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PRIMO PIANO
Corriere di Verona Mercoledì 26 Giugno 2019
5 VR
di Lillo Aldegheri
L’evento ● La cerimonia finale delle Olpiadi invernali del 2026 si terrà a Verona ● La città tornerà così in mondovisione, come avvenuto venerdì con al diretta su Rai organizzata in occasione dell’apertura della stagione lirica con La Traviata di Franco Zeffirelli. ● Il presidente del Veneto Luca Zaia stima che le persone presenti in Arena quel giorno saranno 22mila. La cerimonia sarà trasmessa in mondovisione
VERONA Sarà un’Arena «on ice», spettacolare come mai in passato e seguita in mondovisione da milioni di persone in tutti i cinque continenti, quella che ospiterà domenica 22 febbraio 2026 la cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici invernali di Milano e Cortina. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ne ha riparlato ieri, fornendo qualche anticipazione di rilievo. «La cerimonia di chiusura all’Arena – ha detto il governatore – registrerà sicuramente un sold-out, e sarà super venduta, con oltre 22mila persone presenti. Possiamo dire con tranquillità – ha aggiunto - che sarà uno spettacolo quale non c’è mai stato a Verona in termini di telespettatori, perché non esiste altro evento che vada in mondovisione con così tanto pubblico e con quell’appeal». Zaia ha sottolineato che il grande evento «coinvolgerà la città intera, che vivrà un processo di progressivo avvicinamento allo spettacolo finale, che sarà il biglietto da visita di saluto conclusivo, il ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato e sostenuto la manifestazione: la cerimonia di chiusura non sarà un cameo ma sarà la sublimazione di quello che la macchina organizzativa sarà riuscita a fare, e vi posso garantire che sarà una splendida sorpresa, perché coinvolgeremo persone abituate alla regia di grandi eventi». Altre anticipazioni? «Nessuna, - ha concluso sorridendo Zaia ma posso dirvi che ci sarà del ghiaccio». Neanche una parola di più su quest’ultimo punto, ma è intuibile che, prima dello spegnimento della fiamma olimpica, vedremo un’Arena con la platea trasformata in pista da ghiaccio, un po’ come negli Opera on Ice degli anni passati, o come nel «Giulietta e Romeo» russo dello scorso novembre, moltiplicato però per mille grazie alla diretta mondovisione e all’emozione incomparabile di un’Olimpiade. Un’emozione che ha contagiato tutta la nostra città, a partire da un
L’emozione
Sui pattini Una versione invernale dell’Arena con la pista di ghiaccio al centro
«Cerimonia finale in Arena spettacolare e sorprendente Ci sarà anche il ghiaccio» Le anticipazioni di Zaia. La città tornerà in mondovisione
I commenti Sboarina: in cantiere anche eventi collaterali Riello: un evento irripetibile
sindaco che si è detto «commosso» per il risultato raggiunto, ma che ieri, dopo la serata di festa, si è rimesso subito al lavoro in vista di quel grande appuntamento. Magari puntando anche a conquistare ulteriore spazio nell’organizzazione di quelle giornate. Proprio Federico Sboarina ha infatti ricordato che «il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giorgetti, ha parlato di un top manager che gestirà l’evento sportivo, ma anche Verona dovrà essere coinvolta». In
che modo? «Oltre al gruppo per la promozione locale – ha spiegato il sindaco - avvierò un confronto con le categorie economiche per progettare eventi e manifestazioni collaterali. Con il presidente della Provincia Scalzotto – ha aggiunto Sboarina – verrà creato un gruppo di lavoro stabile per la promozione coordinata di tutto il territorio, perché i Giochi dovranno essere un volano per le nostre montagne, la Valpolicella e il lago». Dal mondo economico, subito in sintonia col sindaco si
22
mila, le persone che si stima saranno presenti alla cerimonia conclusiva dei Giochi olimpici invernali del 2016 che si terrà in Arena a Verona
dice il presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Riello, doppiamente soddisfatto in quanto si considera un po’ un cittadino d’adozione di Cortina d’Ampezzo. «Faccio i miei complimenti al sindaco di Cortina Ghedina e al governatore Zaia per il risultato raggiunto» premette Riello, subito aggiungendo che quel risultato «è stato frutto di un lavoro di squadra. Si dice – ricorda il presidente con un sorriso - che sia stato l’avvocato Agnelli a sponsorizzare le Olimpiadi di Torino: stavolta invece Milano e Cortina hanno portato a casa un risultato che non è espressione di singole sponsorizzazioni ma è nato invece da un impegno univoco di molte forze concordi. Ed anche l’indicazione dell’Arena come luogo destinato ad ospitare la prestigiosa cerimonia di chiusura dei Giochi – prosegue - è frutto di scelte lungimiranti che hanno saputo anteporre alla tentazione di portare a casa il più possibile, l’idea di creare uno spettacolo irripetibile in uno scenario che solo Verona possiede». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le campionesse veronesi: sarà fantastico
Porcellato: ero a Losanna, potevamo solo vincere. Valbusa: gli italiani uniti sono vincenti È un cuore a cinque cerchi quello di Francesca Porcellato, autentico monumento del movimento paralimpico italiano. «La rossa volante» in carriera ha partecipato a qualcosa come dieci Olimpiadi (sette estive, tre invernali), facendo incetta di medaglie (sono ben 14, di cui 3 d’oro) in atletica, ciclismo e sci di fondo: un’icona dello sport azzurro. «Sono felicissima. È una vittoria strameritata» ci confessa Francesca con la voce ancora carica di emozione. Lei era con la delegazione italiana a Losanna, dove ha vissuto con trepidazione l’ultimo atto che ha consegnato a Milano-Cortina i Giochi invernali del 2026: «È stata una giornata lunghissima, emo-
VERONA
Grinta e passione Sabina Valbusa e, a destra, Francesca Porcellato in azione
zionante. La vittoria italiana era nell’aria, ma finché non ne hai certezza vivi nell’ansia. Vedere direttamente come nasce un’Olimpiade è incredibile». Poi Francesca entra nel dettaglio: «Abbiamo tenuto due presentazioni, la prima tecnica a porte chiuse,
la seconda più emozionale in collegamento televisivo. Ho fatto la mia esposizione al mattino - spiega - quando ho preso la parola dopo il presidente del Coni Malagò e il sottosegretario Giorgetti. Nel mio intervento ho voluto sottolineare la bontà del nostro
progetto in termini di sostenibilità: l’83% degli impianti è già pronto - aggiunge - Questo era uno dei punti di forza della nostra candidatura. Potevamo solo vincere, eravamo troppo forti. Segno che quando lavoriamo tutti insieme nella stessa direzione, noi ita-
liani sappiamo fare le cose nel modo giusto». La ciliegina è la cerimonia di chiusura a Verona in Arena: «Ne sono orgogliosa. La bellezza dell’Arena non poteva certo mancare». Nel 2006 a Torino, Sabina Valbusa colse il bronzo nella staffetta azzurra di sci nordico insieme alle compagne di squadra Arianna Follis, Gabriella Paruzzi e Antonella Confortola. La campionessa della Lessinia ha partecipato a cinque Olimpiadi, in un lungo viaggio l’ha portata da Lillehammer 1994 a Vancouver 2010: «Solo quando smetti capisci cosa significhi partecipare a un’Olimpiade. Vancouver fu la mia ultima volta. Quattro anni dopo a Sochi, io non c’ero e da casa provai
un’enorme nostalgia. Le Olimpiadi sono un’emozione unica che vivi intensamente». Sabina, che oggi vive sull’appennino modenese a Sestola, gioisce per il ritorno dei giochi nel nostro Paese: «Ci siamo presentati uniti. Quando noi italiani riusciamo a farlo, siamo vincenti - racconta - Queste Olimpiadi invernali sono una grande opportunità per lo sport azzurro. Mi piace che le strutture abbiano un futuro; il nostro paese e i nostri ragazzi hanno bisogno di sport». Poi aggiunge: «La cerimonia di chiusura in Arena è qualcosa di fantastico. Spero tanto di poterci essere». Lorenzo Fabiano © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Mercoledì 26 Giugno 2019
La torta Sul palco di Cortina è spuntata subito dopo l’annuncio una torta con il simbolo dei Giochi olimpici 2026. Era stata preparata in anticipo ma nascosta per ragioni di cabala
Protagonisti Il governatore del Veneto Luca Zaia con il sindaco di Cortina Giampietro Ghedina (vicino a Nadia Bianchedi, responsabile della candidatura) sorridenti dopo la vittoria di Losanna
SEGUE DALLA PRIMA
Persone che hanno un’idea approssimativa delle Alpi e che considereranno la distanza Milano Cortina come poco più che un tratto di strada. Milano fa rima con talismano, e bisogna festeggiare, se è vero che per decenni esercenti, commercianti, semplici cittadini si sono lamentati che tra le etnie vacanziere in Ampezzo, dove l’egemonia assoluta spettava ai romani, mancavano numericamente i milanesi. Forse per la prima volta le due città si avvicendano: alla leggendaria predilezione che i gerarchi del fascismo prima, la borghesia del dopoguerra poi, e infine i film di Sordi e dei Vanzina avevano proiettato dalla Capitale sulle Dolomiti, si affianca un inatteso protagonismo lombardo, «quel carattere
solo un conto salato da pagare»). Oltre ovviamente ai Cinque Stelle, i più bersagliati in queste ore per via della loro strenua opposizione ai Giochi, che ad un certo punto sembrò poter far saltare addirittura per aria il progetto e infine ha portato all’esclusione di Torino, guidata da Chiara Appendino. Alla berlina sui social finiscono le parole del consigliere regionale Jacopo Berti, del sottosegretario Simone Valente, con una domanda: «E adesso? Cosa avranno da dire? In Veneto si dice prima de parlar, tasi, ma soprattutto, studia!». Un altro meme, invece, mette a confronto un tweet di settembre 2016 di Luigi Di Maio («Pensionati a rischio povertà, aziende che non sono in grado di rinnovare i contratti, giovani
giansenista così lontano dalla Roma godona, lavoro lavoro lavoro e al massimo la breve parentesi del fine settimana», come nota un amico, guarda caso milanese. La vicinanza vorrà dire, per fortuna, nuove strade, varianti ai centri di paesi cadorini e bellunesi che meritano di risparmiarsi i tir davanti alla porta di casa, e forse nuovi mezzi di comunicazione (una linea ferroviaria all’altezza?). Poi una veloce osservazione politica: le Olimpiadi 2026 sono figlie di un certo vento del nord, che dalla Lega veneta pragmatica e moderata di Zaia, che ci ha creduto prima degli altri, arriva al Pd liberale di Sala, passando per il perno civico costituito da una giunta, guidata da Gianpietro Ghedina, che si è mossa con accortezza ed empatia. È una ben strana alleanza, ma ha vinto. Infine, un pensiero «riformista» e positivo dedicato a quelli che non sono convinti della seconda avventura olimpica di Cortina. Sono una minoranza, ma la loro opinione merita rispetto, non solo per non barattare il piacere del dissenso con la cappa idiota dell’unanimità, ma soprattutto perché è adesso che loro
che vanno all’estero e il Governo parla di Olimpiadi») col comunicato diramato ieri dal M5s della Lombardia, che addirittura esulta: «Vittoria del M5S, de lombardi e degli italiani! Abbiamo un progetto diffuso e sostenibile». In effetti, grande è la confusione sotto il cielo pentastellato, con un certo imbarazzo - come già è accaduto con l’autonomia - per i Cinque Stelle veneti, costretti
❞
Di Maio Su Tav e Giochi tutto il sistema contro il M5s. Le strumentalizzazioni si sprecano
saranno utili. La principale obiezione che muovono è il timore di speculazioni edilizie e affaristiche simili a quelle che condussero, dopo il ’56, a un oggettivo snaturamento del centro di Cortina. Ma le condizioni sono tutte diverse, stavolta: la passione del mattone degli anni del boom è lontana, gli ampezzani si sono dotati di un piano regolatore severissimo, le Regole continuano a detenere la proprietà (collettiva, indivisa e inalienabile) di oltre il 65% del territorio comunale. Eppure non ha tutti i torti chi teme che con questo fantastico bis Cortina dovrà guardarsi più che mai dai soliti speculatori, dagli eterni PR d’assalto, dalle decisioni calate dall’alto. Da domani, anzi da oggi, questi scettici e obiettori saranno preziosi per fare da veri cani da guardia. Nel frattempo, si può festeggiare senza sensi di colpa. Pensando a Goffredo Parise quando celebrava la neve, la velocità, la discesa sulle piste, ovvero l’emozione della sciata perfetta: «accadde a Cortina», scriveva. Accade a Cortina, oggi. Francesco Chiamulera
dal partito ad esibire scetticismo e distacco e dal territorio ad aderire con entusiasmo alla nuova avventura olimpica: «I Giochi sono un grande successo per l’Italia e per il Veneto - taglia corto il sottosegretario Mattia Fantinati - ci daranno la spinta in più di cui avevamo bisogno». I dubbi del governo? Ma quali dubbi? «E’ stata una vittoria di tutti, dei sindaci e delle Regioni ma anche e soprattutto del governo, che ci ha creduto fin da subito». Anche se a sentire di Maio ieri, qualche dubbio resta: «Ci risiamo. Tutto il sistema contro il Movimento. È sempre stato così, tra Tav e Giochi le strumentalizzazioni si sprecano». Zaia, pur levandosi qualche sassolino dalla scarpa già pochi minuti dopo la proclamazione («Tanti remavano contro») ora
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si mostra ecumenico: «Carro dei vincitori? Io ho un pullman, possono salire tutti. Basta che non rompano le palle: qua guido io». Ma pure la Lega dovrebbe fare attenzione: a stretto giro, infatti, il Pd ha risposto con un meme che mette a confronto un tweet di Salvini del 2014 e quello di ieri. «Gente che in tutta Italia aspetta una casa e un lavoro da anni. E Renzi pensa di fare le Olimpiadi! Ricoveratelooooo» diceva all’epoca. «Vince l’Italia, vince lo sport! Viva i Giochi olimpici e paralimpici che significano 20 mila posti di lavoro creati, tanti investimenti e 5 miliardi di euro di valore aggiunto per l’Italia» ha aggiunto ieri. Chi è senza peccato, insomma, scagli il primo tweet. Ma.Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VE
Il governatore Luca Zaia
«Dolomiti, il sole e la promessa di riutilizzare tutto: ecco perché abbiamo vinto» In effetti viene da chiederselo: ma è mai possibile che la Svezia, Paese «bianco» per eccellenza, abbia preso una ripassata tutte le volte (nove) che si è candidata a ospitare le Olimpiadi invernali? «Ve lo spiego io perché abbiamo vinto - mette in fila il governatore Luca Zaia di rientro da Losanna, ancora vestito con la divisa della delegazione italiana disegnata da Armani -: hanno pesato molto le Dolomiti patrimonio dell’umanità, il consenso del territorio attorno alla candidatura (in Svezia, invece, un cittadino su due si è dichiarato contrario a ospitare i Giochi 2026, ndr) e un terzo fattore, che interessa moltissimo soprattutto agli atleti: noi abbiamo 10 ore di luce, loro no». In realtà, c’era un quarto asso nel mazzo di Milano-Cortina: la sostenibilità d’insieme del progetto Olimpiadi. «Il tema del riuso è stato centrale conferma Zaia -: dopo i Giochi non rimarrà una sola cattedrale nel deserto, la maggior parte delle strutture verrà riutilizzata, a cominciare dal villaggio olimpico, che diventerà una sede della Protezione civile. Il dossier è innovativo: come ci hanno riconosciuto i membri del Cio, si vede che dentro ci sono identità e passione». Oggi potrebbe essere il giorno della divisione del campo tra amici e avversari e delle rivincite verso tutti quelli che - sono parole del governatore - «quando siamo partiti in solitaria con la candidatura olimpica di Cortina hanno pensato: questo è matto oppure ha fumato qualcosa di strano». Potrebbe, ma non è. Perché Zaia, ecumenico, è pronto a imbarcare tutti sul pullman in partenza per il 2026: «Non ho nulla da dire sugli attacchi del passato, oggi a bordo c’è posto per tutti, anche per quelli che hanno cambiato idea (come Luigi Di Maio dei 5 Stelle, tanto per fare nomi e cognomi, ndr). Come diciamo noi in Veneto, soeo i mone no cambia mai idea. Le Olimpiadi sono di tutti e non hanno colore politico». Diversa è la questione per Torino, che si è sfilata dalla triplice candidatura per decisione della sua amministrazione comunale: «Vedo improbabile se non impossibile un rientro della città piemontese: non potremmo ripresentarci al Cio e giustificare un dossier con conti e progetti diversi. Io ho lavorato perché il capoluogo piemontese rimanesse dentro, ma a casa mia si dice che ci vogliono sempre do schei de mona in scarsea per trattare e fare accordi: se invece non vuoi discutere, come è successo nel VENEZIA
● L’editoriale Domani in Ampezzo
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caso di Torino, allora la questione è chiusa». Mancano ancora sette anni ai Giochi , ma la fase operativa è già iniziata. Tanto per cominciare, la delegazione italiana è tornata da Losanna con un bell’assegno in tasca, dell’ammontare di 925 milioni di dollari: sono i soldi che il Comitato olimpico internazionale mette a disposizione del Paese organizzatore. Ora bisogna individuare gli uomini giusti da mettere a capo della macchina. «Servono manager con una visione industriale - traccia l’identikit Zaia - che abbiano ben presente come mettere in piedi una macchina operativa gigantesca. Vi posso assicurare che non vedrete politici di ritorno riesumati per l’occasione: nessun cimitero degli elefanti, tanto per intendersi». Quanto alla governance, «non abbiamo nulla da inventarci, sarà sufficiente mutuare le esperienze positive del passato: ci sarà un soggetto operativo, che si smazzerà le gare per l’esecuzione dei lavori, e un board esecutivo di coordinamento, composto dalle istituzioni che hanno
❞
Il governatore Questi Giochi saranno il Rinascimento della montagna ma aiuteranno tutta la Regione. La sfida più bella insieme a quella dell’autonomia creduto nelle Olimpiadi». Cioè, per citarli tutti, i Comuni di Milano e di Cortina, il Coni e le Regioni Lombardia e Veneto. L’aggiudicazione dei Giochi invernali potrebbe anche riaprire nuove strade dove oggi ci sono blocchi od ostacoli: «Il progetto del treno delle Dolomiti fino a Cortina non lo abbiamo accantonato rilancia il governatore - e vedrete che adesso anche il collegamento sciistico tra il Comelico e la Pusteria verrà guardato con altri occhi. Queste Olimpiadi le vedo come una sorta di Rinascimento della nostra montagna, ma che in realtà riguarderà anche tutta la regione. È la più bella sfida che potesse toccare al Veneto, insieme all’autonomia». La quale autonomia, proprio oggi, dovrebbe affrontare l’ennesimo passaggio in Consiglio dei ministri. A conti fatti, è arrivata prima la certezza delle Olimpiadi. Alessandro Zuin © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Milano-Cortina 2026
Zaia: «Giochi aperti a tutti, ma niente politici di ritorno» `«Ci sono le condizioni per un nuovo «Sul pullman delle Olimpiadi c’è posto anche per chi ha cambiato idea» Rinascimento del Veneto e dell’Italia» `
A PALAZZO
In consiglio regionale
VENEZIA «The host is...». Ventidue ore dopo, torna a risuonare la voce di Thomas Bach, con annessa suspense da proclamazione della città scelta appunto per ospitare le Olimpiadi Invernali 2026. Ma qui non siamo nella diretta del trionfo al Swiss Tech Convention Centre di Losanna, bensì in una sorta di replica dell’emozione al (pur addobbato a festa) piano nobile di Palazzo Balbi a Venezia, per cui la platea regionale di assessori e consiglieri, dirigenti e dipendenti, ha già smaltito la tensione della sfida finale contro Stoccolma-Åre e aspetta solo di sentirsi ripetere quello che sa già: «...Milano-Cortina!». E allora via con l’applauso, per l’annuncio in video del presidente del Cio ma pure per l’ingresso in sala del governatore Luca Zaia, che è ancora vestito con l’impeccabile divisa Armani della delegazione italiana e tuttavia non vede l’ora di rompere l’ufficialità con una battuta delle sue: «Massa boni», ringrazia infatti tutti, dicendo che sono troppo buoni.
IL PULLMAN
Mostra di volerlo essere anche lui, quando assicura di non voler fare polemica con nessuno, neanche con quanti sono saliti sul carro dei vincitori soltanto adesso: «Vengano pure tutti nel pullman delle Olimpiadi, è pieno di posti. I nostri nemici sono quelli che continuano a parlare male dei Gio-
«INIZIA UNA FASE DELICATA, MA SIAMO GIÀ OPERATIVI. SERVONO MANAGER VERI, NO AL CIMITERO DEGLI ELEFANTI»
Anche i grillini esultano, poi “disertano” VENEZIA Ieri pomeriggio il Consiglio regionale è stato dichiarato concluso già alle 15.30, neanche un’ora dopo la ripresa della seduta dopo la pausa pranzo. Tutti volevano infatti assistere alla conferenza stampa convocata alle 16 dal governatore Luca Zaia, tanto che i motoscafi si sono incolonnati da Palazzo Ferro Fini al Balbi. Tutti tranne il Movimento 5 Stelle, che dopo aver maturato una mezza idea di partecipare, ci ha ripensato e ha disertato. Pensare che lunedì su Facebook i pentastellati veneti avevano esultato alla notizia della vittoria di Milano-Cortina. «Sono molto orgogliosa di questo risultato», aveva scritto la capogruppo
chi, non chi prima ne parlava male e oggi bene, solo i mone non cambiano mai idea». Di corriere l’Italia ne ha riempite tre in Svizzera, «gente giovane piena di idee innovative, contro la Svezia che ha imbarcato chiunque, mancava solo mister Ikea», ironizza Zaia. La sua idea di coinvolgimento è però un’altra e il leghista la espone riferendosi ai pentastellati, che a livello nazionale sembrano pentiti dell’iniziale contrarietà alla candidatura: «Penso che le Olimpiadi siano di tutti, che non debbano avere colore politico o ideologie. E penso che la porta sia sempre aperta per tutti». O quasi: il Piemonte, per esempio, ormai è fuori. «Sono stato uno che ha lavorato perché rimanesse dentro – puntualizza – tanto che mi sarò sentito al telefono mille volte con
Erika Baldin (in foto). «Oggi si festeggia, da domani tutti a disposizione», aveva promesso il consigliere Jacopo Berti. Invece niente: seppur intenzionata a prendere parte all’incontro, Baldin ha voluto un confronto con i colleghi,
Valter Marin, sindaco (di origine veneziana, ndr.) di Sestriere. Ma con Torino non c’è stato verso: a casa mia si dice che ci vogliono “do schei de mona” per trattare, ma se non vuoi discutere, allora è finita. A questo punto credo che un rientro sia difficile, se non improbabile, perché dovremmo giustificare un dossier con altri costi».
I CONTI Invece i conti di Lombardia e Veneto quadrano, tanto più da lunedì sera, quando con la firma del contratto che Zaia mostra con orgoglio («Lo metteremo sotto una teca di plexiglas, a futura memoria»), il Comitato olimpico internazionale ha staccato un assegno da 925 milioni di dollari per l’organizzazione dell’evento spor-
che a quanto pare ha dato esito negativo. Forse si sono voluti evitare imbarazzi con i vertici nazionali, come ha rimarcato Stefano Casali di Centro Destra Veneto: «Di Maio and Friends festeggiano il “sì” per le Olimpiadi 2026 in Italia e salgono sul carro dei vincitori, ma noi abbiamo la memoria lunga». C’era invece il Partito Democratico, con Stefano Fracasso, Orietta Salemi e Graziano Azzalin. Zaia ha ringraziato «il Consiglio regionale, la Giunta, la maggioranza». Non l’opposizione, ma va detto che «per la stanchezza» si era dimenticato pure del sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
tivo. «Nei sette anni da qui al 2026 – sottolinea il governatore – si prevede un incremento del Pil importante, una sorta di nuovo Rinascimento che interesserà l’Italia e il Veneto. Vedo che oggi non si parla più della lettera dell’Europa, o dello spread, ma delle Olimpiadi. Questo dà la dimensione del fatto. E questa è la più bella sfida che tocca al Veneto, insieme all’autonomia. Per questo siamo già operativi, anche in vista della governance, su cui non abbiamo nulla da inventare: dobbiamo solo mutuare le esperienze positive». Il modello è chiaramente l’Expo di Beppe Sala: «Ci sarà una parte operativa che si “smazza” le gare, fa le ristrutturazioni gli e impianti. E poi ci sarà un board esecutivo, composto dalle istituzioni che hanno creduto nelle
«Pensavano fossimo inaffidabili ma noi siamo la Baviera d’Italia»
IL RETROSCENA dal nostro inviato
LOSANNA (SVIZZERA) «Perché la Svezia ha perso? Perché puntava sulla nostra inaffidabilità. Ma non aveva fatto i conti con la caparbietà del Veneto. Questa è la Baviera italiana». Lunedì 24 giugno 2019, manca poco a mezzanotte. I festeggiamenti offerti dal Cio per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano- Cortina sono finiti. Un buffet in piedi, un po’ di musica, tante strette di mano, pacche sulle spalle, l’entusiasmo e l’adrenalina che lasciano il posto alla stanchezza. Perché è da un anno, prima su fronti opposti e poi unite, che Milano e Cortina, con Trento e Bolzano di supporto, lavorano per ottenere i Giochi. L’intera delegazione è arrivata a Losanna sabato. E da sabato, fino
al lunedì della “gara”, è stato un continuo provare e riprovare la presentazione della candidatura. Dicono che il duetto con il sindaco di Milano Beppe Sala, il governatore veneto Luca Zaia l’abbia provato un centinaio di volte. Da solo. Con qualcuno che vestiva i panni di Sala quando il sindaco di Milano non c’era. Prove su prove a leggere sul gobbo l’intervento, facendo attenzione all’inglese e alla calata veneta, cronometrando i tempi, perché l’imperativo era non sforare.
