento, la situazione non è stata chiarita perché il giovane sarà sentito nei prossimi giorni e potrà aiutare gli investigatori a identificare il gruppo. I carabinieri stanno intanto visionando le immagini delle telecamere. (e. bir.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

l processo si annuncia combattuto, visto che il pm Giorgio Gava ha portato a giudizio i due imputati nonostante il suo consulente avesse escluso responsabilità. Ma il magistrato, letta la relazione del medico di parte civile, si è convinto che un ginecologo e una ostetrica dell’ospedale di Chioggia abbiano gestito male il parto di una donna padovana, avvenuto l’1 settembre 2016, quando il bimbo però è nato già morto. E ieri è iniziato per loro il processo, in cui sono accusati di aborto colposo. Secondo la ricostruzione dell’accusa, infatti, la donna era entrata in ospedale poche ore prima e già alle 2.30 era stato eseguito un tracciato che mostrava la sofferenza del feto. Un nuovo esame poco dopo le 7 aveva evidenziato l’emergenza ed era stato eseguito il taglio cesareo, purtroppo in ritardo. Le difese invece sostengono che tutto sia stato fatto in maniera corretta e che il rischio fosse emerso solo nel secondo tracciato, che ha portato al cesareo nel giro di mezz’ora. All’inizio erano state indagate altre due ostetriche, poi archiviate. (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


BELLUNO

GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

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Operazione della squadra mobile l’inchiesta

Belluno come Rogoredo «Una centrale di spaccio» Il pm Faion parla di «indagine dura ma efficace». Zonno: «Erano professionali» Il vicario Ferrari: «Già segnalati per la revoca del programma di protezione»

le immagini

Spaccio alla luce del sole ripreso dalla Scientifica I tre richiedenti asilo sono stati arrestati nelle abitazioni in cui erano ospitati, come si può vedere anche dalle fotografie: la 5). In alto alcune immagini documentate dalle riprese della polizia scientifica che ha filmato la vendita di droga con strumentazione dotata di teleobiettivo: nelle foto 1), 2) e 3) si possono notare un cliente che acquista da uno dei tre richiedenti asilo finiti in carcere, e consumazioni sul posto. Nelle foto 4) e 6) e nell’altra pagina, i tre stranieri arrestati. Nella foto piccola, le autorità in conferenza stampa.

BELLUNO. Erano “professionali”: così il gip Elisabetta Scolozzi nella quarantina di pagine di ordinanza, in cui si motiva la custodia in carcere nei confronti dei tre richiedenti asilo. «Si perfezionavano giorno dopo giorno e stavano crescendo anche nelle accortezze. Avevano messo su un giro diverso per la piazza di Belluno: inusuale. Un po’ come il bosco Rogoredo a Milano, ma in salsa bellunese: il meccanismo era uguale», hanno puntualizzato gli inquirenti. I particolari dell’inchiesta sono stati resi noti in una conferenza stampa in questura, che ha visto intervenire anche il pm titolare del fascicolo Marco Faion. «È una attività tecnica importante con dispendio di molte energie e risultati ottimi», spiega il sostituto procuratore, «fra la droga intercettata, anche cocaina ed eroina, oltre marijuana e hashish. Il numero di clienti era molto elevato nell’area dello spaccio a Lambioi, i consumatori trovavano sempre qualcuno che potesse rifornirli e tra di loro c’erano moltissimi minorenni. È in atto un’ulteriore attività di riscontro su altri soggetti, oltre agli arresti e all’indagato». «È stata una attività dura condotta a ritmo serrato», ammette il capo della Mobile Vincenzo Zonno, «dovevamo impedire che si formasse una piazza di spaccio a Belluno. La polizia scientifica si è appostata e ha fatto delle riprese: vedevamo che i soggetti coinvolti ogni giorno erano lì, nel boschetto, mentre nell’ultimo periodo avevano anche una vedetta a sorveglianza della loro attività».

Da sinistra, il pm Faion, il vicario Ferrari, il capo della Mobile Zonno e Zuglian. Sotto il questore Aprile

L’operazione ha coinvolto tutti gli uffici della questura di Belluno e i reparti venuti da Padova: «Il questore ha messo in campo tutte le forze a nostra disposizione, un po’

in tutti gli uffici», continua Zonno, «dalle Volanti alla Digos e altri. Con la Mobile, al momento degli arresti e delle perquisizioni, anche il reparto di prevenzione di Pado-

le reazioni

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Massaro e Zaia premono «Fatta la pulizia no a chi vende morte» BELLUNO. «Fatta pulizia, non

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vogliamo persone così»: così il sindaco Jacopo Massaro. «Con l’arresto degli spacciatori è stata restituita alla città un’area alla quale teniamo molto e che deve tornare a essere il Parco di tutti i bellunesi. La situazione ci era nota e attendevamo con trepidazione che le nostre forze dell’ordine concludessero le indagini e intervenissero. Noi siamo

per l’accoglienza, ma nella nostra città persone così non possono e non devono trovare posto. Speriamo che anche in questo caso si vada verso la revoca dell’accoglienza da parte della nostra prefettura, come correttamente è stato fatto in altri casi. Non è accettabile che, in cambio di aiuto, si venda morte». «Tutto ciò non deve essere usato per fare campagna elet-

va e le unità cinofile. Tutto sotto la regia della sezione antidroga e della procura con Faion». «Sono persone ospitate in strutture di accoglienza, alle quali sarà revocato il programma di protezione per richiedenti asilo. Sono già partite le segnalazioni all’ufficio immigrazione e alla prefettura», ha detto il questore vicario Federica Ferrari. «L’indagine non coinvolge le strutture di accoglienza provinciali, che hanno un alto sistema di controllo al loro interno, con il contributo della prefettura che ha sempre vigilato. La bontà dell’operazione sta anche nei tempi rapidi in cui si è evoluta, circa tre mesi». Soddisfazione è stata

torale», continua Massaro. «Ricordo che il decreto sicurezza rischia di far crescere situazioni simili anche nelle realtà tranquille come la nostra, per l’eliminazione dei concreti processi di integrazione, culturale e lavorativa, della maggior parte delle persone». Anche il governatore Zaia applaude: «Avanti con la pulizia nelle nostre città. Ringrazio, anche a nome di tutte le persone per bene, la squadra mobile di Belluno per la brillante operazione che ha portato all’arresto di spacciatori stranieri che ora ci auguriamo solo siano rispediti al loro paese in fretta. Il Veneto non è terra di conquista per chi pensa di venire qui a violare la legge e vivere di reati». —

espressa anche dal questore Lucio Aprile, «per l’importante risultato, frutto della sinergia tra istituzioni. Sono molto soddisfatto perché abbiamo messo la parola fine in tempi brevi a una gravissima attività illecita ai danni anche di minorenni, un vero e proprio supermercato della droga a cielo aperto». Congratulazioni anche dal prefetto Francesco Esposito a questore e personale della squadra mobile «per la brillante operazione che ha portato all’arresto di tre spacciatori che agivano a Lambioi. Nei confronti dei due richiedenti asilo coinvolti, la prefettura ha disposto la revoca dell’accoglienza». — Cristina Contento

Uno degli arrestati


XIII

Castelfranco

I TIMORI SUI BINARI DEI TESTIMONI «QUI NON CI SONO MOLTI CONTROLLI ORA INIZIAMO AD AVERE PAURA» Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

treviso@gazzettino.it

Offese alla fidanzata: rissa in stazione Studentessa diciassettenne presa in giro da un ghanese ` L’episodio ieri alle 8 sul binario, i pendolari spaventati il compagno la difende: la lite in treno poi la colluttazione «La ragazza era sotto choc, sanguinava da uno zigomo» `

Piano casa commissione disertata «Un peccato»

CASTELFRANCO Offese gratuite in stazione, il fidanzato della vittima non ci sta e in un baleno si arriva alla colluttazione. È accaduto ieri poco prima delle 8 lungo il binario 5 della stazione del treni. Una mattinata come le altre all’orario di punta: la stazione pullula di studenti e pendolari. Protagonisti una coppia di fidanzati, lei del 2002 lui del 2001 appena scesi dal treno della tratta Venezia-Vicenza. Tragitto che i due percorrono ogni mattina per recarsi a lezione ma, ieri insieme a loro è sceso anche un giovane, classe 1989 originario del Ghana e residente a Resana, con regolare permesso di soggiorno e lavoratore a Vicenza. I fidanzati e il 30enne quindi scendono tutti a Castelfranco e a questo punto, a quanto sembra, il ghanese avrebbe offeso la ragazza per i foruncoli pronunciati che ha sul volto. La giovane, risentita e arrabbiata ha risposto a tono. Vedendo la reazione della fidanzatina il 18enne è intervenuto in sua difesa mettendosi in mezzo alla discussione che in quel momento, ha iniziato ad avere toni piuttosto aggressivi tanto che i due si sono presi per il bavero della giacca.

I PRESENTI Alcuni testimoni che hanno assistito alla scena hanno temuto che la situazione potesse precipitare in una rissa, quando la ragazza si è messa di nuovo in mezzo e nel parapiglia sarebbe rimasta ferita. «Ho visto la ragazza che sanguinava dallo zigomo sinistro – spiega una testimone – Era in un forte stato di choc e piangeva». Attorno ai tre giovani si sono strette numerose persone presenti in stazione che hanno cercato di far calmare gli animi. Sul posto è intervenuta la polizia ferroviaria che ha portato i fidanzatini e il ghanese in ufficio per ricostruire l’accaduto. Al momento non ci sarebbe alcuna denunci; dopo essere stati interrogati, sono stati tutti rilasciati e i due ragazzi hanno proseguito verso scuola. L’accaduto ha spaccato in due il “popolo

CASTELFRANCO

L’AGGRESSIONE La stazione dei treni i Castelfranco dove ieri mattina all’ora di punta è scoppiata una furiosa lite. Sopra, agenti Polfer

della stazione” tra chi si sente al sicuro e chi ora è preoccupato.

LA PREOCCUPAZIONE «Prendiamo il treno ogni giorno da diversi anni e non abbiamo mai visto controlli in stazione – afferma un gruppetto di ragazzi di Vedelago che frequentano l’istituto Carlo Rosselli – In realtà però in nessuna stazione abbiamo mai visto controlli da parte della polizia tranne quelle in cui c’è il problema dello spaccio di droga o la presenza di barboni ma sono tutte stazioni più grandi di questa». Altri pendolari aggiungono: «Questa non è la prima volta che accade una cosa simile – spiega una 34enne – Mi trovo a avere una grande paura ora, non si può neanche prendere il treno tranquilli che si rischia di essere aggrediti». Lucia Russo

Droga a minorenni

Spaccia davanti al Sert: denunciato pusher 37enne (gz) Riforniva di droga anche minorenni e da tre anni il suo campo d’azione si snodava tra Castelfranco e Vedelago. Ma ora il pusher, un 37enne di Castelfranco già noto alle forze dell’ordine per reati specifici, è stato denunciato dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Castelfranco per possesso ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un mese e mezzo di indagini serrate hanno portato a scoprire questa “centrale” dello spaccio che andava da piazza Giorgione fino a Vedelago passando anche

dall’ospedale visto che il 37enne si piazzava nei pressi del Sert per il sua attività illecita. In pratica in questi mesi gli investigatori hanno raccolto le testimonianze di una decina di clienti che hanno indicato nel 37enne il loro fornitore. I carabinieri hanno anche effettuato una perquisizione nella sua abitazione dove però hanno trovato solo modiche quantità di droga. Gli assuntori, tutti segnalati alla Prefettura hanno tra i 17 ( una ragazzina) e i 55 anni : sono di Castelfranco, Vedelago, Riese e sono nullafacenti i, operai,

commercianti, professionisti, tutti hanno fornito ai carabinieri utili informazioni. Il 37enne era in attività dal marzo 2016 e riusciva a procurare marijuana, hashish, ecstasy e altri tipi di pastiglie e persino metadone. La metodologia di spaccio però, hanno raccontato gli assuntori, era quella tradizionale: aspettava i clienti in vari punti di piazza Giorgione o nei pressi del Sert a Castelfranco e in piazza a Vedelago . Compresa la ragazzina diciassettenne studentessa di Castelfranco.

Orario sbagliato e persone non richieste, con queste motivazioni l’opposizione disertano la commissione riunitasi per il Piano Casa. Alle ore 11 di ieri, la convocazione. Spiega il capogruppo del Pd, Sebastiano Sartoretto: «Dopo aver visto la convocazione abbiamo inviato una mail per dire che non avremmo preso parte alla commissione soprattutto per motivi legati all’orario e alle convocazioni. Noi avevamo chiesto che ci fossero i membri del Comitato, due tecnici scelti da loro e due scelti dall’amministrazione». Ma nelle convocazioni ci sono anche membri delle imprese. «Sono stati convocati i privati che hanno messo in vendita i propri spazi per costruzioni dettate dal piano casa – afferma il capogruppo lista Fiscon, Gianni Fiscon – non capiamo il perché». Dello stesso avviso anche il Comitato: «Siamo venuti per rispetto alle istituzioni ma esprimiamo il nostro disappunto. Riteniamo sia una mancanza di rispetto convocarla a tale orario nei confronti dei cittadini firmatari. Così non hanno potuto prendervi parte membri attivi del Comitato, i due tecnici Alessandro Boldo e Daniele Facco e alcuni capigruppo consiliari». Il rammarico dell’amministrazione. «Mi dispiace che non si siano fermati al tavolo tecnico ma l’atteggiamento è stato quello di spostare il discorso sul piano politico volendo contestare il lavoro dell’amministrazione – afferma l’assessore Petronilla Olivato – Siamo a disposizione per un confronto costruttivo». (lr)

Ospedale, oggi l’audizione in Regione: «Richieste chiare» CASTELFRANCO «Non accettiamo mancette per l’ospedale». Pungo di ferro del Partito democratico a poche ore dall’incontro (previsto per oggi) del primo cittadino Stefano Marcon unitamente a quello di Montebelluna Marzio Favero in V commissione consiliare in Regione: si discuterà delle schede ospedaliere che vedono il San Giacomo declassato per numero di posti letto (dai 300 del 2013 a 169) e lo sgretolamento del reparto di chirurgia. «Il sindaco deve ricordarsi che è stata firmata una mozione votata in consiglio comunale – afferma il capogruppo Pd, Sebastiano Sartoretto – Non vogliamo mancette dal presidente Luca Zaia, le richieste contenute nel

documento non sono negoziabili». Sei i punti della mozione: il mantenimento di radiologia sotto l’Usl 2, riunire il presidio di Castelfranco con quello di Montebelluna come unico spoke, riportare sotto l’Usl la terapia intensiva, la gastroenterologia e l’urologia e, ripristinare le unità di chirurgia generale, vascolare e ortopedia.

