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II
PrimoPiano
Domenica 9 Giugno 2019 www.gazzettino.it
La candidatura Unesco IL REPORTAGE VALDOBBIADENE Torna in ballo candidatura delle colline del Prosecco a Patrimonio dell’Unesco. La notizia fa il giro veloce tra la gente, commercianti e osterie. Ed è accolta da tutti con entusiasmo. La meridiana dell’altissimo campanile della cittadina collinare dove tutto è iniziato recita “Il tempo e la vita non si fermano”. Sembra quasi un motto. Un sogno che diventa realtà. La piazza di Valdobbiadene brulica di persone e gli avventori al bar hanno quasi tutti in mano un calice di prosecco, il vino che ha conquistato il mondo. Sotto il campanile uno dei bar che si affacciano sulla piazza. «Siamo consapevoli - dicono dal Secco bar e Pizzeria - che questa candidatura porterà più turisti, soprattutto stranieri. Arrivano preparati e chiedono Docg. La Regione ha lavorato bene e si vede - precisano Luca Bello e Nicola De Piccoli -. Vediamo sempre più turisti che chiedono di specifiche aziende. Con gente così, mezzo lavoro è fatto. Non bisogna però rilassarsi. Dobbiamo lavorare per migliorare senza dare nulla di scontato». Nel locale sono esposti i vini di quasi tutte le cantine locali. Lì c’è Ivo Formigaro, avvocato di Cremona con la moglie. «Ho passato qui i migliori anni della mia vita. Ho studiato al Filippin di Paderno. Vengo spesso perché amo il Prosecco e qui lo trovo di qualità». Un innamorato delle bollicine. «Da quando maggiorenne ho iniziato a degustare i vini non ho più smesso di bere Prosecco. Io vivo in area di Franciacorta, ma non c’è paragone. Sono due cose del tutto diverse. Credo che questo territorio si meriti di diventare patrimonio dell’ Unesco. Ma qui non c’è solo Prosecco. Viaggiare per queste colline è rilassante. Qui si coniugano anche gastronomia e turismo di qualità. Tiferò perché la candidatura abbia successo».
EUFORIA CONTAGIOSA Cesare De Stefani gestisce l’omonima macelleria a Guia, nel cuore delle colline del Prosecco. È il mitico gestore dell’”Osteria senza oste” che tanto ha fatto parlare di se: «La candidatura? Una cosa meravigliosa. Voglio ringraziare il nostro governatore Luca Zaia che fin da giovanissimo ha frequentato queste colline. Lui ci ha sempre creduto ed è giusto che veda il suo ed il nostro sogno realizzato. Porterà dei cambiamenti e dobbiamo essere pronti ad adeguarci, offrendo servizi all’altezza di clienti che avranno aspettative molto alte. Noi siamo pronti. Dobbiamo però lavorare insieme». Giovanni Zanon è il direttore dell Hotel
LE FACCE DELL’OTTIMISMO Giovanni Zanon, il direttore dell Hotel Villa Abbazia Relais & Chateaux, e in basso Luca Bello e Nicola De Piccoli del Secco bar e Pizzeria
«Colline meravigliose» un sogno che si avvera Gli operatori commerciali accettano la sfida: «Il merito principale è di Zaia le bollicine un volano per tutto un territorio ma ora noi dobbiamo crescere» `
Villa Abbazia Relais & Chateaux: «Questo è un grande risultato. Tutti vengono per il Prosecco, diventato il volano per grandi numeri, ma qui c’è tanto di più. Grazie al grande lavoro fatto, i turisti crescono. Sono qui da 20 anni. Fino a 5 anni fa non si trovava una cantina che offrisse un tour di degustazioni. Oggi almeno sei offrono tale servizio. Il Veneto, grazie a queste, può garantire un’offerta straordinaria. C’è Venezia, che si presenta da sola, e tanto altro. Ora noi possiamo diventare anche “le Colline di Ve-
nezia”, dove c’è il miglior prosecco al mondo. Non vendo un vino, non vendo uva, vendo un territorio. Un tempo vendevo P come Palladio, oggi vendo P come Prosecco».
ALTA GAMMA Villa Abbazia è una realtà di alta gamma. «Vendo un turismo di lusso. Siamo l’unica realtà a cinque stelle. La clientela è prevalentemente anglosassone. La novità? Veniamo, mi dicono, ci organizza un tour del Prosecco? Le bollicine mi portano moltissimo. Ho sempre creduto nel Consorzio che è l’unico in zona a fare la promozione. Siamo la prima regione come presenze di turisti in Italia. Abbiamo un territorio di cui il mondo si è innamorato. Dobbiamo sapercela giocare. È il nostro momento di lavorare insieme anche per il nostro presidente Zaia, che ci ha sempre creduto, e in vista di un sogno più
IL VISITATORE CHE ARRIVA È MOLTO PREPARATO ED ESIGENTE: «DOBBIAMO MIGLIORARE L’OFFERTA DI SERVIZI»
Un toccasana per il turismo: «Opportunità da sfruttare» po le Dolomiti, avrebbe senza dubbio un forte valore positivo – conferma Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno - in primis, perchè consente visibilità in tutto il mondo, come avere un aeroporto ».
LE IMPRESE TREVISO Che l’aumento sia a due cifre o più, si vedrà. Di certo, il riconoscimento delle Colline del Prosecco come Patrimonio dell’umanità non potrà che portare un beneficio al turismo della Marca e a tutto l’indotto collegato. Non a caso i rappresentanti delle categorie economiche trevigiane non possono che accogliere con favore il via libera della commissione tecnica Icomos al dossier del paesaggio vitivinicolo tra Conegliano e Valdobbiadene, passo cruciale sulla via dell’inserimento definitivo, in occasione della riunione World heritage comitee convocata per il prossimo 7 luglio a Baku, in Azerbaijan. «Avere un altro sito Unesco nel nostro territorio, do-
I FLUSSI
SODDISFATTO Pozza, presidente della Camera di Commercio
Con questo prestigioso “titolo”, la Marca potrebbe rafforzare ancor più quel ruolo di “cerniera” turistica tra le Dolomiti, da un lato, e Venezie e il litorale, dall’altro, su cui l’ente camerale sta puntando da tempo. «Inoltre, i trend turistici maggiormente in crescita sono quelli legati all’enogastronomia e al cicloturismo e alla natura: proprio i punti di forze delle colline del Prosecco». Tra i comparti più direttamente interessatiquello della ricettività
alberghiera: «Lo diciamo da tempo – sottolinea Tiziano Simonato, vicepresidente del gruppo Turismo di Assindustria Venetocentro - l’inserimento tra i siti patrimonio dell’umanità sarebbe una grande opportunità per tutto il sistema turistico trevigiano. Poi spetterà a noi saperla cogliere». Se già da alcuni anni le colline stanno conoscendo un incremento di visitatori, l’eco internazionale garantirebbe un ulterio-
MA TAMARO E’ FUORI DAL CORO: «NON SONO CONVINTO CHE SIA LA DIREZIONE MIGLIORE PER LA DIFESA DEL PAESAGGIO»
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re volano. «E quando un territorio aumenta sensibilmente i flussi turistici, poi ne beneficiano anche i territori circostanti. Anche perché la gran parte delle strutture ricettive di gran parte della Marca si trova a mezz’ora o poco più».
NON SI COSTRUISCE Anche per questo, ribadisce il rappresentante delle imprese del settore, non si prevede la necessità di ampliare i posti letto con nuove costruzioni: «L’offerta è già ampia variegata, proprio nel Coneglianese e nel Valdobbiadenese diversi alberghi sono stati ammodernati di recente». «È una bellissima notizia – commenta anche Dania Sartorato, leader provinciale della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi - entrare in un elenco co-
me questo significherebbe entrare nell’immaginario di tante persone, in tutto il mondo che oggi, magari faticano a individuare dal punto di vista geografico quest’area. Come categoria siamo pronti, chiediamo di poterci sedere ai tavoli tecnici di gestione». Tutti contenti? Marco Tamaro, direttore della Fondazione Benetton, non nasconde qualche perplessità sulla “filosofia” di operazioni simili: «Stiamo tornando indietro all’inizio del Novecento, accanendoci su singole enclave di bellezza e dimenticando di tutto il resto attorno. La tutela paesaggistica deve comprendere tutto, ovviamente con gradi diversi. Non sono convinto sia la direzione migliore, rischia di diventare solo un ulteriore brand». M.Z.
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Domenica 9 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Sindaci entusiasti: «E’ solo il primo passo tra un mese sarà festa» Soldan, Collet e Perencin attendono l’esito con fiducia: «Un’occasione unica per ambiente, salute ed economia» `
LE REAZIONI
SCORCI DI STORIA E CULTURA La chiesa di San Lorenzo è si incastona nelle colline del Prosecco ed è uno dei luoghi preferiti dai turisti per avvicinarsi alla terra dove monumenti di grande valore architettonico convivono con i vigneti e la coltivazione delle bollicine
grande: , l’Autonomia del Veneto. E siccome sono un inguaribile ottimista, finché c’è Zaia c’è speranza». Alfia De Sorbo gestisce “La casetta” un B&B un po’ particolare: «Sono stata una pioniera di questo tipo di accoglienza. Ai miei ospiti offro tutta la casa, non solo una stanza. Una volta che la candidatura verrà accettata bisognerà migliorare l’offerta. Molti qui non parlano le lingue straniere. Dobbiamo prepararci ad essere competitivi e ad accogliere ospiti che verranno da tutto il mondo. Lavoro principalmente con Booking e con ospiti stranieri. Da quando ho rifatto il sito della Casetta arrivano molte prenotazioni dirette». Pio Dal Cin
IN POCHI ANNI UNA RIVOLUZIONE: «PER ESSERE ALL’ALTEZZA DEI TEMPI DOBBIAMO IMPARARE A PARLARE LE LINGUE»
La scommessa
«Far amare questa terra a tutto tondo» Oltre alla promozione di Regione e Consorzio è il passa parola a fare da volano alle colline del Prosecco. «I miei ospiti (austriaci, tedeschi, inglesi, ma anche dai Paesi dell’Est Slovacchia, Russia, Rep. Ceca) ritornano o mandando amici», dicono gli operatori della terra delle bollicine. E i numeri testimoniano il boom. Negli ultimi anni la permanenza media del turista nel territorio è diminuita: da un 2 a 1.5 giorni di permanenza media nel territorio. Il motivo La tendenza generalizzata del movimento turistico mondiale di più vacanze, ma più brevi. Qui si può rapportare alla mancanza di una vera un’organizzazione dei servizi prettamente turistici. Il turismo mordi e fuggi del vino la fa ancora da
padrone, ma il vero obiettivo è di far appassionare alla cultura, alle tradizioni, alla natura e al cibo di questo territorio. Il tutto accompagnato da un buon calice di Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg. «Il Prosecco è la stella, ma qui c’è tanto altro da scoprire e godere. Una notte davvero non basta».
PIEVE DI SOLIGO I sindaci del territorio candidato a patrimonio Unesco hanno accolto positivamente la raccomandazione di Icomos affinché le colline del prosecco entrino nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità come paesaggio culturale. «Ci auguriamo che fra un mese si possa festeggiare - dicono all’unisono -, consapevoli che, se la candidatura sarà accettata, avrà effetti positivi sull’economia locale». Ci saranno ricadute a 360 gradi sulla vita di un territorio che negli ultimi anni ha pesantemente sofferto la crisi economica, con tante industrie che hanno dovuto chiudere. «Quello di Icomos è un segnale positivo - attacca Stefano Soldan, sindaco di Pieve di Soligo - perché la scorsa volta era stato il parere di Icomos a frenare gli entusiasmi. La raccomandazione di Icomos che le nostre colline siano tra i siti Unesco, non può che essere salutato con entusiasmo. E ci auguriamo che fra un mese si possa festeggiare: sarebbe un risultato enorme per questo territorio e per mantenere alta la sensibilità sulla tutela del paesaggio, oltre a un’occasione per generare lavoro ed occupazione».
E proprio da Farra arrivano gli scatti che immortalano le colline del prosecco che in questi anni hanno fatto il giro del mondo: San Vigilio, San Lorenzo oltre alle Torri di Credazzo sono tra i luoghi preferiti dai fotografi per raccontare questo territorio. «Sono diventati luoghi simbolo quando si parla di prosecco, di docg e di Unesco», dice con orgoglio Perencin che prima come cittadino, ora come amministratore, ha sempre sperato in questo riconoscimento. Le ricadute saranno positive: più turisti e più indotto economico.
ORA L’ACCOGLIENZA A Pieve di Soligo già si studia per dare la migliore accoglienza a chi arriverà. Entro l’autunno sarà inaugurato il Polo del
LE BELLEZZE NATURALI E QUELLE STORICHE POSSONO AIUTARE MA IL TERRITORIO PREPARA INIZIATIVE E L’ALBERGO DIFFUSO
Gusto, mentre a Solighetto prosegue il progetto per realizzare un albergo diffuso sfruttando gli immobili chiusi. «Il Polo del Gusto – ricorda Soldan – è stato individuato con vari Comuni come punto di una rete per la promozione del territorio, mentre a Solighetto si lavora per dare nuova vita ai contenitori vuoti grazie alla collaborazione di studenti e università che da tempo sono concentrati sul progetto dell’albergo diffuso. Ma c’è anche un progetto di Assindustria, per l’area industriale di Pieve di Soligo e di Sernaglia della Battaglia, che rientra proprio in un paesaggio Unesco. Ci si è interrogati su quali siano i modelli migliori e l’alternativa alla costruzione di nuovi volumi». «Dobbiamo essere pronti ad accogliere al meglio il turista - gli fa eco Perencin -, ci troveremo con moltissima gente da tutto il mondo e dovrà anche un po’ cambiare la nostra mentalità in tema di accoglienza. Non possiamo infatti farci scappare questa possibilità che avrà ricadute e benefici anche economici, potendo coinvolgere una ampia fetta di popolazione». Claudia Borsoi
LINEA COMUNE «Essere sito Unesco segnerà il rilancio della nostra zona sia dal punto di vista turistico che della tutela del territorio e della salute di chi qui abita e vive precisa Mario Collet, sindaco di Follina -. Ci saranno 15 Comuni, oltre alla buffer zone, che condivideranno un regolamento comune per la salvaguardia di questo ambiente. E magari Follina, vista la sua posizione baricentrica e alcune bellezze architettoniche potrebbe non dico diventare la sede, ma avere un posto di rilievo». «Una bellissima notizia: ora aspettiamo l’ultimo passo. Sarei orgoglioso di diventare Patrimonio dell’Umanità - aggiunge il sindaco di Farra di Soligo Mattia Perencin -. I paesaggi di queste collina e la nostra storia sono meravigliosi: sarebbe un orgoglio poter vivere in un sito tra i più belli al mondo».
GIOIELLO Mostra di vini nelle torri di Credazzo, ristrutturate
I Comuni di confine brindano: «Vantaggi anche per noi» ` Colle Umberto
a Susegana: «Un traino per la nostra economia» LA PERIFERIA COLLE UMBERTO/SUSEGANA «Essere a un passo dall’ingresso delle nostre colline nei patrimoni dell’umanità è il frutto di un gioco di squadra tra sindaci di colore diverso: una cosa non da poco». Eletto da due settimane, il sindaco di Colle Umberto Sebastiano Coletti ha già un ottimo motivo per brindare: seppure da una posizione “decentrata”, anche il suo paese potrà giovarsi dell’ingresso delle colline del prosecco nel patrimonio dell’Une-
sco, con vantaggi per tutta la Pedemontana. «Ho accolto positivamente il parere favorevole dei tecnici - dice Coletti -. Siamo ai margini del progetto, ma il nostro territorio merita un riconoscimento di questo tipo ed è uno sprone per imprenditori agricoli e agricoltori a fare ancora meglio. E per tutti noi ad avere un occhio di riguardo per la tutela del paesaggio».
me non ci siamo depressi quando arrivò la prima mezza bocciatura, ora rimaniamo con i piedi per terra in attesa del verdetto di Baku tra un mese. Resta il fatto che le ricadute turistiche ci sono già, perciò bisognerà pensare a un’offerta adeguata per chi vorrà visitare i colli del prosecco e i loro dintorni». Coletti chiude lodando «La sinergia tra Comuni che ha portato a giocarsi l’ingresso nel patrimonio Unesco. Non si è guardato a un colore politico ma a raggiungere l’obiettivo di tutelare e valorizzare il territorio».
LE TAPPE Coletti, che nel mandato precedente fu vice del sindaco Edoardo Scarpis, ricorda che «5 anni fa l’amministrazione mise un punto cardine sul piano degli interventi, ovvero il consumo zero del suolo agricolo. Perché il nostro territorio è un unicum». Il giovane sindaco invita però a non cantare vittoria troppo presto: «Co-
MINIERA D’ORO
A CASCATA Il riconoscimento a patrimonio dell’Unesco sarà utile e vantaggioso anche per le altre colline della Pedemontana
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Anche tra i primi cittadini più esperti c’è gioia. Il traguardo appare alla portata, anche se vissuto dal “confine”: «Avere vicino un’area patrimonio dell’umanità
porterà vantaggi a tutti - dice Vincenza Scarpa, sindaco di Susegana -. Non lo dico solo io, è una realtà condivisa che questo territorio sia particolarmente pregiato e molto bello, perciò crediamo che meriti questa alta onorificenza». Le ricadute positive sarebbero molteplici... «È facile pensare che l’ingresso nei siti dell’Unesco comporti un incremento dei flussi turistici. Ci sarebbe anche una maggiore coscienza e volontà di preservare un territorio che si è già conservato molto bene come dimostra anche Susegana, in particolare nella sua parte settentrionale che ha scelto di seguire un percorso “enologico”, al punto da ricalcare esattamente i paesaggi dei quadri di Gianbattista Cima, piuttosto che un’industrializzazione spinta» osserva Scarpa. (l. a.)
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CONEGLIANO - QUARTIER DEL PIAVE
DOMENICA 9 GIUGNO 2019 LA TRIBUNA
Le colline del Prosecco patrimonio dell’umanità
Unesco, entro un anno i primi vincoli Nei Comuni i regolamenti saranno rivisti prima di luglio 2020: norme più rigide per costruzioni e sbancamenti Andrea De Polo CONEGLIANO. E adesso? Dan-
do per scontato che il 7 luglio le colline del Conegliano-Valdobbiadene diventeranno Patrimonio dell’umanità Unesco (mai successo che il parere positivo di Icomos venga ribaltato), la vita degli agricoltori e di chi abita nella “core zone” cambierà gradualmente. Ma cambierà. Primo passo: l’8 luglio nascerà ufficialmente l’associazione “Colline del Prosecco”, con soci fondatori il Consorzio di Tutela, la Regione, la Camera di Commercio, i Comuni, i produttori, che gestiranno il sito. «Entro un anno, inoltre, i Comuni dovranno recepire all’interno dei loro regolamenti edilizi le indicazioni della legge approvata in Regione la settimana scorsa» anticipa Innocente Nardi, presidente Docg Conegliano-Valdobbiadene, con nuovi vincoli e norme più severe per le nuove costruzioni.
GLI OBBLIGHI
Più di un produttore ha storto il naso sentendo parlare di Unesco, “annusando” l’arrivo di nuovi vincoli. Nardi premette: «Il nostro è un paesaggio culturale e non naturale (come ad esempio le Dolomiti), significa che l’intervento dell’uomo è previsto, non si tratta di rendere inviolabile il paesaggio. Soltanto che l’approccio sarà rivolto al bello e all’armonico». Eccoli, quindi, gli obblighi: «Spianamenti, alterazioni dei profili collinari, riporti realizzati con terreni di provenienza esterna alle aree interessate, conduzione a coltura di terreni in aree golenali, nei fondovalle prativi e nelle aree soggette a naturale sommersione, eliminazione del bosco di antica origine, eliminazione dei prati stabili e dei prati arborati» saranno pratiche fermamente vietate. E ancora, parlando di edilizia: «Non è ammessa la realizzazione di edifici incongrui rispetto alle tipologie ricorrenti, nella “core zone” e nelle zo-
ne agricole della “buffer zone”, per materiali, forme, colori e usi tradizionali». CAMBIA L’EDILIZIA
Quindi la partita delle nuove costruzioni: silos e vasi vinari dovranno essere collocati all’interno degli edifici, interrati o nascosti «al fine di ridurne dall’impatto visivo». Le norme sono tarate in base a “core zone”, “buffer zone” e
L’8 luglio nascerà un’altra associazione che gestirà il sito assieme ai produttori
la motivazione
È un paesaggio culturale
“committment zone”, con la core zone che corrisponde alla fascia collinare più interna.
Le colline del Conegliano-Valdobbiadene (a sinistra, la core zone a Farra di Soligo) sono state premiate come paesaggio “culturale”, e non “naturale”: significa che la presenza e l’intervento dell’uomo sono ammessi. Sopra, Innocente Nardi.
LO SCONTRO
La procedura in questi casi è chiara: si tratta di una legge regionale già approvata a Venezia poco più di una settimana fa, che i Comuni del Conegliano-Valdobbiadene dovranno recepire e inserire nei loro regolamenti entro dodici mesi, quindi entro giugno 2020. Da quel giorno in poi, chi infrangerà le norme andrà incontro a multe salatissime. Intanto, però, ricorda Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd, il progetto per un nuovo, enorme, vigneto di Prosecco nel Comune di Follina, in un’area a rischio esondazioni e gravata da vincolo paesaggistico, è sbagliato e pericoloso: «Meno male che la Soprintendenza ha messo una pezza, mentre Zaia e la Regione restano a guardare. Purtroppo Zaia continua a essere cieco di fronte agli effetti della monocoltura del Prosecco. Ci sono viticoltori che lamentano la contaminazione delle loro coltivazioni biologiche, sono stati rinvenuti residui dei neoicotinoidi nel miele d’ape e la cera è risultata contaminata da ben 12 diversi pesticidi». — (ha collaborato Francesco Dal Mas)
Il redattore delle 300 pagine di candidatura della Docg spiega le differenze tra il dossier bocciato nel 2018 e quello vincente di quest’anno CONEGLIANO. Cos’è cambiato in un anno? Dodici mesi fa Icomos (e poi Unesco) bocciava il Prosecco perché il paesaggio non era abbastanza “unico”. Stavolta l’iscrizione alla lista dei Patrimoni dell’umanità è cosa fatta. Merito di Mauro Agnoletti, nuovo coordinatore del dossier di candidatura. Due le novità fonda-
mentali introdotte: rompere l’identificazione del luogo con il prodotto Prosecco, restringere l’area di candidatura. «Il precedente dossier non raccontava le belle Colline di Valdobbiadene, dove dal Medioevo i terrazzamenti formati da ciglioni erbosi costituiscono la forma storica di cultura della vite: sono state quindi messe in secondo piano zone viticole senza grande qualità paesaggistica» ha commentato ieri Agnoletti, «inoltre sono stati eliminati focus non efficaci su tecniche viti-
«Non aumenterà la burocrazia ne beneficerà tutta la filiera»
TREVISO. I produttori non de-
vono avere paura perché i nuovi vincoli non saranno così stringenti, e i benefici di essere sito Unesco saranno superiori ai sacrifici. È questo il succo del Piovesana-pensie-
ro: la presidente degli industriali di Treviso e Padova ha ricevuto la notizia della promozione Icomos 24 ore dopo la sua elezione, ed è il primo obiettivo centrato del suo mandato visto l’impegno che anche Assindustria ha messo nella partita. «Un grande lavoro di squadra ha portato a un grande risultato» ha commentato ieri Piovesana, «è la dimostrazione che quando le cose si vogliono in tanti, e si
termine, ed è un modo per immaginare un impatto visivo diverso per il nostro territorio. È una cosa che in questi anni è sempre mancata nel nostro territorio, che ha sofferto una crescita disordinata all’epoca dei capannoni e delle grandi aree industriali». Da Piovesana il ringraziamento a Zaia, «perché ci ha sempre creduto». Governatore ringraziato anche da Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela Conegliano-Valdobbiadene Docg. Ieri Zaia, alla Scuola Enologica di Conegliano, ha chiarito che l’Unesco non riconoscerà come Patrimonio dell’umanità il Prosecco Docg ma il paesaggio caratteristico. Il paesaggio, precisa, cantato nei quadri
del Cima. Rispetto all’anno scorso, è stata ridisegnata tutta l’area della candidatura, restringendo la “core zone” centrale. «Questo lavoro - dice Zaia - ci stava proprio. Ed è stato un grande lavoro da parte dei nostri tecnici. Il risultato? Ottimo». Certo, il merito se lo prenderanno anche i vignaioli, soprattutto quelli dell’agricoltura eroica, che con tanta cura si prendono cura dell'ambiente. Zaia ribadisce che «il vigneto del futuro dovrà essere rispettoso dell’ambiente, certificato, senza chimica. Ed è proprio quello - ha detto il governatore rivolto agli studenti della Scuola enologica - che farete voi ragazzi del Cerletti». — A.D.P. - F.D.M.
