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MIRANESE - RIVIERA
la sanità nel miranese-riviera
mirano. segretario dello spi
«I tagli agli ospedali vanno rivisti in giunta andremo tutti da Zaia»
Oggi alle 15 in duomo l’addio a Giorgio Sandon
Sindaci contro Semenzato «Ci sono i soldi per il distretto? Allora facciamolo subito» Martellato (Fiesso): «A Dolo resti il primario di Ostetricia»
Alessandro Abbadir DOLO. «L’approvazione delle
schede ospedaliere nella V Commissione regionale la riteniamo un’ingiustizia per il nostro territorio. Chiederemo un incontro al presidente Zaia. Confidiamo che i tagli dei posti letto agli ospedali di Dolo, Mirano e Noale, che rispetto ai 153 iniziali si sono ridotti di una ventina di unità, possano essere radicalmente rivisti quando approderanno in giunta». A dirlo per i 17 Comuni della Riviera del Brenta e del Miranese è Andrea Martellato, sindaco di Fiesso, vicepresidente del comitato dei sindaci del distretto di Mirano-Dolo dell’Usl 3. «Fra le decisioni confermate in quinta commissione regionale», spiega Martellato, «c’è il fatto che Dolo e Mirano rimarranno due punti nascita distinti ma per Dolo non ci sarà il pri-
mariato». «Privare l’ospedale di Dolo di un primario nel campo ostetrico-ginecologico porta a una perdita per un servizio che nella sua storia ha potuto vantare grossi nomi, anche universitari», spiega l’assessore del Comune di Mira Francesco Sacco, che è medico. Furibonde poi le polemiche di sindaci ed esponenti politici contro il consigliere regionale della Lega Alberto Semenzato che ha stigmatizzato i Comuni e quelli di Mira e Mirano in particolare: nel primo caso per l’annosa questione del distretto sanitario e Mirano che sta ancora aspettando l’attivazione del Sert. «I sindaci della Riviera del Brenta e del Miranese continuano a criticare la Regione», ha detto Semenzato nei giorni scorsi, «e il consiglio regionale, ma prima dovrebbero ricordarsi di tutto quello che dovrebbero fare loro stessi e le amministrazioni comunali nel settore dei servizi sociali». «Le proteste dei sindaci sono sacrosante», ribadisce a muso duro il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo, «Semenzato, anziché bacchettarli, pensi a sollecitare Zaia e la
giunta per sbloccare i finanziamenti già previsti mai arrivati a destinazione. Liquidare le preoccupazioni di un territorio dicendo di non protestare e pensare a far funzionare i servizi sociali», continua Pigozzo, «è inaccettabile. Quella di Semenzato è una voce stonata. È curioso, poi, come prenda ad esempio negativo due Comuni di centrosinistra, Mira e Mirano. Siamo sicuri sia casuale, visto che la protesta è trasversale, leghisti inclusi, quindi Semenzato va a screditare i suoi stessi colleghi di partito. Zaia garantisca adeguati finanziamenti: 30 milioni per Dolo e 20 per Mirano». Sulla questione del distrerto sanitario replica anche il sindaco di Mira Marco Dori: «Bene che i soldi per il nuovo Distretto sanitario siano pronti, a questo punto non ci sono più alibi per realizzarlo dato che, al contrario di quanto afferma Semenzato, non ne abbiamo assolutamente modificato l’ubicazione, confermando invece l’area già individuata dalla precedente amministrazione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
1º puntata
FAMILISSIMI
Giorgio Sandon
da oggi al 12 maggio in villa morosini
Luoghi, segni e persone per “Mirano Fotografia” MIRANO. Apre oggi (l’inaugu-
razione dalle 16 alle 19.30) la quinta edizione di “Mirano Fotografia”, dedicata a “Luoghi, segni persone”, nella villa e nella barchessa di Villa Giustinian Morosini XXV Aprile. Aperta fino a domenica 12 maggio, orario sabato e domenica 10-12.30/15.30-19.30, da lunedì a venerdì 16-19.30. L’evento è promosso dal Comune di Mirano con Mirano-
Fotografia e il circolo fotografico L’Obiettivo di Dolo. La mostra ha più sezioni. “La ricerca paziente”, omaggio a Guido Sartorelli e Giovanni Cecchinato, a cura di Riccardo Caldura, al primo piano della villa; “Pause di scrittura”: Giuseppe Cardoni è l’autore scelto da Fausto Raschiatore. Gli autori invitati sono Ruggero Ruggeri, Mariapia Lionello, Maria Grazia Colcera, Patrizia Di-
stato un delegato attento, impegnato nelle lotte sindacali e nella fase di contrattazione collettiva per l’eliminazione dell’alluminio a Porto Marghera. Al termine dell’età lavorativa, Sandon si era dedicato allo Spi di Mirano occupandosi di pensioni, seguendo tutte le pratiche per verificare che ognuno godesse dei servizi maturati. I compagni del sindacato lo ricordano come un uomo forte, con un carattere determinato dietro cui celava un animo buono. Giorgio Sandon lascia la moglie Maria Teresa, il figlio Alessandro, la nipotina Alessia, tutti i parenti. E le molte persone con cui ha condiviso gli anni di lavoro e le battaglie a tutela dei diritti. — M.Ri.
scardi, Marzia Gazzea, Maria Teresa Moro, Paolo Pozzobon, Francesco Furlanetto, Enrico Sisti. Domenica 12 maggio dalle 10.30 alle 19.30 si terrà il “Portfolio non competitivo”, coordina Pier Paolo Fassetta; domani alle 16 in Villa la conferenza “Luoghi e spazi di un paesaggio contemporaneo” a cura di Manfredo Manfroi, relatori William Guerrieri (fotografo), Laura Fregolent e Maria Chiara Tosi (urbaniste dell’IuaV); domenica 5 maggio alle 16, nell’atrio della barchessa, l’incontro interprovinciale con le associazioni e i circoli fotografici, a cura di Sandro Bonaldo. —
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Sconti fino al
MIRANO. Si tengono oggi alle 15, nel Duomo di San Michele Arcangelo, i funerali di Giorgio Sandon, segretario dello Spi di Mirano. Sandon si è spento venerdì, a 71 anni, portato via da un male incurabile. Era molto conosciuto a Mirano: da cinque anni era segretario dello Spi, carica che gli era stata riconfermata a settembre. Originario di Venezia, da tempo viveva a Mirano. Figura centrale della Compagnia dei Lavoratori portuali, negli anni ’80 Sandon era
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VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 LA NUOVA
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MESTRE
VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 LA NUOVA
La svolta del sindacato
È Agiollo il nuovo segretario della Cigl Eletto con il 93 % dei consensi il nuovo responsabile dell’area metropolitana: sarà affiancato da una segreteria allargata Gianni Favarato C’è voluta la presenza e la mediazione del neoeletto leader nazionale, Maurizio Landini – arrivato ieri mattina a Mestre dopo la manifestazione e il comizio del Primo Maggio a Bologna – per far ritrovare alla Cgil veneziana la perduta unità interna ed eleggere, dopo ben cinque mesi di ritardo rispetto al congresso tenutosi nell’ottobre dell’anno scorso, il nuovo segretario generale provinciale e segreteria che lo affiancherà per tutta la durata del suo mandato. Il veneziano Ugo Agiollo di 60 anni, già membro della segreteria uscente e leader della Funziona Pubblica, è stato così eletto segretario generale della Cgil Metropolitana dall’assemblea elettiva congressuale con: 107 voti a favore su 115 votanti, 8 contrari e nessun astenuto. Una elezione “bulgara”, con ben il 93% dei consensi, seguita dalle elezione, altrettanto massiccia, della segreteria Metropolitana (provinciale) allargata che affiancherà ad Agiollo i segretari generale della Fiom, Antonio Silvestri: della Funzione Pubblica (Fp), Daniele Giordano; del commercio (Filcams), Monica Zambon; dei trasporti (Filt), Valter Novembrini e Federica Vedova, Valentina Rampazzo della Sanità e Fracesca Salviato dei bancari (Fisac). La segreteria allargata a ben sette membri, più il segretario generale per un totale di otto membri, è un fatto inedito per la Cgil veneziana che ne ha sempre avuto tre o al massimo quattro. Ma è stato proprio Landini e dopo di lui lo stesso neosegretario Agiollo, a chiarire che la segreteria allargata avrà il compito di ricucire le fratture interne e ricostituire un gruppo dirigente veneziano capace di rilanciare l’iniziativa sul territorio con le controparti istituzionali, dal Comune di Venezia e alla Città Metropolitana, la sanità e la
scuola. I detrattori del segretari uscente, Enrico Piron, hanno rimarcato più volte la sua linea «troppo morbida» nei confronti del sindaco di Venezia che ha sfidato apertamente la Cgil con toni inediti per un primo cittadino, sopratutto per quanto riguarda i dipendenti comunali. Non a caso a Piron non è riuscito a farsi rieleggere con la maggioranza qualificata di voti al foto di Gruppo
Dopo cinque mesi risolta la crisi interna con l’intervento del leader nazionale congresso dell’ottobre scorso, malgrado la benedizione di leader Susanna Camusso. «Il mio primo obbiettivo», ha detto Ugo Agiollo dopo aver ringraziato l’assemblea per l’elezione, con un numero di voti che forse non si aspettava, «sarà quello di fare in modo che l’unità interna raggiunta in questa occasione non sia un fatto straordinario per la Cgi l veneziana. Per questo lavorerò insieme alla segretaria appena nominata, che coinvolge direttamente tutte le categorie, per rilanciare le iniziative previste dal documento finale, approvato all’unanimità dall’ultimo congresso. La priorità sarà la riunificazione del mondo del lavoro sempre più frammentato dalla terziarizzazione, da appalti e subappalti, da contratti precari e dalla mancanza di diritti e garanzie di cui sono vittima, in primo luogo, le giovani generazioni». «Il rilancio della nostra iniziativa riguarderà, naturalmente, anche il territorio comunale e metropolitano veneziano», ha concluso Ugo Agiollo dopo la sua vittoriosa elezione, «a cominciare dal confronto con il sindaco Luigi Brugnaro per rivendicare le risposte sui problemi di Venezia e della Città Metropolitana che da tempo gli chiediamo ». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
La nuova segreteria Da sinistra la nuova segreteria: Daniele Giordano, Monica Zambon, Antonio Silvestri, Valentina Rampazzo, Ugo Agiollo (anche nella foto sopra), Federica Vedova e Valter Novembrini. Al momento della foto era assente Francesca Salviato.
l’intervista a maurizio landini
«Industria e turismo non sono in contrapposizione» Tappa veneziana, ieri, per il neoeletto segretario generale della Cgil nazionale, Maurizio Landini, impegnato in prima persona per dare, finalmente, alla Camera del Lavoro di Venezia un nuovo segretario generale dopo ben cinque mesi. C’è voluta la sua presenza per ricompattare la Cgil veneziana? «Il 93 per cento di consensi all’elezione di Ugo Agiollo e l’allargamento della segreteria conferma la ritrovata unità interna per rilanciare la contrattazione e l’iniziativa nel territorio veneziano». L’industria che ha fatto la storia di Porto Marghera è in declino e abbando-
Maurizio Landini
nata a se stessa, mentre il turismo è in continua crescita. Sarà questo il futuro di Venezia? «No. Quel che non dobbiamo fare è contrapporre l’industria manifatturiera alle
attività turistiche, culturali, ricreative e di svago. A Venezia dobbiamo puntare su una convivenza dei due settori con l’obiettivo di valorizzare la qualità del lavoro, sia in termini di produzione manifatturiera che di servizi turistici e culturali e la loro giusta remunerazione». Ma l’industria a Venezia non rischia di scomparire del tutto per lasciare il posto alla monocultura turistica? «Siamo nel Nordest e l’industria qui conta ancora e molto e ha grandi possibilità di ripresa se si qualificano le produzioni e ci sono migliori investimenti. L’importante è avere un’idea di sistema, a Venezia come nel re-
sto d’Italia. Il problema è che a livello nazionale non c’è una politica industriale e tanto meno un’idea di sistema. Per questo come Cgil, Cisl, Uil abbiamo chiesto al Governo nazionale di ascoltarci e discutere le nostre proposte unitarie per il Paese». E l’Autonomia rivendicata dal governatore del Veneto, Luca Zaia, votata anche con un referendum, siete d’accordo? «Non abbiamo nulla contro l’autonomia che è prevista anche dalla Costituzione, ma non a scapito dei diritti che non possono essere diversi sul territorio nazionale. Parlo di diritti come la sanità e la scuola pubblica, l’ambiente e i diritti del lavoro che devono essere garantiti a tutti gli italiani, indipendentemente dalla regione in cui risiedono. Non saremo mai d’accordo con un’autonomia che divide gli italiani». — G.Fav.
la cerimonia
Riaperta dopo quindici anni la sede della Fiom a Marghera C’era davvero tanta gente, il 1 maggio mattina, in via Luigi Fincati dove è stata riaperta, dopo 15 anni, la sede della Fiom-Cgil a Marghera, con tanto di bandiere e coccarde rosse. Una giornata di festa, iniziata con il taglio del nastro affidato a Carlo, figlio del compianto avvocato dei lavoratori Emanuele Battain e Marina e Roberto, figli di Cesco Chinello, partigiano, deputato comunista, e storico del movimento
dei lavoratori, in particolare a Porto Marghera. Erano presenti anche il deputato del Pd, Nicola Pellicani e il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin. Al taglio del nastro della casa rimessa a nuovo con lavoro volontario, hanno fatto seguito gli interventi dei segretari generale in carica della Fiom Cgil locale e nazionale, Antonio Silvestri e Luca Trevisan e dell’ex segretario, ora in pen-
sione, Giorgio Molin. E’ intervenuto anche il professor Alessandro Ruzzon, dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea, che cura l’archivio di documenti sulla storia del movimento operaio veneziano che tutti potranno consultare. Le sede resterà aperta non solo per la normale assistenza dei lavoratori di Porto Marghera, ma anche per attività di formazione sindacale. —
I partecipanti alla cerimonia di riapertura della sede della Fiom in via Fincati a Marghera
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VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 IL MATTINO
ABANO - MONTEGROTTO - COLLI
il dossier sulla casa di cura
«Qui nessun giro di pazienti» Il Policlinico respinge le accuse Il presidente Petruzzi: «Dopo sei ispezioni, non è stata contestata alcuna irregolarità Se la Regione solleva dubbi ora significa che non ha fatto i dovuti controlli»
Federico Franchin ABANO TERME. Nicola Petruzzi, presidente della Casa di Cura di Abano, non si scompone e rispedisce al mittente le accuse di irregolarità nella gestione dei pazienti avanzate dal direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, e che hanno portato la Regione a inviare un fascicolo-dossier alla Procura della Repubblica di Padova. SEI ISPEZIONI
Il declassamento “punitivo” disposto dall’Area Sanità della Regione Veneto del Policlinico da presidio a struttura integrativa della rete ospedaliera pubblica non va proprio giù al patron dell’ospedale di Abano. «Dopo sei ispezioni effettuate nel nostro Policlinico ora hanno bisogno della Procura della Repubblica?», si chiede Nicola Petruzzi. «Veniamo da ben sei ispezioni che hanno dato tutte esito negativo, nelle quali non è stato trovato nulla di irregolare o di strano nel nostro modo di agire. È sempre stato riscontrato che tutto era a posto e ora sorgono dubbi? Non è che qualcuno sta cercando delle scuse per giustificare la scelta del declassamento che in molti continuano a non trovare sensata?». Il presidente del Policlinico non le manda a dire e annuncia battaglia di fronte ai giudici. «Sono tranquillissimo», sostiene ancora Petruzzi. «Se il terreno di confronto ora sarà la Procura, allora lo sarà per tutti e anche noi faremo presente certe cose che abbiamo notato all’interno del sistema sanitario vene-
La Casa di Cura di Abano Terme è oggetto di un dossier inviato in Procura per presunte irregolarità
to. Mi viene poi da pensare che se ora vengono sostenute irregolarità, allora vuol dire che la Regione non ha effettuato in questo periodo la sua funzione di controllo, dato che ci ha sempre detto che era tutto in regola». SEI PAZIENTI AD ANCONA
A spingere l’Area Sanità della Regione a produrre un dossier di indagine per la Procura della Repubblica sembra sia stato uno strano e ingiustificato giro
di pazienti dalla Casa di Cura verso Villa Igea, ad Ancona, clinica privata sempre di proprietà di Petruzzi. «Non c’è stato alcun giro di pazienti», ribatte il presidente del Policlinico. «Credo si stia parlando dei sei pazienti affetti da obesità che nel corso dell’ultimo anno hanno deciso di loro spontanea volontà di recarsi ad Ancona per essere curati e che nessuno ha spedito. Noi non c’entriamo nulla, è stata una loro scelta per velocizzare le cure, date le
liste d’attesa, e tutto questo rientra nella libera circolazione del paziente. D’altronde, quanti sono per esempio i siciliani che vengono in Veneto per curarsi? E quanti sono i veneti che vanno a trattare problemi ortopedici a Brescia a Bologna?». LISTE D’ATTESA
Nicola Petruzzi va giù diretto sulla questione relativa alle lunghe liste d’attesa. «Invece di diffamare la nostra Casa di
Cura, credo che la Regione dovrebbe chiedersi come mai molti pazienti si vanno curare fuori dal Veneto per fronteggiare le infinite liste d’attesa. Evidentemente c’è qualcosa che non funziona e la Regione farebbe bene risolvere questo problema». Le nuove schede ospedaliere approvate in Commissione Sanità prevedono la presenza del Pronto Soccorso che sarà pagato dalla Regione “a funzione”, quindi a seconda del numero di accessi. Ma anche il ritorno dei 35 posti letto di ortopedia che erano stati inizialmente tolti, del reparto di neonatologia. Abano non sarà più centro di riferimento per la cura del piede diabetico. «Io continuo a sostenere che come struttura integrativa non possiamo svolgere l’attività di pronto soccorso», tiene a rimarcare Petruzzi. «È la legge a sostenerlo, basta leggere il Decreto ministeriale 70. Chiediamo quindi alla Regione di interessare il Ministero della questione, affinché si esprima e definisca con chiarezza la cosa. Altrimenti qui si rischia di svolgere una funzione che va contro quanto sancito e non vorremmo a questo punto che partisse in futuro un altro dossier in Procura». «Non è una questione economica», prosegue il patron. «Con le agevolazioni fiscali in vigore non è quindi un problema di Ires in più da pagare, qui stiamo solo parlando di diritto e di principi». Sul reparto del piede diabetico Petruzzi è chiaro. «Non saremo più centro di riferimento per la Regione?» , si chiede. «Ce ne faremo una ragione. Continueremo a svolgere il servizio con la qualità che ci è riconosciuta a livello nazionale. Finirà la collaborazione con l’Università che prevedeva degli studi scientifici sulla questione». Il flash finale è sulla questione lavoratori. «Adesso è presto per parlare di futuro e di un eventuale riassetto all’interno del Policlinico. Attendiamo che le nuove schede siano anche approvate dalla giunta regionale per fare delle dovute valutazioni». Tra due anni è previsto un test per capire se la Casa di Cura potrà tornare presidio. —
Il Consiglio contro la 5G Ma gli ambientalisti ritornano in piazza
Il banchetto per la raccolta firme e gli striscioni contro la rete 5G CINTO EUGANEO. Il consiglio
comunale di Cinto non è d’accordo con l’iniziativa presa dall’Agcom, in merito alla sperimentazione della tecnologia 5G. Nella mozione approvata dalla maggioranza e dalle opposizioni martedì sera, c’è scritto che
Barison esulta Martinati: solo una questione economica
PRONTO SOCCORSO
cinto euganeo
Venerdì l’orch. Lara Agostini
le schede ospedaliere
né i cittadini, né gli amministratori comunali sono stati informati, e men che meno la decisione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è stata accompagnata da uno studio scientifico sugli effetti delle emissioni elettromagnetiche sulla
ABANO TERME. Il declassamento della Casa di Cura sarà meno pesante del previsto. «Credo che abbia pagato il lavoro svolto in Commissione», spiega il consigliere regionale Massimiliano Barison (FdI). «I miei emendamenti hanno prodotto i loro frutti, Abano ha ancora il Pronto soccorso e i reparti di riferimento. Sono stato io a far inserire nelle schede la verifica tra due anni dei requisiti». «La nostra battaglia ha prodotto il risultato sperato», aggiunge il sindaco di Abano Federico Barbierato. «Molto importante è l’impegno della Regione di verificare il ritorno a presidio tra due anni. Ringrazio i consiglieri Barison e Sinigaglia e i sindacati». Sulla questione interviene anche la consigliera comunale della Lega Chiara Martinati. «Si è trattato di una querelle prevalentemente economica. I servizi sanitari non sono mai stati messi in discussione. Spiace che il sindaco, anziché chiedere l’effettiva erogazione dei servizi ambulatoriali e territoriali, abbia preferito occuparsi dei profili economici della vicenda». Antonio De Poli, senatore Udc, aveva presentato un’interrogazione in Parlamento: «Rispetto alla versione iniziale delle schede, il quadro è sicuramente migliorato», osserva ora. «Quindi ci sono degli aspetti positivi, ma resta il neo del declassamento di una struttura che, secondo l’ultimo rapporto Agenas, è tra le prime in Italia come qualità dell’assistenza nell’ambito della chirurgia della prostata e della chirurgia del ginocchio. Le schede rischiano di penalizzare il territorio». — F.FR.
