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MARTEDÌ 30 APRILE 2019 LA NUOVA
HANNO DETTO
Matteo Arpe
Marco Agostini
Banca Ifis
Guida la Sator, che per le attività di investimento nell’immobiliare si serve di una Sgr partecipata da Sator Private Equity Fund (58,4%).
Il comandante della Polizia locale aveva fornito i dati sui controlli sulle attività ricettive: «Nel 2016 143 controlli e 122 nel 2017. Nel 2018 sono stati 121».
Sebastian Furstenberg, presidente di Banca Ifis, citata dal sindaco Brugnaro come tra le aziende di servizi che si stanno sviluppando.
Parla il SinDaco lUiGi brUGnaro
«Basta paure: noi lavoriamo per sviluppare il terziario»
via ca’ marcello
L’outlet del mattone a Mestre: «Abbiamo trovato una città paralizzata Noi abbiamo invertito la rotta: sono per il progresso, non per la conservazione»
Mitia Chiarin
Il complesso alberghiero nei pressi della stazione
È un district hotel Quattro strutture aprono a giugno L’appuntamento con il taglio del nastro ufficiale è fissato per il 20 giugno per una giornata di “porte aperte” del nuovo distretto alberghiero mestrino. “Un’area restituita al futuro di Mestre”, il titolo scelto dalla Mtk Development di Ivan Holler e dallo studio di architettura di Luciano Parenti per la giornata di inaugurazione, alle 10.30 del 20 giugno, in cui i quattro nuovi alberghi di Mestre, per un totale di 1.900 posti letto, verranno inaugurati da sindaco e manager dei quatro alberghi stranieri. Il Leonardo Royal Hotel del gruppo Fattal apre i battenti dal 15 giugno. Ecco le offerte lancio: il Leonardo Royal Hotel, per l’apertura, promuove le camere a partire da 89 euro a persona (camera singola con colazione inclusa) e se si sceglie il pacchetto meeting si ottiene uno
sconto del 15 per cento. La struttura comprende tre sale per convegni, un ristorante e un bar aperti anche alla cittadinanza. Gli altri tre alberghi apriranno nel corso dell’estate. Il gruppo StayCity, che gestisce l’aparthotel (appartamenti turistici) situato a fianco della sede dei sindacati di via Ca’ Marcello ha inserito nel proprio sito le prenotazioni per la sede di Mestre a partire dal 10 settembre con prezzi ad appartamento da 104 a 122 euro nella prima settimana e che scendono a 77 euro a fine mese ( tariffa per una notte per due persone) in una delle 175 camere. Si attendono di conoscere le date di apertura dell’hotel Seven Day Premium della catena cinese Plateno. Il nuovo ostello irlandese Wombat’s accetta prenotazioni dal primo agosto. — M.Ch.
Tanti i pezzi di città all’asta in terraferma. Un fenomeno che non può passare inosservato mentre l’unico vero business economico è legato alla ricettività alberghiera. «Anche i Pili li comprai ad una asta, ricordo», commenta il sindaco Luigi Brugnaro commentando il nostro articolo sulle tante aste fallimentari in agenda in questi mesi. «Faccio presente che la città era andata su un percorso contrario allo sviluppo economico, senza neanche tenere da conto, per esempio, le necessità dei commercianti. in centro si è chiuso il centro cittadino. Noi abbiamo dovuto invertire la rotta», commenta il sindaco che testimonia di non temere gli effetti della svendita, all’asta, di tante parti di città. C’è la partita dell’ex Umberto I, quattro ettari di degrado dove c’era l’ospedale di Mestre. Il giudice non ha ancora deciso per l’asta. Una proposta da 15 milioni di euro da parte di una cordata di imprenditori locali è sul piatto ma sono le banche, esposte per 65 milioni nel fallimento della Dng, a dover dare il loro assenso o meno all’operazione. Intanto tanti in città chiedono alla giunta Brugnaro di prendere in mano la vicenda e acquistare direttamente l’area. Proposta che la giunta non intende perseguire. Ci sono all’asta in questi mesi terreni con destinazione a terziario già messa nero su bianco nella prima zona in-
Il sindaco Luigi Brugnaro
dustriale: l’ex Eraclit di via dell’Elettricità, infatti, può essere acquisita contando su un permesso a costruire (da ritirare presso gli uffici comunali) per abbatterla e trasformarla in un edificio destinato al terziario. Scheletri di edifici vicino a via Martiri della Libertà possono essere acquisiti per diventare palazzi di sei piani ad uso direzionale. Ma è soprattutto la “gallina d’oro” del turismo che in terraferma muove gli investitori ed ecco allora che terreni come quello a fianco della sede sindacale di via Ca’ Marcello viene ritirato dall’asta perché è in corso una trattativa pare con gli stessi costruttori degli alberghi della Mtk.
la riForma Delle Province
«Con Zaia un tour in Meridione a spiegare il valore dell’autonomia del Veneto» La proposta della Lega, al centro dell’ennesimo scontro con il M5s alleato di governo, per reintrodurre le province è tema che appassiona il sindaco di Venezia, che è anche sindaco metropolitano. Brugnaro spiega la sua idea. «La Città metropolitana non è la provincia. È un ente intermedio previsto dalla costituzione. Della legge Delrio apprezzo tantissimo il fatto che l’assemblea dei sindaci approva bilanci e linee stra-
tegiche e questo va mantenuto come la coincidenza tra sindaco metropolitano e sindaco della città capoluogo ma si potrebbe inserire un referendum confermativo, un voto metropolitano, perché se il sindaco è votato da tutta la città metropolitana ha un potere politico maggiore rispetto all’attuale. Se non viene votato si attiene alla gestione ordinaria». Brugnaro chiede una riforma federale dello Stato: «Oltre alle pro-
La sede della Città Metropolitana (ex Provincia) in via Sansovino
Mentre un edificio centralissimo come la Torre San Lorenzo in pieno centro forse grazie ad un progetto di apart-hotel potrebbe trovare compratori. «Io sto dalla parte del progresso più che della conservazione. Chi fa può sbagliare e chi non fa sicuramente sbaglia», ricorda il sindaco Luigi Brugnaro, analizzando la situazione. «Abbiamo queste pepite come lascito del passato. Certo le aste sono il frutto di fallimenti che arrivano da lontano e che sono colpa di tutti e di nessuno. Ma è certo che la città aveva smesso di pensare al futuro. Ci sono paure a riguardo, ne scrivete sempre voi», continua a commentare il sindaco Brugnavince, occorre riformare lo Stato introducendo le macroregioni. Noi siamo un esempio positivo: la città metropolitana di Venezia ha il primato del debito a zero. Mi vanno benissimo le critiche ma serve anche evidenziare quello che funziona. Questo modello andrebbe portato a livello centrale efficientando lo stato, riducendo la a burocrazia, avvicinandosi al cittadino», continua a spiega il sindaco di Venezia. E precisa la sua idea: «Servono le macroregioni. Serve allargare le città metropolitane in un impianto federale anche a due velocità. L’autonomia del Veneto è esempio positivo a beneficio di tutta l’Italia. Occorre far volare chi può farlo. Ho detto a Zaia: “se vuoi andiamo assieme nel Meridione a spiegare l’autonomia che chiede il Ve-
ro. «Noi invece pensiamo che non ci debba essere alcuna paura, specie nel seguire le attività che vanno avanti. Questa città aveva smesso di pensare al futuro e a leggere i vostri articoli la paura sembra ancora imminente. Mescolare turismo e terziario? Sono questioni ben diverse», precisa il primo cittadino. «Io mi auguro che aumenti molto il terziario che fornisce servizi qualificati e lavoro e per quanto mi riguarda faremo di tutto per favorirlo e mantenerlo. Stiamo parlando con le Generali e con il principe Fustenberg che sta ampliando la propria sede (banca Ifis, ndr). Abbiamo anche risolto il problema della viabilità in quella zona», dice Brugnaro. « A Mogliano un sindaco aveva chiuso una strada, via Gobbi, per prendere due voti in più. Abbiamo trovato noi la soluzione assieme ad Anas realizzando la nuova viabilità e in questo modo garantiamo anche la ciclabile sul Terraglio». E cita anche la vicenda ex Gasometri a Venezia. «Sono stati spaventati i ragazzi che chiedevano la palestra. Ci sono due milioni stanziati dalla Città metropolitana e siamo andati a parlarci, chiedendo loro se preferiscono avere la palestra in cortile o in una area lì vicino, di proprietà comunale vicino all’Arsenale. Sono scelte, da fare». E conclude: «Leggendo certi commentatori si nota insipienza e una incapacità di leggere il futuro oltre alla volontà di aumentare le paure. Ora è il momento di fare senza avere paura». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
neto”. Ci sono esempi come Salerno con De Luca, quando era sindaco, o certi assessorati di Napoli che funzionano benissimo». E prosegue: «Siamo dentro una filiera tedesca e in una Europa che condiziona tantissimo la politica italiana. Occorre efficienza per attrarre imprese. E Venezia, nell’autonomia, potrebbe discutere con Roma molto di più, e meglio, il suo ruolo rispetto a quanto si è discusso in questi anni. Venezia è un esempio di lavoro trasversale ma serve ammettere che non ci sono parti che lavorano meglio di altre, senza rancori». Ma l’autonomia si farà? Il primo cittadino ribatte: « Non sono indovino, non sono al governo e mi pare ci sia una presa in giro del Veneto. Ma una vera riforma serve». — M.Ch.
Provincia 29
L'ARENA
Martedì 30 Aprile 2019
SANBONIFACIO. Ilmovimento puntasu un gruppodi«matricole»: lacandidata44enne èun tecnico peri servizi sociali
L’impegnodei 5Stelle hailvoltodi Ilenia Menin Una donna col compito di portare «Aria nuova a San Bonifacio»: se questo è lo slogan che il Movimento 5 Stelle ha scelto per la campagna elettorale delle amministrative, Ilenia Menin e la sua squadra sono le persone che avranno il compito di trasformarlo in azione concreta. Menin, 44 anni, tecnico per i servizi sociali, è sposata e mamma di due figli: «Sono una faccia nuova, quella di un normale cittadino stanco delle cose che non vanno ma animato dalla voglia di dare il suo contributo per cambiarle», esordisce. È al debutto sulla scena politico-amministrativa, come buona parte delle persone che compongo la lista del Movimento 5 Stelle: «Portiamo freschezza, entusiasmo, le capacità di ciascuno e ciò che riteniamo essere molto tutelante per i cittadini, cioè il certificato del casellario giudiziale e quello dei carichi pendenti. L’unico interesse che ci anima», spiega Menin, «è quello del cittadino». In questa chiave Menin spie-
ga la priorità per San Bonifacio: «Il sindaco deve essere una persona aperta al dialogo e all’ascolto perché passa da lì la soluzione dei problemi. Il sindaco deve ricordarsi di essere un cittadino e rimanere tale: solo così può mettersi nei panni degli altri». Entusiasmo e voglia di fare non fanno dimenticare la complessità che la responsabilità amministrativa porta con sé: «Potremo contare sull’esperienza di Anna Firolli (consigliera di minoranza uscente, ndr) e di Enzo Battistella (che ricoprì lo stesso ruolo nel mandato precedente, ndr) ma anche sul sostegno dell’organizzazione orizzontale del Movimento, e dunque sulla filiera politica con la Regione e il Governo». «Quanto al municipio», aggiunge, «crediamo che la gestione di alcune aree particolarmente complesse debba essere affidata a chi ha tutte le competenze del caso e per questa ragione deleghe come il bilancio o l’urbanistica, giusto per fare due esempi, saranno affidate a tecnici esterni». Sono tanti i temi che compongono il programma di Menin, che poggia però su
tre pilastri: «Mi sento una cittadina e come tale ho a cuore il decoro e il prestigio del mio paese. Credo vadano riprese le regole che conducono alla civile convivenza, riaffrontate con i cittadini e ri-condivise: partiamo dalla riappropriazione delle regole e del loro senso per rammentare che ognuno è fautore della qualità di vita del suo paese, e solo dopo usiamo le sanzioni. Da qui si potrà partire con un lavoro che porti San Bonifacio a riacquisire e rafforzare il suo importante ruolo nell’Est veronese», dice Ilenia Menin, «aprendo tavoli con le categorie, ravvivando con contenuti nuovi eventi che hanno contribuito a rendere grande la città, come il Settembre sambonifacese e la Fiera di San Marco, creando luoghi di incontro e di aggregazione». Partecipare, comunicare, facilitare e condividere sono gli imperativi categorici: «Vanno trovati nuovi strumenti per avvicinare l’azione amministrativa ed il Comune ai cittadini, per essere trasparenti, per interagire: un’idea potrebbe essere “Io”, la app dei servizi pubblici». Condivisione è anche la
IleniaMenincandidatasindacadelMovimento5 Stelle FOTOAMATO
filosofia con cui si propone di affrontare il tema della sicurezza pubblica, «facendo del Comune il punto di coordinamento delle forze in campo, cioè forze dell’ordine e polizia locale, condividendo coi cittadini gli obiettivi della po-
lizia locale». E poi ci sono gli ospedali: «Difenderemo con i denti quello nuovo dal depotenziamento, batteremo i pugni sul tavolo in Regione e apriremo il tavolo per il futuro di quello dismesso». • © RIPRODUZIONERISERVATA
SANPIETRO INCARIANO. Ingegnere di 62anni, èsostenuto da Lega eFratelli d’Italia
Zantedeschitornaincampo «Basta immobilismi di sinistra» Nelprogrammaun ruolo da protagonistainuna Valpolicella come entitàunita,sicurezza, viabilitàe tantosviluppodelturismo Giancarla Gallo
Dopo diversi anni, torna alla ribalta politica di San Pietro in Cariano l’ingegner Gerardo Zantedeschi candidato a sindaco con la lista Centro Destra Per San Pietro appoggiata da Lega e Fratelli d’Italia. «Ho accettato perché tanti cittadini e amici me l’hanno chiesto, perché amo il territorio dove sono nato e vivo e perché negli anni San Pietro ha perso la centralità che ha sempre avuto per tutta la Valpolicella e questo a causa di immobilismo e mancanza di dialogo con i Comuni limitrofi da parte delle amministrazioni di sinistra che dal 1990 hanno governato per ben 24 anni su 29», dice Zantedeschi, 62 anni, sposato, padre di due figli, residente a San Pietro ed eletto in consiglio comunale per la prima volta nel 1985, è stato allora assessore ai lavori pubblici. Successivamente rieletto più volte in consiglio sia in minoranza che in maggioranza, è stato anche presidente del Consorzio depurazione delle acque reflue tra San Pietro, Fumane e Marano. «Se sarò eletto con la mia
GerardoZantedeschi,candidato sindaco FOTOPECORA
squadra formata da gente motivata, preparata e di esperienza, voglio costruire un solido rapporto con gli altri comuni della Valpolicella, affrontando temi sovracomunali che riguardano la viabilità, i servizi, la sicurezza, il lavoro, la tutela dell’ambiente, il turismo; occorre un’azione energica per promuovere in modo concreto una migliore
vivibilità del territorio, con maggior attenzione alle fasce deboli». Lo scopo è che la Valpolicella diventi un’ entità territoriale e amministrativa unica, come lo è stata per quasi quattro secoli sotto la Repubblica di Venezia, «in modo da fornire ai cittadini più servizi a minor costo e nel contempo salvaguardare l’ambiente, le
bellezze naturali e paesaggistiche, mettendo al centro il territorio della Valpolicella nel suo significato più ampio, storico, culturale, economico e sociale, in sinergia con le realtà locali: numerose cantine, 108 ville venete in Valpolicella delle quali 43 a San Pietro in Cariano, realtà enogastronomiche e agrituristiche. «È un territorio che ha im-
«L’ospedaleviene ridimensionato dallaRegione»
Salemi:«Eliminati30 postiletto egestionefarmaci antitumore»
Incampoperridare lustroalComune capofila dell’Estveronesee voceai cittadini,lasquadrasi avvarràditecnici esterniperbilancioeurbanistica Paola Dalli Cani
SANBONIFACIO. IlPd attaccala politicadi Zaia
Sul futuro dell’ospedale «Fracastoro» pendono «incomprensibili scelte peggiorative. È un declassamento vero e proprio, incomprensibile, che tradisce il territorio.Di questo chiederemo conto alla Giunta regionale nel corso dell’incontro di domani (oggi per chi legge, ndr)». Ieri Orietta Salemi, vice capogruppo del pd in Consiglio regionale, non ha usato giri di parole nell’anticipare i contenuti della revisione, adottata dalla Giunta veneta, delle schede che essa stessa aveva predisposto definendo il futuro della sanità regionale. Sono le ragioni che domenica hanno spinto una decina di primi cittadini dell’Est ad inscenare un flash mob di protesta, con tanto di striscione, in ospedale. «Tra la versione originaria e quella post revisione l’ospedale di San Bonifacio si ritrova con una trentina di posti letto in meno», attacca Salemi. E spiega: «I 18 posti letto previsti per l’ospedale di comunità (quella struttura destinata ad accogliere pazienti con tempi di recupero più lunghi rispetto alla riabilitazione specialistica, ndr) non coprono la totalità dei posti sottratti. I 50 posti in più previsti in geriatria sono scesi a
35, stessa nuova previsione per i nuovi posti in medicina generale, dove ne erano previsti 40 in più a compensazione della riduzione della lungodegenza». Su qualcosa il «Fracastoro» sembrerebbe guadagnare: «Contentini», si infuria Salemi, «ci sono dieci posti in più di una nuova unità di neurologia e 20 posti in più in psichiatria senza che ci sia un primariato sebbene i trattamenti sanitari obbligatori siano all’ordine del giorno». Di un’altra scelta Salemi sembra scandalizzata: «Si prevede di eliminare la farmacia, il primariato e con essa la gestione dei farmaci antiblastici (cioè quelli antitumorali, ndr): il tutto perchè il ragionamento si estende alla competenza territoriale dell’Ulss 9 «Scaligera» e non alle necessità delle persone. Semplice dire si va a Legnago!», protesta. Un non senso, insomma, tanto più se al «Fracastoro» l’oncologia c’è. «La Regione deve spiegare cos’è successo perchè questo cambio di rotta non tiene conto né delle richieste del territorio né del sacrificio fatto dai Comuni dell’Est veronese nella riorganizzazione degli ospedali», tuona, «ma è un ridimensionamento». • P.D.C.
ARCOLE. L’opuscoloè in distribuzione mense potenzialità che possono fungere da cerniera fra la città e il lago, creando posti di lavoro per i nostri giovani e indotto per tutte le attività». Altro tema importante da affrontare sarà quello della sicurezza dei cittadini: «Vogliamo che la gente torni a vivere serena nelle proprie case e questo lo raggiungeremo non solo intensificando i controlli e la videosorveglianza, ma anche chiedendo una stazione dei carabinieri per la Valpolicella che operi 24 ore su 24. Se avrò il consenso dei cittadini, sarò il sindaco di tutti, in mezzo alla gente e per la gente; sono pronto a mettere a frutto la mia competenza per trovare soluzioni concrete». Il programma amministrativo riguarderà principalmente la viabilità, la riduzione del rischio idrogeologico e sismico, la sicurezza, la tutela dell’ambiente, l’ecologia, il sociale, il turismo, l’agricoltura l’artigianato e l’industria, le scuole, la cultura, lo sport, l’associazionismo, il tempo libero, l’edilizia privata e l’urbanistica, i cimiteri, la protezione civile, l’informatizzazione e l’innovazione della macchina comunale. «Un programma ambizioso, che presenteremo alla popolazione», aggiunge Zantedeschi, «sappiamo che le possibilità finanziarie del Comune si sono molto ridotte rispetto ai tempi passati, ma il nostro impegno non verrà mai meno e cercheremo di promuovere progetti meritevoli di finanziamento da parte della Provincia, della Regione, dello Stato e della Comunità Europea». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Allascoperta dichiesee capitelli C’è lanuova guida Èlaquarta,segue ipercorsi medievale,veneziano erurale È stata edita dal Comune di Arcole, in occasione della Fiera dell’asparago e dei fiori, la quarta guida turistica della serie «Sulle tracce di Arcole», curata dallo storico arcolese Claudio Soprana, che traccia il percorso religioso del territorio arcolese. Nel manualetto vengono descritti la chiesa parrocchiale di San Giorgio in Arcole e il suo nuovo campanile, eretto tra il 1955 e il 1957, dopo il crollo di quello storico. Si passa poi alla chiesa parrocchiale di San Bartolomeo a Gazzolo, alla chiesa di Santa Maria Maddalena a Volpino, al santuario di Santa Maria dell’Alzana, alla cappella del cimitero del capoluogo e all’oratorio del Santissimo Sacramento, che si trova a fianco della parrocchiale di Arcole e che un tempo era la sede delle confraternite. Soprana analizza gli oratori minori e i capitelli: l’oratorio di Sant’Antonio da Padova che è stato trasformato nel museo napoleonico, l’edicola di San Giovanni Nepomuceno sul ponte della battaglia, il capitello di Sant’Antonio abate, il capitello di San Biagio, il capitello di San Giovanni Ca-
labria, il capitello della Madonna della Pietà, quello della Madonna del dito, il capitello della Madonna di Lourdes, quello di Santa Apollonia e il capitello di San Pio da Pietrelcina. Se non sono di costruzione recente, i capitelli votivi sono stati tutti restaurati. Nell’ultimo capitolo, c’è un ricordo del crollo del campanile di Arcole, avvenuto il 15 ottobre del 1950. Soprana ha redatto il progetto di valorizzazione storico – artistica del territorio con la collaborazione del consigliere comunale Riccardo Godi. «Sulle tracce di Arcole» si è avviato nel novembre del 2017 e questa è la quarta pubblicazione, dopo il percorso medioevale, quello veneziano e il percorso rurale e dei prodotti tipici. «In occasione della Fiera di San Martino e dell’Arcole Doc, a novembre, uscirà la quinta guida turistica con il percorso napoleonico», annuncia il sindaco Alessandro Ceretta, «con i monumenti e i luoghi per i quali Arcole è famosa nel mondo». Le guide si trovano in municipio, biblioteca, museo napoleonico, scuola media e centro culturale. • Z.M.