«Area ristretta e “ciglioni” per convincere i commissari»
maria cristina piovesana
La presidente degli industriali rassicura i produttori vinicoli «I nuovi vincoli non saranno così stringenti, e i benefici saranno superiori ai sacrifici»
vinicole e sul vino inteso solo come prodotto che replicavano le argomentazioni di altre candidature Unesco, tipo Champagne o Borgogna, su cui i francesi sono maestri; abbiamo puntato sul vero valore aggiunto non riproducibile dalla concorrenza dell'’Italia, non solo del Prosecco, cioè il paesaggio». La corsa all’Unesco è partita dieci anni fa, dal 2009 a oggi non sono mai mancati gli attacchi degli ambientalisti che criticano l’eccessivo impatto della “monocoltura” Prosecco sul terri-
torio naturale. Su questo le posizioni sono destinate a restare ancora lontane: «Siamo sempre incuriositi - sottolinea Agnoletti - di come in questo Paese si punti più spesso a dividersi quando invece nelle stesse condizioni negli altri sono tutti uniti, al di là delle divisioni politiche, peraltro la nuova area candidata ha il 70% di boschi e solo il 20% di vigneti quanto di più sostenibile si possa sperare senza scordare il ruolo positivo dei ciglioni per ridurre il rischio idrogeologico». Agnoletti ieri ha concluso con un appello: «Sarebbe ora di chiedersi se oltre a felicitarsi del successo il nostro Paese intenda realmente puntare su questi elementi di competitività nelle sue politiche agricole, oltre a candidare siti agricoli nei programmi Unesco e Fao». —
il curatore del dossier, mauro agnoletti
lavora insieme, i risultati arrivano. Il riconoscimento premia la tradizione della terra e dell’agricoltura, un’eccellenza come il vino, la promozione dell’agroalimentare. Sarà positivo per tutta la filiera. Anche dal punto di vista turistico: le nostre colline non sono seconde a nessun’altra area d’Italia». I produttori temono tuttavia interferenze da parte di Unesco, cioè norme più rigi-
Maria Cristina Piovesana
de: «Non ci saranno maggiori vincoli, solo una maggiore attenzione - assicura Piovesana - abbiamo un indirizzo preciso per questo territorio e ogni cosa andrà fatta seguendo la direzione giusta. La visione è a medio-lungo
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Domenica 9 Giugno 2019
L’intervista di Martina Zambon
«Opere e Grandi navi, con il metodo Toninelli non andiamo lontano» Zaia: «I no alle infrastrutture uccidono l’economia»
Presidente, possiamo iniziare con una domanda secca? «Sentiamo» Il titolare del Mit, ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, è in rotta di collisione con il Veneto e ora si parla di rimpasto. Va rimosso? «Tocca darle una risposta articolata: lo dico con rammarico, nei 5S c’è sempre un’insinuazione di fondo “dove c’è una carriola c’è un ladro”. Davvero si ruba sempre sugli appalti? I ladri rubano anche l’elemosina in chiesa ma allora l’assioma è chi chiunque vada in chiesa rubi dalla cassetta dell’elemosina? Il problema da risolvere è uno solo: lo stile di Toninelli è poco governativo. Il ministro delle Infrastrutture non può porsi come controparte delle istituzioni che realizzano le opere perché così non andiamo da nessuna parte. I rimpasti non mi riguardano. Sarebbe un’ingerenza da parte mia. Ma è anche vero che, se non il ministro, la musica deve cambiare. Il Mit non è un ministero come un altro». Vale a dire? «Il Mit è nevralgico. Non solo per i servizi ai cittadini e i risvolti ambientali. Che la committenza pubblica, in alcuni cicli economici, sia fondamentale per il rilancio è un assioma. Prenda la Pedemontana» Un cantiere da 2,5 miliardi, il peso economico c’è lei dice «Certo che c’è. E non si può abbandonare un’opera di quel valore che impiega 1860 persone e più di 1000 mezzi. Dibattiamo spesso di crisi aziendali ma nessuno pensa che la prima industria che abbiamo è un’opera infrastrutturale. I 5S devono capire che quando si governa, certo, si PADOVA Verifica ossessiva delle fonti, professionisti dell’informazione e sintonizzazione con la «carne» della società. Tre ingredienti che hanno sempre caratterizzato il giornalismo e di cui c’è ancora più bisogno nell’epoca del web. «Non dobbiamo contrastare le rivoluzioni ma accettarle – ha detto il direttore del Corriere del Veneto Alessandro Russello al convegno “Dall’informazione alla deformazione” organizzato dal Lions Club ieri mattina al Caffè Pedrocchi –. Internet ha costituito un cambiamento epocale e ci ha posto di fronte a una grande sfida: tornare centrali nel mondo dell’informazione. Non serve a nulla demonizzare il web o gli smartphone, bisogna semmai imparare a usarli». Ieri mattina nella Sala Rossini c’erano anche Paolo Possamai, direttore del Mattino di Padova, Guglielmo Frezza, direttore del settimanale diocesano La Difesa del Popolo e il professor Renato Stella, presidente del corso di laurea di Comunicazione dell’Università patavina. A moderare l’incontro Gianluca Amadori, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto. «Per il mondo dell’informazione ci sono nuovi problemi
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Dopo l’incidente della Msc Opera, Toninelli ha applicato lo «schema Morandi» cercando un nemico ma qui non ci sono concessionari porta la propria sensibilità, ma le opere vanno fatte. Non si può dire solo “no”. Ecco, sulla Pedemontana, i 5S veneti hanno saputo modificare la loro posizione ed è apprezzabile. Toninelli invece sulla superstrada non ha detto una
parola». Il ministro ha annunciato che sarà in laguna la prossima settimana per valutare le soluzioni al problema delle grandi navi. Pare non preveda di incontrare né lei né il sindaco Brugnaro «Siamo in un paese libero, per carità. Detto questo, Toninelli viene a Venezia dopo l’incidente della Msc Opera. A botta calda ha annunciato di avere una soluzione pronta. Ora viene a vedere più soluzioni. Non capisco, c’è o non c’è una soluzione pronta? Che poi, se pensa che siamo un branco di lazzaroni innamorati di una soluzione al problema, si sbaglia. Né io né il sindaco lo siamo. Serve chiarezza: nel 2017 il Comitatone è stato concorde, Mit compreso, sull’individuare la via del Vittorio Emanuele. Ora, dopo un anno da ministro, e dopo l’incidente, Toninelli ci sta dicendo che vuole cambiare tut-
Si torna alle urne
Oggi ballottaggi in undici comuni del Veneto La sfida di Rovigo e i duelli all’ultimo voto VENEZIA Secondo (e ultimo round) per undici comuni veneti che non sono riusciti a eleggere il proprio sindaco al primo turno lo scorso 26 maggio. Sono tre nel Padovano: Cadoneghe in cui si consumerà l’assedio della Lega alla Stalingrado patavina, Campodoro (un caso curioso visto che il ballottagio nel piccolo comune si è reso necessario a causa di un ex aequo fra due dei tre candidati) e Monselice, forse il duello più atteso anche se segnato da un derby tutto interno al centrodestra. Scendendo verso Sud, la sfida più importante è quella dell’unico capoluogo di provincia chiamato alle urne (causa commissariamento dopo la caduta del leghista Massimo Bergamin). Si contendono lo scranno più alto di palazzo
Nodari il centrodestra con la funzionaria della Protezione Civile Monica Gambardella e il centrosinistra con Edoardo Gaffeo, docente universitario di Economia a Trento. Nel Trevigiano l’unico ballottaggio è quello di Mogliano Veneto che si annuncia però davvero combattutissimo alla luce dello spoglio al cardiopalma del primo turno. Due sfide molto accese, poi, sono quelle del Veneziano. Nel tris dei comuni al voto, solo a Scorzè il centrodestra ha stravinto al primo turno, oggi si combatte, invece, a Noale e Spinea. Tris di ballottaggi nel Veronese con Negrar di Valpolicella, Pescantina e San Bonifacio mentre nel Vicentino si vota solo a Valdagno. Urne aperte, oggi, dalle 7 alle 23. © RIPRODUZIONE RISERVATA (m.za.)
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● L’editoriale to. Se le crociere devono andar via da Venezia lo dica subito». Le polemiche su Venezia sono state la fatidica goccia per lei? «Umanamente ho tentato di costruire un corretto rapporto istituzionale con il ministro. Del resto ho lavorato bene con tutti i suoi predecessori, incluso Delrio. E all’epoca la Lega era all’opposizione. Qui, invece, c’è un ministro che mi dà dello scansafatiche e dice che non sono andato alle riunioni su Venezia…Non mi faccia parlare» Parliamone invece «Ne ha fatte sei di cui una sola sulle grandi navi ben descritta dal mio assessore Elisa De Berti. Definiamola, con un eufemismo, una riunione interlocutoria e poco significativa. Non è ammissibile che un ministro anziché intrattenere rapporti istituzionali corretti decida di screditare un governatore». Come si esce dal pasticcio sulle Grandi Navi? «Se Toninelli avesse detto: “C’è il progetto del Comitatone, cerchiamo di fare sintesi insieme alle istituzioni del territorio sulla Babele di idee in campo” avrebbe fatto un figurone. Invece ha deciso di attaccare me. Si riconosce lo stesso schema del dopo tragedia sul ponte Morandi: cercare subito un nemico. Ma qui non c’è un concessionario da incolpare» La Tav veneta è sostanzialmente al palo anche se non c’è nessun blocco formale. Come si spiega? «È tutto fermo ed è chiaro che lo sia per volontà del ministro e del partito che rappresenta. Non possiamo più andare avanti con una gestione politica e minoritaria delle opere pubbliche» Quindi è ora di cambiare ministro? «A me spiace vestire i panni di Catone il censore ma con lui le ho tentate tutte e gli dico che è anacronistico pensare di non averlo a fianco sulle opere pubbliche, è fuori dal mondo. Infine, non perdonerò mai la linea 5S per cui sulle grandi opere si ruba a prescindere. Mi sa di Vietcong a guerra finita».
Sbloccacantieri, decreto di dubbi SEGUE DALLA PRIMA
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erché la semplificazione funziona non solo se supera indenne lo scoglio della corruzione, ma se libera da vincoli opere già finanziate o non bloccate per mancanza, eufemisticamente, di consenso. Qui non ci siamo. E non solo dal lato consenso. Opere già finanziate come l’alta velocità Torino-Lione, o la gronda di Genova o il passante di Bologna non sono certo bloccate da intralci burocratici da semplificare. Oggi lo scoglio in più è che a differenza del 1997 non ci sono «tesori» da centinaia di milioni di euro - di cantieri Anas (strade) o Gescal (case popolari) che attendono, come allora, solo di esser sbloccati. L’attuale «sbloccacantieri» non mette a disposizione un solo euro statale e non osa nemmeno provare a coinvolgere il finanziamento privato (alla finanza di progetto occorrerebbe quella stabilità normativa che l’ennesimo stop and go su più parti del codice dei contratti contribuisce a mettere in crisi). Il decreto spera di mobilitare i pochi euro oggi a disposizione dei Comuni e delle Regioni o poco di più. Anche la nomina di commissari alle singole opere produrrà ben poco: i commissari non creano finanziamenti né creano il consenso. Possono, questo sì, fare da foglia di fico per l’ennesimo elenco di opere «prioritarie» a futura memoria, invece che da quell’esercizio di pianificazione tecnicamente fondata e democraticamente condivisa - prevista da leggi mai contraddette - alla quale i governi si sottraggono da anni. Paolo Costa
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Il convegno al Pedrocchi
L’informazione tra web e giornali «La professionalità unica garanzia» da affrontare, i giornali hanno perso il loro predominio e il fatto che ci sia chi creda che non serva più un professionista dell’informazione è preoccupante. Sul web s comunica senza una mediazione e credo
che il ruolo del giornalista sia diventato più importante» così ha aperto la discussione Amadori lanciando una provocazione: i giornali vogliono assumersi questa responsabilità? Oggi ci si informa sui social
ma possiamo fidarci? «È una questione di democrazia – ha ribattuto Russello –. I giornali producono contenuti che costano e di valore, solo un giornalista professionale può produrre informazione di qualità. Dovremmo chiederci, piuttosto, cosa dobbiamo fare, dove stiamo sbagliando? Intanto non dobbiamo stare seduti alle nostre scrivanie ma, come si suol dire, dobbiamo “consumare la suola delle scarpe”. Non dobbiamo mai dimenticare la verifica delle notizie al-
A Jesolo
Fiori d’arancio al Corriere Il caporedattore Ferraro sposa la collega Cupellaro
Gli sposi Il brindisi tra Fiammetta Cupellaro e Luciano Ferraro
JESOLO Di fronte a spiaggia, mare e un centinaio di amici si sono sposati ieri a Jesolo Luciano Ferraro, caporedattore centrale del Corriere della Sera, e Fiammetta Cupellaro, giornalista di Live, già alla Tribuna di Treviso e alla Nuova Venezia. A celebrare i 27 anni di vita insieme sono stati il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, e la musica dei Batisto Coco nella splendida cornice del Terrazza Mare. A Luciano e Fiammetta le congratulazioni affettuose di tutta la redazione.
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Russello Non dobbiamo star seduti bensì consumare le suole Stella Ora si va alla ricerca di un argomento specifico, è più difficile
trimenti perderemmo di autorevolezza e i lettori non si fiderebbero più di noi: il fatto che l’informazione prodotta dai giornali sia autorevole costituisce la differenza con internet. Dobbiamo prestare attenzione al linguaggio che usiamo, coltivare le fonti e concentrarci su inchieste e approfondimenti». Ma non è solo il giornalista a doversi mettere in discussione perché anche il lettore si è disabituato a cercare una corretta informazione. «Siamo di fronte a un nuovo tipo di lettura – spiega il professor Stella –. Ora si va alla ricerca dell’argomento che più interessa e si tratta di un tipo di fidelizzazione difficile da perseguire per un giornale che non può mettere in pagina solo l’argomento del giorno». Web e carta, si sa, sono due letture differenti. «Dovremmo investire nella bellezza della scrittura, dell’impaginazione, delle foto – suggerisce Frezza –. Magari il segreto è proprio l’approfondimento». «I giornali, con tutti i loro difetti, presentano una lettura del mondo – aggiunge Possamai –. Il lettore si è abituato ad avere notizie gratis ma il buon giornalismo non è gratis». Silvia Moranduzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere del Veneto Domenica 9 Giugno 2019
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Economia
CONFINDUSTRIA INTERVISTA A MICHELE BAULI
«Ripartaunastagionediriforme Presidenza,serviràunasceltacondivisa» VENEZIA Il governo in bilico e la richiesta di una svolta, a partire dalle grandi opere. E poi le partite della nuova presidenza di Confindustria e delle fusioni che Padova, Treviso e Venezia stanno percorrendo. A pochi giorni dall’assemblea di Assindustria Venetocentro, parla, alla vigilia di quella di Confindustria Verona, il presidente, Michele Bauli. Il tutto a partire dalle preoccupanti condizioni del contesto economico. «Dazi e Brexit, sono problemi gravi - sostiene il leader di Confindustria Verona -. Ma in Italia c’è un problema strutturale di crescita da risolvere riprendendo le riforme. Verona vive da sei anni una fase di crescita, grazie a un’economia diversificata con un export molto forte, che ci fa risentire meno delle crisi». La crisi che si teme è meno preoccupante di 10 anni fa perché le aziende sono più attrezzate o lo è di più perché può dare il colpo di grazia a realtà meno solide che cercavano una via d’uscita? «Credo che le aziende siano oggi più solide. Abbiamo investito molto negli ultimi anni grazie al 4.0. Certo, dovrebbe ripartire una stagione di riforme che ci tolga un po’ di freni». Governo: nell’attuale incer-
Governo,futuraleadershipnazionaledegliindustriali, progettodifusionePadova-TrevisoconVenezia: ilnumerounodiVeronaparlaallavigiliadell’assemblea
tezza meglio che tolga il disturbo per tornare a votare o evitare salti nel buio, continuando a tallonarlo? «Si sa quello che si perde, non quel che si trova. Credo che questo governo, o uno che dovesse arrivare, debba darsi obiettivi di lungo periodo: l’es-
sere un paese manifatturiero moderno e competitivo. Guardi Milano: ha avuto l’Expo come volano, ma i molti sindaci succedutisi sono ripartiti tutti da dov’era arrivato il predecessore. E si è fatta tanta strada». Il governo può recuperare una tale prospettiva?