salute pubblica. E gli studi non promettono niente di buono. Perciò, la mozione impegna il sindaco e gli amministratori attuali e quelli futuri a intraprendere tutte le azioni per tutelare la salute dei cittadini. Si parla di dissenso, ma il consigliere dell’Associazione per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog Mariano Salvato avrebbe voluto la contrarietà alla sperimentazione. Salvato ha così deciso di inoltrare in municipio una richiesta di autorizzazione per tornare in piazza con un banchetto allo scopo di informare i cittadini sui pericoli dell’elettrosmog e continuare la raccolta di firme iniziata con successo qualche settimana fa. Perciò, gli esponenti dell’Apple, dei comitati Lasciateci Respirare, Contro l’Elettrosmog di Cinto e Per il Bene Comune, saranno a Fontanafredda nelle mattinate del 4, 11, 18, 22 e 24 maggio per ribadire il “no” alla tecnologia 5G. — Piergiorgio Di Giovanni
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VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
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i posti letto per le olimpiadi 2026
Adesioni degli albergatori, a Cortina il 70% scarsa disponibilità nel resto del Bellunese Vertice in municipio per sollecitare gli altri comuni a fare pressione sugli operatori turistici. Scadenze tra dieci giorni CORTINA. Le garanzie da forni-
re al Cio in tema di ospitalità alberghiera al centro dell’incontro di ieri sulla candidatura olimpica Milano-Cortina ai Giochi invernali del 2026. In municipio, a Cortina, l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, ha organizzato un incontro per illustrare le opportunità e fornire ogni utile informazione circa l’adesione alla “garanzia accomodation” per Cortina 2026. Si tratta dell’ormai nota adesione alla disponibilità di posti letto da garantire alla cosiddetta “famiglia olimpica” , elemento fondamentale perché il dossier che il Comitato promotore deve presentare a corredo della candidatura possa risultare completo degli elementi richiesti. I termini per garantire le stanze scadono fra una decina di giorni, periodo durante il quale saranno organizzati incontri nei vari Comuni per spingere gli albergatori a compilare i moduli da inserire nel dossier olimpico. La “famiglia olimpica” chiede 27. 821 stan-
cortina
ze spalmate su tutti i territori dove si terranno le gare; quindi Cortina e Milano, ma anche Anterselva, Valtellina, Val di Fiemme e Verona. Caner ha organizzato l’incontro concentrando l’attenzione sui posti letto necessari a Cortina dove, se a giugno il Cio assegnerà i Giochi all’Italia, si disputeranno le gare di bob, skeleton, slittino, curling e sci alpino femminile. Dopo i vari appelli lanciati nel mese scorso dall’As-
L’assessore Caner ha chiesto ai sindaci di fare pressioni sugli imprenditori soalbergatori Cortina, da Federalberghi Belluno e dal presidente di Federalberghi Veneto, Marco Michielli (presente ieri all’incontro) a Cortina hanno aderito parecchi. Per ora le adesioni in provincia sommano al 53% della disponibilità. Cifra destata presto a salire in
quanto vi sono un 13% di adesioni che erano state fatte in maniera errata e che ora verranno sistemate. L’obiettivo è garantire dal 70% all’80% di disponibilità alberghiera. Nella sola Cortina si supera invece il 70% di adesioni, ma le cose vanno molto peggio nei Comuni limitrofi: da Auronzo a San Vito e all’intero Bellunese. Ieri Caner, col sindaco ampezzano Gianpietro Ghedina e i tecnici del Coni, ha spiegato ai sindaci presenti e ai rappresentanti delle categorie economiche il dossier di candidatura e le opportunità rappresentate dal poter ospitare i Giochi invernali 2026. «L’incontro è andato molto bene», spiega Ghedina, «in quanto si è fatta chiarezza soprattutto a quanti finora non hanno aderito alla “garanzia Accomodation” . Si tratta di un’opportunità di estrema importanza e, durante la riunione, sono stati chiariti eventuali dubbi per permettere agli imprenditori di prendere decisioni ponderate. È importante in
Un momento dell’incontro di ieri in municipio a Cortina
questa fase poter soddisfare gli standard necessari a fornire tutti gli elementi richiesti dal Comitato olimpico internazionale per poter concorrere all’assegnazione dell’evento. Gli albergatori sono poi ben tutelati dalla richiesta del Cio. Nelle garanzie vanno destinati il 60% dei posti letto di cui una struttura dispone ai prez-
cortina
Oggi la festa dei Patroni Filippo e Giacomo CORTINA. La parrocchia di
Cortina festeggia oggi i suoi santi patroni Filippo e Giacomo. Una prima messa sarà celebrata, in basilica, alle 9. 30 con la partecipazione dei bambini della Materna. Alle 18 la messa cantata solenne, per tutta la comunità, con la presenza dei rappresentanti istituzionali. Durante la funzione verrà anche ricordata Carla Catturani, la donna di Alverà morta il 5 agosto 2017 travolta dall’esondazione del Bigontina. Le offerte andranno per la scuola materna. Alle 19 incontro con genitori, padrini e ragazzi che domenica riceveranno la Cresima dal vescovo Marangoni. Il giorno dei santi Filippo e Giacomo è festa patronale (a loro è dedicata anche la basilica), ma in Ampezzo è più sentita la ricorrenza votiva della Madonna della Difesa, il 19 gennaio; quel giorno si fermano scuole, uffici pubblici e diverse attività. — A.S.
zi che Cortina farà nello stesso periodo del 2025. Prezzi quindi che agevolano i territori del Cadore e del Bellunese. L’assessore Caner ha anche annunciato», conclude Ghedina, «che la Regione Veneto intende aprire nuovi bandi, destinati ad ottenere fondi per le ristrutturazioni alberghiere, e il fatto di aver garantito stanze
È dagli alberghi che è arrivato il grosso del gettito della tassa di soggiorno, con rileva il sindaco Ghedina
Tassa soggiorno, il sindaco si appella al senso civico di chi affitta appartamenti CORTINA. «Lavoreremo per trasmettere il concetto che è importante introitare l’imposta di soggiorno perchè va a beneficio dell’intera comunità». Così il sindaco Ghedina commenta i dati relativi agli introi-
ti derivanti dalla tassa di soggiogo. Nel 2018, il primo anno intero in cui i vacanzieri hanno versato la tassa, al Comune sono pervenuti 1.430.000 euro e l’82,76% arriva dai pernottamenti in albergo. Gli appar-
tamenti fruttano solo il 6,90%. Fra gli alberghi il 35,92% deriva dai tre stelle, il 31, 02% dai 4 stelle, il 13, 54% dai cinque stelle lusso e il 2,28% dagli hotel con una o due stelle. Dai rifugi entra il
2,68%, dai campeggi il 6,37%, dagli agriturismi lo 0,62% e dai B&B lo 0, 67%. Considerando che a Cortina i posti letto alberghieri sono circa 4 mila, mentre quelle nelle case sono decine di migliaia, non passa inosservato il fatto che la maggior parte degli incassi arrivi dagli hotel. «Gli alberghi sono certamente più organizzati», sottolinea Ghedina, «e quindi non hanno avuto grossi problemi ad introitare la tassa. Si sono posti, come previsto dall’imposta stessa, come esattori per conto del Comune; e hanno svolto il compito in maniera egregia. Per il futuro cercheremo di far passare il messaggio che l’imposta di soggiorno è importante per il Comune e che non viene pagata dai cittadini ma dai turisti. Spero che anche il senso civico faccia capire l’importanza di poter avere risorse da investire sul settore economico trainante di Cortina. I casi poi andrebbero analizzati singolarmente: risulta complesso capire chi affitta e chi invece ospita, e per quanti giorni. Va però sottolineato che c’è stato un grande gettito e questo è un dato confortante e positivo». La tassa di soggiorno è servita anche a sanare i conti. Gli introiti sono stati investiti nella promozione tramite Cortina Marketing per 750 mila euro, per pagare il servizio di Skibus
per Giochi darà un punteggio superiore per accedere alla graduatoria». Ora saranno organizzati altri incontri nei Comuni del Bellunese per spiegare ai vari albergatori l’iter e le opportunità rappresentate dalle Olimpiadi affinché diano le garanzie richieste. — Alessandra Segafreddo BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
(176mila euro), per corriere Dolomitibus (18 mila euro) e per alcune manifestazioni turistiche. I turisti pagano 1 euro al giorno pernottando in strutture extra alberghiere; 1.50 nei Bed&Breakfast, negli agriturismi e nei campeggi. Due euro al giorno è la tariffa per chi pernotta in unità abitative ammobiliate ad uso turistico. Per chi soggiorna in hotel a una stella la tariffa è di 1,5 euro, che sale 2 nei due stelle, a 3 per i 3 stelle, a 3,5 per i 4 stelle, e 4 per i 5 stelle. Il tutto sino a 5 giorni di permanenza. Sono esenti, come da regola-
«Devono convincersi che farla pagare serve a migliorare i servizi al turismo» mento, i minori di 12 anni, gli appartenenti alle forze dell’ordine o lavoratori dipendenti che dovessero pernottare per motivi di servizio e i volontari di Protezione Civile chiamati in caso di calamità. «Grazie soprattutto agli albergatori abbiamo introitato oltre 1,4 milioni dalla tassa», conclude Ghedina, «e questo si trasformerà in servizi per gli ospiti degli hotel: stiamo pensando, ad esempio, ad offrire loro autobus gratis». — A.S. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Venezia
Venerdì 3 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Caso Vogel, da rifare il processo al tassista condannato `La decisione della Corte
di Cassazione conferma l’Appello per gli altri imputati L’INCIDENTE VENEZIA La quarta sezione della
Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna nei confronti del tassista Franco Ambrosi, difeso dall’avvocato Tommaso Bortoluzzi, rinviando ad altra sezione della Corte di Appello il processo perché esprima un nuovo giudizio.
Alilaguna, ex dipendente a processo per peculato IL PROCESSO
Il riferimento è all’incidente costato la vita al criminologo tedesco Joachim Vogel, che a bordo di una gondola, sotto il ponte di Rialto, fu schiacciato da un vaporetto nell’agosto del 2013. La suprema corte ha invece respinto i ricorsi dei piloti Actv Manuele Venerando, Riccardo De Ambrosi e Fabio Zamboni, confermando le precedenti condanne comprese tra 7 e 14 mesi di reclusione, per il reato di omicidio colposo. Le motivazioni della sentenza della Cassazione devono ancora essere depositate, ma il difensore del
tassista aveva presentato appello ravvisando una carenza di motivazione per la condanna in via definitiva. E ha ricordato come il pm, nel caso del motoscafista, avesse chiesto l’assoluzione. Nell’impugnazione si fa riferimento al fatto che la commissione d’inchiesta della Capitaneria di Porto, dopo aver visionato i filmati e i fotogrammi delle telecamere, aveva escluso l’incidenza causale della condotta di Ambrosi con la morte del professore. E proprio i filmati erano stati oggetto di varie interpretazioni dei vari consulenti di parte.
Secondo l’avvocato Bortoluzzi il taxi di Ambrosi non avrebbe in alcun modo interferito con il passaggio della gondola. Il legale ha descritto puntualmente i fotogrammi acquisiti agli atti, in cui viene analizzata la traiettoria del taxi, delle gondole e dei vaporetti Actv. In particolare si fa presente che sotto il ponte di Rialto il passaggio dei vaporetti deve avvenire ad almeno 4 metri dall’arcata per motivi “tecnici” ovvero per non andare a sbattere. E il taxi che è largo poco più di due non avrebbe condizionato la rotta del mezzo pubblico.
VENEZIA Il luogo dell’incidente al professor Vogel
Tantomeno Ambrosi avrebbe potuto tagliare “la prua” alla gondola, in quanto si vede che l’imbarcazione a remi avrebbe incrociato la scia prodotta in retromarcia dal taxi solo 7 secondi dopo il transito del mezzo. In definitiva, in secondo grado non si sarebbero sufficientemente approfondite le motivazioni su cui era stato basato il ricorso di appello. Di qui la decisione di stralciare la posizione del motoscafista la cui posizioni dovrà essere rivalutata Raffaella Vittadello © RIPRODUZIONE RISERVATA
Marco Polo, scatta lo sciopero I docenti accusano il preside Niente scuola e sit-in il 28 maggio, ma non c’è solo `Il dirigente: «Va considerato l’interesse generale la questione accorpamento. Criticata l’intera gestione Se saranno possibili classi ridotte, ci attiveremo» `
VENEZIA È accusato di essersi ap-
propriato di circa 1500 euro, corrispondente all’incasso realizzato in una biglietteria di Alilaguna che, secondo la Procura, non sarebbe stato versato in cassa, al contrario del dovuto. Federico Umbini, 36 anni, residente a Mestre, è stato citato a comparire di fronte al giudice penale di Venezia per rispondere del reato di peculato: ieri la prima udienza; il processo proseguirà il prossimo 3 ottobre. L’episodio incriminato risale all’agosto del 2016, periodo nel quale Umbini prestava servizio per la società Alilaguna, che si occupa di alcuni servizi di trasporto pubblico lagunare, tra cui quello con l’aeroporto Marco Polo di Tessera. La Procura contesta al trentaseienne (nel frattempo non più dipendente della società) di aver ricevuto in consegna da una collega, al termine del turno, l’incasso realizzato dalla biglietteria della Stazione Marittima, terminal crociere di Venezia, pari a poco più di 1500 euro: somma che Ulmini avrebbe poi omesso di versare nella cassa continua. Al processo Alilaguna non si è costituita parte civile contro l’ex dipendente. La difesa, rappresentata dall’avvocatessa Tiziana Nordio, cercherà di dimostrare che c’erano modalità particolari per il versamento dei soldi nella cassa continua e che la busta coi soldi sarebbe rimasta incastrata nel meccanismo, come già accaduto altre volte in precedenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
viato all’ufficio scolastico la documentazione indispensabile per la deroga. Ma questa volta «sull’inoltro urgentissimo di questa documentazione vigilerà la presidente del Consiglio d’istituto», assicura un professore.
IL CASO VENEZIA I docenti del Liceo Marco Polo sciopereranno contro il dirigente scolastico il 28 maggio: la comunicazione è stata diffusa ufficialmente ieri pomeriggio dalle rsu dell’istituto. La vicenda dell’accorpamento delle classi nel liceo classico è però solo marginale: le motivazioni dello sciopero sono riconducibili all’intera gestione dell’attuale preside Vittore Pecchini, spiegano i docenti.
LA REPLICA
ATTACCO SIT-IN Una gestione più volte criticata dal Consiglio d’Istituto e non solo, come ricordano alcuni, per via del mancato invio della documentazione all’ufficio scolastico provinciale, indispensabile per richiedere la deroga all’accorpamento. «Il dirigente scolastico opera in una quotidiana forma autocratica di processi decisionali che risulta alimentare i conflitti interni – si legge nel documento delle rappresentanze sindacali – soprattutto tra i docenti dei diversi indirizzi dell’istituto». Lo sciopero è dunque l’unico mezzo, secondo le rsu, per farsi sentire unendo alla sospensione delle lezioni per l’intera giornata anche un sit-in di fronte all’ufficio scolastico regionale, per
LICEO Il Marco Polo e, nel tondo, Vittore Pecchini
protestare contro l’accorpamento delle classi più volte annunciato per l’anno prossimo. Al sit-in parteciperanno sia gli studenti che i genitori capofila della protesta. Dopo aver coinvolto la cittadinanza e le istituzioni, la battaglia contro le super classi continua quindi su più fronti: lo sciopero unitario di tutte le sigle sindacali e l’approvazione da parte del Consiglio d’istituto di una mozione che impegna il dirigente a reiterare la richiesta di deroga all’Ufficio scolastico provinciale di Venezia, ripresentando, con la massima
urgenza, la documentazione già presentata negli anni scorsi. «Il nostro Liceo non sta facendo questa battaglia solo guardando al proprio destino – spiega un docente - ma immaginando che Venezia abbia bisogno, come per l’Ospedale civile, di aver riconosciuta quella specificità ed eccezionalità che attiene all’intera città di Venezia e a tutte le scuole veneziane». La mozione del Consiglio è stata approvata da tutti i docenti con il solo voto contrario del dirigente Vittore Pecchini, accusato da alcuni di non aver in-
Di fronte alle critiche sul voto contrario, il dirigente risponde che non aveva senso votare una mozione che lo riguardava e aggiunge: «Il Marco Polo è una scuola splendida come tutte le altre scuole e io lotto per avere più risorse in tutte le mie scuole, senza distinzioni». Il punto critico, secondo Vittore Pecchini, è che l’organico dei docenti a livello provinciale è sempre quello e senza l’accorpamento delle classi si rischierebbe comunque di penalizzare altre scuole. «E’ legittimo che la gente difenda i propri interessi ma bisogna sempre tenere in considerazione l’interesse generale. Se sarà possibile ottenere classi dai numeri inferiori rispetto agli standard mettendo in gioco la specificità veneziana, ben venga. Ricordiamoci però che il numero dei docenti a livello provinciale rimane quello e che in molte scuole ci sono situazioni che richiedono un numero maggiore di docenti». Secondo il dirigente l’ufficio scolastico opterà per una deroga per le classi prime e le seconde ma le concessioni si fermeranno qui. Alice Carlon © RIPRODUZIONE RISERVATA
Alla coppia Sabbadin-Almansi la regata Biri Biri VOGA VENEZIA (t.card.) Giorgio Sabbadin ed Elena Almansi, sul pupparino marron, hanno vinto la nona edizione della regata mista uomini-donne “A remi in Canal Grande”, organizzata dall’associazione benefica Biri Biri e dedicata alla memoria di Ettore Pagan, socio fondatore e a lungo presidente della Biri Biri. Al secondo posto, il pupparino viola di Riccardo Salviato e Nausicaa Cimarosto, al terzo il canarin di Nicolò Schiavon e Luisella Schiavon, al quarto il verde di Marino Almansi e Cristina Montin. «Peccato che il canarin di Luisella Schiavon e del figlio Nicolò sia stato danneggiato verso Rialto ha commentato il giudice di gara Vittorio Orio - dopo aver condot-
to la gara sempre in prima posizione». Vittorio Orio è stato affiancato da Luisella Marzi (primo giudice donna nei 42 anni di regate della Biri Biri),Tino Fongher e Fabio Dal Gesso. La premiazione ha avuto luogo in campiello del Remer. Francesco Orlandi, nuovo presidente della Biri Biri ha ricordato la mission dell’associazione, rivolta alla solidarietà e alla beneficenza, at-
MANIFESTAZIONE IN MEMORIA DI ETTORE PAGAN GEMELLAGGIO CON LA CITTA’ DI TALLIN
traverso iniziative ispirate alla venezianità. Orlandi ha sottolineato l’avvio della collaborazione con la città di Tallinn, gemellata con Venezia, e rappresentata alla premiazione da Natalie Lubenets di “42 Venezia - Tallinn”, nuova vice presidente della Biri Biri. Il Trofeo dedicato a Ettore Pagan: una murrina in vetro su disegno di Luciano Dall’Acqua, è stato quindi consegnato a Giorgio Sabbadin ed Elena Almansi. Presenti alla premiazione il consigliere delegato alle Tradizioni, Giovanni Giusto, e mons. Ettore Fornezza, socio storico della Biri Biri. Infine due nomine a “Principe delle caorlina”: Vito Redolfi Tezzat e Vittorio Selle, per le loro innumerevoli vittorie alla Regata Storica nella categoria “caorline”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PREMIATI I vincitori della regata Biri Biri
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Antichi lavori Tre giorni per difendere le tradizioni SCUOLA E MESTIERI VENEZIA Generazioni a confronto, con l’arte a fare da ponte tra passato e futuro. L’associazione per i Diritti degli Anziani (Ada) di Venezia e la Uil Pensionati del Veneto - insieme per promuovere su tutto il territorio la trasmissione di quel patrimonio inestimabile di saperi e mestieri dei nostri nonni, preziosa eredità da lasciare all’interno del progetto regionale “Trasmissione dei saperi. Arti, antichi mestieri, scuole e abilità diverse” - hanno organizzato da ieri a domani in campo Santa Margherita una tre giorni fitta di momenti aggregativi aperti a grandi e bambini (compresi controlli medici), con l’intento di stimolare la riflessione attorno alla necessità di riscoprire le attività di un tempo. Su tutti, si segnalano la premiazione del concorso 2019 “Disegnando si impara” rivolta agli alunni di 30 scuole primarie e dell’infanzia della Città Metropolitana. I lavori dei bambini saranno esposti da giovedì nel chiostro dell’Istituto Guggenheim ai Carmini. Altro momento di particolare interesse è la tavola rotonda dal titolo “Come l’arte e l’artigianato possono diventare mestiere”, in programma oggi alle 9.30 nell’aula magna del Liceo Artistico ”Guggenheim”, durante la quale – coordinati dalla giornalista de “Il Gazzettino” Roberta Brunetti – interverranno il presidente Ada Venezia Mauro Di Matteo, il segretario generale della Uil Veneto Gerardo Colamarco, l’assessore regionale alle Politiche per il lavoro Elena Donazzan, il consigliere delegato del sindaco Giovanni Giusto, il presidente dell’Ipab Ire Venezia Luigi Polesel, Enrico Vettore di Confartigianato Venezia, il dirigente scolastico del Liceo Artistico Statale “M. Guggenheim” di Venezia Paola Maria Elena Consoli, il segretario nazionale Uil Pensionati Emanuele Ronzoni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Venerdì 3 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Lo scontro sulla riforma
Autonomia, in cdm solo una pre-intesa
IL CASO ROMA Prima il tavolo con il premier Conte, poi un testo «largo» in consiglio dei ministri. Un gesto simbolico. Una sorta di pre-intesa da far emendare alle Camere. In queste ore la Lega studia una soluzione per cercare di uscire dallo stallo dell’Autonomia differenziata. Matteo Salvini è intenzionato a portare a casa, entro il 26 maggio, il primo tassello: una mossa in chiave Europee per placare soprattutto l’asse dei governatori del Nord (Luca Zaia in Veneto ed Attilio Fontana in Lombardia). Il problema però sono i testi. A oggi, riferiscono fonti di governo, esistono solo «collazioni» di misure per singole competenze da trasferire dallo Stato centrale alle tre regioni interessate. Permane infatti lo stop dei dicasteri a guida M5S più coinvolti nell’Autonomia differenziata: Infrastrutture, Sanità e Cultura. Un muro contro muro che sembra non portare da nessuna parte. Da qui l’idea dei governatori leghisti per sbloccare la faccenda: il consiglio dei ministri potrebbe intanto licenziare un testo largo, mandandolo alle Camera per farlo emendare e discutere. Una soluzione che preserverebbe i 5 Stelle, pronti a dire che si tratta di una pre-intesa da modificare e con scarso valore, ma anche la Lega. Portando a casa il primo via-libera, la battaglia identitaria del Carroccio segnerebbe comunque un punto. Pronto a tornare utile in campagna elettorale. Un film già visto e
Tavolo con Conte per trovare un accordo nella maggioranza `
titolabile così: Win-win. E cioè: nessun esce sconfitto da questa partita. Sia i gialli sia i verdi, a fine propagandistici, potranno comunque dire di non aver ceduto alle pressioni dell’alleato.
Verso un testo snello che potrà essere emendato dal Parlamento `
Il ministro per il Sud Barbara Lezzi (foto ANSA)
L’APPUNTAMENTO
Libertà di stampa La critica a Di Maio del Consiglio d’Europa Alla vigilia della giornata mondiale della libertà di stampa, il Consiglio d’ Europa pubblica un rapporto sullo stato della libertà d’espressione in Europa nel 2018 dove evidenzia l’aumento delle minacce registrare in questi ultimi 5 anni. Nella parte del testo dedicata all’indipendenza dei media si criticano varie iniziative prese a livello nazionale da alcuni Paesi e si cita anche «l’appello alle aziende statali a non pubblicare più pubblicità sui giornali e l’annuncio della riduzione dei contributi per la stampa nel bilancio 2019» venuti dal vicepremier Luigi Di Maio.