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PRIMO PIANO
Grandi opere
La guerra dei fanghi Aspro scontro in atto sul futuro della laguna Ispettori del ministero all’Autorità portuale per sequestrare i progetti dei nuovi scavi. Boato: «Diciamo no a barene improbabili fatte con i sedimenti inquinati» Alberto Vitucci VENEZIA Ispettori del ministero dell’Ambiente all’Autorità portuale. Sono venuti qualche settimana fa, e hanno prelevato carte e documentazioni relative allo scavo e ai dragaggi dei canali portuali. In particolare il canale dei Petroli e il progetto di ampliamento. Nuova azione mirata a far chiarezza sulla «movimentazione» dei sedimenti in laguna. Su cui è in corso anche un’indagine dei Noe, i carabinieri del Nucleo ecologico, sullo scavo e la ricostruzione di barene. Non soltanto una questione di microgrammi. O di costi che possono lievitare, a seconda della tipologia del materiale, anche di cento volte. Attraverso la definizione della qualità dei sedimenti - e del nuovo protocollo fanghi, in discussione ai Ministeri passa anche la politica di tutela e di sviluppo della laguna. Due visioni ben distinte di come dovrà essere la laguna del futuro. «Vogliono modificare i parametri dei fanghi per autorizzare nuovi scavi nei canali portuali per navi sempre più grandi», accusa l’ambientalista Stefano Boato, ex consulente del Ministero e membro di Italia Nostra, «e utilizzare quei materiali per costruire finte barene con i fanghi scaricati in modo costoso in luoghi assurdi. Come le cinque megabarene tra Murano e Vignole e quelle in cassa di Colmata B, oasi naturale. Per le Leggi speciali e il Palav , e anche per il Piano morfologico del 1993, ancora in vigore,
il riequilibrio della laguna si fa riducendo la profondità dei canali portuali. La produzione di nuovo materiale organico si fa invece portando più acqua dolce non inquinata in laguna, facendo crescere le canne, e portando sedimenti non inquinati da luoghi marini verificati. Quelli scavati dai canali portuali sono inquinati, non potranno mai essere usati per le barene artificiali». No alle barene costruite con i fanghi disponibili, dunque. La tesi che sostengono invece Provveditorato e Consorzio, in attesa dell’approvazione definitiva del nuovo protocollo d’intesa sui sedi-
Il porto preme Gli esperti garantiscono «Parametri più severi» menti in laguna. Prendendo atto dei nuovi parametri sulla classificazione dei fanghi si risparmierebbero decine di milioni di euro per la «movimentazione» dei sedimenti e il loro trattamenti in discarica. E per l’eventuale acquisto di materiali per le barene. Progetti, secondo Il Consorzio, previsti dal «Piano Europa». Un’aspra battaglia è in corso. «Non sono certo parametri più morbidi, ma una modalità di classificazione diversa, che tiene conto delle nuove normative europee», dice Pierfrancesco Ghetti, consulente del Consorzio e autore del rapporto. Così Antonio
Marcomini, docente di Ca’ Foscari che definisce i materiali scavati dai fondali lagunari «una risorsa da recuperare». La proposta di nuovo protocollo è adesso al ministero per l’Ambiente, in attesa di essere approvata. «Ritengo che i tecnici abbiano un lavoro serio», dice «Francesco Baruffi, segretario dell’Autorità di bacino del Veneto, «abbiamo lavorato in collaborazione con l’Ispra e con altri studiosi, e ottenuto una convergenza significativa. La novità è che si valutano gli inquinanti anche studiando l’ecoaccumulo delle sostanza. Si dovrà istituire un sistema di monitoraggio, valutare sul campo quello che succede. E abbiamo l’Unione europea che ci guarda. Sugli studi non possiamo certo scrivere numeri a caso».Da una parte la linea ambientalista, contraria a una nuova «classificazione» dei fanghi che potrebbe preludere a nuove grandi opere inutili in laguna. Gli studiosi che fanno le loro proposte. E dall’altra parte, l’industria crocieristica e l’attività portiuale che premono. Insieme allla «mobilità» in laguna, al traffico sempre più impattante per le barene e i bassi fondali di barche piccole e grandi. L’eterna contrapposizione fra economia e ambiente che ancora non trova per la laguna un equilibrio virtuoso. Intanto tutto è fermo. In attesa del nuovo protocollo fanghi e del Piano di nuove barebe e nuovi scavi. Ma anche delle alternative alle grandi navi in laguna. Allo studio, ma ancora molto lontane. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
il ricorso di italia nostra
«No alle palancolate in ferro in mezzo al canale dei Petroli» VENEZIA Salvaguardia sem-
pre più soggetta alle sentenze. A rivolgersi al Tar anche gli ambientalisti. Impugnano il provvedimento con cui l’11 dicembre scorso la commissione di Salvaguardia, presieduta dal presidente della Regione Luca Zaia, ha concesso l’ «autorizzazione paesaggistica» per gli interventi lungo il canale dei Petroli a San Leonardo. Ricorso presentato dall’avvocato Pao-
lo Mantovan per conto di Italia Nostra nazionale. Si contesta in particolare la realizzazione di una «palancolata metallica lunga 1335 metri, con altezza di 8 metri e mezzo lungo il margine della cassa di colmata B». Un’area, sostiene l’associazione per la tutela del territorio, «vincolata dal Piano regolatore del Comune di Mira e dal piano regionale Palav a «oasi naturalistica».
In quei luoghi l’Autorità portuale intende depositare i fanghi di scavo del canale dei Petroli. Secondo il ricorso, circa 130 mila metri cubi di materiale «di tipo B», cioè non puliti. Progetto presentato sotto forma di stralcio di un progetto generale già depositato qualche anno fa con le motivazioni dell’urgenza e provvisorietà. «Ma non si tratta di un progetto provvisorio», scrivono i legali, «non
cifre e dati
1993 Anno in cui è entrato in vigore il Piano Morfologico della laguna che regola i lavori da fare per non squilibrare l’ambiente.
5 mln Sono le tonnellate di fanghi che il Consorzio Venezia nuova ha estratto dai fondali della laguna per realizzare le barriere mobili alle tre bocche di porto.
1,5 mln Il costo di massima stimato per il Mose quando fu ideato, circa 30 anni fa.
6 mld Il costo effettivo dell’opera che non è ancora finita. E nel costo totale sono escluse manutenzione e spese di gestione.
2014 L’anno in cui è scoppiato lo scandalo Mose che ha portato a numerosi arresti e denunce per tangenti: tra questi anche l’ex Doge Galan.
è prevista la rimozione delle palancole». In particolare viene contestata l’autorizzazione firmata dal direttore della Direzione Pianificazione territorio della Regione il 28 dicembre. «Un atto illegittimo», scrivono i legali, «perché si tratta di un intervento soggetto a Valutazione di Impatto ambientale (Via) nazionale, dunque di competenza del ministero per l’Ambiente. Secondo Italia Nostra, l’associazione è «pienamente competente a opporsi», dal momento che l’intervento «comporta una consistente diminuzione della qualità paesaggistica complessiva del luogo, per l’inserimento di elementi estranei ed incongrui ai suoi caratteri peculia-
gli scavi
Montagne di materiale estratte dai fondali lagunari per fare il Mose Milioni di metri cubi di materiali. Sedimenti e fanghi grandi come una montagna. Solo per realizzare le barriere mobili alle tre bocche porto, le draghe del Consorzio Venezia Nuova ne hanno estratti dai fondali della laguna 5 milioni di tonnellate. Poi ci sono i dragaggi dei canali portuali, i nuovi canali del Mose, come quello in bocca di porto di San Nicolò. Milioni di metri
cubi di materiale che il protocollo di intesa del 1993, ancora in vigore, classifica al 95 per cento come fanghi di tipo «B». Cioè bisognosi di trattamento perché al loro interno sono presenti sostanze chimiche. Minima la percentuale del tipo A (puliti) e C (tossici). Per questo si pensa alla modifica del Protocollo. Con opinioni molte diverse sul tema. A.V.
ri compositivi e percettivi». Associazione, scrive la presidente nazionale firmataria del ricorso, Rita Signorini, «che è stata individuata nel 1987 con decreto del ministero come associazione di protezione ambientale».
gatorio, «non sostituibile con il voto della Commissione di Salvaguardia di cui il rappresentante dello Stato fa parte». Il ricorso tira in ballo anche il Comune. «Nella sua nota del 3 ottobre 2018», scrivono i legali di Italia Nostra, «si esprime un parere di legittimità urbanistica, ma non si dice nulla sulla valutazione di compatibilità paesaggistica». Infine, il non rispetto del Palav, il Piano urbanistico regionale ancora in vigore. E soprattutto, conclude Mantovan, «il fatto che la provvisorietà sia stabilita in rapporto a un progetto definitivo non ancora approvato. Che non si sa se sarà mai approvato». — A.V.
La Regione non aveva competenza a decidere. Così si alterano i luoghi» La competenza ad autorizzare questi scavi e modifiche della laguna dunque «è statale», non poteva essere autorizzata dalla Regione. Manca anche il parere della Soprintendenza , ritenuto obbli-
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BELLUNO
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Le schede ospedaliere al vaglio della commissione regionale l’appello
«Rispettare il diritto alla salute dei bellunesi»
Una sala operatoria: oggi a Venezia la commissione regionale esaminerà le schede ospedaliere
«Per Neurochirurgia h24 bisogna trovare 5 medici» Il consigliere Gidoni interviene sulle problematiche sollevate dai bellunesi «Il volo notturno non si tocca, mi batterò per i posti letto di Psichiatria» Francesco Dal Mas BELLUNO. Viva attesa per la seduta della Commissione regionale che oggi dovrà esaminare di nuovo le schede ospedaliere. Schede che a dire dei sindaci, con Jacopo Massaro, e dei Comitati, non accolgono nessuna delle richieste che erano state avanzate in provincia. «Ho letto quanto è stato detto e scritto», afferma Franco Gidoni, consigliere regionale della Lega, «e in verità ciò che viene proposto è in larga parte già previsto e programmato; inoltre, qualcosa verrà aggiunto nelle schede che la commissione approverà domani (oggi per chi legge, OES) ». Viene rilanciata, da sindaci e comitati, l’urgenza del volo notturno. ..
«È già deliberato ancora dall’anno scorso. Al più tardi partirà nei primi mesi del 2020. È in corso il bando per la nuova gestione del servizio di elisoccorso. Per la fine dell’anno prossimo dovrebbe essere pronta anche la nuova base di Pieve di Cadore, per la quale l’Usl ha annunciato il bando». Gidoni ricorda che Pieve di Cadore «avrà la competenza non solo sull’Usl 1, ma anche sulla 2, la 3 e la 4. Ampliando il servizio fino all’altopiano di Asiago. Nel frattempo l’eliambulanza di Bolzano potrà prestare servizio sulle piazzole convenzionate, come quella di Arabba». I sindaci hanno lamentato l’incertezza “totale” sulla neurochirurgia H24 di Belluno, che garantisce la golden hour per alcune tipologie di pazienti e l’as-
senza della radiologia interventistica, ritenuta fondamentale. «Mancano neochirurghi a Treviso, oltre che a Belluno. La ricerca è in corso da tempo. Non appena si troveranno, e ne serviranno cinque, il servizio potrà essere ripristinato nella piena efficienza. Le schede ospedaliere non sono le “tavole della legge”, quindi possono essere modificate all’occorrenza. Per quanto riguarda l’interventistica radiologica non è sicuramente vietata dalla scheda». E per la psichiatria? Sindaci e Comitati criticano il fatto che alla chiusura del reparto di psichiatria del Cadore non corrisponda un aumento dei posti letto a Belluno. «Conosco il problema ed ho anche sollecitato un ap-
cgil cisl e uil all’unisono
«Il continuo taglio dei servizi uccide la nostra montagna» BELLUNO. Pressing di Cgil, Cisl e Uil sulla Commissione regionale che oggi dovrà esaminare le schede ospedaliere per Belluno. E decidere sulle integrazioni. «Facciamo nostra», affermano in una nota congiunta il segretario generale aggiunto della Cisl Belluno Treviso Rudy Roffarè, il segretario generale della Uil Treviso Belluno Guglielmo Pisana, il segretario genera-
le della Cgil Belluno Mauro De Carli e la responsabile dello Spi Cgil Belluno Rita Gentilin, «la preoccupazione della conferenza dei sindaci e auspichiamo che le proposte fatte (posti letto, specializzazioni, golden hour, neurochirurgia h24) siano per lo meno discusse dalla commissione. Sul tavolo non c’è soltanto la sanità, ma la capacità del territorio di arginare lo spopolamen-
to quando dovremmo invece, cambiare rotta con politiche che siano anche attrattive, come dimostrano gli ottimi programmi per la montagna fatti da regioni come Lombardia, Friuli e Emilia Romagna per gli Appennini». Dopo aver osservato che un conto sono le teorie del nuovo piano e un altro conto la loro messa in pratica, i sindacati evidenziano che
IL CONSIGLIERE REGIONALE FRANCO GIDONI INTERVIENE NELLA DIATRIBA SULLE SCHEDE SANITARIE
«Dopo la riforma Bindi i sindaci non possono intervenire nella gestione sanitaria La decisione alla fine spetta alla Regione» la prima cosa che preoccupa è quella citazione “compatibilmente con le risorse messe a disposizione”, che vuol dire, in sostanza, che se il territorio di Belluno, nei prossimi anni, non si vedrà assegnare le risorse adeguate, molte promesse resteranno sulla carta. «Per noi», sotolineano, «è importante che, a fronte di un’organizzazione di eccellenza nella cosiddetta “rete veneta”, in cui l’Hub di Treviso e in parte quello di Belluno diventano decisivi, si difenda l’insieme di presidi con posti letto e la presenza dei medici nel territorio. Oggi questo non avviene», secondo i segretari dei Confederali, «anzi si è alla fine della sperimentazione delle medicine di gruppo in-
profondimento sui numeri. Vediamo se vi sarà modo in commissione di rivedere quanto previsto». Soddisfatti, invece, i sindaci perché relativamente ai posti letto per il Primiero nell’ospedale di Feltre. Si è chiarito che sono “aggiuntivi”. «Mi sorprende la sorpresa dei sindaci. Massaro per primo sa che la Provincia di Trento interviene con circa 8 milioni per assicurare i posti letto per il Primiero. È ovvio, quindi, che sono posti riservati e, quindi, aggiuntivi. Per quanto riguarda l’individuazione delle unità semplici e dipartimentali le schede ospedaliere non possono essere chiamate in ballo, perché la competenza è della direzione dell’Azienda sanitaria, seppur nelle schede alcune indicazioni comunque vi siano a puro titolo rafforzativo di una necessità». A questo riguardo Gidoni muove un rilievo a Massaro e colleghi: «I sindaci non hanno possibilità d’intervento nella gestione sanitaria, l’allora riforma Bindi li ha confinati esclusivamente nel socio-sanitario, seppur ogni loro suggerimento venga ben accolto ed approfondito. Ma la decisione comunque alla fine spetta alla Regione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
tegrate e per quanto riguarda gli ospedali di comunità non si sta spingendo a sufficienza per una loro distribuzione consistente e plasmata sulla conformità del territorio». Cgil, Cisl e Uil pongono la necessità di mantenere e potenziare la medicina specia-
«Servono politiche ad hoc per le terre alte Lombardia ed Emilia esempi da imitare» listica, nonostante la carenza di medici. «Recarsi negli ospedali fuori provincia seppur per patologie meno impegnative, penalizza ulte-
BELLUNO. C’è preoccupazione per quanto si deciderà oggi a Venezia in merito alle schede ospedaliere. «Noi candidati guardiamo con attenzione e apprensione le decisioni sulla sanità bellunese che coinvolgono tutti i comuni, da monte a valle», scrivono Moira Fiorot, candidato sindaco di “Orizzonti in Comune” a Santa Giustina e Roger De Bernardi, candidato sindaco di “R-Esistere” a Santo Stefano di Cadore. «Quanto la Regione si appresta ad approvare è la premessa perché altri comuni bellunesi seguano l’esempio di Sappada e se ne vadano da una Regione che ancora una volta dà prova di non voler ascoltare i nostri bisogni». Antonia Ciotti, a nome dei Comitati per gli ospedali, fa sapere di aver ricevuto solo ieri le schede riguardanti i nosocomi bellunesi. «Purtroppo abbiamo constatato che Zaia e la Regione con questa operazione tagliano ai territori della montagna bellunese il diritto salva vita». Alessia Cerentin, di Trichiana, candidata alle Europee per “La Sinistra” critica duramente la Regione Veneto per non aver recepito le proposte e le osservazioni che i sindaci bellunesi avevano avanzato con compattezza. «Le richieste avanzate erano mirate alla tutela montana e al mantenimento dei servizi e di conseguenza contro lo spopolamento. Nulla si è recepito: il rafforzamento della rete di emergenza di Pieve e Agordo, non rispettando nemmeno la “‘Golden hour” e questo è inaccettabile oltre che vergognoso. Ci si riempie la bocca di attenzione e dignità per la montagna, di specificità ed autonomia e poi non si è in grado o non si vuole riconoscere e garantire il diritto alla salute delle persone che in montagna vivono». —
riormente», a loro avviso, «la scarsa attrattività del nostro territorio, consentendone di fatto lo spopolamento, proprio per la mancanza di questi servizi». I sindacati dicono di mantenere forti dubbi anche «sui posti letto riservati alla riabilitazione, così come quelli destinati alle lungodegenze che sembrano soppresse a favore degli ospedali di comunità». «Siamo dunque preoccupati perché non si sono aggiunte risorse, ma ci sono invece tagli come quello ai posti letto o ancora ai primariati che sono la dimostrazione di un indebolimento dell'area sanitaria», è la loro conclusione. — F.D.M.