● L’evento
L’ambizione del possibile Industriali in assise a Calzedonia
Presidente Michele Bauli, 50 anni, presidente dell’azienda di famiglia, guida Confindustria Verona dal gennaio 2017
Assistenza
Sereni Orizzonti raddoppia in Veneto: tre residenze aperte nel Veneziano
VENEZIA S’intitola «L’ambizione del possibile» l’assemblea di Confindustria Verona che si tiene dopodomani, alle 16.30, all’auditorium di Calzedonia, a Dossobuono di Villafranca (via Monte Baldo 20). Con Enrico Bertolino ne parlano il
presidente di Confindustria Verona, Michele Bauli, l’ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, il docente della Luiss, Guido Saraceno. Le conclusioni saranno affidate al presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Investimenti Sereni Orizzonti ha investito 27 milioni nelle nuove strutture VENEZIA Tre nuove residenze sanitarie per anziani, e un investimento complessivo di 27 milioni, per «Sereni Orizzonti», società friulana che opera in Italia attraverso 77 strutture per un totale di 5.500 posti letto. Sono tutte in provincia di Venezia, dice una nota della società: a Cinto Caomaggiore,Torre di Mosto e Marcon. Che raddoppiano la presenza in Veneto, dove già operano le strutture di Conselve e Bovolenta, nel Padovano, e di Follina, nel Trevigiano. Anche questi edifici, attrezzati con ambulatori medici e palestre riabilitative e circondati da ampi spazi verdi attrezzati, si distinguono per la domotica degli interni, l’ecosostenibilità e il risparmio energetico: producono autonomamente circa 250 mila kilowatt di energia, pari al 60% del loro fabbisogno. «Costruire edifici che non impattano sull’ambiente circostante e aiutano a non inquinare – ha detto il presidente, Massimo Blasoni - è motivo d’orgoglio, che si aggiunge al promuovere occupazione e un servizio socialmente utile». © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Lo vedo diviso tra due partiti che faticano a parlarsi, a decidere con responsabilità e visione di lungo periodo. Ma andrebbe capito che maggioranza può uscire dalle urne». Ricostruiamo le priorità veneta. Tav al primo posto? «Sì. Le infrastrutture sono gli investimenti di cui abbiamo bisogno. Ma penso anche alla formazione dei giovani, alla scommessa sugli Its. E poi a fisco e burocrazia». Per Verona e il Veneto sono rilevanti i temi Fiera, Agsm e fusioni, e aeroporto. «Fiera e aeroporto sono punti di forza. Sul secondo ci sono in ballo investimenti molto importanti. Va capita la via per finanziarli; ma la volontà mi pare ci sia». E per Agsm? «C’è un nuovo presidente: la scelta del sindaco Federico Sboarina mi pare ottima. Ha messo un manager di grandi competenze a guidare un’azienda fon-
damentale per la città. Sulle fusioni: personalmente sono favorevole a un’azienda più grande. Vanno fatte le analisi per capire se un’azienda più grande dia servizi migliori ai cittadini». E tra le priorità c’è anche l’autonomia? «Scelta fatta a grandissima voce dal Veneto: credo sia da perseguire. Il governo si era impegnato: vediamo se riusciamo a portarla avanti». In Confindustria, Padova e Treviso hanno rilanciato la fusione col progetto di allargarla a Venezia-Rovigo, anche come volano per l’area metropolitana veneta. «Io non ne farei una questione politica. L’obiettivo delle Confindustrie territoriali è di fornire servizi alle imprese. Treviso e Padova ritengono di arrivarci meglio fondendosi; noi pensiamo di fornirne oggi di ottimi. Una fusione non è sul tavolo». Non è solo questione di servizi. Una territoriale di quattro province su sette finisce per diventare la voce del Veneto. Non rischiate di finire ai margini? «Riteniamo di fornire buoni servizi alle aziende e di portar avanti le nostre visioni anche senza una fusione, che è cosa complessa. E poi a me piace l’idea di mantenere una certa identità territoriale». Treviso e Padova dicono: le fusioni sono in linea con la riforma Pesenti di Confindustria, votata da tutti, che pone la scala regionale come obiettivo. Voi come pensate di entrare in gioco? «La Pesenti ha detto che sarebbe positivo ridurre la polverizzazione, non che dovremmo fonderci tutti. Guardi, io non credo che gli imprenditori di Verona non dormano la notte per questo: penso ci sia qualcosa di più importante a cui pensare. Padova e Treviso, e vediamo ora Venezia, hanno scelto questa strada; noi non la vediamo oggi come una priorità». È partito l’anno dell’elezione del nuovo presidente di Confindustria. I presidente di Vicenza e Padova-Treviso, Luciano Vescovi e Massimo Finco, dicono di volerlo del nord manifatturiero. Vescovi aggiunge di non volere la conta. Voi? «Anch’io auspico, in continuità con quanto fatto da Vincenzo Boccia, che mi pare abbia lavorato bene, che Confindustria trovi un nome all’altezza del suo ruolo in Italia». Quindi con una soluzione condivisa. «Certo. Le richieste degli imprenditori sono note: meno burocrazia, Paese più snello, fisco e formazione. Uniti dobbiamo individuare un presidente di tutti che le porti avanti con forza e responsabilità». Si va verso una soluzione a scatola chiusa del leader di Assolombarda Carlo Bonomi? E quella di Matteo Zoppas, che ogni tanto esce, può prender piede? «Troppo presto. Per esperienza i giochi si fanno negli ultimi mesi». Federico Nicoletti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LaVerità
DOMENICA 9 GIUGNO 2019
Z GLI IRREGOLARI L’INTERVISTA LUIGI BRUGNARO
«Via le grandi navi, ma solo da San Marco»
Il sindaco di Venezia striglia Toninelli: «Il ministro ha sul tavolo il nostro progetto però non fa nulla. A parole il M5s leverebbe le imbarcazioni anche da Porto Marghera. Sarebbe una soluzione estremista, coerente con l’illusione che la decrescita sia felice» di MAURIZIO CAVERZAN n Un imprenditore prestato alla politica. Anzi, all’amministrazione della città più complicata del pianeta. Una sfida impossibile, una parete verticale a mani nude. A Luigi Brugnaro, proprietario dell’Umana holding, azienda che ha affidato a un blind trust amministrato da uno studio legale dello Stato di New York, le imprese difficili provocano un sano prurito alle mani. Figlio di una maestra elementare e di un operaio e leader sindacale di Porto Marghera, ex presidente della Confindustria veneziana, 57 anni e cinque figli, regolarmente sul podio delle classifiche dei sindaci più apprezzati d’Italia, Brugnaro riempie con le sue visioni e il suo eloquio torrenziale il grande ufficio di Ca’ Farsetti affacciato sul Canal Grande. Tra poco festeggerà 4 anni da sindaco... «Festeggerò?». Ancora uno e poi basta? «Lo diranno i cittadini». Quindi si ricandiderà? «Sì. Il lavoro va finito per rispetto di chi si attende il rilancio della città». Il suo bilancio è positivo? «Anche questo devono dirlo i cittadini. Io mi sono messo a disposizione per risolvere i problemi pendenti: la falla dei conti e la ristrutturazione della macchina comunale». La falla dei conti. «Un buco di 800 milioni di euro. Appena nominato, luglio 2015, dicevano che non avrei mangiato il panettone. Invece, al 31 dicembre 2018 il debito era di 740 milioni, 60 in meno». La riforma della macchina comunale? «Siamo scesi da 3.177 a 3.002 dipendenti, pur facendo nuove assunzioni». Da imprenditore di successo si è mai chiesto chi gliel’ha fatto fare? «No, sapevo a cosa andavo incontro. Prima di candidarmi avevo partecipato a un’assemblea in cui il commissario straordinario, Vittorio Zappalorto, aveva illustrato pubblicamente la situazione. Ci ho pensato, ho chiesto scusa in anticipo a moglie, figli e amici e mi sono messo in gioco». È vero che il Comune le paga solo il caffè? «Vero. Vengo in ufficio con la mia auto e la mia barca. Il mio emolumento finanzia un bando pubblico per la realizzazione di progetti di natura etico sociale verificati da un’apposita commissione». Qual è la dote indispensabile al sindaco di Venezia? «L’equilibrio, che non sarebbe proprio il mio forte perché sono una persona passionale. Chi viene eletto deve governare anche per chi non l’ha votato. Le mie stelle polari sono il lavoro e l’attenzione alle giovani generazioni». Perché si è buttato nel basket? Ha trascorsi da sportivo? «Se si eccettuano le partite
INNAMORATO Luigi Brugnaro, 57 anni, sindaco di Venezia dal 2015, spiega il significato della storica bandiera della sua città a calcio da bambino con furto dell’uva del contadino alla fine, no. Quando sponsorizzavo una piccola squadra di pallavolo, il sindaco Paolo Costa mi ha proposto di patrocinare quella cittadina di basket. Ho accettato, creando la Reyer Venezia Mestre sia maschile che femminile, e nel 2017 abbiamo vinto lo scudetto. Oggi abbiamo 5.000 atleti e 25 società affiliate in tutta Italia. Punto sui giovani perché qualcuno potrà diventare campione, ma
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Bisogna decidere adesso come useremo il Mose. Siamo stati a un passo dalla distruzione
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tutti, grazie allo sport, diventeranno bravi cittadini». Quanti sono i progetti per la soluzione del problema delle grandi navi a Venezia? «Sento numeri fantasiosi, ma la competenza è del ministero dei Trasporti. Il progetto che abbiamo presentato noi prevede che le navi non attraversino più il Bacino di San Marco e il Canale della Giudecca, ma passino dal Canale Vittorio Emanuele». Perché non si decide? «Lo chieda al ministro Danilo Toninelli. Con il suo predecessore, Graziano Delrio, il Comitatone (Comune, città
metropolitana, Regione, e autorità portuali) aveva deliberato: bisognava fare i carotaggi per scavare il canale, ma tutto si è fermato. Di 200 navi all’anno già così ne potrebbero passare 60. A Porto Marghera c’è una banchina lunga 2 chilometri: come partono, le navi possono anche arrivare». Oltre a Toninelli sovrintendono il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e quello ai Beni culturali, Alberto Bonisoli, tutti grillini. Sono figli di un’ideologia che causa immobilismo? «È una cultura che lascia spazio a una deriva estremista, per la quale bisognerebbe togliere le navi anche da Marghera. Qui non è in discussione la difesa dell’ambiente e della città di Venezia. Quando sento dire che qualsiasi decisione sarà sottoposta alla volontà popolare mi spavento. Votando, gli elettori hanno già espresso le loro preferenze. L’assemblearismo è pericoloso: se invece che sulle navi dovessimo decidere sulla Tav, sull’Oleodotto in Puglia, sulle alleanze internazionali, sulle rappresentanze sindacali e su quello che vuole, faremmo altrettanti referendum?». I suoi principali avversari sono gli ambientalisti fondamentalisti? «La decrescita è frutto di uno stato di benessere, non della cultura del lavoro. Io credo che dobbiamo ascoltare di più chi lavora dalla mattina alla sera. È giusto essere pignoli e discutere, poi però bisogna arrivare a una sintesi. Già negli anni Cinquanta si diceva che Venezia stava morendo. Ora per il fotografo Gianni Berengo Gardin è un grande Luna park».
È vero che ha impedito la sua rassegna sui «Mostri in laguna»? « L’avevano organizzata i suoi amici che governavano prima di me. Io sono stato eletto per rendere compatibili le navi. Venezia è da sempre un trampolino per farsi pubblicità, ma le problematiche sono più complesse... Quest’anno, con l’acqua alta a 156 centimetri, piazza San Marco era a un passo dalla distruzione e lì c’ero io, non quelli che parlano. Il Mose non è ancora finito». Quando lo sarà? «La domanda giusta è come verrà gestito. A Venezia il porto è dentro la città d’arte, non fuori dal contesto urbano come a Trieste o altrove. Quando il Mose sarà pronto dobbiamo sapere come usarlo, ma bisogna decidere adesso». Ci sono stime di 30 milioni di turisti all’anno, altre parlano di 73,8 al giorno per ogni cittadino residente: come vengono calcolate? «Un tanto al chilo, gli stessi turisti vengono conteggiati più volte. Noi pensiamo che siano di meno. Il nostro obiettivo è arrivare alla prenotazione della visita per garantire servizi e sicurezza adeguati e all’estero quest’idea è molto apprezzata. Il turismo mordi e fuggi comporta costi elevati per una fruizione superficiale. L’impatto degli affitti brevi su una città dagli equilibri fragili può essere pesante». Lo scrittore Tiziano Scarpa dice che Venezia è «un temporary shop per temporary citizens». «Venezia è un fiore che attira le api. Una città speciale ha bisogno di norme e poteri speciali, spero che prima o poi ce li concedano».
Proprio la particolarità di Venezia autorizza alcuni suoi visitatori a comportamenti trasgressivi: il decoro è più difficile che altrove? «Fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce. A chi ha fatto pipì in un luogo consacrato abbiamo dato 3.000 euro di multa. C’è anche molta gente che si comporta bene. Venezia anticipa i fenomeni e la comunità internazionale ci osserva. Di un incidente su un canale si
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Banksy fermato? Vuol dire che la città è governata. E sono stato io a salvare uno dei suoi graffitti
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parla in tutto il mondo. Ma stabilendo regole condivise e punendo le trasgressioni si può gestire tutto». Mi faccia qualche esempio di problema risolto. «C’era l’immondizia nelle calli e i gabbiani che mangiavano dai sacchetti. Con gli operatori che la ritirano porta a porta ora la città è sempre pulita. C’erano lunghe code alle fermate dei vaporetti: separando il flusso dei residenti che lavorano da quello dei turisti le abbiamo molto ridotte». Che fine ha fatto il ticket all’ingresso?
«Si chiama contributo all’accesso. Non è ancora in funzione, la legge dice che devono essere le varie aziende di trasporto a riscuoterlo. Chi viene in giornata paga questo contributo per partecipare ai costi per informare sugli usi e costumi della città». Come le è venuta l’idea dei vaporetti elettrici? «Nella nautica siamo ancora al motore euro zero, noi vogliamo introdurre quello ibrido. Lo presenteremo al Salone nautico dal 18 al 23 giugno. Se la sperimentazione funziona la applicheremo prima alle imbarcazioni pubbliche poi a quelle private». I residenti diminuiscono perché non sopportano i turisti o per altri motivi? «Dovunque i centri storici sono vecchi. Il nostro bilancio tra emigrati e immigrati è in parità, anzi, lievemente in attivo. Diventa passivo perché la gente muore e non si registrano nascite sufficienti, ma questo non è un problema del sindaco». Quali prospettive di riconversione e sviluppo per Marghera e Mestre? «La Serenissima è sempre stata uno Stato de mar e de tera. Guardi la bandiera: il leone di San Marco poggia due zampe sull’acqua e due sulla terra. Il centro storico è il Parioli, Marghera è la nostra grande sfida. L’industria chimica si è insediata qui perché l’acqua serviva a raffreddare gli impianti. Abbiamo pagato un prezzo altissimo in termini di vite e di disagio sociale. Oggi siamo avanti nel cammino di riconversione per rilanciare il porto con nuovi interventi sulla logistica, creando industrie di raffinerie green, promuovendo la filiera della trasformazione dei rifiuti». Perché il Veneto ha bisogno dell’autonomia? «È l’Italia che ha bisogno di dare autonomia ai territori. Il Veneto, che è la nostra Baviera, dovrebbe essere un modello esportabile e contaminante. L’autonomia serve per essere più veloci nelle decisioni, per il bene dell’Italia e dei giovani». Venezia è la città dell’arte e della bellezza, ma pochi giorni fa avete cacciato Banksy. «Il problema è che Banksy non si sa chi sia. Quel signore era senza permessi e quell’episodio è la riprova che la città è amministrata. Abbiamo le squadre che puliscono i graffiti sui muri. Quando ne ho visto uno in Rio Novo che raffigura un bambino che regge un fumogeno rosa, ho chiamato i vigili e li ho avvertiti di non cancellarlo perché mi piaceva. Solo dopo ho scoperto che era di Banksy. Così, anche se non è stato invitato alla Biennale, abbiamo un’opera sua». Qual è la vocazione di Venezia? «Essere una città del mondo, capitale di cultura e di dialogo. È un posto che 7 miliardi di persone al mondo, almeno una volta nella vita vogliono vedere. Una bella responsabilità, non crede?». © RIPRODUZIONE RISERVATA
CONEGLIANO - QUARTIER DEL PIAVE
DOMENICA 9 GIUGNO 2019 LA TRIBUNA
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La Fine DeLL’annO ScOLaSticO
Alcune immagini del corteo dei trattori ieri mattina all’istituto Cerletti di Conegliano. Zaia ha issato su un vecchio Landini la bandiera della Serenissima e poi guidato il serpentone colorato in centro Oltre un centinaio i mezzi agricoli che hanno partecipato al corteo, attraversando la città tra due ali di folla. Per gli studenti raffica di selfie col presidente della Regione
Al Cerletti tutti sui trattori Zaia con il vecchio Landini Tradizionale e fragoroso giro in centro per la giornata conclusiva delle lezioni Il presidente del Veneto issa il Leone di San Marco. La preside: «Chi lo vieta?»
Francesco Dal Mas CONEGLIANO. È qui la festa? Sì, alle cantine del Cerletti. Luca Zaia, presidente della Regione, a cavallo di un vecchio Landini "testa calda". La preside, Maria Grazia Morgan, accomodata su un altro Landini. Entrambi guidati da due giovani studenti. E dietro a loro 120 trattori, chi con il leone di San Marco (come quello di Zaia), chi con l'aquila friulana. Rarissimo il tricolore, nessuna bandiera europea. Brevissimi discorsi, poco prima dell'ultima ora di (non) le-
zione. E si parte. Il pacifico corteo invade, fino a mezzogiorno, il centro città. IL LUNGO CORTEO
Sorride il sindaco, Fabio Chies, anche lui su un bestione, e così pure il predecessore, Floriano Zambon. Il corteo è interminabile. Irrefrenabile la gioia studentesca. «Bravi ragazzi! Un altro anno è passato e un po’ di riposo è giusto. Ma - aveva raccomandato Zaia, prima di partire per il più classico dei riti alla Scuola enologica - non sognatevi di sgarrare qualche regola». Era la prima volta anche della dirigente
scolastica che, prima di salire sulla macchina agricola, aveva commentato: «Che c'è di male se ci portiamo appresso la bandiera di San Marco? Chi ce lo proibisce?». Gli applausi non mancano soprattutto per il 'cavaliere' di San Marco, Zaia. LA FESTA IN CENTRO
«Diventate bravi tecnici e aiutare le nostre produzioni vitivinicole a diventare sempre più sostenibili, ecologiche, certificate. Io spero di potervi aiutare facendo eleggere Patrimonio dell’Umanità Unesco le Colline del Prosecco. Il resto dovete
farlo voi. E non vergognatevi di esibire la bandiera della Serenissima a fianco di quella italiana ed europea, siate orgogliosi di una bandiera che ha 1.100 anni di storia e al centro reca la parola “pace”...». Un clima di festa che pervade tutta la città: viale Spellanzon, via Colombo, via Carducci, via Cavour e via Dalmasso. Chiudono un occhio, benevolmente, le forze dell'Ordine e del gruppo della Protezione civile, ovvero i Cavalieri dell'etere. Qualcuno sui social si è lamentato per il frastuono e il traffico bloccato, ma , come si sa “semel in an-
no licet insanire”, «SPIRITO DI COMUNITÀ»
«È indubbiamenrte un modo diverso per concludere l'anno scolastico, creando uno spirito di comunità» commenterà poi la preside Morgan. «Possiamo dire che è la Scuola enologica che abbraccia la città di Conegliano così Chies - e la Scuola enologica è un orgoglio nel mondo». Seppur in un clima così gogliardico, il presidente Luca Zaia, come da tradizione, ha provato modo di riflettere sui temi di più stretta attualità del Veneto. IL LEONE E L’AUTONOMIA
Dopo i chiarimenti tra Salvini e Di Maio, il presidente si dice certo di riuscire a portarsi a casa l'autonomia. «Il consenso popolare - ha aggiunto - è la ruspa ideale, non si riuscirà a fermare questo fiume in piena, afferma sull'onda degli applausi degli studenti. E, quanto all'economia, se il Prosecco riuscirà a tirare ancora di più, grazie al riconoscimento Unesco del paesaggio, Zaia si dichiara preoccupato
per la sorte di alcune industrie. LE AZIENDE IN CRISI
«Io tifo perchè Stefanel si riprenda e resti un marchio veneto. Spero che l'attuale proprietà riesca anche ad avere posizioni su questa partita». «Non esiste che si vada al macero - aggiunge con un marchio così importante che non è solo occupazione, economia ma anche identità. Poi - ha aggiunto siamo preoccupati per le altre posizioni che si aprono. Non c'è solo Stefanel c'è Mercatone Uno, per il quale ho scritto a Di Maio, ed altri contenziosi». Parla perfino di trasporto ferroviario ed aereo, il presidente a Conegliano. Assicura che entro il prossimo anno sarà elettrificata la ferrovia tra Conegliano, Belluno e Montebelluna. Quanto agli aerei, «stanno sparendo tutti i voli di Alitalia dal Veneto, dai dati che ho io ce ne solo solo tre al giorno». E infine le Grandi Navi a Venezia, per ribadire che l'alternativa a San Marco è il 'canale dei petroli' verso Marghera. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
La prO LOcO raccOGLie FOnDi per BeneFicenza
pieVe Di SOLiGO
Martedì a Tovena l’addio ad Ale Sartor continua l’indagine sulla maxi-rissa
Si è spento Dalla Betta pioniere dei mobilifici
CISON. Tovena e l’intera Valla-
Alessandro Sartor
ta si apprestano a dare l’ultimo saluto ad Alessandro Sartor, il caporeparto 45enne del Corazzin Group, morto la notte di giovedì 30 di infarto mentre stava cercando di sedare una rissa in piazza della Vittoria a Tovena. I funerali saranno celebrati martedì alle 15.30 nella parrocchiale di Tovena. Il rosario invece è previsto per stasera alle 20 sempre nella medesima chiesa. Saran-
no in tanti stasera e dopodomani a voler testimoniare la vicinanza alla famiglia Sartor, in particolare ai genitori, Teresa D’Agostin e Giorgio Sartor, straziati dal dolore per la perdita del loro unico figlio. Alessandro Sartor è stato ricordato con un minuto di silenzio anche venerdì sera nel primo consiglio comunale guidato dalla neo sindaca Cristina Da Soller. Tante le iniziative in programma per onorarne la
memoria. La Pro Loco di Tovena ha organizzato una raccolta fondi. «I soldi verranno dati in beneficenza», anticipa il presidente Lino Gazzarin «sarà la famiglia di Alessandro a decidere a chi devolverli». Intanto continua il pellegrinaggio a Soller nella casa dei genitori del giovane caporeparto.A rendere loro visita era stato nei giorni scorsi anche il vescovo Corrado Pizziolo. — Francesca Gallo
PIEVE DI SOLIGO. È mancato
giovedì a 86 anni Giovanni Dalla Betta, storico titolare della ditta Move. Imprenditore per certi versi visionario, Giovanni Dalla Betta fu uno dei papà dell'industria del mobile del Quartier del Piave con la MobilPiave, diventata poi nel corso degli anni Move e chiusa nel 2011. Lascia i figli Massimo, Alberto e Stefano. I funerali domani alle 10 nel Duomo. — R.M. Giovanni Dalla Betta
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ABANO - MONTEGROTTO - COLLI
DOMENICA 9 GIUGNO 2019 IL MATTINO
montegrotto terme
Alzare gli argini del Rialto, un progetto da 2,5 milioni MONTEGROTTO TERME. Obiettivo innalzare gli argini dei canali di Montegrotto fino alla fatidica soglia di 9 metri e 20 centimetri sopra al livello del mare. È con questa finalità che il Consorzio di Bonifica Bacchiglione ha deciso di sviluppare un progetto da 2 milioni e mezzo di euro per mitigare il rischio idraulico e idrogeologico nel territorio sampietrino. I soldi sono erogati dal dipartimento nazionale di protezione civile e sono depositati in Banca d’Italia. La Regione Veneto agisce come ente commissariale e gira in questo caso i soldi necessari per la realizzazione delle opere al Consorzio di Bonifica Bacchiglione. I lavori finanziati prevedono il ripristino e l’adeguamento delle arginature del nodo idraulico di Montegrotto.
Il canale Rialto a Montegrotto ingrossato dalle piogge
abano terme
La scuola materna Beata Liduina Meneguzzi di Giarre
Scuola di Giarre Dopo la messa si parla del futuro ABANO TERME. Appuntamento oggi a Giarre sul futuro della scuola Beata Liduina Meneguzzi che terminerà il servizio alla fine del prossimo anno scolastico. Dopo la messa delle 10, il Consiglio pastorale e il Consiglio parrocchiale per i beni economici di Giarre incontreranno la comunità per fare una volta per tutte chiarezza sulla situazione. E sulla questione interviene Laura Algeri, titolare e ideatrice del progetto “La tribù dei
piedini scalzi”, che porterà da settembre il micronido 0-3 anni e dall’anno seguente la scuola per l’infanzia 3-6 anni in via dei Tigli a Giarre,che la vedrà sostituire dall’anno scolastico 2020-2021 la materna Meneguzzi. IL PROGETTO
Spiega Laura Algeri: «Ho fatto poi domanda di rientrare nel Piano Di Zona come Centro per l’Infanzia 0-6 anni, poiché mi è stato richiesto e, per non
abano terme
Il municipio si rinforza con nove assunzioni ABANO TERME. Boom di assunzioni in municipio ad Abano. Sono ben 9 i nuovi arrivi in attuazione del piano dei fabbisogni approvato a fine 2018. I nuovi dipendenti, che vanno a rimpolpare il settore delle risorse umane del Comune, che al momento conta 120 persone, sono stati reclutati quasi tutti tramite recenti concorsi pubblici. Nuovi arrivi in tutti i settori quelli che consentiranno alla giunta Barbierato di portare avanti il proprio pro-
gramma. Iniziamo dal corpo di Polizia Locale che accoglie due nuovi agenti vincitori di concorso: Denis Mondardo e Raffaele Mantovan. I due dipendenti hanno già preso servizio. Il primo giugno è arrivato anche il nuovo dirigente del Settore Finanziario: Carlo Sartore, dirigente di grande esperienza, in convenzione con il comune di Cittadella, sarà ad Abano due giorni a settimana. Tra giugno e luglio altri 5
chiudere una eventuale porta alla fascia 3-6 anni, con la possibilità di ampliare, se necessario, il progetto grazie a locali adiacenti all’attuale struttura. Preciso che questo servizio è totalmente autofinanziato. Gli ambienti saranno predisposti in modo più che idoneo, grazie a cambiamenti, pavimentazioni, separazioni degli ambienti, arredi, rispettando le normative regionale e sanitaria. Parliamo di 180 mq interni, più un grande spazio al piano inferiore da utilizzare come spogliatoio, dispensa, magazzino. Lo spazio esterno di proprietà è di 100 metri quadrati sarebbe già sufficiente per riuscire a rispettare i criteri previsti dalla norma, ma ho richiesto al Comune e quasi sicuramente ho ottenuto, di poter delimitare e utilizzare anche gli altri spazi esterni pubblici, che circondano i locali». LE RETTE
«Per la fascia 0-3 anni sono in linea con quelle richieste dai servizi nido esistenti nelle vicinanze. Per la fascia 3-6 anni la retta sarà inizialmente uguale alla retta 0-3 poiché la richiesta per avere agevolazioni per le famiglie o per rientrare tra le scuole paritarie e quindi abbassare la quota, la potrò fare più avanti, quando usciranno i moduli per le richieste». –– F.FR.
neoassunti vanno a coprire altrettanti posti vacanti: Michela Piva, vincitrice di concorso, all’Ufficio Risorse Umane; Giulia Cervellin sarà assegnata all’ufficio Attività Produttive e Francesca Casatto all’Ufficio Cultura. Queste ultime seguivano la vincitrice in graduatoria. Ai Servizi Tecnici invece approdano i vincitori del concorso per Istruttore Tecnico: Davide Rossetto e Valentina Andreazzo. Per concludere il primo luglio prenderà servizio al Ced comunale Davide Cisco, Istruttore direttivo informatico. «Ulteriori arrivi sono attesi nei prossimi mesi a seguito del collocamento in pensione di altri dipendenti comunali», spiega il sindaco Barbierato.––– F.FR.