SASSOLINI E adesso che è finita e i delegati italiani si riposano al fresco nel giardino del Royal Savoy, dove il
Cio ha ospitato le delegazioni, Zaia può togliersi qualche sassolino. «Gli svedesi erano convinti di vincere», dice quando gli si chiede se, al momento della proclamazione, ha visto il volto terreo della principessa Vittoria. «Erano convinti di stracciarci, un’altra volta, come a Barcellona nel giugno del 2014, quando la nostra Cortina perse i campionati mondiali di sci a favore di Aare». Quei campionati si sono svolti lo scorso febbraio e le cronache stridono con il video di presentazione della candidatura svedese mostrato poche ore prima ai membri del Comitato Internazionale Olimpico: erano immagini dominate dal sole e dal cielo terso, con-
dizioni climatiche un tantino diverse dalla realtà se si considera che quattro mesi prima gli atleti impegnati ai Mondiali in Svezia sono stati bloccati in aeroporto, i bagagli smarriti, un caos nei voli.
GARANZIE «E poi - dice Zaia - si sono dimenticati dei disabili, non hanno coinvolto un solo atleta paralimpico. Hanno sbagliato strategia. Noi, invece, siamo stati impeccabili, abbiamo studiato e preparato la presentazione in maniera scientifica, siamo riusciti addirittura a risparmiare 15 secondi. Contavano sulla nostra inaffidabilità, senza sapere che noi siamo la Baviera d’Italia».
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Alto Adige
«Arno, l’italiano» l’ira dei tirolesi
Olimpiadi. È una fase delicata e necessaria, a noi non interessa che diventi un cimitero degli elefanti con politici di ritorno. Serve un manager con una visione industriale, che abbia presente come mettere in piedi una macchina operativa mostruosa».
LE VALANGHE Intanto si sono già messe in moto le valanghe. Quella giova-
`La Suedtiroler Freiheit, il
partito fondato dalla pasionaria del Sudtirolo Eva Klotz, attacca il governatore Arno Kompatscher perché immortalato a Losanna. «Arno, il walscher», scrive il consigliere provinciale Sven Knoll in una nota. «Walscher» è un termine dispregiativo, usato dai sudtirolesi di lingua tedesca per apostrofare gli italiani. «Il governo attacca da settimane la nostra autonomia e, invece di difendere i nostri diritti acquisiti, Kompatscher si fa fotografare con il tricolore in mano. È una vergogna»,
LO SFOGO NOTTURNO DEL GOVERNATORE: «LA SVEZIA CREDEVA DI STRACCIARCI. HA SOTTOVALUTATO LA NOSTRA CAPARBIETÀ»
«IL LOGO OLIMPICO DEVE CAMPEGGIARE SU TUTTE LE VETRINE. GIÀ TANTI RAGAZZI SI STANNO OFFRENDO COME VOLONTARI»
Adesso è tempo di lavorare. E trovare i fondi. Il Veneto, così come la Lombardia, ha firmato le garanzie, significa che in caso di ristrettezze finanziarie, i soldi dovranno metterli le due Regioni. Per il Veneto si parla di 250-300 milioni di euro. «Spalmati in 7 anni», rimarca subito il governatore. Bisognerà già stanziarli a bilancio? «Non ce ne sarà bisogno». Era fiducioso anche quando in pochi credevano all’avventura olimpica, lo è tuttora. Dal Cio sono in arrivo 925 milioni di dollari e c’è tutta la partita delle sponsorizzazioni da creare. Chi ci sarà in cabina di regia? «Sarò io a garantire», dice Zaia. Il governatore mangia l’ultima nocciolina, finisce l’acqua, saluta il collega Attilio Fontana e il resto della compagnia. Buonanotte Losanna. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 26 Giugno 2019
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VENETO
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SonostatiarrestatiaMonfalconeeGoriziagliultimiduemembridelcommandocheil 29agosto aggredì un imprenditorecinese di Saonaranella sua abitazione,assieme al figlio.Duefuronopresisubito,grazieatelecamereinzonafuronoindividuatiglialtri.
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GIOCHI 2026. Il governatore Zaia parla del Risorgimento della montagna
«Saràl’Olimpiade dituttoilVeneto Visitatoriovunque»
Un’edizionediffusa,dalle cerimonieallegare
«ATorinocifurono600mila arrivineisitituristici El’ArenadiVeronaospiteràun eventomaivisto con loshow finale in mondovisione: avrà il ghiaccio» Cristina Giacomuzzo INVIATA A VENEZIA
La febbre da Olimpiadi Milano-Cortina 2026 è esplosa. È endemica. Parte dalle alte vette delle magiche Dolomiti, «sarà il Risorgimento della montagna veneta», e arriverà a tutte le città, da Venezia fino a Verona. Anzi. Proprio la città scaligera «diventerà centrale. L’Arena farà sold out: ospiterà lo spettacolo che non c’è mai stato, quello che va in mondovisione con un appeal senza precedenti. Quella finale è la cerimonia più partecipata, dove andranno tutti. Sarà affidata ai migliori del settore. E ci sono già tante idee. Una la svelo: sicuramente ci sarà il ghiaccio. Adesso partirà anche il progetto di avvicinamento della città a quello spettacolo». Parola di Luca Zaia. Il governatore del Veneto ieri a Venezia ha voluto fare il punto a meno di 24 ore dal verdetto del Cio che assegna i Giochi invernali, fra 7 anni, a Milano-Cortina. L’incontro a palazzo Balbi è stato aperto con il video che riproponeva quel momento a Losanna. Ma qui ieri Zaia ha incassato la standing ovation di tutti i consiglieri regionali e della giunta: fin dalla mattina erano riuniti in seduta a palazzo Ferro Fini ma in barca, nel pome-
«Treateneihanno analizzatola manifestazione diffusa:lastimaè 350milionil’anno diPildal2020»
riggio, si sono trasferiti su invito del presidente. Perché, come ha detto e ripetuto Zaia, «è una vittoria di tutti». LA FOLLE IDEA. «Ed è giusto
partire con i ringraziamenti esordisce -. In primis, a chi ha creduto fin dall’inizio alla mia folle idea di partecipare a questa avvenuta. Siamo partiti in solitaria con Cortina. Anzi. Il sindaco Gianpaolo Gedina, l’ho avvisato il giorno dopo aver presentato il progetto. Ed è stato un impareggiabile compagno di viaggio. Abbiamo avviato un dibattito nazionale. All’inizio eravamo gli indesiderati tra i due grandi riferimenti, Milano e Torino. Abbiamo pensato a una Olimpiade a tre. Quindi abbiamo perso Torino. Ma è andata bene così». ILVIAGGIOFINOALOSANNA. Il
percorso fino alla sentenza del Cio è stato in salita. «Per studiare il dossier sono stati chiamati i migliori. Sono stati loro a darci la dritta, l’idea del duetto tra il sindaco di Milano, Beppe Sala e me, per esempio, che ha “bucato” rispetto la rigidità degli svedesi. Poi abbiamo seguito i criteri dell’Agenda 2020 del Cio che si basavano su low cost, niente cattedrali sul deserto. Sul riciclo. Di più - dice Zaia -. Siamo stati innovativi creando una “Olimpiade diffusa”, mettendo insieme più realtà». Tutto questo è stato fatto sì con il cuore, ma anche con i piedi saldi a terra. Tre le università - La Sapienza di Roma, Ca’ Foscari di Venezia, la Bocconi di Milano hanno analizzato l’evento e valutato i vantaggi. Si stimano di ricadute per 350 milio-
ni di euro di Pil annuali dal 2020 al 2028. «Significa oltre 5 mila atleti che arriveranno, senza contare team, famiglie, appassionati. Significa ricadute per alberghi, ristoranti, negozi. Ora voglio vedere persino il piatto con il logo di Milano-Cortina 2026. Il mio appello è a tutti i veneti. Devono essere loro le Olimpiadi. Perché non vuol dire solo montagna. A Torino nel 2006 hanno visto 600mila visitatori arrivati per lo sport che hanno voluto conoscere la città. Sarà lo stesso per noi. Abbiamo 7 anni per preparaci: sarà un’altra grande sfida, come l’autonomia». LAVALANGADIEMOZIONI. Za-
ia, ancora con il blazer blu della presentazione al Cio, è appena rientrato dalla Svizzera. Nonostante tutta la stanchezza è un fiume in piena. «Perché è un evento che contagia. C’è già una valanga di giovani che ci stanno contattando perché vogliono esserci. Non per soldi. Si offrono come volontari. È un evento di identità e passione. Anche per chi lo aveva criticato. È arrivato il momento di ricredersi. Non era una mia una fantasia. La Svezia era lì tutta, dalla principessa in poi. Mancava solo mr Ikea. Noi siamo arrivati con 3 pullman e con una delegazione di giovanissime promesse, Elisa Confortola ha solo 17 anni. Abbiamo portato imprenditori di calibro. Abbiamo messo in campo la perfezione assoluta. E abbiamo vinto. È servita una preparazione scientifica. E queste Olimpiadi dovranno così: un’organizzazione scientifica». • © RIPRODUZIONERISERVATA
La mappa elaborata da “L’Arena” di Verona rende ben visibile il carattere diffuso dell’organizzazione dei Giochi olimpici invernali 2026 grazie al quale il Cio ha premiato la candidatura di Milano e Cortina (ma anche con Valtellina, val di Fiemme, Anterselva, Baselga di Pinè). Anche gli eventi di inizio e fine sono spartiti tra Milano e Verona.
L’11LUGLIOPRIMARIUNIONEOPERATIVA. «Sceglieremomanageroperatividivisioneindustriale»
Firmatoilcontrattocon ilCio Arrivano830 milioni dieuro Siaggiungonoisoldida Veneto,Lombardia, TrentinoeStato:altri172 milioni,si va oltre il miliardo INVIATA A VENEZIA
Ha la copertina nera e la scritta in argento “Milano Cortina”. È il “libro mastro” delle Olimpiadi e Paraolimpiadi del 2026. È il contratto che è stato siglato lunedì sera, subito dopo il verdetto del Cio, a Losanna. Sono gli impegni, il cosa succede ora. Il governatore Zaia ieri, a Venezia, davanti ai consiglieri regionali, la giunta e la stampa l’ha mostrato non senza emozioni. Ed è subito scattato l’appello: «Diamoci da fare tutti per far fare bella figura al Veneto e all’Italia». LE CIFRE DA SPENDERE. Ma
prima di coinvolgere tutti,
servono i binari legali ed economici dove far muovere e crescere il grande evento che si stima porterà ad un amento medio di 5.500 unità di lavoro a tempo pieno ed entrate fiscali aggiuntive per 600 milioni di euro. E cioè quel contratto. Lì c’è l’ammontare dell’assegno che il Cio strapperà per l’evento. Vale a dire 925 milioni di dollari, oltre 830 milioni di euro. Poi c’è la garanzia dello Stato italiano che si assume l’onere di ordine pubblico e dogane, per esempio, firmata dal Governo. E quindi c’è il capitolo degli investimenti per gli impianti. L’impegno economico della Regione del Veneto ammonta a 56 milioni di euro per realizzare il Cortina Sliding center, cioè la pista di Bob, la realizzazione del villaggio sempre a Cortina (poi diventerà sede della Protezione civile) e l’adeguamento degli impianti sulle Tofane per
Zaiafa vedereilcontratto
le competizioni paralimpiche. Quasi 40 milioni arriveranno dal Trentino per gli impianti di competenza e quindi altri 76,2 milioni dalla Regione Lombardia. In tutto 172.212.400 euro. LASCELTADEIDUEMANAGER.
E chi gestirà questo immenso patrimonio? Chi controllerà? «Sicuramente non un politico di ritorno - assicura Zaia -. Servono manager di visione industriale e operativi. Sulla governance ci metteremo subito a lavoro. Conto di arrivare ai nomi entro un mese, massimo due». Dal Cio, intanto, arriva la convocazione per l’11 luglio del primo incontro operativo. «Sul tipo di governance mutueremo esempio da chi ci e preceduto», precisa ancora Zaia. L’idea al momento sembra quella di dividere in due grandi aree creando un ente che si occuperà di impianti e gare sportive da organizzare, e che definito “Ocog” (Organizing committee for the olimpic games). E poi una struttura finanziaria e di controllo che si occuperà anche delle gare di appalto per quello che va realizzato o sistemato. • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
VERONA. Ma la Procura vaglia la loro posizione CONSIGLIOREGIONALE. ConfermatoSpagna
VERONA
Mentre la bambina di 10 anni colpita da tetano è ancora grave in ospedale, sotto accusa potrebbero finire i genitori: la loro posizione è al vaglio della Procura, che potrebbe aprire un fascicolo. «Mi riservo di approfondire», ha commentato l’avvocato Thomas Cesaro, che assiste i genitori della bambina. La coppia ha un’altra figlia, più piccola, che a sua volta non sarebbe vaccinata: «Non posso rispondere se ci sono possono essere problematiche in fami-
glia, come intolleranze o allergie che dovevano sconsigliare qualche vaccinazione. Ci saranno delle opportune e successive valutazioni», ha aggiunto Cesaro: «Di sicuro la mancata vaccinazione non è dovuta ad una scelta ideologica». Ieri i vertici dell’Azienda ospedaliera scaligera hanno confermato che «le condizioni di salute della paziente restano critiche, ma stazionarie». Il decorso, hanno spiegato i medici, sarà lungo. «Il tetano è una malattia molto pericolosa, che mette a rischio la vita e ci vorranno almeno 3-4 settimane di decorso». •
VenetoSviluppo,nel Cda eletta l’ex assessore Coppola VENEZIA
Il Consiglio regionale del Veneto ha nominato ieri i tre componenti di sua competenza del nuovo Consiglio di amministrazione della finanziaria regionale “Veneto Sviluppo Spa” (altri due sono di competenza del gruppo di banche socie di minoranza). Sorpresa ieri in aula: nel corso della seduta il capogruppo Nicola Finco (Lega Nord) ha proposto a nome della maggioranza sì la candidatura dell’attuale presidente Fabrizio Spagna, ma anche quella
di Marialuisa Coppola, ex assessore al bilancio nella prima legislatura a guida Zaia (e già assessore anche nell’era Galan). Il capogruppo Stefano Fracasso del Pd ha proposto Ada Imperadore (già nel Cda di Agsm Verona). Andrea Bassi (Centro Destra Veneto) aveva proposto la candidatura di Manuela Rigoni, ma senza fortuna: sono risultati eletti Marialuisa Coppola con 27 voti (attaccata dai 5Stelle perché decadde dal Consiglio veneto), Fabrizio Spagna con 26 voti e Ada Imperadore con 10 voti. •
opera di Diamante Beghetto
Tetano,bimba stazionaria Isuoigenitorisidifendono
Operaestate Festival Veneto, tra luglio e settembre, a Bassano del Grappa e in tutta la Pedemontana Veneta, un viaggio spettacolare in danza, teatro, musica, circo contemporaneo. Con artisti e compagnie da ogni parte del mondo e tante creazioni originali ambientate tra le meraviglie del territorio. tutto il programma su:
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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 LA TRIBUNA
PRIMO PIANO
I Giochi invernali 2026
«Sui podi le bollicine di Prosecco Doc» Il Consorzio si candida a sponsor per le premiazioni. Ricadute positive per lo sport system: fatturato su del 10% nel 2026 Andrea De Polo
biadene per le bollicine, e la Valpolicella per i rossi».
TREVISO. Il Prosecco Doc si
GLI ALBERGATORI
candida a sponsor delle Olimpiadi di Milano-Cortina. In fondo ci arriverà già rodato dall’esperienza con i Mondiali di Sci del 2021, quando le bollicine Doc saranno lo spumante ufficiale delle competizioni e delle premiazioni sul podio. Celebrare le medaglie olimpiche con il Prosecco è quindi l’obiettivo del Consorzio di Tutela da quando è ufficialmente scattato il conto alla rovescia verso il grande evento. Sarà una grande vetrina anche per lo sport system trevigiano, che ha nel Gruppo Tecnica uno dei principali fornitori di attrezzature sportive per gli atleti e che, a livello di comparto, calcola già aumenti a doppia cifra dei ricavi.
RIFLETTORI SUL PROSECCO
«Avevamo preso un impegno con il governatore Zaia» commenta Stefano Zanette, presidente del Consorzio di Tutela Prosecco Doc, «in questo momento di festa rinnoviamo l’impegno: vogliamo fare in modo che il Prosecco, a Milano-Cortina, ci sia. E per questo siamo pronti a lavorare fin da ora. Sarebbe una grande opportunità dopo quella dei Mondiali 2021, in cui saremo presenti. È ancora presto per parlare di sponsorizzazioni, mancano sette anni, ma l’idea c’è. È un grande trionfo per il nostro territorio, oltre che per tutta l’Italia». I “cugini” del Conegliano-Valdobbiadene Docg, alle prese con l’imminente riconoscimento Unesco, promettono spirito...olimpico: «Non abbiamo intenzione di generare concorrenza all’interno del mondo Prosecco» spiega il presidente Innocente Nardi, «lasciamo a loro lo sport. Sarà una grande opportunità per tutti, la sfida sarà aumentare la percezione del valore della nostra regione poggiando le basi su due pilastri qualitativi. Il Conegliano Valdob-
la proposta
Red Canzian «Scriverò un inno a cinque cerchi»
Lunedì sera l’annuncio ha intasato le chat Whatsapp degli albergatori trevigiani: «Abbiamo dei gruppi di lavoro in cui ci siamo scambiati le felicitazioni per l’opportunità» racconta Giovanni Cher, Federalberghi Treviso, «la sfida non sarà intercettare i flussi
Gli albergatori chiedono a Flixbus e ATVO più collegamenti da Treviso alla montagna di atleti e visitatori, che per la Marca passeranno di sicuro, bensì offrire e sviluppare le infrastrutture che mancano. Abbiamo chiesto ad ATVO e a Flixbus più collegamenti diretti da Treviso per Cortina, già in previsione dei Mondiali del 2021 che saranno un banco di prova. Immaginiamo un servizio di navette che colleghi i principali alberghi trevigiani alle montagne». MISTER OLIMPIADI
Alberto Zanatta, presidente del Gruppo Tecnica di Giavera, rifornisce con i prodotti delle aziende del gruppo migliaia di atleti. Il medagliere “aziendale” farebbe invidia a quello dei principali Paesi partecipanti: «E stavolta giocheremo in casa» commenta Zanatta, «siamo presenti da tanti anni con un punto vendita in Corso Italia a Cortina, sarà un’altra grande vetrina dopo i Mondiali». Da Zanatta, che per Assindustria rappresenta il comparto dello sport, un appello perché «le opere infrastrutturali siano completate, viabilità e parcheggi devono essere messi in sicurezza, lontano dalle frane». Ieri anche Assosport, l’Associazione Nazionale fra i Produttori di Articoli Sportivi, ha fatto i calcoli: fatturato su del 10% nel 2026 e ricadute positive sull’occupazione. —
Atlete brindano con il Prosecco Doc dopo una gara di Coppa del Mondo di sci a Cortina
il mondo degli industriali
Piovesana, solo applausi a politica e lavoro di squadra Il numero uno di Assindustria si complimenta per l’esito Unioncamere calcola 500 mila visitatori in 40 giorni in Veneto durante l’evento
tana ed elettrificazione della ferrovia da Treviso a Belluno. Non possiamo permetterci una brutta figura tenendo le persone ferme in coda per ore».
TREVISO. Unioncamere Vene-
GLI INDUSTRIALI
to e Ca’ Foscari hanno calcolato l’impatto economico delle Olimpiadi sulla regione: sono attesi almeno 500 mila visitatori in 40 giorni, spenderanno di media dai 50 ai 220 euro al giorno. Il presidente della Camera di Commercio di Treviso, Mario Pozza, ricorda le priorità da affrontare d’ora in avanti: «Pedemon-
Ieri è arrivata la nota di congratulazioni anche di Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro: «Una vittoria di squadra che ha offerto l’immagine di un Paese giovane che sa sorridere, convincere e anche vincere. E che ha fiducia e consapevolezza delle proprie concrete possibilità». Piovesana
è tornata sull concetto di nuovo triangolo industriale (Milano-TrevisoPadova-Bologna) concepito proprio in occasione della nascita di Assindustria Venetocentro: «Il mondo delle imprese è convinto che questa manifestazione potrà essere un’opportunità per costruire, dal Veneto alla Lombardia, una formidabile area integrata di classe europea che è parte del nuovo triangolo industriale che abbiamo contribuito a delineare. E un moltiplicatore di investimenti, di qualità urbana e di vita e di attrattività non solo per i nostri territori
«Che gioia dopo l’annuncio è come vincere una medaglia»
TREVISO. Nelle foto di gruppo dopo l’annuncio è in prima fila con un sorriso a 32 denti. Come quando nel 2010 vinse l’oro a Vancouver nel fondo sitting. Francesca Porcellato, atleta paralimpica di Castel-
franco, ieri aveva ancora l’adrenalina addosso. Come sono stati quei momenti a Losanna? «Bellissima esperienza, ero stata chiamata a rappresentare gli atleti durante sezione mattutina, quando si presentava il dossier a porte chiuse ai membri del Cio. Ho fatto il discorso dopo Malagò e Giorgetti, ero accanto a Malagò mentre aprivano la busta: c’è stata un’esplosione di sentimento
ma per l’intero Paese. Dopo la candidatura delle Colline del Prosecco a patrimonio Unesco, un nuovo successo di cui va dato atto alla coerente determinazione del Governatore Zaia e di tutta la squadra istituzionale e sportiva». «ESEMPIO POSITIVO»
Francesca porcellato, atleta paralimpica
L’atleta di Castelfranco era a Losanna lunedì «Non so se ci sarò a Cortina ma l’emozione di quei momenti vale come una medaglia d’oro»
Red Canzian, cantautore ex Pooh, vuole comporre l’inno delle Olimpiadi: «Intanto dedico “We are the champions” dei Queen ai fautori di questa candidatura, siamo stati dei campioni a portarla a casa».
positivo, di adrenalina. Abbiamo festeggiato come se fosse una medaglia d’oro olimpica. Ricordo di aver abbracciato Luca Zaia perché sono orgogliosa di essere veneta, e di avere una parte dell'Olimpiade in Veneto. Io abito a Verona e la cerimonia di chiusura sarà proprio nella mia città». Ci sarai a Cortina, e in che veste? «Mancano ancora sette anni, è un periodo di tempo lun-
La campionessa paralimpica Francesca Porcellato
Piovesana - come la base delle imprese - spesso è stata critica nei confronti del mondo politico. Stavolta loda il lavoro di squadra: «Il grande valore di questa vittoria è l’aver mostrato al Comitato Olimpico Internazionale e al mondo un’Italia unita, pur nella pluralità che esprime. È la capacità di ricondurre ad unità visioni anche diverse, guardare a quanto ci unisce anziché, come oggi molti fanno, estremizzare i punti di divisione. Quando l’Italia lo fa, quando le istituzioni e le imprese lavorano insieme per il bene del Paese, l’Italia vince». —
go. Vedremo, per ora sono e mi sento ancora un’atleta, il mio focus è Tokyo, non posso distrarmi dalla preparazione a quell’appuntamento». Cos’hai apprezzato di questa candidatura? «Gli impianti sono quasi tutti pronti, ci sarà da rimodernare qualcosa, restano da costruire i villaggi olimpici, che sono due, ma è il meno: resteranno alla comunità al termine dell'evento. Da atleta e cittadina, era importante che non si costruissero impianti ex novo sul nostro territorio. E questo è stato scongiurato. Questo è stato il punto di forza della candidatura. Assieme al fatto che la gente, gli italiani volessero fortemente questa Olimpiade». — A.D.P.
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Primo Piano
Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it
PRESIDENTE Alessandro Benetton guida la Fondazione Cortina 2021
L’intervista Alessandro Benetton
pressione? «Più di qualcuno sta saltando, ma con troppo ritardo...».
segue dalla prima pagina
(...) come un’occasione, se ben gestita, per un cambio di passo prima di tutto culturale».
Ora dobbiamo temere che la politica mantenga un ruolo preminente, o non c’è questo rischio? «Per quanto mi riguarda nell’organizzazione dei Mondiali non ho mai subìto interferenze, anzi. Mi auguro che sia così anche per le Olimpiadi; avendo Malagò a capo dell’organizzazione, sono fiducioso. Ma dobbiamo uscire dai luoghi comuni: c’è politica buona e cattiva, come in tutti gli ambiti della società».