L’AVVERTIMENTO «Questo è quello che noi pretendiamo per la città – precisa Sartoretto – Tutto quello che arriva in meno non ci sta bene: alzeremo le barricate in piazza. I posti letto per chirurgia devono essere 50, 25 per la generale, 10 per la vascolare e 15 per ortopedia». Le schede ospedaliere mostrano tagli netti in tutte le aree eccetto

L’INCONTRO Oggi in Regione si discuterà del futuro dell’ospedale

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per quella materno infantile che mantiene i 30 posti letto. Rispetto al 2013 l’area medica scende di 17 posti mantenendone 133 e la terapia intensiva ne perde 10 arrivando a 6. Zero posti letto di chirurgia. «I tagli all’ospedale ci sono già stati – spiega il consigliere Pd, Claudio Beltramello – quello a cui stiamo assistendo oggi è un ulteriore e definitivo affossamento. Parte del danno è stato fatto ma se si riesce a mantenere quanto previsto nella mozione allora c’è la possibilità che la parte generalista continui ad esistere. Numerosi sono i professionisti che hanno già chiesto un trasferimento in altri ospedali perché qui si punta tutto sullo Iov». Se nell’incontro tra amministrazione e quartiere Verdi, il consigliere regionale Nazareno

Gerolimetto aveva evidenziato tempi molto dilatati per il processo di reintegro dello Iov nell’ospedale di Padova, Pd e lista Fiscon continuano a nutrire perplessità.

GLI INTERROGATIVI «Quello che piùmi stupisce è l’incertezza dei documenti - afferma Gianni Fiscon - Si fanno dichiarazioni ma sulla base di carte fantasma. Nessun documento accerta la presenza permanente dello Iov e nemmeno l’arrivo dei bunker di radioterapia». Se l’opposizione è intransigente sulle scelte ospedaliere, lo è anche il comitato Difendiamo il nostro ospedale che, il 5 maggio è pronto a scendere in piazza. «La Regione sta smantellando l’ospedale – affermano – Il sindaco non ha mosso un dito per salvarlo». (l.r.)


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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

l’emergenza ambientale

Pfas sul Po, Emilia e Lombardia si smarcano Dell’Acqua (Arpav) alle Regioni confinanti: situazione grave. Ma Bologna e Milano: «Non c’è allarme come in Veneto»

Nicola Cesaro PADOVA. Il Veneto fa da sentinella e manda l’allarme a Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna: nelle acque del Po c’è una significativa presenza di C604. Pfas di ultima generazione, gli stessi che hanno avvelenato l’acqua per quasi quaranta Comuni tra le province di Padova, Vicenza e Verona. Li ha trovati Arpav nell’acqua del Po a valle della centrale di Corbola, in provincia di Rovigo. Il direttore Nicola Dell’Acqua ha inviato una lettera ai colleghi delle Regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna per comunicare i riscontri dell’Arpav sulla significativa

Attivista di Greenpeace durante una protesta anti Pfas nel Veneto

presenza di C6O4. Perché l’allarme risulta particolarmente grave? Perché questo inquinante non può arrivare da Miteni, l’azienda di Trissino colpevole della contaminazione da Pfas del Basso Veneto. Va da sé che siamo in presenza di un altro agente inquinante, che in quanto tale va individuato e fermato per evitare un altro scandalo come quello che qui in Veneto sta interessando oltre 150 mila persone. Il governatore Luca Zaia commenta la circostanza in tutta la sua gravità: «Questa è la conferma che la questione Pfas è un tema che interessa tutto il Paese, è una primaria questione ambientale nazionale. Invitiamo, quindi, il Ministe-

ro dell’Ambiente a muoversi il più rapidamente possibile sulla linea già tracciata dalla nostra Regione, a tutela di tutti i cittadini del nostro Paese». Intanto dalle Regioni confinanti arriva le prime risposte: la Regione Emilia Romagna fa sapere che non c’è una situazione Pfas paragonabile a quella del Veneto. È il risultato del monitoraggio svolto nel corso del 2018 dall'Arpae. Gli unici casi di superamento, di bassa entità, sottolinea Arpae, interessano la sostanza Pfos (acido perfluoroottansulfonico), con valori compresi tra 1,2 nanogrammi al litro che si sono registrati al Ponte Baccanello di Guastalla (Re) sul Crostolo e 9,7 nanogrammi al litro rilevati nella stazione di Ferrara lungo il Po di Volano (soglia 0,65 nanogrammi al litro). La situazione, fa sapere l'Agenzia regionale, «dai primi dati disponibili dei nuovi monitoraggi avviati appare in ulteriore miglioramento, con un unico campione (fiume Po a Piacenza il 17 gennaio scorso) superiore alla soglia (1,01 nanogrammi litro, sempre per il Pfos)». Arpae esclude «qualsiasi situazione di emergenza: il quadro è infatti ben diverso da

altre aree del Paese, ad esempio il Veneto». Di tenore analogo la replica della Lombardia: non ci sono elementi di particolare criticità relativamente alla presenza di Pfas nel Po. «Nessun allarme di tipo ambientale può essere sottovalutato ed è per questo motivo che sul tema della presenza di Pfas nella acque del Po stiamo monitorando la situazione con la massima attenzione» hanno detto gli assessori lombardi all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, e al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni. «Abbiamo raccolto tutte le informazioni e gli approfondimenti disponibili da Arpa Lombardia e dalle Direzioni generali competenti. A valle degli approfondimenti tecnici - hanno aggiunto - riteniamo che non ci siano elementi di particolare criticità. I monitoraggi svolti in Lombardia - hanno spiegato gli assessori in una nota - hanno riscontrato livelli inferiori ai limiti di quantificazione della metodica analitica e, dove rilevabili, comunque inferiori ai limiti di legge. Al momento per il C604 non è disponibile nè una metodica ufficiale di analisi nè un valore limite.—

l’analisi

La Fondazione Moressa: rimesse degli immigrati a 530 milioni nel 2018 VENEZIA. Il Veneto è la quarta regione italiana per valore delle rimesse degli immigrati presenti sul territorio nazionale. Una cifra complessiva, quella stimata dalla Fondazione Leone Moressa che supera i 530 milioni di euro nel solo 2018, con una crescita rispetto al 2012 del 21,2% ma che ha visto anche fra 2017 e 2018 un incremento consistente e pari al 18,5%. Un fenomeno in crescita, per lo meno nel Veneto, quello del denaro che i lavoratori residenti in Italia e provenienti da paesi esteri mandano alle famiglie d'origine sparse per il mondo. Un fenomeno in controtendenza rispetto all'andamento nazionale che ha sofferto in maniera significativa della pesante battuta d'arresto registrata con la crisi. In Italia infatti il picco del valore delle rimesse si era registrato nel 2011, quando gli immigrati avevano inviato alle famiglie d'origine ben 7,88 miliardi di euro. Da quella data il calo è stato quasi verticale: nel 2013 le rimesse valevano complessivo oltre 2 miliardi di euro in meno (5,67 miliardi). Il trend poi ha proseguito a scendere fino a due anni fa, per risalire timidamente di poco sopra quota 6,2 miliardi solo l'anno scorso. Ma la fondazione, che si occupa di ricerche e studi sull'economia dell'immigrazione, ha presentato ieri anche i dati

relativi alle province di tutto il Paese, comprese quelle venete. Ed i numeri, ottenuti sulla base di quelli messi a disposizione dal Banca d'Italia, collocano Venezia come capitale regionale delle rimesse degli stranieri residenti. Nella provincia lagunare infatti, nel solo 2018, sono stati oltre 130 i milioni inviati, 125 invece quelli provenienti da Verona. Più in bassa in classifica, con un distacco consistente e pari a 35 milioni di euro, Vicenza (90 milioni di euro). Padova invece è quarta con 87 milioni di euro, Treviso quinta (73,6 milioni di euro). A chiudere Rovigo con poco meno di 15 milioni di euro e Belluno con soli 8,9 milioni di euro di rimesse. Tra le prime province venete colpisce pure il dato relativo alla variazione dei valori tra 2012 e 2018: Padova, pure in quarta posizione nella classifica regionale, è l'unica delle 5 province più popolose ad avere registrato un trend negativo (il peggiore dell'intera regione) con un -17,3% mentre a Verona si è registrato una crescita nello stesso periodo di tempo addirittura del 58,7%. Vicenza ha visto crescere le rimesse del 42,1% mentre Venezia del 29,3%. Treviso invece ha registrato tra 2012 e 2018 un trend positivo del 15,5%.— Riccardo Sandre BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 18 Aprile 2019

VENETO

TREVISO.Migranti:Caritas,noallaprefettura

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

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Mancataassegnazione(causa“Decretodignità”)dirisorseidoneeperinsegnamento dell’italiano,inserimentolavorativoevalorizzazionedellecompetenzedellepersone: leCaritasdiTrevisoeVittorioV.diserterannoilbando“migranti”dellaprefettura. FS_03360

EMERGENZA. Il ministro Costaannuncia: «A breve un incontro con Zaia»

Pfas,Ca’ Foscari hainventato ilmisura-rapido

Acquedel Chiampoin azione

Nuovecondotteinarrivo aMontecchioeArzignano Ilgruppo di ricercadelprof.PaoloUgodell’Università Ca’ Foscari

Undispositivo simile aquelloperla glicemia,molto preciso.Concentrazioninel fiumePo:ilVeneto scrivealle Regioni.Mal’Emilia: «Quinoproblemi» Cristina Giacomuzzo

Misurare i Pfas in modo veloce, poco costoso e soprattutto preciso. Ecco l’invenzione made in Veneto che è destinata a fare il giro del mondo. La notizia del brevetto per quantificare la presenza dei Pfos realizzata dai ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia arriva il giorno dopo la denuncia di Arpav Veneto

Ilgovernatore: «Bravoilprof. Ugo dell’Università diVenezia.Ora servonoilimiti nazionali»

di aver rilevato concentrazioni notevoli di altre sostanze perfluoroalchiliche, quelle di ultima generazione, C604, nelle acque del fiume Po. LA SCOPERTA. Ad oggi servo-

no costose analisi di laboratorio per misurare la concentrazione di Pfos. Presto basterà un semplice apparecchio, simile al glucometro per misurare la glicemia, per quantificarne i valori presenti nelle acque. È la scoperta del professore di Chimica analitica, Paolo Ugo, e del suo team dell’Università Ca’ Foscari: «Il nostro sensore - semplifica - permette un riscontro sul campo immediato. L’apparecchio usa polimeri a stampo molecolare, una sorta di reticolo creato ad hoc, le cui cavità coincidono con le mo-

lecole che si vogliono riconoscere. In questo caso, sapendo qual è l’impronta del Pfos il sensore è in grado di riconoscerla e misurarne la concentrazione». Il brevetto è pronto. Ora serve un investimento industriale per ingegnerizzare il dispositivo. Il primo a congratularsi è il governatore, Luca Zaia: «Li ringrazio personalmente e confermo il massimo impegno della Regione nella prevenzione della diffusione dei Pfas, una battaglia che il Veneto sta combattendo con tutti i mezzi disponibili. Se l’attenzione accademica cresce, credo che, a questo punto, sia fondamentale che il Governo agisca. Ribadisco che, come la Regione fin dal 2017 si è imposta limite zero Pfas per le acque destinate al consumo umano, è ne-

cessario che il Ministero dell’ambiente ponga subito limiti nazionali uguali a zero». LETTERE E ANNUNCI. Intanto

ieri mattina il direttore dell’Area tutela e sviluppo del territorio della Regione, Nicola Dell’Acqua, ha inviato una lettera ai colleghi di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna per comunicare i riscontri dell’Arpav sulla significativa presenza di C6O4 nel Po e offrendo disponibilità a fornire ulteriori dati e dettagli. Commenta Gianpaolo Bottacin, assessore veneto all’ambiente: «Sapevamo che il problema non era limitato ai confini veneti fin dal 2013 quando il Cnr aveva diffuso la prima relazione sui Pfas. E quando più volte ho posto il tema all’Aipo, autorità di gestione del fiume Po, mi hanno sempre risposto che non esistono limiti nazionali e, poiché mediaticamente il caso non esiste fuori dal Veneto, il mio appello è rimasto lettera morta». Di più. In

serata dall’Emilia Romagna smontavano: «Nessuna emergenza da noi. Nelle falde sotterranee non si registra alcun inquinamento. Per le acque superficiali ci sono dei superamenti per i Pfos». Il caso denunciato da Arpav veneto però riguarda i più recenti C604. In ogni caso il tema è posto: mancano i limiti nazionali. A che punto è il governo? Come intende muoversi a fronte della nuova emergenza sul Po? Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, dichiara: «La nostra attenzione al problema Pfas è alta. Sulla definizione dei limiti nazionali incontreremo a breve il presidente Zaia e il ministro della Salute, Giulia Grillo. Abbiamo ottenuto di inserire limiti stringenti nella Direttiva Acque potabili in Europa. Il problema Pfas va affrontato in questa prospettiva. Servirà attendere la nuova legislatura per arrivare, speriamo, all’approvazione entro fine anno». • © RIPRODUZIONERISERVATA