«L’intervento principale riguarderà il canale Rialto, sul lato sinistro, nel tratto del Catajo», ha spiegato ieri il presidente del Consorzio Paolo Ferraresso alla presentazione dei lavori avvenuta in Sala Morri, nel municipio di Montegrotto. «È un argine che continua a preoccupare e che in alcuni tratti presenta delle sorte di fori. Il nostro obiettivo sarà di ripristinare e rialzare le arginature e le sponde ad una soglia di 9 metri e 20 centimetri sopra al livello del mare”. Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, Commissario delegato per fronteggiare l’emergenza, ha nominato il direttore del Consorzio di Bonifica Bacchiglione, Francesco Veronese, soggetto attuatore, attribuendo le funzioni relati-
ve alla progettazione, approvazione del progetto, appalto, sottoscrizione del contratto e esecuzione degli interventi. «Andremo a completare gli interventi avviati dopo gli eventi del 2014» ha spiegato Veronese. «Memori di quanto accade dopo la Botte del Pigozzo, a Battaglia, dove gli argini sono alti 9 metri e 20 centimetri e dove l’acqua non esce, abbiamo deciso di apportare le stesse misure anche a Montegrotto. Andremo quindi ad intervenire dietro alle mura del Catajo e alzeremo la sponda di 1 metro e 20 centimetri. Lo stesso obiettivo l’abbiamo fissato per gli altri canali della città, in particolare il Menona in via Sabotino e il Paiuzza». Fissati anche i tempi di intervento. «Tra la progetta-
montegrotto terme
Un’azione di disinfestazione di zanzare nelle aree verdi
Lotta alle zanzare Disinfestazione allargata ai privati MONTEGROTTO TERME. Dopo le piogge del mese di maggio, parte a Montegrotto l’azione di contrasto alla proliferazione delle zanzare, anche nell’ottica del contenimento della diffusione del virus West Nile. La novità di quest’anno è la possibilità di collaborazione tra pubblico e privato: nelle aree pubbliche del comune sampietrino sono state programmati cinque tornate di disinfestazione larvicida nelle caditoie: martedì 11 giu-
gno e poi il 16 luglio, il 20 agosto, il 17 settembre e il 15 ottobre. E poi turni di disinfestazione adulticida il 2 luglio, il 23 luglio, il 13 agosto, il 3 settembre e il 24 settembre. Nella convenzione che il comune ha stretto con la Gico System, vincitrice dell’appalto, è previsto che i privati che decideranno di richiedere per i loro giardini la disinfestazione sia larvicida sia adulticida in concomitanza con le disinfestazioni previste per le
montegrotto terme
Scivolano sugli spalti contuse due anziane MONTEGROTTO TERME. Momen-
ti di apprensione ieri sera al Palaberta di via Lachina, a Montegrotto, per la caduta dagli spalti di due signore anziane. Le donne, probabilmente parenti di qualche atleta, stavano assistendo al saggio di fine stagione agonistica della squadra di ginnastica 5 Cerchi. Mentre stavano guadagnando la loro posizione sulle gradinate del palazzetto dello sport sampietrino, sono inciampate e sono ruzzola-
Gli spalti affollati ieri sera
(PIRAN)
zione e la gara d’appalto ci siamo prefissati come scadenza il 30 settembre di quest’anno», ha annunciato il presidente del Consorzio Ferraresso. Il Comune di Montegrotto coordinerà i lavori e darà un supporto al Consorzio. «L’idea è partita due mesi fa», afferma l’assessore all’Urbanistica Luca Fanton. «Sono opere fondamentali che rientrano nella programmazione che deve avere il nostro comune». «Quando si tessono rapporti con il Consorzio Bonifica e quando si fa lo stesso con i comuni contermini i risultati si vedono e sono immediati», ha aggiunto il sindaco Riccardo Mortandello. Alla presentazione di ieri anche una delegazione del Comitato Alluvionati. –– Federico Franchin
aree pubbliche comunali potranno usufruire degli stessi prezzi strappati dal Comune con l’appalto. «Per una copertura efficace del territorio», spiega il sindaco Riccardo Mortandello, «è importante associare gli interventi antilarvali nelle caditoie stradali e nelle aree verdi di competenza comunale con una serie di buone pratiche da parte di tutti i cittadini e la disinfestazione delle aree private». I cittadini che vorranno richiedere il servizio a prezzo calmierato devono rivolgersi direttamente alla ditta al numero telefonico 041 5700452 o via mail “venezia@gicosystems.com”. I prezzi praticati per gli interventi in concomitanza con il calendario comunale sono: 45 centesimi a singola caditoia per la disinfestazione antilarvale con un prodotto e 25 centesimi con un altro; 66 euro all’ora per la disinfestazione adulticida, e 46 all’ora per la disinfestazione nei confronti di mosche, blatte, vespe, calabroni, zecche e formiche. Sul piano informativo il Comune ha in programma nuovi incontri informativi con la cittadinanza, dopo quello di mercoledì ospitato in municipio quando un tecnico ha risposto a tutte le domande dei cittadini. –– F.FR.
te giù. Erano le 20.45 e al Palaberta è subito scattato l’allarme. Mentre un medico presente in sala prestava i primi soccorsi, il 118 ha spedito sul posto due ambulanze provenienti dalla vicina Casa di cura di Abano. Le due donne sono state trasportate al Pronto soccorso del Policlinico di Abano, visitate e trattenute in osservazione. Le loro condizioni non sono comunque apparse preoccupanti. Secondo le prime informazione dovrebbero essersela cavata con delle contusioni e tanto spavento. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri di Montegrotto per i rilievi. Passata l’apprensione del momento, il saggio è proseguito regolarmente. F. FR.
II
Primo Piano
Domenica 9 Giugno 2019 www.gazzettino.it
La giornata dei No Navi
LA MANIFESTAZIONE In alto, il corteo dei No Navi giunto fino al Molo, dove era schierata la polizia. Un gruppetto è riuscito a entrare in piazza San Marco malgrado il divieto del prefetto. A destra altre immagini del corteo che è partito dalle Zattere ed è arrivato fino in Riva degli Schiavoni Sebastiano Casellati /Fotoattualità
IL CORTEO VENEZIA La testa del corteo annunciava già in qualche modo ciò che poi sarebbe successo. Un cartello con l’indicazione “Per San Marco “- del tipo di quelli usati per indirizzare i turisti - è stato il primo a muoversi sul ponte Lungo, alle Zattere. Segnava la rotta. Quella che gli ottomila manifestanti volevano seguire, quella che hanno ottenuto alle 19.43 entrando in Piazza San Marco e violando le prescrizioni del prefetto Vittorio Zappalorto che, nel pomeriggio, a corteo in corso, aveva allargato le maglie dei divieti con l’obiettivo di dare la maggior visibilità possibile ad una manifestazione in difesa di Venezia. Lo stesso cartello, gioco del destino, è stato poi al centro di un leggero scontro tra due militari dell’esercito, una funzionaria della questura e un gruppetto di manifestanti. Conteso, lui, come la Piazza. Quella che un manipolo di rappresentanti dei centri sociali di Venezia ha conquistato sul calar della manifestazione al grido di «La laguna paura non ne ha». Fotografati da giornali, televisioni e da altre persone del corteo, sono stati immortalati pure dagli uomini della Digos: verranno denunciati e per loro la Piazza diventerà un miraggio.
LA CRONACA La giornata, tra tensioni e colpi di scena, è iniziata attorno alle 15.30 quando alle Zattere è iniziato il sit-in dei manifestanti. Tra canti, birre e slogan, il corteo ha aspettato il via del suo regista, Tommaso Cacciari, per avanzare. Non prima che lo stesso leader dei No Navi si raccomandasse - a muso duro - con le teste più calde per evitare inconvenienti. Quelli che avrebbero trasformato una giornata in difesa di Venezia nell’ennesima pagina di cronaca nera dei grandi cortei. Così, puntuale, alle 17 il serpentone ha preso il via. Alle 17.30, sul ponte dell’Accademia, lo stop decisivo e l’annuncio: «Entriamo a San Marco - le parole di Tommaso Cacciari - È meri-
Dalle Zattere la sfida «Andiamo a S. Marco» Fin dall’inizio i leader della manifestazione puntavano a entrare in Piazza. Ma Prefetto e Comune avevano autorizzato solo Riva degli Schiavoni. Negozi e pubblici esercizi chiusi lungo il percorso `
to di tutti voi e di una manifestazione pacifica. La Piazza di Venezia ai veneziani». Il cambio di rotta deciso da Prefettura e Comune, che avevano concesso riva degli Schiavoni e non la Piazza, ha imposto anche una sterzata al corteo. In campo Santo Stefano (con i negozi e le attività tutte chiuse per precauzione, e con i tanti plateatici accatastati accanto alle vetrine di bar e ristoranti) la testa della manifestazione ha girato a destra, in direzione di campo San Maurizio. «Tutti a San Marco, andiamo tutti a San Marco», scandivano in tono da stadio i manifestanti. Non risparmiando, durante il passaggio in calle Larga XXII marzo, cori e offese allo stesso prefetto Zappalorto, al Governatore Luca Zaia, al sindaco Luigi Brugnaro («Fuori Brugnaro da Venezia») e, tout court, all’«odiata» Lega.
«Toglietevi i caschi, abbassatevi gli scudi. È un ordine. Fidatevi», gridava un dirigente della questura ai suoi uomini, una ventina, che si asserragliavano in calle II dell’Ascension per impedire l’accesso alla Piazza dal Museo Correr. E loro, i poliziotti, con gli occhi pieni di tensione, a scoprirsi la testa durante il passaggio del vertice del corteo che girava in calle Vallaresso e prendeva la strada per riva degli Schiavoni. Lì, ancora momenti difficili quando tra la colonna di San Marco e l’angolo di Palazzo Ducale, un gruppo di rappresentanti dei centri sociali ha tentato lo sfondamento, spingendo anche con le mani i poliziotti e i carabinieri che chiudevano ogni accesso. Senza impedire, però, che alcune bandiere sorvolassero le loro teste e venissero consegnate ai turisti che si univano spontaneamente alla manifestazione. Che in riva andava avanti con i suoi comizi. Fino alle 19.40, alla tensione sotto il portico di Palazzo Ducale. Agli ultimi spintoni e al cartello-bandiere “Per San Marco” che passa. Supera anche i militari e una funzionaria della questura e segna la rotta al centro, tra le Procuratie e la Basilica. Lì dove volevano andare. Lì dove non potevano. Lì dove, in gruppo, sono arrivati per la prima volta nella storia. Nonostante tutto. Nicola Munaro
ATTIMI DI TENSIONE
MOMENTI DI TENSIONE CON LE FORZE DELL’ORDINE TRA L’ASCENSION, CALLE VALLARESSO E PALAZZO DUCALE
IL BLITZ Il manipolo di manifestanti che è riuscito a entrare in piazza San Marco
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XVIII
Abano
PAOLO FERRARESSO «L’opera si articolerà in due fasi. Prima si procederà alla riparazione sul lato sinistro del Rialto nel comprensorio poi verranno rialzati tutti gli scoli»
Montegrotto
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padova@gazzettino.it
Due milioni e mezzo per gli argini Mega finanziamento della Protezione civile per mettere `L’incarico affidato al Consorzio di Bonifica Bacchiglione in sicurezza l’area dopo i danni provocati dal maltempo che entro settembre dovrà completare la progettazione `
I disagi sono finiti: ritorna l’autobus
MONTEGROTTO Un finanziamento pari a 2,5 milioni di euro per mettere in completa sicurezza gli argini di tutti i canali consortili di Montegrotto. La somma è stata erogata dal Dipartimento nazionale della protezione civile nell’ambito degli interventi decisi dal governo per riparare i gravissimi danni subìti dal Veneto nella disastrosa ondata di maltempo dello scorso autunno. Il nodo idraulico di Montegrotto è infatti da sempre uno dei più strategici dell’intera rete regionale. La città termale, di fatto, è al centro di un “catino” naturale. Il che ne fa uno dei punti “sensibili” del territorio, sempre a rischio di esondazione dei canali in difficoltà nello smaltire il flusso a valle delle acque.
TEOLO
LAVORI URGENTI Il Consorzio di bonifica Bacchiglione è stato incarico della progettazione delle opere come ente direttamente dipendente dal Governatore Luca Zaia, che opererà in qualità di commissario delegato. Strettissimi i tempi a disposizione: l’ordinanza della Protezione civile nazionale fissa al 30 settembre il termine per la firma del contratto di appalto, pena la perdita dell’intero contributo economico. La notizia è stata ufficializzata ieri nel corso di un incontro svoltosi nella sede municipale di Montegrotto, alla presenza del presidente del Consorzio di bonifica Paolo Ferraresso, del direttore Francesco Veronese, del sindaco Riccardo Mortandello e dell’assessore alla Programmazione territoriale Luca Fanton. «L’opera si articolerà in due fasi – ha spiegato Ferraresso -. Per prima cosa, si procederà alla riparazione degli argini sul lato sinistro del canale Rialto, nel comprensorio del Catajo, al confine fra Montegrotto e Battaglia. Quindi verranno rialzate le arginature di tutti gli scoli consortili fino raggiungere un livello uniforme, sull’intero territorio, pari a 9,20 metri sul livello
ESONDAZIONI Due milioni e mezzo di euro saranno spesi per salvare Montegrotto dagli straripamenti del canale Rialto
del mare. Questi lavori rappresentano anche il completamento degli interventi che sono stati realizzati a seguito dell’emergenza meteo del 2014».
LAMINAZIONE Il più importante dei quali è rappresentato dalla vasca di laminazione entrata in funzione lo scorso marzo. Si tratta di un dispositivo costituito da due elettropompe con una capacità di smaltimento pari a cinquecento litri al secondo che è in grado di convogliare i flussi idrici in eccesso nel canale Rialto. Seguito dallo scavo di un canale che collega il Rialto con lo scolo Canella e dalla costruzione di una speciale paratia pensata per entrare in funzione quando la capacità di recepimento del Canella sia prossima al limite. «I progetti di rinforzo
Galzignano
Festeggiati i 101 anni di nonna Livia Un anno e un secolo. L’anagrafe consegna a Livia Selmin, 101 anni appena compiuti la palma di cittadina più longeva di Galzignano. Il traguardo è stato festeggiato l’altro giorno dal sindaco, Riccardo Masin, che si è unito ai tre figli e ai nipoti dell’anziana per aiutarla a spegnere le candeline sulla torta (nella foto). Rimasta vedova alcuni anni fa, nonna Livia è stata per tantissimi anni autonoma nel seguire la casa e la famiglia che a poco a poco si allargata con nuovi nipoti e pronipoti. Numerosissimi alla nonnina
di Galzignano i messaggi di felicitazione arrivati da tantissimi residenti del paese. L.P.
delle arginature, che sono già in bozza, verranno completati al massimo entro una decina di giorni – ha assicurato il direttore del consorzio Bacchiglione Francesco Veronese -. Poi dovrà essere riunita la conferenza dei servizi per acquisire il parere di tutte le autorità preposte. Quindi si passerà alla procedura di appalto e all’aggiudicazione della gara». «Tutti ci impegneremo per la realizzazione di questo progetto – ha dichiarato il sindaco Mortandello -. E’ sempre più necessario fare sistema fra i vari enti quando si programmano lavori così importanti».«Il Comune di Montegrotto fornirà al consorzio di bonifica il supporto del suo ufficio tecnico» - ha puntualizzato l’assessore Luca Fanton. Eugenio Garzotto © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ricompare l’autobus dopo mesi di assenza legati all’apertura del cantiere per la realizzazione della condotta fognaria fra Monteortone e Tramonte. Viene cosi posta la parole fine ai disagi che hanno condizionato fino all’altro giorno gli spostamenti dei pendolari dai colli alle Terme, causati dal blocco costituito dagli scavi stradali. Il bus, provvisoriamente spostato nei pressi dello stadio delle Terme di Abano, è rientrato all’interno dei confini del comune di Teolo, dopo che la progressiva conclusione dei lotti dell’opera pubblica ha consentito di liberare la carreggiata. «Con l’occasione – ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Nevio Sanvido – abbiamo raccolto la raccomandazione di Aps, realizzando un percorso a senso unico in entrata e in uscita che consentirà manovre più sicure del bus nell’approdare al capolinea, mettendo cosi in sicurezza anche l’accesso al mezzo da parte dei passeggeri». Per ironia della sorte, la ricostituzione del collegamento fra Tramonte e Monteortone, è avvenuta proprio nel giorno di chiusura delle scuole, senza risparmiare cosi un solo giorno di disagio agli studenti pendolari. «Abbiamo ripristinato il servizio a tempo di record – ha osservato Sanvido – visto che ora il tratto è ampiamente percorribile anche se per qualche giorno ci sarà l’ausilio della segnaletica provvisoria». Lucio Piva
Pensionamenti, in municipio nove assunzioni in tre mesi ABANO Nove nuove assunzioni in Municipio. La pianta organica dell’ente locale si stava numericamente assottigliando a causa dei pensionamenti, oltre un certo limite sarebbe stata ridotta l’operatività della macchina comunale. I mesi di maggio, giugno e luglio vedono così un consistente rinnovamento nelle file dei dipendenti comunali. I nove nuovi arrivi sono un’attuazione del Piano dei fabbisogni approvato a fine 2018 dall’amministrazione comunale e sono stati reclutati quasi tutti tramite concorso pubblico. Dei nuovi ingressi nella pianta organica comunale beneficerà il Corpo di Polizia locale che accoglie
due nuovi agenti vincitori di concorso: Denis Mondardo e Raffaele Mantovan. I due dipendenti hanno già preso servizio. Il 1 giugno ha preso servizio il nuovo dirigente del settore finanziario; Carlo Sartore, dirigente di grande esperienza, è ad Abano in convenzione con il Comune di Cittadella e nella città termale sarà presente due giorni a settimana. Tra giugno e luglio altri cinque neoassunti andranno a coprire altrettanti posti vacanti nell’organico comunale. Michela Piva, vincitrice di concorso, entrerà in servizio all’ufficio risorse umane. Giulia Cervellin sarà assegnata all’ufficio attività produttive e Francesca Casatto all’ufficio cultura. Le due dottoresse seguivano in graduatoria la vincitrice del concorso pubblico espletato.
COMUNE Il sindaco Barbierato ha aperto le assunzioni
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Ai servizi tecnici approdano i vincitori del concorso per Istruttore Tecnico: Davide Rossetto e Valentina Andreazzo. Dal il 1 luglio prederà servizio al Centro Elaborazione Dati comunale Davide Cisco, istruttore direttivo informatico. Ulteriori nuovi assunzioni sono previste per i prossimi mesi in seguito al collocamento in pensione di altri dipendenti comunali. L’amministrazione comunale, nei primi mesi del mandato, si era già dovuta occupare di reintegrare con una certa urgenza il personale dell’ufficio tecnico che negli anni precedenti aveva visto diversi dipendenti scegliere di trasferirsi in altri enti locali. «Non è un piano straordinario di assunzioni - spiega il sindaco Federico Barbierato che ha tenuto per se
la delega sul personale - il ripristino della pianta organica è una priorità che abbiamo assunto appena ci siamo insediati. Nonostante i limiti di legge sul turn over e le nuove assunzioni nel pubblico, con il segretario comunale abbiamo capito che avevamo la possibilità di intervenire anche perché negli anni scorsi il problema non era stato affrontato. Credo che rispetto al passato la situazione del personale sia migliorata, la cartina di tornasole è il fatto che la massa di progettazioni che abbiamo avviato procede e tutti i dipendenti vanno ringraziati per l’impegno che ci mattono. Se non fosse così le cose subirebbero dei rallentamenti nel loro iter, invece questo non accade» Alessandro Mantovani
09-GIU-2019 Estratto da pag. 18 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
III
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I numeri e le prospettive
Gli arrivi non bastano: il turismo frena Lo studio della Regione conferma l’aumento dei visitatori `Un movimento “mordi e fuggi” che non muove gli incassi ma la flessione di chi invece poi si ferma per pernottare La classica settimana di vacanza si è ridotta a 3-4 giorni `
L’ANALISI BELLUNO Il turismo cucina a fuoco lento. Forse, troppo lento. E a leggere i numeri dello scorso anno, sembrerebbe mancare anche un po’ di sale o qualche altro ingrediente. Perché il sistema non decolla. Aumentano gli arrivi, condizione imprescindibile per poter parlare di movimento turistico. Ma calano le presenze, che in soldoni sono quelle che fanno la differenza dal punto di vista economico. E per una provincia che vuole coltivare la vocazione turistica, sembra essere un controsenso. Alla fin fine, sono i pernotti che muovono portafogli, registratori di cassa e numeri; non i semplici arrivi. Eppure, i dati dell’ufficio statistiche della Regione Veneto non ammettono dubbi: nel 2018 gli arrivi in provincia di Belluno sono stati 996.997, quasi 25mila in più rispetto all’anno precedente, mentre le presenze sono passate dai 3.806.803 del 2017 ai 3.703.328 (vale a dire meno 103mila, e -3,3%). Se si va indietro di un altro paio d’anni, ci si accorge subito che il dato 2018 non è affatto un’eccezione: il trend di decrescita c’è, nelle presenze (non c’è invece negli arrivi, che stanno conoscendo una marcia trionfale continua); tanto che l’anno scorso il totale è stato inferiore addirittura rispetto ai 3.707.145 del 2014, annus horribilis per il meteo; la conferma arriva dai 3.856.337 del 2015 e dai 3.973.849 del 2016.