Ma cambierà anche il territorio: infrastrutture, nuovi impianti, collegamenti, piste. È sostenibile l’impatto ambientale? «Deve esserlo, altrimenti non avrebbero senso le premesse alla base di questi eventi. Già con i Mondiali abbiamo verificato il raggiungimento dell’obbiettivo principale, che era il coinvolgimento convinto dell’intero paese, che ha colto l’occasione di un rilancio straordinario». Il paese con la “p” minuscola, nel senso di Cortina, è coinvolto; ma come la mettiamo con il Paese con la maiuscola, ovvero l’Italia? «Eventi come le Olimpiadi consentono di creare una nuova dimensione. Per organizzare i Mondiali di sci avevamo impostato un lavoro a stralci, ora le Olimpiadi consentiranno di accelerare questi passaggi per cambiare le nostre montagne rispettandole meglio, e per indirizzare tutto il Paese - con la maiuscola - verso una nuova strada». A che punto è la preparazione di Cortina? «Il Mondiale, pur essendo un grande evento, è piccolo rispetto alle Olimpiadi. Ma grazie ai Mondiali abbiamo impostato ragionamenti d’avanguardia. Ad esempio la creazione del Commissario straordinario fin dal primo giorno per facilitare gli aspetti burocratici. Cortina, per come è stata concepita nel tempo, è una ferita storica: dobbiamo avere il coraggio di pensarla diversa, con servizi per i giovani, l’allungamento delle stagioni, un’attenta integrazione ambientale». Che cosa manca? «Ad esempio abbiamo progettato un impianto che parte dal centro della città, approfittando del Commissario per velocizzare l’iter. Ma ad ora non esistono finanziamenti né bando finale. Ci sono però le basi. Simili investimenti in impianti generano un
«Un’occasione per cambiare la mentalità di tutto il Paese» Dopo i mondiali e i Giochi nulla sarà `«Il grande evento fa la differenza, serve più come prima: «La strada è tracciata» un salto culturale che continui nel tempo» `
moltiplicatore di 6,5 volte. Poi la semplificazione della viabilità, la sostenibilità che è una delle ragioni grazie alle quali la candidatura ha vinto. Insomma, i Mondiali hanno segnato la direzione, dettato una nuova linea strategica».
«RICORDIAMOCI DI KENNEDY: NON DOBBIAMO CHIEDERCI COSA POSSONO PORTARCI LE OLIMPIADI, MA COSA POSSIAMO FARE NOI PER L’ITALIA»
Fontana: «I soldi? Noi siamo già pronti Aspettiamo lo Stato» capacità, diventa tutto molto più semplice».
IL COLLOQUIO dal nostro inviato
LOSANNA (SVIZZERA) Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, confida: ha sempre avuto dubbi sulla candidatura di Milano-Cortina 2026. Ma - puntualizza - non perché ci fossero punti deboli della candidatura italiana: «C’era semmai il punto forte della Svezia, il fatto di non aver mai avuto l’opportunità di organizzare un’Olimpiade invernale. Io ho sempre detto che i due dossier erano estremamente squilibrati, il nostro molto più completo, performante, con proposte affascinanti. Ma mi rendevo anche conto che le scelte non si fondavano solo sulla valutazione del dossier».
Presidente Fontana, avrebbe preferito un’Olimpiade solo con Milano? «Io credo che Milano-Cortina sia ben equilibrata, la possibilità di collaborare con Zaia ma anche con i presidenti Fugatti e Kompatscher è un vantaggio, si mettono a disposizione più
La sezione lombarda dei grillini ha detto: merito del M5s. «Rimango senza parole. Capisco che ciascuno cerchi di tirare un po’ di acqua al suo mulino, ma esiste un limite di buon gusto che non dovrebbe essere superato». Prossima tappa? «Decidere la governance. Ne abbiamo già parlato a lungo, ci sono varie ipotesi, non credo che ce ne sia una perfetta, vedremo di decidere la soluzione più semplice possibile. E dovremmo individuare delle persone molto capaci, perché dovremo fare un lavoro eccellente». Il sottosegretario Giorgetti ha
«MERITO DEI GRILLINI? RIMANGO SENZA PAROLE» governatore lombardo
Dove può Cortina “fare la differenza”? «Nella proposta innovativa, anche dal punto di vista del marketing. Per la prima volta ha vinto una squadra che offre due luoghi, e personalmente mi sarebbe piaciuto che fossero anche tre... Ed è un valore aggiunto. Perché dobbiamo renderci conto che se per noi Milano e Cortina sono “lontane”, chi arriva qui dopo 10 ore di volo scopre invece che in
detto di aver già contattato due italiani con esperienze internazionali per il ruolo di general manager. Ha idea di chi siano? «No. Io ho dei nomi, ovviamente ci confronteremo. Ci troveremo l’11 luglio a Roma. Prenderemo persone con grandi capacità». Veneto e Lombardia hanno firmato le garanzie, circa 250-300 milioni a testa. Quand’è che dovrete sborsare questi soldi? «Li dovremo mettere nel momento in cui non dovesse intervenire lo Stato. L’accordo era che lo Stato non dovesse mettere un euro in più rispetto a quelli che ottiene da questo evento. Secondo gli studi dell’università La Sapienza di Roma e della Bocconi di Milano soltanto dalla fiscalità generale lo Stato dovrebbe incassare circa 600 milioni, con un residuo netto di quasi 200. La cifra che dovremmo sostenere per fare le opere a nostro carico è di circa 400 milioni». Ha già stanziato le somme a bilancio? «È tutto a posto. Se anche impazzisse il Governo centrale, io non avrei alcun problema». C’è il rischio che il Governo cambi idea? «Chiunque abbia un minimo di sensibilità politica non credo si voglia scontrare con l’83 per cento della popolazione italiana che vuole le Olimpiadi». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Italia nell’arco di brevi distanze hai tutto. Dobbiamo comunicare che siamo un Paese che offre tutto in un raggio ridotto. Dalle Dolomiti al mare, alle città d’arte».
«Delle caratteristiche del nostro Paese, e della volontà di Zaia, di Fontana, dei due sindaci e di Malagò che non si è demoralizzato dopo Roma».
Sette anni basteranno per farci trovare pronti? «Dobbiamo farceli bastare, è un conto alla rovescia. Quel che conta è che per una volta dobbiamo “comprometterci”: anche quel che non riusciremo a finire dovrà diventare un obbiettivo e un impegno. Perché il risultato finale deve essere appunto prima di tutto un cambio di mentalità, un salto culturale che continui nel tempo».
Visto com’è andata a finire, la rinuncia di Roma è un rimpianto o meglio così? «Di sicuro se non avessimo preso queste Olimpiadi, la rinuncia di Roma sarebbe stata un errore ancora più grande. Perché il grande evento può fare la differenza, lo abbiamo visto con l’Expo di Milano e con le stesse Olimpiadi di Torino nel 2006. Non bisogna mai perdere queste occasioni».
Secondo lei di chi è il merito di questa vittoria?
Sembra anche a lei che adesso in molti stiano saltando sul cavallo vincente, o è solo un’im-
Balich: «Così lo sport tornerà a Cortina, al posto dei visoni» IL PERSONAGGIO dal nostro inviato
LOSANNA (SVIZZERA) «Alè o-o, alè o-o». Marco Balich al telefono esulta da Tokyo per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano-Cortina, una vittoria di cui è senza dubbio uno degli artefici. “San Balich”: a Losanna, ormai, lo chiamano così. E pensare che, quando qualche lustro fa venne invitato a Venezia per reinventare il Carnevale e lanciare il Capodanno (il format del “bacio”, così semplice quanto geniale, in migliaia cominciarono a gremire piazza San Marco e non per ubriacarsi), non è che venne poi tanto incensato. «Nemo propheta in patria», dice quando glielo si ricorda. Adesso che Milano-Cortina ha ottenuto l’assegnazione dei Giochi, è universalmente un genio. Anche a casa propria. Perché Marco Balich, 57 anni, anche se per lavoro è cittadino del mondo, è veneziano. E la sua più grande soddisfazione, ora, è di poter contribuire con i 5 cerchi olimpici a rilanciare Cortina d’Ampezzo: «Sono contento per Cortina, la sua immagine si è un po’ appannata ed è un peccato
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perché è la montagna più bella del mondo e merita di tornare al centro del mondo. Ora, con le Olimpiadi, potrà avere un’iniezione di gioventù: meno visoni, più sport».
IL RECORD A chiamarlo nello staff della candidatura italiana è stato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. A ragione, se si considera che Balich detiene il record mondiale nell’organizzazione di cerimonie olimpiche, nessun altro quante lui: Torino 2006, Sochi 2014, Rio de Janeiro 2016, l’anno prossimo Tokyo 2020. «È la mia medaglia d’oro». Inutile chiedergli se si aspetta di organizzare anche la cerimonia di apertura a San Siro il 6 febbraio 2026 e, quindici giorni dopo, quella di chiusura in mondovisione all’Arena di Vero-
«LA MONTAGNA PIÙ BELLA SARÀ AL CENTRO DEL MONDO» organizzatore di eventi
Cortina è in secondo piano rispetto a Milano? «Dimentichiamo questo aspetto, l’elemento vincente di questo binomio è la grande, evidente complementarietà. Mettiamo in vetrina un posto iconico, già conosciuto nel mondo. E dopo l’Expo abbiamo una città che da grigia ed esclusivamente industriale è diventata un vero centro di eccellenza europeo. In mezzo ci sono territori pienamente coinvolti e all’altezza. Non dobbiamo entrare nella logica della gelosia». Non teme il rischio di sprechi o infiltrazioni in un evento di queste dimensioni? «Come Fondazione Cortina 2021 ci siamo imposti standard molto alti di sicurezza su questo fronte. E oggi ci sono anche le tecnologie informatiche per controllare il buon operato di chi ha un ruolo. Ma anche questo può diventare un motivo per migliorarsi. Se sappiamo che possono presentarsi problemi, impegniamoci a capire come eliminarli. Se ti ritiri, sei sconfitto in partenza». Dopo i Mondiali, lei avrà un ruolo anche nel percorso verso le Olimpiadi 2026? «No, lo escludo. Devo rimanere concentrato sull’obbiettivo dei Mondiali 2021. Per me sarà un grande risultato completare i prossimi due anni e passare il testimone a chi verrà, che troverà una base solida e coesa, un gruppo che è già in moto e sta correndo bene». Ario Gervasutti © RIPRODUZIONE RISERVATA
na. Balich cambia discorso. Intanto si gode il successo di Losanna. Di tutta la delegazione italiana, al Swiss Tech Convention Center lunedì era l’unico assente. «Sono in Giappone, sto preparando Tokyo 2020», si giustifica. Suo il video “emozionale” presentato lunedì pomeriggio ai grandi elettori del Cio, quello con i simboli dell’Italia, i paesaggi, la cucina, la moda, l’arte, ovviamente lo sport. Immagini e parole. In rima. Come una poesia. «Al componimento ci ha pensato il nostro Mauro Belloni. Geo Cavazzana, invece, che già era con me al Carnevale di Venezia, ha studiato le sequenze. E poi la producer Chiara Ferrè. Con Diana Bianchedi un bel team di donne».
L’EMOZIONE
Suo il video, ma sua anche la scelta dei duetti. Prima il presidente del Coni Malagò con Luca Pancalli del Comitato paralimpico . Poi il sindaco di Milano Beppe Sala con Luca Zaia. «Il governatore è stato bravissimo, ha voluto parlare in inglese, si è impegnato, ha studiato. È andato benissimo». E infine la genialata: Balich ha voluto sul palco la giovanissima Elisa Confortola, diciassettenne di Bormio promessa dello short track. «Perché? Ha il sogno olimpico negli occhi». Come ci si sente ad aver creato la presentazione della vittoria? «Abbiamo spinto perché ci fosse più emozione, questo sì. Ma è stato un gioco di squadra». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
I Giochi invernali 2026 il bard
«Abbiamo vinto le Olimpiadi 2026 presentando un dossier che punta tutto alla sostenibilità, anche per quanto riguarda i trasporti. Bene, si tratta dunque – afferma De Carlo – di trovare il modo di arrivare tra queste montagne senza l’auto, che inquina; non c’è altra soluzione che il treno. Mettiamoci di buona lena e decidiamo il progetto più conveniente». Ci sta mettendo mano, per la verità, Helmuth Moroder, uno dei maggiori esperti di trasportistica in montagna. Nel prossimo mese di luglio, l’assessore regionale Elisa De Berti, come ha anticipato al “Corriere delle Alpi”, intende promuovere un confronto definitivo con i sindaci della Val Boite e della Val d’Ansiei per definire il percorso. Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità del Cadore, ricorda che a suo tempo i sindaci hanno condiviso l’orientamento di passare
i contatti a losanna
«Da risolvere le emergenze radicate sul territorio» CORTINA. Un’Olimpiade fa primavera? No, rispondono dal Bard; servono risposte concrete alle emergenze attuali. Un bagno di sano realismo. «Un evento planetario di questa portata richiamerà migliaia di turisti e visitatori, e speriamo possa servire come slancio per investimenti infrastrutturali e nell’accoglienza». «Confidiamo anche però – è la reazione del Bard – che tutto questo non diventi soltanto uno specchietto per le allodole, per non affrontare più i veri temi che toccano con urgenza la nostra montagna: la fragilità idrogeologica, l’invecchiamento, lo spopolamento, tutte le emergenze sociali». In una parola: l’assenza di autonomia, necessaria per un territorio ai margini nazionali e regionali. Un realismo a cui richiama anche la Cisl, con il segretario generale Cinzia Bonan e l’aggiunto Rudy Roffarè. «L’attenzione alla montagna – sottolineano i due segretari – passa ora attraverso l’opportunità di rendere maggiormente funzionali le reti stradali e ferroviarie, le attività ricettive turistiche ed alberghiere e la diffusione della banda larga per poter essere un territorio in grado di dare i servizi necessari a poter ospitare questo grande evento. E per essere in grado di migliorare la qualità della nostra offerta di ricezione auspichiamo che si lavori anche per potenziare la formazione professionale ai nostri lavoratori, per far sì che questa opportunità olimpica sia una vera occasione di sviluppo sociale ed economico del nostro territorio e sia di sostegno per contrastare lo spopolamento della montagna bellunese». — F.D.M.
Nei prossimi giorni ci sarà un incontro sul collegamento Feltre-Primolano
Roberto Padrin con la delegazione altoatesina durante i festeggiamenti a Losanna
Alle Olimpiadi con il treno la sfida delle Dolomiti Roberto Padrin ne ha parlato con i presidenti delle province di Trento e Bolzano Francesco Dal Mas CALALZO. Roberto Padrin,
presidente della Provincia di Belluno, ha avuto modo di parlare a lungo, a Losanna, sia con Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano, che con Maurizio Fugatti, collega di Trento. A tema, fra gli altri, l’annoso problema dei collegamenti ferroviari. Prima notizia: Padrin e Fugatti si vedranno nei prossimi giorni per approfondire il progetto di connessione fer-
roviaria tra la Valsugana e la Valbelluna, più precisamente tra Primolano e Feltre. Esiste già, ormai da tempo, uno studio progettuale. Si tratta di perfezionarlo e, allo scopo, c’è la disponibilità di 200 mila euro del Fondo dei Comuni di confine. Sul versante opposto, si pone l’urgenza – considerata la scadenza olimpica – di riportare il treno tra Calalzo e Cortina, magari in prosieguo verso la Val Pusteria. «Rispetto alle perplessità intervenute qualche tempo fa sul versante finanziario,
la regina delle nevi
Compagnoni: «Soddisfazione per le nostre montagne» La sciatrice che ha vinto l’oro in tre edizioni diverse dei Giochi parla dell’evento olimpico e del suo passato agonistico «A Nagano la vittoria più bella» TREVISO. «Le Olimpiadi in Ita-
lia sono una grande soddisfazione per il Paese e per le nostre montagne. L’Olimpiade è la più grande e la prima manifestazione sportiva al mondo, un qualcosa di straordina-
rio». A dirlo in un’intervista all’Agi dopo il successo di Milano-Cortina, è Deborah Compagnoni, la “Regina delle nevi”, prima donna della storia dello sci alpino a vincere l’oro olimpico in tre diverse edizioni dei Giochi invernali (supergigante ad Albertville 1992, slalom gigante a Lillehammer 1994 e slalom gigante a Nagano 1998). Oggi, 49 anni, Deborah si
dedica principalmente alla famiglia, è mamma di Agnese, Luce e Tobias, è sposata con l’imprenditore Alessandro Benetton, vive a Treviso ma torna spesso nella sua Santa Caterina Valfurva. È la fondatrice dell’associazione onlus “Sciare per la Vita” che, in ricordo di una cugina deceduta causa leucemia, si occupa di reperire fondi per bambini affetti da malattie. «Le Olimpiadi sono cam-
mi sembra che il presidente Kompatscher sia disponibile – fa sapere Padrin – a riprendere in mano il dossier. Non è una cosa semplice, perché a parte il miliardo e mezzo di euro che serve per costruire la tratta ferroviaria, c’è la prospettiva assai delicata della gestione. Bisogna fare bene i conti per capire se può non essere in passivo. Questo – continua Padrin – è il problema centrale». Intanto, però, ci sarebbe l’urgenza di arrivare fino a Cortina. La rilancia il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo.
biante, se si guardano le immagini di Cortina ’56 sembra quasi un altro mondo ma è sempre stato un evento olimpico», aggiunge Deborah, che non ha potuto prendere parte alla cerimonia di proclamazione di Losanna perché rientrata da qualche ora dagli Stati Uniti per motivi personali. «Ogni Olimpiade ha portato sempre qualcosa di nuovo e quelle appena assegnate evidenzieranno il fascino del nostro Paese». Parlando del suo passato l’ex sciatrice valtellinese che in bacheca vanta anche tre titoli mondiali, (slalom gigante a Sierra Nevada 1996, slalom gigante e slalom speciale a Sestriere 1997) oltre a 44 podi (16 vittorie) in Coppa del mondo, ha detto che «la
il sap
«Nuovo commissariato di Polizia e più uomini per garantire sicurezza» Con le Olimpiadi Cortina abbia un nuovo Commissariato di Polizia. Lo chiede il Sap, il sindacato autonomo di polizia: «L’attuale struttura risulta totalmente inadeguata e non è sicuramente idonea come centro nevralgico per la sicurezza dell’evento». Il Sap chiede anche di potenziare gli organici e ripristinare l'operatività del Posto di Polizia Ferroviaria di Calalzo.
vittoria più bella è stata quella di Nagano ’98 perché ero più consapevole. Ho partecipato a tre Olimpiadi, ho vinto in tutte e tre ma l’ultima è stata speciale, avevo 28 anni, era stato costruito un percorso con federazione e Coni e disponevo di una squadra tutta mia», ricorda Deborah.
Deborah oggi si dedica alla famiglia, è sposata con l’imprenditore Alessandro Benetton Compagnoni si è ritirata quando era ancora all’apice della carriera, fatto che sempre più di rado accade nello sport di oggi.
per la val d’Ansiei e di sbucare verso San Vito di Cadore sotto la montagna, per poi raggiungere Cortina. Sia il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, che il suo collega di San Vito di Cadore, Franco De Bon, hanno però sostenuto che un treno tra Venezia e Cortina, per essere competitivo con l’auto, in termini di tempo, non può che salire per la Val Boite. «È urgente – afferma De Carlo – che si trovi una mediazione tale da poter auspicabilmente realizzare il treno entro il 2026, perché altrimenti, passate le Olimpiadi, si corre il rischio di non farne nulla». Ma per il sindaco di Longarone Padrin, sarebbe importante, sempre per la data olimpica, far arrivare a Calalzo l’elettrificazione ferroviaria. «So che la Regione è impegnata a sollecitare le risorse per portare la linea elettrica da Montebelluna a Feltre e Belluno. Sarebbe importante proseguire da Ponte nelle Alpi a Calalzo. A meno che – conclude Padrin – tra 7 anni non siano pronti i treni a diversa alimentazione». —
«Non è facile cambiare completamente il proprio modo di vivere, io l’ho fatto anche per alcuni acciacchi fisici (schiena e ginocchia) ma comunque avevo un po’ concluso il percorso dopo essere entrata in squadra nazionale a 15 anni», dice Deborah. «Certo c’è da considerare la differenza tra settore maschile e femminile con l’uomo più predisposto a fare fatica e la donna che ad un certo punto interrompe la carriera per diversi fattori. Nello sci non è fattibile tornare alle gare dopo la maternità, non puoi allenarti da casa e lasciare il bambino ai nonni perché non sei mai a casa, la nostra è una vita in giro per il mondo, in giro per alberghi, diciamo un po’ da zingari». —
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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 26 Giugno 2019
ITALIA&MONDO
FicoaBerlino perilrilancioM5S
Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.120 | E-mail: interni.esteri@larena.it
Per il M5S non è tanto importante un«ritorno alleorigini»,conunaattenzioneduraepurasuitemistorici del movimento come l'acqua e l'ambiente, quanto un ritorno al
«potersi parlare»: la ricerca è quella di una linea condivisa che superi ledivisioniincorrentieconsentaal Movimento di «andare avanti». È il ragionamentodel presidente della
Camera Roberto Fico, che a Berlino cerca sponde in Europa per il Movimento, anche nell'ottica della collocazionedeisuoielettinelParlamentoeuropeo.
TENSIONEAL VERTICE. Sullascia della vittoriaolimpica, laLegaalzail tiro.Mail M5S intendegiocarsi lapartita
Salvinistringe ilcerchio È scontro sull’autonomia L’incontro a Palazzo Chigi tra Conte e i vicepremier incentratoanche sullaconcessionead Autostrade esulpossibile ingresso diAtlantianell’Alitalia ROMA
Sulla scia della vittoria olimpica, la Lega prova l'accelerazione finale sull'Autonomia di Lombardia e Veneto, insieme all'Emilia Romagna. «Quando corrono gli enti locali l'Italia vince», dice Matteo Salvini, tornando a indicare Roma come il luogo dove «tutto si ingolfa». Ma su scuola, trasporti e tasse da trasferire alle ricche regioni del Nord, il Movimento 5 stelle vuole giocare fino in fondo la sua partita. E almeno correggere e rallentare, se non fermare, la corsa dei governatori salviniani verso l'autonomismo. Dando al Parlamento il potere di esaminare ed emendare. Con la calma necessaria. È questo il cuore di un lungo vertice serale a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte con Luigi Di Maio e Salvini, che deve discutere anche della concessione ad Autostrade (e del possibile ingresso di Atlantia in Alitalia). I Cinque stelle considerano difficile
che Salvini vada via a mani vuote, perciò con ogni probabilità nel Consiglio dei ministri di questa settimana arriverà un primo via libera all'Autonomia, da portare poi a un nuovo tavolo con le Regioni. Anche perché la partita è legata, su un piano tutto politico, a un altro tema caro alla Lega, quello della prossima manovra e della flat tax. Sui conti pubblici si deciderà tutto nelle ultime ore prima del Cdm: sia a Palazzo Chigi che nel M5s c'è ottimismo sul via libera della Lega alla legge di assestamento di bilancio con una correzione dei saldi che consenta di evitare la procedura d'infrazione Ue. Ma il nodo, enorme, riguarda il 2020: nel governo sarà battaglia fino alla fine e uno stop all'Autonomia potrebbe indurre Salvini a far saltare tutto. Tra l'altro la Lega starebbe preparando - pronta all'uso, per forzare la mano nel governo - un'accelerazione delle misure fiscali (la «manovra» di cui ha parlato Salvini), con un provvedi-
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Quando corronoglienti localil’Italiavince. ÈaRomachetutto siingolfa MATTEOSALVINI VicepremiereMinistro dell’Interno
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Cirisiamo. Tuttoilsistema controilM5S. Èsemprestato così eloèancoraoggi LUIGIDI MAIO VicepremiereMinistro delLavoro
mento ad hoc (forse un decreto, ma non si trovano riscontri tra le fonti ufficiali) cui già lavorano gli uffici. Tutti insieme, insomma, vengono al pettine i nodi più spinosi per i gialloverdi. Accelera anche la decisione sulla Tav: dopo l'aumento al 55% dei finanziamenti europei i leghisti spingono perché arrivi in fretta il Sì del governo ma il M5s frena, chiede tempo (i bandi, sottolinea, sono revocabili) e, dilaniato al suo interno, si affida a Conte. Il via libera all'opera viene reputato inevitabile anche da qualche pentastellato. Ma da Palazzo Chigi sottolineano che la posizione di Conte, negativa dopo l'analisi costi-benefici, per ora non cambia: il premier, che venerdì vedrà Emmanuel Macron al G20 in Giappone, valuterà a tempo debito. Per il M5s però fin d'ora il punto è tutto politico. Sulla Tav come sulle Olimpiadi, è in gioco il dna del Movimento. Ecco perché in un post su Facebook Di Maio addita il nemico di sempre, «il sistema», il «partito del cemento»: è un messaggio ai militanti delle origini, che raccoglie il plauso di Alessandro Di Battista. È il cardine della battaglia avviata contro Autostrade dopo il crollo del ponte Morandi: a Chigi, Di Maio e Danilo Toninelli portano la proposta di revocare la concessione. Ma il rischio, spiegano i leghisti, è che se arriva lo stop alla concessione, è automatico che Atlantia resti fuori da Alitalia, con il rischio di non trovare alternative per la compagnia di bandiera. Salvini prova intanto a incassare un punto sul fronte delle Autonomie regionali. «Facciamo pure la riunione a Palazzo Chigi», dice tranchant, «ma noi siamo pronti da tempo». •
Ilpresidente delConsiglio GiuseppeConte ANSA
TAV. Bruxellesannuncia l’aumento delcofinanziamento.Cirio esulta:«Una giornata storica»
Vialibera ai bandiperilavori All’indomani dell’ultimatum della Ue al governo italiano ilcdadiTeltautorizza gli«avis de marchés» Alessandro Galavotti TORINO
Via libera ai bandi per i lavori, in Italia, della Torino-Lione. All'indomani dell'ultimatum al governo italiano dell'Unione europea, il consiglio d'amministrazione di Telt ha autorizzato la pubblicazione dei cosiddetti «avis de marchés», l'invito a candidarsi ad effettuare gli interventi previsti per la realizzazione dei 57,5 km del tunnel
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di base. Valore stimato circa un miliardo di euro, con la coordinatrice del Corridoio Mediterraneo Iveta Raticova che ha annunciato l'intenzione di Bruxelles di aumentare il cofinanziamento al 55%, per la parte internazionale, e al 50% per la tratta nazionale da Bussoleno al nodo di Torino. Una «giornata storica», per il governatore del Piemonte Alberto Cirio: «domani scriverò al premier Conte dice - perché l'Ue sollecita una parola chiara dal governo». Ma tra Lega e Movimento 5 Stelle sono ancora scintille. E in serata il Mit precisa: i bandi sono revocabili, senza obblighi e oneri. L'incertezza
ABI. Parla Patuelli
«Ladomanda peri prestiti diminuisce»
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I prestiti delle banche languono a causa della scarsa domanda delle imprese e della mancanza di fiducia e se non si rimettono in moto gli investimenti, pubblici e privati, l'Italia non può tornare alla crescita e ridurre quel debito che rappresenta «una palla al piede». Il presidente dell'Abi Antonio Patuelli interviene al Forum ANSA e ammonisce sullo spread, «una tassa occulta per tutte le attività degli italiani» che deriva «dalla scarsa fiducia dei mercati internazionali». •
sul testino della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità, insomma, c'è ancora. «La Tav leggera? Un treno passa sotto la montagna o no. A me piacciono i treni che corrono», afferma il vicepremier leghista Matteo Salvini in merito alla possibilità che il progetto venga rivisto. «Non abbiamo mai pensato ad un progetto di Tav leggera», ribatte il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, che invita l'alleato a parlare «di cose serie». E punta il dito contro «il solito partito del cemento che non vede l'ora di mettere le mani sul nostro territorio», trovando sull'argomento la sponda di Alessandro Di
Battista. «Concordo al 100%», scrive dopo i contrasti degli ultimi giorni l'ex deputato pentastellato a quattro minuti dalla pubblicazione del post «anti-sistema» di Di Maio, che sulla Tav non le manda a dire a nessuno. «Secondo gli accordi presi da chi ci ha preceduto», sostiene, l'opera «è un grandissimo regalo ai francesi». «Se permettete, io penso prima al mio Paese e alla mia gente - insiste - e ho fiducia nel fatto che il presidente Conte trovi una soluzione». Al premier si rivolge anche il neo governatore della Regione Piemonte. Tra le sue richieste quella di «nominare al più presto il presiden-
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Autonomia, M5S frena in Cdm solo una bozza Scontro sulle Camere Vertice serale a palazzo Chigi `La Lega: in Parlamento solo una Pressing di Salvini: testo pronto informativa. Ai grillini non basta `
IL CASO ROMA «Le cose vanno fatte bene». Così, a sera, Matteo Salvini risponde centellinando le parole in diretta tv alla domanda se l’intesa sull’autonomia differenziata andrà oggi davvero in Consiglio dei ministri come la Lega chiede da giorni. «Lavori in corso», spiega ancor più cauto il vicepremier, riferendosi al vertice notturno a palazzo Chigi, «c’è ancora qualche discussione a livello di burocrati ministeriali che la riforma non la vorrebbero, ma noi pensiamo che decentrando a livello locale le cose si fanno meglio». Cautela, appunto. Non proprio i toni con cui si era aperta la giornata. «Stasera abbiamo un’altra riunione sull’autonomia, per carità, facciamola pure, ma noi siamo pronti da tempo. Il testo base è pronto per la riunione di domani del consiglio dei ministri, con grande vantaggio per tutte le Regioni italiane, altrimenti a Roma si ingolfa tutto. Le Olimpiadi ci dicono che dove corrono gli enti locali l’Italia vince». Di prima mattina, ancora di ottimo umore per gli esiti del comitato Olimpico di
IL VICEPREMIER DEL CARROCCIO CITA IL MODELLO OLIMPIADI: SE CORRONO GLI ENTI LOCALI, L’ITALIA VINCE A ROMA TUTTO SI INGOLFA
Losanna, Salvini assicura che l’autonomia regionale cara alla Lega e avversata dagli alleati 5Stelle - è in dirittura d’arrivo. Ed effettivamente in serata, Salvini, con Luigi Di Maio, la ministra per gli Affari regionali Erika Stefani, il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, il ministro ai Rapporti col Parlamento Riccardo Fraccaro, e il sottosegretario agli Affari Regionali Stefano Buffagni, si riuniscono a palazzo Chigi per fare un punto con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’obiettivo della Lega è tesaurizzare lo slancio olimpico e portare oggi in Consiglio dei ministri l’intesa con le Regioni tanto cara proprio ai governatori vincitori della partita sportiva, Luca Zaia e Attilio Fontana. I 5Stelle, al contrario, anche ieri sera hanno frenato.