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REGIONE
La sfida delle regioni
Autonomia, la Lega è pronta alla spallata Verso il Consiglio dei ministri, Salvini incontra Zaia e Fontana: «Basta, se i 5 Stelle hanno cambiato idea lo spieghino a tutti» Filippo Tosatto VENEZIA. Stringere i tempi e sferrare una spallata alle resistenze grilline a costo di minare la traballante coalizione gialloverde. Perché l’autonomia non è un obiettivo ordinario ma la madre di tutte le battaglie e l’elettorato nordista, che un anno e mezzo rispose presente all’appello referendario, è stanco di annunci e promesse. È l’appello pressante rivolto a Matteo Salvini dai governatori di Veneto e Lombardia nel corso di colloqui riservati, e darne notizia è lo stesso vicepremier: «Per me siamo già in ritardo, domenica ho incontrato Zaia, ieri ho visto Fonta-
na, noi siamo pronti, da tempo il ministro Stefani ha consegnato i dossier al Governo, se c’è qualcuno dei 5 Stelle che ha cambiato idea lo dica e lo spieghi ai cittadini, altrimenti non si capisce perché
L’obiettivo è strappare il sì alla pre-intesa nella prossima riunione ministeriale la stiano tirando tanto per le lunghe»; «Ñon capisco cosa osti ad approvare l’inizio del percorso federalista in Consiglio dei ministri, non è un capriccio leghista, lo chiedono gli italiani da Nord a Sud per-
ché oggi il Paese è realmente diviso e solo l’autonomia differenziata potrebbe attenuare la disparità dei diritti». Concetti più volte ribaditi dai colonnelli veneti – «Una sfida di modernità» (Roberto Ciambetti), «Un traguardo irrinunciabile» (Roberto Marcato) – che il pur pragmatico Attilio Fontana traduce in un aut aut: «Credo non ci sia più motivo per rinviare l’iter dell’autonomia, abbiamo fatto tutto ciò che era richiesto chiarendo dubbi e perplessità. È il momento che ci venga data una risposta che chiarisca definitivamente se esiste o no la volontà di attuarla. Il ministro dell’Interno afferma che il percorso deve andare avanti in tempi ce-
Il vicepremier Matteo Salvini
Braccio di ferro gialloverde, vicepremier sferzante mentre il grillino Maniero dice sì alla riforma Bonaccini (Emilia) si sfoga: «È passato un anno, decidete invece di giocare allo scaricabarile»
Ma Di Maio gela il Carroccio «Niente forzature elettorali» VENEZIA. «Ben venga l’autonomia ma non facciamo le cose di fretta per scopi elettorali, perché si rischia di fare pasticci e di creare scuole e sanità non solo di serie A e B, ma anche di serie C». Da Varsavia, il vicepremier a 5 Stelle Luigi Di Maio reagisce così al pressing leghista e rincara: «Con il federalismo si fece un pasticcio e abbiamo 20 sanità diverse e gli amministratori lasciati soli e senza risorse. Togliamo le competenze agli enti inutili come le province, diamoli alle regioni e ai comuni, non coltiviamo idee nostalgiche, siamo il governo del cambiamento». Ma non tutti i grillini condividono il suo scetticismo: «L’autonomia dob-
biamo portarla a casa, fa parte del Contratto, noi l’abbiamo sostenuta con i cittadini nei referendum», afferma Alvise Maniero, parlamentare e già sindaco di Mira «certo, dobbiamo fare attenzione e capirci bene con la Lega, nessuno deve mettere in discussione l’unità nazionale, il principio di solidarietà e l’invarianza del residuo fiscale che sembra un parolone ma vuol dire soltanto che alla fine i soldi non cambiano».
le», lo sfogo su Twitter del dem Stefano Bonaccini «da quando il Governo si è insediato non ci è stata riconosciuta l'autonomia che abbiamo chiesto seguendo la Costituzione, senza un referendum e non chiedendo un euro in più di quanto lo Stato spende oggi». «Assistiamo all’ennesimo indecoroso balletto tra leghisti e M5S, stanno prendendo in giro i veneti con un continuo rimpallo di responsabilità mentre l’autonomia rimane nei cassetti romani», fa eco Alessandra Moretti, consigliere regionale e candidata del Pd alle europee; «Lei di giravolte è esperta dopo il passaggio da Bersani a Renzi, oggi però sull’autonomia si è pure convertita: la via di Bruxelles, evidentemente, è in salita, e a qualcosa ci si deve attaccare», ribatte stizzita Silvia Rizzotto, speaker zaiana all’assemblea del Ferro-Fini. MARIN: «SCENEGGIATA»
LA REQUISITORIA DEM
Chi non è affatto soddisfatto è il presidente dell’Emilia Romagna: «È passato un anno, provate a decidere invece che giocare a scaricabari-
Eirka Stefani, il ministro leghista degli Affai regionali e le Autonomie
l’analisi Del Politologo feltrin
«Comunali, avanti civiche e donne Il maggioritario oscura i partiti» VENEZIA. «Il sistema maggioritario alle elezioni comunali attenua la politica di partito, portando in primo piano le caratteristiche personali del candidato, la capacità amministrativa. Ecco perché ci sono pochissime liste di partito, alle comunali, comprese quelle dei 5 Stelle». Parola del politologo e docente universitario Paolo Feltrin. Insomma, più di un ormai vecchio “Vaffa” vale una faccia giusta, meglio se
leri, auspico che siano tutti concordi e che finalmente si venga incontro alle esigenze di lombardi, veneti ed emiliani, senza più spargere fake news». Morale della favola? A breve – la volontà è quella di agire prima del voto del 26 maggio – l’uomo forte del Carroccio porrà la questione in termini ultimativi al premier Conte e al tavolo ai ministri, deciso a strappare l’approvazione della pre-intesa tra Stato e Regioni e la trasmissione al Parlamento degli accordi stipulati. A Camera e Senato, sostengono i costituzionalisti della delegazione zaiana, spetterà la discussione dei testi e la formulazione di proposte e obiezioni. Non la
di donna, ma soprattutto un curriculum amministrativo concreto. Il resto lo fa il sistema maggioritario, impermeabile alle liste di partito. Sarà anche per questo che - oltre all’oggettivo calo dei consensi - alle comunali del 26 maggio le liste dei 5 Stelle saranno presenti, in Italia, solo in 285 municipi, appena il 7,4% del totale, e certo il Veneto non fa eccezione. Liste dei 5 Stelle al lumici-
no. È la fine di un ciclo? «Sì, ma è una tendenza appunto più generale: a livello locale il sistema maggioritario ha funzionato. C’è ormai dal 90. Per cui il maggioritario porta ad attenuare la politica di partito. Le liste di partito infatti sono pochissime, perché il sistema elettorale ha attecchito». Che cosa ha preso il posto delle liste di partito? C’è una valanga di civiche. Partiti
mascherati? «No, sono espressioni trasversali, un misto mare che è quanto il maggioritario tende a proporre: non voti un partito, ma una coalizione, un progetto che può vedere anche casi di alleanze tra Lega e Pd. Soprattutto sotto i 15 mila abitanti, dove c’è il maggioritario puro, ossia chi prende un voto in più vince, la trasversalità è ancora più evidente». E tiene alla larga le liste di partito. I 5 Stelle poi, che a livello locale non vogliono alleanze, sono fritti. «Perché la competizione è depoliticizzata. È insomma l’unica legge elettorale che ha funzionato bene». Lega con il vento in poppa, mentre il Pd ancora arranca.
Critica anche Forza Italia, che per voce di Marco Marin sollecita una scelta chiara: «La sceneggiata di Salvini e Di Maio continua, uno si dichiara favorevole, l’altro fre-
Paolo Feltrin politologo e docente
«Intanto ha accettato in tanti Comuni il misto mare richiesto dal maggioritario. E va sempre bene. Vedremo se questa trasversalità paga». E rispetto alle europee, per le quali si vota sempre il 26 maggio?
facoltà di emendare direttamente il testo, però: l’intesa – ricorda il giurista del Bo Mario Bertolissi – intercorre esclusivamente tra lo Stato e le Regioni e soltanto a loro compete il potere di modifi-
Pressing congiunto dei governatori di Veneto e Lombardia incalzati dai territori carne le condizioni. La questione, così, assume un profilo prettamente politico e promette di inasprire il braccio di ferro permanente in seno all’alleanza governativa. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
na. L’ambiguità sta nel fatto che entrambi si richiamano al contratto sottoscritto per fare partire il loro governo, peccato si tratti un accordo volutamente generico e superficiale»; «Per noi», conclude il deputato «l’unico patto che conta è il voto autonomista che milioni di veneti e lombardi hanno espresso il 22 ottobre 2017. La Lega dica se intende rispettare la loro volontà, andando fino in fondo, oppure tradire i cittadini del nord». LE FRECCIATE AZZURRE
Berlusconiani scatenati, sì. «Salvini lancia il guanto di sfida annunciando che al prossimo consiglio dei ministri porterà all’approvazione l’autonomia regionale invisa al M5S, La maggioranza passa così dal pantano alla palude, in una forsennata rincorsa elettorale che affonda nel ridicolo», attacca la capogruppo dei senatori azzurri Anna Maria Bernini e la sua omologa a Montecitorio, Maria Stella Gelmini, lamenta un «ritardo abissale» e sollecita ai gialloverdi «meno comizi e più decisioni di governo». — Filippo Tosatto
«Vedremo dappertutto un voto difforme tra europee e comunali. La gente ormai si è abituata a dare un voto politico per le europee e un voto amministrativo per le comunali». Gli slogan salviniani su immigrati e sicurezza avranno ancora peso alle urne? «Poco a livello comunale. Perché ognuno a casa sua va a vedere i problemi concreti, non interessano i grandi temi nazionali, politici». Ci sarà ancora un problema di affluenza alle urne? «Sì. Anche perché ci sono pochi soldi da buttare nelle campagne elettorale. Per risparmiare si fanno su Facebook, che non costa. Ma così, senza una campagna forte, non si mobilita la gente». —
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Primo Piano
Martedì 30 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Il test delle amministrative no delle speranze iniziali specie a Caltanissetta dove correva da sola raccogliendo solo il 10% dei consensi. Il Carroccio porta al ballottaggio proprie esponenti a Gela e Mazara del Vallo dove si presentava in coalizione e non per conto proprio. «Grazie ai siciliani, perché mi hanno e si sono regalati la voglia di cambiamento. Solo parlare di una scelta del genere qualche anno fa sarebbe stato fantascienza, vuol dire che al governo stiamo lavorando bene», ha commentato a caldo Matteo Salvini. Uno sfizio comunque il leader leghista se l’è tolto visto che nel piccolo centro di Motta Sant’Anastasia è stato confermato il sindaco Anastasio Carrà che, da leghista, ha guidato una lista civica vincente.
LE PIAZZE PIENE LE URNE NO Piazze piene, anzi pienissime, per i leader giallo-verdi durante la tourné siciliana in vista del voto di domenica scorsa. I comizi di Salvini e Di Maio hanno fatto il tutto esaurito. Al momento di contare i voti, però, sia M5S che Lega sono rimasti delusi
AZZURRI
Sicilia, la ritirata dei 5Stelle Ma il Carroccio non sfonda Cinque Comuni su 7 al ballottaggio, i grillini `Non riesce la corsa solitaria della Lega: perdono Bagheria e Gela, dove arrivano ultimi a Caltanissetta vola il candidato forzista `
I RISULTATI ROMA Dal piccolo test elettorale siciliano (solo 7 comuni oltre i 15 mila abitanti e dunque con il ballottaggio) qualche dato politico emerge. Chi capisce di flussi elettorali è impressionato dal crollo della partecipazione, scesa al
IL DIBATTITO VENEZIA Autonomia differenziata, lo stallo non si sblocca. Anche ieri i due vicepremier alleati sono tornati a ribadire le proprie posizioni, il leghista Matteo Salvini a dire che «siamo già in ritardo» e il pentastellato Luigi Di Maio a sottolineare che «non c’è fretta». Intanto i governatori fanno sentire la propria voce: dopo Luca Zaia («Non è più tempo di scuse»), ieri sono intervenuti i presidenti della Regione Lombardia Attilio Fontana e dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. E se all’orizzonte ancora non si vede il momento della firma dell’intesa, c’è chi ipotizza che il testo arrivi direttamente in Parlamento per essere non solo discusso, ma anche
58%, circa 10 punti in meno delle scorse comunali. Segno che queste comunali non hanno acceso speranze nei siciliani. Anzi. Per definire gli equilibri politici occorrerà aspettare il secondo turno del 12 maggio che si svolgerà in 5 Comuni (Caltanissetta, Gela, Castelvetrano, Mazara del Vallo e Monreale). Negli altri due comu-
ni “grandi”, Bagheria e Aci Castello, si sono affermati al primo turno esponenti del centro sinistra. Che hanno messo a segno un buon colpo a Bagheria dove nel 2014 avevano vinto i grillini ridimensionati, come lista, a meno del 10% dei voti. Il Pd, però, non si è presentato con il proprio simbolo in nessun Comune tranne Ca-
stelvetrano dove è arrivato terzo con il 17% dei consensi. I 5Stelle confermano una certa inconsistenza sul piano locale: perdono entrambe le amministrazioni dove avevano sindaci (Bagheria e Gela, comune quest’ultimo di 70.000 abitanti), prendono ovunque le briciole della manna che avevano raccolto alle elezioni po-
litiche del 2018 e tuttavia riescono a partecipare a due ballottaggi a Caltanissetta e a Castelvetrano. La Lega, rappresentata spesso da personale politico molto noto o legato a pezzi del centro destra, ha usato queste elezioni per mettere radici nel Sud del Sud. A Caltanissetta e Gela il Carroccio prende intorno al 10%, molto me-
Autonomia, stallo a Roma E Forza Italia sfida Salvini emendato e comunque votato. Il che rischia di scatenare un Vietnam politico. È così che il forzista padovano Marco Marin chiede a Salvini «se andrà fino in fondo o se tradirà il voto di milioni di veneti e lombardi».
LE POSIZIONI «Sono gli italiani che la chiedono, da Nord a Sud, quindi spero che i Cinque Stelle la rileggano e si facciano passare i dubbi», ha detto ieri il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini alla domanda se riuscirà a convincere il Movimento 5 Stelle sull’autonomia differenziata delle Regio-
ni. «Per me siamo già in ritardo ha aggiunto - Ieri ho incontrato Zaia, oggi vedo Fontana, noi siamo pronti, se c’è qualcuno di Cinque Stelle che ha cambiato idea lo dicano altrimenti non si capisce questo tirarlo in lungo. Se hanno detto sì al referendum un anno e mezzo fa, non capisco che cosa osti ad arrivare in Consiglio dei ministri ad approvare l’inizio del percorsoÈ». Di Maio, dal canto suo, ha preso tempo: «Ben venga l’autonomia - ha detto il vicepremier pentastellato parlando con i cronisti all’ambasciata d’Italia in Polonia - ma non facciamo le cose di fret-
ta per scopi elettorali, perché si rischia di fare pasticci e di creare scuole e sanità non solo di serie A e B, ma anche di serie C. Con il federalismo si fece un pasticcio e abbiamo 20 sanità diverse e gli amministratori lasciati soli con responsabilità ma senza risorse».
I GOVERNATORI Per Attilio Fontana «non c’è più motivo» per rinviare l’autonomia differenziata richiesta dalla Lombardia: «Abbiamo fatto tutto ciò che si doveva fare chiarendo dubbi e perplessità. Ora è il momento che ci venga data una
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REFERENDUM Il voto nel 2017
MARIN: «LA LEGA CI DICA SE ANDRÀ AVANTI FINO IN FONDO O SE TRADIRÀ IL VOTO DI MILIONI DI VENETI E DI LOMBARDI»
Forza Italia conferma in Sicilia l’influenza che ha dimostrato di mantenere nel Sud anche nelle politiche del 2018. A Caltanissetta l’unico capoluogo al voto il centrodestra a guida moderata ha sfiorato il colpaccio di far vincere al primo turno il proprio candidato che ha raggiunto il 38% dei voti (in Sicilia basta il 40% delle preferenze per diventare sindaci al primo turno) anche se il ballottaggio con il candidato 5Stelle che ha raggiunto quota 20% sarà assai insidioso. Non solo. Hanno funzionato le alleanze fra centrosinistra e spezzoni di Forza Italia che fanno riferimento al ras locale Giangranco Micciché come ad esempio a Gela che - ripetiamolo - era il centro più popoloso di queste elezioni ma soprattutto quello dove nel 2015 i 5Stelle avevano fatto manbassa. Ma per stilare la classifica dei vincitori e dei vinti occorrerà attendere i ballottaggi dove, la Sicilia in questo è maestra, non mancheranno le sorprese. D. Pir. © RIPRODUZIONE RISERVATA
risposta che chiarisca definitivamente se ci sia o no la volontà di attuarla». «È passato un anno! Provate a decidere invece che giocare a scaricabarile», si è sfogato su Twitter il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Intanto il deputato padovano di Forza Italia, Marco Marin, si rivolge al leader leghista: «È chiaro a tutti che l’autonomia come l’abbiamo votata con quel referendum il M5s non la vuole. Quello che resta da capire è quanto la Lega e Salvini la vogliano. Chiedo a Salvini: se l’autonomia non arriva, il governo va avanti lo stesso o si ferma? La Lega ci dica se andrà fino in fondo o se tradirà il voto di milioni di veneti e lombardi». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
XI
Mestre
Martedì 30 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Bilancio portuale, Musolino salvo Approvato il consuntivo 2018 ma senza il voto `Scongiurata la bocciatura del conto e la nomina dei rappresentanti della Regione e del Comune di un commissario straordinario del ministero `
PORTUALITÀ MESTRE Come previsto il bilan-
cio consuntivo 2018 del Porto è stato approvato. Il segnale di critica alla gestione da parte di Comune di Venezia (attraverso la Città Metropolitana) e della Regione è arrivato forte, anche se non palese sui contenuti, ma le due istituzioni hanno deciso di non affondare il coltello fino alle estreme conseguenze, cioè la nomina di un commissario da parte del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e l’esautorazione del presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas) Pino Musolino ma, assieme a lui, anche degli stessi rappresentanti di Regione e Città Metropolitana.
IL MESSAGGIO Per dire forte che la gestione Musolino non incontra il favore del sindaco Luigi Brugnaro e del governatore Luca Zaia, i loro rappresentanti avevano fatto mancare il numero legale nella riunione del Comitato di Gestione fissata per martedì 16 aprile, e per non farlo cadere hanno permesso che ieri il Comitato riconvocato approvasse il Bilancio. La scadenza era il 30 aprile ma con qualche giorno di tolleranza, il Porto aveva proposto due date, il 29 aprile e il 3 maggio; sembrava che il 3 maggio ci fossero entrambi i delegati di Città Metropolitana e Regione e, invece, Fabrizio Giri per Venezia ha chiesto l’anticipazione a ieri: così è andata a finire che Maria Rosaria Campitelli per la Regione non si è presentata perché impegnata altrove. Giri («che si trovava all’estero e si è dichiarato non in possesso delle informazioni necessarie per esprimere un voto di consapevole assenso») si è astenuto ma ha assicurato il numero legale e quindi il Bilancio è stato approvato definitivamente dopo che, prima della precedente riunione del 16 aprile, già gli operatori portuali, e lo stesso 16 aprile pure il Collegio dei revisori dei conti, avevano espresso parere favorevole.
IL FUNZIONARIO DI CA’ FARSETTI NON SI È ESPRESSO NEL MERITO MA HA GARANTITO IL NUMERO LEGALE
SOLIDARIETÀ
Che la questione abbia una notevole valenza politica, lo dimostra anche la dichiarazione del rappresentante della Città Metropolitana che ieri, a dieci giorni di distanza dalla prima convocazione, ancora non aveva le informazioni necessarie «per esprimere un voto di consapevole assenso». Quanto ai contenuti del documento contabile il Porto afferma che, per quanto concerne l’avanzo di parte corrente e il risultato economico, «si tratta del migliore risultato mai registrato a partire dal 2007», e il presidente Musolino ha rilevato che «l’esposizione debitoria dell’Ente, comprese le società controllate, è stata ridotta ulteriormente e portata a 91 milioni e 712mila euro rispetto agli oltre 166 milioni del 2013 e ai 153 milioni del 2016. Per quanto riguarda le uscite in conto capitale, sono state pari a 131 milioni e 660mila euro». Di queste la maggior parte riguarda interventi già previsti per gli escavi dei canali industriali (oltre 5 milioni di euro) e per il terminal traghetti di Fusina sarà realizzata la seconda darsena, portandola quindi dagli attuali due a quattro attracchi per altrettante navi. Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
La scheda
MESTRE Per la festa della
PORTO Navi e rimorchiatori ormeggiati ad una delle banchine dello scalo commerciale di Marghera
Gli allievi della scuola Venezia Balletto a lezione dall’Accademia del Bolshoi DANZA MESTRE Un incontro atteso da an-
Le contrarietà delle istituzioni MESTRE Mentre per gli operatori portuali e per i revisori dei conti il bilancio consuntivo 2018 è a posto, Regione e Comune non ne condividono alcune parti. In occasione del mancato voto del 16 aprile trapelò che avrebbero chiesto modifiche relativamente a un disallineamento tra alcuni finanziamenti e alle modalità con cui sono stati messi a bilancio, riferiti a operazioni nelle concessioni portuali e a fondi che dovrebbero arrivare dal Ministero, cosa che a loro avviso potrebbe far configurare un danno erariale. (e.t.)
I biscotti di Telethon per la ricerca scientifica
ni. La grande danza russa del Teatro Bolshoi Ballet è stata ospite della Scuola di Formazione professionale Venezia Balletto di Mestre, diretta da Sabrina Massignani. Marina Leonova, direttrice della Moscow State Academy of Choreography (Bolshoi Ballet Academy), è stata accompagnata dall’insegnante Ludmila Kovalenko, che dal 16 al 18 aprile ha tenuto una “masterclass” con gli allievi della scuola. La presenza di queste due personalità, testimoni della più famosa e rinomata scuola di danza del mondo, è stato motivo di orgoglio ed emozione per gli allievi di Venezia Balletto, realtà che negli anni ha raggiunto un livello prestigioso. «Si tratta di una collaborazione appena nata - dice la direttrice Sabrina Massignani - ma che diventerà annuale, un appunta-
mento fisso. I nostri allievi potranno frequentare anche la scuola estiva dell’Accademia del Bolshoi». Sabrina Massignani oggi è affiancata nel suo lavoro da maestri e coreografi di fama internazionale. Vladimir Derevianko, ex primo ballerino proprio del Bolshoi, Medaglia d’oro a Varna nel 1978, oggi insegnante e coreografo. Insieme a lui Giampiero Galeotti, ballerino dell’Opera di Firenze con esperienze di rilievo sulla scena internazionale. Proprio nelle scorse settimane, la giovane allieva Margherita Fiannaca ha su-
L’INCONTRO ALLA VIGILIA DEL SAGGIO DI FINE ANNO AL TONIOLO Momento emozionante
perato l’audizione per l’ingresso alla School of the Hamburg Ballet John Neumeier. Sono aperte attualmente le selezioni per l’anno accademico 2019-2020 per i corsi di avviamento professionale dai 12 ai 16 anni e per la compagnia Venezia Balletto dai 18 ai 23 anni. L’attività in questo periodo è in grande fermento anche per la preparazione del saggio di fine anno, che si terrà al Teatro Toniolo il 25 maggio prossimo. «Si tratta di un’attività molto impegnativa afferma Sabrina Massignani - che richiede dedizione, passione e sacrificio. La danza insegna ai ragazzi fin da piccoli ad avere uno scopo, rappresentando un percorso educativo completo. Ma è anche una concezione dell’arte e della cultura che ha bisogno di grande rispetto e valore. Dà ai giovani la possibilità di realizzare i propri sogni attraverso disciplina, lavoro e impegno». Filomena Spolaor
mamma di domenica 12 maggio, nel prossimo fine settimana (4 e 5 maggio) Telethon distribuirà anche in città e in provincia i “Cuori di biscotto”, per una raccolta fondi a sostegno della campagna “Io per lei” per la ricerca scientifica contro le malattie genetiche rare e per l’assistenza ai pazienti di patologie neuromuscolari. A fianco della Fondazione ci saranno i volontari della Uildm, Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, Avis, donatori di sangue, Anffas, Associazione nazionale delle famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale, e Unpli, Unione italiana delle Pro loco. È un’iniziativa che in tutta Italia interesserà 1.600 piazze e che nel territorio comunale vedrà un gazebo presente a Venezia, in Serra dei Giardini, a Mestre, in piazzetta 22 marzo (nei pressi del Centro Le Barche), a Marghera in piazza Mercato, a Chirignago fuori dalla chiesa e al Lido in Gran viale. In provincia i banchetti saranno in piazza mercato a Spinea, in piazza Venezia e sul sagrato della chiesa di San Pietro a Oriago di Mira, in piazza della Repubblica a Portogruaro, in piazza Marzotto a Fossalta di Portogruaro, in piazza Vittorio Emanuele a Noventa di Piave, in piazza del Vescovado a Caorle e presso il camping Treone a Chioggia. «Chiediamo a tutti di venire a incontrare i nostri volontari, informarsi sui progetti in essere e contribuire al loro finanziamento, in un’occasione così speciale com’è la festa delle mamme, per tutte quelle mamme rare che ogni giorno lottano per il futuro dei loro bambini», spiega il coordinatore provinciale di Telethon Stefano Tigani. I Cuori di biscotto proposti in scatole blu, per il gusto cacao e gocce di cioccolato, verde, per quelli con la farina integrale, e arancione per quelli con le arance di Sicilia, in distribuzione a 12 euro. (a.spe.)