Nel corso dell’ultimo consiglio dei ministri, martedì scorso, Erika Stefani, responsabile degli Affari regionali, ha provato ad accelerare la pratica, mettendo sul tavolo una relazione, definita però dal M5S un «compitino precario e incompleto». Ed è davanti a quest’ennesimo scontro, con Salvini pronto ad annunciare che l’Autonomia sarà oggetto del prossimo Cdm, è spuntata l’idea del tavolo con il premier Giuseppe Conte. Al momento, anche a parole, le posizioni dei due alleati non sembrano essere concilianti. Ecco Barbara Lezzi, ministro M5S per il Sud: «Io credo che la Lega sia in difficoltà a stilare questo
accordo, questa intesa. Ravviso nei colleghi della Lega delle paure, dei timori. Ritengo che una riforma di questa portata dovrebbe essere portata in Parlamento». La pentastellata fa un’altra premessa: «Se è vero quello che dicono i Governatori e quello che dicono Salvini e il ministro Stefani e cioè che porterà dei vantaggi per tutti - anche se a me sembra curioso che possa portare vantaggi a tutti senza costare niente a nessuno - ma, se sono riusciti a stilare una bozza di questo genere, allora che problema c’è ad arrivare in Parlamento e farlo anche emendare a tutti i gruppi politici che rappresentano l’intero territorio?». Il clima è rovente, anche perché l’Autonomia diventa subito la valvola di sfogo di altre tensioni. O comunque la camera di compensazione di dossier che ancora non riescono a vedere una luce e di altre partite politiche. In sottofondo si registra un enorme senso di difficoltà. A farlo capire è proprio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti: «Siamo da 4 mesi in campagna elettorale tra Regioni e Comuni - ha detto Giorgetti il Primo maggio - Ma poi ci sono cose da chiarire, come ad esempio la vicenda dell’Autonomia delle regioni, che fa parte del contratto di governo e che noi vogliamo portare a casa. Senza mettere nessuno in difficoltà, ma questo a noi è chiaro e deve essere chiaro a tutti».E dunque si va avanti ancora così, alla ricerca di un punto di luce per cercare di non far saltare il banco. S. Can. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ALLEATI Victor Orban (al centro) e Matteo Salvini lungo il confine blindato tra Ungheria e Serbia
IL MINISTRO PER IL SUD BARBARA LEZZI SFIDA I GOVERNATORI DEL NORD: SE LE BOZZE NON HANNO COSTI PER NESSUNO LE PRESENTINO
I numeri della Lega SEGRETARIO
Matteo SALVINI
LA GIORNATA ROMA Su quello che accadrà dopo il 26 maggio sono entrambi, volutamente, generici. Ma la visita in Ungheria, a tre settimane dalle elezioni Europee, per Matteo Salvini serve a consacrare ancora una volta l’alleanza - il rapporto personale - con Vicktor Orban, il teorico della «democrazia illiberale». E a mettere il fiato sul collo al Partito popolare europeo, spingendolo a guardare a destra. Molto, infatti, dipenderà da come andrà la partita nella famiglia di cui fa parte anche Fidesz, il partito del premier ungherese, ma da cui la componente moderata vorrebbe farlo fuori.
LE ALLEANZE Su un punto Orban e Salvini sono chiarissimi: bisogna evitare che a Bruxelles si ripeta l’alleanza tra Popolari e Socialisti che ha governato negli ultimi anni. «Se il Ppe si lega con la sinistra europea, la cui visione non fa bene all’Unione, allora non sarà facile trovare lì il nostro posto: né adesso né dopo le elezioni», mette in chiaro il premier ungherese. L’alleanza dei Popolari con i socialisti è lo scenario che anche Salvini vuole scongiurare per dialogare con un Ppe a trazione Orban. Se a prevalere fosse la sua visione, dice, l’alleanza con il Partito popolare «sarebbe nelle cose», e dunque «spero che si possa dialogare coi conservatori per lasciare fuori dalle stanze la sinistra che ha voluto il male dei popoli europei». Una specie di patto pre-voto,
Salvini: «Se Orban vince, alleati del Ppe» Con l’Ungheria linea dura anti-migranti anche se i due contraenti evitano di scendere nei particolari. Orban glissa quando gli viene chiesto se la collaborazione potrà riguardare l’intero fronte sovranista messo in piedi da Salvini, compresi dunque Afd e Le Pen: «A tempo debito...», si limita a dire. C’è soprattutto la politica anti immigrati a cementare il rapporto tra il vicepremier italiano, e leader della Lega, e il premier ungherese. D’altra parte la visita del ministro dell’Interno comincia proprio con un volo in elicottero fino al confine con la Serbia, laddove Orban ha eretto il “suo” muro, due barriere metalliche alte quattro metri e lunghe centinaia di chilometri. Salvini si complimenta e si dice in assoluta sintonia: «L’Italia ha una posizione identica, confidiamo che la nuova Europa dal 27 maggio proteggerà le sue fron-
tiere esterne perché il problema non è redistribuire i migranti ma evitare che ne arrivino altre migliaia». D’altra parte, per il leader della Lega, fare fuori la sinistra dal governo europeo servirebbe anche a questo, a evitare che il Vecchio continente si trasformi in un «Califfato islamico».
I NODI
L’OBIETTIVO DEL MINISTRO DELL’INTERNO: «ESSERE DETERMINANTI A BRUXELLES E GOVERNARE IL CAMBIAMENTO»
Tutta la giornata trascorre tra complimenti reciproci e una forte attenzione a dare evidenza soltanto ai punti in comune. Entrambi evitano invece di affrontare ciò che li divide, a cominciare da bilancio dell’Unione europea e flessibilità. Per Salvini l’obiettivo è «essere determinanti in Europa e governare il cambiamento che verrà in maniera diversa dal passato». Una posizione che Orban sposa in pieno: «Il Ppe deve restare aperto alla
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collaborazione con le destre, io sono convinto che l’Ue abbia bisogno di un’alleanza di partiti contro le migrazioni». Salvini cerca di tenere lontane dalla terra magiara le polemiche interne al governo, ma non si fa nemmeno sfuggire l’occasione di mandare frecciatine ai 5stelle, mascherate da elogi verso il modello ungherese di flat tax. «Spero non ci sia nessuno all’interno del governo che rallenti quella che è un’emergenza nazionale - avverte il inistro dell’Interno - perché ridurre le tasse è l’unico modo per far ripartire il Paese. Puoi mettere una toppa col reddito di cittadinanza per aiutare chi non ce la fa, ma il Paese lo fai ripartire dando lavoro, altrimenti la vedo difficile». Barbara Acquaviti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Senatori
58
Deputati
123
Eurodeputati
5
Ministri
7
Sottosegretari
17
Governi regionali
11 4
Governatori ALLE URNE Politiche (Camera), Europee - Dati in % 8,4
’94 Pol ’94 Eur
6,6 10,1
’96 Pol 4,5
’99 Eur ’01 Pol
3,9
’04 Eur
5,0
’06* Pol
4,6
’08 Pol
8,3 10,2
’09 Eur ’13 Pol ’14 Eur ’18 Pol * Lega Nord - Mpa
4,1 6,1 17,37
VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
lo scontro in parlamento
Autonomia, Saviane (Lega) scarica su De Menech e Osnato Il senatore salviniano sostiene che i due deputati di Pd e FdI non valorizzino il lavoro del governo. Sarcastiche le risposte degli esponenti dell’opposizione
Irene Aliprandi BELLUNO. L’autonomia? Proce-
de a rilento per colpa di De Menech e Osnato. Parola di Paolo Saviane. È botta e risposta tra Lega, Pd e Fratelli d’Italia sull’autonomia, dopo l’ultima uscita del senatore salviniano, che ha accusato i due esponenti dell’opposizione che fanno parte della commissione bicamerale per l’attuazione del Federalismo fiscale. «La commissione sta portando avanti un lavoro impegnativo: audizioni con i Ministri Stefani, Tria, Grillo e con i governatori Zaia, Fontana e Bonaccini oltre ad altre istituzioni impegnate nello studio dei cosiddetti costi storici standard. A malincuore ci si accorge che all’interno della commissione stessa, i colleghi bellunesi citati sopra, anziché essere propositivi e costruttivi in materia di autonomia finanziaria e di attuazione dell’articolo 116, 3’ comma della Co-
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia con il ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie
stituzione, assumano un atteggiamento per evidenziare gli ostacoli che peraltro in ogni percorso ci sono, invece di valorizzare il lavoro che i membri del governo e non solo, stanno portando avanti per il bene del Veneto e della provincia stessa. Al momento la Lega è sola in questa batta-
camera di commercio
Aumentano le truffe ai danni delle imprese BELLUNO. Truffe ai danni delle imprese. A denunciarle è la Camera di commercio di Treviso Belluno che insieme a quelle di Venezia - Rovigo e Padova evidenzia l’aumento dei casi segnalati dalle aziende e invita a fare attenzione a bollettini di pagamento, pubblicità ingannevoli e telefonate sospette che utilizzano denominazioni facilmente confondibili con quelle della Camera di Commercio. «Si tratta spesso di contatti e proposte pubblicita-
rie estranee agli enti camerali», dicono dalla Camera di commercio di Belluno, «oppure di bollettini di conto corrente con diciture ingannevoli, che possono far pensare ad un pagamento obbligatorio richiesto dalla Camere di commercio come registrazioni in elenchi o pagamento di presunte “tasse di registrazione” ai titolari di brevetti e marchi; o il versamento di importi per l’inserimento nel Registro Telematico Imprese», dicono dall’ente camerale. Gli Uffici Rela-
Improvvisamente è mancato all'affetto dei suoi cari
GIANNI REOLON di anni 77 Ne danno il triste annuncio la moglie Gemma, il figlio Moreno, la nuora Catherine, gli adorati nipoti Gemma, Davide, Elie ed Angelica, gli amici ed i parenti tutti La cerimonia funebre sarà celebrata sabato 4 maggio alle ore 10.30 nella chiesa arcipretale di Castion. La cara salma proseguirà per la cremazione Il Santo Rosario sarà recitato oggi, venerdì 3 maggio, alle ore 18.30 nella chiesa di Caleipo Si ringraziano fin d'ora quanti vorranno onorarne la memoria. Caleipo, 3 maggio 2019 O.F. CADUCO - Longarone-Belluno-Castion-Alpago Tel. 0437 573041
glia vera e propria, ma l’obiettivo sarà raggiunto in virtù degli impegni presi dagli alleati del governo giallo verde». Sarcastica la replica dei due deputati bellunesi. Roger De Menech risponde con i dati accostando la Lega al tormentone calcistico “Zero tituli”: «Sono in Parlamento dal 1983, to-
zioni con il pubblico chiariscono che «gli enti camerali non inviano mai bollettini di pagamento alle imprese e in alcun modo promuovono attività e servizi di natura commerciale, ma operano normalmente attraverso i propri uffici, che, in quanto tali, procedono con tutte le cautele di legge». «Invitiamo le imprese a verificare attentamente le clausole contrattuali proposte prima di effettuare qualsiasi pagamento e a segnalare i casi di telefonate o bollettini sospette contattando direttamente gli Uffici Relazioni con il pubblico», concludono dagli enti camerali, «ai seguenti contatti: Treviso - Belluno tel. 0422 595216 – 316 ; email: urp@tb.camcom.it». —
trasporto
Anticipato l’orario delle corse dal Primiero BELLUNO. Partita ieri la mo-
difica all’orario delle corse da Primiero-Gosaldo ad Agordo di Dolomitibus. Il servizio di trasporto extraurbano che collega il Primiero con lo stabilimento agordino di Luxottica viene svolto per i trentini dalla ditta locale e per il resto da Dolomitibus. Su richiesta degli stessi lavoratori, quindi, la società di trasporto bellunese ha deciso di anticipare di cinque minuti l’arrivo a destinazione per i turni delle 6 e delle 14.
talizzando oltre 740 tra deputati e senatori; hanno fatto parte del governo nazionale nel 1994, dal 2001 al 2006, dal 2008 al 2011, dal 2018 a oggi; governano la Regione Veneto ininterrottamente da 19 anni, promettendo prima la secessione, poi la devoluzione e quindi l’autonomia. Han-
no portato a casa zero risultati e ora la responsabilità della loro inconsistenza politica è di un singolo deputato della minoranza? Ci sono 128 deputati e 58 senatori della Lega nell’attuale parlamento e un solo deputato del Partito democratico riesce a bloccare l’autonomia in una commissione bicamerale che ha un ruolo meramente consultivo? Chi vogliono prendere in giro? Queste accuse ridicole sono la cifra che siamo in alto mare e che dopo 30 anni di promesse mai mantenute la Lega e Luca Zaia in particolare sono disperati, perché non hanno idea di come spiegare ai cittadini i loro fallimenti», afferma De Menech. L’unico documento ufficiale sull’autonomia delle regioni è ad oggi quello siglato da Paolo Gentiloni alla fine della scorsa legislatura sulla base della riforma autonomista del 2001, anche quella approvata dal Centrosinistra. La Lega, ormai diventata partito nazionale, «è in grande difficoltà. Il suo populismo non porta alcun beneficio sui territori e tanto meno in Veneto o nel Bellunese. Qui la Regione può oggi trasferire gli uffici del Genio Civile e del Servizio Forestale. Costa nulla, basta la volontà politica di farlo». Anche nella gestione dei fondi di confine, ricorda De Menech, «l’impostazione che avevamo dato noi era tutta a favore di comuni, province e aree vaste, quindi autonomista. Temiamo invece che si vada verso un nuovo centralismo regionale a discapito dei territo-
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ri». Ferma anche la replica di Marco Osnato: «Fratelli d’Italia resta perplessa rispetto agli attacchi della Lega riguardo all’autonomia di alcune regioni che, secondo alcuni esponenti ex-padani, non si farebbe per l’ostilità proprio di Fdi. È strano perché in commissione bicamerale sul federalismo fiscale abbiamo sentito vari ministri del governo di cui la Lega fa orgogliosamente parte, che ci hanno raccontato di come la riforma abbia dei seri profili di incostituzio-
«Semplicemente ridicolo, non sanno come spiegare i loro fallimenti» nalità (Tria), dei costi da coprire (Tria), che le bozze non sono pronte rispetto alla complessità dei ministeri (Stefani), che sulla sanità sì rischiano seri squilibri (Grillo). Probabilmente, visto l’orario antelucano delle convocazioni della bicamerale, il senatore Saviane si trovava ancora nelle accoglienti braccia di Morfeo e non si è accorto di quanto si stava dicendo. In ogni caso lo tranquillizzo in modo pieno sul fatto che, quando il suo governo riuscirà a portare un documento plausibile alla nostra attenzione non mancheremo di dare il nostro contributo, per ora registriamo tante parole a vanvera come quelle dette oggi dal senatore in questione». —
usl dolomiti e cnsas
Siglata la convenzione europea per migliorare il soccorso BELLUNO. Rafforzare il legame
di collaborazione tra gli operatori di soccorso in ambiente alpino per migliorare sempre di più l’operatività del Soccorso alpino, sperimentando anche nuove tecnologie da utilizzare in montagna, con diverse condizioni meteo, in particolare per la ricerca di dispersi in ambiente ostile con la geolocalizzazione e per l’informatizzazione della scheda di soccorso. Queste le finalità della convenzione siglata dall’Usl Dolomiti con il Cnsas per lo sviluppo del progetto europeo “Start”, che in inglese sta per Smart test for alpine rescue technology. In pratica si tratta di una stretta collaborazione transfrontaliera per ottimizzare la catena di soccorso nell’ambiente alpino. Sono coinvolti sette partner di quattro province: Belluno, Bolzano, Tirolo e Carinzia, che stanno facendo squadra per un beneficio reciproco. L’obiettivo è armonizzare i programmi formativi e dei protocolli d’intervento, sperimentare nuove tecnologie nella regione alpina attraverso una collaborazione tecnica tra gli operatori di soccorso alpino e organizzare esercitazioni congiunte (la prossima si terrà il 17 e 18 maggio a Cortina). I soggetti coinvolti sono la österreichische Bergrettung Land Tirol, il Soccorso dell’Alto Adige, Soccorso Alpi-
Il direttore dell’Usl Rasi Caldogno e Alex Barattin del Soccorso alpino
no dell’Alpenverein Südtirol, l’azienda Usl 1 Dolomiti con il Soccorso alpino Dolimiti Bellunesi, Idm Sudtirol – Alto Adige, Universität Klagenfurt e Eurac research. Il progetto è partito a gennaio 2018, dura 36 mesi ed è un’iniziativa finanziata dal fondo europeo di sviluppo regionale e programma Interreg Italia–Austria 2014-20. I gruppi di lavoro hanno già prodotto delle proposte operative per l’armonizzazione dei programmi formativi e dei metodi di intervento transfrontalieri con l’introduzione e lo sviluppo di nuove tecnologie tra gli operatori del soccorso alpino delle 4 province. Inoltre, è in fase di sperimentazione congiunta l’uso di nuove tecnologie, sia hardware che software, da utilizzare in ambiente montano in si-
tuazioni complicate sia per il meteo che per la conformazione dei luoghi. Nell’incontro previsto a Cortina il 17 e 18 si svolgerà un’esercitazione pratica con le nuove tecnologie proposte per migliorare il soccorso alpino e facilitare la collaborazione tra squadre di soccorso nelle zone di confine. Sarà inoltre l’occasione per fare il punto della situazione sullo stato di avanzamento dei lavori dei vari gruppi. Ieri il direttore generale dell’Usl Dolomiti Adriano Rasi Caldogno e il delegato del Soccorso alpino Alex Barattin hanno sottoscritto la convenzione per lo sviluppo del progetto che sta consentendo la sperimentazione di innovazioni per ottimizzare la catena di soccorso nell’ambiente alpino. –
VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 LA TRIBUNA
PREGANZIOL - MOGLIANO - ZERO BRANCO
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tragedia sulla strada delle vacanze
Motociclista muore sulla Treviso Mare Impatto fatale con un suv. Antony Pavan nel 2018 era salito a Capo Nord. Il padre: «Chi ha visto venga a testimoniare» SAN BIAGIO. Con quella moto,
un anno fa, era arrivato fino a Capo Nord, attraversando tutta l’Europa e percorrendo 10 mila chilometri in cinque giorni. Mercoledì primo maggio Anthony Pavan, 38 anni, residente a Roncade, mentre percorreva la Treviso Mare a bordo della sua Bmw Rs 1200, ha perso la vita a pochi chilometri da casa. Il tragico incidente che ha coinvolto il centauro trevigiano è avvenuto poco dopo le ore 14, nel tratto tra Meolo e la rotatoria in località Fossetta, all’altezza del cavalcavia ferroviario dopo il distributore Sm. Pavan era un motociclista esperto e in quel momento, secondo le prime sommarie ricostruzioni, stava percorrendo la regionale 89 da Jesolo verso Roncade: a causare la tragica uscita di strada sarebbe stato l’impatto con un altro veicolo una Bmw Rx1 sulla quale viaggiava una famiglia di Tricesimo (Udine). Sul posto sono intervenuti i carabinieri di S. Donà e i soccorritori. La Treviso Mare a quell’ora pare fosse molto trafficata e non è escluso che il motociclista fosse impegnato in una manovra di sorpasso delle auto in-
colonnate. Anthony Pavan, 38 anni, originario di San Biagio, dove vivono i genitori e il fratello, lavorava come arredatore nell’azienda di famiglia: il mobilificio Filadelfia, con sede ad Altino, di proprietà dello zio. Appassionato di viaggi, il giovane aveva anche conseguito il diploma di volo e frequentava l’areo club di Caposile “Papere Vagabonde”. Aveva studiato all’istituto Brandolini di
I genitori dell’uomo: «Saremo grati se qualcuno fornirà qualche particolare» Oderzo e da oltre una decina d’anni si era trasferito, celibe, in centro a Roncade. La sua prematura scomparsa lascia una famiglia distrutta, un grande cordoglio nella comunità e molti punti interrogativi, a partire dalla dinamica dell’incidente. Dal padre Walter, dal fratello Leonardo e dalla madre Giovanna arriva un appello nei confronti di eventuali testimoni. «Vorremmo conoscere gli ultimi
istanti di vita di nostro figlio», commenta il padre. «Nei verbali che ci sono stati consegnati», aggiunge il fratello Leonardo, «non c’è alcun riferimento ad eventuali testimoni dell’accaduto e la dinamica dell’incidente non viene spiegata. Se in quel momento la strada era trafficata forse qualche automobilista ha potuto assistere all’incidente, saremmo grati a chiunque volesse offrire qualche informazione in più». È possibile a riguardo contattare la nostra redazione. Non è escluso che sull’accaduto siano ancora in corso ulteriori indagini da parte delle forze dell’ordine. Il nulla osta per funerali del giovane centauro non è ancora stato rilasciato: probabilmente si celebreranno la prossima settimana a San Biagio, dove la famiglia Pavan è conosciuta. Sia da parte del sindaco di Roncade Pieranna Zottarelli, sia da parte di quello di San Biagio, Alberto Cappelletto, sono giunte parole di profondo cordoglio per questo tragico incidente, ennesimo tributo di sangue a una delle strade più trafficate della provincia. — Matteo Marcon
La scena dell’incidente alla Fossetta, sopra un’immagine di Antony Pavan
Mogliano
Mogliano
Fi strizza l’occhio ai commercianti «Giù le tasse dei dehors e l’Imu»
Candidatura Bortolato Arriva l’endorsement del governatore Zaia
MOGLIANO. Detassare i pla-
teatici e abbassare l’imu per invertire la crisi del centro: la proposta di Forza Italia per le prossime elezioni amministrative strizza l’occhio ai commercianti. «Una città che funziona offre ai suoi cittadini e ai suoi operatori commerciali servizi e possibilità» dichiara Chiara Di Giusto di Forza Italia in una nota «In questo quinquennio, al contrario, Arena e la sua amministrazione si sono completamente dimenticati dei commercianti e della situazione del centro che, purtroppo, è evidente: serrande chiuse, negozi sfitti e un generale stagnamento economico preoccupante. I prezzi dei plateatici sono fuori da ogni logica di lavoro e sviluppo; gli affitti dei locali commerciali sono alti e poco accessibili». Forza Italia, che sostiene il candidato Sindaco Davide Bortolato, annuncia l’inserimento nel programma di misure concrete per rilanciare le attività del centro: «Ci impegneremo per ridurre le tasse sui plateatici; abbassare l’Imu e introdurre canoni calmierati tra pro-
prietari e commercianti per favorire l’insediamento di nuove attività. Abbasseremo, inoltre, la tassa sui rifiuti che oggi è spropositata per molte tipologie di attività commerciali. Queste», conclude Di Giusto, «Sono proposte concrete, realizzabili e che daranno nuova linfa al centro e a tutte le piazze di Mogliano». La posizione di Forza Italia è in linea con quanto dichiarava nel dicembre scorso proprio l’attuale candidato del centro destra Davide Bortolato, a margine della discussione sul bilancio di previsione del 2019: «Considerato che con la ripresa economica i redditi complessivi dei moglianesi sono in aumento» argomentava Bortolato «e che di conseguenza il relativo gettito Irpef nelle casse del comune si è irrobustito, ora è il momento di abbassare le tasse: la mia proposta riguarda le aliquote per tutti i moglianesi, l’imu e la tassa rifiuti per i piccoli negozi di vicinato sempre più in crisi specialmente nel nostro centro dove le chiusure sono continue». — Matteo Marcon
MOGLIANO. Dopo il supporto
del sindaco Luigi Brugnaro, il 5 aprile scorso, con l’endorsement ufficiale della lista Piazza Civica, ora per il candidato del centro destra Davide Bortolato arriva anche quello del governatore della regione Veneto Luca Zaia. Ieri è stata infatti annunciata la presenza del presidente regionale, mercoledì prossimo, alle ore 19.20, in piazza Caduti, a sostegno della candidatura di Bortolato, attuale consigliere comunale di oppo-
Davide Bortolato
roncade
Gruppo Dba di Villorba nell’operazione del polo H-Campus RONCADE. Ca’ Tron chiama Vil-
lorba risponde: anche il gruppo Dba (con la controllata Dba Progetti) entra nell’operazione H-Campus con una commessa di direzione lavori che vale 520 mila euro. Il colosso ingegneristico ha sottoscritto con Finint Investments Sgr un contratto di consulenza tecnica nella realizzazione dell’ambizioso progetto del polo formativo tecnologico nell’area
adiacente all’attuale sede di H-Farm. «A Dba Progetti», recita una nota, «sono assegnate le attività di coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione dell'intervento, compreso il conduttore H-Farm Spa, oltre a quella di direzione lavori generale». L’operazione immobiliare, che coinvolge oltre al trattorino di Riccardo Donadon (4% del fondo fa riferimento a Ca’
sizione. Le manovre di assedio dello squadrone leghista nei confronti della roccaforte del centrosinistra moglianese sono iniziate: «La vicinanza del Governatore Zaia è fondamentale, rappresenta il buonsenso e incarna la figura del buon governo» commenta con soddisfazione Bortolato «Pochi giorni fa è stato dichiarato il governatore più amato in Italia: sono onorato di accoglierlo a Mogliano e sono sicuro che i moglianesi saranno felici di averlo nella nostra Città». Il messaggio che arriva dai big del Carroccio a tutta la Marca Sud è forte e viene ripetuto come un mantra: i candidati del centro destra, una volta eletti potranno contare sull’effetto filiera, dal punto di vista istituzionale. «È importante avere il mas-
simo dialogo e intesa tra Comune, Provincia, Regione, Stato ed Europa. Solo noi possiamo assicurare questa univocità politica» commenta Bortolato. Sabato scorso c’erano il segretario nathional Toni da Re, l’assessore Roberto Marcato, il sindaco di Treviso Antonio Conte e altri, dopo Zaia, arriveranno: «Mi hanno già confermato la loro presenza Claudio Durigon Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che ha partecipato alla redazione di “Quota 100”, il presidente della provincia di Treviso Stefano Marcon e l’Assessore Regionale Federico Caner», spiega Bortolato. Tra le iniziative elettorali moglianesi anche la cena “sociale” del carroccio moglianese, il 9 maggio durante la festa dei fiori di Mazzocco. — Matteo Marcon
Tron Real Estate) anche Cattolica Assicurazioni (56%) , Cassa Depositi e Prestiti (40%) prevede l’ampliamento dell’attuale polo tecnologico digitale formativo con ulteriori 31 ettari di terreno e 26 mila metri quadri di nuovi edifici. «Siamo onorati di essere stati scelti da Finint Investments SGR (gestore del fondo a cui è legata l’operazione, OES) per il nostro know-how nelle soluzioni a supporto del ciclo di vita di una struttura immobiliare così complessa e destinata ai giovani e alla loro formazione nelle tecnologie più avanzate» ha dichiarato Stefano De Bettin amministratore delegato di Dba Progetti «Siamo in grado di predisporre, già a livello progettuale, le infrastrutture tecnologiche e le soluzioni digita-
li per ottimizzare le fasi di gestione della costruzione. Verranno così garantiti i massimi standard di qualità, sicurezza e impatto sull’ambiente per contenere i costi di realizzazione. Ma sarà soprattutto garantito l’obiettivo fondamentale di ottimizzare le successive e future fasi di gestione e manutenzione dell’H-Campus per tutto il suo ciclo di vita». A Dba è saranno assegnate l’attività di project management e project control, la direzione generale, le direzioni operative (opere civili e impianti), l’assistenza al collaudo e la contabilità, le verifiche e i controlli materiali, il supporto negli iter autorizzativi propedeutici. Sono inclusi nell’incarico, il responsabile lavori e la certificazione di regolare esecuzione. —
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VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
botta e risposta tra carroccio e grillini
Il referendum inutile di quasi venti mesi fa
Conte convoca i due vicepremier per sciogliere il nodo autonomia
Il dossier si è impantanato Salvini ormai è nazionale e non va contro il Sud
Stefani strappa l’impegno: le intese di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna discusse nel prossimo consiglio dei ministri. Ma prima il chiarimento politico
Da sinistra: la ministra del Sud Barbara Lezzi e quella delle Regioni Erika Stefani il giorno della nomina
Albino Salmaso PADOVA. Autonomia delle Re-
gioni: il braccio di ferro tra Lega e M5S rischia di paralizzare il governo e per sbloccare l’impasse il premier Conte si è assunto l’impegno di discutere nel prossimo consiglio dei ministri le tre bozze di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Nelle stesse ore dovrà essere sciolto anche il nodo delle dimissioni di Armando Siri: dopo l’ultimatum lanciato ieri dal presidente del consiglio, Salvini non intende aprire la crisi per difendere il suo sottosegretario. L’esame più difficile da superare resta quello sul federalismo. Se la “coesione nazionale” è un valore irrinunciabile, è altrettanto vero che la “coesione del governo” è invece legata al via libera al dossier autonomia differenziata, chiuso nei cassetti di palazzo Chigi dal 14 febbra-
io scorso. Martedì sera, dopo il via libera alle nomine dei prefetti, il pressing della Lega è stato martellante con il ministro Erika Stefani che ha preso la parola per ribadire che va data attuazione alla riforma prevista dall’articolo 116 della Costituzione. Le tre bozze elaborate in dieci mesi di incontri con Zaia, Fontana e Bonaccini vanno quindi firmate dal premier e dai tre governatori e poi inviate in Parlamento per la discussione, già iniziata nelle commissioni bicamerali del federalismo e delle regioni. Dopo la Stefani, è intervenuto Matteo Salvini che ha ribadito la necessità assoluta di portare il “dossier” nel prossimo consiglio dei ministri e il premier non ha chiuso la porta a differenza del M5S che ha fatto scena muta e finto di non sentire. Anzi, per passare dalle parole ai fatti verrà convocato un “tavolo politico a tre”
Conte-Salvini-Di Maio per sciogliere i nodi prima di avviare l’esame e il dibattito a Palazzo Chigi. I tempi stringono, ma il braccio di ferro Lega-M5S non si allenta. Anzi. Sta diventando uno scoglio insuperabile e investe il ruolo del Parlamento che, per il presidente della Camera Roberto Fico, deve restare fondamentale e decisivo nella fase di analisi e di modifica con gli emendamenti. Tesi che non convince la Lega, secondo cui la procedura prevede la firma delle pre-intese da inviare in Parlamento il cui ruolo, stando a quanto scritto in Costituzione, è quello di approvare o meno i disegni di legge di iniziativa governativa che recepiscono gli accordi firmati da Conte, Zaia, Fontana e Bonaccini. E se Di Maio per frenare l’entusiasmo di Salvini ha detto che nell’agenda del governo ci sono altre priorità, a partire
Zingaretti e la candidata vicentina alle elezioni europee all’attacco Denuncia alla Polizia postale contro l’asserita «manipolazione»
Immagini religiose da oscurare? Scontro web fra Moretti e Meloni LA POLEMICA
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l Pd all’attacco delle fake news mette nel mirino Salvini e la Meloni. A lanciare l’offensiva è il leader Nicola Zingaretti, al cui fianco c’è Alessandra Moretti, bersagliata per alcune sue affermazioni nei confronti del sindaco di
Pieve di Cento (Ferrara) che ha proposto di oscurare pro-tempore le immagini religiose durante i funerali laici in cimitero. Sui social, le immagini del dibattito a Rete4 sono virali con i commenti più disparati: a guidare l’offensiva la Lega e FdI. « Abbiamo denunciato alla Polizia postale queste bufale. Le tirano fuori perché
sono in difficoltà. Diffondete questo link, raccontiamo la verità e combattiamo le fake news sovraniste», scrive su Facebook Zingaretti, a proposito di un troll che ha diffuso un “meme” che riporta in modo alterato alcune sue dichiarazioni. Il segretario Pd ha allegato al post il link bufale.net in cui si mostrano le sue vere
dalla legge sul salario minimo obbligatorio e taglio degli stipendi ai parlamentari, a gettare nuova benzina nel fuoco della polemica ci ha pensato Barbara Lezzi, ministro per il Sud. «Il tema dell’autonomia è nel contratto di governo per dare una risposta ai cittadini che hanno votato quei referendum. Al contempo, nel contratto di governo c'è un impegno preciso: ridurre il divario tra Nord e Sud. L'unità nazionale non può essere messa in discussione» e nella Lega ravvede «dei timori: normalmente i provvedimenti prima del Cdm passano in preConsiglio e questo passaggio non è stato fatto: penso che tutti i ministri invece debbano avere contezza della riforma. Dopo aver appurato che la pre-intesa è corretta ritengo che questa portata debba essere portata in Parlamento. A decidere se poi sarà emendabile saranno i presidenti di Camera e Senato. Il mio personale parere -
Barbara Lezzi:il testo si dovrà emendare Landini(Cgil): non si tocchi la scuola conclude il ministro - è che il testo dovrebbe essere emendabile dai gruppi politici che rappresentano l'intero territorio nazione, perché l'autonomia di due Regioni non riguarda solo Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna». Da Mestre ha fatto sentire la sua voce anche Maurzio Landini: per il leader della Cgil l’autonomia non può mettere in discussione l’unità della scuola, tesi condivisa da Alessandra Moretti del Pd, mentre il senatore De Poli (Udc) se la prende con il M5S: «Sono loro a fermare il percorso e a mettere sempre ostacoli». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
dichiarazioni e quelle alterate «da alcune pagine Facebook si legge - vicine a Salvini e più alla Lega». Carta bollata e querela in tribunale è invece la strada scelta da Alessandra Moretti, candidata alle europee per il Pd: «Basta odio in rete e minacce di stampo fascista. Basta subire il fango delle bugie, veicolato da un esercito di troll: una delle prime cose che farò se eletta in Europa è una legge sull’Hate Speech in Rete: mi rivolgo sopratutto alla tutela delle donne, nella vita di ogni giorno. Non possiamo subire minacce e insulti: a me è successo anche in questa campagna elettorale molto bella e piena di sostegno. Non esiste ancora una legge e le donne hanno un solo mezzo per agi-
IL COMMENTO
G. DALLA ZUANNA
L
a legge sull’autonomia si è impantanata, e il voto di due milioni e 300 mila veneti (ormai quasi venti mesi fa…) rischia di essere stato vano. In apparenza, la colpa è dei Cinque Stelle, che si sono messi di traverso per “difendere” le regioni del Sud. Colpisce però la scarsa determinazione di Salvini, che di autonomia praticamente non parla mai, lasciando la ministra Erika Stefani a inanellare riunioni su riunioni con i tecnici dei ministeri, che tutto vogliono fuorché cedere potere alle Regioni... Oggi come oggi, l’unico atto governativo a favore dell’autonomia del Veneto è il pre-accordo fra la Regione e il governo Gentiloni, siglato alla fine della scorsa legislatura. In realtà, questo continuo temporeggiare è un altro episodio della sorda guerra di posizione che si combatte all’interno della Lega. Anche se il Veneto è il suo principale serbatoio di voti, Salvini ha messo un solo veneto nella segreteria nazionale (peraltro a lui molto vicino) e ha estromesso Zaia nella scelta dei candidati sia per il Parlamento nazionale sia per il Parlamento europeo. E tutto vuole Salvini, meno che consegnare a Zaia la vittoria della vita, ossia quella dell’autonomia per il Veneto, perché Luca Zaia è oggi l’unico suo possibile competitore all’interno della Lega. La conseguenza di questa lotta fratricida rischia di essere, per il Veneto, l’ennesima occasione perduta. Ma forse la ragione principale della freddezza di Salvini in materia di autonomia risponde a questa semplice domanda: se la Lega nuovo corso salviniano punta ad avere consensi su base nazionale, potrebbe mai ottenere questo risultato al Sud se premiasse quella
ALESSANDRA MORETTI AL CORTEO DEL PRIMO MAGGIO A BOLOGNA A FIANCO DEI SINDACALISTI
I contendenti in lite sulla proposta del sindaco di Cento di coprire i simboli liturgici durante le funzioni laiche
Zaia con la scheda elettorale del referendum per l’autonomia
che viene avvertita come la secessione dei ricchi del Nord? Il partito di rappresentanza del Nord non esiste più, soprattutto nella battaglia per eccellenza: l'autonomia. Eppure una reale autonomia farebbe veramente bene al Veneto, come a tutte le regioni italiane. In modo simile per tutte le regioni, andrebbero suddivise in modo netto e chiaro le competenze statali da quelle regionali, e la raccolta delle imposte andrebbe di conseguenza ripartita fra Stato centrale e Regioni, mettendo in atto meccanismi perequativi fra regioni ricche e povere. Insomma, il nostro Paese ha bisogno di una forte cura federalista, che gioverebbe sia al Nord sia al Sud, perché è sempre un bene se chi spende è responsabile anche della raccolta delle risorse, rispondendone direttamente ai cittadini. Visto lo stallo delle trattative con il Governo, le diverse forze politiche del Veneto potrebbero – riprendendo lo slancio unitario del referendum sull’autonomia – rilanciare per tutto il Paese l’ipotesi federalista, l’unica in grado di riavvicinare lo Stato ai cittadini.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
re e difendersi: denunciare. Anch’io ho deciso di farlo, e dico a tutte le donne aggredite di fare altrettanto e di non subire mai: Salvini, Meloni e tanti altri saranno raggiunti da una denuncia querela per diffamazione, per tutte le bugie che stanno mettendo in giro sul mio conto. Non accetto che vengano utilizzati metodi squadristi, spesso rivolti alle donne; non devono essere ammessi. Il ricavato di queste querele per diffamazione andrà ai centri antiviolenza a cui il governo ha tagliato risorse. Nessun passo indietro, mai. Voglio ringraziare il sito Bufale.net perché anche nel mio caso ha denunciato la fake news apparsa sul web», conclude Alessandra Moretti, consigliera regionale . — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Il Santo Padre ha incontrato i presidenti delle Province confermando la sua volontà all’amministratrice Elisa Venturini
Papa Bergoglio nel Veneto entro fine anno Lui ride: «Padova e Venezia si accordino» LO SCENARIO
ultima volta che un Papa ha messo piede a Padova è stato il 12 settembre del 1982. L’Italia di Bearzot aveva appena vinto i mondiali, Spadolini era presidente del Consiglio e a Padova e - accolto in Prato della Valle da duecentomila persone - papa Wojtyla, già allora amatissimo, veniva a visitare il Santo e la tomba di san Leopoldo. Per capire quanto eccezionale fosse quella visita bisogna tener conto che, prima di lui, l’ultimo Papa nella città del Santo era stato Pio VII, nel 1800. E questo spiega anche perché oggi l’idea che papa Francesco possa arrivare a Padova entro la fine dell’anno accende l’entusiasmo dei fedeli.
L’
LA CONFERMA
La voce rimbalza da mesi fra la diocesi e le parrocchie. E ha avuto conferma di primissima mano sabato scorso, quando papa Francesco ha ricevuto in udienza privata, in Sala Clementina, i presidenti delle Province di tutta Italia. Per Pado-
va, assente Fabio Bui, c’era la consigliera Elisa Venturini, scelta come sostituta dal protocollo del Vaticano, che imponeva un “vice” donna nel caso di assenza del presidente. «Papa Francesco ci ha fatto un bellissimo discorso sull’importanza del nostro ruolo di amministratori», racconta l’ex sindaca di Casalserugo. «Si è concentrato sulle competenze del nostro ente, quindi su scuole, ambiente e strade. E, a fine udienza, ci ha concesso qualche istante di incontro privato». Elisa Venturini ha approfittato del momento per chiedere al Papa di pregare per tutti gli abitanti della provincia di Padova (E lui ha risposto: «Siate voi a pregare per me») e per rinnovare l’invito a Bergoglio. «La aspettiamo a Padova», gli ha detto. «E lui», ha raccontato Venturini sui social, «mi ha risposto con un sorriso e con un cenno della mano: “Se Padova e Venezia si mettono d’accordo...”». IL DERBY CHE NON C’È
La risposta di Bergoglio contiene una verità e una battuta. La verità è che il Papa ha già disposto che nella sua agenda del
Papa Bergoglio con il vescovo di Padova monsignor Cipolla
2019 trovi posto una visita nel Veneto. La battuta è quella che lascia immaginare una partita tra Padova e Venezia per “conquistarsi” il privilegio esclusivo della visita. «In realtà non c’è e non ci sarà questa sfida», si dice sicuro don Marco Pozza, cappellano del carcere e in rapporti molto stretti con il Papa. «Sappiamo tutti che vuole
venire e che non farà torto a nessuno. Venezia è città patriarcale, visitarla sarà inevitabile oltre che giusto. E Padova si è conquistata un posto nel cuore di Francesco perché, oltre ad essere città dove è nata la carità, gli è stata molto vicina, anche con i messaggi dei carcerati». E poi c’è il Santo, territorio vaticano: impossibi-
le non passare per un saluto. COSA SUCCEDE ADESSO
In Vaticano la richiesta di Bergoglio è già stata presa in consegna dalla diplomazia. Questo significa che la visita nel Veneto non è più in discussione. Si tratta ormai, soltanto, di decidere la data e il programma. Siamo ad aprile, ci vorrà qual-
Esodo estivo caos sul Passante di Mestre multe confermate dal Consiglio di Stato
Rubina Bon VENEZIA. Esodo estivo 2009,
tra la sera del 31 luglio e la giornata del 1° agosto il Passante (alla sua prima prova di fuoco, essendo stato inaugurato a febbraio di quell’anno) va completamente in tilt, con code che ar-
rivano a 30 km, tratti di autostrada chiusi e migliaia di automobilisti imbottigliati per ore. Per quell’esodo-caos, l’Ispettorato Vigilanza Concessioni Autostradali dell’Anas aveva staccato due maxi sanzioni: 150mila euro a carico di Cav e 75mila euro alla Società delle Autostrade di Venezia e Padova. Il motivo? Non aver saputo gestire il traffico straordinario, né aver dato informazioni adeguate all’utenza. Dieci anni dopo quei due giorni che si erano rivelati dal bollino ultra nero, ieri il Consiglio di Stato,
maxi inquinamento
Il ministero istituisce tavolo nazionale sui Pfas VENEZIA. Un tavolo nazionale
per i Pfas. Lo ha comunicato la Regione Veneto, con una nota, informando la decisione del ministro dell'Ambiente. La prossima settimana, afferma, «verrà istituito un tavolo tecnico nazionale con l'obiettivo di porre limiti nazionali all'inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas)». Al tavolo, riferisce sempre la Regione, saranno chiamati a partecipare, oltre ai rappresentanti del Ministero, l'Istituto Superiore
Presidio delle mamme no Pfas
DUE GIORNI
E non sarà una visita lampo. Il primo invito a papa Francesco è partito dalla conferenza dei vescovi del Triveneto. Poi c’è stato il lavoro sottotraccia del Patriarca Francesco Moraglia, che aveva ricevuto una sorta di mandato dai vescovi per incontrare il Segretario di Stato Pietro Parolin e con lui ragionare su una possibile data della visita. Rientrando da Roma, Moraglia aveva confermato che «la volontà del Papa c’è, solo che la sua agenda è fitta». Lo stesso Parolin, a marzo dell’anno scorso, aveva pubblicamente ammesso che Bergoglio «vuole venire nel Veneto», aggiungendo però che la visita non sarebbe stata possibile nel 2018, mentre «l’appuntamento, a Dio piacendo, sarà nel 2019». L’ATTESA DI PADOVA
la giustizia arriva a dieci anni di distanza
Nell’estate del 2009, alla sua prima prova del fuoco, l’arteria andò in tilt: Venezia-Padova e Cav punite con sanzioni di 75 mila e 150 mila euro
che mese. Si può immaginare, volendo azzardare una previsione, che l’arrivo slitterà a dopo l’estate, forse fra settembre e ottobre.