PRIMO PASSAGGIO E dunque, quello di questa sera in Consiglio sarà con ogni proba-
MINISTRO Erika Stefani
bilità solo un primo passaggio. Lo spiegano fonti di governo, secondo le quali dopo un via libera solo preliminare alle intese, dovrebbero essere convocate le Regioni. Solo dopo, ci sarà il via libera vero e proprio che dovrebbe arrivare - così chiede la Lega - in una nuova riunione la prossima settimana. Il vertice politico convocato per ieri sera serviva a sciogliere i nodi di merito sui singoli capitoli degli accordi con Veneto, Lombardia, Emilia Romagna. Ma resta centrale anche il ruolo del Parlamento. I leghisti, spiegano fonti governative, spingono perché il passaggio alle Camere sia snello, magari con un’informativa del premier Conte. I Cinque stelle chiedono invece un passaggio più corposo e con tempi più distesi, con il parere di tutte le commissioni parlamentari e la possibilità di emendare gli accordi. Il fronte del Sud, intanto, segue con apprensione l’evolversi della trattativa giallo-verde. «La
ROMA L’ultimo cambio di casacca, quello della pentastellata dissidente Paola Nugnes, che ha annunciato l’addio a M5S, rischia di mettere in seria difficoltà la maggioranza giallo-verde alla vigilia di una serie di voti parlamentare-chiave per la sopravvivenza della legislatura. La coalizione di governo a palazzo Madama si ritrova infatti con appena 3 senatori di scarto: a quota 164, rispetto ai 161 che segnano metà aula. Tra espulsioni e strappi, M5S ha perso per strada da inizio legislatura ben 12 parlamentari: 7 deputati e 5 senatori, passati quasi tutti al Gruppo Misto, con sole due eccezioni verso Forza Italia (Matteo Dall’Osso) e Salvatore Caiata (Fratelli d’Italia). In realtà, un curioso sudoku dovrebbe portare nuovi senatori a vantaggio dei giallo-verdi. A fronte di Nugnes in transito da M5S al gruppo Misto, il Movimento recupererebbe infatti un eletto in Sicilia. Qui i pentastelal-
Regione Campania - fa sapere il governatore della Campania, Vincenzo De Luca - ha combattuto con i denti per bloccare il 12 febbraio scorso un accordo che stavano firmando governo nazionale e governo della Regione Veneto che avrebbe spostato nel Veneto 6 miliardi di euro a danno del
LE TAPPE
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I referendum consultivi A fine 2017 i cittadini di Lombardia e Veneto hanno approvato con referendum consultivo la richiesta di maggiore autonomia regionale
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Si muove anche l’Emilia Anche l’Emilia-Romagna ha chiesto maggiore autonomia ma senza referendum e su una quantità inferiore di materie
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I tempi si allungano A fine 2018 si stabilisce che il dossier sarebbe stato esaminato fin da gennaio ma poi i tempi si sono allungati
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Il ruolo delle Camere Impossibile finora un’intesa nella maggioranza. Inoltre il Quirinale ha ribadito che le Camere dovranno svolgere un ruolo attivo
Sud». Secondo De Luca «il sistema universitario rischia di essere spaccato in due dai processi di federalismo spinto che tendono a valorizzare realtà del Nord e tendono ad affermare il principio che chi ha più soldi ha più servizi». Il governatore sottolinea l’importanza di «combattere per evitare che ci siano università di serie A e di serie B» in quanto «abbiamo dimostrato che pur avendo risorse limitate offriamo servizi di qualità superiore». Per De Luca, però, «c’è un limite oltre il quale ti devi misurare con le risorse. Noi siamo pronti alla sfida dell’efficienza ma a condizione che parliamo chiaro e che ci sia per tutte le regioni lo stesso trasferimento di risorse pro-capite. A queste condizioni non temiamo nessuno. Siamo pronti a qualsiasi sfida» Diodato Pirone © RIPRODUZIONE RISERVATA
Esodo M5S, in Senato maggioranza a +3 E Dibba ci ripensa: meglio non votare ora IL RETROSCENA
Matteo Salvini (foto MISTRULLI)
ti avevano ottenuto talmente tanti voti da maturare il diritto a un numero di eletti superiore ai candidati. Proprio ieri la Giunta per le elezioni di palazzo Madama ha stabilito che il seggio siculo va assegnato a un candidato sempre di M5S non eletto di un altra regione (l’Umbria). M5S quindi manterrebbe i suoi 107 senatori. La Lega a sua volta perderebbe un seggio in Calabria, guadagnandone invece uno in Emilia Romagna a scapito del Pd Edoardo Patriarca. In Calabria, infatti, il riconteggio ha chiarito che 2.611 voti sono stati trascritti erroneamente alla Lega anziché a FI: la Giunta dovrebbe quindi attribuire il seggio all’«azzurra» Ful-
COALIZIONE A QUOTA 164 CON IL PASSAGGIO DELLA NUGNES AL MISTO SALGONO A 12 I PARLAMENTARI GRILLINI FUORIUSCITI
via Caligiuri, togliendolo a Matteo Salvini, che risulterebbe eletto nel Lazio 1 (a danno di Cinzia Bonfrisco, eletta a Strasburgo). Insomma, come ha detto Di Maio domenica, «i numeri per la maggioranza sono ben saldi». Almeno sulla carta. Resta però alta la tensione all’interno dei pentastellati con i rischi di nuove defezioni, stavolta non compensate da nessuna new entry. «È vero dopo le elezioni europee pensavo e ho provato a spingere affinché il governo cadesse, ma adesso mi rendo conto quanto sia complicato. C’ho pensato bene, non è una strada percorribile». Alessandro Di Battista, sempre più isolato all’interno del M5S, ingrana la retromarcia. Tanto che ieri mattina si è sfogato con diversi esponenti del Movimento per far arrivare un messaggio di tregua a Luigi Di Maio. Ma il leader dei 5 Stelle al momento non ne vuol sapere. Sono troppi i dossier sulla sua scrivania a dargli pensiero: da una parte i rapporti con l’alleato, Matteo Salvini, dall’altra gli equilibri in-
I gialloverdi al Senato Dopo il passaggio di Paola Nugnes dai Cinquestelle al gruppo Misto
Totale
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terni ai gruppi parlamentari. La situazione più critica è al Senato, dove la maggioranza gialloverde, dopo l’addio di Paola Nugnes, si regge su tre voti, con una discreta pattuglia di ribelli pentastellati pronta a puntare i piedi.
maggioranza (metà+1)
160 Lega
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INSOFFERENZA A questa situazione si somma l’insofferenza di vari big non proprio vicini a Di Maio. Uno di questi è Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, che venerdì scorso è andato a Milano per incontrare Davide Casaleggio. Il faccia a faccia fa parte di una serie di “sondaggi” che il il figlio di Gianroberto ha deciso di mettere in campo per capire come intervenire. Morra è da sempre critico con Di Maio: ricopre troppe cariche a discapito del M5S che nasce come intelligenza collettiva. Proprio Morra, dopo la scoppola delle Europee, propose una cabina di regia con 5 saggi per aiutare «Luigi» a superare questa fase. Sempre il presidente dell’Antimafia, che fa parte del 40% che su Rousseau si schierò
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M5S
106 SENATO Se la giunta elezioni riconosce oggi un seggio in più al M5s (tra i 3 mai assegnati), questo torna a 107 (ma la maggioranza sale a 161)
per l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini sul caso Diciotti, ogni “due per tre” nei colloqui privati ripete concetti di questo tipo: dobbiamo puntare sulle nostre battaglie identitarie, costi quel che costi, altrimenti rischiamo di scomparire. Ritornare di lotta, dunque anche a discapito del governo. Morra, infine, ha una posizione molto netta anche
sulle regole: «Il vincolo dei due mandati per me dovrebbe rimanere, solo in caso di crisi si può mettere al voto su Rousseau, ma tendenzialmente sono per mantenere le nostre regole». Il Senato dunque come spauracchio, da tradizione. S.Can. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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«LA DECISIONE SUI TASSI DIPENDERÀ DAL QUADRO COMPLESSIVO DELL’ECONOMIA USA»
Economia
Jerome Powell Presidente Fed
Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it
economia@gazzettino.it
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Autostrade, scontro sulla concessione M5S: «Va revocata». La Lega: «Follia» Di Maio tenta il blitz ma la revoca della convenzione `Salvini sul fronte opposto vuole invece che Atlantia può costare allo Stato fino a 25 miliardi di indennizzi si impegni per salvare Alitalia insieme alle Ferrovie `
IL CASO ROMA Il conto per lo Stato si aggirerebbe sui 25 miliardi, euro più euro meno. Quello politico rischia di essere ancora più salato. Eppure i Cinquestelle hanno tentato il blitz, portando ieri sera al vertice di Palazzo Chigi la proposta di revoca della concessione per Autostrade per l’Italia. Una provocazione, più che una bomba. Non solo perché i costi di una eventuale strappo valgono come una manovra di bilancio, ma perché la Lega considera «pura follia» avanzare su questa strada. Se non altro perché con Atlantia, la società dei Benetton che controlla Autostrade, è da mesi in corso una trattativa, più o meno alla luce del sole, per salvare Alitalia insieme a Fs. Ovviamente non è solo questo. La mossa dei grillini che il responsabile dei Trasporti Rixi boccia come «una pazzia» si inquadra nel più vasto quadro di tensioni tra i due alleati di governo. E che va dalla Tav all’autonomia, dal taglio delle tasse alle infrastrutture. Il vice premier Luigi Di Maio, forte di una relazione tecnica elaborata da una Commissione istituita presso il Mit, vale a dire un’opi-
LO STRAPPO LEGATO ANCHE ALLE CRESCENTI TENSIONI TRA I DUE ALLEATI DI GOVERNO SULLE INFRASTRUTTURE
nione di parte, ha comunque rotto gli indugi, aprendo di fatto un nuovo incandescente fronte. Un dossier di una ventina di pagine dove sono elencati in maniera sommaria i costi e, sopratutto, i rischi di una operazione di questa portata. Una mossa dirompente ma tutto sommato scontata visto che il leader dei 5Stelle, dopo il dramma della caduta del Ponte Morandi, ha ripetuto a cadenze regolari che la convenzione va stracciata. E che i 3 mila chilometri di rete devono passare dai privati all’Anas.
Il piano Copertura del 90% della popolazione entro il 2026
LO STRAPPO Sul fronte opposto, come detto, Matteo Salvini che non ha nessuna intenzione di infilarsi nella complessa procedura di revoca della concessione. Procedura mai attuata nel nostro Paese e che rischierebbe di attivare un contenzioso legale infinito con conseguenze pesanti anche sul fronte degli investimenti. Salvini per la verità vorrebbe l’esatto contrario. Ovvero rasserenare i rapporti con Atlantia, convincendo il gruppo di Ponzano Veneto a varare, insieme alle Fs, un’operazione di sistema per consentire ad Alitalia di volare ancora. Lo schiaffo dei 5Stelle rende praticamente impossibile questa operazione che, del resto, non è mai decollata in maniera ufficiale. Eppure, nelle settimane scorse, proprio dalle posizioni grilline erano arrivati segnali incoraggianti, di apertura, sopratutto in considerazione del fatto che non c’erano all’orizzonte alternative vere ad Atlantia. Sia la proposta di Toto che quella di Lotito erano e sono
Accordo Fastweb-Wind Tre per una rete 5G condivisa Via all’accordo tra Fastweb e Wind Tre per realizzare una rete 5G condivisa su tutto il territorio nazionale. La rete 5G includerà sia macro siti e micro-celle, connessi con la fibra di Fastweb, che coprirà entro il 2026 il 90% considerate velleitarie, comunque non meritevoli di essere considerate, visto il no secco a livello tecnico arrivato sia dalle Fs che dal socio Delta Airlines. Fonti vicine al Carroccio bollano quindi come una provocazione politica l’attacco di Di Maio che anche ieri ha ribadito che Autostrade deve «pagare per il crollo del ponte di Genova». Non a caso l’uscita del vice premier cade proprio nel giorno in cui è stata realizzata la prima gettata del pilone di quella che sarà la nuova struttura. Fonti 5Stelle non escludono comunque che di fronte all’opposi-
Marcia indietro dei vertici Whirlpool «La fabbrica di Napoli non si chiude» LA VERTENZA
La trattativa
ROMA Un tavolo tecnico, che vada a scandagliare tutte le possibili soluzioni per mantenere in vita lo stabilimento Whirlpool di Napoli. Si è concluso con un nuovo appuntamento (data ancora da fissare) l’incontro al Mise di ieri tra azienda e sindacati, presieduto dal ministro DiMaio.Dopole minaccedirevoca dei finanziamenti, stavolta i toni sono stati più dialoganti. La soluzione ancora non c’è, ma l’intenzione di impegnarsi per trovarla è arrivata. «Non chiuderemo lo stabilimento di Napoli e garantiremo l’occupazione»ha dettol’ad diWhirlpool Italia, Luigi La Morgia. «L’azienda è fortemente impegnata a trovare
Mittal, i sindacati chiedono un incontro a Palazzo Chigi Isindacati metalmeccanici (Fiom,Uilme Fim)chiedonoun tavolodi monitoraggiourgente alministroLuigi Di Maiosull’ex Ilva.«Ilricorso daparte di ArcelorMittal allaCigper 1.400 lavoratori,in ragione delle difficoltàcongiunturali del mercato,il percorso di approvazionedeldl Crescita conle norme riguardantilo stabilimentodiTaranto, reclamanola necessitàdi una sedequalificata diverifica».
una soluzione, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e le organizzazioni sindacali, in grado di assicurare la continuità industriale e preservare i livelli occupazionali» ha confermato Gilles Morel, presidente di Whirlpool area Emea e vice presidente esecutivo di Whirlpool Corporation. Stavolta Di Maio, per evitare brutte sorprese durante l’incontro, aveva avuto un pre-vertice con i responsabili della multinazionale. «Era fondamentale avere le conferme direttamente dalle figure apicali della multinazionale con cui, da oggi in avanti, seguirà un dialogo per garantire un futuro certo ai lavoratori» ha poi spiegato il ministro. All’incontro con i sindacati l’azienda ha illustrato la situa-
della popolazione. Wind Tre gestirà la rete 5G e fornirà a Fastweb servizi di roaming sulla propria rete. Il gruppo guidato dall’ad Alberto Calcagno (nella foto) fornirà a Wind l’accesso wholesale alla propria rete FTTH e FTTC.
zione della Lega possa scattare una sorta di piano B. Ovvero la richiesta di revoca della concessione solo per la tratta genovese, l’A10, interessata dal tragico crollo di agosto. Anche qui, ribatte
SPUNTA ANCHE UN PIANO B PER FAR DECADERE IL CONTRATTO SOLO SUL TRATTO STRADALE GENOVESE
zione di difficoltà che sta attraversando in Europa in particolare nel settore lavaggio, con la contrazione del segmento dell’alto di gamma in Europa e dal calo delle esportazionioltre oceano. Nell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) il 2018 si è chiuso con un Ebit negativo per 106 milioni di euro. Al prossimo tavolo tcnico, quindi, bisognerà analizzare le strade per un rilancio. «Per la prima volta l’azienda ha accettato di discutere la nostra proposta, non escludendo che la soluzione della vertenza possa anche essere trovata senza la vendita dello stabilimento» è il commento della Fiom che ha parlato di «piccolo passo avanti». «Ora dobbiamo entrare nel merito» ha aggiunto Gianluca Ficco (Uilm). Parla di «incontro del tuttoinsoddisfacente» laFim-Cisl. Gi.Fr. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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sempre la Lega, si tratta di una proposta velleitaria perché la convezione di Autostrade per l’Italia è unica e vale per tutti i 3 mila chilometri di rete. Non è quindi tecnicamente e giuridicamente scindibile, a meno di non trovare un’intesa con il concessionario. Di certo c’è solo che stracciare la convenzione, anzi farla decadere per grave inadempienza, è un percorso tutto in salita. Che il premier Giuseppe Conte e lo stesso Salvini hanno ben rimarcato alla fine del vertice. Umberto Mancini © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Da luglio luce più cara calo invece per il gas LE TARIFFE ROMA Un leggero rincaro per la luce e una consistente flessione per il gas. Sono queste le variazioni che subiranno le bollette delle famiglie italiane a partire dal primo luglio: ma i consumatori non sono soddisfatti, dal momento che, ricordano, nei prossimi tre mesi i termosifoni restano spenti e i condizionatori vanno invece a tutta birra. A stabilire le nuove tariffe per il mercato tutelato, come avviene ogni tre mesi, è l’Arera, l’Autorità per l’Energia. Da lunedì prossimo l’elettricità subirà un leggero rincaro dell’1,9%, mentre il metano registrerà una riduzione del 6,9%. La misurazione degli effetti sulle famiglie (al lordo delle tasse), vede per l’elettricità una spesa per la famiglia-tipo, nell’anno scorrevole (ottobre 2018-settembre 2019) di 566 euro, mentre per il gas sarà di circa 1.150 euro. L’Autorità rivendica la bontà manovra tariffaria facendo presente che «dopo i forti ribassi del trimestre scorso (quando la luce calò dell’8,5% e il gas del 9,9%), anche nei prossimi tre mesi per i consumatori si conferma un andamento complessivamente favorevole delle bollette dell’energia per i clienti in tutela». Ed è proprio questa lettura che non convince le associazioni dei consumatori: l’Unc, pur calcolando in 64 euro il risparmio su base annua (da qui a fine giugno 2020 a prezzi costanti), parla infatti di «cattiva notizia»: infatti, spiega, «il calo del prezzo del riscaldamento è un risparmio solo ipotetico, visto che nei prossimi 3 mesi i caloriferi sono spenti in tutta Italia».
Friuli Venezia Giulia, incentivi solo a chi assume residenti LA SVOLTA TRIESTE Riservare gli incentivi alle aziende che assumono lavoratori penalizzati dalla crisi e residenti continuativamente in Friuli Venezia Giulia da almeno 5 anni. È una delle norme contenute nel ddl omnibus approvato ieri a maggioranza dall’aula del Consiglio regionale del Fvg. Una decisione «innovativa», che, secondo il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, «coniuga la necessaria attenzione della Regione alle esigenze delle imprese, vincolando l’erogazione dei contributi a parametri oggettivi legati all’impegno delle aziende sul territorio
all’altrettanto indispensabile tutela dei lavoratori del Fvg» e «afferma quel principio di precedenza per i residenti che è atto di responsabilità dell’Amministrazione verso la comunità». Il provvedimento prevede inoltre, ha spiegato l’assessore al Lavoro del Fvg, Alessia Rosolen, «l’automatica esclusione da ogni contribuzione regionale per le aziende che negli ultimi tre anni abbiano effettuato licenziamenti collettivi senza accordi con le parti sociali». Niente contributi inoltre per chi delocalizza e «infrange così il patto sociale tra tessuto produttivo e Regione». Previsti dalla nuova legge anche interventi che riguardano la sanità.