MALATTIE GENETICHE VOLONTARI MOBILITATI PER LA FESTA DELLA MAMMA
Letto in terrazza per 10 euro a notte, chiuso B&b abusivo SIGILLI MESTRE Se non c’erano più posti
nelle stanza facevano dormire i loro ospiti anche in terrazza. Una volta scoperti, però, hanno tentato di minimizzare: «Sono amici, loro non pagano», hanno cercato di spiegare i titolari del B&b cinese abusivo, allestito in un appartamento di via Fagarè, scoperto dagli uomini del Nucleo attività produttive della polizia locale. Gli stessi ospiti, ieri mattina, alle domande degli agenti hanno risposto confessando di aver pagato una cifra di 10 euro a notte. Un prezzo basso, anche perché, appunto, qualcuno di loro veniva fatto accomodare all’esterno.
Gli elementi raccolti, quindi, sono stati più che sufficienti a far scattare i sigilli per questo appartamento di 70 metri quadrati. Notifica di cessazione attività e sequestro di alcune stanze della casa (quelle adibite a ostello abusivo, il resto della casa, l’abitazione dei gestori, è rimasto libero). Stando alle indagini, quell’appartamento veniva utilizzato in quel modo improprio da circa due anni. A giugno del 2018, infatti, era già scattata un’altra sanzione, ma i titolari avevano continuato a operare come se nulla fosse. All’arrivo degli operatori della polizia locale, insieme ai militari della guardia di finanza, nell’appartamento c’erano 8 cittadini cinesi residenti in Italia, che la proprieta-
ria ha appunto cercato di spacciare per amici in visita. Teoria però smontata in tempi brevi. Gli investigatori stanno cercando di capire se gli ospiti fossero turisti, o lavoratori della zona in trasferta: ieri mattina, infatti, i titolari stavano preparando per gli otto la colazione e dei panini da portare via. Più probabile quindi che si trattasse di un gruppo di lavoro, ma-
NEL BLITZ DELLA POLIZIA LOCALE TROVATE OTTO PERSONE I GESTORI: «AMICI, NON PAGANO». MA GLI OSPITI LI SMENTISCONO
SEQUESTRATE Le stanze del B&b
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gari per qualche cantiere o in qualche impresa della zona, che di visitatori in arrivo. La questione di quel B&b abusivo era piuttosto conosciuta nel quartiere. Da tempo i residenti della zona avevano segnalato il continuo via vai di persone nell’appartamento, a tutte le ore del giorno e della notte (persino, appunto, nella terrazza del locale, dove nel periodo estivo venivano allestiti posti letto con delle brandine). Ai proprietari dell’attività abusiva sono state contestate diverse violazioni, amministrative e penali. È l’ennesima attività di questo tipo, nell’ultimo periodo, del nucleo attività produttive della polizia locale. Un mese fa, infatti, nel corso di un con-
trollo erano finiti nel mirino anche altre attività analoghe, sempre a conduzione cinese. Alcuni ostelli (completamente abusivi) allora erano stati pesantemente sanzionati. Cinque le attività controllate dalla squadra delle forze dell’ordine, che avevano accertato irregolarità in strutture in via Giustizia, via Cappuccina, via Piave e via Buccari. Affitti turistici e alloggi senza che vi fossero i requisiti minimi necessari per poter operare. Sono stati così contestati illeciti amministrativi in materia di turismo per un totale di 16.300 euro, oltre a 4.850 euro per violazione del regolamento comunale per l’imposta di soggiorno. D.Tam. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IV
Primo Piano
Martedì 30 Aprile 2019 www.gazzettino.it
La città, le istituzioni
Brugnaro ci ripensa: «Un referendum sui poteri del sindaco metropolitano» «Credo che sia giusto consultare i cittadini per chiedere se debba coincidere con il primo cittadino del capoluogo» `
CITTÁ METROPOLITANA MESTRE «Mi sono ricreduto. All’inizio ero dubbioso sul fatto che il sindaco del capoluogo fosse automaticamente anche il sindaco della Città metropolitana. Ma ora, con l’esperienza di questi anni, penso che sia giusto. Anzi, penso che sarebbe il caso di fare un “referendum confermativo” sul nome del sindaco metropolitano: se gli elettori sono d’accordo, gli vengano affidati dei poteri in più e un più ampio raggio d’azione; in caso contrario, si limiti a gestire l’ordinaria amministrazione». Luidi Brugnarolancia l’idea di un “plebiscito” per dare più o meno potere al sindaco metropolitano designato secondo la legge Delrio. E lo fa a margine della presentazione della nuova pista ciclabile di Asseggiano (ne riferiamo a pagina IX).
che soddisfatto del lavoro compiuto dal Consiglio: «Guardate a quanti provvedimenti sono stati presi all’unanimità - prosegue il sindaco - Ed è stato vincente avere i sindaci nella conferenza metropolitana perché sono l’espressione della volontà popolare». Quindi il passo successivo: «Sì, fare un referendum confermativo sul sindaco metropolitano sarebbe un modo per dargli ancora più forza, affidandogli maggiori poteri che, nel caso invece di una bocciatura popolare, verrebbero invece limitati alla gestione ordinaria».
«SE GLI ELETTORI SARANNO D’ACCORDO SARA’ GIUSTO DARGLI UNA SFERA DI AZIONE PIU’ AMPIA SUL TERRITORIO»
L’AUTONOMIA E l’autonomia del Veneto? «Mi sembra che negli ambienti del Governo si stia prendendo in giro il Veneto - risponde Brugnaro - Io a Zaia gliel’ho detto: “Andiamo insieme nel Meridione e in giro per l’Italia a spiegare che non devono aver timore di dare più autonomia alle Regioni che lo chiedono”. E non è vero che al Sud non ci sono città che sono da prendere da esempio: penso a Salerno, che sembra una città del Nord per come è organizzata, o anche a Napoli per certi versi. Per me l’autonomia vuol dire leggerezza, maggiore vicinanza al cittadino, tagliare i doppioni... Conferire maggiore autonomia significa mettere nelle condizioni di volare chi può spiccare il volo, e l’autonomia del Veneto può essere un bene per tutta l’Italia». Fulvio Fenzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
«EFFICIENTARE TUTTO» «Se sono d’accordo sulla rinascita delle Province? Per prima cosa bisogna fare come abbiamo fatto qui a Venezia, perché bisogna “efficientare” lo Stato. Noi qui siamo l’unica città d’Italia a “debito zero”, con il miglior bilancio di tutte le città d’Italia - dice con orgoglio il primo cittadino - Ecco, io sono per ridisegnare lo Stato partendo da questo, e per me la Città metropolitana deve essere anche allargata a più province, come per le Regioni bisogna pensare a delle marcoregioni, perché anche queste sono dei “centri di spesa” da contenere». E, tornando alla Città metropolitana, Brugnaro è più
CA’ CORNER La riunione del Consiglio metropolitano di ieri pomeriggio che ha approvato il bilancio dell’ente, chiuso con la can cellazione del debito
Debiti azzerati entro il 30 giugno Si investe su scuole e viabilità IL CONSIGLIO VENEZIA Entro giugno Venezia sarà la prima città metropolitana d’Italia (assieme a Firenze) a debito zero e unica tra le province venete. Gli ultimi 7 milioni di mutui saranno infatti rimborsati anticipatamente secondo quanto è previsto dalla manovra di bilancio che è stata approvata ieri pomeriggio dal Consiglio e dalla conferenza dei sindaci all’unanimità. Lo ha osservato con un certo orgoglio il sindaco Luigi Brugnaro: «Abbiamo amministrato con una logica molto tecnica e poco di parte. Lo abbiamo fatto tutti insieme per non lasciare debiti a chi verrà dopo di noi. L’autonomia finanziaria l’abbiamo recuperata da soli e sarebbe una beffa se il debito di altri enti che non hanno fatto lo stesso percorso venisse scaricato su tutti».
IL RENDICONTO
SINDACO METROPOLITANO Luigi Brugnaro ieri a Ca’ Corner
Il 2018 ha registrato un ulteriore consolidamento dell’andamento positivo del 2017 grazie ad un miglioramento sensibile dell’equilibrio di parte cor-
rente (che passa da 850 mila euro del 2015 a + 16 milioni di euro del 2018). Il saldo di cassa è ancora maggiore: attivo di 100 milioni.
LA MANOVRA La variazione al bilancio triennale 2019-2021 mette in circolo per il 2019 6,9 milioni di avanzo disponibile, 7,2 di avanzo destinato ad investimenti, 1,6 di avanzo vincolato ad investimenti già autorizzati nel 2018 e confluiti in avanzo, oltre a 600 mila euro di minori spese. «La manovra per il 2019 - è stato spiegato in Consiglio metropolitano - comporterà un potenziamento degli investimenti sugli edifici scolastici pari a 3,2 milioni su tutti gli edifici. In materia di viabilità si prevedono 4 milioni di spesa per inter-
SALTA L’INCONTRO SULLA SICUREZZA ORDINE DEL GIORNO CONTRO LA FUSIONE DELLE CLASSI AL LICEO MARCO POLO
venti diffusi nell’area metropolitana in parte cofinanziati dai Comuni.
ACCORPAMENTO FOSCARINI Il Consiglio a margine della seduta, ha approvato all’unanimità anche una mozione a difesa del Liceo classico musicale Marco Polo, per il mantenimento del numero delle classi tuttora esistenti, come forma di sostegno allo storico istituto della città antica, evitando così l’accorpamento annunciato dall’Ufficio scolastico regionale su cui c’è stata una grande protesta della scuola.
SICUREZZA Saltata infine la presentazione del piano sicurezza, previsto alla presenza del Prefetto e dei comandanti delle forze dell’ordine. I 17 sindaci del Miranese e della Riviera si sono sfilati in segno di “protesta” contro la regione per le schede ospedaliere. Nessuno ha capito il nesso tra la Regione e la Prefettura, fatto sta che la presentazione è stata rinviata a dopo le elezioni, quando gli animi si saranno tranquillizzati. Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
“Stelle” del lavoro, premiati 71 veneti Consiglio d’Europa, ok dal Senato I RICONOSCIMENTI VENEZIA (t.card.) Settantuno lavoratori del Veneto verranno premiati domani con la “Stella al merito del lavoro” dalla Prefettura di Venezia. Il prefetto Vittorio Zappalorto, in forma solenne, renderà onore agli insigniti, prescelti per singolari meriti di perizia, laboriosità, condotta morale e per anzianità di lavoro. La manifestazione è stata organizzata dalla Prefettura al teatro Toniolo di Mestre, a partire dalle 10.30, d’intesa con la Direzione regionale del Lavoro per il Veneto. Ecco di seguito l’elenco degli insigniti, provenienti da tutte le province del Veneto: Sandro Acerboni, Graziano Baccarin, Ivaldo Baccarin, Paolo Baccichet-
to, Ivano Basso, Lucia Francesca Berti, Mauro Bille, Maria Bonaso, Mario Bortolami, Gabriella Bortolato, Paolo Brun, Giovanni Campagnola, Stefano Capuano, Girolamo Candido Carrer, Nicola Carrieri, Lucio Cavallin, Amerigo Cesaro, Massimo Chiarelli, Salvatore Cianciolo, Vittorio Colussi, Angelo Corallo, Luana Corbanese, Maria Rosa Dal Bon, Gianni Dal Maso, Paolo De Biasi, Patrizia De Fina, Cesare Fasolo, Alberto Ferrazza, Laura Fincato, Daniela Fioravanzo, Sandro Fra-
LA CERIMONIA DELLA PREFETTURA DOMANI MATTINA AL TEATRO TONIOLO DI MESTRE
ron, Pierluigi Gallio, Stefania Gatto, Carlo Giaretta, Eraldo Guidolin, Lino Lazzari, Luisa Longo, Mara Rossana Lora, Donato Malatesta, Giovanni Maniero, Paolo Miotti, Serenella Moretti, Nicola Giovanni Francesco Mori, Angelo Morlin, Mirella Parolo, Cinzia Pavan, Diego Pezzato, Roberto Pizzolato, Ferdinando Polato, Giulio Polegato, Giacomo Alberto Remondini, Adriano Rigoni, Emanuele Rolli, Luciano Ruffato, Carla Saccon, Danilo Santi, Paolo Scappini, Fiorella Scarparo, Gianni Sforza, Giancarlo Soldera, Rosalina Sossai, Sergio Sottovia, Giovanni Tiberio, Luciano Tormena, Vinicio Tregnago, Claudio Varotto, Maurizio Visentin, Alberto Zambon, Orietta Zandomenego, Pietro Zasso, Vanni Zelada. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SEDI INTERNAZIONALI VENEZIA (a.spe.) Il Senato “blinda” la sede di Venezia del Consiglio d’Europa. Ieri Palazzo Madama ha votato all’unanimità il memorandum Italia-Consiglio d’Europa che assicura stabilità all’ufficio di piazza San Marco il quale, ancorché in futuro dovessero esserci riduzioni di spesa o riorganizzazioni logistiche, manterrà comunque la sua qualifica. “E’ un fatto molto positivo che sottolinea il ruolo di Venezia quale città simbolo dei diritti umani e del dialogo tra le culture”, afferma soddisfatto il senatore del Pd Andrea Ferrazzi, capogruppo in Commissione Ambiente. Il Consiglio europeo è l’organismo interna-
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zionale che promuove la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali dell’Europa, fondato col Trattato di Londra del 1949 e costituito, ad oggi, da 47 Stati che vi partecipano con i capi di Stato e di governo. Il suo compito è quello di predisporre e favorire la stipulazione di accordi e convenzioni tra gli Stati membri, ma anche tra Stati terzi: le sue iniziative non sono vincolanti, ma vanno ratifi-
«IL VOTO SULL’UFFICIO CONFERMA IL RUOLO DI VENEZIA» Andrea Ferrazzi
cate dagli Stati membri. Come ricorda la direttrice dell’ufficio lagunare, Luisella Pavan-Woolfe, Venezia aderisce alla rete delle Città interculturali del Consiglio d’Europa, proprio perché città del mondo: la sede è nelle Procuratie Vecchie e supporta quella istituzionale di Strasburgo in attività culturali e in tema di formazione alla democrazia e sui diritti umani. «Il riconoscimento di Venezia come città con status giuridico internazionale di rappresentanza del Consiglio d’Europa – sottolinea Ferrazzi – sottolinea la storia di Venezia quale città ponte tra diverse culture. Città aperta che ha fatto storicamente della differenza la propria ricchezza. La ratifica dà stabilità all’ufficio presente nella nostra città e la responsabilizza nella politica internazionale».
VII
Venezia
Martedì 30 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Omicidio a Sant’Elena, Renato Berta trasferito nel reparto di Psichiatria `L’anziano non può
essere interrogato per ragioni di salute LA TRAGEDIA VENEZIA Non è ancora stato fis-
GRAFFITI Il nome lasciato da un gruppo di vandali sul ponte di Rialto con un pennarello lo scorso fine settimana
(Fotoattualità)
Rialto, nuovo oltraggio Scritte anche sui masegni Nel fine settimana un gruppo di giovani `Indagini sugli autori del vandalismo ha scritto con un pennarello indelebile Da poco erano stati ripuliti alcuni muri `
VANDALISMI VENEZIA Quel “Seba 77” che è l’au-
tore o il destinatario del graffito comparso lo scorso fine settimana sui masegni del ponte di Rialto sarà magari soddisfatto di vedere il suo nome su uno dei monumenti più fotografati del mondo. In realtà, c’è poco da essere orgogliosi della propria barbarie e, anzi, lui e i suoi amici dovrebbero essere un po’ preoccupati, visto che i loro movimenti sono stati ripresi.
IL DETURPAMENTO Il fatto è avvenuto sabato sera, neanche troppo tardi, ad opera di un gruppo di giovani, maschi e femmine, accovacciati a terra sulla sommità del ponte e incuranti del passaggio della gente. All’inizio, chi ha visto, sembrava che fossero scritte con il carboncino e per quello in
I COMMERCIANTI: «QUI PURTROPPO CI SONO POCHI CONTROLLI ADESSO CI SONO ANCHE I BORSEGGI»
tanti avevano lasciato perdere. Poi, invece, dopo due giorni di pioggia e migliaia di passaggi sopra, la scritta è rimasta, assieme ad un cuore disegnato un paio di gradini più sotto in direzione Erbaria. Graffiti eseguiti con un pennarello nero indelebile e quindi con la consapevolezza di voler lasciare un segno permanente. È il segno che il ponte, restaurato e ripulito con un intervento da 5 milioni è di nuovo sotto il tiro del primo che lo voglia imbrattare, visto che la sera manca la sorveglianza. Pochi giorni fa, una ditta mandata dal Comune ha ripulito una serie di scritte sulle pareti esterne del ponte, prima che potessero indurre altri a scrivere accanto. È però evidente che la pulizia immediata è solo il primo degli interventi da fare. Poi, serve la sorveglianza.