IL DETTAGLIO Le notizie positive però non mancano. Il quadro non è tutto a tinte fosche. Basta zummare sui Comuni turistici per avere un dato diverso. Tra i territori a maggiore vocazione turistica solo Cortina e Falcade perdono presenze nel 2018 rispetto agli anni precedenti. Tutti gli altri invece guadagnano terreno. Un esempio? Auronzo di Cadore. La crescita è stata costante negli
ultimi anni. Poi è definitivamente sbocciata lo scorso anno, complici (molto probabilmente) due eventi di grande spessore, come gli Europei di canoa Under 23 e i Mondiali di mountain bike). Fatto sta che gli arrivi sono passati da 83.394 a 90.749, mentre le presenze si sono impennate dalle 299.263 del 2017 alle 318.031 del 2018 (+6,3%). Lo sguardo più lungo dice che le presenze del 2016 erano state 279.482, quelle del 2015 274.827: il trend è positivo. Interessante anche il caso dello Zoldano, dove nel 2018 si sono raggiunti 210.033 pernotti, contro i 193.866 dell’anno precedente (+8,3%); anche in questo caso il trend è positivo (181.863 le presenze del 2016, 172.464 quelle del 2015). Crescono negli ultimi anni anche Selva di Cadore (117.768 presenze nel 2018 contro le 109.298 del 2017), San Vito di Cadore (127.032 presenze nel 2018 contro le 115.493 del 2017), Alleghe (148.738 presenze nel 2018 contro le 138.202 dell’anno precedente) e Rocca Pietore (193.616 presente lo scorso anno, 179.967 quelle del 2017). Cresce molto bene Belluno, passata dalle 129.758 presenze del 2015 alle 160.377 del 2017, alle 169.303 del 2018. Rimane stabile invece Livinallongo, a quota 364mila pernotti sia nel 2017 che nel 2018. Perde Cortina, che lo scorso anno ha segnato 1.042.135 presenze contro le 1.149.349 dell’anno prima (anche Falcade cede qualche turista).
IL GAP CON IL PASSATO Fatti salvi tutti i conti sugli ultimi anni, è il confronto con gli anni precedenti la grande crisi economica a ridimensionare
IN PROVINCIA di Belluno aumentano gli arrivi, ma calano le presenze, cioè il numero di chi si ferma per più giorni, determinante il meteo
La variabile
Ma è il meteo l’autentico padrone: neve, pioggia, caldo e Vaia decisivi
CORTINA E FALCADE IN CONTRAZIONE, AURONZO IN ASCESA GRAZIE A CANOA E MOUNTAIN BIKE, BENE ANCHE ZOLDO
(dt) A comandare sul turismo è il meteo. Sia d’inverno che d’estate. La prova? Il 2014, autentico annus horribilis per il settore vacanziero tra le Dolomiti. L’inverno funestato da nevicate eccessive (con tanto di black-out elettrici) e l’estate bagnata da piogge insistenti e continue, tanto che i pluviometri avevano registrato solo una decina di giorni completamente asciutti tra giugno e settembre (Arpav segnala 25 giorni piovosi a giugno, 28 a luglio e 26 ad agosto). L’effetto sui dati turistici è impressionante: quasi 10mila arrivi in meno a Cortina, rispetto all’anno precedente, con oltre 22mila pernotti mancati sui conti
degli albergatori. Numeri ancora più pesanti per le altre destinazioni di alta montagna: Rocca Pietore ad esempio ha registrato oltre 32mila presenze perse nel 2014; lo Zoldano 39mila presenze in meno rispetto al trend del 2013; e Livinallongo (Arabba soprattutto) ha raggiunto un deficit di quasi 36mila presenze. Il meteo quindi fa danni. Ma può anche fare un gran bene al turismo. Lo dimostrano le ultime estati di gran caldo: la pianura ha spesso cercato refrigerio in montagna. La speranza degli albergatori è che dopo aprile e maggio disastrosi, l’estate 2019 possa regalare qualche sorriso in più.
qualsiasi tipo di entusiasmo recente. Perché la differenza non è di poco conto. E tutta favorevole al passato. Il totale delle presenze dell’intera provincia, ad esempio, arriva a 3 milioni 703mila nel 2018. Tante, poche? Nel 2000, meno di una generazione fa, superava di slancio i 5 milioni. E nel 1997, tanto per citare un anno, si assestava a 5.546.746. Il paragone non regge neppure nel dettaglio dei maggiori Comuni turistici: tutti (tranne Belluno) sfigurano nei dati 2018 rispetto al passato. Quel che emerge con chiarezza è che gli arrivi sono aumentati rispetto agli anni Novanta o ai primi anni Duemila. Significa che i visitatori non mancano; si è accorciata, invece, la durata delle vacanze, ridotte dalla canonica settimana abbondante agli attuali 3-4 giorni al massimo. È il turismo “mordi e fuggi”. E le Dolomiti devono cercare di invogliare il turista a rimanere di più. Damiano Tormen
De Cassan punta sulla grande sfida: «Le Olimpiadi faranno la differenza» LA PROSPETTIVA BELLUNO La crescita c’è, ma è lenta. È recentissima e non può reggere il confronto con il passato. Sta in montagna e non è solo nei numeri: la toccano con mano gli albergatori, ben consapevoli che il turismo è in evoluzione. Una volta la vacanza era una, sacra e lunga; adesso invece è trina (o più, spalmata in diversi periodi dell’anno), molto più rapida e pretenziosa, nel senso che il turista vuole più servizi e più confort. Non proprio elementi di cui il Bellunese pulluli eccessivamente. Che sia anche questo uno dei motivi di lentezza dell’offerta vacanziera delle Dolomiti non autonome? «La visione degli albergatori conferma i dati numerici dell’ufficio statistica della Regione - sottolinea Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno -. Arriva più gente, ma fa meno giorni di vacanza. È il trend generale del turismo, non solo tra le Dolomiti, ma in tutto il mondo. I turisti tendono a spal-
LA BELLA STAGIONE POTREBBE SUPERARE QUELLA INVERNALE: FONDAMENTALI LE MANIFESTAZIONI SPORTIVE
mare i periodi di vacanza all’interno di un anno. E quindi velocizzano i movimenti: ne sentivo parlare da un collega albergatore di Capri, qualche giorno fa; la visita Napoli-Capri-Pompei con partenza da Roma occupa un solo giorno». In questo senso, Belluno potrebbe beneficiare della vicinanza con Venezia. Aeroporto-Dolomiti in giornata. «In effetti è già così - dice De Cassan -. La vicinanza a Venezia ci sta dando una grossa mano. Non solo per il turismo “mordi e fuggi”, ma anche per i gruppi che talvolta si fermano per un giorno e una notte nelle nostre località».
ferisco soprattutto a Cortina, ma non solo. Le zone che puntano sugli eventi estivi vincono, basta vedere quanto di moda vanno le maratone ciclistiche e gli ultratrail, che possono dare la svolta a un’intera stagione. È ovvio però che l’estate è molto condizionata dal meteo, più dell’inverno. Motivo per cui non siamo in grado di fare previsioni per come potrà andare la stagione alle porte. Anche perché potrebbe essere condizionata da Vaia. Ci sono ancora sentieri chiusi e molta neve in quota. Quest’anno il last minute potrà fare la differenza».
L’ESTATE VINCE
La differenza vera, però, la farà l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026. L’appuntamento con il Comitato Olimpico Internazionale è il 24 giugno. «Potrebbe essere una data storica per le Dolomiti, da incidere sul marmo conclude De Cassan -. Abbiamo bisogno di un po’ di sviluppo. E le Olimpiadi sono l’ultima spiaggia per Belluno, sia per immagine sia per crescita». (D.T.)
Per velocizzare la crescita, bisogna puntare su altro però. Sull’estate. Parola di De Cassan. «I dati sono abbastanza eloquenti - sottolinea il presidente degli albergatori -. Negli ultimi anni è cresciuto soprattutto il turismo estivo, a fronte di una sostanziale tenuta dell’inverno. Alcune zone potrebbero presto avere il sorpasso dell’estate sull’inverno. Mi ri-
SOGNO OLIMPICO
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I CERCHI Olimpici racchiudono il sogno del rilancio turistico
18 » CRONACA MSC E COSTA DIROTTATE
In tremila al corteo contro i “mostri” dentro la Laguna
IL RACCONTO
» GIUSEPPE PIETROBELLI
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Venezia
orire per la scuola, morire a Venezia. Diventare la vittima del tentativo impossibile di governare relazioni sindacali, orari e tagli delle classi, richieste degli studenti e rapporti conflittuali con i genitori. È accaduto al Lido, una dozzina di giorni fa. Il professor Vittore Pecchini, preside di sette istituti sparsi per la città, tra cui lo storico “Marco Polo”, si è ucciso nella sua roulotte, ingerendo una dose letale di farmaci. Ha chiesto aiuto alla compagna, ma i soccorsi sono arrivati troppo tardi. Pecchini aveva 57 anni, era un uomo di mare, aveva girato il mondo, aveva fatto lo skipper in Australia.
| IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 9 Giugno 2019
“FUORI LE NAVI dalla laguna”: è questo lo striscione che sintetizza l’avvio della grande manifestazione di ieri a Venezia contro le Grandi Navi e il loro passaggio davanti a San Marco. Si tratta della protesta alla quale partecipano circa tremila persone contro i “grattacieli d’acqua” attuata dopo l’incidente di domenica scorsa, quando la Msc Opera ha
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perso il controllo ed è andata a collidere con un battello e la riva di San Basilio. Il corteo, coordinato dal comitato “No Grandi Navi”, vede raccolto un numero eterogeneo di associazioni e politici. Sono oltre una trentina quelli che hanno chiesto di aderire alla manifestazione, accompagnata da musica rock a tutto volume e bandiere della Serenissima li-
Venezia Pecchini era contestato per il progetto di accorpare le classi L’associazione dei dirigenti: “Genitori e studenti aizzati contro di lui”
Il preside suicida e i sindacati: “Colpa loro”. “No, troppo facile” rita giustizia!”. Attilio Fratta, presidente nazionale di Dirigentiscuola, sigla che raccoglie parte dei 6.500 dirigenti in servizio, non usa il condizionale nella lettera inviata al ministero. “Non può escludersi che nel suicidio abbiano concorso un insostenibile sovraccarico di lavoro e responsabilità per troppe reggenze. Ma è tutt’altro che irragionevole supporre che la causa scatenante sia stato il martellante, concentrico attacco alla persona – una demonizzazione – delle sigle sindacali di comparto”. Un vero atto d’accusa. “Dopo aver aizzato docenti, studenti, genitori, han-
UN CAPITANO coraggioso che
ha affrontato tempeste ben più grandi. Ma le sigle sindacali avevano proclamato uno sciopero. I genitori erano in rivolta. Perfino un ordine del giorno in consiglio comunale si era espresso a tutela dell’integrità del numero di classi nel liceo. Non ha retto e ha fatto naufragio sull’isola di Morte a Venezia. “Ci vuole spiegare...”. La sola domanda è un sasso nel silenzio della scuola, un peso sulle coscienze. Non parla il vicepreside, e neppure gli insegnanti. “Abbiamo deciso di non dire nulla, molte cose sono state travisate” dice Davi-
IL COMMENTO
stata a lutto. Molti striscioni riportano la frase “No alle Navi e Sì al rispetto della Laguna”. Intanto, sempre ieri, in seguito all’incidente di domenica scorsa, sono state dirottate da Venezia a Trieste due navi, la Costa Luminosa e la Msc Musica, lunghe 300 metri per 92 mila tonnellate, per complessivi novemilacinquecento turisti.
La replica “Il confronto anche duro non può portare alla morte C’era una trattativa, nulla di personale” de Voltolina, uno dei tre rappresentanti Rsu. “Restiamo in silenzio, bisogna tutelare i ragazzi, le famiglie, l’istituto” aggiunge Fabio Barina, di Gilda. Eppure il suicidio di un preside, tre giorni prima dello sciopero contro di lui, è un
La scuola L’ingresso dell’Istituto superiore “Marco Polo” di Venezia, il cui preside si è suicidato
fatto sconvolgente, anche per il mondo della scuola non propriamente in bonaccia. “Negli uffici scolastici ci sono troppi Ponzio Pilato che non vedono ciò che accade nelle realtà italiane contro quei poveri cristi dei presidi. Diciamo basta, Pecchini me-
no chiesto – anzi, imposto – all’Ufficio scolastico regionale la rimozione dello sventurato collega”. Fratta dipinge una situazione generale. “A Padova un’altra dirigente ha subito un procedimento disciplinare per imprecisioni nella denuncia di un bidello
per pedofilia e per questo ha avuto un collasso poche ore fa. In Piemonte una preside fu sospesa perché sgradita alle sigle sindacali. L’a mm i n istrazione non protegge i suoi uomini da lettere anonime e accuse infondate, manda gli ispettori”.
La scheda
LA REPLICA, a Venezia, di Ma-
rino Maretto di Cisl Scuola. “Ma quelli vogliono fare i dirigenti come sceriffi? È triste, si fa presto ad addossare a noi la colpa. Un confronto sindacale per quanto duro non può portare alla morte di una persona. Ma in una democrazia la contrattazione è un diritto”. E siccome l’Ufficio scolastico territoriale continua a voler accorpare le classi al “Marco Polo”, i genitori hanno dichiarato ai giornali locali: “Gli studenti sono persone e non cassette della frutta da spostare”. Ma sul contenzioso con i dipendenti, Barina di Gilda, rivela: “Contro di lui non c’era nulla di personale. Il giorno prima che morisse, durante la trattativa una soluzione era già prospettata. E forse a giorni la firmeremo”. Una magra consolazione per il preside che amava navigare nel vento e adesso riposa in laguna.
IL FATTO Il professor Vittore Pecchini, preside di sette istituti di Venezia tra cui lo storico “Marco Polo”, aveva 57 anni. Si è suicidato nella sua roulotte il 25 maggio alla vigilia dello sciopero indetto contro di lui. La contestazione si trascinava da mesi n
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Dopo l’incidente C’è un rimpallo di competenze, ma finora sindaci e ministri hanno avallato gli abusi
GRANDI NAVI, LA POLITICA INDIFFERENTE » FILIPPO MARIA PONTANI
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omenica scorsa la MSC Opera si è schiantata a San Basilio a pochi metri dalle aule frequentate da migliaia di studenti: abituata a convivere con il traffico crocieristico, l’Università - tranne singoli docenti - non si è mai esposta contro il passaggio delle Grandi Navi in Laguna. Eppure l’ultimo urto non è stata una novità. Incidenti di varia natura si sono succeduti copiosi, fino all’avaria che colpì la Marella Discovery un anno fa dinanzi alle Zattere; nel solo 2012 si contarono diversi casi di grandi navi partite per qualche minuto alla deriva: l’8 settembre la stessa Msc Opera si fermò anch’essa a poca distanza dalle Zattere dopo una goffa manovra nel Canale della Giudecca. Il 12 maggio 2004 la tedesca Mona Lisa si incagliò nella nebbia dinanzi a Palazzo Ducale: il soprintendente Giorgio Rossini chiese al-
lora di porre un termine al passaggio dei mastodonti del mare, ma per tutta risposta fu minacciato di rimozione da esponenti politici del centrodestra per “procurato allarme". Più comodo pensarla come la nuova soprintendente Renata Codello (ora premiata con la Direzione della Fondazione Cini), la quale sosteneva nelle interviste che le Grandi Navi sono sicure (“mai successo niente”), pulite (“nessun dato significativo sull’inquinamento né sul moto ondoso”), una risorsa per la città. Si argomenta che i sindaci non hanno competenza sulla materia: hanno però avuto la competenza di affidare a Costa Crociere un servizio di hostess in Piazza San Marco, di inviare i celerini a menare i manifestanti che in acqua dimostravano contro le Grandi Navi, e non sembra abbiano mai ingaggiato scontri con l’Autorità Portuale che per anni giudicava le proteste dei Comitati “fol-
Nave in laguna Ansa
klore ambientalista”. Le autorità centrali hanno fatto di peggio: l’ex ministro ed ex sindaco Paolo Costa che ha sempre difeso, anche da presidente del Porto, i ricavi economici del mantenere le navi in Laguna; un decreto in sé risolutivo (Clini-Passera, del
2012), che conteneva in sé il germe della propria stessa inefficacia; un ministro Pd, Delrio, che ha esitato tra quattro diverse soluzioni (all’origine anche il famigerato canale Cont orta-San t’Angelo, poi bocciato dalla Via nel 2016); un ministro Cinque Stelle, Toninelli, che mesi fa si è dichiarato favorevole alla soluzione di Marghera salvo poi rimangiarsi la dichiarazione poche ore dopo; il solo ministro Bonisoli ha avuto le idee chiare, proponendo il vincolo sulla Laguna. L'idea di dirottare le Grandi Navi a Marghera (idea che il 20 maggio l’Unesco ha detto di guardare con favore, ma che quattro anni fa giudicava perniciosa per l’equilibrio lagunare), presenta molti inconvenienti, ad onta di ciò che dicono il sindaco Brugnaro, il governatore Zaia e Massimo Cacciari (sul tema è più credibile il nipote Tommaso, che da anni
lotta contro lo scempio): l’approfondimento e ampliamento del canale dei Petroli (con conseguente irrigidimento dei suoi argini, e ulteriore trasformazione della Laguna in un braccio di mare); la pericolosa
L’unica soluzione possibile è tenerle lontane dalla Giudecca, o in un nuovo porto o in quello di Trieste coesistenza di grandi navi e petroliere nello stesso canale; l’interferenza delle navi passeggeri con l’area industriale-portuale non bonificata e in parte dichiarata “a rischio Se-
veso”; dulcis in fundo, lo scavo del Vittorio Emanuele, che dovrebbe raddoppiare di profondità e di ampiezza, essere arginato, e prevedere un nuovo ampio bacino di evoluzione per le manovre delle navi, finendo per creare per i giganti del mare un percorso di 24 km in piena laguna: non a caso l’insieme di questo progetto (ora rivisto in una forma che non è dato conoscere) non superò la Via del 2015. Il libro bianco Venezia, la laguna, il porto e il gigantismo navale a cura di Gianni Fabbri (Moretti e Vitali 2015) è ancora attuale nel delineare problemi e possibili soluzioni: l’unica contemplabile è quella di allontanare le Grandi Navi dalla Laguna, che sia facendole approdare in un porto (facilmente realizzabile e reversibile) alla bocca di Lido, oppure direttamente in un porto più attrezzato come quello di Trieste. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 9 Giugno 2019
La Voce
VENETO
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Redazione: piazza Garibaldi, 17 - Rovigo Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 e-mail: cronaca.ro@lavoce-nuova.it
AMMINISTRATIVE Urne aperte anche a Monselice, Mogliano e Spinea
Secondo turno per dieci cittadine
Dalle 7 alle 23 Oltre 193mila elettori chiamati alle urne
VENEZIA - Secondo turno elettorale delle amministrative per 10 Comuni con oltre 15mila abitanti, in Veneto. Al primo turno i grossi centri della regione chiamati alle urne erano stati 21. Domani, dalle ore 7 alle 23 si apriranno dunque le 241 sezioni a Rovigo, Monselice (Padova), Cadoneghe(Padova), Mogliano Veneto (Treviso), Noale (Venezia), Spinea (Venezia), Negrar di Valpolicella (Verona), Pescantina (Verona), San Bonifacio (Verona) e Valdagno (Vicenza). In totale sono chiamati alle urne 193.846 elettori. Oltre alla sfida rodigina tra Monica Gambardella ed Edoardo Gaffeo, è atteso il verdetto di Monselice, dove a sfidarsi sono Giorgia Bedin
(Lega e liste civiche) contro Gianni Mamprin (civiche e Forza Italia). Nel Padovano si deciderà anche il sindaco di Cadoneghe: uno tra Marco Schiesaro (Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e civiche) che al primo turno aveva conquistato il 42,32% e Marco Schiavo (Pd e civiche) che parte dal 31,21%. A Mogliano Veneto Davide Bortolato (Lega, Fi, Fdi e civiche) che aveva totalizzato il 49,4% se la vedrà con Carola Arena (Pd e civiche, 44,2%). Nel Veneziano il secondo turno riguarda poi Noale, conPatrizia Andreotti (civiche di centrosinistra), che parte dal 45,08%, e Michela Barin (centrodestra, 44,33%), e Spinea, dove Martina Vesnaver (centrodestra, 48 %) è in
corsa contro Emanuele Ditadi (centrosinistra, 38,69 %). E ancora, nel Veronese, a Negrar di Valpolicella Marco Andreoli (Lega e civiche, 49,57% al primo turno) sfida Roberto Grison (civiche, 49,57%), a Pescantina Davide Quarella (Lega, Fdi e civiche, 47%) ci prova contro l’uscente Luigi Cadura (civiche), mentre a San Bonifacio l’uscente Giampaolo Provoli (civiche, 47,17%) contro Emanuele Ferrarese (Lega e civiche, 39%). Infine nel Vicentino, a Valdagno, Alessandro Burtini (Lega e civiche, 45,9%) aspira al ruolo di sindaco battendo Giancarlo Giuseppe Acerbi (pd e civiche, 45,2%). © RIPRODUZIONE RISERVATA
A VENEZIA Serpentone di attivisti in centro storico dopo l’incidente della Msc Opera
Migliaia di No alle grandi navi
Bandiere e cori fino in piazza San Marco, dura contestazione contro sindaco e governatore veneto VENEZIA - Almeno 5mila persone hanno preso parte alla manifestazione contro le navi nel centro storico di Venezia. Il serpentone si è trovato ieri alle 17 alle Zattere in seguito all’incidente che ha visto protagonista la Msc Opera, andata a sbattere contro la banchina di San Basilio domenica scorsa. Un evento che ha scatenato nuovamente il popolo del comitato “No grandi navi” in laguna. Il corteo ha quindi raggiunto l’Accademia per poi concludersi in campo Sant'Angelo. La manifestazione era iniziata con la musica ad alto volume che recitava "non voglio mica la luna" e "tutta mia la città". Imponente lo spiegamento di forze dell’ordine a garantire la sicurezza durante lo spostamento del serpentone che, secondo le prime valutazioni della questura, contava circa 2500 persone. Al grido di "Fuori le navi dalla laguna" i manifestanti hanno raggiunto prima di sera la prima tappa, in campo Sant'Agnese, dove i leader dei dissidenti avevano annunciato di voler passare a San Marco. In barba a quanto stabilito dal prefetto i manifestanti hanno gridato il loro dissenso
alla "monocultura turistica", decidendo di "riprendersi" la piazza simbolo della città. La dura trattativa tra i rappresentanti dei manifestanti e la polizia ha avuto una svolta quando si è diffusa la notizia del via libera del prefetto, dopo la riunione d’urgenza del comitato per la sicurezza. Il serpentone di circa 5mila persone aveva deviato anche da campo Santo Stefano verso
campo San Maurizio, evitando di arrivare a Sant'Angelo dove era prevista la fine della manifestazione. Una scelta che, visto il ridotto spazio tra le calli, ha fatto impallidire i turisti. Nonostante lo sbarramento delle autorità, erano tante le bandiere che sono passate di mano in mano sopra la testa dei poliziotti, al grido di "Siamo qui, siamo là, siamo in tutta la città". E così
BABY GANG Un 16enne arrestato per rapina
Bullo finisce in carcere VENEZIA - Si stringe sempre di più il cerchio della polizia sulle baby gang veneziane. Gli investigatori della Squadra mobile hanno infatti reso noto di aver arrestato un altro presunto membro della banda di giovani che ha terrorizzato il centro storico lagunare. Un 16enne è finito infatti dietro alle sbarre del carcere minorile di Santa Bona a Treviso. Secondo quanto emerso ha diversi precedenti per reati contro il patrimonio e la polizia lo ritiene responsabile, in concorso con altri coetanei, della rapina aggravata avvenuta lo scorso 19 gennaio in zona Dorsoduro. Secondo la ricostruzione, aveva aggredito assieme ai complici 4 ragazzi a calci e pugni. La baby gang, a quanto pare, usava anche cocci di bottiglia e coltellini per intimidire le vittime e in un caso avrebbero sferrato un
cazzotto in faccia con un tirapugni, causando gravi feriti al malcapitato. Con l’ultimo arresto sono così saliti a 12 i provvedimenti cautelari eseguiti dalla polizia negli ultimi giorni. Nei giorni scorsi si erano anche aggravate dal Gip del Tribunale per i Minorenni le misure cautelari di due dei minori coinvolti nell’operazione di polizia. Era stato così trasferito in comunità il giovane arrestato in flagranza per detenzione di 2 etti di marijuana e materiale utile al confezionamento che inizialmente aveva avuto gli arresti domiciliari. Era invece dalla comunità alla custodia cautelare in carcere il minore ritenuto responsabile della tentata rapina ai danni di un bengalese, a causa della condotta tenuta nella struttura d’accoglienza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
le bandiere, simbolo del No navi, sono arrivate alle spalle del cordone di sicurezza. I manifestanti hanno anche criticato apertamente il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e il presidente del Veneto, Luca Zaia. Cori e comizi hanno preso di mira la politica locale definendola troppo vicina agli interessi economici e troppo distante dalla salvaguardia della città. "Fuori Brugnaro dalla laguna" e "Luca Zaia va a c***e" sono stati tra i più espliciti. La manifestazione segue al dibattito dentro e fuori il governo sul transito delle navi da crociera e all’incidente avvenuto la mattina di domenica scorsa. Poco dopo le 8.30 una nave Msc aveva perso il controllo e ha urtato un'imbarcazione turistica ormeggiata, andando a sbattere sulla banchina del molo San Basilio, nel canale della Giudecca. Quattro le persone ferite, lievemente. La Procura di Venezia ha subito aperto un’inchiesta e nel registro degli indagati sono finite sette persone, tra cui il comandante della Msc Opera e il conducente. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MONTEGALDELLA
Ammazza la ex e ferisce un uomo VICENZA - Ha ucciso la ex e ferito gravemente un uomo per poi tentare il suicidio. È accaduto, nel pomeriggio di ieri, in via Vespucci, a Montegaldella (Vicenza). È stata una donna, intorno alle 16.45, a chiamare il numero di emergenza 112 segnalando che un uomo stava accoltellando la sua vicina di casa e un altro uomo. Sul posto sono intervenuti i militari di Longare e altre pattuglie da Vicenza che, nei pressi del garage sul retro del palazzo, hanno trovato la 43enne e un uomo ferito. Vicino ai due anche l’aggressore 38enne, ex convivente della donna in condizioni gravissime perché, sempre a coltellate, aveva tentato il suicidio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
In breve Vicenza
Ovuli di droga dentro la pancia n VICENZA - Aveva ingerito oltre mezzo chilo di droga, tra dosi di eroina e cocaina confezionate in 48 ovuli. Oltre a rischiare la vita ora rischia una pesante condanna per traffico di stupefacenti il 26enne di origine libica arrestato dalla guardia di finanza di Vicenza nel corso di un accertamento su un treno arrivato da Milano. L’uomo, in Italia dal 2012 e munito di permesso di soggiorno rilasciato per protezione sussidiaria, è stato affidato per 4 giorni ai sanitari del 118 per l’espulsione degli ovuli ed è stato trasferito in carcere a Vicenza. Era già stato arrestato nel 2016 perchè trovato con 65 ovuli, svelati, come questa volta, tramite una Tac.