DallaMontagnaSpaccata in comunediRecoaroarriverà acquapulitaanche per ArzignanoeMontecchio. Partiràcioèdalla stessa localitàdove pescherà lamaxi condottafinanziatacon i soldi statalia disposizionedel commissarioper l’emergenzae cheporteràacquazero Pfas nellazonarossa. «Daieri sono inazione leruspe per realizzare l’innestoall’acquedotto della Valledell’Agno»,annuncia AndreaPellizzari,consigliere delegatodi Acquedel Chiampo. Iltuboesiste già:èla dorsale idricacheattraversatuttii comunidell’alta Valledel Chiampoearriva, appunto,fino aMontecchioeArzignano. «Attenzione,loribadiamoassicuraPellizzari-:qui l’acqua sipuòbere senza problemi. Tuttavia,nonèa zeroPfas: i livellisonoben al disotto della sogliafissata dallaRegione. Insomma,nulladiparagonabile aquelli trovati nellazonarossa. EcioèPfos ePfoa30 nanogrammilitrocontro il limiteristretto regionaledi90; glialtri Pfasnon sono neppure rilevati.Tuttoèverificabile sul sito».Pellizzarispiegacome questointerventosia stato pensatonell’ottica di interconnetterelereti per affrontareal meglio periodi di

Acquadel rubinettodi casa siccitào inquinamenti eper continuareadapprovvigionarsidi acquadiqualità.«Sitratta diuna prospettivachenon nascecol problemaPfas, tant’èchequesto interventoera inprogrammada tempoechel’interconnessione eragià predisposta.Graziealla collaborazionecon ViAcqua puntiamoa completare l’opera entroil 2019.Costo: 50mila euro».Ieri le squadrediAcque del Chiamposono entrateinazione sullacondottaprincipale dell'acquedottodiArzignano. Da ieriseraalle 22fino a questa mattinaall’alba èstato sospeso il servizioidricoincorrispondenza dellasededeilavori per consentirelo svuotamentodelle vasche,realizzarel’intervento e ripristinarel’operatività.Con l’ok diViAcqual’impianto sarà ingrado diconnettersi. CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA

ISTITUTO VENETO DI SCIENZE E LETTERE. Un volumetto spiega perché conviene farli: «Sono i dati veneti a dimostrarlo»

«I vaccini? Come allacciarsi le cinture» «Sonofarmaci. Possono avere effetti collaterali, ma sonobassissimied evitano malattiemolto gravi» Alberto Minazzi VENEZIA

La vaccinazione è molto simile all’operazione di allacciarsi la cintura di sicurezza prima di avviare l’automobile: la probabilità che un incidente stradale ci veda feriti c’è anche a cinture allacciate, ma è molto minore. Ebbene, molto minore è l’eventualità di in-

correre in malattie molto comuni se siamo vaccinati. È un esempio molto concreto ed efficace, quello che l’Istituto veneto di Scienze lettere ed arti ha scelto per spiegare perché è fondamentale vaccinarsi. In conformità al suo compito statutario di “fornire pareri esperti su argomenti di pubblico interesse”, l’Istituto ha ora pubblicato un agile volumetto, in distribuzione gratuita a chiunque ne fosse interessato (basta contattare l’Istituto stesso), in cui esprime la propria posizione ufficiale (approvata all’unani-

mità dai soci) in merito a vaccini e vaccinazioni. «È un tema di particolare importanza - ha sottolineato il presidente, Gherardo Ortalli, nell’incontro di presentazione del libriccino - e particolarmente delicato, perché il tema è all’ordine del giorno non solo nel nostro Paese. In pochi anni, la posizione dei contrari al vaccino ha infatti già prodotto una serie di importanti conseguenze». A spiegare il “sì-vax” sono intervenuti due esperti di livello internazionale dell’Università di Padova: Cesare Monte-

cucco, professore di Patologia generale, e Alberto Amadori, professore di Immunologia. «La vaccinazione - ha spiegato Montecucco - è una pratica molto semplice, che riproduce qualcosa che già succede in natura. Ma ha sempre trovato persone contrarie e non è accettata facilmente dalla società». Per spiegare questo fenomeno, Montecucco ha citato l’esempio di Bebe Vio. «Vedere su di lei le conseguenze del meningococco, ha portato, secondo gli ultimi dati dell’Iss-Istituto superiore di

sanità, a una copertura vaccinale del 91,44% della popolazione, sebbene non si tratti di uno dei vaccini obbligatori. Perché se le persone vedessero con i propri occhi cosa causano queste malattie, sono convinto che si vaccinerebbero di corsa». Anche se, in Veneto, togliendo l’obbligatorietà, dal 2007, la copertura vaccinale è progressivamente diminuita, la Regione ha comunque avuto il merito di istituire, a Verona, l’Osservatorio delle vaccinazioni. E, dall’analisi su 34 anni di vaccinazioni, emerge

Amadori,Ortallie Montecucco

che, dal 1993 al 2017, su quasi 35,5 milioni di dosi somministrate, le segnalazioni gravi risultate correlabili causalmente ai vaccini sono state in totale 671, ma non è stato segnalato alcun decesso. «Il presupposto da cui partire - ha ammesso Amadori - è che il vaccino è un farmaco e tutti i farmaci, anche quelli più diffusi, come l’aspirina,

hanno effetti collaterali. Nel dibattito, però, bisogna tenere separati i fatti dalle opinioni. E bisogna concludere che l’incidenza di effetti collaterali è bassissima. Infinitamente più bassa della pericolosità delle malattie infettive che i vaccini combattono e di cui si può morire». Perché, allora, tanti si oppongono ai vaccini? «Per tanti motivi - ha concluso l’immunologo - a partire dal fatto che ci siamo dimenticati cosa sono le malattie infettive “vere”. E poi non è un momento facilissimo, per la medicina, visto che molti accendono il computer e vi trovano tante informazioni non filtrate e quindi non attendibili». • © RIPRODUZIONERISERVATA

SANITÀ. AziendaZero:inarrivoanche selezioni perinfermierie tecnici

Chirurghi eoperatori “Oss” Moltedomande periconcorsi PADOVA

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SOCCORSO H24

nOleggiO pulmini ed autO peR i vOStRi weekend pROSSimamente nOleggiO fuRgOni COn Cella fRigORifeRa pRepaRa la tua autO peR l’eState e CambiO gOmme Via Astichello, 70 - Vicenza - tel. e fax 0444 511311 Filiale Via Astichello, 223 - Vicenza - tel. e fax 0444 304250 cell. 336 579365 - 349 6130700 - e-mail: caroffzanotto@libero.it

È scaduto con domenica, segnala una nota, il termine per la presentazione delle domande al concorso indetto da Azienda Zero per Oss-operatori socio sanitari. «È stata registrata una adesione massiccia: sono infatti pervenute 11.947 domande rispetto ai 312 posti messi a bando e richiesti dalle Aziende sanitarie del Veneto. La procedura si concluderà con la formulazione di graduatorie distinte

per singole Aziende con la possibilità di utilizzarle per tre anni». Una speranza in più c’è per gli aspiranti: «Considerata il consistente numero di partecipanti, il Veneto metterà a disposizione le proprie graduatorie anche alle altre Regioni interessate. Azienda Zero sta programmando le diverse e complesse fasi di espletamento della procedura confidando di concluderla nel più breve tempo possibile». Non è finita. «Seguirà il concorso per infermieri, già in-

Lasede di“Azienda Zero”

detto e di prossima scadenza, e altre procedure per profili diversi del comparto sanità che comprendono il tecnico sanitario di laboratorio e di radiologia. Sono in program-

mazione pure assunzioni per personale amministrativo. Azienda Zero - rimarca la nota - non cala l’attenzione per garantire costantemente procedure per reclutare medici, continuando ad indire ed espletare tutte le procedure richieste dalle Aziende, estendendo la partecipazione anche agli specializzandi dell’ultimo anno di specialità». In settimana sarà svolto anche il concorso per Chirurgia generale: 120 domande per 15 posti chiesti dalle Aziende, segno che di chirurghi non c’è carenza. Seguirà il completamento entro la prima metà di maggio, chiude la nota, anche delle procedure di concorso per neurologia, psichiatria e dermatologia. • © RIPRODUZIONERISERVATA


REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Giovedì 18 Aprile 2019

L’imam-facchino: non sposto alcolici Il giudice: è giusto averlo licenziato Vicenza, il tunisino: «Davo l’esempio ai fedeli». Ma il tribunale non gli crede Il tunisino Braham D. l’ha detto chiaro e tondo al giudice: «Quelle scatole contenevano alcolici e io gli alcolici non li posso proprio toccare». È peccato, sostiene. Lui è uno degli imam della comunità islamica di Vicenza e, come tale, è tenuto a una «condotta specchiata dovendo egli essere da esempio per i fedeli». Così si legge nella sentenza della Corte d’appello di Venezia, che ricostruisce la singolare vicenda di Braham e del suo licenziamento. Da un lato c’è l’imam, che si dice discriminato perché islamico, dall’altro le prove raccolte dal tribunale che danno adito a ben altri sospetti: si sarebbe fatto scudo dei precetti religiosi solo per ottenere qualche piccolo vantaggio personale. Andiamo con ordine. L’imam era socio di una cooperativa, la Vicentina Leone Scarl, per la quale faceva il facchino in un magazzino che rifornisce i supermercati. Nel maggio del 2014 si rifiutò di svolgere la mansione che gli era stata assegnata e per due giorni si presentò al lavoro in orario diverso rispetto al turno che doveva coprire. La coop, quindi, aprì un procedimento disciplinare che culminò con il licenziamento. A quel punto, Braham fece ricorso chiedendo al giudice di riconoscere «la natura ritorsiva della sua esclusione», che gli venisse

VENEZIA

restituito il posto e che gli fosse concesso un risarcimento. Il tutto anche in virtù «del carattere discriminatorio del licenziamento». Nel 2017 il tribunale di Vicenza gli ha dato torto, e lo stesso fa ora la Corte d’appello. L’imam ha sostenuto di essersi presentato in magazzino in un diverso orario solo per evitare di svolgere la mansione che gli era stata richiesta: spostare alcuni scatoloni che con-

tenevano liquori. Inizialmente si era giustificato sostenendo che i carichi fossero troppo pesanti. Poi, però, nel ricorso al giudice, ha aggiustato il tiro: «Afferma di essersi rifiutato soprattutto per ragioni di carattere religioso, da sempre note al datore di lavoro, e di essersi opposto alla sola movimentazione di alcolici» proprio perché «chiarisce di essere un imam» e di dover dare il buon esempio ai

fedeli. Insomma, è convinto di aver perso il posto «in ragione del comportamento reso necessario dalla sua confessione» E che quelle fossero «mansioni a lui non richiedibili per motivi religiosi». Già il tribunale di Vicenza, però, aveva escluso il carattere discriminatorio del licenziamento. E l’ha fatto mettendo in evidenza alcune apparenti contraddizioni nella versione del

L’emergenza

Pfas, il ministro Costa: «Presto mi vedrò con Zaia» VICENZA «La nostra attenzione al problema Pfas è alta, sulla definizione dei limiti nazionali incontreremo a breve il presidente del Veneto Luca Zaia, insieme al ministro della Salute Giulia Grillo». Lo assicura il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dopo la notizia che anche il fiume Po è contaminato. «Superando la contrarietà di altri Paesi - spiega Costa - abbiamo ottenuto, di inserire limiti stringenti per queste sostanze all’interno della Direttiva Acque potabili. Crediamo infatti che il problema dei Pfas vada affrontato in una prospettiva europea». Intanto, dopo l’allarme lanciato dal Veneto, ieri l’emilia Romagna ha assicurato: «Da noi nessuna emergenza Pfas, non si registra alcun inquinamento delle falde sotterranee». È il risultato delle analisi delle acque sotterranee in sei punti del territorio.