con due sentenze distinte, ha confermato le multe, respingendo i ricorsi contro l’Anas presentati dalle società che nel 2011 avevano già perso al Tar del Lazio. L’Anas aveva contestato alle società di non aver predisposto un adeguato piano operativo per la gestione di eventuali emergenze, di non aver individuato percorsi alternativi in caso di congestione, oltre che la mancata informazione tempestiva ed esaustiva agli automobilisti (i bollettini radio sarebbero stati «generici, carenti e
intempestivi») e la mancata regolazione dei flussi di traffico tra il Passante e le infrastrutture interconnesse. Cav ha sostenuto davanti ai giudici amministrativi che la responsabilità del servizio di viabilità, del centro operativo per la gestione dell’informazione e degli interventi per situazioni d’emergenza fosse in capo alla Società Venezia-Padova, essendo quello un periodo di “interregno” tra le due gestioni della tratta. Tra i motivi del ricorso della Società delle Autostrade di Venezia e Pado-
per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e la Regione del Veneto nel ruolo di ente esperto in materia. L'annuncio è giunto durante la Conferenza del Bacino Padano, presenti i responsabili dell'ambiente di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. L'incontro prevedeva anche il tema dei limiti all'inquinamento da Pfas, dopo i rilievi dell'Arpav sul Po che avevano trovato presenza di C6O4, Pfas di nuova generazione, duemila volte superiore ai livelli registrati nell'area interessata dall'inquinamento in Veneto. «Siamo a totale disposizione del ministero per portare la nostra esperienza in materia»- ha detto l’assessore veneto all’ambiente Giampaolo Bottacin. —
l’iniziativa benefica
Colonne sul Passante di Mestre
va, il fatto che la sanzione fosse stata tardiva, che il coordinamento tra le diverse concessionarie fosse in capo alla stessa Anas e che (motivo questo sostenuto anche da Cav) non si fosse tenuto conto di un’altra multa per lo stesso esodo-caos, comminata alle società dall’Autorità Garante della
A Padova lo attendono tutti. Dal vescovo Cipolla, che ha avuto modo di incontrare papa Francesco e di parlarci anche un mese e mezzo fa, in occasione dei festeggiamenti per il centenario del Barbarigo a Roma, ai frati del Santo, fino ai carcerati del Due Palazzi. Loro, dopo tante lettere, sentono che l’ora si sta avvicinando. E sanno che papa Francesco non passerà per Padova senza aver varcato i cancelli del carcere per andare a trovarli. — Cristiano Cadoni
Concorrenza e del Mercato. Le sole misure adottate dalla Società (incremento del personale alla barriera di Mestre e intervento della Protezione civile per distribuire l’acqua) per i giudici erano state inadeguate. Si legge nella sentenza della Società delle Autostrade di Venezia e Padova che «Il grave blocco della circolazione nell’area del Passante di Mestre è stato evidentemente determinato dalla disinformazione degli utenti sulle reali condizioni del tratto viario interessato e dalla mancanza di indicazione di possibili percorsi alternativi», evidenziando che il “Piano esodo 2009” dell’Anas prevedeva vari obblighi a carico delle concessionarie. Obblighi che non sono stati adempiuti. Di qui le maxi sanzioni che il Consiglio di Stato ieri ha confermato. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Parte da Venezia il treno della salute l’ospedale viaggiante del Cuamm VENEZIA. Cinque vagoni attrezzati da ospedale, per monitorare la salute e ricevere consigli medici. Ma anche per sensibilizzare i piccoli su sport e alimentazione. Il tutto su rotaia, in nove tappe sparse in giro per il Veneto. È il Treno della Salute di Medici con l’Africa Cuamm, inaugurato ieri mattina al binario 14 della stazione di Venezia. Un’iniziativa ideata dall’associazione ‘Ferrovieri con l’Africa’ e sostenuta dal
Veneto con 80 mila euro, oltre che dalle Usl territoriali e da Trenitalia. Elisa De Berti, assessore ai trasporti, parla di «connubio tra salute, sanità e trasporti». È questo lo spirito che anima Medici con l’Africa Cuamm, la più grande organizzazione italiana per la salute delle popolazioni africane. «In Africa – spiega Giovanni Putoto, uno dei responsabili dell’ong - l’accesso alla salute è negativamente influenzato dalla mancanza di mezzi di
trasporto». I vagoni offriranno diverse possibilità: screening di peso, altezza e indice di massa corporea; controllo della pressione, del colesterolo e della glicemia; elettrocardiogrammi. Ecco le prossime “stazioni” del treno: Padova (3-5 maggio), Rovigo (6-7 maggio), Bassano (8-9 maggio), Treviso (10-12 maggio), Belluno (13-14 maggio), Portogruaro (15-16 maggio).— Eugenio Pendolini
VII
Venezia
Venerdì 3 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Ospitalità ai migranti, riecco Edeco La coop finita al centro dell’inchiesta è tra i partecipanti `In corsa tra le 8 manifestazioni di interesse anche il Patriarcato al nuovo bando per 900 posti nelle strutture del Veneziano ed Emergency: la gara riguarda unità abitative fino a 50 posti `
ACCOGLIENZA VENEZIA È finita sui giornali di
tutta Italia per i suoi guai giudiziari nella gestione dei migranti, ma non si tira indietro nemmeno questa volta. La padovana Edeco, la cooperativa nell’occhio del ciclone mediatico per le inchieste della procura di Venezia e di Padova che hanno portato nei registri degli indagati anche nomi importanti, come quelli di due prefetti veneziani (Domenico Cuttaia e Carlo Boffi) e numerosi funzionari di Ca’ Corner, fa parte delle otto società candidate ad assicurarsi l’ultimo bando per l’accoglienza in laguna (circa 24 milioni di euro). I processi sono in corso e senza una sentenza, non si può impedire la partecipazione. E così, anche se non ha più in mano la gestione dell’ex base di Conetta di Cona, ormai smantellata come centro di accoglienza, ha deciso di mettere a disposizione della prefettura degli altri appartamenti (che comunque, in passato, erano utilizzati per l’accoglienza dei migranti) a Dolo e Cavarzere.
IL BANDO Ma veniamo ai nomi. Il bando si è chiuso il 30 aprile: un bando di gara per 900 posti tra unità abitative al di sotto delle
50 persone. L’obiettivo, cioè, è garantire l’accoglienza per gli attuali mille migranti presenti a Venezia. Dovesse coprire completamente la domanda (ma non sarà facile, considerati gli esiti passati) potrebbe non essere necessario attivarne altri, ma comunque, per sicurezza, sono giù pronti altri due bandi “di riserva”, che si rivolgono a centri collettivi al di sotto delle 50 persone (diversi dalle unità abitative, che tradotto significa alloggi come case e appartamenti) per un totale di 250 posti e centri collettivi in grado di contenere dalle 51 alle 300 presenze (centri di accoglienza più ampi, con una richiesta di 150 posti, per evitare di finire in un nuovo caso analogo a quello di Conetta). Il bando attuale ha un valore di 23.876.415 euro e si presenta, appunto, con modalità differenti rispetto ai precedenti. Intanto, come previsto dal decreto Salvini, riducendo all’osso le politiche di integrazione è stato ridotto l’importo giornaliero pro migrante: dai tanto discussi 35 euro a 21,35. Come? Eliminando corsi di italiano e attività di inserimento al lavoro o attività ricreative e culturali. Il pocket money (i soldi che, di fatto, rimangono nelle tasche dei richiedenti asilo) rimane invariato (2,5 euro) mentre cambiano le modalità di offerta. Ci dovrà essere un servizio base di mediazione linguistico-culturale, dovranno essere fornite le materie prime per i pasti e per le pulizia (ma saranno gli ospiti a dover cucinare e tenere in ordine gli alloggi) e sarà garantita un’assistenza medica di massimo 200 euro all’anno oltre il sistema sanitario nazionale.
IL VALORE DELL’APPALTO E’ DI QUASI 24 MILIONI L’IMPORTO PRO CAPITE E’ SCESO DA 35 A 21.35 EURO AL GIORNO
Il progetto
Controlli gratuiti, partito da Venezia il treno di “Medici con l’Africa Cuamm” SALUTE E SOLIDARIETA’
I NOMI
PREFETTO Vittorio Zappalorto
L’EX BASE MILITARE Uno dei tendoni di Conetta dove erano stati ospitati i migranti
Ma non c’è solo Edeco a partecipare: tra gli otto che hanno avanzato la loro candidatura, infatti, ci sono anche il Patriarcato e un colosso del no profit come Emergency. Seguono altre cooperative e associazioni come “Nuovo Mondo”, “L’arco”, “Villaggio Globale”, “Olivotti” ed “Eleison”. Nelle prossime ore verranno valutate tutte le richieste: se rispetteranno i parametri, potranno accedere al bando. Nel frattempo, la prefettura ha fatto partire, in parallelo, una manifestazione di interesse per una struttura demaniale a Portogruaro. Si tratta di ex alloggi di militari, concesse ora a Ca’ Corner, e che potranno essere destinate all’accoglienza. Davide Tamiello © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA E’ iniziato ieri mattina dalla stazione di Santa Lucia, alla presenza, in rappresentanza della città, della presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano, il viaggio del “Treno della salute’, promosso da “Medici con l’Africa Cuamm”, “Ferrovieri con l’Africa” e Regione, che toccherà, sino al 22 maggio prossimo le principali stazioni ferroviarie del Veneto. Cinque vagoni per offrire, a chi lo desidera, screening gratuiti per la salute: dal controllo della pressione, del colesterolo e della glicemia, a elettrocardiogrammi, da consulenze nutrizionali a interventi di primo livello per il trattamento del tabagismo. E
SANTA LUCIA La partenza del treno di “Medici con l’Africa”
oltre alla prevenzione, anche l’informazione, rivolta in primis ai bambini, con laboratori didattici sulla corretta alimentazione e sull’importanza dell’attività
motoria. L’associazione, nata nel 1950, svolge attualmente un’opera di tutela e promozione della salute in 8 paesi dell’Africa sud-sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico,
Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda), appoggiando 24 ospedali e 64 distretti, oltre a 3 scuole infermieri e un’università (in Mozambico). Dopo Venezia, il “Treno della Salute”, a cui partecipa anche l’Ulss 3, farà tappa a Padova (3-5 maggio), Rovigo (6-7 maggio), Bassano (8-9), Treviso (10-12), Belluno (13-14), Portogruaro (15-16), Verona (17-19), Vicenza (20-22). In questo viaggio “Medici con l’Africa Cuamm” chiederà un contributo libero per sostenere la propria attività: con 15 euro si può finanziare un trasporto in ambulanza (dai Paesi più sperduti ai più vicini ospedali), con 40 un parto sicuro assistito, con 80 i farmaci per un ricovero di emergenza, con 150 il trattamento per un bambino malnutrito.
Il Papa: «In Veneto? Se Padova e Venezia si accordano» LA VISITA VENEZIA Il Papa a Venezia resta
una possibilità. Dopo mesi d’ipotesi, qualche indiscrezione ma nessun fatto, a rinvigorire le speranze di una sua visita in città è stato lo stesso Francesco. Ricevendo nei giorni scorsi in udienza i rappresentanti delle Province italiane nella sala Clementina del Vaticano, il Pontefice si è visto rivolgere un altro invito a recarsi a Padova, oltre a quello già formulatogli dal vescovo Claudio Cipolla, da parte di Elisa Venturini, consigliera provinciale patavina (era in rappresentanza del presidente Fabio Bui, impossibilitato ad intervenire), e vice presidente di Anci Veneto.
«Certo, se Padova e Venezia si mettono d’accordo…», la risposta del Papa riportata da Venturini anche con il post pubblicato ieri sul suo profilo di Facebook. Risposta che Francesco ha accompagnato con un sorriso sibillino, della serie: purché tra le due diocesi che mi vorrebbero si trovi un’intesa. Del Papa che possa venire a Venezia, a ormai otto anni dalla visita di Benedetto XVI, si parla da fine estate del 2017. Fu il patriarca Francesco Moraglia ad annunciarlo: «C’è la sua disponibilità a venire», disse. E lo confermò poi in ottobre in un’intervista televisiva in occasione del referendum per l’autonomia regionale: «Mi ha detto che questa è la sua intenzione». Bastò questo per immagina-
re che il 2018 sarebbe stato l’anno buono, tanto più che in seguito Moraglia aggiunse il desiderio di portarlo a Porto Marghera in occasione delle celebrazioni per il centenario. Ma non è stato così. L’annata è passata senza che arrivasse la benché minima notizia e tra lo scetticismo crescente, primi tra tutti, di molti sacerdoti. D’altronde per Benedetto
LA FRASE SIBILLINA PRONUNCIATA DURANTE UN INCONTRO CON UNA CONSIGLIERA PROVINCIALE PADOVANA
LA FRASE Papa Francesco
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XVI, che fu tra Venezia e Mestre ai primi di maggio del 2011, la macchina organizzativa si era messa in moto almeno otto mesi prima. Inevitabile che per un evento del genere ci siano molti elementi da preparare: dal finanziamento, e si parla di centinaia di migliaia di euro, fino alle infrastrutture, in primis il palco per la grande messa, e tutta la partita sulla sicurezza. Niente di tutto questo è successo per Francesco. «A nome dei vescovi del Triveneto l’ho invitato quattro volte e non mi sento di ripeterglielo più. Mi è stato spiegato che il Santo Padre preferisce andare di più nelle diocesi del sud Italia per riequilibrare un po’ le sue visite», ha spiegato Moraglia sotto Natale. Poi, però, un paio di settima-
ne fa sono arrivate le parole di monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova: «Papa Francesco ha espresso il desiderio e, più recentemente, l’intenzione di venire a visitare Padova», ha affermato. Parole che sono state colte con una certa sorpresa a Venezia, senza nessun commento ufficiale. Per molti è logico pensare che, data la vicinanza tra le due città, il Pontefice potrebbe venire sia a Venezia che a Padova, senza fare torto a nessuno. Moraglia ha più volte ribadito che l’invito è a nome di tutti i vescovi del Triveneto, anche un modo per mettere le mani avanti: lasciamo che sia lui a decidere dove andare e cosa fare. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA
XIV
Primo Piano
Venerdì 3 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Così cambia la sanità veneziana
L’Angelo di Mestre rafforza la posizione di “super - ospedale” Con le nuove schede sale a 597 posti letto Venezia resta Spoke, come aveva anticipato “conquistando” anche tre primariati il nostro giornale, pur perdendo 3 specialità GIOCHI FATTI Nuove schede di dotazione ospedaliera, passato il vaglio della quinta commissione regionale ora tocca alla Giunta, che potrebbe dare il via libera definitivo già la prossima settimana. In linea di massima la nuova programmazione non dovrebbe più subire grandi cambiamenti, anche se fino all’ultimo la speranza dei sindaci di Riviera e Miranese, i territori più penalizzati dai tagli, è quella di riuscire ad avere un incontro con il presidente Luca Zaia. In particolare per tentare di rimettere in discussione quanto già deciso per l’ospedale di Dolo, il più colpito dal ridimensionamento. Mestre. L’ospedale dell’Angelo, hub provinciale, è confermato punto di riferimento per il Veneziano. Rispetto alla bozza iniziale delle schede che prevedeva in totale 607 posti, ne perde 10 ceduti a Dolo grazie alle proteste dei sindaci del territorio. Medicina generale passa dunque da 107 a 97, ma nel complesso si registra comunque un aumento di 29 posti: da 568 si va a 597. L’incremento è distribuito tra i vari reparti in maniera particolare a geriatria, + 17, e a malattie endocrine e della nutrizione, + 10.
CHIOGGIA DA OSPEDALE DI BASE DIVENTA PRIMO LIVELLO SPOKE MA ALLA FINE CEDE 55 POSTI (SCENDENDO A 183) E 2 PRIMARIATI A MUSO DURO MIRA L’approvazione delle schede ospedaliere in quinta commissione regionale non manca di scatenare polemiche. A scaldare gli animi è stato l’intervento del consigliere regionale della Lega, Alberto Semenzato, che si è rivolto duramente ai sindaci di Riviera del Brenta e Miranese, criticando il loro sit in a palazzo Ferro Fini. L’affondo del leghista riguardava in particolare il nuovo distretto sanitario di Mira: «Già l’ex sindaco M5s, Alvise Maniero, aveva concesso il terreno del vecchio campo da rugby, e l’Ulss aveva inviato il progetto alla Crite, la commissione regionale per gli investimenti tecnologici e in edilizia. Nel frattempo però è cambiato sindaco, e Dori ha individuato un nuovo terreno. Ora l’Ulss è pronta a stanziare i fondi, ma il protocollo sta tornando in municipio per un problema di individuazione della proprietà». Pronta la replica del primo cittadino di Mira: «Bene che i soldi siano pronti, – dice Marco Dori -
Crescono anche i primariati, da 38 a 41. Sono stati infatti aggiunti: chirurgia senologica, malattie infettive e neuropsichiatria infantile.
VENEZIA Per il Civile confermati i 310 posti letto, l’ospedale resta classificato come primo livello Spoke in virtù della specificità lagunare e della grande frequentazione turistica che per molti mesi all’anno comporta un notevole aumento della popolazione. Le apicalità però passano da 18 a 15. Sono stati infatti eliminati i primariati di: malattie infettive, che si sposta a Mestre, ottorino laringoiatria, e recupero e
riabilitazione funzionale. Per il Civile è stata determinante la mobilitazione di cittadini, comitati, sindacati e politici insieme al Movimento per la difesa pubblica veneziana che ha organizzato il flash mob in campo Santi Giovanni e Paolo a fine marzo al quale hanno partecipato oltre 2mila persone. Guadagnati infine, almeno sulla carta visto che ancora non ci sono le strutture, anche 24 nuovi posti letto in ospedale di comunità.
CHIOGGIA Da ospedale di base diventa primo livello Spoke. Decisione inevitabile dopo il riconoscimento della specificità lagunare
per il Civile di Venezia, e che ha accolto la richiesta formulata all’unanimità anche dal consiglio comunale. Il nosocomio clodiense perde però 55 posti, passa infatti da i 238 previsti dalle schede del 2013 a 183. Tagliati anche due primariati: laboratorio e analisi, e nefrologia. Per quanto riguarda le strutture cosiddette intermedie, bisogna registrare 5 posti in più in hospice e altri 20 in ospedale di comunità, dai quali però vanno sottratti i 12 cancellati da Cavarzere.
MIRANO Da 262 posti contemplati dalle vecchie schede del 2016 si scende a 213 secondo le ultime
ARRABBIATI I sindaci di Riviera e Miranese martedì in Regione
modifiche approvate in quinta commissione regionale, quindi nel complesso 49 in meno. L’ospedale porta comunque a casa un’apicalità, quella di Ostetricia e Ginecologia che si trovava invece in precedenza a Dolo, insieme all’unità operativa complessa. I primariati dunque aumentano, passando da 11 a 12.
DOLO Rispetto alle previsioni iniziali che parlavano di 104 posti let-
La situazione di Chioggia e Cavarzere
Nell’area sud della provincia si vede il bicchiere mezzo pieno CHIOGGIA Confermate, martedì scorso, dalla Quinta commissione, con voto favorevole della maggioranza e contrario delle opposizioni, le schede ospedaliere secondo l’ultima formulazione proposta dalla Giunta regionale. Chioggia ne esce parzialmente vittoriosa con la riconferma della qualifica di ospedale spoke, ma con il taglio, previsto fin dall’inizio, di due primariati e 55 posti letto. Cavarzere, che rivendicava i 12 posti letto di ospedale di comunità, deve aspettare un altro provvedimento della giunta per un riordino di tutte la strutture intermedie, per sapere se e come (in appoggio a
una struttura privata come sarà la Cittadella socio sanitaria, o pubblica come è l’Ipab Danielato) potrà riottenere quella dotazione. Ora la palla passa alla Giunta regionale che, sulla base del parere favorevole, potrà approvare definitivamente le schede così come sono, o apportare ulteriori piccoli correttivi. «Estrema soddisfazione» esprime il capogruppo Pd Jonatan Montanariello, rivendicando il riuscito coinvolgimento di tutte le forze politiche chioggiotte nella battaglia per evitare il declassamento condotta, in Quinta commissione, anche dal consigliere regionale del suo
partito, Bruno Pigozzo, che aveva presentato vari emendamenti: «Questa vicenda, ancora una volta, ha dimostrato quanto sia importante non essere isolati come territorio ed essere degnamente rappresentati nelle sedi opportune per dare a Chioggia il peso specifico che merita». Ma Montanariello non perde l’occasione di criticare la consigliera regionale Cinquestelle (e chioggiotta) Erika Baldin perché l’anno scorso, a fronte dell’allarme lanciato dal Pd su possibili penalizzazioni dell’ospedale di Chioggia, aveva assicurato che tale pericolo non c’era. Ancora speranzoso di miglioramenti l’assessore comunale alla
Sanità, Luciano Frizziero, che era andato, insieme al sindaco Alessandro Ferro, in Quinta commissione a sostenere i servizi dell’ospedale: «La Lanzarin aveva parlato di una decina di primariati da distribuire – dice – e non mi pare che siano stati tutti assegnati, anzi. Se la Giunta regionale può ancora modificare qualcosa, conto che restituisca a Chioggia almeno il primario di Nefrologia e dialisi. E’ un servizio al quale sono “affezionato” perché l’avevamo costruito, ai tempi in cui lavoravo all’Ulss, con i direttori generali di allora, Zanus e Orsini, ed è basato sulle necessità della popolazione locale». (d.deg.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le reazioni Pigozzo: «Qui servono 50 milioni»
Polemiche per Dolo senza ostetricia Dori risponde per le rime a Semenzato adesso non ci sono dunque più alibi per non procedere con la realizzazione del distretto, dato che non abbiamo assolutamente modificato l’ubicazione stabilita dalla precedente Amministrazione». Risponde a Semenzato anche un altro consigliere regionale, Bruno Pigozzo del
IL CONSIGLIERE REGIONALE EVIDENZIAVA IL CAMBIO DI UBICAZIONE DEL NUOVO DISTRETTO. REPLICA DA MIRA: «BALLE, L’AREA E’ SEMPRE LA STESSA»
Pd: «Le proteste dei sindaci sono sacrosante: Semenzato, anziché bacchettarli, pensi a sollecitare Zaia e la Giunta per lo sblocco di finanziamenti già previsti lo scorso anno e mai arrivati. Liquidare le preoccupazioni di un territorio dicendo di pensare a far funzionare i servizi sociali è inaccettabile. – dice Pigozzo – I sindaci devono svolgere al meglio i loro compiti? Bene, allora la Giunta Zaia li metta in condizione di farlo, garantendo 30 milioni per Dolo e 20 per Mirano».
POLO NON CI STA Anche Alberto Polo, sindaco di Dolo, risponde duramente al-
CRITICO Bruno Pigozzo, consigliere regionale Pd
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le critiche: «Le parole di Semenzato sono offensive per i nostri cittadini nei confronti dei quali deve assumersi la responsabilità delle sue scelte. – dice Polo La morte della sanità del nostro territorio è un prodotto di meri calcoli economici, ed è colpa sua e dei suoi colleghi consiglieri che hanno votato senza batter ciglio». Il comitato Marcato per l’ospedale di Dolo si rivolge invece a Semenzato con una lettera aperta: «Gli consigliamo di verificare se negli ultimi dieci anni, il principio di uguaglianza ed equità nel diritto alla salute è stato correttamente applicato in ugual misura o se sono stati invece applicati criteri politici e
to in meno, la riduzione sarà “solamente” di 49. Come a Mirano. Accordati infatti 10 posti in più, 4 a medicina, 2 a chirurgia, 2 a cardiologia, e 2 a ostetricia, più altri 45 per recupero e riabilitazione funzionale. È anche vero però che i posti guadagnati sono quelli che dovrebbero essere collocati nelle strutture che ancora non ci sono. Per ampliare e mettere a norma l’ospedale di Dolo, hanno ribadito i sindaci di Riviera e Miranese all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, mancano all’appello 30 milioni di euro che sarebbero attualmente al vaglio del Cipe. In tutto i posti letto al nosocomio della Riviera passano dai 382 previsti dalle schede del 2016 a 333. I primariati da 16 diventano 13, si perdono: ostetricia e ginecologia, anatomia e istologia patologica, laboratorio e analisi. Passano da unità semplice a unità semplice dipartimentale: il settore materno, anestesia e rianimazione, radiologia. Dolo è l’unico a non avere il primario di ostetricia e ginecologia. Elena Callegaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE TENSIONI PIU’ FORTI IN RIVIERA MIRANESE DOVE I SINDACI RESTANO CRITICI E PUNTANO A INCONTRARE ZAIA clientelari». Sulla stessa linea anche l’assessore comunale alle Politiche Sanitarie di Mira, Francesco Sacco, che torna sul problema dei tagli a carico dell’ospedale di Dolo: «Non sarà certo qualche posto concesso a fatica a migliorare la situazione, privarci di un primario nel campo ostetrico-ginecologico porta ad una grossa perdita. – dice Sacco - Le responsabilità sono evidenti e a questo punto spetterà ai cittadini trarne le dovute conclusioni». Convocate intanto per questa mattina in tutti gli ospedali dell’Ulss 3 le assemblee dei lavoratori contro emergenza organici e ridimensionamenti. Presenti tutte le sigle sindacali di categoria, tranne la Cisl. Infine, con un occhio alle prossime Comunali, lo Spi Cgil organizza per il 13 maggio in municipio a Camponogara un dibattito pubblico sulle nuove schede ospedaliere al quale sono stati invitati, oltre ai sindaci del territorio, anche i consiglieri regionali della quinta commissione. E.Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Venerdì 3 Maggio 2019
Imprese, il valore aggiunto del Nordest
L’autonomia sta diventando un’agonia. L’ha detto il governatore Luca Zaia ed è dura dargli torto. Anche martedì sera l’atteso Consiglio dei ministri annunciato come risolutivo s’è infatti concluso con un nulla di fatto e l’ennesimo gioco delle parti: «Sono stati fatti passi avanti sulle autonomie - facevano sapere fonti della Lega all’uscita da Palazzo Chigi - le intese saranno portate al prossimo Consiglio dei ministri. Il clima è positivo e costruttivo». Tutto bene, dunque? No, tutto male: «Nessuna decisione è stata presa, la relazione del ministro Stefani è stata approssimativa, un compito fatto male, invece la riforma va fatta bene ribattevano fonti del Movimento Cinque Stelle, riportate dal Corriere - Salvini ha proposto di ridiscutere ma nessuno ha risposto. Le priorità sono altre
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L’autonomiaaffossata Stefani:«Nessunministro delM5smihaaffrontato»
DiMaiovaintivù:«Sifarà,masenzafretta:nonvogliopasticci»
Ferro Fini
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Salvini La Lega è pronta, spero che il Consiglio dei ministri a breve approvi la riforma Di Maio Il M5S sarà garante della coesione nazionale, l’autonomia non è argomento da affrontare di fretta
mani, dal referendum del 22 ottobre 2017 è passato un anno e mezzo. Come conferma la stessa Stefani: «Lo stato dell’arte è chiaro a tutti. Io ho predisposto per il 15 febbraio un testo, con l’avallo del ministero dell’Economia, in cui sono evidenziate le parti concordate con i vari ministeri e i nodi politici ancora da risolvere. Da quel giorno ho sentito e letto tanto dibattito fuori dall’aula ma nel merito nessuno mi ha più sollevato alcuna obiezione. Attendo che il M5s mi dica che forma di autonomia ritiene più corretta, fermo restando che la riforma è ormai entrata nell’agenda istituzionale e non si può far finta di nulla. Non è questione di Lega, di Nord, di Veneto o di bandiere». Per quanto i Cinque Stelle potranno ancora rifiutarsi di scendere nel merito delle loro contestazioni (che peraltro non è detto siano tutte infondate), trincerandosi dietro formule generiche tipo «no alla seces-
Il ministro M5s
E Lezzi punge «La Lega teme il parlamento» VENEZIA Mentre la Lega si infuria e invoca chiarezza, il ministro M5s per il Sud Barbara Lezzi punge gli alleati: «Credo che la Lega sia in difficoltà a stilare questa intesa. Ravviso nei colleghi della Lega delle paure, dei timori. Se è vero ciò che dicono Salvini, Stefani e i governatori, e cioè che porterà dei vantaggi per tutti, anche se a me sembra curioso, che problema c’è ad arrivare in parlamento e farla emendare a tutti i gruppi che rappresentano l’intero territorio?».
sione dei ricchi», «no ad abitanti di serie A e serie B» e insomma «L’è tutto sbagliato… l’è tutto da rifare»? Zaia ha già rivolto loro questa domanda e ribadisce: «Salvini si sta dando da fare ma abbiamo dei compagni di viaggio che continuano a mostrare perplessità. Ma hanno un progetto alternativo? Qual è? Cosa vorrebbero firmare? Vogliono fare i maestri di scuola con la matita rossa e blu? Va bene ma i maestri, accanto alla sottolineatura, spiegavano la correzione. Il partito dei perplessi, invece, fin qui non ha prodotto nulla». In questo contesto va infine sottolineata la curiosa discrepanza tra ciò che riferiscono le «fonti di partito» e quel che riportano i protagonisti della telenovela autonomista. Stefani, ad esempio, smentisce categoricamente che durante il Consiglio dei ministri di martedì gli alfieri pentastellati, da Di Maio in giù, abbiano proferito verbo sul lavoro svolto fin qui dal suo dicastero: «Relazione approssimativa? Lavoro fatto male? Nessuno l’ha mai detto - dice secca Stefani - io non ho sentito niente di tutto ciò. Semplicemente il premier Conte ha spiegato che la questione “andrà esaminata”». Al prossimo Consiglio dei ministri? «Non lo so, io sono pronta da mesi». Difficile, a sentire Di Maio, ospite ieri sera a La7: «L’autonomia si farà ma senza fretta. Già nel 2001 è stato riformato il Titolo V della Costituzione e sono stati combinati dei pasticci...». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
Battaglia difficile Il governatore Luca Zaia e il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani, sono alleati in questa partita
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Stefani L’intesa è pronta dal 15 febbraio, da allora nessuno ha più sollevato obiezioni Zaia Vogliono fare i maestri di scuola con la matita rossa, sottolineano gli errori ma non spiegano le correzioni
Vitalizi, tagli fino al 30% a partire da luglio Testoincommissione.Ciambetti:accordonazionale,inaulaafinemaggio
che, per alcuni, sfioreranno il 30%. Il taglio dei vitalizi per gli ex consiglieri regionali prende corpo e, salvo imprevisti, dovrebbe entrare in vigore già dal mese di luglio. Il cronoprogramma, a tappe forzate, è partito ufficialmente ieri con la presentazione in Prima commissione a Palazzo Ferro Fini del progetto di legge, unico, di fatto, per tutte le Regioni, proprio sui tagli che, per il Veneto, dovrebbe tradursi in un risparmio complessivo tra il milione e ducentomila euro e il milione e ottocentomila euro l’anno. Dipende tutto dai calcoli «personalizzati» sui 242 ex consiglieri della Regione Veneto a partire
VE
● L’editoriale
BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA)
come salario minimo e taglio degli stipendi dei parlamentari perché, come ha detto Di Maio, “prima mi preoccupo di come alzare gli stipendi degli italiani”». Dal 15 febbraio, giorno in cui il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani ha annunciato di aver chiuso l’istruttoria tecnica con i ministeri ed essere pronta a portare in Consiglio dei ministri le intese con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, il giochino è sempre lo stesso: Salvini fa un passo avanti, Di Maio ne fa uno indietro e l’autonomia resta ferma al palo. Un giochino snervante che vede i Cinque Stelle, in particolare, recitare la maschera del vecchio burocrate, quello che allo sportello ripete impassibile: «Torni domani». Per Stefani e Zaia (e due milioni di veneti), non c’è né un sì per cui esultare, né un no contro cui protestare (e sui cui eventualmente lavorare). Solo: «Torni domani». E di domani in do-
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VENEZIA Sforbiciate
Coordinatore Roberto Ciambetti, ha coordinato i lavori della Stato-Regioni
dal 1970, anno della nascita delle Regioni a statuto ordinario. E, soprattutto per le prime tre consiliature, 1970-75, 197580 e 1980-85, i tagli saranno più dolorosi in nome della contribuzione molto bassa, poi cresciuta da metà anni ‘80 e fino al 2014, anno a partire dal quale i consiglieri regionali sono entrati nel regime contributivo pieno. Una marcia a tappe forzate, si diceva, perché la previsione è di approvare il progetto di legge nel consiglio regionale in programma il 28 maggio, strategicamente, malignano alcuni, dopo le Europee. Nel frattempo, già la prossima settimana saranno auditi i rap-
presentanti degli ex consiglieri e, spiega il loro presidente Aldo Bottin,: «Trattandosi di tagli nazionali c’è una maggiore accettazione». Difficile quantificare, per ora, i tagli visto che saranno frutto di un calcolo di aliquote e differenziali. Difficile soprattutto per le posizioni più lontane nel tempo, non a caso gli uffici di palazzo Ferro Fini stanno letteralmente scavando negli archivi cartacei. Di certo c’è che il taglio medio oscillerà fra il 12 e il 17% assottigliandosi man mano che ci si avvicina al 2014 e viceversa. E che i vitalizi non potranno scendere sotto i 1026 euro al mese. Un iter approvativo che appare scontato come
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Gli ex consiglieri regionali titolari di un assegno di vitalizio, in Veneto, sono in totale 242 persone
confermano anche Stefano Fracasso capogruppo del Pd ed Erika Baldin, M5S. Il testo sottoposto alla commissione, infatti, è frutto del lavoro concordato in Conferenza StatoRegioni con il coordinamento di Roberto Ciambetti, presidente dell’assemblea veneziana. «Introduciamo il sistema contributivo, - spiega Ciambetti - e, naturalmente, cesserà il contributo di solidarietà temporaneo introdotto dal Veneto in questi anni. Il lavoro fatto a livello nazionale ha visto il Veneto in un ruolo trainante visto il contributo tecnico che abbiamo portato». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
SEGUE DALLA PRIMA
n tempi di competizione globale (e con l’attuale penuria di professionalità qualificate), guai a farsi scappare i migliori. Mai come in questi ultimi mesi le imprese hanno puntato sul valore aggiunto delle risorse umane. Risultato: le «trasformazioni» rappresentano quasi la metà (il 45 per cento per la precisione) di tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato. Il punto è che non ci si può accontentare, perché il rischio recessione non è affatto scongiurato, la domanda interna langue e lo stesso export, àncora di salvezza nei momenti bui, appare in frenata. Che fare, dunque? La parola d’ordine è «investimenti». Secondo Unioncamere del Veneto, gli investimenti fissi lordi nel 2019 cresceranno appena dello 0,6 per cento, contro il 4,8 del 2018. Evidente che bisogna farli ripartire, altrimenti la macchina dell’industria nordestina si ferma, con conseguenze nefaste anche sul versante occupazionale. Il sistema imprenditoriale si è battuto per la reintroduzione del superammortamento, che favorisce il rinnovamento tecnologico. In parallelo, sta finalmente entrando nella fase operativa il Competence Center guidato dall’università di Padova, con una dotazione di risorse pubbliche per 7,1 milioni, cui se ne aggiungono 2,7 forniti direttamente dalle imprese partecipanti. Ci sono tutte le carte in regola per mettere a punto (e fare funzionare) la famosa cinghia di trasmissione tra imprese, università e centri di ricerca. Piaccia o no, la competitività dell’intero Nordest passa dall’innovazione. Se poi Luigi Di Maio, superministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, riducesse davvero il cuneo fiscale, la locomotiva potrebbe tornare a correre come all’epoca d’oro. Ma si sa, questo governo di promesse ne ha fatte tante. Troppe. E i quattrini non nascono nel campo dei miracoli come sperava il povero Pinocchio. Sandro Mangiaterra
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VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 LA TRIBUNA
PRIMO PIANO
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I nodi della sanità IN BREVE Il concerto Il soprano canta per i malati oncologici La musica come cura dell’anima. Lunedì 6 maggio alle 19 nel reparto di Oncologia dell’ospedale Ca’Foncello di Treviso, risuoneranno le più belle arie d’opera intonate dal soprano Francesca Dotto accompagnata dal maestro Gianni Cappelletto al pianoforte. L’evento, aperto a pazienti e familiari, appartiene alla rassegna “Viaggio nella musica, la medicina dello Spirito”, promossa dal maestro Giorgio Pavan con la collaborazione di Unindustria e dell’Usl di Marca. Un nuovo capitolo nell’ambito dell’umanizzazione ospedaliera possibile grazie alla generosità di molti musicisti che hanno deciso di donare il loro tempo e la loro arte ai pazienti del reparto trevigiano, beneficiando della donazione di un pianoforte avvenuta qualche mese fa da parte di Unindustria.
L’attacco Calò: «È una medicina solo per ricchi»
A pagare il prezzo più ato dell’applicazione del nuovo piano socio sanitario è l’ex Usl 8, tra Castellana e Asolano
nini, « chiediamo al più presto un incontro tra Regione, sindaci e parti sociali per pianificare in modo lungimirante la futura sanità locale». IL PROJECT FINANCING
Altra questione aperta riguarda il rapporto tra i tagli di posti letto e i costi del project financing da 155 milioni di euro che insiste sul San Giacomo, con un canone annuo di 48 milioni di euro. «Sono sol-
di pubblici che vanno al fondo privato inglese Equitix. Vuol dire che su ogni contribuente di Castelfranco pesano 108 euro all’anno di affitto per il project. Ma come è possibile che il valore del canone resti lo stesso nonostante la diminuzione dei posti letto e dei servizi» si chiede Barbiero del sindacato Spi Cgil, girando la domanda all’Usl 2. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Una sanità per ricchi a discapito dei più poveri. Secondo Antonio Calò, candidato alle europee con il Pd nell’Italia Nord Orientale: «Le schede ospedaliere del piano sociosanitario veneto disegnano un sistema sanitario sbilanciato a favore della sanità privata e delle fasce più benestanti della popolazione». Lo confermano i numeri: il 20% dei posti letto tagliati dal pubblico mentre il privato ne ottiene il 16% in più. Un sacrificio mai compensato con ospedali di comunità e lungodegenze, «strutture che rimangono nel libro dei sogni del governo leghista», accusa Calò «la realtà è che i più deboli rimangono senza assistenza e nelle case dei veneti ci sono di fatto 40 mila posti letto, cioè persone che non hanno la possibilità di pagare le rette delle case di riposo».
oggi il sit-in dei camici bianchi
La rivolta dei medici «Dateci nuove risorse e assumete personale»
I medici protestano per i tagli imposti dalla Regione Veneto
Manifestazione contro il piano straordinario di assunzioni di personale in pensione e dall’Est Europa Protestano infermieri e Oss TREVISO. Carenza di persona-
le in corsia, contratti dei medici fermi da dodici anni, tagli ai servizi e concorsi che vanno a vuoto, specie negli ospedali più periferici, resi ancor meno attraenti dai tagli di reparti, dotazioni e posti letto della nuova riforma regionale. Una sanità da codice rosso, che vede medici, infermieri e operatori socio sanitari (oss) pronti alla mobilitazione per chiedere alla Regione un programma straordinario di assunzioni e di rilancio. Questa mattina davanti al Ca’Foncello, e in contemporanea a Conegliano, Castelfranco, e in altri 24 ospedali del Veneto, il D-Day, un sit-in dell’intersindacale del-
la dirigenza medica e sanitaria con le rappresentanze del comparto per chiedere a palazzo Balbi soluzioni immediate. Nei sei ospedali del Trevigiano mancano all’appello 118 specialisti, 29 operatori socio sanitari e 36 tra ortottisti, igienisti e tecnici di radiologia. Sul territorio è previsto che entro il 2023, ogni 4 con-
Nella Marca mancano all’appello 118 specialisti, ma anche 36 tecnici dotti che andranno in pensione, ce ne sarà solo uno pronto a subentrare. In Veneto non si trovano 1. 300 medici e 3. 000 tra infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari. Un ammanco strutturale che ha spinto la Regione a
tentare la strada del richiamo dei camici bianchi in pensione o di professionisti dall’Est Europa. Soluzioni che hanno fatto insorgere i sindacati. «Nel Veneto sta montando l’insofferenza dei dipendenti delle Usl dopo anni di blocco delle assunzioni del personale accompagnate da una riduzione di risorse per riconoscere e valorizzare il lavoro dei professionisti sanitari», spiegano gli autori del D-Day, «da anni i lavoratori chiedono di essere messi nella condizione di lavorare con dignità incrementando gli organici e le risorse economiche integrative a carico della Regione Veneto. E invece, la Regione ha minimizzato i problemi dietro la retorica della miglior sanità del Paese». Ad aggravare il quadro delineato ci sarebbero i tagli dei posti letto ospedalieri contenuti nelle nuove schede regionali che penalizzano la sanità pubblica e preservano invece quella privata. Tra gli ospedali più danneggiati c’è il San Giacomo di Castelfranco che perde in tutto 129 posti letto, l’anno prossimo chiuderà la Chirurgia e si taglieranno i primariati. «Un ospedale declassato in questo modo sarà anche disimpegnato sul fronte del personale, l’incertezza ha già generato fughe e carenze negli organici» sottolineano dalla Cgil. Ad eccezione della Cisl, partecipano oggi al sit-in le rappresentanze locali e regionali Anaao Assomed, la federazione Cgimo-Fesmed-Aaroi-Emac -Fassid, la Funzione Pubblica Cgil, Fvm, Uil Fpl, il Coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria, sanitaria, Anpo-Ascoti-Fials-Medici. – V. C.
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Venerdì 3 Maggio 2019
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IL GIORNALE DI VICENZA
VERSOLE ELEZIONI. Showdel presidentedellaRegionealla presentazione ufficialedella lista
Lega,Zaia mattatore: «LaPavanè un treno daprendere alvolo»
Ilgovernatore:«Abbiamo dimostratodicrederenelSanBassiano» Lacandidata:«Rispetto delleregole e prioritàper itemidi traffico eztl» Enrico Saretta
Il «treno Pavan» e il «metodo Zaia» a braccetto per prendersi Bassano. Presentazione in grande stile ieri per la lista della Lega, azionista di maggioranza nella coalizione che sostiene la candidata del centrodestra Elena Pavan. I vertici locali del partito hanno chiesto la presenza del governatore per benedire i 24 candidati della lista e la loro paladina e Zaia si è speso in prima persona, portando con sé anche il ministro degli Affari Regionali Erika Stefani e trascinando buona parte dello stato maggiore del partito, tra cui l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin e il capogruppo in Regione Nicola Finco. Presenti diversi sindaci leghisti del territorio, ma anche Morena Martini di Rossano. SEDE. Tutti in pompa magna ieri a mezzogiorno e mezzo davanti alla sede del Carroccio di via Vittorelli, tra strette di mano e selfie di rito con il governatore, che ha lanciato l’incoraggiamento decisivo: «Non ho dubbi: sarà lei il prossimo sindaco di Bassano - ha assicurato -. Avete un treno che passa una sola volta: si chiama Elena Pavan. È difficile trovare un sindaco preparato come lei. Non temiamo il confronto con gli altri candidati, anzi, lo chiediamo proprio. Perché abbiamo i candidati e il programma migliore, che punta a una Bassano alternativa». RINGRAZIAMENTI. Ad aprire l’incontro è stata la diretta interessata, prodiga di ringraziamenti in particolare a Finco («anima della Lega cittadina») ma anche alla consigliera comunale Tamara Bizzot-
Iretroscena
Fiori,mercato el’amicizia conlaStefani
Icandidati dellaLega alconsigglio comunale con Zaiae laPavan
to («consigliera della Lega»). Pavan ha parlato proprio di questa Bassano alternativa. «Zaia è un modello, è un metodo, che rispecchia i principi della Lega - ha detto -. Lega che ha come linee guida il rispetto del territorio e per le regole e la capacità di fare del proprio meglio in base alle risorse che si hanno a disposizione». In cima alla lista delle priorità per Bassano, Pavan ha messo la viabilità, definita un problema «cronico e tragico». «Ci impegneremo a creare nuovi percorsi sia con strade esistenti sia con la nuova arteria del Piano Mar - ha assicurato -. Bisogna affrontare però anche le conseguenze dell’apertura del casello di Bassano della superstrada Pedemontana, che ovviamente creerà un maggiore traffico verso nord. Serviranno nuove bretelle per non appesantire troppo il centro». Centro di cui andranno riviste la ztl e il sistema delle soste. SANITÀ. Tra i temi della presentazione della lista Lega, altra protagonista è stata la sanità, con l’approvazione delle
schede ospedaliere fresca fresca da parte della Quinta Commissione in Regione. Schede che confermano il mantenimento dei servizi per il San Bassiano ma anche alcune dotazioni in più, dopo un periodo che ha visto anche una grande mobilitazione popolare per la salvaguardia dell’ospedale. «Spiace che la sanità sia stata usata per la campagna elettorale ha detto Zaia - e non accetto che mi dica che io faccio le cose in base ai comitati. Il dibattito si fa soltanto sulle base dei dati scientifici. A Bassano, inoltre, è stata istituita una Ulss provinciale, perché ne aveva il diritto. E qui si faranno grandi cose in campo sanitario: abbiamo dimostrato di crederci». «Il San Bassiano diventerà centro di eccellenza per l’Urologia - ha garantito il governatore -. La sanità del futuro, del resto, va verso le iperspecializzazioni e io ho il dovere di pensare al la sua evoluzione. Ora, comunque, le schede sono state approvate dalla Quinta Commissione. Manca solo l’ultimo passaggio in Giunta». •
Oltreche Zaia,è ilministro per gliAffari Regionali Erika Stefanila principale sponsor politicadellacandidatadel centrodestraElenaPavan. Lo harivelatopubblicamente proprioilministro nelcorso dellapresentazionediieri. «Vidico unmio piccolopunto d’onore:sono stata io a presentareElenaalla locale sezionedellaLega- hadetto infattiStefani -.La Pavan conoscemoltobene Bassano edèla personagiusta per recuperarequestacittàcome centrodiriferimentoper tutto ilBassanese. Unsindaco non puòpensare diessereisolato: occorreinfatti tessere relazioni.E’ un’attivitàmolto impegnativa.Il mondo è complicato,nonci si può improvvisare.Noici siamoeci saremo.ComeLega, siamoun sistemadi gestione veroe proprioconcapacità di costruiresinergie». Siaallacandidata sindaco che alministro, LucaZaiaal terminedellapresentazione ha consegnatoun mazzodifiori. Dopodichéil governatore è uscitoinviaVittorelli per consegnarsiall’abbracciodel suopopolo. C’èpoi stato un brindisicollettivo davantial CaffèMozart.Infine, il presidentehafattoun giroal mercato,dovehaincontrato gli ambulantiesi èfatto fotografarecon inmano una formadiformaggio dicui ha commentatole qualità. E.S..