I COMMERCIANTI
«Lo abbiamo visto subito quel graffito - spiegano i commercianti del ponte - e auspichiamo che sia ripulito al più presto, prima che qualcuno scopra di avere a disposizione una grande lavagna su cui sbizzarrirsi. Bisogna pulire sempre, come abbiamo fatto noi con le nostre saracinesche e come ha fatto il Comune sulle pareti intonacate di fresco. Però - continuano - è innegabile che il ponte debba essere sorvegliato perché qui si vedono ben pochi controlli. Di giorno c’è un grosso problema dei borseggi ai danni dei turisti che si fanno le foto, figuriamoci di notte, quando non c’è nessuno. Noi avevamo proposto di installare telecamere all’interno delle nostre vetrine puntate verso l’esterno e lasciarle in uso a Comune e forze dell’ordine. Ma nessuno ci ha ascoltati». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Civile, la salvezza nel bollettino regionale ` Pubblicata la norma
approvata dalla Giunta Ora tocca al Consiglio SANITA’ VENEZIA (a.spe.) Un altro passo
ufficiale verso la “salvezza” dell’ospedale Civile. All’annuncio dei giorni scorsi, anticipato da Il Gazzettino, hanno fatto seguito i fatti, con la Regione che ha messo nero su bianco, pubblicandolo sul Bur, il Bollettino ufficiale, la revisione del declassamento inizialmente previsto nelle nuove schede regionali licenziate per il prossimo quadriennio. Un provvedimento di Giunta che ora dovrà passare in Consiglio, Lo si legge alla voce “Modifica alla legge regionale 28 dicembre 2018, n.48 – Piano socio sanitario regionale 2019-2023” con l’emendamento dell’articolo 7 dove viene inserito il comma 3bis che così recita: “L’ospedale del centro storico di Venezia è classificato come presidio ospedaliero di primo livello, tenuto conto che il bacino di utenza di afferenza all’ospe-
LA BATTAGLIA La manifestazione per il Civile del 31 marzo
dale è comprensivo, oltre che della popolazione del territorio insulare, anche della forte presenza turistica e della mobilità urbana giornaliere, e considerate altresì, in conformità all’articolo 15, comma 3, dello Statuto del Veneto, le peculiari e disagiate condizioni geomorfologiche e insulari”. Tecnicamente, il Civile torna dunque ospedale “spoke” dopo che in prima battuta era stato declassato a unità “di base”. L’operazione aveva scatenato immediatamente la
protesta di chi si interessa ogni giorno delle vicende della sanità veneziana portando, lo scorso 31 marzo, oltre 1.500 residenti a manifestare in campo San Giovanni e Paolo, su iniziativa delle associazioni Movimento per la difesa della sanità veneziana e Venessia.com, sostenute da un vivace e colorito passaparola via social del gruppo Facebook “Venice goldon awards” che ha promosso la campagna “issomorti”, con cui i cittadini si fingevano deceduti a terra pro-
prio a causa dell’inefficienza ospedaliera. La notizia del declassamento, infatti, aveva subito generato il timore che questo passo fosse l’inizio di un progressivo percorso di svuotamento dell’ospedale veneziano sia sul piano dei posti letto disponibili che dei servizi sanitari erogati. Vincono, così, i comitati e i cittadini protagonisti della manifestazione e vince il sindaco Luigi Brugnaro che si era rivolto personalmente al presidente del Veneto Luca Zaia cercando la soluzione per via istituzionale. A determinare il superamento della prima ipotesi di riduzione del nosocomio a unità di base, come previsto è stata la specialità di Venezia, vale a dire la massiccia presenza di turisti, oltre 30 milioni all’anno, e il fatto di essere città d’acqua dove gli spostamenti per chi deve curarsi, in emergenza e non, non sono così agevoli come in terraferma. Inizialmente, il declassamento era stato determinato sulla base dei residenti in centro storico, ma anche la Regione, alla fine, ha preso atto e riconosciuto che Venezia non è una città come tutte le altre. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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sato l’interrogatorio di Renato Berta, l’ottantacinquenne di Castello (ora agli arresti domiciliari in ospedale) accusato di aver ucciso con due coltellate la moglie, Licia Zambon, 81 anni, malata di demenza senile, per poi tentare di togliersi la vita ingerendo psicofarmaci. Nei giorni scorsi Berta è stato trasferito dal reparto di Cardiologia al reparto di Psichiatria dell’ospedale Civile di Venezia e il via libera all’interrogatorio dal parte del giudice per le indagini preliminari Marta Paccagnella, arriverà soltanto quando i medici lo considereranno sulla via del recupero. Solo allora le indagini del pm Laura Tonini potranno avere anche la versione dell’uomo che la sera del 18 aprile ha colpito con alcune coltellate la donna che amava e poi ha provato ad uccidersi imbottendosi di psicofarmaci nell’appartamento che la coppia condivideva a Castello. Un piano studiato in ogni dettaglio che però l’ottantacinquenne non è riuscito a portare a compimento del tutto. L’anziano infatti, prima del gesto, ha lasciato sul tavolo della cucina una paginetta scritta a mano, dalla quale emergeva tutta la sua sofferenza e l’enorme dramma di un uomo che non riusciva più a reggere il peso della malattia degenerativa di cui soffriva la compagna di una vita. Che a sua volta non voleva e non poteva accettare l’idea di finire in un ricovero
per persone affette da demenza senile e per questo aveva detto al marito di volerla far finita. È stato il peso di questi pensieri, di questo dolore troppo grande, ad armare la mano dell’anziano di un coltello a serramanico, dalla lama lunga nove centimetri, con cui ha colpito a morte la moglie con due fendenti. Un gesto liberatorio per la donna, prima ancora che per lui: l’ottantunenne probabilmente stava già dormendo. Nessuno dei vicini, infatti, ha sentito rumori o urla. I primi accertamenti medico legali collocano la data del decesso attorno alle 22 di giovedì: il corpo senza vita di Licia Zambon è stato scoperto il giorno dopo, attorno alle 10, dalla badante della donna che ha trovato all’esterno della porta dell’abitazione un cartello con cui si ammoniva: «Non entrate, chiamate i carabinieri». N. Mun. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’85ENNE HA UCCISO LA MOGLIE DI 81 ANNI CON DUE COLTELLATE LA COPPIA ERA STANCA DELLA MALATTIA DELLA DONNA
INDAGINI La polizia sul luogo
Antimafia, il Tar annulla la nomina di Ciccarese LA SENTENZA VENEZIA Annullata la nomina
del sostituto procuratore Patrizia Ciccarese alla Direzione distrettuale antimafia di Venezia. È questo l’esito del ricorso presentato dal collega Fabrizio Celenza contro il provvedimento assunto dal procuratore capo Bruno Cherchi, che lo scorso anno aveva avviato una riorganizzazione introducendo il nuovo criterio della «periodica rotazione», con il risultato di non confermare il ricorrente per il quarto biennio. Secondo la sentenza depositata ieri dal Tar del Veneto, ora la procedura dovrà essere rinnovata, effettuando «una valutazione comparativa» tra i due magistrati.
LE MOTIVAZIONI Nelle motivazioni del verdetto, particolarmente atteso a Palazzo di Giustizia, i giudici amministrativi premettono che «non necessariamente l’“avvicendamento” con altro magistrato debba rappresen-
ACCOLTO IL RICORSO DEL SOSTITUTO PROCURATORE FABRIZIO CELENZA: LA PROCEDURA DOVRÀ ESSERE RINNOVATA
tare l’esito di una negativa valutazione delle capacità del precedente designato». Per il Tribunale, però, sarebbe stato necessario che il procuratore distrettuale Cherchi «procedesse al necessario raffronto tra le attitudini e le esperienze dei due magistrati in competizione», nella convinzione che «la peculiarità delle indagini, la specializzazione, la necessità di non disperdere le professionalità e le esperienze» rappresentino «aspetti di rilevante importanza nella definizione dell’assetto della Direzione distrettuale antimafia». Dunque la discrezionalità della scelta rimane, ma occorre che sia basata su un adeguato confronto, in modo che non scatti nessun automatismo, né in un senso né nell’altro. Al riguardo il collegio precisa che gli stessi profili di professionalità «non possono costituire una remora ovvero un ostacolo all’avvicendamento di un magistrato “uscente” dalla Dda con un magistrato neo addetto alla Dda», altrimenti scatterebbe appunto una designazione meccanica «di biennio in biennio» fino al raggiungimento del limite decennale. Tuttavia «essi impongono pur sempre, sul piano del corredo motivazionale, che siano rese pienamente comprensibili le ragioni che militano in favore della scelta espressa per il magistrato “entrante”». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
MARTEDÌ 30 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
il sistema del credito cooperativo
I soci Iccrea scelgono il cda il Veneto avrà un “peso piuma” Un solo consigliere, l’ex Cattolica Flavio Piva è nella lista del nuovo consiglio Nessuna vice-presidenza, il presidente della Federazione Novella rimane fuori cati e Operations di Cattolica Assicurazioni, vicepresidente della Federazione veneta delle bcc. Il peso del Veneto in Iccrea con le sue Bcc è pari al 7%, conta troppo poco per aspirare ad avere un ruolo più importante. Anche se Ilario Novella, attuale presidente (benchè dimissionario) della Federazione Vene-
Roberta Paolini PADOVA. Potevamo contare di più. E invece il Veneto e la sua litigiosità, come sempre, pagano la salata gabella dell’incapacità a pensarsi sistema. Così oggi, a Roma, all’assemblea di Iccrea andrà in scena l’elezione del board di una delle principali banche italiane. Il più grande gruppo bancario cooperativo italiano con 142 Banche di Credito Cooperativo, dislocate su 1700 comuni in una rete di oltre 2600 sportelli, più di 4 milioni di clienti, 750 mila soci, con attivi per 153 miliardi di euro e fondi propri per 11 miliardi di euro: un gruppo bancario che in Italia si colloca al terzo posto per numero di sportelli ed al quarto per attivi. Nel board che verrà votato oggi all’assise dei soci c’è un solo veneto su quindici, Flavio Piva, della Banca di Verona, ex direttore generale Area Mer-
In Ccb invece la regione esprime il vice-presidente vicario, è Carlo Antiga
Il simbolo della banche di credito cooperativo
l’accordo con player sudcoreano
Safilo punta sull’Asia siglata un’alleanza con Parma International PADOVA. Il Gruppo Safilo, tra i leader mondiali nel design, produzione e distribuzione di occhiali, ha annunciato ieri di aver chiuso un accordo di joint venture in Corea del Sud con Parma International, player locale attivo nel settore dell’occhialeria e prodotti sportivi. L’alleanza consentirà lo sviluppo di nuovi canali distributivi unitamente a servizi di marketing e comunicazione digitale. La joint venture tra Safilo
Angelo Trocchia, ad di Safilo
e Parma, il cui 51% sarà detenuto dal ghruppo padovano, avrà sede a Seoul, distribuirà le collezioni eyewear di molti dei marchi nel portafoglio Safilo, con l’obiettivo di espandere la presenza dell’azienda nel mercato. «La Corea del Sud riveste per Safilo un’importanza strategica sia per le potenzialità del suo mercato interno, sia per il ruolo che riveste in tutto il mondo come trend setter nel design. In questo mercato siamo impegnati a costruire un business solido, profittevole e di lungo termine», ha commentato l’amministratore delegato di Safilo Angelo Trocchia. «L’esperienza di Parma International - ha aggiunto nella distribuzione e la conoscenza del mercato wholesale e retail locali ne fan-
ta era dato (o almeno così si diceva) come possibile candidato ad una vicepresidenza del gruppo bancario. E invece così non è stato. Secondo le regole Fit&Proper di Bce Piva è certamente un ottimo candidato a sedere nel board di un gruppo bancario di queste dimensioni, vero è che
no un partner ideale per sviluppare la nostra strategia di crescita a lungo termine». «Questa partnership è molto importante per noi. Condividiamo con Safilo la visione e l’approccio di business e sono certo che la creazione di questa joint venture consentirà a entrambi di rafforzarci ed accelerare i nel mercato» ha commentato Sangken Park, CEO di Parma International. SEEONE, l’attuale distributore Safilo per il mercato coreano, continuerà a gestire la distribuzione di alcuni marchi del portafoglio Safilo, precisa una nota stampa. Alla notizia dell’accordo il titolo in Borsa ha avuto una fiammata arrivando a toccare i +3%, per poi chiudere a +2,15%. —
una vicepresidenza sarebbe stato ben altro premio per il territorio. Forse se i veneti non avessero bisticciato spaccandosi a metà, 13 bcc nel gruppo Iccrea e 8 in Cassa Centrale Banca, oggi il conto finale sarebbe diverso. Forse l’asse tra Lombardia e Roma (Bcc Roma pesa da sola più di tutti gli istituti di credito cooperativo veneti) sarebbe stato meno solido. Con i se e con i ma, tuttavia, come si suol dire... In Ccb, ottavo gruppo italiano, 11.000 dipendenti, 83 banche, 7 società IT e servizi, 1.500 filiali e 71 miliardi di attivo, la cui maggioranza è rappresentata dagli istituti di credito cooperativo per lo più trentini, in tutto 22, le 8 Bcc venete invece hanno ottenuto il loro ruolo. La principale Bcc del Nordest, che tale sarà dopo la fusione, è la veneta Bcc Prealpi SanBiagio. Ha attivi di bilancio nell’ordine dei 3,7 miliardi di euro e una raccolta globale di 4,56 miliardi di euro. Così il peso del Veneto in Cassa Centrale si è visto e difatti Carlo Antiga, presidente di Bcc Prealpi, è vicepresidente vicario. L’esito finale sarebbe potuto essere stato tuttavia molto diverso, se si fosse scelta la via dell’unità. E forse un territorio come il Veneto, con la sua importanza industriale, non si troverebbe ora privo di un attore di primo nel mondo bancario e finanziario. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Bcc Prealpi, tre incontri in vista dell’assemblea PADOVA. Dopo il parere favorevole di Banca d’Italia, prende il via oggi il programma di incontri preparatori all’assemblea dei soci di BCC Prealpi con l’obiettivo di illustrare il progetto di integrazione con BCC San Biagio del Veneto Orientale, sul quale la compagine sociale sarà chiamata a esprimersi in occasione dell’assemblea del 19 maggio. Tre gli incontri in programma: oggi alle 20.30 nella sala Galante della sede distaccata di Este; venerdì 3 maggio alle 20.30 all’auditorium della Banca a Tarzo; venerdì 10 maggio alle 20.30 a Sedico. Il presidente Carlo Antiga e il direttore generale Girolamo Da Dalto descriveranno le ragioni dell’operazione e i vantaggi che ne deriveranno per tutti i soci, i clienti e i territori. In caso di voto favorevole, Banca Prealpi SanBiagio diverrà operativa dal primo luglio 2019 e sarà il più grande Istituto cooperativo del Triveneto, nella top 5 delle BCC italiane per dimensioni e la prima banca del Gruppo Cassa Centrale per partecipazione azionaria. —
Soci-dipendenti Essilor di nuovo in pressing BELLUNO. L'associazione Valoptec, che riunisce oltre 10 mila dipendenti e pensionati di Essilor confluita nella holding EssilorLuxottica, torna a chiedere l'allargamento del Cda attualmente perfettamente bilanciato 8 a 8 tra parte francese e italiana. È quanto emerge dopo l'assemblea dell'associazione (che detiene circa il 4% dei diritti di voto di EssilorLuxottica contro il 31% della Delfin di Del Vecchio) nella quale è stata approvata una mozione che
sostiene la nomina di un nuovo consigliere di amministrazione indipendente nel corso dell'assemblea della holding, in programma il 16 maggio a Parigi. In precedenza il Cda del gruppo post-fusione aveva espresso parere contrario a una simile proposta sostenuta anche dai fondi di investimento. Ciò che risulta incomprensibile è perché il socio francese si appelli alle regole dell’equilibrio della governance e poi faccia richieste che quell’equilibrio lo romperebbe. —
PAOLO GURISATTI
Confindustria prova a disegnare un orizzonte strategico
A
da questa sera
lo scontro nel gigante dell’occhiale
L’ANALISI
spettando Godot i ceti produttivi del Veneto cercano di proporre qualcosa di concreto, a partire dalla propria autonomia di investimento. In assenza di un programma riformatore per l’amministrazione regionale e di un serio patto per l’occupazione, la produttività e lo sviluppo, costantemente posticipato in attesa dell’autonomia, la Confindustria di Padova, Treviso e Venezia-Rovigo prova a dise-
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gnare un nuovo orizzonte strategico, attivando un processo di integrazione e fusione sovra-provinciale. Obiettivo neanche tanto nascosto è non tanto diventare la più importante associazione imprenditoriale d’Italia, per numero di iscritti, quanto soprattutto costruire un centro veneto di riflessione, che dia allo spazio metropolitano regionale la visione e di riconoscimento che merita. Non è, intendiamoci, un siluro a Zaia e alla sua logica de-
mocristiana di gestione del continente regionale. È un tentativo di superare i ghetti provinciali che poco hanno a che fare con le esigenze di organizzazione di un territorio produttivo di classe mondiale. Mancano all’appello Verona, sempre più trattenuta dal magnete lombardo e dall’asse emiliano-trentino, e soprattutto Vicenza, sempre più isolata e marginale dal punto di vista strategico-politico. L’alleanza tra Padova, Treviso e Venezia-Rovigo è signi-
ficativa invece perché tenta di superare l’angusto orizzonte delle amministrazioni comunali e provinciali, che costituiscono oggi il principale ostacolo a quell’autonomia nei fatti che può garantire un futuro al Veneto metropolitano, al di là delle chiacchiere sull’autonomia a 6, 10 o 23 dimensioni. Alla grande popolarità di Zaia e alle consuete affermazioni di primato del sistema veneto in Italia e nel mondo è giusto che le categorie economiche, così come hanno fatto
alcuni rappresentanti dell’élite intellettuale (ad esempio il compianto Cesare De Michelis), contrappongano una visione strategica, davvero indipendente, e una proposta di superamento dello status quo. Il problema è che questa visione deve essere condivisa con tutti i cittadini, a partire dagli iscritti delle forze sindacali. Un anno fa Confindustria Nazionale, Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un “patto per la fabbrica” che è rimasto let-
tera morta, proprio perché nessuno dei firmatari ha saputo esprimere una visione e obiettivi chiari e ambiziosi, per la competitività e la produttività del sistema. Questo è evitabile nel Veneto, sempre che i rappresentanti del nuovo patto regionale abbiano il coraggio di parlar chiaro su tre temi discriminanti per la solidità dell’intesa: via le province, risarcimento delle banche solo ai truffati, basta con l’evasione fiscale e la migrazione dei capitali, che sono un tradimento del contributo che i lavoratori danno alla produttività e alla redditività del sistema. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Economia
Martedì 30 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Gare Mose, no del Tar a Mantovani Per il Tribunale legittima la scelta dei commissari di effettuare ` «Tutelato l’interesse pubblico». Secondo la società padovana un’asta e di non affidare i lavori alle aziende socie del Consorzio questa decisione le aveva sottratto opere per 163 milioni di ricavi `
diante gare pubbliche, deciso dai commissari del Cvn dopo lo scandalo corruzione.
LA SENTENZA VENEZIA «Ci vengono tolti lavori per 163 milioni di fatturato a causa di un atto aggiuntivo di cui non conoscevamo i contenuti e del quale nessuno ci ha informato», diceva nel 2017 Maurizio Boschiero, amministratore delegato della Mantovani, annunciando la crisi dell’azienda impegnata nella realizzazione del Mose. A due anni di distanza, contrassegnati fra l’altro dalla richiesta di concordato preventivo e dall’affitto del ramo costruzioni alla Coge, il Tar del Veneto ha però deciso che erano legittime le modifiche alla convenzione del 1991 tra l’allora Magistrato alle acque (oggi Provveditorato interregionale alle opere pubbliche) e il Consorzio Venezia Nuova. È stato così respinto il ricorso presentato dall’azienda già controllata dalla famiglia Chiarotto, oltre che dalle società consortili Venezia Lavori e Costruttori Veneti San Marco, in particolare contro l’affidamento delle opere non alle imprese socie bensì me-
L’IMPRESA, CHE INTANTO HA FATTO RICHIESTA DI CONCORDATO, CHIEDEVA DI ANNULLARE LE MODIFICHE DEL 2017 ALLA CONVENZIONE DEL ‘91
I PUNTI Tre i punti lamentati dalla Mantovani. Innanzi tutto «l’incompetenza degli amministratori straordinari a sottoscrivere un atto contrattuale che di fatto sovverte le condizioni originariamente pattuite». Quindi appunto il fatto che «l’onere dei concessionari di lavori pubblici di appaltare a terzi parte dei lavori mediante gara pub-
blica» fosse stato esteso anche al rapporto tra Provveditorato e Consorzio. Infine la mancata valutazione del nuovo testo, «prima della sottoscrizione», da parte della Commissione per la salvaguardia di Venezia. Argomenti in parte simili a quelli già citati da Fincosit, il cui ricorso cinque mesi fa era stato dichiarato improcedibile dal Tribunale amministrativo regionale.
LE MOTIVAZIONI Questa volta, invece, i giudi-
VENEZIA Palazzo Balbi riprova a insinuarsi nel fallimento della Miteni. Ieri l’Avvocatura regionale ha annunciato l’iniziativa di opposizione alla mancata ammissione, davanti al Tribunale fallimentare di Vicenza, di una parte delle proprie istanze di riconoscimento dei crediti al passivo dell’azienda di Trissino. I termini per la notifica del ricorso scadono il prossimo 17 maggio. Nel mirino della Regione c’è il provvedimento con cui il giudice aveva in parte escluso, per 4.825.000 euro, l’ammissione delle spese sostenute per il caso Pfas. «La Regione – si legge in una nota – intende poter dimostrare che anche la Miteni in anni recenti ha concorso, con le precedenti proprietà dell’impianto, a creare l’inquinamento dell’area e della falda idrica sottostante, pur tenendo conto di ogni altro possibile contributo all’inquinamento alle varie matrici ambientali ad opera arrecato da eventuali soggetti diversi dalla società fallita». L’ente vuole inoltre dimostrare la congruità e la pertinenza della spesa per la messa in sicurezza della falda.
ci sono entrati nel merito per affermare la correttezza dell’operato dei commissari, i cui poteri «hanno la massima ampiezza» e «devono essere esercitati per assicurare la finalità di interesse generale al completamento dell’opera», in modo da evitare «ulteriori danni e ritardi per l’Amministrazione e per la collettività». Le società consorziate come Mantovani, sottolinea il Tar, possono partecipare alle procedure di gara «in regime concorrenziale con altri operatori economici», ma non possono pretendere di ricevere né gli affidamenti diretti, né gli eventuali ribassi d’asta conseguiti tramite i bandi pubblici. «L’impiego di tali eventuali risorse per ulteriori interventi di realizzazione del Mose – si legge anzi nelle motivazioni della sentenza –, da un lato, risulta perfettamente coerente con l’interesse pubblico al rapido completamento dell’opera, e, dall’altro, consente di riportare la concessione in un quadro di legalità, superando quel sistema illegale che ha dato luogo al commissariamento stesso». Inoltre già la convenzione del 1991 e l’atto aggiuntivo del 2002 «prevedevano l’obbligo a carico del Consorzio di eseguire determinati interventi mediante affidamento a terzi, previo espletamento di gare pubbliche». Nessun obbligo di «verifica preventiva», invece, sussiste in capo alla Commissione per la salvaguardia di Venezia. Angela Pederiva
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Il caso Pfas Fallimento Miteni la Regione fa ricorso per avere 4,8 milioni
COSTRUZIONI L’impresa Ing.E.Mantovani partecipava ai lavori del Mose
Electrolux, regala alla moglie i permessi malattia L’INTESA SUSEGANA Electrolux e sindacati hanno siglato ieri l’accordo per la banca ore solidale nello stabilimento di Susegana. È il primo accordo aziendale in provincia di Treviso che recepisce e amplia l’istituto nato con il Jobs Act e previsto nel contratto nazionale del settore metalmeccanico. I dipendenti dello stabilimento di Susegana del colosso degli elettrodomestici potranno donare ore di ferie e permessi ad una loro collega gravemente malata che ha terminato il periodo di malattia retribuita. L’istanza è partita dal marito della donna, che ha chiesto di poter donare permessi e fe-
rie alla moglie. Tuttavia sono già tanti anche i colleghi della coppia che hanno chiesto informazioni per aiutare marito e moglie in questa difficile situazione: se lo vorranno, potranno donare le ore entro la fine di maggio.
PROGETTO PILOTA «È il primo accordo di questo tipo nel settore metalmeccanico della provincia di Treviso – spiega Antonio Bianchin della Fim Cisl Belluno Treviso -. Ne siamo soddisfatti perché dà sostanza a quanto sottoscritto l’anno scorso nel contratto nazionale e a quanto prevede il Jobs Act in merito alla banca ore solidale, ampliandone le possibilità di applicazione. In un periodo in cui dominano
l’individualismo e l’egoismo, è importante incoraggiare e sostenere forme di solidarietà fra colleghi nei casi di situazioni particolarmente difficili come una malattia lunga». Altro caso simile in provincia ha riguardato, qualche mese fa, un’operatrice sanitaria opitergina, mamma di un bambino gravemente malato, che si è vi-
SUSEGANA, ACCORDO PER LA BANCA ORE SOLIDALE: PRIMO SCAMBIO IN FAMIGLIA E ALTRI COLLEGHI PRONTI A DONARE
sta donare 470 giorni di ferie da 215 colleghi. In questa circostanza però non vi era ancora l’accordo sindacale, tuttavia vista l’urgenza l’Usl2 aveva deciso di accelerare i tempi, aprendo la possibilità della banca ore solidale. «È proprio a partire dai grandi gruppi industriali che questa buona pratica di solidarietà può estendersi in tutto il contesto provinciale – afferma Enrico Botter, segretario generale della Fiom Cgil di Treviso –. Questo è il primo accordo che i metalmeccanici siglano unitariamente nel territorio. Un aspetto della contrattazione aziendale che cercheremo di esportare in altre realtà». Elisa Giraud SUSEGANA Il sito Electrolux
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SAFILO JOINT VENTURE IN COREA DEL SUD Accordo del gruppo degli occhiali Safilo in Corea del Sud con Parma International. Il 51% sarà di Safilo. Sede a Seoul.
FORMAZIONE VENETOCENTRO S’ALLEA CON UNIVERSITÀ PADOVA Accordo quadro tra Assindustria Venetocentro e Università di Padova per far decollare il trasferimento tecnologico e di conoscenza, frenando la fuga dei cervelli all’estero. Il presidente di Assindustria Padova Treviso Massimo Finco (foto): «La crescita passa dalla conoscenza. Mobilitati per includere una nuova generazione di talenti». Il rettore padovano Rosario Rizzuto: «Ricadute benefiche su produttività e alta formazione».
MASI AGRICOLA VIA LIBERA AL BILANCIO DIVIDENDO 0,1 EURO L’Assemblea dei soci di Masi Agricola ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,1 euro per azione. La società ha chiuso il 2018 in crescita, con ricavi per 65,3 milioni e un utile netto a 7,2 milioni.
BOTTEGA SPA NUOVO PROSECCO BAR A FIUMICINO CON AUTOGRILL All’aeroporto di Fiumicino è stato aperto in partnership con Autogrill un nuovo Bottega Prosecco Bar. Bottega ha circa una ventina di “bacari” nel mondo e sviluppano un fatturato di oltre 12 milioni.
UNOX FATTURATO A 123 MILIONI IN CRESCITA DI OLTRE IL 6% Unox, società padovana dei forni professionali nel 2018 ha registrato un fatturato consolidato di 123 milioni, + 6,3%. Ebit migliorato di due punti al il 22%.
La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano
Quotaz.
Var.%
1,1150 124,6400 0,8634 1,1379 322,6400 25,6820 4,2944 15,9947 7,5067 4,0356 4,3849
0,153 0,153 0,000 0,062 0,165 -0,089 0,154 -0,333 0,101 -0,250 -0,646
ORO E MONETE Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano
Denaro
Lettera
35,50 373,00 266,00 208,00
38,00 431,55 288,50 225,60
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
FTSE MIB A2a Atlantia
1,4715
-0,91
1,476
1,641
866366
23,80
0,68
18,115
23,68
70867
17,975
1,96
9,455 17,849
Banca Mediolanum
6,575
1,86
5,016
6,751
Banco Bpm
2,130
3,60
1,646
2,142 2500050
Bper Banca
4,219
0,29
2,945
4,256
490417
Brembo
11,740
0,26
8,893 11,841
38626
Buzzi Unicem
19,635
1,13
14,925 19,798
60715
Campari
8,860
-0,28
7,347
8,915
118810
Cnh Industrial
9,716
0,43
7,786
9,964
138997
Enel
5,553
-0,57
5,057
5,702
1548981
Eni
15,098
-1,59
13,678 15,941
1420549
Exor
60,00
-0,10
60,60
18498
Fca-fiat Chrysler A
13,824
-0,25
12,400 15,201
409020
Ferragamo
19,590
-0,46
17,209 19,929
19387
Azimut H.
46,35
389605 79740
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
Finecobank
11,815
-1,87
8,681 12,426
302342
Ubi Banca
2,799
3,48
2,149
2,836
992456
Generali
17,195
-0,26
14,443 17,196
447504
Unicredito
12,362
2,40
9,700 12,980
1308310
Intesa Sanpaolo
2,332
2,06
1,902
2,344 13139925
Unipol
4,525
0,44
3,438
4,639
178271
Italgas
5,534
-0,25
5,005
5,605
144300
Unipolsai
2,443
0,62
1,955
2,442
295617
10,415
-0,62
7,567 10,687
176565
NORDEST
Mediaset
2,927
0,62
2,566
2,972
105058
Ascopiave
3,850
1,05
3,109
3,851
50725
Mediobanca
9,586
1,83
7,250
9,602
264182
B. Ifis
15,870
-2,34
14,675
20,28
61761
Moncler
36,56
0,86
28,13
37,34
35800
2,380
1,06
1,734
2,619
4467
6,926
9,490
207960
Cattolica Ass.
7,057
8,891
35607
15,009 19,067
106752
Danieli
15,237 19,467
882
Leonardo
9,374
1,32
Prysmian
16,770
1,39
Recordati
35,97
-0,66
Saipem
4,600
Snam
4,505
Stmicroelectr.
16,165
-0,43
Telecom Italia Tenaris Terna
Poste Italiane
Carraro
8,260
-0,48
17,920
-0,78
De’ Longhi
22,98
-0,26
21,81
25,71
29,44
37,16
20036
1,37
3,225
4,991
690972
Eurotech
3,845
0,79
3,284
4,236
18181
-0,49
3,895
4,615
787002
Geox
1,672
0,12
1,147
1,906
30377
10,842 16,705
382063
M. Zanetti Beverage
6,120
-0,65
5,811
6,460
898
0,5014
0,42 0,4479 0,5655
3977762
-1,21
1,101
1,953
439666
12,415
-0,76
9,316 13,446
273532
Stefanel
0,1140
-1,30 0,0780 0,1632
12045
5,350
-0,93
5,026
408224
Zignago Vetro
10,880
4,62
b4f4e927-8377-434e-b502-c5a157db081c
5,636
Ovs
1,885
8,442 10,706
2586
4311
12
Nordest
Martedì 30 Aprile 2019 www.gazzettino.it
È morto Iroso mulo simbolo degli alpini: aveva 40 anni
Gli artigiani: penalizzati anche nella Motorizzazione LO STUDIO
Il vecchio generale «è andato avanti» Il proprietario: «Era uno di famiglia» `
IL LUTTO TREVISO Di un commilitone defunto, le penne nere dicono che «ha posato lo zaino ed è andato avanti». E così ha fatto anche Iroso, benché nel suo caso sia più corretto parlare di basto: il mulo alpino più anziano d’Italia ieri è giunto alla fine del suo lunghissimo cammino. Classe 1979, a gennaio aveva festeggiato i 40 anni, età record che su scala umana corrisponderebbe ad oltre 120 primavere. Come attestava la matricola numero 212 marchiata sullo zoccolo anteriore sinistro, era l’ultimo degli equini in servizio effettivo permanente nelle truppe da montagna: Brigata Cadore, 7° Reggimento. Se il mulo è stato il fedele compagno degli alpini, in guerra e in pace, fin dalla fondazione del corpo, Iroso era diventato l’icona di questa simbiosi. Soldato, promosso generale sul campo.
L’ICONA «Stamattina (ieri, ndr) verso le 6 mezza mio figlio è passato davanti alla sua stalla e l’ha visto per terra. Siamo accorsi e ci siamo accorti che non respirava più, poco
DISMESSO DALL’ESERCITO ERA STATO ACQUISTATO ALL’ASTA NEL 1993 PER SOTTRARLO AL MACELLO
dopo anche il veterinario ha confermato. Si è semplicemente spento, esaurite tutte le energie, senza soffrire», racconta, non senza un filo di commozione, il proprietario Antonio “Toni” De Luca, alpino di Anzano di Cappella Maggiore, in provincia di Treviso. È stato lui ad acquistarlo, insieme ad un’altra dozzina di quadrupedi, nel 1993 all’asta con cui l’Esercito dismetteva gli ultimi 24 muli militari. Un po’ per impiegarli nella sua azienda di lavori forestali, molto per sottrarli all’inglorioso destino del macello: Iroso se lo aggiudicò a un milione e 250mila vecchie lire, da una base di 500 – 600 mila (e non fu nemmeno il più caro). «Mi ha ripagato un milione di volte in più. Ormai era uno di famiglia: la mattina, se facevo per uscire senza passare a governarlo, mi chiamava. Così gli portavo una carota o un biscotto». Da allora, queste incredibili “jeep con il pelo” capaci di risalire impervi pendii con un quintale e mezzo in groppa, sono state accudite amorevolmente da Toni, i suoi familiari e dagli amici del “Reparto Salmerie” costituitosi ufficialmente nel 2000 nella sezione di Vittorio Veneto dell’Associazione nazionale alpini, partecipando ad Adunate e manifestazioni. Tra gli “sconci”, come si chiamavano in gergo i conducenti, anche Giacomo, un ragazzino bolognese, legatissimo ad Iroso, tanto che nessuno ha ancora avuto il cuore di comunicargli la dipartita.
IL DECLINO Negli ultimi anni anche la sua
IROSO Il mulo alpino il giorno del suo 40esimo compleanno assieme al suo accompagnatore
occasione del suo compleanno che festeggiammo a Vittorio Veneto. In lui c’è stata una fierezza straordinaria, con la quale ha rappresentato tanti valori: l’alpinità, la storia del nostro territorio, l’identità del Veneto e delle genti di montagna». «Un grazie particolare in questo aggiunge il presidente della Regione - va a Toni de Luca, che salvò lui e i suoi compagni reduci dalla chiusura del reparto salmerie dell’esercito. Oggi è bello immaginarlo lassù, forte e vitale come un tempo, a sfidare nuovo un sentiero impervio di montagna, perché Iroso non è morto, è andato avanti su quel sentiero».
salute era declinata: era ormai sordo e cieco e, quasi sdentato. Al raduno nazionale del 2017 a Treviso non aveva sfilato, ma, presente in città, era stato, come sempre acclamatissimo. I compagni sono via via deceduti. A febbraio pure l’asinella Gigliola, che gli faceva compagnia, è morta prematuramente, prontamente sostituita da Winnie, prestata dall’allevamento dell’ex ciclista professionista trevigiano Marzio Bruseghin. «Di sicuro non verrà dimenticato, anzi lo ricorderemo nel migliore modo possibile nel futuro – spiega Francesco Introvigne, presidente dell’Ana vittoriese -. Di certo conserveremo lo zoccolo con il numero di matricola 212 in una teca». Il corpo è stato cremato e parte delle ceneri potrebbe essere inserita nel monumento alle Penne nere di piazza Sant’Andrea a Vittorio Veneto. Gli alpini ne sono convinti: il “vecio” Iroso ora potrà di nuovo tornare a sgroppare su qualche sentiero delle montagne del cielo. Mattia Zanardo
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Il governatore Zaia
«Lo immagino lassù, forte e vitale a sfidare il suo ultimo sentiero» VENEZIA «Come tutti i veri alpini, anche il generale Iroso non è morto, è semplicemente andato avanti, per restare comunque sempre nei nostri cuori». Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda l’epopea del mulo Iroso, l’ultimo mulo alpino rimasto in vita, con la matricola 212 ancora stampigliata sullo zoccolo, che è morto a 40 anni. «Tante volte ci siamo incontrati con Iroso ricorda Zaia - e ogni volta era come ritrovare un vecchio amico, non solo un animale da accarezzare e rispettare. Un amico degli alpini, di noi grandi come dei tanti bambini che se ne innamorarono all’adunata degli alpini di Treviso 2017, come in
VENEZIA Dopo la giustizia civile, il contenzioso tributario, l’Inps e l’Inail, ora tocca alla Motorizzazione Civile. Gli uffici del ministero dei Trasporti sono l’oggetto della quinta indagine condotta dall’ufficio studi di Confartigianato Veneto, mirata come le precedenti a dimostrare «l’inadeguatezza di un impianto centralizzato non più adatto alle esigenze differenziate dei diversi territori», mentre è in corso la trattativa fra Regione e Governo sull’autonomia differenziata. «Trento, Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Valle d’Aosta già autonome in questa materia dimostrano, nei fatti, che avvicinare la gestione all’utenza è la strada migliore da percorrere in una società che è competitiva se lo sono anche le sue infrastrutture», dice il presidente regionale Agostino Bonomo.
I DATI Secondo la ricerca, il servizio di Motorizzazione Civile in Veneto viene garantito da 247 dipendenti, distribuiti in 7 uffici provinciali. Per numerosità la regione è al sesto posto (insieme al Lazio) e concentra il 7,3% dei 3.353 dipendenti complessivi a livello nazionale. Le due direzioni territoriali di Venezia e Verona sono sopra la media nazionale, e quindi penalizzate, rispetto alla popolazione con più di 14 anni, risultando rispettivamente dodicesima e decima. Inoltre il Veneto è quarto per numero di patenti attive (13.530) e terzo considerando solo quelle C e speciali (956), ben oltre la media, così come nel calcolo rispetto alle imprese artigiane: 561 per ogni dipendente in quella di Verona (quinta posizione) e 451 a Venezia (undicesima). Per gli analisti, il sottodimensionamento degli organici ha però un contraltare positivo: «L’efficienza ed efficacia del personale». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Meloni a Jesolo per lo “Sconcerto del Primo Maggio” IL RADUNO
Maltempo
VENEZIA Il contro-concerto del 1° maggio voluto da Fratelli d’Italia si terrà in Veneto, per la precisione a Jesolo. E, giocoforza, coinciderà con l’avvio della campagna elettorale per le Europee e per le Amministrative del 26 maggio. “Diamo voce ai lavoratori che nessun sindacato difende”, è lo slogan del partito di Giorgia Meloni che torna nel produttivo Nordest per schierarsi al fianco delle partite Iva, degli artigiani, degli agricoltori, dei professonisti.
Belluno, rischio valanghe sui pendii spogliati dagli alberi
L’OBIETTIVO L’appuntamento è per domani, alle 16, in piazza Marconi a Jesolo. «Vogliamo far sentire i problemi, le proposte, le rivendicazioni di tutte quelle categorie economiche che non trovano difesa nei sindacati, ma che
DOMANI L’INIZIATIVA DI FRATELLI D’ITALIA: «DIAMO VOCE AI LAVORATORI CHE NESSUN SINDACATO DIFENDE»
In provincia di Belluno non è ancora il tempo di contare i danni provocati dal colpo di coda dell’inverno che domenica ha riportato il meteo indietro di due mesi. Ora ad essere sorvegliati speciali sono i corsi d’acqua, in particolare gli affluenti del Piave. Occhi puntati anche sulle valanghe e sui pendii azzerati dall’alluvione dello scorso ottobre. Ieri c’è stato anche il sopralluogo di Veneto Strade a Lamon, dove una frana ha costretto il sindaco ad emettere due ordinanze di sgombero di altrettante abitazioni che sono tuttavia utilizzate come case per le vacanze. In Alpago i blackout hanno costretto un panificio a chiudere i battenti. Per l’intera giornata è rimasto bloccato il Colle del Nevegal a causa delle abbondanti nevicate. Una ventina a fine giornata gli interventi dei vigili del fuoco e della protezione civile.
sono il motore dell’economia, soprattutto nel Nordest e in Veneto», dice il commissario regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo. La contrapposizione con il Movimento 5 Stelle è evidente: nel Nord che produce la priorità non è il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, e dunque tutte quelle politiche che aiutano imprenditori e professionisti ad assumere. Non è un caso che il partito di Giorgia
Meloni abbia iniziato da tempo un tour nei distretti produttivi del Nord Italia, portando avanti istanze come la flat tax, lo shock fiscale, lo sblocco degli appalti, il taglio della burocrazia. Temi affrontati anche al Lingotto a Torino nel corso della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia e di cui si parlerà domani a Jesolo. L’iniziativa, intitolata “Sconcerto del Primo Maggio”, occu-
LEADER Giorgia Meloni, FdI
perà tutta la giornata di domani. Fin dal mattino, in piazza Marconi ci saranno i gazebo delle varie associazioni, con i rappresentanti pronti a spiegare le proprie rivendicazioni. Dalle 15 il via agli interventi dal palco. «Avremo i rappresentanti della partite Iva, degli albergatori, dei commercianti, degli industriali, degli artigiani, degli agricoltori - anticipa De Carlo – Stiamo definendo in queste ore la scaletta degli interventi».
IL COMIZIO
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zionisti sono impegnati ad osservare la legge
Si precisa che tutte le inserzioni relative a offerte di impiego - lavoro devono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile (art.1, legge 9/12/77 n. 903). Gli inser-
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A seguire gli interventi politici, con la presenza dei rappresentanti regionali dei candidati della circoscrizione Nordest alle elezioni europee del prossimo 26 maggio. A chiudere la giornata, alle 16, salirà sul palco la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. E la musica? Ci sarà anche quella. È prevista l’esibizione della band di Francesca Miola, 25enne cantante veneziana nota al grande pubblico per la sua partecipazione all’edizione 2015 di “Amici di Maria De Filippi” e per la vittoria a Area Sanremo, che nel 2018 l’ha portata sul palco di Sanremo Giovani. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 30 APRILE 2019 IL MATTINO
CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO
sentito anche la stabilità, ma è da verificare. Le cause del rogo, come hanno accertato i tecnici dei vigili del fuoco, sono di probabile natura elettrica. Le fiamme potrebbero essere partite da una cella frigo e hanno avuto facile presa su diversi materiali, non ultimo il legno degli arredi. L’inagibilità dell’appartamento residenziale ha costretto i Galzignato a trovare accoglienza da parenti.
villanova di camposampiero
Danni per 100mila euro e una famiglia sfrattata dal rogo al supermarket Da buttare i prodotti sugli scaffali, inagibili due appartamenti Gara di solidarietà per dare ospitalità a salumiere e famiglia
SFRATTATI DAL ROGO
L’intervento dei vigili del fuoco al negozio bruciato a Villanova
Giusy Andreoli
botti e sedici operatori. SCONGIURATO IL PEGGIO
VILLANOVA. Sono ingentissi-
mi i danni provocati al supermercato Maxi Family dall’incendio scoppiato domenica pomeriggio. Per domarlo sono accorse le squadre dei vigili del fuoco da Cittadella, Mira, Mestre e Padova con due autopompe, due auto-
Il loro intervento ha evitato la propagazione all’intero edificio. Salva la famiglia del titolare del supermercato, Paolo Galzignato, che abita al piano superiore e ha fatto in tempo a salvarsi. Insieme ai vicini, in attesa dei pompieri, ha tentato un pri-
campodoro alle urne
Da sinistra Vincenzo Gottardo, Gregorio Morelli e Gianfranco Vezzaro
Gottardo, continuità Morelli e Vezzaro puntano a una svolta Il sindaco uscente in lista con il suo vice: obiettivo staffetta Contro di loro l’esponente del centrosinistra e il leader del gruppo “misto” FdI-Lega CAMPODORO. Nel più piccolo comune dell’Alta padovana, in lizza per il voto delle amministrative comunali del prossimo 26 maggio, ci sono tre liste in corsa per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale, due di
centrodestra e una di sinistra. Nel nome della continuità amministrativa e della centralità della famiglia si pone la civica “Campodoro Unito” che appoggia l’attuale vicesindaco Vincenzo Gottardo. Con lui corrono il sindaco uscente Massimo Ramina, Antonella Dalla Bona, Giovanni Gottardo, Marzia Grandis, Alessandro Guerra, Filippo Lorigiola, Dome-
carmignano di brenta
La Lega indica Brogliati il centrosinistra Perrone Bolis punta a fare il bis
Da sinistra Alessandro Bolis, Giorgio Brogliati e Michele Perrone
mo intervento con gli estintori. Ma ora si fanno i conti di quanto è accaduto. Una prima stima li quantifica in oltre centomila euro e, come sembra, non sono coperti da assicurazione. DANNI A CINQUE ZERI
Nell'ingente conto sono inclusi anche i danneggiamenti provocati dal fumo ai due
nico Lucatello, Daniele Luisetto, Chiara Mezzaro, Andrea Rampazzo. Lega e Fratelli d’Italia si schierano insieme. Con la parola d’ordine del cambiamento e dei cittadini al centro c’è invece la civica “Il Centrodestra per Campodoro”, guidata dal dirigente regionale di Fratelli d’Italia, Gianfranco Vezzaro, che raduna anche la Lega Nord. Candidati consiglieri comunali sono Gianpaolo Piccolo, Elena Grandis, Denis Carmignotto, Marialuisa Guerra, Roberta Petricig, Francesco Masiero, Denis Barbieri, Simone Menin, Luca Mezzaro e Denis Rizzo. Per il centrosinistra infine si presenta "Campodoro Progettiamo Insieme", che candida come sindaco Gregorio Morelli e punta alla maggior partecipazione dei cittadini. Sono in lista come candidati consiglieri comunali con Morelli: Luciana Zilio, Matteo Filippi, Lorenzo Furlan, Mario Contin, Monica Babbolin, Dario Rampazzo, Luciano Facco, Daniele Paccagnella, Gio batta Vecchiato. Nei prossimi giorni le tre compagini organizzeranno incontri di presentazione agli elettori. — Paola Pilotto
Centrodestra, centrosinistra e Lega si sfidano per il governo cittadino. Nel segno della continuità e dei numerosi progetti avviati in questi 5 anni c’è il sindaco uscente Alessandro Bolis con la civica “Sì Carmignano”. Al suo fianco scendono gran parte degli amministratori uscenti e nuovi volti: Eric Pasqualon, Daniela Baldo, Andrea Bombonati, Umberto Carli, Iside Cervato, Stefano Devisoni detto Teto, Raffaella Grando, Monica Israeli, Francesca Maistrello detta Chicca, Elisa Paiusco, Luigi Parise e Germano Spolverato detto Cile. Il centrosinistra “Insieme per Carmignano” lancia il giovane Michele Perrone per un “comune più aperto, partecipato e disposto al dialogo”. Assie-
CARMIGNANO.