La vicenda ● La Corte d’appello di Venezia ha respinto il reclamo di un imam di Vicenza, licenziato dalla cooperativa per cui lavorava dopo essersi rifiutato di svolgere il compito che gli era stato assegnato. L’uomo si è giustificato sostenendo che, come imam, non poteva movimentare quelle scatole perché contenevano alcolici. Ma il giudice sospetta sia stato solo un pretesto per ottenere un cambio di turno lavorativo

7 VE

tunisino: «L’istruttoria ha messo in luce come, negli oltre dieci anni di rapporto di lavoro, non avesse mai posto questioni riguardanti la movimentazione di alcolici né quando operava nel reparto “fresco” di carne di maiale». Ecco il punto: se temeva di commettere «peccato» nel toccare i liquori, perché non si era mai sottratto a spostare salami e prosciutti ricavati da un animale considerato impuro? Non solo: è emerso come «gli altri lavoratori musulmani dipendenti della cooperativa venissero adibiti alla movimentazione di alcolici senza rifiutarsi di svolgere tale attività», oltre al fatto – evidenzia dal giudice – che «non si comprende come il mutamento di orario gli avrebbe consentito di non movimentare liquori». Ma allora, perché montare il caso? Le circostanze «inducono a ritenere che abbia preso il fatto degli alcolici a pretesto per richiedere un mero cambio di orario di lavoro». La Corte d’appello conferma la decisione. L’imam non è riuscito a «dimostrare, quanto meno attraverso presunzioni rilevanti, la natura discriminatoria del licenziamento», e comunque aveva sottoscritto un contratto e quindi «doveva sottostare all’obbligo di presentarsi regolarmente all’ora e nel luogo indicati per svolgere i compiti affidatigli, potendo solo in tal caso opporre un rifiuto a svolgere una attività per ragioni religiose». La sua condotta «costituisce grave insubordinazione (…) in palese spregio delle direttive aziendali e come vero e proprio atto di sfida». Quanto basta per confermare il licenziamento, dando quindi ragione alla coop (difesa dall’avvocato Francesco Fontana), e condannare l’imam vicentino a ripagare 6mila euro di spese. Andrea Priante © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caso

Rubate le ostie consacrate da una chiesa veneziana La rabbia del Patriarca Moraglia «Più grave del rogo di Parigi» «Qualcosa di molto più grande e grave anche dell’incendio della cattedrale di Nôtre Dame». Il paragone è forte in questi giorni di grande emozione in tutto il mondo, ma il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia è rimasto molto turbato dal furto di ostie consacrate nella chiesa di San Felice di sabato scorso. Perché le particole sono state rubate deliberatamente: il ladro ha buttato all’aria la sacrestia per cercare le chiavi del tabernacolo e ha lasciato perdere calici preziosi, settecenteschi, perfino un collier d’oro, come racconta il parroco don Raffaele Muresu. Per questo il Patriarca, di solito misurato, nella messa di riparazione di martedì sera ha usato toni forti e detto che il furto è peggio dell’incendio alla cattedrale di Parigi. Perché una chiesa, per quanto bella e preziosa, è un edificio di culto. E il cuore del culto sta nell’Eucaristia, quindi chi ruba le ostie colpisce l’essenza della fede: « Chi è contro Dio, chi odia Dio, cerca di colpirlo laddove è più grande il suo amore», nel corpo di Cristo. Perché rubare le ostie? Satanismo, messe nere, ossessione religiosa. Nulla di buono, in ogni caso. Moraglia nella lettera inviata a don Raffaele VENEZIA

scrive: «Non sfugge che tale atto sacrilego sia stato compiuto all’inizio della Settimana Santa e il furto delle specie consacrate, insieme al furto di un ostensorio, di una croce e di un calice, fa purtroppo pensare che tutto sia finalizzato a ulteriore profanazione». Ulteriore profanazione. La sola idea ha scosso la comunità che si è affollata martedì sera alla messa di riparazione del Patriarca e ieri a quella celebrata da don Raffaele. Perché se qualcuno vuole vilipendere gli oggetti dell’eucarestia e le ostie, a San Felice si prega per depotenziare l’insulto. E magari convertire chi si è macchiato della colpa.E che di oltraggio si tratti, lo dicono le modalità del furto. «Il ladro si è fatto chiudere nella chiesa ad ora di pranzo, ben sapendo che è il momento in cui il sacrestano non inserisce l’allarme e sapendo che la porta della chiesa si apre dall’interno e che è possibile scappare», spiega il parroco. Si tratta dunque di qualcuno che ha frequentato la chiesa e ha osservato i movimenti. «Questa è la cosa sconvolgente: era tra noi. E magari ha osservato il sacrestano mentre nascondeva le varie chiavi della cassaforte, del tabernacolo, degli stipi». Il ladro ha

messo a soqquadro la sacrestia e si è portato via tutte le chiavi, comprese quelle del tabernacolo. Il furto delle ostie è stato scoperto quando il fabbro è arrivato ad aprire i luoghi violati. «Di solito chi mira agli oggetti, lascia le par-

Il furto sacrilego Sabato scorso dalla chiesa veneziana di San Felice sono state rubate le ostie consacrate: il ladro avrebbe puntato a quelle, lasciando perdere calici preziosi e anche un collier d’oro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’editoriale

SEGUE DALLA PRIMA

E

che Parigi ha invece sin da subito affrontato nel modo di tutti, che in fondo ha inventato proprie lei; distruzioni di edifici fatiscenti, acqua potabile, parchi pubblici, codice civile e libertà individuali. Così si è biforcata la storia delle due città. E se nell’alto Medioevo avevano lo stesso numero di abitanti, oggi Parigi ha duecento volte gli abitanti di Venezia insulare, quaranta volte quelli di Venezia e terraferma. Parigi ha ancora un popolo, inquieto e talvolta ostile, francese e straniero. Venezia no. Eppure, entrambe non appartengono solo ai loro cittadini. In questo si somigliano, si somigliano ancora. Non è solo la bellezza, il fatto che in quei ristoranti kit-

ticole sull’altare. Non stavolta. Era tutto in perfetto ordine, perfino il velo davanti al tabernacolo rimesso a posto – osserva don Muresu – I parroci stiano attenti: queste persone frequentano le nostre chiese. Io spero sia un maniaco religioso: ci sono stati furti di satanisti nel Padovano ma mai hanno portato via le ostie consacrate. Di solito, le mettono in tasca al momento dell’eucaristia, perciò stiamo molto attenti, durante la comunione». Il Patriarca ha disposto che a San Felice si tenga un’ora di adorazione eucaristica e che si tengano catechesi esplicitamente dedicate alla comunione. Monica Zicchiero

Nei secoli dei secoli... Notre Dame de Venice sch in cui ci sono le foto delle città del mondo ci sono sempre la Torre Eiffel e il Ponte di Rialto. È anche una fitta rete di legami, di rimandi forse ancor più forti che nel Medioevo. Sono gli investimenti finanziari (da quelli culturali come Palazzo Grassi a quelli nei calzaturifici del Brenta), le comunità presenti nelle due città, l’attenzione francese per la salvaguardia di Venezia, il turismo di massa, l’espulsione dei resi-

denti dal centro storico. È il benessere novecentesco, figlio del progresso tecnologico, della pace e del libero commercio nell’Unione Europea. È la coincidenza tragica della nostra Valeria Solesin, uccisa al Bataclan il 13 novembre 2015. È la sensazione di essere potenziali bersagli terroristici. Sono gli Erasmus, i weekend Easyjet. È quel senso ambiguo di commercio e guerra, che Venezia ha sempre avuto con l’Oriente,

che Parigi ha avuto con le sue colonie. È la nuance romantica, le poesie, è l’acqua che le innerva entrambe, i ponti. È, però, qualcosa in più. È che, in fondo, Parigi e Venezia sono due tra i simboli eccellenti dell’Occidente. È difficile, in fondo, dire che cos’è l’Occidente. Perché dentro c’è la democrazia e la libertà, il cristianesimo e le canzoni novecentesche, le donne e la gastronomia, l’attenzione per i più deboli e tanti difetti. Gli archi gotici a Notre-Dame, quelli arabeggianti di San Marco. Le cose grandi e quelle molto piccole, le colonne e il pezzo di vetrata. C’è, soprattutto, una grande fragilità, la sensazione di una tradizione che fa fatica a rigenerarsi. Per questo il fuoco di Notre-Dame è come il fuoco di Venezia. Perché Parigi e Venezia sono due città così diverse, ma sono comunque la stessa città. Giovanni Montanaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 LA NUOVA

MESTRE

il rilancio dell’area industriale

Porto Marghera, prove di futuro «Investimenti per 60 milioni» Sette le aziende dell’area che hanno partecipato al Bando promosso da Invitalia Possibili agevolazioni per 20 milioni di euro, previsti 87 nuovi posti di lavoro

Francesco Furlan

LE PROPOSTE PER VENEZIA-AREA DI CRISI INDUSTRIALE COMPLESSA Sette progetti, investimenti per 60 milioni di euro, 87 nuovi posti di lavoro. Questi sono i numeri, sulla carta. E anche se è presto per dire se si tradurranno in investimenti veri e propri, si tratta di un primo tassello - in un quadro di azioni più ampie - per sostenere l’area industriale di Marghera, e non solo. Le proposte sono quelle presentate al bando Invitalia per il rilancio dell’area di crisi industriale complessa di Venezia, chiuso lunedì 15 aprile, e destinato a proposte di investimento di media dimensione, di valore superiore al 1,5 milione di euro. Le sette iniziative imprenditoriali - in gran parte concentrate a Porto Marghera, ma c’è anche Vento di Venezia - presentate prevedono progetti di investimento industriale del valore complessivo di quasi 60 milioni di euro,

Fonte Invitalia

PROPONENTE 3 V SIGMA S.P.A.

TOTALE TOTALE NUOVI INVESTIMENTO AGEVOLAZIONI RICHIESTE OCCUPATI PREVISTO 24 6.442.800,00 4.023.900,00

SIRAI S.R.L.

2.660.880,04

1.876.768,72

4

SAN MARCO PETROLI S.P.A.

5.920.000,00

3.552.000,00

0

SIRU S.R.L.

2.576.520,00

1.656.390,00

5

PILKINGTON ITALIA S.P.A.

7.231.487,00

5.088.979,00

11

SLIM FUSINA ROLLING S.R.L. 25.500.000,00 16.025.000,00

32

6.533.966,96

11

58.873.716,32 38.757.004,68

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VENTO DI VENEZIA S.R.L. TOTALE con richieste di agevolazione (tra finanziamenti a fondi perduti e prestiti a tassi agevolati) per 40 milioni di euro, a fronte però di una disponibilità di 20 milioni. Le proposte presentate ora dovranno essere valutate da Invitalia, che

8.542.029,28

dovrà vagliarne la correttezza formale e di merito. A presentare i progetti società come Pilkington (investimento di 7 milioni), la Slim Fusina Rolling che produce alluminio (25,5 milioni), San Marco Petroli (6 milioni), 3 V Sig-

ma (6,4 milioni), Sirai (2,6 milioni) che è l’azienda del presidente di Confindustria Vincenzo Marinese, Siru (2,5 milioni) ma anche Vento di Venezia (8,5 milioni), con un progetto dedicato a una serie di servizi connessi al traspor-

to marittimo. Il numero di 7 partecipanti potrebbe apparire poca cosa rispetto alle 59 aziende che avevano partecipato alla prima call esplorativa, manifestando interesse per possibili investimenti a Porto Marghera. Un confronto però - spiegano dalla Regione - che rischia di trarre in inganno perché già allora emerse che le aziende con la caratteristiche giuste per partecipare a questo tipo di bando erano una manciata. «A ogni progetto di investimento», spiegano dalla Regione, «il suo strumento». Negli ultimi due mesi infatti l’unità regionale di crisi, in collaborazione con il ministero per lo Sviluppo economico, Invitalia, Veneto Sviluppo e il Comune di Venezia, ha organizzato sette incontri dedicati al tema, proprio per far capire a quali criteri fosse necessario rispondere per partecipare al bando. Le domande saranno ora valutate da Invitalia secondo i criteri previsti dal bando, con obbligo di realizzare l’intervento industriale con nuova occupazione entro 36 mesi. Dice l’assessore regionale allo sviluppo economico, Roberto Marcato: «Le possibilità offerte dal bando sono state accolte dal mondo imprenditoriale, la dimostrazione che l’accordo che abbiamo proposto individua le necessità e raccoglie l’interesse dei nostri imprenditori. Tutto ciò rappresenta un tassello importante per lo sviluppo dell’area di Porto Marghera». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

linea padova-venezia

Tentato suicidio Treni in tilt per due ore Traffico ferroviario in tilt, ieri mattina, sulla linea Venezia-Padova a causa di un incidente avvenuto all’altezza di Busa di Vigonza. Il treno regionale 2223 di Trenitalia, partito da Venezia alle 6.10 con 40 viaggiatori a bordo, ha investito una donna 40enne che ha tentato il suicidio rimanendo mutilata nell’impatto con il locomotore. È’ gravissima in ospedale. Nell’orario di punta, il traffico ferroviario è rimasto interrotto dalle 6.20 alle 7.57. Tutti i treni che percorrevano la linea storica hanno avuto rallentamenti tali che Trenitalia ha dovuto riprogrammare l’offerta; i ritardi massimi sulla storica hanno sfiorato i 30 minuti. La circolazione ferroviaria è ripresa normalmente dalle 7.58. Il bilancio finale è di 7 Frecce, 2 Italo, un intercity e 9 regionali giunti a destinazione con ritardi da 10 minuti a 30 minuti. Sono stati cancellati quattro regionali, tra cui il treno che parte da Padova per Venezia alle 7.05 e quello che parte da Venezia Santa Lucia per Padova alle 6.49. —


XX

Cittadella

IL PRIMO CITTADINO «Una scelta dettata solo da interessi politici e non dall’amore per la propria comunità, hanno prevalso le logiche elettorali»

Camposampiero

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

Via tutti, cade la giunta Boratto A San Martino di Lupari dimissionari nove consiglieri: `Indice puntato contro il sindaco: «Autoritario e senza cinque della maggioranza e quattro dell’opposizione rispetto». Il Comune commissariato fino al voto di maggio `

Carmignano La Lega: «Il candidato è Brogliati»

SAN MARTINO DI LUPARI Un terremoto politico scuote il municipio a un mese dal ricambio amministrativo, lasciando intorno le macerie di una compagine che si era dimostrata coesa per dieci anni e rendendo ora necessario l’intervento del commissario prefettizio. Nove consiglieri comunali si sono dimessi dalla carica, facendo decadere il sindaco Gerry Boratto. Sono Sonia Lago (già vicesindaco e candidata alla carica di primo cittadino alle prossime elezioni), Gianfranco Bolzon (già assessore), nonché dei consiglieri Arianna Cimolin, Attilio Carlon e Valter Lago (maggioranza) e dei consiglieri Pierfrancesco Zen, Rossella Resoli, Diego Campagnolo e Laura Marostica della minoranza. A breve quindi un commissario prefettizio si occuperà della gestione amministrativa del Comune fino alle elezioni di fine maggio.