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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
I Giochi invernali 2026
Cerimonia di apertura anche a Cortina Il sindaco Ghedina: «È una delle ipotesi su cui si discute, ma non sarà al trampolino Italia per ragioni logistiche»
Alessandra Segafreddo CORTINA. Firmato l’Hosting Contract ossia il contratto che le città che ospitano i Giochi olimpici siglano con il Comitato olimpico internazionale. Il documento è stato sottoscritto a Losanna dai sindaci di Cortina e di Milano, dal presidente del Coni Giovanni Malagò, e una parte vede anche le firme dei presidenti delle Regioni Veneto e Lombardia. Il documento ufficializza l’impegno ad organizzare i Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026 a Milano-Cortina come da dossier presentato. «La firma sull’hosting contract», racconta il sindaco Gianpietro Ghedina, «è stato un altro momento emozionante, molto intenso, vissuto a Losanna, perché di fatto suggella la vittoria ed è il momento in cui ci si assume la responsabilità dell’organizzazione dei Giochi. Sono quelle esperienze che ti rimangono a vita e lasciano un segno positivo. Il contratto fa fede al dossier di candidatura presentato, ma ora da qui ai prossimi 7 anni, si potranno cambiare alcune cose. Ora parte la vera e propria fase operativa e il progetto olimpico verrà affinato, migliorato, sempre in accordo con il Cio». Quale sarà quindi il primo passo? «Come ha detto il sottosegretario Giancarlo Giorgetti passiamo dalla fase del “dreaming together” ossia sogniamo assieme i Giochi, alla fase del working, del “lavoriamo assieme”; c’è un grande lavoro che dobbiamo portare avanti e soprattutto dobbiamo mantenere viva la consapevolezza che dobbiamo continuare a lavorare assieme, uniti, remare tutti nella stessa parte perché lo abbiamo dimostrato che se si lavora tutti assieme si possono raggiungere
obiettivi che sembrano insperati ma che invece sono alla nostra portata. Adesso innanzitutto bisogna costituire la società che gestirà l’evento, e probabilmente sarà una Spa pubblica, con l’obiettivo di dare alla macchina l’operatività che può avere un privato, ma allo stesso tempo la trasparenza insita nel pubblico. Per il momento c’è Malagò come presidente, verrà poi individuato l’amministratore delegato e ci sono già alcune idee in merito. Ci vuole una persona preparata e capace di organizzare le Olimpiadi al meglio. Verrà quindi creta la società e poi saranno affidate le varie cariche che ne conseguono. Io sono più che positivo. Questi grandi eventi possono infatti essere una grande occasione se ben gestiti e saremo vigili affinché tutto sia organizzato al meglio pensando sempre al bene di Cortina». Si parla di un volontà di realizzare due cerimonie di apertura ai Giochi 2026: una a Milano come inserito nel dossier e una a Cortina? «È una delle ipotesi di cui si discute da tempo. Sarà uno degli aspetti che verranno valutati dal Comitato organizzatore. Per ora posso smentire che un’eventuale cerimonia si possa tenere al trampolino Italia in quanto la location è difficilmente accessibile, ma posso dire che si sta verificando l’idea di ospitare una cerimonia anche nel nostro paese». Come avete trascorso la notte di lunedì dopo l’aggiudicazione? Avete festeggiato? Abbiamo visto sui social che si è fatto anche un bagno liberatorio nel lago. «Abbiamo sicuramente festeggiato. Tanta è stata la tensione nei giorni scorsi e nelle ore precedenti l’aggiudicazione che dopo il verdetto avevamo sicuramente bisogno di liberarci. Abbiamo
La folla che ha assiepato lunedì piazza Dibona a Cortina
partecipato ad un cocktail offerto dal Cio, poi c’era la musica, ed è stata anche una bella occasione per iniziare a instaurare rapporti di amicizia anche con i rappresentanti del comitato olimpico che ho visto veramente soddisfatti della loro scelta. Poi abbiamo prose-
guito i festeggiamenti in alcuni locali. Abbiamo trascorso una bella serata tutti assieme in allegria, orgogliosi di aver portato a casa le Olimpiadi del 2026. Devo dire un grande entusiasmo, una grande emozione, ma anche un grande lavoro. Perché non voglio dimenti-
l’ex campione
Bruno Alberti: «Straordinaria promozione per il territorio» Discesista negli anni ’50 e ’60 ha vissuto due Olimpiadi «Preferivo la prima proposta concentrata sulle Dolomiti ma va bene così in ogni caso» CORTINA. «È una soddisfazio-
ne incredibile, unica». Così Bruno Alberti, il “Brill”, fortissimo discesista degli anni Cinquanta e Sessanta, ha accolto lunedì in piazza Angelo Dibona l’assegnazione dei
Giochi olimpici 2026 a Milano-Cortina. Alberti era con il gruppo degli Azzurri d’Italia, guidato dal presidente Giorgio Triches. Il campione ampezzano ha partecipato a due edizioni dei Giochi olimpici invernali: a Squaw Valley nel 1960 e ad Innsbruck nel 1964. A Cortina, nel 1956 non partecipò a malincuore perché si era infortunato. «Io so cosa vuol dire parte-
cipare ad un’Olimpiade», dichiara Alberti, classe 1934, «sono davvero contento che abbiamo vinto. A dire il vero preferivo la prima proposta olimpica, lanciata dal governatore Luca Zaia, che per me era la migliore in assoluto, quella con Cortina e il Veneto, assieme al Trentino Alto Adige, tutta concentrata sulle Dolomiti. Mi sembrava meno dispersiva rispetto a questo progetto con la Lombar-
Bruno Alberti e Kristian Ghedina
care che per arrivare a questo risultato c’è stato un grandissimo lavoro di un grandissimo team. È stato premiato un comune sforzo verso un obiettivo così importante. E nella presentazione ai membri del Cio è sicuramente emersa questa grande energia e anche una
preparazione che non ha sottovalutato nemmeno i dettagli e che ha fatto sicuramente ben figurare la nostra proposta olimpica. Ora si lavora con un grande obiettivo davanti: organizzare dei Giochi memorabili». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
dia; ma si vede che i tempi sono cambiati e va bene così. In ogni caso», conclude l’ex campione azzurro che per venticinque anni è stato anche direttore di pista alle gare di Coppa del mondo di sci di Cortina, «questa candidatura sarebbe stata una vittoria comunque, per la promozione che ha portato a Cortina, facendo vedere ovunque il nostro magnifico paese. Ma così, con l’aggiudicazione dei Giochi olimpici e paralimpici del 2026 è davvero straordinario». L’assegnazione a Cortina delle Olimpiadi, con il rifacimento della pista di Ronco non può che entusiasmare gli atleti e i dirigenti del bob. Una vera rivincita per i cortinesi. — A.S.
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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
I Giochi invernali 2026 il Caso
Caccia al top manager Primo banco di prova fra veneti e lombardi È scattato il toto-nomi sulla indicazione del commissario Malagò l’unico sicuro: alla guida del Coni dovrà seguire tutto
Fabio Poletti MILANO, Iniziamo bene. Il giorno dopo aver stracciato Stoccolma, la macchina di Milano-Cortina 2026 deve iniziare a correre. Ma il gioco di squadra lombardo veneto sembra già finito. Giuseppe Sala, il sindaco dell’urlo, parte con una premessa con il botto: «Mi interessa che la politica continui con questo patto. Adesso comincia una partita altrettanto difficile. Vuol dire mettersi d’accordo sulla governance. Dico solo che non tollererò che vengano a gestire una cosa così gli amici degli amici. Devono essere chiamati i più bravi». I giochi sono fra sette an-
ni ma non c’è troppo tempo. Il Cio da Losanna detta il cronoprogramma con un messaggio diretto al presidente del Coni: «Caro presidente Malagò da oggi si lavora, fateci avere la governance di Milano-Cortina entro l’estate». Prima riunione a Milano l’11 luglio. Difficile che si sappia già tipo di governance e management. Il sindaco di Milano, nel logo dei giochi c’è solo il Duomo e si capisce chi comanda, ragiona ad alta voce: «Dopo Expo sono perplesso sulla spa perché vincola molto. Dobbiamo prendere qualcuno che resti fino al 2026». L’idea è che il governo faccia un decreto da tramutare in legge, meglio in autunno
così si saprà con quale maggioranza. E che si trovi poi un commissario. Giancarlo Giorgetti, sottosegretario con delega allo Sport, giura di avere già un nome in testa, ma ovviamente non lo dice: «Da sogniamo insieme il motto ora diventa lavoriamo insieme». Crederci è bello, ma il Governatore della Lombardia Attilio Fontana dice quello che sanno tutti: «Deve essere uno davvero molto bravo. Io ho in mente i miei nomi, Sala i suoi, Zaia i suoi...». Di nomi ce n’è d’avanzo in queste prime ore. Disegnano i profili più che candidature certe. Si parla dell’ex ad di Vodafone, Vittorio Colao, dell’ex presi-
I festeggiamenti della delegazione Italiana dopo l’assegnazione delle Olimpiadi a Milano-Cortina
dente di Samsung Carlo Barlocco e degli ex top manager di Alitalia, Carlo Sabelli, e di Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, Giuseppe Bonomi. Il tira e molla sarà sull’asse Lombardia e Veneto. Qualcuno giura che Matteo Salvini ci vorrebbe mettere il cappello e da lì potrebbe uscire il suo candidato leghista a Palazzo Marino. Una specie di bis di quanto successo con Giuseppe
Sala diventato sindaco dopo i successi di Expo. L’unico nome sicuro in tutta questa baraonda è quello di Giovanni Malagò che alla guida del Coni dovrà «smazzarsi tutte le gare», come dice il Governatore del Veneto Luca Zaia che azzarda pure lui una road map: «Sulla governance non abbiamo nulla da inventare. Servono manager industriali, non mi interessa che diventi un cimitero degli elefanti con politi-
ci di ritorno». A vigilare su tutto ci sarà un Direttorio formato dai sindaci di Milano e Cortina Giuseppe Sala e Gianpietro Ghedina, dai governatori Attilio Fontana e Luca Zaia più il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, sempre che non finisca a fare il commissaario europeo. I giochi sono fatti. Manca solo il nome del commissario. C’è tutto il tempo per scannarsi. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Primo Piano
Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Dal Pd a M5s, in Veneto tante giravolte olimpiche Un anno fa dicevano: il dossier? Solo fumo `Oggi elogiano il «grandissimo successo» Il Veneto? Senza relazioni. I Giochi? Spreco e le capacità di “tessitore” del governatore `
tion Center Zaia e il sindaco di Milano Beppe Sala si abbracciano ed è uno sventolare di tricolori.
LA POLEMICA dal nostro inviato
UNA VITTORIA TRICOLORE Dall’alto, il trionfo della delegazione italiana a Losanna, la gioia di Sofia Goggia, una delle campionesse azzurre protagonista della presentazione olimpica e Luca Zaia ieri a Palazzo Balbi
ne: «Sono tantissimi i ragazzi che ci stanno già chiedendo di poter fare i volontari». E quella rosa: «A dispetto delle polemiche sulla discesa maschile a Bormio, siamo stati noi a volere la femminile a Cortina, perché crediamo nel traino di Sofia Goggia e delle altre atlete». A proposito di neve, Zaia lancia un appello ai bellunesi: «Bisogna che il logo olimpico campeggi su tutte le vetrine, occorre brandizzare l’intera montagna veneta. E anche la città di Verona, che ospiterà la cerimonia di chiusura in mondovisione: sarà lo spettacolo che all’Arena non c’è mai stato». In tema di marchi, pare che non sarà aggiunto quello delle Dolomiti. «Già siamo stati sgridati dai puristi – sorride il governatore – perché in Svizzera le abbiamo chiamate “Dolomites”,
in inglese, anche se non abbiamo trasformato Milano in “Milan”, che pure in lombardo sarebbe suonato bene lo stesso... Scherzi a parte, il logo resta quello, ma indubbiamente la questione del Patrimonio dell’Umanità ha pesato molto sulla scelta del Cio. Lo dico perché siamo in odore di Prosecco». Puro profumo virtuale di colline, a caccia del titolo Unesco il 7 luglio a Baku, perché a Palazzo di brindisi vero non c’è neanche l’ombra. Nemmeno per lavare via l’onta di cinque anni fa, la candidatura ai Mondiali di sci alpino spazzata via dagli arresti del Mose, il 6 giugno 2014 proprio a vantaggio di Åre. «Quella l’abbiamo già sanata a Losanna: questa volta abbiamo vinto noi». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
LOSANNA (SVIZZERA) Come si cambia, cantava Fiorella Mannoia. E, del resto, come diceva il poeta James Russell Lowell, solo i morti e gli stupidi non cambiano mai idea. È cosi che in Veneto, e non solo, sulle Olimpiadi invernali 2026 si è registrata una giravolta di opinioni. Tant’è che qualche maligno navigatore del web si è premurato di sottolinearlo. Lunedì sera, mentre al Lausanne Palace, il sontuoso albergo scelto dal Cio per i ricevimenti della sua 134ma sessione, si festeggiava la vittoria di Milano-Cortina e pure alcuni componenti della sconfitta delegazione svedese si complimentavano con Giovanni Malagò e tutto il resto della squadra italiana, sui telefonini dei veneti rimbalzava un video con il sottofondo musicale di Fiorenzo Carpi, il compositore della celebre colonna sonora di Pinocchio. Un lavoro, peraltro, non recentissimo, datato per la precisione un mese fa, quando il Comitato Internazionale Olimpico pubblicò il rapporto della commissione valutatrice presieduta dall’ex rugbista Octavian Morariu relativo alla candidatura delle Dolomiti. E, come si ricorderà, furono parole entusiastiche. È così che, nella notte dei festeggiamenti per l’assegnazione dei Giochi invernali a Milano-Cortina, quel video ha ricominciato a circolare in rete. Suscitando, tra i veneti in gloriosa trasferta in Svizzera, scontati sorrisini. Si tratta di una carrellata di titoli di giornali risalenti a un anno prima, il 2018, quando all’avventura olimpica - e in particolare alle capacità “relazionali” del governatore Luca Zaia - non credevano tutti. Di sicuro non il Partito Democratico e non il Movimento 5 Stelle. Legittime opinioni. Che però stridono con i commenti del 24 giugno 2019, quando a Cortina le campane suonano a festa per la vittoria, allo Swiss Tech Conven-
IL GRILLINO BERTI AVEVA LIQUIDATO LA CANDIDATURA «UNA SBRUFFONATA». IERI I SUOI GIOIVANO «NOSTRA VITTORIA»
IERI Il video ricorda cosa si diceva il 26 giugno 2018, quando venne presentato il dossier della società WePlan, quello relativo alla candidatura di Cortina all’epoca contrapposta a Milano e Torino. La deputata dem Alessia Rotta: «Za-
ia non riesce a costruire le relazioni per ottenere obiettivi ambiziosi. Oltre la conferenza stampa, il nulla». Il dossier? Solo «fumo». Il deputato bellunese Roger De Menech, Pd: «Il dossier Zaia non va oltre la cartella stampa, non ha basi solide per vincere». La deputata veneziana del Pd, Sara Moretto: «Il dossier di Zaia è in ritardo e ha argomenti deboli, è propaganda senza relazioni politiche a so-
Il sindaco festeggia
stenerla». Rifondazione Comunista si era già espressa alcuni mesi prima: «La candidatura è uno spreco e un danno al territorio». Il consigliere regionale del Pd, Claudio Sinigaglia: «Lo sport è ridotto a propaganda, Zaia promuove una candidatura a livello personale, non è serio». E il consigliere regionale del M5s Jacopo Berti: «Il dossier Zaia è una sbruffonata, il cane di tre padroni muore di fame». Quando i “tre padroni” hanno visto il ritiro di Torino guidata dalla pentastellata Chiara Appendino, mentre Milano e Cortina con Trento e Bolzano hanno unito le forze, il M5s ha mantenuto lo scetticismo. Marzo 2019, il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Simone Valente: «In Italia le Olimpiadi sono un grande punto interrogativo».
OGGI
Ghedina mantiene le promesse: bagno notturno nel lago Lemano Dopo aver conquistato le Olimpiadi invernali 2026 per la sua Cortina, il sindaco ampezzano Gianpietro Ghedina si è tuffato nelle acque del lago Lemano. «Lo avevo detto e l’ho fatto: se avessimo vinto la sfida con Stoccolma, mi sarei buttato in acqua – spiega Ghedina – era notte, era buio, si vedeva poco, ma due bracciate le ho fatte». Egli stesso ha postato la fotografia su facebook, che ha riscosso centinaia di consensi e molti commenti divertiti, oltre a numerose congratulazioni per l’obiettivo centrato. «Lunedì sera abbiamo festeggiato lo straordinario risultato ottenuto, anche per scaricare lo stress accumulato negli ultimi giorni – aggiunge Ghedina – e quella festa l’abbiamo vissuta con lo stesso spirito di gruppo con
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cui abbiamo condotto la candidatura, per un anno, con un grande lavoro di squadra, senza guardare al colore politico, con tutte le amministrazioni coinvolte, assieme al Coni e agli atleti ancora in attività o che hanno assunto ruoli dirigenziali». Ghedina ha una grande familiarità con l’acqua, da appassionato sportivo che, oltre a frequentare assiduamente la montagna, l’estate in sella alla mountain bike e l’inverno con gli sci, ama molto il mare e ha pure la patente nautica. Intanto può riprendere da vincitore il suo posto in municipio e guardare quel totem che dalla piazza ha scandito lo scorrere del tempo fino alle 18 di lunedì e ora ha cambiato “faccia”: «Il sogno si è avverato», c’è scritto. Marco Dibona © RIPRODUZIONE RISERVATA
Assegnati i Giochi a Milano-Cortina con Trento e Bolzano, i commenti sono stati i seguenti. Il dem Sinigaglia: «Milano-Cortina 2026, risultato eccezionale per il Veneto e l’Italia. Servirà l’impegno di tutti per realizzare un’edizione indimenticabile». L’onorevole Rotta: «Grandissima vittoria del nostro Paese, frutto di determinazione di chi non ha paura di andare avanti». Menech: «Il merito va condiviso tra tutti gli attori, ma un ringraziamento speciale va al Comitato promotore e agli operatori di Cortina che ci hanno creduto fin dal primo momento». Esemplare Alessandra Moretti, neo-eurodeputata Pd: «Noi non cambiamo idea a seconda della convenienza politica». L’ultimo comunicato di ieri è a firma congiunta Rotta, De Menech, Moretto: «Un ringraziamento sincero va anche alle Regioni Veneto e Lombardia e ai rispettivi presidenti perché l’incessante attività di comunicazione e pubbliche relazioni svolta ha certamente contribuito a mantenere il tema al centro dell’agenda pubblica». E il M5s? Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, proprio colei che aveva ritirato la candidatura della capitale per i Giochi estivi del 2024, in un tweet: «Le Olimpiadi invernali 2026 si faranno in Italia. Congratulazioni ai colleghi Sala e Ghedina». E la sezione lombarda dei grillini: «Una vittoria del M5s». E’ proprio vero, Mannoia: come si cambia. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
III
Primo Piano
Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it
L’EUFORIA Dopo l’annuncio a Losanna dell’aggiudicazione dei Giochi olimpici invernali all’Italia protagoniste Milano e Cortina d’Ampezzo
LE INFRASTRUTTURE BELLUNO (D.T.) Tutte le strade portano a Milano-Cortina. Già, ma quali strade? Per il capoluogo lombardo c’è solo l’imbarazzo della scelta e anche le località olimpiche del Trentino-Alto Adige sono ben servite. Cortina, invece, no. Il treno si ferma a Calalzo. L’aeroporto più vicino è distante quasi 200 chilometri. E la vecchia Alemagna mostra senza pudore tutti i segni del tempo e di una mobilità che non esiste più da decenni. Saprà reggere il confronto nel 2026?
Dalla “nuova”Alemagna alla Pedemontana: ecco la viabilità olimpica Strategici la superstrada e il potenziamento della statale con gli svincoli per bypassare Tai, Valle di Cadore e S. Vito `
IL DOSSIER
VERSO IL 2026 L’orologio del countdown ha lasciato posto alla festa
Il taglio del nastro
Fondazione Mondiali di sci 2021 il nuovo salotto in Corso Italia La Fondazione Cortina 2021 inaugura una vetrina su corso Italia, oggi alle 18; la nuova Lounge va ad aggiungersi e ad integrare la sede operativa nell’Alexander Girardi Hall. E’ alla fine dell’isola pedonale, oltre piazza Pittori fratelli Ghedina, al numero 200, dove scende la strada dalla stazione, dove un tempo c’era una gelateria. Oggi ci sarà un aperitivo per tutti, con il sindaco Gianpietro Ghedina e Valerio Giacobbi
amministratore della Fondazione. La Lounge sarà aperta dal 15 luglio e sarà punto di incontro per il pubblico e i media, su attività e iniziative della Fondazione e dei suoi partner, per incontri, riunioni e piccoli eventi, pubblici o riservati, per valorizzare le attività sul territorio in vista dei Mondiali di sci alpino Cortina 2021. M.Dib.
La risposta sta nel dossier presentato al Cio. E nel lavoro che la Regione Veneto porterà avanti nei prossimi anni. Il documento sottoposto al Comitato Olimpico Internazionale parla di un sistema di mobilità integrato all’avanguardia. Aggiunge la realizzazione della Pedemontana, «che sarà operativa a pieno regime nel 2020, con due più due corsie e 94 chilometri in grado di offrire una soluzione alternativa affidabile alla A4 Milano-Venezia, contribuendo a ridurre i tempi di percorrenza tra Milano e Cortina, passando per Treviso». E poi sottolinea gli ammodernamenti ferroviari in corso (elettrificazione in primis). Ma c’è anche altro: la mappa dei collegamenti Milano-Bormio-Cortina sembra segnare l’autostrada da Venezia fino a Calalzo di Cadore. Che si tratti della A27 non c’è alcun dubbio. I dubbi invece ruotano tutti attorno al fatto che possa arrivare oltre Pian di Vedoia. «La cartina mette a confronto l’infrastruttura stradale parallela alla ferrovia. Quindi non si tratta di autostrada, ma della Statale di Alemagna, che fino a Calalzo corre parallela al treno» spiega l’assessore regionale ai trasporti, Elisa De Berti.
AUTOSTRADA Quindi niente prolungamento autostradale per le Olimpiadi? Dal dossier si direbbe di no. Ma la Regione Veneto non ha mai abbandonato l’idea. Non tanto di allungare la A27 di qualche chilo-
VIABILITA’ DEL FUTURO Lo svincolo di San Vito di Cadore previsto già dal piano Mondiali 2021
metro. Quanto di sbucare oltralpe, in Austria. «L’idea è sempre valida e il 5 luglio ne parleremo al Tavolo delle infrastrutture - sottolinea De Berti -. In questo momento dobbiamo capire quali possibilità ci sono per poterla realizzare. Ovviamente, si fa l’investimento se c’è ritorno economico. Ecco perché non parliamo di un semplice prolungamento, perché portare la A27 fino a Tai di Cadore non produrrebbe alcun vantaggio. Il gioco vale la candela solo se diventa un collegamento internazionale. La sfida è quella arrivare a fare un valico con l’Austria. Ma questa è una partita internazionale che va al di là delle scelte del Veneto. Bisogna prima capire se ci sono possibilità dall’altra parte». Tradotto,
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non è una questione strettamente olimpica. Molto più in linea con il 2026 il miglioramento della Alemagna. Del resto, lo dice anche il dossier presentato al Cio, che fa grande affidamento sui lavori che l’Anas ha presentato in pompa magna (e ripetutamente) negli anni scorsi in vista dei Mondiali 2021. Le tre varianti per bypassare Tai, Valle e San Vito. Gli
allargamenti di carreggiata e tutto il resto. Peccato che il 2021 sia dopodomani e i cantieri delle varianti debbano ancora cominciare. «Non riusciranno a realizzarle, ma i cantieri saranno aperti. Dalle varianti non si torna indietro: ciò che era previsto per il 2021, sarà utilizzato per le Olimpiadi - continua De Berti -. Questi interventi renderanno l’Alemagna molto più scorrevole».
L’ASSESSORE REGIONALE ELISA DE BERTI: «ANCORA TANTO DA FARE MA SIAMO NEI TEMPI»
TRENO DELLE DOLOMITI Sul tavolo c’è sempre il grande sogno: treno delle Dolomiti. «I due anni che abbiamo perso per colpa della Provincia di Belluno oggi potevano essere molto utili continua De Berti -. L’incarico per la scelta tracciato è stato affidato».
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Nordest
SALA STAMPA DEDICATA ALLA FALLACI Targa in memoria di Oriana Fallaci, che avrebbe compiuto 90 anni, nella sala stampa di palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto
Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Il mare è più caro a Jesolo e Caorle Venezia, Fiaip presenta l’indagine sul mercato degli affitti `Il presidente Loschi: «Troppi immobili sul mercato, così per le vacanze balneari: Eraclea la spiaggia più economica si spiegano le crisi cicliche. E il Lido è invaso dagli abusivi» `
LA RICERCA
Gli affitti nelle spiagge venete
VENEZIA Vacanze in appartamento al mare, i prezzi degli affitti sono rimasti stabili rispetto alla scorsa stagione, ma il mercato delle locazioni nelle località balneari del litorale sta pagando un avvio di stagione segnato dal maltempo. Se il mese di maggio ha fatto registrare, causa pioggia, tante cancellazioni, le prenotazioni si stanno però risvegliando in questi giorni con la ripresa dei last minute. Caorle e Jesolo restano comunque le punte di diamante dell’offerta turistica estiva veneziana, lo dimostrano anche i canoni settimanali leggermente più alti rispetto a Bibione, Eraclea, Cavallino e Sottomarina. Lo dice un’indagine dell’Osservatorio della Fiaip Venezia (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) condotta su immobili di tipo “medio”, simili per anno di costruzione o ristrutturazione, non sono dunque contemplate nell’analisi le soluzioni più esclusive, ad esempio quelle fronte mare, o appena edificate. Il numero degli alloggi turistici, monolocali, una o due camere da letto, gestiti dagli agenti immobiliari Fiaip si aggira all’incirca tra le 30 e le 40 mila unità, che rappresentano però indicativamente solo una metà del totale. Il 30% degli appartamenti è concentrata a Bibione, meta principale dei turisti che vengono dall’Est: «Se l’offerta è alta il prezzo scende – chiarisce Roberto Loschi, presidente provinciale Fiab –. In generale è vero che la compravendita è aumentata, ma il valore degli immobili è diminuito perché ce ne sono sempre di più. Così si spiegano le crisi cicliche che dovrebbero essere più calmierate anche a livello di concessioni edilizie».