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appartamenti al piano superiore, uno dei quali abitati dalla famiglia di Paolo Galzignato, il titolare del supermercato, mentre l’altro sarebbe al momento vuoto. Le fiamme hanno infatti danneggiato tutto il contenuto dell’esercizio commerciale. I prodotti alimentari dovranno essere buttati, i non alimentari potrebbero
non essere tutti completamente recuperabili. EDIFICIO LESIONATO
Oltre a ciò il rogo ha lesionato le strutture dell’edificio, tanto che i vigili del fuoco hanno interdetto a scopo cautelativo entrambi gli appartamenti fino a nuove valutazioni tecniche. Il timore è che ne abbia ri-
santa giustina in colle al voto
Lucia Basso, al centro Gianfranco De Bastiani e Moreno Giacomazzi
Nella corsa a tre il centrosinistra schiera una donna Lucia Basso, sostenuta da“Insieme si può”, compete per la fascia tricolore con Gianfranco De Bastiani e Moreno Giacomazzi SANTA GIUSTINA IN COLLE.
Tre le liste. Gianfranco De Bastiani, 54 anni, consulente aziendale e presidente delle squadre giovanili di calcio Le Rondinelle è l’erede del sindaco uscente Paolo Gallo, che non si ricandi-
me a lui, corrono con a cuore i temi ambientali e i bisogni dei cittadini: Anna Carlesso, Laura Basso, Francisco Casado Moreno, Felice Cervellin, Renzo Cortese, Giancarlo Dal Negro, Enrico Mezzato, Silva Tessari e Daniele Volpato. Infine il Carroccio, guidato da Giorgio Brogliati, che corre come “sindaco degli ultimi” con una lista per metà rosa e metà azzurra, che il 2 maggio alle 15 davanti al municipio verrà “battezzata” dal governatore veneto Luca Zaia: Simone Barco, Paolino Busatta, Mary Carmen Corona, Giuseppe Costa, Alessandra Fabris, Franca Grigoletto, Marica Pertile, Renata Scotton, Elio Tessari, Giuseppe Toffanin, Giulia Tosini e Nicola Zenere. — Paola Pilotto
da. I candidati consiglieri comunali della lista “De Bastiani sindaco Uniti per il Domani: Gabriele Bottacin, Massimo Cavinato, Sonia Sara De Cecchi, Dario Duzel, Chiara Franceschini, la consigliera uscente Barbara Gallo, Ilario Gallo, Katia Meneghelle, l'assessore uscente Franca Mengato, Vittorina Pedron, il consigliere uscente Riccardo Poggese, Maurizio Ponzin.
Per la famiglia è un vero dramma. La notizia del danno economico elevatissimo patito dai Galzignato ha scosso i cittadini di Villanova, che conoscono bene e stimano la famiglia, dimostratasi sempre disponibile per la comunità. In tanti hanno espresso la loro vicinanza ai Galzignato e si sono detti disponibili a dar loro una mano perché possano riprendersi da questo brutto colpo. Qualsiasi iniziativa a loro favore trova solidali e disponibili tutti i villanovesi. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Lo sfidante Moreno Giacomazzi, 47 anni, bancario, si presenta con la lista “Obiettivo Comune Giacomazzi sindaco”, sostenuta da tutti i partiti di centro destra, e si porta in lista ben tre amministratori di Gallo: l’assessore Raffaella Cagnin e i consiglieri comunali dell’attuale maggioranza Valerio Bellù e Adriano Cagnin, peraltro coordinatore di Forza Italia. Gli aspiranti consiglieri della Lista Giacomazzi sono: Valerio Bellù, Adriano Cagnin, Raffaella Cagnin, il consigliere uscente di minoranza Giulio Centenaro, Riccardo Dario Scapolo, il consigliere uscente di minoranza Ornella De Santi, Daniele Facco, Federico Marconato, Barbara Sonia Poletto, Paolo Ruffato, Luigina Visentin, Giulio Zuanon. Rappresenta il centro sinistra Lucia Basso con la lista “Insieme si Può”. 70 anni, consulente aziendale, Basso è consigliera di minoranza uscente. La sua lista candida a consiglieri comunali Gina Bacchin, Giannino Basso, Martina Boaron, Maria De Cecchi, Marco Dengo, Cristina Filippi, Angelo Frangione, Clara Grunwald, Federico Mauri, Livio Padula, Filippo Verzotto. — G.A. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IN BREVE Cittadella “Corsa contro la fame” in gara 200 alunni
Busiago “Ecogiochiamo” il Primo Maggio
Duecento studenti dell’istituto comprensivo rappresentano la città murata alla “Corsa contro la fame”, iniziativa solidale che si svolge in 30 nazioni. Oggi la tappa conclusiva del progetto, che unisce gli studenti di tutto il mondo con il comune obiettivo di raccogliere fondi per Azione contro la Fame, organizzazione che da 40 anni lotta contro la malnutrizione infantile in 50 Paesi. La gara coinvolge 12 classi delle elementari e si tiene nel campo sportivo.
Il Primo maggio, dalle 14 alle 18 nel patronato della parrocchia di Busiago di Campo San Martino, si svolgerà la quarta edizione di Ecogiochiamo: una giornata dedicata interamente ai bambini e alle loro famiglie. Saranno proposti ai partecipanti 25 diversi giochi “Ecologici e Fai da te”, spettacoli di magia, merenda e omaggio a tutti i partecipanti. Novità 2019, gli ospiti speciali PjMask. L’ingresso alla manifestazione è gratuito.
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Nordest
TUMORI, CONTRIBUTI PER LE PARRUCCHE La Regione Veneto ha stanziato 200mila euro per i contributi alle donne malate di tumore per l’acquisto di una parrucca. Le domande, fino a un massimo di 300 euro, entro dicembre
Martedì 30 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Padova, il caso Pedro. La Lega: va chiuso Linea dura del Carroccio dopo la nota dei disobbedienti `La sede del centro sociale è in un immobile del Comune. che giustifica l’assalto di giovedì. Marcato: «No all’illegalità» Il questore: «Se la proprietà chiede lo sgombero, ci attiveremo» `
LA POLEMICA PADOVA Da una parte la Lega, che spara a zero contro il centro sociale Pedro: «I gesti violenti sono inaccettabili. Tolleranza zero, il loro spazio deve essere chiuso». Dall’altra il portavoce degli attivisti, che incassa e ribatte: «In Italia c’è un ministro che si fa fotografare con il mitra in mano. Davvero il problema è una rissa notturna in un bar?». Sullo sfondo di questo scontro, a lavorare sottotraccia, ci sono gli uomini della Digos: spetta a loro identificare le cinque persone che la notte del 25 aprile in centro a Padova hanno aggredito e picchiato un ex consigliere comunale della lista Bitonci, Nicolò Calore, e un militante di Casapound, Alberto Bortoluzzi. Gli aggressori urlavano «Fascisti, fascisti!», e intanto volavano sedie e bicchieri. La nota del centro sociale Pedro, che si è schierato dalla parte degli aggressori ricordando che «i partigiani non si sono mai posti il problema di usare la violenza per combattere il nazifascismo», suscita una serie di durissime reazioni. Il più netto è l’assessore regionale Roberto Marcato: «Quella del Pedro è una dichiarazione di guerra alle istituzioni. Chiederò a ministro, prefetto e questore la sua chiusura. Non esiste che in Veneto ci siano presidi di illegalità dove la violenza viene usata come strumento di interdizione politica». Il Pedro ha sede al quartiere Ar-
ANCHE L’ASSESSORE NALIN DI “COALIZIONE” PRENDE LE DISTANZE DAI “PEDRINI” «HO UN’ALTRA IDEA DELL’ANTIFASCISMO» MA ATTACCA SALVINI
POLEMICA Il portavoce del centro sociale Pedro ribatte alle accuse della Lega: «Salvini si fa fotografare con il mitra». Nel tondo, l’ex consigliere aggredito e picchiato Nicolò Calore
cella, in uno spazio occupato di proprietà del Comune. «Per un eventuale sgombero - spiega il questore Paolo Fassari - l’input deve partire dai proprietari dell’area. Se ci arriverà una richiesta di tornare in possesso di quello spazio, ci attiveremo».
LE REAZIONI A Padova il clima è caldissimo: un mese fa i centri sociali avevano dato vita ad un manifestazione per protestare contro il corteo pro-aborto di Forza Nuova: ne erano seguiti tafferugli con le forze dell’ordine e anche la giovane professoressa di matematica Maria Giachi, attivista della “Marzolo Occupata”, era finita tra le indagate.
Gli aggrediti
Una delle due vittime: «Mai stato fascista, volevano farci male» `Uno racconta di aver sette
«Qui i centri sociali hanno sempre dimostrato attitudine alla violenza - attacca il consigliere regionale Fabrizio Boron -. Il clima politico che si è instaurato a Padova fa credere a questi personaggi di aver campo libero. Vorrei sapere cosa pensano in Consiglio comunale gli esponenti delle aree politiche che provengono proprio dai centri sociali». Nel mirino c’è il vicesindaco Lorenzoni, espressione di quella “Coalizione Civica” che alle elezioni di due anni fa venne supportata proprio dal Pedro. Lorenzoni aveva subito condannato l’episodio, ma lo scontro resta. «Se un centro di aggregazione diventa un luogo in cui si organizzano raid punitivi e si inci-
ta alla violenza, va chiuso» è il pensiero del senatore Andrea Ostellari. «Poche ore dopo questo fatto, io sono state aggredita a Bassano - rincara la dose l’assessore regionale Elena Donazzan -. È un clima da anni di piombo che non giova a nessuno». Sulla stessa linea Fabio Zanon, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia: «Faremo un esposto in Procura e un’interrogazione parlamentare sul clima di violenza ed intimidazione generato dai soliti noti». Il senatore Antonio De Poli (Udc) evidenzia che «è fondamentale dissociarsi da chi alimenta il clima di odio».
LA REPLICA Enrico Zulian, portavoce del
Pedro, rigetta le accuse: «Noi abbiamo espresso le nostre idee, in continuità con i partigiani, ma non abbiamo rivendicato alcun gesto. In ogni caso la presenza di quelle due persone, a pochi passi da una piazza che quel 25 aprile era stata totalmente antifascista, era una provocazione». L’assessore comunale eletta con Coalizione, Marta Nalin, condanna il fatto («Ho un’altra idea di pratiche antifasciste») ma punge gli avversari politici: «Se un ministro usa toni di violenza, invitando perfino ad armarsi, spiana la strada a episodi di violenza». Lo scontro resta frontale. Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA
punti di sutura e cinque giorni di prognosi, ma non ha presentato denuncia «perché vorrei chiuderla qui». L’altro non ha un referto medico, ma ha comunque presentato immediatamente denuncia «contando sul fatto che ci fosse ancora la flagranza». Alberto Bortoluzzi di 31 anni e Nicolò Calore, di 32 anni, sono le due vittime dell’aggressione capitata all’una di notte al bar Strasse di via Gritti, nel cuore di Padova. «È stato un vero agguato, punto e basta commenta Bortoluzzi, artista e militante di Casapound -. Dicono che la nostra presenza fosse una provocazione, ma la realtà è che per loro il problema è che noi esistiamo. Non era un problema di dove fossimo, poteva capitare ovunque». Nicolò Calore, ex consigliere comunale della Lista Bitonci (sindaco di Padova fino al 2016), rigetta con forza l’appellativo “fascista”. «Mio nonno è stato internato e prigioniero politico, figuratevi se io posso essere fascista - sbotta -. Questa è la mano armata della sinistra radicale e i centri sociali diventano incubatori di disagi che portano ad attentati alla libertà. Sono fatti gravissimi: quello che è accaduto nella notte tra giovedì e venerdì è stato un atto totalmente voluto con il chiaro intento di farci male». Gli investigatori della polizia hanno ascoltato la testimonianza dei due giovani e di altri presenti, per poi iniziare a scandagliare le immagini delle telecamere di videosorveglianza. (g.pip.)
D’Incà: «Spazzacorrotti, ecco le modifiche salva-volontari» IL CORRETTIVO VENEZIA Al di là del giallo che ne avvolge i tempi di arrivo al Quirinale, il decreto Crescita dovrebbe contenere anche il correttivo agli effetti collaterali dello Spazzacorrotti. Ad annunciarlo è il deputato bellunese Federico D’Incà (Movimento 5 Stelle): «Non ci sarà più, a livello normativo, l’equiparazione tra volontariato e associazionismo con i partiti politici». Un’equazione che aveva messo in subbuglio il mondo no-profit veneto.
LA NORMA Sotto accusa erano finiti gli obblighi che ricadono sulle associazioni, comprese pro loco e bocciofile, che hanno nei propri
direttivi anche solo un ex consigliere comunale che abbia rivestito tale ruolo negli ultimi dieci anni. I sodalizi devono ad esempio redigere i bilanci come le forze politiche, farli certificare dalle società di revisione e depositarli nella commissione di garanzia di Montecitorio, nonché comunicare sempre alla Camera ogni donazione superiore a 500 euro. D’Incà fa però sapere
NEL DECRETO CRESCITA INSERITO UN ARTICOLO CHE CANCELLA L’EQUIPARAZIONE TRA ASSOCIAZIONISMO E PARTITI POLITICI
DEPUTATO Il bellunese Federico D’Incà annuncia le correzioni chieste dal Terzo settore e in modo particolare dalle Pro loco
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che le indicazioni dei volontari sono state accolte, attraverso l’articolo 53 del nuovo decreto, intitolato “Semplificazione degli adempimenti per la gestione degli enti del terzo settore. L’esponente del M5s assicura che «non saranno più assimilati ai partiti politici tutti gli enti che rientreranno nel Registro unico del Terzo settore, né le fondazioni, le associazioni e i comitati appartenenti alle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese». Per gli altri enti, le prescrizioni scatteranno solo se un terzo del Consiglio di amministrazione ha avuto incarichi elettivi nei sei anni precedenti.
I TEMPI Ora si tratta solo di capire
quando entrerà in vigore il Crescita che corregge anche lo Spazzacorrotti: i tempi sono ancora incerti. Ma secondo D’Incà la decisione nel merito è ormai presa. «Pur restando ferma la nostra battaglia alla corruzione – evidenzia – vogliamo semplificare la vita delle tante associazioni di volontariato in Veneto e in Italia che svolgono un ruolo fondamentale nelle nostre comunità. Sono un inesauribile luogo di formazione all’aiuto e alla solidarietà dei giovani che poi saranno perno delle amministrazioni locali future». Un ambiente a cui il pentastellato promette di voler togliere «carte e burocrazia che, di fatto, ne soffocano l’opera». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Riviera
CHECCHIN «Siamo preoccupati perchè le decisioni della Regione penalizzano i nostri cittadini anche in ottica metropolitana»
del Brenta
Martedì 30 Aprile 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Schede sanitarie contestate Sit in dei sindaci a Venezia I 17 primi cittadini della Riviera del Brenta `«Avevamo già manifestato il nostro e del Miranese oggi a palazzo Ferro Fini disagio senza ottenere alcuna risposta» `
Scuola-lavoro i liceali faranno lezione alle medie `Coinvolti gli studenti
del liceo sportivo Galilei e dell’istituto Gramsci
SANITA’ Schede ospedaliere, sit-in dei 17 sindaci di Riviera del Brenta e Miranese a Palazzo Ferro Fini. Oggi in quinta commissione regionale va in scena l’atto finale della discussione, ma i primi cittadini continuano con la protesta nella speranza che da qui all’approvazione definitiva in Giunta ci possa essere ancora un modo per rivedere i tagli agli ospedali del territorio. Chiedono di essere ricevuti dall’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, prima dell’inizio della seduta, per ribadire la loro richiesta: non cambiare le vecchie schede del 2016. Ecco perché ieri al termine della conferenza metropolitana, tutti e 17 hanno deciso di non partecipare all’insediamento del comitato metropolitano per la sicurezza convocato da Prefettura e Città Metropolitana.
DOLO/CAMPONOGARA
PREOCCUPAZIONI «È stata una scelta simbolica perché non si può parlare di sicurezza pubblica senza parlare di salute pubblica. Avevamo già manifestato il nostro disagio, ma senza ottenere risposte. - spiega Silvano Checchin, sindaco di Spinea e presidente del comitato sindaci di distretto - Siamo preoccupati perché le decisioni della Regione penalizzano i nostri cittadini anche in un’ottica metropolitana». Con le ultime modifiche consegnate a cavallo dello scorso weekend dall’assessore regionale alla Sanità, il totale dei posti letto previsti per Dolo sarebbe di 313, per Mirano 231. Rispetto al 2016 la Riviera ne perderebbe 104, il Miranese 30. Se si guarda però alla prima versione delle schede ne sono stati aggiunti 35 per Recupero e Riabilitazione funzionale a Dolo, anche se il dato comprende anche i 24 posti nelle strutture intermedie. «Mantenere le vecchie schede è la soluzione che mette d’accordo tutti. – dice il sindaco di Camponogara, Gianpietro Menin
SANITA’ Oggi i sindaci di Riviera e Miranese a Venezia per protestare contro le schede ospedaliere
– Se però le scelte dovessero essere diverse, l’interesse della Riviera è quello di rivendicare la classificazione Spoke solo per Dolo». Questa mattina, oltre a quelli già consegnati dal consigliere del Pd, Bruno Pigozzo, ci sarebbero in ballo anche altri emendamenti che riguardano nello specifico proprio Dolo e che potrebbero essere presentati dalla minoranza, ad iniziare dal Movimento Cinque Stelle. Il nodo principale del contendere è quello del settore materno infantile che rischia di diventare unità semplice dipartimentale. Preoccupa la riduzione, da 30 a 15 posti, di Ostetricia e Ginecologia, e di Patologia Neonatale dove ne sarebbero previsti solamente 2. Nel mirino anche il servizio di Lungodegenza. La partita è comunque delicatissima, e non si gioca solo sui numeri. Elena Callegaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’evento
Giovedì si corre la “Mira Night Run” Una corsa in notturna tra le bellezze paesaggistiche di Mira: torna il 2 maggio la seconda edizione di “Mira Night Run” con partenza da piazza IX Martiri a Mira. Dopo il successo della “Mira estate run” svoltasi lo scorso agosto con la partecipazione di oltre 400 atleti, l’ ASD Dauli Running Team di Dolo in collaborazione con l’Assessorato alla Sport di Mira propongono la seconda edizione della manifestazione, con la particolarità che, questa volta, sarà in notturna, con partenza alle 20. Anche in questa edizione saranno proposti due percorsi distinti,
uno più breve di 6 km e uno più impegnativo di 11 km con start previsto per entrambi in Piazza IX Martiri. “Una preziosa occasione – ha sottolineato Fabio Zaccarin assessore allo Sport - per la cittadinanza ma anche per molti appassionati provenienti da fuori città di godere delle bellezze del nostro territorio attraverso una disciplina sportiva alla portata di tutti”. Il ritrovo per i partecipanti è alle 19 in piazza IX Martiri di fronte al municipio, mentre la partenza sarà alle 20. La manifestazione si terrà con qualsiasi tempo. (L.gia.)
Gli studenti del liceo sportivo di Dolo sperimentano l’insegnamento delle discipline sportive con gli alunni delle medie di Camponogara. Grazie ad una convenzione tra il Comune di Camponogara e l’Istituto comprensivo “Gramsci” con il liceo sportivo “Galilei” di Dolo inizia oggi (martedì 30 aprile) un progetto di alternanza scuola-lavoro con al centro l’insegnamento sportivo, del tutto innovativo a livello regionale, che vede direttamente coinvolti gli studenti delle due scuole per quattro giornate. Il rapporto di collaborazione vede così gli alunni di terza e quarta del liceo sportivo entrare all’interno delle scuole medie di Camponogara per mettere in pratica le discipline sportive finora studiate attraverso vere e proprie lezioni ai colleghi poco più giovani. Il tutto avverrà sotto la costante supervisione dei docenti coinvolti Stefano Arrighetti e Cristiano Camali della Gramsci e Stefano Borgo e Paolo Perdon del liceo Galilei. Ideato dall’assessore allo sport di Camponogara, Diego Fogarin, il progetto è stato avvallo dai dirigenti scolastici Luigi Carretta (Dolo) e Luigi Zennaro (Camponogara), ed è il proseguimento di un impegno che da anni il Comune porta avanti. «Questo nuovo progetto – spiega Fogarin- è lo sviluppo di un rapporto iniziato anni fa che vede il Comune di Camponogara attivo con una convenzione che determina una sovvenzione annua al liceo Galilei per incrementare i programmi educativi e lo sport. Ora questo appuntamento apre la strada ad ulteriori rapporti di collaborazione fra istituzioni comunali ed istituzioni scolastiche, attra-
verso il diretto coinvolgimento degli studenti che diventano attori principali della collaborazione, dando così loro la possibilità di mettere in pratica ciò che studiano». Inizia dunque oggi, fino all’8 maggio, un ciclo di 4 incontri dove i ragazzi delle superiori svolgeranno delle lezioni pratiche ad alcune classi della scuola media per le discipline di Atletica leggera e Unihockey, Difesa personale, Rugby e Basket. «Noi professori – spiega il professore di educazione fisica della Gramsci Cristiano Camali – saremo sempre presenti ma in disparte ad osservare come lavoreranno gli studenti. Da una parte i ragazzi del liceo sportivo che per la prima volta si approcciano all’insegnamento e sarà interessante capire dal punto di vista teorico e pratico come metteranno in atto ciò che stanno studiando, dall’altra sarà importante capire come i nostri studenti reagiranno alla lezione impartita loro da altri studenti». Gaia Bortolussi
PROGETTO INNOVATIVO A LIVELLO REGIONALE: TUTTO SOTTO LA SUPERVISIONE DEI DOCENTI
DOLO Il liceo sportivo Galilei
Partono i lavori di riasfaltature delle strade “Eccellenze veneziane e metropolitane” Previsti anche i dossi di rallentamento Premiato l’ingegnere Michele Zanella STRA Inizieranno a breve alcuni interventi di “adeguamento normativo e ristrutturazione viabilità comunale, marciapiedi e illuminazione pubblica” a Stra e frazioni. Si tratta di lavori programmati da tempo e di recente appaltati, a seguito di una delibera di giunta Comunale che risale al 2016, per un importo di 110.000 euro di risorse proprie dell’ente. Quella che sta per essere realizzata è la terza tranche dell’intervento, relativa all’anno 2018, che prevede di asfaltare alcuni tratti di via Capeleo e di via delle Rose, l’ultimo tratto di via Fossolovara a
Stra, tutta via Doge Loredan a San Pietro. Sempre nella frazione, nel parcheggio delle scuole in via Magrini, verrà completamente rifatto l’asfalto di un grosso avvallamento che si riempie sempre d’acqua in occasione delle piogge. Un intervento importante e richiesto dai residenti è poi quello in via Dolo a Paluello: verranno posti i dossi di rallentamento su un tratto di strada particolarmente delicato, con curve, dove la gente corre e che ha visto in passato diversi incidenti. “Non sarà risolutivo, ma permette di segnalare in maniera molto chiara che si affronta una curva pericolosa e si deve rallentare per non rischiare né di anda-
re fuori strada, né di provocare incidenti. Più avanti interverremo ulteriormente in quel tratto, con interventi che sono allo studio”. Così commenta il sindaco Caterina Cacciavillani, che aggiunge: “Proseguono i lavori di messa in sicurezza secondo i programmi da tempo approvati e messi in pianificazione, con la destinazione delle necessarie risorse. A breve sono previsti altri interventi finanziati per 70.000 euro dal Ministero delle Infrastrutture per la sicurezza viaria: l’asfaltatura dell’ultimo tratto di via Barbariga a Paluello e il posizionamento di semafori a chiamata e spartitraffico nel centro di Stra”. (s.zan.)
STRA “Ricevere un premio è sempre emozionante, ma in questa cornice e con le parole che ha detto il sindaco Brugnaro, è stata un’occasione davvero speciale in termini di valori, di proposte e di riconoscimento”. Così commenta ieri 25 aprile il pomeriggio appena vissuto in Palazzo Ducale a Venezia Michele Zanella, ingegnere 46enne, segnalato dal sindaco di Stra, Caterina Cacciavillani, per il Premio San Marco, omaggio alle “eccellenze veneziane e metropolitane”, un riconoscimento simbolico consegnato a quei cittadini ed enti che, con dedizione, hanno porta-
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to prestigio alla Città metropolitana attraverso la loro opera. Ingegnere con lo spirito da architetto, assieme alla moglie architetto a sua volta, Zanella è un giovane imprenditore che con coraggio e spirito innovativo ha saputo creare dal nulla un’azienda conosciuta ovunque, parten-
do nel 2009 dall’idea di un orologio colorato low cost, l’O clock, e aprendo il primo negozio a Venezia nel 2010. Investimento iniziale? 20mila euro. Ora il fatturato supera i 100 milioni e i negozi sono 400 in tutto il mondo, grazie soprattutto al grande successo della famosissima O bag, la borsa customizzabile in plastica disponibile in 600mila combinazioni diverse. “Zanella dice che per riuscire servono caparbietà, una visione chiara, una grande fiducia nella propria idea e tanto lavoro – commenta il sindaco - Una visione che ci sentiamo di condividere ed è per questo che quest’anno abbiamo pensato a lui come Eccellenza Metropolitana”. (s.zan)
MARTEDÌ 30 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CADORE - COMELICO
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lorenzago
La chiesa di Lorenzago gremita per l’ultimo saluto al sindaco Mario Tremonti, scomparso nella notte di giovedì dopo una lunga malattia; ai lati della bara bianca, vigili del fuoco e alpini del gruppo Ana per i quali il primo cittadino aveva fatto moto. Nelle altre immagini il corteo che ha accompagnato il feretro dal municipio alla chiesa e l’uscita della bara al termine della funzione religiosa
Addio a Mario Tremonti «Eri un sindaco buono» Folla commossa in una chiesa gremita per l’ultimo saluto al primo cittadino Accanto a residenti e amministratori anche tanta gente che non vive in paese LORENZAGO. Una folla immen-
sa ha dato l’ultimo saluto a Mario Tremonti. Tantissime le persone presenti al funerale del primo cittadino, scomparso a 64 anni nella notte di giovedì dopo una lunga malattia. Residenti, villeggianti e abitanti di tutta la provincia hanno voluto dimostrare il loro affetto alla famiglia e a Mario, partecipando alla cerimonia funebre. Dolore e dispiacere sui volti di tutti i presenti, tanti dei quali non sono riusciti a trattenere le lacrime durante i momenti più commoventi della celebrazione. Presenti tantissime autorità, tra cui i sindaci che
con Mario hanno avuto l’onore di collaborare. A scortare il primo cittadino numerose penne nere, proprio come lo era lui, che ora si suol dire “è andato avanti” . Al fianco degli alpini i Vigili del fuoco del distaccamento di Lorenzago. Il corteo funebre è partito dal municipio, dove da domenica era stata allestita la camera ardente. Poco a poco la lunga processione ha raggiunto la chiesa parrocchiale, dove don Renato De Vido ha celebrato la cerimonia religiosa accompagnata dai canti della Schola Cantorum del paese. Una chiesa gremita, tanto che diverse persone
hanno assistito al funerale dalla piazza. Nella sua omelia, il sacerdote ha sottolineato alcune caratteristiche di Mario. «Il dispiacere per la dipartita del nostro sindaco non è solo un pro forma, un doveroso omaggio a chi ha servito il suo paese per ben cinque mandati. C’è prima di tutto un sentimento di dolore per la perdita di una persona eccellente dal punto di vista umano. Non solo un buon sindaco», ha sottolineato ilmsacerdote, «ma ache un sindaco buono. Sono queste le caratteristiche che fanno grande una persona. Ora Mario sarà accolto in cielo da
comelico
Superstrada, Confindustria chiede urgentemente un tavolo La presidente Lorraine Berton suggerisce intanto di elaborare uno studio di fattibilità serio che prenda in considerazione le migliori tecnologie possibili SANTO STEFANO. La questione della superstrada intervalliva, quella che dovrebbe portare da Longarone a Lienz attraversando il Comelico, irrompe nella campagna elettorale dei paesi
comeliani che andranno al rinnovo delle Amministrazioni. Nel comprensorio, quasi tutti sono a sostegno del collegamento sciistico con la Val Pusteria; molti di meno di un nastro d’asfalto che, seppur non autostradale, attraversi la “valle delle bene stare” . Gli industriali, però, insistono. Confindustria Belluno rilancia la proposta avanzata dall’assessore regionale Elisa De Berti.
«È da tempo che aspettiamo un tavolo sul progetto di uno sbocco a nord e sulla viabilità interna del Bellunese, ma sia chiaro che le categorie dovranno essere ascoltate e coinvolte con la massima trasparenza, tempestività e operatività. Non saremo semplici spettatori in questa vicenda», anticipa perentoriamente la presidente Lorraine Berton, «sono contenta che l’appel-
San Giovanni Paolo II», ha concluso don De Vido, «quel Santo che il sindaco ha conosciuto di persona e più volte ospitato nella sua terra». Parole di ricordo e di profondo dolore, affidate a due lettere, anche da parte di Pietro Parolin, segretario dello stato Vaticano e da parte del vescovo di Treviso. A conclusione della cerimonia in chiesa, il corteo funebre si è ricomposto alla volta del cimitero dove è avvenuto l’ultimissimo saluto a Tremonti, prima che la sua salma procedesse verso la cremazione. Nel rispettoso silenzio di tutti, Mario è così per l’ulti-
lo del “tavolo delle infrastrutture” rivolto due settimane fa al governatore Zaia sia stato ascoltato», prosegue la presidente, «e che abbia smosso la Regione. Penso però che, fino a oggi, si sia perso tempo prezioso, come nel caso dell’ultimo bando che finanziava studi di fattibilità». Berton suggerisce, intanto, di elaborare uno studio di fattibilità serio, che prenda in considerazione le migliori tecnologie, i materiali più avanzati, ma anche il coinvolgimento attivo del territorio che va sensibilizzato in modo maturo, con dati oggettivi. La presidente lo precisa perché immagina quali potrebbero essere le reazioni sia in Cadore e
ma volta transitato nella sua terra, nelle sue strade, scortato dai suoi concittadini, dai suoi amici e colleghi. Al cimitero Luca De Carlo, parlamentare e sindaco di Calalzo, ha espresso così il dolore di tutti i sindaci e dell’amministrazione comunale lorenzaghese: «Siamo qui in moltissimi ad onorare la memoria di un uomo che ha dato tanto alla sua comunità e a tutto il mondo politico locale. Tutti abbiamo dei ricordi stupendi di quest’uomo, col quale come è normale abbiamo anche avuto tante discussioni; ma sempre costruttive. Era un uomo che aveva la passione per la politica con la P maiuscola, che deve essere d’esempio per tutti quelli che vogliono cimentarsi in questo campo e che non possiamo che ringraziare. Ha dedicato una vita al servizio degli altri». La recita della preghiera degli Alpini ha posto fine alla giornata di dolore. — Luca De Michiel Guarda la fotogallery sul sito www.corrierealpi.it BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
sia in Comelico, dove a tanti non bastano le assicurazioni che la superstrada – perché di questo si tratterebbe, almeno stando ai rumors – si svilupperebbe in galleria. Dunque, conclude Berton, «all’assessore De Berti dico che Confindustria Belluno non solo accet-
«Saremo propositivi: dobbiamo ridare competitività e fiducia alle nostre imprese» ta l’invito ma chiede di convocare questo tavolo urgentemente, magari già a fine maggio-inizio giugno, finita la campagna elettorale.
il figlio francesco
«Sei e resterai un grande per tutti: ci guiderai ancora» Il ricordo e i sentimenti della famiglia di Mario Tremonti vengono affidati nel corso della cerimonia funebre alle parole del figlio Francesco. «Il tuo cuore era grande, lasci un vuoto enorme ma so che sarà difficile ma non impossibile colmarlo: sarai infatti sempre presente quando qualcuno di noi avrà bisogno di te. Il tuo esempio, la tua serenità ed allegria, il tuo pensare sempre agli altri sono cose che non dimenticheremo mai. Sono sicuro che eri, sei e resterai un grande. So anche che ci guiderai ancora nella giusta strada anche adesso che materialmente non sei più tra noi. Credo di non sbagliare se, anche a nome tuo papà, ringrazio tutte le persone che in questi giorni ci hanno dimostrato un enorme affetto e tantissimo amore».
Arriveremo preparati e propositivi per il bene di un territorio che ha un estremo bisogno di lottare contro lo spopolamento e di ridare competitività e fiducia alle sue imprese». Nelle prossime ore, intanto, è in programma il confronto tra i sindaci e la Regione sugli impianti e le piste tra Comelico Superiore e Sesto Pusteria. Interverranno a Venezia i sindaci di Comelico, Santo Stefano, Danta, San Nicolò, San Pietro ed Auronzo, quelli cioè chiamati in causa per i nuovi vincoli paesaggistici. Ad ascoltarli troveranno gli assessori regionali Corazzari e Bottacin. — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MARTEDÌ 30 APRILE 2019 LA NUOVA
MESTRE
Autorità portuale lo SconTRo conTinUa
Musolino si approva il bilancio: da solo Il rappresentante di Brugnaro, in videoconferenza, si astiene. Nuovamente assente il delegato della Regione
Gianni Favarato Dopo il precedente rinvio per l’assenza di due dei tre soggetti interessati, il Comitato di Gestione ha approvato ieri il bilancio dell’Autorità di Sistema Portuale di Venezia e Chioggia, come voleva il presidente Pino Musolino. Ma, a ben vedere, si tratta di una “Vittoria di Pirro”, visto che il bilancio consuntivo del 2018 (che aveva già avuto il via libera del collegio dei sindaci revisori) è stato approvato con due voti su tre, ovvero il voto favorevole dello stesso Musolino e l’astensione del rappresentante della Città Metropolitana di Venezia (presente solo in videoconferenza) mentre la rappresentante delle Regione Veneto era addirittura assente, per la seconda volta. Insomma, un sì risicato e sofferto al bilancio del porto arrivato poco prima della scadenza del tempo utile previsto dalla legge, che fa presagire per il prossimo futuro, ulterio-
Il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Pino Musolino, isolato da Città metropolitana e Regione
ri e più gravi conflitti, più o meno aperti, in seno al Comitato di Gestione Portuale, il nuovo organismo super ristretto che con la riforma portuale ha cancellato il vecchio Comitato Portuale, una sorta di consiglio di amministrazione composto da rappresentanti di en-
ti e istituzioni (Comune, Regione, Capitaneria e Provincia), oltre a quelli delle imprese e dei vari operatori e dei lavoratori portuali. Il voto di ieri, peraltro, arriva dopo che la precedente riunione del Comitato di Gestione, con all’ordine del giorno proprio l’appro-
vazione del bilancio consuntivo, era salata per l’assenza – giustificata con un preavviso di poche ore – dei rappresentanti della Città metropolitana e della Regione. Come se non bastasse, la riunione “azzoppata” di ieri del Comitato di Gestione, avrà una seconda
puntata, il 3 maggio prossimo, per esaminare questioni tecniche e autorizzazioni varie. «Il Comitato di Gestione» spiega un comunicato stampa del Porto «ha approvato il Bilancio consuntivo 2018 dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale con il voto favorevole del presidente Pino Musolino, l’astensione del rappresentante della città metropolitana Fabrizio Giri (che si trovava all’estero e si è dichiarato non in possesso delle informazioni necessarie per esprimere un voto di consapevole assenso) e l’assenza giustificata del rappresentante della Regione del Veneto Maria Rosaria Anna Campitelli, l’Ente approva il Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2018». «Si tratta del migliore risultato mai registrato a partire dal 2007» si sottolinea nel comunicato dettato da Musolino « per quanto concerne l’avanzo di parte corrente e il risultato economico, escluden-
I punti caldi: il Piano regolatore portuale, l’area dei Pili e un rapporto con il sindaco mai decollato
La palazzina sede dell’Autorità portuale di sistema a San Basilio: le divisioni sul prossimo Piano regolatore hanno portato alla spaccatura in fase di bilancio
Un braccio di ferro sottotraccia Il nodo della partita urbanistica IL RETROSCENA
L
a pianificazione urbanistica in un comune a due facce (le isole del centro storico e la terraferma) con la redazione di un nuovo Piano Regolatore di Sistema Portuale, e poi le autorizzazioni e vincoli di nuovi progetti nelle aree che rientrano nel cosiddetto “ambito portuale” che comprende i servizi ai passeggeri all’interno delle aree portuali.
Sono i più importanti temi “strategici” su cui i rapporti istituzionali tra l’ente portuale, il Comune di Venezia e la Regione Veneto sembrano ormai in “rotta di collisione”, anche se nessuno dei tre protagonisti rilascia dichiarazioni ufficiali, utili a capire stanno le cose e cosa ci sia davvero in gioco. Quel che è certo è che nelle aree di competenza del Porto si sta giocando una partita importantissima, quella della redazione di un nuovo piano regolatore portuale, avviata dal
2016 dopo un apposita gara di appalto per la progettazione, indetta dall’allora presidente Paolo Costa, che dovrà tenere conto dei processi di deindustrializzazione e delocalizzazione delle funzioni portuali, visto che è ancora in vigore il Piano Regolatore del Porto di Venezia che risale al 1965 per l’area di Porto Marghera e al 1908 per le aree di Marittima, Santa Marta e San Basilio. Tutto è cominciato con l’approvazione, nel 2016, della riforma che ha ridotto i 58 prin-
cipali porti italiani in 15 nuove Autorità di Sistema Portuale, con poteri di autonomia ridotti per il presidente e maggiore dipendenza amministrativa e decisionale dal ministero dei Trasporti e della Infrastrutture al quale spetta la nomina del presidente, dopo aver consultato il presidente della Regione e non più come era previsto prima della riforma, anche del Comune. L’anno dopo, nel febbraio 2017, è arrivata la nomina, decisa dall’allora ministro del
Pd, Graziano Delrio, del giudecchino Pino Musolino alla presidenza della nuova Autorità di Sistema Portuale, prima presieduta da Paolo Costa. L’arrivo di Musolino ha subito registrato la disapprovazione del sindaco Brugnaro che ha ufficialmente dichiarato: «Noi avevamo proposto la riconferma di Paolo Costa come commissario straordinario». Il governatore Zaia – che sulle questioni portuali mantiene u n”basso profilo” – disse, invece, di condividere la scelta di Delrio per uno come Musolino «veneziano e fuori dai giochi politici locali», seppure nel suo progetto di Veneto Autonomo è la Regione l’ unica a decidere sulla nomina del presidente del porto. Da allora sono passati due anni e, in effetti, mentre il governatore Zaia si è tenuto fuori da qualsiasi polemica diretta con Musolino, il
do gli esercizi influenzati da poste straordinarie. In precedenza sul Rendiconto si erano già espressi favorevolmente il Collegio dei Revisori dei Conti, competente in materia contabile, e l’Organismo di Parternariato della Risorsa Mare, che nelle articolazioni amministrative ha la funzione di rappresentare la comunità portuale». «Nel corso della seduta» aggiunge il comunicato ufficiale «il presidente Musolino ha poi riferito che l’esposizione debitoria dell’Ente, comprese le società controllate, è stata ridotta ulteriormente e portata a 91.712.000 rispetto ai 166.000.000 del 2013 e i 153.250.000 del 2016. Per quanto riguarda le uscite in conto capitale sono state pari a 131.660.000 di euro, uscite connesse fra l’altro agli interventi, già previsti nel bilancio di previsione e nell’assestamento di bilancio, sul terminal di Fusina e, per oltre 5 milioni di euro, per le attività di escavo». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
sindaco Brugnaro ha moltiplicato i suoi punti di disaccordo con l’Autorità di Sistema Portuale presieduta da Pino Musolino: i poteri di pianificazione urbanistica sull’area paludosa dei Pili che potrebbe ospitare un nuovo la palazzetto dello sport e una darsena con alberghi e posti barca all’imbocco del ponte traslagunare e di proprietà di una società che fa capo al sindaco Luigi Brugnaro; il progetto di una seconda e nuova Stazione Marittima sul canale Nord in Prima Zona Industriale per le grandi navi da crociera; il futuro dell’area di San Basilio a ridosso delle Zattere; il parere negativo del Porto alla viabilità prevista per la nuova piscina con palestra in via delle Macchine a Marghera. Se su queste questioni i “conflitti” tra Musolino e Brugnaro sono stati chiari fin dall’inizio, anche se tra i due litiganti è il sindaco a “perdere” nel senso che quando si tratta di ”ambito portuale” i suoi poteri sono ben pochi, tranne la partecipazione di diritto al Comitato di gestione del porto (introdotto dalla riforma al posto dell’ex Comitato portuale allargato) che approva ogni anno il bilancio preventivo e quello consolidato. Se, infatti, come si vocifera, l’obiettivo di Brugnaro è di “far fuori” definitivamente Musolino, ha le armi spuntate visto che tanto la nomina di un eventuale commissario straordinario quanto quella di un nuovo presidente, spetta al ministro delle Infrastrutture, ovvero Danilo Toninelli con il quale Brugnaro ha rapporti a dir poco difficili. Stando così le cose, rendere la “vita” difficile a Musolino, è l’unico espediente possibile per il Comune. — G.Fav.