CARMIGNANO

SCELTE «Una decisione combattuta ma inevitabile - scrivono i dimissionari in un comunicato - Il sindaco avrebbe dovuto ponderare le sue scelte e considerare con maggior rispetto le opinioni di chi, per anni, ha amministrato la città assieme a lui». A detta di Gerry Boratto, invece, la loro «è una scelta dettata solo da interessi politici di allearsi con il Pd e non dall’amore per la propria comunità, poiché, nonostante le innegabili distanze emerse fra noi nelle ultime settimane, speravo che avremmo potuto completare comunque la gestione ordinaria del Comune senza obbligare il prefetto a nominare un commissario per l’ultimo mese che ci separa dal voto». «Quando abbiamo valutato come proporci per le amministrative - dichiarano i dimissionari di maggioranza - abbiamo scoperto che l’obiettivo di Boratto era escludere Maurizio Conte, che per San Martino c’è sempre stato e si è sempre dato da fare, e di riproporsi lui stesso come futuro vicesindaco plenipotenziario, au-

COLPO DI SCENA Il municipio di San Martino di Lupari. In alto, il sindaco Jerry Boratto: il Comune verrà commissariato

toritario e decisionista. Quindi a lui serviva una figura debole e manovrabile da candidare a sindaco. Ma la maggioranza di assessori e consiglieri - continua la nota - ha individuato in Sonia Lago la competenza, l’indipendenza e il carattere adatti. A quel punto, Boratto, anziché rimettersi a tale scelta, ha spinto a candidarsi l’assessore all’istruzione Silvia Cecchin, con una lista contrapposta, tradendo la sua ex squadra e dimostrando senza pudore quale sia il suo concetto di democrazia: per lui “fare squadra” significa “fare solo la sua volontà” ed ha abusato con premeditazione del suo ruolo istituzionale per screditare la maggioranza democraticamente eletta». Tuttavia, seppure usciti temporaneamente di scena, i dimissionari guardano all’orizzonte con ottimismo: «Lo scioglimento

Il furto

Doppio furto di statue dalla villa: le opere sottratte sono dieci È preoccupato il proprietario della dimora storica cittadellese che in due settimane ha subìto due furti di statue ornamentali. La prima volta sei, la seconda quattro, queste ultime raffiguranti le quattro stagioni, tutte alte un metro e sessanta centimetri. Non è dato a sapere il valore delle opere. Con tutta probabilità ad agire sono state le stesse persone che hanno divelto la catena di un lucchetto di un cancello laterale e poi, senza fare alcun rumore, hanno

Alunni-cantanti da premio CITTADELLA C’è stata una classifica, ma sono stati tutti vincitori i giovanissimi cantanti, da 4 a 14 anni, che hanno partecipato al concorso canoro “Canta giovani città murata”, sul palco dello storico Teatro Sociale. Nicole Tellatin, di Rossano Veneto, ha vinto la prima sezione, seconde Clara Pozzato e Aurora Rustani di Cittadella, terze Sofia Forlin di Villa del Conte ed Emma Rizzo di Cittadella. In gara anche Francesco Bertollo e Rebecca Celesti. Nei gruppo 11-14, vittoria di Maddalena Zecchin di Cittadella, seconda Martina De Valter di Galliera, terza Victoria Rubagotti di Bassano. In gara anche Margherita Baggio, Chiara

tolto dal basamento le quattro opere, aiutandosi con un carrello. Ad agire, considerato il peso delle statue , sarebbero state non meno di due persone. Nessuno si è accorto di nulla fino a martedì mattina e al proprietario non è rimasto che tornare dai carabinieri di Cittadella e sporgere una seconda denuncia. La notte del primo furto, anche in un’altra abitazione cittadellese era stata rubata una statua in giardino. M.C.

Bettiol, Veronica Cogoli, Xenia Conache, Chiara Forlin, Virginia Pierobon e Angelica Trovò. Presenti il sindaco Luca Pierobon e l’assessore alla Cultura Francesca Pavan, l’evento è stato anche preselezione per il “Vocine nuove” di Castrocaro, orga-

nizzato dalla IV Consulta comunale cultura, turismo e pubblica istruzione e dalla Pro Cittadella, in collaborazione con il Comune e il sostegno di Antonella Basso. A presentare, Ermanno Reffo e Diletta Tosetto, regia di Carlo Scarantino.

VIGILIA «Mi dispiace - afferma Boratto - che tutto questo accada alla vigilia del 25 aprile, Festa della Liberazione e del 29 aprile, anniversario dell’Eccidio di via Cacciatora, alle quali non potrà essere presente una rappresentanza amministrativa di San Martino di Lupari. Scopro ora, dopo 10 anni, di aver condiviso il mio percorso con “imprenditori della politica” che non hanno a cuore il bene dei cittadini». Sisma e scisma. Germana Cabrelle

Riqualificazione della risorgiva il piano del consorzio Brenta CITTADELLA

SUCCESSO La premiazione del concorso “Canta giovani città murata”

del consiglio e la caduta del sindaco è conseguenza diretta delle azioni di Boratto: se vuole puntare il dito contro qualcuno, si guardi allo specchio, perché noi puntiamo al futuro con un gruppo affiatato e collaudato, un nuovo programma e una squadra motivata e credibile».

Consorzio di bonifica Brenta e tutela del territorio e delle risorse acquifere: l’altro giorno a Gazzo inaugurazione post lavori di riqualificazione della risorgiva Fontanon del Diavolo, con la creazione di un percorso naturalistico. Sulla stessa scia si colloca l’intervento consortile effettuato a Bressanvido (Vicenza), con i lavori sulla risorgiva Lirosa, finanziati dalla Regione. Il taglio del nastro avverrà domani alle 13, alla presenza del presidente Luca Zaia, dell’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan, del sindaco Giuseppe Leopol-

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do Bortolan e del presidente Sonza. I lavori che sono stati effettuati in via San Benedetto sono stati al centro dell’attenzione per il problema della siccità e le relative azioni di contrasto. Ambito, questo, nel quale il Consorzio è impegnato da tempo, a cominciare dalla richiesta di un secondo invaso oltre a quello del Corlo. In materia di gestione dei canali, è stato recentemente appaltato l’intervento di sistemazione del rio Chioro, a Cittadella in località Facca, finanziato grazie ad un accordo tra il ministero dell’Ambiente e la Regione. Imminente l’inizio dei lavori. M.C.

La Lega sostiene Giorgio Brogliati candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di Carmignano. Lo ha ufficializzato il direttivo provinciale della Lega, che ha espresso il proprio sostegno al candidato individuato dalla sezione locale della Lega. «Giorgio Brogliati è persona conosciuta, che già vanta importanti esperienze amministrative - afferma Franco Gidoni, commissario provinciale della Lega - Nel corso dell’incontro con lui, Brogliati ha illustrato il percorso che lo ha portato ad accettare con entusiasmo la candidatura ed i temi che caratterizzeranno la campagna elettorale della sua squadra. Il direttivo ha avuto anche modo di prendere atto di alcune dichiarazioni rilasciate da altri agli organi di stampa, che non convergono sulla scelta della sezione e che sono da ritenersi frutto di scelte del tutto personali e senza alcun avvallo del Movimento». Gidoni si riferisce all’assessore uscente Raffaella Grando, tesserata della Lega, secondo la quale non c’era stato tra gli iscritti carmignanesi un dibattito chiaro nell’affrontare il posizionamento della Lega nelle amministrative. La sezione ha scelto Brogliati, che aveva ritenuto che Grando avesse parlato a titolo esclusivamente personale. Il direttivo leghista ha quindi riaffermato che il rappresentante è solo ed esclusivamente Giorgio Brogliati, la cui lista ha il simbolo della Lega. Sessant’anni, medico di famiglia, seconda laurea in Scienze politiche, Brogliati è stato qualche anno fa sindaco di Gazzo. Si tratta, almeno per ora, di una a due. Si è infatti ricandidato Alessandro Bolis con la civica “Sì Carmignano”, nella quale c’è appunto Raffaella Grando. M.C.

LEGA Giorgio Brogliati con il commissario provinciale


VI

Belluno

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Le frazioni alte alleate vogliono contare di più `Impegno dei residenti Provincia, l’entusiasmo dei re-

che hanno organizzato incontri con i politici VITA DI FRAZIONE BELLUNO (A.Tr.) Avanti tutta

IL SAN MARTINO Come anche gli altri ospedali della provincia, secondo l’Ordine dei medici, sarebbero penalizzati dalla Regione

Schede ospedaliere bocciate anche dall’Ordine dei medici Posti letto eliminati, reparti soppressi: `Tra il capoluogo, Feltre, Pieve e Agordo in una nota tutti i dubbi dell’operazione prevista la cancellazione di 58 degenze `

SANITA’ BELLUNO Sono troppi i punti che

non tornano: anche il Consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici di Belluno boccia le schede ospedaliere. Un’altra voce si aggiunge al coro di chi critica il documento della Regione ritenendo che non tuteli sufficientemente la sanità montana. Ieri il direttivo dell’associazione di categoria ha diffuso un lungo documento, tre facciate di osservazioni e analisi sulle tante, troppe ombre, delle schede. Dal numero di posti letto che non torna all’inspiegabile soppressione delle lungodegenze fino alla chiusura della psichiatria di Pieve e al ridimensionamento dei posti letto alla Gastroenterologia di Belluno, dove gli interventi sono in continuo aumento. L’analisi è dettagliata e riporta numeri fin troppo eloquenti, ai quali non si riesce per ora a trovare spiegazione.

I POSTI LETTO Passano da 901 a 898, con un notevole aumento a Cortina, do-

ve si passa da 70 a 120 e un discreto incremento a Lamon, dove da 62 vengono portati a 70 i posti letto. Di fatto, la riduzione di 58 posti letto cade tutta su Belluno, Feltre, Pieve e Agordo. «Preoccupa questa diminuzione proprio nelle strutture destinate a gestire le patologie acute mediche e chirurgiche, strutture messe a crescente dura prova dall’incremento della complessità dei pazienti e dalla impossibilità di fronteggiare i picchi di patologie stagionali come l’influenza – spiegano i medici -. Risultano poi incomprensibili gli otto posti letto in meno all’Ortopedia di Belluno, qualificata nelle stesse schede come “Centro Trauma di Zona». Non trova apparente spiegazione, secondo la categoria, nemmeno

NEL MIRINO ANCHE LE EMERGENZE: «UN NOSOCOMIO DI RILIEVO PROVINCIALE DEVE GARANTIRE UN SERVIZIO H24»

la riduzione in Gastroenterologia dove il tasso di occupazione è superiore al 100%.

AREA PSICHIATRICA Il reparto per acuti di Pieve da ieri è chiuso. L’area psichiatrica ora è tutta da ripensare, ma la matassa sembra complicata dalla riduzione dei posti letto nei reparti restanti. «Particolare preoccupazione suscita la scomparsa dei primari a Belluno e a Feltre – osservano i medici -, inoltre i ricoveri dei pazienti del Cadore, Comelico e Cortina andranno a Belluno, ma qui i posti passano da 16 a 14. È prevedibile si apra una serie di criticità nella collocazione dei pazienti psichiatrici acuti.

LE EMERGENZE Se i sindaci si sono limitati a chiedere il ripristino della reperibilità h24 per la Neurochirurgia, mediante un nuovo accordo con l’Usl di Treviso, i medici si spingono ben più in là. Altro che reperibilità, l’Ordine pensa che il San Martino meriterebbe l’istituzione di una Unità operativa complessa di Neurochirur-

gia su base provinciale. Non solo. «Un ospedale di rilievo provinciale deve garantire tutte le emergenze h24 – sostengono -, ovvero: Neurochirurgia sette su sette h24 con sale operatorie, Emodinamica h24 così come Chirurgia vascolare, Radiologia interventistica e pronta disponibilità per tutte le attività legate all’urgenza».