Cifre in euro
I VANTAGGI DI SETTEMBRE Ma quanto costa affittare un appartamento per una settimana? Ad esempio a Bibione, per un monolocale in luglio, servono 400 euro, 50 in meno rispetto a Jesolo. La soluzione più economica? A Sottomarina o a Cavallino, in mini, in settembre: 230 euro. Quella più cara: Caorle due camere in agosto, 720 euro a settimana. Per il mese di luglio invece, ormai dietro l’angolo, un appartamento con una camera
mono
1 camera
La denuncia 2 camere
GIUGNO
LUGLIO
AGOSTO
1 Bibione
282
350
430
400
500
620
540
580
700
2 Caorle
305
340
440
420
500
600
550
590
720
3 Cavallino
285
330
430
430
480
580
530
580
680
4 Sottomarina
280
340
440
440
495
585
535
585
680
5 Eraclea
280
335
430
420
490
590
520
575
680
6 Jesolo
300
350
450
450
500
600
550
600
700
250
300
mazione dei pasti, – spiega Simone Minto, responsabile dell’Osservatorio immobiliare di Fiaip – sono tutti elementi che danno la possibilità di riprodurre, anche durante il periodo delle ferie, le abitudini casalinghe quotidiane». Proprio in questo senso dall’indagine risulta anche che la richiesta per il monovano è in calo: i clienti infatti optano sempre più spesso per un soggiorno di durata inferiore, qualche giorno in meno ma con qualche comodità in più. Elena Callegaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1
390 2 5
2 Caorle
250
300
420
6 3
3 Cavallino
230
280
380
4 Sottomarina
230
290
380
5 Eraclea
240
280
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6 Jesolo
250
300
400
costa 500 euro sia a Bibione, che a Caorle che a Jesolo, poco meno a Sottomarina 495, Eraclea 490 e Cavallino 480. Non pervenuti i dati del Lido di Venezia, dove si stima ci siano tra i 3 e i 4 mila appartamenti, ma la Fiaip ne ha in mano, da affittare regolarmente, soltanto un centinaio: «È una piaga che stiamo cercando di combattere. – dice ancora Loschi – Il Lido è invaso da abusivi che fanno il nostro mestiere senza controlli e senza pagare le tasse di soggiorno. Una situazione talmente consolidata che le agenzie immobiliari non riescono a tratta-
re le locazioni». Per tutti vale comunque una raccomandazione: «Diffidate degli affari – aggiunge Loschi – non si risparmia e spesso si prendono fregature. Ormai sta diventando una giungla». Il riferimento è alle truffe, sempre più frequenti, che spesso finiscono nelle aule dei tribunali, in cui il turista dopo aver versato la caparra arriva sul posto e non trova né appartamento, né condominio. «L’anno scorso ci è arrivata notizia di almeno una trentina di casi di questo tipo, – continua il presidente provinciale Fiaip – ma ce ne sono sicuramente molti di più».
VENEZIA
4
PIÚ CHIAREZZA L’auspicio è quello di una maggiore chiarezza anche a livello normativo: «Giusto colpire l’evasione dove c’è, ma perché non possiamo predisporre agevolazioni fiscali per chi affitta tramite le agenzie? - conclude Loschi - Se parliamo di regole, c’è ancora molto da fare». Resta comunque il fatto che i turisti dimostrano di preferire le vacanze in appartamento non solo per l’aspetto economico competitivo, ma anche per una questione di comodità: «Libertà di orario, flessibilità di movimento, la maggiore comodità nella consu-
`Per Mestre non si può parlare
di un’offerta vera e propria di appartamenti turistici in sé, ma l’aumento dei visitatori diretti a Venezia sta facendo registrare un nuovo fenomeno: si prende un affitto a uso residenziale, e poi si apre il bed and breakfast in nero. «Nell’ultimo periodo stiamo rilevando casi di persone, per lo più stranieri, che prendono in locazione un alloggio destinato ad abitazione. Dichiarano inizialmente che ci andranno ad vivere, e poi invece lo usano invece per fare affari», spiega Roberto Loschi, presidente provinciale della Federazione agenti immobiliari professionali. Dunque, nuove attività in buona parte abusive, senza permessi né autorizzazioni. Si viene a sapere che esistono soltanto quando, e se, vengono scoperte. «Questa è la dimostrazione che la crescita senza regole delle presenze turistiche ci sta direttamente portando anche verso una maggiore evasione: perché queste situazioni sfuggono al controllo. – spiega ancora Loschi – In questo senso servono non solo più verifiche, ma anche più sinergia tra le forze dell’ordine e le categorie professionali del settore». Le stime dell’Osservatorio immobiliare dicono che in media per un appartamento a Mestre si va dai 450 ai 750 euro al mese, dipende ovviamente anche dalla posizione e dal numero di camere, ma in ogni caso si sta parlando di contratti come minimo annuali o quadriennali. Dall’altro lato invece, sull’apertura dei nuovi mega hotel, la Fiaip sottolinea un dato: il 90% di quello che spende un turista che fa base in albergo resta in albergo: «Vale a dire va in tasca alle grandi catene, che non sono nemmeno italiane. Sul territorio, in questo caso, non resta nulla». (E.Cal.)
SETTEMBRE 2 SETTIMANE 1 Bibione
«E a Mestre proliferano i b&b in nero»
Dolomiti patrimonio Unesco, dieci anni per un successo L’APPUNTAMENTO CORTINA (BELLUNO) Sarà la piazza centrale di Cortina d’Ampezzo ad accogliere la festa che oggi darà il via alle manifestazioni per il decennale del riconoscimento delle Dolomiti quale patrimonio dell’umanità, da parte dell’Unesco. Il calendario coinvolgerà cinque province in tre regioni, da Belluno nel Veneto a Pordenone e Udine in Friuli Venezia Giulia, a Bolzano e Trento in Trentino – Alto Adige. Saran-
no almeno 150 eventi, taluni destinati a prolungarsi nel 2020. La Fondazione Dolomiti Unesco le ha raccolte, con il coordinamento del ministero dell’Ambiente, che oggi sarà rappresentato dal sottosegretario Vannia Gava; non ci sarà invece Luca Zaia, che aveva preannunciato la sua presenza, al rientro dalla trasferta di Losanna, in Svizzera, dove l’Italia ha conquistato l’assegnazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026, con il progetto Milano – Cortina.
«Assieme al ministero dell’Ambiente, abbiamo anticipato le manifestazioni in Parlamento e abbiamo spiegato che
AL VIA OGGI LE MANIFESTAZIONI PER CELEBRARE IL RICONOSCIMENTO CHE HA DATO VISIBILITÁ E VANTAGGI ECONOMICI
cosa è successo in questi dieci anni», spiega Graziano Pizzimenti, che presiede la Fondazione quale assessore della Regione Friuli Venezia Giulia nella rotazione dell’incarico: «La festa sarà occasione per capire quanto fatto sinora e quali sono le tante prospettive di questa Fondazione. Oggi è un punto di riferimento, non solo per il turismo, ma culturale, sociale e anche divulgativo». Pizzimenti assicura che c’è pure un ritorno economico immediato per le comunità: «Une-
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sco è un marchio fondamentale, perché si conosce in tutto il mondo, quindi è garanzia della qualità di questo sito. È stimato un aumento di oltre il 10% del turismo ambientale, soprattutto straniero, quindi è un innegabile il vantaggio economico per il territorio, che in questi dieci anni ha capito l’importanza del riconoscimento».
COORDINAMENTO Marcella Morandini dirige la Fondazione: «Sarà un’estate con tantissimi eventi, che hanno ful-
cro a Cortina, capitale delle Dolomiti, dove c’è la nostra sede. Dimostreranno quanto il territorio è attivo nella valorizzazione del patrimonio mondiale, mettendosi in prima fila, assieme a Comuni, associazioni, parchi, rifugi. La Fondazione svolge il ruolo che Unesco le attribuisce: è piattaforma di coordinamento fra i territori che gestiscono il bene. Condivide progetti e strategie, anche a lungo termine, per realizzarne una parte». Marco Dibona © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
E mail belluno@corrierealpi.it
Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
si festeggia il decennale
Dolomiti Unesco: il Nordest che conta stamattina a Cortina con l’occhio al 2026 Il tema della sostenibilità ambientale così caro alla Morandini proiettato inevitabilmente sul grande evento a cinque cerchi Francesco Dal Mas CORTINA. Per i 10 anni delle
Dolomiti patrimonio Unesco ci sono un po’ tutti quelli che contano a Nordest. Alle 11, in piazza, sotto al campanile, s’incontreranno gli assessori regionali Federico Caner e Gianpaolo Bottacin (anche a nome del governatore Zaia che per sopravvenuti impegni dovrà disertare); il presidente del Friuli, Massimiliano Fedriga, col suo assessore Graziano Pizzimenti, presidente della Fondazione; Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano; Roberto Padrin di Belluno; il vicepresidente di Trento, Tonella; la sottosegretaria Vannia Gava che, essendo all’Ambiente, si occupa direttamente della Fondazione e che ha voluto una “festa dei popoli” per questo decennale. I popoli dolomitici, ben s’intende. E ci sarà anche Alessandro Benetton, presidente della Fondazione Cortina 2021. Ma è ovvio che oggi, a Cortina, ospiti del sindaco Ghedina, non si parlerà solo di protezione Unesco per le più belle montagne al mondo. Ghedina è reduce da Losanna, quindi è evidente che si parlerà anche di Olimpiadi. E magari Fedriga coglierà l’occasione per offrire al Ve-
E il dibattito potrebbe toccare anche il delicato comparto dei trasporti col “nodo” autostrada
Marcella Morandini, presidente della Fondazione Dolomiti Unesco
neto e a Ghedina qualche opportunità. Il tutto all’insegna di quella sostenibilità che la candidatura olimpica ha fatto sua prendendo spunto proprio dalle Dolomiti Unesco. «La sostenibilità è nel nostro dna», afferma, infatti, la direttrice Marcella Morandini.
pieve di cadore
Picchiano un passante e poi litigano in un bar: in due sono a processo PIEVE DI CADORE. Partite a bi-
liardino, una torta da mangiare in compagnia e un’atmosfera cordiale. Era stata una serata tranquilla, al bar Cristallo di Pieve di Cadore, fino a quando non vi hanno fatto irruzione Sigid Vigani e Michele Coletti. Dopo i fatti contestati il 13 ottobre di tre anni fa, entrambi sono finiti in tribunale per le ipotesi di reato di lesioni, minaccia aggrava-
sciistici con la protezione mondiale? È un altro degli interrogativi cui si farà cenno. Al momento, infatti, il tavolo della Fondazione Dolomiti Unesco è l’unico costantemente aperto e davvero operativo tra il Veneto, il Friuli e le Province di Trento e di Bolzano. Questa mattina non si potrà che parlare anche della tempesta Vaia e dell’urgenza di bonificare quanti più boschi possibili, su tutta la montagna nordestina. Proprio oggi partiranno anche 45 ragazzi dell’alpinismo giovanile delle associazioni alpinistiche di Alto Adige, Friuli, Trentino e Veneto che per una settimana lavoreranno alla sistemazione dei sentieri del Sistema 1 – Pelmo, Croda da Lago. Sotto l’egida del CAI (Club alpino italiano) e della SAT (Società alpinisti tridentini) i giovani lavoreranno per curare segnaletica e sentieri danneggiati dalla tempesta Vaia che si è abbattuta lo scorso 29 ottobre. Incontrarsi, stare insieme, costruire un senso di appartenenza
Una toga in tribunale
Non è escluso che, in questa prospettiva, si parli anche di trasporti, anch’essi ovviamente sostenibili. E che quindi difficilmente possono essere le autostrade. L’accesso ai passi dolomitici sarà un altro dei problemi. E quanto sono compatibili i collegamenti
ta e calunnia. Fino a pochi minuti prima i due imputati si trovavano dall’altra parte della strada, all’altezza dell’enoteca al Check. Uno dei due stava picchiando una persona, che a Pieve è conosciuta da tutti come «Carlo Erba» e questo ha richiamato l’attenzione del gestore del Cristallo. È bastato chiedere loro di smetterla, per fare in modo il clima di tensione abbia attraversato improvvisamente la strada. In particolare, Vigani se l’è presa prima con madre e figlia, apostrofandole con termini volgari e poi anche con il capofamiglia, che è stato afferrato per le gambe e fatto sbattere contro la macchina di Coletti. Sono stati documentati dei danni a una portiera, anche se involontari.
“dolomitico”, costruire relazioni e imparare sul campo l’importanza della cura del territorio. Non basta avvicinare i giovani alla bellezza della montagna, bisogna insegnare loro a prendersene cura. Soprattutto in un momento in cui moltissimi sentieri hanno subito gli effetti della tempesta Vaia: il lavoro volontario dei Club alpini che se ne occupano appare al limite del possibile e comporterà gli “straordinari” per diversi anni. Nelle giornate del campo i ragazzi potranno apprendere, grazie ad esercitazioni teoriche e pratiche, come viene organizzata e gestita la rete escursionistica montana, gestita dalle varie sezioni del CAI/SAT, ed il valore del lavoro dei volontari che contribuiscono alla manutenzione dei sentieri alpini. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Oltre a questo, più di qualche presente ha sentito la frase: «So dove abiti: vengo e ti taglio la gola». Le due donne hanno confermato tutto in aula e il padre di famiglia ha precisato di essere intervenuto soltanto per proteggerle. Non ha colpito Vigani, semmai è quest’ultimo a essersi buttato a terra, mentre si strappava la maglietta. È intervenuta una pattuglia dei carabinieri della stazione di Auronzo. Il militare sentito come testimone del pubblico ministero Gulli ha spiegato di aver trovato Vigani a torso nudo, sotto la giacca a vento. Aveva bevuto. Il giudice Zantedeschi ha rinviato al 22 ottobre, per sentire gli ultimi testi. — Gigi Sosso
borca
Prende la ex per il collo e la segue con l’auto: cadorino è in tribunale
Una donna maltrattata BORCA. Prende per il collo l’ex moglie. Il cadorino R.S. è in tribunale per le ipotesi di reato di lesioni aggravate e molestie nei confronti della convivente separata. L’uomo è difeso dall’avvocato pordenonese Coden, mentre la donna si è costituita parte civile, di conseguenza chiederà un adeguato risarcimento danni quando sarà il momento della discussione finale. La Procura della Repubblica accusa l’imputato di circostanze molto precise. Il 4 marzo 2015, durante una baruffa, l’avrebbe più volte afferrata per il collo e spunta con violenza, provocandole delle lesioni. La donna è andata al Pronto soccorso, dove i medici di turno le hanno refertato «trauma distrattivo alla colonna cervicale e trauma contusivo alla spalla destra». La prognosi complessiva di cinque giorni non sarebbe da lesioni aggravate, ma l’aggravante è contestata lo stesso, perché il fatto è stato commesso contro il coniuge. Ma in un secondo momento ci sono state anche le molestie, nel senso che la magistratura contesta all’uomo il fatto di aver seguito in diverse occasioni la moglie con la macchina.
Sempre secondo l’accusa, si è avvicinato a lei in maniera pericolosa, per di più in un luogo pubblico, in maniera da intimorirla. Con il suo comportamento la molestava e le provocava disturbo. In tribunale non sono mancati i testimoni che hanno confermato il fatto che tra i due c’erano dei litigi, ma è passato diverso tempo e i ricordi non sono più freschissimi. Capitava anche che i rapporti fossero tesi con quella famiglia, ma più che altro per motivi diversi, legati alla convivenza nel condominio. Una coppia ha deciso di cambiare residenza, ma non tanto perché disturbata dalle liti, quanto per il fatto che, in almeno un paio di occasioni, è venuta a mancare l’acqua calda e d’inverno questo era un disagio, a maggior ragione per chi saldava puntualmente tutto quello che c’era da pagare. Di sicuro quel 4 marzo la donna ha chiamato i carabinieri che sono arrivati sul posto e hanno raccolto la sua querela, dopo che l’imputato l’aveva aggredita. Il giudice Cittolin ha rinviato al 24 settembre per gli ultimi testimoni da ascoltare e la discussione, prima della sentenza. — G.S.
circonvenzione d’incapace
Nonna raggirata a Vodo «Sono stata una stupida» VODO DI CADORE. La chiamava Sonia. O anche la triestina. L’anziana raggirata per 41 mila euro pensava di avere a che fare con un’amica, che in realtà si chiamava Nadia Storti ed è accusata di circonvenzione d’incapace. Nell’udienza di ieri è stata sentita come teste di parte civile (avvocato Munerin) la nuova amministratrice di sostegno della vittima, che l’ha descritta come una 89enne fisicamente in buona salute, ma
psicologicamente in difficoltà. Che viveva da sola, piangeva spesso e non si dava pace per la scomparsa di soldi e gioielli: «Sono stata una stupida» diceva. Negli ultimi tempi, un’amica vera c’era. Una donna un po’ più giovane che ha raccolto le sue confidenze e anche i suoi timori: «Ho paura che vanga a farmi del male». Mancano due testi, che saranno sentiti il 5 novembre. — G.S.
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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 IL MATTINO
PRIMO PIANO
I Giochi invernali 2026 assindustria la foto aerea
«Una vittoria di squadra Modello da replicare»
Grest di Este i bambini compongono i 5 cerchi I cinque cerchi olimpici e l’hashtag della candidatura per Milano-Cortina 2026 che hanno preso vita nel campo da calcio del patronato di viale Fiume a Este sono stati di buon auspicio, visto il risultato. A formarli, la settimana scorsa, sono stati i 404 bambini e i 155 animatori dell’Olympic Grest organizzato dal Patronato Redentore. Li ha fotografati il drone della startup atestina Airondrone. Un’immagine piaciuta e rilanciata anche da Zaia.
Pacchetti speciali e visibilità Terme Euganee in fermento Montegrotto ha già fra i suoi clienti affezionati la Nazionale austriaca di sci Federalberghi punta sugli investimenti per migliorare trasporti e collegamenti Federico Franchin ABANO TERME. Le Olimpiadi
Milano Cortina 2026 saranno un’opportunità da cogliere per le Terme Euganee, sia in termini di infrastrutture che di presenze turistiche. Ne sono certi Federalberghi Abano Montegrotto e i due sindaci delle città termali, Federico Barbierato per Abano e Riccardo Mortandello per Montegrotto, che è anche presidente dell’Ogd Terme e Colli Euganei.
INFRASTRUTTURE
I giochi olimpici invernali a Milano e soprattutto a Cortina genereranno cantieri e nuovi lavori infrastrutturali in Veneto. «L’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano e Cortina è un successo per l’Italia intera,
ma, innegabilmente, è una vittoria soprattutto per le regioni Veneto e Lombardia» dichiara il presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, Emanuele Boaretto «Venerdì scorso, proprio a Cortina, abbiamo incontrato al Grand Hotel Savoia l’assessore regionale al Turismo Federico Caner e il sindaco di Cortina Ghedina assieme agli operatori veneti del turismo. Il Presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha espresso in quella sede l’esigenza di infrastrutture come il treno veloce di superficie dall’aeroporto e il miglioramento delle sedi stradali. Sicuramente siamo pronti in termini recettivi ad accogliere questa manifestazione di portata mondiale, che oltre a rappresentare una grande responsabilità, si tramuterà in una vera opportunità. Il presi-
dente Bocca ha già sottolineato in quella sede quanto l’accoglienza della nostra regione avrebbe potuto fare la differenza nella scelta rispetto a Stoccolma. E così è stato. Ora l’obiettivo, per quel che riguarda le Terme di Abano e Montegrotto, è sfruttare l’evento per far conoscere di più il nostro territorio e, specialmente il connubio tra la nostra cura naturale, il termalismo, e lo sport». SINDACI PRONTI
BENESSERE E TARAPIA
«Sono molto contento del risultato raggiunto dal Veneto e da Milano» dice il sindaco di Abano Federico Barbierato «Il nostro è il bacino termale più importante d’Europa e va fatta una riflessione su come impostare il nostro messaggio di sistema di destinazione sfruttando anche questa bella opportunità».
Mortandello: «Non dobbiamo perdere tempo» Barbierato: «Trovare il messaggio giusto da trasmettere»
comune, Provincia e università
Il sistema Padova si mobilita «Piano di marketing unitario» PADOVA. Una vittoria non solo di Cortina, ma di tutto il Veneto. Ed ora anche Padova, in occasione delle Olimpiadi invernali del 2026, vuole fare la sua parte. Lo conferma il sindaco Sergio Giordani, che parla di grandi opportunità da sfruttare al meglio. «Mi sono già congratulato con Zaia, Sala e Malagò» spiega il primo cittadino «e a ciascuno di loro ho già detto che siamo prontissimi a fare squadra e of-
frire la massima collaborazione. Penso che il “sistema Veneto” con le sue bellezze e le sue peculiarità vada offerto al gran numero di visitatori e sportivi in arrivo, e la nostra città può ricavarsi un ruolo preciso. Già nelle prossime settimane chiamerò a raccolta tutte le istituzioni, le categorie e i soggetti interessati per ragionare su un grande piano di marketing territoriale. Spero e auspico ci saranno anche
importanti ricadute sulla logistica e sulle infrastrutture, dall’alta velocità a collegamenti efficienti e sostenibili con il bellunese e con l’aeroporto Marco Polo». D’accordo anche il direttore di Padova Promex (azienda speciale della Camera di Commercio) Franco Conzato. «Un aspetto imprescindibile» dice Conzato «riguarda proprio la mobilità e i collegamenti con Cortina. Aggiungo
SONO LE DUE FACCE DEL TERMALISMO ANCHE PER LA PLATEA DEGLI SPORTIVI
che una caratteristica del progetto italiano riguarda proprio l’obiettivo di non costruire strutture nuove, ma mettere a posto l’esistente. Anche il settore alberghiero vedrà un afflusso di persone che potrebbe fare davvero la differenza. In più è molto bello il contesto corale in cui si inserisce la manifestazione: non c’è solo l’asse con Milano, ma anche la chiusura a Verona. È un progetto a cui tutte le città venete sono chiamate a collaborare: è stata premiata la creatività che caratterizzava la proposta italiana, ma anche il lavoro di squadra. Questa esperienza ci mostra che se ci mettiamo insieme possiamo vincere, ed è quello che dobbiamo continuare a fare nei prossimi sette anni».
«L’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Milano e Cortina può rappresentare anche per la nostra destinazione turistica un trampolino di lancio per collaborare a una magnifica riuscita dell’evento» aggiunge il collega sampietrino, Riccardo Mortandello «Già a Montegrotto ospitiamo da tantissimi anni la Nazionale di Sci austriaca che viene a rigenerarsi grazie alle peculiarità della nostra acqua termale e dei nostri trattamenti. Anche come accoglienza alberghiera possiamo e dobbiamo aprirci all’immensa platea mondiale che avrà gli occhi puntati su queste Olimpiadi. Facciamoci trovare pronti, un territorio unito è un territorio che vince. Ne parleremo già alla prossima riunione dell’Ogd, magari mettendo anche a frutto il rapporto umano e di collaborazione con il presidente provinciale della Federazione italiana sport invernali, Vanni Ceccarello. Dobbiamo promuovere delle azioni turistiche che devono tenere conto della vicinanza a Cortina e che si rivolgano oltre che agli sportivi anche ai visitatori spettatori delle Olimpiadi». Il pensiero va a pacchetti che comprendano servizi termali, biglietti e trasfert ai terreni di gara, contando che le Dolomiti siano fra sette anni meglio collegate di oggi. —
Rosario Rizzuto
Fabio Bui
PADOVA. «Gli imprenditori di Padova e Treviso si uniscono al plauso per la fantastica vittoria che dopo 20 anni riporta in Italia, a Cortina e Milano, i Giochi Olimpici Invernali del 2026. Una vittoria di squadra che ha offerto l’immagine di un Paese giovane che sa sorridere, convincere e anche vincere. E che ha fiducia e consapevolezza delle proprie concrete possibilità». A sottolinearlo è ì Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro. «Il mondo delle imprese è convinto che questa manifestazione potrà essere un’opportunità per costruire, dal Veneto alla Lombardia, una formidabile area integrata di classe europea che è parte del nuovo triangolo industriale che abbiamo contribuito a delineare. E un moltiplicatore di investimenti, di qualità urbana e di vita e di attrattività non solo per i nostri territori ma per l’intero Paese. Dopo la candidatura delle Colline del Prosecco a patrimonio Unesco, un nuovo successo di cui va dato atto alla coerente determinazione del governatore Zaia e di tutta la squadra istituzionale e sportiva». «Il grande valore di questa vittoria è l’aver mostrato al Comitato Olimpico Internazionale e al mondo un’Italia unita, pur nella pluralità che esprime. È la capacità di ricondurre a unità visioni anche diverse, guardare a quanto ci unisce anziché, come oggi molti fanno, estremizzare i punti di divisione. Quando l’Italia lo fa, quando le istituzioni e le imprese lavorano insieme per il bene del Paese, l’Italia vince. È questa, io credo, la lezione che ognuno di noi deve trarre e a cui dare continuità. Un esempio e un metodo positivo che dobbiamo replicare». —
Complimenti ed entusiasmo anche da parte del rettore del Bo, Rosario Rizzuto: «Siamo orgogliosamente felici del risultato ottenuto» commenta, «come Università, daremo il massimo contributo possibile. Ora è il momento della festa: poi sul tema dell’impegno e di tutte le attività concrete che potremo fare per sostenere questa importante opportunità per il territorio, noi ci saremo». «Quando è il momento di pensare al bene del nostro territorio, ai nostri cittadini, alle imprese e alla grande storia dell’Italia e del Veneto, la logica che vince è quella della squadra» conclude Fabio Bui, presidente della Provincia. — Silvia Quaranta
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Primo Piano
Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Milano-Cortina 2026
I Giochi di “Milano-Cortina” Dove si svolgeranno le Olimpiadi invernali 2026
L’imbarazzo grillino a Torino e a Roma Stoccate contro Salvini
VILLAGGIO OLIMPICO
Snowboard
IL CASO ROMA L’ondata di entusiasmo per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano e Cortina ha lasciato pesanti strascichi polemici. Ieri mattina il post dei pentastellati lombardi che rivendicava le Olimpiadi come una «vittoria del M5S» è stato rimosso. Era lunare rispetto al Blog delle Stelle che rivendicava nelle stesso momento la bontà del “no” alle Olimpiadi di Roma. Anche Matteo Salvini esce con qualche acciacco da questa vicenda. È infatti prontamente rispuntato - ricordato da Matteo Renzi ma anche dagli alleati grillini - il suo tweet del 2014 che bocciava la candidatura di Roma per le
AL LEADER DELLA LEGA GLI ALLEATI CONTESTANO IL NO NEL 2014 ALLE OLIMPIADI NELLA CAPITALE
IL CASO ROMA I conti non tornano. Fatto sta che dal breviario della propaganda del M5S viene riesumato anche il «no» a Roma 2024. Scelta rivendicata da Luigi Di Maio, vicepremier e capo politico dei grillini, con questa affermazione: «Nessun giornalista ha evidenziato la profonda differenza tra quello che era il progetto di Roma, a spese dei romani, e quello di Milano, che non prevede un solo euro da parte della città». I fatti però hanno la testa dura. E basta fare una semplice ricerca per ricostruire altro. Il costo dei Giochi nella Capitale venne quantificato in 4 miliardi di euro. Di questi 1,7 miliardi di dollari sarebbero stati messi sul tavolo dal Cio come contributo (in poche parole a fondo perduto). Il Governo (all’epoca era premier Matteo Renzi) avrebbe coperto la parte restante: 2,1 miliardi di euro in sette anni. Cioè dal 2017 al 2024. Ovvero: 300 milioni all’anno. Dunque l’affermazione di queste ore - «progetto a spese dei romani» - è falsa. Nemmeno un centesimo di questo stanziamento sarebbe stato a carico del Comune di Roma. Discorso diverso per i benefici: 70mila posti di lavoro, di cui 17mila definitivi. E proprio l’Università di Tor Vergata, insieme a OpenEconomics, era stata incaricata di provare a valutare non solo i costi dei Giochi di Roma 2024, ma anche i possibili benefici. Per farlo era stato utilizzato un modello messo a punto dalla Banca Mondiale, il “Vane”, un acronimo che sta per valore at-
il neopresidente della Regione Piemonte Alberto Cirio di Forza Italia) ha fatto qualche timido tentativo di salire sul carro dei vincitori lombardo-veneti. Ma la sindaca pentastellata Chiara Appendino è stata chiara: «Nessun rammarico ho lottato per Torino ma c’era incertezza finanziaria». «Abbiamo vinto una montagna di debiti che peraltro nessun’altra nazione voleva. A nessuno sorge il dubbio che ci siamo fatti fregare?», ha postato Daniela Albano, tra i consiglieri comunali M5S di Torino più critici nei confronti della candidatura olimpico. Mentre sembra essersi formato un solido Sala-Fontana-Zaia-Ghedina, che chiude le porte a un ritorno di fiamma di Torino e del Piemonte per le Olimpiadi. «È giusto che sul carro delle Olimpiadi ci siano tutti, ma il dossier è chiuso così», ha tagliato corto Zaia.
TENSIONE ALLE STELLE
Intanto è già al lavoro il comitato organizzatore, reduce dai festeggiamenti di Losanna. La politica non metta le mani su Milano-Cortina, è in sostanza l’avver-
Anche a Torino la tensione si taglia con il coltello. In città si respira rammarico per un’occasione persa. Qualcuno (ad esempio
L’AVVERTIMENTO
timento degli amministratori delle città che fin qui hanno messo da parte ogni rivalità partitica in nome del sogno olimpico e puntano innanzitutto sulla competenza nella selezione di chi guiderà la macchina organizzativa dei Giochi invernali 2026. «Non tollererò che vengano chiamati gli amici degli amici. Servono i più bravi», ha messo in chiaro Giuseppe Sala. Per il ruolo esecutivo di ad, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, ha rivelato di avere già in mente un «top manager». L’ipotesi sarebbe quella di Marzio Perrelli, ex banchiere di Goldman Sachs e Hsbc, attualmente vice presidente esecutivo di Sky Sport. È stata infine una giornata positiva in Borsa per le società di costruzione, trainate al rialzo da un progetto senza cattedrali nel deserto: 10 delle 14 sedi di gara sono esistenti (4 saranno ristrutturate), 3 sono temporanee e una sarà costruita da zero. La macchina per i Giochi “made in Italy”, comunque, è partita. Diodato Pirone © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pattinaggio velocità
Freestyle
Bormio Bormio
Val di Fiemme Trento Cerimonia apertura (stadio Meazza) MILANO
VENETO
LOMBARDIA
VERONA Cerimonia chiusura (Arena)
Skeleton Short track
Salto con gli sci
Sci alpino
Hockey
Sci di fondo
Slittino
Pattinaggio artistico
Combinata nordica
Bob
SPUNTA IL NOME DI PERRELLI AI VERTICI DELL’ORGANIZZAZIONE E IN BORSA VOLANO I TITOLI DELLE SOCIETÀ DI COSTRUZIONE
AMARCORD Il tedoforo romano Carlo Sacchi porta la torcia olimpica davanti all’Altare della Patria per le Olimpiadi di Roma nel 1960
miliardi di euro: il costo dei Giochi nella Capitale nel 2024
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miliardi: il contributo a fondo perduto che avrebbe messo il Cio
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miliardi: f inanziamento in sette anni a carico del Governo tuale netto economico, una misura che indica la ricchezza finale prodotta dall’investimento nelle Olimpiadi. Nel caso di Roma 2024, il Vane sarebbe stato positivo per quasi 3 miliardi di euro. A fronte di un investimento di 4,2 miliardi, il totale dei benefici economici sarebbe stato di 7,1 miliardi. Per intendersi sarebbe stato come prestare dei soldi ad un tasso del 31,1%. Altra fake news rilanciata ieri sul Blog delle stelle riguarda i debiti storici che Roma ancora paga per i Giochi del ‘60 per via
dei contenziosi degli espropri. È vero che la voce espropri nel debito pregresso è iscritta per 975 milioni di euro, ma il debito residuo che riguarda i giochi del Sessanta, secondo i dati della gestione commissariale, non arriverebbe a 100mila euro. Una cifra fisiologica, legata ai lunghissimi contenziosi che si legano alle pratiche di esproprio.
I DATI Infine, sempre per onor di verità, Raggi all’epoca incentrò il suo ragionamento citando uno
studio dell’Università di Oxford nel quale sono stati calcolati gli extra-costi sostenuti dai Paesi che hanno ospitato i Giochi. In realtà oggi, con l’Agenda 2020, le cose sono ancora cambiate. Il Cio non premia più i mega progetti, ma quelle città che hanno bisogno di pochi investimenti perché hanno la possibilità di sfruttare strutture già esistenti, magari soltanto da rimettere a nuovo. Il presidente del Coni Giovanni Malagò pensando a quella ferita che ancora brucia spiega sempre: «Raggi nemme-
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CORTINA D’AMPEZZO
Pinè
Di Maio: i Giochi erano a spese dei romani In realtà era tutto a carico di Cio e governo
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Anterselva
TRENTINO A LT O A D I G E
Livigno
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Olimpiadi da parte del governo Renzi che poi fu definitivamente bloccata dal trionfo pentastellato al Campidoglio. Chiara una dose di strumentalità politica nel mettere a confronto il “no” di Salvini del 2014 alle Olimpiadi per Roma e l’esultanza del vicepremier per il “si” alle Olimpiadi invernali assegnate ieri al Nord, ma certamente questo passaggio del leader leghista non è fra i suoi più felici se non altro perché gli impedisce di punzecchiare l’amministrazione di Virginia Raggi. In una vittoria attribuita al “sistema Paese”, la Capitale a guida pentastellata rischia di passare come la più grande sconfitta (in compagnia di Torino), con il rimpianto della corsa ai Giochi 2024 abbandonata a metà. «Complimenti ai sindaci delle città vincitrici ma noi a Roma le Olimpiadi non potevamo permettercele», tiene il punto tra mille polemiche la sindaca Raggi.
Biathlon
Sci alpino
Polemiche sulla Raggi. Ma lei: «Noi Tensioni anche in Piemonte. La sindaca i Giochi non potevamo permetterceli» Appendino: «Nulla di cui rammaricarmi» `
CENTRO MEDIA
no mi ricevette e non guardò il dossier». Infatti, quel 22 settembre del 2016 la sindaca fece attendere invano il presidente del Coni in una stanza del Campidoglio: lei non c’era si trovava a pranzo con i collaboratori in una trattoria nei pressi di Termini. E, dopo aver gustato un piatto di minestrone, andò in conferenza stampa: «Dire sì ai Giochi sarebbe da irresponsabili». Simone Canettieri © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tra elogi francesi e veleni tedeschi LA STAMPA È stata accolta, come prevedibile, con grande delusione sui giornali scandinavi l’assegnazione delle Olimpiadi a Milano-Cortina. Il più importante quotidiano svedese, l’Aftonbladet, ha subito titolato “Delusione Svezia, fuori dai Giochi 2026”, ma già ieri mattina sulla versione online non c’era più traccia del vertice di Losanna. Mentre su vari siti si rileva che durante la presentazione del dossier Stoccolma-Aare alcuni elettori Cio si sono addormentati. In Francia l’Equipe sottolinea che «l’Italia ha largamente dominato con 47 voti a 34 la candidatura svedese». Il quotidiano racconta poi dell’entusiasmo della delegazione italiana, «dalla olimpionica Diana Bianchedi all’atletico presidente del Coni Malagò». Elogiato anche da Le Monde in un lungo servizio che sollinea che «il dossier italiano combina le due regioni più ricche d’Italia: Lombardia e Veneto. Inoltre, si affida a siti iconici che hanno familiarità con le principali competizioni internazionali, come Cortina, ospite dei Giochi nel 1956, Bormio e Anterselva». Sul sito della Bbc spunta una bella foto delle due campionesse olimpiche Michela Moioli e Sofia Goggia che fanno il gesto della Dab Dance. E poi i “veleni” tedeschi: la Bild, il più venduto quotidiano di Germania, ignora completamente la notizia, mentre sulla Frankfurter Allgemine Zeitung spicca un subdolo sommarietto: «Ci si può fidare degli impegni finanziari dell’Italia? Il Cio lo fa. Stoccolma aveva già perso la corsa alle Olimpiadi 2026».
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PRIMO PIANO
Mercoledì 26 Giugno 2019 Corriere del Veneto
Le Olimpiadi in Veneto Foto simbolo Resterà nella storia questo scatto che ferma l’istante esatto dell’annuncio a Losanna. A destra si vede il salto di Zaia ma in primo piano ci sono anche Malagò, Goggia e Bianchedi
Fondazione, società operativa, manager, cassaforte: tutto quello che c’è da sapere su contratto e fondi
Ora è caccia agli sponsor servono 400 milioni Pronta l’agenda olimpica DAL NOSTRO INVIATO
LOSANNA (SVIZZERA) Basta che non si faccia come con l’Expo. Il grande evento milanese, a ragione rivendicato come un modello a cui ispirarsi dal sindaco Giuseppe Sala, in realtà partì con grande fatica. Dopo il voto di Parigi nel 2006, infatti, i protagonisti si misero a litigare furiosamente su chi doveva tenere il timone e questo provocò ritardi su ritardi alla navigazione, al punto che per arrivare in tempo all’approdo ci si dovette affidare a commissari straordinari (lo stesso Sala) e procedure d’urgenza. «Bisogna fare le cose per bene, da subito» dice ora, non a caso, il primo cittadino di Milano ed anche il sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti, fedele alla «tecnica del sottomarino», apparire poco e lavorare molto, invita tutti a cambiare in fretta slogan: «Da dreaming together a working together». Entro luglio, «rispettosi degli impegni assunti» ha spiegato Giorgetti, verrà varata la «legge olimpica», il complesso di norme che regoleranno l’attività del comitato organizzato-
Le rese dei conti
DAL NOSTRO INVIATO
«Uniti si vince». «È stata la vittoria di tutti». «Lavorando insieme possiamo arrivare in alto». È durata poco. Ancora non si è dissolta, negli occhi di chi c’era, l’immagine dell’abbraccio, sincero, spontaneo, tra il governatore (leghista) del Veneto Luca Zaia e il sindaco (dem) di Milano Beppe Sala, che già in Rete si è tornati alla guerra per fazioni, combattuta a colpi di meme. LOSANNA (SVIZZERA)
re: il veicolo sarà, con ogni probabilità, un decreto, da convertire poi in parlamento entro la fine dell’anno. Il comitato, che potrà avere la forma di una fondazione o di una Spa, sarà presieduto dal presidente del Coni Giovanni Malagò mentre è già iniziato lo scouting per la ricerca dell’amministratore delegato, che il governatore Luca Zaia tratteggia con poche parole ma chiare: «Dev’essere un operativo, con esperienza nel privato e buona conoscenza della macchina pubblica. No agli elefanti della politica a caccia di un posto di lavoro».
1,36 625 Miliardi di euro
E’ il costo stimato per l’organizzazione dei Giochi olimpici invernali di Milano e Cortina 2026
Milioni di euro
I soldi cash che il Cio verserà agli organizzatori, cifra che sale a 925 milioni calcolando anche il valore di servizi offerti
Anche Sala sottolinea l’importanza della conoscenza della macchina pubblica perché «i top che arrivano dal privato spesso reagiscono male davanti a certe rigidità». Giorgetti dice di avere già un paio di nomi in mente: «Li ho contattati e non mi hanno detto no. Spero accettino perché non possiamo garantire stipendi strabilianti». Uno dei nomi più gettonati è quello di Marzio Perrelli, ex banchiere di Goldman Sachs e Hsbc, oggi vice presidente di Sky Sport. Al comitato, che è il perno attorno a cui ruoterà l’evento, la sede del confronto con il Cio oltreché la cassaforte dei finanziamenti, si affiancherà probabilmente una società più snella, operativa, per la realizzazione dei lavori (e dunque, par di capire, sarà quest’ultima la stazione appaltante). Anche qui si tratterà di comporre un board con una certa velocità. I rapporti sono regolati dall’Host City Contract, il contratto sottoscritto ieri, dopo l’annuncio del verdetto, tra il presidente del Cio Thomas Bach, il suo vice Miang Ng, i sindaci di Milano e Cortina e il presidente del
Lega,PdeM5s, sulwebl’unità d’Italiaègiàfinita: «Meritonostro» Guerra di post tra vincitori e vinti
Coni. E’ un documento di 52 pagine, che stabilisce in maniera molto puntuale diritti e doveri delle parti, su opere, trasporti e accoglienza, marketing, ticketing e licenze, tasse, sicurezza e contrasto alle gare truccate, lotta alla corruzione e alle discriminazioni. Con alcune curiosità, come la possibilità di aggiungere nuove discipline, «vicine al territorio», fino al 2023 e il divieto di organizzare a Milano e Cortina altri Grandi Eventi poco prima o in contemporanea con i Giochi. La vera novità, però, sta negli allegati 3, 4 e 5, ossia le garanzie prestate da Stato, Regione Lombardia e Regione Veneto. «Meglio che non leggo va, che se leggo poi non firmo» ha sorriso Giorgetti lunedì. La ratio è la seguente: i Giochi, in teoria, dovrebbero autosostenersi, grazie al contributo del Cio, gli incassi da biglietti, da diritti televisivi, da sponsorizzazioni (il «contratto» stabilisce addirittura le percentuali per la divisione di eventuali avanzi: 20% Coni, 20% Cio, 60% comitato). Ma se i conti non dovessero tornare, chi ripiana? Lo Stato si impegna sulle spese «di sistema»,
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Giorgetti Manager olimpici? Ho on mente due nomi, li ho contattati e non mi hanno detto no. Spero accettino, niente stipendi d’oro
La piazza Nello stesso istante un boato saliva dalla piazza di Cortina dov’erano riuniti a migliaia tra residenti e turisti. Cortina è sempre stata compatta di fronte alla candidatura
come sanità, sicurezza, intelligence e promette 70 milioni per alcuni, limitati, interventi strutturali, come l’abbattimento delle barriere architettoniche. Il resto tocca alle Regioni che comunque, come faceva notare lo stesso Giorgetti, insieme vantano un Pil perfino superiore a quello della Svezia. Un bell’anticipo di autonomia responsabile. Questo è uno dei punti su cui è caduta la Svezia: il Comune di Stoccolma, infatti, pur sostenendo la candidatura si era rifiutato di prestare le garanzie e difatti il «contratto» sarebbe stato firmato dalla sola Aare. «Visto l’entusiasmo in patria, forse si potrebbe rivedere il no ai finanziamenti» ha abbozzato ieri Zaia, ma il M5s non pare affatto dell’idea. Certo se si vogliono evitare figuracce i conti andranno fatti per bene: la candidatura, stando al dossier, costerà 1 miliardo 362 milioni, di cui 271 milioni a copertura degli investimenti (25 milioni solo per sistemare la pista di bob di Cortina). Il Cio, come si legge nel contratto, garantisce un contributo per l’organizzazione di 925 milioni di dollari (ma attenzione: il liquido è di circa 625 milioni, la parte rimanente sono servizi). Da dove saltano fuori gli altri soldi? 234 milioni dovrebbero arrivare dalla vendita dei biglietti, 416 dagli sponsor che già si stanno muovendo, da Coca Cola a Grana Padano. Il dossier prevede pure 48 milioni da licenze e merchandising e 25 milioni dalle lotterie. Intanto è già spuntata un’«agenda» olimpica: quattro meeting previsti entro il 2019. Il primo incontro tra il comitato olimpico internazionale, il Coni e i soggetti pubblici coinvolti è in programma a Milano l’11 luglio. Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sui social Nella giornata di ieri la Rete ha fatto circolare i post dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che qualche anno fa si schieravano apertamente contro la candidatura dell’Italia ai Giochi olimpici 2026
Si parte da un video, messo a punto dalla Lega e subito rilanciato sui social da colonnelli e militanti d’ogni ordine e grado, che mette in fila le dichiarazioni dei «profeti di sventura» che negli ultimi mesi si sono mostrati scettici verso la candidatura di Cortina ai Giochi 2026. Nel mirino ci sono i deputati dem Alessia Rotta («Zaia non riesce a costruire relazioni, oltre la conferenza stampa, il nulla»), Roger De Menech («Il dossier non ha basi solide»), Sara Moretto («Zaia è in ritardo»), i consiglieri regionali Stefano Fracasso e Claudio Sinigaglia, Rifondazione Comunista (cui va dato il merito, però, di essere rimasta coerente con il suo pensiero, nel tripudio generale lunedì sera il suo è stato l’unico comunicato contro: «Nulla da festeggiare, ci resterà
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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 IL MATTINO
PADOVA
Due anni di giunta Giordani Il doppio polo sanitario
A Padova Est si corre e ci sono i soldi dell’Inail
L’ospedale Giustinianeo
Aveva promesso di risolvere la questione nuovo ospedale entro 6 mesi dall’insediamento. Ci ha messo qualche mese in più ma la quadra con il governatore Luca Zaia sul “doppio polo” è arrivata. E ora si corre su nuova Pediatria e su Padova Est. Per quest’ultimo sono arrivati 450 milioni dall’Inail. Il 2020 sarà dedicato alla progettazione definitiva. Cantieri dal 2023, dopo la fine del mandato.
Il quartiere di via Tommaseo
Competence center e innovazione a venire In quel “quartiere” di capannoni è finito di tutto: il polo dell’innovazione, la soft city, l’università con Ingegneria. Ma è stato difficile, soprattutto, definire un assetto gestionale dopo l’uscita (non uscita) di Geo. Adesso dopo mesi di nubi, forse si vede un po’ di sereno. A settembre è in programma il via al Competence center al padiglione 7. E nel 2021 il via alle attività del Centro congressi.
L’ingresso della Fiera di Padova
Investimenti tecnologici
Telecamere e luci a led per quartieri più sicuri
Ospedale e via Anelli impegni mantenuti Mobilità e buchi neri restano nodi irrisolti Sanità: Giustinianeo salvo, ma esplode la grana S. Antonio Nelle linee di mandato il dimezzamento Pm10 in tre anni Claudio Malfitano
L’installazione delle luci a led
Un milione di euro è arrivato dal Bando Periferie, altri fondi li ha messi direttamente l’amministrazione: in questi mesi è “esplosa” la presenza di telecamere di videosorveglianza in città, tanto che la centrale operativa dei vigili dovrà essere aggiornata per poter gestire così tanti “occhi elettronici”. E poi la nuova illuminazione pubblica a led: entro l’anno sarà completata l’Arcella, entro il mandato tutta la città.
Le grandi infrastrutture
Tav e nuova stazione Padova si ritrova isolata La nuova stazione centrale come nuovo “raccordo” tra il centro e l’Arcella, anche grazie all’arrivo dell’Alta velocità in città. E il rafforzamento del binario merci per l’Interporto. Tutte promesse che rischiano di restare inevase. Complice anche il disinteresse delle Ferrovie (non c’è niente per Padova nel piano industriale 2019-2023) e la difficoltà dell’amministrazione nel trovare ascolto nei palazzi romani.
La stazione di Padova
La notte del ballottaggio Sergio Giordani attendeva i risultati passeggiando con un amico in piazza Insurrezione. Poi l’emozione della vittoria, l’ingresso trionfale a Palazzo Moroni, i cori e la gioia da condividere con il “competitor” e poi alleato Arturo Lorenzoni. I primi sei mesi da incubo: i ritmi serrati della vita da sindaco e il piglio da manager che si infrange contro i muri della burocrazia comunale. Ha anche pensato di mollare. Poi pian piano si è appassionato al ruolo di primo cittadino. E oggi taglia il traguardo dei due anni a Palazzo Moroni. In un baléno è quasi a metà mandato. Tempo di bilanci e valutazioni, programma elettorale alla mano. LE GRANDI OPERAZIONI
Sul piano dei risultati le due più grandi operazioni portate a casa dall’amministrazione hanno beneficiato di un lavoro di tattica e contrattazione con gli enti superiori: la Regione per il nuovo ospedale e il Demanio (quindi il governo) per lo scambio tra via Anelli ed ex Prandina. Sulla sanità è stato centrato l’obiettivo di salvare il Giustinianeo ma è esplosa, con l’approvazione delle schede sanitarie 2019-2021, la “grana” del Sant’Antonio, ceduto in comodato all’azienda ospedaliera. È qui che si misurerà anco-
messe da mantenere. Sulla seconda linea del tram (complice anche il cambio di governo nel 2018) sembra essersi perso tanto tempo, mentre il sistema Translohr invecchiando rivela sempre maggiori criticità. E i grandi vuoti urbani, come il Pp1 o l’ex Ifip, sono ancora vuoti. «Colpa della burocrazia, siamo troppo lenti: ci vuole un sacco di tempo per fare le cose», si lamenta spesso Sergio Giordani. Ma alcuni impegni elettorali sembrano irrealizzabili. «Dimezzamento degli sforamenti di Pm10 entro 3 anni», recitano le “linee di mandato” approvate dal consiglio comunale. Impossibile, visti i picchi di smog dello scorso inverno. Case della salute e presidi sociali nei quartieri mancano ancora. Così come le promesse di informatizzazione e innovazione su mobilità e parcheggi. IL FRONTE DEI DIRITTI
Sul piano dei diritti, di un ambiente sociale inclusivo e tolle-
Complice il cambio di governo sul tram si è perso tempo prezioso
Cancellare l’ex Bronx di Padova: un sogno che si concretizza in autunno
ra una volta la capacità di mediazione di Giordani che, spalleggiato dalla grande maggioranza dei padovani (basta guardare il sondaggio di poche settimane fa) dovrà far la voce grossa con Zaia per salvare l’ospedale cittadino. Anche l’altra operazione rivendicata a gran voce, ha un risvolto amaro. Il destino dell’ex Prandina è fonte di innumerevoli polemiche con una città spaccata a metà tra chi vuole un maxi-park e chi un maxi-parco. Mediare, in questo caso, vuol dire rischia-
re di scontentare tutti. La consolazione sarà vedere (se non ci sono intoppi) in autunno una enorme ruspa affrontare e distruggere a colpi di benna le palazzine simbolo del degrado, quelle finite sui giornali di tutto il mondo per il muro anti-spaccio. Sul futuro di quell’area la casella recita “nuova questura”. Se verrà realizzata o meno dipende dal Ministero, citofonare Salvini. LE INCOMPIUTE
Rispetto al programma elettorale restano ancora grandi pro-
rante, Padova si è distinta negli ultimi due anni. Diventando punto di riferimento in Italia. L’iscrizione anagrafica di un richiedente asilo è l’ultimo esempio. Ma ci sono anche i mediatori culturali, la commissione stranieri, le nuove regole per le case Erp. E non solo: la presenza al Gay Pride e la registrazione dei figli delle famiglie arcobaleno. Una netta inversione di tendenza rispetto ai due anni di Bitonci. PARTECIPAZIONE AMARA
Restano le difficoltà nel tradurre in concreto le promesse di partecipazione. I due percorsi di Agenda 21, su Leroy Merlin ed ex Prandina, hanno prodotto risultati modesti. Anzi, un acuirsi delle divisioni e delle polemiche. E non si è vista la “consultazione civica” annuale promessa in campagna elettorale. Il débat public alla francese è ben al di là da venire. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
26-GIU-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
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I Giochi invernali 2026
Malagò con il premier Conte durante la audizione
Volano i titoli dell’edilizia le imprese sono fiduciose Da Confindustria agli artigiani tutti vedono le Olimpiadi come un’occasione per rilanciare le attività. Il ministro Toninelli avverte: «Niente speculazioni» Francesco Dal Mas BELLUNO. Il primo effetto delle
Olimpiadi Milano-Cortina si è visto ieri in Borsa. I titoli del settore delle costruzioni e del cemento a Piazza Affari sono schizzati verso l’alto.