Jesolo
Scontro in moto muore 31enne n VENEZIA - Tragedia sulle strade di Jesolo, per un incidente che ha causato la morte di un motociclista. L’allarme è scattato ieri, verso le 7.30 sulla strada jesolana nel tratto tra Portegrandi Caposile, dove si sono scontrate una Audi e una moto. Il conducente 31enne del bolide su due ruote è morto sul colpo: l’impatto sarebbe stato estremamente violento e l’uomo è stato sbalzato a margine della carreggiata.
Nel Trevigiano
Pantaloni corti vietati a scuola n TREVISO - Banditi i pantaloncini corti, anche fino al ginocchio, per scolari e insegnanti. La circolare diffusa nell’ultimo giorno di scuola dal preside dell’istituto comprensivo di Resana (Treviso), ha fatto discutere il corpo docente ma anche i genitori degli alunni che si sono divisi tra le accuse di “medioevo”, al sostegno per “una questione di rispetto”.
XVII
Chioggia
LE AZIONI DEL GOVERNO Il sottosegretario Franco Manzato ha sottolineato il lavoro fatto per riconoscere ammortizzatori sociali stabili e lavoro usurante
Domenica 9 Giugno 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Pesca in crisi «Ci vorrebbe il ministero del Mare»
Bilancio in ritardo procedimento contro il dirigente `Il
sindaco ha chiesto un’azione disciplinare contro Stefano Penzo CHIOGGIA
Confronto con il sottosegretario Manzato sui nodi irrisolti delle direttive europee `
CHIOGGIA «Ci vorrebbe il ministero del Mare». Ha strappato l’applauso il sottosegretario alla pesca Franco Manzato, quando, di fronte al gran numero di pescatori chioggiotti (ma anche polesani, romagnoli, triestini, marchigiani, ecc.) che affollavano l’auditorium san Nicolò, ha cercato di rispondere alle inquietudini che serpeggiavano nella platea, evidenziando la necessità di creare, per la pesca, ammortizzatori sociali stabili, di riconoscere il lavoro usurante, di pensare a piani di gestione compatibili con la redditività delle imprese e di programmare le politiche del settore per i prossimi vent’anni.
PROBLEMI INSOLUTI La riunione, promossa dall’Alleanza delle cooperative per dialogare con le marinerie (e quella di Chioggia è la più grande d’Italia) dello stato del settore, è stata aperta da Giampaolo Buonfiglio, presidente dell’Alleanza, che ha illustrato alcuni risultati ottenuti (la revisione del sistema sanzionatorio che, pur restando molto severo, è stato attenuato e la nuova formulazione, più elastica, per le zone Sic) ma anche presentato le nubi all’orizzonte
IN DISCUSSIONE AMMORTIZZATORI SOCIALI STABILI E PIANI COMPATIBILI CON LA REDDITIVITÀ DELLE IMPRESE
della pesca, a cominciare dalla prevista riduzione dello sforzo di pesca, per lo strascico, dell’8% nel 2019 e altrettanto nel 2020. Situazione già migliorativa rispetto alle proposte iniziali di riduzione dello sforzo del 40% in cinque anni, che farebbe passare le giornate di lavoro dalle attuali 164 a sole 96. Problemi ci potranno essere anche per la pesca dei piccoli pelagici (sardine, alici, ecc.) per i quali era stato predisposto, a Bruxelles, un piano a “quote” (simile a quello del tonno rosso) che è stato, poi abbandonato, ma non sostituito con un sistema di gestione gradito ai pescatori italiani. Quanto ai molluschi, a fine anno terminerà la sperimentazione della vongola di mare a 22 millimetri e, anche per l’opposizione della Spagna, diretta concorrente dell’Italia, è possibile che essa non venga rinnovata, facendo ripiombare questo segmento di pesca nella crisi che proprio la riduzione della taglia minima ha permesso di superare, tre anni fa. Alle grigie prospettive delineate da Buonfiglio si sono aggiunte le lagnanze dei pescatori sugli adempimenti burocratici, per l’inquinamento del mare (in particolare dalla plastica, ma anche dalle sostanze che «non si vedono») e per la mancanza di ascolto nelle sedi istituzionali. L’assessore regionale alla pesca Giuseppe Pan, ha assicurato, però, la massima attenzione da parte della Regione e Manzato ha anche espresso l’intenzione di ricreare il Comitato scientifico che aveva il compito di esaminare, con i pescatori, le conseguenze delle scelte legislative prima di applicarle. Diego Degan © RIPRODUZIONE RISERVATA
DIRETTIVE Le normative europee sulla pesca condizionano l’attività delle imprese ittiche del territorio
“Tegnue” di nuovo visitabili CHIOGGIA Sistemate le boe attorno alle Tegnue di Chioggia: anche questa estate sarà possibile immergersi. Esultano i sub che arrivano da tutta Italia per poter visitare la zona di tutela biologica al largo di Chioggia. L’associazione “Tegnue di Chioggia” Onlus nei giorni scorsi, grazie ai suoi volontari e con la spesa interamente pagata dall’associazione stessa, ha provveduto a ripristinare totalmente il campo boe nel sito di interesse comunitario. Già l’anno scorso i volontari avevano provveduto a portare a termine la stessa operazione. Senza l’intervento sulle boe non sarebbe stato più possibile visitare l’area: sarebbero infatti ve-
nute meno le normali norme di sicurezza. Per informazioni è possibile visitare il sito www.tegnue.it. Le Tegnue si trovano a poche miglia dalla costa e sono conformazioni rocciose assolutamente uniche per la struttura e per gli organismi che le abitano. La loro presenza era nota già nel 1700. Il termine “Tegnue” deriva proprio dal dialetto locale e significa “trattenute” e veniva usato dai pescatori per indicare la presenza di queste rocce in cui si impigliavano le reti da pesca. Spesso definite le barriere coralline adriatiche, nel 2002 sono state dichiarate zona di tutela biologica dal ministero delle Politiche Agricole e Forestali che impone il divieto di qualsiasi attività di pesca. (m.biol.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Procedimento disciplinare per il dirigente dei Lavori pubblici, ingegner Stefano Penzo. Ad attivarlo sarebbe stato il sindaco, a seguito della ritardata approvazione del bilancio consuntivo. Venerdì c’è stato un primo incontro tra l’ingegnere e il Nucleo di valutazione, l’organismo comunale che vigila sui comportamenti del personale apicale, sia per l’assegnazione dei premi di risultato, che per eventuali sanzioni disciplinari, ma tutto sarebbe ancora in fase interlocutoria. Qualche avvisaglia di ciò che sta succedendo c’era stata al momento dell’approvazione del bilancio consuntivo. L’opposizione aveva fatto notare che quell’adempimento, che la legge imponeva entro il 30 aprile, era slittato di una settimana, al 7 maggio. Il termine, in realtà, come si dice in legalese, era «ordinatorio e non perentorio» e ciò significa che, in caso di mancato rispetto, non ci sono conseguenze. In teoria, se il ritardo è rilevante, potrebbe intervenire il Prefetto, a sollecitare e, in casi estremi, potrebbe essere nominato un commissario ad acta. Ma non è stato questo il caso. Anzi, in quei sette giorni di ritardo il Prefetto non aveva avuto neppure l’occasione di farsi sentire. Ma non rispettare una scadenza non è mai un buon segno. L’opposizione, appunto, l’aveva detto, e la maggioranza si era difesa affermando, in modo generico, che i documenti erano arrivati «tardi» dagli uffici. «C’erano alcune poste di bilancio – spiega l’assessore Daniele Stecco – la cui collocazione era dibattuta tra ragioneria e lavori pubblici: residui o avanzi di amministrazione? Poi i
revisori li avevano collocati nell’avanzo». Tutto questo, par di capire, aveva fatto perdere un po’ di tempo. Ora, a quanto pare, Ferro vuol essere sicuro, anche per il futuro, che non sia stato fatto “ostruzionismo”, e ha affidato una sorta di inchiesta interna al Nucleo di valutazione, composto dal Segretario comunale, dal responsabile delle risorse umane e tre tecnici esterni. «E’ la prima volta, nella storia della nostra città – attacca il capogruppo della Lega, Marco Dolfin, prendendo, in qualche modo, la difesa dell’ingegnere – che succede una cosa del genere. Un fatto gravissimo, dato che il settore Lavori pubblici è quello dove convergono e vengono spese tutte le risorse economiche del Comune. In pratica l’amministrazione contesta a Penzo di aver presentato in ritardo, il 25 marzo, gli avanzi di amministrazione per la redazione del consuntivo 2018. Ma il fatto è che è stata l’amministrazione comunale stessa che ha dormito, quando sarebbe stato il momento di convocare commissioni e consiglio comunale per discutere sul bilancio». Su tutta questa vicenda, continua Dolfin, «regna il silenzio più assoluto, alla faccia della trasparenza». (d.deg) (m.bio) © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO CITTADINO Il sindaco di Chioggia Alessandro Ferro
Non vuole ricoverarsi per il Tso, picchia la vigilessa Altri 1700 articoli abusivi Un uomo di 62 anni noto per i suoi problemi psichici CHIOGGIA L’ha colpita nel momento in cui era distratta. Un calcio alle reni, al fianco destro, che l’ha fatta cadere a terra, boccheggiante e stupita, in preda a un dolore talmente intenso che non ha avuto neppure la forza di tentare di schivare un mobiletto che si trovava nella traiettoria di caduta. Per fortuna l’ha preso con la spalla e non con la testa. Lei, 45 anni, agente della polizia locale, venerdì sera si trovava in ospedale, insieme ad altri colleghi, per far sottoporre a un trattamento
sanitario obbligatorio un uomo di 62 anni, già noto per i suoi problemi psichici. L’uomo, in cura al Centro di igiene mentale, era stato accompagnato in ospedale per una visita di routine. Probabilmente era già nervoso ma, fino a quel momento, non aveva aggredito nessuno. Poi i medici avevano detto che era meglio se fosse stato ricoverato per qualche giorno, e lui non voleva saperne. La polizia locale era stata chiamata per questo: per convincerlo a rimanere in ospedale e, nel caso, impedirgli di allontanarsi. Il 62enne aveva alti e bassi: a volte protestava che voleva andare a casa, a volte si calmava: un comportamento tipico. Poco prima di dare quel calcio sembrava calmo e la “vigilessa” e i suoi colleghi (la prassi richiede l’intervento di due pattuglie)
CHIOGGIA L’entrata dell’ospedale
non lo stavano trattenendo. Dopo l’aggressione l’uomo è stato immobilizzato dagli altri agenti, mentre la donna è stata soccorsa dal personale sanitario per una contusione guaribile in sette giorni. «Un episodio che si è concluso con danni limitati per la nostra collega – dice il comandante della polizia locale, Michele Tiozzo – e che dimostra una volta di più che il personale del comando non si limita a fare le multe (come crede qualcuno) ma svolge anche compiti difficili e pericolosi. Cose del genere sono già accadute anche in passato e, nonostante le dotazioni che forniamo (guanti e giubbotti anti taglio e, prossimamente, anche liquidi anti aggressione e sfollagente), non sono mai completamente evitabili». (d.deg.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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sequestrati lungo la spiaggia SOTTOMARINA Una mattinata per sgombrare la spiaggia dai venditori abusivi, un’altra per portare via il materiale “logistico” che doveva servire a esporre la merce nel fine settimana. E’ stata una due-giorni intensa quella della polizia locale che venerdì ha compiuto la terza operazione stagionale sul litorale, setacciando un tratto di quattro chilometri di spiaggia. Sequestrati 1705 articoli: bandane, occhiali, costumi, braccialetti, collane, ecc., che vanno ad aggiungersi agli oltre duemila pezzi sequestrati nelle due precedenti occasioni. Tre dei cinque venditori sorpresi sono
stati fermati e sanzionati con 10 mila euro complessivi. Altri due venditori sono riusciti a fuggire abbandonando la merce. Sono stati controllati anche due ambulanti autorizzati in zona Diga, e uno di essi ha ricevuto una diffida amministrativa per la mancata esposizione dei prezzi. Ieri la polizia locale, insieme a personale di Veritas, è nuovamente intervenuta in zona Cayo Blanco per portare via scatoloni di cartone, borse di plastica e tavolini di alluminio che gli abusivi avevano “depositato” in zona. Complessivamente si tratta di oltre un quintale di materiale vario, di poco peso ma molto ingombrante. (d.deg.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
XVII
Conegliano
CONTROLLI POTENZIATI Chies: «Ringrazio la polizia per quanto fatto a tutela dei cittadini. Anche gli operatori Savno si sentono più sicuri. Speriamo che questa attenzione per la nostra città continui»
Domenica 9 Giugno 2019 www.gazzettino.it
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Giro di vite al Biscione: droga e denunce Verifiche della polizia su 241 persone e 12 locali pubblici: ` Passate al setaccio anche le aree delle stazioni di bus e treni sequestrato circa un etto tra marijuana, hashish ed eroina quindici persone sono finite nei guai e un irregolare espulso `
È morto Pillon storico prof di matematica
CONEGLIANO Duecentoquarantuno persone e dodici locali pubblici controllati, più di un etto di sostanze stupefacenti sequestrate, un irregolare espulso, un immigrato denunciato per non avere esibito il permesso di soggiorno, due “fogli di via” a frequentatori del Biscione. È il bilancio dei controlli potenziati svolti nelle ultime tre settimane dalla Polizia, con l’ausilio dei vigili urbani, in pieno centro, e in particolare nel complesso dello Shopping Center e nei pressi di autostazione e stazione ferroviaria. È stata la Questura di Treviso a disporre l’ulteriore intensificazione dei controlli del territorio con l’obiettivo di prevenire e contrastare i furti in abitazione e lo spaccio di stupefacenti, così da dare maggiore sicurezza alla cittadinanza.
CONEGLIANO
ANCHE L’UNITA’ CINOFILA Oltre alle pattuglie delle volanti del Commissariato di via Maggior Piovesana diretto da Massimo Olivotto, i controlli sono stati effettuati con l’ausilio del reparto prevenzione crimine, dell’unità cinofila di Padova e della Polizia locale del comandante Claudio Mallamace. Le attività, fa sapere la Questura, “si sono svolte nelle aree sensibili per la sicurezza pubblica e hanno visto controllate 241 persone, di cui 68 con precedenti di polizia, segnalati a vario titolo per reati contro il patrimonio e la persona e la detenzione di stupefacenti”. Le verifiche sono state estese anche agli esercizi pubblici. In particolare, agenti e cani poliziotto hanno controllato 12 tra bar e minimarket nelle zone di aggregazione giovanile, frequentate cioè da studenti, sia minorenni sia maggiorenni, nelle aree di maggiore presen-
I RISULTATI I controlli della polizia, con l’unità cinofila, hanno portato al sequestro di un etto di droga e alla denuncia di 15 persone
za di viaggiatori, e quindi dell’autostazione e della stazione Fs. Quindici persone sono state segnalate alla Prefettura per possesso di stupefacenti. Sono stati trovati con circa 50 grammi di marijuana, 60 di hashish e 25 di eroina. La droga è stata sequestrata.
I BLITZ NELLE AREE SENSIBILI A POCHI GIORNI DI DISTANZA DAL VERTICE SVOLTOSI IL 22 MAGGIO FRA PRIMO CITTADINO, PREFETTO E QUESTORE
CLANDESTINI E IRREGOLARI Gli agenti hanno accertato l’irregolarità di un cittadino originario del Gambia, espulso dal Paese, mentre un immigrato senegalese è stato denunciato per essersi rifiutato di esibire il documento che gli consente di vivere in Italia. Sono stati applicati anche due “fogli di via” a persone propense a violare le regole che in base agli accertamenti non avevano titolo per stare nell’area del Biscione. Non sembra casuale che questi risultati siano stati ottenuti, lavorando in prevalenza in orari pomeridiani e serali, a pochi giorni di distanza dal vertice svolto lo scorso 22 maggio a Treviso fra
il sindaco Fabio Chies, il prefetto Maria Rosaria Laganà e il questore Vito Montaruli. Appena uscito dalla prefettura, Chies annunciò che ci sarebbe stata un’intensificazione dei controlli interforze nelle aree più problematiche del centro e che sarebbero stati previsti anche dei “fogli di via” per frequentatori molesti del Biscione.
L’AMMINISTRAZIONE Il primo cittadino, che ieri sera ha accolto proprio prefetto e questore allo spettacolo della Dama Castellana, è soddisfatto: «Ringraziamo le forze di polizia per quanto fatto a tutela dei
cittadini in aree sensibili come il Biscione e i suoi dintorni. Un altro risultato ottenuto è la ritrovata serenità del personale di Savno, che nel recente passato aveva espresso timori a pulire lo Shopping Center a causa di certi frequentatori che erano arrivati a minacciarli durante lo svolgimento del loro lavoro. Da parte nostra – conclude Chies – speriamo che continui quest’attenzione particolare delle forze dell’ordine verso la nostra città». Il Commissariato ha già fatto sapere che i controlli “potenziati” proseguiranno anche dopo il termine delle lezioni scolastiche, avvenuto ieri. Luca Anzanello
Storico insegnante di matematica, una materia ostica per tanti studenti, ma che lui riusciva a rendere gradevole e appassionante, si è spento all’età di 90 anni il professor Dino Pillon. È stato docente di matematica dapprima alle scuole medie e al Collegio Balbi di Pieve di Soligo. Quindi a Conegliano, all’Itis Galilei e quindi per lunghi anni al liceo Classico, dove ha insegnato a diverse generazioni di studenti, che lo ricordano con affetto e riconoscenza. Aveva sempre avuto un buon rapporto anche con i colleghi per i suoi modi affabili e discreti. Ultimamente soffriva di alcuni malanni dovuti all’età, ma lo si poteva incontrare in giro durante le sue passeggiate a cui non rinunciava. È morto dopo un breve ricovero in ospedale. Lascia la moglie Wilma, i figli Giovanna, Andrea e Stefano e gli altri parenti. I funerali avranno luogo domani alle 15,30 nella chiesa della parrocchia Immacolata di Lourdes. (G.P.M.)
IL LUTTO Dino Pillon
Sfilata dei trattori da record. Zaia e la bandiera di San Marco: «È la nostra terra» Regione spegne le polemiche al Cerletti
ne di San Marco era presente anche alla festa dei trattori dell’anno scorso, e pure in quel caso alcuni erano accompagnati dallo slogan “Autonomia subito”, “eredità” del referendum del 2017.