Ilgovernatore in viaVittorelli conElena Pavan eilministro ErikaStefani FOTO CECCON
Quartieri
Murales aMarchesane Coinvolti ancheragazzi Lastreet art approda a Marchesane.Su iniziativa del consigliodiquartiere, con la collaborazionedi RameProject eProgettoGiovani Bassano, questofinesettimana il piazzaledel centrosocio ricreativosarà teatro della realizzazionediduemurales. Dueopere diverse pergrafica maconnessedaun filo conduttore:il rapporto tra i giovaniela comunità.Gliartisti sarannocoadiuvati nella realizzazionedeigraffitidagli alunnidellasecondamedia del vicinoplesso scolastico. Un'operasarà eseguita da Lucamaleonte.Classe1983,è natoeviveRoma. Laureato all'istitutocentraleper il restauro,concentrala sua
Ilcentro socioricreativodi Marchesane operasusoggettianimali e naturalisticitraducendo l'appassionatostudio dell'arte classicagreca eromana,dall'arte etruscaedeibestiarimedievalie rinascimentali.L'altromuralesarà operadiAndreaCrestani, inarte Koes,lo stessoideatoredi Rame Project,negliultimitempi coordinatoredeipiù importanti interventidistreet art nel Bassaneseche hannocoinvolto artistidifamainternazionale.Il suoobiettivo èla rigenerazionee losviluppo culturaledegli spazi cittadiniesoprattuttodelle periferie.Ela riqualificazionedi
un'areaa lungotrascurata come quelladelcentrosocioricreativo è ancheunadelleprerogative del consigliodiquartiereMarchesane. L'iniziativamira asensibilizzare i piùgiovanialla partecipazionealla vitadellacomunità maanche alla consapevolezzachela street artè unavera epropriaforma d'arte. Perspiegare questoairagazzi, LucamaleonteeKoesdapprima li incontrerannoinclasseper una lezionediintroduzione altema.Gli stessigiovani,nellamattinatadi sabato4maggio,potranno, pennellialla mano,contribuirealla realizzazionediunodeimurali. E.S.
L’EVENTO. Siè conclusacon una risottatagiganteal Grifonelamanifestazione gastronomica
SCUOLA. Tecnologie tra storia e innovazione in esposizione nell’istituto
Quasi settecento porzioni di risotto consumate in un paio d’ore. E’ il dato più incisivo che fotografa il successo della terza edizione del Festival dei sapori e dei prodotti tipici Principe asparago, che ha abbinato l’asparago bianco di Bassano dop al riso Carnaroli del Delta del Po dell’azienda agricola Tre Po di Taglio di Po. Il pomeriggio finale, svoltosi al centro commerciale Grifone, ha visto una folla intorno alla stand in cui Sergio Dussin, patron del ristorante Al Pioppeto di Romano d’Ezzelino e presidente dei ristoratori bassanesi, pre-
Un motore diesel industriale è stato donato all’Itis Fermi dai vertici della Laverda di Breganze, un motore Diesel industriale. La consegna al preside Gianni Zen e a un gruppo di studenti in rappresentanza di tutti gli alunni dell’istituto. Laverda spa fa parte attualmente del gruppo Agco, multinazionale americana che ha scelto Breganze per produrre le mietitrebbie più innovative oggi al mondo, mentre in altre aziende sparse nel mondo realizza altre macchine della filiera agricola. •
industrialeindono In 700 per il Principe asparago All’Itisunmotore daiverticidellaLaverdaBreganze parava di persona e con il suo staff la gustosa pietanza. Durante la manifestazione si sono susseguiti numerosi interventi che hanno fornito preziose informazioni sui due prodotti protagonisti, grazie alla competenza del presidente del Consorzio dell’asparago Paolo Brotto, di Marco Uccellatori dell’azienda Tre Po e all’esperto gastronomo Matteo Corazza. Antonio Impedovo, direttore del Grifone shopping centre, ha sottolineato l’impegno per la valorizzazione dei prodotti locali, che è anche un modo di fare cultura e aggregazione. •
Lapreparazione delmaxi-risottoal Centrocommerciale Grifone
Laconsegna delmotore all’Itisdaparte dellaLaverda
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IL CONSIGLIERE BARBISAN
Portogruaro
«La volontà è stata quella di rispondere ad un’esigenza arrivata dal territorio, in una struttura che ha spazi e competenze per gestire al meglio questo servizio»
Venerdì 3 Maggio 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Asvo, bilancio approvato Confermato Michelutto PORTOGRUARO
LA NOVITÁ Nella residenza per anziani Francescon nascerà il primo “Ospedale di comunità” dell’Ulss 4
Mini-ospedale alla Francescon «Saremo pronti in un anno» Via libera a 24 posti letto per una struttura `Raddoppiata la capienza finora prevista “di comunità” nella residenza per anziani e confermato il mantenimento dell’hospice `
SANITÁ PORTOGRUARO Il primo ospedale di comunità dell’Ulss 4 “Veneto Orientale” troverà posto alla Residenza per anziani Francescon. La novità è contenuta nelle nuove schede ospedaliere licenziate in questi giorni dalla Quinta Commissione della Regione Veneto, che prevedono il mantenimento di 8 posti letto di Hospice (oggi sono 10 ma la prima proposta ne prevedeva solo 4, ndr.) e la creazione di un ospedale di comunità di ben 24 posti letto a fronte dei 12 inizialmente previsti.
«ULSS PIÚ FORTE» «Mancano ancora i passaggi definitivi in giunta e in Consiglio regionale ma le schede ospedaliere approvate dalla commissione – spiega il consigliere regionale Fabiano Barbisan – prevedono un
potenziamento della nostra Ulss con il contestuale aumento della quota pro capite. Tra gli aspetti positivi anche la creazione, a Portogruaro, di un ospedale di comunità. La volontà è stata quella di rispondere ad un esigenza chiara che ci è arrivata dal territorio e dalla struttura, che ha tutti gli spazi, le competenze e le professionalità per gestire al meglio questo servizio previsto dal Piano socio sanitario». L’ospedale di comunità è una struttura idonea a garantire le cure intermedie, cioè
LA PRESIDENTE DELLA CASA DI RIPOSO: «MASSIMO IMPEGNO PER APRIRE NEL 2020 QUESTO NUOVO POLO SOCIO-SANITARIO»
le cure necessarie per quei pazienti che sono stabilizzati dal punto di vista medico, che non richiedono assistenza ospedaliera, ma sono troppo instabili per poter essere trattati in un semplice regime ambulatoriale o residenziale e che presentano problemi che si risolvono in un periodo limitato di tempo, indicativamente 4-6 settimane. Nell’ospedale di comunità non si fa riabilitazione post trauma o post ictus o infarto, attività svolta dall’Unità Riabilitativa Territoriale di Jesolo, ma viene offerta ai pazienti, solitamente adulti o anziani non autosufficienti, una risposta per il recupero funzionale, di stabilizzazione o adattamento alla disabilità e di palliazione.
IPAB SODDISFATTO «Esprimo grande soddisfazione per la decisione di mantenere 8 posti di Hospice a Portogruaro.
Con questo atto – ha commentato la presidente dell’Ipab, Sara Furlanetto - vengono valorizzati gli importanti investimenti fatti dalla Residenza in questi anni e viene riconosciuta la valenza sociale e sanitaria di questo servizio, tanto importante e apprezzato in tutto il Portogruarese. La possibilità di creare 24 posti letto di ospedale di comunità a Portogruaro, inoltre, consentirà alla Francescon di consolidare la progettualità di mandato del Cda per la creazione di un polo socio sanitario in grado di rispondere in modo flessibile ai crescenti bisogni della popolazione anziana e delle famiglie. Garantisco fin d’ora il mio impegno e quello del Consiglio di amministrazione per fare in modo che a Portogruaro si attivi entro un anno il primo ospedale di comunità del Veneto Orientale». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Michelutto riconfermato alla guida dell’Asvo. L’azienda pubblica chiude con un utile di oltre mezzo milione di euro. Il 30 aprile scorso l’assemblea dei soci, composta dai Comuni del Portogruarese e da Veritas, ha approvato il bilancio consuntivo del 2018 di Asvo Spa. All’ordine del giorno anche la nomina del Consiglio di amministrazione per il triennio 2019 - 2021. Luca Michelutto è stato riconfermato alla guida dell’azienda. Riconfermate nel Cda anche Sandra Battel e Giuliana Da Villa. I soci hanno hanno espresso giudizi positivi sugli obiettivi raggiunti, in termini ambientali, di raccolta differenziata e di valorizzazione delle risorse. L’assemblea ha inoltre evidenziato come l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa di Asvo abbia portato anche ottimi risultati economici. «Sono onorato - ha commentato Michelutto - di questa riconferma, che premia non soltanto il lavoro svolto dal Consiglio di amministrazione, ma soprattutto la competenza
e l’impegno di tutto il personale di Asvo. Le sfide che abbiamo affrontato e quelle che ci attendono nei prossimi anni sono possibili da sostenere solo grazie alla collaborazione e all’apporto fattivo di tutte le amministrazioni comunali. Queste sfide potranno essere implementate nei prossimi anni grazie alla possibilità di aggiungere ulteriori servizi a quelli già avviati, come i servizi cimiteriali e da quest’anno, nel Comune di Portogruaro, della manutenzione del verde pubblico». Il bilancio per il 2018 di Asvo si è chiuso con un utile di 589 mila 91 euro. (t.inf.)
ASVO Luca Michelutto
Si “esibisce” alla stazione 47enne finisce in manette PORTOGRUARO Si abbassa i pantaloni davanti ad una famiglia con un bambino piccolo e ad una ragazza, poi avrebbe iniziato anche a toccarsi: all’arrivo dei carabinieri scatena la colluttazione. È finito in manette M.Z., 47 anni di Portogruaro, che l’altro pomeriggio ha collezionato una serie di denunce. L’uomo verso le 16 del Primo maggio era arrivato nel bar della stazione ferroviaria. Lì si sarebbe calato i pantaloni, di fatto iniziando a masturbarsi - Una scena raccapricciante e altrettanto scioccante, considerato che era presente una famiglia e una ragazza. Quando quest’ultima è uscita, preoccupata per quanto stava accadendo, per cercare aiuto. Sul posto si sono pre-
cipitati i carabinieri della Radiomobile che si sono messi alla ricerca dell’uomo, che nel frattempo si era allontanato facendo perdere le sue tracce, raccogliendo alcuni frammentari indizi. Poco dopo gli investigatori dell’Arma sono riusciti a fermarlo in una strada che porta al centro città, ma il portogruarese non ha gradito la loro presenza. Dopo essersi rifiutato di fornire le sue generalità, il 47enne ha innescato una colluttazione con i due militari. Tutti sono volati a terra, con i carabinieri costretti a ricorrere alle cure dei sanitari. Intanto M.Z. è stato arrestato per gli atti osceni in luogo pubblico, oltraggio, resistenza e per non aver fornito le proprie generalità. Trasferito i caserma, sarà processato con il rito abbreviato. (m.cor.)
Madre di due bambini si arrende al male a 44 anni CINTO CAOMAGGIORE Aveva cercato ogni cura per sconfiggere il tumore: una mamma di due bambini muore a 44 anni. Marta Roncaglia, nata a San Vito al Tagliamento ma di fatto originaria di Cinto Caomaggiore e ora residente a Udine, è deceduta l’altro giorno al Santa Maria della Misericordia del capoluogo friulano. Da due anni la giovane mamma di due bambini di 3 e 5 anni, stava combattendo contro un tumore al seno. Le cure a cui la donna si era sottoposta non hanno purtroppo avuto l’esito sperato. Cure per cui la giovane donna aveva avviato anche un progetto di ricerca che l’aveva personalmente coinvolta, come nel 2011 quando aveva
pubblicato uno dei suoi diversi libri dal titolo “Cure palliative non oncologiche: riflessioni etiche”. Marta Roncaglia, figlia di Maria Florean nota imprenditrice di Portogruaro già con i negozi Marika Mode, aveva studiato al Luzzatto della città del Lemene, proseguendo poi gli studi all’Università di Trieste dove si è laureata in psicologia. Una professione che era diventata una vera missione, tanto che sul suo profilo Facebook aveva scritto: «È facile appassionarsi alle questioni delle persone fragili, altra cosa è mettersi al loro fianco e camminare con loro». Ed ecco che Marta proponeva convegni per cercare di aiutare le persone che avevano bisogno di aiuto, dopo aver fondato l’associazione “L’abbraccio”. Un curricu-
lum professionale lunghissimo, tanto che la professionista si occupava anche di gerontologia e disturbi alimentari. Da mamma aveva messo se stessa al servizio delle donne e dei bambini con due studi a Portogruaro e a Udine. Proprio nel capoluogo friulano Marta era andata a vivere con il marito Marco Luporini, dopo che i due si erano trasferiti da Concordia Sagittaria, per avvici-
SGOMENTO IN PAESE PER LA SCOMPARSA DELLA PSICOLOGA MARTA RONCAGLIA DA ANNI COMBATTEVA CON UN TUMORE AL SENO
AVEVA STUDIATO A PORTOGRUARO Marta Roncaglia
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narsi a Trieste dove lavora il papà dei due bambini. In questi giorni sono moltissimi i messaggi di dolore e di cordoglio ai famigliari di Marta Roncaglia. «Per chi ha conosciuto Marta, una donna dalle grandi qualità ricorda Rita - A me mancheranno molto la sua forza, la determinazione, la volontà di cercare sempre la parte migliore di ciascuno». «Rimarrai nei cuori di chi ti ha conosciuta: discreta, accogliente, attenta e disponibile ribadisce Ornella - Cammineremo sulle strade della vita cercando di incarnare i tuoi valori... perché tu continui ad essere con noi». Il funerale sarà celebrato domani, sabato 4, alle 11 nelle basilica delle Grazie di piazza I Maggio a Udine. Marco Corazza
San Michele Ritrovate le “palette” della polizia locale SAN MICHELE Trovate le “palette” della Polizia locale a Marinella di San Michele. Gli agenti diretti fino a ieri da Andrea Gallo, ora a Treviso, hanno ritrovato l’attrezzatura che era stata trafugata ad una loro pattuglia. Le palette usate per i controlli sulle strade, nonché i blocchi dei verbali erano a Marinella. «Materiali che qualche malitenzionato avrebbe potuto utilizzare per scopi truffaldini» spiega Gallo. Ora le indagini continuano per risalire agli autori dello strano colpo. (m.cor.)
VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CADORE - COMELICO
auronzo
Post emergenza Vaia: il sindaco fa il punto sui lavori e le risorse Pais Becher assicura anche che presto darà informazioni sulla sorte dei rimborsi richiesti dai cittadini e dalle ditte AURONZO. Il sindaco di Auron-
zo, Tatiana Pais Becher, sollecitata dalle numerose richieste dei cittadini pervenutele in municipio in questi ultimi giorni, ha affidato ai social una puntuale ricognizione sulla situazione post emergenza maltempo e sullo stato degli interventi già in atto o previsti a breve, con annesso l’elenco delle risorse a dispo-
sizione . GLI INTERVENTI
Enel sta predisponendo i mezzi necessari (escavatore e pontone) per iniziare la pulizia del lago di Santa Caterina, sponde incluse, dal materiale che vi si è riversato dopo Vaia. L’ufficio tecnico comunale ha consegnato le aree per lo stoccaggio del legna-
me estratto e, se le condizioni meteorologiche e idrauliche lo permetteranno, si inizierà il lavoro nei prossimi giorni. La pulizia del lago del Tudaio, considerata priorità dall’Enel stessa è già iniziata. La Regione Veneto, dal canto suo, ha assicurato l’intervento immediato su tutta una serie di situazioni critiche dal punto di vista idrogeo-
logico. La Pais Becher ha incontrato di recente anche il commissario delegato dal presidente Luca Zaia per l’emergenza maltempo, Nicola Dell’Acqua, e il direttore del Genio Civile, Dall’Armi, richiedendo un sopralluogo per verificare insieme le priorità. Il vice sindaco Enrico Zandegiacomo Seidelucio ha incontrato invece Fabrizio Stella, in qualità di soggetto attuatore per il “settore rilievo e opere agricolo-forestali” e il responsabile dei Servizi Forestali. LE RISORSE
Sono state finora assegnate una serie di risorse per la messa in cantiere di interventi di somma urgenza nel territorio della Val d’Anisei: 1 milione di euro per il fiume Ansiei (sghiaiamento e rifacimento sponde da Rio Muri a Taiarezze); 150.000 euro per il Rio Giralba e altrettanti per il Rio Gravasecca, oltre ad altre risorse stanziate per il Rio Vaccia e il Rio Palombis; per il rifacimento delle strade silvo-pastorali dovrebbero inve-
ce essere a disposizione 3 milioni. LE PRIORITA’
Il Comune ha inoltre richiesto un intervento urgente di sghiaiamento del lago, viste le imminenti gare internazionali di canoa e l’arrivo a luglio, annunciato da Andrea Bedin e “Venice canoe”, anche del team della Cina, in vista dei Mondiali di canoa 2023. La pista ciclabile verrà in parte sistemata dagli operai comunali e in parte dai Servizi Forestali; la situazione si presenta critica sopra a Federavecchia, dove il fiume Ansiei ha eroso gran parte della stessa. Sarà necessario predisporre un intervento di massima urgenza, visto che la stagione estiva è alle porte. Si è pensato anche di ricorrere all’asfaltatura della parte alta che da Misurina scende a Palus San Marco, ma la Soprintendenza dei Beni Ambientali non sembra gradire l’ipotesi di una ciclabile asfaltata in una zona di grande pregio naturalistico. Veneto Strade eseguirà a breve l’in-
Costalta. Ex consigliere comunale a San Pietro ebbe anche parte attiva in Comunità montana
unica partecipante al bando
Gli uffici turistici Auronzo/Misurina È scomparso Casanova Crepuz: saranno gestiti fondò il museo dalla Cadore Scs AURONZO. La cooperativa Ca-
dore Scs si è aggiudicata il bando per la gestione degli uffici turistici di Auronzo e Misurina. Le indiscrezioni della vigilia si sono rivelate azzeccate: alla scadenza del bando promosso dal Comune di Auronzo e fissata al 30 aprile, l’unico soggetto partecipante è stata la cooperativa Cadore Scs che già opera da tempo sul territorio auronzano con altre mansioni, su tutte quella della riscossione del pagamento dell’imposta per l’accesso alla strada delle Tre Cime. Bando espletato a cifra piena: la cooperativa Cadore Scs avrà a disposizione 91.600 euro per ventotto mesi. Scadenza fissata all’estate del 2021. «Siamo felici di poter consolidare la collaborazione con il Comune di Auronzo», ha commentato a caldo il presidente della cooperativa Cadore Scs, Matteo Toscani, «la filosofia della nostra organizzazione è quella di mettersi a disposizione dei comuni e delle realtà del territorio. Lo abbiamo fatto anche stavolta e continueremo a farlo anche una volta insediatici. Si tratta di una sfida importante ed al tempo stesso complessa: gli uffici turistici di Auronzo e Misurina richiederanno un grande sforzo organizzativo, ma abbiamo le idee chiare. Sono le stesse che abbiamo scritto nel progetto allegato alla partecipazione al bando e che ora, alla luce dell’aggiudicazione, rivedremo insieme al Comune di Auronzo». Matteo Toscani chiarisce la posizione della cooperati-
va Cadore Scs alla luce delle polemiche dei giorni scorsi attorno al bando per l’affidamento in gestione degli uffici turistici; polemiche che hanno richiamato in causa per l’ennesima volta i rapporti tesi tra Comune e consorzio Tre Cime Dolomiti e culminati con la mancata partecipazione al bando di questi ultimi. «Non intendo entrare nel merito della polemica anche perché non ci riguarda direttamente. Collaboriamo da tempo col Comune di Auronzo, collaborazione nata peraltro con la precedente amministrazione». Chiusura dedicata ai tem-
Il presidente Toscani «Non c’è una data ma li riapriremo in tempo per l’estate» pi di riapertura dei due uffici turistici. «Non abbiamo ancora deciso nulla anche perché è passato troppo poco tempo dall’aggiudicazione», ha sottolineato Toscani, «di certo c’è comunque che gli uffici vanno aperti in tempo per la stagione estiva». Sullo sfondo, nel frattempo, la polemica tra Comune e consorzio turistico non accenna a rientrare. È delle ultime ore una mail Pec con la quale l’ufficio tecnico del Comune ha dato sette giorni di tempo al consorzio per sgomberare i locali dell’ufficio turistico di via Roma e riconsegnare le chiavi. — Gianluca De Rosa BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
“Angiul Sai” IL LUTTO
È
scomparso mercoledì scorso Ruggero Casanova Crepuz, presidente dell’associazione “Amici del museo” di Costalta di Comelico, gruppo che gestisce la Casa Museo “Angiul Sai”. Nato nel 1944, Casanova Crepuz lascia la moglie Wilma e i figli Erich e Doriana. Grazie al fondamentale apporto di Ruggero, nacque oltre trent’anni fa l’idea di realizzare a Costalta, con il contributo della Regola, della Regione e della Fondazione Cariverona, un Museo etnografico.