L’AZIENDA A stretto giro risponde anche l’azienda sanitaria. L’Usl 1 Dolomiti interviene nel dibattito per chiarire alcuni punti: il volo notturno è in programma e i posti letto sono ridimensionati, sì, ma perché il loro numero va di pari passo con l’andamento demografico, in noto calo nel Bellunese. Un chiarimento specifico arriva per il Santa Maria del Prato. «Per l’ospedale di Feltre – spiega la direzione -, i 30 posti letto extraregione derivanti dall’Accordo Regione Veneto e Provincia Autonoma di Trento a disposizione dei residenti del Primiero sono da intendersi addizionali ai 264 previsti, portando quindi la dotazione complessiva a 294 posti letto». Alessia Trentin

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contro lo spopolamento. Primo incontro con i politici, per la popolazione di Piandelmonte, Ronce e Tassei. Lunedì sera all’Agriturismo Le Ronce Belluno Alpina si è confrontata con l’onorevole Enrico Borghi. Alla serata sono intervenuti 25 residenti, per ascoltare la testimonianza e i consigli del politico piemontese, già sindaco di un Comune di poco più di 2000 abitanti. La chiacchierata, proposta e organizzata grazie all’onorevole Roger De Menech, ha aperto il ciclo di vis a vis con le istituzioni che caratterizzerà l’azione dei prossimi mesi del Comitato. L’obiettivo resta chiaro e fisso: “Ronce 2020”, ovvero il piano di sviluppo locale della zona presentato la scorsa settimana a Palazzo Rosso.

L’INCONTRO Gimmy Dal Farra, portavoce per il gruppo di residenti decisi a far rinascere le piccole frazioni sotto il Nevegal, parla di un impegno quasi quotidiano. Dopo l’apertura del tavolo in Comune, che si riunirà ogni primo giovedì del mese e al quale prenderà parte anche la

sidenti è aumentato. «Non si molla – spiega l’uomo -, ormai ci incontriamo un giorno sì e uno no. Vogliamo condividere con persone preparate le nostre idee e concretizzare il progetto studiato ad hoc per la nostra realtà. La montagna deve tornare al centro dell’attenzione delle istituzioni». La chiacchierata con Borghi sembra aver offerto buoni spunti agli abitanti, che ora resteranno in contatto con l’onorevole per essere guidati passo passo nel loro percorso. «Insieme abbiamo parlato di piccoli paesi di montagna e abbiamo colto da lui qualche idea su come gestire i territori come il nostro – racconta -. Ci ha parlato di connessioni con la città capoluogo, di cura del verde e del bosco, di investimenti sul territorio. Ci ha offerto esempi concreti e ha detto di volerci seguire in questa iniziativa. Siamo davvero felici, sarà l’inizio di un bel cammino insieme». Borghi è stato per 18 anni presidente nazionale delle Unioni Montane e ha vissuto in una realtà, quella di Verbania, dove sono tanti i comuni con poche centinaia di abitanti. Altre date non ci sono in calendario, per ora. Ma il gruppo è ben felice di ascoltare se qualcuno vorrà farsi avanti per avviare un confronto. Il prossimo impegno ufficiale in calendario, per ora, è quello di giovedì 2 maggio, con la seconda riunione del tavolo di lavoro a Palazzo Rosso.

Danneggiò l’auto della ex: 27enne “paga” con 6 mesi LA SENTENZA BELLUNO Sei mesi di reclusione

oltre al pagamento delle spese processuali, con la sospensione della pena. È la sentenza pronunciata ieri in Tribunale a Belluno dal giudice Domenico Riposati per Thomas Cantoni, 27enne bellunese accusato di danneggiamento aggravato della automobile della sua ex, che era parcheggiata di fronte alla disco J’Adore. Una condanna arrivata a sorpresa dopo un processo in cui il “grande accusatore” si è contraddetto più volte in aula. E così, dopo una deposizione non convincente, rischiando forse anche la falsa testimonianza, è andato in Procura, a fare delle precisazioni. È l’amico dell’imputato, Patrick Garna, che in quel periodo aveva una relazione con la

stessa ragazza, ex di Cantoni. Proprio su quelle contraddizioni ha puntato, nella sua arringa l’avvocato della difesa, Mariangela Sommacal, che ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito. Il pm ha chiesto invece la condanna a 7 mesi di reclusione, portati a 6 nella sentenza del giudice. Era la notte del 3 luglio 2016 e la compagnia di giovani andò a passare la serata nella disco di Salce. Dopo la serata sarebbero emersi i danneggiamenti all’auto della giovane 25enne, ma lei non denunciò. Fu proprio Garna a andare in questura a raccontare quello che aveva visto. L’imputato si è sempre professato innocente, tanto da impugnare il decreto penale di condanna e a chiedere di affrontare il processo. In realtà gli è andata male, ma l’avvocato ha già annunciato appello.


XXVII

La posta dei lettori

Lettere ADDIZIONALE IRPEF

Serve a finanziare prestazioni sanitarie In un recente confronto pubblico, il segretario generale Cgil Veneto, ha riproposto un’addizionale Irpef da utilizzare come finanziamento delle prestazioni sociosanitarie per i ceti meno abbienti. La risposta dell’assessore regionale al sociosanitario, è stata: no! Un no coerente con la posizione del governatore Luca Zaia: «non metteremo mai le mani in tasca ai veneti». Se nelle casse delle pubbliche amministrazioni ci fossero risorse economiche sufficienti, per contrastare le povertà e per rispondere alle necessità di cura e di assistenza per le migliaia di disabili e non autosufficienti (le famiglie venete per i costi delle ospitalità protette

e/o dell’assistenza domiciliare, annualmente sono costrette ad una spesa pari a circa seicento milioni di euro), non ci sarebbe nulla da eccepire sui no dell’assessore Lanzarin e del presidente Zaia. Avendo affrontato durante la mia lunga attività sindacale in Cgil e nello Spi la questione del finanziamento al welfare regionale, senza alcuna presunzione e con il dovuto realismo dettato dalle oggettive difficoltà, mi permetto di invitare la giunta del Veneto e il consiglio regionale a guardare la realtà sociale con obiettività. Mi riferisco a quella situazione quotidiana nella quale migliaia di donne, uomini, ragazze, ragazzi, bambine, bambini, anziane e anziani, vivono con notevoli difficoltà le loro condizioni di disabilità e di non autosufficienza. Moltissime di queste persone e le loro famiglie, si trovavano in disperate condizioni di vita, anche a causa dell’elevata (a volte insostenibile) compartecipazione ai costi assistenziali e alle spese sociosanitarie. Pur condividendo che non è assolutamente giusto e nemmeno accettabile, l’appesantimento fiscale sui

Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

redditi da lavoro e da pensione, non credo che un’equilibrata addizionale Irpef regionale su redditi di una certa consistenza, finalizzata alla solidarietà umana, sia un’operazione sbagliata, e non credo nemmeno che possa determinare difficoltà a coloro che hanno redditi annui che superano (al netto da tutte le trattenute) i 50 mila euro. Se questa addizionale Irpef sarà introdotta come una “tassa di scopo” e se così verrà proposta e presentata, sono certo che non ci saranno ripercussioni negative nemmeno nel consenso elettorale. Franco Piacentini

VIA RINALDI

Corrimano metallico da sostituire Vorrei segnalare che il “corrimano” metallico lungo il marciapiede di via Rinaldo Rinaldi (installato davanti alla vecchia sede del tribunale militare) è rotto: spero che l’assessore e i dirigenti competenti del Comune intervengano al più presto per ristabilire il decoro della strada. Gaetano Donà

LA MANODOPERA

Migranti in Italia vantaggi per tutti Forse non occorre che tutte le leggi siano giuste ma che siano convenienti. Almeno quelle che nascono dai sacri egoismi. Basta che siano vantaggiose per le due parti. Prendiamo i braccianti africani: a noi serve pagarli poco per avere i pomodori a prezzo vantaggioso. Se li pagassimo da italiani, compreremmo i pomodori a 8 – 12 euro al kg. Ma a salario alto prenderebbero braccianti italiani e gli africani resterebbero senza lavoro. Dal canto loro, ciò che prendono gli consente di inviare in Africa cifre che da noi sono piccole ma che consentono una buona vita e magari qualche risparmio. Dunque ciò che é poco e conveniente per noi, é anche sufficiente per loro, grazie alla diversità di economie nei rispettivi paesi. Cerchiamo la logica e non più le teorie. Semmai, provvediamo modi di abitare più convenienti che sarebbero utili anche a noi per attirare più gente e pagarla poco. Gianni Oneto

A Palazzo Madama PADOVA REDAZIONE: Via Squarcione, 5 Tel. (049) 8756011 - Fax (041) 665174 E-mail: padova@gazzettino.it

CAPOCRONISTA:

Egle Luca Cocco

VICE CAPOCRONISTA: Antonio Bochicchio

REDAZIONE: Marco Aldighieri, Maria Grazia Bocci, Nicoletta Cozza, Mauro Giacon, Luca Ingegneri, Marina Lucchin, Claudio Malagoli, Giovanni Piva, Lisa Rizzo, Claudio Strati, Donatella Vetuli

I presidenti delle Pro Loco accolti dal senatore De Poli (M.C.) Preziosa l’attività delle Pro loco. Una cinquantina di rappresentanti delle sedi dell’Alta Padovana hanno potuto visitare Palazzo Madama, sede del Senato. «Pro Loco significa volontariato, cultura, storia e tradizioni delle nostre terre. Sono l’amore e la passione di tutti i volontari che dedicano il proprio tempo», ha evidenziato il senatore Udc Antonio De Poli che ha accolto la delegazione del Consorzio del Cittadellese.

L’intervento

Ospedale Sant’Antonio, patrimonio da difendere

a mobilitazione di massa di noi cittadini padovani contro la decisione di eliminare il presidio – polo ospedaliero del Sant’Antonio, tanto necessario quanto indispensabile per la salute dei cittadini, ha sortito un primo e significativo risultato positivo. Con il ripristino delle vecchie schede promesse dalla sanità regionale, si intravede un primo segnale in controtendenza alla sua possibile eliminazione. L’ospedale della “città”, il Sant’Antonio, deve mantenere la vocazione territoriale per il suo mandato di percorso clinico e diagnostico assistenziale dei cittadini padovani. Il cosiddetto PDTA deve restare punto fermo di riferimento in via Facciolati, sede dell’ex ospedale traumatologico dell’Inail, assieme al polo ospedaliero Giustinianeo e assegnato all’Ulss 6 Euganea non alla direzione ospedalie-

L

La sorella Tiziana, il cognato Gianfranco e il nipote Matteo annunciano addolorati la scomparsa del loro caro

FRANCO POFFO

ra dell’Università di Padova. Che ha altra vocazione: quella della ricerca medico scientifica ad altissima specializzazione. L’alternativa non può essere che l’unica possibile per la medicina territoriale, lasciare il Sant’Antonio all’Ulss 6 Euganea proprio per ragioni di opportunità e dare continuità alla sua naturale destinazione di medicina del territorio. I cittadini devono pretendere tutto ciò, nel solo interesse e per il bene della salute collettiva, e anche per sconfessare marchingegni burocratici poco comprensibili e per questo non affidabili. Voler “razionalizzare” situazioni non coerenti, come quelle prospettate dalla cosiddetta riforma sanitaria regionale, significherebbe sperperare denaro pubblico e “bruciare” risorse che devono essere destinate alla prevenzione e cura della nostra salute. Michele Russi

Siamo vicini a MARI e ai tre bambini, GIOVANNI, PAOLO e MARCO ANTONIO. NADIA, TINO, DEBORAH, ELISA e DARIA

MARCO VIT Pordenone, 18 aprile 2019

di anni 62

I funerali avranno luogo venerdì 19 aprile alle ore 14.30 nella chiesa di S.Maria della Consolazione nel cimitero di Mestre.

TRIGESIMI E ANNIVERSARI ANNIVERSARIO 18/4/2014 18/4/2019

Mestre, 18 aprile 2019

10.00 - 12.30 e 14.30 - 17.00 Cav.

GIOVANNI GIOVANETTI La figlia Monica con Oscar ed Elisabetta, la sorella Graziella lo ricordano con immutato affetto. Treviso, 18 Aprile 2019

18 Aprile 2014

18 Aprile 2019

Ricordiamo nel quinto anniversario dalla sua scomparsa

Giovanni Moretti con amore. Maria Roberta Venezia, 18 Aprile 2019

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LA NOTIZIA PIÙ LETTA SUL GAZZETTINO.IT

IL COMMENTO SUL GAZZETTINO.IT

Aspetta il treno sdraiata sui binari Una donna ha tentato il suicidio sdraiandosi sui binari all’altezza di Busa di Vigonza, ma il convoglio le ha amputato le gambe.

Venezia, auto sorpassa il tram e viene schiacciata È la dimostrazione che a Mestre (strade strette) e Venezia (è un imbuto) il Tram non andava fatto. Spero non accada mai un’emergenza... (JerodJerod) Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Il commento

L’analisi

Una strada obbligata, fanno soltanto finta di litigare

Tra elezioni e autonomia, il Veneto penalizzato

Paolo Balduzzi

Giovanni Diamanti

segue dalla prima pagina

(...) Visto che alla patrimoniale questo governo sembra avere rinunciato (e, a ben guardare, di imposte patrimoniali ne esistono già moltissime - benché incoerenti e disordinate - nel nostro ordinamento), gli altri canali sono quelli di nuove entrate, minori spese e lotta all’evasione. Sul fronte delle entrate, per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’orientamento del governo è quello di andare verso la flat tax, o perlomeno verso una diminuzione del numero di scaglioni dell’Irpef: un’operazione ancora dai contorni indefiniti e controversi. Indipendentemente dall’opinione che della flat tax si può avere, dunque, l’unica certezza è che, se sarà attuata, porterà meno risorse e non certo di più. Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle società, risulta già sufficientemente stucchevole il passo indietro del governo, che si è rimangiato con il decreto “crescita” quanto scritto pochi mesi prima nella Legge di bilancio. Non resta dunque che l’Iva. Di Maio e Salvini da una parte fanno finta di litigare con il realista Tria che definisce ineluttabile l’aumento delle aliquote per far fronte al necessario aumento di gettito, dall’altra negando qualunque aumento cercano di rassicurare l’elettorato in vista del voto europeo che potrebbe ribaltare i rapporti di forza tra i giallo-verdi. Ma la realtà è un’altra: e cioè che insieme all’Iva aumenteranno anche le accise, proprio quelle odiose imposte specifiche che secondo Salvini

avrebbero dovuto essere eliminate al primo Consiglio dei Ministri ma che invece resistono a discapito di ogni proclama di riduzione della pressione fiscale. Inoltre, vale la pena di notare che, a differenza dell’Irpef, la base imponibile dell’Iva (vale a dire i consumi) è distribuita in maniera più omogenea sul territorio. In questo senso sarebbe meno iniqua di altri aumenti di imposta. Ci si augura invece che non si pensi di aumentare ulteriormente il deficit: ci manca solo una procedura di infrazione a livello europeo a peggiorare il quadro di crescita zero e di pessimismo di questo Paese. Gli economisti sanno bene inoltre che le entrate potrebbero aumentare anche senza ritoccare le aliquote: basterebbe stimolare la crescita economica. Per esempio incentivando gli investimenti. Cosa che sarebbe dovuta avvenire con la manovra d’autunno, come più volte inascoltati abbiamo suggerito su queste colonne. Ma proprio qui casca l’asino e si ha un altro esempio di come l’indecisione dei temporeggiatori stia bloccando il Paese: che fine hanno fatto i decreti “crescita” e “sblocca cantieri”? Dopo innumerevoli correzioni, erano in attesa di una firma da parte del Presidente della Repubblica che tuttavia, a quanto risulta, ancora non c’è stata né ci sarà, a meno di un nuovo passaggio sul tavolo di Palazzo Chigi per stilare un testo definitivo. Non che siano provvedimenti risolutivi. Ma a maggior ragione, se anche degli interventi relativamente deboli risentono dei contrasti nella maggioranza, si può immaginare il

destino di scelte che sarebbero veramente rivoluzionarie. Come, ad esempio, quella di una decisa revisione della spesa. L’unica vera esperienza di revisione della spesa nel nostro Paese si è avuta nel 2012/2013 con Carlo Cottarelli, la cui commissione delineò un percorso impegnativo che avrebbe portato, nel giro di tre anni, a risparmi strutturali massimi (avrebbe poi deciso la politica quanti e quali) di 32 miliardi. I lavori di quella commissione finirono in un cassetto e mai furono utilizzati dalla politica. Vaneggiare che in poco tempo si possano ottenere risparmi elevati significa non aver capito cosa sia la spending review e confonderla con dei semplici tagli lineari, più semplici ma che rischiano di buttare via il bambino con l’acqua sporca. Se si accetta un suggerimento, il punto da cui cominciare a effettuare la revisione è quella degli sconti fiscali legati all’Irpef, un tesoretto da almeno 60 miliardi l’anno che merita di essere riordinato. E tornando alle scelte rivoluzionarie: che fine ha fatto la lotta all’evasione fiscale? Ogni anno vengono evasi imposte e contributi per oltre cento miliardi di euro, vale a dire più della metà dell’intero gettito Irpef. Ma fare la lotta all’evasione significa toccare interessi molto forti, ben diffusi tanto al nord quanto al sud del Paese (lavori senza fattura da un lato, lavoro nero dall’altro). Di certo, una strategia che richiede decisione e forza, impraticabile per chi temporeggia in attesa di nuove e elezioni o di nuovi soggetti a cui addebitare i propri fallimenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervento

segue dalla prima pagina

Non sembrano esserci all’orizzonte capilista veneti: dal romano Calenda del Pd al lombardo Salvini per la Lega, passando per il sempre presente Silvio Berlusconi di Forza Italia. Diverso il discorso dei 5 Stelle, che candidano una donna nata in Veneto ma attiva a Trieste, Viviana Dal Cin, francamente molto poco conosciuta. Non ci sono leader nazionali veneti, e spesso, nella circoscrizione Nord-est (che comprende anche Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige) viene data più rilevanza agli esponenti emiliano-romagnoli. In Veneto, il Pd punta su Variati, stimato ex sindaco vicentino incoronato a Padova da Zingaretti nella sua prima uscita di campagna elettorale, mentre Forza Italia rilancia Irene Pivetti, lombarda, che si ricandida dopo anni di lontananza dalla politica. Nella Lega c’è stata negli ultimi giorni una rivolta interna, ampiamente raccontata da questo giornale, per la volontà di candidare un numero maggiore di emiliani piuttosto che di veneti, e per l’assenza di candidature vicine a Zaia: le pressioni del Governatore, alla fine, avrebbero fatto breccia. Ma è proprio la polemica in casa leghista l’elemento più sorprendente e interessante di questa tornata elettorale: anche per l’ormai ex “partito del Nord”, il Veneto sembra avere un peso relativo. Questo, nonostante i dati record registrati nelle ultime tornate elettorali nella regione veneziana. Nonostante l’elevatissimo gradimento personale del Governatore. Nonostante il trionfo di Zaia nel referendum da lui stesso voluto sull’autonomia regionale. Nonostante tutto questo, il primato

della Lega Lombarda sulla Liga Veneta non viene solo confermato, ma viene accentuato dando maggiore spazio addirittura ai candidati dell’Emilia-Romagna. Secondo qualcuno proprio il peso di Zaia potrebbe essere la causa di questa sotto-rappresentanza veneta dentro la Lega. Perchè Zaia gode, anche fuori dai confini regionali, di una credibilità e di un consenso elevati. Perchè è l’unico, altro leader leghista e a molti livelli è considerato una possibile alternativa a Salvini. Anche per queste ragioni sarà importante capire e vedere come si svilupperà la partita sull’autonomia regionale, cavallo di battaglia di Zaia. La riforma in questo momento sembra essersi arenata, con Salvini apparso finora non troppo disponibile a forzare la mano. La ragione di questa frenata può essere spiegata guardando i dati: a dicembre, un elettore leghista su tre proveniva dal Mezzogiorno. L’espansione leghista verso sud ha funzionato e ha portato il Carroccio alla conquista di consensi invidiabili. Nel lungo termine, tuttavia, lo zoccolo duro del Nord-est da un lato, che non ha mai tradito elettoralmente il partito erede di Miglio e che esprime il Presidente di Regione più apprezzato d’Italia, e i nuovi insediamenti meridionali dall’altro, saranno difficili da conciliare. In un simile contesto, il Veneto rischia di rimanere trascurato dalla politica nazionale. E di aumentare così la propria diffidenza verso il sistema “romano”. Per questo, la battaglia politica sull’autonomia assume un valore più profondo: servirà alla Lega per dimostrare quale sia la propria identità. E al Veneto per misurare il suo peso politico. Dentro e fuori la Lega. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La vignetta

Lodi come Parigi, le cattedrali vanno rialzate Massimiliano Atelli* elle ore in cui il mondo è sotto choc per la devastazione della cattedrale di Notre Dame ad opera di un terribile incendio, si ripropone - stavolta con la forza tragica di un’autentica sciagura - il tema della rilevanza della iconografia urbana, ovvero dei luoghi o siti-simbolo delle nostre città, che hanno in sé la rara capacità di sintetizzarne ed esprimerne l’essenza, l’identità, la storia (nel legame indissolubile fra passato e presente). È così per Notre Dame, che non sarà più la stessa ma deve tornare (e tornerà) a rimanere se stessa, per ciò che ha rappresentato e rappresenta (non solo per parigini e francesi), con il suo straordinario e quasi millenario carico di vissuto e di vissuti, irripetibili (penso a Napoleone Bonaporte incoronatovi Imperatore, ma anche a migliaia di persone comuni, devote e no). Parigi, senza Notre Dame, non

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sarebbe Parigi. E Notre Dame, naturalmente, non potrebbe essere altrove. Dentro la tragica vicenda si coglie in pieno il senso della rilevanza dell’iconografia urbana, che purtroppo è dolentemente avvertito - come sovente accade in questo nostro distratto presente postmoderno, avvelenato dall’ossessione per la velocità - solo quando un’icona viene colpita. Impariamo da questa severissima lezione, e tesaurizziamola, perché piaccia o no l’iconografia urbana ha un ruolo essenziale, per le nostre coscienze prima che per le nostre stesse vite, specie in questo difficile tornante della Storia. Dalla grande cattedrale carica di storia al più piccolo e dimenticato monumento, l’iconografia urbana sfida ogni giorno le nostre indifferenze, scuote le nostre presunte certezze (non di rado, di comodo). Questo vale per Parigi, ma vale anche per ogni dove si possa

cogliere il segno di un tratto identitario. Perfino quando è “nuovo”. Nel silenzio generale, o quasi, nei mesi scorsi un’altra “cattedrale”, che a suo modo stava diventando un simbolo, è stata colpita, e sta sparendo. È la cattedrale vegetale di Lodi, opera monumentale dell’artista Giuliano Mauri, realizzata postuma, grazie al sostegno economico di enti pubblici del territorio e di importanti sponsor privati. I lavori, iniziati nel 2010 e ultimati nel 2017, hanno dato vita ad un capolavoro vegetale che fonde sapientemente natura e senso del trascendente, fatto di 108 colonne lignee, alte ciascuna 72 mt. Colpite duramente da un vento eccezionale a fine 2018, e messane a rischio la statica, le ultime colonne ancora in piedi sono in queste settimane in corso di abbattimento. Eppure, in questi due anni, quella cattedrale ha saputo scalare i gradimenti di tantissime persone, che fino a Lodi probabilmente non sarebbero

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altrimenti arrivate. Di Lodi, quella “cattedrale” è divenuta un’icona, e oggi Lodi sarebbe cosa diversa, senza. Lodi come Parigi? Sì, le cattedrali

vanno rialzate, sempre, e restituite alla sfida quotidiana alle nostre coscienze. *procuratore regionale della Corte dei conti della Valle d’Aosta


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PRIMO PIANO

Giovedì 18 Aprile 2019 Corriere del Veneto

Politica Verso le elezioni Europee Scheda ● Tra il 23 e il 26 maggio circa 400 milioni di cittadini europei si recheranno alle urne per il rinnovo delle istituzioni europee ● In Italia si vota domenica 26 maggio, dalle 7 alle 23 ● Possono votare tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali del proprio Comune che avranno compiuto i 18 anni entro il 26 maggio 2019 ● Ai fini delle votazioni, l’Italia è stata divisa in cinque circoscrizioni elettorali: nordoccidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, FriuliVenezia Giulia, Emilia Romagna), centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), insulare (Sicilia, Sardegna) ● L’Italia elegge 73 eurodeputati. Di questi, 14 saranno eletti nel collegio Nordest. Con lo slittamento della «Brexit» a ottobre infatti la Gran Bretagna dovrà

26 maggio 2019

partecipare alla tornata elettorale e dunque i suoi seggi (73) non saranno redistribuiti tra gli altri Paese membri dell’Unione, com‘era previsto

Le liste alle Europee

Partito Democratico Carlo Calenda Elisabetta Gualmini Paolo De Castro Achille Variati Isabella De Monte Roberto Battiston Cecile Kyenge Silvio Antonio Calò Maria Cecilia Guerra Furio Honsell Alessandra Moretti Massimiliano Santini Roberta Mori Francesca Puglisi Laura Puppato

+Europa Federico Pizzarotti Silvja Manzi Philippe Daverio Federica Sabbati Eugenio Fusignani Carlotta Cinti Luciani Layla Yusuf Renate Holzseisen Giorgio Andrian Laura Antonini David Borrelli Alessandra Chiantoni Marco De Andreis Giorgio Pasetto Francesco Rolleri

PPA Popolo Partite IVA

Popolari per l’Italia

SVP

Manuela Malandrucco Paolo La Triglia Brigitte Marie Autret Lorenzo Franchi Saverio Galli Torrini Maria Marcianò Maddalena Bedei Amato Umberto Simone Condorelli

Il Popolo della Famiglia

Ivo Tarolli Milena D'imperio Paolo Gottarelli Monica Franch Giovanni Chiucchi Silvana Arbia Pasquale Montalto *Movimento Francesca Pangallo Gilet Arancioni Michele Laganà Maria Grazia Trombetta Valentino Antonio Sacco Patrizia Toselli Agostino Migliorini Manuela Vettorello Andrea Mondini Herbert Dorfmann Claudia Segnana Klaus Mutschlechner Martina Valentincic Otto Von Dellemann Sonja Anna Plank

Carlo Calenda

Partito Animalista

Mirko De Carli Clara Gallosi Vladimiro Campello Laura Neri Roberto Azzalin Carla Condurso Roberto Gualandi Emanuela Biagi Paola Ganz Antonio Pappalardo Licia Pierri Salvatore Raimò Valentina Rota Andrea Castellani Svetlana Kiriwk Cosimo Lanzo Francesca Vistalli Mario Rossignoli Marica Menara Antonello Secchi Clarissa Zambelli Caterina C. M. Di Malta Francesco Pappalardo

*Parlamentare Indipendente Lamberto Roberti

Lega Nord

Matteo Salvini Alessandra Basso Mara Bizzotto Paolo Borchia Vallì Cipriani Rosanna Conte Gianantonio Da Re Marco Derosto Matteo Gazzini Paola Ghidoni Manuel Ghilardelli Elena Lizzi Emiliano Occhi Gabriele Padovani Ilenia Rento

Cristiano Ceriello Anna Tonia Ravicini Alberto Musacchio Luisantonio Zanin Alberto Montoro Annunziata Bruno Daniela Rinaldini Isabella Campana Matteo Salvini

Volti e sfide a Nordest Europee:eccoleliste *Liste non ammesse

VENEZIA Esistono, è innegabile, «tipi da lista». Il «recidivo», che ci prova con caparbietà tornata dopo tornata anche se con esiti deludenti. L’evergreen che per decenni spunta spesso fra i primi nomi della lista. C’è il «blindato», quello che, preferenze o no, può concedersi festeggiamenti anticipati, fatto salvo il rito scaramantico di rigore. Ma la vera novità di questa tornata di elezioni europee è «il Carneade». Ci spieghiamo meglio. Non solo nelle immancabili micro liste fantasiose che apprezzano il gareggiare anche se consapevoli di non poter neppure sognare lo sbarramento del 4%, non solo nel Movimento 5 Stelle che professa democrazia & clic per scegliere i candidati sulla piattaforma Rousseau, persino nell’ormai mastodontica Lega di matrice salviniana, svettano nomi sconosciuti ai più. Peggio, sconosciuti allo stesso stato maggiore del Carroccio. Parliamo della circoscrizione del Nordest che ingloba, oltre al Veneto, anche Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. E il dato saliente della vigilia, a poco più di un mese dall’apertura delle urne, pare essere proprio questo, la carica di sconosciuti di manzoniana memoria. Una scelta non dettata dal caso che ha scatenato un brontolio fragoroso, soprattutto in casa Lega, soprattutto in Veneto. Un’altra scelta accomuna i principali schieramenti politici, anche a Nordest: il capolista di peso. E così, partendo proprio dal Carroccio che punta all’en plein, ecco capolista lo stesso Matteo Salvini. Val la pena analizzare i 14 nomi che seguono. Si parte con la tesoriera del Carroccio a Bologna, la poco nota Alessandra Bas-

so. Segue l’europarlamentare uscente, la vicentina Mara Bizzotto (categoria «blindati» di cui sopra). E poi, ancora, Paolo Borchia, veronese, stimato tecnico veronese del gruppo della Lega a Bruxelles. Poco noto alla base, ça va sans dire. Segue una volitiva sindaca romagnola, Vallì «la Rossa» Cipriani, Rosanna Conte poco nota esponente del Carroccio di Portogruaro, nel Veneziano. Subito dopo incrociamo un altro nome blindato: Gianantonio «Toni» Da Re, segretario nathional uscente e a seguire altri «emergenti». Spiccano, per assenza, tutti i «regionali»: Roberto Ciambetti, presidente dell’assemblea di Ferro Fini, l’assessore regionale Federico Caner, i consiglieri Fabiano Barbisan e Luciano Sandonà. Tutti

Sotto la lente il possibile testa a testa fra il redivivo Pd e un M5S in difficoltà: sono 14 i seggi in palio

spazzati via dal niet di via Bellerio. Si comprende il malanimo dilagante nei confronti dei cugini lombardi cui non è stato applicato lo stesso criterio. Si diceva del capolista «big». Il Pd punta tutto sull’ex ministro Carlo Calenda e sul feeling con gli imprenditori nordestini al punto da farlo traslocare a Padova. A scorrere la lista messa faticosamente insieme dai dem spicca il rientro di quella che era stata lady preferenze, Alessandra Moretti. Ci sono, poi, entrambi i nomi di Acille Variati, ex sindaco di Vicenza e di Paolo De Castro, già golden boy dell’agricoltura e del made in Italy a Bruxelles. I due sono stati al centro di un va e vieni che si è ricomposto solo sul filo di lana. Si ricandida la friulana Isabella De Monte ma spunta anche il prof simbolo dell’accoglienza dei migranti, il trevigiano Antonio Silvio Calò. E ci si imbatte in un altro ex sindaco, l’udinese Furio Honsell. E il quindicesimo nome della lista è quello dell’ex senatrice Laura Puppato. Il M5S ha puntato su Sabrina Pignedoli, giornalista anti mafia emiliana come capolista. Ci sono l’uscente (e dato per riconfermato) Marco Zullo e l’apprezzata Ulderica Mennella cui si aggiunge Simone Contro di Sandrigo, nel Vicentino, noto per essere amministratore delle chat del Movimento. Restano fuori nomi gettonati come la moglianese Cristina Manes e il padovano Giuliano Altavilla. Tornando a destra, Silvio Berlusconi capolista per Forza Italia - stesso schema - cui seguono, fra gli altri, Irene Pivetti e Roberta Toffanin ma anche il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia. Fratelli d’Italia ha come capolista, naturalmente, Giorgia Meloni che ha come «secondo» Sergio Berlato, il santo patrono delle doppiette venete e consigliere regionale che ci riprova.

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L’Ego - Hub

Capolista big Ad accomunare tutte le liste la scelta di mettere come capolista il big del proprio partito

Gli sconosciuti Moltissimi, anche nei partiti principali, i nomi poco noti scelti dai vertici per correre

Previsioni Si ipotizza un minimo di sei seggi al Carroccio in nome di percentuali «bulgare»


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Giovedì 18 Aprile 2019

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L’influencer Maria Sandrin

L’ex 5 Stelle David Borrelli

Alle urne L’Europa al voto per rinnovare i propri rappresentati a Bruxelles il 26 maggio

Le liste alle Europee

Forza Italia

Silvio Berlusconi Sandra Savino Irene Maria Pivetti Roberta Toffanin Valentina Castaldini Emanuele Crosato Cristina Folchini Ilaria Giorgetti Paola Girolami Anna Leso Mario Malossini Giuseppe Papa Alfredo Posteraro Matteo Tosetto Valerio Zoggia

*Rispetto per tutti gli animali ORA

Montecitorio

Fratelli d’Italia

Giorgia Meloni Sergio A. Berlato Cristian Bolzonella Luca Ciriani Renata Dalfiume Isabella Dotto Michele Facci Elisabetta Gardini Francesca Gerosa Giulia Manzan Massimo Mariotti Fabio Pietrella Maria C. Sandrin Remo Sernagiotto Gianfranco Stella Michela Dossa Andrea Carollo Laura Zavarise Roberto Migliorini Luisa Gros Mirko Angelini Patrizia Picasso

Partito Pirata

Destre Unita

Luigi Gubello Stefania Calcagno Giuseppe Cossalter Cristina Diana Bargu Aram Gurekian Valentina Piattelli Luigi Di Liberto Maria C. Pievatolo Marco Anselmo Luca Calamari Marco Ciurcina Carlo Piana Fabio Aaron Biancotti Paul Stephen Borile

Simone Di Stefano Elisabetta Uccello Andrea Bonazza Roberto Bussinello Carlo Andrea Cardona Francesco Clun Rosa De Nunzio Claudia Cagliano Stefania Marcante Pierpaolo Mora Marco Mori Giulia Pilloni Katia Portaro Maurizio Puglisi Ghizzi Monica Tess

Movimento 5 Stelle

Forza Nuova Roberto Fiore Alessia Augello Luca Castellini Gloria Callarelli Luca Leardini Caterina Foti Lorenzo Damiano Stefania Venir Michele Olivotto Francesca Barbierato Federico Corso Giulia Sasso Fiorenzo Consoli Emma Marzari Stefano Girella

Sabrina Pignedoli Marco Zullo Viviana Dal Cil Alessandra Guatteri Elena Mazzoni

Raffaele Colella Luana Miani Alberto Grossi Paola Corbellari Carolina Zanaga Manuela Tartari Walter Spizzamiglio Sinatra

Partito Comunista

Europa Verde

La Sinistra

Silvia Zamboni Angelo Bonelli Chiara Bertogalli Marco Affronte Fiorella Belpoggi Norbert Lantschner Tiziana Cimolino Davide Nava Boro Lo Fatou Alice Brombin Eugenia Fortuni Judith Kienzl Giuseppe Prasel Luca Saccone Massimo Valpiana

Silvia Prodi Adelmo Cervi Alessia Cerentin Ismail Ait Yahya Martine De Biasi Andrea Bellavite Luisa De Biasio Calimani Mauro Collina Chiara Mancini Iztoc Furlanic Elena Mazzoni Giacomo Gianolla Maria Chiara Zandonella Fausto Pozzobon Matteo Segatta

Claudio Fochi Nadia Piseddu Matias Eduardo Diaz Crescitelli Cinzia Dal Zotto Antonio Candiello

Ulderica Mennella

Marco Rizzo Laura Bergamini Canzio Giuseppe Visentin Rosanna Tracuzzi Spadaro Georgios Apostolou Isabella Sartogo Ugo Bertinelli Daniela Giannini

*Liste non ammesse

Da segnalare anche la transfuga Elisabetta Gardini che ha detto addio a Forza Italia pochi giorni fa, l’ex europarlamentare Remo Sernagiotto e anche «Siora Gina», una influencer in vestaglia e bigodini che sbanca i social network. Da tenere d’occhio l’accoppiata +Europa e Italia in Comune: capolista l’ex pentastellato Federico Pizzarotti che arruola, fra gli altri, Philippe Daverio, Giorgio Pasetto (il pasdaran anti congresso della famiglia tradizionale di Verona) e un altro ex pentastellato ed ex europarlamentare, David Borrelli inserito, pare di capire, in quota Bonino. Delle 20 liste presentate, 3 non sono state ammesse(Gilet Arancioni, Rispetto per tutti gli animali Ora e Parlamentare indipendente), altre possono regolarizzare: Partito Pirata e Destre Unite-Casapound. Ci sono poi:Popolo della famiglia, Popolari per l’Italia, Svp, Partito Animalista, Europa Verde e Popolo delle Partite Iva. Spostandoci all’estrema destra, oltre a Casapound - Destre Unite, ecco la lista di Forza

Tornano sigle storiche di estrema destra ed estrema sinistra: da FN a Casapound, dal PC a La Sinistra

Carla Franchini Salvatore Lantino Simone Contro Cristiano Zanella

Alessandro Mustillo Silvia Stefani Marco Trapassi Giovannina Bastone Alessio La China Eleonora D’Antoni Gianmarco Chilelli

L’Ego - Hub

Nuova con capolista Roberto Fiore. La costellazione di sinistra, invece, si divide in due: La Sinistra con Silvia Prodi capolista e il Partito Comunista con Marco Rizzo al numero uno della lista. Secondo il politologo Paolo Feltrin, un seggio equivale a circa 6 punti percentuali. Alla Lega dovrebbero andarne 6, M5S e Pd, parimerito, potrebbero totalizzarne 3 a testa mentre altri due saranno contesi fra FI e FdI. «Anche se qualcosa potrà cambiare in nome del meccanismo dei resi» spiega Feltrin. In totale i seggi in palio sono 14. Il voto si esprime tracciando sulla scheda una X sul simbolo della lista prescelta. Si possono esprimere fino a tre preferenze per candidati della stessa lista. Nel caso si esprimano tre preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso pena l’annullamento. Possono votare tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 18 anni entro il 26 maggio 2019, data del voto europeo. Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

Agro-mafie e scelta no vax Cunial espulsa dal gruppo M5S VENEZIA Sara Cunial, la barricadera deputata del Movimento 5 Stelle ormai a un passo dall’espulsione. E stavolta sembra davvero un biglietto di sola andata. La bassanese, accesa no vax, ha percorso, sin qui, una strada tutta in salita all’interno del Movimento. Già in campagna elettorale era stata sospesa proprio per la forte vicinanza con il mondo no vax. In aula ha votato emendamenti proposti dalle opposizioni e non ha votato la legge di bilancio. Isolata dal resto dei parlamentari pentastellati e dai compagni di partito veneti, ieri Cunial, maglioncino rosa e verve da tribuno, ha pronunciato un eclatante discorso in aula in cui ha accusato il suo stesso partito di voler fare «uno scempio in nome e per conto delle agromafie». Il casus belli, questa volta, non è però l’obbligo vaccinale dalla deputata definito «un genocidio» bensì il caso xylella e gli ulivi pugliesi che la bassanese sta difendendo strenuamente da mesi. In continuità, va detto, con quanto proclamava lo stesso Luigi Di Maio prima di arrivare a Palazzo Chigi. Puglia infelix, verrebbe da dira. Il Tap, l’Ilva e poi gli ulivi malati da abbattere: altrettante ferite aperte su cui il M5S di governo ha fatto marcia indietro. Non l’irriducibile Cunial che, in queste ore, sta collezionando decine di attestazioni di stima Barricadera non solo dagli attivisti ma Sara Cunial anche, ed è un inedito nelle dinamiche pentastellate, da più di qualche ormai ex collega del gruppo M5S alla Camera. Il direttivo M5S a Montecitorio si è riunito e ha votato l’espulsione dal gruppo parlamentare e la segnalazione ai probiviri. E uno dei tre proboviri è Jacopo Berti, già capogruppo in Regione. L’espulsione dal gruppo parlamentare è, di fatto, il prodromo tecnico per la cacciata dal M5S. «Abbiamo avviato ufficialmente la procedura di espulsione dal gruppo parlamentare della Camera» hanno fatto sapere i pentastellati in una nota. E lei, ieri è passata al Gruppo Mistoì. «Ha assunto posizioni antiscientifiche su tutto, anche sulla Xylella» ha commentato il capogruppo Francesco D’Uva. In sua difesa, fra gli altri anche una provocatoria Paola Nugnes che twitta: «Ma se una non rispetta lo statuto che non rispetta più lo statuto sta rispettando lo statuto che non è più rispettato dallo statuto, o no?». (m.za.)

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