CONEGLIANO
LA PRESA DI POSIZIONE
`Il presidente della
«Ognuno sia orgoglioso della bandiera della sua terra». Con queste parole, seguite dall’ovazione di molti studenti, il governatore del Veneto Luca Zaia ha “approvato” la presenza di decine di vessilli di San Marco sui 121 trattori che hanno sfilato in corteo ieri a partire dall’ala nord della Scuola enologica. Una tradizione, quella della festa dei trattori nell’ultimo giorno di lezioni, che prende sempre più piede ma che quest’anno è stata preceduta di un paio di settimane dalle polemiche, sollevate da alcuni insegnanti della scuola, sull’esposizione di bandiere della Repubblica di Venezia durante la giornata sull’autonomia culturale. Il leo-
Zaia ha voluto prevenire nuove polemiche prima di saltare a bordo di un vecchio Landini tirato a lucido: «Non è una colpa esporre la bandiera del Veneto – ha detto l’illustre ex allievo – è un vessillo ufficiale, ha 1.100 anni di storia. Non è una colpa nemmeno esporre la bandiera italiana. Se a qualcuno dà fastidio l’esposizione di una bandiera o dell’altra, cambi mondo».. Poi l’affondo su chi ha innescato la polemica di fine maggio, probabilmente presente tra la folla: «Trovo scandaloso polemizzare su ragazzi che parlano della bandiera del Veneto. Non ho mai visto la stessa polemica in Sardegna con quella sarda. L’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga
chiese che la sua bara fosse coperta con la bandiera della sua terra, quella dei quattro Mori. Ognuno deve essere orgoglioso della bandiera della sua terra, come avete fatto voi. Non ci devono essere remore a esporre bandiere, perciò esponete quella veneta, quella italiana, quella europea e i rompiballe mandiamoli a quel paese».
E LA SCUOLA Zaia era stato presentato insieme alle altre autorità dalla dirigente scolastica Mariagrazia Morgan, alla sua prima festa dei trattori. A margine della cerimonia, la preside ha ribadito di “non avere mai portato la politica nella scuola”. E le bandiere sui trattori degli studenti? «C’erano anche l’anno scorso. Il vessillo del Veneto ci rappresenta». E quelli “rafforzati” con l’appello all’autonomia? «È un tema attuale e delicato. Immagino che in tutte le regioni ci sia voglia di autonomia». (l. a.)
LA MANIFESTAZIONE La sfilata dei trattori per l’ultimo giorno di scuola del Cerletti con le bandiere del Veneto: Zaia approva l’iniziativa
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REGIONE
DOMENICA 9 GIUGNO 2019 LA NUOVA
Parlamento euroPeo
Lega, settimo sigillo a Bruxelles La Cassazione promuove Conte L’albergatrice di Caorle sorpassa Berlato (Fdi) costretto ad attendere la Brexit Bizzotto in pole per guidare la delegazione sovranista. Polemica nel Padovano
Filippo Tosatto
nomina dei capigruppo e degli speaker delle delegazioni, cioè delle “famiglie politiche” continentali. La guida di quella sovranista (uscita rafforzata dalle urne grazie all’exploit salviniano) potrebbe spettare a Mara Bizzotto, che ha già ricoperto l’incarico nella legislatura precedente e, alla prova del fuoco del consenso popolare, ha raccolto ben 94 mila preferenze. Ma non è tutto oro quello che luccica in casa Lega perché, accanto ai molti vincitori, il verdetto elettorale in terra veneta ha sancito anche uno sconfitto, il partito padovano.
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carroccio Pigliatutto
Federcaccia sipario su Tosi È Possamai il presidente
FRECCIATE A DISTANZA
VENEZIA. Il settimo sigillo euro-
La tornata favorevole ha consentito alle maggiori province nostrane - Vicenza (Bizzotto) e Treviso (Gianantonio Da Re), Verona (Paolo Borchia) e Venezia (Conte) - di eleggere il proprio candidato; altrettanto ha fatto Bologna (Alessandra Basso) e ancor meglio il Friuli Venezia Giulia (Marco Dreosto e Elena Lizzi). Padova è rimasta invece a bocca asciutta: la sfidante Paola Ghidoni - sostenuta da Massimo
peo della Lega premia Rosanna Conte, albergatrice di Caorle e militante di lungo corso.Concluse le operazioni di controllo del voto, l’ufficio elettorale nazionale della Corte di Cassazione le ha assegnato l’ultimo dei 14 seggi in ballo nella circoscrizione nordestina (scatterà a suo favore grazie alla scontata rinuncia del capolista Matteo Salvini), “congelando” invece la posizione del patrono delle doppiette, Sergio Berlato: il consigliere di Fratelli d’Italia, a sua volta eletto il 26 maggio, dovrà attendere la conclusione della Brexit - cioè il recesso della delegazione del Regno Unito che accrescerà da 73 a 76 la quota dei rappresentanti italiani - per salutare Venezia destinazione Bruxelles.
L’inattesa esclusione di Ghidoni («Troppe gelosie nel partito») riaccende le tensioni
LA METÀ DEI SEGGI IN PALIO
Un successo senza precedenti per il Carroccio, capace di conquistare la metà delle poltrone in palio raggiungendo il 50% dei consensi in Veneto (circostanza che riporta alla memoria la stagione dell’egemonia democristiana) ed è comprensibile la soddisfazione di Conte che pure, per eccesso di scaramanzia, si limita a confermare l’avvenuta convocazione nella capitale dell’Ue per mercoledì, il giorno dell’insediamento dei gruppi. Da parte sua, Berlato fa buon viso a cattivo gioco, rinunciando a ricorsi e contenziosi: «Dovrò attendere, al più
In alto: l’aula del Parlamento europeo; sopra: Rosanna Conte (Lega) e Sergio Berlato (Fratelli d’Italia)
tardi, fino al 31 ottobre prossimo ma non tutto il male viene per nuocere e la fortuna aiuta gli audaci», è il post baldanzoso rivolto agli elettori «questi inaspettati mesi di tempo mi permetteranno di portare in approvazione il nuovo Piano faunistico venatorio regiona-
le, di garantire la corretta applicazione della legge sulla mobilità venatoria e di ultimare una serie di iniziative alle quali ci stiamo dedicando». A cascata, en passant, slitta anche l’ingresso a Palazzo Fini del suo successore, il primo dei non eletti della destra me-
loniana, ovvero il “pistolero” Joe Formaggio, sindaco vicentino di Albettone balzato alla ribalta per gli altolà minacciosi a rom e migranti. L’AGENDA DEI SOVRANISTI
Tant’è. L’agenda della citata riunione d’esordio prevede la
Bitonci e Andrea Ostellari con la benedizione di Roberto Marcato - non è andata oltre le 17 mila preferenze, poca cosa rispetto del bacino potenziale. Il sospetto, fondato, è che un gruppo abbia dirottato altrove i consensi. «Nella Lega ci sono troppi tifosi gelosi», lamenta indispettita l’esclusa. Un’allusione che corre all’Alta Padovana, dove in molti le hanno preferito “superMara”. «È evidente che la candidata prescelta non è stata percepita come tale dal territorio e qualcuno dovrebbe chiedersi il perché», il commento pungente di Luca “Bubu” De Santi, dinamico militante di San Martino di Lupari che dà voce così ad un disagio diffuso e latente. —
i ballottaggi nei comuni veneti
Sindaci, in palio 11 poltrone A Rovigo e Valdagno le sfide infuocate Lega-Pd Singolare il duello a Campodoro nel Padovano tra Gottardo e Vezzaro che al primo turno hanno pareggiato con 751 voti a testa PADOVA. C’è una sola città dove Matteo Salvini non ha mai messo piede durante la campagna elettorale: Rovigo, travolta dalla crisi del sindaco leghista Massimo Bergamin, che ha licenziato tutti gli assessori e spalancato le porte al voto anticipato. Con altri 10 comuni del Veneto, oggi Rovigo torna alle urne per il ballottaggio tra Monica Gambardella, (38% al primo turno) dirigente della Protezione civile in Regione, sostenuta da Lega, FdI e
FI. Il centrosinistra schiera invece Edoardo Gaffeo (25,4%) docente universitario di Economia a Trento, nominato nel cda della fondazione Cariparo e poi nel consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Un docente-manager. Sono separati da 3 mila voti ma ce ne sono 9 mila da recuperare e nei ballottaggi conta solo l’affluenza perché nessuno ha stretto apparentamenti. Il capolista del Pd è Graziano Azzalin, consigliere regionale: «Se Rovigo vuole girare pagina dopo le follie di Bergamin ha l’occasione giusta, il professor Gaffeo ha l’autorevolezza per realizzare il salto di qualità: qui non conta lo schieramento ma la qualità della persona»,
dice Azzalin. Duello all’ultimo voto invece a Valdagno, tra Alessandro Burtini (Lega, FI, FdI, civiche) arrivato al primo turno al 45,9% e il sindaco in carica Giancarlo Giuseppe Acerbi (Pd e civiche) che parte dal 45,2% trascinato dalla lista “Autonomia del Veneto” che con il leone di san Marco ha incassato il 7% pari a mille voti. Una beffa per Salvini che lunedì scorso, inaugurata la Pedemontana, è corso a Valdagno per sostenere Burtini e anche Luca Zaia gli ha dato una mano, ma la città laniera vanta una lunga tradizione di centrosinistra. Da guinness della statistica il ballottaggio a Campodoro,
Lo scrutinio elettorale in un seggio di San Donà di Piave
nel Padovano, tra Gianfranco Vezzaro e Vincenzo Gottardo, sindaco in carica, che hanno ottenuto 751 voti a testa: il braccio di ferro ha infuocato la campagna elettorale. Gli altri duelli si giocano a Negrar di Valpolicella tra Marco Andreoli (Lega,Fdi) con il 49,5% dei voti e Roberto Grison (civiche) al 45,7%, con la lista di Flavio Tosi che ha fat-
to da arbitro al primo turno. Poi c’è Pescantina con Davide Quarella (Lega e civiche) al 47,6% e Luigi Cadura (civiche) al 31% e infine San Bonifacio con Giampaolo Provoli (civiche) al 47,2% e Emanuele Ferrarese al 38,9 sostenuto da Lega e FI. Nel Trevigiano si vota a Mogliano Veneto con Davide Bortolato (Lega, FdI, FI e civiche) che dopo il 49,4%
VENEZIA. La longa manus del Carroccio si estende anche alle doppiette, o almeno, a quelle iscritte a Federcaccia Veneto, forte di 15.148 soci e per dieci anni feudo incontrastato di Flavio Tosi, ex sindaco di Verona e capo del partito veneto fino alla cacciata decretata da Salvini. Tant’è. Il rinnovo del direttivo dell’associazione, svoltosi nei giorni scorsi a Padova, ha sancito l’elezione a presidente regionale del leghista trevigiano Gianpiero Possamai (nella foto) consigliere a Palazzo Ferro-Fini dove guida la quarta commissione, che avrà come vice Emiliano Galvanetto (Vicenza) e Alessandro Salvelli (Verona); segretario è Stefano Favretto (Trviso), i componenti di giunta sono Riccardo Masin (Padova), Carlo Torresan (Treviso), Flavio Bottacin (Venezia), Roberto Rovigatti (Rovigo) e Alberto Colleselli (Belluno). A Possamai, già sindaco di Cappella Maggiore e presidente della Comunità montana delle Prealpi trevigiane, è affidato un mandato quienquennale: Federcaccia (alla quale è iscritto da quarant’anni) è la prima associazione venatoria sia in Veneto che in Italia, contando complessivamente 300 mila associati. —
del primo turno spera di sfilare la poltrona di sindaco a Carola Arena (Pd e civiche) arrivata al 44,18% dopo cinque anni di guida del comune: i grillini di Roberta Longhin possono fare da arbitro, a patto che non vadano al mare. Nel Veneziano ballottaggi a Spinea tra Martina Vesnaver (Lega e Forza Italia) al 48%) ed Emmanuele Ditadi (Pd e civiche) al 38,69% e poi a Noale con Patrizia Andreotti, sindaco in carica, sostenuta dalle civiche che parte dal 45% e se la dovrà vedere con Michela Barin (Lega, FI) al 44,3%. Nel Padovano, tutto interno al centrodestra il duello a Monselice tra Giorgia Bedin sostenuta da Lega e civiche, che ripartirà dal 31% contro Gianni Mamprin (Forza Italia e civiche) con 18,74%. Il Pd è finito quarto. Ultimo duello a Cadoneghe, storico comune “rosso” e di centrosinistra con il sindaco in carica Michele Schiavo (Pd e civiche) che parte dal 31% per salvare la poltrona dall’assalto di Marco Schiesaro (Lega, FI e FdI) al 42 per cento. — Al.Sal. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
14 ATTUALITÀ LA RABBIA Bandiere, striscioni e cori contro il transito dei colossi da crociera in città (13 quelli attesi nel fine settimana, di cui 2 dirottati a Trieste). E il prefetto alla fine, visto il numero di partecipanti, apre piazza San Marco
IL FATTO
Lo scontro della nave col battello L’incidente tra la nave da crociera della Msc e un battello gran turismo è avvenuto la mattina del 2 giugno a Venezia nel Canale della Giudecca. L’“Opera” era in attracco e, a causa di un’avaria, ha colpito prima la banchina portuale e poi si è appoggiata alla poppa del “River Countess” ormeggiato al molo. In seguito all’incidente, 4 persone sono rimaste ferite. Due rimorchiatori hanno cercato di fermare il “gigante” ma un cavo di traino si è rotto, tranciato dall’impatto col battello.
Domenica 9 giugno 2019
IL CONVEGNO
Una Laguna di proteste A Venezia quasi 10mila manifestanti in corteo: «Via le navi dai nostri canali» Da Marghera (contestata) a un porto “offshore”, ecco tutte le ipotesi sul tavolo FRANCESCO DAL MAS Venezia
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uasi 10mila persone, la maggior parte abitanti di questa stessa laguna. Addirittura nonni con i nipotini. Nessuna previsione aveva messo in conto una così robusta partecipazione alla protesta contro il transito delle Grandi navi in bacino di San Marco e il canale della Giudecca, dove una settimana fa era avvenuto l’incidente tra un gigante del mare, la Msc Opera, e un battello. Anche ieri mattina sono sbarcati 9mila croceristi. Per questo fine settimana erano attese ben 13 navi da crociera; ieri due sono state dirottate allo scalo di Trieste. I Veneziani, dunque, hanno perso la pazienza e il prefetto Vittorio Zappalorto, che aveva detto “no” ai Comitati che volevano portare i manifestanti a San Marco, alla fine ha concesso l’autorizzazione a procedere vista la marea di partecipanti in corteo. Non accadeva dal 1997, dopo l’assalto dei Serenissimi, che volevano proclamare l’indipendenza della città. «È stata una decisione saggia, ringraziamo il prefetto» ha reagito,
I giganti del mare nel canale della Giudecca
molto compostamente, Marco Gasparinetti, del Comitato 25 aprile, una delle 30 sigle dell’organizzazione. In serata, poi, l’ulteriore autorizzazione ad arrivare fino ai piedi della Basilica. «Fuori le navi dalla laguna» hanno proclamato decine e decine di striscioni. E se non lo si è ancora capito, ha precisato Tommaso Cacciari, altra anima della manifestazione, «queste navi devono uscire subito, non fra anni». Sei ce ne vorrebbero, nell’attesa dei canali da scavare per farle eventualmente entrare a Marghera. Anche ieri Luca Zaia, governatore del Veneto, ha ricordato invece che il Comitatone nel 2017 aveva suggerito l’alternativa del canale dei petroli. La Regione non desiste e vuole che si prosegua in questa direzione. Lo pretende anche il sindaco Luigi Brugnaro. Entrambi sono diventati il bersaglio politico dei manifestanti in corteo. E proprio ieri anche l’associazione delle aziende crocieristiche, Clia, ha rilanciato Marghera, con la possibilità, però delle piccole navi di attraversare il bacino di San Marco. «Ma non è ragionevole una proposta del genere, in questo ha
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ragione il ministro Toninelli – riconosce Gianfranco Bettin, presidente della municipalità di Marghera, anche lui in corteo –. Scavare in profondità questi canali significa devastare ancora la laguna. E appena al di là ci sono impianti industriali pericolosi». Ancora Cacciari: «Le grandi navi non sono sicure, è dimostrato, in caso di avaria non se ne ha il controllo». Ma in venti giorni quale soluzione si può rimediare? «Intanto – fa pressing lo stesso Bettin – bisogna imporre i
Le grandi navi transitate a Venezia, nel canale della Giudecca durante il 2018
vincoli che impediscano che queste navi continuino a mettere in pericolo la città, le persone e l’ecosistema lagunare. Quanto alle alternative, Toninelli ha escluso Marghera e Malamocco». La scelta, dunque, ricadrà su Lido San Nicolò? È l’ipotesi più attendibile, anche se costerebbe 450 milioni, perché l’indicazione di Chioggia, pure avanzata da Toninelli, sembra poco praticabile. Esigerebbe tempi lunghissimi di realizzazione, in quanto pone la necessità di scavare tutto il
porto e lo stesso sindaco Cinquestelle è contrario. A meno che non venga ripescato dal cassetto il porto offshore, una proposta dell’ex sottosegretario veneziano Cesare De Piccoli (Governo Prodi) al largo del Lido (250 metri dalla riva). Il progetto, da 127 milioni, è già stato licenziato dalla Comissione di Valutazione Impatto ambientale. Nei prossimi giorni, la difficilissima scelta. E, probabilmente, una laguna di ulteriori polemiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il corteo che s’è snodato ieri lungo i canali di Venezia, fino a San Marco /
1,56
I milioni di passeggeri in crociera che hanno fatto tappa a Venezia nello scorso anno
96mila
Il tonnellaggio massimo delle navi consentito per l’ingresso nel canale della Giudecca
Ansa
I cristiani e il ponte con la Cina
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lla luce della recente svolta nelle relazioni tra Santa Sede e governo cinese, sancita dall’Accordo Provvisorio siglato il 22 settembre 2018, in particolare sul tema della nomina dei vescovi, indagare il ruolo dei cristiani nel grande Paese asiatico assume un valore sempre più importante. Ed è quello che si propone di fare la seconda edizione del Convegno sull’"Evoluzione del cristianesimo in Cina", organizzato da Ucid Gruppo Regionale Lombardo. L’incontro si svolgerà mercoledì 12 giugno, all’Università Cattolica del Sacro Cuore (Cripta Aula Magna, ore 16). «L’Accordo è il frutto di un graduale e reciproco avvicinamento, cui si è pervenuti attraverso un dialogo durato molti anni [...]. Nella storia della Chiesa la Cina ha occupato spesso un posto di grande rilievo», ha scritto recentemente il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. A parlare degli ultimi sviluppi – dopo i saluti istituzionali, tra cui quelli dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini – saranno padre Antonio Spadaro, direttore di "Civiltà Cattolica"; Agostino Giovagnoli, docente all’Università Cattolica; Francesco Sisci, della China Remnin University; Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente all’Università Bocconi; Elisa Giunipero, dell’Università Cattolica; Aldo Fumagalli, Candy Hoover Group; e Stefano Devecchi Bellini, Gamos Group China, promotore e organizzatore dell’evento. Tra gli altri, lo scopo dell’incontro è quello di ricordare figure storiche e religiose che hanno contribuito alla pace tra i popoli occidentali e orientali, come i padri gesuiti missionari Alessandro Valignano e Matteo Ricci, il cinese Xu Guangqi, mandarino imperiale e controparte di Ricci per il dialogo sino-occidentale. A questi personaggi si guarda al fine di trovare modelli cui ispirarsi per la complessa situazione dell’oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Domenica 9 Giugno 2019 www.gazzettino.it
I ballottaggi nei Comuni
Undici sfide in Veneto Rovigo riprova a eleggere il sindaco
LE URNE
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VENEZIA Oggi, dalle 7 alle 23 con scrutinio immediato, si torna alle urne per i ballottaggi nei Comuni con più di 15mila abitanti. Due domeniche fa, il 26 maggio, per farcela bisognava che i candidati sindaci prendessero il 50 per cento dei voti più uno; in caso contrario sarebbero andati al secondo turno i due più votati. È quello che, appunto, succederà oggi in 136 Comuni italiani, dei quali 11 in Veneto. Ma non tutti sono Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Ci sono anche delle particolarità. Come Campodoro in provincia di Padova.
LE SFIDE Vediamo gli altri dieci ballottaggi in Veneto. L’unico capoluogo di provincia alle urne, in questo caso dopo il commissariamento, è Rovigo: in vantaggio (38,2%) è la candidata del centrodestra tutto unito, dalla Lega a Forza Italia a Fratelli d’Italia, Monica Gambardella, che dovrà vedersela con il candidato del Pd Edoardo Gaffeo (25,4%). In provincia di Padova, a Cadoneghe il sindaco uscente Michele Schiavo a capo di una coalizione di centrosinistra parte svantaggiato rispetto al centrodestra di Marco Schiesaro, con mille voti di differenza. A Monselice, invece, la sfida è tutta in casa del centrodestra: da una parte Giorgia Bedin, supportata dalla Lega, con il 31,1%, dall’altra Gianni Mamprin con Forza Italia, 18,7%. Nel trevigiano, a Mogliano Veneto il sindaco uscente Carola Arena del Pd si è posizionata seconda, col 44,2%, dietro a Davide Bortolato, che con Lega, FI, FdI e due civiche due domeniche fa ha sfiorato la vittoria: 49,4%. In provincia di Venezia, a Noale, il sindaco uscente Patrizia Andreotti ha lasciato per strada il Pd
QUASI OVUNQUE IL CENTRODESTRA AVVANTAGGIATO ANCHE SUI PRIMI CITTADINI USCENTI DEL CENTROSINISTRA
Comuni al voto domenica, dopo le amministrative del 26 maggio Si vota in 136 Comuni (3.648.485 elettori) 124 Comuni con più di 15.000 abitanti 12 con meno di 15.000 abitanti
Oggi il secondo turno, urne aperte `Il singolare caso di Campodoro: dalle 7 alle 23. Scrutinio immediato i due candidati in perfetta parità `
IL CASO Con 2.654 abitanti, Campodoro avrebbe dovuto eleggere il sindaco già due settimane fa. Solo che è successo quello che nessuno si aspettava: la parità. Con tre candidati in lizza, i 1.668 elettori padovani che sono andati alle urne si sono così suddivisi: 751 preferenze a Gianfranco Vezzaro (Lega Salvini - Fratelli d’Italia) e 751 preferenze a Vincenzo Gottardo (lista civica Campodoro Unito). L’unico che ha saputo subito di aver perso è stato Gregorio Morelli del Pd con 166 voti. Morale: oggi ballottaggio tra Vezzaro e Gottardo, entrambi al 45%.