L’IMPRENDITORIA
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia sottolinea che «quando facciamo sistema, quando agiamo sulle potenzialità del paese, determiniamo degli effetti positivi, non solo ai fini economici per i finanziamenti che riceveremo, ma anche ai fini di ottimismo e di fiducia del paese». Federico De Ponti, amministratore delegato di Boxeur Des Rues e presidente di Assosport, mette in conto un +10 per cento per il fatturato dell’industria dello sport italia-
na, nell’anno dei Giochi, ma l’effetto trascinamento inizia già d’ora. VOLANO PER IL TURISMO
Il presidente di Enit-Agenzia nazionale del turismo, Giorgio Palmucci, ricorda che la vacanza in montagna ha totalizzato l’anno scorso 3,4 milioni di visitatori stranieri. In crescita anche i pernottamenti, pari a 14,8 milioni (+14 per cento sul 2017). I turisti stranieri in vacanza in montagna sono invogliati a spendere, quasi 1,6 miliardi gli euro investiti. Cortina è tra le mete preferite del turismo active con oltre 112 mila visitatori nel 2018 (+41,3 per cento) per 80 milioni di euro di introiti (+38,3 per cento). INIEZIONE DI OTTIMISMO PER L’EDILIZIA
Spazio alla fiducia, dunque.
Specie nelle costruzioni. I diciotto alberghi in ristrutturazione a Cortina per i Mondiali di sci lo testimoniano. Ma, attenzione: il ministro delle infrastrutture, Danilo Toninelli, ha ammonito: «Io penso che quella delle Olimpiadi sia la vittoria del sistema Italia. È una vittoria sulla carta, ora inizia la vera fatica. Con il M5S al governo dovrà essere sostenibile e senza sprechi. Con lo “Spazzacorrotti” chi crede di fare il furbo e di prendere dei soldini in pochi minuti avrà le manette ai polsi».
GLI ARTIGIANI CATEGORIE ECONOMICHE
«Il mondo delle imprese», ha convenuto Maria Cristina Piovesana, presidente di VenetoCentro Imprenditori Padova Treviso, «è convinto che questa manifestazione potrà essere un’opportunità per costruire, dal Veneto alla Lombardia,
valle del boite
Sindaci concordi: «Occasione per l’economia e il turismo» CORTINA. Le Olimpiadi fanno
sperare i sindaci della valle del Boite in un futuro prospero e di crescita per i territori. «Noi nel nostro piccolo abbiamo collaborato con l’assessore regionale al turismo, Federico Caner, per invitare gli albergatori a garantire l’ospitalità al Cio», esordisce Franco De Bon, sindaco di San Vito. «E ringrazio i nostri imprenditori che hanno risposto all’appello. Se gestite da padri di fa-
miglia responsabili le Olimpiadi saranno uno volano unico. Ho trovato proprio in questi giorni un vecchio filmato che darò a Ghedina in cui mio nonno, Giovanni Del Favero, da sindaco intervistato da Enzo Tortora, parlava nel’ 52 della positività delle Olimpiadi di Cortina del 1956. Io dopo anni la penso allo stesso modo. I Giochi sono un’opportunità per tutta la provincia oltre che per l’Italia».
una formidabile area integrata di classe europea che è parte del nuovo triangolo industriale che abbiamo contribuito a delineare. E un moltiplicatore di investimenti, di qualità urbana e di vita e di attrattività non solo per i nostri territori ma per l’intero Paese. Dopo la candidatura delle colline del prosecco a patrimonio Unesco, un nuovo successo di cui va dato atto alla coerente determinazione del governatore Zaia e di tutta la squadra istituzionale e sportiva».
«Per noi è importantissimo che Cortina abbia ottenuto i Giochi», aggiunge Bortolo sala, sindaco di Borca, «e abbiamo sposato il progetto fin dall’inizio. Un’Olimpiade diffusa, a basso impatto e a basso costo, grazie a Cortina, porterà indubbi benefici. Poi devo ammettere che si sono comportati tutti molto bene: hanno raggiunto l’obiettivo lavorando uniti, senza polemiche». Felicissimo anche Domeni-
Secondo il presidente di Confartigianato imprese Veneto, Agostino Bonomo, questa è un’occasione più unica che rara non solo per il Bellunese ma per tutto il Veneto, che richiederà impegni finanziari importanti, come scelte all’insegna dell’ecosostenibilità.
co Belfi, sindaco di Vodo: «Avere le Olimpiadi a Cortina è soprattutto un’occasione di sviluppo economico e turistico, non solo per la valle del Boite, ma per l’intera provincia. La promozione turistica che deriverà dall’ospitare i Giochi avrà effetti benefici anche negli anni a seguire. È una grande opportunità e non posso che ringraziare chi ha portato in Italia i Giochi del 2026». Un’opportunità che anche Cibiana vuole sfruttare al massimo. «Mi sono emozionato quando hanno detto Milano-Cortina», ammette il sindaco Mattia Gosetti. «È una cosa immensa poter ospitare a pochi chilometri da noi il più grande evento sportivo del mondo. È un’occasione per crescere e per riqualificare anche
I collaboratori di Bonomo hanno fatto il conto che una rete di quasi 18 mila attività sarà al servizio di atleti, staff e pubblico con servizi all’altezza della situazione. Nei sei territori più direttamente interessati dalle gare e dagli eventi dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali del 2026 – si tratta delle province di Milano e Sondrio in Lombardia, Bolzano e Trento in Trentino Alto Adige, Belluno e Verona in Veneto – operano 490 mila micro e piccole imprese che danno lavoro a 1 milione e 307 mila addetti, pari al 48 per cento dell’occupazione dei territori in esame. Oltre un’impresa su cinque (21,6 per cento) è artigiana e l’artigianato dei territori interessati dà lavoro a 274 mila addetti. Il peso maggiore di micro e piccole imprese sull’economia si registra a Sondrio (70,5 per cento), Bolzano (69,2), Trento (67,9) e Belluno (65). Scendendo a livello di artigianato veneto, nel perimetro delle attività operanti nei settori a maggiore vicinanza al turismo, sono potenzialmente coinvolte 17.777 imprese pari al 13,7 per cento del totale. Con questo parterre, le imprese locali vanno privilegiate; è quanto raccomandano i presidenti di Cna Belluno e Veneto, Massimo Sposato e Alessandro Conte. «Dobbiamo fare fronte comune soprattutto per
i nostri piccoli Comuni. Tanti miei compaesani alle Olimpiadi del 1956 di Cortina hanno gareggiato e qui a Cibiana si vede la futura olimpiade con uno spirito sportivo incredibile. Per noi è comunque l’occasione per combattere l’isolamento. Le Olimpiadi porteranno turismo e benefici e sarà da stu-
Per i piccoli Comuni il beneficio sarà anche quello di combattere l’isolamento diare anche la viabilità di accesso a Cortina, pertanto chiederemo di rivalutare il progetto Macchietto-Venas che con la realizzazione del ponte che
ottenere che tutti gli interventi che saranno realizzati siano ecosostenibili e a basso impatto ambientale», dicono, mentre il presidente di Appia Cna Cortina d’Ampezzo, Roger Alberti, evidenzia l’importanza che «siano favorite le imprese locali, in un vero gioco di squadra tra le istituzioni e gli attori economici del territorio, in primo luogo le rappresentanze delle imprese». CONFINDUSTRIA
Il presidente regionale di Confindustria Trentino-Alto Adige e vice-presidente di Confindustria nazionale, Stefan Pan, non ha dubbi al riguardo. «Dobbiamo iniziare da subito a programmare investimenti che rendano il nostro territorio raggiungibile e sempre più connesso col resto del mondo: moderni ed efficienti collegamenti stradali, ferroviari e per il trasferimento dati saranno decisivi per la buona riuscita di questo straordinario evento in cui le nostre Province e le nostre imprese sapranno svolgere un ruolo da protagonista». CONFESERCENTI
Per la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, «il riconoscimento dell’Italia olimpica è una grande opportunità, con un impatto economico di rilievo, quasi 5 miliardi che rivitalizzeranno economia ed occupazione». —
unisca Cibiana all’Alemagna ci porterà al centro della valle del Boite in pochi istanti». Per Marianna Hofer, sindaco di Valle, «è una cosa pazzesca pensare a tutta la voglia che avranno i giovani atleti di essere partecipi a questa Olimpiade. E poi non riesco a dimenticare che ho trascorso vari anni a Milano e proprio quest’anno all’adunata degli Alpini, sfilando pensavo a Milano-Cortina assieme per i Giochi 2026. Da sportiva sono emozionata, ho esultato. Da sindaco sono convinta che sia un’opportunità di miglioramento del nostro territorio. Sarà un volano per avere le infrastrutture che mancano e per potenziare il turismo e l’economia». — A.S.
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Zaia: «Ci siamo preparati bene Assegno dal Cio di 925 milioni» Il presidente del Veneto assicura: «Olimpiadi a impatto zero Ricadute positive per 3 miliardi e 22 mila posti di lavoro» dal nostro inviato Albino Salmaso LOSANNA. Ha vinto l’Italia del
fare, il patto trasversale tra la Lega di Luca Zaia e il Pd di Beppe Sala, con i 5 stelle fuori dalla porta, a mettere i bastoni tra le ruote e ora pronti a saltare sul carro delle olimpiadi. Meglio così. A mezzanotte, dopo la cena di gala, cala il sipario sulla travolgente vittoria dell’Italia. È finita 47 a 34. Il governatore del Veneto sfoglia il dossier finito sul tavolo del Cio, 50 pagine che disegnano la strategia
Nella cabina di regia ci saranno i Comuni le due Regioni e il Coni con un board operativo per i prossimi sette anni. «Un successo travolgente, ieri il Cio ci ha staccato un assegno di 925 milioni di dollari che compensa parte delle spese sostenute da Veneto e Lombardia» dice Zaia mentre brinda sotto le palme del giardino del Savoy. Come avete fatto a battere la Svezia con un risultato così netto? «Ci siamo preparati alle perfezione, per tre volte con Beppe Sala ho provato il discorso in inglese, con le pause perfette. La Svezia si è dimenticata persino di far salire sul palco la delegazione paraolimpica e
puntava sulla solita inaffidabilità italiana. Ma hanno sbagliato il conto. A Losanna il Cio ha giudicato l’Italia migliore, che sa correre alla velocità della Germania». Presidente Zaia, il sottosegretario Giorgetti ha garantito l’impegno del governo dopo l’inerzia della fase iniziale. Come stanno le cose? Da Roma arrivano solo 70-80 milioni, come mai? «Quei soldi arrivano perché hanno dato le gare di tennis al Piemonte. Il Veneto ha offerto 350-400 milioni di garanzie. Il piano finanziario realizzato dalle tre università Bocconi, Cattolica e Ca’ Foscari prevede ricadute positive per quasi tre miliardi, con 22 mila nuovi posti di lavoro creati. Ora si tratta di costruire una cabina di regia efficiente». Chi deve controllare la governance? «Il progetto prevede il coordinamento tra i comuni di Milano e Cortina, il Coni e le regioni Lombardia e Veneto, con una struttura giuridica ad hoc. Poi ci sarà un board operativo, come accade in tutti i grandi eventi. Non c’è nulla da inventare». Il magic team che ha vinto a Losanna? «Certo, il team che si è guadagnato la giornata portando a casa un assegno di 925 milioni. La politica non è solo spreco. Ora vedo che anche il M5 stelle esulta per la vittoria. Meglio tardi che mai. Sa come si dice in Veneto?» No, presidente, dica...
«Solo i “mona” no cambia mai idea. Sono contento che anche i 5 Stelle abbiano capito l’importanza strategica delle Olimpiadi per l’immagine internazionale del Paese e le ricadute economiche positive». Ma il governo gialloverde vi darà una mano o preferite fare da soli? «Il governo si è impegnato a garantire la sicurezza dell’evento e il controllo delle dogane. Ora spero che Giorgetti entri fino in fondo in questa partita. Noi diamo una garanza molto solida: le infrastrutture. Portiamo a casa 925 milioni di dollari e non ci saranno colate di cemento e disastri come i mondiali di Italia ’90». Saranno davvero olimpiadi a impatto zero? «Abbiamo vinto per questo. C’è il vincolo al rispetto dell’agenda 2020 e non sorgeranno cattedrali nel deserto. A leggere qualche commento mi pare che si usino categorie superate. Il Cio ci ha assegnato la vittoria perché nel nostro piano c’è l’impegno a modernizzare le piste da sci già in funzione. Utilizzeremo il vecchio impianto di bob e le strutture di Anterselva e di Baselga di Pinè per il fondo. Ma quale malaffare, sono olimpiadi low cost». Che patto intende stringere con le categorie economiche? «Il mio compito è di offrire agli imprenditori tutte le opportunità per una crescita economica nel rispetto dei vincoli ambientali e culturali del territorio. Economia, turismo e cul-
la struttura organizzativa
Una società di gestione eventi e una per fare le infrastrutture BELLUNO. Inizia a prendere
forma la governance delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. I primi passi riguarderanno la creazione di due diversi organismi. Il primo (Ocog) dovrà occuparsi dell’intera gestione degli eventi sportivi. Il secondo sarà una società veicolo, incaricata di dare il via libera alle gare d’appalto per le infrastrutture da realizzare nei prossimi sette anni. Al cui vertice,
saranno scelti manager di calibro internazionale. Sono le tappe indicate da Luca Zaia, dopo la trionfale assegnazione decisa dal Cio a Losanna. Una conferenza fortemente voluta, come sottolinea il presidente della Regione, per iniziare a rimboccarsi le maniche in vista di un “Rinascimento” che da qui al 2026 (e oltre) investirà il Veneto. Con vantaggi diretti: cinquemila atleti che si river-
seranno tra Cortina e Milano, insieme a turisti, giornalisti, appassionati. Un volano per tutti i settori connessi, dalla ristorazione all’alberghiero, passando per lo shopping e i programmi culturali. Sia con vantaggi indiretti: e cioè l’abbrivio che coinvolgerà la Regione fino a dopo la manifestazione sportiva. Tanto da sviluppare un impatto significativo addirittura sul Pil italiano, come dimo-
tura per consolidare la nostra immagine nel mondo. La premessa per il nuovo rinascimento del Veneto». A proposito di sfide si avvicina il verdetto Unesco sul Prosecco. A che punto siamo? «Il 7-8 luglio a Baku l’Unesco decide con una votazione se assegnare al Prosecco il massimo riconoscimento, vale a dire la tutela a patrimonio dell’umanità dello splendido pae-
saggio di vigneti dei 15 comuni dell’area di Valdobbiadene e Conegliano: io ci voglio essere, per intervenire. Non ci sarà nessun vincolo alla coltivazione del Prosecco. Vogliamo il top, un grande riconoscimento che si dà solo ai monumenti e ad una città come Venezia». Presidente parliamo delle gatte da pelare, la Pedemontana senza la connessione con la A4 a Montecchio Maggiore. Un brutto colpo all’ef-
ficienza? «Problema risolto, l’incontro con il ministro Toninelli ha rimosso gli ostacoli e ora sarà la società A4 Pd Bs a realizzare la connessione con le infrastrutture al servizio dell’alta velocità a Montecchio. Tra qualche settimana apriremo un nuovo tratto». La madre di tutte le battaglie è l’autonomia: i 5 stelle non vogliono mollare. Come finirà?
strano gli studi universitari collegati al dossier italiano. E cioè: 350 milioni di euro annuali nel periodo 2020-2028, con un aumento medio di 5.500 unità di lavoro a tempo pieno ed entrate fiscali per 600 milioni di euro. Oltre ai 925 milioni di dollari ricevuto dal Cio per l’organizzazione dei Giochi, il Veneto dovrà sborsare 56 milioni di euro. Di questi, 50 milioni serviranno per il rifacimento della pista da bob di Cortina. Il nuovo “sliding centre”, come si legge nel dossier con il dettaglio, potrà ospitare competizioni internazionali e avvicinare neofiti. Oltre allo sviluppo del parabob per atleti paralimpici, la riapertura dopo 8 anni della pista garantirà nuove opportunità di lavoro.
In più, sarà messa a disposizione di squadre senza strutture disponibili. Altri 4,6 milioni serviranno per mettere mano all’Olimpico di Cortina. Dopo le Olimpiadi, continuerà ad essere un centro d’allenamento per le società d’hockey e pattinaggio artistico. Proprio il riutilizzo, infat-
manifestazione, e riusato come sede della Protezione Civile. Dal punto di vista alberghiero, palazzo Balbi fa sapere che le strutture sono già pronte. Di più: «Dati alla mano – aggiunge Zaia - il 75% degli atleti saranno ospitati a meno di dieci minuti dalle piste. Il restante non oltre i venti minuti». Se sul tema infrastrutture e mobilità le incombenze da qui al 2026 saranno molte, non è escluso che nella partita possa rientrarci anche il treno delle Dolomiti. «Non abbiamo abbandonato il progetto – spiega il presidente – certo è che bisogna trovare i soldi, 7-800 milioni, per finanziarlo. In vista delle Olimpiadi, però, sarebbe una suggestione bellissima». — Eugenio Pendolini
Il Veneto sborserà 56 milioni di euro per rifare la pista di bob e lo stadio Olimpico ti, è uno dei fattori risultati determinanti alla vittoria italiana. Sempre a Cortina, ad esempio, il villaggio olimpico sarà smontato alla fine della
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I Giochi invernali 2026
Luca Zaia, governatore del Veneto, durante la sessione di Losanna che ha assegnato i giochi 2026
«In queste ore il premier Conte si sta incontrando con Salvini, Di Maio e i ministri per capire a che punto siamo, la verifica sta entrando nel merito. Il clima è positivo, il Veneto i compiti per casa li ha fatti, sono settimane cruciali. Mi auguro di poter firmare la preintesa con Conte prima della pausa estiva e poi la parola passerà al Parlamento. Siamo alla stretta finale». Quindi lei è pronto a scom-
mettere sulla firma? «Siamo di fronte a una svolta storica che coinvolge le tre regioni del nord e le altre 12 che ne hanno fatto richiesta. La Lega al Sud ha superato i 5 stelle e ciò conferma che la strada dell’autonomia ha convinto tutti. Ora manca solo la firma dei tre presidenti di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Poi sarà il Parlamento a decidere». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
la chiusura
marco marin, olimpionico e deputato
Nell’Arena di Verona «cerimonia grandiosa»
«C’era chi non ci credeva Ha vinto chi ha scelto di non pensare al partito»
BELLUNO. Con Milano teatro della cerimonia d’apertura, e in misura minore Cortina, gli occhi del mondo saranno concentrati per una notte anche su Verona. La chiusura sarà ospitata all’interno dell’anfiteatro romano. Per uno spettacolo in mondovisione, con centinaia di milioni di spettatori collegati da ogni parte del mondo. «Sarà qualcosa di grandioso, come non ce ne sono mai stati in città», si spinge a dire Zaia. Subito dopo i ringraziamenti a colleghi governatori, media, sindaci e rappresentanti del governo, il presidente del Veneto anticipa qualche particolare sull’evento di chiusura. Dimostrando di avere già in mente diverse idee, anche se di rivelare dettagli precisi, al momento, non se ne parla. Se non che, come si lascia scappare lo stesso governatore, “si svolgerà sul ghiaccio”. Verona stessa, poi, sarà coinvolta. La città infatti vivrà un percorso di avvicinamento allo spettacolo. Magari con un coinvolgimento della stessa cittadinanza. Anche per le scenografie, la scelta sarà di primissimo piano. Saranno selezionate professionalità di altissimo piano, abituate alla regia di grandi eventi internazionali. A questo si aggiunge che sarà scelta una madrina, o un padrino, dell’evento. «La cerimonia di chiusura – aggiunge il presidente non è una cosa da poco. Sarà il biglietto da visita finale di una manifestazione che verrà ricordata negli anni». Per Verona, insomma, non sarà un cameo. «Si tende a pensare che la cerimonia di chiusura sia di minore importanza rispetto all’apertura. Non è così, anzi. È la sublimazione di quello che la macchina organizzativa riesce a fare nel corso della manifestazione». — E.P.
Il deputato di Forza Italia, ex olimpionico, Marco Marin
Era portabandiera a Barcellona poi difensore dei Giochi negli scontri in parlamento «Ora il governo deve garantire ulteriori risorse economiche» PADOVA. «Ho rivisto lo stesso entusiasmo degli atleti che vincono una medaglia olimpica. Anche se, fino a qualche mese fa, non tutti credevano in questa sfida». Parole di uno che lo spirito dei Giochi lo conosce davvero. Da plurimedagliato e portabandiera della squadra azzurra alla chiusura di Barcellona 1992, un’olimpiade presa a modello per capacità di rilanciare un territorio. «E lo sarà anche quella di Milano e Cortina, ne sono certo – afferma Marco Marin – L’Italia che ha il coraggio di accettare le sfide e che crede in se stessa, non è seconda a nessuno anche in queste sfide mondiali. Certo è stato fondamentale il prestigio di cui godono nel
mondo sportivo il Coni, Malagò, Carraro e la nostra delegazione con i presidenti delle varie federazioni». Dallo sport però Marco Marin è poi passato alla politica. Prima assessore a Padova, la sua città natale, poi coordinatore veneto di Forza Italia, oggi parlamentare di lungo corso del gruppo azzurro. «Ma in questi casi bisogna to-
«Quell’abbraccio tra il sindaco Sala e il governatore veneto è il simbolo dell’Italia» gliersi la maglia di partito. Quell’abbraccio tra Luca Zaia e Beppe Sala ha mostrato qual è il vero spirito olimpico. La vittoria è stata del sistema Paese», afferma Marin. Ma non è sempre andata così. Ed è facile ricordare lo scontro in commissione, in
I Mondiali di sci di Cortina 2021 faranno da apripista
A
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ALESSANDRO BENETTON
IL COMMENTO
vere di nuovo le Olimpiadi invernali in Italia, a 20 anni da Torino 2006 e a 70 da Cortina 1956, è un sogno che si avvera. La scelta di Milano-Cortina come sede dei Giochi è una vittoria per tutto il sistema Paese, e dimostra che quando si riesce a fare squadra l’Italia non può che vincere. Il traguardo del 2026 dovrà segnare una svolta: abbiamo bisogno di ritrovare entusiasmo, i giovani devono ritrova-
cui proprio Marin aveva sfidato il sottosegretario Giorgetti e gli esponenti “grillini” a non fare «come Ponzio Pilato», ritirando la firma dal dossier lombardo-veneto: «Ho sempre chiesto al governo di mettere tutte le risorse economiche necessarie perché per un evento così importante come le Olimpiadi c’è quasi un dovere di sostegno. E mi auguro che adesso di risorse ne arriveranno altre anche da Roma», ricorda. Ed a proposito della Capitale brucia anche un’altra sconfitta: «Ricordo l’audizione della sindaca Raggi. È una ferita ancora aperta – ricorda – Eravamo in vista del traguardo e abbiamo rinunciato. Un atleta non si comporta così: bisogna battersi in tutte le sfide, anche quando non si può dare il massimo. Il peccato è che noi con Roma 2024 eravamo anche in ottima forma». A beneficiare di quell’errore adesso sarà il Nord, ed anche il Veneto. «Le Olimpiadi sono una grande possibilità di sviluppo. Cortina è diventata quello che è oggi grazie anche al ricordo del 1956. E Torino ha avuto una trasformazione dopo i Giochi – osserva ancora il parlamentare forzista – Per il Veneto vedo uno sviluppo infrastrutturale e una grande vetrina turistica. Le nostre montagne saranno sotto gli occhi di tutto il mondo. E anche il nostro agonismo sportivo: siamo la regione con più medagliati in rapporto agli abitanti». Di chi è il merito? « Zaia, Fontana, Saia e Ghedina hanno lavorato tantissimo. Al pari della determinazioni di molti parlamentari – è la risposta – Ma l’arma vincente è stato l’entusiasmo degli italiani: l’83% è favorevole a questi Giochi». — Claudio Malfitano
re obiettivi ambiziosi verso cui indirizzare le loro energie e le Olimpiadi di Milano-Cortina rappresentano un’occasione unica per guardare con fiducia al futuro. L’ho detto tante volte, sono profondamente convinto che i grandi eventi possano fare la differenza. I Giochi ci costringeranno a reinterpretare i luoghi, a ripensare il nostro modo di vivere alla luce dei cambiamenti tecnologici e climatici, a immaginare nuovi scenari di sviluppo sostenibile per il terri-
torio montano e modelli innovativi per l’accoglienza turistica. Quella dei prossimi anni sarà perciò una svolta, una corsa al cambiamento che, per quel che riguarda Cortina, non parte certo dal chilometro 0: con l’organizzazione del Campionati del Mondo di Sci alpino 2021, infatti, abbiamo tracciato una direzione grazie ad una piattaforma strategica capace di mettere a fattor comune le migliori capacità, esperienze e conoscenze e alla crescita di
una squadra di giovani esperti nella gestione di grandi eventi, che saranno la nostra eredità culturale più significativa. Molti hanno avuto la sensazione che Cortina sia stata in qualche modo il valore aggiunto della candidatura, abbia rappresentato quel di più di magia (per le sue montagne iconiche) e di infrastrutture sportive già pronte che hanno poi permesso il grande risultato di Losanna. Dobbiamo essere orgogliosi del risveglio che il progetto
Cortina 2021 ha avviato: sulle Dolomiti c’è fermento tra le categorie economiche che stanno facendo importanti investimenti per rinnovare l’offerta turistica, ci sono impianti pronti e nuovi collegamenti, e gli investimenti per le Olimpiadi permetteranno di concludere quanto già iniziato, anche sul piano delle grandi infrastrutture. Ho trovato da subito fantastica e innovativa la formula del tandem con Milano, faremo squadra con più luoghi e
sarà un formidabile volano di marketing verso i mercati internazionali che avranno modo così di conoscere le nostre bellezze, il nostro paesaggio fantastico e vario e il nostro savoir faire declinati all’insegna della sostenibilità che non è semplicemente un termine di moda ma il paradigma dell’unica visione oggi possibile, una forma di rispetto e responsabilità verso le nuove generazioni. Abbiamo davanti a noi un’occasione più che storica per i nostri territori alpini e per il Paese: dobbiamo accelerare e lavorare con rinnovata determinazione per il successo di Cortina 2021!