Iniziò così il restauro conservativo di una vecchia casa di legno di proprietà della stessa Regola, e prese vita la Casa Museo “Angiul Sai” , oggi meta di numerosi visitatori alla riscoperta delle tradizioni e dell’identità del territorio. Ruggero Casanova Crepuz è stato sin da allora presidente dell’Associazione “Amici del museo” di Costalta di Comelico che ha per scopo proprio la valorizzazione del patrimonio storico-culturale di Costalta e lo sviluppo delle attività di ricerca sulla storia, la cultura e l’ambiente locale. Grande appassionato di montagna, con una lunga militanza nel Cai Val Comelico an-
san pietro
Mentì sull’infortunio del giovane boscaiolo condannato in appello SAN PIETRO. Bugia sull’inci-
dente mortale sul lavoro. È stato condannato anche in appello Marco De Bernardin, l’uomo che aveva testimoniato nel processo per omicidio colposo a carico del datore di lavoro Matteo Roman Pradetto. Il 10 febbraio 2011, nel bosco di Col Curie, morì il 19enne comeliano Michael Casanova Fuga. Nell’abbreviato davanti al giudice per
le udienze preliminari di Belluno, De Bernardin era stato condannato a due anni di reclusione e 20 mila euro di danni morali ai genitori e ieri la sentenza è stata del tutto confermata. L’accusa ha retto anche in secondo grado. La famiglia si era costituita parte civile con l’avvocato Raffaella Mario. Durante la sua deposizione, De Bernardin aveva detto
Ruggero Casanova Crepuz
che come consigliere, Ruggero è stato anche appassionato sciatore e rocciatore. Le sue esplorazioni scialpinistiche del Comelico, ed in particolare della sua amata Val Visdende, hanno dato un importante contributo alla parte invernale della guida “Rifugi e sentieri alpini del Comelico e Sappada”. Casanova Crepuz ha partecipato anche alla vita pubblica in qualità di consigliere del
sotto giuramento che Roman Pradetto, era rimasto con la squadra dei taglialegna fino all’ora di pranzo per aiutare i dipendenti nella rimozione di una teleferica e per dare loro tutte le direttive necessarie sulla sicurezza. Una ricostruzione smentita da altri testimoni e in parte anche ritrattata, fino a quando il giudice ha deciso di inviare gli atti alla Procura della Repubblica, per valutare l’ipotesi della falsa testimonianza. Fu lo stesso Roman Pradetto ad affermare di essere andato nel bosco di Col Curie solo per accompagnare la squadra, senza però fermarsi con i ragazzi. Il boscaiolo Casanova Fuga, che era stato assunto da poco tempo e avrebbe dovu-
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tervento di costruzione di una scogliera sul Rio Popena, in prossimità della carreggiata che era andata distrutta dalla tempesta Vaia. Inoltre, dopo le ripetute richieste partite dal Comune, Veneto Strade ha inserito l’asfaltatura del centro di Auronzo in un bando provinciale che uscirà entro l’estate. Bim inizierà a breve, dopo i lavori del Genio, l’intervento sulla fognatura andata distrutta dall’e-
La speranza è quella che le opere più urgenti possano essere finite entro l’estate mergenza sotto a via Alpini. Il sindaco conclude rassicurando che presto farà avere notizie anche sui rimborsi richiesti dai cittadini e dalle ditte che hanno subito danni a causa dell’emergenza e che aggiornerà sulla tempistica dei vari lavori, sperando che entro l’estate vengano eseguite le opere più urgenti. —
Comune di San Pietro e della Comunità Montana. «A ricordare Ruggero mi viene un groppo in gola», dice commosso Pier Giorgio Cesco Frare, che ha condiviso fin dall’inizio con lui l’esperienza del museo “Angiul Sai”. «Per me», commenta Silvano Eicher Clere, presidente della Regola di Costalta, « se ne va un amico. L’ho conosciuto da ragazzo, abbiamo anche lavorato insieme, era sempre un punto di riferimento sicuro per un parere, un consiglio. Abbiamo vissuto quasi interamente insieme l’esperienza della nascita del Museo, fin dal 1996 con il primo contributo della Fondazione Cariverona. Viene a mancare una figura speciale per il nostro paese, un colonna insostituibile. Lascia un grande vuoto nella comunità di Costalta». «Era un amico sincero», ricorda Patrizia Rizzo, coordinatrice di “CostaltArte”, «e sono felice di aver collaborato con lui nella realizzazione di tante iniziative. Ci mancherà molto perché la sua opera era preziosa per tutto il paese ed il suo modo di fare era sempre propositivo e cordiale». I funerali si terranno oggi alle 14,30 nella chiesa di Sant’Anna a Costalta. — Stefano Vietina BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
to fare soltanto lavori non pericolosi, perse la vita mentre stava tagliando un ramo di un albero già abbattuto. La leggera pendenza del terreno mise in movimento il tronco che non era stato messo in sicurezza e il ragazzo rimase schiacciato. Il processo principale per omicidio colposo a carico di Roman Pradetto (assolto l’altro imputato, Stefano De Candido Romole, che era il preposto per la sicurezza) si è già concluso con l’ultimo passaggio in Cassazione e la conferma della condanna a un anno, cioè la metà della pena appena inflitta a De Bernardin. Quest’ultimo dovrà decidere se presentare, a sua volta, ricorso in Cassazione. — Gigi Sosso
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LETTERE E OPINIONI
VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 LA NUOVA
DITELO ALLA NUOVA Schede ospedaliere e tagli, noi medici pronti alla mobilitazione SANITÀ La sanità in Veneto è in una situazione da codice rosso. Non c’è un progetto chiaro di rilancio. Serve una svolta radicale per salvare il pilastro del nostro welfare, per invertire la rotta dopo anni di austerità e senza assunzioni, perché la Sanità pubblica è destinata all’estinzione e le promesse non bastano più. La carenza di personale sta determinando il taglio dei servizi e le esternalizzazioni di intere funzioni in molte Usl del Veneto. Mancano almeno
LE LETTERE
1. 300 medici e 3. 000 infermieri, tecnici e oss. L’assenza di una vera programmazione sta determinando carichi di lavoro insostenibili e spesso la rinuncia delle ferie o l’impossibilità di fruire della malattia. Una situazione che si regge ormai solo e soltanto sulla dedizione esulla professionalità dei lavoratori. La recente approvazione del Piano Socio Sanitario Veneto e le schede ospedaliere e territoriali non risolvono in alcun modo le gravi carenze del nostro sistema socio sanitario. In particolare come organizzazioni sindacali ritenia-
mo che: non vi sia un piano dei fabbisogni di personale che risponda ai bisogni di salute ed alla effettiva capacità di garantire le prestazioni Lea e la continuità assistenziale; non si rivede l’offerta socio sanitaria secondo una programmazione specifica ma si tagliano i posti letto e si ridimensiona l’offerta specialistica senza una chiara visione, in particolare nelle strutture periferiche; non vi è in alcun modo la costruzione della rete territoriale della presa in carico delle persone e non si attuano politiche concrete per decongestionare aree mediche e pronto soccorso ormai al collasso
ed in prima linea a fronteggiare le crescenti richieste della cittadinanza. Inoltre che sia un provvedimento raffazzonato la scelta di ovviare alle carenze di personale richiamando in servizio i pensionati che non incideranno mai sulle reali necessità e sia sbagliato e incoerente rispetto all’affermazione di voler salvaguardare il “modello veneto” che nelle nuove schede ospedaliere vengano favorite le strutture private a scapito delle pubbliche; Per questo motivo le organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria del comparto chiedono: as-
sunzioni subito e l’apertura di un confronto vero sul piano dei fabbisogni di personale per la Dirigenza Medicae Sanitaria ed il Comparto che riduca anche i tempi delle procedure; la conferma degli attuali posti letto e dell’offerta specialistica per aprire un confronto che salvaguardi la diffusioneterritoriale della Sanita veneta e che confermi l’attuale risposta di assistenza e cura in assenza di effettivaalternativa; impegni concreti all’utilizzo di risorse regionali per valorizzare i professionisti della Sanità in attuazione delle norme contrattuali in materia di coordinamento
regionale. Senza risposte chiare e concrete la mobilitazione generale dei lavoratori della sanità sarà inevitabile. Intersindacale Dirigenza Medica e sanitaria e Comparto della Regione Veneto Anaao Assomed, Federazione Cgimo-Fesmed, Aaroi, Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet - Sinafo, Snr), Fp Cgil medici e dirigenti ssn, Fvm, Uil Fpl coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria, sanitaria, Anpo,Ascoti,Fials medici, Fp Cgil Veneto, Uil Fpl Veneto
LA FOTONOTIZIA
Il ricordo Cgil, grazie Giorgio per ciò che ha fatto Nel venire a conoscenza della scomparsa del compagno Giorgio Sandon, sento il dovere morale di ringraziare Giorgio per la sua amicizia nei miei confronti. Amicizia consolidata negli anni della nostra attività sindacale nello Spi Cgil. Nelle mie due esperienze in Cgil, come segretario regionale Spi e coordinatore del dipartimento welfare Cgil del Veneto, ho avuto delle significative opportunità di interloquire e di confrontarmi con Giorgio, soprattutto sulle complesse dinamiche dei servizi sociosanitari e sulle problematiche dei centri servizi alle persone (meglio conosciuti come Ipab- Case di Riposo). Come la compianta Loredana Aurelio Celegato, segretaria provinciale Spi Venezia, scomparsa nel settembre 2018, sui diritti degli anziani, dei disabili, dei non autosufficienti e dei poveri, anche Giorgio prima di esprimere le proprie opinioni ed indicare fattive proposte, approfondiva i problemi, analizzando e studiando i fenomeni sociali ed economici. Posso, con cognizione di conoscenza personale, affermare che Giorgio esprimeva un “signorile stile sindacale” , che rendeva condivisibile la sua fermezza ideale. Grazie Giorgio per quanto hai fatto e dato al sindacato e grazie per il tuo impegno verso i più deboli. Franco Piacentini Mestre
Disuguaglianze I geni condividano idee e patrimoni Ho risentito in Tv, il refrain sui pochi che hanno patrimoni pari a metà del popolo mondiale ma la loro capacità di creare ricchezza crea il progresso tecnologico dell’umanità. Questa idea, pur nella
nordic walking jesolo
In cinquecento con i bastoncini tra mare e terra a Cavallino Basterebbe una passeggiata in mezzo alla natura, fermarsi un momento ad ascoltare, spogliarsi del superfluo e comprendere che non occorre poi molto per vivere bene. Le parole sono di Mario Rigoni Stern. Ma oggi sembrano essere un molti a condividerle. Camminare fa bene al corpo ma anche all’anima. E sono sempre di più quelli che scelgono il Nordic Walking come disciplina. Non c’è domenica senza una camminata nei luoghi più belli del Veneto. È accaduto anche mercoledì 1 maggio a Cavallino. In 500 hanno preso parte alla camminata tra Mare e Laguna organizzata dal Nordic Walking Jesolo. Un percorso tra angoli di mare e di terra per conoscere meglio il territorio. Dodici chilometri per ammirare i paesaggi, per scambiare esperienze, per ascoltare anche i silenzi. A portare il saluto ai walker il sindaco di Cavallino, Roberta Nesto e il presidente della scuola italiana di Nordic Walking, Fabio Moretti.
sua rozzezza convince miliardi e su tali errori e sentimenti d’invidia campano gli avventurieri. Il concetto va confrontato con esistenze come Marconi il quale, unico tra tanti miliardi, ha iniziato una serie di scoperte determinanti. Anche a me pare ingiusto che fosse così più intelligente di me ma senza Marconi, non avrei radio, Tv, cellulare ecc... Ciascuno di costoro per la propria generazione è una vetta senza paragoni. Perciò il confronto va fatto sulle intelligenze i cui frutti consentono l’uso a miliardi di consumatori. Per far tanti soldi, utili a tutti, servono intelligenze rarissime, come per fare ed evolvere grandi scoperte si richiedono grandi ricchezze. Del resto, quanto si rimprovera ai grandi imprenditori eco-
nomici, oggi, è quanto è sempre avvenuto con i grandi imprenditori della politica. Per esempio a Yalta dove tre uomini anziani si divisero il mondo. O a Roma ai tempi di Costantino. O durante i grandi imperi coloniali e tutto ciò si nobilita sotto il nome di Storia. Gianni Oneto Venezia
Flussi e turismo Diversificare l’offerta culturale si può Chi conosce la chiesa di Santa Maria dei Miracoli? E sempre, nella zona adiacente l’ospedale, la bellissima Chiesa di San Giovanni e Paolo? E an-
cora la chiesa dei Gesuati alle Zattere? Eppure si tratta di testimonianze splendide dell’architettura e della pittura veneziane, poco conosciute perché lontane (in realtà non così lontane) dalle rotte turistiche. Santa Maria dei Miracoli ha una splendida struttura architettonica e decorativa di Pietro Lombardo. San Giovanni e Paolo, grande basilica quattrocentesca – oltre ad essere il pantheon dei veneziani illustri – contiene i cicli pittorici di Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Giacomo Piazzetta, Tintoretto, Palma il Giovane, Tiziano, Veronese. I Gesuati, chiesa del 1700, ospitano le tele del Tintoretto e il soffitto di Giambattista
Tiepolo. Forse un modo di ridurre la pressione turistica su Rialto e San Marco è proprio quello di incentivare questi itinerari, aiutando anche con la formazione delle guide, con la cartellonistica, con l’informazione dei siti che guidano i visitatori. Se la ricerca riguarda invece le ambientazioni, i luoghi tipici, la vita cittadina, un’operazione simile – di reinstradamento dei flussi – potrebbe toccare la Giudecca, e Castello (quest’ultimo in modo particolare negli spazi più esterni, come San Francesco della Vigna e la Celestia). Altra possibilità di diversificazione dell’offerta turistica è data dal dare spazio all’arte moderna. La città ha quattro poli dell’arte moderna: la su-
perba Galleria Nazionale di Ca’ Pesaro, ben poco nota, la Fondazione Guggenheim, forse uno dei musei più affascinanti del mondo per la pittura contemporanea, e i due palazzi della Fondazione Pinault, Punta della Dogana e Palazzo Grassi, i due più spettacolari affacci rispettivamente sul Bacino di San Marco e sul Canal Grande. Ma oltre a questi due palazzi hanno un gran valore le mostre che ogni anno Pinault propone al loro interno. Annotazione per i veneziani: Ca’ Pesaro è sempre gratis per i residenti del Comune, in quanto Museo comunale; i palazzi Pinault offrono ai residenti l’ingresso gratuito il mercoledì. Lorenzo Picunio Mestre
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BELLUNO
VENERDÌ 3 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
il futuro della sanità
Schede ospedaliere, i sindacati indicono le assemblee rente dell’Anaao, sindacato dei medici ospedalieri. «A parte l’aver riconosciuto come unità operative semplici dipartimentali i servizi di senologia e di emodinamica h24 per l’ospedale di Belluno», sottolinea Barutta, «il taglio dei posti letto pubblici, vero nocciolo della questione, è rimasto invariato a favore della struttura privata del Codivilla. Come sindacato abbiamo giocato le nostre carte, abbiamo cercato di fare il possibile per evitare questa situazione, ma non è servito a nulla». «Dispiace», puntualizza ancora l’esponente dell’Anaao, «la latitanza della politica bellunese in questa partita. Purtroppo i politici come anche i sindaci si sono agitati soltanto gli ultimi tre giorni, non creando quell’effetto domino che speravamo. A muoversi sono state le associazioni, i co-
Paola Dall’Anese BELLUNO. Contro le schede ospedaliere licenziate dalla giunta veneta, che non tengono in considerazione le difficoltà del territorio montano, i sindacati dei medici e del comparto che rappresentano infermieri, operatori socio sanitari e tecnici, hanno deciso di scendere unitariamente in campo. E lo faranno oggi quando, dalle 14 alle 16, nei due ospedali principali della provincia San Martino e Santa Maria del Prato si svolgeranno, in contemporanea, le assemblee con i lavoratori. Una presa di posizione che interesserà non solo il bellunese, ma l’intero Veneto. «A Venezia non hanno per nulla accolto le osservazioni venute dal territorio», precisa il chirurgo Luca Barutta, refe-
L’ospedale San Martino di Belluno
le conseguenze del maltempo
Un albero caduto sulla viabilità del Nevegal
Resta complicata la viabilità sul Colle per gli alberi caduti È ancora chiuso il tratto di Sp 31 compreso tra la curva Bisinella e la rotatoria del Nevegal Veneto strade è al lavoro Riaperta la Sp 5 di Lamosano BELLUNO. È ancora complicata la situazione della viabilità sul Nevegal, dove resta chiuso un tratto della strada provinciale 31, quello che va dalla curva Bisinella alla rotatoria, per gli schianti degli alberi provocati dalla neve accu-
mulata sui rami che interessano l’intera sede stradale. Resta da liberare da tronchi e ramaglie un chilometro e 300 metri, mentre nella giornata di martedì 30 aprile erano stati riaperti i tratti dalla rotatoria del Nevegal a Pus e dalla località Al Cristo alla curva Bisinella. Il blocco al traffico è necessario per eseguire i lavori di messa in sicurezza, il personale di Veneto strade ci sta lavorando ma ancora non c’è
primo maggio
Alla scuola di Fiammoi festa senza “Bella ciao” BELLUNO. Primo maggio canoro alle scuole elementari di Fiammoi. Prima la celebrazione nella chiesetta in località La Rossa per ricordare, come ogni anno, non solo la Festa del lavoro ma anche la liberazione dal nazifascismo, poi tutti alle scuole elementari di Fiammoi, dove i ragazzi dell’ultimo anno, sotto la supervisione dei loro insegnanti, come accade annualmente, preparano un
programma di canti e riflessioni su alcuni temi precisi. Quest’anno tra le canzoni presentate c’erano l’inno alla gioia di Beethoven, un testo di Giorgio Gaber e uno di Jovanotti. Mancava la tradizionale “Bella ciao”, canzone «che non è solo partigiana, ma fa parte della nostra storia, non è ideologia. Ma a dire la verità non è stata cantato nemmeno l’inno d’Italia», fa notare la professoressa, storica e scrittrice
un’indicazione della tempistica per la riapertura. La sta aspettando anche il sindaco Jacopo Massaro, che per il resto ha dichiarato chiusa la fase di emergenza sul Colle in seguito all’ultima ondata di maltempo. Le strade principali sono tendenzialmente percorribili, ma permangono neve e molte piante a bordo strada, per cui fino allo scioglimento della neve e agli interventi che serviranno per raccogliere le ramaglie e rimuovere le piante pericolose, «l’invito a tutti è di muoversi con la opportuna cautela». Serviranno parecchie migliaia di euro per terminare l’opera di sistemazione della viabilità, pensando sia ai cittadini che ai turisti: «Sarà necessario ricorrere a ditte o volontari specializzati per la messa in sicurezza degli alberi, mentre periamo di poter effettuare con i volontari la raccolta delle ramaglie in vista della stagione estiva, per non gravare ulteriormente sulle casse comunali pesantemente compromesse dagli eventi meteo», spiega il sindaco Massaro. Allargando lo sguardo a Chies d’Alpago, ieri è stata risolta la situazione sulla Sp 5 di Lamosano in località Palade, liberata dagli alberi schiantati e riaperta. — Sco
Adriana Lotto che si augura «che l’assenza di questi testi non sia intenzionale». «Se questa mancanza fosse voluta sarebbe un brutto segnale», aggiunge Quinto Piol. «Queste canzoni vengono preparate dalla scuola all’interno della propria autonomia», precisa il presidente del circolo d’Oltrardo, Oreste Cugnach che organizza l’evento. «Ogni anno cambia il repertorio canoro, e non è detto che canti tradizionali come “Bella Ciao” vengano inseriti. Ci sono anni in cui è presente nel programma e altri no. Inutile fare dietrologia e strumentalizzare anche queste ricorrenze». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
mitati, i sindacati, ma la politica è stata la grande assente». Di fronte a tutto questo, le parti sociali però non si perdono d’animo e per questo hanno deciso di protestare comunque di fronte «all’ennesimo indebolimento perpetrato ai danni di una provincia già in sofferenza. Come Anaao siamo arrabbiati con la Regione Veneto perché le nostre condizioni di lavoro stanno diventando sempre più insostenibili: il personale è poco, non si assume, quei pochi che ci sono se ne vanno perché qui le condizioni economiche non sono competitive come all’estero e le schede vanno ad incidere ancora di più su condizioni pesanti di lavoro, sostenendo invece il privato». Barutta evidenzia poi a livello locale le ulteriori criticità che minano alla base la te-
nuta del sistema sanitario bellunese. «Qui molti colleghi anche neo assunti che percepiscono 2.600 euro al mese, preferiscono andarsene all’estero, magari in Francia dove a parità di inquadramento si guadagnano quattromila euro. Inoltre, nei nostri ospedali si respira un’aria da caserma dove la dirigenza strategica fa calare dall’alto le decisioni, a cui i dipendenti devono adeguarsi in tempi brevi senza poter dire la propria. E questo non fa che creare un profondo malcontento. Basti pensare agli spostamenti che stanno interessando la Geriatria e la Medicina in questi giorni per la formazione di aree di media ed alta intensità di cura». Sui tagli contenuti nelle schede si dice pronto a dare battaglia anche il sindaco Jacopo Massaro. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
dissesto ripristinato dopo la tempesta vaia
Riaperto il sentiero per il rifugio Bianchet Il reparto biodiversità dei Carabinieri ha rimosso il legname In parte il materiale servirà per fare tabelle, tavole e infissi BELLUNO. Il rifugio Bianchet
è di nuovo raggiungibile per i tanti appassionati provenienti da ogni parte della provincia e non solo. In tempo per la stagione delle escursioni, il sentiero che parte dalla Regionale 203 Agordina, di proprietà dello Stato ma dato in concessione per sei anni al Cai, è stato riaperto dal personale del reparto carabinieri biodiversità di Belluno, che ha in consegna questi territori demaniali. Dopo aver affrontato le emergenze degli alberi schiantati e posti di traverso sulle strade e sui sentieri che compongono un ricco mosaico all’interno dell’esteso territorio delle riserve naturali, il reparto biodiversità dei carabinieri si è prodigato per restituire agli appassionati la possibilità di raggiungere il rifugio Bianchet. In località Costa Pinei, solo qualche decina di metri sopra la strada, la tempesta di fine ottobre aveva provocato la caduta di qualche centinaio di metri cubi di legname di pino silvestre, carpino, frassino, abete rosso e larice. In gran parte il materiale è già stato portato alla riserva naturale del Vincheto di Celarda dove verrà segato e preparato per essere utilizzato nella preparazione di manufatti – come infissi, tavolame, tabellonistica varia – da impiegarsi sul territorio delle riserve gestite dal reparto biodiversità dei carabinieri, mentre in parte è stato ceduto come legna da ardere. Alcune decine di metri cubi, soprattutto di pi-
Il sentiero il località Costa Pinei liberato da tutte le piante
no silvestre e qualche larice, sono ancora accatastati di lato al sentiero in attesa di essere asportati. Al presidente del Cai di Belluno Sergio Chiappin, che ancora quest’inverno manifestava la sua preoccupazione per la presenza di una grande massa di alberi abbattuti che ostacolava il transito sul sentiero, il comandante del reparto, colonnello Gianfranco Munari, aveva dato assicurazione che il sentiero sarebbe stato riaperto in tempo per la stagione delle escursioni. Promessa mantenuta. In precedenza, anche i tronchi schiantati lungo la regionale Agordina in località Candaten erano stati ceduti alla popolazione locale come legna da ardere. Per chi transita in quella località, quasi tutto è stato ripristi-
nato. Resta solo qualche catasta limitrofa al bosco. Rimane ancora molto da fare, invece, per la sistemazione dell’area turistica sempre di proprietà dello Stato ma in concessione al Parco delle Dolomiti nella quale, nel corso dell’inverno, gli operai del reparto biodiversità di Belluno, hanno asportato tutte le piante cadute e le ramaglie. Guardando avanti, tanti altri sono i lavori programmati, come la riapertura della strada che dal fondovalle porta nelle zone di montagna nelle riserve naturali dello Stato Piani Eterni-Erera Brendol e alcuni tratti di altri sentieri nella Val Canzoi. E molti altri se ne aggiungeranno via via con l’avanzare della bella stagione. — Sco