Il ballottaggio
I comuni del Veneto al ballottaggio centrodestra
centrosinistra
Provincia di Padova CADONEGHE Marco Schiesaro Michele Schiavo MONSELICE Giorgia Bedin Gianni Mamprin CAMPODORO Gianfranco Vezzaro Vincenzo Gottardo Provincia di Rovigo ROVIGO Monica Gambardella Edoardo Gaffeo Provincia di Treviso MOGLIANO VENETO Davide Bortolato Carola Arena
Lega-Fdi
Civica
Provincia di Venezia NOALE Patrizia Andreotti 42,3%
45,1%
31,2%
44,3%
31,1%
Michela Barin SPINEA Martina Vesnaver
48,4%
38,7% Emanuele Ditadi Provincia di Verona NEGRAR DI VALPOLICELLA Marco Andreoli 49,6% 45% 45,7% Roberto Grison 45%
18,7%
PESCANTINA Davide Quarella Luigi Cadura 38,2% SAN BONIFACIO Giampaolo Provoli 25,4% Emanuele Ferrarese Provincia di Vicenza VALDAGNO Alessandro Burtini 49,4% 44,2%
47,1% 31% 47,2% 38,9%
45,9%
Giancarlo Giuseppe Acerbi 45,2%
e ha voluto solo civiche, ottenendo il 45,1%; con soli 70 voti di differenza si è piazzata seconda Michela Barin, sostenuta dal centrodestra. A Scorzè, dopo la sconfitta di cinque anni fa, prova a riconquistare il Comune il centrodestra con Martina Vesnaver (48,4%) che al ballottaggio dovrà vedersela con il Emanuele Ditadi (38,7%). Nel Veronese, tre ballottaggi: a Negrar di Valpolicella tra Marco Andreoli del centrodestra (49,6%) e il sindaco uscente Roberto Grison del centrosinistra (45,7%); scenario simile a Pescantina dove Davide Quarella del centrodestra è in vantaggio (47,1%) sul sindaco uscente del centrosinistra Luigi Cadura (31%). Parte invece in vantaggio il sindaco uscente di San Bonifacio Giampaolo Provoli del centrosinistra (47,2) su Emanuele Ferrarese sostenuto da Lega e Forza Italia (38,9%). Unico Comune nel Vicentino al ballottaggio è Valdagno e anche
qui il sindaco uscente del centrosinistra Giancarlo Giuseppe Acerti (45,2%) parte in svantaggio rispetto al candidato del centrodestra Alessandro Burtini (45,9): la differenza tra i due è stata di 104 voti.
I 14 eletti subito
i risultati, entra la leghista Conte
Lega Mara Bizzotto, Gianantonio Da Re, Paolo Borchia, Alessandra Basso, Elena Lizzi, Marco Dreosto, Rosanna Conte.
IL VERDETTO VENEZIA Adesso è ufficiale: per entrare al Parlamento europeo Sergio Berlato dovrà attendere la Brexit. Appena il Regno Unito usciRà dall’Unione europea si libereranno infatti i tre posti aggiuntivi a favore dell’Italia. E uno dei tre sarà per il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale del Veneto, Berlato appunto, che il 26 maggio, candidato nella circoscrizione del Nordest al secondo posto dopo Giorgia Meloni, aveva preso 19.459 voti. Ad andare subito a Bruxelles sa-
Pd LEGHISTA Rosanna Conte
rà invece la leghista di Caorle (Venezia) Rosanna Conte, che inizialmente era data come prima dei non eletti della Lega.
I CALCOLI L’ufficio elettorale nazionale presso la Corte suprema di Cassazione ha ritenuto di assegnare
Carlo Calenda, Elisabetta Gualmini, Paolo De Castro, Alessandra Moretti.
M5s Marco Zullo, Sabrina Pignedoli
Svp Herbert Dorfmann
1
Capoluogo di Provincia
2 4 6 97 8 1011
3 5
Capoluogo di Regione
12
L’INCIUCIO Intanto M5s e Pd hanno negato un accordo di desistenza per i ballottaggi delle comunali nel Molise: si sussurrava che in base a una trattativa esclusivamente locale i dem oggi avrebbero votato per il candidato pentastellato a Campobasso e in cambio i grillini avrebbe votato quello Dem a Termoli, grosso comune molisano in riva all’Adriatico. Le smentite ufficiali sono state nette sia da parte del M5S a livello nazionale sia da parte del Pd molisano e ufficialmente la Lega, dopo qualche mal di pancia per “l’inciucio di sinistra”, si è detta soddisfatta della presa di posizione grillina. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Europee, il “fratello” Berlato deve aspettare la Brexit `Ufficializzati
4.431 sezioni
subito i 15 seggi spettanti al Nordest, con il quindicesimo che però scatterà post Brexit. Se si fossero fatti i conteggi sulla base dei 14 eletti, com’era avvenuto inizialmente, sarebbe entrato subito Berlato e sarebbe rimasta in attesa Conte. La Cassazione tra l’altro ha respinto quattro documenti tra esposti, segnalazioni e istanze, tra le quali uno di Berlato. Il capogruppo di FdI in Regione l’ha presa con filosofia: «No, non farò ricorso - ha detto Berlato - Anzi, non tutto il male vien per nuocere: questi insperati mesi di tempo mi permetteranno di portare in approvazione il nuovo Piano faunistico venatorio regionale e di garantire la corretta applicazione della legge sulla mobilità venatoria». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 Biella 2 Verbania 3 Vercelli 4 Rovigo 5 Cremona 6 Reggio Emilia 7 Forlì 8 Cesena 9 Ferrara 10 Livorno 11 Prato 12 Ascoli Piceno 13 Avellino 14 Foggia 15 Campobasso 16 Potenza
NUMERO DI CANDIDATI
13 CENTROSINISTRA
15 CENTRODESTRA
Vittorio Veneto, tra la Lega e il Pd tentato “compromesso storico” IL CASO VENEZIA Andasse in porto, ci sarebbe pure la “benedizione” del governatore Luca Zaia. «Vittorio Veneto bel laboratorio di onestà intellettuale, di pragmatismo e direi anche di un sindaco che ha le palle e farà veramente bene», ha detto ieri, da Conegliano, il presidente della Regione Veneto. Quale sarebbe il laboratorio? Una bella giunta con dentro Lega, Forza Italia e Pd. Meglio, un esponente della precedente amministrazione che era guidata dal Partito Democratico. Tutto questo a Vittorio Veneto, Comune di neanche
30mila abitanti in provincia di Treviso, dove la Lega si è ripresa il municipio e dove in consiglio comunale è stato anche eletto il neo europarlamentare nonché segretario nathional del Carroccio Toni da Re. Un compromesso storico dove finì la Prima Guerra mondiale?
L’OFFERTA Antonio Miatto detto Toni, 66 anni, veterinario in pensione, leghista da sempre con origini venetiste, vince il 26 maggio al primo turno: 8.344 voti, 56,4 per cento, primo partito la Lega (27,3%), seconda la lista Toni Miatto Sindaco (17,7), Forza Italia
non arriva al 5%, Fratelli d’Italia è al 3,1%. La formazione della giunta dovrebbe essere una bazzecola, invece Miatto cosa fa? Offre l’assessorato alla Cultura all’assessore uscente alla Cultura Antonella Uliana. Che, appunto, faceva parte di una amministrazione di centrosinistra. Il Pd, che aveva candidato sindaco il giovane Marco Dus (arrivato secondo, 3.783 voti, 25,6%), domanda: di grazia, caro Toni, perché vuoi la Uliana? È una scelta personale o politica? Non è personale, è la risposta di Miatto ed è così che il neo sindaco leghista e lo sconfitto dem Dus si incontrano. Il primo incontro finisce con un no del Pd, ma in città
1 M5S
3 L. CIVICHE
IL DEBUTTO La prima uscita ufficiale da sindaco, lo scorso 2 giugno, di Toni Miatto
IL SINDACO MIATTO: «SAREBBE UNA GIUNTA DEL BUON SENSO» E C’È ANCHE IL PLAUSO DI ZAIA
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raccontano che la porta non sia ancora del tutto chiusa. Il sindaco Miatto confessa: ci conta, eccome. «L’offerta dell’assessorato a Antonella Uliana non è personale, lei è una brava professoressa di storia dell’arte, c’è stima reciproca, tra l’altro non ha tessere di partito in tasca. Non è
neanche un disegno politico, come l’ha inteso il Pd, non ho in mente una “grosse koalition”. È più che altro un simbolo per un inizio di dialogo, per diminuire le tensioni, di cui Vittorio Veneto non ha assolutamente bisogno». In partito ne aveva parlato? «Sì, e tutti mi avevano appoggiato». Come la definirebbe una giunta così? «Una giunta del buon senso». Che piacerebbe anche a Zaia. Magari un esempio per lo scenario nazionale? La risposta del governatore: «A Vittorio Veneto ci sono una stabilità e un dialogo che da altre parti non esistono». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENETO ECONOMIA
DOMENICA 9 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
venezia-roma, la protesta del governatore
Zaia attacca l’Alitalia «Solo tre voli al giorno Veneto abbandonato» La compagnia di bandiera: collegamento notturno sospeso per problemi tecnici oggi risolti, riprenderà a metà del mese
Filippo Tosatto VENEZIA. Non bastava la soppressione del treno mattutino no stop per la Capitale che scatena la furia dei padovani contro Fs. «Stanno sparendo tutti i voli di Alitalia dal Veneto, di collegamenti feriali Venezia-Roma ne sono rimasti tre, è assurdo, un territorio come il nostro non può essere servito in questo modo», sbotta Luca Zaia conversando con i giornalisti a margine di un incontro trevigiano che l’ha visto al volante di un trattore. «Sono in molti a protestare, soprattutto imprenditori, chi ha impegni di lavoro nella prima parte della giornata deve fare la notte in bianco per prendere l’aereo delle 6.20, tempo fa c’erano partenze a metà mattinata e nel primo pomeriggio, non capisco per-
alla gestione dell’indebitatissima compagnia di bandiera, di recente definita «cadavere eccellente» incapace di assicurare servizi adeguati al terzo scalo del Paese.
ché siano sparite. La Save non c’entra, sia chiaro, chiedete a Di Maio... ». LA POLEMICA POLITICA
Immancabile la frecciata al vicepremier a 5 Stelle con dele-
ga allo Sviluppo economico e al destino di Alitalia che, al pari degli altri ministri grillini, gli insofferenti leghisti veneti considerano una sorta di sciagura nazionale. Né il governatore ha mai lesinato critiche
Civis acquisisce Vigilanza Serenissima
«OPERATIVITÀ INVARIATA»
Interpellate, fonti di Alitalia, pur evitando la polemica diretta, informano che «alcuni problemi tecnici avevano effettivamente imposto la sospensione del volo notturno Venezia-Roma ma sono stati risolti e il collegamento riprenderà regolarmente a metà giugno, la nostra operatività risulta così invariata». Nel dettaglio del presunto disimpegno dal Veneto null’altro è dato di sapere e tantomeno su possibili investimenti per potenziare il servizio: oggi la compagnia tricolore, al centro di una trattativa mirata all’ingresso di soci internazionali e il salvataggio, sembra costretta a navigare a vista. CAON (FI) PUNGE LA LEGA
Il governatore Luca Zaia lamenta il disimpegno di Alitalia dal Veneto
l’accordo
A punzecchiare Zaia, peraltro, provvede Renato Caon, deputato padovano di Forza Italia: «Da un presidente di Regione con il 62% di gradimento, il cui partito ha il 50% dei voti in Veneto e governa il Paese, mi aspetterei qualcosa di più. Possibile che non si possano riavere un treno e qualche aereo in più richiesti da tutte le categorie economiche e da centinaia di cittadini? La Lega non riesce a garantire neppure questo? A cosa serve allora tutto il consenso che ha ricevuto dalla nostra gente?». —
VENEZIA. La società Civis S.p.A., con sede legale in Milano, ha sottoscritto un atto notarile con la società Vigilanza Serenissima S.p.A., con sede in Venezia, che, con decorrenza dal primo luglio 2019, comporterà l’acquisizione del ramo d’azienda nella regione Veneto. L’acquisizione determinerà una sinergia tra due solide realtà aziendali con l’obiettivo di incrementare i servizi di vi-
gilanza privata, piantonamento fisso, ispezioni, allarmi, videosorveglianza e servizi fiduciari nelle province di Venezia, Treviso, Belluno, Vicenza e Padova. Civis S.p.A., già presente da oltre 45 anni sul territorio, svilupperà uno strategico piano aziendale, col fine di mantenere e incrementare la qualità dei servizi fino ad oggi erogati da Vigilanza Serenissima S.p.a. —
la società btp se precisa
Tunnel del Brennero costo di 8,384 miliardi BOLZANO. In merito ai costi
complessivi del tunnel del Brennero la società del tunnel Bbt Se precisa che il costo per la realizzazione della galleria di base del Brennero è pari a 8,384 mld di euro. Il costo anzidetto è la somma di tre addendi ovvero il mero costo di realizzazione (scavo delle gallerie e attrezzaggio ferroviario, comprensivo dei costi per l’amministrazione) di 7, 067 mld, la componente per i rischi qua-
li gli imprevisti geologici, l’aumento del prezzo delle materie prime, ecc. . e l’adeguamento monetario. Mentre il costo di realizzazione è univoco, gli importi relativi sia ai rischi che all’adeguamento monetario derivano da metodologie di calcolo applicate in maniera differente in Italia e in Austria. La differenza tra i diversi metodi e le diverse prassi di calcolo applicate è di 917 mln di euro.
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Nordest
Domenica 9 Giugno 2019 www.gazzettino.it
L’intervista Mauro Agnoletti ister Unesco in Veneto è Mauro Agnoletti. Associato alla Scuola di Agraria dell’Università di Firenze, coordinatore del gruppo di lavoro sul paesaggio al ministero dell’Agricoltura e presidente del comitato scientifico del programma mondiale della Fao sul paesaggio agrario, ma soprattutto coordinatore scientifico della candidatura delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene alla lista del Patrimonio Mondiale. Dopo che un anno fa in Bahrein il dossier era stato rimandato, il professore è stato chiamato a guidare la squadra di sei esperti che in due mesi ha riscritto le 300 pagine: quelle che venerdì a Parigi hanno ottenuto la valutazione favorevole dell’International council on monuments and sites (Icomos) e che il 7 luglio in Azerbaijan dovranno superare il vaglio definitivo del World heritage committee (Whc). «Se fosse un esame di Stato – esemplifica l’accademico – bisognerebbe attendere il parere finale della commissione, sapendo però di arrivarci con il voto positivo assegnato dai docenti».
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Quel voto è “I”: cosa significa? «Iscritto. Un anno fa il giudizio di Icomos era stato completamente negativo e quindi l’Italia era approdata all’assemblea Whc con un “no” sulle spalle. Invece questa volta ci andremo con una raccomandazione di approvazione. L’organismo tecnico aveva tre possibilità: ritenere il dossier non meritevole e archiviare il caso; definirlo rivedibile dal punto di vista scientifico e disporre un rinvio per un altro anno; esprimere un parere di immediata iscrizione. È stata scelta la terza opzione, benché venisse ritenuta meno probabile rispetto a un accoglimento con riserva. Per noi questo è motivo di grande soddisfazione». Conferma che decisivo è stato il cambio di strategia, con la decisione di scommettere su un solo criterio? «Sì. La chiave vincente rispetto alla vecchia candidatura è consistita nel puntare su quello che molti ritenevano essere il valore principale di questo territorio e cioè il suo paesaggio forgiato dal lavoro di contadini e vignaioli. Mentre in precedenza i ciglionamenti erano stati appena menzionati, adesso le terrazze erbose delle zone alte sono diventate un elemento centrale di quell’unicità che Unesco vuole premiare. Prima era stata data più importanza al vino come prodotto e alla storia dell’arte, invece ora il valore universale di questo territorio è stato indicato nel mosaico
PANORAMA Una veduta delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Sotto il professor Mauro Agnoletti, coordinatore del dossier
«Unesco, giusta la scelta di puntare sul paesaggio» Colline del Prosecco, parla il coordinatore `«Conegliano passa nella “zona cuscinetto”, del dossier: «Cambio di strategia decisivo» con meno vincoli, ma unita a Valdobbiadene» `
Le aree
La mappa della candidatura
«ICOMOS POTEVA ANCHE ARCHIVIARE IL CASO O DISPORRE UN RINVIO, INVECE HA ESPRESSO PARERE DI IMMEDIATA ISCRIZIONE ALLA LISTA» «AGLI AMBIENTALISTI DICO CHE QUESTO TIPO DI COLTIVAZIONI SU CIGLIONI E TERRAZZI RIDUCE IL RISCHIO IDROGEOLOGICO» costituito da tanti piccoli appezzamenti vitati inframmezzati a bosco. Su questo c’è stata perfetta sintonia tra noi e Icomos, che infatti nelle raccomandazioni di ottobre ci aveva suggerito di tenere presente il Registro nazionale dei paesaggi rurali storici a cui
Area Core Zone
Area Buffer Zone
Comuni in Core Zone
Comuni in Buffer Zone
Comuni in Commitment Zone Area (Comuni che hanno sottoscritto il Protocollo d’Intesa) Cison di Valmarino Valdobbiadene
Vittorio Veneto
I Comuni e le tutele divisi in tre categorie
Fregona Sarmede
Revine Lago
Cappella Maggiore
Follina
Segusino
Colle Cordignano Tarzo Umberto Refrontolo Godega S. Pietro S. Fior di Sant’Urbano di Feletto Farra di Pieve Soligo di Soligo S. Vendemiano Conegliano Codognè
Miane
Susegana
Vidor
Moriago della Battaglia
Sernaglia della Battaglia
Mareno di Piave
Vazzola
S. Lucia di Piave
Fonte: F t D Dossier i di candidatura did t "L "Le C Colline lli d dell P Prosecco di C Conegliano li eV Valdobbiadene" ld bbi d "
La revisione del dossier di candidatura ha ristretto la core zone, cioè l’area principale con le maggiori tutele, a 9.197,45 ettari. Di conseguenza tre dei quindici Comuni originari sono passati alla buffer zone, vale a dire alla fascia cuscinetto, a sua volta scesa a 9.769,80 ettari: Conegliano, Susegana e San Vendemiano. A cascata altri sei centri sono stati declassati in commitment zone, cioè l’area di impegno, che prevede comunque l’adesione al protocollo d’intesa fondato sulla conservazione del sito nel tempo e conta in tutto quattordici municipi.
era iscritto il Prosecco. Questo vino ha nel suo paesaggio un valore non riproducibile dalla concorrenza. Per tanti anni abbiamo rincorso i francesi sulla vinificazione, di cui sono maestri loro, mentre noi siamo i campioni del paesaggio, un primato che così
CONEGLIANO (TREVISO) «Adesso mi aspetto che tutti i vostri vigneti saranno certificati e biologici perché...». Luca Zaia non riesce a finire la frase, interrotto dal claxon di qualcuno dei 121 trattori schierati sul piazzale della Scuola Enologica di Conegliano, pronti a partire per il corteo che tradizionalmente fa seguito all’ultima campanella dell’anno. D’altra parte è qui che l’illustre ex allievo si ritrova a festeggiare, da presidente della Regione, il parere favorevole di Icomos all’iscrizione delle Colline del Prosecco nella lista del Patrimonio Mon-
diale su cui dovrà esprimersi l’assemblea di Whc, per cui non gli resta che montare in sella a un Landini a testa calda e girare per mezza città con il pollice alzato in segno di vittoria.
L’AMBIENTE Prima e dopo la rumorosa interruzione, Zaia riesce comunque a dedicare proprio ai giovani agricoltori il risultato ottenuto venerdì: «Il vigneto del futuro è rispettoso dell’ambiente, certificato e senza chimica. E questo è esattamente quello che faranno questi ragazzi, grazie al riconoscimento dell’Unesco». Il governatore è ben consapevole di parlare in un territorio comunale
che, nella revisione del dossier necessaria a superare i rilievi di un anno fa, è stato spostato dalla core alla buffer zone. «Ma anche la fascia cuscinetto avrà le proprie responsabilità – sottolinea il presidente – e comunque saranno coinvolti tutti i Comuni, anche quelli che non c’entrano niente, perché il Prosecco dovrà diventare un modello di identità e di paesaggio, che avremo l’onere e l’onore di preservare per l’umanità e per il mondo. Da qui dovranno partire tutte le modalità di coltivazione della vite che non usino più la chimica. Per questo ai ragazzi ho detto che io mi impegno a portare a casa l’approvazione definitiva, ma loro
Perché è stata più che dimezzata l’estensione della core zone, cioè l’area principale della candidatura, spostando un simbolo come Conegliano in buffer zone (area cuscinetto)? «La riduzione del perimetro è stata decisa per garantire il rispetto dei requisiti di integrità e autenticità. Comunque non cambia nulla per Conegliano, che da culla dell’enologia qual è rimane nel titolo della candidatura delle Colline del Prosecco insieme a Valdobbiadene, se non il livello di protezione: i vincoli saranno più stringenti nelle zone più alte, ma le due fasce vanno viste come un insieme inscindibile». Cosa risponde agli ambientalisti che criticano la candidatura per i danni che verrebbero causati dalle coltivazioni? «Dico che, al contrario, la viticoltura su ciglioni e terrazzi preserva l’ambiente e riduce il rischio di dissesto idrogeologico. E aggiungo che comunque nell’area candidata la quota di bosco è pari al 70%, quella dei vigneti al 20%. Dopodiché penso che spesso chi muove queste critiche faccia un danno all’Italia: in Francia nessuno si sarebbe mai sognato di mettere in discussione la candidatura della Borgogna, che pure rispetto al Prosecco è una distesa industriale, perché lì prevale l’interesse nazionale, mentre qui ci facciamo del male da soli. In ogni caso la visione ambientalista che vorrebbe favorire il ritorno alla natura incontaminata e alla fauna selvatica è stata portata in Italia dal Nord Europa e dal Nord America, luoghi che hanno paesaggi strutturalmente diversi da quelli italiani, ammirati fin dai tempi del “Grand Tour” proprio per l’interazione fra ambiente e uomo, all’insegna dell’utilità e della bellezza». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN CORTEO Luca Zaia in sella a un Landini guidato da uno studente della Scuola Enologica
Zaia festeggia sul trattore: «Ora vigneti senza chimica» ALLA SCUOLA ENOLOGICA
può esserci riconosciuto».
(STEFANO COVRE / NUOVE TECNICHE)
ZAMBON (CITTÀ DEL VINO): «SUCCESSO PER TUTTI I TERRITORI VITATI ITALIANI, FINALMENTE RICEVONO UN RICONOSCIMENTO»
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devono impegnarsi a diventare dei bravi tecnici di un’agricoltura compatibile con l’ambiente».
LE BANDIERE Applausi e selfie, mentre il coneglianese Floriano Zambon annuisce: «È un successo non solo delle colline di Conegliano e Val-
dobbiadene, ma di tutti i territori vitati italiani, che finalmente attraverso il Prosecco ottengono il riconoscimento che meritano», rimarca il presidente nazionale dell’associazione “Città del Vino”. Nel frattempo dai trattori sventolano i vessilli: qualche tricolore, ma soprattutto leoni di San Marco e pure un drappo “Autonomia”, dopo le polemiche scoppiate per la giornata di autogestione dedicata proprio a questo tema. Zaia torna a difendere la dirigente scolastica Mariagrazia Morgan: «Venete, italiane o europee, tutte le bandiere sono legittime». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA